ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 26/10/2021 n. 37

Resoconto 37 a Seduta pubblica
Martedì, 26 ottobre 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 14.12

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno a tutti. Se ci accomodiamo, per favore.
Valutando la presenza in Aula dei colleghi, abbiamo ampiamente il numero legale.
Diamo inizio alla 37a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16094 del 21 ottobre 2021.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 36a seduta pubblica del 19 ottobre 2021.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

PRESIDENTE

Non ho nessuna indicazione di congedi o altro tipo di assenze, però avrei una cosa da comunicarvi.
Se volete torniamo tra un'oretta.
Come ho detto prima in riunione Capigruppo, oggi utilizzeremo Concilium per verificare le presenze e per le votazioni: quindi torniamo a quello che facevamo qualche settimana fa. Questo perché - e lo dico chiaramente - il collega Gianpiero Possamai, come vedete dai video, ci segue da casa. Questo perché? Perché lui sta benissimo di salute, però ha avuto un contatto con un positivo e quindi per cinque giorni deve rimanere a casa e, come è previsto dalle delibere dell'Ufficio di Presidenza, se abbiamo dei colleghi sottoposti a misure di quarantena, possono seguire il Consiglio e le attività delle Commissioni, alle quali nei prossimi giorni Possamai sarà chiamato, in modalità video.
Mi auguro che Giampiero stia bene anche i prossimi giorni per riaverlo qui la prossima settimana, però utilizzeremo, ripeto, Concilium, per votare e per marcare la presenza.
Prendete i tablet in dotazione o i telefonini, se andate meglio con quelli, per marcare prima la presenza e poi per anche votare. Quindi anche le modalità di richiesta di parola sono quelle previste da Concilium.
Quello che avevamo ipotizzato la scorsa settimana come Ufficio di Presidenza, di fare i tamponi di controllo... la mascherina in Aula, grazie, collega Zanoni... i tamponi di screening prima del Consiglio, per quello che è avvenuto col collega Possamai, che, tra l'altro, era in una riunione con tutti quanti vaccinati, ma appunto il vaccino non dà sicurezze assolute, anche la modalità di lavoro di presenza in Aula, come abbiamo ripreso dalla scorsa settimana, comporta che l'attenzione deve sempre essere ad alto livello e dobbiamo riuscire a poter lavorare comunque come si aspettano i veneti da questa Assemblea legislativa, da questo Parlamento dei veneti.
PUNTO
3
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con le interrogazioni.
La prima che prenderei è la n. 125 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 125 del 20 aprile 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "RIENTRO A SCUOLA, MANCANO MILLE AUTOBUS, QUALI MISURE SARANNO PREDISPOSTE DALLA REGIONE?".

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Buongiorno. Buongiorno Assessore.
Questa è una interrogazione che ho presentato il 20 aprile 2021 rispetto appunto al rientro a scuola e, all'epoca, mancanza di 1.000 autobus che veniva appunto detta dalle persone che in qualche modo si accingevano a utilizzarli e quindi la richiesta era quella di chiedere quali misure erano predisposte dalla Regione. La stampa infatti riferiva che servirebbero in Veneto 1.000 ulteriori autobus per garantire un adeguato servizio al trasporto scolastico mantenendo quella capienza del 50% per l'utilizzo dei mezzi pubblici.
Il Presidente della Giunta regionale aveva dichiarato che una possibile soluzione in quel momento poteva essere quella di prevedere orari di ingresso scaglionati o prevedere una didattica a distanza facoltativa. Ma quindi consideravo - ed eravamo appunto al 20 aprile 2021 - che il dato relativo alla carenza dei mezzi di trasporto in caso di lezioni in presenza al 100% e capienza massima dei mezzi al 50 era qualcosa di già prevedibile. Quindi, se la volontà era quella di far partire tutte le attività appunto in presenza, comprese quelle della scuola, in realtà bisognava farsi trovare preparati e in quel momento sembrava invece di essere impreparati.
In ogni caso dicevo, ad oggi la riapertura degli istituti scolastici appare certa dal Governo nazionale e il tema del trasporto scolastico, che deve essere garantito a termini di legge, doveva essere affrontato con la massima urgenza anche ricorrendo alla fornitura di mezzi non di linea e quindi chiedevo il 20 aprile per sapere, in relazione ai fatti riportati, quali misure intendeva la Regione del Veneto e la Giunta a porre in essere.
Sappiamo infatti - e siamo in un momento in cui ormai un anno e mezzo di esperienza ce lo doveva avere insegnato - che il tema del trasporto, con una capienza ridotta in quel momento, come da norma, era importante e soprattutto di garantire l'apertura dell'anno scolastico totalmente in presenza era altrettanto importante, come evidenziato dall'esperienza dell'anno precedente.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore Elisa De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Piccola premessa. Noi come Regione eravamo pronti con il Piano Trasporti fin dal novembre 2020. Ricordo che quel DPCM è del 3 dicembre e il coordinamento dei tavoli è stato passato ai Prefetti. Comunque procedo con la lettura della risposta.
L'Amministrazione regionale, durante il prolungato periodo di didattica a distanza dei mesi autunnali del 2020 ed in previsione della ripresa dell'attività scolastica in presenza, aveva avviato un confronto con l'Ufficio scolastico regionale del Veneto, del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, con le principali aziende di trasporto e con gli Enti di governo del TPL con l'intento di definire le misure operative necessarie a garantire lo spostamento in sicurezza degli studenti verso gli istituti scolastici.
Tale attività si è concretizzata nella definizione di un piano per la riprogrammazione dell'offerta di trasporto pubblico locale ai fini della ripresa delle attività scolastiche che, partendo dall'analisi e valutazione delle criticità del settore, aveva prefigurato tre possibili diversi scenari - e siamo stati l'unica Regione che lo ha fatto - ossia con didattica in presenza al 100, all'80 e al 50% della popolazione studentesca. Il piano è stato successivamente messo a disposizione dei Prefetti, a seguito dell'istituzione, disposta con DPCM 3 dicembre 2020, di un tavolo di coordinamento presso ciascuna Prefettura, incaricato di definire il più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico urbano locale, urbano ed extraurbano, in funzione della disponibilità dei mezzi di trasporto a tal fine utilizzabili.
Ai lavori dei tavoli di coordinamento, istituiti presso le Prefetture, a cui la Regione ha assicurato la propria presenza, hanno partecipato i Presidenti delle Province, il Sindaco della Città Metropolitana di Venezia, gli altri Sindaci eventualmente interessati, i Dirigenti degli ambiti territoriali del Ministero dell'istruzione, il rappresentante del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché le aziende affidatarie dei servizi di trasporto pubblico locale con l'obiettivo di definire le più efficaci modalità di svolgimento dei servizi attraverso la rimodulazione della domanda e il potenziamento dell'offerta, di monitorare le eventuali criticità e di approntare le idonee misure correttive.
Nel periodo in esame, che va dalla ripartenza dell'attività didattica in presenza di gennaio 2021 sino alla chiusura dell'anno scolastico 2020/21 di giugno 2021, sono stati circa 500 gli autobus destinati a servizi aggiuntivi e messi quotidianamente a disposizione, oltre alla flotta di circa 3.300 mezzi già in servizio e circa 250 unità di personale ausiliario in servizio a terra per coadiuvare le operazioni di incarrozzamento ed evitare la formazione di assembramenti.
L'offerta dei servizi aggiuntivi è stata particolarmente potenziata nelle fasce orarie di maggiore flusso di studenti ed è stata oggetto di costante rimodulazione in ragione delle criticità che via via si sono presentate in funzione del passaggio dal mese di aprile alla didattica in presenza per il 70% della popolazione studentesca.
Sul fronte delle disponibilità finanziarie, il Governo, con DL 137, legge 178 e DL 73 del 2021, ha stanziato per l'esercizio 2021 complessivi 840 milioni di euro per l'esercizio di servizi aggiuntivi. Tali risorse, che per il Veneto si stima siano disponibili nella misura di circa 84 milioni, sono destinate al finanziamento dei servizi aggiuntivi programmati al fine di far fronte agli effetti derivanti dalle limitazioni poste al coefficiente di riempimento dei mezzi, anche in coerenza con gli esiti dei tavoli prefettizi precitati...

PRESIDENTE

È tanto lunga, Assessore?

Ass.ra Elisa DE BERTI

No, arrivo qua.

PRESIDENTE

Okay, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Al riguardo, si precisa che in esito a specifica rilevazione condotta dagli uffici regionali competenti e trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile in data 30 aprile, il maggior fabbisogno finanziario conseguente all'esercizio dei servizi aggiuntivi nel territorio regionale nel primo semestre è risultato pari a 21 milioni.
A fronte delle risorse finanziarie assegnate e tenuto conto della disponibilità che il mercato ha offerto circa i mezzi di trasporto non di linea da utilizzare per servizi aggiuntivi di TPL, è stato assicurato il necessario potenziamento dei servizi di trasporto e garantito a tutti gli studenti di poter raggiungere in sicurezza gli istituti di istruzione sino al termine dell'anno scolastico.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Ostanel, se chiede la parola.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non posso dichiararmi soddisfatta perché spesso capita che queste interrogazioni non vengano risposte nei 15 giorni come richiesto dal Regolamento, cioè se il 20 aprile 2021 chiedevo una informazione rispetto ad un tema che in quel momento era caldo, cioè riportare le persone, ad esempio, a scuola secondo anche i criteri stabiliti dal Governo delle capienze del trasporto, è chiaro che oggi, arrivando una risposta tot mesi dopo, è un po' più semplice ridefinire la storia a ritroso.
Ma questo non è l'obiettivo di un'interrogazione, quindi riporto di nuovo il tema su una cosa che spesso dai banchi di questa parte poniamo: il diritto dell'informazione dei Consiglieri, previsto dalla Statuto, risposta in 15 giorni, anche in questo caso non è stato portato a termine. In più, poi leggerò la risposta, mi sembra di capire che gli autobus aggiuntivi, citava l'Assessore, nel numero di 500. Ecco, il problema è che, avendo una risposta così tardi, non si riesce a capire, al giorno in cui ho depositato questa interrogazione, qual era la situazione in quel momento, perché se un Consigliere porta un'interrogazione è perché, ad esempio, nel suo territorio vedeva e gli veniva riferito che invece quel limite di capienza non era permesso essere rispettato anche per la mancanza di mezzi aggiuntivi.
Siccome la competenza rispetto a questo è della Regione ed è vero che ci sono diversi tavoli di monitoraggio compreso il coinvolgimento delle Prefetture, ma il tema vero è: quale tipo di controllo la Regione del Veneto sta ponendo ancora oggi su un tema importante.
Stiamo, ad esempio, assistendo al fatto che saltano, soprattutto su Padova, il mio territorio, tantissime corse a causa del fatto che ci siano moltissimi autisti oggi che non possono andare al lavoro, non in possesso di Green Pass e il tema vero è quello di capire oggi anche, visto che le interrogazioni non vengono risposte per tempo, ripongo un'interrogazione: la situazione oggi è ancora molto grave, abbiamo delle corse che stanno assolutamente sopra i limiti delle capienze che vengono assegnati dal Governo e quindi la risposta di oggi a questa interrogazione non può essere soddisfacente perché non risponde nei tempi giusti e, anche se oggi siamo tot mesi dopo, non aggiunge delle informazioni su una situazione critica che permane.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Adesso c'è una IRI che va accoppiata perché ha la medesima risposta, quindi le due presentatrici le presenteranno in maniera singola, quindi la IRI 131 per la collega Bigon e la 145 per la collega Baldin, che, ripeto, avranno una singola risposta da parte dell'Assessorato alla Sanità, che però oggi leggerà la vicepresidente Elisa De Berti.

Interrogazione a risposta immediata n. 131 del 7 maggio presentata dalle consigliere Bigon e Camani relativa a "CESSATA L'ONDATA PANDEMICA IN ATTO, L'OSPEDALE MAGALINI DI VILLAFRANCA TORNERÀ AD ESSERE "OSPEDALE SPOKE-PRESIDIO DI RETE DI PRIMO LIVELLO"?".

e

Interrogazione a risposta immediata n. 145 del 28 maggio 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "OSPEDALE DI VILLAFRANCA: TORNERÀ MAI PIENAMENTE OPERATIVO?".

Do la parola, se si prenota, alla collega Anna Maria Bigon. Può prenotarsi con Concilium? Sennò faccia fare a Baldin prima, se... no, vi dovete prenotare con Concilium, grazie.
Prego, Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È una interrogazione presentata il 7 maggio 2021 insieme alla collega Camani.
Premesso che appunto, dal 1° novembre 2020 l'ospedale Magalini di Villafranca di Verona è tornato ad essere ospedale Covid assieme a tutti gli altri identificati dalla Giunta regionale nel Veneto.
Il Pronto soccorso del nosocomio villafranchese è stato così trasformato in punto di primo intervento Covid, mentre i posti letto dell'area medica e chirurgica sono stati riservati ai pazienti positivi da SARS-CoV-2.
L'ospedale Magalini è stato riaperto nel 2018 dopo un incendio che ne aveva affermato l'attività per 15 anni e qualificato nel Piano socio-sanitario regionale del 2019 come ospedale Spoke, presidio di rete di primo livello, con bacino di utenza di oltre 70.000 cittadini.
Le Amministrazioni comunali di Villafranca Veronese e Somma Campagna, dando voce ai timori dei numerosi cittadini utenti dell'ospedale Magalini, hanno approvato due mozioni per impegnare le rispettive Giunte ad attivarsi presso la Regione Veneto, affinché, una volta cessata la seconda fase pandemica, tutti i reparti e le funzioni previste nelle schede ospedaliere per la suddetta struttura vengano prontamente riattivate.
Si teme, infatti, che dopo molti mesi di cui i medici e infermieri hanno dovuto mettere da parte le loro specializzazioni per dedicarsi totalmente ai pazienti Covid, l'attività dell'ospedale Magalini possa essere ridimensionata e demansionata: mancano, ad oggi, due primariati, che sono di Cardiologia e Ortopedia.
Pertanto, chiediamo all'Assessore regionale alla Sanità se intende immediatamente attivarsi per la piena e totale riapertura, a partire dal punto nascite e Pediatria di tutti i reparti e servizi che, secondo il Piano socio-sanitario regionale 2019/2023 fanno capo all'ospedale Magalini di Villafranca. Ospedale Spoke, presidio di rete di primo livello. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Baldin, per illustrare la 145. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche la collega perché abbiamo presentato... ci siamo lette nel pensiero.
Questa interrogazione, appunto, risale a un po' di tempo fa, a maggio. Il 27 maggio c'era stata una riunione delle organizzazioni sindacali che avevano inviato una lettera alla Direzione generale, poi alla Direzione sanitaria, chiedendo un tavolo di confronto sulle diverse problematiche che riguardano appunto la situazione dell'ospedale Magalini di Verona.
Una delle richieste è stata quella, come diceva la collega, di una maggiore dotazione di posti letto come presenti nelle vigenti schede di dotazione ospedaliera.
Un altro punto critico è che si vuole capire, insomma, il motivo per cui non venga riattivato il Pronto soccorso non Covid, che lavora 24 ore su 24 e sette giorni su sette.
Inoltre, anche, ci si chiede della riattivazione del punto nascite.
Si fa presente, anche, che nell'azienda è venuta a crearsi una forte carenza di personale, in particolare medico: negli ultimi 14 mesi sono mancati dei Dirigenti medici specialisti a tempo indeterminato e questo ha comportato anche un aumento dello stress per tutto il personale ospedaliero sempre più demotivato a rimanere in quella località. Proprio per questa mancanza di personale, risulta ai sindacati che due letti su 10 di area medica non Covid non possano riaprire.
Considerato che l'ospedale di Villafranca dal 1° novembre è stato convertito a Covid Hospital per la Provincia di Verona e il Pronto soccorso è stato trasformato in punto di primo intervento ed è stato dedicato pressoché esclusivamente agli interventi Covid positivi e così i posti letti dell'area medica e chirurgica ed è stata sospesa l'attività del punto nascite e della Pediatria, si chiede appunto cosa intenda fare la Giunta regionale perché la programmazione regionale venga rispettata e l'ospedale Magalini possa lavorare al meglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta Elisa De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Con delibera della Giunta regionale 14 maggio 2019, n. 614, l'ospedale Magalini di Villafranca è stato classificato ospedale presidio di rete Spoke in considerazione del ruolo svolto da tali strutture all'interno della rete ospedaliera veronese.
Purtroppo la diffusione del virus da Covid-19 ha reso necessario la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, prevedendo l'incremento dell'offerta dei posti letto aggiuntivi di Terapia intensiva e Pneumologia e l'individuazione di ospedali interamente dedicati ai pazienti Covid-19.
Proprio durante la prima fase emergenziale, l'ospedale Magalini di Villafranca è stato individuato quale Covid Hospital, per cui sono stati disposti il trasferimento e la ricollocazione di alcuni pazienti da questo ospedale ad altri ospedali del servizio sanitario regionale, con la contestuale sospensione di talune attività.
La progressiva riduzione dei contagi nel tempo ha consentito all'ospedale Magalini di riprendere gradualmente l'attività ordinaria. Infatti, il Direttore generale dell'azienda ASL 9, che è stato recentemente interpellato, ha dichiarato che da metà maggio a metà giugno 2021 sono state ripristinate le attività e i servizi propri del presidio. In particolare, il punto nascita è stato riaperto il 7 giugno e il Pronto soccorso in data 14 giugno.
Inoltre, dall'8 giugno sono iniziati i lavori di adeguamento impiantistico strutturali al terzo piano delle degenze il cui termine, previsto per l'autunno del corrente anno, consentirà di dare corso alla programmazione regionale.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Bigon, se mi chiede la parola con Concilium. Grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ecco.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Prego, Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Non è stato risposto per quanto riguarda il personale, cosa che è molto importante per l'ospedale Magalini. Come dicevo prima, mancano ancora due concorsi importanti, oltre a tanti altri sanitari, per quanto riguarda il primario di Cardiologia e di Ortopedia. Ortopedia tra l'altro risulta essere scaduto per la seconda volta il concorso, per cui, ecco, non possiamo ritenerci soddisfatti. Ci auguriamo che nell'arco di pochissimo tempo riprenda pienamente le sue funzioni, come da schede ospedaliere approvate da questa Giunta e da questo Consiglio nel 2019.
Se posso avere la copia della risposta. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Sì, anch'io ho ancora delle perplessità alla luce della risposta da parte dell'Assessore. A parte il punto nascite e i lavori del terzo piano rimangono ancora dei punti da chiarire, come appunto ha detto la collega, sulla dotazione di personale ma anche sulla dotazione dei posti letto che non corrisponde alla vigente scheda di dotazione ospedaliera. Anche questi sono punti che meritano delle risposte, magari anche in via urgente da parte della Giunta regionale. Attendo anche queste. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Torniamo all'interrogazione 117 del collega Arturo Lorenzoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 117 dell'8 aprile 2021 presentata dai consiglieri Lorenzoni, Bigon, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai e Zottis relativa a "ALTA VELOCITÀ IN VENETO: COSA STA FACENDO LA GIUNTA PER ASSICURARE CHE NEI PROGRAMMI GOVERNATIVI E DI RFI SIANO INCLUSE COME PRIORITÀ LE TRATTE VERONA-PADOVA E PADOVA-BOLOGNA?".

Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che è stata presentata l'8 di aprile, quindi, come la collega Ostanel ricordava, ci sono delle tematiche che sono urgenti e impellenti in alcuni momenti: a mesi di distanza possono essere meno significative.
Comunque il tema era: chiedere contezza delle azioni messe in atto da parte della Giunta per fare pressione sul Governo, dal momento che si stava ragionando su quelli che sono gli investimenti infrastrutturali nella rete ferroviaria e in particolare l'11 marzo il Governo, acquisito il parere favorevole delle Commissioni parlamentari, aveva proposto uno schema di DPCM in cui era inclusa la tratta Verona-Padova ma non c'era alcun riferimento alla tratta Padova-Bologna.
Ora, essendo Padova un po' crocevia tra due importanti corridoi, non solo nazionali, ma addirittura europei, direzione nord-sud e direzione est–ovest, si chiedeva quali fossero le azioni messe in atto da parte della Giunta per mettere pressione sul Governo affinché sia la tratta Verona–Padova (di cui poi abbiamo saputo essere proceduto l'iter amministrativo), ma anche la tratta Padova-Bologna fossero tra le priorità.
Ecco, sarebbe bello che, visto che siamo alla fine di ottobre, oltre alle azioni fatte prima dell'8 di aprile, ci fosse anche comunicato cosa è stato fatto a partire da allora fino ad oggi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Bene.
Anche in questo caso risponde per sua competenza il vicepresidente Elisa De Berti.
Siamo alla 117, la prima in ordine cronologico. Alta velocità.

Ass.ra Elisa DE BERTI

La Regione del Veneto, nell'ambito della propria attività di programmazione di cui al Documento di economia e finanza regionale 2021-2023, in coerenza con le politiche dei trasporti infrastrutturali programmati a livello nazionale comunitario, colloca il completamento della tratta ferroviaria Alta velocità-Alta capacità Brescia-Padova tra gli obiettivi prioritari da perseguire il fine dell'ammodernamento e del potenziamento dell'assetto infrastrutturale e ne monitora periodicamente, entro i limiti delle proprie competenze, lo stato di avanzamento delle attività a fasi ad esso connesse.
Si riporta di seguito la sintesi dell'iter di finanziamento dell'opera.
Nell'aggiornamento 2018-2019 del contratto di programma parte investimenti stipulato tra il Ministero delle Infrastrutture e Rete Ferroviaria Italiana, la sopramenzionata tratta dell'Alta velocità ferroviaria è confermata tra gli investimenti da realizzarsi per lotti costruttivi. Nello specifico e limitatamente a quanto attiene allo sviluppo della Verona-Padova, nonché al nodo di Verona est e ovest, era prevista la seguente articolazione a copertura finanziaria. Tratta Verona-Padova, primo lotto funzionale, Verona-bivio Vicenza, con costo pari a 2.713.000.000 di euro, suddiviso in due lotti costruttivi rispettivamente di importo pari a 984 milioni il primo (già finanziati) e 1,729 miliardi il secondo (successivamente finanziato con costo riformulato).
Tratta Verona-Padova, secondo lotto funzionale, attraversamento di Vicenza con costo pari a 805 milioni, suddiviso in due lotti costruttivi rispettivamente di importo 150 milioni il primo (già finanziati) e 655 il secondo (successivamente finanziato con costo riformulato).
Tratta Verona-Padova, terzo lotto funzionale Vicenza-Padova, con costo pari a 1,316 miliardi di euro, successivamente finanziato per la parte di progettazione.
Tratta Verona-Padova, nodo di Verona est, costo pari a 380 milioni: interamente finanziato.
Tratta Brescia-Verona, nodo di Verona ovest, con un costo pari a 607 milioni di euro: interamente finanziato.
Ad integrazione delle informazioni di cui al sopracitato contratto di programma, si evidenzia che nell'agosto 2020 è stato firmato l'atto integrativo della convenzione del 15 ottobre 1991 tra Rete Ferroviaria e il General Contractor IRICAV DUE, cui sono state affidate la progettazione esecutiva e la realizzazione delle opere del primo lotto funzionale Verona-bivio Vicenza della tratta Verona-Padova. A seguito di tale affidamento, in data 20 settembre 2020 sono stati avviati i lavori del primo lotto costruttivo al momento riguardanti l'espletamento delle attività propedeutiche.
Inoltre, il decreto legge 183 del 2020, il cosiddetto Milleproroghe, convertito con legge 26 febbraio 2021, n. 21, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, n. 51 1° marzo 2021, ha finanziato interamente anche il secondo lotto costruttivo, per un importo complessivo di 1.776.000.000 di euro, modificato rispetto al 1.729.000.000 di cui al contratto di programma 2017-2021. Contestualmente autorizzando RFI ad avviare i relativi lavori al fine di consentire l'attivazione dell'intero primo lotto entro il 31 dicembre 2026.
Circa il secondo lotto funzionale, attraversamento di Vicenza, con delibera CIPE 64 del 26 novembre 2020, è stato approvato il progetto preliminare fissando il costo complessivo dell'intervento in euro 849.000.000.

PRESIDENTE

Assessore, avrebbe terminato il tempo e ho visto che è piuttosto lunga questa.

Ass.ra Elisa DE BERTI

È lunga. La metto a disposizione.

PRESIDENTE

Dovremo dare la risposta scritta al collega Lorenzoni perché effettivamente è minimo il triplo del tempo destinato.
Prego, Lorenzoni per la replica.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Grazie all'assessore De Berti per la puntuale spiegazione di tutti i finanziamenti che sono stati ottenuti sulla tratta Verona-Padova.
Ecco, l'interrogazione verteva anche sulla tratta Padova-Bologna, magari successivamente c'era anche quella parte lì che credo sia quella più delicata perché era esclusa dal DPCM.
L'auspicio è che la Giunta si sia mossa e abbia messo un po' di pressione, perché anche la parte nord-sud sia tenuta in considerazione alla luce anche del fatto che sarebbe opportuno che questi investimenti fossero integrati con il progetto messo da parte, ma secondo il punto di vista dei tecnici trasportisti, importante del sistema metropolitano ferroviario regionale che può veramente aiutare il trasporto pubblico di questa Regione a fare un salto di qualità in termini di utilizzabilità e di raggiungibilità delle diverse parti della Regione da parte di chi lavora e studia in Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla 137 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 137 del 14 maggio 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "REPARTO DI CLINICA PSICHIATRICA - 3° SERVIZIO DI PADOVA: QUAL È IL SUO DESTINO?". 

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è una interrogazione presentata il 14 di maggio relativamente al reparto di Clinica psichiatrica dell'ospedale di Padova, perché mi risultava, su sollecitazione del territorio, che ben 10 posti letto della Clinica psichiatrica all'interno dell'ospedale fossero stati chiusi.
Le schede ospedaliere, guardandole e studiandole, prevedevano 35 posti letto all'interno dell'ospedale. Negli anni erano stati garantiti 45 posti letto ed erano sempre pieni, a riprova del fatto che il tema della salute mentale nei territori, e in particolare durante la pandemia, ha aumentato la sua richiesta, ma nonostante questo 10 posti di questi risultavano essere chiusi.
Quindi si chiedeva con questa interrogazione alla Giunta di comprendere se sia prevista la chiusura definitiva del servizio psichiatrico di diagnosi e cura n. 3 attivo presso la struttura ospedaliera di via Giustiniani con la conseguente diminuzione dei posti letto complessivi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per la risposta in nome e per conto dell'assessore Lanzarin, la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Con riferimento all'interrogazione a risposta immediata di cui all'oggetto, è stata interpellata l'azienda Ospedaliera Università di Padova che ha fornito le seguenti precisazioni.
Secondo quanto dichiarato dal Direttore generale dell'azienda ospedaliera, in data 10 maggio 2021 sono stati sospesi i ricoveri presso il 3° servizio psichiatrico per poter dare inizio ai lavori di manutenzione straordinaria dell'intero reparto.
Contestualmente, in accordo con gli altri servizi psichiatrici dell'azienda Ospedale Università di Padova e dell'azienda ASL 6 Euganea, si è provveduto a ridistribuire la quasi totalità dei posti letti del servizio in oggetto, rimodulando anche la dotazione del personale predisposto all'assistenza, proprio per continuare a garantire le cure necessarie per i pazienti ricoverati.
In base al programma delle manutenzioni, i lavori saranno ultimati entro l'autunno del corrente anno, con la conseguente ripresa dell'attività del 3° servizio psichiatrico secondo gli standard operativi antecedenti alla manutenzione.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Grazie della risposta veloce.
Io monitorerò affinché appunto le parole di questa risposta siano di garantire effettivamente quei 45 posti che erano prima dei lavori e non i 35 posti che erano previsti dalle schede ospedaliere, perché il tema è: c'è un bisogno di quei posti all'interno di un'azienda ospedaliera che ha un fabbisogno di posti letto purtroppo in Psichiatria molto elevati e in particolare durante la pandemia. Spesso abbiamo visto che i lavori di ristrutturazione sono stati anche utilizzati come una scusa per chiudere dei reparti o dei pezzi di reparto e spostarli altrove, ma sappiamo che, per le persone che soffrono di malattie psichiche, essere ricoverati vicino ai propri familiari o vicino ai servizi che li hanno in carico è una cosa fondamentale e non devono essere spostati eventualmente all'interno di altri reparti.
Quindi monitorerò affinché la risposta che mi ha dato l'assessore De Berti - e la ringrazio - sia quella di garantire il servizio com'era prima dei lavori, quindi i 45 posti letto che sono stati sempre tutti utilizzati e non i 35 previsti da schede ospedaliere. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Passiamo la IRI 142, della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 142 del 19 maggio 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "TRASPORTO PUBBLICO LOCALE A VENEZIA: COSA SUCCEDERÀ QUANDO TORNERANNO I TURISTI?".

Baldin, prego, per l'illustrazione.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anche questa è una interrogazione un po' risalente, parliamo di maggio, periodo in cui c'erano anche altre regole per il trasporto pubblico: c'era il 50% della capienza, quindi, insomma, adesso le cose sono fortunatamente migliorate e abbiamo l'80% di capienza. Però, a fronte di questo abbiamo anche una situazione diversa per quanto riguarda l'afflusso di turisti che ormai, insomma, mi pare di capire, sono esattamente gli stessi flussi che avevamo... quasi insomma, gli stessi flussi che avevamo prima del Covid. Inoltre, con la scuola, che è ripartita in presenza e soprattutto anche la fine dello smart working, così come concepito all'inizio, un lavoro che è ripartito, per fortuna, è sempre più difficile anche far rispettare quella che è la capienza all'interno dei vaporetti e dei bus.
Inoltre, anche la regola del distanziamento, in molti casi, viene meno in tanti mezzi di trasporto pubblico. Di questo si lamentano anche i responsabili della sicurezza dei lavoratori AVM e ACTV, che segnalano, giustamente, queste difficoltà ed è in atto, da mesi, un aspro confronto fra sindacati, aziende e Comune di Venezia per la contrattazione di secondo livello. Anche se una soluzione sembra essere molto lontana.
Considerato, quindi, tutti questi problemi del trasporto pubblico locale, interrogo la Giunta per sapere quali interlocuzioni sta avviando o abbia già avviato e con quali risultati con il Comune di Venezia, per capire, insomma, quali iniziative intraprendere per garantire, nella tutela dei diritti dei lavoratori, il servizio pubblico locale nella città di Venezia per pendolari e turisti.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola, per la risposta all'assessore De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

L'emergenza sanitaria e le conseguenti misure di restrizione, adottate dalle Autorità a tutela della salute pubblica, hanno generato situazioni progressivamente diversificate di limitazione delle attività lavorative e di studio, nonché la necessità di una riprogrammazione dei servizi di trasporto compatibile con le esigenze di contenimento del rischio.
Per fronteggiare le criticità connesse al ridotto coefficiente di riempimento imposto dalle disposizioni governative, l'Amministrazione regionale si è attivata da subito coordinando l'attività di riprogrammazione dell'offerta di servizi in collaborazione con le principali aziende di trasporto, con gli Enti di governo, così come con le autorità scolastiche, allo scopo di definire tutte le misure operative e necessarie a garantire lo spostamento in sicurezza della popolazione.
Le attività di riprogrammazione e monitoraggio dell'offerta dei servizi di trasporto pubblico sono successivamente proseguite nell'ambito dei tavoli prefettizi istituiti con DPCM dicembre 2020.
Nei mesi successivi, la capacità complessiva del sistema della mobilità pubblica è stata potenziata con l'immissione in servizio di mezzi di trasporto aggiuntivo, reperiti anche attraverso la contrattualizzazione di operatori privati. È stato inoltre previsto l'utilizzo di personale ausiliario a terra per prevenire situazioni di assembramento e favorire una salita/discesa in sicurezza dei passeggeri.
Prendendo a riferimento alla sola area urbana di Venezia, l'offerta dei servizi nel primo semestre 2021, sulla base dei dati forniti dall'ente di governo e dall'azienda del servizio di trasporto pubblico locale, è stata circa 6.950 ore moto del servizio di navigazione e 297.100 chilometri del servizio automobilistico suppletivo, per una spesa complessiva di 2,082 milioni di euro garantiti con finanziamenti statali specificatamente destinati.
Considerato il recente adeguamento dell'80% del coefficiente di riempimento dei mezzi in funzione del passaggio della Regione del Veneto in zona bianca e dato atto che il Governo, con DL 137, legge 178 e DL 73 ha stanziato complessivi 840 milioni di euro finalizzati a potenziare l'offerta di servizi nell'esercizio 2021, dei quali si stima che 84 milioni di euro possono essere assegnati al Veneto, si ritiene che vi siano le condizioni operative perché, a fronte di un aumento anche significativo della domanda di mobilità espresso dalla popolazione turistica, enti affidanti e aziende affidatarie possano garantire un'adeguata offerta di trasporto, garantendo ai viaggiatori e al personale impiegato sui mezzi le necessarie misure di sicurezza.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'Assessore.
Mi pare di capire, insomma, che sono tutte migliorie in divenire col tempo. In futuro non si sa insomma. Attualmente la situazione è quella che ancora riscontriamo personalmente e spero insomma che possa migliorare. Noi interrogheremo e faremo tutto quello che è possibile fare per capire se le condizioni dei lavoratori e dei pendolari possano migliorare insomma, sia nel trasporto pubblico acqueo che terrestre, su strada.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla 154 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 154 del 17 giugno 2021 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "LEGNAGO (VR): RIFIUTI DI PLASTICA NEL CANALBIANCO PRESSO LA CHIUSA DELLA TORRETTA. COSA INTENDE FARE LA GIUNTA PER LA BONIFICA DELL'AREA?".

Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un problema che si protrae da diversi anni e che abbiamo segnalato io e la collega Bigon ancora il 17 giugno del 2021, quindi siamo a quattro mesi e 10 giorni di tempo per un'interrogazione che doveva trovare risposta in meno di un mese nel rispetto del Regolamento del Consiglio regionale.
Il Canal Bianco è un tratto di corso d'acqua molto importante che attraversa la città di Legnago e che, appunto, ha avuto questi problemi di accumulo di rifiuti, per la maggior parte di plastica, ma anche qualche cadavere di animale putrescente galleggiante, con accumulo di acque putride.
Questa superfice di fiumi è da alcuni anni che non viene più ripulita, ma ci sono una serie di rimpalli di competenze in atto tra il soggetto gestore Sistemi Territoriali S.p.A., che è una società partecipata, pubblica, controllata dalla Regione Veneto, e il Comune di Legnago. Qui c'è anche una incapacità di interpretare una delibera della Giunta regionale, la n. 3309 del 23 ottobre 2007, che ha causato questi rimpalli.
L'associazione Scelta Etica ha denunciato la cosa al Comune, a Sistemi Territoriali, all'Assessore regionale Ambiente sia nel 2017, sia nell'aprile 2021 con fotografie e richieste di intervento, ma all'epoca dei fatti, il 17 giugno, non ci sono stati risultati e risposte in merito.
Si sono pure offerti di ripulire, rimboccandosi le maniche, il tratto del fiume.
Le domande sono: la Regione dovrebbe fare un provvedimento urgente finalizzato a rendere chiare queste competenze nella gestione dei rifiuti, perché simili diatribe e rimpalli di competenza non abbiano più a verificarsi e che cosa intende fare la Giunta regionale e l'Assessore all'ambiente per bonificare l'area del Canal Bianco invasa da questi rifiuti.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta l'assessore De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
La Conca di Torretta nel Comune di Legnago e quella di Baricetta nel comune di Adria, in gestione alla società regionale Infrastrutture Venete, sono interessate in maniera ricorrente dall'accumulo di rifiuti in prossimità delle opere di sostegno, che talvolta raggiunge quantità ed estensione rilevanti. Non si tratta solamente di plastiche, ma spesso di materiale vegetale derivante dagli sfalci arginali.
Sotto l'aspetto giuridico relativo alle specifiche attribuzioni in capo ai Comuni, la Giunta regionale, con DGR 793 del 31 marzo 2009, ha fornito alcune indicazioni in merito alle competenze amministrative dei Comuni stessi, con particolare riferimento alla gestione dei rifiuti rinvenuti nelle rispettive aree di pertinenza, risolvendo le incertezze sorte a proposito dell'individuazione dell'Amministrazione istituzionalmente competente alla rimozione, al trasporto e allo stoccaggio dei rifiuti abbandonati lungo i corsi d'acqua e le rispettive rive.
Per tale motivo, con DGR n. 1121, del 17 agosto 2021, è stato approvato uno schema di convenzione da sottoscriversi tra la Regione del Veneto, Infrastrutture Venete, Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e i 50 Comuni territorialmente interessati, che prevede, in sostanza, che Infrastrutture Venete continui a sostenere le spese di raccolta e deposito dei rifiuti a bordo canale, facendovi fronte con i fondi necessari alla manutenzione ordinaria e straordinaria che già annualmente la Regione del Veneto vi trasferisce, lasciando ai Comuni capofila di Adria e Legnago le spese di trasporto e avvio al recupero e smaltimento dei rifiuti. Ciò per un massimo di due raccolte anno per ciascuna delle conche, superate le quali saranno i Comuni ad assumersi anche tali oneri di raccolta e deposito dei rifiuti, ripartendoli tra di loro.
Gli altri Comuni interessati dalla convenzione procederanno invece a ristorare pro-quota le risorse spese dei Comuni capofila.
Tale accordo, in corso di approvazione da parte degli organi preposti e dagli enti sottoscrittori, risolverà la questione non solo nella somma urgenza qui segnalata, ma nel lungo periodo.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ho ascoltato la risposta dell'assessore De Berti e fa piacere sapere che c'è questa nuova delibera del 17 agosto 2021 che propone questo schema di convenzione tra i Comuni e le società competenti per attivarsi per la pulizia dei fiumi. Quindi diciamo che qualcosa si è mosso.
Penso sia utile anche perché, in merito alla citata delibera del 31 marzo 2009, che doveva risolvere le incertezze per quanto riguarda le competenze dei vari enti (Comuni o enti gestori) per la pulizia dei corsi d'acqua da questi accumuli di rifiuti, evidentemente quelle incertezze non le aveva risolve. Speriamo che questo accordo, che è in corso tra l'altro di realizzazione, porti al risultato di vedere finalmente risolta questa problematica, che purtroppo viene segnalata non solo da cittadini e associazioni di quel Comune, ma anche da molti altri Comuni e quindi è sicuramente utile che si sia arrivati a questa convenzione con 40 Comuni che hanno, come ci è stato detto, come Comune capofila proprio il Comune di Legnago e il comune di Adria.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'ultima IRI, la 175 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 175 del 26 luglio 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "CARENZE MEDICI DI MEDICA GENERALE: CI SONO STATI ERRORI DA PARTE DI AZIENDA ZERO?".

Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione prende le mosse da un articolo comparso in data 22 luglio 2021 sulla testata "Quotidiano Sanità", dove appunto c'era una dura presa di posizione da parte della FIMMG contro Azienda Zero perché, a suo dire, erano state sbagliate le procedure per l'assegnazione dei medici di base nelle zone carenti.
Questo secondo la FIMMG succede in ben due occasioni.
In particolare, si segnala che per le assegnazioni 2021 Azienda Zero aveva escluso dalla possibilità di partecipare i medici che avevano ottenuto il diploma dopo il 31/12/2020, a differenza di quanto previsto dagli articoli 34 e 63 dell'Accordo Collettivo Nazionale del 2018, che permettono a tutti i medici che abbiano ottenuto il diploma al momento della presentazione della domanda, di partecipare. Un altro errore sarebbe stato quello della esclusione dalle graduatorie di tre medici per un'errata interpretazione sui titolari in ambito territoriale con vincolo. Tutto questo, secondo appunto la FIMMG, ha ritardato le procedure concorsuali con un disagio per i cittadini che sono rimasti un tempo più lungo senza assistenza medica di base.
Sappiamo anche che nei prossimi anni ci sarà una grandissima carenza di personale, perché i medici che i prossimi anni saranno in quiescenza saranno attorno al 40%, quindi sarà un problema ancora maggiore e per questo motivo interrogo la Giunta regionale per capire come intende rispondere a quanto dichiarato dalla FIMMG e si intende appunto anche porre maggiore attenzione per le prossime volte, per i futuri bandi, perché non ci possiamo permettere alcun ritardo su questa tematica così importante e fondamentale per la salute.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde per l'assessore Lanzarin la vicepresidente De Berti. Prego

Ass.ra Elisa DE BERTI

L'articolo 34 dell'Accordo Collettivo Nazionale vigente per la medicina generale, comma 5, lettera c), che individua tra i soggetti che possono concorrere al conferimento degli incarichi vacanti di assistenza primaria i medici che abbiano acquisito il diploma di formazione specifica in Medicina generale e il successivo comma 12, che prevede l'ordine di interpello degli stessi, si prestano a due diverse opzioni interpretative. Secondo la prima, sostenuta dalla FIMMG, la norma consentirebbe la partecipazione alla procedura di conferimento degli incarichi vacanti di assistenza primaria a tutti i medici che hanno conseguito il diploma di formazione specifica in Medicina generale dopo 31 gennaio 2020, termine ultimo per poter presentare la domanda di inserimento nella graduatoria regionale valida per l'anno 2021 ed entro la data di presentazione della domanda di assegnazione degli incarichi.
Secondo altra interpretazione, la disposizione consentirebbe invece la partecipazione alla procedura di assegnazione degli incarichi a tutti i medici che hanno conseguito il diploma di formazione specifica in Medicina generale entro il 31 dicembre 2020, cioè entro l'anno precedente a quello di vigenza della graduatoria regionale del 2021.
A seguito dell'approvazione della graduatoria per l'assegnazione di incarichi vacanti, applicando il criterio interpretativo da ultimo esposto, il sindacato ha poi contestato la graduatoria così formulata. Verificata l'oggettiva difficoltà interpretativa in tema e appurato un non uniforme comportamento da parte delle altre Regioni, la UOC Cure Primarie, Direzione e programmazione sanitaria ha trasmesso un quesito a SISAC (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) per porre chiarezza in tema.
A seguito del parere reso, Azienda Zero ha, tempestivamente, provveduto alla riapertura dei termini, consentendo anche ai medici diplomati dall'1/1/2021 e fino al termine di scadenza della presentazione della domanda di assegnazione degli incarichi vacanti relativi all'anno 2021 di presentare la domanda di partecipazione alle assegnazioni degli incarichi.
Per quanto riguarda le graduatorie relative all'assegnazione degli ambiti territoriali carenti di assistenza primaria, di Pediatria, di libera scelta per trasferimento in Regione, l'esclusione dei titolari di incarico convenzionale in un ambito con vincolo, ove non sia decorso il termine di tre anni previsto ex ACN, è stata la conseguenza di una lettura coordinata dei commi 2, 3 e 5 dell'articolo 34 ACN della Medicina generale, articolo 33 della Pediatria di libera scelta, ritenendo che la ratio della prescrizione di zona vada ravvisata nella necessità di garantire senza soluzione di continuità l'assistenza di un territorio che presenta particolari difficoltà di copertura.
Le graduatorie sono state redatte consentendo il trasferimento solo dopo i tre anni, in coerenza con la durata del vincolo stesso.
Secondo diversa interpretazione, la normativa consente invece ai professionisti titolari di una zona con vincolo di partecipare in via di trasferimento all'assegnazione di incarichi vacanti in ambito diverso quando in possesso del requisito dei due anni di titolarità di incarico, articolo 34, comma 5, lettera a) della Medicina generale, articolo 33, comma 5, lettera a) della Pediatria di libera scelta. Anche in questo caso, a fronte di una normativa oggettivamente poco chiara e constatata la disomogeneità interpretativa nelle Regioni, gli uffici regionali, a tutela di tutti, hanno provveduto a contattare SISAC per i chiarimenti del caso. Nel momento in cui è stata confermata la seconda interpretazione le graduatorie sono state di conseguenza aggiornate.
Le iniziative regionali e le tempestive azioni di Azienda Zero sono state volte ad evitare preventivamente possibili contenziosi che avrebbero potuto influire sulle tempistiche di assegnazione degli incarichi vacanti.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta la collega Erika Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'Assessore.
Mi fa piacere che si siano chiariti questi dubbi, queste perplessità, si sia fatta un po' di chiarezza e ringraziamo anche la FIMMG, perché evidentemente le rilevazioni che aveva fatto hanno centrato il punto e, quindi, anche la Regione Veneto si è adeguata in qualche maniera a quello che è stato rilevato puntualmente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Abbiamo terminato con le interrogazioni.
Collega Speranzon, sull'ordine dei lavori.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Sull'ordine dei lavori, Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.
Arrivano dal Sudan notizie drammatiche rispetto agli accadimenti che, a partire da ieri, hanno interessato la capitale e tutto il Paese. Noi sappiamo che dal 1° di aprile 2021 è recluso, all'interno inizialmente di un carcere, poi successivamente agli arresti domiciliari presso l'Ambasciata italiana, un mio concittadino, un nostro corregionale, Marco Zennaro, il quale viene accusato di frode ed è stato arrestato allora da uomini molto vicini al generale Mohamed Hamdan Dagalo, che attualmente ha fatto un golpe arrestando il Presidente del Consiglio dei Ministri e, sostanzialmente, cancellando quella che era una difficile transizione verso la democrazia che avrebbe dovuto portare elezioni democratiche nel 2023.
La preoccupazione della famiglia e dell'intera comunità veneziana e regionale è grande e ricordo che erano state presentate e votate da quest'Aula due mozioni il 23 giugno scorso: una mozione a firma del Gruppo consiliare di Fratelli d'Italia e un'altra mozione con come primo firmatario il Capogruppo della Lega, Pan. Queste mozioni avevano come obiettivo quello di chiedere alla Giunta di farsi interprete, presso tutti gli organismi del Governo nazionale e della diplomazia internazionale, affinché si arrivi al più presto alla scarcerazione ed al rimpatrio di Marco Zennaro.
Non ho inteso presentare un'ulteriore mozione perché quelle mozioni già sono state presentate e votate. È cambiato però purtroppo in negativo lo scenario e quindi credo di farmi interprete della volontà dell'intero Consiglio regionale nel chiedere che si dia ulteriore attuazione rispetto a quanto era previsto dalle mozioni che sono state approvate all'unanimità il 21 giugno.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, sull'ordine lavori.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

È solo per condividere quello che è stato detto comunque adesso dal capogruppo Speranzon e la necessità di far sentire anche da questi banchi la forza di andare avanti con quello che era l'impegno della mozione nel condannare quello che sta succedendo in Sudan e nel cercare di tutelare e portare a casa quello che è un nostro concittadino, che, oltre ad essere una persona prima di tutto, quindi come qualsiasi persona, qualsiasi nostro concittadino ha il diritto di essere difeso e ha il diritto di ritornare a casa sua, ricordiamo anche il valore, in qualche modo, sociale che rappresenta Marco Zennaro per Venezia e il territorio stesso.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, sull'ordine lavori.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anche, penso, a nome di tutti i Gruppi di maggioranza, Lega, Zaia Presidente e Veneto Autonomia, anche noi abbiamo espresso con una mozione di cui io ero primo firmatario questo auspicio del ritorno del nostro corregionale e veneziano, Marco Zennaro: un imprenditore che, purtroppo come tanti, come avevamo ricordato, spesso e volentieri subiscono questi incarceramenti in Paesi lontani e che spesso e volentieri sono dimenticati.
Io spero che il nostro Governo, in particolare il Ministro degli Esteri, si attivi con tutte le loro forze e, naturalmente, con la presenza dei nostri diplomatici in quella sperduta area, per far ritornare Marco alla propria famiglia soprattutto. Poi, naturalmente, cercare, in qualche maniera, di anche essergli vicino per una ripresa economica della sua azienda. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Io sono entrato in contatto con ambienti tecnici della Farnesina negli ultimi mesi per altri compiti che svolgo. Sarà mia cura far partire una copia delle mozioni approvate da quest'Aula e spedirla, appunto, direttamente. Sappiamo che su questo tema la Farnesina è comunque piuttosto sensibile. Adesso Zennaro è all'interno dell'Ambasciata italiana in Sudan. Sicuramente le notizie che arrivano da quella parte dell'Africa non sono foriere di tranquillità geopolitica e, quindi, io mi auguro e spero, sia per il Sudan che per il Sud Sudan, si possa veramente andare verso una transizione democratica.
Sicuramente i fatti delle ultime ore, purtroppo, allontanano questa cosa. Però, ripeto, come Presidente del Consiglio spediremo le nostre mozioni alla Farnesina direttamente.
Grazie per aver sollevato questa questione all'attenzione della nostra Assemblea legislativa.
Riprendiamo l'ordine del giorno.
Siamo al punto n. 6. Due progetti di legge abbinati, il 5 e il 6.
PUNTO
6
 
   

PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MODIFICHE AI COMMI 75-TER E 75-QUATER DELL'ARTICOLO 1 DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2019, N. 160 "BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L'ANNO FINANZIARIO 2020 E BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2020-2022"" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTI DI LEGGE STATALE N. 5 E 6) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 111/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare XI legislatura
Relatore: consigliera Cestari. Correlatore: consigliere Montanariello.

PRESIDENTE

Relatrice la collega Cestari, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ultimamente parlare di monopattini elettrici risulta essere anche un po' ridondante, perché è un argomento decisamente inflazionato e proprio in questi giorni, oggi anche, la discussione è decisamente aperta presso la Camera, presso la Commissione Trasporti e Infrastrutture.
I numeri parlano decisamente chiaro: due incidenti al giorno che coinvolgono almeno un monopattino elettrico con lesioni talvolta gravi a persone. Feriti tra conducenti e passeggeri aumentano proprio in questi giorni a 518, con 33 feriti fra i pedoni investiti da questi mezzi e 44 su altri veicoli.
Il legislatore aveva già previsto inizialmente la confisca del mezzo per qualsiasi modifica fosse fatta al mezzo stesso, quindi rispetto all'omologazione, insomma, e le caratteristiche previste ed è prevista anche una relativa sanzione. Però, insomma, risulta essere abbastanza chiaro che questo tipo di misure non siano sufficienti.
Oggi ci si chiede anche probabilmente la motivazione di una proposta di legge statale che venga dal Veneto visto che l'argomento, è chiaro, è in fase di discussione alla Camera dopo che il Decreto Milleproroghe 2020 ha ulteriormente consentito la circolazione dei monopattini elettrici modificando soltanto alcuni aspetti della disciplina.
Io credo che gli incidenti, i fatti accaduti negli ultimi mesi impongano delle riflessioni dalle quali la nostra Regione non si può esimere e secondo me dovremmo anche, proprio come Regione attenta ai vari problemi della sicurezza sotto molteplici aspetti, dare un segnale concreto e reale a fronte, lo ripeto, anche di misure che non sono evidentemente sufficienti.
Mi rammarico - e credo anche i miei colleghi - ancor di più se penso che oggi, quando siamo di fronte ad un giro di boa piuttosto scarico sul Decreto Infrastrutture, per la parte appunto riguardante i monopattini non abbiamo risposte ancora chiare e precise.
Perché con rammarico? Perché, nonostante una discussione accesa alla Camera, 434 emendamenti presentati dai diversi Partiti, sembra che la soluzione non sia quella di operare con un passo avanti nei confronti della sicurezza stradale.
Dal Governo giungono infatti notizie poco rassicuranti: si parla di riduzione della velocità massima, si parla di confisca ancora una volta, ma c'era già, quindi il passo avanti non c'è stato. Si legge di un casco da indossare solo al di sopra del compimento del quattordicesimo anno di età e appare, credo, piuttosto grottesca questa scelta, visto che, sempre parlando di numeri, sono proprio i minorenni ad essere maggiormente coinvolti nei vari incidenti da monopattino, in modo attivo e in modo passivo.
Per cui se da una parte c'è, esiste, questo slancio verso un mezzo green e la predilezione, tra l'altro, di un sostegno rispetto alla micro-viabilità, rispondendo anche, tra l'altro, a quelli che sono i crismi stabiliti a livello europeo, dall'altro pare che si debba fare una riflessione in più, visto che non ci sono evidenti e concrete garanzie rispetto alla sicurezza stradale stessa.
Finalità di questa proposta di legge quindi è di rafforzare, con la modifica dei commi 75 ter e 75 quater dell'articolo 1 legge 160/2019 le misure della circolazione in sicurezza, non solo per gli utilizzatori ma anche per gli utenti della strada, prevedendo essenzialmente tre cose: l'obbligo di stipulazione di una polizza assicurativa per responsabilità civile verso terzi (visto che i numeri - ripeto - parlano chiaro), il divieto di utilizzo del mezzo al di sotto dei 18 anni e l'obbligo di indossare il casco protettivo sempre e comunque.
Lo ripeto rischiando di essere anche pesante, però riflettere ed agire poi concretamente su questo tema è importante e credo che un contributo doveroso debba venire anche da parte della Regione Veneto, altre Regioni si sono mosse, per cui direi che, insomma, sarebbe opportuno sposare questa causa. È necessario contemperare veramente i benefici e i requisiti positivi che giungono appunto dalla svolta green e dalla micro-variabilità però con l'esigenza anche di tutelare la sicurezza di chiunque circoli per le strade. Questo è il senso che dovremmo dare tutti, credo, a questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al correlatore Jonatan Montanariello.
È meglio che chieda con Concilium. Non è ancora presente lei, quindi deve prima premere... eccolo. Presente.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ma si dà lo stesso la presenza, anche se siamo tutti in Aula?

PRESIDENTE

Come ho spiegato all'inizio, siccome non avete le tessere inserite nel dispositivo che avete di fronte, utilizziamo Concilium come facevamo fino a un mesetto fa.
Grazie. Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie a lei, Presidente, della delucidazione.
Sono d'accordo con la collega che servono, sicuramente, regole più certe e più severe per i monopattini, soprattutto dopo l'escalation di incidenti che ci sono stati l'ultimo mese, che sentivamo anche un po' elencare prima. C'è anche da dire, però, che il Parlamento punta ad una stretta e il Governo è pronto a valutare le proposte di modifica che saranno messe al voto nella Commissione Ambiente e Trasporti della Camera.
Ci sono Partiti come la Lega e Forza Italia che chiedono l'introduzione del casco per tutti, ma anche l'obbligo di targhe e di assicurazione contro gli infortuni.
Sono settimane che a Montecitorio e a Palazzo Madama le proposte di legge su questo tema sono oggetto di discussione, ma ci sono anche una serie di emendamenti al Decreto Infrastrutture, lo dicevo prima anche la collega, però bisogna dire che sembra e pare che sia arrivato il momento per approvare le modifiche che tanto tutti noi invochiamo. È infatti trasversale ai Partiti politici...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, grazie.
Se avete qualcosa da dirvi, uscite un attimo, con voce e con tono adeguato, ma non in Aula. Grazie.
Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, riprendo dall'inizio, sennò non c'è nesso logico, le chiedo di non togliermi il tempo, per favore, anche se mi basta quello che ho.

PRESIDENTE

La dialettica a lei non manca, mi sembra strana questa richiesta. Comunque, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Mi emoziono, sa. Allora che servono regole certe e più severe sui monopattini è chiaro, insomma, lo diceva...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, se vuole, possiamo sospendere mezz'ora e magari veniamo tutti ad ascoltare quello che dovete dirvi.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, non vorrei disturbare Valdegamberi, non me ne voglia, mi fermo. Non vorrei che la mia voce lo disturbi.
Collega, sarà stufa di questo glielo ridico, insomma. Che servono regole certe, chiare e più severe per i monopattini è un dato oggettivo, insomma, anche dopo l'escalation di incidenti degli ultimi mesi, che elencava prima anche la collega. Il Parlamento, lo dicevamo, punta a una stretta, il Governo è pronto a valutare una serie di proposte che saranno messe al voto nella Commissione Ambiente e Trasporti alla Camera visto che parliamo di un progetto di legge di carattere nazionale. Ci sono Partiti come la Lega e Forza Italia che credono all'introduzione di casco, di targa, di assicurazione contro gli infortuni e sono settimane che sia a Montecitorio che a Palazzo Madama le proposte di legge su questo tema sono oggetto di discussione: addirittura pare che siano arrivati tutti quei famosi emendamenti nel decreto legge Infrastruttura che potrebbero vedere arrivato il momento per l'approvazione delle tanto invocate, da tutti noi, modifiche.
È infatti trasversale ai Partiti politici la volontà di mettere in ordine questa nuova forma di mobilità molto spesso condivisa e che invade sempre più le città, la sicurezza di chi li usa, ma anche degli altri guidatori e dei pedoni. Quindi il vero obiettivo è un disegno complessivo.
Oltre a non sottovalutare tutto il problema dei parcheggi selvaggi sui marciapiedi, protezioni anche per i maggiorenni con casco e giubbetto catarifrangenti, targa appunto obbligatoria e anche nuovi limiti di velocità che potrebbero scendere a 20 chilometri orari, oltre che il divieto di salire in due sui monopattini. Questo è un po' quello su cui si sta lavorando a carattere nazionale.
Molti Comuni, in realtà, c'è anche da dire che hanno già messo in campo misure restrittive, ragion per cui credo sia opportuno che ci sia un quadro armonico di norme a livello nazionale. Però ricordiamoci, insomma, viste le ultime informazioni, che la stretta sui monopattini elettrici annunciata dal Ministero delle Infrastrutture dovrebbe, a differenza di quello che sentivo, diventare realtà e si pronuncia anche una battaglia forte, dove al centro dell'attenzione, oltre ai monopattini, ci saranno anche le minicar, i famosi cinquantini. Tra l'altro, mi sembra che il limite degli emendamenti fosse fissato anche per il 7 ottobre.
Quindi, da una parte abbiamo il Governo che sta lavorando su questo, una trasversalità di Partiti, tra cui anche quelli che qui compongono la maggioranza, che stanno lavorando un po' per un quadro più complessivo, più generale, più armonico da una parte di stretta sui monopattini e dall'altra questa calata in un alveo di conciliazione e armonizzazione di tutto quello che è un po' il sistema viabilistico.
Detto questo, motivo per cui credo che questo progetto di legge che noi vogliamo inviare al nostro Governo serva a gran poco, visto che c'è già una discussione governativa, oltre che si è chiusa anche la fase della presentazione degli emendamenti, quindi eviteremmo di rincorrere qualcosa che il Governo, oltre che sta già facendo, ha già le idee chiare su come muoversi, oltre al fatto che gli stessi Partiti che stanno lavorando su questo sono quei Partiti, appunto, che compongono la maggioranza qui in Aula.
Però c'è da dire anche un'altra cosa: che è stato depositato un disegno di legge al Senato, il 2140, d'iniziativa di una serie di Senatori del Partito Democratico, tra cui anche due veneti: D'Arienzo e Ferrazzi. Quindi, oltre a quello che stanno facendo a livello governativo, c'è anche un disegno di legge, quindi il 2140 - che dicevamo - presentato dal Partito Democratico, che è stato oltretutto comunicato alla Presidenza il 16 marzo 2021, che dice: "Disposizioni in materia di sicurezza di circolazione stradale dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica". Anche perché, insomma, leggo dei passaggi di quello che in questo disegno del Partito Democratico al Senato si vuole un po' racchiudere: "i monopattini elettrici rappresentano un innovativo strumento di mobilità sostenibile in continua evoluzione tecnologica e l'utilizzo del mezzo è in forte espansione in tutto il Paese". Però la diffusione dei monopattini elettrici, ritenuta da più parti come utile allo sviluppo della micro-mobilità urbana e alla riduzione dell'inquinamento ambientale nelle città inizia tuttavia fare emergere alcune preoccupanti problematiche, fra le quali quelle della sicurezza dei conducenti, dei pedoni e più a carattere generale la circolazione, come dicevamo prima.
"La legge di bilancio del 2020, la legge 27 del dicembre 2019, la 160, con i commi 75 e 75 septies all'articolo 1, ha introdotto le prime disposizioni sulle modalità di utilizzo dei monopattini a propulsione elettrica. Il mezzo è stato di fatto equiparato ai velocipedi previsti dall'articolo 50 del Codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile '92, n. 285, consentendo la circolazione anche sulle strade urbane nelle quali è consentita la circolazione dei velocipedi. Tale equiparazione, tuttavia, non appare sufficiente a garantire la sicurezza nella circolazione stradale ed emerge, con sempre maggiore evidenza, la necessità di prevedere per i monopattini regole certe e chiare di conduzione del mezzo, in linea con quanto previsto dal Codice della strada per tutti gli altri veicoli, che è un po' in parte quello che tutti noi ci auspichiamo. Il presente disegno di legge - che hanno presentato in Senato - lasciando in vigore le disposizioni dei commi 75 e 75 septies dell'articolo 1 della 160 e le altre disposizioni già vigenti, introduce però alcune importanti innovazioni, a partire dell'individuazione degli ambiti dove è consentita la circolazione su strada dei monopattini elettrici e le principali novità riguardano l'introduzione di tre fondamentali regole da rispettare qualora il monopattino sia utilizzato per la circolazione su strada. Uno è l'obbligo per il titolare del monopattino elettrico di stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile, l'altro prevede l'obbligo per il conducente monopattino elettrico di utilizzare durante la circolazione stradale il casco protettivo e la terza prevede l'obbligo per i titolari di impresa a noleggio di avere una polizza assicurativa per i danni terzi".
A differenza, nel PdL che oggi discutiamo, il 5 e 6, si prevede che il monopattino possa essere guidato solo sopra i 18 anni e questo, in qualche modo, contrasta con la possibilità attualmente consentita per chi ha meno di 18 anni di guidare un motorino. Quindi si potrebbero prevedere dei limiti e accorgimenti, invece, di vietare la circolazione dai 14 ai 18 anni: infatti il disegno di legge in Senato va proprio in questa direzione.
Altra importante tematica nel disegno di legge riguarda una serie di restrizioni per i giovani conducenti dei monopattini elettrici. L'articolo 4, infatti, riconosce "la possibilità anche ai giovani di età compresa fra 14 e i 18 anni di utilizzare su strada monopattini elettrici purché la conduzione del mezzo avvenga esclusivamente in aree e percorsi pedonali ad una velocità non superiore a sei chilometri orari e su percorsi ciclabili dei 12 e nel rispetto dell'obbligo di indossare casco protettivo conforme alle norme tecniche armonizzate UNI/EN/1078 e UNI/EN 1080, nonché con un giubbino o bretelle retro-riflettenti ad alta visibilità. Al di fuori di tali ambiti la conduzione del monopattino su strada deve essere fatta a mano e senza l'ausilio del motore elettrico. Oltretutto, per favorire il rispetto dei suddetti limiti di velocità ai giovani con età compresa fra i 14 e i 18 anni è fatto divieto di utilizzare monopattini elettrici privi di un apposito regolatore che delimita dei 6 e dei 12 chilometri.
Infine, allo scopo di garantire la sicurezza stradale e le regole di circolazione dei veicoli, la fermata e la sosta dei monopattini elettrici, che sono disciplinate applicando quanto previsto dall'articolo 158 del citato Codice della strada, ove appare applicabile ed afferma che la sosta selvaggia sui marciapiedi in area di circolazione stradale e in aree pedonali è quindi sempre vietata, salvo diversa segnalazione e soggetta a sanzioni amministrative".
Concludo dicendo che, sempre nell'ottica di garantire la sicurezza stradale e le regole della circolazione dei veicoli, il disegno di legge depositato al Senato, quindi più completo del nostro PdL, prevede l'obbligo per i Comuni di individuare entro 120 giorni dalla data in entrata in vigore della legge, gli appositi spazi riservati alla sosta dei monopattini elettrici. Quindi sostanzialmente, perché mi sono permesso, complice della vostra pazienza e della vostra voglia di ascoltarmi, di entrare un po' in merito in questa vicenda? Perché effettivamente la collega ha ragione: il problema è serio, il problema c'è, il problema è importante, ma il problema non può essere normato semplicemente con delle scelte singole che vanno a porre limiti, che vanno a porre restrizioni, perché abbiamo visto bene che è un argomento che si intreccia all'interno di una norma molto più complessa, che passa dal Codice della strada, che passa dal Decreto Infrastrutture che stanno discutendo, da progetti di legge e disegni di legge depositati già a carattere nazionale, dove si tenta di intervenire su tutto il sistema della mobilità.
Perché bisogna anche decidere quando si parla di certi temi e si mette mano alla norma, non solo quanto deve correre un monopattino, ma dove deve circolare un monopattino, a che velocità e cosa può fare chi lo deve guidare, dove lo deve parcheggiare.
È qualcosa di molto più complesso che deve armonizzarsi anche con un dato oggettivo e reale che si sposa con quella che è ormai la quotidianità a cui ognuno di noi è abituato ormai a vedere, di queste città che vedono tanti di questi mezzi che sotto molti aspetti sono anche una cosa positiva per agevolare la micro-viabilità urbana, soprattutto nelle grandi città.
Diventa chiaro che un progetto di legge che interviene con due piccole modifiche in due singoli articoli, per quanto sia importante anche e non solo il lavoro fatto dalla collega, ma è importante anche la visione verso la quale si cerca di andare, nobile, della messa in sicurezza, della restrizione degli incidenti, di mettere sempre più al sicuro i pedoni da una parte, la circolazione, i conducenti dei mezzi, bisogna fare un ragionamento più ampio di sistema di mobilità, intervenendo anche su quei pezzi del Codice della strada che oggi ci dicono che ci sono anche - dopo arrivo - eventualmente dei vizi amministrativi, qualora noi decidessimo di intervenire con questo progetto di legge. Come ad esempio, leggo qui nel progetto di legge, il 5 e il 6, che si prevede al punto A, di dire: "Dopo il comma 75 ter, le parole: "i monopattini a propulsione prevalentemente elettrica, di cui al comma 75" sono inserite le seguenti: "devono essere assicurati per responsabilità civile verso terzi"". E la seconda, invece: "Le parole "di età inferiore fino a 18 anni" sono soppresse".
Però, se noi andiamo a vedere l'articolo 50 del Codice della strada nel suo ultimo aggiornamento, quello entrato in vigore il 1° gennaio 2021. Quello tradizionale diceva: "I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi azionati dalle persone che si trovano sul veicolo". È stato aggiunto con l'entrata in vigore di quello nuovo dall'1° gennaio: "Sono altresì considerati – e seguite questo passaggio - velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotati di motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua da 0,25 chilowatt", quindi diciamo entra in un alveo dove norma anche il kilowattaggio di questi mezzi.
Questo cosa ci dice? Al netto che siamo d'accordo o no, ma che il legislatore già all'inizio di quest'anno è intervenuto su questo articolo lasciando uguali alcune cose, che è quello che forse ci deve preoccupare, forse no. Ma cosa lascia uguale? Lascia uguale che per il codice della strada il monopattino comunque è un velocipede, perché lo dice il Codice della strada, non perché lo diciamo noi. dopo possiamo dissentire, essere d'accordo o no, ma è contemplato come un velocipede.
Motivo per cui, ovviamente lo dico in maniera profana e inesperta, però ognuno di noi la domanda se la porrà: ma come facciamo noi, se il monopattino risulta ancora essere un velocipede per il Codice della strada, per una norma primaria, andare senza un disegno complessivo ad estrapolare da quello che è l'alveo di quello che viene contemplato da questo articolo, un singolo elemento e normarlo?
O si dice che da domani il monopattino non è più un velocipede e quindi ci sarà altro che lo normerà, ma finché si dice con velocipede e il Codice della strada lo riconosce tale, le regole che vengono applicate sono quelle dell'articolo del Codice della strada per i velocipedi e quindi noi, con questo progetto di legge, sì che potremmo andare a cambiare, ma non entreremo in quell'alveo complessivo e secondo me creeremmo anche tante contraddizioni, perché uno ti può tranquillamente dire: "Io ho il mio monopattino e faccio quello che dice il Codice della strada".
Non è così semplice intervenire su tutto quanto abbiamo detto, su una materia così complessa con questi due articoli non importanti, di più, importantissimi, dall'altissimo senso nobile della volontà di chi li ha presentati, che però palesemente non sarebbero ristoro per quello che è il problema oggi.
Perché mi son permesso anche di leggere queste informazioni? Perché è chiaro che il problema c'è, è chiaro che il problema è molto complesso, è chiaro che tutti abbiamo la volontà di risolverlo, ma è chiaro che non si riesce a fare con il progetto di legge 5 e 6 ed è chiaro anche che mentre noi qui discutiamo e chiediamo al Governo centrale di fare qualcosa, questi lo stanno già facendo: hanno già chiuso anche la fase degli emendamenti.
E stanno andando in una direzione che non solo è quella, ma è anche più completa e più complessa, dove tiene in considerazione tutti quegli equilibri e tutte quelle situazioni che devono armonizzarsi, come dicevamo prima, che vanno dal dove lo parcheggio, alla microcar, a chi guida la bicicletta elettrica, alle protezioni dai 14 ai 18 anni, alle restrizioni, a quanta velocità posso fare e dove. Un po' come le macchine che nell'urbana puoi fare 50, nella extraurbana puoi fare i 90, 110, 130 in autostrada, quindi è un alveo più complesso che esula da questi due articoli.
Dopo, con grande, anche soddisfazione, permettetemi di dire, ma credo che dovrebbe essere, cari colleghi, soddisfazione anche vostra, visto che a livello centrale romano siamo tutti alleati, siamo una grande coalizione di Governo dove lavorano tutti insieme per il bene del Paese, c'è uno di questi Partiti di questa coalizione di Governo, ovviamente escludo i compagni di Fratelli d'Italia che siedono altrove al Governo, però in questo alveo c'è anche un partito di Governo che, nonostante, ci sia il Decreto Infrastrutture che sta andando avanti, ha anche presentato un articolato dettagliato disegno di legge. Questo disegno di legge punta non solo a fare la modifica che il giorno dopo viene contestata, viene impugnata, ma interviene su questo disegno complessivo e interviene su questa famosa auspicabile volontà, come abbiamo ripetuto tante volte ed è giusto farlo perché è un rafforzativo, non una ripetizione, ovvero l'armonizzazione del sistema della micro-mobilità, che non può essere lasciata a singole partite avulse l'una dall'altra, tentando di sistemarle, più o meno, in base ai problemi che esse arrecano, è stato fatto anche con due autorevoli Senatori veneti, tra l'altro anche senatore D'Arienzo, che siede in Commissione Infrastrutture al Senato.
Credo che di carne al fuoco, come direbbe qualche mio collega in Consiglio comunale di Chioggia, ce n'è tanta. Le idee sono ben chiare su quello che si vuole andare a fare. Sicuramente noi possiamo essere un pungolo, possiamo essere d'aiuto per quello che deciderà il Governo centrale e, ripeto, vanno ringraziati i colleghi che hanno proposto questo progetto di legge perché comunque si va nella direzione di dire che il problema anche noi lo sentiamo e gli diciamo: dateci una mano a risolverlo. Tutti insieme chiediamo aiuto, nell'interesse della sicurezza dei nostri figli, delle nostre città, della nostra mobilità e dello stare insieme in un disegno complessivo di comunità, però questo progetto di legge non è sufficiente e credo che non vada sicuramente in quella direzione se non dal punto di vista di dare un grande supporto morale all'iniziativa che sta mettendo in piedi il Governo, ma tecnicamente non credo possa essere la risposta a tutti quelli che sono i problemi che in qualche modo racchiudono questo enorme, complesso e difficile mondo già di suo fatto di contraddizioni, che è della mobilità a due ruote, velocipedi o assistiti in carattere generale.
Presidente, è scattato lo zero adesso, sono stato preciso, come piace a lei, senza andare fuori termini e la ringrazio.

PRESIDENTE

Quando citavo la sua dialettica non lo facevo a caso.
Mi permetta però un attimo di considerazione generale dopo il suo intervento.
Questa Assemblea legislativa ha potere di iniziativa su progetti di legge statali, che sono sempre e comunque possibili da parte dei nostri colleghi e a maggior ragione, se c'è un progetto di legge in Europa in evoluzione a livello nazionale, anche la modifica di due articoli potrebbe essere in qualche maniera considerata. Quindi, mi permetta solo questo cappello al suo intervento.
Apriamo la discussione generale.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il tema che affrontiamo oggi è un tema di estrema attualità perché riguarda dei nuovi mezzi che fino a pochi anni fa non esistevano e quindi, quando arrivano questi mezzi, poi si pongono i problemi che questi mezzi, che ci ritroviamo per le vie dei nostri paesi, delle nostre città, possono creare.
Dovrebbe essere diverso l'approccio, cioè prima di inserire un mezzo nuovo bisognerebbe pensare, in una società matura, in una società civile, come regolamentarlo e poi lo si immette. Invece qui, come capita spesso, ma non solo in Italia, prima c'è la novità e dopo si vanno a fare leggi. Nel frattempo si salvi chi può.
Sicuramente queste norme sono utili, seppur tardive, quelle che stanno studiando a livello governativo, ma a mio avviso è utile anche per il dibattito qui in Veneto e soprattutto per parlare e cercare di trovare delle soluzioni a un problema reale e concreto, discutere di interventi come quelli di oggi. È naturalmente priorità per un'Assemblea legislativa come la nostra la sicurezza dei nostri cittadini, la sicurezza dei ciclisti, la sicurezza dei pedoni e la sicurezza di chi utilizza questi mezzi.
Come ho potuto dire in Commissione Ambiente quando sono stati esaminati questi due progetti di legge che poi sono stati licenziati un progetto di legge unico, a mio avviso dovremmo contemplare tutte queste novità che ci ritroviamo nelle nostre strade. Novità dovute anche a un modo più sostenibile di spostarci nelle nostre città, appunto, con mezzi alimentati a energia elettrica e non sono solo i monopattini: abbiamo anche un bel numero di biciclette a pedalata assistita. Effettivamente vanno previste norme sulla polizza assicurativa, sui limiti di velocità, sui limiti anche di età, sulla protezione che chi utilizza questi mezzi deve avere, ma anche sui dispositivi luminosi e sonori che questi mezzi devono avere.
Sta di fatto che oggi parliamo di monopattini, ma c'è anche un numero veramente considerevole di biciclette a pedalata assistita, ovvero che hanno un sistema integrato con motore elettrico, alimentato ad energia elettrica, che hanno una velocità importante e che possono costituire pericolo per i nostri cittadini, crearlo ma subirlo.
L'attuale dispositivo del Codice della strada considero le biciclette a pedalata assistita al pari delle altre biciclette, non pagano il bollo, non pagano l'assicurazione, però devono avere dei limiti di velocità pari a 25 chilometri orari. Sta di fatto - e ne parlava proprio un servizio al telegiornale della Rai ieri - che in alcune città la stessa Polizia locale fa fatica a fare questi controlli perché il limite dei 25 chilometri non è applicabile per chi usa queste biciclette in percorsi privati interni e quindi è di libera vendita appunto un meccanismo che ti consente di portare queste biciclette a una velocità anche di 40 chilometri all'ora.
Colleghi, ne ho parlato anche in Commissione e ho portato un caso che è capitato proprio quest'estate in una ciclabile molto conosciuta, non è una ciclabile Veneta, ma erano nostri cittadini veneti che ci hanno rimesso, non dico le ossa, ma quasi: sto parlando della ciclabile San Candido-Lienz, che molto probabilmente più di qualcuno avrà avuto l'occasione di percorrerla, è stupenda, l'ho percorsa anch'io più volte. Cosa è successo? I titoli dei giornali dice questo e lo dico soprattutto ai colleghi trevigiani, ma in particolare a quelli della destra Piave, collega Gerolimetto, che non lo vedo, e neanche la collega Rizzotto, erano qua prima comunque.
"Due ciclisti la investono", questo è il titolo. No, non sono loro coinvolti, ma sono coinvolti dei nostri cittadini, quasi vicini di casa: sono di Vedelago, per quello li citavo e son più vicini loro che miei, ma comunque sono due cittadini veneti. Cosa dice l'articolo? "Sulla ciclabile San Candido-Lienz - vi leggo solo il titolo, colleghi - due ciclisti la investono e fuggono. Ferita e ricoverata una sessantenne. Coppia di Vedelago sporge denuncia alla Polizia austriaca e lancia un appello: "Aiutateci a trovarli". A travolgere la donna due ragazzini che stavano gareggiando tra di loro". Questi, naturalmente, sono scappati perché quando non hai l'assicurazione, quando sei un minorenne, quando violi le velocità di percorrenza, scappi e non aiuti chi hai investito. La signora, purtroppo, volto tumefatto, botte dappertutto, spalla dolente, ginocchio gonfio oltre a tutto il resto, si è ritrovata anche con la bici scassata e senza nessuno che potesse risarcire i danni. Tra l'altro, erano due ragazzi italiani che sono fuggiti, quindi erano partiti dall'Italia verso l'Austria in questo collegamento.
Questo per dire, colleghi, che si tratta di un problema. Poi chi frequenta le piste ciclabili lo sa, chi frequenta la montagna, i percorsi pedonali, i sentieri di montagna, lo sa: queste biciclette a pedalata assistita sono veramente un problema e possono costituire veramente un pericolo.
Questo per dire che è importante parlare, come si fa oggi, con un progetto di legge statale per inserire e prevedere delle norme che vadano a governare questo nuovo mezzo che è il monopattino, ma ci sono anche altre questioni che io credo sarebbe giusto... Io lo avevo proposto in Commissione di inserire anche questa problematica. Vi sono, appunto, anche problemi del genere. Purtroppo, come dicevo all'inizio del mio intervento, spesso andiamo a governare il problema quando il problema è ai massimi livelli, perché incidenti come questi, veramente, io ne ho visti anche direttamente. Il problema poi naturalmente, non si limita al governare la detenzione, la velocità tramite l'assicurazione, i dispositivi luminosi, acustici e quant'altro, ma il problema è poi anche dei controlli. Anche questo è un grosso problema nel senso che fatte le leggi poi dobbiamo prevedere che ci siano anche i controlli.
Sta di fatto che è un problema, è un problema quello dei monopattini, è un problema quello delle biciclette a pedalata assistita.
Ci sono molti modi per arrivare a una norma. Sicuramente questo forse è quello più difficile perché partiamo dal Consiglio regionale per andare al Parlamento italiano.
Comunque, l'importante è che se ne parli, perché effettivamente ci sono molti cittadini che si ritrovano con dei problemi: si ritrovano con dei problemi fisici, si ritrovano con danni e non sanno chi ringraziare.
Queste sono norme, a mio avviso, utili, che non devono essere considerate come delle imposizioni, ma sono norme di convivenza civile perché sono norme che vanno a tutelare alla fine tutti, perché quando prevedi, ad esempio, la polizza assicurativa prevedi anche la tutela di chi può commettere questo danno. Probabilmente poi, se uno è anche assicurato, non scappa come nel caso di questi due ragazzi, ma soccorre la persona perché ha anche una copertura.
Io credo sia importante discuterne. Dopo va visto e va capito qual è il modo per arrivare poi a quelle norme, a quelle regole utili a evitare e a prevenire incidenti come quello che vi ho detto e problemi alla circolazione.

PRESIDENTE

Colleghi, siamo già in Aula da un po' di tempo. Sospendiamo per 15 minuti e riprendiamo alle ore 16.
Già che sospendiamo, chiedo all'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione - e non vedo qui però la Presidente - di ritrovarsi per dare un parere sugli emendamenti depositati, così, quando torniamo in Aula, al termine della discussione generale, possiamo fare tutto.
Collega Rizzotto, se fa l'Ufficio di Presidenza della... grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.47
 
La Seduta riprende alle 16.08

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo.
Io ho due richieste di intervento. Non vedendo la collega Baldin; darei la parola... colleghi, per favore. Signori, ci sediamo?
Bene, riprendiamo la Seduta e passo la parola al collega Marco Dolfin, prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Colleghi.
Sul tema che ha posto la collega Cestari, è sicuramente un tema importante e che va nella direzione di tutela della sicurezza altrui, non solo di chi utilizza questi mezzi, ma sicuramente poi di chi si ritrova sulla strada, dal pedone agli altri automobilisti, altri velocipisti. Dunque è da apprezzare in toto, al di là che siano semplici piccoli aggiustamenti di qualche articolo, che non è così poi, tra l'altro, ma quello che più fa sorridere e fa anche per certi versi arrabbiare è ancora una volta che il Governo italiano - e parlo in maniera trasversale, anche contro gli interessi del mio Partito - su questi temi o è cieco o è sordo perché non può essere ancora una volta - come ha detto il collega Zanoni e ti do perfettamente ragione - si parte, come sempre, dal tetto per arrivare alle fondamenta.
Non può essere che prima inoltriamo una nuova funzione di utilizzo di questi mezzi green, mobility green, che ormai va di moda, tutto questo modo di operare e di comportarsi, ma in realtà poi vediamo che nel momento in cui vengono attuati gli utilizzi di questi mezzi ci troviamo veramente in grossa difficoltà e lo vediamo, ahimè, non semplicemente con dei piccoli micro incidenti, ma purtroppo poi piangiamo anche vittime nel vero senso della parola. Ogni giorno ne vediamo una di nuova, nel senso che vediamo incidenti importanti, vediamo famiglie che, ovviamente, denunciano le situazioni che si creano, le categorie, le varie associazioni delle vittime della strada che denunciano, appunto, tutta una serie di infrazioni e commesse anche e soprattutto da questi mezzi.
Se da una parte la volontà è quella di cercare di porre l'attenzione anche attraverso questi articoli e va nella direzione giusta, dunque un plauso alla collega, dall'altra io mi auguro veramente che il Governo italiano, finalmente, non sia più sordo e cieco nel porre attenzione e rimedio su questi temi, perché mi va bene che ci sia un ragionamento generale della norma in merito al Codice della strada e dunque, per quanto riguarda il Codice della strada, intendo dire tutti i mezzi, cominciando dalla giungla delle patenti: abbiamo la patente A, la paziente A1, abbiamo la patente A2, abbiamo la B, abbiamo B1, C, D, D1, la E. Ne vogliamo mettere ancora? Quando una persona... sì, il CQC e io ne so qualcosa. Professionalmente parlando, posso gestire e portare la bellezza di 32 metri e mi ritrovo poi alla fine che non posso portare una vespetta 150. Questi sono i paradossi di quest'Italia.
Una volta per tutte, mi auguro che il Governo, a prescindere dai colori, a prescindere, diciamo così, delle realtà che lo compongono, prenda una volta a cuore questa tematica del Codice della strada e lo riveda a 360 gradi nell'interesse generale di tutti, perché ne va della salute pubblica di tutti i cittadini, dal più piccolo al più anziano, e non parliamo solo per dare aria alla bocca qua, lo facciamo veramente per la volontà di voler tutelare i pedoni e coloro che sono in mezzo alla strada e che lavorano in mezzo alla strada, quotidianamente. Perché è veramente una cosa vergognosa trovarsi che un conducente di linea si ritrovi a dover affrontare la propria giornata di lavoro con in mezzo ai piedi, in mezzo alla strada, in questo caso monopattini. I monopattini nascono esclusivamente per andare sulle piste ciclabili e il fatto stesso che siamo qua a discutere e invece questi mezzi siano in mezzo alla strada è già qua una cosa che non dovrebbe stare, è già qua una mancanza da parte del legislatore che avrebbe dovuto intervenire subito con le Forze dell'ordine, perché è una cosa veramente vergognosa che ci sia una giungla come questa oggigiorno in Italia.
Dall'utilizzo nella strada, ma soprattutto anche nell'utilizzo dei marciapiedi. Qua invito veramente le Amministrazioni comunali, chi è anche amministratore comunale a farsi forza e una volta per tutte prendere delle decisioni importanti, perché il decoro prima di tutto, oltre alla sicurezza, vanno pari pari a braccetto nelle nostre città ed è una cosa vergognosa che troviamo di tutto e di più.
Mettetevi nei panni di una persona disabile in carrozzina che non riesce a transitare su certi marciapiedi, come ho avuto modo di vedere, non me ne vogliano gli amici di Padova, ma proprio sabato pomeriggio a Padova: ho dovuto io stesso spostare due mezzi perché una persona in carrozzina non riusciva a passare.
Questa è la dimostrazione non solo a livello culturale, ma proprio della gestione generale del tema.
Dunque vado a concludere. Io mi auguro veramente che, come ha detto il consigliere Montanariello, che il Governo sia talmente così impegnato per risolvere questo problema e che riveda proprio a 360 gradi tutte queste lacune che purtroppo, ahimè, ci sono. Sono anch'io consapevole che entrando nel merito - come anche il collega Zanoni ha fatto - pongo anzi un'altra questione che viviamo quotidianamente anche sulle nostre città ed è quella proprio dei mezzi a due ruote: le famose biciclette a pedalata assistita.
Parlava prima di velocità, ha portato anche di casi: ci sono biciclette che fanno i 60 all'ora, signori. Sarà mia cura a questo punto, non me ne vorranno le case costruttrici, non me ne vorranno altre realtà o i fruitori anche di questi mezzi, ma bisogna fare qualcosa anche su questo tema, bisognerà fare qualcosa anche su questa partita. Dunque pari passo per quanto riguarda i monopattini, anche per quanto riguarda le biciclette a pedalata assistita, bisognerà per forza di cose intervenire se vogliamo tutelare coloro che li utilizzano, ma soprattutto l'interesse di chi è sulla strada ogni giorno. Grazie.
Assume la Presidenza
la Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, consigliere.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io voglio intervenire su questo argomento perché si tratta di un progetto di legge statale. Come ricordava il presidente Ciambetti, ognuno di noi può presentare giustamente un progetto di legge statale.
Però, a mio modo di vedere, sarebbe più sensato presentarlo da parte di un Consiglio che non ha rappresentanti al Governo: dato invece che qui vedo tutti ben rappresentati, a parte qualcuno, forse sarebbe più veloce quantomeno sentire direttamente chi è al Governo, chi è in Parlamento che si sta in questo momento occupando del tema.
È un appello che faccio a tutti voi, cioè sia alla maggioranza che alle minoranze, di sentire direttamente i nostri rappresentanti in modo tale da essere più incisivi e più veloci, perché temo che il passaggio da quest'Aula al Parlamento venga in tempi non congrui con quelli che sono i tempi delle votazioni.
Detto questo, ovviamente non credo vada demonizzato un mezzo di trasporto perché, come è stato detto da più parti prima di me, gli incidenti capitano spesso anche a chi va con la bicicletta elettrica, ad esempio, Questo è solo un esempio per dire che non accadono solamente con i monopattini, quindi non è lo strumento che va demolito, va regolamentato, senza ombra di dubbio e su questo siamo tutti d'accordo, però se regolamentiamo il monopattino va regolamentata anche la bici.
Io provengo da una città dove sfrecciano biciclette elettriche di ogni misura, di ogni velocità, senza regole, per cui credo quella sia una piaga che va, in qualche modo, regolamentata. Cosa che non è stata fatta fino ad oggi. Abbiamo visto incidenti di ogni genere, purtroppo finiti anche molto, molto male. Quindi, se da una parte questo progetto di legge, insomma, arriverà in ritardo in Parlamento, dall'altra è un progetto di legge assai incompleto, proprio perché non comprende tutti i vari velocipedi, i vari mezzi di trasporto pubblico che vanno regolamentati in egual misura. Quindi, se parliamo di monopattini dobbiamo parlare anche di biciclette.
Tra l'altro, si va ad inserire, come obbligo per chi utilizza monopattino, l'assicurazione contro danni verso terzi. Anche questo è uno strumento che va a intervenire dopo, successivamente, al danno. Quindi è un qualcosa che serve a poco: servirebbe aumentare le ore previste per l'educazione stradale ad esempio, fare una maggiore opera di sensibilizzazione nei confronti di chi utilizza questi mezzi pubblici, perché tutto sta al buon uso da parte dei cittadini.
Sappiamo che l'educazione stradale non si può fare a meno di ignorarla, bisogna farla rispettare fin dai ragazzi in tenera età, dai 18 anni in su, perché credo sia fondamentale se vogliamo garantire la sicurezza di tutti.
Detto questo, alla luce di questo di come è stato scritto questo progetto di legge, mi pare evidente che ci sia una volontà di demonizzare e stigmatizzare uno strumento che è stato introdotto dal Governo Conte, quindi dal Movimento 5 Stelle, che ha fortemente voluto questo incentivo al monopattino, che però rientra in quei canoni di mobilità sostenibile che credo siano il frutto di una evoluzione anche nella nostra società e che dovrebbero essere quei canoni che noi dobbiamo guardare con molta attenzione per il prossimo futuro.
Il mio appello che faccio oggi è quello di pensare di più alle questioni nostre, che attengono più attentamente la Regione del Veneto. Lasciamo a chi di competenza regolamentare questa materia. Sappiamo che è un problema, quindi senz'altro devono essere inserite delle norme a tutela di tutti i cittadini e a tutela proprio precisamente anche degli utilizzatori, che sono quelli che rischiano di più andando appunto a creare incidenti senza regole.
Poi, ripeto, dobbiamo parlare espressamente con chi se ne sta occupando, anziché inviare un progetto di legge che poi non si sa quale destino avrà.
Credo sia più opportuno e molto più veloce insomma procedere per le vie informali, in questo caso, senza inviare un progetto che poi rimarrà lettera morta per tutta una serie di considerazioni fatte. Non ultimo perché, appunto, se vogliamo intervenire su questa materia, precisamente sui monopattini, lo dobbiamo fare anche per tutti gli altri mezzi a propulsione elettrica che esistono e che talvolta costituiscono anche mezzi più pericolosi degli stessi monopattini elettrici.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, guardi, io non credo che nelle ragioni che hanno spinto il presentatore, la consigliera Cestari, a presentare questo PDLS ci fosse la volontà di portare un contributo perché ci sia un riordino di tutte quelle che possono essere carenze o manchevolezze dal punto di vista normativo e legislativo a livello nazionale sul Codice della strada e, più in generale, sulla circolazione e sulla mobilità. Credo che ci fosse invece una presa di coscienza di quello che è accaduto in questi ultimi mesi.
La scelta del Governo Conte di investire, qualcuno potrebbe trovare questo termine purtroppo stridente rispetto ad alcuni investimenti che in questi mesi ci sono stati realmente, ma ha investito milioni, decine di milioni di euro perché tutti o molti si dotassero di questo mezzo: il monopattino.
È per questo che è stato fatto questo PDL, perché c'è un quid novi rispetto alla situazione che era precedente, legato alle centinaia di migliaia di monopattini che nel corso degli ultimi 12-15 mesi sono stati immessi nelle strade italiane con risultati che, soprattutto nelle aree urbane, sono visibili, sono noti, con incidenti, alcuni dei quali molto gravi, con persone che sono decedute a causa dell'utilizzo di questo mezzo o perché investite e, conseguentemente, è normale che un'Assemblea legislativa come quella del Veneto si ponga, di fronte a un problema emergenziale di questi ultimi mesi, come parte diligente attiva perché vengano promosse iniziative a livello centrale di modifica delle leggi preesistenti per andare a colmare lacune che sono evidenti.
Lacune che evidentemente non erano note per sciatteria rispetto a chi propose questo tipo di intervento, ovvero il bonus monopattini; evidentemente non erano note a chi ha permesso questa diffusione su larga scala di un mezzo che stiamo scoprendo essere, per l'appunto, pericoloso per i conducenti e per chi si trova a incrociarlo nelle nostre strade.
Non credo che compito della Regione del Veneto sia quello di sottrarsi a una delle peculiarità che come Assemblea legislativa ha, ovvero anche di presentare, come ha ricordato il presidente Ciambetti facendo un'osservazione rispetto all'intervento del correlatore, di presentare per appunto dei PDLS.
È chiaro che questo deve essere uno spunto per permettere al legislatore nazionale e a chi governa anche di recepire delle indicazioni che saranno ovviamente arricchite, che saranno completate, che permetteranno semplicemente di recepire anche solo un aspetto che è importante: che anche nella nostra Regione abbiamo potuto verificare e constatare qual è il danno che è stato prodotto dalla miopia di chi ha governato l'Italia fino a pochi mesi fa.
Adesso chiediamo che venga posta attraverso questo PDL, che poi sarà ovviamente una parte del... qualcuno citava e diceva: "Beh, ma qui mancano gli aspetti legati alle caratteristiche del mezzo, alle norme di sicurezza che magari dovrà avere o non dovrà avere quel mezzo, al fatto che ci sono, accanto ai monopattini, altri mezzi a propulsione elettrica che hanno avuto una grande diffusione nel corso degli ultimi mesi, ultimi anni e che possono portare anch'essi delle problematiche nella circolazione dal punto di vista della sicurezza". Benissimo. Sono tutte considerazioni più che legittime, ma è compito nostro recepire quella che è un'emergenza dettata da questa immissione in tempi rapidissimi e brevi di un numero impressionante di questi che, purtroppo, vengono considerati alla stregua dei velocipedi, ma che hanno dei ruotini che hanno diametro di pochi centimetri e hanno chiaramente una serie di limiti evidenti dal punto di vista della sicurezza di chi li conduce e di chi li incrocia per le strade anche all'interno delle aree pedonali. Perché sappiamo che, ad esempio, il Codice della strada non vieta la ciclabilità delle aree pedonali. Io credevo, prima che venisse presentato questo PDL, ad esempio, che nelle aree pedonali fosse vietato l'uso della bici con i pedali, per capirci. Ero convinto che si potesse portare solo a mano. Poi ho scoperto che in realtà che sono i Sindaci molto spesso che fanno delle ordinanze, con delibere ad hoc, che in qualche modo vietano la possibilità di utilizzo. Ma se noi guardiamo il Codice della strada... È indubbio che ci sia uno spazio enorme per migliorare la normativa vigente. Con questo PDL il Veneto porta un contributo importante.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio la presentatrice per aver presentato un progetto di legge su un tema che credo sia rilevante e importante e lo si vede anche dalla discussione che l'Aula sta facendo.
Il contributo che volevo provare a portare in discussione generale era cercare di rispondere alla domanda se ci sia davvero un'emergenza monopattini, perché guardando i dati, rispetto anche agli incidenti avuti negli ultimi anni e prendendo ad esempio i dati Istat del 2020, un anno tra l'altro che non è rappresentativo (sappiamo che tanti di noi sono stati chiusi in casa), ma in realtà, guardando appunto i dati Istat, noi abbiamo 564 incidenti per uso di monopattino con un morto; nel 2020 le bici hanno avuto 13.753 incidenti, con 169 morti per l'uso della bicicletta e, tra l'altro, come si diceva prima, anche rispetto all'uso di altre patenti, quattro morti si sono avute anche per le macchine a guida senza patente, le macchinine piccole.
Il tema vero però è dire: questi dati sono rappresentativi? No, perché la bici la usano ancora molte più persone rispetto ai monopattini, quindi in qualche modo è vero che c'è un tema rispetto a un mezzo nuovo, io credo, innovativo, che non va demonizzato, perché porta a poter essere utilizzato secondo una mobilità che è del tutto sostenibile - e poi citerò alcuni dati che, secondo me, lo fanno vedere nella città di Padova - e quindi è bene intervenire per renderlo più sicuro e usabile, però trovando quelle norme che permettano di far sì che venga utilizzato di più ad esempio rispetto all'auto o rispetto a un altro tipo di mobilità, che sappiamo essere invece inquinante e che non favorisce quella mobilità dolce ma anche integrata che, soprattutto a livello urbano e ahimè, è più difficile in quell'extra urbano, si può fare.
Guardando ai dati del 2021, di nuovo vediamo che abbiamo 5 morti in otto mesi per l'uso di monopattini, 43 morti in otto mesi per l'uso della bicicletta. Anche qui non è un dato rappresentativo perché più persone usano la bici rispetto ai monopattini, però è un dato che fa vedere che abbiamo un'altra emergenza che tanti citavano in Aula: il fatto che, se vogliamo davvero investire in una mobilità sostenibile, un progetto di legge, anche se di iniziativa regionale, dovrebbe forse prendere in carico in generale tutta la mobilità sostenibile e renderla più facile all'uso e più sicura all'uso, perché, da persona che usa la bici e ho iniziato a usare anche i monopattini, credetemi che mi sento nella mia città, almeno, più sicura in monopattino tante volte che attraverso l'uso della bici, che in qualche modo in una città, nonostante abbia parecchie ciclabili, si fa fatica ad utilizzare.
Tra l'altro abbiamo anche un altro dato: grazie al bonus che è stato dato sulla mobilità, il 15% della popolazione italiana ha usato quel bonus per acquistare un monopattino. Quindi noi abbiamo un più 500% nell'ultimo anno, 2019-2020, che ha usato e che ha comprato un monopattino, quindi dal 2019 al 2020 siamo passati da 4.900 persone che usavano il monopattino a 27.850 persone.
Il tema c'è, per quello io credo sia giusto oggi discutere anche di un progetto di legge che porta allo stato l'attenzione di alcuni temi, io credo, se ne sarebbero anche dovuti magari inserire altri, e su alcuni ho anche delle perplessità, però dico che è importante discuterlo perché effettivamente il nostro Governo è assolutamente in ritardo. Perché dico assolutamente in ritardo? Perché la prima mobilità di questo tipo l'abbiamo vista due anni fa. Solo che due anni fa sia il Governo, sia i Sindaci, purtroppo, molti dei Sindaci, parlavano solo della questione del decoro: dove parcheggi? Parcheggi sulle strade, parcheggi sui marciapiedi. C'è un problema di decoro di questo mezzo e la politica non ha visto subito che dietro a quel mezzo probabilmente c'era una grande potenzialità d'uso e anche dei problemi di sicurezza.
Prima di tutto, ad esempio, il tema della velocità: è vero che, come le bici elettriche arrivano a 60 un monopattino, e infatti l'Aula parlamentare ne sta discutendo il limite, io credo debba essere messo a 20 perché è il massimo sindacale per poter permettere ad un mezzo di quel tipo, io credo e anche alcune statistiche lo dicono, per paragonarlo effettivamente ad una bicicletta. Una bicicletta, tendenzialmente in città, la usi, se vai veloce, ad un massimo di 20 chilometri orari.
Come il tema delle luci: assolutamente importante, che rende oggi le biciclette invece molto pericolose, perché non c'è l'obbligo... oddio, c'è l'obbligo, ma non viene poi monitorato e tante bici di notte vanno in giro senza una luce.
Sul casco si apre un tema che credo non sia oggi l'oggetto di questa discussione, ma nei Paesi dove la bici viene effettivamente usata come un mezzo alternativo abbiamo anche spesso l'obbligo del casco. Ma cosa si intende avere una città a misura di uso di questi mezzi? Significa, ad esempio, avere delle strade e anche delle ciclabili che permettano eventualmente l'uso promiscuo anche indirizzato di mezzi ciclabili (la bicicletta) e magari di mezzi a monopattino. Quindi di fare un lavoro di promozione dell'uso sicuro, attraverso dei mezzi diversi, anche quelli della pianificazione urbana, che oggi però non sono all'attenzione, ad esempio, di questo progetto di legge, che non aveva questo obiettivo, ma io ho sentito anche in Parlamento una discussione molto sterile, purtroppo, rispetto al fatto che questo sia un mezzo, io credo, che debba essere promosso in maniera forte, reso sicuro - e su questo io non ho assolutamente nessuna questione diversa rispetto a quella che ho sentito prima - va reso sicuro al pari della bici e preferirei e vorrei che la politica nazionale si occupasse soprattutto di rendere tutti questi mezzi al pari sicuri e al pari utilizzabili dal punto di vista appunto dei cittadini.
Su Padova, perché è una città che ha appena introdotto lo sharing sul monopattino: in una settimana abbiamo avuto 5.000 utenti iscritti, 5.600 noleggi e se guardiamo al dato, si evidenzia che sono due i chilometri percorsi dal monopattino in media. Cosa significa? Che viene usato in maniera intermodale: si usa per andare a prendere il treno, si usa per entrare al parcheggio scambiatore, si usa in una modalità che è diversa dalla bici e che credo sia un mezzo, anche per questo, che possa essere reso davvero paragonabile a un velocipede, ma con la possibilità di essere sicuri e, quindi, l'intervento maggiore dovrebbe essere quello del Codice della strada, come diceva l'intervento anche nella relazione.
Infatti, ad oggi, ad esempio, le norme che abbiamo dicono che il monopattino può essere usato anche dai 14 anni. Il casco deve essere obbligatorio prima dei 18, quindi io credo che già lì ci sia un tema che inserisce un tema di sicurezza importante e anche nello sharing è così. Nello sharing l'assicurazione è prevista a carico delle aziende e questa è un'altra cosa che dovremmo, io credo, oggi dire, al di là del progetto di legge, ma per dire che lo sharing è più sicuro probabilmente ad oggi dell'uso del mezzo privato, perché hai un'assicurazione, la paga tra l'altro l'azienda a cui tu noleggi il mezzo. Soprattutto quando piove, da come siamo oggi a normativa nazionale, dovrebbe essere portato a mano. Non si può andare in più di due sopra, si deve andare a 25 chilometri all'ora. Io dico qui, abbiamo un problema: io, ad esempio, se avessi dovuto lavorare a questo progetto di legge, avrei lavorato sulla velocità più che sulle altre questioni. Si deve andare a 6 chilometri orari nelle aree pedonali e non si può andare nei marciapiedi. Cosa voglio dire con questo? Che noi alcune norme oggi le abbiamo già e io credo che alcune norme possano essere modificate. Io avrei lavorato di più e solo, ad esempio, sul tema della velocità, ma qui c'è una questione anche di comunicazione, di lavoro sulla prevenzione, che anche qualche altro collega ha detto, che credo sarebbe importante. Oggi il monopattino perché è nuovo e perché è un'innovazione viene visto come un gioco.
Tantissime persone lo prendono a noleggio, salgono in due, vanno con il bambino, il papà con il bambino minorenne magari di cinque o sei anni o anche la mamma che lo porta a fare un giro. Ecco, il monopattino è un mezzo di trasporto e non è un gioco. Tra l'altro, i Sindaci, che sono i primi a vedere che l'uso è così utile e positivo per le loro città in termini di mobilità sostenibile, come si diceva, hanno fatto delle ordinanze.
Però prima delle ordinanze hanno fatto dei regolamenti all'uso e anche qui i regolamenti all'uso, dove sono stati fatti, portano i suoi frutti. Ricito la città di Padova: si può circolare in alcune aree e non si può circolare in altre. Anche qui, i controlli ci sono perché da utilizzatrice lo si vede che nella città di Padova, se passi con il monopattino davanti al Liston, è una cosa che non puoi fare e ci sono le persone che ti controllano.
Se noi iniziamo a ragionare sul fatto che serva a mettere in sicurezza un mezzo, io sono assolutamente d'accordo e avrei lavorato su altri temi.
Se vogliamo promuovere però quell'uso... e io credo che dovrebbe essere parallelo, cioè dire: dobbiamo incentivare l'uso del monopattino e non demonizzarlo, cosa che questo progetto di legge non fa, quindi non credo che sia di per sé un demonizzate, ma credo che sia utile associare il fatto che il monopattino è un esperimento nuovo sicuramente, che deve essere migliorato, ma che io credo vada assolutamente incentivato.
Tra l'altro gli usi e i dati fanno vedere che è un mezzo che le persone utilizzano, piace, in una modalità anche snella: questi due chilometri orari per utilizzare mobilità intermodale.
E chiudo dicendo che se dobbiamo fare un ragionamento e penso che anche e non è oggetto di oggi, ma lo porto all'Aula perché siamo in discussione generale, il tema di chi va in bici, perché è vero che, come diceva la collega Cestari, adesso è inflazionata alla discussione sul monopattino perché è un tema nuovo che abbiamo di fronte. È anche vero che per anni probabilmente ci siamo dimenticati invece della sicurezza stradale rispetto all'uso del mezzo che tutti noi usiamo di più, ma che fa vedere rispetto ai dati esistenti che anche lì abbiamo evidentemente un problema e di nuovo, se vogliamo davvero creare i presupposti per una mobilità sostenibile, urbana e non urbana, quella di lavorare su corsie dedicate, quella di pensare che la mobilità e le piste ciclabili, ad esempio, possano essere ripensate ad un uso più fattibile anche per mezzi nuovi come i monopattini o altri che arriveranno e questa discussione, io credo, che vada ben oltre e sia anche molto più importante che invece usare solo un approccio normativo e di contenimento dell'uso che non è esattamente l'obiettivo che oggi le città hanno rispetto alla loro sostenibilità.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giacomin.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Colleghi.
Io mi sento di sostenere la collega Cestari perché in realtà, con la sua proposta, lei ha sottolineato un problema che all'inizio di questo fenomeno era un problema quasi marginale - ha detto giustamente la collega Ostanel - quasi un gioco.
Ora, se un gioco è limitato a delle nicchie e a dei luoghi, il piazzaletto davanti alla chiesa, eccetera, nulla di male. Quando su una rotatoria ti vedi sfrecciare un monopattino e mette in effettiva difficoltà la circolazione, allora il problema si incrementa. Non voglio dilungarmi su questo, perché il collega Speranzon, secondo me, ha giustamente sottolineato quello che è stato l'incremento di questo fenomeno.
Ora, sono d'accordo che la problematica del Codice della strada dovrebbe essere affrontata in maniera organica e dovrebbe essere anche applicata, perché, lo abbiamo detto, se dobbiamo affrontare una mobilità sostenibile, dobbiamo cominciare anche col dire che anche le biciclette che girano di notte senza fanalino andrebbero multate. Io non ho mai visto una pattuglia della Polizia municipale, eccetera, che ferma uno senza fanalino nottetempo eppure rappresenta un pericolo per sé e per gli altri. Poi, quando l'incidente avviene, va a capire se il fanalino si è rotto con incidente oppure non c'era prima.
Ora però, mi è piaciuta l'immagine che ha suscitato il collega Zanoni: devo dire che io sono un ciclista pessimo. La San Candido-Lienz l'ho fatta perché era in discesa e, di conseguenza, forse ho raggiunto anche qualche velocità discreta per le mie capacità.
È evidente che qualsiasi mezzo se non usato in maniera idonea può essere pericoloso. Quando vediamo i ciclisti della domenica in gruppo, magari semi professionisti che viaggiano a medie anche elevate, perché dotati di una massa muscolare, sembra quasi un TIR che sfrecciano per le nostre strade. Per cui il buon senso purtroppo è difficilmente codificabile.
Ma, come diceva Voltaire: "Il meglio o il perfetto è nemico del bene". E credo che questo sia il segnale che ha lanciato la collega Cestari: cerchiamo di sollecitare, attraverso questa proposta, il Parlamento centrale, il Governo a legiferare su questo elemento perché noi dobbiamo considerare che lo strumento è nuovo, ma è nuova anche la modalità con la quale viene utilizzato.
È indubbio che il ciclista medio, a volte, ha una confidenza e una modalità, magari sempre agendo nelle regole, agendo con la prudenza, eccetera, che è diversa da quella che ha l'utente del monopattino, che vuoi perché è uno strumento nuovo, vuoi perché è uno strumento agile, vuoi perché all'inizio è stato preso per un gioco, dimostra un'agilità, una modalità a volte di comportamenti anche inaspettati, per chi vede questo mezzo che lo precede, che determina effettivamente un pericolo.
Devo dire che, probabilmente, il numero ancora modesto di incidenti è perché molti utenti della strada, magari anche un po' maturi, vedendo questo mezzo e sapendo che chi lo adotta a volte ha dei comportamenti un po' eccessivamente disinvolti, applica, a sua volta, un comportamento di estrema prudenza e di conseguenza a monte evita delle problematiche che, magari, certe guide eccessivamente disinvolte comporterebbero. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare la collega Cestari per aver sollevato questo problema che comunque tutti noi abbiamo visto girando per le nostre città, perché se andiamo a Roma, se andiamo a Napoli, ma anche ormai nelle nostre città, vediamo a ogni angolo della strada dispersi come retaggi della mobilità, questi monopattini o biciclette elettriche spesso e volentieri, benissimo che vengano usati magari soprattutto nelle piste ciclabili, ribaltati sui marciapiedi e creano anche pericolosità e naturalmente ostacolo ai pedoni.
Se andate su YouTube, ma ricordo benissimo anche qui, nell'autostrada di Vicenza, persone, ragazzi in autostrada con il monopattino, nelle rotonde, sulle tangenziali.
Abbiamo visto scene orripilanti di questi mezzi che, ricordo - qui poi, cara Erika, tutti i nodi vengono al pettine – l'allora Toninelli che esaltava questa partenza a Roma del monopattino, di questo incentivo, in piena pandemia, tra l'altro che è costato allo Stato 120.000.000 di incentivi di 500 euro a uno dei monopattini. Ricordate: fino al 60% per la bici elettrica. Per carità, la mobilità sostenibile, ecologica, però noi avremmo preferito che questi incentivi, magari come Lega, andassero ai nostri imprenditori, ai nostri commercianti, a coloro che erano chiusi per motivi di Covid, che sono stati chiusi più di un anno e mezzo, che avere incentivato questo tipo di mobilità che chi voleva, in qualche maniera, se la poteva comprare lo stesso.
È chiaro che, naturalmente, gran parte di questi mezzi se li sono acquistati i ragazzini sotto anche i 14 anni, che spesso e volentieri vediamo sfrecciare o anche aver modificato, non so come fanno, questi mezzi per sfrecciare anche a velocità molto più elevate dei 30 all'ora consentiti.
Sicuramente il tema della sicurezza è un tema importante e la collega Ostanel ha detto bene tutti i dati di quanti incidenti, quanti morti, eccetera, quindi ci vuole sicuramente un regolamento, una legge che vada comunque a regolamentare questo tipo di trasporto, visto che ormai, come sharing è ormai in tutte le città e che, se usato bene, comunque comporta ai nostri cittadini una possibilità di muoversi nelle città in maniera utile e importante.
Il problema è purtroppo l'uso sbagliato, come l'uso sbagliato di tutti gli altri mezzi.
Sicuramente grazie per aver presentato questo PdLS e naturalmente noi lo appoggiamo, io penso, come tutti i Gruppi di maggioranza, in maniera compatta.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io ringrazio perché parliamo di un tema di mobilità che è importante, però parlo da già amministratore di una città che ha una dimensione sufficiente per valutare in modo diretto l'uso di questi mezzi.
È chiaro, stiamo parlando di mezzi che hanno un significato nella mobilità urbana, non hanno significato nella mobilità extra urbana, però vi porto l'esempio di Tel Aviv. Io ho incontrato la responsabile della mobilità di Tel Aviv e mi ha detto: "Abbiamo tolto i parcheggi dalle strade per fare spazio ai monopattini. È il mezzo più utilizzato oggi a Tel Aviv". È una popolazione giovane, è una città in forte crescita, molto, diciamo così, propensa all'innovazione, però mi aveva colpito: eravamo nel 2018 e già lì era il mezzo più utilizzato.
Ecco, io mi sono reso conto da amministratore di una città con delega alla mobilità, una città universitaria, noi abbiamo 65.000 studenti complessivamente, non tutti ovviamente frequentano quotidianamente, però quotidianamente abbiamo circa 30.000 spostamenti, che è un mezzo che ha un ingombro ridotto, i ragazzi lo portano in Aula, non hanno quindi il problema, purtroppo, di essere oggetto del furto della bicicletta ed ha quindi un ingombro a livello cittadino che è estremamente contenuto. Questo è un altro aspetto positivo.
Questo per dire cosa? Questo per dire che dobbiamo stare attenti a buttare il bambino con l'acqua sporca. Io penso sia importante andare a punire i comportamenti devianti. Il consigliere Giacomin giustamente diceva che nelle rotonde vederselo sfrecciare è pericolosissimo. Sono d'accordo: lì ci vorrebbero delle multe molto severe. Intervenire sul Codice della strada per punire questi comportamenti è giustissimo, ma attenzione a non criminalizzare il mezzo invece che il cattivo uso, cosa che invece rischiamo di fare andando a precludere l'utilizzo ai minorenni e a chiedere l'utilizzo del casco obbligatorio anche con delle velocità dove la protezione del casco è modesta perché purtroppo l'incidente può essere comunque grave nel caso di essere investiti.
Io manifesto veramente la mia perplessità sulla necessità di questo progetto di legge statale sapendo, come ha ben illustrato il correlatore Montanariello, che comunque a livello parlamentare già si stanno muovendo e stanno procedendo con una regolamentazione che non vuole essere punitiva nel mezzo in sé, ma vuole stimolare un utilizzo corretto di questi mezzi.
Io rimango convinto che gli obiettivi che abbiamo, in termini di trasferimento di una parte degli spostamenti, basati su un motore a combustione interna negli ambiti urbani... voi sapete che noi dobbiamo raggiungere quel difficilissimo target del 30/30/30, un terzo degli spostamenti con le auto private (siamo sopra il 50% in Veneto), un terzo sulla mobilità pubblica e un terzo sulla cosiddetta mobilità dolce, vale a dire le biciclette, piuttosto che i monopattini elettrici.
Questo è un obiettivo che ci è stato dato già da tempo e che è estremamente sfidante per i nuclei urbani della nostra Regione. Io penso che dovremmo adoperarci perché questo tipo di mezzi sia sempre più utilizzato: lo sharing sicuramente è uno strumento che sta avvicinando le persone ad una mobilità più compatibile con, tra l'altro, la struttura prevalentemente medievale dei nostri nuclei centrali delle città e soprattutto con lo sharing l'assicurazione c'è comunque. Chi utilizza questi mezzi in sharing è già assicurato, quindi è ridondante la preoccupazione oggetto di questo progetto di legge.
Ecco, per cui io credo che male non fa occuparsi di questo tema in questo Consiglio regionale, ma penso che molto più efficace sia l'azione che oggi è condotta a livello parlamentare e che dovremmo, invece, occuparci di trovare degli strumenti per promuovere l'uso di questi mezzi perché, gli ultimi dati, tra l'altro, dell'Agenzia europea dell'Ambiente sulla mortalità legata alla presenza di inquinanti generati prevalentemente dal traffico nelle aree urbane dovrebbero veramente preoccuparci e se ci sta a cuore la salute dei cittadini, sia di quelli che possono essere oggetto dell'incidente ma anche di quelli che, sono tanti, che quotidianamente respirano un'aria che assolutamente non è compatibile con la salute. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Vedo adesso due interventi. C'era la collega Cestari, ma prima faccio intervenire... sì la collega Cestari... no tolto l'intervento. Niente. Per replica? Le chiedo, collega, se è per replica.
Bene.
Dichiaro chiusa la discussione generale e passo la parola, anche per replica, alla relatrice.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente e grazie a tutti, perché, insomma, direi che oggi abbiamo avuto diversi spunti di discussione di vario tipo, politici e anche tecnici, come ad esempio quello offerto dalla collega Ostanel.
Al di là di quello che è l'iter procedurale che, evidentemente, ci consente di poter presentare una proposta di legge statale, nonostante in questo momento in Parlamento, nella Commissione Infrastrutture e Trasporti se ne discuta, io direi che esistono tantissimi argomenti portati proprio dai banchi dell'opposizione, sui quali vengono effettuate mozioni, interrogazioni, proposte, anche nel momento in cui si stanno discutendo in Parlamento e noi con pazienza e anche con il dovere che ci deve contraddistinguere, seguiamo la discussione, ci confrontiamo e non la reputiamo una perdita di tempo, come invece in un qualche modo ha fatto trapelare nel lungo discorso il nostro correlatore Jonatan Montanariello. Noi non diciamo che in quei casi si perde tempo e a maggior ragione non lo direi oggi, visto che è un tema tanto sentito e tanto importante, perché si sta toccando la salute e la sicurezza di tutti noi. Se ne occupa il Governo e quindi noi ci giriamo dall'altra parte. Noi decidiamo che per noi non ha assolutamente importanza discutere di questo tema mentre altre Regioni lo stanno facendo.
Il motorino. Voi mi dite: "Il motorino, insomma già prevede tutto un tipo di disciplina, noi stiamo andando in un qualche modo anche ad esagerare su quello che è già previsto per la disciplina dei motorini". Però l'ASAPS, che non è esattamente un organismo qualsiasi, ha stabilito che per stabilità e che per numeri il monopattino risulta essere più pericoloso, meno stabile e quindi da disciplinare anche con più celerità. Motivo per cui la Commissione Infrastrutture e Trasporti sta procedendo con tutta la serie di emendamenti che stavamo citando prima.
Noi qui non ci dobbiamo sostituire alla Commissione Infrastrutture e Trasporti che c'è nel nostro Parlamento; non stiamo cercando di modificare tutta una serie di articoli, commi e paragrafi del Codice della strada, però viva Dio, il Codice della strada non è la Costituzione rigida, non è il Codice penale e abbiamo la possibilità per ruolo, per dovere e perché lo stabilisce la legge, di poter agire in qualsiasi momento qualora il legislatore non attui evidentemente delle modifiche che possono apportare quella che dovrebbe essere appunto la sicurezza per i nostri concittadini.
Per cui il legislatore è vero che sta intervenendo, ma finché non c'è una soluzione, credo che nessuno di noi si debba girare e debba agire in qualche modo.
È di oggi, è di questa mattina, l'articolo secondo cui - non una fonte qualsiasi, andate a vedere che le fonti sono assolutamente certe - diverse le novità introdotte con emendamento al testo del decreto legge durante l'esame: divieto di parcheggio sui marciapiedi, benissimo, previsione di apposite aree di sosta, benissimo, riduzione della velocità massima da 25 a 20 chilometri orari e confisca del mezzo nel caso di modifiche che aumentino le prestazioni. Questa cosa peraltro era già stata stabilita prima, alla prima modifica. Non passa l'estensione dell'uso del casco, che rimane limitato a 14 anni, e per cui si esclude poi tutta una serie di altre misure che erano sicuramente tese a migliorare la situazione di sicurezza sulle strade, ripeto, attiva e passiva, per cui sia per chi utilizza i monopattini sia per i pedoni o per chi utilizza altri tipi di mezzi sulle strade.
È vero che noi apparteniamo a quella che viene definita la coalizione di maggioranza di questo Governo tecnico, ma questo in maniera molto differente da quello che molto spesso si pensa dai banchi dell'opposizione, non significa che il nostro Partito debba dire sì pedissequamente e costantemente a tutto quello che il Governo definisce, perché abbiamo una volontà nostra e se qualche cosa non funziona, non ci piace o non va probabilmente nel senso di tutelare il cittadino, credo che sia nostro diritto in democrazia poterlo dire, poterlo riferire e poter alzare la mano per farlo presente, maggioranza o opposizione che sia.
Si parla molto di biciclette, biciclette elettriche, insomma di vari tipi di mezzo: sembra quasi ci sia questa volontà di spostare il problema. Sicuramente c'è il problema, però, insomma, cerchiamo un attimino di rimanere all'interno di alcuni confini proprio per quello che abbiamo detto e cioè perché non dobbiamo sostituirci alla Commissione Infrastrutture e Trasporti.
Nessuno sta demonizzando il monopattino, ma ci mancherebbe: io per prima, nella mia relazione ho definito il monopattino come un mezzo green che va verso il miglioramento e il favore alla micro-viabilità, addirittura ha parlato di Europa e del fatto che ci dobbiamo attenere anche alle direttive e agli obiettivi che sono stati definiti a livello europeo, però evidentemente ci stiamo appellando a quello che è il senso civico e il rispetto delle persone, perché il monopattino non è un giocattolo e non va utilizzato come tale. È un vero e proprio mezzo e va disciplinato. L'errore sta proprio nel fatto nell'aver introdotto e non averlo disciplinato evidentemente a dovere. Parlano i numeri.
Si dice: "Ah beh, introducendo una sanzione ex post non si elimina il problema ex ante". Beh, insomma, non è vero, perché allora non dovremmo introdurre nessun tipo di sanzione amministrativa o penale o di qualsiasi tipo.
Si dice che il Governo Conte ha stabilito, ha introdotto questo tipo di mezzo. Ripeto, nessuno lo sta demonizzando, è un mezzo green va benissimo: non è stata prevista una disciplina. Ha introdotto anche i banchi a rotelle, voglio dire. Adesso non voglio tornare su questo argomento assolutamente canonico e anche questo molto inflazionato, però non è che il Movimento 5 Stelle, collega Baldin, abbia sortito dal cilindro magico delle idee sempre e comunque valide. Probabilmente monopattino lo è, disciplinato lo sarebbe. In questo modo, no: ha creato evidentemente dei danni. Mi chiedo anche perché lei stessa non abbia fatto proposte visto che la nostra risulta essere particolarmente lacunosa e poco utile.
Sono perplessa anche nel momento in cui si dice: "Ah beh, ma un progetto di legge statale proposto da un Consiglio regionale che deve andare a Roma è inutile, perdiamo tempo, a cosa serve?" Una dichiarazione di questo tipo, a mio modesto avviso, ma rimane sempre un mio umile parere, va ad esautorare quello che sta facendo oggi e sempre un Consiglio regionale.
A quel punto, signora Baldin, inviti tutti noi a prendere il telefono e con WhatsApp o con una telefonata chiamare i nostri referenti in Parlamento per dire, come ha detto lei, in via informale, che abbiamo bisogno di accelerare sul tema monopattini.
Io sono felice che abbiamo una procedura: va rispettata. È chiaro: i tempi sono lunghi, la burocrazia insomma sappiamo che non è esattamente delle migliori, non abbiamo un primato fantastico in Italia. Però, se ci sono dei procedimenti, vanno seguiti, per cui esorto, a questo punto, a votare in maniera anche abbastanza veloce il progetto di legge affinché possa essere inviato a Roma in tempi brevi. E invito tutti coloro che hanno parlato di bicicletta e di altri mezzi anche a proporre altri progetti di legge su cui parlare, rimanendo quindi su questo focus ed evitando di spostare il problema altrove.
Detto questo, ringrazio di nuovo tutti i colleghi che hanno dato il proprio sostegno o anche soltanto il proprio punto di vista sull'argomento.
Mi auguro veramente di cuore, perché quando si parla della sicurezza dei cittadini è inutile dire che ci sono anche ragioni di cuore, che questo progetto di legge possa essere votato, conterei sull'unanimità, anche se probabilmente dovrei contarci poco, però è importante non girarsi dall'altra parte ed è importante parlarne e agire. Grazie.

PRESIDENTE

La ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il correlatore Montanariello per replica.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, grazie.
Io questo lo avevo preso come un bel dibattito, ricco di spunti, ricco anche di informazioni, che chi insomma viene da varie esperienze, da varie realtà, porta.
Mi dispiace vedere tutto questo nervosismo della consigliera Cestari, probabilmente perché pensava che questi due piccoli cambi potessero passare in quest'Aula come panacea per i problemi che ci sono. Però, consigliera Cestari, intanto la invito a rivedersi un po' il dibattito. Anzi, abbiamo detto: bene discutere di questo tema. Guardo lei, Soranzo, che ho di fronte. Credo di aver detto questo.
Dopo però mi dispiace che quando si mettono a nudo le criticità, ma semplicemente con lo spirito di colmarle, di cercare di aggiustare e dare un contributo, ci sia, consigliera Cestari, tutto questo nervosismo. Però la capisco, Consigliera, perché effettivamente, quando viene alla luce che il provvedimento è un po' così schernito appunto che c'è un dibattito di un'ora di un'ora e mezza e che si parla anche di tutt'altro, probabilmente il dibattito deviato su altre argomentazioni è segnale e simbolo che forse era un po' incompleto questo provvedimento. Importante e serio, continuiamo a ringraziarla per averlo portato, però il dibattito ci ha dimostrato che non può essere la soluzione per quello che noi diciamo.
Ed è vero anche che lo hanno presentato altre Regioni, ma a questo punto, visto che ormai c'è nervosismo, diciamole tutte le cose, Consigliera. Io sicuramente mi son sbagliato nel vedere, ma credo che sul sito della Regione Lombardia sia visibile un progetto di legge quasi uguale, non dico da copia/incolla perché forse sbaglierei un punto e una virgola, adottato dalla Giunta Lombardia. Non so se l'abbia adottato il Consiglio, ma adottato dalla Giunta Lombardia. Forse sbaglio un punto, sbaglio una virgola, ma è quello insomma.
Quindi, voglio dire, lo spirito è andare ad aggiustare i problemi o andare a rincorrere qualche altra Regione, magari per dimostrare a Roma che il Veneto non ha fatto un lavoro diverso dalla Lombardia? Perché guardi delle due, io preferisco la prima delle due. Dopo guardi, lei sta parlando con un cultore dell'Istituzione a 360 gradi, quindi guai a svilire il potere dell'Assemblea legislativa, che è sovrana e sempre, però alcune volte le cose vanno messo un po' in rete, vanno, anche nell'interesse del popolo veneto, affrontate con i giusti passaggi, con i giusti meccanismi.
Quando la consigliera Baldin, che non sta a me né interpretare quello che dice né difenderlo, ma dice che effettivamente ci sono anche altri modi per spingere e perorare questa causa, non ha tutti i torti visto che alla fine il Ministro dei Trasporti è comunque un soggetto del suo Partito. Ma non è una polemica, è perché o ci si lavora tutti nella stessa direzione per risolvere un problema, ognuno come può, con le diversità, con i propri canali, con i propri riferimenti. Oppure se passa il messaggio che è quello che dice lei, consigliera Cestari: è la panacea che risolve tutti i mali e quelli che sono a Roma non capiscono niente e il Ministro, anche se il nostro, è inutile chiamarlo, mandiamo il progetto di legge, quest'altro fa ma non conoscere la nostra realtà, io credo che facciamo ben poca strada. Ma anche io per primo, se ragiono così, guardi. Credo che sia un problema di carattere generale.
È indiscutibile il fatto che problemi su questa nuova mobilità sono tantissimi e io mi do anche un'altra spiegazione, ma è una spiegazione che mi do io: probabilmente noi paghiamo un gap infrastrutturale in confronto al resto dell'Europa ormai trentennale, perché nel resto dell'Europa questi problemi non succedono, perché sono trent'anni che esistono le piste ciclabili. Come da noi si usa fare prima le case, dopo le strade, dopo i parcheggi, così è successo anche questa volta qui. Sono arrivati prima i monopattini e dopo si è pensato a dire: "Facciamo le piste ciclabili". Perché la verità è questa, il tema è questo.
Nel resto dell'Europa sono trent'anni che si viaggia con un sistema di mobilità e di turismo lento, da noi invece, quando è arrivato il monopattino, perché la globalizzazione te lo fa vedere su internet, su Facebook, su Instagram, lo compri e ti scontri a dover camminare dopo su una strada magari fatta di sampietrini, dove se sei fortunato caschi sul sampietrino fuori posto, se sei sfortunato ti investe una macchina. La verità è questa, quindi non c'è tanto da dare le colpe a uno o all'altro. È che, arrivando questo nuovo sistema di mobilità, noi abbiamo un gap infrastrutturale. Tutto. Per colpa di chi? Di tutti, tutti i colori e tutti coloro che hanno governato. Culturalmente non era la strada che l'Italia ha preso. Questa è la spiegazione vera.
Quindi non è che noi possiamo ricercare in formule o alchimie astratte la problematica di come mai si arriva a tanto ed è per questo che allora l'invito è ad intervenire in maniera globale e complessiva, ma nell'interesse di tutti, perché il problema non è il monopattino, lo abbiamo sentito dire da tutti gli interventi dei colleghi: è la bicicletta elettrica. Lo diceva prima Giacomin, lo diceva Dolfin. Parlate con uno che viene dalla capitale nazionale delle biciclette elettriche: Chioggia è la capitale nazionale delle biciclette elettriche. Volete che non sappiamo il problema? Volete che non abbiamo mai fatto con i nostri passeggini lo slalom sui marciapiedi per scansare le biciclette elettriche? Sperando che non ti cada addosso il passeggino sennò o fai male al figlio o devi litigare col papà del ragazzo perché gli hai rotto la bici.
I problemi o li inquadriamo tutti o se la rincorsa è fare come la Lombardia per dare una testimonianza di presenza, non saremo mica noi a svilire il ruolo di questa Assemblea legislativa! Sarà forse chi, in quest'Aula, ha il compito di proporre, ma anche di ascoltare, perché quando proponi devi saper anche ascoltare, e si trincera dietro una tale convinzione delle proprie idee che il problema è solo quello che si è inquadrato.
Il problema è quello e ringrazio ancora la consigliera Cestari. Non è vero che qualcuno ha detto che ha perso tempo. Lei sta parlando con una persona che valorizza e ringrazia sempre il lavoro degli amministratori, perché il dibattito non è mai una perdita di tempo, anche quando è lungo, anche quando è su posizioni diverse. Perché è la diversità che aiuta a migliorare i processi decisionali.
Non so a chi si riferisce lei sul perder tempo. Ma le posso garantire che non è neanche un linguaggio che ci appartiene, per cultura e per natura.
È anche vero però che se nasce un dibattito, non siamo diversi dal collega Dolfin, dal collega Giacomin, dal collega Pan, ovvero, che entrano in questo dibattito con contributi a 360 gradi. Giusta l'osservazione su Conte, giusta l'osservazione sulla rotatoria, giusta l'osservazione del turista, giusta anche l'osservazione delle patenti. Però il Codice della strada è certo.
Consigliere Dolfin, io posso comandare una nave di 1.000 persone, ma non posso guidare una barca che ha un 40 cavalli se non è professionale ed è da diporto. Certo che le cose vanno dette tutte quando entri in questi termini.
Lo diciamo forse per renderci conto di quanto arzigogolato sia il sistema normativo in certi temi e di come quei rapporti che forse, a volte, diciamo che non servono, andrebbero usati per parlare, quando abbiamo la fortuna di avere un Ministro (quando capiterà a noi o a voi, se lo avrete) per dire: caro Ministro, mettiamo mani a questa vicenda, perché è un caos del diavolo su queste cose.
Cerco di concludere ribadendo l'apporto propositivo a questo dibattito, che non è quello che vuole sminuire, però non può essere neanche affrontato avendo di fronte chi si trincera dietro una convinzione che non è panacea per i propri intenti di voler risolvere.
Il potere dell'Assemblea legislativa è anche quello di discutere, di confrontarsi, di chiamare le cose per nome, di dire che su quel mondo lì vanno messe le mani a 360 gradi.
Vi racconto un aneddoto nei 44 secondi che mi restano: incidente stradale, i Vigili sequestrano la bicicletta perché risulta che fa più della velocità consentita. Comune di Chioggia (abbiamo pagato il debito fuori bilancio io e il collega): la perizia del Tribunale dice che è successo in virtù del tamponamento che ha spostato il pignone e in pratica il Comune ha pagato i danni (è il debito fuori bilancio) perché il Codice della strada diceva che quella bici poteva esserci. Va messo mano a questo in maniera più complessiva? Vogliamo partire da questo? Ma certo, partiamo da questo, viva Dio. Non abbiamo mica detto che le voteremo contro. Eravamo per un'astensione: se continua forse ci convincerà a votare contro, ma noi eravamo fermi a una astensione che dopo dichiareremo.
Concludo dicendo che i temi e i problemi son tanti e quanto si affrontano certe discussioni bisogna avere l'onere e l'onore di dire che ci si entra in un dibattito serrato e spinoso che vede un'individuazione di temi molto più ampi del punto all'oggetto del giorno. Grazie, Presidente.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Bene.
Abbiamo terminato la discussione generale.
Passiamo all'articolato.
Colleghi, si vota con Concilium.
Mi sembrate tutti quanti presenti, chi lo è, e quindi partiamo con le votazioni.
Siamo sull'articolo 1.
emendamento n. B0001.
Prego, Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, con questo emendamento e con il successivo, che di fatto è una norma transitoria, intendevo portare una modifica al PDL in oggetto che prevedesse l'introduzione nel mezzo di alcuni strumenti che potessero garantirne una minore pericolosità e una conduzione da parte del conducente più responsabile.
Poiché in sede di Commissione mi è stato fatto giustamente notare che questo PDL ha come focus il conducente e non il mezzo ed è evidente che il mezzo poi probabilmente accanto alle proposte che io ho fatto con questo emendamento potrebbe essere giustamente soggetto a ulteriori modifiche atte a renderlo maggiormente sicuro, ritengo di ritirare l'emendamento in questione e anche l'emendamento che prevede la norma transitoria, che era appunto prevista, per permettere alle aziende produttrici di adeguare i mezzi alle modifiche tecniche.

PRESIDENTE

Bene.
Sono ritirati entrambi gli emendamenti.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Non vedo interventi, quindi metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale.
Dichiarazioni di voto.
Non vedo nessuno... Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ero indeciso fino all'ultimo, ma il coro dei colleghi mi ha incoraggiato, quindi...

PRESIDENTE

Aspettava la standing ovation per decidere?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Quindi ringrazio i colleghi anche per questo accenno di incoraggiamento a continuare il dibattito.
Presidente, sarò molto breve o perlomeno cercherò di esserlo.
Grazie, Presidente. Mi avete sottratto 35 secondi. Adesso obiettivamente, a parte questa parentesi che ogni tanto serve per sdrammatizzare anche un po' il clima un po' pesante che si crea dopo ore di dibattito, segno della serietà che ci mettiamo nell'affrontare i problemi, però, tornando sul pezzo, effettivamente ribadisco quanto detto nel primo intervento.

PRESIDENTE

Signori prego, lasciamo parlare.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Consigliere, Soranzo, magari schiacci il bottone e me lo dice al microfono se il suo Capogruppo la delega.
Obiettivamente il progetto di legge è una cosa importante; va ringraziata la Consigliera perché ci ha dato modo di discutere in quest'Aula e di mettere insieme, come dicevamo prima, senza ripeterci, quelle esperienze. Guardate che non è poco, perché su un territorio come il nostro, fatto di lagune e di montagne, anche queste sono esperienze dove i territori hanno delle diversità al proprio interno, anche dal punto di vista della mobilità. Non sottovalutiamo questa cosa. Il racconto della collega di Padova è un racconto diverso da quello del collega che viene da altre zone.
Ringraziamo la collega per questo dibattito importante; condividiamo sicuramente i princìpi di questo progetto di legge, princìpi che, non serve ribadire, sono princìpi importanti. A cuore di tutti noi, si è capito, sicuramente c'è la sicurezza per la popolazione in generale, per chi guida il mezzo, per chi viene investito dal mezzo, per chi deve scansare il mezzo parcheggiato male. Su questo credo che siamo tutti d'accordo, così come siamo tutti d'accordo che c'è un caos a livello amministrativo che in qualche modo bisogna cominciare a riprendere.
È proprio per questa ultima considerazione che faccio che consideriamo che con questo progetto di legge non si va nella direzione di prendere il bandolo della matassa in mano e cercare di riavvolgere quel nastro che forse si è perso in questi anni. Forse la tecnologia e la mobilità sono avanzati ancor più di quanto siano avanzati la politica e il legislatore stesso.
Motivo per cui... Mi sono fermato perché sentivo la "ola" di Fratelli d'Italia...

PRESIDENTE

Guardi, il livello mi sembra relativamente contenuto. La sua voce è anche tonante, quindi...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi sono fermato perché io ho rispetto dei cori ed è un peccato non valorizzarli.

PRESIDENTE

Prego, Montanariello, dichiari.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Detto questo, in concertazione con i colleghi, abbiamo pensato di porgere la guancia alla collega in modo da aiutarla a non trincerarsi più magari dietro le barricate della diversità di idee che si sviluppano in un democratico dibattito, dando, come segno di buona volontà, un voto di astensione su questo provvedimento, per non mandarlo, come provvedimento che ha avuto dei Consiglieri che votano contro, pur non essendo convinti che questa possa essere la risoluzione vera ai problemi che ci sono. Ringraziandola per il lavoro prezioso ed importante che ha fatto, ci asterremo come segno di conciliazione e buona volontà che bisogna avere, Presidente, come lei ci insegna, sempre a mente in quella rettitudine che ci deve contraddistinguere quando gli interessi del popolo veneto sono al di sopra delle parti politiche.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuta prima, ma solo perché condivido anche i ragionamenti portati dai colleghi nella discussione generale e allo stesso tempo però mi permetto di rivendicare insomma l'importanza di dare regole chiare, senza appunto stigmatizzare, piuttosto che sminuire, quello che può essere sicuramente uno strumento utile per la mobilità, intesa come mobilità dolce all'interno delle nostre città e dei nostri paesi.
C'è un aspetto però chi mi sento di condividere con voi, dato che ho sentito con molto piacere una grande attenzione personale e questo è ovviamente non banale rispetto alla questione della sicurezza stradale; sicurezza stradale che implica naturalmente sicurezza per i mezzi e per coloro che li utilizzano, mezzi a motore, così come mezzi non a motore e per i pedoni.
Per questo motivo io vorrei porgere la mano, non la guancia. La mano ve la porgo così. Tra poco affronteremo l'approvazione del bilancio regionale. Dopo aver affrontato anche in Commissione Seconda poi l'approvazione, il parere rispetto alla graduatoria che assegna risorse per 30 progetti comunali per la sicurezza stradale, 30 su praticamente quasi 150 giudicati ammissibili e accogliibili da parte della Giunta regionale secondo il sistema di punteggio definito, quindi 30 su quasi 150 che già indicavano una scarsità di risorse nella disponibilità di questo bando.
Ma la cosa che mi preme ricordarvi è che in questo bilancio regionale che andremo a approvare tra poco non c'è un euro destinato per la sicurezza stradale e per la legge 39 del 1991.
Per cui, nel momento in cui interveniamo qui, ribadendo la necessità e l'urgenza di interventi complessivi importanti definiti per quanto riguarda la sicurezza stradale, ricordiamoci di queste parole, di questo sentimento così positivo e accomunante anche nel momento in cui dovremo affrontare una discussione di bilancio che dovrà dare seguito agli ulteriori progetti che fino ad oggi rimarranno esclusi dalle risorse che la Regione del Veneto ha destinato per questi importanti obiettivi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione i PDLS 5 e 6 abbinati.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al punto n. 7, Mozione n. 75.
PUNTO
7
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI E SORANZO RELATIVA A "TUTELA INTERVENTI URGENTI SUL DDL N. 2005 IN DISCUSSIONE PRESSO LA SECONDA COMMISSIONE''ONE N. 75) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 112/2021)

PRESIDENTE

Presentatore il collega Speranzon.
Prego, Speranzon. Se chiede la parola.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, la ringrazio per la parola.
Abbiamo inteso presentare questa mozione perché nei mesi scorsi era nel dibattito politico nazionale, soprattutto a livello parlamentare, agli onori della cronaca l'imminente votazione del cosiddetto ddl Zan. Poi, per evidenti conflitti all'interno della maggioranza che guida il nostro Paese, è stato derubricato ed evidentemente non è stata riconosciuta questa urgenza da parte del Governo.
Ma io voglio entrare un po' nel merito di cosa dice il ddl Zan. "La legge - dicono i promotori -serve perché è necessario difendere i gay e i trans: non possiamo più consentire l'aggressione fisica o verbale in base all'orientamento sessuale. È un'emergenza sociale".
Facciamo chiarezza. Non vi sono lacune normative: nel nostro Codice è già previsto che chi compie violenza, aggredisce, offende qualcuno, discriminando in base all'orientamento sessuale, è già punito dalla legge. La tutela di qualsiasi tipo di offesa alla persona, quale che sia il suo orientamento sessuale, è insito in un sistema che sanziona con pene (N.d.r. mancanza di audio) contro l'incolumità personale, i delitti contro l'onore, come la diffamazione, i delitti contro la personalità, i delitti contro la libertà personale o la violenza sessuale, i delitti contro la libertà morale, come la violenza privata, la minaccia e gli atti persecutori. Dunque non c'è alcun vuoto normativo e il nostro ordinamento tutela già la vita, l'onore e l'incolumità delle persone, senza operare alcun tipo di distinzione circa la vittima del reato, nel rispetto del principio di eguaglianza.
"È necessario - dicono sempre i difensori del ddl Zan - introdurre un'aggravante per chi aggredisce qualcuno per motivi così gravi come la discriminazione per l'orientamento sessuale". Il Codice penale, all'articolo 61, prevede già questa aggravante: in giurisprudenza viene utilizzato il comma 1 dell'articolo 61 come aggravante per aggressioni discriminatorie. "Aggravano il reato quando ne sono elemento costitutivo o circostanze aggravanti speciali le circostanze seguenti: l'aver agito per motivi abietti o futili".
"È evidente che la legge attuale non basta, dicono i promotori, vista l'emergenza sociale attuale: a parlare sono i numeri che vediamo". Premesso che, fosse anche uno solo il caso andrebbe tutelato dalla legge e abbiamo visto che la legge lo tutela. Affermare che ci sia una escalation o che ci sia un'emergenza sociale, lo lascio giudicare ai Consiglieri leggendo quelli che sono i numeri, dati ufficiali del Ministero, di OSCAD, l'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori del Ministero dell'Interno: dal 10 settembre 2010 al 31/12/2018 sono state raccolte 1.513 segnalazioni di crimini di odio, i cosiddetti hate crime, o interventi di odio, hate speech. Di questi il 59,3 hanno come matrice la razza o l'etnia; il 18,9 la religione; il 13% l'orientamento sessuale; il 7% la disabilità; l'1% l'identità di genere. Per cui, vediamo che i numeri, per quanto importanti, sono numeri, nell'arco di un decennio, che non ci dimostrano un'emergenza sociale.
L'articolo 1 del ddl Zan definisce "l'identità di genere come l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione". Questa è un'espressione che indica il senso di appartenenza di una persona ad un genere col quale essa si identifica a seconda di come si percepisce in un dato momento. È la porta d'ingresso al cosiddetto self-id, che ha portato già gravi danni, non a tutti, soprattutto al genere femminile nei Paesi in cui è stato approvato e basti leggere le dichiarazioni non di reazionari esponenti della destra politica italiana o mondiale, ma delle persone che appartengono al mondo LGBT, come ad esempio, la responsabile...

PRESIDENTE

Grazie.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Lascio continuare poi un mio collega.

PRESIDENTE

Sì, grazie.
Bene.
Iniziamo la discussione sulla mozione.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noto una leggera contraddizione, capogruppo Speranzon, perché sostenere che non c'è urgenza di occuparsi di questo tema e presentare 20 mozioni su questo tema dà un po' il segno. Io lo so che è importante avere un po' di visibilità sulla stampa e so che Fratelli d'Italia si diverte a prendersi un po' di spazio per spiegare che è contro il ddl Zan, però francamente, lo dico anche per l'economia dei lavori di questo Consiglio, speriamo che sia l'ultima, perché gli argomenti poi sono sempre gli stessi e rischiamo di andarci a ripetere. Peraltro, la mozione di oggi è particolarmente curiosa sia nel merito, sia per quando poi avviene questa discussione.
Dico nel merito perché vorrei capire come è possibile votare una mozione in cui chiediamo all'organo esecutivo di trasferire un punto di vista non al Governo, bensì al Parlamento italiano. Siamo un'Assemblea legislativa: sarà il Consiglio regionale che comunica con l'Assemblea legislativa nazionale. Invece è stata accettata una mozione che impegna la Giunta a indicare ai Parlamentari cosa devono fare.
Proprio siamo, mi sembra, un po' fuori dalle competenze, dal rispetto della catena di trasmissione delle indicazioni politiche anche dal punto di vista istituzionale.
Ma, detto questo, siccome c'è un limite all'infingimento e siccome il tasso di omofobia contenuta nelle mozioni scritte da Fratelli d'Italia, a mio giudizio, è l'argomento che ci dovrebbe far capire come mai serve il ddl Zan, ora, siamo talmente fuori da quello scandalo di cui ci parlava Speranzon che la stessa mozione è obbligata a scrivere in premessa che questa legge, al fine di garantire una protezione differenziata e rafforzata per i casi di discriminazione e di violenza fondati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Ora è evidente che l'articolo 3 della nostra Costituzione, che ispira a un principio di uguaglianza tra tutti, è appunto un'ispirazione perché sono numerosissimi, capogruppo Speranzon, i casi di diseguaglianza per religione, per razza, per censo che in questo Paese viviamo, anche sull'orientamento sessuale. Allora io credo che sia giusto affrontare questi temi concretamente.
Peraltro, questa discussione arriva il giorno prima che è stata calendarizzata nell'Aula del Senato la discussione sul ddl Zan. Rispetto a questo tema, il Partito Democratico, che è presentatore di questo disegno di legge, ha già detto a tutte le forze politiche: "Siamo disposti a discutere", proprio per quel principio che è fondamentale per il nostro Partito, che 1) decisioni così importanti si deve cercare di prenderle con la maggioranza più ampia possibile; 2) perché pensiamo che il percorso dei diritti civili sia un percorso che non può essere interrotto per il tasso di omofobia di alcuni Partiti che siedono in Parlamento. Mentre il Partito Democratico dice: "Siamo disposti a discutere, non siamo d'accordo con lei, capogruppo Speranzon, ma discutiamone in Aula", il suo Partito e il Partito della Lega di Salvini propongono la cosiddetta tagliola, cioè non vogliono discutere il provvedimento eventualmente per trovare una mediazione e offrire al Paese una soluzione utile. Semplicemente la maggior tutela e il rafforzamento dei diritti delle persone che, per ragioni di orientamento e di identità sessuale sono discriminati, voi non la volete riconoscere.
Questo è un problema di identità politica, culturale e di ciò che distingue, Presidente, la destra dalla sinistra, perché la destra di Fratelli d'Italia è quel Partito che pensa che i diritti civili, se vengono ampliati, tolgono qualcosa a voi. Ma cosa vi tolgono? Che problemi avete? Che paura avete della diversità? Che è la società nella quale già vivete.
Ecco, io penso che, grazie a Dio, il modello ideologico, il modello ideale... io l'ho ascoltata, ho fatto fatica anch'io, sono sicura che potrà fare fatica anche lei ad ascoltarmi. Il modello ideologico per cui le società sono costruite solo come volete voi e chi è diverso da voi deve andare da un'altra parte o essere rinchiuso è una società ideologica che in Italia non c'è più.

PRESIDENTE

Signori, se vogliamo buttare la discussione in rissa, interrompiamo i colleghi. Se volete, ci fermiamo una mezz'oretta, ci calmiamo e poi riprendiamo. Decidete voi.
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Vorrei intanto fare un primo accenno al tentativo di lezione di diritto del collega Speranzon. Una precisazione, semplicemente: lui ha detto che già le circostanze aggravanti prevedono in sostanza quelle fattispecie oggetto del ddl Zan.
Ricorderei invece che le circostanze aggravanti concorrono con le attenuanti nella definizione della pena. Proprio per questo le aggravanti rischiano di essere eliminate dalla presenza delle attenuanti. Proprio per questo motivo è necessario avere una fattispecie dedicata di reato, proprio per evitare questa contraddizione.
Detto questo, vorrei ricordare un aspetto: Europa Verde, il Partito di cui faccio parte, connesso con lo European Green Party, in Europa ha governato affianco di Partiti sia conservatori che progressisti, perché il nostro approccio si basa fondamentalmente sul rendere il nostro continente più sostenibile, attento all'ambiente, ma anche in prima linea nella promozione dei diritti delle persone.
I diritti dei cittadini, come il tema dell'ambiente, non conoscono assolutamente alcun colore politico. Riguardano tutti. Però dispiace riscontrare poca sensibilità, se non appunto anche un'avversità nelle forze populiste della destra, nel nostro Paese su entrambi questi temi, cioè quello appunto della garanzia dei diritti come quello ambientale.
Nel Regno Unito vorrei ricordarvi che fu proprio un Governo conservatore, quello di Cameron, ad introdurre il matrimonio egualitario con un voto trasversale in Parlamento. È legittimo avere opinioni diverse. Zitto, collega, dai. Buono. ( N.d.r.: traduzione dal dialetto) Se vogliamo parlare le lingue delle minoranze all'interno del nostro Consiglio, almeno pronunciamo bene anche le altre.
È legittimo quindi avere opinioni diverse su un provvedimento e avanzare proposte di modifiche attraverso emendamenti o promuovere un dibattito anche acceso, come ricordava la collega prima. Altra cosa, invece, è imporre barricate che sanno esclusivamente di preconcetti ideologici.
Il presidente Zaia, lo ricordo anche a voi, si è espresso a favore della legge contro l'omofobia, quindi anche lui riconosce quanto in Italia sia necessario introdurre strumenti legislativi specifici e utili per prevenire fenomeni di omotransfobia.
Vorrei ricordare le parole del Presidente della Repubblica, Mattarella, pronunciate in occasione della Giornata Contro l'Omofobia quest'anno. Dice: "Questa giornata è l'occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e dunque, per riaffermare la centralità del principio di eguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Le attitudini personali e l'orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto della dignità umana, perché laddove ciò accade, vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica. Quindi l'invito che faccio oggi a tutti voi e che desideriamo, penso, in molti farci, è quello di pensare che viviamo in un Paese dove esiste il fenomeno dell'Under Reporting, ovvero la mancata denuncia. Questo non solo per quanto riguarda gli episodi di omofobia, ma per tutti quei crimini d'odio e di violenza di genere. Per cui i numeri riportati prima in quest'Aula scontano una grave situazione di indisponibilità alla denuncia proprio per l'assenza delle caratteristiche di protezione sufficienti. Pensate, ad esempio, a quante donne si presentano in Questura dopo aver subìto la violenza, ma all'ultimo decidono di non sporre denuncia per una serie di motivi che ormai tutti conosciamo.
Non abbiamo bisogno di altro sangue o di altre violenze per riconoscere che ci troviamo di fronte ad un problema che, per essere risolto, necessita di strumenti culturali e legislativi. Questo non toglie nulla a me e non toglie nulla a tutti voi, perché potrete continuare a dire che siete contrari al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma con l'introduzione della legge contro l'omofobia si previene la violenza fisica e verbale nei confronti delle persone LGBT+.
Non si puniranno le opinioni, perché sono garantite dalla Costituzione, non si potrà più auspicare alla pulizia etnica contro gli omosessuali, come fece un tristemente famoso Sindaco di Treviso. Quando si dice che il nostro Paese ha bisogno di altre priorità e ci sono altre cose più urgenti, ricordo che i cittadini ci hanno eletto, così come ricordavate prima voi su altri temi, per affrontare a 360° i temi, le problematiche e le urgenze dei singoli cittadini, delle comunità che vivono nel nostro territorio. Il ddl contro l'omofobia è uno strumento già adottato in altri Paesi e per questo motivo è importante ribadire la necessità di rifiutare, in modo assoluto, ogni forma di discriminazione. Non soffermiamoci – e termino, Presidente - al solito dialogo di routine che dice: "Ho molti amici gay, ma..." e solitamente dopo questo si elencano nefandezze di ogni tipo, che negano il rispetto per le persone. Anche io ho molti amici leghisti e vi posso garantire che non tutti la pensano nella stessa maniera. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io speravo di aver già discusso di questo tema, visto che in quest'Aula il 9 di aprile, su una mozione che io avevo proposto, si era accesa una discussione e ricordo benissimo che il collega Speranzon si era proprio posizionato su quella mozione dicendo: "Ne deve discutere il Parlamento di questa legge, è lì che ne stanno discutendo. Perché dobbiamo perdere tempo a discutere ora?"
Oggi vedo una nuova mozione e ribadisco la stessa cosa che in quella mozione già c'era: se volete davvero contribuire a rendere questa legge una legge utile per questo Paese, lavorate nelle sedi competenti, quelle del Parlamento, e non affossate una proposta di legge che non è chiesta dal parlamentare Alessandro Zan o da chi ha firmato quella legge, ma è chiesta dalle persone - e lo ribadisco perché l'ho detto il 9 aprile - qui fuori, soprattutto i più giovani, che stanno chiedendo che una legge Mancino, vecchia del '75, venga modificata inserendo alcune fattispecie perché il mondo è cambiato, che voi lo vogliate o no, e i giovani in particolare vogliono anche potersi auto-definire.
La questione dell'autodefinizione non è oggetto di questa mozione, ma qui la porto, è un tema importantissimo se noi vogliamo vedere una società che si pacifica anche rispetto al tema del genere, visto che stiamo parlando tanto di società che si deve ripacificare. Questo è un tema che i più giovani stanno chiedendo: se andate nelle piazze dei Gay Pride, se andate nelle piazze anche fuori dai Gay Pride, dalle persone che magari lì in piazza non ci vanno, hanno la voglia di esprimere liberamente una loro opinione senza la possibilità di essere perseguitati o subire violenza.
Dico anche un'altra cosa al consigliere Speranzon. Prima ha citato dei dati, ma i dati vanno citati in chiave storica e se quei reati che lei ha citato l'OCSE dice che aumentano del 32% rispetto all'anno precedente solo in Italia, noi abbiamo un problema che dobbiamo prendere in carico e credo che i legislatori appunto nazionali, il proponente Zan, ma anche chi sta collaborando eventualmente a modificare quella legge secondo le opinioni di un'Aula parlamentare, come è legittimo, questo lavoro almeno lo stiano facendo, mentre voi e anche il candidato premier Salvini, stanno facendo per affossare una legge necessaria.
Anche nel suo intervento c'è un tema, appunto una fake news che varie persone iscritte al vostro Partito, ma anche a quello della Lega, usano per affossare questa legge: che la libertà di espressione non sarebbe più garantita. Io cito, anche per chi magari sta ascoltando, magari riporterà sui giornali domani la nostra discussione, l'articolo 4: "Sono comunque, ai fini della presente legge, fatte salve la libera espressione di convincimenti ed opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte".
Tra l'altro, esiste una norma addirittura sovraordinata, che è la norma della Costituzione, che permette la libertà di espressione, quindi non vi preoccupate, l'ho già detto già il 9 aprile: se dovessimo entrare in una dittatura degli eterosessuali, e io e lei ci tenessimo per mano per strada, se fossimo picchiati, potremmo chiedere, grazie al ddl Zan, di avere un'aggravante perché è un crimine rispetto a un nostro orientamento sessuale.
Secondo tema, quello delle scuole. Io credo sia un'altra fake news che vari interventi portano: quella di dire che si userebbero i bambini. Anche oggi, in vari articoli di giornale, questo si legge. È un'altra opinione falsa, perché si può essere d'accordo o non d'accordo nel merito, lei non è d'accordo, io sono d'accordo, ovviamente abbiamo una posizione diversa. Ma io credo che l'Italia, e in generale questa società, abbia bisogno di informazioni vere. È vero, si introduce una possibilità: quella di celebrare, ad esempio, nelle scuole la giornata contro l'omotransfobia. È una scelta che la scuola può fare, non è un'imposizione. Si può discutere se sia d'accordo o meno, il Parlamento lo farà. Credo che affossare una proposta di questo tipo, dicendo che si usano i bambini sia una notizia falsa, una fake news, che troppo spesso si sente usare all'interno di questo Paese.
La mozione che voi proponete ha un dispositivo molto chiaro, già la collega Camani ha detto che forse esce dalle possibilità: "impegna la Giunta regionale a farsi portavoce presso il Parlamento della Repubblica e presso la Presidenza sul ddl Zan perché è suscettibile di violare la libertà di pensiero, la libertà di parola, la libertà di opinione, la libertà di associazione, la libertà di stampa, la libertà di educazione, la libertà di insegnamento e la libertà religiosa", credetemi, se andate a leggere il ddl Zan, tutto questo non è contenuto.
E io credo che la politica non debba più usare fake news.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il collega Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Non è la prima volta che parliamo di questo tema in quest'Aula: "Repetita iuvant", dicevano i latini.
Credo che parliamo di qualcosa, di un problema che non esiste. Se noi guardiamo le discriminazioni che esistono - o presunte tali - nella nostra società, ci sono categorie infinite che possono sentirsi discriminate per un loro comportamento, per un loro modo di fare, per un loro modo di agire, per un loro modo d'essere, eccetera. E non è che per questo dobbiamo creare per ciascuna un reato particolare, una fattispecie particolare di tutela.
Per me questo viola il principio dell'uguaglianza tra cittadini. Noi siamo cittadini tutti uguali di fronte alla legge e i reati sono reati uguali per tutti, parimenti passibili di denuncia e quindi anche passibili di condanna. Non c'è un reato più importante di un altro: una discriminazione vale per tutti i soggetti, anche per chi magari, che ne so, fa mobbing o fa un'azione... ci sono azioni nelle scuole, ragazzi che poi, ahimè, sono indotti al suicidio perché sono discriminati per il loro modo d'essere, perché hanno un qualche chilo in più. Cosa facciamo, una legge anche per questi? Io credo che il fatto sbagliato in questa legge è che crea dei cittadini più uguali che hanno più diritti di altri.
Io non capisco quale sia la motivazione, anche perché abbiamo visto i numeri: sono, fra l'altro, fattispecie molto limitate, molto circoscritte, che sono più frutto di propaganda, di ideologia che non di reati in sé che vengono rilevati, appunto, dalle statistiche. Quindi la battaglia è puramente ideologica non è una battaglia di diritto, è una battaglia di ideologia; è una battaglia che praticamente rende ingiustizia verso tutte le altre discriminazioni e quindi la cosa migliore è che ci sia un reato uguale per tutti. È un reato qualsiasi tipo di discriminazione, indipendentemente dal fatto che sia rivolto... un'offesa rivolta a due omosessuali, è un'offesa al pari di due eterosessuali. Un'offesa è un'offesa, non è che se la rivolgi a due omosessuali l'offesa sei subito soggetto a rieducazione, sei condannato, sei messo nella pubblica piazza e se la fai, invece, a una coppia sposata, a una coppia di persone eterosessuali che vive la sua sessualità in modo diverso, questa no, è di serie B, viene archiviata, non ha nessuna considerazione. Capite che parte da un presupposto sbagliato. Ecco, quindi la mia contrarietà è che tutti siamo uguali di fronte alla legge e quindi i reati sono uguali per tutti. Non c'è una fattispecie più protetta degli altri che possa avere una tutela maggiore, perché quando ammettiamo questo di fatto discriminiamo tutti gli altri, quindi diventa una legge paradossalmente discriminatoria verso tutti coloro che non rientrano nelle fattispecie previste.
Questo è il primo motivo.
Secondo motivo: trovo assurdo che si introduca altre giornate, ormai abbiamo giornate di tutti i tipi, manca solo la giornata del cagnolino nelle scuole e poi abbiamo fatto la giornata per Fido. Manca anche la giornata sulla discriminazione di genere. Su un problema che, di fatto, ripeto, i numeri sono talmente circoscritti rispetto ad altri reati che sono ben più gravi, che meriterebbero semmai qualche giornata in più. Ecco anche questa è una cosa assurda, che, appunto, rispecchia quella ideologia intrinseca che c'è in questa battaglia su questo disegno di legge.
Io credo che per questo motivo basta questo, non vado ogni altri: per non discriminare ancor di più altri io sono fermamente favorevole a questa mozione, ma sono fermamente contrario all'approvazione di una legge inutile, puramente ideologica, che, invece, di aiutare a rasserenare gli animi... io vedo appunto una società molto più matura di quello che pensiamo: io non vedo gesti di discriminazione tutti giorni nei confronti di quelle persone; ho anche amici omosessuali, li stimo come persone, magari non condividono la loro condotta, però li rispetto come rispetto le scelte di chiunque altro. Non c'è bisogno che ci sia una legge particolare che se gli faccio una battuta, io venga subito condannato, mentre se loro fanno una battuta sul mio comportamento venga questa considerata una stupidaggine, una sciocchezza, qualcosa che non ha rilevanza penale o giuridica.
Ecco, quindi ritengo che non aumentiamo le discriminazioni: appunto perché non vogliamo aumentare discriminazioni, trattiamo tutti allo stesso modo, siamo tutti uguali, indipendentemente dal sesso, dal comportamento sessuale, dal colore della pelle, dal modo di fare, cioè ognuno di noi ha pari dignità di fronte alla legge e pari diritti e pari doveri. Per questo motivo ritengo questa legge discriminatoria rispetto a tutto il resto, a tutte le altre fattispecie, ma soprattutto rispetto alla totalità dei cittadini che anche loro hanno comportamenti, hanno un colore della pelle, hanno mille altri motivi per sentirsi discriminati e che non vengono tutelati. O tuteliamo tutti allo stesso modo, altrimenti creeremo una discriminazione di alcuni rispetto ad altri.
Basta questo motivo per dire no.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la collega Francesca Scatto.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Molto velocemente. Ricordo anch'io di essere intervenuta su questo tema e mi fa anche piacere ritornarci, non tanto sulla tematica in generale prevista dal ddl Zan, quanto a me sta a cuore l'articolo 4, laddove si legge che veramente "fatte salve la libera espressione di opinioni", eccetera "purché non idonee a determinare il concreto pericolo di compimento di atti discriminatori o violenti".
Per me la valenza di questo articolo è importantissima perché ritengo vi sia una violazione del diritto di espressione perché quando io leggo "purché non idonei a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti", leggo che praticamente se io passo per strada e in un contesto particolare magari uso un'espressione che a qualcuno, a qualsiasi persona possa sembrare lesiva di qualche diritto, io posso venire denunciata e, per questo, subire un procedimento penale.
Quindi la mia attenzione si pone ancora una volta sull'articolo 4, che sicuramente è qualche cosa di veramente estraneo alla libertà: visto che ci riempiamo tanto la bocca di democrazia e di libertà, non posso e non potrei mai non battermi perché questo articolo venga tolto. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il collega Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Presidente, grazie. Molto, molto velocemente.
Siccome sono stato condannato per discriminazione e non voglio più incorrere in queste condanne, dai banchi della minoranza ho sentito dire che non basta più LGBT, ma c'è anche questo "+". Visto che vengo dalla campagna, dal sud di Vicenza, avrei piacere che qualcuno mi spiegasse cosa significa il "più". Grazie.

PRESIDENTE

Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Non glielo spiego io, perché non sono esperto in tema, consigliere collega Formaggio. Sinceramente non volevo intervenire riguardo a questa mozione, anche perché già il capogruppo Speranzon stava delineando la linea politica del nostro Partito.
Però, a seguito della dichiarazione della consigliera Camani, ovviamente non si può non ravvisare l'ipocrisia, spesso e volentieri, della politica.
Se il 20 novembre 2020, in pieno lockdown, in piena pandemia, il Governo e il suo Partito avevano necessità di interessarsi del ddl Zan, penso che qualcosa non quadri in questa Italia, in questo Stato. Io credo che tutti noi molto probabilmente avremmo avuto degli impegni e delle urgenze diverse. Ma dal 20 novembre, il Segretario del Partito democratico si è ravveduto ed oggi ha dato la disponibilità ad aprirsi a tutte le forze politiche per modificare la legge, senza però dire realmente il motivo per cui quella legge fu affossata e bloccata, soprattutto da esponenti anche del suo Partito o ex del suo Partito.
Cito testualmente, giusto per capire quanto l'ipocrisia della politica diventi esclusiva battaglia politica solo ed esclusivamente per un interesse elettorale: ArciLesbica. Al "Corriere della Sera", la Presidente di ArciLesbica, Cristina Gramolini, ha detto: "Bisognerebbe emendare il ddl Zan. Con il ddl Zan criticare l'utero in affitto viene considerato omofobia. Per questo, la sede nazionale di ArciLesbica a Bologna è stata imbrattata con la scritta "#arcistronzi" firmato Rabbia Trans".
Il mondo femminista, "Corriere della Sera", Marina Terragni, che ha fatto le battaglie accanto al MIT (Movimento Italiano Transessuali), dice: "L'identità di genere è un oggetto non definito e non può mettere in una legge penale un oggetto non definito. Nel testo si parla di identità autopercepita, che è ambiguità che apre la porta alla self-id, l'autopercezione del genere. Per capire in California, dove il self-id - e ovviamente lo diceva prima il capogruppo è diventato legge - ci sono 270 detenuti che si sono dichiarati donna e hanno chiesto di andare nel carcere femminile".
Vado avanti e cito Anna Paola Concia, da "L'Avvenire", l'ex Deputata del Partito Democratico: "La legge Zan, è divisiva" e poi ha suggerito al relatore Zan di evitare di inserire nella lista delle categorie meritevoli di particolare tutela le donne, perché non sono una minoranza, bensì la metà della popolazione. "Chiedo che la categoria delle discriminazioni legate al sesso esca dal testo".
Concludo con Platinette, "Famiglia Cristiana": "Non mi piace l'arroganza con la quale si tenta di imporre a tutti ciò che è ovvio e che tutte le persone ragionevoli e razionali sanno, cioè che non devono esserci discriminazioni o aggressioni di nessun tipo sulla base dell'orientamento sessuale. Poi rivendico il diritto di dire che l'utero in affitto è una pratica aberrante, con i figli ridotti ad un prodotto che si ordina - lo dice Platinette non lo dico mica io, è vostro amico Platinette - è una pratica aberrante con i figli ridotti...".
Se Platinette fa un'intervista riguardo il ddl Zan glielo chieda a Platinette come mai. Le ho citato Anna Paola Concia che penso conosca molto meglio di Platinette lei, giusto? Benissimo. Che non è d'accordo, comunque. Lo dichiara lei. Allora come io le faccio l'esempio della Concia, lo faccio con Platinette. "Figli ridotti ad un prodotto che si ordina e poi si ritira dopo nove mesi. È una violenza inaudita sulle donne ridotte a fare figli per conto terzi e non basta dire che ci sono alcuni che scelgono di farsi pagare perché magari sono persone povere, quindi costrette a fare questo. In ogni caso posso avere la libertà di dire che è una pratica abominevole. Molte donne lesbiche, che fanno parte della comunità LGBT, si sono ribellate all'utero in affitto perché lo considerano qualcosa di violento e maschilista".
E alla domanda: "Il ddl Zan si propone di combattere e punire queste discriminazioni?" Platinette risponde: "Non sono d'accordo. La legge non risolve questi problemi perché tutte le norme possono punire, ma non educare. Per le aggressioni esiste già il Codice penale, mentre se vogliamo considerare offensivo e persino reato l'utilizzo di un linguaggio anche dissacratorio o imporre come diktat ad esempio la dicitura: genitore 1 - genitore, 2, ecco, tutto questo mi fa paura. Sono leggi liberticide da Germania dell'Est".

PRESIDENTE

Bene.
Io non vedo altri interventi, quindi abbiamo chiuso la discussione generale sulla mozione 75.
Se non ci sono dichiarazioni di voto... Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io mi scuso, ma non citerò Platinette, pur essendo una nota esponente del mondo culturale e istituzionale italiano, ma io non entro nel merito perché è veramente inutile, quando si sente una serie tale di falsità che volutamente vengono messe sul tavolo per non far capire di cosa stiamo parlando. Ora lo dico anche al capogruppo Speranzon: non è così difficile capire e sapere perché il Partito Democratico si è reso disponibile alla discussione e quindi alla riapertura dei temi che riguardano il ddl Zan, quindi alla modifica del testo al Senato. Perché non ci sono i numeri per approvarlo così.
Ma, a differenza della Lega e di Fratelli d'Italia, il PD è disposto alla discussione in Aula, mentre la Lega e Fratelli d'Italia, proponendo la cosiddetta "tagliola", non vogliono neanche consentire al Parlamento di discutere, a proposito di libertà. Ma se non si può parlare dentro quest'Aula dei contenuti veri di questo disegno di legge, credo che però sia utile - e su quella base di questo è la nostra dichiarazione di voto - prendere in considerazione come queste diverse mozioni che Fratelli d'Italia ha presentato su questo ddl Zan, riflettere su come, perlomeno questa iniziativa legislativa, ci consente o ci avrebbe dovuto consentire di mettere al centro della discussione il problema dei problemi. Le parole sentite oggi in quest'Aula confermano qual è il problema dei problemi: non è la modifica dell'articolo del Codice di procedura penale, non è neanche la giornata da celebrare nelle scuole. Il problema che questo disegno di legge sottolinea è che in questo Paese c'è un problema culturale in riferimento all'accettazione dell'altro e del diverso e le risatine che ho sentito in quest'Aula lo confermano: confermano quell'atteggiamento di derisione rispetto a chi non corrisponde ai vostri canoni di uomini, di donne, madri, cattoliche. Se non sono così non vi vanno bene, colleghi di Fratelli d'Italia.
Guardi, capogruppo Speranzon, io lo so perché grazie a chi ha combattuto per la libertà in questo Paese c'è anche spazio per chi non conosce e non ha rispetto per una diversità e questo lo capisco.
Ciò che però io penso sia inaccettabile...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega Camani, per favore.
Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo: io mi rendo conto che non ci siano sensibilità e rispetto per ciò che non conoscete e questo è anche legittimo. Ciò che per noi è intollerabile è che non portate rispetto per ciò che non volete vedere e non volete riconoscere: la società fuori da quest'Aula è già costruita da LGBT+, che meritano non tanto tutela, quantomeno rispetto.
Consigliere Formaggio, lei non deve sapere tutto, nessuno di noi sa tutto, però dovrebbe rispettare le persone che sono qua fuori.

PRESIDENTE

Signori, faccio cambiare l'aria?
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuto nella discussione perché mi sembra che abbia dei termini e dei toni che non mi sono consoni. Però, in sede di dichiarazione di voto ci tengo a dire la mia posizione: io mi ritengo un cattolico, cerco di farlo con coscienza e di farlo con attenzione.
Quello che mi dispiace è che nella discussione siano state identificate le sigle e non le persone. Per me è importantissimo: stiamo parlando di persone. Se la sensibilità di una persona viene toccata, io non sento e non sentirò mai l'autorità che mi venga da nessuna parte di giudicarla.
Il Papa stesso ha avuto delle parole, secondo me, significative sul giudizio nei confronti delle persone. Ha detto che l'ascolto e l'accoglienza devono venire prima del giudizio, e per me questo è molto importante.
Per cui io veramente cerco di portare in questa discussione e di motivare il voto di ciascuno di noi, l'attenzione alla persona che c'è dietro e la sensibilità di ciascuna persona. Veramente: fare un uso politico, fare un uso ideologico, da entrambe le parti, non funziona. Ciascuno di noi deve vedere una persona, non una sigla, sia questa "L", sia questa "G", sia questa "+".

PRESIDENTE

Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io non volevo intervenire su questo argomento, però sentendo quelli che sono stati gli interventi dei colleghi dell'opposizione, ho pensato che fosse necessario intervenire, perché ho sentito interventi particolarmente aggressivi.
Io voglio rivendicare un sacrosanto diritto, che è quello di dissentire con una proposta di legge che fa il PD. Io voglio dire una volta per tutte che qui ci sono delle persone che possono anche non essere d'accordo con il ddl Zan e questo non le sminuisce di fronte a voi o di fronte alla società che pensate di conoscere bene. Quando sento dire che non c'è rispetto per quello che non conoscete, chiedo alla consigliera Camani: lei cosa ne sa di cosa conosciamo noi? Quando lei ci dice che non conosciamo la società, le faccio la stessa domanda: lei cosa ne sa? Perché, vede, io penso di essere un ultra-liberale, credo che chiunque, qualsiasi cittadino italiano, abbia il sacrosanto diritto di fare quello che vuole nella propria vita privata e penso sia una sfera dove lo Stato non dovrebbe mai entrare. Ma penso che sia anche sacrosanto il diritto di dissentire da alcuni dei temi portati dal ddl Zan, ad esempio, io, da genitore, non sono d'accordo che ci sia la giornata contro l'omotransfobia all'interno delle scuole, perché da genitore voglio sapere cosa verrà insegnato alle mie figlie quando andranno a scuola in quelle giornate, voglio sapere chi sarà il relatore all'interno degli istituti in quelle giornate. Penso che chiunque di noi vorrebbe sapere questo e questo non vuol dire che non conosciamo la società. Io vorrei sapere, nel momento in cui si va a inserire un reato, quali fattispecie di reato costituiscono questa mancanza nei confronti della legge Zan, perché io voglio sapere se il fatto di criticare l'utero in affitto - cosa, secondo me, abominevole - rientrerà in queste fattispecie di reato.
Voglio sapere se criticare quello che fanno alcune scuole con genitore 1 e genitore 2 diventa anche questo reato. È possibile fare queste domande o ci è impedito perché bisogna passare il ddl Zan così com'è? Lei l'ha detto. Nel momento in cui lei non riconosce la possibilità per questi Consiglieri di pensarla in maniera diversa da lei, ci fa capire che forse la mancanza di democrazia, la mancanza di tolleranza non siede da questa parte, ma siede da quella parte e, quindi, prima di venire a farci la morale, per piacere, guardate in casa vostra e ricordiamoci una cosa: se il ddl Zan non è stato approvato fino ad oggi, è perché il vostro Partito non l'ha portato avanti.

PRESIDENTE

Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Sì.

PRESIDENTE

Signori, se volete ci fermiamo. Lasciamo parlare Speranzon, per favore.
Prego, Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

La consigliera Ostanel, nel suo intervento, ha citato l'articolo 4. Poi successivamente e giustamente, la consigliera Scatto ha precisato che era monco l'articolo 4, così come citato dalla consigliera Ostanel, perché vorremmo ben vedere se quelle che sono definite "condotte legittime" poi non dovessero essere fatte salve. Ma ci mancherebbe anche che non fosse fatta salva da una legge o da un articolato di una legge, però l'articolo 4 prosegue dicendo: "purché non idonea a determinare il concreto pericolo del comportamento di atti discriminatori e violenti". Che cosa significa questo? Chi stabilisce se le condotte legittime diventano idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti? Chi lo stabilisce? Altro che rassicurazioni? Un Giudice? Bene, un Giudice, benissimo, quindi un Giudice nella sua...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, se vuole, sospendiamo.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

...decide arbitrariamente o discrezionalmente se può definirsi una dichiarazione... perché dicono perché dicono anche i Consiglieri che mi hanno preceduto che ci sono pericoli determinati dall'approvazione di questo ddl Zan che vanno nella direzione proprio di comprimere la libertà e che tra le libertà e le diversità che vanno tutelate, vorrei ricordarvi che, accanto alla libertà di avere una religione diversa, di avere un sesso diverso, di avere un orientamento sessuale diverso, di aver c'è anche quello di avere delle idee, delle opinioni. Vanno difese le opinioni! La libertà di opinione! Viva Dio, mi ricordo quando ero giovane, che dicevano che la sinistra era contro la censura e la sinistra oggi è la censura attraverso un ddl come questo...

PRESIDENTE

Sospendo la seduta.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

...che vuole reintrodurre la censura in Italia, la caccia alle streghe.

PRESIDENTE

Sospendo per cinque minuti. Riprendiamo alle 6.20.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Allora e allora potrà essere considerato discriminatorio affermare magari per qualche Giudice, persino la diversità... cosa c'è?
La Seduta è sospesa alle ore 18.16
La Seduta riprende alle ore 18.21

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo da dove il collega Speranzon aveva interrotto la sua dichiarazione di voto. Prego, Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

La ringrazio, Presidente.
Ma guardi, in quest'Aula, abbiamo sentito alcuni interventi da parte di alcuni Consiglieri che sembrano voler dare lezioni, soprattutto da parte di coloro i quali siedono tra i banchi dell'opposizione; lezioni su quello che significa la tolleranza, il rispetto delle posizioni altrui, delle idee e degli orientamenti sessuali, però questi Partiti, queste anche associazioni culturali a cui fanno riferimento, non spendono una parola quando sui Paesi in cui l'omosessualità è considerato un reato.
Io, qualche settimana fa ho fatto votare in quest'Aula una mozione con la quale chiedevo un'esplicita condanna nei confronti dei Paesi dove è considerata reato l'omosessualità e anche di prendere le distanze rispetto a scelte come quelle che ha fatto il Governo italiano, che ha stretto un accordo su scambi culturali, istruzione, ricerca scientifica ed università con il Qatar, Paese dove andremo a fare i Mondiali di Calcio, dove addirittura è prevista la pena capitale per chi è omosessuale. Su questo i sepolcri imbiancati della sinistra tacciono e il loro silenzio dimostra l'ipocrisia con la quale anche sostengono le loro battaglie a livello legislativo nazionale.

PRESIDENTE

Zanoni. Ha già parlato per dichiarazione di voto un collega del PD.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Io intervengo sul Regolamento, Presidente.

PRESIDENTE

Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, è la seconda volta che in quest'Aula un Consigliere regionale, in questo caso il consigliere Valdegamberi, rivolgendosi all'opposizione, ci dà dei "fascisti". Probabilmente lui non sa per ignoranza che cosa significa il termine che ha utilizzato, ma per il sottoscritto è gravemente offensivo. Pertanto le chiedo, come Presidente di questa Assemblea, di intervenire di fronte a queste offese che un Consigliere fa a parte di questa Assemblea legislativa.

PRESIDENTE

Se lei non se ne è accorto, ho sospeso la Seduta.
Io non posso prevenire quello che esce dalla bocca di qualsiasi collega in Aula e sono intervenuto quando ho compreso che qualcosa non andava. Okay, collega Zanoni? Se ha qualcosa da dire sulla mia condotta, lo dica pure senza problemi e io le risponderò.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, allora, visto che...

RESIDENTE

No, non può.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, mi ha detto se ha qualcosa da dire, lo dica. Ma si metta d'accordo con sé stesso, allora, mi scusi.

PRESIDENTE

Bene. Se è questo il clima continuiamo.
Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente, sull'ordine dei lavori. Una domanda tecnica che le rivolgo come Presidente dell'Assemblea. Questa è una mozione che ha nell'"impegno", appunto, impegno alla Giunta a farsi portavoce presso il Parlamento del dissenso su questo disegno di legge. Volevo capire tecnicamente qual è l'atto che la Giunta dovrebbe adottare con questo impegno e se, una volta adottato l'atto, potesse essere trasmesso al Consiglio.

PRESIDENTE

L'atto che esce da quest'Aula, la Giunta lo trasmette a chi è indicato nell'impegna.
Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione la mozione n. 75.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Permettetemi un attimo di portare la solidarietà di questo Consiglio alla città di Catania, che in questo momento sta subendo una serie di disagi ambientali incredibili nel pieno centro storico. Mi son permesso di mandare un messaggio al sindaco Pogliese, appunto, della vicinanza di questa Assemblea legislativa.
Maleducato. Lei è proprio un maleducato, collega Zanoni, di una maleducazione che supera, penso, qualsiasi immaginazione in quest'Aula ed è assolutamente alla pari di tanti altri. Maleducato. Maleducato e maleducato.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Lei è incoerente. Lei è incoerente se io sono maleducato.

PRESIDENTE

È sospesa la seduta. E adesso rimaniamo qui ancora un po'. Okay? Bene.
 
La Seduta è sospesa alle ore 18.27
 
La seduta riprende alle ore 18.29

PRESIDENTE

Colleghi, il clima in Aula non è dei migliori, anche perché prima parlavo di persone che stanno morendo e, battute fuori luogo, non mi sembra il caso.
Quindi sospendiamo qui la Seduta, verrete riconvocati a domicilio.
Grazie.
La Seduta termina alle ore 18.30
 
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
 
 
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 37
MARTEDì 26 OTTOBRE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 37a seduta pubblica – martedì 26 ottobre 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 89 del 5 ottobre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16094 del 21 ottobre 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.12.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 36a seduta pubblica di martedì 19 ottobre 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che le votazioni saranno gestite con la modalità elettronica telematica per consentire al consigliere Gianpiero Possamai, collegato da remoto, di partecipare alla seduta.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 125 del 20.04.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Rientro a scuola, mancano mille autobus, quali misure saranno predisposte dalla Regione?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 131 del 07.05.2021
presentata dalle consigliere Bigon e Camani
"Cessata l'ondata pandemica in atto, l'ospedale Magalini di Villafranca tornerà ad essere "Ospedale spoke-presidio di rete di primo livello?""

e

n. 145 del 28.05.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"Ospedale di Villafranca: tornerà mai pienamente operativo?"

Intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto), che illustra l'IRI n. 131, e Baldin (Movimento 5 Stelle), che illustra l'IRI n. 145.

Interviene l'assessora De Berti che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Intervengono in sede di replica le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) sull'IRI n. 131 e Baldin (Movimento 5 Stelle) sull'IRI n. 145.

n. 117 del 08.04.2021
presentata dai consiglieri Lorenzoni, Bigon, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai e Zottis
"Alta velocità in Veneto: cosa sta facendo la Giunta per assicurare che nei programmi governativi e di RFI siano incluse come priorità le tratte Verona-Padova e Padova-Bologna?"

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale e mette a disposizione il testo.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

n. 137 del 14.05.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Reparto di Clinica Psichiatrica - 3° servizio di Padova: qual è il suo destino?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 142 del 19.05.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"Trasporto pubblico locale a Venezia: cosa succederà quando torneranno i turisti?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 154 del 17.06.2021
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Legnago (VR): rifiuti di plastica nel Canalbianco presso la chiusa della Torretta. Cosa intende fare la Giunta per la bonifica dell'area?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito democratico) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito democratico) in sede di replica.

n. 175 del 26.07.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"Carenza medici di Medicina Generale: ci sono stati errori da parte di Azienda Zero?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Intervengono sull'ordine dei lavori i consiglieri Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zottis (Partito democratico), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e il Presidente Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier).

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento Nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Modifiche ai commi 75-ter e 75-quater dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e Bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022"" d'iniziativa del Consiglio regionale del Veneto. (Progetti di legge statale n. 5 e 6) APPROVATA (Deliberazione n. 111/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri, Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Zanoni (Partito democratico).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 15.45.

La seduta riprende alle ore 16.10.

In discussione generale interviene il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier).

Durante l'intervento del consigliere Dolfin assume la Presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Giacomin (Zaia Presidente), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Intervengono i consiglieri Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier) e Montanariello (Partito Democratico) in sede di replica.

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Si passa all'esame degli articoli e relativi emendamenti.

Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che ritira gli emendamenti nn. B1 e B2.

Gli articoli nn. 1 e 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico) e Guarda (Europa verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica i progetti di legge statale in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini e Soranzo relativa a "Tutela interventi urgenti sul DDL n. 2005 in discussione presso la seconda Commissione Giustizia del Senato della Repubblica ed avente ad oggetto "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, su'". (Mozione n. 75) APPROVATA (Deliberazione n. 112/2021)


Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa verde), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Valdegamberi (Gruppo Misto), Scatto (Zaia Presidente), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Chiusa la discussione generale, in dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 18.15.

La seduta riprende alle ore 18.20.

Intervengono i consiglieri Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che conclude il suo intervento, Zanoni (Partito democratico) sul Regolamento e Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 18.26.

La seduta riprende alle ore 18.29.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.29.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
   
   
   
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN
 
   
   
   
 
IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
   
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba