ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 29/11/2021 n. 40

Resoconto n. 40 - 11^ legislatura
Resoconto 40 a Seduta pubblica
Lunedì, 29 novembre 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.20

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 40a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 18084 del 24 novembre 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 39a seduta pubblica di martedì 16 novembre 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

PRESIDENTE

Non ho nessuna comunicazione, se non dirvi che abbiamo qualche collega in quarantena che ci segue da Webex.
Come avevamo detto e spiegato, questa seduta per il DEFR e poi per il bilancio avviene con una parte di colleghi presenti in Aula e un'altra da ufficio, proprio per evitare di stare per troppe ore e giorni in un'Aula che per noi non è proprio grandissima.
Anche per chi ci segue da streaming, vedrete delle presenze abbastanza rarefatte in Aula perché i colleghi ci stanno seguendo dall'ufficio.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

E

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Bene, partiamo con le interrogazioni.
Una comunicazione: quelle della collega Ostanel, mi è stato chiesto da lei perché è in ritardo, di fargliele pervenire per via scritta, quindi anche la n. 123 che era la prima all'ordine del giorno.
Iniziamo con l'Interrogazione n. 202 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 202 dell'8 ottobre 2021 presentata dai consiglieri Camani, Ostanel, Giacomo Possamai, Zottis, Zanoni e Bigon relativa a "ALLOGGI PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI: QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA REGIONE?"

e

Interrogazione a risposta immediata n. 203 dell'8 ottobre 2021 presentata dalle consigliere Ostanel e Camani relativa a "CARO ALLOGGI UNIVERSITÀ DI PADOVA, LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE?"

In questo momento, visto che l'aggiornamento di Concilium è piuttosto lungo, i tempi vengono tenuti dagli assistenti. Poi per quando inizieremo la seduta del DEFR invece tutti i colleghi Consiglieri, mi raccomando, devono prenotarsi da Concilium per tenere il tempo degli interventi, che è contingentato.
Camani, prego, con l'interrogazione n. 202.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a colleghi e membri della Giunta.
Con questa interrogazione vorremmo capire quali sono le intenzioni della Giunta per affrontare il tema ormai annoso della penuria degli alloggi per gli studenti universitari. Da poche settimane infatti è iniziato il nuovo anno accademico e fin da subito è riemersa l'annosa questione delle residenze per gli studenti, assolutamente insufficienti a corrispondere alle necessità. Malgrado il Comune di Padova abbia utilmente predisposto contratti d'affitto a canone concordato, che prevedono uno sgravio fiscale per gli affittuari, la penuria di spazi, sia di alloggi che di spazi in generale, rimane grave e si aggiunge, si somma ad un incremento preoccupante dei prezzi degli affitti. Le organizzazioni studentesche da anni denunciano con forza questa situazione che rischia di rendere troppo oneroso per studenti e famiglie frequentare le università della nostra Regione, Padova prima fra tutte, ma anche le sedi distaccate di Vicenza, Treviso e Rovigo.
In particolare le residenze messe a disposizione da ESU di Padova, ente strumentale della Regione del Veneto, rispondono alle necessità di solo una minima parte della popolazione studentesca. Capirete bene come non avere la disponibilità di alloggi rischia di essere un elemento che va a ledere il diritto allo studio, che è sancito dalla nostra Costituzione e anche dall'impegno della Regione. Peraltro la penuria di alloggi si somma alle difficoltà, alla scarsità, alla non sufficiente capienza dei fondi dedicati alle borse di studio: un altro tema sul quale sarebbe importante un cambio di rotta.
Il Governo, attraverso bandi di risorse proprie, ha già messo a disposizione degli stanziamenti per l'edilizia studentesca e anche il PNRR ci indica l'importanza di garantire alloggi adeguati e residenze per gli studenti fuori sede.
Dunque, tutto ciò premesso, chiediamo all'Assessore competente, l'assessora Donazzan, di sapere se e come la Giunta intenda risolvere questo grave problema e venire incontro alle necessità degli studenti di veder pienamente garantito il proprio diritto allo studio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Donazzan, per la risposta congiunta alle due IRI, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale sostiene attivamente le politiche degli ESU a favore del diritto allo studio universitario e, allo scopo, ha previsto, nella proposta di bilancio di previsione '22/'24, approvata dalla Giunta regionale, un incremento di 2 milioni di euro rispetto alla corrente annualità 2021 sul capitolo 71204, relativo alle spese per il funzionamento degli ESU, oltre che un incremento delle risorse a favore delle borse di studio universitarie di 1 milione su altro capitolo, 71208, ad oggetto: "Azioni regionali per il diritto allo studio universitario e per la mobilità degli studenti".
La Giunta regionale considera un obiettivo strategico la realizzazione di interventi diretti ad ampliare l'offerta del servizio abitativo a favore degli studenti e, per questa ragione, detto obiettivo è stato introdotto per gli indirizzi agli enti strumentali nel Documento di Economia e Finanza Regionale, di cui alla delibera di Giunta di cui parleremo anche oggi.
In merito al servizio abitativo a favore degli studenti offerto dall'ESU di Padova, per quanto riguarda gli anni accademici 2019/2020 e 2020/'21 sono stati assegnati gli alloggi agli studenti idonei esaurendo le graduatorie degli aventi diritto.
Per l'anno accademico '21/'22, il cui bando di concorso per l'assegnazione degli alloggi agli studenti, pubblicato dall'ESU di Padova, è scaduto il 31 agosto '21, le domande di partecipazione pervenute sono state 2.378, di cui 1.508 risultate idonee.
Si precisa, inoltre, che tra coloro risultati idonei al concorso alloggi sono compresi anche gli studenti che, all'atto della presentazione della domanda, non avevano ancora ricevuto la conferma del superamento del test di ammissione ai rispettivi corsi di studio.
Pertanto, il numero degli idonei richiedenti un alloggio si riduce successivamente all'approvazione della graduatoria in ragione di quanti non superano il test di ingresso e di quanti autonomamente esprimono la rinuncia all'alloggio.
Alla data di presentazione delle precedenti interrogazioni – perché sono due, sono state accorpate – gli studenti idonei interessati all'alloggio risultano 1.002 e 506 quelli che hanno manifestato la rinuncia.
Sono stati assegnati dall'ESU gli alloggi agli studenti diversamente abili e ai loro accompagnatori, oltre che agli studenti idonei del diritto allo studio universitario per complessivi 763 posti letto.
L'ESU provvederà, nella prima metà del mese di novembre, a contattare gli studenti fuori sede extra UE al fine di scorrere ulteriormente la graduatoria e ad avanzare proposte di alloggio anche agli studenti pendolari, al momento di attesa, pari complessivamente a 239 studenti.
L'ESU di Padova ha comunicato di aver interloquito con i collegi universitari esistenti nel territorio di riferimento per agevolare la ricerca di alloggi da parte degli studenti. Allo scopo, ha allo studio la possibilità di attivare un sistema integrato che metta in contatto la domanda e l'offerta di alloggi, per fornire agli studenti un servizio che consenta a loro di avere un'offerta più ampia di posti letto.
Merita di essere evidenziato che nel corrente anno molti proprietari di immobili hanno avviato lavori di ristrutturazione edilizia per beneficiare dell'agevolazione fiscale (il cosiddetto Ecobonus), con la conseguente temporanea riduzione del numero di alloggi privati che in precedenza erano destinati agli studenti, e che tale circostanza, unitamente al trend positivo delle iscrizioni registrate dall'Università degli Studi di Padova, grazie soprattutto all'incremento del numero di studenti fuori sede, ha dato luogo ad un consistente aumento della domanda di alloggi.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io ringrazio l'Assessore, ma devo dire che non mi ha dato nessuna buona notizia.
Saprà meglio di me che i 2 milioni di spese correnti aggiuntive per gli ESU non vanno ad incidere nella disponibilità degli alloggi, primo, perché sono spese correnti, quindi non presuppongono un investimento nella definizione di nuovi alloggi, e perché comunque sono messi a disposizione di enti fortemente sottofinanziati da tempo.
Anche il milione di euro aggiuntivo sulle borse di studio, anche questo lo sa meglio di me, in realtà non va ad incrementare la cifra complessiva messa a disposizione, perché si arriva sempre e soltanto a quei famosi 6,5 milioni di euro, che sono il minimo che la Regione del Veneto può e deve mettere a disposizione per poter ottenere le corrispondenti risorse nazionali.
Vorrei che fosse chiaro che il problema delle borse di studio e del diritto allo studio, malgrado il suo impegno, continui a permanere. Se mi arrivano 2.400 domande e io riesco a soddisfarne poco più della metà, lei capirà, Assessore, che c'è un problema strutturale che finisce per generare diseguaglianze: ovviamente, solo i figli di chi può permettersi una residenza a prezzi non calmierati o non garantiti dagli enti strumentali per il diritto allo studio potrà accedere all'Università. Chi invece non se lo potrà permettere dovrà cambiare i propri progetti di vita.
Ecco perché ho fatto questa interrogazione: perché chiedere una maggiore attenzione per gli alloggi per gli studenti non è soltanto una richiesta per favorire o sollecitare le organizzazioni studentesche, ma è la necessità di garantire un presidio che ci aiuti, che garantisca la riduzione delle diseguaglianze in una fase storica in cui lei sa meglio di me, Assessore, che l'accesso allo studio, la possibilità di frequentare l'Università è uno degli strumenti di cui possiamo disporre per provare a riattivare l'ascensore sociale fermo da troppo tempo in questo Paese e in questa Regione.
Dunque non sono soddisfatta della risposta e continueremo la nostra battaglia perché questa Regione possa garantire maggiori alloggi agli studenti e un maggior diritto allo studio per tutte e per tutti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Grazie a lei. Andiamo all'Interrogazione n. 133 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 133 del 10 maggio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Zottis e Montanariello relativa a "BASTA MORTI SUL LAVORO! LA GIUNTA REGIONALE LA SMETTA CON I SUOI VUOTI PROCLAMI E AUMENTI ADEGUATAMENTE IL PERSONALE DEGLI SPISAL"
PRESIDENTE

Lo vedo già registrato. Se può chiedere la parola con Concilium, collega. Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e agli Assessori.
Questa interrogazione è sottoscritta praticamente da tutti i componenti dell'opposizione, è stata presentata il 10 maggio e ricordo che giovedì 29 aprile a Montebelluna si è consumata l'ennesima tragedia sul lavoro: da una gru è precipitato il carico che ha travolto e ucciso un ragazzo di 23 anni, operaio in un'azienda specializzata in ponteggi.
Nel 2020 in Veneto sono stati denunciati all'INAIL ben 65.437 infortuni sul lavoro: solo il 15% in meno rispetto al 2019, quando il nostro Paese e la nostra Regione non erano ancora stati travolti dalla pandemia e non avevano, dunque, subìto tutte le restrizioni necessarie al contenimento del contagio dovuto al lockdown.
Sempre nel 2020 i casi mortali sono stati 86, solo 12 casi in meno rispetto al 2019.
Nella sola Provincia di Treviso i dati relativi alle morti sul lavoro continuano a essere drammatici: nel 2020, nonostante il lockdown, ci sono state ben 13 morti bianche, che si sommano a 4 decessi per Covid contratto sul posto di lavoro.
Gli infortuni denunciati ammontano a 12.260, pari a 33 al giorno, mentre nei primi due mesi del 2021 si è già raggiunta la quota 1.893.
Considerato che per fare vera prevenzione, oltre alla formazione, sono necessari continui e serrati controlli, risulta, pertanto, di primaria importanza rinforzare gli organici degli SPISAL che, per svolgere in modo adeguato i compiti ispettivi di prevenzione degli infortuni e di intervento, necessitano di maggiori investimenti e di un rafforzamento sul fronte delle risorse umane, vista la mancanza di una serie di figure professionali, in primo luogo medici, chimici e ingegneri.
Tutto ciò premesso, rilevato e considerato, come Consiglieri, con questa interrogazione, abbiamo chiesto all'Assessore al Lavoro e al Presidente della Giunta regionale con quali modalità e tempistiche la Giunta regionale aumenterà, adeguandola alle pressanti esigenze attuali e nel prossimo futuro, la dotazione di personale degli SPISAL della nostra...

PRESIDENTE

Collega, la invito a chiudere.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ho chiuso. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per la risposta l'assessora Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Evidenzio solo che gli SPISAL fanno capo alla Prevenzione, quindi non all'Assessore al Lavoro, anche se concordiamo i tavoli istituzionali, ma all'Assessorato alla Sanità, visto che fanno parte degli organici della sanità.
Si evidenzia che dal 2018 la Regione del Veneto ha bandito i seguenti concorsi pubblici al fine di aumentare l'organico presso gli SPISAL: concorso per dirigente medico disciplina medicina del lavoro; quattro concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato per un totale di 44 posti a bando, rispettivamente 3, 18, 1 e 22 per il tramite di Azienda Zero; n. 12 concorsi pubblici per l'assunzione a tempo determinato, contratto liberi-professionali per un totale di 12 posti a bando, per il tramite sempre delle ULSS; concorsi per tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro; 3 concorsi per l'assunzione a tempo indeterminato, per un totale di 67 posti a bando per il tramite di Azienda Zero; 4 concorsi per l'assunzione a tempo determinato; due concorsi per mobilità per il tramite delle singole aziende ULSS. Concorsi per ingegneri: due concorsi pubblici, 1 posto a bando per concorso per l'assunzione a tempo determinato o contratti libero-professionali per il tramite delle aziende ULSS.
Al fine di sottolineare l'impegno assunto dalla Regione del Veneto, si precisa che l'organico SPISAL, aggiornato al 31 maggio 2021, espresso come personale equivalente a tempo pieno, risulta: dirigenti medici 43,69 (più 4 rispetto al 2018); tecnici della prevenzione: 162 (più 38,51 rispetto al 2018); dirigenti non medici: 5,52 (meno 7,18 rispetto al 2018). Recentemente, Azienda Zero ha indetto un ulteriore concorso per 22 dirigenti medici, disciplina medicina del lavoro a tempo indeterminato, ed a breve pubblicherà le graduatorie del concorso per 39 tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro.
Questo per riassumere tutti i provvedimenti che sono stati fatti, banditi ed eseguiti, quindi la volontà di sostituire e di implementare mi sembra che sia evidente.
Poi apriamo il fronte della carenza, sicuramente, del personale, e questo sappiamo oggi essere effettivamente il vero dramma. Noi comunque abbiamo riattivato il tavolo con le sigle sindacali, con le parti sociali per riproporre, in accordo con loro, la continuazione del piano strategico. Ci sono già stati degli incontri in cui, sul piano strategico, si parla anche ancora di ulteriore aumento del personale e rafforzamento del personale. Credo che nel mese di dicembre chiuderemo anche quel tavolo con la prosecuzione anche del Piano strategico 2018 contro, appunto, gli infortuni sul lavoro e l'implementazione delle azioni e delle risorse rivolte nei confronti degli SPISAL.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, se mi prenota per la replica. Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Diciamo che non siamo soddisfatti di questa risposta, perché c'è sicuramente la volontà di sopperire alla mancanza di organici, ma non c'è quella urgenza nell'affrontare la questione che merita l'attuale situazione. È una situazione che richiede estrema urgenza. Poi, ci sono tanti bandi per tanti posti: avrei preferito sapere quanti di questi posti sono stati colmati.
Non ho capito un passaggio: la questione dei dirigenti, 43,69, cioè il numero dei dirigenti con una virgola. Le chiedo cortesemente di avere la risposta così la leggo, perché magari ha saltato qualche passaggio, magari dovuto anche al collegamento, non lo so, mi sembrava strano questo dato.
Di fatto serve un programma di rafforzamento degli organici e anche delle competenze degli SPISAL, anche perché c'è questo forte turnover, soprattutto nei prossimi anni, che porterà al pensionamento di molti tecnici esperti, capaci, che hanno ormai la capacità di andare a mettere il naso laddove ci sono i problemi, a differenza di uno nuovo, che deve essere naturalmente sostenuto e accompagnato. Bisogna incrementare la vigilanza e le azioni di prevenzione, quindi serve veramente anche un piano straordinario di formazione dei lavoratori, perché i dati dicono che c'è un grosso problema in questo settore. Poi, vanno monitorati i settori più a rischio. L'interrogazione riguarda l'edilizia. Nell'edilizia abbiamo visto che contiamo tantissimi decessi e non oso pensare a tutte le persone che resteranno disabili per la vita. Serve che questo piano del 2018, citato dall'Assessore, strategico su salute e sicurezza sia messo in pratica. I contenuti, come denunciano anche le sigle sindacali, purtroppo spesso sono rimasti sulla carta.
Io mi auguro che ci sia veramente un nuovo approccio nell'affrontare questo problema con massima urgenza, con estrema urgenza.

PRESIDENTE

Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 204 dell'8 ottobre 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "UNIVERSITÀ DI PADOVA E ALLOGGI PER STUDENTI FUORI SEDE: QUALI INTERVENTI URGENTI DELLA REGIONE DEL VENETO?"
e
Interrogazione a risposta immediata n. 208 del 28 ottobre 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "PADOVA: MANCANZA DI ALLOGGI PER STUDENTI. COSA INTENDE FARE LA REGIONE PERCHÉ NON ACCADA PIÙ?"

Passiamo all'Interrogazione n. 204 della collega Guarda.
La dà per letta. La risposta all'assessora Donazzan.
Scusi, la 204 e la 208 sono accorpate?
Collega Baldin, la n. 208 è la sua. Intende presentarla o la dà per letta? La dà per letta? Mi sembra di cogliere dal segno... Okay, la dà per letta.
Assessora Donazzan per la risposta congiunta alle due IRI.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale sostiene attivamente le politiche degli ESU a favore del diritto allo studio. A me pare la medesima risposta. La rileggo? Dov'è la collega? Appunto, ha esattamente il medesimo testo nella risposta, perché è il medesimo oggetto. Chiedo al Presidente come vogliamo procedere.
La rileggo. Che bello. Esercizio di lettura.
La Giunta regionale sostiene attivamente le politiche degli ESU a favore del diritto allo studio universitario. Allo scopo ha previsto, nella proposta di bilancio di previsione 2022-2024 un incremento di 2 milioni di euro rispetto alla corrente annualità 2021 sul capitolo 71204 relativo alle spese per il funzionamento degli ESU, oltre che un incremento di risorse a favore delle borse di studio universitarie di 1 milione di euro sul capitolo 71208 ad oggetto: "Azioni regionali per il diritto allo studio universitario e per la mobilità degli studenti".
La Giunta regionale considera un obiettivo strategico la realizzazione di interventi diretti ad ampliare l'offerta del servizio abitativo a favore degli studenti e per questa ragione detto obiettivo è stato introdotto tra gli indirizzi agli enti strumentali nel Documento di Economia e Finanza Regionale 2022-2024.
In merito al servizio abitativo a favore degli studenti offerto dall'ESU di Padova, per quanto riguarda gli anni accademici 2019-2020 e 2020-2021 sono stati assegnati gli alloggi agli studenti idonei, esaurendo le graduatorie degli aventi diritto. Questo anche per sottolineare il passaggio di prima. Abbiamo dato risposte a tutti coloro che ne avevano diritto.
Per l'anno accademico 2021-2022, il cui bando di concorso per l'assegnazione degli alloggi agli studenti, pubblicato dall'ESU di Padova, è scaduto il 31 agosto, le domande di partecipazione pervenute sono state 2.378, di cui 1.500 sono risultate idonee, quindi anche per correggere il passaggio della collega nella replica: 1.508 risultate idonee.
Si precisa, inoltre, che tra coloro risultati idonei al concorso alloggi sono compresi anche gli studenti che, all'atto della presentazione della domanda non avevano ancora ricevuto la conferma del superamento del test di ammissione ai rispettivi corsi di studio.
Pertanto, il numero degli idonei richiedenti un alloggio si riduce successivamente all'approvazione della graduatoria in ragione di quanti non superano il test di ingresso e di quanti autonomamente esprimono la rinuncia all'alloggio.
Alla data di presentazione delle presenti interrogazioni, gli studenti idonei interessati all'alloggio risultano 1.002 e 506 quelli che hanno manifestato la rinuncia.
Sono stati assegnati dall'ESU gli alloggi agli studenti diversamente abili e ai loro accompagnatori, oltre che agli studenti idonei del diritto allo studio universitario per complessivi 763 posti letto.
L'ESU provvederà, nella prima metà del mese di novembre, a contattare gli studenti fuori sede extra UE al fine di scorrere ulteriormente la graduatoria ed avanzare proposte di alloggio anche agli studenti pendolari, al momento in attesa, pari a complessivi 239 studenti.
L'ESU di Padova ha comunicato di aver interloquito con i collegi universitari esistenti nel territorio di riferimento per agevolare la ricerca degli alloggi da parte degli studenti e, allo scopo, è allo studio la possibilità di attivare un sistema integrato, che metta in contatto la domanda e l'offerta di alloggi per fornire agli studenti un servizio che consenta loro di avere un'offerta più ampia di posti letto.
Merita di essere evidenziato che, nel corrente anno, molti proprietari di immobili hanno avviato i lavori di ristrutturazione edilizia, con la conseguente temporanea riduzione del numero degli alloggi privati, che in precedenza erano destinati agli studenti e che tale circostanza, unitamente al trend positivo delle iscrizioni registrate dall'Università di Padova, grazie soprattutto all'incremento del numero di studenti fuori sede, ha dato luogo a un consistente aumento della domanda di alloggi.
Non sono 2000 gli studenti, ma 763 quelli che hanno avuto la risposta positiva.

PRESIDENTE

Bene. Per la replica, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Oltre al fatto che comunque, come già avevo fatto richiesta prima presso gli uffici, avrei avuto piacere di leggere bene e di confrontare bene i numeri, dato che, rispetto alle comunicazioni che erano state date dall'ESU qualche mese fa, nel momento in cui è stata presentata l'interrogazione, in realtà il mese scorso, avevo necessità di comparare bene questi dati.
Al di là di questo, sicuramente è positivo che vi sia un aumento di risorse per quanto riguarda questo specifico capitolo per gli ESU, di fronte al fatto che in realtà poi – dopo ne discuteremo anche nella manovra della programmazione e del bilancio – nel capitolo destinato all'istruzione e al diritto allo studio c'è evidentemente una riduzione di risorse, che evidentemente ci preoccupa.
Dall'altra parte, ritengo necessario valorizzare questo passaggio e, allo stesso tempo, però ricordare che le difficoltà riguardano naturalmente gli alloggi disponibili da parte degli ESU, e su questo non ci piove, aspetto appunto su cui anche rispetto ai numeri andremo a fare delle verifiche e a condividere poi le progettualità future, anche rispetto a nuove valutazioni adeguate rispetto ad anche il reddito e alla capacità delle famiglie di poter contribuire o meno a causa appunto di... valorizzando magari anche altri fattori per il calcolo dello stesso.
Allo stesso tempo la situazione è peggiorata e abbiamo deciso in diversi di portarla di qui all'interno di questo Consiglio perché questa situazione viene peggiorata, naturalmente, non soltanto dalla riduzione della disponibilità degli alloggi privati ma anche dall'aumento dei canoni mensili richiesti dagli stessi. Per questo motivo io credo che ci sia necessità di un'azione politica, magari la possibilità di riflettere su un'azione politica che aiuti a intervenire rispetto ad aspetti che non riguardano esclusivamente coloro che sono ad oggi bisognosi di un intervento e di un aiuto nella gestione - chiedo scusa e qui termino - e nel ricevere un alloggio attraverso appunto il sistema ESU, ma anche a quelle categorie che ad oggi magari vengono escluse e, di conseguenza, sono quelle che maggiormente stanno pagando la perdita della propria capacità contrattuale nei confronti anche di proprietari privati.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa della lunghezza.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica la collega Baldin, prego.
Non si sente, Baldin.
Collega Baldin, se può accedere l'audio perché non si sentiva e non vedo più lo schermo.
Proviamo a ripristinare il collegamento con la Baldin, per favore?
Baldin, proviamo?

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Mi sente?
PRESIDENTE
Perfetto. Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Io ringrazio l'assessora Donazzan e anche le colleghe e i colleghi che hanno inteso proporre la stessa richiesta di attenzione all'Assessore. Credo che sia un tema da dover sottolineare visto che sui giornali abbiamo letto tutti che si parla di una emergenza alloggi e che l'Università di Padova, insieme al Comune di Padova, hanno investito più di un milione e mezzo: si capisce benissimo che la Regione deve intervenire in qualche maniera.
Ringrazio l'Assessore per aver prontamente risposto e spero di non dover più leggere di questi titoli in futuro.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all' Interrogazione a risposta orale n. 2 del collega Finco.

Interrogazione a risposta orale n. 2 del 13 ottobre 2021 presentata dal consigliere Finco relativa a "DRIVER AMAZON: QUALI MISURE A TUTELA DEI LAVORATORI VENETI DEL SETTORE? LA GIUNTA REGIONALE INTENDE FARSI PARTE ATTIVA CON GLI ORGANI CENTRALI DELLO STATO?"

Prego, collega Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Questa è una semplice interrogazione che ho presentato all'assessora Donazzan, in quanto ho saputo che di recente ha incontrato le associazioni di categoria che rappresentano i driver di Amazon, perché stanno veramente affrontando un momento difficilissimo: ognuno di noi è abituato ormai a vederli tutti i giorni e a tutte le ore con condizioni contrattuali veramente da sfruttamento. Una cosa vergognosa! Purtroppo, da parte di Amazon, da quello che ho capito, non ci sono state grandi risposte nelle ultime settimane, però so che l'Assessore sta facendo un grande lavoro e sta seguendo anche la trattativa, quindi ho presentato questa interrogazione per sapere come sta lavorando la Giunta in questa direzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Donazzan, per la risposta. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il collega di avere posto l'attenzione su questo punto così delicato e di grande interesse.
Passo alla lettura della risposta.
L'Assessore sta seguendo da tempo le vertenze relative ai lavoratori diretti di Amazon e ai suoi driver. Di questi ultimi la maggior parte, circa 400 addetti, sono occupati nel sito di Vigonza, ove risultano in forza ad alcune società esterne che lavorano in appalto e aderiscono all'associazione datoriale Assoespressi.
A fronte dell'apertura di nuovi magazzini a Vicenza e a Dese, Provincia di Venezia, circa 160 di tali lavoratori avevano ricevuto la comunicazione di trasferimento da Vigonza ai nuovi siti. Contro tale decisione le organizzazioni sindacali avevano indetto uno sciopero e chiesto un incontro con la controparte in sede regionale. L'incontro, avvenuto alla presenza dell'Assessore al Lavoro, si è tenuto lo scorso 11 ottobre e si è concluso con la promessa, da parte datoriale, di non procedere ai trasferimenti dei lavoratori unilateralmente, ma solo su base volontaria.
Il dialogo tra le parti, così avviato, ha poi portato alla sottoscrizione di un verbale tra associazioni sindacali e Assoespressi, che rappresentava in quella sede Amazon, in data 20 ottobre 2021, nel quale le aziende appaltatrici hanno formalmente revocato i trasferimenti unilaterali comunicati ai lavoratori, mantenendo comunque la disponibilità ad eventuali manifestazioni di volontarietà che verranno gestite in ottemperanza alle normative e ai contratti collettivi vigenti.
È intenzione della Giunta mantenere alta l'attenzione su tali realtà, soprattutto in considerazione del fatto che non si è ancora riusciti ad instaurare un dialogo costruttivo sul fronte del lavoro con Amazon, coinvolgendo, se necessario, gli organi competenti al fine di tutelare la legalità e l'occupazione.
Per quanto riguarda il settore della logistica, lo scorso 5 ottobre, con deliberazione della Giunta regionale n. 1.348, è stato approvato il protocollo d'intesa per il superamento delle criticità della filiera della logistica, con il quale le parti datoriali e sindacali, unitamente alla Regione, si impegnano ad adoperarsi, ognuno per quanto di competenza, affinché venga garantita l'osservanza delle prescrizioni normative in materia di lavoro, di regolarità contributiva ed assicurativa, nonché in materia di sicurezza del lavoro all'interno dei siti produttivi, anche al fine di contrastare le forme di caporalato e grave sfruttamento lavorativo e il lavoro sommerso e irregolare.
Il protocollo sottoscritto formalmente dalle parti il 25 ottobre 2021 è finalizzato a premiare chi rispetta le regole e a isolare chi, al contrario, non le rispetta e rappresenta uno strumento di difesa delle aziende sane. È il primo protocollo in Italia. L'ho inviato poi alla collega Presidente della Sesta Commissione perché fosse data notizia a ciascun collega.
Grazie

PRESIDENTE

Grazie.
Finco, per la replica.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie. Volevo ringraziare l'Assessore per il lavoro che sta facendo e ovviamente mi ritengo soddisfatto.

PRESIDENTE

Grazie.

Punto n. 5.3) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni relativa a "CENTRI REGIONALI DI RECUPERO DELLA FAUNA SELVATICA IN DIFFICOLTÀ. QUANTI ANIMALI SONO STATI SOCCORSI, RIABILITATI E LIBERATI IN QUESTI CENTRI?". (Interrogazione a risposta scritta n. 18)

Zanoni, se mi chiede la parola. Collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sto provvedendo.

PRESIDENTE

Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

L'interrogazione n. 18 è un'interrogazione datata, perché è del dicembre del 2020; posso anche capire che siano diversi dati e, quindi, ci sia voluto del tempo, quasi un anno però...
È stata firmata dal sottoscritto, ma anche dai colleghi Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni.
Premesso che l'articolo 5 della legge 9 dicembre '93, n. 50 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", conosciuta normalmente come legge sulla caccia della Regione Veneto, prevede che sono istituiti i Centri regionali del recupero della fauna selvatica in difficoltà, con i seguenti compiti: prima accoglienza, ricezione e riabilitazione, pronto soccorso veterinario della fauna selvatica in difficoltà; liberazione della stessa ove non necessiti di riabilitazione; detenzione e riproduzione in cattività o allo stato naturale di soggetti appartenenti a particolari specie di cui non è stata possibile la riabilitazione al volo; raccolta di tutti i dati e documentazione, anche con sussidi audiovisivi, relativa a tutti gli esemplari pervenuti presso ciascun Centro regionale.
Ulteriori criteri e modalità per il funzionamento dei criteri di cui al comma 1, nonché la dotazione organica degli stessi, sono stabiliti dalla Giunta regionale con proprio provvedimento. La Giunta regionale è autorizzata ad affidare la gestione dei Centri regionali di cui al comma 1 a organismi pubblici e privati terzi.
Considerato che in molti di questi Centri spesso si rilevano delle disfunzioni dovute a carenza di personale, mancati interventi, funzionamento solo in orario diurno, chiusure nei weekend o in determinati periodi dell'anno, tali da non garantire il pronto soccorso, previsto, invece, come avete sentito, colleghi, Presidente e Assessori, dalla legge del Veneto, e il recupero previsto dalla legge.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri che ho citato prima, hanno chiesto all'Assessore regionale alla Caccia quanti animali sono stati soccorsi in ciascuno di questi Centri, quali sono le cause della difficoltà degli animali recuperati per ciascun Centro (per capire se sono animali feriti, animali ammalati, se sono dei cuccioli abbandonati, dei pulli caduti dal nido e quant'altro) e quanti sono gli animali recuperati, oggetto di riabilitazione e liberazione per ciascun centro. Questo perché un conto è recuperare gli animali e un altro conto poi è rimetterli in libertà. Ricordo che si tratta di fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, e che quindi è interesse di tutta la collettività che questi animali recuperati vengano poi naturalmente, se possibile, qualora possibile, rimessi in libertà.
È una tematica molto sentita non solo dell'Associazione di tutela degli animali e dell'ambiente, ma anche dai cittadini perché ci sono moltissimi cittadini che naturalmente quando trovano questi animali feriti o in difficoltà poi li portano a questi Centri, spesso dopo trafile lunghissime perché, come ho evidenziato e abbiamo evidenziato in questa interrogazione, ma anche in molte altre, spesso non c'è la reperibilità, in certi orari non rispondono questi Centri. Purtroppo in certe Province non c'è un servizio attivo perché si fa riferimento a siti lontani, ad altre Province (mi riferisco ad esempio alla Provincia di Venezia e Padova che si devono rivolgere a Rovigo) e quindi ci sono delle difficoltà oggettive.
Oltre all'interrogazione 19 c'era anche la 18 - so che oggi non è pervenuta la risposta - che riguarda sempre i CRAS, ma in questo caso riguardava il finanziamento, quanti soldi, quanto costano alla collettività, come vengono spesi questi soldi e come sono distribuiti tra le 7 Province. Quindi è un tema importante che purtroppo - ricordo anche questo ai colleghi che ascoltano - trova molto spazio per episodi di cronaca dove appunto, soprattutto in Provincia di Belluno, ma non solo, capita spesso che questi animali restino anche intere giornate agonizzanti a bordo strada perché non c'è un servizio che intervenga per soccorrere questi animali. In questo caso sono ungulati, cervi, caprioli e quant'altro.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Corazzari per la risposta.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
La legge regionale 30/2018, modificando l'articolo 5 della legge 50 del '93, prevede in sostituzione dei previgenti centri gestiti dalle sedi territoriali di prima accoglienza della fauna selvatica in difficoltà l'istituzione dei Centri regionali aventi le medesime finalità e compiti, autorizzando la Giunta regionale ad affidarne la gestione ad organismi pubblici e privati terzi.
La scrivente Direzione, in accordo con le Province e la Città metropolitana di Venezia, sta valutando la concreta possibilità di creare una rete regionale di soccorso e recupero della fauna selvatica, avvalendosi di strutture pubbliche già esistenti e promuovendo il coinvolgimento di associazioni e volontari formati.
Ciò premesso, in relazione all'interrogazione in oggetto e dai riscontri ricevuti da parte delle Amministrazioni provinciali all'uopo interpellate e facenti parte integrante del presente provvedimento, quale allegato A, si rappresenta quanto segue. La Provincia di Belluno ha stipulato una convenzione a titolo oneroso con la Provincia di Treviso per la collaborazione relativa al recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà, e all'occorrenza al suo conferimento presso il CRAS di Treviso. Per effetto di tale convenzione, per l'anno 2020 l'importo impegnato dalla Provincia di Belluno a favore della Provincia di Treviso ammonta ad euro 2.000. Oltre a ciò, a partire dal mese di luglio 2020 e fino al 31/12/2020 un agente dipendente della Polizia provinciale di Belluno ha prestato, per due turni settimanali, il proprio servizio presso il CRAS di Treviso per garantire l'apertura della struttura e, ove necessario, il recupero della fauna selvatica in difficoltà anche sul territorio provinciale di Treviso.
Gli esemplari di fauna selvatica recuperati dal Corpo di Polizia provinciale di Belluno nel territorio di competenza nel corso dell'anno 2020 e trasferiti per le cure presso il Centro di recupero fauna selvatica di Treviso sono i seguenti: una puzzola, il 4/5/2020, ritrovata in condizioni di forte debilitazione; un gheppio, il 3/5/2020, ferito ad una zampa e all'ala sinistra; un gheppio, il 24/5/2020, che presentava agli arti con necrosi secca; un falco pecchiaiolo, il 21/6/2020, recuperato in condizioni di debilitazione; un picchio verde, il 16/7/2020, con probabili traumi; uno sparviere, il 13/8/2020, ferito da probabile urto; un nidiaceo di rondine montana, il 20/8/2020, per caduta dal nido.
Per la Provincia di Padova, i dati riferiti all'attività di recupero e soccorso della fauna selvatica riportano un totale di 309 esemplari tra mammiferi e uccelli recuperati, le cui infermità diagnosticate sono rappresentate da: 173 esemplari con traumi di diversa natura, a titolo esemplificativo trauma cranico, fratture, shock da corrente elettrica eccetera; 12 esemplari affetti da dispnea; 121 soggetti con segni di debilitazione; 5 esemplari con ferite causate da arma da fuoco in base a rilievo radiografico. Degli esemplari di cui sopra, per 116 di questi è stato possibile provvedere alla loro liberazione in natura. Tali liberazioni sono avvenute di concerto con la struttura regionale periferica territorialmente competente.
Per quanto concerne il territorio provinciale di Rovigo, si evidenzia che nel corso del 2020 il CRAS di Rovigo ha prestato soccorso a 351 animali. Le principali cause che hanno reso necessario gli interventi di soccorso sono riconducibili ad abbattimenti (circa 100 casi), traumi vari (93 casi) e 38 pulli di varie specie caduti dal nido.
Per la Provincia di Treviso si evidenzia che nel corso del 2019 il numero di animali soccorsi è stato pari a 1.565 e di questi 813 sono stati oggetto di liberazione in natura. Nel corso del 2020 il numero degli interventi è stato pari a 1.685, di cui 677 oggetto di successiva liberazione.
Per quanto riguarda la Provincia di Verona, si evidenzia che il Corpo di Polizia provinciale di Verona, per il tramite della Clinica veterinaria Verona Lago Srl del dottor Fertonani, con sede a Lazise, con cui è in atto un rapporto di collaborazione dal 2016 in virtù di una convenzione per lo svolgimento dell'attività a titolo di volontariato ed erogazione di un contributo per il rimborso spese sostenute, si evidenzia che nel 2020 risultano un totale di 840 esemplari ricevuti e 366 liberati. Relativamente alle specie CITES, segnatamente rapaci, sono stati soccorsi 128 esemplari e di questi 53 sono stati liberati.
Per i dettagli delle singole specie soccorse si rimanda all'allegato A del presente provvedimento.
Da ultimo, per quanto riguarda la Provincia di Vicenza, si rappresenta che non dispone di Centri di soccorso fauna selvatica gestiti direttamente dall'Amministrazione provinciale, ma assolve a tale compito attraverso la collaborazione con i due ambiti territoriali di caccia presenti sul territorio e tramite l'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA).
Ciò detto, il numero di animali soccorso durante il 2019 è stato pari a 318 mammiferi di specie diverse, 140 rapaci e 248 uccelli di altre specie.
Per quanto riguarda il 2020, i dati sono i seguenti: 413 mammiferi, 171 rapaci e 1.569 altri uccelli.
Anche in questo caso si rimanda all'allegato A per il dettaglio delle specie oggetto di soccorso e per le cause di cui si è reso necessario l'intervento e, da ultimo, dall'esito dello stesso: deceduti, liberati o ancora ospitati nei centri.
Dopo metto a disposizione l'allegato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta e lo ringrazio anche per la disponibilità a fornire l'allegato, che naturalmente leggerò con cura e attenzione.
Diciamo che possiamo essere parzialmente soddisfatti della risposta: si è fatta una disamina Provincia per Provincia e quello che constato, Assessore, è che c'è una mancanza di omogeneità tra Provincia e Provincia, perché Province con la stessa vastità di territorio e anche con la stessa popolazione e con lo stesso ambiente hanno dei numeri veramente molto diversi l'una dalle altre: da poche centinaia a più di un migliaio. Questo dimostra, a mio avviso, che c'è la necessità di approfondire come funzionano questi Centri, Provincia per Provincia, per cercare di dare una massima operatività.
So che anche recentemente lei ha parlato dei finanziamenti che vengono dati a questi Centri: io credo che sia molto importante perché effettivamente, come dicevo prima in premessa, spesso c'è la richiesta da parte dei cittadini, al di là delle associazioni che si occupano degli animali e dell'ambiente, ma proprio dei nostri cittadini veneti, che vengono a contatto con questi animali feriti. Spesso accade anche di notte, in strade impervie, quindi, se non c'è un servizio efficiente, poi abbiamo delle disfunzioni e abbiamo anche questi casi eclatanti sui giornali, che ci raccontano di animali agonizzanti per ore.
Va trovato e messo a punto un sistema, che consenta un intervento e che dia soddisfazione, appunto, ai cittadini.
L'Assessore sa che io ho fatto più di qualche interrogazione e abbiamo denunciato anche sulla stampa che a volte ci sono cittadini che lamentano ore e ore di telefonate senza risposta e questo non fa bene sicuramente sia alla fauna selvatica, ma anche all'immagine della nostra Regione.
Credo che sia importante prevedere anche un corretto finanziamento di questa attività e ricordo che, nel bilancio dello scorso anno, la vicina Lombardia, che ha una vastità di territorio e una diversità di territorio che è come la nostra, anzi, diciamo che quella Regione non ha tutta la parte lagunare, valliva e di mare e ha quindi un ambiente sicuramente più povero del nostro, ha stanziato 700.000 euro in due anni, quando noi superiamo di poco i 200.000 euro.
Noi abbiamo presentato anche degli emendamenti sul bilancio che andremo a votare in questi giorni proprio per aumentare e portare almeno alla pari della vicina Lombardia questi finanziamenti perché, ricordo, sono, per una questione di tutela di fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, sono per dare delle risposte ai nostri cittadini che magari anche in località sperdute o in orari notturni si ritrovano davanti a queste situazioni drammatiche. Penso sia corretto dare delle adeguate risposte ai nostri cittadini, facendo anche, di conseguenza, un'attività importante per la tutela della biodiversità che sappiamo tutti, e ce lo dicono anche gli indici della codifica ONU sulla sostenibilità, che anche la nostra Regione ha redatto, soffre moltissimo, vuoi per l'agricoltura intensiva, vuoi per i cambiamenti climatici, vuoi per la cementificazione. Pertanto trovo corretto che si trovino questi fondi.
D'altronde sono stati trovati anche per le associazioni venatorie, per fare i convegni, per fare gli incontri. Qui invece si parla di soldi effettivamente spesi per la tutela fauna selvatica: credo che siano sicuramente i soldi meglio spesi rispetto a quelli dati alle associazioni venatorie.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'IRS n. 131 della collega Guarda.

Punto n. 5.6) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "RITIRO ONLINE DEI REFERTI: COME FARANNO I CITTADINI PRIVI DI STRUMENTI DIGITALI?". (Interrogazione a risposta scritta n. 131)

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
è giunta nello scorso mese, nel mese di ottobre, a me, ma immagino di non essere la sola, indicazione di una segnalazione cartacea proveniente dall'ULSS 7 contenente le prescrizioni circa la necessità di attivare strumenti quali l'identità digitale, la carta d'identità elettronica ai fini della visualizzazione del download a far data dal 1° ottobre 2021 dei referti di esami di laboratorio realizzati all'interno di quell'ULSS. Il suddetto avviso è stato diffuso e consegnato anche a soggetti in cure domiciliari, dunque a persone che in genere, anche per ragioni di età, non hanno facile e comodo accesso agli strumenti e ai dispositivi per l'esercizio dei diritti digitali;
Visto il decreto-legge n. 76/2020 "Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale" e considerato che il Garante per la protezione dei dati personali, nell'ambito delle FAQ sul referto on-line aggiornate a fine 2020, alla domanda "È possibile richiedere la copia cartacea del referto digitale?" ha risposto affermando che l'interessato ha comunque il diritto di ottenere, anche a domicilio, copia cartacea del referto consegnato in modalità digitale.
Tutto ciò premesso, il 12 ottobre ponevo l'interrogativo all'Assessore alla Sanità per sapere se le indicazioni fornite dall'ULSS 7 siano o meno rispettose del dato normativo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessora Lanzarin, per la risposta. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con legge n. 120/2020 è stato previsto l'obbligo per gli Enti pubblici di rendere i propri servizi on-line accessibili tramite SPID e CIE. Al fine di ottemperare, l'Azienda ULSS 7 ha istituito un gruppo di lavoro, che ha definito modalità operative, contemperando anche le possibili difficoltà degli utenti non in possesso di identità digitale. In particolare, fino al 30 settembre per il ritiro dei referti on-line era attivo l'impiego di credenziali temporanee prodotte dagli applicativi di prenotazione, rilasciate agli assistiti, in modo da rendere disponibili i referti da scaricare fino a 45 giorni successivi alla prenotazione.
Dal 1° ottobre sono state adottate nuove modalità per il ritiro dei referti anche per gli utenti non in possesso di SPID o CIE. In base alle nuove modalità, gli assistiti che non dispongono di questi strumenti possono ritirare i referti agli sportelli del CUP dedicati negli orari di apertura, agli sportelli territoriali nelle fasce orarie mattutine, a uno sportello dedicato presso le sedi ospedaliere, recandosi presso le farmacie convenzionate e, infine, mediante l'invio di una mail sicura per quelle situazioni particolari segnalate dai servizi. Inoltre, per gli utenti in terapia domiciliare impossibilitati a recarsi agli sportelli è possibile ricevere il referto con spedizione a domicilio. Le iniziative sopradescritte sono state comunicate all'utenza e al portale aziendale attraverso avvisi informativi.
In conclusione, l'Azienda rappresenta che l'avviso oggetto dell'interrogazione costituisce solo una delle iniziative messe in campo per informare la cittadinanza delle nuove modalità di ritiro dei referti, specialmente per i cittadini che si presentano direttamente ai servizi poliambulatoriali dell'Azienda o che ricevano prestazioni a domicilio, e solo nel caso in cui intendano usufruire del servizio on-line di scarico referti.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'assessora Lanzarin perché mi reputo soddisfatta della risposta, anche alla luce del fatto che in quest'ultimo mese e mezzo di segnalazioni e di condivisione, anche con la cittadinanza, della necessità è stata data un'informazione più precisa, informando anche di questi aspetti e in particolar modo dando notizia, a coloro che sono assistiti con cure domiciliari, delle alternative e della possibilità quindi, comunque, attraverso il codice tradizionale o tramite farmacie, di poter accedere a questa importante necessità, l'accesso ai referti.
Da questo punto di vista mi reputo soddisfatta. Ringrazio per l'intervento e per la sensibilizzazione, anche poi sollecitando ovviamente le diverse ASL a provvedere ad un'informazione più accurata rispetto a questi casi, proprio per evitare che ci siano confusioni o sensazioni anche di ulteriore stanchezza di soggetti che in questo caso già stanno patendo molto e magari stanno soffrendo anche alcune difficoltà nella ricezione dei servizi. Per cui che non sia un'ulteriore fonte di preoccupazione. Personalmente provvederò a darne notizia alle persone interessate.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Abbiamo terminato la sessione dedicata alle interrogazioni.
Adesso, ai sensi dell'articolo 72, ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, Luca Zaia.

Luca ZAIA (Presidente della Giunta – Zaia Presidente)

Grazie.
Scusate l'attesa, ma pensavo ci fosse una micro-pausa. Recupero subito. Intanto grazie per l'opportunità. Ringrazio i Consiglieri e saluto tutti i presenti.
Ovviamente non ho la presunzione di essere super approfondito nella presentazione, ma oggi si sta per aprire una pagina importante di quello che è poi il governo della Regione del Veneto che va a caratterizzare tutte le nostre attività, quindi DEFR e bilancio visto nel suo complesso. Volevo semplicemente portare alcune considerazioni che spero siano utili e che siano anche elemento magari di discussione e di approfondimento.
Ovviamente, non manco di ringraziare l'assessore Calzavara per tutta l'opera di coordinamento e di attività che ha fatto per conto della Giunta nel presentare tutti questi documenti. Perché poi il provvedimento è il provvedimento che noi potremmo definire cardine nell'Amministrazione regionale in ogni annualità.
Ringrazio, inoltre, il Presidente della Commissione, Sandonà come relatore, il correlatore, la consigliera Camani, e ovviamente tutti i membri delle diverse Commissioni che hanno affrontato l'analisi dei provvedimenti che abbiamo presentato.
Intervengo in un momento non facile della storia del Veneto. È innegabile che siamo ancora in pandemia, nel senso che voi vedete che, in base ai dati, ad esempio, di oggi – me li ero segnati, appunto, mentre il Presidente del Consiglio, che ringrazio e saluto, mi dava la parola - siamo a 513 persone ricoverate in area non critica, 98 delle quali sono in Terapia intensiva, con una proiezione per le Terapie intensive, secondo l'algoritmo e modello di calcolo che stiamo utilizzando ormai da mesi, di arrivare alle 150 persone in Terapia intensiva, prima di metà dicembre.
Sono 1.265 i contagiati nelle ultime 24 ore. Abbiamo oggi in attivo, purtroppo, quasi 30.000 persone in isolamento da contagio. Vi ricordo che la punta minima toccata in questa fase, a ottobre, è stata di 8.600 persone, quindi siamo a 30.000 di fatto, sono 29.768.
Con i sei morti di oggi siamo a 11.953 persone decedute e quindi, purtroppo, pian piano ci stiamo avvicinando alle 12.000 persone che hanno perso la vita.
Siamo ancora l'ottava Regione in Italia per mortalità, quella che ha avuto meno morti, tra quelle più colpite, però la pandemia oggi ci riserva ancora dei cambiamenti di scenario, ma va anche detto che la campagna vaccinale, che ormai sta raggiungendo l'86% della sua efficacia o, meglio, dell'adesione, oggi ci vede all'85,6%. C'è anche un incremento delle prime dosi in questi giorni, che sono sostanzialmente raddoppiate, se non triplicate addirittura, quantomeno nelle prenotazioni, perché si sta correndo alla prenotazione per la prima dose, non solo per la terza dose.
C'è da dire che lo scenario che oggi abbiamo di fronte, è, come al solito – il virus ci ha abituato a questi cambi di scenario – uno scenario nuovo, uno scenario in presenza del l'85-86% di veneti che comunque hanno programmato la loro vaccinazione, tant'è vero che, a parità di contagi quotidiani, noi abbiamo un quarto di ricoveri ospedalieri.
Questa è l'estrema sintesi di quello che rappresenta la campagna vaccinale che il Veneto ha fatto.
Detto questo, è ovvio che la vita continua, soprattutto quella amministrativa e ci apprestiamo ad affrontare un bilancio ovviamente in questa situazione emergenziale, una situazione che comunque affrontiamo non dimenticando anche le altre competenze, cioè sia nel documento di programmazione che è il DEFR, sia anche nello, poi in ogni partita del bilancio avrete modo poi di evincere quali sono non solo gli stanziamenti ma anche quale sia la qualità della progettualità.
Detto questo, vi dico che lo sforzo fatto è uno sforzo non indifferente perché siamo ancora oggi a disinfettare le ferite, diciamo così, perché il Covid non ha pesato poco nella partita del bilancio. Oggi il Covid vale circa 1.300.000.000 di spese straordinarie, in parte ripianate da interventi nazionali, e questo è pur vero, però sono stati interventi straordinari che comunque ci hanno visto ovviamente impegnati sul fronte finanziario, organizzativo, logistico e gestionale.
C'è anche da dire che su questo fronte noi, e soprattutto - e chiudo poi la parentesi del Covid - per come stiamo affrontando la situazione pandemica in questo momento, annunceremo in settimana una riduzione probabilmente delle prestazioni ospedaliere, anche per far fronte all'impegno immane che ci viene richiesto non solo sul fronte delle vaccinazioni quanto su quello dei tamponi. Vi ricordo che la fase dei tamponi oggi in Veneto è sostanzialmente raddoppiata rispetto allo storico perché siamo mediamente sui 100.000 test diagnostici al giorno, che siano molecolari o antigenici, però prevedono schierate migliaia di persone. Ve lo dico perché, a differenza ad esempio dell'ultima grande ondata di contagio, noi oggi abbiamo un grosso differenziale che è rappresentato da una campagna antinfluenzale che comunque sta andando bene, siamo sulle 480.000 persone che già si sono vaccinate; dall'altro ovviamente è una campagna vaccinale che ad esempio a novembre, dicembre dell'anno scorso noi non avevamo perché non avevamo i vaccini. Quindi lo sforzo è uno sforzo immane, che vede impiegate più o meno 1.600 persone solo sui centri vaccinali, più tutte quelle che si occupano della fase dei tamponi, quindi diagnostica, e di tutto quello che non si vede, ma si percepisce molto di più, che è rappresentato dal tema del contact tracing.
In tutto questo contesto comunque noi siamo qui a presentare delle progettualità rispetto al Bilancio 2022, anche pluriennale rispetto a molte partite, e quindi io ci tengo a dire che intanto si è capito che nel post vaccinazione, con l'uscita dalle ondate più acute, abbiamo visto una ripartenza dell'economia, tant'è vero che chiuderemo probabilmente il nostro 2021 con un 6,4% di incremento del PIL rispetto a un 6% nazionale. C'è una previsione di PIL del 3,9% per il 2022 contro un 3,8 nazionale.
Diciamo che il sentiment delle imprese che incontriamo per il tramite dei loro rappresentanti, ma anche delle imprese che incontriamo direttamente è un sentiment positivo. C'è voglia di fare, la ripartenza è auspicata, c'è la volontà di pensare e immaginare questo nuovo Rinascimento, che ovviamente non prescinde dal fatto che ci voglia stabilità, stabilità sui mercati, la possibilità di libertà di movimento, soprattutto in un territorio come quello del Veneto dove l'internazionalizzazione e la globalizzazione delle nostre imprese è qualcosa di endemico e di strategico. Il Veneto non riesce a vivere di mercato domestico. Lasciando perdere il fatto che anche l'Italia ha qualche difficoltà a vivere di mercato domestico, ma in generale il Veneto conosce un'altissima internazionalizzazione, quindi il Covid ha messo a dura prova le nostre imprese, visto e considerato che la chiusura dei confini e la limitazione della mobilità hanno pesato moltissimo.
È ovvio che nel DEFR noi abbiamo, ovviamente, puntato sui 39 obiettivi relativi a progetti di governo presentati qui nel 2020 con l'insediamento e, quindi, con l'apertura di questa nuova legislatura, con l'insediamento della Giunta, quindi il primo Consiglio regionale, nel quale ho avuto modo di presentare le linee programmatiche di Governo, ma anche rappresentato, ad esempio, dalla strategia regionale sulla sostenibilità che è stata approvata. Siamo stati la prima Regione, fra l'altro, in Italia, vorrei ricordarvi, ad approvare questa strategia regionale e parlo del 1° luglio 2020, se non ricordo male le date.
Sul PNRR, per andare veloce a volo d'uccello poi entriamo nello specifico, stiamo parlando di un importante impegno, perché sul territorio c'è anche una distinta – immagino che l'assessore Calzavara l'abbia allegata al DEFR – pari a 1 miliardo e 300 milioni di euro, esattamente 1 miliardo e 359 milioni di euro, destinati al territorio, poi ovviamente con più interventi che sono riconoscibili relativi a molte progettualità presentate dalle Amministrazioni, presentate da tutti noi. Dall'altro, però, voglio ricordarvi che il PNRR per noi vale circa 15 miliardi e 100 milioni di euro. Cioè, la ricaduta regionale di tutti quelli che sono gli interventi diretti e indiretti può andare a essere contabilizzata su queste cifre.
Sempre relativamente a dei ragionamenti molto generali rispetto al DEFR, sulla politica di coesione voglio ricordare che qui abbiamo avuto un incremento dei fondi, perché siamo passati dal programma 2014-2020 di 1 miliardo e 364 milioni di euro a oltre 2 miliardi, 2 miliardi e 62 milioni di euro, per il programma 2021-2027. Così per la PAC, che conferma i suoi impegni. Vi ricordo che il primo programma aveva 1 miliardo e 160 milioni di euro.
Venendo al bilancio, faccio in generale alcune considerazioni. Noi siamo impegnati intanto sul PNRR, ma a volte mi capita di percepire la preoccupazione di dire: "La Regione è troppo impegnata ad occuparsi di salute e di sanità. Il Covid appiattisce tutte le attività gestionali". Non è così, perché siamo reduci, peraltro, assieme all'assessore De Berti, già da un'ultima riunione della scorsa settimana e so che un po' tutti gli Assessori sono impegnati su questo fronte, in riunioni con il Governo dove ne viene fuori una bella progettualità, ovviamente in totale sintonia con il Governo, rispetto a tutta una serie di investimenti che vorremmo fare sul territorio.
Noi non possiamo anticipare quella che per noi ormai è una sorta di griglia predefinita, ma verrà resa pubblica quando sarà affinata, penso che ormai sia questione di ore, dove molte delle partite che sono cruciali per la viabilità del Veneto, e non solo, vengono finanziate proprio con queste risorse.
C'è da dire che, ad esempio, sul fronte del PNRR si è iniziato un discorso assolutamente costruttivo rispetto a tutta la politica dell'idrogeno, per parlare e pensare in grande, per non restare sempre a parlare di viabilità o di risoluzione dei nodi, dei punti neri della viabilità, per quanto grandi siano, ma si è parlato in maniera proficua, a mio avviso, anche nell'ultimo tavolo con il ministro Giovannini, rispetto a tutto quella che è la produzione di idrogeno, alla sua distribuzione nei territori e quindi, ad esempio, a pensare a un modello strategico per il Veneto, che sarebbe un modello di riferimento a livello nazionale per tutto quello che rappresenta il trasporto pubblico locale a idrogeno.
Il Governo vede di buon grado il coinvolgimento di questo territorio. Spero che si riesca a trovare una soluzione per poter partire con queste progettualità che noi riteniamo strategiche, anche in linea con quello che poi è il progetto e la costituenda Fondazione della capitale della sostenibilità, che va ancora in questa direzione, dove abbiamo, ovviamente, coinvolto più realtà per parlare di Venezia Capitale della sostenibilità, ma, ovviamente, dietro al termine "Venezia", ci sta il Veneto, ci sta tutta la nostra comunità.
Siamo davanti a un bilancio di 17 miliardi e 117 milioni di euro. È un bilancio che anche quest'anno presentiamo come un bilancio tax-free. La contropartita, per essere proprio chiari fino in fondo, ovviamente è una contropartita molto chiara: sono 1.146.000.000 euro.
Fra l'altro, l'Assessore poi in allegato porta anche una tabella di spiegazioni: sono tasse che in Veneto non si applicano, quindi sono tasse che restano nelle tasche dei cittadini e sono partite importanti perché comunque riguardano non solo l'addizionale IRPEF, rispetto alla quale noi rinunciamo all'applicazione di quella che è l'addizionale IRPEF regionale, ma c'è anche, ad esempio, il tema IRAP, che in Veneto pesa non poco. Dopo magari ne parleremo.
Il bilancio si qualifica con molte attività, ma io adesso evito di star qui a fare la lista della spesa, perché non mi sembra il caso, però vorrei ricordare che abbiamo intanto la grossa partita Milano-Cortina, che non è un vezzo e non è solo un grande evento, ma dietro alla partita Milano-Cortina si vanno ad articolare molte attività.
Intanto noi abbiamo in bilancio, come vedrete, stanziato 85.000.000 euro, che sono un segnale, un piccolo chip che mettiamo a bilancio, in una partita molto più grande, cioè Milano-Cortina significa per noi aver creduto fino in fondo a questa candidatura che molti ritenevano ridicola e inattuabile, magari qualcuno riteneva addirittura che fosse un'assoluta perdita di tempo. Oggi noi ci siamo ufficialmente candidati ad ospitare le Olimpiadi, evento che ci permetterà ovviamente di dar vita a tutta una serie di iniziative, da quelle sportive, quindi tutto quello che rappresenterà poi il miglioramento delle venue sportive e quindi delle sedi di gara.
Vi ricordo che noi rappresentiamo l'area dolomitica e anche qui varrebbe la pena di ricordare che se ci sono Trento e Bolzano in questa partita è grazie al Veneto che le ha messe in partita, cioè Trento e Bolzano non avevano chiesto di essere in partita, ma noi le abbiamo inserite, tant'è vero che all'inizio ci fu anche un po' di turbolenza addirittura da qualche parte, chiedendoci anche di non essere della partita.
Siamo riusciti a portare a casa un progetto con un'area dolomitica e un'area lombarda; l'area dolomitica gestisce in autonomia la sua sfida, che è una sfida importante perché si pensi solo che, oltre al tema delle gare e di quello che è stato attribuito a noi, esattamente la metà del medagliere attribuito all'area dolomitica, per noi significa non solo ammodernamento delle piste da sci e di tutto quello che sono le venue sportive, ma anche interventi cospicui sulla viabilità.
Lo dico in un territorio nel quale giustamente si parla molto di occupazione: stiamo parlando dell'unica Provincia totalmente montana, assieme a Sondrio, in Italia, la Provincia di Belluno, che conosce ad esempio lo spopolamento: c'è uno spopolamento di un migliaio di persone all'anno.
Noi abbiamo pensato che la vera soluzione sia quella di andare nei territori e valorizzare i territori. Non è un caso, qualcuno citava addirittura il Papa, ieri da qualche parte ho sentito che il Papa citava la ACC di Mel. Non è un caso che questa attenzione arrivi a così alti livelli, nel senso che la partita della ACC di Mel, l'Ideal Standard... peraltro 2 contenziosi su cui vorrei dare un aggiornamento: due contenziosi sui quali stiamo lavorando e si stanno seguendo. Da un lato ricordo che l'ACC di Mel ha queste tre offerte che comunque ci fanno ben sperare per una chiusura assolutamente positiva di questa vertenza, mettendo in contabilità che un grande sforzo lo hanno fatto i lavoratori che si sono comportati da imprenditori in questa partita. Io li ho incontrati più volte e debbo dire che l'attaccamento, la passione e la difesa del presidio spero che li possa premiare fino in fondo. Oltre a essere per noi una tragedia pensare di avere 3-400 lavoratori, peraltro in una fascia di età non di facile collocazione, che rischiano di perdere il posto di lavoro.
Dall'altro c'è Ideal Standard, Ceramica Dolomite, chiamiamola anche così che forse rende più merito al territorio, per la quale, insomma, ci sono dei colloqui in corso assolutamente interessanti. Io spero che si possa trovare una soluzione.
Chiusa questa parentesi, oggi noi con la partita delle Olimpiadi, a prescindere dalla neve, dalle gare, portiamo a casa due grandi risultati, che sono due risultati che comunque vanno ad apprezzare e creano un upgrade positivo ai territori: sono la variante di Cortina, che sono 300 milioni di euro, che possiamo annunciare che è totalmente finanziata, per la quale avremo il definitivo nell'arco di qualche settimana. Questo significherà, probabilmente che non avremo la fine dei lavori della talpa del mega tunnel di Cortina... cioè andiamo a risolvere il problema di Cortina per le Olimpiadi, ma sappiamo con certezza che le Olimpiadi ci hanno permesso di portare avanti questa sfida, di avviare le attività e di far sì che la variante di Cortina diventi realtà. 300 milioni già stanziati ai quali si devono sommare i 270 milioni della variante di Longarone, altro punto nero della Valbelluna e, insomma, di quei territori, oltre a tutta una serie di attività che andremo a fare nel rispetto di tutte le regole ambientali, le norme, eccetera, che sono ad esempio il nostro intendimento di voler creare il carosello sciistico con il collegamenti Cortina-Arabba e Cortina-Val Zoldana e quindi creando quello che poi diventerà il carosello sciistico più grande al mondo, che sarà un circuito che è il doppio del Sella-Ronda.
Queste sono tutte attività che ci permettono oggi di parlare e di pensare a un nuovo Rinascimento su Cortina, al quale va aggiunta ovviamente in questa mole di attività che non sto qui a spiegarvi nello specifico, perché ci sono un sacco di attività sulla viabilità e altre attività, parlo per linee macro, tutta la partita del bob. Siccome ho visto anche che nella fase emendativa ci sono delle osservazioni sul bob, è giusto che il Presidente della Regione, in sede di Consiglio regionale, dia anche una spiegazione di cosa sta accadendo.
Guardate, noi ci siamo candidati e il nostro dossier era caratterizzato dal bob. In tutta sincerità io il bob non l'ho mai visto in vita mia. Tanto per capirsi quanto feticista sia questa roba. Però, siamo partiti da un presupposto: sentendo ovviamente gli addetti ai lavori, sto parlando di CIO, sto parlando di mondo sportivo e di esperti, abbiamo scoperto di avere il bob più vecchio al mondo. È del 1928. La pista "Eugenio Monti", lo dice da sola che cos'è. Siamo così famosi a livello internazionale. Abbiamo fatto leva nel dossier partendo dal bob ed è esattamente il dossier che a Losanna è stato premiato con l'attribuzione delle Olimpiadi a noi, partendo da quel dossier sul bob.
C'è stato poi un po' di dibattito. Io stesso ho incontrato Christophe Dubi, che è il Direttore generale del CIO, ho incontrato Thomas Bach, e ne è venuta fuori una prima ipotesi di valutare di spostarlo a Innsbruck, ma costa 30 milioni di euro. Partiamo dal presupposto che il bob nuovo a Cortina costa 60 milioni di euro, più o meno. Avremmo dovuto dare 30 milioni di euro a Innsbruck, al di là della figuraccia di pensare che le Olimpiadi italiane le facciamo con un impianto in Austria, ma poi avremmo avuto comunque sempre il bob vecchio da bonificare: una decina di milioni di euro non ci bastano. Altre soluzioni sono quelle più fantasmagoriche, da andare in Piemonte o da altre parti, ma non praticabili. La verità è che nell'attività che abbiamo commissionato per il tramite dell'ingegner Pellegrini ne è venuto fuori che la sostenibilità economico-finanziaria, anche con un piano di gestione post, ci fa andare verso la direzione di realizzare il bob a Cortina, bonificando quell'area, facendone un impianto – posso anticipare fino a un certo punto cosa faremo – sicuramente più ridotto anche come dimensioni, salvaguardando tutto quello che è l'aspetto ambientale, rispettando tutte le regole, ma andando verso quella direzione, avendo già un accordo con le Province autonome di Bolzano e di Trento, area dolomitica, per la gestione post, che ci costerà più o meno 400.000-500.000 euro all'anno. Io ricordo che il bob di Cortina sarà l'unico bob paralimpico e olimpico che si realizzerà con il rispetto di tutte le norme. Quindi, si candiderà non solo ad attività per le quali noi stiamo già lavorando, di eventi mondiali post Olimpiadi, ma anche per tutti gli eventi paralimpici.
Detto questo, è ovvio che Cortina – è esattamente una preoccupazione che condivido con tutti voi – rappresenta anche un grande flusso finanziario. In una discussione di bilancio non si può omettere il fatto che già abbiamo interloquito con la Procura, abbiamo già interloquito con le diverse realtà preposte a vigilare, le autorità vigilanti, affinché ci sia un riflettore acceso che sia grande a sufficienza per evitare che ci siano infiltrazioni malavitose, che ci sia criminalità e tutto quello che già caratterizza a macchia di leopardo anche molte parti del Veneto, che non trovi substrato nella partita di Cortina.
Sostanzialmente, delle Olimpiadi perché ve ne ho parlato in maniera un po' più approfondita? Perché le Olimpiadi non sono un pallino del Presidente della Regione, ma sono una grande opportunità e penso che su questa opportunità dovremmo essere tutti convinti del fatto di dover portare avanti questa partita. Dopodiché c'è sempre chi, dietro ad ogni carriola di malta vede un ladro o un devastatore dell'ambiente, però noi abbiamo anche l'obbligo di governare.
Detto questo, vi dico anche che questo bilancio riporta ancora una partita che poi si aggancia a quello che vi citavo prima, che è il PNRR, ovvero i 300 milioni stanziati per l'ospedale di Padova.
L'ospedale di Padova non è solo un ospedale, non è solo il grande Policlinico universitario che ci permetterà comunque di fare buona sanità ed essere attrattivi a livello internazionale, ma rappresenta un'opera attorno alla quale si vuole costruire un grande centro di ricerca. Vogliamo anche, a livello nazionale, pensare di coinvolgere il Governo su una progettualità che vada un po' più in là, anche coinvolgendo il Governo rispetto ai fondi del PNRR.
Non ho anticipazioni oggi da darvi rispetto alla progettualità alla quale stiamo pensando, però immaginate solo che su questo fronte noi siamo oltretutto pronti - avrete probabilmente letto delle notizie di stampa – del fatto che proceduralmente e burocraticamente si sta andando avanti verso quella che sarà poi la prima pietra. Dall'altro lato, però, pensiamo anche che questo che nasce come un luogo di cura diventi sempre più un luogo di ricerca in un contesto nel quale basterebbe pensare a una nuova "modalità di cura" che è rappresentata, senza pensarci, dal vaccino.
L'RNA messaggero rappresenta non solo la possibilità di vaccinare una persona utilizzando una metodologia innovativa. Questa è una novità assoluta. Se voi leggete anche la storia di questi due ricercatori, che sono due coniugi, che hanno portato avanti questa sfida, comunque si capisce che è una metodologia innovativa. Ma è una metodologia talmente innovativa che diventerà una modalità di cura per noi cittadini, tanto è vero che non so se avete letto che, già per alcuni tipi di tumore, ad esempio il melanoma, piuttosto che per altre patologie, già si utilizza il principio di questa metodologia, cioè il farmaco diventa il vaccino.
Dietro a tutto questo ragionamento, penso che noi, come centro di ricerca, potremmo fare un grande lavoro, viste e considerate le professionalità che abbiamo su Padova.
Sempre rispetto a questo, vorrei dirvi che lo trovate in parte scritto nel bilancio, ma si evince ancora di più se andiamo a guardare nel dettaglio i dati della sanità, che sull'edilizia ospedaliera nei prossimi anni, ma direi minimo nei prossimi cinque anni, avremo il Veneto interessato da moltissime attività di recupero e di messa a norma di edilizia ospedaliera, ma anche di nuova edilizia ospedaliera. A fronte dei finanziamenti che sono arrivati causa Covid o per merito del Covid, noi riusciamo anche a pianificare tutta una serie di attività di edilizia ospedaliera, che poi, se qualcuno vorrà averne anche conto in maniera dettagliata, l'assessora Lanzarin sarà in grado di fornirvi, anche magari con delle tabelle.
Questo è il bilancio anche dei cofinanziamenti regionali e di quelli che sono i fondi strutturali: noi sostanzialmente, in tre annualità – e lo troverete nel bilancio – andiamo a confermare una scelta politica di questa Amministrazione. Io avevo ereditato un'Amministrazione regionale nella quale fondamentalmente non c'era mai il pieno cofinanziamento al bilancio dei fondi strutturali e questo significava che comunque funzionava col sistema del rubinetto on/off, apri e chiudi, nel senso che controllavamo la capacità di impegno dei fondi da parte dei privati e quindi noi, parallelamente, aumentavamo la posta.
Oggi questo ci permette, invece, di dire un'altra cosa, cioè che, a fronte proprio di una scelta che abbiamo fatto, che è quella di cofinanziare all'origine i fondi, che è un impegno non da poco perché sono 75 milioni di euro all'anno per tre annualità, diamo un segnale forte alle imprese e ai cittadini, che sanno già che comunque la partita è importante. Infatti noi siamo tra le prime tre Regioni in Italia – ce ne sono solo tre, anzi quattro, ma una è minimale – che riescono a utilizzare più fondi di quelli messi nella programmazione comunitaria: noi siamo a oltre il 107% dell'utilizzo. Siamo tre o quattro Regioni, tutte le altre sono in negativo, cioè utilizzano di meno di quello che è stato messo loro a disposizione.
Per quanto riguarda le scuole paritarie, signori, resta un grande nodo che è sempre presente. Noi siamo ancora impegnati, ne ho parlato anche più volte anche con il patriarca, con i vescovi della Regione, eccetera: noi siamo sempre impegnati con i 31 milioni all'anno e vorrei sommessamente ricordare che siamo l'unica Regione che vive questa particolarità. Noi abbiamo 90.000 bimbi in età dell'infanzia, quindi che avrebbero bisogno di quello che noi comunemente chiamiamo asilo, e quindi le scuole dell'infanzia, che se non avessero le scuole paritarie, quindi le scuole cattoliche, le scuole religiose piuttosto che altre scuole, non avrebbero un edificio pubblico che li può ospitare. Fondamentalmente, guardate, c'è stato uno studio che ho letto un paio d'anni fa che dice che questi 90.000 bimbi se avessero le strutture pubbliche in Veneto, avessero le scuole fisicamente presenti, avessero gli insegnanti dello Stato, come accade in altre Regioni, questi bimbi costerebbero al Paese 230 milioni di euro all'anno. Morale: noi finanziamo 31 milioni di euro all'anno e le famiglie assieme a noi finanziano questa partita per far risparmiare 230 milioni di euro all'anno allo Stato.
Questa è una grande forma di solidarietà ante litteram. Queste sono scuole che hanno tradizione, arrivano da metà Ottocento. È un elemento di virtuosità. Il Veneto ha continuato a coltivare, secondo me, facendo bene, il tema delle scuole paritarie che non è un fatto elitario, come qualcuno spesso magari maldestramente, non essendo a conoscenza della storia di queste scuole, identifica, ma è la necessità di dire che non c'è alternativa. 90.000 bimbi dovrebbero stare a casa da parenti, nonni, amici o qualcuno che li accudisce, ma di certo non c'è una scuola pubblica. Anche qui, ovviamente, un impegno di 31 milioni di euro all'anno, che sono risorse che noi dedichiamo ovviamente alle famiglie.
Anche qui la sfida sarebbe quella di andare con una forma di premialità, ma fino ad ora non ci siamo mai riusciti - e guardo gli Assessori - cercando di chiedere che si possano aiutare quelli che ne hanno più bisogno, però per ora si va via abbastanza in maniera uniforme.
Siamo presenti parimenti sugli ESU: 10 milioni di euro sugli ESU. Perché vi cito gli ESU? Perché sicuramente è una sfida. Ho visto che c'è stato un po' di dibattito in questi giorni. Io ho incontrato personalmente il Rettore, come ho incontrato la rettrice Mapelli, la rettrice Lippiello, il rettore Nocini. Ho parlato con loro e sono convinto che i tre nominati dal Consiglio, insomma le nomine del Consiglio, le persone nominate abbiano diritto a essere testate, ma debbano anche mettersi al 100% a disposizione dei Rettori, perché io credo che la loro interfaccia siano le Facoltà, gli Atenei, che sono quelli che hanno i ferri e i bisturi in acqua e sono quelli che conoscono le necessità. Questa è stata la mia rassicurazione che ho dato ai Rettori. Prova ne sia che a tutti abbiamo chiesto totale e piena disponibilità di mettersi assolutamente a servizio delle Università affinché si possa portare avanti una strategia comune. A questo ci aggiungiamo, ovviamente, 6 milioni e mezzo di borse di studio, che magari per qualcuno sarà un'inezia, per noi e per il nostro bilancio è sicuramente un impegno importante.
Chiudo il tema della scuola e della formazione con quello che è il nostro impegno. Sono 64 milioni di euro in tre anni per una formazione, anche qui, atipica o, meglio, tipica del Veneto, perché diamo formazione a oltre 20.000 ragazzi tutti gli anni, che assolvono l'obbligo formativo in Veneto, con professionalizzazione, dando risposte alle imprese e facendolo in maniera efficiente, nel senso che le imprese ci ringraziano di queste professionalità, ne vorrebbero di più. Poi, ogni tanto dico agli imprenditori: "Ma tuo figlio che scuola fa?". "Il liceo". Funziona anche così. Ma è giusto che ci sia la libera scelta. Però, i ragazzi che vogliono imparare un mestiere lo imparano bene, con un modello formativo che è collaudato e che penso ci sia riconosciuto, anzi ci è riconosciuto da tutte le graduatorie e le valutazioni nazionali, visto e considerato che la nostra formazione viene premiata.
Perché vi ho parlato di questi temi? Perché sono tutti fuori sacco rispetto a un'ordinaria amministrazione di una Regione a Statuto ordinario. Cioè, noi abbiamo un fronte di impegni extra, definiamoli identitari, squisitamente veneti, che comunque non si possono non rilevare in una discussione di bilancio. D'altronde, se io facessi due conti alla buona, qui avremo circa 100 milioni di euro a disposizione, che altre Regioni magari hanno e magari applicano anche l'IRPEF, anzi tutte lo applicano, a differenza nostra.
Ci sono dei dati che vi volevo dire. Prima vi avevo accennato della pressione fiscale. Io penso che questo sia un valore che tutti, a prescindere che uno faccia parte della maggioranza o dell'opposizione, possano spendere. Relativamente alla pressione fiscale in Veneto vi do solo un dato. Mi sono fatto un conto. Io dico sempre 1 miliardo e 146 milioni di tasse che non applichiamo, diciamo di mani che non mettiamo nelle tasche dei veneti. 1 miliardo e 146 milioni. Tradotto in soldoni, cosa vuol dire? Vuol dire che la nostra pressione fiscale sul potenziale che abbiamo è 1%, perché il miliardo e 146 miliardi rappresenta il 99% di quello che possiamo ancora prelevare.
La nostra pressione, data dalla discrezionalità della scelta politica, oggi vale 1%. Chi voterà il bilancio e sosterrà questo progetto di governo sa che sottoscriverà una pressione fiscale dell'1% rispetto alle tasse e alla pressione fiscale che la Regione potrebbe, in via teorica, applicare, ma non tanto teorica.
Affianco a questo, però, ho l'obbligo di dirvi, siccome non siamo venuti giù con la piena del Piave, visto e considerato che siamo qui ormai da dodici anni, anzi undici anni per essere precisi, ho l'obbligo di dirvi e ve lo ricordo anche con una sorta di orgoglio, che nonostante le tasse, che non applichiamo, 1%, nonostante spese che altri non hanno, i nostri parametri nel ranking nazionale della valutazione delle Regioni sono questi: siamo i primi come Regione a Statuto ordinario per bassa pressione per l'IRPEF pro-capite. Questo lo sappiamo. Siamo i primi per bassa pressione fiscale di IRPEF e IRAP a livello nazionale. Siamo i primi per la spesa pro-capite più bassa. Siamo sotto di quasi il 6% rispetto alla media nazionale. Siamo i primi per la più bassa spesa di funzionamento (personale, beni e servizi). Siamo a 133 euro pro-capite rispetto a una media pro-capite di 207 euro nazionali, meno 36%.
Questo non vuol dire che affanniamo i nostri uffici. Abbiamo fatto una scelta dieci anni fa, che oggi ci sta dando dei frutti, che se non applichiamo tasse dobbiamo cercare di efficientare il modello, come si fa in tutte le aziende.
Siamo i primi per LEA. Non applichiamo tasse, il modello funziona, ma siamo i primi a livello nazionale per i livelli essenziali di assistenza. Questi sono i dati di quest'anno. Siamo al primo posto per il risultato economico nella sanità. Questo è un dato che io non mi ricordavo più: dal 2011 al 2018 l'utile – sono solo quattro le Regioni che hanno fatto utile – della sanità del Veneto è di 239 milioni di euro. Tanto per darvi dei dati, l'Emilia-Romagna ha meno 137 milioni, il Piemonte meno 424 milioni, la Toscana meno 386 milioni, dal 2011 al 2018.
Siamo al terzo posto nazionale per i fondi FESR e FSE, ve l'ho detto prima, il famoso 107% dell'utilizzo.
Sui pagamenti è inutile che vi dica lo sforzo – e qui ringrazio gli uffici oltre che i collaboratori e i colleghi di Giunta, ma gli uffici in particolar modo – che abbiamo fatto perché questa Regione aveva un punto nero sicuramente da un punto di vista gestionale nel 2010, che era quello della qualità dei pagamenti: noi avevamo un arretrato pauroso. Prova ne sia che nel 2010 esordimmo subito con, ad esempio, tutto il fronte della sanità che aveva 1.070.000.000 euro, se non ricordo male, di ammortamenti non sterilizzati, quindi avevamo molte partite: i pagamenti non andavano avanti negli ammortamenti della sanità. Abbiamo ripulito tutte quelle che erano le criticità e oggi ci ritroviamo con una Regione che è la prima a livello nazionale per i tempi di pagamento: questo è un bel dato anche da girare ai nostri cittadini ovviamente.
Chiudo con alcune riflessioni. È ovvio che il bilancio, come vedrete poi nella presentazione che farà l'assessore Calzavara – so che il relatore e il correlatore l'hanno affrontato, la Commissione e un po' tutti – presenta alcuni aspetti, che vorrei sottolinearvi e poi chiudo, che sono rappresentati, ad esempio, da alcuni punti che noi consideriamo cruciali. Non sarà facile ricordarli tutti, magari qualcuno verrà anche dimenticato e non vorrei poi che fosse oggetto di polemica, ma è volontà, a volo d'uccello, di cercare di dare un minimo di visione a quello che stiamo facendo.
Oggi c'è un argomento cogente, che è rappresentato, ad esempio - non vi parlo dell'ambiente, magari ve ne parlo dopo – da una cosa che ci sta a cuore: il tema della sicurezza sul lavoro. Voi avete visto che purtroppo ereditiamo quotidianamente resoconti, a volte anche non a causa dell'incuria, ma di tragiche casualità, però è pur vero che noi non possiamo omologarci al fatto di avere un bollettino di guerra che ci arriva dai cantieri e ci arriva dalle attività produttive.
Penso che sul fronte della sicurezza del lavoro, in questo bilancio ci vedrete ovviamente l'impegno ancora una volta sul fronte delle assunzioni; siamo già intervenuti sugli SPISAL per le assunzioni e continueremo a farlo, però abbiamo dato sempre un mandato ai nostri controllori, cioè di fare un'attività di accompagnamento. Noi restiamo ancora convinti del fatto che non sia la soluzione andare in azienda e multare un'azienda o fermare un processo produttivo, perché magari si rischia di arrivare troppo tardi nel mettere la multa, quando c'è già il morto o c'è già l'incidente. Meglio è, invece, fare un'attività di accompagnamento, che sia un'attività di accompagnamento culturale, tecnica, di consulenza, ovviamente di programmazione e vedo che le imprese, anche nel tavolo con i sindacati che si è fatto, vedono di buon grado questa partita. Insomma, sul fronte degli SPISAL vogliamo andare avanti su questo fronte.
Per quanto riguarda la transizione ambientale, energetica, io penso che sia fondamentale arrivare, ovviamente, diciamo... gli obiettivi sono fissati, son quelli sui quali noi dobbiamo lavorare, che rappresentano la volontà fino in fondo di arrivare a una produzione energetica, che sia tutta ottenibile da fonti rinnovabili. Insomma, questo obiettivo del 100% è raggiungibile anche in Veneto e penso che sia assolutamente raggiungibile. Penso che abbiamo tutti i presupposti per portare avanti questa sfida. Vi citavo prima la Capitale della sostenibilità, che è un ulteriore elemento di comunicazione che ci permette, però, anche di portare all'interno del lavoro della Fondazione professionalità, io spero non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, che ci possano anche far progredire su questo fronte, visto e considerato che la sfida delle sfide è quella ambientale. Lo abbiamo visto, fra l'altro, in una Regione come quella del Veneto, dove abbiamo l'inquinamento delle falde, ad esempio, da PFAS, ma non solo. Ad esempio sul fronte dei PFAS è inutile che io vi stia a ricordare che siamo ancora l'unica Regione in Italia, a meno che qualcuno non abbia delle novità di questa mattina, che ha approvato una legge che mette a limite zero i PFAS. Abbiamo investito sul fronte dei filtri a carbone, il tema dell'acquedotto e del nuovo tubo che porta alle acque, il tema del biomonitoraggio: insomma tutto quello che si può fare. Non ultimo il tema di un contenzioso legale, di un processo nel quale noi ci siamo insinuati e penso che sia riconosciuto da tutti in maniera energica, prova ne sia che abbiamo ottenuto, diciamo, tutti gli interlocutori al Tribunale, evitando che qualcuno, si chiamasse fuori: sto parlando di multinazionali, che molti davano già per disperse e non raggiungibili dalle nostre azioni legali.
Avremo anche, fra l'altro, il 3 di dicembre, la visita di un inviato dell'ONU, che si occupa, appunto, di inquinamento e diritti umani, e penso che sarà ancora occasione per parlare di PFAS, di inquinamento, di diritti umani, visto e considerato che, insomma, gli indicatori del biomonitoraggio ci dicono che nel passato l'ambiente è stato sufficientemente bistrattato e alcuni effetti si vedono anche nella salute e nell'ambito anche del biomonitoraggio. È pur vero che va ricordato, ma lo dico semplicemente per un fatto non solo estetico, ma anche di correttezza istituzionale.
Quando nel 2013 il CNR ci avvisò dell'inquinamento da PFAS, noi siamo stati la Regione che ha preso di petto il problema, attivando tutta una serie di attività: basti pensare che noi abbiamo dato vita, investendoci circa 10 milioni di euro, ad un laboratorio nazionale che poi diventa di riferimento nazionale per l'analisi dei PFAS, perché si parla di PFAS, ma non è facile neanche analizzare le acque che contengono i PFAS.
In quella cartina che il CNR ci mandò, c'erano molti focolai di inquinamento in giro per l'Italia. Vedo che si parla solo del Veneto, e questo non ci fa piacere, anche nell'interesse della salute degli altri cittadini.
Noi però andiamo avanti, pensando che si debba assolutamente continuare a investire, e cercare di tutelare la salute dei cittadini.
C'è una partita importante, quella del dissesto idrogeologico, nella quale continuiamo a investire. Non è una partita semplice. Come vedete, i cambiamenti climatici ci mettono a dura prova. Ne abbiamo un esempio, senza dover star qui sempre a citare le 11.000 frane che abbiamo in Veneto, che ovviamente non troviamo in area agricola coltivata, ma troviamo nelle aree abbandonate: non va neanche dimenticato, ad esempio, tutto quello che è il danno del dissesto idrogeologico nei nostri litorali, visto e considerato che sono responsabili di gran quota parte del PIL del Veneto che vale, sul fronte turistico, circa 18 miliardi di euro.
Noi su quel fronte contiamo di continuare a investire, come contiamo di continuare ad investire anche sul fronte della sicurezza. Dopo ci sarà anche l'Assessore di competenza, Bottacin, per gli aspetti ambientali. Da un punto di vista di viabilità, della messa in sicurezza di tutti i cavalcavia, spero che l'Assessore e Vicepresidente De Berti, visto e considerato che anche quello per noi è uno sforzo non programmato. In un'epoca storica nella quale va fatto il conto con il calcestruzzo che si sta ammalorando e finisce il suo ciclo di vita, purtroppo ci ritroviamo anche con tutte queste messe a norma in un territorio dove di cavalcavia, tunnel e altro, ce ne sono non pochi.
Sul fronte della mobilità, vi parlavo prima del treno a idrogeno. È ovvio che noi non abbiamo abbandonato la nostra sfida, l'ammodernamento di tutto il materiale rotabile. Questa è la prima sfida, e penso che ormai l'abbiamo raggiunta, visto e considerato che al 2023 l'età media dei nostri treni sarà di cinque anni.
Penso che si possa dire che siamo l'unica Regione in Italia che è riuscita ad ammodernare tutto in virtù dell'accordo con Trenitalia, ovviamente, RFI, tutto il materiale rotabile a livello regionale.
È ovvio che restano ancora dei punti irrisolti, tipo la nostra ferrovia che interessa il Polesine, piuttosto che il tema del bellunese, visto e considerato che, da un lato, abbiamo investito sulla partita della elettrificazione e, dall'altro, vi annuncio che non abbiamo per nulla abbandonato il tema del treno delle Dolomiti, sul quale stiamo andando avanti. È una volontà. Firmai l'accordo con il ministro Delrio quella volta. Penso che sia ancora quanto mai attuale visto e considerato che allora non avevamo ancora le Olimpiadi, (mancanza di audio). Però, siamo arrivati a uno studio di fattibilità, valutando e comparando le diverse soluzioni. Capiamo che è una partita da 700-800 milioni di euro, ma è una partita di valore innegabile sia sotto il profilo turistico e della comunicazione in generale pensare di avere un treno che fa Venezia-Cortina, ma anche da un punto di vista del rispetto ambientale, perché se fosse un treno che rappresentasse la possibilità di avere dei parcheggi scambiatori e di sgravare l'accesso alle Dolomiti utilizzando ovviamente questa forma di viabilità questo ci permetterebbe, ovviamente, di dare un bel segnale anche a quei territori.
Stiamo lavorando sul fronte del biglietto unico. Io capisco che a volte vengono citate realtà virtuose, come la Provincia autonoma di Bolzano, ma loro hanno dei vantaggi, che sono quelli che hanno un interlocutore unico, cioè loro, mentre noi abbiamo più interlocutori, che sono rappresentati dalle diverse società di trasporto pubblico locale, che giustamente sono autonome, collaborano pienamente con noi, però si tratta anche di trovare il sistema per mettere in fila tutte queste realtà, tutti questi gestori, per arrivare a quello che è il compimento del nostro obiettivo. Noi abbiamo già una fase sperimentale in corso. Ecco, questo va precisato. Però, il compimento del nostro obiettivo è quello di pensare che il cittadino in Veneto, che sia un cittadino veneto, che sia un turista o un viaggiatore, possa pensare di farsi un biglietto unico interfacciando ferro, gomma e acqua. È un sogno, ma i sogni possono diventare realtà. Noi veramente continuiamo a lavorare su questo fronte. Considerate che, propedeutico a questo, è stato anche il Piano dei Trasporti che abbiamo approvato, che ovviamente ha dato un impulso a quello che era un po' di disordine.
Questa mattina ho incontrato i signori dell'iniziativa della "Sedia rossa", simbolo contro la violenza sulle donne. Penso che questa sia una partita... Qualcuno dice che è un problema del sociale, quindi dovremmo parlare... Io penso, invece, che sia un problema della società, più che un problema da dedicare all'Assessore al Sociale. Penso sia un problema culturale della società e penso che dovremmo attivare altre iniziative, perché comunque le cronache dei giornali, purtroppo, quotidianamente dedicano spazio a vicende che sono raccapriccianti, in cui donne vengono picchiate o, peggio ancora, perdono la vita, sono oggetto di stalking o di fatti indicibili, non ultimi gli episodi che abbiamo visto tutti ieri della cronista fuori dallo stadio, con quello che è accaduto.
Pertanto, sul fronte della violenza sulle donne e, in generale, nel mondo del sociale, ho chiesto agli Assessori che ci sia più impegno rispetto al tema della violenza delle donne e che ci sia anche un impegno trasversale, perché potrebbe lambire più ambiti: penso alla scuola, al sociale, al tema di altri comparti che potrebbero essere coinvolti.
Sul fronte della disabilità, dei non autosufficienti, di tutta questa partita, ho visto che, tra l'altro, nella fase emendativa, c'è anche chi dice che dovremmo tassare di più i ricchi per dare una mano ai più poveri (ve la sintetizzo in questa maniera). Noi siamo qui ancora a confermare il fatto che, pur vedendo come lodevole questa riflessione, che un po' tutti noi, nel nostro intimo facciamo quotidianamente, se una persona sta peggio di noi, è giusto che chi sta meglio di questa persona metta mano al portafoglio e dia una mano; poi che lo faccia sotto i riflettori o lo faccia a latere, però l'importante è che venga fatto.
Pur tenendo presente questa istanza, che ho visto anche peraltro sposata nella fase emendativa da qualcuno di voi, dico che noi confermiamo ovviamente questa scelta rispetto alla tassazione, però è innegabile che resta il problema del sociale, che è un problema che comunque affrontiamo quotidianamente. Penso che non si possa più prescindere, Assessore, anche dall'approvazione della legge del riordino delle IPAB e di andare avanti assolutamente con forza rispetto a questo e dopo cominciare a fare anche un ragionamento rispetto a tutte quelle che sono poi le persone che incrociate tutti voi: spesso i familiari che hanno un disabile in casa, il tema del non autosufficiente in casa, in generale le condizioni di disagio sociale.
A questi temi comunque questo bilancio già pone attenzione e questo lo dobbiamo dire, ma magari poi l'assessora Lanzarin, nell'affrontare la fase emendativa, sarà disponibile per eventuali domande, però è un comparto che noi consideriamo strategico: tant'è vero che in Giunta non possa seduta nella quale non parliamo di questi temi.
Restano alcuni aspetti, poi mi zittisco e mi scuso anche per non essere stato breve, ma ci tenevo perché, come dice qualcuno, vengo poco, quindi sommo un po' i tempi che non ho utilizzato in passato.
Il tema della Pedemontana. Sulla Pedemontana noi andiamo...

PRESIDENTE

Per favore. Prego, Presidente.

Luca ZAIA (Presidente della Giunta – Zaia Presidente)

Volevo dire: "Ipse dixit", ma dopo mi chiedevate chi era.
Prego. Scusami. Stavo dicendo: partita grandi infrastrutture. Carne sul fuoco ce n'è tanta. Non vi nego che, soprattutto, in vista del PNRR, comunque la partita infrastrutture, come quella della transizione ecologica, come alcune partite della digitalizzazione - adesso, perdonatemi, io non sono stato qui a citarvi tutto - son partite focali, sono partite importanti. Noi abbiamo un'infrastruttura che finalmente va verso la conclusione, che è quella della Superstrada Pedemontana Veneta. Avevamo programmato di aprire gli ultimi lotti a fine anno, mi dicono a gennaio-febbraio, perché hanno avuto delle difficoltà operative da cantiere. Confermiamo le aperture. Sono 15 chilometri di Montebelluna-Spresiano e, ovviamente, gli altri 15 verso Montecchio, quindi nel vicentino. Avremo invece gli innesti sulle autostrade, verosimilmente, nel 2023: significherà arrivare a Spresiano, uscire dalla Pedemontana, farsi un paio di chilometri di strada normale e poi rientrare a Treviso Nord, se qualcuno volesse andare in A4. Stessa cosa da Montecchio: si esce dal casello della Pedemontana e si entra nel casello dell'A4. L'infrastruttura sarà completata verosimilmente nel 2023. L'infrastruttura come nastro d'asfalto, per i primi mesi del 2022, sarà completata, nel senso che avremo questi due completamenti e, quindi, andremo verso i famosi 94 chilometri e mezzo di nastro d'asfalto, dai quali dobbiamo decurtare, per onestà, i 6 chilometri della galleria di Malo, che hanno avuto, ovviamente, un ritardo a causa dell'incidente mortale che c'è stato, quindi dei due sequestri e dissequestri che ha avuto la galleria. Questa è un'opera, comunque, che si va a completare. È un'opera che, di fatto, se voi considerate che è stata messa in cantiere nel 2011, si va a completare in 10 anni: se consideriamo che ha avuto almeno un paio d'anni di arresto nei cantieri per il tema del closing finanziario, per tutti i problemi che ci sono stati, direi che possiamo dire tranquillamente che questa infrastruttura da zero a chiavi in mano l'abbiamo realizzata, o meglio, l'hanno realizzata con otto anni di cantiere.
Resta il tema dei pedaggi. Il tema dei pedaggi è un tema importante. Voi sapete che questa è un'infrastruttura che costa 2 miliardi e 258 milioni di euro di opere. Sono 94 chilometri e mezzo, 36 Comuni e 14 caselli. C'è da dire però che sono stati realizzati anche altri 68 chilometri di opere di adduzione, da sommare ai 94,5.
Sul fronte dei pedaggi, noi siamo in grado di valutare, ma lo vogliamo fare, una riduzione dei pedaggi con abbonamenti, valorizzando i residenti nei territori in prossimità dei caselli o quant'altro. Ma siamo in grado di farlo solo nel momento in cui l'infrastruttura sarà conclusa.
Nel piano del traffico, nello studio di fattibilità economico-finanziaria abbiamo un benchmark di 27.000 veicoli equivalenti al giorno. Oggi dobbiamo dire che, nonostante l'infrastruttura sia monca, perché mancano circa 36 chilometri al suo completamento, raggiunge già i 21.000-22.000 veicoli. Siamo fiduciosi che il traffico, il breakeven dei 27.000 veicoli si raggiunga, e che tutto quello che è in più si trasformi poi in decurtazione di pedaggi.
C'è da dire anche che noi lì abbiamo la rinegoziazione della concessione, abbiamo tutto il discorso delle concessioni. Voi sapete che abbiamo portato avanti una soluzione di natura legislativa, che è stata approvata per CAV, il quale quindi è a tutti gli effetti un concessionario. Questo ci permette intanto di candidarci a tutti quelli che sono i movimenti di concessione in Veneto, eventualmente anche in accordo con le Regioni confinanti. Ovviamente, tutto questo poi avrà una ricaduta positiva nei territori, perché le utilità, gli utili di tutta l'attività di CAV diventano ovviamente investimenti nella viabilità dei territori.
Stiamo lavorando sul fronte dell'UNESCO (tutte le cose di cui parlo le trovate nel bilancio). Abbiamo un bell'accordo con l'Università Ca' Foscari per la valorizzazione dei siti UNESCO e soprattutto per creare una forma di promozione a 360 gradi con tutto quello che rappresenta il Patrimonio dell'umanità del Veneto. Considerate che noi abbiamo le Ville Venete, le ville del Palladio, l'Olimpico di Vicenza, Venezia e la sua Laguna, le Dolomiti, il Prosecco, le fortezze veneziane, le mura delle fortezze veneziane (e non sto qui a citarvele tutte).
Abbiamo due dossier in lavorazione, che sono quelli del metodo dell'appassimento dell'Amarone, patrimonio immateriale, e poi un altro dossier in lavorazione, quello della Pesciara di Bolca che, pensate, rappresenta un unicum, nel suo genere: stiamo parlando di fossili. Tutti i siti a livello internazionale e mondiale fanno riferimento a Bolca. Mediamente un sito ricco di fossili in giro per il mondo ha al massimo una decina di specie di pesci, Bolca ne ha 250 censite. Quindi, è sostanzialmente la cattedrale. Lì si va dal fossile del coccodrillo e della palma a quello del pesciolino insignificante, a razze, a delfini. C'è di tutto. Io ne ho parlato, fra l'altro, a Parigi e a Parigi sono molto attratti da questa idea. Per cui, penso che siano due dossier, entrambi, che possono avere assolutamente visibilità e approvazione.
Chiudo con gli ultimi due argomenti e poi mi zittisco, e perdonatemi. Il tema della ZLS e della portualità. Ci sarà poco scritto nel bilancio, ma in sede di discussione del bilancio penso che anche un bel segnale da questo Consiglio sarebbe gradito, nel senso che la ZLS è una grande sfida che il Veneto ha affrontato e riguarda dei territori, peraltro, che hanno necessità. Stiamo parlando di tutto quella che è la portualità veneziana e delle aree veneziane, Chioggia e Polesine; stiamo parlando di un'opportunità rispetto alla fiscalità e alla promozione dell'economia. Questa brutta aria che gira, che sembra che noi rischiamo di essere tagliati fuori da quelli che sono i finanziamenti e le approvazioni della ZLS a livello nazionale, penso che non sia un bel segnale nei confronti del Veneto. Io spero che da parte del Consiglio arrivino anche delle determinazioni forti in questa direzione.
Parimenti vi ricordo che il dossier dell'autonomia sta andando avanti. Noi abbiamo fatto il referendum il 22 ottobre 2017. Sono passati quattro anni ad oggi, abbiamo avuto quattro Governi diversi (Gentiloni, Conte 1, Conte 2 e Draghi). È pur vero che siamo in una fase cruciale, nel senso che, come voi sapete, nel Collegato alla finanziaria il Governo ha inserito il titolo per il progetto dell'autonomia. Stiamo lavorando, e quando dico "stiamo lavorando" voglio dire che lo stiamo facendo assieme agli uffici, quindi tra tecnici, agli uffici del ministro Gelmini, ma comunque anche a quelli del MEF, assieme ai colleghi Fontana e Bonaccini, per un progetto di autonomia. Si sta lavorando oggi, in questa fase, a una legge quadro da portare in Parlamento, che dovrebbe essere quella legge quadro che, se approvata, darà la stura all'approvazione e alla stesura delle intese con le tre Regioni. Se saranno approvati gli emendamenti che noi abbiamo fatto a un testo che è super riservato, soprattutto quelli rispetto alla fiscalità, vi posso solo anticipare che la nostra proposta è quella di dire che, se il trasferimento di risorse rispetto alle competenze... cerco di spiegarlo in maniera molto banale e semplice, così ci capiamo al volo: se tu mi dai una competenza che ha quel costo, quel costo me lo riconosci su una percentuale della fiscalità su base oggi. Se domani quella percentuale mi getta più di quello che io dovevo avere (perché magari aumenta il PIL, perché l'autonomia fa i fuochi d'artificio, decolla l'economia, eccetera), quella percentuale in più la trattengo e una parte di quella percentuale noi vorremmo che fosse destinata alle Regioni del Sud, in maniera tale che si vadano a finanziare dei progetti a destinazione obbligatoria, cioè per il lavoro al Sud, per i giovani, piuttosto che per la sanità, eccetera.
Insomma, stiamo lavorando su questo fronte. Ve l'ho detto in maniera molto maccheronico per non stare qui a parlarvi di flor, di delta, di altre cose, perché c'è gente molto più esperta di me in economia e in fiscalità, però credetemi che la delegazione trattante – peraltro trattano questo tema il professor Giovanardi e il professor Stevanato per noi – sta lavorando veramente approfonditamente per una norma fiscale. Ho avuto modo anche di incontrare il ministro Franco nei giorni scorsi e c'è disponibilità a valutare quest'ultima proposta, sperando che venga accolta.
È una pagina di storia intonsa e, se questo Governo la vuole scrivere, è lì pronta, altrimenti la scriverà qualcun altro.
Io non aggiungo altro. Vi ringrazio per l'attenzione. Ci sarebbero molti altri temi dei quali parlare e, per carità, sono a disposizione. Penso che la sintesi sia un bilancio fatto assolutamente con coscienza del fatto che siamo in un momento particolare, abbiamo evitato di mettere le mani nelle tasche dei veneti, abbiamo comunque una parte di finanziamenti che dobbiamo erogare e che altre Regioni non hanno per fatti storici. Ma non stiamo neanche qui a fare i mendicanti, nel senso che guardiamo al futuro con la volontà di pensare che ci sarà una ripresa, si verrà fuori poi da questa tragedia del Covid, che comunque ha cambiato le nostre vite: questo è poco ma sicuro. Ci ha messo a dura prova, ci metterà a dura prova anche nelle prossime settimane e chiudo dicendovi che immagino che il Veneto diventi giallo, non questa settimana, ma probabilmente la prossima: è alto il rischio di diventare gialli, nel senso che, per gli indicatori, noi abbiamo già superato l'incidenza da giallo. Dobbiamo arrivare al 10% di occupazione di Terapie intensive per passare al giallo e il 15% dell'area non critica. Non siamo ancora a questi livelli, perché siamo a un 7,8% di occupati, però è pur vero che in 15 giorni, con questa proiezione, l'algoritmo ci dice: se qualcuno non capisce che deve portare la mascherina, deve evitare assembramenti, deve rispettare un minimo le regole, probabilmente, due o tre settimane ma al giallo ci arriviamo. Giallo vuol dire: mascherina all'aperto, vuol dire quattro persone sedute al tavolo, cinema e teatro al 50%. Dopodiché arriva il super Green Pass per la zona arancione, che ci eviterà di chiudere. Ma vi ricordo che con il rosso si chiude. 30% di area non critica e 20% di Terapie intensive, si chiude.
L'appello che faccio a tutti i veneti, perdonatemi se lo faccio qui, ma ne approfitto perché il luogo è autorevole, è che se non facciamo attenzione finisce che ci facciamo male e la giustificazione non può essere dire che i vaccini non funzionano perché questa non è verità. I vaccini stanno fortemente rallentando quello che sarebbe il normale decorso di un'infezione come questa che ci porterebbe ai valori dell'anno scorso, senza se e senza ma.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Io direi che sospendiamo qui la Seduta per riprendere alle ore 14.45 con le relazioni dei due relatori.
La Seduta è sospesa alle ore 13.23
La Seduta riprende alle ore 14.53

PRESIDENTE

Colleghi, accomodiamoci. Grazie.
Riprendiamo i lavori.
PUNTO
6



ADOZIONE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2022-2024. ARTICOLO 36 E PARAGRAFO 4.1 DELL'ALLEGATO 4/1 DEL DECRETO LEGISLATIVO 23 GIUGNO 2011, N. 118 E ARTICOLO 17 DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 16) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 135/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore: consigliere Luciano Sandonà.
Correlatrice: consigliera Vanessa Camani.

PRESIDENTE

PDA n. 16: "Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR)".
Relatore è il collega Luciano Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci troviamo oggi ad approvare il Documento di economia e finanza regionale (DEFR), che, come ormai è noto, rappresenta il principale strumento della programmazione regionale previsto dal decreto legislativo n. 118/2011 in materia di armonizzazione contabile. Il decreto prevede, all'articolo 36, comma 3, che le Regioni ispirino la propria gestione al principio della programmazione, adottando a tal fine il bilancio di previsione finanziario, riferito ad un arco temporale almeno triennale, elaborato sulla base delle linee strategiche e delle politiche contenute nel DEFR.
Il testo del DEFR 2022-2024, che andremo a discutere, comprensivo della Nota di aggiornamento, si struttura in vari capitoli, con contenuto in parte tipico, ovverosia dettato dal decreto legislativo 118, in parte appositamente arricchito.
Il provvedimento inizia con il capitolo relativo al quadro macroeconomico, in cui viene offerta una disamina ad ampio raggio che spazia dallo scenario internazionale per calarsi poi in quello italiano e veneto, relativamente agli aspetti più rilevanti per l'economia. Nello stesso capitolo vengono riservati appositi paragrafi relativi alle imprese, all'export, al turismo, al mercato del lavoro, alla mobilità e al traffico.
Segue poi il capitolo relativo al contesto della finanza pubblica ed al quadro generale di finanza regionale, che si divide in due parti. La prima, a fronte dei dati relativi alla congiuntura economica che stiamo vivendo e allo scenario tendenziale, inizia con uno spaccato sull'impiego delle risorse pubbliche e delle politiche di governo definite a livello statale e traccia un'analisi della gestione economica nelle amministrazioni locali, sotto-settore della Pubblica amministrazione che ricomprende anche le Regioni, gli Enti locali e gli enti del Servizio sanitario, con dati disponibili fino all'anno 2020.
La seconda parte è riservata alle relazioni finanziarie Stato-Regioni, in cui possiamo trovare le misure di tutela degli equilibri di bilancio delle Regioni per l'esercizio finanziario in corso, le richieste delle Regioni per la manovra relativa al 2022, un dettaglio su finanziamento e spesa sanitaria, e infine sul trasporto pubblico locale. Non vengono dimenticate comunque le sfide sulle riforme da attuare, vale a dire il federalismo fiscale, e l'autonomia differenziata, con cenno ai relativi profili finanziari. Nel capitolo è altresì trattato il tema delle risorse legate al Programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Ancora, seguono alcuni capitoli che rilevano le connessioni tra i principali strumenti di programmazione, sia di carattere politico, sia di natura più strettamente amministrativa.
Ecco che, quindi, la prima parte si concentra sulla correlazione tra il documento programmatico che andiamo oggi a trattare e la visione del Veneto contenuta nel proprio programma di governo nel quinquennio 2020-2025. Si trovano, di fatto, i sette aggettivi dati al Veneto, vale a dire autonomo, vincente, eccellente, attraente, sostenibile, connesso, in salute; i quali aggettivi rappresentano altrettante priorità e sfide che la corrente legislatura vorrà assumere, declinandoli in obiettivi strategici del DEFR.
Nel quinto capitolo si pone in evidenza la connessione con la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, approvata dal Consiglio regionale del Veneto – prima Assemblea a farlo in Italia – il 20 luglio 2020. Il fatto che questa Strategia permei in maniera così pervasiva la Nota ben rappresenta l'impegno che l'Amministrazione regionale assume verso un modello di sviluppo in grado di migliorare il benessere economico, la coesione sociale e il rispetto dell'ambiente. Importante novità in merito è l'attivazione del monitoraggio della Strategia effettuato a livello di macroaree e con una selezione di indicatori tra quelli inseriti nella Strategia a cura degli Uffici statistici regionali, che viene rappresentato nello stesso capitolo.
Nel sesto capitolo sono riportati gli utili schemi di raccordo tra obiettivi strategici dell'Amministrazione, derivati principalmente dalle linee strategiche della Strategia e gli obiettivi prioritari presenti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale, e obiettivi complementari approvati con successivo decreto dal Segretario generale della programmazione.
Quanto al capitolo relativo agli ambiti della programmazione internazionale, europea e nazionale, posto che ci troviamo alla conclusione del periodo di programmazione 2014-2020 e all'avvio del successivo ciclo 2021-2027, la trattazione si sofferma maggiormente sulla politica di coesione dell'Unione europea, che da un lato si aggancia ai principali riferimenti internazionali, quali ad esempio gli obiettivi del Green Deal, e dall'altro costituisce la cornice per l'erogazione di fondi europei per il tramite dei Programmi operativi, ad ognuno dei quali viene riservato un apposito paragrafo.
Il PNRR, a cui è dedicato il capitolo successivo, rappresenta lo strumento con cui l'Italia, all'interno del quadro europeo di riferimento, ha voluto rispondere alla crisi pandemica legata al Covid-19. Il Piano agisce in un orizzonte temporale che si conclude nel 2026 e si iscrive nella strategia di sviluppo più ampia, che si compone di un insieme integrato di fonti di finanziamento e strumenti di policy. Qui sono descritti sinteticamente il quadro complessivo delle risorse a livello comunitario e nazionale, il percorso di partecipazione della Regione Veneto al PNRR, il Piano regionale di ripresa e resilienza, un parco progetti, i profili di attuazione e un quadro provvisorio delle risorse attribuite al Veneto.
Il DEFR 2022-2024, con relativa Nota di aggiornamento, si rapporta, infine, con il bilancio – e dalla lettura abbinata di questi documenti se ne ricava cosa si farà e quanto verrà messo a disposizione – in termini di risorse finanziarie, a livello di missione e programma, per il perseguimento degli obiettivi.
Tale lettura combinata parte già in riferimento alla cornice di spesa definita allo stato attuale, vale a dire al progetto di legge n. 93, deliberazione legislativa n. 20 del 17 agosto 2021, relativa al bilancio di previsione per il triennio 2022-2024, attualmente approvato solamente in Prima Commissione.
Al termine di questi capitoli di inquadramento e coordinamento generale sono presenti, a seguire, rispetto alla descrizione dei contenuti di missioni e programmi, le schede obiettivo attuative delle linee strategiche individuate nel DEFR. Si tratta di schede organizzate per missione, in analogia alla strutturazione del bilancio, così da permettere una più agevole lettura in parallelo. Ognuna di queste schede contiene, oltre alla descrizione, i soggetti concorrenti, i destinatari, gli strumenti di attuazione, quelli di concertazione, gli indicatori ed i target, le strutture responsabili e la caratterizzazione nell'ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Vale la pena rammentare che, nell'ambito di un sempre maggior coordinamento tra gli strumenti originali di programmazione e controllo, la Nota costituisce un punto di riferimento per il Piano delle performance, che viene aggiornato e adottato annualmente in base alle disposizioni del decreto legislativo 150/2009, e per il Piano triennale della prevenzione della corruzione. Costituisce, inoltre, presupposto alla manovra di bilancio per il triennio 2022-2024, costituita dai progetti di legge n. 91, 92 e 93, che l'Assemblea esaminerà nelle prossime settimane.
Al fine di verificare che la gestione si svolga in condizioni di efficienza ed efficacia tali da permettere il raggiungimento delle finalità istituzionali, l'Amministrazione continuerà a monitorare e controllare, attraverso l'applicativo informatico SFERE, l'andamento delle attività programmate per poter eventualmente procedere con gli opportuni interventi correttivi in caso di scostamento rispetto alle previsioni.
A chiusura del documento, in attuazione del principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio di cui all'allegato 4/1 del decreto legislativo 118/2011, il DEFR contiene, tra l'altro, gli indirizzi agli enti strumentali e alle società controllate e partecipate dalla Regione Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. La parola alla correlatrice Vanessa Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il relatore Sandonà per aver ben illustrato i contenuti tecnici di questo documento.
È chiaro, però, che la fase che stiamo attraversando, all'interno della quale avviene questa discussione, è una fase delicatissima, sia dal punto di vista politico, sia anche dal punto di vista sociale ed economico. La stagione acuta della pandemia ha messo a dura prova la tenuta del sistema globale e nazionale. La durissima fase del lockdown, che ha comportato effetti drammatici sulla vita delle persone, la crisi economica mondiale che ne è conseguita e che ha pesato particolarmente in Veneto, ma anche la crisi sociale che si è ingenerata hanno impattato violentemente sulle società moderne.
La campagna vaccinale inaugurata qualche mese fa ha riacceso la speranza di un ritorno seppur graduale alla normalità, ma l'andamento attuale dei contagi, dovuto in larga parte alle resistenze di alcuni alla vaccinazione, come ci ha confermato poco fa anche il Presidente Zaia, rischia di mettere in discussione i tanti sacrifici fatti finora e anche l'idea stessa di ripresa.
Dunque, questa fase è cruciale perché siamo certamente usciti dal momento drammatico dell'emergenza, quella legata principalmente ad azioni e risposte di natura sanitaria, e siamo invece oggi di fronte alla fase della reazione, delle risposte, di ripresa e di resilienza appunto, che servono per progettare il futuro. Quindi, dobbiamo affrontare probabilmente questa fase in maniera anche diversa da quella che avremmo auspicato perché, come dicevo, la pandemia non è ancora totalmente vinta dal vaccino e dovremo dunque saper conciliare la necessità di rilancio, la necessità di riprogettazione, senza poterci permettere di abbassare la guardia rispetto alla pandemia.
Ma la fase è cruciale anche perché questa manovra di rilancio non la dovremo affrontare a mani nude, come in parte è accaduto all'inizio della pandemia, bensì potremo contare su un cambiamento radicale di impostazione delle Istituzioni europee e nazionali, che ci offrono oggi l'opportunità concreta di realizzare il cambiamento necessario mettendo a disposizione ingenti risorse economiche. Penso al mutamento di rotta, nel segno della condivisione e della solidarietà, maturato in Europa, che vede nel Next Generation EU il segno più prezioso: 235,12 miliardi tra prestiti e sovvenzioni sono l'elemento più tangibile di questo cambiamento. Ma penso anche agli strumenti della politica di coesione in piena pandemia. La programmazione europea è stata rapidamente adeguata alle nuove necessità, prima fra tutte quella del rafforzamento dei sistemi sanitari e del sostegno agli operatori economici e ai lavoratori. Strumenti che hanno consentito anche alla nostra Regione di erogare contributi significativi velocemente a imprese e lavoratori, ma anche hanno garantito un grado elevatissimo di flessibilità nella gestione e nella modifica dei programmi in corso d'intervento.
Anche lo Stato italiano ha voluto affrontare la crisi attivando fin da subito politiche fortemente espansive, mettendo a disposizione delle Regioni nuove importanti risorse, alcune vincolate, altre no, estendendo a tutte le Autonomie locali il superamento del vincolo del Patto di stabilità, intervenendo in compensazione per le minori entrate determinate dal blocco e dalla cancellazione di imposte con cifre importanti.
Per il Veneto si è trattato di circa 135 milioni di euro senza vincolo di destinazione. A questi si aggiungano gli interventi straordinari in ambito sanitario, alcuni di natura temporanea. Penso agli stanziamenti previsti appositamente per affrontare l'emergenza Covid, che per il Veneto hanno significato quasi un miliardo di euro, e altri che riguardano investimenti strutturali previsti per il fondo per il fabbisogno sanitario nazionale, che arriverà a 121 miliardi nel 2021 e quasi a 130 nel 2022.
Anche gli investimenti fissi pubblici torneranno a crescere in maniera significativa, a differenza di quanto è avvenuto negli ultimi anni, sia quelli a riparto, sia quelli previsti come concessione di spazi finanziari. Senza contare gli investimenti specifici che riguarderanno la nostra Regione: penso a quelli per la riduzione dell'inquinamento dell'aria nella Pianura Padana, quelli per l'edilizia sanitaria, quelli per le Olimpiadi, quelli per lo sviluppo infrastrutturale.
Noi ci troveremo ad affrontare questo nodo drammatico della storia fortunatamente – e diversamente da quanto è avvenuto in passato – non da soli, ma con un sostegno esterno che potrà essere fondamentale.
È in questo contesto cruciale che viene presentato questo Documento di programmazione. Su questo prima di tutto una nota che definirei quasi di metodo: non c'è, dentro questo Documento, fatta eccezione per un breve cenno in riferimento alle politiche attive per il lavoro, una proposta strutturata riferita al PNRR. La definisco questa una premessa di metodo perché, al contrario, secondo me, questa avrebbe dovuto essere l'architrave di tutto il Documento, proprio per le ragioni che ho espresso in premessa.
Abbiamo il modello di riferimento, politico prima di tutto. Ci viene sostanzialmente regalato dall'Europa con il Next Generation EU e confermato dal Governo italiano con il PNRR. Ci indicano esattamente, questi due documenti, verso dove indirizzare la nostra programmazione. La sostenibilità, l'ecologia, la coesione sociale dovrebbero essere gli assi portanti, i pilastri della nostra progettazione regionale. Questo non lo dico soltanto pensando alle risorse che sono messe sul tavolo, ma lo dico riferendomi all'impianto politico di questi documenti. Invece, a me sembra che questo manchi in questo Documento. Ciò che io ritrovo in questo Documento di programmazione è esattamente la riproposizione del paradigma di sviluppo pre-Covid. Penso che, con quello che è successo nell'ultimo anno e mezzo, sia sbagliato riproporre semplicemente ciò che era prima. Penso che una pandemia che ha modificato l'impianto granitico dell'Europa dell'austerity, una pandemia che ci ha addirittura portato al Governo insieme, come può non essere determinante, come può non incidere nella visione che noi abbiamo e avremo della società veneta?
Guardate, io non credo che basti cambiare qualche parola, qualche aggettivo per affrontare il cambiamento globale che è in atto e che inevitabilmente coinvolge anche la nostra Regione. La pandemia ha trasformato le società moderne. Chiudono o stanno chiudendo fabbriche storiche in tutto il mondo e contemporaneamente diventano colossi internazionali aziende che fino a ieri erano minuscole. Zoom ha raggiunto in pochi mesi 2,4 milioni di utenti; Amazon decuplica in un anno i suoi profitti; Airbnb e Uber, che sembravano ormai astri nascenti e indiscutibili dell'economia mondiale, iniziano a lasciare a casa persone e a chiudere sedi.
Ma anche rispetto alla nostra vita quotidiana i cambiamenti di questa pandemia sono epocali. Le persone hanno imparato che si può lavorare da casa. I cittadini hanno imparato che hanno tanto bisogno dello SPID quanto dell'aperitivo con gli amici. I ragazzi e i bambini hanno capito quanto è importante andare a scuola, frequentare le aule di studio.
Insomma, in questo anno è cambiato tutto ed è impensabile che non sia cambiato il programma di governo di questa Regione. Non comprendere il cambiamento in atto io credo sia un problema serio. Farò alcuni esempi, anzi parto da un esempio, ma davvero non è una provocazione, lo faccio apposta, perché so che è un tema sensibile. Lo ha citato anche il Presidente nella sua relazione. Sono passati quattro anni dal referendum sull'autonomia, ma sembra passato un secolo, se ripensiamo al clima, alle idee, anche al dibattito pubblico che c'era quattro anni fa attorno a quella discussione. Oggi abbiamo la necessità di ripensare anche a quel confronto, perché è cambiata la percezione del concetto di Stato, di funzione statale; è cambiato il vocabolario istituzionale che dovremmo utilizzare.
Non voglio ovviamente convincervi a cambiare idea su quella proposta, però mi piacerebbe che questa pandemia insegnasse anche a quest'Aula che i tempi sono maturi, anche su quel fronte, per una discussione più matura, più approfondita, perché forse oggi più di ieri sul ruolo del pubblico e sulla funzione dello Stato qualche riflessione in più può essere fatta, perché forse più di ieri vi è la necessità di superare l'impianto conflittuale, divisivo, isolazionista di quella proposta che rischiava di dividere tra Regioni ricche e Regione povere. Può essere oggi superato – in parte il Presidente, nella sua relazione, ci ha avviato a questa discussione – perché forse oggi è più utile e più sensato ragionare attorno a un federalismo fondato sul protagonismo dei cittadini e non sulla quantità di risorse, forse è un po' più utile metterla così.
Lo dico, davvero, non per fare una valutazione di natura ideologica su questo tema, ma per fare anche un passo avanti nella discussione, perché magari questa pandemia ci ha fatto capire che Veneto autonomo ha senso soprattutto in alcune materie e magari ci ha aiutato a capire esattamente in quali materie bisogna spingere e per fare cosa. Invece no, Veneto autonomo in tutte le 23 materie, e basta, come se nulla fosse accaduto in questo anno e mezzo.
A me questo sembra un limite, ed è lo stesso limite che io ritrovo nell'approccio alle risorse del PNRR. Guardate, c'è un tema di fondo in questo DEFR, nelle parole che spesso sentiamo dire dall'assessore Calzavara e persino nella premessa del Presidente, rispetto al fatto che la maggior parte delle risorse del Piano nazionale sia destinata a soggetti diversi dalle Regioni, come impianto.
Premetto che a me non sembra che non ci sia stato un coinvolgimento delle Regioni sull'organizzazione del PNRR. Esse sono a pieno titolo all'interno della cabina di regia titolare dei poteri di indirizzo per l'attuazione degli interventi; sono nel tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, che ha un'importante funzione consultiva.
Io penso, invece, che il Governo, inserendo le Regioni nei luoghi dove si assumono le decisioni e non soltanto nell'elenco degli enti che usufruiranno direttamente delle risorse, ci stia dicendo un'altra cosa, cioè che il tema non è chi spenderà quelle risorse, ma il punto è per cosa verranno spese quelle risorse.
Ecco perché è importante che le Regioni stiano in cabina di regia e non è indispensabile che siano anche i soggetti attuatori, ma è indispensabile che abbiano delle idee su come spendere quelle risorse, perché noi non pensiamo che quelle risorse vadano spese a tutti i costi; non pensiamo che siano semplicemente i soldi che oggi arrivano e che prima non avevamo per fare le cose di prima; non pensiamo che basti mettere indietro le lancette dell'orologio, avere i soldi a disposizione e procedere con la progettazione. Noi pensiamo – ed evidentemente il presidente Draghi la pensa come noi – che quelle risorse si trasformeranno da occasione straordinaria in concreto cambiamento solo se saremo in grado di utilizzarle per orientare un nuovo modello di sviluppo, solo se sapremo definire un nuovo progetto di società, solo se riusciremo a sfruttare questa fase e quelle risorse per correggere le storture e le diseguaglianze di questo tempo. E anche questa è una discussione assente dentro questo Documento di programmazione.
Credo che noi oggi, di fronte a quelle risorse e con queste possibilità, dovremmo chiederci quale progetto vogliamo costruire, se saremo in grado di intercettare direttamente o indirettamente quelle risorse. Quindi, la Regione del Veneto mi aspetto che non svolga soltanto una funzione di guida, dal punto di vista politico, della riorganizzazione di quelle risorse. Mi aspetto anche che la Regione sappia organizzare questo territorio, direttamente per la quota assegnata alle Regioni, ma anche indirettamente, costruendo insieme agli Enti locali, alle Province e agli altri soggetti l'impianto programmatico che può diventare la risposta per il Veneto del futuro.
Nel 2026 non solo devono essere terminati i progetti finanziati con il PNRR, deve essere cambiato l'impianto, la prospettiva, il progetto di questa Regione. Quindi, non è soltanto una questione di soldi, è una questione di idea di futuro.
Ecco perché delle volte i contenuti di questo Documento sembrano fuori sincronia. Le proposte politiche in cui si articola il piano programmatorio sembrano estranee al contesto, prive, a mio giudizio, di quella spinta al cambiamento che la fase imporrebbe e le risorse consentirebbero.
Faccio alcuni esempi. Quello più semplice, in ambito sanitario. L'esperienza del Covid ha profondamente segnato il dibattito pubblico attorno alla sanità e per questo oggi appare urgente interrogarci su quale sarà il futuro dei sistemi sanitari dopo la pandemia. Questa so che è una premessa che condividiamo, l'ho ritrovata nel Documento. Bisogna allora trarne le dovute conseguenze, con serenità, proprio perché la pandemia ci deve avere insegnato qualcosa. La medicina integrata e i servizi territoriali si sono oggettivamente impoveriti in questi anni, per mancanza di finanziamenti, anche per responsabilità nazionale, ma io penso anche per responsabilità politica.
Ora, condividiamo l'idea che si debba invertire la rotta e tornare a investire sul territorio e sulla medicina territoriale? La marginalizzazione del ruolo dei Sindaci nella pianificazione dei servizi sanitari e sociosanitari non ha aiutato nel momento in cui dovevamo intervenire sul territorio per affrontare la pandemia. Condividiamola, questa cosa, e invertiamo la rotta!
Il sovraccarico di domanda della funzione ospedaliera per i malati acuti ha allungato le liste d'attesa, ha fatto scivolare progressivamente sul privato convenzionato. Non va bene. Invertiamola insieme, questa rotta!
Tutto questo mentre l'epidemia ci ha insegnato quanto sia necessaria l'assistenza domiciliare e la medicina territoriale e quanto sia necessaria la sanità pubblica, universale, per tutti. Su questi temi ragioniamo, perché la pandemia non può lasciare la nostra discussione senza conseguenze.
L'andamento demografico ci suggerisce già la priorità da assumere per orientare la programmazione. Non è una questione politica, è una questione oggettiva. I temi della non autosufficienza, la cronicità, la fragilità comportano costi sociali ed economici insostenibili per le famiglie. Il ritardo nella riforma delle IPAB non è più tollerabile.
Ma la pandemia non ha avuto solo effetti in ambito sanitario. Globalizzazione e progresso tecnologico hanno prodotto uno sviluppo economico non coordinato, non equilibrato, non una riduzione delle diseguaglianze, semmai un allargamento. E la diffusione del Covid ha sostanzialmente seguito le stesse linee di confine tracciate dalle diseguaglianze che già c'erano e si sono aggravate. L'impatto sociale del Covid, infatti, non è stato uguale per tutti: ha colpito i vulnerabili più dei sani, le lavoratrici più dei lavoratori, i poveri più dei ricchi. E noi non possiamo pensare che questi elementi non vadano inseriti dentro la nostra riflessione.
Nel 2020 in Veneto sono diminuiti gli occupati del 2,4%; sono aumentati per la prima volta da anni i disoccupati e gli inattivi; sono ad oggi 130.000 i veneti che cercano lavoro e, per la prima volta davvero da tanto tempo, il saldo occupazionale è negativo per 11.000 posizioni.
Le misure del Governo hanno certamente contenuto i danni per quanto riguarda l'occupazione stabile, ma gli effetti si sono scaricati pesantemente sul lavoro precario, stagionale, fragile, sul lavoro dei giovani, sul lavoro delle donne.
Serve, allora, prima di tutto, dare strutturalità ad interventi che evitino di lasciare le persone prive di protezione e sostegno. Contemporaneamente, è fondamentale investire nella creazione di nuovo lavoro, stabile, di qualità. Noi abbiamo parlato dei Patti per il lavoro, perché è chiaro che non può essere l'Istituzione regionale a risolvere questo problema, ma costruiamo un'alleanza trasversale con le Istituzioni, le organizzazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, le libere professioni, per costruire insieme un patto condiviso che traghetti il Veneto fuori da questa crisi.
Anche il tema dell'esclusione dal mondo del lavoro è un tema cruciale. Nel 2020 i beneficiari di misure di contrasto alla povertà in Veneto sono stati oltre 96.000, il 33% in più rispetto all'anno precedente. Ora, serve evidentemente uno sforzo enorme per ricollocarli dal punto di vista lavorativo, ma serve anche – assente, ed è drammatico, nella vostra programmazione – un'azione concreta contro il fenomeno dei lavoratori poveri. L'ascensore sociale non funziona in Italia e anche in Veneto. Il tema della povertà lavorativa, cioè dei giovani che lavorano ma non ottengono un reddito sufficiente per costruire un progetto di vita, è un fenomeno che riguarda anche la nostra Regione. Gli strumenti di sostegno al reddito, io credo, non sono la soluzione. A fianco di misure di stampo lavoristico di competenza nazionale servono urgentemente interventi legati alle possibilità di accesso a beni e a servizi sociali, sanitari, abitativi, che aiutino la rimozione delle disparità di censo.
Del resto lo stesso problema, cioè le disuguaglianze di partenza e di opportunità, i ragazzi lo misurano già all'università, quando chi se lo può permettere può andare a stare in un alloggio, può pagarsi la retta, e chi non se lo può permettere fa fatica. Allora, quando chiediamo un aumento delle borse di studio, non lo facciamo per gioco, lo facciamo perché se vogliamo contrastare le diseguaglianze che la pandemia ha accentuato dobbiamo partire da lì, dall'offrire ai nostri ragazzi pari opportunità tra loro. In questa Regione, pur in presenza delle più prestigiose università italiane, non ci sono pari condizioni per tutti in termini di accesso all'istruzione.
Più in generale, lo snodo cruciale sarà il sistema educativo e formativo. L'intervento sulla scuola e sui servizi educativi deve essere al centro del nostro impegno, Presidente, partendo dai nidi, che rappresentano un investimento doppiamente efficace, nel sostegno all'occupazione femminile e nella possibilità di ridurre la disparità di opportunità per i bambini. Lei ha fatto riferimento alle paritarie: sono un presidio fondamentale di questa Regione; consentono alle famiglie di essere messe sugli stessi blocchi di partenza, io concordo. La scuola continua a rappresentare un presidio di democrazia reale, che certamente fornisce nozioni, ma può contribuire a riattivare quell'ascensore sociale. Dunque, investiamo lì.
I dati sulla dispersione scolastica, l'accesso ancora troppo esiguo al titolo di studio universitario, la distribuzione differenziata delle conoscenze sulla base di fattori di ordine sociale, di genere, territoriale e di nazionalità devono costringerci a mettere la scuola per tutti al centro della nostra agenda e fare in modo che la scuola sia strumento contro le diseguaglianze del domani.
Questo non ci esime, però, dall'occuparci di ciò che oggi c'è in Veneto. Nel 2020 si è verificata un'impennata degli indicatori di povertà assoluta; le famiglie povere crescono, in questa Regione, del 30% e sono soprattutto le famiglie numerose, con figli disabili, straniere, con genitori disoccupati. I poveri esistono, Presidente, anche in Veneto, sono famiglie, con bambini. Il nostro compito deve essere anche quello di garantire a queste persone, a tutti, a chi è rimasto indietro, protezione e opportunità di riscatto.
Ma oltre ai temi dell'oggi, alle emergenze, ci sono anche dei temi che riguardano le persone, che bisogna affrontare, io penso, guardando in prospettiva. In questo Documento c'è un'assenza che a me pesa molto rilevare, perché nel nostro Paese, in Italia, non solo nel Veneto, esiste una grande questione demografica. È necessario agire oggi, con velocità, in più direzioni, per contrastare un fenomeno che si ripercuote e si ripercuoterà sempre più pesantemente nell'equilibrio delle società moderne. Bisogna intervenire nel campo del lavoro, degli oneri familiari, delle asimmetrie di genere, dell'autonomia dei giovani. Serve un vero e proprio piano per i figli, che parta dal lavoro femminile – più le donne lavorano, più la natalità è elevata – rafforzando al contempo le politiche di conciliazione tra lavoro domestico e lavoro di mercato, le infrastrutture sociali, scuole, asili nido, parchi e impianti sportivi, ovvero quella serie di strutture che rendono meno complicata e meno costosa la genitorialità. Poi serve una spinta forte alla riduzione delle asimmetrie di genere nella gestione domestica e familiare, ancora sproporzionalmente a carico delle donne.
Infine, c'è il tema della riduzione del costo dei figli. Serve un aumento concreto dei trasferimenti pubblici a favore dei genitori. La cura della famiglia si misura su questi parametri. Ma la questione centrale, secondo me, di cui ci dobbiamo occupare è la lettura dell'attualità che riguarda lo sviluppo economico. Sono d'accordo, Presidente, che le Olimpiadi siano una grande occasione per quel territorio marginalizzato che ha bisogno di un nuovo protagonismo e per tutta la Regione, ma oltre alle Olimpiadi bisogna mettere bene a fuoco le necessità dell'impianto produttivo di questa Regione.
Le innovazioni tecnologiche, dalla diffusione della digitalizzazione e dell'automazione fino all'ammodernamento della Pubblica amministrazione, stanno continuando a cambiare in profondità e in modo sempre più pervasivo il nostro modo di vivere, la nostra cultura, e coinvolgono sia i contesti industriali produttivi, sia anche la nostra vita quotidiana, nella dimensione domestica. Questi sviluppi, che certo pongono problemi di natura sociale, in riferimento in particolare alla condizione dei lavoratori impiegati – penso all'e-commerce, al grande tema della logistica – rendono però anche evidente quanto la digitalizzazione sia un'innovazione strategica attorno a cui vanno progressivamente riorganizzandosi tanto l'economia quanto la società. È proprio questo aspetto, relativo non solo alla produzione, ma anche ai comportamenti sociali, a fare di questa rivoluzione industriale un unicum nella storia e, di conseguenza, ad aumentare la responsabilità pubblica nell'orientarne lo sviluppo.
In un contesto che rischia di amplificare le diseguaglianze, è essenziale inserire elementi di democraticità, di equità, oltre che presidiare l'enorme questione dell'utilizzo dei dati personali che circolano liberamente ogni secondo e che nel mondo digitale significano ricchezza economica. Incrementare il livello di digitalizzazione e innovazione del settore privato e della Pubblica amministrazione è fondamentale non solo per ridurre gli oneri burocratici e rafforzare il sistema produttivo, ma anche per costruire un sistema coerente con i cambiamenti che incrociano l'ambito del lavoro, il sistema del welfare, il mondo economico, la vita sociale delle persone. Anche in Veneto serve una forte spinta per rafforzare le competenze digitali della Pubblica amministrazione e creare le infrastrutture materiali necessarie ad accrescere servizi e opportunità, con un'attenzione particolare alla scuola e alla didattica.
La macchina amministrativa deve essere efficace, non assente. Semplificare non deve significare smantellare il presidio pubblico, ma semmai rafforzare un sistema amministrativo che funzioni, che sia alla portata di cittadini ed imprese, che ne sappia individuare le necessità, che risolva velocemente i problemi.
Anche le imprese che si stanno misurando con i processi di digitalizzazione vanno sostenute. In Veneto ci sono esempi virtuosi che hanno già compreso quanto sia indispensabile spingere sull'innovazione, ma questo non basta. Non possiamo lasciare che sia la selezione naturale a dire chi tra le nostre aziende ce la può fare e chi no.
Il Veneto ha un sistema economico solido, organizzato principalmente attorno a piccole e medie imprese del settore manifatturiero, spesso raccolte in distretti produttivi. È un modello che è stato certamente uno dei fattori del successo di questi decenni. L'innovazione tecnologica e digitale deve essere l'occasione per implementare politiche pubbliche di filiera che allarghino i confini geografici dei poli industriali, mettendo finalmente in connessione la nostra Regione con il resto del mondo e investendo su processi di internazionalizzazione sia dei prodotti che dei processi rispetto alle tecnologie digitali come elementi abilitanti.
Serve un progetto per questa Regione, per la sua digitalizzazione, per la sua trasformazione ecologica e sostenibile nell'impianto produttivo. Non basterà, temo, la distribuzione dei contributi europei. Se sbagliamo oggi a finalizzare queste iniziative, rischiamo che il divario con il resto d'Europa su questa frontiera diventi poi incolmabile.
Il bisogno di innovazione tecnologica deve incrociare modelli di produzione e di consumo sostenibili. La transizione ecologica, la capacità di disegnare interventi di politica regionale in un'ottica di sviluppo sostenibile deve avere un'attenzione particolare. La riconversione green, a maggior ragione in uno scenario di ripartenza in cui i tessuti sociali possono essere sfilacciati, rischia di scaricare il proprio costo sulle fasce più deboli. La riconversione ecologica non è un processo a costo zero. Sta alla politica costruire percorsi per cui questa riconversione, appunto, non si scarichi sui più fragili. Va presidiato questo elemento.
La sfida, dunque, non è solo della transizione, ma della transizione giusta, che ci impone di pensare e proporre soluzioni strutturali, in grado di fare della nostra Regione un modello europeo che sappia coniugare sviluppo economico e protezione dell'ambiente, incremento della produttività e salute delle persone, soprattutto pensando al fatto che i fenomeni naturali si sviluppano sempre più frequentemente e più violentemente. Esiste infatti oggi un Veneto che con caparbietà e successo ha accettato già la sfida della sostenibilità: 41.529 imprese green in questa Regione, siamo al terzo posto in Italia per numero assoluto di imprese che hanno investito in tecnologie e prodotti a basso impatto ambientale. Una realtà straordinaria che, per diventare ancora più forte e più competitiva anche all'estero, ha bisogno di un accompagnamento concreto, credibile.
Ecco, io penso che siano queste le grandi questioni, che dentro questo Documento sono poco affrontate e che, invece, dovrebbero animare la nostra discussione e, dunque, anche le politiche di bilancio. Questi sono alcuni temi, la sanità, l'attenzione alle persone, il futuro dei giovani e della scuola, la struttura economica, che a nostro avviso sono fondamentali e che avremmo voluto vedere al centro di questo Documento.
Abbiamo presentato, Presidente, un'ampia manovra emendativa, con la quale vogliamo contribuire alla discussione di oggi e vogliamo offrire il nostro contributo per quello che, a nostro giudizio, può e deve essere il Veneto del futuro.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Iniziamo la discussione generale con la collega Ostanel, che ha chiesto la parola. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Presidente. Buongiorno ai Consiglieri.
Siamo oggi al secondo bilancio di previsione, il mio secondo almeno – forse ho imparato qualcosa in questo anno e mezzo, spero almeno di contribuire di più dell'anno precedente – e siamo al secondo bilancio, ahimè, in un momento di pandemia e di crisi, perché non ne siamo ancora usciti e probabilmente, anzi, imparare a convivere con questo momento diventerà davvero il futuro di tutti i Governi regionali, e non solo.
Per questo dico che il bilancio non è solo un documento tecnico, ma è prima di tutto uno strumento con cui un Ente, quindi un Ente regionale determina le sue politiche e dovrebbe, quindi, decidere e indirizzare dove può investire o meno con la partita del bilancio, che vedremo dalla settimana prossima. È per questo che uno dei primi emendamenti che propongo in quest'Aula è per il DEFR e va proprio in questa direzione. Credo che sia una mancanza che c'è nel Documento, di analisi, di contesto, di base, per poi definire quello che il Documento contiene in termini di strategia. Per esempio, introducendo fin dalle prime righe del Documento indicatori utili a misurare il cosiddetto "benessere equo e sostenibile", il BES. È un set di indicatori che, in realtà, ha prodotto l'Istat. Sono degli indicatori che, tra l'altro, rispetto ai 130 che erano l'anno precedente, sono stati aggiornati a 152, con una profonda revisione di quali sono gli indicatori che una Regione o un Governo di qualsiasi livello dovrebbe monitorare per vedere cosa sta succedendo, soprattutto con l'emergenza Covid.
Perché dico questo? Sembrerà un tecnicismo, probabilmente lo può sembrare, ma il motivo per cui lo dico è che se noi scriviamo un Documento di programmazione così corposo, così importante, che dà la linea per i prossimi anni alla Regione, l'idea che ci siano anche degli indicatori che misurano l'andamento del lavoro di una Regione in base all'emergenza Covid penso sia rilevante e importantissima per permetterci semplicemente di valutare meglio cosa serve, anche a livello di bilancio, per indirizzare la spesa e quindi anche il benessere dei veneti e delle venete.
A partire da questo punto, dico che una delle questioni che io trovo in questo Documento – forse lo ha già detto la collega Camani – è vedere la difficoltà nel comprendere cosa sia cambiato dall'anno precedente rispetto, ad esempio, al convivere, a quello che dovremmo fare nel convivere con la pandemia. Mi sembra chiaro che forse dovremmo aggiornare il lavoro dei vari enti, anche quello regionale, ad una situazione che per qualche anno dovrà essere quella della convivenza.
Dunque, come stiamo oggi? Mi piace partire dalle cose positive. Tante volte, quando intervengo in Aula, magari mi si risponde dicendo che parlo male del Veneto, ma in realtà non è assolutamente così; se porto delle criticità – e in questo anno e mezzo, spero, magari ci siamo un po' conosciuti – o delle cose negative o delle questioni problematiche è anche per venirne fuori insieme e costruire una strategia comune.
Vediamo subito come stiamo partendo dalle cose positive. Il Veneto è, sì, una Regione ricca, lo è ancora, ha un tessuto imprenditoriale dinamico. Abbiamo visto degli articoli di questi giorni che dimostrano come ci si stia affrancando dall'essere la Cina dell'Europa, al contrario, a un luogo che produce ed esporta componentistica per le industrie del centro-nord, in tutta Europa. In qualche modo il Veneto ha un tessuto imprenditoriale che sta facendo vedere, anche in questo momento, com'è capace di innovare. Questa è una peculiarità di questa Regione – su cui il Documento spende delle parole, ovviamente – che è un punto di forza importantissimo.
Ma il Veneto ha anche un tessuto sociale diffuso. Mi piace citare Padova Capitale europea del volontariato, non perché è la città da cui vengo, ma perché fa vedere che tutto il tessuto del terzo settore e del sociale in Veneto, di matrice diversa, anche quella cattolica, fa un lavoro importantissimo sui nostri territori. Durante la pandemia sono state mappate le iniziative che si sono autorganizzate nell'emergenza Covid, dalla distribuzione delle mascherine alle spese nei supermercati. Il Veneto è una Regione, da questo punto di vista, eccellente, tra l'altro con un tessuto del terzo settore dinamico e diversificato, dai centri sociali nei quartieri alle parrocchie, alle cooperative, alle APS, alle organizzazioni di volontariato. Un mondo incredibile. Anche le Amministrazioni comunali, nonostante i tagli che spesso sono arrivati dal Governo, hanno cercato di fare avendo pochissimo e spesso anche con scarso riconoscimento dei loro Sindaci. Forse adesso il Governo, spero, metterà rimedio al fatto che un Sindaco oggi faccia fatica anche a scegliere di farlo.
E non sono solo Amministrazioni di centrosinistra quelle che voglio citare; voglio citare anche quelle della Provincia di Treviso, dove ad esempio la gestione dei rifiuti diventa una delle eccellenze su cui oggi in Veneto possiamo effettivamente dire e vantare. Però faccio un appunto: ad esempio, sul nuovo Piano rifiuti mi sarebbe piaciuto vedere di più un obiettivo, anche per le altre Province, come ha fatto la Provincia di Treviso, per arrivare esattamente a quell'obiettivo. Mi sarebbe piaciuto vedere, ad esempio, nel Piano rifiuti, e quindi anche in questo Documento che programma effettivamente quello che noi faremo su questo tema, davvero una spinta affinché tutte le Province raggiungano il livello che abbiamo oggi in una Provincia come quella di Treviso.
Mi piacerebbe anche ricordare le cose che in qualche modo non funzionano, che ho fatto fatica a vedere in questo Documento e che quindi hanno un po' ispirato la manovra emendativa che ho proposto e che sarà anche quella del bilancio economico. Secondo me, l'emergenza più grande e che nel Documento manca è l'emergenza demografica. Ci sono degli articoli scritti di recente da un giornalista di cui sto apprezzando gli scritti, Francesco Iori, che raccontano come il Veneto è un sistema che perde colpi, dal punto di vista demografico, in maniera forte e non è più attrattivo dal punto di vista delle persone che vengono ad abitarci. Se nel 2008 sono nati 48.000 veneti, nel 2020 ne sono nati 32.000. Abbiamo perso un bambino su tre. Questo è un tema drammatico. Tra l'altro, nemmeno i nuovi cittadini che arrivano riescono a bilanciare questo tipo di calo demografico e i veneti stessi stanno emigrando. Questo, forse, anche perché siamo – questo è un dato, secondo me, importante – l'ottava Regione per livello dei salari. In una Regione che corre, una Regione che produce, una Regione che fa, la qualità del lavoro, spesso, per alcune mansioni (e dopo parlerò anche dei giovani formati nelle nostre università), non è più così attrattiva.
Secondo una proiezione, in trent'anni, andando avanti così, perderemo 500.000 abitanti. È come se sparissero contemporaneamente Verona e Venezia. Questo è un dato, un'emergenza importante, demografica, che incide ovviamente anche su come le nostre famiglie sono composte. Sono soprattutto famiglie unipersonali, che rimarranno spesso più sole, perché sono appunto unipersonali, e tra l'altro una generazione, quella evidentemente prima della mia, che probabilmente avrà delle pensioni (se mai le avrà) così basse che farà fatica anche a pensare al proprio invecchiamento in maniera importante.
Ci sono però Regioni che su questo stanno facendo diversamente. Cito l'Emilia-Romagna, perché i dati su questo stanno facendo vedere una cosa molto diversa: il fatto che, ad esempio, lì i giovani vanno e si spostano verso, cioè vanno ad abitare in quella Regione. Alla domanda io non ho una risposta chiara, però penso che nel Documento di economia e finanza, il Documento di programmazione, un'analisi più approfondita di come rispondere all'emergenza demografica e alla perdita di tantissime menti giovani che si stanno formando nelle nostre università e negli altri istituti forse meriti un atteggiamento di maggiore attenzione. Peraltro, il PIL in Emilia cresce di più di quello che avviene nella nostra Regione, quindi, anche dietro ai numeri della crescita economica e del tessuto imprenditivo nella nostra Regione, un problema c'è.
Ancora, un'altra questione importantissima, dopo quella dei giovani e dell'emergenza demografica, è il tema della sanità e il sistema sanitario.
Mi soffermo solo su due punti, che ho portato in Aula anche qualche giorno fa. Siamo la penultima Regione per medici di base. È un problema che è stato portato all'attenzione ormai da vent'anni dalle organizzazioni di categoria, un tema importantissimo, su cui stiamo avendo sollecitazioni in tutti i territori. È un tema che ovviamente ha bisogno che il Governo nazionale faccia la sua parte, ma un emendamento che ho proposto e che proporrò nelle prossime sedute riguarda il fatto che la Regione del Veneto possa aumentare invece le borse di medicina generale, che sono di sua e propria competenza, per arrivare al livello che ormai si sta aspettando da tanto tempo.
E di nuovo, siamo la penultima Regione per presenza di consultori. Anche questo credo non sia accettabile in una Regione come la nostra, di cui prima ho raccontato alcune delle cose positive. Questo tema della presenza dei consultori e della possibilità per le donne di accedervi in maniera capillare, essendo la nostra la penultima Regione in questo senso, credo sia una cosa che dobbiamo risolvere sia dal punto di vista della programmazione, sia soprattutto dal punto di vista delle economie che mettiamo su questo servizio.
Parliamo allora di soldi, parliamo di scelte rispetto alla Regione tax free. Ecco, qui, Presidente, ovviamente l'opinione è fortemente diversa. Prima ne parlava nel suo discorso introduttivo. Il tema è pensare che una Regione tax free, che spende poco in servizi alla persona, anche se rimangono efficaci ed efficienti, lei diceva, sia una cosa importante. Io credo che la pandemia abbia fatto vedere una cosa in direzione contraria a questo. Se noi abbiamo la possibilità di investire di più proprio su quei servizi e su quelle persone, tra cui i giovani di cui parlavo prima o le famiglie, per rispondere anche a un'emergenza demografica, di cui prima parlavamo, facciamolo e se non riusciamo a farlo chiediamo un contributo, una tassa di scopo, chiamiamola come vogliamo, a quelle persone che possono invece permetterselo. Credo che questo, oggi, avrebbe un valore importante.
Perché lo dico? Perché avevamo iniziato a discuterne l'anno scorso. Mi ricordo anche una sua dichiarazione di apertura in questo senso, un anno fa (l'ha fatta anche oggi), di apertura... Abbiamo ancora un anno. Ecco, perché il tema è questo. L'anno scorso, mi ricordo, ero uscita da quest'Aula, forse con un po' di ingenuità o perché sono naïf, convinta del fatto che in un anno si potesse lavorare ed elaborare una proposta, un documento, con i pro e con i contro, con quanti soldi incassiamo, chi eventualmente dovrebbe essere quello che contribuisce, quante persone sono oltre i 75.000 euro in questa Regione (credo abbastanza, ma non tantissimi), ma questo ragionamento in questo Documento non c'è. Non c'è un'analisi che permetta di capire il perché della scelta, se non quello di dire "vogliamo essere Regione tax free". Quindi, per quanto mi riguarda, non è sufficiente. Perché non è sufficiente? Perché io credo che altre Regioni vicine a noi, che questa scelta l'hanno fatta... Tra l'altro, l'Emilia-Romagna ha fatto una scelta che io, ad esempio, non farei, tassando anche i redditi più bassi, mentre io penso che si debbano tassare solo i redditi eventualmente sopra i 75.000 euro l'anno. Anche quella Regione che prima citavo positivamente ha fatto una scelta che io avrei fatto diversamente, però, quando si va a vedere il suo bilancio, ad esempio, per la cultura, noi vediamo che i fondi ci sono. Quando noi dobbiamo rispondere alla domanda "vogliamo fare questo servizio? Vogliamo rispondere a questo bisogno delle persone che sta emergendo?", si può fare e non solo attraverso la gestione di un buon padre di famiglia che dice "spendo bene quello che ho".
Su questo passo, va bene, abbiamo un altro anno per discuterne, visto che in questa settimana, a meno che i nostri emendamenti non vengano accettati, non credo si arriverà a questo risultato, ma discutiamone, portiamolo all'attenzione, portiamolo all'analisi, perché io credo che anche i veneti –magari io ho un osservatorio diverso – su questo tema, su un contributo di scopo ci siano. Ci sono proprio perché, considerando il tema del Veneto sociale, rispetto a tutto quel portato di persone che si sono attivate in pandemia, quando c'è bisogno aiutano, quando c'è bisogno di solidarietà sono presenti, credo che il tessuto sociale della nostra Regione sia pronto a fare un passo di questo tipo, soprattutto in una situazione in cui i ricchi sono diventati ancora più ricchi, non scordiamocelo.
La pandemia sta aumentando, purtroppo, le divisioni tra chi non ce la fa e chi, invece, ce la fa molto bene. Quindi, questo 1.179.000.000, che sarebbe l'introito a cui rinunciamo, se ho capito bene o se ho fatto bene i conti, credo sarebbe di vitale importanza per dare uno slancio a tutti quei servizi che riteniamo indispensabili e per non fare ordinaria amministrazione.
Ad esempio, sui giovani, li cito nuovamente perché siamo una Regione che ha ancora troppi idonei non beneficiari e anche se c'è, e l'abbiamo visto, il tema dell'aumento di dotazione su questo, avere ancora così tanti idonei non beneficiari credo non sia la scelta che dobbiamo continuare a percorrere, soprattutto in un momento in cui gli studenti e le associazioni studentesche non solo stanno chiedendo ascolto dalla Regione del Veneto, ma stanno anche dicendo ai Comuni che non riescono a trovare casa quando vogliono andare all'università in presenza.
Questa è un'altra delle emergenze che la pandemia ha cambiato rispetto all'anno precedente o all'anno precedente ancora. Se si sceglie di andare all'università si fa fatica a trovare alloggio, si fa fatica a trovare casa. Non parliamo di Venezia solo nello specifico, con tutta la questione Airbnb – anche su questo bisognerebbe spendere una parola – ma soprattutto e anche nelle città dove magari il turismo non è così presente e forte.
Quindi, forse permettere di accedere all'università proprio a quelle persone che fanno più fatica ad accedervi perché non hanno dietro una famiglia, garantendo il fatto che non ci sia più una lista di idonei non beneficiari così lunga in una Regione come la nostra, ecco, risolvere e arrivare a conclusione di questo problema e vedere finalmente che quella lista è a zero nel Documento di Programmazione e anche nel bilancio ad oggi non c'è. Non riusciamo a coprire tutti gli idonei non beneficiari e le problematiche sociali rispetto alla casa. Lo citavo per gli studenti, ma non è solo per gli studenti.
Cito un caso specifico che sono purtroppo è andata a vedere, Altobello a Mestre. Altobello a Mestre, case ATER. Quello è un tema su cui ho presentato un'interrogazione in Commissione anche, ma bisogna davvero pensare che quella questione è una questione emblematica di come ad oggi alcune ATER non stiano garantendo il diritto alla casa alle persone che sono in graduatoria perché tengono degli alloggi sfitti e che non sono messi in condizione di essere attivi, attivabili.
Lì c'è un problema specifico, che va preso, io credo, subito in carico, ma al di là del problema specifico forse c'è da fare un ragionamento rispetto a tutti quegli alloggi sfitti che le ATER ci hanno raccontato in audizione essere presenti provincia per provincia e con i fondi ovviamente anche del PNRR, ma non solo, pensare davvero a un piano per la casa pubblica. Io qui non l'ho visto. Anche qui non voglio citare sempre la Regione Emilia. Poi citerò anche il Piemonte. La Regione Emilia ha fatto già l'anno scorso un piano per la casa pubblica perché i piani non sono solo quelli vincolanti. Ci sono anche quelli volontari che portano a far vedere ai cittadini e alle cittadine qual è la direzione di una Regione: arrivare a rimettere sul mercato della casa pubblica tutte le case oggi chiuse perché finalmente si mappano, si capiscono dove sono, si investe per rimetterle a posto e finalmente si ridanno alle graduatorie di tantissima gente che oggi sta aspettando una casa.
Non mi dilungo sulla riforma delle IPAB, perché oggi l'ha citata. Aspettiamo ancora il fatto che venga almeno discussa e portata in Commissione, perché finché non vediamo dei documenti è difficile pensare che sia una priorità, come il biglietto unico per gli studenti, e non solo, trasporto pubblico e biglietto unico. Anche qui, vedere le Regioni che viaggiano a velocità diverse, ovviamente non su tutto, vedere che alcuni colleghi degli studenti sono a Bologna e viaggiano con il biglietto gratuito integrato, e vedere gli studenti in Veneto che non hanno il biglietto unico integrato, dimostra che siamo ancora in ritardo.
So che nel programma della Giunta il tema c'è. Però, è passato un anno e mezzo di lavoro. Vedere che ancora su questo non è arrivato nessun documento, nessuna proposta, ci porta a chiedere se avverrà mai.
Chiudo su due temi che ritengo importanti (nel Documento si cita qualcosa, ma non è ancora, io credo, sufficiente): i poli della logistica Amazon, e non solo. Anche qui, nell'introduzione al suo discorso, il Presidente ha parlato di ACC, ha parlato di Ideal Standard, su cui è importantissimo che si trovino delle soluzioni. Ma accanto al tema della manifattura, abbiamo anche il tema di quello che invece è nuovo, cioè della logistica. Il tavolo era stato convocato e si sta facendo un lavoro. Lavorare alla possibilità che ci siano degli strumenti anche urbanistici, che lavorino davvero a rendere la concertazione e la programmazione con questi soggetti qualcosa che ricade sui territori in maniera positiva deve probabilmente essere una delle altre priorità.
Come, sul consumo di suolo, basta gradualità, la gradualità con cui si è voluto arrivare alla legge sul consumo del suolo fino al 2050. I dati ISPRA ci stanno facendo vedere che non è più tempo di gradualità, ma è tempo di iniziare a togliere quelle deroghe che ancora all'articolo 12 permangono.
Chiudo sul tema che a me sta più a cuore, la cultura. Perché lo ricito? Perché rischiavamo di arrivare qui oggi con un taglio ancora forte su uno dei temi... Probabilmente le persone che sono sedute qui saranno annoiate dal sentirmi parlare di questo, ma io continuo, perché nel momento in cui si arriva in un'Aula e si vede che uno dei comparti più colpiti dalla pandemia, e che tra l'altro non stanno riprendendo al pari di altri comparti... Pensiamo, ad esempio, alla manifattura, che invece esporta molto e sta crescendo. Abbiamo invece un comparto economico che è totalmente bloccato e che fatica a programmare, soprattutto durante l'inverno perché non riesce a capire se potrà o meno continuare a lavorare o a stare aperto. Allora, qui abbiamo raggiunto un risultato grazie al lavoro di una Commissione, che ha lavorato insieme, arrivando a togliere quei tagli al bilancio. Qui c'è un indirizzo di metodo, il primo, che mi sembra importante: alla fine il Consiglio conta, il Consiglio conta e conta anche esserci, essere presenti in Consiglio quando l'attività dei Consiglieri, indipendentemente dal colore politico a cui appartengono, permette di raggiungere insieme un risultato, cioè quello di ascoltare quello che accade fuori e portarlo evidentemente qui dentro, dentro le Istituzioni.
Però, questo ad oggi non basta, perché sembra una battaglia vinta, abbiamo ridotto i tagli, però siamo ancora la penultima Regione per investimenti in cultura rispetto a tutte le altre Regioni d'Italia. Queste classifiche non sono fatte per dire chi è bravo o chi non è bravo, o per dire che quello che viene fatto qui non va bene, ma è per dire che ci sono alcune questioni su cui il gap è talmente elevato che non è possibile che una Regione che è così competitiva su altri settori ne lasci perdere altri e li lasci cadere, come se ci fossero, appunto, comparti e settori di serie A e comparti e settori di serie B.
Ancora, e chiudo davvero, se il tema del lavoro è così centrale, perché andremo di fronte a un momento di crisi post pandemia, allora ritorno, anche se non era stato accettato un po' di tempo fa, ma io spero che la discussione porti anche a far cambiare le idee, a un nuovo ruolo per Veneto Sviluppo.
Questo lo chiedono veramente tanto le persone che, ad esempio, sono state colpite dalla crisi ACC e Ideal Standard, cioè il fatto che Veneto Sviluppo possa avere davvero un ruolo di intervento nelle crisi aziendali, quando, soprattutto un Governo nazionale è in ritardo o non agisce come si vorrebbe, si dovrebbe avere uno strumento che permetta, invece, ad una Regione, come ha fatto il Piemonte, e qui cito il Piemonte, di arrivare davvero a provare a risolvere delle questioni che sono difficilissime, su cui nessuno ha la bacchetta magica, su cui nessuno fa quello che vorrebbe fare perché ha le armi spuntate, però sicuramente almeno avere un ente con la possibilità di farlo è la condizione base per poter intervenire.
Se questo non c'è, le crisi che passano e passeranno davanti a noi, in Veneto, in particolare in quelle province, qui cito Belluno, ma potremmo parlare anche di altre aree che sono delle aree, non voglio chiamarle marginali, ma delle aree sicuramente interne, allora, proprio lì, dove queste crisi colpiscono probabilmente di più, perché colpire una famiglia intera lì è forse diverso che colpirla da un'altra parte, avere un ente che funziona, un ente che si riforma e diventa nuovo, proprio per intervenire su quello che prima non poteva fare, forse è un'altra delle priorità.
Allora, chiudo perché a me non interessa alzare bandierine e spiegare le cose come devono andare, perché ho sempre rispetto per i ruoli e per il fatto che ci sono delle persone in maggioranza e in minoranza. Però, a me pare che nel momento in cui in Aula si discuta sui temi... E questo è capitato anche sul tema della cultura. È capitato anche con l'emendamento extra FUS, che l'anno scorso è stato approvato in quest'Aula, su una proposta che io avevo fatto. Credo che a breve uscirà pubblicamente un bando, che è l'esito di un lavoro che viene fatto qui dentro e che viene fatto sulle intuizioni di qualcuno, che poi vengono approvate e costruite con gli altri. Questo mio discorso ha avuto e avrà – anche la manovra emendativa – questo obiettivo.
Ci sono delle questioni che in questo documento sono, per me, assenti. Se non sono assenti, sono minimamente tratteggiate. La forza per poterle portare avanti è molto limitata, perché abbiamo un problema anche di dotazione economico-finanziaria nel bilancio (vedi addizionale IRPEF), su cui io credo bisogna fare un ragionamento e uno sguardo poco attento su quelle categorie più colpite dalla crisi (donne, giovani) credo di averli citati abbastanza e in generale il tema del lavoro, su cui il Documento di economia e finanza non fa un ragionamento, io credo, completo, non guarda alla crisi sociale a cui nei prossimi anni ci troveremo di fronte.
Spero e credo che una manovra emendativa aiuti a rendere questo Documento più aderente a quella che è la convivenza con il Covid e ricito quello che dicevo inizialmente. Parlare di quegli indicatori non è un esercizio tecnico. È dire, come amministratori, come politici, come amministratori, che pensiamo davvero che ci sia un momento in cui bisogna cambiare passo, prendere coscienza del fatto che avremo almeno due o tre anni di fronte di convivenza con l'emergenza pandemica, più o meno forte che sia o sarà. Probabilmente, in particolare su quei temi in cui saranno più colpiti i cittadini e le cittadine venete, dobbiamo dotarci degli strumenti adeguati per potervi rispondere.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola Cristina Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto buon lavoro a tutti per questo bilancio per il prossimo 2022. Parto ribadendo un concetto che è emerso anche in quest'Aula, sia negli interventi di minoranza che appunto del Presidente, che ringrazio di poter essere presente oggi. Non è scontato, l'abbiamo visto negli scorsi anni, per cui sicuramente è un atto importante che riconosce la centralità del Consiglio regionale nella discussione della programmazione e della previsione delle spese per i prossimi anni.
La verità politica ed economica che emerge anche da questo bilancio di epoca leghista è il continuo taglio netto di risorse che anche quest'anno subiscono i Veneti – e questo lo vado a precisare poi dopo con anche i dati – perché questo deriva dalla scelta che viene ripetuta anche quest'anno di non chiedere un contributo minimo di poche centinaia di euro all'anno a chi, nonostante l'esperienza del Covid, nonostante il dramma anche sociale ed economico del Covid, ha mantenuto un reddito personale molto alto, pari a ciò che guadagniamo noi Consiglieri regionali, ad esempio.
Le ricadute di programmazione emergono chiaramente anche all'interno di questo documento, il Documento di economia e finanza, nella Nota di aggiornamento e quindi nel quadro di riferimento della spesa per le missioni anno 2022. Evidenziano un taglio che fa pagare il conto ad alcuni settori in particolar modo.
L'istruzione e il diritto allo studio sconta una riduzione di ben 20 milioni rispetto ai bilanci approvati nel 2019 e nel 2020 e di 12 milioni rispetto a quello approvato nel 2018. La tutela dei beni delle attività culturali perdeva 4 milioni rispetto allo scorso anno, sebbene questa indicazione sia stata poi corretta con il lavoro di Commissione, un lavoro che è stato stimolato da una grande partecipazione di cittadinanza attiva da parte delle associazioni che si occupano di cultura e delle realtà imprenditoriali che si occupano di questo. Il turismo è dimezzato, perde 20 milioni rispetto allo scorso anno e più di 30 rispetto all'anno precedente, 8 rispetto al 2019. Lo sviluppo sostenibile e tutela del territorio e ambiente perde più di 100 milioni rispetto agli scorsi anni, così come trasporti e diritto alla mobilità, che contava fino a 300 milioni in più nei bilanci passati.
Ancora, politiche del lavoro, da una media di 300 milioni all'anno scende a 124. L'agricoltura già penalizzata invece dall'assenza di programmi regionali ad hoc, come discusso anche negli scorsi anni, torna ad essere tagliata rispetto allo scorso anno di altri 10 milioni.
Ciò che in realtà poi preoccupa me particolarmente, alla luce dell'analisi che lo stesso Documento di economia e finanza riporta, è la voce politiche sociali e famiglia, che perde ben 100 milioni rispetto allo scorso anno.
L'impressione è che, nonostante l'emergenza sociale derivante dal Covid sia esistente, per questo Documento di programmazione delle attività per i prossimi anni non esista più, e sia già tutto ad un tratto scomparsa, come se non ci aspettasse, nei prossimi mesi, un'emergenza sociale per le famiglie dovuta allo sblocco dei licenziamenti, o il peggioramento delle condizioni di molte famiglie, che da tempo chiedono a noi, in Consiglio regionale, ma anche nelle audizioni e fuori, per chi incontriamo in strada, eccetera, di aumentare, per la prima volta dopo dodici anni, la quota di competenza regionale per le rette di residenzialità delle persone con disabilità o non autosufficienti.
I costi aumentano, le prestazioni necessarie sono di più, e, di conseguenza, alla fin fine, ricadono solo sulle famiglie, e magari sui Comuni, creando un grandissimo cortocircuito, una guerra fra poveri, alla fin fine. Come se non avessimo parlato di giovani genitori alla ricerca di un aiuto per pagare la retta dell'asilo nido, ormai fuori portata anche per una famiglia con un reddito medio, quelle dove entrambi i genitori lavorano con uno stipendio normale, da sempre escluse da particolari aiuti, ma anche loro non esenti dal rischio povertà. Secondo i dati ISTAT, attenzione, prima della pandemia, nell'arco di quattro anni, il loro numero, in Italia, di famiglie, quindi, con un doppio reddito oggi a rischio povertà, è raddoppiato.
Per questo motivo apprezzo una cosa all'interno di questo Documento di economia e finanza: la predisposizione di una progettazione, dell'attuazione di una sperimentazione del fattore famiglia, importantissimo per restituire un po' di equilibrio nell'intervento, anche pubblico. Questa condizione impatta, e ne siamo tutti consapevoli, specie sull'occupazione femminile É la dura realtà per cui sono ben 42.000 i neogenitori che hanno abbandonato il lavoro nell'epoca Covid in tutta Italia, e il 77% di essi sono donne. Numeri che non escludono il Veneto, dato che l'occupazione femminile è scesa di 2,3 punti percentuali, mentre quella maschile dello 0,8.
Numeri che si intrecciano pesantemente con servizi che dovrebbe garantire come accessibili la Regione del Veneto, essendo competente nell'ambito delle politiche sociali, ma che vedono molte aree rurali, specie quelle montane (vedo il bellunese, per esempio, ma non solo) arrancare in termini di disponibilità di posti, mentre le altre province sono in estrema difficoltà, con genitori esasperati dall'emergenza rette, che arrivano anche a 700 euro al mese, interrogando chiaramente mamma e papà sulle priorità lavorative e familiari, e penalizzando molto spesso la donna, in un periodo fondamentale per lo sviluppo non soltanto della propria predisposizione ad avere famiglia, ma anche al suo percorso professionale, che è dignitosissimo e doverosissimo.
Sono numeri che, quindi, non possono vederci accondiscendenti nel momento in cui si riducono le risorse. E non è propriamente vero che diventa così tollerabile la riduzione di fondi regionali, ad esempio, nella legge sulle politiche familiari con meno 400.000 euro di risorse se le necessità storiche vengono coperte grazie ai fondi nazionali, perché se c'è un'emergenza in corso le risorse regionali dovrebbero aumentare o almeno essere mantenute, mentre quelle nazionali dovrebbero essere considerate aggiuntive, non sostitutive.
Discorso simile riguarda un altro tema, che è il secondo punto che affronteremo in questo bilancio con proposte dedicate, un altro tema centrale di questo bilancio, che è la montagna. Mi piace introdurre questo tema citando un post pubblicato oggi dal presidente Zaia, o da chi gli gestisce i social, con una bellissima immagine di Venezia con vista sulle Dolomiti; un'immagine che è sicuramente meravigliosa e che ogni veneto dovrebbe poter ammirare almeno una volta. Affinché le future generazioni possano godere anch'esse di tutto questo e del tesoro unico che sono le Dolomiti e le nostre montagne, diviene urgente un impegno condiviso nella salvaguardia di esse. Infierire sulle Dolomiti con opere invasive e investimenti a perdere, purtroppo, va nella direzione opposta. E non parlo soltanto della pista da bob, ma dato che è stata riportata all'interno della discussione anche la questione carosello, nella sua dimensione completa, devo essere sincera che la questione preoccupa, visto che le dichiarazioni dell'assessore Caner erano leggermente diverse nei mesi scorsi.
Anche io sogno che i miei figli o nipoti in futuro possano ancora ammirarle per ciò che le rende uniche e, alla luce di questo, mi sento di condividere un pensiero, che predispongo dopo in un'azione emendativa. Dopo anni in cui è chiara la carenza, se non l'assenza di investimenti per il rilancio dell'area montana, con cui avete abituato i suoi abitanti ad accontentarsi al minimo sindacale, assopendo il desiderio di un vero piano per le sue politiche abitative, un vero piano per le sue politiche di impresa e di garanzia dei servizi sociali, con qualche piccola gratificazione per qualche Comune o realtà locale, oggi il velo deve essere scostato per rivelare come in questi anni, senza alcuna difficoltà, ci avete portato finanziamenti milionari per garantire investimenti per grandi eventi in montagna, opere accessorie e coperture delle perdite, Mondiali di sci prima e Olimpiadi ora, senza mai domandarvi se quelle opere, quegli interventi fossero realmente utili per la sola riuscita dell'evento, ma al vero servizio della comunità, che la montagna la vive quotidianamente e senza cui quella montagna non esisterebbe più.
Io ci sono stata a vedere le conseguenze di quegli investimenti. Per i Mondiali di sci avete finanziato la costruzione di strade e rotatorie meno utili, ma più veloci da realizzare, lasciando stare o, addirittura, lasciando incompiute quelle necessità viabilistiche più urgenti. Avete costruito una pista da sci in un'area facile alle frane, piena di acqua in superficie, senza concludere nemmeno la viabilità per raggiungerla. Ora, con questo DEFR, ci si ostina, vi ostinate a dichiarare prioritario il finanziamento della pista da bob, senza probabilmente aver mai visto le sue condizioni ed il contesto urbanizzato in cui si trova.
Quello obbligherà chi ne progetta la totale demolizione e la totale ricostruzione a scegliere o la pista sicura o regolare degli standard nelle gare di bob di oggi con servizi adeguati in strade, parcheggi, edifici annessi o le attività circostanti (parco gioco appena inaugurato, Tennis Club, abitazioni e aree boschive). Sì, perché ricostruirla con gli standard di oggi, purtroppo, non solo sarà molto costoso e impiegherà forse un po' più dei 19 mesi che sono calcolati oggi nel documento di fattibilità finanziato e pagato dalla Regione del Veneto, ristretti, naturalmente, dai 40 mesi iniziali, ma obbligherà a stravolgere completamente la pista, ampliando le sue curve e rifacendo la pista di decelerazione, invadendo o cancellando ciò che si trova nelle immediate vicinanze. Il tutto per un'opera che è un investimento a perdere, che immagino nessun imprenditore veneto andrebbe a supportare, dal costo di 61 milioni con perdite annuali di almeno 400.000 euro calcolate, però, attenzione, Presidente, e questo mi permetto di dirlo in termini collaborativi, sottostimando i costi e sovrastimando, invece, le previsioni di entrata, perché nessun impianto, compreso quello di Innsbruck, fa 6.000 passaggi all'anno di taxi bob, 38 al giorno di apertura, 20, diciamo, se fosse aperto per 365 giorni all'anno.
Costi che, come se non bastasse, si pensa di coprire con i fondi che dovrebbero dare ristoro ai Comuni ampezzani e non, che stanno sul confine con le altre regioni. Quei fondi, quelli dei Comuni confinanti, in questi anni hanno consentito di gestire e ridurre l'esodo della gente della montagna. Quei disservizi spesso vedono quei cittadini guardare con sana invidia i comuni delle province e regioni accanto.
Ecco perché è quantomeno inopportuno, a tacer d'altro, presentare una manovra di bilancio che tra le poche voci, con un deciso aumento di fondi prevede vagonate di milioni per coprire le spalle agli organizzatori delle Olimpiadi da eventuali perdite, tali da mettere a rischio il loro patrimonio, senza nemmeno restituire alla comunità della montagna veneta un briciolo di pianificazione politica per la garanzia di lavoro, impresa, sostenibilità abitativa e dei servizi.
È quantomeno inopportuno presentare una manovra di bilancio che, tra le poche voci con un deciso aumento di fondi, si tratta di 14 milioni di euro, se non sbaglio, più altre risorse destinate già nel bilancio precedente, prevede milioni per coprire le spalle agli organizzatori delle Olimpiadi da eventuali perdite (articolo 3 del collegato), tali da mettere a rischio il loro patrimonio senza nemmeno restituire alla comunità della montagna un briciolo di pianificazione politica per la garanzia di lavoro, imprese e sostenibilità abitative e dei servizi.
Prego. Sono contenta che le interessi. Sono convinta di questo, come io ascolto lei, con molto piacere, quando c'è la possibilità.
Infine, concludo con l'annoso tema ambientale. Apprezzo un maggiore investimento, 15 milioni, rispetto allo scorso anno sul tema della diversificazione nella produzione energetica, aspetto che ci deve naturalmente vedere all'avanguardia, sempre con un occhio di riguardo alla tutela delle risorse naturali, non solo nel loro uso, penso al mini-idroelettrico e alla pressione dovuta, per esempio, in certe aree del Veneto e alla eccessiva presenza di impianti di biogas, forse mal regolata in passato e che vede carenza di risorse per alimentarlo in maniera realmente circolare. Certo, rimane ancora aperta una questione: la tutela delle acque. Il tema PFAS ci ha insegnato molto, in primis ad agire a monte, alla fonte. In questo modo devono essere risolte due grandissime criticità principali riguardo alle nostre acque di falda e di superficie. La prima è la disponibilità di acqua, la seconda è la sua contaminazione. Preleviamo più acqua di quella che naturalmente la falda riesce ad intercettare per ricaricarsi a causa della cementificazione di cui politicamente la Regione Veneto è storicamente responsabile e dei fenomeni meteorologici avversi legati all'emergenza climatica, siccità in primis, che peggiorano la condizione.
Quest'anno si è registrato un abbassamento addirittura di un metro della nostra falda veneta contro la costante riduzione media di 30 centimetri all'anno. La qualità delle acque dei nostri fiumi è pessima. La stessa Commissione europea, interpellata proprio da Europa Verde, conferma come le azioni fino ad oggi adottate per la tutela delle acque dei nostri fiumi nel bacino Veneto siano gravemente insufficienti, specie quando si legalizza la diluizione per consentire di continuare a scaricare acque reflue inquinate in un fiume già compromesso, senza interventi a monte per prevenirlo, quell'inquinamento. E qui parlo naturalmente del fenomeno che vive il Fratta Gorzone e la comunità circostante, compresa quella agricola che poi ne paga le conseguenze.
Per questo dobbiamo spingere e sostenere una vera circolarità nell'uso dell'acqua in primis, nei processi produttivi veneti. È tempo di superare il metodo di depurazione delle acque, così come oggi pensato, fatto di grandi hub di depurazione costosissimi, proprio per la quantità di sostanze da trattare e sostenere invece di un processo di riconversione delle aziende basato sul ciclo chiuso.
Questa è la terza proposta che porteremo all'interno di questa discussione del Documento di programmazione di bilancio. Riusare le acque, depurandole direttamente in azienda, è la strada che ci consente di vivere la nostra attività di impresa senza ulteriormente pesare sull'ecosistema che la ospita, risparmiando acqua ed evitando contaminazioni dannose non solo a flora e fauna, ma anche ad altri settori, quello agricolo in primis, e alla salute, con i relativi costi sociali e pubblici.
Queste sono le tre strade che riteniamo centrali nell'evoluzione politica del Veneto, a misura di donne, uomini e bambini che lo abitano. Tre proposte per tornare a centrare il nostro ruolo politico e il ruolo politico-amministrativo della Giunta al servizio del futuro del Veneto, perché ogni azione finanziata e pianificata oggi deve avere un impatto positivo, non solo immediato, ma in prospettiva, per il futuro. Questa è la politica vincente.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola Jonatan Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi. Buongiorno, Presidente Zaia.
Proviamo a dare un piccolo contributo, con alcune considerazioni su questo importante Documento, perché, in fin dei conti, quelli che sono i lavori che quotidianamente la Giunta e il Consiglio perpetrano si riducono sostanzialmente nell'atto principe, il bilancio.
È nel bilancio che alla fine si passa da quelli che sono gli intenti a quelle che si vogliono far diventare azioni reali, azioni concrete, dove dal dire che qualcosa sarà fatto si passa a decidere veramente di fare qualcosa.
Alcune considerazioni sulla costruzione di questo DEFR, anche prendendo spunto dalle osservazioni che sono arrivate, tante, numerose, importanti, belle in alcuni casi, se si vuole prendere spunto, anche in un'ottica non critica, ma dedita al miglioramento dei nostri documenti, giusti, perfetti, belli, importanti, ma che possono sempre migliorare.
Come ad esempio, ci vorrebbe una costruzione di questo Documento, del DEFR, che veda un confronto vero in merito alla sua costruzione con le organizzazioni di rappresentanza sociale e con i soggetti componenti del tavolo di concertazione, che non si limiti solo a un'illustrazione delle slide o a una raccolta formale delle osservazioni, ma che invece sia un confronto vero e sostanziale, a maggior ragione in questa fase di straordinarie emergenze e di difficoltà di ripartenza e di ripresa per la nostra Regione.
È indispensabile una forte coerenza tra le analisi del contesto economico e sociale, le priorità individuate e le misure programmate. Troppo spesso, infatti, gli obiettivi strategici non corrispondono a impegni, risorse e interventi adeguati alla definizione dei programmi e degli obiettivi operativi delle missioni.
Ribadiamo l'importanza di una completa attivazione del sistema di monitoraggio e controllo dinamico e periodico rispetto all'avanzamento delle attività programmate, target intermedi e risultati attesi, per evitare che tra teoria e prassi non ci sia un incomprensibile cortocircuito o, qualora ci siano delle difficoltà, con un monitoraggio che in qualche modo possa essere vero e reale, si possa capire fin dove sta funzionando e quando inizia a non funzionare più, perché a volte è importante anche intervenire prima di dire "qualcosa non ha funzionato"; a volte è anche importante poter mettere mani quando una cosa incomincia a prendere la strada sbagliata, senza dire che ciò che è stato fatto prima non è stato valido.
Il quadro generale post lockdown è caratterizzato da pesanti criticità sul versante occupazionale, una pesante riduzione del reddito, del calo dei consumi e degli investimenti. È vero che nella nostra regione ci sono tanti che hanno reagito bene. Dopo la pandemia tanti veneti virtuosi sono riusciti a superare questo periodo, sono riusciti a ingegnarsi, sono riusciti a prenderlo come stimolo, sono riusciti a mettere in campo magari le loro idee migliori proprio per dare quella spinta che in qualche modo la nostra Regione ha sempre dimostrato di avere, però è anche vero che c'è tutto un mondo che non gode di questo privilegio, c'è tutta un'altra parte della regione, invece, che vive un crescente disagio sociale, un quadro preoccupante e incerto, che richiede in tutti gli ambiti un ruolo centrale del sistema pubblico.
Il Veneto, Presidente, è fatto di tanti veneti che dopo la pandemia hanno reagito con forza, sono riusciti in qualche caso anche a dare il meglio di sé, però c'è anche un Veneto dove purtroppo tante persone sono restate indietro con questa pandemia. Sono quelle a volte che fanno meno rumore, sono quelle a volte che hanno meno voce per urlare, sono quelle a volte che hanno tanti problemi da avere anche il tempo di manifestare le loro difficoltà.
Credo che questo gap si possa superare solamente con un intervento forte e vero della parte pubblica, perché gli ultimi, finché qualcuno non decide che smetteranno di diventare ultimi, resteranno ultimi, anche nella nostra Regione, che è fatta di tante eccellenze, ma anche di tanti ultimi dopo questa crisi. Quindi, è più che mai necessario costruire le condizioni per una ripresa strutturale, una ripresa che vede tutti quanti incominciare a fare un passo in avanti.
Nell'emergenza che stiamo attraversando adesso è ancor di più evidente la necessità di un cambiamento radicale di rotta, che non vuol dire che ciò che è stato fatto finora non va bene, che non vuol dire che ciò che è stato fatto finora non funziona, che non vuol dire, Assessore, che qualcuno si offende se si chiede un cambio di rotta, può semplicemente dire che dopo la pandemia è tutto diverso. Siamo diversi anche noi. È diverso il rapporto con le nostre famiglie, è diverso il rapporto con i nostri familiari, sono diverse le aziende, sono diversi i consumi, sono diversi i trasporti, è diverso quel tessuto sociale che ogni giorno viviamo, è diverso questo Consiglio regionale.
Prima della pandemia non c'era, colleghi, un Consiglio con i posti alternati, non c'era un Consiglio dove si parlava con le mascherine, non c'era un Consiglio dove si facevano le pose per sanificare l'Aula. Questo cosa vuol dire? Che questa pandemia ha reso tutto diverso, anche la nostra attività in Aula. Non è un'offesa quando qualcuno dice che bisogna cambiare rotta, e non perché la rotta finora era sbagliata, ma perché sono subentrati dei fattori, Assessore, che ci devono dire che se ci vogliamo tutti bene e vogliamo guardare tutti avanti, dobbiamo cominciare a ragionare considerando i fattori che sono intervenuti, non per colpa nostra, sia chiaro, non siamo mica noi ad aver deciso che ci doveva essere questa situazione, però ci sono stati, sono intervenuti e non possiamo limitarci solamente a prenderne atto o a pensare che quelle che sono le conseguenze post pandemia vadano derubricate con chi, magari, in qualche modo può fare il passacarte dei ristori, piuttosto che l'applicatore delle leggi di rango superiore.
Quindi, è un momento in cui un cambio di rotta vero ci vuole, così come una ridefinizione delle priorità, del ruolo fondamentale delle strutture e dei servizi pubblici, di un loro adeguato e primario potenziamento, Presidente.
Finora i servizi pubblici erano quasi come una cosa che poteva esserci o non esserci, andava bene lo stesso. Invece, questa pandemia ci ha insegnato che i servizi pubblici sono al centro della nostra Regione, al centro della nostra economia, al centro della nostra vita quotidiana, al centro dei nostri rapporti, perché i servizi pubblici sono quelli che decidono chi va a lavorare, quando va a lavorare, se va a lavorare in salute, se un esame arriva prima o arriva dopo, se un atto amministrativo che ti serve ha un'importanza più di prima. La digitalizzazione.
Le ingenti risorse derivanti dal Next Generation EU rappresentano un'opportunità vera e straordinaria per sostenere e orientare una ripresa economica e sociale del Paese, che sappia dare risposte efficaci e sostenibili alle sfide della transizione verde digitale. Però, per fare questo bisogna che tutti quelli che sono i progetti che potranno essere finanziati trovino una declinazione vera a livello territoriale.
Tutte queste risorse che arriveranno non si capisce ancora come arriveranno sui territori. Le Regioni non sono stazioni appaltanti. C'è un grande dilemma. Si parla di risorse, ma non si riesce ancora a capire queste risorse come si concretizzeranno davvero sui territori. Ci sono gli amministratori locali che non sanno neanche queste risorse in che modo potranno arrivare sui territori, se con bandi, progetti, presentando...
Continuiamo a sostenere a tutti i livelli la necessità di un incremento stabile dei fondi nazionali per il finanziamento del sistema sociosanitario, quello del trasporto, del trasporto pubblico locale di linea e non.
La Giunta regionale continua a valorizzare la scelta di non aver incrementato la pressione fiscale e ripropone la decisione di non aumentare l'IRPEF, che è una scelta che può essere condivisa in alcuni momenti, ma in un momento di una situazione di crescente disagio economico e sociale forse anche queste scelte andrebbero analizzate più profondamente prima di essere messe in campo con leggerezza, purché l'essere no tax sia la prima risposta che si dà ai cittadini.
È importante essere una Regione che tassa poco, ma è importante anche essere una Regione che non lascia indietro nessuno, così come non è brutto dire che chi guadagna di più può fare la propria parte per chi guadagna di meno. Sarebbe anche un principio costituzionale sotto tanti aspetti.
Sull'assetto del territorio ed edilizia abitativa, la manutenzione straordinaria e periodica del territorio delle infrastrutture del sistema idrogeologico va assunta come una priorità e come uno dei fattori principali della sostenibilità.
L'ultima legge regionale ha assunto questi principi nelle sue premesse, però, alla fine, nei contenuti sono state inserite troppe scorciatoie e troppe deroghe, che hanno di fatto svuotato la coerenza con gli obiettivi dichiarati anche nella loro dimensione innovativa.
Ci vogliono scelte più nette e coraggiose, anche considerando che nel rapporto ISPRA di luglio 2020 è emerso che siamo la maglia nera tra le Regioni italiane nel consumo del suolo. L'emergenza casa, che con il termine del blocco degli sfratti rischia di esplodere, va affrontata e superata. È urgente la definizione di un Piano straordinario pluriennale di ampliamento dell'offerta di edilizia residenziale pubblica e sociale per far fronte ad una vera e propria emergenza abitativa.
L'emergenza abitativa spesso non riguarda solamente le persone più povere, spesso riguarda anche le persone che lavorano, riguarda coloro che non riescono ad avere un reddito fisso che gli permetta di avere un mutuo, riguarda coloro che hanno un lavoro precario che non gli permette di essere interlocutori affidabili per chi dà una casa in affitto.
Spesso chi ha il problema dell'abitazione è gente che lavora, ma è gente che, se va in banca, sappiamo tutti, prima di accedere a un mutuo, che tipo di lavoro e di contratto deve avere. Sappiamo tutti, per avere una casa in affitto, quali sono le garanzie che oggi ci vogliono.
L'emergenza abitativa quindi sta cambiando in questi anni, non è più una cosa che riguarda solamente il più povero o il più disagiato, ma riguarda tutti, anche quelli che lavorano.
Quanto a Porto Marghera, è un tema che bisogna cominciare ad affrontare in maniera chiara e decisiva, anche con il Governo, capendo in che direzione si va. Bisogna cominciare a capire, dopo tutti quei numerosi accordi e patti che sono stati sottoscritti, la bonifica e la messa in sicurezza del sito che tempistiche avranno, che futuro ci sarà. È urgente una definizione certa delle risorse, e anche spendere quelle che sono stanziate, così come il completamento dei marginamenti e la rimozione dei fanghi. Così come cominciare a capire se il famoso PIF (Progetto Integrato di Fusina) ha ancora un valore o se resta lì.
Sui trasporti e la mobilità, il nuovo Piano regionale dei trasporti, approvato dopo decenni, punta ancora sull'incremento della viabilità stradale, sulla realizzazione di opere altamente impattanti, e non ha ancora assunto l'obiettivo concreto e strategico di trasferire quote significative di mobilità delle merci dalle persone, dal ferro, dalla gomma, dalla strada alla ferrovia, al trasporto pubblico locale.
Inoltre, nelle zone a domanda debole, si sta prospettando una logica esclusivamente economicistica, nella nostra regione. Si pensi solo al servizio a chiamata, che rischia di disincentivare il trasporto pubblico e di ridurre fortemente il servizio della mobilità.
Spesso, quando si parla di questo servizio a chiamata, pare quasi che sia una brutta parola. Quasi nessuno dice che è d'accordo sul servizio a chiamata, però il servizio a chiamata nella nostra Regione, Assessore, diventa quotidianamente sempre una realtà più consolidata.
Io ho un Sindaco, nella mia città, che nel suo programma elettorale dice che si fa il servizio a chiamata per sopperire alle carenze di trasporto. Ma servizio a chiamata vuol dire che tu vai a svilire il ruolo del trasporto pubblico locale. Il trasporto pubblico locale funziona quando un mezzo c'è, quando c'è una certezza di orario, una certezza di arrivo, quando uno sa che per andare da A a B ha un mezzo, non quando uno chiama il mezzo come una sorta di taxi privato.
Bisogna lavorare, e anche tanto, sull'obiettivo strategico di arrivare ad emissioni zero. Serve dare continuità e accelerare sull'ammodernamento del parco mezzi del trasporto pubblico e dare continuità agli incentivi per il ricambio dei mezzi di trasporto privati con sistemi di alimentazione più innovativi e sostenibili. Per questo, come Partito Democratico abbiamo presentato un emendamento dove chiediamo 10 milioni di euro all'anno per tre anni, non perché sia solamente una questione di avere un mezzo più moderno, un mezzo a emissioni zero, ma anche perché ci sia una regione con una qualità dell'aria migliore, dove passare in una città che c'è traffico non vuol dire respirare le esalazioni degli scarichi. È un vantaggio per tutti. Non è solamente una questione politica, è una questione che dovrebbe interessare tutti i cittadini veneti, perché vuol dire migliorare la vita quotidiana di tutti.
Così come decidere, davvero una volta per tutte, Assessore, se il biglietto unico integrato può diventare realtà. Il biglietto unico è scritto nel Piano regionale dei trasporti, il biglietto unico diciamo ogni volta che lo vogliamo, il biglietto unico ogni volta che si parla è una priorità.
Il biglietto unico, ogni volta che parliamo di trasporto è una priorità, però oggi il biglietto unico non c'è. Oggi il biglietto unico non c'è. L'anno scorso abbiamo parlato qui di biglietto unico, Presidente, ne abbiamo parlato anche l'anno prima. Non c'eravamo noi, l'ha fatto qualcun altro. Non è facile farlo con una situazione come quella che oggi vede una serie di aziende che non sono connesse tra loro. A tal proposito, Presidente, attendiamo anche l'arrivo in Aula della legge che ci avete chiesto di poter scrivere con il progetto di legge n. 9 che avevate presentato sulla governance e la riorganizzazione unica dei trasporti. Lo aspettiamo in Aula per capire.
Credo fosse gennaio, i primi di febbraio, se non erro, il periodo dove votavamo il progetto di legge che si chiedeva entro dodici mesi di presentare. Quindi, deduco, Presidente, fiducioso dei tempi che avete indicato nella legge, che tra gennaio e febbraio arriverà. È stato un vero motivo di discussione, quello, Assessore, anche perché troppo spesso in questo periodo siamo balzati sulle cronache nazionali come la maglia nera del trasporto pubblico locale con quello che è successo a Venezia.
Siamo andati sulle reti nazionali per le code che c'erano a Venezia nei giorni di festa. Quando si decide di fare la promozione dicendo "Land of Venice", vuol dire che "Venice" ha un valore. Ma quando al "Land of Venice" che promuoviamo ci sono otto ore di coda o ci sono le aggressioni a chi guida i mezzi pubblici, Presidente, è il rovescio della medaglia: tanta gloria, ma tanto rumore quando qualcosa non funziona. E noi, Assessore, in questo periodo siamo stati la maglia nera sotto tanti aspetti nel trasporto pubblico locale, perché quello che è successo a Venezia è un caso nazionale. Quello che è successo a Venezia è un caso nazionale. Quindi credo che vada rivisto. In che modo? Nessuno ha la verità in tasca. Sicuramente, chi fa può sbagliare, chi non fa non sbaglia, però lì va rimesso mano.
Non si può pensare, ancora una volta, che ci sia qualcuno che in autonomia da tutti decida come gestire i fondi, come gestire le risorse pubbliche, magari non facendolo nel migliore dei modi, dando delle risposte alla cittadinanza, alla collettività, anche passando attraverso la tutela dei lavoratori. La tutela dei lavoratori non è un tabù, la tutela dei lavoratori non è una cosa brutta, la tutela dei lavoratori non è una cosa da comunisti o di sinistra. La tutela dei lavoratori è quello che in ognuno di noi dovrebbe essere valore assodato, visto che sono veneti i nostri genitori, i nostri figli, i nostri parenti che lavorano su questo.
Su questo – vedo l'assessora Donazzan in Aula – ricordo che avevamo anche fatto una mozione, votata all'unanimità. Ci saremmo aspettati un aggiornamento sulla situazione, ma anche semplicemente un focus, visto che qui si può fare il punto nave, visto che c'è un altro sciopero programmato il giorno 13, che paralizzerà ancora una volta la nostra città capoluogo.
Così come, Assessore, ritengo, personalmente, sbagliata la scelta di elettrificare la sola tratta Adria-Mira della linea ferroviaria Adria-Mestre. Sono andato anche in cerca, pensavo di sbagliarmi, ma è così. Così si rischia di non riqualificare adeguatamente il servizio e spingere verso il progressivo abbandono del servizio passeggeri l'area del Basso Veneto.
Quindi, Assessore, credo che lì ci voglia un ragionamento un po' più complessivo. Assessore, penso di essermi sbagliato io nel leggere, però per quanto riguarda gli investimenti ferroviari si ritiene essenziale promuovere, nelle sedi competenti, la realizzazione della linea ferroviaria Chioggia-Piove di Sacco-Venezia e l'elettrificazione della tratta Adria-Mira Buse, della linea ferroviaria Adria-Mestre. Credo che ci voglia un ragionamento più complessivo che, sicuramente, conoscendola, Assessore, dato che lei è una persona premurosa e dall'altissimo profilo su questi temi, c'è già. Però, magari, renda partecipi anche noi di questo ragionamento, così potremo dire "bravo, Assessore". Ci può anche coinvolgere. Anche se in parte, Assessore, non avete bisogno di noi...
Sono meridionale, Presidente. Lo dica al microfono sennò non sento. Lo dica al microfono, Presidente.
Presidente, io non ho detto questo. Io ho detto una cosa che lei ha capito bene. Guardi, Presidente, è proprio perché lei l'ha capita bene che sta drammatizzando, perché, Presidente, lei è una persona troppo intelligente per non aver capito quello che ho detto.
Io ho detto che noi, quando promuoviamo la nostra Regione, la chiamiamo "Land of Venice". E lei intende promuovere ancora una Regione dove quando la gente sceglie di venire qui fa otto ore di coda perché non riesce a trovare un mezzo di servizio pubblico che la porti a destinazione, in una situazione come quella di Venezia, che non puoi andare a nuoto? Non puoi andare a nuoto! Non c'è il piano B. Invece, questo stava succedendo, sta succedendo, succede. Lei vede i telegiornali, lei sa tutto.
Su questo, Presidente, una riflessione dobbiamo farla tutti insieme o no? Non è colpa sua, non è colpa nostra, ma abbiamo il dovere di intervenire. Dobbiamo intervenire. La Regione è titolare.
Non mi interrompa, Assessore, che sono timido. Dopo mi distraggo.
Chiudo dicendo, infine, che va fatta una politica vera di infrastrutture sul territorio, perché troppo spesso noi, con la scusa che non è competenza nostra, derubrichiamo alcuni problemi viabilistici che ci sono.
Io torno alla carica, Assessore. È una fissa, me lo dirà. Però, Assessore, per me è una fissa: la Arzaron. Due dei tre stralci fatti con i soldi di opere di mitigazione del MOSE, se non ricordo male...
Presidente, quella è l'unica vera alternativa alla Romea per quanto riguarda il troncone che viene giù dall'alta Polesana o da Rosolina, che congiunge fino a Venezia, fino allo svincolo per Padova. Invece, cosa c'è? Due tratti sono fatti e il terzo no. Perché? Non è fatto, perché? Perché è metà di una provincia, perché è metà di un'altra. Prendiamo in mano la situazione, proponiamo un accordo di programma. Facciamo qualcosa, smascheriamo le Province. Ci dicano loro di no. Mettiamo in campo un'azione. Non può essere che due di tre stralci vengano fatti, la gente imbocca questa ormai fantomatica strada...
Ormai in quest'Aula la Arzaron è un mito. Ogni anno si parla della Arzaron. Dal 2015 ogni anno parliamo della Arzaron. È un imbuto. A cosa sono serviti i soldi pubblici? Per fare che? Per eliminare una strada a una corsia e creare una strada che diventa un imbuto a una corsia? Diamo valore anche ai soldi che abbiamo speso, Presidente.
Capisco che la strada non è della Regione, ma se sono stati fatti due dei tre lotti, capiamo come fare il terzo, facciamo un accordo di programma. Non è che gli accordi di programma si fanno solo con le Ferrovie, con CAV o con altri enti, quando dobbiamo portare la ferrovia in porto, che è una cosa importantissima, e dall'altra parte invece gli accordi di programma sono un tabù. Capiamo come farlo.
Presidente, concludo dicendo che la viabilità è un tema che mi sta molto a cuore. E per la viabilità non passa solamente il pensiero di chi, come me, lo ha cuore; ma per la viabilità passa lo studente che va all'università, lo studente che va a scuola, chi va a lavorare con la propria macchina e non trova traffico; per la viabilità passa chi va a lavorare nelle fabbriche, per la viabilità passano i nostri infermieri, i nostri OSS, i nostri operatori sanitari che vanno negli ospedali; per la viabilità passano i nostri studenti che vanno nelle università.
Presidente, è una richiesta che io faccio, sapendo che lei, che ha così tanto a cuore il Veneto, farà fatica a dire di no: la viabilità veneta, al netto di chi siano le competenze, è un problema della Regione Veneto. Quando manca un treno o quando una strada non è percorribile, al netto che sia della Provincia o dello Stato, è un problema della Regione Veneto.
La buona viabilità della nostra Regione, del Veneto eccellente, è un nostro problema. Non possiamo solamente dire che ci occupiamo di quello che è competenza nostra e il resto lo derubrichiamo dicendo che non è competenza nostra.
È per questo, Presidente, che chiudo con questo appello: dalla viabilità passa lo sviluppo, il benessere, l'economia, quanto tempo un padre di famiglia passa con i propri figli se arriva a casa prima, quanto tempo un lavoratore ci mette per andare a lavorare. Prendiamolo come obiettivo da tenere tutti quanti a cuore.
Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Grazie.
Comunque, Marcato, per lei un posto nel PD ci sarà sempre.
Assume la Presidenza
il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo la seduta dieci minuti per permettere il ricambio d'aria.
Il Consiglio riprende alle ore 17.00.
La Seduta è sospesa alle ore 16.47
La Seduta riprende alle ore 17.27

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni Arturo. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Buonasera a tutti i colleghi.
Credo sia stato interessante che quest'anno il Presidente Ciambetti abbia deciso di destinare una sessione specifica del nostro Consiglio alla discussione del Documento di programmazione economico-finanziario. Lo voglio ringraziare perché, secondo me, è stato un segnale importante. Ragionare sulla programmazione, sulla visione è qualcosa di cui abbiamo bisogno. Condivido, quindi, questa scelta.
Devo dire che anche la lettura del documento, nella sua parte introduttiva, mi ha gratificato. C'è una parte di analisi, nell'introduzione, nella identificazione degli obiettivi per la Regione, allineati con gli obiettivi nazionali ed internazionali, che è solida e che io credo rappresenti qualcosa di importante per la nostra Regione. Di questo voglio veramente rendere grazie agli uffici, che penso abbiano fatto un lavoro encomiabile di forzatura delle politiche regionali nell'ambito di obiettivi condivisi su scala più ampia.
Penso che questo rappresenti qualcosa che resta nel tempo e che dà solidità all'azione politica della nostra Regione. Quella, però, su cui ho trovato molti meno contenuti è la parte di visione politica che, diciamolo veramente, è mancante. A me è dispiaciuto vedere come obiettivi declinati in maniera esaustiva sul piano del quadro generale poi non riescano ad essere efficaci nell'individuare direzioni per dare risposte efficaci al nostro territorio.
Già i miei colleghi che sono intervenuti prima di me hanno identificato vari ambiti in cui il documento non è efficace, non è capace di allocare in modo chiaro, capace di fare da traino per le scelte delle aziende, le scelte dei cittadini, le scelte delle imprese dei servizi in una direzione chiara. Di questo mi rammarico. Mi dispiace veramente perché è un'occasione persa per interpretare in modo corretto, in modo propositivo il momento che stiamo vivendo.
Io ho apprezzato la presenza del Presidente oggi. È stata la prima volta che lo vedevamo in Consiglio dopo la presentazione della Giunta, e questo credo vada in qualche maniera celebrato. Ho apprezzato il suo atteggiamento laico e la sua disponibilità ad ascoltare. Mi dispiace che ora non sia presente, però ritengo che questo sia un atteggiamento di valore, per la possibilità di confrontarsi, di ragionare e di prendere decisioni anche sulla base di un confronto democratico, che è importantissimo.
Ringrazio dell'accompagnamento musicale.
Forse, se potessimo confrontarci più spesso, riusciremmo a dare un servizio migliore ai nostri cittadini. Io di questo sono convinto. Penso che dal confronto, dalla possibilità di vedere da punti di vista diversi possa nascere sempre qualcosa di più.
Quello che ho notato e che voglio denunciare con forza, però, è una scelta politica di non intervenire in determinati processi che sono in atto nella nostra regione, come dappertutto, in questo momento di forte cambiamento. Una politica del lasciar fare, che non incide e che più che guidare asseconda i processi, è sicuramente premiante sul piano del consenso, ma non lo è sul piano della capacità di guidare i cambiamenti. Io penso, invece, che in questo momento abbiamo bisogno di guidare i cambiamenti, abbiamo bisogno di dare indicazioni chiare, perché al traino delle decisioni che prende l'Organo regionale c'è tutta una serie di decisioni conseguenti che penso debbano avere un indirizzo chiaro. Questo è stato ripreso bene dall'intervento della correlatrice Camani, che ha individuato tutta una serie di ambiti specifici in cui questa capacità di dare un indirizzo manca.
Da questa prospettiva, quindi, mi sento di non condividere la nota polemica riportata nel documento che stiamo valutando in questo momento, la nota di aggiornamento del documento, in cui il Presidente in qualche maniera rimprovera al Governo di non aver coinvolto le Regioni nel processo di spesa per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se la capacità di interpretare concretamente gli obiettivi è quella presente nel nostro DEFR in discussione, allora ritengo che il Governo abbia fatto bene. Non è una maggiore autonomia che dà maggiori risultati. Anzi, mi viene da dire che sarebbe una maggiore centralità quella in grado di dare risposte più efficaci ai bisogni del nostro territorio e dei nostri cittadini.
Il cambio di passo di cui abbiamo bisogno lo vedo molto più presente nei documenti governativi che non nel documento regionale. Non credo che l'ottica centralistica aumenti il rischio di insuccesso, come sostiene il Presidente nella sua introduzione al documento che stiamo discutendo. Al contrario, ritengo che un'ottica centralistica, paradossalmente, potrebbe accelerare il cambio di prospettiva. Su questo è chiarissimo il ruolo dell'Europa. L'Europa ci dà dei fari chiari. La politica nazionale senza l'Europa sarebbe molto più ondivaga, ma così la politica regionale è ondivaga nel momento in cui non ha un forte indirizzo dal punto di vista nazionale. Lo guardate nelle politiche per l'ambiente, nelle politiche per la sanità, nelle politiche per la transizione energetica. Non stiamo guidando i processi. Questo, invece, deve essere fatto in questo momento.
Molte delle latitanze del bilancio in discussione sono state giustificate con il fatto che non c'è l'addizionale IRPEF. In quest'anno che io ho vissuto di Consiglio ci è stato richiamato in tantissime occasioni. Tante mancanze di azione da parte della politica regionale sono state imputate alla mancanza dell'addizionale IRPEF. Sono andato a vedere per capire se effettivamente il Veneto è così privo di risorse da non potersi permettere gli interventi in vari settori, come ci è stato detto. Ho trovato dati relativi al 2015, dati del Ministero delle finanze, elaborati da Confprofessioni. Il Veneto ha introiti pro-capite di 236 euro contro una media nazionale di 292. Siamo sotto la media nazionale, però la variabilità è molto grande. Si va dai 114 euro pro-capite ai 450 euro pro-capite. Noi siamo, sostanzialmente, vicini alla media nazionale. Ci sono ben sette Regioni che hanno un introito pro-capite più basso di quello del Veneto.
Non mi sembra che si possa dire "non prendiamo il 99% delle risorse che potremmo prendere dai cittadini del Veneto", 1,146 miliardi, perché mi chiedo: quelli che sono sotto di noi cosa fanno, meno dell'1%? Penso che i dati debbano essere sempre visti con attenzione, sennò si rischia di presentare solo un lato del problema.
L'addizionale IRPEF dell'1,23% c'è ed è giusto che ci sia. Non c'è l'addizionale ulteriore, per scelta politica, ma non ci sono neanche una serie di servizi. Io penso che questo lo debbano sapere i cittadini del Veneto. Questo enfatizzare ripetutamente ‒ "non mettiamo le mani in tasca ai cittadini del Veneto" ‒ porta a una valutazione negativa del processo della fiscalità, che non fa bene. L'idea che le tasse siano qualcosa di male porta a un atteggiamento ostile verso il processo di raccolta e di redistribuzione, che invece è un processo indispensabile dell'attività economica e della costituzione di servizi. Mi auguro che si riesca a ragionare in modo un po' più laico sul tema delle tasse, che si possano aiutare i cittadini a capire che a nessuno piace chiedere le tasse, ma ancor meno piace non dare i servizi.
Gli interventi dei colleghi hanno mostrato che abbiamo tanti ambiti in cui non stiamo dando servizi all'altezza. Il Presidente, nel suo intervento di stamattina, ha citato una serie di primati del Veneto. Tutti ne siamo orgogliosi. Lo ha ben detto anche la collega Ostanel. Noi siamo felici che il Veneto sia primo in tanti ambiti, però, purtroppo, dobbiamo anche riconoscere con realismo che il Veneto ha anche una serie di primati negativi, che sono quelli che dobbiamo avere chiari se vogliamo migliorare. Sennò, se stiamo a crogiolarci dicendo che siamo i primi della classe... E questo lo capisco, perché è un atteggiamento che, dal punto di vista del consenso, è premiante, ma dal punto di vista dell'indirizzo delle politiche non lo è affatto.
Io ho alcuni indicatori, ma sono già stati richiamati. Il tasso di emigrazione dei giovani: siamo tra i primi nelle aree. La contrazione della popolazione, già citata da Ostanel e da Camani. La spesa per la cultura. Il numero dei medici di base per unità di popolazione. Le spese per la ricerca delle istituzioni pubbliche. Su questo dato sono andato a vedere. Veramente siamo così forti? L'integrazione tra sistema di ricerca e sistema di impresa è così forte?
Vi do alcuni dati ISTAT relativi al 2019: il Veneto spende in ricerca 2,280 miliardi in totale; la Lombardia 5,3 miliardi, il doppio, ha il doppio della popolazione, ci siamo; l'Emilia 3,3 miliardi, è la nostra popolazione, 50% in più; il Friuli spende 662 milioni complessivamente, un quarto, e ci può stare, con quella popolazione. Ma se andiamo a vedere la spesa pubblica, al netto delle università, vediamo che il Veneto spende 100 milioni, la Lombardia 253 (due volte e mezza, quindi molto di più), ma l'Emilia spende 193, due volte il Veneto, il Friuli spende 155, il 50% in più, con una popolazione che è decisamente più piccola di quella del Veneto.
Questi sono indicatori che dobbiamo avere chiari. È vero che la ricerca è quella che ci aiuta ad uscire dalla pandemia, ad uscire dal tema della transizione ecologica, ad uscire dal tema dei nuovi equilibri sociali e così via? Certo. Penso che nessuno metta in discussione questo. Ma quando io vedo le risorse che sono messe sul sistema della ricerca mi viene da dire che non siamo nel binario giusto. Se andiamo a confrontare i dati relativi, invece, al finanziamento delle università, il Veneto fa 547 milioni, l'Emilia 571. Siamo lì. Pro-capite, grossomodo, le università spendono lo stesso. La Lombardia 794, il 50% in più, quindi meno in proporzione. Dove manca il contributo è proprio sulla spesa pubblica per la ricerca.
Ho fatto questi esempi per dirvi questo: attenzione, è vero che il Veneto è eccellente, è vincente, è connesso, è fantastico, ma c'è anche un altro Veneto – l'ha detto bene il collega Montanariello – che non vede questi aspetti di orgoglio e di primogenitura in molti ambiti, che vede la fatica di arrivare alla fine del mese, che vede il suolo consumato, che vede la difficoltà a trattenere i propri figli che vanno all'estero, che vede la difficoltà vera. A questi noi dobbiamo dare risposte chiare.
A me piacerebbe che il bilancio avesse una caratterizzazione forte delle scelte. Capisco che in politica scegliere è difficile, perché significa dire di no a qualcuno, ma penso che questo sia il momento della responsabilità. Le scelte devono essere fatte in modo chiaro. Io non le ho viste. C'è troppa continuità con il passato nel documento di bilancio che discuteremo la prossima settimana.
Un'altra cosa forte. Si è parlato di tante cose stamattina, ma il confronto lo dobbiamo fare con le migliori Regioni d'Europa. Non penso che, con tutto rispetto per tutti gli italiani, ci dobbiamo confrontare con le Regioni italiane. Il Veneto ha la fortuna di avere una serie di elementi forti che fanno sì che si debba confrontare con le migliori Regioni d'Europa e del mondo. I nostri concorrenti, in termini di benessere economico, ma anche in termini di prosperità, di felicità della nostra popolazione... Mi è piaciuto che la collega Ostanel abbia proposto l'indicatore del BES come indicatore di performance dal punto di vista della crescita economica, ma noi ci dobbiamo confrontare con la Baviera, ci dobbiamo confrontare con il sud dell'Inghilterra, ci dobbiamo confrontare con la Regione Île-de-France, cioè con le Regioni forti. Purtroppo tanti indicatori, che pure sono interessanti su scala nazionale, quando andiamo su una scala più ampia diventano molto meno brillanti.
Auspico veramente che si possa avere un confronto serio, costruttivo. Penso che l'atteggiamento tenuto dall'opposizione nella discussione di oggi sia molto responsabile e molto costruttivo. Auspico che sia colta dalla Giunta questa disponibilità a contribuire e si possa migliorare dando concretezza al documento di programmazione.
Ringrazio i colleghi che hanno lavorato a lungo sugli emendamenti. È stato un lavoro molto importante. Spero si possa entrare nella discussione di merito, che possa essere apprezzato il contributo tecnico al miglioramento del documento. Molti degli emendamenti non hanno un contenuto politico. Sono semplicemente migliorie suggerite per dare concretezza.
Mi dispiacerebbe non poter avere una dinamica dialettica su questi temi, non poterci confrontare. A me, lo dico sinceramente, manca un po' la dialettica all'interno di questo Consiglio. Questa maggioranza granitica che vota 40-10, 40-10, 40-10 non fa bene ai cittadini del Veneto. Penso che un maggiore "frizzante" nella discussione aiuterebbe il miglioramento dei documenti. Faccio un appello anche a chi sta nella maggioranza, che non è perfettamente omogeneo ‒ diciamo così ‒ alla linea politica del Presidente. Lavoriamo insieme per dare contenuti, per promuovere qualcosa realmente di valore. Questo volevo dire.
La raccomandazione che veramente mi sento di fare è quella di riuscire a prendere gli elementi tecnici che abbiamo cercato di portare nella discussione e discuterli laicamente, nell'interesse non tanto politico di una parte o dell'altra, ma nell'interesse dei cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie. C'era il collega Zanoni?

PRESIDENTE

Prego, collega Zanoni. Scusi.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ci sono problemi?
PRESIDENTE
No, intervenga pure. Non l'avevo vista. Prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Okay. Grazie.
Questo è un bilancio sicuramente importante che abbiamo naturalmente esaminato, approfondito. Ci siamo letti i documenti, abbiamo ascoltato con attenzione la presentazione che c'è stata nelle varie Commissioni. A me piace sempre cercare di capire quali sono gli obiettivi strategici, qual è la via disegnata da questa manovra, da questo documento importante di economia e finanza, che poi, praticamente, è quello che accadrà nei prossimi anni e quello che verrà attuato con i fondi che si vanno a destinare.
Mi piace sempre fare riferimento agli obiettivi dell'ONU, dell'Agenda 2030, che sono stati più volte esaminati nel nostro Consiglio con Veneto Sostenibile. Una documentazione proprio della Regione Veneto che ha esaminato come siamo messi. Un punto di partenza utile per capire dove andare. Tant'è vero che lo stesso Presidente Zaia, quando ci ha inviato questa importante documentazione completa di tabelle, grafici e quant'altro, ci ha detto che si tratta di una importante analisi che evidenzia l'attuale posizione del Veneto rispetto, in particolare, ai valori medi italiani e a quelli delle altre Regioni. Rappresenta un fondamentale strumento al fine di individuare le future linee strategiche per lo sviluppo sostenibile del Veneto in un orizzonte di medio e lungo periodo.
Stiamo, quindi, parlando di PNRR. Siamo nell'epoca della Next Generation EU, che ha assorbito anche il Green New Deal europeo. Quindi, è un punto di partenza, una fotografia che ci dice che cosa dobbiamo fare, dove dobbiamo puntare, dove siamo scarsi, dove dobbiamo correre di più.
Il tema dei cambiamenti climatici, citato dai colleghi più volte, e anche dallo stesso Presidente, è un tema che ci interessa da vicino. In questo documento Veneto Sostenibile non c'è la fotografia e non c'è lo stato di fatto dell'Obiettivo 13: lotta contro il cambiamento climatico. Se vado a vedermi la nota trovo un piccolo asterisco e trovo scritto: "Per mancanza di dati a livello regionale".
Poi ce un altro obiettivo che non abbiamo valutato, perché non ci sono i dati a livello regionale, che è il 14, vita sott'acqua, ovvero la questione dei mari. Abbiamo due Province che sono interessate al mare.
Comunque, la nostra Regione, sul fronte della riconversione energetica, sul fronte della sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici, dovrebbe essere in prima fila in Italia, anche per quello che ha subìto con gli eventi estremi degli ultimi anni, tra siccità, acqua alta, VAIA, tornado e così via.
Proponiamo, quindi, una maggiore attenzione a questi temi e al modo per arrivare all'obiettivo della riduzione dei gas climalteranti, che vanno di pari passo con la diminuzione dei gas e delle emissioni nocive alla salute. Mi riferisco alla direttiva dell'aria. Abbiamo una delle aree più inquinate d'Europa, in Veneto, in Pianura Padana. Quindi, vorremmo che si facesse di più per un'economia sostenibile, una mobilità sostenibile. Più colonnine elettriche, ad esempio. Il Veneto, che dovrebbe essere la locomotiva trainante italiana su questo fronte, è al settimo posto. Ci sono Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna e Toscana prima di noi. Aumentare di più e investire di più nel trasporto elettrico. Investire di più anche nella rottamazione delle auto inquinanti, per puntare e dare una mano ai privati ad acquistare un'auto elettrica. Questi sono punti importantissimi di cui ci dovremmo occupare.
Un altro punto molto importante che mi sta a cuore è quello della legalità. La relazione sulla prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l'emergenza sanitaria, della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali, che è stata portata alle Camere il 3 agosto 2021, ha posto l'accento su fattori ad alta pericolosità economico-sociale. La riduzione del PIL, a seguito della pandemia da Covid-19, con l'impoverimento generale del Paese Italia, che ha colpito in particolare alcuni ceti, settori, attività, territori in modo pesante, con la disponibilità di capitali liquidi, mafioso, rinvenienti da iniziative criminose, che bene si prestano a saldatura illegale; i fondi del PNRR su cui la saldatura è all'opera per portarli nella disponibilità di questo circolo criminoso. In questa relazione si vede che le mafie sono un attore sin dal principio presente nello scacchiere italiano ed europeo, pronto a intercettare gli affari legati alla pandemia.
Infiltrazioni nel commercio e in ambito sanitario, welfare mafioso, infiltrazioni nelle imprese, usura, vulnerabilità di nuovi settori economici, vulnerabilità degli Enti locali alla penetrazione e affari mafiosi. La crisi del gioco legale è rimpiazzata dal gioco clandestino e illegale; incremento di truffe di ogni genere contro le categorie più deboli; incremento dei delitti e violenze domestiche; incremento esponenziale dei crimini informatici.
La relazione è veramente un documento che meriterebbe di essere letto da tutti i colleghi. Cosa accade su questo fronte? Accade che in questo bilancio, pur in linea generale trovando una dichiarazione d'intenti di lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, alla corruzione e all'illegalità, non si traduce poi in uno sforzo economico e finanziario, che poi è quello che dà l'anima a tutte queste attività.
Ad esempio, la legge n. 9/2002 "Interventi regionali per la promozione della legalità e della sicurezza" passa da 1,1 milioni a 850.000 euro; la legge n. 48 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato mafioso, corruzione e promozione culturale della legalità", passa da 140.000 a 65.000 euro, mentre la legge n. 24/2020 "Normativa regionale in materia di polizia locale e politiche di sicurezza" cala da 370.000 a 267.000. Quindi, abbiamo la legge n. 48, che è la principale, che perde il 60%; le altre due, il 30%. Di fronte a questa situazione, credo sia una cosa che dovrebbe essere ripensata.
Nel quadro generale bisognerebbe, poi, rafforzare la filiera territoriale dei servizi sociosanitari e socioassistenziali. Assistenza domiciliare integrata, sistema di residenzialità e semiresidenzialità per gli anziani non autosufficienti e per tutte le persone con fragilità. Invece, vediamo che non stiamo andando in quella direzione. Ad esempio, si chiudono le guardie mediche. È capitato nel mio Comune, tra l'altro. L'ampliamento della rete dei consultori pubblici, dei centri antiviolenza e delle reti dei servizi per l'infanzia, con particolare riferimento agli asili e alle scuole materne pubbliche. È giusto organizzare giornate per ricordare la violenza di genere, però poi bisogna dare anima e corpo a questa azione, con fondi.
Bisogna pensare al rifinanziamento delle assunzioni delle diverse figure professionali necessarie a garantire un incremento netto strutturale degli organici SPISAL, come previsto dalla programmazione nel Piano strategico regionale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Questa mattina il Presidente lo ha ricordato. Questa mattina c'è stata una risposta a un'IRI. Ci sono tantissimi bandi della Regione, ma poche assunzioni. Tanto fumo e niente arrosto, direi. Quindi, anche qui bisogna impegnarsi di più.
Ci vuole un Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica. Anche qui siamo messi malissimo. Ce ne dovremo occupare anche in Quarta Commissione prima o poi. Il rafforzamento dei servizi del trasporto pubblico locale, con l'incentivazione del trasporto elettrico. La costruzione di un fondo regionale per il finanziamento di opere e interventi ordinari e straordinari per la messa in sicurezza idrogeologica e la bonifica delle aree inquinate. In Veneto l'ARPAV ci dice che abbiamo 2.891 siti inquinati.
Ancora, un fondo per il finanziamento per i processi di innovazione tecnologica e transizione green di riconversione produttiva e salvaguardia delle attività produttive del territorio del Veneto. Stamattina il Presidente ricordava Cortina. Effettivamente qualche problemino c'è. Ci sono molti soldi che vengono investiti. C'è un punto di domanda sulla pista da bob, di cui tanto si è parlato. Veramente dovevamo farla qui o si poteva farla a Torino con meno soldi? Veramente dobbiamo investire queste decine di milioni di euro per uno sport praticato in Italia da quattordici atleti?
Il Presidente Zaia dice che tanti dietro una carriola di malta vedono un ladro o un distruttore dell'ambiente. In realtà, dovremmo fare in modo che quella carriola di malta venga usata dove serve. In Veneto abbiamo 11.000 capannoni vuoti. Abbiamo un record di consumo di suolo ai massimi livelli, che aumenta di anno in anno. Quella malta la dovremmo veramente utilizzare per la rigenerazione urbana, la riconversione di queste aree industriali dismesse. Veramente potremmo fare molto, molto di più.
In generale, perché il tempo sta per scadere, sembra quasi che questa manovra di bilancio sia ferma a vent'anni fa, cioè che non contempli le nuove necessità, in particolare l'emergenza climatica e ambientale di cui stiamo soffrendo, di cui il Veneto sta soffrendo in particolare. Veramente avremmo un'occasione d'oro per rilanciare l'economia del Veneto, per avere un lavoro più qualificato, per dare risposte a queste necessità di riconversione energetica, di riconversione economica verso l'economia circolare. Con la vivacità della nostra imprenditoria il Veneto potrebbe veramente diventare la Silicon Valley d'Europa.
Sembra quasi che non si creda al fatto che si può veramente cambiare anche il modo di lavorare, il modo di produrre. Sicuramente è difficile, perché una transizione comporta sacrifici. Alcuni dovranno chiudere, alcuni apriranno, ma nessuno deve essere lasciato per strada. Chi governa una Regione moderna come la nostra sicuramente deve lavorare parecchio, perché questa transizione comporta molto lavoro, molta pianificazione, molto confronto con gli attori in gioco. Non è facile, sicuramente. Credo che ci vorrebbe maggiore coraggio, maggiore impegno, sicuramente, maggiori fondi verso tutte queste attività che potrebbero dare un futuro al Veneto, un futuro veramente sostenibile, con una conseguente maggiore qualità della vita per tutti i cittadini, sia in termini economico-sociali che ambientali.
Mi avvio alla conclusione. Tra l'altro vedo, Presidente, che questo orologio mi si è azzerato e mi ridà tempo di parola. Non capisco come funziona. Io almeno lo vedo da Concilium, Presidente. Alcune cose le ho anche sintetizzate proprio per questo.
In ogni caso, credo sia un'occasione mancata per affrontare questi temi cruciali per il Veneto. Torno, ad esempio, a un tema di estrema attualità, che abbiamo visto, sentito, ascoltato, per quanto riguarda la COP26. In molti hanno detto che non sono stati fatti passi sufficienti per salvare il pianeta. Questo lo dico con grande rammarico. Quell'impegno che si poteva prendere, ma che può partire anche dal basso, non è stato preso. Può partire anche dal basso. Per "partire dal basso" non intendo solo i cittadini, le associazioni, i movimenti, ma anche gli Enti locali.
Una Regione come la nostra oggi potrebbe dare segnali di Regione virtuosa in questo settore, perché ha tutte le carte in regola per affrontare questo tema, ha tutte le carte in regola per portare una transizione verso un'economia sostenibile in tutti i settori. Faccio l'esempio dell'agricoltura. Possiamo dire che un'agricoltura come la nostra, che ha bisogno ogni anno di più di 18.000 tonnellate di pesticidi, di chimica, di sintesi, può considerarsi un'agricoltura sostenibile? È difficile parlare di agricoltura biologica, perché è difficilissimo realizzarla. Anche in questo bilancio ci voleva uno sforzo maggiore. È un bilancio uguale a quello degli anni scorsi. Si mettono sempre delle briciole per questi settori, che sarebbero fondamentali per questa riconversione.
Come ‒ lo dicevo prima ‒ per il trasporto, come per l'energia e tutti quei settori che potrebbero cambiare verso un Veneto che inquina meno, un Veneto con aria più pulita, un Veneto con mezzi che si muovono e che inquinano meno, un Veneto con meno persone che si ammalano a causa dell'inquinamento dell'aria. Tutti sanno come in Pianura Padana l'incidenza di malattie respiratorie sia superiore che in qualsiasi altra parte d'Italia. Perché? Perché abbiamo questo grosso problema di questa conformazione particolare, dove c'è questo ristagno di polveri sottili. Anche qui si potrebbe fare moltissimo.
Le tecnologie utili per la riconversione ecologica ed energetica e per l'abbattimento degli inquinanti le abbiamo. Potremmo veramente creare ricchezza, perché daremmo lavoro alle imprese, daremmo lavoro ai nostri cittadini e, soprattutto, non avremmo più i nostri giovani che vanno all'estero per trovare sbocchi perché qui non c'è lavoro. Qui ti pagano ‒ notizia di oggi sui giornali ‒ 3 euro l'ora oppure, come denunciai due anni fa, 5 euro l'ora per fare la guardiania negli ospedali del Veneto. Ti credo che vanno via.
Quindi, è un'occasione veramente importantissima, che da questo bilancio non viene colta. Tante parole, non solo a livello locale, ma anche a livello europeo, a livello nazionale, ma nei fatti non c'è quel coraggio, non c'è quella spinta utile a questa riconversione. Prima o poi la dovremo fare. È una strada obbligata. Tra l'altro, prima lo facciamo, meno ci costerà.
Ho concluso, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche i colleghi che mi hanno preceduto e il Presidente Zaia, che è stato qui stamattina e ha citato alcuni dei nodi critici che permangono.
Mi concentrerò anch'io sugli aspetti che sono stati toccati. In larga parte condivido gli interventi di chi mi ha preceduto.
Credo che quella di oggi sia una giornata molto importante, perché parliamo del presupposto della manovra di bilancio 2022-2024, ovvero il Documento di economia e finanza regionale. L'analisi del contesto che accompagna il documento offre un quadro approfondito, completo e articolato della congiuntura economica e sociale nello scenario internazionale, nazionale e regionale.
Ho apprezzato il focus sulle misure adottate per il contrasto alla pandemia da Covid-19, dove viene analizzato il contesto di finanza pubblica e delle previsioni di spesa, gli ambiti della programmazione europea e nazionale, con un'attenzione particolare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alle politiche comunitarie. Ritengo particolarmente importante il fatto che la programmazione regionale dialoghi con gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU tramite la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile approvato da questo Consiglio lo scorso anno. Ricordo a tutte e a tutti che questa strategia declina lo sviluppo sostenibile in termini economici, sociali e ambientali. Si tratta, a mio avviso, quindi, di un trinomio che va considerato in modo unitario, secondo i princìpi e gli obiettivi della transizione ecologica. Non c'è sviluppo senza sostenibilità ambientale e non c'è sostenibilità ambientale senza giustizia sociale. Anche questo è uno dei temi che ha toccato proprio il Presidente Zaia nel suo discorso di questa mattina.
Insomma, gli strumenti per comprendere la realtà ci sono. Si tratta di usarli al meglio per decidere che fare. Magari ne manca qualcuno. Perché non prendere in considerazione anche il documento sul Benessere equo e sostenibile? Questo è un tema di cui tratterà in seguito anche una collega con un ordine del giorno. Si tratta, a mio avviso, di un ottimo parametro, che potremmo utilizzare in sede di programmazione regionale come (inc.) sociale sul livello (inc.) cioè gli anni in cui il Veneto dovrà rialzarsi e tornare a una nuova normalità dopo la pandemia. Non solo il Veneto. L'Italia intera. L'Europa. Tutte le nazioni del mondo. L'umanità dovrà riprendere un nuovo cammino.
Nel nostro piccolo, oggi, abbiamo un'occasione unica, epocale: quella di incidere nel futuro del Veneto. Lo facciamo sapendo che le nostre scelte non determinano tutto, ma significano molto. Vale la pena provarci. Penso che facciamo un buon servizio ai veneti se ci confrontiamo in quest'Aula, anche con idee diverse, magari anche contrapposte, con un obiettivo comune: dare un futuro migliore a questa terra, che merita di più. Su questo siamo tutti d'accordo.
Il Documento di economia e finanza regionale fissa gli obiettivi, i programmi e le linee guida. Non è un documento tecnico, ma un documento puramente politico. Disegna il domani, immagina i prossimi tre anni del Veneto. Si tratta, in sostanza, di una sfida. Viviamo ancora in tempi di emergenza. Cosa succederà tra un mese, tra un anno? Nessuno lo può dire. In questo contesto è difficile parlare di programmazione, ma dobbiamo farlo, è giusto farlo. Dobbiamo guardare al futuro perché il presente, almeno personalmente, mi sta stretto e mi sono stufata di questa situazione. Spero di uscirne il prima possibile e, se possibile, meglio di come ci siamo entrati.
Operiamo in un contesto di crescente, purtroppo, disagio sociale, con un aumento delle disuguaglianze, che non risparmiano nemmeno le aree più ricche del Paese. Ci sono intere zone del nostro territorio, le periferie del Veneto, dove addirittura è messo in discussione l'accesso a beni e servizi primari. Penso, ad esempio, alla penuria dei medici di base, che ha costretto alcune ULSS a riorganizzare il servizio di guardia medica. Le periferie, comunque, non sono soltanto fisiche o geografiche. Ci sono periferie sociali, economiche, psicologiche del disagio. Viviamo in un'epoca di forte incremento delle persone in condizioni di povertà assoluta o relativa. Parliamo di famiglie, anziani e minori. Dobbiamo tenerlo bene a mente quando programmiamo l'intervento pubblico nel contesto regionale.
Sono convinta che ogni sforzo di questa manovra di bilancio debba andare nella direzione di costruire le condizioni per una ripresa strutturale, per il pieno rilancio e in tempi brevi delle attività produttive, dei servizi e dei livelli occupazionali della nostra regione.
Nella premessa del Presidente alla nota di aggiornamento del DEFR si fa esplicito ricorso alla metafora del bivio. Espressamente dice: "Ci troviamo senza dubbio davanti a un bivio. Dobbiamo scegliere se continuare a usare i modelli che abbiamo sempre utilizzato oppure se approfittare di questa crisi mondiale e innovare la visione che sta alla base dei nostri sistemi socio-economici". Se questo è il bivio che ci troviamo di fronte, io non ho dubbi su quale strada sia giusto scegliere. Non ci sono più scuse. L'emergenza che ancora stiamo vivendo ha fatto cadere ogni alibi. È ormai chiara a tutti la necessità di un cambiamento radicale dell'attuale modello economico e sociale, che ormai è obsoleto, inadeguato e destinato al fallimento.
Il nuovo modello deve guardare alla transizione ecologica e al principio che nessuno deve più rimanere indietro. Da questo punto di vista, la pandemia ha messo in luce le debolezze di un sistema pubblico che va necessariamente rafforzato. I servizi pubblici devono essere potenziati, non smobilitati. Bisogna investire, non tagliare. Il futuro richiede un presidio più attento da parte delle strutture pubbliche e che vengano adeguate alle sfide del terzo millennio.
Non si può proseguire con la strada fallimentare dei tagli ai servizi pubblici e del privato a ogni costo. Ci sono servizi che possono essere esternalizzati. Altri, invece, no. Dobbiamo tracciare una nuova rotta. Con quali risorse? Non so se quest'anno avrà luogo la tradizionale polemica sull'addizionale IRPEF, già qualcosa l'abbiamo sentita in quest'Aula, con il Presidente della Giunta regionale che ci insegna che il Veneto è l'unica Regione tax free e l'Assessore al bilancio, qui davanti, che ci spiega che, al tempo stesso, tagliare l'addizionale IRPEF significa avere meno risorse a disposizione nel bilancio regionale. Quindi, vuoi o non vuoi, meno risorse per finanziare i servizi erogati dalla Regione. In sostanza, detta alla veneta, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Senza entrare nella polemica, mi limito a due osservazioni. La prima è di contesto: in Veneto le tasse si pagano, eccome, come dalle altre parti, altro che tax free! La seconda, in termini programmatici: invece di parlare sempre di tasse, non possiamo decidere una volta per tutte che bisogna lottare con la massima determinazione e la massima efficacia nei confronti dell'evasione fiscale?
L'evasione fiscale – lo rammento – nel nostro Paese supera i 100 miliardi di euro all'anno e incide direttamente sulla qualità dei nostri servizi. Pesa sulle lunghe liste d'attesa dei nostri ospedali, sulla qualità delle nostre scuole, sugli interventi a sostegno delle nostre famiglie. A livello nazionale sono stati introdotti degli strumenti antievasione, anche se alcuni, come il cashback, sono già stati interrotti e mi domando anche il perché.
Nessuna forza politica può permettersi di strizzare l'occhio agli evasori. Ricordo che l'evasione fiscale e contributiva contribuisce ad acuire le disuguaglianze, oltre a rappresentare un fattore di iniquità sociale del tutto inaccettabile, indegno di un Paese civile. Non solo, l'evasione costituisce un fenomeno di illegalità diffusa e introduce elementi distorsivi nel mercato, compresa la concorrenza sleale. Peggio ancora, l'evasione è troppo spesso veicolo per l'infiltrazione e la diffusione della criminalità organizzata.
Per tutte queste ragioni, sostengo con forza che una delle priorità per l'Italia e il Veneto sia mettere in campo una lotta senza quartiere all'evasione, con il duplice obiettivo di reperire risorse – lo ripeto, sono 100 miliardi all'anno – e di restituire dignità ai cittadini onesti.
Aggiungo che il Veneto, da questo punto di vista, rappresenta oggi un esempio comunque virtuoso nel panorama delle Regioni. Dei 109 miliardi evasi in Italia nel 2018, meno di 9 miliardi sono evasi in Veneto, pari al 13%, contro una media nazionale del 15%. Ci sono margini di miglioramento, comunque, ma soprattutto voglio evidenziare che, guardando questi dati, balza agli occhi che il contrasto all'evasione fiscale è nell'interesse di tutti i veneti. Da questo punto di vista, il Veneto può farsi parte attiva e promuovere interventi virtuosi anche a livello nazionale.
In tale contesto, condivido appieno l'impegno per una amministrazione trasparente, orientata a contrastare la corruzione e il fenomeno mafioso, che all'interno del territorio regionale ormai da tempo ha superato la fase dell'infiltrazione, ma oggi si parla di una presenza ben più radicata, che invece va sradicata ad ogni costo.
Di nuovo, la legalità deve essere la stella polare del nuovo corso, come ha già citato qualcuno, e del nuovo modello di sviluppo sociale ed economico della nostra Regione. Non basta istituire un principio, bisogna poi essere coerenti e destinare risorse adeguate. Penso, ad esempio, alla legge n. 48 del 2012. Occorre investire in modo massiccio in interventi di prevenzione e promozione della cultura della legalità, in ogni ambito, a partire dalle scuole e dal mondo del lavoro.
Bisogna puntare un faro sui fenomeni di sfruttamento, di caporalato, di illegalità e del lavoro nero. Occorre anche intervenire con forza e la Regione deve stare concretamente dalla parte di chi viene sfruttato ed è vittima delle distorsioni perverse che purtroppo esistono nel mercato del lavoro. Non è una questione di inquadramento contrattuale. Pensiamo soprattutto ai giovani e al fatto che la maggior parte è titolare di partita IVA: un imprenditore, ma solo sulla carta. Nel nuovo corso e nella nuova normalità che vogliamo costruire non c'è spazio per queste distorsioni, come non c'è spazio per il lavoro povero. Bisogna mettere la parola fine al fenomeno odioso che fa sì che ci siano persone che lavorano, ma che non arrivano alla fine del mese.
Non possiamo accettare di vivere una realtà fatta di stipendi da fame, di contratti sotto la soglia di povertà, di stage e tirocini non retribuiti. Eppure, questa è la nostra realtà. Pensate che l'Italia è l'unico Paese in Europa dove gli stipendi sono più bassi di trent'anni fa, e il Veneto è in Italia. Dobbiamo restituire la dignità a chi lavora nel nostro Paese. Faccio un appello, quindi, a tutte le forze politiche rappresentate in quest'Aula, di chiedere a tutti i vostri senatori e ai vostri deputati di approvare in tempi brevi la nostra proposta sul salario minimo, che può essere approvata anche domani. Del salario minimo hanno bisogno in particolare i giovani e le donne, che ancora oggi sono i soggetti più svantaggiati dal punto di vista occupazionale e salariale.
A conferma di ciò, proprio oggi sui quotidiani locali troviamo uno studio della CGIL del Veneto, nel quale si evidenzia, tra l'altro, il gap salariale tra donne e giovani. Vi do un dato su tutti: nella nostra Regione il 64% dei redditi sopra i 28.000 euro è percepito da uomini non giovani. Tutte le forze politiche sono chiamate a restituire la dignità a donne e giovani. La settimana scorsa abbiamo celebrato la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e fra i tanti aspetti della violenza c'è anche la violenza economica.
Nella nostra Regione c'è una richiesta forte di dignità anche da parte degli anziani, delle persone non autosufficienti e delle persone con disabilità. So che sto toccando un tema molto caro all'assessora Lanzarin, perché all'interno della mia manovra emendativa ho dedicato ampio spazio a loro e alle loro proposte. Nel corso della discussione, infatti, presenterò anche alcuni emendamenti che contengono le richieste delle associazioni che operano nel campo dell'autismo. Parliamo, anche qui, della dignità delle persone. Sono convinta che la programmazione regionale si fondi anche sul principio dell'ascolto e della partecipazione. Pertanto, se qualcosa è sfuggito durante il lavoro in Commissione, oggi siamo qui per emendare.
All'interno del Documento di economia e finanza regionale è richiamato il programma di Governo, con i sette aggettivi che ci piacciono tanto: autonomo, vincente, eccellente, attraente, sostenibile, connesso e in salute. Sono belle parole, le condivido tutte, ma ne aggiungerei una: Veneto sicuro. Nel contesto della crisi che stiamo vivendo, i veneti chiedono prima di tutto questo, delle sicurezze. Prima di tutto la sicurezza di potersi curare, quella di poter guarire non solo dal Covid, ma anche dalle tante malattie che minacciano la nostra salute, che spesso sono determinate proprio da fattori ambientali, in primis dall'inquinamento, come sappiamo tutti, delle acque, dell'aria e della terra.
Ho presentato, allora, un pacchetto di emendamenti in materia di gestione dei rifiuti, per accendere un faro sull'obiettivo della transizione all'economia circolare, qualcosa che fino a pochi anni fa era un'utopia e oggi, invece, è entrato nella programmazione europea e domani deve essere realtà. Nella nuova normalità, nel Veneto post pandemia, non c'è spazio per ulteriori investimenti in sistemi di smaltimento dei rifiuti ormai obsoleti e inquinanti. Il nostro obiettivo è incrementare, invece, il riciclo, il riuso, il compostaggio, le strategie di riduzione del rifiuto. Non voglio girarci attorno: lo smaltimento in discarica va abbandonato e l'utilizzo degli inceneritori va ridotto al minimo. Ce lo chiede l'Europa e per una volta credo faremmo bene ad ascoltarla, anche perché ce lo chiedono i nostri stessi cittadini veneti che vivono con le loro famiglie vicino agli inceneritori.
Il diritto a vivere in un ambiente sicuro ha molto a che fare con il consumo di suolo. Per quanti anni ancora vogliamo gareggiare con la Lombardia per il titolo di Regione più cementificata? Ogni centimetro in più di suolo consumato è un centimetro di ambiente sottratto alle future generazioni, perché il suolo non è una risorsa rinnovabile. Questo è uno dei temi che, invece, il Presidente Zaia non ha toccato e sul quale vorrei porre l'attenzione di quest'Aula. Dobbiamo fermarci e trovare altre strategie per costruire, magari per ricostruire, rigenerare e riqualificare l'esistente. Il Superbonus 110% fa proprio questo. Il Veneto ha tutto l'interesse a sostenere questa misura, che ha fatto ripartire l'economia dando la scossa a un settore trainante, quello delle costruzioni, appunto. Al tempo stesso, il Superbonus è un investimento per la transizione ecologica e la tutela ambientale. In aggiunta, si traduce in un risparmio anche per i cittadini. È l'esempio perfetto di quel trinomio di cui vi parlavo all'inizio del mio intervento, di sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Una forma di sicurezza troppo spesso sottovalutata è quella del lavoro. Anche su questo aspetto propongo alcuni emendamenti al DEFR. Soltanto ricordo, en passant, che il Veneto è costantemente tra le prime Regioni per infortuni sul lavoro e per morti bianche, come ha ricordato anche il Presidente Zaia stamattina. Chi lavora in Veneto chiede e merita più sicurezza.
La mia proposta – ma l'ho sentita più volte in quest'Aula – è quella di investire in modo serio per il reclutamento del personale, per i servizi di prevenzione SPISAL, e di rendere effettiva la strategia del Piano regionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, che non è mai veramente decollato. Ricordo che per un intero anno questo tavolo non si è mai riunito. Non lo dico per alimentare una polemica, ma semplicemente perché credo si possa fare meglio. E quale sede è più opportuna della manovra di bilancio per farlo?
Sicurezza, quindi, e sicurezze per il futuro. Non è una sfida facile quella di offrire prospettive sicure a un Veneto che invecchia, che si spopola, che è meno attrattivo per i lavoratori stranieri e che ogni anno subisce una vera e propria emorragia di giovani, ben 10.000 l'anno che se ne vanno all'estero. Cosa fare, allora? Credo che la risposta sia guardare al futuro proprio con gli occhi delle nuove generazioni, con gli occhi dei ragazzi e delle ragazze, che sono i veri protagonisti del domani. Per questo, all'interno della manovra emendativa che propongo in quest'Aula ho voluto inserire alcune delle proposte che arrivano direttamente da loro, e precisamente dagli studenti delle associazioni maggiormente rappresentative del Veneto: l'Unione degli Studenti e la Rete degli Studenti Medi.
Le loro proposte sono puntuali, ragionevoli e di buonsenso; vanno nella direzione di un futuro migliore per la nostra Regione. Le condivido e le ho volute sottoscrivere prima di tutto perché basta leggerle per capire che chi le propone ha davvero a cuore la nostra Regione e il suo futuro. Questi ragazzi amano il Veneto, sono il frutto di questa terra e il minimo che possa fare il Consiglio regionale è ascoltarli. Avrò modo, quindi, di presentare le loro proposte sotto forma di emendamenti alla Nota di aggiornamento al DEFR. Spero che ci sia ampia condivisione da parte di quest'Aula, perché non sono emendamenti del Movimento 5 Stelle o di qualche altra forza politica. Prova ne sia che anche altre forze politiche hanno condiviso questa sensibilità, presentando emendamenti molto simili ai miei. Si tratta di forze della minoranza, ma non credo che il futuro del Veneto e dei nostri giovani debba per forza avere un colore politico. Quindi, mi aspetto la massima condivisione da parte dell'Aula sulle proposte degli studenti veneti.
Chiudo con uno sguardo alla realtà che mi è più vicina: il veneziano, in particolare l'area di Porto Marghera, e la questione ancora aperta dei biomonitoraggi. Ho apprezzato che anche il Presidente Zaia nel suo intervento abbia accennato a questo strumento di salute pubblica, ma ricordo al Presidente e alla sua maggioranza che questo Consiglio regionale ha approvato, esattamente un anno fa, un mio ordine del giorno sulla questione dei biomonitoraggi dell'area di Porto Marghera sulla popolazione interessata dalla vicinanza di un inceneritore, in particolare quello di Fusina. Sul punto si sono espressi anche i Consigli comunali di Venezia e di Mira. Ebbene, questi monitoraggi non sono ancora partiti e li stiamo ancora aspettando. Auspico che la Regione si muova al più presto in tal senso, perché un simile ritardo non è accettabile. Il bioaccumulo, nell'area di Porto Marghera, va assolutamente indagato, in particolare sulle unghie dei bambini e sul latte materno.
Questi sono, in linea generale, i miei emendamenti, le mie proposte. Ripeto, non hanno un colore politico particolare, sono emendamenti di buonsenso e mi auguro che questa maggioranza abbia la stessa sensibilità che ho io nell'accettarli e nel condividerli. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Consigliera Zottis, è collegata?

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, sono collegata. Grazie.

PRESIDENTE

Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Intanto la ringrazio e ringrazio anche il Presidente Zaia per l'intervento che ha fatto questa mattina.
Penso di poter iniziare dicendo che sicuramente la volontà comune è quella di rendere il Veneto una terra sempre più equa e soprattutto una terra che dia sempre maggiori opportunità, colga realmente quelle che sono le sfide che abbiamo comunque ascoltato, da questa mattina, dai diversi colleghi. Per fare questo è evidente che dobbiamo essere sicuramente vincenti, dobbiamo essere sicuramente di maggiore attrazione, ma questo deve avvenire in una chiave di sostenibilità che guardi all'aspetto della sostenibilità sociale, all'aspetto della sostenibilità ambientale ed economica. Tutto questo, però, può passare solo se abbiamo alcuni principi e alcune idee salde.
Un aspetto è quello dell'ambiente, il rispetto per l'ambiente e la valorizzazione dell'ambiente che parta da una riprogrammazione completamente nuova, che consideri non solo quello che diceva prima la collega, la questione del BES. Sono indicatori che avevamo anche affrontato in anni passati e spiace non averli ancora ritrovati all'interno del DEFR, quindi bene ha fatto a ripresentare la proposta.
L'altro aspetto è quello della bellezza interna lorda. Sono altri indicatori, indicatori che ormai non possiamo più dire che sono innovativi, perché sono sul mercato ormai da tanti anni, però potrebbero aiutarci proprio in questo senso, nel senso di andare a rivedere quella che è una ripianificazione. Se parliamo di ambiente, però, parliamo di paesaggio, credo che troppo spesso discutiamo di paesaggio, credo che troppo spesso discutiamo di quelli che sono i grandi investimenti, di quelle che sono le grandi opere, e troppo poco, invece, ci concentriamo sulla piccola manutenzione quotidiana e ordinaria, alla quale andrebbero date sempre più risorse.
Non ce l'ha detto il Covid, non ce l'ha detto la pandemia, non ce l'hanno detto soltanto i cambiamenti climatici degli ultimi anni. Ce lo dicono i disastri collegati ai cambiamenti climatici ancora pre-pandemia; ce lo dicono i disastri che vediamo al mare; ce lo dicono i disastri che vediamo nelle nostre montagne e che in qualche modo mettono in difficoltà la vita quotidiana. Ma se vogliamo essere vincenti è evidente che vincenti devono essere i nostri cittadini veneti. Per fare questo, è anche altrettanto ovvio che ci sono degli aspetti che la pandemia ci ha lasciato, ci ha lasciato molte paure, ci ha lasciato molte tragedie, ci sta lasciando molte tragedie, ci sta lasciando molti aspetti anche di deserto attorno a noi.
Ci sono però altri aspetti che erano emersi anche negli anni pre-pandemia, per esempio – l'hanno già citato alcuni colleghi – quello della fuga dei giovani. La fuga dei giovani e dei talenti è un elemento a cui dare priorità. È un elemento a cui dare priorità sicuramente facendo un investimento straordinario, grazie anche ai fondi che stanno arrivando sulle politiche attive per il lavoro. Ma non è solo questo, ci sono aspetti ancora più importanti, ascoltando le indicazioni e le richieste dei nostri giovani, che da anni ci vengono poste anche sul tavolo del Consiglio regionale, ma soprattutto giocando in anticipo su quelle che sono le leve che rendono il Veneto economicamente attrattivo e sfidante a livello internazionale.
Io penso alla sfida che ci ha lanciato l'e-commerce: la pandemia ce l'ha messo davanti come uno schiaffo. Purtroppo, ce l'ha messo davanti come uno schiaffo, perché anche qui è da qualche anno che si parla di alcune leggi che dovrebbero essere fatte, e parlo anche di quello che dovrebbe avvenire a livello nazionale e internazionale sugli insediamenti degli stabilimenti che poi fanno e-commerce.
Questo diventa un elemento cruciale. Cercare di regolare anche questo tipo di economia, di guardarla con occhi di sfida diventa cruciale per riuscire anche a dare rispetto ai lavoratori; diventa cruciale per non essere travolti da questa forma nuova di economia; diventa cruciale per riuscire a creare nuove opportunità di lavoro sfidanti in termini di formazione e di inserimento nel mercato e di attrattività del Veneto e di ritorno nel Veneto dei giovani che sono andati all'estero.
Penso purtroppo – prima dicevo un Veneto equo – ai nostri anziani, alle persone con disabilità, al potenziamento, che abbiamo spesso citato, dei servizi territoriali. Se guardo a questo – è stato detto anche da una collega in precedenza, mi pare dalla collega Camani – forse arriviamo tardi con la legge sulle IPAB, così come è stata proposta. Manca completamente la revisione di una visione che si sta facendo comunque in parte, sicuramente sul tavolo Stato-Regioni, sul tavolo nazionale, ma che deve essere in fretta portata sul tavolo regionale e che deve andare a rivedere completamente quello che è l'impianto della legge n. 22 per quanto riguarda gli standard delle strutture, per quanto riguarda la tipologia di personale delle strutture.
Credo – l'ha citato anche il Presidente Zaia – a quella che è la sfida (culturale prima di tutto, l'aveva anche detto in qualche articolo mi pare l'assessora Lanzarin) della violenza contro le donne, di riuscire ad abbattere questo tremendo elemento che ci colpisce e che sta colpendo pesantemente anche il Veneto. Tra tutti i dati, mi ha colpito un elemento soprattutto, quello che le donne non denunciano. Le donne non hanno neanche alle volte la consapevolezza o la percezione di quello che sta succedendo loro: c'è un subire questo fenomeno, un subire silenzioso, un subire solo. Questo subire solo noi non possiamo accettarlo. Dobbiamo sicuramente investire di più su quella che è la rete di supporto alle donne maltrattate, ma dobbiamo assolutamente anche investire di più su quella che è la cultura del rispetto della persona. Lo vediamo in questi giorni di fronte alle minacce che hanno anche i nostri Governatori solo per il fatto di dire che i vaccini vanno fatti.
Questa cultura del non rispetto, del non rispetto della diversità, del non rispetto della donna è inaccettabile. È vero, l'investimento è sulle strutture, ma è anche di natura intersettoriale, tra i diversi settori, ma lo deve essere puntando soprattutto su un investimento all'interno delle scuole, sempre di più, sempre con maggiore forza e sempre con maggiore chiarezza. Come abbiamo fatto comunque con alcuni provvedimenti di legge – penso all'ultimo proposto dalla collega Camani che è passato per le Commissioni, sulla parità salariale – ancora di più lo possiamo fare in termini di equità e di parità di genere, con altri provvedimenti, con investimenti e stanziamenti all'interno del bilancio.
Lo abbiamo chiesto perché pensiamo che questa sia una delle priorità della nostra Regione, perché attraverso il rispetto per la donna, attraverso il rispetto per la fragilità passa un'immagine positiva, un'immagine attrattiva, un'immagine solidale della nostra Regione. Senza questi elementi, stiamo a discutere molto, ma purtroppo negli anni possiamo soltanto peggiorare, perché il rispetto della persona è centrale. Lo è nella nostra comunità, lo è nel costruire le nostre comunità, non solo per avere i fondi europei, che tanto citiamo e tanto vogliamo, ma perché altrimenti le basi su cui si fonda lo sviluppo verranno a cadere automaticamente.
È per questo che io mi auguro che cogliamo quelle che potenzialmente possono essere le sfide che ci verranno date dai LEP, perché queste potrebbero darci nei prossimi anni, per il 2027, delle risorse importanti, per esempio, per gli asili nido. Questa è una sfida da cogliere, perché puntare sulle famiglie, puntare sui bambini è puntare sul futuro. Sono cose quasi scontate, ma scontate non lo sono quando poi non vediamo le risorse adeguate o la programmazione adeguata ad arrivare pronti a cogliere le sfide date. Puntare sulle famiglie e sui bambini significa puntare anche su tutte quelle che sono le strutture che li aiutano, dalla parte sanitaria alla parte sociale alla parte culturale.
Infine, c'è la sfida che hanno lanciato alcuni nostri colleghi: sicuramente, se vogliamo essere un Veneto attrattivo, la parola "infiltrazione mafiosa" e la parola "infiltrazione criminale" noi dobbiamo non subirla, ma dimostrare un investimento notevolmente maggiore rispetto ai tagli che abbiamo visto a bilancio, per esempio. Ma anche nello stesso Documento di economia e finanza deve essere una priorità, perché è un messaggio che diamo fuori: noi qui non vi vogliamo, perché la nostra economia è sana, perché la nostra economia si basa sulla forza e su un legame solidale che è tipico del Veneto. Questo rifiuto deve trovare sostanza negli obiettivi e nella finanza, perché senza finanza è altrettanto evidente che la buona volontà, purtroppo, per come siamo arrivati, non soltanto per l'infiltrazione, ma per il radicamento che c'è tra i diversi settori e nelle diverse modalità del crimine organizzato e della mafia, non basta. I buoni intenti non bastano, i legami sociali non bastano, i programmi non bastano.
Infine, chiudo dicendo che è evidente che dobbiamo guardare a quelli che sono i punti di forza, ma anche ai punti di fragilità, perché solo partendo dalle nostre fragilità potremo ricostruire un modello di eccellenza: il Veneto del futuro che punta al Veneto dei talenti, mettendo in rete tutti quelli che sono i talenti dell'estero e tutti quelli che sono i talenti che ci sono all'interno delle nostre università, all'interno delle nostre scuole professionali, all'interno delle nostre aziende, all'interno del mondo sociale, dell'associazionismo così variegato, così vario e così necessario e indispensabile proprio per la vita della nostra Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola la collega Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Oggi è un momento importante perché il Consiglio è chiamato a discutere il bilancio, la sua programmazione, il DEFR, in questi due giorni. Sappiamo perfettamente che il bilancio è l'atto politico più importante dell'Amministrazione.
Siamo tutti contenti e soprattutto orgogliosi di dire le cose che vanno bene o quantomeno su cui si intende investire: come ad esempio diceva oggi il Presidente, i 300 milioni per l'ospedale di Padova, i 75 milioni per quanto riguarda le imprese e i 31 milioni per quanto riguarda la scuola materna; siamo i primi per i LEA; abbiamo meno spesa pro capite, meno tasse; utile della sanità 239 milioni; primi anche per il 107% di investimenti per quanto riguarda i fondi europei (più che investimenti, ottenimento).
Partiamo allora proprio da qui, dall'utile della sanità. Tutti siamo d'accordo che la sanità – e credo che nessuno lo possa contestare – è la cosa principale per quanto riguarda il Governo della Regione, non tanto perché la gestisce ma perché è fondamentale, come detto dalla Costituzione, per la salvaguardia della tutela della salute pubblica. Credo che, nel momento in cui si parla di un utile, forse condivido altre Regioni che non hanno fatto utili, ma hanno investito di più in determinati settori. Penso, ad esempio, alle problematiche che abbiamo per quanto riguarda le liste d'attesa. Noi ci troviamo oggi ad avere una ricognizione di circa 500.000 visite in arretrato, il 30% degli interventi non fatti, in proporzione agli anni precedenti al Covid, quindi una mancata prevenzione e una mancata cura. Tutto questo "giustificato" dal fatto che mancano medici, ma durante il periodo Covid la Regione Veneto risulta terz'ultima (migliore del Molise, ad esempio, e della Val d'Aosta) per quanto riguarda l'assunzione di medici. Ne ha assunti pochi sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, a differenza di tante altre Regioni dove effettivamente, anche grazie ai fondi dati dal Governo, hanno saputo quantomeno reclutare tanto personale, molto di più rispetto al Veneto. Eppure avevamo carenza già prima della pandemia, laddove mancavano 1300 medici al 31 dicembre 2019, così come mancavano infermieri eccetera. Oggi siamo in una situazione ancor più grave, tanto che faremo fatica a recuperare non solo le liste di attesa, ma anche a fare screening, e soprattutto quegli interventi per cui 500.000 persone in Veneto che percepiscono, a titolo di pensione, meno di 1.000 euro, sicuramente non saranno in grado di pagarsi né la visita né l'intervento chirurgico, tantomeno potranno fare prevenzione e curarsi.
Dopodiché abbiamo un altro problema che riguarda la medicina del territorio, è già stato detto, quindi non solo medici ospedalieri, non solo infermieri, non solo operatori sanitari per quanto riguarda i distretti, ma anche medici di medicina generale. Nel Veneto abbiamo circa 560 zone carenti, con le problematiche che, nonostante questi fossero in graduatoria, comunque non accetterebbero – a detta anche della Regione – l'incarico per svolgere il proprio compito di medico di base.
Vero è che è stata finanziata una parte di medicina di gruppo. Una buona parte sono ancora in medicina semplice, con le difficoltà che tutti conosciamo, ed è anche vero che le USCA hanno, al momento, un trattamento economico diverso. Sappiamo anche dei numeri molto elevati di posti liberi, sia nell'ospedaliero che nella medicina di territorio, quindi anche la scelta di operare in altri settori. Questa non deve essere assolutamente presa in esame solo come dati numerici, ma deve essere affrontata dalla Regione perché di fatto abbiamo un problema enorme. Se è vero, ed è vero, che abbiamo 3.300 medici e 560 sono le zone scoperte, è altrettanto vero che, nei prossimi anni, si prevedono pensionamenti per 1.800 medici e in entrata ne avremo circa 590. Avremo sicuramente, quindi, anche nei prossimi anni, una carenza ancor maggiore dell'attuale di medici di base e non potremo aumentare solo il numero dai 1.500 ai 1.800, perché sappiamo perfettamente che occorre ben altro e occorreranno gli strumenti. Dovremo essere pronti – ed è questo che il Governo della Regione dovrà fare – ai soldi che arriveranno del PNRR, perché di fatto daranno la disponibilità economica anche per recuperare, per prendere, per dare la possibilità a questi medici di avere questi strumenti diagnostici che al momento non hanno, ma che la Regione potrebbe fare, proprio come intervento, in modo tale quantomeno da evitare gli accessi al pronto soccorso. Perché? Perché il pronto soccorso è un altro dei problemi. Abbiamo i Pronto soccorso che sono stati dati, in buona parte, in appalto all'esterno, medici che se ne vanno perché di fatto la paga oraria non è consona al lavoro e al sacrificio che fanno o comunque, in ogni caso, il problema dei Pronto soccorso esiste e tanti danno le dimissioni. Ma le dimissioni, lo sappiamo perfettamente, le danno a livello generale, perché nel Veneto è il doppio in percentuale rispetto alla media nazionale, quindi bisogna che affrontiamo questo argomento, lo dobbiamo assolutamente affrontare.
Ci sono degli strumenti per mettere in sicurezza il nostro personale degli ospedali, e comunque del settore pubblico. Ci sono: usiamoli, adoperiamoli, facciamo un investimento chiaro e preciso, anche con questo bilancio, in modo tale quantomeno da evitare ulteriori dimissioni del nostro personale che abbiamo già carente.
Parlava oggi, il Presidente, dei 31 milioni che vengono dati alle scuole materne, alle scuole e ai servizi all'infanzia: sono pochi. Noi abbiamo fatto una legge, la n. 20 del 2020, dove si dava la possibilità, si prospettava la gratuità dei servizi. Era quello l'obiettivo in cui noi dovevamo andare; perché se noi vogliamo evitare la denatalità dobbiamo dare l'opportunità alle famiglie, ai giovani di avere figli e questo si fa se li mettiamo in condizione di farli, vista anche la precarietà dei lavori, visto lo stipendio basso, il nostro è uno fra i più bassi, anzi, il più basso, in media, dell'Europa. Per cui, dobbiamo metterli in condizione di poter far figli, e quindi dar loro servizi gratuiti.
Era questo l'intervento importante: 31 milioni non sono sufficienti. Dobbiamo assolutamente integrare questo capitolo per poi andare avanti nel discorso dei ragazzi, per dire che il post Covid ha segnato l'aumento del disagio psicologico.
Io punto sempre lì e spesso punto lì perché ho tanti, tanti genitori che si rivolgono disperati. Io credo che la Regione, anche qua, deve avere la sensibilità di lavorare per risolvere questo problema. È il terzo anno che faccio il bilancio, la terza volta che dico la stessa identica cosa: creiamo degli spazi per loro e per i giovani.
Anche pochi giorni fa sono stati ricoverati dei ragazzi nel reparto psichiatrico per adulti. Io credo che in un Veneto che qualcuno dice eccellente, l'eccellenza deve assolutamente passare dalla dignità dell'accoglienza. E l'accoglienza ospedaliera deve essere una delle migliori, soprattutto per quanto riguarda il reparto di Psichiatria, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi che non possono essere mescolati con altre patologie, magari più gravi delle loro, e soprattutto, magari per loro temporanee e basta.
Sempre per i ragazzi e sempre per quanto riguarda la salute mentale, perché anche qua non c'è nulla di chiaro e definitivo, c'è carenza di medici territoriali: parliamo di psichiatri, parliamo di psicologi. C'è tutto un settore che dobbiamo assolutamente integrare. Questo, come dicevo, non solo perché è aumentato tantissimo, purtroppo, il disagio a seguito del Covid, ma anche perché di fatto deve essere strutturata in futuro una realtà, una rete del genere, perché sappiamo che circa 100.000 sono già seguiti, altri dovranno. E non è possibile, non è possibile assolutamente cercare di dar loro riscontro cambiando medici di volta in volta, non dando continuità assistenziale e soprattutto dando molto, molto di rado quelle che sono le visite.
Per poi parlare delle case di riposo. Case di riposo, che sappiamo perfettamente è un altro servizio fondamentale, sono in ginocchio perché? Sono in ginocchio, sono in difficoltà perché a seguito del Covid pochi sono stati i finanziamenti, a detta loro, di reintegro e di ritorno di quelle che sono state le spese sostenute durante questi due anni ovviamente per i costi maggiori, ma anche per i minori accessi d'entrata che hanno avuto degli ospiti.
Non solo, noi interverremo con emendamenti anche per quanto riguarda l'adeguamento dell'impegnativa. Noi sappiamo che la Regione dà per il primo e il secondo livello una differenza di 49,54 euro, che sono gli stessi soldi da dodici anni a questa parte, ma devono essere assolutamente adeguate queste somme. Perché? Perché succederà che altrimenti l'aumento delle rette andrà a carico delle famiglie, ma le famiglie non si possono permettere una spesa così elevata. Sappiamo anche che le impegnative sono minori rispetto alle esigenze, quindi abbiamo tantissime famiglie che si trovano a sostenere costi di 3.000 euro al mese per un proprio familiare e quando va bene, comunque, sono 1.800-1.900 euro. Sono sempre superiori rispetto all'incasso dovuto alla pensione, all'indennità accompagnatoria. Che cosa succede? Succede che dove ci sono i figli magari i figli riescono anche a dividersi quello che è il costo, invece dove non ci sono i figli o dove non c'è la capacità economica subentra il Comune. Siccome i Comuni sono sempre in difficoltà – lo diciamo sempre – non possiamo sempre chiedere a loro sacrifici, e tanto meno alle famiglie, soprattutto perché in un momento del genere dove i redditi sono bassi, l'impoverimento è aumentato, io credo che i servizi li dobbiamo dare. E questi sono LEA. Perché oggi si parlava di LEA. I LEA sono strumenti fondamentali perché sono indicatori di quelli che sono i servizi essenziali. Ma sono anche questi servizi fondamentali per le persone e, quindi, devono essere garantiti. Come la residenzialità per quanto riguarda i non autosufficienti. Sappiamo perfettamente che i Comuni, a seguito anche del chiarimento sulla normativa nazionale, che è evidente, è chiara, stabilisce che l'indennità e la pensione non può essere ricompresa all'interno di quello che è il calcolo per il pagamento e, quindi, i Comuni devono integrare con le quote, anzi in parte sono già stati chiamati a integrare, le quote che la famiglia, appunto o l'ospite, il disabile, non dà.
Assolutamente, sappiamo che la competenza è nazionale, ma la Regione deve intervenire anche nella Conferenza Stato-Regioni, in modo tale da o aumentare quello che è il fondo della non autosufficienza, dando una mano ai Comuni che devono automaticamente intervenire a sostegno di questa residenzialità, oppure quantomeno riesaminare quella che può essere la norma con la mediazione, parliamone. Io credo che sia un argomento importante da dover affrontare, ma soprattutto mettere un fondo per non autosufficienti, in modo tale da aiutare e supportare il Comune nel momento in cui questo abbia difficoltà e debba intervenire, perché nello stesso tempo noi parliamo sempre della persona disabile che prende l'indennità, che prende la pensione. Teniamo presente che spesso è un figlio o, comunque, un giovane e che i genitori tengono i figli il più possibile all'interno della propria famiglia. Teniamo presente che c'è anche un dopo di noi, che spesso non è garantito, per cui tante volte queste somme, nella maggior parte dei casi, sono accantonate per loro, ma non solo. All'interno di una comunità di residenzialità non sempre vengono dati determinati servizi, pur ritenuti fondamentali. Parlo anche di corsi sportivi, parlo magari anche per gli accessi per qualche gita turistica, eccetera. Spesso, se è fattibile, il genitore lo fa, lo deve fare e integra quello che è il servizio.
Lasciare una piccola quota a loro favore, sapendo che spesso il disagio mentale o, quantomeno, la disabilità deriva anche da un disagio familiare, io credo che sia veramente impossibile che questa Regione possa valutarlo.
Dobbiamo, invece, fare in modo che ci siano fondi maggiori a sostegno e, quantomeno, insomma, che venga fatto un tavolo per la discussione e affrontato il problema in modo tale che non ricada completamente ed esclusivamente sul Comune.
Parliamo anche di, per me rientra sempre anche nella sanità, l'inquinamento, la cementificazione: sono criteri per una tutela, comunque, perché sappiamo perfettamente che la Pianura Padana è una delle più inquinate, la più inquinata a livello europeo. Dobbiamo assolutamente intervenire anche qua. Io credo che se partiamo da una tutela del territorio, se partiamo da una tutela di quella che è la salute, come prevenzione, evitiamo tantissimi costi che poi ricadono sui cittadini, perché se è vero che spendiamo poco a livello pro-capite come Regione è altrettanto vero che il cittadino spende di più in Veneto per quanto riguarda il pagamento delle visite specialistiche. La differenza sta in chi ha i soldi e chi non li ha.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Io non vedo altri interventi. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Collega Possamai. Prima però, forse, Assessori.
Due chiarimenti da parte di qualche Assessore.
Intanto Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Buon pomeriggio. Buonasera ormai a tutti.

PRESIDENTE

Un attimo. Può chiedere la parola con Concilium? Altrimenti non riusciamo a tenere i tempi in maniera adeguata. Mi scusi, Assessore.
Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Buonasera a tutti.
Solo alcune cose rispetto alle tante indicazioni e alle osservazioni che sono emerse nel corso della giornata, a partire dalla presentazione del Presidente Zaia. Molte altre cose le vedremo la prossima settimana nel bilancio vero e proprio, quindi magari anche alcune cose che sono emerse nelle indicazioni e nelle perplessità che avete rispetto a questo DEFR, vedremo la prossima settimana di ulteriormente chiarirle.
Partendo un po' dalla relazione della correlatrice, credo che questi due documenti, che quest'anno vediamo con anticipo rispetto all'anno scorso, devono essere anche contestualizzati nel tempo. Il DEFR viene approvato il 30 di giugno. La nota di aggiornamento al DEFR viene approvata il 30 di settembre. Dico questo perché al 30 di giugno e al 30 di settembre non avevamo minimamente idea di quello che sarebbe stato il rapporto tra Regioni e Governo rispetto all'utilizzo o meno delle Regioni per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questa è una difficoltà che abbiamo tuttora e che non ci permette, da questo punto di vista, di fare quello che, secondo voi, era più necessario e, quindi, questa sorta di correlazione forte tra il bilancio, cioè il Documento di Economia e Finanza, che comunque traccia un percorso che inevitabilmente interseca il programma di governo di cinque anni del Presidente, e questa grande novità del Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza, che poi si abbina alla programmazione europea '21-'27.
Questo è un bilancio di transizione, che deve necessariamente, secondo me, tener conto di questo aspetto. Non è quindi un cambiamento di programma, di indirizzo, un cambio di rotta così come in qualche modo chiedeva il collega Montanariello, ma credo che nel corso di quest'anno, del 2022, dovremmo riuscire a creare un percorso parallelo, che crea le migliori condizioni per poter utilizzare al meglio le risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci darà.
Le do un dato per tutti, quello dell'innovazione, a cui molti di voi hanno fatto riferimento. Dalle interlocuzioni che abbiamo con il Ministero presieduto dal Ministro Colao, i tempi per comprendere quali saranno le possibili interazioni tra Governo, Comune e Regione saranno aprile 2022. L'idea che attualmente ha il Ministro dell'innovazione, che ha circa 50 miliardi rispetto ai 191 più i 30 (quindi, quasi un quarto delle risorse del PNRR) è nelle intenzioni del Ministro attivarle e farle atterrare, così come ormai si dice, attraverso l'utilizzo di voucher ai Comuni.
Questi voucher dovranno poi essere eventualmente raccolti in area vasta per cercare di fare quello che riteniamo sia assolutamente necessario e che è condiviso con la vostra impostazione: questa acculturazione digitale nel nostro territorio. Un'innovazione digitale che deve comprendere cittadini, deve comprendere imprese, deve comprendere la pubblica amministrazione. Da questo punto di vista, sarebbe piaciuto anche a noi arrivare qui con le idee più chiare di quelle che potevano essere le risorse proprio per metterle a disposizione rispetto agli stanziamenti che faremo nel nostro bilancio tradizionale.
Questo è un esempio di quello che sta succedendo nella fase di applicazione del PNRR.
Io spero che effettivamente i 15 miliardi che questa mattina il Presidente ha prefigurato come cifra che potrebbe arrivare a disposizione del Veneto possano concretizzarsi nel corso del 2022. Ad oggi, come sapete, è stato istituito questo ufficio del piano per osservare tutti i movimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: al Veneto (non a Regione del Veneto) siamo intorno ai 680 milioni.
Questo è quello che oggi abbiamo. Da qui al 2022 probabilmente si concretizzeranno nelle varie missioni, in particolar modo quella che riguarda la sostenibilità e la transizione, quella dell'inclusione e quella dell'innovazione digitale, e comprenderemo come verranno utilizzate al meglio queste risorse.
Un altro piccolo aspetto che credo sia utile per comprendere anche qual è il percorso di questo documento, che si è arricchito... Mi è dispiaciuto che nessuno abbia fatto riferimento ai cinque indicatori che abbiamo inserito all'interno di questo documento. Questa è una novità assoluta, non è una cosa scontata. Altri indicatori cercheremo di inserirli. Troveremo anche quello della felicità, il "Felicity index level", che magari potrebbe essere un indice interessante per capire se nel Veneto si è felici. Ma anche il BES potrebbe essere in futuro uno strumento assolutamente da misurare. Credo che questi indicatori testimonino come il Veneto, al di là dei risultati che diceva il Presidente, abbia mediamente dei risultati migliori rispetto alla media nazionale. Su questo credo che dovremmo cercare di continuare a lavorare, essendo consci anche che, rispetto ad alcuni temi, come quelli della demografia, non è che il Veneto vada peggio di altri. Ho provato a guardare un po' di dati dal 2017 al 2019: salvo qualche migliaio di persone, non c'è nessuna Regione in Italia che performa in maniera straordinaria, nemmeno chi magari, adottando l'addizionale IRPEF, investe molto in cultura e in attrazioni nei borghi di montagna. Vuol dire che c'è un problema di carattere nazionale, che non è tipicamente del Veneto, ma che deve, probabilmente trovando una pluralità di azioni che non possono essere soltanto quelli degli incentivi per andare ad abitare in un borgo: piuttosto, credo, al sostegno alla famiglia e a tutte quelle forme di aiuto a una giovane coppia che possa effettivamente creare le migliori condizioni per avere un numero di figli superiore rispetto alla media degli ultimi anni.
Credo che questi siano alcuni temi che affronteremo adesso nell'analisi degli emendamenti. Vi ringrazio per la copiosa produzione, che credo ci abbia permesso anche di comprendere come questo strumento sia veramente uno strumento di confronto. Lo diceva prima il collega Lorenzoni: è uno strumento che ci permette, anno dopo anno, di arricchirlo anche di contenuti e di indicazioni, che chiaramente non possono avere da questo punto di vista in termini di proposta delle variazioni sul tema legate alle risorse finanziarie. Le risorse finanziarie sono quelle che abbiamo, che cercheremo di utilizzare al meglio. Non avremo particolari tagli - e lo vedremo nel corso della prossima settimana - perché quelle risorse che sono state accantonate, in una prima fase, dal punto di vista prudenziale, stanno per essere ridistribuite agli Assessori che stanno, nel frattempo, cercando di posizionarle nel migliore dei modi anche andando a coprire alcune emergenze che sono emerse nel corso di questi mesi. Credo che avremo la capacità di dare delle risposte attese dai cittadini e dalle imprese.
Chiudo e poi passeremo al voto e all'esame degli emendamenti pensando proprio che il percorso che, in qualche modo prefigurava il collega Lorenzoni di una gestione centralistica del PNRR e delle risorse sia quanto di più difficile da accettare in una Regione che ha dimostrato capacità di dare delle risposte. Ve ne dico una per tutte: i soldi che siamo riusciti a intercettare lo scorso anno col bando "Innovazione". Solo quattro Regioni in Italia sono riuscite a prendere questi soldi, tra il 25 e il 30 di dicembre: 3.500.000 che sono arrivati nel nostro territorio e, attraverso l'ANCI, 563 Comuni su 565 hanno avuto le risorse.
Questa è la dimostrazione di una capacità di gestire al meglio le risorse del nostro territorio. Una gestione centralistica probabilmente ci riporterebbe all'esperienza che stiamo vivendo e che, purtroppo, vede il Veneto pagare un prezzo pesantissimo, di una gestione come la BUL, che è il classico caso della dimostrazione di un'incapacità di un Governo di riuscire a dare delle risposte in tempi celeri rispetto a quelli che sono i bisogni dei nostri cittadini e delle nostre imprese.
Con questa volontà di creare ancora più efficienza, affronteremo l'analisi degli emendamenti. Mi pare che ci sia la volontà, da questo punto di vista, di collaborare per creare un documento che, anno dopo anno, si arricchisce e che diventa sempre più importante, devo dire anche sempre più difficile da leggere perché dimensionalmente diventa qualcosa di veramente importante, ma credo che sia lo strumento adatto per tracciare una rotta che ci porterà fino al 2025.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Donazzan? Benissimo. L'assessore Calzavara ha parlato in nome e per conto di tutta la Giunta.
Dichiarazioni di voto sulla PDA n. 16. Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Nella premessa che abbiamo fatto, una discussione molto più orientata forse alla Nota di aggiornamento al DEFR che al DEFR. Segue in questa dichiarazione di voto i ragionamenti, insomma, che ho seguito in questa discussione generale e, insomma, la replica anche dell'assessore Calzavara che sempre su questo fronte si è indirizzata.
Per dire, naturalmente, che non ci potrà essere un nostro voto favorevole al DEFR e, quindi, poi alla Nota di aggiornamento, per una ragione di fondo. Non scenderò negli aspetti più specifici toccati dai colleghi, ma il punto è questo e riporto una discussione che abbiamo già avuto in quest'Aula sul PNRR, in cui noi vi chiedevamo una cosa, se ve lo ricordate, in una risoluzione che abbiamo presentato, Presidente, chiedo scusa, a febbraio di quest'anno, in cui chiedevamo che tutto ciò che partiva da questa Regione, nel rapporto con il Governo e nella discussione su come ottenere quelle risorse, partisse da un punto che per noi era molto importante. Noi lo avevamo chiamato "Patto per il Veneto del 2030" perché lì arriva l'Agenda ONU e torna a pennello in questo caso, perché il DEFR così è impostato, cioè è impostato con l'Agenda dello Sviluppo Sostenibile e, quindi, torniamo a riproporla in questa sede. L'abbiamo fatto e lo faremo con un emendamento che discuteremo domani sulla Nota di aggiornamento, per dire semplicemente che cosa? Che in un tempo straordinario, come quello che stiamo vivendo, straordinario sia per la pandemia, ma anche per le risorse che abbiamo di fronte, semplicemente replicare più o meno i ragionamenti di bilancio fatti negli anni che si sono susseguiti non basta.
Io seguo l'assessore Calzavara quando dice: "Non abbiamo ancora chiarezza su che cosa capiterà da Roma sul PNRR" e su tanti fronti siamo convinti che sia così. Però rovesciamo il ragionamento e cioè: se fossimo partiti qualche mese fa, magari l'avete fatto, ma non è stato reso pubblico fino in fondo, quindi noi non ne siamo a conoscenza e non è emerso, ma se avessimo iniziato mesi fa con un tavolo - addirittura anni fa perché si poteva partire prima - che mettesse insieme categorie economiche, sindacati, università, istituti di ricerca, Camera di Commercio e dire: benissimo, partiamo da qui e qui vogliamo arrivare e queste sono linee di sviluppo che abbiamo in testa per il Veneto. Davvero non voglio ritornare, prima, più di qualcuno, ha citato l'Emilia Romagna: è evidente che, per esempio, il Patto per il clima e per il lavoro, che è stato fatto nel 2015 e che ha avuto un aggiornamento l'anno scorso per andare a intercettare le risorse del PNRR, in questo senso è un esempio. A me, in questo caso, non interessa guardare fuori; mi interessa capire se qui possiamo avere un modello originale per rapportarci con queste risorse straordinarie.
E se questo modello originale c'è, quindi se abbiamo ben chiare quali sono le priorità, poi su questo provo a fare un paio di passaggi in seguito, è evidente che se le priorità le abbiamo chiare, le priorità di bilancio, quindi del DEFR sposano quelle tramite le quali andiamo a chiedere le risorse nazionali.
Più volte ne abbiamo parlato con il Presidente Ciambetti in Conferenza Capigruppo, ma anche in momenti più pubblici. Il punto non è soltanto se Roma non ci dice dove vengono messe le risorse, ma per andare a prendere quelle risorse dobbiamo avere molto chiaro dove le vogliamo spendere. La risposta, Assessore – direi anche Presidente, ma il Presidente in questo momento non c'è – non può essere che l'anno scorso abbiamo fatto il Piano regionale di Ripresa e Resilienza in cui abbiamo messo insieme un po' di progetti. Noi provavamo a dirlo già all'epoca, ma i fatti, in questo caso, si sono incaricati di darci ragione: quei progetti, quelli che avevate pronti per vostra stessa missione, poco c'entravano, nella stragrande maggioranza dei casi, con ciò che è finanziabile con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che doveva ancora arrivare. Siccome però poi è arrivato, qual è il piano strategico del Veneto su quel fronte, al di là di quello che può arrivare col Piano Borghi del Ministero della Cultura, invece che con ciò che arriverà nel campo sanitario e di cui si sta occupando l'assessora Lanzarin?
Questo Piano non solo andrebbe reso evidente, ma doveva emergere da questo documento. Devo dire che dalla lettura del documento, questa cosa non c'è. Il documento è, appunto, la ripresa di ciò che avevamo visto negli anni scorsi.
Perché faccio questo ragionamento, e mi avvio a concludere? Perché in questo momento si è ribaltato completamente l'approccio che noi abbiamo avuto negli ultimi anni, nel senso che negli ultimi anni e negli ultimi decenni la tesi era: avevo 10, oggi ho 9; dove taglio quell'uno che adesso non ho più? E qui, difficile o facile che sia, tagliare è un tipo di esercizio.
Oggi noi abbiamo un'altra situazione in cui noi potenzialmente abbiamo risorse aggiuntive importanti, se riusciamo a intercettarle, da 10 si passa a 12, però, quei 2 in più devo avere ben chiaro dove li voglio andare a mettere.
Queste risorse oggi non si sa dove vanno, quante sono. Ma se noi non ci prepariamo, e la precondizione è di avere progetti e di avere dei progetti che lì dentro ci possono stare, diventa molto difficile portare a casa quelle risorse. Per cui, in questo senso, nel DEFR, ma anche nella Nota di aggiornamento poco si vede, ed è una discussione che abbiamo già fatto in Commissione e che rifacciamo oggi.
Un ultimo passaggio su quello che ha detto prima il Presidente Zaia sull'aspetto delle risorse, nel senso che ci ha detto che è un bilancio di 17 miliardi – non mi ricordo se l'ha detto lui oggi, ma sicuramente era emerso in Commissione – di cui più o meno 60 milioni sono quattrini di cui si può veramente decidere che cosa fare, e poi ha fatto un passaggio in cui ha detto: "Ma siamo d'accordo anche noi che chi è più debole deve essere aiutato, però se noi queste risorse non le chiediamo non lo possiamo fare". È proprio qui per noi il punto. Per noi il punto è che rinunciare alla leva fiscale su chi ha di più significa rinunciare in larga parte a poter decidere non soltanto chi aiutare, che era uno dei ragionamenti di questa mattina, ma anche a che Veneto disegnare. È un giocare in difesa che per noi è profondamente sbagliato in una Regione che ha potenzialità straordinarie come la nostra.
Del resto, è evidente che, se abbiamo 60 milioni di cui possiamo disporre, per fare solo un esempio, l'addizionale IRPEF sopra i 75.000 euro porterebbe tra i 75 e gli 80 milioni, vuol dire che di fatto decidi che non hai voglia di poter decidere che cosa fare delle risorse, perché di fatto ti limiti a redistribuire risorse europee e risorse nazionali. Invece, noi siamo convinti che, oltre ai sette aggettivi di prima, il Veneto ambizioso, cioè un Veneto che abbia la voglia di scegliere quali sono le sue priorità, sia un pezzo che manca, che è un pezzo decisivo. Altrimenti, ci limitiamo a gestire l'esistente, che è la sensazione che avevamo nel bilancio dell'anno scorso e che abbiamo anche nel bilancio di quest'anno.
Queste sono le ragioni che ci portano a esprimere un voto contrario al DEFR. D'altronde, su tante cose è evidente che non si può non essere d'accordo e penso agli aspetti dello sviluppo sostenibile di cui si parlava prima, però il punto è che manca completamente, dal nostro punto di vista, il disegno e la visione che questa Regione avrebbe assolutamente la possibilità di avere, ma che sta decidendo di non avere.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Possamai, una cosa sulla richiesta del dibattito sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Oggi il Presidente Zaia lo ha detto: ci sono dei contatti con il Governo, già Calzavara lo ha rimarcato adesso, e come ci siamo detti in Capigruppo e in varie occasioni, quando ci sarà qualcosa di concreto e di discutibile e anche un orizzonte su cui ragionare la discussione ci potrà essere senza nessun problema. Ma non è una condizione del Veneto. Non più tardi di due settimane fa ero in Puglia, affianco al presidente Emiliano, che è stato molto più muscolare di quanto in altre occasioni, in altri posti, si è fatto. I contatti, per fortuna, sono iniziati e, come ha detto bene Calzavara, su questo, appunto, speriamo di ritrovarci a breve con una prospettiva di impegno e di possibilità ai finanziamenti importante. Mi permetta, appunto, la precisazione, ma proprio perché su questo ci siamo già confrontati anche i Capigruppo.
Villanova, dichiarazione di voto.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome dell'intergruppo Lega-Liga Veneta e parto proprio dalle parole del collega Possamai. Quando dice: "Non si applica l'addizionale IRPEF perché che non si ha voglia, di decidere cosa fare con i fondi aggiuntivi", io credo che il nostro approccio sull'addizionale IRPEF non sia dovuto, ovviamente, a quanto dice il collega Possamai, ma sia dovuto a un approccio che abbiamo nei confronti dei veneti per il fatto di cercare la massima efficienza del nostro bilancio, ridurre la spesa e avere uno sforzo assoluto per fare in modo che non ci sia quel "tassa e spendi" che noi vediamo come un qualcosa di nocivo nei confronti della nostra Regione, ma ci sia un'accortezza assoluta nell'utilizzare i fondi dei veneti.
Questo è uno sforzo che, come diceva bene il Presidente stamattina, non è un dogma, non è una presa di posizione intoccabile, ma comunque è uno sforzo che noi porteremo avanti fino a quando ci sarà possibile da portare avanti, perché riteniamo che il fatto di andare a tassare comunque una fascia di imponibile sui 75.000 euro, non stiamo parlando di ricchi, stiamo parlando tante volte di imprenditori, di artigiani, stiamo parlando di persone che, comunque, hanno un'attività e quei 75.000 euro di imponibile se li sudano nella propria attività. Quindi, prima di prendere in considerazione, ovviamente, il fatto di andare a mettere le mani nelle tasche, noi abbiamo l'obbligo morale di fare tutto il possibile affinché non sia necessario fare questo passaggio.
Con la dichiarazione di voto voglio, se ce ne fosse bisogno, confermare l'assoluta fiducia che abbiamo in quella che è questa manovra, in questo documento, nel Presidente e nella sua Giunta e devo dire che, per quello che abbiamo sentito nella giornata di oggi, è apprezzabile l'atteggiamento che ha avuto anche l'opposizione. Devo dire che abbiamo sentito interventi sul merito della questione. Abbiamo sentito degli interventi molto equilibrati che ci fanno ben sperare su quello che sarà il prosieguo dei lavori della sessione di bilancio e devo dire che, anche per quello che riguarda l'attività emendativa, abbiamo visto che c'è stata anche la volontà di intervenire non tanto con emendamenti di stampo politico, ma emendamenti sul merito e per questo immagino che, insieme alla Giunta, insieme all'Ufficio di Presidenza, verranno accolti alcuni emendamenti che riteniamo validi.
Come penso sia importante anche questa disponibilità che è stata data adesso dal collega Possamai, del fatto di collaborare su quella che sarà la ricaduta sul territorio dei fondi del PNRR. Per un semplice fatto: questa è un'occasione storica che, penso, per qualche generazione non vedremo più, è un'occasione che non possiamo perdere e, quindi, immagino che la collaborazione di tutto il Consiglio regionale affinché questi fondi diventino un volano per l'economia del Veneto e per i veneti, penso sia, insomma, un approccio che ci vede tutti favorevoli nel collaborare e nell'indirizzare questi fondi che arriveranno dall'Europa, attraverso il Governo nella maniera più efficace ed efficiente possibile. Per fare questo, ovviamente abbiamo bisogno di sapere anche dal Governo quali saranno le linee e abbiamo bisogno anche di avere degli indirizzi chiari su come saranno questi fondi che arriveranno prossimamente e immagino che, nel momento in cui ci sarà chiarezza, la Giunta, per prima, avrà intenzione di venire a parlarne in Consiglio e a dare al Consiglio quella che è la giusta autorità nella programmazione di questi fondi.
Penso che sia importante, appunto, l'approccio che è stato dato in questo inizio di sessione di bilancio e, quindi, voglio sperare che anche nel prosieguo delle prossime ore e dei prossimi giorni ci sia questo tipo di impostazione, perché penso che faremo un lavoro positivo per tutti i veneti e per la nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la proposta di deliberazione amministrativa n. 16.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



ADOZIONE DELLA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2022-2024. ARTICOLO 36, COMMA 3 E ALLEGATO 4/1, PUNTI 4.1 E 6, DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011 E SS.MM.II.; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 31) INIZIO

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore: consigliere Luciano Sandonà.
Correlatrice: consigliera Vanessa Camani.

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7) all'ordine del giorno: PDA n. 31.
Prego, Sandonà.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io do senz'altro per letta e analizzata la relazione: quella che ho fatto sul punto precedente si riferisce anche alla PDA n. 31 quindi, all'adozione della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Regionale.
Ricordo ai colleghi che l'adozione della Nota di aggiornamento al DEFR è avvenuta in sede di Giunta con la delibera del 12 ottobre 2021, a seguito dell'adozione dell'aggiornamento al DEF nazionale, avvenuto invece il 29 settembre.
Io quindi do senz'altro per letta e per analizzata la relazione al punto precedente, che era riferita anche alla PDA n. 31.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani, vuole aggiungere qualcosa? Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anch'io non interverrò compiutamente su questo documento, perché con il relatore, abbiamo evidentemente organizzato la discussione del punto precedente, tenendo conto anche dell'aggiornamento di cui discutiamo oggi.
Ci sono però alcune questioni che io credo rimangano sul tappeto e sulle quali io credo sia il caso di chiarirsi e approfondire.
Io non penso che il tema oggetto della nostra discussione sia il metodo, cioè le modalità con cui il Governo deciderà di erogare i fondi del PNRR, non perché non sia una questione rilevante, naturalmente, ma certamente non deve essere oggetto di questo documento. Così come non credo sia una gara tra le Regioni per vedere chi è la più virtuosa: abbiamo sentito un elenco dei primati di cui sicuramente questa Regione si può vantare, ma io vorrei, proprio per seguire l'invito del capogruppo Villanova allo stare sulle questioni, sui temi concreti, e trovare anche insieme magari le strade migliori da perseguire, che sia chiaro il punto di partenza rispetto al quale noi costruiamo questa discussione. Noi siamo una Regione che ha il sistema produttivo, forse, più virtuoso a livello nazionale. Siamo la Regione che ha una rete di associazionismo, di volontariato, di terzo settore che certamente non ha eguali a livello nazionale. Siamo un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico, ma altrettanto ricco di eccellenze sia naturali che artistiche. Abbiamo una tradizione di servizi socio-sanitari territoriali che resiste e ha resistito anche nella fase più acuta della pandemia, mi verrebbe da dire, malgrado la riforma di Azienda Zero. Abbiamo una struttura integrata di politiche per il lavoro attive pronta per affrontare le sfide complicate che abbiamo davanti. Abbiamo un sistema di welfare familiare che ha sopperito in questi decenni alle difficoltà del sistema nazionale di protezione. Abbiamo una diffusione sul territorio di Amministratori locali capaci, che hanno consentito a questa Regione di reggere l'urto degli ultimi mesi e noi partiamo da qui. Nessuno nega le eccellenze di questo territorio. Ma proprio perché partiamo da una condivisione delle eccellenze non possiamo non vedere come le sfide, i rischi che abbiamo davanti vadano affrontati in maniera non miope, ma con lungimiranza.
Assessore Calzavara, io non posso pensare, perché non sono d'accordo, che lei davvero creda che questo possa essere un bilancio di transizione, perché me l'ha detto l'anno scorso che sarebbe stato un bilancio di transizione, e io potevo anche venirle incontro perché la pandemia era appena cominciata, perché la svolta europeista, solidale e collaborativa delle Istituzioni comunitarie ancora non si era realizzata, perché anche il Governo del Paese non era così stabile come oggi. Ma oggi non possiamo permetterci, ma non l'Amministrazione regionale, le cittadine e i cittadini del Veneto non possono permettersi un bilancio di transizione. Le cittadine e i cittadini del Veneto oggi hanno bisogno di sapere, in questa curva drammatica della storia, ricca di rischi e di opportunità, dove vogliamo condurli, quali sono le scelte strategiche che vogliamo fare in questo e nei prossimi anni per capire se, trovandoci qua nel 2026 o chi ci sarà al nostro posto, sapere se saremo stati in grado di costruirle le opportunità del PNRR. Nel 2026 la fotografia che avremo del Veneto sarà uguale a quella di oggi che pure è piena di eccellenze? Io penso che se sarà così, sarà un problema, perché nel frattempo il mondo sarà andato avanti, l'Italia sarà andata avanti da un'altra parte con i 235 miliardi del Next Generation EU.
Io credo che noi oggi non dobbiamo capire cosa si aspetta il Governo da una Regione virtuosa come il Veneto, ma dobbiamo capire cosa il Veneto si aspetta dal Governo e dal futuro. Abbiamo posto delle questioni. Se condividiamo l'idea che in ambito delle politiche sanitarie la territorialità può essere un argomento, un elemento su cui ragionare e ritarare le politiche regionali in ambito sanitario, cambiamo rotta sul punto? Siamo disposti, insieme, a coniugare l'economicità necessaria per far quadrare i conti, ma anche la necessità di offrire risposte diverse a chi ha bisogno di servizi sanitari e socio-sanitari? Abbiamo capito che è finito il tempo in cui possiamo semplicemente chiedere l'autonomia in senso generico e che oggi forse sono maturi i tempi e ce l'ha confermato il Presidente Zaia che la discussione a Roma è incanalata, che arriverà presto la legge quadro.
Acquisito il fatto che quel percorso lì forse sta andando avanti, è arrivato il momento di dire cosa vogliamo fare con quell'autonomia? In quali settori possiamo pensare che l'eccellenza veneta, se si esprime con maggiore autonomia, ottiene più risultato? Io penso, ad esempio, alle politiche sul lavoro. Io penso, ad esempio, all'organizzazione scolastica. Io penso, ad esempio, all'organizzazione sanitaria. Partiamo dai temi concreti per approfondire, perché oggi, proprio per la fase in cui siamo, credo che lo slogan, pur efficace dal punto di vista elettorale, non sia più sufficiente alle sfide che abbiamo davanti, con il risultato a portata di mano. Se poniamo il tema del lavoro dei giovani, come problema strategico che, ovviamente, non riguarda solo il Veneto, ma riguarda in particolare il Veneto, perché il Veneto è una delle Regioni da cui più frequentemente i giovani laureati, formati, se ne vanno. Se poniamo il problema del lavoro povero dei giovani, costruiamo insieme strumenti nuovi per consentire ai ragazzi che qui si formano di trovare un'occasione, un'opportunità di vita. Anche strumenti innovativi. O vogliamo continuare, in Veneto come nel resto del Paese, ad andare avanti con gli stage gratuiti, con i tirocini non pagati?
Non è un problema di Zaia o della Giunta. È evidente che è un problema di sistema. Ma se siamo nelle condizioni di spingere ed essere i primi su questo traguardo, proviamoci, dico io. Se diciamo ‒ lo abbiamo detto in tanti, lo ha ricordato anche il Presidente Zaia ‒ che le aree montane, le aree interne necessitano di attenzioni particolari, le Olimpiadi sono certo uno strumento, ma non sufficiente, ci prendiamo un impegno reciproco nel garantire a quei territori interni maggiori presìdi in termini di servizi per le famiglie, per i bambini, per l'infanzia, per i servizi sanitari?
Vogliamo dire che siamo in grado di mettere finalmente in campo quell'autonomia rafforzata, per esempio, della Provincia di Belluno, e finanziarla, che aspetta da troppo tempo? Se concordiamo ‒ e io penso di sì ‒ che, al netto di tutto, la manifattura rimane l'asse portante del sistema produttivo di questa Regione - poi va bene tutto il resto, va bene il Prosecco, vanno bene le Olimpiadi - ma la manifattura è ciò che ha fatto grande e farà grande il Veneto. Vogliamo concordare un percorso rispetto al quale e per il quale la nostra manifattura, anche in futuro, sarà la chiave del nostro successo e non rimarrà, invece, nel secolo scorso?
Se diciamo che la sostenibilità è l'orizzonte verso il quale vogliamo definire il nostro sviluppo, siamo in grado di dire che, anche dal punto di vista infrastrutturale, concorderemo delle scelte che, certo, ci consentano di arrivare in sicurezza e velocemente nei posti dove dobbiamo andare, ma senza pregiudicare l'aspetto dell'ambiente, della tutela ambientale, della fragilità di questo territorio?
Se l'esempio è la Pedemontana, penso che non siamo sulla lunghezza d'onda giusta. Ma non per criticare quella roba lì. Per dire che non saranno sufficienti altre dieci Pedemontane per consentirci di coniugare sviluppo e ambiente.
Infine, se diciamo ‒ e lo dite anche voi nella Nota di aggiornamento ‒ che le disuguaglianze si allargano, quelle territoriali, quelle culturali, quelle di censo, vogliamo superare insieme lo stigma della fragilità, della povertà e, invece, occuparci in maniera costruttiva di chi, purtroppo, resta indietro e offrire una nuova opportunità?
Io penso che tutte queste questioni, che ho davvero provato a riassumere rispetto a quelle che per la mia sensibilità sono prioritarie (ma ce ne sono sicuramente altre, penso alla cultura, penso al turismo, penso all'agricoltura) non sono questioni slegate tra loro, non sono capitoli di un libro, ma stanno dentro un'idea di sviluppo che noi dobbiamo avere.
Perché se sostenibilità deve essere nel mondo dell'agricoltura, la sostenibilità nel mondo dell'agricoltura pone grossi temi sulla sostenibilità economica di molte attività di quel mondo. È facile dire: "Chiudiamo le attività agricole che inquinano", ma non è così semplice realizzarlo, e forse neanche così equo. Quando parliamo di sostenibilità in ambito turistico, stiamo dicendo che il modello del turismo di Venezia va cambiato. Facile dirlo; un po' più complicato è tradurlo in soluzioni concrete. Ecco perché dico che questi temi sono i temi del futuro e si compongono dentro un'idea di sviluppo che deve essere nuova anche per questa Regione, che ha retto benissimo, l'ho detto all'inizio, con le eccellenze che hanno fatto del Veneto la prima Regione in Italia.
Io, assessore Calzavara, non mi accontento più. Sa, quando si vive comodi, si alzano sempre le asticelle delle aspettative. Io non mi accontento più che il Veneto sia il primo della classe nel 2021. Io voglio costruire le condizioni per cui il Veneto sia il primo della classe nel 2026 e per farlo dobbiamo ragionare oggi su come realizzare quell'obiettivo. E se la consigliera Ostanel interviene frequentemente in ambito culturale, lo fa certamente perché ha una convinzione personale rispetto a quelle tematiche, ma è chiaro che, se vogliamo essere eccellenza, dobbiamo immaginare un processo d'investimento nuovo anche in quel settore che sarà strategico nei prossimi anni.
Io non ho capito esattamente quale sia l'idea per il 2026. Spero che in questi giorni di discussione insieme potremo anche magari metterla più a fuoco, aiutare me a comprenderla meglio. Io penso che nel momento in cui si ha un'idea verso la quale si vuole andare, si può discutere di bilancio, di addizionali o di non addizionali.
È ovvio che aggiungere una tassa fine a sé stessa non ha senso. Io devo avere un obiettivo, devo capire quante risorse mi servono per raggiungere quell'obiettivo. Solo a quel punto io sarò disposta a discutere insieme a voi dell'imposizione fiscale, perché non è detto che serva o invece sarà obbligatorio che serva. Non giochiamo con l'artifizio retorico del: "Non vogliamo mettere nuove tasse". È una sfida che io accetto. Però, allora mi dovete dire con i 60 milioni di risorse libere che abbiamo... Perché è vero – l'ha detto il Presidente Zaia – che è un bilancio da 17 miliardi, ma lei, assessore Calzavara, sa benissimo che verrà in quest'Aula proponendoci 60 milioni di risorse libere, libere per modo di dire. Io vi chiedo e mi chiedo: se le sfide sono quelle che noi abbiamo indicato, ma che molti di voi hanno raccolto (sostenibilità, riconversione ecologica, lotta alle diseguaglianze, coesione sociale, futuro dei giovani), io penso che con 60 milioni sia complicato. Riusciamo con 60 milioni? Si figuri, Assessore, non solo sono contenta, le faccio anche i complimenti.
Ecco perché io penso che oggi la discussione politica sul DEFR sia quasi più importante di quella sui numeri di bilancio, perché mio papà mi diceva che non si può tirare fuori il sangue dai muri. Possiamo fare tutte le richieste che vogliamo, ma se non ci sono le risorse, capisco che magari a tante cose farebbe piacere anche a lei poterci dire di sì, ma se non ci sono le risorse c'è poco da fare. Il discorso va portato a monte. Capiamo cosa vogliamo fare da qua ai prossimi tre anni, diamoci il 2026 perché è l'orizzonte che ci dà il PNRR, immaginiamo dove vogliamo portare il Veneto in quel momento e, di conseguenza, variamo le politiche di bilancio.
Io credo che questa sia la responsabilità complicata che questo Consiglio e questa Giunta dovranno raccogliere nei prossimi anni e spero che sia chiaro che, da parte delle minoranze, per le nostre competenze, c'è tutta la volontà di costruire insieme le condizioni per una discussione proficua.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Siamo in discussione generale della PDA n. 31. In interventi sentiti prima sentivo già la proiezione su questo provvedimento. Se non ci sono richieste di intervento, io chiudo la discussione generale sulla PDA n. 31.
Adesso l'Ufficio di Presidenza della Prima commissione, assieme all'Assessore e a chi sta seguendo i bilanci per i vari Gruppi, si deve ritrovare per dare i pareri sui primi emendamenti. Io propongo una sospensione fino alle ore 20.45 per dare parere sugli emendamenti. È un'ora abbondante di tempo, anche per i colleghi non impegnati, per andare a fare una pausa tecnica serale. Poi, ci rivediamo, ripeto, alle 20.00... per mangiare, va bene. Ci rivediamo in Aula alle ore 20.45.
L'Ufficio di presidenza della Prima commissione e chi è interessato si ritrova con l'Assessore della struttura in Sala Legni. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 19.35
La Seduta riprende alle ore 21.11

PRESIDENTE

Per coloro che non hanno sottomano il cartaceo, su Concilium c'è tutto. Chi segue i bilanci, utilizzi anche il cartaceo per seguire l'andamento dei lavori.
Iniziamo dal primo volume, pagina 1 "Il DEFR nel contesto dello sviluppo sostenibile".
Emendamento n. A0030 presentato dalla consigliera Baldin, Oggetto 5 il DEFR nel contesto dello sviluppo sostenibile, paragrafo Macroarea 3 per un benessere di comunità e persone: creare prosperità diffuse, pagina 72, riga 3, modificativo, che prevede:
Alla riga 3 dopo le parole "maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro" aggiungere le parole: "anche con il rifinanziamento delle assunzioni delle diverse figure professionali necessarie a garantire un incremento netto strutturale degli organici degli SPISAL, come previsto dalla Programmazione e dal Piano strategico regionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.".
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
In linea con quello che dicevo nell'introduzione, ho presentato questo emendamento modificativo. Per cui, alla riga 3, dopo le parole "maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro" aggiungere le parole: "anche con il rifinanziamento delle assunzioni delle diverse figure professionali necessarie a garantire un incremento netto strutturale degli organici e degli SPISAL, come previsto dalla programmazione del Piano strategico regionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio la collega per aver presentato un emendamento che tocca un tema importante: la sicurezza sui luoghi di lavoro. Tra l'altro, ricordo che uno dei fenomeni più brutti che in questi anni troppo spesso forse ci abituiamo a prendere come notizia di cronaca, notizia della stampa, sono proprio le morti sul lavoro.
Credo che non ci sia la cosa più brutta che dover piangere un nostro concittadino morto sul lavoro, un padre di famiglia che esce di casa per andare a lavorare, un figlio che esce di casa per andare a lavorare, un marito, una moglie e che dopo in qualche modo non torna più a casa perché, ahimè, le morti sul lavoro stanno diventando una piaga della nostra società.
La collega Baldin ha fatto bene a fare questo emendamento per due motivi: uno, perché è importante parlare di questi temi e, due, perché è importante cominciare ad accendere i riflettori su questi temi.
A volte ci sono quei temi scottanti dove pare quasi che siamo tutti indignati quando accade, siamo tutti solidali quando accade, siamo tutti dispiaciuti quando accade. Magari facciamo anche l'opera benefica quando succede nelle nostre comunità, perché conosci purtroppo il nucleo familiare a cui succede. Però, ogni volta, su questi temi, come quello della sicurezza sul lavoro, una volta passato il funerale, una volta detto: "Poverino, non doveva succedere", una volta detto che sono tragedie che urlano vendetta, ritorna tutto come prima e i giorni successivi c'è un'altra vittima, c'è un'altra morte sul lavoro, c'è un'altra mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Collega, io sono intervenuto perché credo che certi temi meritino il sostegno più totale di tutta quanta l'Aula, perché sono temi di tutti. Quando la scarsa sicurezza sul lavoro colpisce drammaticamente qualcuno, non lo fa sul colore politico, può essere qualcuno vicino a ognuno di noi. Sono anche temi delicati, difficili, si fa fatica anche ad affrontare certi ragionamenti. Però, accendere i riflettori su queste vicende, su questi nei oscuri, questi drammi, morire sul lavoro nel 2021, l'uomo va sulla Luna e da noi si muore ancora per lavoro. Non da noi in Veneto, purtroppo in tutta Italia, in tutto il mondo più che in Italia in alcuni casi. Mentre l'uomo va sulla Luna c'è ancora chi muore per andare a lavorare. Credo che questa sia una grande riflessione che tutti noi dovremmo fare.
Grazie, colleghi.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi. Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Solo per motivare il non accoglimento dei primi tre emendamenti. Non perché non si condivida i contenuti, ma essenzialmente perché questi andrebbero a modificare la strategia regionale per la sostenibilità, quindi non è questo il documento nel quale si può emendare la strategia. Quindi dobbiamo non accoglierli. Pur se le motivazioni che hanno spinto sia la consigliera Baldin che l'intervento del consigliere Montanariello siano assolutamente condivisibili, ma non è questo lo strumento per poter modificare la strategia regionale di sviluppo sostenibile.

PRESIDENTE

Grazie.
Parere del relatore contrario sull'emendamento n. A0030.
Metto in votazione l'emendamento n. A0030.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0031 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto: 5 il DEFR nel contesto dello sviluppo sostenibile, paragrafo Macroarea 3 per un benessere di comunità e di persone: creare prosperità diffusa, pagina 72, riga 30, modificativo, che prevede:
Nelle "Linee di intervento e Programmi, Piani a Azioni aderenti" al punto "7. Migliorare il tasso di occupazione e la qualità del lavoro e degli spazi' dopo le parole "Piano strategico 2018- 2020 per il consolidamento e il miglioramento delle attività a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori" aggiungere le parole: "e nuovo Piano strategico per il triennio 2021-2023".
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Non sono riuscita a chiederlo prima. Quindi, è una bocciatura tecnica? Perché prima erano stati visionati e pareva non ci fossero problemi di questa natura.
Va bene. Presento quello successivo. Anche questo è modificativo. Nelle linee di intervento, programmi, piani o azioni afferenti al punto 7 si modifica così: "migliorare il tasso di occupazione e la qualità del lavoro e degli spazi", dopo le parole "Piano strategico 2018-2020 per il consolidamento e il miglioramento delle attività a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori" si aggiungono le parole: "e nuovo Piano strategico per il triennio 2021-2023".
Chiedo anticipatamente se anche su questo ci sono problemi di natura tecnica o politica.
Va bene.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore, capisco la problematica di natura tecnica. Non sono certamente la buona volontà e i buoni propositi che possono sormontare l'ostacolo tecnico. Però, in nome di tutto ciò che abbiamo detto finora è comunque brutto bocciare degli emendamenti che vanno in questa direzione. È comunque difficile da pensare che su certi temi non troviamo il modo di superare lo scoglio tecnico, magari emendando l'emendamento. Prendiamo due minuti di sospensiva. Cerchiamo di capire.
Questi non sono emendamenti... Sì, è un emendamento scritto su un pezzo di carta, quattro parole da cambiare, per carità. Non stiamo mica cambiando le sorti dell'universo. Non abbiamo mica detto che da domani non succederanno più queste cose perché votiamo l'emendamento. Sia chiaro. Siamo tutti realisti, grandi e vaccinati per capirlo. È un emendamento all'interno di un documento di programmazione.
La collega inserisce delle parole che ritiene possano rendere migliore quel documento, possano renderlo più efficace, possano renderlo più discorsivo, possano renderlo grammaticalmente più bello da vedere. Però, comunque, stiamo parlando di un tema importante e delicato. Al netto che tutti i minuti che si possono usare per accendere i riflettori su questo tema vanno usati tutti, perché...

PRESIDENTE

È dovuto all'usura che lei provoca al microfono.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Se volete, comincio da capo.

PRESIDENTE

Abbiamo registrato tutto, glielo assicuro.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Al netto che tutti i minuti utili per discutere di certi temi vanno usati, anche in una discussione che magari non cambierà le sorti del mondo, per carità. Ripeto, come rafforzativo e non per essere ripetitivo: siamo tutti coscienti che non cambia niente anche se passa questo emendamento, perché, ad ogni modo, quei fattacci che succedono, ahimè, purtroppo, maledettamente continueranno a succedere. Però, è un segnale positivo che noi diamo.
Assessore, le chiedo io che sono meno pratico su questi problemi tecnici: c'è un modo per superare il problema tecnico e non far vedere che bocciamo degli emendamenti che in qualche modo contengono temi così importanti e delicati o l'aspetto tecnico è insormontabile? Chiedo. Non so come funziona. Sono nuovo di quest'Aula, non conosco bene i meccanismi. Glielo chiedo anche per imparare, così magari per il prossimo saprò come funziona. C'è un modo, magari con una piccola sospensiva, accantonandolo o lasciandolo da parte e lo affrontiamo dopo, tanto ce ne sono altri da leggere nel frattempo, di vedere se si riesce a superare?
A me fa proprio male al cuore pensare che quando si parla di certi temi dobbiamo dare un voto contrario, e so che fa male al cuore anche a voi, perché anche voi avete a cuore...
Assessore, io e lei ci intendiamo. Vede che io e lei ci intendiamo, Assessore?

PRESIDENTE

Penso che l'Assessore prima vi abbia spiegato perché tecnicamente la cosa non è fattibile. Se vuole sentirselo dire un'altra volta, non lo so...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, un attimo e finisco, visto che ho un po' di tempo ancora.
Assessore, proprio perché su questo vedo che siamo in sintonia, troviamo il modo di superare questo scoglio. Io vedo che qui magari quando si parla di temi difficili, siamo un po' stanchi tutti, per carità, scappa anche il sorrisino, però io credo che siamo qui, come tutti voi state facendo, anzi va ringraziata anche la presenza degli Assessori e dei Consiglieri da questa mattina, e non è facile stare su certi temi, però, Assessore, vedo anche qualcuno che sorride, ma io cerco di fare il mio lavoro nel miglior modo possibile e se a qualcuno fa sorridere io non so che farci, e se qualcuno mi dice: "Vai avanti" è un incentivo a dirmi che sto facendo bene il mio lavoro. A me dispiace che a qualcuno venga da sorridere, però io rispondo alla mia coscienza e ai cittadini veneti, non ai colleghi di maggioranza di quest'Aula, che magari non sono felici di questo contributo propositivo che con umiltà cerco di dare alla discussione.

PRESIDENTE

Grazie. Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Credo che ci sia poco da sorridere in una giornata tragica per la mia città. Sono morte due persone oggi sul posto di lavoro: un 46enne e un 31enne, che questa sera non ritornano a casa. Quindi, credo che non ci sia non attenzione, non sensibilità per questi temi, ma non possiamo modificarlo all'interno di questo strumento.
Ci pensiamo nel corso della giornata anche di domani per capire se i temi che sono stati inseriti sull'attenzione al mondo del lavoro e alla prevenzione degli incidenti possano essere ripresi da qualche altra parte, ma non nella strategia. Anche noi apprendiamo, anno dopo anno, quali sono gli strumenti di integrazione tra la strategia e la Nota di aggiornamento al DEFR, che sono due documenti diversi. Poi, per volontà di metterli assieme e dargli una lettura univoca di come dialogano tra loro sono stati messi nello stesso documento, ma quello sul quale possiamo intervenire è la Nota di aggiornamento al DEFR. La strategia è un altro strumento, che avrà tempo, credo, anche nel corso dei prossimi mesi, per trovare un momento di confronto ed eventualmente per arricchirla di questi contenuti.
Però, se volete intervenire nel DEFR, dobbiamo trovare qualche altro strumento all'interno delle varie Missioni per cercare di sensibilizzare questo tema.
Ci pensiamo nella notte.

PRESIDENTE

L'assessora Lanzarin ha chiesto di intervenire.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Proprio perché è un argomento che credo stia a cuore a tutti noi, ne abbiamo parlato in maniera compiuta e ne ha parlato anche il Presidente, che l'ha citato: noi stiamo lavorando al piano strategico contro gli infortuni.
Sapete che c'era stato un Piano strategico 2018, che si era concluso nel 2020. Abbiamo già fatto gli incontri con le parti sociali e siamo pronti, già nel mese di dicembre, a ripresentare, condividendo e sottoscrivendo con loro il nuovo e la continuazione del Piano strategico per le prossime tre annualità, i cui contenuti principali sono sicuramente quelli del rafforzamento degli organici e della potenzialità per quanto riguarda gli SPISAL.
Su questo c'è già un intervento in cantiere, che probabilmente si chiuderà anche, perché stiamo concordando con le parti sindacali, nel mese di dicembre.

PRESIDENTE

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio i due Assessori che sono intervenuti. Assessore, guardi: alla fine abbiamo capito che siamo tutti d'accordo su questo tema. Abbiamo capito e grazie anche della spiegazione che ci ha dato sull'aspetto tecnico.
Farò tesoro, magari, nel corso della discussione del fatto che a volte i tecnicismi vanno oltre la volontà che si può avere. Piuttosto, anziché, come dice lei, magari in cerca, entro la fine della discussione, di trovare un aspetto tecnico, apprendendo anche quanto ha detto l'assessora Lanzarin, in qualche modo c'è già l'attenzione, ci si sta lavorando. Basterebbe anche solo un ordine del giorno condiviso per dire: continuiamo a tenere i riflettori accesi. Magari lo scriviamo prima della fine di questa sessione di bilancio sul DEFR. L'aspetto tecnico non si può sormontare. Lei, Assessore, ha l'onere anche di dirci no quando vorrebbe dire sì, perché magari in cuor suo vorrebbe dire sì però i tecnicismi, "dura lex sed lex", vanno rispettati. Però, un ordine del giorno credo che aiuterebbe anche il fatto di dire: abbiamo votato no perché c'era una discrepanza tecnica, però il tema a noi interessa, l'assessora Lanzarin ci sta lavorando, il Presidente Luca Zaia - l'ha ribadito oggi che anche lui sul pezzo c'è. Ringrazio convintamente e sinceramente il Presidente Zaia, nel suo discorso di essersi ricordato anche di questi passaggi e di questi temi. Non era scontato che lo facesse, ma lo ha fatto. E lo ringrazio pubblicamente, perché ha toccato anche certi temi importanti e sensibili, a dimostrazione che a volte i problemi non hanno colore politico, ma toccano tutti. Quando bisogna dire che uno fa le cose bene, anche ricordandosi di citare alcune problematiche, va riconosciuto. Non c'è il gioco delle parti sui problemi. I problemi sono problemi di tutti.
I cittadini veneti non se ne fregano niente di chi sta da una parte e chi sta dall'altra. Vogliono qualcuno che tenti, perlomeno, di risolvere o si impegni a farlo. A volte non si riesce, ma uno si impegna a farlo.
Anche un ordine del giorno, se la consigliera Baldin ha voglia di prendere spunto su questo o magari lo facciamo noi o tutti insieme, tanto per rimarcare che il Consiglio Regionale Veneto su questi temi, prima il Presidente e dopo il Consiglio, ha acceso i riflettori, nonostante questo non sia l'elemento che risolve i problemi, non sia la panacea di tutti i mali. Però, si è intervenuti anche su questo.
Ringrazio i due Assessori per la risposta. Chiedo all'assessore Calzavara di avere un po' di pazienza. È il primo bilancio vero. L'altra volta, con il Covid, abbiamo fatto un po' le cose di corsa. Magari se qualche volta dico qualcosa che non è proprio tecnicamente giusta, sto imparando. Portate un po' di pazienza. Magari il prossimo anno non farò più questi errori. Vi chiedo un po' di tolleranza.

PRESIDENTE

La tolleranza in quest'Aula c'è sempre stata.
Sospendiamo per due minuti, per chiarirci o no? No. Andiamo avanti.
Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

In realtà vorrei ritirarlo su suggerimento dell'Assessore. Al di là del fatto che non condivido le motivazioni tecniche/politiche per cui venga bocciato un mio emendamento su questo tema, apprendo che l'Assessore sta lavorando proprio su questo Piano. Credo sia un modo per venire incontro a questa soluzione.
Ritiro questo emendamento.

PRESIDENTE

Bene. È ritirato il n. A0031.
Andiamo al n. A0277.
Se l'emendamento è ritirato, non interveniamo più su questo tema. A meno che lei non lo faccia suo e poi lo mettiamo in votazione.
Sì, probabilmente. Magari nel posto esatto, perché, come ha detto Calzavara, mi permetto di dire che probabilmente questo tema, la sostenibilità, non è forse nel luogo adatto per parlare di problemi di sicurezza sul lavoro. Lo dico da un po' di esperienza personale sul campo.
Emendamento n. A0277 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto 5.2 il monitoraggio della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, Rubrica Macroarea 5 per una riproduzione del capitale naturale: ridurre l'inquinamento di aria, acqua e terra, pagina 77, riga 11, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "rapporto con gli enti di ricerca in quest'ambito è cruciale" aggiungere le parole: ", anche al fine di allinearsi alla gerarchia di intervento nella gestione dei rifiuti prevista dagli attuali orientamenti in sede europea relativi all'utilizzo delle risorse pubbliche e volti a valorizzare non solo la promozione del riciclo e del compostaggio ma anche tutte le azioni tese alla riduzione e al riuso.".
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Qui siamo sul capitolo "Sviluppo sostenibile". Per cui questo emendamento riguarda la cosa più sostenibile che c'è, ovvero l'economia circolare. Precisamente si dice di aggiungere, dopo le parole "rapporto con gli enti di ricerca in quest'ambito è cruciale", "anche al fine di allinearsi alla gerarchia di intervento nella gestione dei rifiuti prevista dagli attuali orientamenti in sede europea relativi all'utilizzo delle risorse pubbliche e volti a valorizzare non solo la promozione del riciclo e del compostaggio, ma anche tutte le azioni tese alla riduzione e al riuso". Spero che in questo caso non ci siano motivazioni per bocciare questo emendamento di natura tecnico/politica.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0277, parere del relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo a pagina 6 "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".
Emendamento n. A0132 del collega Possamai, che viene accantonato perché è in fase di approfondimento.
Emendamento n. A0133 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, pagina 118, riga 23, modificativo, che prevede:
Alla pagina 118, riga 23, capitolo "Il Piano Regionale di Ripresa e Resilienza" (PRRR): un parco progetti" sopprimere le parole "Esso costituirà la base per la presentazione di progetti finanziabili con il PNRR".
Camani, prego.


Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che vuole provare a mettere un po' di verità rispetto a quello che è scritto in questo Documento di Economia e Finanza. Ne abbiamo discusso lungamente anche oggi e abbiamo capito, come peraltro era già emerso nel corso della discussione, mi pare, di febbraio, quando avevamo discusso rispetto ai famosi 155 progetti presentati dalla Giunta con la DGR di novembre, in quell'occasione avevamo concordato che quel tipo di deliberazione, quei 155 progetti erano stati individuati in una fase in cui ancora si sapeva meno ancora di oggi rispetto alle modalità che il Governo avrebbe scelto e definito per la distribuzione e l'erogazione delle risorse del PNRR, e anche oggi ci è stato confermato dal Presidente Zaia e dall'assessore Calzavara che una parte rilevante di quei progetti non sarà, per questioni tecniche appunto, oggetto dei finanziamenti del PNRR. Con questo emendamento io chiedo di sopprimere una parte del dispositivo che conferma che quella delibera di Giunta, quei 155 progetti costituiranno la base per la presentazione dei progetti finanziabili con il PNRR.
Allora o sosteniamo una cosa e siamo coerenti con ciò che diciamo, quindi anche il Documento di Economia e Finanza deve recepire ciò che quest'Aula peraltro ha acquisito con la discussione e la votazione delle due risoluzioni, una di maggioranza e una di minoranza, proprio in riferimento alle progettualità finanziabili col PNRR, oppure questa discussione ha un impatto limitato.
Noi ci siamo detti, in occasione di quella discussione, che quei 155 progetti sono fuori fase e asincroni rispetto alle richieste del PNRR e che, dunque, per definizione non potranno essere i progetti su cui la Regione del Veneto investirà per accedere alle risorse del PNRR.
Oggi, come se quella discussione non fosse avvenuta e come se ciò che abbiamo sentito in quest'Aula e ribadito anche oggi non fosse mai stato detto, ritorniamo, come nel Gioco dell'Oca, con un punto e accapo.
Io, siccome so che su questo emendamento c'è un parere contrario, vorrei capire dove sta la verità. Cioè, quei 155 progetti saranno o non saranno la base per la presentazione dei progetti finanziabili con il PNRR? Perché se la risposta è "sì" nelle intenzioni della Giunta, allora il parere contrario a questo emendamento è fisiologico. Ma se il parere è "no", perché nel frattempo abbiamo capito che le linee di indirizzo che il Governo ha dato per le risorse del PNRR sono diverse; perché nel frattempo abbiamo capito che i soldi che arrivano dall'Europa attraverso il Governo non servono per finanziare semplicemente le opere che stavano nel cassetto da decenni, ma che invece hanno una finalità che va oltre ciò che non abbiamo fatto finora perché non avevamo i soldi, ma che appunto ha l'obiettivo di cambiare radicalmente la nostra Regione, quei 155 progetti, salviamone qualcuno che si conta sulla punta delle dita di un paio di mani, non saranno la base su cui noi costruiremo la nostra progettazione.
Quindi o vale quello che ci siamo detti fino a cinque minuti fa o vale ciò che ritroviamo in questo Documento di Economia e Finanza. Rispetto a questo il parere è contrario e dà una risposta che mi inquieta abbastanza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Io non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0133. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Valdegamberi, dov'è? Siccome funziona a tutti, collega Valdegamberi, adesso mandiamo uno dell'informatica. Ma non può essere che solo lei non ha il telefono che funziona... No, è inutile, non è il posto giusto.
Chiamate qualcuno dell'informatica e sistemiamo questa roba.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
A verbale, Valdegamberi contrario.
Mi chiamate qualcuno dell'informatica, per favore? Grazie.
Emendamento n. A0134, presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, pagina 118, riga 23, modificativo, che prevede:
Alla pagina 118, riga 23, al capitolo "Il Piano Regionale di Ripresa e Resilienza (PRRR): un parco progetti" dopo le parole "Esso costituirà la base per la presentazione di progetti finanziabili con il PNRR", aggiungere le seguenti parole:
"In ogni caso il PNRR rappresenta una occasione fondamentale per migliorare la capacità amministrativa degli enti territoriali, stimolando il principio di sussidiarietà orizzontale. Nel contempo occorre evitare il rischio che la frammentazione e la ridotta dimensione delle realtà locali possa compromettere le potenziali ricadute dei finanziamenti del PNRR, la Regione intende pertanto adottare interventi e iniziative che, valorizzando unioni e convenzioni, le consentano di esercitare un ruolo di coordinamento degli enti del sistema multilivello.".
Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Qua intervengo più o meno sullo stesso punto di discussione di prima, e cioè su come la Regione, a nostro giudizio, dovrebbe svolgere una funzione in riferimento alle risorse del PNRR. Io so, come lo sa l'assessore Calzavara, che il Governo ha deciso, insieme agli altri organismi della cabina di regia, tra cui le Regioni stesse, che la quota più significativa delle risorse che arriveranno da Roma per il finanziamento di opere strategiche per il cambiamento strutturale di questo Paese dovranno essere indirizzate, come soggetti attuatori, a Enti di tipo diverso dalla Regione. Solo l'1% dei progetti sembrerebbe che sarà indirizzato direttamente alla Regione. Una quota, però, rilevante dovrà essere gestita direttamente dai Comuni o attraverso l'azione mediata delle Province o sempre da soggetti di livello inferiore. Si parla di oltre 50 miliardi. Ha detto Draghi nel meeting di Parma pochi giorni fa che almeno 50 miliardi del PNRR saranno destinati esattamente agli Enti locali e alle Province.
Io, a differenza dell'Amministrazione del Veneto, penso che questa decisione non sia poi così sbagliata, almeno per due ordini di ragioni. C'è una questione di tempistiche. Essendo gli Enti locali e le Province soggetti che tendenzialmente sono chiamati a realizzare progetti di minore impatto, minore portata di quelle, invece, di respiro regionale, si suppone che siano i soggetti che più facilmente possano realizzare interventi che verosimilmente dovrebbero concludersi entro il 2026, che non è una data teorica, è una data tassativa.
Se, ad esempio, pensiamo al tempo che ci stiamo mettendo per realizzare la Pedemontana, essendo un'opera molto impegnativa, è evidente che quella è un'opera che proprio tecnicamente esce dall'orizzonte programmatorio del PNRR. Ma ha un senso che siano gli Enti locali a gestire le risorse del PNRR anche per le tematiche, gli argomenti, i filoni di intervento previsti prioritari nel PNRR: il tema della rigenerazione urbana, della coesione territoriale, della coesione sociale. Sono tutte questioni che attingono strettamente all'attività delle Amministrazioni territoriali.
È chiaro che, però, se noi pensiamo e condividiamo, non so se sia così, l'indicazione, l'individuazione degli Enti locali e delle Province come i soggetti tecnicamente più in grado di mettere a terra, come va di moda dire adesso, le risorse del PNRR all'interno del cronoprogramma che l'Europa ha assegnato agli Stati membri, dunque anche all'Italia, questo non deve esimere la Regione dalla responsabilità e, aggiungerei, dalla possibilità di organizzare questi interventi all'interno di una filiera di sussidiarietà orizzontale. Per cui, gli Enti locali e le Province, che sono chiamati a partecipare a bandi fondamentali, cito ad esempio quello della rigenerazione urbana, possono anche non soltanto correre singolarmente a spot, ma essere organizzati dentro un disegno organico.
Ecco perché io credo che sia fondamentale che la Regione non si interessi al PNRR soltanto per quell'1% di risorse direttamente ad essa assegnabili, ma possa svolgere un ruolo all'interno della sua capacità di costruire intese, accordi, ragionamenti dentro un territorio più vasto, per poter consentire anche ai soggetti più piccoli, Comuni e Province, di avere più chance, diciamo così, di vincere i bandi di gara. Anche perché, se è vero che gli Enti locali e le Province sono i soggetti attuatori rispetto ai quali il Governo ha dedicato una quota ingente di queste risorse, 50 miliardi, appunto, è anche vero che molto spesso questi soggetti non posseggono le capacità tecniche per competere realmente nell'assegnazione di questi bandi.
Molto spesso gli Enti locali non hanno le competenze, non hanno gli uffici tecnici, non hanno le risorse per poter presentare progetti validi e credibili. Questo vale tanto per il piccolo Comune del Veneto quanto per il piccolo Comune della Sicilia.
Faccio un esempio molto semplice. Pochi giorni fa il Governo, non c'entra nulla con il PNRR, ma per farci capire, ha lanciato il bando per il cosiddetto Bonus Terme, cioè tutte le località termali, le imprese delle località termali con un click-day potevano accaparrarsi una serie di bonus economici che consentivano alle imprese di guadagnare e ai turisti di risparmiare e, fatalità, i territori che hanno avuto delle performance migliori su questo bonus sono state le località turistico-termale del Sud. Banalmente perché, a differenza della Regione del Veneto, all'interno della quale esiste il più importante bacino termale d'Europa, gli altri si sono organizzati e hanno messo a disposizione delle imprese, delle località turistiche termali di quelle Regioni, staff di soggetti competenti dal punto di vista digitale che si sono accaparrati tutti i bonus.
Ecco, io penso che noi non dovremmo fare lo stesso errore rispetto ai fondi del PNRR, a maggior ragione nella nostra Regione, in cui i Comuni sono tanti, perché sapete meglio di me che i percorsi di fusione, di aggregazione, di unione non sempre hanno portato i risultati auspicati e dunque rischiano di essere realtà troppo piccole per poter competere con altre dimensioni. Le Province nella nostra Regione, anche per l'incapacità della Regione di delegare le funzioni alle Province, non hanno la struttura e la dotazione organica per svolgere la funzione di coordinamento: serve che entri in campo la Regione e che mette a disposizione degli Enti locali e delle Province ciò che serve per portare a casa i soldi dei bandi che il Governo emetterà.
Io, con questo emendamento, chiedo, appunto, che venga riconosciuta al PNRR l'occasione fondamentale per migliorare la capacità amministrativa degli Enti locali, stimolando la sussidiarietà orizzontale, perché non è detto che ci debbano interessare soltanto i soldi che arrivano direttamente nelle casse delle Regioni. Infatti, nello specchietto che riguarda le risorse del PNRR, dentro questo documento, che ora non ritrovo, si dice che al Veneto sono già arrivati 800 milioni del PNRR, ma nessuno di questi soldi è arrivato alla Regione del Veneto. Sono tutte risorse arrivate su questo territorio a Comune, Provincia e ad altri soggetti. Quindi, vedete che, anche se non siamo noi i centri di spesa, i centri appaltanti, possiamo comunque beneficiare del PNRR. Invece che farlo sperando che i Comuni riescano a vincere i bandi, io chiedo alla Regione di impegnarsi per gestire, per garantire, per organizzare questa funzione di regia sia in rapporto di verticalità, quindi tra Regione e le Autonomie minori, ma anche a livello di sussidiarietà orizzontale.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Solo per confermare il parere positivo che prima in Commissione avevamo dato parzialmente, però credo che questi due emendamenti che abbiamo visto si leghino tra loro. Abbiamo votato "no" a quello che vedeva in qualche modo buttare nel cestino tutto il Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza, che credo sia stato un lavoro importante di ricognizione di tutti quei progetti che erano pronti, 155 progetti, 25 miliardi di interventi. All'interno di quei 155 progetti c'erano progetti che riguardavano tutti gli aspetti e le competenze della Regione, gran parte legati al rischio idrogeologico, ma ad esempio alcuni legati anche all'innovazione digitale.
L'abbiamo proprio accennato prima sul tema dell'innovazione digitale: la preoccupazione che ho io è proprio una dispersione di queste risorse. Quindi, se non si riesce, attraverso la creazione e la valorizzazione di quelle che sono le forme aggregative che ci sono nel territorio di area vasta, che siano le Conferenze, le Unioni, o comunque una regia di carattere regionale, il rischio che si perda un'occasione unica, in particolar modo per quanto riguarda l'innovazione e la semplificazione della pubblica amministrazione, di avere una serie di progettualità che non veda la Regione al centro di questa progettualità, e che invece questi soldi vadano sul mercato libero, perché c'è la Regione, ma c'è il mercato libero. Credo che ci sarà più di qualcuno che giustamente penserà che questi soldi debbano essere spesi e andrà a proporsi, a far sì che magari nei piccoli Comuni che non hanno il tecnico a disposizione, gli vada a proporre l'ultima App o l'ultima elaborazione di un programma che rischia poi magari di non dialogare con quello che invece sta cercando di fare la Regione, di diventare sempre più aggregatrice di dati.
Abbiamo presentato, l'altro giorno, un protocollo d'intesa con l'Albo dei Geometri, che inizia a fare un percorso di aggiornamento del Fascicolo unico edilizio, che è uno strumento importantissimo, non soltanto di scannerizzazione dei progetti e di averli messi via dal punto di vista digitale, ma sarà un elemento che arricchirà con dati e che ci permetterà, ad esempio, di riuscire a capire se stiamo o meno consumando suolo. Questo è l'obiettivo. Ma per far questo dobbiamo avere una piattaforma che abbia una visione su scala regionale.
Quello era già nelle nostre intenzioni – quindi, recepiamo questo emendamento – e tra l'altro lo stiamo già sviluppando con il portale che ANCI e UPI, insieme con la Regione, stanno portando avanti e stanno continuamente alimentando quelle che sono le risorse. Mi aggiornava adesso il dottor Pelloso, che a questa sera siamo a 1,350 miliardi. È quindi è un work in progress di risorse che vengono assegnate, che nel corso dei prossimi mesi cercheremo di intercettare e di spendere al meglio, anche attraverso queste forme di aggregazione, che saranno probabilmente la carta vincente per spendere bene e in tempi certi le risorse che arrivano nella nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie. Parere favorevole del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0134.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente, in Ufficio di Presidenza era favorevole con riformulazione. Favorevole tutto? Grazie.

PRESIDENTE

Spero non voglia modificare le sue cose. Quando mi viene dato il parere favorevole, io vado spedito.
Metto in votazione il n. A0134, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'emendamento n. A0135 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 01, pagina 127, riga 18, modificativo, che prevede:
Dopo le parole: "integrazione dei flussi informativi." alla fine del secondo capoverso, aggiungere il seguente: "Sempre in relazion e alle partecipazioni societarie, risulta ormai ineludibile il riordino delle funzioni di politica regionale in campo economico, in virtù della necessità di ricorrere a procedure di evidenza pubblica per quanto attiene alle attività affidate fin o ad ora a Veneto Sviluppo, che già opera in deroga in virtù della proroga concessa fino a dicembre 2021, e di definire con urgenza le nuove funzioni e la relativa nuova governance per Avepa.".
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Appena si aggiorna il sistema... Okay. Perfetto.
Con questo emendamento propongo un tema che ogni anno in questo DEFR sono costretta a proporre e che ogni anno mi respingete. Poi ogni anno venite in Aula con qualche provvedimento per fare la proroga.
Ora noi abbiamo un problema. Da diversi anni ‒ ripeto: da diversi anni ‒ le Istituzioni comunitarie ci hanno detto che Veneto Sviluppo non può svolgere la funzione di erogatore dei servizi finanziari e delle politiche economiche della Regione. Non lo può fare perché la composizione societaria di questa società partecipata della Regione è per il 50% composta da soggetti privati, siano essi istituti bancari o istituzioni assicurative.
Dunque, noi abbiamo dovuto prendere atto della necessità di questa funzione fondamentale della Regione del Veneto, che ‒ devo anche dire ‒ Veneto Sviluppo in questi anni ha eseguito in maniera positiva, essendo una società costituita anche da competenze, da capacità e ora anche da esperienze. Ogni anno, dicevo, ci impegniamo a risolvere la situazione. Lo abbiamo fatto in una fase togliendo, anzi iniziando a togliere tutte le risorse finanziarie da Veneto Sviluppo per cominciare a traghettarle verso AVEPA, che sarebbe dovuta diventare, nelle intenzioni della Giunta, intenzioni che anche io condividevo dal punto di vista del metodo, la figura, l'Istituzione, l'Ente che avrebbe dovuto occuparsi, dal punto di vista economico-finanziario, delle politiche regionali.
Poi, però, è arrivata la pandemia. Quando è arrivata la pandemia questo processo di trasferimento di funzioni si è sospeso perché, in realtà, la Regione, uno, non era ancora pronta a trasferire le funzioni da Veneto Sviluppo ad AVEPA, c'erano anche parecchie resistenze; due, perché AVEPA, che fino a quel momento si occupava anche di altre questioni fondamentali che riguardano in particolar modo il settore primario, aveva quella priorità a cui rivolgersi.
Quando è arrivata la pandemia, abbiamo cominciato a riassegnare a Veneto Sviluppo alcune risorse fondamentali, non da ultimo il Fondo per l'emergenza Covid, e abbiamo ulteriormente prorogato la scadenza delle funzioni di Veneto Sviluppo.
Mi rendo perfettamente conto delle difficoltà di costruire il passaggio di funzioni, di immaginare, di prefigurare un soggetto diverso da Veneto Sviluppo, che gestisca queste politiche regionali, però il 31 dicembre 2022 è la scadenza dell'ennesima - e io spero – ultima proroga.
Con questo emendamento io impegno solo la Regione, poiché risulta ineludibile il riordino della funzione di politica regionale in campo economico, in virtù della necessità di ricorrere a bando di gara per l'assegnazione di queste funzioni, impegno la Regione, entro la scadenza prevista, cioè il 31/12/2022, a definire la nuova governance, il nuovo assetto di queste funzioni fondamentali della Regione del Veneto.
Non capisco esattamente le ragioni del parere contrario, nel senso che non dico nell'emendamento nulla di diverso da quello che sappiamo già saremo obbligati a fare. Non vi suggerisco neanche una modalità se non quella prevista dalle Istituzioni comunitarie, quindi il bando di gara. Il fatto che ci sia un parere contrario mi fa pensare che anche questo, quello venturo insomma, non sarà l'anno buono per mettere definitivamente la parola fine alla vicenda che riguarda Veneto Sviluppo.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0135. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione?
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Il n. A0136 è accantonato.
Emendamento n. A0137 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 01, pagina 127, riga 24, modificativo, che prevede:
Alla pagina 127, riga 24 Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "le opportune misure correttive" aggiungere le seguenti parole:
"In particolare, si intende procedere alla definizione compiuta della riforma che coinvolge Veneto Sviluppo, in ottemperanza a quanto previsto dalle istituzioni comunitarie, procedendo alla individuazione di un soggetto altro per la gestione diretta delle politiche pubbliche regionali di finanziamento e sostegno economico all'impresa".
Lo diamo per letto? Bene.
Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0137, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0138 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 01, pagina 127, riga 44, modificativo, che prevede:
Alla pagina 127, riga 44, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "politiche fiscali eque ed efficienti." aggiungere le seguenti parole:
Particolare attenzione sarà rivolta al tema della legalità nell'ambito del mondo del lavoro, come testimoniato dalla sottoscrizione dello schema di Protocollo d'Intesa per il superamento delle criticità della filiera della logistica, rispetto alla cui applicazione e implementazione è necessario vigilare".
Ha chiesto la parola? Non lo vedo ancora sullo schermo. Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Questo è un emendamento che a me sembra importante e ringrazio l'Assessore e il relatore per il parere favorevole, perché all'interno della missione che si occupa dei servizi istituzionali, generali e di gestione, c'è anche un capoverso che riguarda la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità, e ho chiesto alla Giunta e al relatore di estendere questo concetto di lotta all'evasione e all'illegalità facendo un esplicito riferimento alla particolare attenzione da rivolgere alla legalità nell'ambito del mondo del lavoro e in particolare nel mondo della logistica.
Io credo che questo sia un tema molto importante, sul quale la Regione deve accendere un faro, come si diceva prima, perché non solo è necessario un lavoro sicuro, ma è anche necessario alzare la frontiera del rispetto e della tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Poche settimane fa la Regione del Veneto, sulla scorta di quanto avvenuto a livello nazionale tra il Ministro del Lavoro e le organizzazioni sindacali, ha sottoscritto un importante accordo con le principali organizzazioni sindacali e datoriali del settore della logistica in un impegno reciproco che sia finalizzato al presidio della legalità e della tutela dei diritti del lavoro. Ecco, io credo che quello sia stato un passo nella direzione giusta, perché è chiaro che la correttezza dei rapporti tra lavoratori e datori di lavoro è certamente una vicenda personale tra parti, una vicenda di diritto privatistico, ma all'interno della quale la Regione può e deve svolgere una funzione, sia di controllo che di promozione delle buone politiche.
Io credo quindi che questo impegno che la Regione si assume, inserendo nel Documento di Economia e Finanza il riconoscimento fondamentale che la tutela del diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, nel mondo della logistica in particolare ha, sia un passo avanti molto importante.
A questo riguardo, ringrazio l'Assessore e il relatore Sandonà.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Rispetto al testo dell'emendamento chiediamo una modifica.
Il testo sarà quindi: "particolare attenzione sarà rivolta al tema della legalità nell'ambito del mondo del lavoro e della filiera logistica", togliendo quindi "come testimoniato dalla sottoscrizione dello schema di protocollo d'intesa per il superamento delle criticità, rispetto alla cui applicazione e implementazione è necessario vigilare". Lo rileggo: "particolare attenzione sarà rivolta al tema della legalità nell'ambito del mondo del lavoro e della filiera logistica". Se accetta, il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Naturalmente, accetto la riformulazione, visto che il riferimento al protocollo d'intesa gli uffici ritengono non sia opportuno che sia inserito nel DEFR, ma l'ho citato nell'intervento, quindi direi che la riformulazione è accolta.

PRESIDENTE

Con la riformulazione proposta dalla Giunta, e accettata dalla presentatrice... possiamo anche sospendere un po' i lavori, se vogliamo proprio...
Metto in votazione l'emendamento n. A0138.
È aperta la votazione. Parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0139 viene accantonato.
Emendamento n. A0140 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 01, pagina 129, modificativo, che prevede.
Negli obiettivi operativi prioritari dell'obiettivo strategico "Valorizzare, modernizzare ed efficientare la PA e gli strumenti di programmazione, inserire il seguente:
"-Implementare un sistema più efficace di indicatori per la valutazione ex post delle politiche pubbliche".
Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente, una brevissima illustrazione, anche perché anche questo emendamento ha parere favorevole.
Chiedo alla Regione di implementare un sistema più efficace degli indicatori per la valutazione ex post delle politiche pubbliche.
Anche in questo caso, il parere è favorevole. Mi sembra un impegno importante che può aiutare il processo di valutazione delle politiche di questa Regione in maniera significativa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0140, parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0141 presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello e Zanoni, missione 01, pagina 129, modificativo, che prevede:
Nell'obiettivo strategico "Valorizzare, modernizzare ed efficientare la PA e gli strumenti di programmazione" inserire il seguente obiettivo operativo prioritario:
"- Assicurare l'impegno nella lotta contro la criminalità organizzata".

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Con questo emendamento si richiede, sostanzialmente, di esplicitare il fatto che l'impegno contro la lotta alla criminalità organizzata diventi un obiettivo strategico all'interno delle politiche della Regione stessa. Ne abbiamo già discusso nella fase iniziale. Ritengo che, tra i tanti obiettivi che si mettono, anche obiettivi molto pratici, operativi, debba essere anche esplicitato quello della lotta alla criminalità organizzata, visti i dati che ci sono all'interno della Regione Veneto, come all'interno dell'Italia stessa, e l'evoluzione, purtroppo, negativa dell'infiltrazione, del radicamento stesso della criminalità organizzata e della mafia.

PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

C'è un parere negativo su questo emendamento, non perché non crediamo che si debba assicurare il massimo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata, ma, secondo le strutture, il tema è già trattato ampiamente nella Missione 3. Quindi, tutto quello che riguarda la sicurezza, il controllo di possibili infiltrazioni nella nostra regione crediamo sia sufficientemente espresso all'interno della Missione 3.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0141, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0142 presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello e Zanoni, missione 01, pagina 129, modificativo, che prevede:
Nell'obiettivo strategico "Valorizzare, modernizzare ed efficientare la PA e gli strumenti di programmazione" inserire il seguente obiettivo operativo prioritario:
"-Diffondere presso le pubbliche amministrazioni la conoscenza di un'applicazione trasparente del Codice degli Appalti".
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Forse ci sarà lo stesso tipo di ragionamento, però ribadisco il fatto che, secondo me, ci sono diversi elementi, diversi obiettivi che poi vengono ripresi nella fase anche di illustrazione del DEFR.
Però, all'interno della parte degli obiettivi, dovrebbero essere esplicitati quelli che sono degli indirizzi strategici della Regione. Quindi, secondo me, comunque rimane assolutamente cruciale il fatto di esplicitare degli elementi che caratterizzino l'impegno della pubblica amministrazione nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie.
In questo emendamento specifico si richiedeva di diffondere presso le pubbliche amministrazioni la conoscenza e l'applicazione trasparente del Codice degli Appalti, che è uno degli argomenti che sempre più spesso viene anche sollevato all'interno delle varie indagini, non tanto per una mancanza di volontà, quanto, alle volte, proprio per una mancanza di consapevolezza o di conoscenza nell'applicazione stessa e in quello che implicano alcune applicazioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Solo per intervenire in sostegno di questo emendamento. In realtà desideravo farlo già nel precedente, proprio perché, come ha appena specificato la consigliera Zottis, è evidente che c'è la necessità di indirizzare, di definire come obiettivo strategico il perseguimento di questi obiettivi. È evidente che la richiesta, anche da parte degli amministratori locali e delle realtà locali, è quella di avere sempre più un supporto da un punto di vista tecnico e divulgativo da parte delle Istituzioni superiori. Questo proprio per non lasciare da soli sia i tecnici che le realtà politiche che si occupano dell'applicazione degli stessi.
Per questo motivo penso che sia in questo particolare momento, con l'urgenza di intervenire da un punto di vista pratico, con la realizzazione di interventi di piccole, medie e grandi dimensioni, in risposta alla erogazione di fondi del Next Generation EU, è necessario e importante considerare questi obiettivi di valutazione ex post delle politiche pubbliche, della lotta alla criminalità organizzata e della conoscenza dell'applicazione trasparente del Codice degli Appalti alla base dei rapporti con le Istituzioni che, insieme alla Regione del Veneto, concorreranno a questi importanti obiettivi.
Per questo motivo ritengo che ci sia la necessità di approvare questo tipo di emendamenti. Apprezzo il fatto che sia, ovviamente, o dovrebbe essere quantomeno scontato, che ci sia una condivisione dell'impegno e dell'obiettivo da perseguire, ma proprio perché c'è questa condivisione, inserirlo all'interno della Missione 1 è essenziale. Limitarlo alla Missione 3 penso che sia sicuramente importantissimo, ma non impedisce l'inserimento nella Missione 1 di una specifica ulteriore in un programma strategico di questo tipo.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Parere contrario del relatore. Metto in votazione l'emendamento n. A0142.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione 3 "Ordine pubblico e sicurezza".
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, Rubrica Missione 03 ordine pubblico e sicurezza, Paragrafo Programma 03.02 sistema integrato di sicurezza urbana, pagina 130;194, aggiuntivo, che prevede:
- A pagina 130, alla fine, prima degli "Obiettivi strategici", dopo la parola "regionali "è aggiunto il seguente periodo:"; tenuto conto di quanto previsto a//'a1.13, comma 2, lett. b) e c) della disciplina regionale in punto di promozione e sostegno alle politiche integrate per la sicurezza (Legge regionale 23 giugno 2020, n. 24) si procederà alla sperimentazione di progetti funzionali all'intervento sulle cause e sui processi di esclusione, devianza e instabilità sociale, anche mediante interventi di riqualificazione urbana e territoriale, sostegno alle fasce deboli della popolazione e programmi di reinserimento e di mediazione social, nonché, in un quadro di polizia di comunità, a favorire i rapporti con e tra enti locali e cittadini per l'elaborazione e valutazione condivisa delle politiche di sicurezza sul territorio di riferimento",
conseguentemente è così modificato l'obiettivo "Promuovere partnership tra pubblico e privato per il benessere collettivo ":
dopo la parola "legalità" sono inserite le seguenti parole: ", nonché la promozione e il sostegno a favore interventi di natura sociale a carattere preventivo e di valutazione condivisa delle politiche di sicurezza."
- A pagina 194 dei risultati attesi dell'afferente programma (Programma 03.02 Sistema integrato di sicurezza urbana) è aggiunto il seguente e ulteriore punto:
"3- Promozione e di interventi di natura sociale a carattere preventivo e di valutazione condivisa delle politiche di sicurezza.".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per descrivere...

PRESIDENTE

Non vedo se mi ha chiesto la parola.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, l'ho già chiesta.

PRESIDENTE

Attenda un attimo. Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa.
Intervengo per descrivere questo emendamento, che è un emendamento importante per un motivo: essenzialmente porta all'interno del Documento di Economia e Finanza un aspetto della legge m. 24, approvata nel 2020, per cui non molto tempo fa, che riguarda la disciplina regionale per la promozione e il sostegno alle politiche integrate per la sicurezza. Si tratta, quindi, di trasferire all'interno del Documento di programmazione l'obiettivo che non è semplicemente sociale, ma riguarda il tema del sistema integrato di sicurezza urbana e prevede di poter procedere a sperimentazioni di progetti funzionali all'intervento sulle cause e sui processi di esclusione, devianze e instabilità sociale, mediante anche interventi di riqualificazione urbana e territoriale, e di sostegno alle fasce deboli della popolazione e programmi di reinserimento e di mediazione sociale, nonché in un quadro di polizia di comunità a favorire i rapporti con e tra Enti locali e cittadini per l'elaborazione e la valutazione condivisa delle politiche di sicurezza del territorio di riferimento.
Che cosa significa essenzialmente? Andare ad attuare quanto previsto dall'articolo 13, comma 2, lettere b) e c) della legge che prima ho citato e andare a fare in modo che questo rientri all'interno della pianificazione e della progettualità della Regione del Veneto. Questo, in ordine al fatto di andare a fare un'attività di prevenzione e di intervenire, anche seguendo un modello che è quello che ha ispirato anche in parte la definizione della legge, il modello anglosassone, che consente un'interlocuzione con i diversi enti e l'elaborazione di una strategia condivisa, anche con la popolazione e gli Enti locali.
So che c'è un parere negativo nella prima lettura o era stato lasciato in sospeso perché si riteneva fosse di esclusiva competenza dell'assessora Lanzarin.
Chiedo all'assessore Calzavara, dato che è materia applicativa della legge di sua competenza, che lui ha contribuito, anzi, ha scritto, ha proposto al Consiglio regionale nella scorsa legislatura, di valutare questo emendamento che ha l'obiettivo, visto che potete vederlo nella pagina successiva, di promuovere partnership tra pubblico e privato per il benessere collettivo, la promozione di interventi di natura sociale a carattere preventivo e di valutazione condivisa delle politiche di sicurezza.
Credo che sia semplicemente l'applicazione di quanto abbiamo votato insieme due anni fa e credo che sia doveroso proprio per l'obiettivo che questa importante legge si è posta.
In caso chiedo l'accantonamento, se ce n'è necessità.

PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Corazzari, ha chiesto la parola.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

L'articolo 13, comma 2, lettera b) riguarda "tipologie di interventi sulle cause e sui processi di esclusione, devianza, instabilità sociale, anche mediante interventi di riqualificazione urbana e territoriale, sostegno alle fasce deboli della popolazione e programmi di reinserimento e di mediazione che, per contenuti, non rientrano nelle attività della Missione 3, e che invece dovrebbero essere di competenza della Missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia" e della Missione 8 "Assetto del territorio ed edilizia abitativa"". In particolare, in riferimento all'articolo 13, comma 2, lettera c), non è chiaro com'è formulata, all'interno dell'emendamento, la definizione di polizia comunitaria, cui non si fa cenno, nella citata legge regionale 24/2020.
Rispetto all'elaborazione e valutazione condivisa delle politiche di sicurezza sul territorio (articolo 13, comma 2, lettera c)) si sottolinea che le politiche di sicurezza sul territorio sono gestite dal Ministero dell'Interno attraverso le Prefetture.
Per questi motivi non siamo in grado di dare parere favorevole.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Basta specificare che magari c'è la necessità di sostituire il termine, dato che il termine "polizia di comunità" è un termine usato ed equivale alle polizie di prossimità, di cui ci siamo anche occupati nella precedente legislatura, per eventualmente prevedere una modifica e, di conseguenza, renderla più adeguata a quanto voi, magari, andate a prevedere come dicitura più corretta.
Ritengo che bocciare un intervento che, alla fin fine, è sintesi di quanto previsto all'interno della legge che avete proposto e votato, e noi abbiamo supportato, sia controproducente da questo punto di vista.
Detto questo, mi rimetto, naturalmente, al volere della maggioranza. Dal nostro punto di vista, dal punto di vista di Europa Verde e di chiunque vorrà sostenere questo tipo di intervento, significa dare esplicita applicazione e priorità a un intervento previsto da una legge regionale e che agisce in un'ottica di prevenzione e di relazione con il territorio e con i cittadini, perché l'attività di prevenzione di comportamenti che possono essere fonte di rischio o addirittura di illecito è necessario farla insieme ai cittadini, pianificarla insieme agli Enti e ai cittadini che sono interessati a collaborare per questo scopo. Sennò ci perdiamo per strada e interveniamo esclusivamente ex post, senza essere realmente coscienti delle potenzialità che abbiamo all'interno del territorio per fare attività di prevenzione, che deve essere il nostro primo interesse, proprio perché nel momento in cui si agisce a danno fatto ci sono vite e persone che vengono, naturalmente, rovinate per questo.
Ritengo che questi aspetti siano di competenza di questo programma, proprio perché inseriti all'interno della legge ad hoc. Dispiace constatare che non vi sia una disponibilità semplicemente per un dubbio su un termine utilizzato, che magari può essere tranquillamente corretto, come fatto anche in altri casi, e magari una indisponibilità a inserire in una pianificazione per il prossimo anno e per i prossimi anni nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza una priorità così importante, dato che il tema della sicurezza dovrebbe essere, in realtà, considerato prioritario, specialmente dalla vostra parte politica.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie. Quindi, l'emendamento lo pongo in votazione?
Bene. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
Guardi, io tento anche, con i super poteri, ma non ci riesco. Non è serata. Pare di no.
Ragazzi, portate pazienza che prima o poi si apre.
Ti sento in forma, Gabriele.
Potete votare. Ricordo, parere contrario del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0143 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 03, pagina 130, riga 29, modificativo, che prevede:
Alla riga 29 di pagina 130 inserire le seguenti parole: "Alla luce delle grandi opere infrastrutturali previste per il prossimo triennio, in particolare di natura viaria e connesse al grande evento Cortina 2026, si ritiene necessario prestare particolare attenzione al crescente fenomeno legato alla presenza di organizzazioni criminali nel nostro territorio. Di conseguenza si intende promuovere l'adozione di un protocollo regionale sugli appalti pubblici, in coordinamento con le organizzazioni sindacali e del mondo cooperativo.".

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Porti pazienza. Non sto vedendo niente ancora. Scusi.
Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche su questo emendamento c'è il parere favorevole, ma lo voglio illustrare soltanto perché è un tema che ha raccolto e sollevato il Presidente Zaia nel corso del suo intervento oggi in Aula e che quindi mi sembra non solo opportuno, ma anche intelligente accogliere nel testo del DEFR, cioè il riferimento al fatto che il grande evento delle Olimpiadi di Cortina 2026 è un'opportunità straordinaria per la nostra Regione, ma che ci obbliga ad un supplemento di attenzione rispetto a fenomeni di infiltrazione criminale che in quei grandi appalti possono inserirsi.
L'ha detto, ripeto, il Presidente Zaia nel suo intervento. Mi pare opportuno il parere favorevole a questo emendamento, con il quale chiedo alla Regione di prestare particolare attenzione al crescente fenomeno legato alla presenza di organizzazioni criminali nel nostro territorio, con un'attenzione particolare ai cantieri e agli appalti di Cortina 2026.
Ringrazio quindi l'Assessore e il relatore Sandonà per il parere favorevole.

PRESIDENTE

Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Anche in questo caso chiediamo una modifica: essenzialmente che l'inserimento si fermi a "nel nostro territorio". Quindi, "alla luce delle grandi opere infrastrutturali previste per il prossimo triennio, in particolare di natura viaria e connesse al grande evento Cortina 2026, si ritiene necessario prestare particolare attenzione al crescente fenomeno legato alla presenza di organizzazioni criminali nel nostro territorio". Punto.

PRESIDENTE

Viene accettata dalla presentatrice la formulazione proposta dalla Giunta. Quindi, con questa modifica pongo in votazione l'emendamento n. A0143. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo alla Missione 4 "Istruzione e diritto allo studio".
Emendamento n. A0032 presentato dalla consigliera Baldin, Oggetto Missione 04 Istruzione e diritto allo studio, pagina 131, riga 7, modificativo, che prevede:
Sostituire le parole "il mercato del lavoro ai fini dello sviluppo del capitale umano, obiettivo primario delle politiche regionali" con le parole "attori terzi, ai fini dello sviluppo e della crescita umana e sociale, obiettivo primario delle politiche regionali".
Baldin, chiede la parola. Ne ha facoltà. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questa è la Missione "Istruzione e diritto allo studio" e, come dicevo in premessa, ho fatto mie le proposte del mondo studentesco, dei giovani studenti, quindi con questo emendamento si intende sostituire le parole "il mercato del lavoro ai fini dello sviluppo del capitale umano, obiettivo primario delle politiche regionali" con le parole: "attori terzi ai fini dello sviluppo e della crescita umana e sociale, obiettivo primario delle politiche regionali".

PRESIDENTE

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Altro tema molto importante: la scuola e il diritto allo studio. Faccio un passaggio, visto che si parla di un tema così delicato, di alcune righe che ci hanno scritto nelle osservazioni che sono arrivate, dove dicono: "Il Veneto ha bisogno di una scuola pubblica moderna, inclusiva, nazionale e che sia saldamente proiettata e aperta all'Europa e al mondo, ed è per questo che va respinta qualsiasi idea di regionalizzazione e ripiegamento localistico della scuola. Condividiamo gli obiettivi di riduzione del numero degli alunni per classe e il rafforzamento della rete scolastica nel territorio. A questo fine è necessaria una programmazione pluriennale di interventi, a partire dal monitoraggio e dall'individuazione dei fabbisogni reali di edifici, spazi e organici nelle strutture scolastiche, più che mai necessari anche per garantire le attività in presenza e in sicurezza nelle fasi emergenziali".
Chiudo con quest'ultimo passaggio, quando si parla di diritto allo studio, molto importante: "Interventi che devono garantire nuovi e moderni ambienti scolastici, la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, il cablaggio degli edifici, la tutela della salute e della sicurezza per tutta la comunità scolastica, l'adeguatezza e la stabilità degli organici, la qualità dell'apprendimento e l'accessibilità delle strutture fisiche e degli strumenti di teledidattica a distanza".
Si potrebbe continuare, non è il caso, è tardi. Altro tema molto importante, quando si parla dell'istruzione e della scuola, perché l'istruzione e la scuola non passano solamente attraverso – guardo il consigliere Pan, che so essere addetto ai lavori – quello che accade all'interno della scuola, all'interno del plesso scolastico, nel rapporto che c'è nella classe; ma mettere i nostri ragazzi in condizioni di studiare, in condizioni di avere un diritto allo studio, se di diritto si tratta, parte dal mezzo che prendono la mattina, confortevole, una tassa scolastica universitaria in proporzione vera ai redditi, che quindi che una famiglia sia in grado di pagare; portare al minimo gli indicatori di riferimento che dopo vanno a calcolare le rette; fare una politica abitativa seria; fare una politica anche di cablaggio delle strutture che vengono frequentate da questi ragazzi; non mettere in condizione di dover spendere 20 euro per una connessione un ragazzo che magari si mantiene lavorando.
Intervengo solo una volta su questo tema, ma ci tenevo a leggere questo passaggio di queste bellissime osservazioni che ha presentato la CGIL sul tema della scuola: per dire, appunto, come, quando si parla di certi temi, è una cosa immersa, è una cosa che va oltre, una cosa enorme. Noi magari poco possiamo fare, perché spesso siamo legati a politiche del legislatore primario, in alcuni casi, quindi possiamo intervenire in alcuni casi marginalmente. Ma in alcuni altri casi possiamo intervenire invece in maniera complessiva, seria.
Sembra una fesseria, ma uno studente che va la mattina a scuola e trova un treno che lo porta in orario, che non ha il problema di dover andare mezz'ora prima, perché se perde quel treno, magari salta l'esame o arriva in ritardo, è un modo per aiutare gli studenti.
Il fatto che ci siano alloggi, così qualcuno può dire: "Dormo li", anziché fare due ore di viaggio dopo una giornata di scuola, università, è un modo per aiutarli; il fatto di avere delle aule-studio. Sapete quante aule-studio mancano? Nella città dove vivo, ce n'era una dai preti: quando l'hanno chiusa per fare i lavori abbiamo ospitato i ragazzi nella sede del PD per farli studiare. Forse qualcuno ride, ma noi stiamo parlando di PNRR stasera, di digitalizzazione, di transizione ecologica, di transizione informatica. Ci sono ragazzi che non hanno le aule-studio per studiare in alcuni territori del Veneto.
È simpatico, sì. Perché? Perché dice: "Non ci sono i preti, li hanno ospitati loro". Stiamo parlando delle nostre università, che spesso sfornano le migliori menti, che ci danno orgoglio in tutto il mondo. Questi, spesso, se non vivono in una grande città, come Padova, come Venezia, come Vicenza, nelle comunità più piccole non hanno le aule-studio dove andare a studiare. Un po' il Patronato, un po' il seminario, un po' a casa di qualcuno. Mentre noi parliamo di digitalizzazione, di transizione energetica, di idrogeno, di impatto zero, di tutto, c'è qualcuno che non sa ancora dove andare a studiare con il classico libro, carta e penna. Se è fortunato, la mattina va a prendere il treno per andare a Rovigo e ha solo mezz'ora di ritardo, nel migliore dei casi; augurandoci che magari al ritorno, se è senza mezzo, lo vada a prendere il papà e non trovi un incidente sulla Romea. Altrimenti, se questo poverino non ha 300-400 euro al mese per dormire dove studia, dopo un anno si stanca di studiare e dice: "Chi me lo fa fare?".
Anche attraverso queste piccolezze si incentivano i nostri giovani a studiare, si incentivano i nostri giovani a non mollare, si stimolano i nostri giovani a mettere in campo il meglio di sé. C'entrerà poco con l'emendamento, però, siccome è un tema importante, perché dalla scuola passa il vivaio di chi domani diventerà medico, di chi domani diventerà docente... I ragazzi che oggi sono nelle scuole sono quelli che ci cureranno quando un giorno noi diventeremo anziani e, se Dio vuole, avremo bisogno di un dottore. I ragazzi che oggi sono nelle scuole sono quelli che domani progetteranno i ponti su cui i nostri figli passeranno.
Bisogna cominciare da subito a incentivare, a dire che le menti migliori non si devono fermare per delle difficoltà, magari, logistiche, che non c'entrano niente con l'intelligenza o la preparazione di una persona.
Anche se questo emendamento c'entra poco con quello che ho detto è un tema così importante che credo che parlarne c'entri sempre e sia sempre importante.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Prego, Assessore.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Solo per motivare il no a questo emendamento, che la struttura mi segnala non chiarissimo rispetto all'attuale scrittura dell'articolo. Anticipo – non credo che lo vedremo immediatamente perché sarà accantonato – che accoglieremo parte di questo emendamento soprattutto nella sostituzione delle parole "capitale umano e della crescita umana e sociale".
Quella parte la accoglieremo nel successivo emendamento. Questo, invece, lo rigettiamo e non lo accogliamo.

PRESIDENTE

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Un piccolo inciso anche per stemperare un po' gli animi.
Assessore, ogni volta che dico qualcosa di romantico su un emendamento c'è un problema tecnico. Ogni volta che c'è un'arringa romantica c'è un problema tecnico! Era per stemperare un po'. Però, Assessore, noi non molliamo. Abbiamo fiducia nel suo operato e la convinceremo del contrario.

PRESIDENTE

Il suo romanticismo è assolutamente incompreso.
Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Presidente, lo ritiro in previsione dell'approvazione del successivo.

PRESIDENTE

Mi sembra un'ottima scelta, però il n. A0144 viene accantonato perché la parte da assestare è in elaborazione.
Il n. A0145 viene accantonato.
Emendamento n. A0146 presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Camani, Possamai Giacomo, Montanariello e Zanoni, missione 04, pagina 131, riga 13, modificativo, che prevede:
Alla riga 13 della pagina 131 dopo le parole: "settori produttivi regionali" sono aggiunte le seguenti parole:
"La Regione si impegna ad attivarsi nelle sedi competenti per l'ampliamento degli accessi alle facoltà universitarie, con particolare riguardo alla facoltà di medicina. Tenuto conto della carenza di personale sanitario ritiene altresì necessario attivarsi, in coordinamento con il Ministero della Sa/tute, affinché siano incrementati i finanziamenti per le borse di studio delle scuole di specializzazione medica.".
Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento pone la questione sull'ampliamento degli accessi alle Facoltà universitarie. In questo caso ci riferiamo particolarmente a quelle di Medicina. Già ne abbiamo discusso in Consiglio a seguito di una mozione, quindi va sempre in quel senso, perché credo che veramente bisogna iniziare a investire tantissimo sull'università.
Sappiamo perfettamente che non tutti potranno essere accolti, a meno che non vengano fatti degli investimenti e credo che la Regione debba quantomeno mettersi nella Conferenza Stato-Regioni a insistere proprio per l'apertura delle nostre Facoltà.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il n. A0147 è accantonato.
Emendamento n. A0035 presentato dal consigliere Baldin, Oggetto Missione 04 Istruzione e diritto allo studio, pagina 131, riga 16, modificativo, che prevede:
Sostituire le parole "Diritto allo Studio Universitario" con le parole "diritto allo studio in ogni ordine e grado di istruzione, anche".
Lo diamo per letto.
Parere favorevole del relatore. Metto in votazione l'emendamento n. A0035.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'emendamento n. A0148 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 04, pagina 131, riga 15, modificativo, che prevede:
Alla pagina 131, riga 15 sostituire le parole "attraverso l'erogazione di contributi dedicati" con le seguenti parole:
"attraverso il rapido trasferimento delle risorse agli Atenei per l'erogazione alle studentesse e agli studenti delle borse di studio, attraverso l'individuazione di contributi straordinari finalizzati al sostegno del diritto allo studio in epoca pandemica e attraverso la erogazione di servizi, alloggi e ristorazione, adeguati alla dimensione della popolazione universitaria veneta".
Collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento a mio giudizio importante, che ha un parere favorevole, quindi intervengo solo per illustrarlo brevemente.
È un emendamento con il quale chiediamo alla Giunta di impegnarsi affinché le risorse per l'erogazione delle borse di studio che vengono trasferite agli atenei vengano trasferite rapidamente.
Questo è un impegno importante, non sempre rispettato in questi anni dalla Regione che, se invece accolto, consentirebbe agli Atenei di poter fare affidamento velocemente su queste risorse e di poter non rimanere esposti con importanti e ingenti capitali per l'erogazione delle borse di studio.
Mi sembra un impegno importante. Ringrazio l'Assessore per il parere favorevole.

PRESIDENTE

Grazie.
Calzavara, vado sulla fiducia perché non vedo niente dallo schermo. Comunque, vado sulla fiducia, perché non posso rallentare i lavori.

Ass.re Francesco CALZAVARA

C'è una richiesta, anche in questo caso, di modifica. Il testo sarebbe "attraverso il rapido trasferimento delle risorse agli Atenei per l'erogazione alle studentesse e agli studenti delle borse di studio.", quindi senza poi "attraverso l'individuazione...".

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Accolgo la riformulazione, naturalmente.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0148, così riformulato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0149 presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello e Zanoni, missione 04, pagina 131, riga 15, modificativo, che prevede:
Alla riga 15 della pagina 131, dopo le parole: "contributi dedicati", sono aggiunte le seguenti parole:
"ponendosi l'obiettivo di garantire l'assegnazione delle borse di studio agli studenti universitari idonei, superando la categoria "dello studente idoneo non beneficiario" che pur avendo titolo non diviene assegnatario di una borsa di studio per mancanza di fondi,".
Ha chiesto la parola, vero? Non la vedo.
Prego, Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento pone la questione dei contributi per quanto riguarda le borse di studio. Siccome ci sono delle borse di studio che vengono accolte anche in base alla disponibilità delle somme; le altre sono praticamente per studenti idonei non beneficiari: sono gli studenti che di fatto hanno diritto, ma non ne beneficiano perché manca la disponibilità.
Chiediamo che tutti abbiano la possibilità di partecipare, non solo avendone diritto, ma anche, effettivamente, che ottengano la disponibilità economica in premessa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. A0149. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0033 presentato dalla consigliera Baldin, Oggetto Missione 04 Istruzione e diritto allo studio, pagina 131, riga 18, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "libero accesso all'istruzione" aggiungere le parole "a prescindere dalla condizione economica e sociale di appartenenza".
Collega Baldin prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento che proviene dalle associazioni studentesche. In sostanza, si chiede che la corresponsione di contributi da parte della Regione per il diritto allo studio sia fatta a prescindere dalla condizione economica e sociale di appartenenza.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Parere contrario del relatore. Metto in votazione l'emendamento n. A0033.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0034 presentato dalla consigliera Baldin, Oggetto Missione 04 Istruzione e diritto allo studio, pagina 131, riga 22, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "Fondo Sociale Europeo" aggiungere le parole ", anche erogando contributi mirati in particolare alla connessione internet, all'accesso ai dispositivi digitali, alla mobilità studentesca, alla riduzione del caro libri, a favore delle fasce più fragili e a rischio di abbandono scolastico. La Regione interviene, per quanto di propria competenza, al fine di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine sociale, materiale ed economico, per permettere a tutti gli studenti di formarsi in modo compiuto".
Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Dispiace che vengano bocciati emendamenti di tale importanza, che provengono, come vi dicevo, da giovani studenti.
Questo è sulla stessa linea d'onda e chiede di aggiungere le parole, dopo "Fondo sociale europeo", "anche erogando contributi mirati in particolare alla connessione internet, all'accesso ai dispositivi digitali, alla mobilità studentesca, alla riduzione del caro libri a favore delle fasce più fragili e a rischio di abbandono scolastico. La Regione interviene, per quanto di propria competenza, al fine di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine sociale, materiale ed economico per permettere a tutti gli studenti di formarsi in modo compiuto". Credo che questo sia anche un chiaro riferimento alla nostra Costituzione democratica.

PRESIDENTE

Grazie.
Non ha scosso la sensibilità del relatore che propone il parere contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0034.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0086 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 131, riga 22, aggiuntivo, che prevede:
A p. 131, Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", alla riga 22 della pagina, dopo le parole "nel contesto del Fondo Sociale Europeo.", aggiungere le parole "I contributi dedicati a garantire il diritto allo studio dovranno essere mirati anche ad aspetti quali la connessione internet, i dispositivi digitali, i trasporti pubblici, al fine di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine sociale, materiale ed economico e permettendo a tutti gli studenti di formarsi in modo compiuto.".
Ostanel chiede la parola. Ne ha facoltà.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo, e non sono intervenuta sugli altri simili, perché questo del tema studentesco è un tema molto importante. Io credo, stiamo passando veloci su alcuni emendamenti anche di principio, che però dovrebbero e potrebbero essere, io credo, recepiti. Uno è quello che sto presentando. Prima nell'Ufficio di Presidenza si proponeva una modifica, almeno di togliere le cose troppo vincolanti in termini di esempio, dove citavo ad esempio la connessione internet, i dispositivi digitali, i trasporti pubblici, però, il principio che questo emendamento tende a inserire nel DEFR è che i contributi che la Regione del Veneto dà, dedicati a garantire il diritto allo studio, dovranno essere mirati a togliere tutti gli ostacoli di ordine sociale, materiale ed economico permettendo a tutti gli studenti di formarsi in modo compiuto. Perché intervengo su questo emendamento? Perché prima ne abbiamo visti bocciati alcuni, io credo, rilevanti. Sugli idonei non beneficiari, prima, nell'Ufficio di Presidenza, si discuteva se esistessero o meno. Ecco, mi dispiace che non ci sia l'assessora Donazzan, ma anche solo nella Provincia di Verona ci sono stati 500 idonei non beneficiari nel 2021, quindi 500 studenti che avevano tutto il diritto rispetto alla loro condizione economica di beneficiare di una borsa di studio e questo non è avvenuto.
Per l'Assessora, magari domani glielo diciamo, ma esistono gli idonei non beneficiari. Dovremmo intervenire, ad esempio, e ci saranno altri emendamenti su questo tema, per far sì che la Regione del Veneto sia anche quella che adegua le soglie ISPE a 50.000 euro. Ad oggi siamo a 36.000 euro, quindi abbiamo pochissime famiglie che possono accedere a questi benefici. Guardate che le altre Regioni hanno già aumentato la soglia ISPE a 50.000. Queste sono misure sociali importantissime proprio per quelle famiglie di cui parlavo anche oggi nella mia introduzione e discussione generale al DEFR. Se noi pensiamo che ci saranno sempre più famiglie colpite dalla crisi, sappiamo anche che ci saranno sempre più famiglie che faticano a sostenere i propri ragazzi e ragazze nell'andare all'Università.
Questo è un emendamento molto generico, io credo anche accettabile con la modifica che è stata proposta nell'Ufficio di Presidenza. I temi sul diritto allo studio sono tanti e io credo che alcuni emendamenti debbano essere, spero, accettati anche nella direzione di fare un lavoro di miglioramento nell'accesso allo studio in questa Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Era solo per motivare il non accoglimento di questi due emendamenti, perché accantonando l'emendamento n. A0145, a pagina 26, che abbiamo parzialmente accolto, accogliendo quell'emendamento di fatto si vanno ad annullare i due successivi. L'emendamento dice: "Al fine di permettere agli studenti delle fasce più fragili e a rischio di abbandono scolastico di formarsi in modo compiuto. La Regione si impegna a rimuovere tutti gli ostacoli di ordine sociale, materiale ed economico". Questo lo vedremo domani, è accantonato, però riteniamo che, accogliendo quell'emendamento, in qualche modo assorbiamo anche gli altri due.

PRESIDENTE

Accantoniamo il n. A0086. Però, se diamo un'indicazione di questo tipo parlando, probabilmente anche la collega Ostanel chiede l'accantonamento.
Il n. A0151 viene accantonato.
Il n. A0150 pure.
Emendamento n. A0286.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo è in linea con gli altri presentati dai colleghi, proprio per cercare di assicurare un aiuto agli studenti che hanno i titoli per ottenere il sostegno e in questo momento non l'ottengono. È un tema di disponibilità finanziaria, che ha già illustrato l'assessore Calzavara. Mi dispiace di questo, quindi lo ritiro.

PRESIDENTE

È ritirato l'emendamento n. A0286.
Andiamo alla Missione 5, pagina 38 "Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali".
Emendamento n. A0087 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 132, riga 12, modificativo, che prevede:
A pag. 132, Missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", alla riga 12 della pagina, dopo le parole "Date queste premesse si intende", sostituire la parola "proseguire" con la parola "concludere".
Non vedo interventi.
Ad alcuni sta facendo il download. Portate pazienza.
Aggiunti gli ordini del giorno, li trovate in fondo.
Metto in votazione l'emendamento n. A0087, col parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0036 presentato dalla consigliera Baldin, Oggetto Missione 05 Tutela e valorizzazione beni e attività culturali, pagina 132, riga 22, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "sostenibili come richiesto dall'Agenda 2030." è aggiunto il periodo: "Si ritiene inoltre fondamentale che il patrimonio culturale e artistico del Veneto sia patrimonio comune delle giovani generazioni, obiettivo da perseguire anche con il sostegno a scontistiche e abbonamenti dedicati per i giovani che divorano nel territorio veneto e con la promozione di un dialogo proficuo fra le giovani generazioni e le fondazioni culturali della Regione".
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

In questo emendamento si pone l'attenzione sulle giovani generazioni. In particolare dopo le parole "'sostenibili, come richiesto dall'Agenda 2030', è aggiunto il periodo: "si ritiene inoltre fondamentale che il patrimonio culturale e artistico del Veneto sia patrimonio comune delle giovani generazioni, obiettivo da perseguire anche con il sostegno a scontistiche e abbonamenti dedicati per i giovani che dimorano nel territorio veneto e con la promozione di un dialogo proficuo tra le giovani generazioni e le fondazioni culturali della Regione'".
Vorrei ricordare che questa pratica è già in essere in diverse realtà, in diverse Regioni, e credo che anche il Veneto su questo debba fare la differenza in positivo.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0036. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A0152 è accantonato.
L'emendamento n. A0153 pure.
Emendamento n. A0287 presentato dal consigliere Lorenzoni, Oggetto Missione 05 Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, pagina 133, riga 19, modificativo, che prevede:
Inserire nell'obiettivo strategico "Potenziare l'offerta culturale" l'obiettivo prioritario: "-Assicurare le condizioni di sostenibilità all'attività didattica dei 7 Conservatori musicali in Regione".
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che ho sentito di fare dopo aver ricevuto diverse sollecitazioni da parte dei Direttori dei Conservatori del Veneto. Mi pare importante, nell'obiettivo strategico "Potenziare l'offerta culturale" avere un obiettivo prioritario che esplicitamente si rifaccia al mantenimento di questo patrimonio culturale, che sono i nostri Conservatori, che credo siano una unicità a livello nazionale. Non credo ci siano altri territori che hanno una molteplicità di presenza di formazione musicale come quella che abbiamo in Veneto.
Sono in grossa difficoltà. Il rischio è che siano costretti a ridurre l'attività, se non a chiudere. Penso che nominarli esplicitamente, richiamare la loro attività e identificarla come "prioritaria" sia, in un certo senso, dovuto verso queste persone, che aggiungono alla loro professione tanta passione e tanto volontariato, anche, che credo meriti il supporto di tutti.
Per questo, ho trovato queste parole per portarli tra le priorità dell'azione di questo Consiglio. Non so se siano le parole giuste o se non siano le parole giuste, nel senso che non vorrei che implicassero impegni di spesa che in questo documento non possiamo richiamare. Se ci fossero parole diverse, ma altrettanto efficaci per richiamare questa priorità credo sarebbe opportuno che noi le utilizzassimo e richiamassimo questa presenza culturale, che ritengo sia uno degli orgogli del nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0287. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione "Politiche giovanili e sport".
Emendamento n. A0037 presentato dalla consigliera Baldin, Oggetto Missione 6 Politiche giovanili, pagina 134, riga 7, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "(cittadinanza attiva)." è aggiunto il paragrafo: "A tal fine, appare di fondamentale importanza un percorso fondato sulla piena partecipazione e il costante dialogo con i soggetti interessati, ivi compresi gli organismi preposti alla rappresentanza giovanile quali, in particolare, il Coordinamento Regionale delle Consulta Provinciali degli Studenti del Veneto e il Comitato Regionale di Coordinamento delle Università del Veneto.".
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Anche questa è una richiesta degli studenti per la quale si aggiunge, dopo le parole "Cittadinanza attiva" il paragrafo "a tal fine appare di fondamentale importanza un percorso fondato sulla piena partecipazione e il costante dialogo con i soggetti interessati, ivi compresi gli organismi preposti alla rappresentanza giovanile, quale in particolare il coordinamento regionale delle Consulte provinciali degli studenti del Veneto e il Comitato regionale di coordinamento delle Università del Veneto". Mi spiace che manchi l'assessore Donazzan, ma sono convinta che lei lo avrebbe approvato.

PRESIDENTE

Mi pare che Sandonà non subisca questo tipo di tranelli.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0037. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A0154 è accantonato.
È accantonato l'emendamento n. A0038.
È accantonato l'emendamento n. A0155.
Io ragiono sui numeri degli emendamenti.
Emendamento n. A0288 presentato dal consigliere Lorenzoni,
Chiede la parola? Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Di questo abbiamo discusso con l'assessore Calzavara, che ringrazio. C'era una formulazione che era poco chiara nel testo e avevo cercato di migliorarla riportandola su degli obiettivi più centrati su quello che era l'obiettivo strategico, però non abbiamo trovato una formulazione comune, per cui lo ritiro.

PRESIDENTE

Ritirato il n. A0288.
Andiamo al n. A0289, sempre del collega Lorenzoni. Viene accantonato anche il n. A0289.
Missione 7 "Turismo".
Emendamento n. A0156 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, missione 07, pagina 136/137, modificativo, che prevede:
All'inizio di pagina 136 aggiungere la seguente premessa: "I grandi cambiamenti intervenuti in questi anni, che hanno riguardato sia il lato della offerta che della domanda, con l'emergere di nuovi mercati, le innumerevoli possibilità legate alla mobilità delle persone e le innovazioni legate alla digitalizzazione, impongono, dopo oltre 7 anni dall'approvazione della legge sul turismo e un lungo, ed in certi casi difficoltoso, percorso di definizione, di rivedere alcune scelte strategiche operate allora, per verificarne attualità ed efficacia. In particolare, la definizione della destinazione turistica come unicamente orientata all'offerta, le diversità profonde nei risultati raggiunti dalle diverse OGD, che andrebbero valutate impostando un set di indicatori precisi e puntuali, i limiti riscontrati nella governance del comparto necessitano di una fase di approfondimento e verifica".
E conseguentemente, a pagina 137 aggiungere tra gli obiettivi strategici il seguente:
Verifica ed eventuale aggiornamento nella legge regionale n. 11 del 2013.".
Lo diamo per letto.
Collega Lorenzoni, ha chiesto la parola? Era per prima? Benissimo.
Non vedo interventi, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0156, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, Rubrica Missione 07 Turismo, Pagina 136, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 136, terzo capoverso, dopo la parola "aspetti" è aggiunta la seguente frase: ", attribuendo comunque priorità a pratiche che siano sia socialmente che ambientalmente sostenibili:".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie infinite, Presidente.
Pur essendo citato il tema del turismo sostenibile nelle missioni specifiche, nelle pagine successive della Nota, oggi vi proporrei, all'interno della Missione 7 "Turismo", una specifica più evidente fin dal principio di un obiettivo che ci dobbiamo naturalmente porre da un punto di vista politico, che è quello di dare priorità a pratiche turistiche che siano socialmente e ambientalmente sostenibili.
Questa è la proposta dell'emendamento, proprio per stare al passo con quelle che sono le priorità di tipo organizzativo e di pianificazione rispetto al tema turismo, e sapendo, credo, di una approvazione, me ne felicito e ringrazio della disponibilità che ovviamente è dovuta al fatto che questo sicuramente è uno degli obiettivi su cui si deve basare tutta la pianificazione del turismo e delle opere che, di conseguenza, saranno necessarie per questo.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002, col parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0157 viene accantonato.
Emendamento n. A0290 presentato dal consigliere Lorenzoni, missione Turismo, pagina 137, riga 12, modificativo, che prevede:
Inserire nell'obiettivo strategico "Sviluppare relazioni con i mercati nazionali e internazionali" l'obiettivo operativo prioritario "-Sostenere la candidatura delle località venete per ospitare manifestazioni sportive e culturali di livello internazionale".
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento volto solo a dare indicazioni molto operative, molto specifiche all'attività della Giunta.
Abbiamo visto quali siano le ricadute sul territorio di iniziative come quelle delle Olimpiadi, ma ce ne sono moltissime di manifestazioni di tipo sportivo e di tipo culturale che possono diventare degli attrattori di persone, di flussi di denaro, di attenzione verso la nostra Regione.
Era teso, questo emendamento, a stimolare un comportamento attivo nella ricerca di portare in Regione iniziative di livello internazionale.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0290, col parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0158 presentato dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis, Missione 07, pagina 137, modificativo, che prevede:
A pagina 137, nell' obiettivo strategico "Potenziare l'offerta culturale", aggiungere il seguente obiettivo operativo prioritario:
"- sviluppare nuove professionalità nel turismo.".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0158, parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0291 presentato dal consigliere Lorenzoni, Oggetto Missione 07, pagina 137, riga 23, modificativo, che prevede:
Inserire dell'obiettivo strategico "incentivare il turismo sostenibile e la diffusione della mobilità dolce l'obiettivo operativo prioritario "-Promuovere percorsi di visita del territorio veneto in bicicletta su sedi protette e sicure garantendo i servizi di assistenza, ristorazione, ospitalità e accessibilità.".
Mi sembra che il relatore sia favorevole.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
Questo, ancora una volta, per cercare di dare indicazioni di concretezza, di misure mirate al fine di promuovere la mobilità dolce. Si è parlato in diverse occasioni in questo Consiglio della potenzialità di crescita di questo tipo di turismo all'interno della nostra Regione.
Ho ritenuto di specificare un obiettivo prioritario nella promozione di percorsi di visita del territorio in bicicletta su sedi protette e sicure, garantendo i servizi di assistenza, ristorazione, ospitalità e accessibilità. Costruire percorsi agevoli per il turista in bicicletta è importante. Che i ristoranti abbiano il deposito per le biciclette, che gli alberghi abbiano il deposito per le biciclette, che siano presenti i servizi, il meccanico piuttosto che chi possa fornire assistenza a chi gira in bicicletta, è fondamentale. Qualche volta bastano piccoli interventi di sostegno e si riescono a creare percorsi che diventano fortissimi attrattori dei flussi turistici.
Ringrazio per il parere favorevole.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0291. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Missione 8 "Assetto del territorio ed edilizia abitativa".
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, Rubrica Missione 08 Assetto del territorio ed edilizia abitativa, pagina 139, riga ottava, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 139, ottava riga, dopo le parole "degrado sociale" sono aggiunte le seguenti parole:
"nonché attraverso la promozione delle buone pratiche vo/te alla valorizzazione e al potenziamento del verde pubblico e privato come fonte di mitigazione climatica e di accrescimento del benessere abitativo nelle aree più urbanizzate.".
Anche qui mi sembra che il relatore sia favorevole.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per precisare che questa tipologia di intervento prevede la valorizzazione del verde pubblico e privato proprio nell'ottica di mitigazione climatica e accrescimento del benessere abitativo nelle aree più urbanizzate: un obiettivo che è da perseguire ed è sicuramente prioritario. Per cui, ringrazio per averlo approvato. Sicuramente sarà interessante capire come andarlo poi a declinare all'interno degli impegni delle politiche della Regione del Veneto nei confronti anche dei territori.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0160 presentato dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello e Zottis, Missione 08, pagina 139, riga 26, che prevede:
Alla riga 26 di pagina 139 dopo le parole "in chiave sostenibile dei percorsi." inserire le seguenti parole:
"Alla luce dei dati del rapporto ISPRA 2021 (dati 2020 cottimo suolo), che vede il Veneto al secondo posto tra le regioni italiane che consumano più suolo, è necessario rivedere le leggi regionali n. 14/2017 "Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo" e n. 14/2019 "Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territorio e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio".

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo do per letto. Grazie.

PRESIDENTE

Bene, grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0160. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0159 presentato dai consiglieri Montanariello, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Zanoni e Zottis, Missione 8, pagina 139, modificativo, che prevede:
Tra gli Obiettivi operativi prioritari dell'Obiettivo strategico "Migliorare i servizi pubblici e le infrastrutture (edilizia residenziale, scuole, ecc.)." inserire il seguente:
"- Favorire l'acquisto di alloggi già esistenti in ambiti urbanizzati.".
Il parere è favorevole. Attenzione con gli interventi.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, chiedo di dirmi il parere alla fine, perché voglio discutere senza preconcetti e senza pregiudizi.

PRESIDENTE

Avvocato, le assicuro che più parla e più perde la causa, in questo caso.
Prego, Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, pochi minuti fa una persona di cui ho molta stima mi ha detto: "Non siamo qui a cambiare le sorti del mondo", quindi posso anche permettermi il lusso che non passi. L'importante è comunicare il messaggio che io voglio comunicare e che sono certo che voi saprete cogliere.
Con questo emendamento chiedo di inserire a pagina 39, tra gli obiettivi operativi prioritari dell'obiettivo strategico "Migliorare i servizi pubblici e le infrastrutture, edilizia residenziale, scuole eccetera" il seguente obiettivo: favorire l'acquisto di alloggi già esistenti in ambiti urbanizzati. Perché dico questo? Perché avete fatto una bella premessa dove si parla di sostenibilità ambientale nelle trasformazioni di consumo del suolo, azzerare l'incremento del consumo del suolo entro il 2050, le infrastrutture verdi, il riordino urbano. Questo emendamento riesce a mettere insieme 2 o 3 filoni di pensiero importanti non solo nell'ottica del recupero del consumo del suolo e di quanto abbiamo detto, ma anche perché parlavamo prima - Presidente, mi rivolgo a lei, che so essere persona attenta a certe sensibilità, non che gli altri colleghi non lo siano - dell'importanza che mai come in questo momento sta assumendo il fatto di dare l'aiuto (chiamiamolo così in maniera spuria) alla casa. Perché? Perché la casa ormai non è più un problema, come dicevamo prima, solamente di chi come una volta si rivolgeva all'aiuto dell'alloggio ERP, del social housing, dell'alloggio pubblico perché magari aveva una condizione di difficoltà economica. Oggi, anche chi lavora si trova nella difficoltà di poter avere una casa, perché per avere il mutuo devi avere più garanzie che altro, perché, come dicevamo prima, il proprietario di una casa, quando va in agenzia, la prima cosa che ti chiede è: "Che lavoro fai, che garanzie mi dai?"
Molto spesso sono gli stessi lavoratori, quello stesso popolo produttivo veneto che si trova in difficoltà per poter avere un alloggio anche da comprare in affitto. A maggior ragione il rilancio delle politiche abitative. E per fare questo che si faccia con gli alloggi ERP, che si faccia col social housing, che si faccia con altre formule, comunque ci vogliono fisicamente gli alloggi.
Mi vengono in mente, ad esempio, problemi che ci sono in alcuni territori come Venezia: come lo spopolamento. Noi potremmo mettere insieme, da una parte, il fatto di dare risposte a tutti questi problemi che dicevamo prima, che vanno dallo spopolamento al problema di recepire un'abitazione molto spesso anche per chi non è in difficoltà, messi insieme proprio con quegli obiettivi strategici che voi dicevate nelle premesse, che sono andare contro il consumo del suolo, entro il 2050, le aree verdi e quant'altro, e quindi, mettendo insieme tutte queste cose, favorire, da parte dei residenti, con alcune politiche, l'acquisto già esistente in ambiti urbanizzati è una cosa che aiuta.
Chiudo, ricordando il periodo in cui c'era la legge speciale per Venezia e Chioggia. La città di Chioggia cominciava ad andare incontro a problemi di spopolamento. L'allora Amministrazione, utilizzando i fondi della legge speciale, dava un contributo a chi acquistava gli alloggi in centro storico, così come è stato fatto a Venezia. La città di Chioggia, in pochi anni è arrivata a 60.000 abitanti; oggi ne ha 48.300. Questo è un segnale che quando tu in qualche modo cerchi di aiutare il cittadino a non spostarsi, a combattere il mercato del caro-mattone, o con altre formule che si possono mettere in campo, tu stai aiutando un pezzo di popolo veneto, stai mettendo in moto un'economia. Perché chi ha un aiuto, quando va a stare all'interno di un alloggio, quello è casa sua: la migliora, si fa il debito per fare la facciata, si fa il finanziamento per fare l'armadio a muro, mette in moto un'economia.
Mettendo insieme tutti questi piccoli segmenti, se è vero che dall'edilizia parte spesso la rimessa in moto dell'economia, si può fare attraverso una logica green, una logica territoriale, una logica che va contro gli spopolamenti, che va contro il consumo del suolo. Secondo me, quindi questo emendamento è molto importante, perché mette insieme tanti piccoli pezzi: forse non cambieremo le sorti del mondo, come dice qualcuno, è vero. Però la finalità di dire che noi crediamo in questo, che noi crediamo nell'aiutare i cittadini veneti che non devono spopolare andando nei borghi più marginali perché costa di meno la casa, e quindi riescono a comprarla; dire che nessuno deve restare indietro, anche con queste piccole politiche, credo possa essere un segnale importante che noi diamo.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0159, col parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Votate ancora, vediamo se è ancora aperto. Forse no.
È ancora aperto. Chi non vede il proprio voto, entri in "votazione" e ripremi. O prema.
Al microfono, Ostanel e Sandonà, favorevoli.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0004 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, rubrica Missione 08 Assetto del territorio ed edilizia privata, pagina 139, modificativo, che prevede:
A pagina 139, al terzo punto degli "Obiettivi strategici", nel titolo, la parola "ridurre" è sostituita con la parola: "Azzerare".
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

In questo emendamento chiedo di essere coerenti rispetto agli obiettivi che ci sono chiesti non soltanto dalla scienza nazionale e internazionale, ma anche da chi, alla fin fine, nel territorio si occupa della gestione del rischio idrogeologico. Penso, per esempio, a uno degli attori coinvolti, forse tra i più importanti proprio per la gestione della prevenzione: i Consorzi di bonifica.
Chiedo, quindi, di sostituire il graduale raggiungimento dell'obiettivo "consumo suolo zero" nell'azzeramento del consumo di suolo, fin da oggi come obiettivo politico, in relazione al fatto che il tempo per agire per gradi è già superato. Ve l'abbiamo detto più volte. Da questo punto di vista, il messaggio arriva anche dagli operatori che sul territorio operano e spendono vagonate di milioni di euro proprio per tappare i buchi di quella che è stata una programmazione che ha consentito, invece, di continuare a consumarlo. Questo con i fondi che, purtroppo, solo in piccola parte corrispondono a Fondi regionali. Perlopiù si tratta di fondi di coloro che dopo ai Consorzi di bonifica devono corrispondere la propria parte, agricoltori in primis, che sono anche quelli che, da un punto di vista produttivo, perdono occasioni a causa del consumo di suolo, perché viene sottratto alla propria capacità produttiva. In questo senso penso anche al mio territorio, dove vi è una continua battaglia proprio per cercare di accaparrarsi l'ultimo ettaro disponibile messo in vendita e non è una cosa di poco conto, perché da qui parte la possibilità e si parla di possibilità, anche delle nuove generazioni di agricoltori, di potersi costruire un futuro rispetto a questo ed essere autonomi da un punto di vista economico rispetto a questo.
Quindi, pensate quanto può influire la decisione di essere coerenti rispetto agli obiettivi che ci vengono dati e calati dall'alto, per un obiettivo di benessere e per un obiettivo di sicurezza pubblica.
Se lavoriamo per rendere il nostro territorio sicuro, bisogna partire da questo principio, perché non si possono voltare le spalle al fatto che nel nostro territorio esiste una grande quantità di edifici già da utilizzare e, di conseguenza, non ci possono essere più deroghe e non ci possono essere più atteggiamenti attendisti rispetto all'obiettivo del consumo di suolo zero. Questo lo condivido anche per un obiettivo, perché prima l'assessore Calzavara giustamente ci diceva e ci avvertiva: "Quando non ci sarà più la Pedemontana il numero di ettari consumati sarà sicuramente inferiore". Oggi, però, quegli ettari consumati non valgono meno degli altri e devono essere conteggiati all'interno, perché una enorme quantità di quegli ettari consumati corrisponde a terreno agricolo, corrisponde a terreno che poteva essere utilizzato non soltanto per scopi produttivi, ma anche per ricaricare le nostre falde e anche per andare a tutelare quella che è la previsione di riduzione del rischio di rimanere senza acqua o del rischio di rimanere imbrogliati nell'acqua, proprio a causa del rischio idrogeologico.
Non c'è un terreno che vale meno, non c'è un'opera che può consumare di più rispetto alle altre. C'è necessità di essere parsimoniosi da questo punto di vista, perché davvero le urgenze da un punto di vista ambientale, sociale ed economico, legate al consumo di suolo, sono tantissime. Le conseguenze sono tantissime e di queste non possiamo fare a meno di parlare e non possiamo fare a meno di trattarle.
Questa è l'esortazione che vi faccio ed è quella di non attendere più, ma di parlare in maniera onesta e coerente di quello che deve essere l'obiettivo dell'azzeramento e non più di deroghe che, in alcuni nostri Comuni, stanno consentendo opere che evidentemente non corrispondono all'obiettivo Veneto 2050.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, non si sente. Deve accendere anche il video. Perfetto. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi sente?

PRESIDENTE

Si sente, anche se lontano. Se avesse le cuffiette o un auricolare, forse sarebbe meglio. Proviamo. Basta, colleghi. Collega Zanoni, proviamo a togliere il video che magari funziona meglio.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Si sente meglio adesso?

PRESIDENTE

Molto meglio. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ci saranno le linee intasate.
L'emendamento della collega, dicevo, è sicuramente un buon emendamento, condivisibile. Ha già illustrato i motivi per i quali va sostenuto e per i quali l'Aula consiliare dovrebbe votarlo a maggioranza. Volevo solo aggiungere una cosa: so che molti di voi lo vedono come una limitazione al consumo del suolo, un limite magari per determinate attività.
Guardatelo, invece, questo emendamento come un sostegno a tante attività, un sostegno all'agricoltura, un sostegno alla biodiversità, ma in particolare un sostegno all'agricoltura, all'agricoltura locale, all'agricoltura dei chilometri zero, la tanto decantata e anche sostenuta agricoltura dei nostri agricoltori, dei nostri nonni, padri e di chi attualmente si occupa di agricoltura. Questo è un emendamento che tutela il suolo e, quindi, tutela l'agricoltura, evita che venga sottratto ancora terreno all'agricoltura. Ne abbiamo sottratto moltissimo in Veneto. È inutile neanche ricordarlo, lo sappiamo, tutti sanno benissimo quanto territorio abbiamo consumato negli anni. Sarebbe veramente ora di stoppare questa corsa al consumo del suolo. Alla fine ne guadagneremmo tutti.
Io penso che un giorno quelli che verranno dopo di noi si chiederanno: ma come è stato possibile arrivare a questo punto in Veneto, a questa urbanizzazione diffusa? Perché è molto caratteristica la nostra Regione. Se già ci spostiamo verso il Piemonte o verso l'Emilia Romagna o verso la Toscana, ma basta andare anche in Friuli, ci rendiamo conto che la situazione è ben diversa. Solo la Lombardia fa peggio. Però, in prospettiva di un futuro dove bisogna stare attenti a tutto perché dovrà essere sostenibile, perché arriveranno mille problemi da risolvere, molti di più di quelli che abbiamo avuto noi, credo sarebbe veramente una cosa saggia approvare questa sera questo emendamento per dire che dobbiamo azzerare il consumo del suolo, perché azzerare consumo del suolo vuol dire: vogliamo tutelare l'agricoltura, vogliamo evitare che venga depotenziata l'agricoltura, perché consumare suolo vuol dire portar via suolo che viene coltivato per produrre cibo e quindi danneggiare l'agricoltura.
È un emendamento a sostegno all'agricoltura, contro i danni all'agricoltura.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004, col parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0005 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, Rubrica Missione 09 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, pagina 141, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 141, secondo capoverso, quinta riga del terzo periodo, dopo le parole "sconsiderati per l'ambiente" sono inserite le seguenti parole: "l'abbandono delle fonti di energia da carbon fossile".
Metto in votazione l'emendamento n. A0005, col parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0006 presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A, Rubrica Missione 09 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio, pagina 141, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 141, quinto capoverso, fine del secondo periodo, dopo le parole "Covid-19" sono inserite le seguenti parole: "e all'emergenza legata a contaminazione da Pfas, con particolare riferimento alla loro diffusione alimentare.".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Siccome ci sono dubbi, rispetto a questo emendamento, mi permetto di descrivere il perché l'ho presentato e qui.
In questa Missione 9, c'è un messaggio molto importante: si proporranno nuove e sempre più efficaci iniziative volte a diffondere una maggiore conoscenza e consapevolezza nella cittadinanza delle problematiche ambientali, evidenziando la complessità dei temi trattati e sottolineando la necessità di perseguire in equilibrio tra le diverse esigenze sociali, economiche, ambientali, territoriali, anche in relazione alle criticità generate dalla pandemia Covid-19.
Questo è un messaggio importantissimo che mi sento di sostenere, proprio perché necessario. Per questo motivo, dato che negli anni scorsi, nella precedente legislatura, avevamo votato proprio per la realizzazione di un progetto di questo tipo, relativo ai perfluoroalchilici e alle evidenze scientifiche, insieme alle buone pratiche per ridurre l'esposizione, ho pensato che fosse il caso di inserirlo. Non è mai troppo tardi. Più giro il territorio, più ci sono persone che non conoscono assolutamente quali sono le implicazioni dei PFAS e le necessità di prevenzione, anzi, le opportunità di prevenzione: per esempio il ridotto utilizzo della carta da forno, che ha moltissimi perfluoroalchilici al suo interno e li trasferisce, con il calore, in maniera importante, per esempio, al cibo. O altre buone pratiche che possono essere fatte non soltanto da chi vive in zona rossa, ma anche dalle altre.
Per questo motivo ho pensato di inserire, dopo le parole "Covid", "e all'emergenza legata alla contaminazione da PFAS, con particolare riferimento alla loro diffusione alimentare".

PRESIDENTE

Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, sono le ore 23.30. Dico che è meglio chiudere qui.
Domani mattina l'Ufficio di presidenza della Prima commissione si ritrova alle ore 10.00 per preparare i pareri degli emendamenti successivi. Inizio lavori alle ore 11.00. Mi raccomando la puntualità.
Colleghi, buonanotte.
La Seduta termina alle ore 23.31
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN


Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gabbin e Gabriella Gamba

Verbale n. 40 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 40
LUNEDì 29 NOVEMBRE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 40a seduta pubblica – lunedì 29 novembre 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto nella deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 18084 del 24 novembre 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.02.

Il PRESIDENTE sospende la seduta e inizia i lavori alle ore 11.20.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intende approvato il processo verbale della 39a seduta pubblica di martedì 16 novembre 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che alcuni consiglieri partecipano da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti n. 4) e n. 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


e

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 123 del 19.04.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Addetti al portierato residenze ESU di Padova: la Regione intende intervenire per migliorare le condizioni di lavoro?"

Il PRESIDENTE comunica che la consigliera Ostanel riceverà risposta scritta all'IRI in oggetto.

n. 202 del 08.10.2021
presentata dai consiglieri Camani, Ostanel, Giacomo Possamai, Zottis, Zanoni e Bigon
"Alloggi per gli studenti universitari: quali sono le intenzioni della Regione?"

e
n. 203 del 08.10.2021
presentata dalle consigliere Ostanel e Camani
"Caro alloggi Università di Padova, la Regione intende intervenire?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI n. 202.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale congiuntamente alle due IRI.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sulla IRI n. 202 in sede di replica.

n. 133 del 10.05.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Zottis e Montanariello
"Basta morti sul lavoro! La Giunta regionale la smetta con i suoi vuoti proclami e aumenti adeguatamente il personale degli Spisal"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 204 del 08.10.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"Università di Padova e alloggi per studenti fuori sede: quali interventi urgenti della Regione del Veneto?"

e
n. 208 del 28.10.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"Padova: mancanza di alloggi per studenti. Cosa intende fare la Regione perché non accada più?"

Interviene l'assessora Donazzan che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale alle IRI n. 204 e n.208.

Intervengono in sede di replica le consigliere Guarda (Europa Verde) sulla IRI n. 204 e Baldin (Movimento 5 Stelle) sulla IRI n. 208.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

n. 2 del 13.10.2021
presentata dal consigliere Finco
"Driver Amazon: quali misure a tutela dei lavoratori veneti del settore? La Giunta regionale intende farsi parte attiva con gli organi centrali dello Stato?"

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra l'Interrogazione a risposta orale in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Punto n. 5.3) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni relativa a "Centri regionali di recupero della fauna selvatica in difficoltà. Quanti animali sono stati soccorsi, riabilitati e liberati in questi centri?". (Interrogazione a risposta scritta n. 18).  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5.6) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Ritiro online dei referti: come faranno i cittadini privi di strumenti digitali?". (Interrogazione a risposta scritta n. 131).  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.


Il PRESIDENTE dà la parola al Presidente della Giunta regionale Zaia (Liga Veneta per Salvini Premier) ai sensi dell'articolo 72 del Regolamento.

Il Presidente CIAMBETTI sospende la seduta alle ore 13.23.

La seduta riprende alle ore 14.56.

Punto n. 6) all'ordine del giorno


Adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2022-2024. Articolo 36 e paragrafo 4.1 dell'Allegato 4/1 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e articolo 17 della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 16) APPROVATA (Deliberazione n. 135/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Guarda (Europa Verde), Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 16.47.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 17.27.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Zottis assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Interviene l'assessore Calzavara in sede di replica.

In dichiarazione di voto finale sulla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa n. 16.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno


Punto n. 7) all'ordine del giorno

Adozione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2022-2024. Articolo 36, comma 3 e Allegato 4/1, punti 4.1 e 6, del decreto legislativo n. 118/2011 e ss.mm.ii.; articolo 7 e sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 31) INIZIO

Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Prima commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 19.36.

La seduta riprende alle ore 21.10.

Si passa all'esame degli emendamenti della proposta di deliberazione amministrativa n. 31.

Sull'emendamento n. A30 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara.

L'emendamento n. A30, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A31 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra, Montanariello (Partito Democratico Veneto), gli assessori Calzavara e Lanzarin, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo ritira.

L'emendamento n. A277, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. 132.

L'emendamento n. A133, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A134 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessore Calzavara.

L'emendamento n. A134, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A135, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. 136.

L'emendamento n. A137, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A138 intervengono la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessore Calzavara che propone una modifica accolta dalla proponente/presentatrice.

L'emendamento n. A138, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. 139.

L'emendamento n. A140, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A141 intervengono la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessore Calzavara.

L'emendamento n. A141, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A142 intervengono le consigliere Zottis (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. A142, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A1 intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra, l'assessore Corazzari e nuovamente la consigliera Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A143 intervengono la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessore Calzavara che propone una modifica accolta dalla proponente.

L'emendamento n. A143 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

Sull'emendamento n. A32 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra, Montanariello (Partito Democratico Veneto), l'assessore Calzavara, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo ritira.

Il PRESIDENTE dichiara accantonati gli emendamenti nn. A144 e A145.

L'emendamento n. A146, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. 147.

L'emendamento n. A35, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A148 intervengono la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessore Calzavara che propone una modifica accolta dalla proponente.

L'emendamento n. A148 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

L'emendamento n. A149, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A33 e A34, illustrati dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Sull'emendamento n. A86 intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE dichiara accantonati gli emendamenti nn. A86, A151 e A150.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che ritira l 'emendamento n. A286.

L'emendamento n. A87, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A36, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara accantonati gli emendamenti nn. A152 e A153.

L'emendamento n. A287, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A37, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara accantonati gli emendamenti nn. A154, A38 e A155.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che ritira l'emendamento n. A288.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. 289.

L'emendamento n. A156, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A2, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. 157.

L'emendamento n. A290, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A158, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A291, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A3, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A160, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A159, illustrato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A4 intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde), che lo illustra e Zanoni (Partito Democratico Veneto)

L'emendamento n. A4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A6, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani martedì 30 novembre 2021 alle ore 11.00.

La seduta termina alle ore 23.31.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MICHIELETTO Gabriele
BALDIN Erika
MONTANARIELLO Jonatan
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PAN Giuseppe
BIGON Anna Maria
PICCININI Tomas
BISAGLIA Simona
POLATO Daniele
BORON Fabrizio
POSSAMAI Giacomo
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZAIA Luca
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
MAINO Silvia





IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI











N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba