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Seduta del consiglio regionale del 11/01/2022 n. 45
Martedì, 11 gennaio 2022
SOMMARIO
- APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "UN RECENTE STUDIO OSSERVA LA SUSSISTENZA DI UNA CORRELAZIONE TRA ALTO RISCHIO DI MORTALITÀ DA COVID-19 E PREGRESSA ESPOSIZIONE ALLA CONTAMINAZIONE DA PFAS: LA REGIONE DEL VENETO ATTIVERÀ ULTERIORI APPROFONDIMENTI INCLUDENDO ANCHE LA ZONA ARANCIONE?" (Interrogazione a risposta scritta n. 95)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni relativa a "CENTRI REGIONALI DI RECUPERO DELLA FAUNA SELVATICA IN DIFFICOLTÀ. QUANTI FONDI E QUANTE RISORSE SONO INVESTITI IN QUESTI CENTRI?" (Interrogazione a risposta scritta n. 19)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Un minuto di raccoglimento per commemorare David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, Enrico Berti, filosofo e professore emerito dell'Università di Padova, e Antonio Prezioso, già Consigliere e Assessore regionale del Veneto.
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- ELEZIONE DEI TRE DELEGATI DELLA REGIONE DEL VENETO PER L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 83 DELLA COSTITUZIONE. (DELIBERAZIONE N. 1/2022)
- DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RISPARMI DI SPESA IN SANITÀ". (PROGETTO DI LEGGE N. 103) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 1/2022)
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- PRESIDENTE
- Silvia MAINO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Silvia MAINO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Silvia MAINO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Ordine del giorno presentato dalle consigliere Guarda e Brescacin relativo a "RELAZIONARE AL CONSIGLIO REGIONALE SULLA DESTINAZIONE DEI RISPARMI DI SPESA IN SANITÀ" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Risparmi di spesa in sanità". (Progetto di legge n. 103) APPROVATO (Deliberazione n. 2/2022)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, OSTANEL E CAMANI, LORENZONI. BALDIN E ZANONI RELATIVA A "NO ALLA LIBERALIZZAZIONE ALL'UTILIZZO DEL CSS-COMBUSTIBILE. LA GIUNTA REGIONALE SI ATTIVI PER TUTELARE AMBIENTE E IL PARCO REGIONALE DEI COLLI EUGANEI DA SEMPLIFICAZIONI FRUTTO DI TRAVISAMENTI DEL CONCETTO DI ECONOMIA CIRCOLARE, ANCHE PRENDENDO SPUNTO DA QUANTO DELIBERATO DAL COMUNE DI MONSELICE.". (MOZIONE N. 171) RESPINTA
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAN, FAVERO, RIGO, CENTENARO E VIANELLO RELATIVA A "CEMENTIFICIO MONSELICE: NO ALLA LIBERALIZZAZIONE ALL'UTILIZZO DEL CSS-COMBUSTIBILE". (MOZIONE N. 180) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 3/2022)
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- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Andiamo alla mozione n. 180. Qui ci sono due emendamenti.
- Emendamento n. C0001 presentato dal consigliere Pan, dispositivo X, pagina 4, riga 20, modificativo, che prevede:
- MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA OSTANEL RELATIVA A "OSPEDALI COVID, LA REGIONE GARANTISCA UN'EQUA DISTRIBUZIONE DEI CASI DI TERAPIA INTENSIVA". (MOZIONE N. 174) RESPINTA
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- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.36
PRESIDENTE
Diamo inizio alla 45
a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 19786 del 28 dicembre 2021.
PUNTO
1 |
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APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 42a seduta pubblica di lunedì 6 dicembre 2021, della 43a seduta di martedì 7 dicembre 2021 e della 44a seduta di martedì 14 dicembre 2021.
PUNTO
2 |
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COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
PRESIDENTE
Comunico che non c'è nessun congedo.
Risultano assenti i consiglieri Gerolimetto Nazzareno e Rizzotto Silvia.
Preciso che abbiamo tre colleghi che si collegano da remoto perché sottoposti a misure di quarantena.
PUNTO
5 |
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
PRESIDENTE
Passiamo alle interrogazioni iscritte all'ordine del giorno. Ne abbiamo due.
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "UN RECENTE STUDIO OSSERVA LA SUSSISTENZA DI UNA CORRELAZIONE TRA ALTO RISCHIO DI MORTALITÀ DA COVID-19 E PREGRESSA ESPOSIZIONE ALLA CONTAMINAZIONE DA PFAS: LA REGIONE DEL VENETO ATTIVERÀ ULTERIORI APPROFONDIMENTI INCLUDENDO ANCHE LA ZONA ARANCIONE?" (Interrogazione a risposta scritta n. 95)
PRESIDENTE
Partiamo dalla interrogazione della collega Guarda.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente. Intanto un bentornato a tutti i colleghi e l'augurio di un buon anno a tutti, che sia un anno, finalmente, anche di respiro nuovo e di fiducia, di speranza, di serenità per tutti noi in Italia, in Veneto e nel mondo.
Questa è un'interrogazione presentata il 18 maggio dello scorso anno perché la Regione del Veneto, tra l'altro, si è fatta promotrice di un determinato studio, un paper in cui si apprendeva l'osservata sussistenza di un legame tra l'alta mortalità da Covid-19 e l'esposizione da contaminazione da PFAS.
Nelle conclusioni del menzionato studio è osservato l'alto rischio di mortalità per Covid-19 nella popolazione pesantemente esposta da perfluoroalchilici, residente, quindi, nella zona rossa, area di impatto, rivelandosi le possibili cause di detta correlazione nella generale portata immunosoppressiva dei PFAS nella bio-accumulazione delle sostanze all'interno dei polmoni e in pregresse malattie comunque correlate ai perfluoroalchilici.
Evidenziato che nelle conclusioni dello studio si esplicita la necessità di maggiori approfondimenti per distinguere i differenti meccanismi di correlazione.
Considerato che, alla luce di quanto esposto, in coerenza con l'indicazione formulata nel corpo dello studio e nelle conclusioni, appare opportuno approfondire i meccanismi delle correlazioni, estendendo l'esame anche ad un'altra popolazione fino ad ora esclusa da queste verifiche, la popolazione residente nella cosiddetta "zona arancione", popolazione comunque esposta alla contaminazione, in considerazione della pregressa fornitura di acqua o perché residente in Comuni situati sopra il plume inquinato.
Rilevato che lo studio in argomento ha analizzato un indicatore variabile per la zona rossa, assumendo come non esposti tutti gli altri Comuni della Regione, cosa che evidentemente non corrisponde alla realtà dei fatti.
Proprio per questi motivi, si ritiene necessario portare all'attenzione della Giunta regionale del Veneto l'urgenza di attivare approfondimenti in ordine a questa esposizione e a questi rischi, in correlazione al fatto che esistono già degli studi della Regione del Veneto, studi sugli esiti materni neonatali, il Registro nascite e Coordinamento Malattie Rare della Regione del Veneto, lo studio geografico esplorativo di livello comunale sulle artrectomie per tumore del testicolo e gli esiti dell'analisi geografica del sistema epidemiologico del Veneto, che confermano come, nonostante la popolazione non sia precisamente nella zona rossa, definita tale per esposizione dovuta alla distribuzione acquedottistica di questi ultimi anni contaminata dai PFAS, comunque è sottoposta all'inquinamento da perfluoroalchilici, perché in passato l'acquedotto è stato contaminato da perfluoroalchilici, e penso, per esempio, alla zona dell'hinterland di Vicenza, di Creazzo, Sovizzo e limitrofi, oppure perché magari risiedono sopra il plume inquinato, e penso alle frazioni di San Bonifacio, a una parte di Trissino e altre zone, come anche quelle di Montecchio, eccetera, che sono sopra la contaminazione da perfluoroalchilici, magari prelevano da un pozzo privato acqua contaminata e, di conseguenza, sono esposti alla contaminazione da PFAS. Sono, quindi, decisamente degni di rientrare all'interno di un sistema di valutazione di tipo scientifico.
Per questo motivo ho interrogato con una prima domanda in questa interrogazione a risposta scritta, chiedendo di attivare un approfondimento, se vi è l'intenzione di attivare un approfondimento in ordine alla correlazione tra Covid e PFAS, considerando anche il campo d'analisi dei territori della zona arancione della popolazione esposta per pregressa fornitura di acqua o perché residente sopra il plume inquinato, ma anche aggiungendo un'altra importantissima domanda, a cui spero di avere risposta oggi, data qualche confusione comunicativa avvenuta in passato e non magari per colpa della stessa Regione, se vi è intenzione di attivare la presa in carico sanitaria dei cittadini residenti fuori dai Comuni della zona rossa, ma rientranti all'interno della zona arancione.
Questa è la motivazione per cui ho portato l'interrogazione nel 18 maggio scorso e spero oggi di poter avere finalmente risposta.
PRESIDENTE
Grazie.
Risponde l'assessora Manuela Lanzarin. Prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Relativamente alla richiesta se vi sia intenzione di attivare un approfondimento in ordine alla dedotta correlazione tra mortalità da Covid-19 ed esposizione alla contaminazione da PFAS, la Direzione Prevenzione Sicurezza Alimentare Veterinaria ha riferito che, a seguito della pubblicazione del lavoro menzionato nell'interrogazione, lo stesso gruppo di ricercatori ha condotto un approfondimento su tutta la casistica di mortalità per Covid-19 disponibile presso l'Istituto Superiore di Sanità relativa al periodo 1° marzo 2020/31 marzo 2021.
Tale approfondimento è stato svolto in un arco di tempo molto ristretto e le analisi eseguite non hanno tenuto conto dell'effetto della presenza di altri elementi di valutazione, quali centri per anziani nell'area interessata, che potrebbero avere contribuito all'andamento della mortalità osservata.
È stato inoltre valutato il rischio di mortalità per Covid-19 dell'area arancione, rilevando un eccesso rispetto al resto della Regione peraltro non statisticamente significativo.
Va tenuto presente, tuttavia, che sono pertanto necessarie ulteriori indagini che estendono il periodo di osservazione, sia per confermare la robustezza dei risultati, sia per approfondire il meccanismo alla base dell'eccesso di mortalità osservato.
Evidenze di letteratura suggeriscono, infatti, che l'esposizione a PFAS possa sia aumentare il rischio di patologie croniche che predispongono a un decorso sfavorevole dell'infezione Sars-CoV-2, sia inferiormente indiretta con la funzionalità del sistema immunitario.
Per contribuire a delucidare tali aspetti, verranno effettuate ulteriori analisi epidemiologiche per valutare il rischio di infezione da Sars-CoV-2 e l'effetto della vaccinazione anti-Covid-19 nell'area contaminata, confrontandola con il resto della popolazione veneta.
Riguardo alla richiesta se vi è intenzione di attivare la presa in carico sanitaria dei cittadini residenti nei Comuni ricompresi nell'area arancione, la Direzione Prevenzione Sicurezza Alimentare Veterinaria ha ritenuto di precisare che il Piano di sorveglianza sanitaria della popolazione veneta esposta a PFAS, approvato con DGR del 2016, ampliato con DGR del 2018, è rivolto ai soggetti residenti nei Comuni serviti dagli acquedotti che prelevano l'acqua dalla falda contaminata (area rossa).
Tuttavia, qualora dovessero emergere elementi significativi che motivino la presa in carico della popolazione nell'area arancione, visti gli approfondimenti in corso sulla valutazione dell'esposizione relativa ad alcuni Comuni di quell'area, e la valutazione prevista nella DGR del 2019 sull'esposizione alimentare, tale popolazione potrà essere inserita nel Piano di sorveglianza sanitaria.
PRESIDENTE
Grazie. Collega Guarda, per la replica, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie infinite.
A dir la verità, non credo di potermi definire totalmente soddisfatta dalla risposta, per due motivi. In relazione al primo punto, si dice, ad un anno di distanza dall'uscita dello studio, che verranno fatte indagini e approfondimenti senza poi specificare eventualmente l'attenzione anche ad una zona cuscinetto fra le zone escluse dalla contaminazione e quelle, invece, attualmente considerate priorità, proprio perché considerate zona rossa. Questo è il primo motivo. Ritengo che politicamente la Regione potrebbe dare input rispetto a questo.
Ritengo urgente e necessario che anche la Regione del Veneto spinga a fare in modo che quest'area non venga dimenticata da un punto di vista scientifico.
Il secondo motivo è questo. È evidente che c'è una valutazione di tipo tecnico che ha indicato una suddivisione del territorio in zone rosse, zona arancio e zone gialle per quanto riguarda la contaminazione da perfluoroalchilici, ma dire che al momento non vi sono degli elementi per ampliare l'indagine e la presa in carico da un punto di vista sanitario, ritengo sia un errore. Questo perché gli stessi studi che sono citati all'interno di questa interrogazione ci dicono che quelle aree hanno dei risultati da un punto di vista sanitario per quanto riguarda in particolar modo quelle due categorie sociali più esposte agli effetti tossicologici degli inquinanti, come le donne in gravidanza e i neonati, i bambini.
Sono quei dati che già ci dicono che ci sono delle problematiche che riguardano anche quei territori e, accanto a queste problematiche, a questa rilevanza e agli stessi studi finanziati dalla Regione del Veneto, che dicono che c'è bisogno di un ulteriore approfondimento di tipo geografico, accanto alla promessa di uno studio epidemiologico che è stato previsto nel 2017 in una delibera, ma mai realizzato, ritengo sia importante utilizzare oggi gli strumenti che abbiamo già raccolto attraverso le indagini nella zona rossa per attivare anche un sistema di controllo che deve essere possibile anche nelle zone arancioni.
Se non si ritiene necessario fare uno studio
ad hoc, ritengo che possa essere altrettanto utile, per esempio, aprire alla possibilità di farsi delle analisi per verificare lo stato di salute del nostro sangue in relazione all'accumulo dei perfluoroalchilici, ma facendo anche educazione alla popolazione, dicendo: "Guardate che se siete parzialmente o molto esposti ai PFAS, per inquinamento dovuto all'area piuttosto che per inquinamento dovuto all'acqua o agli alimenti, potete prevenire determinate patologie facendo determinati tipi di controlli".
È il motivo per il quale nel 2016 e nel 2017 vi proponevo – e votavamo all'unanimità in questo Consiglio – la predisposizione di un
vademecum informativo adeguato, per far sapere che, oltre all'analisi per misurare la quantità di PFAS nel sangue, è necessario informare su tutte le strategie per prevenire la cronicizzazione di queste patologie correlate ai PFAS.
La situazione è ancora grave. Ci sono famiglie che sono ancora escluse da sistemi di prevenzione, compreso quello della sostituzione del proprio pozzo privato. Credo sia importante, quindi, partire da un punto di vista sanitario da questi aspetti, senza dimenticare quei territori che fino ad oggi sono stati esclusi da qualsiasi formula di controllo e di chiarezza, anche da un punto di vista tecnico, di dati e di condivisione con la cittadinanza.
Punto n. 5.3) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni relativa a "CENTRI REGIONALI DI RECUPERO DELLA FAUNA SELVATICA IN DIFFICOLTÀ. QUANTI FONDI E QUANTE RISORSE SONO INVESTITI IN QUESTI CENTRI?" (Interrogazione a risposta scritta n. 19)
PRESIDENTE
Passiamo all'IRS n. 19 del collega Andrea Zanoni.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti e buon anno a tutti, visto che è la prima volta che ci troviamo.
Questa è un'interrogazione depositata il 10 dicembre 2020, quindi un'interrogazione datata. Si considera l'articolo 5 della legge sulla tutela della fauna selvatica e dell'attività venatoria (Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio), che prevede che sono istituiti i Centri regionali di recupero della fauna selvatica in difficoltà e dice anche con quali compiti, ovvero: prima accoglienza, ricezione e riabilitazione e pronto soccorso veterinario della fauna selvatica in difficoltà; liberazione della stessa ove non necessiti di riabilitazione; detenzione e riproduzione, in cattività o allo stato naturale, di soggetti appartenenti a particolari specie di cui non è stata possibile la riabilitazione al volo; raccolta di tutti i dati e documentazione, anche con sussidi audiovisivi, relativa a tutti gli esemplari pervenuti presso ciascun Centro regionale.
Poi questa nostra legge regionale stabilisce ulteriori criteri e modalità per il funzionamento dei Centri di cui al comma 1, nonché la dotazione organica degli stessi che vengono stabiliti dalla Giunta regionale con un apposito provvedimento. La Giunta regionale è autorizzata ad affidare la gestione di questi Centri regionali a organismi pubblici e privati terzi.
Considerato che in molti di questi Centri spesso si rilevano delle disfunzioni dovute a carenza di personale, mancati interventi, funzionamento solo in orario diurno, chiusure nei weekend e in determinati periodi dell'anno, tali da non garantire il pronto soccorso e il recupero previsto dalla legge, tutto ciò premesso, noi Consiglieri – ricordo che io sono il primo firmatario, ma hanno sottoscritto l'interrogazione anche le colleghe Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Cristina Guarda e il collega Arturo Lorenzoni – chiediamo quanti sono i Centri attivi nel 2019 e 2020, e in quali Province; quanti sono i fondi assegnati in ciascuna Provincia nel 2019 e nel 2020; quanti sono i fondi assegnati a ciascuno di detti Centri nel 2019 e 2020; quali di questi Centri operano grazie a convenzioni con organismi pubblici o privati terzi e quali sono; quanto personale opera in ciascuno di questi Centri.
Questo perché dai territori e dai cittadini sono arrivate molte segnalazioni di disfunzioni, come dicevo in premessa.
È una attività, quella del recupero della fauna selvatica, molto sentita dai nostri cittadini. Molto spesso anche i Sindaci dei vari Comuni vengono interessati da queste problematiche. Ricordo che spesso capita che ci siano animali feriti in strada e quindi c'è anche un problema di ordine pubblico o da Codice della strada. Spesso altri animali vengono presi in recuperi, molti nelle campagne, molti nelle città (piccoli di mammiferi, piccoli di uccelli). È un'attività molto sentita dai cittadini veneti, che sono sempre più sensibili verso la tutela della fauna selvatica e degli animali selvatici.
Ricordo che questo è un patrimonio dello Stato che è tutelato da due direttive comunitarie molto importanti, quali la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli. Pensate che la Direttiva Uccelli, colleghi, è la prima direttiva ambientale di cui si è dotata l'Unione europea.
Quindi, è importante che questa parte di applicazione di legge, che prevede appunto il recupero di questi animali in difficoltà, sia dotata delle risorse utili al funzionamento dei Centri. Diverse volte abbiamo proposto di aumentare questa dotazione – c'è stato anche un piccolo segnale, quest'anno, nel bilancio – proprio per dare risposta all'applicazione di queste importanti normative regionali, ma anche a questa moltitudine di persone, non solo ai volontari (che sono moltissimi) che lavorano in questi Centri, ma anche a tutti i cittadini che si rivolgono a questi Centri per avere una risposta per salvare questi animali.
PRESIDENTE
Grazie, collega Zanoni.
Risponde, in nome e per conto dell'assessore Corazzari, la collega Lanzarin.
Prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
L'interrogazione suddivide, per ogni singola Provincia, i Centri di riferimento e i fondi che sono stanziati. Io inizio a leggerla, ma è un po' lunga, poi eventualmente faremo avere l'interrogazione.
Provincia di Padova. Nel corso del biennio 2019-2020 i Centri di attività sono stati complessivamente due: per il solo primo semestre 2019 l'associazione Il Gheppio; per il secondo semestre ha rimesso con quattro operatori Clinica veterinaria Del Benvenuto, che opera con due medici e due addetti. Dal 2020 è operativa solamente la clinica Del Benvenuto S.r.l..
La spesa sostenuta per il servizio di recupero e soccorso fauna selvatica è stata pari a 22.728 per il 2019, 20.758 per il 2020.
Provincia di Rovigo. Nel corso del biennio sono stati complessivamente due i Centri; il servizio CRAS affidato alla Clinica veterinaria Del Benvenuto. Per il 2019 è stata attivata una convenzione tra la Provincia di Rovigo, il dottor Luciano Tarricone, il WWF, la LIPU e l'associazione naturalistica Sagittaria, mentre nel corso del 2020 l'incarico è stato di esclusiva competenza del dottor Tarricone.
Per il solo 2019 la Provincia di Rovigo ha sostenuto una spesa pari a 3.000 euro; mentre per l'anno 2020 la spesa è stata pari a 16.772: 1.220 euro mensili per 12 mesi, per complessivi 14.640 come previsto da contratto, 180 euro per il recupero straordinario e 1.952 euro per 16 interventi eccedenti il numero massimo di recuperi previsti dal contratto.
Città Metropolitana di Venezia. Per il 2019-2020 la Città Metropolitana ha affidato il servizio alla Clinica veterinaria Del Benvenuto di Polesella (Rovigo). Le spese sono state rispettivamente di 36.181 per il 2019, 36.575 per il 2020.
La Provincia di Belluno ha stipulato una convenzione onerosa con l'Amministrazione provinciale di Treviso contenente il servizio di recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà e il servizio di conferimento degli esemplari di fauna presso il CRAS di Treviso.
A partire dal mese di luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, un agente dipendente della Polizia provinciale di Belluno ha prestato per due turni settimanali il proprio servizio presso il CRAS di Treviso per garantire l'apertura della struttura e, ove necessario, il recupero della fauna selvatica in difficoltà, anche nel territorio della Provincia di Treviso.
Per effetto di tale convenzione, per l'anno 2020 l'importo impegnato dalla Provincia di Belluno a favore della Provincia di Treviso è stato di 2.000 euro.
Provincia di Treviso. Il Centro recupero fauna selvatica di Treviso è sempre stato gestito da personale qualificato della Polizia provinciale (16 operatori nel 2019, 13 operatori nel 2020), con la direzione sanitaria affidata come servizio esterno al medico veterinario dottor Benini di Carbonera. Da aprile 2021 il servizio è stato affidato all'associazione Progetto Riccio Europeo, in collaborazione con OIPA (Organizzazione internazionale protezione animali), LIPU e WWF. Fondi regionali assegnati: nel 2019, 56.041; nel 2020, 30.964.
Provincia di Verona. Il Corpo di Polizia provinciale si avvale della collaborazione della Clinica veterinaria Verona Lago S.r.l., del dottor Stefano Fertonani, con sede in Lazise, con cui è in atto un rapporto di collaborazione dal 2016, in virtù di una convenzione per lo svolgimento dell'attività a fronte di un contributo e del rimborso delle spese sostenute. Con determinazione dirigenziale del 6 ottobre 2020, la convenzione è stata rinnovata alla clinica, la quale lavora in sinergia con l'associazione Progetto Natura Verona Lago ODV, di Lazise, i cui volontari si occupano della gestione dei CRAS. Le spese sostenute sono state, nel 2019, di 18.640 e, nel 2020, di 35.388.
Provincia di Vicenza. La Provincia non dispone di Centri di recupero gestiti direttamente. L'attività è svolta mediante un supporto delle strutture locali di gestione venatoria, Ambiti territoriali di caccia e associazioni di protezione animali. In particolare, dopo avere acquisito la disponibilità di vari enti, la Provincia di Vicenza ha formalizzato un accordo in collaborazione con l'Ambito territoriale di caccia 2 Vicenza Sud per la gestione dei Centri di riabilitazione rapaci di Fimon e di recupero animali selvatici di Villabalzana, con l'Ambito territoriale di caccia 1 Vicenza Nord per la gestione di prima accoglienza e altra fauna selvatica, la formazione degli operatori e l'acquisto di attrezzature per recupero e trasporto e, da ultimo, con l'Ente nazionale protezione animali, sezione di Vicenza, per il servizio di recupero, trasporto, ambulatorio veterinario e centri animali feriti di piccola taglia.
Complessivamente il personale volontario messo a disposizione dei vari soggetti per il recupero della fauna selvatica, il trasferimento, le cure, la riabilitazione, il mantenimento e la liberazione è stato di circa 180 unità. Il contributo per il 2019 è stato di 32.000 euro; il contributo per il 2020 di 38.600.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Collega Zanoni, per la replica, se mi chiede parola con Concilium. Grazie.
Prego, Zanoni.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per l'articolata risposta e chiedo cortesemente se mi può essere poi rilasciata una fotocopia di questa risposta scritta.
La situazione del recupero della fauna selvatica in Veneto, come abbiamo visto dai dati, è abbastanza diversificata tra Provincia e Provincia, e non esiste un vero e proprio standard, perché ci sono modalità diverse di intervento.
Credo che vi sia una necessità di fondi maggiori, perché effettivamente, considerata la vastità territoriale della nostra Regione e in particolare di alcune Province e il fatto che queste emergenze spesso si manifestino anche in orari notturni, i fondi ora stanziati sono veramente pochi.
Tra l'altro, ricordo che, se pensiamo ad altre attività, come la questione del contrasto al bracconaggio e i fondi dati alle associazioni venatorie, hanno un gruzzoletto che è doppio o triplo, quasi, rispetto a questo dedicato ai CRAS, che invece svolgono una funzione veramente importante anche per la cittadinanza.
Credo che le problematiche più importanti siano quelle di Padova e Venezia, perché lì si fa riferimento a centri veterinari di Rovigo, quindi con grosse difficoltà. Io le raccolgo e spesso ne vengo a conoscenza da questi territori, perché è difficile far arrivare questi animali selvatici in una Provincia diversa. Già dove c'è un Centro, considerata la vastità delle Province della nostra Regione, ci sono difficoltà. Credo che l'ideale sia dotare di almeno un Centro ogni Provincia, con gli adeguati finanziamenti. In particolare, per quanto riguarda la Provincia di Belluno, credo sia importante incentivare questi servizi, considerata la difficoltà di movimento in questa Provincia e considerato soprattutto il fatto che in questa Provincia spesso si ha a che fare con il recupero di animali di grossa taglia. Mi riferisco in particolare a cervi e caprioli.
Sono soddisfatto della risposta, perché adesso abbiamo dei dati molto importanti che ci danno un quadro completo della situazione, per quanto riguarda sia l'operatività di questi Centri, come sono dislocati e le spese impegnate, sia anche il numero di animali recuperati. Mi riferisco a una precedente interrogazione.
Credo ci siano margini molto importanti per migliorare questa che è un'attività prevista dalle leggi dello Stato e anche della nostra Regione.
PRESIDENTE
Grazie, collega Zanoni.
Un minuto di raccoglimento per commemorare David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, Enrico Berti, filosofo e professore emerito dell'Università di Padova, e Antonio Prezioso, già Consigliere e Assessore regionale del Veneto.
PRESIDENTE
Se mi prestate un attimo di attenzione, colleghi, oggi commemoriamo tre figure emblematiche della realtà istituzionale e culturale italiana e veneta, che hanno speso gran parte della loro vita al servizio della nostra comunità e delle Istituzioni democratiche sia italiane che europee.
Innanzitutto, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli che, come Capo delegazione italiana al Comitato delle Regioni europee, ho conosciuto personalmente a Bruxelles e del quale mi colpì la correttezza istituzionale, ma anche la grande disponibilità umana e l'attenzione posta alle esigenze delle Regioni, delle città e dei territori sentiti come elementi determinanti nell'architettura democratica europea.
Come europarlamentare si era impegnato concretamente sul tema dei trasporti, in specie quelli ferroviari, bilancio e soprattutto politica euromediterranea, grande tema a lungo disatteso da Bruxelles, ma della importanza strategica di cui Sassoli era ben conscio.
Come Presidente del Parlamento ha sempre sollecitato l'avvio di un'opera di trasparenza e dialogo con i cittadini, convinto com'era della necessità di rafforzare e rilanciare il ruolo politico dell'Assemblea rappresentativa di tutto il popolo europeo.
A David Sassoli affianco Enrico Berti, filosofo e professore emerito dell'Università di Padova. Veronese di Valeggio sul Mincio, è stato tra i più influenti filosofi e storici contemporanei del pensiero antico. L'interesse per la metafisica classica e la filosofia pratica aristotelica furono alla base dei suoi importanti contributi che seppe dare sul rapporto tra filosofia e scienza e sulle forme della razionalità.
Berti invitò, sempre sulla scia della tradizione aristotelica, a riprendere una razionalità di tipo dialettico, in grado di offrire una guida credibile all'agire in generale e all'etica in particolare. Oltre al noto manuale scritto assieme al compianto Franco Volpi, nella sua ricchissima bibliografia specialistica vorrei rammentare il suo "In principio era la meraviglia", testo divulgativo che ci spinge a ricercare la verità perché, come egli scrisse, "la meraviglia è consapevolezza della propria ignoranza e desiderio di sottrarsi a questa, cioè di apprendere e di conoscere per sapere". Molti dei nostri colleghi hanno avuto esami con lui e molti mi hanno sollecitato questo ricordo.
Infine, e non da ultimo, un pensiero ad Antonio Prezioso, insegnante, amministratore pubblico, politico e uomo di cultura. Esponente del cattolicesimo democratico veneto, fin dal primo dopoguerra svolse il suo impegno per la crescita sociale e la difesa dei diritti dei cittadini. Nato a Borgoricco nel 1925, formatosi nell'Azione Cattolica, nella Democrazia Cristiana animò la componente morotea, assieme a Luigi Gui e Tina Anselmi.
Eletto Consigliere regionale nella prima Legislatura, fu il primo Assessore alla Sanità del Veneto, avviando i Consorzi socio-sanitari, sostenendo la necessità di dar vita alle ULSS, difendendo con rara intelligenza la piena integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali.
Fu uomo rigoroso, dotato tuttavia di una formidabile ironia, che esercitava innanzitutto su sé stesso, come scrisse di lui Valentino Pesci: "tanto composto e credibile quando indossava gli abiti istituzionali, tanto scanzonato e trascinatore tra gli amici, con i quali ha condiviso l'amore per la montagna".
Per queste tre figure importanti, ripeto, dall'Europa al nostro Veneto, vi chiedo un minuto di raccoglimento.
L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento
PRESIDENTE
Grazie, colleghi.
ELEZIONE DEI TRE DELEGATI DELLA REGIONE DEL VENETO PER L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 83 DELLA COSTITUZIONE. (DELIBERAZIONE N. 1/2022)
PRESIDENTE
Riprendiamo con l'ordine del giorno.
Siamo al punto n. 6) "Elezione dei tre delegati della Regione per l'elezione del Presidente della Repubblica", in applicazione dell'articolo 83 della Costituzione.
Come già spiegato in Capigruppo, dobbiamo esercitare questo voto con scheda normale. Quindi, i colleghi che sono purtroppo a casa – se possiamo fare un po' di silenzio, grazie – non potranno partecipare. Abbiamo anche verificato con altri Consigli regionali e, appunto, solamente chi è fisicamente in presenza può esercitare il diritto di voto per questo articolo della Costituzione.
Il voto è limitato a due e, come recita l'articolo 83, due i rappresentanti della maggioranza e uno deve essere necessariamente della minoranza.
Ci sono indicazioni di voto? Alberto Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
A nome dell'Intergruppo Lega e Liga Veneta indichiamo, come rappresentanti del Consiglio regionale, il Presidente Zaia e il Presidente Ciambetti. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie. Ci sono altre indicazioni di voto? Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
A nome dell'opposizione propongo il nome di Giacomo Possamai come rappresentante della minoranza in Consiglio.
PRESIDENTE
Grazie. Anche per i colleghi presenti negli uffici, chi è in Aula sta ricevendo o ha già ricevuto la scheda di votazione, quindi a chi è in ufficio chiedo di scendere verso la Sala Stemmi per poi entrare in maniera ordinata, in base alla chiamata della consigliera Sponda, come Consigliera Segretario, per depositare la propria scheda nell'urna.
In maniera ordinata, un Consigliere alla volta entra (per chi è fuori dall'Aula) in Aula e poi esce dalla Sala del Leone.
Collega Sponda, se vuole può iniziare con le chiamate.
Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)
Buongiorno, colleghi.
Iniziamo con la prima chiamata.
ANDREOLI Marco Ha votato
BALDIN Erika Ha votato
BARBISAN Fabiano
BET Roberto
PRESIDENTE
Chiedo ai colleghi che sono in ufficio se possono scendere.
Comunque, c'è la seconda chiamata.
Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)
BIGON Anna Maria Ha votato
BORON Fabrizio
BOZZA Alberto Ha votato
BRESCACIN Sonia Ha votato
CAVINATO Elisa Ha votato
CECCHETTO Milena Ha votato
CENTENARO Giulio Ha votato
CESTARI Laura Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
CORSI Enrico Ha votato
DOLFIN Marco Ha votato
FAVERO Marzio Ha votato
FINCO Nicola Ignazio Ha votato
FORMAGGIO Joe Ha votato
GIACOMIN Stefano Ha votato
GUARDA Cristina Ha votato
LORENZONI Arturo Ha votato
MAINO Silvia Ha votato
MICHIELETTO Gabriele Ha votato
MONTANARIELLO Jonatan
OSTANEL Elena Ha votato
PAN Giuseppe Ha votato
PICCININI Tomas Ha votato
POLATO Daniele Ha votato
POSSAMAI Giacomo
POSSAMAI Gianpiero
PUPPATO Giovanni Ha votato
RAZZOLINI Tommaso Ha votato
RIGO Filippo Ha votato
RIZZOTTO Silvia
SANDONÀ Luciano Ha votato
SCATTO Francesca Ha votato
SORANZO Enoch Ha votato
SPERANZON Raffaele Ha votato
SPONDA Alessandra Ha votato
VALDEGAMBERI Stefano Ha votato
VENTURINI Elisa Ha votato
VIANELLO Roberta Ha votato
VILLANOVA Alberto Ha votato
ZAIA Luca Ha votato
ZANONI Andrea Ha votato
ZECCHINATO Marco Ha votato
ZOTTIS Francesca Ha votato.
La seconda chiamata avverrà tra qualche minuto.
Procediamo con la seconda chiamata.
BARBISAN Fabiano Ha votato
BET Roberto Ha votato
BORON Fabrizio Ha votato
MONTANARIELLO Jonatan Ha votato
POSSAMAI Giacomo Ha votato
POSSAMAI Gianpiero Ha votato
RIZZOTTO Silvia
Le operazioni di voto sono concluse.
PRESIDENTE
Grazie. Grazie anche per la pazienza che tutti hanno portato.
Adesso avverrà lo scrutinio.
Segretario, io proseguo con l'altro punto all'ordine del giorno.
DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RISPARMI DI SPESA IN SANITÀ". (PROGETTO DI LEGGE N. 103) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 1/2022)
Relazione della Quinta commissione consiliare.
Correlatrice: consigliera Anna Maria Bigon
PRESIDENTE
Proseguiamo i nostri lavori.
Ho visto prima in anti Aula la collega Maino, che è relatrice.
Punto n. 7) all'ordine del giorno: PDL n. 103 "Risparmi di spesa in sanità".
La collega Maino per la relazione (me la chiamate, per favore?).
Collega Maino, mi chieda anche la parola con Concilium.
Relatrice Maino, prego.
Signori, silenzio in Aula. Grazie.
Silvia MAINO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Se il fan club fa silenzio...
Silvia MAINO (Zaia Presidente)
Ho già fatto io, Presidente. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Silvia MAINO (Zaia Presidente)
Buongiorno a tutti.
Oggi presentiamo un progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale, con il quale si autorizza ad impiegare, per le spese attinenti alle finalità sanitarie, quei risparmi di spesa ottenuti in sede di erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), già adeguatamente garantiti, in quanto considerati risparmi disponibili, una volta accertati, a seguito dell'approvazione dei bilanci di esercizio del Servizio sanitario nazionale.
Ora, questo tipo di PDL trova la sua genesi in una importante sentenza della Corte Costituzionale del 2021, la sentenza 132, con la quale la Corte Costituzionale, nel giudizio promosso dal Governo nei confronti della legge regionale del Veneto, la legge n. 10 del 2020, aveva finanziato l'attivazione da parte dell'Università degli Studi di Padova del corso di laurea in Medicina presso l'azienda ULSS n. 2.
Ecco, questa sentenza sostanzialmente dice una cosa molto importante: se le Regioni gestiscono in maniera virtuosa ed efficiente le risorse correnti destinate alla garanzia dei LEA, conseguendo sia una gestione virtuosa ed efficiente, ma anche i risparmi di bilancio, queste possono legittimamente mantenere questi risparmi ottenuti e destinarli a finalità, sempre di natura sanitaria, più ampie rispetto a quei LEA che devono comunque essere garantiti.
Chiaramente è una sentenza che sancisce un riparto importante e una destinazione altrettanto importante, sempre nell'alveo di quello che è il decreto legislativo n. 118 del 2011, che già sanciva che gli eventuali risparmi fossero destinati ovviamente alla disponibilità delle Regioni stesse per le finalità sanitarie.
Il PDL consta di due articoli. In particolar modo, nella seconda parte del primo articolo, c'è anche la parte relativa alle modalità di impiego di questo risparmio. Chiaramente, nel rispetto sia della legislazione di settore che delle disposizioni statutarie, il compito del riparto è destinato alla Giunta regionale.
Ecco che il PDL non fa altro che declinare in maniera precisa e puntuale quelle che sono le disposizioni della sentenza n. 132, dando perciò, in ordine alle finalità sanitarie, una maggior certezza del diritto.
Precisiamo che quando si parla di risparmi di spesa è chiaro che si fa un'eccezione in termini qualitativi e non quantitativi, perché poi, ovviamente, questi risparmi si valuteranno di anno in anno, con le somme disponibili a seguito ovviamente delle considerazioni che vengono fatte in sede di consuntivo.
Penso che l'ultima relazione che avevamo avuto circa il monitoraggio dei LEA, che risale al 2019 e presenta la griglia LEA, ponga il Veneto, con il punteggio di 222, come prima Regione virtuosa. Quindi, a maggior ragione, quando la sentenza consente l'utilizzo di questi risparmi per Regioni che siano virtuose, il Veneto è al primo posto. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega Maino.
Correlatrice Anna Maria Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Nella scheda si legge: "Con il presente progetto di legge, la Giunta regionale viene autorizzata ad impiegare, per spese attinenti alle finalità sanitarie, i risparmi di spesa ottenuti in sede di erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), già adeguatamente garantiti, in quanto considerati risparmi disponibili, una volta accertati a seguito dell'approvazione dei bilanci di esercizio".
Sulla base di questa dicitura, di questa premessa fatta in ordine alla presentazione di questo progetto di legge, mi vengono in mente tre questioni. La prima: cosa si intende per risparmio? Nel senso che, se si intende capacità di gestire correttamente o virtuosamente quelli che sono i servizi, mi sarei aspettata un elenco dei servizi stessi dove è scritto il risparmio, mantenendo ovviamente la stessa qualità del servizio, cosa che in Commissione non abbiamo ottenuto.
Nello stesso tempo, se ci sentiamo dire che sono stati spesi 8 milioni di euro per la salute mentale, io intendo, in quell'occasione, analizzando ovviamente il tipo di servizio e la problematica, che sono stati investiti per quanto riguarda servizi, personale, territorialità eccetera, non sicuramente per il trasporto ai CEOD.
L'altra questione che mi viene in mente leggendo questa presentazione del progetto di legge è cosa si intende per LEA. Mi son guardata l'ultimo DPCM, dove ovviamente si indicano i servizi che devono essere garantiti e, non potendoli elencare tutti, cosa che magari possiamo anche capire, si indicano comunque tre filoni principali. I LEA riguardano la prevenzione collettiva e la sanità pubblica, intendendo tutto quello che comprende l'attività di sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie; la tutela della salute e la sicurezza negli ambienti e luoghi di lavoro, sicurezza alimentare, tutela e sorveglianza delle malattie croniche.
L'altro filone è l'assistenza distrettuale, cioè tutte le attività e i servizi socio-sanitari diffusi sul territorio, quali ad esempio ‒ elenca lo stesso DPCM ‒ l'assistenza sanitaria di base, l'emergenza territoriale, l'assistenza farmaceutica, l'assistenza specialistica, l'assistenza domiciliare e tanti altri.
L'altro filone che riguarda i LEA è quello dell'assistenza ospedaliera, intendendo a grandi linee il pronto soccorso, quindi l'emergenza, il ricovero ordinario per acuti, day surgery, day hospital, riabilitazione e lungodegenza, attività trasfusionali e molti altri servizi.
Ritornando alla presentazione di questo progetto, vi è scritto "LEA già adeguatamente garantiti". Se prima ci siamo posti la questione su cosa si intenda per "risparmio", quindi sulla mancanza, ad oggi, di dati attuali, a meno che la relatrice non sia in grado di dirmi quali sono i risparmi ottenuti, in termini anche quantitativi, e dove sono le poste di bilancio da cui si sono ottenuti, dall'altro punto di vista, per quanto riguarda la qualità, ci dobbiamo porre un'altra serie di problemi: come mai ci sono 500.000 visite, come da ultima delibera, in lista d'attesa, la carenza di medici e infermieri. Ma non durante il Covid, anche prima del Covid! Durante il Covid capiamo tutte le difficoltà che anche a livello sanitario possiamo avere, che abbiamo avuto e che avremo ancora.
Parlo di territori dove mancano 500 medici di base e 800 sono previsti in uscita nei prossimi anni, con un'integrazione che sicuramente non coprirà l'uscita e nemmeno l'attuale carenza. Per un piccolo intervento le persone aspettano anche due anni! Interventi piccoli, ma fondamentali per la loro qualità di vita, che rientrano nei LEA. Per la salute mentale sappiamo perfettamente, e insisto spesso, che il Veneto spende la metà del minimo previsto del 5% del Fondo nazionale. Dobbiamo tener conto anche di questo. Quindi, "già adeguatamente garantiti", è vero, ci sono dei parametri per la valutazione del LEA, della sua validità, qualità e garanzia, ma non sono quelli che vediamo tutti sul territorio.
La terza questione è quella relativa a questo progetto che indica la Giunta come competente. Mi chiedo: la Commissione Sanità deve essere assolutamente investita della decisione e sulla decisione di come e quanti debbano essere investiti, e soprattutto sui servizi, anche ad integrazione dell'assistenza minima da garantirsi. Noi presenteremo un emendamento, durante questa discussione, con il quale chiediamo che almeno il 50% di questi fondi, che dovranno essere determinati, individuati e discussi ovviamente in Commissione, con parere da dare alla Giunta, vengano investiti in salute mentale, soprattutto per i giovani, per quanto succede, è successo e sta succedendo a seguito della pandemia. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei, collega.
Prima di iniziare la discussione generale, do l'esito della votazione dei tre delegati della Regione per l'elezione del Presidente della Repubblica (articolo 83 della Costituzione).
Votanti n. 46.
Hanno ottenuto voti:
Zaia: 37
Ciambetti: 36
Possamai Giacomo: 9
Soranzo: 1
Risultano eletti:
Zaia, Ciambetti e Possamai.
Iniziamo la discussione generale sul PDL n. 103.
Ci sono richieste di intervento?
L'assessora Lanzarin fa un intervento di inquadramento generale.
Prego, Assessora.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Grazie, Presidente. Questa è una tematica che abbiamo affrontato in Commissione preposta, in Quinta Commissione e anche in Prima Commissione, avendo poi delle ricadute sulla parte finanziaria.
Credo che noi, con la sentenza della Corte Costituzionale, abbiamo un'opportunità unica, perché con quella sentenza è stato sancito, è stato definito, è stato ben chiarito che, qualora ci dovessero essere dei risparmi rispetto al Fondo sanitario regionale, una volta accertata, quindi, la soddisfazione per quanto riguarda l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e una volta accertati i bilanci – ricordo che i bilanci hanno il passaggio anche all'interno della Quinta Commissione, quindi i bilanci conclusivi –, una volta accertate, quindi, tutte queste partite, qualora ci dovessero essere dei risparmi, questi risparmi possono essere reinvestiti in campo sanitario e socio-sanitario, quindi anche al di fuori dell'erogazione dei LEA. Chiaramente stiamo parlando sempre di materia sanitaria e socio-sanitaria, ma al di fuori di quello che oggi è catalogato come LEA (livelli essenziali di assistenza).
Io non ho dubbi sul fatto che la Regione Veneto sufficientemente e anche in maniera virtuosa adempie a tutti quelli che sono i parametri previsti, perché ricordiamo – ce lo ricordiamo tutti – che noi siamo misurati a livello nazionale. Rispetto all'erogazione dei servizi, noi veniamo misurati anche con delle casistiche particolari: quanta assistenza domiciliare, quanta assistenza socio-sanitaria presso le case di riposo, i criteri relativamente a quelle che sono le tempistiche in cui riusciamo a risolvere il problema di frattura del femore e via dicendo. Ne cito solo alcuni, per capire quelli che sono i parametri su cui noi siamo attenzionati e giudicati, che mettono in evidenza come noi soddisfiamo appieno quelli che sono oggi i parametri richiesti.
Possiamo fare meglio? Sicuramente sempre si può fare meglio. Guai a chi pensa di non poter fare meglio. È chiaro, però, che possiamo fare meglio all'interno di determinati contesti. Dunque, quando la consigliera Bigon ci dice: "Ma ci sono le liste d'attesa, ma mancano dottori, ma la medicina territoriale...". È tutto vero, ma su questo, oggi, indipendentemente dal nostro bilancio... Il bilancio di Regione Veneto oggi, per quanto riguarda la sanità, è un bilancio sano, nonostante il Covid. Voi lo sapete, ci sono altre Regioni vicino a noi... Citiamo la Regione virtuosa, io credo, quanto il Veneto, l'Emilia-Romagna, che sta rischiando di andare in default. Voi sapete che, se il bilancio sanitario non ha un equilibrio di un certo tipo, si rischia anche il commissariamento com'è successo in altre parti. E questo proprio a causa dei costi Covid.
Di qui la grande battaglia che le Regioni stanno facendo a livello nazionale, in ogni contesto, ad ogni riunione, per dire che tutti i costi Covid, non solo alcuni, ci devono essere ristorati. Non è così, perché voi sapete – ve l'ho già detto – che le Regioni hanno quantificato in 8 miliardi circa i costi ancora scoperti e l'ultimo stanziamento con il bilancio 2021 è stato di 600 milioni, che per il Veneto ha voluto dire 47, quasi 48 milioni, rispetto a quei 600 milioni messi a disposizione a livello nazionale, su una richiesta delle Regioni di 8 miliardi.
Questo per dire cosa? Che il bilancio sanitario della Regione Veneto fortunatamente è un bilancio in salute, sano. È un bilancio che permette, una volta erogati tutti i servizi, anche dei risparmi, che con questo dispositivo, con questo PDL e con questa disposizione che è stata inserita in una sentenza della Corte Costituzionale, organo supremo, ci è permesso di reinvestire in erogazioni di ulteriori servizi che non sarebbero contemplati come LEA (livelli essenziali di assistenza).
Non a caso, la Consigliera ha citato la salute mentale. Noi ricordiamo molto bene il passaggio che noi abbiamo fatto sulla salute mentale, quindi mettendo a disposizione, se voi vi ricordate, quella differenza tra il 60% che mette il sistema sanitario e il 40% che metteva, invece, il privato, cioè la persona fisica; proprio perché sarebbe stata diversa la percentuale, che per noi in Veneto cubava circa 8,5 milioni all'anno, proprio per andare incontro alle esigenze delle famiglie, ci è stato chiesto, prima dell'impugnazione, di toglierlo dal provvedimento che era stato fatto, perché non considerano quelli una parte cosiddetta "sociale" e non di natura sanitaria.
Credo che l'opportunità che noi abbiamo con questo PDL è quella che se i nostri bilanci in futuro saranno sempre bilanci virtuosi, che genereranno dei risparmi – e io credo che i risparmi che abbiamo visto per il passato non saranno i risparmi che vedremo per il futuro, perché è chiaro che l'emergenza Covid pesa molto sui nostri bilanci per il futuro – noi attingiamo da questi bilanci, però questo ci permetterà anche di fare dei ragionamenti e quindi di rimpinguare delle caselle che possono essere più deboli, più vulnerabili e che oggi non potremmo rimpinguare con i fondi del sistema sanitario regionale.
Quindi, non è il problema dell'erogazione dei LEA, delle liste d'attesa. Le liste d'attesa, le famose 500.000 liste d'attesa che c'erano, che poi sono cadute a 250.000 circa, erano e sono perché, noi lo sappiamo, con l'emergenza Covid abbiamo dovuto interrompere per tre volte (questa è la terza volta che interrompiamo) la specialistica non urgente ed emergente, e anche tutta l'attività chirurgica programmata che richiede posti in terapia intensiva oppure assistenza di un certo tipo. Questo è legato a cosa? A un problema che ormai è un problema atavico, drammatico (possiamo usare qualsiasi tipo di aggettivo): è un problema legato alla carenza del personale. Oggi, voi lo sapete, arrivo da una Commissione Salute, che si è conclusa mentre venivo in Consiglio, in cui è stato redatto un documento di tutte le Regioni con una serie di proposte al Governo, un nuovo documento, proprio per far fronte alla carenza di personale tutto, medici specialistici, quindi parliamo dei pronto soccorso, emergenza-urgenza, anestesia, rianimazione, pediatri, ortopedici e quant'altro; parliamo di personale legato alla medicina del territorio, quindi medici di medicina generale, continuità assistenziale; parliamo del personale che supporta sia all'interno dell'ospedale sia il territorio, quindi infermieri e OSS, che non ci sono.
È chiaro che, se la giustificazione è che manca il personale, che non si assume il personale oppure che ci sono le liste d'attesa, credo che dobbiamo fare un'analisi molto più approfondita. Non è una questione legata a una mancanza da parte del sistema o da parte della Regione, ma a una serie di situazioni che si sono concatenate e che hanno prodotto questi risultati. Ripeto, però, credo che il provvedimento che noi andiamo a votare oggi sia un provvedimento molto importante, perché sancisce in maniera definitiva che, qualora fossero generati dei risparmi, possiamo utilizzarli a fini sanitari e socio-sanitari, anche se esulano dalla griglia LEA.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
È stato depositato l'emendamento n. A0002, presentato dalla correlatrice consigliera Bigon.
Dieci minuti per eventuali subemendamenti.
La parola alla collega Guarda. Prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Onde evitare di perdere tempo successivamente, avevo piacere semplicemente di dare informazione di un emendamento che ho presentato negli scorsi giorni su questo progetto di legge, in particolar modo per dare rilievo alla funzione di garanzia e al ruolo che ha la Commissione Sanità, in questo caso del Consiglio regionale del Veneto, e al ruolo che ha il Consiglio regionale del Veneto proprio in tema di programmazione sanitaria.
Per questo motivo ho ritenuto necessario presentare un emendamento che prevede che l'impiego delle spese attinenti alle finalità sanitarie è deliberato, unitamente ai criteri di ripartizione, dalla Giunta regionale, previo parere della competente Commissione consiliare, che si esprime entro 30 giorni, decorsi i quali se ne prescinde.
Questo tipo di emendamento vuole dare ‒ come dicevo prima ‒ rilievo a una funzione essenziale che la Commissione svolge all'interno non soltanto del Consiglio, ma in relazione con la Giunta, per quanto riguarda la programmazione socio-sanitaria del Veneto. Proprio per questo e per le motivazioni che prima l'Assessore riportava, ritengo sia necessario valutarlo in maniera complessiva, proprio per garantire la compartecipazione, un principio di trasparenza, di condivisione e di garanzia che questo Consiglio, attraverso la sua Commissione, deve mantenere.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la collega Ostanel. Prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Buongiorno.
Ringrazio l'Assessore per l'intervento di prima, che ha cercato anche di dare una traccia a questo progetto di legge. Prima di entrare nel contenuto, vorrei portare una questione di metodo. Ammesso che io sia d'accordo con il suo intervento, che la sentenza della Corte Costituzionale possa dare un'apertura rispetto a delle cose che in passato non si sono potute fare – lei faceva l'esempio della salute mentale, su cui posso trovarmi d'accordo – però, se fosse questo, io mi sarei aspettata, dopo aver visto la sentenza della Corte Costituzionale, un ragionamento lungo e approfondito all'interno della Commissione Sanità, con il contributo ovviamente della Giunta e in particolare della competenza dell'Assessore, per avere un progetto di legge che dice al Consiglio regionale e, quindi, chiede a noi di votare su come avrebbe già deciso o pensato di indicare come spendere gli eventuali futuri risparmi.
Perché lo dico? Perché nel momento in cui io vedo un progetto di legge di poche righe, che semplicemente assume, in qualche modo, l'apertura della Corte Costituzionale e dice che i risparmi eventualmente disponibili, dopo aver garantito i LEA, saranno utilizzati per spese attinenti alle finalità sanitarie, quindi ovviamente che non li spendiamo per fare delle strade, non mi spiega però dove si voglia andare politicamente a investire gli eventuali risparmi.
Se io avessi visto, in questo progetto di legge, almeno la presa in carico di alcune delle questioni che la consigliera Bigon poneva, ma che abbiamo discusso anche durante l'approvazione del bilancio, e in cui tra l'altro alcuni punti sono stati anche votati favorevolmente – ad esempio, il tema dei medici di base, il tema della salute mentale, che citavamo prima, e altre questioni relative sempre al personale – allora avrei detto: c'è stato un ragionamento da parte della Commissione competente, c'è stato un ragionamento ovviamente da parte della Giunta, che prima magari istruisce il lavoro di una Commissione, e poi un Consigliere o una Consigliera, anche di minoranza, può dire di essere o non essere d'accordo con una linea politica. Qui però semplicemente mi si sta chiedendo di essere d'accordo o non d'accordo su una sentenza della Corte Costituzionale che ha dato effettivamente un'apertura, ma di cui oggi non vedo il contenuto politico. Sto votando – e non potrò votarlo – quattro righe che semplicemente dicono che voglio agire in linea con quanto ha aperto la Corte Costituzionale.
Il primo punto, quindi, è un punto di metodo: mi sarei aspettata decisamente di più da un'apertura di questo tipo, se davvero noi vogliamo prenderla in carico. Facciamo l'esempio del tentativo di finanziare, come era stato fatto, l'Università a Treviso. Se oggi avessi visto un progetto di legge, ad esempio, che diceva, nero su bianco, di investire gli eventuali risparmi dei LEA sull'apertura, come era stato proposto, allora avrei potuto politicamente esprimermi a favore o contro o astenermi almeno su una visione dell'utilizzo di quei fondi. Ma oggi questa possibilità in quest'Aula non c'è.
Volevo anche intervenire sul contenuto rispetto ai LEA. Non sono un'esperta, quindi perdonatemi se dirò cose che non sono iper precise, però, facendo un po' di studio e avendo visto anche l'aggiornamento rispetto al meccanismo con cui veniamo valutati – come diceva lei, veniamo valutati, per fortuna e giustamente, da chi ha la competenza primaria rispetto alla sanità – vediamo che i LEA non sono tutto. Non so se lei è d'accordo su questo punto o è una mia opinione, ma guardando il modo in cui noi veniamo valutati, io, ad esempio, se dovessi usare degli indicatori, ne userei di diversi. Effettivamente, andando a vedere, rispetto all'accessibilità, c'è un punto sull'equità, ma i cui indicatori non spiegano davvero se noi nei territori abbiamo effettivamente un servizio accessibile; oppure, non si vede segnato, nello specifico, il fatto che la medicina di base, di cui tanto abbiamo discusso, è uno degli indicatori.
Allora, non perché io debba avere la possibilità di cambiare come noi veniamo valutati – ovviamente lo farà chi è al Governo – però già i LEA non credo siano ad oggi il meccanismo migliore, purtroppo, per valutare tutte le questioni rispetto alla sanità, perché tengono dentro alcune cose e, come ogni indicatore di monitoraggio, ne tralasciano altre; in più, nel momento in cui abbiamo il nuovo meccanismo di valutazione, se guardiamo una tabella oggi siamo su alcune cose al primo posto, mentre su altre dimensioni siamo dietro ad altre Regioni, e ovviamente gli indicatori cambiano e cambia anche il modello di valutazione. Quindi, solo alla fine di quest'anno vedremo effettivamente come l'entrata in vigore di questo nuovo modello valuterà il Veneto.
Addirittura, siccome siamo già – è scritto nell'introduzione del progetto di legge – a posto con i LEA, questa risposta per cui ad oggi, è vero, siamo primi in alcuni e terzi in altri e i dati nuovi del modello di valutazione arriveranno più avanti, allora un altro punto critico di questo progetto di legge è che non solo non ha un contenuto politico su cui oggi mi sento di esprimermi, ma dall'altro punto di vista mi piacerebbe dire che si poteva aspettare di vedere con il nuovo meccanismo a che punto siamo, per vederne davvero alcune criticità, quindi avremmo potuto magari darci un po' più di tempo nel definire un progetto di legge più specifico.
Ecco, dal punto di vista del metodo – ho guardato anche i verbali della Commissione Sanità, in cui non sono presente – mi sarei aspettata ad esempio di vedere lì, all'interno, una discussione anche più accesa di chi partecipa a quella Commissione, perché effettivamente è un tema talmente importante e talmente chiave, ed è vero che potrebbe essere un'opportunità, non lo nego. È anche vero, però, che questa opportunità oggi non riesco a coglierla, perché non riesco a esprimermi. Semplicemente viene chiesto se si è a favore o contro un'opportunità che si è aperta, ma non si spiega come tutto questo verrà poi realizzato e implementato.
Rispetto – e qui chiudo – al tema dell'accessibilità e dei punti di valutazione dei LEA, faccio solo un appunto su alcuni territori, i territori della montagna. Uno degli indicatori dei LEA è appunto la possibilità di accedere anche con tempi certi a un certo tipo di servizio sanitario. Alcuni territori ovviamente non hanno questo golden standard. Sappiamo che in Comelico, purtroppo, se si sta male ad oggi si fa fatica non solo ad arrivare a un ospedale di riferimento, ma è sempre più difficile anche accedere ad un servizio che ti porta con l'elicottero, ad esempio, nel momento in cui sei molto grave, a un ospedale di un certo tipo.
Ci sono dei territori che fanno più fatica di altri, però sono territori che sono anche più piccoli, cioè sono meno. Anche qui, rispetto alle equità di cui i LEA parlano, andando a vedere gli indicatori penso che ci sarebbe necessità di un meccanismo correttivo. I territori più piccoli, le aree interne, i territori montani, i famosi borghi che adesso vogliamo rigenerare, pesano proporzionalmente per valutare effettivamente in un territorio particolare come il Veneto se davvero quel criterio di equità venga rispettato?
È ovvio che non lo dico a lei, Assessore, perché i LEA non li ha fatti lei, però ci sono dei temi talmente rilevanti per la vita delle persone, soprattutto in questo momento in cui stiamo vedendo cosa significa accedere ad un servizio sanitario accessibile, in un momento così delicato, rispetto ai quali – non solo per il metodo ma anche per il contenuto e per questi dubbi che ho rispetto a come veniamo effettivamente valutati e a come i cittadini vedono la possibilità di accedere al servizio sanitario – ad oggi non mi pare di avere queste risposte o queste informazioni, per quanto di competenza della Regione, su un progetto di legge che non dà una visione su come vorrà investire e spendere gli eventuali risparmi dati appunto dai LEA. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie. Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Quello che hanno già detto le colleghe in precedenza non è una contrarietà alla scelta di per sé, perché essere contrari alla scelta di per sé o all'apertura che ha dato la Corte quantomeno meriterebbe qualche dubbio politico. Quello che noi non abbiamo chiaro è esattamente perché in qualche modo ci ritroviamo – l'avevamo detto anche in Commissione – a fare una legge senza però andare a discutere del merito della legge stessa. Il merito non è il risparmio di per sé; anche quello è una parte del merito, però – ha ragione la collega Ostanel – è una questione più che altro di metodo, proprio su come noi intendiamo gestire quei risparmi, su come sono stati definiti e in qualche modo creati quei risparmi. Il risparmio è una cosa assolutamente positiva nel momento in cui c'è una qualità di un servizio e nel momento in cui in tutti i territori viene mantenuta la qualità in termini di accessibilità, in termini di equità. Ma vediamo, purtroppo, che così ad oggi non è, nel momento in cui ci sono dei settori – giustamente la collega Bigon lo ricorda sempre – come quello della psichiatria, ma anche della neuropsichiatria infantile (sarebbe bene anche distinguerli nel dibattito) che richiederebbero sicuramente maggiori investimenti.
Allora, quello che a noi interessa, in questa discussione, è anche capire se, per esempio, quello che abbiamo proposto è una proposta che viene accolta o una proposta che non viene accolta, perché questo fa il distinguo, per quanto ci riguarda, nel dire se un progetto di legge ci va bene o non ci va bene o comunque ci sono degli aspetti o delle aperture che ci permettono di essere fiduciosi, pur con alcuni dubbi. Questa è la prima domanda che io pongo per capire esattamente poi come porci in via definitiva di fronte al progetto di legge.
Diversamente la discussione è evidente che rimane quella fatta in Quinta Commissione, rimane quella un po' più accesa, se vogliamo, fatta oggi in Aula, però rimane vuota; rimane vuota anche verso l'esterno e questo credo che non sia positivo. Il Veneto nelle pagine dei giornali spicca per essere un Veneto di qualità da un punto di vista di servizi. Vi sono alcuni punteggi dei LEA ‒ ha ragione la collega Ostanel ‒ che non ci rendono assolutamente i primi e altri sì, invece, nel complessivo, e l'Assessore l'ha giustamente ribadito, ma non riusciamo mai ad entrare nel merito.
Nel momento in cui abbiamo approvato il bilancio ‒ faccio un collegamento, la collega Guarda l'ha sollevato questa volta ‒ avevamo individuato gli indicatori del BES come indicatori che, in qualche modo, ci aiutano a perlustrare meglio la reale situazione in tutto il territorio, che è un territorio disomogeneo; altrimenti anche l'organizzazione stessa non sarebbe in parte flessibile, come l'abbiamo definita nella cosiddetta legge dell'Azienda Zero.
Possiamo pensare, nelle discussioni e anche nelle programmazioni e nelle delibere che ci arrivano dalla Giunta, di poter approfondire in questi termini le scelte fatte, anche per evitare di dover votare una carta bianca o quasi bianca? La Regione fa bene a dire "accogliamo la sentenza della Corte"? Certo che fa bene. Il "come", però, visto che è una scelta di indirizzo e di programmazione politica, crediamo spetterebbe al Consiglio, perlomeno come indirizzi generali. Abbiamo capito che c'è un atteggiamento completamente diverso e per noi questo rimane il problema della discussione di questo progetto di legge.
Adesso attendiamo di capire la questione degli emendamenti e poi andremo a decidere.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Brescacin, prego.
Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire su questo provvedimento per cercare di dare una cornice e, comunque, la ricostruzione che anch'io ho dato a questo progetto di legge che abbiamo discusso anche in Quinta Commissione, quindi con l'opportunità per tutti i commissari di poter apportare i propri interventi e il proprio contributo a questo progetto di legge.
A me pare che, da un punto di vista generale, l'architettura istituzionale del riparto di competenza legislativa tra lo Stato e la Regione sia ormai chiara e sia il frutto dell'esperienza che da tantissimi anni si svolge all'interno di questa Regione, ma anche all'interno di tutte le altre Regioni.
Abbiamo visto e appurato sul campo, anche in materia sanitaria e socio-sanitaria, come questa ripartizione di competenze alcune volte abbia creato delle difficoltà, con la necessità, quindi, come ad esempio in questo caso, di intervenire da parte della Corte Costituzionale.
Gli esempi che abbiamo in Regione Veneto, da ultimi, quelli che ricordo almeno io, sono sicuramente quello dell'Università di Treviso e anche quello citato prima dall'assessora Lanzarin della possibilità di intervenire, come Regione, oltre la percentuale stabilita per legge nazionale per la quota sanitaria per la residenzialità, nel campo della salute mentale.
Quindi, se da un lato abbiamo un'architettura istituzionale e una ripartizione di competenze legislative che non ci permettono sempre di lavorare nel modo che vorremmo e nel modo che abbiamo sempre condiviso, anche con la minoranza, in questi anni, dall'altro lato mi sento anche di ribadire come questa Regione, questa Giunta regionale ma anche questo Consiglio regionale abbiano dimostrato, su certi temi, di esserci. Penso anche a quello che citavamo prima, l'esempio della salute mentale: una delle prime – penso – delibere di questo Consiglio regionale ha dato copertura extra LEA alla parte di residenzialità per la salute mentale che non rientrava nella percentuale rigidamente stabilita dal livello statale. Quindi, questo Consiglio e questa Regione hanno già dimostrato, ecco, che su certi temi che sono condivisi sanno esserci.
Dopodiché, questa legge vuole essere uno strumento per poter lavorare meglio. La legge, a mio avviso, è bene che sia così generica, che sia uno strumento legislativo che, di volta in volta, ci permetterà di dare le risposte che si presenteranno, in questo caso in campo sanitario e socio-sanitario, quindi senza introdurre elementi di rigidità, che magari oggi possono essere di un certo tipo, ma domani potremmo anche permetterci di fare delle altre valutazioni a seconda di quella che è la situazione che andremo ad affrontare.
Da ultimo, penso che dobbiamo lasciar fuori dal campo certi argomenti, come quello della carenza del personale, in questo tipo di provvedimenti. Penso che tutti sappiamo che sono temi di una complessità e di un profilo di livello nazionale che richiedono ben altro tipo di impegno, che è quello dell'opportunità di dare uno strumento legislativo per poter operare in campo sanitario e socio-sanitario. È ben precisato nella legge che i risparmi di spesa, dopo aver provveduto al rispetto dei LEA, dovranno essere sviluppati in campo sanitario e in campo socio-sanitario. Quindi, è assolutamente ben delineato quello che è l'ambito di azione. Ci è stato anche molto ben spiegato dal dirigente che era presente quel giorno in Commissione quali sono i livelli, negli ultimi anni, dei risparmi di spesa. Avete detto che avete riletto i verbali, avete potuto rifocalizzarli e quindi avete capito anche qual è la dimensione di cui possiamo parlare.
Penso, quindi, che sia bene che la Regione, in un'architettura istituzionale talvolta troppo rigida, proprio in campo sanitario e socio-sanitario, si doti di quegli strumenti che la Corte Costituzionale ci permette di avere, ed è bene che questa Regione li abbia a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Io ho finito con gli interventi in discussione generale, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
L'Ufficio di presidenza della Prima commissione deve ritrovarsi per valutare i due emendamenti, quindi propongo una sospensione di 15 minuti.
L'Ufficio di presidenza della Commissione si trova in Sala del Leone, i Capigruppo rimangono in Aula per un attimo. Facciamo una Capigruppo per una modifica dell'ordine del giorno in essere. Dichiaro sospesa la seduta, che riprenderà alle ore15.20.
Togliamo lo streaming e facciamo una Capigruppo in Aula.
Ci sono alcuni ordini del giorno mi pare a supporto o in modifica degli emendamenti depositati. Riprendiamo i lavori alle ore 15.45.
La Seduta è sospesa alle ore 15.06
La Seduta riprende alle ore 16.11
PRESIDENTE
Ancora qualche secondo di pazienza, colleghi, e riprendiamo i lavori. Ognuno torni alla propria postazione. Inizieremo con l'articolato.
Ho visto che alcuni colleghi non hanno ancora firmato la presenza in Consiglio. Quindi, chi può, lo faccia prima della fine della seduta. Ho visto alcuni presenti che ancora non hanno firmato.
È in fase di distribuzione un ordine del giorno che mi pare sostituisca un emendamento. Quindi, ancora qualche secondo. Portate pazienza.
Colleghi, riprendiamo i lavori. Vedo relatrice, correlatrice e Assessore presenti. C'è anche la Presidente della Quinta Commissione, quindi ci sono tutti. Tutte donne, tra l'altro. Abbiamo tutte le attrici principali di questo provvedimento.
Partiamo con l'articolato. Prestate attenzione, per favore.
Alle presentatrici degli emendamenti, anche in questo caso tutte donne, chiedo: gli emendamenti vengono ritirati, come mi sembra di cogliere, sostituendoli con gli ordini del giorno, o mi sbaglio?
Partiamo dall'emendamento n.
A0002, presentato dalla correlatrice Anna Maria Bigon, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
"All'articolo 1, comma 1, le parole:
"Il loro impiego, per spese attinenti le finalità sanitarie, è deliberato dalla Giunta regionale. "
sono così sostituite:
"Il loro impiego è finalizzato per almeno il 50% alla prevenzione e alle cure del disagio psichico delle fasce giovanili della popolazione, e deliberato dalla Giunta regionale, sentito il parere della competente commissione consiliare, che si esprime entro trenta giorni, decorsi i quali se ne prescinde".
Prego, consigliera Bigon.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
L'emendamento lo ritiriamo. Abbiamo presentato l'ordine del giorno. Dopodiché, per quanto riguarda la dichiarazione, ci penserà la collega Zottis ad intervenire.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Guarda, emendamento n. A0001.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Lo ritiro.
PRESIDENTE
Vengono ritirati l'emendamento n. A0002 e l'emendamento n. A0001, sostituiti con gli ordini del giorno che affronteremo dopo. Un ordine del giorno, scusatemi.
Articolo 1. Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo
1.
È aperta la votazione.
Potete votare. Colleghi, si vota. Mi rivolgo a chi è fuori dall'Aula, se vuole partecipare al voto. Avvisate chi è in Sala del Leone che si sta votando.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2.
Metto in votazione l'articolo
2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A3
Ordine del giorno presentato dalle consigliere Guarda e Brescacin relativo a "RELAZIONARE AL CONSIGLIO REGIONALE SULLA DESTINAZIONE DEI RISPARMI DI SPESA IN SANITÀ" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Risparmi di spesa in sanità". (Progetto di legge n. 103) APPROVATO (Deliberazione n. 2/2022)
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Visto:
- che l'articolo 1 del progetto di legge di cui all'oggetto prevede che "I risparmi di spesa, ottenuti in sede di erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), già adeguatamente garantiti, sono da considerare risparmi disponibili, una volta accertati a seguito dell'approvazione dei bilanci di esercizio del Servizio sanitario regionale. Il loro impiego, per spese attinenti le finalità sanitarie, è deliberato dalla Giunta regionale";
Considerato che:
- è previsto che la Giunta regionale deliberi il loro impiego per finalità sanitarie;
- nell'ottica di garantire il ruolo del Consiglio regionale come previsto dall'art. 33 dello Statuto regionale,
Impegna la Giunta regionale
A relazionare, alla competente Commissione consiliare, almeno una volta all'anno, a seguito dell'approvazione dei bilanci di esercizio del Servizio sanitario regionale, sull'entità dei risparmi e il loro utilizzo".
Collega Guarda, intende illustrarlo? Prego.
Grazie.
A seguito della discussione avvenuta in Ufficio di presidenza della Quinta commissione, la richiesta di almeno avere una rendicontazione, una spiegazione all'interno della Commissione competente, sia di che tipo di risparmi si sono verificati che poi anche le valutazioni del perché si è scelto di andare a destinarli in determinate direzioni, per noi era sicuramente essenziale.
Abbiamo incontrato, in questo caso, nella soluzione di un ordine del giorno, la condivisione e le sollecitazioni a prevederlo anche all'interno del voto del Consiglio regionale, da parte dell'Assessore competente. Per questo motivo ringrazio la disponibilità della presidente Sonia Brescacin nella possibilità di poterlo scrivere assieme in modo da poter giungere a questo risultato.
Ribadisco che sicuramente questo è un passaggio in più, che non viene previsto in legge, di conseguenza, ovviamente non è obbligatorio, però, auspichiamo, così come si è verificato all'interno dei lavori della Quinta Commissione, che questo possa avvenire con regolarità e con coerenza rispetto al voto che andiamo ad affrontare.
Questo è un passaggio per noi è essenziale perché il principio di riconoscere, all'interno della Commissione Quinta, il valore aggiunto che il Consiglio ha nel suo ruolo di realizzazione della programmazione socio-sanitaria, questa condivisione la ritengo necessaria per rivendicare, verificare e attuare in maniera adeguata lo Statuto della Regione del Veneto.
Per cui ringrazio per questa apertura. Sicuramente non è risolutiva, perché non prevista in legge. Ci dobbiamo naturalmente affidare alla buona volontà e alla disponibilità dell'Assessore.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione l'
ordine del giorno n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto finali sul PDL n. 103.
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Ringraziamo, come ha già sottolineato la collega Guarda, per essere arrivati almeno ad un'intesa comune nell'ordine del giorno, a un momento di condivisione di quello che potrebbe essere un investimento rispetto ai risparmi.
Per noi rimane un problema, l'abbiamo già discusso, non avere nel PDL un qualcosa di più esplicito. Per quanto mi riguarda, c'è anche una condivisione sul fatto che ci siano degli aspetti tecnici che non possono essere oggetto di contrattazione. Però, quello che ci sarebbe piaciuto era un'esplicitazione della previsione di un Piano, chiaramente redatto da tecnici, sul quale poter avere una discussione politica di come si è arrivati ad un risparmio, del perché si predilige la casa di riposo piuttosto che il centro di psichiatria. Ci aspettavamo, anche con una revisione degli emendamenti, di poter arrivare a questo all'interno del PDL.
Pur ringraziando per questa apertura, considerando quello che ci sarà nella discussione, e sarà un piacere, anche da parte nostra, poter condividere anche questo ulteriore passaggio, condividendo che quando abbiamo chiesto questi momenti comunque ci sono stati, il nostro voto rimarrà contrario.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Io rimango, purtroppo, della posizione iniziale. L'ho detto anche in Ufficio di Presidenza. Penso sarebbe stato importante vedere già nel progetto di legge un'indicazione da parte dell'Assessore e della Giunta rispetto alla spesa, o, almeno, come avevamo discusso, la possibilità che, una volta visti i risparmi, magari annualmente o bi-annualmente, a seconda della programmazione, fosse questo Consiglio regionale ad esprimersi su una programmazione, cioè vedere non un PDL che dice "do mandato", una sorta di delega, una sorta di carta bianca a decidere come investire i risparmi, ma che fosse questo Consiglio ad esprimersi, magari, su una programmazione un po' più precisa.
Anch'io ringrazio per la disponibilità dell'ordine del giorno, che comunque ritengo importante, perché almeno sapremo i ragionamenti che la Giunta farà in Commissione, però credo anche che su un tema così importante, come quello della sanità, in particolare in questo momento, l'Aula competente sarebbe stata più utile il Consiglio regionale.
Avrei preferito, come dicevo nel mio intervento, vedere un PDL che coglieva l'occasione della sentenza, che esprimesse già un indirizzo a partire dalla visione della Giunta e che questo Consiglio potesse esprimersi su dove indicare risparmi per i prossimi due anni, un anno, sapendo già che esistono.
Credo che, a livello metodologico e anche a livello politico, sarebbe stato meglio così. Quindi, rimango dell'opinione che avevo inizialmente in questa discussione, seppur ringraziando del passo avanti rispetto all'informativa in Commissione.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Valdegamberi, prego.
Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
Ritengo che questa sia una legge molto, molto importante, perché intanto fa valere un principio di un sistema socio-sanitario veneto che ha sempre fatto integrazione tra il mondo del sociale, il socio-sanitario e quello sanitario vero e proprio. Quindi, dà ulteriore spazio d'azione da parte della Giunta per integrare eventualmente e sviluppare ancor di più un sistema integrato qual è quello della tradizione veneta.
So che finora c'erano dei problemi perché le interpretazioni che venivano dal livello nazionale erano quelle di vincolare sui LEA solo le risorse sanitarie. Con questa sentenza e questa legge che recepisce un nuovo indirizzo si apre uno spiraglio nuovo che va nella linea della tradizione veneta, consentendo di conservare il nostro sistema integrato.
Sicuramente sarà poi la Giunta a valutare quali siano le priorità in relazione anche ad eventuali avanzi che arriveranno dalla gestione, che sono frutto di una buona gestione, che permetterà con oculatezza di indirizzare e rafforzare tutti quei sistemi del sociale, che poi alla lunga permetteranno di portare risparmi nell'ambito sanitario, perché le due cose sono due facce della stessa medaglia, e investendo molte volte nel sociale poi si prevengono maggiori spese nel sanitario.
Il mio voto, quindi, è convintamente favorevole. Auspico che poi queste risorse possano essere utilizzate anche per ricercare modelli innovativi nella gestione del sociale, come abbiamo già delineato con alcune leggi, vedi l'affido in famiglia, che è una legge rimasta ancora in parte sperimentata, con effetti molto positivi, che andrebbe, però, portata più a sistema, che sono nuovi metodi di approccio per l'assistenza sempre più verso il contenimento all'interno dell'ambito familiare delle persone, per esempio, non autosufficienti, quindi per sgravare le strutture e sgravare soprattutto il sistema sanitario. Quindi, è un voto convintamente favorevole, il mio.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il
progetto di legge n. 103 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Grazie, colleghi.
Il punto n. 8, il PDL n. 76, viene rinviato alla prossima seduta, come concordato in Capigruppo e come richiesto anche dalla prima firmataria e relatrice del provvedimento.
PUNTI
9 e 10 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, OSTANEL E CAMANI, LORENZONI. BALDIN E ZANONI RELATIVA A "NO ALLA LIBERALIZZAZIONE ALL'UTILIZZO DEL CSS-COMBUSTIBILE. LA GIUNTA REGIONALE SI ATTIVI PER TUTELARE AMBIENTE E IL PARCO REGIONALE DEI COLLI EUGANEI DA SEMPLIFICAZIONI FRUTTO DI TRAVISAMENTI DEL CONCETTO DI ECONOMIA CIRCOLARE, ANCHE PRENDENDO SPUNTO DA QUANTO DELIBERATO DAL COMUNE DI MONSELICE.". (MOZIONE N. 171) RESPINTA
e
MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAN, FAVERO, RIGO, CENTENARO E VIANELLO RELATIVA A "CEMENTIFICIO MONSELICE: NO ALLA LIBERALIZZAZIONE ALL'UTILIZZO DEL CSS-COMBUSTIBILE". (MOZIONE N. 180) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 3/2022)
PRESIDENTE
Passiamo al punto n. 9) Mozione 171 presentata dalla collega Guarda ed altri.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Certamente, Presidente.
Premesso che con deliberazione n. 54 del 2018, il Consiglio regionale del Veneto della scorsa legislatura ha approvato una mozione, primo firmatario il consigliere Ruzzante, relativa all'attivazione della Giunta presso il Governo per impedire l'utilizzo del CSS nei cementifici. Questa è una mozione votata dal Consiglio regionale, in cui si impegna la Giunta regionale a farsi parte attiva presso il Governo, affinché proceda senza indugio ad adottare tutte le iniziative necessarie, anche integrative o, se necessario, di modifica del decreto ministeriale n. 22 del 2013 e della afferente normativa successiva, insistendo affinché sia valutata la revoca, in virtù del principio di precauzione, di ogni atto funzionale a consentire la riconversione dei cementifici in inceneritori nelle zone sensibili.
È una mozione presentata e approvata proprio nella direzione di venire incontro all'urgenza che ci viene raccontata ancora oggi non soltanto dai Comitati, ma anche dai cittadini e dai Consigli comunali del territorio interessato, in questo caso il Comune di Monselice.
Questo perché il decreto ministeriale n. 22 del 2013 stabilisce le condizioni in presenza delle quali il combustibile solido secondario (da qui in poi CSS) può definirsi non rifiuto e quindi essere utilizzato ai fini della produzione di energia da parte di centrali termoelettriche e di cementifici, acquisendo la denominazione di CSS combustibile.
Questo materiale, in sostanza (si tratta di rifiuto speciale), può essere utilizzato solo previa dichiarazione di conformità effettuata dal gestore dell'impianto che lo ha prodotto, cessando così la qualifica di rifiuto come da decreto legislativo n. 152.
La disposizione sopracitata è sostanzialmente reiterata all'interno di altri decreti-legge e specificata nell'articolo 35, rubricato "Misure di semplificazione per la promozione dell'economia circolare", del decreto-legge n. 77, quello che riguarda ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative di accelerazione e snellimento delle procedure.
All'interno di quest'articolo, con la finalità di consentire la corretta gestione dei rifiuti e la migliore attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, si procede ad un'opera di semplificazione per quanto riguarda l'utilizzo e la liberalizzazione dell'utilizzo del CSS combustibile all'interno di questi tipi di impianti.
Evidenziato che, con uno specifico riferimento al territorio regionale, la liberalizzazione investe in maniera decisa e diretta la Provincia di Padova e nello specifico interessa il Comune di Monselice, ove, com'è noto, è localizzata la cementeria unica sopravvissuta delle tre cementerie che il Piano ambientale del Parco qualifica come incompatibili con le finalità del Parco stesso, il Parco dei Colli Euganei.
In relazione a tale presenza risultano, peraltro, già documentate diverse criticità sulle aree di ricaduta dei fumi alle pendici del Monte Ricco, tra le quali anche una scuola frequentata giornalmente da almeno 300 bambini della prima infanzia e che sono state rilevate da ARPAV significative concentrazioni nei terreni superficiali di microinquinanti organici, diossine, PCB e a circa 1.800 metri dalla ciminiera insiste anche il laghetto di Arquà Petrarca, che è sito protetto dall'Unesco, unica risorsa mineraria dalla quale è possibile ottenere preziosi fanghi naturali destinati alle cure termali del distretto Euganeo e che quindi deve essere oggetto di particolari azioni di tutela.
Non solo, la cementeria continua a essere classificata "industria insalubre di classe 1" da un apposito decreto del Ministero della Sanità. Dunque, è del tutto evidente come il co-incenerimento del CSS ridondi sulle matrici ambientali come determinante di rischio per la salute umana e per non tacere poi del danno di immagine...
Chiedo scusa, siccome riguarda poi anche il territorio del Consigliere...
PRESIDENTE
Collega Guarda, solo una cosa. Mi sono dimenticato di dirlo prima. Abbiamo affiancato le due mozioni, la sua e la n. 180, perché facciamo una discussione unica per poi fare due voti separati.
Mi scusi l'interruzione.
Prego, collega Guarda.
Questa condizione, questa liberalizzazione, ai danni e ai rischi per la salute umana, affianca anche un rischio di immagine gravissimo che ne deriverebbe a carico del Parco regionale dei Colli Euganei in cui si trova il cementificio stesso.
Tra l'altro, il Consiglio comunale di Monselice, in data 13 settembre 2021, ha approvato all'unanimità lo schema di convenzione tra l'ente Parco Colli Euganei, il Comune e la società proprietaria della cementeria. All'interno di questo atto approvato si esplicita chiaramente l'urgenza di escludere il CSS e gli altri tipi di combustibili derivanti dai rifiuti dall'utilizzo all'interno di questa struttura.
Per questo motivo, in ragione del fatto che il Comune ha chiesto alla Regione di intervenire per fare in modo che questo volere della popolazione possa essere garantito, abbiamo presentato una mozione, io e la consigliera Ostanel, accompagnate dalla consigliera Camani, dal consigliere Lorenzoni, dalla consigliera Baldin e dal consigliere Zanoni, per chiedere due impegni alla Giunta regionale del Veneto: chiedere che si pervenga in tempi brevi all'abrogazione dei commi 2 e 3 dell'articolo 35 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, quello che specifica la procedura di semplificazione, e ad attivarsi, anche tramite gli Enti competenti, sollecitando in particolare il Parco regionale dei Colli Euganei, a dare seguito ai lavori previsti dall'articolo 19 del Piano ambientale, al fine di pervenire a un accordo di programma per la salvaguardia delle specificità del Parco dei Colli Euganei, il contenimento dell'impatto ambientale degli stabilimenti incompatibili e la programmazione della riconversione e riallocazione della loro attività.
Questi due punti per noi sono essenziali. Uno evidentemente non riguarda la Regione del Veneto stessa, perché si tratta di un impegno a sollecitare il livello nazionale. Il secondo punto, invece, è essenziale, perché la Regione del Veneto, responsabile, poi, anche dell'attuazione della normativa per quanto riguarda i parchi regionali, deve sollecitare l'ente Parco a fare la propria parte e il proprio dovere, dato che è dal 2020 che si aspetta la conclusione di questa tipologia di definizione e di attuazione dell'articolo 19.
Per questo motivo, per noi questi aspetti sono essenziali. Ritengo non siano essenziali soltanto per i Consiglieri di minoranza, quanto ancor di più per i Consiglieri di maggioranza, sollecitati dai propri rappresentanti territoriali e da un Consiglio comunale che, all'unanimità, Destra e Sinistra che sia, ambientalisti o meno che siano, ha votato un impegno per dare una direzione chiara. In un'area parco un impianto, un cementificio non può incenerire combustibili derivanti da rifiuti, che siano CSS o altro.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Io sono uno dei sottoscrittori di questa mozione, che, come ha appena spiegato la prima firmataria, la collega Cristina Guarda, ha come obiettivo quello di evitare che ci sia questa attività di incenerimento dei CSS, con il conseguente peggioramento anche dello stato ambientale di quell'area, che è un'area molto particolare perché, oltre a essere un Parco regionale, fa parte della Rete Natura 2000, tutelata dall'Unione europea.
La situazione è particolarmente interessante se si considera il quadro generale dello stato della qualità dell'aria dove ricadono questi impianti. Ricordo che come Stato membro siamo stati condannati dalla Corte di Giustizia nel novembre 2020 per la violazione della direttiva sulla qualità dell'aria. Ciò è dovuto anche allo stato di inquinamento della Pianura Padana, quindi della nostra regione. Successivamente, si è aperta una nuova procedura di infrazione, che è ancora in essere, sempre per l'inquinamento dell'aria.
In un periodo storico dove si parla di sostenibilità e di tutela ambientale, a mio avviso, anche per rispondere alle nuove esigenze di tutela della salute e dell'ambiente, si dovrebbe dare assolutamente seguito a mozioni come queste, perché bisogna assolutamente dare anche un segnale ai cittadini e alle nuove generazioni di interessamento da parte della politica nei confronti di quelle aree protette, come il Parco dei Colli Euganei. Se anche nelle aree adibite a parco non c'è quella dovuta attenzione utile a chiudere e trasferire impianti così impattanti, rischiamo veramente, come legislatori, di perdere di credibilità.
I Colli Euganei sono una realtà ambientale molto importante. Sappiamo tutte le attività che si svolgono a suo interno di sostenibilità, sostenibili. Mi riferisco alle attività agricole in particolare. Pertanto, questi impatti ambientali così rilevanti devono in qualche modo essere ricollocati, ridimensionati ed eliminati, perché sono sicuramente incompatibili.
Ricordo sempre come alcune indagini attorno ai cementifici, fatte in Italia, ma non solo, in Veneto, in Friuli e anche in altre Regioni, hanno sempre dimostrato come il contesto ambientale subisca dei peggioramenti (tutti ricordano i monitoraggi fatti) e il riscontro di accumulo di diossina.
Ancorché nel rispetto della legge per quanto riguarda le emissioni, che sono comunque di manica larga per quanto riguarda i cementifici, vengono ritrovate importanti quantità di inquinanti nei terreni attorno a questi siti perché da noi purtroppo manca una norma che ponga dei limiti in valore assoluto degli inquinanti. Noi quindi consentiamo a determinati impianti di inquinare, perché questo è quello che si fa, nel senso che ci sono limiti di legge al di sotto dei quali però si può inquinare. Ma quell'inquinamento nel tempo (l'inquinamento in valore assoluto nel tempo) crea delle ripercussioni sui terreni, tant'è che ci sono casi di rilevamento anche importante di diossina nel latte materno, di diossina nel latte degli allevamenti di mucche, a dimostrazione di come questi impatti non siano esenti da ripercussioni anche di carattere sanitario.
Sicuramente questa apertura che c'è stata nell'utilizzo di CSS è da vedere con molta diffidenza: soprattutto se si tratta di impianti del genere all'interno di contesti così delicati è sacrosanto attivarsi affinché si riconvertano quelle attività e si chiudano quelle attività così impattanti per l'ambiente e per l'uomo.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Ostanel, prego. Ricordo che stiamo trattando entrambe le mozioni per poi fare due voti distinti.
Prego, collega Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Io inizierò il mio intervento con una citazione che dice: "Si ritiene che consentire l'utilizzo di CSS da parte della cementeria sita nel perimetro del Parco regionale Colli Euganei non sia compatibile con la specifica tutela ambientale di cui il Parco è portatore e che l'utilizzo di CSS non appare conforme agli obiettivi del Piano ambientale che sono quelli della progressiva riduzione degli impatti ambientali degli impianti di cementeria influenti sulla situazione ambientale del Parco. Si chiede quindi di sapere se il Ministro in indirizzo, per quanto di sua competenza, non intenda adottare opportune iniziative, anche di carattere normativo, per poter escludere l'utilizzo del CSS come combustibile proveniente da rifiuti nel cementificio di Monselice, in considerazione della localizzazione dell'impianto rispetto al Parco regionale dei Colli Euganei e della vicinanza con il suo, protetto dall'UNESCO, laghetto di Arquà Petrarca".
Lo cito e non avrei mai pensato di citarlo, ma è l'interrogazione di Ostellari fatta in Parlamento, quindi sono contenta che si discuta di questo tema su cui, credo, ci sarà unanimità, perché in qualche modo anche i Partiti di maggioranza qui seduti non solo a livello parlamentare, ma anche a livello comunale, hanno già espresso una direzione rispetto al non utilizzo di CSS all'interno di un territorio così particolare come quello appunto che stiamo citando non solo per il Comune di Monselice, ma anche perché quel Comune è sito all'interno di un contesto particolare come quello dei Colli Euganei dove, come citava appunto questa interrogazione, dice essere non solo un territorio particolarmente fragile, ma anche tra l'altro candidato con la proposta MAB UNESCO a diventare ancora di più un territorio tutelato.
Io non mi dilungo molto sui contenuti, nel senso che la presentazione della consigliera Guarda ha già espresso il contenuto della mozione e soprattutto questa citazione dell'interrogazione virgolettata indica il fatto che ci sia un consenso, spero, anche dal punto di vista della maggioranza.
Ci tengo solo a dire che, l'ha detto anche il consigliere Zanoni, il coincenerimento dei rifiuti è considerato dai tecnici esperti, quindi non tanto da me, una pratica non solo rischiosa per l'ambiente e per la salute, ma proprio perché questa viene fatta presso degli impianti dedicati come l'inceneritore in qualche modo in questo momento noi dobbiamo, credo, esprimerci a livello regionale per supportare una scelta che è già stata indicata dai Comuni in cui questo impianto insiste e che, per fortuna, ha definito anche un livello di dibattito ampio a livello parlamentare.
Io credo che oggi dovremmo dire due cose: 1) che appunto in quel sito particolare non si possa utilizzare questo tipo di combustibile. 2), cosa importantissima che cita questa mozione, è appunto quel famoso tavolo che è previsto dall'articolo 19 del Piano ambientale che servirebbe – e credo su questo anche ci sia un punto importante – dopo aver detto no al CSS, a definire i tempi e i metodi di un eventuale riconversione oppure della ricollocazione delle ciminiere. Perché è così importante questo tavolo? Perché dopo aver detto no, e credo ci sia l'unanimità, noi dovremmo ora davvero rendere operativo questo articolo 19 del Piano ambientale, che prevede il fatto che ci sia un incontro, una riunione per definire cosa faremo successivamente.
A questo tavolo del Parco Colli è stata convocata una riunione l'8 settembre 2020, ma dopo quell'incontro non ci sono stati ulteriori aggiornamenti nonostante sia previsto da questo articolo 19. Mi soffermo su questo secondo punto del dispositivo della mozione, sull'impegno appunto a riconvocare questo tavolo, perché ora, visto che il territorio ha già detto la propria e dopo che in Governo e in Parlamento c'è stata una discussione, io spero che oggi, dopo la votazione di questi due dispositivi all'unanimità, si possa davvero andare in quel territorio e dire: "Okay, ora capiamo, all'interno di quel tavolo dedicato e competente, come arrivare effettivamente a riconvertire o a ricollocare la cementeria".
Questa battaglia non è una battaglia di parte. Ci tengo a chiudere su questo punto. Dal territorio, non solo i Consiglieri della Lega, ma anche i Consiglieri di centrosinistra, ma anche le categorie economiche sono intervenuti sostenendo che in quel territorio questa pratica non sia sostenibile. Anche il Consorzio Vini dei Colli Euganei è intervenuto qualche giorno fa con un articolo che è uscito su "Il Gazzettino" sostenendo questa posizione, questa battaglia.
È per questo che spero e credo che oggi arriveremo a votare all'unanimità queste due mozioni, perché il territorio lo ha chiesto, lo ha chiesto non con una prospettiva di parte, ma grazie al coinvolgimento davvero di tutte le categorie del territorio. Penso che questa sia un'indicazione importante. Al di là del dire "no" al combustibile, l'idea di dire: "Capiamo insieme, con gli strumenti competenti, come riprogrammare, riconvertire o ricollocare la cementeria in un altro territorio" possa essere quello che il territorio oggi chiede e aspetta da questo Consiglio regionale.
PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Pan. Prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Naturalmente siamo entrati in un tema anche molto sentito dal territorio, soprattutto quello padovano, all'interno dei nostri Colli Euganei e naturalmente all'interno, soprattutto, della Provincia di Padova. Facendo un po' di storia, abbiamo comunque visto che questi tipi di impianti, che storicamente sono nati proprio in quei luoghi, derivano dal fatto soprattutto che c'erano le cave di trachite, che è il materiale che veniva usato già da secoli per creare materiale laterizio o cemento. È chiaro che sono sorti questi impianti perché in quel territorio in passato c'erano le cave di materia prima, altrimenti sarebbero andati da altre parti.
È chiaro che adesso con la costituzione del Parco regionale, con un cambiamento importante nella mentalità e soprattutto nella sensibilità ambientale delle popolazioni residenti e nelle Amministrazioni ci si scontra spesso e volentieri, purtroppo, con casi di questo genere in cui chi conosce Monselice, penso ai colleghi padovani, sa dove sia collocato questo impianto e quale sfortuna di collocamento abbia, perché arrivando dall'autostrada o dalla statale si vede benissimo questo impianto proprio sotto uno dei Colli, tra l'altro scavato anche in maniera devastante nel passato.
Ciò che noi poniamo al di là del combustibile, perché mi sono un po' informato sulle diatribe scientifiche che dicono che magari il combustibile da rifiuti sia meno inquinante, un 30% in meno rispetto al carbone che viene utilizzato... adesso non sono un esperto, ma la diatriba è aperta, perché ricordo appunto che, accennando al Decreto Semplificazioni che è stato approvato dal Parlamento l'anno scorso, nel 2021, c'è già la possibilità in tutti i cementifici d'Italia di poter utilizzare questo tipo di combustibile che, visti anche i tempi che ci sono in cui i carboni fossili e il petrolio, con l'aumento dei prezzi, eccetera, naturalmente da questo punto di vista la produzione del cemento da qualche parte bisogna farla e, quindi, bisogna dare anche una mano visti i costi energetici.
Premettendo questo, diciamo che la sfortuna di questo impianto è proprio di essere all'interno di un Parco in cui comunque ci sono delibere dello stesso attuale Presidente dell'Ente Parco Colli, il dottor Masin, e comunque della Giunta e dei tanti Consigli comunali, quasi tutti, mi pare, mi risulta, i Consigli comunali dei Comuni dell'Ente Parco Colli, la possibilità di spostare questo impianto prima di tutto. Quello che noi pensiamo è che prima o poi si debba partire con un tavolo in cui si possa concertare tutti gli enti interessati, man mano lo spostamento di questo impianto in zone dove la produzione possa essere assicurata con tutti i crismi, anche chiaramente legati ai combustibili, ma anche al controllo dei fumi, naturalmente con tutti i sistemi di filtraggio, eccetera.
Noi quindi non siamo a prescindere contrari alla produzione della materia prima, perché serve poi per i nostri imprenditori e per la nostra industria edilizia, però è chiaro che in quel luogo e in quel contesto, l'utilizzo dei combustibili da rifiuto, dei CDR o di quello che sia, ci trova per quanto un poco perplessi e contrari.
Io quindi ho presentato questa mozione a supporto dei nostri Comuni e a supporto del Parco, affinché si parta con questo percorso. Ho presentato addirittura, sentendo anche l'assessore Bottacin, una modifica all'impegno: "di valutare, compatibilmente con le sue competenze – cioè la Regione – l'utilizzo di eventuali combustibili alternativi rispetto al combustibile proveniente da rifiuto nel cementificio di Monselice, vista anche la localizzazione dello stesso rispetto al Parco dei Colli Euganei."
Naturalmente sono anch'io d'accordo, sentendo tutte le categorie economiche, agricole e produttive, soprattutto perché io penso che la vera destinazione di questo luogo sia il turismo sostenibile, le terme e credo naturalmente che si debba andare in quella direzione.
Questo tipo di impianti pure utili, pure necessari, devono essere portati in luoghi differenti.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Venturini, prego.
Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Queste mozioni che sono state presentate prendono le mosse da un'istanza che è stata presentata al SUAP del Comune di Monselice da parte della cementeria Buzzi Unicem S.p.A. La cementeria chiede di poter realizzare un impianto di ricezione e dosaggio di minerali di ferro e silicati (sostanzialmente si tratta di un silos per lo stoccaggio di materiale) e presenta quindi questa istanza al SUAP del Comune di Monselice.
Questo tipo di intervento è subordinato alla stipula di una convenzione che vede il Parco Colli, il Comune e l'azienda. Il Comune di Monselice predispone una bozza di convenzione dove inserisce due condizioni per poter addivenire all'intervento dell'installazione dell'impianto. La prima condizione è che l'azienda si impegni a programmare i tempi e le modalità di dismissione della cementeria e cioè la dismissione del ciclo a caldo; l'altra condizione è che non venga introdotto nel ciclo produttivo il CSS, il combustibile solido secondario, cioè il combustibile derivante dal trattamento di rifiuti urbani e speciali.
Queste due condizioni, che sono state inserite dal Comune di Monselice nella convenzione, sono state avversate dalla cementeria ed è iniziato un contenzioso. Queste due condizioni poste dal Comune di Monselice sono in qualche maniera spinte da istanze che provengono dal territorio e che hanno anche degli appigli e dei riferimenti nel Piano ambientale del Parco Colli Euganei: infatti all'articolo 19 si prevede che gli impianti produttivi ad alto impatto ambientale sono incompatibili con le finalità del Parco e si mette in evidenza anche che le strategie che vengono portate avanti nel controllo delle attività incompatibili possono prevedere anche la rimozione delle strutture e la cessazione dell'attività. Nelle convenzioni alle quali sono subordinati, gli interventi che eccedono la manutenzione ordinaria, come appunto quello previsto e richiesto dalla cementeria, devono essere comunque valutati nell'ambito di una convenzione, una convenzione che può porre delle condizioni in termini di modalità e di tempi in fatto di prosecuzione dell'attività e di dismissione della cementeria.
L'altra condizione che viene posta, cioè la di richiesta di non intervenire, di non introdurre nel ciclo produttivo il CSS, cioè il combustibile derivante dal trattamento dei rifiuti, è una condizione tra l'altro che viene richiesta dal Parco Colli perché il Parco Colli presenta un'istanza con la quale si chiede alla Regione di poter andare in deroga alla normativa nazionale che facilita l'utilizzo del CSS rispetto al combustibile tradizionale fossile. Sulla stessa lunghezza d'onda si pongono anche le organizzazioni di categoria e le associazioni che rappresentano gli agricoltori (pensiamo appunto alle produzioni di eccellenza, quindi il vino e l'olio), ma anche gli operatori turistici, il Bacino termale Euganeo, gli operatori culturali per quanto riguarda la candidatura UNESCO. Più soggetti sono intervenuti sul punto.
Ora alla luce di tutto questo, io penso che non sia peregrina, anzi, sia opportuna la possibilità di arrivare ad un accordo di programma come previsto dal Piano ambientale, che preveda la partecipazione del Ministero dell'Ambiente, della Regione, di tutti i soggetti pubblici competenti, perché siamo di fronte ad un grado di conflittualità che è tanto elevato, che non è solo attuale, ma che si protrarrà anche per il futuro. Cercare di mettere tutti i soggetti attorno a un tavolo e gestire questa situazione permette comunque di ridurre la conflittualità del territorio e cercare di fare del bene a quel territorio.
Per questo propongo un emendamento alla mozione presentata dal collega Pan con il quale chiedo che la Giunta possa intervenire, nel senso che possa valutare la possibilità di promuovere un accordo di programma proprio per concertare delle strategie di adeguamento e di eventuale riconversione dell'attuale impianto.
PRESIDENTE
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti a sostegno della nostra mozione, ma anche in rappresentazione della mozione presentata dai colleghi di maggioranza.
La mozione presentata in origine dal collega Pan è una mozione che noi avremmo votato senza alcun tipo di problema e con grandissima condivisione e sostegno, quindi a 360 gradi, visto l'impegno che corrisponde poi a quella che, anche a livello nazionale, è stata l'indicazione data dai politici appartenenti anche al vostro Partito, il Partito della Lega. In realtà, risponde al principio espresso dallo stesso Comune di Monselice all'interno della proposta di accordo per quanto riguarda la tipologia di combustibile da utilizzare all'interno di questo stabilimento.
Detto questo, però, così come riformulata con la proposta di riformulazione letta precedentemente dal collega Pan, ci costringe, purtroppo, a una valutazione. Perché? Perché sebbene sia importante escludere il CSS – e su questo siamo tutti d'accordo – il principio di inserire nell'impegno la valutazione di altri combustibili alternativi può essere molto liquida come dichiarazione, perché apre a delle alternative che sono già state escluse dal Comune di Monselice nell'atto votato dallo stesso Comune. Parlo, in questo caso, di CDR, che è un altro tipo di combustibile derivante sempre da rifiuti e in questo particolare caso da rifiuto secco. Ricordo che anche dentro il rifiuto secco è stata verificata una presenza, per esempio, di perfluoroalchilici molto elevata: in particolar modo per quanto riguarda alcune particolari realtà di packaging, eccetera, che vengono destinate al secco, quindi non sono recuperate, il PFAS c'è in alte concentrazioni e questo tipo di impianto, così come gli inceneritori presenti ad oggi in Veneto, non sono in grado di gestirlo. Si tradurrebbe in che cosa? In un'emissione in un'area Parco, in un'area esposta ai rischi di cui prima abbiamo parlato.
Accanto a questo c'è un altro tipo ulteriore di rifiuto, che appunto è il Carbonext, di cui l'azienda che promuove e gestisce questo impianto è promotrice e produttrice.
Per questo motivo ritengo che potrebbe essere necessaria un'integrazione alla proposta di modifica, prevedendo dopo le parole "combustibili" le seguenti: "purché non derivanti da rifiuti". Questo in ordine al fatto che qui non stiamo parlando di un cementificio qualsiasi, ma stiamo parlando di un impianto sito in un'area naturale protetta, riconosciuta dalla Regione, all'interno del cui piano vi è scritto che quel tipo di impianto non è compatibile con l'attività di tutela dell'area e di cui abbiamo, tra l'altro, risultanze da un punto di vista di rilievi da parte di ARPAV di presenze di contaminanti, sia in terra che in aria, che magari rischiano di compromettere la qualità di un servizio dato alle terme del territorio euganeo.
Per questo motivo chiedo al presentatore Giuseppe Pan di valutare l'inserimento di questa specifica, perché quando si parla di incenerimento di rifiuti all'interno di un impianto che non è creato per questo, il rischio di una contaminazione è ancora più alto e quindi per noi e anche per il Comune di Monselice, perché riportiamo all'interno della nostra mozione che cosa ha scritto il Comune, non è tollerabile sostituire il CSS con altre formule di combustibile derivante da rifiuto.
Per questo motivo in alternativa per noi purtroppo è impossibile votare favorevolmente questa vostra mozione, nonostante ci sia stata anche l'introduzione, naturalmente, di un emendamento, nonostante magari possa essere votato favorevolmente, per esempio, l'emendamento della consigliera Venturini, ma non ci consente questo impegno di garantire l'impegno che ci ha chiesto il Comune votando e poi chiedendo anche alla Regione di intervenire su questo aspetto. Ne va della coerenza di tutti, anche del Partito della Lega, che a livello nazionale ha dato un messaggio completamente diverso rispetto a quello che viene votato qui oggi.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno di quanto sostenuto già dalla consigliera Guarda perché conosco bene il territorio e conosco anche questo tipo di impianti, perché professionalmente me ne sono occupato ormai trent'anni fa. La normativa nazionale che consente l'utilizzo di combustibili derivati dai rifiuti è stata pensata per impianti che hanno delle dimensioni diverse da quello di Monselice e, soprattutto, che hanno dei camini diversi. Alla fine infatti dobbiamo essere molto laici nel riconoscere che processi di combustione che non sono desiderabili in assoluto, ma sono necessari, possono essere accettati quando si ha la possibilità di diluire i processi di combustione in grandi quantità d'aria.
Purtroppo la cementeria di Monselice non ha le caratteristiche come avere il camino alto. Pensate al camino di Porto Tolle di 250 metri: bruciava carbone, ma distribuiva le polveri su un'area molto grande e la ragione era quella. Qui non è possibile farlo.
Per cui, effettivamente, come indicato anche dal consigliere Pan, stride l'utilizzo di questi combustibili con la vocazione turistica, che sempre più si sta cercando di potenziare, di quell'area.
Io quindi penso che la richiesta che faceva la consigliera Guarda sia assolutamente condivisibile: se vogliamo veramente sostenere l'economia del territorio, se vogliamo sostenere soprattutto quanto richiesto all'unanimità dal Consiglio comunale di Monselice, dobbiamo dare un segnale chiaro. Per cui sottoscrivo quanto già richiesto dalla consigliera Guarda e mi auguro che tutti possiamo dare questo segnale forte.
Le attività industriali ci servono, ma oggi dobbiamo pensarle nei luoghi e nei modi che sono compatibili con la gestione della salute delle persone e della qualità ambientale del nostro territorio. Credo che questa sia l'occasione per dare un segnale forte, per dire che non lasciamo le aziende da sole, ma le dobbiamo accompagnare in processi che siano compatibili con la qualità della vita di tutti.
PRESIDENTE
Bene. Non vedo altri interventi.
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente. Mi scusi per il ritardo nella prenotazione.
Anch'io ridico quello che è già stato detto in Aula. Citavo apposta nell'introduzione l'esponente parlamentare del vostro Partito, perché vedere modificato un pezzo della mozione su cui c'era un consenso rendendola meno stringente, io davvero mi chiedo il perché. Perché cioè i Consiglieri locali stanno facendo una battaglia, i parlamentari stanno facendo una battaglia e qui facciamo un passo indietro rispetto a un dispositivo? Davvero mi dispiace. Posso anche comprendere ed è una domanda un po' retorica, però perché un Consiglio regionale deve andare indietro rispetto a delle scelte che chi è sul territorio sta conducendo, anche in maniera unanime ad altre forze politiche con le categorie economiche, quando quell'impegno che il collega Pan aveva inserito in mozione andava molto bene? Non mi pare che ci fosse una rivoluzione rispetto a quello che già il territorio stava dicendo.
Fare un passo indietro oggi davvero avrebbe bisogno almeno di una motivazione concreta e spiegata bene, perché io credo che domani, quando il territorio vedrà che il Consiglio regionale ha fatto un passo indietro rispetto a un impegno che il territorio ha già preso e che i parlamentari stanno portando avanti, si farà delle domande.
Mi dispiace molto vedere questo atteggiamento. Chiedo magari al collega Pan una spiegazione in più, se può, perché io credo che dal territorio si stiano aspettando almeno di ribadire le scelte che erano già state prese localmente.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Pan, prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Nessun problema a spiegare un po' questa variazione sul tema. È chiaro che la competenza della Regione arriva fino a un certo punto su questo tema, perché la competenza delle autorizzazioni è soprattutto provinciale e poi naturalmente, come sappiamo tutti, in base alle disposizioni del Governo in questi temi.
È chiaro che comunque il percorso che dobbiamo, secondo me, fare, oltre che a proibire, e mi pare che nel dispositivo che ho presentato il combustibile da rifiuti sia quello che auspichiamo noi sia proibito in questo tipo di cementeria, vista la collocazione, come ci siamo detti tutti, in un'area molto delicata, legata al turismo, legata ai prodotti tipici, all'asparago, al vino dei Colli, che tutti noi conosciamo e soprattutto al turismo termale, sia evidente.
È chiaro che però noi, come diceva il collega Lorenzoni, dobbiamo accompagnare questo sito produttivo e quindi dobbiamo dargli un'alternativa per chiaramente poter intanto non utilizzare questo tipo di rifiuto e aprire, come diceva la collega Venturini che ha presentato l'emendamento che comunque abbiamo concordato assieme, un tavolo insieme al Parco e a tutti gli Enti compresi comunque i nostri tecnici, il nostro Assessore all'Ambiente e la Regione per cercare di portare questo sito produttivo in un luogo in cui si possa dotare anche fisicamente.
Questo cementificio, come ricordavo, è chiuso da una collina e da una strada, da una ferrovia: è impossibile qualsiasi tipo di ammodernamento, di messa in sicurezza. Comunque, è anche impossibile fare una ciminiera di 200 metri o quello che ci vuole – io non sono un tecnico come il professor Lorenzoni – in cui sia possibile produrre in sicurezza e con tutte le normative. Questo è lo spirito.
È chiaro che se, da una parte, si vanno a implementare, in questo caso, tutti i combustibili, ma anche tutte quelle azioni per la sostenibilità ambientale, non c'è migliore sostenibilità ambientale che chiedere uno spostamento graduale degli impianti, magari in un'area da concordare con l'azienda. Noi non possiamo non pensare che ci sono i lavoratori, che c'è un indotto, che abbiamo un'edilizia, altrimenti andiamo sempre, come si fa in questi casi, a lamentarci quando le acciaierie vanno in Cina, quando le industrie chimiche vanno in India e qui, poi magari, siamo schiavi degli aumenti o dei ritardi nell'arrivo delle materie prime sul nostro territorio. Dobbiamo produrre, aiutare la produzione, guidare la produzione verso la sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica, con una ricaduta importante per la nostra Regione.
Il cementificio è sempre, comunque... Non so quanti ce ne siano in Veneto, non li ho contati, ma non penso tanti. Dall'altra parte, comunque, dobbiamo trovare una soluzione tecnica e ambientale per promuovere una produzione ecosostenibile e liberare i Colli Euganei da questo impianto. Ormai è da decenni che si parla di questo argomento: possiamo proibire uno, Tazio, chissà quale combustibile che verrà fuori tra 5-10 anni e ci ritroveremo al punto di partenza.
L'importante, intanto, è calmierare questo tipo di combustibili che derivano dai rifiuti e capire se tecnicamente questi tipi di rifiuti sono più o meno impattanti rispetto all'attuale utilizzato. Dall'altra parte accompagnare, con tavoli di concertazione, lo spostamento dell'impianto e liberare il nostro Parco dei Colli Euganei da questa presenza, come è già successo con gli altri due, visto che si ricordava che erano tre i cementifici. Due sono andati, ma può darsi che riusciremo in qualche maniera ad aprire una via per liberare quell'area da questo tipo di produzione pericolosa, impattante e anche brutta da vedere e, dall'altra parte, aiutare un'impresa importante, comunque, a trovare una ricollocazione in un altro territorio.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Venturini, prego.
Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)
La collega Ostanel diceva: "Qui non si è fatto un passo in avanti, ma si è fatto un passo indietro". Io ritengo, invece, che proprio oggi si stia facendo un passo avanti su questo argomento. Si sta dimostrando, innanzitutto, la sensibilità da parte dei Consiglieri e si sta anche chiedendo di poter affrontare in maniera collegiale una problematica legata al territorio, perché per esperienza dico che quando ci sono questioni complesse come questa, dove ci sono più attori, dove ci sono più interessi in gioco, è necessario creare dei momenti di concertazione, dei momenti in cui ci si ritrova tutti insieme e insieme si arriva ad individuare la soluzione più idonea per garantire la salute pubblica, per garantire l'economia del territorio, per garantire il benessere dei cittadini. Ma qui ci vuole l'impegno di tutti, non si va avanti a colpi di maggioranza o di opposizione, qui ci vuole la concertazione.
Io penso che proprio qui oggi si stia dando un segnale molto forte, con il quale si dice, appunto: ci mettiamo tutti attorno ad un tavolo e, con un accordo di programma, si potrebbe arrivare ad una soluzione.
PRESIDENTE
Purtroppo no. Ha già presentato il suo, è già intervenuta sul secondo, purtroppo potrà intervenire in dichiarazione di voto.
È chiusa la discussione generale sulle due mozioni.
Siamo alle dichiarazioni di voto. Prego, consigliera Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Apprendendo l'indisponibilità a inserire una semplice specifica in più, cioè quella di escludere l'utilizzo di combustibili derivanti da rifiuti, purtroppo per quanto riguarda la mozione del consigliere Pan non ci potremo trovare in accordo. Questo dispiace perché, in realtà, com'era originariamente predisposta ci dava la sicurezza che non vi fosse la valutazione di alternative di combustibili che in questo caso potessero replicare i rischi che, comunque, il CSS porta, ha portato e ha realizzato anche nel territorio, così come rilevato anche dalle indagini ambientali svolte dall'ente competente della Regione del Veneto.
Alla luce di questo, proprio per quanto è stato detto e dichiarato prima dalla consigliera Venturini, l'accordo di programma previsto dall'articolo 19 del Piano ambientale del Parco Colli è un accordo di programma che da un anno e mezzo si attende: si attende la convocazione, si attende la discussione, si attende la concertazione. È questo il motivo per cui abbiamo chiesto e chiediamo al Consiglio di votare l'impegno alla Giunta di sollecitare la continuazione di questa attività, la realizzazione di questa attività per la definizione dell'accordo di programma. Ma, in realtà, la concertazione del territorio è già stata fatta dalle forze politiche del territorio, che lei sicuramente conoscerà molto bene, che hanno condiviso un obiettivo, che è quello di non limitarsi ad evitare il CSS e ad escludere il CSS, ma ad includere anche all'interno gli altri combustibili derivanti da rifiuto e, di conseguenza, escludere altri rischi di esposizione a sostanze contaminanti, anche di tipo tossico, che possono peggiorare la condizione attuale.
Chiedo quindi che venga dato seguito alla disponibilità e all'urgenza dichiarata dai componenti di maggioranza, come la collega Venturini, proprio rispetto alla questione dell'accordo di programma che deve essere sollecitato in maniera adeguata e realizzato attraverso il Parco Colli per la realizzazione del suo specifico Piano ambientale.
Chiedo evidentemente di non ridurre e di non accontentarsi di una discussione che pensa di risolvere la questione di questa cementeria escludendo il CSS, ma dimenticandosi che di fianco le soluzioni ambientalmente e da un punto di vista sanitario sostenibili non sono quelle alternative, fatte di combustibili derivanti da rifiuti, magari rifiuto secco, che non sarà rifiuto speciale, ma che all'interno ha delle sostanze che tecnicamente la scienza ci dice, anche a livello europeo, che non possono essere sostenute da questo tipo di cementifici, e quindi di lavorare in maniera efficace per fare in modo che la concertazione già avvenuta nel territorio si realizzi adeguatamente. In maniera alternativa, purtroppo, questo Consiglio non ha rappresentato il desiderio e il volere delle realtà comunali locali.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
C'è una priorità, quella di capire cosa ha in mente di fare l'Ente Parco e quindi serve convocare il tavolo programmatico. È dall'8 settembre 2020 che non ci sono più questo tipo di convocazioni. L'articolo 19 del Piano ambientale parla chiaro: bisogna definire in maniera chiara, precisa e inequivocabile quelli che sono i tempi per la riconversione e per l'eventuale rilocalizzazione di questi impianti.
La situazione attualmente è insostenibile. La questione del CSS è la goccia che fa traboccare il vaso: non è sostenibile sotto il punto di vista ambientale, ma non solo. Io mi ricordo che anni fa mi occupai addirittura di contenziosi legali per i cementi prodotti tramite la combustione dei rifiuti, perché ricordo ai colleghi che magari non sanno, che praticamente le ceneri del combusto dei rifiuti vanno nell'impasto dei cementi. Io seguii un caso in Provincia di Treviso, un contenzioso legale, perché in quel caso ci furono dei problemi ai cementi armati proprio perché, non mi ricordo di che cementificio si trattasse, ma questo cemento era di scarsa qualità perché dentro appunto ci buttano di tutto. Le leggi lo consentono, però poi, alla fin fine, ci riportiamo le ceneri dei rifiuti combusti all'interno delle abitazioni. Insomma, io non so quanto ciò sia sostenibile.
Al di là di questa piccola parentesi che ho voluto aprire, credo che debbano essere date delle risposte e la Regione si deve impegnare affinché il Parco prenda per mano questa situazione e finalmente decida.
PRESIDENTE
Collega Ostanel, per dichiarazione di voto, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Fino all'ultimo ho provato a parlare con i colleghi per capire se c'era la possibilità, anche modificando il dispositivo che abbiamo prodotto con la consigliera Guarda e con gli altri, per venire a un voto unanime, ma mi pare che non sia così. Voglio dire alla collega Venturini che io sono nuova e anche ingenua, però se in un dispositivo dove c'è scritto "ad escludere la possibilità di utilizzare CSS combustibile proveniente da rifiuto", noi mettiamo: "valutare, compatibilmente con le sue competenze, l'utilizzo di eventuali combustibili alternativi rispetto al" questo è un passo indietro e lo fanno i proponenti della mozione – a me dispiace ridirlo e reintervenire, ma il territorio è più avanti di questo dispositivo – e, tra l'altro, i colleghi purtroppo vostri, della vostra maggioranza.
Io mi chiedo: davvero? Questo è un passo indietro, perché okay che si concerta, ma il territorio ha già concertato, le categorie economiche si sono espresse, si sono espressi i vostri Consiglieri. Oggi avere un voto unanime, tra l'altro provando a modificare anche il nostro dispositivo per avere un voto unanime, era quello che noi abbiamo cercato di fare da qualche ora a questa parte. Mi dispiace vedere un passo indietro. È così e si chiama così. Mi dispiace.
PRESIDENTE
Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Credo che la discussione sia stata interessante. Io mi sentivo di sottoscrivere quello che ha detto il consigliere Pan, però, alla luce della sostanza poi, veramente l'emendamento proposto svuota qualsiasi capacità di indirizzare le scelte sul territorio. L'ha messo in luce bene la collega Ostanel: l'emendamento "compatibilmente eventuali..." cerca di arrampicarsi, ma svuotando la sostanza.
Credo che le imprese le aiutiamo con delle posizioni chiare. Questo emendamento, collega Venturini, non è una posizione chiara, è un arrabattarsi. Io darei il suggerimento di ritirare la mozione a questo punto, perché è meglio. È vero, il territorio è più avanti: quanto deliberato dal Comune di Monselice è molto più fermo. Non aiutate le imprese in questo modo perché aumentate il contenzioso con l'Ente locale.
Speravo che potesse sopravvivere la mozione come presentata originariamente dal collega Pan, che era assolutamente condivisibile, perché dà un indirizzo chiaro, dà una direzione. In questo modo, non la si dà. Sappiamo benissimo che basta cambiare la sigla e, a quel punto, si possono bruciare delle cose che non sono compatibili con il sito, con il luogo, come abbiamo già detto.
Mi sento veramente di sostenere la posizione già espressa dalle colleghe Guarda e Ostanel. In questo modo non aiutiamo il processo di decisione e il processo di evoluzione di questo sito nella direzione della sostenibilità e della competitività economica, perché andremo ad aumentare il contenzioso e andremo a generare situazioni di conflitto.
Faccio un ultimo appello al consigliere Pan di tornare alla sua versione originale, che ‒ mi sento di dire ‒ è capace di dare input positivi per il territorio.
PRESIDENTE
Grazie.
Io non vedo altre richieste di dichiarazioni di voto.
Andiamo a votare separatamente le due mozioni e le votiamo in base alla loro presenza all'ordine del giorno. Prima affrontiamo il punto n. 9, la mozione n. 171, Guarda ed altri. Su questa non mi pare ci siano richieste di modifica, quindi la votiamo così com'è.
Metto in votazione la
mozione
n. 171 della collega Guarda ed altri.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Andiamo alla mozione n. 180. Qui ci sono due emendamenti.
Emendamento n. C0001 presentato dal consigliere Pan, dispositivo X, pagina 4, riga 20, modificativo, che prevede:
Dopo la frase "impegna la Giunta regionale", eliminare le parole "ad escludere la possibilità di utilizzare" e aggiungere la seguente frase:
"valutare, compatibilmente con le sue competenze, l'utilizzo di eventuali combustibili alternativi rispetto al..." omissis".
Metto in votazione l'emendamento n.
C0001 del collega Pan sulla mozione n. 180.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n.
C0002 presentato dalla consigliera Venturini, che prevede:
Dopo la frase "impegna la Giunta regionale" aggiungere il seguente capoverso:
"a valutare la possibilità di promuovere un accordo di programma al fine di concertare le strategie di adeguamento ed eventuale riconversione dell'attuale impianto".
La consigliera Venturini l'ha già spiegato nella discussione generale.
Metto in votazione, con il consenso del proponente, l'emendamento n.
C0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la
mozione n. 180, così come modificata, nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
17 |
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MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA OSTANEL RELATIVA A "OSPEDALI COVID, LA REGIONE GARANTISCA UN'EQUA DISTRIBUZIONE DEI CASI DI TERAPIA INTENSIVA". (MOZIONE N. 174) RESPINTA
PRESIDENTE
Adesso un attimo di attenzione. Vi ricordate che prima la Conferenza dei Capigruppo aveva chiesto di invertire, a parità di sensibilità di mozioni, il punto n. 17, che viene anticipato e viene posticipato il punto n. 11. Quindi anticipiamo la mozione 174 della collega Ostanel e posticipiamo quella sulla Pedemontana.
La parola, quindi, alla collega Ostanel sulla mozione 174.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Grazie anche di aver permesso di discutere ora di questa mozione, perché è molto, molto urgente.
Dal territorio, quello di cui abbiamo appena parlato, arriva una richiesta importante. Tra l'altro, una richiesta che non è nuova: sono ormai due anni che ci troviamo di fronte alla possibilità che degli ospedali diventino ospedali Covid.
Con la nuova ondata che stiamo vivendo, la situazione a Schiavonia è pesantissima: abbiamo visto proteste fatte da Sindaci, operatori sanitari e non solo, anche ovviamente cittadini negli ultimi mesi.
Il tema oggi è ancora più urgente. La mozione, quindi, come vedete, è stata anche autoemendata da me con un emendamento che ho appena depositato. Il tentativo di questa mozione, che è stata depositata il 15 settembre 2021, era quello di impegnare la Giunta a valutare, di concerto con l'ULSS 6 e i Sindaci dei territori interessati, l'equa distribuzione dei pazienti Covid su tutte le strutture ospedaliere assistenziali presenti nel territorio, al fine di evitare la possibilità che l'ospedale di Schiavonia fosse nuovamente chiuso per essere destinato solamente al trattamento dei pazienti Covid.
Questa mozione del 15 settembre 2021, quindi ben prima che oggi arrivassimo nella situazione in cui siamo, chiedeva di progettare in maniera condivisa e localmente con l'ULSS l'equa distribuzione, come chiedono da tempo operatori sanitari, dirigenti medici, cittadini, Sindaci. È una mozione che chiedeva di fare quello che il territorio chiede da tempo.
Cosa succede oggi e perché, appunto, l'emendamento e quindi l'aggiunta al dispositivo? Mi sono arrivate notizie di alcune riunioni che sono intercorse negli ultimi mesi, a Natale, con il dirigente Flor e l'Assessore, per trovare una soluzione che era quella di garantire un accordo con la casa di cura di Abano per poter avere 20 posti letto lì e 20 posti letto, eventualmente, alla Diaz di Padova, per permettere l'equa distribuzione, cioè il fatto che i pazienti Covid non arrivassero solo a Schiavonia.
Siccome oggi è gennaio e mi risulta che questa cosa non sia ancora stata attivata perché i pazienti continuano a arrivare a Schiavonia non solo dal territorio locale, ma da tutto il territorio della Provincia di Padova, risulta che il 118 non abbia l'indicazione di portare i pazienti altrove, ma lì e quindi ad oggi abbiamo la Terapia intensiva di Schiavonia piena di casi Covid, abbiamo la Terapia intensiva cardiologica chiusa, il che significa che se una persona ha un infarto lì è costretto ad andare in un altro ospedale perché non si può entrare nella Terapia intensiva cardiologica di Schiavonia.
Siccome la riunione era di prima di Natale e ad oggi sembra, almeno quello che si è percepito è che quella proposta ad oggi non sia stata già realizzata e siamo in una situazione grave, io chiedo – e ho aggiunto con l'emendamento – di partire a rendere operativo l'accordo che era stato proposto durante la riunione, come appunto appreso anche dalle stesse dichiarazioni del dirigente Flor perché è molto, molto urgente che quel tipo di accordo venga effettivamente realizzato al più presto.
Ad oggi siamo in una situazione, ma sono sicura che l'Assessore lo sa, problematica rispetto all'ospedale di Schiavonia: per garantire la possibilità di accedere alle cure anche ai pazienti non Covid credo sia urgente prendere la decisione che era stata presa e renderla effettivamente operativa.
PRESIDENTE
Assessora Lanzarin, prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Io credo che tutti noi abbiamo bene in mente e vediamo cosa sta succedendo. Mi dispiace. So che questa mozione è stata presentata anche non adesso, non in questi giorni, non in queste settimane, ma sicuramente 15 giorni fa forse quando la situazione... a settembre, insomma, adesso non ho visto la data, però la trovo pretestuosa perché vedendo quello che sta succedendo e vedendo l'impegno che la sanità veneta sta ponendo, pensare di essere da una parte buoni e da una parte cattivi a me non fa molto piacere.
Siamo di fronte a una pandemia che ormai dura da due anni, 23 mesi; siamo di fronte a una pandemia che abbiamo capito che si muove in molti casi anche in maniera non sempre da riuscire a capire come intervenire ed essere pronti: il sistema ha retto, sta reggendo ancora molto. Sicuramente oggi siamo in un momento di difficoltà rispetto al numero dei positivi, meglio rispetto al numero dei ricoverati, questo grazie alla vaccinazione, l'abbiamo detto, l'abbiamo ripetuto, però è chiaro che siamo in una situazione di molta difficoltà, perché, oltre a crescere il numero dei ricoverati, abbiamo la situazione di personale che manca. Cinque minuti fa ero fuori per alcune strutture che non hanno infermieri: le aziende sanitarie non possono prestare infermieri perché hanno una trentina di infermieri positivi.
Capite che non è una situazione oggi gestibile e di facile soluzione, è una situazione che, ora dopo ora, cerchiamo di monitorare e capire, con uno sforzo che ‒ ed è giusto ricordarlo ‒ tutti i nostri sanitari stanno facendo in maniera encomiabile.
Il Piano aveva previsto ‒ e ha previsto, perché è un Piano sempre in funzione, non è mai stato smentito ‒ l'individuazione di ospedali Covid dedicati. Abbiamo spiegato molto bene che per gli ospedali Covid dedicati sono stati presi gli ospedali "più moderni" e mi riferisco sicuramente quindi a Villafranca nel veronese, a Schiavonia nel padovano, a Santorso nel vicentino, perché erano tre ospedali di ultima generazione, dove la parte impiantistica, la parte legata ai gas medicali, la parte legata alle attrezzature, eccetera, era sicuramente una parte logisticamente molto modulabile, molto confacente e anche in continua evoluzione.
Abbiamo utilizzato questo metodo nelle varie fasi e l'abbiamo utilizzato anche in questa ultima quarta fase, chiamiamola così, ritardandolo il più possibile. Vi assicuro che l'attivazione dei Covid hospital... Schiavonia è partito per primo, poi è partito Vittorio Veneto, visto che Treviso era la Provincia con più positivi, Santorso è partito da un paio di settimane a questa parte e poi tutti gli altri di conseguenza. Abbiamo cercato di farli partire il più tardi possibile proprio per la volontà di non arrecare a nessun territorio danni, quindi cercando di suddividere, finché era possibile, i pazienti.
Vi assicuro che anche nell'ULSS 6 Euganea è stato fatto tutto il possibile per evitare l'individuazione di Schiavonia come Covid hospital. Non a caso, se oggi noi vediamo un peso importante per quanto riguarda il Covid, oggi il peso più importante per quanto riguarda il Covid ce l'ha sicuramente l'Azienda ospedaliera di Padova. Vi assicuro che l'Azienda ospedaliera di Padova ha riconvertito reparti, ha interrotto attività se non quelle dei trapianti, quelle dell'emergenza-urgenza, oncologiche, eccetera, cardiochirurgia, insomma interventi che non si possono dilazionare o riprogrammare, ma sul resto ha messo a disposizione e, quindi, ha fatto un sacrificio enorme, anche se nel piano è sempre stato detto che gli hub principali – le due Aziende ospedaliere sono i nostri hub di riferimento, poi gli altri hub sono quelli a livello provinciale – sono quelli che dovevano rimanere in un certo senso integri per rispondere alle esigenze. Abbiamo cercato fino alla fine di non attivare i Covid hospital e di far sì che il più possibile su tutto il territorio i pazienti siano distribuiti.
Nel caso specifico dell'ULSS 6 sono stati distribuiti a Cittadella finché si poteva. Vi assicuro che a Cittadella sono andati molti più pazienti dell'altra volta. Camposampiero non poteva ricevere pazienti, nel caso specifico Terapia intensiva, perché a Camposampiero sono oggi in itinere i lavori per le nuove Terapie intensive. Alla fine avevano due posti di Terapia intensiva ed essendo Camposampiero CTO, quindi centro traumatologico di riferimento, due posti di Terapia intensiva per un'evenienza bisogna che rimangano liberi. Hanno distribuito poi sugli altri plessi che si poteva, però questo era il massimo. Si è arrivati a Schiavonia con un sacrificio, vi assicuro, enorme. Conoscendo sicuramente le caratteristiche di quel territorio, la sensibilità e la giusta, lo ripeto, richiesta dei Sindaci e di quegli abitanti a malincuore oggi non era pensabile e possibile fare un intervento diverso.
L'impegno che noi ci siamo detti e abbiamo fatto con i Sindaci, anche negli incontri che ho fatto io, è quello di, appena possibile, liberare. Io mi auguro che siamo quasi all'apice di questa quarta ondata e, quindi, che – in teoria, poi è tutto da vedere – a fine gennaio dovremmo iniziare a scendere. Mi auguro che (fine gennaio non è tra tantissimo tempo) riusciamo a ripristinare dei numeri, dei flussi normali. Nel frattempo si sono attivati – a me risulta che siano stati attivati – i discorsi anche con Abano, che non erano stati attivati precedentemente, come invece sono stati attivati nel veronese con Peschiera piuttosto che Negrar, per capirci, quindi con i privati accreditati. Mi hanno riferito, ma domani verificherò che è attivo, il discorso anche con Abano. Abbiamo anche cercato, andando incontro anche ai Sindaci, di far sì – questo lo abbiamo scritto – che i pazienti di quella zona potessero andare in tutti gli ospedali vicini, anche fuori dalla propria ULSS di riferimento...
PRESIDENTE
Assessore, la invito a chiudere. Grazie.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Sì, finisco.
... ossia che la priorità non sia all'interno della propria ULSS Euganea, ma in quel caso, visto che hanno vicino Rovigo, quindi l'hub di Rovigo, Noventa Vicentina piuttosto che l'ULLS Berica, Legnago, per quanto riguarda il veronese, insomma gli ospedali che potevano essere più vicini, potessero usufruire, in caso di bisogno, di quelle prestazioni.
Chiudo rassicurando che non abbiamo lasciato indietro nessuno. Quindi, se c'è un infarto, se c'è una situazione di criticità, il 118 già sa dove portare il paziente perché abbia tutte le cure necessarie, puntuali per affrontare quell'emergenza. In qualsiasi caso, quindi, nessuna emergenza è stata lasciata indietro o viene lasciata indietro. C'è una presa in carico completa, totale, non in quell'ospedale, ma in un altro ospedale.
Ripeto: è chiaro che, se non fossimo in una situazione di emergenza come questa, la situazione sarebbe completamente diversa. L'impegno ‒ come prima ‒ è quello, una volta terminata, di ripristinare sicuramente le attività previste dalle schede ospedaliere e, comunque, di potenziamento dell'ospedale, come degli altri ospedali, come ci viene richiesto. Nulla più e nulla meno.
PRESIDENTE
Grazie, Assessora.
Ho permesso qualche minuto in più perché la situazione è complessa, di attualità e meritava sicuramente l'attenzione dell'Aula.
Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Noi capiamo perfettamente la situazione, si figuri, e non dobbiamo assolutamente strumentalizzare politicamente. La realtà, però, è una: di fatto, in buona parte dei casi, nella maggioranza dei casi, abbiamo caricato tutto sul pubblico. Abbiamo e avevamo già medici che, in misura doppia rispetto alla media nazionale, si dimettevano dal pubblico in Veneto. Adesso ne abbiamo molti di più. Doppi turni, stress, il continuo caricare i casi Covid nelle strutture pubbliche: tutto questo diventa insopportabile per loro.
Sa perfettamente che la nostra posizione è sempre stata contraria, se non in un primo momento, ai Covid hospital. Lo abbiamo contestato nella prima fase, non tanto come metodo, quanto per l'individuazione degli ospedali. Perché? Perché, di fatto, è vero che si è individuato l'ospedale nuovo, ma è altrettanto vero che con le tecnologie che abbiamo, come è stato fatto anche in Lombardia, potevamo fare tanto di più all'interno di altre strutture seminuove. Sappiamo anche, però, e lo abbiamo fatto, che eravamo nel primo periodo di pandemia, quindi dinanzi a un'emergenza e a una situazione diversa, che non conoscevamo.
Adesso siamo a due anni dall'inizio della pandemia e ci ritroviamo sempre in una fase di emergenza, questo è inevitabile, in tutta Italia, ci mancherebbe altro, non solo nel Veneto, però i casi sono diversi. In Veneto abbiamo tantissimi casi, tantissimi positivi e abbiamo ancora gli stessi ospedali in sofferenza con gli stessi medici, quando le opportunità in Veneto potrebbero essere individuate anche in altre strutture, liberando dal peso determinati territori. Il fatto di avere comprensori... Assessore, arrivo anche a quel punto.
Anche per quanto riguarda il personale, come dicevo prima, ci sono strutture seminuove che sono state attivate dalla Regione Veneto ‒ parlo del villafranchese, di Isola della Scala, di Zevio ‒ e mai utilizzate.
Guardi, noi ci mettiamo spesso anche dalla parte dell'amministratore. Io sono stata amministratore, quindi a volte cerco di mettermi dalla sua parte per capire effettivamente se le posizioni potevano essere diverse. Certo, non abbiamo gli elementi come lei, ci mancherebbe altro, ma sappiamo perfettamente che possiamo essere utili nell'individuazione. Le persone del territorio, oltre i medici delle strutture, si trovano in difficoltà. Sono sempre gli stessi a dover fare 40-50 chilometri per sottoporsi a una visita. Sappiamo perfettamente che i servizi di trasporto non ci sono in tutti i Comuni. Le garantisco che per fare una visita, quando viene prescritta nei termini, occorre fare anche 40-50 chilometri per potersi recare presso l'ospedale vicino. Questa è la realtà. Non mi sto inventando nulla.
Capiamo la difficoltà e la carenza di personale. C'è carenza di personale. C'era già prima nel Veneto. Lo sappiamo perfettamente. Adesso abbiamo una carenza strutturale, al di là delle assunzioni. Tra l'altro, danno dati diversi nel Veneto. Vorrei capire, anche dalla Regione Veneto, quali sono i dati effettivi. Abbiamo dati diversi della Regione Veneto rispetto alle altre Regioni. Secondo una ricognizione fatta da "
Il Sole 24 Ore", il Veneto ha assunto e assume meno rispetto alle altre Regioni. Anche in questo caso, cerchiamo di capire se è un problema economico, se è un problema di fattibilità oppure se è un problema anche di sopportabilità. Lavorare in una struttura pubblica, oggi, in Veneto ‒ parliamo del Veneto perché siamo in Veneto, visto che la percentuale è doppia rispetto alla media nazionale delle dimissioni ‒ è difficile.
Domanda (o proposta): non possiamo caricare di più condividendo con le strutture private? Credo che questo potrebbe essere fatto. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Mi sento di intervenire su questo tema perché sono state fatte considerazioni che non condivido da parte della collega Bigon e della proponente di questa mozione.
Credo che la considerazione alla base di questa mozione veda due errori di fondo: un errore dal punto di vista organizzativo e un errore dal punto di vista medico. Parto da quello organizzativo. Pur comprendendo tutte le difficoltà che i nostri concittadini devono affrontare sui territori, ricordiamoci bene che siamo in una fase emergenziale e di pandemia, quindi capiamo tutti che, purtroppo, ci sono momenti, come questo, in cui ci sono disservizi o comunque carenze che vanno affrontate e che sono inevitabili, credo che la richiesta di distribuire i pazienti Covid su tutte le strutture del territorio sia un errore dal punto vista organizzativo. Concentrandoli in un ospedale si riesce ad avere personale e strutture specializzate ad intervenire per pazienti gravi, pazienti impegnativi e pazienti che hanno bisogno di cure particolari. Distribuirli su tutto il territorio vorrebbe dire fare in modo che tutte le terapie intensive dei nostri ospedali debbano gestire sia i pazienti Covid sia, ad esempio, i pazienti che escono dalle chirurgie. Quelli che possono continuare a lavorare nonostante la pandemia.
Se ci sono chirurgie che stanno continuando a lavorare è anche grazie al fatto che i pazienti Covid gravi vengono dirottati negli ospedali Covid. Sennò, molto spesso, non si potrebbero fare interventi chirurgici. Quelli che vengono ancora fatti.
Dal punto di vista medico, penso che la vostra richiesta sia un errore perché è stato dimostrato come nella prima ondata, logicamente, con un certo tipo di attenzione diversa, con la non conoscenza del Covid, con la mancanza di strumenti adeguati alla protezione del personale, perché non si sapeva ancora cosa stavamo affrontando, la distribuzione dei pazienti su tutti gli ospedali abbia portato a un aumento dei contagi, soprattutto all'interno dei nosocomi e all'interno del personale sanitario. Logicamente, l'assoluta maggioranza dei medici e degli infermieri sono vaccinati e sono protetti dal Covid, però, dal punto di vista medico, sarebbe comunque un errore distribuire questi pazienti su tutto il territorio.
Credo che se ci fosse la disponibilità di medici, infermieri, personale sanitario, la nostra Regione sarebbe la prima ad assumere personale e ad aprire tutte le strutture disponibili. Quando, però, sento dire che questa è un'emergenza che riguarda solo il Veneto o praticamente solo il Veneto, mi viene da dire che è una bugia. Io non vedo grande disponibilità di specialisti o di infermieri nelle altre regioni d'Italia. Se ci sono, diteci dove.
Oggi sento dire che bisogna scaricare una parte della pressione Covid sugli ospedali privati, sulle strutture private. Scusate un secondo: ma non siete sempre stati voi a dire che bisogna puntare sul pubblico e bisogna far sì che la sanità rimanga nel pubblico? E volete scaricare pazienti iper-difficili da gestire, come i pazienti di terapia intensiva Covid, sulla sanità privata, dopo che ci avete detto per anni che la sanità privata non andava incentivata? Credo ci siano idee un po' confuse da parte vostra, che contrastano con quello che ci avete detto veramente per anni, anche nella passata legislatura, con il Piano socio-sanitario. Fate chiarezza. Fate chiarezza al vostro interno, se volete aumentare la sanità privata oppure no. Oggi ci state dicendo che volete aumentare il peso della sanità privata in Veneto.
Consigliera Bigon, io l'ho ascoltata. La vedo un po' nervosetta. I dati dicono una cosa diversa, e lo sa benissimo. Lo sa benissimo.
PRESIDENTE
Collega Bigon, grazie.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Diteci chiaramente se la vostra idea, adesso, è cambiata e se volete aumentare il peso della sanità privata in Veneto, perché al momento non è quello che stiamo facendo.
PRESIDENTE
C'è una richiesta di intervento in questo momento, che però può essere fatta solo in dichiarazione di voto, a questo punto. La collega Bigon no, mentre i colleghi Zottis e Montanariello possono.
Siamo ancora in discussione generale, collega Zottis. Vuole intervenire?
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Sì. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Voglio solo chiarire un aspetto. Avere idee diverse non è "legittimo": è più che legittimo. Si tratta di provare a trovare soluzioni, visto che le soluzioni attuali, comunque, pongono difficoltà oggettive, che condividiamo. Capisco che ci si chieda dove troviamo il personale, perché è una difficoltà oggettiva. È oggettivo anche questo. Dire che le soluzioni che stiamo cercando di proporre, che possono essere contestate con dati oggettivi, puntano a un potenziamento della sanità privata, questo no. Chiedere una collaborazione al privato convenzionato maggiore rispetto a quella attuale – perché purtroppo siamo in una situazione straordinaria, altrimenti non saremmo qui a discutere – non significa potenziare la sanità privata. Significa chiedere una maggiore collaborazione al privato convenzionato (lo ribadisco: convenzionato), come hanno fatto anche altre Regioni per altri aspetti. Non si tratta di potenziare il privato, ma di cercare una sinergia tra privato e pubblico, alle condizioni attuali in cui ci siamo, purtroppo, trovati tutti senza volerlo.
La situazione è così anche per alcune scelte politiche che sono state fatte nel corso degli anni, dal livello nazionale ai livelli regionali. Ora, però, siamo qua e chiediamo ‒ lo ribadiamo ‒ maggiore collaborazione. Non chiediamo di aumentare il privato. Chiediamo maggiore sinergia. Punto e basta. Tutto il resto sono parole che non sono state dette né pensate da noi e non sono neanche scelte fatte da noi.
PRESIDENTE
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Credo che il collega Villanova sia un bravo Consigliere, ma sia anche bravo a deviare l'attenzione del discorso quando, probabilmente, si vuol tentare di portare il dibattito su un altro terreno.
Che la situazione sia difficile e che la collega chieda qualcosa, è un conto. Che il collega Villanova metta in bocca agli altri colleghi parole che non hanno mai detto, credo sia un dato oggettivo, palese.
Collega Villanova, al netto di questo tema (magari qualcosa dopo la rivediamo), se c'è qualcuno che nel proprio DNA ha la tutela della sanità pubblica non siete mica voi. Siamo noi. È la sua parte politica che, nelle Regioni che ha amministrato in giro per l'Italia, cominciando dal vicino di casa che abbiamo, in Lombardia, ci ha convinto che la sanità doveva essere privata per farla lavorare meglio e di più. Non siamo mica noi del PD che in giro per l'Italia siamo andati a privatizzare. Caro collega Villanova, lei non può, ancora una volta, quando si trova in difficoltà, mettere in bocca ai colleghi parole che non dicono.
Collega Villanova, aspetto. Mi siedo anche qui. Non c'è nessun problema. Collega Villanova, queste manfrine hanno stancato anche chi vi vota. Chi vi vota vuole che, quando si parla dei problemi, si stia sui problemi, anche se si hanno visioni diverse. Noi la verità in tasca non ce l'abbiamo. Credo non l'abbiate neanche voi, però. In un momento difficile, discutere di un tema così particolare credo sia il nostro lavoro. Ci pagano per discutere di questi temi. Non ci pagano mica per fare la gara a chi è più bravo o a chi stravolge di più quello che dice l'altro. Ci sarà chi, come me, dice tante fesserie e chi, come lei, che è più bravo e intelligente, ne dice qualcuna di meno. Non è che, ogni volta che diciamo qualcosa, dobbiamo evitare la discussione perché c'è la lesa maestà. Non siamo mica in monarchia. Se la collega vuole fare una proposta, la fa. Non dobbiamo preoccuparci di essere tacciati di essere stupidi o contraddittori. La collega ha detto una cosa molto semplice. Condivisibile o meno, ha detto una cosa semplice: "Se siamo in un momento difficile, io ho questa idea. Va bene?". No, non va bene. Ed è giusto che chi governa e ha i numeri dica che non va bene. Non si può dire che uno ha stravolto la propria idea.
Bisogna aspettare i dati. Cosa crede, che abbiamo paura di aspettare? Il collega Villanova mi ha detto di aspettare e se n'è andato. Mi ha detto di aspettare, perché avrebbe risposto, e se n'è andato. Non esiste mica la lesa maestà.
Lei, collega Pan, ed io la pensiamo diversamente su tante cose. Ed è giusto che sia così. Non dico mica che lei non deve parlare o che io non devo parlare.
Colgo l'occasione per ringraziare l'assessora Lanzarin per il lavoro che sta facendo e tutta la sanità veneta, che sta facendo un grande ed eccellente lavoro. Però, se ci chiamano dei territori e ci dicono che c'è qualche problema ogni tanto, ragazzi, magari noi abbiamo una nostra idea e la proponiamo e la collega Bigon dice: "Credo che potremmo chiedere aiuto ai privati", il che non vuol dire che domani i privati si occuperanno della sanità pubblica. Vuol dire che, se siamo pieni fin qua di problemi, provare a chiedere aiuto è un'idea. Non va bene? L'Assessore ci ha spiegato perché. Okay. Abbiamo fatto solo quello per cui siamo pagati: provare a trovare una soluzione. Basta. Finito.
Non è che ogni volta qualcuno, in maniera "messianica", può dire che siamo tutti inadeguati, che non abbiamo i dati e che non capiamo. Ragazzi, cominciamo un attimo a camminare tutti sullo stesso piano. Di personaggi che nascono il 25 dicembre e volano sopra le parti ce ne basta uno. Non abbiamo bisogno di altri Messia.
Il PD non è per la sanità privata. Ha detto che, in un momento in cui c'è difficoltà, si può pensare di chiedere aiuto al privato. Così come, quando i rifiuti escono dai cassonetti, si può chiedere una mano al Comitato civico per ripulire la città. Questo non vuol dire essere contro chi va a ripulire le città, perché lo devono fare i cittadini. In caso di guerra ‒ e questa è una guerra ‒ si tenta di inventare soluzioni. Punto.
Concludo dicendo che noi siamo d'accordo: il pubblico deve essere al centro non solo della sanità, ma di tutti i servizi che vengono dati al cittadino, perché è garante sotto tanti aspetti. In Veneto abbiamo un popolo di eroi che combatte una guerra nella sanità e abbiamo un Assessore che si sta impegnando. Ahimè, quando ci segnalano problemi dal territorio, permetteteci di avere un'idea che non condividete. Bocciate la mozione, ma non fateci passare per gli stupidini di turno dicendo di aspettare i dati. Io sto aspettando, ma il collega non c'è. Grazie.
PRESIDENTE
Collega Lorenzoni, prego.
La richiesta del collega Lorenzoni è per la discussione generale.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Sì. Benissimo.
PRESIDENTE
L'ho precisato perché la collega Bigon voleva presiedere al posto mio.
Prego, collega Lorenzoni.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Voglio intervenire perché il tema è delicato e, come è già stato detto, molto sentito dal territorio. Di fatto, possiamo discutere finché vogliamo, ma c'è una riduzione dei servizi. Mi rendo conto della difficoltà del momento e della complessità. Comprendo le motivazioni portate dall'assessora Lanzarin, che avrei sottoscritto un anno fa. Il tema è che sono passati, come ha detto lei, 23 mesi dall'inizio e non siamo riusciti ad organizzare diversamente.
È vero quello che diceva l'assessore Villanova, che è medico e che meglio di me conosce... No, non è Assessore. L'ho già promossa. È un buon auspicio. Mi auguro sia solo questione di tempo. Il presidente Villanova è un medico e sa che è necessario avere percorsi, quindi un'organizzazione. Secondo me, però, c'è stato il tempo per dare risposte diverse che non fossero a scapito della qualità del servizio dato ai cittadini. Questo è lo spirito con cui, credo, la collega Ostanel ha raccolto gli stimoli e le richieste che provengono dal territorio.
È vero che nessuno è privato del servizio, però, se uno deve fare 60 chilometri per un qualsiasi servizio di tipo sanitario, e prima ne faceva 3, 4, 5 o 8, chiaramente si trova in grossa difficoltà. Penso soprattutto a coloro che non dispongono di un mezzo, per esempio. Il senso della mozione è proprio questo: cercare di farsi carico di questo disagio, che c'è e che non possiamo negare. Possiamo discutere finché vogliamo, ma il disagio c'è e ci è stato manifestato.
Penso non si tratti tanto di privato o pubblico. Sappiamo benissimo che la sanità privata molto spesso fa quello che è chiamato "
cherry picking": se il mio intervento non ha complicazioni, vada nel privato; se, però, è complicato, lasciamolo alla sanità pubblica, con oneri elevatissimi. Sappiamo che questo gioco nella nostra Regione si fa. Ciascuno di noi ha casi da citare in proposito. Questo non lo dobbiamo consentire.
Di fronte a una situazione emergenziale, ovviamente, il senso di quanto sostenuto dalla collega Bigon era che tutti dobbiamo contribuire, quindi anche le imprese private della sanità. Credo che il senso della mozione sia proprio questo. Non possiamo più, a 23 mesi dall'inizio della pandemia, invocare la necessità di interventi emergenziali. Quindi, l'auspicio è veramente quello di riuscire a dare risposte strutturali e non emergenziali a questa situazione, senza far ricadere sui cittadini una riduzione della qualità del servizio dato.
PRESIDENTE
Collega Ostanel, mi pare che siamo in dichiarazione di voto. Quindi, do la parola prima alla collega Bigon per la dichiarazione di voto.
Adesso vedo la sua richiesta, collega Brescacin. Prego.
Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente. Mi scusi.
Avevo piacere di intervenire perché penso che questo tema tenga occupato ormai tutto il Paese, il mondo intero, quindi anche la nostra Regione e le nostre Province, da due anni. Penso sia anche corretto, da parte della maggioranza, non pensare che possiamo ascoltare in silenzio senza esprimere la nostra visione e anche la nostra sensibilità rispetto a quello che è stato fatto e all'impegno che c'è ancora oggi e anche per il futuro. Non possiamo nemmeno accettare, da parte vostra, espressioni in cui veniamo dipinti come non attenti, non corretti nel
modus operandi, non capaci di capire i problemi dei medici, degli operatori sanitari e della stessa popolazione, soprattutto dopo un intervento dell'Assessore che è stato molto chiaro, molto completo. Penso abbia spiegato in modo molto preciso la realtà che si è vissuta e che si sta vivendo e la risposta che è stata messa in campo e che viene messa in campo.
Non vorremmo parlare di interventi emergenziali, ma mi pare che lo stesso Governo, al quale anche la vostra compagine politica appartiene, abbia prorogato lo stato di emergenza per i prossimi mesi. Siamo in emergenza, quindi, e lo siamo non soltanto perché l'hanno dichiarata, ma anche perché la viviamo tutti i giorni.
Penso che il problema dell'emergenza lo stiano vivendo tutte le Regioni, quindi non è neanche corretto dipingerlo come un punto di difficoltà specifico dei nostri territori, focalizzandosi su singoli aspetti, quando il quadro dovrebbe essere guardato a livello generale, quindi con una difficoltà evidente nell'affrontare tutti i temi. Anche perché, se lo guardiamo da un punto di vista generale e inquadriamo la situazione in modo corretto e più completo, ci rendiamo conto che il tema della partecipazione della sanità privata nella gestione della pandemia nel Veneto esiste già da tempo, c'è già, ed è, ad esempio, permessa grazie alla collaborazione dell'ospedale San Camillo a Treviso e del Villa Salus a Mestre. Di fatto, l'intervento della sanità privata c'è già. Vuol dire che anche la direzione sanitaria, insieme alla Giunta, ha operato in questo senso.
Il tema si presta sempre, purtroppo, a focalizzare su singoli aspetti, magari anche per ingigantirli, quando una delle cose che avremmo dovuto imparare in questo periodo è quella di dare la giusta cornice, quindi inquadrare il tutto in modo corretto e appropriato. Grazie.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Voglio intervenire ancora su alcuni aspetti. Prima di tutto confermiamo il fatto che, essendo trascorsi quasi due anni dall'inizio della pandemia, la situazione poteva essere sicuramente diversa.
Per quanto riguarda il privato, sappiamo perfettamente ‒ soprattutto chi è medico lo sa, o dovrebbe saperlo, anche se non ospedaliero ‒ che nel momento in cui si utilizzano delle terapie intensive automaticamente vengono chiuse anche delle chirurgie, si fanno meno interventi, il personale viene occupato, eccetera. Quindi, in questo caso, non si tratta di favorire. Si tratta di non appesantire solo ed esclusivamente il servizio pubblico. Chiedere una condivisione al privato convenzionato è solo un onere da condividere con loro. Non significa dare loro un servizio.
La terapia intensiva è un carico che si fa solo sul pubblico. Impiegare medici, personale, infermieri, sospendendo le attività all'interno del servizio pubblico, facendo fare ai medici doppi turni, quindi tante ore, è evidentemente un peso a carico del servizio pubblico. È evidente che, nel momento in cui un carico lo si condivide anche con il servizio privato, non significa dare loro un servizio, ma condividere un peso, quindi fare in modo che anche il pubblico porti avanti prestazioni ordinarie, dia un servizio al territorio. Questo vuol dire condividere tra tutti gli ospedali.
Credo non sia il caso di continuare oltre nel travisare o nel cercare di cambiare l'argomento sotto altri aspetti, pur sapendo come funzionano i servizi ‒ o almeno presumendolo.
Certo è che, per quanto riguarda il personale, i dati riportati sono di 5.025 operatori sanitari, tra medici e infermieri, per il Veneto. Un altro dato è quello dell'Emilia-Romagna, con 10.660, esattamente il doppio, di cui complessivamente il doppio anche di medici. Non voglio tornare su questi numeri, però, che ovviamente tutti condividiamo e conosciamo. C'è anche il fatto negativo che, caricando tutto sul pubblico, i medici danno le dimissioni. E già siamo in carenza di personale sanitario.
Lo ribadisco: cercare di condividere con tutte le strutture credo possa essere una possibilità a favore del servizio pubblico, in modo tale che questo non muoia. L'ospedale Covid ha l'effetto, poi, di tagliare tutti i servizi, quindi di non dare risposte al territorio, ma soprattutto di non essere più in grado, in certe situazioni, di riaprire e di riprendere possesso dei servizi a favore del territorio. Noi dobbiamo, invece, puntare sul pubblico. Solo il pubblico garantisce tutti e la salute pubblica, indipendentemente dal reddito.
La Regione, quindi, deve fare assolutamente questo sforzo ancora di più, chiedendo un sacrificio, non un favore. Il favore lo facciamo nel momento in cui non diamo loro il peso. Ad esempio, sappiamo perfettamente che tanti servizi sono aumentati nel privato durante il Covid, supportato esclusivamente dal pubblico. Quindi, non cerchiamo di cambiare i discorsi. Cerchiamo di favorirli, in modo tale che, chiusa la pandemia... E ringrazio anch'io l'Assessore per lo sforzo che sta facendo, ci mancherebbe altro, ma che facciamo tutti. Siamo tutti a disposizione del territorio, ognuno per il proprio ruolo. Il nostro ruolo è fondamentale per portare avanti le istanze della gente, che non trova spazio nel servizio pubblico in questo momento.
Siamo tutti consapevoli dell'emergenza che stiamo vivendo, però sappiamo anche le conseguenze che avrà il pubblico se non cerchiamo di sostenerlo, anche attraverso il personale.
PRESIDENTE
Collega, la invito a chiudere. Grazie.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Noi votiamo, ovviamente, a favore della mozione. Grazie.
PRESIDENTE
Emendamento n.
D0001 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 2, riga 10, modificativo, che prevede:
Dopo la frase "dei soli casi Covid" aggiungere le seguenti parole ", anche a partire dal dare seguito all'impegno di addivenire ad un accordo con la Casa di cura di Abano per l'utilizzo di posti letto ad essa afferenti,".
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Vorrei tornare sul punto della mozione. Non era mia intenzione fare una discussione più ampia rispetto al personale. Non è questo l'obiettivo. Tra l'altro, rispetto alla strumentalizzazione, ci tengo a dirlo anche all'Assessore, essendo una mozione del 15 settembre 2021, non ha quell'obiettivo. Oggi l'obiettivo di anticiparla è dovuto al fatto che il territorio, come le avevo accennato, chiede di avere informazioni rispetto a una riunione che è stata intrapresa.
Ci tengo a dirlo, perché pensare di strumentalizzare una pandemia non solo non è assolutamente nello stile, ma non è neanche l'obiettivo di oggi.
Il tema, secondo me, su cui oggi dovremmo capire se siamo d'accordo o meno, è quello che diceva il consigliere Lorenzoni prima. Il fatto che ci fossero i Covid hospital nella prima ondata lo abbiamo compreso e capito. Poter pianificare, nel giro di un anno, un anno e mezzo, soprattutto dopo l'estate, come chiedevano gli operatori sanitari, l'equa distribuzione ‒ il che significa poter mantenere un servizio normale e corsie divise tra pazienti puliti e pazienti Covid, questo è possibile all'interno di una struttura sanitaria ‒ in un momento in cui la pandemia non batteva così tanto come in questo momento (infatti la mozione è del 15 settembre) poteva essere un modo, forse – io non ho le risposte, ma è quello che dicevano i medici, i Sindaci e il territorio, quindi è contenuto in questa mozione per questo motivo, non è una mia opinione – quello di dire: si pianifichi, in un momento come quello in cui oggi ci troviamo, per poter garantire l'apertura di un ospedale ordinario e, parallelamente, nel caso di un acuirsi della pandemia, anche la cura dei pazienti Covid. Questo è quello che il territorio chiedeva e che aveva ispirato questa mozione il 15 settembre.
Ho aggiunto questo emendamento. L'Assessore ha già risposto e ha detto che domani verificherà. La ringrazio. La ringrazio soprattutto perché è qui e permette una risposta alla mozione, anche nel merito. Come dicevo nell'intervento, prima di Natale era stata fatta una riunione per prendere in carico il dispositivo della mozione. La Regione del Veneto, con l'assessora Lanzarin, aveva fatto una riunione con gli ospedalieri per cercare di prendere in carico l'equa distribuzione e aveva proposto di trovare 40 posti letto in malattie infettive per i pazienti a bassa e media intensità, da dividersi tra la struttura di Abano e la Diaz a Padova. Siccome è passato un mese, visto che il territorio lo richiede, verificare che questo impegno sia mantenuto oggi è importante. Altrimenti rischiamo di continuare ad avere un ospedale che non dà garanzie neppure ai malati non Covid. Questo era il contenuto della mozione, con un emendamento, proprio per arrivare oggi a dare risposte a un territorio che sta chiedendo dove è finita la promessa di prima di Natale.
Nessuna strumentalizzazione. L'obiettivo è di informare che una decisione proposta dall'Assessore e dal dirigente Flor venga attivata subito e, in caso contrario, sapere perché no.
PRESIDENTE
Grazie.
Io non vedo altre dichiarazioni di voto.
Passiamo alla votazione. C'è anche un emendamento depositato dalla proponente, che dovrà essere votato prima del voto finale.
Metto in votazione l'emendamento n.
D0001 della collega Ostanel.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione la
mozione n. 174.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, come d'accordo, dopo una consultazione fatta velocemente con i Capigruppo, sospendiamo qui la seduta.
Chiedo ai Capigruppo di rimanere un minuto in più per la convocazione della prossima settimana. Chiedo a una collega del PD di essere qui presente in rappresentanza di Capogruppo e Vicecapogruppo. Portate pazienza.
La Seduta termina alle ore 18.13
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
|
|
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI
|
Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 45
SEDUTA PUBBLICA N. 45
MARTEDì 11 GENNAIO 2022
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 45a seduta pubblica – martedì 11 gennaio 2022
Processo verbale della 45a seduta pubblica – martedì 11 gennaio 2022
- Approvazione verbali delle sedute precedenti
- Interrogazioni e interpellanze
- Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Un recente studio osserva la sussistenza di una correlazione tra alto rischio di mortalità da Covid-19 e pregressa esposizione alla contaminazione da PFAS: la Regione del Veneto attiverà ulteriori approfondimenti includendo anche la zona arancione?" (Interrogazione a risposta scritta n. 95).
- Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni relativa a "Centri regionali di recupero della fauna selvatica in difficoltà. Quanti fondi e quante risorse sono investiti in questi centri?" (Interrogazione a risposta scritta n. 19)
- Elezione dei tre delegati della Regione del Veneto per l'elezione del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 83 della Costituzione. (Deliberazione n. 1/2022)
- Disegno di legge relativo a "Risparmi di spesa in sanità". (Progetto di legge n. 103) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 1/2022)
- Ordine del giorno presentato dalle consigliere Guarda e Brescacin relativo a "Relazionare al Consiglio regionale sulla destinazione dei risparmi di spesa in sanità" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Risparmi di spesa in sanità". (Progetto di legge n. 103) APPROVATO (Deliberazione n. 2/2022)
- Mozione presentata dai consiglieri Guarda, Ostanel e Camani, Lorenzoni. Baldin e Zanoni relativa a "No alla liberalizzazione all'utilizzo del CSS-Combustibile. La Giunta regionale si attivi per tutelare ambiente e il parco regionale dei colli euganei da semplificazioni frutto di travisamenti del concetto di economia circolare, anche prendendo spunto da quanto deliberato dal Comune di Monselice.". (Mozione n. 171) RESPINTA
- Mozione presentata dai consiglieri Pan, Favero, Rigo, Centenaro e Vianello relativa a "Cementificio Monselice: no alla liberalizzazione all'utilizzo del CSS-Combustibile". (Mozione n. 180) APPROVATA (Deliberazione n. 3/2022)
- Mozione presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "Ospedali Covid, la Regione garantisca un'equa distribuzione dei casi di terapia intensiva". (Mozione n. 174) RESPINTA
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 19786 del 28 dicembre 2021.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13:35.
Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 19786 del 28 dicembre 2021.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13:35.
Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbali delle sedute precedenti [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati il processo verbale della 42a seduta pubblica di lunedì 6 dicembre 2021, della 43a seduta di martedì 7 dicembre 2021 e della 44a seduta di martedì 14 dicembre 2021.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
Il PRESIDENTE comunica che le votazioni saranno gestite con la modalità elettronica in modalità telematica e che alcuni consiglieri partecipano alla seduta da remoto.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento [RESOCONTO]
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Un recente studio osserva la sussistenza di una correlazione tra alto rischio di mortalità da Covid-19 e pregressa esposizione alla contaminazione da PFAS: la Regione del Veneto attiverà ulteriori approfondimenti includendo anche la zona arancione?" (Interrogazione a risposta scritta n. 95). [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.
Punto n. 5.3) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda e Lorenzoni relativa a "Centri regionali di recupero della fauna selvatica in difficoltà. Quanti fondi e quante risorse sono investiti in questi centri?" (Interrogazione a risposta scritta n. 19) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
Il PRESIDENTE chiede un minuto di raccoglimento per commemorare David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, Enrico Berti, Professore emerito dell'Università di Padova, e Antonio Prezioso, già Consigliere e Assessore regionale del Veneto
L'Assemblea osserva un minuto di silenzio.
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Elezione dei tre delegati della Regione del Veneto per l'elezione del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 83 della Costituzione. (Deliberazione n. 1/2022) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE illustra le modalità di votazione, che avviene mediate la deposizione di scheda cartacea in apposita urna, e dà atto che le consigliere Cestaro, Bisaglia e Camani non prendono parte alla votazione poiché partecipanti da remoto.
Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), che a nome dei gruppi Liga Veneta e Zaia Presidente indica come rappresentanti del Consiglio regionale il Presidente della Giunta regionale Zaia e il Presidente del Consiglio regionale Ciambetti, e Lorenzoni (Gruppo Misto), che a nome dell'opposizione indica il nome del consigliere Giacomo Possamai.
Vengono distribuite le schede di votazione.
La consigliera segretaria Sponda (Zaia Presidente), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione a scrutinio segreto dell'elezione in oggetto.
Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.
Assegnati n. 51
Presenti n. 49
Votanti n. 46
Hanno ottenuto voti:
ZAIA Luca n. 37
CIAMBETTI Roberto n. 36
POSSAMAI Giacomo n. 9
SORANZO Enoch n. 1
Risultano eletti:
ZAIA Luca per la maggioranza
CIAMBETTI Roberto per la maggioranza
POSSAMAI Giacomo per le minoranze
Punto n. 7) all'ordine del giorno
Disegno di legge relativo a "Risparmi di spesa in sanità". (Progetto di legge n. 103) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 1/2022) [RESOCONTO]
Intervengono le consigliere, Maino (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Quinta Commissione consiliare, e Bigon (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Quinta Commissione consiliare.
In discussione generale interviene l'assessora Lanzarin.
Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento presentato scade in 10 minuti.
In discussione generale intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zottis (Partito Democratico Veneto) e Brescacin (Zaia Presidente).
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale, sospende la seduta per consentire all'Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione di esprimere parere sugli emendamenti presentati e invita la Conferenza dei Gruppi consiliari a riunirsi per una modifica all'ordine del giorno.
La seduta è sospesa alle ore 15.06.
La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 16.13.
Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.
Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.
Sull'emendamento n. A2 all'articolo 1, interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo ritira.
Sull'emendamento n. A1 all'articolo 1, interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo ritira.
I due articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.
ODG n. A3
Ordine del giorno presentato dalle consigliere Guarda e Brescacin relativo a "Relazionare al Consiglio regionale sulla destinazione dei risparmi di spesa in sanità" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Risparmi di spesa in sanità". (Progetto di legge n. 103) APPROVATO (Deliberazione n. 2/2022) [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Valdegamberi (Gruppo Misto).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Il PRESIDENTE comunica il rinvio del punto 8) all'ordine del giorno come concordato in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Punti nn. 9) e 10) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Guarda, Ostanel e Camani, Lorenzoni. Baldin e Zanoni relativa a "No alla liberalizzazione all'utilizzo del CSS-Combustibile. La Giunta regionale si attivi per tutelare ambiente e il parco regionale dei colli euganei da semplificazioni frutto di travisamenti del concetto di economia circolare, anche prendendo spunto da quanto deliberato dal Comune di Monselice.". (Mozione n. 171) RESPINTA [RESOCONTO]
e
Mozione presentata dai consiglieri Pan, Favero, Rigo, Centenaro e Vianello relativa a "Cementificio Monselice: no alla liberalizzazione all'utilizzo del CSS-Combustibile". (Mozione n. 180) APPROVATA (Deliberazione n. 3/2022) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che le due mozioni avranno un'unica discussione generale e che verranno poste in votazione separatamente.
In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che illustra la mozione n. 171, Zanoni (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che illustra la mozione n. 180, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Guarda (Europa Verde), Lorenzoni (Gruppo Misto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).
In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Lorenzoni (Gruppo Misto).
Si passa alla votazione della mozione n. 171.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la Mozione n. 171.
Il Consiglio non approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Hanno votato no:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Si passa all'esame e alla votazione della mozione n. 180.
Gli emendamenti nn. C1 e C2 alla mozione 180, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la Mozione n. 180 in oggetto come emendata.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Il PRESIDENTE comunica, come deciso nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, che viene anticipato il punto 17) all'ordine del giorno.
Punto n. 17) all'ordine del giorno
Mozione presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "Ospedali Covid, la Regione garantisca un'equa distribuzione dei casi di terapia intensiva". (Mozione n. 174) RESPINTA [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale intervengono l'assessora Lanzarin, i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Zottis (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Brescacin (Zaia Presidente).
In dichiarazione di voto intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).
L'emendamento n. D1 alla mozione 174, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.
Il Consiglio non approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Hanno votato no:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle ore 18.13.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
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MAINO Silvia
|
BALDIN Erika
|
MICHIELETTO Gabriele
|
BARBISAN Fabiano
|
MONTANARIELLO Jonatan
|
BET Roberto
|
OSTANEL Elena
|
BIGON Anna Maria
|
PAN Giuseppe
|
BISAGLIA Simona
|
PICCININI Tomas
|
BORON Fabrizio
|
POLATO Daniele
|
BOZZA Alberto
|
POSSAMAI Giacomo
|
BRESCACIN Sonia
|
POSSAMAI Gianpiero
|
CAMANI Vanessa
|
PUPPATO Giovanni
|
CAVINATO Elisa
|
RAZZOLINI Tommaso
|
CECCHETTO Milena
|
RIGO Filippo
|
CENTENARO Giulio
|
SANDONA' Luciano
|
CESTARI Laura
|
SCATTO Francesca
|
CESTARO Silvia
|
SORANZO Enoch
|
CIAMBETTI Roberto
|
SPERANZON Raffaele
|
CORSI Enrico
|
SPONDA Alessandra
|
DOLFIN Marco
|
VALDEGAMBERI Stefano
|
FAVERO Marzio
|
VENTURINI Elisa
|
FINCO Nicola Ignazio
|
VIANELLO Roberta
|
FORMAGGIO Joe
|
VILLANOVA Alberto
|
GIACOMIN Stefano
|
ZAIA Luca
|
GUARDA Cristina
|
ZANONI Andrea
|
LORENZONI Arturo
|
ZECCHINATO Marco
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ZOTTIS Francesca
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LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Erika BALDIN |
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IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI |
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N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo