ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 17/05/2022 n. 60

Resoconto n. 60 - 11^ legislatura
Resoconto 60 a Seduta pubblica
Martedì, 17 maggio 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.31

PRESIDENTE

A causa di un incidente in autostrada abbiamo parecchi colleghi in ritardo, che mi hanno chiesto di posticipare l'avvio dei lavori.
Posticipiamo, quindi, l'inizio della seduta alle ore 10.50.
La Seduta è sospesa alle ore 10.31
La Seduta riprende alle ore 10.55

PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Registratevi su Concilium, per favore.
Diamo inizio alla 60a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7582 del 12 maggio 2022.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 59a Seduta pubblica del 3 maggio 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni a risposta immediata.
Partiamo dall'interrogazione n. 243 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 243 del 23 febbraio 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "POSTI LETTO PEDIATRICI PRESSO L'OSPEDALE DI ASIAGO: QUANDO SI TORNERÀ ALLA NORMALITÀ?"

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Nel mese di febbraio, a seguito di confronti con i territori e con i cittadini della zona dell'Altopiano dei Sette Comuni, sono emerse criticità di funzionamento della sanità in montagna. Ho voluto riportarle all'attenzione della Giunta a seguito di un fatto che ha particolarmente destato scalpore, anche sulla stampa, riferito a un infortunio occorso a un minore tra le mura domestiche, in una famiglia residente a Roana, che si è dapprima riferita all'ospedale di prossimità, cioè all'ospedale di Asiago, come è noto classificato come presidio ospedaliero in zona disagiata. Da tale struttura, invece, è stata indirizzata verso l'ospedale di Bassano del Grappa, molto distante e anche in condizioni critiche da un punto di vista meteorologico, visto che era notte.
Appreso che le ragioni del mancato ricovero risiedono nell'assenza di due posti letto pediatrici previsti dalle schede di dotazione ospedaliera, tale per cui la famiglia è stata conseguentemente inviata all'ospedale di Bassano del Grappa, e che la limitazione alla sola attività ambulatoriale diurna, dalle ore 7 alle 13, pare risiedere, al momento, in parte nella necessità riorganizzativa di far fronte allo stato di emergenza determinato dalla pandemia e in parte dall'indisponibilità del personale, richiamo all'interno dell'interrogazione ricordando alla Giunta che il seguente passaggio del PSSR (Piano Socio-Sanitario Regionale) riguarda la salvaguardia delle specificità del territorio montano e lagunare, del Polesine e delle aree a bassa densità abitativa, in particolar modo nell'erogazione dei servizi di emergenza-urgenza nelle reti di tempo dipendenti, che va garantita dall'intervento secondo lo standard "golden hour", e considerato che l'ospedale di Asiago è dichiarato, all'interno della programmazione regionale, come ospedale di montagna, che, quindi, richiede sia immediatamente ripristinata alla cittadinanza la continuità assistenziale privata, non essendo immaginabile un sacrificio ulteriore per le famiglie del luogo, detto questo, interrogo l'Assessore regionale alla sanità per sapere quando saranno ripristinati i posti letto per pediatria di cui è dotato l'ospedale di Asiago.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

La carenza di personale in ambito sanitario rappresenta una problematica a livello nazionale. Tuttavia, l'Azienda Pedemontana si è attivata con diverse iniziative per cercare di risolvere tale situazione nel proprio territorio. Infatti, come dichiarato dal direttore generale dell'ULSS 7, ha avviato più procedure per il reclutamento dei pediatri, sia con incarichi libero-professionali che con avvisi a tempo determinato o altre procedure concorsuali.
In particolare, per quanto riguarda l'ospedale di Asiago, dalla data di apertura del punto nascita, avvenuta il 26 luglio 2021, la presenza del pediatra è stata garantita in orario diurno dalle ore 8 alle ore 14. Dal mese di aprile, inoltre, è stato previsto un aumento della presenza fino alle ore 16, anche al fine di garantire la gestione assistenziale del bambino nei due letti di osservazione, breve e intensiva.
Infine, nei mesi di giugno e luglio prenderanno servizio due dirigenti medici specializzati in pediatria, vincitori del concorso pubblico indetto da Azienda Zero per il territorio Pedemontana, che permetteranno di incrementare le ore di presenza del pediatra nell'ospedale di Asiago. Come ricordato dall'ULSS 7, Asiago è un ospedale di base all'interno di un territorio montano, in grado di fornire una qualificata assistenza medica, ma in presenza di situazioni complesse è necessaria la presa in carico di una struttura con dotazioni strumentali e professionali maggiori, al fine di garantire le migliori cure all'assistito, in ossequio a quanto stabilito nel Piano Socio-Sanitario 2019-2023.
Rispetto a questa interrogazione, in cui viene chiarito che c'è stato comunque uno sforzo per aumentare fino alle ore 16 il pediatra in sede ad Asiago, e rispetto anche alle iniziative, tramite concorsi di Azienda Zero, che sono state intraprese, confermo che proprio in questi giorni stanno valutando i profili che si sono candidati e anche l'eventuale supporto con incarichi esterni. Oggi sta dando molto supporto Santorso sia alla pediatria di Asiago sia alla pediatria di Bassano. Anche la pediatria di Bassano è in sofferenza, come pediatri, in questo momento. Santorso, che, invece, ha una pediatria ben strutturata, sta andando in soccorso sia per quanto riguarda Asiago sia per quanto riguarda Bassano.
Sappiamo che pediatria è una delle specialità che oggi stanno soffrendo di più. Effettivamente, c'è molta difficoltà a trovare personale in questa specialità. È chiaro che anche il fatto che molto personale ospedaliero a un certo punto scelga di andare nel territorio non ci aiuta da questo punto di vista. Però stanno mettendo in atto tutte le azioni, e già un miglioramento è stato visto. Anche per le stagioni che si stanno avvicinando, sarà potenziato ulteriormente.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, la collega Guarda. Mi chieda la parola, grazie.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Ringrazio della risposta, che al momento reputo soddisfacente. So che ha anche avuto modo di incontrare il territorio proprio in questi giorni per aggiornare rispetto a questi ampliamenti in termini di orario e di disponibilità di personale. Mi felicito se potrà a breve essere valutato ulteriore nuovo personale per affiancare l'attività dei due punti nascita e reparti di pediatria in difficoltà nell'ULSS Pedemontana.
Detto questo, mi permetto di rilevare due questioni principali. Quello dell'Altopiano sicuramente non è un ambito molto semplice, anche per i costi necessari per riuscire, poi, a risiedere, ad abitare in zona. Ci sono, quindi, delle criticità ulteriori in termini di attrattività dell'ospedale e dei servizi ospedalieri, che vanno, secondo me, incentivati in altra maniera, in termini di possibilità di avanzamento professionale, eccetera. Perché? L'esperienza dell'Altopiano che cosa ci insegna? Ci insegna che, per quanto riguarda non soltanto la pediatria, ma prima ancora l'ortopedia e anche altri servizi (la chirurgia, eccetera), ci si è trovati all'ultimo a cercare il personale o la nomina del primario, in sostituzione di coloro che, invece, sono pianificati in età pensionistica. Nella chirurgia e nell'ortopedia è successo questo, il che ha creato un vuoto che ha avuto ripercussioni da un punto di vista organizzativo. Tanto che, per esempio, anche l'attività di ortopedia oggi, pur avendo i propri riferimenti, deve essere ricostruita daccapo.
Per questo motivo, lo ribadisco, l'obiettivo primario ‒ che è responsabilità delle ULSS, ma la Regione, naturalmente, deve presidiare ‒ è quello di garantire l'immediata identificazione del percorso per la sostituzione del personale pianificato in pensione, in età di pensionamento, e, di conseguenza, intervenire prima che questi vuoti si vadano ad inserire, proprio perché la situazione è talmente grave da dover essere affrontata nei giusti tempi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
La IRI n. 244 viene rinviata su richiesta del proponente.
Passiamo alla IRI n. 248 del collega Finco.

Interrogazione a risposta immediata n. 248 del 25 marzo 2022 presentata dal consigliere Finco relativa a "VIE DEL PASCOLO E VALORIZZAZIONE DELLA TRANSUMANZA: A CHE PUNTO È L'ADOZIONE DEL PIANO TRIENNALE E L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE N. 32 DEL 2020?"

Collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ho presentato questa interrogazione perché, come ben sapete, dal 2019 la transumanza, grazie a un'operazione fatta dall'Italia assieme all'Austria e alla Grecia, è stata riconosciuta bene materiale UNESCO. C'è stato anche un importante riconoscimento.
Nel 2020 ‒ è stata proprio l'ultima legge che ha approvato questo Consiglio, alla fine della passata legislatura ‒ abbiamo deciso di proporre una legge che va a valorizzare tutta la tradizione della transumanza, le Vie del Pascolo. Soprattutto, abbiamo chiesto alla Giunta di prevedere un Piano triennale per normare questa antica tradizione.
Purtroppo, ancora oggi, sono passati quasi due anni dall'approvazione di questa legge, leggiamo ogni sei mesi sui nostri quotidiani di Comuni che fanno ordinanze, che danno, ovviamente, multe salatissime a moltissimi pastori che transitano per diversi Comuni del padovano, del vicentino, ma anche del veronese. Come ben sapete, il passaggio di un gregge di pecore piuttosto che di mucche o quant'altro, crea ‒ per quanto di poco ‒ una serie di disagi.
Ad oggi, questa legge, da quello che sappiamo, non è ancora stata applicata. Chiediamo, quindi, alla Giunta, con questa interrogazione, di sapere a che punto è l'attuazione di questa importante legge che abbiamo approvato.

PRESIDENTE

Al posto dell'assessore Corazzari, risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

La materia trattata dalla legge 27 luglio 2020, n. 32, presenta carattere di particolare articolazione, complessità e interdisciplinarità che, riflettendosi nella ripartizione delle diverse rispettive competenze sul piano tecnico e operativo, ha rallentato il processo di attuazione della norma. Essa prevede, infatti, attività che riguardano la preventiva ricognizione e la gestione del demanio armentizio regionale (articoli 3, 5 e 8), la predisposizione del Piano triennale di valorizzazione delle Vie del Pascolo del Veneto (articolo 6), le istruttorie preordinate al finanziamento degli interventi previsti dal Piano locale di valorizzazione (articolo 7), il coordinamento delle disposizioni in materia di pascolo vagante e transumanza delle greggi (articolo 9) e l'aggiornamento della banca dati della Terra Veneta (articolo 11), azioni che hanno riflesso sulle attività di altri Enti, quali Comuni e Sovrintendenze, che, quindi, vanno con questi coordinate.
In relazione a ciò, è in corso di definizione un provvedimento che individui precisamente le competenze delle strutture regionali interessate, singolarmente o di concerto, per le diverse attività previste dalla legge n. 32/2020.

PRESIDENTE

Prego, collega Finco, per la replica.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Cosa posso dire? Meglio tardi che mai. Sinceramente, se devo pensare che sono trascorsi due anni... Per carità, sono stati due anni difficili per tutti. Però le iniziative legislative dei Consiglieri non sono moltissime. Quelle poche leggi che fa il Consiglio, che non sono leggi che provengono dalla Giunta... Almeno diamo attuazione a questi provvedimenti.
Sapete benissimo l'impegno che ci mettiamo. Questo è un progetto di legge che non abbiamo approvato appena arrivato, ma che è stato concordato con il nostro legislativo. Alle riunioni delle Commissioni hanno partecipato anche i tecnici della Giunta. Dopo due anni mi si dice che la legge è di difficile applicazione. Però, quando abbiamo fatto il dibattito in Commissione, perché nessuno ci ha detto che, così come impostata, la legge era di difficile applicazione?
Quello che chiedo, quindi, è ovviamente di andare avanti con questo provvedimento. Però – e qui mi appello anche alla Segreteria generale – se il Consiglio regionale fa delle leggi, non ci possono essere leggi che dopo due anni non vengono ancora attuate da parte della Giunta. Sennò mi chiedo qual è il ruolo di questo Consiglio regionale. Se un Consiglio regionale fa le leggi e dopo due anni le leggi sono ancora lettera morta dentro un cassetto, tanto vale fare le leggi e fare i provvedimenti.
Chiedo, quindi, anche il rispetto del ruolo dei Consiglieri e del lavoro che fanno i Consiglieri regionali.

PRESIDENTE

Grazie.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta.
Partiamo dalla IRS n. 177 della collega Guarda.
Punto 5.2) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalle consigliere Guarda, Baldin, Ostanel relativa a "ATTENDIAMO L'AUTONOMIA PER INCREMENTARE LA SPESA E I SERVIZI REGIONALI A SOSTEGNO DELLA SALUTE MENTALE?" (Interrogazione a risposta scritta n. 177)

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
A febbraio di quest'anno è emersa un'analisi condotta dalla CGIL regionale in cui, in un benchmark con le altre Regioni italiane, la Regione del Veneto risulta penultima nella classifica della spesa a sostegno della salute mentale.
Evidenziato che il Veneto, nel senso deteriore di cui in premessa, fa addirittura meglio degli Stati aderenti all'Organizzazione Mondiale della Sanità, quindi stanzia addirittura meno rispetto a quelli in difficoltà, secondo il rapporto Mental Health Atlas 2020, che ha indicato come "preoccupanti" gli scarsi investimenti degli Stati in salute mentale.
Ritenuto, ovviamente, il panorama sconfortante, generato anche in considerazione della pandemia da Sars-Cov-2, che ha influito sulle condizioni di salute psichica della popolazione, in particolar modo negli adolescenti e nei soggetti già in condizioni di fragilità e disagio psichico, come emerge anche da recentissimi studi e pubblicazioni.
Richiamata la legge regionale 18 gennaio 2022, n. 1 , "Risparmio di spesa in sanità", in particolar modo l'ordine del giorno firmato dalla sottoscritta, insieme alla consigliera Brescacin, presidente della Quinta Commissione, con oggetto "Relazione al Consiglio regionale sulla destinazione dei risparmi di spesa in sanità", in cui si disponeva di relazionare alla competente Commissione consiliare, almeno una volta all'anno, a seguito dell'approvazione del bilancio di esercizio del Servizio sanitario regionale, sull'entità dei risparmi e sulla loro spesa.
Constatato che la questione delle scarse spese regionali in materia di salute mentale è ben nota, così come rilevato già in passato nella X legislatura, in premessa all'ordine del giorno n. 244, approvato all'unanimità con delibera n. 192 del dicembre 2017 dal Consiglio che ci ha preceduti in questa legislatura.
Alla luce di questo, a febbraio di quest'anno, insieme alle consigliere Baldin e Ostanel, interrogavo l'Assessore regionale alla sanità per conoscere quali ragionevoli intenzioni vi fossero, anche in relazione a quanto previsto dalla legge n. 1 del gennaio 2022, di destinare alla salute mentale almeno il 5% delle risorse del Fondo sanitario regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Per la risposta, la parola ancora all'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

La Giunta regionale ha avviato, con DGR n. 371 dell'8 aprile 2022 ("Definizione modello organizzativo e gestionale dell'Area salute mentale"), un percorso rafforzativo delle azioni già in essere per quanto riguarda la salute mentale di adulti e adolescenti, in un'ottica di valorizzazione delle competenze di tutti gli operatori, avendo come punto di riferimento il benessere dei pazienti e delle loro famiglie e delle comunità di appartenenza.
Il percorso riprende gli ambiti di intervento delineati dai Livelli essenziali di assistenza, area territoriale, compresa la domiciliarità, area residenziale e semiresidenziale ospedaliera, in una logica di relazione funzionale al bisogno di cura delle persone e colmando la carenza e le criticità organizzative che sono emerse a seguito dell'emergenza pandemica.
Gli obiettivi da attuarsi nell'arco di un triennio sono rivolti a rafforzare l'organizzazione sanitaria, quale presupposto per il coordinamento e l'integrazione dei vari assetti assistenziali fondati sul progetto terapeutico individualizzato; porre l'equilibrio dell'allocazione delle risorse in risposta ai cambiamenti della domanda di cura e riabilitazione ai nuovi bisogni emergenti; potenziare il raccordo della rete formale con la rete informale, in un contesto operativo di coprogettazione atta a favorire innovazione, flessibilità e continuità dei supporti di progetti di vita del paziente con disturbi mentali.
Le azioni più incisive riguardano l'attività territoriale, per garantire in modo uniforme il diritto alla cura e all'inclusione sociale. Tra queste, si ritiene necessario consolidare la regia dei Centri di Salute Mentale nel periodo pandemico nella presa in carico integrata e globale della persona e dare attuazione agli interventi previsti dai Percorsi diagnostici terapeutici (PDTA), prevedendo un'adeguata implementazione di psicologi, psicoterapeuti, educatori socio-sanitari, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, anche in relazione agli effetti a cascata del periodo pandemico.
Inoltre, è opportuno implementare la psichiatria di base delle Case di comunità per favorire una più stretta collaborazione con gli MMG mediante équipe multiprofessionali di primo livello, con afferenza il Centro Salute Mentale, per garantire l'intercettazione precoce del disagio e l'intervento in loco per patologie di minori gravità.
Per quanto riguarda la risposta alle psicopatologie degli adolescenti, che richiedono una forte integrazione tra servizi, l'azione prioritaria è intercettare disturbi psichiatrici e favorire tempestivamente risposte terapeutiche riabilitative e, ove necessario, la presa in carico e la definizione di un progetto individualizzato. Questi interventi vanno concepiti in una cornice di rete istituzionale, valorizzando nel contempo la rete extra-istituzionale, al fine di consentire l'utilizzo di tutte le risorse disponibili, in un'ottica di progetti di cura integrati socio-sanitari. In termini di governance, è necessaria una regia che sappia articolarsi a ponte tra i servizi deputati alla salute mentale, adulti e adolescenti.
In relazione agli interventi e agli obiettivi che si intendono perseguire, si pone particolare attenzione allo sviluppo di una maggiore e forte integrazione del Dipartimento delle Dipendenze con i Dipartimenti di Salute Mentale e le U.O. a tutela della salute della persona con limitazione della libertà, al fine di orientare l'offerta di cura secondo una logica di appropriatezza clinica e organizzativa, di innovazione nell'ambito della valutazione, della presa in carico, delle diagnosi precoci e del recovery.
Per quanto riguarda le risorse necessarie alla realizzazione delle progettualità, va considerato anche il finanziamento statale volto al rafforzamento dei Dipartimenti di Salute Mentale, previsto in sede di ripartizione alle Regioni delle quote vincolate agli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Si assicura l'assoluto presidio e la costante attenzione alle patologie regionali programmatorie in termini di salute mentale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
È molto interessante questo approfondimento, che avremo modo, però, di discutere nello specifico anche nell'occasione che ci verrà data di discutere una mozione che abbiamo presentato come minoranze unite rispetto alla pianificazione dell'evoluzione dei servizi per il disagio psichiatrico.
Vorrei, però, far emergere una cosa. Questi servizi, per essere implementati, hanno bisogno di adeguate risorse. L'importante sarà capire ciò che non emerge da una prima lettura, da questa risposta, cioè se verrà o meno implementato il budget rispetto a questo tipo di servizio.
Non mi posso reputare totalmente soddisfatta, quindi, perché nello specifico la domanda non ha ricevuto risposta.
Parallelamente, mi permetto di approfondire ulteriormente ciò che ha declinato per quanto riguarda i diversi servizi. È sicuramente interessante, ma da approfondire adeguatamente in una seconda lettura, dato che, ovviamente, i tempi non ce lo consentono.
Chiedo, quindi, la possibilità di ricevere copia scritta sia di quest'interrogazione che della precedente. Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Sono terminate le IRS pronte.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie.
Per l'articolo 111, comma 3, del Regolamento, con la presente mi trovo oggi a dover ulteriormente intervenire rispetto a una sollecitazione che già avevo proposto in questo Consiglio riguardo a un'interrogazione (PFAS negli alimenti, la n. 141) oggi all'ordine del giorno per l'ennesima volta, che non ha ricevuto ancora una risposta. Chiedo perché non è stata fornita la documentazione completa alle mamme "No PFAS" e a Greenpeace rispetto alla contaminazione da PFAS rilevata negli alimenti nella zona del Veneto. È un obbligo che era stato definito all'interno di una sentenza del TAR. Per riceverli, mamme e Greenpeace si sono dovuti presentare addirittura davanti a un giudice.
Rispondere sarebbe il minimo e caldeggiare anche la presenza del presidente Zaia sarebbe più che opportuno. Sicuramente bisogna aggiornarsi e avere ripetizioni riguardo al più grande evento di contaminazione da PFAS d'Europa che avviene all'interno dei confini della nostra Regione.
L'ignoranza del Presidente, purtroppo, è emersa all'interno di un'intervista mandata in onda dal programma "Le Iene", che ha testimoniato una preparazione davvero imbarazzante: non conosce i dati, che oggi richiedo vengano forniti in maniera completa, rispetto agli alimenti, alla contaminazione da PFAS; non conosce e non è in grado neanche di giustificare...

PRESIDENTE

Collega Guarda, un discorso è far presente che non c'è una risposta. Parlare di un'intervista, di ignoranza e altro mi sembra, sinceramente, fuori luogo rispetto all'ordine dei lavori.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Allora rimango sul tema. Questa ignoranza sarebbe necessario...

PRESIDENTE

Ancora!

Cristina GUARDA (Europa Verde)

...andare a rivederla anche grazie alla risposta a questa interrogazione, che richiede semplicemente di attivare e attuare la sentenza del TAR che obbliga la Regione a fornire questi dati.
Il fatto che non ci sia chiarezza sulle risposte date in Commissione, presentate in questo Consiglio, così come date alla stampa è sicuramente un grave danno per l'immagine di questa Regione, che evidentemente ha omesso di intervenire in alcuni ambiti necessari.
Il mancato rispetto dei termini per la presentazione di una risposta e la continua necessità, per quanto mi riguarda, di dover sollecitare la risposta a una domanda che è evidentemente importante, cioè perché la Regione del Veneto non ha fornito i dati completi alle mamme "No PFAS" e a Greenpeace, che cosa ha da nascondere...

PRESIDENTE

Nulla.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

... o da giustificare rispetto a questo, per cui il principio è: portateci la risposta quanto prima all'interno di questo Consiglio, perché è necessario avere trasparenza su questo tema. Grazie.

PRESIDENTE

Va bene.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2022 IN MATERIA DI POLITICHE SANITARIE E DI POLITICHE SOCIALI". (PROGETTO DI LEGGE N. 115) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 12/2022)

Relazione della QUINTA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Maino; Correlatrice: Consigliera Bigon

PRESIDENTE

Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati due settimane fa, quindi dalla chiusura della discussione generale sul PDL n. 115.
Sono stati depositati, in questo momento, quattro emendamenti. Vuol dire che le due settimane non sono servite ... Quattro emendamenti: emendamento 31 del correlatore, emendamento 32 del correlatore, emendamento 33 del correlatore, emendamento 34 della Giunta.
Sono stati caricati sul sistema informatico Concilium. Aggiornate Concilium e li vedete.
Devo dare venti minuti per eventuali subemendamenti. Siamo comunque al termine, è terminata la discussione generale, quindi l'Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione...
Se non è già caricato su Concilium, come faccio a dare i tempi? Tanto per essere chiari. C'è un ulteriore emendamento del correlatore, che, però, non è numerato e non è caricato. Visto che è del correlatore e non immagino che la maggioranza faccia subemendamenti, diamo venticinque minuti complessivi – l'emendamento sarà il 36 – per eventuali subemendamenti.
Ripeto da dove sono stato interrotto: devo lasciare spazio all'Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione per dare i pareri sugli emendamenti. Do mezz'ora di tempo, quindi fino alle ore 11.55, all'Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione per valutare gli emendamenti. Riprendiamo con l'articolato alle ore 11.55.
Tutto chiaro, colleghi? Il 35 è un ordine del giorno.
Se ci sono altri emendamenti in progress, pregherei di depositarli. Speravo che, dopo quattordici giorni di ragionamenti sul collegato, arrivassimo in Aula un po' più preparati. Mi pare, però, che il progress continui.
I lavori riprenderanno alle ore 11.55. Grazie.
Colleghi, 31 del correlatore, 32 del correlatore, 33 del correlatore, 34 della Giunta. Il 35 è un ordine del giorno a firma Zottis e il 36 è ancora del correlatore. Chiedo alla collega Anna Maria Bigon di passarlo a chi le sta a fianco.
Il mio problema è arrivare a quattordici giorni dalla sospensione e avere emendamenti depositati in questo momento. Premesso questo, adesso gli uffici stanno caricando gli emendamenti, tra pochissimo li avrete su Concilium.
Il 34 lo vedo caricato, signori. Basta fare l'aggiornamento, ormai dovremmo avere un po' di esperienza con Concilium.
Il 36 lo avete depositato in questo momento e neanche con i superpoteri riesco a metterlo online. Il 35 è un ordine del giorno. Lo ripeto un'altra volta.
La Seduta è sospesa alle ore 11.29
La Seduta riprende alle ore 12.02

PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione è ancora al lavoro sul parere agli emendamenti.
La ripresa dei lavori, quindi, è alle ore 12.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.02
La Seduta riprende alle ore 12.33

PRESIDENTE

Colleghi, se ci mettiamo in postazione, riprendiamo i lavori.
Colleghi, siamo sull'articolato. Collega Zanoni, ha chiesto la parola su...?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE

Scusi?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Se mi alzate un po' il volume, perché sento il collega Zanoni lontanissimo.
Sull'ordine dei lavori, prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, prima lei ha lamentato il deposito di diversi emendamenti, dicendo che ci sono state due settimane di tempo. Effettivamente, io sono uno che, quando faccio da relatore e ci sono da presentare gli emendamenti, spesso li presenta molto prima della scadenza giusto per dare possibilità agli Uffici di Presidenza di esaminarli per tempo. In questo caso, però, c'è da dire che questo numero di emendamenti presentati all'ultimo minuto è dovuto a un fatto, e cioè quello di non aver seguito il Regolamento, questo ordinamentale, che prevede partecipazione del pubblico e coinvolgimento della Commissione, cosa che è stata fatta, però a babbo morto, e cioè dopo che si era arrivati in Aula.
Quindi, quello che dico è...

PRESIDENTE

Collega Zanoni, guardi che abbiamo sospeso il Consiglio due settimane fa proprio per questo motivo. Adesso se ritorniamo su cose già dette e concordate, tra l'altro, mi sembra di cogliere da quello che ricordo...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Concludo, Presidente...

PRESIDENTE

Ho anch'io qualche mancamento di memoria, però questa è una cosa concordata due settimane fa, mi permetta.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Proprio perché è stata concordata, era prevedibile che, dopo aver sentito le parti sociali, venissero nuove idee per poter presentare nuovi emendamenti. Tant'è vero, Presidente, che lei rimprovera le minoranze, però mi pare che ci siano anche emendamenti della Giunta presentati oggi.

PRESIDENTE

Uno.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

O sbaglio?

PRESIDENTE

Uno.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Però c'è.

PRESIDENTE

Che va in direzione di cose che avete chiesto voi. So che la Giunta è cattiva di solito, però ogni tanto...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io sto discutendo sul suo rimprovero in ordine alla tempistica. Ci vogliono tempi tecnici per fare questi emendamenti.

PRESIDENTE

Quindi, lei censura il mio intervento?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No. Dico che la sua lamentela è, secondo me, inopportuna.

PRESIDENTE

No, no. La mia lamentela, mi permetta, dopo due settimane, è assolutamente da fare. Se poi lei è abituato ad altri ritmi di lavoro, pazienza.
Colleghi, riprendiamo sull'articolato.
Siamo all'articolo 1.
Non c'è nessun emendamento.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Vedo che state arrivando a scartamento ridotto.
Qualcuno dell'informatica si rechi dal segretario Sponda. Nessuno dell'informatica è in Aula.
Colleghi, qualcuno deve ancora votare.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0017, presentato dall'assessora Lanzarin, articolo 1 bis, pagina 1, aggiuntivo, che prevede:
Art. Modifiche alla legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 "Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali"
1. Dopo il CAPO III della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 , è inserito il seguente:
"CAPO III bis – Autorizzazione all'esercizio di strutture sanitarie per l'erogazione di cure domiciliari".
2. Nel CAPO III bis di cui al comma 1 è inserito il seguente articolo:
"Art. 8 bis – Autorizzazione all'esercizio.
1. L'autorizzazione all'esercizio delle strutture pubbliche, dì istituzioni ed organismi, a scopo non lucrativo, nonché delle strutture private che erogano prestazioni di cure domiciliari è rilasciata da Azienda Zero.".
2. Dopo il punto c) del comma 1 dell'articolo 12 della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 , è inserito il seguente:
"c bis) strutture che erogano prestazioni di cure domiciliari.".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0018, presentato dall'assessore Lanzarin, articolo 1 ter, pagina 3, aggiuntivo, che prevede:
Art. Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 "Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali"
1. Al primo periodo del comma 3 dell'articolo 11 della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 , le parole: "ordina la chiusura temporanea, totale o parziale, della struttura medesima" sono sostituite dalle seguenti: "dispone la sospensione temporanea, totale o parziale, dell'autorizzazione all'esercizio della struttura medesima o dell'attività sanitaria o socio-sanitaria".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0018.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso andiamo all'articolo 2, dove avremo diversi emendamenti.
Emendamento n. A0010, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, pagina 4, aggiuntivo, che prevede:
Modifica dell'art. 19 comma 1 della L.R. 22/2022.
Al comma 1 dopo le parole "da parte di Azienda Zero" sono aggiunte le parole ", attraverso l'Organismo Tecnicamente Accreditante (OTA) dell'azienda,".
Non vedo interventi. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento su cui so di avere parere negativo, però l'importante è presentarlo – interverrò anche su quello successivo ora, quindi proverò a intervenire insieme – perché io credo sia importante rilevare il fatto che, quando noi parliamo di accreditamento, abbiamo la possibilità, come in questo emendamento provavo ad inserire, di inserire dopo le parole "da parte di Azienda Zero" le parole "attraverso l'Organismo Tecnicamente Accreditante (OTA) dell'azienda". Questo è un emendamento di buonsenso, che ho ripreso anche da altre Regioni. Ad esempio, la Regione Lombardia specifica che esistono questi organismi che hanno il compito di lavorare sull'accreditamento delle strutture sanitarie.
Intervengo anche per collegarmi a quello successivo, su cui so di avere di nuovo parere negativo, perché il tema fondamentale del tentativo della Giunta di modificare questo articolo io credo sia sbagliato, perché quando noi pensiamo all'accreditamento dobbiamo anche pensare di vedere l'accreditamento a seconda di una programmazione socio-sanitaria, che ha, appunto, il senso di capire se eventualmente c'è bisogno di strutture accreditate. L'emendamento successivo, che presento ora, ha proprio l'obiettivo di ridare centralità alla programmazione, perché non è corretto, io credo, dire che dopo trenta giorni, se non abbiamo ricevuto un parere, si prescinde dal parere stesso. È un meccanismo di controllo, io credo, utile.
Questi due emendamenti, quindi, vanno in questa direzione, di vedere l'accreditamento all'interno di una più ampia programmazione socio-sanitaria.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0012, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, pagina 5, aggiuntivo, che prevede:
Modifica dell'art. 19 comma 1 della L.R. 22/2022.
Al comma 1 dopo le parole "dell'Azienda ULSS in merito al fabbisogno relativo alla programmazione attuativa locale che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta" le parole "trascorsi i quali se ne prescinde" sono soppresse.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi siamo convinti che la programmazione debba essere assolutamente non solo coordinata, ma anche attuativa, e che la relazione debba essere fatta assolutamente in questo modo, per cui il fatto di esprimere un parere entro un termine, a prescindere dal quale si dà il parere, io credo che sia assolutamente positivo. Dobbiamo assolutamente accoglierlo.
Sappiamo già della discussione e, quindi, anche dell'esito negativo, però insistiamo per l'accoglimento, perché crediamo che sia necessario dare certezza a questa programmazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Se in altre occasioni la formulazione dei trenta giorni è abbastanza scontata e non ci siamo neanche mai espressi in modo contrario, perché si trattava magari di attività o, comunque, di elementi che incidevano molto meno, nell'attività quotidiana, in quella che è la qualità del servizio, ringraziamo la collega Ostanel per aver presentato questo emendamento, che chiaramente condividiamo, proprio per quello che diceva, e cioè il fatto di vigilare sul fabbisogno relativo alla programmazione, capire se si sta andando nella direzione corretta o non si sta andando nella direzione corretta e avere una vigilanza continua e condivisa su questo pensiamo sia indispensabile, ma proprio in vista di una qualità del servizio verso i cittadini.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0012.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0011, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, comma 1, lettera b), pagina 5, modificativo, che prevede:
Al comma 1 lettera b) dell'art. 2 dopo le parole "da parte di Azienda Zero" sono aggiunte le parole ", attraverso l'Organismo Tecnicamente Accreditante (OTA) dell'azienda,".
Non vedo interventi. Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo anche su questo perché anche in Commissione Quinta, dove ho preso anche un virgolettato del consigliere Finco rileggendo i dubbi che emergevano dalla Commissione, si diceva che "ci sono strutture che sono accreditate da una vita e altre strutture presenti sul territorio che hanno, comunque, apparecchiature molto più d'avanguardia rispetto ad alcune realtà che sono già accreditate, ma che si ritrovano in un mercato bloccato". Io non condivido, ovviamente, le parole del Consigliere. Però, pensare che l'accreditamento debba rientrare in una programmazione e che, quindi, ci sia un organismo, citando quell'organismo, lo ridico, come lo fa la Regione Lombardia, sia importante per valutare, anche qui, l'accreditamento all'interno di una programmazione che tenga conto anche delle strutture già esistenti
Questa è la ratio di questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0011.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0013, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, comma 1, lettera B, modificativo, che prevede:
Al comma 1, lettera b), dell'art. 2 dopo le parole "che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta" le parole "trascorsi i quali se ne prescinde" sono soppresse.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0013.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0001, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zanoni, articolo 2, modificativo, che prevede:
Alla lettera b) dell'articolo 19 della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 "Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie socio-sanitarie e sociali" così come modificata dall'articolo 2, alla fine, dopo le parole "e socio sanitaria", sono aggiunte le seguenti parole:
"che attesterà la coerenza della struttura o del soggetto accreditato alle scelte di programmazione regionale e attuativa locale, come previsto dall'articolo 16, comma 1, lett. b), nonché sulla sostenibilità economico-finanziaria rispetto alle risorse assegnate".
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È sempre all'articolo 2, lettera b) dell'articolo 19 della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22 "Autorizzazione accreditamento delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali". Dopo le parole "e socio-sanitaria" chiediamo di aggiungere "che attesterà la coerenza della struttura o del soggetto accreditato alle scelte di programmazione regionale". Questo è quanto condiviso con l'Assessore in sede di Commissione.
Chiediamo l'approvazione di questo emendamento.

PRESIDENTE

La proposta è di votare l'emendamento con la modifica...

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Così come letta.

PRESIDENTE

Fino a "programmazione regionale", e poi cancellando tutto il resto.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Esatto. La successiva parte.

PRESIDENTE

Perfetto.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.

PRESIDENTE

Modifica ai sensi dell'articolo 102, accettata in Aula.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001 con la modifica appena descritta dalla proponente e accettata.
È aperta la votazione.
Parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0008, pagina 9, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, comma 1, lettera B, modificativo, che prevede:
Al comma 1 lettera b) dell'art. 2, dopo le parole "dirigente della struttura regionale competente in materia di programmazione sanitaria e socio-sanitaria" sono aggiunte le parole "che verifica anche la coerenza con la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera b)".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento importante, come dicevo in Ufficio di Presidenza, perché si richiede di modificare questo comma per inserire, dopo le parole "Dirigente della struttura regionale competente in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria", il fatto che si verifichi anche la coerenza con la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera b).
Qui stiamo parlando dei rinnovi degli accreditamenti. Come dicevo in Ufficio di Presidenza, soprattutto e anche per i rinnovi, è importante valutare tutto questo all'interno di una più ampia programmazione sanitaria e credo che la ratio di questo emendamento sia proprio quella di reinserire un tema importante all'interno del fatto che davvero si valuti la necessità, territorio per territorio, dell'accreditamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0008.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0007, pagina 10, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, aggiuntivo, che prevede:
Modifica dell'art. 19 comma 1 quinquies della L.R. 22/2002.
Al comma 1 quinquies) dopo le parole "approvato dalla Giunta regionale" sono aggiunte le parole ", previo parere della commissione consiliare competente,".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Stiamo vedendo in tantissimi ordinamentali, in vari settori, come le Commissioni consiliari vengano, di fatto, esautorate dal passaggio di molte informazioni che io credo, invece, non possano essere giustificate rispetto al fatto che serve essere più veloci nei tempi. Soprattutto per quanto riguarda il tema della sanità e soprattutto per quanto riguarda il tema dell'accreditamento, su cui questa Regione ha una storia fin troppo importante, penso invece che non si possa prescindere dal parere di una Commissione consiliare competente come quella Sanità quando si parla di accreditamento.
In seguito ci sarà un altro emendamento che provavo a inserire, e reinterverrò su quello, proprio per cercare anche di dire che se non vogliamo far passare in Commissione i materiali che fino ad oggi facevamo passare perché la giustifichiamo come una sburocratizzazione in cui io non credo, quello successivo cercava di dire "almeno mandiamo una relazione annuale". Questo emendamento io credo sia importante e lo riconduco anche a una forma di lavoro, che è quella di togliere, in tantissimi ordinamentali, in tantissime materie, il ruolo delle Commissioni consiliari come una valutazione e un check su quello che viene fatto dalla Giunta e su cui io non sono d'accordo.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi sento di intervenire a sostegno della richiesta della collega Ostanel, perché non è un episodio isolato, questo del bypass del passaggio in Consiglio. Credo che questa sia una tendenza che, come ho già avuto modo di dire in quest'Aula, non faccia bene proprio all'attività di questo Consiglio.
Il passaggio in Commissione ritengo sia indispensabile per assicurare un flusso delle decisioni che sia coerente con lo Statuto di questo Consiglio e con una sana dinamica decisoria. In questo momento, sicuramente, è vissuto con insofferenza, il passaggio in Consiglio, sembra quasi non necessario.
La Giunta è forte di un consenso molto ampio. Ma in termini di principio dobbiamo, io credo, fare delle regole che siano valide sempre. Non riconoscere il ruolo della Commissione e non riconoscere l'opportunità, se non la necessità, di questo passaggio, credo sarebbe un errore, proprio per l'attività, la dignità, il valore di questo Consiglio regionale.
Per cui, veramente, invito i colleghi a valutare questo emendamento, che va proprio nella direzione di valorizzare il loro lavoro, il lavoro di tutti noi e il ruolo di questo Consiglio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che qualsiasi Commissione istituita da questa Regione debba essere assolutamente non esautorata dal proprio ruolo, anzi potenziata, perché, di fatto, sono le Commissioni che dovrebbero seguire le istruttorie per poi arrivare qui, in Consiglio, con dei provvedimenti o delle proposte che siano esaustive nel loro contenuto e anche, ovviamente, verificate e approvate, ma anche discusse.
Cercare di continuare con provvedimenti che delegittimano queste Commissioni, che sono assolutamente fondamentali per l'attività dei Consiglieri e per quanto di loro competenza, non credo sia giusto. Crediamo, quindi, che debba essere approvato questo emendamento, laddove, appunto, non viene indicata come Commissione la Commissione Sanità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Di questa questione abbiamo parlato sia in Commissione sia al punto emendamenti prima. Dobbiamo distinguere bene tra quelle che sono le attività in capo alla Quinta Commissione e al Consiglio regionale, che sono attività di programmazione, e quelle vengono rispettate, perché anche per quanto riguarda gli accreditamenti arriviamo con CR in Quinta Commissione, previa istruttoria fatta, fornita e tutto il resto, per quanto riguarda gli avvisi, la gestione e quant'altro non sono materie di competenza della Quinta Commissione. C'è una netta differenza – ce lo siamo sempre detti – tra le attività di programmazione, che è giusto che passino in quest'Aula o in Quinta Commissione, e le altre attività, che sono attività di avvisi, gestionali e operative.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0009, pagina 11, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, aggiuntivo, che prevede:
Modifica dell'art. 19 della L.R. 22/2002.
Dopo il comma 7, viene aggiunto il seguente comma 7 bis:
"con cadenza annuale, o comunque prima della pubblicazione dell'Avviso approvato dalla Giunta di cui ai commi 1 quinquies, viene inviata alla Commissione Consiliare competente un'informativa sullo stato degli accreditamenti, del fabbisogno regionale ed il relativo aggiornamento della programmazione socio-sanitaria regionale;".
È più o meno simile a quello precedente, da quello che leggo.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Simile era il tentativo. Sapendo che sull'altro avrei avuto parere negativo fin dal principio, l'obiettivo di questo era almeno: non vogliamo far passare in Commissione tutto quello che oggi passa, almeno riusciamo a fare un'informativa annuale che la Commissione vede, come specifico, prima della pubblicazione dell'avviso approvato dalla Giunta?
Conosco bene il fatto che la Commissione non è competente rispetto alla pubblicazione dell'avviso, ma è la Giunta, come diceva l'Assessore, ma possiamo dire che la Commissione, invece, prima dell'approvazione da parte della Giunta dell'avviso, possa, attraverso un'informativa annuale, avere uno stato generale rispetto al tema degli accreditamenti e, come cito nell'emendamento, del fabbisogno regionale di relativo aggiornamento della programmazione socio-sanitaria regionale?
Qual è l'obiettivo di questo emendamento, in realtà come gli altri che ho presentato prima? È quello di andare più in profondità all'interno della politica degli accreditamenti della Regione del Veneto. Se una struttura perde la qualifica o la capacità di produrre un servizio adeguato rispetto agli standard che la Regione del Veneto si è data, come fa una Commissione consiliare a valutare questo o almeno a essere da pungolo per valutare questo?
Se in Commissione non ci sarà più un passaggio, come era previsto prima, almeno una relazione annuale prima dell'approvazione dell'avviso io penso, invece, che avrebbe avuto un senso. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Proprio per quello che ci ha detto l'Assessore bocciando l'emendamento precedente, cioè che comunque abbiamo un ruolo di programmazione, ricordando quello che è il nostro ruolo, credo che questo emendamento, come ha detto la collega Ostanel, sia unicamente di buon senso, perché in qualche modo ci permette di andare nella direzione di una buona programmazione, di essere consapevoli, perché spesso ci dite "noi l'abbiamo già fatto", "questo è già scritto", "questo lo abbiamo già previsto". Va benissimo, però poter avere almeno una relazione in cui esprimiamo un giudizio consapevole e portiamo delle proposte consapevoli crediamo sia assolutamente una cosa positiva e una ricerca di confronto propositivo e null'altro, oltre che un diritto che crediamo di avere per riuscire a svolgere al meglio il nostro ruolo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo un intervento rapido, perché poi entrerò nel merito sugli emendamenti successivi, per dire che sul tema delle Commissioni, dei pareri alle Commissioni, del coinvolgimento delle Commissioni, penso una cosa semplice: abbiamo visto due settimane fa che su temi su cui si poteva francamente avere una discussione, nel senso che alcune delle misure proposte dalla Giunta in una situazione emergenziale, poi evidentemente vanno stabilite le responsabilità sull'emergenza, ma in questo momento emergenziale alcune di quelle misure erano comprensibili o comunque andavano discusse. Il fatto che non avessero avuto nessun approfondimento in Commissione, che non ci sia stato un confronto di nessun genere ha portato alla situazione in Consiglio della settimana scorsa, ma soprattutto delle settimane successive, sia dal punto di vista dei banchi della minoranza, ma devo dire, soprattutto, dal punto di vista della rappresentanza dei medici e di chi sta fuori da questo Consiglio.
Per cui, il tema generale, non solo su questo emendamento, è che ho la sensazione che spogliare progressivamente le Commissioni, avere l'idea che tutto sommato il tempo che passiamo in Consiglio e in Commissione sia inutile e che quindi i passaggi fatti qui non servono, rischi di avere l'effetto che poi ogni volta che arriviamo in Consiglio e scopriamo qualcosa all'improvviso, la situazione sia che ci impantaniamo, come è successo in queste due settimane, e che l'effetto sia esattamente il contrario.
Per cui, ripeto, al di là dell'emendamento specifico, in generale, è verissimo quello che diceva prima la collega Ostanel sugli ordinamentali, che per tre quarti hanno articoli che hanno come obiettivo spogliare di competenze le Commissioni. Io ho la sensazione che il fatto di vivere quest'Aula e l'attività di questo Consiglio e delle Commissioni di questo Consiglio come un inciampo, in realtà, ci porti ad inciampare successivamente.
L'invito alla maggioranza, quindi anche ai Consiglieri di maggioranza, ma anche alla Giunta, è il seguente: utilizziamo questo luogo, che è il luogo della discussione, come quello dove i temi vengono sviscerati. Altrimenti scopriamo, dopo, che ci sono cose che non funzionano. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Penso sia corretto fare un quadro di chiarezza all'interno dell'ordinamento legislativo regionale tutto, al di là degli emendamenti, al di là degli articoli e delle norme che scriviamo, in qualsiasi settore li scriviamo.
Questa è l'Aula legislativa, l'Aula del Consiglio regionale, quindi l'Aula che ha la funzione legislativa. Poi c'è la Giunta, che ha una funzione attuativa e di gestione, assieme alle proprie strutture dirigenziali. È dalla Bassanini, dal 1999-2000, che ormai è chiara a tutti la divisione tra compiti di indirizzo-controllo, funzioni legislative e compiti di gestione, compiti attuativi. Questa linea di demarcazione ce l'hanno anche in Giunta, ovviamente. La Giunta ha un determinato compito di indirizzo sull'attuazione degli obiettivi che escono da questo Consiglio regionale e i dirigenti hanno la loro autonomia rispetto all'attuazione degli obiettivi che vengono loro dati. A noi il compito di dare le linee di indirizzo e di controllo.
Venendo all'articolo oggetto di questa discussione, penso non sia corretto fare descrizioni basate su princìpi che, di per sé presi, potrebbero anche sembrare un po' logici. Secondo me, sono completamente illogici. Non possiamo portare, a mio avviso, all'interno della Commissione, di tutte le Commissioni, atti di carattere gestionale.
Prendiamo l'articolo 19 e leggiamo il comma 1: "La procedura per il rilascio dell'accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni sanitarie e sociosanitarie prende avvio a seguito di istanza del soggetto interessato, comporta la verifica della sussistenza delle condizioni di cui all'articolo 16, comma 1, lettere a) c) e d), da parte di Azienda Zero, si conclude con provvedimento della Giunta regionale, previo parere della Commissione regionale per l'investimento e la tecnologia (CRITE), esprime il parere della programmazione sanitaria e sociosanitaria sulla sostenibilità..." e tutto il resto.
Dopodiché, c'è la parte dell'1-quinquies riferita agli avvisi approvati dalla Giunta, che sono avvisi di carattere gestionale. Ad oggi, noi non abbiamo mai portato in Commissione attività di carattere gestionale. Penso che questo sia e debba essere il nostro indirizzo: dare indirizzo e controllo. Ai dirigenti compete una verifica dell'aderenza alla programmazione regionale e alla programmazione locale, quindi anche un'istruttoria che sia corretta e completa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 2 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, sospendiamo qui la seduta.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, scusi, non riuscivo a votare. Posso aggiungere il mio voto favorevole?

PRESIDENTE

A verbale, il collega Rigo è favorevole.
L'articolo è stato votato e approvato dall'Aula.
Sospendiamo qui la seduta.
Riprendiamo alle ore 14.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 13.08
La Seduta riprende alle ore 14.44

PRESIDENTE

È stato depositato l'emendamento n. 41 da parte della correlatrice.
Cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Colleghi, riprendiamo i lavori.
Siamo sull'articolo 3.
Non c'è nessun emendamento, né vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 4.
Ci sono emendamenti.
Emendamento n. A0004, pagina 12, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, articolo 4, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 15 della legge regionale 9 febbraio 2001, n. 5 "Provvedimento generale di rifinanziamento e di modifica di leggi regionali per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2001)" così come sostituito dall'articolo 4 dopo le parole "La Giunta regionale approva ogni due anni" sono aggiunte le parole ", entro il 30 aprile,".
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La Giunta ‒ si dice in questo articolo su cui presentiamo l'emendamento, che già in Commissione abbiamo detto verrà approvato ‒ approva ogni due anni il bando di ricerca finalizzato e individua le aree di interesse ai fini del servizio sanitario. Si dice "ogni due anni", ma con questo emendamento noi chiediamo che vi sia un termine ben preciso, quindi non "ogni due anni" in via generica, ma "entro il 30 aprile" ogni due anni, quindi entro il termine del 30 aprile. Dopo le parole "la Giunta regionale approva ogni due anni" sono aggiunte le parole "entro il 30 aprile".

PRESIDENTE

Grazie.
Parere favorevole del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0003, pagina 13, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, articolo 4, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 4 dell'articolo 15 della legge regionale 9 febbraio 2001, n. 5 "Provvedimento generale di rifinanziamento e di modifica di leggi regionali per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2001)" così come sostituito dall'articolo 4 sostituire le parole "può avvalersi" con le parole "si avvale".
Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento n. 3 di pagina 13, sostanzialmente, quello che andiamo a proporre è di sostituire, al comma 4 dell'articolo, "può avvalersi" della collaborazione di Azienda Zero e del Consorzio per la ricerca sanitaria (CORIS), con "si avvale", perché riteniamo che comunque la collaborazione tecnico-scientifica che possono dare Azienda Zero e il Consorzio per la ricerca sanitaria sia assolutamente essenziale per una qualità finale.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002, pagina 14, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, articolo 4, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 4 dell'articolo 15 della legge regionale 9 febbraio 2001, n. 5 "Provvedimento generale di rifinanziamento e di modifica di leggi regionali per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2001)" così come sostituito dall'articolo 4 aggiungere il seguente comma:
"4bis. La Giunta regionale entro il 31 gennaio di ogni anno trasmette al Consiglio regionale una relazione contenente le informazioni sull'attività svolta e sugli esiti del monitoraggio dei progetti di ricerca avviati".
Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento andiamo a richiedere che entro il 31 gennaio possa essere trasmessa al Consiglio regionale una relazione contenente le informazioni sull'attività svolta e sugli esiti del monitoraggio dei progetti di ricerca avviati. Questo lo chiediamo anche vista l'importanza che – è sotto agli occhi di tutti – hanno e potenzialmente potrebbero avere i progetti di ricerca anche rispetto al contesto che abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 4, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 5. Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 6. Anche in questo caso nessun emendamento.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 7. Anche in questo caso nessun emendamento.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa. Solo perché rimanga a verbale, nella votazione dell'articolo 7, per errore, ho votato a favore, ma in realtà il desiderio era l'astensione.
Solo perché rimanga a verbale. Grazie mille.

PRESIDENTE

A verbale. Perfetto.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Anche io, Presidente, volevo fare una rettifica sull'ultima votazione, perché resti a verbale che l'intenzione era di votare a favore e non astensione.

PRESIDENTE

Rimarrà a verbale.
Emendamento n. A0031, pagina 14 bis, presentato dalla consigliera Bigon, aggiuntivo, che prevede:
Articolo XX Disposizioni sulla formazione specifica in medicina generale
1. Agli iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale è assicurata la funzione tutoriale prevista dal decreto legislativo n. 368 del 1999, se necessario anche in modalità telematica.
2. Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale adotta specifiche linee guida operative per garantire quanto previsto al comma 1.".
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi lo ritiriamo. L'abbiamo sostituito con l'emendamento n. 41 che è agli atti.

PRESIDENTE

Quindi anche i subemendamenti che avete fatto sul vostro emendamento decadono.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Sì. Abbiamo fatto tutto all'interno dell'emendamento n. 41.

PRESIDENTE

Benissimo.
L'emendamento n. 41 è quello appena depositato? Serve il parere della Commissione. Si trova in prossimità della presidente Brescacin.
Pochi secondi di sospensione.
La Seduta è sospesa alle ore 14.58
La Seduta riprende alle ore 14.59

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
La Quinta Commissione ha finito i suoi lavori.
Emendamento n. A0041 presentato dalla consigliera Bigon, aggiuntivo, che prevede:
Articolo XX Disposizioni sulla formazione specifica in medicina generale per i titolari di incarichi temporanei di assistenza primaria
1. Agli iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale che sono titolari di incarichi temporanei di assistenza primaria è garantito per l'esercizio di tale funzione un supporto di affiancamento e tutoraggio, anche in modalità telematica, oltre alla funzione tutoriale già prevista dal decreto legislativo n. 368 del 1999.
2. Agli iscritti di cui al comma 1 è assicurato un monte formativo teorico-pratico di almeno tre mesi con frequenza obbligatoria, da svolgersi all'inizio dell'incarico temporaneo.
3. Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale adotta specifiche linee guida operative per quanto previsto ai commi 1 e 2, individuando gli standard organizzativi da garantire agli iscritti di cui al comma 1, con particolare riguardo alle situazioni di isolamento professionale e organizzativo.
La correlatrice Bigon mi chiede la parola. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo presentato questo emendamento, che riteniamo fondamentale e che la Regione, la maggioranza dovrebbe assolutamente accogliere, perché non possiamo permetterci di avere una medicina di territorio che non rientri nei LEA. "Nei LEA" cosa significa? Significa garantire ai cittadini i livelli minimi essenziali di assistenza, cosa che non potrà essere fatta. Noi diamo, ovviamente, una possibilità. Questo lo prevede in parte già l'accordo del 2020 e lo prevede in parte anche il Decreto Calabria. Potevano avere una serie di pazienti, quindi un incarico temporaneo di assistenza primaria. Non è possibile che la Regione Veneto non assista questi medici in formazione di un tutoraggio, di un affiancamento chiaro e preciso.
Giustamente, in Commissione ci veniva detto che lo prevede già la legge. Lo prevede all'interno del decreto n. 368/99, all'articolo 27: "La formazione specifica in medicina generale comporta la partecipazione personale del candidato all'attività professionale e all'assunzione delle responsabilità connesse all'attività svolta, le attività teoriche, articolate in attività seminariali, studio guidato proposto dai rispettivi tutori, studio finalizzato proposto dai coordinatori delle attività seminariale".
Poi, l'articolo 27 va avanti dicendo che potranno fare la loro pratica all'interno delle Case di riposo, degli studi ambulatoriali. E dà una serie di indicazioni. Siamo nel 1999. Successivamente interviene il Decreto Calabria, nel 2018. Poi c'è un accordo del 20 giugno, se non sbaglio. Anzi, del 26 marzo 2020, chiedo scusa.
Ora ci troviamo qua, in Regione Veneto, a dare questa possibilità per carenza di medici nel territorio veneto. Sappiamo che, in proporzione, nel Veneto ne mancano di più rispetto alle altre Regioni. Ne mancano circa 600. Oltre 1.000 saranno in uscita nei prossimi anni, e intendo per "prossimi anni" entro il 2026, tra l'altro l'anno in cui dovrebbero essere realizzate le Case di comunità, gli ospedali di comunità, dove quella del medico di base e dell'infermiere saranno le figure principali. Noi ci troviamo nel 2022 ‒ lo siamo da anni ‒ carenti di medici di base, con territori completamente scoperti, e troviamo la soluzione (che altre Regioni hanno trovato, ci mancherebbe altro; non siamo mica i primi) di dare dei pazienti ai medici in formazione. Benissimo. Partiamo dal primo. Non lo dice il Decreto Calabria. Non lo dice la legge del 1999, il decreto-legge del 1999. Lo dice adesso la Regione Veneto, dopo aver sentito e visto quello che ha fatto la Toscana.
Partiamo con l'assegnazione di 1.000 assistiti il primo anno, di 1.200 assistiti il secondo anno, dicendo che le categorie possiamo anche non sentirle. Abbiamo chiesto le audizioni e le abbiamo fatte, ma sembra non siano servite. Anzi, è stato addirittura detto che le audizioni sono favorevoli. Probabilmente, si è ascoltata solo una parte degli auditi e non tutti. Sappiamo perfettamente che il medico che prenderà in carico, su base volontaria, è vero, ci mancherebbe altro, si troverà ad avere 1.000 pazienti, non si sa in che luogo. Non si sa se avrà a disposizione un supporto amministrativo-infermieristico. Nell'eccellente Veneto, come dicono di essere per quanto riguarda l'aspetto sanitario, non prevediamo nemmeno una figura di affiancamento che sia precisa, che vada oltre quella prevista dagli specializzandi, per gli specializzandi o per i formandi all'interno delle Scuole di formazione.
Prima vi ho citato il decreto, vi ho citato l'accordo, dove si parla di formazione all'interno della Scuola di formazione. Mica si pensava ai 1.000 pazienti al primo anno e ai 1.200 il secondo anno quando sono state fatte queste norme. Sappiamo che è in discussione al Senato una normativa dove si prevederà un affiancamento. Non possiamo pensare che un laureato, abilitato, in formazione, al primo anno... I sei anni di laurea in Medicina non specificano, ovviamente, quali sono le attività del medico di base. Sappiamo anche che i rapporti sono cambiati tra paziente e medico in questi ultimi 10-15 anni.
Tante sono le difficoltà, tante sono le patologie, tanti sono gli incarichi. Guardate, i prossimi che andremo a discutere saranno relativi ai pronti soccorsi, all'emergenza-urgenza. Se non sistemiamo, se non adeguiamo la medicina territoriale avremo, di conseguenza, tanti altri problemi, tra cui anche il pronto soccorso, di cui parleremo dopo. La medicina territoriale deve essere di qualità, deve essere supportata...
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega, la invito a concludere. Grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

...e deve essere formata.
Noi chiediamo, con questo emendamento, che venga previsto, oltre a quello di Medicina, un tutor, che vengano fatti almeno tre mesi di formazione all'inizio di questa attività e che venga assicurato anche in via telematica un appoggio.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo emendamento perché con la collega Bigon e i Consiglieri avevamo condiviso fin da subito la necessità di chiarire, nero su bianco, che il tema del tutoraggio è un tema importante, non solo perché lo diciamo noi, ma perché nelle audizioni che abbiamo voluto e fatto all'interno di questo Consiglio la settimana scorsa, in maniera praticamente unanime, questa è stata una richiesta fatta da tutti i sindacati che oggi rappresentano le categorie.
Facciamo un passo indietro. Ho quattro minuti. Siccome non abbiamo fatto una discussione, finora, politica, credo sia anche arrivato il momento di dire perché ci troviamo qua. L'emergenza rispetto ai medici di base è ormai un'emergenza che qui più volte abbiamo discusso, chiara anche sui giornali. Lo stesso Assessore parla di un'emergenza facendo riferimento a 600 zone carenti in regione. Questo provvedimento, quindi, punta a cercare di risolvere questo problema. La domanda vera è perché ci arriviamo nel 2022, quando una situazione di emergenza di questo tipo era stata chiarita ed era ormai conclamata in maniera forte da tutte le categorie.
Il tema delle borse di studio regionali io l'ho portato più volte qui, anche in sede di bilancio, anche negli anni precedenti. Innalzare le borse di studio regionali... È stato fatto quest'anno con 713. Ricordiamoci, però, che fino a cinque anni fa le borse di studio regionali erano 60.
Se oggi ci siamo resi conto di un errore di programmazione, che dura, però, da più di cinque anni, mi spiace, ma siamo arrivati tardi nel cercare di fare una norma che, tra l'altro, andasse più avanti delle norme nazionali. Su una cosa siamo d'accordo: anche il Governo nazionale, di ogni colore politico, in questi anni non ha preso in carico il tema della medicina di base in questo Paese, perché il Veneto non è l'unico ad avere questo problema.
È in discussione una riforma. Diamo tutti per scontato che verrà approvata. Bene, però dobbiamo pensare che se noi ci mettiamo, oggi, a fare una corsa in avanti rispetto a una norma nazionale che sta arrivando, questa corsa in avanti non può togliere le responsabilità della Giunta in merito al fatto che per anni non ha preso in carico il tema del formare, di propria competenza, quello per cui può farlo, medici di base. Questo è un tema politico che credo vada detto con chiarezza. Altrimenti, anche una norma di questo tipo, che oggi andiamo a votare, porta questa discussione un po' a togliersi. Abbiamo fatto un errore. Avete fatto un errore di programmazione negli anni precedenti.
Il fatto che il tutoraggio ‒ e intervengo qui ‒ sia importante è perché, come le categorie ci hanno spiegato, se noi andiamo da un medico di base che è appena uscito dalla formazione, ha bisogno o di una supervisione, se è all'interno di uno studio con altri specialisti, o, se si trova in un comunello di montagna a fare il medico di base da solo, in uno studio dove non ha altri, anche di poterla fare in via telematica. In Ufficio di Presidenza è stato risposto che questa cosa succede già, sarà già prevista, la si farà già. Se proprio dobbiamo andare avanti con una norma rispetto a quella nazionale, non c'è alcun impedimento al fatto di poterlo chiarire anche qua, tra l'altro come hanno chiesto le persone che abbiamo audito la settimana scorsa.
Rispetto alla settimana scorsa, è importante dire una cosa. L'Assessore diceva che è un dovere morale oggi intervenire. Okay, io posso essere anche d'accordo. C'è stato un ritardo, oggi c'è il dovere morale di intervenire. Però, quando cita la Regione Toscana (io sono andata a vedere le norme), il primo anno hanno 800 pazienti, non ne hanno 1.200. Se noi ‒ e io non sono d'accordo ‒ diamo così tanti pazienti a una persona appena formata, almeno (ma "almeno", non per essere d'accordo e cambiare idea) scriviamo nero su bianco che per quelle persone c'è un tutoraggio. Io avrei dato molti meno pazienti e sarei intervenuta cinque anni fa, non adesso. Però, se oggi dobbiamo intervenire con una norma che anticipa quella nazionale, aumentando, tra l'altro, quello che la norma nazionale prevederà, cioè 1.000 pazienti a quelli del primo anno...

PRESIDENTE

Collega, la invito a concludere.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sì, un secondo. Concludo.
Credo sia chiaro che possiamo scrivere, almeno nero su bianco, che il tutoraggio serve.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'emendamento, tra l'altro, richiede una tipologia di tutoraggio ‒ dal punto di vista organizzativo, ha ragione l'Assessore, è la Giunta che definisce le modalità organizzative ‒ comunque diverso rispetto a quello di cui abbiamo discusso in Ufficio di Presidenza.
Chiediamo che per coloro che sono titolari di incarichi temporanei di assistenza primaria sia garantito un tutoraggio per l'esercizio di tale funzione, un supporto di affiancamento e tutoraggio, il che significa un supporto per l'attività ‒ volendo semplificare il termine, anche se non è del tutto corretto ‒ pratica, operativa quotidiana. Poi, chi lo fa? Un tutor, due tutor, cento tutor? Ripeto: è una questione organizzativa, non è una questione di indirizzo.
Una questione di indirizzo, secondo noi, invece, è la previsione di questa figura. Lo è per dare sicurezza, lo è per, in qualche modo, andare anche incontro a quelle che sono le richieste che ‒ queste sì ‒ ci sono pervenute in modo anche collettivo, se vogliamo usare questo termine, da parte di chi sta fuori e opera sul campo. La grande domanda che ci hanno fatto è questa. La carenza dei medici la conoscevamo pre-Covid. Il Covid ha accentuato la carenza dei medici e, soprattutto, il fabbisogno.
La problematica di rivedere il ruolo del medico di medicina generale la sapevamo anche prima. È cambiato il mondo con il Covid: in parte si sono accentuati; in parte ci ha messo di fronte alla necessità ancora di più del potenziamento del territorio rispetto all'aspetto ospedaliero.
La necessità è quella di attuare un confronto complessivo sulle modalità di attuazione, di indirizzo e di gestione. Queste sono le richieste che ci vengono fatte. Visto che, giustamente, vogliamo dire molte volte che siamo un'eccellenza, perché non dimostrare, come in parte stanno facendo altre Regioni, che arriviamo prima del Governo, perché siamo in emergenza e non abbiamo tempo di aspettare, ma ci arriviamo con un nostro modello che assicura quell'interazione e quel patto tra politica, quindi Istituzioni, cittadino e medici? Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Arriva il primo punto critico, veramente critico, di questo provvedimento, Assessore, quello che riguarda la volontà di questa Regione di anticipare dei processi e delle decisioni, che sono in corso in questo momento a livello nazionale, per affrontare una delle vere emergenze del Sistema sanitario regionale, rappresentata dalla carenza grave dei medici di medicina generale.
Come diceva la collega Ostanel, questa carenza ha delle motivazioni esterne e anche delle motivazioni che riguardano la nostra Regione. Quelle esterne riguardano certamente le scelte di programmazione fatte negli ultimi anni a livello nazionale, così come, io credo, anche una sottovalutazione a livello nazionale di questa questione. Quelle tutte locali, tutte regionali riguardano principalmente le difficoltà che, nell'esercizio di questa funzione, i medici di base hanno ritrovato, in particolare in questa regione, in particolare negli ultimi due anni, i numeri collegati a una pianificazione regionale delle borse di studio, che certamente non ha avuto la lungimiranza di prevenire questa situazione. Aggiungo anche la totale disattenzione rispetto al tema della territorialità, della medicina di territorio, della medicina integrata, che avrebbe potuto, in molti casi, sopperire alla carenza numerica dei medici di base.
Questa è la situazione in cui noi oggi ci troviamo e che ci costringe ad affrontare l'emergenza della questione della scarsità del numero di medici di base in questa regione.
La soluzione che voi ci proponete, copiandola da quella proposta a livello nazionale, è quella di chiedere alle persone ancora in formazione ‒ che prima di ora non erano mai state chiamate a svolgere questi incarichi temporanei, perché, evidentemente, se in teoria necessitano anche della specializzazione, non hanno tutte le competenze necessarie ‒ di svolgere una funzione fondamentale per la cura, la tutela della salute dei cittadini, sia in ottica di cura, appunto, ma anche in ottica di prevenzione. Chiediamo, cioè, agli specializzandi, quelli che hanno appena conseguito certamente la laurea in Medicina, ma non la specializzazione, di svolgere la funzione dei medici di medicina generale. Ed è già una forzatura in sé, evidentemente. Ma di fronte a un'emergenza le soluzioni vanno immaginate.
Voi volete aggiungere a forzatura ulteriore forzatura, dovendo sempre essere i più bravi della classe: chiedete anche di aumentare il numero di pazienti che questi medici in formazione dovranno seguire.
Noi non ci sottraiamo alla sfida del dover risolvere un'emergenza, anche se non condividiamo la volontà di proseguire nel rinnegare le responsabilità. Vi abbiamo solo chiesto due cose: la prima di metodo e la seconda di merito. Partiamo da quella di metodo. Ve l'abbiamo chiesto due settimane fa: fermiamoci un secondo su questa questione e andiamo ad ascoltare, per una volta, come non facciamo da anni (e ce l'hanno confermato in audizione), cosa dicono le organizzazioni sindacali, e non solo, di chi quel mestiere lo fa, non di chi fa il politico. Di chi, poi, da specializzando, deve andare a curare la gente.
È incomprensibile che, dopo che abbiamo sospeso il Consiglio, dopo che abbiamo audito decine di soggetti in Commissione, la posizione dell'assessore Lanzarin e della Giunta sia inamovibile sulle due questioni su cui abbiamo fatto le audizioni. Tanto valeva non farle. Allora doveva tirare dritto, Assessore, già due settimane fa. Perché così è una presa in giro non dei Consiglieri di minoranza che hanno chiesto alla Giunta una riflessione, ma di tutte le persone che sono venute in audizione e, con spirito collaborativo, hanno proposto, dentro i binari che voi ci avete indicato, dei correttivi per consentire a voi di risolvere in parte il problema e a loro di poter svolgere la funzione aggiuntiva a cui li chiamate in sicurezza.
Noi chiediamo semplicemente una cosa. Questi medici in formazione, che non hanno ‒ mai nella storia ‒ dovuto occuparsi direttamente della salute delle persone, perché avrebbero bisogno di altri cinque anni di specialità per poterlo fare, già li sbattete in trincea: garantite almeno a queste persone la possibilità di avere un tutoraggio specifico per le attività di medico che oggi chiedete loro di fare e che prima non dovevano svolgere.

PRESIDENTE

Collega, il tempo.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo.
Le responsabilità della mancata programmazione, della mancata medicina del territorio non possono essere scaricate mandando allo sbaraglio dei medici in formazione.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, prego.
L'Assessore replicherà alla fine.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

È un punto sicuramente importante di questo ordinamentale, dibattuto, discusso, ma in fretta. Come tutte le cose che si fanno in fretta, all'ultimo minuto, non riescono bene. Un ordinamentale è una cosa importante. Viene fatto ogni anno. Proprio perché viene fatto ogni anno, ci sono i tempi che maturano per presentare queste proposte e perché queste proposte siano oggetto di un iter previsto dai Regolamenti del Consiglio regionale. Quindi, un passaggio tramite le Commissioni, poi in Consiglio, con un allargamento alle audizioni e quant'altro.
Naturalmente, quello a cui abbiamo assistito in queste due settimane è un percorso anomalo. Non c'è stato il rinvio in Commissione di questo progetto di legge, ma c'è stata una sospensione del Consiglio, con un'apertura sicuramente importante. L'invito è quello di portare gli ordinamentali completi, in modo che ci sia l'iter, ci siano i tempi, ci siano le modalità e le procedure da seguire, così come previsto dalla nostra ‒ tra virgolette ‒ Carta costituzionale del Consiglio regionale.
Passiamo al merito. È una nota dolente quella che dobbiamo sollevare, che già i colleghi che mi hanno anticipato hanno sollevato. Questi neolaureati, questi non specializzati, chiamati a sopperire alle carenze di medici, effettivamente potranno garantire, con i carichi di lavoro che si vogliono dare, una efficiente e corretta applicazione della loro conoscenza per i nostri cittadini o serve che ci siano delle forme di tutela, dei tutor?
Sono misure che arrivano nel 2022, ma che nascono da carenze storiche, ormai. In questo periodo sento parlare e usare spesso il termine "i migliori". I migliori in questo, i migliori in quest'altro. Sentiamo parlare di efficienza. Credo che dovremmo anche noi ‒ chi amministra, politici e amministratori ‒ usare in maniera più sobria questi termini, soprattutto quando, poi, si scontrano con la realtà. Se siamo qui, oggi, a chiedere queste modifiche, queste integrazioni corpose, sostanziali per la sanità veneta, vuol dire che qualcosa non funziona.
Mi appello, quindi, a chi usa sempre il termine "eccellenza". Saremo, forse, più bravi di qualcun altro, ma parlare della nostra sanità come di un'eccellenza di fronte a questi problemi, che vengono riconosciuti dalla stessa maggioranza se siamo qui a fare queste modifiche di legge, forse è un azzardo. Lo dico anche per tanti altri settori.
Ormai abbiamo cittadini molto accorti, molto attenti, che non si fanno più prendere in giro. Quindi, quando facciamo operazioni come questa, dovremmo stare attenti anche ai termini che utilizziamo, altrimenti perdiamo di credibilità. Perdiamo di credibilità noi, voi, tutti.
Dobbiamo dipingere con i colori giusti la realtà, senza storture. Bisogna, ogni tanto, fare anche, a mio avviso, il mea culpa. Di fronte a determinate situazioni, carenze, inefficienze certificate, servono determinate misure, misure che, a volte, potrebbero essere non sufficienti o potrebbero, come in questo caso, innescare conseguenze a catena, magari negative, per i nostri cittadini, che sono sempre più attenti e sempre più pronti a prendere carta e penna, magari a prendersi anche un legale e a fare causa qualora succedesse quello che non dovrebbe succedere.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villanova. Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Parto da una frase che ha appena detto il consigliere Zanoni: dipingere con i colori giusti la realtà. Termini aulici per descrivere quello che sta succedendo. È vero, abbiamo sospeso questo punto all'ordine del giorno per due settimane, ma l'abbiamo sospeso non perché avessimo bisogno di conferme della nostra iniziativa tramite questi emendamenti presentati dalla Giunta, ma perché, bene o male, sappiamo che questa è l'unica direzione che possiamo intraprendere. Lo sapete anche voi che questa è l'unica direzione che possiamo intraprendere.
Se oggi venite qui a dirci che stiamo sbagliando a dare queste possibilità a dei medici, sì, specializzandi, ma a dei medici, ci dovete, però, spiegare come mai a livello nazionale questa proposta vi va bene. Tant'è che l'avete fatta vostra a livello parlamentare e l'avete proposta voi, con un vostro relatore, all'interno della Commissione parlamentare.
Io sono qui a farvi anche un'altra domanda. Mi sapete dire se tutti i medici in servizio oggi, come medici di medicina generale, hanno la specialità? Se vado a prendere il decreto legislativo n. 368/1999, quello che ha istituito il corso di formazione per i medici di medicina generale, leggo che, ad esempio, i medici che hanno ottenuto i titoli prima del 1994 o del 1996 possono esercitare senza formazione, senza avere la specialità. Questo vuol dire che gran parte dei medici in servizio oggi non ha la specialità come medico di medicina generale. Questa specialità è entrata in vigore nei primi anni Duemila.
Dire oggi che tutti questi medici che entrano in servizio, mentre completano il loro ciclo di specializzazione, possono diventare un rischio o possono creare problemi ai nostri concittadini, secondo me, è un errore. Noi sappiamo benissimo che anche gli specializzandi che lavorano all'interno degli ospedali fanno attività clinica. Non sono fermi. Loro continuano, lavorano ed esercitano facendo il lavoro di medico.
Sicuramente avremo modo di parlarne durante la discussione nel pomeriggio. Continuo a sentire continuamente queste allusioni in merito al fatto che la carenza di medici è un problema perlopiù Veneto. Vi voglio riportare un'intervista del ministro Speranza di questi giorni su "Repubblica", dove, parlando della carenza dei medici, dice che è un problema nazionale, non dice che è un problema del Veneto. Parla dell'errore di valutazione, quando si sono fatti i programmi per le specializzazioni, dicendo che abbiamo avuto per anni 5.000 borse di studio per specializzandi in Italia e oggi siamo a 17.000 e più borse di studio grazie al PNRR, grazie agli investimenti. Scusatemi un secondo: cosa c'entra la Regione con queste borse di studio? Quando si parla del corso di specializzazione in medicina generale e si dice che la Regione ha sbagliato con le proprie borse di studio, qualcuno mi deve dire come mai quella componente delle borse di studio, da marginale, come dovrebbe essere, doveva diventare maggiore di quella che viene fornita dallo Stato. Se lo Stato ha sbagliato la programmazione, bisogna ammetterlo. Questo possiamo dirlo tranquillamente. Tutti i Governi, di tutti i colori, hanno sbagliato le programmazioni. Quando io sono entrato nella facoltà di Medicina di Padova, nel 2000, si sapeva già che ci sarebbe stato questo problema. Lo sapevamo già tutti entrando, perché ci dicevano: "Quando uscirete da questa scuola, troverete lavoro e potrete scegliere dove andare a lavorare, a differenza delle generazioni precedenti".
Vogliamo ammettere che l'errore, come fa il ministro Speranza, che di sicuro non è un leghista, è un errore che è stato fatto a livello nazionale, perché non c'è stata lungimiranza dal punto di vista della programmazione del Ministero dell'Università e della ricerca e da parte del Ministero della Sanità? Possiamo dirlo oppure dobbiamo per forza dire che è colpa della Regione Veneto? Penso che per le persone di buonsenso questo sia abbastanza evidente.
Noi vi lasciamo andare avanti con questa campagna iniziata sui giornali nelle settimane scorse, in queste due settimane, ma non ci stiamo. Diamo la massima fiducia al nostro Assessore per andare avanti con questi emendamenti. Siccome qualcuno ha messo in dubbio che il rinvio sia stato dovuto, due settimane fa, a una maggioranza sfilacciata, oggi vorremmo farvi vedere, sommessamente, che questa maggioranza non è assolutamente sfilacciata, che sosteniamo queste iniziative della Giunta e che intendiamo andare avanti per mettere un freno a dei problemi concreti dei veneti e smettere di chiacchierare per nulla.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, come abbiamo avuto anche modo di discutere insieme con i sindacati, faceva parte di un pacchetto di proposte che sono state presentate dagli stessi sindacati all'interno degli incontri di concertazione, derivanti appunto dallo stato di agitazione che loro stessi hanno dichiarato nei mesi scorsi. Quindi, da questo punto di vista, reputo che rendere più attrattiva la sostituzione temporanea per i medici in formazione sia opportuno, proprio perché viene incontro al rischio invece di vedere un fuggi-fuggi dei medici che magari hanno fatto una sostituzione, prendendo in carico 1.500 pazienti, ma a seguito della scadenza del tempo concesso per questa sostituzione si ritrovano a non poter continuare semplicemente perché quei 650 pazienti retribuiti non consentono di pagare semplicemente anche le spese di gestione dello studio, anche in condivisione con altri medici.
Questa difficoltà diventa proibitiva, perché non consente l'evoluzione professionale e anche economica e personale del professionista che decide di spendersi nell'ambito della formazione, dedicandosi direttamente all'attività di medicina generale, con la prospettiva di un'assunzione a tempo indeterminato.
Questo aspetto è essenziale. Ritengo che l'aumento renda più attrattivo questo ruolo e ritengo che sia utile per evitare una dispersione di forze che possono essere positive e che aiutano a sistemare e a rimediare a quella che è una cronica mancanza di medici di medicina generale, in questo caso, in particolar modo nelle aree rurali, dove medici che vanno in pensione faticano a trovare alternative e sostituti.
Da questo punto di vista, la proposta avanzata dagli stessi sindacati può avere assolutamente un senso, però mi permetto semplicemente, Assessore, di lanciarle un monito: dal punto di vista di Europa Verde, questo emendamento potrà avere un senso, così come dichiarato anche dai sindacati, solo all'interno di un processo di revisione della gestione del sistema della medicina territoriale, anche in relazione a tutto il discorso della medicina di gruppo integrata, a tutto il discorso dell'evoluzione anche di quella parte di medici che non sono invece accompagnati, che lavorano soli e in questo momento non sono in grado di garantire una condivisione lavorativa con gli altri.
Da questo punto di vista, il motivo delle nostre perplessità sull'emendamento sta nell'evoluzione di questo all'interno di un processo di revisione che è doveroso e non può essere dimenticato.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Io sono rimasta colpita da quello che ho sentito dire dal capogruppo Villanova. Posso anche concordare con lei circa il fatto che l'unica soluzione che oggi possiamo attuare, per una carenza ormai prospettata da anni, in effetti, per gli assoluti tagli alla sanità effettuati a livello romano e poi a caduta, non lascia spazio ad altre ipotesi, ad altre soluzioni. In parte forse è così, però mi ha colpito quello che diceva riguardo a questa pausa di due settimane per lasciare spazio agli auditi di fare proposte o osservazioni.
Secondo me, sono state due settimane importanti, perché abbiamo avuto l'occasione di parlare con gli operatori della sanità, con i sindacati, e non solo, che ci hanno esposto delle proposte interessanti, e secondo me la Regione deve in qualche modo tener presente quelle che possono essere delle soluzioni che fanno contente entrambe le parti, sia la parte istituzionale e politica che la parte che poi effettivamente deve lavorare sul campo. Una sanità senza medici capite bene che non è fattibile.
Una di queste proposte che abbiamo sentito più spesso, tra le altre cose, è quella di un aumento graduale degli assistiti in capo agli specializzandi, quindi da 650 arrivare a 1.000, ma con gradualità, nell'arco dei tre anni di formazione, oppure l'affiancamento perenne del tutor o anche il tirocinio di sei mesi. Un'altra richiesta frequente era che queste ore di ambulatorio fossero riconosciute all'interno delle ore di formazione e di tirocinio.
Non si può dire, pertanto, che semplicemente quelle audizioni sono state permesse per dare un contentino alle opposizioni, perché secondo me è stato un momento di confronto utilissimo sia per la maggioranza che per le opposizioni, e magari anche per l'Assessore l'occasione di venire a conoscenza di talune questioni che forse prima non erano note. Da tanti abbiamo sentito l'esigenza di instaurare un dialogo costruttivo, non abbiamo sentito critiche così forti, perché effettivamente non ci sono tante soluzioni da prospettare.
La mancanza che hanno lamentato e che noi lamentiamo oggi è quella di un dialogo, che si era appunto interrotto, per cui c'è l'esigenza, oggi, di riaprire quei tavoli tecnici regionali, insieme alla parte istituzionale e politica, per capire quali possano essere le soluzioni più adatte di volta in volta, anziché venire in Aula e presentare degli emendamenti senza un confronto preventivo, né con i medici né tanto meno con la Commissione Sanità competente. Quindi, è una questione di merito, ripeto, l'utilità di un confronto preventivo con la categoria che, effettivamente, è interessata da questo provvedimento.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché su questo tema in Quinta Commissione, dove abbiamo audito le categorie dei medici, non mi è sembrato di sentire tante critiche sia da parte dei rappresentanti sia delle categorie, sia soprattutto dei direttori dei pronto soccorso, di cui parleremo più avanti. Anzi.
Quindi, io mi chiedo, da cittadino... Io sono laureato in agraria, quindi non c'entra nulla con la laurea in medicina, come il collega Villanova, che giustamente si è espresso in maniera precisa (poi non ho capito il contentino, ma va bene). Ma io dico: abbiamo un laureato che conclude la sua laurea a Padova a 28 anni circa (27 e mezzo - 28 anni) e noi che in Veneto diciamo che dobbiamo tenere i nostri giovani sul territorio, che dobbiamo far sì che i nostri laureati non vadano in Inghilterra o in giro per il mondo, che non vadano via da questo territorio, diamogli l'opportunità di avere un ambulatorio con 1000 pazienti. Sinceramente penso che una persona a 28 anni, con una laurea, sia in grado di scrivere delle ricette, di fare una visita medica a un anziano, a un cittadino del nostro Veneto. Penso che sia in grado, altrimenti non avrebbe conseguito questa laurea. Se gli diamo, mi pare, quando arriverà al massimo, 1.200 cittadini, dopo due-tre anni, con circa 55.000 euro lordi di stipendio, quindi gli diamo un territorio da seguire, voi pensate che un giovane non sia contento? Che abbia bisogno di tutti questi tutoraggi, che abbia bisogno di una guida, per carità... ma non siamo in Africa, dove le distanze tra un paese e l'altro sono di migliaia di chilometri. C'è una ULSS e c'è un ospedale ogni 30 chilometri, ci sono fior di Università (Padova e Verona), abbiamo centri specialistici. Inoltre, se ha bisogno di una consulenza, c'è internet, c'è tutto, quindi non penso che a 28 anni un medico abbia paura di esercitare... Il collega Formaggio mi guarda, noi siamo imprese e a 20 anni, a 18, avevamo già qualcosa da fare. Quindi, è svilente secondo me dire ai nostri giovani che devono aspettare i quarant'anni per fare una professione.
Io penso che sia veramente un messaggio importante. Mi metto nei panni del collega Sindaco di Agna (3.200 anime in Provincia di Padova), che non ha un medico e ha scritto al Presidente della Repubblica per trovare un professionista che scriva una ricetta o faccia una visita a un anziano o a qualcuno in casa ad Agna. Chi gli dobbiamo dare?
Penso che sia un'opportunità importante per i nostri cittadini, per il nostro Veneto, soprattutto per i nostri giovani laureati. È assolutamente ottimo questo emendamento presentato dalla Giunta e noi come maggioranza... Non quello, naturalmente quello che abbiamo presentato noi, quindi seguiremo naturalmente questa traccia. Se avete altre proposte – ma non mi sembra ce ne siano – trovatemi i medici in Albania, in Romania, in Africa. Magari sbarcassero a Lampedusa migliaia di medici laureati africani, ma non ne vedo neanche uno.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Presidente Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Da quando è iniziato questo mandato legislativo – penso sia passato circa un anno e mezzo – abbiamo letto tutti tantissime pagine di mozioni e interrogazioni sui problemi della carenza dei medici di medicina generale e sui problemi della carenza di medici specialisti negli ospedali.
Il tema ormai è a tutti noto e a tutti molto conosciuto. Penso che dobbiamo un grazie a chi ha portato delle proposte concrete in Consiglio regionale oggi. Di cosa stiamo parlando? In particolare, con questo emendamento parliamo di medici laureati e abilitati, iscritti al corso di specialità per diventare medici di medicina generale. Quindi, sono medici laureati e abilitati, iscritti nei tre anni del percorso di formazione per diventare medici di medicina generale, che hanno la possibilità su base volontaria di assistere un tot di pazienti, distinti tra primo, secondo e terzo anno. Non è una novità, perché tra l'altro questa proposta era già stata avanzata dalle Regioni, da tutte le Regioni, allo Stato nel documento che spesso abbiamo citato, quello del 2 marzo ultimo scorso. L'avete citata anche voi nelle settimane scorse, anche con comunicati stampa e varie iniziative che abbiamo letto. Avete richiamato l'iniziativa della Toscana come un'iniziativa che doveva essere un modello; un'iniziativa che, tra l'altro, non passa attraverso un passaggio legislativo molto più importante e più strutturato come quello che facciamo noi, ma attraverso una semplice delibera di Giunta regionale. E qualcuno si è chiesto – almeno, io l'ho letto in queste settimane – come sia possibile conciliare l'attività formativa in Toscana per coloro che assumono fino a 1.500 pazienti. Il numero di 1.500 pazienti è il limite che la normativa prevede per i medici di medicina generale che lo fanno a tempo pieno, per lavoro.
Parliamo in particolare dei tutor. Dove sono previsti e disciplinati i tutor? Sono previsti dalla normativa nazionale, dal decreto legislativo n. 368/1999, che disciplina e distingue tra la formazione specifica in medicina generale (articoli 21-32) e la formazione dei medici specialisti (articoli 34-45). Quindi, il tutor è previsto per entrambe le categorie ed è disciplinato secondo gli articoli che possiamo andare a leggere.
Che cosa prevede la Toscana? Il tutor che prevede la Toscana è proprio quello del decreto legislativo n. 368/1999. Che cosa prevede il Decreto Sostegni all'articolo che è stato introdotto il 5 maggio alla Camera dei deputati e che adesso è all'esame del Senato? Anch'esso cita il tutor e cita sempre il decreto legislativo n. 368/1999. Evidentemente questo è il riferimento legislativo che disciplina i tutor per i medici che sono in corso di formazione per diventare medici di medicina generale.
Però è corretto finire l'excursus, quindi ho ripreso anche alcuni stralci delle audizioni che abbiamo avuto martedì in Commissione, stralci specifici sui tutor. Uno degli auditi ci dice: "È già stato assicurato, sia dalle norme nazionali ma anche dallo stesso Assessore, la supervisione e l'affiancamento con tutor esperto".
Ancora: "Per quanto riguarda il tutor, è già previsto. Diciamo che nell'ambito della scuola – si riferisce alla scuola di formazione per medicina generale regionale – nel corso triennale anche i colleghi che assumono incarichi temporanei devono assolutamente avere un tutor, e questo è previsto già dalle norme e dalla scuola".
Ancora, parlando in tema di formatori e di rete dei formatori: "Abbiamo già deciso a livello nazionale di abbassare nel curriculum vitae dai dieci anni ai cinque anni di esperienza per poter diventare tutor".
Si parla anche del tirocinio, quello che dovrebbero fare nella fase iniziale del percorso: "Previo un percorso di sei mesi". La legge parla del tirocinio, un percorso di sei mesi perché la legge dice che tutti i corsisti devono fare almeno sei mesi di tirocinio dal medico di famiglia nei tre anni. Da noi, in Veneto, adesso fanno dodici mesi, nel percorso normale. Quindi, vi è una rete formativa disciplinata dal decreto legislativo n. 368, che tutti citano. Addirittura prevediamo un tirocinio che è il doppio di quello previsto per legge.
C'è un altro aspetto. In questo momento ci sono medici laureati e abilitati che hanno assunto incarico provvisorio di sostituzione.
PRESIDENTE
Presidente, concluda, per cortesia.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Concludo dicendo che quello che avete sentito...

PRESIDENTE

Alla collega Bigon ho dato 1 minuto e 30 secondi.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Avevo completato.
Come incarico provvisorio oggi hanno già 1.500 pazienti. Esistono già e stanno dentro il percorso nazionale. L'incarico temporaneo, quello che noi stiamo disciplinando, ce lo hanno detto chiaramente, prevede un trattamento economico più favorevole, prevede il tutoraggio e prevede la salvaguardia degli aspetti formativi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io non voglio entrare nel merito se siano giusti sei mesi di tirocinio o sette mesi. Non ho assolutamente le competenze per valutare la preparazione di un medico, se non quella da paziente. Però voglio richiamarvi su questo, colleghi. Noi qui stiamo prendendo il dimensionamento del servizio a misura, ancora una volta, di chi eroga il servizio e non di chi lo riceve.
Le osservazioni del consigliere Pan sui 25 anni, sui 35, sull'avvio alla carriera professionale attengono a una preoccupazione che riguarda chi eroga il servizio. Noi qui dobbiamo tenere la prospettiva di chi riceve i servizi. È questo che ci deve preoccupare, che ci deve guidare nelle nostre scelte. E io non credo che stiamo facendo questo. Qui stiamo agendo sulla base di un'emergenza, che riconosciamo tutti, che è reale, che è costruita da anni di cattiva programmazione in Regione e a livello nazionale. Le colpe ce le prendiamo tutti. Però ci accorgiamo un po' tardi del problema. Stiamo, però, sbagliando la prospettiva ora. È questo che mi preoccupa.
Dobbiamo non agire sulla base dell'emergenza, cercando di coprire ‒ diciamo così ‒ chi eroga il servizio, ma dobbiamo cercare di costruire dei servizi fatti bene. Può darsi che ci sia qualcuno che ha ridotto i tirocini. Sicuramente c'è. C'è tutto, se andiamo a cercare nella normativa nazionale, nelle varie Regioni. Dobbiamo, però, cercare di avere come faro, come riferimento, un servizio ben strutturato.
Gli emendamenti proposti dall'opposizione oggi semplicemente cercano di correggere alcune modalità che si ritiene non siano ottimali da questo punto di vista e che altro non fanno che recepire i suggerimenti ricevuti da parte di chi opera nel settore. In tema di tutoraggio piuttosto che in tema di modalità di accesso, di riduzione del numero dei pazienti, tutto questo va nella direzione di cercare di evitare quella diaspora che stiamo vivendo. Il rischio, con queste misure, è che noi avremo una diaspora ancora più grande, perché i ragazzi neolaureati ‒ che conosco bene, perché lavoro con loro, nell'ambito dell'ingegneria, non nell'ambito della medicina, ma è simile l'approccio quando uno viene proiettato nel mondo del lavoro ‒ vanno accompagnati. Il rischio è che, presi dal carico dei 1.000-1.200 pazienti che si possono ritrovare di colpo sulle spalle, accelerino l'allontanamento dal Sistema sanitario nazionale e regionale verso modalità di lavoro più remunerative e meno onerose. Facciamo attenzione a non creare un'altra ondata che allontana e che ci aggrava la situazione, piuttosto che allentare la pressione.
Veramente, vi invito a guardare con attenzione gli emendamenti proposti e ad evitare che questa diaspora continui e peggiori. Non dobbiamo mandare i nostri ragazzi allo sbaraglio. I ragazzi del 1999 ci sono stati un secolo e mezzo fa, due secoli fa. Lasciamoli lì.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

La prima considerazione che mi viene da fare è in riferimento a quello che diceva prima la presidente Brescacin. C'è un iter normativo in corso. Lei faceva riferimento, ovviamente, all'aspetto del tutor, del tutoraggio. Perché non aspettiamo, visto che questo provvedimento diventerà presto legge? Presidente, per la stessa ragione, allora, non si capisce perché abbiamo dovuto fare un provvedimento oggi sui 1.000-1.200 assistiti, nel momento in cui sappiamo che c'è un altro provvedimento che a breve diventerà legge in quel senso. A me è chiaro. Io non sono assolutamente della tesi che si debba aspettare il legislatore nazionale quando si è in una situazione di emergenza.
Quindi, se la Regione o, meglio, se la Giunta regionale ha visto la necessità, che riscontriamo tutti i giorni anche noi sul territorio parlando con i cittadini, di trovare un pezzo di soluzione alla carenza dei medici di base con un provvedimento di questo tipo, è una scelta che rispettiamo. Attenzione: sottolineo "rispettiamo". Anche in riferimento a quello che diceva prima il capogruppo Villanova, nessuno di noi mai ha mancato di rispetto nei confronti dei medici, perché sono non solo laureati, ma sono anche diventati medici tramite un esame. Abbiamo detto una cosa molto diversa. Abbiamo detto che, nel momento in cui siamo in una condizione emergenziale, dentro questa emergenza vanno, però, previste delle regole chiare.
Quando presentiamo un emendamento, come quello che stiamo discutendo, che semplicemente sancisce e scrive in maniera chiara l'aspetto del tutoraggio, la risposta "è già così", siccome ci sono tante cose che già sono così molto spesso, secondo noi non è sufficiente, o perlomeno non spiega perché questo emendamento non possa essere approvato, se non che, alla fine, forse, siccome non in tutti i casi, non in tutte le situazioni si pensa di essere in grado di garantire quel tutoraggio, è meglio non scriverlo, altrimenti siamo inadempienti. Altrimenti non si capisce la ratio per cui un emendamento scritto in questo modo, che francamente tutto può essere tranne che visto come un emendamento polemico, non viene accettato.
Arrivo a un punto importante, che ho solo sfiorato nell'intervento precedente. Perché mi ha colpito la discussione della settimana scorsa? Perché l'idea che su una cosa come questa, che impatta sulla vita direttamente dei cittadini, in una delle cose più importanti, cioè nelle cure primarie, potessimo approvare un emendamento che prevedeva, sostanzialmente, una novità rilevante (è vero che già oggi ci sono situazioni in cui medici in formazione, se pensiamo alle sostituzioni, fanno cura diretta primaria sul territorio, ma arriviamo a un cambio importante sul numero degli assistiti, sulla tipologia della gestione dell'attività alle cure primarie, di fatto, senza una discussione non soltanto in questa sede, ma anche con le categorie), dà l'idea non soltanto del fatto che questo Consiglio ‒ e lo dicevo prima ‒ viene considerato un impiccio inutile, perché alla fine bisogna portare la cosa perché va approvata (il tema non è che cosa viene fuori dalla discussione e se, magari, da quella discussione può uscire qualcosa di migliorativo), ma addirittura che non serve neanche parlare con i diretti interessati.
La dico così. Prima si diceva che sono arrivate dalle opposizioni. Non sono arrivate dalle opposizioni. Adesso le ho qui, sottomano, perché me le hanno passate le colleghe della Quinta Commissione. Le osservazioni della FIMMG, come quelle degli altri sindacati dei medici di medicina generale, dicono esattamente le cose che abbiamo detto noi, anzi con toni ancora più accesi. Io non ero in Commissione, Presidente, ma, a meno che non abbiano scritto cose diverse da quelle che hanno detto, temo che non tutti fossero entusiasti.
Chiudo su questo punto, perché per me è molto rilevante. Non vorrei che il fatto di aver vinto, come avete vinto, le ultime elezioni, cioè con una maggioranza oggettivamente schiacciante... Guardi, Capogruppo, non appartengo a quelli che dicono "cattivi i cittadini perché l'hanno fatto". Si vede che i cittadini per qualche motivo hanno pensato che così fosse bene. Quindi, quest'Aula lo rispecchia. Però non vorrei che questo vi avesse dato l'idea che basta che ci mettiamo d'accordo qui dentro e le cose sono a posto e che, siccome qui dentro avete la maggioranza, potete fare quello che volete. Quello che decidete qui l'impatto vero ce l'ha fuori. E lo abbiamo visto in queste settimane.
Concludo, Presidente. Esattamente come centinaia di messaggi, mail e telefonate sono arrivate a me credo siano arrivate anche a voi. La preoccupazione per quello che sta capitando sulle cure primarie sul territorio è fortissima. Quindi, l'idea che si risolva con blitz e improvvisate, francamente, crediamo sia molto lontana dalla realtà.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Brescacin, lei è già intervenuta.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

A titolo personale.

PRESIDENTE

Per fatto personale. Prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Di solito sono abituata a dire ciò che penso e non a dire cosa penso che qualcun altro abbia detto. Io non ho detto che dobbiamo aspettare. Ho detto, anzi, che dobbiamo ringraziare chi ci ha portato queste proposte, perché ci permettono di dare una risposta concreta ai bisogni dei cittadini. Quindi, ho detto proprio il contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega Brescacin.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Io ho ascoltato con interesse la discussione ed ero presente a tutte le audizioni. Quindi, so cosa si è detto durante le audizioni e anche le diversità rispetto ad alcuni passaggi che sono stati rimarcati. La necessità di intervenire d'urgenza e il fatto che su questa ci siano delle proposte nazionali, delle proposte che arrivano dalle categorie specifiche, delle proposte che hanno, comunque, una vecchia data e su cui non si è trovata una concretizzazione, mi sembra che tutto questo sia emerso in maniera molto forte.
In merito al fatto che la Regione avrebbe sbagliato la programmazione, voi sapete come funziona. Le borse di studio sono date su indicazione nazionale. Noi abbiamo chiesto, anche negli ultimi anni, il massimo di quello che potevamo portare a casa, anche coprendo alcuni costi che, altrimenti, avrebbero determinato borse di studio minori rispetto a quanto abbiamo chiesto. Però vi vorrei ricordare anche un'altra cosa. Vi do due numeri, così ci capiamo. Oggi noi abbiamo una graduatoria di 600 medici che hanno finito il corso di formazione. Ne abbiamo laureati, tre settimane fa, altri 100. Con i tre corsi (il quindicesimo, il sedicesimo e il diciassettesimo) che chiuderanno nel 2025 ne arriveranno altri 730. Questo vuol dire una programmazione che oggi sarebbe sufficiente a coprire le 570 zone carenti e i pensionamenti nei prossimi anni.
Qui, però, c'è un altro problema, ed è un problema che, sì, deve essere affrontato a livello nazionale. Oggi, come sapete, c'è un mercato distorto. Quindi, oggi i medici che finiscono anche il corso di specializzazione, i tre anni, per la medicina generale preferiscono fare i liberi professionisti a gettone, preferiscono entrare nella cooperativa sociale e fare la professione, preferiscono entrare nelle USCA. Ce lo diciamo che le USCA comunque hanno creato un danno enorme e che, quindi, probabilmente bisognerà capire che fine faranno? Sono state concepite durante la pandemia, però bisogna capire, perché la torta è sempre questa.
Questo per dire che non è che la nostra programmazione ha fallito o che, comunque, non ha centrato l'obiettivo, ma che oggi ci sono fattori concatenanti che producono tutto questo.
Rilanciamo la medicina territoriale? Siamo tutti d'accordo. Non a caso, c'è un PNRR che parla di questo, c'è un DM 71 che parla di questo, c'è un nuovo ACN che parla di questo. Peccato che sia tutto fermo, e voi lo sapete, per battibecchi interni tra Regioni o all'interno di componenti, tra Ministero e alcune Regioni, e altre questioni di non copertura economica. Insomma, situazioni che oggi sono al di fuori della nostra portata.
Con questo emendamento permettiamo ai medici in formazione... Perdonatemi, ma sono stati chiamati "dottorini", "gente che mandiamo allo sbaraglio". Credo sia offensivo per un ragazzo che ha chiuso un percorso di studi ben specifico. Oggi, lo sappiamo, è stato detto, come incarichi temporanei hanno già 650 assistiti.

PRESIDENTE

Assessore, il tempo.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Gli incarichi provvisori hanno già 1.500 assistiti. Quindi, non è che non ci sono, non è che non stanno lavorando, non è che non hanno gli assistiti. Noi cosa facciamo? Li prevediamo in scalata. Per quanto riguarda il tutoraggio, è previsto come da normativa, come abbiamo detto e rimarcato.
Dopodiché, ci saranno dei provvedimenti attuativi ‒ perché ci dovranno essere ‒ rispetto alle modalità e tutto il resto, che andranno anche a declinare in maniera più profonda il discorso della telematica, il rispetto di un'altra misura, eccetera. Ricordiamoci, però, che oggi non sono mandati allo sbaraglio e, soprattutto, non sono privi di tutoraggio.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0041, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0019 presentato dall'assessora Lanzarin, articolo 9 bis, aggiuntivo, che prevede:
Art. Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Piano socio sanitario regionale 2019-2023)
1. La denominazione del Paragrafo: "Definire strumenti per affrontare la carenza di medici specialisti" del Capitolo 13 "II Governo e le politiche per il personale" della Parte Seconda dell'Allegato alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 "Piano socio sanitarlo regionale 2019-2023", è cosi modificata: "Definire strumenti per affrontare la carenza di medici".
2. Dopo il sottoparagrafo "Valorizzazione della professionalità del personale dipendente del servizio sanitario regionale" del Paragrafo "Definire strumenti per affrontare la carenza di medici specialisti" del Capitolo 13 "Il Governo e le politiche per il personale" della Parte Seconda dell'Allegato alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 "Piano socio sanitario regionale 2019-2023", è aggiunto il seguente:
"Incremento del massimale di scelte degli incarichi temporanei di assistenza primaria assegnati ai medici in formazione specifica in medicina generale
In relazione alla contingente carenza di medici di medicina generale, aggravata dagli effetti della recente emergenza epidemiologica da COVID-19 al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e di scongiurare la possibilità di interruzioni di pubblico servizio nell'assistenza territoriale le aziende del servizio sanitario regionale possono prevedere nelle convenzioni concernenti gli incarichi temporanei di assistenza primaria assegnati ai medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale un massimale di scelte fino ad un massimo di 1000 assistiti per il primo anno, e di 1200 assistiti per gli anni successivi al primo.
Le ore di incarico di assistenza primaria risultanti dalla convenzione sottoscritta dal medico iscritto al corso di formazione specifica in medicina generale con l'azienda saranno computabili quali attività pratiche del corso".
Assessore, lo vuole presentare?
Ci sono richieste di intervento? Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è l'emendamento di cui, di fatto, abbiamo parlato finora. Intervenire su questo emendamento, quindi, ci dà l'opportunità di precisare alcune cose rispetto alla discussione avvenuta fin qui.
Prima di tutto, vorrei che fosse chiara la distinzione tra responsabilità e colpa. Non è questa, certo, la sede per fare l'elenco delle colpe che ci hanno portato alla soluzione in cui siamo. Questa, invece, è la sede della responsabilità, quello sì, per risolvere la situazione in cui siamo. Invece voi sembrate più occupati a discolparvi che ad assumervi la responsabilità per soluzioni utili ai cittadini. Potete passare tutto il tempo che volete nei vostri interventi a spiegare, come sempre, che è colpa di Roma e via dicendo. Il problema è che oggi voi avreste la responsabilità di trovare una soluzione, rispetto alla quale noi abbiamo avanzato delle proposte.
La soluzione che voi proponete con questo emendamento, peraltro, non è una vostra soluzione, perché è esattamente ciò che il Partito Democratico ha già proposto e approvato in un ramo del Parlamento a Roma. Vorrei che fosse chiaro. Consigliere Pan, lei chiede quali sono le nostre proposte. Questa. Perché è esattamente l'emendamento del PD approvato a Roma.
Quindi, non è che siete i fenomeni che si inventano le soluzioni. Forse volete essere i fenomeni che approvano le cose due settimane prima di Roma. Ma non è quello il punto. Tant'è che noi nell'emendamento precedente che abbiamo proposto non vi chiediamo di fare marcia indietro su questa proposta. Vi chiediamo di correggerla per consentire a quei medici in formazione di svolgere la nuova funzione in maniera più consapevole, in maniera più tutelata, in maniera più utile alla tutela della salute dei cittadini.
Siccome con questa invenzione dell'aumento del numero di pazienti possibili per i medici in formazione copiate la soluzione di Roma, copiatela tutta. Quella soluzione, infatti, non a caso, per i medici in formazione a cui viene aumentato il numero di pazienti che possono assistere prevede un'attività di tutoraggio supplementare.
Certo, consigliere Pan. Non ci sono state critiche dalle associazioni dei medici specializzandi, perché loro, come noi, vogliono assumersi non la colpa, ma la responsabilità di contribuire a trovare la soluzione. Tutti hanno detto, lo diceva prima la presidente Brescacin che aveva i verbali della Commissione prima di noi, incredibilmente, leggendo alcuni passaggi, che infatti le associazioni dei medici hanno proposto collaborazione. Anzi, tutti hanno detto: "Finalmente ci ascoltate, dopo anni che non ci chiedevate niente. Vi chiediamo soltanto, visto che ci chiedete di assumerci una responsabilità in più, di garantirci alcune cose". E voi a quelle cose dite di no e non considerate i correttivi di buonsenso che noi oggi vi abbiamo proposto, raccogliendo le indicazioni delle associazioni sindacali, per principio, per dimostrare che non è una maggioranza sfilacciata, anziché occuparvi di trovare le soluzioni più utili ai cittadini. Credo che questa sia una colpa grave di chi dovrebbe risolvere i problemi e, invece, sembra più occupato e preoccupato di commentare sui giornali lo stato di salute della vostra maggioranza, anziché garantire ai cittadini la possibilità di avere un servizio di tutela della loro salute all'altezza delle aspettative.
Noi, sinceramente, rispetto a questo provvedimento abbiamo chiesto fin dall'inizio soltanto due cose. La prima: confronto. Posso, consigliere Zanoni? Scusi. Abbiamo chiesto confronto. Siamo andati in audizione, abbiamo audito tutti i soggetti possibili. Alla fine, assessore Lanzarin, lei entra in quella Commissione con una proposta ed esce da quella Commissione con la medesima proposta, senza spostare di una virgola la sua posizione, confermando un atteggiamento di non ascolto nei confronti di chi il lavoro lo va a fare veramente. Credo che questo sia il vero nodo politico. Questo dimostra che una maggioranza, sfilacciata o no, che non è disponibile ad ascoltare, non tanto i suggerimenti dell'opposizione, ma le richieste legittime degli operatori del mondo della sanità, non può certo fare bene alle soluzioni che riguardano la sanità di questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Capogruppo Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Mi faccia capire, consigliera Camani. Quelli che stanno da questa parte non lavorano veramente? Quello che lei ha appena detto è che noi dovremmo ascoltare quelli che lavorano veramente. Perché, da questa parte, invece, chi c'è?
Io l'ho ascoltata. Adesso lei ascolta me. Ferma, collega Camani, io l'ho ascoltata in silenzio. Lei adesso rispetta quest'Aula e ascolta anche lei in silenzio, come fanno tutti quanti. È ora di finirla di prendere in mano il microfono e di interrompere come si vuole e quando si vuole gli interventi degli altri Consiglieri. Un'altra cosa: non si permetta di chiamarci "fenomeni", perché qua fenomeni non ce ne sono, né da una parte né dall'altra. Questo sia chiaro. Rispetto per quelli che siedono da quest'altra parte dell'Aula.
Nel momento in cui ci venite a dire che noi andiamo avanti senza ascoltare, io voglio ricordarvi che due settimane fa abbiamo interrotto il Consiglio proprio per venire incontro a una vostra richiesta di avere le audizioni e di essere ascoltati. E l'abbiamo fatto per dimostrare disponibilità e confronto con voi. I numeri ci sono sempre stati per andare avanti, e non abbiamo bisogno di dimostrarlo. Consigliera Camani, le mostrerò nelle prossime votazioni il tabellone per vedere quanto siamo sfilacciati o quanti problemi ci sono in maggioranza. Basta questo. La politica è fatta da numeri. Lo sa meglio di me. Vediamo quanto siamo sfilacciati.
Sento dire "siccome avete la maggioranza, potete fare quello che volete", come ha detto il capogruppo Possamai. No, signori. Non è mai stata questa la nostra impostazione in un anno e mezzo. Non abbiamo mai fatto quello che volevamo. Abbiamo sempre mantenuto aperto il dialogo. Ma se la disponibilità di dialogo viene fraintesa per debolezza, perdonatemi, non è proprio questa la situazione di questo Consiglio. Non è proprio questa la situazione. Qui non stiamo passando il tempo a discolparci. Ha ragione la consigliera Camani. Dobbiamo assumerci le responsabilità. E allora ci assumiamo la responsabilità: andiamo avanti e approviamo quello che, secondo noi, è giusto per risolvere un problema concreto dei veneti. Andiamo avanti.
I veneti ci hanno dato la maggioranza per governare questa Regione, e noi adesso governeremo questa Regione e voteremo questi emendamenti che, secondo noi, sono la soluzione a un problema concreto dei veneti. Non lo abbiamo fatto con un blitz, sennò non ci saremmo fermati due settimane. Ripeto: questo è stato un atto di disponibilità nei confronti dell'opposizione. Siccome non è la prima volta che questa disponibilità viene fraintesa e, invece di apprezzare questo senso di disponibilità, ci continuate a sparare contro, qui e sui giornali, allora, mi dispiace, ma anche la nostra disponibilità ha un limite, e lo abbiamo raggiunto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Villanova.
Collega Pan, prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Solo per ringraziare la collega Camani per aver detto che la proposta che hanno fatto loro a Roma è stata votata. Non capisco tutto questo caos negli ultimi quindici giorni sui giornali e in Commissione (audiamo tutti gli auditi della terra) quando, poi, il PD a Roma ha fatto la stessa proposta che l'assessore Lanzarin ha portato in anticipo, essendo lei presente alla Conferenza Stato-Regioni, con le altre Regioni. Anche la Toscana ‒ che mi pare non sia governata da noi per il momento, ma arriveremo anche lì ‒ credo abbia già fatto questo.
Veramente non capiamo quale sia il problema. La proposta saltata fuori è una proposta buona, è una proposta che va nel senso, come ha detto il collega Villanova, di risolvere i problemi dei veneti. Ricordo quanti Comuni nel nostro Veneto sono senza, in questo momento, medici di famiglia. Ho fatto prima l'esempio di Agna. Non ci sono altre proposte.
Se noi non abbiamo fino al 2025, come è stato spiegato, i 700 nuovi specializzandi che usciranno dai corsi, che andranno a sostituire quelli che andranno in pensione, che andranno a sostituire quelli che cederanno naturalmente il posto, in questo lasso di tempo di tre anni noi dovremo rispondere in questo senso. Non capisco perché un giovane medico uscito dalle nostre università, che ha fatto tutto il percorso (farà lo stesso la specializzazione e tutto quello che deve fare), non possa seguire i nostri cittadini. Forse perché, dobbiamo dirlo, mi sono anche un po' informato di questi corsi di specializzazione, tanti dei quei "baroni" della Medicina, dell'Università li usano per fare altre cose. Forse è meglio che questi ragazzi, che questi laureati stiano sul campo.
I ragazzi del '99 ‒ mio nonno era un ragazzo del '99, collega Lorenzoni ‒ a 18 anni erano Comandanti di plotone e andavano avanti alla mitragliatrice. Non mi pare che uno a 28 anni non sia in grado di fare una ricetta, di capire se è un mal di pancia e deve fare un'ecografia o non sia capace di fare una puntura o di andare a visitare un anziano solo, magari fragile, nelle nostre famiglie. Penso che a 28 anni sia in grado di fare tutto questo.
Se poi le questioni sono più gravi, ricordo che abbiamo fior fiori di ULSS, di ospedali in tutto il territorio. Non mi pare che siamo isolati dal resto del mondo. Assolutamente, andiamo avanti. Io non ricordo questa maggioranza sfilacciata. Dov'è? Vedrete, come abbiamo ricordato, come andrà a finire questo ordinamentale.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Collega Camani, è già intervenuta. Per fatto personale, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Soltanto per precisare al capogruppo Villanova che, ovviamente, non faccio distinzione tra chi è più lavoratore tra noi e voi. Mi riferivo alle persone che lavorano direttamente nell'ambito sanitario, quindi agli auditi in Commissione.

PRESIDENTE

Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Vorrei specificare anche io alcune cose, anche se sono sicuro che il capogruppo Villanova le ha capite meglio di come le abbia, poi, espresse al microfono. Quando si tende a forzare il pensiero degli altri sono abbastanza convinto che si tende a far torto. Mi spiego. Io prima ho detto questo, e lo penso realmente. Quando abbiamo fatto la prima seduta di questo mandato – seduta in cui abbiamo avuto l'onore di avere presente anche il Presidente della Regione – voi avete sottolineato o, meglio, lo ha sottolineato il presidente Zaia, la grande investitura popolare che gli era derivata dalle elezioni di poche settimane prima. Un dato oggettivo. Noi avevamo risposto come da un'investitura popolare così forte derivasse anche una enorme responsabilità.
Quando prima ho detto che non vorrei che quelle elezioni vi avessero dato l'idea che, in fondo, questo è un impiccio perché, tanto, sfilacciata o no che sia la maggioranza, Capogruppo, voi potete anche permettervi di sfilacciarla un po' con i numeri che ci sono in quest'Aula (ma l'idea è che tanto si viene qui e, bene o male, passa tutto), non vorrei abbiate perso una cosa molto utile in un consesso democratico, cioè l'idea che da una discussione come questa possano uscire anche cose migliorative. Magari – può essere – governerete il Veneto da qui ai prossimi 100 o 200 anni, ma magari no. Se così non dovesse essere, il fatto che, Capogruppo, arrivino poche ore prima di una discussione in Consiglio emendamenti così delicati, io sono convinto che anche ai Consiglieri di maggioranza (e questo non perché sia una maggioranza sfilacciata, ma perché c'è un minimo di dignità della funzione) non faccia piacere. Tutti noi, visto che siamo stati eletti – chi in maggioranza, chi in minoranza, chi con più voti, chi con meno voti, ma siamo stati tutti eletti – e rappresentiamo i cittadini, quando veniamo qui penso che abbiamo l'ambizione di rappresentarli, quindi ogni volta che è possibile (si spera sempre) di essere messi nelle condizioni di sapere che cosa stiamo votando. Questo sempre, ma devo dire che, su temi come questo, a maggior ragione.
Quindi, la mia contestazione, la nostra contestazione, come ben sa lei e come ben sanno tutti, sia in quest'Aula che fuori, è questa: quello che si è sempre detto da questi banchi è che su alcune misure, in una situazione emergenziale, certo che si può discutere, e si può anche discutere sul fatto che vadano approntate velocemente, come si diceva prima; ma l'idea che queste misure vengano proposte senza un passaggio qui e soprattutto senza audire i soggetti interessati... Non per fare una cortesia a noi, perché il punto è che martedì di due settimane fa non è che sia stato fatto un favore alle minoranze, ma, come è venuto fuori in Commissione, si è consentita una discussione democratica e diretta con le realtà coinvolte in questo provvedimento, che non è un fastidio, un impiccio e un problema. Voi, secondo me sbagliando, avete ritenuto più o meno di cestinare le osservazioni che sono arrivate in quella Commissione, e ci sta, perché governando voi potete ascoltare tutti e decidere che dicono tutti delle stupidaggini e quindi andare dritti. Questo fa parte assolutamente della dinamica democratica, ma la cosa che non va mai abbandonata è la dinamica democratica, cioè il fatto che dentro al percorso ci vuole il coinvolgimento della Commissione, ci vuole il coinvolgimento del Consiglio e ci vuole il coinvolgimento delle realtà esterne.
Sono tornato su questo punto perché questo è il tema. La sensazione, a volte, è che, avendo avuto il risultato che avete avuto e avendo la maggioranza che avete, siate convinti che basta venire qui e farsi votare da una maggioranza, che sarà la più compatta del mondo, qualsiasi cosa. Buon per voi, ma non so se sia buono per i veneti. Alla fine, il motivo per cui siamo qui in realtà è fare il bene dei veneti e non il bene di una maggioranza o di una minoranza. Tutto qui.

PRESIDENTE

Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Sono molto incuriosito dal dibattito che si sta sviluppando in questi ultimi minuti. Ricordo a me stesso e a tutti i Consiglieri che noi siamo, sì, Consiglieri regionali, viviamo nel Veneto, ma viviamo anche in una nazione che si chiama Italia, che è una Repubblica parlamentare e che vede quotidianamente il Parlamento umiliato nelle sue funzioni da parte di chi dovrebbe occuparsi del potere esecutivo e, di fatto, a suon di decreti-legge ha trasformato le modalità attraverso le quali vengono adottate le normative a livello nazionale, sostituendosi completamente al Parlamento. E quando va in Parlamento a discutere di temi spesso e volentieri poco rilevanti per il futuro nostro, dei nostri territori e dei nostri figli, come ad esempio il PNRR, arriva con un testo scritto senza alcun tipo di confronto con il territorio né tantomeno con parti sociali o categorie, e con il voto di fiducia sostanzialmente lo impone a tutti.
Mi pare che questa sia la narrazione che viene fatta, riferita a quello che accade nella Regione del Veneto. Mi sembra però che sia il contrario e che questa sia la giusta osservazione, che come Capogruppo di Fratelli d'Italia raccolgo, rispetto alle modalità che vengono utilizzate a livello nazionale, che sono molto distanti da quelle che invece vengono adottate qui nella Regione del Veneto, dove c'è un potere esecutivo che viene esercitato in maniera completamente diversa, dove c'è la possibilità di portare all'interno delle Commissioni le illustrazioni, le discussioni e l'approfondimento aperto a tutti, dove c'è l'ascolto laddove la maggioranza ritiene possano esserci utili suggerimenti da raccogliere e dove, con grande senso di responsabilità, in occasione dell'ultima seduta si è deciso di sospendere la trattazione di alcuni emendamenti presentati dalla Giunta per permettere di attuare un approfondimento presso la Commissione competente. In questo senso, dunque, si è dimostrata grande disponibilità rispetto a proposte e osservazioni, in quel caso a una lamentela che proveniva dai banchi dell'opposizione.
Dopodiché, quando l'iter si completa, bisogna assumersi le responsabilità, tenendo conto che in questo momento credo che i veneti siano più interessati a soluzioni immediate piuttosto che a dibattiti all'interno di quest'Aula, per quanto legittimi, sacrosanti e opportuni, perché quelle che sono anche le criticità che sono state sottolineate da alcuni colleghi Consiglieri, che riguardano alcune zone del nostro territorio regionale, richiedono risposte immediate. Queste risposte immediate non possiamo pensare di darle fra due settimane, fra un mese, fra sei mesi; dobbiamo darle immediatamente, perché questo ci viene chiesto dal nostro territorio.
Qualsiasi altro tipo di interpretazione, francamente, è una interpretazione fantasiosa, come quella che insiste sull'aspetto della maggioranza sfilacciata. Io non so in che cosa voi abbiate notato delle sfilacciature, degli sfilacciamenti, non so quale sia il termine più giusto, ma mi pare che oggi in quest'Aula non ci sia stato un solo voto che abbia visto delle distonie rispetto a chi siede nei banchi della maggioranza.
Sarebbe curioso, invece... Non sono stato attento a osservare con attenzione i voti che provenivano dai banchi dell'opposizione, ma lì probabilmente, pur contando su numeri decisamente più esigui, forse qualche distinzione c'è.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Risposta immediata: abbiamo detto che, a livello generale, la risposta immediata l'abbiamo condivisa, perché è una risposta che arriva comunque da tutti i livelli e quindi non siamo certo qui per dire che la risposta in termini generali non sia una risposta che va data. L'abbiamo anche detto a microfono prima.
Onestamente, il tema non è sfilacciamento o non sfilacciamento – di per sé sarebbe una questione interna alla maggioranza – ma è quello che poi riusciamo a produrre all'interno di quest'Aula, quindi se, quando abbiamo chiesto la sospensione, due settimane fa, per avere le audizioni, avesse un senso farlo o non avesse un senso farlo e perché oggi in qualche modo si dica di voler chiudere su questa soluzione senza nessun tipo di miglioramento che proviene da quelle audizioni. Non ci proviene, noi abbiamo chiesto le audizioni per capire se c'erano dei miglioramenti, non perché ci piacesse star qui un'altra settimana. Altrimenti ha ragione il collega Speranzon: perché chiediamo le audizioni e rimandiamo il provvedimento di altri dieci giorni, se rimaniamo così?
Lo abbiamo fatto non per intraprendere una battaglia giornalistica, ma per provare a migliorare il provvedimento. Se è vero che riconosciamo tutti – l'ha detto il collega Villanova, l'ha detto la collega Ostanel, l'abbiamo detto in altri contesti anche noi – che questa situazione deriva anche da una situazione di cui non ci si è fatti carico a sufficienza, anche a livello nazionale, nel corso almeno dell'ultimo decennio, è anche vero che allora qui, a livello di Veneto, abbiamo proposto la questione di prima, di esplicitarla e anche in qualche modo di innovarla, del tutoraggio per essere realmente concreti rispetto a quello che abbiamo sentito, rispetto alle criticità e rispetto a quello che diceva prima la collega Guarda, quello che ci viene chiesto è capire l'emergenza, capire la situazione tampone che stiamo dando in questo momento, ma proviamo a dargli un quadro più generale.
Quello che si può percepire è che comunque non si vuole inserire qui dentro, ma poi si troveranno le soluzioni, che probabilmente ci sono state anche in parte indicate dalle audizioni della scorsa settimana, attraverso soluzioni organizzative di Giunta. Bene, ne prendiamo atto, fine della partita. Però non stiamo qui a discutere se noi stiamo dicendo cose vere o non vere o se c'è chi lavora e chi non lavora. Chiaramente, chi lavora sono gli operatori che lavorano nel settore socio-sanitario. Noi lavoriamo in questo contesto, quindi siamo chiamati a tradurre quello che ci dicono in atti, e abbiamo provato a farlo. Non lo si vuole fare all'interno del Consiglio, lo si farà all'interno della Giunta, nelle modalità in cui lo definirà la Giunta. E quando lo definirà saremo qui per capire se, secondo noi, è un indirizzo completo o parziale.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Ho sentito parecchi interventi che ritengo, ovviamente, non condivisibili, e non perché facciamo parte di un altro schieramento politico, ma perché, di fatto, bisogna anche essere onesti intellettualmente nel momento in cui diciamo le cose.
Si parla sempre di responsabilità dello Stato. Benissimo, lo Stato ha aumentato le borse di specializzazione, non c'è dubbio, e tante. Ma il corso di formazione di medicina generale per i nostri medici è veneto, è regionale. La Regione Veneto, allora, ci deve spiegare come mai fino a poco tempo fa aveva meno borse delle altre Regioni.
Un altro aspetto. Per quanto riguarda la spesa del personale, ci deve spiegare allora la Regione come mai è tra le ultime Regioni per l'investimento del costo del personale.
Per quanto riguarda, invece, il fatto che dobbiamo dar da lavorare ai nostri giovani, benissimo, allora la maggioranza, la Regione Veneto ci deve dire come mai i 500 medici già formati e che sono in graduatoria non accettano di prendere l'incarico. È stata data la risposta: perché preferiscono altri incarichi. E noi pensiamo di rendere attrattiva una scuola di formazione di medicina dando in via volontaria l'opportunità o la possibilità di prendere 1.000 assistiti il primo anno e 1.200 il secondo anno? Rendiamo la medicina di base ancora meno attrattiva, questo è il problema che andremo a creare. Se già gli altri medici formati non accettano questi incarichi, non li accetteranno nemmeno i nostri giovani. Anche perché, scusate, sapete perfettamente che chi è iscritto al corso di formazione prende la metà di quelli che formano nella specializzazione, e questo lo sappiamo perfettamente.
Per quanto riguarda, poi, i documenti presi in esame, è stato ancora detto dell'accordo che è stato fatto in Toscana. Benissimo, la Toscana, nell'accordo fatto con tutte le organizzazioni sindacali e rappresentative delle categorie, dice (ed è scritto) che il momento essenziale del corso della scuola di formazione dei medici è la frequenza dei tirocinanti presso gli ambulatori dei medici tutor di medicina generale. Sarà prioritario realizzare, nei limiti delle risorse disponibili, nel primo anno di corso, l'intero periodo formativo. Noi abbiamo chiesto tre mesi.
Per quanto riguarda, poi, se ci saranno pochi tutor, nei limiti delle disponibilità, la possibilità di rivedere l'albo dei tutor, in modo tale da garantire... E noi abbiamo chiesto la garanzia. Se noi vogliamo rendere attrattiva questa medicina del territorio già carente nel Veneto, perché nessuno può smentirlo, dobbiamo dare la possibilità di mettere in sicurezza questi ragazzi, che è giusto che lavorino (perché ne abbiamo bisogno, ma perché può essere anche una formazione per loro), ma è necessario dare loro gli strumenti di formazione.
Abbiamo chiesto, ripeto, tre mesi, e accogliete questi tre mesi; abbiamo chiesto la garanzia di un tutor, quantomeno anche in via telematica. La Regione Toscana, che voi avete citato, ha dato 800 assistiti il primo anno, di più al secondo anno, ha fatto l'accordo con tutte le organizzazioni, laddove noi abbiamo chiesto le audizioni per questo, e non possiamo trovarci a distanza di quindici giorni senza nessuna modifica. Sappiamo perfettamente che è una questione politica. Certo che l'abbiamo ben capita, perché in tutti gli interventi si parla assolutamente del fatto che è stato recriminato lo sfilacciamento. Ma a noi non interessa questo: a noi interessa che la medicina territoriale riprenda la propria funzione, che diventi attrattiva e siamo ben contenti se poi i giovani iniziano a lavorare in questa pratica, perché ne abbiamo bisogno. Altrimenti, le Case delle comunità saranno delle scatole vuote e gli Ospedali di comunità altrettanto. Ma, allora, dobbiamo perseguire l'obiettivo e l'obiettivo non è in questo modo che lo perseguiamo, perché rendiamo ancora meno attrattiva quella che è una formazione a quei ragazzi, che dobbiamo non solo mettere in sicurezza, dare un'opportunità vera, perché c'è una responsabilità nel momento in cui si hanno 1.000 assistiti.
Visto che la collega Brescacin ha citato le audizioni, anche ovviamente parziali, perché ognuno poi fa la propria parte, in un'audizione è stato detto chiaramente che la Regione non ha fatto la sua parte, non ha fatto la sua programmazione, ma che comunque il ragazzo laureato deve essere seguito nella formazione, deve essere seguito, deve essere tutelato e il tutor serve anche per questo. Ma garantisce anche i pazienti, garantisce anche i cittadini. E noi avremo la possibilità di aumentare gli iscritti al corso di formazione, di cui abbiamo veramente bisogno.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Bigon, mi permetta, ma questa me la tira fuori: ero in Conferenza Stato-Regioni quando ero Assessore, ed è dal 2012 che le Regioni, tutte assieme, chiedono al Governo di poter avere più posti per laureati in medicina e siamo arrivati ad oggi, quando qualcuno si sveglia e vede il disastro che ha fatto nella programmazione dei posti nelle università per medici.
Collega Elisa Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi sosteniamo e approviamo questo emendamento perché riteniamo che, di fronte alle situazioni di emergenza, bisogna adottare delle soluzioni che siano pragmatiche – a mali estremi, estremi rimedi – e dobbiamo trovare quelle che sono le soluzioni migliori tenendo conto dello stato di fatto.
Quello che auspichiamo nell'approvare questo emendamento è che venga garantito un tutoraggio efficace e che venga svolto un monitoraggio particolarmente attento, visto che abbiamo dei medici che iniziano la specialità e non fanno più il tirocinio per l'abilitazione, ma iniziano subito l'attività. Riteniamo che sia, quindi, fondamentale intervenire con una soluzione che tenga conto dello stato dell'arte, dello stato di fatto in cui noi ci troviamo ora.

PRESIDENTE

Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Molto velocemente per replicare solo o comunque osservare o specificare, prendetela come volete, alcune affermazioni che ho sentito.
I ragazzi in formazione, i medici in formazione (primo, secondo e terzo anno) già hanno degli assistiti, quindi già fanno le funzioni che andranno a fare domani con più assistiti. Ci siamo fino qua? Addirittura, quelli con gli incarichi provvisori hanno 1.500 assistiti dal primo anno e li possono avere per 12 mesi facendo una sostituzione. Mi sembra che il percorso che noi individuiamo sia un percorso di formazione e lavoro che garantisce la formazione e, al tempo stesso, quindi, dà una possibilità di lavoro. Qui vengo a quanto diceva la consigliera Bigon, al fatto che, secondo me, se un medico che sta facendo la formazione ha già un pacchetto di assistiti predefinito, che può essere 1.000 il primo anno, 1.200 il secondo anno, 1.300 il terzo anno e poi, da incarico temporaneo, può trasformarlo direttamente in incarico a tempo indeterminato, secondo me, invece, questo rende appetibile e soprattutto crea quelle situazioni affinché ci sia più interesse rispetto alla medicina territoriale.
Dopodiché, va rivista la medicina territoriale? Sì, ma va rivista a bocce ferme, ossia noi adesso abbiamo un PNRR che ci dice Case della comunità h24, h12; abbiamo una bozza di ACN che ci dice quante ore devono fare nella Casa della comunità e quante ore devono fare nei propri ambulatori; ci danno degli standard organizzativi. È chiaro che la medicina territoriale di prossimità o di iniziativa, come la volete chiamare, va rivista, ma va rivista a bocce ferme rispetto a quelle che sono oggi le possibilità che ci sono e che saranno domani previste. È altrettanto vero che le Case della comunità sono assimilabili, per quanto ci riguarda, alle medicine di gruppo integrate? Sì, in parte, sono sicuramente più ampliate. Allora è quello il modello? Sì, sarà quello il modello. Come verrà declinato rispetto alle 91, quelle riconosciute dal PNRR, che noi faremo e tutto il resto? Con che collegamento?
È chiaro che sarà una programmazione futura che vedrà la Quinta Commissione, come il Consiglio regionale, chiaramente investita, una volta però che saremo a bocce ferme con quanto a livello nazionale sarà deciso, perché altrimenti sappiamo che il contratto della medicina territoriale, che sono liberi professionisti, convenzionati col sistema sanitario, non dipendono da noi, in nessun modo, ma dipendono dall'ACN nazionale. Quindi neanche un'ora in più possiamo decidere di fare o mandarli in quella zona perché c'è carenza di personale, abbiamo una zona assolutamente scoperta. Hanno citato Agna. Magari potessimo precettare qualcuno dei medici che abbiamo oggi in graduatoria e mandarli ad Agna o in un altro territorio, ma non è così. Io credo che questa sia una grande opportunità, anche richiesta dai medici, perché io ho parlato con i ragazzi che oggi hanno i 650 assistiti e sono loro che ci chiedono: "Se è scoperta quella zona, posso avere 1.000 assistiti? Ci siamo già anche affezionati a quel territorio, a quelle famiglie, a quei cittadini che oggi già stiamo assistendo". A me dispiace, veramente, quando sembra che li mandiamo allo sbaraglio, dottorini, abbassiamo la qualità, non garantiamo i LEA. Non è così. Quando, con il Decreto Calabria, si è previsto che gli specializzandi al terzo anno – prima era impossibile, nessuno concepiva una cosa di questo tipo – fossero addirittura assunti e potessero già partecipare, quindi, ai concorsi che noi indiciamo come Azienda sanitaria per poi entrare subito in ruolo... Però oggi sta funzionando e anzi sarà prorogata non so per quanto, visto che le borse di studio previste nuove, le 17.000 le vedremo tra tre-quattro anni, non nei prossimi tre anni.
Cerchiamo anche di dare una lettura che sia questa, che è una lettura oggi di un sistema che sta sicuramente soffrendo, di un sistema oggi che ha delle difficoltà oggettive, non le abbiamo noi Veneto, le ha il sistema Paese, perché prima dell'emendamento del PD questa proposta era all'interno delle proposte che tutte le Regioni, indipendentemente dal colore politico, avevano già approvato e inviato a Speranza e anche al ministro Franco. Poi – e chiudo – le proposte vanno anche sostenute economicamente, perché non è che ci possono dire: facciamo le grandi riforme senza avere poi la copertura economica.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0019. Parere del relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0005 presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, articolo 10, che prevede:
Dopo il comma 1 dell'articolo 10 è inserito il seguente comma.
"1bis – Al punto 14.2 CRITE, del paragrafo 14 "Il governo delle risorse finanziarie e strumentali", pag. 184 dell'allegato della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 le parole "sottoposte a valutazione e approvazione della CRITE e successivamente" sono soppresse."
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 10, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 11. C'è un emendamento.
Emendamento n. A0029 presentato dalla consigliera Bigon, articolo 11, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 11 è così sostituito:
"Ai sensi dell'articolo 117 quarto comma della Costituzione delle more dell'approvazione della legge regionale di riforma delle istituzioni pubbliche di assistenza benefica, (Ipab), alle Ipab che non hanno chiesto il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato, si continuano ad applicare le disposizioni attualmente vigenti per le Ipab di diritto pubblico ivi compreso in particolare l'articolo 12 della legge regionale 15 dicembre 1982, n. 55 e successive modificazioni relativamente al riconoscimento della personalità giuridica pubblica delle Ipab di nuova istituzione."
Prego, Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che per le IPAB dobbiamo assolutamente, anche qua a bocce ferme, fare una riforma, l'aspettiamo da vent'anni. Non è che possiamo fare le interpretazioni autentiche, perché andiamo da una parte a risolvere magari qualche problema, ma dall'altra non prendiamo in considerazione tutto quello che è l'enorme problematica a carico di queste strutture che vanno assolutamente confrontate e risolte, nonché discusse.
Con questo emendamento noi andiamo a proporre una soluzione all'articolo 11 che verrebbe così sostituito: "Ai sensi dell'articolo 117 quarto comma della Costituzione nelle more dell'approvazione della legge regionale di riforma delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza – quindi delle IPAB – alle IPAB che non hanno chiesto il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato si continuano ad applicare le disposizioni attualmente vigenti per le IPAB di diritto pubblico, ivi compreso in particolare l'articolo 12 della legge dell'82, n. 55 e successive modifiche relativamente al riconoscimento della personalità giuridica pubblica delle IPAB di nuova istituzione".
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Solo per chiarire.
Questo è un emendamento che va incontro all'esigenza di tre IPAB specifiche (Valstagna, Villa Bartolomea e San Pietro in Cariano) che sono rimaste nelle maglie interpretative rispetto al riconoscimento e oggi hanno una situazione di difficoltà rispetto al riconoscimento del personale, legato all'INPS e quant'altro. È una formulazione che abbiamo fatto proprio con la parte legislativa, anche sentendo i contenziosi che ci sono stati in questi anni, proprio per cercare di andare incontro – lo riteniamo necessario – a tre situazioni specifiche, che quindi nulla ha a che fare con la riforma delle IPAB, che invece sicuramente ha bisogno di un confronto serrato, di un'apertura di discussione, delle audizioni previste. Ha bisogno anche di capire a livello nazionale se la benedetta riforma per la non autosufficienza arriverà, visto che anche questa, legata al PNRR, avrà delle ripercussioni quando parliamo di anziani. Quindi ha bisogno di tutto questo.
Questo è un articolo che, ripeto, va a risolvere delle questioni gestionali e interpretative che oggi mettono in difficoltà tre strutture pubbliche.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie anche per il chiarimento dell'Assessore.
Lo sapevamo, tanto più che non c'è una contrarietà, perché l'emendamento che noi abbiamo riformulato in qualche modo era una riformulazione che, secondo noi, poteva andare incontro al fatto che, così come è messo l'articolo, ci pare un'interpretazione autentica della norma. Quindi, è messo anche in modo che, scritto così, in qualche modo, a parere nostro, arriva al limite della legittimità.
Noi, nell'emendamento proposto, non facevamo altro che riscrivere che in qualche modo andiamo incontro, con le modalità previste anche dalla Giunta, dall'Assessore, che alle IPAB che non hanno chiesto il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato si continui ad applicare le disposizioni attualmente vigenti per le IPAB di diritto pubblico. Quindi, ribadisco, non è un emendamento contrario, è un emendamento riformulato, che cercava un alveo di legittimità rispetto all'interpretazione autentica della norma maggiore rispetto a quello proposto. Questo è quello che noi abbiamo scritto, non una contrarietà, conoscendo bene le realtà che lei ha citato e avendo anche avuto contatti con altre realtà che probabilmente hanno lo stesso tipo di problema, quindi più di tre, rispetto anche a quello che ad oggi magari c'è un monitoraggio definito da voi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Vorrei solo aver chiarito che non c'è la contrarietà, ma semplicemente il come è stato formulato.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Metto in votazione l'emendamento n. A0029. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0006 presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, articolo 10 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 10 è inserito il seguente articolo:
"10bis Modifica alla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 "Piano socio-sanitario regionale 2019-2023"
1. Il comma 2 dell'articolo 16 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 è soppresso.
Se mi chiede la parola, collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
So che c'è parere contrario, però comunque è semplicemente una modifica che va in allineamento rispetto a quello che è stato previsto già dalla Giunta nella parte successiva della norma.
In qualche modo noi andiamo a riprendere quello che è stato previsto nella parte successiva, ripeto, in cui si dice che il comma 2 all'articolo 16 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 è soppresso. Non era nulla di straordinario. C'è parere contrario, va bene, lo riproporremo in un altro momento per allineare il testo in modo organico. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Come ha già preannunciato la proponente, il relatore è contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso torniamo agli emendamenti, che sono tutti, da come sono scritti, articoli aggiuntivi.
Emendamento n. A0032 presentato dalla consigliera Bigon, aggiuntivo, che prevede:
Art. XX Modifiche alla legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 11"
1 Dopo l'articolo 114 della legge regionale 13 aprile n. 11 è inserito il seguente articolo 114 bis:
"114 bis Relazione sulla spesa sanitaria e sociale e bilancio regionale di previsione
1. ln considerazione dell'incidenza della spesa sanitaria sul bilancio regionale e al fine di rendere disponibili gli elementi conoscitivi più adeguati per l'approvazione del bilancio di previsione, entro il 31 ottobre di ogni anno e comunque prima dell'esame nelle commissioni consiliari degli strumenti di programmazione e del bilancio di previsione, gli assessori regionali alle politiche sanitarie, sociali e al bilancio presentano alle commissioni consiliari competenti una relazione sull'andamento della spesa sanitaria e sociale dell'anno in corso.
2. È abrogato il comma 2 dell'articolo 115 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.".
Prego, collega Bigon, come correlatrice.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento – che poi, tra l'altro, verrà accolto, l'abbiamo già condiviso in Commissione, che ringraziamo – è relativo alla relazione socio-sanitaria che, appunto, nella normativa viene cambiata.
Noi abbiamo chiesto, con questo emendamento, che la relazione relativa alle spese, che prima era prevista da parte dell'Assessore da depositarsi nel mese di aprile e di ottobre, venga mantenuta nel mese di ottobre, in modo tale da avere, quantomeno, una relazione di spesa, in vista del bilancio di previsione.
Quindi questo emendamento è di integrazione parziale di quello che era un articolo abrogato di questa normativa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Metto in votazione l'emendamento n. A0032. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0014 presentato dall'assessore Lanzarin, che prevede:
Art. Modifiche alla legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 , "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112"
1. L'articolo 115 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 è sostituito dal seguente:
"Art. 115 Relazione socio-sanitaria
1. Entro il 30 giugno di ogni anno la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale, tramite la competente commissione consiliare, la Relazione socio-sanitaria che comprende:
a. la rendicontazione sull'attuazione degli obiettivi strategici declinati all'interno del Piano Socio Sanitario Regionale in vigore;
b. la rendicontazione sullo stato di salute e sui bisogni socio-sanitari della popolazione, sullo stato dell'organizzazione dei servizi e sull'attività offerta dal sistema regionale socio-sanitario;
c. la rendicontazione in merito alla gestione e all'utilizzo delle risorse per lo svolgimento delle attività socio-sanitarie.
2. La rendicontazione di cui alle lettere b) e c) del comma 1 viene elaborata da Azienda Zero, nell'ambito dello svolgimento dell'attività di supporto tecnico alla Giunta regionale ai sensi della legge regionale 25 ottobre 2016, n. 19 .".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0014. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0034 presentato dalla Giunta, aggiuntivo, che prevede:
Art. Modifiche all'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 "Tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo"
1. Al comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 , le parole: "dipartimento per i servizi veterinari" sono sostituite dalle parole: "struttura regionale competente in materia di sanità animale".
2. Il comma 2 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 è sostituito dal seguente:
"2. La Giunta regionale definisce le procedure per l'iscrizione e le modalità di tenuta dell'albo di cui al comma 1.".
3. Il comma 4 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 è sostituito dal seguente:
"4. Il Dirigente della struttura regionale competente in materia di sanità animale, entro il termine di 90 giorni dal ricevimento della domanda, sulla base dell'istruttoria svolta, provvede all'iscrizione all'albo dandone comunicazione al comune e alla provincia territorialmente competenti.".
4. Al comma 6 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 le parole: "di cui al comma 2" sono sostituite dalle parole: "necessaria, ai sensi del comma 2".
5. Al comma 7 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1 993, n. 60 le parole: "con deliberazione della Giunta regionale" sono sostituite dalle parole: "con provvedimento del Dirigente della struttura regionale competente in materia di sanità animale.".
6. Al comma 8 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 , le parole: "La Giunta regionale delibera, altresì, la" sono sostituite dalle parole: "Il Dirigente della struttura regionale competente in materia di sanità animale provvede, altresì, alla".
7. Al comma 9 dell'articolo 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 , le parole: "La Giunta regionale" sono sostituite dalle parole "Il Dirigente della struttura regionale competente in materia di sanità animale".
8. Dopo il comma 9 della legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
"9bis. Le disposizioni della presente legge riferite alle associazioni iscritte all'albo regionale di cui al presente articolo si applicano anche alle associazioni protezionistiche iscritte al solo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore purché in possesso dei requisiti per l'iscrizione all'albo regionale.".
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per ripercorrere l'evoluzione di questo emendamento che ha visto una proposta di integrazione all'interno della condivisione in Commissione, cosa che magari non sarebbe stata possibile precedentemente, ed è stata un'aggiunta che in questo caso abbiamo apprezzato perché, per quanto riguarda appunto nel comma 8 di questo emendamento, di questo articolo aggiuntivo, consente di richiedere l'equiparazione in termini qualitativi delle associazioni che sono iscritte al Registro del Terzo Settore e che partecipano poi dopo a eventuali bandi per la questione randagismo, per la gestione del problema del randagismo, equipara all'utilizzo appunto degli stessi criteri previsti dal Registro regionale. Il Registro regionale aveva parametri molto più stringenti e più qualitativi che garantivano l'erogazione poi di un servizio e di una garanzia di servizio più qualitativo, il Registro del Terzo Settore invece questo non lo fa. Quindi, le associazioni che possono loro stesse iscriversi al Terzo Settore e non provvedere quindi all'iscrizione al Registro regionale ci hanno sollecitati nel dare invece unicità ai criteri richiesti proprio per garantire la qualità del servizio e non penalizzare le associazioni invece più piccole, che magari in questi termini sono obbligate a garantire un servizio di qualità maggiore.
Per cui apprezziamo l'ultima parte di modifica. Vogliamo portare anche all'interno di questo Consiglio una riflessione, che abbiamo portato in Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione riferito alla prima parte, in cui si adegua poi la responsabilità alla struttura competente per quanto riguarda gli atti che poi dopo riguardano il servizio veterinario pubblico e non più al Dipartimento per i Servizi Veterinari. Questo per una configurazione che è stata strutturata dalla scorsa legislatura all'interno degli uffici che assistono appunto la parte della prevenzione e si occupano anche in questo caso della Direzione Animale, della gestione appunto dei servizi veterinari per la gestione quindi degli animali sia randagi che appunto domestici, ma anche appunto da allevamento, quando invece riteniamo opportuno riportare in realtà questo tipo di servizio non più a essere gestito dalla parte di prevenzione quanto da una Direzione propria, dalla Direzione Veterinaria. Questo per garantire un efficientamento delle operazioni anche di approvazione delle delibere in casi di emergenza e per garantire quello che è un servizio essenziale che viene fatto nel territorio.
Un esempio ve lo vogliamo portare in relazione alla peste suina. È stata istituita una sorta di task force, di tavolo tecnico in cui all'interno non sono stati, però, previsti, nonostante facciano parte dell'organico anche della Regione, i veterinari pubblici. Importante è garantire questo ruolo, una Direzione veterinaria riteniamo che possa essere la strategia più opportuna per dare priorità ai propri atti, senza per forza dover rincorrere magari la parte della prevenzione, che oggettivamente è impegnata nella parte di prevenzione a livello umano e, di conseguenza riteniamo opportuno porre la questione anche all'interno di questo Consiglio affinché, sì, in questo caso, venga adeguata all'organizzazione attuale, ma che con la riorganizzazione che ci sarà in attuazione della revisione dei servizi territoriali questo aspetto venga chiarito e venga superato. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0034 della Giunta. Parere del relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0015 è precluso dalla votazione appena fatta.
Emendamento n. A0016 presentato dall'assessore Lanzarin, aggiuntivo, che prevede:
Art. Chiusura della disciplina di prima applicazione della legge regionale 25 ottobre 2016, n. 19 in materia di personale di Azienda Zero
1. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 3 dell'articolo 7 della legge regionale 25 ottobre 2016, n. 19 e di cui all'articolo 14 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 esauriscono i loro effetti con il completamento delle procedure di mobilità dalle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale e del trasferimento dei relativi fondi contrattuali a seguito degli accordi conclusi in sede sindacale dalle stesse aziende ed enti ai sensi dell'articolo 31 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e dell'articolo 47 della legge 29 dicembre 1990, n. 428.
2. A completamento delle procedure di cui al comma 1, Azienda Zero dispone le assunzioni di personale in conformità all'Atto aziendale, al Piano triennale dei fabbisogni di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, alla legislazione statale in materia di spesa del personale del servizio sanitario nazionale ed alle determinazioni della Giunta regionale riguardanti il personale del servizio sanitario regionale.
3. Resta fermo che al personale di Azienda Zero si applica la disciplina giuridica, economica e previdenziale del personale del Servizio sanitario nazionale.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In Commissione è stato chiarito qual è l'oggetto dell'emendamento e in qualche modo per noi non è tanto che era già previsto, era un allineamento necessario perché chiaramente la delibera definiva in tre anni, ma non c'è una norma che dice questo e adesso andiamo a normare, quindi, questo aspetto che non era normato precedentemente.
È chiaro che a noi interessa – e questo lo vedremo in Quinta Commissione, ma dovrebbe essere anche previsto – capire esattamente dopo i tre anni della legge che avevamo approvato l'andamento della legge, l'andamento dell'Azienda Zero ed eventualmente, collegato a questo emendamento, rispetto a quello che era stato previsto, rispetto alle funzioni previste dei cambiamenti che attribuiscono maggiori competenze o minori competenze o una revisione delle competenze di Azienda Zero, perché credo che in qualche modo anche questo emendamento faccia fronte a quel tipo di necessità e quindi approfondirlo rispetto anche a quello che era già previsto, comunque, dalla norma quando l'abbiamo votata è per noi una priorità.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0016. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0020 presentato dall'assessore Lanzarin, aggiuntivo, che prevede:
Art.- Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell'emergenza - urgenza.
1. Al fine di garantire la continuità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza nell'ambito del sistema di emergenza-urgenza, il comma 1 dell'articolo 23 della legge regionale 24 gennaio 2020, n. 1 è prorogata fino al 31 gennaio 2024. Il servizio previsto dal comma medesimo, comprovato da contratti a tempo determinato, da contratti di collaborazione coordinata e continuativa, da rapporti in convenzione o da altre forme di rapporto di lavoro flessibile, ovvero le attività documentate da un numero di ore equivalente ad almeno quattro anni di servizio del personale medico del servizio sanitario nazionale a tempo pieno, anche non continuative, possono essere maturati fino al 30 giugno 2022 e nei quindici anni precedenti presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del servizio sanitario nazionale.
2. Il comma 2 dell'articolo 23 della legge regionale 24 gennaio 2020, n. 1 è abrogato.
3. Per il triennio 2022-2024 i laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione, fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, possono prestare, al di fuori dell'orario dedicato alla formazione specialistica e fermo restando l'assolvimento degli obblighi formativi, attività di supporto presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del servizio sanitario regionale tramite contratti libero professionali o di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di lavoro flessibile.
4. Le aziende ed enti del servizio sanitario regionale, per affrontare la carenza di personale medico presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del servizio sanitario regionale e al fine di ridurre l'utilizzo delle esternalizzazioni, possono ricorrere, per il tempo strettamente necessario, alle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 115, comma 2, del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) dell'area della sanità relativo al triennio 2016-2018 dei dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie dipendenti del Servizio sanitario nazionale, per le quali la tariffa oraria fissata dall'articolo 24, comma 6, del medesimo CCNL, in deroga alla contrattazione, può essere aumentata, sino a 100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell'Amministrazione. Restano ferme le disposizioni vigenti in materia di prestazioni aggiuntive con particolare riferimento ai volumi di prestazioni erogabili nonché all'orario massimo di lavoro e ai prescritti riposi.
Non vedo interventi.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi siamo molto delusi anche per questo emendamento che viene presentato. Tra l'altro, come ci è stato detto in Commissione, non verranno discussi i nostri perché assorbiti da questo.
Pronto soccorso. Noi abbiamo un problema enorme nel reparto ospedaliero di emergenza-urgenza. È un problema enorme, perché è anche collegato alla medicina del territorio, come dicevo prima, perché nel momento in cui abbiamo una carenza di medici così pesante nel territorio è evidente che, aggiunto il fatto dei due anni di sospensione anche delle attività specialistiche, eccetera, tanti si rivolgono al Pronto soccorso; Pronto soccorso dove effettivamente mancano anche lì i medici e manca il personale. Quindi, anche in questo caso si vuole intervenire con una norma senza fare ovviamente accordi.
Ci hanno concesso le audizioni che non vengono prese in considerazione, perché rimane, a detta dell'Assessore, tale e quale l'emendamento che ci era stato proposto 15 giorni fa. Quindi, andremo, secondo questa proposta, a stabilizzare quelli che hanno avuto un'esperienza e che lavorano nei Pronto soccorso, che può andar bene, ci mancherebbe; andremo a confermare quello che è l'importo orario di 100 euro all'ora; andremo a inserire all'interno di queste strutture, di questi reparti di emergenza-urgenza specializzandi anche al primo anno e quindi non specializzati e andremo ad abrogare la possibilità di accedere alla specializzazione anche in sovrannumero.
Con questo emendamento andiamo a creare una situazione veramente... Come diceva prima l'Assessore, questo sarebbe il momento di fermarsi, e non solo quindici giorni, e di riflettere per trovare soluzioni. Andremo a creare un problema anche di disparità di trattamento economico tra chi non ha formazione e viene pagato 100 euro all'ora e chi, magari, è strutturato e verrà stabilizzato o che lavora lì da 20-30 anni e prende 60 euro all'ora. Qua si inserisce un altro problema, sempre quello che dicevo prima, della medicina che manca di attrattività, soprattutto se parliamo della medicina all'interno del pubblico. Perché? Perché i nostri medici vanno via dagli ospedali. Il doppio della media nazionale dei medici del Veneto va via, va nelle strutture private, nelle altre regioni addirittura, va all'estero.
La prima cosa da fare, quindi, è cercare di creare una uguaglianza almeno nel trattamento, soprattutto se pensiamo che ci sono medici che lavorano da 20-30 anni nei reparti vicini a quelli del pronto soccorso. L'area non è solo quella dell'emergenza-urgenza. Dobbiamo pensare anche alla medicina, al reparto di medicina generale, perché all'interno di questi viene ricoverata buona parte di coloro che accedono al pronto soccorso. Così, magari, nell'area per quanto riguarda la terapia intensiva. Dobbiamo adeguare gli stipendi se vogliamo che la nostra struttura ospedaliera, che le strutture ospedaliere pubbliche abbiano una stabilità. Dobbiamo mettere in sicurezza i nostri medici.
Questo emendamento, senza accogliere il nostro, senza valutare quello che noi avevamo proposto per adeguare quantomeno il trattamento economico e renderlo uguale per tutti, non viene nemmeno considerato.
Anche in questo caso, inseriamo dei medici laureati, e ci mancherebbe altro, in un settore dell'ospedale dove è richiesta una preparazione veramente importante, dove è correlata una responsabilità del medico, altrettanto importante, rispetto anche ad altri settori, anche qua, senza garantire il tutoraggio o, quantomeno, un affiancamento. È vero che in questo caso è previsto, ma è altrettanto vero che conosciamo le situazioni dei nostri ospedali, dove spesso troviamo un medico durante gli orari notturni. Sappiamo che la carenza di medici ospedalieri comporta difficoltà ad avere un affiancamento da parte di questi laureati che vengono inseriti.
Noi dobbiamo tutelare non solo i laureati, il che ben venga, ma anche i cittadini che si rivolgono al pronto soccorso. Noi chiediamo, quindi, veramente una modifica di questo emendamento.
Grazie.

PRESIDENTE

Capogruppo Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sul mio block-notes mi sono segnato tutte le audizioni che abbiamo fatto l'altro giorno con la presidente Brescacin e l'assessore Lanzarin. In questo caso, non c'è stato nessuno che si sia opposto a questo tipo di intervento. Anzi, i direttori dei pronto soccorso principali del nostro Veneto, quelli che sono sul campo, quelli che aggiustano le gambe, che portano dentro i codici rossi, eccetera, ci hanno detto (testuali parole): "Nei pronto soccorso noi abbiamo questo problema: abbiamo 232 medici in meno in tutti i pronto soccorso del nostro Veneto e abbiamo infermieri che se ne vanno, purtroppo, nel privato". Quindi, pagare di più questi medici appena laureati che arrivano nei nostri pronto soccorso... Che stanno lì ‒ attenzione ‒ a fare che cosa? I codici bianchi. Giusto, Assessore? I codici bianchi sono quelli per una martellata sul dito o per un'unghia spezzata. Io ogni tanto faccio un giro nel pronto soccorso. Gran parte dei pazienti per un po' di mal di pancia o un po' di febbre va nei pronto soccorso. Quindi, sono in grado di gestire il codice bianco. Mentre i direttori, i primari, eccetera, seguono i casi più gravi (gli infarti, gli incidenti stradali). Quindi, andiamo a liberare i primari di pronto soccorso e tutti i medici che sono lì per seguire i casi più estremi e lasciamo a 100 euro all'ora... Joe Formaggio, mi pare non sia male. Lasciamo a questi ragazzi la possibilità di fare esperienza nei pronto soccorso e seguire i codici bianchi. Che cosa c'è di meglio? L'hanno detto i direttori di tutti i pronto soccorso principali del nostro Veneto. Anzi, ci hanno anche ringraziato per questo tipo di intervento.
Penso non ci siano altre parole da dire.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io ho un punto di vista diametralmente opposto a quello del collega Pan. Strano, ma vero. È vero che i direttori dei pronto soccorso hanno manifestato, però facciamo attenzione: dare ossigeno al moribondo non vuol dire curarlo. E qui noi stiamo dando ossigeno al moribondo. Invece dobbiamo curarlo.
Attenzione. Dal punto di vista dell'organizzazione del servizio, dare 100 euro a coloro che si prestano può dare sollievo nel breve, ma nel medio e lungo termine destabilizza la fornitura di questi servizi, perché noi non troveremo mai più chi si assumerà l'onere di entrare in una specialità di emergenza e pronto soccorso e di diventare organico a quel servizio. Vi invito a riflettere su questo. Stiamo distorcendo dando incentivi distorsivi alle carriere dei professionisti medici e del personale ospedaliero.
Dal punto di vista economico, queste cose nel medio e lungo termine hanno effetti devastanti. Io vi rivolgo un invito. È vero che questo dà ossigeno al moribondo, è vero che i direttori dei reparti di medicina d'urgenza ci ringraziano, ma dobbiamo accompagnare queste misure con riforme strutturali che ci consentano di risolvere il problema. Sennò avremo fatto peggio.
Ancora una volta io sono molto critico su questi emendamenti, perché danno una boccata di ossigeno, ma aumentano il metabolismo e fanno morire prima il paziente.

PRESIDENTE

Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per specificare alcune cose. Noi abbiamo presentato un emendamento, rispetto a questo intervento della Giunta, che non cassiamo in toto, ma rispetto al quale chiediamo di fare una valutazione, in particolare in riferimento al comma 2 e al comma 3, Assessore.
Lo dico al collega Pan: di fronte all'emergenza, concordiamo sulla necessità di individuare soluzioni emergenziali. Abbiamo semplicemente ascoltato, come voi, le audizioni. Quindi, chiediamo alla Giunta di valutare questo tipo di intervento.
In particolare, chiediamo di riformulare l'emendamento proposto dalla Giunta togliendo il comma 2, cioè mantenendo, sostanzialmente, la previsione secondo cui i medici possono accedere in soprannumero alla Scuola di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza. Se è vero che la norma oggi è di difficile applicazione, troviamo, magari, la modalità per renderla di più facile approvazione, ma non abroghiamo quella previsione, che ci sembrava utile anche per venire incontro alla carenza di medici che si specializzano in questa disciplina.
L'altra valutazione che chiediamo, Assessore, di fare è questa: rispetto al comma 3, cioè la possibilità che anche gli specializzandi, pur non avendo terminato la specializzazione, possano contribuire all'attività dei pronto soccorso, vi chiediamo di raccogliere una delle indicazioni emerse nel corso dell'audizione, cioè di limitare questa possibilità a tutti gli specializzandi tranne quelli del primo anno. Se già prima abbiamo discusso lungamente sull'opportunità o meno che il laureato in Medicina possa essere in grado di fare o meno pienamente il medico di base, altro discorso va fatto per quanto riguarda le prestazioni del pronto soccorso. Ovviamente, molto spesso sono prestazioni che richiedono una velocità di decisione e anche una criticità della situazione che ti si può sottoporre che, forse, è un po' rischioso affidare agli specializzandi del primo anno di specialità.
Raccogliendo anche le indicazioni che ci erano arrivate dalle audizioni, le chiediamo, Assessore, di valutare di applicare questa estensione delle funzioni soltanto a chi è almeno al secondo anno di specialità. Perché questo avvenga, ovviamente, le dovremo chiedere di ritirare l'emendamento e poi, eventualmente, di riformulare il nostro, quello successivo, che riprende il comma 1 e il comma 4 pari-pari, come quelli che ha proposto lei, cancella il comma 2 e, con l'approvazione del collegato sub, reinserisce il comma 3, con la previsione, appunto, dell'esclusione del primo anno degli specializzandi.
Il tema è quello di partire dalla soluzione che si era individuata per affrontare un'emergenza, mettere a frutto quel processo di confronto e di ascolto di cui ha parlato il capogruppo Possamai nella discussione precedente, di mettere a frutto queste due settimane non solo come metodo di lavoro, ma anche come contenuto e provare a costruire insieme condizioni che possano, da un lato, affrontare l'emergenza, ma, dall'altro lato, garantire la salute dei cittadini.
Il servizio di pronto soccorso è un servizio particolarmente delicato, da mettere ‒ io credo ‒ in sicurezza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Che l'emendamento fosse costruito con i primari, quindi con le società di ricerca che operano direttamente, ce l'aveva spiegato fin dall'inizio l'assessore Lanzarin in modo estremamente chiaro e trasparente. Che altre organizzazioni sindacali, invece, in Commissione (adesso leggo, così rimane agli atti) non fossero non "non d'accordo" sulla stabilizzazione, sulla necessità, quindi, di mettere mano e di andare verso un percorso necessario per aumentare il numero di medici che operano a partire dalla stabilizzazione... Questo lo condividiamo e lo condividono tutti. È vero, ha ragione il capogruppo Pan. Però non è che le sigle sindacali stiano qua solo per dirci che vogliono aumentarsi lo stipendio, perché prendono troppo poco. La semplifico, ma alle volte tendiamo anche noi... Come è sbagliato parlare di dottorini, e lo condivido, perché vuol dire sminuire il profilo, è sbagliato, secondo me, ridurre quello che ci dicono alcune sigle sindacali a una questione di trattativa nazionale per quanto riguarda lo stipendio.
Leggo anch'io: "Per quanto riguarda il punto 3, oggettivamente" quello di cui stiamo discutendo, quindi il fatto di immettere gli specializzandi al primo anno "non siamo d'accordo sull'impiego immediato di specializzandi, per quanto riguarda soprattutto quelli al primo anno. Ci riserviamo di fare degli approfondimenti con i nostri colleghi del settore. Per quanto riguarda questo punto, c'è la necessità di avere una adeguata formazione di tutoraggio. In questo senso noi siamo intervenuti, in questo momento di particolare tensione, anche legato" si dice "a quelli che sono gli episodi di violenza a livello di pronto soccorso e alle problematiche di crisi dovute all'inserimento del 60% di cooperative per quanto riguarda il personale e le difficoltà che ci sono ad avere un'omogeneizzazione nei percorsi, unità operative per l'ottenimento, poi, di quelli che sono gli obiettivi che ognuno si pone, per quanto riguarda i direttori di dipartimento di unità...". Salto il resto. "In questo contesto, mettere gli specializzandi del primo anno, onestamente, mi pare un po' azzardato, ma sono disposto a discuterne".
Come si vede, non tutti sono d'accordo. C'è un atteggiamento non "negativo", ma "prudenziale": perché non interveniamo su formazione e tutoraggio? Questo stiamo chiedendo.
Dopodiché, veniamo pure alle questioni che si sviliscono, quelle economiche. Non è una questione di soldi e basta. È una questione di attrattività di dove si lavora e di come si lavora, per riuscire a fare in modo che i medici non scappino e non vadano da altre parti. Questo abbiamo posto con il nostro emendamento, cercando di trovare una soluzione legittima, come avete cercato di fare voi, in un'interpretazione di una norma nazionale, in cui diciamo, in qualche modo, che interveniamo con un aumento per quanto riguarda le stabilizzazioni. Lo diciamo al comma 2 del nostro emendamento, che probabilmente non possiamo discutere perché viene precluso dall'emendamento della Giunta.
Non stiamo dicendo che l'emendamento proposto dall'Assessore non è necessario. Abbiamo proposto due miglioramenti volti a creare ancora più stabilizzazione, certezza nell'impiego del personale e attrattività del posto di lavoro. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per sollecitare l'analisi dell'emendamento che segue questo in discussione, proprio perché viene incontro a ciò che abbiamo ascoltato all'interno della Commissione lo scorso martedì. Per un motivo molto semplice.
Se, per esempio, nell'ambito della medicina generale il medico è per lo più chiamato a prendere delle decisioni che possono non essere immediate e quindi si può prendere del tempo per analizzare, confrontarsi, parlare con i propri tutor, parlare con altri medici per verificare il miglior percorso per il paziente, nell'ambito dell'emergenza-urgenza la necessità di una decisione immediata può essere di estrema importanza e anche quello che entra come codice bianco o come codice giallo può rivelarsi più preoccupante a seguito di ulteriori sviluppi.
L'esperienza me l'hanno raccontata in tantissimi cittadini, specie in quest'ultimo anno, anche con esempi di medici che non avevano previsto, nonostante ci fossero dei sintomi per esempio di TIA, di fare una risonanza magnetica, accontentandosi semplicemente della TAC, e poi dalla risonanza magnetica è emerso un quadro di una TIA e di conseguenza la necessità di una visita cardiologica e poi della presa in carico cardiologica. Se non ci fosse stato quell'approfondimento consigliato da altri medici, semplicemente per l'operatività e la capacità della famiglia, quel caso non sarebbe stato riconosciuto dal medico, inserito in maniera straordinaria senza specializzazione in fase emergenziale.
Quindi, attenzione, perché basta davvero poco. Qui il problema non è soltanto della qualità del servizio erogato al paziente, ma della sicurezza del medico stesso, che è proiettato in una situazione di estrema complessità e a causa della carenza di altro personale si ritrova molto spesso anche da solo a dover affrontare determinate situazioni, o accompagnato da propri pari e non da altri specializzati. Quindi, l'obiettivo principale deve essere quello di garantire la sicurezza del paziente, ma soprattutto di garantire l'integrità e la sicurezza del medico stesso, che non può, ribadisco, essere proiettato a lavorare in questo contesto senza supporti extra. Per questo è essenziale che vi siano, dato che in questo settore c'è necessita di una risposta immediata e di un occhio clinico che evidentemente i primi anni non si ha, ma si può sviluppare se si è opportunamente accompagnati.
Per questo motivo ritengo che l'opzione 2, quindi l'emendamento successivo, sia quella più efficace per rispondere a ciò che è proposto dalla Giunta, che è una misura sicuramente emergenziale, doverosa, ma che allo stesso tempo deve essere ritarata in modo tale da preservare i giovani, giovani medici a tutti gli effetti, è vero, ma che hanno bisogno di un occhio di riguardo. Se ci sfuggono loro, perché si disaffezionano a causa di esperienze negative nei primi anni della propria attività, evidentemente diventa un disagio per tutti noi. Questo riconoscendo che gli altri due aspetti, di stabilizzazione e di aumento della retribuzione, sono necessari per concorrere al momento alla mancanza di personale; aspetti che in questo caso mi vedono e, immagino, ci vedano concordi.

PRESIDENTE

Grazie.
Presidente Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo emendamento anche a beneficio di un apporto anche personale ai Consiglieri che magari non hanno potuto ascoltare le audizioni di martedì scorso.
Questo è un emendamento che contiene tre previsioni particolari e, a mio avviso, è un emendamento che valorizza il personale dipendente pubblico e quindi sostiene e valorizza il sistema sanitario regionale pubblico, in modo molto concreto. Anche in questo caso, le proposte le potremmo ritrovare nel documento che tutte le Regioni insieme hanno inviato al Governo il 2 marzo scorso, chiedendo una presa di posizione importante dal livello governativo, ad oggi non ancora pervenuta.
Con un primo provvedimento si stabilizza il personale che già oggi ha un certo monte ore e un certo numero di anni di esperienza nell'ambito dei servizi di emergenza-urgenza e si permette a questi soggetti, quindi, di diventare dipendenti del servizio sanitario pubblico, quello che tutti a voce sempre diciamo qui dentro.
Il secondo provvedimento offre la possibilità agli iscritti ai corsi di specializzazione, quindi ai medici in corsi di specializzazione, di prestare servizi nell'ambito dei pronto soccorso o nell'ambito dei servizi di emergenza-urgenza.
Abbiamo ascoltato molto bene le audizioni. Anzi, suggerirei di passarvi il verbale dei resoconti delle audizioni di martedì, che ho visto prima avete letto. Cosa ci hanno detto? Ci hanno detto che hanno fatto un sondaggio tra i medici iscritti ai corsi di specializzazione e che l'85 per cento di questi si è dichiarato disponibile a prestare servizio nei servizi di emergenza-urgenza.
Poi ci hanno spiegato anche che questo intervento permette di completare la rete formativa, coinvolgendo tutti gli ospedali del Veneto. Anche questo è un argomento che spesso abbiamo sentito, la possibilità di far sì che la rete formativa, dove i medici in corso di specializzazione possano effettuare l'attività concreta, l'attività pratica, e imparare sul campo, sia estesa a tutta la rete degli ospedali hub e alla rete degli ospedali spoke. Secondo me, ancora di più emerge che, anche grazie al fatto che le equipollenze con la specialità di emergenza-urgenza sono molte, questo emendamento potrà coinvolgere molti specializzandi e permetterà loro un arricchimento personale e professionale, ma anche la possibilità per gli ospedali di avere un rapporto stretto con le scuole di specializzazione e soprattutto di fidelizzare queste persone, perché conosceranno il sistema, le metodologie, gli applicativi che si utilizzano in quegli ospedali, quindi vi sarà la possibilità di crescere assieme per poi stabilizzarli all'interno del servizio sanitario pubblico regionale.
L'ultima previsione porta la possibilità di corrispondere fino a 100 euro per le ore aggiuntive per il personale dipendente pubblico. Anche in questo caso si valorizza un personale dipendente pubblico. Mi stupisce l'intervento che arriva dai banchi della minoranza, laddove ascolto il consigliere Lorenzoni che ci dice che con queste previsioni si droga o si crea non so cosa al sistema, e poi leggo gli emendamenti presentati dalla correlatrice che vanno proprio in questo senso, confermando la possibilità di remunerare fino a 100 euro l'ora le ore aggiuntive da parte dei medici dipendenti pubblici.
Questa previsione – l'abbiamo capito tutti molto bene – serve per far sì che si riduca la differenza per coloro che magari all'interno di uno stesso reparto di emergenza-urgenza, di uno stesso pronto soccorso vengono pagati in modo molto differente, a seconda se sono dipendenti pubblici del sistema sanitario regionale o se sono dipendenti, ad esempio, di una cooperativa.
La cosa più significativa, almeno per me, personalmente, è che ci hanno detto chiaramente che i medici sul territorio, negli ospedali, nei pronto soccorso, stanno aspettando un segnale chiaro, veloce e concreto dalla politica, che saremmo noi in questo caso.
Su questo penso che abbiamo un'occasione di essere davvero responsabili nelle nostre scelte e di dare loro un segnale, visto che da loro è arrivato il suggerimento per la compilazione di questo emendamento, quindi comunque stanno a guardare che cosa stiamo dicendo, che cosa scriviamo nei nostri comunicati, ma soprattutto quello che votiamo.

PRESIDENTE

Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Molto velocemente, anche perché è già stato ribadito il contenuto dell'emendamento, quindi i tre punti che andiamo a discutere.
Oggi c'è una situazione per cui – non credo di dire nulla di non risaputo – non c'è giorno che apriamo il giornale o guardiamo un telegiornale e non vediamo che la vera emergenza è il pronto soccorso, il Cardarelli di Napoli piuttosto che qualsiasi altro pronto soccorso, per le dimissioni in massa. Chiaramente anche qui c'è necessità di un intervento chiaro, un intervento economico, di carriera, di sicurezza, se vogliamo, anche rispetto alle aggressioni, il burnout e tutto quello che vogliamo, per questi presìdi che sappiamo sono fondamentali, essenziali, e che oggi probabilmente non sono così tutelati. Questo fa sì che le specialità in emergenza-urgenza, che sono state aumentate con l'incremento delle borse di studio, oggi rimangano vuote, perché i posti non vengono ricoperti. È chiaro che qui deve esserci, credo, una presa di posizione nazionale molto forte.
L'emendamento va incontro a un'esigenza specifica, a un confronto serrato che noi abbiamo fatto con il territorio, con le società scientifiche e con un tavolo, poiché è stato costituito, tramite un decreto, proprio un gruppo di coordinamento veneto con la parte regionale e la parte operativa, e siamo arrivati a questa formulazione.
È altrettanto vero – io c'ero e ne sapevo già – che ci sono alcune perplessità della CIMO o dell'ANAAO (possiamo anche citarli, quindi i sindacati della dirigenza medica di rappresentanza) rispetto allo specializzando e quindi rispetto al fatto che noi chiediamo di togliere la deroga per gli specializzandi, laddove sapete che oggi uno specializzando può fare il medico di medicina generale, già nel primo anno, o la guardia medica. Noi gli permettiamo di fare anche emergenza-urgenza, ma questo non vuol dire che lo specializzando viene buttato lì in un pronto soccorso, ma avrà del personale sopra di lui, quindi con la specializzazione, che lo indirizzerà per aiutare, coadiuvare, per collaborare all'interno di questi presìdi, soprattutto nei momenti più nevralgici, nei momenti in cui c'è più intensità, quindi con la possibilità di gestire in maniera diversa.
È per questa motivazione che l'emendamento che abbiamo proposto come Giunta rimane così come formulato. Io avevo già fatto un passaggio nel tavolo contrattuale della dirigenza medica con tutti i sindacati, quindi avevo già sentito alcune perplessità, in particolare questa specifica sull'utilizzo degli specializzandi fin dal primo anno. Quindi la richiesta di deroga, oltre al fatto di poter fare continuità assistenziale, la manteniamo, perché comunque è una risposta che oggi noi vogliamo dare a un sistema veramente in crisi.
Dopodiché dobbiamo ragionare per il futuro, e sicuramente dovremo ragionare rispetto all'educazione, cioè all'appropriatezza rispetto al momento in cui chiedere soccorso all'interno di un pronto soccorso, quindi intervenire anche da un punto di vista educativo, ma questi saranno interventi successivi. Oggi, in questa situazione, con i numeri che noi abbiamo, e vi assicuro che sono numeri veramente molto difficili, sono tre misure che comunque... Per quanto riguarda la prima, probabilmente non avremo chissà quanti numeri importanti di stabilizzazione. L'abbiamo anche detto quando eravamo in audizione. Sulla seconda, essendo sempre su base volontaria, capiremo. La terza, invece, ha l'obiettivo molto preciso di ridurre il più possibile l'utilizzo delle cooperative, che come sapete inducono quel meccanismo anche di concorrenza sleale – passatemi questo termine – rispetto a un professionista che oggi preferisce non entrare all'interno del sistema pubblico, ma rimanere libero professionista per poter di volta in volta decidere dove andare a lavorare, dove prestare la propria opera.
In questo modo – è anche una logica, io credo, di pari dignità con i medici dipendenti delle strutture ospedaliere – riconosciamo quel quid maggiore dai 60 ai 100 euro l'ora, che dovrebbe permettere, anche in questo caso, di ridurre quello che è oggi l'utilizzo della cooperazione sociale, sapendo, e ne siamo tutti consapevoli, che già oggi i nostri professionisti sono purtroppo molto stremati, molto stressati, hanno rinunciato alle vacanze, a periodi di riposo, ad altre gratificazioni dovute, quindi anche su questo fronte speriamo che questo sia un incentivo in più. Dovremo misurarci poi con i numeri che arriveranno, però è una possibilità che oggi diamo e su cui credo siamo tutti d'accordo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0020. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 14 (Clausola di neutralità).

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE

Basta chiedere la parola, però.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Se non so che cosa sta facendo!

PRESIDENTE

Se non la vedo...
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente. Ho solo chiesto agli uffici di fare un supplemento di riflessione rispetto all'emendamento n. 36, che è stato giudicato precluso, invece a mio giudizio potrebbe non essere considerato tale.
È vero che la questione dell'aumento a 100 euro della retribuzione oraria prevista per il personale sanitario che si dichiara disponibile a svolgere orari straordinari dentro i pronto soccorso è contenuta nell'emendamento approvato ora dalla Giunta. Ma nell'emendamento n. 36 noi chiediamo, di fatto, che questa stessa modalità venga utilizzata non soltanto per chi svolge prestazioni straordinarie nei pronto soccorso, ma in generale in tutti i servizi sanitari. Quindi, a nostro giudizio, non dovrebbe essere precluso dall'approvazione dell'emendamento 16, mi pare (l'emendamento che abbiamo appena approvato della Giunta).
Ho solo chiesto agli uffici un supplemento di valutazione. Chiedo se possiamo attendere qualche secondo.

PRESIDENTE

Sospendiamo per due minuti la seduta.
La Seduta è sospesa alle ore 17.31
La Seduta riprende alle ore 17.43

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Dopo lunga e approfondita analisi, è emerso che la collega Camani ha ragione: l'emendamento n. 36 non era precluso e quindi dobbiamo votarlo. È bene che sia avvenuto prima della votazione finale. Dunque, l'emendamento n. A0036, che precedentemente avevo detto precluso, viene votato in questo momento.
Emendamento n. A0036 presentato dalla consigliera Bigon, aggiuntivo, che prevede:
Art. XXX Disposizioni per far fronte all'insufficienza di medici specialisti.
1. Al fine di far temporaneamente fronte alla carenza di personale medico e veterinario nei servizi sanitari ed ospedalieri, le aziende ed enti del Servizio sanitario regionale che, esperite le procedure concorsuali per l'assunzione di personale dipendente, rilevino persistenti carenze di organico, dispongono il ricorso, una volta accertato il superamento dell'orario di cui all'art. 24, c. 2 del contratto collettivo di lavoro relativo al triennio 2016-2018 dei dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie dipendenti del Servizio sanitario nazionale, alle prestazioni aggiuntive di cui all'art. 115, c. 2 del medesimo contratto, per le quali la tariffa oraria fissata dall'art. 24, comma 6 del medesimo contratto può essere aumentata sino a 100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell'Amministrazione. Restano ferme le disposizioni vigenti in materia di prestazioni aggiuntive con particolare riferimento ai volumi di prestazioni erogabili nonché all'orario massimo di lavoro e riposi.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Leggo questo emendamento che secondo noi va a risolvere le problematiche relative alla differenza anche di retribuzione che viene data all'uno rispetto all'altro all'interno degli stessi reparti di area: "Al fine di far temporaneamente fronte alla carenza di personale medico e veterinario nei servizi sanitari ed ospedalieri, le aziende ed enti del Servizio sanitario regionale che, esperite le procedure concorsuali per l'assunzione di personale dipendente, rilevino persistenti carenze di organico, dispongono ricorso, una volta accertato il superamento dell'orario di cui all'articolo 24, comma 2 del contratto collettivo di lavoro relativo al triennio 2016-2018 dei dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie dipendenti del Servizio sanitario nazionale, alle prestazioni aggiuntive, di cui all'articolo 115, comma 2 del medesimo contratto, per le quali la tariffa oraria fissata dall'articolo 24, comma 6 del medesimo contratto può essere aumentata sino a 100 euro lordi omnicomprensivi al netto degli oneri riflessi a carico dell'Amministrazione. Restano ferme le disposizioni vigenti in materia di prestazioni aggiuntive, con particolare riferimento ai volumi di prestazioni erogabili nonché all'orario massimo di lavoro e riposi".
Grazie.

PRESIDENTE

Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente per illustrare questo emendamento che prova a recuperare una parte del contenuto dell'emendamento che abbiamo approvato precedentemente della Giunta, che ha l'obiettivo di provare a risolvere un tema che riguarda certamente i pronto soccorso, ma che in realtà coinvolge tutto l'ambito sanitario regionale, e cioè il fatto che una volta che non si ha personale sufficiente per coprire turni ed erogare le prestazioni spesso l'unica soluzione a cui si ricorre è quella dell'ingaggio, tramite cooperative, di personale esterno.
Per sopperire a questo tipo di emergenza all'interno dei reparti di emergenza-urgenza si è ipotizzato – tra poco sarà legge – di aumentare il compenso orario dei professionisti che già sono dipendenti del Sistema sanitario regionale e che, qualora dedichino delle ore di straordinario al servizio di emergenza-urgenza, possano essere sostanzialmente pagati di più di quello che sarebbero a norma del contratto nazionale di lavoro. Questo perché? Sia per incentivare i medici dipendenti del Sistema sanitario regionale a servire prestazioni presso i pronto soccorso della Regione, sia per evitare quella distorsione che si verificava per cui i medici che prestavano servizio tramite cooperativa o come liberi professionisti venivano di fatto, per fare il medesimo lavoro, pagati di più dei professionisti dipendenti del Sistema sanitario regionale.
A nostro giudizio, se questa è una soluzione che la Giunta ha valutato come positiva per quanto riguarda i reparti di emergenza-urgenza, cioè dei pronto soccorso, potrebbe essere una soluzione che la Giunta potrebbe valutare in tutti quei casi in cui nei reparti del Sistema sanitario si verifica la medesima condizione e cioè, attraverso le prestazioni lavorative ordinarie dei dipendenti del Sistema sanitario regionale, non sia in grado di sopperire alle necessità delle prestazioni sanitarie. Tanto che il fenomeno del ricorso alle cooperative esterne o ai professionisti esterni per tamponare le carenze di personale è un fenomeno che certamente riguarda i pronto soccorso, ma sappiamo essere un fenomeno che riguarda anche altri settori del Servizio sanitario regionale.
Noi crediamo che, anche per un principio di equità, se quella modalità può funzionare e la Giunta ritiene che possa funzionare nei pronto soccorso, potrebbe essere estesa anche agli altri reparti che presentano in molti casi problematiche simili a quelle del pronto soccorso. Con questo emendamento chiediamo sostanzialmente al Consiglio di estendere quella soluzione a tutti i reparti del Sistema sanitario in cui c'è carenza di personale medico e di utilizzare una soluzione che premi i dipendenti del Sistema sanitario piuttosto che dipendenti di altre società o di altre cooperative esterne.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Parere contrario del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0036.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 14 (Clausola di neutralità finanziaria).
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 15 "Entrata in vigore".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno.
Vi preannuncio già che qualcuno non è attinente all'ordinamentale della Quinta Commissione.
Procediamo con ordine.
ODG n. A0021

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Cestaro relativo a "TRASFERIMENTO DI SALMA: GARANTIRE LA TEMPESTIVITÀ DELLA FIRMA DEL DIRETTORE SANITARIO" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 78/2022)

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- la legge regionale n. 18 del 4 marzo 2010 "Norme in materia funeraria" costituisce, per la Regione del Veneto, la normativa di riferimento in materia funeraria;
- ai sensi dell'articolo 11, per "trasferimento" si intende il trasferimento di cadavere al domicilio del defunto, alla struttura obitoriale o alla casa funeraria siti anche in comune diverso, durante il periodo di osservazione (24 ore dalla morte del defunto);
- il trasferimento si differenzia dal "trasporto funebre" che, ai sensi dell'articolo 18, è definito come il trasporto di cadavere o resti mortali dal luogo del decesso o di rinvenimento fino al luogo di sepoltura o di cremazione, una volta trascorso il periodo di osservazione;
- ai sensi dell'articolo 10, il periodo di osservazione è il periodo in cui il cadavere viene mantenuto in condizioni tali da non ostacolare eventuali manifestazioni di vita e durante il quale viene assicurata adeguata sorveglianza. Il periodo di osservazione decorre dal momento del decesso e scade dopo ventiquattro ore;
- la morte è accertata dal medico necroscopo. Ai sensi dell'articolo 4 del D.P.R. n.285/1990 la visita del medico necroscopo deve essere effettuata non prima di 15 ore dal decesso, salvo per alcuni specifici casi, e comunque non dopo le trenta ore;
- negli ospedali la funzione di medico necroscopo è svolta dal Direttore sanitario o da un medico da lui delegato;
RILEVATO CHE:
- come da segnalazione della federazione del comparto funerario, per il trasferimento entro le 15 ore dalla morte del defunto è necessaria la firma del Direttore Sanitario;
- gli operatori funebri riscontrano delle difficoltà nell'ottenere l'autorizzazione summenzionata, soprattutto nei giorni di assenza del Direttore Sanitario come ad esempio nei giorni festivi o prefestivi;
RITENUTO INFINE CHE:
- la tempestività della firma del Direttore Sanitario per il trasferimento della salma è una necessità molto sentita da parte delle famiglie per poter svolgere le funzioni di veglia;
impegna la Giunta regionale
a garantire la tempestività della firma del Direttore Sanitario o di un suo delegato per poter assicurare un più celere trasferimento del defunto.
Consigliera Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Sappiamo che nel periodo di osservazione della salma, che consiste in 15 ore – so che l'argomento non è dei migliori –, ed è il periodo nel quale, appunto, deve essere garantita l'osservazione nel caso di ritorno in vita del cadavere, è possibile però fare un trasferimento.
Le associazioni e le categorie che si occupano di questi trasferimenti ci segnalano che molto spesso, essendoci l'obbligo di firma da parte del Direttore sanitario della struttura per questo trasferimento che in genere avviene presso l'abitazione per il periodo famoso di pratica tradizionale che abbiamo nel portare le persone presso le abitazioni dei familiari, c'è bisogno appunto della firma del Direttore sanitario. Nei periodi magari del fine settimana o in orari in cui il Direttore sanitario non è presente, c'è difficoltà nel fare questi spostamenti.
L'ordine del giorno serve appunto a sollecitare la Giunta affinché si riesca ad arrivare a una definizione per la quale sia presente sempre o il Direttore sanitario o di default venga trovato un sostituto che possa firmare a nome del Direttore sanitario. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG...

Ass.ra Manuela LANZARIN

Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'ODG n. A0021.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0022

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "PROCEDERE AL PIÙ PRESTO CON L'AGGIORNAMENTO E L'ESAME DEL PROGETTO DI LEGGE DI RIFORMA DELLE IPAB". (Progetto di legge n. 115) RESPINTO

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il Presidente della Giunta Regionale ha depositato il disegno di legge regionale n. 6/2020 recante "Disposizioni per la trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e per la disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona e delle persone giuridiche di diritto privato di servizi alla persona";
- contemporaneamente, da anni, si assiste ad una crescente difficoltà, acuitasi in questi due anni di emergenza Covid, del mondo delle IPAB; si fatica a mantenere i bilanci in ordine, motivo per cui si ricorre sempre più a processi di privatizzazione e/o ad esternalizzazione di servizi e, dove la gestione privata è già realtà, si tende ad abbassare i costi chiedendo sempre maggiori sacrifici ai lavoratori o tagliando sui servizi agli utenti;
- sono più di vent'anni, dal decreto legislativo n. 207/2001, che la legislazione nazionale ha demandato la riforma di questi istituti alle regioni ma il Veneto è rimasto tra le ultime regioni a decidere di non esercitare tale autonomia.
CONSIDERATO CHE
- procedere al più presto alla riforma delle IPAB, con la loro completa internalizzazione all'interno del sistema sanitario pubblico trasformandole in Aziende di Servizi Pubblici alle Persone, organicamente integrate nel sistema Socio-sanitario regionale e nella filiera dell'assistenza territoriale, non è più rinviabile;
- il testo del Disegno di Legge presentato dalla Giunta risale a più di 1 anno e mezzo fa e risulta probabilmente oramai datato, tanto che potrebbe essere il motivo per cui la commissione competente ha deciso di non avviarne neanche l'esame.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad aggiornare quanto prima il testo del Disegno di Legge regionale n. 6/2020 in modo che la Commissione competente possa quanto prima avviare l'esame del testo per dotare la Regione Veneto di una organica riforma delle IPAB e delle aziende, pubbliche e private, di servizi alla persona.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Più volte è stato citato oggi il provvedimento che è ancora fermo dal primo giorno che io sono arrivata in questo Consiglio, depositato appunto come progetto di legge direttamente dal presidente Zaia, che attendiamo e attendono in realtà da tempo tutte le strutture che hanno a che fare e che attendono una riforma delle IPAB da anni.
Siccome oggi più volte questo tema è uscito quando discutevamo l'articolo relativo e sono più di vent'anni che la legislazione nazionale ha demandato la riforma di questi istituti alle Regioni, ma il Veneto è rimasto tra le ultime Regioni a decidere di non esercitare tale autonomia nonostante si parli molto di autonomia all'interno della Giunta, la questione è: siccome anche qui noi non abbiamo esercitato un diritto, che era quello di normare le IPAB e, quindi, procedere alla riforma, stiamo aspettando da vent'anni. L'assessore Lanzarin prima ha citato la necessità di andare avanti con delle audizioni, sentire le parti, eccetera, ma c'era tutto il tempo in questi anni di fare questo lavoro. Mi sono chiesta cosa davvero stiamo attendendo.
Quindi, l'impegno alla Giunta regionale è abbastanza chiaro: aggiornare quanto prima il testo del disegno di legge regionale n. 6/2020 , in modo che la Commissione competente possa quanto prima avviare l'esame del testo per dotare la Regione Veneto di una organica riforma delle IPAB e delle aziende pubbliche e private di servizi alla persona.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Naturalmente per annunciare il voto favorevole a questo ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel. Ma perché è importante oggi riproporre ancora una volta il tema delle IPAB? Perché anche in questo provvedimento di natura ordinamentale interveniamo in maniera puntuale sulla questione delle IPAB per risolvere alcuni problemi specifici di alcuni territori che evidentemente andrebbero risolti in maniera più organica proprio attraverso la proposizione di una riforma che coinvolga il mondo dei servizi agli anziani non autosufficienti.
Ovviamente è l'ennesimo ordine del giorno in cui impegniamo la Giunta in questo senso e capiamo e siamo abbastanza consapevoli che la cogenza di questi strumenti legislativi è limitata, ma crediamo allo stesso tempo che sia necessario ogni volta riportare il pallino della discussione su questo punto perché riteniamo che questo sia un argomento prioritario e rispetto al quale davvero il ritardo grave che presenta la Regione del Veneto sta facendo pagare un costo molto pesante alle famiglie, che si trovano davvero in seria difficoltà. Ogni mese perso in più nella discussione attorno a questo provvedimento è un mese in più che mette in difficoltà le famiglie che devono affrontare le questioni collegate alla non autosufficienza e agli anziani.
Dichiariamo il voto favorevole, ovviamente, a questo ordine del giorno del nostro Gruppo e confidiamo che l'ordine del giorno possa realmente tradursi in un impegno concreto in questo senso della Giunta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Metto in votazione l'ODG n. A0022.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0023

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, Guarda e Lorenzoni relativo a "APPROVARE ENTRO IL 2022 LA RIFORMA DELLE IPAB". (Progetto di legge n. 115) RESPINTO

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
è oltre 20 anni che il Veneto attende una riforma delle IPAB per trasformarle in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (APSP) o in Fondazioni di diritto privato, come previsto dalla legge statale n. 328 del 2000;
Considerato che:
la riforma delle IPAB riguarda, tra l'altro, più di un centinaio di Centri di Servizi Pubblici per Anziani che offrono ospitalità ed assistenza a circa quindicimila anziani, quasi tutti non autosufficienti, dando lavoro a oltre diecimila lavoratrici e lavoratori tra dipendenti diretti e lavoratori in appalto;
gli anni caratterizzati dalla pandemia da Covid-19 hanno accresciuto le difficoltà in cui già versavano le suddette strutture: bilanci in rosso, carenza di personale, riduzione dei posti disponibili e aumento delle rette con conseguente abbassamento della qualità dei servizi e aumento dei costi a carico delle famiglie e dei Comuni.
Tenuto conto che:
la perdurante mancanza di una riforma del settore ha generato anche contenziosi giurisdizionali tuttora in corso, e situazioni di incertezza per tutte le IPAB;
la recente Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Prima Sezione), 17 febbraio 2022, ric. n. 46586/14, D'Amico contro Italia, censura l'adozione di norme di interpretazione autentica che incidano su contenziosi in corso;
la Giunta regionale preferisce ricorrere a dubbie norme di interpretazione autentica anziché far sì che la riforma del settore sia urgentemente approvata.
Rilevato che:
il 21 ottobre 2020, all'inizio della presente legislatura, il consigliere regionale Luca Zaia, consapevole dell'enorme ritardo accumulato nelle legislature precedenti, ha presentato il progetto di legge n. 6 "Disposizioni per la trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza e per la disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona e delle persone giuridiche di diritto privato di servizi alla persona". Ad oggi il suddetto pdl non è stato ancora preso in esame dalla competente Commissione consiliare.
Tutto ciò premesso
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad esercitare una "moral suasion" sui consiglieri della propria maggioranza affinché la legge di riforma delle IPAB venga approvata entro il 31/12/2022.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come si diceva negli interventi poc'anzi fatti, noi abbiamo la necessità e le IPAB hanno la necessità di avere questa riforma che attendiamo da vent'anni. Non è più possibile aspettare, perché dà anche una disparità di trattamento tra una casa di riposo pubblica, l'IPAB, e una struttura che non lo è. Abbiamo dei costi che sono insostenibili oramai in queste strutture appunto per la carenza e la mancata riforma. Parlo dell'IRAP, parlo del costo delle maternità, parlo della legge 104: sono tutti costi aggiuntivi che queste strutture hanno e la mancata riforma pone ancor di più in ginocchio questi servizi, tra l'altro, con abbassamento magari della qualità, che non vogliamo, o rincari a carico delle famiglie.
Per cui, con questo ordine del giorno noi vogliamo assolutamente portare in discussione questa riforma. Chiediamo che la maggioranza, la Giunta si attivi affinché le proposte vengano fatte e portate in discussione in questo Consiglio regionale entro dicembre di quest'anno. Noi dobbiamo assolutamente iniziare a lavorare su questo tema, se non vogliamo far chiudere ulteriori strutture, viste anche le difficoltà degli ultimi due anni, porla in condizione di poter dare servizi di qualità con costi che siano accessibili, altrimenti rischiamo veramente di far chiudere servizi fondamentali per la famiglia.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'impegno che abbiamo scritto è estremamente chiaro, visto che comunque si tratta di un progetto di legge della maggioranza. Quello che noi stiamo chiedendo è che venga esercitata una moral suasion nei confronti della maggioranza da parte della Giunta per arrivare a discutere, per iniziare a fare quel lavoro di cui parlava prima l'Assessore in qualche modo, perlomeno un confronto largo con il mondo delle IPAB.
Come ci siamo detti, è evidente che questa discussione larga, condivisa, in qualche modo anche di revisione, forse, di quello che era stato scritto rispetto a quello che è successo anche in questi anni, preveda poi – qui non l'abbiamo scritto, ma ce lo siamo detti, è una cosa mi pare condivisa – una discussione anche di quella che è una riforma dei Centri di servizi per anziani e dei Centri di servizi sulla base delle necessità emerse.
Ci auguriamo che, per le motivazioni che ha detto prima anche la collega Bigon e quindi anche per le problematiche in qualche modo di natura economico-finanziaria che premono sempre di più sulle IPAB stesse, quindi su questa tipologia di Centri di servizi per anziani, si possa arrivare alla discussione più condivisa e larga possibile e però anche alla votazione in tempi assolutamente celeri, perché se vanno bene i provvedimenti per riuscire a dare una mano, come quello che in qualche modo è stato votato durante il provvedimento, sono assolutamente insufficienti rispetto alla situazione sia gestionale sia finanziaria dell'IPAB stesse.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'ODG n. A0023.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'ODG n. A0024 non è ammissibile.
Collega Bigon, sull'ordine dei lavori.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Volevo capire la motivazione per la quale non è ammissibile.

PRESIDENTE

Non è collegato a nessuna norma presente nell'ordinamentale.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Noi parliamo, invece, di una disposizione... Se pensiamo al DM 71, che è in elaborazione, che è la medicina territoriale, se pensiamo al decreto legislativo 502, che prevede il programma delle attività territoriali basate appunto anche sul potenziamento dei servizi distrettuali, se pensiamo...

PRESIDENTE

Ma non fa parte dell'ordinamentale in discussione. Non c'è nessun articolo che può legare questo tipo di argomento.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Non sono d'accordo.

PRESIDENTE

Mi dispiace, ma è quello che anche a me viene detto.
Collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Nel rispetto ovviamente delle decisioni della Presidenza, è chiaro che dentro questo ordinamentale c'è la previsione che di fatto si conclude con questa legge l'iter temporaneo, diciamo così, di trasferimento ad Azienda Zero e, con l'approvazione di questa legge, Azienda Zero assume a tutti gli effetti la gestione del Sistema sanitario, tant'è che vengono abrogate tutte le norme transitorie. Siccome con questa richiesta di fatto proviamo a ricomporre una governance che con Azienda Zero, nel pieno delle sue funzioni, deve relazionarsi con gli Enti locali, chiedo soltanto se questo elemento può essere utile per valutare l'ammissibilità dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE

No. Mi confermano che non è nulla che può legare l'argomento e quanto scritto nell'ordine del giorno rispetto a quello che ha già visto il Legislativo.
L'ODG n. A0025 riguarda lo stesso argomento e non può essere discusso.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche qua...

PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, naturalmente.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Presidente, anche in questo caso sono stati presentati degli emendamenti che riguardano medicina generale, che riguardano quella territoriale, che riguardano il pronto soccorso, hanno stravolto completamente la normativa, tra l'altro, dei servizi, siamo all'interno di quello che è un ordinamentale che riguarda anche i LEA, e la salute mentale non dovrebbe essere ammessa? Prendiamo atto dell'attività del Legislativo, di quanto è stato riportato, però chiediamo veramente le motivazioni vere per le quali non è possibile discutere sulla salute mentale, quando abbiamo parlato di medicina territoriale e di ogni attività.

PRESIDENTE

Non c'è nessuna motivazione artefatta o stiracchiata.
Il Legislativo ha verificato quello che abbiamo discusso e votato in questo ordinamentale e non c'è nulla che leghi il suo ordine del giorno.
Quindi, anche l'ODG n. A0025 non può essere discusso.
ODG n. A0026

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, Guarda e Ostanel relativo a "LA GRAVE CARENZA ORGANICA NEI SERVIZI VETERINARI PUBBLICI DELLA NOSTRA REGIONE METTE A RISCHIO LA SALUTE UMANA E ANIMALE. LA GIUNTA REGIONALE APRA GLI OCCHI E AGISCA IN FRETTA!" (Progetto di legge n. 115) RITIRATO

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
in Veneto, il numero dei veterinari pubblici attualmente in servizio è sceso sotto le 300 unità. II dato è grave se si considera il volume di produzione agroalimentare di questa regione, seconda solo a quella della Lombardia, ma con meno della metà di veterinari pubblici; in Veneto infatti, a una perdurante situazione di carenza di organico, si è sommato negli ultimi anni il cospicuo numero di pensionamenti anticipati e il ritardo con cui le Ulss provvedono al turn over;
la situazione è allarmante, dato che con numeri così esigui di veterinari non si può garantire la crescente richiesta di controlli sulla sicurezza alimentare, la quale, come abbiamo visto, risulta sempre più spesso minacciata dalle ormai annuali epidemie che si sviluppano negli allevamenti della nostra regione e che in particolare quest'anno hanno duramente colpito la produzione avicola; tra il 2021 e il 2022 l'influenza aviaria ha infatti messo in ginocchio moltissimi allevatori e, proprio mentre i suoi focolai si estinguevano, si è affacciata un'ulteriore epidemia, quella della peste suina africana;
a queste emergenze sempre più frequenti, si somma ii problema del soddisfacimento dei normali standard di sanità e benessere animale, la cui verifica è comunque problematica, data la forte carenza di organico.
Considerato che:
sottovalutare il problema sopra esposto può mettere a rischio sia la salute animale che quella umana, mentre gli strumenti per conoscere il reale fabbisogno di figure professionali in quest'ambito ci sono, dato che le attività in capo ai servizi veterinari delle Ulss si basano sulla programmazione dei piani pluriennali di controllo indicati dal Ministero della Salute, e che le altre prestazioni sono comunque quantificabili, anche sulla scorta dello "storico" di attività, ordinarie ed emergenziali.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
Ad attivarsi per rafforzare adeguatamente e con la massima urgenza l'organico dei servizi veterinari pubblici della nostra regione.
Questo viene sostituito dall'ODG n. A0035, collega Zottis?

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Sostanzialmente sì, nel senso che l'ODG n. A0026 chiede comunque un rafforzamento...

PRESIDENTE

Allora, collega Zottis, le do un consiglio. Siccome l'ODG n. n. A0035 è stato depositato...

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Illustro l'ODG n. A0026.

PRESIDENTE

Siccome l'ODG n. n. A0035 è stato depositato dopo la chiusura della discussione generale, non può essere discusso.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ma l'ODG n. A0026 posso discuterlo e ritirarlo dopo che sono intervenuta.

PRESIDENTE

Benissimo. Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

L'ordine del giorno n. A0026 andava a richiedere che ci fosse un'implementazione di quello che è l'organico dei servizi veterinari pubblici, anche qui in un'ottica di miglioramento del sistema attuale, data anche la situazione attuale del Veneto, che vede ad oggi una caratteristica particolare e delle richieste particolari in termini anche di volume, per esempio, di produzione agroalimentare della Regione, ma non solo questo, se pensiamo anche alle necessità che sono emerse in questi anni. Prima si è parlato del fenomeno del randagismo, che non è inserito all'interno del provvedimento, ma pensiamo a tutto quello che è correlato alla peste suina piuttosto che all'aviaria.
La richiesta è questa. Ritiro l'ordine del giorno n. A0026 perché ne ho depositato uno simile con dei piccoli miglioramenti, che è il n. A0035.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Viene ritirato l'ODG n. A0026.
Anche il n. A0027 – mi dispiace, collega Zottis – è inammissibile perché non si lega a cose che abbiamo discusso in ordinamentale.
Collega Zottis, sull'ordine dei lavori, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Prendo atto che non si è trovato un collegamento rispetto all'ordinamentale. L'auspicio è quello di poter vedere presto in questa Regione, in Commissione, la legge per quanto riguarda gli ATS, con quelli che erano gli auspici qui all'interno e quindi una regia unica e una formula giuridica chiara, con risorse chiare per i Comuni.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
ODG n. A0028

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Guarda relativo a "PERVENIRE A UNA PIÙ COMPIUTA TUTELA DEL BENESSERE ANIMALE" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 79/2022)

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
II Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- con emendamento A0015 al Progetto di legge regionale n. 115 del 31 dicembre 2021, la Giunta regionale ha inteso introdurre modifiche alla vigente normativa regionale in materia di Tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo (legge regionale 20 dicembre 1993, n. 60 )
Considerato che:
- Un'accresciuta sensibilità generale, un mutato sentire sociale nonché normativo e giurisprudenziale nei confronti degli animali, via sempre più riconosciuti non come mera "res" o produttori di reddito ma come entità senzienti, dotati cioè di capacita di sensazione, di sensibilità e in grado di provare sentimenti e dolore, ha condotto a precise e conseguenti scelte normative e giurisprudenziali tese a fornire maggiore protezione agli animali, in nome di una prospettiva relazione tra uomo e animale che, via via, sta abbandonando l'approccio antropocentrico;
- si vedano, in ragione del mutato sentire - e solo per citarne alcune - le seguenti normative: Convenzione di Strasburgo del 1987, ratificata dall'Italia nel 2010; la legge quadro nazionale sulla tutela degli animali d'affezione (14 agosto 1991, n.281); la legge 20 luglio 2004, n. 189 (Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate); l'art. 16,lett. b), I. 11 novembre 2012, n. 220 (con cui è consentita la liberalizzazione dell'ingresso in condominio degli animali domestici), l'art. 30 del d. lgs. 23 maggio 2011, n. 79 (che così stabilisce: "lo Stato promuove ogni iniziativa volta ad agevolare e favorire l'accesso ai servizi pubblici e nei luoghi aperti al pubblico dei turisti con animali domestici al seguito"); la legge 28 dicembre 2015, n. 221 che ha introdotto impignorabilità degli animali di affezione o da compagnia.
Ritenuto
- che sia ormai necessario pervenire ad una normativa regionale che faccia proprio ii mutato sentire sociale e, nel solco di quanto ormai da tempo previsto da altre regioni italiane, quali la Regione Lombardia (legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33, art. 105, come modificato dalla lr 29 giugno 2016, n. 15 ) e l'Emilia-Romagna (lr 17 febbraio 2005, n. 5 , art. 7), ponga in essere discipline più avanzate di tutela del benessere animale tout court e, più specificamente, in tale contesto, l'introduzione del divieto di porre gli animali, non solo quelli d'affezione, sia cuccioli che adulti, come offerta in premio o vincita di giochi, oppure in omaggio a qualsiasi titolo nell'ambito di attività commerciali, di giochi e di spettacoli. Si pensi, solo per fare un esempio, ai cavalli, spesso ceduti a titolo di premio o vincita in lotterie o sagre di paese: per questi animali, nella maggior parte dei casi riscontrati, si pone il problema delle inesistenti scarse capacita di gestione o accudimento della "vincita", cui consegue lo stato di abbandono e di sofferenza dell'animale;
impegna la Giunta regionale
a valutare, anche nell'ambito di una riforma generale dei provvedimenti regionali in punto di tutela del benessere animale, l'introduzione del divieto di utilizzare gli animali, non solo quelli d'affezione, sia cuccioli che adulti, come offerta in premio o vincita di giochi, oppure in omaggio a qualsiasi titolo nell'ambito di attività commerciali, di giochi e di spettacoli.
L'impaginazione inganna un po'.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

La mette a dura prova, ma ne è uscito vincitore.
Siccome so che c'è un parere favorevole da parte della Giunta, dato l'orario, mi limito semplicemente a darlo per letto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0028.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0030

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zanoni, Lorenzoni e Guarda relativo a "DARE PIENA ATTUAZIONE AI LEA NELLA REGIONE VENETO" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 80/2022)

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017 sono stati approvati i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè il complesso delle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale assicura, attraverso risorse finanziarie pubbliche e/o compartecipazione dell'assistito alla spesa, mediante erogazione delle stesse da parte di strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private accreditate.
la Giunta regionale ha adottato le prime disposizioni attuative con la DGR n. 428 del 6 aprile 2017 dal titolo "Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 "definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'art. 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502" - recepimento e prime disposizioni attuative".
l'articolo 1 del DPCM 12 gennaio 3017 articola i LEA in tre aree: Prevenzione collettiva e sanità pubblica (art. 1 comma 1 lettera a); Assistenza distrettuale (art.1 comma 1 lettera b) e Assistenza ospedaliera (art.1 comma 1 lettera c).
Tenuto conto che:
l'attuazione dei LEA è un processo dinamico e continuativo che negli ultimi due anni è stato messo a dura prova anche dalla pandemia;
ad oggi nella nostra Regione emergono una serie di criticità nell'attuazione del DPCM del 12 gennaio 2017, in particolare per quanto riguarda la prestazione gratuita dei servizi socio-sanitari ai minori, la prestazione dei servizi di assistenza e consulenza dei Consultori, di cui all'articolo 24 del citato DPCM, l'erogazione dei servizi adeguati per la disabilità e la costruzione di un'efficiente rete di assistenza socio-sanitaria territoriale.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a dare piena attuazione ai LEA nelle tre aree individuate dall'articolo 1 del DPCM 12 gennaio 2017.
Non vedo interventi.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Intervengo a sostegno di questo ordine del giorno, ovviamente, ma ne approfitto, siccome si lega ad un ordine del giorno che ho presentato, ma che oggi non posso discutere, perché l'ho presentato oggi, per dire solo due parole. So che l'Assessore è stata ed è sensibile a questo tema. Proponevo in un ordine del giorno successivo che si valutasse di attivare uno specifico PDTA, quindi viene normato da questo ordinamentale, per una mozione che abbiamo approvato sulla vulvodinia, di cui si sta discutendo molto in queste settimane e mesi, cercando di impegnare la Giunta ad attivare un PDTA specifico su questo tema visto che nell'ordinamentale questo è previsto.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che appunto con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017 sono stati approvati i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, i LEA, che riguardano sostanzialmente tre macroaree: abbiamo appunto l'emergenza, l'assistenza distrettuale e l'assistenza ospedaliera; che l'attuazione dei LEA è un processo dinamico continuativo che negli ultimi due anni è stato messo a dura prova anche dalla pandemia; che ad oggi nella nostra Regione emergono una serie di criticità nell'attuazione di questo DPCM del 2017, in particolare per quanto riguarda le prestazioni dei servizi socio-sanitari anche ai minori, le prestazioni dei servizi di assistenza, consulenza dei consultori, di cui all'articolo 24 del DPCM sempre del 2017, l'erogazione di servizi adeguati per la disabilità e la costruzione di un'efficiente rete di assistenza socio-sanitaria territoriale. Chiediamo che la Giunta si impegni a dare piena attuazione dei LEA nelle tre aree individuate appunto nell'articolo del 12 gennaio 2017.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0030.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'ODG n. A0035 si può solo votare.
ODG. n. A0035

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "LA GRAVE CARENZA ORGANICA NEI SERVIZI VETERINARI PUBBLICI DELLA NOSTRA REGIONE METTE A RISCHIO LA SALUTE UMANA E ANIMALE. LA GIUNTA REGIONALE APRA GLI OCCHI E AGISCA IN FRETTA!" (Progetto di legge n. 115) RESPINTO

(N.d.R. Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
in Veneto, il numero dei veterinari pubblici attualmente in servizio è sceso sotto le 300 unità. II dato è grave se si considera il volume di produzione agroalimentare di questa regione, seconda solo a quella della Lombardia, ma con meno della metà di veterinari pubblici; in Veneto infatti, a una perdurante situazione di carenza di organico, si è sommato negli ultimi anni ii cospicuo numero di pensionamenti anticipati e il ritardo con cui le Ulss provvedono al turn over;
la situazione è allarmante, dato che con numeri così esigui di veterinari non si può garantire la crescente richiesta di controlli sulla sicurezza alimentare secondo gli standard stabiliti dalle norme comunitarie. Inoltre il comparto produttivo degli alimenti di origine animale risulta sempre più spesso minacciato da periodiche epidemie che si sviluppano negli allevamenti della nostra regione e che in particolare quest' anno hanno duramente colpito la produzione avicola; tra il 2021 e il 2022 l'influenza aviaria ha infatti messo in ginocchio moltissimi allevatori e, proprio mentre i suoi focolai si estinguevano, si è affacciata in Italia una minaccia epidemica ancora più grave ulteriore, rappresentata dalla peste suina africana;
a queste emergenze sempre più frequenti, alla cronica carenza di personale veterinario e alla lentezza del turnover, si somma una inadeguatezza del sistema organizzativo regionale, un esempio fra tutti la mancanza di un piano pluriennale dei controlli ed evidenti carenze legate ai piani formativi e di aggiornamento ed inquadramento del personale;
per le carenze sopraesposte, in assenza anche di sistemi di calcolo oggettivi per il reale fabbisogno del personale, risulta difficile il raggiungimento ed il mantenimento dei normali standard di sanità pubblica veterinaria, di benessere animale e di sicurezza alimentare a favore di cittadini e consumatori e la garanzia per tutti gli operatori del settore per quanto riguarda l'applicazione di criteri di controllo coerenti, efficaci ed uniformi.
Considerato che:
la sottovalutazione delle criticità sopra esposte può mettere a rischio la salute animale, quella umana ed ambientale, nonché creare nocumento all'intero sistema economico ed agricolo regionale, si propone l'attivazione di strumenti oggettivi di calcolo per determinare il reale fabbisogno degli organici delle singole Aziende sanitarie Locali, sulla base delle tipologie, dei tempari e delle frequenze di attività stabilite dai piani pluriennali di controllo indicati dalla Commissione Europea, dal Ministero della Salute e dalla Regione Veneto, in virtù del fatto che tali prestazioni sono di facile quantificazione nella pianificazione pluriennale e nella programmazione annuale e che le ore di attività per altre prestazioni inserite all'interno dei LEA possono essere calcolate sulla base di dati storici consolidati mediante utilizzo di sistemi informatizzati di calcolo gestionale.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad attivarsi in ogni sede per rafforzare adeguatamente e con la massima urgenza l'organico dei servizi veterinari pubblici della nostra regione mediante l'applicazione di sistemi adeguati di calcolo in un'ottica di miglioramento azioni di pianificazione, valutazione, rendicontazione ed archiviazione delle attività di controllo così come previsto dalle normative di settore e da quelle generali sulle performance del personale, nonché attivare adeguati percorsi di formazione, aggiornamento ed inquadramento del personale.
Metto in votazione l'ODG n. A0035.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Anche l'ODG n. A0042 viene solamente votato.
ODG n. A0042

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel, Guarda, Bigon, Baldin, Camani e Zottis relativo a "APPROVARE AL PIÙ PRESTO UN PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE (PDTA) PER VULVODINIA E NEUROPATIA DEL PUDENDO" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 81/2022)

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- il Consiglio Regionale del Veneto in data 29 marzo 2022 ha approvato la mozione n. 266 "Garantire accesso alle cure per le donne affette da Vulvodinia e Neuropatia del pudendo inserendole nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza);
- la vulvodinia è stata riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nell'ultima revisione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-11), avviata nel 2018 e diventata attuativa il 1° gennaio 2022;
- Il 13 aprile 2021 è stata presentata alla Camera la Proposta di Legge "Disposizioni per il riconoscimento della vulvodinia come malattia invalidante nonché per la diagnosi e la cura di essa e delle patologie del pavimento pelvico" in cui si prevede, tra l'altro, di emanare le linee guida per redigere i piani diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) per il trattamento multimodale delle sindromi vulvodinia e delle patologie del pavimento pelvico;
Considerato che
- Secondo i dati dell'Associazione VulvodiniaPuntolnfo ONLUS una donna su 7 è colpita da vulvodinia.
- Nonostante questo tali patologie ad oggi non sono inserite nei piani di studi delle Facoltà di Medicina e nelle Scuole di Specializzazione competenti.
- Questo combinato determina che i tempi di attesa per visite e accertamenti relativi a questa patologia arrivano a un anno e mezzo.
Considerato inoltre che
- a tutt'oggi non esiste un protocollo diagnostico e terapeutico e sono pochissimi i medici che trattano queste patologie causando spesso un ritardo diagnostico e quindi l'aggravarsi della patologia;
- secondo quanto definito dal Piano Socio Sanitario Regionale 2019-2023 "Il PDTA rappresenta il percorso del paziente all'interno delle reti cliniche, più razionale finalizzato al miglior esito delle cure. Il PDTA è uno strumento trasversale, che consente di creare collegamenti tra i ruoli e le funzioni individuate nella rete garantendo continuità nell'assistenza. Attraverso lo strumento del PDTA si garantiscono la riproducibilità delle azioni e l'uniformità delle prestazioni erogate e per questo motivo diventa uno strumento importante del controllo dell'appropriatezza erogativa e della tutela del professionista."
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a valutare, di concerto con Azienda Zero, l'istituzione di un PDTA su vulvodinia e neuropatia del pudendo che consideri tutte le comorbidità più frequenti e coinvolga tutte le competenze utili per la strutturazione di una Pelvic Unit che preveda la presa in carico complessiva delle pazienti con patologie correlate al dolore pelvico e l'individuazione di Centri di riferimento regionali che possano costituirsi come centri specializzati in dolore pelvico cronico".
Metto in votazione l'ODG n. A0042.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Comunico che l'ODG n. A0043 non può essere discusso e neanche votato. L'economia circolare non è argomento attinente.
Grazie.
Anche l'ODG n. A0044 viene solamente votato.
ODG n. A0044

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Brescacin relativo a "IPAB: SVILUPPO DELLA RIFORMA ORGANICA" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 82/2022)

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che
- la legge Crispi, 17 luglio 1890, n. 6972 operò la "pubblicizzazione" di tutte le istituzioni private, nate prevalentemente da lasciti privati, operanti nel campo dell'assistenza e dell'educazione.;
- a seguito di tale legge le Ipab divennero enti pubblici autarchici e, attraverso lo statuto e il regolamento, in una cornice di diritto pubblico che abbraccia anche il sistema dei controlli, hanno autonomia organizzativa e per finalità la salvaguardia dello scopo dei soci fondatori;
- nel 2000 la legge quadro nazionale sul sistema integrato di interventi e servizi sociali all'art. 10 prevede la trasformazione delle Ipab e disciplina due modalità di evoluzione di queste istituzioni: la privatizzazione o la trasformazione in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP);
- con D.lgs 207/2001 il governo esercita la delega contenuta nella Legge 328/2000 e abroga definitivamente il modello della legge Crispi del 1890; tuttavia, l'anno successivo alla L. 328/2000 interviene la modifica del Titolo V della Costituzione che attribuisce alle Regioni la competenza legislativa in materia dell'assistenza sociale;
- questo passaggio di competenza incide in modo significativo sulla riforma delineata dalla L.328/2000 e sul d.lgs. 207 /200 1 facendo, di fatto, venire meno la vincolatività della legge nazionale;
Constatato che
- la Regione Veneto ha disposto interventi normativi anche recenti tra i quali:
1) L.R. 23/11/2012, n. 43 "Modifiche all'articolo 8, commi 1 e 1-bis della legge regionale 16 agosto 2007, n. 23 "Disposizioni di riordino e semplificazione normativa - collegato alla legge finanziaria 2006 in materia di sociale, sanità e prevenzione" e disposizioni in materia sanitaria, sociale e socio-sanitaria" in particolare con disposizioni in materia di contabilità, estinzione e liquidazione delle IPAB;
2) L.R. 08/08/2014, n. 23 "Norme in materia di beni di proprietà delle Aziende Unità Locali Socio Sanitarie (ULSS)", in particolare con l'art. 1 "Autorizzazione alla costituzione dell'usufrutto su beni di proprietà di aziende ULSS a favore di istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) o di comuni";
3) L.R. 30/12/2016, n. 30 Collegato alla legge di stabilità regionale 2017, in particolare l'Art. 56 Norme di razionalizzazione e aggiornamento sulle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e modifica di leggi regionali;
4) L.R. 29/12/2017, n. 45 Collegato alla legge di stabilità regionale 2018, in particolare l'art. 44 Fondo regionale di rotazione per le strutture e gli impianti del settore sociale e socio-sanitario;
Atteso che le difficoltà incontrate negli anni di pandemia hanno visto la Regione del Veneto presente e a fianco dei centri servizi per anziani con varie progettualità, tra le quali:
a) misure straordinarie di sostegno a fronte delle maggiori spese sostenute nel contrasto al contagio e nell'organizzazione richiesta dal perdurare della pandemia e per l'equilibrio di bilancio:
1) Novembre 2020 12 milioni 845.879,25 euro;
2) Dicembre 2020 4 milioni di euro;
3) Aprile 2021 7.325.022,66 milioni di euro;
4) Aprile 2022 10,4 milioni di euro;
b) con apposito provvedimento ha previsto che le aziende sanitarie possano continuare ad assegnare temporaneamente il proprio personale infermieristico a supporto dei Centri servizi per anziani non autosufficienti accreditati, al fine di fornire sostegno dell'assistenza nelle strutture extraospedaliere per anziani a fronte dell'aggravio delle attività sanitarie dettato dall'emergenza pandemica;
c) nel 2020 ha introdotto la quota di accesso da 30 euro (per un impegno complessivo di oltre 21 milioni di euro) destinata ai non autosufficienti già in casa di riposo, ma senza impegnativa di residenzialità, o in lista d'attesa per entrarvi, al fine di venire incontro sia alle famiglie, nel sostenere la retta, che alle strutture nei momenti di difficoltà dovuto al Covid-19 hanno avuto una flessione del numero di ospiti, il blocco di nuovi ingressi e il conseguente calo degli introiti;
Considerato che
- simile impegno non si è visto da parte dello Stato che per la gestione pandemica non ha riconosciuto economicamente il grande sforzo che dette strutture hanno avuto, né nella declinazione della Missione 5 del PNRR che non annovera detti servizi tra i destinatari delle progettualità e delle risorse economiche per il sociale;
- inoltre non è a tutt'ora chiara la elaboranda riforma della Non autosufficienza statale che, focalizzando molto sul tema della domiciliarità, non permette comprendere quale indirizzo verrà assunto a livello centrale in merito ai servizi residenziali per anziani;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a sviluppare l'esame del Pdl di riforma delle IPAB tenendo conto sia dell'esperienza maturata negli anni di gestione della pandemia, sia dei principi e dei criteri che saranno definiti con la riforma statale della Non autosufficienza, in una organica riforma delle Ipab e delle aziende, pubbliche e private, di servizi alla persona".
Metto in votazione l'ODG n. A0044.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo in votazione finale del PDL n. 115.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ne vedo.
Metto in votazione il PDL n. 115. Collega Bigon, se vi prenotate per tempo è meglio. Do anche un po' di tempo, non mi sembra di essere così repentino. Lo fate sempre all'ultimo momento!
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. A volte non prende subito.
Noi abbiamo discusso un ordinamentale che, di fatto, in genere, prevede quanto meno delle modifiche per quanto riguarda l'attuazione oppure l'adeguamento di una normativa, ma in realtà siamo andati ad approvare e a discutere emendamenti e articoli che nulla hanno a che fare con questi progetti di legge, con questi disegni legislativi, perché vanno veramente a normare dei servizi che nulla hanno a che vedere con un adeguamento.
Al di là di questo, abbiamo trattato materie molto importanti, come ad esempio, si diceva prima, la medicina territoriale, l'emergenza-urgenza. Fermiamoci nuovamente qua. Non possiamo essere favorevoli a questo ordinamentale, perché, per quanto riguarda la medicina del territorio, come si diceva, noi dobbiamo renderla più attrattiva.
Abbiamo tantissimi medici specializzati che non aderiscono al corso, non si iscrivono perché questo non dà possibilità di carriera, non dà possibilità di fermarsi all'interno della regione e di avere delle strutture. Sappiamo perfettamente che il 53% di questi medici, che attualmente sono in carico, svolgono attività in medicina semplice, da soli, in ambulatorio.
Non hanno supporto infermieristico, non hanno supporto di segreteria. Sappiamo che le medicine di gruppo integrate sono state supportate solo per circa il 23% del totale. Per il resto, per circa il 20-25% sono medici che lavorano con un piccolo supporto ad espletamento di quelle che sono le procedure burocratiche enormi all'interno delle proprie competenze e quindi non riescono a svolgere il proprio lavoro nel miglior modo possibile.
I pazienti stanno aumentando, perché la Regione, per superare questi ostacoli, ha cercato di far aumentare, in via volontaria, ovviamente, il numero degli assistiti da 1.500 a 1.800, cercando di recuperare quelle zone carenti. In realtà, pochi vi hanno aderito. Perché pochi hanno aderito? Perché se c'è un carico burocratico pesante, se c'è la mancanza di infermieri all'interno dello studio è evidente che non riescono ad aumentare il numero degli assistiti da 1.500 a 1.800, tenuto conto che tanti già superavano il limite.
La Regione è intervenuta in altro modo cercando di far integrare il servizio dalle guardie mediche, ma anche loro, bene o male, hanno degli incarichi abbastanza impegnativi e sicuramente non possono sostituire il medico di base, perché il medico di base, nella medicina territoriale, ha delle caratteristiche fondamentali, che sono quelle della continuità e del rapporto fiduciario; continuità perché è un rapporto di conoscenza con il proprio assistito e il rapporto fiduciario poi, abbinato alla continuità, porta alla prevenzione. Quindi, è un lavoro tipico della sanità pubblica, tipico della medicina territoriale.
E allora la Regione cosa fa? Presenta l'emendamento. Ovviamente, non avendo risolto il problema né con l'aumento del numero degli assistiti né con l'integrazione da parte delle guardie mediche, porta un emendamento dicendo "diamo agli iscritti al corso di formazione 1.000 assistiti il primo anno e 1.200 il secondo anno", senza tener conto del fatto che questi vanno garantiti nel tutoraggio e sicuramente quantomeno esonerati dalla responsabilità, perché, di fatto, insomma, la responsabilità è veramente grave.
Tenete conto che sempre quel 53% di medici di medicina semplice avrebbero potuto magari dar loro sostegno o quantomeno informazione e supporto, ma sarebbero dovuti essere riconosciuti nella loro attività e la Regione ha omesso di accogliere le nostre proposte correttive. Quindi, abbiamo una medicina di territorio che è stata tamponata con questo emendamento, ma non andremo a risolvere la questione.
Spero veramente nelle parole che ha detto prima l'Assessore, che con dei provvedimenti successivi magari verranno anche ascoltate le richieste dei rappresentanti di categoria all'interno delle audizioni o quantomeno le nostre richieste, che sono quelle che portiamo da parte dei cittadini che devono avere, all'interno dei LEA, un servizio garantito anche nella qualità.
Pensiamo poi all'emendamento relativo all'emergenza-urgenza dove andiamo ancor di più a pesare le differenze tra i medici non specializzati, senza esperienza o quantomeno con esperienza inferiore rispetto a chi lavora da venti, trenta, quarant'anni. Questo è stato rilevato chiaramente in audizione. C'è una differenza retributiva che va dai 60 euro all'ora ai 100 euro all'ora. Andiamo ad aumentare questa diversità e rendiamo ancora meno attrattiva la sanità pubblica, perché questo è il nostro problema, questa è la nostra cornice, questo è l'obiettivo che noi dobbiamo raggiungere. Senza tener conto che anche qua, anche nel primo anno, incarichiamo all'interno di questi pronti soccorsi dei medici abilitati e, non c'è dubbio, sicuramente bravissimi, perché abbiamo delle scuole universitarie che formano molto, molto bene in Veneto, e li inseriamo senza, però, garantire un affiancamento – conosciamo tutti la situazione dei nostri pronti soccorsi – anche abrogando la disposizione relativa alla scuola di specialità.
Se noi vogliamo intervenire nella sanità, dobbiamo intervenire in modo veramente profondo, sentendo le categorie, sentendo i rappresentanti e dando, come è giusto che sia, una risposta adeguata alla cittadinanza, che non vede il medico di base in molti territori, che non vede la possibilità di accedere a un pronto soccorso con servizio di qualità, perché una buona parte, oltre il 60%, sono esternalizzati come servizi. Sappiamo che, comunque, anche all'interno dei nostri pronto soccorso, anche quelli non esternalizzati, abbiamo turnover enormi, con stress e carichi a carico del nostro personale che non riesce sempre a far fronte a tutte le richieste. Quindi, dobbiamo rivedere completamente tutta la medicina territoriale e sanitaria.
Parlo della competenza regionale. La Regione deve investire. Del resto, se è al penultimo posto per quanto riguarda il costo del personale, vuol dire che un problema c'è, un problema ci è stato. Noi dobbiamo mettere a disposizione le risorse. Se mettiamo a disposizione le risorse per la nostra sanità, certo che li garantiamo i LEA – e ci mancherebbe! – perché allora non avremmo più il doppio della media nazionale che se ne va dal pubblico, non avremmo più quelle 500 persone che sono in graduatoria nella medicina territoriale, perché accetterebbero l'incarico.
Se noi adeguiamo gli strumenti e diamo supporto all'interno degli ospedali, quindi supporto infermieristico, di operatori socio-sanitari, e all'interno degli ambulatori personale amministrativo, certo, formato – e ci mancherebbe! – porterebbero via circa il 50-60% del lavoro che un medico ha oggi, se diamo loro un infermiere, sicuramente troviamo la soluzione. Certo, c'è anche il problema degli infermieri. Lo sappiamo. In Veneto ne mancano 4.000 e oltre. Anche qui è un problema di retribuzione.
Credo che non sia più sufficiente dire al cittadino che il problema è nazionale, perché la responsabilità qua nella soluzione sta tutta nella Regione, al di là del fatto che per anni anche la Regione Veneto è stata prima all'interno delle Conferenze Stato-Regioni, dove aveva la possibilità di adeguare le richieste, le borse di specializzazione e tutti i riscontri. Perché? Perché in tante relazioni che abbiamo visto sotto l'aspetto delle richieste che la Regione Veneto faceva al Governo centrale per l'assegnazione delle borse di specializzazione, spesso in alcuni settori chiedevano meno di quelle che erano le esigenze dimostrate all'interno della Regione.
Per cui, siamo contrari a questo ordinamentale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io non posso votare questo ordinamentale. Capisco il tentativo di mettere una toppa in una falla che è più grande del buco, seppur con dei miglioramenti, perché, secondo me, il fatto di estendere, di ampliare, di aumentare la retribuzione oraria nei pronto soccorso è un fatto positivo, perché da 60 si passa a 100 euro e, secondo me, questo renderà sicuramente più attrattivo il lavoro al pronto soccorso, che sappiamo essere in estrema difficoltà in tutte le zone del Veneto.
Al di là di questo, però, lo ripeto ancora una volta, è una questione di metodo. Io ho partecipato alle audizioni delle varie associazioni e la critica che viene mossa più frequentemente è quella del metodo, della non condivisione.
Ci sono degli aspetti che avrebbero contribuito, proprio da parte degli auditi, a migliorare questo ordinamentale e non sono stati presi in considerazione.
Parlavamo di un aumento graduale degli assistiti in capo agli specializzandi. Non è che fare il medico sia equiparabile a qualche altro mestiere. Il medico mette le mani sulle persone, cura le persone ed è il mestiere, credo, più difficile in assoluto. Nessuno di noi può sostituirsi al medico senza anni e anni di studio, di conoscenza e di pratica. È proprio da loro stessi, dagli specializzandi stessi, a volte, che deriva la paura di confrontarsi con un numero così elevato di pazienti, anche perché in quel periodo di specializzazione essi devono formarsi, devono studiare. Quindi, anche l'impossibilità di aggiudicare le ore di laboratorio, di ambulatorio come orario di formazione, secondo me, è un limite grandissimo, che farà sì che tantissimi non sceglieranno di aumentare volontariamente il numero dei pazienti assistiti.
Questi sono dei limiti che rimangono, come quelli della responsabilità, come citava prima la collega, una responsabilità grandissima che resta in capo agli stessi, alla mancanza del tutor e ad altre situazioni che non facilitano questa scelta da parte degli specializzandi.
Mi pare un po' riduttivo anche l'atteggiamento di chi dice "lo fanno già altre Regioni" o "lo Stato sta prendendo questa decisione". In una terra che si professa la patria dell'autonomia, della autodeterminazione, credo che dovremmo prima guardare in casa nostra, capire quali sono le esigenze della nostra sanità, del nostro Veneto, e adeguare quello che proviene dall'alto in funzione delle nostre esigenze per primi.
Quindi, detto questo, non posso che essere negativa. Bisogna rigettare questa proposta che non risolve un problema, cerca di tamponare un'emergenza, ma sicuramente non è la soluzione a un problema ancora più grande.

PRESIDENTE

Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente. Ho l'impressione, sentendo gli ultimi interventi e dichiarazioni di voto, che potremmo stare qui non ore, ma giorni a spiegare i motivi che ci hanno portato a fare queste proposte. Comunque non troveremmo l'attenzione e l'ascolto da parte dell'opposizione. Quindi, senza rientrare in argomenti che abbiamo trattato ampiamente nella giornata di oggi, voglio ringraziare i Consiglieri del mio Intergruppo per aver dimostrato con i numeri, senza tante chiacchiere, cosa vuol dire essere una maggioranza solida, anche a discapito magari di chi si diverte sui giornali a raccontare un'altra verità.
Voglio, con questa dichiarazione di voto, ovviamente dichiarando il nostro voto favorevole, manifestare ancora una volta, se fosse necessario, l'assoluto sostegno alla attività della Giunta, dell'assessore Lanzarin per quello che compete, appunto, la normativa in campo sanitario.
Grazie.

PRESIDENTE

Mettiamo in votazione il PDL n. 115 come emendato .
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



NOMINA DEL RAPPRESENTANTE DELLA REGIONE IN SENO AL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL CENTRO INTERNAZIONALE DI STUDI SULL'ECONOMIA TURISTICA (CISET). (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 41) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 83/2022)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro

PRESIDENTE

Portate un attimo di pazienza perché ho un'urgenza che mi ha posto la Giunta.
Relatrice Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Sarò velocissima.
Come sapete, la rappresentante del CISET è di nomina di questo Consiglio. In base all'esito dell'avviso della Direzione Turismo sono state approvate le risultanze dell'istruttoria effettuata sulle proposte di candidatura pervenute. Complessivamente erano otto proposte, di cui sei sono risultate ammissibili in quanto pervenute entro la data di termine. Risultano, quindi, presentate complessivamente otto candidature, sei ammissibili e due non ammissibili.
La Giunta ha, quindi, proposto di indicare al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 2 della legge 23 dicembre 1991, n. 37, il seguente nominativo: Adriana Miotto, nata a Treviso il 9 ottobre 1989, per la successiva nomina quale rappresentante della Regione in seno al consiglio di amministrazione del CISET.
Come già illustrato in Prima Commissione dalla Direzione Turismo, le specifiche funzioni e le attività del CISET hanno motivato la candidatura della dottoressa Miotto a rappresentante regionale nel consiglio di amministrazione quale esperta e profonda conoscitrice di turismo, come si può evincere dal corposo curriculum vitae allegato, ed ha, quindi, ottenuto, a maggioranza della stessa Commissione referente, il voto favorevole.
Va inoltre detto che per l'incarico di rappresentante regionale del consiglio di amministrazione non è previsto nessun compenso, essendo un incarico a titolo gratuito.
Per le suddette ragioni, si chiede a questo Consiglio regionale di ratificare quanto già deliberato dalla Giunta regionale e dare seguito all'individuazione della dottoressa Miotto quale rappresentante regionale nel consiglio di amministrazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
È una PDA, per cui si vota con il sistema elettronico.
Non vedo interventi.
Metto in votazione la PDA n. 41.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Chiudiamo qui la seduta.
Chiedo ai Capigruppo di rimanere in Aula. Per i colleghi che mi ascoltano, martedì prossimo ci sarà Consiglio regionale, che adesso con i Capigruppo organizzeremo.
Grazie.
La Seduta termina alle ore 18.33
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI


Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 60 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 60
MARTEDì 17 MAGGIO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 60a seduta pubblica – martedì 17 maggio 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7582 del 12 maggio 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.31 e rinvia i lavori alle ore 10.50.

La seduta è sospesa alle ore 10.31.

La seduta riprende alle ore 10.55.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 59a seduta pubblica di martedì 3 maggio 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 243 del 23.02.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Posti letto pediatrici presso l'ospedale di Asiago: quando si tornerà alla normalità?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Il PRESIDENTE rinvia la trattazione dell'Interrogazione a risposta immediata n. 244.

n. 248 del 25.03.2022
presentata dal consigliere Finco
"Vie del Pascolo e valorizzazione della transumanza: a che punto è l'adozione del piano triennale e l'attuazione della legge regionale n. 32 del 2020?"

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]



Punto 5.2) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalle consigliere Guarda, Baldin e Ostanel relativa a "Attendiamo l'autonomia per incrementare la spesa e i servizi regionali a sostegno della salute mentale?" (Interrogazione a risposta scritta n. 177)


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Per richiamo al Regolamento interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 12/2022)  [RESOCONTO]


Si prosegue con l'esame degli articoli e degli emendamenti collegati al progetto di legge in oggetto iniziato nella 59a seduta consiliare di martedì 3 maggio 2022.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. A31, A32, A33, A34 e A36 scade in 30 minuti.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla presidenza della Quinta commissione, integrata dal relatore e dal correlatore, di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 11.29.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 12.33.

Interviene il consigliere Zanoni sull'ordine dei lavori.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

L'emendamento n. A17 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 2.

L'emendamento n. A18 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 3.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra gli emendamenti nn. A10 e A12.

L'emendamento n. A10 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A12 intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A12 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A11 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A13 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A1 interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e propone una modifica.

L'emendamento n. A1 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

L'emendamento n. A8 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A7 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto), Bigon (Partito Democratico Veneto) e l'assessora Lanzarin.

L'emendamento n. A7 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A9 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Zottis (Partito Democratico Veneto), Possamai Giacomo (Partito Democratico) e Brescacin (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A9 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 4.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 13.08.

La seduta riprende alle ore 14.44.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. A41 scade in 5 minuti di tempo.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare e inserito come articolo 5.

L'emendamento n. A4 all'articolo 4, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A3 all'articolo 4, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A2 all'articolo 4, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 6.

Gli articoli 5, 6, 7, 8 e 9, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare e inseriti rispettivamente come articoli 7, 8, 9, 10 e 11.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A31, a seguito della presentazione dell'emendamento n. A41.

Il PRESIDENTE comunica che a seguito del ritiro dell'emendamento n. A31 decadono i subemendamenti nn. A37, A38 e A39.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla presidenza della Quinta commissione, integrata dal relatore e dal correlatore, di esprimere il parere sull'emendamento n. A41, appena presentato.

La seduta è sospesa alle ore 14.58.

La seduta riprende alle ore 14.59.

Sull'emendamento n. A41 intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zottis (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Guarda (Europa Verde), Baldin (Movimento 5 Stelle), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Brescacin (Zaia Presidente), Lorenzoni (Gruppo Misto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Brescacin (Zaia Presidente) per fatto personale e l'assessora Lanzarin.

Durante l'intervento della consigliera Bigon assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

L'emendamento n. A41 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A19 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Villanova (Zaia Presidente), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Camani (Partito Democratico Veneto) per fatto personale, Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e l'assessora Lanzarin.

Durante l'intervento del consigliere Pan assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

L'emendamento n. A19 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 12.

L'emendamento n. A5 all'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 13.

Sull'emendamento n. A29 intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, l'assessora Lanzarin e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A29 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare e inserito come articolo 14.

L'emendamento n. A6 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 12 e 13, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare e inseriti rispettivamente come articoli 15 e 16.

L'emendamento n. A32 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 17.

L'emendamento n. A14 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 18.

L'emendamento n. A34 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 19.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. A15.

L'emendamento n. A16 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 20.

Sull'emendamento n. A20 intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Lorenzoni (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Brescacin (Zaia Presidente) e l'assessora Lanzarin.

L'emendamento n. A20 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 21.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 17.31.

La seduta riprende alle ore 17.43.

Il PRESIDENTE dichiara preclusi l'emendamento n. A33 e il subemendamento n. A40 all'emendamento n. A33.

Sull'emendamento n. A36 intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A36 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 14, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare e inserito come articolo 22.

L'articolo 15, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare e inserito come articolo 23.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A21

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Cestaro relativo a "Trasferimento di salma: garantire la tempestività della firma del direttore sanitario" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 78/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A21.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A22

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "Procedere al più presto con l'aggiornamento e l'esame del progetto di legge di riforma delle IPAB". (Progetto di legge n. 115) RESPINTO  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra e Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A22.

Il Consiglio non approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A23

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, Guarda e Lorenzoni relativo a "Approvare entro il 2022 la riforma delle IPAB". (Progetto di legge n. 115) RESPINTO  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A23.

Il Consiglio non approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara inammissibile l'ordine del giorno n. A24.

Sull'ordine dei lavori intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) e Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE dichiara inammissibile l'ordine del giorno n. A25.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

ODG n. A26

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, Guarda e Ostanel relativo a "La grave carenza organica nei servizi veterinari pubblici della nostra regione mette a rischio la salute umana e animale. La Giunta regionale apra gli occhi e agisca in fretta!" (Progetto di legge n. 115) RITIRATO  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che, dopo averlo illustrato, lo ritira.

Il PRESIDENTE dichiara inammissibile l'ordine del giorno n. A27.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

ODG n. A28

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Guarda relativo a "Pervenire a una più compiuta tutela del benessere animale" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 79/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A28.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A30

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zanoni, Lorenzoni e Guarda relativo a "Dare piena attuazione ai LEA nella Regione Veneto" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 80/2022)  [RESOCONTO]

Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Bigon (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A30.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A35

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "La grave carenza organica nei servizi veterinari pubblici della nostra regione mette a rischio la salute umana e animale. La Giunta regionale apra gli occhi e agisca in fretta!" (Progetto di legge n. 115) RESPINTO  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A35.

Il Consiglio non approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Sponda, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Bozza

Non votanti:

nessuno

ODG n. A42

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel, Guarda, Bigon, Baldin, Camani e Zottis relativo a "Approvare al più presto un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per vulvodinia e neuropatia del pudendo" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 81/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A42.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara inammissibile l'ordine del giorno n. A43.

ODG n. A44

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Brescacin relativo a "IPAB: sviluppo della riforma organica" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali". (Progetto di legge n. 115) APPROVATO (Deliberazione n. 82/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A44.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge n. 115 intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Nomina del rappresentante della Regione in seno al Consiglio di amministrazione del Centro internazionale di studi sull'economia turistica (CISET). (Proposta di deliberazione amministrativa n. 41) APPROVATA (Deliberazione n. 83/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica a scrutinio segreto, la proposta di deliberazione amministrativa.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato martedì 24 maggio 2022 alle ore 10.30.

La seduta termina alle ore 18.33.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LORENZONI Arturo
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca








LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN








IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI













N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba