ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 26/07/2022 n. 67

Resoconto n. 67 - 11^ legislatura
Resoconto 67 a Seduta pubblica
Martedì, 26 luglio 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta inizia alle ore 10.55

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno. Abbiamo il numero legale.
Diamo inizio alla 67a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 11608 del 21 luglio 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso
Ha comunicato l'assenza il consigliere Piccinini. Inoltre, abbiamo una collega che ci sta seguendo da remoto.
PUNTO
6



PROGRAMMA 2022-2024 DEGLI INTERVENTI DELLA REGIONE DEL VENETO A FAVORE DELLA FAMIGLIA. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 44) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 111/2022)

Relazione della QUINTA commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Zecchinato
Correlatrice: Consigliera Zottis

PRESIDENTE

Siamo sulla proposta di deliberazione amministrativa n. 44.
La scorsa settimana avevamo quattro interventi in sospeso da parte dei colleghi. C'era il collega Speranzon, che però oggi non vedo in Aula, attualmente, e poi il collega Pan, che voleva intervenire sull'argomento.
Se fa richiesta, prego, collega.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ho fatto richiesta. Grazie, Presidente.
Questo è un tema importante, un tema che naturalmente va a colpire molte sensibilità e molte particolarità della nostra società civile.
Qui dentro spesso e volentieri siamo abituati a sentire espressioni come "il buon padre di famiglia" o "fare come il buon padre di famiglia". Cosa significa questo? Avere una particolare preparazione nell'affrontare le situazioni della vita. Da sempre, la famiglia per noi è il nucleo fondante della società civile. La famiglia dovrebbe essere quel luogo in cui ci sono determinati valori.
Noi della Lega pensiamo che la famiglia sia quella forma della società in cui c'è un papà e una mamma e ci sono dei figli; e non è, come qualcuno spesso e volentieri viene a dirci, la famiglia allargata, la famiglia con il genitore 1 e 2, la famiglia che alcune parti della nostra politica identificano come famiglia LGBT+ (e io il "+" non ho mai capito cosa sia).
Noi pensiamo che la famiglia tradizionale, la famiglia dove noi tutti siamo cresciuti, con i valori che sono quelli cristiani della nostra società, la famiglia che è il nucleo fondante della nostra nazione e del nostro Veneto, sia quella la famiglia da difendere, sia quella la famiglia da portare avanti e da incentivare.
Le altre famiglie, quelle moderne, quelle che qualcuno vuole far passare e ha tentato di far passare anche recentemente nel Parlamento, sono quelle legate al DDL Zan, il famoso DDL Zan, che noi abbiamo bloccato al Governo; sono quelle famiglie che spesso e volentieri si vedono sfilare nei Gay Pride o nei pride in giro anche per le nostre città, purtroppo. Mi sembra che nell'ultimo alcune manifestanti nude si sono messe davanti al sagrato di una chiesa, laddove magari qualcuno con abiti succinti e strani atteggiamenti ci vuole far capire che quello è il futuro della famiglia, laddove questi personaggi LGBT+ (e non so cosa ci aggiungeranno ancora) vogliono adottare dei bambini perché quella è la famiglia del futuro.
Noi della Lega non pensiamo che quella sia la famiglia del futuro. Noi pensiamo che la famiglia sia quella che ci hanno insegnato i nostri genitori, che con sacrificio, con abnegazione e con tante rinunce ci hanno fatto crescere.
Forse su questo tema bisognerebbe aprire una riflessione. Se noi andiamo a vedere quello che sta succedendo, purtroppo, anche nella nostra società attuale... Vi ho appena fatto una descrizione di quello a cui la sinistra vorrebbe portarci, di dove vorrebbe portarci la sinistra in questo senso. Devo dire che, invece, le politiche sulla famiglia, le politiche anche sulla cosiddetta incentivazione a far figli (non mi viene altro termine) sono forse quelle più giuste.
Se noi andiamo a vedere quello che sta succedendo... Spesso anche in quest'Aula abbiamo parlato di incentivare gli asili nido, di dare la possibilità alle mamme, giustamente, e alle donne che lavorano, tutte... Anche mia moglie lavora in un'azienda, ma abbiamo tirato su due figli lo stesso. Mia madre lavorava e ha tirato su tre figli lo stesso. Mia nonna ne ha tirati su sette. E se andiamo indietro vediamo che le famiglie erano molto più numerose. Quindi, dobbiamo riflettere e chiederci come mai quando eravamo più poveri facevamo più figli, mentre adesso che siamo più ricchi ne facciamo meno, pur avendo molte più possibilità. Forse i cambiamenti della società hanno fatto sì che siamo tutti un po' più egoisti.
Fare figli non è semplice, mantenere dei figli non è semplice. Soprattutto ci vuole tanto tempo e bisogna stare a casa. Quando non si è più disposti a stare a casa, perché giustamente si lavora, ma oltre al lavoro ci sono i divertimenti, ci sono gli spritz hour, ci sono tutte quelle robe, è chiaro che assistiamo a delle scene, purtroppo, anche recentemente, dove una mamma ha abbandonato una bambina di 18 mesi – una madre disgraziata – per andare a trovare il fidanzato di turno.
Vedete, questi sono segnali che purtroppo ci fanno capire che siamo in una società decadente. Quindi dobbiamo riscoprire i nostri valori, riscoprire cosa significa veramente il sacrificio per la famiglia. Lo dico alle donne, ma lo dico anche agli uomini. Se vogliamo bloccare la decrescita demografica... Spesso abbiamo sentito parlare di decrescita felice, ma, guardate, penso che, al di là dei nostri pensieri personali e politici, dobbiamo immaginare che se vogliamo ritornare ad avere delle classi giovani in futuro dobbiamo non solo incentivare gli asili nido, ma anche considerare alcuni interventi che si possono fare.
Ad esempio, come possiamo vedere in Francia o nei Paesi del Nord, per ogni figlio viene dato al mese un contributo fisso. La Francia ha risolto così. Se andate a vedere cosa ha fatto la Francia per la natalità e per i figli, arriva dallo Stato un assegno mensile a casa per incentivare la nascita dei figli. Sono cose che potremmo fare benissimo anche da noi. Ma se noi, come è avvenuto negli ultimi anni del Governo, spendiamo 400 milioni per il monopattino, prevediamo il bonus facciate, il bonus per le tv, il bonus per il fotovoltaico e tutte quelle robe, dimentichiamo forse che tutte queste cose sono in più. Non ci servono le tv in più, non ci servono i monopattini. Forse se quelle centinaia di milioni che sono stati spesi inutilmente, ad esempio per i banchi a rotelle, servissero per un assegno unico per il figlio, si incentiverebbe la famiglia.
Immaginate una famiglia di operai a cui arrivano 1000 euro o 800 euro al mese per un figlio cosa possa risolvere, al di là degli asili nido gratuiti, al di là delle politiche che possiamo fare. A quello bisogna arrivare, dobbiamo aiutare la famiglia in quel senso. Altri sensi non ci sono. Gli altri sensi, quelli del DDL Zan o LGBT+, non ci sono.
Noi pensiamo che il senso della famiglia tradizionale e cristiana sia il nostro senso. Su questo, penso che come Lega e come maggioranza lavoreremo. Naturalmente credo che questo PDL, questo programma che è arrivato oggi debba essere approvato da parte nostra in quel senso, ossia fare tutto il possibile per incentivare la famiglia, ripeto, tradizionale – papà, mamma, bambini, nonni possibilmente – ma non altro.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Chissà dove vive il collega Pan che vede ancora famiglie tradizionali ovunque, quando nella Regione del Veneto abbiamo – basta guardarli – dati allarmanti. Questo significa che per vent'anni la Lega non ha governato questa Regione a sostegno delle famiglie. "Famiglie" al plurale, perché le famiglie, e lo dice il documento che oggi presentate in Aula, sono tante e sono diverse. In particolare, in Regione del Veneto le famiglie unipersonali, fatte da una persona – non so se il collega Pan ritiene che le famiglie fatte da una persona siano naturali o no – passano dal 10 al 31% dal 1971.
Le famiglie monogenitoriali – anche qui, in Veneto esistono e vanno tutelate e, forse, se la Lega avesse gli occhi per vedere, oggi non avremmo tutti questi problemi in questa Regione – sono il 15% in più dal 2007. In pochissimi anni, dunque, abbiamo famiglie fatte da una persona che arrivano a una percentuale così importante e sono famiglie (al plurale) che devono essere sostenute.
Finché avrete o avrà (il collega) gli occhi bendati e non riuscirete a vedere che in Veneto il problema della famiglia e delle famiglie è un problema importante, perché sempre di più diventano complesse e sempre di più si diventa genitori anche soli, noi non risolveremo i problemi di questa Regione.
Inoltre, lo ha citato anche lei, le coppie senza figli crescono del 10%. Abbiamo un problema di natalità che deve essere preso in carico. Dobbiamo pensare che la donna non è un un'eroina nel momento in cui riesce a conciliare vita lavorativa e vita di cura, ma ha bisogno di uno Stato e di una Regione che sostengano le politiche attive sul lavoro, l'inserimento lavorativo e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Su questo bisogna fare di più anche nella Regione Veneto, e lo dicono i dati.
Nel 2017 sono nati in Veneto 36.600 bambini, nel 2019 33.000. Abbiamo un calo di nascite talmente forte, e la curva sta andando in questa direzione, che noi non possiamo permetterci, collega Pan, di avere uno sguardo e una visione così semplici del mondo. È difficile fare figli in questo Paese, in tutte le Regioni d'Italia, perché non c'è una politica attiva seria, fatta da nessuno dei Governi, per fare in modo che le donne abbiano lo stesso diritto di conciliare vita lavorativa e cura dei figli. E non siamo nel 1970; anche se lei ha voglia di guardare indietro, non siamo più in quel mondo. Il lavoro è diverso e va tutelato, soprattutto quello femminile.
Abbiamo un problema, in questa Regione, e lo vedremo anche negli emendamenti che ho presentato. Abbiamo un problema nell'accesso, ad esempio, agli asili nido. Tantissime volte ho parlato di questo tema, laddove le famiglie del Veneto pagano in media 50 euro in più al mese per le rette. E i dati parlano rispetto al fatto che abbiamo un'accessibilità agli asili nido che deve essere potenziata.
Invece di pensare di tutelare la famiglia che lei ritiene tradizionale, forse dovremmo metterci qui a pensare a come le famiglie, tutte, possono avere il diritto di fare dei figli, andare a lavorare, uomo e donna, e accedere a un servizio di asili nido che, secondo la legge che voi avete approvato, deve tendere alla gratuità. Le rette per gli asili nido in questa Regione, e sarà così sempre di più nei prossimi anni, devono tendere alla gratuità. Stiamo facendo abbastanza per fare questo, come altre Regioni hanno fatto? Io credo di no. In questo senso, e ci sarà un emendamento che presenterò proprio sul tema dei nidi, noi dobbiamo andare verso questa direzione.
C'è un altro tema che credo sia importante discutere qui oggi, e intervengo anche per questo: il tema dei consultori familiari. È vero che ci saranno altri provvedimenti che nello specifico andranno a lavorare su questo, ma qui dentro abbiamo moltissimo anche rispetto al tema di come una donna può accedere a un consultorio familiare. Anche qui abbiamo un problema all'interno di questa Regione, perché abbiamo un'accessibilità ai consultori che non è in linea con quella che dovrebbe essere la media che lo Stato propone. Ad esempio, se in una Regione come l'Emilia-Romagna una donna riesce ad arrivare a un consultorio più velocemente, perché ce ne sono di più e ce ne sono in numero maggiore rispetto alla popolazione, in questa Regione noi non raggiungiamo ancora quella media.
I problemi sono tanti, vanno presi in carico e questo è il momento di prenderli in carico con un Piano che fa una previsione di lavoro per i prossimi anni. Il tema della famiglia di sicuro... Credo che il collega Pan abbia fatto un intervento forse un po' a freddo e forse non troppo in tema. Le famiglie vanno tutelate tutte. Ho provato a spiegarle, collega, che oltre alle famiglie che lei, credo anche con un attimo di disprezzo, ha nominato LGBTQ dicendo "non so neanche cosa sia questo tema"... Guardi le piazze, guardi i più giovani e si renderà conto che cosa sono. Ma, al di là di questo, questo Piano sta parlando di tutte le famiglie: unipersonali, monogenitoriali, senza figli, famiglie fatte da persone sole, che rimarranno sole probabilmente anche in età più anziana, e un legislatore regionale ha il compito di guardare a queste senza ideologia e di pensare che i servizi per quelle persone vanno garantiti di più perché sono più fragili.
Una famiglia fatta da due persone, da più persone, anche con figli, probabilmente riesce anche a gestire una vita familiare più facile; ma quando ci si trova da soli, e le famiglie unipersonali in Veneto sono tante, come in tutte le Regioni italiane, si ha bisogno di servizi specifici, perché quelle persone si troveranno sole anche quando saranno più anziane. Allora, o iniziamo a ragionare ora (e non facendo i discorsi che ho sentito prima) del fatto che in questa Regione ci sono famiglie con bisogni diversi che vanno prese in carico, oppure, se guardiamo il mondo con gli occhi semplici e magari un po' bendati, come mi pareva di vedere nel suo intervento, non riusciremo mai a prendere in carico i problemi delle famiglie del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, pensavo che ci sarebbe stato un dibattito un po' più inerente ai temi che stiamo trattando, ma è chiaro che l'aria di campagna elettorale ci porta in qualche modo a tirar fuori i cavalli di battaglia di quello che è un mondo – chiamiamolo così come va chiamato – sovranista, che pare non rendersi conto che c'è un mondo che va avanti e che le lancette della storia non si possono più riportare indietro.
Basti pensare che l'Italia è l'unica a non avere alcuni tipi di leggi sui diritti civili, per capire quanto siamo anacronistici, quanto siamo fuori dal contesto mondiale evoluto, che viaggia, che va avanti per alcune logiche che per vari motivi vanno contestualizzate.
Vedendo qualche trasmissione televisiva, a volte il termometro, il segno del gradimento di chi propone questo tipo di politica, urlando che la coppia deve essere fatta da uomo e donna, tradizionale, quella che concepisce il figlio, è la piazza piena. L'altra sera sentivo uno psicologo di fama mondiale che diceva: non innamoratevi delle piazze piene, non sono sinonimo di ragione; anche col fascismo c'erano le piazze piene quando si inneggiava al colonialismo, ma non vuol dire che si stesse facendo una cosa giusta.
Credo che si debba semplicemente, collega Pan, riconoscere a tutti gli stessi diritti, perché a stabilire le relazioni tra due persone non sono i rapporti sessuali o la sessualità; è un rapporto di amore, di fiducia, di stima, di stare insieme. E smettiamola di pensare che i rapporti – come li chiamate voi – omosessuali siano basati sulla sessualità, perché sono rapporti basati sull'affetto e sull'amore, sullo stare insieme, alla pari degli altri rapporti, e nulla hanno a che vedere con la sessualità. I rapporti affettivi si basano sullo stare insieme.
Così come il fatto di pensare che i figli siano figli in quanto un uomo e una donna insieme li creano è una forma bieca di concepire l'uso dell'essere umano; è una forma del tutto materialista e strumentale pensare e concepire che il figlio sia figlio solo perché tu lo fai. Il figlio è figlio perché tu dai una risposta alle sue domande; il figlio è figlio perché tu ci stai insieme; il figlio è figlio perché tu lo cresci; il figlio è figlio perché tu sei l'ombrello che lo protegge e lo tutela fino a quando lui diventa grande ed autonomo. E chi è in grado di dare queste risposte non è necessariamente in grado di farlo perché ha un tipo di sessualità piuttosto che un'altra.
Chi ci parla di famiglia tradizionale in Parlamento? Gente con quattro, cinque, sei divorzi alle spalle, figli a destra, figli a sinistra, convivenze da una parte, amanti dall'altra. Sono questi i signori che ci vengono a parlare del valore della famiglia? A questo punto possiamo fare anche noi populismo, ma non lo facciamo, perché cerchiamo di interpretare un bisogno e una realtà seria di questo Paese, che va vista e che non possiamo nasconderci. Non possiamo dire che le lancette dell'orologio sono ferme a cinquant'anni fa, quando certe necessità non erano un tema che la politica doveva porsi per affrontarle.
I criteri dello stare insieme sono il rispetto, l'affetto, il farsi carico l'uno dell'altro e, come quando due si sposano, gli impegni che si prendono davanti al Codice civile. Sono quelli i criteri dello stare insieme. Fatemi capire, la famiglia deve essere necessariamente, collega, fatta da uomo e donna, però dopo va bene se fai il figlio ma non ti occupi di lui, magari lo maltratti, magari lo picchi, magari lo lasci a sé stesso. No, però va bene, va bene perché è figlio di un'unione di uomo e di donna, come se fosse la sessualità a stabilire i criteri per essere in grado di occuparsi di un altro essere umano. Non è mica così, collega Pan. E chi urla là in fondo che non è tema di oggi, lo dica al collega Pan, che ha fatto un'arringa su questi temi. Anche io lo so che non è tema di oggi, però non possiamo mica permettere che qualcuno si alzi e spari perché in campagna elettorale tutto va bene.
Le persone stanno insieme perché si amano, le persone stanno insieme perché si rispettano, non perché fanno i figli. I figli sono il frutto dell'amore e del rispetto, non è una cosa che si semina in giro ed è giusta perché si è uomo e donna.
Tornando a noi e a quello che diceva la collega Ostanel, i dati dicono, colleghi, che – proprio in base all'intervento che ha fatto il collega Pan – in questi 20 anni avete fallito. Se le linee di pensiero sono quelle che ha detto il collega Pan e i numeri sono quelli riportati nei documenti di oggi, vuol dire che la società ha sviluppato un percorso familiare nettamente diverso da quello che è nei pensieri che lei ha espresso, collega Pan, Capogruppo della Lega Veneta, Lega Nord, Lega per Salvini. Ho perso il conto di come vi chiamate, perché in base all'elezione da vincere decidete se mettere il Nord nel simbolo o essere una Lega nazionale, e noi ci perdiamo un po', però fortunatamente gli elettori se ne sono accorti.
Chiudo dicendo che oggi stiamo facendo una legge che parla di tutt'altro. Cosa c'entrano questi temi, che vengono tirati fuori pur di strumentalizzare quello che viene detto? Ho capito, colleghi, che il repertorio è sempre quello e bisogna tirar fuori il disco perché dobbiamo dare una testimonianza di presenza, ma cosa c'entra con quello che stiamo discutendo oggi? Siete più anacronistici di quello che dite. Siete il passato più di quello che dite. Stiamo sul tema, occupiamoci delle esigenze reali del popolo veneto, come piace chiamarlo a voi, al cui interno ci sono – ahimè, vi devo dare una brutta notizia – anche persone che pensano di vivere la loro vita in libertà e non come volete voi. E per fortuna, direi.
Quindi, colleghi, il mio invito è a stare sul pezzo della legge di oggi. Lasci stare il populismo, lasci stare le arringhe da piazza, tanto non saranno queste quattro battute che fate in quest'Aula a cambiare il destino elettorale vostro o nostro.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Anch'io mi sono sentito chiamato in causa dall'intervento del collega Pan. Cos'è la famiglia, collega Pan? Io credo che la famiglia sia quella dove uno sta bene e non decido io dove sta bene un mio figlio. Se un mio figlio decide per una relazione omosessuale io non gli voglio meno bene. Questa è una cosa importantissima. Io penso che il rispetto per le scelte di ciascuno sia alla base dello stare insieme civile. Io credo che l'atteggiamento che abbiamo come genitori debba essere lo stesso che dobbiamo avere come legislatori. Noi dobbiamo volere bene ai nostri figli come alle persone che siamo chiamati ad amministrare e questo è un elemento importante: non decidiamo noi quali sono le strutture in cui una persona sta bene.
Io vorrei fare un richiamo perché ha fatto un riferimento alle famiglie con i valori cristiani, che sono quelle da difendere. Quali sono i valori cristiani? I valori cristiani, mi sento di interpretarli, sono quelli dell'accoglienza, dell'amore, del rispetto per tutti. Non decidiamo noi quali sono i comportamenti che una persona, ovviamente nel rispetto delle regole, deve tenere. E questo è un elemento veramente importante. Ma faccio riferimento proprio all'attività catechistica della nostra Diocesi, se vuole che entriamo, perché la nostra Diocesi ha un'attività catechistica mirata alle coppie omosessuali e credo che sia un elemento importante, perché la Chiesa stessa si è resa conto che il rispetto delle persone viene prima. Tutto quello che per tantissimi anni, per una cultura che imponeva le regole e che non lasciava la libertà di scelta, è stato accettato con sofferenza, oggi, per fortuna, richiede meno sofferenza e io vorrei che noi fossimo consapevoli di questa meno sofferenza delle persone, che non si devono sentire giudicate nei loro comportamenti quando sono comportamenti ovviamente coerenti con quello che è il rispetto delle persone e la libertà degli altri, ovviamente legata ai limiti della libertà nostra.
Invocare manifestazioni un po' colorite come ha fatto lei, consigliere Pan, che sono manifestazioni che vogliono semplicemente richiamare l'attenzione... Ho tanti amici ‒ tanti ‒ che vivono la loro omosessualità, la loro vita familiare con grande dignità, con grande riservatezza, verso cui io sento un rispetto grande quanto quello che ho verso genitori che hanno dei figli, che li seguono e che li aiutano a crescere.
Penso che una società cristiana ‒ come dice lei ‒ debba essere quella capace di accogliere tutti, senza fare distinzioni. Capisco che la diversità spaventi. L'atteggiamento di paura che voi proponete, di timore verso ogni diversità, sia questa sessuale, sia questa di provenienza geografica, sia questa di ogni tipo, deve essere superato. Non possiamo più permetterci che le nostre scelte siano legate alla paura. Dobbiamo affrontare le cose con realismo e con la capacità di saper guardare oltre gli stereotipi, i pregiudizi e anche i vincoli culturali che tanto male hanno fatto alla nostra società nei secoli e negli anni passati.
Voglio richiamare alla responsabilità, perché chi amministra e fa le categorie "buoni" e "cattivi" non credo sia un buon amministratore.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zecchinato, interviene in replica? Prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io non voglio avventurarmi nella discussione che è stata avviata in quanto ritengo ci siano posizioni politiche libere, che ognuno di noi deve e può esprimere in questo Consesso.
Riguardo al Piano, nello specifico, è rivolto alle famiglie e le famiglie possono essere costituite anche da una sola persona. È la famiglia intesa come "insieme di persone dimoranti abitualmente nella stessa abitazione, legate da vincoli di matrimonio, parentele, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi". Questo è pacifico. È la definizione di famiglia.
È chiaro, poi, che il pensiero può essere più a favore della famiglia tradizionale, come riteniamo noi, piuttosto che altre forme di famiglia che nel tempo sono maturate e che il Piano, peraltro, prende benissimo in considerazione. Dalla lettura dei dati che ha fatto anche prima la consigliera Ostanel, che ha ripreso anche i dati già letti e già discussi martedì scorso, c'è una chiara tendenza all'aumento delle famiglie monoparentali, monogenitoriali, famiglie che derivano anche dall'instabilità coniugale, quindi il Piano è un Piano, a mio avviso, innovativo; un Piano che è stato ampiamente discusso, un programma che è stato ampiamente discusso in Commissione e anche dalla Cabina di regia. Per cui, sostanzialmente, il fatto che il Piano sia anche fuori tempo massimo, sia fuori dalla storia lo rimando al mittente, nel senso che non mi pare proprio, leggendo il Piano, che sia così. Poi, è chiaro che questo programma, nell'individuare gli interventi, come in tutte le programmazioni, deve scontare la questione che le risorse sono limitate, al contrario delle richieste. Per cui, da questo punto di vista, bisogna fare delle scelte, bisogna allocare delle risorse e il Piano individua un impegno di spesa di circa 29 milioni di euro o poco meno solo per il 2022. È una cifra importante a favore delle famiglie venete, tanto che l'attesa per questo programma è stata ribadita da tutte le associazioni, da tutti i soggetti che sono stati auditi in Commissione.
Credo che tutti gli interventi che sono stati fatti anche martedì scorso, dove si è parlato degli obiettivi di questo Piano in maniera chiaramente positiva, delle politiche volte a valorizzare il ruolo della famiglia anche come strumento di formazione, come strumento anche di innovazione... Sappiamo tutti che l'individuo matura la propria vita e quindi anche le proprie esperienze in un contesto sociale. È chiaro che se sta bene in famiglia sta bene in società. Nella società abbiamo degli individui che sicuramente hanno meno problemi poi in futuro. Per cui c'è un forte impegno su questo Piano.
Si è parlato anche da parte dei colleghi di pensare per il futuro ad azioni volte alla fertilità, a iniziative che magari altre Province come la Provincia di Trento, che citava il vicepresidente Finco nel suo intervento, ha messo in campo delle azioni che sembrano dare dei risultati positivi o piuttosto che altre buone pratiche che sicuramente sono da tenere in conto.
Il Piano è un Piano aperto, che deve scontare il fatto anche che è un Piano che fa riferimento anche ad altre misure e altre programmazioni, al DM 77 piuttosto che a politiche legate al lavoro. Sono temi – ne abbiamo discusso anche nell'Ufficio di Presidenza sugli emendamenti – di cui bisogna tener conto anche nella valutazione degli emendamenti proprio per non creare sovrapposizioni.
Ritengo – e ribadisco – che questo sia un Piano innovativo e importante e anche che le risorse stanziate siano risorse che in questo periodo, in cui si tiene conto della congiuntura della pandemia e di tutte le criticità, anche di tipo internazionale, che ci sono, rappresentino un intervento assolutamente importante e atteso. E invito ancora a tutti i Consiglieri a votare favorevolmente, nel momento in cui andremo a votare questo Programma. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
Io vorrei intanto ringraziare sia la Quinta Commissione sia il Consiglio per la celerità con cui si è voluto affrontare questo provvedimento, che rappresenta un provvedimento cardine, importante, strutturale, quindi non una tantum oppure qualcosa di sperimentale, e che potrà rendere operativi anche una serie di interventi.
Ringrazio anche per il dibattito che c'è stato in Quinta Commissione e che ci sarà oggi, in questo momento, nella fase iniziale, ma poi nella fase degli emendamenti, perché credo che la tematica della famiglia e della denatalità sia una tematica oggi importantissima, che deve effettivamente rappresentare l'agenda politica di tutti noi, a livello regionale ma anche a livello nazionale, perché sappiamo benissimo che se, purtroppo, noi stiamo attraversando il cosiddetto "inverno demografico", questo, a lungo andare, mette a rischio una serie di altri pilastri, in primis il nostro welfare. È chiaro che noi, in questo modo, non avremmo una continuità, una stabilità rispetto a quelli che sono anche i pilastri fondamentali del welfare per il futuro, piuttosto che il cambio generazionale eccetera. Quindi è una tematica che oggi deve, a mio parere, effettivamente ricoprire le agende politiche nazionali e internazionali e, come in questo caso, regionali.
Noi arriviamo da una legge che è stata citata, la legge 20 del 2020, legge costruita – lo ribadisco – dal basso, quindi costruita con l'avvallo di tutte le componenti (dell'associazionismo, degli Enti locali, componenti tecniche, la componente delle aziende sanitarie, nello specifico quelle che si occupano di minori e famiglia) proprio con la volontà di avere una cornice quadro su cui poi fare una serie di interventi. E il Piano triennale, che è il primo Piano triennale, lo sappiamo, perché dal 2020 ad oggi con la pandemia abbiamo un po' operato in emergenza, con i proventi che garantivano comunque sostenibilità e continuità sicuramente alle famiglie fragili, alle fasce più deboli... Però oggi arriviamo con una strutturazione, invece, di un Piano triennale che poi sapete si declinerà in Piano annuale, che mette anche in evidenza come alcuni pilastri che sono stati sottolineati trovano poi concretezza all'interno di questo Piano.
Siamo sicuramente tutti d'accordo che il problema legato anche alla denatalità o comunque alla difficoltà a volte di programmare una famiglia sia legato ai servizi educativi, che devono essere presenti, capillari e devono dare una risposta.
Voi sapete che il Veneto, tutto sommato, rispetto a un panorama nazionale, ha una percentuale buona. Possiamo e dobbiamo sicuramente far meglio, ma il 29% rispetto al termine previsto del 32%, oggi è una percentuale che io credo buona, che può essere migliorata e che, anche se voi sapete, con i fondi del PNRR legati alla missione specifica, ha avuto anche delle opportunità di incremento e di miglioramento. è chiaro che qui va accompagnato anche a quello che è poi il sostegno alle famiglie nell'accessibilità ai servizi educativi prima infanzia 0-3 e 3-6.
Con questo Piano noi avevamo già messo in atto l'anno scorso, lo ribadiamo con questo Piano, con questa annualità, il discorso legato alle rette di frequenza degli asili nido, quindi la prima fascia 0-3, cercando appunto di andare incontro soprattutto alle fasce più deboli e alle fasce più bisognose, con un investimento di 5 milioni. Lo stesso investimento l'abbiamo fatto anche l'anno scorso. Io ho già detto e ho già anticipato che quando avremo i dati, mi sembra a fine luglio, presenteremo l'annualità precedente e che risvolti ha avuto per quanto riguarda questo punto. Io credo sia un punto insomma molto qualificante, che va nella direzione dei cosiddetti "attendere", ai nidi gratis sarebbe bellissimo e credo che tutti condividiamo. Poi voi sapete che c'è anche un limite, un filo sottile che non sempre permette di arrivare a quel risultato, però di avvicinarci il più possibile.
Anche la sperimentazione con il Fattore famiglia, fortemente voluta, credo che sia molto innovativa, perché questa mette in evidenza come non solo teniamo conto della parte economica della famiglia, giustamente, che viene utilizzata nella maggior parte dei servizi, ma teniamo conto soprattutto di altre componenti, che sono il numero dei figli, che sono il figlio con disabilità, che sono insomma una serie di situazioni che possono effettivamente mettere in evidenza e anche farci capire molto bene qual è la situazione di quel nucleo familiare.
Siamo altrettanto consapevoli, ci è stato ribadito a più riprese e i dati parlano chiaro, insomma, che oggi c'è sicuramente una necessità rispetto ai nuclei monogenitoriali e quindi le famiglie formate da un unico genitore, vuoi perché, lo sappiamo, oggi ci sono sicuramente più separazioni che quindi portano anche a situazioni di questo tipo, vuoi anche perché oggi il nucleo familiare non è più il nucleo patriarcale di un tempo e quindi anche con un solo figlio, con anche situazioni di questo tipo, su cui voi sapete, anche nel corso degli anni, la Regione, la Direzione servizi sociali ha cercato di investire, aumentando di volta in volta anche gli stanziamenti specifici per le famiglie monoparentali, che sicuramente rappresentano un punto molto delicato soprattutto oggi, che si sta attraversando una emergenza.
Ci sono poi tutti i fattori legati allo Sportello famiglia, che riteniamo che sia un'altra iniziativa importante, perché se c'è una cosa che è emersa anche da questo dibattito e se c'è una cosa che emerge anche dai dati nazionali – è vero che negli ultimi anni sicuramente si è cercato di invertire la rotta rispetto alle politiche familiari, pensiamo ai Family Act, pensiamo all'assegno unico, quindi è chiaro che si è invertito – è che però oggi probabilmente c'è ancora una scarsa conoscenza degli strumenti che sono a disposizione. Io ho visto le richieste rispetto all'assegno unico e vi assicuro che sono richieste inferiori a quella che sicuramente è la necessità e a quella che potrebbe essere la platea. è chiaro che il momento di comunicazione, di informazione e di sensibilizzazione diventa fondamentale e io penso che lo sportello, che è istituito presso i singoli Comuni, eccetera, oppure altre modalità rappresentano sicuramente un'opportunità di investimento, ma diventano anche molto importanti proprio in questa comunicazione per far conoscere quali sono i servizi e chi ha diritto ad accedere a quel servizio, perché non sempre si sa e c'è questa comunicazione.
Altro punto sicuramente importante è quello dei consultori, che sono stati citati. Sui consultori c'è un passaggio, perché noi sosteniamo da sempre i consultori, sia quelli pubblici, sia quelli educativi diciamo di stampo privato e quindi che non hanno una natura prettamente sanitaria come sono invece i consultori pubblici, che sono incardinati in ogni singolo Distretto, in cui ci sono dei percorsi, c'è una serie di investimenti che vanno anche nell'investimento legato al potenziamento e alla stabilizzazione del personale.
Altra partita, che io non confonderei, è quella legata invece ai consultori che sono citati all'interno del DM n. 77, che voi sapete che è il decreto ministeriale che ridisegna il territorio, che ridisegna la parte distrettuale e che mette in evidenza le case della comunità rispetto agli ospedali di comunità che sono quelli inseriti in quel provvedimento, e che trova anche un riferimento ai consultori con anche un dato, insomma. Il DM n. 77 mette in evidenza come uno dei parametri da seguire è un consultorio ogni 20.000 abitanti. È chiaro che in quel momento e in quel provvedimento noi andremo a strutturare la rete dei consultori e a capire come riorganizzarla.
Questa è la motivazione per cui molti degli emendamenti che fanno riferimento a questi non sono stati accolti. Ritengo sia quello il provvedimento su cui faremo un'analisi approfondita, anche legata al personale, legata ai contenuti, che troveranno il loro contenuto in quel provvedimento, che si interseca, però, con il Piano famiglia.
Vado a chiudere. Il Piano famiglia è un Piano che ha determinate linee, ma che poi lavora di concerto con altri Piani, che sono sicuramente quelli sanitari (ho citato il DM n. 77) e quelli delle politiche per il lavoro, quando parliamo di conciliazione dei tempi di lavoro, quindi si vanno a inserire ‒ o della parità di genere ‒ con dei provvedimenti che sono già stati approvati e che, quindi, hanno un loro significato, ma che vogliono avere questo collegamento molto stretto.
Accanto a questo, e vado proprio a chiudere, sicuramente ci saranno altri provvedimenti, che sono in itinere. Io ne cito solo alcuni. Pensiamo alla Missione 6 del PNRR, ai progetti PIPPI per la de-istituzionalizzazione dei minori, quindi legati proprio alla fascia dei minori e all'evitare l'istituzionalizzazione, quindi poterli trattenere il più possibile presso le proprie famiglie. Citiamo la nuova programmazione europea, i fondi FSE e FESR su famiglie fragili, famiglie in difficoltà, sulla povertà educativa. Noi usciremo anche con il primo bando legato alla povertà educativa, che comunque accompagna la famiglia, il dopo scuola, interventi di questo tipo, interventi di supporto alla famiglia, quindi in una visione organica e unica.
È chiaro che questo è un tassello. Ha all'interno, io credo, molti riferimenti che oggi sono determinanti e importanti proprio per cercare di creare quella cultura, quella opportunità e quella informazione rispetto a quelle che sono le politiche oggi attive, che possiamo mettere in campo e che sicuramente possiamo migliorare ‒ un Piano non è scritto nella pietra ‒ per il futuro nei confronti della famiglia.

PRESIDENTE

Grazie.
Con l'intervento dell'Assessore, chiudiamo la discussione generale.
La Commissione si è già ritrovata per dare un parere sugli emendamenti. Quindi, passiamo all'analisi degli emendamenti.
Emendamento n. A0029 presentato dalle consigliere Zottis e Guarda, allegato A, pagina 58;64, modificativo, che prevede:
- A pagina 58, ultimo capoverso del paragrafo dedicato ai "Nidi in famiglia", la parola "disabili" è sostituita con le seguenti parole: "persone con disabilità";
- A pagina 64, seconda riga, le parole "e dei disabili" è sostituita con le seguenti parole: "e delle persone con disabilità".
Lo vuole presentare? Lo presenta la collega Cristina Guarda.
Prego, si prenoti.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Chiedo scusa, colleghi, dell'attesa.
È un emendamento che interviene in due punti, a pagina 58 e a pagina 64, che ho proposto di presentare alla correlatrice, in modo tale da adeguare la definizione a quelle che sono le terminologie utilizzate all'interno della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Quindi interviene in maniera disomogenea per adeguare la terminologia e sostituire la parola "disabili" con "persone con disabilità", in modo tale da adeguarci e al contempo allinearci a quanto viene definito all'interno della documentazione degli atti internazionali e rispettare quanto più possibile anche da un punto di vista terminologico, che non è di meno valore, le necessità e le esigenze espresse anche in termini di terminologie condivise dalle diverse associazioni che si occupano della tutela dei diritti delle persone con disabilità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0029. Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0016 presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 4, pagina 63, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 63, paragrafo 4 "Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024", al punto 7, dopo la parola "adottiva" aggiungere le parole" e affidataria".
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento chiediamo di aggiungere, dopo la parola "adottiva" la parola "e affidataria", nel senso che si vogliono supportare le famiglie adottive.
Siccome ci sono tantissime famiglie che, per fortuna, sono anche affidatarie di ragazzini, di bambini e bambine, chiediamo che la tutela avvenga anche per questo tipo di famiglia e che siano ovviamente indirizzate e supportate. Chiediamo l'aggiunta di "e affidataria". Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la consigliera Bigon per aver inserito questo aspetto. So che c'è un parere negativo, se non sbaglio, e vorrei capire le motivazioni che magari sono anche da un punto di vista tecnico, per cui alzo le mani e mi affido a chi ha più conoscenza di me. Detto questo, è un tema molto importante. In alcune nostre ASL, penso per esempio alla ASL Pedemontana, sono stati fatti proprio dei progetti per spiegare, a partire dai bambini, che cosa significa affidamento, con progetti secondo me davvero molto, molto qualitativi e un percorso condiviso da un punto di vista tecnico che ritengo possa essere esemplare per tutto il territorio, non soltanto veneto, ma anche nazionale. Questo perché parlare di famiglia affidataria è davvero molto difficile; parlarne, in particolar modo, ai bambini è l'impresa per eccellenza, ma appunto c'è una capacità di recettività, di comprensione, di apertura, specie da parte loro, davvero incredibile.
Proprio perché abbiamo questo tipo di progettualità, di promozione di iniziative, di professionisti che all'interno del nostro territorio stanno accompagnando queste famiglie, in modo tale da consentire dopo il ritorno, per esempio, all'interno della famiglia d'origine, seguendo i genitori e consentendo a tutti di poter avere degli strumenti per vivere la propria genitorialità in maniera positiva, dando tutte le opportunità ai propri figli, ecco che riferirsi a queste credo che potesse essere utile. Anche perché è molto importante che ci si sia ricordati della parte relativa all'adozione, cosa che mi ricordo nella scorsa legislatura, nell'approvazione della legge sulle politiche familiari, avevamo caldeggiato e come minoranza avevo proposto appunto di porre particolare attenzione a questo aspetto, proprio per non lasciare indietro parti importanti, anche tra le migliori parti del Veneto. è un passaggio in più e vorrei capire, da un punto di vista tecnico, le motivazioni, se ci sono, dato che immagino che non ci sia motivazione politica per non intervenire in questo senso.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Nessuna motivazione politica, ma una mera motivazione tecnica, fatta dai tecnici, perché un conto è la famiglia adottiva, che quindi viene riconosciuta in quanto tale, mentre la famiglia affidataria è quella che evita che il bambino venga portato via alla famiglia e quindi ha un tempo limitato e non va inserito in un contesto come questo. È quindi proprio per una motivazione meramente tecnica.

PRESIDENTE

Grazie. Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0016. Parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0017 presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 4, pagina 63, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 63, paragrafo 4 "Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024", al punto 10 dopo le parole "adolescenti e dei giovani" inserire le seguenti parole:
", incentivando il supporto nella scelta delle scuole secondarie di II grado".
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Lo descrivo, anche se so che il parere è negativo, perché credo che sia fondamentale. Noi abbiamo oltre il 50%, parlano addirittura in certi casi del 70%, di ragazzi diplomati o quantomeno formati che non lavorano, non scelgono, non fanno il lavoro per cui hanno studiato. Quindi fondamentale è l'orientamento. Spesso la famiglia non è in grado, per mille motivi, di dare indicazioni corrette al proprio figlio. Sappiamo che all'interno delle scuole l'orientamento è stato diminuito e depotenziato in modo molto importante, per cui, all'interno di una famiglia, credo che fondamentale sia anche, visto che si parla in questo contesto di adolescenti e di giovani, di supportarli nella scelta per decidere il proprio futuro. Altrimenti io credo che, insomma, forse allora qualcosa che non va c'è.
La proposta era quella di aggiungere: "incentivando il supporto nelle scelte delle scuole secondarie di II grado". La famiglia non è in grado e non certo per volontà, ma perché non ne abbiamo le competenze. Io credo che se, all'interno dei consultori, se all'interno dei supporti, anche per i giovani e nelle scuole fosse previsto un orientamento potenziato, forse non ci sarebbero i tentativi di suicidio e i disagi che nelle scuole spesso vivono i ragazzi, perché non è la loro scelta. E poi, insomma, sarebbe un aiuto a scegliere anche la loro strada. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'emendamento va anche un'altra direzione: quando parliamo di benessere familiare è evidente che la famiglia si inserisce all'interno di una società e che se uno di questi componenti non trova soddisfazione nel proprio percorso di vita c'è un problema anche nell'equilibrio familiare stesso. I dati ci dicono come purtroppo i ragazzi, proprio nella fase preadolescenziale e adolescenziale siano in fortissima difficoltà e abbiano sempre più problemi non solo nella scelta, ma nel loro equilibrio di relazione. E allora, secondo noi è vero che ci sono programmi e piani paralleli, perché sappiamo già che l'emendamento non verrà approvato e che ci sono quindi anche altre attività che vengono fatte dalla Regione, ma siccome parliamo del Piano triennale della famiglia per poi arrivare a quelli che saranno i Piani annuali, crediamo che un riferimento proprio a questi aspetti, che sono fondamentali negli equilibri familiari, potesse essere assolutamente positivo, propositivo ed essenziale.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io immagino che il no a questo emendamento sia un no di tipo tecnico perché riferisce, immagino, che non è competenza dell'Assessorato, che cura l'applicazione di questo Piano. Parzialmente uno lo potrebbe anche tecnicamente rilevare. È vero. Abbiamo, però, diverse competenze all'interno della nostra Regione e abbiamo un documento di economia e finanza che parlava proprio anche dell'orientamento scolastico come una delle strategie da percorrere. In particolar modo per il passaggio dalla terza media alla prima superiore, parlava proprio di questo aspetto.
Se è vero che in alcuni ambiti esiste una necessità obbligatoria, cioè quella dell'interconnessione tra diverse competenze, è altrettanto vero che siamo anche sufficientemente fortunati ad avere, probabilmente, una Regione che questa interconnessione la può anche creare. Siccome questo passaggio, il prendersi cura di questa età molto delicata, quella dell'adolescenza, dell'inizio dell'entrata in quello che sarà il mondo adulto, ha delle ripercussioni oggettive, che sono state ben descritte anche dalle colleghe in precedenza, probabilmente un'attenzione a questo non è estranea alle competenze, in termini di politiche familiari, proprio perché si parla della scuola e della comunità intesa come comunità educante, responsabile di prendersi in carico anche questi passaggi e di evolvere l'approccio da sempre utilizzato e che vede solo in alcune realtà un'evoluzione e una consapevolezza sia da parte di insegnanti che di genitori.
Dato che le buone pratiche, come precedentemente esposto, esistono all'interno del nostro territorio, e magari sono direttamente connesse con i consultori, e magari sono direttamente connesse anche con le nostre ASL che si occupano di attività all'interno della scuola per l'orientamento all'educazione, alla gestione degli strumenti, alla gestione delle proprie emozioni e alla realizzazione personale, dato che ci sono progetti anche nelle ULSS ‒ penso all'ULSS 8 Berica ‒ che vengono fatti all'interno delle scuole attraverso l'ULSS e altri soggetti che vanno a collaborare, perché non almeno citarlo e, piano piano, rafforzare quello che, invece, è stato un impegno negli scorsi anni anche dell'altro Assessorato responsabile di questo aspetto, cioè quello che si occupa del diritto allo studio, della gestione dei rapporti, in particolar modo con la realizzazione della formazione professionale, ma che si interfaccia, poi, dopo, con il calendario scolastico, con l'evoluzione da un punto di vista di offerta formativa all'interno del territorio.
Se riuscissimo a stimolare entrambi i documenti a lavorare insieme, magari le buone proposte, che anche negli scorsi anni abbiamo portato all'interno delle Commissioni e di questo Consiglio (ricordo una in particolare che ho proposto io), potrebbero essere più efficaci. Se un solo Assessorato non è stato in grado di sviluppare questo percorso, riconoscendo la centralità in assistenza di genitori e famiglie per realizzare al meglio questo percorso, probabilmente l'insieme di due Assessorati potrebbe anche avere quel successo che molte famiglie ci richiedono, stimolate ‒ ribadisco ‒ da iniziative territoriali che già sono esemplari.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo in quanto in Ufficio di Presidenza si è discusso anche su questo emendamento, come su altri che riguardano misure sostanzialmente già considerate con altri programmi. In particolare, per quanto riguarda la scuola, vi sono progetti di orientamento scolastico già attivi. Sono progetti che fanno già gli istituti scolastici, i Comuni, la Regione Veneto in particolare. Per cui, continuare a strutturare Piani, programmi e interventi dove non si capisce, poi, di chi sono le competenze diventa un problema anche dal punto di vista gestionale. Non so che dati abbia la consigliera Guarda, però, a quanto mi risulta, il Veneto è ben strutturato anche per quanto riguarda l'orientamento scolastico. Su questo, magari, ci potremo confrontare.
In questo momento, però, anche in Ufficio di Presidenza si era discusso proprio del fatto di non sovrapporre misure trattate con Assessorati piuttosto che iniziative diverse.
Il parere, quindi, è contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Con il parere contrario da parte del relatore, mettiamo in votazione l'emendamento n. A0017.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0009, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 4, pagina 64, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 64, paragrafo 4 "Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 13 inserire le seguenti parole:
", favorendo al contempo l'inserimento nel mondo del lavoro dei suoi componenti;"
Lo vuole illustrare? Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Tra gli obiettivi del Piano, al punto n. 13, pagina 64, noi abbiamo un elemento, secondo me, estremamente importante, lo dicevo anche in fase di relazione, che è quello, in qualche modo, di andare a utilizzare nel modo più proficuo possibile lo strumento delle alleanze per le famiglie all'interno del territorio regionale e anche quello che dovrebbe diventare uno strumento di welfare generativo e di comunità.
Unito a questo, visto che si parla di welfare generativo e di comunità e visto che comunque è vero che le politiche del lavoro fanno parte di un altro Assessorato, ma che in qualche modo interferiscono immediatamente e in modo assolutamente indispensabile all'interno delle politiche per la famiglia, e che ‒ come è stato illustrato bene dal collega Zecchinato in fase di relazione ‒ ci sono gli strumenti europei (FSE e FESR; in fase di approvazione abbiamo visto come i due Assessori in questi anni abbiano anche incentivato la loro interazione), ritenevamo fondamentale fare un riferimento, anche perché sta nell'attività del welfare generativo, quindi in qualche modo è proprio un elemento interconnesso già di per sé, aggiungendo la frase: ", favorendo al contempo l'inserimento nel mondo del lavoro dei suoi componenti;".
Tutto questo, anche per la logica che dicevo prima: andiamo nella direzione di fare in modo che ogni componente della famiglia sia messo nelle condizioni di portare benessere e di stare bene all'interno del nucleo familiare perché trova soddisfazione anche nella propria vita. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sicuramente non sarà ‒ come diceva la collega prima ‒ direttamente collegato a questo Assessorato, quindi materia che evidentemente dovremo approfondire in altre sedi, però ogni volta che parliamo di quelli che possono essere gli strumenti per aiutare le famiglie, torniamo sempre al tema del mondo del lavoro. Torniamo sempre, Assessore, al tema del mondo del lavoro non solo perché il lavoro di un'altra persona genera reddito. È importante, per vivere, che in una famiglia ci sia non più un'entrata, ma due. Vi porto la mia precedente esperienza da sindacalista. Oggi molto spesso, rispetto al mondo del lavoro, si pensa che quelli nelle aziende pubbliche siano posti paragonabili a una sorta di paradiso, dove il lavoratore approda e, in stile Checco Zalone nel film, pensa: "La mia vita la passerò qui a far nulla". Non è così. Vi posso garantire che un grande tema, un grande motivo ostativo nel mettere oggi su famiglia è quello che le forme di contratto part-time o di altro tipo nel mondo del lavoro, anche nelle aziende pubbliche, sono molto restrittive.
Vi faccio un esempio. Quando una persona fa un figlio, è vero che l'azienda riconosce il part-time, ma, finito l'allattamento, finiti tutti gli strumenti di carattere nazionale, si rientra a lavorare quando il piccolo ha meno di due anni. Le aziende riconoscono il part-time in virtù di graduatorie, accordi interni o altro per periodi limitati di un anno, due anni, al massimo, in alcuni casi, tre anni. Questo, capite bene, diventa un motivo ostativo. Una mamma che mette al mondo un figlio non è che non sa dove lasciarlo quando ha un anno e mezzo, mentre quando ha tre-quattro anni sa dove lasciarlo. Gli asili e tutti gli strumenti che dicevamo molto spesso non bastano. In una regione come il Veneto, Assessore, dove per gran parte il lavoro è basato sul fuori sede, sul pendolarismo, in direzione dei centri che generano offerte turistiche, offerte di lavoro, offerte di insediamenti produttivi e industriali, diventa un problema in assenza di forme contrattuali che agevolino, in questo caso, almeno uno dei due membri della famiglia. Diventa un problema anche portarlo all'asilo, ai campi estivi o in altre strutture.
Lo dico, guardate, con l'esperienza di una persona che viene da un'azienda dove ci sono tantissime donne, tantissime donne giovani che rinunciano a fare figli proprio per questo. È vero che noi non possiamo entrare ‒ qualcuno mi dirà ‒ nelle logiche. Nessuno vuole entrare in quelle logiche. Si potrebbe perlomeno varare un Piano regionale per cui le aziende pubbliche, nel cui ambito possiamo dire qualcosa, essendo aziende di nostra competenza, invitando magari gli Enti locali titolari di altre aziende pubbliche a farlo, si adeguassero introducendo un part time di genere, un part time proporzionato ai numeri dei dipendenti.
Oggi, e chiudo, sa cosa avviene, Assessore, nelle aziende? Con 3.500 dipendenti, dicono che i part time nell'azienda sono 30, ma in base ai punteggi. Questo vuol dire, praticamente, che ogni anno avrai qualcuno che ha fatto un altro figlio e ti scavalca.
Credo, in maniera molto convinta, portando uno spaccato di una piccola parte del Veneto che ho vissuto in prima persona, che se cominciassimo nelle aziende pubbliche, coinvolgendo anche gli Enti locali o le aziende che in qualche modo sono collegate a un rapporto anche di finanziamento con la Regione Veneto, magari con un sistema premiante, ad adeguare il tutto in questo senso, non comporterebbe un privilegio, ma permetterebbe alle famiglie in cui oggi hanno l'obbligo di dover lavorare entrambi i genitori (perché nessuno si può più permettere il lusso di essere l'unico a lavorare; sono molto pochi quelli che lo fanno), di fare un figlio a cuor leggero.
Chiudo davvero, Assessore, raccontandole la mia storia. Non avendo la mia famiglia vicino, quando abbiamo deciso di fare un figlio, la mia compagna ha dovuto licenziarsi dal lavoro, e dopo cinque anni non può ancora ritornare. È stata una scelta coraggiosa quella che ho fatto, ma non tutti sono nelle condizioni di poterla fare.
Chiudo, Presidente.
Quindi, anche agevolare gli strumenti nei luoghi di lavoro alle donne, alle mamme è importante, perché dare il part time a una donna per due-tre anni non serve a nulla. Il problema si ripresenta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per dire che il programma tiene conto anche di questo. Dove si dice che sono già presenti delle misure, ad esempio, in questo caso, di inserimento lavorativo, o prima per l'ambito scolastico, a pagina 66 del programma sono proprio indicate le strutture delle quali è previsto il coinvolgimento nell'ambito dell'applicazione del programma. Tra queste, nel caso specifico, è indicata ‒ al punto 5 ‒ la struttura competente in materia di lavoro, in considerazione proprio dei risvolti anche in materia di lavoro.
Il ragionamento era questo anche nel caso precedente, con strutture, chiaramente, diverse.

PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0009, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0018, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 4, pagina 64, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 64, paragrafo 4 "Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024", al punto 14 dopo la parola "sociale" inserire le seguenti parole: "ed economico"
Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Al punto 14 di pagina 64 di questa proposta si legge: "Riconoscere il valore sociale del lavoro domestico e di cura, in quanto essenziale per lo sviluppo della famiglia e della società". Con questo emendamento si vuole precisare una cosa fondamentale: non è solo un valore sociale, ma anche economico. Crediamo sia una questione di principio. Deve essere assolutamente introdotto, perché la valutazione parte anche da lì. Il lavoro di cura ha un valore sociale, ma ha un valore anche economico. La politica, le Istituzioni devono iniziare a tenerne conto. Con l'emendamento si chiede di aggiungere le parole "ed economico".
Sappiamo già cosa si pensa in tal senso. Non crediamo sia un aspetto né tecnico né tantomeno di opportunità, che non sia solo quella politica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione, con il parere contrario del relatore, l'emendamento n. A0018.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0019 presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 4, pagina 64, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 64, paragrafo 4 "Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024", al punto 16 dopo le parole "ai futuri genitori" inserire le seguenti parole: "e garantendone il potenziamento del personale necessario."
Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento porta in evidenza la carenza di personale all'interno di determinati servizi. A pagina 64, paragrafo 4, che parla di obiettivi da perseguire nel triennio 2002-2024, al punto 16, dopo le parole "ai futuri genitori" chiediamo di inserire le parole "e garantendone il potenziamento del personale necessario".
Sappiamo perfettamente che la carenza di personale nei servizi esiste, è evidente e riconosciuta da tutti. Crediamo sia pertinente e opportuno inserirlo all'interno di questo contesto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Replico a questo, al quale seguiranno anche altri.
Come ho cercato di spiegare prima, noi abbiamo un nuovo DM, ossia il DM n. 77, che parla nello specifico dei consultori, che ci dà anche standard organizzativi: non solo quanti consultori ogni "tot" abitanti, ma anche quale personale all'interno di quei consultori. Quindi, quello è lo strumento su cui noi andremo ad agire e a ridisegnare il tutto. Per questo motivo, non riteniamo opportuno sottolineare, evidenziare in questo strumento ‒ che è un altro strumento, invece ‒ passaggi di questo tipo.
A margine, dico solo che negli anni passati ‒ e continueremo a farlo ‒ con i soldi inseriti per i consultori si è sempre lavorato per il potenziamento del personale, cercando effettivamente di dare indicazioni alle aziende sanitarie, per quanto riguarda i consultori pubblici, chiaramente, per stabilizzare o, comunque, prolungare gli incarichi del personale che oggi sono in itinere.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0019. Parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 64, che prevede:
A p. 64, nel capitolo "4. Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024", dopo il punto 21, viene aggiunto il punto: "XX. Promuovere il benessere psicologico delle persone, con particolare riferimento agli adolescenti, che hanno fortemente risentito degli impatti della pandemia Covid-19 e delle restrizioni che si sono rese necessarie dal 2020, attraverso i servizi e le attività offerte dai consultori familiari e i CFSE."
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, in linea anche con quanto discusso prima sulle scuole, ha l'obiettivo di lavorare sul tema del benessere psicologico delle persone, in particolare degli adolescenti. Lo dicevamo già prima che, soprattutto dopo la pandemia, il tema del benessere psicologico impatta fortemente sulle famiglie. L'obiettivo di questo emendamento è, a pagina 64, dove si parla degli obiettivi generali per il triennio (siccome sapremo che andranno avanti anche varie questioni legate all'epidemia Covid, che non è finita), con particolare riferimento agli adolescenti, di promuovere di più il benessere psicologico all'interno dei consultori e delle altre strutture. Quindi, dove già si offrono servizi di questo tipo, lavorare in particolare sul tema degli adolescenti.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Anche in questo caso, solo per specificare, quindi motivare il parere negativo. Non è un parere negativo perché non si è d'accordo sulla problematica, ma perché oggi noi abbiamo una strutturazione e stiamo gestendo l'emergenza adolescenti, il disagio adolescenziale con le UFDA, le Unità Funzionali Distrettuali Adolescenti, che sono state costituite, che oggi fanno capo alle aziende sanitarie e sono collocate per la IAF (Infanzia, Adolescenza e Famiglia).
Oggi esiste già, quindi, una risposta di questo tipo. Questa è la motivazione per cui non abbiamo ritenuto opportuno inserire questo passaggio all'interno del Piano.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0001. Parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 64, che prevede:
A p. 64, nel capitolo "4. Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024", dopo il punto 21 viene aggiunto il punto: "XX. Promuovere, in collaborazione con i consultori familiari e i CFSE, azioni di informazione e prevenzione e promozione della salute riferite alle varie fasce della popolazione. In particolare rispetto a patologie che colpiscono le donne (endometriosi, vulvodinia, tumore mammario...)."
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che riprende un po' il lavoro che abbiamo fatto qui per il convegno sul tema "vulvodinia", al quale anche alcuni colleghi di maggioranza e minoranza hanno partecipato, rispetto al fatto che questa patologia colpisce anche il benessere familiare. Lo abbiamo appreso in maniera forte e concreta.
L'obiettivo di questo emendamento è di inserire, sempre negli obiettivi del Piano, le parole: "Promuovere, in collaborazione con i consultori familiari e i CFSE, azioni di informazione e prevenzione e promozione della salute riferite alle varie fasce di popolazione. In particolare rispetto a patologie che colpiscono le donne (endometriosi, vulvodinia, tumore mammario...)", quindi tutte quelle patologie che possono influenzare il benessere della famiglia.
So che il parere è negativo anche su questo, rispetto a un tema di competenze, però ci tenevo anche a dire che, dal punto di vista tecnico, penso sia un peccato non aver inserito questi temi all'interno del Piano. Capisco bene che hanno a che fare più con temi legati ai consultori, che hanno altri provvedimenti. Prima parlavamo degli adolescenti, quindi delle UFDA. Adesso il tema è sicuramente più socio-sanitario, è vero, però l'obiettivo che all'interno di un Piano si possano mettere tutti gli elementi che impattano sul benessere della famiglia credo sia anche politicamente una scelta importante. Parlo di obiettivi che ci saranno anche negli altri emendamenti, dove avrò sempre parere negativo per una motivazione tecnica, che ‒ ci tenevo a dire all'Assessore ‒ non condivido, ovviamente. Credo, invece, sia importante inserire anche qui dei rimandi ad altri Piani.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0002. Parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 64, che prevede:
A p. 64, nel capitolo "4. Gli obiettivi generali da perseguire nel triennio 2022-2024" dopo il punto 21 viene aggiunto il seguente punto: "XX. Riconoscere, secondo quanto definito nell'art. 6 comma 1 b) e n) dello Statuto Regionale del Veneto, politiche attive di conciliazione dei tempi vita-lavoro e l'importanza della tutela del lavoro dei genitori strutturando servizi per l'infanzia in grado di rispondere alle esigenze delle famiglie, andando ad intervenire sia sull'accessibilità che sulle modalità di erogazione dei servizi."
Lo vuole illustrare? Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Lo illustro perché questo e il successivo sono due emendamenti che ritengo tra i più importanti di quelli che ho presentato, perché si occupano della conciliazione dei tempi vita-lavoro per le donne. Credo che questa sia l'emergenza che non permette oggi di avere in questo Paese una natalità al pari degli altri Paesi europei. Se dobbiamo trovare davvero una motivazione per cui oggi non facciamo più figli, non credo sia colpa di quella che prima si citava essere l'unica famiglia naturale, ma credo ‒ non lo dico io; lo dicono i dati ‒ sia proprio l'emergenza per cui le donne devono ancora scegliere tra lavoro e famiglia.
O iniziamo a prendere questo tema di petto in tutto il Paese e in Regione del Veneto oppure continueremo ad avere donne che scelgono, decidono o, alla fine, non decidono di avere dei figli, o che lo possono fare solo se, magari, hanno un compagno o un sostegno, se sono genitrici sole, che permetta loro di scegliere di non andare a lavorare. Tante volte mandare un bambino al nido costa, praticamente, non dico in maniera uguale, ma quasi quanto un lavoro part-time. Quindi, una donna decide piuttosto di stare a casa dal lavoro, perché tanto la spesa sarebbe uguale, mandare al nido oppure avere quel tipo di stipendio, che poi viene girato a fine mese direttamente per la retta dell'asilo nido.
Altro tema, secondo me attualissimo, e credo che alcuni di voi lo conoscano bene: non appena chiudono le scuole, abbiamo tre mesi in cui le famiglie devono riuscire a tenere i bambini tra centri estivi che costano tantissimo (anche in questa regione costano tanto) e strutture pubbliche che non esistono, quando, poi, effettivamente, abbiamo tre mesi estivi nel corso dei quali le famiglie si arrabattano con grandi difficoltà e spese per sostenere i propri figli. Abbiamo un'emergenza nazionale. Spero che chiunque arrivi al Governo prenda in carico questo tema. Dubito, visto che non lo facciamo da anni. Probabilmente è ora di farlo almeno qui.
Tutto questo per dire che questo emendamento racconta proprio questo, dice con chiarezza che si deve intervenire di più sulla conciliazione dei tempi vita-lavoro e famiglia, soprattutto per le donne, andando a intervenire sull'accessibilità e anche sulla modalità di erogazione dei servizi. Come dicevo prima, nella regione del Veneto le rette sono troppo alte. Prevediamo, in una legge che avete votato quando ancora io non ero qui, la tendenza alla gratuità del servizio. Investire su questo tema ‒ e purtroppo in bilancio non abbiamo mai visto le risorse necessarie per fare questo lavoro ‒ è quello che credo si dovrebbe fare nei prossimi tre anni. Se davvero la Regione del Veneto vuole intervenire sulla natalità, deve investire almeno il doppio dei fondi, anche spostandoli da altre priorità, che magari non sono queste, sulla conciliazione vita-lavoro e vita familiare. Altrimenti continueremo a vedere questi dati di denatalità a livello nazionale, ma anche in Veneto. Lo dicono i dati, non lo dice una Consigliera di minoranza.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Vorrei spiegare perché l'Ufficio di Presidenza e l'Assessore hanno dato parere positivo a questo emendamento. È un obiettivo che può essere tranquillamente aggiunto dopo il punto 21, in quanto in linea con le azioni. Questo programma prevede già, come azione, questo obiettivo, quindi può essere tranquillamente inserito. Dirò di più: tra le azioni è proprio previsto che sia anche finanziato con la programmazione UE 2021-2027.
Questa è la motivazione del parere favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Presidente Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire in particolare sul tema dei servizi degli asili nido e, in generale, dei servizi 0-6 anni. Penso sia sempre importante ricordare come si colloca la nostra Regione, quindi come si colloca il Veneto all'interno della visione del Paese, della visione italiana: unica Regione in Italia in cui quattro bambini su dieci frequentano scuole materne paritarie, quindi asili nido o scuole materne 0-3 e 3-6 anni di carattere paritario. Il Veneto è la Regione che, con il proprio bilancio regionale, con le proprie risorse, sostiene questi importanti servizi educativi da sempre, quindi in modo molto cosciente e in modo molto concreto, andando anche al di là della statuizione della Conferenza Stato-Regioni, che prevederebbe una compartecipazione regionale almeno del 30% di quanto lo Stato finanzia questi servizi. Per il Veneto, in realtà, siamo al 60% di finanziamento da parte della Regione con le proprie risorse, verso un 40% che, invece, è il finanziamento che lo Stato garantisce a questi servizi.
Abbiamo circa 100.000 bambini tra 0-3 anni e 3-6 anni che frequentano scuole materne paritarie, rispetto ai quali il Governo risparmia cifre importanti, un tempo stimate in circa 230 milioni, a confronto del fatto che la nostra Regione li finanzia in modo significativo. Anche con questo provvedimento lo stiamo confermando. Questo provvedimento ha un pregio in più sui servizi degli asili nido in particolare, perché introduce un fattore di novità, il fattore famiglia, che permetterà, quindi, di agire sulle rette di frequenza degli asili nido in modo più equo, tenendo conto di parametri che vanno al di là dell'ISEE, e per i Comuni, vista l'esperienza da cui provengono moltissimi di noi, darà anche l'opportunità di avere una banca dati, utilizzabile dagli stessi Comuni, per organizzare anche altri servizi, ad esempio l'accesso al trasporto scolastico, le rette per il trasporto scolastico, la mensa e quant'altro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sono felice dell'approvazione di questo emendamento, perché è un tassello che credo impreziosisca notevolmente il Piano, anche alla luce delle discussioni che sono state fatte negli scorsi anni e del percorso che si sta cercando di fare per sostenere tutto quel comparto che, in realtà, sostituisce l'ambito pubblico, che appunto è quello privato, proprio per venire incontro ad un'esigenza di natura organizzativa di tipo sociale, di cui comunque siamo responsabili.
Quindi, bene che ci sia questo passaggio e, al contempo, oggettivamente parlando, ragionerei molto di più nell'analisi dei fabbisogni territoriali e nella collaborazione, anche attraverso sistemi cooperativi positivi, come possono essere quelli di comunità, proprio per intervenire a livello locale, magari includendo nella progettazione gli stessi Comuni, senza appesantirli da un punto di vista operativo e di costi, per costruire un servizio che metta, quindi, in rete l'erogazione del servizio, le necessità dei cittadini e magari anche le possibilità professionali locali.

PRESIDENTE

Grazie.
Con il parere favorevole da parte del relatore, mettiamo in votazione l'emendamento n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0004, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 64, modificativo, che prevede:
A p. 64, nel capitolo "5. Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024", al punto 1, dopo le parole "servizi socio-educativi per la prima infanzia" vengono aggiunte le parole "agendo sulla percentuale di risposta al fabbisogno, oggi al 29,1%, avvicinandola allo standard europeo del 33% intervenendo sull'accessibilità al servizio e sull'attivazione e/o promozione di servizi innovativi quali nidi famiglia, nidi aziendali, nidi in fattoria."
Prego, consigliera Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
è in linea con quanto dicevamo prima. L'obiettivo di questo emendamento è sempre lavorare sul tema prima infanzia. La Regione del Veneto ha un fabbisogno che arriva al 29% in termini di copertura. Lo standard europeo è il 33.
L'obiettivo è portare il Veneto ad avere lo standard europeo, quello per cui vediamo, in effetti, che Paesi europei diversi da noi hanno una natalità tale per cui le famiglie si sentono di avere un servizio e quindi si sentono di fare dei figli magari anche prima e magari anche quando non hanno un contratto di lavoro stabile.
L'obiettivo è quello di arrivare agli standard europei se vogliamo essere quella Regione efficiente che spesso viene descritta. Quindi, l'accessibilità in termini di numero di servizi, ma anche di rette, è effettivamente quello su cui serve oggi lavorare. Le rette costano in media, poi dipende molto dall'ISEE, 500 euro al mese per famiglia, se non di più. Poi abbiamo anche altre spese accessorie. È una spesa per una famiglia, in particolare per alcune fasce più deboli, o addirittura per chi ha dei contratti precari, quindi giovani famiglie, che risulta ancora essere, purtroppo, inaccessibile per la maggior parte delle famiglie in questa Regione. Ovviamente non per tutti, ma per tanti.
Lavorando su questo emendamento propongo di promuovere di più alcuni servizi innovativi. Cito, ad esempio, i nidi aziendali. Conosco il fatto che la Regione abbia già citato i nidi aziendali all'interno della sua normativa, ma quanti effettivamente sono oggi i nidi aziendali che vengono aperti all'interno delle aziende del Veneto? O abbiamo un imprenditore illuminato, imprenditori e imprenditrici illuminati che aprono dei nidi aziendali non solo nelle aziende private, ma anche in quelle pubbliche...
Io ho lavorato e lavoro in una realtà che aveva un nido pubblico aziendale dove i dipendenti e le dipendenti potevano portare la mattina il proprio figlio al nido attaccato al lavoro, entrare in ufficio e andarlo a prendere quando finiva l'orario lavorativo. Immaginate se ci fosse un nido aziendale nella Regione del Veneto, dove i dipendenti, non solo del Consiglio, ma di tutta la Regione, una volta arrivati a Venezia, possono arrivare con i propri figli, metterli all'asilo, andare al lavoro e, una volta usciti, riprenderli e andare verso casa, magari anche chi non abita a Venezia. L'idea che ci siano nidi aziendali nelle aziende private e nelle aziende pubbliche di questa regione io penso sia uno degli obiettivi che dobbiamo inserire nel Piano e inserire, ovviamente, anche in termini di finanziamento, perché se è vero che nelle leggi noi queste cose magari le promuoviamo, le diciamo, quando guardiamo il bilancio di previsione, lo vedremo tra qualche mese, spero che ci sia la stessa attenzione nell'approvazione di emendamenti che riguardano le risorse, perché senza risorse noi non riusciamo a raggiungere gli standard del 33%.
È vero che abbiamo un sistema che è al contrario delle altre regioni. Abbiamo il 60% dei nidi che sono di proprietà del privato sociale. È il contrario rispetto alle altre regioni, ma questo non ci deve indurre a non investire risorse pubbliche per costruire magari nuovi asili nido pubblici o per abbassare le rette degli asili privati, perché il tema è l'utente beneficiario, le famiglie, quanto spende una famiglia per mandare i bambini all'asilo. Non può spendere per due figli 1.000 euro al mese. Non esiste.
La maggior parte delle famiglie del Veneto non se lo può permettere. Dobbiamo tendere alla gratuità, dobbiamo chiedere davvero ad ogni imprenditore illuminato di questa regione di fare un asilo aziendale, perché ovviamente esistono imprenditori che possono farlo. E anche noi, come Regione del Veneto, dobbiamo pensare che ogni struttura pubblica deve avere un asilo pubblico. Dobbiamo aumentare la dotazione di asili all'interno dei posti di lavoro.
Credetemi che se così fosse le donne, le ragazze, le giovani mamme farebbero i figli anche a 25 anni, al primo posto di lavoro, perché avrebbero l'opportunità di lasciare il proprio bambino lì mentre vanno al lavoro e non sarebbero discriminate. Anzi, sarebbero promosse nell'idea di fare un figlio presto, perché in questo modo non perdono il lavoro, ma anzi il datore di lavoro permette loro di portare i figli nella loro azienda. Questa sarebbe una soluzione che permetterebbe davvero di cambiare questa regione e questo Paese.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie.
Su questo tema penso che sia anche da ricordare quello che è successo pochissimi mesi fa, quando è uscito il PNRR, quando è uscito anche il bando per la realizzazione di nuovi asili, dove mi pare che i Comuni non si siano presentati di corsa, con i loro progetti, perché mi pare che si siano anche riaperti i termini. Questo è indicativo del fatto che probabilmente i Comuni hanno ben presente l'importanza di realizzare certamente strutture all'interno dei propri Comuni e dare il miglior servizio alle proprie famiglie, ma anche la necessità della sostenibilità, della gestione, che si collega, a mio avviso, a quello che ho detto nell'intervento precedente, ovvero la necessità che non sia soltanto una Regione che sostiene il suo sistema dei servizi educativi, ma che vi sia anche uno Stato che deve fare la propria parte, invece di risparmiare rispetto a servizi che, se fossero pubblici, costerebbero allo Stato circa 230 milioni all'anno.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0004. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0020, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 64, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 64, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme da attuare nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 2 inserire le seguenti parole: "al fine di raggiungere progressivamente la loro gratuità".
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Va nella direzione di quello che abbiamo discusso fino adesso nei precedenti emendamenti. La gratuità dei servizi è un fatto fondamentale per dare supporto alla famiglia, e non solo alla famiglia, alla natalità.
Dieci anni fa, dodici anni fa, in Germania si presentava lo stesso identico problema grave di denatalità. Tre sono stati i provvedimenti adottati da questi Paesi. Uno è stato l'assegno unico, che il Governo ha introdotto e quindi godiamo quantomeno di questo sostegno; l'altro è il congedo parentale che, tra l'altro, è in esame al Governo; il terzo è la gratuità dei servizi. Riteniamo fondamentale la gratuità dei servizi, perché può cambiare veramente la fase di crisi che stiamo vivendo in Italia e soprattutto nel Veneto.
Tuttavia, ritiro questo emendamento, perché poi ci sarà la discussione dell'ordine del giorno, di pari importanza e tema. Per cui, il tema verrà ripresentato.
Lo ritiro. Grazie.

PRESIDENTE

Perfetto.
L'emendamento n. A0020 è ritirato.
Emendamento n. A0010, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 64, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 64, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 3 sopprimere le parole "degli utenti" e inserire le seguenti parole: "dei tempi di vita e di lavoro dei componenti della famiglia;"
Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
È simile nei contenuti agli obiettivi che avevo già esposto prima. È vero che nelle azioni, in qualche modo, si fa un riferimento. Proprio per questo e per coerenza, siccome le azioni dipendono dagli obiettivi e dalle priorità, ma non sono slegate agli stessi, per coerenza di documento, avevamo proposto di inserire all'interno un punto specifico sui tempi di vita e di lavoro dei componenti della famiglia.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0010. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0021, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, Allegato A, paragrafo 5, pagina 64, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 64, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme da attuare nel triennio 2022-2024" al punto
4 dopo le parole "famiglie numerose" inserire le seguenti parole: "e le famiglie con disabili".
Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Semplicemente per inserire, all'interno della proposta, oltre a "famiglie numerose", anche "famiglie con disabilità", per specificare la fragilità di queste famiglie e, quindi, dare loro supporto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0021. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0022, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, riga 7, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 65, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme da attuare nel triennio 2022-2024'" al punto 4 dopo le parole "Si prevede di:" inserire le seguenti parole: "sostenere parzialmente, attraverso l'erogazione di un bonus, il costo sostenuto dalle famiglie per l'iscrizione dei figli adolescenti ad una pratica sportiva;"
Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Proponiamo un inserimento: a pagina 65, paragrafo 5, dopo le parole "si prevede di", inserire "sostenere parzialmente, attraverso l'erogazione di un bonus, il costo sostenuto dalle famiglie per l'iscrizione dei figli adolescenti a una pratica sportiva".
Sappiamo quanto sia importante lo sport. Sappiamo che vale molto più di altri tipi di intervento, sia sotto l'aspetto psicologico che, ovviamente, motorio e fisico, di salute mentale e fisica, quindi chiediamo di intervenire affinché la Regione possa dare un supporto alle famiglie, perché, di fatto, la pratica sportiva costa, e anche parecchio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0022. Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0005, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, modificativo, che prevede:
A p. 65 nel capitolo "5. Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024", al punto 5, secondo capoverso, le parole "si mantenga sulla soglia media di 1 ogni 37.000 abitanti circa" vengono sostituite dalle parole "non superi nei territori di ciascuna ULSS la soglia media di 1 ogni 40.000 abitanti circa; si pone l'obiettivo di portare la media di abitanti per consultori dagli attuali 49.917 a 45.000 nel triennio 2022-2024 investendo in particolare sui territori che vedono rapporti penalizzanti il servizio".
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda, invece, i consultori di cui parlavo nel discorso in apertura. La Regione del Veneto sta su una media che non è allineata rispetto ad altre Regioni. Per fare alcuni esempi, noi abbiamo un consultorio ogni 49.000 abitanti, ma alcune Province come quella di Verona ogni 64.000. Ci sono poi i territori, invece, che ce l'hanno magari ogni 20.000-30.000. Abbiamo una disparità provinciale all'interno della regione che va colmata. La Lombardia, ad esempio, ha un consultorio ogni 40.000 abitanti, l'Emilia-Romagna uno ogni 23.000 abitanti in maniera omogenea in tutto il territorio.
Purtroppo lo dicono i dati del Piano: ogni anno diminuisce la popolazione di riferimento che va al consultorio. Il motivo è chiaro: ha un servizio di bassa qualità rispetto ad anni precedenti, perché gli investimenti all'interno del consultorio familiare non sono stati fatti allo stesso modo che in altre strutture.
Qual è l'importanza di un consultorio? Che si può andare in libero accesso. Il libero accesso a un consultorio, soprattutto per i più giovani, che vanno infatti per il benessere psicologico della coppia, che chiedono anche informazioni, le coppie più giovani, su come affrontare la loro sessualità, è un polo fondamentale soprattutto in alcuni luoghi. Immagino chi di voi vive in un comune magari più piccolo rispetto alle città capoluogo, dove il consultorio è stato il primo luogo dove si andava a chiedere qualcosa rispetto a delle cose che si faceva fatica a chiedere in famiglia. Credo, immagino, l'abbiate fatto anche voi e i vostri figli.
In internet non ci sono sempre le informazioni corrette, come sa, come nel giornale che sta leggendo. Se noi iniziamo a lavorare sul tema del consultorio familiare, in maniera vera significa aumentarne non solo la qualità, ma aumentarne anche il numero.
Questo emendamento cerca proprio di lavorare sull'inserimento nel Piano di obiettivi di aumento dell'accessibilità dei servizi e della qualità.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Voglio sostenere in maniera molto, molto decisa questo emendamento portando semplicemente un esempio, perché, oltre a ciò che ha giustamente espresso rispetto alla necessità di confronto, di conoscenza e di consapevolezza che può fornire il servizio di un consultorio alle nuove generazioni, c'è da dire che c'è un servizio ulteriore che può essere svolto e abbiamo un buon esempio all'interno del territorio regionale.
Parlo, per esempio, della situazione di Treviso e della proposta che avanza alle coppie che non riescono ad avere figli. Sappiamo che la percentuale è in continuo aumento anche a causa della gravissima situazione di inquinamento ambientale che, purtroppo, impatta in maniera decisa e grave sulla capacità di procreare sia di uomini che di donne. Ogni aborto, ogni risultato negativo è una sofferenza psicologica che non può essere gestita da un punto di vista esclusivamente medico, ma deve essere accompagnata.
è il motivo per cui i consultori, insieme alle ASL e insieme ai servizi territoriali possono svolgere un servizio di accompagnamento che è decisivo. Treviso fa questo. In collaborazione con servizi promossi anche dalla Diocesi consente l'accesso gratuito da parte delle coppie a un servizio che è a tutto tondo, in collaborazione con l'ULSS, per promuovere l'educazione sanitaria e il controllo delle proprie necessità, delle proprie condizioni da un punto di vista medico-sanitario, sia femminile che maschile, ma affianca insieme un percorso di natura psicologica che è necessario per costruire sempre di più un rapporto forte fra i futuri genitori che desiderano approcciarsi alla maternità e alla paternità.
è un percorso che, dal mio punto di vista, dovrebbe essere esportato e di cui si servono coppie che non sono soltanto del territorio. È per questo che programmare consultori capaci di mettere in rete questo tipo di servizi consente anzitutto di riportare tutta la platea di future mamme e di futuri papà dal privato verso il pubblico a servirsi di questi servizi, e, al contempo, aiuta a costruire futuri genitori forti delle proprie consapevolezze, del proprio rapporto e della propria coscienza genitoriale.
è importantissimo questo tipo di percorso. È importantissimo ristabilire la centralità dei consultori nell'organizzazione dei sistemi di servizi territoriali e soprattutto renderli accessibili anche da un punto di vista di vicinanza, perché non basta un centro a livello regionale, serve venire incontro a famiglie che sono oberate e a futuri genitori che sono oberati dal peso lavorativo, del proprio servizio al territorio, delle necessità di vita quotidiana e che hanno piacere e urgenza di percorrere nuove strade capaci di mettere insieme tutti questi aspetti. I consultori sono il centro attorno al quale costruire questo tipo di servizi e dobbiamo ritornare a puntarci in maniera decisa.

PRESIDENTE

Grazie , collega.
Consigliere Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Velocemente, solo per motivare, Presidente, il parere negativo, non tanto perché non si riconosce l'importanza dei consultori, prevista negli obiettivi, azioni e negli investimenti del programma, ma proprio perché è una misura che è in revisione con il DM 77, come ha già detto prima l'Assessore, dove sono previsti dei consultori ogni 20.000 abitanti e ogni 10.000 nelle aree interne, con possibilità anche di uno ogni 10.000 nelle aree interne e rurali.
Pertanto, il nostro parere è contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Con il parere contrario da parte del relatore, mettiamo in votazione l'emendamento n. A0005.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0023, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 65, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme da attuare nel triennio 2022-2024" al punto 5 dopo le parole "che il rapporto "equipe multi-professionale e multidisciplinare completa/popolazione"" sostituire le parole "si mantenga sulla soglia media" con le seguenti parole: "incrementi la soglia media".
Lo dà per letto.
Mattiamo in votazione l'emendamento n. A0023. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0011, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 65, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024" dopo il punto 5 è inserito il seguente punto:
"5bis. il potenziamento presso le scuole dell'educazione all'affettività, compreso il contrasto alla violenza di genere e sessuale nonché dell'educazione alla genitorialità e della conoscenza dei metodi di contraccezione;"
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In questo emendamento noi chiediamo che in qualche modo tra le priorità e le modalità di azione si inseriscano anche le attività di potenziamento presso le scuole per quanto riguarda l'educazione all'affettività, che è comunque estremamente importante anche rispetto ai fenomeni che stanno avvenendo all'interno delle famiglie; fenomeni di violenza di genere e anche fenomeni che prima abbiamo sentito citare dal collega Pan in merito a quello che è successo a quella bambina e a quella madre. Riteniamo che sia fondamentale un'educazione di civiltà, ma anche di presa in carico di tutte le fragilità, anche da parte delle famiglie stesse e delle Istituzioni.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0011. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0012, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 65, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 8 inserire le seguenti parole: "e la promozione di attività lavorative che considerino il tema della conciliazione dei tempi dì vita e di lavoro e la differenza di genere"
Lo dà per letto.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0012. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0013, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 65, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 10 inserire le seguenti parole:
"e indicando i criteri di valutazione e monitoraggio sulla base dei quali redigere la relazione annuale prevista dall'articolo 24 della legge regionale n. 20/2020 ;"

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Questi due emendamenti, il n. 13 e il n. 14, vanno a identificare le alleanze territoriali per la famiglia e successivamente i processi generativi territoriali dei Comuni, quindi gli investimenti che i Comuni dovrebbero fare per potenziare queste attività.
Riteniamo fondamentale indicare anche quelli che saranno i criteri di valutazione e monitoraggio sui quali andrà poi a redigersi la relazione annuale prevista dalla legge sulla famiglia, proprio per capire come gli strumenti funzionano, se sono adeguati o non sono adeguati o se serve comunque metterci mano rispetto all'idea iniziale. Si tratta di strumenti, anche in questa Regione, di natura sperimentale. Quindi, sia in termini di risultati o di benessere creato sia in termini di efficienza e di economicità, crediamo che un monitoraggio costante possa aiutarci a comprendere la bontà dello strumento in senso generale e in senso specifico.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Con il parere favorevole del relatore, Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0013.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0014, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 65, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 65, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 11 inserire le seguenti parole:
"e indicando i criteri di valutazione e monitoraggio sulla base dei quali redigere la relazione annuale prevista dall'articolo 24 della legge regionale n. 20/2020 ;"
Lo ha già illustrato.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0014. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0024, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 66, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 66, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme da attuare nel triennio 2022-2024" il punto 13 è così sostituito:
"13. l'attivazione di interventi tesi a prevenire e a curare difficoltà di apprendimento attraverso uno screening su tutta la popolazione scolastica effettuato direttamente dalle AULSS presso le scuole, nonché di interventi tesi a prevenire vissuti di emarginazione sociale nell'ambiente scolastico ed extrascolastico di minori in situazioni di povertà;"
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un emendamento che chiede di potenziare i servizi di screening all'interno delle scuole e nelle ULSS stesse e di fare interventi tesi a prevenire vissuti di emarginazione sociale nell'ambiente scolastico ed extrascolastico di minori in situazioni di povertà. Quindi, è un supporto maggiore, una richiesta di maggiore potenziamento dei servizi all'interno della scuola da parte delle ULSS. Sappiamo che da uno screening diagnosticato fatto nei primi anni di scuola certe difficoltà di apprendimento possono essere assolutamente ricomposte nell'arco di poco tempo. Per cui, è fondamentale la diagnosi precoce. La presa in carico e il supporto con formazioni da parte di specialisti portano il ragazzino a eliminare queste difficoltà.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0024. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0015, presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, allegato A, paragrafo 5, pagina 66, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 66, paragrafo 5 "Le priorità, modalità e forme di azione da attuare nel triennio 2022-2024" alla fine del punto 17 inserire le seguenti parole:
"al fine di promuovere la genitorialità e la natalità".
Lo dà per letto.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0015. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0006, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 72, riga 7, modificativo, che prevede:
A p. 72, alla riga 7 della colonna di sinistra, dopo le parole "e la famiglia", aggiungere le parole "(sempre più caratterizzata da genitori entrambi lavoratori e da una crescita delle famiglie monogenitoriali)".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Illustro insieme il n. 6 e il n. 7, perché sono simili. L'obiettivo è quello di inserire tra le famiglie fragili le famiglie monogenitoriali. Citavo prima i dati, che sono nazionali, ma in Veneto ancora di più. Abbiamo, non solo oggi, ma le avremo sempre, anche quando diventeranno anziani, famiglie fatte da una sola persona, con i figli. Tra l'altro, sono famiglie che fanno più fatica a sostenere anche i costi di educazione dei figli (quindi, di nuovo i nidi). Pensare che le famiglie fragili siano anche le famiglie monogenitoriali è una delle emergenze che abbiamo di fronte, quindi, che nel Piano, io credo, andrebbe inserito.
L'emendamento precedente, cioè il n. 6, questo era il n. 7, mira a fare in modo che, in una parentesi, si faccia vedere che la famiglia in Veneto è sempre più caratterizzata da genitori che sono entrambi lavoratori, e qui ritorniamo al tema dei nidi, perché, ovviamente, avendo due genitori che lavorano è più difficile conciliare tempi di vita, di famiglia e, di nuovo, una crescita delle famiglie monogenitoriali.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0006. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0007, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 72, riga 30, modificativo, che prevede:
A p. 72, alla riga 30 della colonna di sinistra, dopo le parole "Attivazione di un fondo a favore dei Comuni o delle loro aggregazioni che attivano progetti verso le "famiglie fragili" (art. 10, c. 1, art. 11, c. 1 e 2, art.13)", aggiungere le parole "con particolare riferimento alle famiglie monogenitoriali."
Questo emendamento è già stato illustrato dalla collega Ostanel.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0007. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo all'ultimo emendamento.
Emendamento n. A0008, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 73, riga 4, modificativo, che prevede:
A p. 73, alla riga 4 della colonna di sinistra, dopo la parola "Potenziamento", aggiungere le parole "della presenza sui territori e".
Lo dà per letto.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0008. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora agli ordini del giorno.
ODG n. A0025

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "FAMILY CARD - LA GIUNTA REGIONALE NE PROMUOVA E SOSTENGA L'ADOZIONE DA PARTE DEGLI ENTI LOCALI E AGEVOLI LA CREAZIONE DI PARTNERSHIP TRA LE DIVERSE REALTÀ DEL TERRITORIO PER RENDERLA UNO STRUMENTO DAVVERO UTILE ED EFFICACE" IN OCCASIONE DELL'ESAME DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA RELATIVA A "PROGRAMMA 2022-2024 DEGLI INTERVENTI DELLA REGIONE DEL VENETO A FAVORE DELLA FAMIGLIA". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 106/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
la Family Card è uno strumento già adottato da alcune Amministrazioni comunali (ad es. i Comuni di Venezia, Piacenza, Messina, e anche la Provincia Autonoma di Trento) che viene concesso ai nuclei familiari numerosi o a basso reddito come ausilio economico, concorrendo a sostenere e promuovere la genitorialità e a contrastare l'esclusione sociale e le nuove povertà;
la Family Card può essere utilizzata sia presso esercizi commerciali, sia presso realtà culturali, sportive, centri ludici e di svago, consentendo a molte famiglie disagiate di godere di beni e/o esperienze che altrimenti sarebbero loro interdetti.
Ritenuto che :
gli interventi a favore della famiglia previsti dal Programma regionale 2022-2024 dovrebbero includere anche la promozione dell'adozione da parte degli Enti locali e loro forme associate della Family Card, con l'obiettivo di agevolare e ridurre i costi di beni e servizi, erogati da soggetti pubblici e privati alle famiglie numerose o a basso reddito.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a promuovere presso gli enti locali e loro forme associate l'adozione della Family Card;
a sostenere con adeguate risorse gli enti locali che adotteranno la Family Card;
a promuovere la creazione di partnership tra Regione, Enti locali, associazioni sociali, culturali e sportive e imprese del territorio regionale al fine di rendere la Family Card un vero strumento di sostegno per i nuclei familiari più bisognosi;
a promuovere adeguate campagne informative finalizzate a far conoscere l'utilità e le modalità d'uso della Family Card.
Prego, collega.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta di un ordine del giorno che riprende alcune iniziative che alcuni Comuni hanno anche avviato e che erano state citate in fase di discussione, durante la discussione della legge n. 20 sulla famiglia.
Riteniamo che sia uno strumento importante che chiaramente richiede un certo livello di coordinamento. Importante sarebbe che questo livello di coordinamento partisse proprio dalla Regione per fare in modo che lo strumento fosse realmente alla portata di tutti i cittadini veneti e non solo di coloro che risiedono magari nei Comuni maggiori e che in qualche modo fosse uno strumento flessibile, ripeto, per facilitare anche la mobilità, visto il tipo di servizi collegati alla family card.
So che l'Assessore ha una modifica da proporre, che già annuncio di accettare e quindi lascio la parola e ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Prego, Assessore.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Condivido la finalità e la promozione di questo ordine del giorno, che, come è stato detto, viene già applicato in alcuni Comuni e può rappresentare effettivamente una novità, ma anche qualcosa in più rispetto al welfare generazionale di cui abbiamo parlato. La modifica è nell'impegno "a promuovere presso gli Enti locali la family card, a valutare di sostenere gli Enti locali che adotteranno la family card", e aggiungerei anche: "a promuovere iniziative di sussidiarietà orizzontale".

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se la collega Zottis accetta le modifiche suggerite dall'Assessore...

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Sì, va bene. Grazie.

PRESIDENTE

Mettiamo in votazione l' ODG n. A0025 così come modificato dall'assessore Lanzarin.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo.
ODG n. A0026

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "CAREGIVER FAMILIARI: LA REGIONE SI ATTIVI CON URGENZA PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DI QUESTE FONDAMENTALI FIGURE" IN OCCASIONE DELL'ESAME DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA RELATIVA A "PROGRAMMA 2022-2024 DEGLI INTERVENTI DELLA REGIONE DEL VENETO A FAVORE DELLA FAMIGLIA". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 107/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
la cura delle persone anziane e/o non autosufficienti nel nostro Paese rimane in maniera preponderante a carico dei loro familiari, che assumono in tal modo il ruolo di "caregiver "; in pochi riescono ad ottenere prestazioni domiciliari, mentre ai servizi residenziali, per diverse ragioni tra cui i costi spesso insostenibili, ci si rivolge sempre meno spesso e comunque sempre più tardi;
la figura del caregiver è stata messa a fuoco nella legislazione italiana con l'art. 1, comma 254 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020": "si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18";
tuttavia, dal 2017 a oggi l'Italia non si è ancora dotata di una legge specifica sui caregiver;
si stima che i caregiver familiari in Italia siano quasi 7.300.000, soprattutto donne (57%) e che per la maggior parte rientrino nella fascia di età tra i 45 e i 64 anni; vi è però un numero considerevole di ultrasessantacinquenni (pari al 18,6%);
di fatto, queste persone rappresentano il perno del sistema assistenziale del nostro Paese, occupandosi in forma gratuita di milioni di soggetti non autosufficienti dei quali lo Stato e le altre istituzioni spesso si fanno carico solo in minima parte;
l'Emilia-Romagna con la legge regionale n. 2/2014 è stata la prima Regione ad approvare "Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cura e assistenza)". In seguito hanno legiferato anche Abruzzo, Campania e Provincia Autonoma di Trento. Il Veneto non ha una propria legge in materia, ed è intervenuto finora solo con deliberazioni di Giunta (DGR n. 295 del 16 marzo 2021 "Programmazione degli interventi a sostegno del ruolo di cura e assistenza dei caregiver familiari" e DGR n. 682 del 7 giugno 2022 "Approvazione degli indirizzi integrati di programmazione per l'attuazione degli interventi a sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare, ai sensi del decreto interministeriale del 28 dicembre 2021";
le deliberazioni suddette, pur prevedendo sostegni economici a favore dei caregiver, non sono uno strumento adeguato ad affrontare il complesso delle criticità che ancora sussistono e che riguardano: la totale assenza di tutele assicurative e previdenziali, le lacune nella gestione del soggetto non autosufficiente dovute alla mancanza di formazione/tutoraggio; l'assenza di un collegamento costante e diretto con strutture, staff e professionisti che al bisogno potrebbero chiarire dubbi talora di grande rilevanza; l'assenza di forme di supporto psicologico. Peraltro, gli aiuti economici finora previsti sono di entità insufficiente e per ottenerli vi è un eccesso di incombenze burocratiche.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a presentare in tempi rapidi un disegno di legge regionale che, riconoscendo la figura del caregiver familiare, affronti nel loro insieme le molteplici problematiche sopra esposte.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
è un ordine del giorno presentato appunto per supportare questa figura molto importante. Ne abbiamo circa 70.000 e credo che svolgano un ruolo fondamentale. Alcuni sono all'interno della famiglia, altri sono esterni, molti sono anche regolari, una buona parte no. Sono figure che svolgono un supporto all'interno della famiglia che riteniamo fondamentale. è molto complesso. Chiediamo appunto che la Regione Veneto intervenga con una normativa.
So che è stata proposta una modifica, che magari spiegherà l'Assessore, che mi trova perfettamente d'accordo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Anche qua, condividendo i contenuti e la necessità sicuramente di addivenire a una normativa regionale su questa tematica, che oggi vede, per quanto riguarda la Regione Veneto, tutta una serie di delibere di applicazione attuative rispetto a finanziamenti o rispetto a indicazioni che ci arrivano dal livello nazionale. Condividendo l'impegno, però, siccome è una normativa che deve avere un cappello nazionale, proprio anche a discesa rispetto a quelli che sono oggi i provvedimenti che noi stiamo mettendo in campo, chiederei questa modifica: "a presentare, dopo l'uscita della norma nazionale, in tempi rapidi, un disegno di legge regionale". Quindi, agganciarlo al fatto che deve uscire, comunque, perché è in discussione, una norma nazionale.

PRESIDENTE

La collega Bigon accetta le modifiche suggerite dall'Assessore.
Mettiamo in votazione l' ODG n. A0026, così come modificato dall'assessore Lanzarin.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0027

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "SUPPORTARE L'ATTIVITÀ DEI CONSULTORI FAMILIARI PUBBLICI E AUMENTARNE IL NUMERO" IN OCCASIONE DELL'ESAME DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA RELATIVA A "PROGRAMMA 2022-2024 DEGLI INTERVENTI DELLA REGIONE DEL VENETO A FAVORE DELLA FAMIGLIA". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 108/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
nel corso degli anni e soprattutto nel periodo della pandemia da Covid-19 l'attività dei Consultori familiari pubblici ha subito una serie di difficoltà dovute soprattutto alla scarsità di risorse e di personale adeguatamente formato e organizzato;
la legge n. 34/1996 prevede la disponibilità di un Consultorio familiare ogni 20.000 abitanti. In Veneto il numero medio è di oltre 40.000 abitanti per Consultorio familiare, con un bacino di utenza per sede consultoriale più che doppio rispetto a quanto previsto.
Ritenuto che:
i Consultori familiari pubblici devono essere messi nelle condizioni, al pari di quelli privati, di garantire servizi efficaci ed efficienti in attuazione delle politiche sociali per la famiglia e in raccordo con il sistema socio-sanitario regionale.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad aumentare il numero dei Consultori familiari pubblici;
ad aumentare le dotazioni di personale dei Consultori familiari pubblici al fine di assicurarne la piena operatività, garantendo alla popolazione indispensabili servizi di informazione, prevenzione e supporto psicologico;
ad aggiornare le linee guida dei Consultori familiari risalenti a dieci anni fa;
ad elaborare progetti di collaborazione tra Consultori familiari, i medici di medicina generale, i pediatri di base, altri servizi sul territorio e le istituzioni scolastiche a partire dalla scuola primaria.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
I consultori, come dicevo in fase di discussione, sono molto importanti. Noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che la Regione si attivi affinché vengano aumentati nel numero, soprattutto quelli pubblici, ad aumentare le dotazioni del personale dei consultori stessi, perché sappiamo anche che c'è carenza di personale, e quindi ad aggiornare anche le linee guida dei consultori familiari risalenti a oltre dieci anni fa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Consapevole che il tema dei consultori è stato un tema molto dibattuto e su cui credo le convergenze siano univoche, ossia la necessità, effettivamente, che diventino dei luoghi di prima risposta, di accompagnamento, di presa in carico a trecentosessanta gradi; visto che, come ho ripetuto durante i miei interventi, oggi c'è un decreto ministeriale, il n. 77, quello relativo alla parte distrettuale, di ridisegno della parte territoriale che individua proprio e dà dei parametri strutturali e organizzativi, degli standard ben definiti per quanto riguarda i consultori, chiederei questa modifica: "Impegna la Giunta regionale a ridefinire il numero dei consultori familiari in base al DM n. 77 e la loro accessibilità". Così ci agganciamo al provvedimento che noi dovremmo, entro i prossimi sei mesi, comunque redigere.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Mi sembra di capire che la collega Bigon accetta le modifiche suggerite.
Mettiamo in votazione l' ODG n. A0027, così come modificato dall'assessore Lanzarin.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0028

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "RENDERE PROGRESSIVAMENTE GRATUITA LA RETTA DEI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA" IN OCCASIONE DELL'ESAME DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA RELATIVA A "PROGRAMMA 2022-2024 DEGLI INTERVENTI DELLA REGIONE DEL VENETO A FAVORE DELLA FAMIGLIA". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 109/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
l'Italia occupa gli ultimi posti in Europa per quanto riguarda il numero di asili nido (una media attorno al 25% e in alcune regioni del 10%). Da anni una serie di studi ed analisi economiche hanno evidenziato che le politiche per l'infanzia sono fondamentali per accrescere i livelli di occupazione femminile e della natalità, che nel Paese come nella nostra regione sono molto bassi.
Tenuto conto che:
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede uno stanziamento di circa 3,6 miliardi di euro per asili nido, allo scopo di arrivare a una copertura sul territorio nazionale del 37%.
Ritenuto che:
gli asili nido dovrebbero offrire un maggior numero di posti, orari flessibili, soprattutto se entrambi i genitori lavorano, ed essere gratuiti: i costi elevati rappresentano spesso un ostacolo insuperabile per le famiglie, che non potendo sostenere le rette di frequenza, portano le donne a lasciare il lavoro o a rinunciare alla carriera; le politiche regionali per l'infanzia dovrebbero essere orientate verso la soluzione delle suddette criticità al fine di favorire un'effettiva crescita dell'occupazione femminile.
Rilevato che:
tra le priorità, modalità e forme di azione del programma degli interventi a favore della famiglia 2021-2024 è indicata anche la riduzione della retta di frequenza dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad adottare ogni utile misura e ad individuare ogni risorsa disponibile al fine di rendere progressivamente gratuita la retta di frequenza dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie. È quello che si diceva appunto durante la discussione e quindi con la presentazione dell'emendamento poi ritirato, appunto, in vista anche della presentazione dell'ordine del giorno di cui stiamo discutendo. Crediamo che sia fondamentale supportare la natalità con l'introduzione di servizi gratuiti, quali l'asilo nido, aumentandone anche il numero. Il PNRR comunque mette a disposizione delle risorse. Cerchiamo di dare questa possibilità alle famiglie, che poi, tra l'altro, è anche l'impostazione della legge stessa, la n. 20 del 2020: dare la possibilità di avere dei figli alle famiglie con dei servizi, prendendosi in carico quello che è il costo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

L'intento, l'impegno è condivisibile, è già stato anche detto. L'abbiamo visto nella discussione della legge n. 20, nella discussione del Piano triennale. È chiaro che ci sono poi dei motivi ostativi, che sono sicuramente i motivi delle risorse economiche, quindi ci dovrà essere una gradualità. Con il Fattore famiglia, con gli interventi che abbiamo messo in campo l'anno scorso e quest'anno, quindi 5 milioni rivolti specificatamente alla riduzione delle rette e anche, non dimentichiamolo, con gli altri contributi che noi mettiamo in campo, quindi i 15 milioni ogni anno, che adesso, con l'assestamento, poi troveranno altri 4 milioni e quindi andremmo nella fascia 0-6 ai 35 milioni previsti per dar sostegno a tutto il comparto 0-6, non 0-3, è chiaro che questo è un impegno che tutti noi, credo, condividiamo, con la gradualità e con le risorse che riusciremo a mettere in campo.
Quindi, con queste specifiche, vorrei dire che accogliamo e quindi do parere favorevole a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Perfetto, grazie.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l' ODG n. A0028.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0030

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Brescacin relativo a "FORMAZIONE DELLE COMPETENZE GENITORIALI MATERNE E PATERNE. PROMUOVERE LA SALUTE E IL BENESSERE PRENATALE ATTRAVERSO INTERVENTI DI SUPPORTO E PREVENZIONE A FAVORE DEI FUTURI GENITORI E DEI NASCITURI." in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 110/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE in data 9 giugno 2022 è stata presentata la proposta di deliberazione amministrativa n. 44 "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia" Con l'obiettivo di promuovere e perseguire una politica organica ed integrata volta a riconoscere e sostenere la famiglia nel libero svolgimento delle sue funzioni sociali;
CONSIDERATO CHE con delibera n. 1863 del 29 dicembre 2021 la Regione Veneto si è dotata di un nuovo "modello gestionale ed organizzativo dell'area materno - infantile" che parte già dal periodo pre-concezionale fino all'età prescolare, con l'obiettivo da un lato, di supportare le coppie e le famiglie a concepire, far nascere e crescere figli, dall'altro ad agire per garantire la salute e il miglior sviluppo possibile ai bambini, componente sempre più preziosa non solo per le singole famiglie ma per la società tutta;
PREMESSO INOLTRE CHE la Proposta di PR FSE+ 2021-2027 della Regione del Veneto, in ambito di inclusione sociale, prevede tra le tipologie di interventi elencate al punto 2.1.3 .2.1 "azioni di contrasto alla povertà socio-educativa con la sperimentazione di modelli d'intervento innovativi di sostegno alla famiglia e di supporto alla genitorialità, anche attraverso misure volte ad abilitare iniziative di attivazione dal basso, stimolando la capacità delle comunità e delle persone";
RICHIAMATO il recente rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità Rapporti Istisan 22/16 affronta il tema dell'accompagnamento alla genitorialità indicando che "I più recenti documenti d'indirizzo internazionali sottolineano l'importanza del supporto alla genitorialità nei primi anni di vita in termini di vera e propria policy di sanità pubblica (1). Le evidenze scientifiche disponibili evidenziano infatti come rilevanti problemi di salute del bambino e dell'adulto sono prevenibili mediante semplici azioni realizzabili nel periodo preconcezionale, in gravidanza e nei primi anni di vita, epoche della vita tra le più importanti per lo sviluppo mentale e fisico della persona (2). Lo sviluppo delle potenzialità del bambino, nell'immediato e per il futuro, è garantito da condizioni favorevoli che vengono a crearsi già prima del concepimento, durante la gravidanza e nella primissima infanzia, attraverso la combinazione di fattori genetici, ambientali, socioeconomici, psicologici e comportamentali, confermando l'importanza di riconoscere la forte interdipendenza tra il bambino e l'ambiente di vita (3, 4). Le figure primarie, genitori e altri adulti di riferimento, e l'ambiente hanno un ruolo cruciale per favorire il pieno sviluppo delle potenzialità del bambino; i programmi d'intervento devono quindi avere la finalità di supportare le pratiche genitoriali nell'ambiente in cui i bambini crescono"
"In Italia il documento di indirizzo "Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita" del Ministero della Salute (11), acquisendo le evidenze scientifiche e le raccomandazioni internazionali, ribadisce l'importanza di favorire una genitorialità consapevole e di costruire ambienti familiari, educativo-scolastici e sociali ricchi di affetti. A questo si affianca il recente Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 con le sue declinazioni a livello regionale, che ribadisce l'importanza dell'approccio life-course a partire dalla fase preconcezionale con un investimento sugli interventi precoci (12)".
"La genitorialità è una delle transizioni più impegnative (15) nel ciclo vitale degli individui in quanto comporta dei grandi cambiamenti per chi diventa genitore, nell'ambito della famiglia nucleare e allargata e delle relazioni sociali. In questo cambiamento i servizi socio sanitari insieme ai professionisti che vi operano possono avere un ruolo molto significativo di accompagnamento e sostegno. In linea generale per genitorialità s'intende la complessità del processo del prendersi cura dei bambini con l'obiettivo di promuovere e sostenere il loro sviluppo fisico, emotivo, psicologico e sociale dall'infanzia all'età adulta, per consentirgli di raggiungere la migliore capacità di affrontare in modo funzionale i momenti di crescita e di cambiamento nel percorso di vita di ciascun individuo (16).";
VISTO CHE negli ultimi anni si è verificato un graduale mutamento delle condizioni sociali e culturali in cui si struttura attualmente la genitorialità. Le realtà famigliari hanno una concezione più ristretta e "isolata" e questo comporta che i nuovi genitori non riescano ad individuare riferimenti adeguati a supporto del loro percorso di preparazione alla genitorialità;
CONSIDERATO ANCHE CHE diventa importante ripensare ad un adeguato accompagnamento e formazione dei genitori a partire da prima del concepimento che possa aiutarli ad avere maggiore consapevolezza del concetto di genitorialità, instaurando sin dal concepimento un adeguato coinvolgimento e piena coscienza del proprio ruolo da parte di entrambe le figure genitoriali e favorendo il consolidamento del rapporto ed il supporto necessario nelle fasi più delicate della gravidanza e del parto;
VISTO CHE un supporto adeguato contribuisce a instaurare nei genitori una visione positiva e naturale della gravidanza, indirizzando le proprie azioni al benessere e allo sviluppo del nascituro e contribuendo a instaurare un equilibrio paritario nella gestione quotidiana dei figli, favorendo anche il rientro della madre nella realtà lavorativa e una equa distribuzione dei carichi famigliari;
CONSIDERATO INOLTRE CHE i percorsi di educazione prenatale hanno come obiettivo quello di informare e formare i genitori su quello che è lo sviluppo e l'apprendimento del nascituro, in modo da creare da subito una connessione e una consapevolezza sui comportamenti (azioni, emozioni, alimentazione) più opportuni.
Inoltre questi percorsi potrebbero essere una buona opportunità per rappresentare quelli che possono essere i comportamenti educativi e la necessità di condivisione da parte dei genitori del metodo di approccio ai nascituri nella loro formazione;
CONSIDERATO INOLTRE CHE una precoce presa di coscienza del proprio ruolo quale supporto e sostegno all'altro genitore e quale riferimento per il nascituro, ed un supporto nella prima infanzia da parte di educatori ed insegnanti, possono contribuire fattivamente alla solidità ed alla condivisione delle scelte genitoriali, riferimento indispensabile soprattutto nei primi anni di vita del bambino;
CONSIDERATO INFINE CHE i percorsi avviati in età prenatale possono implementare gli obiettivi prefigurati e la propria efficacia attivando forme collaborative nella prima infanzia tra genitori ed educatori e insegnanti. Questi infatti, grazie alle proprie competenze specifiche possono contribuire a supportare il ruolo genitoriale avviando attività formative su tematiche specifiche dedicate ai genitori;
impegna la Giunta regionale
a promuovere, in via sperimentale, anche con il coinvolgimento dei servizi territoriali di base, ad es. i consultori familiari e/o il privato sociale percorsi informativi e formativi, come l'educazione prenatale, a cui i futuri genitori possono accedere fin dai primi mesi della gestazione e un sistema integrato tra educazione (riconoscendo il ruolo primario dei genitori nell'educazione dei figli) ed istruzione negli asili nido, un'alleanza tra genitori, educatori ed inseganti a favore dei bambini nei primi anni di vita.
Prego, collega Brescacin.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
è un ordine del giorno che mira a promuovere in forma sperimentale, anche col coinvolgimento dei servizi territoriali di base, quali i consultori familiari, e anche il privato sociale dei percorsi informativi e formativi, come ad esempio l'educazione prenatale a cui i futuri genitori possono accedere fin dai primi mesi della gestazione e creare anche successivamente un sistema integrato tra l'educazione e l'istruzione negli asili nido, riconoscendo il ruolo primario dei genitori nell'educazione dei figli. Quindi è un'alleanza tra genitori, educatori ed insegnanti a favore dei bambini nei primi anni di vita.
È un emendamento che si inserisce nel solco di importanti provvedimenti approvati, ad esempio, a dicembre dello scorso anno da parte della Giunta, con l'introduzione del nuovo modello gestionale ed organizzativo dell'area materno-infantile, che parte già dal periodo preconcezionale fino all'età prescolare, che passa anche attraverso la programmazione europea del settennio 2021-2027 del Fondo sociale europeo, ma che trova anche e acquisisce le evidenze scientifiche e le raccomandazioni internazionali che ribadiscono l'importanza di favorire una genitorialità consapevole e di costruire ambienti familiari, educativo-scolastici e sociali ricchi di affetti.
Tiene conto di quanto è a tutti noto, ovvero che il sistema delle famiglie nostre oggi è un sistema caratterizzato da famiglie più piccole rispetto ad un tempo e quindi dalle necessità dei futuri genitori di individuare dei punti di riferimento adeguati a supporto del loro percorso di preparazione genitoriale, e quindi mira a promuovere delle azioni di benessere volte al benessere e allo sviluppo del nascituro, a contribuire a favorire la piena coscienza del proprio ruolo da parte di entrambe le figure genitoriali, favorendo anche il rientro delle madri nelle realtà lavorative ed un'equa distribuzione dei carichi familiari.
Colgo anche l'occasione per esprimere sicuramente anche il prossimo voto di grande soddisfazione per questo provvedimento, perché penso che non soltanto sia un provvedimento che ha struttura triennale, quindi dà continuità, dà strutturazione, dà garanzia di programmazione negli anni futuri, ma anche perché prevede, tra i vari interventi che oggi abbiamo già ben sentito e ampiamente discusso, anche una clausola nuova che è quella di favorire l'instaurazione di un sistema di valutazione degli effetti delle politiche di investimento a favore della famiglia, quindi la possibilità di mettere in piedi un sistema di valutazione che ci permetta di capire anche in futuro quelli che sono stati gli effetti e di andare a misurare le azioni specifiche che vengono fatte all'interno di questo provvedimento.
Si inserisce in un più ampio lavoro significativo di altri provvedimenti importanti che in Commissione abbiamo fatto, che magari non son passati per l'Aula consiliare, come l'ultimo relativo a tutto il tema della disabilità, che era stato toccato anche prima da un emendamento presentato, che secondo me danno grande visione e struttura quello che è il lavoro improntato dall'Assessorato e dal Direttore dei Servizi sociali, il dottor Spano, non solo con i provvedimenti approvati, quindi con l'oggetto di provvedimenti approvati, ma che danno anche una visione futura di dove vogliamo andare sui temi importanti che insieme rappresentano tutto l'ambito del sociale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno, appunto, riteniamo fondamentale il fatto che ci sia una rete tra educatori e famiglie, genitori, figli, perché è fondamentale appunto il supporto e sicuramente questo passa anche da una condivisione e da una rete. Ma come appunto diceva la collega Brescacin, fondamentale è anche la formazione e l'informazione, perché tante volte nella famiglia e comunque nei genitori c'è necessità anche di formare. Quindi, siamo assolutamente d'accordo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno n. A0030.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Riconosciamo senza dubbio che ci sia un valore insomma positivo nel provvedimento che oggi andiamo a illustrare – abbiamo avuto anche modo di dibatterlo in modo approfondito, sia in Commissione, sia in Aula – e anche l'importanza, l'ho detto già in fase di correlazione, delle attività che vengono inserite nel provvedimento anche per la situazione socio-economica che ci troviamo a vivere.
Pensiamo però che i riferimenti a tutto quello che è il mondo anche del lavoro (riguardo a quello che è il mondo della conciliazione in parte alcuni emendamenti sono stati accettati), i provvedimenti che si correlano a questo, come anche i provvedimenti a cui faceva riferimento prima sia il relatore, sia l'Assessore, sia la presidente Brescacin, che sono quelli che fanno riferimento al DM n. 70, siano elementi imprescindibili per valutare poi l'efficacia di un Piano triennale. Come anche comprendere se quello che viene poi citato, dai consultori ai nidi in famiglia, riusciamo a mantenerne una struttura realmente radicata rispetto a quella che è l'attuale situazione, perché non possiamo nasconderci che l'aspetto dei consultori, come l'aspetto dei nidi in famiglia, in questo momento ha delle criticità e non è vero, mi dispiace sentirlo sussurrare, che non servono a niente. Servono.
Il problema è comprendere chiaramente come riuscire a compensare quegli aspetti di mancanza che sappiamo benissimo tutti sono dovuti anche a un aspetto nazionale. Però è vero anche che sulla relazione stessa data dal Piano veniamo citati come un esempio per alcuni aspetti a livello nazionale, anche per il radicamento della figura, per esempio, degli psicologi, ma non in modo positivo come numeri dei consultori. Quindi, probabilmente, qualche spinta in più ci potrebbe essere.
Ringraziamo anche per l'approvazione di alcuni emendamenti che vanno nella direzione di quello che sto dicendo, che è un monitoraggio, un comprendere se lo strumento funziona o non funziona, ma, come opposizione, siamo in attesa di vedere poi le risorse ulteriori che a bilancio verranno messe per gli strumenti citati.
Qui ci sono alcune risorse, l'abbiamo detto, non sono le uniche, perché altrimenti non ci sarebbe un'interazione con gli strumenti e con i Piani in parte citati anche dalla presidente Brescacin. Abbiamo votato a favore in Commissione di quello che era il Fondo per la disabilità, però non c'è solo quello.
Quindi, il nostro voto sarà, per quello che ho detto, anche un voto di astensione, non per la non condivisione di alcuni...Ho apprezzato l'appello del relatore, consigliere Zecchinato, che ringrazio, però comunque, per quello che ho detto e per le cose che ci siamo scambiati come emendamenti durante il dibattito e nell'Ufficio di Presidenza, siamo in vigile attesa di alcuni aspetti e soprattutto, ci tengo a ribadirlo, di quella che sarà l'interazione con tutta l'area del lavoro, che è fondamentale rispetto a quello che è l'impegno messo dall'area del sociale.
Dopodiché mi si permetta una brevissima battuta perché in quest'Aula torna molto spesso e mi dispiace perché in qualche modo, secondo me, è andata a inquinare il dibattito positivo che comunque c'è stato, che è la questione "qualcuno è in qualche modo portatore sano dei valori cristiani". No, non c'è un portatore sano di valori cristiani, non c'è un partito portatore sano di valori cristiani, della famiglia. Non c'è in quello che scrivono i testi dei valori cristiani, non è che lo dico io, e non può esserci un senso di superiorità. È inutile che si facciano rumors, perché c'è chi parla e chi a un certo punto può anche rispondere in due secondi. Non c'è neanche un senso di superiorità tra chi è cristiano e chi non lo è, perché altrimenti chi è cristiano andrebbe esattamente contro quelli che sono i suoi valori stessi.
Ma c'è un aspetto, da uomini e donne dello Stato, che viene citato anche nei Vangeli, visto che comunque ne parliamo, e anche nella Bibbia, che è il valore del perdono, è il valore del rispetto, è il valore del farsi carico, perché chi è lì si è fatto carico di chi peccava. Allora, quando parliamo, forse, tra di noi stessi (e mi scuso se io non lo sta facendo), un po' più di riflessione e un po' meno senso, in qualche modo, che "il mio partito è il portatore sano", questo sì, perché non c'è nessuno che può sentirsi portatore sano di quei simboli, per rispetto stesso di quei simboli.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Spero che la discussione di oggi abbia fatto capire che non è tanto la comunità LGBTQI a minacciare la famiglia in Veneto, ma è l'assenza di politiche di sostegno per le famiglie in Veneto che minaccia davvero questo tema, di cui oggi abbiamo ampiamente discusso. I dati parlano o parlano a chi non vuole vedere che il mondo sta cambiando.
I dati parlano. Il numero di persone per famiglia è poco più di due. Abbiamo un'emergenza rispetto alla natalità. Il numero di famiglie unipersonali passa dal 10 al 31% in vent'anni. Le famiglie monogenitoriali passano al 15% in più in tre anni. Le coppie non coniugate con figli passano dal 27% del 2007 al 56% di oggi. In Veneto ci sono 502 unioni civili, il 69% tra uomini: è il 7,5% del dato italiano. Le coppie conviventi non coniugate – attenzione, collega Pan, pericolosissime – sono il 10% delle coppie. Il 49,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori. Nel 2017 sono nati 36.000 bambini; nel 2019 sono nati 33.000 bambini. Questa curva sta continuando a scendere così in Veneto e in Italia. I dati rispondono al fatto che il problema non è tanto la famiglia arcobaleno LGBTQI, ma il problema è non aver visto che il mondo sta cambiando, che servono politiche a sostegno per le famiglie, al plurale, monogenitoriali, unipersonali, coppie che non stanno più insieme, che si sono divorziate, e questa Regione deve continuare a fare e fare di più, altrimenti noi ci troveremo nei prossimi anni in emergenza.
Ho portato alcuni emendamenti che sono stati approvati sul tema nidi. L'ho detto più volte: il tema nidi, io credo, è il tema che permetterà di garantire alle giovani donne di scegliere di avere dei figli. Dobbiamo andare verso la gratuità. è stato approvato un emendamento che impegna a lavorare su questo tema. Mi interesserà vedere se nel prossimo bilancio anche la dotazione economica sarà conseguente, perché, per fare dei servizi, servono dei soldi e non serve risparmiarli o investirli da altre parti.
Un'altra questione che è stata approvata è iniziare – e sono contenta per questo – a lavorare davvero sul tema dei nidi aziendali, non solo nelle aziende private, ma anche in tutte le strutture pubbliche. Allora faccio un appello e chiudo così. Siccome a breve presenterò un progetto di legge per creare il primo nido aziendale regionale in Italia, quindi in questa Regione, visto che mi sembra non solo che ci sia stata un'approvazione di intenti, ma anche alcuni colleghi vedevo che annuivano, nonostante abbiamo un'opinione diversa sulle famiglie LGBTQI, rispetto al tema dei nidi, se davvero il tema è sentito, io credo che non debba essere un progetto di legge che viene presentato da una Consigliera, ma un progetto di legge che in qualche modo riguarda tutti e riguarda i dipendenti di questa Regione.
L'idea di avere un nido aziendale regionale sarebbe, io credo, un segnale per tutta l'Italia rispetto al fatto che si possono iniziare a conciliare i tempi di vita e di lavoro a partire da dove stiamo lavorando.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sono felice che il mio intervento iniziale abbia un po' animato questo dibattito, che altrimenti sarebbe stato abbastanza lineare. Giusto per dircele tutte, visto che siamo alla fine, io ho ascoltato giustamente soprattutto la collega Ostanel che ci ha dato dei dati importanti, ma quello che io volevo sottolineare anche dai dati che lei ci ha appena riportato, è che lei parla di famiglie che comunque hanno avuto dei figli, che poi siano divorziate, separate, eccetera, comunque c'è un maschio e una femmina: di solito un figlio, se non è cambiato il mondo, funziona che si fa così. Quello che io invece volevo dirle fin dall'inizio e quindi io non ho nulla al contrario... poi purtroppo nelle famiglie a volte non si va più d'accordo, eccetera, e questi ragazzi, questi bambini, li vediamo nelle scuole... guardi, ho insegnato a scuola per molti anni e quindi conosco molto bene le situazioni di tante famiglie che, quando sono separate, i figli hanno bisogno giustamente di tutte le tutele che noi, anche come Istituzione, dobbiamo dare.
Sono d'accordo con lei che comunque bisogna implementare gli asili nido. Quando ho fatto il Sindaco, io ne ho costruito uno, le posso dire che il problema più grosso poi è stata anche la gestione, come ricordava la collega Brescacin benissimo, visto che anche lei ha fatto il Sindaco e penso tanti qui dentro. Quindi il mio ragionamento iniziale era che tutti questi soldi che lo Stato spreca in inutili bonus, le ricordo, potrebbero creare un fondo... Io penso che il prossimo Governo, mi dispiace che quelli prima non l'abbiano fatto, possa creare un fondo per dare la possibilità di un accesso gratuito agli asili nido in tutto il Paese. Quello è un intervento sulla famiglia e quindi giustificherebbe anche poi, naturalmente, il lavoro femminile. Quindi una signora, una giovane donna che sa che è gratuito l'asilo nido e sa che ce l'ha vicino a casa, può andare al lavoro tranquillamente. Asilo nido, che, invece di restituire i figli a mezzogiorno, magarli li restituisce alle cinque di sera. C'è anche il problema degli asili in generale su questo tema.
Questa è la politica da fare del buon padre di famiglia, della famiglia cosiddetta cristiana, perché poi, alla fine, se uno, Lorenzoni, vuole fare altre scelte sessuali, io non ho nulla in contrario: uno può andare con chi vuole, andare dove vuole e fare tutto quello che vuole con tutti quelli che vuole. Però io, ma penso come tanti in questo luogo, sono assolutamente contrario che queste persone adottino dei bambini, perché io penso che solo una famiglia cosiddetta naturale, cioè dove c'è un papà e una mamma oppure, anche se non sono sposati, c'è un uomo e una donna possa creare e dare un futuro normale a questi bambini. Poi se uno vuole andare a Cuba, vada a fare quello che vuole, a me non interessa. Questo è il concetto che io volevo esprimerle.
Poi un altro concetto che vorrei esprimere – e che sia chiaro qui dentro – è che io, e penso molti all'interno del mio partito, siamo contrari che si venga a sostituire con gli immigrati quello che noi naturalmente abbiamo costruito fino adesso, cioè che passi che la nostra famiglia non sia quella giusta, che passi che noi non possiamo fare più figli, che ci sia la denatalità, che non incentiviamo più niente e intanto sbarcano dall'Africa continuamente e sostituiamo i posti vuoti con questi.
Questo non esiste. Noi dobbiamo aiutare le nostre famiglie, dobbiamo portare avanti i nostri valori, la nostra identità, che passa anche attraverso non solo degli aiuti economici, ma anche, comunque, tutta una serie di iniziative sociali, culturali e di incentivazione della famiglia naturale veneta che è sempre stata la base della nostra società.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Ha chiesto di intervenire la collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ho desiderato e desideravo che questo momento fosse un momento di discussione di tipo progettuale, così come anche gli emendamenti che abbiamo portato hanno voluto dare stimolo a fare così come appunto abbiamo discusso anche in Commissione, è stato discusso in Commissione e non di altro genere.
Vorrei soltanto ricordare, proprio per evitare che passi un messaggio purtroppo errato, che la scelta sessuale non esiste, perché l'orientamento sessuale non è una scelta, non si può scegliere.
Lei, Consigliere, non ha scelto di essere eterosessuale. Può scegliere, però, che cosa dire e come relazionarsi con gli altri.

PRESIDENTE

Siamo in dichiarazione di voto sul provvedimento. Io vi lascio anche parlare, però ...

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Ha lasciato parlare Pan...

PRESIDENTE

Siccome il provvedimento parla della natalità e noi siamo qui che parliamo delle coppie omosessuali, difficilmente nasce qualcosa.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

È il motivo per cui sin da subito io ho detto che avrei voluto parlare da un punto di vista...

PRESIDENTE

Rimaniamo sul tema altrimenti vi tolgo la parola. Io vi lascio perché la dialettica politica ci sta, però non potete non fare alcun riferimento al provvedimento e parlare solamente...

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Presidente, non può intervenire sul mio intervento avendo consentito al consigliere Pan di intervenire su temi che si escludono dalla dichiarazione di voto. Io per prima sono intervenuta esclusivamente sugli emendamenti.

PRESIDENTE

Ma almeno ha fatto un riferimento sul voto. Lei neanche lo sta facendo.
Vada pure.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Ho otto minuti per farlo, Presidente. Ho otto minuti e sono intervenuta soltanto sugli emendamenti per ricordare progetti che possono servire alla programmazione di questa Regione per implementare la natalità, per aiutare le famiglie e per costruire famiglie solide in ogni ambito e in ogni relazione della nostra Regione. Mi sfidi a dire il contrario. La sfido, anzi, io a dire il contrario. Ma di fronte a un'affermazione di questo tipo è necessario per me precisare un aspetto che io pensavo fosse normale, fosse conosciuto.
Io mi asterrò sul Piano e quindi tolgo qualsiasi velo dal mio futuro voto. Mi asterrò sul Piano perché non ha accolto alcuni aspetti necessari per quanto riguarda alcuni servizi da implementare. Ne abbiamo parlato prima, vi ho portato esempi rispetto non soltanto alla questione dell'accompagnamento alla genitorialità, ma anche nella fase precedente, di preparazione alla genitorialità e di accompagnamento al superamento delle difficoltà da un punto di vista operativo, fisico, medico, sanitario, psicologico, per cui è necessario intervenire con questo Piano. Ho voluto precisare (e non lo avrei neanche desiderato) semplicemente perché da questo Consiglio non esca un messaggio che metta ancor più in difficoltà tutte le persone che in questi anni hanno fatto sacrifici per riuscire a integrarsi all'interno di una cultura che pensa che la sua sia una scelta e che il suo in alcuni casi possa essere addirittura un capriccio. Non lo è. È un orientamento, su cui non io, ma il suo Capogruppo ha voluto intervenire. E allora si rivolga al suo Capogruppo, o al suo collega di maggioranza, riportandolo all'ordine.
Ribadisco che, proprio perché c'è la necessità di accompagnare ognuno a realizzare il proprio progetto di vita, secondo quello che la legge consente di fare, un intervento maggiore per quanto riguarda l'accompagnamento delle famiglie nel percorso di evoluzione e anche di allontanamento dal rischio povertà è necessario, senza portare sul tavolo differenze, ma portando sul tavolo opportunità.
Questo è quello che abbiamo fatto anche con la manovra emendativa presentata dai colleghi di minoranza. Ribadisco, probabilmente dovremmo ascoltare di più quello che il territorio ci dice, senza rimanere fermi a logiche preconcette, che rischiano di minare la realizzazione dei progetti di vita all'interno del nostro territorio in confronto ad altri.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Non sono mai intervenuto, anche se ho ascoltato attentamente tutto il dibattito. Ci sono alcune cose che condivido e altre che condivido meno. Non sono tra quanti sono convinti che i consultori familiari siano una cosa così utile o abbiano dato chissà quali grandi benefici. Avendo fatto l'assessore, li conosco, e so che c'è quello che funzionava, quello meno, ma il consultorio familiare spesso veniva consultato per andare ad abortire. Quindi, il contrario della natalità.
Chiudo qui la parentesi dicendo che un tema di cui oggi non ho sentito parlare è proprio quello dell'aborto. Se abbiamo un problema di denatalità in questo Paese e se guardiamo i numeri negli ultimi trent'anni, vediamo...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, io capisco, ma se adesso introduciamo anche il tema dell'aborto...

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Finisco. Dichiaro il mio voto....

PRESIDENTE

...non andiamo più fuori.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Parliamo di natalità, Presidente.

PRESIDENTE

Ho capito, ma stiamo parlando di tutto, collega Valdegamberi. Quindi, per cortesia, rimanga sul provvedimento.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

è inerente al tema. Dico che se c'è stato nella storia di questo Paese un gap che si è formato, che oggi è un problema sociale, economico eccetera, è quello legato alla mancanza delle nascite. Allora, su questo mi sarei aspettato – ma dichiaro il mio voto favorevole, comunque – magari un supporto di più alle donne che si trovano in situazioni difficili e vengono portate anche ad abortire. Ecco, aiutiamo tutti, ma a chi è in quel momento di difficoltà, e sono d'accordo che è una decisione, nella vita, alle volte molto difficile che deve prendere la donna in quel momento, credo che dovremmo essere più attenti. Ma in questa discussione non si è mai parlato di questo.
Ecco, la donna lasciata sola va aiutata e in questa situazione bisogna salvare il bambino, che è una natalità, un elemento importante, visto che cerchiamo di importare persone dall'estero, come altri Paesi stanno dicendo in questo periodo, avendo un sistema che non sta in piedi Facciamo nascere quelli che già sono concepiti qui intanto e quindi mettiamo la donna nelle condizioni di non essere discriminata, di essere supportata e al limite, se mette al mondo il figlio, come è già previsto per legge, c'è la possibilità che venga adottato se non vuole accettarlo. Però va fatto senza stigmatizzarla, aiutandola economicamente, dandole i soldi anche come Regione. Una donna incinta non deve sentirsi in colpa, ma deve sentirsi aiutata dallo Stato e dalla comunità. Punto.
Di questa cosa non abbiamo mai parlato in questa discussione e poi facciamo tanti discorsi di morale. Non entro nel merito, ma sono d'accordo con quello che ha detto il collega Capogruppo della Lega, sono d'accordo sulle considerazioni fatte. Noi siamo preoccupati per i diritti di tutti tranne che per i diritti delle persone in questo momento di difficoltà.
Comunque, il voto è favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Vorrei intanto partire da un ringraziamento al collega Zecchinato e alla collega Zottis, perché hanno fatto un lavoro di confronto e io credo che sia stato un lavoro utile, un lavoro di crescita e di arricchimento del provvedimento. Credo che questo sia stato un buon esempio dal punto di vista della creazione di una norma utile alla nostra Regione. Non posso non far notare, però, come i contenuti di questo provvedimento non vadano in alcun modo a incidere su quei trend negativi che sono stati illustrati bene dalla collega Ostanel: non andiamo a modificare le condizioni per cui la famiglia, intesa come nucleo intorno a cui avere un numero di figli importante, possa crescere e aumentare il numero dei cittadini presenti in questa città.
Faccio notare anche che le stime sull'evoluzione della popolazione utilizzate in questo provvedimento, ma anche nel provvedimento sugli anziani che è in discussione in Quinta Commissione, sono ottimistiche rispetto alle stime che fa Istat sempre all'orizzonte 2040, vale a dire che la contrazione di popolazione sarà probabilmente maggiore di quella che i documenti che stiamo elaborando a livello regionale immaginano. Sono andato a prendere il percentile più basso nella distribuzione di probabilità di evoluzione della popolazione. Ecco, forse l'emergenza è più critica di quanto i documenti illustrino.
Vorrei fare un'osservazione anche in risposta al collega Pan. Se lei ci solletica, noi non facciamo finta di non ricevere il solletico che lei ci vuole fare. Il suo riferimento alla famiglia naturale veneta è veramente qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio, io penso. Non so quale sia la caratteristica della famiglia... Già del termine "naturale" abbiamo parlato, ma riferito alla "famiglia veneta" veramente sarebbe curioso. È quella che parla il dialetto? Il dialetto dell'Alta Padovana o il dialetto veronese? Oppure il dialetto polesano o forse il dialetto cadorino, che è sicuramente diverso da tutti; il chioggiotto sicuramente no, perché è una isola etnica a parte.
è curiosa questa "famiglia veneta". Io vorrei veramente reagire con disgusto all'idea che non possiamo accettare che vengano famiglie a beneficiare di quello che abbiamo costruito. Abbiamo costruito: ma chi? Lei, consigliere Pan? Noi chi? Chi sono i veneti? La città di Venezia è sempre cresciuta in un'interazione tra mondi larghissimi. Guardi le famiglie patrizie veneziane che hanno ottenuto di entrare nel Gran Consiglio nella storia a partire dal XIV secolo: erano famiglie da tutto l'orbe terrarum e Venezia sapeva fare sintesi, sapeva accogliere, sapeva anche vendere i privilegi in maniera molto intelligente. Non avremmo il Ponte di Rialto se non avessero avuto questa capacità di includere, che non abbiamo più e ce ne accorgiamo perché soffriamo una condizione economica che è molto diversa da quella che la nostra Regione aveva nel XV e XVI secolo.
Allora, stiamo attenti a non dire che non dobbiamo costruire qualcosa per chi viene da fuori. Chi viene da fuori, se porta valore, se porta capacità di costruire, se rispetta le nostre regole, sarà sempre il benvenuto. Ricordiamolo nel momento in cui lavoriamo per le nostre famiglie.
Non possiamo votare a favore di questo provvedimento per tutte queste ragioni.

PRESIDENTE

Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei ringraziare l'Assessore e la struttura per aver portato questo programma all'attenzione prima della Giunta, poi della Commissione consiliare e oggi del Consiglio. Ringrazio anche la Presidente della Quinta Commissione e la struttura per il lavoro fatto. Sicuramente c'è stato un confronto, ed è stato un dibattito anche costruttivo.
Vorrei ricordare e partire da un dato, un dato numerico preciso, che è pesabile ed è un indicatore per noi. Al 2020 l'investimento era di 9,980 milioni. Siamo passati al 2021 con un investimento sulle famiglie di 12,797 milioni e con questo programma siamo con un investimento per il 2022 di 28,790 milioni, includendo, per carità, gli interventi di potenziamento dei servizi socioeducativi. Però, comunque, è un trend in continuo incremento.
Questo per dire che la Regione sta investendo sempre di più sulle famiglie. Sta investendo perché le ritiene uno strumento, come dicevo prima, di educazione, uno strumento di coesione, un pilastro fondamentale della nostra società. Però, come ho detto prima, le risorse sono limitate, al contrario delle richieste, quindi bisogna fare delle scelte. Il fatto che si stiano incrementando le risorse in questo momento di crisi, dopo la pandemia, e di crisi anche internazionale dimostra l'attenzione che c'è verso le famiglie. E l'attenzione c'è partendo proprio da alcuni dati negativi. Già il Piano nell'introduzione parla di denatalità, parla di bisogni, parla di necessità, e gli interventi cercano di andare proprio nella direzione di mantenere la famiglia, anzi di farla crescere proprio nella funzione di coesione sociale. Una coesione che è richiamata anche dai moderni strumenti di programmazione. Penso al PNRR, laddove si parla tantissimo di comunità, al di là delle risorse, proprio perché c'è la necessità di tenere le fila della comunità e la famiglia è uno di questi pilastri.
Credo che questo Piano, pensando alle risorse messe in campo e alle risorse (anche UE) previste, insieme alle innovazioni, come il fattore famiglia, che è stato citato prima, il sistema di valutazione, il fatto di coinvolgere tutte le strutture...

PRESIDENTE

Collega Zanoni e collega Valdegamberi, per cortesia.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Il fatto di coinvolgere tutte le strutture...

PRESIDENTE

Sta ridendo, cosa c'entra lei?
Vada avanti.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Il fatto di coinvolgere tutte le strutture regionali nell'attuazione del programma credo sia una cosa assolutamente innovativa e importante. Il territorio è stato ascoltato in audizioni, ma anche nel lavoro fatto dallo stesso Assessore sul territorio della cabina di regia è evidente che c'è un ascolto importante del territorio.
Ecco, tutte queste azioni, insieme alle azioni dei Comuni, sicuramente sono un valore aggiunto che potremo dare quest'anno, ma anche nel triennio prossimo, alle famiglie. In nome di questa coesione, tipica della famiglia nella sua funzione, io chiedo ancora, anche se vi siete già espressi sul voto, una coesione nel voto, perché è un provvedimento atteso dalle famiglie venete e sarebbe un bel segnale se dessimo anche noi conto di questa coesione anche qui dentro; seppure da posizioni diverse, uno che vota a favore lo fa perché c'è un piano e un investimento sulla famiglia. Pertanto, vi invito a ripensare alla posizione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione la PDA n. 44, così come emendata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il provvedimento è approvato.
Adesso sospendiamo fino alle ore 15. Ricordo che in Sala Legni adesso ci sarà la Prima Commissione e subito dopo la Terza.
La ripresa sarà alle ore 15.
La Seduta è sospesa alle ore 13.34
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta riprende alle ore 15.25

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori. Invito tutti a venire in Aula. Mettiamoci le mascherine.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 66a Seduta pubblica di martedì 19 luglio 2022.
PUNTO
7



COMPLEMENTO PER LO SVILUPPO RURALE (CSR) DEL PIANO STRATEGICO NAZIONALE DELLA PAC 2023-2027 PER IL VENETO AI SENSI DEL REGOLAMENTO (UE) N. 2021/2115 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 46) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 113/2022)

Relazione della TERZA commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Andreoli
Correlatrice: Consigliera Guarda

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7), PDA 46.
Vedo il relatore, vedo la correlatrice, quindi possiamo iniziare il punto.
Collega Andreoli, se mi chiede la parola, grazie.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Le attività relative al futuro della Politica agricola comune (PAC) post 2020 sono state avviate a livello europeo, attraverso una prima consultazione pubblica generale nel 2017 e la presentazione della comunicazione della Commissione "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" del 29 novembre 2017.
Con la proposta di Regolamento 392 del 1° giugno 2018 sono state presentate le norme sul sostegno ai piani strategici nell'ambito della PAC e il relativo finanziamento. Nel frattempo, il riferimento temporale della nuova PAC è stato aggiornato al 2023-2027, anziché al 2021-2027, come sapete. Questo ha comportato l'estensione al 2021-2022 dei Programmi di sviluppo rurale 2014-2020 ed è stata assicurata la continuità dei pagamenti per queste due annualità.
Come sapete, al Veneto è stata attribuita un'integrazione di risorse per coprire la fase di transizione, per un importo di spesa pubblica pari a 392 milioni di euro complessivi.
Esattamente un anno fa, il Consiglio regionale, con la deliberazione n. 82 del 21 luglio 2021, ha approvato la modifica al PSR 2014-2020 relativa all'estensione per questo biennio e all'allocazione delle relative risorse. Dopo un complesso iter politico-amministrativo, rallentato prima dalle elezioni europee e poi dalla pandemia da COVID-19, le proposte della Comunità europea sono state approvate dal Parlamento e dal Consiglio della UE il 2 dicembre 2021.
A fondamento del nuovo ciclo di programmazione, il Regolamento UE 2021/2115 del 2 dicembre 2021, che reca le norme sul sostegno ai Piani strategici della PAC, introduce appunto il nuovo approccio proposto dalla Commissione, il cosiddetto new delivery model, caratterizzato dal Piano strategico nazionale, PSN, attraverso il quale vengono programmati ed attivati gli strumenti della PAC, con il sostegno finanziario del FEAGA, pagamenti diretti e interventi settoriali, e del FEASR, il Fondo per lo sviluppo rurale.
La PAC 2023-2027 si focalizza su nove obiettivi specifici e su un obiettivo trasversale, che declinano anche i target del Green Deal europeo come articolati nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità, per un totale dunque di 10 obiettivi incentrati su aspetti ambientali, economici e sociali, che devono costituire la base su cui gli Stati membri della UE devono elaborare il proprio piano strategico nazionale della PAC.
Elenco questi 10 punti.
1. Sostenere un reddito agricolo sufficiente e la resilienza del settore agricolo al fine di rafforzare la sicurezza alimentare e la diversità agricola, nonché la sostenibilità economica della produzione agricola.
2. Migliorare l'orientamento al mercato e aumentare la competitività delle aziende agricole, compresa una maggiore attenzione alla ricerca, alla tecnologia e alla digitalizzazione.
3. Migliorare la posizione degli agricoltori.
4. Contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento degli stessi.
5. Promuovere lo sviluppo sostenibile e un'efficiente gestione delle risorse naturali come l'acqua, il suolo e l'area, anche riducendo la dipendenza da sostanze chimiche.
6. Contribuire ad arrestare e invertire il processo di perdita della biodiversità per preservare gli habitat e i paesaggi.
7. Attirare e sostenere i giovani agricoltori e i nuovi agricoltori.
8. Promuovere l'occupazione, la crescita, la parità di genere, compresa la partecipazione delle donne all'agricoltura, l'inclusione sociale e lo sviluppo locale.
9. Migliorare la risposta dell'agricoltura dell'Unione alle esigenze della società in materia di alimentazione e salute, compresi alimenti di alta qualità, sani e nutrienti, prodotti in modo sostenibile; ridurre gli sprechi alimentari, nonché migliorare il benessere degli animali e contrastare le resistenze antimicrobiche.
10. Promuovere e condividere conoscenza, innovazione e digitalizzazione nell'agricoltura e incoraggiarne l'utilizzo da parte degli agricoltori.
Il Regolamento UE del 2021, il n. 2115, prevede che ciascuno Stato membro predisponga entro il 31 dicembre 2021, appunto, il Piano strategico nazionale della PAC. Lo stesso Regolamento fissa inoltre, per ciascun Stato membro, l'ammontare delle risorse destinate per anno finanziario e per ciascuna delle politiche della PAC.
Le risorse assegnate all'Italia per il periodo 2023-2027 ammontano a 21,41 miliardi di euro del FEAGA e 6,75 miliardi di euro del FEASR, al netto dei trasferimenti tra i due fondi consentiti dal Regolamento e dal cofinanziamento nazionale e regionale previsti per le risorse del FEASR.
Il sostegno della PAC viene concesso nella forma di "tipi di intervento" programmati e articolati in "interventi" nei PSN PAC. In parallelo al percorso europeo, la Giunta regionale ha approvato, con deliberazione n. 738 del 28 maggio 2018, l'attivazione della Conferenza regionale dell'agricoltura e dello sviluppo rurale del Veneto, allo scopo di definire e condividere, anche a livello di partenariato, le priorità strategiche in grado di orientare e prefigurare dinamiche di sviluppo del sistema agricolo e rurale veneto nel medio periodo.
La Conferenza, realizzata con il supporto scientifico del CREA, Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia, e delle Università di Padova, Venezia e Verona, ha coinvolto le Direzioni e gli Enti regionali operanti nell'ambito del settore agricolo e rurale e ha acquisito, mediante una consultazione on line, le indicazioni e le proposte del partenariato allargato utile all'individuazione delle priorità strategiche regionali.
Con deliberazione n. 1297 del 10 settembre 2019 della Giunta regionale, è stato quindi adottato il documento "L'agricoltura veneta verso il 2030" che propone i risultati della Conferenza regionale dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, rappresentando la strategia per lo sviluppo del settore primario e delle aree rurali che la Regione Veneto intende seguire nel prossimo decennio.
Nell'ambito delle politiche e dei programmi comunitari viene posta particolare enfasi sull'importanza del partenariato, principio che implica una stretta cooperazione fra la Commissione, le autorità degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale e altri enti e organizzazioni governative e non governative, nel corso delle varie fasi del ciclo di attuazione dei fondi UE, evidenziando come la partecipazione attiva di tutti gli attori interessati migliori la qualità dell'attuazione.
Con DGR n. 723 del 9 giugno 2020, in ottemperanza alla normativa europea, è stato quindi istituito il Tavolo regionale del partenariato.
Nel corso del 2020, le strutture regionali di settore, coordinate nella Rete PAC2030, hanno elaborato una proposta di quadro strategico composto da 70 interventi. A partire da queste proposte è stato avviato un confronto con il Tavolo di partenariato PAC 2030 attraverso una consultazione guidata on line introdotta da un webinar di presentazione che si è svolto il 30 ottobre 2020. La proposta veneta per il Piano strategico nazionale PAC, integrata con gli esiti della consultazione del Tavolo di partenariato PAC 2030, è stata rielaborata in un quadro strategico che rappresenta la base negoziale di riferimento nell'ambito del confronto nazionale per l'elaborazione del PSN PAC.
Nell'ambito della costruzione del PSN PAC, le strutture regionali hanno assicurato la valorizzazione dei documenti strategici regionali, partecipando alle attività di elaborazione del PSN PAC 2023-2027, coordinate dal MIPAAF con 92 incontri nel 2021 e 77 documenti trasmessi, al fine di rappresentare il posizionamento della Regione Veneto rispetto ai vari contenuti del PSN.
La prima proposta di PSN PAC è stata notificata dall'Italia alla Commissione europea il 31 dicembre 2021. La proposta destina agli interventi sostenuti dal FEAGA 20,67 miliardi di euro e agli interventi di sviluppo rurale 14,75 miliardi, comprensivi delle risorse del FEASR e dei cofinanziamenti nazionali e regionali.
Sulla base del confronto tra Commissione europea, MIPAAF e Regioni, è attualmente in corso la rielaborazione del PSN finalizzata a ritrasmettere il testo entro il prossimo 31 luglio 2022.
In coerenza con il dettato costituzionale, il PSN PAC per l'Italia stabilisce che siano le Regioni a programmare e a gestire gli interventi di sviluppo rurale, con l'unica eccezione degli interventi relativi alla gestione del rischio, che sono a programmazione e gestione nazionale, integrando negli interventi di sviluppo rurale descritti nel Piano le enunciazioni che consentono di declinare le specifiche regionali e prevedendo la predisposizione di Complementi regionali per lo sviluppo rurale 2023-2027 (CSR) e la partecipazione finanziaria delle Regioni.
Il Complemento non assume nuove scelte rispetto al PSN, ma riporta con maggior dettaglio le indicazioni relative a come la strategia viene declinata a livello regionale, evidenziando la specificità delle scelte che caratterizzeranno l'attuazione nella Regione del Veneto. Per tale ragione non è necessario sottoporre il Complemento alla Valutazione ambientale strategica, che invece si è espressa sul PSN ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
In particolare, nel Complemento la Regione descrive e motiva, in coerenza con le esigenze del proprio territorio, le specifiche strategiche e la scelta degli interventi di sviluppo rurale da attivare tra quelli previsti dal PSP; riporta l'articolazione delle risorse finanziarie assegnate; dettaglia le opzioni che configurano ogni strumento di sostegno selezionandole tra quelle del PSN PAC (criteri di ammissibilità, impegni e obblighi, forme di sostegno, intensità degli aiuti e dei premi e principi di selezione).
La strategia del CSR per il Veneto, indicata nel paragrafo 3 del documento di cui all'Allegato A al presente provvedimento, punta sui giovani, sulla sostenibilità, sull'innovazione, sulla vivibilità, sulla fragilità e sulla focalizzazione.
In base alle vigenti norme sulla partecipazione della Regione del Veneto al processo nominativo e all'attuazione del diritto e delle politiche dell'Unione europea, il CSR, in quanto atto per la programmazione degli interventi regionali di sviluppo rurale cofinanziati dall'Unione europea, viene deliberato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, tenuto conto del confronto con il partenariato regionale.
Prima dell'adozione definitiva, il CSR viene trasmesso all'Autorità di gestione nazionale del MIPAAF, che ne verifica la coerenza con il PSN PAC. Il CSR non è sottoposto a un'adozione nazionale, ma può essere richiesta una modifica qualora l'Autorità di gestione nazionale ne ravvisi la non conformità. Le risorse assegnate al CSR del Veneto ammontano nei cinque anni complessivamente a 824.564.075 euro, di cui 335.597.578 euro di cofinanziamento del FEASR, 342.276.547 euro di cofinanziamento statale e 146.689.949 euro di cofinanziamento da assicurare da parte del bilancio regionale. Si tratta, per capirci, di 155 milioni di euro circa per il primo anno e di 167 milioni di euro per ciascuna delle annualità successive.
Al fine di procedere al confronto con il Tavolo regionale di partenariato PAC 2030, nelle more della revisione del PSN PAC a riscontro delle osservazioni della CE e di comunicare al MIPAAF le scelte e le specifiche regionali necessarie, la Giunta regionale ha adottato la proposta di Complemento per lo sviluppo rurale, CSR appunto, del PSN PAC '23-'27 per il Veneto ai sensi del Regolamento (sempre 2115/2021) del Parlamento europeo e del Consiglio, e l'ha trasmesso al Consiglio regionale, con deliberazione n. 68 del 29 giugno, nel documento di cui all'allegato A al presente provvedimento.
La proposta di CSR comprende il piano finanziario che tiene conto dei nuovi interventi finanziati e dei trascinamenti dalle precedenti programmazioni, nel rispetto delle dotazioni finanziarie obbligatorie stabilite dal Regolamento UE 2115 per determinati obiettivi e interventi: ambiente e clima, sviluppo locale di tipo partecipativo, assistenza tecnica.
L'approvazione del PSN PAC '23-'27 per l'Italia avverrà con decisione da parte della Commissione europea e considerato che tra la fase di approvazione dello stesso e quella di approvazione del Complemento regionale per lo sviluppo rurale vi sarà necessariamente un'attività negoziale che richiede tempi celeri di risposta e modalità snelle di interlocuzione, il Consiglio, approvando il CSR nei contenuti strategici, autorizza la Giunta a condurre il negoziato tecnico per il tramite dell'Autorità di gestione regionale per lo sviluppo rurale '23-'27, individuata nella Direzione AdG FEASR Bonifica e Irrigazione e ai sensi del comma 3 della legge regionale n. 26/2011 della Giunta regionale riferisce al Consiglio regionale sull'andamento delle procedure di negoziato e al termine del negoziato la proposta di CSR – e qui ho presentato un emendamento in tal senso che poi vedremo – sarà nuovamente sottoposta all'approvazione della Giunta come proposta da sottoporre al Consiglio regionale in base all'articolo 9, comma 2, della legge regionale 2011, n. 26.
Direi che è tutto, con questo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Sono stati depositati due emendamenti da parte di relatore e correlatore. Dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Buon lavoro a tutti rispetto ad un testo che è sicuramente molto interessante e importante da conoscere, che riguarda un tema, pur nella caratteristica di segmento procedurale interlocutoria dello strumento da adottare, che riveste fondamentale importanza per l'intero settore primario Veneto e per le zone rurali. Mi riferisco, come è evidente, ovviamente alla cornice europea della Politica agricola comune, nel cui alveo si situa l'adozione del complemento per lo sviluppo rurale CSR del Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027.
Va anzitutto ricordato che, ai sensi dell'articolo 39 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la PAC persegue specifici obiettivi: incremento della produttività dell'agricoltura, mantenimento di un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzazione dei mercati e dei prodotti agricoli, sicurezza degli approvvigionamenti, mantenimento di prezzi ragionevoli ai consumatori.
Tra la precedente PAC e l'attuale si è inserito il cosiddetto Green Deal europeo e in questo contesto la strategia Farm to Fork. è proprio quest'ultima strategia ad introdurre con forza la sostenibilità delle abitudini alimentari, del nuovo approccio produttivo dal produttore al consumatore, evidenziando come questi aspetti siano estremamente connessi ed influenzino la salute di ognuno di noi, la condizione di salute delle intere società, proprio perché influiscono profondamente sullo stato di salute dell'ambiente in cui vivono.
Se è conclamato il dato di salute 2020, il rapporto europeo sullo stato di salute EU, ossia la connessione fra gli inquinanti e il 26% di morti premature in più, è altrettanto vero che l'agricoltura è strategica nel percorso di riduzione di questo rischio, perché la buona agricoltura riduce l'esposizione ai rischi, aiuta a gestire i rischi ambientali e meteorologici e gli inquinamenti chimici, così come la produzione di rifiuti. Per questo, è essenziale l'investimento in misure agro-ambientali utili a sensibilizzare l'agricoltore che ancora non è a conoscenza, non le condivide e non le considera ancora adeguatamente, a valorizzare, invece, colui che le sceglie e a far scoprire i benefìci che esse provocano anche alla coltura. Questo è sicuramente un punto interessante di questo documento, assieme all'introduzione di nuove tecniche per la gestione del rischio idrico, aspetto che anche negli scorsi anni avevamo sottolineato, e quindi nella possibilità di intervenire maggiormente aiutando anche l'investimento privato nella gestione del rischio idrico.
Assieme a questo è evidente che un passaggio fondamentale è aiutare le aziende che scelgono come valore personale e missione la produzione biologica, e aiutarle significa aiutare loro ad aver gambe. Questo, oggettivamente parlando, richiede un sostegno particolare, perché si devono già riconoscere i benefìci che tali specifiche aziende restituiscono al territorio, ed è il motivo per cui abbiamo necessità di sostenerle in particolare. Questo sistema sicuramente incoraggia la scelta di ristrutturazione biologica di nuove e vecchie imprese ed è una tendenza da sostenere con serietà e consapevolezza – attenzione – per poter raggiungere i target di carattere ambientale entro la scadenza europea del 2030, non soltanto, però, da un punto di vista quantitativo, ma anche da un punto di vista qualitativo. Tra questi target c'è quello di convertire almeno il 20% delle superfici agricole europee al regime di produzione biologica. Sono superfici che a livello europeo ricoprono ad oggi l'8,5% e c'è una notevole differenza tra gli Stati membri. Il Veneto raggiunge quasi il 7%, un incremento molto importante negli ultimi anni, proprio grazie al sistema di informazione, formazione, ricerca applicata e sempre più diffuse reti tra agricoltori.
Per incentivare ulteriormente lo sviluppo del biologico, la Commissione europea ha pubblicato un Piano per lo sviluppo dell'agricoltura biologica, che si basa su tre assi: alimenti e prodotti biologici per tutti, quindi stimolare la domanda e garantire la fiducia dei consumatori; stimolare la conversione e rafforzare l'intera catena del valore; migliorare il contributo dell'agricoltura biologica alla sostenibilità.
Come spiega bene FederBio, infatti, questi sono obiettivi necessari per non fermarsi a pensare alla sola conversione dei nuovi terreni, perché serve una coscienza popolare e di settore sempre più forte, quindi la conversione dovrà essere accompagnata da un aumento dei consumi e della domanda di prodotti biologici, andando anche a strutturare misure e/o strumenti atti al potenziamento del settore.
Mentre a livello di PAC la vera novità sarà rappresentata dagli eco-schemi, regimi volontari per clima e ambiente, ossia il nuovo "pagamento verde" del primo pilastro della PAC con un premio annuale per ettaro aggiuntivo al pagamento di base a quegli agricoltori che si impegnano ad osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente, la proposta del nuovo PSR 2023-2027, quindi il documento di cui oggi ci occupiamo, che andrà negoziato a Roma, prevede pagamenti per impegni ambientali e climatici e altri impegni in materia di gestione, interventi che sono di natura obbligatoria, in cui rientra anche l'agricoltura biologica e l'obiettivo europeo del 25%, di cui vi parlavo poc'anzi. Per raggiungere, però, questi obiettivi, in un territorio in cui il biologico è sicuramente più esposto a rischi e difficoltà anche di natura climatica – lo sappiamo perfettamente –, sapendo che partiamo da un orgoglioso, ma evidentemente non sufficiente 7%, c'è bisogno di un grande aiuto, di una grande spinta anche e specialmente di formazione e conoscitiva.
Il documento oggi sottoposto all'approvazione dell'Aula contiene aspetti di rilievo. Mi riferisco agli interventi in chiave di sostenibilità ambientale e, in particolare, al proposto aumento del minimo 35% al 43% dell'importo complessivo da destinare a misure che hanno in qualche modo valenza ambientale, così come previsto dall'articolo 93, comma 1, del Regolamento UE 2021/2115 in materia, e cioè nello specifico contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento agli stessi, anche riducendo le emissioni di gas a effetto serra e migliorando il sequestro di carbonio, nonché promovendo energia sostenibile; promuovere lo sviluppo sostenibile e un'efficiente gestione delle risorse naturali come l'acqua, il sole, l'aria, anche riducendo la dipendenza dalle sostanze chimiche; contribuire ad arrestare e a invertire il processo di perdita di biodiversità, migliorando i servizi ecosistemici; preservare gli habitat e i paesaggi. Considerato che è la stessa Giunta regionale ad aver sostenuto che questi investimenti costituiscono la chiave del prossimo FEASR, avrei preferito che si raggiungesse almeno l'half of it, cioè almeno il 50% destinato a questo tipo di interventi, come peraltro era stato richiesto in sede unionale dalle associazioni europee, comprese quelle del coordinamento "Cambiamo Agricoltura".
Da questa esigenza scaturisce l'emendamento che ho presentato, che magari è frutto della discussione anche in questo momento in Aula, un emendamento che richiede di aumentare questa risorsa, riconoscendo che l'obiettivo prioritario deve essere quello di raggiungere gli obiettivi che non soltanto l'Europa, ma anche noi ci rendiamo conto in questi giorni siano indispensabili da raggiungere. Se è vero che il Veneto ha fatto un grande passo in avanti in questi ultimi anni, è ancora vero che siamo ben distanti da raggiungere determinati tipi di obiettivo.
Solo per dare un ulteriore dato, oltre a quello sulla questione biologico di prima: uno degli indicatori è, per esempio, la presenza dell'avifauna, riportata anche all'interno di questo documento, che è ridotta del 40% negli ultimi venti anni in Veneto, una riduzione del 40% che è davvero impattante e ben superiore rispetto alla media nazionale. Ed è uno degli indicatori di cui abbiamo discusso anche in Consiglio regionale con l'assessore Corazzari, che probabilmente ci dà l'indicazione di come queste misure possano essere investite, spese e programmate con una maggiore condivisione con il territorio, al fine di far abbracciare quanto più possibile agli agricoltori queste tecniche. Perché il punto nodale è che questo documento di programmazione si inserisce in un quadro europeo della politica agricola comune che, per come approvato dal Parlamento europeo, ha apertamente rinunciato alla transizione ecologica, in barba agli impegni assunti con la votazione del Green Deal europeo e della discendente strategia del Farm to Fork. Questo lo notiamo e lo subiamo tutti sulla nostra pelle, perché lo vivono anche i territori, lo constatano le nostre circoscrizioni elettorali e i cittadini che ci hanno votati. Stiamo tutti facendo finta che gli effetti del cambiamento climatico non siano determinati dalle decisioni degli esseri umani e, dunque, dal settore industriale, dal settore produttivo e, di conseguenza, dalla politica, senza però interfacciarci realmente con le opportunità che abbiamo per fare meglio, senza accontentarci, dato che oggettivamente il tempo è scaduto. C'è, quindi, ora la sola necessità non di adattamento, ma di reazione, non di prevenzione, ma di reazione.
è molto strano, perché la Corte dei conti europea aveva già bocciato la politica agricola comune, ritenuta inefficace nel combattere il cambiamento climatico. Secondo la relazione, gli oltre 100 miliardi destinati all'azione per il clima nella politica 2014-2020 non hanno ridotto le emissioni. Dunque, sarebbe servito uno sforzo maggiore, che non c'è stato.
Va aggiunto che la stessa Commissione europea ha chiesto, attraverso un documento contenente 244 osservazioni, di rivedere l'impostazione del Piano strategico nazionale. Su tale aspetto penso sia utile a tutti richiamare almeno il primo punto delle osservazioni per la parte riguardante il sostegno e il rafforzamento della tutela dell'ambiente, compresa la biodiversità, e dell'azione per il clima e sul contributo al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione europea in materia di ambiente e clima, compresi gli impegni dell'Accordo di Parigi. "Sulla base del contenuto parziale disponibile – questo è ciò che scriveva la Commissione UE – è improbabile che il piano proposto possa contribuire in modo sufficiente ed efficace a questo obiettivo generale, in particolare per quanto riguarda l'acqua, l'aria, i nutrienti e la biodiversità dei terreni agricoli e nelle foreste, nonché la riduzione delle emissioni e il sequestro di carbonio. Significativi miglioramenti sono necessari". Insomma, a quanto pare, l'Italia e l'uscente ministro Patuanelli avevano addirittura previsto di fare meno di quanto, invece, disposto da un quadro strategico, che di suo è già pesantemente carente rispetto alle sfide ambientali che dobbiamo affrontare qui e ora.
Teniamo conto che sedici Paesi chiedono di posticipare al 2024 l'entrata in vigore della regola a favore degli spazi per la natura nella condizionalità rafforzata, indebolendo, di fatto, l'intera ambizione ambientale della PAC. Tra questi paesi purtroppo c'è anche l'Italia. E se la cosa non è sostanzialmente emersa nel dibattito politico pubblico è perché il vero timore, a quanto pare, è solo quello di subire le gogne mediatiche.
Concludo con un messaggio. è proprio "l'innominabile attuale" – per citare Roberto Calasso – e, aggiungo io, profondamente ferito da guerre e instabilità politica internazionale, oltre che dai cambiamenti climatici, a chiamarci ora con urgenza all'adozione di scelte personali anzitutto, collettive e politiche, che siano in grado di invertire il processo negativo sotto gli occhi di tutti.
In questo contesto, il settore della produzione primaria, in profonda crisi nella sua filiera agricola e alimentare, urla la necessità di un ripensamento, graduale, ma obbligatorio, certo, per la sopravvivenza del settore e dei suoi produttori, dei suoi imprenditori e dei suoi lavoratori, che però devono stringere nuovi e diversi patti, nuovi patti con lavoratori e famiglie, per costruire un nuovo paradigma produttivo che riparta da zero e che comprenda, come è finito per tutti, il tempo dell'estrazione selvaggia. Se continuiamo politicamente a non aiutarli in questa transizione, necessaria, graduale, ma obbligatoria, siamo colpevoli di tranquillizzare oggi, senza però creare le basi per un futuro realmente vivibile, non soltanto per i nostri figli, ma anche per noi stessi, tra pochi anni.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un provvedimento molto importante, che applica e attua una delle più importanti politiche dell'Unione europea, che è quella della programmazione agricola; programmazione agricola che ha degli impatti importantissimi sul nostro ambiente, perché agricoltura vuol dire ambiente. Siamo circondati da coltivazioni, da terreni agricoli coltivati. Ce ne sono nei piccoli comuni, nei grandi comuni. Anche nei comuni capoluogo del Veneto ci sono dei residui di agricoltura che è riuscita a salvarsi, fortunatamente, dal consumo del suolo, un consumo del suolo che purtroppo continua a galoppare nella nostra regione.
Proprio questa mattina l'ISPRA, l'Istituto per la prevenzione e protezione dell'ambiente, ha diramato l'ultimo bollettino, l'ultima relazione sul consumo del suolo che vede l'Italia avere tra le regioni che più consumano suolo proprio il Veneto. Ci contendiamo il primo o il secondo posto con la Lombardia.
È un'agricoltura che resiste, lo abbiamo visto anche con la legge recente fatta sulla questione del fotovoltaico a terra, che resiste comunque a diversi interventi dell'uomo, alcuni magari più o meno giustificati, e che fortunatamente viene comunque in qualche modo gestita da una politica unitaria a livello europeo, che è la politica comunitaria di cui si parla oggi. Ci sono sicuramente molti obiettivi da raggiungere, alcuni sicuramente difficili, alcuni condivisi, alcuni meno e comunque c'è questa politica che ogni Stato membro e di conseguenza, a caduta, a cascata, le regioni dei vari Stati membri, devono adottare.
Questo provvedimento sicuramente poteva essere migliore. Oggi il Presidente della Regione per l'ennesima volta ha lanciato l'allarme della siccità, della carenza idrica. Lo ha fatto, tra l'altro, in sede di Conferenza relativa a un evento dei produttori del riso e quindi da un palco molto a rischio a causa della siccità, perché sappiamo tutti che la produzione del riso richiede ingenti quantità di acqua.
Però, che cosa fa, farà ed è stato fatto dalla nostra Regione per contrastare la questione della crisi idrica? Ricordo gli appelli dell'assessore Pan, Assessore all'agricoltura nella precedente legislatura, di cinque anni fa: "dobbiamo fare gli invasi, dobbiamo fare un Piano". Ma che cosa è stato fatto negli ultimi cinque anni? Peggio ancora, che cosa è stato fatto dal 2003, anno dove ci è arrivato un chiaro e preciso segnale che la nostra Regione andava verso, non dico la desertificazione, ma verso una situazione di carenza idrica costante e permanente? Negli ultimi due anni questa carenza idrica si è manifestata con una velocità più che proporzionale, paurosa direi, allarmante. Credo che con questo Piano si faccia ancora poco per questo.
Questo Piano ha considerato che determinate tipologie di coltivazioni non potranno più essere fatte su larga scala, come vengono fatte adesso, considerate le condizioni climatiche stravolte dai cambiamenti climatici, considerata la siccità e la carenza dell'acqua? Abbiamo visto tutti che cosa sta succedendo. Lo zero termico che si sposta a 5.000 metri. Non era mai successo prima d'ora.
L'altro giorno a Istrana sono stati registrati, all'aeroporto militare di Istrana, 40,2 gradi, domenica scorsa, cosa mai capitata; 40 gradi a Londra, cosa mai capitata. Va veramente incontro alla necessità di un cambio di gestione, di programmazione, di attuazione delle politiche agricole che richiedono maggiore sostenibilità, maggiore utilizzo di acqua, maggiore utilizzo di sostanze che per la loro produzione creano tonnellate, milioni di tonnellate di CO 2? Mi riferisco all'agricoltura convenzionale, quella ad alto tasso di utilizzo di pesticidi e di erbicidi; erbicidi che poi ci ritroviamo nelle falde acquifere, ci ritroviamo nei fiumi.
Voglio ricordare che due mesi fa, in Commissione Ambiente, è arrivato il rapporto ARPAV sul bacino scolante di Venezia, che interessa ben quattro Province, dal quale risulta che ci sono erbicidi nelle falde, ci sono erbicidi nei corsi d'acqua, abbiamo erbicidi dappertutto, che sono l'effetto di una agricoltura ad alto utilizzo di queste sostanze chimiche.
Addirittura è stato rilevato un pesticida vietato da trent'anni. Non si capisce. Abbiamo fatto un'interrogazione per capire che cosa intende fare la Giunta regionale per dare delle risposte. Se troviamo un erbicida vietato da trent'anni, vuol dire che qualcuno lo sta ancora usando, perché quella non è una molecola che dura trent'anni nei nostri fiumi e nelle nostre falde acquifere. Vogliamo capire da dove viene o dobbiamo sempre far finta di niente?
Per quanto riguarda il green, c'è qualche misura, per fortuna che l'Unione europea ci dà delle direttive, ma sono ancora poche, perché non vengono considerate tutte le conseguenze di questa agricoltura intensiva, ad esempio, sulla biodiversità, sulla fauna selvatica.
La collega prima ricordava come negli ultimi anni la fauna selvatica si sia ridotta del 40%. Avremo delle campagne piene di coltivazioni, magari mezze rinsecchite, ma totalmente prive del canto di un uccello o dello svolazzare di un uccello perché ormai non hanno più habitat, non c'è più habitat.
La corsa al Prosecco ha portato, soprattutto in pianura, e io ne sono testimone diretto grazie alle segnalazioni di moltissimi cittadini preoccupati, che sono sui campi, che vedono quello che succede, alla distruzione di chilometri e chilometri di siepi; siepi che avevano un'azione di frangivento, un'azione ospite di fauna selvatica, un'azione di mitigazione anche del clima. Stanno sparendo perché un filare di Prosecco in più vale molto più di una siepe naturalmente. Questa non è una colpa che dobbiamo dare ai nostri contadini, ai nostri agricoltori. La colpa va data proprio a questa Regione, che non riconosce dei contributi a coloro che hanno siepi. Quindi, è logico che uno se ha una siepe la taglia, perché è meglio mettere un filare di Prosecco in più. Sfido tutti a dimostrare il contrario, anche il rappresentante della lobby degli agricoltori seduto qui in Aula, che è il collega Nazzareno Gerolimetto, che ogni volta, quando cito queste cose qua, poi si arrabbia ma non contrasta quello che dico, va sul personale, mi dà dell'ambientalista da salotto. Non va mai a dire che cosa realmente ho sbagliato nel mio intervento, che cosa realmente non va bene del mio intervento, la butta sul personale, perché questa è la vostra abitudine. Così voi governate, così voi avete portato il Veneto essere la regione più massacrata dal cemento e dall'asfalto. Se qualcuno vi attacca, la buttate sul personale. Gerolimetto ne è l'esempio. Lo ha fatto in quest'Aula giusto una settimana fa.
I dati parlano chiaro, basta vedere le falde acquifere, i nostri corsi d'acqua. Addirittura ci sono pesticidi, ripeto, vietati da trent'anni. A dirlo, non è il Partito Democratico o Lega Ambiente, a dirlo è l'ARPAV che ha fatto queste analisi. Per non parlare dei nitrati e degli allevamenti intensivi. Anche qui si continua con questo piano a far finta che il problema non esista. Si continua a finanziare gli allevamenti intensivi, che sappiamo, lo dicono dall'ONU a tutti, all'EFSA, a tutti gli organismi che stanno studiando la questione dei cambiamenti climatici, gli allevamenti intensivi sono una delle cause di emissioni climalteranti più importanti, ma non solo climalteranti.
Ci è stato detto in Commissione Ambiente giusto un mese fa che sono tra i principali emettitori di polveri sottili, che vanno a inquinare la nostra aria. Noi siamo in procedura di infrazione. Attenzione, tra poco saremo chiamati a pagare delle salatissime sanzioni all'Unione europea per la violazione della direttiva sulla qualità dell'aria. Poi c'è la questione anche del disboscamento. Quando noi spingiamo molto l'agricoltura, la iper finanziamo, tipo il Prosecco, creiamo degli effetti collaterali gravissimi, il disboscamento. Quante aree sono state disboscate? 500 anni fa c'era un vigneto, ora c'è il bosco, lo tiriamo via, salvo dopo sentire che dalla coalizione che rappresenta questa maggioranza a livello nazionale verranno piantati un milione di alberi l'anno. Un milione di alberi l'anno. Guardate che il PNRR ne prevede molti di più. Probabilmente non avete ancora letto le carte. Io non so che cosa vi passi per la mente, qual è l'idea di Veneto del futuro, se è veramente questo.
Ho sentito parlare dal relatore anche di benessere degli animali. Vorrei i Consiglieri, in particolare quelli della Terza, ma un po' tutti, si recassero finalmente a vedere gli allevamenti intensivi in Veneto, sentire in queste ore le temperature che ci sono dentro a quegli allevamenti intensivi, vedere lo spazio che questi animali, dai tacchini alle galline, ai maiali, ai vitelli hanno. Questo non lo dico io, non lo diciamo noi, lo dicono autorevoli trasmissioni della RAI, dei servizi d'inchiesta da far paura su quello che succede in alcuni di questi allevamenti, alcuni dei quali anche in Veneto.
Ho presentato con dei colleghi diverse interrogazioni su questo. Non ci sono ancora state date risposte. Sono strumenti questi che adottiamo che portano effettivamente dei risultati, dei controlli e l'applicazione di quelle norme che chiamiamo sul benessere animale?
In Regioni come le Marche, l'Emilia-Romagna, il Trentino, il Friuli, hanno adottato delle misure agricole sicuramente molto più all'avanguardia. Ad esempio, per quanto riguarda il cibo di questi animali degli allevamenti intensivi, il fieno, hanno adottato delle politiche per tutelare i prati stabili. Qua da noi i prati stabili con queste politiche sono spariti, perché conviene di più mettere il Prosecco che non il prato. Per forza, mica è colpa all'agricoltore, è colpa di chi non dà dei contributi per mantenere i prati stabili. In certe regioni come Marche, Emilia e Trentino, ci sono tanti prati. Sapete perché? Non perché un contadino, un agricoltore si diverte ad avere un reddito bassissimo, ma semplicemente perché l'autorità locale riconosce dei contributi, a parità di altre coltivazioni, tipo il Prosecco o il vitivinicolo, che consentono di mantenere anche i prati stabili. Questo vuol dire dopo mantenere anche le stalle. Andate in giro e chiedete ai contadini perché una volta avevamo centinaia di stalle e adesso non ci sono più. Fingetevi imprenditori agricoli: volete aprire una stalla, volete dare fieno alle vostre mucche, come fanno nei Consorzi del Grana Padano dell'Emilia-Romagna, non insilato, celato, roba fermentata, ma fieno. Vi renderete conto che è impossibile avere una stalla con mucche che mangiano fieno, perché costa un occhio della testa. Lo dobbiamo importare.
Il Veneto, se vuole dare fieno alle mucche delle proprie stalle, lo deve importare. Vi rendete conto che è tutto sbagliato? è tutto sbagliato, è tutta una politica sbagliata, errata, ereditata, adesso non lo so, dalla precedente Amministrazione, ma comunque è sbagliata. Se lo fanno regioni come il Friuli, se lo fa il Trentino, se lo fanno le Marche e in parte anche l'Emilia-Romagna, il Veneto non è capace di fare una cosa del genere?
Anche sulla mitigazione andrebbe fatto molto di più, sul biologico andrebbe fatto molto di più. Si fa poco. In una regione come la nostra abbiamo il problema della monocoltura. Ad esempio, vi siete chiesti perché i nostri produttori di vino sono molto preoccupati e hanno dei costi altissimi perché si trovano con la flavescenza dorata, si ritrovano con il mal dell'esca, si ritrovano con altre malattie e con le viti che muoiono? Perché c'è una intensità di questa produzione tale che se si ammala un vigneto, quello vicino si ammala, quello dopo ancora si ammala e così via. Tanto per dirvi cosa vuol dire l'intensità, ci sono delle norme sugli allevamenti intensivi, ad esempio dei pollami e dei tacchini, che prevedono che questi allevamenti non possono essere fatte se non nel raggio di pochi chilometri.
Ricordo un caso a Castelfranco Veneto di un allevamento di polli che è stato bloccato grazie a una disposizione della Regione Veneto, che prevedeva delle distanze tra uno e l'altro. Possibile che non ci si renda conto che questo dovrebbe essere adottato anche nelle coltivazioni agricole, soprattutto quelle ad alto tasso di malattie? Ma avete visto come sono i vigneti in giro? Io vedo quelli che ci sono Treviso: ogni dieci piante, ce n'è una gialla, secca, tagliata, perché naturalmente poi vengono tagliate e così via.
Questo provvedimento, a mio avviso, non è del tutto sufficiente. Per fortuna, ci sono i vincoli dell'Unione europea, ma non è tutto sufficiente. Qui in Veneto, a differenza delle altre Regioni, serviva una cura da elefante, serviva una dose d'urto di sostenibilità, di tutela della biodiversità, di diversificazione della produzione. Serviva una cura vigorosa in questo senso per andare incontro anche agli obiettivi dell'Unione europea. Invece, noi facciamo il solletico: ci adattiamo, non possiamo uscire dai binari indicati dall'Unione europea, ma decliniamo a livello regionale quelle norme a di carattere europeo in maniera molto timida. Si poteva fare sicuramente di più. Io mi auguro naturalmente che il nostro povero Paese, che è molto indietro su queste tematiche, sappia orientarsi in maniera corretta, sappia ascoltare e approfondire.
Il nostro segretario Letta ha detto bene: "dobbiamo concentrarci su una campagna dove si parla di ambiente". Noi non dobbiamo dire che la Meloni è brutta e cattiva, che Salvini va a petto nudo in spiaggia a dire cose che non ci piacciono. Noi dobbiamo proporre un'agenda diversa, dobbiamo proporre un'alternativa. Queste alternative si possono attuare proprio partendo da provvedimenti come questo. Un provvedimento come questo, con noi al Governo in Regione, sarebbe stato sicuramente diverso. Lo dicono i dati: a livello di inquinamento delle acque siamo messi malissimo, a livello di inquinamento delle polveri sottili siamo messi malissimo, a livello di percentuale di coltivazioni biologiche siamo sotto la media italiana.
Sul consumo del suolo, l'ho detto prima, ci hanno bocciato per l'ennesima volta oggi dall'ISPRA dicendoci che siamo praticamente quelli che consumano più suolo. Scusate, non abbiamo approvato una legge nella scorsa legislatura che doveva bloccare il consumo del suolo? Qui c'è qualcosa che non quadra. è l'ora di chiudere con queste leggi copertina, che hanno una bella copertina, hanno un bel titolo, magari hanno anche il primo articolo molto interessante, condivisibile, ma dopo, nella declinazione delle azioni concrete per raggiungere un obiettivo di sostenibilità, di tutela dell'ambiente, di tutela dei terreni, di tutela di quello che c'è attorno, casca l'asino.
Io non so di fronte al rapporto di oggi di ISPRA che cosa intende fare la Regione Veneto. Abbiamo l'ennesima certificazione che, nonostante una legge contro il consumo del suolo, continuiamo a essere nella vetta in classifica tra le Regioni che consumano più suolo.
A me sembra che anche questo provvedimento sia un provvedimento, come vi ho detto prima, che fa il solletico a questi problemi, che non prende il toro per le corna. Qui, come vi dicevo, ci vorrebbe una cura da elefante nella nostra regione per rendere questa regione più vivibile e sostenibile, perché tutte queste cose poi ricadono sulla qualità della vita dei cittadini del Veneto, la loro qualità della vita: togli l'aria, togli l'acqua, togli l'ambiente, circondali di allevamenti intensivi, di odore di liquami. Non siamo stati capaci neanche di fare la legge contro le emissioni odorigene. Stiamo abbassando la qualità della vita dei cittadini del Veneto.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Questo quadro nefasto sull'agricoltura veneta fatto dal consigliere Zanoni sinceramente non lo vedo, non l'ho visto. C'è anche l'assessore Caner... Io vedo bene, ho 12 decimi.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, lei ha avuto venti minuti per parlare. Adesso lasci parlare il collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Volevo solo ricordare a un po' tutti cos'è, ma io penso che poi lo farà anche l'Assessore, per il Veneto l'agricoltura, non solo nei numeri: 6,4 miliardi di prodotto lordo vendibile, 75.000 imprese circa attive su filiere importanti. Siamo i primi produttori italiani di uva e di vino, quarta nazione al mondo, lo ricordiamo sempre. Il Veneto, non l'Italia. Siamo la quarta nazione al mondo per export di vino. Sono assolutamente numeri che ci confortano in una produzione importante: 100.000 ettari di vigneto. Vado con i miei ricordi. Non solo il Prosecco, molto caro a Zanoni. Ricordo che il Prosecco c'è anche in Friuli, non c'è solo qui in Veneto. È una ricchezza importante, sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista produttivo. Siamo terzi e quarti produttori di latte e carne. Siamo tra i primi produttori di molte varietà di ortofrutta, dal radicchio all'aglio, a tante altre cose di cui non voglio fare l'elenco qui dentro. Soprattutto siamo la regione più ricca di denominazione di origine protetta e quindi, tra le nostre DOCG, tra le nostre DOC, tra le nostre produzioni di formaggi tipici. Ricordo che i prati stabili ci sono, collega Zanoni, ci sono sulla destra Brenta, ci sono sul Piave. Abbiamo tanti prati in montagna. C'è una grande contribuzione di questa Regione.
Al di là di questo, dei numeri e dei dati che troverete sul sito di Veneto Agricoltura, che ce li ricorda ogni settimana, volevo un po' sottolineare invece l'importanza dell'agricoltura perché forse ci siamo dimenticati una cosa. Noi siamo stati chiusi in pandemia un paio d'anni, soprattutto il primo anno. Vi ricordate tutti chiusi, tutti fermi, auto che non andavano, industrie ferme, solo quelle strategiche, eccetera. Se andavamo un po' a vedere i dati, come dice lei, dell'inquinamento dell'aria, delle acque, eccetera, eccetera, vedevamo le meduse qui fuori in canale, ma vedevamo i caprioli per i prati, vedevamo tante cose, e anche e soprattutto i dati. L'assessore Bottacin li ha più freschi di me, ma i dati dell'aria erano sicuramente migliorati. Addirittura si vedevano foto satellitari in cui c'erano praticamente squarci sul cielo della Padania molto belli.
Ho fatto felice l'assessore Marcato in questo momento. Se dobbiamo andare in cerca di chi inquina, se dobbiamo andare in cerca veramente di chi inquina, magari non venite nel primario, non venite a accusare gli agricoltori, gli allevatori di inquinare. Tutte le attività umane, per quanto poco, hanno un impatto. Però, se andiamo a vedere veramente quello che è successo durante il periodo del Covid ci ha dimostrato soprattutto questo. Che poi ci siano dei problemi da risolvere per carità, ci sono sempre problemi risolvere quando si produce. Ad esempio, c'è il tema dei pesticidi. Si vede che lei non ha mai fatto l'agricoltore. Provi. Il dato del biologico, se arriviamo al 5% da queste parti, 6% adesso... È già migliorato. Però, provate. Ci sono delle attività agricole che si possono fare sicuramente senza alcun intervento chimico e ci sono delle attività che, invece, devono, per forza di cose, per estensione, per attività, eccetera, adoperare degli accorgimenti in questo senso.
è impossibile fare alcune produzioni che sono come il mais, come alcuni cereali eccetera, a prescindere da un diserbo, a prescindere dall'uso dei fitofarmaci. Sono sostanze legali, approvate dalla Comunità europea. C'è un librone così di sostanze che sono approvate e che si possono adoperare.
Tra l'altro, ricordo al collega Zanoni che gli agricoltori, prima di adoperare questo tipo di sostanze, fanno dei corsi, hanno un patentino, hanno comunque una serie di accorgimenti. Se non ricordo male, abbiamo anche investito molti soldi della Comunità europea nel Piano sviluppo rurale per l'acquisto e l'ammodernamento delle macchine per recuperare e dare anche le sostanze, i cosiddetti fitofarmaci.
Io ricordo che ho incontrato un comitato, mi pareva quello di Vittorio Veneto da qualche parte, di signore che dicevano: "se andiamo a leggere, ci avvelenati i figli; abbiamo un'incidenza di tumori più alta che da altre parti; ci state avvelenando; gli agricoltori che avvelenano". Ho detto loro: "Care signore, capisco tutto, ma se quando i vostri figli si ammalano di influenza, si ammalano di una broncopolmonite, qualcosa del genere, cosa gli date? Un'aspirina, gli date l'antibiotico". è chiaro che anche le piante si ammalano. Se poi andiamo a vedere i bugiardini di un antibiotico umano rispetto a quello di un fitofarmaco che viene usato in agricoltura, per curare esempio la peronospora, l'oidio, malattie abbastanza diffuse sulla vite, ma anche altre, la fusariosi del grano, giusto per farci capire, andate a vedere che tante di quelle cose che vengono messe come avvertenze le ritrovate sulle stesse avvertenze che date ai vostri figli o che prendete con l'aspirina o che prendete con l'antibiotico. Attenzione, quindi, a dire che tutti i fitofarmaci usati in agricoltura...
Certe sostanze sono legali, sono approvate dalla Comunità europea, dal Ministero e vengono usate normalmente in tutte le produzioni che ci sono a livello agricolo. Ricordo, tra l'altro, un'altra cosa che emerge dal periodo del Covid, soprattutto in questo periodo di guerra: forse il primario bistrattato perché "vabbè, cosa vuoi che sia, con le quote latte possono morire tutti, con gli allevamenti, meglio – anche qui i Sindaci poi – sempre a casa degli altri e non a casa nostra l'odore". Se un agricoltore porta il letame sui campi, salvati popolo, e via dicendo. È diventato strategico. Perfino la Comunità europea se ne è accorta. Per carità, la PAC è stata improntata in Europa da tutta una serie di ragionamenti, perché l'Europa deve diventare il simbolo green del mondo. Abbiamo Farm to Fork, abbiamo la sostenibilità, dobbiamo diventare tutti biologici, green, eccetera. Benissimo, ma, attenzione, perché gli altri Stati, soprattutto durante la guerra, questa guerra che è in corso lo ha dimostrato, se non arriva il grano a casa per fare la farina e il pane, si muore di fame.
Per essere strategici, per essere comunque autosufficienti anche in questo Paese, dobbiamo ritornare a fare un'agricoltura rispettosa, sostenibile, ma estensiva. Dobbiamo comunque ritornare ad avere le nostre campagne coltivate a grano e coltivate a cereali che servono per alimentazione umana e poi per quella animale.
Questa è stata la nostra forza. Poi arriva anche, naturalmente, tutto il resto. Arriva la frutticultura, arrivano tutte quelle produzioni che, ahimè, stiamo perdendo. Le stiamo perdendo perché purtroppo si è fatta nel passato anche una politica in questo senso. Bello è piccolo. Importiamo dagli altri e naturalmente trasformiamo quello che importiamo dagli altri. Però, attenzione: quando gli altri sono in difficoltà e stringono i confini, prima pensano per loro e poi pensano per gli altri.
L'aumento dei prezzi ‒ chi è agricoltore si ricorderà quello dei fertilizzanti di questa primavera ‒ è legato soprattutto a questo. I maggiori produttori di fertilizzanti sono gli ucraini e i russi. Quando loro hanno chiuso, il prezzo dell'urea è schizzato quasi al doppio rispetto all'anno scorso. Addirittura qualcuno lo ha pagato a 145 euro al quintale, quando si comprava a 60 o addirittura a 27. Vedete, quindi, cosa succede? Essere ‒ passatemi il termine ‒ sovranisti a casa nostra, dal punto di vista agricolo, è importante. è importante perché, naturalmente, abbiamo bocche da sfamare, al di là di tutte le situazioni che lei ha descritto e che, magari, in parte mi trovano d'accordo. Quello dell'acqua, lo abbiamo visto quest'anno, è un problema importante e diventerà sempre più importante. Ricordo che quando ero Assessore alla Bonifica sono arrivati 170 milioni circa ai Consorzi anche per costruire degli invasi, che potrebbero essere strategici e che dovranno essere strategici non solo per l'agricoltura, ma anche per i rimpinguamenti delle falde e il trattenimento dell'acqua.
Ho presentato insieme al presidente Ciambetti una mozione, che spero sia discussa presto, anche sugli invasi in montagna, come quello della diga del Vanoi, che si trova in Trentino-Alto Adige, ma che potrebbe salvare gran parte della nostra Brenta nei momenti difficili.
I problemi sono tanti. Non è certo la PAC che li risolve tutti. Uno dei problemi che più resta irrisolto, forse, è la burocrazia legata ai contributi della PAC, a chi gestisce la burocrazia in questo senso, che ‒ ahimè ‒ a volte è sulle spalle sempre dell'agricoltore. L'agricoltore, prima che arrivi il contributo, deve comunque gestire le carte. C'è chi lo fa per lui. Spesso e volentieri tutta questa burocrazia appesantisce in parte anche questi bandi.
Intanto ringrazio l'assessore Caner per essere qui oggi a discutere di queste cose. Capisco il momento, che non è semplice, però abbiamo l'opportunità di continuare un lavoro che è stato fatto in maniera egregia e importante dal dottor Comacchio e dal dottor Contarin, che sono i due pilastri dell'agricoltura della nostra Regione. L'autorità di gestione con il dottor Contarin ‒ ci ho lavorato insieme un po' di tempo, quindi ve lo posso assicurare ‒ ci è invidiata in tutte le Regioni italiane. Da questo punto di vista, come preparazione e come stesura dei bandi e attenzione alle volontà, anche innovatrici, dei nostri agricoltori, penso che il dottor Comacchio sia il più importante esponente, anche a livello nazionale, per quanto riguarda l'agricoltura italiana; il suo curriculum è importante, anche al Ministero.
Se abbiamo, quindi, una fortuna è quella di avere una dirigenza importante, associata alla volontà che l'agricoltura del nostro Veneto sia sempre al centro a livello nazionale, ma soprattutto a livello internazionale, con un occhio al futuro che non può prescindere, naturalmente, da quello che ha anche detto lei, dal trovare soluzioni ai problemi che rimangono della sostenibilità, ma anche dell'inquinamento, di tutte quelle cose che ci siamo detti, che sappiamo esistono, ma che vogliamo migliorare. Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gerolimetto.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Grazie, colleghi.
Non volevo intervenire, ma come sempre il collega Zanoni stuzzica e, soprattutto, dice inesattezze. Vogliamo chiamarle inesattezze? Potremmo chiamarle stupidaggini. Effettivamente, se uno non sa, magari ci crede. Quindici giorni fa parlava contro gli agricoltori, ma in genere contro tutti quelli che fanno qualcosa. Lui vorrebbe che non si facesse nulla. Quindici giorni fa ha detto: "Quell'agricoltore ha usato il frumento, ha tagliato il frumento..."

PRESIDENTE

Lasciamo intervenire il Consigliere.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Stia zitto, collega, per piacere.

PRESIDENTE

Se ha qualcosa da dire interviene successivamente, non adesso. Consigliere Zanoni, lasci intervenire il consigliere Gerolimetto. Dopo potrà intervenire.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Quindici giorni fa parlava contro quell'agricoltore che ha tagliato il frumento per dare da mangiare agli animali. E poi mi ha dato dell'ignorante. Io non ho replicato l'altra volta, ma vorrei chiedergli: conosce la differenza tra l'orzo e il frumento? Tra il triticale e il frumento? Ha mai fatto il pane con il triticale o con l'orzo? Il Consigliere ha sempre una posizione ideologica fortissima, che deriva dalla sua appartenenza all'Europa. Anche lì ne hanno combinate di tutti i colori. Ha nominato i nitrati. Subiamo una legge della Direttiva Nitrati; la subiamo grazie a una normativa europea. C'era anche lei quando è stata fatta. Ci ha condannato a misure disastrose per il nostro allevamento, salvo poi verificare che il Mare del Nord è pieno di nitrati e che il Mare Adriatico, in proporzione, è una pozzanghera. Troviamo qualcosa qua a Jesolo, qualcosa a Rimini e qualcosa sul Golfo di Napoli. Se a Jesolo possiamo dire che forse sono gli allevamenti, sul Golfo di Napoli no di sicuro, né a Rimini. È provato che non è responsabilità degli allevamenti, l'inquinamento da nitrati nel nostro mare, mentre è così nel Mar Baltico e nella Manica.
Basta che ci sia qualcuno che fa qualcosa e ha anche successo che si scatena l'ira degli ambientalisti che dicono che non abbiamo più le foreste in Italia. È stato disboscato per piantare le viti. Negli ultimi trent'anni la superficie boscata in Italia è aumentata del 25% e negli ultimi ottant'anni è aumentata del 75%. Sono tutte cose che il Consigliere dice a vanvera.
Si lamenta degli allevamenti intensivi. Basta che ci sia un comitato contro qualcosa, lui c'è e lo guida. La sua battaglia contro i biodigestori. Forse lui sa cosa sono i biodigestori, ma quelli che fanno la battaglia contro magari non sono sufficientemente informati. Allora lui, strumentalmente, alimenta le paure. È arrivato a sostenere, su uno studio fatto da un tedesco, che il digestato dei biodigestori propagherebbe il botulino. Non è stato provato, ma lui si diverte a fomentare le paure.
Ricordiamo le sue battaglie contro l'idroelettrico? Ha fatto battaglie contro le centraline idroelettriche. Poi dà tutta la responsabilità all'intensivo. È provato che non è colpa dell'allevamento intensivo se ci sono anche delle malattie. Ricordo che nel sud, in Puglia, in Sicilia, c'è la Xylella sugli ulivi, che li sta decimando. Possiamo dire che là è stato fatto un investimento intensivo sugli ulivi? Direi di no. Possiamo dire questo quando nell'Ottocento, in Veneto e in Italia in generale hanno avuto una diffusione la fillossera e la peronospora e hanno decisamente eliminato tutte le piante di viti, finché non sono stati importati in Italia degli innesti dall'America? è stata completamente eliminata la viticoltura nell'Ottocento. Adesso, la flavescenza dorata non è colpa del Prosecco, non è colpa dei vigneti, non è colpa di qualcuno. È un proseguire naturale delle cose. Ci sono vari cicli, varie fasi. Mia mamma mi ricordava che quando era giovane lei, quindi parliamo degli anni Trenta-Quaranta, quasi cento anni fa, ottant'anni fa, c'era l'afta che si propagava negli allevamenti e faceva davvero un massacro su quella realtà. Gli allevamenti, allora, erano due, tre, quattro, cinque capi per ogni famiglia. Però l'afta si propagava e creava grossi problemi. Così come le malattie dei polli a suo tempo. Me lo ricordava mia mamma. Parliamo di sessanta-settanta anni fa.
Oggi non possiamo dire che è colpa degli allevamenti se arriva l'aviaria. Sappiamo bene che l'aviaria è portata dai migratori. Sono gli uccelli migratori che diffondono l'aviaria. È evidente che quando trovano un allevamento è facile la diffusione. Quindi, bene che non vi sia una grossa concentrazione di allevamenti, perché creerebbe ancora più problemi di quelli che ci sono, però se oggi abbiamo allevamenti ‒ c'è chi li chiama "intensivi", ma possiamo chiamarli allevamenti protetti ‒ che limitano la diffusione delle malattie e l'attenzione degli operatori a far sì che si limitino le malattie e che ci siano produzioni di qualità e salubri, questo è dovuto agli allevamenti intensivi.
Se oggi l'impatto che ha sull'ambiente e anche sul costo un chilo di carne o un litro di latte, rispetto a cinquant'anni fa, è dieci volte inferiore lo dobbiamo alla produttività che hanno messo in campo gli allevatori e all'efficienza presente negli allevamenti.
Tutto possiamo dire, ma non che il nostro sistema produttivo agricolo abbia qualcosa da imparare. C'è sempre da imparare, ma se lo confrontiamo con il resto d'Italia, d'Europa e del mondo, il nostro forse è il più avanzato, sotto tutti i profili: sotto il profilo della sicurezza alimentare, sotto il profilo della salubrità e sotto il profilo della produttività, quindi anche sotto il profilo del minore impatto ambientale possibile. Sappiamo tutti che l'impatto zero non esiste, eccetto qualcuno che il buonsenso l'ha lasciato a casa.
Bene questo provvedimento che portiamo avanti ora. Bene anche il passo in avanti che si compie nel tentare di riequilibrare lo squilibrio delle risorse a livello nazionale in favore del nostro Veneto. Abbiamo iniziato un percorso, e di questo ringrazio l'assessore Caner. Dobbiamo continuare su questa strada. Se finora il 50% delle risorse era destinato a cinque Regioni del sud, speriamo che finalmente anche alla nostra Regione arrivi la quantità di risorse che le spetta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Rizzotto.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito a un intervento svolto poco fa dal collega Zanoni, che però ora non vedo in Aula. Ritenevo opportuno fare una replica per quanto attiene al discorso del rapporto ISPRA sul consumo di suolo della Regione del Veneto, rapporto ISPRA che è uscito questa mattina, anzi è stato presentato questa mattina, perché in realtà non ce l'abbiamo ancora in mano. Non so come abbia fatto il collega Zanoni a leggere già le 500 pagine e oltre non essendo ancora disponibile. è stato presentato in una conferenza stampa con il ministro Giovannini, perché il ministro Cingolani non poteva intervenire, e hanno detto alcune cose. Io ho seguito qualcosina e ho anche dei comunicati stampa che parlavano di questo contenuto, però le cose che ha riportato il collega Zanoni sono assolutamente, come al solito, fuorvianti e fuori luogo, perché il Veneto, ancora una volta, si dimostra in controtendenza sul consumo di suolo. è vero che siamo i secondi in Italia, è vero che siamo dopo la Lombardia, ma noi siamo in diminuzione dal 2017 in poi. Dal 2017 da 1.187 ettari siamo passati a 683 ettari del 2021, mentre le altre regioni sono in crescita, perché dietro di noi abbiamo in crescita l'Emilia-Romagna e la Puglia. Quindi, non è vero che noi non abbiamo fatto niente.
Questa riduzione del consumo di suolo che abbiamo avuto in questi anni è dovuta in particolare a un ripristino di cantieri, in parte dovuti alla superstrada Pedemontana veneta – questo è vero – ma in parte anche dovuti agli effetti della legge n. 14/2017. Ricordo che noi siamo stati la prima Regione in Italia a fare una legge sul contenimento del consumo di suolo, che per scelta politica nostra abbiamo voluto che fosse graduale nel tempo, e via via in questi anni stiamo riducendo anche le deroghe a questa legge.
Volevo anche segnalare una cosa che, secondo me, è interessante: fra i tre Comuni virtuosi che ISPRA ha segnalato, fra i Comuni a livello nazionale come risparmia-suolo vi è un Comune veneto, un Comune veronese, che è Marano Valpolicella. Quindi, non è che mi sembra che siamo messi poi così male.
Nel rapporto ISPRA è evidenziato una cosa, che noi sappiamo e sappiamo che anche in Veneto è un problema, perché è vero, perché questa è la realtà che fa più consumo di suolo a livello nazionale, ma anche in Veneto: i poli logistici. I poli logistici proseguono senza sosta a livello nazionale per 323 ettari solo l'anno scorso. Quindi, questa è la realtà.
Ad ogni modo, dipingere il Veneto come l'ha dipinta il collega Zanoni non lo condivido assolutamente. Ma anche prima di fare certe affermazioni vorrei anche leggere tutte le 500 pagine del rapporto. Per i pochi dati che io ho letto, mi pare che possiamo essere abbastanza soddisfatti della controtendenza che abbiamo portato in Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale sul provvedimento.
Adesso bisogna sospendere i lavori per quindici minuti per consentire all'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione di analizzare i tre emendamenti che sono stati depositati.
I lavori riprenderanno alle ore 17.00.
La Seduta è sospesa alle ore 16.43
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta riprende alle ore 16.56

PRESIDENTE

La ripresa dei lavori sarà alle ore 17.10.
La Seduta è sospesa alle ore 16.56
La Seduta riprende alle ore 17.11

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo la seduta.
Il relatore lo vedo in Aula, la correlatrice pure, anche l'Assessore. Direi che abbiamo tutte le carte in regola per riprendere.
Abbiamo terminato la discussione generale.
Passiamo all'articolato. I colleghi che sono in anti-Aula li invito a prendere posto. Grazie.
Ricordo a tutti che siamo alla PDA n. 46 "Fondi comunitari per l'agricoltura". Abbiamo qualche emendamento, pochi, e un ordine del giorno.
Entrate su Concilium perché si vota subito. Grazie.
Emendamento n. B0001, presentato dal consigliere Villanova, allegato A, pagina 102, aggiuntivo, che prevede:
Al capitolo 10. STRATEGIA REGIONALE PER LO SVILUPPO LOCALE LEADER, nel paragrafo "Ambito territoriale designato (ATD)", dopo il sottoparagrafo "Ogni ATD deve rispettare[...] 150 abitanti/kmq).", è aggiunto il seguente: "L'eventuale mancato rispetto, da parte dell'ATD proposto, del grado di ruralità minimo del 15% non determina l'esclusione della relativa strategia di sviluppo locale esclusivamente nel caso in cui si dimostri la riduzione della popolazione residente nell'ATD e venga motivatamente proposto il mantenimento integrale dell'ATD già selezionato nella programmazione 2014-2020.".
Se non ci sono interventi, metto in votazione l'emendamento n. B0001. Parere favorevole del relatore.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0002, presentato dalla consigliera Guarda, pagina 274-278, modificativo, che prevede:
La tabella "Assegnazione spesa pubblica totale 2023-2027 agli interventi" è modificata come da allegato al presente emendamento. Gli interventi oggetto di modifica negli importi e nelle corrispondenti percentuali sono i seguenti, evidenziati in grassetto nell'allegata tabella:
- in aumento: SRA02; SRA04; SRA16; SRA19
- in diminuzione: SRD01; SRD13; SRG01; SRG06; SRG10; SRH01.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Alla luce dell'anticipazione che vi ho dato nella discussione generale, questo è l'emendamento che intende intervenire negli ambiti che vi dicevo prima, raggiungendo un aumento di percentuale in termini di interventi e di destinazione di fondi per la questione agro-ambientale, proponendo di aumentare le risorse destinate all'intervento riguardo all'uso sostenibile dell'acqua, dato l'evidente interesse che c'è nel settore agricolo al riguardo e data l'innovazione consentita anche per quanto riguarda gli interventi privati per costruire dei piccoli bacini e fonti di approvvigionamento e di stoccaggio di acqua.
Poi, successivamente, per l'apporto di sostanza organica dei suoli data la riduzione costante di sostanza organica presente e di fertilità nei primi strati dei nostri terreni che vedono nella cartina costruita da ARPAV una diffusione di intensità rossa molto molto importante e, di conseguenza, c'è la necessità di interventi con progetti specifici per ripensare a come gestire la fertilizzazione all'interno dei nostri territori, proponendo e studiando meglio quelli che sono a lento rilascio e facendo valutazioni rispetto alla qualità dei singoli terreni. E, parallelamente, anche per quanto riguarda altre due misure: conservazione agrobiodiversità, banche del germoplasma e riduzione dell'impiego di fitofarmaci; due misure strategiche, perché la agrobiodiversità e in particolar modo quella legata ai cultivar storici, quelli che caratterizzano e che hanno caratterizzato l'evoluzione dell'agricoltura veneta italiana, insieme alla riduzione di impiego di fitofarmaci consentono di raggiungere obiettivi in termini anche di mercato sicuramente molto interessanti, dando nuove opportunità di investimento alle imprese per riuscire ad inserirsi anche all'interno di mercati strategici nuovi e rispondenti alle esigenze anche della popolazione rispetto all'approccio alla propria alimentazione.
Tutto questo anche in una logica di riduzione dell'impatto del settore agricolo, che è evidente che dobbiamo percorrere ed è evidente che possiamo farlo non soltanto attraverso nuove tecniche colturali, ma anche attraverso la scelta di cultivar che in questo caso sono meno esposti, per esempio, a fitopatologie e consentono di essere più tutelate e di poter resistere meglio anche a determinate condizioni climatiche. Lo testimoniano numerose pubblicazioni, anche di nostri centri di studio, di approfondimento, di conservazione della biodiversità che nel corso di questi ultimi quarant'anni hanno testimoniato come, per esempio, alcune tipologie di cereali, possano resistere meglio e necessitare di meno di acqua proprio perché, in realtà, sono cultivar storici che però in questo caso non vengono più utilizzati.
Sono caratteristiche intrinseche che possiamo riqualificare, riutilizzare all'interno della nostra abitudine ed evoluzione imprenditoriale. Questo era l'emendamento proposto. Ovviamente, lascio la parola alla Giunta. Lancio la palla alla Giunta per capire se questi obiettivi possono essere perseguiti oppure no.

PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Caner, prego.

Ass.re Federico CANER

Grazie, Presidente.
In merito a questo emendamento ho avuto prima modo di spiegare alla Consigliera, nella riunione precedente che abbiamo fatto, che non possiamo accettarlo in questo momento, da un punto tecnico perché, purtroppo, strutturato così, riduce l'intervento dello sviluppo locale sotto il 6%, che è la soglia minima obbligatoria prevista per i GAL per l'Italia.
Però, è anche vero che molte delle considerazioni che lei ha fatto, soprattutto su alcune misure, su alcune ACA particolari, penso alla 2, quella relativa all'uso sostenibile dell'acqua o alle sostanze organiche dei suoli, così come anche quella sull'agro-biodiversità, banche del germoplasma, insomma sono condivisibili. Noi potremmo comunque tener presente queste indicazioni, dato che ora siamo in fase anche di negoziato a livello nazionale. Il Ministero poi dovrà difendere gli interventi di politica comunitaria nei confronti della Commissione europea e c'è una sorta di dialogo e di negoziato, in sostanza, anche perché sapete che ormai non siamo più autorità di gestione diretta, ma ormai l'intervento è nazionale tramite il Piano strategico nazionale.
In questa fase sicuramente ci saranno degli assestamenti da qua entro fine anno e quindi noi potremo intervenire. Siccome sicuramente quando ci sarà questa interlocuzione-negoziato alcune modifiche verranno anche richieste probabilmente dalla Commissione europea, questo ci dà la possibilità e lo spazio di poter fare alcuni aggiustamenti.
Questo per dire che le indicazioni che lei ha messo, tranne quella che le dicevo prima, perché non possiamo andare sotto la soglia minima prevista a livello europeo, delle altre possiamo tener conto. Questo mi dà il destro anche per rispondere al collega Gerolimetto Nazzareno che in Commissione scorsa anche lui aveva chiesto alcune modifiche dove, purtroppo, siamo stati costretti a dire di no sempre per questioni tecniche e anche perché di fatto c'era già un dialogo in corso con il partenariato, ma in quella fase di rivisitazione potremmo tener conto di tante di quelle che sono state le indicazioni previste dal Consiglio, sia in fase di Commissione che oggi in Aula. Questa è la promessa che posso fare da qua a fine anno.

PRESIDENTE

Non potrebbe replicare, deve solo dirmi cosa intende fare. Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Alla luce di queste rassicurazioni, ritiro l'emendamento e, insieme al collega Gerolimetto, ci facciamo magari un nodo al fazzoletto per risentirci nei prossimi mesi.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene. È ritirato.
Emendamento n. B0003, presentato dal consigliere Andreoli, dispositivo X, modificativo, che prevede:
Dopo il punto 3 del dispositivo è inserito il punto seguente:
"3 bis) di impegnare la Giunta regionale a riferire al Consiglio regionale in ordine all'andamento delle procedure di negoziato ed all'esito dello stesso;"
Prego, collega Andreoli.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Molto brevemente. Introduce il punto 3 bis e impegna la Giunta regionale a riferire al Consiglio regionale in ordine all'andamento delle procedure di negoziato ed all'esito dello stesso, ovviamente nei tempi e nei modi che la Giunta riterrà più opportuni, nell'ottica, giustamente, di una fattiva armonizzazione e collaborazione tra Giunta e Consiglio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il relatore perché questo è un emendamento che condivido pienamente, che è anche necessario proprio per essere sul pezzo anche noi e poter partecipare attivamente al percorso di confronto.
Anche alla luce della disponibilità data precedentemente dell'Assessore, sicuramente questo potrà essere un passaggio fondamentale attraverso cui continuare a confrontarci rispetto agli impegni di aumento di risorse per quanto riguarda le misure che prima vi ho elencato.
Voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0003. Parere favorevole del relatore.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. B0004

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Zottis, Lorenzoni e Giacomo Possamai relativo a "LA REGIONE COORDINI RAPIDAMENTE UN'AZIONE PUBBLICA PER GARANTIRE GLI AGRICOLTORI DAI FENOMENI SICCITOSI" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Complemento per lo sviluppo rurale (CSR) del piano strategico nazionale della PAC 2023-2027 per il Veneto ai sensi del Regolamento (UE) n. 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 46) APPROVATO (Deliberazione n. 112/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
il PDA n. 46 prevede azioni di efficiente utilizzo della risorsa idrica nel comparto agricolo ma non sembra tenere in dovuta considerazione la gravità della situazione siccitosa che si sta determinando e che a causa del cambiamento climatico rischia di riproporsi con sempre maggiore frequenza negli anni a venire;
la realizzazione di invasi idrici, utile a prevenire gli effetti di lunghi periodi di siccità, non può essere lasciata prevalentemente all'iniziativa privata perché solo le realtà più grandi riuscirebbero a mettere in campo le risorse necessarie a costruirli mentre quelle più piccole rischiano di rimanere escluse, dovendo eventualmente accordarsi con altre;
l'annata agraria in corso sta soffrendo di questa situazione che comporterà una minore resa agricola, in un contesto in cui il sistema agricolo sta già subendo un forte aumento dei costi energetici,
CONSIDERATO CHE
la gravità della situazione è tale che richiede una veloce e forte spinta da parte delle istituzioni pubbliche, di cui la Regione può essere capofila.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
A valutare di mettere da subito in campo risorse per rispondere all'emergenza che sta colpendo il mondo agricolo nell'annata agraria in corso oltre a progettualità e risorse per pianificare una capillare azione di prevenzione di fenomeni siccitosi in agricoltura, a salvaguardia del nostro patrimonio agricolo e del nostro tessuto imprenditoriale di settore.
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno ha al centro un tema attualissimo, che è il tema della siccità, relativamente al tema di cui stiamo discutendo nel PSR, quindi il tema dell'agricoltura. Abbiamo discusso in Ufficio di Presidenza anche di questo ODG. Ho cercato di spiegare un po' meglio, probabilmente anche di com'è scritto, il tema che sta alla base di questa proposta.
Nel PSR ci sono degli interventi rispetto al tema degli invasi. Mi è stato segnalato da parecchie realtà agricole, ma anche da associazioni di categoria, il fatto che – lo sapete ovviamente meglio di me – ci sono alcune aziende più grosse che riescono a garantire in maniera privata la realizzazione di un invaso e realtà più piccole che faticano evidentemente a farlo in autonomia.
Incentivare le aziende agricole a creare degli invasi può essere una strategia positiva. è ovvio che favorisce alcune aziende piuttosto che altre. Che la Regione possa avere un ruolo guida nel definire un Piano, soprattutto relativamente al fatto che i fenomeni di siccità impattano più alcune Province o territori rispetto ad altre, lo dice il Piano, anche se il Piano fa vedere che siamo in un'emergenza e fa vedere anche che ci sono territori che sono in grande emergenza siccità, proprio delle specifiche aree del territorio.
Quindi, l'idea che la Regione abbia un ruolo di pianificazione, e penso che il PSR abbia questo ruolo di dire "creiamo anche un lavoro di collaborazione tra piccole aziende agricole e grandi aziende agricole, e proviamo a capire qual è il fabbisogno per la creazione di questi bacini", possa essere una strategia. Ovvio che non è solo questo il tema, c'è anche quello della ricarica, ovviamente. Ci sono temi alla base importanti. Notavo che nel PSR alla parola "siccità", facendo un rapido cerca/trova, non c'è tantissimo. Quindi, un ordine del giorno che dica in questo momento, dove il tema è forte, dove si vede in maniera grave quello che sta succedendo, in cui la Regione abbia un ruolo guida maggiore rispetto a questo.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, l'assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Grazie, Presidente.
Direi che l'ordine del giorno è accettabile, però mi preme sottolineare ciò che di fatto stiamo già facendo ed è il motivo per cui, secondo me, si può accettare questo ordine del giorno.
In merito alle richieste che sono state fatte, dobbiamo tener conto che, per quanto riguarda l'emergenza, noi abbiamo un problema legato alla richiesta che noi abbiamo fatto a suo tempo per l'emergenza anche intesa come calamità, e quindi la necessità di rendicontare i danni che stiamo avendo in questo periodo all'agricoltura. Proprio noi, così come le altre Regioni, in questo momento stiamo facendo questa raccolta. Tra l'altro, io, come sapete, sono coordinatore della CPA, la Commissione politiche agricole. Presenteremo alla Conferenza delle Regioni entro fine anno il danno complessivo che l'agricoltura ha avuto dal tema della siccità. Quindi, c'è un'emergenza di questo tipo legata ai danni agricoli che avremo. Fortunatamente, siamo riusciti a salvare i primi raccolti. Come dicevo prima, i danni, purtroppo, li contiamo da adesso in poi per le colture che arriveranno a maturazione da adesso in poi.
Per le altre richieste ci stiamo muovendo per il tema invasi in una duplice direzione. Una è quella tramite i PSR nostri, compreso questo che andiamo a votare oggi, dove abbiamo previsto finanziamenti dal 40 al 60% a fondo perduto, a seconda della tipicità, legati proprio a quelle aziende agricole che vogliono costruirsi degli invasi per la raccolta dell'acqua a disposizione della propria azienda.
Nel contempo, assieme all'assessore Bottacin, stiamo lavorando sul tema della questione degli invasi pubblici. Lì abbiamo stimato un intervento da circa mezzo miliardo di euro, ma capite bene che andiamo un po' in difficoltà con i fondi regionali e quindi abbiamo necessità. Tra l'altro, i Presidenti si stanno già muovendo, soprattutto quelli del Bacino padano, anche su nostro impulso, per chiedere questo tipo di interventi all'interno del PNRR. Lì avremo la necessità di avere risorse per fare i bacini, ma anche, come giustamente il collega Bottacin ricordava, tutte quelle norme relative allo snellimento burocratico, perché non bastano i soldi per costruire i bacini o meglio, utilizzare quelli esistenti, le famose cave dismesse, per impermeabilizzarle e per fare le condutture necessarie dalla cava dove c'è la necessità, ma soprattutto serve avere le autorizzazioni velocemente. Oggi come oggi, creare un bacino o rendere attuali le cave che ci sono non è assolutamente facile, non solo per i soldi, ma anche per le questioni burocratiche.
Quindi, noi diciamo che su queste cose ci stiamo già muovendo. L'ordine del giorno va in questa direzione, quindi secondo me è accettabile. Però volevo anche aggiornarvi sul lavoro che già la Giunta sta facendo da mesi.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Non volevo essere scortese nell'intervenire dopo l'Assessore. Vorrei però dare un contributo ulteriore rispetto a quello che è stato elencato come iniziative che sono iniziative di natura emergenziale e che evidentemente devono essere percorse. Accanto però non dimentichiamoci di un aspetto: che noi abbiamo, il più grande bacino naturale disponibile nel nostro territorio, che è la falda. Questa, se appunto gestita adeguatamente, con progetti che magari sono anche meno costosi e meno impattanti da un punto di vista sia sociale che di tipo economico, può essere la risorsa essenziale attraverso cui andare a ricaricarla e, di conseguenza, avere a disposizione per ben tre volte dalla zona dell'area montana fino in pianura la stessa acqua. Con percorsi che, da questo punto di vista, magari eviterebbero di intraprendere strade che sono molto, molto onerose da un punto di vista pratico, ma tecnicamente consentono, con poche decine di migliaia di euro, di andare a ricaricare all'anno in realtà quasi un milione di metri cubi per ogni singolo progetto.
Sono aspetti che sto studiando insieme ad alcune realtà associative che si stanno dedicando alla gestione, in particolar modo delle aree delle risorgive e che credo che possono essere oggetto di una discussione nella Commissione competente in condivisione con l'Assessorato, in modo tale da percorrere strade d'investimento adeguate e senza quindi esclusivamente pensare a grandi opere, che sicuramente sono importanti da pianificare, ma richiedono tempi magari molto lunghi e, allo stesso tempo, richiedono anche un impiego di risorse decisamente più importante.
Si tratta appunto di intervenire e considerare centrale all'interno di questo percorso l'area delle risorgive e consentire loro di poter essere sfruttate quanto più possibile in modo tale da poter riutilizzare le acque a disposizione.
In Terza Commissione proporrò sicuramente questo tipo di aggiornamento e di approfondimento, come ho già cominciato a dialogare e a proporre al Presidente e, secondo me, questa può essere una strategia che può affiancarsi a quelle che oggi anche gli agricoltori ci chiedono di portare con questo tipo di ordine del giorno.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l' ODG n. B0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale sulla PDA 46.
Dichiarazioni di voto.
Collega Zanoni, prego. Zanoni ritira.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Alla luce delle aperture, anche dimostrate nella discussione rispetto allo stanziamento di fondi per quanto riguarda le misure di natura ambientale, siamo sicuramente soddisfatti di poter aver aperto questo dialogo e, nel frattempo, evidentemente, attendiamo con grande impazienza il momento in cui potremo discutere appunto nello specifico nella parte pratica questa tipologia di scelte.
Per questo motivo il nostro voto è al momento fermo ad una astensione, però incoraggiata da questa apertura che credo possa essere un buon esempio e un buon esercizio di evoluzione di approccio che riporta al centro le sollecitazioni che abbiamo ormai da tempo non soltanto dalle componenti che da diversi anni ci riconducono a una gestione dell'agricoltura adeguata, a una pianificazione che possa garantirci in futuro di poter continuare a coltivare, date appunto le difficoltà che abbiamo in termini di fertilità, date le difficoltà che abbiamo in termini di riduzione di superficie per cementificazione, eccetera, date le difficoltà che abbiamo di andare ad evolvere anche il prodotto e a differenziarci rispetto ad un mercato internazionale che è davvero doloroso e complesso, e, nel frattempo, riteniamo che questa apertura sia un passo in avanti.
Grazie anche agli emendamenti presentati dalla maggioranza, ci rivedremo su questo aspetto nei prossimi mesi e quindi speriamo che ci possa essere poi una giusta conclusione di questo percorso di condivisione. In attesa di avere notizie, auguro buon lavoro e, nel frattempo, preannunciamo il nostro voto di astensione.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come dicevo nell'intervento iniziale, è una misura sicuramente importante, ma che poteva essere più energica. Ricordavo che bisognerebbe, vista la situazione attuale, attuare una cura da elefante, una dose d'urto di sostenibilità, di compatibilità ambientale e adattamento a quello che è il nuovo clima che sta avanzando sempre più vigorosamente, quindi una cura più vigorosa. È apprezzabile, naturalmente, che ci siano degli interventi a favore di un'agricoltura più sostenibile verso il biologico, naturalmente ricordando che si tratta di una road map che arriva, dall'Unione europea che ci dà questi importanti fondi.
Volevo poi anche dire che nel precedente intervento probabilmente qualcuno si è distratto. Mi riferisco agli attacchi del collega Gerolimetto che mi ha messo in bocca parole che non ho mai detto e quindi credo ci sia bisogno da parte del collega di un apparecchio acustico, perché non so dove abbia colto parole che non ho mai detto. Lascio a ognuno di voi il giudizio su questo.
Poi, per quanto riguarda il tema toccato inizialmente del consumo del suolo, sono stato ripreso anche dalla collega Rizzotto: "Come fa Zanoni ad avere questi dati quando l'ISPRA li ha pubblicati questa mattina?". Collega, è una questione di organizzazione: basta delegare qualche collaboratore a seguire, c'è stata anche una diretta, e poi si possono già dare dei giudizi sul quadro che è stato dipinto. Tant'è vero che abbiamo già diramato un comunicato stampa, la stessa cosa l'ha fatta il nostro responsabile ambiente del Partito Democratico del Veneto e quindi basta un minimo di organizzazione.
Tornando a questo provvedimento, resta fondamentale, se vogliamo continuare ad avere un'agricoltura anche nella nostra Regione, tutelare il suolo, tutelare il suolo agricolo, tutelarlo soprattutto dalla siccità. In queste ore è arrivata una notizia terribile dal Marocco, dove si dice che non hanno più acqua, hanno patito nel passato la fame, mai la sete e il loro Ministero dell'Acqua, pesante loro hanno il Ministro dell'acqua, si dice appunto preoccupatissimo di una situazione che in Marocco non si era mai vista. Il Marocco non è l'Italia, ma è purtroppo un altro tassello che ci dice come i cambiamenti climatici ci hanno ridotto, ci stanno riducendo e come ciò ci debba portare ad adottare tutte quelle misure di precauzione che servono per avere un'agricoltura che naturalmente ha bisogno di acqua.
Prima l'assessore Caner ci illustrava quelle che sono le previsioni per quanto riguarda i bacini di accumulo di acqua sia per i privati, ma sia anche pubblici, dicendoci e illustrandoci anche le cifre che sono veramente immani. Ci dobbiamo sicuramente adattare a questa situazione e andare verso questo, perché purtroppo è una realtà. I dati lo dicono.
Devo dire che a livello europeo, italiano, forse Veneto ancor di più, ci troviamo molto impreparati. è da anni che la scienza ci dice, gli esperti in clima ci dicono che uno degli effetti dei cambiamenti climatici è la siccità e lo stiamo toccando. Lo stanno toccando per mano gli agricoltori. Poi, tra l'altro, qualcuno ha detto che io ho attaccato gli agricoltori. Ripeto, serve ascoltare, evitare di essere distratti e ascoltare i colleghi quando intervengono, perché è cosa che non mi passerebbe neanche per la testa. Anzi, ho detto che gli agricoltori vanno indirizzati in una situazione di emergenza come questa e i fondi che vengono dati all'agricoltura devono essere finalizzati appunto a questa determinata tipologia di interventi. Certo che se quei fondi vanno destinati in una monodirezione dopo si creano delle strutture come quelle che stiamo registrando, che sono sotto gli occhi di tutti. Insomma, è innegabile. Sono tutti dati quelli che ci permettono di fare certe considerazioni.
In conclusione, il nostro sarà un voto di astensione.

PRESIDENTE

Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio ovviamente il relatore, ringrazio il lavoro fatto dalla Commissione Terza, ringrazio ovviamente l'assessore Caner e anche l'assessore Bottacin, perché in un momento così particolare e difficile, un provvedimento come questo cerca di dare quelle risposte che sono un misto tra una programmazione, che comunque è stata fatta in un periodo sicuramente diverso di previsione rispetto a quello contingente in cui oggi purtroppo stiamo vivendo... è una risposta comunque buona, sensata, equilibrata, quella che la Regione Veneto oggi si sta apprestando ad approvare.
è chiaro che in un momento difficile, dove la politica agricola richiede necessariamente interventi per degli imprevisti, dove ovviamente la siccità, lo stato di crisi in cui stiamo vivendo e anche la gestione che da qualche settimana, appunto, vede la Regione Veneto con il presidente Zaia, che è commissario in un momento così appunto di difficoltà, dove è stato dichiarato lo stato di crisi e di siccità della Regione Veneto, è importante la possibilità di avere anche questi 4,8 milioni di euro, se non sbaglio, per andare a affrontare in questi prossimi mesi quello che è un disastro annunciato in alcune zone del nostro Veneto, in alcune pianure (penso al basso veronese, piuttosto nel padovano), dove addirittura intere colture probabilmente non riusciranno ad essere recuperate a causa sicuramente della siccità e a causa anche di altri fattori, che sono quelli che sono stati enunciati e discussi quest'oggi.
Vi è una necessità di andare a intervenire anche in quella che è la programmazione a medio e lungo periodo, una programmazione strutturale di quella che è la raccolta dell'acqua e quella che anche ci vede nelle prossime sfide, perché la siccità non è più un fenomeno straordinario ed eccezionale, ma è un fenomeno che ci auguriamo non debba più accadere, ma che purtroppo dobbiamo mettere in preventivo possa diventare anche non dico l'ordinarietà, ma una situazione difficile che dovremmo probabilmente abituarci a frequentare e ad affrontare.
è evidente che questo impone anche delle nuove sfide. è evidente che la Regione Veneto, da questo punto di vista, ha sempre dimostrato di essere lungimirante, in un sistema e in un comparto come quello agricolo che è trainante per l'intero territorio veneto, ma che credo lo sia anche per l'intero territorio nazionale. Quindi ci impone questo una riflessione importante, un cambio di strategia anche in quelle che sono le politiche venete, ma soprattutto le politiche nazionali in stretto ovviamente contatto e soprattutto in collaborazione con l'Unione europea.
Chiudo dicendo che dovremmo anche a stretto giro – e anche l'ordine del giorno proposto dalla collega Ostanel ci ha visto favorevoli – e credo sia importante sottoporre la Commissione anche a una serie di riflessioni che ci vedono insieme anche per proporre delle novità. Il nostro Gruppo consiliare ha già avanzato alcune proposte. La desalinizzazione delle nostre acque potrebbe essere una soluzione da prendere in considerazione. È un Paese, il nostro, che fortunatamente è bagnato da acqua. Non tutta è acqua dolce, abbiamo una buona parte, sostanziale, di acqua salata. Avviare quella che può essere anche una fase di incentivo di sviluppo di quella che è la desalinizzazione dell'acqua potrebbe essere anche una risposta importante nei momenti più difficili come quello che l'agricoltura italiana e veneta stanno affrontando proprio in questo periodo.
Il nostro voto sarà favorevole, con già l'annunciata disponibilità insieme a lavorare per le prossime iniziative programmatiche di ripensamento e di nuove priorità per l'intera agricoltura veneta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Andreoli, prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Molto brevemente.
Ringrazio personalmente, ma sicuro di intercettare anche il pensiero dei colleghi, perlomeno del Gruppo Lega-Liga Veneta, l'assessore Federico Caner, i tecnici, i nostri Direttori Comacchio e Contarin, e tutta la Struttura perché hanno fatto un grande lavoro. Non è stato detto, ma ringrazio personalmente l'assessore Caner per il lavoro che ha fatto nella Commissione degli Assessori regionali all'agricoltura, dove è riuscito a passare finalmente dopo molto tempo dai famosi criteri storici ai criteri oggettivi, e questo ha permesso al Veneto di avere un po' di risorse in più in un contesto generale in cui le risorse invece calano per l'agricoltura, purtroppo.
Questa è una buona notizia. Sono 50 milioni di euro in più su questi anni a venire, fino al 2027, quindi grazie di essere riuscito a riequilibrare un po' la partita che equilibrata non era perché vedeva il 50% delle risorse blindate per cinque-sei Regioni del Sud e il restante 50 spalmato su tutte le altre. Questo ci sembra più giusto ed è bene sottolinearlo. Quindi, ripeto, grazie.
Abbiamo come agricoltura delle grandi sfide da vincere davanti. Quelle più importanti riguardano innanzitutto ovviamente i giovani, i giovani da coinvolgere sempre di più perché altrimenti l'agricoltura non ha futuro, l'abbiamo detto. Poi l'innovazione tecnologica, di cui l'agricoltura non può fare a meno, e proprio grazie ai giovani la può integrare con successo negli anni a venire. Il risparmio irriguo, è stato detto più volte, e anche qui c'entra il tema dell'innovazione tecnologica, ma anche la sostenibilità ambientale. Si è parlato tanto in quest'Aula oggi della problematica dell'acqua, della siccità.
La collega vicepresidente Guarda prima citava la grande risorsa della falda come il più grande bacino idropotabile. Mi permetta amichevolmente di smentirla, o meglio, di aggiungere un elemento. A me piace sempre ricordare che in Veneto abbiamo un'altra grandissima risorsa idrica che rappresenta il 40% dell'acqua potabile che c'è in tutta Italia: è il Lago di Garda. Il Lago di Garda raggiunge profondità anche di 350 metri, quindi ha una quantità enorme: è un serbatoio comunque in difficoltà, è minacciato anch'esso, è conteso perché ovviamente l'acqua del Lago di Garda arriva dal Trentino, ma l'acqua serve anche a chi sta sopra di noi e l'acqua del Lago di Garda va a finire anche a rimpinguare il fiume Po, quando va estremamente in secca, e tutto il sistema irriguo della Pianura Padana. è un polmone importantissimo che ci mette al sicuro più del Marocco, che è stato citato prima. Quindi teniamoci da conto le nostre riserve, i nostri laghi alpini che sono un patrimonio veramente inestimabile.
Infine, insomma, il biologico come sostenibilità ambientale, che però deve essere anche sostenibilità economica, perché il biologico non deve, non può diventare un problema per le tasche dei nostri imprenditori, altrimenti è un discorso che non può stare in piedi.
Poi il tema delle aree interne, lo spopolamento, che andiamo sempre a contrastare con queste misure che hanno sempre delle premialità vincenti per il mondo, in particolare, della montagna o della fascia prealpina, essendo di fatto il Veneto per metà caratterizzato da quella morfologia lì. I nostri bandi del PSR sono sempre ben scritti a mio avviso e centrati, se è vero com'è vero, che vanno abbastanza a ruba: se avessimo il doppio delle risorse saremmo in grado di finanziarne il doppio. Suscitano sempre molto interesse e partecipazione. Stimano gli investimenti. Quindi, grazie del lavoro che è stato fatto negli anni precedenti e per quello che andrete a fare.
Non mi resta che augurarvi buon lavoro, annunciando, come è chiaro ed evidente, il voto favorevole del Gruppo Lega-Liga Veneta. Grazie a tutti.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la PDA n. 46 nel suo complesso, come emendata.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



DISEGNO DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVO A "ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2022-2024". (PROGETTO DI LEGGE N. 147) INIZIO

Relazione della PRIMA commissione consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8) all'ordine del giorno, PDL 147.
Relatrice è la collega Cestaro. Correlatore, con il cambio avvenuto questa mattina in Prima Commissione, è il collega Giacomo Possamai.
La parola a Silvia Cestaro. Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale del 2001, n. 39, sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, anche quest'anno, con legge, viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione sulla base delle definitive risultanze contabili relative all'esercizio precedente. Esso si sostanzia in una variazione di bilancio, sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi, del Fondo pluriennale vincolato e dei crediti dubbia esigibilità, accertati in sede di rendiconto dell'esercizio 2021.
Come previsto dal decreto legge 118, la Giunta regionale ha fatto precedere l'adozione del disegno di legge di assestamento di bilancio al bilancio di previsione 2022-2024, al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi, alla variazione di bilancio 2022-2024 come conseguenza del riaccertamento ordinario dei residui 2021 e tutti quanti i vari adempimenti e il disegno di legge sul rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2021.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio finanziario 2021 si evidenziano i seguenti risultati. I residui attivi ammontano a 3.836,3 milioni; quelli passivi a 3.565,3 milioni e il Fondo cassa a 1.462,3 milioni.
Il disavanzo finanziario, alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di 1.513 milioni, di cui 1.327,8 rappresentano l'ammontare del residuo da rimborsare al Fondo anticipazioni di liquidità, di cui alla legge n. 208 del 2015 sulla formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, e 185,2 milioni rappresentano l'ammontare del DANC, il cosiddetto debito autorizzato e non contratto. Il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre prestiti nella forma di mutui, prestiti obbligazionari e altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente di cui all'articolo 3 del comma 1 della legge regionale n. 36 del 2021 "Bilancio di previsione 2022-2024", è dunque ridotto a 121,5 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto, ovvero 306,8 milioni.
La nota integrativa all'assestamento evidenzia la costante riduzione del DANC dal 31.12.2014, quando ammontava a 2.039,3 milioni fino ai 185,2 milioni evidenziati al 31.12.2021 a rimarcare l'impegno dell'Amministrazione regionale per ridurre sensibilmente tale disavanzo, che corrisponde ad investimenti effettuati negli esercizi precedenti al 2015, la cui copertura era garantita con ricorso al debito mai effettivamente contratto, in quanto la liquidità regionale e le norme vigenti prevedevano di accedere a questo tipo di sistema finanziario.
Per quanto concerne il Fondo crediti di dubbia esigibilità, la sua consistenza subisce, con riferimento all'esercizio 2022, un lieve aumento, passando da un valore stimato in sede di bilancio di previsione iniziale di complessivi 254,23 milioni a 254,44 milioni in sede di assestamento. Con riferimento ai due esercizi successivi, si registrano parimenti lievi riduzioni rispetto alle previsioni fissate inizialmente dalla legge di bilancio: 229,29 milioni nel 2023 e 191,87 milioni nel 2024.
Sostanzialmente è quasi indifferente.
Sul fronte delle entrate, le previsioni sono state aggiornate in relazione all'andamento degli accertamenti e delle riscossioni rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali. In particolare, a seguito dell'approvazione del rendiconto 2021 del Consiglio regionale, si è appreso che l'importo complessivo dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio devoluto al bilancio regionale è pari a 9,39 milioni.
Pertanto, al fine di adeguare la competenza agli importi che si prevede di accertare nell'esercizio 2022, il PDL di assestamento 2022-2024 apporta una variazione in aumento nell'entrata di pari importo.
La restituzione da parte della Provincia di Belluno delle somme per cofinanziamento di interventi di viabilità nel territorio della Provincia stessa ammonta a 2,2 milioni. Alcuni capitoli di entrata hanno subìto un adeguamento dello stanziamento, poiché soggetti al Fondo crediti di dubbia esigibilità. Quanto alle previsioni delle spese, la proposta di assestamento rimodula alcune autorizzazioni legislative al fine di recepire esigenze emerse nei primi mesi di gestione, destinando le risorse alle spese per l'attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato della legislatura regionale.
La manovra di assestamento 2022-2024 è stata predisposta in un contesto caratterizzato dall'emergenza pandemica e dalla crisi conseguente al conflitto dell'Ucraina. Si è assistito all'ulteriore brusco incremento del prezzo dell'energia e delle materie prime che, unitamente ad una contrazione della fiducia di consumatori e imprese, ha spinto ancora di più al rialzo i prezzi in diversi settori. Il conseguente aumento del tasso di inflazione ha portato la Banca centrale americana a rivedere la politica monetaria in senso restrittivo aumentando il costo del denaro e quella europea a segnare l'approssimarsi di un'inversione in tal senso della politica espansiva finora adottata. Ciò ha prodotto una forte crescita dei tassi di interesse, con l'inevitabile e conseguente adeguamento degli oneri dell'indebitamento per gli anni 2023 e 2024 su tutte le forme di mutuo autorizzate dalla Regione Veneto.
Poiché, come detto poc'anzi è stata ridotta a 121,5 milioni l'autorizzazione del mutuo a copertura del DANC, si registra comunque in sede di assestamento un risparmio degli oneri di ammortamento quantificato in 2,37 milioni di euro per il 2023 e in 1,74 milioni di euro per il 2024. Inoltre, la Regione aveva sottoscritto nel 2013 col Ministero delle Finanze, tra il 2013 e il 2014, due contratti a titolo di anticipazione di liquidità per i pagamenti dei debiti degli enti di servizio sanitario regionale. In data 2 febbraio 2022 è stato sottoscritto tra Regione e MEF l'atto modificativo del contratto stipulato nel 2013. A seguito di tale rinegoziazione, c'è stato un adeguamento nel piano di rimborso degli anni 2022, 2023 e 2024 del bilancio di previsione, che ha comportato un risparmio complessivo di 8,52 milioni nel 2022, di 12,94 milioni nel 2023 e nel 2024.
La somma di tali risparmi ha permesso in quota parte, come verrà messo a breve in evidenza, di contribuire al finanziamento e al rifinanziamento di varie linee di spesa. La Nota integrativa fa inoltre una doverosa precisazione con riferimento ai capitoli che hanno sterilizzato l'avanzo tecnico, considerato l'orientamento della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti del Veneto, che, in occasione della relazione di bilancio di previsione 2021-2023 della Regione Veneto, si è espressa in questo modo: "Sul punto la Sezione rileva in primis l'assenza dei presupposti per operare accantonamenti prudenziali dal momento che gli accertamenti derivanti dalla reimputazione dei residui attivi, come da riaccertamento straordinario, presuppongono la sussistenza dell'obbligazione giuridica alla base della contabilizzazione senza alcuna aleatorietà. In secondo luogo, va osservato che tali osservazioni rilevano, anche sotto il profilo di una riduzione della capacità di spesa dell'Ente, in quanto gli accantonamenti anziché finanziare programmi specifici di spesa, confluiscono nella missione 20, non impegnabile per sua natura, incrementando a fine esercizio il risultato di amministrazione disponibile", si provvede quindi a disaccantonare gli stanziamenti appena citati, quelli della Missione 20 sul Programma 3, generando così una disponibilità nella capacità di spesa pari a 7,85 milioni per l'esercizio 2022, a 7,42 milioni per l'esercizio 2023 e a 7,4 milioni per l'esercizio 2024. In definitiva il saldo finanziario positivo tra le maggiori entrate tributarie e il relativo accantonamento del Fondo crediti dubbia esigibilità, relativo alle entrate assoggettate al Fondo stesso, circa 0,28 milioni, nonché il disaccantonamento di cui sopra, 7,85 milioni, hanno portato alla creazione di un primo margine pari a 8,13 milioni.
Questo margine, assieme alle altre maggiori disponibilità conseguenti alla restituzione dell'avanzo del Consiglio regionale, alla restituzione della Provincia di Belluno dei fondi e alla riduzione degli oneri finanziari, hanno consentito la creazione di un margine complessivo pari a 28,23 milioni di euro. Le Missioni che hanno maggiormente beneficiato di tale disponibilità finanziaria sono le seguenti.
La Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità", per la quale vengono destinati 16,45 milioni di euro nel triennio 2022-2024, di cui è bene ricordare gli 8 milioni per il completamento del Terraglio est, così ripartiti: 4 milioni 2022, 2 milioni 2023 e 2024. E gli 8,45 milioni per i settori dei trasporti e della mobilità regionale così ripartiti: 3,85 nel 2022, 4,05 milioni nel 2023 e 0,55 milioni nel 2024.
Nell'ambito della Missione 12 "Diritti sociali e politiche per la famiglia" è stato rifinanziato con 3,7 milioni il contributo annuale alle scuole paritarie e con 350.000 euro ulteriori interventi a favore dei portatori di handicap psicofisici. Sono stati inoltre ricompresi in questa missione 200.000 euro destinati all'edilizia residenziale pubblica.
Quanto alla Missione 11 "Soccorso civile", ulteriori 2,9 milioni di euro sono stati destinati a favore della nuova legge regionale n. 13 del 2022 "Disciplina delle attività di Protezione civile".
Per la Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente" sono stati destinati 200.000 euro a favore dei parchi e altrettanti per le Unioni montane; 2 milioni a favore delle opere di bonifica; 200.000 euro al rifinanziamento di usi civici, carta tecnica regionale e funzionamento di Veneto Acque.
Missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca": vengono finanziati complessivamente 2,2 milioni di euro suddivisi tra gestione della fauna selvatica, pesca e settore agricolo in generale.
Nella Missione 4 "Istituzione diritto dello studio": 1,72 milioni sono destinati a favore della legge regionale n. 1 del 2001, il Buono scuola, in aggiunta ai 4,7 milioni inizialmente stanziati. Ulteriori 530.000 euro sono finanziati al diritto allo studio universitario in aggiunta ai 16,5 milioni di euro stanziati inizialmente.
Per la Missione 6 "Politiche giovanili, sport e tempo libero" è stata rifinanziata l'impiantistica sportiva, 800.000 euro, la promozione sportiva, 130.000 euro, e i grandi eventi, in aggiunta a quanto già stanziato, per ulteriori 150.000 euro.
Missione 7 "Turismo": è stato destinato 1 milione per il rifinanziamento della legge regionale n. 11 del 2013, ovvero "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto", in aggiunta ai già stanziati 3,47 milioni di euro.
Per la Missione 20 "Fondi e accantonamenti" è stata incrementata di complessivi 800.000 euro per ciascun anno del triennio 2022-2024, 500.000 euro e 300 in parte quota capitale, sono finanziati i fondi speciali deputati a fornire copertura alle nuove leggi di iniziativa consiliare che verranno approvate in corso d'anno.
Per quanto concerne la missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" è stato rifinanziato il contributo a parte a favore di Arteven per 200.000 euro e del Teatro Stabile del Veneto per ulteriori 50.000 euro, oltre al 1,6 milioni iniziali, mentre per altri 150.000 euro sono stati destinati programmi regionali per la promozione dei grandi eventi.
Nell'ambito della Missione 1 "Servizi istituzionali e generali di gestione" sono stati destinati ulteriori 340.000 euro complessivi alla manutenzione delle sedi e del sistema informativo regionale e 2,5 milioni per partecipare agli itinerari culturali del Consiglio d'Europa.
Nell'ambito della Missione 14 "Sviluppo economico competitività" sono stati destinati 250.000 euro al fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione; 50.000 euro alle imbarcazioni di legno tipiche e tradizionali di Venezia; 50.000 euro alla promozione economica dell'internalizzazione delle imprese venete.
Missione 8 "Assetto del territorio ed edilizia abitativa": 150.000 euro destinati all'edilizia pubblica che vanno aggiunti ai 200.000 euro già evidenziati nella Missione 12.
A seguire, Missione 18 "Relazioni con le altre autonomie locali, territoriali e locali".
Missione 13 "Tutela della salute": sono state rifinanziate per 100.000 euro le azioni di contenimento ed eradicazione della nutria.
Missione 17 "Energia e diversificazione delle fonti energetiche".
Tra le varie misure implementative appena descritte è ricompresa una manovra complessiva tra i budget di spesa che fanno capo ai diversi Assessorati di cui il dettaglio è possibile vederlo nelle note che trovate integrate.
In chiusura viene riassunto in maniera molto veloce il percorso; un percorso che ha visto deliberare la Giunta il 14 giugno, il Collegio dei Revisori, che ha espresso parere positivo, a seguire e, subito dopo, il 29 giugno, la Prima Commissione.
Questo va ad evidenziare l'attenzione e la precisione nella gestione delle tempistiche da parte della Giunta e del Consiglio regionale per garantire un intervento economico richiesto nei vari ambiti quanto prima e come risposta chiara e veloce alle esigenze del territorio e dei cittadini.
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie. Adesso interviene come correlatore il capogruppo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Qualche giorno fa l'Assessore al Bilancio della nostra Regione, l'assessore Calzavara, commentando l'analisi dell'Agenzia di rating Fitch, ha messo in evidenza tra i punti di forza l'approvazione dei bilanci di questa Regione, della Regione del Veneto, senza ricorrere all'esercizio provvisorio, ma soprattutto ha sottolineato la bassa pressione fiscale della nostra Regione. È un tema di cui abbiamo discusso tante volte, Assessore. Temo, anzi credo che ne discuteremo spesso anche in futuro.
Parto da qui, perché? Perché noi certamente non rimpiangiamo – io ovviamente non ero in quest'Aula, molti di noi non c'erano – gli anni in cui inesorabilmente si andava in esercizio provvisorio, anche se, a onor del vero, in quegli anni ci si vantava comunque di essere virtuosi e guidava la Regione non soltanto la stessa maggioranza ma anche lo stesso Presidente che oggi guida la Regione Veneto.
Ma per quanto riguarda la bassa pressione fiscale, torniamo a ripetere un concetto, perché speriamo sempre che nel tempo questo concetto possa farsi strada. Ne abbiamo parlato anche recentemente, Assessore, in occasione di una disputa sul populismo. Noi restiamo convinti che non mettere l'addizionale IRPEF sopra i 75.000 euro perlomeno, nei fatti, in questa Regione si stia traducendo nella fiaba di Robin Hood all'incontrario. Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, qui sostanzialmente stiamo facendo in modo non so se di rubare, perché le tasse non sono naturalmente un furto, ma di chiedere a tutti e però di mettere i poveri nelle condizioni tante volte di non accedere ai servizi nello stesso modo in cui lo possono fare gli altri.
Io resto fermamente convinto – ne abbiamo parlato anche di recente, ma questa è un'ulteriore occasione per ribadirlo – che sia giusto che chi ha di più possa dare un contributo, perché altrimenti l'effetto è invece che l'abbonamento al trasporto pubblico, che le visite mediche costringano, per esempio, a rivolgersi al privato anche chi non è in grado di rivolgersi al privato, e quindi magari di avere quel tipo di visita. Quindi, l'effetto è che chi può si cura presto e bene e chi non può aspetta e spera.
Ma vado su alcuni aspetti più tecnici di questo bilancio. Questo assestamento è un assestamento corposo perché, lo diceva prima bene la collega Cestaro, è un assestamento di oltre 28 milioni di euro che va su interventi significativi, molti dei quali richiedono risposte pronte nel secondo semestre di quest'anno. Potremmo anche ridiscutere di qualche ricalibratura, di qualche modifica nell'impostazione, ma complessivamente, leggendo le poste, leggendo dove queste risorse vengono stanziate (soprattutto ci riferiamo, ovviamente, ai capitoli maggiori), sono sostanzialmente condivisibili.
Più interessante, però, al netto del ragionamento iniziale su dove le risorse vengono reperite in questa Regione, è la discussione su come si è generato questo tesoretto, chiamiamolo così, di 28 milioni. Anche qui andrò a citare cose di cui abbiamo in varie occasioni già parlato, ma mi sembra interessante. La vera domanda è se sono tutte risorse merito di una gestione virtuosa della Giunta. Provo a guardarle nel dettaglio.
La voce più consistente – e di questo abbiamo parlato tanto, in Commissione ma anche in un precedente Consiglio – dell'avanzo è di fatto l'avanzo di amministrazione del Consiglio regionale, che ha restituito oltre 9 milioni di euro. Ora, qui mi rivolgo prima di tutto ai miei colleghi. Cari colleghi, non mi sembra (perlomeno sarà un effetto ottico dall'opposizione) che in questi primi due anni il lavoro del Consiglio sia stato straordinariamente valorizzato. È poi così giusto che il Consiglio restituisca 9 milioni di euro all'attività di Giunta, di fatto costituendo la principale voce dell'assestamento di bilancio che andiamo a votare oggi?
Ne abbiamo già parlato e, se vi ricordate, una delle cose di cui avevamo discusso e su cui avevamo chiesto un segnale alla maggioranza e alla Giunta era che una quota rilevante – noi avevamo indicato una cifra importante, se non ricordo male, Assessore, intorno al 30%, quindi quasi 3 milioni, anzi 3 milioni di euro – di quelle risorse potessero essere destinate a iniziative, scelte, indirizzi dati da questo Consiglio regionale.
Alla fine la posta di bilancio è infinitamente più bassa, mi pare siano 800.000. Assessore, è meno di un terzo, e quindi... Senza fare le frazioni, diciamo che è meno di un terzo di quello che avevamo provato a chiedere. Ma, in generale, c'è un tema politico, cioè quanta agibilità ha questo Consiglio, perché se in realtà il tema è destinare risorse al Consiglio perché dal Consiglio poi si ha il tesoretto, dove più o meno la Giunta poi decide che cosa fare, allora si fa prima a destinare tanti soldi in meno al Consiglio, si decide dall'inizio, la Giunta è più libera di spenderli, ha 12 mesi invece di 6, e forse diventa anche più efficace l'azione. Questo è il primo punto.
Seconda voce importante, di oltre 8 milioni e mezzo, è la riduzione degli oneri finanziari conseguenti alla rinegoziazione di un prestito contratto con il MEF nel 2013 per il pagamento dei debiti del sistema sanitario regionale. Lo dico sommessamente, ma neanche troppo. Magari l'assessore Calzavara mi smentirà. In parte sarà anche merito nostro, ma c'è un pezzo di merito, credo importante, di un Governo, cioè il Governo Draghi, che con la legge di bilancio 2022-2024 ha consentito di rinegoziare i piani di ammortamento alle Regioni e agli Enti locali che avevano contratto con il MEF anticipazioni di liquidità a tasso di interesse pari o superiore al 3%.
Il Veneto aveva contratto un'anticipazione di oltre 777 milioni di euro, da rimborsare in trent'anni, con un tasso leggermente superiore al 3%. è stato possibile rinegoziare un tasso all'1,6 sul debito residuo, che erano oltre 633 milioni al 31 dicembre dello scorso anno, allungando la scadenza del mutuo dal 2043 al 2051. Abbiamo quindi ottenuto una riduzione della rata 2022 di oltre 8 milioni di euro da spendere nella seconda parte dell'anno. Lo dico perché, siccome siamo ancora freschi, diciamo così, di una sfiducia a un Governo, forse dobbiamo ricordare che, oltre che evidentemente merito della capacità della struttura tecnica e di chi gestisce la parte di bilancio di questa Regione, su questa posta, su questo cadeau di 8 milioni il merito va in gran parte a un Governo che, se non sbaglio, tutte le forze di maggioranza hanno provveduto a far cadere di recente.
Terza voce, di quasi 8 milioni di euro, deriva da un preciso orientamento della Corte dei conti che, con riferimento ai capitoli che hanno sterilizzato il cosiddetto "avanzo tecnico", ha rilevato "l'assenza di presupposti per operare accantonamenti prudenziali". E poi, alla fine: "in secondo luogo, va osservato che tali azioni rilevano anche sotto il profilo di una riduzione della capacità di spesa dell'Ente". Nei fatti, dopo questa tirata d'orecchie, si è perciò provveduto al disaccantonamento degli stanziamenti, generando una disponibilità di spesa di quasi 8 milioni.
La quarta voce, oltre 2 milioni di euro, deriva dalla restituzione di somme anticipate per la viabilità nel bellunese.
Perché ho voluto fare questa disamina? Perché a parte il Consiglio, dove c'è un tema per me politico, su cui non credo che solo la minoranza debba interrogarsi, il resto penso che fosse giusto ricordarlo e verificarlo. Questo, ovviamente, senza nulla togliere all'ottimo lavoro dei tecnici di Giunta, che hanno lavorato al bilancio e che presentano un bilancio – noi non lo abbiamo mai negato – assolutamente in ordine. Parlo del dottor Masullo, del dottor Vignotto e loro collaboratori.
Chiudo, però, con una considerazione di portata più ampia, velocemente. Ho l'impressione, sempre di più (ma anche di questo avevamo parlato anche recentemente), che l'approvazione di bilancio nei tempi previsti, addirittura a volte cercando di anticiparla il più possibile – nel senso che spesso il presidente Zaia dice che siamo la prima Regione ad aver approvato il bilancio preventivo – sta diventando più che un bilancio preventivo, un bilancio presuntivo, cioè accantonamenti sostanzialmente prudenziali che sottraggono al Consiglio margini di manovra e che diventano un modo per la Giunta per avere tesoretti da spendere in corso d'esercizio. Attenzione, se poi questi tesoretti ci sono e vengono spesi bene, va benissimo. Non mi stanco di ripetere – e penso che sarebbe positivo che questo Consiglio su questo avesse uno scatto d'orgoglio – che però questa è l'Assemblea legislativa, qui dovrebbe esserci la possibilità di fare scelte politiche con ben altro peso e ben altro rilievo, altrimenti deleghiamo tutto alla Giunta, cancelliamo il Consiglio. Ottimo risparmio di spesa, ma invece io resto convinto che siccome qui ci sono persone elette dai cittadini e che sono state elette per prendere decisioni è anche giusto che le decisioni siano prese da questo Consiglio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
La manovra di assestamento di bilancio è un momento importante nella gestione finanziaria di un Ente, ed è un provvedimento che rappresenta un po' il frutto, il prodotto di un periodo storico che risente della situazione contingente, nella fattispecie quello che sta accadendo in Europa, in modo particolare la guerra che è in atto in Ucraina e anche l'emergenza sanitaria legata al Covid, che influisce non solo sulla sanità, ma anche sull'economia del nostro territorio.
Un assestamento di bilancio prevede una variazione delle previsioni del bilancio, in questo caso del 2022, e si fa a seguito dell'approvazione del rendiconto di gestione 2021, perché questo permette di determinare quello che è l'avanzo che può essere destinato, definire la consistenza dei residui attivi e passivi e poi anche determinare il fondo crediti di dubbia esigibilità e il fondo pluriennale vincolato.
Queste operazioni che vengono fatte permettono di realizzare una disponibilità, una libertà di risorse che possono essere destinate ad altre finalità. Allora, a differenza di quello che ha sostenuto il mio collega Possamai, io ritengo che la formazione di questa disponibilità di 28 milioni di euro in parte può essere determinata dalla perizia di un'Amministrazione nel riuscire a recuperare risorse, ma dall'altra ci possono essere anche dei fattori che incidono a prescindere e che possono essere anche determinati dalla casualità. Ad esempio, ci sono 8 milioni di euro che vengono liberati a seguito di un'azione della Corte dei conti che, in questo caso, li disaccantona e li rende liberi.
Si aggiungono poi 8 milioni e mezzo – e qui, sì, vi è un atto di perizia – a seguito di una ristrutturazione di un fondo di liquidità. Nell'anno 2013-2014 era necessaria un'anticipazione di liquidità per poter fronteggiare una situazione legata a gestione di enti del servizio sanitario regionale e di conseguenza si è attivato questo fondo, che ora viene ristrutturato e permette di liberare per quest'anno e per gli anni prossimi delle risorse.
Il fatto, poi, che ci siano delle disponibilità anche legate alla gestione del Consiglio regionale permette di avere più margini di intervento; e poi la restituzione di fondi che erano destinati alla Provincia di Belluno e che ritornano in questo caso alla Regione.
Quindi, ci sono atti sicuramente di perizia che permettono di recuperare risorse, ma nel contempo ci sono anche situazioni che si verificano a prescindere da quello che può essere l'indirizzo o la volontà a livello regionale.
Mi preme sottolineare come queste risorse che si sono liberate vengono destinate a delle necessità contingenti, perché poi vediamo che effettivamente alcuni comparti – vedi quello dell'agricoltura, o quello della pesca – che in questo momento possono avere delle difficoltà vengono sostenuti, ma non solo, anche altri ambiti produttivi. È necessario andare a destinare le risorse, vista la difficoltà che si sta vivendo in questo momento.
L'aiuto importante che viene dato anche alle famiglie lo si riscontra negli importi di 3 milioni 700 mila euro, di 1 milione 729 mila che vengono destinati ai buoni scuola e ai servizi educativi per l'infanzia e le scuole paritarie. È un segnale, questo, in continuità con quel Piano triennale che abbiamo adottato di aiuto e di sostegno alle famiglie.
Mi preme sottolineare anche i 350.000 euro che vengono destinati ai portatori di handicap, e questo dimostra la sensibilità che si può avere in un momento difficile come questo anche verso coloro che hanno più fragilità.
Un altro aspetto sul quale più volte siamo intervenuti anche come Gruppi, anche nei confronti dell'Assessorato, perché ritenevamo giusto che ci fosse un certo interesse, riguarda i 700.000 euro che vengono destinati alla Protezione civile per gli interventi a seguito di calamità naturali, perché registriamo tutti gli anni delle situazioni di difficoltà che si verificano a seguito di eventi emergenziali che vanno a colpire i nostri territori con una certa frequenza.
Un'altra risposta che viene data al territorio sono anche le risorse che vengono destinate a contenere i danni di quelle specie, tipo le nutrie, o gli ungulati e i cinghiali, che vengono percepiti sui territori in maniera negativa e c'è una continua richiesta di interventi più incisivi da parte della Regione.
Tutte queste azioni che vengono intraprese con questa variazione delle previsioni del bilancio vogliono dare delle risposte al territorio. Noi riteniamo, quindi, anche come Gruppo, che possa essere una buona manovra.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Io direi che interrompiamo qui la seduta e la riprendiamo domani mattina su questo punto, con la discussione generale, alle 10.30.
Grazie. A domani.
La Seduta termina alle ore 18.23
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 67 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 67
MARTEDì 26 LUGLIO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 67a seduta pubblica – martedì 26 luglio 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 11608 del 21 luglio 2022.

Il Presidente FINCO dichiara aperta la seduta alle ore 10.55.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo
e un consigliere segue la seduta da remoto.

Punto 6) all'ordine del giorno

Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 111/2022)  [RESOCONTO]


Prosecuzione della discussione generale della proposta di deliberazione amministrativa in oggetto iniziata nella 66a seduta consiliare di martedì 19 luglio 2022.

In discussione generale intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Zecchinato (Zaia Presidente) in sede di replica e l'assessora Lanzarin.

Si passa all'esame degli emendamenti.

L'emendamento n. A29, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A16 intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Guarda (Europa Verde) e l'assessora Lanzarin.

L'emendamento n. A16, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A17 intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Zottis (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) e Zecchinato (Zaia Presidente) .

L'emendamento n. A17, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A9 intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Zecchinato (Zaia Presidente) .

L'emendamento n. A9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A18, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A19 intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessora Lanzarin.

L'emendamento n. A19, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A1 intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra e l'assessora Lanzarin.

L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A2, illustrato dalla Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A3 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra, Zecchinato (Zaia Presidente), Brescacin (Zaia Presidente) e Guarda (Europa Verde) .

L'emendamento n. A3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A4 intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra e Brescacin (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A20 interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e lo ritira.

L'emendamento n. A10, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A21 , illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A22, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A5 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra, Guarda (Europa Verde) e Zecchinato (Zaia Presidente).

Gli emendamenti nn. A5 e A23, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A11 , illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra gli emendamenti nn. A13 e A14.

Gli emendamenti nn. A13 e A14, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'emendamento n. A24, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A15, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra gli emendamenti nn. A6 e A7.

Gli emendamenti nn. A6, A7 e A8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

ODG n. A25

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "Family Card - la Giunta regionale ne promuova e sostenga l'adozione da parte degli enti locali e agevoli la creazione di partnership tra le diverse realtà del territorio per renderla uno strumento davvero utile ed efficace" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 106/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, l'assessora Lanzarin che propone delle modifiche e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che le accoglie.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A26

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "Caregiver familiari: la Regione si attivi con urgenza per il riconoscimento dei diritti di queste fondamentali figure" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 107/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, l'assessora Lanzarin che propone delle modifiche che vengono accolte dalla consigliera Bigon.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A27

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "Supportare l'attività dei consultori familiari pubblici e aumentarne il numero" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 108/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, l'assessora Lanzarin che propone delle modifiche che vengono accolte dalla consigliera Bigon.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

Valdegamberi

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A28

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "Rendere progressivamente gratuita la retta dei servizi socio-educativi per la prima infanzia" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 109/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessora Lanzarin.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A30

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Brescacin relativo a "Formazione delle competenze genitoriali materne e paterne. Promuovere la salute e il benessere prenatale attraverso interventi di supporto e prevenzione a favore dei futuri genitori e dei nascituri." in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 44) APPROVATO (Deliberazione n. 110/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono le consigliere Brescacin (Zaia Presidente) che lo illustra e Bigon (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Guarda (Europa Verde), Valdegamberi (Gruppo Misto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Zecchinato (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto nel suo complesso come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 13.34.

La seduta riprende alle ore 15.25.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della seduta pubblica n. 66 di martedì 19 luglio 2022.

Punto 7) all'ordine del giorno

Complemento per lo sviluppo rurale (CSR) del Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027 per il Veneto ai sensi del Regolamento (UE) n. 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 46) APPROVATO (Deliberazione n. 113/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. B2 e B3 presentati da parte del correlatore e relatore scade in 10 minuti.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare e illustra l'emendamento n. B2.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Gerolimetto (Zaia Presidente e Rizzotto (Zaia Presidente).

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco e durante l'intervento del consigliere Pan assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 16.43.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 17.11.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Si passa all'esame degli emendamenti.

L'emendamento n. B1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. B2 intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra, l'assessore Caner e la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo ritira.

Sull'emendamento n. B3 intervengono i consiglieri Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier) che lo illustra e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. B3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

ODG n. B4

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Zottis, Lorenzoni e Giacomo Possamai relativo a "La Regione coordini rapidamente un'azione pubblica per garantire gli agricoltori dai fenomeni siccitosi" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Complemento per lo sviluppo rurale (CSR) del piano strategico nazionale della PAC 2023-2027 per il Veneto ai sensi del Regolamento (UE) n. 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 46) APPROVATO (Deliberazione n. 112/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra, l'assessore Caner e la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Formaggio

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto nel suo complesso come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Polato, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Disegno di legge d'iniziativa della Giunta regionale relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2022-2024". (Progetto di legge n. 147) INIZIO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Cestaro assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis .

In discussione generale interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Venturini assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani mercoledì 27 luglio per la prosecuzione dei lavori.

La seduta termina alle ore 18.23.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
POLATO Daniele
BORON Fabrizio
POSSAMAI Giacomo
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo





LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI





N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Paola Lombardo