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Seduta del consiglio regionale del 30/08/2022 n. 70
Martedì, 30 agosto 2022
SOMMARIO
- APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
- RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 255 del 22 aprile 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "CORTE DI APPELLO DI VENEZIA DICHIARATA LA NATURA DISCRIMINATORIA DELLA DGR N. 753/2019: LA GIUNTA SI CONFORMERA' CELERMENTE ALLA DECISIONE GIUDIZIALE?" (Risposta fornita unitamente alla IRI n. 263)
- Interrogazione a risposta immediata n. 263 del 5 maggio 2022 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "LA GIUNTA INTENDE ELIMINARE TEMPESTIVAMENTE OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE VERSO CITTADINI STRANIERI NELL'ACCESSO AL SISTEMA SANITARIO?" (Risposta fornita unitamente alla IRI n. 255)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 259 del 28 aprile 2022 presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Camani relativa a "ANCORA SULLE SPEREQUAZIONI STIPENDIALI NEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE"
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 278 del 19 luglio 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "BLACKFACE ALL'ARENA DI VERONA, PRATICA CONSIDERATA OFFENSIVA E RAZZISTA, LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE?"
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 28 MAGGIO 2020, n. 21 "MISURE URGENTI PER IL SUPPORTO ALLA LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE COLPITE DALLA CRISI CORRELATA ALL'EPIDEMIA COVID-19. SECONDA VARIAZIONE GENERALE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2020-2022 DELLA REGIONE DEL VENETO." E ALLA LEGGE REGIONALE 25 NOVEMBRE 2019, n. 44 "COLLEGATO ALLA LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE 2020"". (PROGETTO DI LEGGE N. 148) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 22/2022)
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- PRESIDENTE
- Roberto BET (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Roberto BET (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Roberto BET (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Roberto BET (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Roberto BET (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.re Roberto MARCATO
- PRESIDENTE
- Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PROGETTO DI LEGGE UNIFICATO RELATIVO A "MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 10 AGOSTO 2012, n. 28 "DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ TURISTICHE CONNESSE AL SETTORE PRIMARIO"". (PROGETTI DI LEGGE NN. 22 E 15) INIZIO
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.34
PRESIDENTE
L'inizio dei lavori avverrà alle ore 10.50.
La Seduta è sospesa alle ore 10.34
La Seduta riprende alle ore 11.03
PRESIDENTE
Colleghi, buongiorno e ben ritrovati.
La mascherina va indossata correttamente, grazie, anche perché abbiamo un paio di colleghi in quarantena, quindi non è passato tutto. Per favore, quindi, in Aula indossiamo la mascherina.
Entrate in Concilium. Come vedete, c'è l'aggiornamento del sistema. Ci vuole un attimo, quindi entrate per tempo. La mascherina, grazie. Sarò ripetitivo, però avendo tolto i tamponi e altre misure, per favore indossiamo la mascherina.
Sentendo i colleghi, ho allentato queste misure, ma speriamo di non dovercene pentire.
Diamo inizio alla 70a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12867del 25 agosto 2022.
PUNTO
1 |
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APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 68a Seduta pubblica di mercoledì 27 luglio 2022 e della 69a Seduta pubblica di martedì 2 agosto 2022.
PUNTO
2 |
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COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Luca ZAIA
Marco ANDREOLI
Enrico CORSI
Nicola Ignazio FINCO
I congedi sono concessi.
Comunico che abbiamo un paio di colleghi/e che seguono la seduta da remoto, perché sottoposti a misure di quarantena.
INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4 |
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RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
PRESIDENTE
Partiamo con le interrogazioni.
Interrogazione a risposta immediata n. 255 del 22 aprile 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "CORTE DI APPELLO DI VENEZIA DICHIARATA LA NATURA DISCRIMINATORIA DELLA DGR N. 753/2019: LA GIUNTA SI CONFORMERA' CELERMENTE ALLA DECISIONE GIUDIZIALE?" (Risposta fornita unitamente alla IRI n. 263)
E
Interrogazione a risposta immediata n. 263 del 5 maggio 2022 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "LA GIUNTA INTENDE ELIMINARE TEMPESTIVAMENTE OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE VERSO CITTADINI STRANIERI NELL'ACCESSO AL SISTEMA SANITARIO?" (Risposta fornita unitamente alla IRI n. 255)
PRESIDENTE
Collega Guarda, la vedo collegata. Partiamo con la IRI 255, che è uguale alla IRI 263.
La collega Guarda illustra la sua interrogazione e la collega Ostanel illustra la sua. Quindi, l'assessore Lanzarin darà una risposta cumulativa.
Vedo sparire la collega Guarda, quindi iniziamo con la collega Ostanel.
C'è l'aggiornamento da fare, però, collega, parli pure.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione, presentata un po' di tempo fa, la ritengo molto importante e rilevante. Sono davvero...
PRESIDENTE
Collega Ostanel, scusi. Colleghi, se volete riprendiamo fra un paio d'ore. Posso capire che la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva possa portare tanti scambi di idee, però lasciamo parlare i colleghi. Ripeto, sospendiamo?
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione, presentata il 5 maggio 2022, non solo la ritengo importante, anzi importantissima, ma a maggior ragione sarò curiosa di sentire la risposta dell'Assessore, visto che la Regione del Veneto è stata condannata per quanto è accaduto nel merito, che appunto ho cercato di portare in Aula con questa interrogazione.
Infatti, la Regione del Veneto nel 2019 ha approvato delle linee guida in materia di assistenza sanitaria ai cittadini appartenenti all'Unione europea ed extracomunitari negando il diritto all'iscrizione obbligatoria al sistema sanitario nazionale dei cittadini extracomunitari entrati in Italia dopo il 2008 e anche dei familiari a carico dei cittadini italiani.
Questa politica impatta e ha impattato – la Corte lo ha detto – sul diritto all'accesso alle cure in particolare per le persone fragili, ad esempio bambini o anziani. Nel 2020, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (ASGI) ha presentato un appello contro l'ULSS 6 Euganea e Regione del Veneto, denunciando il carattere discriminatorio del diniego all'iscrizione nel sistema sanitario nazionale di quella delibera e con la sentenza del 2022 la Corte d'Appello ha accolto questo appello presentato da ASGI, riconoscendo il carattere di discriminazione e condannando al pagamento delle spese legali e alla restituzione delle somme versate per l'iscrizione al sistema sanitario nazionale nel caso specifico.
Con queste premesse pesanti, interrogo il Presidente della Giunta – che anche oggi non c'è, l'abbiamo visto pochissime volte in quest'Aula – e quindi l'Assessore regionale alla sanità per sapere con quali tempi la Giunta intende intervenire su questa delibera del 2019 al fine di escludere ogni forma di discriminazione.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Mi aggrego alla richiesta della consigliera Ostanel, per un motivo, in particolare: non è la prima volta che nella Regione del Veneto vengono accertati fatti che possono essere riconducibili ad una discriminazione in merito a uno di quegli aspetti che sono essenziali nella vita quotidiana sia dei cittadini nati e residenti in Italia sia di quelli che non sono italiani: l'accesso alle cure sanitarie. Si sa che dove c'è un Paese che è capace di prendersi cura dei cittadini e delle persone che abitano o frequentano il proprio territorio, lì sta anche la differenza, in termini non soltanto umani, ma anche di sicurezza sanitaria.
Siccome già una volta ci si è macchiati della carenza, dell'assenza e della discriminazione in particolar modo nell'accesso alla cura per quanto riguarda i minori, e ancora una volta si è di fronte ad una condanna che conferma un disinteresse da parte di alcune Istituzioni regionali nel dare l'assistenza così come prevista da legge, per noi era essenziale porre questo tema. L'abbiamo fatto in aprile e maggio, rispettivamente io e la collega Ostanel, e siamo molto felici finalmente di poter ricevere una risposta al riguardo, per capire come si intenda evitare che questi fenomeni avvengano ulteriormente. Non vorremmo mai che questa andasse ad aggiungersi alla serie di esclusioni dalla possibilità di prendersi cura della propria salute, che non riguarda soltanto la popolazione cosiddetta "immigrata".
PRESIDENTE
Grazie.
Per la risposta alle due interrogazioni, assessore Lanzarin, prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Grazie, Presidente.
Con DGR n. 753 del 4 giugno 2019 di cui all'oggetto, "Linee guida in materia di assistenza sanitaria ai cittadini appartenenti all'Unione europea e ai cittadini extracomunitari", la Regione del Veneto, considerata la complessità della normativa nazionale e comunitaria vigente in materia, ha inteso effettuare una ricognizione delle medesime al fine di agevolarne una corretta ed omogenea applicazione da parte delle aziende USL sull'intero territorio regionale.
Considerati alcuni contenziosi intervenuti di seguito all'adozione del predetto provvedimento, in particolare in riferimento ad alcune fattispecie di cittadini stranieri congiunti ai familiari regolarmente presenti sul territorio nazionale, la Regione Veneto è intervenuta nuovamente sulla tematica con la DGR n. 578 del 4 maggio 2021 di cui all'oggetto "DGR n. 753 del 4 maggio 2019 ad oggetto "Linee guida in materia di assistenza sanitaria ai cittadini appartenenti all'Unione europea e ai cittadini extracomunitari". Determinazioni'", ritenendo opportuno, in via provvisoria, nelle more della definizione di un univoco orientamento giurisdizionale, di iscrivere a titolo obbligatorio al servizio sanitario nazionale: i cittadini extracomunitari, genitori ultrasessantacinquenni/ascendenti diretti o del coniuge ricongiunti ai familiari, cittadini italiani o cittadini appartenenti all'Unione europea, fiscalmente a carico dei medesimi; i cittadini extracomunitari, genitori/ascendenti diretti o del coniuge fiscalmente a carico di familiari, cittadini extracomunitari, cittadini italiani o appartenenti all'Unione europea, che abbiano fatto ingresso sul territorio nazionale dopo il 5 novembre 2008 per ricongiungimento familiare/coesione, i quali al momento del rinnovo del permesso di soggiorno abbiano raggiunto il sessantacinquesimo anno di età.
La Regione del Veneto è, pertanto, già intervenuta sulla tematica con la DGR 578 del 4 maggio 2021, ben prima dell'emissione della sentenza n. 138/2022 della Corte d'Appello di Venezia, prevedendo l'iscrizione a titolo obbligatorio, in via provvisoria e nelle more della definizione di un univoco orientamento giurisdizionale, al sistema sanitario nazionale delle suelencate categorie.
PRESIDENTE
Grazie.
Per le repliche, prima la collega Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Non sono soddisfatta di questa risposta. La domanda che sorge spontanea è: perché la delibera è del 2019? Come è stato detto dalla Corte e come, tra l'altro, dice la direttiva europea, che non è per nulla poco chiara, quello che è stato approvato da questa Giunta nel 2019 discrimina nell'accesso alle cure i cittadini che risiedono su questo territorio.
Recito la direttiva europea, visto che nella risposta si dice che non è abbastanza chiara: "Ogni cittadino dell'Unione europea che risieda, in base al presente decreto, nel territorio nazionale gode di pari trattamento rispetto ai cittadini italiani nel campo dell'applicazione del trattato. Il beneficio di tale diritto si estende ai familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente".
Il caso di cui stiamo trattando, il caso per cui questa Regione è stata condannata per discriminazione, rientra all'interno di questo caso. Parliamo di due cittadini ultrasessantacinquenni, residenti regolarmente nel nostro territorio, diventati cittadini italiani, che si vedono negare il diritto alle cure per il figlio perché la Regione del Veneto riteneva che non avesse accesso al sistema sanitario pubblico.
Quali sono gli effetti e le conseguenze di quella delibera discriminatoria approvata da questa Giunta nel 2019? Che questa famiglia ha dovuto sborsare per curarsi, per poter accedere alle cure, circa 10.000 euro, che adesso le verranno rimborsati. Soprattutto, altri soldi sono stati sborsati da chi ha dato il diritto alle cure a queste persone.
La domanda è, innanzitutto, perché stiamo continuando ad approvare delle norme palesemente inapprovabili, che in qualche modo (e lo conferma questa sentenza) vengono poi impugnate o, appunto, portano la Regione ad essere condannata. E una domanda a corollario è la seguente: quanto stiamo spendendo di spese legali per difenderci da questo tipo di atteggiamenti?
La domanda è, ancora, se nel 2021 siete tornati indietro e cosa vi ha portato, nel 2019, ad approvare una delibera palesemente discriminatoria per l'accesso alle cure.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
La risposta relativa alla domanda posta all'interno dell'interrogazione è evidentemente soddisfacente, per quanto mi riguarda. Non lo è, però, la responsabilità politica, perché come diceva la collega Ostanel è necessario capire perché dobbiamo sempre sfidare l'evidenza per trasmettere dei messaggi di discriminazione, soprattutto pensando che la gente non abbia la forza e il coraggio di alzare la testa e di difendersi, di chiedere ciò che è previsto, semplicemente perché tutto questo ci consente non soltanto di curare le persone che sono all'interno di nuclei familiari e sono extracomunitari regolarmente residenti, ma soprattutto perché queste cure consentono a noi di vivere in un sistema sanitario e in un territorio più sicuro. Perché quindi farsi del male da soli? Al di là del credo politico, perché farsi male da soli? Perché investire i soldi dei veneti per difendersi nel momento in cui ci si trova di fronte ad atti che sono palesemente in contrasto con le norme, anche europee?
Siccome non è la prima volta che, non soltanto nell'ambito sanitario, ma anche negli altri settori, avvengono approvazioni di norme o di delibere che vanno in contrasto con quello che dovrebbe essere il buonsenso e anche con la norma, invito tutti i Consiglieri di maggioranza a fare un esame rispetto alle proprie possibilità di intervenire e di correggere una strada che deve evidentemente essere corretta, se non per una questione etica, almeno per una questione di risparmio di risorse che devono essere spese per il bene dei veneti, non per andare a difenderci di fronte a ricorsi o a impugnazioni.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Interrogazione a risposta immediata n. 259 del 28 aprile 2022 presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Camani relativa a "ANCORA SULLE SPEREQUAZIONI STIPENDIALI NEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE"
PRESIDENTE
Passiamo alla IRI n. 259.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
In sede di risposta all'
interrogazione a risposta immediata n. 161 del 2021 avente ad oggetto "Discriminazione tra retribuzioni del personale sanitario tra le ULSS del Veneto: cosa intende fare la Giunta?" presentata dai consiglieri Lorenzoni, Camani e Ostanel, la Giunta regionale forniva una risposta di carattere interlocutorio.
Nel dettaglio, con riferimento all'incremento dei fondi contrattuali dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Padova, autorizzato con l'articolo 21 della legge regionale del 2019 n. 44/2019, disposto con successiva deliberazione del 2021, la Giunta, nel rimarcare l'insufficienza della dotazione finanziaria prevista dalla legge, precisava che "è tuttavia in corso un approfondimento della questione per verificare se sia possibile, sotto il profilo giuridico-contabile, conseguire siffatto obiettivo e rendere stabile l'integrazione dei fondi, individuando nel contempo il percorso amministrativo conseguente"; medesimo approfondimento tecnico che veniva, appunto, annunciato sul tema dell'evidente e nota sperequazione delle retribuzioni del personale del sistema sanitario regionale e non.
Considerato che a quasi un anno dalla risposta, con questa interrogazione del 28 aprile, al rinnovo delle legittime rivendicazioni del personale dell'Azienda ospedaliera specie di fronte alle recenti pubbliche rivendicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alle straordinarie – e certamente lo sono – prestazioni del personale di detta Azienda, pare il caso di avere lumi sullo stato delle interlocuzioni tese a verificare sia la praticabilità di una stabile integrazione dei fondi contrattuali a favore dell'Azienda di Padova, sia le evidenti sperequazioni retributive del personale dipendente rispetto al personale incardinato in diversi enti del sistema sanitario regionale, uno tra tutti Azienda Zero.
Tutto ciò premesso, insieme ai consiglieri Lorenzoni, Ostanel e Camani, ho chiesto alla Giunta di sapere qual è lo stato degli approfondimenti tecnici e funzionali, che avevano preannunciato nella precedente risposta, alla verifica circa la sostenibilità degli interventi di cui in premessa.
PRESIDENTE
Prego, assessore Lanzarin, per la risposta.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Con riferimento a quanto rappresentato dai Consiglieri interroganti, si rappresenta che sono stati effettuati gli approfondimenti giuridico-contabili volti a verificare la possibilità di stabilizzazione degli incrementi dei fondi contrattuali dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Padova, disposti in applicazione dell'articolo 21 della legge regionale 20.05.2019, n. 44, nonché la possibilità dell'ulteriore adeguamento degli stessi fino a totale concorrenza a livello medio pro capite regionale dei fondi delle Aziende e degli enti del sistema sanitario regionale.
Per quanto riguarda il primo punto, la verifica ha dato esito positivo, pertanto si deve ritenere che l'incremento dei fondi contrattuali dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Padova nella misura annua di 2.200.000 euro abbia carattere stabile e non si limiti al triennio 2020-2022.
Con riferimento, invece, alla possibilità di assicurare la perequazione completa dei fondi della stessa Azienda e di altre Aziende fino a concorrenza a livello medio pro capite dei fondi delle Aziende e degli enti del sistema sanitario regionale, l'approfondimento condotto ha evidenziato che non è allo stato superabile la criticità rappresentata dalla disposizione contenuta nell'articolo 23, comma 2, del disegno di legge n. 75/2017, secondo cui l'ammontare complessivo delle misure destinate annualmente al trattamento accessorio del personale delle pubbliche amministrazioni non può superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2016.
Infatti, pur tenendo conto che tale limite per il servizio sanitario nazionale può ritenersi riferito a tutte le aziende ed enti che insistono nell'ambito territoriale di ogni Regione, ogni ulteriore incremento dei fondi che la Regione del Veneto dovesse autorizzare per assicurare la perequazione di cui trattasi determinerebbe il superamento del limite in parola a livello regionale.
Al riguardo va sottolineato che la stessa Corte costituzionale, nella sentenza del 2021 con la quale è stata dichiarata non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Governo al citato articolo, ossia alla legge n. 44 del 2019, ha precisato che la rideterminazione dei fondi del personale del comparto e delle aree dirigenziali è vincolata al rispetto del limite della spesa complessiva del servizio sanitario regionale.
Tale richiamo inequivocabilmente dal carattere omnicomprensivo non può non estendersi anche all'osservanza dell'articolo 23 del disegno di legge n. 75 del 2017.
La Regione del Veneto, pertanto, in accordo anche con le altre Regioni, è impegnata da tempo, anche mediante proposte emendative e abrogative della predetta norma, affinché si possa pervenire al definitivo superamento del limite in questione.
Aggiungo che sia nel Patto di stabilità 2019 sia nei provvedimenti che si sono susseguiti (e quindi parlo dei provvedimenti che sono stati approvati anche a livello di Conferenza delle Regioni e poi trasmessi al Ministero per quanto riguarda il problema degli organici del personale), è stata sollevata questa questione ed è stato chiesto e concordato tra le Regioni di autorizzare le Regioni all'incremento, appunto, fino a un massimo del 2%, dei fondi contrattuali. Questo permetterebbe a noi Regione Veneto (non so le altre Regioni) chiaramente di trovare quella perequazione che oggi manca.
Questa indicazione che le Regioni, il Veneto in primis, hanno chiesto già prima del periodo pandemico, quindi con il Patto della salute 2019, ad oggi non ha trovato una sua concretezza come atto normativo. Avevamo provato, prima della caduta del Governo, con un emendamento specifico, anche in accordo con il Presidente della Commissione Salute, a inserirla in un provvedimento, ma la cosa non è andata a buon fine.
L'auspicio è che oggi, a campagna elettorale finita e con un nuovo Governo insediato, si possa ritornare su quella norma e quindi autorizzarci ad aumentare fino al 2%, che permetterebbe effettivamente di rendere perequativo tutto il sistema per quanto riguarda i fondi contrattuali di tutte le Aziende sanitarie del Veneto.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore della risposta. Mi permetterò di dirmi soddisfatta o meno a seguito della lettura della risposta, se è possibile riceverla via e-mail, perché purtroppo la connessione per un momento è mancata e non mi ha permesso di ascoltarla nella sua interezza.
Ringrazio in particolar modo di questo ultimo aggiornamento, che sicuramente è molto interessante e che, se l'Assessore avrà modo anche di aggiornarci nei mesi prossimi rispetto a ulteriori innovazioni dovute a nuovi accordi con le predisposizioni previste dal nuovo Governo, seguirò volentieri.
Ringrazio, intanto, di questo aggiornamento e lascio a una seconda lettura della risposta la possibilità di interloquire rispetto alla risposta letta oggi.
PRESIDENTE
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 278 del 19 luglio 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "BLACKFACE ALL'ARENA DI VERONA, PRATICA CONSIDERATA OFFENSIVA E RAZZISTA, LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE?"
PRESIDENTE
Passiamo alla IRI n. 278, della collega Baldin.
La collega la dà per letta.
Risponde l'assessore Corazzari.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, ove si lamenta che la Fondazione Arena di Verona utilizzi nelle rappresentazioni liriche, ad esempio per la messa in scena dell'Aida, la pratica teatrale della cosiddetta "blackface", che consiste nel far truccare l'attore qualora debba assumere le sembianze di una persona di colore, si ritiene che l'allestimento complessivo di un'opera lirica debba costituire espressione della massima libertà artistica, con l'unico limite del rispetto della persona, quindi evitando qualsiasi comportamento capace di offendere la dignità umana.
Si ritiene, pertanto, che tale pratica utilizzata dalla Fondazione dell'Arena di Verona per la messa in scena dell'Aida o di altre opere liriche, in aderenza al soggetto teatrale, difficilmente possa essere considerata offensiva o razzista, ma rientri nel contesto complessivo di una rappresentazione artistica volta, proprio per i suoi contenuti universali, a raggiungere i popoli di diversi Paesi e culture.
PRESIDENTE
Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Non posso ritenermi chiaramente soddisfatta della risposta da parte dell'Assessore. Universalmente, a livello artistico, si ritiene invece che questa sia una pratica che rievoca stereotipi falsati, sicuramente offensivi e razzisti. Quindi, è alquanto strano che la Regione Veneto non sia aggiornata sotto questo profilo.
Sottolineo anche che già la RAI, in un comunicato del 2021, quindi di recente, ha fatto sapere che si impegnerà a non dare spazio, nelle proprie emittenti, a questo tipo di pratica. È chiaro, quindi, che anche a livello nazionale c'è un pensiero che va nel senso di ritenere quella del "blackface" come una pratica oltraggiosa, offensiva e razzista.
Mi dispiace che la Regione del Veneto non sia aggiornata sotto questo profilo. Spero comunque di avere acceso una lampadina, magari nelle menti di chi dovrebbe a questo punto intervenire, sperando che nella Fondazione si apra un dibattito in tal senso.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Non ci sono IRS, quindi proseguiamo.
Vi chiedo un attimo di attenzione, colleghi. Tre giorni fa è morto a Rovereto Gino Rigon, consigliere regionale nella prima legislatura della Regione Veneto, rieletto anche nella seconda legislatura, Presidente in Consiglio regionale del Gruppo della DC.
Nato nel 1923, fatto prigioniero dai tedeschi in Slovenia e deportato nei campi di prigionia, rientrato a Vicenza fu tra i fondatori e primi animatori delle ACLI, sostenitore genuino dell'impegno istituzionale del cattolicesimo democratico e fervente interprete delle politiche sociali della Chiesa, protagonista della ricostruzione non solo materiale del nostro Paese, e tra i primi attori di una stagione politica e sociale intensa, culminata con l'approvazione dello Statuto dei lavoratori e la nascita delle Regioni, viste come motore della modernizzazione del Paese.
Non a caso fu tra gli artefici, stimato e ascoltato anche dagli avversari politici, dello Statuto della Regione Veneto. Dirigente bancario, moderato, dalla grande capacità di ascolto e mediazione, fu il punto di riferimento di tanti ancora oggi impegnati, dopo la diaspora democristiana, in diversi partiti o movimenti.
Abbandonata progressivamente la politica, mantenne forte il suo impegno sociale, che lo aveva già visto dapprima volontario, poi dirigente di Unitalsi, nelle ACLI, come detto, fino all'ultima associazione di cui fu promotore e presidente onorario, l'onlus Tucul in Vallarsa, impegnata oggi nella realizzazione di progetti di sviluppo di tipo igienico-sanitario e formativo a favore della popolazione dell'Eritrea.
Fino alla fine, una vita spesa per gli altri, con una generosità straordinaria.
Vi invito ad osservare un minuto di silenzio, colleghi.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Grazie.
Andiamo avanti con l'ordine del giorno.
PUNTO
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DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 28 MAGGIO 2020, n. 21 "MISURE URGENTI PER IL SUPPORTO ALLA LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE COLPITE DALLA CRISI CORRELATA ALL'EPIDEMIA COVID-19. SECONDA VARIAZIONE GENERALE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2020-2022 DELLA REGIONE DEL VENETO." E ALLA LEGGE REGIONALE 25 NOVEMBRE 2019, n. 44 "COLLEGATO ALLA LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE 2020"". (PROGETTO DI LEGGE N. 148) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 22/2022)
Relazione della TERZA Commissione Consiliare
Relatore: Consigliere Bet
PRESIDENTE
La Terza Commissione, come ho già detto prima, ha dovuto cambiare i relatori perché i progetti di legge che abbiamo oggi all'ordine del giorno non vedono presenti, per cause diverse, i colleghi allora designati come relatori dei due PDL.
Andiamo al punto n. 6, PDL 148. Il collega Andreoli è stato sostituito dal collega Roberto Bet.
Ci sono dei documenti, a cui prima avete accennato in Terza Commissione e che sono stati resi disponibili in Concilium, che aggiornano il PDL che andiamo a trattare.
La parola al relatore, collega Roberto Bet. Prego.
Roberto BET (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Andiamo con ordine. Innanzitutto avviso il Consiglio che ho depositato una relazione che, rispetto a quella presentata nel momento in cui è stato depositato il progetto di legge, è aggiornata anche in funzione di un emendamento che ho contestualmente depositato, che aggiorna il testo normativo rispetto a quello che voi avete a disposizione e di cui avete traccia negli atti fino adesso.
Non nascondo che la presentazione di questo provvedimento di legge ha delle complessità, per cui cercherò di essere il più possibile semplice e di rendere di più facile comprensione la normativa che stiamo per discutere e approvare. Svolgerò un intervento diviso in tre capitoli: in uno presenterò la legge, quella depositata in Consiglio regionale; uno lo dedicherò all'emendamento che ho appena presentato; in uno farò una sorta di controrelazione o darò alcune spiegazioni rispetto ad alcune obiezioni che potrebbero essere sollevate in merito a questo testo normativo.
Partiamo con ordine. La norma nasce da una vicenda che ha coinvolto lo Stato italiano, che nel 2011 è stato condannato dalla Comunità europea per aver concesso degli sgravi contributivi (previsti in alcune leggi del 1997 e del 1995) ritenuti illegittimi dalla Commissione europea.
A questa condanna è susseguita una procedura di infrazione e l'Italia è stata condannata al pagamento di una sanzione di 30 milioni di euro e a un'ulteriore sanzione di 12 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nel recupero di questi soldi illegittimamente concessi a determinate imprese. Il nostro territorio è interessato da alcune di queste imprese, che riguardano il settore della pesca di Chioggia e Venezia e il settore del vetro artistico di Murano.
Andando a modificare una legge regionale del 2020, che aveva ad oggetto "Misure urgenti di supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all'epidemia Covid-19. Seconda variazione generale al bilancio di previsione 2020-2022", prevediamo uno stanziamento di 500.000 euro che ha come scopo aiutare le imprese che hanno difficoltà dovute alla crisi economica prima derivante dall'epidemia Covid-19 e adesso dal conflitto bellico tra Ucraina e Russia. In particolare, diamo un contributo a queste società che devono restituire questi soldi e non sono in grado di farlo, stanziando appunto un contributo che la società finanziaria di cui abbiamo il controllo, Veneto Sviluppo, dovrà poi concedere attraverso una procedura aperta, pubblica.
Quante sono le somme da recuperare? Sono quasi 200.000 euro in conto capitale. Questa somma, una volta recuperata, andrebbe di fatto ad evitare allo Stato italiano e quindi alla collettività generale di dover pagare la sanzione di 12 milioni di euro per ogni semestre di ritardo. Questo, in estrema sintesi, è il provvedimento.
Il provvedimento è stato oggetto del parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali. In Terza Commissione è stato istruito e, sempre in sede di Terza Commissione, è stato anche parzialmente aggiornato: siccome il testo originale faceva riferimento agli aiuti alla liquidità delle imprese in funzione dell'emergenza Covid, che si è conclusa il 30 giugno di quest'anno, abbiamo richiamato espressamente la successiva comunicazione della Commissione europea del 23 marzo di quest'anno, che introduce la possibilità di dare questi aiuti alle aziende anche in funzione dell'emergenza derivante dall'aumento dei prezzi del gas e dell'energia elettrica a causa del conflitto ucraino.
Questo è il testo che avete visto fino ad oggi. Oggi introduciamo alcuni emendamenti che sono frutto di alcune riflessioni e approfondimenti, che medio tempore dall'ultimo Consiglio sono stati sviluppati, che hanno portato a un miglioramento del testo legislativo.
Innanzitutto, uno dei punti critici di questa legge è che stiamo dando aiuti a delle società che avrebbero dovuto restituire aiuti di Stato, a fronte di un principio derivante dalla giurisprudenza europea: il cosiddetto principio Deggendorf, dal nome della società che negli anni Novanta è stata condannata dalla Corte di giustizia delle comunità europee perché aveva ricevuto degli aiuti da parte dello Stato tedesco, laddove nel contempo essa avrebbe invece dovuto restituire dei soldi che aveva illegittimamente incamerato e che non avrebbe dovuto ricevere da parte dello Stato tedesco. Quindi, in base a questo, finché queste società non pagano il dovuto non hanno diritto ad avere ulteriori aiuti di Stato.
Questo principio subisce una deroga nel 2020, con la legge che aiuta le aziende in crisi a causa dell'epidemia da Covid-19. All'articolo 53 del decreto-legge n. 34/2020 si introduce nel nostro ordinamento una deroga che permette a una società di essere aiutata nonostante la stessa abbia un obbligo di restituzione di aiuti di Stato non dovuti.
Successivamente, nel 2022, quindi quest'anno, questa deroga viene estesa anche all'emergenza legata al conflitto in Ucraina, quindi permane la deroga a questo divieto fino al 31 dicembre 2022.
C'è, quindi, nel nostro ordinamento un titolo giuridico che giustifica l'aiuto a queste aziende. Alla prima domanda, se si possa o meno dare questo contributo, la risposta è sì: il contributo si può dare.
Tuttavia, la formulazione originaria della norma determinava la sensazione che fosse un aiuto esclusivo proprio alle aziende che non erano in regola con il pagamento di questi aiuti di Stato non dovuti, creando un'evidente problematicità nell'eventuale difesa di questa legge. Per sopperire a questa obiezione che potrebbe essere sollevata, abbiamo esteso l'intervento, indicando in via generale l'aiuto alle imprese della pesca di Chioggia e Venezia e del vetro artistico di Murano, anche a favore delle imprese in regola rispetto alla restituzione di questi fondi, quindi non facendo una discriminazione e un provvedimento esclusivo nei confronti di quelle che sono state inadempienti, ma ampliando il cerchio dei destinatari e stanziando la somma di 500.000 euro laddove sarà invece necessaria una cifra molto inferiore, perché alla fine, come vi dicevo, la somma in conto capitale da restituire sarà sotto i 200.000 euro. Si stanzia questo fondo in particolare per questa tipologia di società, quindi rovesciando l'impostazione data alla legge e individuando in maniera più rispettosa dei princìpi del nostro ordinamento giuridico l'attribuzione di questo contributo.
Sostanzialmente, quindi, gli emendamenti vanno a richiamare... Al primo comma si propone, con l'emendamento, di sostituire le parole "e di permettere l'integrale restituzione degli aiuti ricevuti e dichiarati dalla Commissione europea non compatibili con il mercato" con le parole "a supporto della liquidità delle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia". Quindi, come vi dicevo prima, si ampliano in maniera più generica i destinatari, rimanendo comunque lo stanziamento destinato a quelle società che hanno ottenuto questi sgravi previdenziali da restituire e che vanno aiutate, che è l'obiettivo della legge.
In più, reca l'emendamento: "quanto previsto dal comma 1 non pregiudica in ogni caso l'accesso agli aiuti di cui all'articolo 1, comma 3, della legge regionale n. 21 del 2020 da parte delle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia che abbiano già restituito l'aiuto corrisposto ai sensi della normativa statale di cui al comma 1 del presente articolo o che non se ne sono avvalse". Anche qui, noi anticipiamo un eventuale contenzioso che poteva nascere da parte delle società escluse e che magari si ritenevano giustamente in regola nell'adempimento dei loro obblighi, nei confronti dello Stato, di restituzione di queste somme e che nella versione originale della norma pareva fossero escluse dall'ottenimento dei benefici dei contributi previsti dalla legge n. 21/2020, che è una legge generale che aiuta, appunto, le imprese in crisi.
Noi, in maniera espressa, diciamo che non stiamo facendo un provvedimento esclusivo o discriminatorio, ma un provvedimento che va ad aiutare una determinata categoria di società nell'ambito di un più ampio intervento che realizziamo applicando questa legge.
Questi sono gli emendamenti che migliorano il testo di legge.
Arrivo all'ultimo capitolo, poi vado a concludere. Quando il collega Andreoli mi ha chiesto di sostituirlo perché oggi purtroppo non poteva essere presente, non vi nascondo che ero in difficoltà ad affrontare questo testo legislativo, dunque ho cercato nella memoria qualche strumento che mi aiutasse a venirne fuori magari con qualche argomentazione. Mi è venuto in mente un libretto scritto da Arthur Schopenhauer, un filosofo tedesco dell'Ottocento, che ha raccolto durante la sua vita un po' di note, pubblicate post mortem nel piccolo trattato "L'arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi".
Ho letto i 38 stratagemmi per riceverne magari qualche spunto di aiuto per giustificare o difendere questo testo di legge. In realtà, alla fine non userò nessuno dei 38 stratagemmi, perché la vera difesa di questa legge è spiegarne la verità e gli obiettivi che abbiamo in mente di realizzare.
Il Consiglio regionale del Veneto, con un atto che direi nobile rispetto all'intera nazione, si assume la responsabilità di evitare allo Stato italiano di pagare 12 milioni di euro da qui ai prossimi anni, con un contributo di circa 200.000 euro, facendo di fatto un interesse generale, cosa che noi veneti abbiamo sempre fatto. Checché ne dicano gli altri Presidenti di Regione che sono contrari all'autonomia o ad altre nostre iniziative, noi veneti le cose le facciamo sempre nell'interesse generale della nazione.
Nell'interesse generale del nostro Stato noi oggi andiamo a risolvere un problema e lo facciamo approvando una legge che, dal punto di vista della legittimità, con gli emendamenti che oggi andremo ad approvare, non ha alcun profilo di rischio. Questo atto che andremo ad approvare chiarirà ancora una volta, lo ripeto, quanto sia responsabile e leale il nostro Consiglio regionale, con i suoi membri, rispetto agli interessi generali del nostro Paese.
Devo tuttavia esprimere un certo dispiacere, perché questa relazione non avrà un controrelatore. I Consiglieri di minoranza, secondo me, hanno perso un'occasione, perché possiamo essere contrari a una legge, possiamo discuterla, possiamo non essere d'accordo su come è scritta, però rinunciare all'esercizio di un'attività istituzionale per la quale gli elettori vi hanno eletto credo sia una cosa di cui non andare orgogliosi.
Oggi questo Consiglio regionale, purtroppo, prende atto che i Consiglieri di minoranza rinunciano a una attività istituzionale che erano tenuti a svolgere e non si capisce perché rinuncino a un loro dovere di adempimento degli oneri che spettano ai Consiglieri regionali.
Riepilogo le obiezioni che vi ho sollevato, così anche i Consiglieri che avevano qualche dubbio di legittimità della norma possono affrontarla con più tranquillità.
Circa il principio Deggendorf di divieto di aiuti di Stato alle società che ne hanno già ricevuto, possiamo farlo perché c'è una espressa deroga di legge. E qui non c'è problema.
Qualcuno dice che la norma non ha carattere di generalità, ma è esclusiva. Non è vero, perché con l'emendamento noi la riscriviamo in maniera tale che venga considerata comunque una norma di carattere generale e astratto e che, in particolare, stanzia quel capitolo di spesa per quelle società, nell'ambito di un complessivo aiuto alle imprese del vetro e della pesca del Veneto.
Terza obiezione: le finalità della norma sono contraddittorie; si vuole intervenire per aiutare le imprese in crisi per il Covid e poi per la guerra in Ucraina e di fatto si aiutano solo le società che hanno un contenzioso per la restituzione. Anche qui, con l'emendamento di cui al comma 1-bis, scriviamo in maniera espressa che l'aiuto è a disposizione di tutte le società.
Con la nuova formulazione, quindi, nel rispetto di quanto previsto al punto 2 della comunicazione della Commissione europea del 23 marzo 2022, che ci dà la possibilità di andare in deroga – e lo fa in maniera generica perché la comunicazione non dà criteri specifici, ma dà la possibilità in via generica di aiutare queste società – noi abbiamo legittimamente preso atto di questo provvedimento della Commissione europea e lo abbiamo recepito nel nostro ordinamento regionale.
L'ultima considerazione è legata al rischio, che qualcuno ha sollevato, di essere chiamati in futuro a rispondere del provvedimento che andremo ad approvare oggi. Ebbene, c'è stato un parere dell'Avvocatura di Stato che, in maniera molto chiara ed esplicita, ci ha spiegato che l'articolo 122 della Costituzione chiarisce che non c'è alcun rischio di responsabilità personale, contabile o di altra natura dei Consiglieri regionali. L'articolo 122, ripeto, al comma 4 prevede un'espressa immunità da parte dei Consiglieri regionali per i voti espressi in Consiglio regionale, sulla base ovviamente di provvedimenti messi in discussione e in approvazione in Consiglio regionale.
Non stiamo andando fuori del perimetro delle nostre competenze, non stiamo andando fuori del perimetro della legittimità dell'atto che stiamo per andare ad approvare. Credo, quindi, che, con tranquillità e anche con un po' di onestà intellettuale, possiamo tranquillamente votare questo provvedimento.
Invito anche i Consiglieri di minoranza, che hanno rinunciato a svolgere l'attività di controrelazione a questo provvedimento, a prendere atto della bontà dello stesso e a votare insieme con noi questa legge.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Ho un po' di interventi. Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo progetto di legge ritorna in Aula dopo che, messo in calendario qualche seduta fa, è stato oggetto di ulteriori approfondimenti rispetto alla legittimità dell'atto che ci proponete. L'abbiamo appreso oggi, ma forse era utile informare per tempo i Consiglieri di minoranza delle intenzioni della Presidenza del Consiglio di richiedere ad esempio un parere all'Avvocatura dello Stato sul punto. E oggi torna.
È chiaro, relatore Bet, che ho apprezzato la sincerità e l'onestà con le quali lei ha rappresentato questa relazione. Proprio per quella onestà e sincerità, devo dire che tutti i dubbi che noi avevamo fin dall'inizio su questo provvedimento sono soltanto e ulteriormente ribaditi. Noi siamo di fronte ad un contesto davvero complicato. Non mi sfugge il richiamo all'interesse generale, alla responsabilità, anche a livello nazionale, di affrontare i problemi e risolverli, ma noi siamo di fronte ad un contesto, dicevo, molto complesso.
Sono stati concessi dallo Stato degli aiuti, dei sostegni a delle imprese in maniera indebita, in particolare contravvenendo all'obbligo di notifica. Metà anni Novanta, una vicenda antica.
Ora l'Unione europea, a fronte di quella procedura scorretta, da decenni chiede allo Stato italiano di restituire le somme indebitamente corrisposte alle imprese. Di quelle somme una parte è stata restituita da alcune imprese che hanno accolto la richiesta dell'Unione europea e dello Stato italiano di restituire le somme indebitamente percepite; una parte rilevante di quelle imprese ha chiuso a seguito di procedura fallimentare, quindi quelle somme non sono restituibili perché manca il soggetto giuridico a cui richiederle; c'è poi una parte di imprese che deve ancora restituire, su milioni e milioni di contributi, circa 200.000 euro. Parliamo di imprese che hanno ricevuto contributi indebitamente, non hanno restituito, hanno continuato a lavorare e, a differenza di quelle che hanno restituito o di quelle che per la crisi hanno chiuso, oggi saranno oggetto di uno specifico provvedimento regionale che è finalizzato a utilizzare le risorse dei veneti per dare a quelle imprese i soldi necessari per restituire contributi ricevuti illegittimamente. L'ha detto lei, relatore Bet, e ho apprezzato la chiarezza con cui l'ha detto.
Possiamo scrivere nell'emendamento che lei ci ha presentato una storia diversa. E mi sembra giusto che almeno in una legge della Regione del Veneto non ci sia scritto "per permettere l'integrale restituzione degli aiuti ricevuti e dichiarati illegittimi". Mi sembra il minimo, almeno fare finta che stiamo facendo una cosa diversa. Ma quello che noi stiamo facendo è esattamente questo e lo facciamo eliminando formalmente il riferimento ai contributi da restituire. Allora, vorrei anche capire che garanzie ho io che poi quelle imprese quelle risorse le usino esattamente per restituire. Eliminiamo il fatto che i contributi possano essere concessi solo a quelle imprese di Murano e di Chioggia che non hanno restituito e, quindi, proviamo a far finta di allargare la platea dei beneficiari, ma la sostanza rimane. E utilizziamo – l'ha fatto anche lei, relatore Bet – il principio che l'Unione europea aveva previsto per l'emergenza energetica, naturalmente la deroga al principio. Il principio dell'Unione europea è sacrosanto e anche condivisibile: cara impresa che ti sei presa dei contributi indebiti e non li ha restituiti, non puoi essere nuovamente beneficiaria di contributi. Mi sembra un principio indiscutibile di buona finanza pubblica e di corrette relazioni istituzionali.
Prima la pandemia, poi la crisi energetica, l'Unione europea dice: bisogna fare in modo, visto che la crisi coinvolge tutto e tutti, di ammettere delle deroghe a questa preclusione della concessione dei contributi, perché può essere che ci sia un'impresa che, tra virgolette, non si è comportata correttamente in passato, ma che, a prescindere da come si è comportata, oggi ha bisogno di un aiuto.
E noi utilizziamo quella scusa per dare contributi finalizzati alla restituzione. Il principio di deroga a cui anche lei ha fatto riferimento, consigliere Bet, si riferisce esattamente a questi casi. Io derogo per quelle imprese che hanno una crisi aziendale legata ai costi energetici. Non posso derogare per le imprese che devono restituire e non l'hanno fatto. È un'interpretazione, è l'applicazione scorretta di una deroga che non dovrebbe esserci.
Dunque, per concludere – la vicenda mi sembra chiara – certo c'è un interesse generale che va perseguito, però seguendo percorsi e strumenti lineari e chiari. Non è questa legge il percorso lineare e chiaro. Non è uno strumento, peraltro, che ci mette al riparo da possibili interventi di impugnazione. Pensi all'impugnazione in via incidentale: io sono un'impresa che ha preso i contributi, li ha restituiti e può dire che non è giusto che chi ha restituito venga paradossalmente penalizzato.
Faccio un esempio, ma lei fa l'avvocato, Consigliere, e sa meglio di me quanto sia possibile che questo avvenga. Ma penso anche a un'impugnazione da parte del Governo. Il Governo ci ha garantito che non lo farà, ma vediamo cosa farà il prossimo Governo, ad esempio. La garanzia di non impugnare è una garanzia informale, che ovviamente non può essere legittimamente considerata. Quindi, noi ci esponiamo davvero a un atto che, anziché risolvere un problema, rischia di aggravarlo.
Ora, io non so se l'unico tema sia la responsabilità dei Consiglieri. Capisco che è un problema, perché sappiamo benissimo che noi rispondiamo anche con il patrimonio rispetto a decisioni eventualmente illegittime. Io non so se questo sia il caso. Ho visto il parere dell'Avvocatura, che peraltro decide di prescindere del tutto dalle valutazioni in merito alla legge, cioè non entra nel merito della legittimità o meno dell'operazione che ci proponete, ma dice soltanto che i Consiglieri dovrebbero essere al riparo. Lo spero anch'io, confido anch'io. Ma la non partecipazione al voto è finalizzata a sottolineare il senso di responsabilità rispetto a strumenti che devono essere lineari e coerenti con quello che noi stiamo facendo, cioè garantire delle relazioni istituzionali serie, responsabili, e non premiare chi non è stato in grado di restituire ciò che andava restituito.
Noi continuiamo dunque ad avere fortissime perplessità sulla modalità che si è scelto di seguire per risolvere la procedura d'infrazione. Riteniamo eticamente sbagliato procedere così; non solo tecnicamente scorretto, ma anche eticamente sbagliato, e il perseguimento dell'interesse generale non è un fatto che può giustificare scelte eticamente sbagliate. Almeno noi non ci assumiamo questa responsabilità. L'interesse generale si deve perseguire stando dentro percorsi etici ben definiti.
Questo progetto di legge va in una direzione completamente diversa. Apprezziamo l'onestà del relatore e la strada che si è inteso percorrere con l'emendamento proposto, ma ribadiamo la nostra intenzione di non partecipare al voto di questo progetto.
PRESIDENTE
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Care colleghe e cari colleghi, poche settimane fa abbiamo approvato la proposizione del ricorso conflitto di attribuzione anzitutto per salvaguardare le prerogative di questo Consiglio regionale di fronte a un intervento che andava a correggere un aspetto relativo al nostro Piano faunistico-venatorio. Mi chiedo, adesso, se la volontà di salvaguardare quelle prerogative, che ritenevamo poco fa essere lese dal potere giudiziario valga anche nei confronti di quanto si prevede con questo progetto di legge proposto dalla Giunta regionale.
Dico questo perché la questione a me pare davvero chiarissima, e lo abbiamo espresso anche nella discussione in Commissione, proprio perché in questo caso, in cui il Consiglio dovrebbe preservare e affermare il proprio ruolo deliberativo di legislatore, oggi invece capiamo anche dalla relazione del relatore neonominato che questo non avverrà.
Questo progetto di legge, apparentemente semplice, ha avuto un iter in Commissione Terza che ritengo, per le ragioni che qui esporrò, molto, molto difficile da comprendere e da accettare. Questo Consiglio regionale dovrebbe, invece, rispedire al mittente la proposta legislativa di cui ci stiamo occupando, proprio per le motivazioni che sono state esposte all'interno della Commissione.
Ringrazio anzitutto il collega Bet, che ha cercato di dare una spiegazione, con una sorta d'intervento da avvocato difensore, per supportare e incoraggiare i suoi colleghi a votarlo. Purtroppo, non soltanto si è notato l'imbarazzo, ma soprattutto non è stato sufficientemente chiaro...
PRESIDENTE
Collega Guarda, non la sentiamo più. Non mi sembrava avesse concluso il suo intervento.
Prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
... come si diceva prima, mortifica coloro che, invece, si sono comportati bene, restituendo le somme dovute.
Mi rivolgo, quindi, ai colleghi di maggioranza, a chi ha avuto precedenti esperienze o continua ad avere esperienze da amministratore locale. Sappiamo tutti che amministrare localmente significa tenere conto dell'adozione delle scelte amministrative e dei possibili e conseguenti effetti di queste scelte dal punto di vista della responsabilità tecnica e patrimoniale.
Mi chiedo, dunque, e lo chiedo alle colleghe e ai colleghi, cosa avreste fatto, cosa fareste se un responsabile tecnico apponesse su una proposta di deliberazione della Giunta comunale un parere negativo. Perché è proprio quello che è capitato durante le discussioni della Commissione Terza. Immagino ‒ e lo sapete benissimo ‒ ponderereste con maggiore rigore il proposito deliberativo. In questo caso, poste le maggiori garanzie che presidiano il ruolo dei Consiglieri regionali, la situazione è sostanzialmente simile.
Cercherò di spiegare quali sono le ragioni che, chiusa questa discussione generale, mi porteranno a lasciare l'Aula insieme ai colleghi – uscirò dalla connessione in diretta con questo Consiglio – in netto dissenso rispetto al merito e ai modi di procedere su questo progetto di legge. Questo è il motivo per cui non abbiamo partecipato alla votazione in Commissione ed è il motivo per cui interveniamo con forza, perché non ci sottraiamo alla discussione e a rendere anche edotti gli altri colleghi Consiglieri di maggioranza dei rischi che corrono con questo progetto di legge.
Immediatamente dopo l'illustrazione in Terza Commissione, infatti, gli uffici di Europa Verde, i miei uffici, mi hanno sottoposto questa loro osservazione. La leggo qui tale e quale come è stata scritta, e lo faccio per le ragioni che poi vi illustrerò: "Da quanto emerge anche dalla lettura del resoconto della seduta di illustrazione in allegato, sembra che il progetto di legge proponga uno sviamento sia dal meccanismo delle leggi regionali oggetto di modifica sia dalle finalità di cui all'articolo 53 del decreto n. 43/2020, proponendo, in sostanza, l'autorizzazione ad una partita di giro, che non si risolve in un aiuto alle imprese in difficoltà".
Vorrei che vi soffermaste sull'utilizzo del termine "sviamento", perché è lo stesso identico termine che il Legislativo utilizza nella Scheda di inquadramento normativo che è pervenuta ed è nella disponibilità di tutti i Consiglieri. In sostanza, un ufficio che ha una funzione prettamente di staff politico, il Gruppo consiliare, utilizza il medesimo termine utilizzato dall'Ufficio legislativo, che di certo non ha funzioni politiche, nell'ambito della scheda di inquadramento, dove la questione è così riportata: "In effetti, il progetto di legge, così come formulato, appare, invece, prevedere l'utilizzo di un istituto giuridico previsto ad uno specifico e determinato fine, regime di aiuti di imprese in difficoltà energetica a causa dell'aumento dei prezzi del settore energetico e del gas naturale conseguentemente al conflitto Russia-Ucraina, per una finalità, ma soprattutto solo per quella, totalmente diversa, per venire alla definizione e chiusura di una procedura di infrazione, sfociata in una sentenza di condanna, determinando le condizioni per il recupero nei confronti delle ditte individuate di quanto indebitamente corrisposto e così evitare il reiterarsi di periodiche ingiunzioni di pagamento di ingenti somme a titolo di mora a carico dello Stato, così configurandosi, con il progetto di legge in esame, un palese sviamento della legge e della sua funzione, in termini tali da porre profili di illegittimità costituzionale per palese irragionevolezza, in quanto esercizio di funzione legislativa fuori dai limiti posti dalla stessa".
Sviamento della legge e della sua funzione e palese irragionevolezza. Non so a voi, colleghi e colleghe, ma a me sembra che siano argomentazioni tali da imporre realmente uno stop e una maggiore riflessione, che anche gli ultimi aggiornamenti vanno a confermare. Invece, tocca constatare che il lavoro su questo progetto di legge è proceduto in maniera rapidissima, senza consentirci di poter intervenire e di poter analizzare le indicazioni dello stesso Legislativo.
Siccome si tratta di un altro segmento di attività che attribuiamo a Veneto Sviluppo e si tratta, vista l'imminente scadenza (fine 2022, a meno che non vi siano altre proroghe mediate da questa maggioranza di cui noi non sappiamo e che in Commissione non ci sono state confermate), del potere gestorio attribuito a questa società rispetto a fondi regionali coinvolti, è necessario chiudere la questione senza fiatare.
Insomma, siamo di fronte a una pressione e a una pressante esigenza amministrativa della Giunta regionale, rispetto alla quale il Consiglio regionale deve decidere se prendere o lasciare. Io sono per la seconda opzione. Pertanto, ritengo di dover lasciare l'Aula fino alla conclusione di questo punto all'ordine del giorno. Lo faccio non per un'opposizione politica, ma perché credo veramente nella salvaguardia delle prerogative dell'organo del Consiglio regionale.
La risposta dell'Avvocatura non fa che ribadire ciò che sapevamo, senza, però, darvi alcuna sicurezza. Il Legislativo vi ha avvisati, ci ha avvisati dello sviamento che con questo provvedimento si va ad adottare in palese violazione della legge. L'immunità non si applica per disposizioni in contrasto con le funzioni della legge. Non si tratta solo di norme, ma di fuoriuscite di denaro. Secondo quanto ho potuto verificare e leggere, la risposta dell'Avvocatura al presidente Ciambetti non è esaustiva da questo punto di vista. Vi invito, quindi, a prendere una decisione, valutando l'ipotesi di un contrasto alla norma, quindi delle responsabilità che, a prescindere, in questo Consiglio e poi in Giunta si vanno a prendere, soprattutto per quanto riguarda normative che regolano aiuti di Stato, soprattutto nel rispetto delle aziende che, invece, questi soldi li hanno restituiti.
Apprezzo il tentativo di correzione che abbiamo potuto leggere dall'emendamento, ma la prima parte dell'emendamento presentato dal relatore, togliendo i riferimenti diretti alla restituzione di aiuti non dovuti, finisce essenzialmente per utilizzare una sorta di formula per dire senza dirlo apertamente, specialmente perché la seconda parte è una diretta ammissione della responsabilità, cioè un mettere le mani avanti senza, però, mutare nella sostanza il provvedimento.
Ancora una volta, quindi, mi trovo a tornare su un tema, che è quello della vostra battaglia politica. Per una volta che potevate difendere le imprese venete in difficoltà per il drammatico aumento dei costi dell'energia, per una mancanza che non è della Regione del Veneto, ma del Ministero e di chi non ha restituito somme indebitamente ricevute, devo ammettere la sincera verità, non mi aspettavo che andaste ad abbassare la cresta.
PRESIDENTE
Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Anch'io mi trovo in difficoltà in questo momento ad approvare una proposta di legge che va in questa direzione. Non ho seguito personalmente le discussioni che ci sono state nella Commissione competente, però ho letto ‒ come tutti gli altri ‒ la scheda SIN fornita dall'Ufficio legislativo. Devo dire che, a seguito di una lettura anche non troppo attenta, si capisce subito, è palese che quantomeno la prima stesura della proposta di legge è chiaramente incostituzionale, come si appalesa da quello che viene scritto, nero su bianco, dall'Ufficio legislativo. Chiaramente, non potevamo essere messi nelle condizioni di votare una prima stesura di questo tipo.
Oggi ci sono state delle modifiche, che sono o dovrebbero essere oggetto di chiarimento, secondo me, in Commissione, proprio per sviscerare tutti i dubbi che possiamo avere in merito.
Io non metto in dubbio la conoscenza tecnica dell'avvocato consigliere Bet, però tendo sempre a voler vedere chiaro su quello che voto in Aula, perché abbiamo a che fare con profili di responsabilità che non interessano tanto la parte del singolo Consigliere regionale, quanto quello cui possono essere chiamati a rispondere altre persone, altre società. Credo che non possiamo, in questo caso, correre alcun rischio. Il rischio deve essere zero e devo avere certezza di quello che si sta dicendo, ovvero che non ci saranno ripercussioni future.
Quindi, la necessità oggi è quella di avere un confronto, un chiarimento sul piano legislativo, non solo nel merito, ma anche tecnico, e questo lo si può fare, chiaramente, nella Commissione ad hoc e non in questo momento, andando a votare un provvedimento che ha sollevato dubbi da parte dei banchi delle opposizioni. Condivido le suggestioni lanciate dalle consigliere Camani e Guarda.
Per cui, se non ci sarà un chiarimento opportuno nella Commissione, mi trovo costretta anch'io a non prendere parte alla votazione di questo provvedimento. Specifico anche che mi piacerebbe poter contribuire nel dare un aiuto, con il mio voto, alle associazioni, a chiunque. Chi non vorrebbe dare un supporto alle aziende in difficoltà, sostenere la liquidità di chi oggi sta attraversando un momento particolarmente delicato per l'economia, per le proprie tasche?
Ovviamente non possiamo pensare che ci siano Consiglieri che non vogliano contribuire a sostenere le aziende, ma bisogna essere certi di farlo nei modi legittimi, senza rischiare che tra qualche mese vengano richiesti ancora indietro questi soldi. Bisogna essere certi di quello che si va a votare. Lo dico per la sicurezza di tutti, sia delle opposizioni che della maggioranza, perché siamo tutti chiamati, eventualmente, a risponderne, ma soprattutto, ripeto, anche per la sicurezza delle aziende stesse, perché non si ritrovino più a dover sobbarcarsi ulteriori fardelli.
Chiaramente sarei a favore di un supporto alle aziende del vetro di Murano, della pesca di Chioggia e di Venezia. Come no. Sono di Chioggia, sono molto vicina alle cooperative e alle aziende di pesca. In questo frangente, però, non ci sono i presupposti di chiarezza per votare questo provvedimento, a meno che non ci sia un chiarimento nella Commissione competente.
PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Io ho apprezzato il tentativo del collega Bet di sostenere, arrampicandosi sugli specchi, un provvedimento che ‒ come dice la scheda SIN del Legislativo di questo Consiglio ‒ è un palese sviamento da una norma. Sentivo il rumore dell'arrampicarsi sugli specchi nella sua relazione. Era talmente legale e leguleia da nascondere dietro qualcosa. Non mi riferisco a lei, sto dicendo che dietro il suo intervento c'è qualcosa che non quadra.
Faccio un esempio molto semplice. L'impresa Bet negli anni Novanta ha avuto un momento di difficoltà e non è riuscita a restituire quanto doveva, ma poi restituisce. L'impresa Ostanel, invece, chiude perché non è riuscita a reggere quello che è accaduto negli anni Novanta. L'impresa ‒ facciamo un esempio con un altro Gruppo ‒ Soranzo, invece, riceve un aiuto da questa Giunta, utilizzando una norma che svia una norma, quindi sostanzialmente è illegittima.
Lei come fa a dire – l'ha detto nel suo intervento – che questa norma tutela l'interesse generale? L'impresa Bet che aveva restituito i soldi o l'impresa Ostanel che ha chiuso come può essere paragonabile e uguale all'impresa Soranzo che, invece, nonostante non abbia restituito, oggi viene aiutata in maniera illegittima da questa Giunta e da questo Consiglio che oggi approva una norma? Me lo deve spiegare, e glielo chiedo da persona che non conosce la legge né il linguaggio legale. Da un punto di vista meramente politico, ideale e anche in qualche modo di giustizia, mi chiedo, davanti a questo esempio, come lei possa ritenere che oggi stiamo andando a tutelare un interesse generale. Davvero, sostenerlo è quasi divertente.
Secondo punto (anch'io divido il mio intervento in tre capitoli): la crisi energetica. Oggi utilizziamo la crisi energetica come scusa palese per utilizzare una norma e sviarla. Questo è quello che dice una scheda del Legislativo e non io, e la utilizzo perché credo che tutti noi qui dentro ci possiamo fidare del lavoro che viene fatto dal Legislativo. Se ha chiesto un parere all'Avvocatura di Stato, io andrò e poi chiederò in Commissione un approfondimento rispetto anche a chi ha firmato quel parere per vedere che non ci fossero anche potenziali conflitti di interesse.
Crisi energetica. Oggi stanno chiudendo le RSA per i nostri anziani. Apro una piccola parentesi, ma credo che qui dentro chiunque riterrà di apporre un voto positivo a questa norma dovrà in coscienza pensare che stiamo andando ad approvare una norma su cui ci sono palesi elementi per cui quel voto potrebbe avere delle conseguenze anche sul Consigliere o la Consigliera. Il parere dell'Avvocatura di Stato non è così chiaro come si vorrebbe far sembrare. Poi, rimane tutto il punto di vista politico ed etico di una scelta del singolo Consigliere. Quindi, se in qualche modo io oggi voglio anche fare un intervento e cercare di intervenire dicendo cosa dovremmo fare per la crisi energetica in questa Regione per tutelare un principio, che è quello dell'interesse generale, allora io oggi avrei voluto votare un provvedimento che andasse davvero a tutelare l'interesse generale di imprese.
Ad esempio, porto il tema caldo in questi giorni, in queste settimane di RSA e asili e di tutte le IPAB su cui da vent'anni (unica Regione) ancora non si è fatta una riforma degna di questo nome. Quelle sì stanno chiudendo.
I nostri anziani nei prossimi anni avranno seri problemi a stare in piedi. I nostri anziani non avranno un posto dove andare o pagheremo, pagheranno le vostre famiglie, compresa la mia, ma soprattutto chi non ha il nostro stipendio, una tassa e una retta che probabilmente raddoppierà nei prossimi anni, perché i costi sono questi: 8 euro al giorno per anziano, 10 euro per bambino negli asili. Non si riuscirà a stare in piedi.
Questo è quello che le persone fuori da qui stanno vivendo oggi. La crisi energetica fa questo, non impatta su quelle poche imprese che questo provvedimento sta tutelando. Allora, in coscienza, davvero riteniamo che in questo momento sia corretto, non solo legalmente, ma anche eticamente, approvare 200.000 euro a sostegno di alcune realtà, quando c'è un tema importantissimo che non stiamo prendendo in carico? Spero che il prossimo Governo qualcosa faccia su questo. Mi riferisco al tema della crisi energetica per le strutture pubbliche, IPAB che non abbiamo riformato in vent'anni.
Se dobbiamo fare un provvedimento sul tema della crisi energetica, invece di prenderlo come scusa per poter sviare una norma, come viene oggi spiegato, allora facciamolo per tutelare davvero l'interesse generale. In questo caso sarei qui a votare con voi e invece qui di interesse generale in questo provvedimento, per quanto mi riguarda, non c'è nulla.
Un ultimo punto: di chi è la responsabilità? Ho letto due o tre volte il parere dell'Avvocatura di Stato. Oggi noi qui non siamo responsabili. Io non la voterò, ovviamente, uscirò dall'Aula, ma se voi vi prendete la responsabilità di votare questo provvedimento, avete letto il parere dell'Avvocatura di Stato e siete tutelati. Allora, di chi è la responsabilità? Io davvero faccio una domanda etica: di chi sarà la responsabilità se non è nostra? Del dirigente che la firmerà? Vostra? Di chi? Siamo davvero consci di quello che oggi in qualche modo stiamo facendo qui dentro? Voi, perché io non la voterò. Secondo me, non è corretto che la classe politica dica "Io non ho responsabilità oggi. Ho il parere dell'Avvocatura e mi è stato detto che non posso essere perseguito per danno erariale". Loro dicono così. Secondo me, il parere non è chiaro.
PRESIDENTE
Collega Montanariello, indossi la mascherina e lasci finire la collega Ostanel. Grazie.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Su chi stiamo scaricando quella responsabilità? Perché è di qualcuno. In questo Paese, prima o poi, quando si fanno scelte un po' tirate, la responsabilità di qualcuno dovrà essere.
Vi sentite sollevati perché non è vostra. A me non basterebbe, sinceramente. Da Consigliere, per fortuna di minoranza, questa cosa non la voterò perché non la ritengo corretta, non la ritengo a tutela dell'interesse generale, non la ritengo trasparente, non la ritengo una norma che possa in qualche modo andare ad utilizzare davvero quel tema, che è la crisi energetica, che invece sta colpendo ‒ è vero ‒ anche le imprese, ma non solo poche imprese, tante imprese. Non bastano 200.000 euro.
Questo è il tema. Non posso non aggiungere che, siccome stiamo tutti parlando, perché in campagna elettorale lo si fa, per fortuna io non lo sono, di crisi energetica, la crisi energetica sta colpendo ben più imprese di quelle che con questo provvedimento si andranno a tutelare, e non bastano di certo 200.000 euro.
Anche nel merito questa norma non ha senso di esistere. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Collega Ostanel, stia tranquilla perché non è come dice Bet. La responsabilità è tutta di chi la vota.
Intanto io credo che si veda che questo provvedimento arriva con un percorso sicuramente non semplice, non liscio, ma molto articolato dal fatto, collega, che oggi lei viene in Aula con una relazione aggiornata. Se le cose fossero andate come in maniera ordinaria avrebbero dovuto andare, probabilmente oggi non avremmo avuto relazioni aggiornate, non avremmo citato Schopenhauer, non avremmo avuto abbandoni dell'Aula.
Generalmente siamo noi quelli che fanno un po' queste cose (il cinema), ma vederle fare a voi vuol dire che quell'elemento di difficoltà che avete per giustificare l'ingiustificabile spinge ed emerge più di quanto tentiate di celarlo.
Collega Bet, l'arringa stralcia autonomia, che vi fate carico dei problemi dell'Italia, è bella da sentire, ma non giustifica questo provvedimento. Sostanzialmente, colleghi, con il Fondo Covid e con i soldi per il caso bellico dell'Ucraina, dobbiamo dare un contributo relativo a un fatto avvenuto nel 1997, con una legge degli anni Sessanta, quando l'Europa non esisteva ancora, perché la legge di riferimento, collega Bet, è una legge degli anni Sessanta, che ha portato nel 1997 ad avere questi contributi.
Dopo ci sono delle cose che vanno messe in fila. Ad esempio, colleghi, voi sapete che una di quelle aziende alla quale diamo gli aiuti non esiste più e che esiste solo su carta? Voi sapete che una delle aziende che andiamo ad aiutare esiste solo su carta?
La domanda che io faccio è questa: la nostra finalità qual è? Siamo sicuri che questa azienda che non esiste più, e che non ha più nulla da perdere, i soldi li restituisca? O, Presidente, visto che non c'è più – "alla barca affondata non serve
la sassola" – chi ci dice che non se li tenga? L'azienda non esiste mica più. Una delle quattro non esiste più. Esiste solo su carta. Anche questo è un tema, collega Bet. Non è che noi diamo i soldi dei contribuenti senza capire quello che sta accadendo.
Io avrei preferito che anziché citare Schopenhauer ci avesse detto come ci poniamo di fronte a questo caso, perché è un caso che c'è. Sarebbe bastato in Commissione approfondire, anziché fare le difese d'ufficio, per capire anche questo: influisce o non influisce? Me lo chiedo, Presidente.
Siccome sono soldi che per darli da una parte li togliamo dall'altra, non me ne voglia, io me lo chiedo, Presidente. Mi pongo queste domande.
Collega Bet, non accettiamo lezioni di onestà intellettuale da lei. Noi eravamo in Commissione, abbiamo detto quello che pensavamo, abbiamo fatto la nostra battaglia. Siamo qui in Aula e stiamo intervenendo. L'unica cosa che noi teniamo a precisare è che non prendiamo parte, non partecipiamo quando si fanno azioni poco chiare, al punto che oggi venite con le integrazioni del caso, al punto che lo stesso Legislativo accende dei riflettori, al punto che avete dovuto voi stessi fermarvi prima per capire.
Noi siamo in Aula e il nostro dovere lo facciamo, collega Bet, e lo facciamo talmente fino in fondo che siamo chiari, limpidi e contro i provvedimenti ad personam, contro i provvedimenti che forzano la norma. Lo ha detto il Legislativo in Commissione che questo provvedimento forza la norma. Non lo ha detto Jonatan Montanariello. Lo ha detto il Legislativo: forza la norma. Potremmo essere, Presidente, contro quando ci dicono che forziamo la norma o no? E noi, collega Bet, lo siamo.
Arriviamo adesso al pre-emendamento, perché purtroppo noi, alla faccia di chi parla di onestà intellettuale, ci prepariamo sulle cose che abbiamo. Se dopo scopriamo in Aula che ci sono le manovre diversive, ci attrezziamo anche per quello.
Il tema qual è? Il problema di questa legge qual è? Nella formulazione che fa la Giunta utilizza uno strumento consentito, cioè dare aiuti in regime di Covid e della crisi energetica scaturita dal conflitto Russia-Ucraina ad imprese e vetrerie di Murano e pesca di Venezia e Chioggia che non hanno restituito un aiuto indebitamente corrisposto, ma lo utilizza solo per queste imprese fino a prima dell'emendamento, ma bisogna vedere anche dopo, laddove il regime di aiuti, per sua natura, è generale e, quindi, dovrebbe essere aperto a tutte le imprese dei settori indicati.
In altri termini, sembra utilizzare, collega, questa norma, uno strumento consentito per un determinato fine per una finalità diversa, ma soprattutto solo per questa. Quindi, realizza, o quanto meno si teme che realizzi, almeno nel testo proposto dalla Giunta regionale, un palese sviamento della legge e della sua funzione, e cioè un esercizio di funzione legislativa fuori dai limiti posti dalla stessa.
Arriviamo alla responsabilità. Non è come dice lei, collega Bet. Tenga conto che il parere dell'Avvocatura dice in modo secco, senza motivare nel merito, che l'insindacabilità dei Consiglieri regionali quando votano una legge sostituisce sempre una garanzia. Però, io le chiedo, perché non è scritto, a prescindere dal suo contenuto? Glielo chiedo. Non è mica scritto "a prescindere dal suo contenuto". Siamo sicuri? Lo dice lei, non lo dice mica il parere dell'Avvocatura. Dice che tu, con il tuo voto, sei insindacabile. Dice, entrando nel merito, che qualsiasi contenuto voti sei coperto? Non dice mica così. Non è che se domani mattina noi votiamo qua una follia, siamo insindacabili nel voto. Non funziona mica così! Non funziona mica così. Lei ha letto una cosa a metà per convincere gli altri, ma non è così, collega Bet, perché non dice che è così, non entra nel merito. Non dice: "a prescindere da quello che voti". Non è scritto. Quindi, non è una certezza quello che lei dice, collega Bet, per convincerci. Magari, se avremo problemi, avremo l'avvocato gratis e ci rivolgeremo a lei. Però, in questo momento, non siamo in questa fase.
Dopo, però, arriviamo con un emendamento – è talmente tutto a posto che arriviamo con un emendamento oggi – che dice che noi dobbiamo sostanzialmente togliere la finalizzazione, perché è troppo finalizzato, perché la finalità è quella di mettere liquidità nelle tasche delle imprese. È un ragionamento logico. Se l'impresa non ha liquidità, fallisce. Se tu le dai liquidità, l'impresa sopravvive e può anche restituire. Fin qui ci può anche stare. Però, dopo noi diciamo che non pregiudica di non darli agli altri o tanto meno a quelli prima che, però, non potranno averli.
Faccio una domanda: se io sono un'impresa che non ha fallito e questi soldi li ho restituiti, posso averli indietro come questi signori che li hanno oggi? No. Non posso averli indietro. Posso avere gli aiuti, ma non posso avere i soldi indietro per restituire quelli indebitamente avuti. Posso avere gli aiuti a carattere collettivo, ma non posso avere questi che stiamo mettendo nella norma per iscritto, che vanno a ridare i fondi indebitamente ricevuti. Non posso averli. Se li sono pagati e oggi dovrebbero avere un'altra crisi, che magari non hanno, per avere quegli aiuti e tentare di avere qualcosa per recuperare quello che, a differenza degli altri, hanno pagato prima, perché non potranno averli, non potranno.
Se vuole, facciamo anche un quesito scritto, ci fermiamo due minuti, chiediamo al Legislativo, ce lo facciamo mettere per iscritto, così, anziché fare i giochi di chi dice sì e no con le teste, abbiamo un pezzo di carta scritto. Quelli cosa sono, figli di un Dio minore? Lo chiedo perché dopo, quando andiamo a parlare con la gente, dobbiamo dire se c'è il figlio di un Dio minore e il figlio di un Dio maggiore, per saperlo, per capire da che parte collocarci la prossima volta che fate una legge.
Diciamo che potremmo darli agli altri, ma li daremo? Faremo un'altra norma? E se va a finire che non li diamo? Il prodotto finito lo abbiamo dato solo a questi? Questo emendamento a cosa serve? A fare un proclama d'intenti per dire "Noi potremmo darli". Li daremo? Torneremo in Aula a fare quello che stiamo facendo oggi anche per altri? Possono averli gli altri? Lei dice di sì, ma guardi che se non succede, visto che non è mica come dice lei, chi ha votato oggi, se impugnano la norma, una responsabilità ce l'ha, collega. E lo sapete anche voi che non è tutto limpido e trasparente. Lo sapete anche voi, perché durante la Commissione i mal di pancia li avevate anche voi, ed erano uguali a quelli che avevamo noi, solamente che oggi, di fronte a una mancata risposta, permettendoci il lusso di non avere l'ordine di scuderia che dice "coperti e allineati", noi questi dubbi li abbiamo ancora, finché le carte ci dicono il contrario. Le carte non sono la lettura parziale di quello che dice lei, di un parere dell'Avvocatura. Le carte sono altre.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Sospendiamo qui la seduta. Riprendiamo alle ore 14.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.36
La Seduta riprende alle ore 14.47
PRESIDENTE
Riprendiamo i lavori. Siamo in discussione generale.
Il relatore questa mattina ha depositato un emendamento, l'emendamento n. B0001. Dieci minuti per eventuali subemendamenti. Penso lo abbiate caricato già da stamattina nel sistema.
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Non c'è adesso il correlatore Bet, ma mi rivolgo all'Aula. Ci sono due aspetti che, secondo me, sono da sottolineare, inizialmente, per poi arrivare agli elementi di criticità. Uno riguarda il fatto che la modifica proposta avvenga solo dopo i dubbi che abbiamo espresso. La modifica, infatti, risponde a una parte dei dubbi che abbiamo espresso. Tale modifica è stata apportata, secondo noi, anche grazie alla nostra attività. Quindi, non è vero che noi non esercitiamo pienamente il nostro ruolo. Noi il nostro ruolo lo stiamo esercitando pienamente e lo abbiamo esercitato pienamente fin da quando il testo è arrivato all'interno delle Commissioni più volte, e nel momento in cui abbiamo espresso i dubbi che avevamo prima c'è stato qualche fermento all'interno della Commissione e poi non lo abbiamo votato nell'ultimo Consiglio, nel Consiglio precedente a questo.
L'altro aspetto riguarda una frase, che adesso non riuscirò a riportare integralmente e me ne scuso, se abbiamo capito male me ne scuso, però vorrei comprenderla meglio. La frase era: i soldi che si dovrebbero dare sono questi, meglio che li diamo adesso, piuttosto che la Regione ne dia "x" dopo. C'era un passaggio di questo genere, che non abbiamo compreso pienamente e che vorremmo comprendere. Questa è una domanda.
L'altro aspetto che sottolineiamo è che, comunque, ci rimane il dubbio di correlazione per queste aziende, dove si dice esplicitamente e correttamente, perché così è, quindi è un atto di trasparenza, ma per quanto ci riguarda assolutamente non lineare, che ci sono queste aziende che hanno questo bisogno a causa di una inadempienza da parte dello Stato. Quindi, se le aziende hanno un fabbisogno, cercare di aiutarle è assolutamente legittimo e doveroso, ma il come è diverso. Allora, noi andiamo a stanziare dei soldi e troviamo uno strumento che in questo momento è lo strumento relativo a quelle che sono le aziende in difficoltà per motivi energetici.
Questa correlazione è giustificata. Noi diamo questi soldi, ma questi soldi a loro servono per andare a pagare quello che dovevano pagare, perché comunque avevano percepito dei fondi in modo non proprio. Questa correlazione tra le due fonti, per quanto ci riguarda, non ha comunque linearità. Non a caso non si esprime totalmente l'Avvocatura generale dello Stato, perché, ad un certo punto, si dice: "questo è di vostra competenza, non preoccupatevi, state votando una cosa che in qualche modo non vi verrà imputata, prescindendo del tutto dalle valutazioni di merito in ordine alla legge oggetto di discussione consiliare". L'Avvocatura poi va avanti, prescindendo del tutto dalle valutazioni di merito della legge. Quindi, le modalità e in qualche modo il contenuto loro correttamente non li valutano. Ma è proprio questo che noi stiamo contestando in modo abbastanza chiaro fin dalla Commissione, oltre agli altri aspetti a cui abbiamo trovato in qualche modo risposta.
L'ultimo punto, di cui sicuramente parleremo anche all'interno dell'Ufficio di Presidenza della Commissione, è che se si apre alle aziende 200.000 euro sono veramente irrisori, ma lo sappiamo già, perché i conti di quanti soldi noi dobbiamo per le altre aziende li abbiamo già. Quindi, andiamo in fiducia di un atto futuro della Giunta, di altri bandi. Andiamo in fiducia.
È legittimo che una minoranza in qualche modo non voti, restando a fare il suo dovere, restando in Aula. È legittimo ed è previsto che ci sia anche l'uscita dall'Aula. Non è una scelta non lecita, perché per noi l'atto non è lineare, ha dei buchi che, per quanto ci riguarda, non sono giustificabili, e li ha comunque anche adesso.
Tre, e concludo, ci sarebbe piaciuto, visto che stamattina abbiamo fatto il cambio di relatore, perché penso che l'esposizione in Commissione, come avverrà dopo, dell'emendamento sia cruciale per comprendere meglio e non basti perché in Aula alle volte non ci si comprende perfettamente perché non può esserci un'interlocuzione, potesse avvenire questa mattina. In fin dei conti abbiamo votato anche cose non all'ordine del giorno. Quando ci sono cose da fare per andare avanti, la minoranza ci sta. Non è una minoranza che non ci sta. Forse questa interlocuzione poteva anche avvenire prima.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
La parola al collega Lorenzoni. Prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Penso sia necessario un intervento innanzitutto per riprendere tutto quello che hanno detto i colleghi dell'opposizione, che mi sento di sottoscrivere, ma anche per richiamare alcune delle perplessità che già abbiamo discusso in Commissione e che erano state abbastanza condivise un po' da tutta la Commissione. Prova ne è che abbiamo rimandato la discussione da prima dell'estate a dopo la pausa agostana.
Credo che questo sia un intervento normativo maldestro alla luce soprattutto delle indicazioni che abbiamo ricevuto proprio dall'Ufficio Legislativo del nostro Consiglio, che, è già stato detto, nella scheda SIN fa tutta una serie di caveat che io penso non possano essere ignorati a cuor leggero.
Sono d'accordo che la difesa che è stata fatta in Aula dal relatore in buona fede non fughi tutti i dubbi. Io, però, qui voglio richiamare un aspetto che non è quello della responsabilità dei Consiglieri. Qui l'aspetto importante è la dignità di questo Consiglio. Può darsi che non ci sia una responsabilità, ma la dignità dell'operato di questo Consiglio viene lesa fortemente da un provvedimento di questo tipo.
È vero che ci hanno abituato alle leggi ad personam, ma questa è una legge ad negotium. Stiamo veramente parlando di una cosa che in qualche maniera non dà dignità all'attività di questo Consiglio. Io sono preoccupato da una cosa, che si crei un precedente. Qui noi creiamo un precedente importante. Domani possiamo utilizzare una norma che ha una finalità completamente diversa. In questo caso, è stato richiamato, c'è il tema della gestione degli extracosti energetici. La possiamo utilizzare per delle finalità completamente diverse. Questo non è corretto. Noi dobbiamo stare attenti ad avere un'attività normativa che sia veramente alta e non mirata a inseguire cose che hanno finalità completamente diverse.
Io pongo anche delle domande. Me le sono poste. Perché l'aggiustamento di questa situazione non è stato gestito dal Governo stesso? Perché danno la responsabilità a questo Consiglio? Perché la Giunta non ha operato direttamente, con un'indicazione a Veneto Sviluppo, senza passare per una legge del Consiglio regionale? Perché l'INPS non ha cercato di sanare le cose andando a creare posizioni di sgravio, di valore equivalente senza chiedere l'aiuto di questo Consiglio? Io queste domande me le sono poste e non sono riuscito a darmi una risposta.
Sul bene comune, consigliere Bet, è vero che questo provvedimento ha un grosso valore per lo Stato, ma noi amministriamo la Regione del Veneto, non amministriamo lo Stato. Se il beneficio è di 24 milioni l'anno per lo Stato, perché dobbiamo fare una legge che, ripeto, non ha una grossa dignità dal punto di vista legislativo per un beneficio di altri? Non siamo buoni amministratori di questa Regione. Tutt'altro. A meno che non ci sia una contropartita che non conosciamo. E questo è brutto.
È vero che c'è il beneficio per lo Stato, ma è vero che noi non amministriamo lo Stato. Qualcuno di noi forse presto lo farà, ma noi, come Assemblea legislativa, no.
Veramente mi chiedo se questo provvedimento ricada tra le belle norme o tra le brutte norme. Direi che siamo d'accordo tutti che ricade tra le brutte norme. Pensiamoci bene. Credo che soluzioni non così tirate dal punto di vista normativo si possano trovare facendo dei bandi più aperti, ma mirati. Questo sarebbe molto più dignitoso per l'attività di questa Assemblea legislativa.
Riprendo quanto detto anche dalla collega Zottis, ovvero non andare orgogliosi per rinunciare a rappresentare i cittadini. Io credo che li rappresentiamo eccome i cittadini. Li rappresentiamo nel migliore dei modi, proprio richiamando la dignità di questo consesso legislativo, chiedendo che si rimanga a un livello alto e non ci si conceda a dei compromessi che non ci portano tra le belle norme, ma tutt'altro. Di questo sono grato all'Ufficio Legislativo, che ha messo in luce tutta una serie di criticità che io credo non siano state fugate dalla discussione di questa mattina.
Pensiamoci bene. Se c'è da fare un passaggio in Commissione, facciamolo. Prima di procedere in modo un po' azzardato per dare un beneficio a qualcun altro, noi amministriamo la Regione del Veneto, pensiamoci bene.
PRESIDENTE
Grazie.
Ha la parola il collega Valdegamberi, che non vedo in Aula. Quindi, collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Difatti, stentavo a riconoscere Valdegamberi di spalle, mi sembrava, nonostante tutto, diverso. Ancora adesso non ho capito chi è, ma va bene. Misteri dell'Aula. È Joe Formaggio.
Buongiorno a tutti. Siamo finalmente ritornati. Spero abbiate passato tutti delle buone vacanze, rilassanti, magari con i vostri cari, in posti di villeggiatura dove vi siate potuti riposare.
Fatto sta che oggi si riparte, e si riparte con una questione abbastanza spinosa. È spinosa per noi, ma probabilmente è più spinosa per voi, che ve ne fate carico. Abbiamo sentito anche il relatore incaricato all'assalto, visto che il relatore precedentemente incaricato non c'è.
È una legge molto criticata.
Io non starò qua a ripetere quello che i miei colleghi in maniera anche esaustiva sotto un profilo tecnico-giuridico hanno già elencato. Vorrei soffermarmi su qualche altro aspetto, magari. Ne abbiamo sentite diverse di criticità relative a questa norma: addirittura beneficiari, società beneficiarie che non esistono più, una legge fatta per pochi.
Poi abbiamo visto all'ultimo momento arrivare anche questa lettera dell'Avvocatura generale dello Stato. Se abbiamo interessato l'Avvocatura generale dello Stato, evidentemente qualche dubbio c'è stato anche da parte vostra. Il Presidente lo ha richiesto e loro hanno risposto. Vorrei capire, soprattutto da chi voterà questa norma, se è stata letta questa lettera. Sinceramente, dopo aver sentito dire prima dal collega relatore Bet che non ci sono rischi, a seguito della lettura di questa lettera, qualche punto di domanda me lo porrei, cari colleghi.
Vi dico questo perché, a un certo punto, nella persona del vice avvocato generale Marco Corsini (che tra l'altro quelli della precedente legislatura conoscono bene: se vi ricordate, ci tranquillizzò molto sulla terza convenzione della Superstrada Pedemontana Veneta dicendo che era tutto a posto, mentre adesso quella Superstrada crea qualche preoccupazione per il bilancio della Regione Veneto), l'Avvocatura dello Stato ha scritto che, prescindendo del tutto dalle valutazioni di merito in ordine alla legge oggetto di discussione consiliare, che l'espressione del voto rientra pienamente nella previsione dell'articolo 122 della Costituzione. È legalese, naturalmente, è burocratese, ma va letto. Che cosa ci sta dicendo? Ci sta dicendo che si può, sì, votare questa roba, però prescindendo del tutto dalle valutazioni di merito in ordine alla legge.
So che molti di voi sono esperti di caccia, e la praticano anche. In questa legislatura abbiamo parlato più volte di caccia. Qualcuno ha anche la licenza di caccia. È come dire: potete andare a caccia perché avete la licenza di caccia, è tutto in regola, avete fatto l'esame, pagate la tessera, potete sparare, però sono cavoli vostri se sbagliate bersaglio. Potete sparare al fagiano, ma questo non vi consente di sparare al vecchietto che magari va a funghi. Avete capito, cari colleghi, quello che vi sta dicendo l'Avvocatura dello Stato? Io non sarei così tranquillo nel dire che non ci sono rischi.
Detto questo, mi ha fatto veramente sorridere l'affermazione, riportata anche nella relazione, secondo cui con questa legge il Veneto paga, sacrifica, mette in gioco 200.000 euro dei propri fondi, naturalmente togliendoli da qualche altra parte, perché quelli sono i soldi, nessuno li crea in Veneto con la macchinetta, e che il fatto che noi tiriamo fuori questi 200.000 euro, per i noti motivi, consentirebbe allo Stato di non pagare quei 12 milioni di euro a semestre. Sono commosso, mi viene da dire. Il Veneto, Venezia, pur di aiutare lo Stato, Roma (fino a poco tempo fa detta "Roma ladrona", lo dicevate voi), si mette in gioco e rischia con una legge del genere, che ‒ come è stato ricordato e come è stato evidenziato anche dal Legislativo ‒ non è proprio così liscia da buttare giù, come fosse un bicchiere d'acqua. Come cambiano le cose nel tempo.
Avete detto che c'è l'emendamento. Mettiamo pure questa foglia di fico e siamo tutti allegri e contenti.
Sinceramente, ho parlato anche con i miei colleghi che hanno seguito più da vicino la norma, avrei votato contro. Mi dicono, però, di fare attenzione: anche se voto contro, in base a dei precedenti, se non vogliamo avere la responsabilità rispetto alle ricadute di questa norma, dobbiamo uscire. Va bene, usciamo. Di fronte a questo, però, mi pongo una questione, cari colleghi di maggioranza che adesso la voterete. Siete appena tornati dalle vacanze. È un bel rospo da ingoiare a botta calda, dopo le vacanze, tornare per una legge del genere, con queste finalità, con queste premesse e con questa lettera dell'Avvocatura generale dello Stato.
Attenzione, perché a ogni azione corrisponde, poi, una reazione. Per un voto chissà quali potrebbero essere i rischi (che non ci sono). Anche se, da una lettura approfondita, effettivamente, nessuno ci può garantire che non ci saranno. Quindi, anche se a me non piace, anch'io, giustamente, come i colleghi di opposizione, non voterò questa norma, per i motivi esposti.
PRESIDENTE
Ho visto riapparire il consigliere Valdegamberi, che ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.
Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
Solo una considerazione veloce.
Il dibattito verte sempre su una legge. Non entro nel merito dell'inopportunità, ma non dobbiamo pensare che, ogni volta che approviamo una legge qui, le possibili conseguenze ricadano su coloro che la approvano. Non funziona così. La legge va solo rispettata.
Ci sono organismi di tutela e garanzia. La legge può essere impugnata con vari strumenti previsti dalla Costituzione e anche dal Governo presso la Corte costituzionale, ma può essere impugnata anche se ci sono vizi che violano i princìpi costituzionali, anche da parte dei cittadini, in caso di un contenzioso, di un processo anche di un privato. Ci sono, quindi, strumenti di garanzia, ma, finché non viene impugnata, la legge è legge e si applica. Non è un atto amministrativo. È diverso l'atto amministrativo. Su questo, quindi, non mi porrei dubbi.
Passiamo al merito. Chi è qui agisce nell'interesse della Regione e dello Stato, nell'interesse anche dei fondi e delle risorse pubbliche. Questa azione è portata avanti soprattutto per garantire un interesse generale, quindi non uno particolare, come è stato detto, ma generale, ossia quello di salvaguardare le risorse pubbliche a beneficio della collettività.
Mi fermo qui.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al relatore per la replica finale. Prego.
Roberto BET (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione i vari interventi. Mi dispiace che non sia stata colta fino in fondo la relazione che ho presentato e soprattutto l'emendamento che è stato depositato questa mattina. Gran parte delle obiezioni che avete sollevato durante la discussione decadono. Il rischio di vizi, dal punto di vista dell'illegittimità di questa legge, è stato assolutamente confinato e limitato, anzi ‒ direi ‒ quasi escluso con l'emendamento che abbiamo introdotto.
Andiamo con ordine. Partiamo con il primo passaggio che ho sentito non corretto rispetto alla procedura di contribuzione che verrà data a queste imprese. Diceva qualche Consigliere che queste imprese intascheranno i soldi e che probabilmente non li useranno per pagare questi sgravi, per restituire queste somme illegittimamente percepite. In realtà, Veneto Sviluppo darà direttamente all'INPS, quindi all'Ente creditore, le somme che dovranno essere restituite. Quindi, non ci sarà un passaggio direttamente sulle società.
Voglio dire che le società non sono inesistenti. Ho sentito anche dire che stiamo dando contributi a società che non esistono. Le società sono tutte quelle che parteciperanno al bando. Nel caso in cui ci sia una società in liquidazione...
PRESIDENTE
Collega Montanariello, nessuno l'ha interrotta quando lei ha parlato. Soprattutto, aggettivare e apostrofare i suoi colleghi è poco elegante. Mi permetta.
Prego, collega Bet.
Roberto BET (Zaia Presidente)
Se la società è in liquidazione, ci sarà un liquidatore...
PRESIDENTE
Sospendo la seduta.
Se volete riprendiamo tra un'oretta, un'oretta e mezza. Ditemi voi.
Roberto BET (Zaia Presidente)
Collega, mi lascia finire? Dopo eventualmente...
PRESIDENTE
La seduta è sospesa, in questo momento. Quindi, porti pazienza.
La Seduta è sospesa alle ore 15.10
La Seduta riprende alle ore 15.11
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Prego, collega Bet.
Roberto BET (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Ho sentito dire che i contributi vengono dati nell'ambito della crisi di liquidità delle aziende legata all'emergenza bellica russo-ucraina e che questa, secondo qualche Consigliere, sarebbe una scusa. In realtà, questo è il titolo giuridico in base al quale noi riusciamo oggi a dare questo contributo, che altrimenti non saremmo mai riusciti a concedere. Esercitiamo questo potere che la Commissione europea ci riconosce, di dare contributi, proprio in deroga a quel famoso principio che citavo nella relazione, il principio di Deggendorf: non è possibile aiutare le aziende che hanno già ricevuto aiuti, proprio perché esiste questa possibilità. Non è una scusa, questa possibilità, ma il fulcro, la base giuridica in virtù della quale concediamo questi contributi.
Altri Consiglieri hanno detto che non riescono a capire come funziona la responsabilità, chi è responsabile della legge che stiamo approvando. Rispondere a questa domanda è abbastanza complicato. Ci vorrebbe, forse, un corso di qualche mese. In estrema sintesi, possiamo dire che noi Consiglieri regionali in questa Assemblea discutiamo e approviamo leggi regionali (cosa che stiamo facendo oggi). Quella che stiamo facendo è una legge regionale? Sì, è una legge regionale. È una legge generale e astratta che prevede per alcune categorie di imprese presenti nel nostro territorio la possibilità di ricevere un contributo.
Potevamo usare altri strumenti, altre tipologie di atti, magari amministrativi, per fare questo provvedimento? No, perché gli stanziamenti di bilancio devono passare attraverso legge regionale. Quindi, non c'era alternativa che usare lo strumento di legge per stanziare questi 500.000 euro che, nell'ambito di una legge regionale del 2020 che aiuta le imprese in via generale, destina una parte di questi soldi, un capitolo di spesa a quella particolare tipologia di società. Tutto questo, quindi, è assolutamente legittimo, rientra assolutamente nel perimetro delle nostre competenze.
Abbiamo responsabilità rispetto a questo provvedimento? Ho capito che ci sono due fronti. Ci sono coloro che rispettano e riconoscono il valore del parere dell'Avvocatura generale dello Stato, che dice in maniera molto chiara ed espressa che la legge che stiamo cercando di approvare non diventerà oggetto di responsabilità per danno erariale o per altre responsabilità nei nostri confronti, perché è una legge che rientra nelle nostre competenze.
È vero che ci potrebbero essere atti abnormi, che esulano dalle competenze di questo Consiglio, per cui il provvedimento approvato durante un Consiglio regionale potrebbe essere oggetto di responsabilità, ma non è questo il caso. Non siamo di fronte ad atti non riconducibili, in base a ragionevolezza, all'autonomia e alla competenza del nostro Consiglio regionale. È una legge che ha tutta la dignità e tutti i sacri crismi per essere riconosciuta come legge regionale e che dà indicazioni molto chiare agli uffici, che poi dovranno applicare la legge. Non vedo dove sia il problema. Lo dico con molta tranquillità, non solo perché ce lo dice l'Avvocatura generale dello Stato, ma perché, confrontandoci anche con il nostro Ufficio legislativo, piuttosto che con altri soggetti autorevoli che si sono occupati di questa legge, credo non ci siano altre discussioni da mettere in campo.
Una Consigliera prima diceva che, se ci fosse stata la possibilità di discutere per tempo questo provvedimento, forse anche l'opposizione avrebbe ragionevolmente partecipato alla discussione e, magari, lo avrebbe anche approvato. Questo è vero. Magari avremmo potuto fare le cose in maniera diversa. Lo dico con molta onestà intellettuale. Però, alla fine, il Consiglio regionale è l'organo competente ad approvare la legge. Abbiamo portato la legge un mese fa. Voi non ve ne siete occupati. Oggi abbiamo un emendamento che va ad aggiustare, a migliorare, a evitare eventuali contenziosi. Qualora ci fossero anche eventuali contenziosi, ci sono, nelle norme che abbiamo introdotto, gli argomenti per difendere la legge, sia nei tribunali amministrativi, qualora venga impugnato l'atto amministrativo, il bando o il provvedimento di assegnazione del fondo, sia a livello di Corte costituzionale, qualora venisse impugnata anche a livello di Corte costituzionale.
Credo che il nostro dovere l'abbiamo fatto in maniera compiuta, in maniera responsabile, in maniera legittima. Credo non ci sia altro da fare che concludere qui la discussione, mettere in votazione questo provvedimento con l'emendamento che ho proposto e andare avanti. Ascoltare ulteriori interventi e altre valutazioni, che lasciano il tempo che trovano, credo sia, purtroppo, tempo perso per noi e per i veneti.
L'interesse generale ‒ lasciatemelo dire ‒ qualcuno non l'ha ancora capito: stiamo facendo risparmiare allo Stato 12 milioni di euro. Non stiamo dando soldi a imprese che hanno illegittimamente ricevuto dei soldi. Stiamo dando contributi per risolvere un problema di liquidità, permettendo allo Stato di avere a disposizione 12 milioni di euro, che potranno essere utili questo autunno e nei prossimi mesi, magari, per salvaguardare le nostre imprese, per salvaguardare le bollette energetiche delle nostre famiglie, per dare tante opportunità alle nostre famiglie.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Passiamo la parola alla Giunta per la replica. Assessore Marcato, prego...
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Posso intervenire sull'ordine dei lavori, Presidente?
PRESIDENTE
Prego, collega Camani.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie.
Siccome il relatore ha citato una modalità di erogazione dei contributi che io non ho ritrovato descritta nel progetto di legge, se il relatore o la Giunta in replica potesse specificare dove noi troviamo scritto che questi contributi verranno erogati da Veneto Sviluppo direttamente a INPS potrebbe essere un elemento in grado di aiutare a fare chiarezza nella discussione.
PRESIDENTE
Prego, assessore Marcato.
Ass.re Roberto MARCATO
Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente, per la parola.
Al comma 5 dell'articolo 1 del disegno di legge del 28 maggio 2020, n. 21, è possibile trovare la risposta al quesito posto.
Vorrei fare solo una considerazione di carattere molto generale. Noi ci siamo assunti una responsabilità. A parte il fatto che sentire la Sinistra dire "chi se ne frega dei problemi dello Stato" lo trovo quantomeno suggestivo. Ancor di più se consideriamo che questa è una richiesta che arriva da un vostro Sottosegretario. Ma sono dettagli, questi. Sono solamente dettagli.
Noi siamo stati votati per assumerci delle responsabilità. Il cittadino ci ha delegato a decidere. Noi qui avevamo la possibilità ‒ non l'obbligatorietà, ma la possibilità ‒ di prendere una decisione che mettesse in salvaguardia i conti del nostro Paese e, al contempo, togliesse una spada di Damocle sulle teste di alcune aziende del nostro territorio. Questa si chiama "responsabilità". Io non ho avuto dubbi sulla scelta.
Dopodiché, qualcuno ha sollevato dubbi di natura giuridica. A quel punto, abbiamo diligentemente fatto tutte le verifiche del caso. Non ultima, è arrivata una risposta venerdì scorso da parte del Sottosegretario di Stato per le politiche e gli affari europei, struttura di missione per le procedure di infrazione, cioè quella preposta ad analizzare questo tipo di situazioni, che, punto per punto, con una serie di approfondimenti, ha tranquillizzato tutto il mondo sulla correttezza di questa procedura. Punto per punto. Poi, se volete, se non ce l'avete, ve la facciamo avere.
Non c'è più alcun dubbio. Io non avevo alcun dubbio di tipo politico sulla scelta. Oggi non c'è alcun dubbio nemmeno di tipo giuridico. Giustamente, sono stati sollevati dubbi. Per carità. Era giusto approfondire. A mio parere, in presenza di situazioni di criticità riguardanti anche il nostro territorio, le nostre imprese, noi abbiamo il dovere di intervenire.
Non dimentichiamoci che esiste una sospensione da parte della Commissione europea in attesa di questi provvedimenti. Si tratta di 48 milioni di euro che calano sulle nostre teste, 48 milioni di euro che potremmo usare in mille modi. Quello che ho visto oggi è uno spaccato secco del nostro Paese. Noi abbiamo il mondo che brucia. Io ho incontrato questa mattina alcuni addetti delle lavanderie industriali, i quali mi hanno riferito che chiuderanno e non apriranno mai più. Le lavanderie industriali, quelle che sanificano, che lavano i letti di terapia intensiva, tanto per capirci, non apriranno più. E noi, mentre il mondo brucia, nonostante tutti i pareri legali, dobbiamo stare qui a uscire, verificare, aspettare, vedere cosa succede a Roma, e chi se ne frega, mentre il mondo brucia. Questo è il nostro Paese. Noi siamo uno spaccato straordinario del fallimento di questo sistema.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Bozza, abbiamo chiuso la discussione generale. Su che cosa richiede la parola?
Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Sull'ordine dei lavori, Presidente.
PRESIDENTE
Prego.
Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
A seguito di quanto citato dall'assessore Marcato in merito a una recente risposta da parte del Sottosegretario, chiedo ‒ penso anche nell'interesse dell'Aula ‒ di poterne avere una copia e di concedere una breve sospensione, almeno per consentirne la lettura da parte dei singoli Gruppi.
Grazie.
PRESIDENTE
Adesso dobbiamo comunque sospendere perché l'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione, presieduto dal consigliere anziano Barbisan, deve dare il parere sull'emendamento depositato.
Do dieci minuti di tempo. Riprenderemo i lavori alle ore 15.35. In questo lasso di tempo chiedo che, eventualmente, la richiesta del collega Bozza possa essere esaudita per tutti i Gruppi.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.23
La Seduta riprende alle ore 15.51
PRESIDENTE
Colleghi, riprendiamo i lavori.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE
Collega Camani, prego, sull'ordine dei lavori.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Siccome ci è appena stato fornito il parere dell'Avvocatura generale dello Stato di cui ha parlato l'assessore Marcato, chiediamo almeno altri cinque minuti di sospensione per poter leggere questa carta, che vediamo ora per la prima volta.
PRESIDENTE
Va bene.
Riprenderemo i lavori alle ore 15.55.
La Seduta è sospesa alle ore 15.51
La Seduta riprende alle ore 15.57
PRESIDENTE
Colleghi, riprendiamo i lavori.
Mi cercate il Legislativo? Averlo in Aula è comunque utile. Siamo sull'articolato. Mi sembra di aver detto all'inizio che l'app è nuova, che bisogna fare l'aggiornamento. Mi sembra di vedere che tutti quelli che sono in Aula lo hanno fatto.
Ripeto, siamo sull'articolato. Iniziamo a votare gli articoli. Aspettiamo un attimo che il collega Sandonà deve aggiornarsi informaticamente.
Emendamento n.
B0001 presentato dal consigliere Bet, articolo 1, aggiuntivo, che prevede:
All'articolo 3 bis della legge regionale n. 21 del 2020, come inserito dall'articolo 1 della presente legge, sono apportate le seguenti modifiche:
a) Al comma 1 le parole: "e di permettere l'integrale restituzione degli aiuti ricevuti e dichiarati dalla Commissione europea non compatibili con il mercato" sono sostituite con le parole: "a supporto della liquidità delle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia";
b) Dopo il comma 1 è inserito il seguente
"1 bis. Quanto previsto al comma 1 non pregiudica in ogni caso l'accesso agli aiuti di cui all'articolo 1, comma 3, della legge regionale n. 21 del 2020 da parte delle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia che abbiano già restituito l'aiuto corrisposto ai sensi della normativa statale di cui al comma 1 del presente articolo o che non se ne sono avvalse.".
Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Intervengo su questo emendamento perché è stato l'oggetto di una discussione lunga e approfondita. In parte è un emendamento che prova a cogliere alcune delle criticità che il Governo, l'Avvocatura generale dello Stato in questo documento che abbiamo letto ha messo chiaramente in evidenza.
Il dubbio che abbiamo posto e che io credo si sia tentato di risolvere con questo emendamento solo fino a un certo punto è se il fatto di finalizzare queste risorse esattamente e solo per il ripristino del debito non restituito possa consentire comunque di costruire una norma regolare.
La deroga al divieto di erogare aiuti di Stato alle imprese che non le hanno sostituite, superata dalla comunicazione dell'Unione europea recentissima, è finalizzata a far fronte a delle necessità straordinarie determinate dalla guerra poi e dalla pandemia prima. Il fatto che un'impresa abbia assunto contributi nazionali e non li abbia restituiti prima del 2015... Stiamo parlando di contributi che andavano restituiti negli anni Novanta. La sentenza della Corte, l'ultima, quella che ci ha condannato, è del 2015. Ora io sfido a dimostrare a me, alla Corte dei conti, al Governo italiano, il prossimo...
Sa, assessore Marcato, è molto facile venire qui in Aula e spiegare, tirare le orecchie ai Consiglieri regionali che non si assumono la responsabilità di risolvere i problemi dello Stato quando un mese fa avete mandato a casa il Governo perché vi prudevano le mani. Un po' di serietà. Qua non c'è chi è serio e chi no. C'è chi prova a fare delle leggi che funzionano e chi prende in giro i Consiglieri.
Se io dico che queste imprese non hanno restituito i contributi illegittimamente ricevuti perché prima del 2015 c'era la pandemia e c'era la crisi energetica faccio ridere. E non la consigliera Camani, faccio ridere la Corte dei conti. Tant'è che il Governo, l'Avvocatura dello Stato dice che è paradossale come quello che prima era un limite (non ti posso dare ulteriori contributi perché non hai restituito quelli che dovevi restituire) oggi diventi il criterio (ti do i contributi perché non hai restituito quello che dovevi restituire). È una contraddizione che mette in discussione la tenuta di questa legge regionale, tra l'altro confermata dal fatto, come ci è stato detto in Ufficio di Presidenza poco fa, che questi 500.000 euro saranno riservati principalmente, in maniera privilegiata e prioritaria, alle imprese che non hanno restituito i contributi.
Quindi, potete scrivere nell'emendamento che possono accedere ai bandi anche le altre imprese, ma in realtà sappiamo benissimo che la priorità andrà data a chi non ha restituito. Quello che era un vincolo diventa un criterio di assegnazione. Per risolvere un problema se ne apre un altro. L'Avvocatura dello Stato dice: "non puoi fare una legge in cui scrivi che deroghi al principio di non concedere i contributi a chi non li ha restituiti perché stai travalicando le finalità della deroga, ma cerca di farla un po' più larga. Dì che dai i contributi a tutte le imprese del comparto di Murano, alle vetrerie, e di Chioggia, tra cui anche quelle che non hanno ricevuto contributi. Fai finta almeno di fare un bando per tutti".
E per le imprese che quei contributi non li prenderanno ora, che magari hanno restituito le somme, e che nel frattempo, per via della crisi, della guerra, della pandemia, hanno chiuso? Di quelle ci importa qualcosa? L'interesse generale è quello di risolvere con dei pastrocchi i pasticci che non siete stati capaci di risolvere prima? Perché è dal 2015 che sapete che queste imprese devono restituire. Adesso ve ne siete accorti. Questo mi ricorda tanto la vicenda delle quote latte: siete andati a far campagna elettorale spiegando agli allevatori che non dovevano pagarle, le quote latte. E poi, alla fine, chi le ha pagate le quote latte? Le sanzioni? Lo Stato. Non mi pare che allora l'assessore Marcato parlasse di "responsabilità verso l'interesse nazionale".
Siccome mi rendo conto che la responsabilità funziona sempre in chiave elettorale, io penso che questo emendamento, pur andando nella direzione giusta, non risolva il problema, ma lo aggravi.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, lo diceva prima la collega: diventa difficile tentare di mettere in rete la pandemia e il problema della guerra in Ucraina con i contributi a queste aziende. Anche perché è vero, come dice la collega, che l'ultima sentenza che ci condanna è del 2015, ma stiamo parlando di una vicenda degli anni Novanta, di una legge degli anni Sessanta.
Io non ho memoria storica, colleghi, che nel Novanta noi avessimo la pandemia. C'era la pandemia del merluzzo pazzo per i pescatori, ma non la pandemia da Covid-19, o il caro-gasolio per la guerra in Ucraina. È, quindi, paradossale anche il fatto che noi da soli ci convinciamo, che ci prendiamo in giro da soli, dicendo che questo impianto può stare in piedi.
Noi usiamo i soldi della pandemia, che esiste da due anni, per andare a dire che vanno aiutate delle imprese che hanno questo problema da metà degli anni Novanta. Già questo è un dato. Siccome ci riempiamo tanto a volte i polmoni di aria dicendo le cose giuste, le cose belle, le cose trasparenti, le cose nell'interesse collettivo, io tutte queste cose qui dentro non ne vedo nemmeno una.
C'è, poi, il tema, che urla vendetta, di chi ha pagato. C'è gente che probabilmente è stata in condizioni diverse, o è stata più attenta, o è stata semplicemente meno furba di qualcun altro, che ha pagato e qualcuno magari è anche fallito quando è arrivata la pandemia, perché quei soldi che aveva da parte li ha usati per pagare. Quindi, non c'è solo il tema di chi è fallito e viene cancellato dalla vicenda perché non è perseguibile, c'è anche il tema di quelli che hanno pagato, di quelle imprese che hanno fatto il loro dovere, che magari sono fallite per pagare e che oggi non possono entrare ad attingere, anche loro, a questa forma di ristoro, Assessore.
Terza vicenda. È da questa mattina che noi citiamo questo parere, però sulla responsabilità dei Consiglieri dice altro, non entra nel merito. Tu gli hai chiesto se puoi fare una legge, non gli hai chiesto cosa succede se fai una legge che non devi fare. E dopo parla di criteri.
Non stiamo facendo un bando dove inseriamo dei criteri e allora decidiamo che le imprese che hanno quei criteri possono rientrare. Noi stiamo facendo una legge – se vogliamo chiamarla così, pace alla parola "legge" se le leggi che produciamo sono queste – dove mettiamo i nomi delle aziende e diciamo che quelle sono le aziende che devono avere questa formula di contributo.
Tra l'altro, collega Bet, non è vero che quando parla dopo ha il vizio di smentire quello che dicono i colleghi? Non è così? Perda questo vizio quando non è documentato. Delle aziende ce n'è una che fisicamente non esiste più. Vada a vedere le visure camerali: esiste solo con il nome. Esiste solo il nome. Vada dai funzionari e si faccia dare le carte. Anziché dire, quando parlano i Consiglieri, che non è vero, si documenti prima.
PRESIDENTE
Restiamo sull'emendamento. Grazie.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
È inutile che ogni volta che parla un Consigliere pare che sia folle, che si sveglia la mattina e dica che non è vero. È così. Vada a fare le visure camerali, che sono molto più produttive di fare "sì" e "no" con la testa, delegando...
PRESIDENTE
La invito a rimanere sull'emendamento.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Certo, Presidente, è propedeutico.
PRESIDENTE
No, sull'emendamento no.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
È prodromico, mi scusi.
PRESIDENTE
Neanche.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Quindi, magari paga anche molto di più su questa vicenda.
Detto questo, colleghi, con questo emendamento intanto state dimostrando che l'atteggiamento che avete criticato – mi riferisco a quando abbiamo abbandonato l'Aula – era corretto, perché oggi voi venite qui a correggere il tiro. Se lo correggete, vuol dire che quella volta il tiro era sbagliato. Quindi, se qualcuno ha abbandonato l'Aula, ha fatto bene.
È l'ennesima dimostrazione che è più facile non entrare nel merito e additare dicendo "state sbagliando". Probabilmente, quando si va a casa, il campanellino suona e si dice "forse avevano ragione", tant'è che oggi venite e aggiustate il tiro.
Non può criticare un atteggiamento quando lei è il primo, con questo emendamento, a riconoscere che quella volta in Commissione era sbagliato quello che stavamo facendo, tant'è che viene e fa un emendamento dove amplia, dove corregge, dove inserisce, dove mette all'interno qualcosa.
Le dirò, collega Bet, che già il fatto che ci rispondete in Ufficio di Presidenza che nel peggiore dei casi i problemi sono del funzionario, e facciamo una legge dicendo che nel peggiore dei casi quello che rimane con il cerino in mano è un funzionario, non siamo noi, perché è questo che è stato detto in Ufficio di Presidenza, già questo modo di legiferare noi non lo condividiamo, perché le cose fatte bene a metà sono fatte male a metà.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
La parola alla collega Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Ai dubbi che avevamo ci ha già risposto il collega Bet in parte in fase di discussione di Commissione e in parte in Aula. Molti dubbi, però, continuiamo ad averli. E non è una questione "oh, mamma mia, ho la responsabilità di votare o di non votare", perché qualcuno diceva "votiamo sempre, ci sono state leggi peggiori che abbiamo votato in termini di responsabilità generale".
Non c'è un parere dove dicono "State tranquilli. Voi, Consiglieri regionali, non avete nessuna responsabilità". Poi, se, per caso, ci sarà qualcosa da sborsare, vedremo. Lo farà il funzionario, vedremo chi, paga Pantalone e non si sa. Non è questa una risposta. Per noi questa, lo ha detto prima il collega Lorenzoni, rimane una proposta di legge che diventerà legge, che crea un precedente, e per noi non va bene. Questo è un parere nostro. Chiaramente, collega, ha già spiegato bene che per lei è diverso e che noi non abbiamo compreso pienamente quello che si voleva dire e potrebbe benissimo essere.
Dopodiché, però, uno dei dubbi che ha già in parte anche esternato la collega Camani permane ancora di più quando leggiamo il parere dell'Avvocatura generale dello Stato. Ritorno su quello che ho detto prima riguardo all'emendamento, perché stiamo discutendo dell'emendamento. Questa cosa perché non ce l'avete data prima? Era possibile averla prima per poterla valutare bene e fare una discussione prima dell'inizio dei lavori.
Beh, voi ce l'avevate, qualcuno ce l'aveva, noi no. Qualcuno qui in Aula ce l'aveva e noi no. Comunque, ben venga, l'abbiamo avuta. Alla pagina 4 si dice che niente impedisce di accedere all'aiuto in condizioni di parità con tutte le altre imprese aventi titolo. Bene, quindi uno dei dubbi è stato comunque tolto: queste aziende hanno titolo ad accedere. Dice anche, però, che la circostanza impediente costituisce addirittura il fatto costitutivo del diritto di accedere all'aiuto con preferenza rispetto alle altre imprese che non sono state interessate dalla circostanza impediente. È altro dire. È altro. E noi in fase di Commissione ve l'abbiamo chiesto. È vero, la Commissione europea non ti dirà mai che, nel fare un bando, tu non puoi mettere i criteri essendo tua competenza fare quel bando, ma questi sono criteri specifici e noi ‒ lei mi ha detto di sì ‒ mettiamo un criterio di priorità a favore di queste imprese.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Ribadisco che, al termine di questo mio intervento, uscirò dall'Aula, perché sono ancora più convinta di non votare questo provvedimento. Mi spiace che la lettura di un documento così importante arrivi adesso in Ufficio di Presidenza e che un documento di questo tipo non sia stato dato ai Consiglieri, a quanto vedo, solo di minoranza. Quindi, prima di tutto c'è un tema di metodo di procedura, in quanto un documento di questo tipo ‒ l'ho visto ‒ era in mano ad alcuni Consiglieri di maggioranza, mentre i Consiglieri di minoranza questo documento neanche ce l'avevano. Credo che questo già di per sé sia un atto piuttosto grave.
Intendo, inoltre, ribadire che in questo documento è riportata una frase, secondo me, palesemente chiara rispetto all'intervento che facevo prima sul principio di non discriminazione e di interesse generale di questa norma, che non ha. Ovviamente questo provvedimento sarebbe giusto se non impedisse di accedere all'aiuto in condizioni di parità con tutte le imprese aventi titolo. Ebbene, se noi davvero pensassimo che il tema è quello della crisi energetica, come effettivamente sta succedendo, pensate che con 500.000 euro, come stiamo scrivendo in questa norma, si possa davvero rispondere a tutte le imprese aventi diritto? No. Sarebbe stato diverso se la Giunta si fosse presa la sua responsabilità, avesse emanato eventualmente un bando ‒ ma chissà perché non lo fa ‒ e avesse messo eventualmente dei criteri in quel bando per poter permettere a tutte le imprese di accedere.
Ricordo, tra l'altro, che con una DGR di qualche mese fa è già stato dato un aiuto specifico alle vetrerie di Murano proprio per l'emergenza derivante dall'aumento dei costi della loro attività. È stato fatto. Qui stiamo facendo una norma non voglio dire "ad personam", ma qualcuno prima ha usato l'espressione "ad negotium", per alcune realtà che in questa norma – lo dice l'Avvocatura generale dello Stato – non hanno condizione di parità con tutte le imprese del Veneto.
Io sono felice che ve la votiate, perché appena il bando uscirà sarà mia cura, ma spero anche di altri, spiegare agli imprenditori veneti che pagano le tasse, che lavorano come muli, che hanno pagato le tasse e che hanno restituito i soldi dal 1995 ad oggi che per alcune imprese, invece, il trattamento è diverso. Mi impegnerò, spero con altri, oltre che a impugnare il bando, a uscire pubblicamente e ad andare, territorio per territorio, a dire che quelle persone che hanno lavorato, che hanno pagato, che hanno restituito i debiti e che hanno chiuso in quanto hanno restituito i debiti e non hanno retto hanno un trattamento diverso rispetto ad altre aziende.
C'è chi qui in Aula scuote la testa e a queste persone dico: leggetevi bene i documenti e prendetevi le vostre responsabilità, perché io credo che, invece, questo voto che voi oggi darete darà ragione a noi. Del resto, lo dice l'Avvocatura generale dello Stato. L'altro parere che ci è stato dato dice che oggi voi potete votare senza problemi. Io non ho paura di votare una cosa, se serve davvero, lo farei volentieri. Ma questa è una norma diversa, è una norma che non tutela gli interessi generali di tutte le aziende venete, è una norma che non garantisce un principio di equo trattamento, è una norma che interviene utilizzando e forzando una norma. Inoltre, come ha detto oggi l'Ufficio di Presidenza, gli emendamenti, come l'emendamento adesso in discussione, sono solo un parziale aggiustamento – è stata usata più o meno questa parola – di una norma che, come dice l'Avvocatura generale dello Stato, è assolutamente da buttare nel cestino. Credo che sia abbastanza chiaro.
Ognuno, quindi, si prenda le proprie responsabilità qui in Aula. Io me le prendo uscendo in segno di protesta rispetto ad una norma di questo tipo. Nel momento in cui stanno chiudendo le RSA, gli asili e le imprese virtuose di questo territorio, credo davvero che questa sia una presa in giro e un calcio nel sedere ai veneti che lavorano davvero.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento
n.
B0001, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Procediamo adesso con la votazione dell'articolo 1.
Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie.
Vorrei giusto farvi capire com'è venuto fuori l'articolo con l'emendamento che abbiamo appena approvato e chiarire di cosa si tratta. Ve lo leggo: "a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina, al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dagli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, a supporto della liquidità delle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia sono destinati 500.000 euro alle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia che hanno beneficiato degli sgravi", quegli sgravi di cui parlavamo. In altre parole, io sono una vetreria di Murano che non ha beneficiato degli sgravi e, quindi, non ha avuto la necessità di restituirli e non posso partecipare al bando. Io, che non posso più pagare le bollette perché davvero la crisi energetica la tocco tutti i giorni, non posso accedere a queste risorse. Sono risorse in più che avete trovato e, quindi, non pregiudicano le possibilità per la vetreria di Murano che non aveva preso quegli sgravi di avere un sostegno? No, sono le stesse risorse. A proposito di responsabilità: oltre ad andare a plaudire a chi si lamenta, vada, Assessore, nelle vetrerie di Murano che non hanno preso i contributi la volta scorsa... Presidente?
PRESIDENTE
Assessore Marcato, innanzitutto indossi la mascherina e poi lasci intervenire la collega Camani.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Guardi, siamo abituati a sentire le sue di sciocchezze, quindi porti pazienza. Comunque, semmai le vetrerie di Murano le hanno salvate i soldi dei veneti, non lei. Con gli schei degli altri sono buoni tutti.
La vetreria di Murano che non ha richiesto gli sgravi, che li ha restituiti e che oggi non può pagare le bollette non può accedere a queste risorse. Ma, siccome avete voluto interpretare il parere dell'Avvocatura dello Stato in senso estensivo e, quindi, siccome sarebbe stato illegittimo fare un provvedimento che finalizzasse le risorse solo alla restituzione dei contributi, avete allargato a tutti. Alla fine, però, che cosa succede? Che l'ammontare del beneficio concedibile a ciascuna impresa non può essere superiore all'importo non rimborsato. Quindi, se sono una vetreria di Murano che non aveva fatto richiesta di sgravio e che oggi non paga le bollette perché c'è la crisi energetica non posso accedere a questi contributi. Ancora, se sono una vetreria di Murano che aveva anche chiesto il contributo e che lo ha anche restituito posso accedere ai contributi, però per l'importo che devo ancora restituire, cioè zero. Ripeto, zero. L'avete scritta diversamente, ma il risultato è esattamente lo stesso. Li state prendendo in giro. Fortunatamente ci sono delle istituzioni, a partire dalla Corte dei conti, che non si fanno proprio prendere in giro.
Voi, quindi, avete fatto finta di allargare togliendo l'esplicito riferimento al rimborso delle quote non rimborsate, ma nella sostanza, per come è scritta la norma e per come è uscita...
PRESIDENTE
Collega Formaggio, mi sembra di averla citata piuttosto spesso oggi. È l'energia che arriva dal post ferie che la rende così irrequieto? Troppi caffè al bar? Per favore, vada a parlare fuori la prossima volta!
Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
L'ammontare del beneficio concedibile non può essere superiore all'importo non rimborsato. È evidente che questa norma è fatta solo per le imprese che non hanno rispettato la procedura prevista dall'Unione europea, la sentenza della Corte di giustizia.
Vado a chiudere. Sapete perché l'assessore Marcato si annoia a sentire quello che sto dicendo? Perché non è lui che deve votare questo provvedimento. Lo dovete votare voi. In realtà, siccome le risorse ci sono già dentro la legge, siccome le modalità di deroga ci sono già, perché le stabilisce la Commissione europea e le ha stabilite un decreto del Governo, questo provvedimento poteva essere fatto anche con un atto di Giunta, come ha fatto tante volte, l'assessore Marcato, per salvare i pistoleri, per salvare i pescatori, per salvare i pastori. Però, questa volta l'assessore Marcato, per salvare chi non ha restituito i soldi, non fa la delibera di Giunta, non fa l'atto di Giunta per destinare quei 500.000 euro, lo fa fare a voi, perché è chi vota, è l'atto che fonda questo provvedimento rispetto al quale si chiederà conto, e quindi è infastidito che io cerchi di spiegare o di capire insieme a voi esattamente cosa stiamo votando.
Ebbene, visto che lei salva tutti con i soldi dei veneti, ritiri questo progetto di legge, faccia una delibera di Giunta, la voti lei, l'assessore Lanzarin, l'assessore Calzavara, l'assessore Caner, e torni in Aula a spiegarci se si fanno così le cose. D'altronde, noi siamo di minoranza e possiamo permetterci – lo dico con rispetto per il ruolo dei Consiglieri di maggioranza – di fronte a questi atti di prepotenza di dire di no. Sarebbe utile, prima di votare queste cose, che anche i Consiglieri di maggioranza chiedessero alla Giunta di assumersi la responsabilità delle cose che è necessario fare per salvare il Paese.
PRESIDENTE
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
La consigliera Camani ha ben letto come viene fuori l'articolo, ma il relatore Bet sicuramente dirà: dovete leggere tutta la legge, non solo il singolo articolo. Bene. Però, ha detto anche altre cose che io condivido. Tuttavia, anche se io leggo tutta la legge e non il singolo articolo ottengo un risultato non uguale, ma molto simile...
PRESIDENTE
È possibile avere tranquillità in Aula?
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Dicevo, ottengo un risultato non uguale, ma molto simile a quello che diceva anche la collega Camani. Comunque, quel fatto di precedenza rimane, per cui con 200.000 euro, facendo la stima dei soldi che dobbiamo dare a queste imprese e non ad altre, rimane ben poco. Allora io dico: visto che abbiamo parlato delle vetrerie di Murano a cui la Regione, come prima ricordava anche la collega Ostanel, aveva già stanziato dei soldi, cosa facciamo per le altre aziende della pesca di Venezia e di Chioggia, pe le aziende del tessile o per le aziende del turismo? Del resto, vediamo che, purtroppo, la crisi energetica sta colpendo in modo trasversale tutti. E le case di riposo?
Ritengo, quindi, che su questa tematica una riflessione leggermente diversa rispetto a quella che stiamo facendo per giustificare l'erogazione di questi soldi a queste imprese dovremmo farla in altra seduta.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Prendendo le finalità, il cappello che declina questo provvedimento, insieme ai colleghi ci ponevamo il seguente quesito: perché a seguito dell'aggressione della Russia, perché a seguito della pandemia, perché a seguito della crisi non si può fare la stessa cosa per il settore tessile o manifatturiero? Lo chiediamo. Poniamo una domanda. O per il settore turistico. È una domanda, la nostra. Siccome questa è una sede politica e facciamo le leggi, noi chiediamo perché non facciamo anche per le aziende turistiche e del settore manifatturiero una norma uguale a questa.
Assessore, a lei che è così attento alle necessità – glielo dico davvero, lei risulta essere Assessore molto attento, e questa cosa è percepita anche all'esterno – noi che siamo un po' più distratti di lei chiediamo: perché con queste finalità non andiamo ad aiutare il settore calzaturiero della Riviera del Brenta? Quello sì che sta chiudendo veramente, quello sì che stava in salute prima. E perché non andiamo ad aiutare quelle imprese turistiche che non hanno più riaperto? E perché non andiamo ad aiutare a pagare gli affitti quei commercianti a Venezia che non hanno più aperto? Chiedo per un amico, Assessore.
Mi rivolgo ai Consiglieri di Chioggia in quest'Aula. Magari qualcuno sta seguendo il dibattito e ha cominciato a chiamare e a dire: ragazzi, arrivano soldi a Chioggia, alle imprese della pesca, la Regione salverà l'ittica di Chioggia. Ebbene, sono andato a informarmi, colleghi, tanto perché si sappia di che numeri stiamo parlando: su 200.000 euro solamente 16.000 euro sono destinati alle imprese ittiche, 12.900 più 4.800. Il resto sono soldi che andranno alle vetrerie: fornace è l'una, fornace è l'altra. Quindi, questa cosa è anche un po' viziata, perché sembra quasi che con questo provvedimento l'Assessore stia salvando la pesca di Chioggia e di Venezia. Quindi, tanto per chiarezza nei confronti di chi ci sente, è giusto ribadire che meno del 10% di questa somma andrà all'indotto della pesca.
Tutto questo per dire cosa? Lei, Assessore, prima diceva, rispondendo alla consigliera Camani, che gli aiuti alle imprese del vetro di Murano sono stati dati. È vero, l'aiuto è stato dato. Però, a questo punto dico: ma vi sembra normale che stiamo aiutando le stesse aziende che abbiamo già aiutato prima e non pensiamo di aiutare qualcuno che non è stato aiutato neanche prima? Perché, colleghi, questo non è un aiuto alla pesca, ma al vetro di Murano. Alla pesca, infatti, vengono destinati 16.000 euro su 200.000 con questo provvedimento. Ma, allora, sentendo dire l'Assessore che il vetro di Murano è stato aiutato, ed è vero, io le chiedo, Assessore: perché non aiutiamo chi non ha avuto nessun aiuto e andiamo ad aiutare quelli che hanno già avuto un aiuto prima? Pongo una domanda politica. Siamo così affezionati solo a un segmento produttivo del Veneto o abbiamo a cuore tutto il nostro Veneto? Il calzaturiero non ha avuto aiuti. A quelli li diamo due volte e là neanche una. Alcune aziende turistiche non hanno avuto aiuti. A quelli li diamo due volte, di cui la seconda "ad bottegam". Non ad personam, ma "ad bottegam", proprio a bottega, perché la legge fa nome e cognome della bottega. Quindi, diamo i soldi "ad bottegam". Cioè, noi diamo i soldi a quella bottega. Non al vetro di Murano, a quella fornace, con nome, cognome, indirizzo e cifra. Prima c'erano le leggi ad personam, ora ci sono le leggi "ad bottegam". È così: c'è il nome della bottega. Assessore – ripeto, chiedo per un amico, anche perché io so che lei ha una pronta risposta, e noi la ringrazieremo della sua risposta –, continuiamo ad aiutare ancora da una parte e non aiutiamo dall'altra.
Su uno scenario – faccio un passo indietro – dove il cappello di tutto è "a seguito dell'aggressione in Ucraina", "a seguito della pandemia" e "a seguito della crisi", o lei mi dice che solamente queste imprese hanno vissuto queste condizioni, oppure lei mi deve dire perché continuiamo, da una parte, ad aiutare sempre gli stessi, dall'altra a fare provvedimenti "ad bottegam", dall'altra a essere miopi nei confronti di alcuni settori.
La collega Camani ha fatto una battuta prima che, Consiglieri, dovrebbe interessare tutti, perché a chi non era di là durante la pausa, ai Consiglieri che non erano di là durante la pausa vorrei dire che alla domanda se questo provvedimento poteva farlo la Giunta direttamente la risposta è stata "sì". Ripeto, alla domanda se questo provvedimento poteva farlo direttamente la Giunta, senza dire pareri o contro-pareri, senza calare l'asso nella manica "arrivo a mezzogiorno e te lo do alle 13", sapete qual è stata la risposta? Sì, poteva farlo direttamente la Giunta. Invece, Assessore, lo facciamo noi. Dopo, se qualcosa va male, va dai Consiglieri e dal funzionario. Per forza che siete sereni! Votatevelo voi e anche noi ci mettiamo qui belli sereni. Invece, ci troviamo accusati di non votare un provvedimento, quando alla domanda ai tecnici se poteva farlo la Giunta, senza venire in Consiglio a dover chiedere il parere all'Avvocatura dello Stato per capire se rischiamo di imbatterci in qualcosa, la risposta è stata "sì, poteva farlo la Giunta". Lo ripeto ai colleghi che non erano là: poteva farlo la Giunta. La risposta è stata questa.
Assessore, capisce che qualcosa non va, capisce che da questa parte ci sono sicuramente Consiglieri che fanno più fatica a capire, dal momento che noi non abbiamo la vostra velocità e la vostra virtuosità di ragionamento. Tuttavia, dopo un mese, forse complici le ferie, pensandoci ci arriviamo anche noi. Se è tutto a posto, fatevi il provvedimento. Invece, così il problema sarà del Consiglio o, male male che va, del funzionario. Funzionario, non ti invidio, il problema sarà tuo. E lo hanno detto. È stato detto di là pubblicamente: il problema male male va dal Consiglio al funzionario.
Capite che c'è qualcosa che non va? Capite che anche in quella Commissione ci avete detto che siamo visionari e dopo siete andati a chiedere i pareri? Forse vuol dire che non eravamo tanto visionari. Come non lo siamo oggi visionari. Come non lo siamo oggi! Perché questa vicenda non si ferma qui. Ma non è una minaccia politica, è perché fuori c'è tanta di quella gente che si vedrà trattata con disparità. Quando uno non ha più niente da perdere proverà a dire: come, lui sì e io no? E là si aprirà la giostra. Non è vero che non succederà niente. Non è vero che non succederà niente, perché quando uno ha fame e non ha niente, mentre uno ha fame e ha due volte, non vi preoccupate che sono gli altri che ve lo mettono in conto. Non è un gioco politico. Non è un gioco politico.
Io dico, assumendomi la responsabilità di quello che dico, che se fosse stato tutto così leggero e leggiadro il provvedimento avrebbe dovuto farselo la Giunta. Invece, lo facciamo noi, chiediamo i pareri, analizziamo, approfondiamo, ci convinciamo l'un l'altro a dire che è giusto. Ma non è giusto per niente, anche semplicemente dal punto di vista morale e politico, dare gli aiuti a chi li ha già avuti e non darli a chi non li ha avuti. Basterebbe dire che stiamo dando gli aiuti una seconda volta. E non stiamo aiutando la pesca di Chioggia, considerato che su 200.000 euro appena 16.000 sono destinati alla pesca, ma stiamo dando di nuovo i soldi alle fornaci. Per carità, non ho nulla contro le fornaci. Si figuri, ho preso anche un voto da uno delle fornaci. Si immagini se vado contro le fornaci. Ne ho uno e me lo tengo. Però, politicamente non è giusto dare i soldi ancora agli altri con una legge apposita, escludendo quelli che non li hanno avuti. Questa non è una buona azione politica.
La paternale del padre di famiglia che ci avete fatto finora cade di fronte ad un'affermazione del tipo: collega Camani, noi abbiamo aiutato quel tipo di imprese. Dopo le aiutiamo di nuovo facendo una legge e diciamo a tutti gli altri: arrangiatevi! Politicamente è giusto, al netto dei tecnicismi? Quante imprese avete a casa vostra che non hanno avuto niente e che soffrono, anche loro, a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina, a seguito della pandemia, a seguito della crisi? Ma con questo cappello non potevamo darli a chi non li ha mai avuti, anziché darli a chi li ha avuti di nuovo con una legge "ad bottegam"? E non è un'offesa, perché c'è il nome delle botteghe, delle aziende. Basterebbe questo per dire che questa è un'azione politica scomposta e ingiustificata.
PRESIDENTE
Collega Speranzon, prego.
Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Ho ascoltato con grande interesse tutto il dibattito che si è sviluppato, però di fronte a un provvedimento che mette in condizione alcune aziende del nostro territorio di poter avere la possibilità di continuare ad aprire le serrande, di continuare a lavorare, di continuare a permettere a decine, a centinaia di famiglie di avere un'opportunità, di continuare a garantire anche il mantenimento di importanti tradizioni e di manifatture che ci invidiano a livello globale, tutto questo mette il Gruppo di Fratelli d'Italia innanzi a una responsabilità tale che supera anche qualsiasi preoccupazione che possiamo avere personalmente rispetto al fatto che assumerci la responsabilità di votare questo provvedimento possa significare anche rischiare qualcosa. Siamo disposti a rischiare qualcosa. Oggi il Gruppo di Fratelli d'Italia, in questo Consiglio regionale, è disposto ad assumersi la responsabilità di votare a testa alta un provvedimento utile per le imprese del nostro territorio e lo voterà.
PRESIDENTE
Nessuno l'ha interrotta, collega Montanariello.
Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Chi mi ha preceduto...
PRESIDENTE
Collega Montanariello, per favore.
Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Chi mi ha preceduto in alcuni interventi ha detto che non era disponibile a votarlo per questioni di forma, altri hanno detto per questioni legate alla legittimità, altri ancora, come nel suo ultimo intervento il collega Montanariello, intervento molto diverso dagli interventi che l'hanno preceduto, quindi ha modificato anche nel corso degli interventi la propria posizione non avendo più modo di attaccarsi a questioni di illegittimità formale, perché sono smentite dai pareri dell'Avvocatura dello Stato, hanno detto che il vero problema è che stiamo dando a qualcuno. Sì, stiamo dando a qualcuno, e ci assumiamo la responsabilità di dare a qualcuno, a chi è stato penalizzato da una pandemia che era imprevista, a chi è penalizzato da costi insostenibili determinati da eventi globali che non erano sotto il controllo e non potevano essere previsti certamente dalle imprese del Veneto.
Il Gruppo di Fratelli d'Italia, pertanto, voterà convintamente questo provvedimento, assumendosi la responsabilità di quello che fa all'interno di quest'Aula.
PRESIDENTE
Collega Montanariello, lei ha già parlato ampiamente. Inoltre, non c'è stato nessun riferimento a fatti personali. Quindi, non le do la parola. Per dichiarazione di voto può intervenire, certo, se però rimane in Aula a votare. Se non partecipa al voto, lei non fa la dichiarazione di voto. Collega Montanariello, lei partecipa al voto?
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
No, ora sono alla dichiarazione di voto...
PRESIDENTE
Il ventriloquo di Albettone taccia.
Sospendo la seduta.
La Seduta è sospesa alle ore 16.42
La Seduta riprende alle ore 16.43
PRESIDENTE
Collega, metta la mascherina.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, dichiarazione di voto...
PRESIDENTE
Sto ascoltando gli uffici. Le sto dicendo questo in base al Regolamento. Faccia la dichiarazione di voto.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, presidente Ciambetti.
Lungi da me entrare in polemica con lei, visto che c'è un clima molto disteso oggi.
PRESIDENTE
È in dichiarazione di voto, glielo ricordo.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Volevo chiarirmi con lei per gentilezza, Presidente.
PRESIDENTE
Dichiarazione di voto, glielo ricordo.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, noi abbiamo pensato, a fronte di quello che ha detto il collega Speranzon, che lo stesso ragionamento che il collega fa, che è legittimo... Lei si assume la responsabilità. Tra un po' ha l'immunità. Bravo, sono contento, complimenti. Assumiamocela tutti la responsabilità. Però, caro collega, non siamo noi che abbiamo cambiato il tiro dell'opposizione durante il corso della seduta, è la maggioranza che ci ha dato le carte durante il corso della seduta. Sono due cose diverse.
PRESIDENTE
Collega Montanariello, le ho dato la parola per esprimere il voto.
Se continuate, interrompo la seduta. Sia chiaro.
Collega Montanariello, glielo ripeto, lei è in dichiarazione di voto. Deve esprimere cosa voterà e perché voterà.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, se la dichiarazione di voto prevede del tempo non è che...
PRESIDENTE
No, lei è in dichiarazione di voto.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
La sto facendo. È propedeutico. Non sono mica una macchinetta. Devo dire perché faccio quello che faccio, o no? Vivaddio. Non è che quando c'è la pluralità delle voci, soffochiamo quella che dice una cosa diversa dalla nostra.
PRESIDENTE
No. È il Regolamento che dice che lei è in dichiarazione di voto.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Sto dicendo una cosa seria. Sto dicendo che...
PRESIDENTE
Questo lo decideremo dopo.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Per me è seria. Non sono bravo come voi, ma per me è seria. Non sto dicendo una cosa sbagliata e non sto offendendo. E la dico, perché è propedeutica a giustificare quello che faremo, perché la gente fuori non creda che abbandoniamo l'Aula perché ci dipingete come quelli che hanno paura.
PRESIDENTE
Quindi, lei non partecipa al voto?
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Sto finendo.
Collega Speranzon, quello che dice lei è giusto, ma deve valere per tutti. Siccome noi crediamo che i veneti abbiano tutti pari dignità, votando adesso questo provvedimento vuol dire che li distinguiamo, ed è per questo che a malincuore noi abbandoniamo l'Aula.
PRESIDENTE
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo
1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
34 voti favorevoli, 17 assenti.
Articolo 2.
Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Intervengo sia sull'articolo 2 che sull'articolo 3, che riguardano le risorse utilizzate per questa legge, per puntualizzare due concetti di cui abbiamo già avuto modo di parlare.
La deroga che ha previsto l'Unione europea dovrebbe avere l'obiettivo di utilizzare gli aiuti anche per completare il recupero di crediti precedentemente non rimborsati, e non esclusivamente. Tant'è che il parere dell'Avvocatura dello Stato ci chiede non solo di estendere la platea anche ai soggetti che hanno rimborsato, ma dice che meglio ancora sarebbe riservare soltanto una quota delle risorse a disposizione per le imprese che non hanno rimborsato.
Se dobbiamo fare un intervento che serve per fronteggiare l'emergenza Covid o l'emergenza della crisi energetica conseguente alla guerra, se vogliamo mettere delle risorse per consentire alle vetrerie di Murano, collega Speranzon, di tirare su di nuovo la serranda, allora lo dobbiamo fare riservando una quota di quei 500 milioni a chi deve ancora rimborsare, destinando la parte principale a chi ne ha bisogno, proprio perché l'obiettivo che voi dite di avere è quello di aiutare. Invece, nel modo in cui voi l'avete impostato, anche e soprattutto con l'emendamento correttivo in corsa, avete rovesciato, ribaltato formalmente la logica di questa disposizione, che non è "siccome c'è la crisi energetica, io destino una parte delle risorse che già avevamo messo a bilancio per le imprese in difficoltà", ma è "trovo un escamotage per chiudere una procedura di infrazione o per sopperire a una sentenza della Corte di giustizia". Quindi, il primo tema è questo. Stiamo dicendo una cosa e facendone un'altra. Questo è un problema rilevante.
La seconda questione, ed è il punto su cui vorrei tornare rispetto a prima, è che noi nel 2020 abbiamo già fatto una legge per fronteggiare l'emergenza Covid, su cui, poi, siamo ritornati anche per fronteggiare le emergenze successive. Era la legge del 2020, mi pare la n. 21. Ci abbiamo messo 60 milioni di euro. Già in quella legge abbiamo affidato a Veneto Sviluppo la gestione dei Fondi di rotazione per i finanziamenti alle imprese. Sulla base di quella legge che noi abbiamo fatto nel 2020, la Giunta ha fatto una serie di provvedimenti per trasformare le indicazioni della legge in atti concreti.
L'articolo 1, comma 5, della legge regionale per il finanziamento e il sostegno alle imprese in crisi dice: "La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, individua i settori di intervento e adotta disposizioni attuative, con particolare riferimento alla modalità di gestione degli strumenti finanziari". C'è scritto nella legge che abbiamo già votato. Avete i 60 milioni che servono per aiutare le imprese. La Giunta adotta, sentita la competente Commissione, i provvedimenti necessari per l'erogazione dei fondi. Lo avete fatto. Lo avete fatto con diverse delibere di Giunta.
Noi dicevamo, nella legge: "Dovete aiutare le imprese del Veneto, possibilmente le piccole e le medie imprese, nei settori a rischio. Vi diamo 60 milioni, cara Giunta. Decidete come volete spenderli". Mi chiedo perché, fatalità, con tutti gli altri provvedimenti, non solo i fondi di rotazione, anche le risorse a fondo perduto le avete destinate con provvedimento di Giunta.
E volete farmi credere che oggi serve una legge regionale che non aggiunge soldi, solo per costituire il fondo, con il soggetto che è già individuato? C'è Veneto Sviluppo, gli strumenti sono già individuati, le maxi categorie, piccole e medie imprese artigiane e cooperative sono già individuate dalla legge n. 21 del 2020. A cosa serve una legge regionale, oggi, con questa finalità? C'è il Fondo anticrisi attività produttive, assessore Marcato. Usi quello. Invece, chiede al Consiglio regionale di intervenire con una legge.
Non è una questione, lo dico per evitare richiami inutili alla responsabilità, di voler rispondere o meno con il proprio patrimonio. Chi fa questo mestiere lo mette un po' in conto, si fa le assicurazioni. Non so neanche se ci siano profili di illegittimità in una legge di questo genere. Ho cercato di spiegare che questa non è una legge generale. Quella che vi verrà contestata non è l'incostituzionalità di questa legge, ma il fatto che voi state facendo un provvedimento ad hoc per tre imprese, quattro, e state tentando di spacciarlo come un provvedimento generale. È qui che sta la vostra responsabilità.
Spero che nessuno di voi conosca i proprietari della fonderia di Murano. Spero che nessuno di noi sia andato a far visita a queste imprese, che ci abbia magari anche scambiato qualche telefonata. Il punto è questo: noi dobbiamo tenere un quadro generale.
La differenza tra un atto di Consiglio regionale, un atto legislativo e un atto giuntale è esattamente questa: la generalità. Noi dobbiamo tenere il quadro, costruire leggi che servano erga omnes, e la Giunta ha la responsabilità di trasformare quelli che sono i princìpi che noi indichiamo in atti concreti, di decidere dove indirizzare le risorse, di decidere anche che di quei 60 milioni 500.000 servono per chiudere la procedura di infrazione, o per accogliere la sentenza della Corte.
Non è nostro compito, non è nostra responsabilità. Infatti, la Giunta l'ha già fatto diverse volte, con diverse delibere di Giunta, con diversi bandi di gara, con l'erogazione sia di contributi di rotazione che addirittura di contributi a fondo perduto.
Chiudo davvero. Non contesto la finalità, l'interesse generale di evitare che lo Stato italiano spenda 12 milioni di euro per quattro – lo ripeto, quattro – aziende che non hanno restituito i contributi. È giusto. Ma, allora, la responsabilità se la deve prendere chi ha questo compito dentro le Istituzioni. Io continuo a pensare che questa responsabilità sia della Giunta e non possa essere scaricata sul Consiglio regionale, che fa un altro mestiere, cioè fa le leggi, costruisce e organizza in termini generali i provvedimenti e certo non può perdere del tempo ad assumersi dei rischi perché qualcun altro non lo vuole fare.
PRESIDENTE
Non vedo altri interventi. Lo speravo.
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, nel corso del dibattito è emerso un altro passaggio importante, che è stato anche urlato come un manifesto che ha spinto i Consiglieri e la Giunta a produrre quello che, alla fine, stiamo discutendo oggi, che è quello di dire che noi ci facciamo in qualche modo carico di un problema che c'è, altrimenti lo Stato ha un'infrazione di 12 milioni di euro ogni sei mesi, ha già avuto una sanzione di 30 milioni.
Presidente, siccome io sono un Consigliere regionale del Veneto, mi pongo anche una domanda, che credo sia del tutto legittima: al netto delle visioni politiche, al netto dei filoni di pensiero e dei ragionamenti o di chi crede di avere la ragione, piuttosto che altro, colleghi, non ce l'ha nessuno, la ragione. Il tempo solo dirà chi aveva ragione.
Il tema è che noi, oggi, pur non essendo catastrofisti, potremmo condividere tutti il dato oggettivo che, comunque, ci stiamo assumendo una parte di rischio di qualcosa, più o meno piccola, che sia dei Consiglieri, che sia del funzionario, che sia della Giunta, che sia di altri.
Noi diciamo "i Consiglieri", voi dite "no, è il funzionario", qualcuno dice "poteva farlo la Giunta". Comunque, un pezzo della Regione Veneto si sta assumendo una responsabilità. Credo che fin qui siamo tutti d'accordo, o no? In base alle nostre posizioni, vi è un dato ineludibile: la Regione Veneto si sta assumendo una responsabilità per sistemare una partita che è in capo allo Stato.
A questo punto, mi pongo una domanda. Me la pongo perché è nostro diritto saperlo, perché dobbiamo essere trasparenti di fronte ai cittadini e perché bisogna dire loro la verità. Presidente, siccome le Istituzioni hanno il dovere di dire la verità ai cittadini e noi non possiamo decidere delle partite senza perlomeno ‒ seppur delegati ‒ coinvolgere i cittadini che ci hanno votato, i cittadini del Veneto, anche quelli che non ci hanno votato, e non possiamo scegliere noi da soli quali partite aggiustare e quali no, mi pongo una domanda.
È un dato oggettivo che oggi il Veneto si assume un pezzo di responsabilità: Giunta, Consiglio, funzionario, chi volete. Ognuno a modo suo ha indicato qualcuno che rischia. La maggioranza dice il funzionario, noi diciamo il Consiglio, magari qualcun altro dirà altro. La mia domanda è questa: perché dobbiamo assumerci un pezzo di responsabilità? Noi, come prime persone. Non è che il funzionario diventa responsabile e non c'entra niente con noi. Il funzionario è un nostro collaboratore. Non è che il funzionario non lo conosciamo. È una persona che lavora per il Consiglio regionale, per la Regione, per la Giunta e per chi sarà.
Credo poco al senso di patriottismo di chi dice che urla vendetta, che abbiamo avuto 30 milioni e che ogni sei mesi abbiamo 12 milioni di sanzioni. Di fronte ai soldi, credo poco al patriottismo. Magari è una mia deformazione, ma, colleghi, non credo che all'improvviso siamo diventati patrioti e vogliamo salvare l'Italia, così. Ieri autonomisti e oggi patrioti. Capisco che la linea del patriottismo paga, e lo vediamo con la Meloni, però costruiamo un percorso, non agiamo all'improvviso. Ricicliamoci, è stato fatto tante volte in politica. Battute a parte, vorrei sapere qual è l'interesse per la nostra Regione a fare questo provvedimento. È una domanda. Siccome finora non si è capito qual è l'interesse della Regione Veneto, mi chiedo: domani ai nostri cittadini cosa risponderemo quando ci chiederanno qual è l'interesse di questo provvedimento? Abbiamo salvato lo Stato. È questo? Può essere. Vorrei capire, però, la nostra Regione cosa ci guadagna, la Regione Veneto e i cittadini veneti cosa ci guadagnano ad assumersi una responsabilità per fare un piacere a un altro Ente, senza avere nemmeno le garanzie del caso. Non è scritto da nessuna parte che il Governo, piuttosto che qualcun altro, impugni la legge.
PRESIDENTE
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
La collega Camani prima ha espresso esattamente quello che volevamo dire, cioè il fatto che comunque si poteva fare un atto di Giunta e, con quello, sistemare il tema. Il tema, quindi, sta a cuore a tutti noi. Se per noi lo strumento è sbagliato, la questione non è non volersi assumere la responsabilità da Consiglieri regionali, ma volersi assumere la responsabilità di fronte a tutti i veneti di un atto scorretto, per quanto ci riguarda.
Comunque, come fonte finanziaria, ci sono 500.000 euro. 190, se non erro, dovrebbero andare a chi ha la precedenza per i problemi che abbiamo già citato. Ne rimangono 310 per altre imprese. Bene. Se per caso altre imprese, di tutte quelle che ne faranno richiesta, perché credo che ce ne saranno molte, viste le criticità che stanno emergendo e che sono già emerse, hanno maggiori problemi per quanto riguarda l'aspetto energetico rispetto a quelle che hanno avuto la precedenza per motivi non legati alla guerra, mi chiedo come risolveremo questa questione. Anzi, no: è un problema del funzionario. Grazie.
PRESIDENTE
Metto in votazione l'articolo
2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
34 favorevoli.
Scusatemi se non sono precisissimo, ma c'è un problema nel sistema informatico e facciamo da passaparola. Lo dico alla SARI: questo nuovo sistema di votazione non mi convince, perché si deve votare due volte per dare conferma del voto. Quindi, va rivisto. Non è possibile complicare la vita su cose che dovrebbero essere semplici.
Metto in votazione l'articolo
3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
34 favorevoli.
Metto in votazione l'articolo
4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
36 voti favorevoli.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Venturini, prego.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Come Gruppo di Forza Italia, comprendiamo la rilevanza dell'atto che andiamo ad approvare. Vorrei sottolineare anche che viene applicato in maniera plastica ed evidente un principio costituzionale: quello della leale collaborazione tra Amministrazioni, quindi tra lo Stato e la Regione. Vorrei sottolineare la "leale collaborazione", soprattutto da parte della Regione, in questo caso.
Chiedo di poter acquisire agli atti del Consiglio il secondo parere espresso dall'Avvocatura generale dello Stato, il CS 32856/2022, e risposta del 17/08/2022. Chiediamo che venga inserito negli atti del Consiglio ed esprimiamo parere favorevole.
PRESIDENTE
Collega Camani, per dichiarazione di voto.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Con questa dichiarazione concludiamo una discussione importante e impegnativa che, dal nostro punto di vista, finisce così com'è cominciata. Annuncio, quindi, fin da subito che il Gruppo del Partito Democratico e le minoranze non parteciperanno a questo voto.
Mi limiterò, davvero brevemente, giusto perché rimanga agli atti, a ripercorrere il ragionamento che ci porta oggi a questa decisione, che non è irresponsabile. Semmai, è molto dolorosa. Quando un Consigliere regionale deve rinunciare a esercitare la propria prerogativa, che poi è quella del voto, capite bene che ci si ritrova in una condizione assolutamente antipatica.
Abbiamo detto che questo progetto di legge ha la finalità di istituire un regime di aiuti nuovo utile alle imprese che non sono state in grado, dal 2015 in poi, di restituire i contributi illegittimamente percepiti. È una norma, dunque, che interviene in un caso specifico, quello di quattro imprese. Calcolate che, su un importo rilevante di questi contributi erogati, anzi di questi sgravi fiscali, oltre 2,5 milioni non potranno essere recuperati perché le imprese che avevano goduto di quegli sgravi fiscali nel frattempo sono state chiuse o sono fallite. In quel contesto, si chiede al Consiglio regionale di costruire una legge che con una mano dia ciò che con l'altra mano toglie. Siccome me li devi restituire, ma non me li stai restituendo da tanto tempo, e so che non me li restituirai, ti presto i soldi che tu mi devi ridare. Stiamo facendo questa roba qui. Ti do un po' di soldi dei veneti, che tanto mi riprendo il giorno dopo, perché tu non me li ridai. Questo è il meccanismo. Perché lo possiamo fare oggi e non prima? Perché le Istituzioni comunitarie prima e il Governo poi hanno detto che ci sono alcune condizioni straordinarie determinate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina e, dunque, dalla crisi energetica che devono un po' ammorbidire, alleggerire i vincoli della finanza pubblica. E noi, anziché interpretare questa modalità positiva delle Istituzioni comunitarie e nazionali per andare incontro alle esigenze delle imprese, ne approfittiamo per fare un giro di soldi e per chiudere una procedura di infrazione.
Da dove arrivano questi soldi? Questi soldi, questi 200.000 euro che queste imprese avrebbero dovuto dare allo Stato, ma che non hanno dato, verranno prelevati tra quei 60 milioni che la Regione del Veneto aveva già messo a disposizione per le imprese davvero in difficoltà, davvero in crisi. A chi diamo questi soldi? Li diamo a quattro imprese. Facciamo finta di darli a tutti, invece li diamo a quattro imprese, utilizzando la deroga in maniera discutibile. Certo, tutto si può dire tranne che le ragioni per cui queste imprese non hanno restituito sgravi illecitamente ottenuti possa essere il Covid o la crisi energetica.
Dunque, la deroga viene utilizzata per una finalità palesemente diversa da quella che aveva in mente il legislatore quando l'ha immaginata. In altre parole, la deroga da vincolo, limite da superare, si è trasformata nel criterio di assegnazione delle risorse. Anziché essere un handicap il fatto che non mi sono comportata correttamente, non ho restituito quanto dovuto, diventa un premio. Per cui, anziché doverci mettere di mio, c'è la Regione del Veneto che mi recupera i soldi necessari.
Credo ‒ e vado a chiudere ‒ che questo progetto di legge, per come è stato costruito, sia mal posto. Credo venga utilizzato uno strumento scorretto e che venga volutamente interpretata in maniera sbagliata una norma che, invece, aveva una finalità di supporto. Credo si sia utilizzato lo strumento sbagliato. Come abbiamo avuto modo di dire, la situazione avrebbe potuto essere risolta con un provvedimento di Giunta, senza mettere il Consiglio regionale nell'imbarazzo di dover discutere se sia giusto o meno dare 200.000 euro a quattro aziende.
Dunque, la responsabilità che il legislatore regionale ha e dovrebbe avere qual è? Quella di inventarsi strumenti improbabili, discutibili, forse anche illegittimi, per risolvere problemi che finora non è stato capace di risolvere o la responsabilità dei Consiglieri regionali è quella di individuare le modalità corrette per recuperare legittimamente risorse che avrebbero già dovuto essere nelle casse della Regione o dello Stato? È facilissimo risolvere situazioni complesse "coi schei dei altri". Facilissimo, tutti siamo capaci di risolvere problemi prendendo i soldi di un altro, "tanto non son mica i miei".
Penso che, se vogliamo davvero contribuire all'interesse nazionale, all'interesse generale di evitare che le procedure di infrazione e le multe salate siano pagate dalla collettività, dovremmo anche accogliere il principio che questi 200.000 euro non saranno 12 milioni, ma sono comunque risorse della collettività che noi stiamo utilizzando per fare un favore a chi non si è comportato correttamente. Alla faccia di chi quelle risorse le ha restituite; alla faccia di chi, anche per colpa della restituzione di quelle risorse, potrebbe aver dovuto chiudere l'azienda; alla faccia di chi non ha approfittato di quelle risorse o le ha restituite e oggi, anche a causa di questo provvedimento, non potrà contare su risorse importanti per fare ciò che diceva il capogruppo Speranzon, cioè tirare su davvero la serranda.
Queste risorse saranno finalizzate ad imprese che già sono decotte, altrimenti potrebbero restituire i contributi. Stiamo buttando via 200.000 euro che avrebbero potuto essere impiegati per le imprese che davvero ne hanno bisogno per salvare quattro imprese che non hanno probabilmente la capacità di restituire questi contributi.
Il perseguimento dell'interesse generale non può essere una giustificazione sufficiente per trovare risposte sbagliate, strumenti sbagliati, mettendo in imbarazzo il Consiglio ed esponendo i Gruppi regionali a possibili azioni di rivalsa.
Per tutte queste ragioni, annunciamo che non parteciperemo, ovviamente, anche al voto finale di questo provvedimento.
PRESIDENTE
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il
PDL n.148 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
35 voti favorevoli.
PUNTO
7 |
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PROGETTO DI LEGGE UNIFICATO RELATIVO A "MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 10 AGOSTO 2012, n. 28 "DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ TURISTICHE CONNESSE AL SETTORE PRIMARIO"". (PROGETTI DI LEGGE NN. 22 E 15) INIZIO
Relazione della TERZA Commissione Consiliare
Relatore: Consigliere Pan
Correlatore: Consigliere Montanariello
PRESIDENTE
Al punto n. 7 abbiamo i PDL n. 22 e n. 15 abbinati.
Relatore (nominato fresco stamattina) è il collega Pan.
Sono stati depositati gli emendamenti nn. 6, 7, 8, 9, 10, 11. Un'ora di tempo per eventuali subemendamenti.
Prego, collega Pan.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente. Torniamo con i piedi nelle campagne, diciamo così.
Questo provvedimento va a modificare la
legge regionale 10 agosto 2012, n. 28 , legge che disciplina le attività di agriturismo, pescaturismo, ittiturismo, turismo rurale, fattorie didattiche, enoturismo, oleoturismo, quali espressioni della multifunzionalità dell'offerta turistica collegata al settore primario.
Lo scopo è quello di permettere la diversificazione dei servizi offerti dalle imprese agricole per aumentare i redditi degli imprenditori, migliorare e ampliare l'offerta a clienti e turisti, valorizzare e far conoscere le produzioni enogastronomiche tradizionali e locali, diffondere la conoscenza della cultura contadina e della vita rurale e di quella del mondo della pesca, accrescere la fruibilità e la conoscenza del territorio da parte di turisti e cittadini, e nel contempo salvaguardare e tutelare l'ambiente.
Specialmente in questo momento di crisi mondiale del turismo dovuta alla pandemia, è emersa la necessità per le aziende di avere uno strumento normativo innovativo e aggiornato in previsione della ripartenza. Negli ultimi anni, infatti, le attività turistiche intraprese dalle aziende agricole avevano manifestato una notevole dinamicità. Anche considerando solo l'agriturismo, all'inizio del 2019 operavano 1.456 agriturismi riconosciuti, in particolare in Provincia di Verona, che detiene il record con 418 strutture agrituristiche, seguita da Treviso (311), Vicenza (231), Padova (179), Venezia e Belluno (132), Rovigo (53).
Più del 65% degli agriturismi regionali offre servizi di ospitalità in camera e alloggi e a agricampeggio. I dati, tuttavia, sono in continua evoluzione, vista la continua domanda di nuovi riconoscimenti.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Prima dell'attuale emergenza era apparso evidente lo stretto legame tra la dinamicità del settore ricettivo agrituristico e il crescente interesse da parte dei turisti per questa forma di vacanza. Nel 2019, infatti, erano state registrate oltre un milione di presenze, con un aumento del 5,8% rispetto all'anno precedente. Anche nel 2020, malgrado la forte crisi del turismo causata dalla pandemia, gli agriturismi hanno comunque dimostrato una certa dinamicità, in quanto considerati posti tranquilli, a contatto con la natura.
Da tali tendenze emerge come le proposte di attività turistiche e agrituristiche connesse alle aziende agricole e previste dalla legge regionale n. 28 dimostrino delle buone potenzialità nel rispondere alla crescente domanda di vacanze esperienziali, a contatto con la natura, alla ricerca delle tipicità dei prodotti, dei luoghi e dei modi di vivere più sani e naturali, a diretto contatto con l'ambiente.
Dagli operatori regionali sono, infatti, pervenute negli ultimi anni delle richieste di poter ampliare l'offerta e le possibilità per le imprese, fra le quali: poter intraprendere anche le attività di turismo rurale nell'ambito dell'agriturismo; inserire nella legge regionale l'attività enoturistica, nonché quella oleoturistica a seguito delle recenti normative nazionali; prevedere nuove iniziative e semplificazioni per le attività di somministrazione; ampliare l'ospitalità e altre.
Tale interesse da parte degli operatori allo sviluppo delle attività turistiche mette in luce la necessità di aggiornare e innovare la legge n. 28 del 10 agosto 2012, sia per ampliare la gamma delle possibili attività per le imprese, sia per semplificare e chiarire alcuni aspetti amministrativi, anche a seguito della
legge regionale n. 30/2016 "Collegato alla legge di stabilità" e al riordino delle funzioni non fondamentali delle Province e della Città metropolitana di Venezia.
Le modifiche principali alla legge riguardano, pertanto, i seguenti aspetti.
Gli articoli 1 e 2 intervengono per modificare il titolo della legge stessa, al fine di porre in evidenza le diverse tipologie di attività turistiche che possono essere intraprese dalle aziende del settore primario. Viene rimodulato l'obiettivo f bis) in quanto applicabile a tutte le attività previste dalla legge e viene introdotto l'obiettivo h bis) relativo all'incentivazione del miglioramento degli standard di accoglienza.
L'articolo 3 inserisce la nuova definizione di "enoturismo" e di "oleoturismo"; rivede quella del "turismo rurale" e di "fattoria didattica"; allarga la gamma dei prodotti di qualità e territoriali con l'inserimento dell'indicazione facoltativa "Prodotto di montagna" e delle "PPL" (piccole produzioni locali) e i prodotti delle aziende agricole e delle imprese artigiane alimentari regionali. Vengono rimodulate le definizioni di "connessione", "prevalenza" e "servizi complementari", nonché introdotte o migliorate alcune definizioni turistiche come "attività ricettiva" o "attività di ospitalità", "ospite" e "somministrazione pasti e spuntini".
All'articolo 4 vengono accorpati e aggiornati alcuni requisiti per l'esercizio dell'attività agrituristica. In relazione ai corsi per operatori agroturistici viene prevista l'organizzazione in moduli tematici con la possibilità di eventuali deroghe a seconda delle lauree o delle professionalità già acquisite. Tali corsi includono anche tematiche turistiche e sulla gestione degli ospiti.
È stata inoltre migliorata la specifica sugli addetti allo svolgimento delle attività agrituristiche e sull'eventuale ricorso a soggetti esterni.
L'articolo 5 migliora i testi dell'articolo 4.
L'articolo 6 sostituisce l'articolo 5. Pur confermando le attività agrituristiche precedenti di somministrazione e ospitalità, si chiarisce che la somministrazione di pasti, bevande e spuntini deve rispettare le percentuali di prodotti previste dall'articolo 8. Il comma 2 amplia la gamma delle attività agrituristiche con quelle turistico-rurali, rimandando alle attività delle tre aree tematiche di cui al successivo articolo 12 bis. Per l'agriturismo tali attività turistico-rurali vanno inserite nel Piano agrituristico ed esercitate in abbinamento ad almeno una delle attività agrituristiche di somministrazione pasti o spuntini o ospitalità. Possono essere svolte anche al di fuori dei beni aziendali, come previsto dalla normativa nazionale.
L'articolo 7 apporta modifiche all'articolo 6, che concerne le norme per gli agriturismi con ospitalità in alloggi. In particolare, viene aumentato a 45 il numero massimo dei posti letto, anche al fine di incentivare il recupero di immobili rurali in abbandono. Inoltre, come già previsto per altre strutture ricettive turistiche, è stato consentito l'utilizzo del letto aggiuntivo in camera, qualora possibile e nel rispetto del limite massimo autorizzato dalla SCIA.
L'articolo 8, oltre a ribadire le modifiche introdotte dall'articolo 6, amplia la gamma delle tipologie di strutture mobili per gli agricampeggi, purché "in sintonia con l'ambiente rurale e pertanto prive di impianti o strutture fisse". Le strutture preallestite non devono superare il 49% del numero massimo di piazzole dichiarate con la SCIA.
L'articolo 9 semplifica e integra il precedente articolo 8 "Somministrazione di pasti e bevande e limiti all'attività". In particolare, viene diminuita la quota obbligatoria di autoproduzione aziendale che, pur rimanendo prevalente, può essere integrata da una maggiore quota di prodotti di qualità e di ambito regionale. Inoltre, ai commi 6 bis e 6 ter sono state inserite sia la possibilità di svolgimento delle attività di somministrazione all'esterno del complesso aziendale in occasione di manifestazioni fieristiche ed eventi di particolare pregio per le eccellenze regionali, sia la preparazione di pasti pronti per l'asporto e le consegne a domicilio. Per entrambe tali attività, le modalità, le procedure e i criteri di esercizio verranno definiti da appositi provvedimenti della Giunta regionale.
L'articolo 10 sostituisce l'articolo 12 bis "Turismo rurale e fattorie didattiche". In particolare, all'articolo 10 le attività di turismo rurale vengono raggruppate in tre specifiche aree tematiche. Inoltre, vista la dinamicità e la gamma di iniziative individuate dagli operatori, è stato ritenuto opportuno rimandare a un apposito provvedimento la definizione delle modalità, delle procedure e dei criteri per lo svolgimento delle suddette attività. Viene, inoltre, specificato che le attività di turismo rurale sono riservate alle imprese agricole di cui all'articolo 2135 del Codice civile, che svolgono tale attività all'interno dei beni fondiari nella disponibilità dell'azienda agricola e in connessione con la coltivazione del fondo, la silvicultura e l'allevamento degli animali. Anche in questo caso, come previsto dal comma 2 dell'articolo 10, la Giunta regionale definirà con appositi provvedimenti le modalità, le procedure e i criteri per l'esercizio del turismo rurale.
L'articolo 11, introducendo gli articoli 12 ter e 12 quater, chiarisce e migliora le norme relative alle fattorie didattiche e introduce le nuove attività di enoturismo e oleoturismo nelle aziende agricole. In particolare, l'articolo 12 ter definisce più puntualmente, per le fattorie didattiche, sia gli obiettivi sia le diverse attività educative, ludico-didattiche e motorie che possono essere sviluppate e offerte ai diversi utilizzatori, che vanno dalle scuole ai bambini, ai ragazzi anche nel tempo libero, alle famiglie e ai cittadini in generale. Il nuovo articolo 12 quater introduce le attività di enoturismo e di oleoturismo, in recepimento delle recenti leggi nazionali. Viene prevista la possibilità per la Giunta regionale di istituire l'elenco regionale degli operatori che svolgono attività enoturistiche, nonché di promuovere la formazione teorico-pratica.
Gli articoli 12, 13, 14 e 15 aggiornano i relativi testi alle funzioni regionali e a quelle delle Autonomie locali, anche in relazione al riordino delle stesse e a seguito della
legge regionale n. 30/2016 .
In particolare, all'articolo 12 vengono aggiornati i riferimenti alle normative comunitarie e il titolo della norma.
All'articolo 13 vengono aggiornati i testi concernenti le funzioni attualmente già in capo alla Giunta regionale, ma che nella norma erano ancora indicate come competenze provinciali. Vengono, quindi, esplicitate alcune funzioni relative alla classificazione delle aziende che svolgono attività agrituristiche con ospitalità; il riconoscimento delle fattorie didattiche e di quelle di turismo rurale; la verifica e il monitoraggio a campione dei requisiti dichiarati in autocertificazione; il coordinamento delle politiche di settore con le attività di promozione del turismo; la programmazione delle iniziative e azioni di sviluppo, valorizzazione e promozione delle attività previste dalla stessa legge.
L'articolo 14 abroga il testo sulle competenze delle Province.
All'articolo 15 tra le competenze dei Comuni vengono esplicitate le attività di controllo sul rispetto e il mantenimento dei requisiti, delle modalità e condizioni di esercizio delle attività disciplinate dalla presente legge, nonché l'attività sanzionatoria prevista al successivo articolo 28.
L'articolo 16, comma 1, specifica la possibilità di utilizzo dei fabbricati rurali non più necessari all'attività agricola, anche per le fattorie didattiche e per l'enoturismo e l'oleoturismo. Viene, invece, abrogato il riferimento all'articolo 44 della legge regionale n. 11, in quanto riferito sia ad attività non più esplicitate nella legge, sia perché in contrasto con le norme sul contenimento del consumo del suolo.
All'articolo 17 sono stati aggiornati e modificati alcuni termini.
L'articolo 18 sostituisce il 19 sulla classificazione delle aziende che esercitano attività di ospitalità. Viene confermata la previsione sulla definizione dei criteri di classificazione delle aziende ittituristiche e pescaturistiche, anche in rapporto ai requisiti previsti per l'agriturismo e alle normative nazionali. Il comma 3 sulla denominazione viene spostato al nuovo articolo 19 bis.
L'articolo 19 introduce un nuovo articolo 19 bis, concernente l'utilizzo delle denominazioni. Riprendendo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 19, ora sostituito, viene evidenziato che l'uso delle denominazioni "agriturismo", "agricampeggio", "azienda agrituristica", "ittiturismo", "pescaturismo", "turismo rurale", "fattoria didattica", "enoturismo", "oleoturismo", così come dei rispettivi marchi e loghi è riservato alle imprese in possesso del riconoscimento. L'uso di tali denominazioni diventa obbligatorio al fine di una maggiore trasparenza a favore di turisti ed ospiti.
Viene infine ribadito il miglior uso delle denominazioni attribuite alle strutture ricettive turistiche di cui alla
legge regionale n. 11/2013 , qualora situate nello stesso territorio comunale, nonché dei termini riferiti o riservati da legge alle stesse.
Gli articoli 20, 21 e 22 aggiornano la normativa rispettivamente ai testi dei presenti articoli. Viene aumentato da due a tre anni il periodo entro il quale devono essere attivate le attività dal loro riconoscimento, come richiesto da molti operatori in relazione alle tempistiche in caso di ristrutturazioni edilizie. Sappiamo benissimo, infatti, quanto tempo ci vuole per avere le autorizzazioni, soprattutto dai Comuni.
L'articolo 23 sostituisce il precedente articolo 24, aggiornando in particolare i riferimenti alle procedure di presentazione della SCIA.
L'articolo 24 sostituisce, integrandolo, l'articolo 25. Vengono elencati ed integrati gli obblighi già previsti per gli operatori, al fine di riunirli in un unico elenco e dare maggiore trasparenza ai diversi adempimenti concernenti principalmente: la richiesta di riconoscimento; la classificazione per l'ospitalità; l'esposizione delle targhe di riconoscimento, di simboli e immagini coordinate, classificazione, prezzi, menù con l'elenco delle pietanze eccetera, eccetera; l'obbligo di comunicare i dati statistici e di aggiornare la SCIA in caso di modifiche.
L'articolo 25 sostituisce l'articolo 26 "Attività di controllo", effettuata in origine dalle Province, con il nuovo articolo 26 "Attività di controllo e monitoraggio". In tale articolo vengono ripartiti i compiti tra Regione e Comuni in relazione alle attività di controllo e monitoraggio delle attività. In particolare, come previsto anche da altre normative regionali, i Comuni effettuano attività di controllo al fine di verificare la permanenza dei requisiti e il rispetto delle condizioni e modalità per l'esercizio delle attività, con particolare riferimento agli elementi dichiarati in sede di SCIA.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
La Giunta regionale può svolgere attività di monitoraggio a campione, documentale e in loco, sulla base di un piano definito attraverso criteri di analisi del rischio. Vengono, inoltre, previste: la possibilità di effettuare verifiche anche attraverso le informazioni pubblicate sui siti internet aziendali, promozionali e di prenotazione ricettiva, come già normato per le strutture ricettive turistiche di cui alla
legge regionale n. 11/2013 ; l'accesso alle strutture e ai locali di pernottamento da parte degli incaricati; lo scambio reciproco di informazioni; l'eventuale possibilità di declassamento delle strutture d'ufficio o su segnalazione del Comune; la verifica del periodo di apertura da parte del Comune qualora una struttura non fornisca per un anno i dati statistici.
L'articolo 26 è una semplice modificazione.
L'articolo 27 sostituisce l'articolo 27 bis, specificando che il sostegno regionale alle attività previste dalla legge, compatibilmente con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, prevede interventi e progetti di promozione e valorizzazione, nonché attività di studio e di ricerca.
L'articolo 28 modifica il titolo del precedente articolo 28 "Sanzioni amministrative" con il nuovo testo dell'articolo 28 "Violazioni e sanzioni amministrative". Quindi, sono tutti gli articoli che comportano una serie di sanzioni.
L'articolo 29 comporta una semplice modifica.
L'articolo 30 prevede le norme transitorie, in particolare: le tempistiche per l'adeguamento alle norme sull'uso delle denominazioni da parte delle imprese agrituristiche già riconosciute e classificate; l'applicazione delle disposizioni vigenti ai procedimenti amministrativi in corso; l'autorizzazione ad esercitare le attività ai sensi della normativa previgente.
L'articolo 31 concerne la clausola di neutralità finanziaria.
In data 14 luglio 2021 la Sesta Commissione consiliare ha dato il proprio parere favorevole, sentendo, naturalmente, tutti i rappresentanti delle categorie economiche coinvolte e naturalmente le rappresentanze agricole e sindacali.
La Terza Commissione consiliare, acquisiti i pareri della Prima, ha dato, in data 20 luglio, l'approvazione a questo testo.
In conclusione, Presidente, riporto alcuni dati che emergono da questa discussione. Poi ci saranno gli emendamenti, la discussione generale, la discussione in particolare. Siccome c'erano state alcune criticità dovute al numero dei posti letto e al numero delle persone, vorrei indicare alcuni numeri che confortano anche gli amici della ristorazione, degli alberghi. Le presenze e gli arrivi negli agriturismi nel 2022 sono stati i seguenti: circa 150.000 presenze, contro 6,9 milioni. Questi numeri dei posti letto incidono per il 2,2% rispetto al 100% per quanto riguarda alberghi, alloggi privati e altro.
In questo caso possiamo dire che quello che stiamo facendo, anche se abbiamo aumentato i posti letto – qui vedo anche l'assessore Caner, che è tra i fautori di questo provvedimento, con la sua struttura, che ringrazio – va nel senso di incentivare un turismo slow, un turismo che occupa le nostre aree rurali e che comunque non va certo a fare una concorrenza sleale ad altre attività economiche importanti del nostro turismo in generale.
Tra l'altro, con soddisfazione noto l'aumento degli agriturismi. Prima avevo dato un dato sbagliato, dicendo che erano 1.450, ma adesso siamo a 1.580, con un aumento importante che c'è stato, tra l'altro, anche nella parte pandemica, in questi due anni. Ricordo anche l'attività degli agriturismi a servizio dei nostri cittadini, con i pasti a domicilio, con i pasti take away.
Speriamo di avere un'ottima discussione su questo provvedimento molto importante e molto desiderato dai fautori degli agriturismi veneti.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Correlatore è il collega Montanariello.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
"Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 28 del 2012 'Disciplina delle attività turistiche connesse al settore primario'". Mi sembra di poter dire che il punto di partenza di questi due progetti di legge sono delle legittime richieste del territorio, degli operatori del settore della nostra regione, che hanno manifestato l'esigenza di ampliare l'offerta, naturalmente in linea con la normativa. Questo testo arriva da due testi a suo tempo presentati, dopo diventati un testo unico.
Il testo che oggi arriva in Aula, però, è viziato da un vulnus di fondo, in quanto si tratta di un provvedimento che non è stato accompagnato in sede di esame, a nostro avviso, da una adeguata analisi di scenario che ci consentisse di avere informazioni tipo: quanti sono gli agriturismi, dove sono collocati, qual è il loro fatturato, la loro distribuzione per fasce di capienza (disponibilità teorica), la percentuale di occupazione dei posti letto negli ultimi anni, il trend prima e durante la pandemia, così come i dati sulla qualità e, soprattutto, la quantità dei pasti erogati.
Insomma, una serie di elementi che avrebbero dovuto condurci ad avere un quadro chiaro e il più possibile laico; condizione, secondo me, indispensabile per poter affrontare questo provvedimento nel modo migliore.
Al netto di questo, ribadito dai Consiglieri di maggioranza in Aula durante la sede d'esame che non è necessario che chiedano il permesso a qualcuno per poter incontrare i rappresentanti di una categoria fuori da questo Consiglio, noi crediamo, invece, che intervenire con dati alla mano sia una cosa diversa, molto più oculata, ampia e sistemica, che va ben oltre l'incontrare le categorie e registrare i loro punti di vista.
Nonostante stiamo discutendo in Commissione dal 30 giugno 2021, pur non dimenticando certamente il periodo che abbiamo vissuto in questi mesi, una spontanea osservazione va fatta, ovvero che si sarebbe sicuramente potuta dedicare a questo provvedimento un'istruttoria più ampia e profonda, anche in Commissione, al netto di differenze di visioni o polemiche, come meglio preferite, almeno sulle consultazioni condotte extra-Consiglio e sulle mediazioni trovate.
Abbiamo discusso per mesi sul numero di posti letto, dimenticando forse troppo spesso che è facoltà di una Regione operare scelte di questo tipo. Abbiamo discusso per mesi, però, senza avere una base numerica su cui costruire scelte. Parliamo spesso di semplificazioni, dimenticandoci forse, a volte, che ci trovavamo di fronte a scenari complessi.
Credo poi che, se da un lato sia giusto che siano i tecnici a delineare il perimetro sul quale dobbiamo muoverci, dall'altro dovrebbe esserci, poi, la politica che decide e prende le scelte, naturalmente all'interno di paletti normativi, a volte anche difficili. È la politica che deve dare la rotta, e io mi chiedo, come in questo caso, se si possa prescindere da un'analisi di scenario da dati, come si diceva prima, per tipologia, per area geografica, così come un'analisi statistica che mostri una serie di elementi da mettere in relazione anche in base ai diversi periodi storici, e che ci consenta di capire quali possono essere gli scenari futuri, il trend e la loro evoluzione, in un contesto geopolitico internazionale, non dobbiamo dimenticarlo, a sua volta in continua evoluzione. Anche perché, collega, con questo tipo di dati che a noi arrivano, siamo fortemente legati a doppio filo a uno scenario geopolitico internazionale, con pregi e difetti del caso.
Ecco perché diciamo che i numeri che non sono stati forniti durante i lavori delle Commissioni sarebbero potuti e dovuti diventare elemento vero e reale di discussione, e che ci avrebbero consentito di arricchire questo dibattito e di collocarlo all'interno di una visione; una visione come fondamento sul quale costruire una politica pubblica ed un'azione programmatoria, non una manovra diversiva, che incarna e si basa su paletti e numeri.
Possiamo davvero dire noi oggi che con questo provvedimento diamo vita ad una strategia che si basa su una visione o abbiamo trovato il migliore equilibrio tra due categorie?
La scheda di inquadramento normativo, che ricostruisce il quadro delle competenze ed il quadro normativo, sottolinea in questo caso il parametro che connota gli agriturismi, cioè il rapporto di connessione all'attività agricola, e ribadisce, come abbiamo detto, che è nella facoltà del legislatore operare delle scelte, come ad esempio per quanto concerne il numero dei posti letto, trovando un punto di equilibrio anche sulla base di considerazioni in ordine al contesto storico e territoriale, sempre, Assessore, a nostro avviso, non dimenticando mai che è fondamentale l'ascolto fuori. Per quanto ci riguarda, però, qualsiasi azione noi decliniamo all'interno di quest'Aula deve essere fatta sempre con una strategia di visione che non si ferma al legittimo e doveroso equilibrio che a volte anche bisogna trovare.
Sono emerse evidenti criticità nei due progetti di legge abbinati, alcune delle quali risolte in sede istruttoria, altre invece non ancora risolte, come ad esempio una disposizione sulla ascrivibilità della quota di produzione territoriale dei capi di selvaggina cacciati in ambito regionale, acquistati o ceduti.
Riprendendo uno dei temi sui quali si è maggiormente discusso e che, alla fine, è stato oggetto di una mediazione, ovvero i famosi 60 posti letto, poi diventati 45, mi limito ad evidenziare come una mancanza oggettiva di elementi e dati ci abbia portato a citare esempi di altre Regioni, come Lombardia e Lazio, senza soppesare adeguatamente alcuni elementi in sede di discussione che ci avrebbero fatto rendere conto di quanto queste realtà siano lontane da noi.
Di fronte alla mancanza dei numeri, cosa si fa? Si fa una ricerca sul "dottor Google", dopodiché si dice: caro collega, là li hanno triplicati e là li hanno dimezzati. La verità, però, qual è? È che nella mancanza di dati oggettivi ti affidi ad esempi che non puoi prendere a riferimento. Se noi prendiamo i verbali delle Commissioni, emerge sempre il paragone con Lombardia e Lazio da parte dell'emiciclo, Assessore. Perché dico che, nel bene o nel male, di chi la vede in un modo o di chi la vede in un altro, è un esempio a cui non si può fare riferimento nel nostro dibattito? La Lombardia ha aumentato i posti letto nel periodo dell'Expo. È un dato che in Commissione, in mancanza di dati oggettivi, abbiamo usato in maniera impropria, senza sapere perché ci fosse stato l'aumento. C'era un motivo. Magari bisognava prendere un dato di riferimento dove non era coinvolto l'Expo. Persino Venezia ha aumentato i posti letto perché gli orientali che arrivavano per vedere l'Expo facevano un salto a Venezia. Vanno a Milano e non vengono a Venezia? Allo stesso modo, il Lazio può disporre di una città come Roma.
Quindi, la mancanza di dati, Assessore, ci ha portato a prendere questi esempi, che sono sicuramente importanti sotto l'aspetto del dibattito. Però, Assessore, io ho preso i verbali di tutte le Commissioni, li ho analizzati: l'elemento più ricorrente di tutti era la mancanza di alcuni dati. Non è una colpa. È un dato oggettivo. Magari ci è anche servito, perché quando le cose non le sappiamo facciamo le robe migliori. Però, è un dato ineludibile. Ovviamente, la mia è una battuta.
Pongo, dunque, una domanda al collega relatore: quali analisi abbiamo fatto per capire se 45 si limita a essere una mediazione politica oppure un valore necessario, valido e coerente, che consentirà a questo tipo di offerta di svilupparsi? Alla fine, il tema è anche questo. 45 è sicuramente la migliore mediazione politica tra le due parti. A tal proposito, va dato atto che la bilancia è messa a pari, se vogliamo usare una metafora. La domanda che credo quest'Aula debba porsi è la seguente: quel numero è solo una mediazione o è un numero coerente per sviluppare questo tipo di turismo? È l'aspetto che a noi dovrebbe interessare di più, oltre a mettere in equilibrio le categorie. Se avessero chiesto uno 100 e uno 50, posto come mediazione 75, l'offerta migliore per questo tipo di turismo sarebbe stata 45, non 75. Su questo, Assessore, si delinea anche il lavoro un po' scarso e scadente che c'è stato nel dibattito in Commissione.
Abbiamo discusso della percentuale di prodotti propri, elemento su cui credo che sicuramente oggi torneremo, vedendo quello che emerge dai verbali. Un tema centrale è stato, poi, quello del take away, del catering e della consegna a domicilio, attività concesse in deroga nel momento della pandemia e che abbiamo scoperto rispondere a una richiesta importante che viene dal mercato. Allo stesso modo, la partecipazione a eventi e fiere è legata a una visione più completa di questo tipo di attività. Cari colleghi, mi chiedo e vi chiedo, però, se questo genere di attività sia in linea con le caratteristiche e le finalità della tipologia di plesso di cui stiamo parlando. È un elemento di discussione che sicuramente può arricchire il dibattito.
Oltretutto, Assessore, uno dei veri vulnus è il tema dei controlli, nodo scoperto di questi due progetti di legge, tema sul quale mi sembra ci sia anche un po' di confusione e parecchi rischi. Siamo davvero sicuri che i Comuni siano in grado di svolgere questi controlli? Perché è stata stralciata la previsione che prevedeva l'obbligo di provvedere alla registrazione e denuncia delle generalità delle persone alloggiate nel rispetto della normativa vigente di pubblica sicurezza?
Arriviamo, poi, alla norma finanziaria, che prevede 10.000 euro, una cifra irrisoria. Si sarebbe potuto, Assessore, osare di più e magari tentare di colmare alcune lacune informative, come i famosi dati di cui più volte abbiamo parlato prima. Su un tema così importante e delicato abbiamo fatto un esame ‒ se ci consentite ‒ un po' frettoloso. Dai resoconti è evidente come alcuni articoli, anche importanti, siano stati affrontati nel giro di pochissimi minuti e come a molte domande siano state date risposte a metà, ad esempio sulle questioni urbanistiche.
Se prendo tutti i resoconti (lavoro che ho fatto, complici le ferie, che ci hanno permesso di dedicarci un po' allo studio), vediamo che ci sono articoli, Assessore, sviscerati in cinque minuti. A tante domande proposte nel lavoro delle Commissioni, nelle Commissioni successive, dai verbali, non risultano fornite risposte. Fino al giorno in cui viene licenziato il provvedimento quel tipo di domande risultano sempre inevase, soprattutto quelle ‒ notavo ‒ su alcuni tipi di questioni di carattere urbanistico.
Assessore, come vede, qua ho messo in fila articolo per articolo, seduta per seduta. È un dato oggettivo, non faccio polemica. Lo dico per sviscerarlo oggi e chiudere in bellezza, magari dicendo che non lo abbiamo fatto prima, lo facciamo dopo, e chiudiamo il provvedimento con un senso anche di completezza istituzionale del suo iter.
Questa legge, Assessore, avrebbe meritato un approccio, un metodo, a nostro avviso, diverso, probabilmente ancor di più vista la materia e considerato il periodo storico.
Riteniamo, infine, che anche una clausola valutativa sarebbe stata utilissima e necessaria per farci capire in quale direzione andremo nei primi anni di attuazione di questa legge. Non ce lo nascondiamo. Assessore, all'esterno tutti lo percepiamo come un provvedimento da una parte fortemente richiesto, anche con legittime motivazioni (il mondo va avanti, l'impresa deve evolvere; se non colmi tu l'offerta turistica, arriva un altro e, una volta perso il cliente, non lo recuperi più). Dall'altra parte c'erano legittime osservazioni per mantenere due tipi di offerte distinte. Ognuno politicamente ha una visione.
Un dato ineludibile, Assessore, è questo. Comunque noi, pur avendolo discusso in maniera frettolosa, abbiamo avuto a disposizione tempo dal 2020, quando è approdato in Aula, fino ad ora. Secondo me, Assessore, ma lo dico senza polemica alcuna, anche perché so che lei è una persona molto attenta ai dati, e questo le fa onore, se quella discussione l'avessimo fatta, avendo avuto il tempo a disposizione, in maniera meno frettolosa e un po' più arricchita di alcuni elementi, per i quali abbiamo perso più tempo nel chiederli che non nell'averli, oggi saremmo arrivati sicuramente con una relazione e una correlazione che ci avrebbero visti andare tutti nella stessa direzione, ovvero l'interesse dell'una e dell'altra categoria, messe più in equilibrio possibile. Ci avrebbero aiutato molto, collega, dove c'era lei c'ero anche io, lo abbiamo vissuto, a svolgere un lavoro diverso nelle Commissioni, che ‒ mi consenta, e chiudo ‒ dall'esito dei verbali, visti uno per uno e sottolineati, risulta un po' scadente. Abbiamo sempre dovuto rincorrere quelle informazioni che, invece, in un gioco di squadra arrivano. Dopodiché, si apre il tavolo e ognuno fa la propria parte, come è sempre stato.
In ogni caso, credo che un ringraziamento vada tanto alla struttura tecnica quanto a tutti gli altri attori che in qualche modo si sono attivati per questo provvedimento di legge. Ricordo, Assessore, che partiamo da due testi che vengono unificati. Anche lì, quindi, c'era uno scalino di difficoltà. Credo sia doveroso, al netto delle nostre vicende politiche, ringraziare e riconoscere che c'è stato un fortissimo lavoro da parte degli uffici, che non hanno avuto sicuramente vita facile, vista la materia complicata, ma che sono stati sempre pronti e attenti a darci le risposte del caso quando le chiedevamo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Io ho già le richieste di intervento della collega Scatto e dell'assessore Caner. Visto che il tema sicuramente ci impegnerà in maniera importante e prevedendo una discussione generale approfondita, anche sugli emendamenti, penso sia meglio sospendere qui la seduta. Ci rivediamo martedì 13 con la prosecuzione di questo ordine del giorno. Se arriverà qualche urgenza, faremo una Capigruppo giovedì 8, di mattina. Se non ci saranno urgenze, proseguiremo con questo ordine del giorno martedì 13 settembre.
Chiudo qui la seduta. Ci rivediamo secondo la convocazione che riceverete. Grazie.
La Seduta termina alle ore 17.53
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA
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Il Presidente
Roberto CIAMBETTI
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Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 70
SEDUTA PUBBLICA N. 70
MARTEDì 30 AGOSTO 2022
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 70a seduta pubblica – martedì 30 agosto 2022
Processo verbale della 70a seduta pubblica – martedì 30 agosto 2022
- Approvazione verbali delle sedute precedenti
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Interrogazioni e interpellanze
- Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze
- Disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 28 maggio 2020, n. 21 "Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all'epidemia Covid-19. Seconda variazione generale al bilancio di previsione 2020-2022 della Regione del Veneto." e alla legge regionale 25 novembre 2019, n. 44 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2020"". (Progetto di legge n. 148) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 22/2022)
- Progetto di legge unificato relativo a "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 agosto 2012, n. 28 "Disciplina delle attività turistiche connesse al settore primario"". (Progetti di legge nn. 22 e 15) INIZIO
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12867 del 25 agosto 2022.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.34 e rinvia l'inizio dei lavori alle ore 10.50.
La seduta è sospesa alle ore 10.34.
La seduta riprende alle ore 11.03.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12867 del 25 agosto 2022.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.34 e rinvia l'inizio dei lavori alle ore 10.50.
La seduta è sospesa alle ore 10.34.
La seduta riprende alle ore 11.03.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbali delle sedute precedenti [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della seduta pubblica n. 68 di mercoledì 27 luglio 2022 e della seduta pubblica n. 69 di martedì 2 agosto 2022.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Andreoli, Corsi e Finco e alcuni consiglieri seguono la seduta da remoto.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
n. 255 del 22.04.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Corte di Appello di Venezia dichiarata la natura discriminatoria della DGR n. 753/2019: la Giunta si conformerà celermente alla decisione giudiziale?"
E
n. 263 del 05.05.2022
presentata dalla consigliera Ostanel
"La Giunta intende eliminare tempestivamente ogni forma di discriminazione verso cittadini stranieri nell'accesso al sistema sanitario?"
Intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che illustra l'IRI n. 263, e Guarda (Europa Verde), che illustra l'IRI n. 255.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale alle due IRI in oggetto.
Intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Guarda (Europa Verde) in sede di replica.
n. 259 del 28.04.2022
presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Camani
"Ancora sulle sperequazioni stipendiali nel servizio sanitario regionale"
Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.
n. 278 del 19.07.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"Blackface all'Arena di Verona, pratica considerata offensiva e razzista, la Regione intende intervenire?"
Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
Il PRESIDENTE comunica la scomparsa dell'ex consigliere Gino Rigon e lo ricorda in Aula.
L'Aula osserva un minuto di silenzio.
Punto 6) all'ordine del giorno
Disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 28 maggio 2020, n. 21 "Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all'epidemia Covid-19. Seconda variazione generale al bilancio di previsione 2020-2022 della Regione del Veneto." e alla legge regionale 25 novembre 2019, n. 44 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2020"". (Progetto di legge n. 148) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 22/2022) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Bet (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa aggiornata per conto della Terza Commissione consiliare e comunica di aver depositato l'emendamento n. B1.
In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 12.36.
La seduta riprende alle ore 14.47.
Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. B1, presentato dal relatore, scade in 10 minuti.
In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Valdegamberi (Gruppo Misto).
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.
Interviene il consigliere Bet (Zaia Presidente) in sede di replica.
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 15.10.
La seduta riprende alle ore 15.11.
Interviene il consigliere Bet (Zaia Presidente) che prosegue con la replica.
Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).
Interviene l'assessore Marcato in sede di replica.
Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto).
Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Terza commissione consiliare di esprimere il parere sull'emendamento n. B1 presentato in Aula.
La seduta è sospesa alle ore 15.23.
La seduta riprende alle ore 15.51.
Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 15.51.
La seduta riprende alle ore 15.57.
Si passa all'esame dell'articolato e relativo emendamento.
Sull'emendamento n. B1 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).
L'emendamento n. B1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Sull'articolo 1 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 16.42.
La seduta riprende alle ore 16.43.
Interviene in dichiarazione di voto il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).
L'articolo 1 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.
Sull'articolo 2 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che interviene anche sull'articolo 3, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Zottis (Partito Democratico Veneto).
Gli articoli 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono le consigliere Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Camani (Partito Democratico Veneto).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Barbisan, Bet, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Punto 7) all'ordine del giorno
Progetto di legge unificato relativo a "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 agosto 2012, n. 28 "Disciplina delle attività turistiche connesse al settore primario"". (Progetti di legge nn. 22 e 15) INIZIO [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. B6, B7, B8, B9, B10 e B11, presentati dal correlatore, scade in 60 minuti.
Interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare.
Durante l'intervento del consigliere Pan assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis e successivamente, sempre durante l'intervento del consigliere Pan, assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.
Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale sarà convocato martedì 13 settembre 2022.
La seduta termina alle ore 17.53.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
BALDIN Erika
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OSTANEL Elena
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BARBISAN Fabiano
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PAN Giuseppe
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BET Roberto
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PICCININI Tomas
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BORON Fabrizio
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POLATO Daniele
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BOZZA Alberto
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POSSAMAI Giacomo
|
BRESCACIN Sonia
|
POSSAMAI Gianpiero
|
CAMANI Vanessa
|
PUPPATO Giovanni
|
CAVINATO Elisa
|
RAZZOLINI Tommaso
|
CECCHETTO Milena
|
RIGO Filippo
|
CENTENARO Giulio
|
RIZZOTTO Silvia
|
CESTARI Laura
|
SANDONA' Luciano
|
CESTARO Silva
|
SCATTO Francesca
|
CIAMBETTI Roberto
|
SORANZO Enoch
|
DOLFIN Marco
|
SPERANZON Raffaele
|
FAVERO Marzio
|
SPONDA Alessandra
|
FORMAGGIO Joe
|
VALDEGAMBERI Stefano
|
GEROLIMETTO Nazzareno
|
VENTURINI Elisa
|
GIACOMIN Stefano
|
VIANELLO Roberta
|
GUARDA Cristina
|
VILLANOVA Alberto
|
LORENZONI Arturo
|
ZANONI Andrea
|
MAINO Silvia
|
ZECCHINATO Marco
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MICHIELETTO Gabriele
|
ZOTTIS Francesca
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MONTANARIELLO Jonatan
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LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA |
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IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI |
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N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Gabriella Gamba