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Seduta del consiglio regionale del 18/10/2022 n. 74
Martedì, 18 ottobre 2022
SOMMARIO
- APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
- INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Baldin relativa a "PARCHEGGI "PROVVISORI" ALL'AEROPORTO MARCO POLO DI VENEZIA: QUALE TUTELA PER GLI ULTIMI ALBERI RIMASTI?" (Interrogazione a risposta scritta n. 92)
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- SURROGA DEL CONSIGLIERE REGIONALE RAFFAELE SPERANZON CON IL SIGNOR LUCAS PAVANETTO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 141/2022)
- NOMINA DI DUE COMPONENTI ESPERTI IN MATERIA DI AGRICOLTURA E FORESTE NELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA DETERMINAZIONE DELLE INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI VENEZIA - SEZIONE AGRICOLTURA E FORESTE - IN SOSTITUZIONE DEI SIGNORI SARA STURARO E MASSIMO CHIARELLI. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 142/2022)
- DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI CONCERNENTI LE CONCESSIONI DI GRANDI DERIVAZIONI D'ACQUA AD USO IDROELETTRICO IN ATTUAZIONE DELL'ARTICOLO 12 DEL DECRETO LEGISLATIVO 16 MARZO 1999, N. 79 "ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 96/92/CE RECANTE NORME COMUNI PER IL MERCATO INTERNO DELL'ENERGIA ELETTRICA"". (PROGETTO DI LEGGE N. 75) INIZIO
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- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che vogliamo)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.46, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 11.00.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.15
PRESIDENTE
Colleghi, buongiorno.
Diamo inizio alla 74a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.
Chiedo a qualcuno dell'informatica di sistemarmi il computer.
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PUNTO
1 |
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APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 73a Seduta pubblica di martedì 4 ottobre 2022.
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PUNTO
2 |
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COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Luca ZAIA
Giulio CENTENARO
Giovanni PUPPATO
I congedi sono concessi.
Comunico che due colleghi ci seguiranno da remoto perché sottoposti a misure di quarantena.
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PUNTO
4 |
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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
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PUNTO
6 |
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.
PRESIDENTE
Passiamo alle interrogazioni.
Abbiamo delle IRS, quindi iniziamo con queste.
Iniziamo con la n. 92 della collega Baldin.
Punto 6.11) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Baldin relativa a "PARCHEGGI "PROVVISORI" ALL'AEROPORTO MARCO POLO DI VENEZIA: QUALE TUTELA PER GLI ULTIMI ALBERI RIMASTI?" (Interrogazione a risposta scritta n. 92)
La collega Baldin la dà per letta.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego, Assessore.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Grazie. La risposta è un po' lunga.
Considerato che l'area rispetto alla quale il quesito risulta riferito è stata oggetto, nei recenti anni, di numerose previsioni di sviluppo e relative proposte di interventi infrastrutturali, appare opportuno preliminarmente ricostruire il quadro amministrativo di riferimento che caratterizza l'area nel suo complesso, richiamando le procedure valutative, prevalentemente di livello statale che, in diverse sedi e con diverse finalità, sono state nel tempo espletate al fine di accertare la verifica della compatibilità ambientale degli interventi via via proposti e che a vario titolo hanno interessato l'area di sviluppo collegata all'aeroporto internazionale "Marco Polo".
Si evidenzia che la procedura di verifica relativa al parcheggio Le Villette richiamata nell'interrogazione, conclusasi con l'emanazione del decreto regionale del Direttore della Sezione Coordinamento Attività Operative n. 93 del 6 agosto 2015 di esclusione dalla procedura di VIA, ha costituito di fatto uno step di una serie di valutazioni che si sono succedute nel tempo e che hanno interessato l'area.
Le valutazioni susseguitesi successivamente alla procedura citata, peraltro, non risultano espressamente riferite al progetto di un singolo parcheggio, ma hanno riguardato l'intero sistema di collegamento all'aerostazione, così come risultante a seguito dei progetti proposti ed approvati, ivi compreso l'aspetto relativo alla dotazione complessiva di parcheggi a servizio dell'aerostazione.
Si premette che, successivamente al detto decreto, sono intervenuti sul medesimo sedime aeroportuale i seguenti provvedimenti: l'approvazione del Masterplan 2021 dell'aeroporto Marco Polo di Venezia Tessera; l'approvazione del raccordo ferroviario tra la linea storica Venezia-Trieste e l'aeroporto da parte di RFI S.p.A.; l'approvazione della variante al Masterplan 2021 dell'aeroporto Marco Polo di Venezia Tessera. In particolare, si ricorda che l'approvazione del Masterplan 2021 dell'aeroporto internazionale di Venezia Tessera è stata preceduta da una procedura di valutazione di impatto ambientale effettuata a livello statale ai sensi del decreto legislativo 152/2006 e successive modifiche e integrazioni. Tale procedura si è conclusa con decreto favorevole di compatibilità ambientale del Ministero dell'Ambiente, di concerto con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo n. 9 del 19 gennaio 2016, che recepiva il parere positivo con prescrizioni della Regione Veneto, espresso sulla base del parere della Commissione regionale VIA, organo tecnico istruttorio indipendente al quale spetta, in via esclusiva, ogni valutazione in merito alla compatibilità ambientale del progetto (parere n. 542 del 29 luglio 2015) e recepito con DGR n. 1146 del 1° settembre 2015.
L'area è stata quindi successivamente interessata anche dal progetto presentato da RFI S.p.A. riguardante la realizzazione del raccordo ferroviario tra la linea storica Venezia-Trieste e l'aeroporto e della stazione ferroviaria interna al sedime aeroportuale localizzata nella parte nord dell'area. Tale progetto, per caratteristiche e rilevanza, ha chiaramente comportato anche la necessità di garantire, durante tutte le diverse fasi di realizzazione del progetto, un'adeguata dotazione di parcheggi a servizio dell'aeroporto. A tal riguardo, il CIPES ha provveduto, con delibera n. 56 del 3.11.2021, ad approvare il progetto definitivo e il provvedimento di compatibilità ambientale dell'intervento, anche sulla scorta del parere favorevole n. 131 del 4.11.2020 del Comitato tecnico regionale VIA.
Sulla base del protocollo d'intesa siglato il 24 gennaio 2017 tra RFI, ENAC e SAVE per la progettazione di detta connessione ferroviaria con l'aeroporto e della stazione all'interno del sedime aeroportuale, ENAC ha ritenuto di apportare alcune varianti al Masterplan 2021 approvato, anche ai fini di armonizzare lo sviluppo aeroportuale con le modifiche conseguenti alla previsione del progetto del collegamento ferroviario.
In riferimento alla perdita di posti auto conseguente alle diverse fasi di realizzazione del progetto, sono previste quindi conseguenti variazioni alla dotazione di parcheggio ed in particolare vengono adottate soluzioni transitorie per la fase di cantiere e definitive per la fase di esercizio. Tali modifiche del Masterplan 2021 conseguenti alla realizzazione del collegamento ferroviario sono state oggetto di specifica procedura di verifica di assoggettabilità avvenuta a livello statale, finalizzata a valutare la portanza e la significatività dei potenziali impatti ambientali connessi alle varianti in questione.
In particolare, nell'ambito di tale valutazione è stata considerata la dotazione di sosta complessiva dell'aeroporto nelle aree limitrofe l'aerostazione, prevedendo di sopperire alle carenze di posti auto causate dalla contemporaneità di alcuni dei cantieri più rilevanti previsti dal Masterplan 2021 e dalla realizzazione delle opere ferroviarie, sia anche mediante l'utilizzo di parcheggi attualmente esistenti e riconfigurati nello scenario 2021, tra i quali anche il parcheggio P3 cosiddetto "Le Villette", sia anche tramite la realizzazione di nuovi parcheggi, fra i quali la realizzazione di due parcheggi temporanei insistenti su via Galilei, P8 e P9.
Si evidenzia che la documentazione presentata per la procedura statale di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale delle varianti al Masterplan 2021 dell'aeroporto Marco Polo di Venezia comprendeva tra l'altro un esplicito e approfondito approfondimento funzionale all'analisi degli impatti connessi con la realizzazione dei nuovi parcheggi P8 e P9 ed alla conseguente ridistribuzione del verde prevista nell'area.
La progettazione ed esecuzione di interventi interferenti le coperture arboree nello specifico si è basata sull'analisi fitostatica di tutti gli alberi esistenti nell'area, la definizione del criterio di selezione in base al pregio e allo stato di salute delle piante da mantenere, il ricorso a nuovi impianti compatibili con le funzioni aeroportuali da garantire, tali da minimizzare la perdita di verde in termini quantitativi e qualitativi e, se possibile, annullare le perdite tramite reimpianti.
Le scelte strategiche progettuali riportate nell'aggiornamento del Masterplan 2021, che per quanto riguarda i parcheggi a servizio aeroportuale hanno portato quindi a definire quelli esistenti da mantenere, quelli esistenti da dismettere e quelli nuovi da realizzare, P8 e P9, mantenendo comunque inalterata la pineta retrostante alle aree destinate a nuovo parcheggio, sono conseguenti all'applicazione dei criteri sopra descritti e sono state oggetto di valutazione nell'ambito del procedimento di verifica di assoggettabilità effettuato a livello statale. La valutazione della compatibilità ambientale di tali scelte progettuali è stata sancita in ambito statale in termini di configurazione complessiva di parcheggi dell'aeroporto da parte della Commissione nazionale di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS, la quale, in riferimento alla documentazione presentata nell'ambito del procedimento di verifica di assoggettabilità attivato da ENAC, si è espressa favorevolmente con il parere n. 3008 del 24 maggio 2019, valutando di escludere dall'obbligo di procedura VIA le varianti al Masterplan 2021 aeroportuale proposte, tra le quali risultava compresa anche la definizione del relativo assetto aeroportuale in termini di parcheggio.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Per la replica, la collega Baldin. Prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, assessore Bottacin, anche perché la sua è una risposta articolata e lunga, quindi merita un approfondimento.
Per quanto posso sottolineare, credo sia importante, in un ambito di queste dimensioni, chiedersi anche la necessità di tanti posti a parcheggio, capire se il numero è congruo, ricordandoci sempre che siamo in una Regione che veramente ha dato tanto in termini di cementificazione, e capire se c'è la possibilità di dare respiro a un'area come quella di Venezia Città Metropolitana, che è comunque, in termini di inquinamento, tra le peggiori in Veneto. Credo sia importante anche porsi l'interrogativo su questi aspetti relativi alla presenza di alberi che possano mitigare l'inquinamento, quindi fare del bene anche alla salute dei cittadini.
Se vogliamo creare un buon servizio alla cittadinanza, è necessario anche porre l'attenzione su quelli che sono gli aspetti legati a nuovi parcheggi in quell'area, che probabilmente sono in sovrannumero o, comunque, c'è la necessità di creare nuove aree verdi, a nostro modo di vedere.
Ringrazio, comunque, e farò ancora opportuni approfondimenti su questa risposta.
Grazie.
PRESIDENTE
Avremmo altre IRS pronte, però mancano gli interroganti, che mi hanno chiesto di rinviarle alla prossima settimana.
Collega Guarda, sull'ordine dei lavori. Prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Vorrei sottoporre alla sua attenzione, sapendo che ha già sollecitato la Giunta, l'idea di considerare in particolar modo la risposta a tre interrogazioni, la 141, la 190 e la 208, la prima addirittura di un anno fa, considerato che la relazione del Relatore speciale ONU ha fatto dei rilievi di non poco conto rispetto alla questione dell'inquinamento PFAS, in particolar modo per quanto riguarda la scarsa disseminazione di informazioni sull'inquinamento.
Per questo mi rivolgo a lei, visto che le risposte a queste interrogazioni potrebbero finalmente dare delle indicazioni chiare ai cittadini che sono coinvolti da questo disastro ambientale e sanitario, per sapere semplicemente una cosa da parte della Giunta, cioè se abbia intenzione o meno di rispondere. Così non dico che ci mettiamo assolutamente il cuore in pace, ma almeno valutiamo le opzioni successive che ci sono date per riuscire ad avere risposte su questioni relative – lo ribadisco – alla contaminazione del cibo e alla trasparenza, all'inquinamento dell'aria e, quindi, sanitario e ai "no" che sono stati dati ai cittadini che hanno richiesto, secondo anche le indicazioni dell'EPA in America, di andare a controllare i cittadini sottoposti all'inquinamento, non soltanto quelli della zona rossa per quanto riguarda il Veneto, per avere risposte chiare e efficaci, al fine – lo ribadisco – di valutare le opzioni che abbiamo d'ora in poi per poter affrontare queste tematiche.
PRESIDENTE
Andrò a implementare il sollecito già fatto. Grazie, collega.
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PUNTO
3 |
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SURROGA DEL CONSIGLIERE REGIONALE RAFFAELE SPERANZON CON IL SIGNOR LUCAS PAVANETTO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 141/2022)
PRESIDENTE
Siamo al punto n. 3) all'0rdine del giorno.
A seguito delle dimissioni del consigliere Speranzon dalla carica di Consigliere regionale, pervenute alla Presidenza del Consiglio il 13 ottobre 2022, il Consiglio regionale deve procedere alla sua surroga.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Venezia relativo alla Circoscrizione elettorale regionale medesima risulta che il signor Lucas Pavanetto è il primo dei non eletti per la Lista provinciale n. 7, avente come contrassegno "Giorgia Meloni - Fratelli d'Italia", e come tale è chiamato a subentrare nell'incarico di Consigliere regionale ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della
legge regionale n. 5/2012 .
Dobbiamo, quindi, procedere ora alla surroga del consigliere Raffaele Speranzon con il signor Lucas Pavanetto. Viene fatto attraverso una votazione dell'Aula.
Colleghi, avete confermato la presenza su Concilium? Spero di sì.
È aperta la votazione per la surroga del consigliere Speranzon con il signor Pavanetto.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Invito Lucas Pavanetto a entrare in Aula e a prendere posto fra i banchi.
Benvenuto e buon lavoro. Ne abbiamo bisogno.
Proseguiamo con i punti all'ordine del giorno.
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PUNTO
7 |
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NOMINA DI DUE COMPONENTI ESPERTI IN MATERIA DI AGRICOLTURA E FORESTE NELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA DETERMINAZIONE DELLE INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI VENEZIA - SEZIONE AGRICOLTURA E FORESTE - IN SOSTITUZIONE DEI SIGNORI SARA STURARO E MASSIMO CHIARELLI. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 142/2022)
PRESIDENTE
Colleghi, passiamo al punto n. 7) all'ordine del giorno.
Ci sono proposte? Collega Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Propongo i nomi di Livieri e Magoga. Grazie.
PRESIDENTE
Colleghi, chiedo un attimo di attenzione. Ascoltatemi bene, poiché adesso faremo una cosa nuova: utilizzeremo l'urna elettronica. Non esageriamo con l'entusiasmo.
Sullo schermo dei vostri dispositivi compariranno tre pulsanti con i nominativi dei candidati. Premendo sui pulsanti è possibile esprimere le preferenze fino a un massimo di due. Premendo sul tasto "non voto" non si partecipa alla votazione. Premendo sul tasto "astensione" si esprime la volontà di depositare scheda bianca.
Dopo aver espresso il voto, per confermarlo bisogna premere il tasto "invio". Quindi, prima i tasti per indicare i nomi e poi "invio". È una prova che facciamo, e la facciamo su una nomina che, normalmente, è tranquilla. Vediamo come funziona.
Può votare anche chi ci segue da casa, quindi in particolare i colleghi Puppato e Polato, in questo momento.
Lo ripeto, sullo schermo dei vostri dispositivi compariranno tre pulsanti con i nominativi dei candidati. Premendo sul pulsante tu esprimi la preferenza per quel candidato, per un massimo di due preferenze. Se ci fosse la scheda, avreste due nominativi da scrivere. Se non vuoi votare, premi il tasto "non voto". Se vuoi astenerti, premi il tasto "astensione" per l'eventuale scheda bianca. Dopo aver espresso le preferenze, si preme "invio" per "depositare" la scheda elettronica. Proviamo?
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Ci sono tre nomi, ma si possono esprimere al massimo due preferenze. I tre nomi sono i tre nomi usciti dalla Commissione come validi, come possibili.
Sono i nomi usciti dalla Commissione valutati per le loro caratteristiche. Non tutti possono avere le caratteristiche per essere messi in questa Commissione, con questa specifica preparazione, in particolare nella Sezione Agricoltura e Foreste.
48 presenti. 40 hanno espresso il voto.
Colleghi, qualcun altro vuole ancora votare?
È chiusa la votazione.
Votanti 41.
Livieri 31
Magoga 34
Bianche 6
Non voto 1
Con i Capigruppo poi parleremo se questa modalità, anche nel prossimo futuro, può essere utile per i lavori di questa Assemblea. L'avevamo messa in moto qualche tempo fa proprio per permettere anche a chi era a casa, durante il periodo Covid, di votare, per permettere appunto l'attività totale di un Consigliere. è arrivata adesso per garantire la sicurezza anche della segretezza del voto. Secondo me ha funzionato, ma ne parliamo in Capigruppo.
6 bianche, 1 non voto. L'ho già detto al microfono, quindi non penso di doverlo ripetere.
Risultano proclamati, come componenti della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Città metropolitana di Venezia, Magoga e Livieri.
Grazie, colleghi.
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PUNTO
8 |
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DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI CONCERNENTI LE CONCESSIONI DI GRANDI DERIVAZIONI D'ACQUA AD USO IDROELETTRICO IN ATTUAZIONE DELL'ARTICOLO 12 DEL DECRETO LEGISLATIVO 16 MARZO 1999, N. 79 "ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 96/92/CE RECANTE NORME COMUNI PER IL MERCATO INTERNO DELL'ENERGIA ELETTRICA"". (PROGETTO DI LEGGE N. 75) INIZIO
Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Rizzotto
Correlatore: Consigliere Zanoni
PRESIDENTE
Andiamo al punto n. 8), progetto di legge 75.
Relatrice la collega Rizzotto.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Il progetto di legge n. 75, d'iniziativa della Giunta regionale, depositato nel luglio dello scorso anno, è un progetto di legge che riguarda le grandi derivazioni idroelettriche e può essere considerato il completamento della legge regionale n. 27 del 2020 sulle disposizioni in materia di concessioni idrauliche di derivazione a scopo idroelettrico, la quale prevede, tra l'altro, all'articolo 1, che dall'anno 2021 chi esercisce una grande derivazione a scopo idroelettrico insistente sul territorio regionale è tenuto a fornire annualmente e gratuitamente energia elettrica alla Regione nella misura di 220 chilowattora per ogni chilowatt di potenza nominale media di concessione o, in alternativa, corrispondere alla Regione un importo derivante dalla monetizzazione anche integrale dell'energia da fornire, calcolata in base alla formula riportata poi nell'articolo 3.
Ha come obiettivi principali di definire le modalità di affidamento delle concessioni, di disporre in merito ai provvedimenti attuativi successivi all'approvazione della legge e di definire il canone che i concessionari sono tenuti a corrispondere.
Il provvedimento propone disposizioni in materia di grandi derivazioni ad uso idroelettrico ai sensi dell'articolo 6 del Regio Decreto dell'11 dicembre 1933 n. 1775, Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici.
Sono grandi derivazioni quelle che eccedono il limite di 3.000 chilowatt di potenza nominale media annua. Questo lo abbiamo anche specificato appositamente in Commissione, onde evitare che vi fosse confusione. Abbiamo avuto diverse osservazioni in questo senso, perché non era chiaro l'ambito di applicazione.
Il progetto si colloca nell'alveo del decreto-legge n. 135 del 2018 "Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica Amministrazione", disponendo la regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche alla scadenza delle concessioni in essere, nonché la contestuale attribuzione alle Regioni del compito di definire le modalità e le procedure di nuova assegnazione secondo principi e tempistiche definite dal nuovo articolo 12 del decreto.
Questo progetto di legge vuole dare attuazione a questa disposizione normativa definendo all'articolo 1 le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico che arrivano a scadenza dopo l'entrata in vigore della presente legge o già scadute e non ancora riassegnate o decadute oppure oggetto di rinuncia.
L'articolo 2, come ho già anticipato, è stato inserito in sede di esame, in armonia con la disciplina statale, mutuata anche dalle diverse leggi regionali in materia. Definisce "grandi derivazioni idroelettriche" quelle aventi potenza nominale media di concessione superiore a 3.000 chilowatt.
Con l'articolo 3 si definiscono le competenze, in particolare nel caso di concessioni che ricadono nel territorio della Regione e di altre Regioni e Province autonome e quelle già affidate dalla normativa regionale alla Provincia di Belluno.
L'articolo 4 definisce il regime delle opere, che in questa parte, quelle riconducibili all'articolo 25, comma 1, del Testo Unico del 1933, passano al patrimonio della Regione. In parte, invece, possono rientrare tra le opere da utilizzarsi nel nuovo progetto di derivazione, ma con indennizzo al concessionario uscente.
L'articolo 5 definisce, in sintonia con l'articolo 12 del decreto legislativo n. 79/1999, la possibile durata della concessione. Ho visto che sono stati presentati emendamenti su questo punto, ma abbiamo fatto la valutazione in Commissione di riprendere quanto è previsto nel decreto legislativo nazionale.
La procedura di affidamento della concessione è stabilita dagli articoli 6 e 9. In particolare, l'articolo 7 prevede che, prima della scadenza della derivazione, si verifichi la sussistenza dell'interesse pubblico alla sua prosecuzione e che il concessionario predisponga una relazione di fine concessione necessaria per procedere con gli ulteriori provvedimenti. In caso di prosecuzione della concessione in via ordinaria, ai sensi dell'articolo 6, che dispone in ordine alle modalità di affidamento della concessione, si procede alla sua assegnazione a un operatore economico, tramite gara, con la pubblicazione di bando.
In particolari situazioni, si potrà procedere tramite assegnazione a società a capitale misto pubblico-privato, la cui componente privata deve essere scelta tramite procedure competitive. Ai sensi del comma 4, tra l'altro, la Giunta regionale è autorizzata a costituire una o più società per azioni o società a responsabilità limitata a partecipazione mista pubblico-privato, alle quali affidare la gestione di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico.
L'articolo 10 disciplina il passaggio del possesso al nuovo concessionario dei beni inclusi nella derivazione.
L'articolo 11 prevede che la Giunta dia concreta attuazione, predisponendo una serie di provvedimenti che disciplinino nel dettaglio le procedure di affidamento riguardanti i contenuti della relazione di fine concessione, lo schema di bando, le modalità di valutazione dei progetti e offerte, nonché lo svolgimento delle procedure per l'assegnazione delle nuove derivazioni a scopo idroelettrico.
L'articolo 12 definisce i criteri a cui si deve attenere l'Amministrazione procedente nell'assegnazione della concessione.
L'articolo 13 fornisce indicazioni per la determinazione del canone da porre a base di gara per l'assegnazione della concessione, che sarà corrisposto a partire dal 2023. In coerenza con l'articolo 12 del decreto legislativo n. 79/1999 e con le indicazioni dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), è prevista una componente fissa, stabilita in 40 euro per ogni chilowatt di potenza nominale media annua e una componente variabile quantificata come percentuale non inferiore al 5% dei ricavi normalizzati, determinati su base annuale solare e calcolati tenendo conto della quantità ponderata di energia elettrica prodotta e immessa in rete (al netto dell'energia fornita gratuitamente alla Regione ai sensi dell'articolo 12, comma 1 quinquies, del decreto legislativo n. 79/1999 e della
legge regionale n. 27/2020 ) su base oraria ed il prezzo zonale di vendita orario dell'energia elettrica.
Poi, abbiamo l'articolo 13, che introduce alcune modifiche alla
legge regionale 3 febbraio 2006, n. 2 "Legge finanziaria per l'esercizio 2006".
L'articolo 14 prevede una norma transitoria per l'avvio delle procedure di assegnazione in caso di concessioni già scadute alla data di entrata in vigore della legge.
Chiudono l'articolato la norma finanziaria (articolo 15), che quantifica in 700.000 euro annui le maggiori entrate per le annualità 2023 e 2024 derivanti dal versamento dei canoni concessori, al netto di quelle già previste nel bilancio regionale, e l'entrata in vigore (articolo 16).
C'è stato un grande lavoro su questo progetto di legge che, come potete immaginare, è particolarmente tecnico e complesso. Ringrazio tutti i contributi che sono pervenuti, oltre che da parte degli stakeholder, che hanno fatto delle osservazioni, in particolare dall'ANBI, ma anche dalle società di gestione quali Enel, dalle varie associazioni e anche dai Comuni sui quali persistono questi impianti di grandi derivazioni idroelettriche.
Abbiamo 34 grandi derivazioni idroelettriche in Veneto. Ringrazio, in particolare, l'assessore Bottacin e la sua struttura. L'Assessore è sempre stato presente.
Abbiamo cercato di accogliere più che potevamo, di mediare anche con gli emendamenti che sono stati proposti, dalla maggioranza ma anche dall'opposizione, per cercare di rendere la norma, seppur tecnica, abbastanza chiara ed attuale, tenendo conto anche degli spunti pervenuti anche da altre leggi regionali che disciplinano questa materia e della loro esperienza. Quindi, il lavoro è stato importante, piuttosto significativo, ma credo che alla fine ne sia uscito un buon lavoro.
Sono pervenuti diversi emendamenti, ho visto ieri, e adesso faremo delle valutazioni. La maggior parte di questi, in realtà, ripete considerazioni e discussioni che abbiamo già avuto anche in Commissione. Dopo ne parleremo, li valuteremo con calma, però penso che ci sia stata la massima disponibilità e apertura anche in Commissione, con tempo adeguato, per poter fare delle valutazioni e alla fine presentarsi qua in Consiglio con un testo che, a mio avviso, dovrebbe essere un buon testo.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Correlatore è il collega Zanoni. Prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Oggi abbiamo all'ordine del giorno la – possiamo chiamarla così – regionalizzazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico. Un progetto di legge che è stato discusso per diverse sedute in Commissione Ambiente. Una materia, questa, e un progetto di legge, questo, che trova precise delimitazioni derivanti dal decreto 135/2018, che ha modificato il relativo decreto legislativo n. 79/99 e ha apportato modifiche importanti alla disciplina relativa alle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, che ha appunto disposto la regionalizzazione della proprietà delle opere elettriche, alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia alle stesse.
Quindi, oggi siamo qui a disciplinare con legge le modalità delle procedure di assegnazioni che spettano, in questo caso, alla Regione.
Questo progetto di legge dà attuazione a delle disposizioni normative, definendo le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, che arrivano a scadenza dopo l'entrata in vigore della presente legge o che siano già scadute e non ancora riassegnate o decadute o oggetto di rinuncia. Molte di queste procedure sono state, di fatto, delegate alla Giunta regionale, che, con il dispositivo di legge previsto all'articolo 11, dovrà adottare una o più deliberazioni. Quindi, diciamo che è una delega veramente, forse, troppo ampia alla Giunta regionale.
Non dobbiamo dimenticare che, per quanto riguarda la determinazione del canone, è prevista una componente fissa, stabilita in 40 euro per ogni chilowatt di potenza nominale media annua, e una componente variabile quantificata come percentuale non inferiore al 5% dei ricavi normalizzati determinati su base annuale solare, calcolati tenendo conto della quantità ponderata di energia elettrica prodotta e messa in rete. Quindi, si tratterà di gestire delle concessioni che vedono dei ricavi veramente molto importanti.
Si tratta di una bella sfida, perché c'è da trattare con enti che sono presenti in Italia da molto tempo, ben strutturati, che alle spalle hanno esperienza e che dalla produzione di energia hanno delle entrate veramente molto importanti.
A nostro avviso, servirebbero maggiori garanzie sui controlli e sanzioni più importanti, più decise, perché, come abbiamo sollevato in Commissione, se non si usa la leva delle sanzioni anche per l'espletamento di determinate procedure relative ai rapporti che devono essere dati alla pubblica autorità, chi sta dall'altra parte, se non è convinto da queste sanzioni importanti, può anche dire "vado avanti, pago quel che c'è da pagare, ma non adempio alla norma". Quindi, noi abbiamo presentato alcuni emendamenti anche per quanto riguarda le sanzioni. è stato fatto, visti gli emendamenti, da diversi componenti di minoranza. L'augurio è che, almeno alcuni di questi, vengono accettati dall'Ufficio di Presidenza della Seconda.
Inoltre, tentiamo con degli emendamenti – anche qui l'auspicio è che vengano accettati – di prevedere maggiori specifiche più stringenti per aumentare le garanzie per quanto riguarda anche la questione ambientale.
È una legge, ripeto, che doveva essere fatta in applicazione di una norma statale che ho citato all'inizio. Molte delle procedure previste per queste importantissime concessioni – perché, ricordo, sono grandi derivazioni e ne abbiamo veramente parecchie, come ricordava prima la collega – sono demandate a provvedimenti successivi e quindi questo è solo l'inizio di un'approvazione di procedure che poi dovranno essere di fatto scritte nei dettagli dalla Giunta regionale, che ha comunque delle indicazioni. Ricordo che ci sono, all'articolo 11, ben tre pagine di queste indicazioni.
Quindi è una norma dovuta, un atto di legge regionale dovuto in applicazione di una norma statale, ma a nostro avviso può essere ancora migliorato e speriamo lo sia con l'accoglimento degli emendamenti proposti dalle minoranze.
PRESIDENTE
Grazie, collega Zanoni.
Apro la discussione generale.
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un momento importante per il passaggio delle competenze di questa Amministrazione regionale, perché stiamo trattando di un tema che rappresenta quello che un tempo era noto come "oro bianco", una delle risorse maggiori in assoluto che la natura ha donato al nostro territorio.
Voglio ricordare che le concessioni di cui stiamo parlando sono frutto del lavoro di generazioni di italiani e hanno richiesto un costo, dal punto di vista umano, importantissimo. Il nostro territorio è stato caratterizzato da alcune tra le più grandi tragedie che la storia ricordi, ma anche dal lavoro di tantissimi operai che hanno lavorato in silenzio. Voglio ricordare che le più grandi gallerie esistenti in Italia sono le gallerie idroelettriche che passano sotto le nostre montagne. Se voi guardate una carta geografica militare, vedrete che tra una valle e l'altra, tra Zoldo, l'Agordino e la Valle del Piave, ci sono gallerie che hanno talvolta dimensioni imponenti. Questo è stato fatto con un costo, anche umano, altissimo.
Credo che dobbiamo avere il massimo rispetto e la massima attenzione nel valorizzare al meglio questa risorsa, che è una delle poche risorse che resteranno nel futuro. La domanda di energia crescerà e questa è un'energia che ha un grandissimo valore.
L'auspicio è che noi sappiamo cogliere questo momento, che passa una volta nella nostra vita. Ricordo che gran parte di queste concessioni sono partite nella prima metà del secolo scorso e sono state procrastinate più volte. Il primo provvedimento che ha allungato la vita di queste concessioni è del 1982, quando la competenza era ancora statale. Sono state successivamente allungate nel 1999. In realtà, nel 1997, con il Decreto Bersani, in quegli anni con la privatizzazione di Enel ‒ gran parte delle concessioni nel nostro territorio oggi sono del gruppo Enel ‒ si è voluto allungarle al 2029, per assicurare un valore patrimoniale importante alla società che veniva allora posta sul mercato da parte dello Stato. Una scelta in qualche modo condivisibile a livello statale.
È cambiato tutto quando, nel 1999, con Bassanini e successivamente con la riforma della legge costituzionale n. 3/2001, la competenza è stata data progressivamente alle Regioni e poi, come ha ricordato nella sua relazione il collega Zanoni, il decreto n. 135/2018 ha definitivamente regionalizzato la competenza su questi temi.
Ci tengo veramente a dire che dobbiamo sentire la responsabilità di ottenere il massimo da questa risorsa, perché è una risorsa veramente molto preziosa. Ringrazio della possibilità di aver interagito su questi temi, di averne discusso anche con i soggetti esterni. Penso, però, che dobbiamo fare un ultimo sforzo per riuscire a dare alla legge che andiamo ad approvare quella solidità che assicuri che gli investimenti migliori per il territorio siano fatti nel periodo, che è abbastanza peculiare, tra i due anni precedenti e i due anni successivi alla scadenza delle concessioni. Per cui dobbiamo dare gli incentivi giusti agli operatori e dobbiamo assicurare che la manutenzione dei corsi d'acqua e degli invasi sia fatta nel migliore dei modi.
Su questo, come è già stato detto, abbiamo proposto alcuni emendamenti che forse possono meglio indirizzare il lavoro di chi si dovrà occupare di questi aspetti dal punto di vista tecnico, assicurando che lavorino per il territorio.
Questi impianti sono generatori di grande valore e questo valore deve rimanere legato alla gestione del territorio, come disse il regio decreto n. 1775 del 1933, che rimane il faro nella definizione delle norme. Io sono sorpreso dalla lungimiranza di una norma che ormai ha quasi un secolo, ma che ancora oggi è estremamente attuale nell'identificare quegli elementi di legame di questi impianti con il territorio che sono importantissimi.
Non dobbiamo, però, dimenticare che questi impianti sono stati fatti con lo sforzo, il denaro e le risorse di tutti gli italiani e questo non lo possiamo mettere in secondo piano. Quindi, io mi auguro che riusciamo ad assicurare la capacità di interlocuzione con il mondo industriale per riuscire a tirare fuori il meglio per la comunità, non per il singolo operatore che gestirà queste concessioni nel futuro.
Su questo credo che la Regione debba essere impegnata in prima persona, altrimenti si rischia di avere una simmetria nella capacità tecnica di gestire il tema che rischia di portare più la soluzione verso l'ottimo privato d'impresa e non verso l'ottimo sociale della nostra comunità.
Pertanto, ringrazio della disponibilità tutti coloro che hanno lavorato nella Commissione e che si sono resi disponibili a discutere successivamente, però l'auspicio è che riusciamo a fare quell'ultimo miglio che ci consentirà di fare una buona norma.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la collega Baldin. Prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Ringrazio la relatrice Rizzotto. Io non sono membro della Seconda Commissione, quindi non ho la pretesa di saperne di più di altri su materie come questa, che è molto tecnica. Ringrazio per il grande lavoro svolto in sede di Commissione. Anche da parte dei tecnici sicuramente c'è stato un impegno importante e naturalmente anche da parte dei colleghi Consiglieri.
Mi permetto solo di fare delle osservazioni e di porre delle problematiche che si possono rilevare anche da non addetti ai lavori. Principalmente, sono osservazioni che provengono, in realtà, da una fonte ben precisa. Parliamo del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, noto come COPASIR, che punta un faro sulla situazione italiana. Parliamo, quindi, di Paese Italia, l'unico Paese in Europa che ha deciso di andare verso una privatizzazione spinta di questo tipo di impianti di grandi derivazioni idroelettriche, l'unico Paese in Europa con una durata della concessione molto limitata (vent'anni), mentre nel resto d'Europa ci sono situazioni di maggior tutela ‒ se vogliamo ‒ rispetto a questo e durate delle concessioni ben più lunghe di quanto stabilito dalla normativa italiana.
Il COPASIR rappresenta una problematica che per chi legge sembrerebbe davvero preoccupante. Vi leggo il testo della relazione di febbraio 2022, quindi di tempi molto recenti. Parla di un idroelettrico che gioca un ruolo centrale per la sicurezza e l'autonomia nel settore energetico, per il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal e per la competitività dell'Italia. Poi fa una disamina sui dati relativi ad addetti e impianti (oltre 4.000 impianti e 15.000 addetti). "Rappresenta un settore strategico per l'economia nazionale, assicurando il 20% della produzione totale di energia elettrica e oltre il 40% della generazione di energia rinnovabile".
Arriviamo al punto critico: "Nel contesto europeo, l'Italia è l'unico Paese ad aver adottato una disciplina per l'assegnazione delle concessioni idroelettriche orientata a una completa liberalizzazione e apertura alla concorrenza, introducendo i princìpi di temporaneità delle concessioni e di contendibilità".
Continua: "È stata stabilita, al contrario, una ripresa di una procedura di competizione dell'assegnazione delle concessioni, in assenza di reciprocità sul piano europeo". Quello che vi dicevo prima: è l'unico Paese ad andare verso una forte privatizzazione di questo settore. "Tale quadro rischia di incidere fortemente sulle prospettive del settore, sulla sicurezza delle infrastrutture e sull'autonomia energetica nazionale, impedendo l'avvio degli investimenti sui territori, l'ammodernamento degli impianti, il necessario coinvolgimento delle comunità locali, dei territori produttori della risorsa acqua in termini di compartecipazione e di compensazione ambientale e la valorizzazione delle filiere nazionali di eccellenza (ingegneria, industria elettromeccanica, edilizia). Inoltre, ad oggi, non esiste omogeneità in ambito europeo", eccetera. "L'Italia è l'unico Paese ad aver avviato un processo di riassegnazione delle concessioni attraverso procedure competitive aperte, in assenza di reciprocità con gli altri Stati. In molti Paesi europei i diritti di utilizzo della risorsa idrica non prevedono scadenze e vengono rinnovati al concessionario uscente senza alcuna procedura competitiva, determinando una situazione di maggiore protezione e rafforzamento dei player nazionali e/o statali".
In definitiva, per arrivare al punto, in un momento in cui siamo chiaramente in grandi difficoltà legate alla dipendenza da altri Stati per quanto riguarda la produzione e l'approvvigionamento energetico del nostro Paese, c'è la necessità di porsi delle domande rispetto a quello che oggi andiamo ad approvare. Quindi, la manovra emendativa che mi permetto di sottoporre all'Aula ‒ e ringrazio anche la collega Guarda per la sottoscrizione degli emendamenti e, in seguito, di due ordini del giorno ‒ chiede di dare al pubblico una voce in capitolo vera e propria, in sostanza andando ad eliminare la possibilità di fare gare pubbliche con assegnazione ai privati di un bene così importante, di impianti di rilievo strategico nazionale.
In più, si vanno a toccare le sanzioni, aumentandole nei casi di irregolarità, ad esempio, nella presentazione della relazione da parte del concessionario a fine concessione. Si chiede sempre di attuare la VIA, la Valutazione di impatto ambientale, perché parliamo di opere strategiche, opere fondamentali, opere che hanno un impatto, anche ambientale, sui territori, e di coinvolgere la Commissione quando si parla di modalità di affidamento, che ritroviamo all'articolo 6 della proposta di legge. Serve anche dare una garanzia ai territori e alla popolazione sulla stabilità geologica delle aree su cui si va ad intervenire con impianti di derivazioni idroelettriche.
In più, potrebbe essere utile attuare una percentuale del 10% degli introiti destinata a finanziare il Piano della tutela delle acque, rinaturalizzazione e ripristino ambientale dei corsi idrici oggetto di derivazione. Credo che questo farebbe felici diverse aree interessate del territorio regionale.
Per finire, ho proposto due ordini del giorno. Il primo per ricordare la tragedia del Vajont. Sappiamo che il prossimo 9 ottobre 2023 ricorreranno i sessant'anni dalla tragedia del Vajont. Serve riprogrammare, dopo lo stop naturalmente legato alla pandemia da Covid, tutta una serie di interventi per la celebrazione di quella giornata. Ricordo che abbiamo anche votato una legge nel 2019, con l'allora collega bellunese Gidoni. Forse è il momento anche di riattivare una serie di programmi in occasione di quella giornata. Il secondo ordine del giorno, invece, per dedicare un confronto aperto al Consiglio sulle modalità di assegnazione delle concessioni, con una preventiva e specifica informativa alle Commissioni competenti.
Credo che, quantomeno su questi ultimi due punti, possiamo essere tutti d'accordo. Aspetto da parte della Presidenza un momento di confronto anche tra di noi per capire se ci sono prospettive per accettare questi emendamenti proposti.
Ripeto: sono preoccupazioni che forse più di qualcuno ed io abbiamo letto. Qualcuno può aver avuto gli stessi dubbi che ho sollevato io. Si tratta di capire cosa si può fare per evitare che vada tutto in mano a privati in un'epoca di scarsità di energia o con costi dell'energia ormai a livelli astronomici, che sembrano non avere più un freno. È arrivato il momento di porsi questi dubbi, questi interrogativi e di capire se stiamo facendo al meglio un servizio per i cittadini e per il Veneto.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Valdegamberi.
Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)
La legge di oggi è di particolare importanza. Sappiamo che l'acqua è un bene pubblico e, come tale, viene dato in concessione. Grazie al Titolo V, ora possiamo rivendicare anche le concessioni su queste grandi derivazioni d'acqua, che nella nostra Regione rappresentano un valore anche importante. È una Regione ai primi posti, credo, in Italia, se non al primo posto o tra i primi posti insieme al Trentino, sulla produzione di energia anche da fonti rinnovabili, grazie a queste derivazioni.
Colgo l'occasione anche per porre un altro grande tema di attualità, vista anche la necessità che abbiamo oggi di energia da fonti rinnovabili. Soprattutto, la prima fonte rinnovabile, quella più importante che abbiamo, deriva dall'acqua, dalla caduta dell'acqua. Quindi, l'energia idroelettrica.
Volevo ricordare che, in virtù di una direttiva che noi ben conosciamo, di qualche anno fa, che sta trovando attuazione, ahimè, proprio nel momento più sbagliato, sul deflusso minimo vitale dei corsi d'acqua, dal 1° gennaio del prossimo anno correremo il rischio o, meglio, avremo la certezza che circa il 30% dell'energia idroelettrica prodotta in Italia verrà a mancare. Modificando il deflusso nei fiumi, dovremo diminuire la capacità di raccolta dei bacini di un 30%, portando a diminuzione del 30%, quindi, l'energia idroelettrica, che oggi, nel bilancio energetico nazionale, incide mediamente intorno al 15%. Il 15% del fabbisogno italiano di energia è dato dall'idroelettrico. Di questo 15%, un 4-5% il prossimo anno non lo produrremo più in virtù di una legge sul deflusso ecologico, che va a modificare, quindi, il deflusso dell'acqua nei fiumi, nei corsi d'acqua, per la vivificazione dei corsi d'acqua.
Io ho fatto un appello, e lo faccio oggi formalmente da quest'Aula, perché in un momento particolare come questo, dove la dipendenza energetica del Paese sta facendo schizzare i prezzi dell'energia e, soprattutto, sta mettendo in ginocchio il sistema produttivo, per non dire delle famiglie e sociale, un po' tutto il sistema Italia, ci sia quantomeno una proroga, ma anche, direi, come ha auspicato più volte anche l'assessore regionale Bottacin, e la Regione Veneto ha già fatto rinviare di un anno l'applicazione di questa legge, ci sia una riconsiderazione sulla bontà di questa legge, che va proprio in controtendenza anche con tutti i buoni princìpi, i buoni propositi dello sviluppo di energie da fonti rinnovabili, che spesso sentiamo in ogni angolo pronunciare.
Colgo questa occasione perché ognuno, con i propri rapporti, e anche con i riferimenti a livello parlamentare, ponga in evidenza questo grande rischio, affinché quantomeno in questo stato d'emergenza vi sia un decreto legge nazionale che sposti l'applicazione di questa legge e apra un tavolo di discussione anche con l'Europa. L'Italia non può fare a meno di questo 5% di risorse rinnovabili, cui buona parte sono anche nella nostra regione o nelle regioni contermini.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
In continuazione anche del discorso appena portato dal collega, se ci fosse stata, a livello nazionale, almeno in quest'ultimo decennio, la definizione di un Piano energetico nazionale capace di verificare come intervenire prima di pianificare le diverse fonti sulla base del fabbisogno italiano, ma anche capace di valutare, alla luce delle modifiche del nostro clima e delle nostre abitudini, le conseguenze della siccità in termini ambientali e poi da un punto di vista economico e energetico, se ci fosse stato un Piano nazionale capace di definire questi tre aspetti (qual è il fabbisogno, come coprirlo e come evolvere il settore dell'energia alla luce di questa evoluzione, che è stata anticipata da decenni da parte del mondo sensibile all'ambiente, ma anche e specialmente dal mondo della scienza e della ricerca), le preoccupazioni del consigliere Valdegamberi non ci sarebbero, perché ci sarebbe una pianificazione degli interventi.
Questo significa pianificare. Pianificare significa anche dare un giusto ritorno al territorio che fornisce un bene pubblico per la produzione di energia. Dovrebbe essere fatto altrettanto per tutte le derivazioni e tutti gli interventi, anche di vivificazione, di gestione dei reflui, ma anche, per esempio, per quanto riguarda tutta la parte dedicata all'estrazione di acqua, bene comune, per l'imbottigliamento o per la produzione di bevande come, per esempio, la Coca-Cola, se penso al veronese e a quanto poco dà alla Regione del Veneto e alla comunità veneta, nonostante i milioni di metri cubi di acqua che utilizza per la propria produzione.
Questo progetto di legge, quindi, inserisce un intervento di giustizia, che condividiamo. Da un punto di vista pratico, evidentemente, avrebbe bisogno di specifiche maggiori all'interno della norma e non semplicemente di deleghe alla Giunta. C'è un aspetto che, però, vorrei sottolineare e per il quale ho avuto il piacere di condividere con la consigliera Baldin alcuni emendamenti. Mi riferisco al passaggio relativo all'investimento di una parte degli introiti derivanti dall'assegnazione della concessione di grande derivazione per gli interventi finalizzati alla tutela, alla rinaturalizzazione e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione.
È evidente che una componente del partito verde e ambientalista italiano si interessi di questo aspetto. In realtà, però, dovrebbe interessare tutti i partiti. La tutela del corso d'acqua ci consente di continuare attività economiche e di garantire non soltanto la vitalità da un punto di vista ambientale, ma anche da un punto di vista sociale, dei nostri territori.
Le piccole derivazioni, che non riguardano questo progetto di legge, hanno dato vita a problematiche davvero gravissime, con intubazioni lunghe chilometri per produrre pochissima energia elettrica, che sono state verificate non soltanto nel territorio veneto, ma anche nel territorio nazionale e nelle altre regioni.
Quindi, è evidente che c'è bisogno di una garanzia, di un'energia rinnovabile che sia data in maniera continua e che sia fatta con il minore impatto da un punto di vista ambientale. Certo, però è che chi guadagna da questa situazione non può evitare di garantire un investimento costante per l'ambito territoriale e per la risorsa da cui va a prelevare l'acqua.
Per questo motivo ritengo importantissima la proposta di aggiungere, a questo progetto di legge, il comma 7 bis: una quota non inferiore al 10% degli introiti, destinata a misure di tutela per il fiume, in attuazione del Piano di tutela delle acque della Regione Veneto.
Visto che abbiamo visto che ci sono forme di abuso sui nostri fiumi, e penso, per esempio, alla situazione del Bacchiglione a Vicenza, con una contaminazione che è continuata durante tutta questa estate, che ha danneggiato una risorsa idrica, utilizzata anche per l'agricoltura, con presenze, ricordo, di ammoniaca, di acido nitroso superiore, ben superiore ai limiti imposti dalla normativa, nonché, appunto, di schiume e, quindi, di detersivi; visto che proprio lì esiste un punto di derivazione per una produzione di energia elettrica, che avrebbe potuto, perlomeno, ridurre quello che era l'impatto di questa contaminazione; visto che è in corso una riduzione della vivificazione del Fratta-Gorzone per lavori di manutenzione di una centralina idroelettrica collegata al canale irriguo LEB, e questo provoca un peggioramento delle condizioni ambientali del fiume Fratta-Gorzone; visto che, quindi, la produzione di energia elettrica è connessa con la garanzia ambientale dei nostri corsi d'acqua, che sono connessi alla produzione di cibo, allora, oggettivamente parlando, richiedere questo impegno da parte di chi guadagna da questa concessione è una sorta di intervento di onestà intellettuale e di rispetto sociale, che io spero vivamente che tutto quanto il Consiglio regionale condivida, perché qui non c'è partito che tenga e non c'è ambientalismo che tenga.
Qui ci sono interi settori di cui può essere garantita la qualità esclusivamente attraverso la tutela di questi corsi d'acqua. Poi, a livello nazionale, se avrete modo di poter spingere verso un'attuazione di un Piano energetico oggettivamente urgente, tanto più oggi, troverete in noi dei collaboratori sperando che gli obiettivi di tutela e di produzione dell'energia rinnovabile siano condivisi.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Grazie.
La parola al collega Giuseppe Pan. Prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Proprio ieri sera, c'era anche la collega Venturini, a Cittadella abbiamo presentato un libro sui 100 anni del Consorzio di Bonifica Brenta. La sala era molto piena e abbiamo anche discusso con molti amministratori locali sia del vicentino sia del Destra Brenta che della Sinistra Brenta per quanto riguarda la risorsa acqua. Il 2022 lo ricorderemo come un anno difficile e critico per quanto riguarda la risorsa acqua e la gestione della risorsa acqua.
Ho ascoltato tutti gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e mi trovo d'accordo in tante delle loro considerazioni. Io vorrei fare una considerazione un po' più estesa, perché poi, ogni volta che discutiamo di questi argomenti, mi viene sempre in mente una favola di Esopo, "Lupus et agnus": c'è chi beve l'acqua e ha l'acqua a monte rispetto a quello a valle che magari non ne trova.
Sono d'accordo con una considerazione che ha fatto anche il collega Valdegamberi e altri, in cui bisogna rivedere un Piano strategico nazionale per quanto riguarda l'idroelettrico. è chiaro che il nostro Paese, che è sempre stato un Paese ricco d'acqua... In particolare, il popolo veneto, lo ricordavamo proprio ieri, è un popolo d'acqua, c'era l'acqua dalle montagne fino al mare. Noi eravamo un popolo di palude e le città sono sorte in mezzo ai fiumi, prima con le palafitte, con gli antichi veneti, per arrivare poi alle città della Serenissima. Quindi, la nostra è sempre stata una regione, un luogo, un territorio in cui l'acqua non è mai mancata, in cui l'acqua è stata, a volte, anche problematica, come nelle alluvioni, le ricordiamo tutti, dal Po all'Adige, al Brenta, alla Brentana, al Piave.
Spesso e volentieri nell'antichità, soprattutto durante la Repubblica Veneta, nel passato, sono stati fatti i tagli nei fiumi, il taglio del Po, il taglio del Brenta fino a Chioggia, naturalmente il Sile, tutta una serie di deviazioni perché l'acqua era un problema. Adesso ci accorgiamo che, invece, l'acqua non c'è più, che non ci saranno più, nei prossimi decenni, i ghiacciai in montagna. Abbiamo visto quest'anno cosa è successo in Marmolada, cosa sta succedendo sulle Pale di San Martino, praticamente stanno sparendo i ghiacciai. È cambiato il clima.
I cambiamenti climatici ci stanno insegnando che la siccità, a volte, dura mesi durante l'anno. Ancora adesso, guardate che la siccità di ottobre e di settembre sta piegando l'agricoltura delle nostre campagne. Non riusciamo neanche a seminare le varietà vernine perché il terreno è come il cemento e quindi si sta aspettando la pioggia. Bisogna che rivediamo – al di là delle derivazioni elettriche che ci danno l'alternativa alle centrali, che ricordo in Italia vanno ancora a metano o ad altri combustibili – la conservazione dell'acqua quando l'acqua c'è.
Abbiamo davanti decenni in cui saremo senza ghiacciai. Abbiamo davanti decenni in cui l'acqua verrà abbondantemente in dieci o quindici giorni all'anno, venti giorni all'anno, e poi avremo delle grandi siccità costanti.
Dobbiamo rivedere questo aspetto. Dopo il 1976, dopo il Vajont, che qualcuno ha ricordato qui giustamente, che ha provocato più di 2.000 morti e che comunque è stata una grande tragedia per noi del Veneto, in questo Paese non è stata più fatta una diga. Forse una in Toscana, una piccola diga in Toscana, da qualche parte, perché purtroppo la paura, a volte, sovrasta la programmazione degli interventi politici, eccetera.
Noi abbiamo bisogno di mantenere l'acqua in montagna perché naturalmente, in cascata, l'acqua del monte viene verso le pianure. Spero che chi sarà ministro in questo Governo, che ci vede insieme qui del centrodestra, tutti insieme a Roma, chi ci sarà e avrà il compito di rivedere tutto questo immagini una nuova programmazione. Ci vogliono nuovi bacini.
Noi, ad esempio, con il Consorzio Brenta abbiamo presentato una diga sul Valle del Vanoi, che permetterebbe un serbatoio – lo sa benissimo anche il presidente Ciambetti – di 40 milioni di metri cubi d'acqua, che salverebbe tutta la pianura centrale veneta del Brenta, la Destra Brenta, la Sinistra Brenta, però anche tutto il padovano e il veneziano, nei momenti di crisi. Oltre a questa, quindi, dobbiamo rivedere anche altre situazioni.
Benissimo tutta la progettazione sugli invasi dell'alta pianura, sulla revisione delle cave, tutto quello che ci vuole, la ricarica delle falde. Benissimo anche il rispetto dei fiumi. Qualcuno ha ricordato il deflusso minimo vitale. I fiumi non possiamo neanche mantenerli in secca per quanto riguarda, naturalmente, tutti gli aspetti ambientali e della ricarica delle falde.
Su questo tema c'è da rivedere totalmente la politica degli interventi. Giustamente, la collega Guarda ricordava tutte quelle micro centrali elettriche che sono state fatte sui torrenti delle Dolomiti. Ricordo che allora ero componente della Commissione Tecnica Regionale Ambiente. Penso di essere stato sempre l'unico che ha votato contro tutto questo scempio. Penso che i torrenti debbano essere lasciati a sé, al di là del recupero dell'energia elettrica.
Noi siamo un Paese in cui, dopo Chernobyl, abbiamo fatto un referendum sul nucleare e abbiamo chiuso le centrali nucleari. Siamo un Paese che, dopo il Vajont, non ha più fatto una diga. Questo perché ci facciamo prendere, spesso e volentieri, dalle paure e dalle disgrazie che ci sono capitate. Però, non dobbiamo aver paura delle tecnologie moderne e delle nuove risorse. Abbiamo centrali nucleari che sono vicine a noi, più di cinquanta in tutta Europa e in tutti i Paesi che ci sono vicini. Adesso mi dicono che perfino Greta Thunberg ha detto che il nucleare è una delle energie più pulite che esistano. Non vorrei che fosse una fake news. Cristina è più informata di me.
Su questo tema bisogna veramente rivedere completamente la strategia nazionale, ma anche regionale. Per salvare l'agricoltura, che con la guerra e con la carestia abbiamo scoperto essere il primario, ormai strategico, in questa regione, ma anche nella nostra nazione, io penso che sia utile che ricominciamo a fermare l'acqua in montagna e questa, oltre ad essere utilizzata per l'energia elettrica pulita, sia anche utilizzata per l'agricoltura di precisione. Naturalmente non dobbiamo dimenticare che l'acqua, come primo tema, è sempre ad uso dell'uomo, per gli usi civili.
Con questo auspicio ringrazio naturalmente i colleghi che hanno stilato e sistemato questo progetto di legge, che penso sia un punto importante per tutto questo tema.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie. Colleghi, sono le ore 12.30. Avete visto dai vostri inviti che abbiamo anche qualcosa di importante da fare qui a fianco.
Interrompiamo qui la seduta e riprendiamo in Aula alle ore 14.30.
L'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione si ritrova alle ore 14.20 per iniziare a esaminare gli emendamenti.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.30
La Seduta riprende alle ore 14.51
PRESIDENTE
L'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione sta ancora esaminando gli emendamenti. La ripresa dei lavori è rinviata alle ore 15.15.
La Seduta è sospesa alle ore 14.53
La Seduta riprende alle ore 15.23
PRESIDENTE
La ripresa dei lavori è posticipata alle ore 15.30.
La Seduta è sospesa alle ore 15.23
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta riprende alle ore 15.32
PRESIDENTE
Colleghi, i lavori riprenderanno alle ore 15.45.
La Seduta è sospesa alle ore 15.32
PRESIDENTE
Colleghi, possiamo riprendere i lavori d'Aula.
C'è una richiesta di intervento da parte dell'assessore Bottacin. Cancelliamo la richiesta di parola da parte del collega Bottacin.
Ci sono interventi sull'articolo 1? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo
1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 2.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 3.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo
3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 4.
Qualcuno vuole intervenire?
Metto in votazione l'articolo
4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 5.
Emendamento n.
C0019, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 5 comma 1 le parole "un periodo compreso tra venti e quaranta anni; il termine massimo può essere incrementato" sono sostituite dalle parole "un periodo di quaranta anni; il termine può essere incrementato".
Lo vuole illustrare, collega? Prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Questo emendamento è relativo alla durata delle concessioni. Il testo che è stato presentato in Aula presenta un intervallo compreso tra venti e quaranta anni per il rinnovo della concessione, con la possibilità di allungare fino a dieci anni ulteriori. Questo, ovviamente, è stato fatto nel 1999, quando c'è stata la liberalizzazione del mercato e si guardava con attenzione a una contendibilità di questo tipo di impianti.
Negli ultimi trent'anni la valutazione, anche proprio dal punto di vista economico, sulla gestione ottimale di questo tipo di impianti è stata abbastanza modificata. Alla luce anche dello stato degli impianti presenti sul nostro territorio, che hanno necessità di investimenti importanti, proponevo, all'interno dell'intervallo consentito dalla legge, di posizionarci sull'estremo superiore della durata. Questo per consentire al soggetto subentrante di fare quegli investimenti infrastrutturali che sono auspicabili per il buon utilizzo dei corsi d'acqua e dei bacini relativi.
Credo che un periodo di vent'anni non sia adeguato agli investimenti di cui ci c'è bisogno sul nostro territorio. Per cui, la mia proposta era quella di utilizzare. So che c'è il parere negativo da parte della Giunta. La mia raccomandazione, però, è che la Giunta, in sede di recepimento della legge e di definizione delle condizioni per la riassegnazione delle concessioni, tenga conto di queste valutazioni e cerchi di porre le condizioni perché il concessionario entrante possa fare quegli investimenti sui corsi d'acqua, sui bacini e sulle infrastrutture di impianto, che sono indubbiamente necessari per assicurare un altro secolo di vita a queste opere.
PRESIDENTE
Grazie, collega. Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0019, con il parere contrario ‒ immagino ‒ da parte del relatore.
È aperta la votazione.
Ho già aperto la votazione.
Prego, collega Lorenzoni.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Integro la mia illustrazione chiedendo di ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE
L'emendamento, quindi, è ritirato.
Non ci sono altri emendamenti.
Siamo all'articolo 5. Ci sono richieste di intervento?
Metto in votazione l'articolo
5.
È aperta la votazione.
Portate pazienza. Abbiamo alcuni problemi con il software. Grazie.
Colleghi, siccome abbiamo un problema con il software, sospendo il Consiglio per cinque minuti. Riprendiamo i lavori alle ore 16.00.
La Seduta è sospesa alle ore 15.55
La Seduta riprende alle ore 16.17
PRESIDENTE
Colleghi, proviamo a ripartire. Forse ce la facciamo a questo giro.
Siamo sull'articolo 5.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo
5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, vi sono stati consegnati gli emendamenti nn. 35, 36 e 37. Vi do cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Prego, collega Bozza.
Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie.
Solo per annunciare il mio voto favorevole, perché non è uscita...
PRESIDENTE
Registriamo a verbale il voto favorevole del collega Bozza sull'articolo 5.
Gli emendamenti sono caricati, collega. Li trova nel sistema.
Emendamento n.
C0004 presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 6, rubrica modalità di affidamento della concessione, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 1 dell'articolo 6 è così modificato:
"1. La Giunta regionale avvia le procedure ad evidenza pubblica di cui al comma 1 bis, lettera b) dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 79/1999 in considerazione delle specificità territoriali, tecniche ed economiche della singola concessione idroelettrica o dell'accorpamento di più concessioni preesistenti."
Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Guarda per la sottoscrizione di questo emendamento che, in sostanza, chiede espressamente quello che dicevo all'inizio nel mio intervento, ovvero di fare attenzione rispetto a potenziali concessionari, anche stranieri, che possono venire a fare lucro nel nostro territorio, lasciando quasi zero spazio al pubblico di appunto avere una sorta di controllo. Questo anche in termini di investimenti e di un territorio che può dire la propria rispetto a grandi opere di...
PRESIDENTE
Vada, collega.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento, ripeto, che pone l'attenzione su un problema che è stato sollevato non solo dal COPASIR, di cui vi leggevo la relazione poco fa, ma anche dal territorio, e qui ci sono le parole del Presidente del BIM Infrastrutture, una holding di diversi Comuni, che appunto mette l'accento sulla problematica di avere una gestione di questa risorsa puramente in mano a stranieri o comunque attraverso dei bandi europei, quindi perdendo di fatto il controllo del pubblico e non avendo più il polso della situazione a livello di investimenti o appunto rispetto alle richieste di interi territori e di cittadini che vivono sul nostro territorio veneto.
Con questo emendamento, in sostanza, si chiedeva di eliminare una lettera dell'articolo, di procedere esclusivamente in considerazione delle specificità territoriali, tecniche ed economiche della singola concessione idroelettrica con le società a carattere misto, pubblico e privato, quindi eliminando la possibilità di fare gare a evidenza pubblica proprio per tutti i problemi citati sia dal COPASIR sia da Presidenti di società che insistono sul territorio del Veneto.
So che il parere è negativo, purtroppo, però è il momento anche per fare una riflessione opportuna su questo tema che, come vi ho detto, è centrale per la nostra economia futura e per la sovranità regionale su un bene così prezioso come l'acqua e le opere derivanti dallo sfruttamento dell'acqua ai fini energetici.
È un asset su cui dobbiamo fare tanta attenzione e su cui ci possono essere grandi interessi sia da parte di europei, ma anche oltre i confini nazionali. Questo potrebbe comportare dei problemi proprio per quanto riguarda l'approvvigionamento, insomma. Sono temi che bisogna porsi prima di approvare una legge che va ad impattare sicuramente molto sul nostro futuro e sui nostri territori.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Rizzotto, prego.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Il parere è negativo a questo emendamento, mentre è positivo a quello successivo del collega Lorenzoni, perché abbiamo ritenuto di mantenere quello che prevede l'articolo 12 del decreto legislativo n. 79/1999, che prevede tre possibilità di assegnazione alternative sullo stesso piano: quindi assegnazione all'operatore privato tramite procedura ad evidenza pubblica, assegnazione a società a capitale misto (pubblico-privato) tramite procedura ad evidenza pubblica e assegnazione mediante forme di partenariato pubblico-privato ai sensi degli articoli 179 e seguenti del decreto legislativo n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici). Pertanto, l'esclusione di una di queste tre possibilità, come propone l'emendamento in questione, la riteniamo non opportuna e facilmente impugnabile anche dalla Corte costituzionale, perché il decreto legislativo prevede precisamente queste tre possibilità.
Accoglieremo, invece, l'emendamento successivo del collega Lorenzoni, che toglie le parole "in via ordinaria", mettendo di fatto sullo stesso piano queste tre possibilità che il decreto legislativo mette a disposizione.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Se non ci sono altre richieste di intervento, mettiamo in votazione l'emendamento n.
C0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n.
C0018 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 6, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 6 comma 1 le parole "in via ordinaria" sono stralciate.
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Molto rapidamente, Presidente. Grazie.
Come ha già ben detto la presidente Rizzotto, ho ritenuto di equiparare le tre modalità di possibile assegnazione delle concessioni, togliendo quell'espressione "in via ordinaria" che dava in qualche maniera una precedenza alla soluzione della gara con partecipanti privati.
Credo che valutare la possibilità di una partecipazione di un capitale anche pubblico nell'assegnazione delle concessioni sia opportuno. Abbiamo avuto degli importanti precedenti in Italia di altri territori ed è un modo per tenere il controllo e tenere parte del valore creato sul territorio.
Credo, pertanto, sia importante, ovviamente, senza venir meno ai principi della libera concorrenza e della contendibilità della risorsa. Assicurare la possibilità al nostro territorio di essere presente con un veicolo adeguato credo significhi costruire bene il nostro futuro.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0018, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora alla votazione dell'articolo 6.
Ci sono interventi? Nessuno vuole intervenire.
Metto in votazione l'articolo
6, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Emendamento n.
C0025 presentato dal consigliere Lorenzoni, articoli 7, 8, 9, 12, modificativo, che prevede:
Agli articoli 7, 8, 9, 12 ovunque compare, la parola "amministrazione procedente" è sostituita dalla parola "Giunta Regionale".
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso di questo emendamento con l'Assessore e con i tecnici e si è deciso dell'opportunità di ritirarlo, però ci tengo ad illustrare quella che era la ratio della mia richiesta, ovverosia quella di tenere un ruolo dell'Amministrazione regionale nell'assegnazione delle concessioni.
Io sono d'accordissimo che il territorio su cui insistono gli impianti rimanga protagonista e beneficiario e il decreto n. 1775 del 1933 è molto chiaro nell'allocare i canoni e i sovracanoni alla gestione del territorio, e io penso che questo sia un principio importantissimo, ribadito anche dalle misure recentemente adottate dalla Giunta regionale, ma la fase di assegnazione delle concessioni è una fase, dal punto di vista amministrativo, assolutamente delicata. Quindi, garantire la presenza dell'Amministrazione regionale nella fase di assegnazione, secondo me, è assolutamente opportuno. Questa è la ragione per cui con il mio emendamento proponevo che la Giunta regionale rimanesse protagonista in questa fase, anziché l'espressione più generica "amministrazione procedente".
Ritiro, dunque, il mio emendamento, ma raccomando veramente alla Giunta regionale la presenza, perché altrimenti c'è una asimmetria nella conoscenza amministrativa tra le Amministrazioni, che possono essere molto più piccole rispetto ai partecipanti privati, e le Amministrazioni possono trovarsi assolutamente in difficoltà.
Penso, in particolare, alla Provincia di Belluno, che deve rimanere protagonista di questa partita, ma deve avere le spalle larghe a sufficienza per riuscire a interloquire con soggetti che posso garantire hanno capacità tecniche, giuridiche, amministrative ed economiche per condizionare altrimenti l'Amministrazione.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
L'emendamento è ritirato.
Emendamento n.
C0020 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 7, comma 3bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 3 dell'articolo 7 è aggiunto il seguente comma 3 bis:
"3 bis. Il rapporto di fine concessione è redatto su supporto informatico e i contenuti sono organizzati secondo ordinate logiche di catalogazione, in modo da facilitare la reperibilità dei dati e il contradditorio di cui al comma 7."
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Lo ritiro perché è stato ripresentato all'articolo 11, comma 1, lettera b)
PRESIDENTE
Perfetto. Quindi, è ritirato.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
... per cui lo ritiro e viene ripresentato in altra forma dal relatore.
PRESIDENTE
Grazie.
Emendamento n.
C0015 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 7, comma 5, modificativo, che prevede:
Al comma 5 dell'articolo 7, sostituire "10.000,00" con "1.000,00, per ogni MW di potenza nominale media,".
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Questo emendamento – e ce ne sono anche altri dei colleghi che andavano in una direzione simile ‒ interviene proprio per lavorare sul tema, che è stato discusso molto anche in Ufficio di Presidenza, del mancato rispetto dei termini della presentazione della relazione ai fini della concessione di cui stiamo discutendo oggi.
Il tema è quello delle sanzioni nel momento in cui non venga presentata in tempo una relazione, che, per quanto riguarda la programmazione della Regione, è una cosa non tecnica, ma molto importante, anche da un punto di vista, come abbiamo discusso, politico.
L'obiettivo di questo emendamento era di inserire una specifica che diceva che la sanzione amministrativa era quella di 1.000 euro per ogni megawatt di potenza nominale media, proprio per ritenere che ci fosse la necessità di aumentare la sanzione nel momento in cui non si rispetta il termine di una relazione, che serve proprio per monitorare il lavoro che viene fatto o ‒ speriamo che non sia il caso ‒ il lavoro negativo eventualmente fatto sulla tutela dell'ambiente.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Mi permetto di sottoporre all'Aula la delicatezza di questa cosa. Penso che il valore della sanzione debba essere soprattutto un valore deterrente. Nessuno ha intenzione di comminare la sanzione, perché ci si augura che sia sufficiente impedire comportamenti che non sono coerenti con il comportamento auspicato.
Voglio far presente questo. Nella formulazione che prevedeva 10.000 euro per trenta giorni di ritardo, una società che ha diverse centinaia di megawatt sul nostro territorio con 1.200.000 euro l'anno avrebbe avuto la possibilità di procrastinare l'esercizio degli impianti. Credo sia una somma veramente piccola. Anche nella formulazione dell'emendamento in discussione, i 1.000 euro per megawatt per mese sono una somma, a mio modo di vedere, estremamente piccola.
Non c'è alcuna volontà punitiva o di imporre. Credo che, per tutelare l'interesse della comunità dei cittadini del Veneto, sia importante che il comportamento non collaborativo sia prevenuto.
Faccio un esempio: la tassazione degli extraprofitti che ci sono nelle società energetiche in questo periodo. Secondo me, è stato illuminante. Sono tali e tanti gli extraprofitti che stanno facendo le società che da parte degli operatori è stato detto: potete mettere tutte le tasse che volete, ma dovrete andare a individuare dove l'extraprofitto è stato fatto, quindi la possibilità di avviare un contenzioso, perché tale è la rendita che il contenzioso incide comunque poco sulla rendita stessa. Non dobbiamo trovarci, in condizioni simili, a dover inseguire il concessionario uscente nel richiedere i dati e nell'assicurare che la relazione di fine concessione sia presentata.
Per cui, il mio auspicio era che ci fosse una capacità di prevenire un comportamento non collaborativo maggiore.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, lei vuole intervenire per il ritiro dell'emendamento. Prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Scusate. Prima mi ero dimenticata di ritirare l'emendamento. C'è una riformulazione, che ho visto ora caricata. Il tema di cercare almeno di intervenire su questo punto è preso in carico. È vero, come dice il collega Lorenzoni, non è abbastanza, ma credo che, a partire da questa proposta, qualcosa sia stato recepito.
PRESIDENTE
Perfetto. Grazie. Quindi, è ritirato.
Emendamento n.
C0035, presentato da relatore e dal correlatore, articolo 7, comma 5, modificativo, che prevede:
Al comma 5 dell'articolo 7, sostituire "10.000,00" con "1.000,00, per ogni MW di potenza nominale media, con un minimo di euro 10.000,00".
Prego, consigliera.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie.
Abbiamo fatto una riscrittura di questo emendamento tenendo conto delle proposte che sono pervenute da diversi colleghi della minoranza, ma anche della discussione che abbiamo fatto in Commissione. Ritenevamo corretta questa proposta, in particolare della collega Ostanel, di una gradualità della sanzione.
Capisco la sua posizione, collega Lorenzoni, che forse può sembrare irrisorio come importo, però è anche vero che abbiamo realtà molto diverse, anche come tipo di concessione. Comunque, siamo in linea anche con le altre leggi regionali già approvate. Penso che già aver inserito una gradualità di un importo minimo ‒ questa variazione è quella di avere comunque inserito un importo minimo ‒ sia già un buon punto di partenza. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Ritengo che questo sia uno dei contenuti più importanti dell'azione emendativa in corso per questo progetto di legge. Le sanzioni devono essere deterrenza; deterrenza a far sì che non venga violata la legge.
In questo caso, queste sanzioni servono affinché la relazione di fine concessione venga presentata nei termini richiesti. Naturalmente, più uno ritarda, più va in esercizio in proroga. Quindi, è importante che l'importo di questa sanzione sia utile a far sì che la controparte provveda a dare seguito agli obblighi di legge.
Questo emendamento, sottoscritto dalla relatrice e dal correlatore, è effettivamente una mediazione dei vari emendamenti ed è molto a ribasso rispetto ad alcuni emendamenti che, comunque, hanno ottenuto parere negativo e che addirittura, con l'approvazione di questo emendamento, decadranno. Mi riferisco, ad esempio, all'emendamento delle colleghe Baldin e Guarda, che portava da 10.000 a 40.000 euro la sanzione.
Il nostro emendamento, che mi vede primo firmatario, prevedeva sempre da 10.000 a 40.000. Poi, l'emendamento del collega Lorenzoni metteva una quota fissa di 100.000 euro. Questa è una modifica che prevede un minimo, ma considerati gli importi in ballo, effettivamente, potrebbero portare la controparte a fare alcuni conteggi e a dire: "Forse mi conviene attendere. Vado avanti con la vecchia concessione. Creo profitto e la sanzione, comunque, è minimale". Non funziona la deterrenza. Volevo sottolineare questo.
A mio avviso, al di là di quello che hanno fatto le altre Regioni, considerato che comunque la nostra è una Regione particolare perché ha una trentina di grandi derivazioni molto importanti che altre Regioni magari non hanno, avremmo dovuto osare di più e avere più coraggio nel mettere delle sanzioni più incisive e utili a far sì che la legge venisse rispettata.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Assessore Bottacin, prego.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Velocissimo. Non volevo intervenire. Solo per precisare che, così come formulato, la sanzione andrà da 10.000 a 58.000 euro, stante le concessioni attuali, quindi decisamente superiore rispetto ai 40.000.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0035, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Di conseguenza, decadono il n. C0027, il n. C0005 e il n. C0029.
Siamo ora a pagina 11.
Emendamento n.
C0013, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 7, comma 6, modificativo, che prevede:
Al comma 6 dell'articolo 7, sostituire "10.000,00" con "1.000,00, per ogni MW di potenza nominale media,".
Prego, collega.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
C'è stata una riformulazione anche di questo emendamento. È simile a quello precedente. Impatta in un altro punto della norma. Quindi, lo ritiro.
PRESIDENTE
L'emendamento è ritirato.
Emendamento n.
C0036, presentato dal relatore e dal correlatore, articolo 7, comma 6, modificativo, che prevede:
Al comma 6 dell'articolo 7, sostituire "10.000,00" con "1.000,00, per ogni MW di potenza nominale media, con un minimo di euro 10.000,00".
Collega Rizzotto, non vuole intervenire? Va bene.
Lo metto in votazione.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Proprio perché è uguale a quello di prima, in seguito a un intervento dove si mettono a confronto i vari emendamenti e si leggono anche gli importi, sarebbe interessante, Assessore, quando lei dice che così formulato si arriva a 58.000 euro, capire anche quali calcoli ha fatto. Adesso mi sono confrontato velocemente con il collega Lorenzoni, che sappiamo essere un esperto in materia, ma mi pare sia in disaccordo su questa cifra. Giusto per capire.
PRESIDENTE
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie.
Se posso, vorrei contribuire a questo dibattito. È vero che l'impianto più grande presente in Regione ha 58 megawatt di potenza nominale media. Qui la distinzione tra potenza installata e potenza nominale media è un po' di lana caprina. Qui l'ammenda non è sull'impianto, ma è sul soggetto. Il soggetto ‒ Enel, in quel caso ‒ ha un numero di impianti... Adesso non lo ricordo. Una ventina, mi pare, sui trentaquattro presenti in regione. Quindi, l'ammenda che paga Enel è la sommatoria di tutti gli impianti su cui non ha presentato la propria relazione finale. Sui megawatt, sì. Però, qui, il mancato rispetto dei termini di presentazione della relazione non è riferito all'impianto, ma al soggetto. Quindi, immagino che un soggetto, se la presenta su un impianto, la presenta anche sugli altri. Ma questo cambia poco, perché la capacità di produrre reddito di questi impianti è effettivamente ‒ come diceva la collega Ostanel ‒ proporzionale alla potenza.
Quindi, questo valore, in termini di 1.000 euro per megawatt di potenza, quel megawatt i 1.000 euro li produce in poche ore nell'arco del mese.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Assessore Bottacin, prego.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Se fosse come dice lei, Enel dovrebbe pagare una cifra ben maggiore rispetto ai 58.000 euro. Infatti, fa cenno di sì con la testa.
Siccome, invece, è riferito alla concessione e al singolo impianto, Enel ‒ che qui tutti citano ‒ potrebbe presentare la relazione per un impianto e non presentarla per l'altro. Paga solo per quella che non ha presentato, in base alla potenza.
Collega Zanoni, le tabelle sono state consegnate in Commissione mesi fa. Se lei vede le trentaquattro concessioni, c'è la potenza maggiore di 58 megawatt. Poi, a scalare, ce ne sono anche da 3.000. Il dato minimo è 10.000, esattamente come il suo emendamento, che andava da 10.000 o 40.000. Questo emendamento va oggettivamente da 10.000 a 58.000. È matematica.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
L'emendamento parte anche da una mia riflessione. Io non sono un tecnico e di solito non do ragione all'assessore Bottacin, però, nel momento in cui io ho un soggetto e ho più impianti, nel momento in cui le autorizzazioni sono sugli impianti, potrebbe essere che addirittura paghino di più di 58.000.
Quindi, l'emendamento, che in qualche modo io avevo proposto, poi modificato dalla Giunta, in realtà è migliorativo rispetto ad alcuni emendamenti che anche i colleghi avevano presentato, perché dicevano 40.000. Io ritengo, sennò non l'avrei presentato, che così andiamo da 0 a 58. Quindi, devo confermare quanto detto dall'Assessore.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0036, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il n. C0006 è precluso.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Presidente, chiedo scusa.
PRESIDENTE
Prego, collega.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Non è uscito il collega Pavanetto.
PRESIDENTE
Mettiamo a verbale il voto favorevole da parte del collega Pavanetto.
Emendamento n.
C0008, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 7, rubrica "Avvio delle procedure per l'assegnazione delle grandi concessioni di derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico scadute. Procedure preliminari", comma aggiuntivo, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 7 dell'articolo 7 è inserito il seguente comma:
"7 bis. Ferme restando le sanzioni di cui ai commi 4 e 5, la mancata presentazione del rapporto di fine concessione o delle integrazioni richieste costituisce in ogni caso inadempienza ai fini della verifica dei requisiti di partecipazione alla procedura di assegnazione".
Prego, collega Baldin.
Dopo interverrà la collega Rizzotto.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
A proposito della relazione di fine concessione, con questo emendamento si aggiunge un comma all'articolo 7. Dopo il comma 7, si aggiunge il 7 bis: "Ferme restando le sanzioni di cui ai commi 4 e 5, la mancata presentazione del rapporto di fine concessione o delle integrazioni richieste costituisce in ogni caso inadempienza valutabile" quindi si aggiunge questa parola "ai fini della verifica dei requisiti di partecipazione alla procedura di assegnazione".
In questo senso va la riscrittura a verbale.
PRESIDENTE
Grazie, collega Baldin.
Collega Rizzotto, prego.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Presidente, con questa modifica che abbiamo proposto in Ufficio di Presidenza, con l'inserimento, quindi, dopo la parola "inadempienza", della parola "valutabile", siamo d'accordo all'accoglimento di questo emendamento, all'inserimento di questo comma aggiuntivo, che di fatto va in analogia a un'altra legge regionale, quella della Lombardia. Riteniamo di condividerlo con questo inserimento.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0008, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. C0030, quello successivo, è precluso.
Lo dica al microfono, collega.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Presidente, le chiedo di mettere a verbale il voto favorevole sull'emendamento precedente.
PRESIDENTE
Perfetto, collega Ostanel.
Emendamento n.
C0031, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 7, comma 7bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 7 dell'articolo 7 è aggiunto il seguente comma 7 bis:
"7 bis. Per le finalità di cui al comma 7, il concessionario uscente è obbligato a consentire al personale indicato dalla Regione l'accesso ai luoghi, agli impianti e agli edifici funzionali all'esercizio della derivazione."
Lo vuole illustrare? Prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Lo illustro anche perché devo fare una modifica verbale a questo emendamento, che prevede: "Per le finalità di cui al comma 7, il concessionario uscente è obbligato a consentire al personale indicato dalla Regione l'accesso ai luoghi, agli impianti e agli edifici funzionali all'esercizio della derivazione.". La modifica a verbale di questo emendamento, che condiziona l'approvazione da parte della maggioranza, è la sostituzione della parola "Regione" con "Amministrazione procedente".
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Rizzotto, prego.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Con questa modifica riteniamo di accogliere questo emendamento. Questo mi dà anche l'occasione di spiegare perché abbiamo dato, invece, un parere negativo a quello precedente, del collega Lorenzoni, che voleva sostituire il termine "Amministrazione procedente" con "Giunta regionale". In realtà, l'Amministrazione procedente non è necessariamente la Giunta regionale. Potrebbe essere anche la Provincia di Belluno, potrebbero essere anche le Province autonome di Trento e di Bolzano. Per questo motivo è più corretto inserire un termine più generico come "Amministrazione procedente".
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0031, così come modificato dal collega Zanoni. Il parere è favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo, ora, sull'articolo 7.
Ci sono dichiarazioni di voto o interventi?
Metto in votazione l'articolo
7, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 8.
Ci sono interventi? Nessuno.
Metto in votazione l'articolo
8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo a pagina 17.
Emendamento n.
C0009, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 9, rubrica "Procedure in caso di assegnazione a società a capitale misto pubblico privato.", comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 9 le parole ", se dovute" sono soppresse.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0009, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n.
C0002, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, è ritirato.
Passiamo all'articolo 9. Ci sono interventi?
Metto in votazione l'articolo
9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n.
C0021, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 10, comma 3, modificativo, che prevede:
All'articolo 10 comma 3 le parole "ad una sanzione amministrativa pari al 10% degli oneri stimati" sono sostituite dalle seguenti: "ad una sanzione amministrativa pari al 30% degli oneri stimati".
Lo vuole illustrare? Prego, collega.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Il n. C0021 lo ritiro.
PRESIDENTE
Perfetto. L'emendamento è ritirato.
Emendamento n.
C0001, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 10, rubrica "Passaggio di possesso dei beni inclusi nella derivazione.", comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 10, le parole "10 per cento" sono sostituite con le seguenti: "20 per cento".
Metto in votazione l'emendamento n.
C0001, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n.
C0014, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 10, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 10, sostituire "10" con "15".
Prego, collega.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Anche qui ci sono una serie di emendamenti più o meno sullo stesso tema. Io proponevo, sempre in un'ottica di maggiore capacità di controllo, di alzare da 10, come si propone ora, a 15, per quanto riguarda le concessioni.
PRESIDENTE
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0014, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, siamo sull'articolo 10. Ci sono richieste di intervento?
Metto in votazione l'articolo
10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n.
C0007, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 11, rubrica "Provvedimenti attuativi della Giunta regionale", modificativo, che prevede:
All'alinea del comma 1 dell'art. 11, dopo la parola "definisce" sono aggiunte le seguenti parole: "sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni, decorsi i quali si prescinde dal parere.".
Siamo a pagina 22. Lo presenta? Prego, collega.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie.
Con questo emendamento si chiede un parere alla Commissione competente, un parere non vincolante, dal quale, decorsi trenta giorni, si prescinde. Credo sia una modalità operativa giusta, proprio perché ci sono temi così importanti rispetto ai quali non si può prescindere dal sentiment, dalla percezione di un Consiglio regionale, un'Istituzione così importante che rappresenta i cittadini. Su temi come le modalità di valutazione del prevalente interesse pubblico a un diverso uso delle acque, ad esempio, oppure sui contenuti della relazione di fine concessione, tra i quali vi devono essere una serie di lettere e numeri, credo sia importante un passaggio di questo tipo, che ‒ ripeto ‒ non è vincolante, però è sempre un parere che, secondo me, è bene acquisire.
So che anche qui il parere è negativo, però, magari, nel prosieguo si vedrà se qualche punto di questi viene accettato. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Intervengo a sostegno di questo emendamento delle colleghe e anticipo anche la presentazione di quello dopo, così non intervengo più. Abbiamo discusso tante volte del ruolo della Commissione su alcuni provvedimenti. Io ho sempre ritenuto che il passaggio in Commissione fosse importante, e lo ritengo anche ora. Quindi, voterò a favore di questo emendamento, anche se c'è un parere negativo.
Qual è stata la proposta che ho fatto con l'emendamento successivo, discusso anche in Ufficio di Presidenza? Almeno rispetto a quei passaggi politici, ad esempio la lettera a), dove la Commissione si può esprimere sulle modalità di valutazione del prevalente interesse pubblico dell'uso delle acque, è ‒ tra virgolette ‒ obbligatorio il passaggio in Commissione.
C'è stata un'apertura, dopo una lunga discussione, da parte della maggioranza su questo punto, che ritengo importante. In Commissione potremo vedere – è ovvio che la Giunta lo propone, ma noi lo potremo vedere – qual è l'interesse pubblico dell'uso delle acque all'interno di queste concessioni. Il prossimo emendamento ha questo obiettivo.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Quando proponiamo i passaggi in Commissione è perché il tema ha una valenza che supera la questione esclusivamente amministrativa e interessa aspetti che ricadono, poi, in formazioni, atti o dati che consentono a noi eletti dalla popolazione veneta di poter esercitare il nostro compito di rappresentanza. Ecco perché avevamo chiesto il passaggio in Commissione.
Reputo che, però, alla luce dell'approfondimento che abbiamo fatto anche all'interno dell'Ufficio di Presidenza, sia opportuno votare questo tipo di emendamento, perché evidentemente pone anche una sorta di condivisione di trasparenza rispetto a degli atti tecnici, sì, ma comunque di grande valenza, dato che ragioniamo nell'ottica della conservazione della tutela di un bene comune, come l'acqua. E oggi tanto più ne siamo consapevoli.
Sapendo del voto negativo per questo emendamento, guardo con uno spirito almeno di speranza rispetto alla condivisione, da quanto mi risulta dalla discussione dell'Ufficio di Presidenza, di un obbligo di passaggio per quanto riguarda almeno la lettera a). è poco rispetto all'interezza degli atti elencati all'interno di questo articolo, ma è evidentemente un primo passaggio che, da questo punto di vista, mi sento politicamente di apprezzare, anche se non garantisce la condivisione di questioni che, sì, sono tecniche, ma che sarebbe opportuno, dato che riguardano il bene comune acqua, passassero in Commissione.
Quindi, bene questa apertura. Ribadisco che è importante votare questo emendamento, ed è importante farlo esprimendoci rispetto a una trasparenza e a una condivisione con il Consiglio regionale, che vota questa norma, ma che si occupa politicamente della conservazione del territorio veneto, e che questi aspetti vengano affrontati e si votino con consapevolezza.
PRESIDENTE
Collega Rizzotto, prego.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Premesso che i Consiglieri possono avere tutte le informazioni dalle Strutture e che il nostro ruolo è politico e non tecnico, ritengo che la trasparenza sia assolutamente garantita, perché si possono avere tutte le informazioni.
Non condividiamo questo emendamento, che vuole che vi sia il passaggio di tutti questi documenti in Commissione con l'espressione di un parere. Tra l'altro, noi abbiamo anche dibattuto a lungo in Commissione sull'elenco dettagliato di questi elementi tecnici che devono esserci nei provvedimenti attuativi che deve fare la Giunta. Sul suo, quindi, il parere è negativo.
Sull'emendamento successivo, quello della collega Ostanel, con modifica, quindi mantenendo solo la lettera a), che di fatto, è vero, è un atto di indirizzo anche politico, quindi quello dove potremmo esprimerci sulle modalità di valutazione del prevalente interesse pubblico ad un uso diverso delle acque, su questo, se viene modificato il prossimo emendamento, ci sarà il nostro parere di carattere positivo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Volevo intervenire sul dibattito in merito a questo emendamento che, praticamente, prevede, per quanto riguarda gli atti che la Giunta regionale dovrà fare... Come dicevo nella relazione, sono veramente molti. Noi stiamo firmando una cambiale in bianco nei confronti della Giunta regionale, che dovrà fare moltissimo lavoro e che, quindi, avrà discrezionalità, naturalmente. Ha comunque le norme di settore da seguire, però ha una buona discrezionalità.
Proprio per questo, credo sia corretto prevedere che la competente Commissione consiliare sia perlomeno interessata a vedere questi importanti passaggi che riguardano un tema molto sentito: riguardano impianti che hanno impatti ambientali, riguardano impianti che hanno introiti veramente molto considerevoli per quanto riguarda l'energia elettrica prodotta e poi venduta. È sicuramente utile prevedere che si senta la Commissione consiliare in merito a queste delibere che la Giunta andrà a fare nell'applicazione di questa norma.
È stato detto che sono contenuti tecnici. Credo che la Commissione, almeno da quello che abbiamo visto negli ultimi anni, spesso, ricevendo in audizione i tecnici della Giunta, abbia la facoltà di chiedere spiegazioni anche sui contenuti tecnici di questi atti. Quindi, il fatto che i contenuti di queste delibere siano di carattere tecnico non esclude che la Commissione possa in ogni caso conoscerne i contenuti e anche esprimersi in materia.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n.
C0007, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Mettiamo a verbale il voto contrario da parte del collega Pavanetto.
Emendamento n.
C0016, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo11, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 11, dopo le parole "La Giunta regionale con una o più deliberazioni da adottare", inserire le parole ", sentita la competente commissione consiliare in merito ai provvedimenti di cui alle seguenti lettere a) e d),".
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che vogliamo)
La proposta che è stata fatta in Ufficio di Presidenza è di limitare il mio emendamento al punto a). Accetto questa modifica. Ovviamente, il motivo per cui avevo messo anche il punto d) era il fatto che è vero che lo schema del bando è tecnico, ma è anche vero che lo schema di bando ha all'interno delle questioni che poi entrano in una questione politica. Devo dire che il punto a) per me tra i due è quello più importante perché, ripeto, come ho detto prima, andremo a vedere almeno la modalità di valutazione che ha fatto la Giunta del prevalente interesse pubblico all'uso diverso delle acque. Ritengo, quindi, che questo sia comunque un risultato che abbiamo raggiunto.
PRESIDENTE
Mettiamo in votazione l'emendamento n.
C0016, così come modificato dalla collega Ostanel, con parere favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n.
C0032, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 11, comma 1, lettera b, numero 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il numero 2 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 11 è aggiunto il seguente:
"2 bis) la relazione analitica sulle problematiche ambientali e di sicurezza sorte nella gestione della concessione e sulle soluzioni tecniche adottate nonché le eventuali prescrizioni impartite dalle autorità competenti;".
Lo vuole illustrare? Prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che riguarda il comma 1 dell'articolo 11 e va a inserire un 2 bis. Questo perché si ritiene che la relazione analitica che il privato, il gestore deve presentare debba contenere anche specifiche informazioni su problematiche ambientali e di sicurezza – non c'è solo l'ambiente, ma c'è anche la sicurezza – sorte nella gestione della concessione e sulle soluzioni tecniche adottate, nonché le eventuali prescrizioni impartite dalle autorità competenti.
Questo perché si ritiene che il precedente punto 2 della lettera b) non sia completamente esaustivo e sia utile specificare queste tematiche, che devono essere illustrate nella relazione che deve preparare l'ex concessionario.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n.
C0032, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n.
C0033 presentato dal consigliere Zanoni, comma 1, lettera b, numero 3, sostitutivo, che prevede:
Il numero 3 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 11 è sostituito dal seguente:
"3) l'elenco degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sostenuti negli ultimi venti anni, con evidenza di quelli rientranti nella disciplina di cui all'articolo 26 del regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 e, per questi ultimi, una rendicontazione analitica dei costi sostenuti nonché la valutazione asseverata de/l'eventuale indennizzo del valore non ammortizzato degli interventi eseguiti; per i lavori di manutenzione straordinaria è indicata la relativa autorizzazione rilasciata dall'autorità competente;".
Prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Con questo articolo si mettono ulteriori paletti per far sì che chi presenta queste relazioni e ci dice che cosa è successo in questo impianto ci dica anche quali sono gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sostenuti negli ultimi vent'anni, con evidenza di quelli rientrati nella disciplina particolare di un Regio Decreto che norma queste attività, e che ci sia anche una rendicontazione analitica dei costi, in modo che si sappia quali sono gli investimenti che sono stati fatti. Per quanto riguarda i lavori di manutenzione straordinaria, si chiede sia indicata anche la relativa autorizzazione rilasciata dall'autorità competente.
È importante. Questi sono grossissimi impianti, quindi è bene capire che cosa è successo in passato per sapere, poi, che cosa ci si può aspettare in futuro, quale può essere l'evolversi della situazione, gli impianti come sono stati manutenzionati, i soldi investiti. Più informazioni abbiamo, meglio è. Tra l'altro, ne parlavamo anche in Ufficio di Presidenza con il collega Lorenzoni, che ci diceva come sia, da parte dell'Ente interessato, facile reperire tutti questi dati che, poi, tornano utili per valutare, da parte della Regione, la tipologia di impianto, come è stato manutenzionato, il suo valore e quello che può fare e produrre in futuro.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno di questo emendamento del collega Zanoni. Effettivamente, riuscire a interloquire con soggetti tecnicamente molto forti e molto preparati è estremamente difficile.
L'emendamento proposto dal collega va nella direzione di dare degli strumenti in più all'Amministrazione per cercare di tenere l'interlocuzione tra Amministrazione e soggetto privato all'interno di parametri di chiarezza e di trasparenza. Quindi, vedo elementi positivi a favore dell'Amministrazione regionale nel chiedere un maggior dettaglio nella presenza di informazioni nella relazione che verrà fornita e non vedo elementi, invece, negativi. Non vedo quali siano i contro a favore di un pro che è estremamente chiaro perché specifica alcune informazioni che credo siano a disposizione.
Credo che siano informazioni all'interno delle conoscenze dei soggetti attualmente concessionari, ma se voi andate a vedere il dettaglio delle informazioni rese pubbliche oggi dai soggetti privati, rispetto a quelle che erano rese pubbliche un tempo, sono veramente ridotte all'osso. Per questo ritengo che tutto quello che non sarà esplicitamente richiesto non sarà fornito. Per questa ragione l'emendamento è importante perché specifica alcuni aspetti che aiuteranno nella valorizzazione degli impianti esistenti e quindi daranno potere di interlocuzione a questa Amministrazione.
Per cui caldamente caldeggio – scusate la ripetizione – l'emendamento del collega.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n.
C0033, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n.
C0022, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 11, comma 1, lettera b, numero 6, sostitutivo, che prevede:
Il numero 6 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 11 è sostituito dal seguente:
"6) i dati della produzione oraria elettrica immessa in rete negli ultimi quindici anni, al netto dell'energia eventualmente fornita alla Regione a titolo gratuito, distinguendo la produzione effettuata tramite apporti naturali e quella derivante da pompaggio; per gli impianti ad accumulazione con stazioni di pompaggio, si richiedono i dati orari dei consumi di energia utilizzata per il pompaggio a monte;"
Prego, collega.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie.
Lo illustro brevemente perché questo emendamento aveva lo scopo di porre l'attenzione sul fatto che i dati di produzione che vengono richiesti ai concessionari uscenti debbano essere dati orari.
La produzione idroelettrica è una produzione particolarmente preziosa perché riesce ad essere esercitata nei momenti di alto valore. Faccio un esempio. Nella giornata di oggi l'energia nelle ore centrali del giorno, tra le 13 e le 15, era intorno ai 150 euro. Questa sera alle 19 sarà più vicina ai 300 o 350. C'è un fattore più che due. Sapere qual è il diagramma di produzione di questi impianti per poterne stimare il valore è estremamente importante. Questa era la ragione per cui chiedevo i dati orari, estesi su un periodo possibilmente più lungo. So che c'è un altro emendamento che estende la durata. Ritengo che sia importantissimo, come anche nell'emendamento precedente, dire con precisione i dati che vogliamo dai concessionari, perché sennò non siamo in grado di capire quale sia il valore delle cose che stiamo trattando.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Credo che il contenuto di questo emendamento sia importante. In primo luogo si chiede di avere i dati di produzione oraria elettrica emessa negli ultimi quindici anni e non negli ultimi cinque anni. Da parte dell'autorità regionale che esamina questi dati è importante capire qual è stato l'andamento della produzione elettrica, anche perché questa non è che sia una costante e che cinque anni sia un periodo significativo e utile per fare determinate valutazioni, perché ci sono fluttuazioni anche per quanto riguarda la portata dei fiumi e, quindi, di conseguenza possono esserci anche delle fluttuazioni e delle modifiche annuali tra anno e anno di produzione di energia elettrica. Più lungo è il periodo, più si possono avere dati utili a fare valutazioni più approfondite.
La seconda parte, il collega ha illustrato molto bene questa modifica, riguarda invece la possibilità di avere anche i dati orari dei consumi di energia, proprio perché, come è stato chiaramente spiegato dal collega, vi sono orari in cui l'energia viene venduta a un prezzo, altri orari in cui viene venduta a prezzi doppi o addirittura tripli. Quindi, avere la facoltà di ottenere dei dati che ti consentono di vedere quale tipo di energia e di quali costi si tratta dà la facoltà alla Regione e a chi va a esaminare questi dati di avere un quadro più preciso per capire che tipo di concessione andare a sottoscrivere.
È sicuramente un emendamento utile, che tutto sommato non costa niente a nessuno perché questi dati li hanno. Ha spiegato in Ufficio di Presidenza come sia facile comunque ottenerli. Pertanto, non capisco perché l'Ufficio di Presidenza abbia dato parere negativo a un emendamento che, invece, sarebbe stato auspicabile venisse approvato.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
L'obiettivo dell'emendamento successivo, intervengo ora perché voterò a favore di quello del collega Lorenzoni, ma intervengo già sull'altro, è quello di aumentare, ne abbiamo discusso tanto in Commissione, gli anni di cui richiediamo la relazione appunto ai concessionari. L'Emilia-Romagna chiede quindici anni. Noi con questa proposta ne chiediamo cinque. L'emendamento che io propongo mira ad arrivare a dieci. Ne abbiamo discusso tanto in Commissione perché è importante andare indietro almeno di dieci anni. È vero che le cose stanno cambiando molto velocemente, ma almeno così la Regione ha in mano tutti i dati.
Una cosa che mi sembra importante – magari chiedo anche che venga confermata – è che non cada la questione oraria, perché credo che sia importante quello che i colleghi Lorenzoni e Zanoni dicono, cioè che sia di dieci anni, ma che comunque venga richiesto un minimo di informazione rispetto alla produzione oraria, perché cambia così tanto che altrimenti rischiamo di chiedere dei dati che non sono abbastanza precisi.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n.
C0022, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, come concordato con i Capigruppo, sospendiamo la seduta odierna del Consiglio.
La prossima seduta sarà martedì, alle ore 10.30, con la prosecuzione dell'attuale ordine del giorno, senza alcuna integrazione.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.15
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Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
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Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO
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Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 74
SEDUTA PUBBLICA N. 74
MARTEDì 18 OTTOBRE 2022
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 74a seduta pubblica – martedì 18 ottobre 2022
Processo verbale della 74a seduta pubblica – martedì 18 ottobre 2022
- Approvazione verbali delle sedute precedenti
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Interrogazioni e interpellanze
- Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Baldin relativa a "Parcheggi "provvisori" all'aeroporto Marco Polo di Venezia: quale tutela per gli ultimi alberi rimasti?" (Interrogazione a risposta scritta n. 92)
- Surroga del consigliere regionale Raffaele Speranzon con il signor Lucas Pavanetto. APPROVATA (Deliberazione n. 141/2022)
- Nomina di due componenti esperti in materia di agricoltura e foreste nella Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Città Metropolitana di Venezia - Sezione agricoltura e foreste - in sostituzione dei signori Sara Sturaro e Massimo Chiarelli. APPROVATA (Deliberazione n. 142/2022)
- Disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"" (Progetto di legge n. 75) INIZIO
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che partecipano da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.
Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.46, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 11.00.
La seduta inizia alle ore 11.15.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.
Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.46, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 11.00.
La seduta inizia alle ore 11.15.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbali delle sedute precedenti [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della seduta pubblica n. 73 di martedì 4 ottobre 2022.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Puppato e Centenaro; inoltre, che due consiglieri partecipano alla seduta da remoto.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento [RESOCONTO]
Punto n. 6.11) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Baldin relativa a "Parcheggi "provvisori" all'aeroporto Marco Polo di Venezia: quale tutela per gli ultimi alberi rimasti?" (Interrogazione a risposta scritta n. 92) [RESOCONTO]
La consigliera Baldin dà per letta l'IRS in oggetto.
Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
La consigliera Guarda (Europa Verde) interviene sull'ordine dei lavori.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Surroga del consigliere regionale Raffaele Speranzon con il signor Lucas Pavanetto. APPROVATA (Deliberazione n. 141/2022) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il punto in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Polato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Il PRESIDENTE invita il consigliere Pavanetto ad entrare in Aula e gli dà il benvenuto.
Punto n. 7) all'ordine del giorno
Nomina di due componenti esperti in materia di agricoltura e foreste nella Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Città Metropolitana di Venezia - Sezione agricoltura e foreste - in sostituzione dei signori Sara Sturaro e Massimo Chiarelli. APPROVATA (Deliberazione n. 142/2022) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che propone la candidatura dei signori Livieri Fabio e Magoga Sergio.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica e a scrutinio segreto la nomina in oggetto.
Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.
Assegnati n. 51
Presenti n. 41
Votanti n. 41
Schede bianche n. 6
Astenuti n. 1
Hanno ottenuto voti:
Livieri Fabio n. 31
Magoga Sergio n. 34
Risultano eletti:
Magoga Sergio e Livieri Fabio in qualità di componenti della Commisione provinciale di determinazione dell'indennità di espropriazione della Città Metropolitana di Venezia - Sezione agricoltura e foreste.
Punto 8) all'ordine del giorno
Disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"" (Progetto di legge n. 75) INIZIO [RESOCONTO]
Intervengono i consiglieri, Rizzotto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Zanoni (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.
In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Valdegamberi (Gruppo Misto), Guarda (Europa Verde) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).
Durante l'intervento della consigliera Baldin assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis e durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.
La seduta è sospesa alle ore 12.30.
La seduta, dopo alcuni rinvii, riprende alle ore 15.46.
Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.
Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.
Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Sull'emendamento n. C19 all'articolo 5, interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che lo illustra e lo ritira.
La seduta è sospesa alle ore 15.55.
La seduta, dopo alcuni rinvii, riprende alle ore 16.17.
L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti nn. C35, C36 e C37, appena presentati, scade in 5 minuti.
Sull'emendamento n. C4 all'articolo 6, intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle) e Rizzotto (Zaia Presidente) che interviene anche sull'emendamento successivo n. C18.
L'emendamento n. C4 all'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'emendamento n. C18 all'articolo 6, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.
Sull'emendamento n. C25 agli articoli 7, 8, 9 e12 interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che lo illustra e lo ritira.
Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che ritira l'emendamento C20 all'articolo 7, in quanto riformulato con altro emendamento del relatore.
Sull'emendamento n. C15 all'articolo 7 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo ritira in quanto riformulato con altro emendamento del relatore.
Sull'emendamento n. C35 all'articolo 7 intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente) e Zanoni (Partito Democratico Veneto) che lo illustrano e l'assessore Bottacin.
L'emendamento n. C35 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Il PRESIDENTE dichiara preclusi gli emendamenti nn. C27, C5 e C29 all'articolo 7.
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che ritira l'emendamento C13 all'articolo 7, in quanto riformulato con altro emendamento del relatore.
Sull'emendamento n. C36 all'articolo 7 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), l'assessore Bottacin e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).
L'emendamento n. C36 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. C6 all'articolo 7.
Sull'emendamento n. C8 aggiuntivo di un comma all'articolo 7, intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra con una modifica a verbale e Rizzotto (Zaia Presidente).
L'emendamento n. C8 aggiuntivo di un comma all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.
Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. C30 all'articolo 7.
Sull'emendamento n. C31 aggiuntivo di un comma all'articolo 7, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) che lo illustra con una modifica a verbale e Rizzotto (Zaia Presidente) che interviene anche sull'emendamento n. C25 precedentemente respinto.
L'emendamento n. C31 aggiuntivo di un comma all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato .
L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.
L'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
L'emendamento n. C9 all'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. C2 all'articolo 9.
L'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che ritira l'emendamento C21 all'articolo 10.
L'emendamento n. C1 all'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'emendamento n. C14 all'articolo 10, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Sull'emendamento n. C7 all'articolo 11, intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra anche l'emendamento successivo n. C16, Guarda (Europa Verde), Rizzotto (Zaia Presidente) che interviene anche sull'emendamento n. C16 e Zanoni (Partito Democratico Veneto).
L'emendamento n. C7 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'emendamento n. C16 all'articolo 11, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.
L'emendamento n. C32 all'articolo 11, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Sull'emendamento n. C33 all'articolo 11, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e Lorenzoni (Gruppo Misto)
L'emendamento n. C33 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Sull'emendamento n. C22 all'articolo 11, intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) che lo illustra, Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).
L'emendamento n. C22 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta come concordato in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Il Consiglio regionale è convocato martedì 25 ottobre alle ore 10.30 con la prosecuzione dell'ordine del giorno.
La seduta termina alle ore 17.15.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
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ANDREOLI Marco
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MAINO Silvia
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BALDIN Erika
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MICHIELETTO Gabriele
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BARBISAN Fabiano
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MONTANARIELLO Jonatan
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BET Roberto
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OSTANEL Elena
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BIGON Anna Maria
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PAN Giuseppe
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BISAGLIA Simona
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PAVANETTO Lucas
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BORON Fabrizio
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PICCININI Tomas
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BOZZA Alberto
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POLATO Daniele
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BRESCACIN Sonia
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POSSAMAI Giacomo
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CAMANI Vanessa
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POSSAMAI Gianpiero
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CAVINATO Elisa
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RAZZOLINI Tommaso
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CECCHETTO Milena
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RIGO Filippo
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CESTARI Laura
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RIZZOTTO Silvia
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CESTARO Silvia
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SANDONA' Luciano
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CIAMBETTI Roberto
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SCATTO Francesca
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CORSI Enrico
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SORANZO Enoch
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DOLFIN Marco
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SPONDA Alessandra
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FAVERO Marzio
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VALDEGAMBERI Stefano
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FINCO Nicola Ignazio
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VENTURINI Elisa
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FORMAGGIO Joe
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VIANELLO Roberta
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GEROLIMETTO Nazzareno
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VILLANOVA Alberto
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GIACOMIN Stefano
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ZANONI Andrea
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GUARDA Cristina
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ZECCHINATO Marco
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LORENZONI Arturo
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ZOTTIS Francesca
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LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN |
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IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO |
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N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian, Cristiano Gebbin e Paola Lombardo