ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 25/10/2022 n. 75

Resoconto n. 75 - 11^ legislatura
Resoconto 75 a Seduta pubblica
Martedì, 25 ottobre 2022
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.30, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 11.00.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.06

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno.
Diamo inizio alla 75a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15756 del 20 ottobre 2022 per la prosecuzione della trattazione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno di cui alla convocazione prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 74a Seduta pubblica di martedì 18 ottobre 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Marco ANDREOLI
Stefano GIACOMIN
Alberto VILLANOVA
I congedi sono concessi.
Comunico che un collega, essendo sottoposto a misure di quarantena, ci segue da casa.
PUNTO
4



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Come avete visto, nella convocazione non c'era nessuna interrogazione allegata. In questo momento me ne sono arrivate quindici. Ho chiesto ai colleghi interroganti chi vuole farle adesso. A parte quelle della collega Guarda e della collega Baldin, le altre le tratteremo la prossima volta.
Iniziamo con la IRI n. 295, a firma della consigliera Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 295 del 22 settembre 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "RITARDO NELL'ADOZIONE DEL PROVVEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE ALLA SOTTRAZIONE DEI FONDI DELL'ATTIVITÀ VENATORIA, ANCHE L'UNO PER CENTO SOGGIACE DUNQUE ALLA CACCIA: PER QUALI RAGIONI IL PROVVEDIMENTO NON È STATO ANCORA PUBBLICATO?"

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione parla, ovviamente, come dice il titolo, dell'impedimento di fare attività venatoria su determinati terreni, sulla base delle richieste pervenute alla Regione del Veneto a seguito dell'approvazione del nostro nuovo Piano faunistico venatorio.
L'articolo 6 del Regolamento di attuazione individuava al 31 luglio il termine conclusivo per la decisione sulle istanze di sottrazione del fondo dell'attività venatoria. Successivamente, l'articolo 3 ha stabilito che il termine di cui all'articolo 6, in tema di definizione dei procedimenti, era rideterminato al 31 agosto 2022.
Preso atto che alla data del 22 settembre 2022 – data di questa interrogazione – non risultava ancora pubblicato sul BUR alcun provvedimento di autorizzazione alla sottrazione, a partire dal quale i soggetti legittimati possono provvedere alle necessarie operazioni di tabellazione.
Considerato che, così stando le cose, il ritardo nell'adozione del provvedimento, accompagnato dall'avvio della stagione venatoria, di fatto consente ai cacciatori di appropriarsi anche di quel misero 1% di fondi che, in astratto, potrebbe essere sottratto all'attività venatoria, privando i cittadini, almeno temporaneamente, e ci si chiede fino a quando, con evidente danno del legittimo esercizio di un proprio diritto, in una situazione, quella qui rappresentata, che si aggiunge al già disposto aggravamento della procedura per la presentazione delle istanze di sottrazione, di cui abbiamo discusso anche in Terza Commissione, e che a nessuno viene chiesto con questa intensità da un punto di vista documentale.
Tutto questo premesso, interrogavo il Presidente della Giunta e l'Assessore regionale competente per sapere per quali ragioni, alla data di deposito del presente atto di sindacato ispettivo, dopo quasi un mese dal termine finale, come modificato dall'articolo 3 della legge regionale n. 21/2022 , non fosse ancora stato pubblicato il provvedimento che autorizza la sottrazione dei fondi dall'esercizio dell'attività venatoria.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Le modalità definite dalla DGR n. 226/2022 di presentazione delle istanze di sottrazione di fondi dall'esercizio dell'attività venatoria hanno costituito un approfondimento dell'iter amministrativo tramite una procedura per la prima volta informatizzata che sta permettendo all'Amministrazione regionale di gestire le domande di sottrazione, arrivate, peraltro, in numero molto elevato, basandosi su criteri oggettivi che si stanno, di fatto, concretizzando nella realizzazione di una graduatoria numerica, caratterizzata da un elevato grado di dettaglio.
È opportuno considerare che le sottrazioni dei fondi dell'attività venatoria oggetto di autorizzazione saranno attivate per l'intero quinquennio di validità del vigente Piano faunistico venatorio regionale 2022-2027. Pertanto, è necessario che le istanze siano attentamente valutate in un'ottica gestionale complessiva e di lungo respiro, che sta, peraltro, richiedendo anche uno sforzo ispettivo in loco da parte del personale delle sedi territoriali afferenti alla competente Unità organizzativa coordinamento gestione ittica e faunistico venatoria.
Si aggiunga che si è ritenuto opportuno includere nelle valutazioni istruttorie delle domande pervenute le modifiche alla legge regionale n. 50/1993 introdotte dalla recente legge regionale n. 21/2022 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio), che ha previsto di vietare lo sparo durante l'esercizio venatorio o in forma vagante all'interno di vigneti e uliveti con impianto a irrigazione a goccia non interrato, nonché di vietare lo sparo in direzione degli stessi a meno di 50 centimetri di distanza e che, con l'articolo 3, ha rideterminato il termine previsto per completare l'iter amministrativo di chiusura del procedimento relativo alle istanze di sottrazione dei fondi dell'esercizio di attività venatoria.
Da ultimo, è opportuno ricordare che un numero rilevante delle comunicazioni dei motivi ostativi all'accoglimento delle istanze inviate ai richiedenti, ai sensi dell'articolo 10bis della legge n. 241/1990, è stato spedito tramite raccomandata postale con ricevuta di ritorno. Pertanto, i tempi tecnici degli invii e del ritorno delle comunicazioni, peraltro ancora in fase di ricevimento in questi stessi giorni, stanno comportando necessariamente un allungamento dei tempi amministrativi di chiusura complessiva del procedimento.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Intanto, grazie della risposta, che ‒ rispetto al solito ‒ è stata molto celere. Questo è sicuramente da valorizzare.
Detto questo, ci sono due aspetti che ritengo rilevanti. Si era deciso di fare questo percorso e una delle motivazioni per cui c'è stata una adesione importante era proprio di garantire un diritto negato negli ultimi dodici anni. Quindi, è stato assolutamente importante. Per questo la partecipazione importante dei cittadini a questa richiesta è stata così numerosa.
Secondo punto: la procedura informatica è stata assolutamente un appesantimento da un punto di vista burocratico, perché richiedeva atti che sicuramente non erano di facile realizzazione da parte del proprietario dei terreni, che fosse agricoltore o che non lo fosse. Quindi, il principio è che, nel momento in cui si è dato un termine e si è consentito di presentare queste domande, non è possibile tollerare che la procedura informatizzata richiesta ai cittadini non sia stata perseguita anche dalle Istituzioni e non sia stata accelerata da parte delle Istituzioni. Soprattutto perché molte delle motivazioni che sono state addotte al respingimento della domanda nel mese di agosto sono proprio le motivazioni scritte qua, nella risposta, cioè che, essenzialmente, essendoci già una norma che andrà a tutelare, per esempio, uliveti e vigneti con impianti a goccia ed essendo, queste, anche coltivazioni specializzate, non si sente il bisogno, non c'è tecnicamente il bisogno di escluderle.
Sono motivazioni che, purtroppo, impediscono al cittadino di vedere tutelato il proprio diritto non soltanto di non veder sparare all'interno del proprio terreno, ma anche e soprattutto di non veder entrare i cacciatori nel proprio terreno, specie nel momento in cui ci sono lavorazioni in corso, anche dopo, per esempio, l'attività di raccolta.
Il principio, e qui concludo, è che non mi posso ritenere soddisfatta. Il ritardo ha impedito in questa stagione venatoria, per l'ennesima volta, di rispettare il diritto dei proprietari di terreni di vedere escluso il proprio terreno dall'attività venatoria.
Detto questo, ci sono motivazioni che, dal punto di vista anche politico, non soltanto tecnico, rilevano un atteggiamento ostile nei confronti delle persone che hanno richiesto per diritto l'esclusione del proprio terreno dall'attività venatoria, non soltanto da un punto di vista burocratico, ma evidentemente anche, adesso, da un punto di vista tecnico e temporale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRI n. 289, sempre della consigliera Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 289 del 25 agosto 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PISTA DA BOB A CORTINA E OPZIONE 0: PERCHÉ ZAIA TIRA DRITTO?"

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Premesso che, con deliberazione n. 1359/2021, la Giunta regionale ha preso atto delle risultanze del documento di fattibilità delle alternative progettuali dell'intervento di realizzazione di una struttura per ospitare le competizioni internazionali per la disciplina del bob, para-bob, skeleton e slittino nel Comune di Cortina d'Ampezzo.
Rilevato che già nel documento di fattibilità, di cui alla sopra richiamata deliberazione di Giunta, tra gli elementi sfavorevoli riguardanti la fase di svolgimento dell'evento olimpico, presi in considerazione sub Opzione 0, è affrontato anche il possibile utilizzo in locazione della pista da bob a Innsbruck, Igls, più precisamente il presunto costo derivante dal canone di locazione.
A parere della sottoscritta interrogante, la classificazione di tale elemento come sfavorevole è resa sulla scorta di scarni e approssimativi elementi istruttori, laddove una valutazione di maggior rigore rispetto a tale specifico elemento e riclassificazione del medesimo come sfavorevole o meno, ai fini della migliore ponderazione dell'Opzione 0, avrebbe quantomeno dovuto richiedere un'interlocuzione diretta con i gestori dell'impianto e non appoggiarsi su stime fondate sull'inesistenza di casi analoghi.
Appreso che l'impianto di Innsbruck risulta al momento in corso di lavori di ristrutturazione, la cui conclusione è ipotizzata per la stagione 2024-2025, nel mese di agosto, interrogavo il Presidente della Giunta regionale per sapere se intendesse o meno far avviare con urgenza un percorso di interlocuzione con le autorità austriache e i gestori delle infrastrutture sportive di Innsbruck, al fine di ottenere ulteriori elementi di ponderazione in ordine all'Opzione 0, quella, appunto, dell'affitto della pista di Innsbruck, di cui al documento di fattibilità delle alternative progettuali in discorso.
Grazie.

PRESIDENTE

Assessore De Berti per la risposta.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Innanzitutto per specificare che il procedimento per la realizzazione dell'opera di riqualificazione della pista da bob "Eugenio Monti", inserita nel dossier di candidatura approvata dal CIO, era stato assunto in capo alla Regione del Veneto, che ha condotto i necessari studi propedeutici al fine di non perdere tempo in attesa della costituzione della società "Infrastrutture Milano Cortina". Tuttavia, da aprile 2022 tale procedimento è passato al commissario governativo e amministratore delegato di detta società. Pertanto, qualsiasi azione su tale argomento non potrebbe essere condotta dalla Regione.
Ciononostante, si specifica la motivazione di quanto operato in merito. Come ampiamente rappresentato in precedenti atti ispettivi, per decidere la soluzione migliore per lo svolgimento delle gare olimpiche di bob, slittino e skeleton sono state analizzate tre soluzioni: svolgimento delle gare a Innsbruck; riqualificazione della pista da bob "Eugenio Monti" a Cortina; riqualificazione della pista da bob "Eugenio Monti" a Cortina, con realizzazione di un parco divertimenti annesso.
Nella valutazione dei vari fattori che hanno portato alla scelta, è stata presa in considerazione anche la voce dell'eventuale costo di affitto nel caso di pista a Innsbruck, valutata rispetto a costi medi di spesa per situazioni simili e su informazioni da interviste alle federazioni, così come riportato nell'interrogazione in oggetto. La valutazione finale è stata fatta mettendo a confronto non solamente fattori di carattere economico, come quello sopra menzionato o come altri riportati, ad esempio l'indotto durante i lavori, durante l'evento dei Giochi olimpici o di Legacy, ma anche ambientali, culturali ed altri.
Ne deriva che tutti i fattori sono stati valutati nel concetto e nella qualità, se positivi, neutri o negativi, e non nella quantità. Non è stata effettuata alcuna valutazione quantitativa a causa della disomogeneità dei fattori. Tale metodo è utilizzato ordinariamente nelle valutazioni di questo genere in via speditiva. Pertanto, il dato, nella sua dimensione quantitativa, non influisce nelle considerazioni tecniche effettuate.
Per tutti i motivi sopra esposti, per mancanza di competenza e, nel merito tecnico, per la metodologia utilizzata nello studio di fattibilità, non è possibile da parte della Regione, ma nemmeno necessario e utile, l'approfondimento richiesto della più puntuale ed approfondita interlocuzione con i gestori della pista di Innsbruck al fine di giungere ad una più definita quantificazione del possibile canone eventualmente preteso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Capisco le motivazioni anche perché in realtà avrebbe dovuto la Regione assumere questi dati nel momento in cui ha deciso di mettere a confronto le diverse opzioni, non semplicemente basandosi su delle proiezioni senza sentire i diretti interessati. Ribadisco che lo stesso Vicegovernatore e il responsabile della pista di Innsbruck hanno riferito che nessuno della Regione del Veneto o di qualsiasi fondazione legata ai Giochi olimpici ha chiesto informazioni a riguardo dei costi per l'affitto della pista.
Semplicemente vorrei darvi due numeri, visto che questa interrogazione non me l'aspettavo oggi. Agire per tempo, si diceva all'inizio della risposta all'interrogazione. Benissimo. Nel dossier del 2019 veniva detto che lo studio di fattibilità era in corso, ma in realtà è stato affidato nel 2021 e realizzato e consegnato a settembre 2021: è talmente stato immediato l'impegno della Regione per capire come davvero fare questa pista da bob che è stato soltanto nella fine del 2021 che hanno aperto le assegnazioni dei lavori di monitoraggio e di georeferenziazione propedeutici alla definizione delle operazioni di pianificazione della nuova pista da bob.
Sono passati due anni quindi in cui la parte tecnica non è stata assolutamente toccata, in cui non sono stati assegnati i lavori per fare appunto verifiche per quanto riguarda la parte necessaria per definire la progettazione della pista da bob e il tutto per una pista da bob, in un'epoca di emergenza energetica, sociale, sanitaria, economica che ci viene a costare 85 milioni di euro, con una prospettiva di perdita di almeno 400.000 euro basati su calcoli ormai superati, cioè con un costo dell'energia di 26 centesimi che evidentemente nulla ha a che vedere con i costi attuali.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'interrogazione successiva, la n. 291 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 291 del 1° settembre 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "NUCLEARE A CHIOGGIA: LA REGIONE SMENTISCA LE VOCI DI UN POSSIBILE IMPIANTO NELLA CITTÀ LAGUNARE"

Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Buongiorno, colleghi. Grazie, Presidente.
Si apprende da mezzo stampa di una mappa segreta predisposta dal Calenda, Berlusconi, Salvini e Meloni per l'individuazione dei siti idonei alla realizzazione di 14 centrali nucleari, tra i quali rientrerebbe anche la città di Chioggia.
I cittadini e le cittadine di Chioggia nel referendum del 2011 hanno bocciato l'ipotesi nucleare con un netto 95%.
La possibilità che uno scenario del genere possa realizzarsi a Chioggia, anche se del tutto ipotetico, è un rischio concreto per l'economia della zona fondata su pesca e turismo, comparto quest'ultimo che non può essere messo in discussione nel pieno della stagione turistica. Ovviamente, era di settembre 2022 questa interrogazione, quindi ringrazio perché oggi ne viene data risposta.
Faccio presente le ultime notizie che ci vengono fornite dalla stampa, oltre al fatto che il nucleare rientra tra le ipotesi prioritarie di approvvigionamento di energia da parte del nuovo Governo insediato a traino Meloni-Fratelli d'Italia. Con questa interrogazione chiedo alla Giunta regionale del Veneto di sapere la posizione della Regione in relazione ai fatti esposti e sulle ipotesi di ritorno alla produzione di energia nucleare, con particolare riferimento, come sito di produzione, alla città di Chioggia, ovvero la mia città.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Io leggo il testo, ma non è mio. È del collega Marcato.
Con riferimento alle notizie di stampa comparse relativamente a una lista o mappa segreta di localizzazioni di nuove centrali nucleari si esclude ogni coinvolgimento dell'Amministrazione regionale nell'individuazione di siti idonei nel territorio della Regione del Veneto.
Nel merito si precisa che il nucleare potrà avere un ruolo nella politica energetica nazionale solo qualora proposto nell'ambito di un Piano energetico nazionale, fermo restando che ogni considerazione in merito alla nuova strategia energetica nazionale dovrà necessariamente basarsi su valutazioni tecniche di fattibilità, con il coinvolgimento dei massimi esperti di settore, tenendo conto dei tempi non certo contenuti di realizzazione delle migliori tecnologie disponibili nonché dei possibili impatti sociali e ambientali connessi.
In tal senso, anche la politica energetica regionale, attualmente in corso di definizione con il nuovo Piano energetico regionale, il cui documento preliminare è stato adottato con DGR n. 1175 del 27 settembre 2022, nell'esaminare le potenzialità energetiche delle fonti e dei vettori energetici non contempla lo sviluppo di nuove centrali nucleari nel territorio regionale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Baldin, per la replica.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'Assessore, però non posso ritenermi soddisfatta perché si parla di nessun coinvolgimento della Regione del Veneto, ma abbiamo visto anche in passato depositi di GPL autorizzati anche con un'intesa regionale, appunto, offerta dalla Regione del Veneto.
Poi, detto questo, ci sono stati ricorsi, controricorsi, anni di trattative e di difficoltà per arrivare a bloccare il famoso deposito di GPL a Chioggia. Non vorrei che, anche per quest'altro tema che oggi ci troviamo ad affrontare, appunto quello del nucleare, si vada incontro alla medesima situazione.
Ripeto, una volta che vi viene autorizzato un impianto poi è difficile tornare indietro e abbiamo visto di persona quello che è successo con il deposito di GPL, quindi non mi lascia tranquilla questa risposta, perché ancora non è stato detto chiaramente che la Regione del Veneto non vuole assolutamente parlare di nucleare, né a Chioggia, né in qualsiasi altro territorio o zona della nostra Regione.
Noi faremo la nostra parte chiaramente, presidieremo questo territorio e faremo il possibile affinché non si autorizzino impianti di queste proporzioni e nessun riferimento a questo tema avvenga in questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'interrogazione successiva, la n. 297 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 297 del 3 ottobre 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE GIUDICA NON ESSENZIALE LA REALIZZAZIONE DELLA PISTA DA BOB A CORTINA: È ARRIVATO IL MOMENTO DI RICONSIDERARE IL TUTTO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI?"

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Scrivo questa interrogazione nell'ottobre del 2022 perché, in data 19 agosto 2022, è stato pubblicato il bando di gara a procedura aperta per l'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria sopra soglia comunitaria per le prestazioni specialistiche relative alla progettazione e alla realizzazione del tracciato planoaltimetrico dell'impianto di refrigerazione e della pista del Cortina Sliding Centre a Cortina d'Ampezzo.
La determina a contrarre del commissario straordinario stabilisce che il fine che si intende perseguire tramite il contratto è concludere la realizzazione non dell'adeguamento – questo mi permetto di modificarlo a voce solo per una questione di coerenza – ma del rifacimento completo dell'impianto della pista olimpica di bob "Eugenio Monti".
Appreso che, in risposta alla petizione sostenuta dal Comitato civico di Cortina e sottoscritta da 1.260 cittadini di Cortina e dintorni, petizione in cui veniva chiesto al CIO, in ragione appunto dei fondati timori circa la sostenibilità ambientale e energetica, di fermare il progetto di riqualificazione della pista "Eugenio Monti", tale organo si è espresso affermando che la costruzione di detta infrastruttura non è un requisito per l'effettuazione dei Giochi olimpici. Peraltro, a quanto è da leggere, secondo il CIO, sarebbe stata infatti esclusivamente la volontà delle autorità locali a voler procedere comunque al progetto e non già, come invece più volte dichiarato dal Governatore veneto, l'inclusione del progetto nel dossier presentato nel momento appunto della candidatura come elemento determinante a rendere vincente il dossier.
Considerato che, a conclusione della procedura di aggiudicazione, il termine per la consegna della progettazione definitiva è fissato al 25 dicembre 2022, con termine 3 marzo 2023 per la consegna della progettazione esecutiva, con slittamento dunque dell'inizio dei lavori a metà 2023 e in estremo ritardo rispetto a quanto previsto e definito anche all'interno dello studio di fattibilità delle alternative.
Tutto questo premesso, chiedo al Presidente della Giunta se, in relazione a quanto in premessa, non ritenga ragionevolmente opportuno rivedere e fermare la procedura di riqualificazione o del rifacimento della pista per andare verso altre soluzioni.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Si rammenta che la riqualificazione della pista da bob "Eugenio Monti" è stata inserita nel dossier olimpico approvato dal CIO nell'accettazione della candidatura. Si rappresenta che l'opera in questione risulta programmata dal Governo italiano e da questo finanziata. La realizzazione è stata affidata ad un commissario governativo con decreto governativo e non risulta ad oggi nella competenza della Regione del Veneto la gestione del procedimento. Infatti, i nostri uffici, dopo aver redatto lo studio di fattibilità del progetto di fattibilità tecnico-economica della riqualificazione della pista da bob, hanno consegnato il tutto al commissario governativo nell'aprile 2022. Si sono adoperati nello svolgere le funzioni di conduttori del procedimento per la realizzazione dell'opera inserita nel dossier olimpico approvato dal CIO solamente nelle more della costituzione degli organismi definiti dal Governo centrale, nel caso la Società Infrastrutture Milano-Cortina, al solo fine di non perdere tempo.
Anche per questo motivo la Regione si è poi organizzata affidando ai propri uffici il monitoraggio e il coordinamento dell'esecuzione dei lavori necessari allo svolgimento in Veneto, tra cui la pista da bob, al fine di spronare alla realizzazione nei tempi disponibili, proprio perché ormai indubbiamente esigui, delle opere necessarie per lo svolgimento dei Giochi. Nella recente visita in Italia il Presidente del CIO, Thomas Bach, ha affermato a proposito di Milano Cortina: "Abbiamo discusso la questione della pista da bob, slittino, skeleton di Cortina con le autorità locali. Siamo stati informati sui lavori, ne abbiamo parlato al CIO e siamo d'accordo sulla soluzione prospettata per motivi di costi e sostenibilità, perché questo progetto non impatterà sul budget dei Giochi e il centro sarà utilizzato anche dopo le Olimpiadi". È chiara questa affermazione che considera la natura della spesa. Infatti per la riqualificazione della pista sono necessarie spese di investimento che non sono da sostenersi da parte del CIO, che può finanziare solamente spese in parte ordinaria. Implicitamente, il Presidente ha così chiaramente affermato che non sarebbe disposto a sostenere soluzioni diverse a carico del Comitato, cioè soluzioni da finanziare con fondi ordinari e quindi necessariamente a carico del CIO.
Si fa osservare che tra queste potrebbero rientrarvi eventuali pagamenti di canoni di locazione ad esempio ad Innsbruck e, dall'altro canto, si ripete che la soluzione approvata al momento dell'assegnazione della candidatura è stata quella di riqualificazione della pista a Cortina e ad oggi la sua posizione non poteva che essere questa.
Quanto all'affermazione del CIO, e non del Presidente, ma del Direttore citata nell'interrogazione, che la realizzazione della riqualificazione della pista non sarebbe un requisito per l'effettuazione dei Giochi olimpici, appare pleonastica e decontestualizzata. È infatti certo che i Giochi olimpici invernali possono essere realizzati ovunque si trovi un'infrastruttura disponibile per lo svolgimento delle gare programmate. Non serve la pista di Cortina.
Tuttavia, nel caso in cui questi Giochi si voglia realizzarli a Cortina, così come deliberato anche dallo stesso CIO, considerazione omessa nella comunicazione, la pista non può che fisicamente trovarsi in questa località.
Metto a disposizione il resto del testo.

PRESIDENTE

Poi lo consegniamo alla collega.
Collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie. Leggerò la risposta completa in un secondo momento.
Detto questo, vorrei ricordare che i tempi sono drammaticamente in ritardo. Non sono stretti, sono precisamente in ritardo semplicemente perché il progetto di fattibilità tecnico-economica, secondo lo studio di confronto delle opzioni, doveva essere urgentemente presentato entro fine dicembre dello scorso anno ed è stato presentato ad agosto di quest'anno. All'epoca si diceva che soltanto con le condizioni temporali determinate da quella scala che prevedeva il progetto di fattibilità tecnico-economica presentato entro dicembre 2021 si sarebbe potuto, solo con una lavorazione praticamente giorno e notte, in inverno e in estate, a Cortina, ribadisco, in inverno e in estate, concludere l'opera nei tempi utili per consegnarla per le prove.
Si è quindi drammaticamente in ritardo, in ritardo di due anni e oserei dire che c'è anche stata mancanza di operatività da un punto di vista pratico, tecnico e anche politico.
Da questo punto di vista, ribadisco che è ovvio che il CIO dice che per lui, non essendo costo suo, lo Stato italiano lo può tranquillamente fare. Ma ha ribadito una cosa, cioè che il dossier è stato approvato sulla base di progetti di rifacimento e di ristrutturazione di strutture già esistenti; questa è una struttura che verrà completamente demolita e ricostruita su un tracciato differente, provocando non soltanto 85 milioni di costi minimo e non soltanto lavorazioni che saranno difficilissime da fare in epoca invernale, perché in inverno a Cortina il cemento non si butta giù o perlomeno non lo si fa in maniera adeguata. In epoca invernale non si fanno determinati tipi di lavori, non li facciamo neanche noi e non si fanno questi determinati tipi di lavori in condizioni climatiche invernali.
Secondo punto: non si possono fare e realizzare opere che causeranno una perdita minima di 400.000 euro o media di 700.000 euro annui per un'opera di questa utilità, con calcoli che sono fatti in maniera inadeguata rispetto alle condizioni energetiche attuali.

PRESIDENTE

Grazie. Bene, non abbiamo altre interrogazioni, quindi riprendiamo dall'ordine del giorno della settimana scorsa.
PUNTO
8



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI CONCERNENTI LE CONCESSIONI DI GRANDI DERIVAZIONI D'ACQUA AD USO IDROELETTRICO IN ATTUAZIONE DELL'ARTICOLO 12 DEL DECRETO LEGISLATIVO 16 MARZO 1999, N. 79 "ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 96/92/CE RECANTE NORME COMUNI PER IL MERCATO INTERNO DELL'ENERGIA ELETTRICA"". (PROGETTO DI LEGGE N. 75) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 24/2022)

Prosecuzione dell'esame dell'articolato e relativi emendamenti del progetto di legge in oggetto iniziato nella 74a seduta consiliare di martedì 18 ottobre 2022.


PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8).
Siamo fermi all'articolo 11.
Emendamento n. C0017 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 11, comma 1, lettera B, numero 6, modificativo, che prevede:
Al numero 6 della lettera b del comma 1 dell'articolo 11, la parola "cinque" è sostituita dalla parola "dieci".
Non vedo in Aula la collega Ostanel.
A questo punto mettiamo in votazione l'emendamento...
Invito i colleghi presenti a registrarsi perché qualcuno non ha registrato la propria presenza sull'applicazione.
Collega Rizzotto, vuole intervenire sull'emendamento?

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

A proposito di questo emendamento della collega Ostanel, abbiamo votato in maniera negativa quello precedente del collega Lorenzoni, che chiedeva di avere i dati della produzione negli ultimi 15 anni, perché abbiamo ritenuto che questo lasso di tempo fosse troppo lungo; accogliamo, invece, questo emendamento della collega Ostanel, che porta dai 5, che avevamo previsto nel progetto di legge, a 10 anni l'arco di tempo nel quale raccogliere questi dati.
Questo è in sintonia anche con la legge che ha fatto l'Abruzzo. Riteniamo che questo sia un lasso temporale più adeguato, quindi accogliamo questo emendamento della collega Ostanel.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Rizzotto.
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
Mi dispiace che non ci sia la collega Ostanel perché c'era, credo, un emendamento verbale sullo stesso punto: i dati della produzione elettrica "oraria". C'era il termine "oraria" che si suggeriva di mettere in modo da avere il dato sì sul periodo temporale, ma con una cadenza oraria. Non so se poi ne avesse parlato... Però questo è importante, signori, perché avere il dato di produzione annuale è come non avere nulla, invece avere dato di produzione oraria... Adesso non so se si possa aspettare la collega...

PRESIDENTE

No, il Consiglio è iniziato. Non è che possiamo fermarci per attendere i colleghi.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

È un aspetto importante, ma proprio nell'interesse dei cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Sospendiamo per due minuti. Ripresa alle ore 11.42.
La Seduta è sospesa alle ore 11.39
La Seduta riprende alle ore 11.46

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo la seduta.
Se guardate nell'applicazione, è stato inviato il nuovo emendamento, che è il n. 38. Do un minuto per eventuali subemendamenti. Continuiamo con l'emendamento n. 17.
Collega Rizzotto, con l'emendamento n. 17 che cosa facciamo?

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Verrà respinto l'emendamento n. 17, per cui l'abbiamo ripresentato, con la firma anche del correlatore. Quindi, do già la spiegazione del prossimo che abbiamo ripresentato, che tiene conto anche dell'osservazione del collega Lorenzoni: "i dati della produzione oraria elettrica immessa in rete negli ultimi dieci anni, distinguendo la produzione effettuata tramite apporti naturali da quella derivante da pompaggio". Quindi, il prossimo terrà conto di entrambe queste cose e questo della collega Ostanel verrà respinto.

PRESIDENTE

Bene.
Metto in votazione l'emendamento n. C0017, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0038, presentato dalla relatrice e dal correlatore, articolo 11, comma 1, lettera b), numero 6, modificativo, che prevede:
Al numero 6 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 11, le parole "della produzione elettrica immessa in rete negli ultimi cinque anni" sono sostituite dalle seguenti: "della produzione oraria elettrica immessa in rete negli ultimi dieci anni".
L'emendamento n. 38 è stato appena illustrato dalla collega Rizzotto.
Ci sono richieste di intervento? Non c'è richiesta di intervenire.
Metto in votazione l'emendamento n. C0038, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. C0037, presentato dalla relatrice e dal correlatore, articolo 11, comma 1, lettera b), numero 7, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il numero 6 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 11 è aggiunto il seguente
"7. La redazione del rapporto di fine concessione su supporto informatico con contenuti organizzati secondo ordinate logiche di catalogazione, in modo da facilitare la reperibilità dei dati e il contradditorio."
Lo vuole illustrare, collega? Bene.
Metto in votazione l'emendamento n. C0037, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. C0003, presentato dalle consigliere Baldini e Guarda, articolo 11, rubrica "Provvedimenti attuativi della Giunta regionale", comma 1, lettera d), numero 9.1, modificativo, che prevede:
Al punto "9.1" del numero 9) della lettera d) del comma 1 dell'articolo 11, dopo la parola "piene" sono aggiunte le seguenti parole: "anche con riferimento alla stabilità geologica dell'area circostante".
L'emendamento viene dato per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. C0003, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C002, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 11, comma 1, lettera d), modificativo, che prevede:
La frase "il miglioramento secondo quanto previsto dall'art. 1, comma 1-ter, lettera h), del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, in termini energetici, di potenza di generazione e di producibilità di almeno un incremento dell'1%" è sostituita dalla frase: "il miglioramento secondo quanto previsto dall'art. 1, comma 1-ter, lettera h), del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, in termini energetici, di potenza di generazione e di producibilità di almeno l'1%".
Metto in votazione l'emendamento n. C0028, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ora siamo sull'articolo 11.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 11, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 12.
Emendamento n. C0034, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 12, comma 1, lettera o), sostitutivo, che prevede:
Alla lettera o) del comma 1 dell'articolo 12, dopo la parola "ambientali" sono aggiunte le seguenti parole: ", agricole".
Collega Zanoni, lo vuole presentare? Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

So che non c'è il parere favorevole, ma si voleva inserire tra i motivi relativi alla variazione di programmi di esercizio dell'opera in concessione, oltre che "in ragione di superiori esigenze sanitarie, ambientali o di protezione civile, disposti dalle autorità competenti", anche emergenze per quanto riguarda l'agricoltura. Mi riferisco al problema idrico, naturalmente, e al problema della siccità, che si manifesta in maniera sempre più importante anche nel nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Il parere qui è negativo, perché riteniamo l'emendamento superfluo, in quanto abbiamo inserito in Commissione le parole "ambientale e di protezione civile" e riteniamo che nel termine "ambientale" siano già ricomprese quelle finalità che lei proponeva. Quindi, è già compreso.
Per questa ragione riteniamo di dare parere negativo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. C0034, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0026, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 12, comma 1, lettera p), aggiuntivo, che prevede:
Dopo il punto o) è aggiunto il punto p): "La presenza di enti locali del territorio nel capitale sociale delle imprese concorrenti all'assegnazione".
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Lo illustro molto rapidamente, perché credo che si tratti di una cosa importante per questo Consiglio.
All'articolo 12 abbiamo i criteri di valutazione per l'assegnazione delle concessioni, il che rappresenta – ripeto quanto ho già detto nella discussione precedente – uno dei valori, dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico, più grandi presenti nella nostra Regione. Allora, l'obiettivo di questo emendamento è quello di cercare di tenere sul territorio il valore creato da questi impianti che hanno fatto i nostri nonni e che mi auguro possiamo lasciare ai nostri figli in perfetta efficienza. Quindi, tra i criteri nella lista riportata all'articolo 12 ho proposto che uno degli elementi di merito per la valutazione dei concorrenti all'assegnazione delle concessioni sia la presenza di Enti locali del territorio regionale nel capitale sociale delle imprese concorrenti all'assegnazione.
Qui avrei un emendamento verbale: aggiungere la parola "regionale" dopo la parola "territorio", in modo da specificare meglio che ci riferiamo al territorio della nostra Regione.
So che il parere è positivo. Ringrazio la presidente Rizzotto, perché credo che stiamo facendo l'interesse di coloro che ci hanno portato in questo Consiglio.

PRESIDENTE

Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Come detto, il parere in questo caso è positivo. Riteniamo che sia utile l'inserimento di questo punto, con questa modifica che lei ha proposto, che quindi circoscrive il territorio regionale.
Quindi, il parere è positivo. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Metto in votazione l'emendamento n. C0026, così come modificato dal consigliere Lorenzoni. Il parere è favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 12. Ci sono dichiarazioni di voto? Nessuna.
Metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora sull'articolo 13.
Emendamento n. C0023, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 13, comma 5, modificativo, che prevede:
All'articolo 13, comma 5, le parole "e TERNA S.p.A." sono sostituite dalle parole: "TERNA S.p.A. e Agenzia delle Dogane".
Collega Lorenzoni, lo vuole illustrare? Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Qui c'è il tema dell'acquisizione dei dati da parte dell'autorità procedente alla riassegnazione delle concessioni. Sono citate Terna e i distributori, io propongo di inserire anche l'Agenzia delle Dogane. La produzione di energia elettrica è fermamente regolamentata dal punto di vista fiscale, perché ci sono tasse che gravano sulla produzione, quindi la fonte più affidabile, più credibile e più garantita sicuramente è l'Agenzia delle Dogane. Per cui, poter avere un accordo per la trasmissione dei dati da parte dell'Agenzia delle Dogane credo sia lo strumento più efficace per riuscire ad assicurare la presenza di questi dati.
Avevo anche un emendamento successivo che stralciava il comma 8 dell'articolo 13, perché ritengo che autorizzare la Giunta ad acquisire i dati sia una cosa, dal punto di vista teorico, benemerita, ma, dal punto di vista pratico, con scarsa possibilità di successo.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. C0023, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. C0010, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 13, rubrica "Canone di concessione", comma aggiuntivo, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 7 dell'articolo 13 è aggiunto il seguente comma:
"7 bis. Una quota non inferiore al dieci per cento degli introiti derivanti dall'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche è destinata al finanziamento delle misure del piano di tutela delle acque, finalizzate alla tutela, alla rinaturalizzazione e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione."
Collega Baldin, lo vuole presentare? Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie ancora, Presidente.
Siamo in tema di canoni di concessione e con questo comma si va a inserire una quota non inferiore al 10% degli introiti derivanti dall'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, destinate al finanziamento delle misure del Piano di tutela delle acque, finalizzate alla tutela, alla rinaturalizzazione e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione.
So che c'è un parere contrario da parte della Presidenza, questo per vincoli normativi statali, mi pare di capire, però a questo punto non si capisce come mai lo si è fatto in altre Regioni, ad esempio in Emilia-Romagna, che ha una quota del 40%, ma anche in Piemonte, che è una Regione più affine alla nostra per altri versi, che ha una quota del 10%. Quindi, o siamo troppo rigidi noi o sono fuori norma queste altre Regioni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. C0010, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0024, presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 13, comma 8, soppressivo, che prevede:
Il comma 8 dell'articolo 13 è soppresso.
Collega Lorenzoni, lo vuole illustrare? Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Brevissimamente, Presidente. Grazie.
Questo emendamento serve solo a dare un po' di razionalità alle modalità di controllo sulla produzione dei concessionari uscenti, perché svolgere periodici controlli che i produttori installino e mantengano in efficienza le apparecchiature di misura credo sia qualcosa di non realizzabile, perché all'interno dell'impianto che è in gestione di una società privata credo che chiedere di installare dei misuratori in aggiunta a quelli che sono controllati dall'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli sia una cosa molto difficilmente realizzabile. Per cui, secondo me facciamo più bella figura nel rimuovere questo comma e lasciare che i controlli siano fatti, appunto, tramite chi, per legge, è chiamato a misurare con molta precisione la produzione, che è appunto chi è incaricato di riscuotere le tasse sulla produzione medesima.
La mia proposta, dunque, era di stralciare questo comma, perché rischia solo di vedere frustrate le richieste da parte dell'Amministrazione regionale.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Noi qui abbiamo dato un parere negativo, perché comunque una possibilità che ha la Giunta è quella di fare anche questi controlli. Capiamo le sue perplessità, che in parte sono anche condivisibili, però riteniamo di mantenere questo punto.
Il parere, quindi, è contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. C0024, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo sull'articolo 13.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 13, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 14.
Metto in votazione l'articolo 14.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 15.
Metto in votazione l'articolo 15.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'ultimo articolo, l'articolo 16.
Metto in votazione l'articolo 16.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso abbiamo gli ordini del giorno.
ODG n. C0011

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, relativo a "LE GRANDI DERIVAZIONI IDROELETTRICHE SONO UN ASSET STRATEGICO PER LA SICUREZZA NAZIONALE: SIA GARANTITA PRELIMINARE INFORMATIVA IN ORDINE ALLE MODALITÀ DI AFFIDAMENTO". (Progetto di legge n. 75) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Visto:
- l'articolo 7 (Disposizioni in materia di concessioni di grande derivazione idroelettrica) della L. 05/08/2022, n. 118 "Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021" e, in particolare, il comma 1, che aggiungendo il comma 1-ter all'art. 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 apre alla possibilità di affidare le concessioni in argomento anche tramite il ricorso alla finanza di progetto di cui all'art. 183 del D.Lgs. n. 50/2016;
Visto:
- l'articolo 25 (Ridefinizione dei poteri speciali nei settori di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 21 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 56 del 2012) del decreto-legge 21 marzo 2022 n. 21 recante "Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina", convertito in legge, con modifiche, dalla L. 20.05.2022, n. 51, con decorrenza dal 21.05.2022.;
Evidenziato che:
- la disposizione di cui al sopra richiamato articolo 25 del D.L. n.21/2022 è intervenuta a modificare la previgente disciplina in materia di esercizio del c.d. "golden power", includendo tra gli asset nazionali da preservare per le finalità di legge anche le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche;
- la disciplina coniata in punto di "golden power" consente di interporre il limite dell'interesse pubblico nazionale all'ingresso di investimenti esteri, eventualmente anche provenienti da Paesi terzi, consentendo, in costanza di precise condizioni, di sottoporre a potere di veto o di imporre limitazioni a operazioni che siano tali da minacciare interessi essenziali dello Stato;
Constatato che:
- il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nell'ambito della Relazione sulla sicurezza energetica nell'attuale fase di transizione ecologica (febbraio 2022), esplicita le seguenti fondate preoccupazioni:
"Nel nostro Paese l'idroelettrico costituisce, dunque, una fonte energetica pulita di importanza strategica nel mix energetico nazionale e non solo perché i bacini idroelettrici, come detto, costituiscono importanti sistemi di accumulo di energia da altre fonti rinnovabili. È italiana la prima centrale idroelettrica realizzata in Europa e inoltre l'orografia del nostro territorio ha reso possibile la realizzazione di una notevole quantità di impianti.
L'idroelettrico gioca un ruolo centrale per la sicurezza e l'autonomia nel settore energetico, per il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal e per la competitività dell'Italia, nonché per lo sviluppo delle nuove tecnologie di accumulo.
Con oltre 4.000 impianti e circa 15.000 addetti, l'idroelettrico rappresenta un settore strategico per l'economia nazionale, assicurando circa il 20% della produzione totale di energia elettrica e oltre il 40% della generazione di energia rinnovabile. La potenza complessiva installata in Italia è di circa 23 GW, di cui 19,5 di grande derivazione dei quali i 2/3 scadranno in termini concessori nel 2029. Nel nostro Paese, 8 operatori detengono circa l'80% dell'intera capacità idroelettrica: Enel col il 37%, A2A con il 10%, Alperia con il 9%, Dolomiti Energia con l'8%, Edison con il 6%, CVA con il 6%, Iren con il 3%, Acea con l'1%.
Appare evidente subito un dato: la differente distribuzione delle scadenze delle concessioni incide sulle dinamiche competitive del mercato. Nel contesto europeo (UE) l'Italia è l'unico Paese ad aver adottato una disciplina per l'assegnazione delle concessioni idroelettriche orientata ad una completa liberalizzazione e apertura alla concorrenza, introducendo i princìpi di temporaneità delle concessioni e di contendibilità. La disciplina delle concessioni idroelettriche è stata più volte rivista negli ultimi 20 anni. Da ultimo, il legislatore è intervenuto sulla normativa di settore nel 2019 (con il cosiddetto "DL Semplificazioni") con misure largamente indirizzate dalla Commissione Europea nell'ambito della procedura di infrazione sul tema aperta nel 2011. La norma del 2019 - che ha visto la "regionalizzazione" della materia, nuovi criteri di valorizzazione e trasferimento degli asset e una nuova disciplina degli oneri connessi alla gestione degli impianti - è stata valutata negativamente dagli operatori, ha dato vita a numerosi contenziosi tra Governo, Regioni e concessionari. Nonostante l'archiviazione della procedura europea di infrazione (avvenuta nel settembre 2021), le misure inserite nel Disegno di legge sulla concorrenza 2021 non appaiono tenerne conto, stabilendo al contrario una ripresa di una procedura di competizione della assegnazione delle concessioni in assenza di reciprocità sul piano europeo.
Tale quadro rischia di incidere fortemente sulle prospettive del settore, sulla sicurezza delle infrastrutture e sull'autonomia energetica nazionale, impedendo l'avvio di investimenti sui territori, l'ammodernamento degli impianti, il necessario coinvolgimento delle comunità locali dei territori produttori della risorsa acqua in termini di compartecipazione e di compensazione ambientale e la valorizzazione delle filiere nazionali di eccellenza (ingegneria, industria elettromeccanica, edilizia).
Inoltre, ad oggi, non esiste omogeneità in ambito UE tra le discipline idroelettriche dei vari Stati membri, soprattutto in relazione alle procedure di affidamento o rinnovo delle concessioni. L'Italia è l'unico Paese ad aver avviato un processo di riassegnazione delle concessioni attraverso procedure competitive aperte in assenza di reciprocità con gli altri Stati. In molti Paesi europei, i diritti di utilizzo della risorsa idrica non prevedono scadenze o vengono rinnovati al concessionario uscente, senza alcuna procedura competitiva, determinando una situazione di maggior protezione e rafforzamento dei player nazionali e/o statali. In Svezia, ad esempio, come in Norvegia o nel Regno Unito i titoli concessori e autorizzativi nel comparto idroelettrico hanno durata illimitata; in Austria durano fino a 90 anni; in Svizzera fino a 80 anni; in Francia, Portogallo e Spagna fino a 75 anni; in Germania fino a 30 anni; in Italia le concessioni hanno durata ventennale, la più breve di tutta Europa. Ulteriore elemento di distorsione competitiva deriva dalle incentivazioni legate al phase-out dei combustibili fossili di cui beneficiano alcune imprese di altri Paesi (come ad esempio la Germania) che vedrebbero nell'idroelettrico italiano una opportunità per i propri programmi di espansione".
Rilevato che:
- il Consiglio delle Autonomie Locali (CAL), in sede di espressione del prescritto parere, ha, all'unanimità, considerato opportuno evidenziare l'opportunità di coinvolgere gli enti locali nelle società di gestione delle concessioni;
Ritenuto:
- di dover condividere sia il rilievo di opportunità espresso dal Consiglio delle Autonomie Locali sia le preoccupazioni, come sopra riportate, manifestate dal Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica, e, in misura conseguente a tale condivisione, esplicitare la necessità di introdurre, in ragione della peculiarità di asset strategico delle grandi derivazioni presenti nel territorio regionale, un ulteriore e avanzato momento di confronto in sede consiliare in ordine alla ponderazione delle modalità di affidamento di cui all'art. 6 del progetto di legge in predicato, specie per i casi in cui si ritenga di procedere all'affidamento a operatori economici ai sensi della lettera a) del comma 1 bis dell'art. 12 del D.Lgs. 16/03/1999, n. 79
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
ad attivare, in sede di definizione delle scelte in ordine alle modalità di affidamento delle concessioni e attraverso l'invio di specifica e preliminare informativa alle competenti commissioni consiliari, un preventivo confronto con il Consiglio regionale.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Di nuovo, grazie.
Questo ordine del giorno impegna la Giunta regionale ad attivare, in sede di definizione delle scelte in ordine alle modalità di affidamento della concessione e attraverso l'invio di specifica e preliminare informativa alle competenti Commissioni consiliari, un preventivo confronto con il Consiglio regionale.
Credo sia un buon ordine del giorno, che offre ampia possibilità alla Giunta di intervenire e di decidere con quale modalità interpellare il Consiglio regionale. Data l'importanza del tema su un settore strategico come quello che stiamo trattando da due sedute a questa parte, credo sia cosa doverosa in questo senso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. C0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. C0012

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Baldin, Guarda, Rizzotto, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Maino, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Pan, Rigo, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Soranzo, Polato, Formaggio, Pavanetto, Razzolini, Piccinini e Lorenzoni relativo a "SULLE GRANDI DERIVAZIONI IL VENETO NON DEVE DIMENTICARE IL 9 OTTOBRE 1963: LA GIUNTA REGIONALE PROSEGUA A PROGRAMMARE GLI INTERVENTI ANNUALI DI CUI ALLA LEGGE REGIONALE 24 GENNAIO 2019, n. 5 "ISTITUZIONE DELLA "GIORNATA IN RICORDO DELLA TRAGEDIA DEL VAJONT" E DEL RICONOSCIMENTO "MEMORIA VAJONT""" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"". (Progetto di legge n. 75) APPROVATO (Deliberazione n. 143/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- "Vajont è il nome di un torrente che scorre nella valle di Erto e Casso e confluisce nel Piave, di fronte a Longarone e Castellavazzo, in provincia di Belluno. Oggi, però, è soprattutto il nome di una tragedia [causata dall'uomo, n.d.r.] e il ricordo di una data: quella del 9 ottobre 1963, quando, alle ore 22,39, una enorme frana di circa 260 milioni di metri cubi di rocce e detriti si staccò dal monte Toc, su un fronte di 2.000 metri. In pochi istanti la frana precipitò nel lago artificiale, formato da una diga, sollevando una massa d'acqua di circa 50 milioni di metri cubi.
L'onda che si formò travolse Longarone e le altre località vicine, i cui abitanti non ebbero il tempo di fuggire per mettersi in salvo: morirono 1.910 persone.
La Regione del Veneto con l'approvazione della legge regionale 3 ottobre 2003, n. 18 , ha costituito, assieme al Comune di Longarone, all'Edison S.p.A. e all'ENEL S.p.A., una Fondazione denominata "Vajont 9 ottobre 1963" ONLUS con lo scopo di promuovere sia le attività di ricerca e studio per evitare il ripetersi di questi disastri idrogeologici, sia progetti mirati al sostegno psicologico dei parenti delle vittime e dei superstiti [...]".
- le parole sopra riportate costituiscono stralcio della relazione alla legge regionale 24 gennaio 2019, n. 5 "Istituzione della "Giornata in ricordo della tragedia del Vajont" e del riconoscimento "Memoria Vajont";
Evidenziato che:
- l'art. 2 della legge regionale in argomento demanda alla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, il compito annuale di redigere il programma degli interventi per la celebrazione della "Giornata in ricordo della tragedia del Vajont";
Osservato che:
- solo per l'anno 2019, con Deliberazione n. 1791 del 29 novembre 2019, la Giunta ha provveduto alla prescritta programmazione annuale;
- verosimilmente, l'attuazione della programmazione annuale di cui all'art. 2 della legge regionale in discorso è stata di fatto impedita dai provvedimenti restrittivi a suo tempo adottati in punto di prevenzione alla diffusione del virus Sars-Cov-2;
Ricordato che:
- la relazione alla legge regionale in commento così prosegue: "Con vivo disappunto e amarezza si constata che all'anniversario della catastrofe, nessuno dei principali media, soprattutto nazionali, accenna alla tragedia, ai quasi duemila morti e al dramma dei superstiti [...]";
Considerato che:
- il prossimo 9 ottobre 2023 ricorreranno sessanta anni dalla tragedia: in vista di tale ricorrenza è del tutto auspicabile riattivare la programmazione annuale prevista per legge.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
ad attivare, in vista del 9 ottobre 2023, la programmazione delle iniziative annuali di cui all'art. 2 della legge regionale 24 gennaio 2019, n. 5 .
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo ordine del giorno riprende il tema di una legge regionale approvata dal precedente Consiglio regionale, e non era la legge Gidoni – ricordavo male – ma era la legge Michieletto, e con questo ordine del giorno si impegna la Giunta ad attivare, in vista del 9 ottobre prossimo, la programmazione delle iniziative annuali di cui all'articolo 2 della citata legge, proprio perché, ricordando che per cause Covid non si è potuto programmare alcun grande intervento per la celebrazione della giornata in ricordo della tragedia del Vajont, credo che in vista di questo importante e tragico anniversario si debba assolutamente provvedere a una serie di iniziative, da programmare immediatamente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Ricordando che questa è una legge che era stata promossa dal collega Michieletto, insieme poi ai colleghi Gidoni e Bottacin, e poi agli altri, e che, tra l'altro, era stata approvata anche all'unanimità dal Consiglio regionale (se non ricordo male), purtroppo non si è data particolare attuazione a questa legge in questi anni. Quindi, non solo vi è un parere favorevole nell'accoglimento di questo ordine del giorno, al quale chiedo di aggiungere la sottoscrizione da parte di Lista Zaia, Lega Nord e Gruppo di maggioranza, ma speriamo proprio, come ha detto anche lei, che ci sia questo momento importante per ricordare questi eventi di sessant'anni fa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri interventi? Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Chiediamo anche noi la sottoscrizione come Gruppo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Va bene.
Altri che vogliono sottoscrivere l'ordine del giorno? Il collega Piccinini e il collega Lorenzoni. Bene.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. C0012.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Ho chiesto la parola perché nella votazione precedente non è stata registrata la mia votazione favorevole. Se può metterlo a verbale. Grazie.

PRESIDENTE

Okay, lo registriamo a verbale.
ODG n. C0039

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Baldin, Garda, Lorenzoni, Giacomo Possamai, Bigon, Zanoni e Zottis relativo a "DERIVAZIONI IDROELETTRICHE E VINCOLI FUNZIONALI: PER UNA VERIFICA DI FATTIBILITÀ SULLA DESTINAZIONE DI QUOTE DELLE ENTRATE A TITOLO DI CANONE CONCESSORIO DA DESTINARE A PIANI DI TUTELA E RIPRISTINO AMBIENTALE DEI CORPI IDRICI INTERESSATI" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"". (Progetto di legge n. 75) APPROVATO (Deliberazione n.144 /2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- la concessione di una grande derivazione idroelettrica è un evento fortemente impattante sul territorio nella quale viene realizzata, sia in termini paesaggistico-ambientali sia in termini economici. È proprio della configurazione giuridica e della derivante relazione socio-economica che l'attivazione di un rapporto concessione su di un bene pubblico è in grado di generare profitto per il concessionario, tuttavia trasferendo invece ai soggetti più prossimi le esternalità di segno negativo derivanti dall'utilizzo economico del bene pubblico, esternalità che non sempre sono adeguatamente compensate dalla sola presenza del canone concessorio;
appare dunque essenziale che nei territori sui quali insiste una grande derivazione idroelettrica siano finanziate dei piani di gestione distrettuali, o comunque dei piani di tutela, finalizzati alla tutela e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione;
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a valutare, già dalla immediatamente prossima manovra di bilancio 2023-2025, la possibilità di prevedere la destinazione di una aliquota a valere sulle entrate derivanti dal canone delle concessioni al finanziamento di piani di gestione distrettuali, o comunque piani di tutela, finalizzati alla tutela e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione.
Ricordo che questo ordine del giorno è stato depositato dopo la chiusura della discussione generale, quindi non può essere illustrato, ma può essere votato.
Passiamo, quindi, alla votazione di questo ordine del giorno, con il parere favorevole da parte della collega Rizzotto. Anche se non bisogna dare il parere, però l'ha specificato.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. C0039.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora in dichiarazione di voto sul provvedimento.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Colgo l'occasione della dichiarazione di voto per spiegare perché il voto favorevole al precedente ordine del giorno. Ebbene, all'interno della legge non si poteva inserire, in base al 118, alla legge finanziaria, una destinazione d'uso di una entrata ricorrente. È vero che in alcune leggi regionali è stato inserito e non sono state impugnate, però è anche vero che leggi uguali sono state impugnate e altre no. Quindi, noi abbiamo rispettato il 118. Comunque, è una valutazione che viene fatta di anno in anno in sede di bilancio, per cui questo ordine del giorno ci stava benissimo.
Tornando al PDL n. 75, questa legge che stiamo per approvare, voglio prima di tutto far presente che è una legge molto complessa, difficile, tecnica, che era già iniziata nel corso del precedente mandato, però poi si è un po' fermata, e noi l'abbiamo ripresa. Devo anche ricordare che non è stato semplice, perché abbiamo avuto anche diversi dirigenti che l'hanno seguita, perché poi ci son stati via via anche dei pensionamenti. Quindi, vorrei anche ricordare chi ci ha lavorato: prima l'ingegner Puiatti, poi l'ingegner Galiazzo e ora l'ingegner De Sabbata. Quindi, abbiamo avuto a che fare anche con tre dirigenti diversi del settore ambiente, oltre a dirigenti diversi anche del settore legislativo. Da ultimo, ha collaborato con noi il dottor Giachetti, oltre che il dottor Simionato.
È stato un lavoro abbastanza complesso. Anche le audizioni sono state utili ed interessanti. Io credo che abbiamo da subito accolto quelle che erano le perplessità e i dubbi che avevano in particolare i Consorzi di bonifica e l'ANBI, ma anche alcune società elettriche titolari di concessione, e li abbiamo già fugati in sede di Commissione. Quindi, il testo che presentiamo in approvazione per il voto finale alla fine ritengo sia un buon testo prodotto dalla Regione del Veneto, che ha anche fatto tesoro di quelle che sono le esperienze di altre Regioni, però mantenendo le proprie peculiarità. Ricordiamo, infatti, che noi abbiamo anche una realtà particolare, che è la Provincia di Belluno, e anche le perplessità che aveva la Provincia di Belluno sono state fugate dall'Assessore anche in sede di Conferenza delle Autonomie locali. Penso, quindi, che sia venuto fuori un buon lavoro.
Ringrazio tutti per questo contributo, tutti i Commissari della Seconda Commissione, sia di maggioranza che di minoranza, per il loro contributo e in particolare l'Assessore per il supporto, che non è mai mancato. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il nostro sarà un voto di astensione. Comunque, va detto che, come ricordava la collega, si tratta di una norma complessa, ma soprattutto di una norma che applica il decreto legislativo n. 135 del 2018 sulle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, in questo caso disponendo la regionalizzazione. Sia in Commissione, sia durante il dibattito in Aula abbiamo presentato diversi emendamenti, come minoranze, per migliorare questo testo, perché è un testo che dà veramente molto lavoro alla Giunta regionale, che avrà una grande discrezionalità, pur sapendo comunque che ci sono molte norme di carattere tecnico alle quali ci si deve attenere in maniera molto scrupolosa.
Avevamo chiesto un maggior coinvolgimento della Commissione. In parte sono state accolte le nostre proposte, ma non tutte. Abbiamo chiesto sanzioni più elevate per chi è inadempiente verso le disposizioni delle procedure introdotte da questa norma nei confronti dei concessionari e anche qui in parte sono state accolte. Abbiamo chiesto maggiori controlli, più puntuali, il coinvolgimento di altri Enti e anche in questo caso non tutte le proposte sono state accolte, ma alcune sì. Anche per quanto riguarda la questione ambientale abbiamo fatto determinate richieste, qualcosa è passato, ma forse le più importanti non sono passate.
Per quanto riguarda l'articolato, abbiamo apprezzato le aperture che ci sono state. Naturalmente, visti gli emendamenti presentati che sono stati bocciati, avevamo qualche aspettativa in più. Ricordo che abbiamo votato a favore dell'articolo 3, perché consideriamo importante che venga applicata la normativa n. 11 del 2001, mi riferisco in particolare all'articolo 85, relativa al conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle Autonomie locali, e in questo caso parliamo in particolare della Provincia di Belluno, che è molto interessata dalle concessioni di queste grandi derivazioni. Naturalmente è anche una scommessa, perché sarà molto importante seguire questi iter da parte di Regione e da parte di Provincia di Belluno, dal momento che le controparti, come abbiamo visto, sono potenti e importantissime realtà, molto attrezzate e con grandissima esperienza. Qui sarà da vedere come si riuscirà ad arrivare a degli esiti positivi per il pubblico quando si andrà a mettere nero su bianco come saranno queste concessioni.
È, quindi, una legge che applica una norma nazionale, complessivamente alcune nostre proposte sono state accolte, potevano essere di più, ragion per cui il nostro voto complessivo al progetto di legge sarà di astensione.
Naturalmente anch'io ringrazio tutti coloro che hanno lavorato, sono stati veramente molti, a questo progetto di legge.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi unisco ai ringraziamenti dei colleghi a tutti coloro che hanno lavorato a questo testo cercando di rispettare quanto previsto dalla norma nazionale e di calarlo sul territorio regionale del Veneto nel modo migliore possibile. Ho veramente apprezzato la disponibilità da parte degli uffici ad accogliere i suggerimenti e a confrontarsi nel merito. Quindi, ringrazio anche della disponibilità a compiere alcune limature che abbiamo fatto in Aula, che io credo rendano questo testo di legge più adeguato allo scopo che esso si prefigge.
Resta la mia perplessità su una delega troppo ampia che diamo alla Giunta. Abbiamo recepito il testo formalmente, ma dal punto di vista delle scelte questo Consiglio dà una delega totale alla Giunta, e questo credo sia discutibile, nel senso che io penso che le scelte spettino soprattutto al Consiglio. Questa, però, è una valutazione più generale di una modalità di impostare i lavori che questo Consiglio, mi sembra, fin dalla sua partenza, nel 2020, ha adottato.
Lo vedo come l'inizio di un processo. Non stiamo completando un processo, ma diamo inizio ad un procedimento importantissimo di riassegnazione di quello che è il più grande strumento di generazione di valore presente nel nostro territorio.
Ricordo che il valore economico di queste concessioni – ovviamente prendete questo numero per quello che è, un numero di massima – è pari a 4 miliardi di chilowattora che, ai prezzi dell'energia non del settembre 2022, ma ai prezzi medi degli ultimi anni, valgono circa 400 milioni di euro per anno. Se pensiamo che il costo di generazione può essere la metà, capite che resta una quota importantissima di valore che io credo debba rimanere legata al territorio. E non mi riferisco tanto ai canoni, anche se quelli saranno uno strumento con cui l'Amministrazione regionale potrà riportare sui cittadini questa rendita, mi riferisco alla parte di utile che possono generare questi impianti che, ricordo, sono stati costruiti prevalentemente nella prima parte del ventesimo secolo.
La mia raccomandazione veramente è quella che la Giunta inizi da subito a lavorare in modo concreto, in modo operativo, per capire quale sia il punto di arrivo di questo processo di riassegnazione che, ricordo, avviene per la prima volta nella storia della nostra regione. Gli impianti partiti negli anni Venti, negli anni Trenta, negli anni Cinquanta non hanno mai visto la riassegnazione, sempre con delle deroghe normative a livello nazionale di vario tipo.
Ecco, questo è il momento giusto affinché questi impianti possano essere gestiti tecnicamente in modo ineccepibile. Ci sarà del lavoro da fare, perché, se andiamo a vedere i bacini, tutti hanno problemi di interramento e anche di revisione degli impianti, che sono investimenti indispensabili. Dobbiamo assicurare i prossimi venti, trenta o cinquant'anni di funzionamento operativo di questi impianti. Io penso che lo spirito del decreto regio n. 1775 del 1933, che è quello che resta il quadro di riferimento a livello nazionale, debba essere tenuto vivo.
Quel decreto vi invito a leggerlo perché io sono rimasto veramente sorpreso quando ho visto la capacità e la lungimiranza che c'era in quel testo di legge ormai di quasi un secolo fa nel riuscire a legare al territorio e legare alla gestione del territorio le rendite associate con l'utilizzo dell'acqua.
L'auspicio è veramente che si crei uno strumento capace, da un lato, di gestire tecnicamente bene gli impianti e, dall'altro, di veicolare una parte importante di questa rendita alla gestione del territorio.
In senso ampio, ribadisco l'importanza del ruolo della Regione anche negli impianti bellunesi, perché sono impianti realizzati con i soldi degli italiani, sono impianti che servono certamente la parte delle nostre montagne su cui tutti i lavori di sicurezza idrogeologica devono essere finanziati con questi fondi, ma servono anche le nostre pianure. Per cui, dobbiamo trovare una modalità con cui la gestione tenga conto delle esigenze di tutti. Questo è un elemento importantissimo su cui chiedo alla Giunta di porre la massima attenzione.
Grazie del lavoro che abbiamo fatto. Auguri alla Giunta perché possa, per tempo, prima del 29, quando gran parte di queste concessioni verranno a scadere, avere le idee chiare su quale sia lo strumento con cui riassegnare e su quale sia il ruolo che la nostra comunità possa tenere nella gestione di questi impianti.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io ringrazio la relatrice e i colleghi per i miglioramenti proposti per una proposta di legge che poteva essere anche ulteriormente migliorata per via di un rischio che ho sottolineato all'inizio di questa sessione sulla proposta di legge in questione, il rischio di privatizzazione di beni così preziosi come l'acqua.
Poteva andare meglio, nel senso che, da una parte, è stato limitato questo rischio di privatizzazione, eliminando la frase "in via ordinaria" affidando le concessioni con gara pubblica, però rimane comunque questa gara pubblica in via ordinaria, in via comunque preferenziale. Avremmo preferito magari più puntare sulle società miste pubblico-private.
Bene per gli emendamenti accolti, in particolare quello a mia firma sulla esclusione delle società che presentano delle irregolarità nelle relazioni di fine concessione. Bene per l'ODG accolto, quello sulle celebrazioni in ricordo del Vajont e anche per l'aliquota eventuale che sarà prevista nel prossimo bilancio per quanto riguarda il Piano della tutela delle acque, della rinaturalizzazione e della tutela stessa dei corpi idrici oggetto di derivazione, anche se si poteva cogliere l'emendamento che portava al 10% questa aliquota rispetto ai canoni di concessione.
Male che ci sia stata una bocciatura dell'aumento delle sanzioni previste e anche per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale da farsi. Anche questa è stata una richiesta che non ha trovato accoglimento, come anche il parere della Commissione per quanto riguardava un po' tutti i punti citati dell'articolo, anziché soltanto uno. Si poteva chiaramente far rilasciare un parere anche su altri punti da parte della Commissione competente.
Il mio voto sarà comunque di astensione, in linea con quello dei colleghi della minoranza, perché per poco si poteva migliorare ancora di più questo progetto di legge, anche se, in parte, delle migliorie ci sono state.
Ringrazio per l'attenzione. Mi asterrò dal voto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Intervengo a nome del Gruppo.
Annunciamo il voto favorevole a questo progetto di legge e lo facciamo dopo aver ascoltato la discussione e il confronto. Noi crediamo davvero che questo sia il prodotto migliore che potesse uscire da quest'Aula con il contributo di tutti i colleghi e di tutti i Gruppi, oltre al lavoro straordinario – anche noi ci associamo nel ringraziarli – della relatrice, la Presidente di Commissione Rizzotto, tutta la Commissione, che ha contribuito, speriamo fattivamente, alla costruzione di questo progetto di legge, e tutta la struttura legislativa del Consiglio regionale e anche la Giunta e l'Assessore.
Votiamo a favore con convinzione, perché riteniamo che se quest'oggi questo progetto di legge atterrerà nella sua approvazione finale, sarà un segnale importante per la gestione delle grandi derivazioni idroelettriche, in un momento sicuramente strategico e cruciale per scarsità di risorse e per cambiamenti climatici importanti che impongono assolutamente l'attenzione e l'oculata cura e gestione di questo patrimonio e soprattutto del territorio e dei manufatti stessi.
Concordo su alcune valutazioni, fatte anche dal collega Lorenzoni, sull'attenzione che deve essere posta ed è proprio per questo che salutiamo questo progetto di legge pensando che possa davvero produrre quelle risorse finanziarie per fare nuovi investimenti di manutenzione e anche miglioramento e efficientamento di questi manufatti, che devono durare quantomeno quanto sono durati quelli che ci hanno lasciato coloro che li hanno realizzati e che oggi ci danno questa possibilità.
Confermiamo che Fratelli d'Italia ha sempre considerato, in questo momento in particolar modo, anche a livello governativo, l'attenzione agli assetti strategici – questo è uno di quelli – anche a livello regionale dove regolamentare e quindi governare (e non vediamo nulla di strano che possa essere la Giunta a ricoprire e ad assumersi questa responsabilità, per certi versi) un settore così strategico, con un progetto di legge e una legge che dà degli indirizzi precisi e ha una visione.
Siamo stati felici, tra l'altro, di contribuire a questo progetto di legge. Siamo felici di approvarlo quest'oggi e crediamo assuma anche un valore più importante pensando che questo progetto di legge, se ricordo bene, era stato presentato anche nella scorsa legislatura, e non ha visto poi atterrare nella sua approvazione in Aula, mentre quest'oggi, questo progetto di legge non solo è stato depositato, lavorato concretamente e portato in Aula, ma probabilmente darà avvio a una fase storicamente nuova, come diceva qualcuno prima poc'anzi. Quindi, ancor più felici e ancor più forte è il segnale che il Consiglio regionale Veneto e la Regione Veneto lanciano all'esterno di una Regione che corre e che non lascia nulla al caso, ma che approfondisce per un miglior presente e anche un miglior futuro dei veneti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Innanzitutto grazie a tutti. Grazie a chi ha collaborato a questo progetto di legge. Un ringraziamento particolare, consentitemelo, ai Consiglieri di maggioranza perché i Consiglieri d'opposizione hanno dato il loro apporto, ma oggi non voteranno a favore. E mi dispiace di questo perché quello che sta per accadere qui oggi è una svolta epocale. Forse non si è capita la portata di quello che stiamo per fare, ma questa è una svolta epocale.
Parto dai ringraziamenti ai Consiglieri, ma voglio fare anche un ringraziamento al ministro Giorgetti perché questo progetto di legge è nato dopo un intervento dell'allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che propose un emendamento per modificare il decreto legislativo n. 79 del 1999, l'articolo 12, nel 2018, con cui consentiva di trasferire tutta questa partita, cioè la gestione delle centrali idroelettriche, dallo Stato alle Regioni, cosa che prima non era consentito.
Tra le ventitré materie che abbiamo chiesto nel progetto dell'autonomia abbiamo chiesto anche l'energia e un pezzettino dell'energia è l'energia idroelettrica. Noi oggi qui stiamo realizzando un primo pezzettino del percorso dell'autonomia che i veneti hanno chiesto il 22 ottobre di cinque anni fa e che mi auguro prosegua molto velocemente oltre a questo piccolo pezzettino, che però è strategico, fondamentale, importante, tutto quello che è già stato detto. Per cui, il mio ringraziamento va anche al ministro Giorgetti.
Qui stiamo realizzando autonomia vera, perché sull'idroelettrico, approvata questa legge, noi ci poniamo sullo stesso piano dei nostri vicini, il Trentino-Alto Adige, a cui guardiamo spesso come autonomia virtuosa realizzata. Quindi, è una svolta assolutamente epocale.
Oggi l'idroelettrico è la prima fonte di energia rinnovabile, in termini quantitativi, espressa dal nostro territorio, quindi è un tema particolarmente importante, che ci ricorda anche la tragedia del Vajont. Annuncio che stiamo già lavorando – adesso attendiamo chi sarà il nuovo Capo Dipartimento, se sarà nuovo, della Protezione civile nazionale – anche a un'esercitazione perché, al di là delle cerimonie e delle ricorrenze, noi pensiamo che l'operatività sia la cosa più importante per i cittadini. Vogliamo, quindi, dare anche questa testimonianza e ci stiamo già lavorando da alcuni mesi per quanto riguarda il 9 ottobre 2023, quando cadrà il sessantesimo anniversario.
Ricordiamoci anche che la tragedia del Vajont viene spesso ricordata ed è un tema sul quale io mi sono posto tutta una serie di dubbi anche per quanto riguarda il bilancio idrico. Quando ci siamo messi ad analizzare il tema del deflusso ecologico, che sostituisce e dovrà sostituire il deflusso minimo vitale, qualche dubbio sul bilancio idrico di questo bacino, il bacino del Piave, mi è venuto, perché i numeri non mi tornano molto. Però, anche su questo ci sarà modo di approfondire, perché oggi abbiamo un ruolo da protagonisti come Regione su tutta questa partita, cosa che prima non avevamo. Da oggi sarà così.
È ovvio che l'obiettivo è quello di avere una forte ricaduta sul territorio in termini economici, che i soldi rimangano qui e che sia la Regione, non più lo Stato, a fare le gare per le nuove concessioni e stabilire i canoni, quindi passaggi assolutamente epocali. Mi dispiace solo di una cosa. Sulla questione di Belluno ho sentito un po' di timidezza. Posso capire le perplessità, espresse anche dal consigliere Zanoni a nome del PD, sul fatto che la Provincia di Belluno fosse un po' piccolina e che gli stakeholder fossero potenti, però qui dentro tanti anni fa è nato un percorso sull'autonomia amministrativa della Provincia di Belluno che ha portato a una modifica dello Statuto, che riconosce autonomia amministrativa alla Provincia di Belluno anche sull'idroelettrico, ed è un percorso che è sempre stato sostenuto dal Partito Democratico in passato. Quindi, mi stupiscono questi dubbi, che poi sono stati ripresi anche dal consigliere Lorenzoni, con una serie di emendamenti, dove si toglieva "amministrazione procedente" e si diceva "Giunta"; tema poi ripreso nell'intervento dicendo che si dà troppa delega alla Giunta regionale, forse, e si dà, di conseguenza, troppa delega alla Provincia di Belluno, perché la Giunta regionale è posta sullo stesso piano della Provincia di Belluno rispetto al Consiglio regionale che dà gli indirizzi, e poi sono la Provincia di Belluno e la Giunta regionale che definiscono gli aspetti operativi.
Credo, invece, che questa sia una conquista importante, anche e soprattutto per la Provincia di Belluno, che è il territorio che più ha pagato quanto è accaduto con il Vajont, con quasi duemila vittime.
È una legge assolutamente importante, che si aggiunge a un'altra legge, la legge n. 27 del 2020, che abbiamo approvato nella precedente legislatura, che prevede anche che chi già da ora gestisce gli impianti idroelettrici debba riconoscere un quantitativo di energia elettrica gratuita o il corrispondente in termini monetizzati, economici, ai territori. Credo che queste due leggi messe insieme siano veramente una svolta epocale per quanto riguarda il percorso dell'autonomia di questi territori.
Abbiamo lavorato insieme anche con l'opposizione – questo è giusto sottolinearlo anche da questa parte, non solo da parte dell'opposizione, che ha detto, giustamente, di aver dato il suo contributo – e abbiamo accolto molti passaggi. Ne sottolineo uno, in particolare, che mi sembra assolutamente importante: chi dovrà valutare a chi dare la concessione dovrà considerare anche la presenza degli Enti locali. Questo vuol dire una garanzia per un asset importante, strategico, affinché questo asset rimanga il più possibile sotto il controllo del territorio e le ricadute (ovviamente quelle positive) siano a livello territoriale, perché questa, lo ribadisco, è autonomia.
Credo che questo sia stato un percorso che abbiamo condiviso maggioranza e opposizione e che potrà solamente portare benefici al nostro territorio e ai nostri cittadini. Ricordo anche che con questa norma oggi scongiuriamo il rischio di una norma nazionale che prevedeva che se le Regioni non avessero approvato entro la fine di quest'anno la legge regionale, una parte dei canoni che oggi rimangono sul territorio sarebbe stata incassata dallo Stato. Quindi, una doppia autonomia riconosciuta con l'approvazione di questa legge.
Grazie ancora a tutti per la collaborazione.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il progetto di legge n. 75, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, un attimo di attenzione prima di passare al punto successivo. Come immagino già sappiate, nelle ultime ore è scomparso il sindaco di Arcade, Fabio Gazzabin, che, oltre ad essere il primo cittadino di questa nostra importante realtà della Provincia di Treviso, ha avuto importanti ruoli sia all'interno della Provincia, sia a livello ministeriale e soprattutto anche a livello regionale. Penso che ognuno di noi abbia avuto modo di conoscerlo, di confrontarsi con lui e di capire la grande persona che è stata, sempre disponibile, sempre in prima linea per affrontare le tante difficoltà e le tante problematiche del mondo veneto.
Penso che sia nostro dovere – e lo faccio a nome di tutti voi – porgere le condoglianze alla famiglia e ricordarlo con un minuto di silenzio.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Grazie.
PUNTO
9



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FAVERO, VILLANOVA, SCATTO, BET, BORON, CAVINATO, CECCHETTO, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FINCO, SANDONÀ, SPONDA, ZECCHINATO, BARBISAN, VENTURINI, CESTARI, BOZZA, CESTARO E GIACOMIN RELATIVA A "LA GRANDE GUERRA INFINITA: COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE COL MEVE, ATTIVAZIONE DELLA RETE DELLE OGD E DEL CLUB DI PRODOTTO DEI LUOGHI DEL PRIMO E DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE". (PROGETTO DI LEGGE N. 149) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 25/2022)

Relazione della SESTA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Favero

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, progetto di legge n. 149 dei colleghi Favero, Villanova, Scatto ed altri.
Relatore è il collega Favero. Prego, collega.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Permettetemi prima di esprimere a mia volta il cordoglio per la scomparsa di Fabio Gazzabin, perché con lui ho collaborato per otto anni in Provincia di Treviso e poi ci siamo ritrovati quando ero sindaco. Voi l'avete conosciuto: uomo di grande pragmatismo, ma anche di grandissima umanità e simpatia. Era per noi amministratori locali la prima interfaccia quando dovevamo risolvere qualche problema con la Regione. Quindi, è giusto ricordarlo per il suo impegno per la nostra comunità.
Questo progetto di legge nasce in continuità con un lavoro che la Regione ha portato avanti negli ultimi 20 anni in maniera importante per il recupero dei luoghi della Grande Guerra e la salvaguardia delle testimonianze materiali e immateriali della stessa. La Regione Veneto in questo senso ha una responsabilità particolare, perché appartiene a quei territori che hanno avuto le linee del fronte al proprio interno. Da noi sono morti ragazzi provenienti da almeno 20 diverse nazioni, quindi è un dovere morale salvaguardare i segni di quel conflitto terribile, di quell'apocalisse dell'umanità, come l'ha chiamata lo storico Emilio Gentile.
La Regione ha speso qualcosa come 30 milioni di euro negli ultimi 20 anni. Lo sforzo maggiore è stato condotto negli ultimi 12 anni. Credo che il motore sia stato il Comitato del Centenario, di cui peraltro sono stato il promotore.
Gli uffici hanno fatto, però, lo sforzo principale. I risultati sono stati notevoli, perché si è intervenuto su monumenti, cippi, ossari, trincee, forti, musei e via elencando. Però il nostro obiettivo non era fermarci alle commemorazioni del 2018, bensì portare avanti un progetto, culturale e turistico assieme, di visita ai luoghi della Grande Guerra, così come accade nel nord Europa, in Belgio e in Francia in modo particolare, ove nei territori del primo conflitto mondiale, ma anche del secondo, ogni anno arrivano milioni di visitatori.
Poi è arrivato il Covid e la progettualità ha taciuto. Adesso è il momento di riprendere il percorso su entrambi i piani, quello culturale e quello turistico, ma lo facciamo da una prospettiva diversa. Già il titolo del progetto di legge lo dice: "la grande guerra infinita". Che cosa intendiamo dire? Intendiamo dire che ci sono due modi per guardare alla Grande Guerra, molto diversi fra di loro. Il primo è quello di considerare la Grande Guerra una terribile tragedia, però ormai incapsulata nel tempo; oggetto di studi da parte di storici, ma lontana dalla nostra esperienza quotidiana. Ma c'è anche un'altra prospettiva, quella di chi ritiene, invece, che la Grande Guerra sia stato un terremoto le cui onde arrivano fino al presente e che in realtà, come ha detto Guido Ceronetti, non si sia mai conclusa.
Questa ipotesi di lavoro è sostenuta da diversi studiosi. Io mi limito a citarne due. Il primo, Joachim Fest, è noto per essere stato il grande biografo di Hitler. Ha studiato in profondità la Seconda guerra mondiale e nella sua biografia sosteneva che non si dovesse guardare alla Prima e alla Seconda guerra come due eventi distinti, ma come unico fenomeno contrassegnato da una tregua, da una pausa in mezzo. Dopo di lui è arrivato Hobsbawm, con la sua famosa tesi, espressa all'inizio degli anni Novanta, che ha fatto molto discutere: il secolo breve. Secondo lo storico inglese, il ventesimo secolo non è nato nel 1901, ma nel 1914, quando è esplosa la guerra mondiale, e si sarebbe concluso, logicamente, nel 1989 con il crollo del regime sovietico.
Qual è la tesi di fondo? Che la Prima guerra mondiale, conclusasi con accordi di pace sbagliati e troppo penalizzanti per la Germania, aveva generato la Seconda; che la Seconda, con altri accordi, raggiunti fra le superpotenze dell'epoca, iniqui, ha generato tutta quella catena di guerre locali che hanno interessato il Medio Oriente e l'Africa, per arrivare fino al 1989, quando, con il crollo del regime sovietico, in linea teorica si sarebbe chiusa irrevocabilmente una fase storica.
C'era anche il filosofo ed economista Fukuyama che parlava della fine della storia, sostenendo che, con la fine dello scontro fra ideologie democratiche e comunismo, la storia sarebbe stata solo all'insegna dei valori del liberalismo. Sappiamo che non è andata così, che la Nato è avanzata verso est, che dopo la fase confusa di Eltsin c'è stato un revanscismo russo guidato da Putin, lo stesso che ha mosso guerra all'Ucraina. Quindi, potremmo vedere nella guerra in Ucraina l'ultimo frutto avvelenato di un percorso iniziato nel 1914 e mai terminato.
Giusto per la cronaca – facciamo anche un po' di contabilità, anche se Stalin diceva che la morte di un uomo è una tragedia, quella di milioni di persone è una questione di statistiche – nella Prima guerra mondiale sono morte 11 milioni di persone, nella Seconda oltre 50 milioni. La Terza è arrivata, credo, almeno a 24-25 milioni di morti. Solo che è una guerra che è stata condotta a capitoli, a pezzetti, come ha detto Papa Francesco, e io condivido la sua idea, perché i grandi attori che stanno alle spalle delle guerre locali rimangono le superpotenze, quelle che sono in movimento anche adesso.
Da questa prospettiva, occuparsi della Grande Guerra significa occuparsi di fenomeni che ci riguardano ancora. Io mi permetto di citarne alcuni. Pensiamo alla globalizzazione, che è oggetto di studio da parte di economisti e storici e ognuno ha il suo modo di intenderne le fasi; senz'altro è iniziata nel '500, ma con la Prima Guerra mondiale ha ricevuto un impulso clamoroso attraverso la mobilitazione totale. Per alimentare la fornace europea, si sono prelevati materiali e uomini da tutte le altre nazioni del mondo. Serviva di tutto: cibo, vestiario, materiali, metalli, eccetera. Una mobilitazione che ha cambiato la storia e ci ha fatto entrare in quella che alcuni filosofi chiamano "l'età della tecnica", espressione che ogni tanto e leggete sui giornali. La sua accezione più semplice è che l'età della tecnica sia l'età dell'avvento della tecnologia.
Non c'è dubbio che la Prima Guerra mondiale abbia dato un impulso straordinario alla tecnologia, in tutte le dimensioni. Pensiamo alle telecomunicazioni, alla conquista dello spazio aereo, alla conquista degli spazi sottomarini, allo sviluppo della chimica, della medicina, della chirurgia. D'altra parte, all'improvviso i medici hanno avuto a disposizione milioni di corpi martoriati in tutti i modi possibili e immaginabili su cui fare esperienza.
Però c'è un'altra accezione di dominio della tecnica sulla quale richiamo la vostra attenzione: il prevalere degli apparati economico-finanziari sulla volontà dei politici. Dopo sei mesi dall'inizio della Prima guerra mondiale, era già chiaro che non erano più i politici a decidere del conflitto, ma la capacità degli apparati.
Ernst Jünger, a cento anni, testimone della Grande Guerra, ha detto: "Fu una guerra di materiali. L'importante, per vincere, era mandare più pezzi di ricambio al fronte, sia meccanici che biologici".
La Grande Guerra è ancora viva, però, anche in altre dinamiche. Pensiamo alle masse, che hanno conquistato soggettività politica nella Grande Guerra quando, al termine del conflitto, hanno cominciato a pretendere di avere dei diritti. Le sorti sono state diverse: nei Paesi a tradizione democratica più forte, quali Francia, Inghilterra, Stati Uniti, questo si è tradotto in una crescita di diritti, anche per le donne, che sono state coprotagoniste dell'evento bellico; in altri Paesi, l'educazione della trincea, che era un'educazione alla violenza, ha fatto nascere regimi totalitari, il comunismo in Russia nel 1919, il fascismo nel 1922, il regime nazista nel 1933 e poi, via via, l'ascesa di Franco in Spagna, di Salazar in Portogallo e delle altre forze conservatrici nell'Est Europa.
Noi non possiamo capire i processi di trasformazione e di avvento della democrazia o lo scontro con i totalitarismi e gli autoritarismi senza partire dal 1918.
Ma il tema è interessante anche per quanto riguarda la formazione del nostro senso di unità nazionale, che, come sapete, è sempre oggetto di discussione, e qualche anno fa anche di conflitti, quando c'era la tensione fra autonomisti e centralisti.
Il senso di unità nazionale, dal punto di vista popolare, non nasce il 17 marzo 1861, quando viene proclamato il Regno d'Italia. Era una faccenda di borghesi, circa un 6% della popolazione. Come ha scritto lo storico Antonio Gibelli ne "La Grande Guerra degli italiani" (vi consiglio di leggerlo), la Grande Guerra ha formato il nostro senso di unità nazionale, quando milioni di ragazzi provenienti dalle diverse Regioni dello Stivale, parlando dialetti diversi, hanno scoperto di essere fratelli nel sangue, nella merda, sottoposti alla morte, mandati avanti a schiantarsi contro i reticolati avversari e hanno capito che facevano parte di un unico Stato. Unico Stato che era terribile, perché li mandava a morire come mosche.
Quel senso sofferto di unità nazionale è stato poi manipolato durante il Ventennio della dittatura fascista, ha trovato una parziale redenzione nell'esperienza resistenziale, è stato oggetto di contestazioni nel '68, poi è stato oggetto di un dibattito povero nello scontro fra autonomisti e statalisti. Dico "povero" sul piano culturale, perché un'identità nazionale non deve di necessità essere univoca, può e deve essere plurivoca. La bellezza dell'unità nazionale italiana sta nella diversità, non nell'omogeneità.
Credo che il senso della Grande Guerra stia anche avendo e assumendo un significato politico fondamentale sotto un altro aspetto, quello che avevano intuito i grandi politici che le due guerre le avevano conosciute: Churchill, Adenauer, De Gasperi, Jean Monnet, cioè i fondatori del progetto europeo. Perché ha senso continuare a lavorare a un progetto europeo quando la UE ha dimostrato delle grandi fragilità? Proprio perché ha dimostrato delle grandi fragilità e perché è l'unico antidoto che noi conosciamo a quella guerra che Kant chiamava "perpetua". Lo avevano capito Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, e sarà oggetto di discussione in quest'Aula quando arriverà la nostra risoluzione come Gruppo del Movimento Federalista Europeo (sapete che abbiamo creato un Intergruppo in questo senso).
Per tutte queste ragioni vale la pena che si torni a riflettere sul tema della Grande Guerra, sul piano culturale. Per farlo, con questa proposta di legge individuiamo come interlocutore credibile il MeVe. Il MeVe è il Memoriale Veneto contemporaneo, realizzato all'interno di Villa Pisani, inaugurato il 3 ottobre 2018. Non è un museo. I Consiglieri che hanno avuto la possibilità di visitarlo si sono resi conto che è, piuttosto, un centro multimediale e interdisciplinare di narrazione e interpretazione della Prima guerra mondiale. Un posto che offre chiavi di interpretazione storiografica aggiornate e che parte dalla Grande Guerra per arrivare fino al presente.
Proponiamo un finanziamento di 150.000 euro all'anno, per tre anni, al MeVe, che però dovrà cooperare con il Ministero della cultura e il Ministero della pubblica istruzione, con gli altri musei presenti in Veneto e gli istituti storici. L'obiettivo è creare una proposta di visita, non solo al MeVe, ma in tutti i luoghi della Grande Guerra della nostra Regione, che segua una narrazione che sia demistificante rispetto agli esercizi retorici sui quali si è edificata una certa memoria della Grande Guerra negli ultimi decenni. Vi cito uno degli esercizi retorici ingentiliti: ogni volta che c'è il 4 novembre i sindaci dicono che i nostri ragazzi hanno combattuto per la libertà. No, non hanno combattuto per la libertà. Sono andati al massacro per un disegno di espansione territoriale.
Credo che abbiamo bisogno di cambiare la prospettiva con la quale guardare alla Grande Guerra. Ovviamente questo progetto si salda a quello della valorizzazione turistica dei luoghi della Grande Guerra, che sono migliaia, ma alcuni sono di importanza apicale, interessano più Province. La proposta è quella di spendere 200.000 euro all'anno per il prossimo triennio, mettendo in rete le organizzazioni di gestione della destinazione turistica. In questo momento le OGD stanno lavorando anche alla promozione dei luoghi della Grande Guerra, ma in maniera disgiunta, al di fuori di un disegno organico, così come manca un'azione per mettere insieme gli operatori privati, cioè per dar vita a un club di prodotto.
Se guardiamo i dati a livello nord europeo, sono sorprendenti rispetto ai nostri. Lì si muovono milioni di visitatori, da noi qualche centinaio di migliaia. Spesso un sito che è vicino a un altro non richiama il contesto territoriale, quindi chi entra in un luogo là si ferma, perché non ha altri riferimenti. Credo che sia importante che si crei una cabina di regia per mettere assieme la ricerca culturale, quei progetti di valorizzazione turistica del Veneto legati alla memoria bellica, non più solo quelli della Prima guerra mondiale. Se infatti consideriamo la Grande Guerra come un qualcosa di non terminato, allora diventano siti di interesse anche i luoghi della Seconda guerra mondiale.
Sono trevigiano e penso alla città capoluogo, Treviso. Uno non la può leggere se non sa quali sono stati i danni prodotti dai bombardamenti della Prima e della Seconda guerra mondiale nel tessuto urbano, che ne hanno cambiato i connotati. Ancora, quando si va in Cima Grappa a onorare i caduti, lungo la strada si vede un monumento, di mura, di cui noi abbiamo una copia nell'atrio della sala consiliare, ed è dedicato a un gruppo di partigiani che vennero bruciati in una grotta con il lanciafiamme durante i rastrellamenti del '44. Ma abbiamo anche segni che appartengono alla guerra fredda: io vengo da Volpago e abbiamo una polveriera che era gestita dagli americani, con silos che contenevano missili.
Allora, credo che la narrazione che noi dobbiamo costruire sia molto più complessa di quella che è stata fatta negli anni di avvicinamento al centenario e io confido che questo Consiglio voglia approvare questa proposta, allo scopo di consentirci di tener viva la consapevolezza sul fatto che la pace, come diceva un grande filosofo, Spinoza, non è assenza di combattimenti, la pace è giustizia. Finché non c'è giustizia all'interno di un Paese o non c'è giustizia nei rapporti fra le nazioni non vi può essere pace.
Noi ci siamo illusi, vivendo in Europa e facendo fare la guerra agli altri, che rifornivano di armi, che sul suolo del Vecchio continente non avremmo più rivisto il fantasma della guerra, e invece abbiamo conosciuto la tragedia dell'ex Jugoslavia e adesso ne stiamo vivendo un'altra. E ho l'impressione che il numero dei morti che ci viene raccontato dalla televisione sia ben inferiore a quello reale.
Ecco perché è importante che questo progetto abbia, come suo target, oltre che quello del pubblico adulto, anche quello dei giovani, degli studenti. Sottolineo questo aspetto perché, fra i vari compiti che ha la scuola, vi è anche quello di educare alla pace, ma fuori dagli schematismi della retorica e del pacifismo di facciata. Io ero obiettore di coscienza a Castello di Godego quando esplose la prima guerra nel Golfo e la cosa che mi colpì più di tutto fu che bastarono tre settimane di propaganda in televisione per condividere un'opinione pubblica, che fin lì era stata pacifista, secondo la quale era giusto condurre quella guerra.
Quello che mi stupisce, e chiudo, è che in questo momento l'opinione pubblica sembra dividersi tra i sostenitori della guerra a favore degli ucraini e coloro che sottotraccia sembrano tifare Putin, quando invece dovremmo avere come obiettivo quello di salvare vite umane. Non ci sono solo quelle due parti, NATO contro Russia. Forse c'è una terza parte che si chiama "umanità" che avrebbe diritto a chiedere e a pretendere intanto una tregua, per poi affrontare con razionalità le divisioni che esistono in quel territorio. Invece, sembra che l'unica soluzione sia continuare ad alimentare il conflitto con quante più armi è possibile.
Non abbiamo imparato molto dalle lezioni del ventesimo secolo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Favero.
Sospendo i lavori per la pausa.
La ripresa è prevista per le ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.56
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta riprende alle ore 14.48

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Ha chiesto la parola il collega Giacomo Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ci tenevo a intervenire, a nome del Gruppo, su questa proposta di legge, nel senso che l'avevamo vista in Commissione e avevamo deciso addirittura di non fare neanche l'astensione tecnica, come tante volte facciamo per avere il correlatore, perché ci sembrava giusto dare un voto unanime in Commissione Sesta.
È una legge, secondo noi, importante, quindi ringraziamo il consigliere Favero per averla proposta perché, da un lato, ha uno spirito sia in ambito storico sia in ambito culturale, quindi dà un senso alla presenza di tantissimi luoghi e musei, ma anche, purtroppo, luoghi fisici dove la Grande Guerra si è combattuta nel nostro territorio e, dall'altro, ha un senso di promozione e di racconto di quello che questi luoghi purtroppo sono stati e dà un senso vero di coordinamento a quello che si può fare sul fronte della memoria. D'altronde, lo spirito di questa legge è anche quello che ciò che è accaduto non accada più, anche se giustamente nella relazione il consigliere Favero dice che è come se in realtà quella guerra non fosse terminata, ma è iniziata ed ha avuto tantissime tappe successive. Ma il valore della memoria, tanto più in un tempo sempre più distante da quegli accadimenti, è anche il fatto di valorizzare questi luoghi e di farli conoscere.
La possibilità di individuare un coordinamento e, quindi, di creare un'attività che tenga insieme tantissime realtà che fanno attività di studio e ricerca in questo campo e che magari lo fanno in maniera slegata è un altro punto importante di questa legge che è stata proposta dal relatore Favero.
Con questo intervento in discussione generale, quindi, voglio annunciare il nostro sostegno e il nostro voto favorevole a una legge che ci sentiamo di appoggiare pienamente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo in discussione generale perché, riprendendo quello che è stato detto dal collega Possamai, in Commissione anch'io ho votato favorevolmente al progetto di legge, quindi non entrerò su un commento al progetto, che ritengo utile e necessario, e credo anche che il progetto di legge sia stato scritto bene. Ci tenevo, però, a intervenire, senza presentare gli emendamenti dopo, per provare a spiegare le ragioni per cui ne ho proposti due.
Innanzitutto vogliamo portare avanti l'idea – ne abbiamo discusso tanto in Commissione Cultura – che ci sia la possibilità che tutto il mondo artistico-culturale, che tuteliamo con la legge sulla cultura, possa essere parte di questa rete che il progetto di legge propone a guida del Memoriale Veneto, cercando di mettere insieme tutti quei soggetti che possono essere coinvolti proprio nel divulgare, ma anche nel costruire la memoria della Grande Guerra e, quindi, nello stimolare la coscienza, largamente intesa, rispetto all'evento bellico, ma in generale rispetto al tema della guerra e, quindi, delle conseguenze sulla contemporaneità.
Intervengo, dunque, brevemente solo per dire – ripeto, poi non interverrò sugli emendamenti, ma li do per letti – che ne ho proposti due molto semplici, uno che prova a dire nell'articolo 2 di questa legge che si aggiunga un punto h) proprio per mettere attenzione sul fatto che la produzione artistico-culturale possa essere coinvolta nel costruire questa memoria, un altro che propone un inciso dove si cita la legge sulla cultura, inserendo le parole "anche attraverso il sostegno della produzione artistico-culturale", proprio per rafforzare il senso che questo mondo di cui tanto discutiamo in Commissione e che tuteliamo con la legge sulla cultura possa essere coinvolto pienamente all'interno di questo progetto di legge.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto faccio le congratulazioni al collega Marzio Favero per la sua relazione esaustiva e profonda.
Questo progetto di legge non solo l'abbiamo sostenuto e lo sosteniamo, ma anche ne abbiamo chiesto la sottoscrizione, perché riteniamo che, oltre ad intervenire in alcuni ambiti, quello della cultura e del turismo, vada a toccare degli aspetti più profondi, degli aspetti filosofici, ontologici, cioè va a toccare questioni che riguardano l'uomo. Infatti, con questo progetto di legge, a mio avviso, c'è anche un obiettivo, una funzione che si vuole assolvere, che è quella di dare un senso, dare un senso a una storia che ci appartiene, dare un senso a quello che un territorio e delle persone hanno dovuto affrontare, dare un senso e dare anche un significato. Allora, nel fare questo e per poter fare questo, ci vuole la consapevolezza, la presa di coscienza. Con questo progetto di legge è evidente che c'è una spinta verso questa volontà di prendere coscienza e conoscenza di quella che è la nostra realtà e la nostra storia, facendolo insieme ad una serie di soggetti, che lavorano in sinergia, che fanno rete e che, quindi, riescono a valorizzare un patrimonio immane da un punto di vista materiale e immateriale, che altrimenti finirebbe nell'oblio. Ma noi non possiamo correre questo rischio. Allora, ben venga questo progetto di legge, che ha chiaramente dei risvolti economici, ma che ha una profonda componente umana e ontologica, che noi, quindi, andiamo a sottolineare e della quale riconosciamo il grande valore. Attraverso questo progetto di legge diamo anche valore alla nostra identità. Questo, quindi, è l'obiettivo che si va a perseguire.
Grazie per questo progetto di legge, che sosteniamo molto volentieri.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anch'io, Presidente, voglio fare le congratulazioni e i complimenti al collega Favero per la bella disquisizione storico-filosofica, in cui ha centrato molti degli argomenti che, purtroppo, spesso e volentieri non troviamo nei libri di scuola. Conoscendo il collega e i suoi approfondimenti culturali e personali, io penso che ci abbia arricchito con i suoi tanti spunti, e di questo lo ringrazio.
Voglio solo sottolineare un aspetto. La Grande Guerra è stata vissuta sulle nostre terre, in particolare dai monti agli altipiani, naturalmente sulla linea del Piave, fino al mare, quindi vorrei solo ricordare tutti i civili sfollati e i paesi che sono stati distrutti durante questo tremendo conflitto. Dobbiamo assolutamente ricordare queste cose. Come ufficiale degli Alpini non intendo adesso ricordare tutti i nostri sacrifici, ma penso che qui dentro tutti li conoscano.
Naturalmente chiedo come Gruppo di maggioranza la sottoscrizione di questo PDL.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Pan, per quanto riguarda la sottoscrizione, il PDL è in disponibilità di tutti finché è in Commissione, ma quando viene licenziato e approda in Aula non è più disponibile.
Colleghi, io non vedo altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Ci sono due emendamenti della collega Ostanel. Sono troppo ottimista a dire cinque minuti? Fissiamo la ripresa dei lavori alle ore 15.53.
La Presidenza della Sesta Commissione esprime il parere...
Bene. Ritiro quello che ho appena detto. Riprendiamo i lavori con l'esame dell'articolato.
Collega Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Per quanto riguarda gli emendamenti e l'ordine del giorno successivo, li do per accolti perché sono nello spirito del PDL. Quindi, possiamo pure procedere.

PRESIDENTE

Partiamo con le votazioni, colleghi. Entrate in Concilium.
Siamo sull'articolato.
Articolo 1.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 2.
Qui insistono i due emendamenti depositati dalla collega Ostanel.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, comma 2, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 2 dell'Art. 2 dopo la lettera g) viene aggiunta la seguente lettera "h) l'attitudine alla produzione artistico-culturale volta a divulgare la memoria della grande guerra e stimolare la coscienza critica circa l'evento bellico e le sue conseguenze sulla contemporaneità."
Parere favorevole del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'Art. 2 dopo le parole "I programmi di studio e divulgazione devono essere orientati a formare la coscienza critica, in particolare delle nuove generazioni," sono aggiunte le parole "anche attraverso il sostegno alle produzioni artistico-culturali,".
Anche in questo caso, parere favorevole del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 2, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola l'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Riguardo al merito del provvedimento, faccio riferimento alla relazione che ha fatto il consigliere Favero, che sicuramente ha reso perfettamente la qualità anche di quelle che sono le motivazioni, quindi il portato di questa legge.
Io vorrei solamente ricordare che dal punto di vista applicativo c'è l'impegno della Giunta a dare corso a quelli che saranno gli adempimenti conseguenti all'approvazione della legge, ovvero di istituire la cabina di regia, che dovrà dare gli indirizzi per la predisposizione del piano triennale, di fare anche l'accordo con il MEVE per la predisposizione di quello che sarà il piano triennale di attività e, successivamente, in Giunta adottare il piano triennale, che poi seguirà un percorso ordinario, cioè Commissione e approvazione da parte dell'Aula, in cui saranno ricomprese tutte quelle attività culturali e anche le linee per l'accoglienza turistica e l'attuazione del club di prodotto. Questo, però, sarà di competenza dell'Assessorato al turismo. Quindi, ci sarà necessità anche di fare dei passaggi tra gli Assessorati; successivamente, l'adozione del piano annuale con il passaggio in Sesta Commissione, al fine di dare esecuzione al piano con i provvedimenti amministrativi conseguenti.
Per come è strutturata la legge, volevo sottolineare che c'è un suo aspetto di complessità. È piuttosto articolata tutta la procedura. Quindi, saranno importantissime la condivisione e la collaborazione con le Commissioni e con il Consiglio, per far sì che questa legge, che ha obiettivi che sicuramente condividiamo tutti in pieno, possa avere una piena attuazione e una piena efficacia.
Sarà certamente un lavoro composito, complesso, che necessiterà della compartecipazione e della collaborazione sia della Giunta che del Consiglio. Noi, naturalmente, in sede di discussione, già in Commissione avevamo sottolineato come questo procedimento avesse una sua complessità. Ciò non toglie che è anche motivo di maggiore compartecipazione nell'attuazione della legge.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Abbiamo terminato le votazioni sul PDL n. 149.
ODG n. A0003

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "GRANDE GUERRA INFINITA, SIA PREVISTO ANCHE IL SOSTEGNO DEL TURISMO D'ESPERIENZA SIA A LIVELLO SCOLASTICO CHE PER IL PUBBLICO ADULTO" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "La Grande Guerra infinita: collaborazione istituzionale col MEVE, attivazione della rete delle ogd e del club di prodotto dei luoghi del primo e del secondo conflitto mondiale". (Progetto di legge n. 149) APPROVATO (Deliberazione n. 145/2022)

(N.d.r. ‒ Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- l'articolo 11 della Costituzione fissa il principio fondamentale per cui "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali";
- l'articolo 5 dello Statuto del Veneto, rubricato "Principi fondamentali", al comma 7 stabilisce che "La Regione promuove la cultura di pace";
- la guerra costituisce il fallimento di ogni tentativo di evoluzione del genere umano, l'annientamento fisico dei propri simili allo scopo di prevaricazione è innaturale, anacronistico ed immorale e provoca sofferenze la cui gravità va oltre ogni più cruda ed efferata descrizione possibile a parole. Per quanto Giuseppe Ungaretti, nella sua 'Veglia', ci provi descrivendo "Un'intera nottata / buttato vicino / a un compagno / massacrato / con la sua bocca / digrignata / volta al plenilunio", la terribile realtà di ciò che la guerra comporta è ancora lontana;
- la guerra, inoltre, comporta costi insostenibili e al riguardo non vanno dimenticate le parole di Gino Strada, chirurgo di guerra, che in un suo intervento alla Festa della Scienza e della Filosofia nel 2018 ricordava le parole di Erasmo da Rotterdam "la guerra piace a chi non la conosce" e subito dopo affermava "non importa perché c'è una guerra [...] ogni guerra ha una costante, il 90% delle vittime sono civili, sono persone che non hanno mai imbracciato un fucile, sono persone che molto spesso non sanno neanche perché gli scoppia una mina sotto i piedi";
considerato:
- L'importanza di prevedere, nell'ordinamento regionale, il sostegno della Giunta ai programmi di studio e divulgazione elaborati dal MEVE in collaborazione con le istituzioni scolastiche;
- l'importanza di promuovere il turismo d'esperienza;
- che oltre alla promozione è importante, almeno nelle fasi iniziali di applicazione della presente norma, sostenere il turismo d'esperienza sia a livello scolastico che per il pubblico adulto, anche interregionale e internazionale, al fine di favorire lo sviluppo della coscienza critica al livello più ampio possibile.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a sostenere, almeno nelle fasi iniziali di applicazione della presente norma, il turismo d'esperienza sia a livello scolastico che per il pubblico adulto, anche interregionale e internazionale.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Visto che c'è piena condivisione di intenti, anche relativamente al voto finale, vado veloce su questo ordine del giorno che "impegna la Giunta regionale a sostenere" quindi non solo a promuovere, ma anche a sostenere concretamente "almeno nelle fasi iniziali di applicazione della presente norma, il turismo d'esperienza sia a livello scolastico che per il pubblico adulto, anche interregionale e internazionale".
Il punto di questo ordine del giorno, quindi, è proprio quello di, oltre promuovere, farsi portatrice di un impegno, quindi sostenere, magari anche economicamente, questo tipo di turismo così importante.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'ODG n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale del progetto di legge. Ci sono dichiarazioni di voto? Prego, collega Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Semplicemente per ringraziare gli Assessori che hanno seguito fin dall'inizio questa proposta, Calzavara, Corazzari, Caner, le loro Strutture tecniche, il Legislativo per le opportune correzioni apportate alla prima bozza di testo, i Presidenti della Commissione Cultura e Bilancio, quindi la Scatto e Sandonà, i colleghi Commissari e tutti voi Consiglieri, per aver espresso questo indirizzo favorevole all'unanimità.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Solo per manifestare l'apprezzamento totale a questo progetto di legge e per rivolgere un ringraziamento al consigliere Favero. Ho apprezzato molto le sue parole nella relazione, che ho trovato veramente molto pregevole. Fa anche delle riflessioni interessanti, nuove, in un panorama in cui la guerra la fa da padrone. Anche nell'ideologia comune ‒ come il Consigliere diceva ‒ c'è un finto pacifismo, ovvero un pacifismo di facciata. Parlava di questo. Credo che, in effetti, anche le soluzioni che ha ipotizzato il Consigliere siano quelle più vere, quelle che dobbiamo ricercare con maggiore attenzione, ovvero salvare le vite umane, chiedere una tregua in un periodo in cui abbiamo alle porte dell'Europa, anzi direi proprio all'interno dell'Europa un conflitto armato, che va avanti da tanti mesi, che sta prosciugando anche le nostre risorse. Soprattutto, si tratta di un massacro che ci vede tutti spettatori. Questa cosa, secondo me, bisogna un po' risolverla a livello di mediazione, a livello di diplomazia.
Credo che le finalità siano assolutamente meritorie. Tra gli obiettivi c'è quello di educare le nuove generazioni ai valori della pace, intesa come giustizia nel rapporto tra i popoli.
Credo che, con tutte queste belle premesse e obiettivi finali, questo progetto di legge vada adeguatamente pubblicizzato e sostenuto a dovere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL n. 149 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIGO, BET, CENTENARO, CESTARO, CORSI, DOLFIN, FINCO, PAN, SCATTO, VIANELLO, ZECCHINATO, VALDEGAMBERI, ANDREOLI, CECCHETTO, GIANPIERO POSSAMAI E PUPPATO RELATIVA A "VALORIZZAZIONE DELLA TRADIZIONE ENOGASTRONOMICA VENETA. ISTITUZIONE DEL LOGO RISTORAZIONE TIPICA DEL VENETO.". (PROGETTO DI LEGGE N. 133) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 26/2022)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Rigo
Correlatrice: Consigliera Guarda

PRESIDENTE

Andiamo al PDL n. 133.
Il relatore è il collega Rigo. Prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Questa proposta di legge è volta a valorizzare la ristorazione tradizionale del Veneto e a tutelare l'enogastronomia della nostra regione attraverso l'istituzione del logo "Ristorazione tipica del Veneto" e l'istituzione della "Settimana della tradizione enogastronomica veneta".
Il Veneto è una delle regioni con la maggiore varietà di patrimonio agroalimentare, grazie alla sua particolare conformazione e grazie anche alla sua gloriosa storia. La cucina veneta è caratterizzata da una vasta tipologia di piatti tipici di un'area geografica molto vasta, che va dal mare alla montagna, alla pianura, ai laghi.
I ristoratori, inoltre, attraverso i piatti tipici raccontano anche quella che è la nostra storia, la nostra cultura e la nostra identità e contribuiscono a mantenere vive tradizioni e saperi, spesso secolari, che si tramandano di generazione in generazione.
È un PDL che ritengo importante perché, come tutti sappiamo, la ristorazione è uno dei settori che ha più subìto le conseguenze della crisi pandemica. Ci sono stati lunghi periodi di chiusure o di aperture parziali che hanno messo in grave difficoltà il settore. Nonostante ci sia stato un netto miglioramento (ce lo dicono anche le associazioni di categoria), per il settore rimangono ancora molte incertezze, innanzitutto riguardanti il personale. Sono note le difficoltà del settore in questo momento nel reperire personale, anche questo in parte a causa della pandemia, in quanto durante la crisi pandemica molti operatori del settore hanno deciso di cambiare attività perché si sono visti a casa per un lungo periodo o in cassa integrazione per mesi, o addirittura per anni.
A tutto questo si aggiungono le difficoltà attuali dovute all'aumento dei costi delle materie prime, in particolar modo dell'energia.
Ovviamente, questo progetto di legge non ha la presunzione di risolvere i problemi della ristorazione, ma di promuovere e di dare valore a un settore importante per l'economia del Veneto, un settore che conta all'incirca 10.000 attività, in cui operano all'incirca 100.000 persone, che diventa sempre più trainante e strategico per due comparti importantissimi per l'economia del Veneto. Mi riferisco all'agricoltura e al turismo.
Per quanto riguarda l'agricoltura, il comparto dell'agricoltura è importantissimo per il Veneto; il comparto agricolo in Veneto fattura ogni anno più di 6 miliardi e mezzo di euro. Il Veneto ha uno straordinario patrimonio di eccellenze agro-alimentari ed è la Regione che vanta il maggior numero di denominazioni: infatti sono 95 le indicazioni geografiche, spesso con delle eccellenze conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, penso per esempio al comparto vitivinicolo.
La ristorazione contribuisce a promuovere e a far conoscere questo straordinario patrimonio, questi straordinari prodotti. Anche magari quelli più di nicchia, che vengono dalla ristorazione riscoperti e fatti conoscere al grande pubblico.
Il turismo rappresenta un altro comparto importantissimo per il Veneto. Il Veneto è la Regione dove arriva ogni anno il maggior numero di turisti: sono 70 milioni le persone che ogni anno arrivano in Veneto. Gli studi e le associazioni di categoria ci dicono che uno dei principali motivi per cui i turisti, soprattutto stranieri, decidono di venire in Veneto sono proprio le nostre eccellenze enogastronomiche e i nostri piatti tipici. Infatti gran parte della spesa dei turisti è destinata proprio alla tavola.
Con l'istituzione della settimana della tradizione enogastronomica veneta confidiamo nell'intraprendenza e nella bravura nel cogliere le opportunità dei nostri imprenditori, in questo caso della ristorazione. E sulla scorta di altri eventi simili in Italia, confidiamo che questa settimana possa diventare un punto di riferimento e un'attrazione a livello internazionale.
La presente proposta di legge si articola come segue.
L'articolo 2 indica come destinatari gli esercizi che preparano e somministrano pasti e bevande della tradizione enogastronomica del Veneto.
L'articolo 3 stabilisce l'istituzione del logo "Ristorazione tipica del Veneto" e la sua concessione ad un organismo privato, costituito in forma consortile o associata, tra i ristoratori o alle associazioni di categoria singole e associate, e ne disciplina l'utilizzo e il controllo, come stabilito con apposito regolamento.
L'articolo 4 prevede i requisiti per l'utilizzo del logo: valorizzare la filiera corta, preparare ricette della tradizione enogastronomica veneta e offrire al consumatore adeguate informazioni circa il carattere tradizionale Veneto delle ricette utilizzate. Il logo è volto a pubblicizzare l'operato delle suddette attività e a garantire, sotto il profilo qualitativo, la tutela dei consumatori.
L'articolo 5 menziona l'istituzione del registro in cui vengono iscritti gli esercizi di ristorazione che hanno ottenuto il riconoscimento dell'utilizzo del logo. Tale iscrizione può costituire titolo preferenziale per l'accesso a finanziamenti o erogazioni di contributi regionali.
L'articolo 6 prevede che il concessionario sia assoggettato a periodici controlli sullo stato d'attuazione della presente legge e del Regolamento da parte della struttura regionale competente, che provvede alla revoca della concessione in caso di gravi inadempienze.
L'articolo 7 istituisce la "Settimana della tradizione enogastronomica veneta" diretta a promuovere il logo, a preservare la tradizione veneta e a tramandare la cultura enogastronomica ai turisti italiani e stranieri. Al fine di sostenere economicamente la realizzazione dell'evento si impegna la Giunta regionale a erogare contributi nella misura prevista dalla norma finanziaria.
L'articolo 8 prevede delle sanzioni per l'utilizzo del logo da parte del soggetto non iscritto al registro o per l'utilizzo del logo in modo non conforme al regolamento.
L'articolo 9 è la norma finanziaria.
L'articolo 10 prevede l'entrata in vigore della legge il giorno successivo alla pubblicazione del Bollettino.
Presidente, in conclusione ci tenevo a ringraziare gli Uffici del nostro Gruppo che hanno collaborato alla stesura di questo testo, e a ringraziare l'Ufficio Legislativo per il sempre prezioso supporto. Poi volevo ringraziare anche il presidente Ciambetti e tutto l'Ufficio di Presidenza perché, proprio la settimana scorsa, è stato consegnato ad Arrigo Cipriani il prestigioso Leone del Veneto.
Arrigo Cipriani è un'icona e un ambasciatore non solo della cucina, ma anche della storia, della cultura e dello stile veneto nel mondo. È un uomo che ho avuto il piacere di conoscere e incontrare diverse volte. È un imprenditore che ha sempre mantenuto un forte legame con la propria identità e il proprio territorio, facendo anzi di questo un punto di forza. Cipriani ama ripetere spesso che la vera innovazione è fare bene la nostra tradizione. Ecco, io credo che questo valga per la ristorazione ma anche per tanti altri ambiti, perché il Veneto ha una grande storia, una grande tradizione di cui dobbiamo essere orgogliosi e dobbiamo impegnarci per coltivarla e per tramandarla alle generazioni future.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla correlatrice Cristina Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Non sorprenderà che il mio intervento su questo progetto di legge, a prima firma appunto del collega Rigo, si apra con le medesime battute utilizzate nella relazione al progetto di legge sulla promozione del gelato tradizionale. Infatti la connessione per oggetto alimentare tra i due provvedimenti è tanto ovvia quanto irresistibile, cominciando con una conferma nel ribadire che questa controrelazione non è una controrelazione per opposizione politica, ma è una controrelazione che nasce da un desiderio di poter contribuire a un percorso di valorizzazione della prossimità. è evidente che l'esperienza che ho acquisito in questi anni in cui ho avuto l'onore di poter lavorare all'interno di quest'Aula, non soltanto in questa legislatura, ma anche nella scorsa, mi ha consentito di potermi occupare di diversi temi legati all'enogastronomia e alle tradizioni locali. Questo – nota di colore – perché dopo essermi occupata (e continuo ad occuparmene) di temi un po' tristi, come quello degli inquinamenti e ricordo all'epoca anche la questione della gestione delle politiche funerarie, eccetera, desideravo proprio occuparmi di qualcosa che potesse dare una prospettiva, un desiderio di rinascita e anche di collegamento con il territorio.
Per questo mi sono occupata, per esempio, di confraternite enogastronomiche, anche con alcuni dei colleghi qui presenti, di produzioni alimentari locali, come per esempio la birra artigianale e la canapa. Si ricorda, Assessore, vero? Già Assessore, chiedo scusa. Dicevo della canapa, della produzione della canapa, che è una produzione tradizionale, la Canapa sativa e altre, anche per uso alimentare. Ho potuto davvero toccare con mano – c'è una legge regionale che ha votato anche lei, Consigliere, non so se ricorda – e confermare ciò che già nel mio lavoro, al di là della politica, avevo potuto vivere.
La passione per la promozione dell'arte e della cultura culinaria locale apre a mondi e a relazioni straordinarie. Dà la possibilità di creare connessioni nuove, di creare ponti nazionali e sovranazionali, anche in termini culturali e non soltanto di arte culinaria. Questo lo abbiamo vissuto, per esempio, nel vivere insieme alle Confraternite enogastronomiche venete il percorso di promozione che ha davvero cambiato le sorti anche in alcuni territori.
La promozione della tradizione locale può, quindi, essere occasione di promozione anche di natura economica, capace di resistere nel tempo e capace di far resistere nel tempo l'investimento che viene fatto dai cittadini. Può creare, quindi, benefici non solo a chi realizza la sua filiera, ma anche alla comunità intera, compresa quella della Lessinia.
Ecco perché credo che sia assolutamente interessante affrontare questo tema con norme che aiutino a poterla realizzare. La mia speranza è quella che non diventino solo espressioni temporanee di identità per poi cadere nell'oblio e non venire adeguatamente applicate. Questo perché, come abbiamo visto con i progetti di legge che anche prima vi ho citato, per burocrazia, tempo o fondi inadeguati, nel corso del tempo, queste leggi sono entrate nel dimenticatoio pure a pochi anni dall'approvazione.
Quindi, lunga vita a questo progetto di legge e non posso non notare che poi il progetto di legge in esame è stato anche preceduto non soltanto da una legge sulla gestione, appunto, della promozione del gelato tradizionale, ma anche da successivo progetto di legge, che ha singole disposizioni che sono addirittura sovrapponibili con quello di oggi, e mi riferisco al 131, a prima firma Michieletto, titolato "Salvaguardia della tradizione culinaria veneta. A tavola con il Leone".
Il riferimento al titolo di questo specifico progetto, oltre a far denotare che in questa legislatura c'è una particolare attenzione e una particolare passione di carattere culinario, compensata appunto anche mediante la presentazione di progetti di legge a tema alimentare, mi serve, però, a sostenere anche il prossimo tema che vi voglio portare, che è quello legato agli emendamenti che ho presentato per il progetto di legge di oggi e che desidero confrontare con voi in modo propositivo. Questo, proprio in riferimento al Leone e alla tradizione, va nella logica della promozione di questa proposta.
Proporrei solo una riflessione a supporto. La salvaguardia della tradizione non implica arrestarsi e restare fermi, ma consente di tenere conto di come la tradizione e la storia siano valorizzate dal mondo che ne entra a contatto, comprese le sue peculiarità culinarie, ma cercherà sempre di unirle ai cambiamenti che in quest'epoca sono vorticosamente veloci, in termini appunto di abitudini. Ecco perché negli scorsi decenni, per esempio, l'abitudine alimentare era profondamente cambiata rispetto all'epoca vissuta e raccontatami, per esempio, da mia nonna, ma anche dai vostri, immagino, che ha consentito alle famiglie di poter apprezzare i piatti della tradizione tipici del Veneto, e non solo a base di carne, non solo in rare occasioni, come veniva fatto in passato, ma quasi ogni giorno, se la dieta era equilibrata.
La seconda osservazione è che il mondo sta cambiando anche in termini ambientali, sociali e produttivi, anche nel settore, appunto, della ristorazione, che lo sta riconoscendo con percorsi che sono casalinghi, artigianali e professionali nella ristorazione, in risposta alle sollecitazioni e alle nuove consapevolezze etiche ed ecologiche che stanno crescendo, non solo nelle nuove generazioni.
Per questo, visto che questo progetto di legge vuole avere, come rilevato in Commissione, un approccio complessivo e non esclusivo, ho proposto in particolare un emendamento che desidera riconoscere, all'interno di questo albo di ricette della tradizione culinaria veneta, anche il lavoro di chi, rimanendo nella tradizione, riesce ad offrire una cucina priva di prodotti di origine animale e senza trascurare quindi chi, apprezzando la tradizione veneta, ha compiuto una scelta ambientale etica, in alcuni casi anche di taglio spirituale, aderendo a quello che è il vegetarianesimo e il veganesimo, che non è un -ismo in senso negativo, ma in questo caso è una scelta personale, che in alcuni casi può diventare anche collettiva, rivolta appunto a quel tema che ci unisce alla fin fine tutti, che è la tavola.
Da questa esigenza umana c'è un elemento che non è soltanto di natura personale o storica, ma anche culturale e non a caso proprio questo progetto di legge è entrato anche all'interno della Sesta Commissione, che si è espressa su questa legge proprio perché il taglio della tradizione non si ferma alla sola logica dell'arte culinaria, ma entra all'interno del contesto culturale.
Questa scelta è una scelta che per me può avere un senso a livello personale di comunità, nel rispetto di quei ristoratori – io, per esempio, ne conosco più di 100 in Veneto – di cui ho potuto conoscere l'impegno ad unire la tradizione culinaria con le abitudini alimentari di tutti, anche con chi non desidera consumare carne. Ma è una scelta che per noi, come Consiglio regionale, come rappresentanti politici insieme, può avere un grande valore per ricordare la grande parsimonia e l'oculatezza delle nostre famiglie nel preparare i pasti in epoche di grandi sofferenze da un punto di vista economico e sociale ed è quella che magari ci ha regalato altri piatti che entrano all'interno della nostra tradizione usando polenta, riso, cereali, bisi, "fasioi" e tutte le altre verdure che fanno parte di piatti che potranno essere riconosciuti all'interno di questo albo.
Questa è la riflessione che anticipa la descrizione degli emendamenti, che ho piacere di poter confrontare insieme al proponente e insieme a tutti voi, nella logica appunto di un progetto di legge inclusivo e complessivo e non soltanto un progetto di legge che è magari poco capace di osservare e di aiutare anche questo settore ad esprimersi in ambiti e in settori che fino ad oggi non hanno avuto grande rilevanza da un punto di vista normativo. È un'innovazione secondo me interessante, che non farà comodo o non darà soddisfazione esclusivamente alla sottoscritta, ma sicuramente la darà anche a voi, visto che sicuramente nel vostro lavoro nel territorio avrete avuto modo e avrete modo sicuramente in futuro di poter dialogare rispetto a queste nuove consapevolezze di molti cittadini del nostro territorio e non solo.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io parto da qualche appunto che ho preso quando l'ha illustrata il collega Rigo. Ho sentito anche una serie di riflessioni che il collega fa, e lo ringrazio, positive su questo tema, magari che c'entrano poco e nulla con la legge di oggi, però sostanzialmente sono affermazioni positive, del tipo "il Veneto ha la maggior parte di piatti", "vasta tipologia di piatti", "storia, cultura, identità", e poi crisi, pandemia.
Io credo che il collega abbia fatto un'importante presentazione dove mette anche in luce le difficoltà economiche che sta vivendo questa tipologia di aziende post-pandemia e fa anche un'analisi corretta, Presidente, dove dice che una parte continua e persiste nella crisi, una parte no, però dopo c'è il problema del caro energia, una nuova crisi, una nuova ondata.
Sicuramente dalla presentazione del collega si evince che è una persona che conosce bene questo settore e che in qualche modo riesce a capire, a intercettare da buona sentinella del territorio, riesce a scovare, a prendere questi problemi e a portarli nelle Istituzioni. Però tutta questa buona manifestazione di intenti finisce quando leggiamo la legge e scopriamo che non c'entra niente con tutta la presentazione che ha detto, perché, con tutto il rispetto, io vorrei anche trovare un nesso logico tra una panoramica generale delle crisi che stanno vivendo queste aziende... Oggi chi continua a fare questo lavoro è un eroe: è passato dalla pandemia, l'hanno chiuso, non ha avuto ristori, deve confrontarsi con la mancanza di personale, finisce la mancanza di personale, riprende, caro bollette, energia e materie prime.
Noi ai sacrifici di questi eroi che tengono in piedi la nostra cultura, storia e tradizione, rispondiamo con un progetto di legge dove gli diamo un marchio, gli facciamo la settimana – come si fa a San Cataldo a Taranto – di festa per dire: "Bravo, siamo qui". Gli diamo la pacca sulla spalla e dopo vediamo che mettiamo 150.000 euro. Probabilmente serviranno per quattro manifesti e quattro locandine della settimana santa che faremo sulla sagra, su questa serie di iniziative. Io mi auguro solamente che questa legge non sminuisca il valore del Vinitaly perché, di fronte a una messa in campo così corposa e importante di sponsorizzazione di quella che è la nostra cucina, non vorrei che domani ci troviamo il Vinitaly ridimensionato per il PDL Rigo. Facciamo qua il festival della cucina, ma...
Ironizzo per cosa? Per dire che in un momento difficile come questo, e qua torno a essere serio perché vorrei catalizzare l'attenzione, e dico che in un momento difficile come questo, questo tipo di aziende e di attività hanno bisogno di un aiuto vero e un aiuto vero si trova nello stanziare quelle risorse che noi non abbiamo stanziato.
Ricordo che su questo ci sono state da chi oggi è in maggioranza e governa a livello nazionale anche delle prese di posizione che bisognava stanziare delle risorse. Io non ho nulla contro. Figuratevi! Tanto ormai, quando dobbiamo inventarci qualcosa per dare una pacca sulle spalle e arruffianarci qualcuno, salvaguardia della tradizione con il Leone c'è già, facciamone un'altra. Magari costruiamo anche il "premio del gatto", lo diamo in qualche Provincia...
L'ha detto lei, non l'ho detto io. Detto ciò, io credo che quel problema vada affrontato seriamente. Non sono una pacca sulla spalla e un simbolo attaccato sulla vetrina di una porta che risolvono i problemi di queste categorie.
Credo che ci sia uno strabismo anche in quello che noi diciamo oggi. Da una parte elenchiamo così bene i problemi delle categorie, ma li elenchiamo bene in maniera precisa, in maniera puntuale, e dall'altra crediamo che la risposta che noi diamo è la settimana santa della cucina veneta e l'adesivo sulla porta del ristorante. Con 150.000 euro facciamo il grande evento e il giorno dopo i ristoratori veneti hanno risolto tutti i problemi di caro energia e di materie prime. È tutto a posto. Abbiamo trovato i dipendenti, abbiamo eliminato il problema che c'è di maestranze.
Credo che, invece, i ragionamenti da fare siano altri se vogliamo aiutare questo settore. Mi viene in mente, così parlando, una delle osservazioni che avevano fatto le associazioni di categoria durante le audizioni che abbiamo fatto del PNRR, dove dicevano che molto spesso i corsi di formazione professionale formano gente, ma dopo, quando vanno in alcune attività, gli devono rispiegare tutto come fare, perché insegnano un tipo di lavorazione che forse dovrebbe essere più puntuale, in modo che, quando escono, in concertazione con le categorie, sono già formati per essere operativi sul settore.
Ricordo un'associazione di categoria del Polesine che disse: "È inutile che insegnate certe lingue se noi nella nostra Provincia abbiamo quel tipo di turismo e ci serve quell'altro tipo di offerta e formazione". Dovremmo partire magari da lì, che sono cose anche che non costano soldi, se vogliamo avere davvero un occhio di attenzione a un settore come questo che si deve confrontare con problemi oggettivi, quale la mancanza di maestranze, perché uno che cucina certi piatti di storia, culture, identità e tradizione non lo trovi all'ufficio di collocamento che ti sta aspettando, né il navigator te lo porta.
Poi c'è tutto il tema degli aiuti e io credo – e lo dico in modo severo, ma giusto, senza polemica – che non possa essere, in un momento in cui le categorie dicono che rischiamo di chiudere in Veneto due aziende su tre, non una su tre, ma due su tre di cittadini veneti che hanno sempre lavorato e pagato le tasse... Consigliere, vada a vedere quando vanno in piazza, dove qualcuno li porta non so magari con quale finalità, ma per la disperazione danno fuoco alle bollette, strappano le bollette, gente che chiude. Se voi pensate che questa sia la risposta a quel tipo di aziende, io credo che abbiamo capito poco e male.
Oggi chi fa questo tipo di attività, complice la guerra, complice l'aumento, a volte ti dice che diventa difficile anche servire una frittura perché, per quanto è aumentato l'olio, dovresti fartela pagare una cifra che il cliente non capirebbe, perché è aumentato tutto. C'è gente che si vergogna ad aumentare i prezzi, poverini dopo una vita di onesto lavoro, e appendono la bolletta sulla porta come per trovare una giustificazione a quello che devono fare pur di non chiudere.
Siamo in un momento in cui aziende con tradizione vera, di famiglia, che si tramandano da generazioni, stanno usando i propri risparmi per non fare debiti, stanno usando i propri risparmi per pagare i dipendenti, perché è l'azienda di famiglia e va tutelata. E noi, di fronte a questa crisi enorme, senza precedenti, che si accavalla a un'altra crisi che già li ha duramente colpiti, quella di essere stati chiusi con la pandemia ed essere stati più colpiti di altre categorie, spesso avendo avuto anche meno risonanza mediatica nel problema, noi mettiamo loro il marchio sulla porta e diciamo che facciamo la settimana della cucina veneta. Io non voglio far polemica, ma se questo è il modo che noi dobbiamo utilizzare per risolvere i problemi di un pezzo così importante di economia veneta, cosa dire? Come si fa a dire di no e a dargli una pacca sulla spalla? Ma certo. Come fai a dire di no nel fargli una gratificazione formale? Ma è un atto formale! 150.000 euro serviranno per mettere in piedi la settimana della cucina. Vanno bene gli atti formali, ma se sono conseguenti agli atti sostanziali, se sono conseguenti agli aiuti veri e nel dibattito dell'Aula voi potete dirmi quello che volete. Se io esco da qua e becco il primo ristoratore in Strada Nuova e gli dico: "Ma tu con questa legge risolvi i tuoi problemi?", lui la legge e mi dice: "Ma mi sta prendendo in giro, Consigliere?". Quindi, usciamo dai palazzi pensando che la pacca sulla spalla... È sì importante, ma è formale, non è sostanziale.
Invito ognuno di voi, che nei prossimi interventi mi dirà che sono matto, ad andare dal ristoratore dove va in maniera fiduciaria e dire: "Mi fai un piacere? Puoi leggere questo progettino di legge e mi puoi dire se in un contesto storico come questo va bene che noi affrontiamo i tuoi problemi così?". Andate, perché se lo dice Montanariello del PD magari insomma, me lo dico da solo, è duro, non capisce la bontà di questa legge e ci sta. Ma andate a chiedere ai ristoratori. Io ieri ho girato per tre ristoratori, si sono messi a ridere tutti e tre: "Io son qui che chiudo l'azienda e tu mi metti il marchio avanti la porta? Per fare che? Per chi? Per cosa?" (tradotto da espressione dialettale)
Avviene anche in un momento storico inadeguato, perché non avviene in un momento storico felice, dove dite: va tutto bene, facciamo questa cosa in più. Avviene in un momento storico che stanno chiudendo, che le attività sono in crisi e noi al caro bollette rispondiamo con 150.000 euro per fare la settimana della cucina? è anche un far finta di non capire quello che accade fuori da questi palazzi. In un altro momento storico avrebbe funzionato. Facciamo qualcosa, facciamo vedere che ci siamo. Ma in questo momento storico no. è come mettergli le dita negli occhi. La gente non paga le bollette e noi facciamo il marchio di qualità. Di quali aziende? Di chi? Di quelle che hanno triplicato i costi della farina, di quelle che hanno triplicato i costi dell'olio, di quelli che se non ti mettono la frittura il triplo di prima non te la possono servire?
Io credo, colleghi, che sicuramente da parte del collega c'è un'importante visione di intenti, perché sarebbe assurdo dire che il collega non ha visione su questo, ma è una visione che arriva in un momento storico sbagliato. Se è importante la visione è importante anche la tempistica. Guardate, uscito da qua mi prenderò l'onere, se qualcuno mi vuole accompagnare, di farci Strada Nuova a piedi e chiedere ai ristoratori che son qui se questo progetto di legge può essere in qualche modo di aiuto per loro. Sgombriamo il campo dal dibattito politico, non trinceriamoci dietro alle nostre convinzioni. Cerchiamo di, una volta tanto, mettere a fuoco le esigenze reali viste con gli occhi di chi è in una difficoltà oggettiva, che noi recepiamo ma non comprendiamo se dopo decliniamo con questi atti all'interno dell'Aula. Facciamoci un giro, chiediamo a qualcuno che venga dietro e facciamo un'intervista ai primi cinque ristoratori che troviamo. Io l'ho fatta, mi assumo la responsabilità di dirlo, ho i messaggi dove mi han detto: "Questo è un bell'intento, bravi, ma non risolve i miei problemi".
C'è stata una proposta che ha fatto il collega Possamai non tanto tempo fa dove si chiedeva di investire, in bandi da parte della Regione per il fotovoltaico, delle importanti cifre per dare delle risposte anche a queste aziende ed era in qualche modo anche concertata dopo un momento di ascolto con le categorie. Ci è stata bocciata e dopo mesi ne è stata fatta una simile con cifre molto più ridotte. Per carità, probabilmente erano quelle le cifre a disposizione, ma quelle sono le cose che in qualche modo aiutano le categorie: dare dei soldi per affrontare questa crisi, non soldi mancia, ma soldi anche per strutturare, riformare, mettere in piedi anche quelle che sono le proprie strutture aziendali visto che, a quanto pare, si vede poca luce in fondo al tunnel del caro energia perché abbiamo scoperto che tanto se il gas non lo compri dalla Russia e lo compri da un'altra parte lo stesso caro è, non è che te lo regalano.
Io credo, e concludo davvero, di aver portato una riflessione in quest'Aula grazie al prezioso intervento del collega Rigo che ci ha dato uno spunto prezioso oggi per aprire il dibattito, prezioso, interessante, importante, per dire che questo progetto di legge va bene qualora viene anche arricchito da una manovra sostanziale e non formale, economica vera di bilancio per aiutare queste aziende. Io sarò anche antipatico, non ho la pretesa di essere simpatico a tutti, però dico con ferma convinzione che le sorti delle nostre aziende in crisi questo progetto di legge non le cambierà e vi invito a dimostrarmi il contrario. E siccome noi in un momento delicato come questo non possiamo esimerci dal pensare a chi è più in difficoltà, credo che in questo modo non pensiamo a chi è più in difficoltà.
Chiudo davvero dicendo che l'intento è giusto. Volete che diciamo "no" a dare una pacca sulla spalla a chi mantiene le nostre tradizioni, la storia, la cultura? Meno male che ci sono, ma arriva in un momento storico dove loro hanno altre necessità. Sarebbe come nascondersi dietro uno stecchino e dire: "Va bene, faccio finta di non capire le tue necessità, però in cambio ti do un bel marchio davanti alla porta, così, se chiuderai per tutti i problemi che hai, hai chiuso, ma hai avuto il marchio. Magari hai anche più tempo, avendo chiuso, e puoi dedicarti alla settimana santa della cucina veneta" che faremo con i 150.000 euro che stanzieremo.
Io non sono critico, collega. Non sono critico. Sono severo. Prima di ieri sera non la pensavo così, ma dopo aver girato il progetto di legge a dei ristoratori... Se vuole, leggiamo insieme le risposte di ristoratori che certo non hanno votato me, perché li conosco. Se lei pensa che dopo quei messaggi non cambi visione, me lo dica. Credo che veramente questa volta illudiamo le categorie facendo un articolo dicendo "vi siamo vicini", ma quando vi chiederanno "come risolvete i nostri problemi?" direte: "No, ma quali problemi? Ti do un adesivo. Se vuoi, insieme all'adesivo, ti diamo pacca sulla spalla, il tre per uno per le ultime dieci chiamate, spilletta della Regione consegnata dal vicepresidente Finco in persona".
Ragazzi, non funziona così. Credetemi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello.
Collega Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Collega Montanariello, devo dire la verità, l'ho sentita: usa la solita verve molto accesa. Mi permetta di non essere d'accordo con lei, né tanto né poco. Stiamo confondendo piani tra di loro totalmente diversi.
Il mondo della ristorazione ha sofferto dal 2008 al 2018 per la contrazione generale dei consumi legata alla crisi economico-finanziaria mondiale. La Regione ha le leve per intervenire su meccaniche come queste? Punto di domanda. Poi ha sofferto per il Covid, e siamo stati noi a introdurre delle limitazioni negli orari dei locali perché serviva per esigenze sociosanitarie, di prevenzione, di riduzione della trasmissione di un'infezione che, ahimè, è ancora in circolazione.
Poi è arrivata la guerra. I contraccolpi che sta subendo il nostro sistema economico non dipendono certo da meccaniche regionali. Se avessimo avuto un'Europa unita, forse la guerra non ci sarebbe stata. Se avessimo avuto un'Europa più coesa, oggi – scusami, Montanariello, io ti ho seguito con attenzione – non avremmo preso, forse, alcune misure nei confronti della Russia che penalizzano soprattutto l'Italia. Come minimo, nel prendere quei provvedimenti, bisognava contrattare con il resto dei Paesi europei un aiuto particolare all'Italia per il fatto che l'Italia avrebbe pagato il prezzo più alto in ordine alle sanzioni sul gas e sul petrolio. Invece, ognuno è andato per sé. La Germania ha deciso di intervenire a sostegno dei propri concittadini e delle proprie imprese in sofferenza con 200 miliardi di euro, che noi non abbiamo.
Parlare degli effetti di crisi internazionali sul mondo della ristorazione rispetto a una legge che ha una finalità totalmente diversa è fuori luogo. Peraltro, da domani iniziamo a istruire il bilancio regionale. Sappiamo già quante limitazioni ha. Si possono promettere aiuti a pioggia con un bilancio regionale che è già di per sé contratto? O si creano illusioni? Capisco, è lecito fare demagogia in politica. Ormai la politica italiana spesso sbanda in questa direzione.
Scusami, io non ti ho interrotto. Sottolineo questo aspetto.
Qual è l'obiettivo di questa legge? Molto più umile, ma non per questo meno serio. Il mondo della ristorazione tradizionale ha avuto una perdita di riconoscibilità, travolto dalle abitudini e dagli stili di vita che oggi abbiamo. Molti ragazzi delle nuove generazioni non sanno cosa siano i piatti tipici e nemmeno riconoscono i locali tipici. Questo è un problema reale, non è un problema fittizio. Anzi, spesso sono esposti alla cucina fast food, ad una cucina standardizzata, persino nei locali di qualità.
Credo che questa proposta voglia semplicemente ricordarci che l'identità alimentare è fondamentale perché una comunità sopravviva, con i suoi tratti culturali originali. Non lo dico io. Lo diceva un grande veneto, il professor Ulderico Bernardi, che si è spento un anno e mezzo fa, che ha lottato per difendere i valori dell'identità veneta. Ma non ideologicamente, non aderendo a questo o a quel partito, bensì portando avanti delle battaglie culturali. La cucina è un linguaggio. La semantica è data dai prodotti del territorio. La sintassi è data dalle ricette che sono state elaborate da una sapienza culinaria popolare e che, poi, sono arrivate nei locali tipici.
Attenzione. La tradizione è fatta anche di creatività. Anzi, soprattutto di creatività. La nostra cucina tipica nasce come cucina povera, quindi basata sull'arte dell'arrangiarsi, di riuscire a creare sapori anche con ingredienti minimi o poverissimi. Abbiamo ristoratori che questa tradizione l'hanno abbandonata. Scelte loro. Scelte di mercato. Abbiamo ristoratori che si ostinano a portare avanti una identità alimentare che appartiene alla nostra storia. Questa iniziativa ha il compito di aiutare i cittadini a riconoscere quei ristoratori che continuano a portare avanti una tradizione enogastronomica che costituisce parte integrante della nostra più ampia identità culturale come veneti.
Attenzione. È un problema che non vale solo per il Veneto. Vale per tutte le Regioni d'Italia. Non a caso abbiamo l'Accademia italiana della cucina, che non è l'Accademia della cucina italiana. Non è un gioco di parole. L'Accademia italiana della cucina si occupa delle molte cucine regionali, che nella loro diversità costituiscono una componente straordinaria dell'offerta turistica italiana.
Sottolineo una cosa. Capita che siano più attenti ai valori della cucina tradizionale i turisti che arrivano dall'estero che non noi. Anche solo per pigrizia, perché i ritmi di vita che ci sono imposti dal lavoro non ci lasciano più ricavare il tempo per sederci con le gambe sotto la tovaglia. Anche noi lo stiamo perdendo. Sarebbe un delitto. Dino De Poli, grande uomo di cultura trevigiano, uomo su cui si può discutere, figura controversa, ma senz'altro fondamentale per la vita culturale della nostra Provincia, amante della cucina, diceva (lui usava il veneto come se fosse il latino): "Per fortuna il Signore non ha mai capito quanto bene mangiavano i poveretti". (tradotto da espressione dialettale).
Noi stiamo parlando di una cucina umile, ma ricca di sapori, che è giusto tutelare e difendere sul piano culturale e ‒ ripeto ‒ della riconoscibilità. Questo è il compito umile, ma importante che si propone questo progetto di legge, e non può essere confuso con i provvedimenti straordinari, pur giusti, che devono essere presi per sostenere le imprese.
Spero che questo Governo nuovo, a cui auguro un buon percorso, riesca a dare risposte alle esigenze che correttamente sono state sollevate da Montanariello. Quanto hai detto, Montanariello, è giusto. Gli imprenditori hanno bisogno di una mano, questo indubitabilmente, ma non possiamo confondere un provvedimento di legge che ha un obiettivo specifico con altri provvedimenti di legge che saranno necessari, ma sono dettati dall'emergenza. E l'emergenza non può portarci a cancellare dall'agenda tutti gli altri impegni.
Cade in un momento non giusto. Non è vero. Chi fa cucina tradizionale vorrebbe tanto vedersi riconoscere, anche sul piano istituzionale, perché porta avanti una battaglia che non sempre è compresa.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Il collega Favero ha rubato molti dei discorsi che volevo fare. Ritorno allo spirito di questo progetto di legge che ha presentato il collega al mio fianco, Rigo.
Non so dove sia San Cataldo, da dove lei viene. Probabilmente, anche da quelle parti lì ci saranno prodotti tipici della cucina locale fatta da ristoratori che hanno gli stessi problemi dei ristoratori veneti, che magari non riescono a pagare le bollette, che con il Covid sono stati chiusi e che hanno avuto una serie di problemi legati al non ritrovo del personale stagionale, con quello scellerato tema del Reddito di cittadinanza, che speriamo presto sia anche eliminato.
Noi abbiamo un Governo che è nato, un Governo che fa della sovranità alimentare e agricola uno dei punti cardine del programma. Quindi, anche in questo caso, come accennava il collega Favero, si ritorna a capire che, sia nel primario sia nella trasformazione del primario in beni che troviamo nei nostri mercati, supermercati o nelle nostre cucine di casa, ma soprattutto nei ristoranti, si deve ritornare ad avere dei prodotti, delle materie prime soprattutto, che io avrei piacere fossero parte del territorio che noi viviamo.
Quando andiamo a prenotare in un ristorante, in una trattoria, eccetera, da buoni veneti... Per carità, non so se le massaie più giovani abbiano il tempo di cucinare il pearà in casa o il musetto o il cren, eccetera, però, se dobbiamo andare alla ricerca di un ristorante che abbia i prodotti tipici della nostra terra, avere un marchio che ci rassicuri è importante, anche per chi viene da fuori della nostra regione, i turisti oppure i nuovi veneti oppure ‒ come ricordava Marzio ‒ molti dei nostri giovani che vanno a mangiare nei fast food o da altre parti e, magari, incontrano i kebab o altre cose.
All'interno delle nostre trattorie e ristoranti tipici, che si marchiano del nostro Leone di San Marco, vorrei non trovarmi le orecchiette o la "pummarola 'ncoppa" o altre robe che vengono da altre regioni. Questo è un po' lo spirito. Se, invece, qualcuno vuole andare a mangiare altre cose, è libero di andare da altre parti e fare le scelte culinarie che vuole. Ma se noi fregiamo questa ristorazione di un nostro marchio, è giusto trovare prodotti coltivati nel nostro territorio, le ricette della nostra tradizione, la nostra identità e, naturalmente, i nostri gusti e sapori.
Questo è lo spirito, penso, di questo provvedimento, che ci trova veramente favorevoli.
È chiaro che qui bisogna insegnare a chi si accinge a queste ricette anche il valore di queste ricette, che a volte arrivano anche da molto lontano. A volte non sono neanche scritte perché fanno parte di una tradizione tramandata in maniera orale da madre, nonna, figlia, eccetera. Veneto significa anche questo. Significa trovare i nostri vini, trovare i nostri prodotti e la nostra buona cucina. Se qualcuno vuole andare da altre parti, va in un ristorante dove, magari, trova la farina con il grano duro del Canada, trova l'olio della Tunisia, trova, magari, la bistecca che arriva dal Brasile, eccetera.
Cerchiamo di tutelare anche i nostri allevatori, produttori e agricoltori veneti. Oltre al chilometro zero, che ormai è abbastanza certificato sui nostri mercati contadini, avere dei locali, delle trattorie in cui, proprio nel menu, si possa vedere da dove arriva la farina che ha fatto la pasta (da quale mulino), da dove arriva la carne (da quale allevatore), da dove arriva il vino (da quale produttore), penso sia solo una buona cosa.
Gli altri problemi sono internazionali, nazionali, e devono essere risolti da altre parti.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Non vedo più il collega Montanariello, che è scappato via, magari per altri impegni. È andato a mangiare le orecchiette. Magari poi aspetto che rientri, perché è bene che ci si confronti anche sui temi in maniera diretta.
Ho cambiato un po' l'ordine delle riflessioni e dell'intervento, perché ho ascoltato anche i colleghi che molte riflessioni le hanno già affrontate e anche declinate molto bene.
Credo di aver capito da questo progetto di legge, e anch'io ringrazio il collega Rigo, perché di fatto, secondo me, bisogna rimettere a fuoco che cosa siamo. Iniziamo a dire chi siamo, collega Rigo, perché forse qualcuno non sa bene oppure lo ricordiamo a tutti chi siamo. La ristorazione nel Veneto – tanto stiamo parlando anche delle difficoltà di questo settore – conta circa 14.500 ristoratori. Ha circa 90.000 addetti. La maggior parte di questi 90.000 addetti per storia, per caratteristica, è composta da nuclei familiari, da persone che, di fatto, forse posso dire di famiglia in famiglia sono cresciuti all'interno delle proprie attività di ristorazione. Quando dico "cresciuti", lo dico sul serio, nel senso che io sono uno di quelli che nella risoluzione è cresciuto, a tarda ora attendendo magari il papà e la mamma che finivano di fare il servizio e che magari neanche dormivano tanto la notte perché la mattina mi portavano a scuola mentre io li vedevo servire al tavolo magari anche a tarda ora. Questo è il Veneto quando si parla di trasmissione di generazione in generazione di un bagaglio e di una cultura, di una maestranza che, di fatto, oggi diventa anche molto spesso nelle scuole della ristorazione e anche nelle scuole alberghiere la lavorazione manuale del prodotto e anche della lavorazione di piatti.
Ho appreso con grande soddisfazione questo progetto di legge del collega Rigo non solo come collega, ma perché molte esperienze sono state fatte in passato a livello provinciale di altre associazioni e ce ne sono tantissime anche di grande successo in associazioni di valorizzazione di alcuni prodotti, alcune lavorazioni, alcune caratteristiche, alcuni prodotti caratteristici e lavorazioni. Mi viene in mente il "Nodo d'Amore" a Verona, così non parlo di Padova, che qualcuno dice che parlo solo di Padova. Mi viene in mente il Nodo d'Amore. Il Nodo d'Amore è partito con un marchio, è partito come un voler identificare un luogo, una storia, un prodotto, una lavorazione che è diventata famosa in tutto il mondo. Questo è un esempio dei tanti, e non ho parlato di Padova.
Voglio dire poi al collega Montanariello, che vedo che non rientra, che è verissimo quello che si dice. Tutti i settori sono in grande difficoltà in questo momento. È chiaro ed evidente che a nessuno sfugge che anche nell'ambito e nel settore della ristorazione prima per il Covid, poi per i costi energetici, sappiamo che entro Natale se non ci sarà un provvedimento strutturale rischiamo che il 20-25% della ristorazione, anche veneta, chiuderà all'interno di quel 45% che già oggi dimostra di avere delle difficoltà. Però, dico al collega Montanariello, che prima o poi rientrerà, ma sennò si ascolterà l'intervento a verbale, che i ristoratori in questo momento come tanti altri possono registrare sì una priorità diversa, però è anche vero che questo Consiglio regionale, la Regione Veneto, in questo momento, con questo PDL ha una grande opportunità e credo che sia nello spirito non solo del contenuto, che poi ritornerò nel merito, di un segnale che la ristorazione nel Consiglio regionale, nelle proprie possibilità, nelle proprie competenze, comunque è vicino a questo settore, comunque ha questo settore attenzionato, comunque sta pensando anche al futuro di questo settore. Questo non è un progetto di legge che vuole risolvere il problema dei costi energetici, ma vuole valorizzare e promuovere quella che è l'identità di una ristorazione che porta con sé la possibilità di dare, come diceva qualche collega prima, un logo che non vuole essere un adesivo, perché se vogliamo confinare all'adesivo poco abbiamo capito, ma è un logo identitario per l'utenza, per riconoscere una qualità, per riconoscere che all'interno di quel locale, di quella ristorazione ci sarà un menu spiegato che spiega la passione dentro alle enunciazioni di un menu, della preparazione di quel menu, con quali prodotti, da dove vengono, quali famiglie, quali sono le sue radici. Sicuramente è promozione del Veneto.
Ecco che è tornato il collega Montanariello. È vero che ci sono ristoratori che la prima domanda... Scusami, non l'ho letto. Non mi distragga, collega, che poi consumo il tempo. È un'abile attività quella di Montanariello.
Per riprendere il filo, le stesse associazioni hanno registrato un segnale positivo a questo progetto di legge e i 150.000 euro sono per attivare un processo, per iniziare a sostenere l'attivazione di un processo che può avere questa iniziativa per questo tipo di ristorazione, che è dentro ai quei 15.000 operatori che vorranno aderire e vorranno mettere a disposizione dell'utenza le caratteristiche della propria ristorazione, che si riconosceranno in quelle caratteristiche e vogliono metterle in evidenza.
Se non fosse vero questo, allora tutte le discussioni e gli investimenti che abbiamo fatto in tanti club di prodotto, come prima si recitava, perché nell'enogastronomia ci son tanti club di prodotto portati avanti dalla Regione Veneto... Pensiamo anche, per esempio, solo per parlare di un'altra cosa non c'entra niente, ai requisiti per gli Amici della bici o per le Ciclovie turistiche, che portano in sé dei requisiti, con un logo identitario perché chi utilizzerà quelle infrastrutture e quel servizio, troverà un tipo di assistenza, un tipo di bicicletta, un tipo di itinerario, alcune caratteristiche ambientali e tanto altro. È la stessa cosa.
Bene. La cosa che, però, avvalora le mie considerazioni – adesso è di carattere politico il mio intervento – caro collega Montanariello, è che non si può chiedere alla Regione Veneto di risolvere il problema di un settore come quello della ristorazione e come tutti gli altri, perché è vero che non ne abbiamo la possibilità a bilancio, ma è strano che venga dal Partito Democratico il fatto che si voglia usare in modo abile questo progetto di legge per dire che stiamo attaccando un adesivo, ma in verità le esigenze dei ristoratori sono altre, e lo sappiamo tutti, come in tutti gli altri settori. La domanda è: ma il PNRR che avete tanto sventolato e che avete tanto portato come un grande successo del Governo di cui voi avete fatto parte – io parlo in senso generale – quanti soldi ha stanziato per la ristorazione? Esiste la ristorazione all'interno del PNRR e in qualsiasi investimento per combattere le difficoltà energetiche? Un ristoratore oggi può accedere, tramite qualsiasi forma, ai fondi del PNRR? La risposta è no.
Le associazioni dei ristoratori sono undici mesi che chiedono in tutte le sedi di poter portare all'attenzione, sia a livello governativo che a livello anche regionale, che il PNRR prenda in considerazione anche un settore dimenticato, e la ristorazione è un settore dimenticato del PNRR. A tutt'oggi c'è lo zero, e posso dirlo tranquillamente, non mi guardate stupiti. Lo dico tranquillamente. So che questa cosa vi dà fastidio, ma la verità è che a parlare di problemi energetici e di investimenti su un progetto di legge che parla, invece, di cucina e valorizzazione della enogastronomia non siamo stati noi, ma siete stati voi. Allora, per rimanere sulla polemica o sul gioco politico dell'Aula, che a me non piace e non ci appartiene come Fratelli d'Italia, possiamo dire tranquillamente che noi ci stiamo già esercitando a provare a dare una risposta anche nelle linee guida nuove del PNRR, anche discutendo all'interno di quell'articolo del Regolamento che consente di modificare il PNRR per colmare una lacuna che in tanti mesi qualcun altro non ha colmato. Questa lacuna è quella del PNRR. La ristorazione non c'è.
Concludo dicendo al collega Rigo che queste micro imprese che portano con sé tanta storia sono un patrimonio inestimabile, tanto quanto gli antichi mestieri. Si è riscoperta ed è stata anche classificata come antico mestiere la ristorazione. Allora, quella lavorazione manuale della nonna che tanto fa storia e tanto ci invidiano in tante lavorazioni diventate in qualche caso anche un successo industriale nel mondo...
Guardate bene che dalla ristorazione anche veneta oggi ci sono processi industriali e prodotti industrializzati di grande successo che nascono dalla maestranza di una nonna, dalla capacità di assemblare prodotti straordinari dove fa la differenza la temperatura piuttosto che quante ore rimane all'interno di una lavorazione. Questo è un grande patrimonio, collega Rigo. Ce n'è tanto bisogno per preservarlo, tutelarlo e c'è una grande volontà (e questo penso sia lo spirito) di portare nelle tavole del Veneto, con un'identità per gli stranieri, per i nostri concittadini, ma anche per i nostri figli, di ricordare anche in questo caso come nasce una grande tradizione, che è quella della ristorazione veneta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Grazie anche al collega Soranzo, nel senso che adesso vedremo tra dicembre, gennaio e febbraio i primi risultati e avremo modo di confrontarci perché credo che il tema non sia sempre stare sulla critica, ma stare sulla controproposta. Probabilmente Fratelli d'Italia in qualche modo riuscirà a far fare agli altri componenti del Governo, che erano comunque nel precedente Governo, perché non è che fossero fuori dal precedente Governo, quello che il PD non è riuscito a far fare nel Governo precedente. Ce lo auguriamo tutti, perché se l'economia va bene, ne godiamo tutti quanti.
Dopodiché, aggiungo che nel 2008, a me dispiace, ma in quel momento, invece, non c'eravamo noi, visti i richiami, al Governo, ma aveva vinto il centrodestra unito come questa volta, se vogliamo fare dei richiami che siano in qualche modo tutti corretti, e Salvini governava. Il problema non è che noi crediamo o non crediamo al fatto che un marchio possa essere utile o meno. Certo che può essere utile, certo che la rete può essere utile, certo che ricordare le tradizioni può essere utile, certo che capire il prodotto da dove viene è indispensabile e utile anche da un punto di vista culturale e anche per i ristoratori cominciare a fare in modo che il consumatore possa selezionare meglio dove andare a mangiare, dove non andare a mangiare o comunque avere consapevolezza che lì mangia questo e da un'altra parte mangia qualcos'altro, è utilissimo.
Semplicemente, al di là che ci sono anche altri strumenti con cui si può già fare questa cosa, quindi non è che stiamo andando a scoprire l'acqua calda, ma questo penso che sia assolutamente condiviso, penso che il collega Montanariello non abbia demolito il progetto del collega Rigo dicendo che è una cosa assolutamente inutile, perché altrimenti avrebbe detto che votiamo contro. Semplicemente per noi in questo momento non è una priorità. Siccome siamo anche su due fronti avversi non vedo così scandaloso dire che per noi non è una priorità, che nei tre capitoli di bilancio in cui si va comunque a prelevare la fonte per andare a prendere i 150.000 euro che stanziamo in questo progetto di legge, uno è lo sviluppo economico e competitività, uno è il programma commercio reti distributive a tutela dei consumatori e l'altro è parte di spese correnti, per noi si potevano fare altre operazioni.
Qualche anno fa, lo svelo, è vero che la Regione ha meno leve, ma la leva della fiscalità come della defiscalizzazione altre Regioni come la Toscana, anche per aiutare le attività produttive della defiscalizzazione, l'hanno utilizzata. Qualche anno fa abbiamo fatto una proposta in questo senso ed è stata bocciata. Ci ritorneremo magari a questo bilancio, così nel confronto tra noi in qualche modo vedrete che forse la Regione qualcosa può fare. Non è a caso che siamo in un momento di difficoltà, l'avete detto voi. Quindi, è legittimo che noi diciamo che 150.000 euro potevano essere versati in altro modo oppure no? Credo che sia più che legittimo e doveroso, altrimenti la questione dell'addizionale IRPEF non sarebbe stata aperta. Probabilmente si chiuderà subito come è stata aperta. Lo vedremo fra un mese e mezzo, ma è stata aperta. Se è stata aperta vuol dire che un problema c'è.
Quanto questo provvedimento di legge può, nel breve termine... Adesso, purtroppo, l'ha detto la presidente Meloni anche oggi, c'è bisogno di interventi nel breve termine. Nel medio e lungo termine c'è bisogno di progetti, ma di interventi c'è bisogno nel brevissimo termine e di stanziamenti come questo c'è bisogno nel brevissimo termine. Tutto il resto lo vedremo, speriamo, da metà dell'anno prossimo con il bilancio dell'anno prossimo, con gli assestamenti dell'anno prossimo. Questo stiamo dicendo noi, non a caso, su proposte del chilometro zero, per quanto riguarda tutto ciò che è tradizione, gli stanziamenti a quelle che sono le varie associazioni che promuovono iniziative anche di questa natura, perché esistono già, tutte le progettualità che non sono bonus, perché i finanziamenti fatti coi fondi sociali europei o con il FESR o con altri progetti europei non sono bonus, sono progetti che rimangono nel territorio.
Non avete mai sentito, da parte dell'opposizione, dire né che siamo contrari, né che sono sbagliati, anzi, forse per alcune cose, su questo ultimo aspetto, abbiamo chiesto perché non siamo più veloci, perché non siamo un po' più flessibili, perché non arriviamo a erogare i fondi un po' più velocemente invece che aspettare sei, sette, nove, dieci o alle volte dodici mesi. Questo stiamo dicendo e questi sono dati inconfutabili come quelli che voi avete detto per quanto riguarda i livelli nazionali dal 2008 ad oggi.
Quindi, la nostra astensione e la nostra criticità non sono sull'oggetto, ma sulla priorità: per noi ad oggi non è una priorità e potremmo forse rivederci a metà dell'anno prossimo, con l'augurio che questo Governo a metà dell'anno prossimo abbia risolto tutti i problemi che scelleratamente il Partito Democratico non è riuscito a risolvere, nonostante delle alleanze trasversali con cui governate voi adesso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Barbisan, prego.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io volevo innanzitutto chiedere al primo firmatario la possibilità di sottoscrivere il PDL e poi aggiungo anche qualche altro concetto: noi con questo PDL andiamo a toccare davvero delle sensibilità che vanno in difficoltà di questi tempi, da una parte dell'aspetto economico sicuramente, quindi l'energia, dall'altra parte il costo delle materie prime. Soprattutto perché queste difficoltà vanno a toccare dei piccoli centri di ristorazione, di proposta al pubblico dell'alimentare e questi centri si trovano in difficoltà proprio anche per la loro ridotta dimensione di lavoro, perché magari lavorano in posti dove non ci sono neanche più i bar, chiudono anche i bar.
Dare un marchio, dare una tipicità significa andare a toccare tutti i prodotti, perché io non sto qua a parlare di quello che rappresento, che è la carne bovina, ma parliamo di pesce, parliamo di latte, parliamo dei derivati del latte, parliamo dei derivati dei cereali, cioè di tutto quello che è nel Veneto, dalla più banale, che è la polenta. Cosa facciamo? La facciamo sparire, la facciamo sostituire da altri prodotti, dal cous cous o altri prodotti o cerchiamo di lavorare in sintonia, e questa è la sede giusta, la sede opportuna, per dare a chi si propone con queste attività di ristorazione un riconoscimento vero, tangibile? Al di fuori del valore. Al valore ci penserà il Governo, ci penserà chi ha fatto i danni a recuperare, se possibile, un valore. Io vedo di buon occhio, di buon auspicio i 150.000 euro per partire.
Ricordo che a quel marchio approvato cinque anni fa circa, "Qualità verificata", non è stato dato nessun finanziamento. Era un marchio veneto, un marchio che andava a toccare i prodotti dalla produzione, però non andava a toccare i prodotti che venivano proposti al pubblico.
Questa legge riesce a toccare questo concetto, queste robe e seriamente riesce ad andare a proporre al consumatore e dire: dove vedi questo logo mangi tipicità venete, bevi dei vini tipici del Veneto, prodotti qua da noi. Abbiamo delle tipicità che sono realmente delle cose riconosciute e di ottimo livello. Perché non votare tutti assieme una cosa che può essere di supporto a questa gente?
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In realtà non avevo neanche intenzione di intervenire su questa proposta di legge perché mi pareva abbastanza chiara sia la finalità che il senso della proposta, ma mi pare che la discussione, a cui sto assistendo con un non nascosto interesse, ci abbia portato a discutere di questioni che vanno ben oltre le sollecitazioni che questo progetto di legge ci fa. Se l'argomento è la valorizzazione della tradizione enogastronomica veneta, l'ha ben detto il collega che è intervenuto prima di me, credo che tutti noi non possiamo che essere d'accordo sul punto, nel senso che, al netto dell'impatto che questo fattore può avere sull'indotto turistico, è oggettivo che i nostri territori, nelle loro diversità, con le loro specificità, anche in campo enogastronomico, hanno reso il Veneto un unicum nel mondo. E forse anche la valorizzazione di quelli che per anni sono stati considerati dei piatti poveri, quelli tipici della nostra tradizione, e la loro valorizzazione in termini proprio di pregio, di qualità, può essere un elemento attorno a cui noi costruiamo quella famosa identità alimentare che contribuisce a definire ciò che noi siamo e ciò che è la nostra terra.
Io non credo ci sia molto da discutere rispetto alla condivisione di questo principio fondamentale e del resto il contenuto della legge, che consta di pochissimi articoli, è specificato benissimo nelle prime tre righe della relazione: "La presente proposta di legge è volta a valorizzare la ristorazione tradizionale di qualità del territorio veneto e a tutelare la tradizione enogastronomica della Regione attraverso l'istituzione del logo "Ristorazione tipica veneta" e della settimana...", bla bla bla. Punto, non ci sono altri argomenti da affrontare se vogliamo discutere di questa legge.
Aggiungo anche che sostengo questo concetto d'identità alimentare e che devo dire che preferisco al concetto di sovranità alimentare, e non è una questione semantica questa, consigliere Favero, ma è proprio di merito. Arrivo anche a dire che sostengo il concetto di identità alimentare dicendo che, se davvero fosse questa la finalità della legge, forse, oltre a limitarci a definire il logo e la settimana dell'identità alimentare, avremmo dovuto provare a trovare forme che promuovano la cultura enogastronomica di questo territorio. Penso alla scuola, penso alla formazione, per esempio, dentro i grandi istituti alberghieri che abbiamo qui in Veneto. Penso al concetto della promozione all'estero o in altri territori italiani, anche nella logica del turismo lento, del turismo di prossimità, di questi concetti. Invece in questo progetto di legge tutto questo non c'è e qua, guardate, ha ragione il consigliere Montanariello, tutti questi grandi concetti, che io sono sicura condividiamo, qui dentro sono declinati soltanto nell'individuazione di un logo la cui disposizione e la cui gestione e organizzazione viene affidato il tutto a un'associazione, a un organismo privato composto dalle associazioni di categoria, a proposito del fatto che non solo non individuiamo iniziative proattive, ma addirittura le appaltiamo a quelli che dovrebbero essere i beneficiari del nostro intervento, cioè " Vi do i soldi" (tradotto da espressione dialettale), organizzatevi un po' come volete, e non c'è nient'altro.
Devo dire che questa legge non c'entra neanche con il concetto del valore e dell'importanza economica del settore della ristorazione della nostra Regione, perché non è detto che l'importante comparto della ristorazione della regione del Veneto sia tutto coincidente con la tradizione enogastronomica del Veneto. Consigliere Rigo, per curiosità, sono andata a vedere il menu dell'Harry's Bar di Arrigo Cipriani, che lei ha citato come l'esempio della ristorazione della tradizione enogastronomica veneta. L'Harry's Bar inizia il suo menu con l'insalata primavera, poi c'è il salmone fresco marinato, poi c'è la salsa di tonno alla turca, poi c'è il prosciutto di Parma, non di Montagnana, di Parma, con il melone e mi limito ai primi tre antipasti.
È evidente che Cipriani o il menu dell'Harry's Bar ha lo stesso valore, in termini di impatto economico e di capacità imprenditoriale dei veneti, della pizzeria napoletana che sta in zona pedonale ad Abano Terme, tanto quanto il ristorante stellato che sta non so dove, che fa fusion: cioè un conto è la ristorazione, che ha bisogno di determinati supporti, un altro conto è la sfida sull'identità alimentare o sul valore identitario che, anche nel nostro territorio, ha l'enogastronomia.
In questo quadro a me va bene tutto, il logo, fate come volete, però dico sempre al consigliere Favero, che mi spiegava come non bisogna dare contributi a pioggia dentro un bilancio di restrizioni, che sia chiaro che la sfida sulle identità alimentari delle specialità enogastronomiche venete, per la legge che voi state proponendo, si limita a regalare 150.000 euro – e io vorrò vedere quanto ci scambieremo tra un mese in fase di bilancio per avere 150.000 euro per fare delle cose – per costituire un logo da parte delle organizzazioni di categoria, che decideranno come farlo, quando farlo e anche sulla base di quali regole farlo.
è chiaro che le provocazioni che alcuni di noi hanno fatto rispetto all'importanza del comparto della ristorazione, alla necessità di mandare all'obiettivo le poche risorse che abbiamo, c'entrano marginalmente con questa legge e non si preoccupi, consigliere Favero, perché noi abbiamo vigilato e vigileremo su quanto farà l'Europa, su quanto farà l'Italia col PNRR, è giusto anche quel richiamo, nel senso che si può sempre migliorare e noi non vediamo l'ora di poter contribuire anche in questo caso. Ma dentro l'emergenza l'Europa deve fare la sua parte, l'Italia deve fare la sua parte, ma anche il Veneto deve iniziare a fare la sua parte, perché non possiamo lamentarci che l'Europa non fa il suo dovere, e delle volte è così, non possiamo lamentarci che il Governo non fa il suo dovere, e delle volte è e sarà così, e poi essere i primi che perdono tempo e denaro a parlare del gelato artigianale, dei ristoranti, delle fattorie, regalando contributi a pioggia.
Ora a me va bene tutto, non volevo neanche intervenire, non sono ideologicamente contraria a questa legge. C'è talmente poco che è difficile essere contrari al nulla, però non spostiamo la discussione: noi stiamo regalando 150.000 euro per fare un logo che le associazioni di categoria decideranno, capogruppo Soranzo, chi sono i ristoranti che si meritano quel logo solo perché fanno il baccalà alla vicentina e magari quelli che fanno altre ricette o un'altra offerta di un'altra tradizione, con lo stesso impegno, con la stessa dedizione familiare, non si meriteranno quel logo. Ma lo decideranno loro perché il Consiglio, con questa legge, delega alle associazioni di categoria che infatti son contente, ma non i ristoratori, i responsabili delle organizzazioni di categoria. Noi stiamo facendo questo.
Se vogliamo discutere di identità alimentare o di tradizione veneta da valorizzare troverete nei banchi dell'opposizione sempre persone disponibili a discutere. Se vogliamo portare a casa la medaglietta perché il cugino che fa il Presidente dell'associazione di categoria ci ha chiesto questa cosa, facciamola lo stesso. Però dobbiamo essere ben consapevoli che la discussione si può limitare di molto e che stiamo facendo un'altra cosa di quella che abbiamo discusso fino adesso.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anch'io non volevo intervenire, però intervengo perché io rientro nel perfetto target del progetto di legge. Mi piacerebbe molto poter fruire, consigliere Rigo, di quello che lei inserisce all'interno di questa legge, visto che è quello che in qualche modo nel tempo libero amo fare: andare a vedere se ci sono davvero ristoranti in questa Regione che tutelano non solo il marchio veneto perché parlano del Veneto, ma perché effettivamente nella loro cucina, nella loro enogastronomia, nel loro offrire una carta dei vini non solo tutelano il Veneto, ma tutelano soprattutto la qualità del prodotto veneto. Quindi, io rientro veramente all'interno di questo progetto di legge e non spenderò parole critiche sull'obiettivo della norma, ma, se potessi darle un consiglio, il motivo per cui di questa norma non mi fido è che io sono sicura che tra un anno o due monitoreremo l'efficacia di questa norma e vedremo che, un po' come altre cose che abbiamo fatto e su cui questa Regione ha speso tanti soldi, non porta al risultato che lei si propone.
Andando a studiare un po' quello in cui rientrano le finalità di questa legge, ho visto tante cose. Ho visto, ad esempio, che nel 2020 la Regione in pompa magna, con il presidente Zaia, inaugura questa app "Outdoor Venice". Non so se l'avete mai scaricata o utilizzata, è stata fatta da H-Farm, quindi in qualche modo è una app fruibile, funziona, eccetera. Lo stesso presidente dice: basta con i cartelli che non servono a nulla fuori dai ristoranti o i cartelli che troviamo negli itinerari pedonali o cicloturistici, perché ormai i target che voi continuate a citare – i giovani – non hanno una modalità di fruizione che non sia attraverso questo telefono.
Allora, se io devo mettermi nell'ottica di guardare questo progetto di legge, di dire a cosa servirà, mi dispiace dirlo, ma non servirà a nulla, se non a ritenere che una Commissione, tra l'altro scelta secondo me in maniera sbagliata, decida chi può avere diritto a un logo o meno. I controlli non ho capito chi li farà sulla qualità del prodotto, cosa che per me rimane dirimente per decidere se un prodotto è di qualità o non è di qualità, è veneto o non è veneto e di qualità, non solo veneto ma magari con un vino che mi viene offerto pieno di solfiti, coltivato all'interno di territori con un sacco di pesticidi, e di conseguenza è a chilometro zero ma mi fa male. Io vado a vedere un'altra cosa, se quel ristoratore ad esempio prende la carne da un produttore vicino, che la fa in un certo modo, che tratta gli animali in un certo modo. Vado a vedere se il vignaiolo da cui prende il vino utilizza un certo tipo di agricoltura. Rientro perfettamente nel target di questo progetto di legge, ma io credo che la fruizione con cui io arriverei ad utilizzare un ristorante che ha questo logo non è esattamente quello che qui dentro è scritto, perché non c'è nulla, ad esempio, su come questo logo arriverà all'interno di un portale su cui, io credo, abbiamo speso un po' di soldi e che, se potete controllare, credo che abbia ancora molta strada da fare. Piuttosto avrei preferito che il consigliere Rigo dicesse: abbiamo già speso tot mila euro per l'app fatta da H-Farm, tot mila euro per il sito The Land of Venice, che nel Piano del turismo continuiamo a dire va potenziato, va fatto conoscere... E allora queste informazioni avrei preferito vederle qui dentro piuttosto che in un loghetto di carta fuori dalla porta, dove, credetemi, nessun giovane utilizzerà la capacità di guardare quel logo passeggiando, perché la fruizione che si fa oggi della ristorazione è quella di guardare o alcune app qui dentro o le recensioni che vengono fatte su portali on line, eccetera eccetera.
Quindi, mi dispiace dirlo, se la finalità è condivisibile – e io non ho problemi a sostenere che in qualche modo la ristorazione tipica veneta vada supportata – se davvero tra un anno o due (mi ricorderò, perché me le segno tutte, devo ancora fare quella sul fotovoltaico, ma a breve la farò) andiamo a vedere cosa avrà prodotto questo progetto di legge, andiamo a vedere quanti loghi dell'enogastronomia veneta ci saranno in giro per le città e i paesi del nostro territorio e andremo a capire se, a livello di introiti, questo marketing territoriale di un loghetto stampato fuori dalla porta avrà portato qualcosa a qualcuno, io credo effettivamente di no.
C'è un punto dolente, ma è già stato detto e quindi non lo ridico, su chi effettua i monitoraggi e i controlli e su chi dà questo logo. Io penso che lì ci sia un grande vulnus di questa norma ed è per questo che i dispositivi che oggi abbiamo permettono, ad esempio, agli utenti di autosegnalare se all'interno di un ristorante viene fatta la ristorazione tipica veneta. Lo si capisce non tanto perché il ristorante è stellato, anzi, lo si capisce perché si parla con il gestore e si chiede dove prende i prodotti. Questo è quello che facciamo tutti... Non credo proprio dall'adesivo, io penso che l'adesivo sarà anche il motivo per cui tanti lo metteranno, per accedere magari in via preferenziale a qualche piccolo contributo della nostra Regione del Veneto, come dice la norma, ma per l'utente finale che voi utilizzate nei vostri discorsi per dire che dobbiamo promuovere la cultura enogastronomica per i giovani, ecco, questo progetto di legge a loro non risolverà la questione che voi ponete.
Ripeto, il tema non è che il progetto di legge non va bene. A me il progetto di legge, nelle sue finalità, può anche andare bene, ma mi chiedo davvero se noi ragioniamo a fondo sulle proposte che facciamo oppure ragioniamo a fondo sulle proposte di legge che facciamo solo perché includiamo pochi soggetti con cui parliamo e pensiamo di fare una grande azione che cambi il futuro della ristorazione tipica veneta in questa Regione.
Davvero, non lo dico io, l'ha detto il vostro presidente. Avete speso, credo, un po' di soldi per questa app, abbiamo un sito "The Land of Venice", continuiamo a pensare che l'enogastronomia vada inserita all'interno di una serie di dispositivi che esistono, ma poi andiamo a fare un logo cartaceo all'interno delle strutture di ristorazione controllate da pochi, che danno delle autorizzazioni... Ecco, questo non mi sembra assolutamente il livello di eccellenza, soprattutto nella promozione dell'enogastronomia veneta, che vediamo nei nostri Piani del turismo, o che vediamo almeno nelle parole dell'Assessore al turismo, perché io credo che questo rientri molto all'interno di questo tema, che in realtà poi non danno i frutti sperati.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Favero, lei è già intervenuto, quindi do la parola alla collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io mi sono fatta un'idea circa questo progetto di legge sentendo i vari colleghi che mi hanno preceduta e devo dire che effettivamente questo progetto di legge non è così ambizioso come sembrava inizialmente, ma semplicemente cerca di dare un suggerimento, oppure forse si rende utile in alcuni aspetti e meno per altri. Diciamo che se l'obiettivo è quello di promuovere e valorizzare i prodotti della tradizione culinaria del Veneto, forse non li raggiunge tutti. Mi spiego meglio.
Nel momento in cui non si prevede, ad esempio, l'esigenza di avere un elenco delle ricette aperte o un suo periodico aggiornamento, oppure non si prevedono, ad esempio, come obbligo alcune delle ricette della tradizione lagunare veneta, forse manchiamo in alcuni aspetti. Forse anche quando non prevediamo una disciplina riguardo alla rimozione del logo per chi non si comporta come dovrebbe, per gli esercenti poco seri, manca appunto quella che dovrebbe essere una delle previsioni rispetto a una concessione di un logo che può avere un'importanza. Sicuramente non è così urgente per la categoria della ristorazione del Veneto, sicuramente è meno necessario di altre proposte di legge, ma è comunque uno strumento che potrebbe essere utile. Utile, però, se questo logo viene adeguatamente promosso e valorizzato, altrimenti temo faccia la fine di tanti altri loghi che abbiamo in qualche modo visto nascere in questi anni, ma poi nella pratica sono stati conosciuti poco o utilizzati poco.
La necessità oggi è quella di creare un qualcosa di utile per i ristoratori, per gli esercenti della ristorazione veneta.
Due cose mi permetto di segnalare. Una è che il soggetto, il concessionario deve essere unico, in modo tale che vi sia un unico regolamento e che vi sia anche la previsione, l'ho detto prima, di alcune ipotesi di rimozione nei casi in cui l'esercente, il ristoratore non sia serio, non faccia adeguatamente il proprio lavoro. E anche che vi sia un elenco aperto a nuove ricette sia in entrata che in uscita, prevedendo – e l'ho scritto in un emendamento apposito – anche le ricette della tradizione lagunare veneta (una su tutte le moeche, che credo sia un piatto unico della nostra tradizione, che deve essere conosciuto in tutto il mondo e che non ha paragoni in tutto il mondo), e che questo elenco sia aggiornato periodicamente proprio per rimanere al passo con le ultime ricette.
Credo che con queste modifiche non ci sia nessun impedimento ad approvare questo progetto di legge. Ripeto, nelle intenzioni penso che non sia coraggioso, però nemmeno inutile, come sottolinea qualcuno. Sicuramente una qualche utilità ce l'ha, ma chiaramente non può risolvere tutti i problemi del mondo della ristorazione. Questo lo sappiamo benissimo.
Soprattutto mi preme oggi evidenziare che se si fa una proposta di legge questa deve essere concreta, attuale, e deve avere una ripercussione pratica. Se questo progetto va ad approvare una nuova norma, un nuovo logo che poi il prossimo anno viene dimenticato, quello che stiamo facendo oggi in Aula serve a ben poco.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, sull'ordine dei lavori. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Intervengo perché credo sia arrivata anche a voi una mail, in questo momento, di alcuni che stanno seguendo la nostra discussione e dicono, giustamente, che ci sono dei criteri preferenziali per alcune tipologie di ristoranti che hanno un certo tipo di ricette, ma pongono il tema, che era stato già sollevato da noi, di chi non ha queste ricette all'interno del menu, visto che c'è un criterio preferenziale per eventuali finanziamenti.
Ecco, lo pongo come tema per chiedere se stiamo davvero prendendo in considerazione tutte le parti.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sono stato contattato anch'io per le vie brevi tramite Messenger.
Collega Rigo, lo dico nel suo interesse, magari i passaggi e le audizioni che avete fatto non hanno coinvolto tutti. Mi ha appena contattato per le vie brevi (su Messenger) una ristoratrice, dicendo che certi passaggi vanno concordati con chi fa questo tipo di lavoro, prima di discutere una legge.
Se può interessarvi, io direi: facciamo delle audizioni, perché uno manda una mail, uno scrive; dopo, se a voi va bene così, ci stanno seguendo, noi tentiamo di rappresentare anche questi cittadini veneti esclusi dal vostro progetto di legge. Cari cittadini che siete a casa, sentirete la risposta.

PRESIDENTE

Okay. Questo non riguarda l'ordine dei lavori.
Collega Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

È proprio previsto dalla legge che il logo sia concesso in uso ad un organismo privato costituito da un'associazione di categoria o da più associazioni di categoria associate. Probabilmente qualcuno neppure l'ha letta.

PRESIDENTE

Grazie, collega Rigo.
Non ci sono altre richieste di intervento. Chiudo la discussione generale.
Invito i colleghi che sono fuori a rientrare in Aula. Iniziamo con l'articolato.
Siamo sull'articolo 1.
Ci sono interventi? Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, l'articolo 1 ci dà modo di tornare su quanto dibattuto più nello specifico finora, e di dire a chi diceva di essere contro i contributi a pioggia che lo siamo anche noi. Infatti, se qualcuno ha seguito i nostri interventi, la domanda è, visto che siamo contro i contributi a pioggia, quale sia la modalità di distribuzione di questi 150.000 euro.
Ha detto qualche collega che è intervenuto dopo di me che non bisogna illudere le attività, e siamo d'accordo, lo abbiamo detto anche noi che non bisogna illuderle. Ma io credo che con questa legge le illudiamo proprio. Chi non ha la legge in mano, apprende dal giornale che è stata fatta una legge a loro favore, e invece i problemi sono gli stessi di prima.
Avete detto che bisogna intervenire sugli scenari energetici, ma qualcuno, come sempre, nella sua scarsa capacità di analisi del contesto socioeconomico veneto, la butta su richiami ideologici romani, dimenticando che appartiene a quel partito che ha governato con Conte I, con Conte II e con Draghi.
Chi più di loro – chi più di loro? – doveva intervenire su questi scenari energetici con la famosa filiera che avete promesso per vincere e disatteso nel governare? Avete promesso per vincere e disatteso per governare! Se di un quinquennio dobbiamo dividerci le responsabilità, noi ne abbiamo due quinti, ma voi ne avete tre quinti.
Ci avete detto che chiudono i ristoranti e chiudono i bar ed è vero, ha detto bene il collega che chiudono i bar. Ma cosa c'entra? Voi mi state dicendo che chiudono i bar e cosa vuol dire, che se il bar ha l'adesivo di qualità dopo questo provvedimento non chiude più? Bene, prendiamo atto, presidente Finco, che quando qualcuno ha detto che chiudono i bar, da domani non chiuderanno più perché c'è l'adesivo sulla vetrata, Rigo impedirà la chiusura dei bar con il suo adesivo magico, tipo adesivo Pokémon, che quando uno lo vede, si allontana.
Chiudo facendo un passaggio, Presidente, su questo articolo 1 e su quello che diceva la consigliera Baldin: io sono d'accordo con la consigliera Baldin, però non condivido un passaggio della collega, quando lei ha detto che questo progetto sembrava ambizioso. Non so in quale fase della sua storia sia sembrato ambizioso, ma, secondo me, questo progetto forse un anno fa avrebbe avuto un senso, oggi invece altro che ambizioso: questo progetto continua a essere in linea con quella politica lontana dai territori.

PRESIDENTE

Collega, rimanga sull'articolo, per cortesia, non siamo in discussione generale.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ha ragione, Presidente, mi scusi, ma è propedeutico per spiegare meglio, è prodromico per arrivare al punto in oggetto.
In virtù proprio dell'articolo 1, che ci dà la possibilità di riprendere quello che abbiamo detto finora, io credo che, dopo il dibattito, se le spiegazioni a oggettive considerazioni che abbiamo fatto fuori dalle schermaglie politiche sono richiami e inneggi alla politica romana, richiami e inneggi alla politica europea, richiami e inneggi all'identità di ognuno di noi, non solo politica, ma a volte anche personale, mi viene da dire, presidente Finco, che forse abbiamo centrato il segno quando diciamo che questo provvedimento rappresenta poco e nulla di positivo per i ristoratori, tant'è che il dibattito si è basato su altro.
Buona fortuna al dottor Valente che vedo un po' impegnato in un match con la collega Guarda. Dottore, se vuole, sospendiamo cinque minuti. Lo dico io a Finco.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo 1.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Ci sono interventi? Segniamo il voto favorevole del consigliere Pan sull'articolo 1.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'articolo 2 soltanto per puntualizzare il contenuto di questa legge, se posso, anche in riferimento alle sollecitazioni che dall'esterno alcuni Consiglieri ci hanno indicato che stanno pervenendo, perché l'articolo 2, insieme all'articolo 1 che il Consiglio ha appena approvato, definisce esattamente il quadro all'interno del quale noi stiamo lavorando. E cioè la Regione promuove la tradizione enogastronomica del Veneto e le disposizioni di cui alla presente legge si applicano agli esercizi di ristorazione che preparano e somministrano pasti e bevande della tradizione enogastronomica del Veneto. Dunque, gli importi che sono stanziati in questa legge, 150.000 euro, e le iniziative che in questa legge sono previste, dall'istituzione del logo alla definizione delle ricette, della filiera corta, eccetera eccetera, non riguardano il comparto della ristorazione in senso esteso, non riguardano l'attrattività turistica o la capacità di comunicare all'esterno, come sollecitava la consigliera Ostanel, della qualità e dell'importanza dell'identità alimentare della nostra Regione, ma sono dei contributi che noi andremo a destinare – 150.000 euro, vi assicuro, non sono pochi – esclusivamente a quelle attività di ristorazione che preparano e somministrano pasti e bevande della tradizione enogastronomica del Veneto.
Io credo che questo principio, che pur possa essere condivisibile, finisca per prestare il fianco o fare in modo che la legge presti il fianco proprio a quelle critiche che in parte sono già state sollevate e cioè che ha l'ambizione di voler raccontare un'identità alimentare, ma finisce per essere esclusivamente una sorta di privilegio che viene concesso arbitrariamente soltanto ad alcuni ristoranti e non ad altri, sulla base delle valutazioni che saranno lasciate esclusivamente alle associazioni di categoria, senza che però sia specificato di quale categoria. Quindi tutte le associazioni di categoria decideranno – ma su questo poi interverrò sull'articolo 3 – come distribuire questi 150.000 euro, sapendo però che l'ambito di applicazione è perfettamente definito dall'articolo 2 che adesso andremo a votare, e cioè, soltanto per quei ristoranti che si occupano di piatti della tradizione enogastronomica del Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sarò molto breve.
Condivido quanto detto dalla collega Camani. Ci sono due passaggi, in questo articolo, che come vi evidenziamo bene non sono chiari: chi dovrà farlo e come dovrà farlo.
Non voglio assolutamente pensare che questa fumosità operativa sia in qualche modo dovuta o voluta per arrivare a un obiettivo che noi oggi qui, comuni mortali, non conosciamo. Credo però che siccome stiamo approvando una legge, per quanto allegri siano – mi permetto di dire così, scusandomi per l'allegria – la modalità e il periodo in cui arriva questa legge, colleghi, è pur sempre una legge.
Il passaggio che ci è arrivato, e che la collega Ostanel ha palesato, viene da parte di cittadini che non lo hanno detto al bar a qualcuno, ma lo hanno scritto: c'è il problema di capire chi resta fuori. Questo ci può stare, perché il collega dice: io voglio dare questo riconoscimento a chi fa quel lavoro. E fin qua possiamo dissipare i dubbi. Quello che diceva la collega Camani, però, non è una questione di lana caprina, cioè chi lo deve fare, come e quando. Noi stiamo approvando una legge ed è grave che non ci sia scritto. Nel migliore dei casi, con la buona fede del pensiero propositivo che mi contraddistingue, dico che forse in un secondo momento scopriremo questo passaggio; ma che qualche male avveduto non pensi che invece non sia scritto perché magari è giusto che non si conosca nella fase istruttoria della legge chi dovrà fare cosa.
Io credo che almeno la chiarezza, al netto delle nostre visioni, ci voglia. Poi, qualcuno la penserà in un modo, io la penserò in un altro, è anche bello, a volte, pensarla diversamente; ma la chiarezza deve essere un filo conduttore al momento dell'approvazione della legge.
Quello che dice la Camani non è questione di poco conto: o ci dite che abbiamo sbagliato – e ci sta, sbagliamo tante volte, una in più o una in meno, figuratevi, da noi fa curriculum sbagliare –, che non abbiamo letto perché siamo distratti, e chiediamo scusa; oppure, se è vero che non è specificato, dobbiamo specificarlo.
Fate un emendamento, fate qualcosa, ma fermiamoci, rivediamola: con che coraggio la votiamo se alcuni passaggi non sono specificati? Ripeto, o chiediamo scusa perché c'è scritto e non l'abbiamo visto, oppure è giusto specificarlo. Ripeto – e chiudo – per una questione di essenza del ruolo che espletiamo, non sul singolo tema che ci può vedere più o meno su posizioni diverse, il minimo deve essere sapere cosa si vota in qualsiasi condizione e dopo uno si esprime.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sull'articolo 3 abbiamo una serie di emendamenti, quindi chiedo al Presidente di Commissione quanti minuti occorrano.
Dieci minuti di sospensione per l'analisi degli emendamenti. Il Consiglio riprende alle 17.05.
La Seduta è sospesa alle ore 16.55
La Seduta riprende alle ore 17.28

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori del Consiglio.
Siamo sull'articolo 3.
Emendamento n. B003 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, comma 2, modificativo, che prevede:
L'articolo 3 comma 2 è così sostituito:
"La Giunta regionale, tramite procedura ad evidenza pubblica, concede l'utilizzo del logo ad un unico soggetto, di seguito denominato 'concessionario', rappresentativo delle associazioni di categoria nel settore della ristorazione. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, individua i criteri di scelta del concessionario".
Collega, se lo vuole illustrare, le do la parola.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Per venire in soccorso al collega Rigo, questo emendamento viene riscritto mantenendo intatta la prima frase, eliminando la seconda, ovvero: "L'articolo 3, comma 2 è così sostituito: "La Giunta regionale, tramite procedura ad evidenza pubblica, concede l'utilizzo del logo ad un unico soggetto, di seguito denominato ′concessionario′, rappresentativo delle associazioni di categoria nel settore della ristorazione". Da qui, punto e si elimina la frase successiva.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, collega Rigo. Si prenoti, però.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Questo, Presidente, viene accolto con modifica, nel senso che vengono accolte le prime due righe. Da "La Giunta regionale, tramite procedura", eccetera, fino a "di categoria nel settore della ristorazione", se la proponente è d'accordo.

PRESIDENTE

La proponente è d'accordo.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Grazie anche al relatore, perché oggettivamente questo emendamento consente di sanare un vizio molto serio che aveva questa proposta di legge, cioè la concessione in uso, attraverso assegnazione diretta, e quindi discrezionale da parte della Giunta, del logo di cui stiamo parlando.
Credo anche che opportunamente integri la definizione relativa alle associazioni di categoria con un riferimento al settore della ristorazione. Concordiamo quindi con la valutazione dell'Ufficio di Presidenza e annunciamo ovviamente il voto favorevole all'emendamento così come riformulato.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo sul Regolamento, Presidente. Ho partecipato, proprio perché di nostro interesse il contenuto degli emendamenti, all'Ufficio di Presidenza. Volevo dirle che è difficile fare un Ufficio di Presidenza dove mancano il Presidente e il Segretario, e dove non c'è nessuno della Giunta regionale, dove non c'è nessun funzionario e manca l'Assessore.
Devo dire che non ho mai visto in sette anni di legislatura un Ufficio di Presidenza con una serie così lunga di assenze. Questo ha messo in difficoltà i proponenti degli emendamenti e il relatore, perché non ci sono stati i riferimenti completi, pur considerato l'egregio lavoro del Legislativo del Consiglio, per poter avere delle risposte, per poter definire un voto consapevole sugli emendamenti presentati.

PRESIDENTE

Collega, la informo che comunque erano presenti il Vicepresidente della Commissione, che è la consigliera Guarda, il relatore e anche il consigliere Segretario, Razzolini, in sostituzione del collega Gerolimetto, visto che è il più giovane. È legittimo quindi il lavoro che ha fatto la Commissione.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Presidente, in effetti questo emendamento va a chiarire ed esplicitare una procedura che veniva data evidentemente per scontata. Anche nei passaggi in Commissione non è stata rilevata per questo motivo.
Alla luce di questo, ritengo che l'accoglimento sia sicuramente d'interesse anche della Commissione stessa e dei Consiglieri stessi.
Giusto per confermare la segnalazione del consigliere Zanoni rispetto al lavoro della Commissione, devo dire che, seppure comunque si sia svolto in maniera molto accorata nel rispetto delle reciproche posizioni, ha avuto delle difficoltà. Alcuni emendamenti riguardavano infatti in particolar modo proprio la procedura messa in campo dalla Giunta. Per questo motivo, avere un riferimento da parte loro in termini tecnici, prevalentemente, avrebbe potuto facilitare quella che era un'interlocuzione in corso. Semplicemente questo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0003 col parere favorevole da parte del relatore, così come modificato dalla collega Baldin.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0004 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, comma 3, modificativo, che prevede:
All'articolo 3 comma 3, tra le parole 'Giunta regionale' e le parole 'e definisce' sono aggiunte le parole: ', sentita la competente commissione consiliare,'.
La collega lo dà per letto.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Interverrò su questo emendamento e, di conseguenza, su tutti gli altri che riguardano il comma 3, per far rilevare alcune di quelle che sono, a mio giudizio, delle complessità che avrebbero dovuto essere superate rispetto a questa legge, cioè la legge è così costruita: la Giunta fa delle linee guida e, sulla base di queste linee guida, il concessionario produce il regolamento. Ora, io credo che forse andava un attimo rivista la funzione che la Giunta ha nell'erogazione e nella definizione di queste linee guida, perché è chiaro che le linee guida, che dovrebbero contenere dei criteri e dei princìpi generali, hanno senso se riguardino le modalità di utilizzo del logo, le eventuali sanzioni, le modalità con cui viene istituito un sistema di controllo, anche magari le modalità di principio che servono per garantire la qualità che è sottesa al logo.
Mi sembra un po' complicato che sia compito della Giunta, ad esempio, la redazione dell'elenco delle ricette della tradizione enogastronomica, cioè saranno gli esperti, i ristoratori, che si occupano esattamente di questo tema, a spiegarmi, come diceva giustamente il presidente Finco, se le verze sono un piatto tipico oppure no. Ma può essere veramente che la Giunta o il Consiglio o la competente Commissione consiliare debbano avere seriamente questo compito?
Del resto, come dicevamo prima col capogruppo Pan, il prezzo della democrazia è anche il tempo che impegniamo in questa discussione, però io credo che il Consiglio, la Commissione consiliare e la Giunta abbiano una funzione che sia lontana mille anni luce da quella di distendere l'elenco delle ricette tipiche dell'enogastronomia veneta, oltre forse a non avere neanche le competenze. Sa fare tutto questa Giunta, abbiamo il miglior Presidente del mondo, ma può anche essere che non sia un esperto e sulle verze magari pecca. Diciamo che sicuramente no, però ipotizziamo. Anche qua definire quali sono le funzioni della Giunta, quali sono le funzioni della Commissione competente e quali le funzioni del Consiglio avrebbe senso, a maggior ragione in un caso come questo in cui già per legge definiamo che il concessionario è un "esperto" del settore perché sono le associazioni rappresentative della categoria dei ristoratori.
Mi rendo conto che i tempi per presentare emendamenti su questo ormai non ci sono più, però aveva più senso che l'elenco delle ricette e degli ingredienti per fare le ricette enogastronomiche non fosse inserito tra i criteri da specificare nelle linee guida da parte della Giunta ma fosse appunto... sennò perché devo fare un concessionario esperto? Cosa fa il concessionario? Allora posso farglielo fare anche a un soggetto che nulla ha a che fare con la ristorazione. Invece, se la proposta della legge è proprio quella di individuare in quell'associazione di categoria il soggetto che deve garantire l'applicazione della legge, almeno sull'argomento principale della legge, cioè decidere quali sono le ricette dell'identità alimentare veneta, che lo faccia la Giunta o gli uffici della Giunta mi sembra francamente... poi non lamentiamoci se i provvedimenti non trovano applicazione, perché io voglio vedere quando la Giunta della Regione del Veneto avrà tempo di definire se il baccalà mantecato alla vicentina è o non è ricetta tipica veneta. Se ha il tempo di farlo vuol dire che ha tanto tempo libero.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io volevo tornare sull'emendamento che stiamo discutendo. Mi riallaccio all'intervento della collega Camani, più che condivisibile, e proprio per questo come Consiglio regionale potremmo avere la facoltà di vedere quelle che sono le linee guida prima che vengano pubblicate sul BUR o che vengano diramate tramite atti ufficiali, prevedendo appunto che ci sia un passaggio in Commissione consiliare.
Sinceramente credo che non ci dovevano essere motivi per un diniego a questo emendamento. In Commissione il relatore ci ha detto che non è accoglibile. La cosa non si spiega perché invece, proprio per tutte le ragioni che adesso ha detto la collega, un passaggio in Commissione sarebbe stato più che utile, anche perché sicuramente i Commissari della Commissione Agricoltura e affini avrebbero potuto dare qualche indicazione e qualche suggerimento utile alla Giunta, visto che tutti hanno esperienze del territorio, tutti si occupano anche dei cibi e dei piatti tipici, perché bene o male ci siamo incontrati tutti con questi. Era un'opportunità in più che non poteva migliorare la questione che si sta affrontando.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Collega, intanto un passo in avanti l'abbiamo fatto, specificando precedentemente a grosse linee chi dovrebbe essere questo soggetto che in qualche modo caratterizza l'utilizzo.
Su questo passaggio però nutro una certa perplessità. Lo dico con onestà assoluta: quando noi diciamo che le linee guida sono stabilite dalla Giunta – lo diceva prima –, al netto del fatto, non voglio ironizzare, che siamo sicuri che la Giunta conosca bene i nostri piatti tipici, la Giunta a cosa fa riferimento per capire "l'elenco delle ricette tradizionali, i criteri e le modalità per..."? Esiste un albo? Esiste un ricettario? Esiste un museo della cucina? La Giunta su cosa si basa per dare queste linee guida?
Vedo qui l'assessore Calzavara e ironizzo: magari Calzavara ha mangiato quel piatto il giorno prima, e dice: "è buono, mettiamolo"; oppure: "Non era buono, non lo mettiamo, perché dove l'ho mangiato non era buono". Badate, per questa sede passa l'attività economica di migliaia di persone. Abbiamo capito che la Giunta ha delle competenze specifiche; però l'Assessorato alla cucina tipica, che io sappia, non c'è in questa Giunta.
Presidente, sarebbe interessante capire, su questo articolo, qualcosa di più. Sicuramente non l'abbiamo capito noi, magari spiegatecelo. Guardate che non è una battuta, ma non esiste un referato in Giunta alla cucina tipica tale da avere qualcuno con un patrimonio di informazioni o di elementi che gli permettano di costruire questa cosa. E se magari sbagliamo e penalizziamo qualcuno? E se lasciamo fuori qualcuno? Chi si assume la responsabilità? Insomma, non è una disciplina normata, studiata e certificata, tale che andiamo a prendere un dottore in materia che ci faccia una relazione. Chi chiamiamo? Sono un po' spaventato: provate a pensare se lasciamo fuori qualcuno che non lo merita. Altro che il bene dei nostri ristoratori, facciamo anzi una lista di proscrizione, Presidente, di chi non ha aderito o di chi, per sbaglio, non fa un piatto gradito alla Giunta quando deve dare le linee guida.
Io mi fermerei un attimo a riflettere. Ragazzi, fermiamoci un attimo a riflettere, perché un conto è dare una pacca sulla spalla a chi fa questa attività e dire: "Bravi, andate avanti". Un conto è distinguerli tra buoni e meno buoni in base a quello che cucinano. Non so se per voi va bene così. Ripeto, la pacca sulla spalla diamola a tutti, si usa, buonismo assoluto, ma quando cominciamo a dire: "tu sì e tu no", è un altro ragionamento, perché quello a cui dici di sì è contento, ma a quello a cui dici "tu no" devi spiegare perché, in confronto a quello che ha il ristorante a fianco, a lui dici di no.
La Giunta ha deciso nelle linee guida in base a quale fondamento? Assessore, lei è l'unico Assessore qui presente, ma io lo dico anche nel vostro interesse. Cosa scrivete nella delibera, Assessore? Lei che è un uomo di buonsenso, Assessore, quanto potrà trincerarsi dietro la mascherina nel ridere anche lei su questo articolo? Cosa scriverete? Io vorrei assistere a quella Giunta.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Parliamo di un ritorno in Commissione per quanto riguarda la parte delle linee guida, che è interessante e l'abbiamo riproposto in diversi emendamenti, per un semplice motivo, cioè per consentire al Consiglio regionale, che propone questo progetto di legge e utilizza risorse proprie per fare in modo che possa realizzarsi, di verificare la coerenza rispetto all'impianto della legge che si propone.
Siccome qui, per onore della verità, bisogna ammettere che è il concessionario che adotta il regolamento e quindi definisce quelle che saranno le caratteristiche del simbolo, le modalità di utilizzo del logo, l'elenco delle ricette tradizionali, eccetera, essendo appunto il concessionario a fare questo tipo di percorso con le persone del settore, è evidente che sarà molto importante che il Consiglio regionale le linee guida le conosca bene, perché è lui il promotore, e riesca a garantire che il lavoro del concessionario sia rispondente alle prerogative che si sono inserite all'interno della legge.
Il nostro compito è anche quello di controllare il coordinamento della Giunta rispetto alla volontà del Consiglio regionale – perché è il Consiglio regionale a fare le leggi – tanto più in questa occasione che la legge non proviene da una volontà di Giunta ma proviene da una volontà di un Consigliere regionale che l'ha condivisa con noi.
Dal mio punto di vista il passaggio in Commissione può essere un'ottima occasione per riuscire a fare in modo che tutte le persone che fanno parte di questa rete si possano sentire rappresentate al 100%, anche attraverso coloro che sono poi deputati a fare queste norme e a controllare la loro applicazione, quindi i Consiglieri regionali, e a garantire quindi la giustizia da questo punto di vista. Per questo invito ad affrontare il tema del passaggio in Commissione con un'ottica propositiva, non come perdita di tempo. Anzi, se tutti i Consiglieri anche di maggioranza sono entusiasti di questo progetto di legge dovrebbero tanto più desiderare di poterli affrontare. Questo è per quanto riguarda questo emendamento e i prossimi che riguardano il passaggio in Commissione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
A me dispiace molto che non ci sia l'apertura di discutere almeno di un passaggio in Commissione. L'ho detto in Ufficio di Presidenza e volevo spiegare di nuovo al Consiglio – manca il consigliere Rigo – che credo che sia a tutela anche di chi propone questo progetto di legge un passaggio delle linee guida all'interno almeno della Commissione consiliare.
Siamo sicuri che non ci sia una discriminazione possibile all'interno di una legge che dice che a titolo preferenziale si daranno dei fondi ad alcuni esercenti, in questo caso, dove oggi noi come Consiglio regionale non stiamo chiarendo ad esempio quanti prodotti è giusto che esistano o ci siano per fare in modo che quel logo effettivamente sia garanzia di un prodotto tipico regionale? Cosa garantisce il fatto che ad esempio, come si citava prima nel menu che veniva citato come caso studio, magari quel ristorante ha diritto di avere questo tipo di logo, ma come facciamo noi a sapere quanti prodotti quel ristorante prende effettivamente dalla tradizione enogastronomica tipica veneta?
Ci sono delle questioni che sembra non interessino molto forse perché siamo stanchi, forse perché è tardi, forse perché pensavamo di chiuderlo prima questo progetto di legge, ma chi è fuori e sta seguendo online questo Consiglio, sta cercando di farci capire che c'è qualcosa in questo progetto di legge che abbiamo effettivamente lasciato passare un po' troppo veloce. Io credo abbia ragione, non perché non dobbiamo tutelare la tradizione enogastronomica veneta, ma perché dobbiamo fare in modo che questa tutela non sia discriminatoria o almeno che non ci siano pieghe nella norma, quindi che non sia aleatoria una norma di questo tipo, ma che permetta, ad esempio, ad una Commissione, quando la Giunta inizierà a definire i criteri, di avere delle audizioni dove magari le associazioni di categoria possano dire: attenzione, se non mettete una percentuale massima di prodotti che identificano un ristorante come veneto, come enogastronomico veneto, altri potrebbero essere discriminati.
Riprendo un articolo – ne abbiamo discusso tanto anche nel PDL sulla parità salariale della collega Camani – circa le premialità per accedere a dei fondi regionali in base a delle caratteristiche che un soggetto ha. Siccome c'è un punto dove si dice che è un criterio di premialità quello di avere il logo della ristorazione tipica veneta, io non posso permettermi in dieci minuti di approvare un progetto di legge di questo tipo che impatta su almeno 20.000 ristoratori, ma molti di più, che magari non hanno a che vedere con questo tipo di caratteristica, ossia avere nel loro menu dei prodotti di tradizione tipica veneta. In più, siamo sicuri, lo dicevo anche nell'intervento, che i controlli faranno sì che invece quel logo arrivi a chi ne ha diritto? Perché in questa norma non c'è scritto.
Io ve lo pongo come tema, perché chi voterà a favore di questa norma si assume una responsabilità. Poi, sembra "dai, tuteliamo l'enogastronomia veneta, sono solo 150.000 euro, per carità, è un PDL leggero", ma non è leggero, leggetelo bene. Non è leggero.
L'altro tema che mi sembra importante sottolineare è che se ci fossimo presi almeno una settimana per poter pensare a delle correzioni, magari dicendo con un ordine del giorno sottoscritto da tutti che almeno c'è un passaggio in Commissione delle linee guida o dei criteri, credo che almeno questo ci avrebbe permesso di raggiungere un risultato migliore.
Se volete continuare ad approvarlo così, il mio voto ovviamente non lo avrete. Davvero, il mio intervento vi invita a leggere questo passaggio, perché un passaggio in Commissione permetterebbe a tutti noi di fare un passaggio che evidentemente questa volta non abbiamo fatto, cioè di controllo e garanzia.

PRESIDENTE

Collega Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Io vorrei spiegare, come abbiamo scritto nel testo, che non è la Giunta, quindi non è l'assessore Calzavara e non sono gli Assessori che portano avanti il regolamento.
La Giunta fa delle linee guida che poi vengono adottate dal concessionario, che adotta un regolamento. Siamo d'accordo anche noi che la Giunta non è in grado di stabilire quelle che sono le ricette che vanno in un regolamento, così come pensiamo, Consigliere, per rispondere all'altra questione, che neanche il Consiglio sia in grado di dare queste linee guida. Le linee guida attengono alla gestione del logo e non alle funzioni programmatorie che riteniamo di competenza del Consiglio.

PRESIDENTE

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Facendo seguito alle richieste e alle osservazioni dei colleghi, io mi permetto di dire che ci stanno anche ascoltando da casa e, non a caso, è arrivata una mail, che ho letto poc'anzi, che arriva da un'associazione con più di 6.300 iscritti, che ci pone delle problematiche anche a livello di eventuali ricorsi al TAR. Quindi, proprio per fare bene il nostro lavoro, anziché andare ad approvare in velocità una proposta di legge per i più svariati motivi – non so se stasera sia prevista una partita di calcio – forse è meglio rinviare questo punto, perché altrimenti rischiamo veramente di creare un serio problema ad alcuni operatori, invece di creare loro un vantaggio in questo senso.
A fronte di questo, visto che si tratta del primo emendamento e ce ne sono molti altri ancora da affrontare, chiedo che si venga ad una sospensione di questo progetto di legge e a un rinvio in Commissione.

PRESIDENTE

Lei ha chiesto la sospensione e il rinvio in Commissione. La richiesta di rinvio, se non sbaglio, deve essere messa al voto. Adesso deve intervenire un Consigliere a favore e uno contro sul rinvio in Commissione.
Lei ha chiesto la sospensione del punto e il rinvio in Commissione, quindi un intervento a favore e uno contro. Chi interviene a favore?
Prego, consigliere Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Io mi ero messo in nota sull'ordine dei lavori proprio per chiedere la stessa cosa, perché, colleghi, al netto di come la pensiamo, ci sono associazioni che ci stanno scrivendo e non sappiamo in due minuti neanche decifrare l'oggetto delle loro richieste. Io non so se è vero o no, ma se rappresentano migliaia di cittadini veneti, forse dovremmo perlomeno leggere quello che scrivono prima di dire di no. C'è una confusione in alcuni passaggi.
Insomma, l'ha appena detto Finco che la Giunta non deve, ma c'è scritto che la Giunta lo fa. Presidente, la consigliera Baldin ha ragione. Senza andare a stravolgere nulla, prendiamoci il tempo e vediamo. Non possiamo sbattere la porta in faccia a chi ci sta scrivendo. Ve la sentite di sbattere la porta in faccia a chi ci sta scrivendo chiedendo di valutare meglio quello che stiamo facendo?

PRESIDENTE

Abbiamo capito che lei è favorevole.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiudo, Presidente – e vorrei anche che mi ascoltasse il presentatore della legge – dicendo che se già l'Ufficio di Presidenza che facciamo ci impiega così tanto c'è un problema negli emendamenti, c'è un problema di chiarezza nella legge, c'è un problema di rapporto con i cittadini. Non stiamo mica dicendo che non si fa, stiamo dicendo: prendiamoci qualche altro giorno, tanto non è mica da andare ad attaccare domani sera l'adesivo del Leone sulla porta. Rigo, "Lo attaccherai" (tradotto da espressione dialettale) fra una settimana l'adesivo sulla serranda. Ascoltiamo i cittadini.
Chiudo dicendo, Presidente. Rigo dice "ma non è così", ma è scritto così. Ragazzi, riflettiamo, cerchiamo di non avere fretta, stiamo facendo una legge, non stiamo mica decidendo chi offre l'aperitivo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Colleghi, fermiamoci un attimo prima di fare qualcosa di sbagliato.

PRESIDENTE

Grazie, abbiamo capito la sua posizione.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiudo...

PRESIDENTE

Collega Montanariello, basta.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Riflettiamo e in scienza e coscienza chiediamoci se stiamo facendo una cosa giusta.

PRESIDENTE

Un intervento a favore? Contro, scusi.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Io penso che abbiamo avuto tutto il tempo per vedere questo progetto di legge in quanto intanto è da più settimane che è depositato e naturalmente è nell'ordine del giorno. Poi, se vogliamo dare rispetto giustamente a tutte le associazioni di categoria che ci scrivono... A me non ha mai scritto nessuno, probabilmente scrivono solo a voi. Saranno gli amici degli amici.
Detto questo, questo PDL poi manda il regolamento alla Giunta e la Giunta lo manda ai concessionari. All'interno dei concessionari ci sono tutte le organizzazioni di tutti i ristoratori di tutto il Veneto che si troveranno e indicheranno le ricette e quello che sarà.
Come Gruppo di maggioranza quindi noi andiamo avanti fino alla fine. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Mettiamo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione.
Chi è favorevole vota sì, chi è contrario vota no.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'emendamento n. B0004, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0005, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, comma 3, lettera c), modificativo, che prevede:
All'articolo 3, comma 3, lettera c), sono aggiunte le seguenti parole: "e il suo aggiornamento".
Collega Baldin, lo vuole illustrare? Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Con questo emendamento, a cui era stato dato parere favorevole, si propone di aggiungere le parole "e il suo aggiornamento" relativamente all'elenco delle ricette tradizionali. Penso ci sia il responso positivo.

PRESIDENTE

Prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Favorevole.

PRESIDENTE

Il collega Rigo ha detto che è favorevole ad accogliere l'emendamento della collega Baldin.
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ero in Ufficio di Presidenza, Presidente, e so che c'era un voto favorevole a questo emendamento, ma vorrei aggiungere una cosa: è un peccato che sia stato bocciato l'emendamento precedente in relazione a questo...

PRESIDENTE

Collega, resti sull'emendamento attuale.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Okay.
Parliamo dell'aggiornamento dell'elenco delle ricette della tradizione. Bene, questa è una cosa che faranno in proprio e noi del Consiglio regionale non ne sapremo nulla in quanto non ci sarà un passaggio in Commissione... Voi state scherzando su questa cosa, ma faccio un esempio, estremizzo: il kebab non è un piatto...

PRESIDENTE

Collega, lei è sull'emendamento precedente, che abbiamo già votato e bocciato.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, io sto parlando di questo emendamento: gli aggiornamenti. Se vuole le dico anche qual è: emendamento n. B0005. È scritto anche sullo schermo.
Stavo facendo un esempio, estremizzando, e parlavo del kebab: non è un piatto tipico del Veneto. Però, un giorno qualcuno potrebbe anche considerarlo. Prima, la collega Camani, facendo dell'ironia, ha detto: ma sicuramente sarà capace il nostro Presidente di fare questo elenco. Ha fatto dell'ironia naturalmente, ma non sul fatto che non sia capace, bensì sul fatto che è un grande Presidente. Probabilmente era ironica. Ma i Presidenti possono anche cambiare. Avete visto in Inghilterra chi sarà il Primo Ministro. Lui è di origini indiane e probabilmente un suo piatto tipico sarà un piatto indiano, eppure è di Londra. Questo per dirvi, colleghi, che è stato un errore non fare un passaggio in Commissione su una cosa così importante, che riguarda tutti i veneti.
Per quanto riguarda questo emendamento, naturalmente è bene che lo approviate: è sempre una cosa positiva.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io sto tentando di capire una cosa in virtù di questo emendamento: quando una ricetta è tradizionale? Quando una ricetta è tipica? Presidente, io cerco di essere serio. Quando una ricetta è tradizionale? Quando una ricetta è tipica? È tradizionale ed è tipica quando la fa una comunità? Rispondete. Non dovete ridere. Quando la fa una comunità? Quando è tramandata da generazioni? Quando è un piatto cucinato in un posto?
Colleghi, digitate su Google "ricetta tradizionale veneta" e vedrete che in ogni pagina troverete una lista di ricette diverse. Quindi chiedo. Ragazzi, stiamo scrivendo una legge. Ricette tradizionali venete: a parte i tre piatti cardini, presidente Finco, metto nell'elemento di discussione che ogni pagina di Google ci dà ricette diverse. Andate a guardare.
Chiedo, allora, al collega Rigo, che sicuramente lo saprà e avrà l'elenco: quando la identifichiamo tradizionale, quando la fa nostra nonna? Quando la fa una comunità? Quando la fanno in un posto? Quando ci hanno detto che i nostri avi la mangiavano? Quando è fatta con prodotti tipici? Non lo sa neanche Google.
Stiamo sbagliando tutto, ragazzi. Voi ridete, ma io non riderei tanto se fossi un ristoratore che rimane fuori, sta seguendo adesso da casa e si trova discriminato perché quello davanti ha il bollino, lo mette sui vari motori di ricerca e vanta di avere un requisito in più nell'offerta commerciale, e quello di fronte no, perché magari quella che per voi è ricetta tipica per un altro non lo è. Spiegateci. Dove sono scritte? Illuminateci.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. B0005, con il parere favorevole da parte del relatore, come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0001, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 3, rubrica "Istituzione e concessione in uso del logo 'Ristorazione tipica del Veneto'", comma 3, lettera c), modificativo, che prevede:
Alla lettera c) del comma 3, dell'articolo 3, dopo la parola "Veneto" sono aggiunte le seguenti parole: "inserendo in apposita sezione dell'elenco le medesime ricette tradizionali la cui preparazione è comunque possibile attraverso l'esclusivo utilizzo di prodotti di origine vegetale e quelle per cui la cui preparazione, fermo restando il prevalente impiego di prodotti di origine vegetale, può essere altresì effettuato ricorrendo all'impiego di alcuni prodotti di origine animale e comunque con esclusione delle carni e dei prodotti della pesca".
Collega Guarda, lo vuole illustrare? Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è ciò che ho cercato di condividere con voi durante la spiegazione e la condivisione fatta nella correlazione, che voleva essere proprio una correlazione, riconoscendo la possibilità all'interno di questo albo delle ricette, di questa lista delle ricette tipiche tradizionali la possibilità di individuare chiaramente quelle a misura delle esigenze delle popolazioni e dei ristoratori che scelgono di fare ricette o di consumare ricette senza l'utilizzo di prodotti animali e/o di derivazione animale.
Siccome le ricette venete partono da tradizioni che consentono questo... No, è carne lo stesso, anche quello.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Vi era la possibilità di aiutare anche il settore della ristorazione a conoscere queste alternative e di poterle condividere, visto che sono parte comunque della tradizione, ma di poterle condividere non semplicemente confondendo le une con le altre, ma potendole rendere visibili. Ebbene, questo ho cercato di condividerlo all'interno di questo emendamento provando anche delle alternative e proponendo delle modifiche che consentissero di rispondere alle prime opposizioni date dal proponente rispetto alla formulazione originaria, che prevedeva la definizione proprio di una parte apposita di questo registro delle ricette e, quindi, l'obbligatorietà di farla, per poi, invece, passare a delle formulazioni in cui c'era anche la possibilità della Regione Veneto e della Giunta regionale di dare le indicazioni su come farla ed eventualmente inserirla, in modo tale da dare la possibilità ai ristoratori stessi di decidere sulla base della propria necessità e anche della presenza sul territorio di ristoratori che fanno questo tipo di percorso non semplicemente per adeguarsi a una moda, ma per una scelta culturale. Scelta che diventa culturale proprio perché testimoniano un certo tipo di conduzione e di proposta culinaria capace di essere rispettosa dell'ambiente e di essere evoluta rispetto alle nuove esigenze, che non sono soltanto scelte personali, ma sono scelte collettive, al fine di ridurre l'impatto della nostra vita sul nostro ecosistema, visto che, se continuiamo così, tra sei anni raggiungeremo il limite della sostenibilità delle nostre risorse per quanto riguarda anche il settore dell'alimentazione.
Siccome noi dobbiamo tutelare il settore dell'agricoltura, il settore della ristorazione eccetera, ci sono evoluzioni già in corso che o si seguono, perché decidiamo politicamente di farne parte, di esserne parte, consapevoli del fatto che certi movimenti nascono a prescindere dalla politica, e decidiamo di poterne far parte e di non negarle, oppure continuiamo a negarle facendo dei fortini, senza cominciare a ragionarci sopra, citando anche il nostro Presidente, e cominciare a far parte di questo cambiamento e a far parte dell'evoluzione della nostra comunità, anche veneta, perché sono molti i cittadini veneti e molti i ristoranti, anche della tradizione, che stanno facendo questo tipo di offerta, e lo fanno – lo ribadisco – non per moda, ma per scelta. Per questo mi rammarico.
Ho provato a proporre alcune alternative, cercando di capire anche le difficoltà del proponente, collega Rigo, nei confronti della Giunta, perché immagino che non sia responsabilità sua, che non sia suo volere il fatto di escludere dal riconoscimento dell'elenco delle ricette la riconoscibilità delle ricette che rispondono a una parte consistente di popolazione veneta e anche di popolazione turistica che viene nel nostro territorio. Posso immaginare che non sia sua volontà. Avrei preferito un po' più di coraggio, visto che è una legge del Consiglio regionale. Ma per mettere in relazione questa proposta e cercare di renderla meno impegnativa, visto che sembra una bestemmia inserire all'interno di una legge regionale indicazioni più chiare alla Giunta e non lasciare carta bianca alla Giunta, siccome ogni volta che affrontiamo questo tema in ogni legge si dà qualche regola in più alla Giunta da rispettare perché abbiamo la possibilità di farlo, ma non si fa perché ci fidiamo della Giunta, ma siccome possiamo essere propositivi e definire anche la possibilità della Giunta di poter seguire delle indicazioni del Consiglio eletto dalla popolazione veneta, allora ho provato a trovare altre strategie, quali emendamenti meno restrittivi e più possibilisti, un ordine del giorno.
Tuttavia, siccome questa possibilità di dialogo non è stata condivisa, eppure non soltanto io, ma anche voi rappresentate una popolazione veneta e non, che è...

PRESIDENTE

Collega, il tempo.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa, non l'avevo visto.
Quindi, come dicevo, mi dispiace molto, mi rammarica.
Chiedo, pertanto, il voto su questo emendamento e ribadisco che probabilmente sarebbe necessario cominciare a ragionare sulla possibilità di entrare realmente all'interno dei processi di cambiamento di questa comunità.

PRESIDENTE

Grazie mille.
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio la collega Guarda per aver presentato questo importante emendamento, che chiedo alla collega di poter sottoscrivere in quanto lo condivido pienamente. Tra l'altro, è un emendamento che non vincola nessuno, ma che inserisce la categoria dei prodotti tipici veneti di origine vegetale. Non vedo nessuna difficoltà e mi chiedo il perché ci sia stata l'opposizione all'accoglimento di un così importante emendamento.
Ricordo, tra l'altro, che in Italia sono 7 milioni gli italiani che seguono una dieta vegetariana o vegana, dunque in Veneto, se facciamo la proporzione, dovremmo essere circa mezzo milione, quindi, a mio avviso, tra l'altro con questa formula molto ragionevole, sarebbe opportuno l'inserimento di questo comma. Peraltro, mi chiedo il perché, considerato che i piatti veneti più tipici che abbiamo sono tutti vegetariani. Mi riferisco al conosciutissimo risi e bisi, alla pasta e fagioli, alla polenta e funghi, alla polenta e formaggio. Insomma, i piatti più buoni sono tutti, cari colleghi, vegetariani.
Non vogliamo in qualche modo codificare, Presidente, questo tipo di piatti, però non mettiamo limiti agli ingredienti dei nostri piatti veneti. Tant'è vero che potremmo avere la pasta e fagioli con i fagioli cinesi, perché questo consentirà questa legge, potremmo avere la polenta e funghi con i funghi porcini romeni. Questo, infatti, non lo impedisce questa legge.

PRESIDENTE

Collega, sia serio, per cortesia.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sono serissimo, Presidente. E non mi manchi di rispetto. Queste sono cose fattuali, colleghi. Vi faranno sorridere, ma sono serissime.
Potremmo avere i risi e bisi con i piselli spagnoli, potremmo avere la polenta e formaggio con il formaggio francese, potremmo avere anche il vino portoghese. E questi sarebbero i tipici piatti veneti.
Considero la scelta del collega Rigo sbagliata. Naturalmente non avevamo altro confronto, perché abbiamo fatto un Ufficio di Presidenza senza Presidente, senza Segretario, senza Assessore, senza i funzionari della Giunta regionale. Una cosa mai vista prima. Almeno personalmente non ho mai visto una situazione del genere. Pertanto, la considero un'occasione persa, un'occasione persa per migliorare questa legge. Badate, nessuno – spero lo abbiate capito – vuole fare ostruzionismo. Dobbiamo semplicemente considerare queste nuove sensibilità, dobbiamo anche considerare seriamente, ma veramente seriamente, che questa dieta che noi vogliamo formalizzare all'interno...

PRESIDENTE

Colleghi, per favore.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo, dobbiamo considerare seriamente che questa dieta che noi vogliamo formalizzare all'interno di questa legge dei piatti tipici veneti, che, come vi ho detto, per la maggior parte sono vegetariani, fa anche bene al clima, come ha ricordato prima la collega Guarda, fa bene alla salute, fa bene al territorio, fa bene anche alle nostre falde acquifere e all'aria, perché i prodotti vegetali, le orticole in particolare, che servono per fare questi piatti possono contribuire anche ad alleviare alcune pesanti e pressanti attività che attualmente vengono fatte in agricoltura allo scopo di avere gli allevamenti intensivi.
Io credo sia una chiusura non giustificata, che non abbiamo capito – eravamo presenti in diversi come Consiglieri – e che non ci è stata spiegata, perché di fatto una motivazione chiara – e torno a chiederla al relatore – per un emendamento formulato in maniera più che ragionevole, che non impone niente, ma che pone un tema e lo inserisce, tra l'altro, in un contesto piuttosto completo di questa legge, non ci è stata data.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Io vorrei chiedere alla consigliera Guarda la sottoscrizione dell'emendamento, considerato che non possiamo non tener conto di alcune scelte alimentari che vengono fatte da tante persone. Parliamo di chi sceglie di non consumare carne o prodotti della pesca, di chi sceglie di consumare solamente vegetali. Quindi, siccome dobbiamo fare un buon lavoro – lo ripeto – per il Veneto e per tutti i cittadini, credo sia necessario tener conto di queste necessità.

PRESIDENTE

Collega, non si può sottoscrivere un emendamento in Aula.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Idealmente vorrei porgere la mia vicinanza all'emendamento della consigliera Guarda e far presente che ci sono delle necessità di cui dobbiamo tener conto, che riguardano...

PRESIDENTE

Colleghi, guardate che sospendo il Consiglio. Non è possibile lavorare in questa maniera.
Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Dicevo, bisogna tener conto di chi fa delle scelte alimentari che possono essere diverse dalle nostre, magari non di tutti quelli presenti in quest'Aula, e quindi tenere in considerazione chi ha particolari esigenze riguardo al consumo di alimenti semplicemente di carne oppure semplicemente vegetali. Ebbene, con questo emendamento si fa riferimento e si tengono in considerazione tante persone che hanno fatto scelte alimentari ben precise, o per volontà o anche – non lo possiamo escludere – per motivi di salute.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Francamente finora ho ascoltato, mi sono trattenuto, ma dopo le affermazioni talmente senza senso che ho sentito mi sento in dovere di intervenire.
Parlare di prodotto tipico, di piatto tipico non significa parlare necessariamente di un piatto che sia prodotto totalmente in Veneto. Faccio l'esempio di un piatto storico: il baccalà alla vicentina. Questo è un piatto tipicamente veneto, peraltro molto buono, ma certamente il baccalà non viene dal Mare Adriatico. Sappiamo che c'è una storia, c'è una tradizione, c'è un commercio con la Norvegia. Quindi, sono tanti i fattori che alla fine definiscono la tipicità. Non è semplice.
Qui rischiamo di cadere in una questione di lana caprina. Poi, se uno vuole il piatto vegetariano tra i piatti tipici, trova quello vegetariano, trova quello vegano ante litteram, trova tutto quello che vuole. Non occorre applicare l'ideologia anche qua, apporre il marchietto per differenziarci. Nel Veneto c'è di tutto. La carne una volta era un privilegio di pochi, per cui è chiaro che nella cucina tradizionale sono tanti i piatti vegetariani. La carne si mangiava, sì e no, una volta all'anno, e non tutti. Anche la polenta è un piatto tipico del Veneto, eppure nel Cinquecento non c'era neanche quella. La polenta di mais non c'era, in quanto il mais viene dall'America.
Capite bene che qui mettersi a discutere di queste cose è complesso. È difficile definire il tipico. Io poi sfiderò la Giunta, ma sicuramente in Giunta sono tutti esperti e troveremo persone altamente qualificate di cucina. Però, non è una cosa semplice, perché qua si entra nei meandri delle tante ricette tradizionali, di quello che cucinavano le nostre nonne nei paesi. Pensate alla mosa, per esempio. Sapete cos'è la mosa? Nessuno sa cos'è la mosa. È qualcosa di tipico. Lo mangiano in poche persone, nel Trentino forse fra i cimbri. Io so cos'è la mosa, ed è un piatto tipico mio, ma magari nessuno lo conosce nel Veneto. Eppure, è un piatto tipico, perché da generazioni, da tempo immemorabile si fa quel piatto. È tipico perché è conosciuto da tutti? È tipico perché viene fatto solo a casa mia? Si fa con latte e farina, quindi è vegetariano. Quello puoi berlo. Poi, se sei vegano, non puoi bere neanche quello.
Speriamo, dunque, che esca un buon Regolamento. Immagino che la Giunta creerà una Commissione tecnica culinaria per definire quali sono i confini di questi piatti tipici. Comunque, non serve mettere il menu vegano. Erano già vegani ante litteram una volta: quando mancava la carne per necessità, nessuno la mangiava, senza aver bisogno che qualcuno riempisse loro il cervello dicendogli che non fa bene.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0006, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, comma 3, lettera f), modificativo, che prevede:
All'articolo 3, comma 3, lettera f), sono aggiunte le seguenti parole: "e disciplina della sua rimozione anche forzosa dagli esercizi che violino il Regolamento".
Collega Baldin, lo vuole presentare? Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Su questo emendamento penso che si possa concordare, vero, collega Rigo? Riguarda la disciplina della rimozione del logo anche forzosa dagli esercizi che violino il Regolamento. Credo che questa disciplina possa e debba trovare una logica all'interno di questa legge, perché evidentemente, se si va a dare la possibilità a chi non segue il Regolamento di continuare a utilizzare il logo, si crea un problema a chi, invece, rispetta le regole, rispetta il Regolamento e fa un buon lavoro.
Da questo punto di vista credo che possiamo tutti concordare sulla bontà di questo emendamento. Ricordo, è l'emendamento n. 6, relativo alla rimozione anche forzosa dagli esercizi che violino il Regolamento.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0006, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0002, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 3, rubrica "Istituzione e concessione in uso del logo 'Ristorazione tipica del Veneto'", comma 3 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 3 è inserito il seguente comma.
"3 bis. Le linee guida di cui al comma 3 sono adottate sentita la competente commissione consiliare che provvede alla consultazione di enti, associazioni ed organizzatori, con particolare riferimento ai criteri per la formazione dell'elenco di cui alla lettera c) del comma 3. La commissione consiliare si esprime entro sessanta giorni, decorsi i quali si prescinde dal parere.".
Collega Guarda, lo vuole illustrare? Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Non lo do per letto, perché questo emendamento consente e permette il passaggio in Commissione proprio perché non ci si può accontentare come Consiglieri regionali eletti di sperare che la Giunta faccia un buon lavoro, come ha detto prima il consigliere Valdegamberi, bisogna sapere che la Giunta ha fatto un buon lavoro e lo bisogna fare controllando. Ma non perché non si abbia fiducia. Voi l'avrete. Io magari ho qualche perplessità alle volte. Però, il principio è che l'attenzione ci consente di fare un buon lavoro, qualsiasi legge si abbia davanti, ci consente di avere la possibilità di confrontarci con gli operatori del settore, che magari non tutti riescono a essere rappresentati all'interno, e ci consente di fare un'operazione di trasparenza, di controllo e di lavoro coerente rispetto alla nostra responsabilità. Quindi, il passaggio in Commissione ha questa valenza.
Vi ostinate a dire che non è necessario in questo e negli altri casi che la Commissione se ne occupi? Mi dispiace, ma è una perdita per voi. È una perdita per voi e per noi, perché così depotenziate il vostro e il nostro ruolo di controllo e di verifica della coerenza degli atti della Giunta rispetto ad atti che sono votati dal Consiglio e di cui noi ci prendiamo la responsabilità politica. Per questo mi dispiace. Spero vivamente che in futuro si possa avere un approccio diverso rispetto alla considerazione della propria funzione.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0002, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
È stato depositato l'emendamento n. 10 da parte della collega Guarda. Do un minuto per eventuali subemendamenti.
Emendamento n. B0007, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, comma 4, modificativo, che prevede:
All'articolo 3, comma 4, dopo le parole "dalla Giunta regionale" sono aggiunte le parole: "sentita la competente commissione consiliare".
Collega Baldin, lo vuole illustrare? Lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. B0007, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso siamo sull'articolo 3.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 3, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 4. Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso siamo sull'articolo 5.
C'è un emendamento presentato dalla collega Guarda. Sospendiamo un minuto, così la Commissione può dare un parere veloce. Dopodiché, riprendiamo.
La Seduta è sospesa alle ore 18.25
La Seduta riprende alle ore 18.26

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Emendamento n. B0010, presentato dalla consigliera Guarda, che prevede:
Il comma 3 dell'articolo 5 è soppresso.
Collega, illustri pure il suo emendamento e poi procediamo.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

È un emendamento che ho presentato per conto della consigliera Camani. Riguarda l'articolo 5 e il pagamento di una quota per l'utilizzo del logo e la partecipazione.
Lo spiega la consigliera Camani, in modo tale che possiamo votarlo.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Grazie anche alla correlatrice.
Molto brevemente. Il comma di cui chiediamo la soppressione, in realtà, aveva la finalità di stabilire un principio che noi condividiamo, cioè il fatto che, per come è costruito il registro e per la finalità che la legge si pone, è verosimile che una serie di attività, per essere finanziate, possano avere necessità, oltre che del contributo pubblico, anche di una contribuzione degli aderenti al registro. Quindi, pur mantenendo intatta la possibilità ovviamente per il concessionario, di concerto con la Giunta, di garantire le attività collegate alla legge, anche attraverso l'erogazione di contributi da parte degli aderenti al registro, ci sembrava una forzatura scriverlo in legge e quindi abbiamo chiesto la soppressione di questa previsione.
Ringrazio il relatore per averlo accolto.

PRESIDENTE

Bene.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. B0010 con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0008, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 5, comma 6, modificativo, che prevede:
All'articolo 5 comma 6, le parole 'di qualsiasi natura' sono soppresse.
Collega Baldin, lo vuole illustrare? Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Presidente, il comma 6 dell'articolo 5 recita: "L'iscrizione al registro può costituire titolo preferenziale per l'accesso a finanziamenti o erogazione di contributi regionali di qualsiasi natura". Cosa vuol dire precisamente "di qualsiasi natura"? Con questo emendamento si vanno a sopprimere le ultime tre parole, che sinceramente non hanno senso di esistere.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. B0008, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso sull'articolo 5. Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6. Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7. Non ci sono richieste di interventi.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 8. Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 9. Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 10.
Ci sono interventi? Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Solo un flash.
Abbiamo appena votato l'articolo sulla norma finanziaria, 150.000 euro. Stiamo inserendo un logo, ma ci rendiamo conto cosa vuol dire far conoscere un logo perché sia apprezzato e che quindi abbia un senso quel logo? Ci vogliono degli investimenti che sono niente in confronto a questi, altrimenti resta una lettera morta. Fare una legge e non prevedere per un logo così importante un minimo di finanziamento vuol dire che abbiamo fatto la legge, il contentino, ma di fatto questa non produrrà nessun effetto sui nostri territori.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'articolo 10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. B0009

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "LE SPECIFICITÀ DELLA LAGUNA SIANO INSERITE NELL'ELENCO DELLE RICETTE DELLA TRADIZIONE ENOGASTRONOMICA DEL VENETO". (Progetto di legge n. 133) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- la laguna veneta rappresenta un ambiente unico al mondo per le sue peculiarità ambientali e culturali tra le quali rientrano anche le tradizioni enogastronomiche;
- nello specifico si tratta, tra le altre, di:
a) 'risi e bisi', riso e piselli, piatto tradizionalmente consumato dal Doge di Venezia ogni 25 aprile per celebrare la festa di San Marco, patrono di Venezia;
b) 'castradina' piatto tradizionale veneziano consumato in occasione della festa della Madonna della Salute che si celebra a Venezia il 21 novembre per ricordare la fine dell'epidemia di peste che colpi la città all'inizio del XVII secolo. Si tratta di una zuppa a base di montone, foglie di verza, cipolle e vino. La carne era portata a Venezia dalle navi mercantili che la acquistavano essiccata sulle coste dalmate e albanesi;
c) 'bovoèti' piccole lumache che vengono bollite e condite con olio di oliva, aglio e prezzemolo e consumate in particolare in occasione della festa del Redentore che si celebra a Venezia la terza domenica di luglio per ricordare la fine dell'epidemia di peste che colpì la città nel tra il 1575 e il 1577;
d) 'risotto di gò', risotto di ghiozzo, il ghiozzo è un pesce che vive in tane nel fango, si tratta di una ricetta quasi perduta che un tempo era consumata per lo più dalle famiglie meno abbienti;
e) 'sardee in saòr', ricetta a base di sardine fritte e successivamente fatte macerare in una preparazione a base di cipolle, aceto, uva sultanina e pinoli;
f) 'fegato alla veneziana' fegato di maiale rosolato nel burro e cipolla;
g) 'castraure', prima fioritura del carciofo violetto dell'isola di Sant'Erasmo. Consumati sia crudi che fritti. Ogni anno nel mese di maggio sull'isola si svolge una festa dedicata a questa pietanza;
h) 'moèche', ricetta della laguna a base di granchi fritti che vengono consumati esclusivamente nel periodo della muta del carapace che avviene in primavere a in autunno;
i) 'cassopipa', metodo di cottura di molluschi bivalvi - in genere 'peoci' (cozze) o 'bibarasse-bevarasse' (vongole) - utilizzato in particolare nella città di Chioggia, che consiste nel cuocere le pietanze a fuoco lento in tegami di coccio;
j) 'baicoli' biscotti croccanti secchi nati per essere conservati a lungo e consentirne il trasporto sulle navi mercantili;
k) 'esse di Burano', biscotti tipici dell'omonima isola lagunare;
l) 'frittelle veneziane' dolce tipico del carnevale veneziano;
m) 'dorona' vitigno veneziano a bacca bianca il cui vino era apprezzato dai dogi sin dal 1400, quasi scomparso dopo l'alluvione del 1966 è stato recentemente riscoperto da alcuni viticoltori in particolare nelle isole della laguna nord (S. Erasmo, Vignole, Mazzorbo, Burano);
- è opportuno che le predette ricette e pietanze siano inserite nell'elenco della tradizione enogastronomica regionale previsto dal progetto di legge 133 sia per la rilevanza su scala regionale delle tradizioni lagunari, sia perché la corretta rivendicazione della tipicità di una pietanza rappresenta una migliore qualificazione dell'offerta turistica in un contesto meta di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
ad inserire nell'elenco delle ricette della tradizione enogastronomica veneta le seguenti ricette e pietanze: a) risi e bisi; b) castradina; c) bovoèti; d) risotto di gó; e) sardee in saòr; f) fegato alla veneziana; g) castraure; h) moèche; i) cassopipa; j) baicoli; k) esse di Burano; l) frittelle veneziane; m) dorona.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questa era una aggiunta che già prevedevo nel mio intervento precedente. Con questo ordine del giorno si va ad impegnare la Giunta regionale ad inserire nell'elenco delle ricette della tradizione enogastronomica veneta le seguenti ricette e pietanze: risi e bisi, castradina, bovoèti, risotto di gó, sardee in saòr, fegato alla veneziana, castraure, moèche, cassopipa, baicoli, esse di Burano, frittelle veneziane, dorona.
Sono aggiunte che si rendono necessarie perché in questo elenco delle ricette tradizionali della cultura gastronomica veneta non possono mancare alcuni piatti tipici.
Non possono mancare, ripeto, in questo elenco, le ricette della laguna veneta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'ODG n. B0009.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Collega Ostanel, prego. Dopo la collega Guarda.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Io ci metto due secondi a fare una dichiarazione di voto. Credo davvero che abbiamo preso un tema importante su cui voi puntate molto. So che il collega Rigo non ha voglia di ascoltare, ride e probabilmente spererà che il suo ristorante rientri in questo bellissimo progetto di legge.
No, mi scusi, un po' di rispetto, perché ridere mentre si fa una dichiarazione di voto dopo che le ho chiesto cento volte di ascoltare un tema importante che è quello di dire "facciamolo bene questo progetto di legge". Un po' di rispetto, mi spiace, ma glielo chiedo con grande... Glielo chiedo proprio. Stia ad ascoltare questa dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Colleghi, ho capito che l'ora è tarda, però portate pazienza, sono gli ultimi cinque minuti.
Non sospendiamo, lasci stare, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Siete voluti andare avanti su un progetto di legge importante, che credo poteva avere anche un certo tipo di risultato, facendo un progetto di legge di cui probabilmente lei si accontenta, ma io credo di fare un lavoro che non avrà l'impatto che dovrà avere. Visto che non avete voluto ascoltare né la richiesta di sospensiva che avevo fatto, né il passaggio in Commissione, né il tentativo di far passare in Commissione almeno i punti di questo progetto di legge, dopo l'entrata in vigore – e monitorerò non appena nel BUR verrà pubblicata – chiederò, attraverso un'interrogazione urgente, alla Giunta comunque di riferire i criteri durante un Consiglio, dove almeno potremo sapere quali sono i criteri approvati, potremo sapere chi farà parte di questo organo che deciderà chi avrà questo logo e cercheremo anche di capire quali sono i ristoratori che poi beneficeranno eventualmente di contributi aggiuntivi da parte della Regione del Veneto.
Credo, infatti, che non si possano prendere in giro i ristoratori in un momento come questo, su un tema così complesso. Un lavoro di questo tipo l'avremmo potuto fare bene, ma mi sembra che non ci sia l'interesse di nessun Consigliere qui dentro di fare un lavoro fatto bene, visto che gli interventi sono sempre e solo da questa parte. Credo che anche qualcuno di voi sia d'accordo, ma non abbia voglia di interloquire e di parlare.
Mi dispiace molto per i ristoratori che ci stanno ascoltando da casa, perché questa legge avrà degli effetti negativi su alcuni e non avrà gli effetti di beneficio su altri che voi volevate raggiungere. Mi dispiace davvero per la qualità con cui abbiamo affrontato questo progetto di legge.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Avevo intenzione, in realtà, di votare favorevolmente questo progetto di legge inizialmente, proprio per le motivazioni che vi ho detto all'inizio. Ho visto che cosa significa, da un punto di vista operativo, il lavoro di messa in rete delle persone che si occupano dell'enogastronomia locale e tipica e ho visto quali effetti hanno sul territorio anche in rete quelle aziende locali, di filiera e non.
Ho il grandissimo timore che questa legge diventerà, come quella sulle Confraternite enogastronomiche e tutte le altre che vi ho citato prima, una legge dimenticata. Anche la parte burocratica sarà completamente lasciata a sé stessa e non saranno risolte le questioni portate dai cittadini che si sono trovati in difficoltà.
Speravo di poter trovare almeno una convergenza per un pensiero nuovo anche rispetto alla tradizione, visto che la tradizione guarda al passato, ma guarda anche a come attuarla all'interno della nostra offerta di oggi. Speravo che almeno una parte di garanzia di intervento del Consiglio potesse riguardare anche una fetta di cittadini veneti, di ristoratori veneti che guardano con simpatia e con fiducia anche all'alimentazione vegetariana e vegana.
Vedo che questo si lascia e si demanda esclusivamente alla Giunta, così come la questione delle percentuali, così come qualsiasi altro intervento. Se ogni intervento deve essere lasciato in mano alla Giunta e alla decisione della Giunta, senza dare indirizzi da parte del Consiglio, a questo punto, se la fiducia era così alta, non serviva nemmeno fare questo progetto di legge. Bastava un ordine del giorno o collaborare con l'Assessore competente, non stanziare risorse ad hoc, ma magari avvalersi di altri capitoli in cui questo progetto poteva rientrare ed evitare di fare una norma.
Quindi, alla luce di questo, se questa legge non serve a dare né indirizzi né a dare una chiara visione da parte del Consiglio regionale e non permette neanche al Consiglio regionale di controllare princìpi, criteri e linee guida, evidentemente abbiamo di fronte un progetto di legge che non può essere votato favorevolmente.
Per questo Europa Verde si asterrà. Nel frattempo ringrazio anche per il sottofondo musicale che il consigliere Valdegamberi ha gentilmente offerto con il suo telefono mentre io parlavo. La serietà di questo Consiglio passa anche da come progetti di legge come questo, che possono sembrare delle cose semplici o magari banali, vengono affrontati.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, credo che questo sia un progetto di legge solo sulla carta. In realtà, colleghi, cediamo la sovranità anche del nostro operato con questo progetto di legge. C'è poco da sorridere. Noi approviamo un progetto di legge dove alla fine non decidiamo nulla di quello che viene deciso.
Credo, quindi, che questo sia il primo elemento per dire che abbiamo discusso di qualcosa – e mi riferisco all'oggetto, quindi alla legge, non certamente al collega – fatta male. Già il fatto che le categorie ci scrivano dicendo che non vedono di buon occhio questa vicenda è il primo termometro di come questo progetto di legge sia non solo lontano dalle esigenze reali delle categorie, ma sia anche lontano da quel sentimento che tentano di interpretare le stesse categorie.
Stiamo parlando di un progetto di legge del tutto inadeguato alle esigenze socio-economiche contestuali di questo periodo. Devo dire, con grande rispetto per il collega, che ci saremmo aspettati qualcosa di più, collega Rigo. Ci saremmo aspettati qualcosa di più completo da una persona che nella sua presentazione enuncia di sapere così bene le vicissitudini della categoria, perché se l'avesse fatto qualcuno che non conosce i problemi della categoria avremmo potuto dire "non sa, è ignaro", ma una persona non può elencare i problemi della categoria in maniera così dettagliata e due secondi dopo disfarsene nella proposta risolutiva che non ha niente a che fare con i problemi.
Qui siamo di fronte a una visione strabica di quelle che sono le necessità e le necessitudini di chi opera in quel settore. Quindi, cediamo la sovranità. Oggi, colleghi, è indifferente quello che votiamo. Sì o no, non cambia nulla. Cosa votiamo? Votiamo di dire alla Giunta che dovrà attrezzarsi più o meno in base ai propri gusti, alle proprie conoscenze della tradizione nel mettere insieme una lista di linee guida che qualcun altro dovrà... Credo sia, non una perdita di tempo (sarebbe brutto dirlo), perché quando un Consigliere lavora non perde mai tempo, ma un tempo utilizzato non in maniera ottimale per questi signori che aspettavo una soluzione. Il tempo non lo perde mai un Consigliere. Lo abbiamo utilizzato male. Questo almeno possiamo dirlo.
Cari colleghi, certamente non si può dire, tentando di sbattere la porta in faccia al mondo della ristorazione, che voteremo "no", ma ci asterremo perché è inutile questa ipotetica risposta che tentiamo di dare. È inutile nello stanziamento. Lo diceva prima il collega. 150.000 euro li togli a qualcosa di serio per metterli su qualcosa per cui non farai mai una promozione con 150.000 euro. Illudiamo le categorie dicendo domani sui giornali "abbiamo fatto una legge per voi", invece sappiamo che non abbiamo fatto un piffero per loro, se non attaccare un adesivo davanti alla loro porta. Piuttosto, quei 150.000 euro li avrei dati agli istituti professionali per creare una formazione dedicata, come ci chiedono le categorie del settore, e ce lo hanno anche scritto.
Cari colleghi, mi auguro, ora come non mai che interpretate in tutto il vostro arco costituzionale una filiera da Roma in giù (finora qualcuno c'era e qualcuno no, ma ora ci siete tutti), che riuscirete a mettere in fila le esigenze dei ristoratori e darete una risposta, che non può essere questa.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Presidente, mi sono convinta, dopo l'ultima votazione sull'ordine del giorno, a non votare questa legge. Non capisco cosa ci sia contro le moeche, contro le ricette della laguna veneta.
Oltre a questo, devo dire che lascia un po' perplessi il fatto che non si sia voluto dare spazio alla competente Commissione consiliare. Non perché la Commissione abbia poteri ultronei rispetto a quello che già per Regolamento è istituito, ovvero dare anche indicazioni o fare un'adeguata funzione di controllo di quello che proviene dalla Giunta regionale. Queste considerazioni ci portano, chiaramente, a mettere in discussione una proposta di legge che in alcune sue parti è stata scritta anche abbastanza male, e di questo dobbiamo darne atto. Ci sono stati dei piccoli miglioramenti, ma nulla di significativo, purtroppo.
Quindi, anche per rispetto verso chi ha scritto e sta continuando a scrivere alle nostre caselle di posta elettronica che questo progetto di legge non va bene, perché formulato male, perché non tiene conto di altri, ci sono associazioni che raccolgono più di 6.300 iscritti e che dicono che questo progetto si presta ad impugnative al TAR, non me la sento di votare a favore di questa legge.

PRESIDENTE

Collega Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i colleghi. Rinnovo il ringraziamento innanzitutto agli uffici del Gruppo che hanno lavorato alla stesura, all'Ufficio Legislativo e anche all'opposizione, perché vedo che è un tema che ha appassionato molto anche le opposizioni. Ho apprezzato molto alcune posizioni. Penso a quella della collega correlatrice Guarda e a quella della collega Zottis. Ho apprezzato l'onestà intellettuale con la quale sono state portate avanti delle tematiche.
Questo è un progetto di legge che, come spiegato e come scritto nel titolo (basta leggerlo), si occupa di "Valorizzazione della tradizione enogastronomica veneta. Istituzione del logo Ristorazione tipica del Veneto". È un progetto di legge che vuole valorizzare la nostra ristorazione.
Come ho già detto nella presentazione, non si ha la presunzione di risolvere i problemi della ristorazione, altrimenti si sarebbe chiamato "Risoluzione dei problemi della ristorazione". Sappiamo che ce ne sono tanti, ma crediamo sia importante dare valore, valorizzare e promuovere, soprattutto in un momento storico in cui, magari, ci sono delle difficoltà. Gli strumenti che abbiamo, come Consiglio, mettiamoli a disposizione degli imprenditori veneti, che, a nostro avviso, sono sempre visionari e sanno sempre cogliere le opportunità. Mettiamo a disposizione una settimana che può diventare veramente, conoscendo le straordinarie capacità dei nostri imprenditori, un punto di riferimento.
Magari io sono un inguaribile ottimista, però io darei il tempo a questa legge di fare il suo corso. Ripeto: conoscendo la grande intraprendenza degli imprenditori, in particolar modo della ristorazione, che hanno avuto la capacità di uscire da un periodo nero e bruttissimo, di sicuro possono creare un evento che può diventare un volano non solo per la ristorazione, ma anche per altri settori. Penso a quello alberghiero o a quello del commercio in genere.
È un progetto di legge che evidenzia l'importanza sulla storia delle nostre tradizioni, della nostra cultura, che si tramandano da generazione in generazione. Purtroppo viviamo tempi in cui alcuni imprenditori, spaventati dalla tendenza dei tempi, tendono a conformarsi, ad omologarsi. Riteniamo, invece, che sia importante dare valore a chi tramanda ricette, che in questo caso sono anche storie di famiglia, che è lavoro, che è sacrificio, magari, di generazioni di famiglie.
Sicuramente non risolviamo i problemi della ristorazione, ma crediamo di darle un minimo di valore. Questo sì.
Ringrazio tutti i colleghi, anche della maggioranza, ovviamente. Buon lavoro.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione il PDL n. 133, cosi come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Chiudiamo qui la seduta odierna. Il prossimo Consiglio sarà convocato quasi sicuramente per martedì 8. Riceverete, ovviamente, l'ordine del giorno a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 18.48
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 75 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 75
MARTEDì 25 OTTOBRE 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 75a seduta pubblica – martedì 25 ottobre 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15756 del 20 ottobre 2022 per la prosecuzione della trattazione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno di cui alla convocazione prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.30, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 11.00.

La seduta inizia alle ore 11.06.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della seduta pubblica n. 74 di martedì 18 ottobre 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE dà atto delle richieste di congedo ad allora pervenute. Hanno trasmesso richiesta di congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Andreoli, Giacomin e Villanova. È altresì presente un consigliere in modalità telematica.

La risposta alle IRS 224, 236 e 194 verrà inviata per iscritto alla consigliera Ostanel.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 295 del 22.09.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Ritardo nell'adozione del provvedimento di autorizzazione alla sottrazione dei fondi dall'attività venatoria, anche l'uno per cento soggiace dunque alla caccia: per quali ragioni il provvedimento non è stato ancora pubblicato?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Durante la replica della consigliera Guarda assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

n. 289 del 25.08.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Pista da bob a Cortina e opzione 0: perché Zaia tira dritto?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 291 del 01.09.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"Nucleare a Chioggia, la regione smentisca le voci di un possibile impianto nella città lagunare"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 297 del 03.10.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Comitato olimpico internazionale giudica non essenziale la realizzazione della pista da bob a Cortina: è arrivato il momento di riconsiderare il tutto prima che sia troppo tardi?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Punto 8) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"". (Progetto di legge n. 75) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 24/2022)  [RESOCONTO]


Prosecuzione dell'esame dell'articolato e relativi emendamenti del progetto di legge in oggetto iniziato nella 74a seduta consiliare di martedì 18 ottobre 2022.

Sull'emendamento n. C17 intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Interviene la consigliera Rizzotto (Zaia Presidente) sul Regolamento e chiede una sospensione della seduta.

La seduta è sospesa alle ore 11.39.

La seduta riprende alle ore 11.46.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. C38, presentato dalla relatrice e dal correlatore, scade in 1 minuto.

Interviene la consigliera Rizzotto (Zaia Presidente) che annuncia parere contrario sull'emendamento n. C17 e illustra l'emendamento n. C38.

L'emendamento n. C17 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. C38 e C37 all'articolo 11, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'emendamento n. C3 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. C28 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'emendamento n. C34 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Rizzotto (Zaia Presidente) che esprime parere contrario.

L'emendamento n. C34 all'articolo 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C26 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che lo illustra e propone delle modifiche, e Rizzotto (Zaia Presidente) che esprime parere favorevole.

L'emendamento n. C26 all'articolo 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

L'articolo 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. C23 all'articolo 13, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. C10 all'articolo 13, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C24 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che lo illustra, e Rizzotto (Zaia Presidente) che esprime parere contrario.

L'emendamento n. C24 all'articolo 13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 13 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 14, 15 e 16, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. C11

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, relativo a "Le grandi derivazioni idroelettriche sono un asset strategico per la sicurezza nazionale: sia garantita preliminare informativa in ordine alle modalità di affidamento". (Progetto di legge n. 75) RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Brescacin, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. C12

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Baldin, Guarda, Rizzotto, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Maino, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Pan, Rigo, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Soranzo, Polato, Formaggio, Pavanetto, Razzolini, Piccinini e Lorenzoni relativo a "Sulle grandi derivazioni il Veneto non deve dimenticare il 9 ottobre 1963: la Giunta regionale prosegua a programmare gli interventi annuali di cui alla legge regionale 24 gennaio 2019, n. 5 "Istituzione della "Giornata in ricordo della tragedia del Vajont" e del riconoscimento "Memoria Vajont""" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"". (Progetto di legge n. 75) APPROVATO (Deliberazione n. 143/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, Rizzotto (Zaia Presidente) che chiede di sottoscriverlo a nome dei gruppi Lista Zaia e Lega Nord, Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede la sottoscrizione come gruppo Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, Lorenzoni (Gruppo Misto) e Piccinini (Veneta Autonomia) che chiedono di sottoscriverlo e Baldin (Movimento 5 Stelle) che accetta tutte le richieste di sottoscrizione.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. C39

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Baldin, Garda, Lorenzoni, Giacomo Possamai, Bigon, Zanoni e Zottis relativo a "Derivazioni idroelettriche e vincoli funzionali: per una verifica di fattibilità sulla destinazione di quote delle entrate a titolo di canone concessorio da destinare a piani di tutela e ripristino ambientale dei corpi idrici interessati" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 "attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica"". (Progetto di legge n. 75) APPROVATO (Deliberazione n.144 /2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e l'assessore Bottacin.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE ricorda la scomparsa del sindaco di Arcade, Fabio Gazzabin, sempre in prima linea per affrontare le tante difficoltà e le tante problematiche del mondo veneto.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Punto 9) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Favero, Villanova, Scatto, Bet, Boron, Cavinato, Cecchetto, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Sandonà, Sponda, Zecchinato, Barbisan, Venturini, Cestari, Bozza, Cestaro e Giacomin relativa a "La Grande Guerra infinita: collaborazione istituzionale col MEVE, attivazione della rete delle ogd e del club di prodotto dei luoghi del primo e del secondo conflitto mondiale". (Progetto di legge n. 149) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 25/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Sesta Commissione consiliare.

La seduta è sospesa alle ore 12.56.

La seduta riprende alle ore 14.48

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra anche gli emendamenti nn. A1 e A2, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Gli emendamenti nn. A1 e A2 all'articolo 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene l'assessore Corazzari sul Regolamento.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A3

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "Grande Guerra infinita, sia previsto anche il sostegno del turismo d'esperienza sia a livello scolastico che per il pubblico adulto" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "La Grande Guerra infinita: collaborazione istituzionale col MEVE, attivazione della rete delle ogd e del club di prodotto dei luoghi del primo e del secondo conflitto mondiale". (Progetto di legge n. 149) APPROVATO (Deliberazione n. 145/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Guarda, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Guarda, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 10) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rigo, Bet, Centenaro, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Pan, Scatto, Vianello, Zecchinato, Valdegamberi, Andreoli, Cecchetto, Gianpiero Possamai e Puppato relativa a "Valorizzazione della tradizione enogastronomica veneta. Istituzione del logo ristorazione tipica del Veneto.". (Progetto di legge n. 133) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 26/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zottis (Partito Democratico Veneto), Barbisan (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Interviene il consigliere Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) per fatto personale.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'articolo 1.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'articolo 2.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Terza commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati all'articolo 3.

La seduta è sospesa alle ore 16.55.

La seduta riprende alle ore 17.28.

Sull'emendamento n. B3 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra e propone delle modifiche, Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) che le accoglie e propone ulteriori modifiche, Baldin (Movimento 5 Stelle) che accoglie le modifiche proposte dal consigliere Rigo e Camani (Partito Democratico Veneto).

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) sul Regolamento.

Sull'emendamento n. B3 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. B3 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato dalla consigliera Baldin.

Sull'emendamento n. B4 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che interviene anche sui successivi emendamenti che riguardano il comma 3, Zanoni (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) che interviene sul Regolamento, Baldin (Movimento 5 Stelle) che, facendo seguito alle richieste e alle osservazioni dei consiglieri, chiede la sospensione di questo progetto di legge ed il rinvio in Commissione.

Il PRESIDENTE, con il consenso della proponente, propone la sospensione e il rinvio in Commissione del progetto di legge in oggetto.

Intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), che si dichiara a favore del rinvio in Commissione, e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) che si dichiara contrario al rinvio.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la richiesta di Rinvio in Commissione del progetto di legge in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

L'emendamento n. B4 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B5 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle) che propone delle modifiche, Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) che le accoglie, Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B5 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

Sull'emendamento n. B1 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, Zanoni (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Valdegamberi (Gruppo Misto).

L'emendamento n. B1 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B6 all'articolo 3, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B2 all'articolo 3, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. B10, presentato dalla consigliera Guarda, scade in 1 minuto.

L'emendamento n. B7 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

La seduta è sospesa alle ore 18.25.

La seduta riprende alle ore 18.26.

Sull'emendamento n. B10 intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B10 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. B8 all'articolo 5, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 6, 7, 8 e 9, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'articolo 10 interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B9

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "Le specificità della Laguna siano inserite nell'elenco delle ricette della tradizione enogastronomica del Veneto". (Progetto di legge n. 133) RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Montanariello, Zanoni

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zecchinato

Astenuti:

Camani, Guarda, Ostanel

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Guarda (Europa Verde), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.48.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PAVANETTO Lucas
BORON Fabrizio
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Giacomo
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
MAINO Silvia







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Gabriella Gamba