ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 08/11/2022 n. 76

Resoconto 76 a Seduta pubblica
Martedì, 8 novembre 2022
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.35, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.55

PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo di accedere a Concilium e registrare la presenza. Grazie.
Buongiorno. Diamo inizio alla 76a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16547 del 3 novembre 2022, per la prosecuzione della trattazione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno di cui alla convocazione prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Simona BISAGLIA
Fabrizio BORON
Alberto BOZZA
Roberta VIANELLO
I congedi sono concessi.
La consigliera Francesca Scatto risulta assente.
Il consigliere Luciano Sandonà, essendo in quarantena, seguirà la seduta da remoto.
PUNTO
4
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
5
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Da Regolamento ad ogni inizio di Consiglio regionale dobbiamo espletare la fase relativa alle interrogazioni.
Partiamo con la IRI n. 303 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 303 del 12 ottobre 2022 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda, Ostanel e Lorenzoni relativa a "PER QUANTO TEMPO ANCORA LA GIUNTA REGIONALE INTENDE RINVIARE L'ADOZIONE DI IDONEE MISURE PER EVITARE CHE I CACCIATORI CHE NON RISPETTANO LE REGOLE METTANO A REPENTAGLIO L'INCOLUMITÀ DEI CITTADINI?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Cercavo il pulsante per chiedere di intervenire. Grazie, Presidente e buongiorno a tutti.
Questa è un'interrogazione – devo dire molto recente, perché è del 12 ottobre scorso – che ho presentato assieme ai colleghi Bigon, Guarda, Ostanel e Lorenzoni in seguito alla segnalazione, tra l'altro dei diretti interessati, in merito a un episodio relativo a degli spari che sono stati esplosi in prossimità dei runner che frequentano il bosco Zaher tra Favaro Veneto e Dese.
Questo è un bosco molto frequentato da podisti, da chi pratica nordic walking, da molti amanti della natura e da famiglie con bambini. Durante la stagione venatoria diventa un luogo pericoloso perché molti cacciatori non rispettano le più basilari regole riguardanti la sicurezza e l'incolumità delle persone.
Già il 5 novembre 2021, con i colleghi Bigon, Guarda e Lorenzoni avevamo denunciato la pericolosità di questa attività e avevamo chiesto di pensare a dei mezzi dissuasori, tipo una pettorina con codice alfanumerico. Avevamo chiesto anche il raddoppio della distanza di sicurezza da edifici e strade e altre misure utili. Siccome c'è stato anche un altro incidente a Castelcucco in provincia di Treviso, dove in questo caso è stato impallinato, ferito, e ha dovuto andare al pronto soccorso un ciclista che percorreva di domenica questa pista ciclabile, noi chiediamo – e concludo, Presidente – per quanto tempo ancora la Giunta regionale intenda rinviare l'adozione di idonee misure per evitare che i cacciatori che non rispettano le regole mettano a repentaglio l'incolumità dei cittadini.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde, per l'assessore Corazzari, la vicepresidente De Berti.
Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Il tema della prevenzione dei rischi connessi all'uso di armi da caccia durante l'esercizio venatorio si pone sicuramente tra le principali problematiche da affrontare per consentire un corretto svolgimento dello stesso, garantendo nel contempo la sicurezza e l'incolumità dei cittadini. Se ciò è vero in senso assoluto, lo è ancor di più in riferimento all'uso delle armi durante lo svolgimento della pratica venatoria che, per sua stessa natura, rappresenta un'attività non scevra da rischi.
Per quanto sopra esposto, la Giunta regionale da sempre autorizza corsi di preparazione e aggiornamento delle guardie venatorie volontarie, ai sensi dell'articolo 34, comma 2, legge regionale n. 50 del 1993, le quali guardie rappresentano figure istituzionali rispetto all'obiettivo della prevenzione dei rischi di cui trattasi.
È però importante evidenziare come il mantenimento e, se possibile, il rafforzamento delle attività di vigilanza viene soprattutto garantito dagli organi preposti alle funzioni di polizia che, nel caso della caccia, sono rappresentate dai corpi e servizi di polizia provinciale, i quali sono caratterizzati da una progressiva riduzione degli organici. Tale criticità è stata rappresentata dall'Amministrazione regionale in tutte le sedi istituzionali, soprattutto a livello centrale.
Ciò premesso, si ritiene utile evidenziare come i fatti devono essere posti all'attenzione delle forze dell'ordine e denunciati alle autorità competenti, al fine di accertare eventuali responsabilità e, se del caso, perseguire gli autori ai sensi di legge.
Tutto ciò detto, nel prossimo futuro l'azione potrà essere ulteriormente rafforzata sia agendo sul percorso formativo in capo ai neo cacciatori, eventualmente intervenendo sui programmi d'esame per conseguire l'abilitazione all'esercizio venatorio stabiliti dalla summenzionata legge regionale n. 50 del 1993, sia incoraggiando specifiche e responsabili iniziative di sensibilizzazione delle stesse associazioni venatorie nei confronti dei propri associati, e ciò a prescindere dall'età anagrafica dei medesimi.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore, io ho ascoltato molto attentamente la risposta dell'assessore Corazzari, che oggi non c'è, e devo dire che sotto certi punti di vista mi trovo soddisfatto, sotto altri no, e spiego il perché. A un certo punto, proprio nella parte finale della risposta, si dice che quando i cittadini sono vittime di spari e di abusi di utilizzo di armi da caccia in relativi contesti, come piste ciclabili o pedonali, sentieri e quant'altro, possono segnalare la cosa in modo che vengano adottati i provvedimenti a carico dei responsabili. Ecco, in anni che ricevo queste segnalazioni, posso garantirle che quando succedono queste cose è praticamente impossibile, per una serie di ragioni, identificarli, perché ora che chiami al telefono e che, se sei fortunato, una volta su dieci intervengono le guardie provinciali, le volontarie o i Carabinieri, chi ha commesso questi abusi non lo trovi più.
Ecco perché, proprio a tutela dei cittadini, la nostra proposta è di dotare, come accade in tantissime altre realtà e per altri Corpi e per altre attività, i cacciatori di pettorine – succede già in molti altri Paesi esteri – con codice alfanumerico, a garanzia soprattutto di chi rispetta la legge, perché questi episodi poi vanno a creare diffidenza e maldicenza anche nei confronti dei cacciatori, in quanto le mele marce vanno a creare danni anche agli altri per quanto riguarda la reputazione.
Ecco perché non abbiamo mai capito perché in Consiglio quegli emendamenti non sono stati approvati, visto che erano garanzia di tutela, di sicurezza – concludo, Presidente – per i cittadini, ma anche per gli stessi cacciatori che rispettano le norme. Quindi, sono insoddisfatto.

PRESIDENTE

Bene.
Passiamo alla IRI 276 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 276 del 13 luglio 2022 presentata dai consiglieri Camani, Giacomo Possamai, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis relativa a "POLIZZA ASSICURATIVA PER RISARCIMENTI IN AMBITO SANITARIO: COME INTENDE RISPONDERE LA GIUNTA AI RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI?"

Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce a seguito di una segnalazione fatta dal Procuratore regionale della Corte dei conti in occasione del giudizio di parifica del bilancio della Regione, dell'ultimo bilancio della Regione del Veneto, e si concentra su quella che lo stesso Procuratore capo ha definito forte criticità in riferimento al perimetro sanitario della Regione del Veneto, che ovviamente, come sappiamo, rappresenta la parte più significativa del bilancio regionale, pari a oltre 10 miliardi di euro, circa l'80% degli impegni di spesa complessiva.
Il Procuratore, nell'occasione del giudizio di parifica, in particolare, si è concentrato sui cosiddetti risarcimenti per la malpractice sanitaria e in particolare sulla polizza assicurativa stipulata dalla Regione negli anni 2019-2021, che è stata poi prorogata fino al 30 aprile 2022, con la finalità di coprire la Regione o, meglio, le Aziende sanitarie regionali dal rischio da responsabilità civile verso terzi e operatori nell'ambito dell'attività sanitaria. La Regione, in particolare, ha stipulato con questa compagnia una polizza assicurativa che ha comportato il pagamento, da parte di Azienda Zero, di un premio annuo lordo di oltre 14 milioni di euro per il triennio. La suddetta polizza prevede, in particolare, una franchigia di sinistro di 750.000 euro, senza limite di aggregato annuo, perciò la società prevede per ciascun sinistro al pagamento del risarcimento a favore del danneggiato solo per risarcimenti superiori a tale importo.
Sostanzialmente che cosa è avvenuto? Che nel triennio 2019-2022 su un totale di 421 sinistri la società assicurativa ha effettuato pagamenti per soli 306.000 euro, a fronte di 27 sinistri liquidati, incassando, però, come titolo di pagamento della polizza oltre 14 milioni l'anno. Nel solo 2021 la Regione, con fondi propri, ha dovuto coprire e liquidare danni, infatti, per oltre 49 milioni di euro.
La domanda che rivolgiamo al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore competente...

PRESIDENTE

Collega, tempo.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Certo, chiudo.
Dicevo, la domanda che rivolgiamo è per quali ragioni l'Azienda Zero abbia sottoscritto e reiterato una polizza così sbilanciata a favore della compagnia assicuratrice.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla vicepresidente De Berti, che risponde per l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione consiliare in epigrafe indicata, si rappresenta che è stato chiesto ad Azienda Zero di riferire in merito alla polizza assicurativa in essere. Si riportano, dunque, i punti salienti della relazione acquisita al protocollo regionale.
Sul punto è opportuno un breve cenno alla situazione iniziale della Regione del Veneto ante 2012, caratterizzata da un sistema decentrato di gestione e allocazione del rischio disomogeneo, frammentato e non monitorato, oltre che produttivo di improvvisa scopertura in danno di importanti nosocomi. Si registrava, sotto il profilo contrattuale, una disomogeneità di copertura e un'apprezzabile diversità di franchigie. L'assenza di organicità si rifletteva, pertanto, anche nella fase di valutazione delle richieste di risarcimento del danno e della successiva liquidazione dei sinistri.
La Regione del Veneto ha, quindi, avviato un percorso volto a mettere in garanzia il personale del sistema sanitario e fornire sicurezza ai cittadini con un modello di gestione dei sinistri ex DGRV n. 573/2011, che per molti aspetti ha anticipato i contenuti della riforma della legge n. 24/2017 (cosiddetta "legge Bianco-Gelli"). Con tale scelta regionale è stato fatto convergere tutto il sistema sanitario regionale verso uno standard unico, caratterizzato da una procedura accentrata a livello regionale, con un solo software gestionale ed una uniformità delle modalità di gestione e di valutazione dei sinistri. Così si è raggiunto un monitoraggio centralizzato nella gestione del rischio clinico e, di conseguenza, una sola polizza assicurativa, con fissazione di una franchigia valida in tutta la Regione.
Il modello misto di gestione sinistri ha delineato un sistema di governo degli enti di danno che affida la titolarità in capo alle Aziende sanitarie, prevedendo il trasferimento al mercato assicurativo, per un importo convenzionalmente prefissato, dei soli danni catastrofali, ovvero la parte più aleatoria delle vertenze e potenzialmente in grado di compromettere l'equilibrio dei bilanci delle singole Aziende di tutto il sistema sanitario.
Il sistema descritto, che vede la compresenza attiva nella gestione sia del contraente che dell'assicuratore, persegue diversi obiettivi, tra i quali: permettere la migliore conoscenza degli eventi dannosi; aumentarne la consapevolezza e consentirne la gestione diretta, anche ai fini di rinsaldare la relazione tra assistito e sistema sanitario; ridurre la variabilità del rischio, tipicamente alta, per determinate richieste di danni, ad esempio numero di eredi per i casi di morte o gravi lesioni permanenti; contenere gli accantonamenti a bilancio (riserve), in particolare per i sinistri di maggiore complessità ed entità economica di danno, così liberando risorse per investimenti; introdurre un sistema di monitoraggio obbligatorio della gestione dei sinistri attraverso periodiche azioni di confronto e coordinamento tra la gestione delle richieste danni effettuata direttamente dalle aziende e quella effettuata dalla compagnia; utilizzare l'esperienza gestionale della compagnia di assicurazione e dei suoi tecnici per la gestione dei sinistri di maggiore gravità e complessità e per fruire di contributi tecnici anche per sinistri in gestione diretta; evitare di sostenere il pagamento delle spese per le difese in giudizio fino ad un quarto del massimale.
Da quanto illustrato è consentito apprezzare come l'avvio del modello di gestione mista dei sinistri consenta di monitorare e contenere nei limiti di polizza e tutelare il bilancio regionale da rischi e oneri ex ante imprevedibili, incalcolabili e incontrollabili, e per lungo tempo incalcolabili anche ex post, attesa la natura dei rischi...

PRESIDENTE

È ancora tanto lunga, Assessore?

Ass.ra Elisa DE BERTI

Ho ancora un paio di paragrafi, se riesco a girare la pagina.

PRESIDENTE

Continui.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Dicevo, rischi e oneri ex ante incalcolabili e incontrollabili, e per lungo tempo incalcolabili anche ex post, attesa la natura dei rischi in sanità, che potrebbero esporre i bilanci aziendali ad improvvisi esborsi ingenti, distraendo risorse dal servizio pubblico per parte assistenziale.
Da una stima, infatti, si è calcolato che nel decennio 2010-2021 l'esborso per il ristoro dei sinistri a carico delle singole Aziende sanitarie è stato di quasi 50 milioni di euro. È proprio per contenere questi costi che viene adottato il modello regionale di gestione dei sinistri come sopra descritto.
Va ricordato che inizialmente era previsto un premio annuo alla compagnia pari a 14.489.070 euro, con una franchigia per sinistro pari a 750.000 euro, a differenza della precedente situazione in cui era prevista, invece, una franchigia di 500.000 euro. Attualmente il premio pagato per la polizza assicurativa è di 11 milioni di euro.
Per quanto concerne la liquidazione dei sinistri, è necessario specificare che i sinistri in sanità, per la tipologia e complessità di valutazione della responsabilità, non trovano pressoché mai immediato ristoro nell'anno di apertura del sinistro. In base al contratto sottoscritto con la società SHAM, polizza poi estesa fino al 2024 a seguito di gara pubblica, alla data del 31.12.2021 sono stati chiusi e liquidati 27 sinistri, con pagamenti effettuati dalla compagnia, per un valore di 306.000 euro. Di contro, per il ristoro di 421 sinistri riferibili al triennio 2019-2021 e tuttora pendenti in capo alla società SHAM, la stessa ha riservato, accantonandola, la somma di oltre 100 milioni di euro.
Si rappresenta, infine, che, proprio per il maggior rischio che caratterizza l'evento cosiddetto "catastrofale", il contratto di polizza sottoscritto prevede che per determinate tipologie ed eventi, ovvero quelli di potenziale e maggiore impatto economico, la connessa richiesta di risarcimento resti soggetta all'obbligo di denuncia e gestione da parte della compagnia.

PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io devo dichiararmi completamente non soddisfatta della risposta, per una serie di ragioni che proverò brevemente ad illustrare.
Premesso che la premessa che lei ci ha fatto, Assessore, e cioè che Azienda Zero ha modificato l'impianto di organizzazione delle polizze assicurative, è una notizia che non riguarda l'interrogazione, perché è una notizia nota. Del resto, sappiamo tutti, purtroppo, quanto sia avvenuto in passato in questa Regione, e cioè che alcune ULSS si erano stipulate le loro polizze singole, con compagnie che poi sono state dichiarate in procedure fallimentari, e oggi ci sono ULSS che si trovano esposte con decine di milioni di euro. Quindi, il fatto di aver trovato un meccanismo per evitare quel disastro non fa di per sé il meccanismo buono. Come anche il fatto che ci sia una gestione dei sinistri omogenea in tutte le ULSS, questa è la funzione di Azienda Zero, ma non corrisponde alla domanda che io le ho posto.
Se noi facciamo un'unica polizza che comprende tutte le ULSS, che ha una gestione unica dei sinistri, ma è molto più quello che ci costa che quello che noi riusciamo a recuperare attraverso il risarcimento dei danni, c'è un problema. E non lo dico io, lo dice il Capo Procuratore della Corte dei conti. Infatti, avrei preferito non tanto una risposta rispetto alla posizione di Azienda Zero, ma avrei voluto anche capire se la Corte dei conti, che ha chiesto su questo tema un approfondimento di informativa alla Regione, ha un'opinione, si è espressa sul punto, presenterà un'ulteriore interrogazione. Del resto, se in tre anni pago 14 milioni di euro di premio e in cambio l'assicurazione mi liquida 300.000 euro di danno sanitario, mentre io come Regione sono costretta a pagarne 49 milioni in quanto non sono coperti dall'assicurazione, è oggettivo che c'è qualcosa che non funziona.
Saremo bravi ad aver centralizzato le procedure, ma se l'impianto con cui andiamo a gara per la polizza assicurativa non è efficace, utile, efficiente ed economico dal punto di vista del bilancio della Regione, io credo che ci sia qualcosa che non funzioni.
Ci riserviamo, dunque, di interrogare nuovamente la Giunta, in particolare in riferimento alle disposizioni o alle decisioni assunte dalla Corte dei conti su questo tema.
PUNTO
6
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS 200, presentata dalla collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 200 del 16 maggio 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "ATTACCO INFORMATICO ALL'ULSS 6: QUALI NOVITÀ ALLA LUCE DELLE RECENTI NOTIZIE RIPORTATE DALLA STAMPA?"

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Questa è un'interrogazione del 16 maggio che ho scritto a seguito della verifica di alcune informazioni uscite rispetto all'attacco informatico all'ULSS 6, che, vi ricordate, ha messo in difficoltà le istituzioni e le amministrazioni sanitarie del Veneto e ha messo in grave rischio le informazioni e i dati anche personali delle persone che sono state prese in carico da questa ULSS.
Premesso e richiamato che i seguenti atti di sindacato ispettivo a prima firma mia, l'IRI n. 182 "Cyberattacchi: la Regione del Veneto ha attivato tutte le possibili misure di prevenzione e sicurezza?", e l'IRI n. 218, rispetto alla sicurezza delle cartelle cliniche e dei dati dei pazienti, non erano all'epoca ancora definiti, il recente servizio giornalistico trasmesso da "Report", andato in onda il 9 maggio 2022, ha svelato ulteriori elementi rispetto a quanto accaduto in conseguenza all'attacco ransomware subìto dall'ULSS 6 Euganea. In particolare, la ricostruzione giornalistica si è soffermata sulla presunta trattativa avviata con gli autori dell'attacco informatico.
Considerato che in un'intervista al responsabile di un'azienda operante nel settore della cyber security, contenuta nell'edizione del 16 maggio 2022 sul quotidiano "Il Mattino di Padova", parrebbe esplicitata la dinamica da cui sarebbe scaturita la pubblicazione parziale a opera di un'altra organizzazione criminale (Lockbit) dei dati oggetto della richiesta di riscatto. Secondo quanto è dato leggere, infatti, nel corso delle trattative già avviate qualcuno, a quanto pare per conto dell'ULSS 6, scrisse via chat agli autori dell'attacco per affermare che l'ULSS non avrebbe mai pagato il prezzo del riscatto richiesto. A quel punto, secondo la ricostruzione offerta nell'intervista, i dati vengono ceduti da Hive a Lockbit per la pubblicazione.
Precisato e ritenuto che, ferma restando la condanna degli autori delle commesse violazioni ai danni dei sistemi informatici dell'ULSS 6, è di certo preoccupante, però, rilevare come la dinamica di gestione delle relazioni nel frangente sia stata affrontata – ove fossero confermate le ricostruzioni offerte dalla stampa – con un atteggiamento incauto instaurando una trattativa tra l'ULSS 6 e gli estorsori-autori dell'attacco informatico.
Detto questo, interrogavo l'Assessore regionale alla sanità per sapere:
1) se è vero o meno che tra l'ULSS 6 e gli autori della violazione informatica furono avviate delle trattative funzionali alla negoziazione del prezzo del riscatto e, in caso di risposta affermativa, chi diede l'autorizzazione all'avvio delle trattative;
2) se sono state effettuate verifiche per comprendere quale sia stato l'utilizzo, oltre all'avvenuta parziale pubblicazione, dei dati sottratti;
3) se i sistemi informatici regionali, inclusi quelli del perimetro sanitario, sono attualmente dotati di tecnologie di sicurezza informatica che consentono di arrestare il virus durante il processo di cifratura.
Grazie.

PRESIDENTE

Ancora la vicepresidente De Berti per la risposta, al posto dell'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto richiamata, si riporta quanto relazionato dall'Azienda ULSS n. 6, interessata per competenza, la quale ha presentato la propria replica con protocollo 275112 del 2022.
Con riferimento alla verifica ispettiva in oggetto, in ordine al primo quesito, se è vero o meno che tra l'ULSS 6 e gli autori della violazione informatica in discorso furono avviate delle trattative funzionali alla negoziazione del prezzo del riscatto e, in caso di risposta affermativa, chi diede l'autorizzazione all'avvio delle trattative, si fa presente che l'Azienda non è a conoscenza di alcunché sul punto, avendo appreso dal servizio giornalistico effettuato dalla trasmissione televisiva "Report" della presunta trattativa avviata con gli autori dell'attacco informatico. Si rammenta, inoltre, la vigente normativa in materia di segretezza degli atti processuali penali e del segreto d'ufficio, essendo a tutt'oggi in corso le indagini da parte della Procura della Repubblica.
In ordine al secondo quesito, se sono state effettuate verifiche per comprendere quale sia stato l'utilizzo, oltre all'avvenuta parziale pubblicazione, dei dati sottratti, allo stato attuale, per quanto di nostra conoscenza, non si ha notizia che vi sia stato utilizzo dei dati sottratti. Al riguardo si precisa, inoltre, che l'Azienda ha effettuato regolare notifica della violazione dei dati generali a norma dell'articolo 33 del RGPD, fatto che ha dato avvio a un procedimento amministrativo dinanzi al Garante della privacy. La normativa è al momento coperta dal segreto d'ufficio, in applicazione della normativa generale di cui alla legge n. 241/1990 e dell'articolo 15 del DPR n. 319/1957.
Giova precisare che, come relazionato da Azienda Zero, il sistema informativo regionale del perimetro sanitario, anche grazie alla fruizione di servizi erogati dal sistema informativo regionale, adotta soluzioni tecnologiche ed organizzative che riducono il rischio derivante da un attacco ransomware. Oltre all'adozione di adeguate soluzioni tecnologiche per la protezione del dato, vengono, infatti, messe in atto anche misure organizzative, quali la formazione degli utenti e la predisposizione di disciplinari e regolamenti per la sensibilizzazione sul tema sicurezza, al fine di garantire un uso appropriato delle risorse tecnologiche.
Si rappresenta, infine, che recentemente la Giunta regionale ha approvato un provvedimento in merito alla cybersecurity, al fine di avviare un progetto di rafforzamento della sicurezza informatica.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, la parola alla collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie.
Ringrazio della risposta. Preciso che questo tipo di interrogazioni hanno il compito anche di fornire informazioni utili ai cittadini che si sono visti messi sotto la lente di ingrandimento a causa di questa situazione di abuso dei propri dati personali e delle proprie informazioni, anche da un punto di vista clinico.
C'è da dire una cosa. Sicuramente sarà interessante andare ad analizzare il processo messo in atto ora per il cyber sicurezza per quanto riguarda il progetto in risposta all'ultima terza domanda. Ovviamente, è importante capire che, nel momento in cui c'è la possibilità di avere un sistema ben gestito, anche in termini di gestione dei dati e di definizione delle analisi fatte dagli stessi medici durante la presa in carico del paziente, la notizia dell'utilizzo, per esempio, del programma Word per la gestione e la scrittura degli appunti e delle informazioni riguardo al paziente, una consuetudine, viste le comunicazioni e le condivisioni fatte anche dagli stessi soggetti interessati, è sicuramente una di quelle osservazioni che richiedono l'implementazione di un'attività di formazione e, allo stesso tempo, di messa a disposizione di adeguati sistemi informatici, proprio per evitare che l'attacco, da un punto di vista di cyber sicurezza, possa andare a buon fine.
L'utilizzo di programmi così diffusi e così sottoposti a rischi, dal punto di vista della sicurezza, sicuramente non sono da continuare. Per questo motivo andrò ad approfondire ulteriormente quanto scritto all'interno dell'interrogazione.
Ringrazio, intanto, per la condivisione.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alle IRS, quelle che aspettavano da un po' di tempo.
Tutte quelle del collega Possamai le rinviamo alla prossima volta.
Partiamo dalla IRS n. 179 della collega Zottis.

Interrogazione a risposta scritta n. 179 del 3 marzo 2022 presentata dai consiglieri Zottis e Giacomo Possamai relativa a "ZLS: PERCHÈ IL COMELICO È STATO ESCLUSO DALLE AREE ELEGGIBILI PER LA CARTA DEGLI AIUTI A FINALITÀ REGIONALE 2022-2027? LA GIUNTA INTENDE RIVEDERE LE PROPRIE SCELTE?"

L'interrogazione viene data per letta.
Prego ancora la collega De Berti, al posto dell'assessore Caner che oggi compie gli anni.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Auguri all'Assessore. Grazie, Presidente.
Sulla base dell'articolo 107, paragrafo 3, lettere a) e c), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la Commissione europea può considerare compatibili con il mercato interno, a determinate condizioni, aiuti alle imprese in talune regioni svantaggiate all'interno dell'Unione, garantendo contestualmente parità di condizioni tra gli Stati membri. Gli aiuti di Stato di questa tipologia sono definiti "aiuti a finalità regionale".
Per disciplinare la materia, il 19 aprile 2021 la Commissione europea ha adottato i nuovi Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027, comunicazione C/2021/2594 Final, di seguito Orientamenti, che stabiliscono i criteri per l'individuazione delle aree ammissibili, di cui all'articolo 107, paragrafo 3, lettere a) e c), del testo sul funzionamento dell'Unione europea. Tali orientamenti sono in vigore dal 1° gennaio 2022.
La procedura prevede che lo Stato membro presenti alla Commissione una proposta di delimitazione delle aree ammissibili a questi aiuti, avvalorata da uno specifico dossier informativo. A livello nazionale, si è stabilito che siano le Regioni stesse a proporre le rispettive delimitazioni e giustificazioni, che vengono, poi, verificate, collazionate e presentate alla Commissione europea. Come aree, ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del Testo sul funzionamento dell'Unione europea, l'Italia ha definito le Regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Per quello che concerne la designazione delle cosiddette zone C non predefinite, per un massimo del 9,99% della popolazione nazionale, a livello nazionale è stato effettuato un riparto di popolazione tra le regioni, su cui le Regioni applicano i criteri 1 e 5 degli Orientamenti come qui di seguito riportati.
Criterio 1: zone contigue con almeno 100.000 abitanti. In Italia tali zone devono essere situate in Province con un PIL pro capite inferiore o uguale alla media UE-27 oppure un tasso di disoccupazione superiore o uguale al 115% della media nazionale.
Criterio 5: zone contigue con almeno 50.000 abitanti, che stanno attraversando importanti cambiamenti strutturali o che sono in grave declino, purché non siano situate in regione NUTS 3 o in zone contigue che soddisfino le condizioni per essere designate come zone predefinite o le condizioni di cui ai criteri 1 e 4.
Il riparto di popolazione effettuato a livello nazionale ha attribuito al Veneto complessivamente 194.248 abitanti. Conformemente ai due precedenti criteri, con DGR n. 1507 del 2 novembre 2021, successivamente modificata dalla DGR 29 del 18 gennaio 2022, la Regione del Veneto ha, quindi, approvato la propria proposta di area ammissibile, ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), e l'ha trasmessa alle Autorità nazionali, ai fini dell'inoltro alla Commissione europea, cui spetta la definitiva approvazione della Carta.
Rispetto alla popolazione assegnata per il periodo 2014-2020, va sottolineato come il Veneto possa contare su una copertura di popolazione quasi raddoppiata, da circa 100.000 abitanti a 194.248 abitanti, che gli ha consentito, così, di allargare significativamente le aree nell'ambito della Carta.
Nello specifico, in base al punto 175, criterio 1 degli Orientamenti, è stata individuata una prima area in Provincia di Rovigo, che vede la parziale conferma dell'area precedente con l'aggiunta del Comune di Rovigo, per 93.271 abitanti. Il rispetto del criterio 1, che prevede zone contigue con almeno 100.000 abitanti, viene assicurato dalla contiguità con analoga area in Provincia di Ferrara. Come seconda e terza area, individuate ai sensi del punto 175, criterio 5 degli Orientamenti, quali zone contigue con almeno 50.000 abitanti, che stanno attraversando importanti cambiamenti strutturali o che sono in grave declino, sono state proposte rispettivamente alcune sezioni censuarie del Comune di Venezia, in sostanziale conferma dell'area della precedente programmazione con 50.138 abitanti, e 25 Comuni in Provincia di Belluno, per complessivi 50.835 abitanti, come meglio delineate dalla DGR n. 29/2022.
In applicazione del criterio 5 precitato, con riferimento ai 25 Comuni indicati in Provincia di Belluno, si sottolinea che tale area rappresenta, quindi, un inserimento nella Carta completamente nuovo rispetto al precedente periodo programmatorio 2014-2020.
L'individuazione dell'area del bellunese sconta le due principali limitazioni che hanno condizionato l'estensione territoriale e la scelta dei Comuni che ne potessero far parte. Vale a dire, uno, il limite di popolazione disponibile, pari a circa 50.000 abitanti e, due, la necessaria contiguità dei Comuni inclusi nell'area, come peraltro è avvenuto anche nella selezione delle aree della Provincia di Rovigo, ove si è dovuto includere il Comune di Bosaro, necessario per assicurare la contiguità con il Comune di Rovigo.
La scelta di selezionare i Comuni indicati nella DGR n. 29/2022 è basata su un'approfondita analisi della situazione generale del territorio provinciale, accompagnata da una dettagliata valutazione delle condizioni demografiche, sociali ed economiche caratterizzanti l'area in questione, dai fattori congiunturali recenti, rappresentati dai noti eventi di Vaia, dalla pandemia da Covid-19 e da ulteriori criticità.
È chiaramente emersa una situazione particolarmente complessa e problematica, restituendo in generale e globalmente l'immagine di una Provincia significativamente colpita dallo spopolamento e dalla presenza di una popolazione alquanto anziana, da un importante impoverimento del settore industriale danneggiato dalle chiusure delle attività produttive dovute all'emergenza sanitaria da Covid-19, da una decrescita del turismo accentuata dalla chiusura degli impianti sciistici, nonché dai danni provocati dalla tempesta Vaia, che ha avuto ingenti ripercussioni nel tempo su molteplici attività produttive.
Inoltre, la selezione delle aree individuate si basa, altresì, sullo studio della specifica presenza quantitativa di realtà imprenditoriali, con riferimento alle diverse tipologie, in particolare nel settore secondario, e della dimensione delle imprese medie e grandi. La presenza significativa di grandi e medie imprese ha costituito un fattore determinante nell'individuazione dell'area, in quanto sono proprio queste che possono trarre i maggiori benefici dall'applicazione della normativa degli aiuti a finalità regionale, tenuto conto anche del fatto che il settore industriale è quello che ha perso il maggior numero di addetti nell'ultimo decennio.
Si rappresenta, infatti, che il vantaggio principale dell'inclusione in un'area 107.3.c) consiste nella possibilità di usufruire di intensità di aiuto maggiore rispetto a quelle generalmente applicabili. La differenza con il regime ordinario di aiuti è significativa, soprattutto per le medie e grandi imprese.
Nell'ambito di questo quadro è ben nota la situazione del Comelico che, esattamente come tutti gli altri Comuni individuati come eleggibili, ai sensi dell'articolo 107, 3 c), del TFUE, sconta i problemi sopra elencati. Tuttavia, la chiusura delle Terme delle Dolomiti, il blocco del collegamento scioviario con la Val Pusteria e i lavori connessi alla ristrutturazione della galleria risultano essere legati esclusivamente al contesto peculiare del Comelico stesso e a specifiche contingenze rispetto alle quali l'inserimento del Comelico nella Carta degli aiuti a finalità regionale non risulterebbe utilmente efficace e risolutivo delle problematiche sottolineate.
Diversamente da quanto riportato dal titolo dell'interrogazione a risposta scritta n. 179 del 3 marzo 2022, si sottolinea che le aree individuate in Provincia di Belluno non appartengono alle proposte avanzate da Regione Veneto di Zona Logistica Semplificata, come invece vale riguardo alle aree individuate e proposte come eleggibili in Comune di Venezia e in Provincia di Rovigo. Non possono, quindi, usufruire di alcune agevolazioni di tipo fiscale, in particolare il credito d'imposta previsto per le ZLS. A tal fine, si sottolinea che la ZLS è una zona geografica delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita da aree non territorialmente adiacenti, purché presentino un nesso economico funzionale, che comprenda almeno un'area portuale con le caratteristiche stabilite dal Regolamento UE 1315/2013, collegato alla rete europea dei trasporti (TEN-T), decreto legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito con modificazioni della legge 3 agosto 2017, n. 23.
Risulta evidente dalla definizione sopra riportata che i territori della montagna bellunese che non presentino un nesso economico funzionale con il porto di Venezia non possono rientrare in ZLS.
In considerazione di quanto sopra esposto, la DGR n. 29/2022, che modifica la DGR n. 1507/2021, oltre ad essere pienamente in linea e conforme alla normativa europea, è frutto di un procedimento che ha attentamente ponderato le limitate scelte disponibili, al fine di agevolare al massimo il tessuto produttivo della Provincia di Belluno complessivamente considerato.
La proposta della Regione del Veneto, infatti, è stata considerata ricevibile dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per la Coesione territoriale, quindi inserita nel procedimento di notifica alla Commissione europea. Quest'ultima ha concluso la propria valutazione e ha approvato la Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027 per le aree 107.3.c), con decisione SA.101134 del 18 marzo 2022, inserendo tutte le aree proposte come eleggibili dalla Regione Veneto, di cui alla DGR n. 29/2022, considerando...

PRESIDENTE

Assessore, grazie, ma ha utilizzato tutto il tempo ‒ che era tantissimo ‒ a disposizione.
Manca ancora mezza pagina, che le verrà inviata. Perfetto.
Collega Zottis, vuole replicare?

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio, chiaramente, l'assessora De Berti, la Vicepresidente, che è qui e che mi ha dato risposta. Non sono soddisfatta, e i motivi sono più di uno. Il primo è che l'interrogazione è del 3 marzo 2022. Come al solito, per alcune risposte su alcuni argomenti veniamo a sapere prima dalla stampa il motivo per cui si sono fatte determinate scelte che dagli Assessori competenti. Questa credo sia assolutamente una mancanza totale di rispetto verso il Consiglio.
Chiaramente, non ce l'ho con l'assessore De Berti, ma con chi avrebbe potuto rispondere prima, perché quello che mi ha chiaramente detto se avessi fatto un collage dei vari articoli di stampa da marzo, aprile, maggio e giugno, lo avrei potuto apprendere tranquillamente senza la risposta in Aula, cosa chiaramente non conforme.
Detto questo, poi, non è vero che il titolo in qualche modo altera quella che è poi la realtà dei fatti, perché, in realtà, il titolo dice esattamente quella che è la realtà dei fatti. È vero che ci sono dei limiti prescritti dal Ministero per quanto riguarda le ZLS, ma bene ha letto la risposta che ho già ricevuto via e-mail – e ringrazio l'Assessore – che alcuni criteri sono stati comunque scelti della Regione Veneto, quindi sono una scelta politica.
Noi abbiamo già avuto più volte modo di dire che, secondo noi, alcuni elementi di criticità presenti anche nel Comelico devono essere comunque presi in carico e che erano degni di alcuni riconoscimenti. Per cui, non mi ritengo soddisfatta anche per questo motivo.
è chiaro che ci auguriamo che, in futuro, quello che è previsto dal nostro Statuto per quanto riguarda il bellunese, venga preso in considerazione in modo più specifico.
Grazie, comunque, alla Vicepresidente per la risposta e per la presenza.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 195 del collega Zanoni

Interrogazione a risposta scritta n. 195 del 5 maggio 2022 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "IMPIANTO PER CORSA DI LEVRIERI A MASERADA SUL PIAVE (TV): LA GIUNTA TUTELI L'AMBIENTE, GLI ANIMALI E LA LEGALITÀ"

Prego, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una vicenda che ha suscitato molte perplessità, in particolare nate nel Gruppo di minoranza di Maserada sul Piave, ma che poi hanno interessato anche molte associazioni che si occupano di tutela degli animali e molte associazioni che si occupano di tutela dell'ambiente.
Questo perché è stata autorizzata questa nuova pista da corsa di levrieri. Sembra una cosa d'altri tempi, eppure sta accadendo, è accaduto in Provincia di Treviso, a Maserada sul Piave. È un'area di 27.500 metri quadri adiacenti agli impianti sportivi Parabae.
Si tratta di un'area di pregio ambientale perché confina con Grave del Piave e Grave del Piave-Fiume Soligo-Fosso di Negrisia. Questi sono i due siti di importanza comunitaria di Rete Natura 2000.
è stata data una concessione per una durata di quindici anni, rinnovabile con un canone annuo di 4.000 euro e un investimento dichiarato da parte di ENCI Servizi S.r.l. di oltre 160.000 euro.
Il 25 maggio 2021 l'Amministrazione comunale, con una delibera, ha approvato questa proposta e successivamente c'è stata una deliberazione del Consiglio comunale del 29 giugno 2021.
La realizzazione dell'opera è stata subordinata all'ottenimento della formale autorizzazione tecnico-amministrativa del Comune e al preventivo nulla osta di Genio civile regionale, Soprintendenza per i beni ambientali e paesaggistici del Veneto.
Non risulta che il progetto sia stato sottoposto al parere VIncA regionale, nonostante l'impianto sorga a poche decine di metri dalla suddetta area Rete Natura 2000, che vi ho detto.
Rilevato che nel progetto approvato non viene tenuto minimamente conto dell'aspetto sanitario, dato che dalla documentazione agli atti non risulta essere presente una struttura ricovero animali, non è prevista un'area attrezzata per riprendere i cani tra una corsa e l'altra, non si fa cenno a un presidio medico veterinario e non viene chiesto nessun parere del settore della Polizia veterinaria e del servizio veterinario regionale, come previsto all'articolo 24 del DPR n. 320 del 1954, Regolamento di Polizia veterinaria.
Considerato che la notizia della concessione dell'area per la realizzazione di una pista da corsa per levrieri attirerebbe appassionati dalla vicina Austria e Slovenia, oltre che da tutta la regione, ha destato grande preoccupazione tra la popolazione e tra le associazioni di tutela degli animali e dell'ambiente, non solo per gli aspetti sanitari del benessere degli animali, ma anche per le attività non sempre lecite che spesso sono collegate alle corse dei cani, è stata infatti lanciata una petizione online che all'epoca dell'interrogazione, 5 maggio 2022, aveva 9.400 firme (mi pare abbia superato le 20.000 e più) che riporta questo: al di là del fatto che le corse amatoriali sono legali, storicamente le corse dei cani attirano spesso interessi illeciti, cioè scommesse clandestine, al di là della volontà e della responsabilità degli organizzatori.
Inoltre, la presenza di questa pista e le iniziative connesse, aperte anche agli altri Paesi europei, potrà incentivare l'importazione di Greyhound da Paesi come l'Irlanda, alimentando l'industria del Greyhound Racing, che sfrutta ed elimina migliaia di cani tutto l'anno.
Tutto ciò premesso, si chiede all'Assessore regionale alla Sanità e all'Assessore all'Ambiente per quale motivo il progetto non sia stato sottoposto a VIncA, malgrado l'impianto sorga a due passi da un'area protetta appartenente a Rete Natura 2000 nel comprensorio del fiume Piave; se la Regione, a tutela della salute e del benessere degli animali, intenda disporre controlli per prevenire eventuali atti di maltrattamento come previsto dall'articolo 24 del DPR n. 320/1954, Regolamento di Polizia veterinaria; e, infine, se la Regione intenda sostenere controlli finalizzati alla prevenzione di possibili attività criminose, quali le scommesse clandestine.

PRESIDENTE

Grazie.
La Vicepresidente risponde al posto dell'assessore Corazzari. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione in esame, considerato che il quesito posto involge attività espletate dal Comune di Maserada sul Piave (Treviso), la Direzione Valutazioni ambientali, Supporto giuridico e contenzioso, con nota protocollo n. 264413 del 10 giugno 2022, ha ritenuto indispensabile acquisire previamente le necessarie informazioni presso la suddetta Amministrazione.
In particolare, veniva evidenziata la necessità di avere riscontro in merito al rispetto, in sede di approvazione comunale del progetto concernente l'impianto per l'allenamento e le corse amatoriali di cani di razza levriera, da realizzarsi sul territorio comunale, delle disposizioni previste dall'articolo 5 del DPR n. 357 del 1997 e seguenti modificazioni e dall'articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE Habitat in materia di valutazione di incidenza sui siti di Rete Natura 2000, stante la presenza dei seguenti siti: Grave del Piave e Grave del Piave-Fiume Soligo-Fosso di Negrisia.
In data 13 giugno 2022, nota protocollo regionale 291059 del 29 giugno 2022, l'Amministrazione comunale interpellata rispondeva che, in sede di approvazione comunale del progetto per la realizzazione della struttura cinofila, è stata depositata, ai sensi del DPR n. 357/1997 della direttiva 92/43/CEE Habitat, dal professionista incaricato idonea dichiarazione di non necessità di valutazione di incidenza, Allegato E della DGR n. 1400 del 29 agosto 2017.
In successiva data, per alcuni adeguamenti alle opere in corso di esecuzione, ma anche per dettagliare e approfondire i contenuti della precedente dichiarazione, è stata depositata nuova dichiarazione ribadendo la non necessità della VIncA.
Alla nota comunale veniva allegata dichiarazione di non necessità di valutazione di incidenza al progetto di variante al permesso di costruire del 9 marzo 2022 per la realizzazione di una struttura per la cinofilia a firma del dottor Roberto Cazziola datata 18 maggio 2022, riconducendo il caso all'ipotesi 23 del paragrafo 2.2 della DGR n. 1400 del 29 agosto 2017.
Con nota protocollo 314605 del 15 luglio 2022, la Direzione Valutazioni ambientali, Supporto giuridico e contenzioso, chiedeva ulteriori informazioni al fine di verificare il titolo autorizzativo dell'impianto previsto all'articolo 2 dello schema di convenzione per la concessione di un'area adiacente agli impianti sportivi Parabae, approvato con delibera di Consiglio comunale n. 33 del 29 giugno 2021, nonché il rispetto del procedimento di valutazione di incidenza, la pertinenza delle valutazioni specifiche di non necessità in essa contenute.
In data 3 agosto 2022, con nota protocollo n. 342133 del 3 agosto 2022, il Comune comunicava di aver rilasciato, in data 9 marzo 2022, il permesso di costruire per la realizzazione della struttura per la cinofilia che allegava, unitamente alla dichiarazione di non necessità di valutazione di incidenza, in data 7 marzo 2022, a firma del geometra Loris Callegari e alla successiva nota di errata corrige priva di data del medesimo professionista.
Dall'esame degli atti comunali pervenuti si evince che l'Amministrazione comunale ha fatto propria la documentazione prodotta dal proponente in materia di valutazione di incidenza, secondo le forme ammesse dalla DGR n. 1400 del 2017, per le situazioni riconducibili al paragrafo 2.2 dell'allegato A di tale delibera.
Tale elemento è sufficiente per escludere che il Comune non abbia tenuto conto degli obblighi previsti dall'articolo 5 del DPR n. 357 del 1997 e seguenti e dalla disciplina regionale in materia, ancorché l'esito della verifica non risulti esplicitamente indicato nel permesso di costruire 5409 rilasciato dal Comune in data 9 marzo 2022.
Quanto agli aspetti sollevati dall'interrogazione in esame e concernenti la tutela della salute e del benessere animale, nonché l'attività di controllo per prevenire eventuali atti di maltrattamento, si riporta che la Direzione Prevenzione Sicurezza Alimentare e Veterinaria, con nota 259500 dell'8 giugno 2022, ha comunicato di non ravvisare alcuna competenza sull'argomento.
Tuttavia, ha evidenziato che l'articolo 24 del DPR n. 320 del 1954, regolamento di Polizia veterinaria, così come modificato dall'accordo Stato-Regioni recepito con DPCM 28 febbraio 2003, n. 305, prevede che l'autorizzazione all'apertura di un cinodromo sia rilasciata dal Sindaco del Comune competente per territorio, previo sopralluogo, con esito favorevole del Servizio veterinario esclusivamente per gli aspetti sanitari.
Inoltre, il DPR n. 320 del 1954 non prevede nessun settore della Polizia veterinaria del Servizio veterinario regionale. Infine, anche per quanto indicato al paragrafo che precede, si ritiene che l'attività di controllo finalizzata alla prevenzione di possibili attività criminose, quali le scommesse clandestine, non spetti alla Regione, ma unicamente alle autorità di Polizia giudiziaria.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zanoni, per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Grazie anche all'Assessore per la risposta articolata, visto che le questioni sottoposte sono relative a tre aspetti, la tutela dell'ambiente, la tutela degli animali e la legalità.
Per quanto riguarda la questione ambientale, devo dire di non essere soddisfatto, e spiego il perché. Come viene ricostruito dall'Assessore, è stata depositata una VIncA, ovvero un documento di non necessità di VIncA da parte di un professionista.
Innanzitutto, siamo in un'area che è proprio a ridosso di un'area Rete Natura 2000 e per qualsiasi area a ridosso di Rete Natura 2000, applicando i criteri della stessa Giunta regionale, di solito le VIncA devono essere fatte, devono essere realizzate. Tant'è vero che quella è un'area a prato stabile, una delle poche che abbiamo, che anche in un passato non tanto lontano è stata oggetto di vigilanza anti-bracconaggio perché in quell'area sostano e transitano specie avifaunistiche di interesse comunitario. Quindi, è un'area naturale a tutti gli effetti.
Dopodiché, si dice che il Comune ha fatto propria la documentazione prodotta dal proponente in materia di valutazione di incidenza ambientale. Mi sto chiedendo: come fa la Regione, come fa l'Assessore a dire che una procedura così adottata, dove si prevede l'esclusione di VIncA e dove il professionista geometra Loris Callegari manda una seconda nota di errata corrige priva di data? Come può essere possibile che, al giorno d'oggi, in un Comune italiano, venga preso per buono un documento senza data? A mio avviso, ci sono degli aspetti relativi a questa procedura che gridano vendetta, perché non è possibile, è inaccettabile.
Credo che se noi mandiamo una interrogazione o qualsiasi documento senza la data non la accettano neanche a noi Consiglieri. La data è fondamentale. È stato dato per buono un documento, tra l'altro di errata corrige, privo di data. Credo che il Comune abbia commesso, in questa procedura, degli errori sostanziali. C'è anche un ricorso al TAR, quindi vedremo poi gli esiti di questo ricorso.
Poi c'è la questione della tutela animale. È vero, come dice l'Assessore, che le competenze per il rilascio di questa autorizzazione sono di competenza del Sindaco, ma è anche vero che la Regione, bene o male, avendo all'interno della raccolta delle proprie leggi approvate fino ad ora anche una norma sulla tutela del benessere degli animali da affezione, sicuramente voce in capitolo ne ha. Non possiamo dire che la Regione non ha voce in capitolo su questo.
Per quanto riguarda la questione, invece, della legalità, e mi riferisco alla questione delle scommesse clandestine, qui – sto cercando il testo dell'interrogazione – c'è un equivoco. Questo lo vorrei dire all'Assessore, perché si dice che nella risposta non ci sono competenze per la questione dell'attività di controllo. Ma la domanda era ben precisa e non chiedeva alla Regione di fare i controlli sulla criminalità. La domanda era chiara, palese: "se la Regione intenda sostenere controlli finalizzati alla prevenzione di possibili attività criminose quali le scommesse clandestine". La Regione, sappiamo, ha numerosi protocolli in essere con forze di Polizia giudiziaria, Guardia di finanza, Carabinieri forestali e quant'altro, ed era quello il contesto al quale si fa riferimento. Come se noi Consiglieri non sapessimo che le attività di Polizia giudiziaria la Giunta regionale non le può fare. Non le può fare, però appunto ha questi protocolli firmati.
Mi reputo quindi insoddisfatto, in particolare per la prima parte sulla questione della VIncA: non possiamo relegare a pure scartoffie l'adempimento previsto dall'articolo 6 della Direttiva Habitat importantissimo per tutelare l'ambiente della nostra Regione.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRS n. 201, ancora del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta scritta n. 201 del 17 maggio 2022 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Montanariello e Zottis relativa a "ALBERONI: IL COMUNE DI VENEZIA HA CONCESSO ALLO STABILIMENTO BALNEARE "ACQUARIUS" UN NUOVO PERMESSO DI COSTRUIRE OMETTENDO LE PROCEDURE PARTECIPATIVE PREVISTE DALLE LINEE GUIDA NAZIONALI VINCA? LA REGIONE INTENDE FAR LUCE SU TALE VICENDA?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una vicenda datata che ha coinvolto molte associazioni di tutela dell'ambiente. è un'interrogazione del 17 maggio 2022, sottoscritta anche dai colleghi Bigon, Montanariello e Zottis, che fa riferimento a questo stabilimento balneare "Aquarius", sito in località Alberoni al Lido di Venezia, che è nella cosiddetta Rete Natura 2000.
è stato contestato dai cittadini e dalle associazioni locali essendo sorto su quest'area protetta, area Dune, tra le più preziose dell'Alto Adriatico, Rete Natura 2000. Contro lo stabilimento nel luglio 2020 diversi comitati e associazioni locali, come ad esempio il comitato ambientalista Altro Lido, WWF Sezione di Venezia, Estuario Nostro, Venezia Cambia, Italia Nostra, LIPU di Venezia, avevano fatto ricorso al TAR e presentato un esposto in Procura per presunto danno ambientale.
Da un articolo de "La Nuova Venezia" del 9 aprile 2021, si apprende che il TAR del Veneto aveva ritenuto illegittimo il conferimento del permesso di costruire al suddetto stabilimento balneare, nonostante lo stabilimento fosse ormai stato realizzato, pensate un po', in ragione del fatto che non era stata posta in essere la valutazione di incidenza ambientale, la VIncA, quella di cui parlavamo nell'interrogazione precedente, procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi progetto che possa avere incidenze significative sul sito di Rete Natura 2000.
Recentemente il Comune di Venezia avrebbe lasciato un ulteriore permesso di costruire sul medesimo sito ove sorge lo Stabilimento balneare "Aquarius".
Con un'intesa sancita il 28 novembre 2019 in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni sono state adottate le linee guida nazionali per la VIncA in base alla Direttiva Habitat. Il suddetto provvedimento dispone che le autorità competenti per la valutazione di incidenza si impegnino alla pubblicazione sui propri siti web, nella fase iniziale del procedimento, di tutte le informazioni rilevanti ai fini del processo decisionale concernenti la proposta da valutare, garantendo la possibilità di presentare eventuali osservazioni alla stessa.
Il termine di presentazione delle osservazioni è di 30 giorni, a decorrere dal momento della pubblicazione online. In caso l'autorità competente richieda integrazioni o venga modificata la proposta, i 30 giorni decorrono nuovamente dal momento in cui dette informazioni vengono rese disponibili ai cittadini.
Nell'espressione del parere dell'autorità competente si impegna a valutare e a tenere adeguatamente conto dei risultati del processo di partecipazione del pubblico e a fornire, mediante pubblicazione online, le informazioni sulla decisione adottata, il testo della decisione e dell'atto autorizzato, nonché i motivi e le considerazioni su cui essa si fonda.
Risulta allo scrivente che la suddetta procedura sia stata del tutto omessa da parte del Comune di Venezia, privando in tal modo la cittadinanza del proprio diritto a partecipare, esprimendosi attraverso la presentazione di osservazioni su progetti potenzialmente deleteri per i fragili equilibri ambientali che caratterizzano l'area naturalistica in questione.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri chiedono all'Assessore all'ambiente se la Giunta regionale intenda intervenire nella vicenda suesposta, facendo luce sui motivi della mancata osservanza da parte del Comune di Venezia delle procedure previste dalle linee guida nazionali per la Valutazione di Incidenza della Direttiva 92/43/CEE Habitat al fine di garantire a cittadini, associazioni e comitati il diritto di partecipare, tramite la presentazione di osservazioni, a decisioni potenzialmente molto impattanti sull'ambiente e sull'habitat degli Alberoni del Lido di Venezia. Alberoni del Lido di Venezia che fanno parte della Rete Natura 2000, che purtroppo è sottoposta, nella nostra Regione ma non solo, a numerosi interventi, i quali non vedono seguire le corrette procedure previste dall'articolo 6 della Direttiva Habitat.
Costituiscono queste aree una percentuale minima del nostro territorio regionale e rappresentano gli ultimi baluardi di ambiente e di natura che abbiamo nella nostra regione. La natura e l'ambiente sono adesso tutelati anche dalla Costituzione. Cerchiamo, almeno lì, di essere molto rigidi nell'applicare le norme di tutela, altrimenti se andiamo avanti così, tra i cambiamenti climatici, la siccità e il consumo del suolo, alle future generazioni resterà ben poco di quella che è la nostra bellissima natura.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Calzavara, al posto dell'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti. In relazione all'interrogazione in esame, considerato che il quesito posto coinvolge attività espletate dal Comune di Venezia, la Direzione Valutazioni ambientali, Supporto giuridico e contenzioso, con nota protocollo n. 268591 del 14 giugno 2022, ha ritenuto indispensabile acquisire previamente le necessarie informazioni presso la suddetta Amministrazione.
Con nota acquisita al protocollo regionale 282352 del 23 giugno 2022, a firma del Direttore della Direzione Sviluppo del territorio e Città sostenibile del Comune di Venezia, sono state fornite le informazioni richieste e dichiarato il rispetto delle disposizioni contenute nelle linee guida nazionali per la Valutazione di incidenza, Direttiva 92/43/CEE Habitat, adottate con un'intesa sancita il 28 novembre 2019 in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni per quanto concerne gli aspetti partecipativi del pubblico e del procedimento di Valutazione di incidenza per l'approvazione del progetto concernente lo stabilimento "Aquarius" sito in località Alberoni al Lido di Venezia.
Secondo quanto riferito nella nota comunale, il progetto in esame è sottoposto, ai fini del rilascio del permesso di costruire, avvenuto in data 20 aprile 2022, all'acquisizione di numerosi pareri ambientali, tra cui quello favorevole sulla Valutazione di incidenza rilasciato con nota protocollo 2022/86904 del 24 febbraio 2022 del Servizio Valutazioni Ambientali del Comune, "secondo le procedure previste dalle nuove linee guida nazionali per la Valutazione di incidenza, screening di primo livello, ed eseguito sulla base delle valutazioni dello schema previsto dal format di screening per i valutatori, nonché ulteriormente verificata secondo la guida metodologica per la Valutazione di incidenza, procedure e modalità operative ai sensi della DGR 1400 del 29 agosto 2017".
Le linee guida nazionali sopra richiamate affidano alla "discrezionalità" dell'autorità competente per la VIncA in relazione alla fattispecie di Valutazione di incidenza non inclusa nelle procedure di cui al decreto legislativo 152/2006 e condotta ai sensi dell'articolo 5 del DPR 357/97 e in particolare per il primo livello di essa, cosiddetta fase di screening, la decisione sulla pubblicazione sul sito web dell'avvio del procedimento e della relativa documentazione in considerazione della consistenza della proposta e della necessità di approfondimenti coi portatori di interesse.
Nel caso di specie, il Comune, autorità competente per la VIncA, ha ritenuto, nell'esercizio della discrezionalità riconosciuta dalle linee guida nazionali, di non procedere alla pubblicazione dell'avvio del procedimento e della documentazione di progetto, ma di limitarsi alla sola pubblicazione web del parere conclusivo relativo allo screening di VIncA e del permesso di costruire.
Le motivazioni addotte circa la scelta effettuata sono le seguenti: lo screening di VIncA costituisce fase endoprocedimentale rispetto al permesso di costruire ex articolo 10/22, pratica SUAP (con una serie di numeri); secondo, evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi privati ex articolo 5 del decreto legislativo 33/2013.
Il Comune riferisce inoltre di aver assicurato alle associazioni ambientaliste locali richiedenti la partecipazione al procedimento ai sensi dell'articolo 9 della legge 241/1990, le quali quindi "sono state informate tempestivamente del prosieguo dell'attività con la possibilità di inviare memorie e/o osservazioni e partecipare in tal modo al procedimento in maniera costruttiva".
Da quanto sopra riportato emerge che l'azione dell'Amministrazione comunale si è comunque inserita nell'ambito del quadro normativo regionale in materia e ha fatto applicazione delle garanzie partecipative previste dalla legge n. 241/1990.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per aver letto la risposta.
Questo intervento in un ambito naturale – Rete Natura 2000, ricordo, sono poche aree protette nei vari Stati dell'Unione, tutelate a nome dell'Unione europea, a nome dei 503 milioni di cittadini dell'Unione europea – è relativo, in questo caso, a un intervento del Comune di Venezia in questa area naturale. Praticamente stiamo parlando dello stabilimento balneare "Aquarius" all'interno di Rete Natura 2000.
In questo caso viene detto che è stata rispettata la procedura e che, per quanto riguarda un procedimento particolare della procedura, il Comune, nell'esercizio della discrezionalità riconosciuta dalle linee di guida nazionali, ha deciso di non procedere alla pubblicazione dell'avvio del procedimento e della documentazione di progetto. Qui si parla di un progetto che ha degli impatti diretti evidenti sul sito ambientale e naturale. La prova viene dal fatto che il sito è uscito da Rete Natura 2000. Più chiaro di così!
Tutta la giurisprudenza e tutta la normativa in essere per quanto riguarda l'ambiente prevedono massima trasparenza, quindi non si può negare un progetto, non si può tenere nascosto un progetto che ha questi riscontri, che ha queste ripercussioni sul territorio, tra l'altro in un contesto dove precedentemente c'era stato anche un ricorso al TAR vinto dai ricorrenti. Ma è evidente che c'è un interesse pubblico relativo all'ambiente in quel contesto, in quella fattispecie. Veramente è una scelta, questa del Comune, che è inspiegabile. C'è proprio una volontà, a mio avviso, di censura su atti che invece devono avere massima trasparenza. Ma questa volontà di censura viene confermata proprio in questa risposta all'interrogazione, perché si dice che il Comune ha deciso di non procedere alla pubblicazione dell'avvio del procedimento e della documentazione di progetto, ma di limitarsi alla sola pubblicazione web del parere conoscitivo relativo allo screening di VIncA. Si dice che le motivazioni addotte circa la scelta effettuata sono le seguenti: lo screening di VIncA costituisce fase endoprocedimentale, ma soprattutto "evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi privati ex articolo 5, comma 2, decreto legislativo 33/2013".
Qui, per tutelare degli interessi privati, si pone una censura su documenti di carattere ambientale che hanno evidenti ripercussioni su un sito naturale di Rete Natura 2000, istituito grazie a una direttiva comunitaria, ripeto, a nome di 503.000.000 di cittadini dell'Unione europea.
Credo che questa affermazione sia di una gravità veramente inaudita, perché non ci sono interessi privati superiori su un sito di Rete Natura 2000. Posso comprendere, e questo viene previsto anche dalla Direttiva, se ci sono interessi strategici degli Stati membri per questioni, ad esempio, di protezione civile. E allora questo potrebbe essere anche ammesso perché ci sono delle deroghe su questo per quanto riguarda le direttive comunitarie, ma parlare di "non pubblico il progetto perché potrei pregiudicare gli interessi privati" è giuridicamente una bestemmia ed è una cosa che è intollerabile. Non si può veramente tollerare. Io mi sarei aspettato che, di fronte a una cosa del genere, la Giunta regionale rispondesse per le rime a questa presa di posizione che non è una discrezionalità, perché la si vende come discrezionalità, ma invece questa, a mio avviso, è una violazione della normativa comunitaria e delle direttive statali in merito.
 
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo al punto successivo, l'interrogazione n. 233 presentata dai colleghi Zanoni, Bigon ed altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 233 del 13 luglio 2022 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni relativa a "LA GIUNTA REGIONALE INTENDE METTERE IN ATTO MISURE DI PREVENZIONE E RIDUZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE DERIVANTE DAI RALLY AUTOMOBILISTICI SVOLTI NELLE AREE PROTETTE DELLA RETE NATURA 2000?"

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Oggi abbiamo delle interrogazioni a tema Rete Natura 2000, perché anche questa interrogazione che abbiamo depositato – sono firmatari anche i colleghi Bigon, Guarda, Lorenzoni – riguarda appunto Rete Natura 2000. Dal 19 al 20 febbraio 2022, quindi all'inizio di quest'anno, si è svolto il 18° Rally Colli Trevigiani che ha interessato ben tre aree protette: ZPS Massiccio del Grappa, ZSC Montello e ZSC Colli Asolani. Sono degli habitat veramente importantissimi anche per determinate specie di fauna selvatica. La manifestazione, partita dal Comune di Cavaso del Tomba, ha attraversato il territorio di vari Comuni, tra i quali il Comune di Monfumo, che ha temporaneamente modificato la circolazione di varie strade comunali per consentirne lo svolgimento. Quindi per queste gare impediamo ai cittadini di percorrere delle strade che normalmente percorrono.
Le attività relative a un rally automobilistico possono rappresentare per la fauna locale una minaccia diretta, gli impatti, e indiretta, rumori derivati da mezzi e da persone che possono causare l'allontanamento di popolazioni ornitiche in riproduzione. Inoltre, possono comportare rischi di incendio per la vegetazione e danni dovuti al calpestio degli spettatori lungo il percorso. Infine, dopo manifestazioni sportive del genere, nelle aree coinvolte giacciono sovente i rifiuti abbandonati di vario genere.
Considerato che per lo svolgimento del suddetto rally non risulta sia stata effettuata la Valutazione di incidenza ambientale.
Tenuto conto che l'articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE prevede – pensate, eravamo ancora Comunità economica europea quando è stata fatta questa direttiva, quindi la dovremmo conoscere a menadito – alcune disposizioni riguardanti la conservazione degli habitat e delle specie in rapporto alle attività socio-economiche per il raggiungimento degli obiettivi della Rete Natura 2000. In particolare i paragrafi 3 e 4 relativi alla VIncA dispongono misure preventive e procedure progressive volte alla valutazione di possibili incidenze significative negative determinate da piani e progetti non direttamente connessi o necessari alla gestione di un sito Rete Natura 2000.
Con la delibera della Giunta regionale 1400 del 2017 "Nuove disposizioni relative all'attuazione della Direttiva comunitaria 92/43/CEE" e del relativo decreto del Presidente della Repubblica, il 357 del '97, la Giunta regionale ha approvato la nuova guida metodologica per la valutazione di incidenza, procedure e modalità operative. Rilevato che il Ministero dell'Ambiente, in risposta a un'interrogazione parlamentare relativa al rally automobilistico disputato nel febbraio scorso all'interno del Parco del Vesuvio, che non avrebbe potuto svolgersi in mancanza di una valutazione d'incidenza ambientale, ha sottolineato che non si può fare a meno di evidenziare che il mancato espletamento di valutazione di incidenza ambientale non appare conforme né al DPR 357 né ai requisiti richiesti dal documento gestione siti Natura 2000. Considerato, inoltre, che la vicenda potrebbe esporre a rilievi da parte della Commissione europea, il Ministero sta seguendo con la massima attenzione la questione ed è in attesa di aggiornamenti da parte dei Carabinieri Forestali, all'esito dei quali provvederà ad adottare ulteriori iniziative.
Tutto ciò premesso, come Consiglieri regionali abbiamo chiesto all'Assessore all'ambiente se intende attivare delle verifiche in merito alle procedure di autorizzazione adottate per lo svolgimento del 18° Rally Colli Trevigiani; quali misure intende adottare per prevenire e ridurre l'impatto ambientale derivante dai rally automobilistici svolti in aree protette di Rete Natura 2000.
Sono aree che sono state protette in base alla Direttiva Habitat e alla Direttiva Uccelli proprio perché queste aree – che, dicevo, ricoprono una minima percentuale del nostro territorio – vengono tutelate per la presenza di questa fauna selvatica, perché se non c'era questa fauna selvatica non avrebbero fatto queste aree tutelate. Pertanto, almeno in queste poche aree, cerchiamo di rispettare le norme. In questo caso non è stata fatta la VIncA nonostante – voi lo potete immaginare, noi l'abbiamo anche scritto – una presenza di questi veicoli a motore molto rumorosi in queste aree crei tutti gli impatti che abbiamo descritto.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione in esame, considerato che il quesito posto coinvolge una manifestazione sportiva, il 18° Rally automobilistico dei Colli Trevigiani, svoltasi in data 19 e 20 febbraio 2022, che ha interessato i territori dei Comuni di Alano di Piave, Monfumo, Maser, Cavaso del Tomba, Nervesa della Battaglia, Giavera del Montello e Pederobba, la Direzione Valutazioni ambientali, Supporto giuridico e contenzioso, con nota 443717 del 27 settembre 2022, ha ritenuto indispensabile acquisire previamente le necessarie informazioni presso le suddette Amministrazioni e presso la Provincia di Treviso, Settore ambiente e pianificazione territoriale. In particolare veniva evidenziata la necessità di conoscere se in sede di autorizzazione della manifestazione in argomento fosse stata svolta e con quali modalità la procedura prevista dall'articolo 5 del DPR 357 del 1997 e seguenti modificazioni e dall'articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE Habitat in materia di Valutazione di Incidenza sui siti di Rete Natura 2000. Le Amministrazioni comunali di Pederobba in data 30 settembre 2022 e di Nervesa della Battaglia in data 10 ottobre 2022 davano riscontro negativo.
L'Amministrazione comunale di Alano di Piave comunicava con nota 10 ottobre 2022 che l'istruttoria autorizzativa era stata seguita e curata dall'Ente Provincia Treviso e Belluno con l'emissione del provvedimento finale e riteneva l'iter amministrativo correttamente eseguito. La Provincia di Treviso in data 12 ottobre 2022 comunicava di aver assolto alla procedura di Valutazione di Incidenza facendo applicazione dell'allegato A della DGR 1400 del 29 agosto 2017, paragrafo 2.2, lettera b), punto 22, dal momento che il tracciato di gara aveva interessato la viabilità ordinaria. Per la fattispecie sottesa alle disposizioni, ossia per le manifestazioni sportive purché con l'utilizzo esclusivamente di strade o piste o aree attrezzate esistenti, la valutazione di incidenza non risulta infatti necessaria, così come tale Amministrazione aveva già avuto modo di accertare in occasione della precedente manifestazione sportiva del nominato Rally della Marca.
Da quanto sopra riportato, emerge che la Provincia di Treviso ha agito conformemente al quadro normativo regionale. Nessuna considerazione può invece essere svolta con riguardo al caso segnalato in chiusura dell'interrogazione riferito al Rally disputato all'interno del Parco del Vesuvio, di cui non si conoscono gli elementi di riferimento per poterlo debitamente rapportare alla manifestazione posta all'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, collega De Berti.
Consigliere Zanoni, in replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dire di essere esterrefatti per una risposta del genere è dire poco, nel senso che risulta che la Provincia abbia stabilito che in questo caso non era necessaria la VIncA perché noi abbiamo quella DGR citata, la quale dice, all'allegato A, che queste attività non devono essere sottoposte a VIncA.
Bisognerebbe capirci e capire, se facciamo parte dell'Unione europea, se vogliamo applicare o meno la Direttiva Habitat. Come ci ricorda anche il Ministero, nell'applicazione del DPR n. 357/97 per quanto riguarda i siti Natura 2000, la VIncA deve essere fatta in casi di manifestazione del genere.
Io, quindi, inviterei l'Assessore a rivedere quella delibera, perché i tempi, anche rispetto alla delibera sono cambiati, sono mutati considerevolmente. Abbiamo subìto come Regione, come Unione europea, ma anche a livello globale, delle ripercussioni importanti per quanto riguarda i cambiamenti climatici. Le popolazioni di fauna selvatica, in particolare l'avifauna, in Europa sono diminuite dal 30, al 40 e anche al 50-60% a seconda delle specie. Dovremo quindi veramente considerare maggiori gradi di tutela, non dico ovunque, ma almeno in quei francobolli che abbiamo deciso, in concertazione con lo Stato e l'Unione europea, di tutelare come Rete Natura 2000.
Almeno in queste aree quindi cerchiamo di adottare quelle misure utili a tutelare l'ambiente e la fauna selvatica. Questo lo dobbiamo alle generazioni che verranno dopo di noi, che saranno sicuramente molto più sfortunate perché troveranno sicuramente molto meno ambiente e molta meno natura.
Adesso la natura e l'ambiente sono tutelati anche dalla Costituzione italiana. Quindi, a fronte di questa presa d'atto, grazie ad una delibera della Giunta regionale non si fanno le valutazioni di incidenza previste dalla Direttiva Habitat.
Preso atto che adesso abbiamo anche la Costituzione che tutela l'ambiente, invito l'Assessore ad approfondire questa tematica e a rivedere la DGR che automaticamente esclude dall'applicazione della valutazione d'incidenza ambientale determinate manifestazioni. E lo dico anche perché è una responsabilità molto importante quella che si assume una Regione. La stessa Regione, l'attuale Amministrazione, ricordo, ha emanato lei stessa un documento che si chiama "Veneto sostenibile", con tutti i Goal dell'Agenda 2030 ed è la stessa Giunta regionale che ammette che, per quanto riguarda la tutela della biodiversità, abbiamo grosse lacune. Siamo indietro ed è uno degli obiettivi sui quali siamo più indietro per arrivare al goal, cioè arrivare all'obiettivo.
Quindi, messe assieme tutte queste cose, veramente esorto, per il bene dei veneti, per il bene di tutti i cittadini, a rivedere quella delibera perché effettivamente non corrisponde alla norma europea, ma soprattutto è fuori dal tempo, perché i tempi purtroppo sono cambiati e le esigenze di tutela della natura sono assolutamente aumentate.

PRESIDENTE

Non ci sono altre interrogazioni. Passiamo all'ordine del giorno del Consiglio.
PUNTO
11
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CENTENARO, SCATTO, OSTANEL E VENTURINI RELATIVA A "VENGA TROVATA UNA SEDE PERMANENTE ALLA MOSTRA "AMOR MI MOSSE, CHE MI FA PARLARE" DEDICATA A DANTE ALIGHIERI". (MOZIONE N. 306) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 146/2022)

PRESIDENTE

Siamo alle mozioni.
Iniziamo con la mozione n. 306, presentata dai colleghi Centenaro e Scatto.
Prego, collega Centenaro.

Giulio CENTENARO (Zaia Presidente)

Buongiorno a tutti. Grazie, vicepresidente Finco, per avermi concesso la parola.
Volevo riassumere questa mozione consiliare presentata ancora il 4 maggio scorso, che richiede un impegno alla Giunta regionale di dare un'adeguata collocazione permanente alla mostra "Amor mi mosse, che mi fa parlare" dedicata a Dante Alighieri, del professor Romeo Sandrin, ospitata fino al 31 agosto scorso nella splendida Villa Contarini di proprietà della Regione Veneto a Piazzola sul Brenta in Provincia di Padova.
Nel testo della mozione ovviamente ci sono dei riferimenti temporali non aggiornati, in quanto nel momento della presentazione di questa mozione la mostra era ancora esposta.
Per chi non avesse visitato la mostra, pensate che molti personaggi della Divina Commedia, in particolare quelli dell'Inferno, sono stati modellati nella realtà con maestria e passione dall'artista veneto, il professor Romeo Sandrin. In occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, il professor Romeo Sandrin ha dedicato all'Inferno della Divina Commedia gran parte del suo lavoro. Tenete conto che ben settanta opere realizzate dall'artista in sei lunghi anni sono state esposte nei saloni, nei due piani di un'ala della maestosa Villa Contarini.
La scelta di una mostra d'arte per rinnovare e approfondire la conoscenza di Dante Alighieri è stata pensata per dare forma al viaggio della Commedia e renderla fruibile ad un pubblico di più generazioni. È una mostra altamente didattica, con varietà di tecniche, di materiali impiegati e diversità di grandezze. L'artista ha spaziato dalla scultura a tutto tondo, dal basso rilievo all'alto rilievo, quindi alla terracotta, alla ceramica, al legno, al bronzo, alla resina e all'acciaio.
Di queste sculture, la maggior parte sono di media altezza e non superano il metro. Dieci opere non superano i due metri e cinque, invece, sono decisamente più impegnative, sia in termini di peso che di altezza, infatti variano dai 2,5 metri ai 3 metri di altezza.
Tutto ciò considerato, con la presente mozione consiliare si richiede, pertanto, di impegnare la Giunta regionale a valutare, visto il gran valore artistico di queste opere, di dare un'adeguata collocazione permanente alla mostra "Amor mi mosse, che mi fa parlare" del professor Romeo Sandrin.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, consigliera Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Per richiedere la sottoscrizione della mozione al collega, se d'accordo. Intervengo anche per ricordare che, al di là di una mozione importante, forse quello che potremmo fare è provare anche a chiedere all'Assessore competente, magari venendo in Commissione Cultura, e penso anche che la consigliera Scatto, visto che ha firmato la mozione, potrebbe essere d'accordo, per capire davvero quali sono le soluzioni che abbiamo di fronte.
Non credo sia difficile riuscire ad ottenere un risultato per una mostra esistente, che è già stata ospitata all'interno di un sito di proprietà della Regione del Veneto e che potrebbe sicuramente o trovare un'alternativa oppure continuare a persistere anche all'interno di quei luoghi.
Chiedo, quindi, la sottoscrizione al collega, se è d'accordo, e rilancio dicendo che, per rendere questa mozione concreta, forse potremmo anche provare in Commissione Cultura a trovare un'alternativa valida e veloce.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

È un peccato arrivare al voto di questa mozione quando già la mostra ha avuto termine proprio a causa della chiusura dei termini temporali per esporla all'interno della sede che fino a quest'estate l'aveva ospitata. È un peccato. Sarebbe stato bello poter trovare una soluzione, poter allungare quel periodo, proprio perché quella è un'area adeguata ad ospitare questo tipo di mostra.
Non dobbiamo vergognarci della tradizione culturale e artistica, che ci ricorda la grandezza di chi ha fatto la storia della nostra lingua e, facendo la storia, ci ha preparati anche ad affrontare con capacità letteraria la nostra lettura anche della realtà attuale.
Sicuramente è importante votare questa mozione all'unanimità, ma con un impegno: non soltanto trovare una soluzione nei prossimi mesi per poter ospitare la mostra in maniera permanente, ma riuscire, magari, a trovare all'interno del nostro contesto regionale, se la realtà fino ad oggi utilizzata non è disponibile, altri spazi che siano adeguati. Mentre si fa questo, potremmo anche pensare ‒ magari si potrebbe fare una richiesta congiunta di valutazione all'Ufficio di Presidenza ‒ di ospitare alcune delle opere (non tutte, ovviamente, perché alcune sono molto, molto grandi) anche all'interno delle nostre Istituzioni regionali, del nostro Consiglio regionale, visto che ospita diverse mostre. Si potrebbe, assieme all'artista, assieme a chi del territorio sta portando avanti questa battaglia, identificarne alcune per consentire al Consiglio regionale di poter continuare l'esposizione di queste opere, di raccontare la storia di questa mostra, mentre si cerca una soluzione definitiva, una sede definitiva.
È una situazione temporanea, ma è una situazione che possiamo affrontare. Questo proprio perché, se da questa estate, e da prima ancora, da quando si è mobilitato il territorio, coinvolgendo il consigliere Centenaro, non si è riusciti a trovare una quadra per continuare il progetto, e ci sono delle idee sicuramente interessanti, ma che richiederanno tempo per essere applicate e per fare anche un ostello dedicato alla cultura, alla promozione culturale, accanto a questa mostra, se tutti questi progetti potessero andare a buon fine, nel frattempo questa mostra non può rimanere chiusa. Parzialmente, se potesse essere ospitata all'interno di realtà istituzionali, potrebbe avere almeno un senso e un'attrattività anche da un punto di vista turistico, capace di non far spegnere quella luce che oggi vogliamo continuare a tenere accesa in questo Consiglio regionale.
Per cui, sottoscrivo idealmente anche questa mozione, la supporto e chiedo di valutare la possibilità di tenere accesa la mostra, anche semplicemente esponendo alcuni pezzi all'interno della nostra Istituzione, in attesa di una soluzione definitiva. Non vale assolutamente la pena perdere questa occasione, perché i pezzi sono talmente belli e la storia che ci può essere raccontata talmente importante e bella che ‒ credo ‒ potrebbe essere un onore per tutti noi poterne far parte anche per un breve periodo.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei chiedere al collega Centenaro la possibilità di sottoscrivere questa mozione, perché condivido pienamente l'istanza che viene presentata. Mi sono fatta anche parte attiva nei mesi passati per caldeggiare la richiesta di individuare un sito idoneo per questa mostra, per le caratteristiche che ha e per quello che rappresenta. L'auspicio è che con questa mozione, che vede, quindi, coinvolte le varie parti politiche, ci sia un impulso maggiore affinché si riesca ad individuare un'area che possa essere idonea, perché questa mostra ha tutte le caratteristiche per poter essere resa nota, per poter essere frequentata.
Per noi è un grandissimo patrimonio culturale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Collega Centenaro, accetta le richieste di sottoscrizione?

Giulio CENTENARO (Zaia Presidente)

Certamente. Lo scopo di questa mozione è quello di dare una risposta a questa mostra. Credo l'abbiate visitata anche voi. Io mi sono impegnato a organizzare una visita insieme all'assessore Corazzari, che si è reso conto direttamente dell'importanza di queste sculture.
Chi l'ha vista sa che ci sono queste cinque opere. Dal punto di vista del peso, delle dimensioni, eccetera, non è così semplice fare una mostra itinerante. Per questo, infatti, la mozione parla di una mostra permanente. Per quanto riguarda la sede del Consiglio regionale Ferro Fini, se siamo tutti d'accordo, si potrebbe provare a portare qualche elemento più significativo.
Comunque, va bene per la sottoscrizione. Non c'è problema.

PRESIDENTE

Ottimo.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni.
Metto in votazione la mozione n. 306.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
12
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI DOLFIN, CECCHETTO, CENTENARO, CIAMBETTI, FINCO, SCATTO, ZECCHINATO, POLATO, FORMAGGIO, PAVANETTO, RAZZOLINI, SORANZO, PAN, RIGO, ANDREOLI, CESTARI, CORSI, FAVERO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BET, BRESCACIN, CAVINATO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ E SPONDA RELATIVA A ""STRADE SICURE": NON TOGLIAMO I MILITARI DALLE STRADE E DAL PRESIDIO DELLE NOSTRE CITTÀ". (MOZIONE N. 303) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 147/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, la mozione n. 303 presentata dal collega Dolfin.
Prego, collega.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Premetto che è una mozione dell'aprile di quest'anno, ma sicuramente è un tema ancora attuale, dunque è giusto e doveroso rimarcarlo e porlo alla vostra attenzione.
L'Esercito Italiano conduce sul territorio nazionale l'operazione "Strade Sicure" interrottamente dal 4 agosto 2008 e ha prorogato l'operazione in relazione alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto della criminalità e del terrorismo, attraverso l'impiego di un contingente di personale militare delle Forze armate, che agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza. Tale operazione è a tutt'oggi l'impegno più oneroso delle Forze armate in termini di uomini, mezzi e materiali. Il primo contingente, articolato su 3.000 donne e uomini dell'Esercito Italiano, ha operato a disposizione dei Prefetti delle Province per svolgere servizi di vigilanza di siti e obiettivi sensibili, inclusa la vigilanza dei Centri per l'immigrazione, nonché compiti di perlustrazione e pattugliamento in concorso e congiuntamente alle forze di polizia.
La preparazione dei militari impiegati nell'ambito dell'operazione "Strade Sicure" attribuisce specifica enfasi sul contesto urbano, sulle procedure di interazione con la cittadinanza, nonché su quelle capacità che consentono, laddove indispensabile, l'esercizio proporzionato, discriminato e legittimo della forza.
Dal 2008 ad oggi l'operazione ha visto variare la sua consistenza numerica a seguito di provvedimenti adottati nel corso di specifici eventi (vedi Expo 2015, Giubileo, G7, sisma nel Centro Italia, le Universiadi) o per fronteggiare le esigenze di sicurezza di alcune specifiche aree del territorio nazionale (vedi la Terra dei fuochi).
Tra gli obiettivi vigilati rientrano siti istituzionali, luoghi d'arte, siti diplomatici, porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e delle metropolitane, valichi di frontiera, luoghi di culto e siti di interesse religioso. 44 tra i siti vigilati sono dichiarati patrimonio dell'umanità dell'Unesco, a cui si deve aggiungere il controllo delle aree interessate dal fenomeno dello sversamento illecito e dai roghi dei rifiuti (vedi la Terra dei fuochi).
Non solo. L'operazione "Strade Sicure", a partire dall'iniziale diffondersi del fenomeno epidemico, è stata oggetto di rimodulazione su scala nazionale, tutto al fine di implementare le misure di contrasto al Covid-19 adottate dall'Autorità di governo, incrementando il contingente ad un massimo di 7.800 unità, tutte impiegate per l'assolvimento di ulteriori compiti di contrasto alla diffusione del Covid-19.
Attualmente sono impiegati nell'operazione "Strade Sicure" 6.700 unità, tra uomini e donne delle Forze armate, che garantiscono una presenza capillare sul territorio nazionale, contribuendo fattivamente alla realizzazione di un ambiente più sicuro.
Vista la notizia di qualche mese fa dell'allora Ministro della Difesa, che avrebbe voluto rivedere, e sta rivedendo, si è ipotizzato, un ridimensionamento dell'operazione "Strade Sicure", riconoscendo la fine di un'emergenza, oltre 2.500 militari lasceranno il presidio delle città per tornare alle loro attività di paracadutisti, ingegneri, alpini e carristi, lasciando al solo controllo del territorio e dell'ordine pubblico la capacità operativa delle forze dell'ordine, dunque andando a togliere, come ho detto, dalle 7.800 unità, per arrivare a 5.000.
Considerato, altresì, che il potenziamento degli organici delle forze di polizia ha priorità assoluta per tutti, ma, finché non si arriverà a colmare il gap che vede la polizia in una situazione di grave sottodimensionamento, l'apporto di tutte le componenti sarà fondamentale per tutelare il territorio e i cittadini.
A fronte di una continua domanda di sicurezza da parte dei cittadini, il Governo è chiamato ad agire con correttezza e l'operazione "Strade Sicure" consente un servizio di deterrenza importante, molto apprezzato dalla comunità e dagli amministratori locali, che consente alle forze dell'ordine di concentrare le proprie risorse nelle attività di prevenzione e controllo del territorio.
Sarebbe molto grave, oltre che un errore, togliere i militari dalle strade e dal presidio delle nostre città. Le città si troverebbero nella problematica situazione di un'oggettiva diminuzione di donne e uomini delle forze dell'ordine in servizio, con conseguente decremento delle attività di presidio e di controllo, con il rischio di scaricare ancora una volta sulle polizie locali la surroga dei deficit strutturali provocati da chi dovrebbe garantire sicurezza e ordine pubblico per Costituzione e leggi vigenti.
Tutto ciò premesso, si impegna la Giunta regionale a farsi portavoce presso il Ministero della Difesa affinché non venga ridimensionata l'operazione "Strade Sicure", che rappresenta tuttora un contributo significativo a favore del Paese, la cui efficacia è stata determinata dalla tempestività di intervento, dalla capillare distribuzione delle forze sul territorio nazionale e dalla capacità di schieramento delle unità in ogni condizione ambientale, fattori decisivi che in molteplici circostanze hanno assicurato la salvaguardia della vita umana e della tutela del bene comune.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Polato. Prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega per l'interessante mozione. Innanzitutto, come Gruppo consiliare di Fratelli d'Italia chiediamo la possibilità di sottoscrivere il provvedimento e, contestualmente, vorremmo suggerire al presentatore una serie di modifiche, anche perché ovviamente i tempi della presentazione – parliamo del 26 aprile 2022 – hanno trovato anche una modifica in ambito governativo da parte dello stesso Ministro della difesa, che dispone le aliquote e i quantitativi di militari da distribuire sul territorio, nonché dello stesso Ministro dell'interno, che insieme alle Prefetture dispone l'utilizzo e la funzionalità dei militari stessi. Pertanto, al proponente vorremmo proporre innanzitutto lo stralcio dei due capoversi a seguito della parola "visto che", in relazione in particolare al punto che dà notizie in questi giorni che il Ministro della difesa vorrebbe ridimensionarli, dal momento che non sono le dichiarazioni dell'attuale Ministro, onorevole Crosetto. Per cui, quei due punti stralciarli.
Inoltre, nel dispositivo, nella prima riga, proponiamo di sostituire le parole "non venga ridimensionata" con le parole "venga potenziato il contingente assegnato all'operazione 'Strade Sicure'".
Infine, proponiamo che venga aggiunto nella parte dispositiva un punto che sostanzialmente va a dare delle indicazioni anche sulla distribuzione dei militari. Per cui, testualmente chiedo che venga aggiunto il seguente punto: "La distribuzione dei militari sul territorio nazionale avvenga attraverso analisi e valutazione locali presso i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza, garantendo così una distribuzione sistemica e un controllo del territorio". Questo perché? Perché chi ha avuto a che fare con la sicurezza, con i Comitati per l'ordine e la sicurezza e con l'utilizzo di questi militari sa che da parte delle Prefetture viene assegnata l'aliquota, ma non viene assegnata sulla base di indici di criminalità o sulla base di logiche territoriali. Faccio un esempio: nel Comune di Verona nei periodi delle grandi manifestazioni è utile che i militari facciano da presidio in certe zone e aree sensibili. Nei periodi estivi è importante anche che vengano utilizzati sul Lago di Garda. Basti pensare a quello che è successo a Peschiera del Garda recentemente. Ma non solo, pensiamo anche alle zone dei grandi parchi, dove c'è un addensamento importante di turisti e di personale, per cui questo non può essere fatto, in quanto in questo momento vengono distribuiti solo nelle città capoluogo.
Con queste modifiche intendiamo dare ai Comitati per l'ordine e la sicurezza, che sono presieduti dal Prefetto, con la rappresentanza delle forze di polizia, nonché del Sindaco o dei Sindaci dei Comuni interessati ai temi specifici, la possibilità di fornire indicazioni rispetto al quanto e rispetto all'utilizzo del personale.
Ovviamente siamo assolutamente favorevoli alla mozione presentata. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Siccome lei, oltre allo stralcio di alcuni capoversi, ha suggerito anche alcune modifiche, sarebbe il caso di formalizzarle. Quindi, se può mettersi d'accordo con il collega Dolfin, ci presentate un emendamento, così poi andiamo meglio anche per la fase di votazione.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Anticipo innanzitutto che poi interverrò sulla mozione a supporto degli Alpini, presentata dal presidente Ciambetti, da ex ufficiale degli Alpini, visto che abbiamo fatto questo tipo di servizio, anche se, in effetti, non si è mai ex.
Venendo alla mozione in oggetto, io dissento un po' da questa questione in quanto, collega Dolfin, l'Esercito è Esercito e le forze di polizia sono forze di polizia. Purtroppo siamo arrivati a questo punto, perché? Perché il nostro Paese ormai è in balia di tutta una serie di delinquenti, istituzionalizzati e non, che purtroppo arrivano sulle nostre coste e vanno magari nelle nostre città a fare di più e di tutto, dai rave party allo spaccio di droga, alla prostituzione, a tutte quelle attività a cui purtroppo assistiamo. Quando apriamo i giornali al mattino e leggiamo la cronaca, ne vediamo di tutti i colori. Per cui, l'attività del nostro Esercito e dei nostri militari è essenziale, purtroppo, nelle nostre strade. Ma non è quella l'attività dei nostri militari. L'attività dei nostri militari è quella di essere nell'Esercito e di essere pronti per altre questioni. Lo dico liberamente perché io conosco molti ufficiali, anche Comandanti delle nostre Forze armate, e anche molti soldati che fanno questo tipo di attività e che spesso e volentieri vediamo sotto un gazebo a fare ordine pubblico davanti a una stazione dei treni o altro, perché ci sono gli spacciatori, perché ci sono tutta una serie di cose. Ma la vera attività, da quando, a partire dal 1996, non c'è più la leva obbligatoria è quella di difendere i confini della patria da eventuali aggressioni, ma anche di prestare questa attività di sicurezza verso i nostri cittadini, che è un'attività straordinaria, di cui dobbiamo sempre ringraziare il nostro Esercito, la nostra Marina e la nostra Aviazione che fanno questo tipo di attività. E ricordo che i Carabinieri sono un'Arma dell'Esercito. Quindi, vi è già una parte di loro che svolge tali attività. Quindi, l'implementazione della sicurezza pubblica dovrebbe essere fatta con l'assunzione, come dice bene il nostro consigliere Dolfin, di nuovo personale che vada a fare questo tipo di servizio.
Vedete cosa è successo e cosa sta succedendo nei confini più in là, a est, all'Esercito, che fa le sue attività, ricordo, anche di sicurezza, insieme alla NATO e insieme ad alcuni territori. Ricordo la presenza ancora in Kosovo di migliaia dei nostri, come anche in altre attività di esercitazione.
Per un soldato volontario, per un ufficiale volontario, l'addestramento che fa è specifico e costa molto allo Stato. Quindi, vedere che deve fare magari la guardia ad una stazione di treni a me fa piangere il cuore.
Volevo soltanto esprimere le mie impressioni su questo argomento. Dopodiché, per carità, noi siamo favorevolissimi alla mozione del collega Dolfin, di cui come Gruppi di maggioranza chiediamo anche la sottoscrizione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intendevo soltanto cercare di approfondire il contesto in cui operano, perché i militari che incrociamo in queste funzioni sorvegliano. Peraltro, non possono nemmeno procedere agli arresti, a meno che non si tratti di arresti in flagranza, o solo per reati perseguibili d'ufficio. Per questo motivo non possono essere sostituiti dai poliziotti. È un aspetto tecnico.
È a partire da questo elemento, quindi, che si può dire e ammettere che l'operazione "Strade Sicure" non ha incrementato i livelli di personale e di presidio, perché hanno dei limiti. Per questo è una finta operazione per rimpolpare gli organici della polizia, che invece, appunto, sarebbero all'osso. Di fatto, questa presenza ha una funzione puramente simbolica, quindi deve essere affrontata pensando che la Regione possa, a questo punto, delegare in questa logica una propria visione politica, senza magari investire in maggiori opportunità e progetti proprio relativi alla gestione della sicurezza sociale.
Io preferirei che si lavorasse in questa direzione, dato che al momento questo tipo di presenza non ha funzioni evidentemente utili a ciò che anche i vostri partiti e i vostri votanti si aspettano e visto che la presenza esclusivamente in ambito più di presenza nel territorio, però senza la capacità di operare praticamente, non consente di attivare e di attuare quanto richiesto all'interno di questa mozione.
È per questo motivo che non posso, purtroppo, votare a favore.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sicuramente parte da nobili propositi l'idea di presentare questa mozione, anche perché, tutto sommato, è un problema che in qualche modo c'è, quello di capire cosa avviene se vengono distratti i militari dalle strade, visto quello che sentivamo nei vari interventi, lo diceva prima anche il collega Polato in virtù della sua esperienza amministrativa a Verona, ovvero che ci sono momenti dove – siamo tutti d'accordo – è fondamentale che ci siano per presidiare delle zone. Però, io credo che su questo argomento noi non dovremmo guardare il dito, bensì la Luna. Il problema vero per chi deve fare difesa e non ordine, quindi le Forze armate e non le forze dell'ordine, che sono due cose ben distinte, è che uno si incomincia a occupare dell'altro. Perché? Perché in questi anni c'è stato un durissimo attacco a quelli che sono gli organici delle forze dell'ordine, tant'è che oggi siamo talmente abituati che non ci sono più forze dell'ordine che è più facile dire "va beh, tutto sommato sostituiamoli con l'Esercito" che cominciare a dire che forse bisognerebbe invertire la tendenza e ritornare a pensare che le forze dell'ordine servono e che gli organici vanno rimpinguati.
D'altronde, dobbiamo ricordarci anche del dramma degli operatori delle forze dell'ordine. Ricordiamoci che molto spesso chi è in alcuni reparti dove non può marcare il cartellino e andare a casa è costretto a fare turni massacranti. Ricordiamoci che molto spesso hanno stipendi bassi. In Italia probabilmente sono molti i casi dove chi fa oggi il mestiere di essere forze dell'ordine prende qualche spicciolo in più di chi ha il reddito di cittadinanza. In alcuni casi si verifica anche questo.
Io credo, allora, che noi dovremmo tornare a dire... Badate, senza colore politico. La sicurezza non ha colore politico. Magari qualcuno lo vorrebbe anche politicizzare. Però, il fatto di andare per strada e trovare una pattuglia che ci ferma, che ci fa sentire più sicuri perché vuol dire che il territorio è controllato, dovrebbe essere un grido trasversale che dovrebbe arrivare per cominciare a dire che bisogna invertire la tendenza, che bisogna ritornare a dire ai Comuni che la Polizia locale deve uscire da quei meccanismi arzigogolati di assunzioni e che si possono assumere non come organici da fare i conti ogni volta con i Piani triennali delle assunzioni...
Ma no, è una battaglia che abbiamo sempre fatto noi.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Anziché venire oggi, consigliere Polato, a correggere le mozioni, tanto per dire che dovete dettare voi l'agenda alla Lega perché avete vinto, quindi vi mettete a correggere le mozioni come se fossero i compiti a casa, sfogliando e correggendo qua e là, bisogna ribadire che Fratelli d'Italia deve dare il tempo alla Lega e deve dire: guarda, devi cambiare qua perché oggi il Ministro che c'è è nostro amico. Consigliere Polato, a questo punto vi direi di chiamare il collega Speranzon, che è a Roma, e chiedergli di intervenire, visto che il buon nuovo Ministro è del vostro stesso partito. Non perdete tempo a correggere le mozioni del consigliere Dolfin, ma chiamate a Roma e dite al Capogruppo che c'era qui fino a qualche giorno fa, anziché fare i maestrini quando intervengono gli altri...
Anche qui, guardate, è una questione di educazione. Non pretendo che impariate la politica. È troppo tardi per voi. Ma almeno l'educazione potreste impararla. Almeno quella, quando uno interviene, potreste impararla, visto che la politica ormai abbiamo capito che non la imparate più.
Proprio sull'ordine dei lavori, Presidente, se io avessi il mio Capogruppo seduto vicino al ministro Crosetto, anziché mettermi a correggere le mozioni del buon Dolfin, che si fa carico dei problemi dei territori e, come può, cerca di rappresentarli, e gli va dato anche merito, chiamerei piuttosto a Roma, anziché dire: Villanova, ti diamo noi i tempi dell'Aula, perché la sicurezza è un tema nostro, non tuo. Ormai Salvini è più sulle ONG. La sicurezza l'abbiamo data a... Comunque, è giusto dividersi i compiti.
Detto ciò, tornerei al tema, la battaglia vera che bisogna fare...

PRESIDENTE

Collega, ha finito il tempo...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, recupero quello che i Fratelli mi hanno sottratto...

PRESIDENTE

No, se l'è preso lei il tempo. Collega concluda, per cortesia.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Detto ciò – chiudo, Presidente – bene la mozione, ma non abbassiamo la guardia sul fatto che gli organici sono un tema importante nelle forze dell'ordine e non vanno sostituiti con quelli delle Forze armate.
Chiudo con un invito, dicendo ai colleghi Fratelli d'Italia che oggi loro sono per noi elemento prezioso, in quanto filo diretto con questi Ministeri, e umilmente, da cittadino del Veneto, chiedo a loro un aiuto concreto, invece di mettersi a fare ritocchi alle mozioni che lasciano il tempo che trovano.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega per aver presentato una mozione che ci permette di discutere, io spero meglio di come stiamo facendo, di un tema importante, quello della sicurezza...

PRESIDENTE

Collega, tenga il microfono più vicino alla bocca.
Grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

... che è quello della sicurezza.
Io volevo riportare alcuni dati e chiedere anche a chi voterà questa mozione di guardarli e di leggerli. C'è stato un report fatto dalla Cattolica di Milano che ha detto che l'Italia per ogni 100.000 abitanti ha 453 forze dell'ordine, ed è la media più alta in Europa, nel senso che noi ogni 100.000 abitanti abbiamo più forze dell'ordine all'interno delle nostre città.
Ma allora qual è la questione che, tra l'altro, questo report e numerosi studi fanno vedere? Che il tema non è tanto avere più forze dell'ordine, ma farle funzionare con un coordinamento. Il report fa vedere, e tra l'altro lo fa vedere in maniera chiara, che il vero tema in Italia non è quello di spendere di più, perché stiamo spendendo molto sul controllo del territorio, ma di far funzionare il lavoro delle forze dell'ordine che costantemente sono a supporto dei nostri Sindaci nel lavoro di controllo del territorio.
Portare l'Esercito... Ricordo a chi voterà questa mozione: provvedimento inserito nel 2008 dal Governo Berlusconi, poi prorogato e utilizzato dai Governi successivi, ma in quel momento questa operazione è stata fatta non per migliorare il controllo del territorio, ma, se ve lo ricordate, era un'operazione propagandistica, collegata anche al tema del reato di immigrazione clandestina, per cui noi pensavamo che mettere delle forze dell'ordine vestite da militari fuori dalle nostre stazioni, nelle nostre città, avrebbe aumentato la percezione di sicurezza dei nostri cittadini. Ma effettivamente – e io ve lo chiedo con il cuore – quando a voi sta succedendo qualcosa per strada, chiamate chi? Chiamate un numero di emergenza e sostanzialmente o arriva la Polizia locale o arriva la Polizia di Stato. Sapete benissimo che il lavoro e la potenzialità delle forze dell'ordine militari sul nostro territorio non ha l'efficacia – lo ripeto, non ha l'efficacia – che il collega Dolfin probabilmente poneva nella sua mozione come obiettivo.
L'efficacia si ha quando le forze dell'ordine eventualmente lavorano in maniera coordinata, non si sovrappongono le une con le altre. Siamo in Italia, il Paese europeo che ha più forze dell'ordine, che investe nel controllo del territorio, ma continuiamo, almeno voi continuate a pensare che il controllo del territorio non sia fatto bene, che ci sia un problema di sicurezza. E non perché non abbiamo abbastanza persone che lo fanno, bensì perché abbiamo delle persone che lo fanno in maniera non coordinata. Questo esce fuori da questi report.
Un altro tema interessante, secondo me. Da quando è stata inserita l'operazione "Strade Sicure" – ho preso un lasso di tempo – dal 2008 al 2013 sono stati spesi 358 milioni per l'Esercito e 25 milioni, invece, per la Polizia locale. Quindi, 358 milioni per l'operazione "Strade Sicure", 25 milioni per il lavoro della Polizia locale, tanto importante per il lavoro nei nostri Comuni, soprattutto, io ritengo, quella di prossimità, quella a piedi, quella che lavora nei quartieri e con i Sindaci.
L'Esercito (operazione "Strade Sicure"), che spende tantissimo più della Polizia locale – e questi sono report pubblici – non fa tutti gli interventi. Quindi, se guardiamo i dati rispetto agli interventi, non li fa. Girano, sono presenti con la camionetta, sono presenti con le loro divise, magari girano nelle nostre strade con il blindato. Quindi, qual è l'obiettivo? Quello di far vedere che c'è qualcosa che si fa, ma se voi andate a vedere i dati delle risposte che danno sul territorio alle richieste dei cittadini, non arriva quel tipo di forze dell'ordine, ma arrivano forze dell'ordine che questo lavoro non lo fanno.
Allora io mi chiedo, senza entrare in una discussione ideologica se la sicurezza sia importante o meno, perché credo sia importante per tutti e non abbia un colore politico... Non c'è nulla da ridere, collega Soranzo. Se avete voglia di ridere, di telefonare, fate pure. Stiamo parlando di un tema importante. Quello che io ritengo è che votare questa mozione significherebbe non risolvere un problema, una questione che magari sentiamo tutti, ma sarebbe semplicemente dire: andiamo avanti a spendere tanti soldi per un servizio delle forze dell'ordine militari che non funziona e continuiamo a disinvestire nel rimettere a posto il lavoro delle forze dell'ordine, quelle normali, che fanno il lavoro a supporto dei nostri Sindaci.
Io credo che questo sia un tema, anche per il futuro Governo, da prendere in considerazione, ma non così e neanche con gli emendamenti che il collega Polato ha proposto.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Onestamente non dovevo intervenire, però non so se sono solo io a conoscere come funzionano i protocolli speciali di "Strade Sicure" oppure non lo so. Vorrei dire questo a chi è intervenuto: io sono stato per quattro anni nel Comitato per la sicurezza provinciale; l'operazione "Strade Sicure" non ha la camionetta da sola, ma il protocollo speciale prevede che ci sia l'Esercito affiancato costantemente dalle forze dell'ordine, perché non hanno poteri di Polizia giudiziaria. Pertanto, non esiste una camionetta di facciata, di propaganda politica. Se c'è, poi, una camionetta da sola su una piazza, di fatto, ha l'ordine e un prontuario di intervento, di chiamata nel momento in cui ci fosse bisogno di un intervento di un ufficiale di Polizia giudiziaria.
Pertanto, quello che state dicendo sinceramente trova completamente spiazzato uno come me, che si è trovato come tanti Sindaci a confrontarsi con i Prefetti per distribuire in modo sistematico e chiedere la presenza di posti di blocco dell'Esercito affiancato dal Carabiniere, affiancato dalla Polizia di Stato, affiancato da chiunque avesse questo potere di intervento. Si chiamano pattuglie miste. Se qualcuno non ne ha mai sentito parlare, magari...
Per quanto riguarda i risultati e per quanto riguarda la politica, il primo Premier che ha cancellato "Strade Sicure" si chiama Renzi, nel 2015. Lo fa, peraltro, proprio a seguito di quel decreto... Adesso questa è un'altra cosa che non mi risulta, ma se lo dici tu... Si chiama il premier Renzi, che andava a incidere su un decreto fantastico di un certo ministro Maroni, che di fatto dava anche potere ai Sindaci di intervenire in tal senso e che, di fatto, andava a spolpare una delle operazioni che dava migliori risultati. Lasciamo stare che Verona poi è stato l'epicentro anche del confronto.
Per quanto riguarda i risultati, io non ho gli ultimi – non pensavo di trovarmi oggi, chiedo scusa al collega Dolfin che ha fatto comunque una mozione, mi associo al collega Polato – ma questo è quello che sono riuscito a trovare. Il cambio al comando del Raggruppamento Veneto "Strade Sicure", qui leggo: "Negli ultimi sei mesi – questo è datato 2021, credo – oltre 200 uomini e donne del Raggruppamento sono stati impegnati in concorso e stretto coordinamento con le forze dell'ordine (pattuglie miste) per la vigilanza di oltre 80 siti sensibili nelle città di Treviso, Padova, Verona, Vicenza e Venezia, al fine di contrastare e prevenire atti criminosi e di terrorismo, unitamente all'attività di controllo delle misure governative di contenimento e contrasto della diffusione del Covid-19. Risultati: oltre 7.000 attività di pattugliamento, 3.000 persone identificate, 10 quelle denunciate, 8 tratte in arresto, 40 veicoli controllati, lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, sequestro di armi, numerosi interventi ordinari in soccorso di cittadini lungo le strade, le stazioni ferroviarie, piazze, aeroporti. Sono i numeri di un'operazione chiamata "Strade Sicure" durante il periodo alla guida del 33° Reggimento di Treviso".
Quello che voglio dire è che sicuramente un cittadino si sente più sicuro quando vede in modo sistemico la presenza di pattuglie miste nei territori, anche magari in quei territori che non sono proprio le città capoluogo. C'è sicuramente un senso di sicurezza, anche solo di percezione, nel momento in cui vedi delle pattuglie. La verità è che l'operazione "Strade Sicure" dà la possibilità, con l'utilizzo, è vero, dell'Esercito, e lo utilizziamo perché purtroppo, è vero – su questo mi trovo d'accordo con il collega Montanariello – qualcuno ha spolpato le forze dell'ordine e le forze di polizia... Ma non ha fatto solo questo, ha fatto anche nell'ambito sanitario la stessa operazione, l'ha fatta anche negli Enti locali.
Di fatto, tutto questo fa parte di una cosa che si chiamava spending review, e quella spending review ha creato tanti problemi. Ora, per ovviare a un problema di sicurezza, cosa ha fatto il Governo? Si è voluto mettere in piedi una collaborazione che dà la possibilità di migliorare e realizzare in modo migliore i turni di forze di polizia, compresa anche l'Arma, e riuscire ad avere la possibilità non di rastrellamento, ma di pattugliamento sistemico in una rete più ampia, con il raddoppio delle pattuglie, cioè invece di una pattuglia formata da due elementi poter avere anche l'ausilio dell'Esercito. Non ha certamente il militare la possibilità di esercitare l'arresto, come ufficiale di Polizia giudiziaria.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Soranzo.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io vorrei ripristinare alcuni argomenti che sono contenuti nella mozione che il consigliere Dolfin ha presentato, e che forse è bene aver presenti quando affrontiamo argomenti così importanti.
Non siamo, o non dovremmo esserlo, di fronte ad un'operazione estetica, perché è importante che noi ci concentriamo sulle necessità di sicurezza pubblica e sulla base di quelle necessità valutiamo quali sono gli strumenti migliori che possiamo mettere in campo.
L'operazione "Strade Sicure" nasce nel 2008 non a caso. Non nasce nel 2008 per difenderci dagli immigrati o per contrastare il piccolo spaccio in stazione o chi sniffa cocaina in stazione a Padova. L'operazione "Strade Sicure" è nata ed è proseguita per presidiare il territorio di fronte a gravi emergenze pubbliche. È stata utilizzata dopo il terremoto dell'Aquila per mettere in sicurezza cittadini e territori. È stata utilizzata durante la costruzione dei cantieri della TAV per mettere in sicurezza dagli attacchi terroristici dei No-TAV. È stata utilizzata nella Terra dei Fuochi per evitare il continuo sversamento di sostanze pericolose in quel territorio già martoriato. È stata utilizzata durante l'Expo 2015 o durante il Giubileo del 2020.
Non stiamo parlando di militari che vanno in strada, insieme al vigile urbano, a dare le multe. Vorrei che fosse chiaro. Stiamo parlando di un'altra cosa. Stiamo parlando di una soluzione straordinaria di fronte a problemi straordinari. Tant'è che, quando i problemi straordinari sembravano ridotti, si è ridotto il contingente. Poi è arrivata l'emergenza terrorismo. Dunque, "Strade Sicure" stavano nelle stazioni principali. Poi è arrivata l'epidemia, e giustamente il consigliere Soranzo citava il lavoro fatto dalle Forze armate rispetto al Covid.
Quindi, quando il consigliere Dolfin in un modo e il consigliere Polato in un altro propongono non solo il mantenimento, ma anche il rafforzamento di questa operazione, dovremmo specificare sulla base di quale emergenza contingente pensiamo che i compiti che tradizionalmente e costituzionalmente sono assegnati alle forze dell'ordine debbano essere assegnati alle Forze armate. Guardate che non è la stessa cosa rispetto alla capacità di intervento nei contesti urbani quella che deriva da un addestramento di una forza dell'ordine (Polizia, Vigili urbani) e della forza armata. Sono mestieri diversi, che prevedono carriere diverse, che hanno degli addestramenti diversi e che – vivaddio – hanno anche delle finalità diverse.
Allora, se noi pensiamo – ed evidentemente il nuovo Ministro della difesa ha questo impianto – di poter sopperire alla carenza strutturale degli organici e dei fondi per le forze dell'ordine, le forze di polizia, aumentando la dotazione dell'Esercito nell'operazione "Strade Sicure", secondo me non facciamo un buon servizio al Paese. Allora, più che chiedere addirittura il rafforzamento dell'operazione "Strade Sicure", chiediamo il rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine, che sono programmati apposta per incrociare quei problemi di microcriminalità urbana che oggi sono l'emergenza che noi dovremmo affrontare, perché per tutte le altre straordinarie, infatti, c'è l'Esercito.
Se io ho un problema di spaccio di droga, faccio notare che le principali città venete a livello nazionale sono piazze pericolosissime per quanto riguarda lo spaccio e il piccolo spaccio delle sostanze stupefacenti, Padova in particolare, essendo il crocevia ed essendovi presenti anche molti giovani, se il mio problema non è il terrorismo, ma è lo spaccio di droga, io ho bisogno di forze dell'ordine, non di Forze armate. Siccome l'ultima volta che abbiamo aumentato gli stipendi delle forze dell'ordine – mi dispiace che non ci sia il consigliere Soranzo – è stato con il Governo del centrosinistra nel 2017, qua abbiamo un problema di fondi, di attrezzature, di risorse per gli addestramenti e di organico.
Allora togliamo questa mozione e mettiamone una in cui chiediamo al nuovo Ministro della difesa – concludo – di aumentare gli organici.
Chiudo con una considerazione, se vuole poi la faccio sull'emendamento. Io non sono per esempio d'accordo che la destinazione delle Forze armate dell'operazione "Strade Sicure" dipenda dai Comitati di ordine e sicurezza provinciali. È il Prefetto, in coordinamento col Ministro, che decide quali sono le emergenze, non i Sindaci, perché la funzione di "Strade Sicure" è incrociare le questioni straordinarie e non la microcriminalità, che per impianto va gestita dalle forze dell'ordine.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Montanariello, lei è già intervenuto.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Cosa c'è sull'ordine dei lavori? Siamo in discussione generale.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Voglio proporre al proponente una modifica del...

PRESIDENTE

No, non può farlo adesso, collega. Lei è già intervenuto, doveva farla un collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Mi dica lei.

PRESIDENTE

Lei non può più farlo. O presenta un emendamento assieme al collega Dolfin...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presento un emendamento.

PRESIDENTE

Lo deve fare per iscritto in questo momento, ma non può intervenire.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Mi dà due minuti e presento l'emendamento.
Presidente, ci spieghi l'iter. Chiedo al dottor Valente...

PRESIDENTE

Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io non voglio rubare la parola al collega Montanariello, che mi pare avesse delle cose importanti da dire. Mi associo però alle perplessità espresse già dai colleghi dell'opposizione, in merito non tanto al ruolo che può avere il potenziamento del servizio di sicurezza nelle nostre città, quanto al ruolo che le Forze armate devono avere – mi pare che sia una perplessità condivisa anche dal capogruppo Pan – con i ruoli diversi che devono giocare le forze dell'ordine e le Forze armate.
È vero, sono pattuglie miste, ma noi dobbiamo lavorare perché sia potenziato il ruolo delle forze dell'ordine, e questo va esattamente nella direzione opposta.
Oltre alle perplessità già manifestate, voglio sottolineare un altro elemento che da cittadino di Padova ho vissuto fortemente, con la presenza dell'Esercito in strada. La sicurezza percepita cala drammaticamente quando abbiamo l'Esercito in strada. Io ricordo che le prime presenze sulla strada sono state legate al terrorismo islamico, che in quegli anni – dodici anni fa – era percepito in maniera molto forte e ci sono state delle minacce importanti. Per tale ragione, sono stati presidiati dei luoghi anche di tipo religioso, di tipo infrastrutturale. Ecco, per i cittadini, avere una presenza di Forze armate porta a una sensazione di insicurezza che esaspera la sensazione di minaccia, e questo è un elemento che dobbiamo tenere in considerazione. Pertanto, secondo me, altri sono i canali con cui riusciamo a dare fiducia alle persone, con cui riusciamo ad assicurare una vita serena alle persone nelle città.
Per questa ragione non mi sento di sostenere questa mozione, che ha delle motivazioni giuste, ma utilizza dei canali che credo vadano esattamente nella direzione opposta a quella auspicata.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Chiudiamo la discussione generale, se non ci sono altri interventi.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Collega Dolfin, o altri colleghi che vogliono intervenire? Altrimenti passiamo alla votazione dell'emendamento.
Se lei ha un emendamento da proporre, visto che sono le ore 13.10, sospendiamo la seduta, così lei può depositare l'emendamento. La ripresa dei lavori sarà alle ore 14.45.
Colleghi, visto che oggi il collega Piccinini compie gli anni, prima della pausa pranzo ha il piacere di aspettarvi in buvette per un momento conviviale.
(Applausi)
La Seduta è sospesa alle ore 13.10
La Seduta riprende alle ore 15.02

PRESIDENTE

Signori, riprendiamo i lavori del Consiglio.
Siamo sulla mozione del collega Dolfin, la n. 303. Abbiamo chiuso la discussione generale.
Adesso abbiamo due emendamenti, il primo suggerito dal collega Polato e il secondo dal collega Montanariello.
Collega Dolfin, vuole intervenire in replica? No, dopo. Adesso votiamo gli emendamenti e dopo votiamo la mozione.
Emendamento n. A0001, presentato dai consiglieri Polato e Dolfin, che prevede:
A pagina 2 togliere il capoverso "visto che" fino a "5.000".
A pagina 2 togliere "non venga ridimensionata" e sostituire con "venga potenziato il contingente assegnato all'operazione".
Aggiungere all'ultimo capoverso: "La distribuzione dei militari sul territorio nazionale avvenga attraverso analisi e valutazioni locali presso i Comitati ordine e sicurezza provinciali, garantendo così una distribuzione sistemica a presidio e controllo del territorio".
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002, presentato dal consigliere Montanariello, dispositivo, che prevede:
Alla Mozione n. 303 "Strade Sicure": non togliamo i militari dalle strade e dal presidio delle nostre città", alla fine del dispositivo aggiungere il seguente capoverso:
- A farsi altresì portavoce presso il Ministero degli Interni, al fine di sollecitare un rafforzamento degli organici delle Forze dell'Ordine.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Il collega Dolfin chiede di intervenire. C'è anche una prenotazione del collega Polato. Lei vuole intervenire dopo? Va bene.
Prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Prima di tutto vorrei sgombrare ogni ombra di dubbio sul fatto che la sicurezza non ha colore politico. In secondo luogo, non voglio far polemica, ma questo ordine del giorno che abbiamo visto insieme al collega Polato non mira a tagliare, applicare o quant'altro. Semplicemente, qualsiasi suggerimento che possa essere utile alla discussione è ben accetto, come ha dimostrato l'approvazione e l'accoglimento dei suggerimenti attraverso gli emendamenti. Dunque, nessuna preclusione nei confronti della discussione. Inoltre, nessuno deve fare i compitini a casa, come qualcuno ha voluto far passare, parlando peraltro di retromarce e quant'altro.
Venendo alla mozione vera e propria, mi preme sottolineare che, quando si parlava della sicurezza, la presenza di qualsiasi realtà di forza pubblica è un deterrente ed è una percezione di sicurezza da parte dei cittadini. Nessuno vuole dire il contrario perché, diversamente, saremmo fuori strada.
Anch'io concordo su quanto detto dalla collega Ostanel relativamente al fatto che, purtroppo, ci sono tante forze dell'ordine, tante forze di polizia, abbiamo i Carabinieri di terra, di acqua e di mare, abbiamo la Polizia di terra, di acqua e di mare, abbiamo la Guardia di finanza di terra, di acqua e di mare, forse potrebbe essere il momento opportuno per una rivisitazione generale delle nostre forze dell'ordine nel vero senso della parola, magari con un'organizzazione migliore e con compiti ben definiti nelle varie forze dell'ordine, senza che tutti quanti facciano tutto, per poi ritrovarci in grosse difficoltà, come spesso avviene.
Infine, per la cronaca, faccio cenno a un pezzo di storia. Ricordo che non è frutto soltanto del 2008 da parte del Governo Berlusconi, ma ricordiamo, addirittura, la famosa operazione "Vespri Siciliani", ancora nel 1992, del Governo Amato, quando furono messi in campo, all'epoca, in Sicilia e poi anche in Campania, in Sardegna e in altre parti del Paese. Quindi, deriva dal lontano 1992 l'inizio di questa operazione che vede in campo le forze militari a sostegno dell'operazione di controllo del territorio e di prevenzione. Dunque, non è frutto soltanto di qualche Governo di un certo colore, ma, come ho detto fin dall'inizio, la sicurezza riguarda tutti, quindi sarebbe opportuno accogliere qualsiasi metodo, qualsiasi modo possa essere messo in campo per aiutare le forze dell'ordine, che ovviamente oggi si trovano un po' ridimensionate e necessitano di avere anche l'aiuto da parte delle Forze armate, ovviamente sempre sotto il controllo delle forze dell'ordine – l'abbiamo detto e ripetuto, ma anche da parte di altri colleghi è stato detto e ripetuto – in quanto loro non hanno...

PRESIDENTE

Concluda, collega. Grazie.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Finisco.
Dicevo, loro non hanno la capacità di intervento. Quindi, devono essere sempre supportati dalle forze dell'ordine, nel vero senso della parola.
Ringrazio fin d'ora tutti coloro che vorranno sostenere questa mozione, perché credo che sia giusto rimarcare questo aspetto che investe il tema della sicurezza, della sicurezza di tutti noi, delle nostre città e delle nostre realtà quotidiane.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio il consigliere Dolfin per la mozione che ha presentato, in un momento in cui il pericolo c'era, era reale. Troppo spesso abbiamo subìto anche come amministratori di Enti locali il ridimensionamento dell'utilizzo dei militari. Abbiamo oggi ascoltato i colleghi – la collega Camani e la collega Ostanel – dire che questi militari non dovrebbero fare questo. Ma alle colleghe e ai colleghi dico: provate ad andare dai cittadini nelle città a chiedere, a fare un sondaggio. Provate a dire: lei, consigliere Lorenzoni, preferisce avere una pattuglia mista fuori da una stazione, che presidia un territorio in momenti e in situazioni delicate, o non aver nulla? Del resto, oggi la questione non è correttamente... E abbiamo anche condiviso l'emendamento Montanariello proteso a potenziare anche le altre forze di polizia. Ricordo che nei Decreti Sicurezza I e Sicurezza II erano previsti aumenti di risorse e di personale per le forze di polizia. Un esempio su tutti è che tante Questure, anche in Veneto, sono state promosse a un livello superiore, con l'aumento anche del personale, nonché con l'arrivo di nuovi contingenti nelle compagnie dei Carabinieri. Per cui, qualcosa è stato fatto in questi anni.
Il problema è che le Polizie locali non sono nelle condizioni di poter fare anche questi servizi minimali, perché i dipendenti delle Polizie locali sono dipendenti della pubblica amministrazione che ricoprono il ruolo di sicurezza. Ma non è una Forza di polizia. Allora, giustamente il collega Montanariello dice: potenziamo, diamogli la possibilità. Abbiamo provato per più anni a fare emendamenti, ricordo quelli presentati dal senatore Bertacco e quelli presentati dal senatore Tosato, in cui chiedevamo, sia sui Decreti Sicurezza, sia sui Decreti Milleproroghe, la possibilità di svincolare le pubbliche amministrazioni dalla possibilità di assumere personale con il ruolo di vigilanza. Ovviamente, la Ragioneria dello Stato, con i Governi, ha deciso che non c'erano le risorse per poterlo fare. Ma l'hanno deciso in maniera stolta, anche perché gli Enti locali avevano già le risorse, potevano utilizzare le loro risorse nel comparto del personale e assumere più agenti. Abbiamo sul territorio i cittadini che vogliono l'agente di polizia locale, il vigile di quartiere. Ebbene, di fronte alla richiesta del vigile di quartiere, che non siamo nelle condizioni, oggi, per via delle risorse, di darlo, cosa facciamo? Gli togliamo anche i militari.
Io concordo su una cosa, che non è stata detta oggi, ma credo sia fondamentale, e l'ho vissuta per esperienza: noi non possiamo militarizzare le città, non possiamo porre camionette ovunque. Però, è anche vero che quello che le struttura in questo caso fanno, quello che le Forze armate fanno insieme agli agenti delle forze di sicurezza e di polizia oggi dà la possibilità ad altri...

PRESIDENTE

Concluda, collega.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Concludo, Presidente.
Dicevo, dà la possibilità ad altri per andare incontro a quelle esigenze di presenza di territorio e di quella percezione che, invece, c'è ed è visibile.
Concludo, Presidente, dicendo che per anni il Covid, per fortuna, ci ha fatto dimenticare il problema del terrorismo. Infatti, inizialmente quelle pattuglie venivano messe nelle aree sensibili proprio per monitorare piazze, vicoli, slarghi, vie, dove c'era il maggior afflusso di turisti, per evitare quello che è successo in Francia e in altri Paesi. Per cui, ben venga.
Grazie della mozione. Gli emendamenti non sono stati fatti per una sorta di sfida, ma, anzi, sono stati frutto di contributi propositivi offerti dai colleghi. Peraltro, credo che un po' tutti con i nostri riferimenti potremmo aiutare a migliorare l'utilizzo di questo personale, dando anche funzioni ben precise. Ecco perché come Gruppo voteremo favorevolmente la mozione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Chiedo a tutti la cortesia di stare dentro i tempi, perché negli ultimi interventi avete tutti quanti sforato i tempi previsti. Siccome c'è il maxischermo con il conto alla rovescia, se sono i dieci o i quindici secondi lo posso capire, se parlate un minuto in più, se tutti parlano un minuto in più, allora andiamo al di fuori di quelle che sono le regole previste.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Parto, visto che ne ho l'occasione in questa dichiarazione, dal motivo dell'emendamento. Il motivo dell'emendamento è perché condividiamo le finalità della mozione del collega, però ci sembrava opportuno anche allargare il raggio di vedute e d'azione, non per una sorta di rivendicazione formale nel voler dire "diciamo anche noi qualcosa e mettiamo un punto", ma semplicemente perché credo e crediamo che il messaggio che debba passare all'esterno debba essere completo.
Guardate, noi qui in buona fede siamo sicuri e convinti che la mozione nasca per dare una mano a quanto sta accadendo nelle città, però giustamente è anche importante ribadire all'esterno che l'uno non ci fa dimenticare dell'altro. Pertanto, è importante dire che i militari non devono abbandonare le strade se si parla di alcune tematiche, però è altrettanto vero che non deve essere quell'alibi per non intervenire su quelle che sono le politiche di rimpinguamenti e sostituzioni del turnover degli organici delle Forze armate.
Credo che così sia una mozione completamente condivisibile, che tra l'altro, come ricordava prima la collega Camani nel suo intervento, va anche nella nostra ottica, che in questi anni ha un po' mosso anche l'azione dei nostri Governi. Infatti, prima veniva ricordato che l'ultimo rinnovo dei contratti delle Forze armate è stato fatto nel 2017, con un Governo di centrosinistra. Per dire cosa? Che questi sono temi dove non c'è una gara. Si discute di quella che è la maggior qualità di vita e di vivibilità dei cittadini e ognuno come può, con sensibilità diverse, con sfaccettature diverse, si deve sforzare di andare nella direzione che, perlomeno, quello che tentiamo di dire, indipendentemente dal fatto che poi possa più o meno trovare approdo in quelle che saranno le politiche nazionali, visto che non dipende da noi, ci veda remare tutti dalla stessa parte.
Dico solo al collega che mi ha preceduto, prima dell'ultimo intervento, che tante cose sono giuste, però io credo che uno dei colpi anche importanti che hanno subìto gli organici, se parliamo di Polizia locale in quanto inquadrata all'interno di quelli che sono i dipendenti comunali, sia tutto il tema legato nelle macchine pubbliche della "Quota 100". Ricordiamoci anche quello. Non è sbagliata in sé l'idea di dire che la gente va via prima, ma è scellerato dire che uno va via se non si costruiscono i percorsi per il ricambio. Non per niente, uno dei momenti più bui che abbiamo vissuto è stata l'applicazione della "Quota 100" dove la gente andava via senza la certezza di una sostituzione. L'abbiamo vissuto anche qui.
Chiudo, per essere obbediente alle regole del presidente Finco, dicendo che anche noi siamo favorevoli a questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Per annunciare il voto contrario a questa mozione per i motivi che dicevo nel mio intervento. Finché continueremo con l'operazione "Strade Sicure", investiremo 358 milioni sul controllo del territorio attraverso forze militari, piuttosto che darlo alla Polizia ordinaria. Io non credo che il Governo farà i miracoli destinando 358 milioni a "Strade Sicure" e 358 milioni alla Polizia locale. Quindi, anche l'inserimento dell'emendamento del collega Montanariello, su cui io potevo essere d'accordo, dentro questo dispositivo non mi trova d'accordo, perché un conto è investire sulle forze di polizia ordinarie, che tutelano davvero – davvero, però – i cittadini che chiedono sicurezza nei nostri quartieri e territori, un conto è usare in maniera ordinaria, e non straordinaria, il supporto delle forze di polizia, che, come diceva prima la collega Camani, possono essere utili in alcune circostanze di vera emergenza, e non, com'era stato fatto dal Governo Berlusconi nel 2008, tirare un po' troppo la corda affinché ci fosse un'emergenza conclamata, per portare poi ad avere un investimento su delle forze militari che non aiutano. Andate a chiedere, davvero, a un cittadino chi chiama quando ha bisogno di un aiuto dal punto di vista del controllo del territorio. Purtroppo non è la forza dell'ordine in divisa militare che viene a rispondere alle proprie esigenze.
Credo, quindi, che questa mozione non possa essere votata per questo motivo. L'unico motivo per votare una mozione di questo tipo era investire di più, come chiedono i sindacati. Ricordo un report della CGIL che criticava duramente, ad esempio, l'uso dell'operazione "Strade Sicure", proprio perché si spendevano tantissimi soldi con un'efficacia bassa rispetto alla sicurezza reale che i cittadini chiedono.
Quindi, il mio voto sarà contrario.

PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione la mozione n. 303.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTI
13-23
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, GIACOMO POSSAMAI, BIGON, CAMANI, MONTANARIELLO, ZANONI, ZOTTIS, BALDIN, LORENZONI E OSTANEL RELATIVA A "RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI CIRCA LA DEFINIZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE DELL'AREA SALUTE MENTALE DI CUI ALLA DELIBERAZIONE DI GIUNTA REGIONALE N. 371 DELL'8 APRILE 2022". (MOZIONE N. 310) RESPINTA

E

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BIGON, ZOTTIS, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, MONTANARIELLO, ZANONI, LORENZONI, BALDIN, GUARDA E OSTANEL E RELATIVA A "SALUTE MENTALE: IL NUOVO NASCONDE IL VECCHIO. OCCORRE RADDOPPIARE LE RISORSE DA INVESTIRE NEI SERVIZI E ADEGUARE LA NORMATIVA, IL MODELLO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE". (MOZIONE N. 315) RESPINTA

PRESIDENTE

Adesso, colleghi, vi chiedo un attimo di attenzione.
Abbiamo il punto 13, la mozione n. 310 della collega Guarda, che tratta lo stesso tema del punto 23, la mozione n. 315, della collega Bigon. Facciamo una discussione unica per entrambe e poi, ovviamente, votazione separata.
Direi di partire dalla mozione n. 310 dei colleghi Guarda, Baldin e altri "Riflessioni e considerazioni circa la definizione del modello organizzativo e gestionale dell'area salute mentale di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 371 dell'8 aprile 2022".
Leggo anche il titolo della mozione della collega Bigon: "Salute mentale: il nuovo nasconde il vecchio. Occorre raddoppiare le risorse da investire nei servizi e adeguare la normativa, il modello organizzativo e gestionale".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questa mozione è stata sottoscritta da tutti i Consiglieri di opposizione. Il tempo è molto poco. Come vedete, il testo è piuttosto lungo. Vi invito, però, ad approfondirlo, perché puntiamo ad analizzare alcuni punti che secondo noi sono critici nell'applicazione della DGR che si occupa di avviare un percorso di rafforzamento delle azioni per la salute mentale.
Dovrebbe essere un ricambio, una nuova linea. In realtà, ha delle criticità. Parlo, per esempio, della questione delle dotazioni di psicologi e psicoterapeuti per la gestione dei pazienti. Ci sono perplessità rispetto ai numeri che sono dati. Anzitutto, è molto difficile capire dalla delibera come si provvederà all'attivazione degli standard definiti al suo interno per i Centri di salute mentale, in cui il bacino di riferimento è inferiore ai 100.000. Basta l'utilizzo di un "pro" oppure prevederli per ogni abitante per far cambiare la concezione rispetto all'applicazione della DGR stessa. Questo ci preoccupa. Se è vero che questi standard vengono definiti per i Centri di salute mentale dai 100.000 abitanti, è altrettanto vero che questo non dà nessuna garanzia per quelli, invece, più piccoli, che sono comunque all'interno del nostro territorio, per le tante aree che sono di importante estensione, per le quali si sono attivati, però, ambulatori di salute mentale.
Il fatto che si sia esplicitato "CSM/100.000 abitanti" invece che "ogni 100.000 abitanti" ci fa temere che non sia un adattamento proporzionale. Questo ci preoccupa anche perché non è specificato se questi numeri sono previsti anche per i minori o soltanto per le persone over 17 anni. I risultati sono ben diversi e non chiarirlo è un problema.
Non si comprende, poi, a quale modello di riabilitazione si faccia riferimento, dal momento che sono sostanzialmente stabilite equivalenti due professioni: quella dell'educatore e quella del tecnico di riabilitazione psichiatrica, che però sono totalmente differenti. Per questo motivo chiediamo di chiarire questo aspetto, visto che a livello nazionale la figura professionale del TeRP è sufficientemente valorizzata in altre regioni, ma nella nostra no.
C'è una questione speculare riferita ai servizi psichiatrici di diagnosi e cura, relativa proprio ai numeri che vi dicevo prima: ogni 16 posti letto uno psicologo, un infermiere, eccetera. Anche qui, non si capisce che cosa si farà per quei centri che hanno numeri inferiori, e sono numerosi.
In più, una grande perplessità è relativa alla questione della presenza dell'infermiere con un turno h24, che dovrà anche operare, ove necessario, in stretta collaborazione con i presìdi di emergenza-urgenza. Qui si apre la parentesi, il grande quesito se la psichiatria debba occuparsi comunque della violenza delle contenzioni negli altri reparti, rendendo sprovvisto il proprio reparto di riferimenti. Questo è un problema da chiarire.
Accanto a questo si parla della questione della determinazione degli standard, con una misura, che dovrà essere prevista, almeno corrispondente ai livelli nazionali, dato che i valori per gli psicologi e gli assistenti sociali sono al momento inferiori rispetto alle medie nazionali, con questa delibera. Questo dato emerge sia dal SISM sia dalle segnalazioni che ci pervengono dal territorio. Quindi, c'è bisogno di chiarire quali strutture saranno accompagnate adeguatamente e su quali standard ci si andrà a determinare per implementare questo tipo di servizio.
In più, la salute mentale in ambito penitenziaristico viene definita all'interno della delibera, ma non si capisce se aggiungendo personale o meno, e questo è un aspetto che deve essere chiarito. Inoltre, si fa riferimento alle Case di comunità, ma non considerando gli svantaggi che ci sono rispetto a questo modello, che è ancora in fase di definizione, cioè la possibilità per i pazienti di fuoriuscire da una logica di presa in carico continua, con un approccio, invece, ambulatoriale.
Accanto alla questione delle Case di cura private, per cui la riabilitazione è difficile da immaginare se i quadri di degenza necessitano di un'ulteriore prosecuzione a finalità di carattere riabilitativo del trattamento ospedaliero, se non c'è un'attività socio-relazionale, deve essere inserita la questione socio-relazionale. In più, si parla di telemedicina, pratica che non consideriamo adeguata per quanto riguarda la presa in carico delle persone con un disagio psichiatrico...

PRESIDENTE

Collega, concluda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Dato che discutiamo di due mozioni, Presidente, chiedo se posso continuare. No? Sono due mozioni.

PRESIDENTE

Sì, però è lo stesso tema, collega. Altrimenti dovremmo dare dieci minuti a testa.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Okay.
E poi difficoltà rispetto alla questione della neuropsichiatria adolescenziale, con uno spacchettamento per età, che per noi è preoccupante e non è una vera risposta pratica.
Vi lascio alla lettura della corposa mozione. Tutto questo chiediamo che venga affrontato all'interno del Consiglio regionale, anche in futuro, perché non è possibile che ci occupiamo degli atti attuativi, ma non ci occupiamo della programmazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche questa mozione, come è stato detto, è stata firmata dai colleghi Zottis, Possamai, Camani, Montanariello, Zanoni, Lorenzoni, Baldin, Guarda e Ostanel. L'argomento è importante ed è stato introdotto anche dalla collega Guarda.
In Veneto i servizi di salute mentale versano in uno stato di grave difficoltà, dovuta sostanzialmente alla mancanza di una solida regia complessiva. Difatti, le ULSS lavorano in modo completamente diverso. Non solo lavorano in modo completamente diverso, ma hanno anche personale e servizi diversi. Manca una regia. Come se abitare in un posto fosse di serie B o di serie A. Il problema è che tutte le ULSS hanno delle carenze.
Il 19 aprile 2022 è stata pubblicata sul BUR la delibera n. 371, con la definizione di modelli organizzativi gestionali dell'Area Salute Mentale. Abbiamo esaminato questa delibera. Dall'analisi della suddetta delibera si riscontra, però, ben poco di innovativo, perché di fatto ricalca buona parte delle delibere precedenti, come la n. 1673/2018 che, ad esempio, ha avuto come esito una storia riabilitativa molto, molto deludente, oppure la delibera regionale n. 1106/2020, che legittima, come si diceva anche prima, le contenzioni meccaniche.
In questa delibera, che oggi esaminiamo, si rammenta, inoltre, il protocollo di collaborazione tra i Dipartimenti di Salute mentale e la Neuropsichiatria infantile, con cui si è avvallato il ricovero di minori presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, per i quali ora si promettono i posti letto già previsti nel Piano Sociosanitario 2019-2023 e non ancora attuati. Un altro problema è questo.
Si intravede, poi, il pericolo che si proceda a moltiplicare le strutture senza che in esse si moltiplichino anche figure professionali. Il Veneto ha una carenza molto importante per quanto riguarda psichiatri, psicologi, TeRP, OSS, assistenti e educatori, circa del 30% in meno rispetto alla media nazionale. Siccome il Veneto tutt'oggi spende ancora molto meno della media e di quelle che dovrebbero essere indicazioni minime per avere servizi di qualità, che è il 5% del fondo sanitario, ma ne spende esattamente la metà, noi chiediamo, con questa mozione, di destinare molto di più, quindi di arrivare almeno al 5% delle risorse, e di rivedere la normativa confrontandola, come abbiamo iniziato a fare, con le Commissioni competenti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto con piacere questa mozione. Ringrazio la collega Guarda e chi ha sottoscritto questa importante mozione, che affronta un tema cruciale per il Veneto: il problema della salute mentale, che ‒ come hanno anticipato le colleghe ‒ vede una scarsità dal punto di vista delle risorse. La Regione del Veneto si colloca tra le ultime nel panorama italiano per investimento e finanziamento su questo settore. Sicuramente, i numeri che riguardano i problemi relativi alla salute mentale sono in costante aumento. C'è un'indagine che parla di un ragazzo su nove che presenta, ad esempio, disturbi legati a stress, ansia o comunque disagi interiori che vanno colmati, per i quali si deve trovare un rimedio.
A tal proposito, pensando ai più giovani, avevo depositato una proposta di legge, che poi ‒ ho visto con piacere ‒ è stata ripresa molto fedelmente da altri Consiglieri e avallata anche dall'assessore Donazzan, relativa proprio a un supporto psicopedagogico all'interno delle scuole di ogni ordine e grado. Si va ad istituire, con questa proposta, un team multidisciplinare formato non solo da psicologi e educatori, ma anche da pedagogisti, che vanno a supportare lo studente, il ragazzo o anche i bambini, ovviamente, in tutte le fasi dell'apprendimento. Non solo i ragazzi, ma anche il corpo docente e le famiglie che si trovano ad affrontare, spesso e volentieri da sole, questo tipo di problematica.
Da qui credo venga fuori una ulteriore riflessione su quelli che dovrebbero essere i più fragili della nostra collettività, quindi un'attenzione maggiore che va riservata a chi ha questo tipo di problema. Quello della salute mentale è uno dei più difficili da trattare e sicuramente ha necessità di grandi risorse per poter essere affrontato al meglio. Soprattutto, bisogna capire che chi non investe in questo settore avrà fortissime ripercussioni negative in futuro. A volte si dice che se si prende, ad esempio, un bambino nei primi mille giorni da quando viene diagnosticato il disturbo dell'autismo, si riesce, con buona probabilità, a farlo migliorare in poco tempo.
Queste cose devono essere tenute in ampia considerazione da parte di questo Consiglio regionale. Spero che vi sia unanimità anche nell'affrontare un tema come questo, che è di straordinario impatto nella nostra Regione e di straordinaria importanza anche per le generazioni future.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Grazie per la presentazione di queste due mozioni, che condivido entrambe.
Nel mio intervento, per non dilungarmi e nemmeno aggiungere cose che sono state già dette, mi sembrava interessante riportare alcuni dati rispetto al territorio veneto, quindi della nostra regione. C'è una peculiarità. In Veneto oggi accedono più persone per la prima volta ai servizi di salute mentale rispetto alle altre regioni d'Italia. Cosa vuol dire? Vuol dire che, non solo la pandemia, ma anche il fatto che, probabilmente, abbiamo investito troppo poco... Lo dice bene la mozione presentata dalla collega Bigon come prima firmataria. Investiamo troppo poco, e non il 5% che richiede la normativa nazionale (siamo al 2,4). Non aver investito per tanti anni sulla salute mentale in maniera adeguata fa sì che, oggi, il dato di chi accede per la prima volta a un servizio di salute mentale sia più grande in Veneto rispetto alle altre regioni. Abbiamo più bisogno di servizi sulla salute mentale.
Inoltre, e questo lo descrivono le realtà che si stanno occupando di questo tema in Veneto, c'è tantissima differenza tra le ASL dei diversi territori. Non c'è quindi un'uniformità di presa in carico, tanto che, come citava la collega Guarda rispetto alla contenzione, che, tra l'altro, in maniera preoccupante, in una delibera della nostra Regione, viene citata e io credo che i tempi siano maturi per pensare che ci siano altri metodi rispetto alla contenzione, la contenzione viene usata diversamente a seconda dell'ASL che noi osserviamo. Per riparlare, poi, dei dati rispetto al Veneto: noi abbiamo tra i 4 e i 7 psicologi ogni 100.000 abitanti, mentre la media europea è 20, quindi noi stiamo molto sotto il fabbisogno di numero di psicologi per la popolazione.
Inoltre il 70% delle prestazioni è terapeutica, vuol dire che si prende in carico la persona non nella fase di riabilitazione "pre", ma quando ormai si ha bisogno di entrare in una relazione terapeutica vera e propria. Se il 70% arriva a questo punto, vuol dire che il territorio non sa rispondere al bisogno di salute mentale.
Abbiamo proposto una mozione che era stata votata positivamente sullo psicologo di base. La Regione Emilia investe 32.000.000 di euro sullo psicologo di base a livello regionale, quindi è inserito nelle figure di équipe di medicina territoriale e in connessione con le case di comunità. Mentre qui non è ancora dato sapere, ad esempio, se le case di comunità, che sono state progettate, al loro interno avranno il personale e anche degli psicologi di base, come noi avevamo richiesto e come questo Consiglio ha votato, che riescano a fare il lavoro di prevenzione.
Davvero, il tema della salute mentale, oggi, qui in Veneto in particolare – i dati lo dimostrano – è un'emergenza: o noi pensiamo che l'investimento, come chiede la mozione a prima firma della collega Bigon, ma anche il metodo, come chiede la mozione della collega Guarda, cambino (e quindi sia ci sia più investimento, la Regione sia a supporto anche della creazione di linee guida diverse, più aggiornate e non come quelle in delibera che oggi ci sono, che in qualche modo non rispondono alle esigenze), oppure noi nei prossimi anni avremo un'emergenza ancora più forte.
Convintamente, quindi, sostengo e voterò le due mozioni. Spero che il Consiglio tutto segua anche questo suggerimento.

PRESIDENTE

Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo punto perché riguarda un tema che è quello della salute mentale, su cui, tra l'altro, la Commissione Sanità e Sociale è stata interessata da uno specifico lavoro che abbiamo concluso nelle settimane scorse.
Era una delibera su cui abbiamo espresso il parere, una PAGR, una delibera amministrativa inviataci dalla Giunta che è dedicata specificatamente ai CEOD, i Centri diurni per la salute mentale). Era il susseguirsi di un lavoro che era partito con la delibera citata, la n. 371 dell'aprile del 2022.
Su questo provvedimento la Commissione tra l'altro ha lavorato anche con una specifica seduta dedicata all'approfondimento e all'ascolto attraverso una serie di audizioni, oltre che alla presenza, ovviamente, della dirigenza dell'Area sanità e sociale che si occupa in particolare del tema della salute mentale.
Il nuovo modello organizzativo e gestionale per i centri diurni per le persone affette da patologie psichiatriche, che era contenuto nella PAGR che abbiamo esaminato, prevede che tutte le Aziende sanitarie territoriali del Veneto debbano attivare nel giro di tre anni un posto a tempo pieno nel centro diurno ogni 2.500 abitanti in età maggiorenne, pari quindi a una struttura da 20 posti a tempo pieno ogni 50.000 abitanti, avendo cura di riservare un terzo dei posti ai casi ad alta intensità di cura e di prevedere nella propria offerta un centro diurno dedicato ai giovani pazienti che manifestano gli esordi di una patologia psichiatrica.
I posti vanno intesi a moduli, quindi possono prevedere la rotazione di due pazienti su un posto a tempo pieno. I centri diurni per la salute mentale dovranno quindi qualificare la propria offerta in tre direzioni: la prima, quella del trattamento precoce dei giovani, nei casi di esordio della patologia psichiatrica; la seconda, quella della riabilitazione e del reinserimento sociale, lavorativo e familiare dei pazienti con possibilità di recupero; la terza, quella del mantenimento/potenziamento della capacità di vita autonoma e di inclusione territoriale per i pazienti cronici.
Dovranno essere inseriti in contesti urbani facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, si dovrà offrire loro attività risocializzanti e garantire un'apertura settimanale di 40 ore per complessivi 240 giorni all'anno.
In corrispondenza con il potenziamento dell'offerta e dei percorsi di trattamento individualizzato ad alta intensità, le nuove disposizioni prevedono anche un rafforzamento degli organici dei centri diurni con l'inserimento aggiuntivo di psicologi e psicoterapeuti, o psicologi con documentata esperienza lavorativa nei centri diurni per la salute mentale, nonché di educatori professionali e socio-sanitari, o di terapisti della riabilitazione psichiatrica.
Nell'ambito dell'approfondimento che abbiamo fatto, veniva chiesto e anche spiegato che la nuova organizzazione prevede risorse aggiuntive, pari a circa 9,3 milioni, da ripartirsi tra le diverse ULSS, che saranno risorse aggiuntive per la salute mentale.
Per quanto riguarda in particolare il focus sul personale, ciò che viene proposto è di valorizzare la figura del terapista della riabilitazione professionale e dell'educatore socio-sanitario, che sono i profili professionali che hanno un più alto budget orario settimanale. Si tratta di una scelta di campo, che necessiterà di un impiego di risorse, che troveranno copertura nel bilancio sanitario regionale e non andranno a erodere le risorse oggi impiegate in altri servizi per la salute mentale.
Un altro aspetto importante che va sottolineato è che la delibera prevede una quota di posti da destinarsi ad alta intensità, quindi una dotazione strumentale di personale aggiuntiva.
Siamo consapevoli e condividiamo che il tema sia delicato e che sia di fondamentale importanza proporre nuove soluzioni per rimuovere il più possibile gli ostacoli, per una appagante e serena vita sociale. Per questo la delibera punta molto su tre linee di azioni, per la prevenzione e la riabilitazione.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Presidente della Quinta Commissione per questa esposizione, che si basa probabilmente su un confronto anche con l'Assessorato competente. C'è un aspetto che mi preme sottolineare. È evidente che noi abbiamo concluso l'approvazione di quanto previsto come parte attuativa della delibera. Probabilmente, lo ribadisco, saremmo stati più utili nella parte della programmazione.
Proprio in riferimento alla discussione che abbiamo avuto, se all'interno di questo atto e se all'interno, poi, delle delibere che ne sono conseguite non viene inserito, per esempio, il parametro della relazione all'interno dei parametri essenziali da richiedere anche a chi andrà a gestire su convenzione un CEOD piuttosto che altre strutture, allora perdiamo la possibilità di esigere da parte di tutti i soggetti, pubblici o privati, di realizzare quello che è necessario per l'aiuto alla persona con un disagio psichiatrico ad uscire dal proprio disagio e a ricostruirsi una propria autonomia.
Avremo fatto centro solo attraverso l'investimento in personale preparato in questa direzione, la creazione di relazioni e la creazione di opportunità di confronto, mettendo al centro l'autonomia del paziente e la sua compartecipazione, senza soltanto prevedere l'esclusiva erogazione di servizi.
Noi rileviamo delle criticità all'interno di questa delibera che riteniamo siano coincidenti perché confrontate con le esigenze del personale e delle persone che sono operative, non soltanto le associazioni dei familiari, ma chi operativamente si sta occupando di questo settore. Riteniamo che ci sarebbe stata l'opportunità di fare un passo in avanti.
Riteniamo che aprire ai mini manicomi ancora una volta sia un danno e sia una liberalizzazione dettata sì dalle difficoltà dei numeri, ma non predisposta ad applicare quello che in termini di princìpi andiamo ad abbracciare come Regione del Veneto, e per questo motivo ritengo che si sia persa questa volta una grande occasione di vero rinnovamento, perché questo non lo è.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io ringrazio la collega presidente Brescacin per la relazione, per il suo intervento. Di fatto è importante, insomma, parlarne assolutamente in Commissione, però noi dobbiamo arrivare a dei risultati concreti. Di delibere fatte dalla Regione, come dicevo prima, ce ne sono parecchie e possono anche essere migliorative. Sicuramente possono essere integrate e migliorate. Però di fatto ci sono, i termini sono anche corretti, si parla di psichiatria di comunità. Tante cose sono anche fatte in modo corretto, ma vanno applicate, cosa che non è stata fatta in buona parte. E poi bisogna crederci e investire anche delle importanti somme.
Abbiamo tanti disturbi in aumento, ad esempio, nel comportamento alimentare. Guardate, mi hanno chiamato i genitori di un ragazzino la settimana scorsa: prima visita presa in carico 2024. è un ragazzino di 17 anni, 16 anni, che va preso in cura immediatamente: 2024, questa è la realtà. E noi abbiamo ragazzini che vengono ricoverati negli ospedali di psichiatria per adulti e rimangono lì anche un mese. Questo succede nel Veneto. Siccome che abbiamo dei posti, apriamoli, applichiamoli. I ragazzini non possono essere ricoverati con gli adulti perché sappiamo perfettamente cosa succede all'interno e quindi non sto qua a dilungarmi. Un ragazzino o una ragazzina che hanno problemi di disturbo alimentare, molto, molto diffuso in Veneto, non può essere preso in carico nel 2024.
Vanno bene le delibere, vanno bene le parole, va bene tutto quello che abbiamo detto, ma investiamo sul personale, apriamo questi reparti che devono essere i più limitati possibili nel numero di giorni di ricovero – e siamo tutti perfettamente d'accordo –, ma non può succedere ancora che vengano ricoverati lì. E poi per i disturbi alimentari, cerchiamo di potenziare i reparti e aumentarli perché ne abbiamo veramente tanti.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Solo un ulteriore minuto.
Io penso che siamo in un'Aula consiliare e penso che il tema della programmazione, della filiera della programmazione sia stato rispettato. Molti di noi erano Consiglieri anche nello scorso mandato quando abbiamo approvato importanti documenti di programmazione. Uno dei più importanti è il Piano socio-sanitario all'interno del quale vi è anche la programmazione per la salute mentale. Penso che questo tema sia assolutamente rispettato e quindi la Giunta di conseguenza si comporta attuando la propria competenza che è la competenza di gestione.
Dopodiché penso anche che, siccome molti di noi siamo anche componenti della Quinta Commissione, vi sono dei momenti di approfondimento che vengono in particolare dedicati nelle Commissioni di merito. Sulla salute mentale ve ne ho citato uno che è stato fatto proprio nelle settimane scorse. Abbiamo dedicato una seduta anche agli approfondimenti, alle audizioni dell'elenco delle persone che avevamo deciso di audire e inoltre c'è sempre stata la presenza dell'Assessore e anche dei Dirigenti della Struttura competente. Penso che quelle occasioni là siano momenti, almeno per i componenti della Commissione, per poter fare degli approfondimenti e fare delle proprie valutazioni, perché alla fin fine poi si dice che vanno bene le parole e poi contano i fatti, e su questo possiamo essere d'accordo anche noi, ma secondo me le parole che io ho sentito nel penultimo intervento che mi ha preceduto lasciano molto a desiderare.
Sono state date determinate definizioni a servizi che sono attivi nel nostro territorio, che danno una risposta alle persone e alle famiglie affette da problemi mentali, servizi che sono alla base di una certa programmazione, di un certo studio scientifico e di un approccio di tipo scientifico dettato dal tema della riabilitazione e del recupero, del recupero dell'autonomia e quindi nel dare quella che è la migliore prospettiva di vita possibile per ciascuna persona. Per cui io rifuggo da queste definizioni che penso siano proprio inopportune – a mio avviso, a titolo personale, questo lo dico – in una sala di Consiglio regionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Come vi dicevo prima, dobbiamo votare le due mozioni.
Metto in votazione la mozione n. 310 a firma dei colleghi Guarda, Baldin ed altri.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto ora in votazione la mozione n. 315 a firma dei colleghi Bigon, Baldin, Camani ed altri.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
14
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CIAMBETTI, RIZZOTTO, PAN, GIACOMIN, FAVERO, SCATTO, CECCHETTO, MAINO, ZECCHINATO, BARBISAN, BORON, CESTARI, PUPPATO, FINCO, GEROLIMETTO, RIGO, BET, BISAGLIA, CAVINATO, CESTARO, CENTENARO, CORSI, VIANELLO, SANDONÀ, SPONDA, VENTURINI, BOZZA, POLATO, FORMAGGIO, PAVANETTO, RAZZOLINI, SORANZO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BRESCACIN, ANDREOLI, DOLFIN, GIANPIERO POSSAMAI E PICCININI RELATIVA A "SOSTEGNO ALL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI". (MOZIONE N. 312) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 148/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto 14 all'ordine del giorno, mozione n. 312 presentata dai colleghi Ciambetti, Barbisan ed altri.
Prego, Presidente.

Roberto CIAMBETTI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie. Buongiorno a tutti i colleghi.
Sostegno all'Associazione Nazionale Alpini. 19 maggio 2022: chi si ricorda, appunto, il post adunata di Rimini, si ricorderà quello che è successo mediaticamente contro l'Associazione Nazionale Alpini (ANA). Un bailamme mediatico, una serie di iniziative, raccolte firme contro le adunate. Chi più ne ha, più ne metta, un calderone mediatico che ha creato confusione in maniera gratuita.
Quello che abbiamo fatto quei giorni con i colleghi che hanno sottoscritto la mozione, ma quello che è avvenuto anche in tante altre realtà istituzionali, era portare ad evidenza tutto quello che l'Associazione Nazionale Alpini fa. Son quattro pagine – se le avete lette – della mozione che mettono in fila ed elencano tutto quello che le Sezioni e i Gruppi alpini fanno e quello che, ad esempio, fanno anche con la Regione Veneto: attività di protezione civile, attività di solidarietà, banco alimentare, e chi più ne ha più ne metta. Chi di noi ha avuto esperienze, a qualsiasi livello istituzionale, dal piccolo Comune alla Regione, o anche più in alto, sa quanto importanti sono nell'operatività e nel loro lavoro le associazioni di volontariato, e in Veneto in particolare l'Associazione Nazionale Alpini.
Quindi, questa mozione veniva fatta in quel momento per queste motivazioni. Poi le settimane son passate, i giorni son passati e, prendendo le parole di qualcun altro, troppo rumore sui casi di molestie alle adunate degli Alpini. Anziché discuterla e affrontarla in un dibattito serio, la vicenda è stata trasformata in un calderone mediatico, colpevolizzando tutto il corpo degli Alpini, senza distinzioni, equivocando tra termini, segnalazioni e denunce, mai sottovalutate, in quel caso, dal Comune, ma che non hanno portato a nulla. Anzi, sempre prendendo le parole poi vi dirò di chi, l'unica denuncia fatta è stata archiviata dalla PM della Procura di Rimini. Ho preso a prestito le parole del Sindaco di Rimini, Jamil... Scusate, il cognome è più... Bravo, vedo che lei è preparato sul tema, visto che è un suo collega.
Questo per dire cosa? Che abbiamo assistito lo scorso maggio a una vicenda, in termini ‒ ripeto ‒ mediatici, assolutamente assurda e che nulla aveva a che fare con la realtà. Questa mozione che qui oggi andremo a votare serve a riaffermare la vicinanza di questo Consiglio regionale con una associazione che per noi ‒ e ne parlo da amministratore regionale ‒ è un partner indispensabile. Ripeto: protezione civile, solidarietà, attività di volontariato, attività di cultura nelle scuole, attività a favore di una cultura alpina e anche di trasmettere certi valori che riguardano la montagna del nostro territorio, attività che gli Alpini svolgono in maniera assolutamente encomiabile. Quindi, l'ho inquadrata in quel momento, ma tutte le motivazioni che ho riportato all'interno della mozione sono al momento assolutamente condivisibili e da riaffermare.
Ripeto, quello che è avvenuto è stato vergognoso e dobbiamo, secondo me, come Assemblea legislativa, fare tesoro di quello che può avvenire sul nulla e di quello che, invece, per noi è l'Associazione Nazionale Alpini.
Grazie, colleghi.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Rizzotto. Prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Mi unisco al presidente Ciambetti in questa mozione, che ho anche sottoscritto. Io ero presente a Rimini in quei giorni. Ogni anno frequento l'adunata degli Alpini, perché sono anche iscritta come "Amica degli Alpini", e mai mi sono successe cose del genere come quelle che sono state raccontate. Trovo che gli attacchi che ha subìto l'associazione ANA siano assolutamente ‒ come ha detto lei, presidente Ciambetti ‒ vergognosi e condannabili.
Hanno usato un pretesto, vedendo tanta gente, magari anche un po' allegra, ma io non ho mai avuto nessun problema, eppure, essendo figlia di un alpino, frequento le adunate da quando sono nata, praticamente. Mai nulla di questo. Voglio anch'io riaffermare quello che ha detto il Presidente: questa è un'associazione importantissima per la nostra Regione, con tutte le sue 15 sezioni, con tutti i vari gruppi che sono in tutti i paesi, per quello che fa in termini di solidarietà, soprattutto con gli interventi di protezione civile, che sappiamo essere elemento fondamentale in tante iniziative anche durante le calamità naturali o altri interventi. E abbiamo visto che anche durante il Covid hanno dato una mano anche loro.
Solidarietà: anche il Presidente citava il banco alimentare, poiché a breve ci sarà questo appuntamento. Basta vedere anche il Libro verde degli Alpini, quindi le ore di volontariato che assicurano ogni anno. Sono tutte risorse gratuite che vengono fornite. Anch'io nel mio piccolo faccio qualcosa con questa associazione, qualche ora la posso dedicare anch'io ogni tanto. Sono orgogliosa di farne parte, anche se non ho fatto l'alpino, però, ripeto, come amica degli Alpini e sostenitrice ne faccio parte attivamente.
Sostengo pienamente questa mozione e trovo ancora una volta da condannare quello che hanno dovuto subire, anche difendendosi con dei legali, per delle accuse che alla fine derivano da un'unica denuncia anonima, che non ha avuto neanche seguito, né è stata dimostrata. Sono manifestazioni che chi le ha vissute e vi ha partecipato ne capisce anche il senso. Può esserci anche un po' di goliardia, ogni tanto, ma non ho mai visto superare i limiti. Quello che è stato dipinto non è corretto.
Ho apprezzato anche le parole di un autorevole esponente del Governo che si era espresso in malo modo verso gli Alpini in questi giorni, definendo i rave party come le adunate degli Alpini, ma si è rimangiato le parole. Non faccio neanche il nome, ma si è rimangiato giustamente le parole che gli erano uscite male, perché sono due cose completamente diverse.
Grazie, Presidente, per averla presentata e la sostengo in maniera forte. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Avevo già annunciato prima un mio intervento. Ci eravamo sentiti, proprio nei giorni dopo l'adunata di Rimini, con il presidente Ciambetti su questo tema, io da Capitano degli Alpini, lui naturalmente da... Qui di Alpini in armi mi pare che siamo io, il presidente Ciambetti e l'assessore Bottacin, se ricordo bene. Quindi, siamo intervenuti presentando questa mozione.
Guardate, a Rimini io sono stato dal venerdì sera, quindi posso testimoniare. Era uno stradone con tanti locali. Rimini è nota anche per le sue situazioni estive, bagni aperti, tanti locali, tanti giovani presenti. Una cosa che ho notato è che comunque i nostri Alpini correttamente erano presenti nei ristoranti, erano presenti nei bar, erano presenti in tante situazioni della città che ci ha ospitato. Quando ci ospita una città ci sono situazioni ufficiali, però anche tante situazioni, chiamiamole così, di incontro di tanti amici che si ritrovano a far festa, ma in maniera del tutto civile, del tutto gioiosa, come succede sempre.
È chiaro che Rimini non è una città alpina, è una città di mare, quindi con difficoltà magari si capiva anche il senso del nostro ritrovo in questo posto. Chiaramente, magari non tutti lo sanno, ma generalmente un'adunata degli Alpini si fa nel Nord-Est o nel Nord-Ovest e una generalmente o nel Centro Italia o Sud Italia in base alle annate. Dopo due anni di Covid ci siamo trovati, eravamo in tantissimi, c'erano anche davvero tanti ragazzi e tante persone che con gli Alpini c'entravano poco o niente, erano a far festa insieme a noi e vi posso assicurare che se si vedeva qualche ragazzo di 20 o 30 anni in certe situazioni, molti di noi l'hanno anche accompagnato verso il letto o altre situazioni meno pericolose. Vi ricordo che la naia è finita nel 2004 e purtroppo uno dei problemi che abbiamo nella nostra associazione è quello dell'età, quindi non abbiamo i rincalzi dietro. Quelli che facevano tutto questo caos, anche con qualche eccesso di bevuta, erano tanti ragazzi che con gli Alpini magari c'entravano fino a un certo punto.
Voglio ricordare, oltre all'elenco che ci ha dato il nostro presidente Ciambetti di tante attività che non ripeto perché, voi sapete, a noi Alpini piace lavorare in silenzio e poi far festa quando è ora di far festa, solo il Vajont nel 1963 (il 9 ottobre, l'abbiamo ricordato), quando i primi ad arrivare lì siamo stati noi della Cadore 7° Alpini Feltre e Belluno, a tirar su i 1.917 morti lungo il Piave. Ricordo solo un altro aspetto, che è quello del nostro ospedale da campo. Voi sapete che la protezione civile non è proprietaria dell'ospedale da campo che va in giro a livello internazionale, quando ci sono terremoti, quando ci sono morti, alluvioni eccetera.
Quello lo abbiamo pagato noi, con i nostri soldi, e lo prestiamo ogni volta che c'è bisogno. Volevo solo ricordare due aspetti importanti. Penso che quello che è successo a Rimini sia vergognoso, perché è stato premeditato da un'associazione di femministe, LGBT o quello che siano, per fare confusione, per andare sui giornali e avere tutta la visibilità che hanno voluto.
Questo è quello che è successo a Rimini. È stata una vergogna grande, una vergogna dovuta a questi gruppi che poi fanno i rave party e fanno tutta quelle robacce in giro per il nostro Paese. È ora di finirla e di avere rispetto per noi Alpini, per la nostra associazione e per tutto quello che abbiamo dato a questo Paese.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come Gruppo abbiamo sottoscritto questa mozione perché, presidente Ciambetti, noi condividiamo appieno il contenuto di questo atto e condividiamo il fatto che dobbiamo riaffermare la vicinanza a questa associazione.
Già all'indomani dei fatti che si sono verificati a maggio, delle denunce che ci sono state, ci eravamo pronunciati dicendo che c'era piena solidarietà nei confronti degli Alpini. Se qualcuno commette qualche atto che presenta dei profili di illegalità, allora in quel caso si deve intervenire, ma non certo perché appartenente all'Associazione degli Alpini, bensì a prescindere, in qualsiasi contesto, in qualsiasi situazione.
Come abbiamo visto, in realtà non c'è stata alcuna conseguenza e oggi possiamo veramente dire che è stato montato un caso legato a un'associazione, a delle manifestazioni che non hanno niente di illegale, anzi sono portatrici di una storia e di una tradizione che noi siamo anche orgogliosi di portare avanti.
Anch'io per la mia esperienza sono simpatizzante e condivido e ho condiviso con l'Associazione degli Alpini momenti importanti, anche di solidarietà, esperienze nell'ambito del volontariato, e devo dire che conservo, da un punto di vista affettivo, un bel ricordo.
Non posso quindi che esprimere vicinanza e condividere il contenuto di questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
È bello vedere che arriva proprio oggi in Aula questa mozione del presidente Ciambetti, perché ero con lui sia sabato che domenica, quando abbiamo inaugurato, a Vicenza, il bellissimo monumento degli Alpini, e domenica, con il presidente Ciambetti in rappresentanza della Regione, è stata letta la lettera del Ministro della difesa Guido Crosetto.
Quindi, non voglio più entrare nella sterile polemica di esponenti di altri partiti che hanno attaccato Europarlamentari, Deputati, che hanno attaccato gli Alpini all'indomani della manifestazione, ma voglio soltanto portare un po' di poesia, portare un po' di quello che è il senso di appartenenza al Corpo degli Alpini, che trasmettono nelle città. Vicenza era bellissima domenica. Per chi ha visto venerdì, sabato e domenica, questi tre giorni degli Alpini a Vicenza, è totalmente lontano e ha già dimenticato l'infamia di quello che è successo a Rimini.
Pieno sostegno, quindi, Presidente, a questa mozione. Non mi preoccuperei più di tanto, perché il popolo ha già capito da molto tempo chi sono gli Alpini.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Ovviamente come Gruppo di Fratelli d'Italia chiediamo la possibilità e la disponibilità alla sottoscrizione della mozione. Ringraziamo il Presidente, anche perché nella mozione stessa richiama la proposta fatta da noi, ancora nel 2021, proprio a sostegno dell'Associazione degli Alpini, anche attraverso delle iniziative che la Giunta stessa può fare. Ovviamente, questa mozione, che ricalca i contenuti della precedente, si inquadra anche in un periodo storico che richiama i 150 anni della Fondazione del Corpo stesso degli Alpini.
Colgo l'occasione, Presidente – volevamo fare una mozione, ma eventualmente è un messaggio che, comunque, può passare anche all'interno di questo Consesso –, per mettere in luce il fatto vergognoso della Sovraintendenza di Verona, che nel giorno in cui si sono celebrati i centocinquanta anni dell'anniversario ha vietato l'illuminazione dell'Arena di Verona con il tricolore – cito testualmente il dispositivo a firma del Sovrintendente – giustificando questa scelta con queste parole: "Si esclude l'illuminazione con il tricolore, che viene riservato esclusivamente alle manifestazioni istituzionali di carattere nazionale". Probabilmente per il Sovrintendente di Verona il Corpo nazionale degli Alpini è necessario nel momento in cui deve intervenire perché ci sono le inondazioni dell'Adige, deve intervenire perché ci sono i problemi di alluvione, deve intervenire su qualsiasi cosa, però a livello istituzionale dobbiamo vietare l'Arena, come l'illuminazione dell'Arena fosse l'inquinamento importante per un decoro del complesso monumentale, che ha visto la settimana prima l'illuminazione e l'occupazione dell'Arena per una manifestazione enogastronomica come Hostaria.
Nel dispositivo stesso dice: non è possibile dare illuminazione all'Arena perché la settimana prima c'è stata Hostaria, poi c'è il 4 novembre, ma cosa la diamo agli Alpini? Io ritengo che anche questi comportamenti debbano essere stigmatizzati, comportamenti figli di quella mentalità con cui si chiede a questa Associazione di tutto e di più, soprattutto volontariato, e poi, nel momento in cui si deve riconoscere a livello istituzionale e a livello di popolo proprio la vicinanza a questo Corpo, ci si limita a quelle polemiche sterili e vergognose che sono successe dopo i non fatti di Rimini, come diceva giustamente il collega, colleghi denunciati da una associazione, che poi, grazie a Dio, ha avuto anche una smentita dalla magistratura, ma di contraltare abbiamo giornalmente delle testimonianze di non vicinanza, che vanno stigmatizzate.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio ringraziare il presidente Ciambetti per aver presentato questa mozione. Dopodiché, visto che non sono state registrate tutte le sottoscrizioni, io aveva dato indicazione di una sottoscrizione generale dei due Gruppi Zaia e Lega, tra l'altro vedo che non è stato riportato nemmeno il mio nome, chiedo che possano essere messi tutti i nomi dei nostri Consiglieri dei nostri due Gruppi.
Prima ho sentito dire, nella mozione precedente, quella che riguardava l'operazione "Strade Sicure", che i cittadini non si sentono sicuri quando vedono i militari per strada. Ebbene, io posso tranquillamente dire – penso che pochi qua dentro possano dire il contrario – che i nostri cittadini, quando vedono un cappello degli Alpini per le nostre vie, penso che si sentano molto sicuri e molto tranquilli, sia che siano Alpini in armi, sia che siano appartenenti all'Associazione Nazionale Alpini. Questo perché? Perché gli Alpini nella storia d'Italia, in questi centocinquanta anni di storia, hanno sempre lavorato per il bene delle nostre comunità, sono sempre intervenuti quando c'era bisogno, e la nostra popolazione si è accorta, in un momento in cui si ha un momento di emergenza, di crisi o di difficoltà, che ha sempre visto delle penne nere intervenire per dare una mano. Questo perché? Perché gli Alpini sono portatori di valori, valori di quelle che sono le nostre comunità, comunità legate all'Arco alpino, legate alle valli dei nostri territori, legate a una certa storia e a certe tradizioni, che sono radicate nella nostra terra.
Io non ho fatto il militare per la riforma, non sono un Alpino, frequento gli Alpini da quando ho iniziato a fare amministrazione e posso dire che da loro ho imparato veramente tanto. Mi hanno trasmesso grandi valori, mi hanno trasmesso quello che è l'attaccamento alla nostra terra, alla nostra patria, mi hanno trasmesso quello che è il testimone anche della storia. Inviterei tante di quelle ragazze che sono andate per avere anche magari una ribalta in televisione facendo delle accuse, che dopo non hanno avuto riscontri dal punto di vista della magistratura... Perché, allora, o il nostro è un Paese dove vale la denuncia fatta dai Carabinieri o in Procura, oppure il nostro è un Paese dove le denunce si fanno nei vari talk show serali che vediamo in televisione. Siccome di denunce ne abbiamo vista solo una, che tra l'altro è anche decaduta, io inviterei queste ragazze o chi ha voluto sollevare il caso – e su questo sono d'accordo, è un caso sollevato ad arte – a leggere alcuni libri sulla storia degli Alpini, "Il sergente nella neve", "Centomila gavette di ghiaccio", cioè libri che parlano della storia dei nostri ragazzi, ragazzi della nostra terra che sono partiti indossando quel cappello, mandati a morire – dobbiamo dirlo – in fronti lontani, che adesso sono ancora teatri di guerra, e ai quali il nostro Paese deve moltissimo, come dobbiamo tutti noi moltissimo agli Alpini.
Io spero, allora, che oggi da questo Consiglio regionale parta un grande abbraccio a tutta l'Associazione Nazionale Alpini e la nostra vicinanza e il grande invito a tutti gli Alpini in armi e dell'Associazione che portino sempre con grande orgoglio il loro cappello, perché le nostre comunità e la nostra Regione sono orgogliose di loro.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Anch'io parto dicendo che è un tema importante che il Presidente mette all'ordine della discussione di questo Consiglio, per i vari motivi che sono stati detti finora. Presidente, condivido la sua mozione, ma non condivido tutti gli interventi, perché, come sempre, ahimè, c'è chi tenta di inquinare anche la bontà di una cosa importante e seria come questa. Che cosa ci vogliamo fare, presidente Ciambetti! C'è chi per due minuti di gloria e per accreditarsi forse un'identità che non ha è disposto anche a rovinare una mozione importante come questa.
Presidente, io condivido questa mozione, ma vorrei accendere i riflettori su un altro aspetto di questa mozione, su un altro aspetto di persone penalizzate con quello che è successo, e lo dico prendendo un esempio che personalmente ho avuto. Essendo nell'Associazione Bersaglieri, abbiamo fatto il raduno nazionale anche noi, quindi ho paragonato le due cose. Ebbene, c'è un aspetto di questi raduni che forse non emerge, a volte: parlo delle centinaia di migliaia di volontari che ci sono, a titolo gratuito, e che si pagano anche il viaggio per organizzarli, e per organizzarli non solo per chi è in questo caso Alpino o Bersagliere – noi lo abbiamo fatto questo anno – ma anche per dare un momento bello alla città dove vai, perché generano ricchezza, generano un'economia, questi raduni, quando tu li porti su un posto, ma generano anche attrazione, perché comunque è bello vedere, qualsiasi associazione sia, il corpo che sfila, la parata, magari gli Alpini con la penna o i Bersaglieri con la banda che corre, la fanfara. Io, Presidente, avendo da volontario partecipato per tre giorni ad un raduno simile a questo, a spese mie, mi viene da pensare, al netto di qualche idiota politico che ride... Presidente, di idioti politici ce ne sono in casa di tutti, anche nella vostra. Io vorrei esprimere, tramite questa mozione, solidarietà a tutti quei volontari che sono partiti da casa per andare lì a fare qualcosa in cui credevano e che magari sono tornati a casa e si sono presi anche parole. Magari qualcuno gli ha anche detto: cosa siete andati a combinare in giro, cosa avete combinato? È brutto essere messi alla gogna mediatica e dover dire che tu non eri lì. Perché, Presidente, come sempre, si fa di tutta l'erba un fascio.
Non entro nel merito, perché lo ha spiegato bene lei, però io credo che noi dovremmo incentivare l'associazionismo. Non possiamo metterlo al muro, come è stato fatto. Dopodiché, siccome quando si trovano migliaia di donne e uomini, ragazze e ragazzi può succedere qualsiasi cosa, bisogna andare a prendere chi ha sbagliato, non bisogna generalizzare, anche lì. Ci può stare che anche noi come Consiglio regionale andiamo a fare una gita e che uno faccia il cretino. Ma è stato uno che ha fatto il cretino, due, tre. Oggi abbiamo visto un paio... Presidente, non me ne voglia, ma sono tutti della sua parte. Non è colpa mia, è colpa sua. Se vogliono rovinare la sua mozione ridendo, la colpa non è mia. Io tento di dare un contributo serio, superando queste cose.
Il mio pensiero, Presidente, chiudendo, va a due cose, secondo me, negative che si sono verificate. Una è stata fare di tutta l'erba un fascio. Del resto, io faccio fatica a dire, quando si trovano migliaia di persone, seppure qualcuno abbia sbagliato, che hanno sbagliato tutti. Ci sarà uno che non ha sbagliato. Su questo, quindi, mi dispiace l'attacco mediatico che c'è stato, perché dopo abbiamo visto che non ha avuto seguito. Siccome in Italia siamo in uno stato di diritto, se uno è leso e non denuncia, vuol dire che non è stato leso alla fine, sennò avrebbe denunciato, anziché andare sulla stampa.
Secondo elemento, Presidente. Mi viene da dire, e lo dico pensando che possa succedere a qualsiasi associazione, che è sbagliato quando succedono queste cose, perché ci sono migliaia di volontari, migliaia di persone che si pagano a proprie spese il viaggio per andare lì, per dare una mano, perché ci credono, perché c'è chi lo fa perché ha fatto il militare, c'è chi lo fa perché ci crede, c'è chi lo fa perché ha spirito di servizio nel terzo settore, c'è chi lo fa perché gli piace lo stare insieme in maniera sana, facendo qualcosa per il prossimo, c'è chi lo fa perché è anche giusto fare queste cose, piuttosto che andare nei bar a giocare a una macchinetta o a bere un bicchiere di alcolici. È certamente più sano fare questo tipo di aggregazione.
Chiudo dicendo, quindi, che a loro va tutta la mia vicinanza, e condivido, perché anche qui è stato un modo per andare a colpire un pezzo di volontariato che, invece, dovrebbe essere valorizzato. Non succeda mai più che per colpire qualcuno si faccia di tutta l'erba un fascio, perché è la morte della democrazia ed è la morte della civiltà, Presidente.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Sto assistendo a una specie di discussione abbastanza surreale, perché se dobbiamo andare a votare una mozione io credo che dovremmo leggerla e vedere cosa vi è scritto, in effetti. Ebbene, se la si va a leggere, non c'è nessun accenno ai fatti di Rimini. Dalla mozione si legge una semplice descrizione di quello che fa l'Associazione Alpini, su cui nessuno ha niente da obiettare, ovvero l'impegno nell'ambito civile, sanitario, delle emergenze e quant'altro, quindi su questo tutti possiamo concordare, sull'importanza e sul valore dell'Associazione, che aiuta tantissimo i cittadini, e io stessa ho partecipato ad una delle adunate qualche tempo fa, ricordo, ad esempio, a Trento, rispetto a quello che si è susseguito nell'ordine degli interventi, in cui ormai tutti hanno accennato al discorso dei fatti di Rimini.
Dobbiamo capire, quindi, se andiamo a votare il testo così com'è scritto, e quindi credo che nessuno abbia qualcosa da obiettare, o se, invece, vogliamo infarcire questo testo di qualcosa che non è scritto e di qualcosa che è avvenuto e ne abbiamo letto sui giornali un po' tutti. Penso che dobbiamo porci prima di tutto il quesito se ci stiamo sostituendo in qualche modo al lavoro che dovrebbe fare la magistratura in casi di denunce, oppure se vogliamo sostituirci al lavoro del Papa dando una benedizione urbi et orbi a un'associazione nel suo complesso.
Ripeto, io assolutamente sostengo questa associazione per quello che fa, ma non essendo stata in quell'ultima adunata a Rimini, non posso sapere cosa è avvenuto effettivamente sul campo a Rimini in quei giorni, come nessuno di voi, perché o qualcuno ha visto con i propri occhi casi di molestie o altro, oppure effettivamente ci si deve astenere in qualche modo da ogni tipo di interpretazione dei fatti per come sono stati solamente riportati sui giornali o denunciati da alcune attiviste o da alcune donne. Poi che siano state ritrattate o che siano state ritirate le denunce è un altro discorso, perché, vedete, una donna a volte per i più vari motivi può ritrattare o ritirare una denuncia fatta.
Ritengo, cari colleghi, che due sono le cose: chi si sente oggetto di derisione o di molestia ha il diritto assoluto di denunciare e si assume la responsabilità di ciò che denuncia, perché sapete benissimo che chi denuncia il falso è anche oggetto di calunnia, quindi è un reato. Dall'altra, chi sbaglia paga, quindi se ci sono stati dei responsabili devono pagare e verranno perseguiti per quello che hanno fatto. Ma questo non giustifica l'assoluzione, ripeto, su larga scala di tutti, perché magari probabilmente qualcuno che si è comportato un po' male c'è stato. Ma noi non abbiamo nessuna legittimità oggi per andare ad assolvere chi si è macchiato magari di alcuni delitti o semplicemente di molestie, come è stato riportato sui giornali.
Per queste motivazioni, quindi, io non voterò questa mozione.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Se i fatti di Rimini sono sicuramente un qualcosa di già preorganizzato e nascono da associazioni che sappiamo che hanno un odio nascosto, un'avversione contro chiunque si impegni socialmente, sia un esempio di cittadino, di cittadinanza responsabile quali sono gli Alpini, quelli di Verona sono quasi più gravi ancora perché non nascono da denunce anonime o semi anonime di cittadini che vanno, che già hanno un'intenzione di manifestare contro il Corpo degli Alpini e hanno voluto creare il caso mediatico. A Verona partono da delle Istituzioni e la cosa è molto più grave, perché la posizione del sovrintendente Tiné, di cui io ho chiesto le dimissioni e poi ho trovato persino il nuovo ministro Sgarbi che dice che aveva ragione, è stata una scelta gravissima, una decisione gravissima. È stato un vero guastafeste di un evento, i 150 anni della nascita degli Alpini, che, con grande entusiasmo, gli Alpini avevano organizzato. Era un momento anche di riconoscimento da parte di tutta la collettività, la cittadinanza veronese, e non solo, verso un'associazione che ha tantissimi meriti, come ben prima sono stati enunciati.
E devo dire che non era questione solo del colorare l'Arena con il tricolore, ma era anche una negazione di spazi nella piazza Bra. Hanno negato degli spazi che prima erano stati concessi per altre iniziative e, se leggiamo anche le parole del Sovrintendente, mette sullo stesso piano l'Associazione Alpini con altre associazioni: insomma, queste associazioni cosa vogliono? Devono adeguarsi... Veramente c'è un disprezzo, una posizione di disprezzo verso l'Associazione degli Alpini paragonata a qualsiasi altra organizzazione. Anche perché poi se lo chiedono gli Alpini, ogni altra associazione può illuminare l'Arena come vuole. Credo che siano di una gravità veramente biasimevole, che non può passare inosservata. Non può passare ed essere lasciata lì come se niente fosse successo.
Io so che la festa è stata rovinata, hanno cambiato persino il programma della festa gli Alpini e quindi sono stati umiliati. Non sono nemmeno venuti in piazza tanti per quell'attacco che hanno avuto da un Sovrintendente che è di Padova, mi pare abiti a Padova, e non è la prima volta che fa questo tipo di uscite quando vuole lui, dove vuole lui e per chi vuole lui, perché in altre situazioni abbiamo visto concerti di ogni tipo, abbiamo visto l'Arena illuminata in tutti i modi. Proprio con gli Alpini bisognava evidenziare questo attacco? Come quella iniziativa nata di proposito per l'adunata era per guastare le feste, così è avvenuto a Verona, ma non è avvenuto da parte di un'associazione di persone o cittadini qualsiasi, è venuto da parte del Sovrintendente di cui ho chiesto il giorno dopo le dimissioni e la cosa ancor più grave è che poi il nuovo Ministro abbia detto che Tiné ha ragione. La cosa ancora più grave.
Io chiedo su questo una lettera da parte del Consiglio, del Presidente del Consiglio, di richiamo al Ministro e al Sovrintendente per chiedere appunto le dimissioni di Tinè. Non può rimanere in quel posto perché chi si comporta in questo modo non rappresenta lo Stato, le Istituzioni dell'Italia! Non rappresenta la cultura italiana perché gli Alpini sono parte della cultura di questo Paese e non possiamo permetterci che un uomo pagato, messo lì, nominato dalla politica, rappresentante delle Istituzioni continui a ricoprire quel ruolo. Credo quindi che quest'Aula debba chiedere le dimissioni del sovrintendente Tiné e non possiamo ignorare e soprassedere a questo atto di violenza che ha fatto, di mancanza di rispetto, che ha rovinato la festa a dei volontari che si impegnano per gli altri.
Il signor Tinè non l'ho mai visto fare volontariato per gli altri, è pagato per quello che fa, ed è pagato profumatamente, quindi deve andare a casa.

PRESIDENTE

Collega Piccinini, prego.

Tomas PICCININI (Veneta Autonomia)

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere la sottoscrizione della mozione.

PRESIDENTE

Va bene.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo soltanto fare due passaggi.
Il primo è recuperare le parole del consigliere Formaggio, che è uscito, ma l'ha detto anche il presidente Ciambetti: da vicentino sono reduce da una tre giorni di festa nella città di Vicenza per il Centenario della Sezione Monte Pasubio. Ci sono qui anche i consiglieri Giacomin, non vorrei fare gaffe, Zecchinato e gli altri vicentini che c'erano in questi giorni.
Sono stati giorni particolari per la città e per il nostro territorio, in cui ancora una volta è stato testimoniato il legame forte tra Vicenza e i suoi Alpini. È un territorio dove gli Alpini si sono sempre prodigati non soltanto in città, naturalmente, ma in tutte le comunità provinciali, a strettissimo contatto con gli amministratori di qualsiasi colore politico, civici, con il territorio e per il territorio. Mi sembra giusto, il testo della mozione presentata dal presidente Ciambetti è sicuramente condivisibile.
Mi permetto soltanto una battuta sulla vicenda citata prima, che non c'è nella mozione, sulla questione di Rimini, che è il punto. La discussione generale secondo me è stata su un argomento completamente sbagliato. Mi spiego. Mi è già capitato di dirlo in quest'Aula: si è legata cioè quella vicenda, o si sono legate le presunte vicende, nel senso che naturalmente parliamo di fatti da dimostrare dal punto di vista giudiziario, a vicende che non riguardavano gli Alpini, ma casomai, anche nel caso in cui ci fossero state sentenze di condanna, del rapporto fra l'uomo e la donna. In questo senso è una discussione che ha sempre senso affrontare politicamente in quest'Aula, in qualsiasi contesto. L'abbiamo visto per esempio nella discussione in bilancio dell'anno scorso, in cui abbiamo alzato i fondi dopo una spinta molto forte dell'opposizione, e anche la maggioranza chiaramente votò dentro al maxiemendamento quella previsione di spesa, un aumento dei fondi per la lotta alla violenza sulle donne. Perché è chiarissimo il fatto che il rapporto uomo-donna e l'aumento costante, nonostante tutte le attività che vengono messe in campo, di violenze fisiche o verbali che siano, nel rapporto uomo-donna è uno dei grandissimi mali del nostro tempo. Ma che la discussione si sia avvitata attorno agli Alpini e non attorno a questo aspetto da un lato ha profondamente inquinato il dibattito, dall'altro, secondo me, non ha consentito di discutere della vera questione che, appunto, è questa.
La cosa che volevo dire in chiusura è questa: assoluto sostegno alla mozione, così come gli Alpini che non fanno mancare mai il sostegno al nostro territorio. Chiaramente, dal punto di vista, invece, della violenza contro le donne, ma immagino sia una posizione trasversale da parte di tutti e ci mancherebbe anche altro, condanna e un'attenzione sempre crescente, anche di questo Consiglio, anche nel bilancio che andremo a vedere nelle prossime settimane, su questo fronte, che è una delle grandi piaghe del nostro tempo. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Razzolini, prego.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché le parole della collega dei Cinque Stelle non mi sono tanto chiare, nel senso che ha detto che all'interno di questa mozione non c'è nessun richiamo a quanto effettivamente è successo a Rimini. Questo lo contesto, perché in questa mozione, effettivamente, c'è tutta una bella premessa, una storia e un racconto di quello che gli Alpini fanno nelle nostre città, che hanno fatto nelle emergenze, che fanno quando noi tutti amministratori abbiamo bisogno e in primis chiamiamo proprio loro. Quindi, in sostanza, poche parole e tanta chiacchera. Al posto di fare una mozione dove magari si racconta nei dettagli, anche minimi, il caso di Rimini, in questa mozione si racconta quello che gli Alpini fanno. Si racconta la loro concretezza.
Leggo: "esprime la propria totale vicinanza all'Associazione Nazionale Alpini, riconoscendone la valenza sociale, culturale, popolare e identitaria". Questa mozione è stata presentata il 19 maggio e l'adunata di Rimini è stata fatta l'8 maggio. Il montare delle proteste, ovviamente, non è stato successivo, ma appena subito dopo: è chiaro che questa mozione è stata fatta a sostenere un'associazione d'arma che fa e che si impegna, per gli attacchi ricevuti a Rimini.
Sappiamo bene che gli attacchi ricevuti a Rimini sono stati attacchi costruiti, come quelli anche di Bolzano, dei quali questa associazione veramente non ha nulla da temere e nulla ha da chiedere scusa. Ero presente anch'io perché sono simpatizzante anch'io, come tanti miei colleghi, dell'Associazione Nazionale Alpini. Sono stato contento di essere lì e sono fiero del loro lavoro e di quello che loro quotidianamente fanno per il nostro territorio, per i nostri Comuni e per la nostra Regione e, come finiscono loro, "Viva l'Italia, viva gli Alpini".

PRESIDENTE

In replica, il presidente Ciambetti.

Roberto CIAMBETTI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie. Lo ha già abbastanza detto Razzolini adesso e l'ho detto all'inizio in risposta alla collega Baldin. La presentazione del 19 maggio va contestualizzata, l'ho detto all'inizio. Quello che abbiamo scritto in questa mozione è spiegare cosa fanno gli Alpini rispetto alle polemiche che stavano uscendo quei giorni in maniera, ripeto, assolutamente gratuita.
Grazie a tutti i colleghi per gli interventi in questa discussione. Naturalmente vengono accolte tutte le richieste di sottoscrizione della mozione.
Aggiungo qualcosa a quello che hanno detto i colleghi Formaggio e Giacomo Possamai. Arriviamo da una tre giorni della Sezione Monte Pasubio di Vicenza che ha festeggiato i 100 anni dalla propria fondazione. È stato pubblicato un libro, "Cento anni fra la gente e per la gente", che, rispetto alla mozione che ho presentato, è veramente clamoroso ed esaustivo di cosa hanno fatto in 100 anni gli Alpini della Sezione Monte Pasubio di Vicenza. Arriviamo da una votazione in Consiglio comunale di Vicenza che ha approvato all'unanimità la cittadinanza onoraria all'Associazione Nazionale Alpini.
Questo è quello che le Istituzioni sentono, percepiscono e danno agli Alpini rispetto, ripeto, a quelle 10, 15 giornate di caos assoluto sulla stampa, di raccolte firme contro le adunate, di sentenze scritte sui giornali su cose che poi non si sono rivelate assolutamente vere, su, ripeto, un bailamme mediatico che non aveva alcun senso.
La mozione invece riportava cosa gli Alpini hanno fatto per gli altri, cosa gli Alpini fanno in momenti di emergenza, cosa gli Alpini fanno nei momenti di solidarietà. Il Libro Verde degli Alpini, edizione 2021, ha avuto un'aggiunta speciale per cosa hanno fatto gli Alpini durante il Covid. Ripeto, sono i numeri, sono le iniziative, sono la messa a disposizione di milioni di ore di volontariato, di materiali e di mezzi che vengono messi in moto quando ce n'è bisogno.
L'Associazione Nazionale Alpini non meritava quel trattamento, e questa mozione, il 19 maggio, serviva a dire questo. Grazie quindi per il dibattito avvenuto qui oggi.
Mi permetto di correggere il collega Valdegamberi: Sgarbi non è ancora Ministro, al momento – Sangiuliano potrebbe aversene male – ma è un Sottosegretario. Diamo anche importanza e valenza alle cose che vengono dette.
Potrei aprire su una scultura che ha riguardato Vicenza. Altra cosa che evitiamo, perché ripeto... Altra polemica partita da un paio di persone, che ha avuto qualche centimetro quadro sui giornali. Anche in questo caso Sgarbi è intervenuto forse non capendo di cosa stava parlando. Non andiamo sul Sovrintendente, ogni tanto ne abbiamo bisogno.
Ripeto, grazie ancora per il dibattito. Mi auguro che il voto in Aula sia ampio e convergente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Non ci sono altre richieste di intervento.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ci sono dichiarazioni di voto?
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Confermando quello che è il nostro voto assolutamente favorevole a questa mozione, ovviamente, tenevo ad intervenire perché l'intervento del collega Possamai mi ha fatto riflettere. Nel momento in cui si parla di violenza contro le donne, un dramma del nostro Paese, io credo che il nostro Paese abbia bisogno di tutto fuorché delle molestie inventate. Questo è il tema.
Sono d'accordo, in un Paese come il nostro, dove le violenze contro le donne sono un dramma, io credo che sia offensivo, proprio nei confronti delle donne, che ci siano state alcune ragazze che hanno denunciato molestie che non sono avvenute. Come dicevo prima, o esiste la magistratura, o esiste la polizia giudiziaria che va a verificare quello che avviene; oppure, mi permetta, quello che ho sentito dire prima dalla collega Baldin, cioè un crimine per probabilità, nel senso che siccome c'era tanta gente, quindi qualcosa di sicuro è successo, permettetemi, ma è qualcosa che non sta in piedi.
Io capisco, se la collega non vuole votare questa mozione, che debba trovare un pretesto per non votarla... Probabilmente sì. Proprio alla luce del fatto di denunciare che non ci possono essere delle molestie inventate, perché vanno a denigrare un problema reale nel nostro Paese. Io credo che in questo momento noi dobbiamo stringerci attorno ai nostri Alpini, consapevoli del fatto che non hanno effettuato nessuno di questi crimini che non sono stati denunciati.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io voterò a favore della mozione. Penso che la discussione che è partita in quest'Aula non abbia centrato totalmente il tema, ma la mozione, per come è scritta e come è stata presentata dal presidente Ciambetti, ha spiegato, invece, che cosa voleva dire questa mozione.
In quel momento, quando sono accaduti i fatti di Rimini, io credo che da tante parti ci siano stati dei grossi errori, sia nell'inventare qualcosa che poi si è dimostrato non essere esistito e anche nel sostenere che, quando c'è un'associazione, bisogna comunque pensare che chiunque è dentro quell'associazione non abbia poi delle colpe, se invece qualcosa fa.
Io penso che, in generale, questo atteggiamento, in quei giorni, abbia portato poi a delle discussioni che non avevano alcun senso, né a tutela di una associazione, né a tutela di quelle donne che, in realtà, quando effettivamente poi vengono molestate, tante volte temono a denunciare. Il discorso che si è attivato in quel momento non è stato bello da entrambe le parti.
Io questa mozione la voto favorevolmente, perché credo abbia dentro due cose importanti: uno, ribadire tutto quello che l'Associazione Alpini ha fatto; due, semplicemente esprimere una vicinanza, perché in quel momento un'associazione tutta veniva bollata come negativa, quando in realtà, poi, il tema è sempre andare a vedere chi compie un reato e andare a verificare se quel reato compiuto venga effettivamente punito per quello che è stato fatto.

PRESIDENTE

Grazie,
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Solo per rispondere ai colleghi che, in qualche modo, mi hanno accusata di aver detto qualcosa che, in realtà, non è stato detto o non è stato detto in questi termini. Io ho semplicemente ribadito il fatto che in questa mozione non è presente alcun accenno ai fatti di Rimini, ma è evidente che, essendo stata depositata qualche giorno dopo i fatti successi, qualche richiamo lo vorrebbe fare, seppure in astratto. Nel concreto non è riportato nulla. Quindi così com'è scritta – ho detto nel mio intervento precedente – l'avrei anche votata, perché tutti sanno il valore sociale, il valore etico e tutto quello che gli Alpini fanno da tanti anni. Siamo tutti con loro nel sostenerli nelle loro attività.
Ma se vogliamo aver visto qualcosa in questa mozione che richiama, insomma, più delle ideologie che altro, perché è vero come dice lei, non possiamo, collega, dire che è successo sicuramente qualcosa, ma non possiamo nemmeno dire che non sia successo assolutamente nulla, perché, ripeto, non eravamo là e se avessimo comunque visto qualcosa spero lo avremmo denunciato. Quindi, siccome ci sono state comunque delle segnalazioni o delle denunce, non lo so, più delle segnalazioni da parte di alcune associazioni, io credo che faremmo un torto a queste associazioni a eliminare del tutto la possibilità che qualcosa sia avvenuto. Noi non abbiamo, lo ripeto, la legittimazione di dire che non sia successo assolutamente nulla, come non possiamo dire che sia successo invece qualcosa.
Semplicemente bisogna praticare a volte un po' di agnosticismo perché questo è un caso che bisogna valutare dal punto di vista o di un giudice o appunto, come dicevo all'inizio, se vogliamo fare la parte del Papa o del prete che benedice a prescindere, a priori, un corpo, un organismo...

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

...questo non è il caso. Stiamo qui per fare politica e non possiamo sostituirci né al Papa né alla magistratura. Quello che è successo a Rimini è rimasto a Rimini. Io mi attengo a quelli che sono stati degli articoli sulla stampa. Per questi motivi non mi sento nessuno per dire: assolvo in pieno o condanno in pieno un corpo, un organismo, un'associazione come questa.

PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione la mozione n. 312.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
15
 
   

MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA BALDIN RELATIVA A "LA REGIONE PROMUOVA IN OGNI SEDE L'ISTITUZIONE DEL SALARIO MINIMO". (MOZIONE N. 256) RESPINTA


PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, mozione n. 256 della collega Baldin.
Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie ancora, Presidente.
Questo è un altro tema, come quello che ha preceduto sulla questione della salute mentale, estremamente importante. Qui parliamo di una necessità che è tutta in capo alla competenza e alla possibilità che ha la Regione di far valere ai piani più alti del nostro e parto da alcune premesse.
Premetto che l'8 febbraio è stata votata all'unanimità da quest'Aula una legge che si occupa di disposizioni per la promozione della parità retributiva tra uomini e donne e il sostegno all'occupazione femminile stabile e di qualità. Il Consiglio tutto ha capito che c'era un'urgenza di intervenire su questioni che attengono al gender pay gap.
Proprio per indicare magari alcuni dati va rilevato che l'Italia è al 63esimo posto nel Global Gender Gap Index come livello retributivo tra uomini e donne. La nostra Regione purtroppo è la Cenerentola del Nord, perché, secondo un'indagine della CGIL Veneto, nella nostra Regione il gender pay gap è pari al 32%, ovvero nel 2020 – questi sono i dati – la media del guadagno di un uomo è di 23.936 euro contro 14.592 euro della media del guadagno di una donna.
Questa tematica è direttamente connessa al fenomeno dei working poor, ovvero dei lavoratori che pur lavorando rimangono al di sotto della soglia della povertà. Questo fenomeno dei working poor è più marcato in Italia, nel nostro Paese, rispetto ad altri Stati europei, perché nel 2019 l'indicatore Eurostat mostra come l'11,8% dei lavoratori italiani abbia un reddito inferiore alla soglia di povertà relativa e un quarto dei lavoratori italiani ha retribuzioni così basse da rischiare di scivolare verso la povertà contro un dato europeo del 9,2%.
Se guardiamo anche alla questione salariale del Veneto, abbiamo dei dati della CISL del Veneto che certificano come gli stipendi del Veneto siano tra i più bassi, perché parliamo di una media retributiva di 33.166 euro contro i 33.790 euro in Italia. La Lombardia ha un dato molto più alto, 39.413, e l'Emilia-Romagna 35.432.
Il Covid naturalmente ha aumentato ancora di più queste disuguaglianze, e anche qui bisognerà attivare dei meccanismi di recupero. Questa mozione parte da un'importante direttiva, da una proposta di direttiva della Commissione europea sui salari minimi, che è stata approvata dal Parlamento europeo a metà del mese di settembre, proprio sulla introduzione di una disciplina legale sul salario minimo a livello europeo, anche come obiettivo di quelli che sono i princìpi ispiratori del Next Generation EU, di cui stiamo parlando ormai quotidianamente da un bel po' di mesi a questa parte.
La questione del salario minimo, come vi dicevo, è collegata ed è in particolare rilevata tra i giovani e la popolazione femminile. Credo che dovremmo, più di tutti, a fronte dei dati che vi ho elencato relativamente alla nostra Regione, al Veneto, fare in modo che, a livello nazionale, ci sia una promozione in tutte le sedi istituzionali di iniziative volte a promuovere una retribuzione minima, che sia dignitosa e adeguata per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori, con particolare riferimento a quanto evidenziato dalla recente proposta di direttiva sui salari minimi della Commissione europea.
Questo lo dobbiamo sia per una questione etica, perché abbiamo necessità di adeguare quelli che sono i livelli salariali al resto d'Europa. Come vi ho detto, siamo tra i più bassi in Italia, ma anche, a livello regionale, siamo una di quelle Regioni che, rispetto ad altre – vediamo ad esempio il caso Lombardia, ma anche il caso Emilia-Romagna – ha stipendi decisamente più bassi.
Mi fermo e spero di poter ottenere un'ampia condivisione su questa proposta che, ripeto, è assolutamente trasversale e assolutamente di attualità nel nostro panorama politico e sociale.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Il tema della povertà lavorativa e dell'incapacità, molto spesso, per molte lavoratrici e molti lavoratori di ottenere un livello di retribuzione che consenta loro di arrivare a fine mese, come si dice, o di poter costruire un progetto di vita è un tema cruciale nella fase storica che stiamo vivendo, nelle aspettative politiche che questo Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi e spero che il dibattito, dentro quest'Aula consiliare, sia altrettanto vivace, come lo è stato attorno, ad esempio, al sostegno agli Alpini. Perché, guardate, è inutile rimarcare il sostegno alle associazioni d'arma quando poi non siamo in grado di dire parole chiave sul futuro che vogliamo dare alle nostre ragazze, ai nostri ragazzi e alla capacità che avremo di costruire una società capace di garantire loro una retribuzione giusta.
Consigliera Baldin, la ringrazio ovviamente per aver presentato questa mozione. Ovvio che la battuta mi viene facile: se magari non avesse mandato a casa il Governo Draghi questa riforma, che era sul tavolo del Governo precedente, sarebbe anche stata realizzata prima, in maniera più efficace rispetto alla mozione che lei ha presentato. Questo lo dico perché in politica la credibilità, quando si fanno alcune battaglie così cruciali, ha un suo valore.
Cerchiamo di capire che differenza c'è tra parlare di salario minimo rispetto alla direttiva europea e parlare di salario minimo così come lei ce lo presenta in questa mozione, in un Paese nel quale i livelli retributivi non sono basati su un decreto dello Stato, ma sulla contrattazione collettiva tra parti sociali e parti datoriali. Questo lo dico perché, al netto dello slogan a cui tutti siamo affezionati (le assicuro, consigliera Baldin, che almeno una parte del Partito Democratico sui temi legati alla qualità del lavoro e delle retribuzioni è molto affezionata da un po' di tempo), bisogna, però, capire di cosa stiamo parlando. È chiaro che, nel momento in cui lei auspica la fissazione di una retribuzione minima, dovrebbe anche cercare di aiutarci a capire come incastrare questa retribuzione minima con le disposizioni contrattuali che a livello nazionale vengono definite. Tant'è che la questione sui livelli retributivi minimi era stata impostata dal Governo precedente, dal Ministro del lavoro precedente, in maniera tale da essere coerente con l'impianto di contrattazione in ambito lavorativo che esiste in questo Paese.
I lavori sottopagati non sono tutti i lavori in questo Paese. Sono i lavori che, ad esempio, non sono oggetto di un contratto di lavoro sottoscritto dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative, i cosiddetti "contratti pirata", che non corrispondono agli standard raccolti dalle principali organizzazioni sindacali e prevedono clausole retributive molto basse. Le retribuzioni non sufficienti stanno, ad esempio, dentro il lavoro povero, il lavoro nero, dentro contratti che non sono coerenti con l'impianto normativo di questo Paese. Le retribuzioni sotto il livello minimo, dunque, stanno dentro tutti quei contratti di lavoro che non sono rinnovati da decenni.
Già chiedere, ad esempio, al Governo di insistere per il rinnovo dei contratti, di tutti i contratti, è un argomento, uno strumento attraverso cui noi possiamo concretamente e realmente, finita la campagna elettorale, lavorare per un aumento delle retribuzioni in questo Paese. È ovvio che la Commissione europea ha fatto una direttiva importante, che dovrà in qualche modo essere recepita anche dall'attuale Governo italiano, che peraltro sul contratto di lavoro, sui livelli di retribuzione, sulla necessità di garantire una retribuzione minima condivisa con le organizzazioni sindacali non ha ancora proferito una parola, ad esempio, proprio perché le priorità di questo Governo non sembrano essere quelle legate alle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori.
Possiamo, naturalmente, votare a favore di questa mozione, in linea di principio. Credo che, però, bisognerebbe sempre cercare di costruire una coerenza tra le proposte che si avanzano e gli strumenti concreti che siamo nelle condizioni di mettere in campo per realizzare tali proposte.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Naturalmente, sostengo la mozione. Condivido gli interventi della collega Baldin e della collega Camani. È un nodo cruciale della nostra epoca, perché mai prima d'ora, mai come in questi ultimi anni ci siamo trovati davanti dei lavoratori che percepiscono paghe veramente scandalose. Quella del salario minimo, quindi, è una questione che deve essere affrontata.
Bene che la Commissione europea, dopo anni di approfondimenti, ci abbia pensato. Anche noi Consiglieri, qui in Aula, più di qualche volta abbiamo parlato della problematica. Vi ricordo alcune interrogazioni relative ai dipendenti di alcune cooperative, che addirittura lavorano per i nostri ospedali, che percepivano pochi euro l'ora.
Sicuramente occorre dare una mano ai tanti giovani che si immettono nel mondo del lavoro, per avere delle paghe minime. Non esorbitanti, ma minime. Qui si tratta anche di sfruttamento delle persone, di sfruttamento dei giovani, di sfruttamento di chi, magari, non ha tutti i mezzi per potersi difendere. Quindi, ben vengano momenti come questi, dove parlare, dove affrontare un tema attualissimo. Mai si è dimostrato attuale come in questo periodo.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Io questo vizio dei Cinque Stelle di avere sempre qualcosa di minimo, o il Reddito di cittadinanza o il salario minimo, sinceramente... Poi vediamo i difetti che hanno creato nel nostro sistema e anche nel mercato del lavoro.
Io arrivo da esperienze personali di tutti i tipi di lavoro. Ho cominciato a fare il primo lavoretto a 11 anni. Ora ne ho 60, quindi ne ho viste di tutti i colori. Penso che sia sbagliato. Ho fatto anche l'imprenditore, conosco molti imprenditori, ma anche molti lavoratori e molti studenti lavoratori. Chi lavora e, naturalmente, dimostra di essere bravo nel proprio lavoro, il vero imprenditore se lo tiene, anzi lo paga di più rispetto ai contratti che, collega Camani, fanno i vostri sindacati con i datori di lavoro. Diciamocela tutta: chi fa i contratti di lavoro sono, da un lato del tavolo, i sindacati e, dall'altro lato, le categorie imprenditoriali.
Se un lavoratore che fa esperienza, che parte dall'apprendistato, e ci sono una serie di salari in base all'età, all'apprendistato, se uno veramente sa lavorare e dimostra di essere bravo, viene pagato il giusto. È chiaro che se facciamo passare questo Reddito di cittadinanza, che tra l'altro è anche uno dei motivi ‒ adesso non voglio fare come sempre, e poi vengo tacciato da leghista ‒ per cui sbarcano in 10.000 ogni giorno per venire subito a chiedere il Reddito di cittadinanza oppure per chiedere il salario minimo, a me non sta bene. Prima di tutto ci vuole, intanto, una giusta contrattazione tra le parti fatta in base ai tipi di lavoro. È giusto che chi si alza alle 4 del mattino e va in fonderia abbia un certo stipendio rispetto a chi, magari, va a lavorare in ufficio alle 9.30-10 a Roma. Attenzione a quello che vogliamo creare in questo Paese.
Io direi di premiare per meritocrazia chi si affeziona a un lavoro, chi dimostra di specializzarsi in un lavoro, chi segue i corsi professionali per specializzarsi sempre di più, e in base a tutto questo non vengano fissati limiti, né minimi né massimi, ma ognuno venga pagato in base a quello che sa fare e a quello che dimostra di sapere.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Devo intervenire dopo il collega Pan perché, forse, non sa che cos'è il salario minimo. Non vuol dire che tutte le persone devono prendere lo stesso salario, ma che le persone che sono qui fuori, che ci aprono e lavorano qui in servizio da noi, le guardie, non devono prendere, come stanno prendendo oggi in contratti di multiservizi, 4,50 euro l'ora lordi. Questo è il tema vero.
Mi dispiace non vedere nessuno di Fratelli d'Italia iscritto a parlare. Spero che poi parleranno, visto che, quando c'è una mozione che impegna il Governo, l'interlocuzione dovrebbe essere anche con i Consiglieri qui presenti. Le parti si sono un po' ribaltate negli ultimi periodi.
Il tema è: vogliamo o non vogliamo pensare che in questo Paese ci sono persone che vengono pagate sotto un reddito di dignità? 4,50 euro l'ora lordi. Sono alcune delle persone che lavorano qui con noi nelle strutture, perché hanno contratti con le cooperative multiservizi e portano a casa 4,50 euro l'ora lordi. Come, ad esempio, i servizi di portierato ESU, più volte sollecitati all'assessore al lavoro Donazzan dentro quest'Aula.
Questo è il tema. Vogliamo continuare a pensare di occuparci solo di temi visibili, dove si prende il consenso delle persone nella pancia, o vogliamo pensare ‒ e lo dico di nuovo, visto che è una mozione che impegna il Governo ‒ che, invece, dobbiamo iniziare a dire che ci sono alcuni lavoratori che prendono troppo poco in questo Paese e che bisognerebbe inserire un minimo dignitoso all'ora, indipendentemente dal lavoro che uno fa? Altrimenti continueremo ad avere persone che lavorano otto ore al giorno e non si riescono a portare a casa un salario minimo dignitoso per vivere.
Collega Pan, non solo lei, ma tante persone qui dentro hanno iniziato a lavorare a 16 anni, facendo le stagioni a Bibione per mantenersi gli studi. La presidente Meloni cosa dice per dire "non sono d'accordo con il salario minimo"? Dice: "In questo Paese il problema è che tante persone lavorano in nero". Giusto? Quindi, dice, il salario minimo non serve. Okay. Dopo, allora, direte voi cosa ha detto.
Il tema vero è: vogliamo occuparci del tema del lavoro in questo Paese? Anche cercando di pensare che le persone non vanno a lavorare da stagionali in nero, come è accaduto a tante persone che conosco, che stanno cercando di trovare un lavoro, ma alle quali poi vengono offerti solo lavori in nero. Due: pensare che quando vanno a lavorare, indipendentemente dal lavoro che fanno, abbiano un reddito minimo di dignità. Negli altri Paesi non succede praticamente mai che un lavoratore, contrattato regolarmente, riesca ad avere uno stipendio così basso, come accade in questo Paese, soprattutto per alcune categorie, con dei contratti multiservizi che non dovrebbero essere accettati da nessuno.
Quello del salario minimo è un tema, io credo, importante. Mi piacerebbe molto che si aprisse una discussione utile all'interno del Governo. Davvero in questo Paese il tema del lavoro da tempo non viene preso in considerazione in maniera importante. Soprattutto, quello del salario è un tema chiave per permettere ai nostri giovani, ad esempio, di rimanere qui e non andare via. Abbiamo visto i dati relativi alla Regione Veneto sull'immigrazione. Quando parliamo ‒ e credo lo possiate vedere e toccare con mano voi tutti ‒ e chiediamo a un giovane Veneto perché è andato all'estero, il tema del salario c'è praticamente sempre. Quindi, o noi iniziamo a ragionare sul dare un reddito dignitoso ai lavoratori nel nostro Paese oppure non riusciremo a trattenere qui le giovani generazioni migliori e, soprattutto, non riusciremo a fare in modo che tantissimi lavoratori, tra l'altro, che sono qui con noi, prendano un reddito non troppo basso, cioè non dignitoso. Ripeto: 4,50 euro l'ora lordi vuol dire non riuscire nemmeno a permettersi un minimo di affitto in una casa. Questa è una cosa che noi non possiamo accettare.
È un tema da portare avanti, non solo impegnando il Governo, ma ‒ io credo ‒ anche cercando di prendere in carico un tema così importante, che è, tra l'altro, vicino a noi.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La collega Ostanel ha anticipato quello che volevo dire. Noi non stiamo parlando di quello di cui ha parlato il capogruppo Pan. Noi stiamo parlando di dignità. Non è dignitoso, non è umano il tipo di trattamento che, purtroppo, ad oggi esiste. Quindi, evidenziamo che c'è uno strumento con il quale noi andremo a sanare un problema che è esistente e visibile agli occhi di tutti. Gli strumenti, poi, possono essere applicati in modi assolutamente diversi, con controlli assolutamente diversi. Cominciamo a dire che, forse, in questo Stato, alcune volte, i controlli su alcuni strumenti sono mancati e il perché sono mancati. Non facciamo di tutta l'erba un fascio.
Poi, ci sono due dati. Le parole hanno un peso. I sindacati, come le associazioni datoriali, non sono nostri o vostri. I sindacati sono parte terza, già vanno su un tavolo a trattare. Non sono del centrosinistra e le associazioni datoriali non sono del centrodestra. Sono associazioni datoriali. Rispetto per le datoriali e per le sindacali.
Ultimo elemento. Mi spiace, ma fino ad oggi chi è sbarcato, chi è riuscito a sbarcare spesso è andato in altri Stati, non è rimasto in Italia. Questi sono altri dati che si trovano nel sito del Ministero, senza tanti problemi e senza tanti infingimenti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono intervenuta a seguito di alcuni commenti che in Aula sono stati fatti e soprattutto anche di rimostranze un po' sgradevoli relativamente a chi percepisce un reddito di 4,50 euro all'ora. La battuta "vengono da cooperative rosse" è una battuta che bisogna veramente lasciar da parte. Soprattutto bisogna portare rispetto a chi lavora per questo importo. Il salario minimo è fondamentale per dare dignità o ridare dignità alle persone. Uno su tre prende meno di 1.000 euro nonostante le ore di lavoro che fa, otto o nove al giorno; 4,5 euro è veramente un'indecenza, un insulto alle persone.
Noi dobbiamo fare in modo di alzare questo reddito affinché non solo ci sia dignità all'interno di una famiglia per fare in modo che possa vivere dignitosamente, ma anche perché abbiamo un problema, un'emergenza di cui il Veneto è toccato pienamente, che è la denatalità.
Dove manca il reddito non ci sono figli. Noi dobbiamo far lavorare in modo dignitoso questa gente facendo percepire uno stipendio equo. Non c'entrano le cooperative, occorre modificare la normativa e cercare di innalzare il salario minimo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, credo che il tema non sia legato neanche a chi lo dà, a chi lo riceve, se c'è un problema di costi perché il soggetto operatore sia italiano, sia straniero, se chi prende una paga bassa abbia un colore della pelle piuttosto che un altro, se sia dipendente di una cooperativa piuttosto che di una spa.
Credo che non debba proprio esistere una paga che non sia in linea con i parametri. Purtroppo esiste. Non facciamo i fatalisti, purtroppo è così. Non deve proprio esistere una paga che non sia congrua al minimo che una persona debba potersi permettere per vivere.
In questi giorni c'è un dibattito, e non voglio aprire vespai, ma è un elemento che mi ha colpito molto, sul reddito di cittadinanza. Io non sono un cultore del reddito di cittadinanza, lo dico, però vedendo i talk mi ha colpito molto quando ho appreso (non lo sapevo, perché appunto non sono un cultore di questo strumento) che una parte di percettori di reddito di cittadinanza è gente che già lavora. Un 30-40% di persone che hanno il reddito di cittadinanza è gente che lavora, ma lavora a un salario talmente basso, pur facendo un lavoro a tempo pieno o in alcuni casi quello che trova, perché ci sono purtroppo delle realtà umane o territoriali dove non si ha la fortuna di poter fare qualsiasi lavoro.
Anche qui si parla tanto di realtà territoriali, ma si parla anche di realtà a volte umane. Non è che tutti possono andare a caricare pesi o tutti riescono a fare scale. Uno, purtroppo, a volte ha anche dei limiti fisici. Trova quello che può, se ha buona volontà. C'è chi non ha buona volontà, certo, ma chi non ha buona volontà non ha il problema del salario minimo, perché quello non va proprio a lavorare, è un parassita della società, tenta di affrancarsi con qualche formula di assistenzialismo.
Salario minimo, incentivi, assegni familiari, sindacati, vertenze non riguardano i lavativi, perché quelli stanno a casa, trovano uno strumento per fare i parassiti rispetto a chi invece lavora. Quindi non c'entra niente questa commistione: chi fa il parassita nella società, per assurdo, è fuori da questi dibattiti; si colloca nel limbo, trova uno strumento per farsi mantenere ed è a posto.
Il salario minimo riguarda chi lavora. Come dicevamo prima, la riflessione che facevo, non essendo io un cultore del reddito di cittadinanza, è quale reddito abbiamo in alcuni tipi di lavoro, se una parte di chi lavora deve avere uno strumento di ammortizzatore sociale per non essere nella povertà. È una riflessione.
È chiaro, colleghi, che non è facile affrontare la sfida della povertà. Ci mancherebbe altro che fosse facile affrontare la sfida. Noi abbiamo purtroppo in Italia, dobbiamo dircelo, un gap culturale sotto gli aspetti salariali. È così. Da una parte, quando dobbiamo pagare alcune figure non c'è limite, perché concepiamo il fatto – ed è giusto – che delle figure manageriali, se hanno merito, è giusto che guadagnino, ma in Italia, da quando è stata fermata la famosa scala mobile, gli stipendi si sono fermati perché la media dei contratti nazionali, che di norma dovrebbero essere biennio economico e biennio normativo, i contratti (qualsiasi categoria, che sia Forze dell'ordine, che sia sanità, che sia autoferrotranvieri) vengono rinnovati in media ogni sette, otto, dieci anni. E quando li rinnovano non ti danno gli arretrati. Cosa dovevi avere di arretrati, 10.000 euro calcolando gli 80 euro al mese per sette anni? Un una tantum di 500 euro in due tranche parametrate a livello intermedio. Ecco, ti hanno fregato 9.500 su 10.000 che ne avanzi.
C'è un problema culturale in Italia quando parliamo di reddito, che non è identificabile a destra o a sinistra, perché chiunque ha governato, dobbiamo dirlo, quando c'erano da rinnovare i contratti nazionali, se poteva si girava dall'altra parte, perché erano un peso per i bilanci dello Stato. C'è un problema in Italia? Sì, perché già il fatto che uno strumento come il reddito di cittadinanza viene utilizzato da una parte di persone che lavorano per integrare quello che è già il loro lavoro è un allarme sociale vero.
Il fatto che si dica – chiudo, Presidente – che in Italia, che è un Paese civile quanto vuoi, che però il dentista lo devi pagare, l'autostrada la devi pagare, l'oculista lo devi pagare, non ci può essere un livello di soglia di reddito dove un cittadino preferisce togliersi un dente rispetto a curarselo. Tanto per fare un esempio.

PRESIDENTE

Collega Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
È chiaro che in un momento come questo, in cui abbiamo un'inflazione che è galoppante, in cui le famiglie hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, un argomento come quello di un reddito che sia dignitoso per tutti è importantissimo ed è giusto che venga portato avanti. Tuttavia, mi fa molta paura la parte da cui arriva questa richiesta.
Ogni volta che sia stata presa in mano la questione reddito e lavoro ci siamo trovati in situazioni che poi ci hanno portato alla débâcle totale. Mi riferisco, ad esempio, alle abolizioni dei voucher, che molto davano, per esempio, nella nostra industria del turismo, ma ancora di più per quanto riguarda la quasi inconcepibile portata in auge dell'utilizzo delle cooperative, che non è stata una scelta del centrodestra, è stata una scelta voluta, dovuta ai tagli dati in obbligo alla pubblica amministrazione e quindi alla obbligatorietà dell'utilizzo di strumenti esterni, che sono quelli fondamentalmente delle cooperative, per riuscire a mantenere i servizi.
Mi domando: nel momento in cui io Ente pubblico pago una certa cifra alla cooperativa che mi fa un servizio e so per certo che questa cooperativa dà meno della metà di quello che è giusto ai dipendenti, su questo io farei una battaglia, non quella del salario minimo. è giusto che io Ente pubblico intanto possa assumere chi mi serve e non debba andare a pagare qualcun altro che mi presta servizio, ma ancora di più che io abbia la certezza che questa società, questa cooperativa che mi fornisce il servizio sia giusta e corretta nei confronti dei propri dipendenti.
Questo, però, non sta nel salario minimo, sta nell'attenzione che i sindacati devono mettere in questa cosa. Invece, in questo bisogna dire che si sono sempre nascosti, non hanno mai combattuto per i dipendenti delle cooperative.
Ribadisco, il tema è un tema importantissimo. È un tema che va gestito, non certo come è stato gestito il reddito di cittadinanza. È vero che è importante avere uno strumento per le persone che sono in difficoltà, è vero che vanno sostenute le persone – come diceva il collega Montanariello – che, magari, non arrivano alla fine del mese, ma è anche vero che bisogna dare degli strumenti di controllo.
Abbiamo fatto un reddito di cittadinanza che non ha avuto nessun tipo di aggancio, di struttura per la quale, se qualcuno veniva in possesso di un lavoro, quindi trovava tramite le reti di aiuto un lavoro, non avesse l'obbligo di accettarlo. Questa è una cosa inconcepibile, che ha portato a tutto quello di cui abbiamo parlato più volte.
A questo punto, il tema essenziale, forse, andrebbe interpretato in un aiuto alle aziende, magari con un taglio del cuneo fiscale, questo per permettere alle aziende che credono nei loro lavoratori...
Ha detto bene prima il collega Pan: un'azienda che crede nei propri lavoratori, nei propri dipendenti, li valorizza, non fa di tutto per rendergli la vita impossibile.
Spero che il nuovo Governo riesca a mettere in atto questo tipo di politica e possa dare una mano alle aziende affinché loro stesse riescano a dare le giuste risorse e la giusta dignità ai loro dipendenti.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, farò un intervento molto rapido. Non avevo intenzione di intervenire.
Sinceramente, vorrei anche portare un pensiero, fare una riflessione ad alta voce. Vorrei rispondere alla collega Ostanel. Dei provvedimenti del Governo o, quantomeno, del programma elettorale che il Governo di centrodestra sta interpretando, che di fatto è quello riportato molto chiaramente nello stesso programma, con punti molto evidenti, tra i provvedimenti che si vogliono sicuramente portare all'attenzione della loro efficacia nei primi cento giorni ci sono anche i punti qualificanti del mondo del lavoro.
Riuscire a mettere insieme, in poco tempo, su una mozione che recita il salario minimo, la questione del mondo del lavoro è un po' difficile. Partiamo da alcune riflessioni, credo condivisibili da parte di tutti. La prima, qualunque retribuzione deve essere confacente e commisurata a due elementi: 1) alla dignità del lavoro; 2) che il lavoro sia remunerativo per consentire a una persona di poter vivere dignitosamente. Il grande problema oggi, infatti, non solo di chi oggi non ha un contratto – e io condivido alcune riflessioni della collega Camani quando parlava dei contratti pirata – perché per quanto ne pensiamo noi, per quanto è il mio pensiero, ma anche del mio partito, l'ha detto anche la presidente Meloni, per quanto ci riguarda per noi dovrebbero essere tutti Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro. Non dovrebbero esserci altri tipi di contratto o altre tipologie di situazioni. Se avessimo una situazione del genere, il problema del salario minimo non ci sarebbe.
Poi, per quanto riguarda, in verità, il rinnovo di questi contratti sono d'accordo. Infatti, uno dei punti programmatici che abbiamo portato all'attenzione e porteremo è quello di voler innalzare i salari, gli stipendi di questi contratti, tant'è che la proposta è che l'innalzamento possa ricadere per due terzi dell'abbattimento del cuneo fiscale, chiamato anche cuneo contributivo, ricada nel netto in busta del collaboratore, dipendente o comunque del salario, dello stipendio del lavoratore e un terzo all'impresa. Perché un terzo all'impresa? Perché, di fatto, si vorrebbe incentivare quella capacità assunzionale, e non solo, dell'impresa, impresa o attività che produce posti di lavoro. Questo dovrebbe, di fatto, andare anche nella direzione, noi pensiamo, di poter mettere fuori mercato – uso una parola impropria – tutte quelle realtà che lavorano senza contratto.
Penso che nessuno abbia l'intenzione di rimanere fuori dalla legalità, né il lavoratore né l'impresa, nel momento in cui ha condizioni accettabili. E allora atterro, in una riflessione, che la collega Cestaro ha anticipato, che è evidente che c'è un problema di sostenibilità del costo del lavoro da parte di un'impresa e dall'altro c'è un problema che con il costo della vita e l'inflazione lo stipendio oggi che viene percepito non è sufficiente.
È chiaro che c'è oggi una richiesta di una ricetta normativa, ma soprattutto di una visione nel mondo del lavoro che possa assolutamente innescare un meccanismo per riportare magari la lancetta a quando, di fatto, sono stati formulati. Noi pensiamo che questo sia il primo provvedimento. Il resto è sfruttamento, il resto è illegalità, il resto, per quanto ci riguarda, va perseguito, ma non certamente nelle forme che qualcun altro vorrebbe portare.
Poi, con tutto il rispetto per i colleghi, non voglio neanche raccogliere la polemica delle parti invertite, perché adesso il Governo si è invertito e quindi sono cambiate le cose, collega Ostanel, perché non faremmo, credo, un servizio ottimale a questo Consiglio regionale, ma ancor meno lo faremmo, con il tempo che stiamo impiegando, con le risorse che stiamo impegnando, ai nostri concittadini veneti. Grazie.

PRESIDENTE

La collega Ostanel è già intervenuta, quindi interverrà in dichiarazioni di voto, mentre la collega Baldin interviene alla fine della discussione generale in replica, come presentatrice. Può anche fare direttamente dichiarazione di voto, come vuole lei. Allora, dopo.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Voterò favorevolmente a questa mozione, ma ci tenevo, al di là di quello, a rispondere al consigliere Soranzo. Sulla polemica, io al Governo non ci sono mai stata con nessuna rappresentanza, e ricordo bene tutte le volte in cui voi, da questa parte, usavate le mozioni per utilizzare il momento politico del momento, quindi adesso non faccia lei le lezioni a me. Chiedevo solo, siccome adesso – e l'ho sempre fatto anche dall'altra parte – c'è una mozione che impegna il Governo, speravo che ci fosse un intervento da chi lo rappresenta. Stiamo discutendo per un motivo, altrimenti smettiamo di fare le mozioni che impegnano il Governo a fare qualcosa, visto che anch'io ho dei dubbi che poi le portiamo a risultato.
Rispetto al tema delle cooperative, collega Cestaro, il tema che ho sollevato con un'interrogazione ancora l'anno scorso qui, e su cui non ho avuto una risposta soddisfacente dall'assessore Donazzan, era proprio quello che lei diceva: perché oggi le cooperative non riescono a garantire un livello di contratto dignitoso anche al di fuori dei contratti collettivi nazionali, utilizzando in realtà i multiservizi? Perché facciamo ancora gare al massimo ribasso. Allora o iniziamo – e spero anche qui che ci sia un intervento serio – a pensare che quando noi appaltiamo un servizio non permettiamo più gare al massimo ribasso, dove poi chi prende quegli appalti ha, tra virgolette, più facilità a pensare di scaricare questi costi sul lavoratore, cosa sbagliatissima, che gli è permesso fare con un contratto multiservizi che io ritengo essere un contratto non accettabile, oppure, e questo però la Regione lo può fare, perché in quel caso, quando si parlava dei portierati ESU, stavamo parlando di una gara di Azienda Zero... Allora, queste cose o vanno prese in carico con serietà, quindi si dice no alle gare al massimo ribasso e quando una cooperativa appalta il lavoro, i servizi di lavoro, non ha più la scusa di dire "io non riesco a garantire il servizio perché mi hai abbassato la gara", o la Regione inizia a fare questo, e questa sarebbe stata la risposta che mi aspettavo dall'assessore Donazzan all'epoca e non è stata questa, oppure in qualche modo noi continuiamo a girarci attorno.
Prendere un impegno sul salario minimo vuol dire prendere un impegno a fare qualcosa su un tema, lo ha detto anche il collega Soranzo, che mi pare riconosciuto da tutti che in Italia c'è. Abbiamo per alcuni lavori, in particolare per alcuni, ma in realtà su tanti, un problema salariale grave, che porta le persone ad andare via da qui, perché il lavoro non è remunerato come in un altro Paese europeo, dove un giovane può andare a lavorare con le stesse competenze. O iniziamo a fare questo oppure questo Paese è destinato ad avere una crisi ancora più grave di quella che ha. Io spero che chiunque governi lo prenda in carico e, di sicuro, questo momento è almeno un momento per dire: lo prendiamo in carico idealmente e poi lo faremo come voi decidete.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Intervengo ovviamente per annunciare il voto favorevole a questa mozione, ma ne approfitto per specificare un paio di questioni, perché la mozione impegna la Giunta a promuovere in tutte le sedi istituzionali competenti la questione di una retribuzione congrua. Mettiamola così. Questo è un primo aspetto su cui questo Consiglio regionale dovrebbe fare alcune riflessioni, cioè se davvero noi pensiamo che sia un problema il fatto che le persone sono pagate troppo poco, ad esempio, dovremmo chiedere all'Assessore regionale al Lavoro perché nella Regione del Veneto i tirocini extracurricolari sono tra pagati meno che in tutte le altre Regioni italiane. è una competenza regionale. Faccio un esempio. Dovremmo chiederci come mai negli ospedali veneti chiamiamo i lavoratori delle cooperative a lavorare, pagandole con contratti diversi, anziché utilizzare altro personale. Dovremmo crederci perché durante gli appalti regionali non premiamo, tra i vari criteri, anche i livelli retributivi delle società che vincono gli appalti.
Lo dico perché delle volte, quando si parla dei temi generali, dimentichiamo quali sono le nostre responsabilità. E allora io credo che il richiamo al salario minimo sia un richiamo necessario. Penso che debba essere introdotto collegandolo ai contratti migliori di settore subito, ma sapendo benissimo che, avendo la Commissione europea approvato una direttiva, l'Italia ha due anni di tempo per recepirla quella direttiva. Non dobbiamo discutere se c'è o non c'è il salario minimo. L'ha già deciso la Commissione europea e noi dovremmo decidere come semmai adottare quella direttiva. Io penso che una legge sia necessaria. Guardi, siccome la presidente Meloni ha definito il salario minimo uno specchietto per le allodole, e ha dichiarato invece di voler investire sulla contrattazione collettiva, bene, ci terrei ad informare i colleghi di maggioranza che dire di voler investire nella contrattazione collettiva significa rafforzare le organizzazioni sindacali e le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori. O l'una o l'altra: o riconosciamo alla contrattazione collettiva, quindi alla funzione delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e datoriale, una funzione sociale oppure dobbiamo introdurre il contratto minimo per legge. Questo lo dovete decidere voi.
Peraltro, non diciamo nulla di nuovo, perché l'articolo 36 della Costituzione prevede che il lavoratore abbia diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità di lavoro che svolge. Dobbiamo, però, partire ‒ e chiudo, Presidente ‒ dall'idea che l'Italia è l'unico Paese in Europa in cui i salari sono, oggi, inferiori a quant'erano trent'anni fa. L'unico Paese in Europa. Capisco benissimo che abbassare il costo del lavoro, cioè tagliare le tasse che paga il lavoratore, sia una modalità di aumentare il salario. Se tagli il cuneo fiscale, tu riduci sia la parte che paga l'impresa che le parti che paga il lavoratore. Quindi, il netto in busta aumenta, ma non è che mi dai di più. Semplicemente pago meno tasse per la collettività.
Chiudo. E aggiungere invece ...

PRESIDENTE

Collega, grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Va bene. Non importa.

PRESIDENTE

Collega Pan, in dichiarazione di voto.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Noi ci asterremo su questa mozione. Lo annuncio in primis.
Come dicevo prima, di lavori, di lavoratori e di imprese ne ho viste tante. Chi lavora, e lavora bene, deve essere pagato il giusto. Il datore di lavoro, colui che dà lavoro al lavoratore, è giusto che, se ha un lavoratore bravo che aiuta a far crescere l'impresa, riconosca a questo lavoratore quello che gli spetta. Sappiamo che di lazzaroni in giro, da una parte e dall'altra, ce ne sono. Una cosa che effettivamente dobbiamo immaginare è che chi crea lavoro è solo l'impresa. Come ha detto bene la collega Cestaro prima, ridurre le tasse alle imprese è l'unica maniera per far sì che si creino posti di lavoro e si creino stipendi adeguati all'incarico che uno ha nel proprio posto di lavoro. Quella è la strada maestra.
I salari minimi, il Reddito di cittadinanza, tutti questi bonus sono palliativi che non creano posti di lavoro e fanno sì che i nostri lavoratori, i nostri giovani ‒ come si è ben detto qui dentro ‒ vadano da altre parti a cercare posti più favorevoli. L'unica maniera è quindi tassare meno l'impresa e per tassare meno l'impresa bisogna introdurre quello che noi da tempo, come Lega, portiamo avanti, la flat tax per quanto riguarda sia i lavoratori autonomi, ma anche per i lavoratori dipendenti, ma soprattutto per l'impresa. Solo in questa maniera riusciremo a garantire un aumento degli stipendi, un aumento del lavoro e una società anche più giusta, senza fannulloni, come diceva Montanariello e come diceva qualcun'altro.
Fatemi capire perché un'impresa veneta, io conosco bene il settore metalmeccanico, paghi alla fine dell'anno il 70% di tasse mentre le vostre cooperative, che pagano 4,50 euro lordo al portinaio che è qui fuori, pagano invece il 15, il 20 o il 30% di tasse? Mi spiegate perché allora non li paghino di più rispetto a un'impresa veneta della metalmeccanica, dove un operaio appena assunto viene pagato 1.200 euro netti, un operaio specializzato arriva a 1.500, 1.600, 1.700 al mese, anche a 2.000? Me lo spiegate? Grazie.

PRESIDENTE

Collega Baldin, in dichiarazione di voto. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Solo per una piccola replica, senza divagare su altri argomenti perché ne abbiamo sentiti troppi e l'oggetto specifico è quello del salario minimo, quindi rimango su questo tema.
Parto un po' a ritroso. Il collega Pan e anche la collega Cestaro prima parlavano di certa parte politica, "ho paura di certa parte politica dalla quale proviene la proposta". Forse fa un po' di confusione sulla parte politica perché se parla di cooperative non è questo il caso. Anche se posso essere d'accordo su alcuni aspetti relativi alle cooperative, però ricordo che sono le aziende che decidono in autonomia se avvalersi o meno del lavoro interinale offerto dalle cooperative. Quindi, è una volontà anche questa. Ci sono aziende più brave, aziende meno brave che sottopagano purtroppo i loro operai e i loro dipendenti ed è uno strumento questo, lo ricordo al collega Pan, proprio per venire incontro a quelle fasce di lavoratori poveri.
Lei citava gli operai in fabbrica: è proprio questa fascia, questa categoria che va a toccare l'istituzione di un reddito, un salario minimo, ovvero un salario minimo per orario, all'ora. Quindi in questo senso va uno strumento di questo tipo, proprio per venire incontro ai lavoratori poveri, a quelle classi sottopagate, 3-4 euro, insomma abbiamo una vasta gamma di lavoratori che non vengono adeguatamente remunerati.
Altra cosa: si è citata la contrattazione collettiva. Sono d'accordo che è importantissima e andrebbe diffusa a più non posso, ma non in tutti i settori è presente una contrattazione collettiva. Quindi è evidente che, come dice l'Europa, come dice la Commissione europea avallata dal Parlamento europeo, serve una legge a livello di Europa per mettere tutti sullo stesso piano. Chi ha oggi nulla deve ottenere di più, altrimenti arriviamo a quello che diceva la collega Ostanel: 10.000 giovani veneti lasciano questa Regione a favore di altre o per andare all'estero, dove si guadagna di più e si lavora magari anche meglio, e non sfruttati.
A fronte di questo – queste sono le cose più grossolane che ho sentito dire da alcuni colleghi – ribadisco che è necessaria una legge, quindi faccio appello al nuovo Governo in carica. Chiaramente lo dico per la collega Camani che ha citato i 5 Stelle come responsabili della caduta del Governo Draghi: non rispondo alle polemiche, ma le ricordo che non è stato il Movimento 5 Stelle a far cadere il Governo Draghi.

PRESIDENTE

Enoch Soranzo, in dichiarazione di voto.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Solo per dire due cose. La prima. A me fa piacere sentire questo grande dibattito. Anch'io avevo capito che erano i 5 Stelle, però magari mi sono sbagliato. Noi abbiamo assistito, certamente non è stato Fratelli d'Italia.
Due considerazioni veloci. Son tutte belle le riflessioni e mi fa piacere che tutti i problemi degli ultimi almeno 15 anni li dobbiamo risolvere tutti noi nei prossimi 100 giorni. Noi pedaliamo, è la mia storia, collega Zanoni, quindi mi trovo molto bene in questa posizione. A me è capitato sempre così, guardi, evidentemente noi siamo stati chiamati... Sa cosa penso? Penso che gli italiani abbiano scelto proprio un Governo a trazione anche di Fratelli d'Italia perché pensano che forse eravamo gli unici che potevano provare a risolvere questa situazione. Poi ci proveremo, non abbiamo mica la bacchetta magica, ma ci proveremo fino all'ultima goccia di energia; sicuramente l'impegno non mancherà.
Però torniamo al tema. Tutto bene. Io ricordo un manifesto, credo di 10-15 anni fa, anche nella mia città, nella mia Provincia, Padova, dove c'era qualcuno che scriveva "il lavoro è un diritto", ed è passato il messaggio che il posto di lavoro si può in qualche modo creare per legge. Questo è stato nel pensiero di molte persone, soprattutto di alcuni giovani, per qualche anno. Bene, allora, se c'è un problema di stipendio, di salario, che siamo tutti d'accordo che non è sufficiente, tranquillamente confermo che c'è questo problema, ci mancherebbe, non scopriamo niente di nuovo. Scappano all'estero i nostri giovani, scappano all'estero anche i meno giovani, perché ci sono anche professionalità manageriali che scappano a una certa età all'estero, non devono essere per forza giovani, perché di fatto evidentemente non siamo così competitivi come altri Paesi. Bene, per quanto mi riguarda, collega Baldin, ripeto e sottoscrivo, per me e per la forza politica, se sarà possibile io farei i contratti collettivi nazionali per legge, per tutti. Non ci dovrebbe essere altra tipologia se questa dovesse essere la soluzione ideale per garantire il raggiungimento di quell'obiettivo che anche lei ha posto.
Ultima considerazione, perché il tempo scade. Il problema è la sostenibilità e la marginalità. Un'impresa non ha problemi ad aumentare lo stipendio di un proprio collaboratore se ha la possibilità di sostenerlo, come non ha problema, se ha marginalità e utili, ad ampliare la propria pianta organica. Il problema della nascita di enti strumentali o di cooperative o di forme alternative all'impresa si verifica perché non c'è la sostenibilità e quando si dice sostenibilità, rispondo alla collega Camani... Sa perché il problema è che sono trent'anni che noi non riusciamo aumentare – non mi interrompa – gli stipendi? Per un semplice motivo: perché lei racconta un aspetto, ma non raccontiamo mai quanto è aumentato il prelievo contributivo nelle buste paga che le imprese pagano ogni mese o trimestralmente per i propri collaboratori e dipendenti per gli enti previdenziali. Nessuno racconta qual è il prelievo fiscale, l'aumento fiscale che c'è stato per le imprese e tutte le attività economiche negli ultimi trent'anni.
Ecco perché non sono aumentati gli stipendi.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione la mozione n. 256.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, sospendiamo per qualche minuto. Riprendiamo i lavori alle ore 17.40.
Convoco la Capigruppo in Sala del Leone, subito. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 17.34
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
 
La Seduta riprende alle ore 17.49
 

PRESIDENTE

Colleghi, iniziamo.
PUNTO
16
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GIACOMIN, VALDEGAMBERI, PAN, RIGO, RIZZOTTO, ZECCHINATO, FINCO E CECCHETTO RELATIVA A "DIFFONDERE L'UTILIZZO DEL "CHIUSINO" PER INCREMENTARE I PRELIEVI ANNUI DI CINGHIALI". (MOZIONE N. 161) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 149/2022)

PRESIDENTE

Ripartiamo dalla mozione n. 161, presentata dai consiglieri Giacomin, Cecchetto, Finco, Pan, Rigo, Rizzotto, Valdegamberi e Zecchinato.
Collega Giacomin, prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
La mozione è stata presentata nell'estate 2021, ma risulta ancora del tutto attuale, tant'è che proprio poche settimane fa, andando a cena sui Colli Berici, mi ha attraversato la strada ‒ la dorsale di Berici, peraltro, è una strada piuttosto trafficata ‒ un branco di cinghiali. Allora, mi sembrava giusto portare in evidenza in questo Consiglio una soluzione che due operatori vicentini hanno trovato, e cioè il classico "chiusino", che già viene utilizzato sui Colli Euganei. La modifica, fatta a proprie spese, è quella di inserire una telecamera e un comando a distanza, il che consente al piccolo branco di entrare, perché il chiusino è anche pasturato, e loro, a distanza, stando anche a casa loro, allorquando vedono l'intervento, chiudono e, di conseguenza, riescono a fare una significativa percentuale di catture.
Do solo un dato: 1.200 operatori abilitati in Provincia di Vicenza, con quasi 500 postazioni, hanno fatto circa 800 abbattimenti. Questi due operatori da soli hanno fatto quasi 100 catture. Per cui, il rapporto addetti/risultato è del tutto efficiente.
In più, il vantaggio è che questa operatività può avvenire anche in ambito urbano. Per esempio, io conosco realtà fortemente urbanizzate, come il vicino Comune di Altavilla Vicentina, dove arrivano proprio in territorio urbano, e sono riusciti a fare catture anche in zona periurbana.
Si tratta ‒ è questo il senso della mozione ‒ di impegnare la Giunta a finanziare questa operatività, che finora è stata totalmente autofinanziata da questi due addetti. Siccome stiamo parlando di catture di una specie che crea danni, ma questa modalità dà poca soddisfazione al mondo venatorio, questa modalità risulta piuttosto efficace, pertanto credo sia meritevole di un contributo economico da parte della Regione per incentivare, appunto, tale modalità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho letto la mozione del collega Giacomin, l'ho ascoltato anche adesso e sinceramente mi incuriosivano alcune affermazioni delle premesse della mozione, ad esempio quando si dice che i dati mostrano che a un incremento continuo degli abbattimenti negli anni non corrisponde un altrettanto significativo decremento dei danni. Ebbene, se la matematica non è un'opinione, c'è qualcosa che non quadra. Si stanno abbattendo sempre più cinghiali, però non diminuiscono i danni causati dai cinghiali. Quindi, c'è qualcosa che non quadra. Come si spiega questa cosa? C'è da porsi qualche quesito in merito. Probabilmente non è forse la via più corretta per diminuire i danni. Lo dice lo stesso proponente della mozione.
L'altro versante è la questione dei contributi economici che si chiede alla Giunta di impegnare per queste tipologie di catture. C'è un piano di eradicazione, la Giunta regionale ha già stanziato dei soldi, anche le Province lo hanno fatto, per una specie che non è autoctona, perché anche la genetica di questi animali che abbiamo qui in Veneto è la genetica dei cinghiali dell'Ungheria, di popolazioni centroeuropee, che hanno una certa stazza – qua sicuramente molti colleghi che se ne intendono sanno bene la questione –, che hanno una prolificità superiore e una corporatura molto superiore al cinghiale italiano, che è quello toscano. Altra cosa è che in Veneto non è autoctono, il cinghiale, perché non c'è mai stato.
Si tratta di una specie che ci ritroviamo molto diffusa ultimamente nella Pedemontana Veneta e nei Colli Euganei, e non solo, perché evidentemente è stata oggetto di ripopolamenti a fine venatorio che sono sfuggiti di mano e che stanno creando grossi problemi all'agricoltura. Tant'è vero che una delle finalità dei proponenti è quella di limitare i danni. Ebbene, quello che mi veniva da chiedere è questo: quando andremo a individuare le responsabilità, chiederemo questi fondi a chi ha creato il problema. D'altronde, se si riescono nel tempo a creare situazioni come queste, dove chi ha creato il problema alla fine spesso, ma con poco successo, come dice il collega, dopo si erge anche a risolutore del problema, la cosa sicuramente non quadra. Quindi, volevo porre all'attenzione di quest'Aula il fatto che andiamo a spendere risorse e a richiedere fondi pubblici a causa di qualcuno che ha creato questo problema.
L'altra cosa da dire è che laddove – questo si è registrato, ad esempio, nell'area del Cansiglio – c'è una popolazione di cinghiali, ma sono arrivati anche i lupi, si è vista una considerevole limitazione di questi suidi, proprio perché è oggetto della predazione del lupo. Questo per invitare molti colleghi che hanno sempre visto con poca simpatia questo canide selvatico, che invece è un animale che può in maniera naturale contenere queste popolazioni di cinghiale alloctono, oggetto di ripopolamenti che sono evidentemente scappati di mano.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giacomin. Prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Una brevissima replica, ma proprio telegrafica.
Io non sono un cacciatore, per cui credo che siamo chiamati a risolvere un problema, e la problematica che dicevo, aumentano gli abbattimenti ma aumentano anche i danni, è semplicemente perché gli abbattimenti fatti con le modalità esclusivamente venatorie non raggiungono l'obiettivo. Infatti, l'elemento che io ho cercato di far emergere è che le modalità di cattura effettuate con questo sistema, che consentono di catturare, grazie a una telecamera e a un telecomando a distanza, l'intero branco, consentono di portare avanti dei numeri di gran lunga maggiori. Il problema va risolto.
Per quanto riguarda l'aspetto dei lupi, io penso a realtà a me vicine. Citavo, infatti, il Comune di Altavilla Vicentina, che è confinante con quello dove risiedo io, che è Creazzo. Ebbene, la mia fortuna è che tra quelle colline, che sono i Colli Berici, e il mio Comune passano l'autostrada, la ferrovia e la strada statale, e finora queste infrastrutture sono state delle vere e proprie dighe a quella tipologia di fauna. Ma il Comune di Altavilla, che non ha questa fortuna, ha i cinghiali che arrivano in casa. Ora portare in casa, in una cittadina di 12.000 abitanti, anche i lupi credo che non sarebbe una soluzione.
Allora, siccome la Regione nell'arco temporale di riferimento ha pagato 400.000-500.000 euro per i danni subiti, se stanziamo qualche decina di migliaia di euro a livello sperimentale per vedere se le cose funzionano, credo che il gioco valga la candela.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Pan. Prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Velocissimamente, perché sui cinghiali un po' di esperienza l'ho fatta sul campo. Ha ragione il collega Giacomin a proporre l'utilizzo dei chiusini, perché effettivamente sui Colli Euganei è forse il metodo migliore per la cattura di più cinghiali. Il chiusino è un gabbione che viene pasturato, dopodiché all'interno di questa gabbia possiamo trovare anche 10-15 cinghiali, una famigliola intera. Dipende naturalmente. Del resto, la caccia di selezione che viene fatta con i selecontrollori prevede l'uso dell'altana, con uno sparo, che viene fatto generalmente da una squadra o al mattino presto o al tramonto, e al massimo se ne abbattono uno o due. Invece, con il chiusino si riesce a eliminarne molti, molti, molti di più, spesso e volentieri anche e soprattutto le femmine, che sono chiaramente le riproduttrici della specie. Quindi, questo sistema è assolutamente da implementare, e non solo negli ambiti, ma anche nei comprensori alpini.
Qual è il problema rispetto all'abbattimento? è che poi ci deve essere una squadra, in quanto non si può fare da solo l'abbattimento del cinghiale. Infatti, si deve andare a prelevare la carcassa e fare tutte le operazioni di taglio e smaltimento degli organi interni. Ci vuole il veterinario, che deve fare anche l'analisi delle carni, e i frigoriferi dove mettere dentro tutta questa carne. Anche perché la carne del cinghiale trasmette la trichinosi, che è una malattia abbastanza pericolosa per l'uomo. Quindi, ci vuole tutto un sistema che percorra e si organizzi in questo senso, ed è proprio quello che abbiamo creato nei Colli Euganei, che permette l'abbattimento di più di 2.000 cinghiali all'anno. Questa è la questione tecnica.
La questione politica, invece, è che, come tutte le specie nocive che purtroppo nel nostro ambiente sono presenti, io parto sempre dai cormorani, che devastano i fiumi, per arrivare alle oche, alle nutrie eccetera, eccetera, qui ci vuole una soluzione legislativa differente. Ogni volta che si propone l'abbattimento selettivo di questi animali nocivi, che devastano le nostre lagune, i nostri fiumi, le nostre campagne, i nostri seminativi, e tanti danni fanno all'agricoltura, c'è sempre questa benedetta o maledetta ISPRA, che è come la Soprintendenza e le Belle Arti di prima, ma rispetto all'ambiente, che è collocata in un quartiere di Roma vicino all'Eur – ci sono stato –, per cui l'unica maniera per riformarla è levarla via dal Ministero dell'ambiente. Spero veramente che torni in capo alla Presidenza del Consiglio o al Ministero dell'agricoltura, perché quando eravamo al Ministero dell'agricoltura eravamo tutti d'accordo a riformare questo ente "ostativo" in questo senso, che darebbe il permesso non solo ai cacciatori, ma anche all'intervento degli Enti pubblici per calmierare la presenza numerica delle specie nocive nel nostro ambiente.
Adesso veramente abbiamo i pianeti allineati, per la prima volta dopo tanti anni, per cui spero che riusciremo a fare questa grande riforma. Con i miei colleghi della Lega ne abbiamo già parlato e spero che anche gli amici di Fratelli d'Italia siano d'accordo in questo senso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Non c'è nessuna richiesta di dichiarazione di voto.
Metto in votazione la mozione n. 161.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La mozione è passata con 27 voti a favore.
PUNTO
17
 
   

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VENTURINI E BOZZA RELATIVA A "IL GOVERNO INTERVENGA NEI CONFRONTI DELLA GRAN BRETAGNA PER CHIEDERE L'ELIMINAZIONE DI FORME DI DISCRIMINAZIONE DEI LAUREATI ITALIANI PER L'ACCESSO AGLI ATENEI UNIVERSITARI INGLESI". (MOZIONE N. 313) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 150/2022)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 313, presentata dai colleghi Venturini e Bozza.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa mozione noi l'abbiamo presentata a maggio, all'indomani di una notizia che era apparsa sugli organi di informazione e che portava all'attenzione il fatto che i nostri laureati italiani risultassero (e risultano tuttora) discriminati in Gran Bretagna per poter accedere nel loro Paese.
Cosa ha fatto il Regno Unito? Ha stilato una lista di 37 atenei universitari, considerandoli di eccellenza. I laureati che escono da questi atenei possono accedere con una procedura semplificata nel Regno Unito. È vero che ogni Stato è libero di decidere chi far entrare nel proprio Paese e applicare parametri, criteri che vengono valutati idonei e opportuni dal Paese stesso, ma è altrettanto vero che noi riteniamo che le università italiane possano vantare comunque un livello di qualità elevato che le pone a livello internazionale in una posizione di rilievo.
Basti pensare ai medici o ai laureati in scienze infermieristiche che vengono assunti in altri Paesi, penso alla Germania, alla Gran Bretagna stessa, proprio per le capacità e per le competenze che dimostrano.
Sulla questione era intervenuto anche il presidente Zaia e la Ministra dell'epoca, la ministra Messa, proprio per cercare, in qualche maniera, di mettere in evidenza che questa è una forma di discriminazione forte, che era il caso di intervenire, magari con la valutazione di parametri diversi, perché i nostri laureati comunque non sono meno preparati e l'alto potenziale che viene riconosciuto ad altre università, eccetto a quelle italiane, non è sicuramente un valore che può essere esclusivamente preso come riferimento.
Per cui, noi continuiamo a chiedere, come il Governo aveva fatto all'epoca, ma chiediamo tuttora che si intensifichi quest'azione nei confronti della Gran Bretagna proprio per facilitare anche agli altri laureati, a partire dalle nostre università, di poter accedere nel loro Paese, considerando anche che c'è un principio di fondo che da sempre, sto pensando all'Università di Padova, viene trasmesso e viene tramandato, che è quello della libertà: la libertà di accesso, la libertà di circolazione delle idee, la libertà delle persone, che deve essere fondamentale, soprattutto quando alla base ci sono delle competenze che possono essere condivise e possono essere motivo anche di sviluppo e di evoluzione delle nazioni.
Ecco che quindi chiediamo un intervento da parte della Giunta presso il Governo perché continui con questa attività anche diplomatica, proprio per facilitare i rapporti e per permettere la circolazione delle persone e delle idee.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Se non ci sono altri interventi, dichiariamo chiusa la discussione generale.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione la mozione n. 313.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
PUNTO
18
 
   

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI FAVERO, GIACOMO POSSAMAI, CECCHETTO, DOLFIN, BET, BISAGLIA, SCATTO, BIGON, LORENZONI, BALDIN, GUARDA, ZOTTIS, ZANONI, OSTANEL, VENTURINI, BOZZA, BARBISAN, GIACOMIN, PAN, RIGO, ANDREOLI, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SPONDA E ZECCHINATO RELATIVA A "PER UNA COSTITUZIONE FEDERALE EUROPEA". (RISOLUZIONE N. 65) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 151/2022)

PRESIDENTE

Passiamo alla risoluzione n. 65 dei consiglieri Favero, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Cecchetto, Dolfin, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Giacomo Possamai, Scatto, Venturini, Zanoni e Zottis.
Consigliere Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Questo ordine del giorno nasce dall'Intergruppo del Movimento federalista che abbiamo costituito in seno a questo Consiglio. Ho redatto il testo in particolare in collaborazione con Giacomo Possamai e con l'aiuto dell'ex presidente nazionale del Movimento federalista europeo, Giorgio Anselmi, che è qui presente in Sala, nell'Acquario, che ci segue e quindi lo salutiamo cordialmente.
Perché proponiamo questa risoluzione? Perché all'articolo 4 del nostro Statuto si dice che la Regione Veneto collabora per la istituzione dell'Unione europea. Mai come in questo momento ci pare opportuno riproporre all'attenzione nazionale del Governo e del Parlamento il tema di riaprire una fase costituente per l'Europa. La vicenda della guerra in Ucraina ha avuto effetti dirompenti, ma anche dirimenti. Pone la questione irrisolta di come dovrebbe funzionare l'Europa.
I commenti di molti intellettuali sono stati sprezzanti, sia di destra che di sinistra. L'Europa ha fallito. È vero, almeno parzialmente. Ha ritrovato un po' di unità, però, sotto l'egida della NATO, più che per motu proprio. Ed è questo che ci deve far riflettere.
C'è una domanda a cui è difficile dare una risposta, perché manca la prova fattuale: se l'Europa fosse stata unita, avesse avuto un Esercito proprio, la Russia avrebbe osato attaccare l'Ucraina? Abbiamo motivo di pensare di no.
La realtà è che se non siamo ancora arrivati a una Federazione europea, a un ordinamento federale europeo, è perché ancora prevalgono molti egoismi di tipo nazionale. Eppure, in realtà, noi abbiamo già fatto delle cessioni di sovranità all'Europa. Pensate nelle politiche agricole, in quelle monetarie, in quelle commerciali, in quelle della tutela ambientale. Semplicemente non abbiamo Istituzioni democratiche che siano sufficientemente rappresentative degli interessi della popolazione europea, perché i meccanismi attuali, con la Commissione europea, il Consiglio d'Europa, il Consiglio dell'Unione europea e un Parlamento pletorico, di fatto sottraggono al faro dell'attenzione pubblica i processi che sono in corso.
È un residuo mentale, quindi, che va superato, quello della cessione di sovranità anche perché concetti come sovranità, Stato, confini nazionali, nazione dovrebbero essere semplici strumenti di lavoro. Invece, come ammoniva Silvio Trentin ancora negli anni Venti del secolo scorso, sono stati trasformati in dogmi, sacralizzati. Il risultato è che danno vita a quei paraocchi che guidano i nazionalisti, tipo Putin, che, in nome di una presunta unione dei popoli russi, ha invaso l'Ucraina.
Credo che il tempo sia maturo per riattivare un processo costituente in Europa. Lo crediamo noi dell'Intergruppo del Movimento federalista europeo. Chiediamo a tutto il Consiglio di sostenere questa richiesta. Questa richiesta prevede anche che si diano poteri nuovi ai Commissari, in modo particolare all'economia, all'estero e alla difesa in Europa, in modo da prefigurare quelle che potranno essere le funzioni dei due futuri Ministri.
Pensiamo solo alla spesa militare. L'Europa già oggi spende il doppio di quanto spenda la Russia in armamenti. Però, abbiamo degli eserciti che sono inferiori, perché sono disorganizzati. Ci sono sì dei tentativi di coordinamento, ma è chiaro che anche solo produrre materiali diversi rende difficile pensare di avere un Esercito efficiente, in grado di dare all'Europa quell'autorità che può servire per frenare gli appetiti delle altre grandi superpotenze. Noi abbiamo bisogno di pensare in questi termini all'Europa, non di procedere in maniera distinta.
Nota en passant: la Germania ha deciso di spendere 100 miliardi in riarmo. I francesi, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, votarono contro la costituzione della CED, della Comunità europea di difesa, perché temevano il riarmo dei tedeschi. Adesso gli si dà semaforo verde senza nemmeno troppe riflessioni.
Ci sono altre questioni che è fondamentale che vengano affrontate, come per esempio il fatto che sarebbe opportuno riattivare la Convenzione europea per rivedere alcune parti dei trattati costitutivi e istitutivi dell'Unione, in modo particolare per quanto riguarda il principio dell'unanimità, che è già stato eroso, ma non in maniera ancora sufficiente.
Così come crediamo che non debba essere uno scandalo parlare di un'Europa a più velocità, con un nucleo di Paesi che possono essere già in grado di approvare una Costituzione federale e altri che lo faranno quando saranno pronti. Penso, per esempio, all'Ucraina che è l'ultima fra i Paesi che si sono presentati per chiedere l'ingresso in Europa. Bisognerà che cessi questo conflitto, speriamo il prima possibile, per poter esaminare questa richiesta, ma certo sarebbe bello pensare a un'Europa diversa, capace di essere faro di civiltà, di cultura, di diritto e anche motore trainante dell'economia globale, mentre in questo momento siamo il traino delle decisioni altrui.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi unisco alle parole del collega Favero di ottimismo verso questo processo di riavvio di una discussione sulla Costituzione federalista europea. Io credo che sia un elemento molto importante quello di recuperare lo spirito iniziale che ha animato i padri fondatori a metà del secolo scorso, proprio per riprendere vigore, per creare prosperità.
Sono convinto che i processi aggregativi siano gli unici che creano valore, siano gli unici che creano benessere nelle persone e quindi non deve prevalere lo spirito di divisione, di chiusura dei confini, di ricerca di massimizzazioni locali, perché l'inviluppo di queste massimizzazioni locali è una povertà creata nella globalità delle persone. Quindi, è un processo importantissimo.
Voglio ringraziare per il lavoro che è stato fatto. Penso che questa sia una mozione molto importante e che ci debba essere questa spinta. Ringrazio anche il professor Anselmi. Mi fa piacere che sia presente fuori dall'Aula, perché ci ha dato degli stimoli importanti, è stato un ispiratore di questa azione e gli sono grato, perché io credo che sia proprio questo lo spirito a cui dobbiamo rifarci, a cui dobbiamo ispirare poi le nostre azioni più mirate e più puntuali.
Mi auguro che ci sia un'adesione larga da parte dell'Aula, perché sono questi i processi che lasciamo in eredità a coloro che verranno dopo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbisan.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi unisco volentieri a queste considerazioni e ne aggiungo qualche altra prima di chiedere una sottoscrizione. L'Europa è un bell'esperimento per oggi, che, però, è rimasto incompiuto.
È incompiuto perché al di fuori dell'unione monetaria siamo convinti, da quello che si è già sentito e aggiungo, che manchi l'unione politica. Si parla di stipendio minimo. Bene. Qual è lo stipendio minimo se pensiamo a un'Europa? Ci sono Stati che fanno ancora 3-400 euro al mese di stipendio e Stati che ne danno oltre 2.000-2.500; tasse e tassazione dal 10% al 70%, per non parlare dei titoli di studio, dove sappiamo benissimo che un medico che si laurea in un Paese oramai europeo, ma Paese dell'Est, ha una differenza rispetto ai nostri laureati che lo porta ad avere dei distinguo.
Quindi ben venga una risoluzione di questo tono. Ne chiedo appunto la sottoscrizione.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo intanto per ringraziare il dottor Anselmi, perché questo è un impegno che, ricordo ancora, avevamo preso in campagna elettorale. Vuol dire che ci sono alcuni impegni che, se seguiti anche da chi fuori chiede degli impegni in campagna elettorale, poi possono essere portati a risultato. Penso sia importante anche per il metodo con cui questa risoluzione viene posta.
Rispetto alla mozione di per sé, ci abbiamo lavorato, ovviamente, nell'Intergruppo. Alcuni interventi che mi hanno preceduto hanno già portato alcuni punti importanti, a me interessava sottolineare un punto di questa mozione che ritengo essenziale, che è il tema del diritto di veto all'interno dell'Unione europea. In questo dispositivo è spiegato molto bene che si cercherà di lavorare in tutti i modi, facendo pressione a chi è seduto in Europa, ma anche con i movimenti che si occupano di questo tema, per abolire una delle questioni fondamentali che oggi porta l'Unione europea a non poter avere quel futuro che in tanti di noi auspichiamo rispetto a un ruolo potenzialmente politico che si può avere.
Quello che oggi il diritto di veto fa e che viene usato da alcuni Stati, ricordo, ad esempio, l'Ungheria, che lo ha usato più volte, porta a non poter prendere delle decisioni importantissime per il futuro dell'Europa, per cui credo che metterlo nero su bianco in questa mozione oggi porti a un risultato che abbiamo raggiunto proprio grazie a un lavoro fatto assieme. Lo ritengo, quindi, un punto importante.
Un altro punto della risoluzione che ritengo fondamentale è il fatto che debbano essere razionalizzate e ridotte le spese militari. Nonostante si dica che la difesa europea è un punto importante, il tema di dire "cerchiamo di razionalizzare la spesa", quindi anche tutto quel lavoro che abbiamo fatto nel cercare di dire "riduciamo la spesa per gli armamenti", se ci fosse un'Europa che riesce a farlo in maniera collegiale all'interno di tutti i Paesi, probabilmente le richieste sarebbero anche più concrete e realizzabili.
Questi due punti portano la risoluzione ad essere, per me, particolarmente interessante.
Ringrazio i colleghi per il lavoro fatto, soprattutto chi lo ha condotto, che in qualche modo ci ha portato a fare un lavoro insieme, credo importante.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giacomin. Prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intanto chiedo anch'io la sottoscrizione della mozione e mi permetto di fare alcune considerazioni. Da ragazzo, molti, molti anni fa, sono stato iscritto al Movimento Federalista Europeo e, di conseguenza, sono un convinto federalista e un convinto europeista. Nel tempo, però, ho visto un'Europa che è diventata sempre di più l'Europa dei mercati, l'Europa che mette condizioni su come bisogna fare questo o quello a livello locale, l'Europa che non riesce a darsi una strategia di politica estera, di ricerca insieme, di politica della difesa. Insomma, i grandi temi che dovrebbe fare un grande Stato federale non li fa, invece fa tutti i piccoli temi che magari sono funzionali a lotte commerciali promosse dalla Tizio o Caio multinazionale di zona.
Credo, pertanto, che vadano anche ridefiniti quelli che sono i confini delle competenze di questa Europa. Bisogna dare centralità a un Parlamento europeo che centralità non ce l'ha e bisogna ridefinire esattamente quelle che sono le competenze, cioè andare a distrarre quelle che sono le competenze di burocrazia, perché oggi come oggi noi abbiamo una potentissima macchina burocratica europea, che è in grado di mettere in crisi intere filiere di sistema produttivo, perché magari – questo è il retropensiero – è funzionale a scelte fatte in qualche altro posto per qualche altra cosa. Ma poi abbiamo un'Europa che si è dimostrata essere, anche nelle recenti vicende, un "nano politico".
Sicuramente sono favorevole a sottolineare quelle che sono le esigenze di un grande Stato federale, che deve essere in grado di affrontare i grandi temi, la difesa, la politica estera e anche l'immigrazione, dove si procede sempre, invece, in ordine sparso, facendo finta di niente, e invece abbandonare quelle competenze che devono essere trattate a livello locale. Cioè, il modello federalista è un modello che non è a senso unico, non vuol dire dare solo più potere all'Europa, ma vuol dire dare più potere all'Europa su certi temi e più potere alle realtà locali su altri.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il primo firmatario della risoluzione, oltre che Giorgio Anselmi, che, come diceva prima il consigliere Marzio Favero, ha collaborato prima nella costituzione dell'Intergruppo e poi anche nel lavoro che ha portato a questa risoluzione.
È una risoluzione importante principalmente per un motivo: esprime la volontà di questo Consiglio, spero con un voto favorevole dell'Aula naturalmente, andando anche oltre le posizioni nazionali, nel senso che – cito solo un passaggio, ma potrei citarne anche degli altri – in questa risoluzione si impegna la Giunta a promuovere il fatto che si lasci stare la norma all'interno delle Istituzioni europee che più ha bloccato in questi anni la crescita dell'Unione. Penso, per esempio, al fatto che i provvedimenti vengano presi all'unanimità tra gli Stati. Non a caso, prima il consigliere Favero parlava di Europa a più velocità, perché è evidente che l'Europa o recepisce il fatto che, se ci sono degli Stati che hanno intenzione di mettere in comune altro, oltre a quello che c'è già, e qui prendo l'esempio concreto del fatto che si è scelto di mettere in comune prima la moneta delle politiche fiscali, pensando che all'epoca la moneta fosse uno strumento sufficiente a dare una spinta decisiva in questa direzione, cosa che alla fine non è bastata.
Sia ben chiaro, viva il fatto che abbiamo tutti l'euro. Sarebbe stato un dramma, viceversa. Ma è altrettanto chiaro che è un percorso incompleto e che ha avuto una frenata pesante. Penso alla bocciatura della Costituzione dell'Unione europea e penso al fatto che in questa risoluzione viene detto chiaramente che serve una Costituzione federale, perché semplicemente questi mesi ce l'hanno urlato in maniera ancora più forte di quanto non fosse evidente precedentemente, e cioè che i singoli Stati europei ormai nemmeno nell'ordinarietà sono più in grado di far fronte alle sfide globali, pensiamo di fronte alle questioni straordinarie, ahimè, come la guerra che è stata portata nel cuore dell'Europa dalla Russia di Putin. Un'Europa forte, solida, con una politica estera e una difesa comune, per esempio, su quella vicenda che tutt'oggi stiamo vivendo e che stiamo vedendo avrebbe potuto esercitare un ruolo completamente diverso.
Questa, pertanto, è una risoluzione che guarda avanti. E io la dico così: sono contento e credo che sia importante che questo Consiglio, da un lato, discuta di temi come questi, perché uno potrebbe anche dire che è più utile che discutiamo degli utilissimi temi di cui abbiamo discusso precedentemente sulle mozioni e le risoluzioni che hanno più a che fare con aspetti territoriali, ma questa è una sede politica ed è una sede politica in cui è giusto che si discuta anche di temi sovranazionali.
Chiudo con questo punto: il ragionamento è anche positivo che lo si faccia in questo caso davvero andando oltre le posizioni nazionali dei partiti, perché questa è una risoluzione che chiaramente dice delle cose che, secondo noi, vanno nella direzione giusta, cioè nella direzione di una maggiore integrazione europea e di una cessione di sovranità, ripeto, perché ormai è una necessità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Ha chiesto di intervenire il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Naturalmente sono uno dei sottoscrittori della risoluzione per una Costituzione federale europea. I tempi sono maturi: abbiamo bisogno di una fiscalità comune, per evitare differenze, discrepanze, concorrenze sleali tra le aziende che operano in uno Stato rispetto a un altro. Sicuramente una difesa comune: questa la sentiamo come una necessità. Non solo, questo è importantissimo per diminuire le spese militari, ma anche per essere più efficaci ed efficienti, per diminuire gli sprechi di denaro pubblico, per avere una politica estera che sia veramente comune a tutti, per non rischiare di diventare, nei momenti più importanti, dei "nani politici" e sicuramente anche per modificare quei trattati che oggi ci vedono a volte bloccati a causa di uno o due Stati membri, che magari rappresentano il 2-3% della popolazione totale dell'Unione europea.
Sicuramente questa è una risoluzione ‒ e ringrazio tutti coloro che ci hanno lavorato ‒ che anch'io mi auguro sia votata all'unanimità, perché abbiamo sempre più bisogno – lo abbiamo visto, ed è già stato detto anche da chi mi ha preceduto – di un'Europa più giusta e più vicina ai cittadini, e sicuramente la Costituzione federale, un'Unione federale potrebbe raggiungere questi obiettivi molto più velocemente dello Stato attuale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il capogruppo Pan. Prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Per sottoscrivere come Intergruppo la risoluzione, che anch'io trovo molto bella. È stato fatto un buon lavoro. Faccio i complimenti a tutto il Gruppo, dal collega Marzio Favero al collega Possamai e a tutti gli altri colleghi.
Io sarei per il federalismo prima a casa nostra e poi naturalmente, come sempre, anche nei confini europei. Ricordo che, quando ero un piccolo allievo, allora, della Lega, incontrai Gianfranco Miglio, che presumo conosciate tutti, il quale sosteneva che perché ci sia un vero federalismo bisogna che ci sia un passaggio da una Costituzione unitaria a una Costituzione plurale. Che cosa significa questo? Significa che per avere la pace in Europa e lo sviluppo economico bisogna che il vero federalismo garantisca l'identità dei popoli, l'identità vera dei popoli, che è il solo motore dello sviluppo economico e delle tante disomogeneità che ci sono nei territori. Quindi, se vogliamo la pace in Europa, se vogliamo lo sviluppo, noi dobbiamo puntare al vero federalismo, che è il federalismo dei popoli, che lega veramente i popoli, al di là dei confini. Quindi, bisogna che questa Europa elimini non solo Schengen – adesso i confini a volte sono aperti, a volte sono chiusi – ma elimini proprio i confini tra i popoli, per arrivare non solo ad avere l'Ucraina all'interno, ma forse è meglio che ci portiamo dentro anche un po' di Russia, così avremo un po' di pace anche nel futuro.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Ha chiesto di intervenire il collega Corsi. Prego.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
Condivido in pieno tutto quello che è stato detto questa sera in merito a questa proposta, però vorrei anche sottolineare alcuni punti. Io sono stato presente a ben due visite nella Comunità europea, una a Strasburgo e una a Bruxelles, e sono sempre stato ottimista e positivo nei confronti dell'Europa e della Comunità europea, ma durante queste due visite mi sono fatto delle domande. Perché? Perché in Europa non siamo stati capaci di fare una sede unica. Abbiamo dovuto farne due, perché non c'era l'accordo tra il resto dei Paesi e la Francia, perché si voleva fare in Francia, mentre si voleva fare a Bruxelles. E allora facciamo due sedi. Voi sapete benissimo che una volta al mese si va a Strasburgo. Ma sapete cosa costa spostare tutti i Parlamentari, tutti i dirigenti e gli uffici per andare a Strasburgo? Una cifra spaventosa. Ci sono 40.000 dipendenti all'interno della Comunità europea. È un carrozzone burocratico. Se vogliamo dirlo, spesso e volentieri abbiamo avuto modo di conoscere l'incidenza che ha avuto la Comunità europea quando voleva che facessimo il formaggio con il latte in polvere, o quando voleva che facessimo il vino in determinate condizioni, o quando è andata a mettere in discussione le dimensioni delle vongole, e tante altre cose.
Io spero che si arrivi a questo, anche perché anche nei confronti di quello che sta avvenendo oggi, e cioè del conflitto Russia-Ucraina, io credo che la Comunità europea non si sia mossa tempestivamente e nel modo in cui si sarebbe potuta muovere per evitare magari buona parte di quello che è successo. Ha seguito, purtroppo, troppo spesso altri indirizzi, quando avrebbe dovuto avere un po' più di coraggio e fare la sua parte, visto che noi siamo a tutti gli effetti i Paesi che hanno maggiore interesse nella commercializzazione con quei Paesi che oggi sono in guerra e nel conflitto.
Ecco, io appoggio in pieno, perché comunque è una bella idea, i princìpi che sono stati detti sono sacrosanti, ma, credetemi, non so quanto riusciremo a portare a casa questo obiettivo perché, come vi ho citato alcuni esempi, ma ce ne sarebbero molti altri, oggi le condizioni non sono queste.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Possamai per dichiarazione di voto.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Volevo naturalmente annunciare il voto favorevole del Gruppo a questa risoluzione e anche far notare l'assenza, che immagino si traduca nel non voto, da parte del Gruppo di Fratelli d'Italia. Vedevo Polato improvvisamente cambiare faccia, ma non mi permettevo di fare body shaming. Dicevo, noto l'assenza del Gruppo di Fratelli d'Italia e mi dispiace, nel senso che comunque oggi è il principale partito alla guida del Paese, ed è un segnale, per quanto mi riguarda, molto negativo, lo dicevo prima. Il senso di una risoluzione come questa è proprio quello che il Consiglio regionale esprima una posizione in questo caso – così auspicavamo anche con il primo firmatario della risoluzione Favero – trasversale, che dia un messaggio chiaro, nell'ottica di una maggiore integrazione europea.
Quello che diceva il consigliere Corsi poco fa è certamente vero, nel senso che di sprechi e di mala gestio, anche a livello comunitario, ce ne sono stati e sicuramente ce ne sono, ma questo poco c'entra rispetto all'obiettivo. L'obiettivo di questa risoluzione è proprio l'idea di una Unione europea, di una federazione tra Stati che sia più utile ai cittadini, che sia più vicina ai cittadini e che sia in grado di occuparsi di ciò che ai cittadini serve davvero. Quindi, l'idea era di presentare un messaggio politico forte a questo Consiglio, e che questo Consiglio potesse poi portarlo fuori da quest'Aula.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Intervengo per dichiarare ovviamente il voto favorevole.
Un po' per citare il collega Soranzo, speriamo che il Governo pedali, ma lo faccia nella direzione giusta. Probabilmente non sono qui anche perché non vogliono pedalare verso una costituzione federale europea, sentendo anche le dichiarazioni della leader politica che li guida. Mi dispiace molto, perché speravo che ci fosse un voto unanime. Ringrazio di nuovo per il lavoro fatto e anche per il metodo utilizzato di collaborazione tra chi siede qui dentro e chi fuori e in altre Istituzioni prova a portare a risultato i programmi e i punti che sono importanti per costruire una nuova Europa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il presentatore Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Solo per ringraziare i Consiglieri che sono intervenuti per il loro contributo di riflessione. Volevo tranquillizzare il mio capogruppo Pan, perché c'è un passaggio nella risoluzione in cui sosteniamo che, probabilmente, attuare un modello federalista in Europa avrebbe come contraccolpo la necessità anche di riorganizzare molti Stati al loro interno in chiave federale, perché il federalismo è una via alternativa a quella del centralismo statalista. Quindi, anche questo tema è stato in qualche modo toccato.
Anche a me spiace non vedere i Consiglieri di Fratelli d'Italia. Pazienza.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Le chiedo se accetta le sottoscrizioni dei colleghi che l'hanno richiesto, Barbisan, Giacomin e il capogruppo Pan, che aveva espresso, mi pare, la sottoscrizione per tutti i Gruppi e quindi ha riassunto le richieste anche degli altri colleghi. Credo che accetti.
Consigliere Favero? Grazie, accetta la sottoscrizione.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, accetto.

PRESIDENTE

Mettiamo in votazione la risoluzione n. 65.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ringraziamo tutti per questa votazione, che ritengo particolarmente importante.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 18.39
 
 
 
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA
 
 
Il Presidente
Francesca ZOTTIS

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 76
MARTEDì 8 NOVEMBRE 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 76a seduta pubblica – martedì 8 novembre 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16547 del 3 novembre 2022 per la prosecuzione della trattazione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno di cui alla convocazione prot. n. 15412 del 13 ottobre 2022.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.35, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.45.

La seduta inizia alle ore 10.55.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Bozza, Boron, Vianello e Bisaglia; l'assenza della consigliera Scatto e inoltre, che un consigliere partecipa alla seduta da remoto.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 303 del 12.10.2022
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda, Ostanel e Lorenzoni
"Per quanto tempo ancora la Giunta regionale intende rinviare l'adozione di idonee misure per evitare che i cacciatori che non rispettano le regole mettano a repentaglio l'incolumità dei cittadini?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 276 del 13.07.2022
presentata dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello, Zanoni e Zottis
"Polizza assicurativa per risarcimenti in ambito sanitario: come intende rispondere la Giunta ai rilievi della Corte dei Conti?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 200 del 16.05.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Attacco informatico all'Ulss 6: quali novità alla luce delle recenti notizie riportate dalla stampa?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 179 del 03.03.2022
presentata dai consiglieri Zottis e Possamai Giacomo
"ZLS: perché il Comelico è stato escluso dalle aree eleggibili per la carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027? La Giunta intende rivedere le proprie scelte?"

La consigliera Zottis dà per letta l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 195 del 05.05.2022
presentata dal consigliere Zanoni
"Impianto per corsa di levrieri a Maserada sul Piave (TV): la Giunta tuteli l'ambiente, gli animali e la legalità"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 201 del 17.05.2022
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Montanariello e Zottis
"Alberoni: il Comune di Venezia ha concesso allo stabilimento balneare "Acquarius" un nuovo permesso di costruire omettendo le procedure partecipative previste dalle linee guida nazionali VINCA? La Regione intende far luce su tale vicenda?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

n. 233 del 13.07.2022
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni
"La Giunta regionale intende mettere in atto misure di prevenzione e riduzione dell'impatto ambientale derivante dai rally automobilistici svolti nelle aree protette della Rete Natura 2000?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto 11) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Centenaro, Scatto, Ostanel e Venturini relativa a "Venga trovata una sede permanente alla mostra "Amor mi mosse, che mi fa parlare" dedicata a Dante Alighieri". (Mozione n. 306) APPROVATA (Deliberazione n. 146/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Centenaro (Zaia Presidente) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che chiede di sottoscriverla, Guarda (Europa Verde), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che chiede di sottoscriverla e Centenaro (Zaia Presidente) che in sede di replica accoglie la richiesta di sottoscrizione.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Puppato, Rigo, Rizzotto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Dolfin, Cecchetto, Centenaro, Ciambetti, Finco, Scatto, Zecchinato, Polato, Formaggio, Pavanetto, Razzolini, Soranzo, Pan, Rigo, Andreoli, Cestari, Corsi, Favero, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Michieletto, Bet, Brescacin, Cavinato, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà e Sponda relativa a ""Strade Sicure": non togliamo i militari dalle strade e dal presidio delle nostre città". (Mozione n. 303) APPROVATA (Deliberazione n. 147/2022)  [RESOCONTO]



Interviene il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo e propone delle modifiche formalizzate con la presentazione dell'emendamento n. A1, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente, Guarda (Europa Verde), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Camani (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) che comunica la presentazione di un emendamento (em. n. A2) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

La Seduta è sospesa alle ore 13.10.

La seduta riprende alle ore 15.02.

Gli emendamenti nn. A1 e A2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica sono approvati.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bet, Bigon, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

Guarda, Lorenzoni, Ostanel

Astenuti:

Baldin

Non votanti:

nessuno

Punti 13) e 23) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Guarda, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis, Baldin, Lorenzoni e Ostanel relativa a "Riflessioni e considerazioni circa la definizione del modello organizzativo e gestionale dell'area salute mentale di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 371 dell'8 aprile 2022". (Mozione n. 310) RESPINTA  [RESOCONTO]


e

Mozione presentata dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zanoni, Lorenzoni, Baldin, Guarda e Ostanel relativa a "Salute mentale: il nuovo nasconde il vecchio. Occorre raddoppiare le risorse da investire nei servizi e adeguare la normativa, il modello organizzativo e gestionale.". (Mozione n. 315) RESPINTA


Intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde) che illustra la Mozione n. 310, e Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra la Mozione n. 315.

In discussione generale intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Brescacin (Zaia Presidente).

In dichiarazione di voto intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde), Bigon (Partito Democratico Veneto) e Brescacin (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la Mozione n. 310.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la Mozione n. 315.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 14) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Ciambetti, Rizzotto, Pan, Giacomin, Favero, Scatto, Cecchetto, Maino, Zecchinato, Barbisan, Boron, Cestari, Puppato, Finco, Gerolimetto, Rigo, Bet, Bisaglia, Cavinato, Cestaro, Centenaro, Corsi, Vianello, Sandonà, Sponda, Venturini, Bozza, Polato, Formaggio, Pavanetto, Razzolini, Soranzo, Villanova, Michieletto, Brescacin, Andreoli, Dolfin, Gianpiero Possamai e Piccinini relativa a "Sostegno all'Associazione Nazionale Alpini". (Mozione n. 312) APPROVATA (Deliberazione n. 148/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo, Villanova (Zaia Presidente) che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente, Montanariello (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Valdegamberi (Gruppo Misto), Piccinini (Veneta Autonomia) che chiede di sottoscriverla, Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bigon, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Baldin

Punto 15) all'ordine del giorno

Mozione presentata dalla consigliera Baldin relativa a "La Regione promuova in ogni sede l'istituzione del salario minimo". (Mozione n. 256) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.

Durante l'intervento della consigliera Baldin assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Cestaro (Zaia Presidente) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Camani (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Formaggio

Astenuti:

Andreoli, Barbisan, Bet, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Villanova, Zecchinato

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta per una riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.

La Seduta è sospesa alle ore 17.34.

La seduta riprende alle ore 17.49.

Assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis e assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto 16) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Giacomin, Valdegamberi, Pan, Rigo, Rizzotto, Zecchinato, Finco e Cecchetto relativa a "Diffondere l'utilizzo del "chiusino" per incrementare i prelievi annui di cinghiali". (Mozione n. 161) APPROVATA (Deliberazione n. 149/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Giacomin (Zaia Presidente) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Giacomin (Zaia Presidente) in sede di replica e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Soranzo, Sponda, Venturini, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

Ostanel, Zanoni

Astenuti:

Camani, Lorenzoni, Montanariello

Non votanti:

nessuno

Punto 17) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "Il Governo intervenga nei confronti della Gran Bretagna per chiedere l'eliminazione di forme di discriminazione dei laureati italiani per l'accesso agli atenei universitari inglesi". (Mozione n. 313) APPROVATA (Deliberazione n. 150/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 18) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Favero, Giacomo Possamai, Cecchetto, Dolfin, Bet, Bisaglia, Scatto, Bigon, Lorenzoni, Baldin, Guarda, Zottis, Zanoni, Ostanel, Venturini, Bozza, Barbisan, Giacomin, Pan, Rigo, Andreoli, Cestari, Ciambetti, Corsi, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Michieletto, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Maino, Rizzotto, Sandonà, Sponda e Zecchinato relativa a "Per una Costituzione federale europea". (Risoluzione n. 65) APPROVATA (Deliberazione n. 151/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Barbisan (Gruppo Misto) che chiede di sottoscriverla, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Giacomin (Zaia Presidente) che chiede di sottoscriverla, Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente e Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier).

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che accoglie le sottoscrizioni.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Camani, Cavinato, Cecchetto, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Sponda, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.39.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BRESCACIN Sonia
PAVANETTO Lucas
CAMANI Vanessa
PICCININI Tomas
CAVINATO Elisa
POLATO Daniele
CECCHETTO Milena
POSSAMAI Giacomo
CENTENARO Giulio
POSSAMAI Gianpiero
CESTARI Laura
PUPPATO Giovanni
CESTARO Silvia
RAZZOLINI Tommaso
CIAMBETTI Roberto
RIGO Filippo
CORSI Enrico
RIZZOTTO Silvia
DOLFIN Marco
SANDONA' Luciano
FAVERO Marzio
SORANZO Enoch
FINCO Nicola Ignazio
SPONDA Alessandra
FORMAGGIO Joe
VALDEGAMBERI Stefano
GEROLIMETTO Nazzareno
VENTURINI Elisa
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
 
ZOTTIS Francesca
   
   
   
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Alessandra SPONDA
 
   
   
   
 
IL PRESIDENTE
Francesca ZOTTIS
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Paola Lombardo