ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 14/03/2023 n. 91

Resoconto n. 91 - 11^ legislatura
Resoconto 91 a Seduta pubblica
Martedì, 14 marzo 2023
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta riprende alle ore 12.03 in modalità pubblica

PRESIDENTE

Chiedo ai tecnici se è già possibile riprendere con lo streaming.
Colleghi, potete accedere a Concilium e attivare la presenza.

Cordoglio per la morte di Silvano Vernizzi, amministratore delegato e direttore generale di Veneto Strade Spa

PRESIDENTE

Riprendiamo con la sessione dedicata alle interrogazioni e interpellanze, però ritengo assolutamente doveroso per questo Consiglio regionale dedicare qualche secondo di ricordo a Silvano Vernizzi.
Penso che tutti noi nella nostra attività amministrativa – molti di noi hanno ricoperto cariche anche a livello comunale o provinciale prima di arrivare nell'Assemblea legislativa del Veneto – abbiamo avuto modo di incrociare Silvano Vernizzi prima come Dirigente del Settore lavori pubblici della Regione e poi come Direttore di viabilità.
Vi porto la mia esperienza personale. Quando ero in Comune a Sandrigo ho avuto con lui da interloquire attorno al 1996-1997 e poi da Assessore provinciale alla viabilità. Ogni tanto lo dicevo anche con scherzo, fui io a portargli lo Statuto di viabilità per creare Veneto Strade. Era il 2001-2002. Con lui ho sempre avuto, io personalmente, un rapporto di assoluta collaborazione. Abbiamo affrontato molte situazioni non semplici insieme.
Vi racconto un aneddoto che mi rimarrà sempre nella mente. Nel momento in cui crollavano le Torri Gemelle a New York eravamo insieme a parlare di infrastrutture del Veneto. Tante cose mi legano a Silvano Vernizzi per incroci personali e per attività che lui ha fatto. Penso che tutti quanti noi abbiamo avuto modo di apprezzare le sue capacità tecniche, le sue soluzioni per risolvere problemi e anche l'attaccamento al ruolo e al lavoro.
Con molti di voi eravamo presenti alla demolizione del ponte a Curtarolo e lui, che già stava male, voleva essere presente in uno dei momenti tecnicamente più delicati di quell'opera, che ha occupato quest'Aula per tante sedute.
Ritengo assolutamente doveroso che quest'Aula riservi un minuto di raccoglimento in ricordo di Silvano Vernizzi come servitore della Regione Veneto e mi permetto di dire anche come amico personale e amico di tanti di noi.
Grazie, colleghi.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Veramente grazie, colleghi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con la IRI n. 63 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 63 del 21 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni relativa a "CENTRALINA IDROELETTRICA DI CASOTTO DI PEDEMONTE (VI): QUALI INTERVENTI PER GARANTIRE IL RISPETTO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE E IL DEFLUSSO ECOLOGICO?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un'interrogazione presentata il 21 gennaio 2021, sottoscritta anche dalle colleghe Bigon e Guarda e dal collega Lorenzoni. È un tema di estrema attualità. Dal novembre 2017 sono state inviate al Genio Civile di Vicenza segnalazioni, di cui gli scriventi sono stati messi a conoscenza, riguardanti il mancato rilascio delle portate di rispetto del deflusso minimo vitale immediatamente a valle della derivazione idroelettrica della ditta IDREV srl sul torrente Astico, in località di Casotto di Pedemonte.
Nel febbraio 2018 l'ARPAV aveva misurato, immediatamente a valle della presa dell'impianto IDREV, una portata di 150 litri d'acqua al secondo, mentre il deflusso minimo vitale di legge ne prevede 350, rilevando, quindi, una differenza di ben 200 litri al secondo.
Dai rilievi correntometrici effettuati dall'ARPAV l'11 giugno 2019 è emerso che la portata d'acqua in arrivo a monte dell'opera di presa della suddetta centralina era di 1.687 litri al secondo, mentre il totale rilasciato immediatamente a valle era di 143 litri al secondo, cioè una quantità d'acqua ampiamente al di sotto di quella prescritta.
Considerato che il deflusso minimo vitale è la quantità minima d'acqua che deve essere rilasciata da una qualsiasi opera di captazione sull'asta di un fiume o torrente per salvaguardare le caratteristiche chimico-fisiche del corpo idrico e l'ecosistema dell'area interessata; la norma attualmente prevede il rispetto del deflusso ecologico, che prevede che in ogni sezione di un corso d'acqua naturale la portata che transita abbia caratteristiche di naturalità, mantenendo valori non inferiore a quanto il fiume necessita per assicurare buone caratteristiche ecologiche; nonostante il perdurare della situazione sopradescritta e anche dopo i recenti rilievi dell'ARPAV, non risulta che il concessionario della suddetta centralina idroelettrica sia intervenuto per ripristinare il deflusso minimo vitale di legge né il deflusso ecologico, al fine di evitare conseguenti danni ambientali.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali chiedono all'Assessore regionale all'ambiente quali interventi intende effettuare affinché nel suddetto tratto del torrente Astico sia finalmente rispettato il deflusso minimo vitale di legge, ovvero il deflusso ecologico.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega, ha finito il tempo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ho finito due secondi dopo.

PRESIDENTE

Va bene, concluda.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ho finito.

PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Risponde l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
L'Unità organizzativa Genio Civile di Vicenza, a seguito di segnalazioni di mancato rilascio del deflusso minimo vitale da parte della ditta IDREV Srl, concessionaria della risorsa idrica prelevata dal torrente Astico per il funzionamento dell'impianto idroelettrico Casotto di Pedemonte, ha chiesto ad ARPAV di eseguire una campagna di rilievi delle portate presenti nel torrente a monte e a valle dell'opera di presa e del relativo deflusso minimo vitale rilasciato.
Dalle misurazioni riportate effettuate da ARPAV, 100 metri a monte dell'opera di presa, circa 50 metri a valle della traversa stessa e della portata utilizzata, è emerso che circa un terzo della portata rilevata a monte si infiltra nel sottosuolo prima di raggiungere l'impianto.
La portata misurata a valle dell'impianto, in data 17/11/2022, è stata pari a 219 litri al secondo, inferiori al deflusso minimo vitale di legge, quantificato in 350 litri al secondo.
L'Unità organizzativa Genio Civile di Vicenza, al fine di risolvere detta problematica e garantire il rispetto del deflusso minimo vitale, sta valutando, in accordo con la ditta concessionaria, di modificare l'attuale sistema di rilascio della portata, che attualmente avviene in parte dalla scala di risalita dei pesci, in parte dalla paratoia sghiaiatrice, concentrando l'intera portata sulla scala di risalita pesci e installando, a monte della stessa scala di risalita, un sistema di misura della quantità d'acqua rilasciata.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliere Zanoni, per la replica, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore, della risposta.
Nella risposta vediamo confermate le problematiche che abbiamo sollevato nell'interrogazione. Già il fatto che si dica che la misura a valle dell'impianto, della portata, in data 17 novembre 2022 è stata pari a 209 litri al secondo, inferiori al deflusso minimo vitale di legge, che è quantificato a 350 litri al secondo, conferma che le nostre preoccupazioni erano fondate e che quanto ci hanno segnalato i residenti del posto fosse un qualcosa di effettivamente preoccupante.
Bene che l'Unità organizzativa del Genio Civile di Vicenza, al fine di risolvere questa problematica e garantire il rispetto del deflusso minimo vitale, valuti, in accordo con questa ditta, modifiche all'attuale sistema di rilascio della portata che attualmente avviene in parte, come è stato detto, dalla scala di risalita pesci e in parte dalla paratoia sghiaiatrice, concentrando l'intera portata sulla scala risalita dei pesci, installando, a monte della stessa scala di risalita, un sistema di misura della quantità d'acqua rilasciata, utile, appunto, a controllare che sia garantito il rispetto di legge e utile anche, da come mi ha risposto l'Assessore, a salvaguardare la biodiversità di questo fiume.
Ricordo che in casi come questi molti dei segnalatori erano dei pescatori preoccupati anche da questa fauna. Non solo pescatori, anche cittadini del posto.
Credo sia doveroso, da parte della Regione, porre massima attenzione a questa tematica, soprattutto oggi che il fenomeno della siccità si sta manifestando con una gravità mai vista prima, con questo fenomeno gravissimo della siccità.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'interrogazione n. 152, presentata sempre dai colleghi Zanoni, Bigon ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 152 del 16 giugno 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Montanariello, Zottis, Guarda, Lorenzoni e Baldin relativa a "AEROPORTO CIVILE CANOVA DI TREVISO. LE MISURE DI SICUREZZA ADOTTATE PER EVITARE IMPATTI CON L'AVIFAUNA SONO SUFFICIENTI?"

Prego, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è stata depositata il 16 giugno 2021.
Premesso che c'è una DGR che riguarda l'aeroporto di Treviso e che la Giunta regionale ha espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale sul Piano di sviluppo 2011-2030 dell'aeroporto Treviso Antonio Canova, dal 2019 ENAC ha ottenuto il parere tecnico positivo della Commissione nazionale VIA-VAS.
Nel suddetto masterplan si evidenzia che non sono state considerate le fonti attrattive di avifauna, come le numerose itticolture presenti nel Parco del fiume Sile e su questo aspetto le norme sulla sicurezza aerea, richiamate dalla documentazione ENAC, EASA e ICAO, sono categoriche: negli aeroporti viene prevista una specifica per quanto riguarda la sicurezza molto stringente.
La relazione ENAC Wildlife Strike 2018 rileva che il wildlife strike è, infatti, in costante aumento in tutto il mondo. Ciò è dovuto principalmente all'aumento progressivo del traffico aereo, ma anche all'incremento numerico di molte popolazioni animali selvatici nel corso degli ultimi decenni.
La maggior parte degli impatti tra aeromobili e fauna selvatica si verifica negli aeroporti e nelle loro immediate vicinanze, dove la quota di volo è relativamente bassa. Gli uccelli, infatti volano generalmente al di sotto dei 500 piedi di quota quando non sono in migrazione attiva. Il 70% degli eventi di wildlife strike, e vado in conclusione, avviene al di sotto dei 200 piedi di quota, l'85% al di sotto degli 800 piedi e oltre il 90% sotto i 2.000 piedi.
Inoltre, l'analisi del rischio riportata nella relazione rileva che in aeroporto Treviso Canova su 22.911 movimenti sono stati registrati ventiquattro impatti totali, di cui ventidue con volatili e due con altra fauna selvatica.
Ritenuto che, in relazione a quanto sopra riportato, sia ragionevole dubitare in merito alla conformità della certificazione aeroportuale, i sottoscritti Consiglieri chiedono all'Assessore regionale alle infrastrutture e all'Assessore regionale all'ambiente se ritengono sufficienti le misure di sicurezza adottate per evitare impatti con l'avifauna, potenziale causa di disastro aereo.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Al fine di acquisire ogni utile informazione in merito al quesito posto dagli interroganti, la Direzione Valutazioni ambientali, supporto giuridico e contenzioso si è preliminarmente rapportata con la Direzione Infrastrutture e trasporti, la quale ha comunicato l'assenza di competenza relativamente ai temi affrontati nell'interrogazione.
Circa gli aspetti più strettamente ambientali, si rappresenta che nel parere espresso dalla Commissione ministeriale VIA/VAS la prescrizione n. 4 dispone che sia redatto un progetto di monitoraggio ambientale che includa i monitoraggi degli effetti analizzati per tutte le componenti ambientali e per le tre fasi ante, corso e post operam, con particolare attenzione a fenomeni di bird strike, individuando ARPAV quale ente coinvolto per la verifica di ottemperanza.
Il proponente, in ossequio a quanto richiesto, ha inviato ad ARPAV in data 21 dicembre 2022 il Piano di monitoraggio ambientale predisposto a seguito di diversi confronti tecnici intercorsi con la società che gestisce l'aeroporto. Su tale documento ARPAV si è espressa solo recentemente con parere favorevole, comunicato con nota del 31 gennaio 2023.
Il ruolo di controllo svolto da ARPAV garantirà pertanto che gli impatti ambientali riguardanti il wildlife strike siano monitorati in fase di esercizio, come previsto dal PMA approvato.
Si sottolinea, peraltro, che l'adozione di idonee misure di sicurezza al fine di evitare impatti con l'avifauna e la conformità delle certificazioni aeroportuali rientrano nella sfera di competenza dei soggetti deputati al rilascio dei titoli autorizzativi.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per replica, il consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore, per la risposta. Grazie, Presidente, per la replica.
Bene che sia arrivata questa risposta, anche se con un ritardo abbastanza importante, perché era il 16 giugno 2021. Difatti, mi stavo chiedendo dove fosse finita questa interrogazione.
Vedo che comunque nella risposta ci sono interventi di ARPAV, per quanto riguarda la questione monitoraggio, e addirittura un'espressione di parere favorevole molto recente, del 31 gennaio 2023.
Evidentemente, almeno con questa interrogazione, abbiamo in qualche modo spronato questo ente ad intervenire per dare seguito ai monitoraggi che dovevano essere effettuati e analizzati per queste componenti ambientali, in particolare quella, come dice nella risposta l'Assessore, per i fenomeni di bird strike. Sono fenomeni che, come vi ho detto, sono causa spesso di incidenti e anche di disastri aerei.
Nell'aeroporto Canova di cui parliamo, su 22.911 movimenti sono stati registrati ben 24 impatti totali, di cui 22 con volatili e due con altra fauna selvatica. E ciò, per un aeroporto che vede il sito essere alle porte di una città, Treviso, molto popolata, è un fattore che risulta importantissimo proprio per prevenire questi danni. Quindi sarà nostra cura vedere quali sono queste misure idonee sulla sicurezza, anche se, come è stato detto sia in premessa sia in conclusione dell'interrogazione, queste non sono competenza della Regione.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ora passiamo all'interrogazione n. 265 del consigliere Finco.

Interrogazione a risposta immediata n. 265 del 18 maggio 2022 presentata dal consigliere Finco relativa a "ULSS 7 PEDEMONTANA: SONO STATE LIQUIDATE LE ORE DI LAVORO STRAORDINARIO AL PERSONALE DIPENDENTE PER LE ANNUALITA' 2020 E 2021?"

Prego, Consigliere.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Premesso che l'impatto della pandemia da Covid-19 ha obbligato i dipendenti delle Aziende sanitarie a faticosi e ininterrotti turni straordinari, che sono gravati in particolare sul personale medico e infermieristico causando un elevato grado di stress psicologico per il personale.
Premesso che, secondo un sondaggio di Anaao-Assomed, svolto su un campione di 2.290 medici, sono oltre 5 milioni le giornate di ferie arretrate e oltre 10 milioni le ore di lavoro effettuate per garantire l'erogazione di servizi sanitari.
Premesso che le Aziende sanitarie tra le varie iniziative hanno autorizzato fin da subito il lavoro straordinario, provvedendo tempestivamente a liquidare gli importi dovuti al personale dipendente.
Considerato che l'ULSS 7 Pedemontana tuttavia all'epoca – perché era maggio – risultava non aver ad oggi ancora liquidato gli straordinari per le annualità 2020 e 2021, con evidente pregiudizio economico per i dipendenti.
Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere interroga la Giunta regionale affinché informi il Consiglio regionale sullo stato di avanzamento della procedura di liquidazione del lavoro straordinario per le annualità 2020 e 2021 del personale dipendente dell'ULSS 7 Pedemontana.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Risponde l'assessore Calzavara al posto dell'assessore Lanzarin.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Con riferimento a quanto rappresentato dal Consigliere interrogante, si rappresenta che i competenti Uffici dell'Area Sanità e sociale hanno richiesto una memoria all'Azienda ULSS n. 7 Pedemontana, che ha risposto con nota protocollo del 14 giugno 2022. Nella predetta nota si dava evidenza delle liquidazioni effettuate dall'ULSS n. 7 in relazione all'orario eccedente a quello ordinario maturato dal personale dipendente negli anni 2020 e 2021, sia per quanto riguarda la dirigenza sanitaria, sia per quanto riguarda il personale del comparto.
L'ULSS precisava, peraltro, che per quanto riguarda il personale del comparto era in corso di svolgimento una fase di confronto con le organizzazioni sindacali nell'ambito dell'organismo paritetico previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro del 21 maggio 2018, per definire i criteri per l'attribuzione delle risorse ancora disponibili a valere sui fondi contrattuali relativi agli anni 2020 e 2021. L'Azienda assicurava poi che, non appena definiti tali criteri, avrebbe proceduto a conguagliare le quote spettanti.
A seguito di una richiesta di elementi integrativi formulati dagli uffici dell'Area Sanità e sociale, l'ULSS n. 7, con nota protocollo del 17 gennaio 2023, precisava che il predetto confronto in sede di Organismo paritetico per l'innovazione si era concluso con una specifica proposta, che ha trovato integrale e sostanziale attuazione nella sottoscrizione di un contratto collettivo integrativo aziendale, avvenuta in data 8 agosto 2022, in materia di "definizione dei criteri e tempi per la gestione dell'orario straordinario", a seguito del quale l'Azienda, secondo le modalità e i tempi in esso definiti, ha posto in liquidazione, nel mese di settembre 2022, le ore di lavoro straordinario relative all'anno 2020 e, nel mese di ottobre 2022, le ore di lavoro straordinario relative all'anno 2021.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per replica, la parola al vicepresidente Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ringrazio l'assessore Calzavara per la risposta. Ovviamente io avevo presentato a suo tempo questa interrogazione perché diversi infermieri, e soprattutto OSS, mi avevano manifestato questo disagio anche rispetto alle altre ULSS, perché rispetto alle altre l'ULSS Pedemontana non aveva ancora pagato gli straordinari. Oggi vengo a sapere che alla fine dello scorso anno sono stati pagati, quindi ovviamente sono soddisfatto.
Mi auguro che in futuro si possa essere più celeri nei confronti dei dipendenti dell'ULSS 7 Pedemontana, visto che le altre ULSS hanno operato diversamente da quella diretta dal dottor Bramezza.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Passiamo all'interrogazione n. 270 della consigliera Ostanel e altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 270 del 8 giugno 2022 presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni, Guarda, Lorenzoni, Camani, Baldin e Bigon relativa a "COSA INTENDE FARE LA REGIONE IN RISPOSTA ALLA RICHIESTA DI INTERVENTO A SOSTEGNO DEL COMUNE DI ALBIGNASEGO COLPITO DAL NUBIFRAGIO DEL 6 OTTOBRE SCORSO?"

Prego, Consigliera.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata depositata il 1° giugno 2022 a seguito di un evento atmosferico particolarmente violento che ha colpito il Comune di Albignasego, causando l'allagamento di alcune zone del territorio, con danni rilevanti per la popolazione e l'agricoltura.
La Regione aveva subito dichiarato lo stato di crisi, al quale, però, non è seguita la dichiarazione dello stato di emergenza, che avrebbe aperto la possibilità di ricevere sostegno economico per i danni subiti.
L'Amministrazione comunale di Albignasego si era fatta parte diligente con i cittadini danneggiati, stanziando dei risarcimenti che, all'epoca, erano stati erogati nelle settimane successive, che però coprivano solo una minima parte dei danni. Quindi, siccome il Sindaco aveva chiesto alla Regione di riconoscere autonomamente un contributo, come accaduto in passato in altre simili circostanze, anche perché quel nubifragio e la grandine avevano colpito le abitazioni di privati, ma anche le colture, quindi distruggendo diversi prodotti locali e danneggiando i produttori locali, interrogavo il Presidente della Giunta per sapere cosa intendesse fare la Regione in risposta alla richiesta del Comune di Albignasego, per supportare la cittadinanza colpita dall'evento atmosferico.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Intanto, per norma nazionale, tutto il settore agricoltura segue un altro canale di finanziamento che non è quello della Protezione civile. Giusto per precisare.
A seguito dello stato di crisi dichiarato dal Presidente della Regione Veneto con DPGR n. 142 del 2021 e di tutti i successivi rilievi tecnici finalizzati alla richiesta dello stato di emergenza, con nota del 21 febbraio 2022, il Dipartimento della Protezione civile nazionale ha ritenuto che gli eventi in oggetto non siano stati tali da giustificare l'adozione di misure che trascendono le capacità operative finanziarie degli enti competenti in via ordinaria e che, quindi, gli stessi non siano ascrivibili alla tipologia di eventi contemplati dalla lettera c) dell'articolo 7 del citato decreto legislativo 1/2018, non riconoscendo pertanto lo stato di emergenza.
In data 19/12/2022, con deliberazione n. 1631, la Giunta regionale ha quindi valutato l'opportunità, in questo periodo di difficoltà economica, di sostenere i cittadini. Considerando l'effettivo impatto che l'evento calamitoso ha avuto sulle diverse realtà territoriali, si è perciò definito un criterio che tenesse conto del danno segnalato in rapporto alla dimensione demografica del territorio colpito, destinando l'intero importo previsto del bilancio regionale di 350.000 euro ai Comuni che, nell'ambito delle procedure di censimento danni, a seguito di eventi eccezionali avvenuti nel 2021, hanno segnalato e quantificato danni a beni immobili registrati privati, finalizzando tali somme al ristoro dei danni subiti dai beni immobili registrati di proprietà privata.
Tra gli Enti interessati è stato individuato anche il Comune di Albignasego per il ristoro dei danni subiti dai privati ai suddetti beni, assegnando risorse per 53.059,16 euro complessivi, in proporzione ai danni segnalati dai vari Comuni nel corso dell'annata di riferimento.
La Regione Veneto, come risulta evidente dall'adozione di questo e di altri provvedimenti, assume il massimo impegno nel concorrere alla copertura delle spese dei privati cittadini nei territori colpiti da eventi calamitosi, anche laddove, a livello di Governo nazionale, non si sia ritenuto di adottare particolari misure finanziarie. Aggiungo che il decreto legislativo 1 del 2018 prevede che per gli eventi non classificabili come eventi di tipo C sia definito un fondo regionale finanziato dallo Stato, che fino all'anno scorso non è mai stato finanziato. Proprio ieri in Commissione hanno stanziato i primi 20 milioni e al Veneto spetterà 1 milione e non ricordo più quanto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se vuole intervenire per la replica, collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Verificherò anche questo ultimo appunto dell'assessore Bottacin rispetto al fondo che citava.
Mi ritengo soddisfatta parzialmente, nel senso che, come è stato spiegato, la Regione del Veneto è intervenuta con un importo di 53.000 euro per il Comune di Albignasego. Ricordo che il Comune aveva stanziato in quel momento circa 125.000 euro per i danni, il che significa che effettivamente ci sono stati danni importanti, quindi c'è un tema che secondo me oggi dobbiamo affrontare, al di là dell'interrogazione specifica. Siccome gli eventi calamitosi di questo tipo sono molto più forti e molto più diffusi su tutto il territorio regionale e non solo, si deve pensare che anche le modalità con cui noi dichiariamo uno stato di emergenza – e questo è ovvio che è competenza dello Stato e non della Regione – debbano essere modificate.
Quindi, o noi capiamo, anche in base a queste richieste dei Comuni, che il tema oggi va affrontato anche con indicatori differenti e anche con fondi in più che poi possono essere destinati ai Comuni e ai cittadini quando succedono queste cose, oppure ci troveremo sempre ad avere delle Istituzioni che dicono che il tale evento non poteva essere catalogato come un intervento meritevole di uno stato di emergenza particolare, ma in realtà quello che accadrà è che i nostri cittadini e i nostri Comuni, venendo sempre più colpiti, si troveranno a non avere le risorse per ripartire con le loro aziende agricole (pur avendo in questo caso un'altra competenza, non quella della Protezione civile), né per riparare i danni alle proprie abitazioni.
Il tema è prendere in carico davvero la crisi climatica a livello nazionale, prima di tutto, con dei fondi adeguati e anche una revisione degli indicatori, per poi a scala lavorare sulle Regioni, dando davvero un supporto maggiore ai Comuni laddove si verifica questo tipo di eventi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo all'interrogazione n. 273 presentata dal collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 273 del 27 giugno 2022 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "LA GIUNTA REGIONALE INTENDE FERMARE LO SPRECO D'ACQUA GENERATO DA POMPE A GETTO CONTINUO E DA POZZI ABUSIVI?"

Prego, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un grosso problema, soprattutto ai giorni d'oggi, quando l'acqua scarseggia. è una interrogazione che ho presentato il 27 giugno 2022.
Premesso che:
- quotidiani locali hanno riportato articoli dal titolo "Pozzi abusivi e getti h24 d'acqua: basta", pubblicati il 21 giugno scorso, e riporta la denuncia del circolo Legambiente "Piavenire" di Breda e Maserada in merito agli sprechi d'acqua generati da pozzi artesiani presenti in molti terreni di abitazioni private del territorio trevigiano. Questi pozzi gettano complessivamente acqua 24 ore su 24, con una portata complessiva, secondo il Centro di Civiltà internazionale delle Acque, di non meno di 20 metri cubi al secondo, in totale;
- l'associazione Legambiente "Piavenire" chiede perché la Regione non ha messo in atto misure per il risparmio idrico e, contemporaneamente, riprogettato l'agricoltura del nostro territorio, indirizzando gli addetti verso le colture di piante resistenti alla siccità con relative incentivazioni; infine rivolge un appello ad ATS e al Consorzio Piave Servizi, le due società che gestiscono il ciclo idrico rispettivamente in Destra e Sinistra Piave, affinché siano fermate le pompe a getto continuo e chiusi i pozzi abusivi.
Ritenuto che:
- in un periodo di eccezionale siccità come quello che stiamo attraversando sia assolutamente necessario evitare ogni possibile spreco dell'acqua;
- per la salvaguardia del patrimonio idrico superficiale e sotterraneo del nostro territorio sia fondamentale avviare interventi di ripristino delle zone boscate lungo le golene e i corsi d'acqua generati dalla fascia delle risorgive dei fiumi.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere chiede all'Assessore regionale all'ambiente – ma qui sarebbe stato da ampliare anche all'Assessore all'agricoltura – se, alla luce della soprarichiamata denuncia, intende attivarsi per quanto di competenza affinché sia fermato lo spreco d'acqua generato da pompe a getto continuo e da pozzi spesso anche abusivi, perché effettivamente alcuni di questi non sono neanche denunciati al Genio Civile.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
La Regione del Veneto, con il Piano di tutela delle acque, adottato con delibera del Consiglio regionale n. 107 del 05.11.2009, ai sensi dell'articolo 121 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ha stabilito che, nel caso di falde acquifere protette o di porzioni di falda acquifera protetta utilizzate per alimentare acquedotti che rivestono carattere di pubblico interesse, nei pozzi a salienza naturale devono essere installati i dispositivi di regolazione atti a impedire l'erogazione d'acqua a getto continuo, limitandola ai soli periodi di effettivo utilizzo (articolo 40, comma 3, lettera c) delle norme tecniche di attuazione).
I pozzi a salienza naturale destinati all'uso ornamentale (fontane a getto continuo) devono essere chiusi con le modalità stabilite dall'Amministrazione competente al rilascio delle concessioni. Nel caso di mancato rispetto di tale disposizione, il Sindaco, previa diffida agli interessati, procede all'esecuzione d'ufficio, a spese dell'inadempiente.
Provvedimenti specifici volti ad ottenere un uso più accorto della risorsa idrica sono stati posti e continuano ad essere posti in essere ogniqualvolta si rilevi la presenza di condizioni siccitose nel territorio. La situazione del 2022 ne è un esempio.
La OPGR n. 37 del 3 maggio 2022, sulla scorta delle raccomandazioni espresse nell'aprile 2022 dall'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del Distretto Idrografico delle Alpi orientali, ha raccomandato a tutti gli utilizzatori di acque, in particolare agli operatori del settore agricoltura e a coloro che irrigano giardini e parchi, di utilizzare la risorsa acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile. La gestione parsimoniosa della risorsa idrica, sia superficiale che sotterranea, deve caratterizzare tutte le utenze irrigue autonome.
Per quanto riguarda, più in generale, il risparmio di risorsa idrica, la citata OPGR n. 37/2022 ha stabilito che nei Bacini Idrografici del Veneto le utenze irrigue dei Consorzi di bonifica, sia relative ad acque superficiali che sotterranee, dovessero essere gestite con parsimonia. In particolare, al fine di assicurare la massima valorizzazione della risorsa idrica irrigua disponibile, i Consorzi di bonifica sono stati chiamati a dare priorità al servizio irriguo nelle aree dotate di impianti a maggiore efficienza irrigua, tenendo conto anche delle colture e della loro fase fenologica.
I soggetti gestori di manufatti con capacità di regolazione e invaso per l'intero periodo di attuazione del provvedimento hanno dovuto trattenere le risorse idriche eventualmente così risparmiabili compatibilmente con le quantità disponibili allo scopo di renderle fruibili nel periodo estivo. Sulla scorta della citata OPGR, l'Area Tutela e Sicurezza del territorio, con nota protocollo n. 279902 del 22.06.2022 di trasmissione dell'ordinanza stessa, ha invitato i Comuni del Veneto a mettere in atto tutte le azioni necessarie a fronteggiare la carenza di disponibilità idrica nel territorio della Regione del Veneto, ivi compresa l'adozione delle opportune ordinanze di competenza.

PRESIDENTE

Assessore, è ancora lunga, la risposta?

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Sì, è un po' lunghetta.

PRESIDENTE

La consegniamo al proponente. I tempi sono conclusi.
Collega Zanoni, per la replica, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Grazie all'Assessore per la risposta.
Il tema è conosciuto dalla Giunta regionale. Vedo che la risposta all'interrogazione non è stata terminata, perché siamo arrivati a circa metà del testo – mi è stata appena fornita dal servizio – quindi mi riserverò di leggere attentamente tutti i contenuti di questa risposta.
Avevo solo un dubbio. Lo pongo così all'Assessore, che tra l'altro non può neanche replicare perché non gli è consentito. Ebbene, nella risposta è scritto: "I pozzi a salienza naturale destinati all'uso ornamentale (fontane a getto continuo) devono essere chiusi con le modalità stabilite dall'Amministrazione competente al rilascio delle concessioni". Adesso non so chi siano le autorità competenti che rilasciano queste concessioni. Per i pozzi che vengono terebrati nel sottosuolo è il Genio civile. Quindi, secondo me la cosa è da approfondire. Peraltro, leggo anche: "Nel caso di mancato rispetto di tale disposizione, il Sindaco, previa diffida agli interessati, procede all'esecuzione d'ufficio, a spese dell'inadempiente".
Credo, insomma, che sia un meccanismo piuttosto farraginoso, per cui sarebbe il caso, considerate le siccità che abbiamo adesso, di trovare delle formule che prevedano dei chiari divieti, magari anche previsti da norme regionali, con precise sanzioni, in modo da essere da maggior deterrenza, perché dovendosi ogni volta attivare il Sindaco addirittura con un'ordinanza, chiedendo poi anche le spese d'ufficio, il meccanismo è troppo lungo e poco immediato. Quindi, sarebbe il caso, naturalmente previe le verifiche del caso e delle norme, di agire con norme più immediate e di immediata esecuzione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'interrogazione n. 299, presentata dalla collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 299 del 4 ottobre 2022 presentata dalle consigliere Camani e Ostanel relativa a "CHIUSURA DELL'HOSPICE SANTA CHIARA DI PADOVA: QUALI SONO LE RESPONSABILITA' DELLA REGIONE?"

Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho presentato ad ottobre dello scorso anno in riferimento alla vicenda che ha riguardato l'Hospice "Santa Chiara" di Padova, che è una struttura fondata negli anni Novanta da una congregazione religiosa e che, al tempo, in termini di solidarietà offriva assistenza ai malati terminali di HIV, dal 2006 è stata riconosciuta dal Sistema sanitario regionale ed è diventata un punto di riferimento per la città e per l'ULSS n. 6 Euganea in riferimento alla possibilità di erogazione di cure palliative per i malati terminali. Ad ottobre dello scorso anno la direttrice è stata costretta ad annunciare la chiusura della struttura – dice – per le difficoltà economiche e per la carenza di personale, due questioni che ovviamente non riguardano soltanto questa struttura, ma che afferiscono a tutto il Sistema sanitario regionale e privato accreditato.
Il territorio padovano risulta già particolarmente carente in maniera strutturale di posti letto adibiti alle cure palliative e, di fatto, le previsioni che obbligherebbero il Sistema sanitario a garantire questo tipo di supporto, come previsto dalla legge n. 38 del 2010, sono sostanzialmente disattese.
Evidentemente dentro la questione dell'Hospice "Santa Chiara" si apre una questione molto più grande e più generale, e cioè se siamo davvero in grado di fornire alle nostre cittadine e ai nostri cittadini questo fondamentale presidio di civiltà, quello collegato alle cure palliative.
Interrogo, dunque, la Regione, in particolar modo l'Assessore alla sanità, per sapere se la Giunta regionale sia a conoscenza di questi fatti, se abbia fatto o intenda fare qualcosa per risolvere nello specifico il problema e le difficoltà emerse in relazione all'Hospice "Santa Chiara", ma in generale alla necessità del territorio padovano di avere maggiore disponibilità di posti per quanto riguarda le cure palliative.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Calzavara per conto dell'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Con deliberazione della Giunta regionale del 14 maggio 2019, n. 614, sono state approvate le schede di dotazione delle strutture ospedaliere e delle strutture sanitarie di cure intermedie delle Aziende ULSS in attuazione delle disposizioni del Piano socio-sanitario regionale 2019-2023.
I direttori generali delle Aziende sanitarie, adempiendo ai precetti regionali, hanno formulato e trasmesso i propri piani aziendali alla Giunta regionale per il visto di congruità, acquisito, previe alcune prescrizioni/osservazioni, con deliberazione del 21 gennaio 2020 n. 69.
Secondo le nuove disposizioni e i vincoli imposti dall'Allegato 1 del decreto ministeriale 22 febbraio 2007, n. 43, sugli standard relativi all'assistenza ai malati terminali in trattamento palliativo, che prevedono la dotazione di un posto letto hospice ogni 56 decessi per tumore considerati nel triennio, con deliberazione della Giunta regionale del 6 agosto 2020, n. 1107, previa acquisizione del parere favorevole della Quinta Commissione Consiliare, la programmazione regionale è stata aggiornata ai nuovi standard nazionali. In particolare, per l'Azienda ULSS n. 6 Euganea è stata prevista una dotazione complessiva di 46 posti letto di hospice, che alla data del 31 dicembre 2021 risultavano tutti attivi.
L'Hospice "Santa Chiara", con deliberazione n. 924 del 5 luglio 2021, ha ottenuto il rinnovo dell'accreditamento istituzionale, con estensione della capacità ricettiva da sette a complessivi dieci posti letto, come previsti dalla succitata deliberazione n. 1107/2020. Con contestuale cessazione della Comunità alloggio per malati di AIDS, entrambe le strutture appartengono all'Istituto Suore Terziarie Francescane Elisabettine, con sede operativa in Padova, in via San Giovanni di Verdara, n. 56. L'Istituto Suore Terziarie Francescane Elisabettine ha comunicato all'Azienda ULSS n. 6 Euganea la chiusura della struttura Hospice "Santa Chiara" a decorrere dal 1° ottobre 2022. Nonostante il mancato preavviso, previsto dall'accordo contrattuale, l'Azienda ULSS si è attivata tempestivamente per garantire la continuità del servizio per i pazienti al momento ricoverati, nonché per garantire l'assistenza anche dopo la chiusura della struttura. Infatti, tre pazienti ricoverati sono stati trasferiti all'Hospice "Paolo VI", di afferenza territoriale della ULSS n. 6.
Contestualmente, l'Azienda ha comunicato alla Regione del Veneto che sta monitorando la situazione e la volontà di un altro ente privato accreditato di subentrare nel servizio, mediante la variazione della titolarità prevista ai sensi della deliberazione n. 2201/2012. A tal proposito, risultano in corso le procedure previste dalla legge regionale n. 22/2002 in materia di realizzazione, autorizzazione e accreditamento del prossimo titolare del servizio e per la fase transitoria continuerà ad essere garantita la sistemazione temporanea dei pazienti e della struttura, nell'ottica della continuità del servizio assistenziale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Camani, per la replica, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore per la risposta puntuale.
In realtà, sappiamo che c'è la possibilità che un ente subentri per la gestione di questi servizi, ma sappiamo anche che la possibilità di cui stiamo parlando è ancora in alto mare. In realtà, i pochi pazienti che erano presenti nell'Hospice al momento della chiusura erano soltanto tre, ma perché già l'attività della struttura era in fase di dismissione. Se ci pensiamo, i quarantasei posti ipotizzati per questo tipo di cure all'interno del territorio padovano sono assolutamente insufficienti a corrispondere alle necessità di cura e la stessa struttura Hospice "Santa Chiara" poteva ospitare fino a trenta pazienti. Le altre strutture che oggi sul territorio padovano offrono questo medesimo servizio hanno le stesse difficoltà che hanno prodotto la chiusura dell'Hospice "Santa Chiara".
Io credo che noi, quando affrontiamo la questione delle cure palliative, cioè della capacità che abbiamo di garantire un servizio indispensabile come quello del supporto alla fine vita e al dolore che consegue alla malattia, dovremmo fare uno sforzo in più e andare oltre i numeri che ci offrono i documenti del Sistema sanitario e provare a fare un ragionamento più di prospettiva, perché è evidente che questo tipo di servizio è destinato ad avere, progressivamente nel tempo, una sempre maggiore richiesta.
Io credo che la Regione del Veneto debba monitorare costantemente quello che accade all'Hospice "Santa Chiara" o a quella che sarà la struttura messa a disposizione dal nuovo soggetto, ma in generale debba tentare un investimento più importante per garantire le cure palliative a Padova, nella sua provincia, e in tutto il territorio della regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo all'interrogazione n. 329.
In realtà ce ne sono due che hanno lo stesso oggetto. Quindi, facciamo presentare prima l'interrogazione alla collega Baldin e dopo alla collega Guarda. C'è una risposta unica da parte dell'assessore Bottacin.

Interrogazione a risposta immediata n. 329 del 11 gennaio 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "MALCONTENTA (VE), LIVELLI DI BENZENE OLTRE LA SOGLIA CONSENTITA, LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE?"

e

Interrogazione a risposta immediata n. 331 del 12 gennaio 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "MALCONTENTA, ESPOZIONE A BENZENE E ALTRI INQUINANTI E SOSTANZE NOCIVE ALLA SALUTE E ALL'AMBIENTE: LA REGIONE HA INTENZIONE DI ATTIVARE SPECIFICHE E ULTERIORI VERIFICHE?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riporta un fatto veramente molto grave, che ha a che fare con l'inquinamento da benzene, sostanza dichiarata cancerogena a livello internazionale dagli organismi preposti.
Allo stesso tempo, però, illustro in questa interrogazione una vicenda molto bella da parte di una cittadinanza attiva, che decide di prendere a noleggio un gascromatografo per rilevare e monitorare la presenza di benzene all'interno di una scuola elementare frequentata da bambini tra i 6 e i 10 anni. Sappiamo che il benzene è una sostanza cancerogena, come ho appena detto, e che colpisce soprattutto le fasce più giovani, quindi i bambini di questa categoria, di questa età.
Il bello è che questi cittadini si sono fatti carico di ciò che avrebbe dovuto fare l'Istituzione, quindi calcolando, misurando e monitorando la presenza di sostanze cancerogene in un luogo sensibile come quello dell'istituzione scolastica. È risultato un dato veramente inquietante, ovvero uno sforamento dei limiti di benzene, vuol dire che si va oltre le 5 parti per metro cubo, per tantissimi giorni e con punte veramente incredibili. Questi sono dati che hanno rilevato dal 1° dicembre 2022 al 1° gennaio 2023, con sforamenti della soglia massima di 42 volte in data 19.12.2022, 43 volte in data 20.12.2022 e 32 volte in data 22.12.2022 e valori prossimi comunque alla soglia massima nel restante periodo. Anche le ultime rilevazioni hanno registrato sforamenti per ben tre giorni su ventiquattro rilevati. A fronte di questo, ci sarebbero anche i presupposti da parte della Giunta regionale di intervenire con provvedimenti urgenti per tutelare la salute pubblica. Quindi, si chiede di fare questo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla presentazione dell'interrogazione n. 331, della collega Guarda
La collega la dà per letta.
Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Al fine di argomentare in modo puntuale ed esaustivo in ordine al contenuto delle interrogazioni in esame, i competenti uffici regionali hanno richiesto specifiche informazioni alla direzione generale di ARPAV, la quale ha riscontrato, riferendo preliminarmente, che la vicenda ivi tratteggiata trae origine da un esposto del Comitato tutela salute e ambiente di Malcontenta acquisito a protocollo dell'Agenzia in data 9 gennaio 2023.
Successivamente, in data 16 gennaio 2023, presso il dipartimento ARPAV di Venezia, alla presenza di rappresentanti del Comune di Venezia, della Città Metropolitana di Venezia, dell'Azienda ULSS 3 Serenissima e dell'Ente Zona Industriale di Porto Marghera, si è tenuto un incontro in relazione al quale ARPAV specifica quanto segue: i dati relativi alla concentrazione di benzene riportati nell'esposto, rilevati da un gascromatografo noleggiato dal Comitato e installato presso la scuola Fratelli Bandiera a Malcontenta, non rappresentano il superamento del valore limite di 5 microgrammi per metro cubo in aria del benzene, che deve essere calcolato su base temporale annuale, come indicato dal decreto legislativo n. 155/2010 relativo alla qualità dell'aria e ambiente.
A tal proposito, si evidenzia che gli esponenti hanno, invece, attuato per le concentrazioni rilevate dalle strumentazioni installate presso la scuola Fratelli Bandiera un confronto su base temporale di dieci minuti. Ai sensi dell'articolo 1, comma 4, lettera h), del decreto legislativo n. 155/2010, la rete di misura della qualità dell'aria è soggetta alla gestione o al controllo pubblico da parte delle Regioni e delle Province autonome o su delega delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Le stazioni di misurazione non soggette a tale gestione o controllo non sono utilizzate per le finalità del medesimo decreto.
Ciò premesso, le concentrazioni di benzene presso la scuola Fratelli Bandiera di Malcontenta sono state rilevate dal gascromatografo della Pollution, noleggiato dal Comitato stesso, dal 1° dicembre 2022 al 1° gennaio 2023, con frequenza di dieci minuti. Per il periodo preso in considerazione dall'esposto è stata confrontata la distribuzione dei dati misurati presso la scuola e presso la stazione di monitoraggio della qualità dell'aria di Parco Bissuola, in ragione della concentrazione media, 3 microgrammi per metro cubo presso la scuola e 2,5 microgrammi per metro cubo presso la stazione di Parco Bissuola, e la mediana, 2.1 microgrammi per metro cubo, sia presso la scuola sia presso la stazione di Parco Bissuola. La concentrazione media annua rilevata a Parco Bissuola nel 2021 è stata pari a 1.1 microgrammi per metro cubo, a fronte di un valore limite annuale di 5 microgrammi per metro cubo.
La questione, portata all'attenzione delle autorità competenti, necessita di essere approfondita in ragione della pericolosità rappresentata dall'esposizione al benzene, in particolare per la fascia di popolazione di età compresa tra i 6 e i 10 anni, come sottolineato dalla Consigliera interrogante.
Dal 1974 l'Ente Zona Industriale di Porto Marghera gestisce una rete di controllo della qualità dell'aria, che si integra e si pone a completamento delle reti pubbliche, in primis quella di ARPAV, Dipartimento provinciale di Venezia. Sono, pertanto, stati richiesti ad ARPAV, al suddetto Ente, i valori rilevati presso le stazioni di Tessera e Vallone Moranzani. Dall'osservazione del grafico di confronto tra le serie orarie di benzene registrate presso la scuola di Malcontenta, presso la stazione Parco Bissuola, a Tessera e a Vallone Moranzani, si è notato che i picchi di concentrazione più elevati, oltre i 10 microgrammi per metro cubo, rilevati presso la scuola sono distribuiti in tutto l'arco temporale e sono spesso isolati e di breve durata.
In questi casi, le concentrazioni tendono a tornare in fretta verso livelli di fondo, comparabili con Parco Bissuola. A Vallone Moranzani sono stati, invece, rilevati dei picchi di concentrazione sincroni incoerenti, per quanto con massimi più bassi, con quanto rilevato nella scuola.
Il sito di Tessera ha registrato un andamento più coerente alla centralina di Bissuola, senza mostrare livelli di picco confrontabili con quelli rilevati a Malcontenta.
Ciò premesso, al fine di inquadrare le eventuali fluttuazioni riscontrate, a breve saranno attuate da ARPAV le seguenti azioni: monitoraggio del benzene a Malcontenta, con la messa in servizio di un nuovo campionatore ARPAV, dopo opportuno collaudo, in parallelo con la strumentazione certificata di ARPAV; implementazione della misura del benzene per un periodo di almeno due mesi presso la stazione ARPAV di via Lago di Garda a Malcontenta, con frequenza giornaliera, mediante campionamenti dell'aria su fiale di carbone per un periodo di 24 ore, successivo desorbimento del campione raccolto mediante desorbimento termico e, infine, analisi gascromatografica da realizzarsi in laboratorio; sopralluoghi sulle fonti di pressione dell'area industriale poste in prossimità dell'abitato di Malcontenta.
Degli esiti delle suddette attività di monitoraggio e controllo verranno informate le autorità competenti.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Baldin, per la replica.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, assessore Bottacin.
Credo che questo sia un problema veramente importantissimo. I dati che vengono rilevati sono inquietanti. Spero anche che queste attività che deve fare ARPAV avvengano a brevissimo, perché non possiamo lasciar passare troppo tempo.
Ringrazio ancora questi cittadini che volontariamente si sono fatti carico di un problema a cui dovrebbe provvedere l'Ente pubblico, hanno noleggiato questo rilevatore di inquinamento e lo hanno posizionato all'interno della scuola, dove studiano, dove si recano i propri figli. Quella, chiaramente, è una situazione da monitorare in maniera stretta e continua. Non possiamo pensare che fare un campionamento una tantum possa risolvere la situazione.
Quindi, mi auguro che questo monitoraggio sia effettuato nella maniera più consona e che non si limiti a una circostanza legata alla situazione che denunciamo con questa interrogazione, quindi che ci sia da parte della struttura regionale un controllo molto attento e continuo, proprio perché si parla di un'area già delicata e inquinata di per sé, con una frequenza da parte di bambini, che sono esposti a un rischio veramente notevole per la loro salute, cosa che ha dato avvio a questa interrogazione e ad altri atti che verranno, a lettere alle autorità competenti, proprio per sollecitare le Istituzioni a fare di più per tutelare la salute pubblica.
Credo che questo sia un nostro dovere. Dobbiamo farlo fino in fondo, con tutti gli strumenti a nostra disposizione. La nostra priorità deve essere la salute di tutte le persone e dei cittadini.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Condivido la necessità di ulteriori approfondimenti, ed è il motivo per cui abbiamo chiesto, attraverso queste interrogazioni, un intervento da parte della Regione del Veneto, assieme ovviamente, ad ARPAV, in quanto Ente che si occupa della prevenzione e del controllo ambientale.
Ritengo che qualsiasi segnalazione di evento odorigeno collegato alla presenza di impianti che possano avere rilevanti emissioni, anche da un punto di vista sanitario, non debba mai essere presa sottogamba. è importantissimo, quindi, che i Comitati agiscano se le Istituzioni non riescono a sollevare adeguatamente gli occhi di fronte alla problematica esposta. Qui stiamo parlando della salute dei bambini. Quindi, mai è opportuno andare a derubricare o a rimandare eventuali controlli.
Dato che, comunque, i risultati dei monitoraggi devono essere aggiornati in maniera adeguata e deve essere continuata l'attività di monitoraggio, aggiungerei anche una preventiva azione di prevenzione (chiedo scusa per il gioco di parole). È necessario non soltanto fermarsi alla fase di monitoraggio, ma già identificare quelle che potrebbero essere le fonti di contaminazione e, di conseguenza, intervenire su di esse. Forse questo intervento, questa iniziativa del Comitato, questa discussione che stiamo portando in Consiglio regionale potrebbe riaprire, nella maggioranza e nella Commissione Ambiente, la possibilità di discutere di nuovo, di ricominciare a discutere i progetti di legge sul controllo delle emissioni di odori.
Probabilmente queste segnalazioni, insieme a tutte le altre del Veneto, ci dicono che è opportuno non aspettare il livello nazionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'ultima interrogazione, la n. 344, della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 344 del 1° febbraio 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "HOTEL RUSSOTT VENEZIA, A RISCHIO IL POSTO DI LAVORO DI VENTI PERSONE, COME INTENDE INTERVENIRE LA REGIONE PER TUTELARE I LAVORATORI?"

Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che mi viene sollecitata da un articolo sulla stampa che prevede la chiusura dell'hotel Russott a Mestre. Sappiamo che il 2 febbraio c'è stato un incontro presso il Ministero del lavoro, ma vi sarebbero scarse speranze che la proprietà concordi con la proposta di mettere i dipendenti in cassa integrazione e ristrutturare o vendere l'edificio, in modo da salvaguardare i posti di lavoro.
Considerando che questa crisi si va ad aggiungere ad altre, anche legate, ad esempio, all'aumento dei costi energetici, e che la Regione ha ampie competenze in questo tema, in lotta alla disoccupazione, in sostegno all'occupazione, al reddito, chiedo alla Giunta regionale quali azioni intenda porre in essere, per quanto di competenza, in relazione a questi fatti.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Calzavara per conto dell'assessore Donazzan.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Russotti Gestioni Hotels Spa gestisce cinque strutture ricettive di prestigio dislocate sul territorio italiano, precisamente a Milano, Roma, Siracusa, Giardini Naxos e Venezia Mestre. In quest'ultimo albergo erano presenti complessivamente diciannove dipendenti. Dopo la chiusura imposta dalla pandemia di Covid-19 a febbraio 2020, la struttura veneziana è stata riaperta ad aprile 2022. A fronte delle perdite registrate nell'ultimo biennio e della considerazione fatta dalla società in merito alla vocazione esclusivamente turistica delle strutture di Venezia e Messina, in data 17 novembre 2022 la Russotti Gestioni Hotels Spa ha formalizzato la propria decisione di stagionalizzare il servizio presso i predetti alberghi chiudendo nel periodo invernale e ha, quindi, avviato la procedura di licenziamento collettivo del personale adibito alle attività ricettive, pari a quattordici lavoratori, presso il Russott Hotel di Venezia Mestre, che sono coloro i quali non avevano accettato di lavorare in trasferta presso le altre strutture a Milano, Roma e Siracusa durante il periodo invernale. La procedura si è conclusa lo scorso 2 febbraio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali senza che si giungesse ad un accordo tra azienda e sindacati. Successivamente, pertanto, la società ha formalizzato i licenziamenti.
Considerata l'esclusiva competenza ministeriale in merito a questa procedura di licenziamento collettivo, che non contemplava, quindi, un intervento degli uffici regionali, la Regione del Veneto, per la parte di propria competenza, conferma la disponibilità dei centri per l'impiego a prendere in carico i lavoratori per accompagnarli in un percorso di riqualificazione delle competenze individuali tecniche specifiche, con possibilità di beneficiare degli interventi di programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori).
Le politiche attive disponibili dovrebbero auspicabilmente portare alla ricollocazione di tutti i lavoratori in breve tempo, considerato che nel 2022 il settore del turismo è ripartito, registrando nel semestre gennaio-giugno 2022 una crescita della domanda di lavoro del 66% su base annua (Osservatorio del turismo regionale Unioncamere Veneto).
Anche i dati sull'occupazione di Veneto Lavoro confermano tale andamento considerato che il saldo tra assunzioni e cessazioni in ambito turistico, rilevato nel secondo trimestre del 2022, risulta complessivamente positivo e pari a più 45.100 unità.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Baldin, per la replica, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, assessore Calzavara.
È evidente che tutti auspichiamo che ci sia una possibilità per questi lavoratori di trovare un nuovo impiego, con la speranza che sia compatibile con la loro formazione e le loro competenze.
È anche evidente che c'è una necessità ancora, purtroppo, di sostenere chi perde il lavoro anche in una regione ricca, prospera come la nostra, perché quando una società decide di chiudere e licenziare non si può, evidentemente, fare altro che sostenere i lavoratori in una fase difficile della loro vita. Quindi, anche a livello governativo ci deve essere questa attenzione verso chi, appunto, perde delle prospettive lavorative, fa fatica a ricollocarsi o che deve aspettare un periodo di tempo per ricollocarsi. Spero vi sia questa sensibilità, sia da parte governativa che da parte regionale.
Nel frattempo auspichiamo che con questi interventi di occupabilità dei lavoratori queste persone, pari a quattordici lavoratori, possano trovare un ulteriore ambito presso cui poter lavorare e poter gestire le proprie incombenze familiari.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo la seduta. Ripresa dei lavori alle ore 14.30. A dopo.
La Seduta è sospesa alle ore 13.05
La Seduta riprende alle ore 14.48
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Ricominciamo con le risposte alle interrogazioni scritte.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Partiamo dalla IRS n. 247 della collega Elena Ostanel e altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 247 del 6 ottobre 2022 presentata dai consiglieri Ostanel, Zottis e Montanariello relativa a "QUALI PROSPETTIVE PER IL COMPLETAMENTO DELLA TERZA CORSIA IN A4 E UNA MAGGIORE SICUREZZA LUNGO IL TRATTO DEI CANTIERI?"

Collega, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata presentata il 6 ottobre 2022, tra l'altro a seguito di un'altra interrogazione che avevano depositato i colleghi Montanariello e Zottis. Sappiamo, ovviamente, il motivo: la questione rispetto al tema della A4 in un tratto che in quel momento faceva vedere come fosse troppo pericoloso e aveva causato vittime e una serie di incidenti che potevano evidentemente essere controllati. Quindi, a partire da questo ragionamento, avevo depositato questa interrogazione scritta chiedendo tre cose specifiche: se ci sono stati aggiornamenti in merito a quando si compirà – lo chiedevo in quel momento – il definitivo passaggio della titolarità della concessione alla nuova newco, rendendola quindi pienamente in grado di operare; un aggiornamento in merito ai tempi previsti, anche sul profilo burocratico, per arrivare definitivamente al completamento della terza corsia della A4; e se nel frattempo intendeva, la Regione, e la Giunta regionale, operare tutti gli interventi possibili per migliorare la sicurezza di quel tratto autostradale in modo da diminuire l'elevata incidentalità.
Sappiamo che i lavori sono cominciati nel 2011. Oggi siamo ancora qui. Abbiamo visto le morti causate dal fatto che quel tratto è assolutamente impercorribile, difficile da percorrere in sicurezza, e soprattutto i Sindaci dei ventiquattro Comuni a dicembre avevano proprio fatto una marcia andando presso il Governo per far pressione sul Governo e sulla Presidenza della Repubblica per ottenere che i lavori fossero effettivamente velocizzati.
I soldi per finire l'opera, pare, dalle notizie che abbiamo a mezzo stampa, che non ci siano. Intanto a febbraio erano stati assegnati i lavori per il cavalcavia tra San Donà e Portogruaro.
La domanda che rimane, per cui avevo fatto questa interrogazione scritta, era se dopo quei fatti tragici, quegli incidenti dello scorso autunno, era stato fatto qualcosa, e cosa, per mettere davvero in sicurezza un tratto così pericoloso. Attendo la risposta a questa interrogazione scritta, sperando di avere davvero le risposte puntuali per una situazione assolutamente grave e insostenibile.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Si premette in primo luogo che le attività oggetto dell'interrogazione sono in capo principalmente al Commissario governativo delegato, agli uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nonché alla società Autovie Venete Spa, ovvero alla società Autostrade Alto Adriatico Spa di cui la Regione Veneto detiene rispettivamente il 4,83% e il 33%.
In merito ai contenuti dell'interrogazione, il principale aggiornamento relativo al "passaggio della titolarità delle concessioni" consiste nella avvenuta registrazione da parte della Corte dei Conti comunicata da MIT con nota del 28 novembre 2022 del decreto interministeriale MIMS e MEF n. 306 del 28 settembre 2022 e del decreto interministeriale MIMS e MEF n. 305 di pari data, aventi ad oggetto rispettivamente l'approvazione dell'accordo di cooperazione e l'approvazione del terzo atto aggiuntivo inerente la regolazione del periodo transitorio successivo alla data di scadenza della concessione (31 marzo 2017) e sino all'effettivo trasferimento della stessa, atto sottoscritto tra MIMS e il concessionario uscente, Autovie Venete, in attuazione della delibera CIPE n. 38 del 24 luglio 2019.
Dalla data di registrazione, intervenuta il 25 novembre 2022, decorrono i termini per l'effettivo trasferimento della concessione. In merito alla richiesta relativa all'aggiornamento dei tempi previsti per il completamento dei lavori, si evidenzia che tale termine è strettamente dipendente dal completamento della procedura di subentro, che sottende all'attuazione di significative e complesse operazioni di natura giuridica, societaria e soprattutto finanziaria, necessarie non solo al pagamento del valore di subentro, ma anche per la prosecuzione dei lavori in corso di realizzazione, nonché per la copertura dell'intero Piano degli investimenti che include, in primis, il completamento della terza corsia nel tratto autostradale San Donà di Piave e Portogruaro.
Risultano in avanzato stato di definizione le interlocuzioni tra la società Autostrade Alto Adriatico e i potenziali istituti finanziatori, Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti, in quota parte garantiti da SACE. La conclusione del procedimento di subentro è programmata, purtuttavia, per giugno 2023.
Il Commissario delegato, inoltre, d'intesa con il presidente Zaia, con il quale ha concordato l'attribuzione di 50 milioni di euro nel territorio regionale veneto, si sta adoperando per anticipare tutte le lavorazioni possibili nel rispetto della disponibilità finanziaria assicurata da Autovie Venete, così da consentire una più rapida e futura esecuzione dei lavori per l'ampliamento con la terza corsia nel tratto mancante tra il casello di San Donà di Piave e il nodo di Portogruaro.
In particolare, in data 9 febbraio 2023, è stato firmato il decreto di aggiudicazione dei lavori riguardanti la realizzazione di dieci cavalcavia della viabilità ordinaria, che scavalcano l'autostrada, il quadro economico è pari a 83 milioni, per i quali si prevede la durata di 910 giorni naturali e consecutivi.
Risulta, inoltre, in fase di aggiudicazione l'appalto per la progettazione esecutiva dei lavori di realizzazione di due aree di sosta per mezzi pesanti nelle aree di sosta di Fratta Nord e Fratta Sud, il cui il quadro economico è pari a 20 milioni di euro. Inoltre, sono in avanzata fase di progettazione gli ampliamenti dei caselli di San Donà di Piave e Portogruaro, che costituiranno i caselli di testa del futuro cantiere e come tali dovranno presentare caratteristiche tecniche adeguate.
Da ultimo, per quanto attiene il nuovo casello di San Stino di Livenza, che è spostato ad est rispetto alla posizione attuale a seguito di specifiche prescrizioni formulate nella deliberazione CIPE di approvazione del progetto preliminare della terza corsia e la cui realizzazione è necessaria per poter avviare l'ampliamento dell'autostrada nel tratto a cavallo del Marghera e del Livenza, attualmente è in corso la procedura di variazione VIA sul progetto definitivo.
Con riferimento, infine, ai tempi per addivenire al completamento dell'ampliamento con la terza corsia tra il casello di San Donà di Piave e il nodo di Portogruaro, si segnala che la procedura per l'affidamento congiunto della progettazione esecutiva dei lavori, che potrà essere avviata una volta confermata l'effettiva disponibilità finanziaria, richiederà all'incirca due anni per la gara, la progettazione esecutiva, la verifica e l'approvazione, e di ulteriori tre anni per l'esecuzione dei lavori.
In merito alle azioni relative al miglioramento delle condizioni di sicurezza, la società concessionaria Autovie Venete, di concerto anche con la Polizia Stradale, ha informato di aver posto in essere tutti gli interventi possibili al fine di assicurare la sicurezza stradale, inclusi quelli per informare l'utenza tempestivamente delle condizioni del traffico in caso di incidente, che nella maggior parte dei casi occorsi non sono imputabili allo stato delle infrastrutture.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, per la replica, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessore, per la risposta.
Io la leggerò, perché è una risposta complicata e lunga, però mi sento di segnalare alcune questioni. Da quanto tempo andiamo avanti a dire "a questa data la questione sarà risolta"? Cito la risposta che era stata data ai colleghi Montanariello e Zottis il 17 maggio 2021 dall'assessore De Berti ad un'interrogazione diversa, ma sullo stesso contenuto, e simile, dove si diceva che dando conto dei lavori in corso il tratto Portogruaro-Alvisopoli sarebbe completato entro dicembre 2022, quindi nei tempi previsti, oppure si diceva "la Regione si sta adoperando per accelerare quanto più possibile le attività propedeutiche al completamento del procedimento di affidamento della nuova concessione alla costituenda società".
So che sono cose complicate e che non si ha la bacchetta magica, ma oggi io sento, in questa risposta, che poi, appunto, rileggerò con più attenzione, perché magari alcuni pezzi me li sono persi, che mi sembra di vedere una scadenza per un prossimo aggiornamento a giugno di quest'anno.
Mi chiedo: a giugno di quest'anno, quando di nuovo l'intensità del traffico verso le zone del mare e verso, soprattutto, il confine, aumenterà, ci troveremo ancora come l'anno scorso, dove sostanzialmente era un pericolo? Io stessa, cercando di andare verso quelle zone, preferivo uscire dall'autostrada e riprenderla dopo Portogruaro, perché avevo paura di rischiare la vita, perché di questo si trattava. Abbiamo visto quanti morti ci sono stati.
A giugno mi permetterò di vedere se qualche aggiornamento è stato fatto e, indipendentemente dalla responsabilità della Regione, cito anche il fatto che in introduzione di questa interrogazione viene subito premesso che le attività oggetto dell'interrogazione sono in capo principalmente al Commissario governativo delegato, agli uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nonché, ovviamente, alle Autovie Venete, allora anche qui al Governo siete presenti voi, non siamo presenti noi, io tanto meno, probabilmente c'è, anche qui, da iniziare a pensare che ci siano delle responsabilità che non sono magari solo in capo alle Istituzioni, sono in capo sicuramente anche alle Agenzie che lavorano e hanno la gestione delle opere, in questo caso Autovie Venete.
Davvero, a giugno, se la situazione dovesse essere ancora quella che avevamo visto l'anno scorso, magari, eventualmente, con della segnaletica in più, per fortuna, che ci dice che lì c'è una pericolosità, sarò costretta a depositare una nuova interrogazione. Spero di non doverlo fare, ma davvero mi chiedo se dobbiamo attendere ancora anni per risolvere una questione che ha tolto la vita a tantissime persone che semplicemente lì transitavano per andare al lavoro o in vacanza e se l'anno prossimo ci troveremo di nuovo in questa situazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'interrogazione n. 248, sempre della collega Ostanel ed altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 248 dell'11 ottobre 2022 presentata dai consiglieri Ostanel, Montanariello, Guarda, Baldin, Camani, Zanoni, Bigon, Lorenzoni, Giacomo Possamai e Zottis relativa a "A QUANDO MAGGIORI RISORSE PER IL TRASPORTO PUBBLICO, ANCHE ATTRAVERSO L'ISTITUZIONE DI UNA "AGENZIA DELLA MOBILITÀ"?"

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione importante. Mi dispiace non vedere l'assessore De Berti, ma ascolterò con attenzione la risposta che mi verrà data, perché è un tema, io credo, veramente cruciale e importante.
Tantissimi amministratori, in particolare in questi ultimi mesi, a causa del fatto che la pandemia ha impattato fortemente sulla gestione del trasporto pubblico, ma non solo – sappiamo anche che ci sono delle questioni che vanno oltre la pandemia e cito, ad esempio, gli Assessori alla mobilità del Comune di Padova, ma anche del Comune di Verona – hanno segnalato la necessità di fare una cosa che l'assessore De Berti promette da tanto tempo. L'idea è di avere un'Agenzia unica per la gestione del trasporto pubblico locale, che permetterebbe non solo una maggiore pianificazione rispetto al trasporto pubblico regionale sapendo che abbiamo diversi gestori, ma permetterebbe ai Comuni, e ovviamente agli enti che governano il trasporto pubblico in questa Regione, di avere più risorse da liberare. C'è, infatti, una questione molto tecnica, ma io credo invece importante, che riguarda il pagamento dell'IVA.
Nel momento in cui i fondi statali arrivano alla Regione e vengono poi dati alle Agenzie del trasporto pubblico vi è un dispendio di risorse rispetto al pagamento dell'IVA. Se ci fosse un'unica Agenzia pubblica che in qualche modo fa in modo che il trasferimento venga fatto da pubblico a pubblico, noi avremmo la possibilità di risparmiare milioni di euro, che sappiamo essere fondamentali in un momento in cui la Regione del Veneto aggiunge troppi pochi fondi, praticamente nulla, al trasporto pubblico locale, se non quello che viene dato dal Governo centrale.
Chiedevo con questa interrogazione tre cose molto chiare: se ed entro quando sia prevista l'istituzione, da parte della Regione Veneto, di questa Agenzia della mobilità che ho appena descritto, che permetterebbe di gestire in modo più efficiente e con minori costi le risorse stanziate per il Veneto; una stima di quante risorse aggiuntive annuali da destinare al trasporto pubblico locale si potrebbero determinare con l'istituzione di questa nuova Agenzia; a quanto ammontano annualmente (anni 2020, 2021 e 2022) le risorse della Regione (nonostante nelle discussioni di bilancio abbiamo spesso chiesto conto di questo, sarebbe bello vedere in una risposta effettivamente quanti sono i fondi realmente aggiunti sul bilancio regionale per il trasporto pubblico locale); quale sia l'attuale contributo chilometrico che la Regione destina alle varie aziende del trasporto pubblico locale in Veneto e quali siano i criteri utilizzati per questo riparto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Risponde l'assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

In merito ai quesiti posti si rappresenta quanto segue. Si premette che il TPL veneto rappresenta un sistema riconosciuto come virtuoso ed efficiente a livello nazionale e come elemento di riferimento in termini di rapporto tra costi sostenuti e qualità dei servizi erogati.
La Regione del Veneto in ogni caso sta procedendo, in attuazione del Piano regionale dei trasporti, approvato dal Consiglio regionale nel luglio 2020, ad un generale rafforzamento della governance e della gestione dei trasporti regionali nell'ambito, in particolare, della strategia PRT n. 8 e dell'azione 8.1 con riferimento all'individuazione di un modello di gestione unitaria del TPL a livello regionale.
È da evidenziare che una corretta definizione di un rinnovato modello di governance trasportistica non può che derivare da un'analisi dettagliata dell'andamento dei flussi di mobilità, almeno su scala regionale.
L'emergenza pandemica da Covid 2019, conclusasi formalmente nella primavera del 2022, ha certamente modificato ogni possibile scenario preventivabile in termini di domanda di trasporto. Pertanto, ogni valutazione sull'andamento della mobilità in tale contesto può essere attuata solo una volta stabilizzatosi tale andamento, al fine di ridisegnare il sistema di trasporto, ora basato su bacini TPL coincidenti con i confini provinciali.
In merito alla tematica relativa al recupero IVA, si evidenzia che l'eventuale istanza in merito alle risorse ipoteticamente riutilizzabili è da presentare all'Ente di governo territoriale, in quanto trattasi di costi oggi assunti dall'Ente stesso e non dalla Regione del Veneto. È evidente, però, che un riordino della governance del TPL attraverso l'individuazione di soggetti giuridici attraverso i quali si possa "recuperare l'IVA" deve essere coordinata con il riutilizzo da parte degli Enti affidanti di almeno una quota significativa degli stanziamenti oggi destinati al pagamento delle imposte.
In merito all'ammontare delle risorse regionali utilizzate per il TPL su gomma, navigazione e tramviario (escluso, quindi, quello ferroviario), si rappresenta che, ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale n. 45/2017 , la Regione annualmente alloca nei rapporti delle proprie disponibilità di cassa circa 85 milioni a titolo di anticipazione e circa 40 milioni a titolo di saldo.
Per quanto concerne i dettagli relativi alle annualità 2020, 2021 e 2022 e i relativi contributi chilometrici, si rimanda ai provvedimenti di Giunta regionale n. 640/2020, n. 655/2021 e n. 638/2022, sulla base dei criteri di costi e fabbisogni standard approvati dalla Giunta regionale con deliberazione n. 724/2013.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prego, collega, per la replica.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non sono per nulla soddisfatta. Mi dispiace ci sia l'assessore Calzavara e non l'assessore De Berti. Quindi parlo a lei, ma in realtà non parlo a lei.
Il tema vero è che in questa risposta c'è un misto di burocratese per dire "noi non stiamo riuscendo a fare quello che promettiamo da anni" e un misto, mi permetto di dirlo, anche di affermazioni un po' tirate, quando sappiamo che i fondi che vengono dati dalla Regione del Veneto sono fondi che vengono anticipati e non fondi che vengono aggiunti, di bilancio regionale. Sennò qui dentro avremmo gioito gli anni scorsi, quando in bilancio vedevamo aggiungere fondi al trasporto pubblico locale. Non è mai stato così. È grave che una Regione come il Veneto non finanzi il trasporto pubblico locale.
L'attacco di questa risposta è anche, secondo me, un pelo offensiva verso quei cittadini che, ad esempio, cercano di prendere l'autobus e vedono le corse tagliate non solo per colpa della pandemia. Dire che il trasporto pubblico locale in Regione del Veneto è virtuoso ed efficiente... Chiedo davvero se qui dentro ci sono persone che quotidianamente usano il trasporto pubblico locale. Nelle città come Padova, in questo momento, il tema Busitalia è uscito più volte sul dibattito pubblico di queste settimane e mesi, su cui ci siamo anche adoperati per fare in modo, da Padova, che il contratto fosse rispettato. Però ci sono anche delle condizioni di contesto in cui, se la Regione del Veneto non fa il suo lavoro, quindi non dà i fondi necessari alle agenzie del trasporto pubblico in base al costo chilometrico, per permettere di fare il proprio lavoro, anche se uno è un bravo gestore ‒ cosa che non sta accadendo a Padova in questo momento ‒ noi abbiamo un trasporto pubblico locale che non funziona.
Iniziare questa risposta dicendo che è virtuoso ed efficiente penso sia offensivo verso quei cittadini veneti che non hanno corse degli autobus dai Comuni più piccoli verso le città, che non hanno le corse perché saltano, ma anche per quei lavoratori che vengono pagati 1.200 euro al mese per stare in servizio tutto il giorno nella città di Padova.
Ho chiesto, con una mozione che è stata bocciata da voi, di creare un tavolo di emergenza del trasporto pubblico locale. Penso che una Regione come il Veneto, l'assessore De Berti, potrebbe mettere a uno stesso tavolo le agenzie del trasporto pubblico e definire davvero una strategia di uscita da un'emergenza. Non è solo Padova. Abbiamo visto problemi nelle città come Verona, e non solo. Per non parlare della Provincia di Belluno, dove abbiamo raccolto tantissimi articoli di stampa, dove nelle aree più interne è difficile, se non impossibile, muoversi con il trasporto pubblico locale. "Virtuoso ed efficiente" è un qualcosa che io non assocerei al trasporto pubblico locale di questa Regione.
Veniamo al tema dell'interrogazione: se ed entro quando sia prevista l'istituzione dell'agenzia. Non ho sentito una risposta. So che c'è stata una presentazione dell'assessore De Berti con le Province la settimana scorsa rispetto a un'ipotesi di agenzia della mobilità. Anche qui, mi verrebbe da dire – se fosse stata presente l'Assessore gliel'avrei detto – che i Comuni devono essere coinvolti nella strategia di definizione eventuale, speriamo, di questa agenzia. Soprattutto, bisogna avere tempi certi. Se questa agenzia unica, che farebbe risparmiare davvero delle risorse che potrebbero essere reimmesse sul trasporto pubblico, viene fatta tra due o tre anni, avremo ‒ credo ‒ situazioni, rispetto alla gestione della mobilità, che non saranno più reversibili. O si agisce subito oppure penso che agire tra tre anni sarà assolutamente inefficace e fuori tempo.
Ultimo punto. Non c'è stata una risposta nemmeno sulla stima delle risorse annuali aggiuntive che questa agenzia della mobilità potrebbe garantire. Anche qui, l'idea che si vada a presentare un'ipotesi di agenzia senza aver fatto uno studio di quanti fondi si potrebbero ripagare o reimmettere in attività di trasporto pubblico rispetto al risparmio dell'IVA credo faccia vedere che non si è pronti. In qualche modo noi sappiamo, da questa risposta, che questa agenzia non arriverà mai, o, se arriverà, arriverà troppo tardi.
Di nuovo mi chiedo: dare delle risposte dove si dice che la Regione del Veneto mette 85 milioni, quando sappiamo che è un anticipo; dire che il trasporto pubblico è efficiente ed efficace, quando sappiamo che non è così; dire che si sta lavorando ad un'agenzia, quando non abbiamo in mano nessuna carta... Ho cercato, prima di venire a rispondere oggi all'interrogazione, se c'era qualche documento accessibile che potessi vedere, ma non è così. Mi pare che questa risposta sia solo tecnico-burocratica e ci dica che nulla è stato fatto.

PRESIDENTE

Perfetto. Grazie, collega.
L'interrogazione successiva, la n. 258, la facciamo dopo, perché non vedo la collega Venturini.
Passiamo alla interrogazione n. 268.

Interrogazione a risposta scritta n. 268 del 22 novembre 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "BORSE DI STUDIO, SE CI SONO PIÙ IDONEI CHE BENEFICIARI IL VENETO NON È ATTRAENTE NÉ EFFICIENTE, LA REGIONE INTERVENGA PER TUTELARE IL DIRITTO ALLO STUDIO"

Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Illustro una situazione nota ormai a tutti. In data 30 novembre 2021 il Consiglio regionale del Veneto ha approvato un mio ordine del giorno con il quale si impegnava la Giunta a valutare gli opportuni provvedimenti al fine di innalzare il limite massimo dell'Indicatore della situazione patrimoniale equivalente (ISPE) indicato nell'ambito dei concorsi regionali, per l'assegnazione delle borse di studio universitarie, allineandolo al limite massimo stabilito dalla normativa nazionale.
Sappiamo che la situazione è di questo tipo, ovvero avere tanti idonei non beneficiari di una borsa di studio tra Padova, Venezia, Verona. Cito solo le Università più importanti. I numeri che abbiamo, di queste, sono veramente allarmanti. Dalle ultime novità, abbiamo 2.400 idonei a Padova, idonei non beneficiari di borse di studio, ovviamente, e 700 a Venezia, tra Ca' Foscari e IUAV. Praticamente, è una percentuale che va dal 30 al 40% di idonei non beneficiari di borse di studio.
Credo sia indispensabile, quindi, un sistema di diritto allo studio in grado di sostenere chi non ha adeguate possibilità economiche, anche come disincentivo all'emigrazione dei giovani.
Chiedo se la Giunta regionale intenda porre in essere quelle azioni per fare in modo che tutti gli studenti dichiarati idonei possano percepire la borsa di studio. La situazione, purtroppo, è costante. Non ci sono miglioramenti in vista. Il Governo non ha messo fondi in più. La Regione nemmeno. Credo che, da questo punto di vista, ci debba essere un maggiore impegno, anche da parte dell'Assessorato, proprio per venire incontro alle necessità di tantissimi studenti, che altrimenti andrebbero a studiare altrove. Credo sia compito nostro garantire, invece, che il diritto allo studio sia un diritto, appunto, riconosciuto dalla Regione, e che la maggior parte degli idonei possa beneficiare di una borsa di studio per questo diritto sacrosanto.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Calzavara per conto dell'assessore Donazzan.

Ass.re Francesco CALZAVARA

La Giunta regionale ha posto in essere diverse azioni per il sostegno al diritto allo studio universitario nell'anno accademico 2022-2023. Con il Piano regionale annuale per il diritto allo studio universitario, di cui alla DGR n. 875 del 19 luglio 2022, sono stati ridefiniti i requisiti economici per accedere alla borsa di studio, elevando il valore dell'ISEE da 23.626,32 a 24.335,11 euro, adeguandolo al valore massimo stabilito dal Ministero dell'università e della ricerca, e il valore dell'ISPE portato da 36.399,72 a 37.031,71 euro.
è stata rivolta particolare attenzione agli studenti economicamente più svantaggiati, prevedendo a loro favore un ulteriore incremento del 15% della borsa di studio loro spettante.
Inoltre, per non incidere sulla spesa a carico delle famiglie degli studenti, non è stato previsto alcun aumento delle tariffe di accesso ai servizi di ristorazione e abitativi stabiliti lo scorso anno accademico 2021-2022.
è stata incrementata da 500 a 600 euro, su base mensile, l'integrazione della borsa di studio, per favorire la mobilità internazionale degli studenti, per la durata di permanenza all'estero fino a un massimo di dieci mesi.
è stato esteso il trattamento agevolato previsto per gli studenti con invalidità pari o superiore al 66% anche agli studenti diversamente abili, con riconoscimento ai sensi della legge n. 104/1992, e si è confermato l'esonero del pagamento della tassa regionale per il DSU a favore di studenti con disabilità.
Nel corso degli anni è stata corrisposta la borsa di studio a tutti gli studenti aventi diritto a riceverla. Nell'ultimo triennio, ad esempio, gli studenti aventi diritto a ricevere il beneficio della borsa di studio sono stati rispettivamente 14.195 per l'anno accademico 2019-2020, 14.844 per l'anno accademico 2020-2021 e 16.262 per l'anno accademico 2021-2022. Il 100% di loro ha ricevuto la borsa di studio.
È, però, necessario segnalare che l'anno accademico 2022-2023 presenta alcune rilevanti e specifiche criticità rispetto agli anni accademici precedenti. L'aumento degli importi delle borse di studio a favore degli studenti, determinata dal decreto ministeriale n. 1320/2021, di attuazione degli obiettivi del PNRR, nonché la crescita del numero degli studenti in possesso dei requisiti per riceverla hanno comportato un notevole incremento del fabbisogno di risorse finanziarie. Si consideri che nell'anno accademico 2021-2022 il numero di studenti aventi diritto alla borsa di studio era 16.262, mentre nel corrente anno accademico si è raggiunto il numero di ben 18.530, con un incremento del 14%.
Il valore del Piano annuale, che da qualche anno si attestava intorno a 50 milioni di euro, per l'annualità in corso è pari a circa 80 milioni di euro. Per l'annualità corrente il bilancio regionale di previsione 2023-2025, approvato con legge regionale 23 dicembre 2022, n. 32 , ha stanziato 8.172.400 euro per il pagamento delle borse di studio, pari a circa il 50% del Fondo integrativo statale. Si ritiene utile evidenziare che, secondo la normativa vigente, la Regione ha l'obbligo di garantire il 40% delle risorse del citato Fondo integrativo statale.
Tuttavia, per l'anno in corso le risorse regionali non sono per il momento sufficienti a coprire il maggiore costo del DSU. Infatti, nonostante la sinergica azione attuata dalle Università del Veneto e le risorse del PNRR aggiuntive, il rimanente bisogno finanziario si stima essere di almeno 13 milioni di euro.
È opportuno evidenziare che per gli anni 2024 e 2025 alla maggiore spesa determinata dagli aumenti del decreto ministeriale citato si farà fronte con le risorse del FIS incrementato di 250 milioni di euro per ciascun anno, per effetto di quanto stabilito dal comma 566 della legge di bilancio 2023. Questo, però, non risolve le preoccupazioni che a più riprese le Regioni hanno manifestato al Governo nazionale relativamente all'annualità corrente e alle annualità che succederanno a questo incremento.
Da anni le Regioni denunciano l'inadeguatezza delle risorse destinate al Fondo integrativo statale e l'ancora non attuata definizione prevista dal decreto legislativo n. 68/2012 dei livelli essenziali delle prestazioni, tra i quali vanno annoverate le borse di studio universitarie.
In questo difficile quadro giuridico e finanziario, la Giunta regionale proseguirà nel costante confronto con il Governo, in tutte le sedi deputate, non solo in merito alle risorse finanziarie, ma anche per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, i cui tempi sono divenuti più certi con la legge finanziaria dello Stato per l'anno corrente.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, la parola alla collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Assessore.
Purtroppo non mi ritengo soddisfatta della risposta, anche perché viene dato atto che non ci saranno risorse sufficienti per coprire la maggior parte delle borse. C'è stato un aiuto a livello statale, ma ancora il problema c'è e deve essere risolto.
I fondi del PNRR sono un anticipo, che poi andranno a debito, andranno restituiti. Per cui, probabilmente i prossimi anni ci potrebbe essere anche un'accentuazione del problema.
Abbiamo sentito parlare di inadeguatezza delle risorse. La Regione ha messo questi 8 milioni, ma sappiamo anche che il problema è che gli Atenei spesso e volentieri, purtroppo, sono stati costretti a coprire a loro spese la parte preponderante, per arrivare a soddisfare gli studenti. Questo non deve più avvenire.
Credo che una risposta a queste migliaia e migliaia di studenti idonei non beneficiari di borse di studio vada data proprio per rispetto nei loro confronti e anche per garantire, come dicevo, la possibilità a chi non può permetterselo di studiare, senza dover pesare sulle proprie famiglie e trovarsi un'occupazione che costringa a rallentare il percorso di studi per pagarsi le spese.
Questo credo sia un obbligo della Regione del Veneto. Spero che prossimamente il Governo adotti tutto quello che è necessario per aumentare questi fondi e che la Regione faccia altrettanto. È da tanti anni che sentiamo parlare di questo problema, ma ancora non viene risolto. Siamo qui ad aspettare ulteriori fatti.

PRESIDENTE

Ritorniamo all'interrogazione n. 258, della collega Venturini.

Interrogazione a risposta scritta n. 258 del 27 ottobre 2022 presentata dalla consigliera Venturini relativa a "LA REGIONE VENETO INTENDE AVVIARE INIZIATIVE AFFINCHÉ SIA DATO SOSTEGNO ALLA CATEGORIA DELLE INSEGNANTI DI OGNI ORDINE E GRADO E SIANO POTENZIATE LE ATTIVITÀ FORMATIVE PRESSO LE SCUOLE CON FINALITÀ DI EDUCAZIONE CIVICA?"

Prego, collega.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione parte da un fatto di cronaca che si è verificato il 26 ottobre 2022 in una scuola di Rovigo. Questo fatto, tra l'altro, aveva suscitato molto scalpore. Un'insegnante era stata oggetto di aggressioni da parte di alunni che avevano sparato alcuni colpi di pistola ad aria compressa all'indirizzo dell'insegnante. Questo caso aveva suscitato scalpore anche perché veniva colpita non solo una persona, ma anche un'istituzione alla presenza di altri ragazzi che, naturalmente, hanno ripreso il fatto e l'hanno diffuso tramite i canali social. Questo non ha fatto altro che amplificare e divulgare quanto era accaduto.
Noi pensiamo che sia necessario avviare delle azioni per implementare l'attività formativa nelle scuole, soprattutto quello che si può fare in termini di educazione civica, anche per rinforzare il ruolo e l'immagine dell'insegnante. Ecco perché noi interroghiamo la Giunta e chiediamo se sia possibile intraprendere delle azioni proprio per sostenere questo ruolo educativo importante che viene svolto da parte degli insegnanti e anche per potenziare l'offerta formativa in ambito scolastico con delle iniziative che possano coinvolgere anche i genitori.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Calzavara per conto dell'assessore Donazzan.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Con riferimento alla realizzazione di azioni utili a sostegno del compito educativo degli insegnanti di ogni ordine e grado, si riferisce che la Regione del Veneto, nel quadro delle misure di formazione e accompagnamento previste dal POR FSE Veneto 2014-2020, ha promosso il progetto di capacity building "Veneto in azione: capitale umano e innovazione", avviato nel 2018 e tuttora in corso, volto ad aumentare la capacità degli operatori pubblici e privati e dei sistemi della formazione e del lavoro di rispondere in modo più efficace e tempestivo alle istanze del territorio.
Nel contesto di tale progetto, rivolto, tra gli altri, anche agli istituti scolastici, alle Università e al mondo della formazione, sono stati realizzati diciassette interventi volti all'innovazione della metodologia didattica, comprendenti anche iniziative volte a migliorare la capacità di inclusione e di relazione docente-studente e docente-genitore. A questa iniziativa partecipa, quindi, in coerenza con l'articolo 124 della legge n. 105/2017, anche il personale docente delle scuole, di ogni ordine e grado, nell'ottica di un continuo rafforzamento delle competenze non solo di natura professionale, ma anche di carattere trasversale.
Inoltre, tra i progetti finanziati nell'ambito della legge regionale n. 48/2012 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile" è stata recentemente approvata, con deliberazione di Giunta regionale n. 1195 del 27 settembre 2022, l'iniziativa "Etica sociale ed educazione alla legalità", organizzata dalla Facoltà Teologica del Triveneto, finalizzata alla formazione dei docenti sui temi dei diritti umani, dell'etica, della responsabilità.
Con riferimento al potenziamento dell'offerta formativa negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, si riferiscono in questa sede le principali iniziative avviate. In attuazione della legge n. 92/2019, la Regione del Veneto, con deliberazione di Giunta n. 1273 del 3 settembre 2019, ha anticipato l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole attraverso l'approvazione di un avviso per la presentazione di progetti di educazione civica e di educazione alla legalità. Sono circa trenta le scuole che hanno aderito all'iniziativa, per un coinvolgimento complessivo di 3.700 studenti.
Inoltre, allo scopo di formare cittadini responsabili e promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, annualmente la Giunta regionale approva un programma di ampliamento dell'offerta formativa negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e nelle scuole di formazione professionale, dove trovano spazio progetti proposti da scuole in partenariato con enti pubblici, fondazioni o associazioni senza scopo di lucro, finalizzati a promuovere l'inclusione, il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, il benessere fisico ed emotivo, la cultura del volontariato e dei diritti umani. Con deliberazione n. 485 del 29 aprile 2022 sono quarantatré le scuole che hanno approfondito in particolare queste tematiche e sono stati raggiunti 4.190 studenti.
La Giunta regionale, compatibilmente con la disponibilità di risorse finanziarie, approva il bando di ampliamento dell'offerta formativa con cadenza annuale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla collega Venturini per la replica.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta che mi è stata data. È stata esauriente.

PRESIDENTE

Abbiamo concluso le interrogazioni a risposta scritta.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO REGIONALE DELLE MALGHE". (PROGETTO DI LEGGE N. 152) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 4/2023)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Puppato
Correlatore: Consigliera Guarda

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6 all'ordine del giorno.
La parola al relatore, il consigliere Puppato. Prego.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Colleghi Consiglieri, il progetto di legge in esame propone una revisione, ma anche un ulteriore riconoscimento di quello che è il ruolo delle malghe e delle attività zootecniche in montagna, che hanno sempre rappresentato una delle fondamentali e storiche risorse per le popolazioni di montagna in Veneto e delle Alpi in generale. Tant'è che la Regione del Veneto ha già ricompreso tutto ciò tra i sistemi culturali da preservare e valorizzare, come già previsto nel Piano territoriale regionale di coordinamento.
Si tratta, quindi, di un contesto ambientale e culturale unico, capace di associare alla fondamentale e originaria funzione della produzione zootecnica una serie di servizi e di beni pubblici, anche chiamati "servizi ecosistemici", a carattere multifunzionale e fondamentali per il benessere della nostra collettività. Questa collettività si può identificare non solo in chi vive in montagna, ma anche in chi vive in pianura e frequenta la rete di malghe e pascoli, spesso a scopo turistico o ricreativo, che apprezza con sempre maggiore consapevolezza il prodotto alimentare di qualità e che va sempre più alla ricerca di una conoscenza diretta delle pratiche tradizionali, indirizzandosi, così, ad un turismo sostenibile ed esperienziale. Per non parlare, poi, del contributo fondamentale che queste aree assicurano alla conservazione della biodiversità.
Secondo i dati del 2013 in possesso del settore regionale dell'economia e sviluppo montano, risulta che gli ambiti di pascolo e malga nel Veneto sono in totale circa 700, di cui circa 125 svolgono anche attività di agriturismo. Il 55% delle malghe è di proprietà privata. Tra queste anche quelle gestite dalle Regole, riconosciute e presenti perlopiù nei territori della provincia di Belluno. Il rimanente 45% è di proprietà pubblica, gestito da Comuni ed Enti pubblici. Tra queste ultime, una buona parte è soggetta ad uso civico e rientra nell'ambito dei beni di uso collettivo.
Purtroppo, però, è da osservare come attualmente non sia ancora presente un database centralizzato di registrazione delle malghe e della relativa superficie a pascolo del Veneto, con il quale possa essere realizzata un'attività di raccolta dati, di programmazione e monitoraggio, ma permangano in capo ai singoli Enti, quali Comuni, Unioni montane, Regioni ed Enti strumentali, una serie di informazioni ancora non coordinate e raccolte per scopi diversi.
Si ritiene opportuno, quindi, rivedere e promuovere il ruolo delle malghe secondo una concezione multifunzionale.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Altrimenti sospendo la seduta. Anche per rispetto di un collega che non vi rompe mai l'anima. Quella volta che interviene, lasciatelo intervenire in silenzio. Grazie.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Il progetto di legge in esame, infatti, propone il riconoscimento del ruolo della malga quale struttura tradizionale dell'attività agro-silvo-pastorale in ambito montano, con particolare riferimento agli aspetti turistici, che si concretizza nell'istituzione di un registro regionale al quale possono accedere le malghe a condizione che gestiscano le loro attività secondo specifiche linee guida regionali. Questo consentirà alle malghe di avvalersi di un titolo che potrebbe garantire delle priorità nell'ambito di bandi comunitari e, nello stesso tempo, potrebbe rappresentare una garanzia in termini di sostenibilità ambientale da spendere in ambito turistico.
Il registro costituisce, oltre ad un riconoscimento formale dell'attività di malga, uno strumento di conoscenza di tutto il patrimonio malghivo. Tale strumento sarebbe utile non solo per una futura programmazione a livello regionale, ma anche a livello locale, nell'imminente prospettiva della nuova programmazione rurale, nonché del Recovery Plan PNRR. Nel registro è prevista, inoltre, l'istituzione di una sezione in cui possono chiedere l'iscrizione le maghe private che si conformano alle linee guida previste per la gestione e l'esercizio delle attività di alpeggio.
Il coordinamento delle informazioni, ora presente presso diversi Enti regionali e locali, potrà contribuire a rendere più efficace l'azione di controllo dei fenomeni speculativi, che purtroppo hanno interessato anche alcune realtà pascolive del Veneto. Le linee guida regionali vanno a rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per la gestione delle malghe e le linee definiranno i comportamenti operativi coerenti con le finalità di tutela e valorizzazione territoriale.
L'articolato previsto è di 7 punti: finalità; definizione di malga pubblica; registro del patrimonio; individuazione delle linee guida; Unioni Montane, quindi loro disciplina; logo delle malghe venete, che viene concesso, ovviamente, unitamente all'iscrizione del registro, di cui all'articolo 3 di questo progetto di legge; norma finanziaria. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono quantificati in euro 80.000 per l'esercizio 2023, a cui si farà fronte con le risorse allocate nelle varie missioni e programmi, che trovate direttamente all'articolo 7.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Informo i colleghi che è stato depositato l'emendamento n. A0010 del collega Puppato. Do cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Do la parola a lei, correlatrice. Poi apriamo i tempi. Grazie.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. La ringrazio anche dell'attenzione.
Le malghe pubbliche costituiscono un pezzo del turismo esperienziale importantissimo. Turismo esperienziale che, combinandosi con il concetto di turismo lento, concepisce un'offerta in risposta a una visione del turismo, che però deve ‒ o almeno dovrebbe ‒ essere formulata in un contesto di mutata visione politica, più orientata sulla conservazione ecologica ed ecosistemica, motore che ha fatto nascere questo tipo di offerta e di domanda turistica, in contrapposizione con il turismo intensivo e disattento nei confronti di comunità e territorio.
Le malghe e le malghe pubbliche si inseriscono, si possono inserire anche, quindi, all'interno di questo contesto di visione politica e turistica.
Intendiamoci, però: le finalità di questo progetto di legge, quelle che questo progetto di legge intende mettere in pratica, sono lodevoli. Il testo in Commissione è stato limato rispetto al testo pervenuto dalla Giunta. Ritengo, però, opportuno rilevare come al momento non si possa dire che l'oggetto di questa norma sia ad oggi possibile affrontarlo e votarlo in maniera consapevole. Questo per un semplice motivo: il vero contenuto della legge è rinviato ad un momento successivo, quello che affronterà la Giunta e non affronta il Consiglio in questa sede, nella fase deliberativa che ci compete, e addirittura per alcuni casi – penso all'articolo 4 – questa fase ulteriore che attribuisce alla legge contenuti fondamentali è spostata sine die alla Giunta regionale, senza nessuna data di scadenza. Anche in caso, appunto, dell'accoglimento dell'emendamento in cui propongo almeno che venga definita una data di scadenza, quindi con un'ottica correttiva, il mio giudizio di astensione sul progetto di legge, purtroppo, non potrà mutare perché, lo ribadisco, il vero contenuto della legge che andrete a votare oggi è spostato in capo alla Giunta e non è, invece, affrontato all'interno di una legge che è quella che dovrebbe andare a definirlo. Lo scopriremo più avanti, e questo è il problema del riconoscere la competenza del Consiglio regionale, che ha il compito di fare la legge, rispetto a quella di attuazione destinata alla Giunta.
Vorrei poi sottolineare che non basterà un registro per rivitalizzare un settore, che appunto è in profonda crisi. In molti casi i bandi per la gestione delle malghe pubbliche vanno deserti. La stessa previsione di priorità, il giovane imprenditore, come prevista dalla disciplina nazionale in materia di domini collettivi, richiamata da questo progetto di legge, ha avuto un effetto di segno contrario rispetto all'intento di valorizzazione che il legislatore nazionale si era prefissato. E questo effetto negativo si sta manifestando in alcuni territori, quelli appunto con le malghe pubbliche, con effetti spesso non congrui rispetto alla finalità per cui era stata approvata questa normativa a livello nazionale, con segnalati episodi che si potrebbero configurare addirittura come fenomeni speculativi, con il rischio di discontinuità di gestione, che danneggiano territorio e comunità, compresa la malga stessa.
Come dicevo, l'obiettivo della manovra emendativa è quello di fissare alcuni punti fermi in un progetto di legge che è sicuramente trasportato dalle buone intenzioni, però manca di un ancoraggio alla realtà, manca del contenuto che dovrebbe rendere la legge capace di camminare sulle proprie gambe. Penso, per esempio, ai termini per le cadenze per l'aggiornamento del registro, alla previsione di termini precisi laddove questi non sono previsti, come nel caso del contenuto attuativo fondamentale di questa legge, e cioè per le linee guida, garantendo il confronto con Unioni montane e regole anche nelle fasi della revisione e di aggiornamento.
Vorrei infine, per una connessione oggettiva con questo progetto di legge, fare un riferimento ad un altro progetto di legge che recentemente ci è stato presentato dalla Giunta. E mi riferisco al progetto di legge riguardante le stanze panoramiche. Questo intervento si inserisce in un tentativo non organico di riconoscere strutture turistiche, agendo in particolare nella parte della disciplina paesaggistica. Si aggiunge, per esempio, a quella degli alloggi galleggianti, degli alberi con palafitte, delle botti, delle grotte: tutte cose già regolamentate dalla Giunta ma che, a quanto mi consta, non sono mai state attivate, scontrandosi con gravi difficoltà deliberative.
Allora, il messaggio che voglio mandare anche alla Giunta e alla maggioranza che oggi si prende l'incarico di votare una legge dalle buone intenzioni, ma senza contenuto, è quello di intervenire in maniera adeguata, di non sottovalutare la fase attuativa, di non lasciarsi trasportare esclusivamente dal moto di reazione alla necessità di affermare delle politiche, delle visioni politiche in deroga alla legge urbanistica, con forzature sulla disciplina paesaggistica nazionale in nome del turismo glamour, di cui nei mesi scorsi ci parlava l'assessore Calzavara, e di tornare invece a ragionare non facendo leggi spot, ma facendo leggi capaci di creare una prospettiva.
Quello di cui abbiamo bisogno, infatti, è che si punti in alto, non in termini di vantaggi e di confort, a favore di chi gode di un reddito alto e può permettersi di alloggiare in costosissime stanze panoramiche, ma abbiamo bisogno che si punti in termini di salvaguardia dell'equilibrio naturale ed ecosistemico della montagna, valorizzandolo come in futuro potrà eventualmente fare il PDL che oggi discutiamo e quindi affrontiamo, nella speranza che non venga abbandonato, come tutti gli altri progetti di legge che sono stati approvati in ordine ad affrontare un'offerta turistica comune a tutti, un'offerta turistica disponibile per tutti, un'offerta turistica capace di rispondere all'esigenza di tutela del territorio e dell'ecosistema, senza invece creare delle spartizioni e senza essere dimenticati nei futuri bilanci della Regione del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie , collega.
Consigliere Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Quando si parla di malghe fa sempre piacere sentire questa parola, che suona alle orecchie come una parola dolce. Questa è una legge che va a definire una realtà che non appartiene a un territorio che è il più ricco di malghe come concentrazione, che è la Lessinia.
Abbiamo un territorio montano che rappresenta almeno il 30% dell'agricoltura, dell'allevamento di montagna di tutto il Veneto, pur essendo molto più piccolo del bellunese, molto più piccolo di tante altre realtà. Però, c'è una realtà molto viva, una montagna ancora viva, laddove altrove, invece, assistiamo a una montagna che ormai sta purtroppo spopolandosi e scomparendo.
Ritengo che per la montagna, oltre che classificare le malghe... Tra l'altro, da noi sono per il 99% private, non pubbliche. C'è solo un Comune che ha una malga pubblica, tutto il resto è privato. Quindi, una legge che mi parla delle malghe come pubbliche è una legge che è impostata non sul territorio del Veneto, ma è impostata prevalentemente su una provincia del Veneto.
Ecco, nella Lessinia la realtà è ben diversa. Non sono realtà, come diceva la collega Guarda, aperte solo al turismo, sono realtà produttive. La malga nasce come luogo dove si fa il formaggio, dove si mungono gli animali, dove si trasforma il prodotto. Quindi è una realtà produttiva. Certo, anche da noi si sono aperte a fare anche altre attività, e molte di queste sono specializzate nel fare attività connesse, rivolte al turismo, rivolte all'agriturismo eccetera, però sono ancora oggi una delle poche realtà diverse dal resto del territorio, dove la malga è il luogo attorno al quale si sviluppa l'alpeggio e vi trova punto di riferimento l'alpeggio.
Vorrei, però, porre l'attenzione su un altro problema. Oggi noi parliamo di questi temi come un valore da preservare, da salvaguardare, mentre dall'altra parte... Vengo da un episodio molto fresco. Attorno a casa mia non ci sono certo le malghe, io abito in un Comune a 475 metri di altezza. Poco sopra, a due o tre chilometri di distanza, c'è stato un agguato proprio vicino ad una stalla – recintata, con le recinzioni elettriche – da parte dei lupi che hanno depredato 14 pecore. È successo due, tre giorni fa. Anch'io ho delle pecore vicino a casa, abito a 50 metri dal centro del paese, e quando è sera e notte ho sempre le orecchie drizzate perché temo che il lupo possa passare di lì. Ormai abbiamo scorribande di lupi in mezzo alle case del paese, abbiamo filmati di tutti i tipi, quindi io credo che sia inutile da una parte voler fare i registri per tutelare le malghe, l'alpeggio, eccetera, e dall'altra fare una politica diametralmente antitetica, perché si possano conservare i veri ambientalisti, i veri cultori, i veri operatori ambientali che mantengono bella e visitabile la montagna come oggi la conosciamo, che sono gli allevatori, perché senza gli animali al pascolo si riempirebbe di sterpaglie, di rovi, di spine e non diventerebbe neanche più bella dal punto di vista estetico, né dal punto di vista di accessibilità.
Quindi io credo che dovremmo cercare veramente di fare azioni più sostanziali, più concrete, per garantire la permanenza nelle malghe, non tanto per trasformare le malghe nell'ennesimo luogo per fare turismo, perché quando non ci sarà più il pascolo ben coltivato, non ci saranno più le strade messe a posto, sarà abbandonato il territorio, nemmeno i turisti andranno più in montagna, prenderanno altre strade. Oggi se uno va a visitare la parte alta della Lessinia vede questi bei pascoli, vede i muretti a secco. C'è un paesaggio tipico, che è un paese paesaggio rurale, non è un paesaggio selvatico com'era 30, 40, 50.000 anni fa, con le foreste eccetera. È un paesaggio che l'uomo ha plasmato con un'architettura particolare, con una storia particolare.
Noi dobbiamo tutelare questo passaggio come bene culturale, e questo paesaggio si tutela soprattutto tutelando gli operatori di questo paesaggio, coloro che lo vivono più di tutti, non lo vivono solo da turisti il sabato e la domenica, ma lo vivono tutta la settimana e durante tutto l'anno. Ecco, non percepisco in questa legge questa attenzione, vedo quasi un adempimento formale.
Mi auguro che questo registro, che è aperto anche al privato, dia poi possibilità di guardare anche a questi aspetti e non diventi un ulteriore elenco, un ulteriore adempimento burocratico aggiuntivo. Ce ne sono già tanti di registri, ne abbiamo diversi. Ecco, la mia attenzione vuole essere posta invece su come tutelare veramente il tema dell'allevamento in montagna. E pongo anche l'attenzione, come ho fatto anche sulla stampa in questi giorni, nuovamente sul tema del lupo, dei grandi predatori, dei grandi carnivori.
Noi siamo l'ultimo Paese in Europa che sta mettendo mano a questo problema, nonostante siamo il Paese dove il problema è più accentuato che in tutta Europa. Pensate che nella Svezia, con una popolazione poco più numerosa della Lombardia, più o meno, con una superficie che è una volta e mezzo l'Italia, con foreste immense, c'erano circa 400 lupi e hanno deciso di portarli a 200 perché 400 sono troppi. In Italia, dove abbiamo una popolazione ben maggiore, intorno ai 60.000.000 di abitanti, abbiamo un territorio che è il 50% più piccolo di quello della Svezia, molto urbanizzato, molto popolato, si stimano circa 4.000 lupi. Loro da 400 li hanno portati a 200, noi con 4.000 restiamo con le mani in tasca, ci siamo del tutto disinteressati e non passa giorno che non avvenga una predazione. Ormai non fanno neanche più notizia, siamo quasi assuefatti, ma vi assicuro che stiamo iniziando a vedere l'abbandono di queste malghe. Allora, non possiamo fare una legge sulle malghe, senza porci alla base i problemi fondamentali perché le malghe possano avere lunga vita e, di conseguenza, possa avere lunga vita la montagna.
Non basta fare un elenco, bisogna tutelarle realmente. Bisogna cominciare a fare delle leggi e l'appello lo faccio anche al Governo, perché so che qualcuno ne sta parlando e mi auguro che il nuovo Governo, mettendo da parte una visione ambientalistica ideologica, abbia il coraggio, come hanno fatto Germania, Francia, Svezia e tanti altri Paesi, di affrontare la questione con equilibrio, che non significa cancellare i lupi, sterminarli, ma significa cercare un punto di equilibrio, perché l'ecologia, l'ecosistema è un equilibrio tra interessi contrapposti. C'è sì l'interesse della conservazione dell'ambiente, ma paradossalmente, quando io faccio una politica da una sola parte, danneggio anche l'ambiente. C'è un ecosistema che bisogna mantenere in equilibrio e, purtroppo, è l'equilibrio che manca in una certa visione ideologica dell'ambiente in Italia.

PRESIDENTE

Grazie, collega Valdegamberi.
Siccome prima c'era la collega Guarda che stava facendo da correlatrice, sono stati depositati due emendamenti, il n. A0010 e il n. A0013.
Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Prego, collega Razzolini.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia per dare appoggio a questo progetto di legge che parla delle malghe, che sono attività importanti per la nostra montagna.
La nostra Regione da ovest, con il Monte Baldo, fino ad est con il Cansiglio ci sono circa 700 ambiti tra pascolo e malga. Bene è anche condiviso in Commissione, con un emendamento, appunto, del consigliere e collega Puppato per quanto riguarda le malghe pubbliche e l'apertura poi alle malghe private. È vero, magari il titolo parla di malghe pubbliche, ma rispetto a come era arrivato in Commissione questo progetto di legge oggi ci troviamo invece un'inclusione delle malghe private. Se vogliamo parlare di promozione del turismo, ma anche avere una mappatura... Io capisco bene che oggi le malghe hanno tanti problemi, come i lupi, come trovare persone che effettivamente hanno voglia di fare questa vita difficile, perché sicuramente non è così semplice e facile fare una vita da malgaro, però, ecco, l'obiettivo di questo PDL in realtà era un altro.
Aprendo a tutte le malghe, avendo una situazione ben chiara di quello che c'è, sicuramente si può dare un punto di forza anche per fare una promozione turistica. Quando poi si parla di turismo, si parla di sentieri, di trovare anche dei punti d'appoggio, sicuramente il lavoro che fanno le nostre malghe... È vero che oggi il loro obiettivo principale è quello del pascolo, della mungitura, di creare dei prodotti di eccellenza quali i formaggi di malga, però un turismo che può portare anche gente che ha voglia di spendere, di consumare, e incentivare la crescita economica della nostra montagna, non solo nelle malghe, ma in tutto il circuito e il sistema che è collegato, è sicuramente importante.
Quindi, parliamo di un ruolo turistico, che vede 125 su 700 che sono anche agriturismi, dove quindi si possono anche degustare i prodotti. Penso anche all'evento che c'è in Asiago, con "Made in Malga", che porta 150.000 visitatori da tutta Italia e quindi fa conoscere le realtà che ci sono e crea un vero e proprio indotto.
Per questo la posizione di Fratelli d'Italia è favorevole a questo progetto di legge. Ci tenevamo a fare questa apertura, perché riteniamo importante, anche per il nostro tessuto montano, la valorizzazione e il riconoscimento di tutte le nostre attività montane. Effettivamente, in tanti territori, prima della crescita del turismo, se non ci fossero realtà come le malghe, avremmo montagne prive di qualsiasi tipologia di servizio, e invece, anche quando non c'erano presenze turistiche e non c'erano chissà quali movimenti nella montagna, comunque esse sono sempre rimaste aperte e hanno cercato di creare una attività e di mantenerla, nonostante le difficoltà del caso.
Se riusciamo ad aggiungere il turismo, sicuramente è un aiuto che diamo anche a loro. Quindi, rivolgo un ringraziamento a questi soggetti, a questi imprenditori, a questi agricoltori che effettivamente hanno la passione. Sicuramente bisognerà puntare a fare attività per incentivare anche i giovani a perseguire queste attività, perché sono comunque importanti e fanno parte della nostra tradizione e cultura veneta. Un progetto di questo tipo era giusto e doveroso, ed anche necessario, perché mancava. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri che vogliono intervenire in discussione generale?
Non vedo altre richieste di intervento.
Chiudiamo la discussione generale.
Ci sono una decina di emendamenti. Sospendiamo la seduta per un quarto d'ora, in modo da dare la possibilità alla Commissione di esprimere il parere.
La seduta è sospesa fino alle ore 16.10.
La Seduta è sospesa alle ore 15.52
La Seduta riprende alle ore 16.30

PRESIDENTE

La ripresa è prevista alle ore 16.40.
La Seduta è sospesa alle ore 16.30
La Seduta riprende alle ore 16.55

PRESIDENTE

Sono stati depositati gli emendamenti nn. A0014, A0015, A0016 e A0017.
Do due minuti per eventuali subemendamenti.
Aspettate due minuti che caricano gli emendamenti sul sistema e poi iniziamo.
Colleghi, vi invito ad aggiornare l'applicazione così trovate anche gli ultimi emendamenti che sono stati depositati.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

A seguito del dialogo intercorso in Ufficio di Presidenza della Commissione competente, informo che ritiro l'emendamento n. A0002 riguardante i termini entro cui andare a definire le linee guida per l'attuazione di questa legge.
L'auspicio è che venga approvato quanto rilevo è stato presentato dal consigliere Puppato con un termine per l'approvazione delle linee guida di almeno 365 giorni. Questo perché se noi non approviamo una data di scadenza è evidente che questa diventa una norma senza fondamenta e, perlomeno, senza prospettiva di attuazione.
Dato che, per motivi legati a una necessità di trasporto per l'incidente subìto dovrò assentarmi, con la presente annuncio che in questa logica continuerà la discussione in riferimento anche agli emendamenti che ho presentato per dare la garanzia che nell'ambito dell'aggiornamento delle linee guida venissero sentiti sempre i soggetti con cui la Giunta dovrebbe interloquire per la definizione delle linee guida, quindi anche in fase di rinnovo vengano sentite le Unioni montane e i soggetti che sono interessati da tali linee guida, per dare anche la garanzia di avere in Commissione un report rispetto all'attuazione della norma in tempi adeguati e un aggiornamento del registro che fosse almeno semestrale in ordine alla possibilità delle malghe di poter entrare a far parte del circuito senza, quindi, essere escluse.
Ribadisco che le problematiche delle malghe e l'attrattività anche dei bandi deve essere comunque gestita al di là di questo provvedimento, perché non è un registro a risolvere le problematiche del settore.
Infine, gli ultimi secondi me li prendo per precisare come all'interno dell'ordine del giorno che sarà in votazione in riferimento alla problematica del lupo nella zona montana, ci siano alcune questioni da sollevare e mi permetterete di poterle presentare in questa sede, in quanto non vengono citati i dati più aggiornati del 2022 e viene definito che c'è un aumento di predazioni. In verità, dai dati della Regione del Veneto questo non emerge, anzi si sono stabilizzati sia gli aumenti dei branchi che le predazioni. In realtà, l'inefficacia delle sole reti elettrificate è evidente perché la scienza ci dice come debbono essere messe in pratica tutte le protezioni, e la Regione ne è responsabile. Quindi, non si può dimenticare che ad una singola azione vanno affiancati, accanto quindi alle reti, anche altri sistemi, come per esempio i gruppi di guardiania e i sistemi di dissuasione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Iniziamo con l'articolato.
Articolo 1.
Emendamento n. A0006 presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 1 comma 1 dopo le parole: "socio-economica nonché" aggiungere le parole: "di produzioni agroalimentari salutari e di alta qualità e".
Lo vuole illustrare? Prego, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Parto illustrando questo emendamento dicendo una cosa che mi preme. Sono rimasto francamente molto colpito dall'atteggiamento sugli emendamenti. Tra un po' ne ritirerò alcuni a cui tenevo che passassero perché nascevano dal confronto con gli Enti locali e li presenterà il relatore, che ringrazio, che responsabilità su questo fronte non ne ha.
Ho trovato semplicemente allucinante – immagino che la responsabilità non sia neanche dell'assessore Calzavara, però, avendo la delega ai rapporti con il Consiglio, a lui mi rivolgo – la tesi per cui, siccome gli emendamenti arrivano dall'opposizione, si bocciano.
Fino ad oggi non era mai stata spiegata questa novellazione giuridica estremamente interessante, che spero venga a questo punto applicata in tutte le Assemblee legislative del Paese. Per cui, se arriva un emendamento da chi non governa e da chi non è in maggioranza va bocciato a prescindere. Mi è stato anche spiegato che questo sarà l'atteggiamento nei prossimi mesi. State pur certi che allo stesso tipo di atteggiamento da parte vostra ne conseguirà uno identico, se non più fermo, da parte delle opposizioni.
Vorrà dire che presenteremo 100, 150, 200 emendamenti a ogni progetto di legge che verrà presentato nelle prossime settimane, a prescindere dal contenuto, perché se, a prescindere dal contenuto, emendamenti di buon senso, ben fatti che semplicemente introducevano elementi tecnici, si decide di bocciarli, francamente, anche dal punto di vista democratico, è una cosa che dal punto di vista del buon senso non sta né in cielo né in terra.
Comunque, i numeri in quest'Aula ce li avete. Noi ne prendiamo atto. Con gli strumenti che ci sono dati, per fortuna, ancora dalla democrazia vedremo perlomeno di prolungare la presenza di tutti in quest'Aula il più a lungo possibile nelle prossime settimane. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006. Parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Collega Sponda, prego.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Esprimo il mio voto contrario.
Ho problemi informatici, quindi voterò così probabilmente per i prossimi minuti.

PRESIDENTE

Registriamo il voto contrario da parte della collega Sponda.
Passiamo alla votazione sull'articolo 1.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Emendamento n. A0007 presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 2 comma 1 dopo le parole: "amministrazioni separate dei beni di uso civico" aggiungere le parole: ", costituite sia in forma singola che consortile".
Prego, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Questo lo ritiro, perché ci sarà un emendamento simile – uguale, in realtà – a firma Puppato.
Ci tengo semplicemente a dire che è un emendamento che va ad arricchire un provvedimento di buon senso, nel senso che in alcuni casi, in questo caso specifico, quello che conosco meglio io, è il Comune di Rozzo perché affinché quel caso venisse compreso all'interno delle previsioni della normativa era fondamentale inserire questo passaggio. Per cui, ringrazio il relatore che lo presenta. Quanto al resto, rimando al mio intervento precedente.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
L'emendamento è ritirato.
Emendamento n. A0015 presentato dal consigliere Puppato, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 2 comma 1 dopo le parole: "amministrazione separate dei beni di uso civico" aggiungere le parole: ", in forma singola o consortile".
Prego, collega.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Lo diamo per letto.

PRESIDENTE

Perfetto. Lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0015. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Registriamo anche il voto favorevole da parte della collega Sponda.
Siamo ora sull'articolo 2. C'è qualcuno che vuole intervenire?
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 3 dopo la parola "aggiornato" sono inserite le seguenti parole: "con periodicità almeno semestrale".
La collega Guarda non è presente.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Registriamo il voto contrario della collega Sponda.
Votiamo l'articolo 3.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Emendamento n. A0014 presentato dal consigliere Puppato, articolo 4, comma 1, che prevede:
Al comma 1 dell'art. 4 dopo le parole "La Giunta regionale" sono inserite le seguenti "entro trecentosessantacinque giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Prego, collega.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Lo do per letto, Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

Lo dà per letto.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo perché resti agli atti. Questo è un altro prodotto della misericordia del relatore, nel senso che era un emendamento che era stato presentato dalla consigliera Guarda.
Grazie.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0014. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Registriamo il voto favorevole della collega Sponda.
Emendamento n. A0004 presentato dal consigliere Finco, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 4, comma 1, dopo la parola "unioni montante" è inserito il seguente periodo: "o altre forme associative di cui al Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267".
Sto presiedendo l'Aula, quindi, ovviamente, lo do per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0008 , presentato dal consigliere Giacomo Possamai, è ritirato.
Emendamento n. A0016 presentato dal consigliere Puppato, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 4 comma 1 le parole: "e i Comuni interessati" sono sostituite dalle seguenti: "I Comuni e gli enti gestori interessati".

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Lo do sempre per letto, Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

Lo dà per letto.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0016. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0002, presentato dalla consigliera Guarda, è stato ritirato.
Emendamento n. A0010 presentato dal consigliere Puppato, articolo 4, comma 1, aggiuntivo, che prevede:
All'articolo 4 comma 1 dopo le parole "e l'esercizio dell'attività d'alpeggio" sono aggiunte le seguenti ", anche tenendo conto dei percorsi di transumanza in conformità alla disciplina di cui all'articolo 9 in tema di transumanza della legge regionale 27 luglio 2020, n. 32 "Norme in materia di recupero, gestione e valorizzazione del demanio armentizio, disciplina delle vie del pascolo e per la valorizzazione della transumanza, riconosciuta quale patrimonio culturale immateriale della umanità"".
Prego, collega.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Lo do per letto, Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

Lo dà per letto.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 4, comma 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 4 è inserito il seguente comma:
"2 bis, Revisioni ed aggiornamenti delle Linee guida sono approvati nel rispetto del procedimento di cui al comma 1."
La collega Guarda non è presente.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Votiamo ora l'articolo 4.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
L'emendamento n. A0009, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, è ritirato.
Emendamento n. A0017 presentato dal consigliere Puppato, articolo 5, comma 2, lettera A) modificativo, che prevede:
All'articolo 5 comma 2 lettera a) dopo le parole: "con Comuni" sono aggiunte le seguenti: ", enti gestori".
Prego, collega.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Lo do sempre per letto. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Lo dà per letto.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0005 presentato dal consigliere Finco, articolo 5, comma 2, lettera A) , modificativo, che prevede:
All'articolo 5, comma 2, lettera a) dopo la parola "unioni montane" è inserito il seguente periodo: "ovvero con forme associative di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267".
Non posso illustrarlo, quindi lo diamo per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso siamo sull'articolo 5.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0013 presentato dal consigliere Puppato, articolo 6 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
Art. 6 bis - Promozione della istituzione e partecipazione all'Associazione delle malghe venete
1. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari per promuovere la istituzione e la partecipazione della Regione del Veneto alla "Associazione delle malghe venete" al fine di favorire la partecipazione dei portatori di interessi alla valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe e dell'esercizio dell'attività d'alpeggio.
2. La partecipazione è inoltre subordinata alla condizione che l'"Associazione delle malghe venete" consegua il riconoscimento della personalità giuridica.
3. La Giunta regionale è autorizzata a contribuire alla gestione delle attività dell'associazione.
Conseguentemente all'articolo 7 sono aggiunti i seguenti commi:
1 bis. Agli oneri conseguenti alla costituzione dell'Associazione di cui all'articolo 6 bis, quantificati in euro 5.000,00 per l'esercizio 2023, si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 09 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente", Programma 07 "Sviluppo sostenibile territorio montano piccoli comuni", Titolo 2 "Spese in conto capitale" del bilancio di previsione 2023-2025, la cui dotazione viene aumentata riducendo contestualmente di pari importo il fondo di cui all'articolo 7, comma 2, della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 32 allocato nella Missione 20 "Fondi e accantonamenti", Programma 03 "Altri fondi", Titolo 2 "Spese in conto capitale" del bilancio di previsione 2023-2025.
1 ter. Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 6 bis, comma 3, quantificati in euro 10.000,00 per ciascuno degli esercizi 2024 e 2025, si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 09 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente", Programma 07 "Sviluppo sostenibile territorio montano piccoli comuni", Titolo 1 "Spese correnti" del bilancio di previsione 2023-2025, la cui dotazione viene aumentata riducendo contestualmente di pari importo il fondo di cui all'articolo 7, comma 1, della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 32 allocato nella Missione 20 "Fondi e accantonamenti", Programma 03 ''Altri fondi", Titolo 1 "Spese correnti" del bilancio di previsione 2023-2025.
Lo vuole presentare? Siamo sull'articolo aggiuntivo 6 bis, emendamento n. A0013.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì.

PRESIDENTE

Collega, se cortesemente si prenota, così la possiamo registrare.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
"Dopo l'articolo 6 è inserito l'articolo 6 bis (Promozione della istituzione e partecipazione all'Associazione delle malghe venete).
1. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari per promuovere la istituzione e la partecipazione della Regione del Veneto alla Associazione delle malghe venete al fine di favorire – qui c'è un inserimento – il coordinamento e la partecipazione dei portatori di interessi alla valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe e dell'esercizio dell'attività d'alpeggio".

PRESIDENTE

Perfetto.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0013, con la modifica fatta a verbale dal collega Puppato. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG N. A0011

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Finco e Valdegamberi relativo a "LA GIUNTA SI IMPEGNI, AL FINE DI DETERMINARE LE CONDIZIONI PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MALGHIVO ANCHE DETERMINANDO CONDIZIONI PER CONSENTIRE L'ESERCIZIO EFFETTIVO DELLE ATTIVITÀ DI PASCOLO, AD ADOTTARE IL PIANO TRIENNALE DI VALORIZZAZIONE DELLE VIE DEL PASCOLO DANDO ATTUAZIONE ALLA LEGGE REGIONALE 27 LUGLIO 2020, n. 32 " in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe pubbliche". (Progetto di legge n. 152) APPROVATO (Deliberazione n. 33/2023)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- Come è noto, le malghe costituiscono dei sistemi multifunzionali, unità fondiarie silvo-pastorali di superficie superiore ai dieci ettari composte da pascoli, prato-pascoli e ricoveri per il personale e il bestiame, presenti in un contesto ambientale aperto;
- il pascolo è quindi una delle attività fondamentali di tale sistema che le identifica ed è essenziale per il loro sviluppo, costituendo la sua concreta possibilità di esercizio e la sua redditività, un presupposto imprescindibile per garantire effettività alla dichiarata finalità di affermare una concezione di multifunzionalità dell'ecosistema malga anche quale realtà di presidio del territorio, nonché di valenza turistico-culturale e di educazione ambientale e così concorrere e conseguire l'obbiettivo di riordino e valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe;
- secondo gli ultimi dati, il nostro territorio ha una valenza zootecnica regionale che conta 55.000 pecore, 17.000 capre per un totale di 72.000 esemplari.
TENUTO CONTO CHE:
- tra le fasi del pascolo vi è la migrazione stagionale, o transumanza, delle greggi nel territorio regionale disciplinata, anche a valere per gli aspetti igienico sanitari e di polizia veterinaria, dalla legge regionale 27 luglio 2020, n. 32 , oggi ancora in parte inattuata;
- la predetta norma ha istituito infatti, tra l'altro, le c.d. Vie del Pascolo definite come "i sentieri armentizi, in quanto riconosciuti quali beni di notevole interesse storico, archeologico, naturalistico e paesaggistico, nonché funzionali all'esercizio dell'attività armentizia, [che] vengono conservati al demanio regionale e costituiscono un sistema organico".
CONSIDERATO CHE:
- tra i vari obiettivi, l'articolo 5 della legge assegna alla Giunta regionale il compito di provvedere all'individuazione, o comunque alla ricognizione, dei sentieri armentizi e alla loro perimetrazione al fine anche di permettere una migliore gestione delle greggi;
- la previsione di un piano triennale di valorizzazione delle Vie del Pascolo risponde ad un'esigenza di disciplina uniforme nel territorio regionale, sul quale ciascun piano locale di valorizzazione dovrà poi uniformarsi, e rimane ad oggi inattuata, ciò ridonda anche a scapito degli allevatori e dei gestori del patrimonio malghivo;
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
impegna la Giunta regionale
a dare attuazione alla legge regionale 27 luglio 2020, nr. 32 mediante l'adozione del piano triennale di valorizzazione delle Vie del Pascolo, al fine di permettere l'ulteriore sviluppo del patrimonio malghivo, ivi comprese le attività di allevamenti.
Collega Valdegamberi, se vuole illustrarlo, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Il tema è questo. Noi abbiamo approvato una bellissima legge per garantire una delle grandi tradizioni italiane, che è quella della transumanza. È un esercizio che porta dalla pianura agli alti pascoli il bestiame, soprattutto quello ovino. Spesso, purtroppo, il cambiamento anche delle situazioni ambientali del territorio, le modifiche sul territorio stanno pregiudicando l'esercizio di questa pratica che fa parte del patrimonio del nostro Paese, ma soprattutto del patrimonio regionale.
Con questo ordine del giorno vogliamo chiedere alla Giunta di dare attuazione a questa legge, soprattutto identificando questi percorsi storici di transumanza. Succede spesso – e questo è anche il caso del veronese, che più volte ho sollevato – che alcuni Comuni si oppongano al transito delle greggi.
Capisco che magari in certe zone è modificata la destinazione urbanistica, ci sono state delle modificazioni, però si possono trovare magari percorsi alternativi vicini. Soprattutto c'è un Comune che addirittura ha fatto l'ordinanza di vietare su tutto il proprio territorio, e non è un Comune della città o della cintura della città, è un Comune di piena campagna dove ci sono ampi spazi per poter far transitare le greggi, l'esercizio della transumanza.
Se noi ci teniamo molto alle nostre tradizioni, a questa cultura, che è funzionale anche al mantenimento delle malghe, perché alla fine spesso queste greggi vanno a finire in montagna, c'è bisogno di poter accedere alla montagna. Non è limitando il transito che noi aiutiamo lo sviluppo delle malghe, lo sviluppo della pastorizia, eccetera, ma cercando di dare una regolamentazione, evitando semmai che anche quando non ci sono seri motivi igienico-sanitari o di sicurezza pubblica, qualcuno prenda l'iniziativa di vietare il passaggio delle greggi.
Il passaggio delle greggi è anche un fatto culturale. Io so che anche i bambini quando vedono arrivare queste greggi sono felici, diventa quasi un evento per il territorio. Qualcuno lo vede come un disturbo. Se ci teniamo molto all'ambiente e anche alla conservazione della cultura rurale, che è caratterizzante anche del nostro territorio, dobbiamo cercare di dare attuazione quanto prima ai provvedimenti che abbiamo approvato in quest'Aula, identificando almeno questi percorsi. Anche qui, come prima si è detto per le malghe, c'è un aspetto non solo di carattere economico, ma anche di promozione della pastorizia, promozione dei prodotti alla pastorizia. È un aspetto culturale che abbiamo il dovere di preservare.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG N. A0012

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Finco e Valdegamberi relativo a "LA GIUNTA SI IMPEGNI AD ATTUARE MAGGIORI FORME DI TUTELA DEL PATRIMONIO MALGHIVO E DEI LORO GESTORI, ANCHE AVVERSO I FENOMENI PREDATORI DEI GRANDI CARNIVORI" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe pubbliche". (Progetto di legge n. 152) APPROVATO (Deliberazione n. 34/2023)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- in molte zone della Regione Veneto, e con particolare riferimento alle aree malghive e di esercizio dell'alpeggio, si registrano sempre più casi di animali attaccati e sbranati dai lupi, e tale fenomeno minaccia la sussistenza delle attività dei contadini ed allevatori;
- basti ricordare che nel corso del 2021, a seguito di diversi fenomeni aggressori, sono morti 605 capi di bestiame, 175 sono stati feriti e 209 dispersi. Non solo, nel 2022 i capi morti sono stati 611, in aumento, feriti 116 e dispersi 96.
- l'effetto del reiterarsi e con sempre maggior frequenza, di tali attacchi predatori pone gli esercenti le attività di alpeggio e i concessionari delle malghe, nella condizione di interrogarsi sulla sussistenza delle condizioni minime per il mantenimento in esercizio delle proprie attività di pascolo ed allevamento e quindi, nel caso di specie, li porta anche ad interrogarsi sulla opportunità di richiedere il rinnovo della concessione delle malghe alla scadenza.
TENUTO CONTO CHE:
- la Regione Veneto ha attuato dei progetti di contenimento e di studio dei grandi carnivori, tra questi il progetto Melken "prevenzione delle predazioni da lupo in malga con recinzioni elettrificate: analisi delle modifiche del pascolamento, del pascolo e degli episodi di attacco" (DGR n. 1424/2022), finalizzato alla sperimentazione di nuovi sistemi di prevenzione delle predazioni sui bovini al pascolo anche attraverso l'installazione di recensioni elettrificate semipermanenti, è ancora in corso di attuazione. Tali azioni, seppur utili per la prevenzione, l'analisi e lo studio del comportamento di tali specie non risultano sufficienti, come da dati oggettivi agli atti, per tutelare questi fenomeni di aggressione in costante crescita.
CONSIDERATO CHE:
- gli attacchi da parte di questi animali selvatici si manifestano prettamente nelle aree montane, quelle ove insiste maggiormente la presenza di malghe o aree destinate al pascolo e all'allevamento di capi. Malghe che costituiscono sistemi multifunzionali, unità fondiarie silvo-pastorali di superficie superiore ai dieci ettari costituite da pascoli, prato-pascoli e ricoveri per il personale e il bestiame, e sono presenti in un contesto ambientale aperto e difficilmente tutelabile da aggressioni esterne ad opera di grandi carnivori;
- è necessaria quindi una tutela rafforzata per queste aree e maggiori forme di salvaguardia per le persone e gli animali presenti, anche mediante il contenimento dei grandi carnivori e, fra questi, della specie "canis lupus", in funzione di concorso alla salvaguardia e valorizzazione dell'esercizio di attività di alpeggio e di malga.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
impegna la Giunta regionale
- a proseguire ed implementare - nell'ambito delle iniziative attuative di riordino e valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe, e per garantire effettività alla dichiarata finalità di affermare una concezione di multifunzionalità dell'ecosistema malga quale realtà di presidio del territorio, di valenza turistico-culturale e di educazione ambientale, ma anche, quale presupposto, di consolidata attività produttiva - ogni iniziativa, ad ogni livello, anche nelle sedi istituzionali europee e nazionali, funzionale alla effettiva tutela del patrimonio malghivo e di esercizio delle attività d'alpeggio anche a fronte del reiterarsi ed intensificarsi di fenomeni predatori da parte dei grandi carnivori, e fra questi della specie "canis lupus".
Prego, collega Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Questo tema l'avevo già in parte trattato nell'intervento che ho fatto prima.
Sempre per la tutela delle malghe come valore, per quel valore che abbiamo già ben più volte sottolineato, la presenza di grandi carnivori diventa un problema serio. Capisco che noi non abbiamo possibilità, dal punto di vista legislativo, di intervenire, ma questo è un richiamo che viene fatto, un ordine del giorno rivolto alla Giunta perché si faccia parte attiva, non solo per quanto riguarda le competenze regionali, ma anche e soprattutto per quanto riguarda le competenze statali, per poter permettere la sopravvivenza delle malghe in quanto luogo prima di tutto per l'esercizio della pastorizia.
È inutile che promuoviamo delle malghe quando diventano semplicemente un bed and breakfast o un'attività puramente commerciale o turistica. Bene che ci sia anche questo, però primariamente sono luoghi che devono mantenere la loro vocazione, che è quella legata all'allevamento e alla custodia del bestiame.
Oggi, se vogliamo mantenere le malghe vive, dobbiamo tutelare tutto il patrimonio che abbiamo di coloro che soprattutto le frequentano, perché altrimenti c'è il rischio di spopolamento delle malghe e, quindi, faremmo i registri di un qualcosa di morto. Noi vogliamo, invece, i registri di qualcosa di vivo. Perché sia viva la montagna e siano vive anche le malghe occorre che ci sia la presenza degli animali. Gli animali sono un elemento che fanno un tutt'uno con l'ambiente, con il paesaggio, permettono di estirpare le erbe cattive, di mantenere i pascoli puliti e favoriscono anche la fruibilità turistica.
Le due cose non sono staccate: non possiamo vedere l'allevamento, in contrapposizione con tutte le altre attività connesse, che non devono diventare le attività principali, devono essere complementari all'attività dell'alpeggio.
L'attività dell'alpeggio necessita una salvaguardia non solo del lupo, ma anche degli armenti, che oggi non sono adeguatamente salvaguardati, in quanto abbiamo un numero spropositato di carnivori che non viene accettato in nessun'altra parte d'Europa. Ovunque hanno fatto delle norme, ovunque hanno cercato di mettere un limite. La natura è fatta di equilibrio e di limiti: questo non significa sopprimere i lupi, ma significa contenerne il numero, per rendere compatibile la presenza del lupo con quella anche degli armenti in montagna. Diversamente, ci troveremo sempre a tutelare delle malghe che non sono altro che quasi un museo, un relitto di un qualcosa che non c'è più. Questa sarebbe la morte della montagna.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0012.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Come avete visto, non abbiamo votato, anche se c'erano tante parti di questo provvedimento che condividevamo, anzi, alcune che avevamo addirittura proposto noi.
Il punto è molto semplice, l'ho detto in premessa. In questi due anni e mezzo, in questa prima metà di mandato ci siamo scontrati anche duramente, ma sempre in un contesto in cui era chiaro il perché si assumevano le scelte. Oggi ci hanno spiegato che il punto non è che cosa proponiamo, ma il fatto che lo proponiamo noi. Se il punto è che se una proposta arriva dalle opposizioni va bocciata in quanto tale, e questa è l'idea di come volete gestire l'Aula e l'attività nei prossimi mesi, evidentemente noi non possiamo che agire di conseguenza.
Era un provvedimento di buonsenso questo. Noi abbiamo provato a fare emendamenti che arricchivano questo provvedimento legislativo, confrontandoci con i Sindaci, con gli amministratori e con chi ha a che fare con il patrimonio delle malghe del nostro territorio. L'idea semplice che per una rappresaglia non meglio identificata, ma che cercheremo di identificare presto, perché ci piacerebbe capire le ragioni e le motivazioni di questa scelta da parte della maggioranza, si arrivi a bocciare tutto per noi è incomprensibile.
Mi limito a dire una cosa che ho provato a dire fin dall'inizio di questo mandato. Avete numeri tali in quest'Aula, per cui, onestamente, quello che volete approvare lo approvate senza problemi e lo avete sempre fatto. Questo, di fronte a una minoranza che pesa un quarto di quanto pesano i Consiglieri di maggioranza, quando ci sono cose buone, vi dà la forza e la possibilità di decidere che cosa vi interessa, che cosa vi sembra opportuno e che cosa no, perché avete, ripeto, dei numeri tali per cui alla fine con il voto potete determinare tutto in chiave conclusiva.
A maggior ragione ci sembra incomprensibile e a maggior ragione nelle prossime settimane vedremo bene. Ho visto che c'è un PDLS, e mi dispiace per il consigliere Corsi, sul tema dell'IRES per i Comuni sotto i 500 abitanti, e avremo evidentemente tantissimo da dire su quel provvedimento, così come ce l'avremo su tutti i provvedimenti da qui ai prossimi. Grazie.

PRESIDENTE

Altre dichiarazioni di voto? Non ci sono altre dichiarazioni.
Metto in votazione il progetto di legge n. 152 come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Chiudiamo la sessione odierna del Consiglio. Per la prossima sarete convocati a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.23
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 91 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 91
MARTEDì 14 MARZO 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 91a seduta pubblica – martedì 14 marzo 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 3975 del 9 marzo 2023.

Si intende approvato il processo verbale della seduta pubblica n. 90 di martedì 7 marzo 2023.

È in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Il Presidente CIAMBETTI riprende la seduta in modalità pubblica alle ore 12.03.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Il PRESIDENTE ricorda la scomparsa di Silvano Vernizzi, amministratore delegato e direttore generale di Veneto Strade.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n.4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 63 del 21.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni
"Centralina idroelettrica di Casotto di Pedemonte (VI): quali interventi per garantire il rispetto del deflusso minimo vitale e il deflusso ecologico?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Durante l'intervento del Consigliere Zanoni assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 152 del 16.06.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Montanariello, Zottis, Guarda, Lorenzoni e Baldin
"Aeroporto Civile Canova di Treviso. Le misure di sicurezza adottate per evitare impatti con l'avifauna sono sufficienti?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Durante l'intervento del Consigliere Zanoni assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 265 del 18.05.2022
presentata dal consigliere Finco
"Ulss 7 Pedemontana: sono state liquidate le ore di lavoro straordinario al personale dipendente per le annualità 2020 e 2021?"

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

n. 270 del 08.06.2022
presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni, Guarda, Lorenzoni, Camani, Baldin e Bigon
"Cosa intende fare la Regione in risposta alla richiesta di intervento a sostegno del Comune di Albignasego colpito dal nubifragio del 6 ottobre scorso?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che dà per letta l'IRI in oggetto.

Durante l'intervento della Consigliera Ostanel assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 273 del 27.06.2022
presentata dal consigliere Zanoni
"La Giunta regionale intende fermare lo spreco d'acqua generato da pompe a getto continuo e da pozzi abusivi?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 299 del 04.10.2022
presentata dalle consigliere Camani e Ostanel
"Chiusura dell'Hospice Santa Chiara di Padova: quali sono le responsabilità della Regione?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 329 del 11.01.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"Malcontenta (VE), livelli di benzene oltre la soglia consentita, la Regione intende intervenire?"

e

n. 331 del 12.01.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Malcontenta, esposizione a benzene e altri inquinanti e sostanze nocive alla salute e all'ambiente: la Regione ha intenzione di attivare specifiche e ulteriori verifiche?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI n. 329.

La consigliera Guarda dà per letta l'IRI n. 331.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde congiuntamente, per conto della Giunta regionale, alle due IRI in oggetto.

Intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle) e Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 344 del 01.02.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"Hotel Russot Venezia, a rischio il posto di lavoro di venti persone, come intende intervenire la Regione per tutelare i lavoratori?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

La seduta è sospesa alle ore 13.05.

La seduta riprende alle ore 14.48.

Assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento

n. 247 del 06.10.2022
presentata dai consiglieri Ostanel, Zottis e Montanariello
"Quali prospettive per il completamento della terza corsia in A4 e una maggiore sicurezza lungo il tratto dei cantieri?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Durante l'intervento dell'assessore Calzavara assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 248 del 11.10.2022
presentata dai consiglieri Ostanel, Montanariello, Guarda, Baldin, Camani, Zanoni, Bigon, Lorenzoni, Giacomo Possamai e Zottis
"A quando maggiori risorse per il trasporto pubblico, anche attraverso l'istituzione di una "agenzia della mobilità"?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 268 del 22.11.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"Borse di studio, se ci sono più idonei che beneficiari il Veneto non è attraente né efficiente, la Regione intervenga per tutelare il diritto allo studio"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 258 del 27.10.2022
presentata dalla consigliera Venturini
"La Regione Veneto intende avviare iniziative affinché sia dato sostegno alla categoria delle insegnanti di ogni ordine e grado e siano potenziate le attività formative presso le scuole con finalità di educazione civica?"

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe". (Progetto di legge n. 152) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 4/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Puppato (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti nn. A10 e A13 scade in 10 minuti.

In discussione generale interviene il consigliere e Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE, chiusa la discussione generale, sospende la seduta per permettere all'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 15.52.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 16.55.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti nn. A14, A15, A16 e A17 scade in 2 minuti.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra e ritira l'emendamento n. A2.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A6 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A7 all'articolo 2.

L'emendamento n. A15 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A1 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. A14 all'articolo 4 interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A14, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A4 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A8 all'articolo 4 .

L'emendamento n. A16 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A2.

L'emendamento n. A10 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A3 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A9 all'articolo 5 .

L'emendamento n. A17 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A5 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A13 aggiuntivo di un articolo, illustrato dal consigliere Puppato (Liga Veneta per Salvini Premier), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 7.

L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 8.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A11

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Finco e Valdegamberi relativo a "La Giunta si impegni, al fine di determinare le condizioni per la valorizzazione del patrimonio malghivo anche determinando condizioni per consentire l'esercizio effettivo delle attività di pascolo, ad adottare il piano triennale di valorizzazione delle vie del pascolo dando attuazione alla legge regionale 27 luglio 2020, n. 32 " in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe pubbliche". (Progetto di legge n. 152) APPROVATO (Deliberazione n. 33/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

ODG n. A12


Ordine del giorno presentato dai consiglieri Finco e Valdegamberi relativo a "La Giunta si impegni ad attuare maggiori forme di tutela del patrimonio malghivo e dei loro gestori, anche avverso i fenomeni predatori dei grandi carnivori" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe pubbliche". (Progetto di legge n. 152) APPROVATO (Deliberazione n. 34/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Vianello, Zanoni

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge n. 152 interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.23.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MICHIELETTO Gabriele
BALDIN Erika
MONTANARIELLO Jonatan
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PAN Giuseppe
BIGON Anna Maria
PAVANETTO Lucas
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
GEROLIMETTO Nazzareno
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
MAINO Silvia
ZOTTIS Francesca






LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA




IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO









N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba