ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 28/03/2023 n. 93

Resoconto n. 93 - 11^ legislatura
Resoconto 93 a Seduta pubblica
Martedì, 28 marzo 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.33, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.50

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 93a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 4675 del 23 marzo 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 92a Seduta pubblica di martedì 21 marzo 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Fabrizio BORON
Nazzareno GEROLIMETTO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni.
In particolare, partiamo dalla IRI n. 352 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 352 del 10 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni relativa a "I CACCIATORI HANNO L'OBBLIGO DI RIPORTARE NEL PROPRIO TESSERINO I DATI SULLA FAUNA SELVATICA STANZIALE E MIGRATORIA ABBATTUTA. QUANTI ESEMPLARI DI AVIFAUNA SONO STATI UCCISI TRA IL 28 E IL 30 GENNAIO 2023 (DURANTE LA FASE PRENUZIALE) IN VENETO?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, colleghi e colleghe.
Questa interrogazione è stata presentata perché in quei giorni la caccia doveva essere interrotta in base a una sentenza. La Prima Sezione del TAR del Veneto, il 21 gennaio 2023, aveva disposto la chiusura anticipata al 20 gennaio 2023 della caccia a dodici specie di uccelli migratori acquatici a tutela e protezione dell'avifauna in un periodo particolarmente delicato del suo ciclo di vita: la fase prenuziale. Detta sentenza applicava le direttive ISPRA sul calendario venatorio, fondamentali per evitare danni irreparabili al prezioso patrimonio faunistico transnazionale.
Disattendendo, di fatto, le disposizioni impartite dalla sentenza suddetta, la Giunta regionale, con una delibera del 26 gennaio, ha concesso ulteriori giornate di caccia agli uccelli migratori: il 28, il 29 e il 30 gennaio. Di conseguenza, nel weekend successivo alla data di approvazione, i cacciatori veneti hanno potuto nuovamente puntare i loro fucili contro gli esemplari di avifauna che in tale periodo dovevano, invece, essere tutelati e protetti.
Nell'interrogazione che hanno sottoscritto anche i colleghi Bigon, Guarda e Lorenzoni, abbiamo spiegato che cosa prevede la legge in merito, ovvero che ai fini dell'esercizio dell'attività venatoria è altresì necessario il possesso di un apposito tesserino di caccia; tesserino che prevede che gli animali abbattuti, uccisi, devono essere registrati in questo tesserino.
Quindi, la domanda fatta all'Assessore regionale con delega alla caccia, che non vedo in Aula, è quali siano esattamente i dati degli abbattimenti complessivi registrati dai tesserini di caccia nelle giornate del 28, 29 e 30 gennaio 2023, con l'indicazione precisa delle specie degli esemplari abbattuti e della provincia in cui è avvenuto l'abbattimento.

PRESIDENTE

Grazie. Al posto dell'assessore Corazzari, risponde l'assessore Marcato.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
I dati di prelievo dei soggetti appartenenti all'avifauna migratoria nelle giornate comprese tra il 28 e il 30 gennaio 2023 non sono attualmente disponibili in quanto, ai sensi del comma 6, articolo 14, della legge regionale n. 50 del 1993, i cacciatori del Veneto hanno l'obbligo della restituzione del tesserino venatorio alla struttura regionale competente in materia faunistico-venatoria entro il 31 marzo di ogni anno.
Ciò detto, l'Amministrazione regionale ha già attivato le procedure amministrative per l'affidamento del servizio di lettura ottica dei tesserini della stagione 2022-2023 conclusosi il 30 gennaio.
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo ricordare che oggi è il 28 marzo. Normalmente, se penso alle ultime quattro o cinque interrogazioni, abbiamo dovuto aspettare anche due anni. Quindi, potevate aspettare qualche giorno in più, magari dandoci i dati che abbiamo richiesto.
Ho anche qualche sospetto per quanto riguarda la celerità della risposta. Sarà sicuramente nostra cura richiedere, con un accesso agli atti, questi dati, perché c'è una questione di principio molto importante, colleghi. Credo che la questione della legalità non possa essere relegata in secondo piano a seconda delle convenienze o a seconda della materia. Se c'è una sentenza dei giudici del TAR che ci dice che il calendario venatorio del Veneto è errato, è sbagliato, e in merito dicono che quelle specie in quel periodo non si potevano cacciare perché siamo in una fase delicata e siamo nel cosiddetto periodo prenuziale, ovvero quando si formano le coppie, e sappiamo tutti che, almeno credo, che la Direttiva Uccelli dice che non può essere attivata nessuna forma di caccia nei confronti di animali, uccelli che sono in fase prenuziale, il TAR non ha fatto altro che applicare quello che dice l'ISPRA e quello che dice la scienza. Che si vada a uccidere questi animali contro una sentenza del TAR, a mio avviso, potrebbe comportare anche altre conseguenze per la pubblica amministrazione. Quindi, è importante che noi calcoliamo quanti sono gli animali abbattuti in violazione della legge.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Passiamo all'IRI n. 323 presentata dal consigliere Lorenzoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 323 del 23 dicembre 2022 presentata dal consigliere Lorenzoni relativa a "LA REGIONE INTENDE OPPORSI ALL'INCREMENTO DELLA TASSA AEROPORTUALE DI IMBARCO DALLO SCALO DI TESSERA?"

Consigliere, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata fatta lo scorso dicembre ed è relativa all'introduzione di questo incremento nella tassa aeroportuale di 2,5 euro, che porterebbe il corrispettivo ad essere il più alto d'Italia.
Questa è stata una scelta che il Comune ha fatto in maniera abbastanza inattesa e incomprensibile, perché sembra che non ci sia uno studio di sensibilità sui dati relativi a questo incremento. C'è stata una posizione molto forte da parte delle compagnie aeree ed è stata effettivamente una cosa che ha colto un po' di sorpresa la Regione che ha il maggior flusso turistico a livello nazionale. Andare a penalizzare il proprio sistema aeroportuale sembra una scelta difficile da comprendere.
Il momento in cui doveva partire questa tassa era il 1° aprile, quindi siamo a pochi giorni dall'introduzione, ma c'è stato un ricorso da parte di Save contro il Comune di Venezia su cui il TAR non si è espresso e ha rinviato al 24 maggio la decisione. È sospeso per il momento, però il 24 maggio sapremo se il ricorso presentato da Save avrà o meno effetto.
Credo che sia una decisione che ha delle ripercussioni forti sull'intera economia regionale, perché l'aeroporto, lo scalo veneziano serve il bacino termale di Padova, serve il lago di Garda, serve le Dolomiti. Quindi andare a rendere meno concorrente lo scalo rispetto agli scali vicini, penso a Bologna, penso a Orio al Serio, penso alla stessa Trieste, non sembra, dal punto di vista strategico, un'idea vincente.
La domanda che abbiamo posto è proprio se si voglia prendere posizione contro questa decisione del Comune di Venezia.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Risponde l'assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Grazie, Consigliere.
Con riferimento a questa interrogazione, l'articolo 43 del decreto legge 17 maggio 2022, n. 50, come modificato con legge di conversione 15 luglio 2022, n. 91, ha dato facoltà ai Comuni aventi determinate caratteristiche, ivi riportate, di sottoscrivere un accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di introdurre una o più misure previste dall'articolo 1, comma 572, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.
La procedura richiamata individua una esclusiva competenza del Comune ed una interlocuzione esclusiva con il tavolo tecnico istituito ai sensi del comma 3 dell'articolo 43 del decreto legge 17 maggio 2022, n. 50. In esito a tale procedura, il Comune di Venezia ha istituito un'addizionale comunale sui diritti di imbarco aeroportuale per passeggero, ai sensi dell'articolo 1, comma 572, legge n. 234, nella misura di euro 2,50. Tale procedura, peraltro, ha riguardato o sta riguardando altri Comuni italiani, tra cui Napoli e Brindisi.
Si è pertanto in presenza di una norma che non individua alcuna competenza regionale in materia. Tutto ciò premesso, si sono assunte ulteriori informazioni presso il Comune di Venezia, in persona dell'Assessore al bilancio, società partecipate, tributi, economato, al fine di acquisire ulteriori elementi di conoscenza sull'argomento che era, di fatto, quanto ci era stato richiesto come interessamento della Regione e della Giunta regionale.
A tale proposito si riportano alcuni passaggi contenuti nelle interrogazioni con le precisazioni indicate dall'Assessore: a) nella parte in cui si afferma che un emendamento di Giunta al bilancio propone di incrementare l'addizionale comunale alla tassa di imbarco del 1° aprile 2023, di euro 2,50, portandola a euro 9,00, è opportuno precisare che il Comune di Venezia ha istituito una addizionale comunale sui diritti d'imbarco aeroportuale per passeggero di euro 2,50. Non ha aumentato una addizionale di propria spettanza già presente. L'attuale addizionale comunale sui diritti di imbarco aereoportuale di euro 6,50, infatti, impropriamente è definita comunale, ma di tale importo, 5,00 sono destinati all'INPS, 0,50 euro sono destinati ai servizi antincendi degli aeroporti, mentre per la parte rimanente la maggior parte è destinata all'ENAV per i costi sostenuti per garantire la sicurezza ai propri impianti e al comparto sicurezza per il finanziamento di misure di prevenzione e contrasto della criminalità e per il potenziamento della sicurezza di aeroporti e stazioni ferroviarie, e solo in una minima parte è destinata ai Comuni nel cui territorio ricade il sedime aeroportuale.
b) L'affermazione che una parte del nuovo balzello andrebbe alla società SAVE non corrisponde al vero, posto che al gestore dei servizi aeroportuali non va alcuna quota di addizionale.
c) La normativa in questione, diversamente invece da quanto previsto dall'esempio in materia di imposta di soggiorno, non prevede la necessità di alcuna interlocuzione con gli stakeholder.
Detto quanto sopra, si rappresenta che i diritti d'imbarco e le conseguenti addizionali sono dovuti, ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 5 della legge del 1976, la n. 324, dai vettori, che se ne rivalgono nei confronti del passeggero.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliere, se si può prenotare, per favore. Grazie, Consigliere.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, che però non mi soddisfa affatto, nel senso che lei non mi risponde, Assessore, ma ne è consapevole, ne sono certo: mi riporta quanto riferito dall'Assessore del Comune, che ovviamente ha difeso la propria scelta.
L'oggetto della mia interrogazione era relativo alla posizione che volesse o ritenesse di prendere la Regione, perché è vero che la norma che lei ha citato dà facoltà ai Comuni e che altri Comuni possono muoversi in questa direzione. Ma quello che a me interessava capire è se nella politica turistica della Regione ci fosse spazio per una scelta di questo tipo. Cosa che io vedo con difficoltà, nel senso che il nostro sistema ha una concorrenza con i sistemi vicini che è molto forte e viene messo in discussione da questo tipo di scelta, che indubbiamente ha un vantaggio per il Comune di Venezia, ma rischia di essere penalizzante per il sistema turistico regionale.
Per cui ringrazio della disponibilità a rispondere, ma sono totalmente insoddisfatto della risposta e spero che la Regione prenda posizione, perché non è una scelta ininfluente. Oggi un biglietto aereo ha dei costi spesso che sono addirittura inferiori al valore delle tasse che vengono messe e quei 2 euro e mezzo possono fare la scelta per un viaggiatore se viaggiare da Venezia o viaggiare da Bologna o da Orio al Serio.
Per cui mi auguro che, al di là della mancata risposta oggi, ci sia una posizione da parte dell'Amministrazione regionale.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Passiamo all'IRI n. 353 presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Lorenzoni e Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 353 del 10 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Lorenzoni e Ostanel relativa a "PARCO NATURALE REGIONALE DELLA LESSINIA SENZA GUARDIAPARCO PER UN BIENNIO: MA LA REGIONE COSA HA CONTROLLATO?"

Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Con deliberazione n. 3 del 20 gennaio 2023, il Consiglio direttivo del Parco naturale della Lessinia ha adottato il Piano triennale del fabbisogno del personale dell'Ente Parco per il triennio 2023-2025.
Nel corpo della deliberazione in argomento è dato atto della preventiva trasmissione alla Direzione Turismo della Regione del Veneto, della medesima bozza di deliberazione e quanto, ai fini della sua sottoposizione, al controllo regionale di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 53 del 1993, più precisamente, a quanto consta ai sensi del comma 2 del medesimo articolo, che attiene alla verifica di carattere preventivo. Al punto 9 del dispositivo della deliberazione è dunque indicato come superato con esito positivo il controllo di specie e viene richiamata per estremi, senza riportarne il contenuto, una nota del 30.12.2022 della Direzione Turismo.
Osservato che la deliberazione dell'Ente Parco priva, tuttavia, fino al 2025 il medesimo Ente di una funzione essenziale, e cioè quella svolta dall'unico guardiaparco in dotazione organica, i cui compiti sono fondamentali sotto il profilo per cui l'Ente Parco è stato costituito, cioè la tutela ambientale e sanzionatoria, in quanto co-sostanziali alla ragion d'essere dei parchi naturali. Si tratta, quindi, di funzioni insopprimibili e fondamentali talché la mancata previsione della figura di guardiaparco per gli anni 2023-2024 è da ritenersi fortemente dubbia sotto il profilo della legittimità della scelta.
Evidenziato che nella medesima deliberazione è dato altresì atto dell'acquisizione del parere non favorevole del Direttore facente funzioni del parco.
Rilevato che al punto 10 della deliberazione è stato disposto un nuovo invio alla Direzione Turismo per il controllo di cui alla legge regionale n. 53.
Considerato che il dato di immediata inconfutabile e negativa rilevanza, anche sotto il profilo di illegittimità espressa dalle deliberazioni in discorso, è la privazione per due anni di una figura sostanziale di vigilanza...

PRESIDENTE

Può chiudere, Consigliera? Grazie.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Interrogo l'Assessore regionale al territorio per sapere se ritenga legittima e coerente con le politiche regionali questa delibera.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Marcato.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente.
Con deliberazione n. 1669 del 30 dicembre 2022, la Giunta regionale ha prorogato per ulteriori novanta giorni, non ulteriormente prorogabili, l'incarico di Commissario liquidatore della Comunità Montana della Lessinia, soggetto già gestore del Parco Naturale regionale della Lessinia fino alla costituzione dell'Ente Parco avvenuta, per gli effetti della legge regionale 26 giugno 2018, n. 23 . A far data dalla sua costituzione l'Ente Parco ha potuto operare avvalendosi dell'operato dei dipendenti della Comunità Montana in forza dell'accordo operativo sottoscritto il 13 maggio 2020 tra i rappresentanti dei due soggetti, accordo poi rinnovato nella sua scadenza con successivi atti deliberativi, da ultima la deliberazione del Consiglio direttivo dell'Ente Parco n. 26 del 10 novembre 2021. Stante l'approssimarsi della scadenza del mandato del Commissario liquidatore della Comunità Montana, la Struttura regionale competente per i rapporti con l'Ente Parco, Direzione Turismo, ha avviato nei mesi scorsi le necessarie interlocuzioni con gli Amministratori dell'Ente al fine di arrivare alla definizione della sua dotazione organica e del Piano triennale del fabbisogno di personale, strumenti programmatori previsti dalla normativa, nonché imprescindibili affinché l'Ente possa dotarsi di personale proprio e proseguire senza soluzione di continuità l'attività attualmente garantita dall'operato del personale della Comunità Montana.
A seguito di tali interlocuzioni gli Amministratori dell'Ente Parco hanno informalmente trasmesso agli uffici regionali una bozza preliminare di deliberazione per la determinazione della dotazione organica e del PTFP, sulla base della quale è stato fornito un primo riscontro a titolo meramente collaborativo trasmesso con nota protocollo n. 0606680 del 30 dicembre 2022.
In tale nota, oltre a fornire alcune osservazioni di carattere tecnico, gli uffici regionali hanno rilevato la mancanza per i primi due anni del triennio 2023-2025 nella dotazione organica della figura del guardaparco considerata indispensabile per il proseguimento delle finalità istitutive dell'Ente. A seguito di tale riscontro il Consiglio direttivo dell'Ente ha adottato infine la deliberazione n. 3 del 20 gennaio 2023. Nella nota di accompagnamento della deliberazione trasmessa per l'effettuazione del controllo preventivo previsto dalla legge regionale n. 53, i Presidente dell'Ente ha precisato come il Consiglio direttivo avesse optato per affidare, così come previsto dalla legge istitutiva del Parco, i compiti di vigilanza del territorio sinora ricoperti dal guardaparco ad altri corpi di Polizia, giustificando la scelta nell'ottica del risparmio di importanti risorse da investire a servizi e alla promozione del territorio.
Con nota n. protocollo 0085621 del 14 febbraio 2023 la Direzione Turismo ha trasmesso all'Ente Parco il parere elaborato dalla Direzione Organizzazione e Personale...

PRESIDENTE

Possiamo andare verso la chiusura, Assessore? La ringrazio.

Ass.re Roberto MARCATO

Il Consiglio direttivo dell'Ente è pertanto chiamato in questa fase a presentare agli uffici regionali una nuova versione dell'atto soggetto a controllo. Le scelte che saranno operate dall'Ente in materia di PTFP e dotazione organica saranno rese efficaci solo una volta superata positivamente la procedura di controllo dell'atto nella sua nuova versione.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliera Guarda, per replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Direi che questa risposta all'interrogazione dovrebbe essere letta in congiunzione a quella che ho ricevuto a un'interrogazione a risposta scritta che ho presentato successivamente, dopo aver rilevato alcune nuove indicazioni rispetto alla situazione dell'Ente Parco e che differisce per alcune parti da questa, ma in realtà vorrei sottolineare due aspetti che, in qualche maniera, sono citati, seppur in maniera non eccessivamente chiara, ma comunque positiva. Nella risposta all'interrogazione scritta viene dichiarato dalla Giunta: "È ferma intenzione di questa Amministrazione regionale assicurare la continuità, nel tempo, delle attività istituzionali di tutela del patrimonio naturalistico, ambientale, storico ed etnico del territorio del parco in capo all'Ente gestore".
Questa parte della risposta all'interrogazione scritta e la parte relativa ai riscontri che la Giunta ha dato all'Ente Parco, sollevando la questione dell'assenza per due anni di continuità di controllo da parte dei guardiaparco – risposta, appunto, ottenuta grazie alla collaborazione anche dei colleghi Baldin, Lorenzoni e Ostanel – sono decisive. Queste due parti devono fare in modo di andare non soltanto velatamente, ma decisamente a correggere la scelta che l'Ente Parco ha fatto, dichiarando aspetti di accordo con la Regione che, evidentemente, non c'erano fin dal principio.
Per questo noi aspetteremo i giorni rimanenti di quei 90 giorni dati all'Ente Parco per correggere questo errore e non riteniamo che sia opportuno che il servizio di guardiaparco venga affidato ad altri soggetti, in quanto l'attività di controllo nei territori, da un punto di vista ambientale, è già sottoposta a un drastico calo e riduzione.

PRESIDENTE

Se possiamo chiudere, Consigliera. Grazie.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì.
Non è possibile che un ambito così ampio venga controllato da così pochi soggetti e toglierne anche solo uno può creare la differenza.

PRESIDENTE

Andiamo avanti. Per la risposta l'Assessore non c'è. Il problema è chi risponde al posto dell'assessore Corazzari. L'assessore Marcato. Va bene.
Passiamo alla IRI n. 354, presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon. Sì, anche quella dopo. Adesso vediamo se la risposta è differente. Questa la facciamo illustrare dal consigliere Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 354 del 13 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "COSA INTENDE FARE LA REGIONE VENETO PER SCONGIURARE CHE L'ENTE PARCO NATURALE REGIONALE DELLA LESSINIA ELIMINI L'UNICO GUARDIAPARCO IN SERVIZIO?"

Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione depositata il 13 febbraio. è sottoscritta anche dalla collega Bigon: "Cosa intende fare la Regione Veneto per scongiurare che l'Ente Parco naturale regionale Lessinia elimini l'unico guardiaparco in servizio?".
Il Parco naturale regionale della Lessinia è stato istituito con la legge 12 del 30 gennaio 1990 con lo scopo di tutelare il ricco patrimonio naturalistico, ambientale, storico ed etnico del territorio veronese ed è sito di interesse comunitario zone di protezione speciale dell'Unione europea, quindi fa parte della rete Natura 2000.
Dalla sua istituzione e per alcuni anni il Parco naturale regionale della Lessinia ha avuto due persone inquadrate come guardiaparco fino al loro pensionamento e ne è stata reintegrata una solamente. Il guardiaparco è un ufficiale di Polizia giudiziaria a norma dell'articolo 57 del Codice di Procedura Penale e svolge fondamentali compiti di controllo e vigilanza nell'area protetta, nonché funzioni di monitoraggio e protezione della flora e della fauna, attività di educazione ambientale con le scuole, visitatori, attività di gestione e ricerca naturalistica, storica e culturale.
Considerato che il Consiglio direttivo dell'Ente Parco regionale della Lessinia con la delibera 3 del 20 gennaio 2023 con oggetto "Adozione del Piano triennale di fabbisogno di personale dell'Ente parco naturale della Lessinia 2023-2025", con votazione unanime favorevole, ha previsto nell'adozione del piano triennale del fabbisogno di personale di eliminare dall'organico del Parco naturale il servizio di guardiaparco mettendo in mobilità la posizione attualmente in essere.
Evidenziato che, all'interno della stessa deliberazione, è stato acquisito on line il voto consultivo contrario del Direttore del Parco facente funzione. Tutto ciò premesso e considerato, i sottoscritti Consiglieri interrogano la Giunta per sapere cosa intenda fare la Regione Veneto per scongiurare che venga tolto l'unico e ultimo presidio di tutela e controllo e sorveglianza dell'Ente Parco naturale della Lessinia in una Regione come la nostra, già fortemente in ritardo rispetto agli obiettivi di tutela della biodiversità relativi all'Agenda 2030 ONU per lo sviluppo sostenibile.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per conto dell'assessore Corazzari risponde l'assessore Marcato.

Ass.re Roberto MARCATO

Volevo dire che la risposta, Presidente, è più o meno simile, è la stessa, insomma.
La Giunta regionale, con propria deliberazione n. 1669 del 30 dicembre 2022, ha prorogato per ulteriori novanta giorni, non ulteriormente prorogabili, l'incarico di Commissario liquidatore della Comunità Montana della Lessinia, soggetto titolare della gestione del Parco naturale regionale della Lessinia, fino alla costituzione dell'Ente Parco avvenuta a seguito della legge regionale 20.06.2018, n. 23.
L'Ente Parco ha potuto finora operare avvalendosi dei dipendenti della Comunità Montana in forza dell'accordo operativo sottoscritto il 13 maggio 2020 fra i rappresentanti dei due Enti, accordo poi rinnovato nella sua scadenza con successivi atti deliberativi.
La Direzione Turismo competente per i rapporti con l'Ente Parco, stante l'approssimarsi della scadenza del mandato del Commissario liquidatore della Comunità Montana, ha avviato nei mesi scorsi le dovute interlocuzioni con gli amministratori del Parco al fine di arrivare alla definizione della sua dotazione organica e del Piano triennale del fabbisogno del personale, strumenti di programmazione previsti dalla normativa, nonché necessari affinché l'Ente possa dotarsi di proprio personale e proseguire l'attività gestionale attualmente assicurata dall'operato del personale della Comunità Montana.
A seguito di tale confronto, gli amministratori dell'Ente Parco hanno informalmente trasmesso agli uffici regionali una preliminare bozza di deliberazione per la determinazione della dotazione organica sulla base della quale è stato fornito un primo riscontro del carattere collaborativo trasmesso con nota protocollo n. 0606680 del 30 dicembre 2022.
In tale riscontro, oltre a fornire alcune osservazioni di carattere tecnico, gli uffici regionali hanno rilevato l'assenza per i primi due anni del triennio 2023-2025 della dotazione organica della figura del guardaparco, considerata strategica per il perseguimento delle finalità istitutive dell'Ente.
A seguito di tale comunicazione, il Consiglio direttivo dell'Ente ha adottato infine la deliberazione n. 3 del 20 gennaio 2023. Nella nota di accompagnamento della deliberazione trasmessa per l'effettuazione del controllo previsto dalla legge regionale n. 53, il Presidente dell'Ente ha sottolineato come il Consiglio direttivo avesse scelto di affidare, così come previsto dalla legge istitutiva del Parco, i compiti di vigilanza del territorio sinora ricoperti dai guardiaparchi e da altri corpi di Polizia, giustificando la scelta con l'esigenza del risparmio di importanti risorse da investire a servizio e a promozione del territorio.
Con nota protocollo n. 0085621 del 14 febbraio 2023 la Direzione Turismo ha trasmesso all'Ente Parco il parere redatto dalla Direzione Organizzazione e Personale, competente in materia, contenente alcuni rilievi sul contenuto dell'atto.
Il Consiglio direttivo dell'Ente è pertanto chiamato in questa fase a sottoporre agli uffici regionali una nuova versione dell'atto assoggettato al controllo. Le scelte che saranno operate dall'Ente in materia di PTFP e dotazione organica diventeranno efficaci solo una volta superata positivamente la procedura di controllo dell'atto nella sua nuova versione.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica il consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore.
So che ambasciator non porta pena, visto che l'assessore Corazzari, che oggi ha ben tre interrogazioni, non è presente, ma devo dire che la risposta è piuttosto deludente, nel senso che abbiamo un Ente Parco che decide di eliminare dalla pianta organica il guardiaparco che svolge un ruolo, come abbiamo ricordato nell'interrogazione, fondamentale. Viene detto che gli stessi uffici hanno in via preliminare il 30 dicembre 2022 riscontrato, nella prima bozza della pianta organica, che la figura del guardiaparco è considerata strategica per il perseguimento delle finalità istitutive dell'Ente. Ma nonostante questo, che cosa fa l'Ente Parco, che evidentemente è costituito da un Consiglio direttivo che non ha molto a cuore il Parco se elimina il guardiaparco? Risponde con una delibera dove continua imperterrito a dire che il guardiaparco non lo mettono e che la vigilanza del territorio, svolta finora dal guardiaparco, sarà fatta da altri corpi di Polizia. Non dice quanto costerà pagare questi altri corpi, quindi non dice niente. Una risposta praticamente nulla, un impegno nullo. Tra l'altro, se io penso a chi fa vigilanza nella Regione Veneto oggi in tema di ambiente, mi vengono in mente le Guardie delle Province che sono state dimezzate. Mi vengono in mente i Carabinieri forestali che, rispetto alla dotazione che c'era col Corpo Forestale dello Stato, sono stati dimezzati. Ma allora chi pensano di prendere in giro?
Io spero veramente, Assessore, all'Assessore che non c'è, Corazzari, che la Giunta regionale si renda conto dell'importanza di questo guardiaparco e dell'impossibilità di sostituirlo con fantomatiche altre forze di Polizia perché non ci sono e credo sia anche corretto da parte della Giunta regionale non farsi prendere in giro da un Ente Parco che ce la racconta.
Grazie, Presidente.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Passiamo all'interrogazione successiva, la n. 363 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 363 del 16 febbraio 2023 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "IL CONSIGLIERE FORMAGGIO 'AL FIANCO DELLA LOBBY DEI CACCIATORI E DELLE ARMI' IN RAPPRESENTANZA DELLA REGIONE?"

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata depositata dopo che nei giorni 11 e 12 febbraio, mentre si svolgeva a Verona la Fiera EOS European Outdoor Show, era apparsa sulle pagine social del Consiglio una foto del consigliere Joe Formaggio mentre abbracciava un fucile ma soprattutto, per quanto riguarda questa interrogazione, mentre lo faceva dichiarando che era lì in rappresentanza della Regione del Veneto e aggiungeva: "Sono stato alla Fiera della caccia a Verona sempre al fianco delle lobby dei cacciatori e delle armi".
La domanda è semplice. Qui non mi dilungherò, perché non serve, credo, aggiungere altro. La domanda è: è vero che il consigliere Formaggio, in quel momento e mentre dichiarava queste frasi gravi, era in rappresentanza della Regione del Veneto e, in particolare, appunto, dell'Ente in cui oggi tutti noi stiamo sedendo? Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Marcato, prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Leggo. Le funzioni amministrative regionali in materia di faunistico-venatoria non si limitano, come è noto, nelle sole funzioni di pianificazione generale e di regolamentazione dei prelievi venatori, ma attengono anche – così come indicato dalla pertinente legge regionale – alla promozione e realizzazione di iniziative volte a diffondere la conoscenza di specifiche tematiche ambientali ed ecologiche presso gli addetti ai lavori e presso l'intera collettività regionale. È in tale contesto che la Giunta regionale ha autorizzato la partecipazione regionale alla manifestazione di settore, tra le quali rientra la Fiera EOS - European Outdoor Show presso Verona, svoltasi dall'11 al 13 febbraio 2023.
Si ricorda, infatti, che le ragioni per le quali la Regione partecipa alla fiera si riassumono nella promozione, nella diffusione e nella condivisione delle principali tematiche riguardanti le attività alieutiche e venatorie attraverso lo svolgimento di eventi organizzati (quali convegni o seminari) che danno ampio spazio all'attività dei cacciatori e dei pescatori nel contesto naturale in cui essi operano.
Non dico nulla.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che sia l'assessore Marcato a dover rispondere al posto dell'assessore Corazzari e credo che sia gravissimo quello che abbiamo appena sentito in questa risposta. Abbiamo sentito anche che, in qualche modo, l'assessore Marcato l'ha recitata, ma mi pare di capire che non la condivida. Qui ci sono delle questioni gravi all'interno di questa Giunta e all'interno di questa maggioranza.
Noi abbiamo visto un Consigliere, che non è tra l'altro presente in Aula, fare una foto in rappresentanza della Regione mentre inneggiava alle lobby delle armi. Siccome ho appena saputo che il Consigliere in questione è andato lì in rappresentanza della Regione, quindi delegato dalla Regione... No? è appena stato letto, quindi leggetela bene, io la rileggerò. Ci sono gli estremi per avere un Consigliere che, tra l'altro, all'interno di una delega data dalla Giunta, se ho capito bene, va lì e pubblica una foto contraria all'articolo 7 del nostro Statuto. Non c'è scritto questo? Leggetela bene. Rileggiamola.

PRESIDENTE

Collega, ha finito?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

No. Vorrei finire.

PRESIDENTE

Per un chiarimento, vuole intervenire l'assessore Marcato. Prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Voglio essere chiaro e netto: non è stato delegato dalla Giunta. Punto.

PRESIDENTE

Bene. È stato chiarito il punto.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie della precisazione importante. Assessore, è un'interrogazione, non si dibatte. è importante la precisazione che non era stato delegato ad andare, perché altrimenti se era lì delegato ad andare e aveva fatto un'uscita di questo tipo c'erano gli estremi per fare qualcos'altro.
Ma il tema vero qual è? Andare e dire in una...

PRESIDENTE

No, collega, le aveva già dato prima il tempo di rispondere. Non so perché adesso sia ripartito il tempo.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Ci metto meno, non si preoccupi.

PRESIDENTE

Va bene, concluda. Grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Andare ad una fiera di questo tipo, seppur la Regione ci partecipa sempre, come ho letto in maniera molto ironica in questa risposta, dove si specifica che si va a queste manifestazioni perché si deve anche tutelare l'ambiente, ecco, andare lì e vedere che all'interno di una iniziativa di questo tipo viene fatta una foto di questo genere e che i nostri social media, di questa Regione, ri-pubblicizzino senza farsi una domanda...

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Ho ancora ventiquattro secondi.

PRESIDENTE

No, ma aveva già risposto prima. Le hanno ridato di nuovo il tempo.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Avrò modo poi di discutere in altre sedi di questa questione.

PRESIDENTE

Grazie.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta.
Partiamo dalla IRS n. 286 presentata dai colleghi Guarda, Baldin ed altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 286 del 20 gennaio 2023 presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Montanariello e Zanoni relativa a "PRODUZIONE DI BIOMETANO A CAVARZERE: SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI SONO PRIORITÀ REGIONALI O ASSUMONO SEMPRE CARATTERE RECESSIVO RISPETTO AGLI INTERESSI PRODUTTIVI?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

In sede di risposta ad un atto di sindacato ispettivo, che qui si intende integralmente richiamato, concernente il procedimento autorizzatorio unico regionale relativo alla domanda presentata dal Cavarzere Green Energy Società Agricola di Bovolone, di autorizzazione alla costruzione di un impianto di produzione di biometano alimentato da sottoprodotti di origine agricola, da realizzarsi in località Ca' Venier in Comune di Cavarzere, la Giunta regionale affermava che il progetto oggetto di interrogazione non era stato autorizzato in quanto superato da una nuova documentazione presentata dalla società richiedente, ma con layout impiantistico diverso.
Con i consiglieri Montanariello, Baldin e Zanoni, abbiamo presentato questa interrogazione perché, successivamente, il 4 maggio 2022, è stato espresso a prevalenza e, constatato il parere negativo formulato dal Comune di Cavarzere, parere favorevole al rilascio di un provvedimento autorizzativo unico regionale. In seno alla Conferenza dei servizi il Comune di Cavarzere ha espresso parere negativo anche sulla scorta di alcune considerazioni molto interessanti: quelle del Dipartimento della prevenzione dell'ULSS 3 Serenissima, che ha dichiarato, rispetto all'esistenza di impianti autorizzati similari a quello in oggetto di procedura autorizzativa, come i primi sono invero situati in aperta campagna, mentre per l'impianto in questione vi è vicinanza di abitazioni. E in tal senso il medesimo Dipartimento, con nota trasmessa al Sindaco del Comune di Cavarzere il 12 maggio 2022, ha formulato ampia serie di fondate e dirimenti considerazioni sugli impatti dell'impianto, con specifico riferimento ai disturbi odorigeni e sull'ubicazione, concludendo, attenzione, che risulta, infine, ai servizi sanitari della ex ULSS di Chioggia che una precedente richiesta di un impianto di compostaggio nell'area di Ca' Venier sia stata negata a suo tempo dagli enti preposti, anche per motivi di incompatibilità tra la sua ubicazione e la tutela del benessere dei residenti.
Preso atto che il Comune di Cavarzere in data 27 maggio 2022 ha inviato alla Direzione Ambiente della Regione una richiesta di modifica e integrazione del verbale della Conferenza dei Servizi decisoria, allegando a tale atto il citato parere del Dipartimento di Prevenzione ULSS 3, nonché la relazione con motivato parere del Comune e tra le richieste di integrazione avanzate si ritiene di dover evidenziare un elemento afferente al mancato rispetto della disciplina recata dalla DGR 856 del 2012 in punto alle distanze da residenze civili sparse e concentrate, e più precisamente con quanto previsto dalle tabelle 4 e 5 dell'allegato A della dichiarata deliberazione, che testimonia come le distanze siano inferiori del progetto e prevedano distanze inferiori rispetto a quelle stabilite dalla legge; e ritenuto di dover reiterare, rinnovare le motivate perplessità in ordine alla localizzazione dell'impianto in argomento; e quanto anche alla luce degli elementi sopravvenuti rispetto a quelli già esposti nell'ambito dell'atto di sindacato ispettivo citato in premessa; e tenuto conto delle conseguenze alla risposta della Giunta; tutto ciò premesso insieme agli altri Consiglieri abbiamo presentato al Presidente della Giunta regionale questa interrogazione per sapere se la prevista realizzazione dell'impianto di biometano, di cui alla premessa, sia conforme – visto le evidenze che ho riportato all'interno di questa interrogazione – alla disciplina della normativa e alle politiche regionali in materia di sostenibilità ambientale e di tutela della salute e sia allo stato degli atti tale da garantire il bilanciamento tra i dati, i diritti di difesa e prevenzione sanitaria e ambientale e quello della libera iniziativa economica, la prevalenza dei primi rispetto ai secondi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Marcato, prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Mettetevi comodi.
Con deliberazione di Giunta regionale dell'1.2.2022 si riscontrava l'interrogazione a risposta scritta n. 66 del 22.03.21 presentata dal consigliere Montanariello in ordine alla costruzione di un impianto di produzione di biometano in Comune di Cavarzere, rappresentando in ultima analisi che il progetto non era stato autorizzato in quanto superato da nuova documentazione progettuale presentata dalla medesima società per lo stesso sito, ma con layout impiantistico diverso. Il nuovo layout impiantistico veniva quindi illustrato nella Conferenza dei Servizi istruttoria del 27.9.2021, nel corso della quale la società proponente specificava che lo stesso soddisfaceva le richieste dei Vigili del Fuoco e dell'ARPAV in materia di prevenzione incendi, viabilità e minimizzazione degli impianti odorigeni. Il verbale della suddetta Conferenza, congiuntamente alla richiesta di integrazioni in data 11.11.2021, è stato trasmesso al proponente e agli enti interessati. Nel mese di dicembre 2021 la società ha riscontrato in ordine alle informazioni oggetto di approfondimento.
A valle delle osservazioni espresse dal Comune di Cavarzere nelle Conferenze di Servizi istruttorie, tenutesi in data 11.2.2021 e 27.9.2021 in merito alla localizzazione dell'impianto in parola, la società proponente ha provveduto a verificare, con risultato evidentemente negativo, la possibilità di procedere alla realizzazione di detto progetto in un'area alternativa ancorché ricadente nel medesimo Comune. Successivamente in data 4.5.2022 si teneva la Conferenza dei Servizi decisoria che si esprimeva favorevolmente riguardo alla realizzazione del progetto di cui in premessa.
Dalle analisi della documentazione a fascicolo, si osserva che la costruzione dell'impianto in argomento risulta conforme alla normativa vigente.
Il progetto è stato valutato sotto molteplici profili e, ad eccezione del Comune di Cavarzere, gli enti titolati ad esprimersi in ordine alla assentibilità dell'intervento, hanno espresso parere favorevole.
Sotto altro ulteriore profilo si evidenzia che, agli atti d'ufficio, risulta che dopo la Conferenza dei Servizi decisoria, il Comune ha presentato delle osservazioni in ordine ad argomenti che erano stati già trattati in detta sede e per i quali si era già formata la suddetta decisione favorevole.
Per dovere di informazione si segnala che, ai sensi della normativa regionale, il consigliere Montanariello, odierno co-presentatore dell'interrogazione in esame, è stato destinatario della nota n. 304581 dell'8.7.2022 contenenti il verbale della Conferenza dei Servizi decisoria e correlata documentazione riguardante, per l'appunto, la procedura connessa all'istanza finalizzata ad ottenere l'autorizzazione per la costruzione dell'impianto in argomento.
Pare, inoltre, opportuno rappresentare che il provvedimento autorizzativo, riguardante l'impianto in parola, non è ancora stato rilasciato, in quanto gli uffici regionali sono in attesa di ricevere il parere dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali in ordine al rischio alluvioni. In relazione a questo specifico si evidenzia che la legge italiana prevede che le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili sono di pubblica utilità e indifferibili ed urgenti (articolo 12, decreto legislativo n. 387 del 2003) e, altresì, che proprio per tale tipo di impianti a biometano, la Commissione Europea ha approvato specifici incentivi per sostenerne la costruzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, la collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Andrò ad approfondire ulteriormente questa risposta perché è piuttosto singolare che venga messa in discussione la veridicità, anche cartografica, degli atti presentati dallo stesso Comune, in cui si certifica che a meno di 200 metri dall'impianto c'è una scuola e a meno di 150 metri dall'impianto previsto ci sono case sparse e, per legge, dovrebbero essere distanti almeno, rispettivamente, 300 metri dai centri abitati e 150 da case sparse.
Questo dato è già sufficiente, per me, per dire che c'è bisogno di un ulteriore focus, di riaprire la questione, visto che è in corso di attesa come, appunto, già ci aveva informato il provvedimento autorizzativo per quanto riguarda il parere dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, visto che, appunto, l'azienda ha dovuto presentare questa documentazione in quanto mancava, in prima battuta. È evidente che questo aspetto ci terrà impegnati in ulteriori verifiche, perché non è possibile che venga messo in discussione un parere oggettivo come questo, cioè un rilievo cartografico con le distanze dalle abitazioni, siano esse sparse oppure in centri abitati.
Ribadisco: si tratta di un impianto odorigeno, quindi fonte di disturbo odorigeno, molto importante che in altre sedi, dove è stato realizzato con le stesse caratteristiche tecniche, è stato fatto a qualche chilometro di distanza, non soltanto a 200 o a 150 metri, proprio per garantire la vivibilità dei territori e la sostenibilità anche economica dei territori, visto che, come sappiamo bene, il danno odorigeno va a impattare anche sul valore delle abitazioni. Ma soprattutto per andare a difendere preventivamente quella che è la salute dei cittadini e dei piccoli cittadini veneti che a pochi metri di distanza svolgono l'attività scolastica.
Per questo motivo non intendo spegnere il riflettore su questo caso, perché il dato oggettivo è la distanza rilevata attraverso appunto cartografia. E per questo motivo ritengo che questa interrogazione non concluda le motivazioni e non dia risposta adeguata alle motivazioni che ho portato e, alla luce di questo, sentirete ancora parlare di questo progetto e andremo eventualmente anche insieme ai Consiglieri della zona a verificare la veridicità di quanto affermato all'interno del progetto.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 287, sempre della collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 287 del 23 gennaio 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PROTOCOLLO D'INTESA IN MATERIA DI CONTRASTO AL CAPORALATO E ALLO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO IN AGRICOLTURA: QUALI LE FUTURE PROSPETTIVE?"

Prego, collega Guarda, per l'illustrazione.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In maniera molto sintetica. Il protocollo è scaduto lo scorso anno nel mese di maggio, se non sbaglio, e di conseguenza, visto alla luce del fatto che su 70.000 operatori che lavorano all'interno del mondo dell'agricoltura, tra imprenditori e operai agricoli, ben 20.000 sono quelli identificati dagli studi condotti, anche attraverso l'Università di Verona, a rischio di violazione dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori, ho chiesto lumi rispetto al rinnovo di questo protocollo in modo tale da verificare come andare a proseguire nella logica di dare l'alternativa efficace e immediata all'agricoltore su dove e come andare a trovare personale disponibile per le raccolte stagionali e, al contempo, lavorare in maniera indefessa per la difesa dei diritti all'interno del nostro territorio. Diritti che sono inviolabili e che sono necessari specie in un settore così sopraffatto e così in difficoltà. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Donazzan. Grazie.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Il protocollo sottoscritto il 21 maggio 2019 fa seguito all'istituzione del tavolo regionale sul caporalato nel luglio 2018 per favorire l'incontro legale tra domanda e offerta di lavoro nel settore primario.
Con il decreto del Direttore della Direzione Lavoro del 1° marzo 2021 è stato costituito il Comitato tecnico previsto all'articolo 6 del protocollo, mentre si sta valutando l'opportunità di una proroga del protocollo stesso.
Si ritiene, inoltre, opportuno segnalare che l'Amministrazione regionale e l'Ente regionale Veneto Lavoro hanno partecipato al progetto FARm (Filiera dell'agricoltura responsabile), cofinanziato dall'Unione europea attraverso il Fondo asilo, migrazione e integrazione 2014-2020, il cosiddetto FAMI, con l'obiettivo di prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura con l'Università di Verona come capofila.
Veneto Lavoro ha realizzato la Giornata del recruiting incontro lavoro agricoltura e incontro lavoro vitivinicolo dal 15 marzo 2021 al 15 aprile 2021 e dal 12 luglio 2021 al 30 settembre 2021. È stata realizzata una breve guida informativa in italiano e nelle lingue veicolari rivolte agli immigrati occupati nel settore agricolo e al rischio sfruttamento lavorativo e caporalato e agli operatori del settore e Veneto Lavoro ne ha curato la traduzione e pubblicazione.
Veneto Lavoro ha realizzato ed erogato brevi percorsi informativi e formativi rivolti a potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, su alfabetizzazione digitale, contratti e buste paga, curriculum vitae e bilancio delle competenze. È stata implementata la campagna informativa nel web "Io r-esisto". Il progetto FARm è stato presentato al tavolo "Caporalato" il 19 gennaio 2021.
Quanto alle linee guida nazionali in materia di identificazione, protezione, assistenza delle vittime e sfruttamento lavorativo in agricoltura la Regione, all'interno dell'intervento "Common Ground-Azioni interregionali di contrasto allo sfruttamento lavorativo e di sostegno alle vittime" fatto con il programma operativo nazionale inclusione Fondo sociale europeo 2014-2020 di cui la Regione Piemonte è capofila, opererà, tra l'altro, per la definizione di sistemi regionali in materia di identificazione, protezione e assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in tutti i settori, non solo agricolo, dando attuazione, a partire dalla valorizzazione delle competenze dei sistemi antitratta attivi in ciascun territorio regionale al modello di intervento multi-agenzia, descritto nelle linee guida nazionali in materia di identificazione, protezione, assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
L'interrogazione a risposta scritta che avevo presentato aveva l'obiettivo di andare a conoscere le determinazioni riguardanti il protocollo d'intesa e, infatti, sono quelle citate all'interno della risposta all'interrogazione, e il recepimento di livello regionale delle linee guida nazionali redatte, appunto, nel Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020-2022.
Mi rendo conto che questi passaggi siano positivi anche per un adempimento interregionale. Il principio è che la rete regionale istituita attraverso il protocollo non può mancare e deve essere, come dire... sì, all'interno appunto. In questo caso si parla di progetti interregionali. Noi abbiamo un problema interno di gestione, per esempio, dell'accesso e dei meccanismi di emersione, che non possono essere gestiti esclusivamente dai sindacati di strada ma devono essere fatti attraverso la presenza all'interno della rete di personale appunto che coinvolge sia gli enti con cui interloquisce la Regione, appunto l'Università di Verona ma non soltanto, e sarebbe opportuno lavorare sulla riattivazione delle opportunità date dai centri per l'impiego regionali in relazione con il mondo dell'agricoltura.
Chiedo scusa, allora leggerò con più attenzione la risposta all'interrogazione. Per ulteriori approfondimenti andrò a verificare.
Ritengo importantissimo andare a realizzare questi progetti nel massimo rispetto dei sistemi contrattualistici nei confronti dei ricercatori che sono interessati attraverso l'Università a parteciparvi con contratti che siano rispettosi della situazione.
No, non è un problema di Università. È di agricoltura. Sì, la risposta ce l'ho. La leggerò con attenzione. Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Abbiamo chiuso la parte che riguarda le interrogazioni.
PUNTO
6



PROPOSTA DI MODIFICA DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI CIAMBETTI, FINCO, ZOTTIS, SPONDA E BALDIN RELATIVA A "MODIFICA DEL REGOLAMENTO REGIONALE 14 APRILE 2015, n. 1 "REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO"". (PROPOSTA DI REGOLAMENTO INTERNO N. 3) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 37/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliera Cestaro

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo all'ordine del giorno, punto n. 6.
Relatrice la collega Cestaro.
Prego, collega.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
L'articolo 131 del Regolamento consiliare prevede in via generale l'utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche per tutte le attività istituzionali.
Nel corso della – qui è scritto X, probabilmente è XI – XI legislatura, a causa delle esigenze di prevenire la diffusione dell'epidemia da Covid-19, l'Ufficio di Presidenza ha disposto, in via eccezionale, l'effettuazione delle sedute dei diversi organi consiliari in via telematica. Ciò sulla base del presupposto che l'ordinamento regionale riconosce all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale il compito di dettare le disposizioni volte, tra l'altro, a coordinare le attività istituzionali e vigilare sul buon andamento degli organi consiliari.
Si ritiene opportuno, alla luce dell'esperienza fatta nel corso della pandemia, introdurre ulteriori ipotesi di partecipazione in modalità telematica alle sedute del Consiglio regionale e dei suoi organi, in particolare nei casi di gravidanza, maternità e paternità, che impediscono l'ordinario svolgimento della funzione consiliare, anche al fine di dare esecuzione alle disposizioni di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, del Testo Unico delle disposizioni legislative, in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità a norma dell'articolo 15, della legge 8 marzo 2000, n. 53.
La modifica proposta è finalizzata a sostenere la conciliazione dell'attività istituzionale dei Consiglieri con le esigenze familiari dei medesimi ed assicurare la continuità dell'espletamento del mandato elettivo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
È stato depositato l'emendamento n. D0001, sempre dalla collega Cestaro.
Do un minuto per eventuali subemendamenti.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per esprimere, a nome del Gruppo, l'apprezzamento per questa proposta di modifica del Regolamento che arriva dall'Ufficio di Presidenza, alla quale arriviamo per una situazione contingente che riguarda una nostra collega, a cui, ovviamente, facciamo i migliori auguri per un compimento di successo di questo percorso di maternità che sta iniziando. Ma in realtà ci pone di fronte a un tema rilevante rispetto al quale forse è necessario che le Istituzioni si ammodernino rispetto ad un'esigenza che deriva dal fatto che, ovviamente, sono sempre più le donne che hanno la possibilità di partecipare all'attività istituzionale e sono sempre più spesso giovani donne. Abbiamo imparato, nostro malgrado, attraverso l'uso delle tecnologie che si possono determinare le condizioni per cui, pur senza la presenza fisica, si può svolgere la propria funzione istituzionale. Credo sia un atto intelligente quello di consentire alle donne in gravidanza che hanno bisogno di assentarsi dalle attività istituzionali prima del parto, ma anche alle mamme e ai papà che, dopo il parto, hanno bisogno di richiedere congedi parentali, poter, comunque, non rinunciare all'esercizio della propria funzione istituzionale.
Mi sembra che quindi questa sia una proposta che accogliamo con favore e che mette questo Consiglio regionale nelle condizioni di una maggiore modernità e di un'agevolazione migliore del lavoro delle donne e dei nuovi genitori. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anch'io ci tengo ad intervenire appunto a supporto di questo provvedimento e in realtà anche per presentare un ordine del giorno che ho appena depositato, e chiederei ai colleghi, indipendentemente dal colore politico, che se lo volessero sostenere, io sarei molto contenta, perché va in linea con quanto avevamo già approvato durante il bilancio, cioè provare a immaginare se qui dentro o anche in sedi della Regione, si può attrezzare uno spazio baby a pit stop o a spazio baby friendly per le mamme nel momento in cui appunto ci sarà l'occasione in cui una Consigliera o anche un Consigliere dovrà portare i figli al lavoro. Credo che accadrà per poter conciliare anche un momento magari di allattamento con la partecipazione all'attività istituzionale.
Siccome è una questione che avevamo già approvato con un ordine del giorno, però un po' più largo su un nido aziendale, durante il bilancio, oggi, invece, con questo ordine del giorno, chiedo di valutare insieme facendo un lavoro per capire dove è meglio farlo, come farlo, eventualmente anche che tipo di attività avere dentro. Ad esempio, il Consiglio regionale del Piemonte ha aperto uno spazio che ha un fasciatoio, uno spazio per l'allattamento, uno spazio giochi, e nel momento in cui magari la mamma o il padre vogliono, possono anche prendere per un periodo, per un momento anche qualcuno che tenga il bambino mentre fanno attività istituzionale. Questo l'ha fatto la Regione Piemonte.
Mi chiedo se noi non possiamo fare la stessa cosa qui: pensare di allestirlo per quando ci saranno i nuovi nascituri, ma anche per chi ha già dei figli piccoli, che magari vuole venire qui e portare il figlio perché non riesce in quel momento a lasciarlo altrove. Vorrei fare questo passaggio insieme, per valutare come aprirlo qui o in una sede che sia necessaria. Davvero chiedo se volete sottoscrivere l'ordine del giorno, perché mi piacerebbe che questo passaggio lo facessimo, come ha fatto il Consiglio regionale del Piemonte, in maniera unanime per dare davvero un servizio ai futuri nascituri che arriveranno all'interno del Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anch'io volevo ringraziare il presidente Ciambetti e l'Ufficio di Presidenza tutto per aver comunque contribuito all'ammodernamento del nostro Regolamento in questo senso. Fa sempre naturalmente piacere avere una neo tra poco mamma in mezzo a noi e quindi significa che anche la politica non è fatta solo da cariatidi, ma anche da giovani, giovani mamme e giovani persone.
Detto questo, penso che da parte dei nostri Gruppi ci sia tutta l'intenzione di appoggiare in maniera importante questo nuovo emendamento al Regolamento, soprattutto per dare spazio anche in un futuro a chi potrà far politica pur facendo il papà o facendo la mamma.
Segnalo, invece, un'altra cosa. Non ho voluto presentare emendamenti oggi a questo Regolamento perché si parla di natalità, si parla di paternità e quindi l'argomento è diverso, però segnalo che, purtroppo, anche nel passato qualche collega che era qui presente ha avuto delle malattie molto difficili, invalidanti, spesso con dei percorsi di cura difficili. Io spero che saremo tutti in salute e tutto vada bene, però bisognerebbe anche in questo caso capire se eventualmente ci fosse la possibilità futura, speriamo sempre più in là possibile, che se succedono queste cose, venga anche a questi colleghi data la possibilità di accedere alla votazione e accedere ai lavori del Consiglio. Grazie e avanti così.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo che sia un atto importante, quello di oggi, perché va chiaramente a delineare un processo di conciliazione di vita da parte delle donne, ma anche degli uomini rispetto alla maternità. Penso, però, che quello che ha detto il consigliere Pan sia assolutamente veritiero e quindi che questo sia un atto importante anche di esempio rispetto all'esterno: c'è una Istituzione che comincia a dare anche dei messaggi sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro all'esterno, al mondo produttivo. Questi messaggi possono essere in qualche modo ampliati ricercando anche altre condizioni che alle volte non ci permettono di accedere a Palazzo, ma che ci potrebbero permettere comunque di portare avanti la nostra attività anche a distanza, potendo essere messi nelle condizioni chiaramente di farlo secondo quelli che sono i Regolamenti.
Condivido e sottoscrivo la proposta della collega Ostanel, anche perché in qualche modo faccio i miei migliori auguri alla collega che adesso si sta avvicinando al momento del parto, ma so bene cosa significhi conciliare maternità e post maternità con l'attività politica e istituzionale, che non è, tra l'altro, una delle attività più semplici di conciliazione rispetto a quello che vorresti fare da una parte come genitore, come mamma, e dall'altra sei chiamato a fare nel momento in cui ti metti in gioco come politico. Il poter ampliare quindi quelle che sono anche le iniziative da parte del Consiglio regionale credo che sia doveroso. È un atto di civiltà in qualche modo e anche dimostrare come un'Istituzione, come dei politici sanno guardare più avanti rispetto anche a quello che è il mondo esterno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia non solo ringraziamo anche noi l'Ufficio di Presidenza per aver portato questa proposta di modifica. Riteniamo anche che sia anche corretto: oggi l'evoluzione anche degli strumenti digitali ci consente queste possibilità. Ben venga la possibilità per qualsiasi collega di poter continuare a svolgere la propria funzione per cui è stato eletto e per cui ha il dovere di continuare a svolgere appieno con modalità eventualmente telematica in un momento fantastico e importante per la propria vita, per il proprio nucleo familiare, per il proprio percorso anche genitoriale, sia di gravidanza che di maternità e di paternità.
Aggiungo anche che a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia noi saremo felici, collega Ostanel, di sottoscrivere l'ordine del giorno perché anche questo è un segnale per noi importante di messaggio verso l'esterno di esempio, ma soprattutto è un messaggio che vuole significare, come avviene già in tante parti del nostro territorio, in molte attività produttive, anche negli spazi già dedicati da parte delle scuole, anche ai propri collaboratori e dipendenti o anche attività di somministrazione piuttosto che recettività alberghiera piuttosto di tante altre realtà, che anche questo è uno spazio che fa parte della nostra vita ed è un pilastro fondamentale del nostro percorso, della nostra vita, delle nostre famiglie. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa è una proposta che ci vede uniti in questa giornata per approvare questa nuova proposta di Regolamento. Registro che c'è la volontà da parte di questo Consiglio regionale di porre attenzione al tema della maternità e della paternità all'interno di questo Consesso regionale.
Naturalmente chi viene qui lo fa per dare un servizio al cittadino ed è giusto che trovi a sua volta anche dei servizi che possano rendere più facile un percorso che comunque ha delle implicazioni importanti, come quello della maternità e anche della paternità. è un segnale verso le nuove generazioni e le generazioni invece di mamme che si apprestano appunto a vivere un momento importante, importantissimo della loro vita in quest'Aula, in questo Consesso.
Anch'io ho piacere di sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Ostanel, che ringrazio e ringrazio tutti i partecipanti a questo voto in una giornata comunque importante che dà un bel segnale anche al di fuori, all'opinione pubblica.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Avrei fatto parlare prima la consigliera Cestari. Ma detto questo, vorrei garantire il sostegno anche da parte del mio Gruppo per questa proposta. Chiedo anch'io la sottoscrizione dell'ordine del giorno rispetto alla possibilità di avere, anche all'interno, alcuni servizi che aiutino alla continuità dell'operatività del Consigliere o della Consigliera impegnati nell'attività di maternità o paternità.
Per questo motivo sono molto contenta che si faccia questo passaggio, visto che già nella scorsa legislatura la questione era stata posta e vissuta personalmente anche dalla consigliera Zottis e, di conseguenza, ho piacere che in questa legislatura venga dato seguito a quanto auspicato anche nei mesi e negli anni passati.
Sono felice di questo ottenimento. Speriamo che questo faciliti ulteriormente la funzione di donne e di uomini lavoratori e genitori.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Cestari, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Io ci tenevo, ovviamente, a ringraziare l'intero Consiglio regionale per l'appoggio a questa modifica di Regolamento, che non vuole essere ad personam, ci tengo a precisarlo, ma che vale oggi e sempre. Qui abbiamo, in un qualche modo, aiutato le future mamme e i futuri padri che verranno a far parte di questo Consiglio regionale. Penso ad altri colleghi che hanno avuto la gioia di diventare padre negli ultimi mesi (il collega Bet, il collega Polato, lo stesso vicepresidente Finco), che avrebbero potuto usufruire di questa modifica. Non è retroattiva, mi dispiace, vediamo se qualcuno può presentare un emendamento su questo, però rappresenta, sicuramente, un progresso, un passo in avanti per noi, per il nostro futuro e per chiunque si vorrà accingere anche a far politica, perché la domanda che ultimamente mi viene rivolta è: come si farà poi a conciliare i due mondi?
Io sono convinta che si riuscirà, basta volerlo, però, ovviamente, serve l'aiuto anche delle Istituzioni, questo aiuto che oggi, sicuramente, mi sento di dire che è arrivato. Per cui grazie a tutti e buon proseguimento.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega, e tanti auguri per il prosieguo.
Se non ci sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. D0001 presentato dalla consigliera Cestaro, articolo 1 bis, aggiuntivo, che prevede:
Art. 1 bis – Entrata in vigore
1. La presente modifica del Regolamento del Consiglio regionale del Veneto entra in vigore il giorno successivo alla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
Collega, lo vuole illustrare?

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Lo do per letto. Grazie.

PRESIDENTE

Okay.
Metto la votazione l'emendamento n. D0001. Parere favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. D0002

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Soranzo, Polato, Formaggio, Pavanetto, Razzolini, Baldin e Guarda relativo a "IL CONSIGLIO REGIONALE VALUTI DI DOTARE LE PROPRIE SEDI DI SPAZI BABY FRIENDLY PER FAVORIRE LA CONCILIAZIONE TRA IMPEGNI LAVORATIVI/ISTITUZIONALI E VITA FAMILIARE" in occasione dell'esame della proposta di modifica del regolamento relativa a ""Modifica del regolamento regionale 14 aprile 2015, n. 1 "Regolamento del Consiglio regionale del Veneto"". (Proposta di regolamento interno n. 3) APPROVATO (Deliberazione n. 36/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- secondo il rapporto statistico della Regione Veneto, il tasso di natalità in Veneto nel 2020 è del 6,7 %, più basso della media Italia (6,8%, paese europeo con il dato più basso) e della media europea (9, 1 %);
- l'OMS raccomanda l'allattamento in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita e comunque finché mamma e bambino lo desiderino;
- la stabilità lavorativa e la conciliazione vita-lavoro è ormai comprovato rivestano un ruolo decisivo sull'andamento della natalità ma anche sulla diffusione dell'allattamento al seno;
- investire sui servizi per le famiglie che intervengono sulla conciliazione vita-lavoro significa quindi intervenire anche per favorire la natalità nella nostra Regione.
CONSIDERATO CHE:
- in sede di discussione del PDL n. 154 del 16 agosto 2022 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2023" il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato un ordine del giorno che ha impegnato la Giunta Regionale "A definire ogni azione possibile per ampliare l'offerta di asili nido aziendali, come previsti da Dgr n. 84 del I 6 gennaio 2007 con l'obiettivo di potenziare la conciliazione vita-lavoro e l'accesso ai servizi di cura, promuovendo tale ampliamento anche presso le pubbliche amministrazioni valutando di attivare un progetto pilota per il benessere di propri dipendenti";
- in Piemonte, un'iniziativa promossa dal Consiglio regionale, dalla Consulta femminile regionale, dalla Consulta delle Elette, in collaborazione con l'Associazione Coordinamento nazionale Vivere onlus, ha portato alla realizzazione già nel 2017 di uno spazio Family Friendly in Consilio Regionale, uno spazio dedicato all'allattamento e alla cura dei bambini;
- da anni Unicef promuove il progetto "Baby Pit Stop UNICEF (BPS)", ispirati all'iniziativa omonima de La Leche League, ambienti protetti in cui le mamme si possano sentire a proprio agio ad allattare il loro bambino e provvedere al cambio del pannolino; per questo l'UNICEF Italia, nell'ambito del Programma Insieme per l'Allattamento, si pone come obiettivo di realizzarne su tutto il territorio italiano;
- il comma 3 dell'art. 131 del Regolamento, oggetto di modifica con la presente Proposta, prevede che "con provvedimento dell'Ufficio di presidenza sono specificate le modalità di utilizzo degli strumenti di cui al presente articolo".
IMPEGNA L'UFFICIO DI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
A valutare la fattibilità di individuare, all'interno di una delle proprie sedi dei luoghi da allestire come Spazi Family Friendly o Baby Pit-Stop per favorire la conciliazione tra impegni istituzionali/lavorativi e vita familiare del personale, delle consigliere e consiglieri regionali; lo spazio potrà essere dotato di fasciatoio, giochi e spazio per allattamento e potrà essere propedeutico allo studio di uno spazio da dedicare a nido aziendale.
È già stato illustrato. Qualcuno vuole intervenire?
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ringraziare i Gruppi che hanno sottoscritto l'ordine del giorno. Insieme, avete visto credo nell'ordine del giorno che sta circolando, che l'impegno è sull'Ufficio di Presidenza, perché il lavoro che dovrà fare è quello di capire se appunto l'Ufficio di Presidenza possa prendere in carico questa proposta, individuare lo spazio e capire anche come allestirlo.
Sarà quindi mia cura, con i colleghi che hanno sottoscritto l'ordine del giorno, fare magari un aggiornamento di come la cosa andrà avanti per arrivare effettivamente al risultato, cioè fare in modo che questo ordine del giorno realizzi l'apertura di un nuovo spazio qui dentro e non sia solo un impegno che abbiamo preso appunto su carta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. D0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione la proposta di regolamento interno n. 3, come emendata.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "DISPOSIZIONI PER LA ESENZIONE DALL'IMPOSTA SUI REDDITI DELLE SOCIETA' (IRES) DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI UBICATI NEI COMUNI PERIFERICI CON POPOLAZIONE RESIDENTE INFERIORE A 3.000 ABITANTI" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 16) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 38/2023)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Corsi
Correlatore: Consigliera Zottis

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, la proposta di legge statale dei colleghi Corsi, Sandonà, Vianello, Finco e Zecchinato.
Relatore è il collega Corsi. Prego.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Questa proposta, che è stata presentata ancora nella X legislatura, dà una mano a tutte quelle realtà, a quei Comuni che, come si è detto in premessa, sono Comuni di piccole dimensioni, sotto i 500 abitanti, distano dai capoluoghi e soprattutto non hanno un servizio di trasporto pubblico adeguato per poter dare un servizio alla cittadinanza.
Le varie attività commerciali, eventuali, che normalmente si riducono a una attività in questi Comuni, sono fondamentali perché sono un punto di aggregazione e hanno anche una funzione sociale. Se questa attività chiude, ovviamente, quella comunità viene a trovarsi priva di ogni punto di aggregazione a differenza delle grandi città, dove, insomma, ci sono parecchie attività e anche se ne chiude una non è che la situazione sia così critica.
Perciò si vorrebbe che a queste attività fosse data la possibilità di una defiscalizzazione, per consentire di sopravvivere e di non essere costretti a chiudere e perciò di rimanere un punto di aggregazione, oltre a dare un servizio anche alla comunità stessa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do la parola alla correlatrice Zottis. Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È evidente che l'iniziativa può essere guardata con favore perché va a identificare delle soluzioni in esigenze reali. È anche vero che speriamo che come tanti PDLS che noi facciamo trovi applicazione poi nelle sedi in cui dovrebbe essere acquisito e che si trovino le modalità più opportune per applicarlo, perché non è di semplice applicazione quando poi si parla di fiscalità. Questo lo sappiamo tutti e lo abbiamo anche detto più volte.
È anche altrettanto evidente che, per quanto ci riguarda, sono state fatte alcune proposte dentro a questo Consiglio per cercare di sostenere anche i piccoli Comuni e le periferie, soprattutto per quanto riguarda le aggregazioni anche commerciali. E quindi ci auguriamo che, al pari di quello che chiediamo allo Stato, augurandoci che possa trovare delle modalità di applicazione, di controllo e di gestione dell'iniziativa che oggi noi andiamo a votare in Aula, ci sia anche una sensibilizzazione maggiore nelle prossime sedute, quando ci sarà la possibilità di ritornare sull'argomento, anche da parte del Consiglio regionale perché altrimenti diciamo a Roma di fare qualcosa, ma da Venezia magari alle volte non sempre siamo così coerenti.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Comunque è lo stesso.
Vuole intervenire la collega Baldin? Non c'è problema.

PRESIDENTE

Vada.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Va bene.
Chiaramente non posso che essere d'accordo su questi provvedimenti, anche se lo ritengo un provvedimento molto parziale, molto limitato. Io chiedo anche come mai io avevo fatto una proposta di legge sempre su questo tema qui, che è depositata ma è ancora ferma nelle Commissioni, non va avanti, che affronta lo stesso tema cercando di dare una risposta un po' più compiuta facendo leva su una legge già dello Stato, esistente, che è la legge sulla montagna, l'articolo 16 della legge 31 gennaio 1994, n. 97, che appunto è la legge che riguarda una legge speciale fatta per i territori montani.
Io avevo fatto una proposta all'interno di quella legge dove c'era una norma per la quale si poteva calcolare, nei piccoli centri montani con meno di 500 abitanti, in maniera forfettaria le imposte accordandosi con l'Ufficio delle Imposte, perché oggi abbiamo una serie di realtà commerciali, anche minori, in località che non sono magari turistiche, dove non ci sono i grandi flussi, che svolgono più un'azione di carattere sociale che economico. Il piccolo negozietto evita a quei pochi abitanti che stanno lì di fare decine di chilometri per acquistare il latte, il pane, il cibo, i beni di primaria necessità, e quindi è uno strumento perché la montagna rimanga viva. Non possiamo in queste piccole attività commerciali periferiche applicare le stesse norme che si applicano nei grandi centri urbanizzati dove c'è un certo fatturato.
Se vogliamo aiutare veramente la montagna dobbiamo cominciare dal sistema fiscale e contributivo, differenziarlo tra le aree più deboli e quelle più forti perché nelle aree più deboli certe attività di carattere commerciale svolgono una funzione più sociale che economica. Cosa vogliamo? Addossare tutti quegli adempimenti formali e fiscali che sono propri, che sono addossati alle aziende che fanno fatturati da milioni di euro a un'attività che magari fa qualche decina di migliaia di euro di fatturato e permette a quel piccolo borgo di sopravvivere? Io credo che il tema vada affrontato.
Certamente deve essere affrontato a livello nazionale e questa è una proposta di legge statale, ma deve essere affrontato in maniera compiuta. Un punto di partenza potrebbe essere quell'articolo che ho citato prima della legge sulla montagna, il quale prevede la possibilità, entro un certo fatturato, di pagare le tasse in maniera forfettaria: paghi una percentuale sul fatturato, metti da parte le fatture, non hai nemmeno bisogno del commercialista, che è una spesa in più. Ti applichi la contabilità normale, come le altre attività, ordinaria normale quando superi un certo fatturato. È un sistema forfetario che abbiamo già in Italia, adottato per piccole realtà, giovani imprenditori, eccetera, eccetera. Bisogna estenderlo in maniera sistematica sulla montagna, sui piccoli centri montani, sulle attività commerciali, in questi centri.
Sicuramente torneremo su questo tema, perché io esigo che venga esaminata questa proposta. Mi dispiace che potevamo trattarla in un'unica seduta di Consiglio regionale, ma è un tema veramente vitale. Oggi la montagna non si aiuta con le chiacchiere, non si aiuta con i proclami, non si aiuta diffondendo i lupi che oggi ci girano per le nostre... esci di notte e hai paura a uscire. I miei figli che sono abbastanza possenti hanno timore ad andar a fare jogging attorno al paese perché ci sono scorribande di lupi attorno al paese la sera. Non si aiuta in questo modo la montagna, la si aiuta attraverso i servizi. Uno dei principali servizi che noi dobbiamo dare sono i servizi commerciali, quelli minimali, quelli che permettono di comprare il pane, quelli che permettono di comprare la pasta, quelli che non ti obbligano a prendere la macchina e fare 50 chilometri per andare a prendere un bene di prima necessità.
Oggi abbiamo bisogno di queste risposte. Credo che non sono queste che cambiano il bilancio dello Stato, perché quelle attività lì stanno morendo, sono già morte quasi tutte e la loro sopravvivenza ha un effetto benefico. La loro morte certamente crea una serie di problemi e di esternalità negative sul territorio che hanno un costo sociale altissimo, quindi lo Stato spende di più che non dare un beneficio fiscale, un sistema forfetario, magari minimo, perché possano sopravvivere, togliendo ogni adempimento formale, togliendo ogni adempimento che non solo è un costo ma anche necessita una dedicazione del tempo per andare a pagare bollette, a fare calcoli e sotto calcoli. Per cosa? Per un reddito di poche decine di migliaia di euro? Ma lasciamo che questo reddito rimanga nella famiglia. Non mettiamogli nessuna tassa e permettiamo così che quella comunità sopravviva.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio i presentatori per questa proposta di legge statale. è una proposta che dovrà passare per il Parlamento italiano. Io spero non faccia la stessa fine di tutte le altre a cui abbiamo dato seguito in questo Consiglio regionale e, solo a onor di cronaca, cito anche i numeri: 124 PDLS che sono state presentate nell'VIII, IX e X legislatura, di cui diciotto approvate da questo Consiglio regionale. Parlando, invece, di questa legislatura, sono ventinove quelle presentate e undici quelle approvate. Quindi, quelle che sono diventate poi legge sono solamente due in vent'anni. Insomma, un impegno immenso, una montagna che ha partorito, come sempre, un topolino. Bisogna sperare appunto che ci sia la volontà da parte del Governo, visto che la maggioranza di questo Consiglio è la stessa al Governo, e che ci sia questa sensibilità nell'approvare una proposta che vada ad agevolare chi risiede nei micro Comuni in questo caso, perché 500 abitanti sono veramente pochi per un Comune. Io sarei anche a favore delle fusioni, quindi più grandi sono i Comuni più hanno possibilità poi di incidere e di essere performanti.
Mi sono permessa poi di fare degli emendamenti che potrebbero anche essere migliorativi rispetto al testo originario, ovvero di aumentare i residenti fino a 3.000 proprio perché 3.000 sono riconosciuti come piccoli Comuni. Quindi aumentare di più il numero degli abitanti e fare rientrare più Comuni; aumentare l'importo, perché sono veramente pochi questi 5 milioni, aumentarli a 10; e introdurre anche le attività artigianali nell'esenzione dell'IRES.
Questi sono alcuni accorgimenti che magari potrebbero trovare accoglimento.
Tempo fa avevo fatto, rispetto ad un'altra proposta di legge statale, una richiesta all'Ufficio legislativo diretta al Presidente del Consiglio, con la quale appunto chiedevo un monitoraggio di queste proposte di legge statale: che fine poi fanno una volta arrivata in Parlamento? Finiscono in un cassetto che non verrà mai più aperto o hanno la speranza di venire approvate? Quindi cercare, attraverso un report, anche di informare i nostri parlamentari veneti, perché la prima forma di federalismo, che ci è tanto caro, è il rispetto da parte del Parlamento italiano della nostra Assemblea legislativa regionale. Un attento monitoraggio credo vada fatto e serve un report che vada consegnato sia ai parlamentari veneti che ai Consiglieri regionali presenti in questa legislatura. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vi informo che è stato depositato l'emendamento n. B0004 del collega Corsi.
Do cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo progetto di legge perché mi permette di parlare di due questioni che sono collegate: noi non possiamo pensare di tutelare l'attività del piccolo commercio nei Comuni piccoli facendo solo questo. E allora io dico: siamo o no d'accordo, ad esempio con due delle grandi questioni che permetterebbero invece di governare e normare l'apertura dei grandi centri commerciali, che invece sono esattamente quei poli che poi distraggono le persone dall'andare nei piccoli centri per fare la spesa, per fare le compere? Perché se la risposta è sì, ad esempio, dovremmo andare avanti con il progetto di legge n. 65, votato all'unanimità in Commissione Terza, perché, effettivamente, su questo tema lavora.
Poi, collega Corsi, mi sento di dire un'altra cosa, perché dentro questo progetto di legge c'è un tema. Per come è scritto, e questa è la grande contraddizione, l'IRES verrebbe tolta, ad esempio, ai grandi colossi come Amazon o altri, perché purtroppo ad oggi in questa Regione vengono sanciti come attività commerciale, motivo per cui noi non possiamo intervenire, ad esempio, su quello che sta accadendo a Padova su Alì o altre questioni che stiamo vedendo nella nostra Regione, perché non abbiamo una norma che lavori sui poli logistici quando aprono e quindi noi le riteniamo essere ancora attività commerciali.
La domanda politica è: se questa cosa dovesse passare e poi andasse al Parlamento, abbiamo la volontà politica di dire che i colossi come Amazon o altri non sono delle attività commerciali, ma stanno facendo qualcos'altro, e quindi per loro gli sgravi che riteniamo essere giusti per un commerciante che sta in un piccolo Comune, in un Comune micro da 500 abitanti, di quella deroga non devono beneficiare? Perché ad oggi, invece, mi sembra che in questa Regione stiamo lasciando totalmente nelle mani del mercato l'apertura dei poli logistici, non ci stiamo prendendo carico di un tema che sta impattando in maniera forte nelle nostre città e ancora pensiamo che con un allargamento del SUAP, quindi di un'attività commerciale, si possa aprire un grande polo logistico.
Questi sono temi importanti di cui questa Regione deve iniziare a dibattere e deve iniziare a prendere posizione. La maggioranza deve dire se è a favore del controllo dei centri commerciali che aprono come funghi sotto i 1.500 metri quadri in questa Regione e se è d'accordo nel normare l'apertura di poli logistici che si nascondono dietro l'etichetta commerciale, perché questo progetto di legge pone questa contraddizione. Per come è scritto oggi, faremo lo sconto dell'IRES ad Amazon. Siamo d'accordo, sì o no?

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Polato.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
È un po' limitante quello che diceva la collega Ostanel, perché pensare che Amazon apra a Ferrara di Monte Baldo, a Verona, dove ci sono 260 abitanti, vorrebbe dire che andremmo ad azzerare la disoccupazione per tre o quattro Comuni. Per cui, da un lato potremmo anche agevolare queste questioni, perché probabilmente quella zona non avrebbe più un problema di occupazione. Ma a parte la battuta, allora avremmo solo occupazione, anzi dovremmo chiedere di aprirne molti di meno.
Detto questo, come Gruppo condividiamo lo spirito della proposta di legge statale anche rispetto alle tematiche che sollevava il collega Valdegamberi, nel senso che, conoscendo per esempio il territorio veronese, oggi di un Comune sotto i 500 abitanti, parliamo di un Comune solo, Ferrara di Monte Baldo, saranno due, forse tre le attività commerciali che avrebbero beneficio da questa norma, però è anche vero che bisogna iniziare da qualche parte. E io credo che dare un segnale politico che poi abbia o meno, come diceva la collega Baldin, la risultanza di una norma statale credo che sia difficile, legata solamente al numero dei 500 abitanti, ma molto probabilmente sarebbe opportuno ampliare rispetto a tematiche legate ai servizi di quelle comunità, perché togliere qualche centinaio di euro alle attività commerciali non significa dare poi la continuità abitativa di quei Comuni, anche differenziando territorio per territorio.
Se pensiamo al Comune, tanto per esser chiari, di Lazise sul Lago di Garda, che ha un potenziale economico pari e uguale al Comune di Verona per recettività e per turismo, ovviamente non possiamo pensarlo come numero di popolazione, come parametro per dare o meno un'agevolazione fiscale, perché sono Comuni che hanno la fortuna di vivere in una posizione geografica che li porta ad avere un introito economico molto importante rispetto a qualsiasi altro Comune, magari della montagna, molto più piccolo, che ha delle stesse bellezze naturali, però non ha una copertura di quel tipo dal punto di vista ricettivo e abitativo, ovviamente non ha la fortuna di avere quelle risorse.
Per cui credo che come segnale politico sia corretto che noi condividiamo questa proposta di legge statale. È anche vero che può essere da stimolo per produrre una proposta di legge statale che sia di ampio raggio e che vada ad intercettare tutte quelle variabili che riguardano i servizi, riguardano il trasporto pubblico, riguardano la territorialità, la geografia del Comune stesso e il posizionamento rispetto anche all'industria, rispetto al commercio, rispetto anche alle attività ricettive alberghiere e turistiche, perché una sorta di monitoraggio completo dei nostri Comuni della Regione poi può favorire, anche dal punto di vista statale, anche una norma che sia più equa e che soprattutto vada ad abbracciare anche quegli interessi di reti che sono poi alla fine quelli che i nostri cittadini ci chiedono.
Ovviamente, nel caso specifico si parla di esonerare gli esercizi commerciali siti in questi Comuni. Come dicevo, parliamo di una norma che incide molto poco. Parliamo di 5.000.000 di euro. È anche vero che il segnale e l'azione politica dovrà, nei prossimi mesi, coinvolgendo anche i colleghi che hanno presentato delle proposte di legge più ampie, andare, secondo me, intelligentemente, a utilizzare le norme statali già presenti. Io ho osservato negli anni che è sempre difficile chiedere al Governo produrre delle nuove leggi, magari è più facile intervenire presso le leggi oggi presenti, attraverso il coinvolgimento della Ragioneria dello Stato, rispetto ad altri settori e direzioni dello Stato, per fare delle modifiche e magari le singole modifiche poi passano attraverso il contributo governativo e poi hanno una ricaduta reale. Spesso e volentieri, nel momento in cui andiamo a produrre un qualcosa di nuovo, già c'è una diffidenza negli uffici e nella struttura, anche perché, ovviamente, il rischio è sempre che se la norma va a toccare gli interessi finanziari, quanto poi va a costare allo Stato.
In questo caso credo che anche la rimodulazione, intesa come aggregazioni, intesa anche come servizi e come filiera anche economica che si può legare a tutta una serie di modifiche che permettono anche, nel caso specifico, una razionalizzazione, un ragionamento anche rispetto all'attività commerciale, alla grande distribuzione, come diceva la collega Ostanel, sotto i 1.500 metri quadrati. Perché se è vero che c'è un proliferare, è anche vero che l'offerta, il mercato oggi ci chiede quel tipo di attività, diversamente da altre perché, nel momento in cui un imprenditore insiste su un territorio con un'attività commerciale, vuol dire che c'è la domanda di quell'attività commerciale. Diversamente non avrebbe senso fare impresa o creare posti di lavoro. Abbiamo discusso per mesi anche sulla questione dell'Intel, proprio all'interno di questo Consiglio regionale: pensare a un insediamento di quel tipo senza strutturarlo dal punto di vista ricettivo, commerciale e quant'altro, in una zona che non è particolarmente interessata da questa attività, come quella del Comune di Vigasio e le zone e i Comuni limitrofi, ovviamente significherebbe non creare tutte quelle dotazioni nei confronti di una caduta importante di lavoratori che andrebbero ad insistere su quel territorio.
Per cui la programmazione è figlia anche di proposte di legge di questo tipo, che però non siano limitanti: potremmo fare emendamenti fino a 1.000 abitanti, potremmo fare emendamenti fino a 3.000, ma se non interveniamo anche dal punto di vista tipico dei Comuni stessi, troveremo delle disuguaglianze rispetto anche agli introiti dei Comuni.
Per quel che ci riguarda, sosteniamo questa proposta di legge statale come indicazione propedeutica, perché il Consiglio regionale ne faccia una più ampia e magari, nella possibilità di discuterle assieme, in maniera tale che ne esca un prodotto che sia condiviso e migliore per i nostri cittadini. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Prendo spunto dallo stimolante intervento che faceva prima il collega Polato, col quale in parte sono d'accordo soprattutto quando dice che bisogna allargare anche sul tema dei servizi. Anche perché, Presidente, se io leggo la relazione, i motivi che spingono i colleghi a presentare questo progetto di legge statale sono motivi sicuramente vasti, seppur importantissimi: la problematica legata allo spopolamento che ormai da diverso tempo rappresenta la principale fonte di preoccupazione di Sindaci e amministratori, una decrescita demografica, economica e sociale espressione di una vera e propria emergenza non più prorogabile da affrontare quanto prima con ogni strumento a disposizione, ricordando altresì e considerando che l'obiettivo primario è quello di rimanere, è quello di supportare i soggetti erogatori di servizi.
Sicuramente si fa fatica a dire, colleghi, che non siamo d'accordo su questo tema. Però io penso – e qui mi aggancio a quello che diceva il collega Polato prima – che è vero quello che in qualche modo sta emergendo da questo dibattito, cioè che non è che per evitare lo spopolamento di alcune zone, ti basta fare pagare ad alcune attività meno tasse e tu hai evitato lo spopolamento di quelle zone.
Quello che dice Valdegamberi è giusto, però non è detto che se tu a quell'attività offri una tassazione semplificata quell'attività ha un motivo per rimanere lì, perché alla fine le attività, per rimanere lì, colleghi, devono essere fatte di clienti, di utenti, di cittadini che le usano. E se noi vediamo il trend di questi ultimi anni, non c'è solo uno spopolamento nelle zone montane, visto che parliamo tanto di legge per la montagna, c'è uno spopolamento anche insulare: vogliamo parlare dello spopolamento delle isole di Venezia? C'è anche uno spopolamento legato ai piccoli paesi. Abbiamo fatto un seminario dove c'era una mappa fatta, se non erro, da Feltrin, dove diceva come si sta sviluppando il Veneto negli ultimi vent'anni e il processo di densità demografica. Se voi vedete, negli ultimi venti, trent'anni, sembra che il Veneto sia diventato un serpentone dove tutta quanta la capacità demografica si concentra intorno a dove ci sono servizi e infrastrutture per i cittadini. Perché è normale che una persona andrà a vivere dove non ci mette quattro ore per andare a lavorare o due ore per andare a fare la spesa.
Però su questo, colleghi, ci sono anche tante cose che noi come Regione possiamo fare, senza dover demandare sempre agli altri qualcosa. Adesso faccio un esempio. Se voi vedete il problema della carenza dei medici di medicina generale, le zone più colpite, che nei prossimi anni saranno con una perdita senza essere rimpinguate di medici di medicina generale, oltre il 70%, sono le Province di Belluno e Rovigo, quelle che, dal punto di vista storico, ma anche attuale, hanno il maggior trend di spopolamento.
Vi aspettate che basta dire ad una attività che pagherà un po' meno tasse per non farla chiudere? E il cliente che ci va dentro dove lo troviamo? Pensate che il cittadino resti a vivere dove deve fare due ore magari di macchina su una strada montana per andare da un medico? Io credo di no. Su questo, primo tema, come le riempiamo queste attività? Io credo che per chi vive nel rodigino o nel bellunese uno dei fenomeni – è una mia considerazione – che aiuterà lo spopolamento nei prossimi anni sarà che non avrà più neanche un medico di medicina generale in tanti casi.
In questi anni, prima di venire a chiedere al Governo di fare qualcosa, collega Corsi, potevamo pensare di essere un po' più attenti sulle borse e forse evitare che in quelle zone... Sa qual è il tema? Quando Regioni che avevano 1.200.000 abitanti in meno, sia di destra che di sinistra, chiedevano 120-80 borse per i medici noi ne chiedevamo 25 o 50. Quando le Regioni pari alla nostra, anche di destra, chiedevano 100 borse, noi ne chiedevamo 30. Su questo abbiamo un po' dormito? Sì, lo dicono i numeri. Prima di andare a urlare a Roma e urlare alla luna, potevamo pensare in questi anni, colleghi, che forse dovevamo fare una programmazione sanitaria nostra? I dati sono del servizio sanitario nazionale erogato alle Regioni, delle borse che abbiamo chiesto. Primo elemento.
Secondo elemento. Collega Corsi, sa che siamo – e questo è un tema che influisce molto sullo spopolamento, quindi su quella gente che dovrebbe riempire quelle attività che noi vogliamo che non chiudano – l'unica Regione in Italia che non mette soldi sul trasporto? C'entra? Certo che c'entra. Se io vivo in un paese dove non ho il bus per andare a scuola, all'università e al lavoro certo che cambio.
Ragazzi, non per niente, lo dicevamo prima, gli ultimi studi fatti non certo dal Partito Democratico, ma da tecnici, dicono che c'è una densità di popolazione negli ultimi 25 anni presso i plessi produttivi e le infrastrutture.
Abbiamo programmato per i medici? Flop, collega Corsi. Questo poteva farlo la Regione. Lo dicono i numeri. Abbiamo aiutato il fatto che ci possa essere un minimo di servizio di trasporto? Flop. Se lei vede il servizio che fa la Dolomiti Bus o il servizio che c'è nel Rodigino, c'è nel Rodigino una parcellizzazione enorme del servizio pubblico, invece nel Bellunese c'è la Dolomiti Bus che, nonostante sia un'azienda eccellente, che fa scelte coraggiose, si trova a fare i conti, come tutte le aziende di trasporto in Veneto fanno, con una Regione, che è l'unica Regione in Italia... Dopo di noi c'è solo la Campania. Ci ha superato persino la Basilicata. Dati ASSTRA! Dati ASSTRA! Dati consegnati in Commissione!
È chiaro che il tema dei servizi – ha ragione il collega Polato – è fondamentale, perché se tu non dai un quattrino a chi deve trasportare la gente e vivi a Venezia forse è un problema irrilevante, vivi a Verona fa lo stesso, vivi a Padova la gente arriva, ma se vivi in qualche paesino di montagna forse quel quattrino serve. Noi non diciamo mica di dare soldi a chi sta bene. Diciamo di darli a chi deve portare lo studente a lavorare.
Sul tema dei trasporti la Regione poteva fare tantissimo e anche qui – non me ne voglia – i numeri di ASSTRA dicono che siamo la maglia nera d'Italia. Così come i numeri del Servizio sanitario erogato dalla Regione dicono che siamo la maglia nera d'Italia sulla richiesta di borse: dividendo a quota pro capite il dato scientifico, colleghi, dice 0,17 negli ultimi sette anni. Siamo la Regione con l'indice più basso d'Italia. Ragazzi, sono dati che ce li hanno forniti. Pensate che in quel momento storico ce li hanno forniti i governanti di destra. Pensate voi come...
Altro tema: scuole. È vero che sotto tanti aspetti non è una competenza nostra, ma c'è un tema di servizi. Io parlavo prima con un signore che lavora qui in albergo, che vive sull'Isola della Giudecca e dice: vado via, vado a stare in terraferma, perché adesso mia figlia che deve andare con l'accorpamento tutti i giorni alla Bragora, con un mezzo ogni venti minuti capirete bene che io non posso avere due ore di viaggio per mia figlia che deve andare a scuola al di là del canale. Questi sono i motivi per cui la gente spopola, perché il problema non è lasciare la bottega aperta, il problema è riempirla, non far spopolare la gente, non farla andare via.
Pensate ai servizi socio-sanitari. Ragazzi, abbiamo fatto una delibera sui consultori in Veneto, dove ne abbiamo uno ogni 50.000-60.000 persone, mi pare sia questo il range, quando invece il parametro golden previsto a livello nazionale è uno ogni 20.000. Se questi devono andare e non hanno servizi... Abbiamo fatto una delibera che mettiamo, mi pare, 1 milione all'anno, per tre anni, se tu non gli dai questi servizi e li concentri nelle grandi città, uno che ha bisogno di doversi muovere, di un medico, di un minimo di servizio sanitario, di una scuola, è chiaro che spopola. Su questo è chiaro che uno non può dire di no a questo progetto di legge. È come dire, collega: vuoi bene alla mamma? Certo che sì. Sono quelle cose che le diciamo perché è bello dirle. La collega Baldin diceva: no, quanto possono avere... Però, è giusto. È giusto chiederlo. Però, collega Corsi, per lo stesso principio con cui lei urla alla luna chiedendo a Roma di fare qualcosa, mi permetta, noi urliamo alla nostra luna, che è la Regione, chiedendo anche noi di fare qualcosa alla nostra Regione, ma non basandosi su stime pretestuose, del tipo "siete sempre quelli cattivi, che non fate niente", no, ma basandoci sui numeri. Collega Corsi, mi aspettavo da una persona con la sua esperienza anche un'analisi. Insomma, per voler risolvere un problema e fare delle proposte, o l'analisi la facciamo reale e sostanziale, prendendoci di mezzo tutti, senza dover escludere nessuna considerazione e anche meriti, dove li abbiamo, oppure se dobbiamo fare un'analisi tanto per farla, perché è bello fare un'analisi, le dico io il risultato, e cioè siamo tutti più bravi, abbiamo fatto tutto. Ma non è così. Del resto, se lei mi viene a citare nella premessa questi temi e non mi dice tutte le cose che potevate fare e non avete fatto in questi venticinque anni, e dopo andiamo a chiedere agli altri di fare la tassazione unica, collega, è tanto riduttiva, non poco.
Il problema non è cosa votiamo, il problema è che senso ha discutere di temi così importanti a segmento. Ripeto, collega Polato, non me ne voglia, lei ha centrato il tema, il tema dei servizi. Il bar non chiude se gli fai la tassazione agevolata, il bar chiude se non ha un cliente. La gente va via se non ha un medico, se non ha un mezzo. E sono tutte scelte che poteva fare la Regione. Ripeto, la geometria non è politica. Lo dicono i fatti. Collega, è un po' riduttiva.
Ragioniamo anche su tutto il tema insulare. Voi sapete quante isole abbiamo qua, a due passi da noi, che si trovano ad avere realtà di qualche centinaio di abitanti che diventano sempre... Ragazzi, ci sono zone qui vicino, penso a Veneto Orientale, Ca' Savio, che nascono dalla gente che spopola dalle isole di Burano, di Torcello. Fino a vent'anni fa quelle realtà non esistevano. Oggi sono dei veri e propri plessi abitati da veneziani che si sono spostati. Allora, ce lo dobbiamo porre un tema. Non è che lo spopolamento e i servizi li vediamo dove devono farlo gli altri e dove lo dobbiamo fare noi no.
Chiudo dicendo, quindi, che va bene questa attenzione, collega Corsi. Io non mi sto lamentando, ma sto rinforzando questa attenzione dicendo che dovremmo averla più ad ampio respiro, perché io mi chiedo se c'è un veneziano qua dentro come fa a parlare di certi problemi e a non dire che le isole hanno gli stessi problemi. Ma voi immaginate uno che ha un bar sull'isola di Torcello, o sull'isola di Burano, o alla Giudecca nel periodo invernale? Ma ve lo immaginate? Non è che tutta Venezia è invasa da turisti. Ma siete mai andati a Sacca Fisola a provare a bere un caffè? Quella è un'isola che fa qualche migliaio di abitanti, tra cui case ATER. Allora, non è che possiamo parlare solo di un pezzo del problema. Così come non possiamo parlare solamente di quello che devono fare gli altri, ma dobbiamo parlare anche di quello che dobbiamo fare noi.
Collega, ci sono tante cose che potevamo fare e non abbiamo fatto: agevolare la mobilità, agevolare i trasporti, agevolare i servizi socio-sanitari, mettere i medici. Non l'abbiamo fatto. Quindi, secondo me, questa tecnica di urlare sempre alla luna chiedendo agli altri e non facendo quello che possiamo fare noi fa male alla nostra Regione. Perché dopo sapete che fine facciamo? Facciamo la fine che, quando vai a Roma, nonostante vi sia un Governo amico – io non vedo grandi risultati da questa filiera, ma mi sbaglio sicuramente io –, non è che questi qua ti dicono: guardate che faremo tutto, anche quello che non... perché nei vari livelli amministrativi ti mettono in conto quello che tu non fai, che sia dello stesso colore politico o no. Non è che uno può correre in aiuto nel tuo livello amministrativo. Non è che domani la presidente Meloni può mandare un jet di medici se noi per sette anni non abbiamo chiesto medici e dottori. Non è che il ministro Salvini domani può mandare un cargo di soldi e catapultarli se noi non mettiamo neanche i nostri sul trasporto pubblico locale.
State seguendo la vicenda, avete letto ieri i giornali? Eravate su tutte le prime pagine: il Rodigino, terra di alto spopolamento. L'avete letto ieri sui giornali? Le mamme, prima pagina di Rovigo. Le mamme sono andate sui giornali – non i politici, le mamme – dicendo: i nostri figli hanno preso quel famoso treno, gestito dalla Regione, che brindiamo quando chiudiamo un'azienda nata... Perché Roma è ladrona. E noi le nostre aziende le facciamo e dopo le chiudiamo perché non le sappiamo far funzionare. Dopo facciamo i bandi di gara.
Non dico che dobbiamo essere capaci di fare un servizio, ma non siamo capaci neanche di dare le carte a chi le chiede. Ci fanno i ricorsi e blocchiamo il passaggio a Trenitalia. Gran brindisi. Dove è finita la Lega di una volta? I brindisi! Evviva, arriva Trenitalia! Avete fatto l'azienda per prendervi le tratte. Adesso, evviva, arriva Trenitalia. Treni nuovi: 15 milioni di soldi nostri. Abbiamo comprati noi a quello nuovo che arriva i treni nuovi. Non è che dovete andare a raccontare sempre bugie alla gente! E ieri c'erano le mamme sul giornale che dicevano: basta, i miei figli sono rimasti due ore fermi perché sono saltati i treni e non sono arrivati neanche i pullman. Ma secondo voi ci sarà ancora gente che partirà da lì per andare a quella università dopo tutto questo casino? E non è che serve la legge dopo per dire che deve pagare meno tasse il bar che apre davanti all'università, ma basterebbe far funzionare le cose che sono di nostra competenza. Del resto, un bar può pagare anche meno tasse o avere la tassazione semplificata, ma se è vuoto non è che rimane aperto, come diceva il collega prima, per illuminare di sera la strada a chi passa.
Ancora una volta, quindi, andiamo a chiedere agli altri di fare qualcosa, ma noi – e questa non è politica, non sono arringhe, ma sono numeri alla mano – tante cose non le facciamo. Non le facciamo! Montanariello è antipatico? Sì, però legge i numeri. Sono numeri. Venite a dire "Montanariello, quei numeri sono sbagliati" e dopo chiediamo agli altri cosa devono fare. Per il momento vedo tanta riduttività e miopia su questi temi.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Penso che questo progetto di legge statale dovrebbe consentirci di aprire alcune riflessioni su un tema molto rilevante a livello nazionale, ma molto rilevante anche a livello regionale, che è la questione delle cosiddette "aree interne", che certo sono le aree montane, ma non solo quelle, e di come possiamo agire per contrastare la marginalizzazione a cui questi territori sono sottoposti e, in particolare, il contrasto a fenomeni di declino demografico, a cui sempre più spesso assistiamo. Si tratta di territori fragili, distanti dai centri, con offerte di servizi essenziali assolutamente al di sotto delle necessità dei cittadini residenti, si tratta di territori spesso abbandonati.
Credo che noi, quando impegniamo i lavori di questo Consiglio in una discussione, dovremmo anche provare a indagare l'economia dei lavori che portiamo avanti, perché è evidente che questo provvedimento, di cui, per carità, possiamo anche apprezzare le intenzioni e gli intendimenti, non riesce certamente ad incrociare le necessità che le aree interne di questa Regione hanno e, come spesso accade dentro le discussioni di questo Consiglio regionale, devo dire che sbaglia anche destinatario, nel senso che il Veneto è una delle Regioni con il maggior numero di Comuni in proporzione alla popolazione, perché siamo una delle Regioni con tantissimi Comuni con pochi abitanti, abbiamo una quota rilevante nel territorio regionale che è considerabile area interna, peraltro è una definizione destinata ad espandersi, e l'unica cosa che ci viene in mente di fare, anziché proporre un grande progetto di investimento regionale, è chiedere l'intervento del Governo. Utile, ma mi sembra, come sempre, una modalità per spostare l'oggetto della nostra discussione e soprattutto le responsabilità a cui siamo chiamati.
Dal mio punto di vista una politica seria rispetto alle questioni che riguardano le aree interne, che dovrebbe essere doverosa in questa regione, si deve muovere almeno lungo tre direttive, che in questo progetto di legge sono completamente assenti. Uno, garantire nuove opportunità di sviluppo per questi territori, nel senso che lo sconto delle tasse non è garanzia di sviluppo. Può essere occasione di risparmio, ma non consente a quei territori di garantire quella necessità di continuità economica che, invece, necessitano. Allora, dovremmo costruire le condizioni non soltanto per fare un po' di sconto fiscale a chi ha un negozio in piccoli Comuni, ma dovremmo chiederci come possiamo incentivare l'insediamento di nuove attività economiche e produttive, come rafforzare seriamente le attività presenti.
Io mi chiedo – lo dico soprattutto al consigliere Polato – come possiamo cominciare finalmente ad occuparci non soltanto del lavoro, ma di come garantire occupazione di qualità. Consigliere Polato, sta già accadendo ed è già accaduto in questi anni, in questa Regione in particolare, che grandi player della logistica siano andati, sfruttando quelle opportunità fiscali che la legislazione nazionale consente loro, esattamente in quei territori considerati aree depresse. Penso a tutto il Polesano, ma non solo. Il meccanismo che hanno attivato e attuato in quei territori non è quello di garantire posti di lavoro, è quello di utilizzare il territorio, occupare il territorio, consumare il territorio e offrire lavoro senza tutele e con basse retribuzioni, molto spesso irregolare, molto spesso con il ricorso al lavoro cooperativo.
La questione, quindi, nella fase storica in cui il tema della sostenibilità è un concetto acquisito dal piano politico, è che dovremmo non soltanto buttare i soldi dove sembra che serva, ma anche finalizzare gli interventi alla costruzione di un modello sociale fondato su un modello occupazionale di qualità, che non è certamente rappresentato in questa Regione dalle offerte e dalle proposte del comparto logistico. E abbiamo, purtroppo, diversi esempi.
L'altra direttiva su cui agire probabilmente è quella di costruire e coordinare reti che coinvolgano i territori, perché alla fine è difficilissimo andare in territori e dire loro cosa devono fare per sopravvivere o per vivere meglio. Al netto delle buone volontà degli amministratori locali, cosa fa questa Regione per mettere insieme gli amministratori delle aree interne, per costruire sinergie, per rafforzare le reti? Pensiamo, ad esempio, alla grande occasione fornita dalle Olimpiadi: saremo davvero in grado di evitare che quell'evento diventi il mercanteggiamento di territori, l'occupazione di territori, e di trasformarlo, invece, in una grande occasione di sviluppo per le aree montane? Per tutte, non soltanto per quelle più prestigiose. Ma pensiamo anche alla grande occasione che avevamo con il Piano Nazionale Borghi, finanziata dal PNRR: anche lì, è un modello? Può essere un modello? Sulla base di cosa abbiamo definito un Comune, piuttosto che un altro? E può essere un meccanismo che riproponiamo sempre con i fondi europei, individuando borghi magari in un clima più trasparente, rispetto ai quali si mette investimento pubblico per rivitalizzarli? Tolto il milione di euro a Recoaro, i borghi del Veneto su quali risorse possono contare per il proprio rilancio e per contrastare il fenomeno dello spopolamento e della mancanza di servizi?
La terza grande linea d'intervento totalmente assente dalla politica regionale, se non a spot, è la questione delle infrastrutture, quelle digitali, ma anche quelle materiali. Penso alla grande questione del dissesto idrogeologico o della prevenzione degli incendi. Quante volte siamo costretti ad intervenire nei territori, ad esempio, di montagna dopo la tragedia, a buoi scappati dal recinto. Invece, occorrerebbe un grande investimento di messa in sicurezza, perché non vado ad abitare dove non ho il medico di base, dove non ho la scuola, dove non ho il servizio pubblico, dove non ho la bottega di vicinato, ma anche dove penso di non essere soggetto ad una calamità naturale ogni due per tre. Così come un grande progetto regionale perché in quei territori, ad esempio, si investa su forme di smart working che siano alternative alla necessità di trasporto fisico delle persone. I canoni agevolati di locazione, consigliere Corsi, potevano essere un argomento da aggiungere, analogamente i comodati d'uso gratuito delle grandi proprietà immobiliari della Regione per attività economiche o produttive su quei territori. Ricordo che c'è la più grande azienda dell'occhialeria veneta che è in crisi e noi discutiamo sugli affitti o sulle tasse dei piccoli negozi. C'è un grande patrimonio immobiliare pubblico su cui fare un grande investimento, possibilmente nell'ottica, ad esempio, della sostenibilità.
Queste sono tutte iniziative che io penso una Regione dovrebbe portare avanti, non soltanto perché amiamo la nostra montagna, il nostro Polesine o le nostre isole, perché la questione della qualità della vita nelle aree interne è una questione che fortemente si incrocia con il tema della lotta alle diseguaglianze, perché questa è una Regione in cui fa la differenza nascere a Padova o nascere a Belluno, fa la differenza nascere a Vicenza o nascere a Zoldo. E non è una condizione di diseguaglianza che una grande Regione può permettersi di affrontare.
Chiudo con una richiesta agli Uffici Legislativi. Questa è una proposta di legge statale in cui si dice che si deve fare uno sconto fiscale agli esercizi commerciali ubicati nei Comuni con un numero di abitanti residenti inferiore a 500, distanti almeno quindici chilometri dal Capoluogo di Provincia più vicino, con non più di due corse giornaliere di andata e di ritorno di servizi di trasporto, ivi compreso il trasporto pubblico locale. Quanti sono in questa condizione in questa Regione? Quanti sono a livello nazionale per quantificarlo in 5 milioni di euro? Del resto, da che mondo è mondo, tutte le proposte di legge che hanno una quantificazione finanziaria devono avere non dico precisamente, ma una possibilità di verificare se questa quantificazione è effettiva. Parliamo di 5 milioni di euro, che potrebbero consentirci di mettere in sicurezza tante zone del territorio, di poter fare grandissimi progetti di investimento sulla sostenibilità di quei luoghi, di fare agevolazioni o incentivi allo stipendio, al salario, alla retribuzione dei medici di medicina generale perché andassero e mantenessero il loro presidio sulle montagne. Invece, ci chiedete di impegnarli per l'adozione di questo sconto fiscale. È vero che sono risorse nazionali, quindi, come direbbe il collega Pan, non sono schei nostri, ma sono schei di quest'altri, ma forse se ci fosse questa possibilità sarebbe più utile, anziché fare uno sconto fiscale, utilizzarli per un investimento pubblico più importante.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
In replica, il collega Corsi. Prego.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
Ho sentito tanti interventi, il che non può che farmi piacere, perché vuol dire che questa proposta richiama un certo interesse. Ho sentito parlare di Amazon, di centri commerciali, ma restando sulla proposta che è stata presentata non credo, come ha detto il consigliere Polato, che Amazon possa aprire in un centro di 500 abitanti o, comunque, in determinate situazioni.
Ho sentito parlare di trasporto pubblico. Quando ho fatto l'Assessore al trasporto pubblico del Comune di Verona, vi assicuro che in più di una occasione ho potenziato le linee pubbliche urbane, perché mi era stato richiesto, ma poi sono dovuto reintervenire per toglierle perché spesso e volentieri venivano utilizzate da 1,5 persone a corsa. Voi capite bene che non si può pensare di sostenere i costi del trasporto pubblico se l'utilizzo è di 1,5 persone a corsa. Questo perché? Perché in Italia, a differenza di tanti altri Paesi d'Europa, siamo ancora abituati a utilizzare il mezzo privato. Nella stessa città di Verona – cito quella perché conosco bene i dati – abbiamo un picco di utilizzo che va dalle 7 della mattina fino alle 8.30, dopodiché c'è un tracollo generale dell'utilizzo del mezzo pubblico. Questo è uno dei motivi per cui a Verona si è deciso di togliere quel potenziamento delle linee che avevo richiesto. Più di una volta abbiamo studiato sistemi alternativi di trasporto, ma difficilmente reggevano dal punto di vista economico, appunto perché l'utilizzo dei mezzi pubblici purtroppo non è particolarmente diffuso.
Ho sentito qualcuno sottolineare alcune anomalie presenti nella Regione Veneto. Certamente ci sono cose che potrebbero essere migliorate, ci mancherebbe. Però, a me piacerebbe anche sentire le tante belle cose che mettono in evidenza questa Regione rispetto a tutto il sistema Italia, perché noi spesso e volentieri veniamo presi a esempio per l'efficienza che dimostriamo in determinati servizi. Ovviamente, la questione poi si riversa sempre sull'aspetto economico, perché se la Regione del Veneto avesse questa benedetta autonomia sicuramente avremmo maggiori risorse per poter indirizzare questi soldi al potenziamento di tutti quei servizi che sono stati elencati.
È chiaro che in alcune piccole realtà comunali manca il medico, mancano alcuni servizi, che peraltro sono difficili da mantenere, ma se il numero dei residenti è basso è ovvio che anche chi risiede tende a trovare una collocazione diversa. Però, è anche vero che bisogna ricordare che queste persone che vivono in questi luoghi hanno anche qualche altro vantaggio che altri non hanno abitando in centro città, ad esempio godono di un'aria pulita, non hanno problemi di parcheggio e via elencando.
Personalmente, secondo quella che è la mia esperienza, ritengo che aiutare queste attività commerciali che sono in difficoltà in quanto non c'è un'utenza elevata, ma che di fatto danno un servizio sociale, perché spesso e volentieri, oltre a dare servizi, sono anche punti di aggregazione, sia un inizio. Poi tutto si può fare, tutto si può migliorare, e siamo qui anche per questo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi, quindi chiudiamo la discussione generale.
Sospendiamo i lavori del Consiglio, che riprenderanno alle ore 14.30.
Diamo tempo adesso alla Terza Commissione di dare un parere in merito agli emendamenti che sono stati depositati.
Ci vediamo più tardi. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.56
La Seduta riprende alle ore 14.47

PRESIDENTE

Colleghi, vi invito ad aggiornare l'applicazione, perché tra qualche minuto iniziamo con le votazioni.
Invito anche i colleghi che sono qui fuori, nelle sale accanto alla sala consiliare, ad entrare, così possiamo iniziare. Grazie.
Bene, colleghi, iniziamo i lavori pomeridiani.
Siamo sul progetto di legge statale n. 16 del collega Corsi.
Articolo 1.
Emendamento n. B0001 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "esercizi commerciali" sono aggiunte le parole "e le attività artigianali".
Prego, collega Baldin. Lo illustri.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il presidente Andreoli e il relatore Corsi per la disponibilità ad accettare questo emendamento e anche i prossimi.
In sostanza, con questo emendamento si va ad ampliare la platea dei beneficiari dell'esenzione della tassa in questione, dell'IRES, andando a prevedere, oltre agli esercizi commerciali nei Comuni sotto i 500 abitanti, anche le attività artigianali.
Lo si fa perché anche la legge di bilancio dello scorso anno dello Stato equipara, a livello di normativa, le attività di commercio al dettaglio e le attività commerciali all'articolo 1, comma 353. Sulla base anche di questa normativa statale, possiamo fare la stessa cosa qui a livello di articolo 1, che prevede poi, oltre alle attività commerciali, anche le attività artigianali.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Ci sono altri che vogliono intervenire?
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001. Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0002 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
Le parole "inferiore a 500" sono sostituite dalle parole "inferiore a 3000".
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Brevissimamente. Qui si propone di aumentare il numero degli abitanti dei piccoli Comuni da 500 a 3.000 abitanti.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sostengo questo emendamento, come i precedenti, quelli presentati dalla consigliera Baldin, per un semplice motivo. È evidente che anche in una logica di sguardo regionale il fatto di intervenire su dodici Comuni ed escludere da questo tipo di intervento altri che hanno parimenti difficoltà di garanzia di servizi, di garanzia di servizi per esempio agroalimentari piuttosto che commerciali, di beni di prima necessità, eccetera, è evidente che l'apertura anche ai Comuni sopra i 500 e inferiori ai 3.000 può essere una strategia coincidente con quello che ci siamo detti essere un obiettivo comune, cioè quello della valorizzazione delle zone fragili rurali e quello di mettere insieme diverse strategie che aiutino a contrastare lo spopolamento.
Per questo sostengo questo emendamento.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0002. Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso sull'articolo 1.
Ci sono interventi?
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Emendamento n. B0004 presentato dal consigliere Corsi, articolo 2, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 2 è sostituito dal seguente:
Art. 2 – Norma finanziaria.
1. A fronte delle minori entrate derivanti dall'applicazione della presente legge, quantificate in complessivi euro 5.000.000,00 per gli anni 2023, 2024 e 2025, sono autorizzati, in misura corrispondente ed a fini compensativi, prelievi dagli stanziamenti del fondo speciale di parte corrente e del fondo speciale di conto capitale iscritti, ai fini del bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, nell'ambito del Programma "Fondi di riserva e speciali" afferente alla Missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per gli anni 2023, 2024 e 2025, utilizzando parzialmente allo scopo gli accantonamenti relativi ai Ministeri interessati.
Subemendamento n. B0005 presentato dalla consigliera Baldin, che prevede:
Le parole "euro 5.000.000,00" sono sostituite dalle seguenti "euro 10.000.000,00"

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Qui in sostanza si aumentano le risorse disponibili da 5 milioni a 10 milioni, anche in virtù del fatto che aumenta la platea dei Comuni interessati da 500 a 3.000 abitanti.

PRESIDENTE

Perfetto. Grazie.
Metto in votazione il subemendamento n. B0005. Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, scusi. Sull'articolo di prima non è partito il mio voto. Se si può lasciare a verbale.

PRESIDENTE

Sull'emendamento?

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sull'articolo.

PRESIDENTE

Sull'articolo.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Prima dell'emendamento.

PRESIDENTE

Va bene.
Quindi sull'articolo 1 mettiamo a verbale il voto favorevole da parte del collega Rigo.
Il collega Corsi dà per letto l'emendamento n. B0004.
Metto in votazione l'emendamento n. B0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. B0003 è precluso.
Siamo adesso sull'articolo 2.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Confermo il voto favorevole.
Ringrazio della disponibilità e della collaborazione da parte anche della maggioranza nell'accogliere quelle che sono iniziative di miglioramento dell'atto per rendere più usufruibile anche dai nostri Comuni questo tipo di intervento.
Speriamo che a livello nazionale la stessa attenzione venga posta nell'affrontare la discussione e non lasciarla chiusa all'interno di un cassetto.
Nel frattempo, ritengo opportuno, come sollecitato dai colleghi di minoranza anche nelle precedenti relazioni, attivare ogni sistema utile per fare in modo che le aree fragili e i Comuni più piccoli, compresi quelli di valle, di montagna e lagunari, possano avere supporto anche da parte della nostra Istituzione. Ci sono diverse opportunità che possono essere messe in pratica.
Il Comune di Valli di Pasubio aveva condiviso con molti Consiglieri anche del vicentino una strategia proprio per intervenire da un punto di vista di risposta in termini di servizio e di capacità, di attrattività da un punto di vista abitativo. Spero che lo stesso entusiasmo che si è dimostrato oggi si possa anche dimostrare nella discussione di un progetto di legge legato alla promozione di tutta quelle attività cooperative, buone, fatte dai territori, fatte dai cittadini dei territori, definite cooperative di comunità che in Italia nascono dagli anni Ottanta, che in Veneto sono presenti in rarissimi esempi, ma stanno facendo la differenza sia da un punto di vista di garanzia di servizi commerciali, di servizi anche di assistenza, piuttosto che di opportunità di gestione forestali e di iniziative rivolte al rilancio turistico di aree che fino ad oggi sono rimaste escluse dai circuiti più importanti.
Per questo le cooperative di comunità, con il progetto di legge che ho presentato, che è in fase di presa in visione da parte della Terza Commissione, potrebbe essere una delle strategie da mettere in pratica per evitare che questo tipo di intervento rimanga in capo esclusivamente ad un'Istituzione nazionale, ma che venga presa in responsabilità come strategia a livello anche regionale.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Voterò a favore di questo progetto di legge, ma ci tengo a lasciare a verbale un commento. Noi dobbiamo essere chiari con chi ha un esercizio commerciale in questi Comuni che oggi noi non stiamo risolvendo dei problemi. Stiamo inviando una proposta allo Stato. Tra l'altro, l'emendamento della collega Baldin, che ho votato a favore, fa capire una cosa molto giusta, che non abbiamo fatto dei calcoli per cui dire 5 milioni o 10 milioni è la stessa cosa, ma non è così e noi lo sappiamo.
Siccome voglio lasciare a verbale che questo progetto di legge non risolve oggi i problemi per cui è stato scritto, ma stiamo inviando allo Stato una proposta e soprattutto questa Regione invece avrebbe la competenza per fare delle cose molto più forti rispetto alla tutela del commercio nei Comuni delle aree interne, voto a favore, ma siamo tra di noi abbastanza adulti per dirci che, avendo anche modificato in maniera veloce l'importo, raddoppiandolo in maniera così facile, vuol dire che effettivamente noi non abbiamo fatto un calcolo rispetto a cosa serve davvero per questi esercizi commerciali e stiamo lanciando la palla verso il Governo, dove siete seduti voi, per risolvere un problema, invece, che potevamo risolverci in casa.
Bene, siamo felici di votare a favore, ma davvero io chiedo all'Aula la stessa attenzione quando voteremo il progetto di legge sui centri commerciali sotto i 1.500 e quando finalmente riusciremo a mettere delle regole per l'apertura dei poli logistici, che invece stanno impattando fortemente sul commercio di vicinato e per ora la Regione del Veneto non ha fatto nulla.

PRESIDENTE

Collega Corsi.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
Credo che da un'analisi, anche se veloce, fatta in Consiglio, sono emerse delle modifiche. Di fatto, il principio fondamentale di questa proposta di legge statale sta nel fatto di suggerire al Governo, di far capire al Governo che le realtà che ci sono nei piccoli Comuni, soprattutto quelle collinari e montane, hanno un ruolo fondamentale.
Immaginate cosa oggi sarebbe la collina se non ci fossero le persone che sfalciano i cigli stradali e tutto quello che riguarda la manutenzione delle aree verdi collinari, con ovviamente poi i problemi anche quando ci sono le alluvioni e le condizioni climatiche che stanno cambiando.
La manutenzione e la salvaguardia dei territori è fondamentale. Questo può essere mantenuto solamente se in queste realtà la gente ci rimane e se trova in queste realtà la possibilità anche di avere un minimo di servizi.
Perciò, al di là di 5 o di 10 milioni, l'importante è dare un segnale e di far capire che oggi quando una persona lascia una di queste zone difficilmente poi ci torna e difficilmente riusciamo a portare altre persone, perché abitare in questi territori, dove la scarsità dei servizi penalizza fortemente i cittadini, non è facile.
Chi è abituato trova magari nei vantaggi dell'aria pulita e di tante altre situazioni che oggi non trovi nelle città e nei centri abitati, ma una volta che una persona lascia uno di questi posti, difficilmente riesci a portarne delle altre.
Credo che il tema dei piccoli Comuni, delle zone periferiche sia uno degli argomenti che dovremmo anche in futuro seguire con più attenzione. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come annunciato, mi unisco anche a quello che hanno già detto le colleghe, il voto è a favore, però con alcune remore. Una riguarda chiaramente quello che abbiamo scritto per quanto riguarda la parte finanziaria, perché va bene mettere una cifra, anche perché altrimenti il progetto di legge non si chiude, ma questa cifra probabilmente andrà anche rivista o revisionata perché non ci sono i criteri con cui è stata messa. Questo è un elemento di debolezza anche nel momento in cui arriva il progetto di legge statale dove deve arrivare e chi deve approvarlo si troverà ad analizzarlo e a capire come applicarlo.
L'altro aspetto riguarda chiaramente il ruolo della Regione. Mi auguro che le proposte fatte dalla collega Ostanel vengano prese velocemente in capo dalla Regione Veneto e non solo, e che in merito anche a quelle proposte venga rivista, per esempio, la modalità con cui noi facciamo il bando dei distretti, reso un po' più attuale rispetto alle caratteristiche adesso anche dei negozi di vicinato, di quello che è lo sviluppo urbano dei centri piccoli e medi, perché quello stesso strumento ha comunque degli elementi sicuramente che sono stati positivi nel corso degli anni, ma per molti aspetti vetusto. Questo non lo dico io, ma lo dicono anche le categorie afferenti.
Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione il progetto di legge statale n. 16, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI SORANZO, FORMAGGIO, PAVANETTO, PICCININI, POLATO, RAZZOLINI E SPERANZON RELATIVA A ""MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 23 MAGGIO 2002, n. 11 "DISCIPLINA DEL SETTORE FIERISTICO"". (PROGETTO DI LEGGE N. 158) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 5/2023)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Soranzo
Correlatore: Consigliere Lorenzoni

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, punto n. 8: Progetto di legge n. 158 dei colleghi Soranzo, Polato, Speranzon, Razzolini, Formaggio, Pavanetto e Piccinini: "Modifiche alla legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , 'Disciplina del settore fieristico'".
Il relatore è il collega Soranzo.
Prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Gentili colleghi, di nuovo buon pomeriggio.
Abbiamo pensato di presentare questo progetto di legge perché possa rendere il comparto fieristico veneto più competitivo e innovativo. È indubbio che le fiere, così come storicamente concepite, non abbiano più le caratteristiche più efficaci per competere sul mercato.
A tal proposito, la proposta che oggi arriva in Aula prevede una modifica della legge regionale n. 11 del 2002 "Disciplina del settore fieristico veneto", e trova la sua genesi nella forte sofferenza che vive oggi il comparto fieristico, frutto delle conseguenze dell'epidemia da Covid-19 che ha paralizzato il settore per due anni e della recente fuga da alcune manifestazioni fieristiche di rilievo nazionale e internazionale, come, da padovano, cito anche per vicinanza, "Auto e Moto d'epoca", verso i sistemi fieristici con termini più attrattivi.
Il sistema fieristico nazionale, nel quale il Veneto è inserito, è uno strumento di grandissima importanza per la nostra economia. Ogni anno il comparto italiano coinvolge circa 200.000 espositori, 20.000.000 visitatori, genera affari per 60 miliardi di euro e dà origine al 50% delle esportazioni delle imprese che vi partecipano. Sono numeri importanti che crescono, se consideriamo anche l'indotto come trasporti, ricettività e ristorazione.
A livello nazionale, secondo i dati dell'UFI, l'associazione mondiale che raggruppa organizzatori, proprietari, organizzazioni nazionali e internazionali di industria fieristica, nel 2018 le 32.000 fiere hanno generato un impatto economico pari a 275 miliardi di euro, contribuendo per (inc.) miliardi sul PIL mondiale. È un contesto in cui il nostro Paese, l'Italia, si posiziona al quarto posto, con un peso rilevante nella nostra economia. Desideriamo, pertanto, illustrare alcuni dati relativi al comparto fieristico made in Italy.
Per il 2023 si programmano, infatti, 267 manifestazioni internazionali, 264 appuntamenti nazionali, si punta a rilanciare il settore a partire dal recupero su numeri e performance del pre-pandemia, segnando in agenda un più 14% di eventi internazionali e un più 10% di rassegne nazionali rispetto allo scorso anno.
È un ritorno al futuro, che dovrà essere trainato dalla crescente internazionalizzazione della proposta fieristica italiana, volano di un'industria capace di generare un impatto sui territori quantificabile in 22,5 miliardi di euro all'anno, per un valore aggiunto stimato in 10,6 miliardi di euro, pari allo 0,7 del PIL. Questo al netto del business generato dalle imprese in occasione dei B2B fieristici.
Secondo lo studio realizzato da Prometeia per AEFI, Associazione esposizioni e fiere italiane, nel giugno scorso le fiere operano con un moltiplicatore di 2,4, cioè ogni euro di valore aggiunto generato direttamente dal sistema fieristico da espositori, organizzatori e visitatori, ne produce ulteriori 1,4 nell'economia nazionale.
La proposta che oggi sottoponiamo quindi a quest'Aula, al Consiglio, vede dunque la necessità di aggiornare il modello fieristico Veneto, un asset strategico per noi, almeno considerato tale, dell'economia veneta anche a livello occupazionale, prevedendo con l'articolo 1 della proposta l'istituzione di un tavolo per il sistema fieristico regionale, una coprogettazione del sistema stesso tra la componente politica, la componente amministrativa dirigenziale e le associazioni di categorie. È un lavoro, secondo noi, sinergico, importante e necessario per una promozione fieristica efficiente ed efficace.
Il tavolo – per velocità lo citiamo così – è costituito presso la struttura che sarà individuata dalla Giunta regionale e vedrà tra i suoi componenti l'Assessore regionale competente in materia, che lo presiederà, l'Assessore regionale competente in materia di turismo, commercio estero, promozione del sistema economico o un suo delegato, i dirigenti responsabili delle strutture regionali competenti in materia di turismo, attività produttive, fiere, promozione economica e internazionalizzazione, un rappresentante per ciascuno degli Enti fieristici del Veneto, un rappresentante designato d'intesa tra ANCI, Unione regionale province venete e l'UNCEM, Unione nazionale comuni, comunità, enti montani, un rappresentante esperto in materia designato d'intesa fra le associazioni di categoria interessate e maggiormente rappresentative del sistema economico regionale.
L'articolo 2, invece, introduce la possibilità che la Regione concorra finanziariamente alla promozione e allo sviluppo sul mercato italiano, sui mercati esteri del sistema fieristico regionale, al fine di acquisire nuovi espositori interessati alla vetrina del Veneto, ma anche per promuovere sui mercati esteri, attraendo investitori e compratori, nuove manifestazioni ed eventi fieristici con svolgimento sul territorio regionale veneto.
Vista, inoltre, l'esperienza vissuta con l'epidemia Covid-19, che ha imposto forzatamente e forzosamente il ricorso alle nuove tecnologie per sopperire ai mancati eventi in presenza, ha aperto per le imprese una nuova dimensione multimediale di esposizione del prodotto, di contatto con la clientela e anche la potenziale clientela. Si è ritenuto, quindi, di prevedere una dotazione finanziaria utile all'ammodernamento delle sedi fieristiche e delle infrastrutture ad esse connesse, per renderle più attrattive per gli espositori, visitatori e investitori.
Oggi, a nostro avviso, c'è il bisogno di nuova aggregazione, anche tra gli enti diversi, per competere a livello internazionale e di considerare il sistema fieristico come acceleratore di sviluppo del territorio e del sistema industriale. In una congiuntura economica così complessa come quella attuale, molto flessibile, molto dinamica, gli eventi fieristici costituiscono per le aziende occasioni uniche per fare sistema e generare nuove opportunità di business a beneficio di tutte le filiere.
Concludendo, riteniamo e auspichiamo che in tale progetto di legge possano essere affrontate tutte queste problematiche, in un'ottica dialogica in sede di tavolo regionale, con una vision condivisa e globale e saranno sicuramente, speriamo, di più facile realizzazione e attuazione.
Queste sono le premesse alla relazione che abbiamo voluto sottoporvi, sperando che quest'Aula possa apprendere, come ha fatto in Commissione, la bontà degli obiettivi che vogliamo raggiungere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Do la parola al collega Lorenzoni in qualità di correlatore. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Soranzo, che ha introdotto il tema, e porto un punto di vista che è complementare al suo, al fine di essere da stimolo alla discussione sul ruolo che la Regione può avere nella promozione dei poli fieristici regionali.
Il sistema fieristico, con la riforma del Titolo V della Costituzione, rientra tra le materie a legislazione concorrente tra lo Stato e le Regioni, come è ben illustrato nella scheda di inquadramento normativo dell'Ufficio legislativo, pur essendo un settore a libera concorrenza in base alla normativa europea. Per questa ragione è opportuno l'intervento di questo progetto di legge, anche se tardivo, come cercherò di illustrare oltre.
Il settore fieristico è ancora cruciale, come sottolineava bene il collega Soranzo, anche a valle della digitalizzazione della comunicazione che ha reso accessibile il mondo intero ad ogni prodotto, ma la possibilità di incontrarsi, di dialogare, di toccare i prodotti resta insostituibile. Così resta un ruolo per le fiere, certo con caratteristiche diverse rispetto al passato. Non basta avere gli spazi espositivi, è necessario abbinare convegni, una comunicazione digitale raffinata, un insieme di manifestazioni a corollario e di alto profilo, una capacità di raccontare i prodotti. Su questo il Veneto non ha saputo costruire una presenza visibile negli ultimi vent'anni, perdendo addirittura manifestazioni che erano dei riferimenti internazionali.
Ha già citato il collega padovano Soranzo "Auto e Moto d'epoca", che è finita a Bologna, ma posso citare Expo Bici, che è stata oggetto di un contenzioso paradossalmente tra Padova e Verona, che ha avuto, alla fine, l'esito di veder sparire l'iniziativa dalla Regione, nonostante sia sede di uno dei principali distretti della bicicletta a livello internazionale. Ma anche la Campionaria di Padova ormai è una pallida imitazione di quello che era vent'anni fa, o il Flormart, che tenta di recuperare con fatica, ma il marchio ormai è di proprietà delle Fiere di Parma.
Per questo il progetto di legge, pur avendo un afflato positivo, è in drammatico ritardo. La necessità di rivedere la legge regionale n. 11 del 23 maggio 2002 era evidente da tempo.
Do qualche numero anch'io sul settore fieristico. Muove 20.000.000 di visitatori in Italia, 200.000 espositori. Il valore della produzione delle fiere italiane è a 1,4 miliardi di euro secondo la già citata AEFI.
L'Italia in Europa è seconda in quanto a superficie espositiva, con 2,3 milioni di metri quadri, dietro solo alla Germania, che ne ha 3,2. Però, se in Italia tra il 2017 e il 2020 il settore è cresciuto del 3%, in Germania c'è stata una riduzione dell'1,2%, quindi sicuramente un settore che in Italia ha delle carte da giocare. Però, ecco, è interessante guardare il dato regionale. Nel 2019 la Lombardia ospitava il 33,5% delle manifestazioni, l'Emilia-Romagna il 19,5%, il Veneto l'11,5%. Sono sempre dati dell'associazione delle esposizioni e fiere italiane.
Se noi andiamo a comparare il PIL delle diverse Regioni ci dovrebbe essere un fattore 2 tra il Veneto e la Lombardia e grossomodo un fattore 1 con l'Emilia-Romagna. Invece, c'è un fattore 3 verso la Lombardia e un fattore 2 verso l'Emilia-Romagna. Questo fa capire la debolezza del polo fieristico regionale, se confrontato con quello delle Regioni vicine. Un settore in Veneto in sofferenza, non c'è dubbio.
I poli fieristici veneti sono quattro, di dimensioni ed aree completamente differenti. C'è Verona, che è il maggiore, nato addirittura nel 1898 come polo fieristico, società per azioni dal 2016. Sono 300.000 metri quadrati di superficie, di cui 155.000 coperti. È ideatrice e proprietaria di alcuni brand fieristici di riferimento come il Vinitaly, Marmomac, Fiera Agricola, SaMo Ter e Fieracavalli.
Il riferimento azionario è guidato dal Comune di Verona e dalla Fondazione della Cassa di Risparmio, quindi dei soggetti a vocazione pubblica, e la Camera di Commercio anche. Questi sono i soci di riferimento. 135 dipendenti nel 2019 e ospita sedici manifestazioni in Fiera a Verona, nel 2023.
Il secondo polo è Vicenza, di proprietà dell'Italian Exhibition Group, che è leader con le strutture di Rimini e Vicenza, fuse nel 2016. Il fatturato è di 102.000.000 nel 2021; 80.000 metri quadrati di superficie utile, di cui 57.000 coperti; nove manifestazioni nel 2023.
Il terzo polo è Padova, Padova Hall, di recente costituzione: otto manifestazioni, in tutto 155.000 metri quadrati, di cui 70.000 coperti. Il fatturato nel 2021 è stato di soli 8,6 milioni di euro.
Il quarto polo è quello di Longarone, che ospita undici manifestazioni, ma sono quattro quelle indicate nel rapporto della Regione. Non è chiara la dissonanza tra la comunicazione dell'azienda e la comunicazione ufficiale a livello regionale. Anche qui, ci sono alcuni marchi storici, come la Mostra internazionale del gelato artigianale, Arredamont, Agrimont, che sono ormai delle tradizioni.
L'elenco reso disponibile dalla Regione, in base proprio alla legge che andiamo a modificare oggi, distingue fiere internazionali, nazionali e locali. In tutto sono ventotto per il 2023. È interessante andare a vedere la lista di queste fiere. A me ha colpito che tra le fiere internazionali, che sono ventotto, appunto, vi sia anche l'antica Fiera di Godega di Sant'Urbano, la Fiera di Santa Lucia di Piave, che è giunta nientemeno che alla 1.362esima edizione. Le fiere nazionali, invece, sono ventitré. Moltissime sono, poi, le esposizioni locali. è interessante andare a vedere quali sono i criteri per essere catalogati a livello internazionale, a livello nazionale o a livello locale.
Suggerisco anche di fare un ragionamento sull'articolo 3 della legge n. 11/2002, che elenca le manifestazioni che non rientrano nella tipologia delle manifestazioni fieristiche. Tra queste include l'attività di esposizione e di vendita di opere di interesse artistico e culturale e le manifestazioni legate a tradizioni locali, quali le feste e le sagre paesane, comprese quelle collegate a celebrazioni devozionali o di culto. Penso che sarebbe utile fare una verifica sulla coerenza tra la presenza nell'elenco delle manifestazioni, che è disponibile sul sito della Regione, per il 2023 e le esclusioni previste proprio dall'articolo 3 della legge n. 11/2002.
Veniamo al contenuto della proposta che discutiamo oggi, che ha due finalità, sostanzialmente: l'introduzione del tavolo per il sistema fieristico e l'introduzione di iniziative promozionali e di sostegno al sistema degli Enti fieristici. Due azioni desiderabili, senz'altro, ma che rendono evidenti quelle che sono le lacune della politica del settore della Regione. Qualcuno in quest'Aula il 7 febbraio scorso, alla nostra mozione per avviare un tavolo regionale sulle problematiche del trasporto pubblico locale, ha obiettato che i tavoli si istituiscono quando non si vuole arrivare a una soluzione. Tombola. Stiamo proponendo un tavolo. Forse questa proposta di legge è solo un battere un colpo per mascherare la latitanza del Governo regionale ormai da decenni. È un dubbio legittimo, se consideriamo che il consigliere Iles Braghetto, Presidente della Commissione Affari Istituzionali del Consiglio regionale del Veneto, con un apposito progetto di legge, il 17 dicembre 2004 proponeva che le Fiere venete fossero riunite in un unico polo regionale, con la partecipazione diretta della Regione del Veneto e di investitori pubblici e privati, comprese eventuali società estere, ma come soci di minoranza. Diciannove anni fa. Una proposta operativa, concreta, molto più pragmatica di quella che discutiamo oggi. Il tavolo, in confronto, è veramente un pannicello caldo.
È abbastanza evidente che la proposta di questo tavolo per il sistema fieristico regionale chiude la stalla quando i buoi sono scappati. Infatti, se da un lato la Fiera di Vicenza ha scelto l'alleanza con Rimini, divenendo di fatto un satellite del maggior polo fieristico nazionale, le Fiere di Padova, di Longarone e di Verona stessa stanno cercando delle alleanze per sopravvivere. A novembre 2020 si diceva fosse concreta l'ipotesi di una fusione tra la Fiera di Padova e quella di Verona, perlomeno nelle funzioni operative, con Veneto Sviluppo in regia, ma poi non si è sentito più nulla. Si fa fatica a vedere un coordinamento in queste attività. Non si sente il soramanego, per usare un'espressione cara al Presidente di questa Regione.
Pure la Fiera di Santa Lucia di Piave, forte delle 1.362 edizioni, cerca dei partner per rimanere viva, ma se continua l'impasse tra Verona e Longarone rischia di finire ad altri, come accaduto per Vicenza. Le 1.362 edizioni sembrano una zavorra più che un propulsore della sua attività.
È interessante fare confronti, perché sono utili per capire come si possa allestire una strategia. La più grande Fiera italiana, quella di Milano, ha spazi espositivi coperti per 345.000 metri quadri e ricavi per 245 milioni di euro (bilancio di qualche anno fa, prima della pandemia). La più grande del Veneto, quella di Verona, è grande circa la metà, 152.000 metri quadri, e fattura circa un terzo. Ma se immaginiamo un'aggregazione tra il Polo Scaligero e gli altri due grandi quartieri fieristici in regione, allora i pesi cambiano. Sommando le tre superfici espositive di Verona, Padova e Vicenza si arriva a 270.000 metri quadri. Spazi che, pur non concentrati in un'unica città, sarebbero comunque compresi in un raggio di circa 80 chilometri, collegati molto bene da autostrade e ferrovie, e renderebbero il Veneto virtualmente competitivo con colossi come Düsseldorf e Parigi, che sono rispettivamente il sesto e il settimo polo mondiale delle fiere.
Tutto questo sarebbe molto bello se non fosse che lo scenario che ho cercato di descrivere brevemente è puramente virtuale. Credo che il tavolo debba iniziare a lavorare con una prospettiva concreta, operativa, mirata a dare una prospettiva di collaborazione tra i poli regionali, se non altro per assicurare loro un futuro.
Nell'intendimento dei proponenti del progetto di legge si prefigge, inoltre, di sostenere finanziariamente la promozione e lo sviluppo sui mercati esteri del sistema fieristico regionale. Devo ricordare che ci sono state altre iniziative dello stesso tenore in passato. Ricordo che Veneto Promozione è stata una società consortile, per azioni, costituita il 4 agosto 2011 tra la Regione e Unioncamere del Veneto, per esercitare in house le funzioni proprie della Regione in questo campo, ed è finita, poi, in liquidazione.
L'impressione, insomma, è che si sia in presenza di strategie non coordinate. La mancata azione ha portato gli Enti proprietari dei beni a cercare di valorizzare il patrimonio, come nel caso dello spezzatino che rischia a Padova, con l'ingresso nel quartiere espositivo dell'università del Competence Center, addirittura di un polo alimentare permanente. Tutte iniziative interessanti in sé, ma che possono cannibalizzare la vocazione espositiva degli spazi della Fiera. Facciamo attenzione: gli spazi pubblici di grandi dimensioni in centro città non sono replicabili, per cui vanno difesi a oltranza, anche a costo di rinunciare alla redditività del capitale investito nel breve termine. In questo senso serve con urgenza una strategia di crescita coordinata tra i poli fieristici.
Si badi bene: in Veneto abbiamo distretti industriali che sono fortissimi, con imprese piccole di dimensione, ma che avrebbero un gran beneficio da eventi espositivi congiunti, ma non abbiamo delle fiere associate ad essi che diano loro visibilità e forza. Il distretto del freddo tra Padova e Verona, il polo calzaturiero del Brenta, le giostre di Bergantino e Melara, il polo della calzatura sportiva di Montebelluna, il vetro a Murano, la concia ad Arzignano, il vivaismo a Padova. E la lista può continuare. Non hanno manifestazioni fieristiche capaci di mostrare la forza produttiva del territorio. è veramente un dispiacere sapere che ci sono dei distretti industriali fortissimi che non danno visibilità al territorio. Certo, fanno eccezione l'oro a Vicenza e il vino e il marmo a Verona, ma il Veneto non è solo vino. Il Veneto poteva ‒ o forse può; io lo spero, ma non vedo segni significativi in questa direzione ‒ essere un riferimento internazionale in questi settori. Se avesse fatto squadra, invece che concorrenza interna. Vedi il caso delle biciclette tra Padova e Verona o delle fonti rinnovabili, quando SolarExpo è migrata da Vicenza a Verona e poi a Milano fino al 2015, per essere poi dissolta quando è venuto meno quel legame che l'aveva generata tra le imprese produttive della Regione e l'esposizione. La prima edizione ‒ la ricordo ‒ fu a Pedavena addirittura all'inizio del secolo.
È chiara la direzione in cui deve lavorare questo tavolo istituito da questo progetto di legge. Sintetizzo ciò che, secondo me, limita fortemente la portata di questo provvedimento. Chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati. Si doveva agire vent'anni fa, quando la trasformazione del settore era già in atto. Introduciamo un tavolo, che è uno strumento debole, a detta della stessa maggioranza, come ho citato il 7 febbraio scorso.
Terzo, ma non per importanza: non operiamo alcuna scelta. Deleghiamo, di fatto, alla Giunta, secondo una prassi che ormai è regola di questo Consiglio, ma che non per questo è condivisibile. Ci auto-esautoriamo dalla facoltà di decidere. Insisto: è ora che questo Consiglio torni ad essere protagonista delle proprie scelte. Queste deleghe in bianco che vengono date alla Giunta devono finire. L'Esecutivo è l'Esecutivo e il Legislativo è il Legislativo. Stimolo quest'Aula, quindi, a riprendersi un ruolo da protagonista.
Da ultimo, una considerazione: il tavolo non farà comunque male all'economia del Veneto, ma forse nemmeno il bene di cui c'è bisogno. Non è con una legge che si attivano delle relazioni virtuose tra gli operatori economici del territorio. Sta alla politica fare da perno per operazioni ambiziose. Purtroppo, la politica veneta è stata latitante quando da fuori hanno preso il controllo delle banche, delle imprese di pubblica utilità, in parte anche delle fiere. Invertire questa tendenza significa cambiare il modo di amministrare il territorio, smettere di pensare che i processi economici si generino e si regolino da soli. In questo senso, mi appello alla maggioranza di questo Consiglio: lavoriamo insieme per tornare a dare protagonismo, per coordinare gli sforzi del mondo imprenditoriale e produttivo di questa regione. Noi senz'altro ci siamo perché i diversi livelli amministrativi collaborino lealmente, perché non si perda un'ulteriore occasione. Non facciamocela scappare.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vi informo che sono stati depositati quattro emendamenti, il n. C0005, il n. C0006, il n. C0007 e il n. C0008 del collega Lorenzoni.
Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Ho ascoltato con attenzione gli interventi che mi hanno preceduto, in particolare quello del mio collega di Gruppo, Lorenzoni. Questa volta devo darle molte ragioni. Non tutte, ma molte. Condivido anch'io alcuni ragionamenti fatti.
Noi viviamo in Italia. Qui abbiamo anche operatori, tra i Consiglieri, che girano il mondo e sanno come funzionano le fiere, sanno come si approccia il nostro mondo imprenditoriale nei confronti degli altri Stati, delle altre realtà. Viviamo in un Paese molto particolare. Abbiamo imprenditori bravissimi che, nonostante siano di piccole e medie dimensioni, riescono ad arrivare a punti di eccellenza, mettendosi, con prodotti e servizi, al pari di grandi organizzazioni multinazionali.
Dall'altra parte, abbiamo un sistema molto frammentato. Se si va all'estero si vede che, se si muovono i tedeschi, si muovono tutti gli altri, ci sono le Istituzioni dietro le spalle. Si vedono, si percepiscono. Vanno prima, aprono la porta, stabiliscono gli accordi. Accanto alle Istituzioni pubbliche ci sono anche le banche, c'è il sistema finanziario che accompagna le imprese. Da noi, invece, i nostri poveri imprenditori sono lasciati da soli e devono barcamenarsi come possono, e sono fin troppo bravi a riuscire delle volte a raggiungere ottimi risultati, nonostante tutto questo. Anche perché i dati sull'export dimostrano che sono bravi. Viviamo in un Paese che esporta più di quanto importa, ancora oggi. È un Paese che riesce a competere in alcune situazioni dove ci sono realtà molto complesse, contro aggregazioni molto più forti nelle gare d'appalto internazionali, per esempio, che vedono i competitor affiancati dalle banche, affiancati dalla finanza, affiancati dal sistema Paese.
Scusate, non riesco a parlare se qualcuno mi parla dietro.
Questa norma di oggi, che riguarda il sistema fieristico, è un po' emblematica, perché riguarda tutto il sistema Italia.
È importante questa norma, ma già il fatto di parlarsi è già un primo passo avanti, anche se non esaustivo, cioè non basta parlarci, trovarci attorno a un tavolo, ma è già qualcosa, perché fino adesso noi abbiamo notato, come è già stato evidenziato, che tra le fiere che abbiamo qui nel territorio spesso non ci si parlava o spesso c'era competizione in casa, quando ormai sappiamo benissimo le realtà. Questo tavolo dovrebbe ormai diventare a livello più che veneto, nazionale, perché, ormai è il sistema Italia, oltre che quello veneto, che deve confrontarsi col sistema Germania e con gli altri Paesi.
Noi abbiamo realtà che oggi non possono prescindere da una strategia nazionale ancor più che regionale nel proporsi e nel competere con le altre fiere, gli altri sistemi nel mondo. è vero, c'è molto da lavorare. Credo che, comunque, questo sia un passo nella giusta direzione.
È un passo nella giusta direzione, ma oggi parlare di micro fiere diffuse non ha più senso.
Abbiamo visto con la pandemia cosa è successo, ma abbiamo visto quanto è fragile il sistema e oggi noi abbiamo un numero di tante fiere e, in un contesto globale, alcune o molte, arrancano. Cercano di sopravvivere. Oggi occorre veramente concentrare le forze, specializzare, entrare in un sistema non di concorrenza interna, perché su una area tematica ce ne deve essere una in Italia e non una qui e una a 200 chilometri o a 100 chilometri di distanza, come abbiamo fatto finora. Anche Milano deve ragionare con Verona e Verona con Milano e Verona con Roma, cioè dobbiamo veramente dire: noi facciamo questo, siamo i primi della classe su questo. Lo Stato concentra le risorse su questo e non va a disperderle in mille rivoli, tra mille fiere per mantenere i vari equilibrismi politici o quant'altro.
Questo è un passaggio di qualità, che necessariamente il sistema, per essere più efficiente ed efficace a livello internazionale, deve fare.
Io mi auguro che questo tavolo non sia non solo un tavolo così puramente formale per una chiacchierata tra soggetti e istituzioni fieristiche, ma sia un luogo dove si lavori anche in rapporto a livello nazionale, in rapporto con le altre Regioni, per far passare l'idea che siamo tutti sulla stessa barca. Se vince Verona vince sempre l'Italia. Se vince Milano in altro campo, vince sempre l'Italia.
Noi dobbiamo lavorare per portare il meglio che abbiamo già oggi qui ad essere il meglio a livello nazionale e internazionale.
Questa è la sfida. Credo che su questo le Istituzioni ci debbano essere, perché questo è il nostro ruolo. Noi dobbiamo accompagnare questi processi. Sono d'accordo su questo. Non possiamo lasciarli da soli, perché negli altri Stati, in Francia, in Germania, ovunque, sono accompagnati dalle Istituzioni, non sono lasciati alla deriva da soli.
Credo quindi che la strada che traccia questo provvedimento sia la strada giusta.
Mi auguro che non sia solo un punto di partenza, ma miri a una prospettiva veramente di un dialogo che riguardi tutto il Paese, coinvolga anche lo Stato centrale, per trovare una strategia nazionale sul sistema fieristico. Abbiamo in Italia troppe fiere, troppo piccole che spesso vanno morendo perché manca questa strategia nazionale.
E quindi credo che il Veneto sì, va bene, ma anche il Veneto è piccolo in un contesto globale: dobbiamo quantomeno ragionare a livello nazionale, e per questo io torno a questo tavolo. Questo tavolo deve comunque relazionarsi non solo a livello locale, a livello regionale, ma deve relazionarsi soprattutto a livello interregionale e nazionale, perché la sfida oggi non è solo al nostro interno. Io non ritengo che tenere 10 fiere del Veneto sia conveniente, nel Veneto ce ne vorrebbe una, due, al massimo, e specializzate e forti e sono già tante in un contesto globale.
Il resto non sta in piedi. È inutile che ci illudiamo. Ma questo deve essere accompagnato dallo Stato, deve se accompagnato da una politica dello Stato. Anche in giro per l'Italia abbiamo fiere e fierette in tutte le parti che stanno in piedi solo su una marea di fondi pubblici, altrimenti non sopravviverebbero e danno un indotto minore dei soldi che ricevono per essere sostenute, non tanto qui ma in giro per l'Italia.
Veramente dobbiamo quindi fare una azione di responsabilità per ottimizzare l'uso delle risorse, concentrarle in alcune fiere che possono veramente competere a livello mondiale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Credo che mai come in questo periodo storico in prossimità del Vinitaly, una delle fiere più importanti a livello veneto e nazionale, sia opportuno parlare di queste tematiche.
A volte mi preoccupo perché il consigliere Valdegamberi mi legge quasi nel pensiero rispetto all'intervento che volevo fare oggi e sono un po' preoccupato per questo, nel senso che ha centrato il punto di questa proposta di legge, ha centrato il punto di cosa e come, a mio avviso, la Regione Veneto dovrebbe impostare il proprio rapporto col sistema fieristico veneto.
Innanzitutto come premessa devo dire che devo ringraziare la Regione Veneto, l'Assessore e la Giunta, perché non è vero, collega Lorenzoni, che ci fu latitanza. Anzi, nel momento del bisogno e parlo post Covid: aumento di capitale. Perlomeno parlo per quel che riguarda quello di cui io mi sono occupato per cinque anni, ovvero la Fiera di Verona. Nel momento del bisogno: 40 milioni di euro di aumento di capitale. La Regione Veneto con circa il 6%, tra diretto e indiretto attraverso una partecipata, ha fatto la sua parte. Questo, in un momento anche di difficoltà, perché sappiamo che era un momento storico dove le risorse erano dedicate ad altre situazioni, credo che abbia dimostrato come il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore, la Giunta stessa, avessero una particolare attenzione nel sistema fieristico veneto e soprattutto veronese.
Questa fu una difficoltà in rapporto ai soci cosiddetti pubblici-privati e parlo in particolar modo della Fondazione Cariverona che lei ha citato. Io non dimentico la lettera del Presidente della Fondazione Cariverona che scrive: "Ma se è una quota o sono azioni a reddito, per cui dobbiamo far cassa, allora aderiamo all'aumento di capitale. Diversamente la Fondazione Cariverona potrebbe uscire dalla compagine sociale". Non è così che funziona perché è lo stesso film che stiamo vedendo sull'aeroporto Catullo di Verona. Al di là che non sta a me ricostruire il patrimonio azionario della Fondazione Cariverona (che ricordo che viene dai veronesi che finanziarono la Fondazione Cassa di Risparmio del Veneto, che poi si trasformò in Fondazione Cariverona), al di là della partecipazione diretta, che non può avere una sorta di gestione modello borsa, l'indotto economico è così importante per il territorio veneto che una fondazione dovrebbe finanziare a prescindere se il progetto regge, il piano economico finanziario regge. In questo caso la Regione Veneto fece la sua parte in primis insieme con il Comune di Verona e si dimostrò subito salvagente in una situazione di difficoltà per la Fiera di Verona. Parliamo di un bilancio che passava da 100 milioni a circa 40-45 milioni in sei mesi. In quel caso il Comune di Verona, Camera di Commercio, Regione Veneto fecero la loro parte. Abbiamo salvato il patrimonio economico della Fiera di Verona ed oggi siamo protagonisti con la prossima Fiera Vinitaly con dei numeri da capogiro. Parliamo di più di 1.000 top buyer che vengono da tutto il mondo, da 68 Paesi. Parliamo di 4.000 aziende italiane, parliamo di più di trenta nazioni rappresentate.
Fatta questa premessa, perché dicevo che mi trovo d'accordo con il collega Valdegamberi? Perché questo tavolo non è un tavolo che dovrebbe mettere d'accordo il sistema fieristico veneto, ma a mio avviso è un tavolo che dovrebbe rapportarsi sul sistema fieristico nazionale. Cioè oggi noi dobbiamo proteggere il sistema fieristico nazionale, che è anche ovviamente veneto, lombardo, emiliano, dagli attacchi europei con aziende, in questo caso semipubbliche, che ricevono finanziamenti importanti da altre Nazioni: e parlo, per esempio, del rapporto tra Vinitaly e ProWein. Noi continuiamo ad avere un attacco continuato da parte di un Paese comunitario, che dovrebbe avere gli stessi rapporti e vincoli nostri, ma che, diversamente, investe pesantemente in concorrenza con il sistema fieristico Veneto, in questo caso di Vinitaly. Ma l'assurdo nasce nel momento in cui facciamo una concorrenza interna: c'è Fiera Cavalli e dopo due anni nasce Cavalli Milano. Ma vi sembra normale che possa esserci, all'interno dello Stato italiano, nelle Regioni più importanti per economia d'Italia, un dualismo sullo stesso tema e sulla stessa tipologia?
Qui convengo, Assessore, che quel tavolo, secondo me, dovrebbe diversificare anche la tipologia. Se penso a Padova, io credo che la vocazione di Padova oggi sia nella convegnistica. Lo è stato negli anni. Lo è anche in rapporto all'Università di Padova. Lo è attraverso tutta una serie di iniziative che portano Padova ad essere leader di quel settore.
Si parlava del sistema, per esempio, legato ai cicli e motocicli. Sappiamo che è vero che a Padova non c'è più quella tipologia di brand fieristico, ma a Verona nasce Motor Bike Expo, con oltre 140.000 spettatori che frequentano quella tipologia di fiere. Per arrivare a Progetto Fuoco e ad altri brand che hanno fatto grande la storia del sistema fieristico veneto veronese.
Credo che questa proposta di legge vada a incardinarsi proprio nella forza politica di quel tavolo, nei confronti della Giunta, dell'Assessore e di coloro che faranno parte di quel tavolo per far sì che ci sia una sorta di alleanza italiana a tutela del made in Italy, in questo caso made in Italy fieristico, nei confronti degli altri Paesi.
Convengo con lei, professor Lorenzoni, sulla tipologia degli interventi legata alla qualità: non è accettabile che Bologna e Rimini vadano per una strada, Verona e Padova per un'altra strada e Vicenza cerchi di proteggersi sul sistema oro, perché Vicenza, ovviamente, diventa anche in questo caso protagonista in un sistema veneto, se proprio il sistema veneto italiano sono insieme e filiera collegati.
Leggevo anche gli emendamenti che avete presentato. Oggi noi stiamo parlando di un tavolo regionale che dovrebbe qualificarsi rispetto alle prospettive del sistema fieristico, non della tipicità del sistema fieristico. Abbiamo visto degli emendamenti che ci dicevano: no, non dobbiamo finanziare fiere che riguardano, per esempio, le armi. Non c'entra nulla. Oggi noi diamo forza ad un tavolo che protegge il Veneto e l'Italia da un sistema fieristico nazionale e internazionale. Non andiamo a dire alla Fiera di Verona se deve fare o meno la fiera della caccia o alla Fiera di Padova se deve fare un altro tipo di fiera. Qui è una questione totalmente diversa, che non ha alcun senso, a mio avviso, perché comunque le S.p.A. delle Fiere decideranno loro la tipologia di fiera da fare, perché all'interno dei piani economici e degli studi sanno benissimo che tipologia di fiera può essere interessante in un mercato con una concorrenza altissima, proprio legato ai fondi statali, che spesso e volentieri finanziano dei sistemi fieristici europei.
Concludo, Assessore. Io credo che la Regione Veneto debba nel tempo porsi da protagonista rispetto a un sistema fieristico nazionale e non avrei nessun problema nel condividere un'alleanza con Milano rispetto a un'alleanza con Bologna, rispetto a un'alleanza con Rimini, rispetto a un'alleanza con Roma. Io credo che l'alleanza deve essere alleanza Italia, dove per qualità e tipologia di fiere ogni singola fiera deve essere collegata ad un sistema Italia che va in concorrenza col sistema Europa e al sistema internazionale. Solo così noi arriveremo, a mio avviso, a gestire in maniera oculata e performante i finanziamenti che arrivano anche dallo Stato.
Andiamo sul mercato internazionale. Penso al food logistico o quant'altro: oggi nascono nei Paesi mediorientali fiere che mettono in crisi o hanno messo in crisi, per esempio, la Fiera di Parma, che pensava con Cibus di essere la protagonista internazionale e si è trovata, per Dubai Food Logistic, in grossa difficoltà perché tantissimi operatori hanno scelto un mercato mediorientale rispetto a un mercato invece europeo e italiano.
Ma io credo che i nostri imprenditori, come diceva il collega Valdegamberi, sono pronti, lo hanno sempre dimostrato. Credo che la Camera di Commercio come soci e anche Confindustria si siano sempre dimostrate al fianco al sistema fieristico Veneto e credo che, a livello nazionale, con la condivisione di un progetto che deve essere un progetto di tutela del sistema fieristico nazionale, ci sia veramente la possibilità di emergere, la possibilità di fare da protagonista l'Italia e il Veneto nelle nostre fiere.
Poi sorridevo perché ho visto un emendamento, lo dico alla collega Ostanel, in cui si invitava, anzi, si chiedeva di inserire nel tavolo anche i Sindaci che dovevano essere protagonisti all'interno di questo tavolo. Le segnalo che il Sindaco di Verona non ha ritenuto di partecipare alla presentazione della 55esima Fiera del Vinitaly perché ha preferito andare a fare da relatore ad una terza superiore nel Comune di Savona legato al mondo dello sport, nonostante fosse presente lui a Roma.
Per cui, se oggi facciamo condividere ai Sindaci e non hanno l'attenzione nel capire che forse è importante la presenza del primo socio di maggioranza relativa alla fiera più importante al mondo legata al mondo del vino, dell'economia, dell'enogastronomia e quant'altro, direi che, insomma, creeremmo una sorta di carrozzone con tutti i presenti: crediamo che l'Assessore e la Giunta possano chiedere ai vari relatori di partecipare in tavoli in cui, a mio avviso, non solo le Amministrazioni locali, ma a questo punto anche le Amministrazioni nazionali, debbano per forza di cose essere presenti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Marcato, prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente.
Chiedo di intervenire adesso, perché poi ho una video call sull'energia e quindi devo lasciare l'Aula.
Intervengo solo per fare un po' di chiarezza e un po' di verità storica, nel senso che una delle prime cose che io ho fatto...
Faccio a meno di intervenire. Grazie.
Era per voi. È un chiarimento per voi. Non lo volete, vado via, nessun problema.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.
Collega Camani, gliel'ho spiegato fuori microfono. Siccome qua non siamo sempre ligi al Regolamento, non è che quando volete voi dobbiamo essere ligi al Regolamento e quando invece non lo volete non dobbiamo esserlo. È chiaro?
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io sarò velocissima perché condivido molto di quello che il collega Lorenzoni ha detto, però – per riprendere anche quello che diceva il collega Polato – i Sindaci, indipendentemente da chi siano, quindi se ci sta simpatico o meno Damiano Tommasi, visto che ha citato solo quel Sindaco, io penso sia abbastanza importante che invece partecipino a un tavolo che voi proponete per gestire il sistema fieristico del Veneto. Nel senso che se noi immaginiamo che questo tavolo funzioni – io ho dei dubbi, ma voglio avere anche la fiducia nel fatto che invece sia una proposta positiva –io ho notato, parere modesto, che manca esattamente la persona o le persone su cui poi gli eventi fieristici, di qualunque genere essi siano, ricadono: i Sindaci dei territori, indipendentemente se ci stiano simpatici o antipatici. E soprattutto in questa Regione probabilmente stanno più simpatici magari a lei che a me per colore politico. Io invece penso che, indipendentemente dal colore politico, debbano essere invitati perché oltre all'assessore Marcato, oltre alle altre persone che voi proponete, oltre all'ANCI, perché non ci devono essere i Sindaci dove abbiamo delle fiere importanti o dove abbiamo dei luoghi dove le fiere possono essere attivate? Perché è importante che siano, se vogliamo far funzionare questo tavolo, presenti. E questo è un emendamento.
Due: le fiere, lo diceva bene il collega Lorenzoni, sono cambiate nel corso del tempo. In quella di Padova oggi ospitiamo degli eventi culturali importanti, in una parte della fiera, per fortuna, perché sono degli eventi molto attrattivi, anche alle volte più attrattivi di quegli eventi che, invece, sono stati persi nel corso del tempo.
Anche qui, abbiamo un tavolo regionale dedicato ai temi della cultura: perché non pensare che ci sia un rappresentante di quei mondi, magari di quei mondi che organizzano più gli eventi musicali e i concerti di portata, che portano in questo territorio, in questa Regione, migliaia di persone a sera per fare degli eventi? Penso alle grandi associazioni di categoria che rappresentano quei mondi e che riempiono le nostre fiere quando non ci sono eventi fieristici più tradizionali. Avere questi due soggetti, e sono i due emendamenti che ho presentato, io penso sarebbe un valore aggiunto. Di nuovo, se riteniamo che questo tavolo debba funzionare e possa funzionare, io penso che questo sarebbe solo un contributo positivo.
Quello dei Sindaci, per quanto mi riguarda, è imprescindibile, perché se facciamo un tavolo e non abbiamo i Sindaci del territorio dove la fiera avviene, credo che sia, sostanzialmente, sbagliato e di nuovo, per guardare al futuro, come ha detto lei, avere quelle realtà che fanno attività nuove rispetto alle fiere più tradizionali, cioè il mondo della cultura, io penso, sarebbe importante essere presente e rappresentato all'interno di questo tavolo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di interventi.
Assessore, vuole intervenire adesso?
Ma guardate che non c'è scritto da nessuna parte che la Giunta deve intervenire alla fine. È una usanza che solitamente la Giunta interviene alla fine degli interventi, ma un Assessore può intervenire quando vuole, non quando lo decide l'opposizione.

Ass.re Roberto MARCATO

Era solo per dare una spiegazione di quello che è successo.
Una delle prime cose che io ho fatto, quando sono arrivato qui nella prima legislatura, è stata quella di convocare tutte le fiere, perché mi rendevo conto che c'era l'esigenza di dare una sorta di organizzazione.
Era del tutto evidente che alcune fiere avevano dei problemi di sostenibilità economico-finanziaria importanti, così com'era del tutto evidente che c'erano delle fiere che non avevano questo grande appeal di pubblico e c'era, ed è ancora in atto, una sorta di cannibalismo fieristico all'interno del nostro territorio. Ho convocato le fiere tutte del Veneto per vedere se era possibile immaginare una sorta di regia che consentisse ai vari territori di far esplodere le proprie potenzialità senza che ci fossero sovrapposizioni o, peggio ancora, fughe da una Provincia all'altra. Mi è stato risposto picche. Voglio essere chiaro, nel senso che non è che noi siamo rimasti lì a vedere che Padova perdeva una fiera che andava a Verona, che andava a Rimini, che andava di qua. È stato risposto picche. Io il lavoro l'ho fatto, le ho convocate, siamo rimasti al Balbi per un tempo congruo, ma di fatto ogni fiera ha detto che si arrangiava. Questa è stata la conclusione di quell'incontro. Lo dico perché qualcuna di quelle fiere, non faccio i nomi, ha mostrato anche muscoli pesantissimi, muscoli che poi si sono rivelati un po' flaccidi quando è arrivato il Covid e ha, in maniera incontrovertibile, mostrato anche al mondo quali fossero le fragilità dei sistemi fieristici.
Per cui ben venga un tavolo perché c'è la necessità di avere una visione generale. È del tutto evidente che ormai i confini non esistono più. Per cui, come diceva il consigliere Polato, anche alleanze che vadano fuori dai confini, così come ha fatto Padova, come ha fatto Verona, come ha fatto Vicenza, sono ormai strutturali. Non è immaginabile avere una sorta di autarchia fieristica nel nostro territorio. Però se ci fosse stata la volontà di un coordinamento più forte, oggi noi avremmo un sistema fieristico nettamente più competitivo. Non c'è stata questa volontà, la cosa che io immaginavo era quella di dare a ogni territorio una propria specificità, in modo tale che non ci fossero poi riproduzioni che non facevano bene né all'uno né all'altro. Così non è stato e oggi abbiamo il sistema che tutti voi conoscete. Però il tentativo politico su questo versante è stato fatto. Mi premeva solo sottolineare questo aspetto.
Adesso credo che crollerà il mondo perché ho parlato prima di Guarda Cristina e non ci saranno più le mezze stagioni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io intervengo soltanto per fare una precisazione, onde evitare che ci sia un fraintendimento dell'obiettivo dell'emendamento che ho presentato nella scorsa settimana, martedì scorso, anzi due settimane fa, in occasione appunto della previsione della discussione di questo progetto di legge.
L'obiettivo del progetto di legge è quello di rilanciare sì un tavolo, ma l'obiettivo è anche quello di dare dei contributi in ordine all'evoluzione di ogni singolo comparto, di ogni singola realtà che propone eventi fieristici. L'obiettivo quindi è quello anche nostro di definire quella che è una volontà non di guidare le fiere e gli Enti Fiera a scegliere e noi scegliere per loro gli interventi da fare, quanto nel guidarli ad approcciarsi ai temi che vengono trattati a quelle fiere in modo rispettoso di un percorso di cui noi come comunità siamo responsabili: quello educativo e pedagogico.
Per questo l'emendamento che ho presentato, che dice che la Regione del Veneto non fornisce i fondi previsti all'interno di questo articolo 3, destinato appunto all'evoluzione e poi anche, all'innovazione del settore dei diversi eventi fieristici, non li destina non alle aziende, alle S.p.A. che prevedono di fare o non fare fiere legate alla promozione dell'uso delle armi, assolutamente, sono libere di farlo. È il principio di dirci che come Regione del Veneto puntiamo anche su di loro, ma gli chiediamo una responsabilità, cioè quella che se utilizzano questi fondi devono dare le garanzie di non consentire l'accesso ai minori. Cioè possono tranquillamente farla la fiera, ma devono avere un codice non soltanto etico ma dei regolamenti che, così come succede per il Vinitaly, non consentano ai minori di 18 anni di accedere anche se accompagnati.
Non riesco a comprendere la difficoltà riferita a questa possibilità, a questo ragionamento che da qualche anno porto all'interno di questo Consiglio, perché appunto questo divieto avviene già per una fiera che propone un prodotto, il vino, prodotto alcolico già vietato nel consumo ai minori di 18 anni, così come viene vietato appunto l'utilizzo e la detenzione di armi. Tanto più viene vietato per un prodotto, il vino, che nel suo utilizzo non genera immediatamente un rischio nei confronti di un'altra persona, nel senso che l'utilizzo dell'arma immediatamente pone nella difficoltà e nel rischio della vita un'altra persona. Per cui è ancor più grave non prevedere questo tipo di limitazioni che per me sono limitazioni che devono esserci anzitutto proprio per un senso e per un compito istituzionale, di un'Istituzione che fa parte di una comunità che ha uno scopo educante e fino ad oggi si è testimoniato come questo non sia un compito, quindi, solo della famiglia.
Se una comunità lancia un messaggio per scopi di business prevalentemente, di apertura ad una fiera, non perché fiera che propone le armi, ma perché apre alla partecipazione di minori con la possibilità di imbracciare e di avvicinarsi alla normalizzazione dell'utilizzo delle armi nella vita quotidiana, ecco che lì casca quello che è il compito educante e di prevenzione che un'Istituzione, perché rappresentante di una comunità, deve avere nei confronti delle persone più vulnerabili, in questo caso i minorenni.
I bambini hanno una evoluzione, da un punto di vista cerebrale, che non consente loro, in alcuni periodi, nella fase della propria età evolutiva, di discernere come un adulto. Esporli a questo tipo di fiere ed esporli a questo tipo di normalizzazione, anche in termini di marketing, che fa credere che sia eccitante soltanto il possesso o la detenzione e l'imbracciare l'arma, crea e ingenera nel bambino una confusione, con il rischio di esporlo ulteriormente a messaggi che legittimano la cultura della violenza. È un problema pedagogico ed educativo; una comunità e un'Istituzione che regola questa comunità se ne deve prendere carico, proprio per lo scopo preventivo di cui tutti noi siamo consapevoli. Ecco perché l'emendamento nulla toglie a qualunque Ente che decida di fare una fiera legata alla promozione dell'utilizzo delle armi, solo chiede questa responsabilità: destinate questa fiera a un pubblico di maggiorenni, non ad un pubblico di minorenni.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Intervengo per sostenere la collega Guarda nella presentazione del suo emendamento perché anch'io ritengo giusto che sotto una certa età, ovvero sotto i 18 anni, ci si debba tenere distanti dalle armi e da fiere che propagandano, appunto, le armi. Credo che questo emendamento, come ha bene illustrato la collega, non tolga nulla. Dice solamente di evitare di contribuire a quelle fiere il cui Regolamento non preveda un divieto di ingresso ai minori di anni 18. È coerente anche con il principio del divieto di ingresso al Vinitaly da parte dei minori, quindi non vedo motivo per bocciare questo emendamento.
Oltre a questo, anch'io ho presentato un ulteriore emendamento per chiedere che al tavolo in questione per il rilancio del sistema fieristico sia prevista anche la rappresentanza dei sindacati dei lavoratori, proprio perché parliamo di un comparto così importante per il Veneto, per la nostra economia. Mi sembra evidente che ci sia la necessità di una parola da parte di un rappresentante dei lavoratori.

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo per sostenere sia la richiesta della partecipazione dei Sindaci al tavolo e sia il divieto di accesso dei minori alle fiere che contengono esposizione di armi.
Per quanto riguarda i Sindaci che devono partecipare al tavolo, che si propone di far partecipare al tavolo, credo che questo sia necessario. Molti di noi hanno fatto il Sindaco. Sappiamo perfettamente che siamo gli unici a conoscenza del territorio. Mi è dispiaciuto molto sentire quella battuta sul Sindaco di Verona relativamente al fatto che avrebbe partecipato anziché a una fiera... Non entro nel merito della verità o meno. Sappiamo perfettamente che i Sindaci non possono essere presenti nello stesso momento ovunque, ma quello che mi dispiace è che appare che partecipare a un evento sportivo o a una manifestazione o comunque a qualcosa non sia importante. Quello mi dispiace, perché invece voi pensate che l'attività di sport non sia importante quando in realtà – queste cose bisogna metterle chiare – sappiamo perfettamente che questa è prevenzione. È fondamentale l'attività sportiva. Dovremmo metterla gratuita per tutti i ragazzi, soprattutto in un momento in cui il disagio psicologico è enorme.

PRESIDENTE

Cerchiamo di rimane sul tema, colleghi. Grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Il tema è questo! Non era opportuno fare un esempio del genere, perché io credo che un Sindaco non possa partecipare sempre a più di una manifestazione, di un evento, di un convegno nello stesso momento. Disprezzare il fatto che sia andato, in un momento preciso, in un'altra manifestazione sportiva on credo sia giusto. Ritengo, quindi, opportuno il mio intervento.
Per quanto riguarda, invece, l'accesso, o meglio, il divieto di accesso dei minori alle fiere che riguardano le armi credo che sia veramente doveroso a titolo di prevenzione, ma anche di tutela. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in discussione generale perché ho sentito l'intervento del collega Polato che, tra le varie cose, ha criticato il fatto che ci siano degli emendamenti relativi alla questione delle armi nelle fiere. Ne abbiamo presentati anche noi, non solo sulla questione delle armi, ma anche su altre questioni.
Credo che nel momento in cui stiamo discutendo di una norma che prevede l'impiego di fondi pubblici, cioè fondi che provengono dai proventi delle tasse di tutti i cittadini del Veneto, dobbiamo stare attenti a come li utilizziamo. Pertanto, se nella stesura di queste leggi c'è la possibilità, possiamo introdurre delle limitazioni utili anche per toccare questioni importanti, questioni etiche, come la questione delle armi.
Con questi emendamenti non è che si vada in qualche modo a interferire, a vietare o a limitare determinate fiere, ma si dice semplicemente "Volete fare una fiera con le armi? Vi condizioniamo i contributi pubblici di tutti i cittadini al fatto che vietiate l'accesso a queste fiere ai minori, anche se accompagnati", oppure – noi abbiamo presentato anche altri emendamenti su questo – se queste fiere hanno per oggetto attività che possono essere nocive alla salute, al suolo, all'acqua, all'aria, al clima, alla biodiversità, non devono essere finanziate, nel senso che riteniamo che quei soldi che ci sono nel bilancio regionale e che sono sempre pochi sia meglio spenderli non per questo tipo di fiere con questo oggetto, ma magari per aiutare i tanti cittadini veneti che non si possono permettere la visita specialistica privata, perché quella del pubblico dura tantissimo tempo e pertanto in qualche modo è meglio usare questi soldi per loro oppure per l'istruzione oppure per dotare i Comuni di impianti di energia rinnovabile o aiutare anche quelli che non arrivano a fine mese perché le bollette sono schizzate, sono fuori controllo. In certi casi già chi non ce la faceva ha dovuto fare dei grossi sacrifici. È semplicemente una visione politica. Non è andare a contrastare il contenuto di un progetto di legge.
Ritengo anch'io che un Sindaco debba e possa decidere in coscienza dove essere presente, dove andare, chi frequentare, a quali attività partecipare. Quindi, sono d'accordo anch'io con la collega Bigon, che mi ha preceduto. Trovo poco elegante fare le pulci a un Sindaco, semplicemente perché non è andato da una parte, ma è andato dall'altra parte. Probabilmente l'ha anche voluta la cosa. Probabilmente, se io fossi stato il Sindaco, di fronte a questa alternativa, sarei andato anch'io alla manifestazione sportiva con i ragazzi. I ragazzi sono il nostro futuro.

PRESIDENTE

Colleghi, per favore, non entriamo nel caso specifico. Rimaniamo sul progetto di legge. Non stiamo parlando di sport e neanche di giovani.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Però siamo in discussione generale.

PRESIDENTE

Cosa vuol dire, che parliamo dell'universo mondo in discussione generale?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Perché, Presidente, le ricorderò anche una cosa...

PRESIDENTE

Ha fatto un breve riferimento e voi, invece, state facendo un dibattito sullo sport e sull'importanza dello sport. Non è la stessa cosa.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Evidentemente è un tema importante. Ma le dirò...

PRESIDENTE

Se lei vuole fare il Presidente del Consiglio, la prossima volta si candida a fare il Presidente del Consiglio, però le regole, in questo momento, le detto io e le ho detto che lei sta parlando di un tema che non riguarda la discussione in oggetto. Okay?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ha ragione. Su questo ha ragione.
Comunque, volevo anche specificare che con dieci Consiglieri in minoranza potrei candidarmi a fare il Presidente del Consiglio quando voglio! Comunque, Presidente, a parte le battute, ci sono anche le fiere dello sport.
Concludo il mio intervento.

PRESIDENTE

Collega Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Ritorno anch'io, in un certo senso, sull'argomento.
Mi pare che l'emendamento voglia un po' sostituirsi al compito nostro di educatori nei confronti dei figli. Mi ha fatto molto piacere l'intervento della consigliera Bigon, dove è stata evidenziata l'importanza dello sport. Vorrei ricordare che uno degli sport più educativi nei confronti dei ragazzi, soprattutto dei ragazzi che hanno difficoltà, è proprio il tiro a segno sportivo, fatto con delle armi, ahimè. È chiaro che sono delle armi non a fuoco fino ai 18 anni e poi c'è l'evoluzione, ma il saper utilizzare e avere la consapevolezza dell'uso di questi strumenti è molto più importante che non il divieto di poterne venire a contatto.
È evidente che ognuno da genitore si comporta in coscienza nei confronti dei propri figli nel migliore dei modi e come ritiene in maniera più opportuna, non possiamo non possiamo sostituirci a questo. Bisogna pensare che a queste fiere, di fatto, partecipano tantissimi ragazzi che sono frequentatori e che stanno portando, anche in maniera, devo dire, molto importante, alto il nome del Veneto in tutte quante le gare nazionali di tiro a segno sportivo, perché Treviso, ma anche Cerea, per esempio, sono sempre al top delle classifiche di questi sport.
Credo che non sarebbe opportuno togliere l'opportunità a questi ragazzi di poter partecipare e vedere queste armi con la consapevolezza che possono certo portare a delle conseguenze anche drammatiche in certi casi, quindi piuttosto chiederei, anche se non è questo il momento, che in questo tavolo si possa fare una considerazione nei confronti delle armi, dove all'interno di questi convegni, di questi tavoli di lavoro piuttosto che all'interno delle fiere, ci siano magari dei momenti di riflessione sull'uso delle stesse, anche nei confronti dei giovani sportivi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo sul tema, invece. Anzi, ringrazio i colleghi che hanno proposto questo PDL, perché credo, al di là, ovviamente, dell'aspetto formale che ha l'obiettivo di coinvolgere sicuramente un comparto strategico per il Veneto, un comparto strategico per il nostro Paese, che si voglia cercare di mettere insieme e in rete oggi tutti i protagonisti che possono essere coinvolti in un settore, quello fieristico, che non è fatto solo da chi partecipa alle singole fiere e da chi le promuove, ma chiaramente anche da un indotto che sta a corollario, che, dal punto di vista economico, dal punto di vista imprenditoriale, dal punto di vista del commercio, ma anche dal punto di vista lavorativo, perché c'è anche un aspetto importante anche sulle ricadute lavorative, coinvolge tantissime persone. Ha, inoltre, un aspetto turistico straordinariamente importante, perché sappiamo che la nostra Regione, di fatto, è una tra le Regioni italiane che dell'industria del turismo ne ha fatto davvero una eccellenza.
Riteniamo che sia strategico comunque porre all'attenzione della Regione Veneto una regia. è superfluo oggi puntare il dito sulla singola richiesta di un emendamento che possa o meno coinvolgere i Sindaci nel momento in cui c'è la Regione, nel momento in cui c'è l'ANCI, nel momento in cui gli stessi Sindaci sono soci di molte delle fiere importanti che abbiamo nel nostro comparto veneto. Credo sia più importante, invece, focalizzare l'attenzione su quello che è un rischio che il nostro sistema fieristico sta attraversando ed è evidente che gli attacchi che ci sono in una normale legge di libero mercato concorrenziale si debba cercare di affrontarli, vincendoli, chiaramente facendo sistema e facendo regia e mettendo in campo una serie di azioni intelligenti che consentano di rafforzare il sistema fieristico veneto, non solo esclusivamente a favore e nell'interesse del Veneto. Credo sia nell'interesse soprattutto del sistema Paese perché Vinitaly non è la fiera di Verona, ma è la fiera internazionale del mondo, mondiale, dicevo, del comparto, del settore vitivinicolo. Fortunatamente si svolge a Verona, fortunatamente si svolge in Veneto, ma credo perché ci siano state delle capacità politiche, amministrative e imprenditoriali per riuscire a intercettare questa importante opportunità, che non è, ripeto, solo per la città di Verona o solo per il Veneto, ma è un'opportunità per il nostro Paese con eco internazionale e con eco mondiale.
È evidente che anche i singoli Sindaci hanno un ruolo fondamentale, perché se noi non capiamo qual è la regia politica per cui ogni Sindaco che ha la responsabilità di gestire la propria comunità, che non è fatta solo da cittadini residenti, ma è fatta anche da una serie di mondi, da economie, da associazioni di categorie a realtà quali l'aeroporto piuttosto che ovviamente il settore fieristico piuttosto che il settore industriale, piuttosto che il settore aziendale, dove ovviamente bisogna dare le indicazioni delle strategie del proprio territorio dove si vuole andare a sviluppare quei canali che non sono solo quelli ovviamente di racchiudersi dentro le mura della propria città, ma di espandersi andando a relazionarsi con il mondo esterno e soprattutto con il mondo internazionale.
Ecco perché, e mi ricollego a quello che si diceva sul Sindaco di Verona, è stata una battuta, ma è per far capire che quando tu sei Sindaco e scegli le priorità d'investimento politico sul proprio territorio e scegli di non andare a dare con la tua presenza un significato importante a quella che è la fiera, a quello che è il mondo economico, vitivinicolo, produttivo e turistico che rappresenta oggi Vinitaly, vuol dire che non hai capito o quantomeno non hai colto l'attenzione e l'importanza che questo comparto, che questa fiera sta dando al tuo territorio, alla tua comunità e al tuo Paese.
Quindi, senza mancare di rispetto a quelle che sono le scelte che ognuno legittimamente fa, credo che in un contesto come questo – sapete che sono fautore del mondo dello sport, rappresento, insieme al collega Possamai, il Consiglio nella Consulta regionale dello sport – non possiamo pensare che un'iniziativa di questo genere, ripeto, di rispetto sportivo nella città di Savona, possa essere la priorità rispetto a quella di essere presenti a un evento internazionale che porta Verona e il Veneto a livello mondiale, con tutto quello che ci sta dietro oggi per dimostrare e tenere ferma la nostra Fiera nel nostro territorio veronese. D'altronde, sapete il pericolo che stiamo correndo, sapete che non è facile mantenerla, sapete che Milano è sicuramente concorrente e che, se vuole e decide di portarci via la Fiera di Verona, può farlo, perché ne ha le capacità economico-finanziarie e anche forse politiche. Quindi, spetta a noi difenderla. E ogni azione che si deve intraprendere, anche con la presenza fisica, credo che sia quanto mai fondamentale e strategico.
Non è un'accusa di natura soggettiva, ma credo che sia un dato oggettivo, sul quale noi tutti, indipendentemente dalla colorazione politica che ricopriamo, dobbiamo fare sistema e dobbiamo fare comparto. Ecco perché la cabina di regia e il tavolo di confronto che chiedono i colleghi con questo progetto di legge ci vedono assolutamente d'accordo, perché dietro – lo ripeto – c'è un'opportunità che non dobbiamo farci sfuggire. Ne va della nostra Regione, ne va soprattutto dell'eccellenza del nostro Paese.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altre richieste di intervento? Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Mi sono riservato, dopo una relazione doverosa su questo progetto di legge, di intervenire dopo aver ascoltato gli interventi dei colleghi.
Innanzitutto desidero ringraziare tutti i colleghi della Terza Commissione per il lavoro svolto, tutte le Commissioni, il presidente Andreoli, l'assessore Marcato per il sostegno a questo progetto di legge e tutti voi colleghi che avete dato il vostro contributo. Permettetemi anche di ringraziare i colleghi del mio Gruppo, che hanno lavorato e hanno voluto proporre questo progetto di legge e stimolare la discussione su un tema ritenuto strategico, almeno da noi, ma mi pare da tutta l'Aula, per il Veneto.
Mi preme fare alcune considerazioni, tralasciando per ora il "tema veronese", per riportare l'attenzione sull'obiettivo di questo progetto di legge. Lo dico soprattutto ai colleghi che hanno depositato gli emendamenti – ho visto che avete anticipato le riflessioni sugli emendamenti, quindi di fatto parliamo anche degli emendamenti – perché credo che ci sia da chiarire alcuni aspetti. Il primo, che secondo me è fondamentale ed è il pilastro su cui basare le altre considerazioni, è chiarire, appunto, l'obiettivo di questo progetto di legge. All'inizio ho dato per acquisito l'obiettivo chiaro di questo progetto di legge. Ne è testimonianza il fatto che, durante la mia relazione, non ho citato gli stanziamenti delle risorse finanziarie impegnate nelle tre voci di spesa, che avete visto e di cui abbiamo discusso in Commissione, sia per il funzionamento di questo tavolo, sia per la spesa corrente, sia per la spesa in conto capitale negli esercizi 2023 e 2024. Ho tralasciato il tema delle risorse perché ho dato per certo che fosse acquisito l'obiettivo. Poi, però, ho sentito alcuni interventi di alcuni colleghi relativamente anche agli emendamenti e ho capito che questo obiettivo forse non è chiaro. L'obiettivo è una regia del sistema del comparto fieristico, che è la conclusione del collega Bozza e che il collega Polato ha prima citato, esplicitato e illustrato, anche con passione, di una realtà che conosce molto bene, perché quello che si vuole fare, come è stato fatto dall'assessore Marcato anche negli ultimi esercizi di questa Regione, è sostenere il sistema fieristico veneto. Parlo di esercizi perché sono esercizi di bilancio, dove le attività si sono svolte all'interno di quella strategia o piano strategico del settore che gli compete. Dicevo, dunque, la volontà è sostenere il sistema, promuovere il sistema, stimolare il sistema fieristico veneto nelle varie direzioni. Badate, non gli eventi fieristici. Signori, credo non sia sfuggito a nessuno che le risorse stanziate per questo progetto di legge per sostenere gli eventi fieristici sarebbero davvero insufficienti per fare questa operazione. Invece, le risorse finanziarie e l'obiettivo sono per noi coerenti perché si vuole puntare alla regia. E la regia non ha come obiettivo quello di far entrare il tavolo nei contenuti delle singole iniziative di ogni fiera, bensì le iniziative del sistema fieristico. Da questo punto di vista la scheda che è stata prodotta per questo progetto di legge gli obiettivi li ha citati molto bene. Infatti, le risorse sono tutte con contributi di parte corrente e di rimborso spese e con contributi in conto capitale per iniziative di sostegno al sistema degli enti fieristici del Veneto. Badate, non agli enti fieristici, al sistema degli enti fieristici. Credo che questo sia un aspetto da evidenziare e da chiarire, visto che alcuni emendamenti e anche alcuni ragionamenti – spero non siano stati formulati appositamente – sono non allineati a questo progetto di legge.
Quando diciamo regia, parliamo di un progetto di legge che possa far fare regia a un tavolo, finalmente, per proteggere, come diceva il collega Polato, il sistema fieristico in un mercato che è molto competitivo e aggressivo, ma anche per proteggere gli asset più importanti del sistema fieristico veneto in questo momento. Ricordo che il food è già stato aggredito e acquisito da altre Regioni, e non solo, anche da realtà che hanno acquisito il food che era patrimonio del Veneto e che è stato trasferito in un'altra Regione. Questo è avvenuto tramite una strategia anche finanziaria o di soggetti finanziari. Devo citare una banca? Non serve. Credo sia chiaro di cosa sto parlando. Ma questo potrebbe accadere anche per il beverage (per dare soddisfazione ai veronesi che tanto si sono animati in questa discussione).
Quando si parla di strategia, non si punta solo a proteggere, ma anche a promuovere azioni strategiche, perché noi abbiamo bisogno – questo l'ho colto in vari interventi – di portare il sistema fieristico e la vetrina veneto a essere nelle condizioni di poter esprimere il potenziale almeno al pari del sistema produttivo veneto. Il sistema produttivo veneto già lo fa, già è una eccellenza in tutto il mondo in molti settori, mentre non riusciamo a fare sistema nel promuoverlo. Quindi, la volontà è allineare le due realtà.
L'altro tema che vorrei lasciare all'Aula è che, nel momento in cui diciamo che il sistema produttivo veneto ha bisogno di una vetrina al pari con il sistema, non possiamo più permetterci di non avere un tavolo che possa essere sinergico con i tavoli nazionali, i quali tavoli nazionali poi si confrontano nei tavoli internazionali. Questo è un tavolo che dovrebbe allinearsi, come ha detto l'Assessore e come poi alcuni colleghi hanno ribadito, e che dovrebbe essere sinergico con le strategie e le programmazioni nazionali, che a loro volta si allineano alla competizione internazionale. La programmazione nazionale degli enti fieristici e delle attività fieristiche italiane presso i Ministeri è continuamente in evoluzione e si sta confrontando con i mercati internazionali. Quindi, abbiamo bisogno di avere un tavolo che non ragioni più singolarmente, ma possa ragionare in modo sinergico e allinearsi a quella programmazione.
Questa è la volontà, che non ha niente a che fare con i singoli eventi o iniziative fieristiche, che, con tutto il rispetto, lasciamo alla programmazione di ogni soggetto che, nella titolarità e proprietà della stessa, deve e può svolgere come propria attività di impresa anche, perché a noi interessa il Veneto. Questo è lo spirito con cui abbiamo affrontato e proposto questo progetto di legge ed è anche il motivo per cui, come cercavo di dire prima, le risorse le riteniamo, almeno per il momento, congrue allo spirito e all'obiettivo prefissato.
Il resto Io lascerei, Presidente, alla discussione eventuale sui singoli emendamenti, ma credo che adesso sia lei che debba scandire i tempi della discussione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Con il suo intervento chiudiamo la discussione generale.
Ci sono circa otto emendamenti, quindi diamo tempo un quarto d'ora, venti minuti alla Terza Commissione per poter esprimere un parere.
La seduta è sospesa fino alle ore 16.45.
La Seduta è sospesa alle ore 16.26
La Seduta riprende alle ore 17.06

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Vi comunico che il collega Soranzo ha depositato l'emendamento n. C0009.
Do tre minuti per la presentazione di eventuali subemendamenti.
Partiamo dall'articolo 1.
Emendamento n. C0001, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 1, comma 1, pagina 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 11 bis, così come inserito dall'articolo 1 comma 1 del PDLR 158 e rubricato "'Tavolo per il sistema fieristico regionale", dopo la lettera f) è inserita la seguente lettera: "g) un rappresentante designato d'intesa fra le associazioni sindacali dei lavoratori del comparto fieristico maggiormente rappresentate a livello regionale".
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Presidente, ho colto la disponibilità da parte del collega relatore Soranzo di fare un emendamento che va in questo senso, ovvero di prevedere all'interno del Tavolo per il sistema fieristico un rappresentante dei sindacati maggiormente rappresentativi, quindi ritiro il mio emendamento a favore di quello del relatore.
Grazie.

PRESIDENTE

L'emendamento, quindi, è ritirato.
Non sono arrivati subemendamenti, quindi possiamo passare all'emendamento n. C0009 del collega Soranzo.
Emendamento n. C0009, presentato dal consigliere relatore Soranzo, articolo 1, comma 2 bis, pagina 1 bis, modificativo, che prevede:
All'articolo 11 bis è inserito il seguente comma:
"2 bis. Il Tavolo, in relazione ai temi iscritti all'ordine del giorno, può essere integrato da un rappresentante designato d'intesa fra le associazioni sindacali dei lavoratori del comparto fieristico maggiormente rappresentative a livello regionale".
Il consigliere Soranzo lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. C0009. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. C0003, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 1, comma 1, pagina 2, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 1 dell'Art. 1 dopo la lettera f) viene aggiunta la seguente lettera: "g) i Sindaci dei Comuni veneti che ospitano gli spazi espositivi in cui si svolgono manifestazioni fieristiche di rilevanza nazionale ed internazionale promossi dagli enti fieristici del Veneto o loro delegati".
Lo vuole presentare?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ha votato il consigliere Valdegamberi che non era in Aula. Era l'unico rosso.

PRESIDENTE

Adesso verifichiamo.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
So che ho il parere negativo su questo emendamento, però ci tenevo a esprimere la mia posizione. Penso davvero che non invitare i Sindaci dei Comuni del Veneto dove insistono le fiere e gli eventi fieristici di cui stiamo parlando sia un errore. In Ufficio di Presidenza abbiamo provato più volte a dire che, sebbene l'ANCI è giusto che ci sia, non è la stessa cosa che avere i Sindaci presenti. Penso sia un errore non invitarli.
Chiedo, quindi, che resti a verbale che credo sia un errore non aver accettato questo emendamento, proprio perché, se dobbiamo parlare di strategia delle fiere, dobbiamo pensare che i Sindaci devono essere coinvolti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. C0003, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0004, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 1, comma 1, pagina 3, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 1 dell'Art. 1 dopo la lettera f) viene aggiunta la seguente lettera: "g) un rappresentante, esperto in materia, designato d'intesa fra le associazioni di categoria interessate e maggiormente rappresentative del sistema culturale regionale".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ho parere negativo anche su questo. C'era stata un'apertura, cioè quella di proporre di invitare a seconda dei temi di cui discutiamo i rappresentanti delle associazioni di categoria del sistema culturale regionale, però, come ho detto in Ufficio di Presidenza, io penso, invece, che sia importante che al tavolo partecipino normalmente questi soggetti, anche perché eventualmente decidano insieme quali sono i temi da mettere all'ordine del giorno. Invitarli solo a giochi fatti è una cosa un po' diversa.
Mi dispiace molto che anche questo non sia stato accolto. Spero che l'assessore Marcato poi abbia la sensibilità, una volta realizzato questo progetto di legge, comunque di coinvolgere il settore culturale veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Solo per dire che l'assessore Marcato ha già manifestato che la sensibilità l'avrà, anche perché, sperando che il sistema e questo tavolo possano produrre dei risultati, sono risultati che sicuramente potranno essere concordati e raccordati anche con il sistema culturale, che può trarne beneficio e, viceversa, il sistema potrà trarne beneficio dallo stesso settore cultura. Quindi, la sua sensibilità l'assessore Marcato, almeno al sottoscritto e al presidente Andreoli, l'ha già manifestata con grande attenzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. C0004. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'articolo.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Emendamento n. C0002, presentato dalla consigliere Guarda, articolo 2, comma 1, pagina 4, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 11 ter, come introdotto dall'art.2, comma 1, del PDLR è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. I contributi di cui al comma 2 non sono ammessi in relazione a iniziative degli enti, manifestazioni ed eventi fieristici che abbiano a oggetto attività comunque denominate relative ad armi proprie di qualsiasi tipo ove non sia previsto il divieto d'ingresso dei minori degli anni diciotto, anche se accompagnati da un adulto".
La collega Guarda non è presente.
Metto in votazione l'emendamento n. C0002. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0005, presentato dal consigliere correlatore Lorenzoni, articolo 2, comma 1, pagina 4 bis, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 11 ter della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , così come inserito dal comma 1 dell'articolo 2, è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. I contributi di cui al comma 2 non sono ammessi in relazione a iniziative degli enti, manifestazioni ed eventi fieristici che abbiano a oggetto attività che possano nuocere alla salute umana".
Prego, collega Lorenzoni, per la presentazione.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Presento questo emendamento e anche i successivi, dato che sono tutti molto simili.
Il progetto di legge prevede il tavolo, ma prevede anche un finanziamento regionale nei confronti, sì, del sistema fieristico, ma anche, al comma 2 dell'articolo 2, finanziamenti a nuove manifestazioni ed eventi fieristici, quindi a iniziative molto puntuali. La richiesta di questo emendamento è che i contributi previsti dal comma 2 non siano ammessi in relazione a iniziative che possano avere come oggetto attività che possano nuocere alla salute umana.
I successivi emendamenti sono relativi a tematiche simili, quindi la salvaguardia della biodiversità, del paesaggio, del suolo, dell'acqua, dell'aria e del clima, e a iniziative, precisamente il terzo emendamento, che comportino l'esposizione di armi.
Erano indicazioni legate all'indirizzo che questo organo legislativo dovrebbe dare all'utilizzo dei fondi pubblici e, quindi, sembravano non togliere nulla alla possibilità del progetto di legge di sostenere iniziative fieristiche che abbiano, però, ad oggetto tematiche che possano essere condivise da tutti i cittadini del Veneto. Mettere come tutela che i fondi pubblici possano essere utilizzati solo per iniziative che non vadano in contraddizione con alcuni princìpi, che credo quest'Aula condivida, il primo è legato alla salute umana, il secondo è legato alla tutela della biodiversità e dell'ambiente, il terzo è legato all'esposizione di armi ai minori, credo non sia qualcosa che tolga nulla.
So che il parere del relatore è purtroppo negativo. Credo che la motivazione legata al fatto che il finanziamento vada al sistema fieristico generale sia un po' debole. Dispiace, perché era un'occasione per esercitare quella che è la nostra funzione di indirizzo, e invece perdiamo anche questa occasione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vi sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. C0005. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0006, presentato dal consigliere correlatore Lorenzoni, articolo 2, comma 1, pagina 4 ter, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 11 ter della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , così come inserito dal comma 1 dell'articolo 2, è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. I contributi di cui al comma 2 non sono ammessi in relazione a iniziative degli enti, manifestazioni ed eventi fieristici che abbiano a oggetto attività che possano avere impatti negativi sull'ambiente al fine della salvaguardia della biodiversità, del paesaggio, del suolo, dell'acqua, dell'aria e del clima".
Il collega Lorenzoni lo dà per letto, immagino. Bene, grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. C0006. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0007, presentato dal consigliere correlatore Lorenzoni, articolo 2, comma 1, pagina 4 quater, modificativo, che prevede:
All'articolo 11 ter della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , così come inserito dal comma 1 dell'articolo 2 sono aggiunti i seguenti commi:
"4 bis) Sono comunque escluse dal finanziamento di cui al presente articolo le iniziative che comportano, in qualsiasi forma, l'esposizione di armi e non prevedono l'espresso divieto di accesso ai locali espositivi dei minori, anche se accompagnati.
4 ter) Le violazioni del divieto di cui al comma 4 bis comportano la revoca del finanziamento di cui al presente articolo, con obbligo di restituzione degli eventuali acconti corrisposti".
Il collega Lorenzoni lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. C0007. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0008, presentato dal consigliere correlatore Lorenzoni, articolo 2, comma 1, pagina 4 quinquies, modificativo, che prevede:
All'articolo 11 ter della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , così come inserito dal comma 1 dell'articolo 2 è aggiunto il seguente comma:
"4 bis) Sono comunque escluse dal finanziamento di cui al presente articolo le iniziative che comportano, in qualsiasi forma, l'esposizione di armi".
Il collega Lorenzoni lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. C0008. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Non vedo richieste di interventi.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora in dichiarazione di voto. Qualcuno vuole intervenire? Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Prendo la parola a nome di tutta l'opposizione in relazione a quella che è stata la discussione di questo progetto di legge, che non ci ha dato grande soddisfazione. Lo dico al collega Soranzo, che ha rigettato le nostre proposte.
Riprendo alcune tematiche che sono state espresse nella discussione, perché credo siano importanti. Innanzitutto al collega Polato voglio dire che è vero che la Regione ha aiutato Fiera di Verona in occasione del post-Covid con l'ingresso tramite AVEPA, un'iniziativa sicuramente lodevole, ma non nella fase di programmazione. Si è messo un taccone su una situazione di emergenza. Lavorare in emergenza può andare bene, ma è cosa completamente diversa rispetto a quella di lavorare su una progettazione e su una programmazione. E credo che quello che è mancato in questi anni sia stata proprio la capacità di coordinare l'attività. Poi, che la Regione sia intervenuta in una emergenza va benissimo, ma credo che il lavoro da fare sia a monte, sia nella capacità di coordinare l'attività dei poli fieristici. In questo senso penso che anche l'intendimento del collega Soranzo fosse quello di aiutare a pensare a raccordare le attività fieristiche con le attività manifatturiere, cioè a far nascere delle iniziative che oggi mancano, a far vedere che la realtà produttiva del Veneto ha delle...
Chiedo scusa, Presidente, ma faccio fatica a parlare con questo brusio. Oltretutto, credo sia anche inutile che io parli se c'è in sottofondo questa pentola di fagioli.
Credo che quello spirito di stimolare una capacità del sistema fieristico di lavorare al servizio del territorio, dando visibilità ad alcuni dei distretti produttivi, e ne ho citati alcuni, debba essere recuperato. Mi auguro che si riesca a lavorare in quella direzione, in quella dimensione progettuale, più che in una dimensione di difesa del sistema fieristico. Noi non dobbiamo difendere un sistema fieristico così com'è, noi dobbiamo aiutarlo ad evolvere, sennò difendiamo una realtà statica. E credo non sia questo l'obiettivo, l'intendimento del progetto di legge.
Bisogna promuovere le realtà produttive nazionali all'estero, e a tal riguardo sono state citate dal collega Valdegamberi le iniziative del sistema tedesco, che ha sempre uno stand fatto per ogni Länder. A me ha colpito questa cosa: non c'è lo stand della singola impresa, c'è lo stand del Länder che promuove la realtà produttiva di quello specifico territorio. Ebbene, credo che proporsi in questi termini possa essere assolutamente ragionevole e auspicabile.
All'assessore Marcato, che in qualche maniera ha detto di averci provato a far lavorare insieme le fiere, ma è stato un insuccesso su tutto il fronte, voglio dire che con questa sua dichiarazione ha riconosciuto e avallato il fallimento della politica regionale almeno degli ultimi dieci anni. Francamente mi ha sorpreso che l'abbia riconosciuto in maniera così chiara, così esplicita, ma non è che ci arrendiamo se il tentativo di fare il tavolo non ha successo. Questo non aver accordato i mondi produttivi ai mondi espositivi credo sia un elemento di debolezza della guida di questa Regione. Mi hanno veramente sorpreso le parole con cui ha riconosciuto questo fallimento.
Io non mi rassegno, mi auguro che si faccia tesoro di quel fallimento e si possa, in futuro, lavorare in modo più propositivo. Ne ha bisogno il nostro tessuto manifatturiero, ne ha bisogno il territorio, le fiere sono anche, come è stato ricordato oggi, un modo per estendere sul territorio i benefici della realtà produttiva.
Non posso non fare a meno anche di riprendere alcuni aspetti. Sul tiro a segno come sport educativo io non ho niente da dire. Anche le bocce sono uno sport educativo, perché, pur senza sparare, aiutano la concentrazione, però il fatto che il tiro a segno sia vietato con armi da fuoco fino a 18 anni è esemplificativo del fatto che c'è un tema di incompatibilità tra la minore età e l'uso delle armi. Questo credo vada riconosciuto. Non si possono usare armi da fuoco fino a 18 anni nel regolamento sul tiro a segno. Per cui, va benissimo educare i ragazzi alla concentrazione, anche alla gestione della pressione della gara, cosa che, secondo me, è utilissima, però l'esempio che è stato fatto è proprio un riconoscimento della cautela con cui dobbiamo utilizzare le armi.
È stato richiamato il tema che il sindaco Tommasi non fosse presente. Si trattava della conferenza stampa a Roma di presentazione di Vinitaly. Credo che Tommasi sul suo territorio sarà presente. Sicuramente a Verona presenzierà, ma che in una conferenza stampa a Roma non fosse presente credo che non sia assolutamente un demerito, perché il rappresentante del territorio...
Mi sembra una polemica pretestuosa nell'andare...

PRESIDENTE

Colleghi, non stiamo facendo un dibattito, per cortesia.
Lasciate finire il collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Credo che la polemica sia pretestuosa. Questo modo di interrompermi è anche eloquente.
Tutelare il proprio territorio non significa andare a Roma, al Ministero, in una delle iniziative di presentazione.
Sono sicuro che sarà presente a Verona, che con il patrocinio che è stato dato alla manifestazione il Comune sarà presente, come lo è sempre stato, come è giusto che sia e come credo che vada riconosciuto. Per cui, ecco, in sintesi, questo progetto di legge ha degli intendimenti lodevoli.
Dal nostro punto di vista, è estremamente debole nella capacità di incidere in una situazione che richiede una visione strategica, che richiede una presa di posizione forte che con il tavolo e con questa delega alla Giunta a dare dei finanziamenti non si prende.
Per cui, il voto dell'opposizione sarà un voto di astensione, perché non si può avallare un'azione di questo tipo così fragile, così debole, così inadeguata al tempo che stiamo vivendo, pur essendo un tema che nelle sue linee strategiche può essere condivisibile.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Altri interventi?
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Se non ci sono interventi, faccio presto nel fare alcune precisazioni e rinnovare i ringraziamenti.
Il collega Polato mi preme di ricordare quanto segue: l'aumento di capitale è stato di 30 milioni di euro. È avvenuto in un'assemblea dei soci prima della pandemia ed era, tra l'altro, collegato a una modifica dello Statuto che introduceva la figura dell'amministratore delegato e che guardava con azioni strategiche volte proprio essere competitivi nel mercato internazionale. Vorrei lasciare agli atti anche questa precisazione.
Faccio un'altra considerazione, prima dei ringraziamenti. Vorrei esprimere il mio dispiacere per quello che ho sentito, ovvero il voto di astensione da parte di tutta l'opposizione, perché credo che questo sia un progetto di legge su un asse strategico.
Nelle premesse anche della relazione del correlatore avevo appreso una certa soddisfazione, come tanti altri colleghi, sull'idea di iniziare un percorso, con tutte le considerazioni, le sfaccettature e le considerazioni quest'oggi espresse in Aula, ma che fosse sicuramente uno strumento di soddisfazione in un asse, in un comparto strategico.
Il voto di astensione nella mia esperienza politica dell'opposizione lo voglio leggere come un voto di favore, nel senso di approvazione, è sempre stato così. Poi, se invece si lancia il sasso, ma si nasconde la mano, per noi è comunque una vittoria. Mi piace interpretarlo così, che un voto di astensione dall'opposizione equivalga a un voto favorevole. Mi piace, perché sarebbe veramente poco capito dai veneti che ci sia, su un progetto di legge questo tipo, una contrarietà da parte di rappresentanti dell'opposizione, comunque rappresentanti dei cittadini veneti o dei settori veneti.
Concludo – è doveroso – rinnovando il ringraziamento, per il lavoro fatto sugli emendamenti, a tutti i colleghi, l'assessore Marcato, l'Ufficio legislativo, tutti gli uffici, il presidente Andreoli, i Presidenti e i colleghi delle Commissioni che hanno lavorato a questo progetto di legge, perché comunque auspichiamo, speriamo, che questo nuovo strumento con le risorse deputate e con questo testo che sarà licenziato da quest'Aula, possa essere davvero un nuovo strumento che possa davvero allinearsi a quelli che sono oggi i consessi, gli strumenti e le opportunità che, a livello nazionale e internazionale, sono già in attuazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il progetto di legge regionale n. 158, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Vi informo che la prossima settimana non ci sarà Consiglio e per la prossima seduta sarete convocati a domicilio. Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.28
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 93 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 93
MARTEDì 28 MARZO 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI FRANCESCA ZOTTIS E NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 93a seduta pubblica – martedì 28 marzo 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 4675 del 23 marzo 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.33, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.45.

La seduta inizia alle ore 10.50.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della seduta pubblica n. 92 di martedì 21 marzo 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Boron e Gerolimetto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 352 del 10.02.2023
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni
"I cacciatori hanno l'obbligo di riportare nel proprio tesserino i dati sulla fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta. Quanti esemplari di avifauna sono stati uccisi tra il 28 e il 30 gennaio 2023 (durante la fase prenuziale) in Veneto?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Marcato che risponde per conto della Giunta regionale.

Durante l'intervento dell'assessore Marcato assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 323 del 23.12.2022
presentata dal consigliere Lorenzoni
"La Regione intende opporsi all'incremento della tassa aeroportuale di imbarco dallo scalo di Tessera?"

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Caner che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

n. 353 del 10.02.2023
presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Lorenzoni e Ostanel
"Parco Naturale Regionale della Lessinia senza guardiaparco per un biennio: ma la Regione cosa ha controllato?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Marcato che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 354 del 13.02.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Cosa intende fare la Regione Veneto per scongiurare che l'Ente Parco Naturale Regionale della Lessinia elimini l'unico guardiaparco in servizio?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Interviene l'assessore Marcato che risponde per conto della Giunta regionale.

Durante l'intervento dell'assessore Marcato assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

n. 363 del 16.02.2023
presentata dalla consigliera Ostanel
"Il consigliere Formaggio 'al fianco della lobby dei cacciatori e delle armi' in rappresentanza della Regione?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Marcato che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento

n. 286 del 20.01.2023
presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Montanariello e Zanoni
"Produzione di biometano a Cavarzere: sostenibilità ambientale e tutela della salute dei cittadini sono priorità regionali o assumono sempre carattere recessivo rispetto agli interessi produttivi?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Marcato che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 287 del 23.01.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Protocollo d'intesa in materia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura: quali le future prospettive?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di modifica del regolamento del Consiglio regionale d'iniziativa dei consiglieri Ciambetti, Finco, Zottis, Sponda e Baldin relativa a "Modifica del regolamento regionale 14 aprile 2015, n. 1 "Regolamento del Consiglio regionale del Veneto"". (Proposta di regolamento interno n. 3) APPROVATA (Deliberazione n. 37/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che presenta anche l'ordine del giorno n. D2, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Zottis (Partito Democratico Veneto) che chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno, Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che, a nome del gruppo Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni, chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno, Baldin (Movimento 5 Stelle) che chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno, Guarda (Europa Verde) che chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno e Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolo e relativo emendamento.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. D1, aggiuntivo di un articolo, dato per letto dalla consigliera Cestaro, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 2.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato alla proposta di regolamento interno in oggetto.

ODG n. D2

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Soranzo, Polato, Formaggio, Pavanetto, Razzolini, Baldin e Guarda relativo a "Il Consiglio regionale valuti di dotare le proprie sedi di spazi baby friendly per favorire la conciliazione tra impegni lavorativi/istituzionali e vita familiare" in occasione dell'esame della proposta di modifica del regolamento relativa a ""Modifica del regolamento regionale 14 aprile 2015, n. 1 "Regolamento del Consiglio regionale del Veneto"". (Proposta di regolamento interno n. 3) APPROVATO (Deliberazione n. 36/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto, già precedentemente illustrato, interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Bisaglia, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE, non essendoci dichiarazioni di voto, pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di regolamento interno in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Disposizioni per la esenzione dall'Imposta sui redditi delle societa' (IRES) degli esercizi commerciali ubicati nei comuni periferici con popolazione residente inferiore a 3.000 abitanti" d'iniziativa del Consiglio regionale del Veneto. (Progetto di legge statale n. 16) APPROVATA (Deliberazione n. 38/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Zottis (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Camani (Partito Democratico Veneto), in discussione generale, e il consigliere Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier), in sede di replica.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.56.

La seduta riprende alle ore 14.47.

Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. B1 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. B2 intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. B2 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Il subemendamento n. B5 all'emendamento n. B4, articolo 2, sostitutivo, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. B4 all'articolo 2, dato per letto dal consigliere Corsi, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. B3.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge statale in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 8) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Soranzo, Formaggio, Pavanetto, Piccinini, Polato, Razzolini e Speranzon relativa a ""Modifiche alla legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 "Disciplina del settore fieristico"". (Progetto di legge n. 158) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 5/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Lorenzoni (Gruppo Misto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), l'assessore Marcato, i consiglieri Guarda (Europa Verde), Baldin (Movimento 5 Stelle), Bigon (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Cestaro (Zaia Presidente), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 16.26.

La seduta riprende alle ore 17.06.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che ritira l'emendamento n. C1 all'articolo 1.

L'emendamento n. C9 all'articolo 1, dato per letto dal consigliere Soranzo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE prende atto che, al momento della votazione, viene segnalata un'anomalia nella votazione espressa dal consigliere Valdegamberi; l'esito della votazione registrato col sistema elettronico in modalità telematica viene rettificato secondo la situazione di fatto verificata.

L'emendamento n. C3 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C4 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

L'emendamento n. C4 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. C2 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. C5, C6, C7 e C8 all'articolo 2, illustrati dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Gli articoli 2 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.28.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MONTANARIELLO Jonatan
BALDIN Erika
OSTANEL Elena
BET Roberto
PAN Giuseppe
BIGON Anna Maria
PAVANETTO Lucas
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Giacomo
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
MAINO Silvia
ZOTTIS Francesca
MICHIELETTO Gabriele







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA




IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO











N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Gabriella Gamba