ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 27/06/2023 n. 101

Resoconto n. 101 - 11^ legislatura
Resoconto 101 a Seduta pubblica
Martedì, 27 giugno 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.34, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.50

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno.
Diamo inizio alla 101a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9147 del 22 giugno 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 100a Seduta pubblica del 20 giugno 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Silvia MAINO
Giuseppe PAN
Daniele POLATO
Giovanni PUPPATO
I congedi sono concessi.
La consigliera Cestari segue i lavori da remoto.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni.
Partiamo dalla IRI n. 387 a firma dei colleghi Zottis e Montanariello.

Interrogazione a risposta immediata n. 387 del 13 aprile 2023 presentata dai consiglieri Zottis e Montanariello relativa a "IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE INTENDE INTERVENIRE PER SCONGIURARE RAZIONALIZZAZIONI E CHIUSURE DEI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ NEL TERRITORIO VENEZIANO, ASSICURANDO QUINDI ANCHE LA PIENA OPERATIVITÀ DELLA SEDE INPS DI SAN DONÀ DI PIAVE?"

La collega Zottis la dà per letta.
Risponde, al posto dell'assessore Donazzan, il collega Corazzari.
Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
L'INPS è l'ente che gestisce la quasi totalità della previdenza italiana, assicurando la maggior parte dei lavoratori autonomi e dei dipendenti del settore pubblico e privato, garantendo loro la liquidazione e il pagamento delle pensioni e delle indennità di natura previdenziale e assistenziale.
L'INPS è organizzato sul territorio nazionale con strutture a livello regionale e provinciale per rispondere alle esigenze di economicità della gestione e di prossimità con le utenze territoriali. Queste ultime garantiscono l'erogazione dei servizi ai pensionati, prestazioni a sostegno del reddito, servizi collegati, requisiti sociosanitari, nonché, in alcuni casi, servizi al soggetto contribuente.
L'INPS di San Donà di Piave ha proprio questa finalità. L'INPS è un ente pubblico con autonomia gestionale, anche se è sottoposto al controllo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze, che esercitano le relative funzioni nel rispetto dell'autonomia e delle finalità dell'ente che, in quanto tale, decide autonomamente la propria articolazione territoriale per garantire al meglio i propri servizi all'utenza.
Ne consegue che la Regione Veneto non ha alcuna competenza in materia di organizzazione territoriali delle sedi INPS sul territorio regionale.

PRESIDENTE

Collega Zottis, per la replica, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Mi dispiace, perché lei non è l'Assessore competente. La risposta così la potevo conoscere da sola, nel senso che è una risposta assolutamente, da un punto di vista tecnico, ineccepibile, ma di burocratese ne abbiamo le scatole piene.
Credo che, come è successo altre volte, sia per INPS che per le Poste, qualche interesse in più da parte della Regione Veneto per territori importanti, visto che è già successo, sul tema del lavoro, tra l'altro, si possa anche avere.
Grazie.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Ora abbiamo la IRS n. 159 del consigliere Zanoni e altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 159 del 24 dicembre 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Zottis, Bigon, Guarda e Lorenzoni relativa a "ALLEVAMENTO-LAGER DI GALLINE A MUSILE DI PIAVE. LA REGIONE INTENDE INTENSIFICARE I CONTROLLI SU QUESTE STRUTTURE A TUTELA DELLA SALUTE UMANA E DEL BENESSERE ANIMALE?"

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa è un'interrogazione presentata il 24 dicembre 2021, quindi sono passati due anni.
Premesso che un video recentemente diffuso dall'associazione "Essere animali" mostra immagini raccapriccianti relativi all'uccisione di centinaia di galline all'interno di un allevamento di pollame a Musile di Piave in provincia di Venezia; secondo quanto si apprende, un membro dell'associazione avrebbe lavorato all'interno del suddetto allevamento come investigatore sotto copertura, testimoniando con immagini e filmati le crudeltà perpetuate.
Si tratta della macellazione clandestina senza stordimento di animali inermi attraverso reiterati comportamenti brutali e violenti.
Le testimonianze visive su quanto avveniva in tale struttura scuotono le coscienze perché simili comportamenti non hanno nulla di umanamente accettabile. Inoltre, secondo quanto si apprende sul sito dell'associazione, le uova prodotte in questo allevamento a carattere intensivo venivano commercializzate come provenienti da allevamenti a terra anche quando erano provenienti da allevamento in gabbia.
A seguito di denuncia alla Procura di Venezia, quattro persone risultano attualmente indagate con le accuse di macellazione clandestina, maltrattamento di animali, falso materiale e frode in commercio.
Considerato che attualmente ci troviamo in piena emergenza aviaria – ecco perché è importante rispondere tempestivamente alle interrogazioni, perché, perlomeno per ora, l'emergenza aviaria non c'è, ne riparleremo naturalmente in autunno – l'attenzione sugli allevamenti dovrebbe essere massima per scongiurare i gravi rischi per la salute umana che possono derivare dai mancati controlli.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali che ricordo, oltre al sottoscritto, erano la collega Francesca Zottis, Anna Maria Bigon, Cristina Guarda e Arturo Lorenzoni, chiedono all'Assessore regionale alla sanità e all'Assessore regionale all'agricoltura e zootecnia se la Regione, a tutela della salute umana e del benessere animale, intenda intensificare i controlli sugli allevamenti, a maggior ragione dopo quanto è avvenuto nell'allevamento di Musile di Piave.
A una interrogazione, come sappiamo, non è possibile allegare documentazione fotografica e video. Vi assicuriamo che noi che li abbiamo visti ci siamo chiesti se effettivamente sia possibile che accadano cose del genere. Erano cose raccapriccianti. Poi, sono state successivamente riprodotte anche da trasmissioni televisive nazionali.
Qui si tratta veramente di una serie di temi di estrema attualità. Si parla sicuramente di benessere degli animali, di maltrattamento degli animali, ma si parla anche di salute umana, perché la commercializzazione di questo pollame, macellato come abbiamo visto essere stato macellato, e anche la commercializzazione truffaldina di uova di galline allevate a terra, quando, in realtà, erano in gabbia, sono questioni che devono interessare tutti noi, sia per una questione etica, una questione di salute, ma anche per una questione di legalità.
Ecco il motivo dell'interrogazione.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Manuela Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
La Regione, in veste di autorità competente regionale, con l'ausilio delle aziende ULSS quali autorità competenti locali, sta procedendo a dare esecuzione nel territorio regionale al Piano nazionale per il benessere animale 2023.
In precedenza, nell'anno 2021 indicato, le autorità competenti locali hanno proceduto ad eseguire i controlli ufficiali sugli allevamenti, in attuazione del Piano nazionale per il benessere animale 2021. Nell'allevamento di pollame di Musile di Piave, come risulta dalla relazione agli atti dell'Unità sanità animale e farmaci veterinari, il servizio sanitario animale dell'azienda ULSS 4, Veneto Orientale, ha provveduto ad effettuare diversi controlli in base alle normative vigenti.
Nel dettaglio, si evidenzia che sono stati svolti sei sopralluoghi per la verifica delle condizioni di biosicurezza, all'esito dei quali si è riscontrato che le non conformità evidenziate erano state sanate in ottemperanza alle prescrizioni impartite dall'autorità competente locale.
Il controllo ufficiale per il benessere animale non ha rilevato criticità. A seguito, poi, della pubblicazione del video citato, l'autorità competente locale ha svolto una verifica senza preavviso, durante la quale sono state riscontrate alcune carenze non significative, per le quali sono state emesse delle prescrizioni.
La relazione del servizio sanitario dell'ULSS 4 sottolinea che l'allevamento rispettava le norme relative agli spazi destinati agli animali e che i comportamenti evidenziati nel citato video non sono facilmente riscontrabili nel corso di una visita ispettiva, ancorché non programmata.
Alla luce di quanto sopra e delle ulteriori evidenze relative alla realtà del territorio regionale in materia di salute e di benessere degli animali, si ritiene che i controlli ufficiali possano continuare ad avvenire in conformità alla programmazione nazionale.
Con riguardo al secondo quesito in tema di aiuto di Stato alle aziende, si precisa che tutte le non conformità rilevate nel corso dell'esecuzione vengono segnalate dall'autorità competente all'ente pagatore regionale AVEPA per i provvedimenti di competenza nell'ambito dei premi erogati per la condizionalità.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore per la risposta.
Mi ritengo soddisfatto per la parte finale della risposta, nella quale viene evidenziato come siano stati segnalati all'autorità competente questi casi e che siano stati anche adottati i provvedimenti di competenza nell'ambito dei premi erogati per la condizionalità.
Quello che mi fa sorgere alcuni dubbi è la parte invece relativa al fatto che l'ULSS n. 4, Veneto Orientale, interpellata, nella fattispecie naturalmente si parla del servizio veterinario, sottolinea che i comportamenti evidenziati nel citato video non sono facilmente riscontrabili nel corso di una visita ispettiva, ancorché non programmata.
Quindi, di fatto, si ammette che per la fattispecie denunciata in questo video da questa associazione – che è un'associazione che ha una organizzazione veramente efficace perché riesce tramite i propri militanti attivisti a inserirsi all'interno di questi allevamenti come dipendenti, e grazie a tale veste riescono anche a documentare ciò che accade – dimostra che questa fattispecie di violazioni con gli attuali controlli effettuati è impossibile da rilevare.
Noi, quindi, stiamo ammettendo che gli attuali controlli che si effettuano negli allevamenti intensivi, in questo caso di polli, ma in tutti gli altri allevamenti vale la stessa regola, non ci consentono di mettere in luce questi abusi, non ci consentono di mettere in luce questi comportamenti.
Perciò, l'auspicio da parte nostra è che per la tutela della salute, per la tutela del benessere degli animali, per la tutela della legalità, per il rispetto delle norme sul commercio di prodotti animali, come in questo caso le uova che erano spacciate per uova di galline allevate a terra quando invece erano uova di galline allevate in gabbia, è evidente che questo tipo di violazioni non le riusciamo a contrastare.
L'auspicio è che si adottino nuove strategie, che le strutture competenti, soprattutto del servizio veterinario, mettano in atto delle nuove strategie utili a smascherare queste cose. Se viene detto che questi comportamenti non sono facilmente riscontrabili nel corso di una visita ispettiva, anche se non programmata, è evidente che se ci sono fenomeni del genere relativi anche ad altri contesti, ad altri allevamenti, le autorità pubbliche non riescono a individuarli, a sanzionarli e, soprattutto non riescono a fare prevenzione. È evidente che nella macchina dei controlli manca qualcosa, c'è qualcosa che non va.
Quindi, l'auspicio è che si metta mano, Assessore, perché purtroppo al giorno d'oggi scopriamo che gli imprenditori che non rispettano la legge non mancano, ma quando si viola una legge del genere, si va a intaccare la salute, il benessere animale e poi naturalmente si innesca anche un una questione di concorrenza sleale, perché gli allevatori che rispettano le procedure, rispettano le norme, fanno degli investimenti, vendono uova di galline allevate a terra veramente, magari sostenendo anche dei costi maggiori, si ritrovano con una concorrenza sleale di questi che in realtà utilizzano metodi ben diversi con costi magari inferiori e in violazione della legge.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 338, della collega Ostanel e altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 338 del 13 aprile 2023 presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni, Lorenzoni, Guarda e Baldin relativa a "GESTIONE MIGRANTI NEL BELLUNESE: QUALE RUOLO INTENDE GIOCARE LA REGIONE VENETO A SUPPORTO DEI COMUNI E DELL'ACCOGLIENZA?"

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho depositato ad aprile su sollecitazione di alcuni Sindaci del bellunese, perché, sembra incredibile, ma da quando il Governo Meloni è stato insediato, gli sbarchi sono aumentati, non sono diminuiti, perché l'immigrazione è un fatto ormai storico e bisogna gestirlo.
Quello che accade nel bellunese è abbastanza incredibile perché Sindaci – e c'è un articolo di qualche giorno fa dove proprio un Sindaco, Vieceli, racconta la sua storia – vengono chiamati dalla Prefettura e dopo pochi minuti un migrante viene "lasciato" davanti alla porta del Comune e i Sindaci devono in qualche modo gestirlo, perché i CAS sono pieni e perché la gestione dell'immigrazione probabilmente non è una priorità di questo Governo.
Ma chi è che paga le spese di tutto questo? I Sindaci sui territori.
Questa interrogazione chiede una cosa molto semplice. Non mi dilungo nella presentazione e in caso mi riserverò di discutere la risposta, che spero non sia, come sempre, un girare attorno alle questioni, ma risponda nel merito. Le domande sono tre e sono chiare: 1) se la Regione intende agire in un'ottica di coordinamento interistituzionale per favorire un lavoro di raccordo tra le diverse Istituzioni coinvolte, per organizzare quindi nel migliore dei modi l'accoglienza e l'assistenza nel nostro territorio dei migranti; 2) se e come si sia attivata la Regione per dare forme di supporto ai Comuni che, dai racconti che noi stiamo raccogliendo, rimangono soli nell'affrontare questa situazione; 3) che tipo di disposizioni abbia dato alle ULSS per garantire ai migranti che ne hanno bisogno l'accesso alle cure, anche cercando di alleggerire i Comuni e gli altri soggetti coinvolti nell'accoglienza dalle relative procedure burocratiche.
Queste sono le tre domande. Mi attendo di avere risposte puntuali, perché ci sono i Sindaci del bellunese, ma non solo, che chiedono risposte e chiedono un lavoro della Regione del Veneto in questo senso.
Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
La gestione del primo soccorso e dell'accoglienza dei flussi non programmati di migranti in arrivo sul territorio nazionale, così come il diritto di asilo, la disciplina degli ingressi, dei soggiorni e degli allontanamenti, sono, come noto, una competenza esclusiva dello Stato. Le risorse finanziarie necessarie a gestire la situazione derivante dall'afflusso non programmato di migranti sul territorio sono a carico del Governo e il Ministero dell'Interno coordina direttamente gli interventi a livello nazionale e, tramite le Prefetture dei Comuni capoluogo, le iniziative attuate a livello regionale.
Il ruolo riconosciuto alle Regioni è quello di Ente territoriale sovraordinato al quale si chiede di garantire, assieme alle altre Istituzioni coinvolte, un impegno responsabile nell'affrontare la situazione legata al flusso non programmato di cittadini extracomunitari, in particolare nelle fasi emergenziali, con uno spirito di leale e solidale collaborazione. I cittadini stranieri entrati in modo irregolare in Italia sono accolti nei centri governativi, dove ricevono assistenza e vengono identificati e trattenuti in vista dell'espulsione oppure, nel caso dei richiedenti di protezione internazionale, per le procedure di accertamento dei relativi requisiti.
In questo contesto, il Testo unico dell'immigrazione riconosce alle Regioni i compiti in materia di integrazione sociale dei cittadini che sono regolarmente presenti. Conseguentemente, la Regione, nell'ambito dei progetti finanziati con fondi regionali europei a valere sul Fondo asilo immigrazione e integrazione, ha avviato per il passato e sta avviando per il periodo 2023-2025 servizi specifici per l'insegnamento della lingua italiana, il supporto all'integrazione e all'autonomia lavorativa dei cittadini stranieri.
In particolare, il Comune di Belluno ha avviato, grazie ai finanziamenti erogati dalla Regione, un servizio di mediazione linguistico-culturale e corsi di formazione per operatori, per complessivi 13.849 euro, e nell'ambito del progetto FAMI IMPACT, di cui la Regione è capofila, ha attivato uno sportello di accompagnamento ai servizi per complessivi 80.673 euro. L'iniziativa sarà riproposta nella nuova programmazione FAMI 2021-2027, a cui la Regione parteciperà assieme a Prefetture, Enti locali, scuole, università e terzo settore, al fine di sviluppare, a livello regionale, una rete capillare di servizi finalizzati all'integrazione dei cittadini stranieri.
Per quanto attiene ai servizi erogati dal sistema sanitario, si rappresenta che la Regione del Veneto, in ottemperanza alla normativa vigente e alle disposizioni ministeriali pervenute in materia, ha impartito specifiche indicazioni alle aziende ULSS con una propria DGR del 2019, la n. 753. In particolare, ai cittadini stranieri non in regola con le norme dell'ingresso e del soggiorno viene rilasciata una tessera con un codice "stranieri temporaneamente presenti" e sono assicurate nelle strutture pubbliche e private accreditate le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti e le cure essenziali, ancorché continuative, per malattia o infortunio.
Ancora, i cittadini stranieri richiedenti asilo politico o protezione internazionale sono obbligatoriamente iscritti al Servizio sanitario nazionale sin dalla formalizzazione della domanda di protezione internazionale e anche nel periodo dell'eventuale ricorso contro il provvedimento di diniego. Inoltre, con successiva DGR del 2022, la n. 1712, è stata disposta l'iscrizione a titolo obbligatorio al Servizio sanitario nazionale, con regolare assegnazione del pediatra di libera scelta o del medico di assistenza primaria a favore dei minori stranieri non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno dei minori stranieri non accompagnati.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Se posso ritenermi soddisfatta sulla parte relativa alla sanità e alle cure che vengono, da quello che leggo, garantite sempre, e quindi verificherò che questo accada, c'è un grosso, invece, problema sulla prima parte, dove la Regione scarica sostanzialmente al Governo, come da norma, la responsabilità della gestione del fenomeno migratorio.
Fin qui lo so, non sono naïf a tal punto da pensare che l'immigrazione venga gestita a livello regionale, ma abbiamo un problema sui territori, abbiamo un problema nei nostri Comuni, e vi cito di nuovo un pezzo dell'articolo, vi cito anche quello che un Sindaco che ha sollecitato questa interrogazione dice: "Venerdì scorso la Croce Rossa ha sostanzialmente dovuto lasciare alcuni migranti davanti al Comune perché i CAS sono pieni e non c'è nessuno che si metta a verificare, quando vengono inviati alcuni cittadini migranti da altri Comuni verso Belluno, che nei CAS ci sia ancora posto". Cosa accade? Che alcuni Sindaci, perché vengono chiamati dalla Prefettura o perché vengono addirittura coinvolti dalla Croce Rossa, devono prenderli in carico attivando delle reti di volontariato, perché i CAS non sono abbastanza finanziati e sostenuti, ammesso che vadano bene nel modello di gestione, io credo di no, perché il Governo se ne lava le mani o meglio vuole lavarsene le mani, perché il tema dell'immigrazione è un tema politico su cui ha fondato in qualche modo la vincita, e allora i Sindaci del Veneto e di tutta Italia devono prendersi le conseguenze.
Per quanto riguarda la gestione dei migranti, io non accetto che questa sia la modalità non solo con cui un Governo gestisce l'immigrazione, ma soprattutto che la Regione del Veneto si lavi le mani su un problema che poi i Sindaci devono prendere in carico. I Sindaci, lo sapete meglio di me, in questa Regione non hanno un colore politico per la maggioranza che sta da questa parte dell'Aula, ma sta dalla vostra parte dell'Aula e l'immigrazione viene gestita anche dai Sindaci di centrodestra.
Un'altra cosa è accaduta. È successo che, ad esempio, alcuni migranti avessero bisogno di cure, entravano nell'ULSS di riferimento, le cure venivano date, come è stato confermato dall'interrogazione, ma sostanzialmente, finiti i controlli sanitari e sociosanitari, le persone non avevano un posto dove stare la sera, perché, appunto, i centri di accoglienza erano pieni.
Cosa facciamo quando accade una cosa di questo tipo? Lasciamo che siano i Sindaci dei Comuni più piccoli, come è accaduto in questo caso, a dover fare tutto da soli o facciamo in modo che ci sia quello che chiedevo nell'interrogazione, ma non ho ricevuto risposta, un coordinamento, un tavolo di coordinamento interistituzionale, dove non solo la Regione magari incide con un progetto FAMI? Va bene, quelli li facciamo, prendiamo dei fondi per fare delle attività di integrazione, insegnamento dell'italiano, va bene, e poi dovremmo anche verificare l'efficacia. Ma io stavo parlando di un'altra cosa. Stavo parlando di un tavolo interistituzionale dove i Sindaci, e magari anche l'ANCI, vengono coinvolti e la Regione del Veneto si mette a supporto di quei Comuni dove succede che ci siano dei migranti che vengono scaricati davanti alla porta dei Comuni e nessuno li accoglie. I Sindaci, con la loro rete di volontariato, devono farsi carico di questo. Le infermiere e gli infermieri, nei poli ospedalieri, finite le cure, si attivano, come è capitato nel Comune che sto citando, per prendere in mano una situazione che non viene presa in mano dalle Istituzioni.
Non ho ricevuto alcuna risposta su questo punto, cioè se la Regione intenda lavorare su questo tema difficile della gestione dell'immigrazione, ma è un tema come dovrebbe fare per supportare i propri Comuni e invece, come appunto viene spiegato da questa risposta alla mia interrogazione, se ne lava le mani scaricando la responsabilità al Governo Meloni, che nulla farà per gestire l'immigrazione. Lo sappiamo, ha fondato la sua carriera politica anche su questo, non solo, ma anche. E quindi la Regione del Veneto cosa fa? Se ne lava le mani, lascia i Sindaci soli, lascia i Sindaci a doversi prendere carico di un fenomeno difficile e complesso come il tema dell'immigrazione e dell'accoglienza e lascia che siano le persone a farsi carico di un lavoro che dovrebbe fare l'Istituzione.

PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo terminato con le risposte alle interrogazioni.
Aggiungo alle comunicazioni del Presidente anche il congedo del capogruppo Pan.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RIORDINO DI PARTECIPAZIONI SOCIETARIE REGIONALI IN UN UNICO GRUPPO. MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 3 MAGGIO 1975, n. 47 "COSTITUZIONE DELLA VENETO SVILUPPO S.P.A." E ALLA LEGGE REGIONALE 6 SETTEMBRE 1988, n. 45 "COSTITUZIONE DI UNA SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE REGIONALE PER LO SVILUPPO DELL'INNOVAZIONE E COLLABORAZIONE CON IL CNR PER STUDI E RICERCHE IN MATERIE DI INTERESSE REGIONALE" ED ULTERIORI DISPOSIZIONI.". (PROGETTO DI LEGGE N. 205) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 14/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6, PDL n. 205.
La parola al relatore, collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, il mercato del credito nelle Regioni esercita una funzione rilevante per il progresso armonioso dei territori di riferimento. La stessa Costituzione nell'articolo 47 assegna al servizio del credito un ruolo di promozione dello sviluppo economico.
La Regione del Veneto sin dai primi anni della sua nascita ha previsto una serie di interventi di natura agevolativa in materia creditizia nella consapevolezza del nesso esistente fra le competenze regionali e l'attività di credito. Nell'ambito di tali interventi ha assunto una funzione strategica la costituzione della società finanziaria regionale Veneto Sviluppo S.p.A. Negli anni l'attività di Veneto Sviluppo S.p.A. è stata caratterizzata da due principali ambiti operativi: la gestione di strumenti di agevolazione finanziaria a favore delle piccole e medie imprese venete appartenenti ai settori dell'industria, artigianato, commercio, turismo, settore primario, industria agroalimentare, cooperazione sociale (anche nella forma di garanzie su fondi pubblici), e nell'altro ambito di attività, la realizzazione di interventi sul capitale di rischio, investimenti partecipativi e, sul capitale di debito, sottoscrizione dei mini bond. Attualmente Veneto Sviluppo S.p.A. gestisce per conto della Regione circa 300 milioni di euro di finanziamenti agevolati.
Per quanto concerne gli interventi sul capitale di rischio, trattasi di investimenti partecipativi temporanei finalizzati a favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese venete senza finalità di stabile investimento, ad eccezione della partecipazione totalitaria detenuta in FVS SGR S.p.A., la quale è strettamente necessaria per le finalità istituzionali di Veneto Sviluppo S.p.A.; FVS, quindi il fondo di Veneto Sviluppo, SGR S.p.A. è una società di gestione del risparmio sottoposto alla vigilanza della Banca d'Italia, la quale, fra l'altro, gestisce due fondi chiusi di investimento i cui sottoscrittori sono Veneto Sviluppo S.p.A. ed altri investitori istituzionali terzi.
Veneto Sviluppo S.p.A. ha pertanto ampliato i propri ambiti operativi con l'intento di rafforzare il proprio ruolo di agente promotore dello sviluppo dell'economia e del territorio regionale in aderenza alle linee di sviluppo tracciate dalla programmazione regionale. In tale contesto si colloca anche la predetta attività di supporto finanziario alle PMI attraverso la sottoscrizione di mini-bond. A tal proposito si ricorda che Veneto Sviluppo S.p.A. ad oggi è una società finanziaria partecipata per il 51% dalla Regione Veneto e per il restante 49% da dieci società appartenenti a otto gruppi bancari di livello nazionale e locale e da un soggetto istituzionale, Sinloc S.p.A., facente parte di una pluralità di fondazioni di origini bancarie e pertanto non corrisponde al modello delle società in regime in house providing.
Con il presente disegno di legge, la Regione intende quindi procedere ad una revisione del modulo organizzativo di cui si è avvalsa per attuare le sue politiche a favore del territorio, prevedendo nello specifico, un riordino degli strumenti regionali in materia di accesso al credito e di agevolazioni alle imprese e una riorganizzazione di Veneto Sviluppo S.p.A. tale da consentire alle sue controllate di ricevere affidamenti diretti in regime di house providing.
Il progetto di legge regionale oggi in esame, quindi, nel delineare un nuovo assetto della società regionale Veneto Sviluppo S.p.A. in termini di holding regionale, costituisce la soluzione istituzionale individuata da Regione Veneto per assicurare il conformarsi dell'ordinamento regionale a quello statale e comunitario in tema di affidamento in house providing e il punto di approdo di un percorso obbligato, la cui attivazione era stata prevista da una normativa risalente negli anni. Una normativa che, con il fine di evitare distorsioni della concorrenza del mercato e di assicurare la parità degli operatori nel territorio nazionale, se richiedeva alle Pubbliche amministrazioni di acquisire sul mercato i beni e i servizi strumentali alla propria attività mediante le procedure concorrenziali, parimenti consentiva, ancora, la soluzione dell'affidamento diretto, ma solo a favore di società a capitale interamente pubblico, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria per la gestione in house, risultando fatti salvi gli affidamenti in essere fino alla scadenza naturale e comunque fino al 31 dicembre 2014.
Non possiamo nasconderci che è stato un percorso lungo e complesso, che ha impegnato Giunta e strutture, quello che oggi andiamo a presentare. La soluzione individuata, a regime, nel progetto di legge in esame, recupera, da un lato conformandolo al quadro normativo che ho sopra richiamato e, dall'altro, attualizzandolo, un disegno istituzionale risalente nel tempo.
Primo punto, quindi, lo strumento della società finanziaria regionale Veneto Sviluppo S.p.A., costituita nel 1975 con funzioni di attività di rilascio di garanzie, a cui è seguita la gestione di Fondo di rotazione per l'erogazione di crediti agevolati e le attività nel settore delle partecipazioni, fino a registrare nell'ultimo decennio di attività il progressivo incremento dei fondi amministrati per conto della Regione Veneto, anche con l'ampliamento della gamma di strumenti finanziari a disposizione delle piccole e medie imprese.
Secondo punto, la società Veneto Innovazione S.p.A., istituita nel 1988 con l'obiettivo di coordinare il sistema regionale dell'innovazione ottimizzando i risultati della ricerca scientifica e promuovendo l'attività di trasferimento tecnologico, al fine di promuovere il sistema economico del Veneto in tutti i suoi aspetti, dal settore primario al secondario, al commercio, alle infrastrutture, ai servizi.
Iter istruttorio e temi posti. L'istruttoria del progetto di legge è stata curata nelle sedute delle Commissioni consiliari competenti: la Terza Commissione, competente in materia di attività produttive, come Commissione consultiva, e la Prima Commissione quale Commissione referente, sempre con la costante presenza della Giunta regionale, sia nelle persone degli Assessori di riferimento, l'assessore Marcato per le attività produttive e l'assessore Calzavara per l'assetto istituzionale degli Enti e società regionali e per i rapporti Giunta-Consiglio, che qui ringrazio, ma anche delle strutture di supporto, che parimenti ringrazio, che sono state chiamate a dar corpo e sostanza alle scelte della Giunta regionale, delineando la struttura giuridica della nuova holding Veneto Sviluppo S.p.A. e la definizione della sua mission e che ora saranno chiamate a presidiare gli atti attuativi del nuovo disegno dell'assetto societario e gli atti gestionali delle risorse affidate alla holding, ivi compreso il conferimento della gestione degli strumenti finanziari regionali previsti dal nuovo ciclo di programmazione comunitaria 2021-2007.
Vari temi sono stati opportunamente posti nella disamina del testo alle Commissioni consiliari competenti e credo di poter affermare, sempre con un intento costruttivo, volto a comprendere le ragioni di una scelta strutturale e a garanzia della legittimità costituzionale del testo che oggi viene proposto alla nuova approvazione, che ha ottenuto nel suo impianto un riscontro positivo di conformità alla disciplina comunitaria e statale in tema di affidamento in house providing da parte di ANAC.
I temi posti hanno spaziato dalla disamina della conformità della soluzione giuridica individuata per dare riscontro al nuovo quadro normativo in materia di affidamenti in house, alla luce delle considerazioni espresse nel parere reso ad ANAC sul tema e alla sua aderenza alla disciplina in materia di affidamenti del vigente come del prossimo Codice dei contratti, agli approfondimenti a fronte della disciplina del testo legislativo n. 175/2016, comunemente noto come "decreto Madia", recante il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, con particolare riguardo al tema delle finalità perseguibili mediante l'acquisizione e gestione di partecipazioni pubbliche e alle deroghe in materia per le società finanziarie regionali, nonché al tema della governance degli enti e società del sistema di amministrazione regionale indiretta per la definizione di un modello adeguato e conforme di rilevanza strategica e alla complessità organizzativa del soggetto giuridico, come proposto; alla disamina delle conformità della soluzione giuridica individuata all'assetto statutario della Regione sotto il profilo del rispetto alle prerogative e responsabilità di Giunta e Consiglio regionale nei confronti delle predette società che costituiscono parte integrante del sistema dell'amministrazione regionale indiretta; all'acquisizione di elementi conoscitivi in ordine a natura e caratteristiche degli strumenti finanziari regionali tradizionali e di nuova concezione che verranno gestiti dalla holding e delle sue controllate; a un tema che definirei di carattere politico, istituzionale, ovvero la evidenziazione nell'articolato degli aspetti in cui si sostanzia ed evidenzia l'interesse pubblico a cui è e deve sempre risultare funzionalizzata l'operatività della holding.
Le ragioni di questa scelta. La Giunta regionale e i Dirigenti delle strutture preposte nel corso delle sedute di Commissioni hanno rappresentato scelte e ragioni sottese alle determinazioni assunte dal progetto di legge. Intenderei in questa sede passare in rassegna alcuni punti caratterizzanti e qualificanti.
Veneto Sviluppo S.p.A. e la liquidazione del socio privato, la non incidenza delle operazioni sul bilancio regionale. Veneto Sviluppo S.p.A. diventa società regionale al 100% con la liquidazione del socio privato, come detto, al 49%, in termini che riteniamo particolarmente vantaggiosi. La definizione del valore della quota dei soci privati discende da una quantificazione operata con specifiche perizie ed analisi operate da una società advisor e consegue in particolare alla considerazione che trattasi di società non quotate in borsa, da cui consegue uno sconto rispetto al valore teorico delle quote di partecipazione, definito tecnicamente sconto per assenza di mercato, e al fatto che il socio pubblico ha fatto valere la sua posizione maggioritaria, le sue determinazioni finalizzate a mutare l'assetto della società, giungendo così a definirsi, a fronte di un valore teorico a bilancio di tale quota di soci privati quantificabili sui 66, 67 milioni di euro, un prezzo finale di circa 40 milioni. Per l'effettuazione delle operazioni di liquidazione del socio privato a Veneto Sviluppo non vengono impegnate risorse del bilancio regionale, ma viene utilizzata una parte del patrimonio netto di Veneto Sviluppo, cioè riserve disponibili, disponendo una riduzione volontaria della stessa.
L'intesa fra i soci. Definita la quota spettante e le risorse a cui attingere, che non incidono quindi sul bilancio regionale, il punto di caduta dell'accordo quadro fra i soci è stato individuato nella liquidazione per cassa ai soci privati di una quota di circa 24 milioni, mentre per la parte restante, di 16 milioni circa, i gruppi bancari hanno accettato di vedersi corrisposte le quote di fondi gestiti dalla FVS SGR a sostegno delle imprese.
Veneto Sviluppo S.p.A. in luogo di AVEPA come soggetto gestore. Veneto Sviluppo viene quindi considerata in termini di holding o società capogruppo operativa a cui afferiscono sia Veneto Innovazione che FVS SGR, società di gestione del risparmio. A Veneto Innovazione vengono affidate la gestione della finanza agevolata regionale, ovvero gli strumenti finanziari previsti dalle leggi regionali di settore di sostegno al sistema delle attività produttive, sia gli strumenti finanziari che rappresentano la massima parte delle risorse rese disponibili dalla programmazione comunitaria 2021-2027. A FVS SGR vengono affidate le attività di investimento che si sostanziano in interventi sul capitale di rischio e in interventi sugli strumenti di debito delle piccole e medie imprese, istituzionalizzando l'attività di operatore di private equity territoriale che raccoglie capitali, sia privati che istituzionali, per investirli nel territorio del Veneto.
Il ricorso a Veneto Innovazione, a cui verrà assegnato personale di Veneto Sviluppo con competenze consolidate in materia di gestione di strumenti finanziari, valorizzando le professionalità specifiche già disponibili, consentirà di affrontare la gestione degli strumenti finanziari previsti dalla programmazione comunitaria 2021-2027. In concreto, la scelta della holding Veneto Sviluppo S.p.A. è una scelta e uno strumento giuridico istituzionale, da un lato, confermabile con le operazioni descritte al quadro normativo comunitario e statale, che consente gli affidamenti in house, dall'altro già professionalizzato per affrontare questa nuova tipologia di impegno in gestione di risorse. AVEPA per la sua storia e per la professionalità di cui dispone, costituisce invece uno strumento di eccellenza vocato alla gestione del sistema delle provvidenze nel settore primario.
Il ruolo strategico di Veneto Innovazione. Veneto Innovazione S.p.A. – ricordo – è già una società in house al 100% regionale e quindi è immediatamente operativa e gestirà sia la finanza regionale agevolata e sia le risorse derivanti dagli strumenti di programmazione comunitaria, tanto significativi nel loro ammontare, stimati attualmente in circa 300 milioni di euro, quanto stringenti nei loro tempi di utilizzo e rendicontazioni, dovendosi riscontrare le condizioni previste nella disciplina comunitaria.
Il progetto di legge, a tal fine, prevede anche un ampliamento della gamma di funzioni di Veneto Innovazione inteso come declinazione dell'attualizzazione della sua mission originaria, rimanendo ovviamente alla Regione la prerogativa di attivare con scelte differenziate negli anni, anche sulla base dei cicli e delle contingenze economiche, le sue funzioni sulla base delle esigenze del sistema economico produttivo regionale.
Per finire, la funzionalizzazione della soluzione individuata nell'interesse pubblico. La holding Veneto Sviluppo S.p.A., come delineata dal PDL in oggetto e in esame, e riconosciuta da ANAC, costituisce ed opera, da un lato quale destinatario diretto o a cascata, anche mediante la propria partecipata al 100% Veneto Innovazione, di affidamenti in house per la gestione del sistema di finanza agevolata, dall'altro quale società finanziaria regionale tramite la FVS SGR, partecipata in questo caso ancora al 100% da Veneto Sviluppo, come soggetto legittimato in forza del "decreto Madia" proprio in quanto società finanziaria ad operare come soggetto che svolge attività di investimento, quindi operatori di private equity, di private debt territoriale, anche ricorrendo allo strumento di fondi di investimento che coinvolgono i capitali privati.
Si ritiene quindi che tale configurazione costituisca la soluzione maggiormente funzionale al perseguimento dell'interesse pubblico. Ciò si rileva da diversi profili: quello della gestione di risorse destinate al sistema economico produttivo in condizioni di maggior convenienza rispetto al percorso del mercato potendosi avvalere del know-how delle figure professionali della società regionale; quello della soluzione più in grado di garantire coerenza con le scelte di indirizzo della programmazione comunitaria, come operate e con la compartecipazione proprio del Consiglio regionale in sede di approvazione, nel febbraio del 2022, dei documenti di programmazione, i PR 2021-2027, documenti accompagnati – ricordo – con l'approvazione degli ordini del giorno che hanno previsto l'impegno della Giunta regionale a dare adeguata informazione al Consiglio regionale e ai suoi organi periodicamente e su richiesta delle competenti Commissioni, di norma ogni sei mesi, sullo stato di attuazione dei programmi, e di assicurare, come è effettivamente avvenuto, la partecipazione di diritto al voto di tre Consiglieri, di cui uno in rappresentanza della minoranza.
Viene espressamente poi, alla fine, previsto dall'articolato del progetto di legge che lo Statuto della Veneto Sviluppo S.p.A. preveda espressamente che i proventi derivanti dall'attività svolta dalla società siano destinati allo sviluppo dell'economia del territorio e a realizzare le finalità istituzionali della presente legge.
Ricordo, per finire, che la legge si compone di un articolato di 15 articoli.
Nell'articolo 1 si stabiliscono le finalità del provvedimento.
Nell'articolo 2 si prevede che la Regione Veneto diventi socio unico di Veneto Sviluppo S.p.A.
Nell'articolo 3 si prevede che Veneto Sviluppo S.p.A. operi anche al fine di attrarre investimenti nel territorio veneto. Sono tutti articoli che estrinsecano le finalità, le modalità, la soluzione scelta e i temi che erano sul tappeto già da diversi anni in tema di normativa regionale, che andava sicuramente adeguata rispetto alla normativa statale e alla normativa comunitaria.
Abbiamo visto anche i pareri ANAC e della Corte dei conti. Sicuramente risponderanno nel prossimo futuro a tutte le finalità che abbiamo riportato nel presente disegno di legge, che ‒ ripeto ‒ è un disegno di legge di importanza fondamentale per i prossimi anni per quello che riguarda la Regione Veneto.
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la correlatrice Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La proposta della Giunta di riorganizzare le partecipazioni societarie regionali che riguardano principalmente Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione è, di principio, condivisibile.
Sollecitiamo, infatti, questo intervento da tempo, per due ragioni specifiche. La prima è connessa al mero rispetto delle disposizioni nazionali e comunitarie in ambito di concorrenza. Sappiamo da anni che la scelta della Regione del Veneto di conferire risorse regionali e comunitarie a Veneto Sviluppo non è conforme all'ordinamento europeo, perché Veneto Sviluppo è una società di capitale misto, pubblico-privato, con una quota del 49% della società detenuta da istituti bancari.
In casi come questo, la normativa europea comunitaria prevede il ricorso al bando di gara anziché all'affidamento diretto. Il primo punto per cui noi sollecitiamo questo intervento è stato chiaramente esplicitato dal relatore, il presidente Sandonà, cioè che da anni affidiamo servizi in maniera contraria all'ordinamento nazionale e comunitario.
Più volte siamo intervenuti su questo profilo di illegittimità, senza che alcuna decisione definitiva fosse mai assunta, al punto che anche la previsione di qualche tempo fa di affidare ad AVEPA queste funzioni per superare l'ostacolo del bando di gara è rimasta un tentativo abortito di risolvere il problema.
La questione è stata, poi, congelata durante il Covid, quando, approfittando della pandemia e della conseguente situazione emergenziale, la Giunta ha ripreso ad affidare a Veneto Sviluppo, sempre contra legem, la gestione di risorse e fondi. È evidente come, a questo punto, l'intervento di cui discutiamo oggi sia divenuto non più rimandabile.
Mi pare di poter dire che, sotto questo profilo, dal punto di vista tecnico, l'operazione proposta soddisfi la necessità di disporre di uno strumento finalmente pienamente legittimo per procedere ad affidamenti diretti, come poi avremo anche modo di spiegare brevemente.
La seconda ragione per la quale sollecitavamo questo intervento, invece, è di natura più politica e attiene alla sfera della trasparenza, della gestione delle risorse pubbliche.
Sul punto tornerò anche in seguito perché, mentre sulla prima questione la proposta della Giunta sembra essere in linea con le stringenti normative connesse all'in house providing, e dunque tale da risolvere il problema dell'affidamento diretto, sul tema della trasparenza e del controllo delle attività esercitate dalle società non c'era e, se questo rimane l'impianto, non ci sarà una sufficiente attenzione e una sufficiente cautela.
Abbiamo, infatti, anche su questo detto più volte come, a nostro giudizio, non ci fosse un pieno adempimento dell'obbligo statutario di garantire al Consiglio regionale le dovute funzioni di indirizzo politico sulle scelte societarie, da un lato, e le funzioni di controllo e verifica sull'impiego delle risorse pubbliche, dall'altro.
Questo vulnus derivava certamente in parte dalla natura giuridica della società e in particolare dalla presenza rilevante di soci privati, istituti bancari, rispetto ai quali la funzione di indirizzo e di controllo del Consiglio e conseguentemente anche la garanzia di perseguimento della finalità pubblica, non poteva essere pienamente garantita.
A nostro giudizio, però, senza alcuni correttivi in fase di discussione in Aula, questo pregiudizio pesante rimane anche con il nuovo assetto proposto. Anzi, diviene ancora più grave a fronte del fatto che, mentre prima era un impedimento connesso principalmente alla composizione societaria misto pubblico-privato, che banalmente si concretizzava in una significativa presenza dei soci privati, tanto nel Consiglio di amministrazione quanto nell'assemblea dei soci, soggetti deputati, in base al Codice civile, ad esercitare funzioni di indirizzo, oggi, con società interamente pubbliche, la finalità di interesse pubblico e di benessere collettivo in riferimento alle attività di Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione dovrebbe diventare ancora più cruciale.
L'operazione tecnica per riorganizzare gli strumenti regionali in materia di accesso al credito e di agevolazioni alle imprese è tecnicamente complessa.
La finalità è quella di trasformare Veneto Sviluppo in una società a totale partecipazione pubblica proprio e direi anche esclusivamente per renderla idonea a ricevere affidamenti in house direttamente o attraverso le sue controllate.
Dunque, il primo passaggio consisterà nella liquidazione dei soci privati attualmente presenti, ai quali viene restituita una parte del patrimonio, con conseguente riduzione del capitale sociale di Veneto Sviluppo.
La quantificazione della somma da liquidare è stata certamente valutata da una perizia attendibile e corrisponde al valore di mercato inferiore al valore nominale dell'azione. Quindi, relatore Sandonà, nessuno sconto, nessun risparmio, liquidiamo ai soci privati esattamente il valore di mercato delle azioni e verrà corrisposta in parte in cash, attraverso il patrimonio che è già nella disponibilità di Veneto Sviluppo, e in parte tramite la cessione di quote di uno dei due fondi chiusi già di proprietà di Veneto Sviluppo.
Stiamo naturalmente parlando di un fondo chiuso a rischio molto basso e a buon rendimento. Non regaliamo nulla ai soci privati, agli istituti bancari. Paghiamo loro le quote che ci vendono. Si tratta di un'operazione a costo zero per la Regione, certamente, ma Veneto Sviluppo la farà utilizzando esclusivamente fondi propri e quindi risorse che indirettamente appartengono alla Regione del Veneto in quota parte, tant'è che il patrimonio netto e il capitale sociale della società si ridurrà notevolmente.
Da parte sua la Regione interverrà poi conferendo a Veneto Sviluppo sia le quote di Finest S.p.A., di cui già ora Veneto Sviluppo detiene una piccola partecipazione, sia le quote di Veneto Innovazione, società già ora interamente detenuta da Regione Veneto.
Al termine di questi passaggi la Regione Veneto possiederà direttamente il 100% di Veneto Sviluppo, svolgerà le funzioni di capogruppo e possiederà indirettamente il totale del capitale di Veneto Innovazione. Completeranno la definizione del gruppo regionale tutte le azioni detenute da Regione Veneto tramite Veneto Sviluppo in Finest S.p.A., che raggiungerà una partecipazione tramite Veneto Sviluppo di oltre il 20% e il 100% di FVS SGR, la società di gestione del risparmio costituita nel 2006 quale strumento per l'istituzione e la gestione di fondi immobiliari chiusi, già detenuta completamente da Veneto Sviluppo.
Infine, vi sarà la cessione a Veneto Innovazione del ramo d'azienda relativo alla gestione degli strumenti finanziari che oggi sono affidati dalla Regione a Veneto Sviluppo. Su tutte le società della costituente holding la Regione del Veneto potrà esercitare il cosiddetto controllo analogo.
In conclusione, Veneto Sviluppo, tramite Veneto Innovazione, si occuperà della gestione della finanza agevolata regionale, inclusi i fondi europei, e Veneto Sviluppo, direttamente o indirettamente, tramite FVS, si occuperà delle attività di finanza genericamente intesa.
Quindi, l'operazione regge nel suo complesso. Dove però, a mio giudizio, servirebbe prestare un po' più di attenzione e un po' più di cautela? Sul fatto che siamo di fronte ad un soggetto che, direttamente o indirettamente, utilizza strumenti finanziari che dovrebbero avere finalità pubblicistiche connesse all'esercizio delle competenze regionali in materia di credito, ma un soggetto che opererà con tecniche privatistiche.
Infatti, sebbene la forma societaria sia di tipo privatistico e si richiama a norme e regole del Codice civile, la sostanza di queste società dovrebbe essere pubblica. Serve, dunque, un modello che sia da un lato coerente con gli interessi pubblici, che dunque vanno ben definiti ed esplicitati nella legge, e dall'altro sia in grado di gestire ingenti risorse garantendo trasparenza e consentendo il raggiungimento delle finalità istituzionali indicate, a partire dalla Costituzione che assegna al servizio del credito svolto dal pubblico la finalità di promozione della coesione sociale e territoriale.
In questo senso, tutte le società finanziarie regionali sono di fatto enti strumentali per l'attuazione delle politiche economiche e territoriali della Regione, che favoriscano la promozione e l'accelerazione dello sviluppo economico e imprenditoriale ed occupazionale del territorio.
La scelta della Giunta di costituire una società a totale partecipazione pubblica crea un collegamento diretto tra le scelte politiche dell'ente e le azioni e le attività delle società. Serve, quindi, rafforzare l'indirizzo politico proprio per giustificare la scelta dell'in house providing, piuttosto che modalità più orientate al mercato, che sarebbero state ugualmente legittime come quelle di cui ci si poteva dotare ricorrendo banalmente alla procedura di bando di gara.
Non è un caso, infatti, che nel tempo siano stati diversi gli interventi del legislatore nazionale e comunitario finalizzati a disciplinare gli interventi con capitale pubblico in ambito prettamente finanziario. Perché, sebbene le finalità e le modalità di intervento pubblico nel mercato privato del credito possano anche essere utili, questi strumenti devono essere maneggiati con cautela, anche per gli effetti pesanti che potrebbero avere sulla finanza pubblica, come già avvenuto nel recente passato, ad esempio, con le operazioni finanziarie condotte da enti pubblici su prodotti di finanza derivata, come sa bene, purtroppo, anche questa Regione.
Così come non è un caso che anche sui limiti per il ricorso all'in house providing ci siano regole molto stringenti, dalle direttive europee in materia di appalti e concessioni, alla normativa italiana di recepimento, il Codice dei contratti pubblici, peraltro recentemente rivisto, alle norme generali relative alle società a partecipazione pubblica.
Senza escludere che le finanziarie regionali in via subordinata possano svolgere l'attività di finanza privata, va però mantenuto un ancoraggio solido, seppur limitato, alla funzione di natura pubblicistica per le società in house, e vanno evitati i casi di incompatibilità con attività a rischio eccessivo o non giustificato o modalità di gestione che escludano il decisore pubblico.
In questo quadro – ed è questo a mio giudizio il punto vero – l'obiettivo di dotare la Regione del Veneto di uno strumento che si conformi alle normative nazionali ed europee non può essere raggiunto modificando meramente l'assetto societario di Veneto Sviluppo. Non possiamo essere in regola tecnicamente con la normativa italiana ed europea e non sostanziare questa scelta con decisioni coerenti con l'impianto che voi ci state proponendo di dare. Da questa scelta tecnica, infatti, devono conseguire modifiche sostanziali nell'equilibrio di poteri e funzioni dei nuovi assetti istituzionali che andiamo a definire con la proposta che voi ci sottoponete.
Bisogna, dunque, garantire al Consiglio regionale, come previsto dallo Statuto del Veneto, la funzione di indirizzo politico e amministrativo delle attività di Veneto Sviluppo e anche la funzione di controllo dell'attuazione di questo stesso indirizzo.
Per realizzare queste previsioni statutarie è necessario intervenire in alcune specifiche direzioni.
Primo: intervenire sugli Statuti della società. Alla luce delle nuove funzioni assegnate e delle nuove modalità di gestione delle stesse, è impensabile che al Consiglio regionale sia precluso qualsiasi spazio di intervento nella definizione dei nuovi Statuti. Lasciare solo alla Giunta o al socio unico Luca Zaia questa fondamentale funzione di garanzia è quantomeno inopportuno, se non addirittura pericoloso. Come potete immaginare che delle società totalmente pubbliche, che gestiranno centinaia di milioni di euro, lo possano fare attraverso Statuti decisi solo dall'organo esecutivo, senza che il Consiglio regionale possa esercitare la propria funzione di indirizzo in questo senso?
Secondo: è impensabile che il Consiglio, direttamente o per il tramite delle competenti Commissioni, sia coinvolto nell'assunzione delle scelte strategiche che riguardano gli investimenti delle risorse pubbliche. Anche su questo, delegare alla Giunta invece che al Consiglio, che avrebbe da Statuto il compito di indicare le scelte di programmazione degli enti, questi compiti, è una forzatura eccessiva. È il Consiglio che organizza la programmazione e dà gli indirizzi politici agli enti strumentali della Regione. Come potete immaginare che sia la Giunta da sola ad assumere queste decisioni?
Terzo: garantire al Consiglio regionale la funzione di vigilanza e controllo su ciò che faranno società a totale partecipazione pubblica con le risorse pubbliche. Aver omesso nella proposta di legge qualsiasi passaggio e coinvolgimento del Consiglio e delle Commissioni rispetto al bilancio d'esercizio, al bilancio di previsione, al Piano industriale è una mancanza molto grave. Ci state chiedendo di costituire società interamente pubbliche, che lavoreranno con i soldi pubblici, e non avete previsto nessun passaggio per il Consiglio e per le Commissioni consiliari competenti. È un abuso di potere che non possiamo tollerare.
Infine, questione che tiene tutte le precedenti, c'è il tema della governance. Per la complessità del compito assegnato a queste società, per la crucialità di questi compiti è fondamentale che le società si strutturino con Consigli di Amministrazione e Collegi sindacali in cui sia garantita la pluralità e la rappresentanza delle minoranze. Serve un modello che sia fattivamente aderente alla funzione di natura pubblicistica della Regione, che lavorerà sulla base delle regole giuridiche di diritto civile e societario, quindi sotto la vigilanza della Banca d'Italia. È necessario che il Consiglio possa esercitare la facoltà e i diritti che ad esso competono a norma di Statuto della Regione del Veneto. Sono tutte questioni non banali che indicano la direzione che si intende intraprendere rispetto a questo provvedimento, che danno sostanza alle scelte proposte, perché dalle riflessioni che faremo oggi in sede legislativa, dobbiamo decidere noi qual è l'indicazione che daremo a queste società. Sarà questo Consiglio regionale – almeno questa prerogativa non ce la potete togliere – che deciderà gli assetti dei gruppi societari appartenenti alla Regione del Veneto. Ancora su questo non siete in grado di intervenire.
Dicevo, dalle riflessioni che faremo oggi deriverà l'impianto degli interessi sottesi allo sviluppo del territorio che vogliamo rappresentare. Ci giochiamo un pezzo importante di politiche industriali regionali che potranno fare la differenza in termini di competitività tra noi e gli altri territori nei prossimi anni. Lo hanno capito le organizzazioni di categoria che, infatti, nel corso delle audizioni, hanno espresso alcune perplessità rispetto alla fumosità delle decisioni regionali su questo provvedimento e rispetto all'incertezza che temono possa derivarne.
Attendiamo questo intervento da anni, care colleghe e cari colleghi. Ci è stato sottoposto un disegno di legge con la richiesta di fare presto nell'approvazione; richiesta che, per quanto legittima sul piano delle necessità operative, la posso capire, di certo non è particolarmente adatta a garantire un approfondimento e un'analisi che sarebbe necessario dedicare ad una questione così complessa.
Stiamo parlando di centinaia di milioni di euro pubblici e voi ci chiedete di gestire e deciderne la governance in tre settimane, dopo anni che aspettiamo.
Penso che abbiamo predisposto un'azione emendativa molto corposa che, al netto della quantità o della qualità degli emendamenti, ha esattamente la finalità di costruire una coerenza tra lo strumento che voi avete individuato, società a totale partecipazione pubblica, e l'obiettivo politico che questa scelta dovrebbe avere. Non sono società a totale partecipazione della Giunta o del Presidente del Consiglio, sono società a totale partecipazione di questo Consiglio regionale e delle risorse delle cittadine e dei cittadini del Veneto. Non potete utilizzare uno strumento tecnico soltanto per non avere problemi con la Corte dei Conti e con l'ANAC e dimenticarvi la politica. Vi state dimenticando la politica con questo provvedimento, che sarà inappuntabile dal punto di vista tecnico, ma che crea un precedente pericolosissimo dal punto di vista politico. Le centinaia di milioni di risorse che noi affideremo a Veneto Innovazione e a Veneto Sviluppo saranno le risorse che noi dovremo impiegare nei prossimi anni per definire finalmente delle politiche industriali per un territorio in difficoltà.
Davvero pensate che una scelta così strategica non sia compito di questo Consiglio regionale? Davvero pensate che possa essere semplicemente la Giunta a spiegare e a indicare come utilizzare queste risorse? Io lo trovo un atto di un'arroganza politica senza precedenti. Le scelte operative le faranno i Consigli di Amministrazione, le Assemblee dei soci e in parte anche la Giunta, ma il diritto/dovere di questo Consiglio regionale di orientare le scelte strategiche rispetto all'utilizzo delle risorse pubbliche non può essere regalato né alla Giunta né ai dirigenti pubblici che devono eseguire le indicazioni che da questo Consiglio provengono.
Per tutte queste ragioni confidiamo che la manovra emendativa che abbiamo presentato sia presa seriamente in considerazione perché pensiamo che rischi di essere l'ennesima occasione persa, l'ennesima cambiale in bianco che voi chiedete a questo Consiglio regionale di sottoscrivere a favore della Giunta. Io penso che, quando si parla dei soldi dei veneti e delle imprese di questo territorio cambiali in bianco noi non siamo più disposti a sottoscriverle.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore. Io intervengo su un punto che la collega Camani non ha ripreso nella sua correlazione perché era il 2020 quando, durante la discussione del Documento di Economia e Finanza, io proponevo un emendamento che era quello di portare finalmente Veneto Sviluppo ad incidere sulle crisi aziendali che stiamo vedendo in questa Regione si susseguono una dopo l'altra. Ne cito tre che abbiamo di fronte e ancora di fronte.
ACC Belluno, 700 lavoratori, mi risulta essere stata venduta con una forte riduzione del personale e modificando, in modo che non si potrà più tornare indietro, la produzione di quella azienda che era un'eccellenza del territorio bellunese, che abbiamo perso, abbiamo venduto, nonostante in quelle settimane, quando seguivamo quella crisi, si dicesse, e non solo lei, ma anche l'assessore Donazzan, che si sarebbe intervenuti con un tavolo di crisi e si sarebbe gestita una crisi occupazionale che minava di farci perdere una delle eccellenze del nostro territorio. Eravamo stati rassicurati qui dentro che questo non sarebbe accaduto. Cosa accade? L'azienda dopo un po' di anni – perché le cose ce le ricordiamo e ce le appuntiamo – viene venduta, tagli all'occupazione, non si fa più quello che si produceva, quell'eccellenza che si produceva in quell'azienda perché Regione del Veneto non aveva gli strumenti per intervenire tramite Veneto Sviluppo che poteva intervenire in una crisi aziendale.
Mi era stato risposto, quando si dava parere negativo al mio emendamento, che lo Statuto di Veneto Sviluppo non permetteva di intervenire nelle crisi aziendali, come invece – e io avevo portato l'esempio della Regione Piemonte – il Piemonte permetteva di fare: infatti la Regione Piemonte, quando c'è una crisi aziendale, interviene tramite la sua società simile a Veneto Sviluppo su quelle crisi.
Abbiamo anche Safilo a Longarone, con 460 dipendenti, abbiamo Speedline con 400 dipendenti. Abbiamo approvato una mozione in questo Consiglio su Speedline, e quindi chiedo di essere conseguenti anche ai Consiglieri della maggioranza che mi siedono di fronte, perché noi non possiamo votare delle mozioni qui dentro dove siamo tutti d'accordo nel sostenere delle crisi aziendali e poi, quando ci troviamo a votare effettivamente lo strumento che ci permette di intervenire su quelle crisi aziendali, qui di fronte stiamo in silenzio. Perché oggi è oggi e per questo ho preparato degli emendamenti in questo senso e davvero vi chiedo di guardare e leggere. Oggi abbiamo l'opportunità di inserire, dentro un provvedimento che riforma Veneto Sviluppo, la possibilità di intervenire nelle crisi aziendali di questa Regione.
Io penso che sarebbe davvero un segnale che quest'Aula deve e dovrebbe dare a chi fuori di qui sta perdendo il lavoro, non solo nelle aziende che ho citato, ma anche in quelle più piccole, nelle crisi aziendali più piccole su cui la Regione ha il compito di intervenire. Io quindi parto da qui perché l'urgenza, oltre a quelle che la collega Camani ha citato, della politica che deve tornare a dare una direzione (e ne parlerò brevemente) ... io penso che oggi noi dovremmo uscire da quell'aula invece, con un messaggio più forte verso fuori. Veneto Sviluppo viene riformato anche permettendogli di intervenire nelle crisi aziendali di questa Regione, sì o no? Perché la risposta è chiara. Se oggi usciamo da quest'Aula con un "no" vuol dire che noi nei prossimi anni avremo crisi aziendali su cui questa Regione, ancora una volta, dopo vent'anni, non potrà intervenire. E io, sinceramente, non ho voglia di rientrare in quest'Aula al DEFR dell'anno in corso, per l'anno successivo, dove mi si risponderà: "Consigliera Ostanel, mi dispiace, c'è parere negativo al suo emendamento perché Veneto Sviluppo non può intervenire nelle crisi aziendali". Perché questa volta io posso rispondere dicendo: "Non l'avete voluto fare quattro o cinque mesi fa, tre mesi fa". Avete l'opportunità di farlo oggi. Vi chiedo davvero di guardare l'emendamento n. A0001, perché questa è la possibilità che oggi abbiamo di intervenire su questo problema.
Cito altre due questioni. Le ha già citate la collega Camani, quindi non mi dilungo. Una è il ruolo. La collega Camani parlava del ruolo del Consiglio. Condivido assolutamente. Non mi dilungherò sul fatto che noi, se perdiamo il controllo di Veneto Sviluppo... E con "noi", di nuovo guardo i Consiglieri di fronte a me, intendo "noi", indipendentemente da chi ci sarà seduto qui tra tre, quattro, cinque anni. Quando andiamo a vedere altre partecipate di questa Regione, di altri ambiti, noi andiamo, anche in Commissione Cultura, spesso a dire: "Non sappiamo cosa fanno le nostre partecipate" e la consigliera Ostanel ogni volta dice "è un problema". Le partecipate di una Regione... Veneto Sviluppo, in realtà, doppiamente, per la mole di risorse che ha in mano, è un braccio operativo di un Ente regionale. È un'Istituzione pubblica che deve avere la possibilità di essere controllata, il che significa dare una direzione, un indirizzo politico.
Tra l'altro, la maggioranza ce l'avete voi, quindi l'indirizzo politico, in questo caso, sarebbe addirittura vostro. Però credo sia una perdita anche per i Consiglieri di maggioranza non poter dire nulla in futuro, indipendentemente da chi sarà seduto qui, sul futuro di Veneto Sviluppo.
C'è una cosa ancora più importante. A me, sinceramente, piace di più parlare di come saranno percepite fuori le riforme che noi facciamo in quest'Aula. C'è il tema delle parti sociali. È stato chiesto più volte, nelle audizioni, che le parti sociali siano coinvolte nel lavoro di riforma di Veneto Sviluppo. Anche qui faccio l'esempio di un emendamento che ho proposto.
In questo provvedimento c'è una cosa grave. Il Piano industriale, il che significa che il documento che più indica la via politica del lavoro di Veneto Sviluppo, non viene condiviso né con il Consiglio, e su questo ne abbiamo già discusso, né con la Commissione competente, ne abbiamo già discusso, ma non viene nemmeno condiviso con le parti sociali. Questo è stato richiesto a gran voce durante le audizioni. Io vi chiedo, vi supplico, di ascoltare quello che è stato chiesto, perché c'è la possibilità, anzi il dovere da parte della Regione del Veneto di coinvolgere e quindi almeno inviare il Piano industriale per osservazioni prima dell'approvazione alle parti sociali.
Tra l'altro, esiste una struttura prevista dalla Regione del Veneto che ho citato nell'emendamento, che potrebbe effettivamente permettere almeno un invio per almeno un parere dell'organo che si dovrebbe occupare, che si occupa di questo anche per altre questioni, che possa prendere visione prima che sia approvato dalla Giunta il Piano industriale, perché noi non possiamo permetterci di prendere tutte queste decisioni all'interno di Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione, che sente la Giunta, bypassa il Consiglio, bypassa la Commissione. avete scelto questo? Ma le parti sociali non le potete tenere fuori, non le dovete e non le potete tenere fuori, perché sarebbe davvero uno di quegli errori, non solo di strategia, ma politici, perché io penso sempre ad una cosa: per fortuna, Veneto Sviluppo sopravviverà non solo a noi Consiglieri, ma anche a questa maggioranza. Tra venti o trent'anni, se questa è la riforma che stiamo facendo, noi dobbiamo pensarla indipendentemente da chi oggi sta governando questa Regione. Pensare che le parti sociali vengano coinvolte nella definizione del Piano industriale io penso sia il minimo sindacale per uscire da quest'Aula e dire che questa riforma di Veneto Sviluppo, importante, che arriva in ritardo, non mi dilungo di nuovo su questo, almeno venga condivisa con le parti sociali.
Di nuovo, e chiudo, c'è una parte relativa al ruolo del Consiglio. Lo ha già detto la collega Camani e io lo ripeto, per rafforzare questa questione, perché c'è un tema. Lo Statuto dovrebbe essere deciso e votato da un Consiglio, cioè da quest'Aula. Abbiamo tolto la possibilità di intervenire anche da parte delle Commissioni. Che ci sia almeno il passaggio in Commissione del lavoro che viene prodotto per arrivare alla definizione del Piano industriale è di nuovo il minimo sindacale della partecipazione della politica ad una riforma di una struttura che è essenziale per questa Regione e in particolare per i cittadini del Veneto.
Quindi, chiudo con questi tre punti. Davvero è un intervento-appello, perché tanto è già stato detto, non penso sia giusto dilungarsi su cose che sono già state dette, anche viste ampiamente in Commissione Prima, ma ci sono tre questioni. La prima, la possibilità di intervenire nelle crisi aziendali anche attraverso l'acquisto da parte dei dipendenti di aziende, quando questo è possibile, e penso ai workers buyout. Avete votato a favore invece di questa mozione e questo è il momento di dare seguito a quella mozione. Crisi aziendali e acquisto da parte dei dipendenti di aziende che hanno la grandezza tale per permetterlo.
Due, la questione della condivisione del Piano industriale con le parti sociali. Se questo non c'è e non verrà approvato l'emendamento che indica questa via io credo venga fatto un errore grave da questa Giunta.
Tre, il ruolo della politica del Consiglio perché in quello che viene citato, che è il famoso articolo 14 "Disposizioni attuative finali", noi non abbiamo la garanzia che la Giunta e il Consiglio abbiano davvero un ruolo di direzione in Veneto Sviluppo e io non voglio, anche quando non sarò più seduta qui dentro, vedere che abbiamo fatto una riforma necessaria che chiedevamo da tempo, ma su cui la politica, questo Consiglio e le Commissioni, non possono indicare la strada politica. Faccio l'esempio. Avete scritto in uno degli articoli il fatto che bisogna lavorare per l'attrattività delle imprese verso il territorio veneto. Io sono profondamente d'accordo, ma avete tolto il fatto che questo deve garantire che non ci siano squilibri territoriali e io non sono d'accordo. Infatti, l'ho reinserito. Allora questo tipo di lavoro, che è un lavoro di indirizzo politico nel lavoro di una realtà come Veneto Sviluppo, chi lo dà? Non lo dà Veneto Sviluppo, non lo dà il CdA di Veneto Sviluppo. Deve darlo la Giunta assieme al Consiglio. Questo è il minimo sindacale per portare a casa una riforma necessaria che arriva in ritardo e che, se oggi la dobbiamo fare la dobbiamo fare bene e guardando almeno a 20, trent'anni da questo momento per garantire la possibilità di intervenire in particolare sulle crisi aziendali che arriveranno anche in futuro.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Chiedo per cortesia, come previsto dal Regolamento, che, per quanto riguarda gli uomini ci si metta la giacca in Aula.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Luisetto. No, scusi, Lorenzoni. Ho guardato male.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Temevo una censura da parte sua.

PRESIDENTE

Non sia mai nei suoi confronti, non mi permetterei.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Appunto, ero disorientato da questa cosa.
Intanto credo che oggi sia un giorno importante perché il tema che abbiamo in discussione è un tema di grande rilievo dal punto di vista economico per questa Regione e quindi fa piacere parlare di cose che hanno una pregnanza. Lasciatemi esprimere un po' la sorpresa per non vedere in Aula il Presidente, dal momento che stiamo dando una delega gigantesca alla Giunta e a lui soprattutto, nella sua persona e non c'è in Aula. Io questo non me lo aspettavo nel senso che, nel momento in cui si dà, si discute di dare un ruolo così importante all'economia della nostra Regione nei prossimi anni, quantomeno essere presenti alla discussione mi sembrava doveroso. Così non è e questo a me dà un po' di rammarico.
I punti che volevo evidenziare sono in parte già stati toccati dalla correlazione della collega Camani. Però penso all'organizzazione di un'azienda che abbia un socio unico e che questo socio unico non sia di fatto rappresentato nel Consiglio di Amministrazione. È una cosa veramente che esula un po' dal reale. Con l'impostazione che è stata data il Consiglio non ha nessun ruolo e non ha nessuna visibilità anche sull'attività, perché tutta l'attività di reportistica non è mai indirizzata verso il Consiglio e quindi non c'è nessuna forma di controllo.
è stato detto bene: se c'è un ruolo di azionista unico, e quindi di controllo e di indirizzo, questo ruolo di indirizzo e di controllo deve essere reso possibile. Questa delega totale verso la Giunta credo non sia nello spirito del ruolo pubblico dell'azionista. Questo è il primo punto ed è già stato toccato.
C'è un secondo punto che dà grande delicatezza all'azione che stiamo facendo. La presenza dei soci privati aveva una funzione anche di moderazione verso delle derive politiche nell'attività economica, che stanno bene nell'indirizzo, ma stanno molto male se gli obiettivi diventano politici e non economici. La storia del nostro Paese è piena di derive antieconomiche nella gestione pubblica dell'economia.
è un passaggio delicato, è un passaggio necessario, ma è estremamente delicato, e dei meccanismi di controllo ci devono essere per evitare che questa società non operi con delle finalità di tipo economico, cioè non massimizzi il capitale economico, ma massimizzi il capitale politico. Questa è una cosa che nel nostro Paese, dall'IRI, quando io ero bambino, fino ad oggi, con quello che stiamo vedendo, a livello nazionale, di alcune derive di questo tipo, è estremamente pericolosa.
La nostra economia ha bisogno di un indirizzo, ha bisogno di una guida, ma ha bisogno anche di meccanismi di controllo che siano efficaci e tempestivi. E questo non c'è nell'impostazione. Sottolineo quindi quanto già detto dalla collega.
C'è un ruolo importante, anche, in tutta l'attività in house. All'orizzonte ci sono delle assegnazioni di concessioni di attività economiche che hanno grandissima rilevanza per la nostra Regione, direi delle partite economiche che sono le più grandi sfide che abbiamo di fronte. Tenere sul territorio quelle attività, dal mio punto di vista, è giusto e condivisibile, ma dobbiamo avere dei meccanismi che diano efficienza dal punto di vista organizzativo, ma anche controllo negli indirizzi.
Per cui, rinnovo l'invito a non delegare in toto i poteri di questo Consiglio, ma di tenerli, proprio perché ci sia una garanzia di massimizzazione del capitale economico. Questo è il ruolo che deve avere Veneto Sviluppo, non massimizzazione del capitale politico.
C'è un altro punto che ‒ lasciatemelo dire ‒ mi ha un po' sorpreso, ed è legato al ruolo di Veneto Innovazione. Veneto Innovazione nasce come società che deve accompagnare e stimolare l'innovazione in Regione, ma le si viene a dare un ruolo che nulla ha a che vedere con l'innovazione. C'era una scatola pronta in house, quindi, usiamo questa scatola per gestire le attività di finanziamento. Può essere comprensibile dal punto di vista della semplificazione organizzativa, ma dal punto di vista dell'attenzione verso l'innovazione è veramente deludente.
Io nella mia attività professionale mi interfaccio con l'innovazione, mi rendo conto di quanto fondamentale sia per le politiche di successo sul piano industriale e per tenere il passo con le aree più evolute del nostro Paese. Svilire – non tanto perché non siano dignitose le attività che si vengono a dare, ma dal punto di vista dell'innovazione non c'entrano assolutamente nulla – l'attività di Veneto Innovazione, reindirizzandola verso i finanziamenti pubblici, lasciatemelo dire, è una sconfitta. È una sconfitta perché vuol dire non tenere in considerazione il ruolo dello stimolo e l'accompagnamento alle attività innovative.
Abbiamo bisogno di far nascere nuove imprese. L'economia sta cambiando radicalmente. Abbiamo giovani che fanno impresa e che non la fanno in Veneto. Veneto Innovazione fa finanziamento agevolato. Ma quando mai penseremo di avere giovani che fanno impresa da noi? E lo dico perché li vedo quotidianamente, purtroppo. Sono ragazzi che hanno le idee, ragazzi che sono disponibili a fare impresa, ma che vanno in altre parti d'Italia e direi d'Europa, perché la concorrenza è assolutamente a livello internazionale.
Io stimolo un po' la Giunta a pensare a creare un nuovo veicolo per stimolare l'innovazione, perché altrimenti con questa operazione perdiamo un veicolo che oggi c'è. Forse non ha lavorato al 100% di quello che poteva fare, ma sicuramente in futuro lavorerà ancora meno rispetto a quell'obiettivo.
Questi sono i punti. Io mi auguro che le proposte emendative che sono state fatte dal Consiglio possano essere prese in considerazione, perché, se è urgente ridefinire i ruoli di Veneto Sviluppo, è altrettanto urgente dotarsi di uno strumento che non abbia una deriva esclusivamente politica, non lavori per delle finalità esclusive della Giunta, ma che massimizzi le opportunità per le imprese del Veneto e soprattutto le massimizzi in una logica di tutela del lavoro da un lato, come è stato detto dalle colleghe, ma anche di attrattività verso l'innovazione.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliera Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Non pensavo che il mio primo intervento in Aula sarebbe stato per difendere questo Consiglio. Questo è un provvedimento fondamentale, di un'importanza cruciale. Penso che si iniziasse negli anni Duemila a discutere del riordino della miriade di partecipate di questa Regione. Lo seguivo da cittadina e poi l'ho seguito da amministratrice. Parlo di un microcosmo che probabilmente molti di noi conoscono: quello degli Enti locali.
Quando si ha una partecipata in un Comune la prima cosa che questa partecipata fa è rendere conto al proprio socio unico, che non è solo il Sindaco, non è solo la Giunta, ma è un intero Consiglio comunale. E l'ho detto in un microcosmo, adesso stiamo parlando di qualcosa che ha a che fare con centinaia di milioni di euro, che ha a che fare con l'economia della nostra Regione, con le industrie e le aziende piccole e medie che beneficeranno dei fondi sempre più essenziali nei prossimi anni.
Io credo che, quando per tanto tempo si attende una riforma e ci si arriva ora un po' di corsa, sia necessario porsi il tema di quale sia l'organismo di controllo, di programmazione, di vigilanza, che deve appunto vigilare e fare rispettare le spese dei soldi di questa realtà. Penso che sia il Consiglio perché è previsto da Statuto, ma credo che non ci sia Ente migliore perché qui ci sono tutte le voci che vengono scelte dai cittadini e che magari cambieranno nel tempo e che dunque, come diceva la consigliera Ostanel, deve essere una considerazione che sa di futuro quella che si fa oggi, deve avere voce in capitolo. è una riforma essenziale che ha preso una direzione positiva, quella dell'in house providing 100% pubblico, quindi il pubblico che gestisce i soldi pubblici. Questa cosa è più che fondamentale, è un cambio di rotta e un'essenzialità di fronte alla quale non si può solo prendere atto, ma si deve fare una scelta chiara e coraggiosa. È pubblico a metà o è pubblico fino in fondo? Oggi abbiamo anche il compito di decidere questa cosa.
Nel 2012 – guardo il consigliere Zanoni – è stata decisa la nascita di una Commissione, la Quarta Commissione, quella che in teoria ci dovrebbe dire se le risorse che abbiamo impiegato sono state impiegate con un buon fine e con quali modalità sono state spese. Io dico: abbiamo gli strumenti, abbiamo una Commissione di vigilanza, abbiamo un Consiglio regionale? Se non diamo a questi strumenti il potere che devono avere, come possiamo pretendere poi di controllare davvero fino in fondo ciò che viene speso e come viene speso? Non credo che le imprese ci chiedano qualcosa di fumoso o di incerto. Credo che ci chiedano un intervento deciso e coraggioso che guardi in faccia i problemi che ci sono e provi a risolverli con la voce di tutti. Non perché ciascuno di noi pensi di avere la verità in tasca, ma perché soltanto un organismo collegiale nel quale ci sono più voci può dare garanzia di rispetto di tutti i cittadini e le cittadine di questa regione e di tutte le imprese che qui pretendono giustamente di poter svolgere la loro attività con libertà e soprattutto con uno sguardo attento da parte di questo Consiglio regionale. Dunque, credo che il centro di questa riforma debba essere il rapporto tra il Consiglio e le Commissioni e gli indirizzi a Veneto Sviluppo e gli indirizzi a una realtà che spenderà centinaia di milioni di euro per questo territorio.
Chiudo dicendo: voce sullo Statuto, sulla decisione degli Statuti, voce sul controllo e la vigilanza e voce sulla programmazione e l'indirizzo. In una Regione in cui si strizza l'occhio al privato, una volta che si va pienamente nel pubblico, se non lo diamo in mano a un organo collegiale, ed è interesse di tutti noi che sediamo qui avere voce in capitolo, credo che manchiamo un'occasione non soltanto nei confronti dei nostri concittadini e cittadine, ma nei confronti di questo luogo e dell'Istituzione che oggi rappresentiamo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Colleghi, siamo d'accordo che, se siamo stati eletti, abbiamo deciso di partecipare a dei processi di elezione da parte della popolazione veneta in un Consiglio regionale, questo significa che noi al Consiglio regionale crediamo fermamente. Vero? Anche da parte della Giunta... Pensavo, Assessore, che lei credesse fermamente e supportasse questa visione. Alzo la voce perché mi sembra che non sia chiaro ai colleghi, anche qui presenti.
Siamo in un Consiglio regionale, seduti, qui, nel compartecipare, responsabili della programmazione della Regione del Veneto, nella progettazione e nell'attuazione di una visione politica che noi abbiamo deciso di incarnare, proponendola in campagna elettorale, nei nostri costanti contatti e confronti con la cittadinanza, in rappresentanza di una comunità fatta di veneti e di venete che credono e che partecipano a iniziative politiche, che cominciano a recuperare, desiderano recuperare la fiducia nei confronti degli strumenti che la politica e le Istituzioni danno loro, di fronte a questa responsabilità di rappresentanza politica che ci prendiamo non soltanto per poter avere una sedia a disposizione, ma perché crediamo nel nostro ruolo e nel nostro contributo nella costruzione di un futuro roseo, un futuro sempre più inclusivo, un futuro avvincente per il nostro territorio, ecco che oggi non possiamo fare a meno di ribadire che noi crediamo all'Istituzione che rappresentiamo e ci crediamo a tal punto che vogliamo rivendicare quello che per Statuto è previsto possano e debbano fare i Consiglieri regionali all'interno di questa Regione, all'interno di questa Istituzione.
Per questo, attraverso alcuni emendamenti, sia di tutta l'opposizione che interviene qui oggi, ma anche sottoscritti, presentati e costruiti da me insieme alla consigliera Baldin, riteniamo necessario sollecitarvi, colleghi Consiglieri regionali, prima che appendici di Istituzioni più pratiche e amministrative, come quella della Giunta, Consiglieri regionali, con la capacità e il compito di programmare il futuro della nostra regione: rivendichiamo il nostro ruolo, rivendichiamo il Consiglio regionale come parte integrante nella definizione di uno strumento strategico per l'economia veneta.
Io non intendo fare un passo indietro in questa responsabilità, in questo compito che ci è dato per la protezione delle possibilità e degli interventi che possiamo fare a livello politico per il settore produttivo e industriale, per la responsabilità che abbiamo nei confronti dei lavoratori nella gestione non soltanto delle crisi aziendali, ma nella gestione delle opportunità di filiera di prossimità, che dobbiamo riuscire a sviluppare all'interno del nostro territorio.
Per questo motivo mi è dispiaciuto profondamente vedere come, nella fretta nell'affrontare questo progetto di legge, non si sia data alcuna considerazione al ruolo del Consiglio regionale nella programmazione regionale, nonostante l'Ufficio legislativo del Consiglio regionale ce l'avesse palesemente anche riferito all'interno della scheda di inquadramento.
Per cui, sul PDL n. 205, il progetto di legge oggi in discussione, la mancata previsione di spazi al Consiglio regionale rischia di rendere inefficace l'intero progetto di legge, l'intero progetto di rilancio dello strumento a disposizione di impresa e lavoro del Veneto. La mancata predisposizione, previsione di questi spazi, come sollecitato da quasi tutti gli emendamenti di minoranza, potrebbe ridondare in una violazione dello Statuto. Leggete le pagine 6 e 7 della scheda del Legislativo, se non fosse chiaro. Lo Statuto riconosce espressamente al Consiglio regionale funzione di indirizzo politico e amministrativo. Punto n. 1. Inderogabile. Prendiamocela questa responsabilità, questo compito, questa funzione. Poi, al secondo punto abbiamo una funzione, noi Consiglieri, di controllo della sua attuazione, anche tramite le Commissioni consiliari citate prima, ma abbiamo anche un compito di espressione di pareri alla Giunta regionale sui bilanci preventivi degli Enti e degli organismi dipendenti della Regione.
Come non bastasse, nella parte espressamente riferita alle società regionali, c'è un articolo specifico dedicato alle società che prevede come il Presidente della Giunta o un suo delegato, che partecipa alle Assemblee societarie, debba riferire alla competente Commissione consiliare sulle decisioni assunte e gli atti compiuti. Così come c'è un articolo che prevede una garanzia di rappresentanza delle minoranze all'interno delle governance degli Enti e delle società del sistema di amministrazione regionale indiretta.
Noi abbiamo, quindi, degli strumenti che lo Statuto ci dà. Abbiamo una responsabilità per cui siamo riconosciuti anche da un punto di vista economico. Abbiamo delle responsabilità che dobbiamo esplicare. Lo si fa anche all'interno di questo sistema di programmazione, di pianificazione degli interventi da un punto di vista di filiera, industriali, di investimenti, di sostegno alle politiche produttive venete, attraverso gli strumenti che lo Statuto ci dà, e dobbiamo metterle in pratica in questo progetto di legge.
Lo Statuto, che costituisce norma interposta ai fini della valutazione di illegittimità costituzionale della legge, ci impegna singolarmente ‒ non come rappresentanti di partito, ma come singoli, uomini e donne, eletti all'interno di questa Istituzione ‒ a inviare alla Giunta un messaggio, ossia di prendere in considerazione tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione che ridanno dignità alla nostra Istituzione, quella per cui noi lavoriamo, che è il Consiglio regionale. Non è, in questo caso, la Giunta regionale. Non è la Giunta regionale che comanda le scelte, la capacità e l'interazione dei rappresentanti politici eletti all'interno di questa Istituzione con i compiti di programmazione.
Ragazzi, non sottovalutiamoci. Non facciamolo continuando ad approvare atti che rimandano alla Giunta ogni singola decisione, comprese le distanze da un punto di vista urbanistico, compreso ogni singolo aspetto. Tanto più se di fronte a noi abbiamo la gestione, la definizione delle strategie per la gestione di fondi destinati all'evoluzione del sistema produttivo, che oggi ha di fronte a sé delle sfide incredibili e che deve essere accompagnato dalla politica, sennò si dimenticherà e non sarà all'altezza di interagire all'interno di un sistema economico e di mercato così complesso, che vede delle sfide, come quelle delle emergenze ambientali, delle emergenze sociali, dell'emergenza di recuperare il gap delle zone più marginali. Se non c'è un intervento pubblico e se non c'è la sensibilità degli uomini e delle donne che rappresentano questo Consiglio a difendere questi aspetti e ad accompagnare il sistema produttivo a reagire nella direzione di questa giustizia climatica, sociale all'interno dei nostri territori, noi perdiamo l'occasione d'oro che ci è data oggi, in questo periodo di estrema complessità, di poter cambiare le sorti della strategia futura.
Quindi, al di là di qualunque sia l'indirizzo e l'intervento che viene dato dalla Giunta, attraverso questo progetto di legge, vi chiedo autonomamente, come Consiglio regionale, di preservare il nostro ruolo, perché è un ruolo prezioso, altrimenti si confermerà una posizione politica che ci rende minoritari in un ambito strategico e sminuisce la capacità di rappresentanza di cui noi siamo responsabili, perché eletti direttamente dai cittadini.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Mi unisco anch'io alle osservazioni che hanno fatto le colleghe che mi hanno preceduto e il collega Arturo Lorenzoni. Sostanzialmente, condivido i rilievi che sono stati fatti. Condivido anche che la direzione intrapresa da questa Giunta sia quella corretta, sebbene arrivi con ben undici anni di ritardo.
Ripercorrendo un po' quella che è la storia di Veneto Sviluppo ‒ credo faccia comodo anche a chi ci ascolta da casa ‒ bisogna ricordare che Veneto Sviluppo è una partecipata che è stata costituita nel 1975. Ha il 75% costituito da partecipazione regionale e il 49% da gruppi bancari. La finalità di questa partecipata era di due tipi: una era quella di favorire, di promuovere le aggregazioni delle aziende; l'altra era quella di intervenire in caso di situazioni di difficoltà economico-finanziarie. Credo che questi due obiettivi siano stati centrati in minima parte, proprio per il discorso che dicevamo un po' tutti, quello dell'estremo ritardo con cui arriva questa modifica, questo intervento legislativo in Aula.
Sappiamo che con il decreto-legge n. 95/2012 dal 1° gennaio 2014 l'affidamento diretto va solamente a società a capitale interamente pubblico. Sappiamo anche che avevamo anni e anni a disposizione per intervenire, e non lo abbiamo fatto. Leggo che si dà la colpa al Covid, ma il Covid ‒ ricordo ‒ arriva solamente nel 2020, quindi il ritardo è attribuibile a ben altri fattori.
Abbiamo evitato, abbiamo avuto delle lacune, delle mancanze gravi per quanto riguarda proprio il processo di aggregazione delle società e delle aziende municipalizzate, che in molti casi avrebbero fatto comodo. Anche questa non è una Regione esente da problematiche relative a situazioni finanziarie delle società, società troppo piccole, che hanno faticato a trovare la giusta direzione. Facendo un esempio, su tanti che si potrebbero fare, ricordo la situazione delle aziende e società che si occupano di trasporto pubblico. Nella nostra Regione ce ne sono diverse decine. Pensiamo, ad esempio, all'Emilia-Romagna: lì ve ne è una sola. Dobbiamo riconoscere che le cose stanno andando molto meglio. Se pensiamo, ad esempio, alla possibilità di istituire il biglietto unico regionale per il trasporto, è molto più facile mettersi d'accordo da soli che mettere d'accordo più società insieme.
La direzione è quella ‒ mi sento di dire ‒ giusta, come hanno anticipato i colleghi, ma arriva con questo ritardo. Il ritardo, però, non deve giustificare scelte assunte in fretta e furia, proprio perché oggi abbiamo il problema della gestione dei fondi del PNRR. Abbiamo già fatto una scelta, che ormai, sotto il profilo dei risultati, è stata sbagliata, quella di AVEPA, appena tre anni fa. Oggi compiamo una scelta legata all'emergenza, ma che dovrebbe rimanere una scelta strategica. Per farlo abbiamo la necessità di ascoltare quello che è stato detto in quest'Aula. Sono suggerimenti assolutamente di merito, non ostruzionistici. Perlomeno la collega Cristina Guarda ed io non abbiamo assolutamente avuto intenzione di presentare emendamenti ostruzionistici. Sono semplicemente di merito e di sostanza, proprio per cercare di migliorare il testo di una legge che ‒ come hanno ricordato le colleghe ‒ sarà fondamentale per i prossimi anni a venire proprio per la nostra Regione.
Abbiamo un articolo dello Statuto che ci ricorda benissimo quello che può fare il Consiglio. Anzi, vado a leggerlo, perché credo sia veramente fondamentale: "La Regione può partecipare a società costituite ai sensi del Codice civile che operino in settori di interesse regionale. Ove occorra, può promuoverne la costituzione. La partecipazione della Regione è autorizzata con legge regionale" questo ci indica a chiare lettere che tutto deve passare attraverso il Consiglio regionale proprio per legge "che ne determina presupposti, condizioni e misure, nonché i criteri per eventuali dismissioni. La Regione partecipa all'Assemblea societaria attraverso il Presidente della Giunta regionale, che può intervenire alle riunioni anche per mezzo di un suo delegato. Il Presidente della Giunta regionale o un suo delegato è comunque tenuto a riferire alla competente Commissione consiliare" e qui c'è una seconda ammissione dell'importanza e della rilevanza del Consiglio e delle relative Commissioni "delle decisioni assunte e degli atti compiuti".
In queste poche righe lo Statuto condensa tutto quello che il Consiglio, con un rimando chiaro alla Costituzione, all'articolo 123, può e deve fare, ovvero funzioni di indirizzo politico-amministrativo, funzioni di programmazione e di controllo. Tutto questo all'articolo 33, se volete andare a verificare.
Insomma, compiti assolutamente importanti. Gli emendamenti che abbiamo proposto non potevano non rilevare questi profili assolutamente importanti. Uno su tutti la tutela delle minoranze all'interno della governance. Nella Legge Madia si dà atto che, per esigenze di economicità, si procede con un amministratore unico all'interno della governance di queste società, ma non è fatto divieto alle Regioni di nominare un CdA, che ovviamente al proprio interno veda la rappresentanza delle minoranze attraverso le nomine fatte da queste. Quindi, su questo credo sia importante mantenere il punto.
Un'altra questione emersa dalle audizioni, la citava prima la collega Ostanel, riguarda il maggior coinvolgimento dei sindacati. In particolar modo, è un'esigenza avanzata dalla CGIL, che ha posto anche delle richieste esplicite alla Giunta in questo senso, ovvero le garanzie per i lavoratori quali sono, quanti lavoratori passeranno da una società all'altra, con quali contratti, con quale contratto collettivo nazionale. Anche questi sono temi di estrema importanza, che vogliamo assolutamente sottolineare. Sappiamo che ci sono delle leggi statali in questo senso, che tutelano i lavoratori, ma vogliamo essere certi, sicuri che quello che chiediamo sia riportato nella legge a chiare lettere, nero su bianco, per rassicurare i lavoratori che oggi sono dipendenti di queste società.
Oltre a questo, abbiamo chiesto che ci sia sempre la trasparenza, la trasmissione degli atti al Consiglio regionale, la tutela delle minoranze, come vi dicevo, e l'approvazione dello Statuto di Veneto Sviluppo Spa, che non può essere di certo una competenza della Giunta proprio perché, come ricordavo prima, lo Statuto la affida al Consiglio regionale.
Anche sulle acquisizioni da parte di Veneto Sviluppo di nuove partecipazioni in altre società è necessario sentire il Consiglio o le competenti Commissioni consiliari. Inoltre, una cosa importante è la relazione semestrale sull'attività svolta e su quella in corso di attuazione anche per la comunicazione del budget economico annuale. Questa è una previsione che abbiamo voluto inserire in virtù di un decreto ultimissimo, recente, il decreto legislativo n. 36/2003, che parla di una costante verifica dei vantaggi per la collettività.
Ve lo leggo, perché credo sia estremamente d'interesse: "Le stazioni appaltanti e gli Enti concedenti adottano, per ciascun affidamento, un provvedimento motivato, in cui danno conto dei vantaggi per la collettività delle connesse esternalità e della congruità economica della prestazione, anche in relazione al perseguimento di obiettivi di universalità, socialità, efficienza, economicità, qualità della prestazione, celerità del procedimento e razionale impiego di risorse pubbliche". Questo è l'articolo 7. Nel nostro intento, quindi, vi è la previsione di una costante verifica dei vantaggi per la collettività, il famoso "impatto", in questa relazione semestrale, che chiaramente, poi, va consegnata alla competente Commissione consiliare, proprio perché rappresenta ‒ e qui lo facciamo tutti ‒ il popolo veneto nella sua interezza.
Chiediamo anche che si facciano e che si continuino a fare degli investimenti partecipativi temporanei, cosa che si è fatta nel passato e non vogliamo che si interrompa, proprio perché è stato utile al fine di dare liquidità immediata per un periodo di tempo determinato, dando la possibilità, così, alle società di ripartire.
Collegato a questo, c'è anche il tema del workers buyout, ovvero dei lavoratori che decidono di entrare nella gestione delle partecipate. Anche questo è un modello che si usa perlopiù in Germania, ma non solo, e che potrebbe essere applicato correntemente anche nel nostro panorama veneto.
L'ultima questione è un po' simpatica, perché si parla di una gestione della comunicazione e della promozione delle attività della Giunta regionale da parte di questa società. Spero sia stata una svista, un errore. Si chiede, naturalmente, la totale eliminazione di questa parte, che credo non debba trovare regno in una legge come la nostra che ci stiamo apprestando a votare.
Ho concluso. Spero si voglia da parte vostra, e credo sia anche a vantaggio dell'intera maggioranza e dei Gruppi stessi all'interno della maggioranza, recepire quello che abbiamo in mente di presentare nella manovra emendativa. Abbiamo pensato prioritariamente alle competenze del Consiglio regionale. Il Consiglio regionale è rappresentato, come dicevo, da tutte le forze politiche votate dai cittadini; quindi, trovo assolutamente ingiusto e insensato che si vadano a garantire questi compiti, che non competono, tra l'altro, alla Giunta regionale.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Oggi stiamo dicendo tante cose. A volte, Assessore, rischiamo nell'interpretare quelle che sono per noi alcune visioni che, pur trovando un pezzo di strada da fare insieme, alla fine meritano una declinazione diversa. Credo, Assessore, che non ci sia nemmeno tanto da concentrarsi sulle manovre emendative, pur essendo fondamentali quando arriva un testo come questo in Aula. Credo che dovremmo basarci molto di più sul buonsenso, sulla logica, sul ruolo del Consiglio regionale.
Guardate, se c'è qualcosa che mette insieme tutti gli interventi che sono stati fatti, pur da soggetti politici diversi, è che, in qualche modo, visti da un'angolazione o visti dall'altra, c'è lo svilimento del ruolo dell'Assemblea del Consiglio regionale. Cari colleghi, non è questione, però, di ultimo arrivo, come si direbbe nel mondo della moda, quello che accade oggi. Già negli ultimi tre-quattro anni la politica adottata dalla Giunta, soprattutto negli ultimi due anni e mezzo da questa Giunta, è quella del depauperamento delle competenze del Consiglio regionale. Ogni volta che arriva un ordinamentale torna il ritornello che viene svuotato il Consiglio regionale di quelle che sono le sue competenze. Le proposte che fa la Giunta quali sono? Svuotare le Commissioni delle sue competenze. La proposta che fa il Presidente per conto della sua mano operativa della Giunta qual è? Evitare qualche rendicontazione qua, evitare qualche competenza lì. Sono anni che, come negli ordinamentali, cari colleghi, noi continuiamo a dire che questo Consiglio viene sempre più svuotato di quelle che sono alcune competenze.
Qua dobbiamo metterci d'accordo: o si torna a concepire che le discussioni politiche, le indicazioni politiche, i Consigli di amministrazione, i confronti non sono perdite di tempo, poltrone o burocrazia, ma sono effettivamente lo strumento con cui la politica opera, oppure ‒ lo ripeto, ma una volta lo dicevo come provocazione, adesso lo dico cominciando, ahimè, a crederci davvero ‒ cambiamo l'ennesima legge del Consiglio regionale e portiamola a 30 Consiglieri. Questo è. Ma non è una provocazione. Andremo peggio noi di voi, ma alla fine questo è il prossimo passaggio. Dovete dirmi, in questi due anni e mezzo, se il Consiglio regionale, carte alla mano, ha più competenze, è chiamato più volte a dire la sua, è chiamato più volte a dare degli atti di indirizzo o meno di due anni e mezzo fa, quando è cominciata questa legislatura.
Noi dobbiamo cominciare a chiederci: la discussione politica, per noi che facciamo i politici e non i tecnici, ha un valore? I Consigli di Amministrazione, per chi deve dare atti di indirizzo e nomina i membri, hanno un valore o siamo come quei populisti che dicono che sono poltrone? Io dico che hanno un valore perché, quando fai politica devi poter avere anche la possibilità di intervenire su quelli che sono gli strumenti che hai a disposizione.
Nessuno, Assessore, dice che non bisognava andare a riorganizzare, però bisognava andare a riorganizzare forse avendo meno fretta, forse pensando che ci sono delle cose fatte male in questo provvedimento. Ma adesso, in barba a quello che dice anche il 212 del Codice civile sull'organizzazione dei soggetti subordinati, abbiamo fatto un passaggio del genere, abbiamo audito i sindacati, ma nessuno si è posto il tema di due soggetti che avranno due contratti di lavoro diversi nella stessa società. Domanda: i nuovi come intendete assumerli? Facciamo un terzo contratto per non farli litigare tra loro o in base a quale concertazione con le parti sociali capiremo se assumerli con il contratto di servizio dei bancari? Due: come ottempereremo a quelle che sono le piattaforme welfare, a quelli che sono i premi di risultato aziendale? Anche il tema dei dipendenti. Non è che quello dei dipendenti in Veneto non sia tema politico quando sono dipendenti di un Ente della Regione. Anche su questo, Assessore, è evidente che devi fare una sintesi di due contratti e non puoi averne uno per due, ma il tema va affrontato prima, non va affrontato dopo. Dopo non è che se il sindacato si piazza qua sotto con le bandiere e fanno sciopero, quelli sono i populisti e voi siete quelli del fare, ma del fare male, perché non andate a dire loro quale destino dovranno avere queste madri e questi padri di famiglia che operano lì.
A riempirsi la bocca sulla parità salariale, sull'occupazione femminile, sulla famiglia e sui figli da fare e da crescere da quei banchi siete bravi. Adesso come la mettiamo, da quei banchi, sulla parità salariale? Assessora, ci saranno due donne che faranno lo stesso lavoro con due stipendi diversi, uno più vantaggioso e uno meno. Come daremo, dopo, i premi? E le piattaforme welfare?
Voi, a volte, da quei banchi vi ergete a paladini della giustizia: la parità salariale, l'occupazione, bisogna fare figli. I figli, una volta fatti, colleghi, bisogna anche crescerli. Quando la mamma torna a lavorare dovete decidere cosa succede, dopo, in quei contenitori. Capite che è una manovra fatta male e che calerà, fatta male, sulle teste dei cittadini veneti prima dei Consiglieri? Capite che la fretta, in questo caso, non vi ha aiutato ‒ ammettendo che di fretta si tratti ‒ dopo tutto il tempo che sapevate che bisognava arrivare a questo? Questo è il primo elemento.
Così come tutto il tema della governance. E così anche tutto quello che può essere il tema di capire chi si dovrà relazionare. È evidente che, se rimaniamo così, il Presidente della Giunta sarà l'elemento che si relazionerà, come socio, con questa realtà. Però, guardate, colleghi, vi do un dato. Non vorrei disinnamorare la vostra fiducia per il Presidente, ma il consolidato, dove dentro ci sono anche questi bilanci, questi Enti, lo votiamo noi. Il previsionale lo votiamo noi.
Capisco che oggi il Presidente Zaia è impegnato nella conferenza stampa del rapporto statistico 2023. Se andate su Facebook magari lo seguite. Forse ritiene più opportuno fare il rapporto statistico che essere qui a darci garanzie, lui, di come, in qualche modo, a nome di tutti noi, dovrà porsi su questa vicenda. Però, ragazzi, i Presidenti passano. Le Giunte passano. Non si può mica ragionare come quello che porta le uova al mercato e le galline le ha solo lui. Domani nove di voi, con questa legge, non si siedono più su quei banchi. Io non credo siate felici, anche voi, che tutte le manovre passeranno sopra le vostre teste. State lavorando perché il Veneto sia una Regione impostata su criteri di trasparenza, di coinvolgimento. Perché dico "di coinvolgimento"? Perché chi si siede su questi banchi, piaccia o no, con maggioranze diverse, rappresenta 5 milioni di cittadini veneti. Non si può sempre pensare che questi banchi siano un peso, che le Commissioni siano un peso, che gli atti di indirizzo siano una perdita di tempo e che i Consigli di Amministrazione siano poltronifici. Lo saranno stati per qualcuno nella storia, ma tante volte servono.
Assessore Marcato, al netto delle manovre emendative, capisce che qui siamo di fronte a uno strumento che ha una finalità più o meno nobile, ma ha un'applicazione che non è sicuramente quella che nemmeno a lei, sia da politico che da Assessore, conviene portare avanti.
Siamo ancora in tempo per intervenire? Sì. È grave che si interviene con la manovra emendativa? Sì. Perché vuol dire che non avete ascoltato nessuno; vuol dire che avete fatto le audizioni e avete preferito, come sempre, ascoltare solo quelli che dicono quello che vi piace sentirvi dire; vuol dire che i sindacati li ascoltate perché dovete ascoltarli, però, come sempre, basta sentire gli interventi nelle Commissioni fuori microfono per capire quello che pensate di chi difende le parti sociali; vuol dire che non avete ascoltato i Consiglieri, nemmeno i vostri, Assessore, perché lei mi deve spiegare chi è quel Consigliere che preferisce rimanere fuori dal poter dire la sua su una partita così importante, forse la partita più importante che sia arrivata fino ad oggi in Aula.
Assessore, c'è qualcosa che non va. Avete corso troppo? Non lo so. Viste le tempistiche, credo che siate andati piano. Avevate tutto il tempo per fare le cose bene e oggi, però, in Aula non arrivano le cose fatte bene. Mi dite che è un ragionamento politico. Andate spiegare a quei dipendenti che faranno lo stesso lavoro con uno stipendio diverso se è un'affermazione politica oppure ve ne siete in parte poco interessati.
Su questo, insieme alla collega, abbiamo presentato anche un ordine del giorno perché, se c'è una cosa che ho imparato in due anni e mezzo di quest'Aula è che alla fine chi parla per ultimo e racconta il verbo pensa di avere ragione, ma i fatti rimangono e il giorno dopo le vostre arringhe i problemi restano.
Tentiamo di aggiustare quello che si può aggiustare oggi, fermo restando che su un provvedimento che poteva avere una condivisione, una trasversalità, perché in qualche modo è un provvedimento che serve, Assessore, avete fatto tutto quello che dovevate fare per riuscire a rovinare un provvedimento che serviva a questa Regione. Di questo si tratta, assessore Marcato. Avete fatto tutto ciò che dovevate fare per rovinare un provvedimento e portare nella schermaglia politica e annacquare un provvedimento che serviva a questa Regione.
Non veniteci a dire che avete ascoltato i sindacati. Li avete uditi. Tra "sentire" e "ascoltare", di mezzo, sa quanta acqua sotto i ponti passa?
Chiudo. Grazie, Presidente.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Joe Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

La ringrazio, Presidente.
Non volevo intervenire, ma dopo che ho sentito la minoranza suggerire ai Consiglieri di fare il proprio lavoro, ho deciso di intervenire. Il problema è che io mi aspettavo altro. Vi parla uno, e non ho vergogna a dirlo, che si è astenuto in Terza Commissione su questo provvedimento. Mi sono astenuto perché non mi quadravano alcune cose che nel tempo ho appurato, ho parlato con l'Assessore, ho parlato con il Presidente della Prima Commissione, mi sono confrontato con chi c'era da confrontarsi. Quindi, parto da un'astensione in Terza Commissione. Oggi, però mi aspettavo, avrei votato anche con la minoranza, che la minoranza fosse venuta in Aula dicendo che il provvedimento della Giunta e del capo, come l'avete chiamato, Zaia è sbagliato per questo e quest'altro motivo.
Avete detto, invece, che dobbiamo concentrarci, che il Consiglio regionale viene svilito. Svilimento del Consiglio regionale. Mi avete parlato di sindacati. Insomma, tutte le proposte che arrivano dalla minoranza sono finalizzate a capire cosa succederà ai venti lavoratori che ci sono, salario più, salario meno. Nessuno mi ha parlato di banche. Alla fine, diamo 40 milioni di euro ai privati, alle banche. Bene, possono essere tanti o pochi, ma è su questo che dovevate intervenire. È su questo che dovevate dire che la Giunta ha sbagliato direzione: lasciamo stare Veneto Sviluppo e facciamo un'altra azienda. La prendiamo, mettiamo AVEPA.
Sono stati dei dubbi che mi sono venuti. Ho parlato con gli Assessori competenti di questo provvedimento, ho parlato con il Presidente della Prima Commissione, ho voluto vedere gli atti e mi sono fatto un'idea. Giusta o sbagliata per come vedete voi questo provvedimento, siete voi che svilite il Consiglio regionale. Avrei voluto che si discutesse di nuove idee, migliori di quelle dell'assessore Marcato, di Luca Zaia e della Giunta, ma non sul ruolo che ha il Consiglio.
Cosa volete mettere, lacci e lacciuoli? Dobbiamo decidere qui dentro se questa è una bella idea, se porta del business, del PIL nuovo in Veneto oppure se è un'idea brutta che anche Joe Formaggio non vota.
Se le vostre proposte di oggi, con gli emendamenti, sono soltanto finalizzate a mettere lacci e lacciuoli da parte del Consiglio regionale alla Giunta del Veneto e alla nuova società che sta nascendo, mi trovate in contrasto, assolutamente, perché dobbiamo snellire la burocrazia di questo Veneto.
I colleghi del Movimento 5 Stelle hanno detto: "I nostri amici dell'Emilia-Romagna sono più bravi". Bene, Assessori, Presidente del Consiglio, spero che questo messaggio arrivi a Luca Zaia. Dobbiamo ragionare, ben venga che facciamo questa holding, dobbiamo crearne una ancora più grande, tutta veneta, una vera madre di tutto per mettere tutti i servizi dentro. Ci hanno mangiato in Veneto le due banche. Avevamo due banche venete e sono state distrutte.
La Fiera di Vicenza è stata comprata dalla Fiera di Rimini, Emilia-Romagna. Hera si sta mangiando un po' di Padova, fra poco arriva nel veneziano, poi Hera mangia AGSM AIM, che adesso vi ricordo che sono in mano a due Amministrazioni del PD. Quindi, se tanto mi dà tanto, io ho paura. Posso dire che ho paura del mostro rosso che arrivava dall'Emilia-Romagna? Posso dirlo, signori?
Annuncio, cara Giunta, caro presidente Ciambetti, caro Presidente Zaia, che mi avete convinto su questa operazione, dove, vi ripeto, mi sono astenuto perché non avevo nessun dato e prima di dare 40 milioni alla minoranza, perché ragiono da imprenditore, 51%, Regione Veneto, 49% le banche, prima di dare 40 milioni di euro al socio minoritario, ho voluto leggere le carte.
Però, dalla minoranza, signori, mi aspettavo qualcosa di più oggi. Non possiamo mettere i lacci, siamo dei Consiglieri. La collega Guarda sembrava spiritata prima quando si rivolgeva alla maggioranza, ai Consiglieri di maggioranza: "dovete mettere lacciuoli". Date un'idea migliore al presidente Zaia, all'assessore Marcato e alla Giunta di quella che hanno proposto. È così che si costruisce il Veneto del futuro.
Lo ricordo così che resti agli atti: creiamo una holding gigantesca che fatturi miliardi, mettiamo dentro Ascopiave, mettiamo dentro Etra, mettiamo dentro l'AGSM AIM, mettiamo dentro tutto il Veneto, perché il mostro rosso proveniente dall'Emilia-Romagna è già dentro i nostri territori.
Grazie, assessore Marcato. Grazie, presidente Ciambetti. Un saluto al presidente Zaia. L'avete chiamato "capo". È il nostro capo, quindi salutiamo anche lui.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Consigliera Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Condividiamo la ratio di questo progetto di legge. Se la finalità è quella di garantire un maggiore accesso al credito, riuscire ad avere una maggiore tempestività per l'accesso alla liquidità per le nostre aziende, per le nostre imprese, non possiamo che essere favorevoli. Anche perché la filosofia del nostro partito, del nostro movimento è quella di sostenere chi, in Italia, nel nostro Paese, nel Veneto, produce ricchezza, quindi le nostre imprese, che noi riteniamo rappresentino la spina dorsale del sistema economico, soprattutto le piccole e medie imprese.
Il servizio del credito è sicuramente un modo per promuovere lo sviluppo economico e produttivo del territorio. Però, il credito non è così facilmente accessibile per le nostre imprese. Negli ultimi venticinque anni è in corso un processo di consolidamento bancario. I dati della BCE riportano che negli ultimi dieci anni, a livello europeo, si è registrata una riduzione degli enti creditizi di quasi il 30%. Questo significa che le nostre imprese perdono degli interlocutori sul territorio proprio in materia di credito.
A questo si aggiunge anche una regolamentazione bancaria che, a partire da Basilea 3, quindi dal 2010, rende ancora tutto più difficoltoso. La finalità era quella di rendere più resiliente l'intero sistema bancario, a seguito della crisi del 2007, ma sicuramente ha reso anche più difficile per le nostre imprese avere delle opportunità di finanziamento.
Basilea 3 permette di avere delle banche protette, permette di avere dei depositi più tutelati, perché le eventuali perdite devono essere assorbite dalle banche, e questo deve permettere loro di avere anche dei capitali consistenti, ma succede che, poi, i finanziamenti che vengono chiesti dalle piccole e medie imprese presentano dei profili di elevato rischio. E questo, naturalmente, disincentiva una banca, che deve accantonare dei consistenti capitali per poter fronteggiare eventuali perdite. La conseguenza è che, con questa regolamentazione, noi abbiamo una diminuzione dei finanziamenti alle imprese da parte delle banche.
Sommessamente, vorrei ricordare che come Gruppo consiliare noi, in piena pandemia, nel 2021, abbiamo presentato un'interpellanza con la quale abbiamo posto l'accento proprio su Veneto Sviluppo, volendo anche riconoscere il ruolo di intermediario finanziario vigilato. L'estromissione del soggetto privato e un affidamento poi in house poteva facilitare l'accesso al credito, poteva facilitare l'utilizzo di strumenti di finanza agevolata e questo soprattutto considerando le difficoltà economiche che stavano attraversando, e che tuttora in realtà attraversano, le nostre imprese per poter accedere al credito e scongiurare il pericolo di magari essere attirati da altri canali che non sono così legittimi e magari vengono gestiti dalla criminalità.
Per scongiurare questo intervenire su Veneto Sviluppo, sulle società partecipate della Regione, potrebbe essere una soluzione che è concreta e tangibile di dare delle risposte. Ecco che quindi la creazione di questa holding con delle società partecipate completamente dalla Regione, con un ramo d'azienda che viene ceduto a Veneto Innovazione, può permettere una maggiore tempestività, la possibilità di accedere più facilmente al credito, di gestire così gli strumenti di finanza agevolata.
Questo in considerazione anche di alcuni dati che sono estremamente interessanti, perché, alla fine del 2022, la base imprenditoriale regionale veneta constava di 425.000 imprese, che risultano però in diminuzione rispetto al 2021, perché sono 4.788 le imprese che sono venute meno.
Questo, quindi, che cosa indica? Che c'è un processo di ristrutturazione in atto nella base imprenditoriale regionale, con una contrazione della manifattura e con un aumento di quello che riguarda l'ambito dei servizi.
Noi dobbiamo tener conto anche di questi elementi. Il numero delle imprese attive, che è aumentato, riguarda le società di capitali. Questo significa che riescono ad affermarsi e a rimanere nel mercato maggiormente le imprese che sono strutturate e che hanno maggiori mezzi finanziari.
Questo ci deve far riflettere. Ecco perché l'operazione che con questo progetto di legge si vuole portare a termine, noi la condividiamo e riteniamo fondamentale creare i presupposti per le nostre imprese, perché riescano maggiormente a districarsi e ad avere la possibilità di utilizzare degli strumenti che la Regione del Veneto, in maniera tempestiva e rapida, possa mettere a disposizione.

PRESIDENTE

Grazie. Sospendiamo qui la seduta.
Riprendiamo alle ore 14.30 in discussione generale. Ricordo alle ore 13.30 una conferenza stampa sulla presentazione "Acqua Pubblica Europea".
Chiedo ai Capigruppo di venire qui un attimo, poiché devo parlarvi al volo. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 13.05
La Seduta riprende alle ore 15.10

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori. Siamo ancora in discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Zottis.
Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Quando sento sempre richiamare l'ondata rossa, il fantasma rosso, come qualche anno fa si parlava degli Unni che arrivavano a conquistare i trasporti della Regione Veneto – non guardo lei perché lei non c'entra niente, Assessore, anzi – mi viene quantomeno da sorridere, perché il tema, per quanto ci riguarda, dovrebbe essere quello di comprendere, nel momento in cui arrivano i cosiddetti "stranieri" all'interno della regione, se fanno servizi migliori o peggiori e se fanno tariffe migliori o peggiori, alla pari perlomeno della qualità del servizio.
Questo lo dico perché non è vero che nella correlazione, ma soprattutto anche negli interventi successivi, ci sia stata un'opposizione tanto per dire di no al provvedimento. Semplicemente si è chiesto di rispettare, in molte osservazioni tra l'altro, quelle che sono direttive europee, oltre che norme nazionali e oltre allo Statuto e al Regolamento della Regione Veneto. Lo si è chiesto quando si diceva di cercare di mantenere un ancoraggio solido, anche se limitato, per quanto riguarda la natura pubblicistica della società, perché si tratta di una società comunque di natura pubblicistica. Non siamo in un organo privato che deve favorire in qualche modo il privato, deve favorire casomai le alleanze pubblico-private per migliorare la qualità del servizio, non certo il privato per sé stesso. Si chiede di modificare anche quelli che sono comunque gli equilibri di potere tra il Consiglio e la Giunta. Perché il Consiglio, fino a prova contraria, e non da Regolamento che viene ripetuto, ma da norma nazionale, ha un potere di indirizzo e di controllo. Non ha un potere esecutivo, che invece ha la Giunta. Per tale motivo ci vengono richieste alcune modifiche per quanto riguarda il potere delle Commissioni, per lo meno, se non il potere del Consiglio stesso sullo Statuto.
È il motivo per cui si richiedono delle modifiche per quanto riguarda poi la nomina dei cosiddetti "Consigli" per mantenere quelli che sono dei poteri di controllo, di indirizzo e non tanto di gestione, perché nessuno vuole aumentare la burocrazia dove non serve aumentarla. Ma se si fa riferimento a tutto quello che è in qualche modo un controllo della legalità... Prima la consigliera Luisetto aveva fatto riferimento alla Quarta Commissione e sentivamo dalla consigliera Venturini dire che anche con la questione dei finanziamenti bisogna che ci sia maggiore legalità. Ecco, la maggiore legalità la si fa facendo funzionare i controlli e far sì che il Consiglio mantenga il suo potere di indirizzo e di controllo non è maggiore burocrazia. Dipende chiaramente da come ci capiamo e dagli intenti che abbiamo. Quando il consigliere Montanariello faceva riferimento ai dipendenti, non è maggiore burocrazia, è far funzionare un ente o non farlo funzionare. Quindi, rimettiamo perlomeno il dibattito su una logica di razionalità e non di alimentare paure che non esistono, perché qui non c'è chi vuole burocratizzare e chi vuole sburocratizzare; qui c'è chi ha chiesto semplicemente una linearità rispetto a quello che prevede la norma e siamo in attesa di capire quali sono i filtri che in qualche modo la Giunta e anche la maggioranza intendono accogliere e quali sono i filtri che non intendono accogliere.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto la parola la collega Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve, anche perché di fatto queste sono cose già argomentate e dette da più Consiglieri regionali.
Era una riforma attesa da tempo, per un aspetto sia organizzativo, ovviamente, che politico. Organizzativo perché di fatto non possiamo oltremodo accettare che finanziamenti pubblici dati dalla Regione oppure dalla Comunità siano appunto versati a società con capitale misto, e questo è un aspetto importante che non poteva più essere accettato. Dall'altro punto di vista, è una questione politica, di trasparenza, perché nel momento in cui formiamo una società a capitale pubblico, con soci pubblici, automaticamente lo facciamo anche per avere una maggiore trasparenza. Ma chi è che garantisce comunque controllo e trasparenza? Non sicuramente un organo esecutivo come può essere la Giunta, ma lo fa, come è per Statuto previsto, il Consiglio regionale in questo caso. E non è una questione, come ho sentito dire, di snellimento, perché questa è una questione di legittimità. Non è possibile dare a una Giunta un compito che non è previsto dallo Statuto, anzi dallo Statuto è previsto in capo alle funzioni del Consiglio regionale.
Non mi soffermo oltre, perché le cose sono state dette, ma credo che dobbiamo assolutamente invertire alcune questioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo di oggi è un passaggio, è un voto molto importante, un progetto di legge che avrà delle ripercussioni sulla gestione di beni pubblici importanti nella Regione Veneto. Pertanto, in questa occasione abbiamo presentato una manovra emendativa importante e qualificata da parte nostra, da parte in generale delle forze di minoranza.
Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione saranno chiamate a gestire importanti fondi. Si parla di circa 300 milioni. Ci sarà un passaggio importante anche di liquidazione di quote, per 40 milioni di euro. Avremo, quindi, come Regione, delle società che gestiscono fondi con finalità pubbliche molto importanti.
La questione relativa alla discussione di oggi è concentrata, a nostro avviso, sul fatto che ci debba essere un determinato controllo, quindi abbiamo presentato questi emendamenti – che probabilmente solo in parte, purtroppo, avranno il parere positivo – utili a far sì che ci siano dei passaggi in Consiglio regionale per quanto riguarda, ad esempio, gli Statuti, la geografia della composizione dei Consigli di amministrazione, ma non solo, anche in generale di tutti gli organi di controllo (i revisori dei conti, ad esempio).
Crediamo che sia necessario fare in modo che un'attività così importante, che riguarda la gestione di fondi importanti, abbia dei passaggi in Consiglio regionale o nelle competenti Commissioni.
È fondamentale che, in un'epoca in cui si chiede massima trasparenza, massima partecipazione del pubblico, chiarezza su come vengono gestiti i soldi dei veneti, ci siano questi passaggi. È impensabile che al Consiglio regionale sia precluso qualsiasi spazio di intervento nella definizione, ad esempio, degli Statuti, che prevedono le composizioni del Consiglio di amministrazione. Non è qualcosa che deve spettare alla sola Giunta. È fondamentale che questa Istituzione, il Consiglio regionale, che rappresenta i cittadini del Veneto, sia coinvolta nella decisione di queste scelte strategiche, che riguardano fondi, risorse, soldi pubblici, dei cittadini.
È altrettanto importante garantire al Consiglio regionale le funzioni di controllo, le funzioni di vigilanza, le funzioni utili a quei controlli necessari quando si tratta di gestione del pubblico.
Bisogna che ci sia una norma che preveda il coinvolgimento del Consiglio e/o delle Commissioni nei cruciali passaggi rispetto ai bilanci di esercizio, di previsione, rispetto al Piano industriale, agli atti di programmazione. Il fatto che ciò non sia previsto nel disegno iniziale uscito dalle Commissioni non è sicuramente una cosa positiva; quindi, ci appelliamo al buon senso affinché questi emendamenti siano approvati.
Volevo aggiungere una questione già sollevata dalla collega Ostanel e anche dal collega Montanariello. Una norma del genere è una norma importante. È una norma rinviata nel tempo, una norma che aspettavamo da tempo e sulla quale eravamo intervenuti anche nella scorsa legislatura. Sapere che il Presidente della nostra Regione è presente a una conferenza stampa sui vent'anni dell'Ufficio statistico della Regione Veneto (che poteva benissimo essere organizzata magari anche domani), ma non lo è qui in Aula, in questo momento, è una cosa che fa riflettere.
Si parla di terzo mandato, ma in questo caso diventerebbe il quarto mandato. Di che cosa stiamo parlando, se nei momenti cruciali e fondamentali nella Camera dei veneti, cioè il Consiglio regionale, non è più presente? Questa è una cosa importante, non stiamo discutendo di aria fritta.
Il Presidente addirittura in prima persona dice "voglio il quarto mandato", ma il quarto mandato per fare cosa? Per andare a tagliare nastri o partecipare a conferenze stampa ed essere invece assente in momenti così importanti? Quello che mi chiedo è se i cittadini del Veneto sanno veramente quello che fa il nostro Presidente di Regione. Noi siamo Consiglieri e abbiamo il diritto di confrontarci con chi governa, non solo con i singoli Assessori, che spesso sono anche assenti. Mi riferisco a quando ci sono le interrogazioni, alle risposte alle interrogazioni, e nella maggior parte dei casi abbiamo un Assessore che risponde per tutti. E chi fa la replica poi la fa all'Assessore che non è competente. È veramente una cosa che non va bene, una cosa per la quale ci sentiamo di criticare apertamente questo dato di fatto, che vede il nostro Presidente assente.
Ecco, io vorrei che le agenzie che effettuano sondaggi sull'opinione pubblica ogni tanto, oltre a occuparsi dei Presidenti più amati dagli italiani, si occupassero anche dei Presidenti più o meno assenti dai Consigli regionali. Questo è un dato importante, perché qui misuriamo l'effettiva affezione, l'effettivo interessamento alla vita amministrativa, legislativa e istituzionale della propria Regione. È ora di finirla con questo stato di cose, per cui si parla, si dice di tutto, si è sempre davanti ai microfoni, si è sempre in tutte le conferenze stampa, ma in Consiglio regionale non si è mai presenti. Basta! È ora di farla finita con queste cose, perché come ci sono gli Assessori regionali, qua deve esserci anche il Presidente. Dov'è il Presidente? Prima Joe Formaggio si rivolgeva al presidente Ciambetti e al presidente Zaia. Collega Formaggio, il presidente Zaia non c'è. Non so se ti sei accorto che non c'era.

PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Per la replica, la correlatrice. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che il dibattito è stato interessante, come è giusto che sia su un provvedimento così importante; dunque, mi sembra opportuno fare alcune precisazioni e anche corrispondere ad alcune sollecitazioni che sono arrivate dall'Aula.

PRESIDENTE

Signori, per favore, chiedo silenzio in Aula.
Sono stati depositati gli emendamenti A0071 e A0070 della Giunta. Do 15 minuti per eventuali sub.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo, grazie Presidente e grazie anche ai colleghi per il dibattito che abbiamo aperto attorno a un provvedimento che continuo a pensare essere molto rilevante.
Sono anche convinta che l'intervento pubblico sull'economia e sulla società sia fondamentale, sia una responsabilità che la politica deve assumersi. Mentre la proiezione su scala globale dei meccanismi di produzione della ricchezza sembrava fino a qualche tempo fa aver cancellato i territori e le specificità dei territori, la necessità del governo dei fenomeni in corso, che hanno profonde implicazioni sul piano economico e sociale anche della nostra Regione, io credo ci obblighi alla riscoperta della dimensione regionale e locale per la funzione di supporto ai processi di sviluppo territoriale.
Ecco perché ritengo strategico questo progetto di legge ed ecco perché ritengo fondamentale che anche la Regione del Veneto, la Regione dell'autonomia per eccellenza, inizi ad esercitare con autorevolezza questo tipo di funzione pubblica. E allora forse sarebbe giunto il tempo, proprio per i grandi cambiamenti che sono in corso, come dicevo, sugli assetti economici e sociali anche della nostra Regione, che iniziassimo ad avere l'ambizione di associare al popolo e al territorio, i due grandi slogan di questa Amministrazione regionale, anche la terza gamba che può garantire un'azione concreta e coerente, cioè la parola "governo". Popolo e territorio senza governo responsabile non significano nulla. E dico governo perché dobbiamo, secondo me, invertire la rotta che ha voluto limitare l'azione dell'amministratore regionale ad un impianto meramente regolatorio. Da troppi anni ci dedichiamo soltanto a dirigere il traffico e quindi a soddisfare le regole tecniche e ci siamo dimenticati la politica e la capacità che la politica ha di incidere sulle traiettorie di sviluppo economico e sociale di questa Regione. Gli altri lo stanno facendo e infatti ci stanno sopravanzando perché i cambiamenti globali, se non sono governati, ci travolgono o rischiano di travolgere anche il ricco, virtuoso e florido sistema produttivo della nostra Regione.
I migliori funzionari – in questa Regione ne abbiamo di bravi – allocano in maniera efficiente le risorse, ne sono capaci indubbiamente. Ma chi si assume la responsabilità politica di scegliere dove allocare quelle risorse, quanto la politica deve metterci in più rispetto all'efficienza e all'economicità? Io credo che sia quello che manca da troppi anni in questa Regione. Faccio degli esempi concreti che provano a raccontare quella che i più grandi sociologi politici in questi anni hanno definito come la transizione permanente della Regione del Veneto: c'è una Regione che vive i cambiamenti senza essere in grado di incidere nella direzione che questi cambiamenti devono essere in grado di prendere.
Parlare della riforma di Veneto Sviluppo senza parlare delle politiche industriali di questa Regione ci conduce ad un dibattito monco e quando parlo di politiche industriali ragiono in termini di due direttive che devono essere contemporaneamente presenti nelle intenzioni del legislatore. Da un lato, certo, serve fare quello che abbiamo e avete in qualche modo fatto in questi anni, i cosiddetti "interventi di contesto", cioè, costruisco le condizioni per cui elementi esterni al sistema produttivo non siano un impedimento allo sviluppo.
Ma è mancata ‒ e continua a mancare ‒ in questa Regione l'indicazione di una direzione di politica industriale, che non si limiti agli elementi di contesto, ma che vada nella sostanza e che impari o cerchi di farci capire cosa vuole fare questa Regione da grande, quali sono i comparti produttivi sui quali intervenire, quali sono i territori da sostenere, quali sono le filiere e i distretti su cui svolgere una funzione rilevante, come tradurre in termini concreti per il sistema, e non per il singolo, i grandi interventi in termini di conversione ecologica e digitale a cui saremmo chiamati. Per fare questo, cioè per fare la politica, serve il Consiglio regionale, serve la capacità da parte degli eletti dei cittadini e delle cittadine nel proporre alcune idee e nel sostenere alcune politiche.
In questa logica, io ritengo davvero pericolose le dichiarazioni del consigliere Formaggio, che ha tentato di liquidare come burocrazia, come lacci e lacciuoli l'attività di questo Consiglio regionale. Non sono d'accordo. Sono discorsi che abbiamo già sentito qualche decennio fa in questo Paese, dove la perdita di tempo degli organismi elettivi assembleari ha prodotto danni gravi. In quel caso non solo dal punto di vista economico e sociale, ma anche dal punto di vista democratico.
L'attività di questo Consiglio e i pareri espressi dalle Commissioni non sono burocrazia. È la sostanza. È la ragione per cui noi siamo qui. Le finalità di questa legge, capogruppo Venturini, non sono né la celerità né l'efficacia. A mio giudizio, ha proprio sbagliato obiettivo. Questa legge è stata fatta soltanto per evitare che la Regione del Veneto continuasse a svolgere una funzione, contrariamente a quanto stabilito dalla legge, altrimenti non l'avrebbero fatta. Avreste continuato così.
Non c'è un elemento che aumenterà la celerità e l'efficacia dell'azione della Regione del Veneto in questa legge. Abbiamo solo risolto un dramma, cioè che facevamo degli affidamenti contrari alla legge.
Del resto, siamo abituati a scambiare le finalità con gli strumenti. Non è il sistema bancario il problema dell'accesso al credito. Non è Basilea il problema dell'accesso al credito delle piccole imprese venete. Anzi, Basilea è finalmente un sistema ordinato, di rango europeo, che consente a tutte le banche, in qualsiasi Paese europeo, di avere garanzie di solidità e magari potrebbe essere anche lo strumento attraverso cui potremmo evitare che si ripresentino fenomeni molto noti in questa Regione, come quello che è stato connesso a Veneto Banca e a Banca Popolare di Vicenza: dei drammi veri, che hanno travolto la vita delle persone nel silenzio delle Istituzioni, perché non c'era un atto della Regione del Veneto che metteva in guardia quegli investitori e quei cittadini rispetto al disastro che sarebbe accaduto.
Se Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca avessero applicato i principi di Basilea, le migliaia di cittadini travolti da quella truffa non starebbero piangendo oggi, a proposito di come le regole non sono dei lacciuoli, ma sono garanzia di tenuta democratica. Se la nuova impostazione non incide minimamente sulle nuove opportunità di accesso al credito, se qualcuno ritiene che, invece, sia un obiettivo che va messo in questa legge, lo scriva, eserciti la funzione di Consigliere regionale e spieghi, perché io sono d'accordo con lei che questa operazione deve servire per migliorare l'accesso al credito delle imprese, perché nella legge non è scritto. Io ho presentato degli emendamenti perché sia scritto. Attendo di vedere se è d'accordo con me.
Cos'è che non torna (e vado a chiudere)? A me va bene tutto, ma non ci avete spiegato, l'ha detto il consigliere Formaggio, perché dobbiamo dare 40 milioni per liquidare i soci privati. Sono azioni invendibili quelle dei soci privati. Veneto Sviluppo poteva restare lì com'era. Gli affidamenti in house providing a Veneto Innovazione li avremmo potuti dare lo stesso. Perché noi decidiamo di liquidare con 40 milioni di euro i soci privati? Lo facciamo perché ci siamo messi d'accordo rispetto al fatto che quelle azioni per loro erano invendibili e che avevano bisogno di essere liquidate. Visto che qualcuno mi ha chiesto cosa avremmo fatto noi, io rispondo che io avrei lasciato tutto lì, con azioni che non valevano niente, nel momento in cui la Regione avesse smesso di affidare risorse pubbliche a Veneto Sviluppo, tanto per fare alcuni esempi.
Ecco perché, e vado a chiudere, Presidente, pur essendo convinti che questo intervento fosse necessario non per migliorare le performance, ma per evitare il perpetuarsi di una situazione contraria alla legge, noi pensiamo che rispetto al sistema produttivo e imprenditoriale di questa Regione ci si aspetta e ci si debba aspettare di più dall'Amministrazione regionale.
Abbiamo presentato un'ampia manovra emendativa che ha esattamente la finalità di mettere dentro la legge quei contenuti che oggi non ci sono, devo anche dire, con un'ampia disponibilità dell'assessore Marcato, che ringrazio, a costruire insieme a noi, a fare con noi, Consiglieri di minoranza e di maggioranza, questo lavoro di approfondimento.
Speriamo però che questo non sia semplicemente un passaggio di svolta, ma che sia un'occasione fondamentale per rilanciare le politiche industriali della nostra Regione.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie.
In replica chiede di intervenire l'assessore Marcato.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti. Intanto devo ringraziare tutti i Consiglieri che hanno partecipato alla discussione e all'approfondimento su questo progetto di legge davvero molto importante per il Veneto e, al di là della condivisione o meno di alcune posizioni, di alcuni emendamenti, di alcune proposte, devo rilevare una profondità di proposte davvero molto interessante e il lavoro fatto anche nelle Commissioni ha dato misura della volontà dei Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, di migliorare questo provvedimento.
Intanto dobbiamo capire da dove partiamo. Noi abbiamo due strumenti importantissimi, Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione, che evidentemente mostrano un po' il segno dei tempi. Ricordo che Veneto Sviluppo nasce da una legge regionale, la n. 47 del 1975 e Veneto Innovazione nasce da una legge del 1988.
Evidentemente una ristrutturazione complessiva delle due strutture per essere competitive, per essere rispondenti alle esigenze e alla contingenza economico-finanziaria della nostra Regione era necessaria. Proprio in virtù di questo noi abbiamo iniziato a lavorare a tutta una serie di ipotesi per verificare quale fosse la via migliore da seguire. È arrivata poi una necessità normativa, nel senso che la normativa comunitaria impone alla Regione Veneto, non dà la possibilità ma impone alla Regione Veneto di investire 300 dei 600 e passa milioni che abbiamo in disponibilità – parlo dell'Assessorato allo sviluppo economico – di fondi comunitari e impone che questi siano "usati" in strumenti finanziari misti. Per fare questa operazione ci sono due possibilità: o si va in gara o si usa una società della Regione Veneto che però sia in house, cioè completamente della Regione Veneto. Ovviamente, sentendo la necessità di gestire questo patrimonio, tenendo conto delle necessità vere del nostro territorio, la soluzione che ci è parsa più responsabile era quella di costruire una società attraverso la quale poter usare al meglio questi fondi. E da qui la scelta di andare verso una ristrutturazione complessiva di Veneto Sviluppo per arrivare alla definizione di in house.
Per fare questo era necessario che la parte privata, e quindi le banche, uscissero. è stata fatta una valutazione da un advisor, evidentemente, non dal sottoscritto o dalle strutture della Regione, e questa valutazione ha portato poi alla definizione contrattuale e finanziaria che tutti voi sapete.
Questo è stato un percorso lungo, difficile, perché abbiamo dovuto tener conto di molte situazioni e di molte esigenze, però, per farci supportare nella correttezza della soluzione che oggi noi presentiamo e mettiamo al voto del Consiglio regionale, abbiamo chiesto i pareri di ANAC e della Corte dei conti, che sono due pareri positivi e che ci dicono che il percorso individuato è un percorso corretto. Questo anche perché volevamo tutelare il Consiglio e i Consiglieri che adottano questo provvedimento.
Con questo provvedimento noi raggiungiamo una serie di obiettivi. Il primo: l'efficienza e l'efficacia di queste due società; economie di scala, evidentemente; manteniamo – e questo è importantissimo – sia l'occupazione che l'esperienza di quell'occupazione, perché vi posso garantire che formare o trovare personale adeguato a gestire bandi e fondi europei non è una cosa facile. Il fatto di poter trasferire competenze ci dà la garanzia della continuità amministrativa e quindi, di conseguenza, delle nostre scelte politiche. Poi gli utili vengono reinvestiti nel territorio, altro tema per noi assolutamente importante.
Per cui oggi noi abbiamo questo schema: una holding che si chiama appunto Veneto Sviluppo, 100% della Regione Veneto; poi c'è FVS, che è la società finanziaria di questa holding, dove ci sono dentro in compartecipazione le banche ed è 100% anche questa di Veneto Sviluppo; Finest, dove Veneto Sviluppo partecipa al 20,44%; Veneto Innovazione, dove vengono allocati i 300 milioni di euro per fare gli strumenti misti, che è al 100% di Veneto Sviluppo.
Questo è lo schema che noi andiamo ad approvare oggi.
Io sono convinto che questa sia la migliore soluzione possibile per dare al Veneto gli strumenti di cui ha bisogno per potersi proiettare nel futuro dal punto di vista dello sviluppo economico e finanziario del nostro territorio.
Mi permetto solo di fare due considerazioni. Una sul Piano industriale della Regione Veneto. Noi il Piano industriale ce l'abbiamo. Dispiace che qualche Consigliere non sia a conoscenza di questo. È la strategia di specializzazione intelligente, che individua le traiettorie di sviluppo della nostra Regione. Questo è un lavoro straordinario, fatto assieme alle università, a tutte le università venete, alle istituzioni, alle associazioni di categoria, agli imprenditori attraverso la scoperta imprenditoriale.
È un lavoro enorme che abbiamo fatto assieme all'università. Dopo un lavoro davvero importante, preciso, puntuale, sono state individuate le strategie e le direttive su cui la Regione Veneto andrà a investire ‒ non la Regione intesa, evidentemente, come Istituzione, ma come territorio ‒ nel futuro. Quindi, il Piano industriale della Regione Veneto esiste, è a disposizione, ovviamente, di chi non l'abbia ancora visto, ed è un Piano industriale importante, forte, robusto.
Su un'altra cosa mi permetto di soffermarmi. Capisco la volontà e anche la necessità politica di dimostrare che in qualche modo noi saremmo responsabili ‒ parlo della maggioranza ‒ di défaillance economiche di questa Regione. Mi dispiace comunicarvi che, ancora una volta, e questi sono dati che potete evidentemente trovare ovunque, nei primi mesi dell'anno, ancora una volta, questa Regione ha la crescita di PIL più alta d'Italia e il tasso di occupazione più alto d'Italia. Mi dispiace per chi continua a comunicare cose diverse, ma questi sono dati incontrovertibili.
Abbiamo creato una quantità di posti di lavoro che altre Regioni evidentemente si sognano. Ovviamente, le Regioni con cui io faccio dei confronti sono l'Emilia-Romagna, per una struttura imprenditoriale molto simile alla nostra, e la Lombardia, visto che Milano è considerata la capitale finanziaria d'Italia.
Addirittura, oggi c'è un nuovo triangolo che è Milano-Venezia-Bologna. È cambiata completamente la geografia politica ed economica del nostro Paese. Continuare a raccontare che il Veneto abbia questa perdita continua di competitività rispetto ad altri territori, evidentemente, non corrisponde al vero.
Io credo che si possa davvero parlare di modello veneto. Il 97% delle nostre imprese ha meno di nove dipendenti. È una realtà unica nel suo genere. Questo sistema va aiutato.
La nostra strategia intelligente Veneto Sviluppo, Veneto Innovazione, il Piano energetico su cui stiamo lavorando, va tutto a favore di questo modello economico che, ancora una volta, si rivela resiliente, efficace, efficiente e robusto anche per il futuro.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
È stato depositato l'emendamento n. A0075 dalla correlatrice Camani.
Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alla discussione e alla votazione degli emendamenti.
Emendamento n. A0014 presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 1, dopo le parole "attività esercitate dalle medesime società" sono inserite le seguenti parole "garantendo la stabilità occupazionale".
Non so se la consigliera Baldin vuole intervenire. Se può chiedere la parola, grazie.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si propone di prevedere espressamente che nel processo di riorganizzazione di Veneto Sviluppo S.p.A. e Veneto Innovazione S.p.A. sia garantita la stabilità occupazionale dei lavoratori.
Credo sia un emendamento di estremo interesse, viste anche le audizioni che ci sono state dei sindacati. Spero vi sia accoglimento, perché credo sia di utilità per tutti.

PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0014.
È aperta la votazione. Parere contrario.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0024 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Al comma 1 dell'articolo 1 le parole: "uno strumento tecnico-operativo di maggior efficacia per lo sviluppo socio economico" sono sostituite dalle parole: "un qualificato gruppo societario a cui affidare le attività di natura finanziaria finalizzate allo sviluppo economico e sociale del proprio territorio".
La collega non intende intervenire.
Metto in votazione l'emendamento n. A0024.
È aperta la votazione. Parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0015 presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "sostegno alle imprese" sono aggiunte le parole "e agli investimenti partecipativi temporanei nelle crisi aziendali finalizzati alla salvaguardia occupazionale".
Le Consigliere non intendono intervenire.
Metto in votazione l'emendamento n. A0015.
È aperta la votazione. Parere contrario.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0025 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Al comma 1 dell'articolo 1 le parole: "in conformità alla programmazione regionale ed agli indirizzi e direttive" sono sostituite dalle parole: "in attuazione della programmazione regionale e degli indirizzi e direttive".
La collega non intende intervenire.
Metto in votazione l'emendamento n. A0025.
È aperta la votazione. Parere favorevole.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0026 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Alla fine del comma 1 dell'articolo 1 le parole: "della Giunta regionale" sono sostituite dalle parole: "della Regione".
Metto in votazione l'emendamento n. A0026.
È aperta la votazione. Parere contrario.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0061 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 1, comma 1, aggiuntivo, che prevede:
All'articolo 1 comma 1 aggiungere in fine "Nonché per la gestione in forme di partenariato, sia delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, ai sensi e per gli effetti di cui alla lettera c) dell'articolo 12 comma 1 bis del decreto legislativo n. 79 del 1999, sia delle concessioni di altri beni e servizi pubblici".
Prego, collega.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
So del parere negativo del relatore, ma ci tengo a illustrare questo emendamento che aveva una finalità, quella di fare quello che abbiamo evidenziato mancare, ovvero dare una direzione strategica a questo documento.
La configurazione che noi diamo a Veneto Sviluppo, in questo momento, definisce le politiche industriali della Regione. Il fatto che ci siano da assegnare delle concessioni di attività che hanno rilevanza economica importantissima in ambiti diversi, credo sia da tenere in considerazione fin da subito.
L'osservazione che è stata data dagli uffici è che il focus è nel breve termine, con partecipazioni temporanee per le piccole e medie imprese nell'indirizzo verso Veneto Sviluppo. A me un po' questo dispiace. Capisco che ci siano delle partecipazioni temporanee e transitorie per indirizzare, ma se quello che ha detto il consigliere Formaggio, che condivido, della necessità di avere una holding che dia un indirizzo, che negli investimenti infrastrutturali ci sia, che nella gestione dei servizi pubblici non sia preda, ma sia predatrice, allora ci serve un veicolo che non agirà da solo, che agirà in partecipazione, ma che abbia la capacità di essere presente.
L'emendamento che io ho proposto andava proprio in questa direzione.
Se vogliamo che ci sia una mano pubblica capace di sostenere le imprese e indirizzare le attività economiche di settori particolari come quelli dei servizi, credo che sia indispensabile specificarlo da subito. Non lo vogliamo fare? Ne prendiamo atto con dispiacere. Ci possono essere altri strumenti per farlo? Sì, certo, ma perché rimandare ad altri strumenti quando possiamo già mettere una indicazione, un indirizzo di tipo politico nell'attività?
A me questo personalmente rattrista, però ne prendo atto. Mi auguro che presto ci siano altri provvedimenti con cui riuscire a fare quell'attività che è mancata.
Assessore Marcato, lei ci dice: "Il Veneto, mi dispiace per voi, ma è la Regione che è cresciuta di più". Io ho controllato i dati ISTAT presentanti della Confcommercio all'inizio del mese di giugno: nel 2023 il Veneto ha fatto più 1,5%, che è una buona crescita, ma, ahimè, la Lombardia ha fatto più 1,7. Se andiamo a vedere i dati 2020-2023, che sono quelli che caratterizzano questo Consiglio, il Veneto ha fatto più 0,6, la Lombardia ha fatto più 1,4. Attenzione che avere una derivata diversa nel tempo vuol dire allontanarsi molto. La Lombardia ha fatto 1,4, il Friuli-Venezia Giulia ha fatto più 0,7 più di noi, il Trentino ha fatto più 1,1. Non ho avuto il tempo di controllare le altre Regioni.
A me fa piacere che cresca, ma io vorrei che noi credessimo due-tre punti percentuali più degli altri e questo è possibile perché la struttura imprenditoriale di questa Regione è forte, è reattiva, ma ha bisogno di un indirizzo.
Credo che con queste scelte di minimo che andiamo a fare, andando a limitare l'azione su partecipazioni temporanee per le piccole e medie imprese, facciamo cose che possono essere salutari, ma che non sono quell'indirizzo strategico che noi auspichiamo per l'attività economica nella Regione.
Per cui, con tristezza ribadisco che prendiamo atto di una ambizione limitata di questo provvedimento, non in linea con questo momento che, dal punto di vista strategico, è importantissimo. Abbiamo bisogno di rivedere le infrastrutture. Abbiamo bisogno di rivedere i servizi. Abbiamo bisogno di traghettare la nostra economia verso settori, dal punto di vista economico, completamente nuovi.
Non credo che finiremo di essere prede nel settore bancario, nel settore dei servizi pubblici, nel settore delle concessioni autostradali. Tutto è stato dato all'esterno. Io non vedo mostri, però mi piacerebbe che ci fosse un mostro. Non so come si chiami il colore della nostra Regione, un mostro con la testa di leone, che possa essere capace di fornire servizi al di fuori.
Con queste premesse un leone che si affermi dal punto di vista economico al di fuori della nostra Regione, ma anche nella nostra Regione non lo vedo proprio. Questo, secondo me, è un momento in cui manchiamo della capacità di visione strategica per farlo.
Mi auguro che i colleghi della maggioranza si rendano conto di questo, non per contrapposizione politica, ma proprio per vicinanza con le esigenze economiche della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Il parere mi pare sia contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0061 del consigliere Lorenzoni.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0027 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 1, modificativo, che prevede:
1. Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"1 bis. Le società a totale partecipazione pubblica e costituenti il gruppo regionale facente capo a Veneto Sviluppo S.p.A. operano secondo le finalità pubbliche di supporto al sistema produttivo e di sviluppo economico, imprenditoriale e occupazionale del territorio veneto."
Metto in votazione l'emendamento n. A0027.
È aperta la votazione. Parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0028 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 1, modificativo, che prevede:
1. Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: "1 ter. Gli obiettivi e le priorità nella gestione finanziaria delle società Veneto Sviluppo S.p.A. e Veneto Innovazione S.p.A., in virtù della natura pubblicistica, sono definiti dalla Regione del Veneto."
Metto in votazione l'emendamento n. A0028.
È aperta la votazione. Parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0016 presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 1, comma 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
All'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. La riorganizzazione delle Società prevede, in ogni caso, la definizione, coerentemente alla disciplina recata dal Decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 "Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica", di un modello di governance adeguato e conforme alla rilevanza strategica e alla complessità organizzativa e che assicuri la rappresentanza delle minoranze."
Il parere è contrario.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento strategico, perché la richiesta è la seguente: data la finalità principale di Veneto Sviluppo, che è la promozione dello sviluppo produttivo regionale, è importante prevedere che il modello di governance garantisca la rappresentanza delle minoranze. La questione non è solo politica, ma ha un riflesso concreto sul piano sociale ed economico. Infatti, prescindendo dalla rappresentanza delle minoranze, si perderebbe la funzione di controllo, come abbiamo detto durante la discussione generale, da parte del Consiglio regionale, da queste per definizione operata sulla maggioranza, e si rischierebbe uno squilibrio verso determinati settori economici.
Credo sia assolutamente importante votare questo emendamento. Mi pare che, per altro verso, alcuni siano stati assorbiti dalla Giunta e chiedo se questo potrebbe essere uno di quelli che sono interessati dall'assorbimento.
Guardo il relatore Sandonà, se mi fa un cenno. No, va bene, allora possiamo votare.

PRESIDENTE

Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In realtà bastava approvare questo emendamento presentato dalla minoranza per riuscire a fare ciò che l'assessore Calzavara ha fatto con un emendamento, il 70, che evidentemente parzialmente include quello che anche noi, con la nostra manovra emendativa, abbiamo chiesto di fare, cioè, garantire una rappresentanza politica a trecentosessanta gradi all'interno di questi sistemi.
Oggettivamente parlando, apprendiamo con favore il fatto che vi sia un emendamento della Giunta che include e abbraccia in parte l'iniziativa emendativa che abbiamo proposto, anche in una maniera, se si può dire, da un punto di vista legislativo più esplicita; tuttavia, si tratta di una sollecitazione che la Giunta recepisce soltanto per Veneto Sviluppo. E qui sta il punto.
Bisogna trattare le due istituzioni in una maniera differente, oppure, come chiediamo noi – e vedo che c'è un emendamento anche della correlatrice correttivo da questo punto di vista, che estende questo tipo di iniziativa anche per Veneto Innovazione – si riesce a fare un lavoro di concerto, facendo lavorare entrambi gli strumenti nella maniera più opportuna possibile, quindi non in maniera parziale, senza una rappresentanza a trecentosessanta gradi? Questo è in realtà l'input che con questo emendamento e con la manovra emendativa abbiamo voluto dare. Quindi, facciamo in modo che venga applicato questo sistema importante di condivisione da un punto di vista politico e di visione strategica, di programmazione strategica, non soltanto per Veneto Sviluppo, ma anche per Veneto Innovazione.

PRESIDENTE

Siamo all'emendamento n. A0016.
Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione. Il parere è contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0016.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Facciamo un po' di silenzio. Grazie.
Passiamo all'emendamento n. A0023. Chiedo di votare in Aula, non di fumare fuori e di votare da fuori, perché non si può.
Emendamento n. A0023 della correlatrice Camani, articolo 1, rubrica X, modificativo, che prevede:
"1. Alla rubrica dell'articolo 1, dopo le parole "Innovazione S.p.A." sono aggiunte le parole: "ed individuazione del gruppo facente capo alla società finanziaria della Regione del Veneto".
La collega non intende intervenire. Il parere è favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. A0023.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo concluso gli emendamenti per quanto riguarda l'articolo 1.
Mettiamo in votazione l'articolo 1, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso ci fermiamo qualche minuto per altri emendamenti che sono appena stati depositati.
Se restate in Aula, alle ore 16.05 riprendiamo la votazione.
La Seduta è sospesa alle ore 16.01
La Seduta riprende alle ore 16.03

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Sono stati depositati da parte della Giunta gli emendamenti A0075, A0076 e A0077. Do dieci minuti per i subemendamenti.
Adesso andiamo in votazione degli emendamenti dell'articolo 2. Dopo sospendiamo nuovamente la seduta perché l'Ufficio di Presidenza possa analizzare gli emendamenti depositati.
Emendamento n. A0029 della correlatrice Camani, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Al comma 1 dell'articolo 2, modificativo dell'art. 1 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 75 , sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla lettera c) sono soppresse le parole: "La Giunta regionale approva lo statuto della Veneto Sviluppo S.p.A. e le sue modifiche.";
b) dopo la lettera c) è inserita la seguente lettera:
"c bis) dopo il comma 2 viene aggiunto il seguente:
2bis) Lo statuto della società Veneto Sviluppo S.p.A. si conforma alle indicazioni contenute nella presente legge ed è approvato dalla Giunta, previo parere della commissione consiliare competente che si esprime entro 30 giorni, periodo trascorso il quale si prescinde dal parere. Le modifiche allo Statuto rese necessarie per motivazioni diverse dall'applicazione delle indicazioni della presente legge possono prescindere dal parere della commissione consiliare."
Correlatrice, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Su questo emendamento vorrei intervenire – sebbene ci sia un parere contrario del relatore, ma è un tema su cui, poi, interverrà anche un emendamento della Giunta – solo per chiarirci. A mio giudizio, è un tema rilevante, cioè la definizione dello Statuto delle nuove società o, meglio, delle società nella nuova versione, che dovranno essere conformate alle previsioni di questa legge.
Per come era entrato il provvedimento in quest'Aula, esso prevedeva che gli Statuti di Veneto Sviluppo e di Veneto Innovazione venissero semplicemente approvati dalla Giunta, facendo già un passo avanti rispetto alle norme del Codice civile, che prevedono ovviamente che le modifiche degli Statuti siano di competenza dell'assemblea dei soci. Però, a nostro giudizio, questo tipo di intervento non era sufficiente a garantire il presidio del Consiglio regionale rispetto alla necessità di vigilare sull'applicazione delle norme contenute in questa legge, in riferimento ai riflessi che dovranno avere sugli Statuti delle nuove società (chiamiamole così).
Per questo avevamo proposto, con questo e con un altro emendamento, che gli Statuti di Veneto Innovazione e Veneto Sviluppo, così come da modificare a seguito dell'approvazione di questa legge, venissero sì approvati dalla Giunta, ma avessero anche la possibilità di essere oggetto dell'espressione di un parere della competente Commissione consiliare.
Su questo punto accogliamo favorevolmente l'intendimento della Giunta di raccogliere nei fatti questa nostra richiesta per Veneto Sviluppo e comunichiamo che abbiamo anche presentato un ulteriore emendamento per estendere questa modalità di lavoro anche allo Statuto di Veneto Innovazione, perché ovviamente le due società dovrebbero camminare di pari passo.
Quindi, grazie per la riformulazione con l'emendamento della Giunta. Chiedo, comunque, che sia messa al voto questa proposta emendativa.

PRESIDENTE

Grazie, correlatrice.
Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione l'emendamento n. A0029, con parere contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. A0001 della consigliera Ostanel, articolo 2, comma 1, lettera c, modificativo, che prevede:
Alla lettera c) del comma 1 dell'Art. 2 dopo le parole "La Giunta regionale" e prima delle parole "approva lo statuto della Veneto Sviluppo S.p.A. e le sue modifiche" sono aggiunte le parole ", previo parere della commissione consiliare competente,".
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo, come ho detto nel mio intervento precedente, è un emendamento che chiede che lo Statuto non solo venga approvato dalla Giunta, ma ci sia anche un parere della Commissione consiliare competente. Non credo, come il consigliere Formaggio, che sia un adempimento puramente formale, ma ritengo che sia importante che lo Statuto sia visto anche dai Consiglieri di maggioranza e di opposizione.
Anche qui, so che poi ci sarà un emendamento della Giunta che parzialmente prende questo tema, ma vedremo con quali tempi, perché i tempi di passaggio in Commissione sono importanti, laddove sappiamo bene che poi si può prescindere dal parere in maniera molto veloce.
Quindi, chiedo di mettere in votazione questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione l'emendamento n. A0001. Il parere è contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0009 a firma delle consigliere Guarda e Baldin, articolo 2, comma 1, lettera c, modificativo, che prevede:
Al secondo periodo della lettera c) del comma 1 dell'art. 2, di sostituzione del comma secondo dell'articolo 1 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , dopo le parole "Giunta regionale approva" sono inserite le seguenti parole: "previo parere della competente commissione consiliare, che si esprime entro trenta giorni, decorsi i quali se ne prescinde,".
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Qui inseriamo, così come già precedentemente condiviso nella discussione generale, un termine, che è quello del parere della competente Commissione consiliare, entro i 30 giorni. Ho visto che c'è un emendamento della Giunta che predispone un parere da parte della competente Commissione consiliare entro 15 giorni. Direi che ci possiamo adeguare a quella che è la consuetudine prevista all'interno del sistema, anche delle diverse norme regionali, che prevedono il passaggio in Commissione, e adeguarci a uno standard, che è quello dei 30 giorni, garantendo ovviamente il massimo impegno, così come è sempre stato fatto, all'interno di ogni Commissione consiliare, per poter dare parere entro il minor tempo possibile. Molto spesso si è visto come addirittura in pochissimi giorni la Giunta si sia vista recapitare il parere da parte della competente Commissione. Quindi, renderei omogeneo questo tipo di intervento, per consentire anche alla parte politica del Consiglio regionale di poter analizzare in maniera adeguata gli atti che sono sottoposti, con tempi che siano da cristiani e non vedano invece un affrettarsi per timori di rallentamenti eccetera.
Non è mai stato così, non c'è mai stata un'operazione neanche di boicottaggio da parte della minoranza. C'è sempre stata una compartecipazione nel lavoro di Commissione. Questa serietà, che è stata garantita fino ad oggi, dovrebbe darvi garanzia del fatto che questi tipi di atti devono essere affrontati nella maniera il più possibile adeguata, con gli approfondimenti il più possibile adeguati, senza un affrettarsi prevedendo 15 giorni che evidentemente prescindono dalle abitudini di questo Consiglio e delle Istituzioni.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0009. Il parere è contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo i lavori fino alle 16.30 per l'analisi degli emendamenti.
L'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione si ritrova in Sala del Leone.
La Seduta è sospesa alle ore 16.10
La Seduta riprende alle ore 16.38
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Siamo sull'articolo 3.
Emendamento n. A0030 presentato dalla consigliera Camani, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
1. All'articolo 3 comma 1, modificativo dell'art. 2 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , è apportata la seguente modifica:
prima della lettera a) è inserita la seguente:
a0) Dopo le parole: "La Veneto Sviluppo Spa" sono inserite le parole: "opera prevalentemente a supporto della Regione e dei suoi enti. Essa,".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0030. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0031 presentato dalla consigliera Camani, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
1. All'articolo 3 comma 1, modificativo dell'art. 2 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 75 , è apportata la seguente modifica:
la lettera a) è così sostituta:
"a) al comma 1, le parole: "e nei limiti imposti dalla Costituzione italiana, concorre" sono sostituite dalle seguenti: ", nei limiti imposti dalla Costituzione italiana e dalla legislazione comunitaria e statale in materia, secondo le modalità stabilite dalla presente legge e nel quadro delle politiche di programmazione regionale concorre, anche per il tramite delle proprie controllate:".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0031. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 3, comma 1, lettera B, modificativo, che prevede:
Alla lettera b) del comma 1 dell'Art. 3 dopo le parole "d) all'attrazione degli investimenti nel territorio del Veneto" sono aggiunte le parole ", anche per favorire il superamento degli squilibri territoriali e settoriali esistenti".
Prego, consigliera Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Lo presento brevemente. Questo emendamento ha l'obiettivo di aggiungere una frase che era stata tolta nella revisione di questo progetto di legge, che diceva che gli investimenti sul territorio veneto nell'attrazione di nuove imprese dovevano favorire il superamento degli squilibri territoriali e settoriali esistenti. Io l'ho reintrodotta perché penso sia una cosa importante nel lavoro di Veneto Sviluppo riformato e riformulato, cioè fare in modo che si attraggano investimenti per superare gli squilibri territoriali.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0032 presentato dalla consigliera Camani, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
1. All'articolo 3 comma 1, modificativo dell'art. 2 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 75 , sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo la lettera b) è inserita la seguente:
"b bis) dopo la lettera d) sono inserite le seguenti lettere:
d bis) alla promozione di politiche di intervento di ricerca, sviluppo e innovazione e sostegno alla competitività del sistema imprenditoriale veneto;
d ter) alla promozione e al sostegno di progetti per il trasferimento tecnologico e per la digitalizzazione del sistema delle imprese;
d quater) alla promozione e al sostegno di iniziative di reindustrializzazione e ai processi dì risoluzione delle situazioni di crisi aziendale;
d quinquies) all'accrescimento e al consolidamento dei livelli di occupazione, con particolare attenzione a quella giovanile e femminile, al fine di migliorare la competitività del sistema produttivo."
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per illustrare il contenuto di questo emendamento, che poi ritirerò perché c'è sostanzialmente un emendamento della Giunta che recupera quelli che sono, a mio giudizio, i contenuti più importanti di questo emendamento, che è finalizzato a indicare alcune priorità tra le finalità di Veneto Sviluppo che a me sembrano particolarmente significative.
La prima riguarda la possibilità di utilizzare gli strumenti di Veneto Sviluppo per iniziative di reindustrializzazione, cioè per favorire processi che rafforzino le imprese nel territorio e, in seconda battuta, per indicare i livelli occupazionali, in particolar modo quelli femminili e giovanili, tra le priorità da considerare nelle attività di investimento di Veneto Sviluppo. Dico che è un emendamento, dal mio punto di vista, molto importante perché inseriamo tra gli obiettivi fondamentali che dovranno essere perseguiti da questa società regionale un'attenzione specifica per i livelli occupazionali. Io penso sia un aspetto importante e ringrazio la Giunta per averlo colto. Grazie.
Quindi, ritiro il n. A0032 e annuncio il voto favorevole all'emendamento della Giunta successivo.

PRESIDENTE

Bene. Viene quindi ritirato il n. A0032.
Emendamento n. A0075 presentato dall'assessore Calzavara, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
All'art. 3, comma 1, modificativo dell'art. 2 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , sono apportate le seguenti modifiche:
dopo la lettera b) è inserita la seguente:
"b bis dopo la lettera d) sono aggiunte le seguenti:
d bis) alla promozione e al sostegno di iniziative di reindustrializzazione;
d ter) all'accrescimento e al consolidamento dei livelli di occupazione, con particolare attenzione a quella giovanile e femminile, al fine di migliorare la competitività del sistema produttivo."
Metto in votazione l'emendamento n. A0075. Parere del relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 3, comma 1, lettera B, modificativo, che prevede:
Alla lettera b) del comma 1 dell'Art. 3 dopo le parole "d) all'attrazione degli investimenti nel territorio del Veneto" è aggiunta la seguente lettera "d bis) ad agire in contesti di crisi aziendali, anche sostenendo operazioni innovative come l'acquisizione di imprese in crisi da parte dei dipendenti."
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché mi è stata chiesta in Ufficio di Presidenza una riformulazione. L'emendamento è "all'attrazione degli investimenti nel territorio veneto è aggiunta la seguente lettera", cioè la d-bis) che dice: "ad agire in contesti aziendali anche sostenendo operazioni innovative come l'acquisizione di imprese da parte dei dipendenti".

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Era per intervenire sull'emendamento precedente, che in qualche modo mette assieme questi due ultimi emendamenti. Quindi, il n. A0075, che è stato riformulato tenendo conto delle indicazioni che erano all'interno dell'emendamento presentato dalla correlatrice.
Volevo dire che c'era la proposta, in quello successivo, di togliere le due parole "crisi", quindi di evidenziare la volontà da parte della Giunta di accogliere questo emendamento che va incontro a queste operazioni dove i dipendenti possono essere parte attiva nel riattivare aziende che magari vivono momenti di difficoltà, ma senza andare a circoscrivere la parola "crisi", che rischia poi di essere un elemento ostativo per far sì che altre iniziative di Veneto Sviluppo possano accompagnare queste innovative operazioni di acquisizione.
Il parere è quindi favorevole per la riformulazione dell'emendamento n. A0003.

PRESIDENTE

Sull'emendamento n. A0003 il parere è favorevole, così com'è l'emendamento?
La riformulazione è fatta dalla proponente. Legislativo, abbiamo capito?
Metto in votazione l'emendamento n. A0003, così come modificato, con il parere favorevole della proponente. Relatore favorevole al testo modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'emendamento n. A0033 presentato dalla consigliera Camani, articolo 3, comma 2, modificativo, che prevede:
1. Il comma 2 dell'articolo 3 è abrogato.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0033. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 3, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 4.
Emendamento n. A0034 presentato dalla consigliera Camani, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 4 è così sostituito:
"2. Veneto Sviluppo S.p.A. può acquisire partecipazioni in altre società qualora si ritengano strategiche per la realizzazione degli obiettivi della programmazione regionale e privilegino comparti e settori d'intervento coerenti con le indicazioni strategiche contenute nel documento di programmazione economico-finanziaria regionale esclusivamente previa autorizzazione da parte della Giunta regionale che informa dell'operazione la competente commissione consiliare. Si prescinde dall'autorizzazione quando le partecipazioni in altre società non hanno finalità strategiche e si configurano esclusivamente come investimento minoritario e tendenzialmente temporaneo."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0034. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0017 presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 3 della Legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 così come sostituito dall'articolo 4 comma 1, le parole "della Giunta Regionale" sono sostituite dalle parole "del Consiglio Regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0004 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'Art. 4 dopo le parole "esclusivamente previa autorizzazione da parte della Giunta regionale" sono aggiunte le parole "previo parere della commissione consiliare competente."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0035 presentato dalla consigliera Camani, articolo 1, comma 4, modificativo, che prevede:
1. Al comma 3 dell'articolo 3 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 4 dopo le parole: "e ai relativi statuti" sono aggiunte le parole: "e con la finalità pubblica di supporto al sistema produttivo e di sviluppo economico, imprenditoriale e occupazionale con particolare attenzione al territorio regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0035. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0005 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'Art. 4 dopo le parole "d) prestare consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, di strategia industriale e di questioni connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese" sono aggiunte le parole "anche da parte dei dipendenti,".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 4, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4 bis. è un articolo aggiuntivo.
Emendamento n. A0036, presentato dalla consigliera Camani, articolo 4bis, aggiuntivo, che prevede:
1. Dopo l'articolo 4 è inserito il seguente articolo:
"4bis. Inserimento dell'articolo 3 bis alia legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 "Costituzione della Veneto Sviluppo S.p.A.
1. Dopo l'articolo 3 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 75 è inserito il seguente articolo:
Art. 3bis
1. La Giunta esercita ii controllo sui più importanti atti di gestione della società ed in particolare sugli atti di gestione straordinaria del patrimonio.
2. La Giunta verifica periodicamente lo stato di attuazione, anche sotto il profilo dell'efficacia, dell'efficienza e dell'economicità delle risorse regionali assegnate a Veneto Sviluppo per l'erogazione delle agevolazioni e dei benefici per le imprese.
3. La Giunta può disporre ispezioni e controlli sulle partecipate in qualsiasi momento."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0036. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'articolo 5.
Emendamento n. A0037, presentato dalla consigliera Camani, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
1. L'articolo 5 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 5 è così sostituito:
"Art. 5
1. Veneto Sviluppo S.p.A. assolve agli obblighi di comunicazione verso la Giunta regionale, anche ai fini del controllo analogo, secondo le previsioni della normativa e delle direttive regionali e, secondo quanto predisposto dalla presente legge.
2. La Giunta, con proprio provvedimento, su cui si esprime la competente commissione consiliare entro trenta giorni, decorsi i quali si prescinde dal parere, approva preventivamente ogni anno i documenti di programmazione e il piano industriale di Veneto Sviluppo S.p.a.
3. Il bilancio d'esercizio è trasmesso da Veneto Sviluppo Spa alla Giunta per la relativa approvazione. Il bilancio d'esercizio, dopo l'approvazione dell'Assemblea dei soci, viene trasmesso alla competente commissione consiliare per il relativo parere.
4. Veneto Sviluppo predispone inoltre:
a) una relazione semestrale sull'attività svolta e su quella in corso di attuazione, riferita alle attività più rilevanti e alla gestione delle partecipazioni e alle attività di cui all'articolo 3, da inviare alla Giunta regionale entro novanta giorni dalla scadenza del semestre di riferimento;
b) un budget economico annuale della Società e del gruppo di società da essa controllate da inviare alla Giunta regionale entro il primo quadrimestre dell'anno di riferimento da approvare successivamente dall'Assemblea societaria."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0037. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0018, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 5, comma 1, aggiuntivo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 5 legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , come sostituito dall'art. 5 del pdlr, dopo la parola "attuazione" sono inserite le seguenti parole: "anche con riferimento ai benefici per la collettività,"
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0018. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0010, presentato dalle consigliere Guarda e Baldin, articolo 5, modificativo, che prevede:
All'articolo 5 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 "Costituzione della Veneto Sviluppo S.p.A." come sostituito dall'articolo 5 del pdlr, sono apportate le seguenti modifiche:
- alla lettera a) del comma 1, dopo le parole "alla Giunta regionale" sono inserite le seguenti parole: "e alla competente commissione consiliare";
- alla lettera b) del comma 1, dopo le parole "alla Giunta regionale" sono inserite le seguenti parole: "e alla competente commissione consiliare"
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0062, presentato dal consigliere Lorenzoni, capo 2, articolo 5, comma 1, lettera A, numero 1, aggiuntivo, che prevede:
Al punto a) del numero 1 dell'articolo 5 da sostituire, dopo le parole "da inviare alla Giunta regionale" sono inserite le parole "e alla Prima Commissione del Consiglio Regionale".
Prego, consigliere Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per dire che qui la richiesta che facevo non era un laccio o un lacciuolo, come è stato evocato stamattina, ma semplicemente che l'invio della relazione sull'attività svolta e quella in corso di attuazione previsto verso la Giunta fosse messo in copia carbone anche alla Commissione consiliare.
Mi sembra una cosa dovuta, tra l'altro coerente con la normativa regionale, che già prevede questo tipo di cosa. Mi sembrava una cosa pacifica, senza oneri. Quindi, non ho veramente compreso la ragione del rigetto dell'emendamento. Mi dispiace, perché andava nella direzione della trasparenza e della messa a conoscenza di ciò che accade. Però abbiamo capito, da come si è messa la discussione oggi, che forse la trasparenza e la partecipazione di questo Consiglio alla gestione della società non è poi così gradita. E me ne rammarico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0062. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0063, presentato dal consigliere Lorenzoni, capo 2, articolo 5, comma 1, lettera B, numero 1, aggiuntivo, che prevede:
Al punto b) del numero 1 dell'articolo 5 da sostituire, dopo le parole "da inviare alla Giunta regionale" sono inserite le parole "e alla Prima Commissione del Consiglio Regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0063. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 6.
Emendamento n. A0038, presentato dalla consigliera Camani, articolo 6, comma 1, aggiuntivo, che prevede:
1. Dopo il comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 6 sono inseriti i seguenti commi:
"1 bis. II Consiglio d'amministrazione è composto da 5 componenti, di cui uno con funzioni di Presidente ed è nominato dal Consiglio regionale che nelle designazioni assicura la rappresentanza delle minoranze.
1 ter. Il collegio sindacale è composto da tre membri effettivi e due supplenti. nominati dal Consiglio regionale assicurando la rappresentanza delle minoranze."
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Solo per dire che ritiro questo emendamento perché sono soddisfatta della riformulazione presentata dalla Giunta sul punto.

PRESIDENTE

Benissimo. L'emendamento n. A0038 è ritirato.
Emendamento n. A0006, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 6, comma 1bis, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 1 dell'Art. 6 dopo il comma "1. Per la nomina dei componenti degli organi della società di competenza della Regione trova applicazione la legge regionale 22 luglio 1997, n. 27 "Procedure per la nomina e designazione a pubblici incarichi di competenza regionale e disciplina della durata degli organi."" è aggiunto ii seguente comma "1 bis. Per la nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione è assicurata la rappresentanza della minoranza."
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Ritiro anch'io questo emendamento perché è stato riformulato dalla Giunta con una modalità che mi vede soddisfatta.

PRESIDENTE

Anche l'emendamento n. A0006 è ritirato.
Emendamento n. A0070, di pagina 40 bis, presentato dalla Giunta, articolo 6, modificativo, che prevede:
All'articolo 6, che sostituisce l'articolo 7 della legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 "Costituzione della Veneto Sviluppo s.p.a.", sono aggiunti i seguenti commi:
1 bis. L'organo amministrativo è costituito secondo le disposizioni dell'articolo 11 del Decreto legislativo n. 175 del 2016.
1 ter. Nel caso in cui l'Assemblea della società, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa, e tenendo conto delle esigenze dei costi, disponga che la stessa sia amministrata da un Consiglio di amministrazione, le designazioni dei componenti sono effettuate dal Consiglio regionale assicurando la rappresentanza delle minoranze.
Metto in votazione l'emendamento n. A0070. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 6, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Emendamento n. A0041, presentato dalla consigliera Camani, articolo 7, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Il comma 1 dell'articolo 7 è così sostituito:
1. Al comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 le parole:
"Nel quadro delle iniziative volte a favorire lo sviluppo dell'innovazione nei settori produttivi, anche con l'apporto scientifico delle università," sono sostituite dalle parole: "Nel quadro delle iniziative volte a favorire l'innovazione, lo sviluppo e la competitività nei settori produttivi del Veneto,".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0041. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0042, presentato dalla consigliera Camani, articolo 7, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Al comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come sostituito comma 2 dell'articolo 7 dopo le parole: "la propria società partecipata secondo le previsioni" sono inserite le seguenti parole: "della presente legge,".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0042. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0043, di pagina 44, presentato dalla consigliera Camani, articolo 7, comma 1, modificativo, che prevede:
1. Il comma 3 dell'articolo 7 è così sostituito:
3. Il comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 è sostituito dal seguente:
"3. Lo statuto della società Veneto Innovazione S.p.A. si conforma alle indicazioni contenute nella presente legge ed è approvato dalla Giunta, previo parere della commissione consiliare competente che si esprime entro 30 giorni, periodo trascorso il quale si prescinde dal parere. Le modifiche allo Statuto rese necessarie per motivazioni diverse dall'applicazione delle indicazioni della presente legge possono prescindere dal parere della commissione consiliare."
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Lo ritiro perché ho presentato un emendamento in correlazione poco fa. Quindi, chiedo che sia messo in votazione quell'altro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
L'emendamento, quindi, è ritirato.
Emendamento n. A0007, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 7, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'Art. 7 dopo le parole "La Giunta regionale" e prima dele parole "approva lo statuto della Società e le sue modifiche" sono aggiunte le parole ", previo parere della commissione consiliare competente,".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0011, presentato dalle consigliere Guarda e Baldin, articolo 7, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale 6 settembre 1988, come sostituito dal comma 3 dell'articolo 7 del pdlr, dopo le parole "Giunta regionale" sono inserite le seguenti parole: "previo parere della competente commissione consiliare, che si esprime entro trenta giorni, decorsi i quali se ne prescinde,".
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Lo ritiriamo, Presidente, perché è stato assorbito da un emendamento della Giunta.

PRESIDENTE

Benissimo.
Metto in votazione l'articolo 7, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 8.
Emendamento n. A0044, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 1 dell'articolo 8 è così sostituito:
"1. Il comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 , è così sostituito:
1. La "Società", opera nel territorio regionale al fine di promuovere, nei limiti degli articoli 117 e 118 della Costituzione della Repubblica e delle norme dello Statuto della Regione e della presente legge, iniziative per l'innovazione, lo sviluppo, la competitività e la promozione del territorio e del sistema produttivo regionale, l'attrazione degli investimenti e la promozione di nuova imprenditorialità, la trasformazione digitale e la sostenibilità energetica ed ambientale."
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro, Presidente, perché accolgo la riformulazione proposta dalla Giunta.

PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.
Emendamento n. A0076, presentato dalla Giunta, articolo 8, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 1 dell'art. 8 è così sostituito:
"1. Il comma 1 dell'art. 2 della Legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 , è sostituito dal seguente:
1. La Società opera nel territorio regionale al fine di promuovere, nei limiti degli articoli 117 e 118 della Costituzione della Repubblica e delle norme dello Statuto della Regione e della presente legge, iniziative per l'innovazione, lo sviluppo, la competitività e la promozione del territorio e del sistema produttivo regionale, l'attrazione degli investimenti e la promozione di nuova imprenditorialità, la trasformazione digitale e la sostenibilità energetica ed ambientale, raccogliendo e coordinando le risorse scientifiche, organizzative e finanziarie esistenti o confluenti nel Veneto".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0076. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0045, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 1bis, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 1 dell'articolo 8 è aggiunto ii seguente:
"1 bis. Il comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 , è abrogato."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0045. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0046, di pagina 50, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 1bis, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 1 dell'articolo 8 è aggiunto il seguente:
"1 bis. Il comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 , è così sostituito:
3. Gli interventi dovranno promuovere lo sviluppo regionale e in particolare quello produttivo ed industriale, con speciale attenzione alle piccole e medie imprese. In questo ambito dovranno essere sostenute le attività che contribuiscono alla sostenibilità ambientale e alla transizione digitale, nonché quelle che favoriscono la qualificazione e l'aumento dell'occupazione, con particolare attenzione a quella giovanile e femminile."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0046. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0047, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 1bis, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 1 dell'articolo 8 è aggiunto ii seguente:
"1 bis. Il comma 3bis dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 , è abrogato."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0047. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0048, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 2, modificativo, che prevede:
Al comma 3 ter dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come inserito dal comma 2 dell'articolo 8 le parole: "La Società, in conformità alla programmazione regionale e agli indirizzi" sono sostituite dalle parole: "La Società, in attuazione della programmazione regionale e degli indirizzi".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0048. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0049, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 2, modificativo, che prevede:
Al comma 3 ter dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come inserito dal comma 2 dell'articolo 8 le parole: "della Giunta regionale" sono sostituite dalle parole: "della Regione".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0049. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0050, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 2, lettera B), modificativo, che prevede:
Alla fine della lettera b) del comma 3 ter dell'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come inserito dal comma 2 dell'articolo 8 dopo le parole: "stabilimento nel territorio del Veneto" sono aggiunte le parole: "qualora necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0050. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0064, presentato dal consigliere Lorenzoni, capo 3, articolo 8, comma 2, lettera e), soppressivo, che prevede:
Al punto e) dell'articolo 3ter il testo: "analisi, progettazione e gestione di servizi e progetti di trasformazione digitale in attuazione delle strategie regionali" è sostituito dal seguente: "analisi, progettazione di servizi e progetti di trasformazione digitale in attuazione delle strategie regionali"
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Tra le attività a cui si indirizza Veneto Sviluppo ci sono "analisi, progettazione e gestione di servizi e progetti di trasformazione digitale". Questa "gestione di servizi" veramente mi sembra fuori luogo da parte di una società come Veneto Sviluppo. È completamente fuori dalle attività che, secondo me, deve fare. La gestione di servizi informatici e informativi credo non spetti ad un soggetto 100% pubblico, che ha un ruolo di indirizzo economico.
Tra l'altro, si configura, secondo me, anche una fattispecie abbastanza particolare, perché si va a fare concorrenza ai privati, che fanno questi servizi sul mercato, avendo, però, una struttura di capitale e la possibilità di sussidiare quell'attività con finanziamenti di altro tipo.
Per cui, vi invito veramente a fare una riflessione. Mentre la progettazione, la realizzazione e i progetti di trasformazione digitale in attuazione delle strategie regionali è una cosa che ha senso e che è auspicabile, la gestione di servizi è completamente fuori dal radar di quello che deve fare questa società.
Per cui, invito a fare veramente una riflessione prima di rigettare questo emendamento.

PRESIDENTE

Il relatore riflette, ma non mi pare convinto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0064. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0019, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 8, lettera F), modificativo, che prevede:
È soppressa la lettera f) del comma 3 ter della legge regionale all'articolo 2 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 , come introdotto dal comma 2 dell'articolo 8 del progetto di legge.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0019. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0065, presentato dal consigliere Lorenzoni, capo 3, articolo 8, comma 2, lettera f), soppressivo, che prevede:
Al punto f) dell'articolo 3ter il testo: "attività di comunicazione e di promozione delle iniziative della Giunta regionale" è sostituito dal seguente: "attività di promozione delle iniziative della Giunta regionale".
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso è veramente una cosa curiosa, perché si prevede "attività di comunicazione e promozione delle iniziative della Giunta regionale". Cioè, che faccia il megafono delle iniziative della Giunta mi sembra fuori luogo. La promozione delle iniziative legate all'attività di Veneto Sviluppo ci sta, ovviamente. È bene farlo sapere, l'interfaccia verso le aziende. Ma che faccia attività di comunicazione della Giunta... Scusatemi, siamo ancora una volta fuori dagli obiettivi.
Ancora una volta invito i colleghi della maggioranza a riflettere bene su ciò che andiamo a votare.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0065. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0012, presentato dalle consigliere Guarda e Baldin, articolo 8, comma 3ter, lettera F, modificativo, che prevede:
La lettera f) del comma 3 ter è modificata come segue:
"attività di comunicazione e di promozione riferite alle funzioni e alle attività di cui al presente comma, nel rispetto delle direttive della Giunta regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Passiamo alla votazione dell'emendamento.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie.
Questo emendamento fa riferimento alla stessa problematica espressa poco fa dal consigliere Lorenzoni e credo che sia necessario fare una riflessione anche in questo Consiglio su come si intendono utilizzare le risorse della Regione del Veneto. In questo caso l'emendamento ha una finalità molto semplice, cioè, specificare quali attività di comunicazione e promozione possono essere effettuate. Quindi non è il principio che, come dire, si cancella la possibilità di utilizzare lo strumento per fare attività comunicativa, ma il principio è quali iniziative comunicare.
L'attuale progetto di disposizione prevede quanto segue: attività di comunicazione e di promozione delle iniziative della Giunta regionale in termini molto, molto generali. Si ritiene che si tratta di una disposizione il cui oggetto è massimamente indeterminato, avendo peraltro già la Giunta una direzione e comunicazione per lo svolgimento della sua funzione comunicativa assegnata e riconosciuta per legge.
In questo senso, quindi, Assessore, l'obiettivo di questo emendamento era dire cominciamo a circoscrivere l'ambito comunicativo possibile, le funzioni elencate al comma 3 ter, per esempio, la base delle direttive della Giunta regionale che esercitano il controllo analogo che si assume appunto la responsabilità di eventuali violazioni dell'articolo 9 della legge n. 28 del 2000 nel periodo elettorale nel caso in cui non vengano svolte comunicazioni istituzionali strettamente indispensabili. Per cui il principio è okay, non veniamo a dirvi non utilizzate questa struttura per fare un'attività comunicativa, ma non utilizzatela in termini non determinati.
Motivo per cui, dal nostro punto di vista, l'obiettivo all'interno di una norma è che il Consiglio regionale dica "okay, Giunta, la puoi utilizzare, ma soltanto per gli obiettivi che sono definiti all'interno del comma 3 ter, per le funzioni che sono elencate all'interno del comma 3 ter".
È un'iniziativa che mi sembra basica da questo punto di vista e che intende esclusivamente fare in modo che la Giunta regionale utilizzi questo strumento per quelle sue funzioni, non in maniera assolutamente generale e soprattutto perché c'è la problematica relativa anche alle limitazioni e alle restrizioni dell'attività comunicativa in periodo elettorale.
Credo che sia oggettivamente un aspetto che possa interessarvi e possa interessarvi per quella che è l'utilità e l'utilizzo consapevole e responsabile degli strumenti che sono dati alla politica per fare non attività di promozione, ma attività di comunicazione atta a realmente dare spazio e visibilità alle iniziative che sono strettamente connesse con gli strumenti di cui stiamo parlando oggi, di cui stiamo discutendo oggi.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0012. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0051, presentato dalla consigliera Camani, articolo 8, comma 2bis, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 8 è aggiunto il seguente:
"2 bis. Dopo il comma 3 ter della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 è inserito il seguente: 3 quater. In riferimento alle funzioni di cui al comma 3 ter la Giunta relaziona annualmente alla competente Commissione consiliare."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0051. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 8, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 9.
Emendamento n. A0052, presentato dalla consigliera Camani, articolo 9, comma 01, modificativo, che prevede:
Prima del comma 1 dell'articolo 9 è aggiunto il seguente: "01. Al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 le parole: "La società persegue gli scopi di cui all'articolo precedente mediante:" sono sostituite dalle parole: "La società in riferimento alle attività di cui all'articolo precedente esercita le funzioni per:"
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0052. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0053, presentato dalla consigliera Camani, articolo 9, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 1 dell'articolo 9 è così sostituito: "Al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 sono abrogate le lettere a), b), c) e d)."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0053. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 9, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 10.
Emendamento n. A0066, presentato dal consigliere Lorenzoni, Capo 3, articolo 10, comma 1, numero 2, aggiuntivo, che prevede:
Al punto 2. dopo le parole "e rendicontazione verso la Giunta regionale" sono inserite le parole "e la prima Commissione del Consiglio regionale"
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0066. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0054, presentato dalla consigliera Camani, articolo 10, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 3bis della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come inserito dal comma 1 dell'articolo 10 dopo le parole: "e delle direttive regionali" sono inserite le parole: "e sulla base della presente legge"
Metto in votazione l'emendamento n. A0054. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0020, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 10, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
Al comma 2 lettera a) dell'articolo 3-bis della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come inserito dall'articolo 10, dopo le parole "alla Giunta regionale" sono inserite le parole "al Consiglio regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0020. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0067, presentato dal consigliere Lorenzoni, Capo 3, articolo 10, comma 1, lettera A), numero 2, aggiuntivo, che prevede:
Al punto 2, lettera a). dopo le parole "di cui all'articolo 2 comma 3 ter da inviare alla Giunta regionale" sono inserite le parole "e alla prima Commissione del Consiglio regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0067. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0021, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 10, comma 1, lettera B, modificativo, che prevede:
Al comma 2 lettera b) dell'articolo 3-bis della legge regionale 6 settembre 1988, n, 45 così come inserito dall'articolo 10, dopo le parole "alla Giunta regionale" sono inserite le parole "al Consiglio regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0021. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0068, presentato dal consigliere Lorenzoni, Capo 3, articolo 10, comma 1, lettera B, numero 2, aggiuntivo, che prevede:
Al punto 2, lettera b) dopo le parole "un budget economico annuale da inviare alla Giunta regionale" sono inserite le parole "e alla prima Commissione del Consiglio regionale"
Metto in votazione l'emendamento n. A0068. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0055, presentato dalla consigliera Camani, articolo 10, comma 2bis-2ter, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 3bis della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 così come inserito dal comma 1 dell'articolo 10 sono inseriti i seguenti commi:
"2 bis. La Giunta, con proprio provvedimento, su cui si esprime la competente commissione consiliare entro trenta giorni, decorsi i quali si prescinde dal parere, approva preventivamente ogni anno i documenti di programmazione e il piano industriale di Veneto Innovazione s.p.a.
2 ter. Il bilancio d'esercizio è trasmesso da Veneto Innovazione Spa alla Giunta per la relativa approvazione. Il bilancio d'esercizio, dopo l'approvazione dell'Assemblea dei soci, viene trasmesso alla competente commissione consiliare per il relativo parere."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0055. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 10, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 11.
Emendamento n. A0022, presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, articolo 11, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 3 ter della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 come inserito dall'articolo 11, dopo le parole "La Giunta regionale stabilisce" sono inserite le parole ", sentita la competente commissione consiliare,".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0022. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0073, presentato dalla consigliera Camani, articolo 11bis, modificativo, che prevede:
Dopo l'articolo 5 della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 è inserito il seguente
Art. 5
1. L'organo amministrativo è costituito secondo le disposizioni dell'articolo 11 del Decreto legislativo n. 175 del 2016.
2. Nel caso in cui l'Assemblea della società, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa, e tenendo conto delle esigenze dei costi, disponga che la stessa sia amministrata da un Consiglio di amministrazione, le designazioni dei componenti sono effettuate dal Consiglio regionale assicurando la rappresentanza delle minoranze.
Non vedo richieste di intervento.
Parere favorevole. L'espressione del relatore è un po' strana, però è favorevole. Guardo un po' anche la mimica.
Ripeto, parere favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. A0073.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0040, presentato dalla consigliera Camani, articolo 7, aggiuntivo, che prevede:
1. Prima dell'articolo 7 è inserito il seguente:
Art. 07
Sostituzione della Rubrica della legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 "Costituzione di una società a partecipazione regionale per lo sviluppo dell'innovazione e collaborazione con il CNR per studi e ricerche in materie di interesse regionale".
1. La rubrica della legge regionale 6 settembre 1988, n. 88 è così sostituita:
"Costituzione di una società a totale partecipazione regionale per l'innovazione, lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo veneto".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0040. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 11, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 12. Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 13.
Emendamento n. A0039, presentato dalla consigliera Camani, articolo 13, comma 1, lettera A, aggiuntivo, che prevede:
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 le parole: "gli articoli 4 e 6" sono sostituite dalle parole: "gli articoli 4, 6 e 8".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0039. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'emendamento n. A0056 di pagina 77.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ritiro l'emendamento n. A0056 e l'emendamento n. A0057.

PRESIDENTE

Ritirati gli emendamenti nn. A0056 e A0057.
Metto in votazione l'articolo 13, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 14.
Emendamento n. A0071, presentato dall'assessore Calzavara, articolo 14, comma 1, sostitutivo, che prevede:
Il comma 1 dell'art. 14 è sostituito dal seguente:
1. Le Società Veneto Sviluppo S.p.A. e Veneto Innovazione S.p.A. adeguano il proprio statuto conformandolo alle previsioni della presente legge entro sessanta giorni dalla sua entrata in vigore, nel rispetto della disciplina prevista per le Società in house dal decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 "Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica", ai fini dell'approvazione da parte della Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente che si esprime entro 15 giorni, periodo trascorso il quale si prescinde dal parere.
Subemendamento n. A0072, presentato dalla consigliera Camani, che prevede:
Le parole "entro 15 giorni" sono sostituite con le parole "entro 30 giorni".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione il subemendamento n. A0072. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso dobbiamo votare l'emendamento n. A0071 della Giunta.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0071. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
È ritirato l'emendamento n. A0058, a firma della collega Camani, di pagina 80.
Emendamento n. A0077, presentato dall'assessore Calzavara, articolo 14, comma 2, che prevede:
Al comma 2 dell'art. 14 sono soppresse le seguenti parole:
"Per quanto non diversamente disposto dalla presente legge".
Metto in votazione l'emendamento n. A0077. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0059, presentato dalla consigliera Camani, articolo 14, comma 3, aggiuntivo, che prevede:
1. Al comma 3 dell'articolo 14 dopo le parole: "Veneto Sviluppo S.p.A." sono aggiunte le parole: ", in qualità di capogruppo," e dopo le parole: "riorganizzazione della società" sono aggiunte le parole: "e delle società controllate".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0059. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0060, presentato dalla consigliera Camani, articolo 14, comma 3, aggiuntivo, che prevede:
Alla fine del comma 3 dell'articolo 14 dopo le parole: ", alla Giunta regionale." sono aggiunte le parole: "Su tale piano si esprime la competente commissione consiliare entro trenta giorni, decorsi i quali si prescinde dal parere."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0060. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0008, presentato dalla collega Ostanel, articolo 14, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'Art. 14 dopo le parole "alla Giunta regionale" sono aggiunte le parole "e, da questa, alla commissione consiliare competente e alla Commissione regionale per la concertazione tra le parti sociali prevista all'art. 6 della L.R. n. 312009 e s.m.i.".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Su questo intervengo perché è importante. So che ha parere negativo, purtroppo.
Il tema è il Piano industriale. Come dicevo nel mio intervento, credo andrebbe non solo condiviso con la Commissione competente, ma soprattutto con la Commissione regionale, che già esiste per la concertazione tra le parti sociali, prevista dall'articolo 6, della legge del 2009, n. 3.
È la cosa che chiedevano anche in audizione le parti sociali. Credo sia un errore non prenderlo in carico, perché sostanzialmente si diceva che il Piano industriale, che è la cosa più importante che si approva per la definizione del lavoro di Veneto Sviluppo, deve essere condiviso non solo con la Commissione, ma in particolare con le parti sociali.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0008. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0013, presentato dalle consigliere Guarda e Baldin, articolo 14, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 14, dopo le parole "e alla Giunta regionale" sono inserite le seguenti parole "e alla competente commissione consiliare."
Metto in votazione l'emendamento n. A0013. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0069, presentato dal consigliere Lorenzoni, Capo V, articolo 14, comma 3, aggiuntivo, che prevede:
Dopo le parole "da trasmettere, nei successivi dieci giorni, alla Giunta regionale" sono inserite le parole "e alla prima Commissione del Consiglio regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0069. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 14, come emendato.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 15. Non ha emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 15.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 16. Non ha emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 16.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo agli ordini del giorno.
ODG n. A0074

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani e Montanariello relativo a "GARANTIRE A TUTTI I LAVORATORI DEL "GRUPPO" VENETO SVILUPPO S.P.A. UNA PROGRESSIVA OMOGENEITÀ NEL TRATTAMENTO RETRIBUTIVO E GIURIDICO." in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Riordino di partecipazioni societarie regionali in un unico gruppo. Modifiche alla legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 "Costituzione della Veneto Sviluppo SPA" e alla legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 "Costituzione di una società a partecipazione regionale per lo sviluppo dell'innovazione e collaborazione con il CNR per studi e ricerche in materie di interesse regionale" ed ulteriori disposizioni". (Progetto di legge n. 205) APPROVATO (Deliberazione n. 69/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- come dichiarato nella relazione accompagnatoria al progetto di legge regionale n. 205, "la Regione intende, quindi, procedere ad una revisione del modulo organizzativo di cui si è avvalsa per attuare le sue politiche a favore del territorio, prevedendo, nello specifico, un riordino degli strumenti regionali in materia di accesso al credito e di agevolazioni alle imprese e una riorganizzazione di Veneto Sviluppo S.p.A. tale consentire alle sue controllate di ricevere affidamenti diretti in regime in house providing";
- riassumendo i contenuti del PDL si intende procedere con:
a) l'acquisto delle azioni attualmente detenute dai soci privati da parte di Veneto Sviluppo;
b) il conferimento, da parte della Regione, delle proprie azioni di Veneto Innovazione S.p.A. a Veneto Sviluppo S.p.A.;
c) il conferimento a Veneto Innovazione S.p.A. del ramo d'azienda della società Veneto Sviluppo S.p.A. afferente alla gestione degli strumenti finanziari affidatale dalla Regione;
d) la concentrazione delle attività di finanza agevolata sinora svolte da Veneto Sviluppo S.p.A. in Veneto Innovazione S.p.A.;
e) la concentrazione, per quanto possibile, nelle altre controllate da Veneto Sviluppo S.p.A. delle attività condotte dalla stessa in regime di libera concorrenza.
Tenuto conto che:
- tra gli obiettivi esplicitati del progetto di legge vi è quello di salvaguardare il know-how e il personale presenti in Veneto Sviluppo S.p.A., intendendosi con ciò tutto il personale appartenente alla Holding e alle società controllate;
- a tale personale sono, e saranno anche in futuro, applicate due diverse tipologie di contratto collettivo nazionale (quello dei bancari e quello dei servizi) con trattamenti economici e normativi differenti.
impegna la Giunta regionale
- ad osservare e far rispettare le procedure previste dall'articolo 2112 del Codice Civile per la garanzia occupazionale di tutto il personale dipendente e per le garanzie normative ed economiche;
- a garantire uniformità nella regolamentazione dei rapporti di lavoro considerando la necessità di individuazione di un contratto collettivo nazionale univoco per tutti i lavoratori in essere e per quanti saranno assunti in futuro, considerando le clausole di maggior favore che stanno al confronto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
L'ordine del giorno in realtà è stato depositato... Era chiusa la discussione generale.
Collega Montanariello, lo illustri brevemente.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente parte di quello che in quest'ordine del giorno chiediamo lo abbiamo già detto prima durante la discussione, all'inizio del provvedimento.
Insieme alla collega Camani abbiamo recepito una forte preoccupazione perché mettere insieme queste due realtà, Assessore, vuol dire mettere insieme due soggetti che hanno due contratti collettivi nazionali diversi.
Non è questione di poco conto, perché bisogna capire i soggetti nuovi che verranno come saranno assunti, sapendo che, Presidente, due contratti sono uno fortemente di miglior favore e uno nettamente diverso, per logica anche di contratto collettivo nazionale.
Presidente, c'è anche un tema che brevemente noi vorremmo segnalare all'Assessore e agli uffici. Quando dopo vi andrete a rapportare con i premi di risultato piuttosto che le opzioni di welfare aziendale, come farete a calcolarle? Come farete a dire a due dipendenti che lavorano sulla stessa scrivania che uno percepirà un compenso e uno un altro, uno percepirà un premio di risultato e uno un altro? Credo che questo, Assessore, andrà anche a demotivare una parte dei dipendenti.
Assessore, si tratta di circa dodici unità da quelli che sono i conti che noi abbiamo. Non credo che la Regione Veneto andrà in rovina, mettendo insieme queste due cose, applicando a quei dodici o tredici lavoratori il contratto di miglior favore che ci possa essere.
Credo sia un dovere civico, un dovere morale, ma serve anche, Presidente, a far lavorare meglio i dipendenti, perché sarebbe come avere due dipendenti sulla stessa scrivania, uno che ha un trattamento economico e uno un altro, facendo lo stesso lavoro.
Leggo l'oggetto di quello che si chiede. Noi chiediamo di osservare e far rispettare le procedure previste dall'articolo 2112 del Codice civile per la garanzia occupazionale di tutto il personale dipendente e per le garanzie normative ed economiche; di garantire uniformità nella regolamentazione dei rapporti di lavoro considerando la necessità di individuazione di un contratto collettivo nazionale univoco per tutti i lavoratori in essere e per quanti saranno assunti in futuro, considerando le clausole di maggior favore che stanno al confronto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Chiudo dicendo sostanzialmente una cosa che interessa tutti. Non si possono avere dei dipendenti che fanno la stessa cosa dei compagni di scrivania con due piattaforme welfare, due contratti. Adesso i contratti nazionali decidono anche quali sono le giornate in cui devi prenderti i congedi parentali o la 104 nei termini di preavviso. Immaginate che uno ha sei giorni, uno tre, uno dieci. Credo che nascerebbe non solo un caos normativo, ma anche un problema, qualora il datore di lavoro dovesse decidere di fare premi di risultato piuttosto che altro.
Questo serve anche per inquadrare quelli che entreranno con che il contratto dovranno entrare. Ripeto, trattandosi di una dozzina di dipendenti, è inutile andare a fare speculazioni al ribasso, che forse per l'Ente costeranno meno di 40-50.000 euro l'anno, vedendo un ente che noi abbiamo l'obiettivo di far funzionare, far funzionare bene e far funzionare con tutti quei princìpi che molto spesso dai banchi della Giunta ci vengono ricordati, quale qualità occupazionale, parità salariale, tutela per il lavoro anche delle donne, visto che in quelle aziende ci saranno anche donne e uomini che dovranno lavorare. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Chiediamo una piccola modifica nel titolo. Proponiamo che sia: "Garantire a tutti i lavoratori del Gruppo Veneto Sviluppo S.p.A. una progressiva omogeneità nel trattamento retributivo e giuridico".
Poi, anche nel dispositivo: "Impegna la Giunta regionale a garantire una progressiva uniformità nella regolamentazione dei rapporti".
Con questo inserimento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Il promotore è favorevole alla richiesta di modifica avanzata dalla Giunta.
Mettiamo in votazione l' ordine del giorno n. A0074, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale. Ci sono dichiarazioni di voto?
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, anche perché i lavori di quest'Aula quest'oggi sono, a mio parere, ma penso a parere di chi ci ha seguito ed ascoltato, davvero positivi. Finalmente si è visto un bel lavoro di squadra.
Credo di partire con un ringraziamento a tutte le strutture con cui abbiamo condiviso questo progetto di legge, a partire dagli Assessori che hanno lavorato a questa riorganizzazione delle partecipate, ai Dipartimenti degli Assessorati, all'Ufficio legislativo, a tutte le Commissioni, ma un plauso va sicuramente anche al lavoro che ha svolto l'opposizione, i Gruppi di minoranza, con degli emendamenti sicuramente costruttivi, con dei contenuti che hanno stimolato la riflessione.
Un plauso va anche a questa maggioranza che ha saputo dialogare, credo, e ha saputo anche migliorare il testo, con un fine, quello di produrre una riorganizzazione delle partecipate di due società che hanno raccolto – è vero, come diceva la collega Camani – dei suggerimenti e delle stimolazioni nel corso dell'anno scorso e anche di quest'anno per quanto riguarda l'assetto di Veneto Sviluppo, ma non è stato solo questo il risultato conseguito, perché se quest'Aula licenzierà tra poco questo progetto di legge noi avremo sicuramente da esultare su una visione che questa Regione e questa maggioranza sta esprimendo.
È una visione che c'è, non è assente, è una visione di un panorama che inizia da qui, che vedrà una riorganizzazione più complessiva, che vuole attribuire alle società partecipate un ruolo da protagonista per conto della Regione Veneto. Lo vuole anche sviluppare chiarendo funzioni e compiti. Questi compiti, queste funzioni devono essere svolte con determinazione e velocità.
Bene questa semplificazione per far atterrare quei fondi europei che sono molti e che devono atterrare sulle imprese in maniera efficace. Noi crediamo che non solo i fondi europei di sviluppo e di coesione sociale, ma anche i fondi nazionali possano atterrare oggi, con questo progetto di legge, se sarà approvato, in maniera più efficace e veloce.
Bene anche la chiarezza che si riesce finalmente a fare e che garantisce, secondo me, il lavoro, che, con l'ultimo ordine del giorno, garantisce i lavoratori e dà delle garanzie. È un lavoro di quest'Aula che si appresta anche a tenere con attenzione e tutelare tutti. L'uscita delle banche da Veneto Sviluppo rende, secondo noi, più trasparente il sostegno alle imprese.
È un dato magari non scontato, perché da un lato l'uscita delle banche crea quella non concorrenza interessata del sistema bancario che prima c'era, ma allo stesso tempo le tiene vicine e dà loro la possibilità di continuare a lavorare nel sistema veneto produttivo, nel sostegno alle imprese, questa volta con un soggetto che lavora nell'essere quell'innesco, quello strumento che nella società di Veneto Sviluppo, nella holding e anche nelle altre società potranno lavorare e, quindi, porre quel lavoro che magari il sistema bancario da solo oggi non riusciva a svolgere.
Bene, grazie, complimenti per il lavoro svolto. È un progetto di legge che segna un cambio di passo.
Mi sento di dire che, con grande soddisfazione, Fratelli d'Italia voterà a favore, con la soddisfazione che questo passaggio, questa legge, Assessore, comincerà immediatamente e velocemente a far atterrare quelle risorse che le imprese stanno attendendo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, in dichiarazione di voto.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi siamo assolutamente favorevoli. Già abbiamo espresso nell'intervento precedente il nostro parere positivo, favorevole. Ricordo che, appunto, due anni fa già avevamo auspicato un intervento su Veneto Sviluppo perché fosse partecipato interamente dalla Regione, che fosse escluso il socio privato, che si arrivasse ad affidamenti in house. Questo oggi si verifica.
Ci saranno più risorse da gestire e, quindi, questo permetterà anche di soddisfare le istanze di più imprese. Per cui, c'è questa necessità e questo sicuramente è sinonimo di efficienza con buona pace della consigliera Camani. È una risposta che si viene a dare al sistema produttivo veneto.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io mi ritengo abbastanza soddisfatta perché dei tre punti che avevo portato all'inizio del mio intervento, oggi due sono stati presi in carico.
Quindi, il fatto che ci sia scritto nella legge che si possa intervenire in contesti aziendali, anche se non è stata esplicitata la parola "crisi", ma come è stato detto durante l'Ufficio di Presidenza, che questo possa essere fatto nel momento in cui Veneto Sviluppo deciderà che l'iniziativa è da percorrere, credo sia un passo importante, perché quando avevamo discusso di ACC due anni fa, anzi ormai tre anni fa, mi era stato risposto: "Questo non si può fare per come oggi è strutturato Veneto Sviluppo".
In secondo luogo, abbiamo messo anche nero su bianco quello che in un ordine del giorno era stato approvato tempo fa, rispetto alle iniziative di workers buyout, che io credo sia una di quelle questioni, in particolare per il tessuto veneto, dell'imprenditoria piccola e media, che può essere una cosa davvero da percorrere, da sostenere e da finanziare.
Anche aver detto e scritto il punto rispetto agli squilibri territoriali, penso sia un tema importante, cioè che, se noi attraiamo nuove imprese con finanziamenti e sostegni si debba tenere conto delle aree interne e non solo delle Province che corrono... È un altro degli elementi. Non sono soddisfatta su quello che è stato fatto invece per quanto riguarda il passaggio dentro questo Consiglio e dentro la Commissione: i famosi 15 giorni sappiamo essere una cosa molto, molto veloce. Io penso che questo doveva essere, dovrebbe essere rafforzato, nonostante ci sia già in norma un controllo. Abbiamo visto che – è stato detto in Ufficio di Presidenza – guarda caso, è proprio Veneto Sviluppo che non è stato portato in Commissione Prima quest'anno per essere valutato; quindi, vuol dire che qualcosa nelle norme esistenti non ha funzionato.
Io avrei voluto che fosse scritto, nero su bianco, che questo invece d'ora in poi veniva fatto e non è stato così.
L'altro tema che non è stato preso sufficientemente in carico sono le parti sociali: l'idea di non aver voluto inserire che il Piano industriale viene condiviso con un ente che è quello che oggi permette alle parti sociali di dire la loro, io penso sia comunque un'occasione persa.
Il mio voto sarà di astensione per questo motivo. Ci sono dei passi avanti, sicuramente importanti. Abbiamo lavorato, io credo, bene e ringrazio gli Assessori che sono stati presenti e disponibili, tutta la Struttura, perché comunque è bello poter lavorare e dare il proprio contributo ad una legge che rimarrà anche quando noi non saremo più qua. Questa, quindi, è una cosa positiva. L'astensione rimane perché c'è ancora qualche pezzettino di amaro in bocca rispetto a delle cose che oggi potevano essere scritte e non sono state scritte in legge.

PRESIDENTE

Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Abbiamo cercato di spiegare perché questo provvedimento e la discussione che ne è scaturita sono, a nostro giudizio, rilevanti: prima di tutto, ovviamente, per il superamento di quella modalità che avevamo di affidare in house la funzione dell'erogazione dei fondi che non era coerente con la normativa nazionale ed europea.
Pensiamo però anche che la discussione che si è innescata quest'oggi non si esaurisca, non debba considerarsi esaurita con l'approvazione del progetto di legge. E cercherò di spiegare, a mio giudizio, perché. La prima ragione riguarda il fatto che noi dovremmo, io penso, smettere di raccontare la nostra Regione attraverso lo sbandieramento di statistiche discutibili e dovremmo forse riavvicinare ciò che noi raccontiamo con la realtà che viviamo tutti i giorni quando ci confrontiamo con il tessuto imprenditoriale e produttivo di questa Regione. Al netto del fatto che sia vero o meno, perché vero non è, che questa Regione è la prima in Italia per il PIL, credo che noi dovremmo imparare a misurare lo stato di salute del tessuto imprenditoriale e produttivo di questa Regione in maniera un po' più articolata e approfondita.
Il PIL è una misura economica che può dire tutto e il contrario di tutto rispetto alla capacità in prospettiva che questa Regione avrà di vincere la competizione in atto.
Due, dovremmo smettere di raccontare anche lo stato di salute dell'occupazione della nostra Regione citando soltanto il tasso di occupazione regionale. Perché, è vero, Assessore, non siamo quelli con il tasso di occupazione migliore, ma abbiamo certamente un ottimo tasso di occupazione. Il 67,8% dice l'ultimo rapporto di Veneto Sviluppo. Accetto questa quantificazione nel momento in cui daremo come dato acquisito, e quindi da contrastare, il fatto che, oltre ad essere una delle Regioni in cui il tasso di occupazione è più alto, siamo una delle Regioni in cui il tasso di occupazione femminile è più basso.
Ci basta dire che in questa Regione lavorano sette persone su dieci? Io credo di no, perché, appunto, se vogliamo incidere sulla qualità della società e dell'economia di questa Regione, non ci possiamo accontentare di dire che lavorano sette veneti su dieci, ma dovremmo provare a dire, e su questo essere primi, che in questa Regione più donne possono accedere al mondo del lavoro.
Terza questione su cui abbiamo già discusso spesso con l'assessore Marcato e che a me sembra una discussione non esaurita: ma davvero voi pensate che possiamo continuare a rivendicare con orgoglio il fatto che in questa Regione il 97% delle aziende ha meno di nove dipendenti? Ma dove volete che andiamo, Assessore? Come facciamo ad insegnare a queste imprese la digitalizzazione necessaria? Come facciamo a fornire a queste imprese le risorse per affrontare la competizione globale se hanno meno di nove dipendenti?
La narrazione del "piccolo è bello", non lo dico io, lo dice il Presidente di Confindustria, ha terminato la sua storia e non è garanzia di resilienza, perché anche su questo chiamiamo le cose con il loro nome. L'economia del Veneto è vero che ha rimbalzato di più, ma è stata anche una di quelle che più in profondità è caduta con la crisi della pandemia.
Dove inizia la capacità di resilienza e dove invece inizia la forte esposizione ai rischi di fattori esogeni che un sistema imprenditoriale fondato sulla piccolissima impresa ci può offrire? Io continuo a pensare che il Piano industriale, e dunque la capacità di capire quali sono le intenzioni della Giunta rispetto a queste e ad altre questioni che riguardano il futuro della nostra Regione...
Assessore, può discutere quanto vuole con le organizzazioni di categoria, con le organizzazioni sindacali, in Giunta; ma se non ce lo porta in questo Consiglio regionale, continuerà ad essere una discussione monca, perché il Piano industriale di un territorio va discusso e deciso in quest'Aula. Ecco perché, e vado a chiudere, Presidente, malgrado abbiamo recepito anche con una certa soddisfazione la disponibilità della Giunta e della maggioranza a raccogliere alcune delle sollecitazioni che avevamo dato, questo progetto di legge continua, a nostro giudizio, ad essere carente su due questioni principali: la prima è quella che riguarda il ruolo del Consiglio nella fase di attuazione delle scelte programmatiche e di monitoraggio e controllo degli atti delle società partecipate. È vero che esiste una legge regionale che disciplina in maniera generale quali devono essere gli obblighi delle società partecipate in riferimento alla vigilanza e al controllo. È anche vero che, proprio per la crucialità delle attività che andranno a svolgere queste partecipate e per la quantità di risorse che andranno a mobilitare, ci saremmo aspettati uno sforzo in più per conferire a questo Consiglio regionale o alle Commissioni competenti la possibilità di dire qualcosa di più qualificante rispetto all'attività delle società partecipate.
Io penso che questo limite sia dovuto in parte anche alla fretta con la quale abbiamo avuto la necessità di affrontare questo passaggio consiliare. A nostro giudizio, quindi, rimangono questioni aperte che ci riserviamo di riproporre all'attenzione dell'Aula in altri passaggi.
In conclusione, Presidente, a nostro giudizio il risultato finale è un risultato, come si dice in determinati casi, necessario ma non sufficiente. È necessario perché indubbiamente superiamo il vulnus grave di agire contra legem, come abbiamo fatto in tutti questi anni; necessario perché mette in ordine le partecipazioni della Regione del Veneto; necessario perché fa chiarezza finalmente, una volta per tutte, sull'indirizzo che vogliamo dare a questo tipo di iniziativa, ma non è sufficiente perché troppa leggerezza viene impiegata per definire le finalità di queste società e perché il ruolo del Consiglio regionale, a nostro giudizio, non è stato pienamente soddisfatto.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto di astensione del Gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Mi associo ai ringraziamenti che sono stati fatti prima. Voglio sottolineare quella che è stata l'efficienza anche di questo Consiglio nell'approvare una delle norme più importanti di questa legislatura, perché ricordiamo che questo progetto di legge è arrivato in Consiglio e nelle Commissioni poche settimane fa e oggi ci troviamo all'approvazione finale. Per questo voglio ringraziare i colleghi di maggioranza, il Presidente, i vari Presidenti di Commissione che hanno visto i vari passaggi e li hanno portati avanti rispettando quello che è stato il cronoprogramma che ci siamo dati e quindi ringraziare veramente questa maggioranza per come ha lavorato anche questa volta.
Voglio ringraziare anche l'opposizione perché penso che anche il Consiglio di oggi abbia dimostrato come, nel momento in cui si entra nel merito delle questioni e si lasciano da parte le posizioni politiche, si possa sempre trovare un compromesso, sempre con l'obiettivo di portare a casa dei progetti di legge, delle leggi che, una volta in atto, puntino al bene del nostro territorio e al bene dei veneti. Sicuramente un ringraziamento va fatto appunto anche ai membri dell'opposizione per l'approccio che c'è stato in particolar modo oggi.
Io credo che l'intervento che mi ha preceduto della collega Camani faccia un po' vedere anche come ci sia un approccio diverso perché sappiamo benissimo che le statistiche possono essere interpretate. Un mio professore all'Università mi diceva: basta sapere cosa cerchi e, quando sai cosa cerchi, trovi anche la statistica che va a supportare la tua tesi. E allora mi dispiace vedere che da parte dell'opposizione ci sia sempre questa tendenza ad andare alla ricerca di statistiche che mettono in cattiva luce il Veneto o che mettono in cattiva luce quelli che sono i risultati economici in questo caso del Veneto, ma lo abbiamo visto anche in campo sanitario, tante volte purtroppo, come ci sia la volontà di andare alla ricerca.
Una cosa che mi ha colpito particolarmente è questa critica che viene portata avanti – e non è la prima volta che la sento – nei confronti delle piccole imprese, quelle che sono sotto i 9 dipendenti. Quando sento dire che "il piccolo è bello" non è più qualcosa che va di moda, io voglio ricordare che queste imprese da meno di 9 dipendenti sono la spina dorsale del nostro Veneto. Sono la spina dorsale che manda avanti l'economia del nostro territorio. Sono quella parte di economia che ogni volta, quando c'è stata una crisi, è stata data per morta e ogni volta è stata la prima a rimbalzare dal punto di vista dei risultati e dal punto di vista dell'occupazione perché quando si viene a dire che le nostre aziende piccole, le nostre imprese artigiane, perché effettivamente sono imprese artigiane, si devono fondere, devono mettersi insieme, devono in qualche modo ingrandirsi, devono avere un numero di dipendenti, cioè noi abbiamo tutta questa serie... Dopo vediamo però in realtà che le imprese più grandi hanno più difficoltà nei momenti di crisi. E questo lo vediamo in altri territori perché in altri territori non vedo quell'Eldorado che ci viene raccontato molto spesso.
Io vorrei sinceramente che ci fosse un po' più di rispetto per un sistema economico che ha dimostrato con i risultati e ha dimostrato la forza di rimbalzare dopo situazioni di crisi. Io vorrei vedere da parte di questo Consiglio un maggiore rispetto per quello che è il lavoro di tanti artigiani, di tante imprese, di persone e di imprenditori che molto spesso sono al lavoro insieme agli stessi dipendenti, perché quel "piccolo e bello" è quello che ha fatto la storia del nostro territorio veneto.
Io credo che in questo momento, in cui andiamo a rivedere l'assetto societario di una delle società operative di questa Regione che deve essere al fianco delle imprese venete, nei momenti di difficoltà e nei momenti di espansione, stiamo andando a fare un lavoro utile per il nostro territorio e utile per i veneti, proprio nei momenti in cui queste nostre imprese devono riuscire a correre, devono stare in piedi e devono soprattutto prosperare quando c'è la possibilità di espandersi.
Questo deve fare la nostra Regione e questo deve fare Veneto Sviluppo che stiamo varando proprio in queste ore.
Io credo che questo lavoro che è stato fatto, prima con il progetto di legge della Giunta e rivisto oggi dal Consiglio, vada nel totale interesse del Veneto e dei veneti.
Il nostro voto quindi sarà assolutamente favorevole.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Devo confessare che dai banchi dell'opposizione si era anche valutata la possibilità di votare a favore del provvedimento perché, tutto sommato, insomma, c'è stata l'accoglienza di una serie di richieste, di correzioni che sono state fatte e questo è stato molto apprezzato. Io quindi mi unisco ai ringraziamenti che sono stati fatti verso la maggioranza e verso la struttura che ha lavorato nella direzione di cercare di dare un obiettivo.
Però, mi consenta il collega Villanova, la rapidità con cui è stato portato avanti il provvedimento non sono sicuro sia un merito, nel senso che è vero che c'è stata efficienza organizzativa, però forse un passaggio di questo tipo, che è un passaggio che non è che facciamo... insomma, la legge istitutiva è del 1975 e ne parliamo quasi 50 anni dopo. Ecco, prendersi qualche giorno in più per riuscire a dare una dimensione più costruttiva a questa partecipata, che diventa il fulcro dell'azione economica da parte dell'Amministrazione regionale, forse valeva la pena.
Quello che mi preme rimarcare è la mancanza di ambizione di questo provvedimento. Io apprezzo gli Assessori che sono presenti e che hanno dialogato con noi. Però, se pensiamo ad un ruolo pubblico, non tanto nell'azione verso la piccola e media impresa, che, sono d'accordo, è l'ossatura però non ha bisogno – sì, forse un po' di accesso al credito – di grandi aiuti. Dove c'è veramente bisogno è l'indirizzo verso gli investimenti infrastrutturali; verso quelle realtà che non stanno all'impresa privata ma stanno alla guida pubblica, e con l'impostazione che abbiamo dato noi non diamo nessun indirizzo di questo tipo, nessuno. E a me dispiace, perché i territori che hanno una mano pubblica che riesce ad essere capace di aggregare e di finalizzare danno una marcia in più alle imprese presenti sul territorio.
Noi in questo modo non lo facciamo e questo, secondo me, è il vero punto di debolezza di questo provvedimento: orientare – è stato detto – verso le partecipazioni temporanee per la piccola e media impresa e non a quegli investimenti di capitale paziente, del lungo termine, che è quello di cui ha bisogno il territorio. Ci piaccia o non ci piaccia, molte di queste scelte nei prossimi mesi, se non vogliamo dire anni, dovranno essere prese.
Da questo punto di vista, c'è un primo elemento di debolezza. Il secondo elemento, che non so se dire di debolezza o di allarme, è che la presenza dei soci privati nel capitale di Veneto Sviluppo fungeva anche da controllo sulle modalità operative. Oggi un soggetto al 100% pubblico ha dei vantaggi nell'orientare, ma ha anche dei rischi perché, se la funzione obiettivo non è più quella di massimizzare, come dicevamo, il valore economico, ma è mirata a massimizzare il valore politico dell'azione, qui corriamo dei grossi pericoli.
Pertanto, la raccomandazione è questa: se non abbiamo voluto dare un ruolo al Consiglio, la Giunta, negli Statuti che si vanno a definire, riesca a mettere degli elementi di garanzia intrinseca, cioè di controllo automatico, per cui non ci sia un'ingerenza forte della politica sull'attività, perché questo veramente rischia di non creare quel valore che questa struttura economica deve avere.
Ecco, questa veramente è una cosa che io metto sul tavolo con preoccupazione e mi auguro che l'anima liberale della maggioranza riesca a dare garanzie da questo punto di vista.
Con tutti i colleghi dell'opposizione, anch'io mi associo ad un voto di astensione, che è un voto, comunque, di fiducia verso questo provvedimento, ma con la raccomandazione che riusciamo a evitare quei rischi che ho cercato di illustrare in questo mio breve intervento.

PRESIDENTE

Come diceva il capogruppo Villanova, è uno dei testi più importanti che approveremo in questa legislatura. Quindi, la parola anche alla Giunta, nella figura dell'assessore Marcato. Prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente.
Credo che oggi davvero abbiamo scritto una bella pagina della nostra Regione. Devo ringraziare innanzitutto tutti voi, Consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, per il lavoro straordinario che abbiamo fatto tutti insieme.
Apprezzo molto, ovviamente a nome della Giunta, anche il voto di astensione dell'opposizione, che è comunque un riconoscimento di un lavoro fatto in questi anni.
A nome dell'Amministrazione, davvero grazie a tutti voi per il lavoro che abbiamo fatto. Ringrazio i Presidenti di Commissione, ringrazio ovviamente il collega Calzavara, che ho tormentato in questi mesi e che ha lavorato assieme a tutto il suo staff per arrivare a questo risultato.
Ringrazio il Segretario generale Maurizio Gasparin, il Direttore dell'Area Politiche economiche dottor Santo Romano, il Direttore della Direzione Industria Adanella Peron, il capo di gabinetto Federico Meneghesso, il Direttore dell'Area Risorse finanziarie Gianluigi Masullo, il Direttore della Direzione delle partecipate Nicola Pietrunti, il Direttore della Direzione Affari generali Ceroni. Devo ringraziare particolarmente anche l'ex direttore di Veneto Sviluppo Gianmarco Russo, che ha lavorato moltissimo in questi mesi e non ha fatto mancare nemmeno il suo supporto, nonostante non fosse più il Direttore di Veneto Sviluppo. Quindi, lo ringrazio particolarmente.
È un risultato davvero importante per la Regione Veneto, per le nostre imprese.
Davvero, grazie e buon lavoro.

PRESIDENTE

Siamo arrivati al voto finale.
Metto in votazione il progetto di legge n. 205 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, ci vedremo in Aula l'11 luglio con gli ordinamentali della Terza e della Seconda Commissione.
Grazie e arrivederci.
La Seduta termina alle ore 17.54

Il Consigliere segretario
Erika BALDIN


Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 101 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 101
MARTEDì 27 GIUGNO 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 101a seduta pubblica – martedì 27 giugno 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022 e dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 16 del 28 marzo 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9147 del 22 giugno 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.34, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 10.50.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 100a seduta pubblica di martedì 20 giugno 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Maino, Polato, Puppato e Pan; inoltre, una consigliera segue la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 387 del 13.04.2023
presentata dai consiglieri Zottis e Montanariello
"Il Presidente della Giunta regionale intende intervenire per scongiurare razionalizzazioni e chiusure dei servizi di pubblica utilità nel territorio veneziano, assicurando quindi anche la piena operatività della sede INPS di San Donà di Piave?"

La consigliera Zottis dà per letta l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 159 del 24.12.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Zottis, Bigon, Guarda e Lorenzoni
"Allevamento-lager di galline a Musile di Piave. La Regione intende intensificare i controlli su queste strutture a tutela della salute umana e del benessere animale?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra la IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 338 del 13.04.2023
presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni, Lorenzoni, Guarda e Baldin
"Gestione migranti nel bellunese: quale ruolo intende giocare la Regione Veneto a supporto dei comuni e dell'accoglienza?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Riordino di partecipazioni societarie regionali in un unico gruppo. Modifiche alla legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 "Costituzione della Veneto Sviluppo S.P.A." e alla legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 "Costituzione di una società a partecipazione regionale per lo sviluppo dell'innovazione e collaborazione con il CNR per studi e ricerche in materie di interesse regionale" ed ulteriori disposizioni.". (Progetto di legge n. 205) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 14/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri, Sandonà (Zaia Presidente) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare e Camani (partito democratico veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Sandonà assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Lorenzoni (Gruppo Misto), Luisetto (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Baldin (Movimento 5 Stelle), Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 13.05.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 15.10.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

In sede di replica intervengono la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Marcato.

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A14 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A24 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A15 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A25 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A26 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A61 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A27 e A28 all'articolo 1, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Sull'emendamento n. A16 all'articolo 1, intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra, e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. A16 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A23 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

La seduta è sospesa alle ore 16.01.

La seduta riprende alle ore 16.03.

L'emendamento n. A29 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A1 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A9 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

La seduta è sospesa alle ore 16.10.

La seduta riprende alle ore 16.38.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Gli emendamenti nn. A30 e A31 all'articolo 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'emendamento n. A2 all'articolo 3, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra e ritira l'emendamento n. A32 all'articolo 3.

L'emendamento n. A75 all'articolo 3 della Giunta, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A3 all'articolo 3, intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che propone una riformulazione e l'assessore Calzavara che accoglie le modifiche.

L'emendamento n. A3 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

L'emendamento n. A33 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli emendamenti nn. A34, A17 e A4 all'articolo 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A35 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A5 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A36 aggiuntivo di un articolo (4bis), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A37, A18 e A10 all'articolo 5, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A62 all'articolo 5, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A63 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Gli emendamenti nn. A38 e A6 all'articolo 6 sono ritirati rispettivamente dalle consigliere Camani (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'emendamento n. A70 all'articolo 6 della Giunta, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A41 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A42 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A43 all'articolo 7 è ritirato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A7 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A11 all'articolo 7 è ritirato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle).

L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A44 all'articolo 8 è ritirato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A76 all'articolo 8 della Giunta, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A45 all'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A46 all'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A47 all'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A48 all'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A49 e A50 all'articolo 8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A64 all'articolo 8, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A19 all'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A65 all'articolo 8, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A12 all'articolo 8, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A51 all'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A52 all'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A53 all'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A66 all'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A54 all'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A20, A67, A21, A68 e A55 all'articolo 10, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A22 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A73 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A40 all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A39 all'articolo 13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A56 e A57 all'articolo 13 sono ritirati dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Il subemendamento n. A72 all'emendamento n. A71 all'articolo 14 è respinto.

L'emendamento n. A71 all'articolo 14 della Giunta, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A58 all'articolo 14.

L'emendamento n. A77 all'articolo 14 della Giunta, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A59 e A60 all'articolo 14, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A8 all'articolo 14, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A13 e A69 all'articolo 14, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 14, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 15 e 16, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A74

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani e Montanariello relativo a "Garantire a tutti i lavoratori del "gruppo" Veneto Sviluppo S.P.A. una progressiva omogeneità nel trattamento retributivo e giuridico" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Riordino di partecipazioni societarie regionali in un unico gruppo. Modifiche alla legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 "Costituzione della Veneto Sviluppo SPA" e alla legge regionale 6 settembre 1988, n. 45 "Costituzione di una società a partecipazione regionale per lo sviluppo dell'innovazione e collaborazione con il CNR per studi e ricerche in materie di interesse regionale" ed ulteriori disposizioni". (Progetto di legge n. 205) APPROVATO (Deliberazione n. 69/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara che propone delle modifiche, accolte dal proponente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pavanetto, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Camani (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Lorenzoni (Gruppo Misto) e l'assessore Marcato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pavanetto, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato per martedì 11 luglio.

La seduta termina alle ore 17.54.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
GIACOMIN Stefano
BALDIN Erika
LORENZONI Arturo
BARBISAN Fabiano
LUISETTO Chiara
BET Roberto
MICHIELETTO Gabriele
BIGON Anna Maria
MONTANARIELLO Jonatan
BISAGLIA Simona
OSTANEL Elena
BORON Fabrizio
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
RAZZOLINI Tommaso
CAMANI Vanessa
RIGO Filippo
CAVINATO Elisa
RIZZOTTO Silvia
CECCHETTO Milena
SANDONA' Luciano
CENTENARO Giulio
SCATTO Francesca
CESTARI Laura
SORANZO Enoch
CESTARO Silvia
SPONDA Alessandra
CIAMBETTI Roberto
VALDEGAMBERI Stefano
CORSI Enrico
VENTURINI Elisa
DOLFIN Marco
VIANELLO Roberta
FAVERO Marzio
VILLANOVA Alberto
FORMAGGIO Joe
ZANONI Andrea
GEROLIMETTO Nazzareno
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca




LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian