ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 17/07/2023 n. 103

Resoconto n. 103 - 11^ legislatura
Resoconto 103 a Seduta pubblica
Lunedì, 17 luglio 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.39, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.01

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno. Registratevi su Concilium, per favore.
Diamo inizio alla 103a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10165 del 12 luglio 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 102a Seduta pubblica di martedì 11 luglio 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
Ha comunicato la propria assenza il consigliere Finco.
La consigliera Cestari seguirà i lavori da remoto.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni.
Iniziamo con la IRI n. 402 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 402 del 25 maggio 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "VAJONT, LE CARTE PROCESSUALI SONO PATRIMONIO UNESCO. QUALI LE AZIONI DELLA REGIONE PER SCONGIURARNE IL TRASFERIMENTO A L'AQUILA?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Tra poche settimane saranno sessant'anni da quel 9 ottobre 1963, quando alle ore 22.39 una frana da 270 milioni di metri cubi di roccia si staccò dal Monte Toc per invadere il bacino del lago della Diga del Vajont. In quattro minuti morirono 1.910 persone tra i Comuni di Erto, Casso, Longarone e Castellavazzo, intere frazioni e il centro storico di Longarone scomparvero per sempre dalla faccia della terra.
Il processo contro i dirigenti della SADE e contro i funzionari dello Stato che non avevano controllato venne trasferito da Belluno a L'Aquila per legittima suspicione. Il processo si concluse con una sentenza di condanna. Venne sconfitta la tesi degli avvocati difensori della SADE di imprevedibilità. La frana era, dunque, prevedibile, quindi disastro colposo e omicidio colposo plurimo fu la sentenza di condanna da parte della Cassazione.
La documentazione processuale, che rappresenta la memoria del Vajont, è assegnata alla sede de L'Aquila, in quanto una legge nazionale stabilisce che gli archivi di un processo devono restare nel luogo della sede processuale.
Dopo il terremoto de L'Aquila del 2009, le carte – ironia della sorte – sono ritornate all'Archivio di Stato presso la sede di Belluno e ora dovrebbero tornare a L'Aquila. Nel frattempo, grazie all'associazione Tina Merlin, al Comune di Longarone e alla Fondazione Vajont, i documenti dell'archivio processuale del disastro della Diga del Vajont sono stati recentemente inseriti nel Registro internazionale del Programma Unesco "Memory of the World".
Il Consiglio regionale del Veneto ha già votato, nel corso della precedente legislatura, il 25 settembre 2019, all'unanimità, la mozione n. 527, con la quale si impegnava la Giunta regionale al mantenimento dei documenti presso l'Archivio di Stato di Belluno, sulla scorta che ciò costituirebbe una sorta di riconoscimento etico.
Con questa vorrei sapere dalla Giunta regionale, vista anche la coincidenza del sessantesimo anniversario del Vajont, quali azioni ha realizzato e quali intende realizzare per garantire che l'archivio processuale del disastro della Diga del Vajont rimanga custodito presso l'Archivio di Stato di Belluno.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, la parola all'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
La Regione è sempre stata particolarmente attenta ai temi legati alla tragedia del Vajont e vicino a Longarone e alla sua comunità. Questo a partire dalla costituzione, nel 2003, della Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 Onlus.
Il fascicolo processuale, nel processo penale che fu avviato a Belluno e successivamente trasferito a L'Aquila nel 1968, è costituito dagli atti di istruttoria preliminare prodotti dal Tribunale di Belluno e dalla documentazione prodotta dal Tribunale della Corte d'Appello de L'Aquila nei processi di primo e secondo grado. La sentenza definitiva della Cassazione venne emessa il 25 marzo 1971.
Gran parte dei materiali che formano l'archivio processuale del Vajont è prodotta proprio a Belluno durante l'indagine istruttoria, che durò cinque anni e da cui uscì un fascicolo giudiziario di ben 5.205 documenti, tra cui gli atti sequestrati, la raccolta degli interrogatori eseguiti da parte della Polizia giudiziaria e, in sede istruttoria, gli esami dei testi, le disposizioni rese dagli imputati e le perizie medico-legali, un vero e proprio spaccato della memoria locale del disastro.
Nel suo complesso, l'archivio processuale consta di circa 250 faldoni di documenti cartacei e comprende anche numerosi allegati, tra cui tracciati sismografici, negativi e lastre fotografiche, pellicole, manufatti e materiali provenienti dalla zona della frana. Anch'esso costituisce una testimonianza preziosa, un elemento di profondo significato di questo tratto della storia del Veneto.
I documenti, a seguito del terremoto del 2009 e in base alla convenzione stipulata tra la Direzione generale degli Archivi, Archivio dello Stato de L'Aquila, Archivio dello Stato di Belluno, Enel, Fondazione Vajont, Comune di Longarone, sono stati trasferiti da L'Aquila all'Archivio di Stato di Belluno. Questo in via temporanea. Da allora, tuttavia, i documenti sono sempre rimasti all'Archivio di Belluno, che ha completato tutti gli interventi previsti nella convenzione, ha curato, interamente a spese della Fondazione Vajont, il restauro e la digitalizzazione dei materiali e ne ha garantito l'ottimale fruizione e conservazione.
Successivamente è stata avviata la procedura per le candidature "Archivio processuale del disastro della Diga del Vajont" all'iscrizione del Registro della Memoria dell'Unesco, conclusesi proprio quest'anno con il suo inserimento.
Il materiale appartiene formalmente all'Archivio di Stato de L'Aquila, che ne è proprietario e ne reclama da tempo il ritorno in sede, poiché la normativa prevede che i fondi processuali rimangano nella città dove si è celebrato il processo e l'ultima proroga concessa a Belluno è scaduta nel 2021.
Vi sono, però, da sempre in Veneto un diffuso sentimento e un forte interesse acché l'archivio, per il suo intimo legame con la storia della nostra Regione, possa restare a Belluno come sede stabile. Si sono susseguiti, per questo, gli appelli, le interrogazioni e le interpellanze dei Parlamentari.
La Giunta regionale concorda che questa documentazione storica faccia parte di un patrimonio unico della memoria condivisa da tutta la popolazione veneta, che abbia un legame inscindibile con il territorio teatro della tragedia e che, quindi, Belluno sia la sede più naturale di questa collocazione. Rimarca, dunque, l'importanza che qui il fascicolo processuale possa restare come simbolo e risarcimento morale per una comunità che sessant'anni fa perse tutto. Intende, pertanto, attivare un confronto tra le parti interessate e le Istituzioni locali e statali per una soluzione che permetta di mantenere in loco la documentazione storica, esplorando, attraverso il dialogo, quale sia la via perseguibile, compresa quella di un intervento legislativo.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, la parola alla collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore e la Giunta per la risposta. È un sessantesimo molto importante per la nostra Regione, un evento tragico che ha segnato profondamente la vita delle persone che vivono in quei luoghi. Sono soddisfatta nell'apprendere che la Giunta la pensi come la sottoscritta e, quindi, intenda attivare un confronto tra le parti interessate. Mi piace anche pensare che con questa interrogazione si sia dato un impulso maggiore al percorso, proprio per fare in modo che questi documenti, che rappresentano una memoria storica della popolazione del Veneto, possano rimanere nella sede più vicina alle popolazioni colpite dalla frana e dall'evento tragico che è avvenuto sessant'anni fa, che ancora ricordiamo e di cui portiamo ancora le cicatrici.
A questo punto cerco e spero di ottenere da parte della Giunta un impegno formale con dei fatti concreti, affinché questa corposissima documentazione, che, come abbiamo appena appreso dalle parole dell'Assessore, si compone di ben 5.205 documenti, che sono a Belluno in via temporanea e che L'Aquila sta reclamando, possa rimanere per sempre all'interno del nostro territorio, più precisamente a Belluno, come è naturale che sia.
Ringrazio ancora e attendiamo fatti concreti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non abbiamo più risposte ad interrogazioni, quindi passiamo al punto n. 6 all'ordine del giorno.
C'è un punto aperto, che è la discussione del PDL n. 188, però ci sono passaggi statutari che hanno la priorità su qualsiasi cosa. In questo caso abbiamo la convalida della collega Luisetto, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto.
PUNTO
6



CONVALIDA DELL'ELEZIONE DELLA CONSIGLIERA REGIONALE CHIARA LUISETTO. (DELIBERAZIONE N. 73/2023)

Relazione dell'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE

Con deliberazione n. 65 del 20 giugno 2023, il Consiglio regionale ha deliberato la sostituzione del consigliere regionale Giacomo Possamai, dimissionario, con la signora Chiara Luisetto.
L'Ufficio di Presidenza, nella seduta dell'11 luglio 2023, ha esaminato, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto e dell'articolo 7 del Regolamento del Consiglio regionale, la posizione della consigliera Chiara Luisetto e, sulla base delle attestazioni dalla stessa rilasciate, ha verificato che non risultano sussistere cause di ineleggibilità e incompatibilità (articoli 7 e 8 della legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , e successive modificazioni, articolo 12 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, e decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235.
L'Ufficio di Presidenza, quindi, con voto unanime e palese, propone al Consiglio regionale la convalida della consigliera regionale Chiara Luisetto.
Non ci sono interventi sul tema.
Metto in votazione la convalida della collega Luisetto.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Potremmo metterlo come refrain o anche nel Regolamento questo incipit iniziale.
Stiamo convalidando la collega Luisetto, quindi il vostro voto sarebbe utile. Ancora 30 secondi e poi chiudo il voto.
Un'altra volta, collega Zanoni, prima di iniziare chiami subito il servizio informatico, perché è sempre lei che ha questo inciampo iniziale.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
A verbale, Zanoni favorevole.
PUNTO
7



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2023 IN MATERIA DI AGRICOLTURA, CACCIA, PESCA, PROMOZIONE AGROALIMENTARE, CONSORZI DI BONIFICA, RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEI FUNGHI, RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEI TARTUFI, FORESTE". (PROGETTO DI LEGGE N. 188) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 15/2023)

(Prosecuzione dell'esame del progetto di legge in oggetto iniziato nella 102a Seduta consiliare di martedì 11 luglio 2023.)

PRESIDENTE

Ritorniamo al PDL n. 188.
Siamo in discussione generale. L'altra volta avevo tre richieste di intervento, dei colleghi Lorenzoni, Valdegamberi e Formaggio. Se intendono intervenire, devono riprenotarsi.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Richiamo un attimo quello che era già stato detto dai colleghi nel Consiglio precedente, perché credo sia importante sottolinearlo. Qui abbiamo la discussione di un provvedimento che dovrebbe essere ordinamentale, che quindi avrebbe come obiettivo quello di pulire la normativa, andando ad eliminare incongruenze e aspetti ridondanti. Però, come è già stato detto, e su questo massima collaborazione, massima disponibilità a dare efficacia alla normativa regionale, il provvedimento che ci è stato sottoposto e che abbiamo già discusso in Commissione, in realtà, va molto oltre l'aspetto ordinamentale.
Questo provvedimento, in realtà, io l'ho definito un provvedimento di guerriglia, nel senso che introduce degli elementi profondamente capaci di modificare la normativa esistente, utilizzando uno strumento che, dal mio punto di vista, non è quello adeguato per quel tipo di modifiche che sono già state sottolineate nella correlazione del collega Montanariello e dagli interventi che mi hanno proceduto.
Però, secondo me, è estremamente incisivo questo modo e non condivisibile. C'è un tema di merito e un tema di metodo. Ovviamente, l'ordinamentale non dovrebbe entrare tanto nel merito quanto nel metodo e su quello, appunto, ripeto, c'è collaborazione. Ma modificare il merito di una normativa esistente, andando anche a recuperare un progetto di legge che è già stato citato, che aveva presentato il collega Formaggio e che viene ripresentato qui con un passaggio normativo, credo non sia corretto. Per cui, volevo esprimere la mia contrarietà ad utilizzare uno strumento di questo tipo per modificare in modo sostanziale alcune normative.
Credo che sarà difficile ormai bloccare questo progetto di legge, però richiamo l'attenzione di questo Consiglio a utilizzare in maniera corretta gli strumenti che sono dati, altrimenti, ripeto, parte una guerriglia che si sa dove comincia, ma non si sa dove finisce.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Il mio intervento, che avevo prenotato la scorsa volta, era di replica ad alcune affermazioni fatte dal consigliere Zanoni, che avevano dell'incredibile, se non del paradossale e dell'assurdo.
Io sono favorevole a questa proposta di legge, che va a portare un po' di buonsenso soprattutto nell'ambito del tema della caccia, ma anche di tanti altri temi prettamente agricoli, come ad esempio le distanze dalle aree sensibili, dalle aree parco e riserve. Il vincolo di questa distanza sta portando non pochi problemi anche nelle azioni di contenimento della popolazione animale. Pensiamo al cinghiale, pensiamo a tutta la popolazione che c'è, che vive, che si annida, ad esempio, nel Parco della Lessinia, nei vai profondi che sono all'interno del parco. A poca distanza non c'è più parco, però, mantenendo queste distanze, si creano disagi a chi fa l'azione di contenimento di questa specie, che sta facendo non pochi danni, non solo arando i campi sistematicamente meglio dei trattori, ma anche distruggendo i vigneti, entrando nelle colture, facendo danni non da poco.
Credo che oggi non ci sia un problema di fauna, perché la fauna non è mai stata così abbondante come in questi tempi. Lo posso testimoniare essendo uno che vive a contatto con i boschi e vede gli animali che escono dal bosco, che un tempo, quando ero piccolo, non si vedevano mai. Oggi è ricca di fauna selvatica, anzi a volte abbiamo problemi di sovrappopolazione, anche con malattie che vengono diffuse nel territorio e portano problemi anche agli allevamenti, perché molte epidemie si diffondono attraverso gli animali selvatici che vengono a contatto con quelli allevati, costringendo a spendere molti soldi per gli abbattimenti, per i risarcimenti e quant'altro.
Voglio portare un esempio di quanto la demagogia e l'ideologia stiano facendo danni all'ambiente. È un esempio concreto, vissuto di persona non più tardi di un mese fa. La Regione Veneto, anche su mia sollecitazione, ha fatto la pulizia del torrente Illasi, all'interno del quale c'erano degli alberi che potevano ostruire il deflusso dell'acqua e, in caso di piogge abbondanti, causare i problemi che abbiamo visto anche nell'Emilia-Romagna.
Ebbene, ancora prima di iniziare l'attività di pulizia da parte dei servizi forestali regionali, già il primo giorno, appena il trattore entrò nell'alveo, mi arrivò da Verona la telefonata di una giornalista che era già preallertata dei danni che si sarebbero portati alla nidificazione degli uccelli.
Francamente, in un contesto dove ci sono boschi dappertutto (io stesso, a 10 metri da casa, ho ettari ed ettari di bosco, dove sento la mattina con piacere il canto degli uccelli che mi svegliano e dove ci sono nidi ovunque), non sono certo quelle quattro piante nell'alveo del fiume che fanno la differenza, anche perché sappiamo bene che c'è l'attenzione che, dove c'è un nido, si evita di tagliarla. C'è un'attenzione particolare. Ma non possiamo bloccare, come qualcuno voleva, l'attività di pulizia dei corsi d'acqua solo sulla base di posizioni puramente ideologiche, perché poi non possiamo lamentarci quando succedono quei disastri a cui abbiamo assistito, che sono spesso frutto della stessa ideologia ambientalista che non voleva diminuire o azzerare le nutrie che scavano e che fanno collassare gli argini dei torrenti. Poi viene il grande acquazzone e l'argine, indebolito da caverna interne, spazza via tutto e crea disastri, e a pagare il conto è la collettività.
Questa cultura pseudoambientalista – l'ambiente è equilibrio – è qualcosa di diverso, è una cultura dannosa per l'ambiente, perché provoca poi dei disastri che costano cari alla collettività, come abbiamo visto più volte. Poi, è inutile dare colpa ai cambiamenti climatici, ai grandi sistemi, quando la prima causa è la mancata manutenzione dei corsi d'acqua e la mancata prevenzione rispetto al togliere la ghiaia che c'è in eccesso, come si faceva un tempo, la mancata prevenzione nel senso di tagliare le piante dentro l'alveo, la mancata prevenzione di lasciar forare ovunque gli argini perché bisogna tutelare la nutria.
C'era un comitato che andava in giro con l'inchiostro a imbrattare alcuni Comuni del veronese, i municipi e le pensiline degli autobus, chiamando criminali coloro che andavano a togliere le nutrie, che tra l'altro sono animali esotici, arrivati qua sappiamo bene come, che si moltiplicano senza predatore e che stanno portando non pochi danni.
La natura – l'ho detto e ripetuto molte volte – è ecosistema, è equilibrio. Quando si altera questo equilibrio, non si fa il bene della natura, ma si distrugge la natura, si fanno tanti altri danni, eccetera. Rigetto categoricamente, quindi, le affermazioni che fece allora, in quest'Aula, il consigliere Zanoni.
Vi è anche un altro aspetto che voglio evidenziare. Noi abbiamo fatto una legge sulla transumanza, che penso sia stata approvata all'unanimità o a larga maggioranza (ora non ricordo), che è ancora nel cassetto e non è stata ancora attuata. Ebbene, voglio evidenziare che molti amministratori, molti Sindaci stanno facendo ordinanze che, di fatto, violano completamente il diritto alla transumanza, anche su aree demaniali. Ci sono esempi nel veronese, nel padovano. C'è chi fa la transumanza. Oggi è vietata in certi Comuni, quindi, basta che sia un Comune che la vieta, tu non puoi andare a caricare, spostarti, andare in un altro Comune e riprenderla. Crei un problema su tutto il percorso di transumanza.
Auspico, quindi, che anche in questo caso si possa fare una norma che almeno sulle aree demaniali gestite dalla Regione lungo i corsi d'acqua, almeno su queste, metta un limite all'intervento dei Sindaci, che magari fanno questo perché dà fastidio il passaggio delle greggi. Non è vero, poi, che danneggiano. Non troviamo alibi, come qualcuno vuole fare, dicendo che danneggiano i nidi, la nidificazione. La natura è grande, siamo noi che poi spesso viviamo vedendo solo una parte, e non abbiamo una visione generale delle cose.
So che c'era l'idea anche di fare un emendamento per limitare ulteriormente il transito delle greggi. Sappiate che su questo punto, se verrà presentato, ci sarà il mio voto contrario. Anzi, chiedo che venga attuata, e mi rivolgo alla Giunta, che ci sia attuazione, con la legge che qui abbiamo approvato, che doveva prevedere i percorsi di transumanza e ancora oggi non abbiamo visto nessuna risposta concreta.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente, visto che sono stato tirato in ballo.
Qualcuno prima di me, molto più bravo di me, ha detto che il fine giustifica i mezzi, nel senso che si approvi il PDL che avevo presentato, il n. 178, o che venga approvato questo ordinamentale, per le distanze dalle ZRC, dalle oasi dei capanni, credo sia un'importante concessione, ma che è normale. Tutte le Regioni d'Italia seguono la legge nazionale. Soltanto il Veneto aveva questo problema dei 250 metri. Andiamo a tirar via i 250 metri, e in pratica un capanno provvisorio può essere al confine di oasi ZRC e altre strutture.
Se il limite di velocità sono i 50 chilometri all'ora, perché dobbiamo mettere 45 per precauzione? Finisce l'oasi, la ZRC lì e da lì il cacciatore ha tutto il diritto di esercitare l'attività venatoria per la quale – lo ricordo – paga le tasse.
Soprattutto in un territorio come il Veneto, pieno di strade e autostrade, zone industriali, tralicci, che ho sempre difeso, penso che questo ordinamentale riporti un po' di rispetto per il mondo venatorio, che in Veneto ‒ ricordo ‒ è già molto sacrificato.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per anticipare un ordine del giorno che sto per depositare. Quindi, se mi dà il tempo, finito l'intervento, prima di chiudere la discussione generale, lo depositerei. C'è un altro tema che non ho sentito abbastanza discutere oggi. Stiamo parlando di ordinamentale. Non ho fatto un emendamento proprio perché so benissimo che non stava dentro l'ordinamentale un emendamento di questo tipo.
Tuttavia, vorrei segnalare all'Aula una delle questioni che, nonostante abbiamo approvato un Piano faunistico venatorio poco tempo fa, continua ad esistere in questa Regione, troppe volte, a danno delle persone che vivono nelle case e che, magari, hanno delle aziende agricole. I cacciatori continuano ad entrare all'interno delle zone, sparando troppo vicino alle case e non rispettando i famosi 100 metri, che sono, da norma, quelli che dovrebbero essere rispettati per permettere di poter, eventualmente, fare caccia, ma in sicurezza.
Ci sono state tantissime segnalazioni, che sono arrivate solo a me e, immagino, anche agli altri Consiglieri, da quando abbiamo approvato questo Piano. Ci sono casi in cui aziende agricole, anche piccole, hanno i loro terreni anche con i famosi impianti a goccia ‒ che all'epoca abbiamo approvato come una delle questioni che potevano permettere di non entrare troppo vicini alle case ‒ vicino a piste ciclabili, vicino a zone industriali, vicino a ferrovie. E continuano ad arrivare persone che cacciano più vicine dei 100 metri. Qui c'è un tema. Vogliamo prendere in carico la questione della sicurezza, al di là della fauna, anche delle persone che vivono all'interno delle case e che hanno, anche per come il Veneto è fatto, i cacciatori che arrivano troppo vicino alle loro case?
Questa è una questione che avevo portato anni fa dentro quest'Aula. Ne avevamo discusso varie volte in quest'Aula, sempre perché le sollecitazioni continuano ad arrivare, in particolare dal trevigiano, terra dove sono nata. Mi chiedo davvero se non sia il caso di mettersi a fare un lavoro dove la sicurezza e chi dovrebbe uscire a verificare che la caccia venga fatta rispettando le norme e i limiti sia lì e faccia le sanzioni necessarie nel caso in cui qualcuno stia cacciando a 30 metri da una casa. In secondo luogo, nel momento in cui una casa, magari di un'azienda agricola, come mi è stato sollecitato, ha addirittura i pallini degli spari sulla casa, perché vuol dire che un cacciatore è arrivato sotto casa, allora qualcosa bisognerà fare.
Abbiamo i 100 metri come norma? Perché continuano, i cacciatori, ad andare troppo vicino alle case, anche alle case agricole, dove i contadini che hanno un terreno stanno lì, vivono e magari hanno anche la famiglia, soprattutto le aziende più piccole? Stanno funzionando i controlli che sono da norma? No. Perché questo continua ad accadere?
Io davvero lo porto come tema. Adesso deposito l'ordine del giorno. Sto chiedendo da due anni, da quando abbiamo approvato il Piano faunistico venatorio, che questa cosa smetta, ma continuano ad arrivarmi un sacco di sollecitazioni di questo tipo.
Vi chiedo davvero di considerare con attenzione questa questione. Non penso che aver fatto tutto questo lavoro di approvazione di un Piano, per poi lasciare la questione della sicurezza durante i momenti di caccia così, lasciata andare... Mi sembra davvero un'occasione sprecata.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il correlatore ha depositato l'emendamento n. A0045. Cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Lo ha presentato il correlatore. Collega, penso sia l'unico. Le orecchie degli altri mi sembrava lo avessero compreso.
Siamo in discussione generale, però non vedo nessuna richiesta di intervento.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Riprendiamo dalla volta scorsa, quando abbiamo spezzato, per ovvi motivi, il dibattito. Io ho sentito, cari colleghi, una serie di cose che credo c'entrino poco con quello che noi oggi andiamo ad approvare e che, in qualche parte, credo facciano anche male alla discussione. Lo dico con tutto il rispetto per chi ha affrontato questa discussione. Oggi stiamo discutendo un progetto di legge importante. Anche perché dietro la scusa dell'ordinamentale, lo diceva prima il collega, si cela ‒ come ormai è buona abitudine in questi ultimi anni ‒ un po' di tutto. Ci si mette un po' di tutto dentro. Non è una semplificazione. Quando bisogna infilare qualche norma, qualche articolo, questi sono i momenti in cui accade. Credo faccia male il fatto di averlo improntato su un tema rigorosamente legato a quello che può essere la caccia, le nutrie, i cinghiali. Credo che il tema sia altro, anche se si parla di caccia.
Intanto vorrei continuare un attimo su quello che dicevamo l'altra volta e provare ad attirare l'attenzione dell'Aula su un passaggio importante di questo progetto di legge, colleghi. In questi anni, e mi rivolgo soprattutto ai membri della Terza Commissione, nell'ultimo anno, avete potuto vedere tutte le cose che non funzionano in quel settore lì. Sono state oggetto di interrogazioni in Commissione, oggetto di onorabili difese d'ufficio fatte da parte dell'assessore Corazzari, che molto spesso non solo non ci convincevano, ma non bastavano a giustificare quello che non si può giustificare. Non possiamo non ricordare le associazioni venatorie che sono insorte quando, due giorni prima, hanno detto loro che rientravano nel bando e chiedevano una rendicontazione impossibile da avere. Se non sai di rientrare nel bando non ti impegni con la spesa e non puoi avere le pezze giustificative. I ritardi dei bandi. Nonostante la delibera di Giunta regionale n. 968/2021 li abbia approvati in maniera regolare ‒ la Commissione ha dato parere favorevole all'unanimità ‒ i ritardi che ci sono stati nella sua approvazione. I Piani faunistici più volte cassati, sempre per lo stesso motivo, dal TAR. Non per motivi diversi. Sempre per lo stesso motivo. Quindi, una sorta di sfida tra Regione del Veneto, parte amministrativa, e TAR. Peccato che vince sempre il TAR, colleghi. Forse dovremmo fare tesoro, essere un po' più furbi e cercare di limare le motivazioni che ci portano ad avere, magari, le ultime giornate di caccia degli anatidi sospese se le sentenze sono ogni anno quelle. Non si può fare "braccio di ferro" contro il TAR e pretendere di vincerlo. Assessore Corazzari, bisogna che qualcuno dei nostri uffici questo se lo metta in testa.
Così come tutto il tema delle comunicazioni avvenute per le vie brevi il sabato pomeriggio per la sospensione della giornata di caccia agli anatidi di gennaio.
Sono tutti elementi – potremmo continuare, Assessore, ma non lo facciamo – che ci fanno capire che la nostra struttura tecnica, per essere eleganti e gentili, è così oberata di lavoro che noi oggi non possiamo andare con questo progetto di legge a darle ben altre quattro o cinque competenze, che prima erano passaggi in capo alla Giunta.
Assessore, di fronte a un Piano faunistico venatorio, partito al 40%, in assenza di regolamenti attuativi nella caccia in zone Alpi, della caccia di selezione, dell'albo dei cani da traccia, tutto il problema della peste suina africana, i nodi delle correttezze nelle nomine nei comitati ATC nei comprensori alpini... Potremmo fare una lista della spesa che forse un carrello sarebbe poco al supermercato. Ci dicono che è una struttura che, dopo un anno, non è riuscita ancora a far decollare il Piano faunistico venatorio. Lo ripeto, fuori da ogni partigianeria: un Piano faunistico voluto da tutti in quest'Aula, con pezzi di strada fatti insieme, pezzi di strada che ci hanno visto divisi, ma che comunque hanno portato ad avere uno strumento che arrivava dopo anni.
Tanto per capirci: i colleghi che hanno seguito i lavori sanno che c'era ancora l'assenza del Passante sulle cartografie. Un Piano che arriva dopo anni, dopo proroghe. Assessore, però siamo in salita. Credo che, anziché essere abili in questo, nell'avere uno strumento licenziato da quest'Aula, farlo proprio, farlo partire in modo veloce, tentando di renderlo operativo, il fatto che meno del suo 50% ad oggi sia stato attuato ci dice, Assessore, che siamo messi non bene. Se prima non avevamo lo strumento, oggi lo abbiamo e non riusciamo a farlo decollare.
È evidente, allora, che c'è un'inefficienza in tutto questo. È evidente che c'è un problema che non è, in parte, politico, finché la politica non fa come gli struzzi, che mette la testa sotto la sabbia. Perché a quel punto c'è una colpa anche politica, che è quella della complicità e dell'inerzia nel non voler intervenire sulle cose che non funzionano. Non è che far finta di non vedere non ci rende complici. Noi oggi, in tutto questo scenario, andiamo a cambiare la legge regionale n. 50.
Adesso, viva la nostra Regione, la nostra legge, il nostro Piano faunistico venatorio, ma vi sembra opportuno che, mentre c'è un cantiere aperto, un cantiere che potremmo definire anche in parte articolato, dissestato, sfortunato, un cantiere che non parte, noi andiamo a progettare un'altra opera sopra e andiamo a toccare la legge regionale n. 50?
Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, che so essere molto attenti su questi temi. Secondo voi, cari colleghi, è cosa di buonsenso questa? Secondo voi, cari colleghi, se fosse cosa di buonsenso, perché le associazioni venatorie personalmente all'Assessore pochi giorni fa hanno dimostrato il loro disappunto su questi temi che ho appena elencato? Non mi risulta essere squisitamente un mondo radicato nella sinistra più intellettuale. No. Però anche loro hanno detto che qualcosa non va. Però anche noi constatiamo ogni giorno, quando facciamo le sentinelle sul territorio, che qualcosa non va.
Cari colleghi, anche questo articolo 25, che pare stia passando un po' in sordina, quello dei Consorzi di bonifica. Cari colleghi, lo ripeto: è stato fatto in quello della Seconda sulla Protezione Civile, è stato fatto in quello delle scuole e lo fanno anche qui. Mettere mani alle risorse evitando una gestione ordinaria, senza dirci perché. Se voi andate a leggere l'articolo e andate a leggere le relazioni dei dirigenti in Commissione, i dirigenti ci dicono che non c'entrano nulla le emergenze. Lo dicono. Siccome la Giunta ogni anno ci dà degli obiettivi, e ce li dà, come sempre, all'ultimo momento, noi dobbiamo trovare un modo per far contenta la Giunta. In questo modo, allora, semplifichiamo. Ma non è semplificare fare una strada che non è percorso ordinario e celarlo dietro il tema dell'emergenza.
Infatti, si dice di aggiungere il 5-ter: "La Giunta regionale definisce con modalità semplificate la gestione dei contributi concessi ai Consorzi di bonifica per la realizzazione di interventi urgenti e indifferibili di minore entità". Qual è la minore entità? Non c'è un riferimento al Codice degli appalti pubblici, non c'è un riferimento a una norma.
Il resto della legge, se andiamo a vedere l'articolo 32, parla solamente di alcuni tipi di risorse da erogare ai Consorzi, tipo il 15% della parte che viene versata, al 3, al 5, ci dice che c'è la tabellazione, ma cosa si intende per indifferibili? Non sono mica risorse in più che date ai Consorzi. Perché qualche furbo va fuori da qua a dire che voi siete gli amici dei Consorzi. No. Sono sempre le stesse risorse, ma in questo ordinamentale chiedete di poterle distribuire al di fuori degli stessi regolamenti che tutelano i Consorzi. Se andate a vedere l'articolo 32, al comma 3 parla delle tabelle. E quelle tabelle sono in millesimi le garanzie dei Consorzi che hanno ogni anno. Vuol dire dare mano libera su un tema dove qualche Consorzio ‒ non si sa chi ‒ sarà più sfortunato e avrà di meno. Non capiremo più come verranno dati questi soldi. Di fronte a un'affermazione dei dirigenti che parlano di semplificazione, noi ci infiliamo dentro la parola "urgenza", senza riuscire a spiegare quale urgenza. Cari signori, guardando non solo l'articolo, ma tutta la legge che scriviamo e tutta la legge di riferimento, la n. 12/2009, e chiudo, Presidente, non c'è nulla su interventi urgenti e indifferibili di entità minore.
Quindi, anche su questo chiedo l'attenzione dell'Aula. Noi abbiamo fatto una manovra emendativa, perché anche qui – e chiudo davvero – cari Consiglieri, soprattutto quelli della Commissione, vi troverete che arriveranno soldi e opere nei Consorzi e la Commissione non saprà più nulla.

PRESIDENTE

È stato depositato l'emendamento n. A0046. Quindici minuti per eventuali subemendamenti.
Non vedo altre richieste di intervento.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ci sono interventi da parte di relatore, correlatore o Assessore? Non ne vedo.
Adesso bisogna passare all'esame degli emendamenti da parte dell'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione.
Sospendiamo i lavori fino alle 12.30 per l'esame emendamenti, che viene fatto qui in Sala del Leone. Sono parecchi emendamenti, colleghi.
Do un'indicazione al Presidente della Commissione: guardate gli emendamenti; se non li avete finiti, alle 12.30 iniziamo comunque con gli emendamenti e poi eventualmente ci saranno altre pause, ma mi auguro che finiate il lavoro fra tre quarti d'ora.
Ci rivediamo in Aula tutti alle 12.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 11.43
La Seduta riprende alle ore 12.37

PRESIDENTE

Colleghi, portiamo ancora un po' di pazienza. I colleghi chiudono un articolo e poi veniamo in Aula a votare.
La Seduta è sospesa alle ore 12.37
La Seduta riprende alle ore 12.41

PRESIDENTE

Se ci accomodiamo, iniziamo con l'articolato.
Relatore e correlatore ci sono, l'Assessore pure, quindi penso che possiamo iniziare.
Mi pare che i colleghi siano anche abbastanza rientrati.
Colleghi, iniziamo.
Siamo sull'articolo 1.
Ci sono degli emendamenti depositati.
Emendamento n. A0038, pagina 1, presentato dalla consigliera Baldin, Capo 1, articolo 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1-quinquies dell'articolo 69 della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 40 , introdotto dal comma 1 dell'articolo 1 del PDLR 188, dopo le parole "La Giunta Regionale" sono aggiunte le parole ", sentita la competente Commissione consiliare".
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si chiede di sentire la competente Commissione consiliare. Come questo ve ne sono altri che vanno nella stessa direzione.
Qui si parla di una questione abbastanza importante. L'esigenza è sentita da più colleghi dell'opposizione. Quando si va a redigere l'elenco regionale delle Comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, secondo noi, è necessario sentire il parere della competente Commissione consiliare.
So che non c'è un parere favorevole, però ci tenevo a illustrarlo a futura memoria.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0038. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A0001 è precluso da quello precedente, perché erano simili.
Andiamo alla votazione dell'articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Emendamento n. A0039, pagina 3, presentato dalla consigliera Baldin, Capo 2, Sezione 1, articolo 2, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
La lettera a) del comma 1 dell'articolo 2 del PDLR 188 è cosi sostituito:
"a) l'alinea del comma 1 è così sostituito:
"1. La Giunta regionale deve avvalersi di una Commissione regionale faunistico-venatoria, di seguito denominata Commissione, quale organo tecnico consultivo in materia di salvaguardia del patrimonio faunistico venatorio, anche in rapporto alla salvaguardia delle produzioni agricole. La commissione è nominata dal Presidente della Giunta regionale ed è composta da:"".
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie.
Qui, in realtà, si chiede alla Giunta regionale di avvalersi della Commissione regionale faunistico-venatoria, di seguito denominata Commissione, quale organo tecnico consuntivo in materia di salvaguardia del patrimonio faunistico venatorio, anche in rapporto alla salvaguardia ‒ quindi, non solo alla gestione ‒ delle produzioni agricole.
Anche qui c'è un parere negativo, però nei successivi emendamenti, che in qualche modo richiamano questo emendamento sulla salvaguardia delle produzioni agricole, c'è un parere positivo. Per cui, ringrazio dell'accoglimento degli altri emendamenti e ritiro questo.

PRESIDENTE

Viene ritirato l'emendamento n. A0039.
Emendamento n. A0005, pagina 4, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 2, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
All'articolo 3 comma 1 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2, le parole: "La Giunta regionale può avvalersi" sono sostituite dalle parole: "La Giunta regionale si avvale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002, pagina 5, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
Alla lettera a) comma 1 dell'articolo 2, dopo le parole "anche in rapporto alla" sono inserite le seguenti parole: "tutela e alla"
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0006, pagina 6, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 2, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
All'articolo 3 comma 1 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2, dopo le parole: "anche in rapporto alla gestione delle produzioni agricole" sono aggiunte le parole: "e alla salvaguardia delle risorse naturali ed ambientali".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0007, pagina 7, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 2, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
All'articolo 3 comma 1 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , cosi come modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2, dopo le parole: "anche in rapporto alla gestione delle produzioni agricole." sono aggiunte le parole: "La Commissione si esprime sulla proposta annuale della Giunta regionale relativa al calendario venatorio di cui all'articolo 16.".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo emendamento serve a dare la possibilità a questa Commissione, costituita da rappresentanti delle associazioni venatorie agricole e ambientaliste, di esprimersi in merito al calendario venatorio regionale. Il calendario venatorio regionale è un atto che la Giunta regionale ogni anno approva per inserire la possibilità di cacciare determinate specie in determinati periodi, naturalmente tenendo conto dell'andamento delle stagioni e della consistenza faunistica di queste specie.
Il calendario venatorio è un atto che ogni anno è soggetto a impugnative da parte di molti soggetti, in particolare da associazioni di tutela ambientale. Quindi, sarebbe opportuno, oltre che utile, che questa Commissione preventivamente potesse esprimersi in modo da far presente alla Giunta regionale quelli che sono i contenuti critici, evitando, così, anche innumerevoli contenziosi che ogni anno si manifestano, portando ‒ come è capitato, tanto per fare un esempio, al calendario scorso ‒ interruzioni dell'attività venatoria, con relative corse all'ultimo minuto da parte della Giunta per ulteriori provvedimenti sul calendario adattativi di quelli che sono i contenuti delle ordinanze o delle sentenze da parte del TAR, che è l'organismo giudicante che si occupa dei ricorsi amministrativi.
Quindi, avere la possibilità di sentire tutte le campane prima, da parte della Giunta, consentirebbe alla Giunta di adottare un calendario più rispettoso delle norme. Finalmente si darebbe la possibilità alle associazioni ambientaliste di dire la propria, visto che, come sappiamo ogni anno da articoli della stampa, l'Assessore incontra le varie associazioni venatorie, ma non incontra mai le associazioni ambientaliste.
Se lo mettiamo per legge, abbiamo una procedura che prevede almeno di ascoltare ‒ mica di prendere ordini, ma almeno di ascoltare ‒ tutte le campane, nessuna esclusa. Questo, tra l'altro, è un principio previsto negli articoli di recepimento della Direttiva Uccelli e della Direttiva Habitat, fatto dalla legge statale n. 157/1992, per l'attività venatoria e la tutela della fauna selvatica. Quindi, non faremo altro che riportare nella nostra legge regionale un principio che già c'è, ma che non è mai stato attuato dalla nostra Regione.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Al netto della parte che ben esplicitava il collega Zanoni sul tema della legge n. 157/1992, del rapporto con le associazioni ambientaliste, credo, colleghi, che questo emendamento sia di buonsenso. Serve anche a noi. Vi spiego perché. Il fatto di discutere alcuni passaggi in Commissione, in quella Commissione dove c'è anche la parte venatoria, ci aiuta ad evitare quegli scivoloni che ormai ogni anno ci rendono ‒ scusatemi la bruttezza con cui lo dico ‒ ridicoli davanti al mondo venatorio. Noi, sistematicamente, ogni anno diventiamo ridicoli davanti al mondo venatorio, quando sistematicamente il TAR ci boccia sempre qualcosa del calendario venatorio. Sempre per gli stessi motivi. A ripercorrere ogni volta il tormentone a gennaio dell'ultima giornata degli anatidi. Dopo il Consigliere dall'altra parte deve dire "poveri cacciatori, hanno pagato, è giusto che recuperino la giornata", quindi bisogna creare uno scontro.
Dopo cosa succede? Lo dico per chi non è membro della Terza Commissione. Quando tu in Terza Commissione dici che succede, è risuccesso e risuccederà, e facciamo capo anche ad alcune di quelle che sono state le indicazioni dell'ISPRA, provocatoriamente, come bene fa da astuto politico, l'Assessore dice: allora dovremmo ascoltare l'ISPRA? No, Assessore. Non stiamo dicendo che bisogna ascoltare l'ISPRA, ma se nelle motivazioni che ti cassano una parte del calendario venatorio il TAR ti tira fuori le motivazioni addotte dall'ISPRA... Non vuol dire che noi dovremmo ascoltare sempre l'ISPRA. Figuratevi se dico che dovremmo ascoltare sempre l'ISPRA. Ma se su quei particolari e squisiti temi i giudici ascoltano l'ISPRA e ci bocciano le giornate venatorie, forse il tema non è quello di ascoltare l'ISPRA, ma di ascoltare i giudici, visto che – non me ne vogliate – ultimamente mi pare, cari colleghi, che il braccio di ferro TAR-Regione Veneto lo stia vincendo sempre il TAR su questi temi.
Cosa succede? Noi non diciamo che dobbiamo ascoltare l'ISPRA. Diciamo, però, che se nelle motivazioni che sistematicamente ti bocciano ogni anno delle giornate, tipo quella degli anatidi nell'ultima settimana di gennaio, il giudice ti dice che la motivazione per cui te lo boccia è quella che tu non hai rispettato non quello che dice ISPRA, ma quelle linee guida di ISPRA su quel particolare articolo, e tu l'anno dopo non le rispetti e te lo riboccia, l'anno dopo non le rispetti e te lo riboccia ancora, forse vuol dire che abbiamo capito che questo braccio di ferro non lo vinciamo e che forse nessuno ha la verità in tasca, ma di fronte a motivazioni addotte da un giudice per darci contro e sospendere, in alcuni giorni, per alcune specie, nella parte soprattutto vallivo-lagunare, quelle giornate di caccia, forse dovremmo imparare ad ascoltarlo.
Cosa c'entra questo emendamento? C'entra, perché ogni volta che inizia il calendario venatorio sistematicamente una parte delle associazioni venatorie, Assessore, ci dice: guardate che anche quest'anno avete fatto così, anche quest'anno ci bocceranno la giornata. Quindi, o loro sono più bravi di chi fa la nostra pianificazione, o loro hanno capito che tra la Regione e il TAR vince il TAR, soprattutto se tu continui a non rispettare le motivazioni che ti dà. Invece, se ci fosse questo passaggio in Commissione, ascolterebbe le associazioni ambientaliste, certo, però ascolterebbe anche i cacciatori, che magari ci ricorderebbero di non rifare lo scivolone che abbiamo fatto l'anno prima. Del resto, in cosa si traduce questa cosa? Si traduce in una cosa pericolosa, si traduce in una cosa molto pericolosa: avviene, come l'anno scorso, che si dà l'informativa al venerdì sera o sabato mattina e i cacciatori pronti per andare a cacciare la domenica – canali ufficiali, non vogliatemene, sabato e domenica non ce ne sono – fanno la rincorsa su WhatsApp a dire di non andare a cacciare perché è successo questo. Questo cosa comporta? Che se c'è qualche persona che magari non ha WhatsApp, è meno tecnologica, va lì a cacciare e si trova uno che gli arriva a dare una multa. Questo dice: ma cosa vuoi da me, sono in regola. Magari quello gli risponde: ti abbiamo dato la multa perché sabato è arrivata l'informativa. Capite che non è modo di comportarsi nei confronti dei veneti, al netto che siano dell'associazione venatoria o ambientalista?
Questa Commissione, quindi, può servire, Presidente, per ricordare anche a chi deve fare la nostra pianificazione che ci sono degli errori da non ripetere.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 2, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Emendamento n. A0023, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 3, comma 2, pagina 8, modificativo, che prevede:
All'articolo 10 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 3, le parole: "La gestione dell'oasi può essere affidata dal dirigente della struttura competente in materia faunistico-venatoria, mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla Giunta regionale" sono sostituite dalle parole: "La gestione dell'oasi può essere affidata dalla Giunta regionale, mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla stessa Giunta regionale" .
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, questo è un emendamento molto interessante per due motivi. Ne abbiamo discusso ampiamente anche prima in Ufficio di Presidenza. Sostanzialmente si chiede di sostituire nel testo le parole "La gestione dell'oasi può essere affidata dal dirigente della struttura competente in materia faunistico-venatoria, mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla Giunta regionale" con le parole "La gestione dell'oasi può essere affidata dalla Giunta regionale, mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla stessa Giunta regionale".
Su questo io vorrei distinguere due momenti e due passaggi alla base del motivo della presentazione di questo emendamento. Il primo è questo. Non è che noi non siamo consoni, come giustamente l'assessore Corazzari ci spiega, che ci debba essere una sorta di divisione, che sta avvenendo anche in altri ordinamentali, tra la parte politica e la parte tecnica. Però, se voi avete sentito la nostra correlazione è evidente – lo dico con il massimo rispetto e senza che nessuno si offenda, d'altronde i membri della Terza Commissione possono confermarlo, perché c'è lavoro e sostanza che argomenta in quest0ultimo anno il lavoro fatto nelle Commissioni su questi temi – che c'è una parte amministrativa che non riesce ancora a far decollare il Piano faunistico. Abbiamo una serie di temi irrisolti. Noi non crediamo, Assessore, che non debba essere fatto questo passaggio, ma crediamo che non siamo pronti per fare questo passaggio.
Noi non siamo contrari al fatto che si debba distinguere la parte politica da quella amministrativa. Peraltro, non me ne voglia, ma è solamente una questione di passaggio di carte, perché i criteri li approva la Giunta, lo schema di convenzione lo approva la Giunta, non è che tu nella convenzione puoi scrivere tanto di diverso da quello che è previsto. Quella è. Non è che si può svegliare la mattina, che sia il dirigente o che sia l'Assessore, e inserire dentro qualcosa che non è previsto né nei criteri, né nello schema. Quindi, è inutile che ci stiamo a nascondere dietro le divisioni dei poteri. No, è molto più semplice, Assessore: vi togliete un impiccio facendolo fare a un altro. E va benissimo. Però, se l'altro che deve fare questa cosa che voi non volete più fare ha già – mettiamola così per essere buoni e gentili – tanto lavoro da fare, e siamo già indietro con le cose che dovrebbero essere già da un anno operative, capite che forse politicamente state appesantendo un vostro ufficio, state prestando il fianco alla minoranza, perché se già dove non si riusciva a portare avanti del lavoro oggi ne diamo altro vuol dire, Assessore, che, se lo scorso anno le interrogazioni sono state diciassette, quest'anno saranno trentaquattro, perché – è evidente – io non ho visto manovre significative per far cambiare il trend di quello che è accaduto, colleghi.
Poi dobbiamo fare i partigiani, dobbiamo difendere gli schieramenti, ma i fatti parlano da soli. Perché le associazioni venatorie dovrebbero andare dalla minoranza a dire: non funziona niente di quello che la maggioranza fa? Perché il consigliere Montanariello, che non ha mai imbracciato un fucile e non è mai andato a caccia, dovrebbe sapere così tanto di caccia, se voi fate le cose bene? Perché dovrebbero venire da noi? Vi stiamo dando la dimostrazione che vengono da noi perché li avete scontentati tutti. Li avete scontentati tutti! Tant'è che questa volta la manifestazione delle doppiette – l'ho annunciata, Presidente, in Commissione – la faccio io a Palazzo Balbi. La faccio io la manifestazione delle doppiette per chiedere le cose che devono essere cambiate. Del resto, non è una questione di colore politico o di chi è a favore o contro la caccia. C'è un Piano che non è partito, votato da tutti, votato da chi non vuole la caccia e da chi vuole la caccia. E far partire quel Piano vuol dire dare tutele a chi non vuole alcune cose nella caccia e altre a chi le vuole.
Oggi, in questo scenario, andiamo ad appesantire una parte amministrativa, che dopo un anno... Signori, ci avete messo quindici anni per fare il Piano e adesso che lo avete non lo fate partire. Interrogatevi. Interrogatevi da soli perché ci avete messo quindici anni per farlo e ora è partito al 40%. Se vuole, Presidente, le elenco tutto ciò che non è partito. Ebbene, noi andiamo a dare altre competenze a questi uffici, che saranno sicuramente – poverini – oberati di lavoro, quindi noi vogliamo dare una mano a questi uffici, dimodoché riescano a superare questo scoglio.
Inoltre chiediamo – ne parleremo più approfonditamente negli emendamenti successivi – di dare informative in Commissione di quelli che sono i criteri. E non lo facciamo, come ha detto l'Assessore, con un ordine del giorno. Dopo spiegheremo il perché. Perché questa cosa svilisce anche il ruolo della Commissione, che deve avere un ruolo politico perlomeno nel venire a sapere – chiudo, Presidente –, prima della pubblicazione sul sito della Regione, quali sono i criteri previsti dalla Giunta, ripeto, prima della pubblicazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ci mancava la manifestazione pro caccia. Non ho dubbi che lei è in grado di farla. Vedremo.
Metto in votazione l'emendamento n. A0023, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Sospendiamo qui la seduta. Riprendiamo i lavori alle ore 14.30.
L'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione si trova in Sala del Leone, alle ore 14, per continuare il lavoro sugli emendamenti. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 13.03
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
La Seduta riprende alle ore 14.47

PRESIDENTE

Colleghi, a breve riprendiamo i lavori.
La Seduta è sospesa alle ore 14.47
La Seduta riprende alle ore 14.56

PRESIDENTE

Invito i colleghi a rientrare. Grazie.
È stato depositato l'emendamento n. A0048 dal correlatore Montanariello. Do cinque minuti per il deposito di eventuali subemendamenti.
Se ci sediamo, per favore, iniziamo i lavori.
Emendamento n. A0018, presentato dai consiglieri Zanoni e Montanariello, articolo 3, comma 2, pagina 9, modificativo, che prevede:
All'articolo 10 comma 4 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come sostituito dal comma 2 dell'articolo 3, dopo le parole: "mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla Giunta regionale," sono aggiunte le parole: "sentita la competente Commissione consiliare,".
Metto in votazione l'emendamento n. A0018, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0024, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 3, comma 2, pagina 10, modificativo, che prevede:
All'articolo 10 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 3, sono soppresse le parole: ", a strutture di iniziativa privata di cui al Titolo IV della presente legge".
Prego, consigliere Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento chiediamo di intervenire sull'articolo 3, dove proponiamo di inserire al comma 2 le parole: ", a strutture di iniziativa privata di cui al Titolo IV della presente legge".
Chiediamo di inserire all'interno una gestione quasi completamente pubblica, questo per una questione di maggior controllo e per evitare anche quelle che spesso sono segnalazioni più o meno riscontrabili, che però si susseguono nel tempo su tutta la gestione di questo istituto. Quindi, proponiamo questo emendamento perché crediamo che la supervisione, oltre che la gestione pubblica, possa aiutare ad avere maggiore trasparenza.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri interventi? Nessuna richiesta di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0024, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento successivo, il n. A0040, presentato dalla consigliera Baldin, è precluso essendo uguale all'emendamento precedente, che non è stato approvato.
Emendamento n. A0019, presentato dai consiglieri Zanoni e Montanariello, articolo 3, comma 2, pagina 12, modificativo, che prevede:
All'articolo 10 comma 4 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come sostituito dal comma 2 dell'articolo 3, le parole: "a strutture di iniziativa privata di cui al Titolo IV della presente legge" sono sostituite dalle parole: "alle Aziende Faunistico-Venatorie di cui all'articolo 29".
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Nel precedente emendamento si chiedeva di escludere la possibilità di questa gestione agli istituti privati, con questo, invece, si prevede di escludere tutti gli istituti privati, tranne che le aziende faunistico-venatorie.
Attualmente la situazione è la seguente: si può affidare la gestione delle aree protette a tutti gli istituti privati, quindi aziende faunistico-venatorie e agroturistico-venatorie, centri pubblici di riproduzione fauna selvatica e centri privati di riproduzione fauna selvatica. Ebbene, con questo emendamento si tolgono tre casistiche e se ne lascia una sola.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. A0019. Parere favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0008 presentato dal consigliere Zanoni, articolo 3, comma 2bis, modificativo, che prevede:
All'articolo 3 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
"2 bis. Dopo il comma 5 dell'articolo 10 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , è aggiunto il seguente comma:
5 bis. Nelle Oasi di protezione, limitatamente ai mesi di marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, è vietata ogni forma di transumanza."
Collega, vuole illustrarlo? Prego, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. A0008 di pagina 13 riguarda la possibilità, per quanto riguarda le oasi di protezione, che è l'oggetto del collegato che stiamo inserendo, di limitare tra marzo e luglio la transumanza in queste aree protette, in quanto in questo periodo la fauna selvatica si riproduce a terra. In particolare, ci sono dei nidi, con delle covate, soprattutto galliformi, come fagiani e quaglie, e poi ci sono le cucciolate delle lepri, in particolare.
Quando arrivano, questi greggi di 100, 200 o 300 pecore distruggono ogni forma di vita animale, di fauna omeoterma, perché sono molto invadenti. Siccome le oasi di protezione sono circa l'1% del territorio di pianura, si propone che almeno in questo 1%, visto che la finalità delle oasi di protezione è la tutela, la sosta e la riproduzione della fauna selvatica, venga vietata, limitatamente a questi mesi, la transumanza, che ha degli effetti veramente molto nocivi.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Invito, per cortesia, tutti a mettersi la giacca, come previsto.
Ha chiesto di intervenire il correlatore Montanariello. Prego, Consigliere.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo molto volentieri. Tra l'altro, è stato elemento di dibattito, questo, come anche degli emendamenti successivi, che vedremo più avanti, e di approfondimento durante l'Ufficio di Presidenza.
Questo emendamento credo sia molto di buonsenso. Effettivamente, il principio per cui vengono create delle oasi di protezione, in questo caso... Dopo ce n'è uno simile che parla delle zone di ripopolamento. Fondamentalmente, che sia oasi o che sia zona di ripopolamento, il principio è lo stesso. Lì ci deve essere un animale con alcune tutele, da una parte per creare oasi e dall'altra anche nell'interesse del principio faunistico-venatorio, quindi del riprodursi per essere cacciato. Quindi, non è una cosa prettamente legata alla protezione. È legata a una visione di animale che deve avere delle condizioni di tranquillità e serenità per potersi riprodurre o per creare un'oasi o per creare un animale che dopo si muoverà ed entrerà nelle zone dove è prevista l'attività faunistico-venatoria.
Come vedete, non è una questione prettamente ideologica. Prende insieme sia la vita dell'animale che deve fare oasi che quella di chi deve fare, dopo, attività faunistico-venatoria.
Noi diciamo che perimetriamo delle aree, decidiamo che delle aree devono essere territori dove ci deve essere questo tipo di attività (proliferare, sviluppare, crescere). È quello il principio dell'oasi e della ZRC: avere animali che crescono, si riproducono. Qualcuno fa oasi, qualcuno viene anche incrociato dall'attività venatoria, ma il principio è la tranquillità di quei siti. Capite bene che nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, che sono i periodi più delicati, dove ci sono le lepri che incominciano ad avere la loro prima attività di svezzamento piuttosto che un'altra serie di animali che hanno necessità di avere un ambiente tranquillo per potersi riprodurre, la transumanza crea, effettivamente, disagi importanti.
Se voi andate a vedere, la transumanza non è solo il passaggio degli animali da quelle aree. Io conosco un po' la materia. Credetemi, transumanza vuol dire che c'è anche un'attività violenta nei confronti della vegetazione circostante. Ci sono alcuni animali che durante la transumanza ‒ soprattutto quelli con alcuni tipi di caratteristiche negli zoccoli o altro ‒ si arrampicano in maniera vera e propria sugli alberi. C'è un'attività di scontro violenta nei confronti della natura che li vede attraversare. D'altronde, se fanno transumanza è perché devono spostarsi per andare a mangiare. Non sono dei delinquenti che si vanno a mangiare la vegetazione che c'è lì. Fanno la loro attività. Capite che questo cozza fortemente con il fatto di avere un'attività che di per sé, per natura, nasce e viene contemplata per poter dare una risposta alimentare a questi greggi di animali e che la risposta alimentare, conditio sine qua non, corrisponde al nutrimento, perché sono erbivori, non si portano il polletto del supermercato o da asporto. Dall'altra parte, in quella vegetazione, che viene dissipata per nutrirli, ci sono all'interno dei nidi e un'attività di cova, in alcuni casi, di animali che devono riprodursi o per oasi o per ripopolamento e caccia. È contraddittorio. Non possono convivere queste cose. O li facciamo riprodurre, perché fanno oasi o perché dopo vanno a finire nell'ambiente venatorio, quindi anche a tutela dei cacciatori stessi, oppure lasciamo che passino i greggi, disfino le tane e mangino i nidi.
Ripeto: non si può dire che non sia così. La parte migratoria è fatta da animali erbivori, che devono necessariamente avere un approccio violento per potersi nutrire. Facendo cosa? Smantellando tutto quel lavoro che anche con la pianificazione regionale ‒ chiudo, Presidente ‒ viene messo in campo. Se come Regione abbiamo dei costi e investiamo risorse per creare delle zone sicure per la riproduzione, è inutile che dopo prevediamo che queste siano calpestate, deturpate e anche sventrate. Ripeto: purtroppo non è colpa di nessuno, ma le attività cozzano l'una con l'altra.

PRESIDENTE

Consigliere Possamai, prego.

Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta per Salvini Premier)

È una proposta che merita un approfondimento. Certo che non può trovare una naturale e idonea ospitalità in una modifica alla legge regionale n. 50 sulla caccia. Credo che potrebbe, questa proposta, trovare le giuste motivazioni e una approfondita discussione nel merito della specifica normativa sulla tutela della transumanza.
Quindi, se mi posso permettere un invito, potrebbe essere quello del ritiro degli emendamenti specifici su questa materia e un approfondimento con la presentazione di idoneo provvedimento, che non sia quello dell'emendamento, per discutere sulla fattispecie proposta dal consigliere Zanoni.

PRESIDENTE

Presidente Andreoli, prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Brevemente, a sostegno di quanto appena detto dal collega Possamai. Sono le stesse cose che avrei detto, poi, sull'emendamento n. A0009, a pagina 16, dove, invece che parlare di oasi di protezione, si parla di zone di ripopolamento e cattura.
La ratio di questi due emendamenti anche a mio avviso è condivisibile negli intenti, negli obiettivi. Effettivamente, è stato un tema riportato anche dagli stessi cacciatori. Dei danni esistono. Dei danni alla fauna che interessa anche i cacciatori avvengono a causa della transumanza, che, tuttavia, rimane un tema identitario, una tradizione identitaria, patrimonio Unesco, se non sbaglio, oggetto di una recente legge regionale, la n. 32/2020. Quindi, sicuramente argomento delicato, argomento identitario per molti dei presenti qui.
Anch'io penso che meriti una discussione un po' più approfondita di quella di un Ufficio di Presidenza, con un emendamento presentato all'ultimo momento. La strada potrebbe essere un PDL di modifica della suddetta legge sulla transumanza oppure potrebbe trovare posto nel prossimo ordinamentale, visto che solitamente uno all'anno riusciamo a sfornarlo.
Comunque, si tratta di un argomento senz'altro interessante. Penso ci si possa lavorare anche insieme. Anch'io propenderei, se i proponenti lo ritengono, a un ritiro per ritrattare l'argomento sotto un'altra veste.
Grazie.

PRESIDENTE

Va bene.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0008. Parere contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'articolo, il consigliere Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, si fa un po' di fatica a votare questo articolo. Spiego i motivi. Intanto, credo che la maggioranza dovrebbe trovare fronte comune nel dirci se è argomento di ordinamentale o no. Se ci dite che non è argomento di ordinamentale non ci dite "ripresentatelo al prossimo ordinamentale".
Presidente, con la stima che le riconosco, colgo l'occasione di questo intervento per richiamare l'ottimo lavoro che lei fa in Commissione. È uno dei primi emendamenti che abbiamo presentato, è lì da dieci giorni ormai. Non è un emendamento presentato oggi.
Collega Possamai, non è come dice lei. Le spiego perché. Oggi non stiamo parlando di transumanza mentre parliamo di oasi. Noi oggi stiamo parlando di oasi. Infatti, l'articolo 3 parla proprio della gestione delle oasi. Non è che quando parliamo della gestione delle oasi e diciamo che uno non deve andare a scaricare lì un rifiuto dobbiamo rivolgerci alla legge sui rifiuti. Diciamo che nella gestione delle oasi non si può scaricare lì un rifiuto.
Noi, oggi, non stiamo parlando di transumanza o di percorsi. Stiamo parlando delle oasi. Diciamo che all'interno delle oasi in quei mesi non ci può essere transumanza. Tant'è, Consigliere, che questo emendamento ha tutti i pareri favorevoli del legislativo, a differenza di qualche altro emendamento sui calibri in zona valliva e lagunare che avete presentato, rispetto a cui vi hanno detto, in quei casi sì, di ritirarli perché non oggetto dell'ordinamentale. Ma questo è oggetto dell'ordinamentale. Non c'è mica nessun parere negativo. Non è vero che si parla di transumanza.
La verità è che, siccome voi maggioranza avete un'idea divisa su questo, e in Commissione è emerso come una parte della maggioranza voglia tutelare le oasi e le ZRC dalla transumanza, ed è emerso palesemente nel dibattito della Commissione, oggi si tenta di prendere tempo dicendo che stiamo parlando di transumanza. Non è vero. Non stiamo mettendo mani alla legge sulla transumanza. Stiamo parlando delle oasi e stiamo dicendo chi all'interno delle oasi può gestirle, se il soggetto pubblico o privato, chi può fare il prelievo, chi può passare, chi deve controllare, chi deve vigilare. Vedremo più avanti nelle ZRC chi deve fare i censimenti. Qualche emendamento diceva anche di usare strumenti consoni, a poco impatto ambientale.
Quindi, non è vero che stiamo parlando di transumanza. Stiamo parlando di oasi. Come abbiamo deciso, colleghi, all'interno delle oasi chi deve fare il controllo, chi deve fare la gestione, chi deve passare, che titolo devono avere, l'esame che devono passare, stiamo decidendo chi passa. Tant'è che non mi pare che, quando abbiamo parlato dei titoli che deve avere il soggetto che deve andare a controllare in alcuni casi, abbiate detto: "No, Montanariello, dobbiamo rivedere la legge sui requisiti per...". Non è che quando siamo andati a decidere chi deve controllare all'interno delle oasi avete detto: "No, Montanariello, dobbiamo andare a rivedere la legge che decide chi sono i soggetti privati che si possono accreditare alla gestione, se sono aziende faunistico-venatorie o se sono aziende di...". No, no. Solo che se arriviamo sulla transumanza, lo sapete anche voi che abbiamo ragione.
Colleghi, vuol dire dissipare il lavoro, le risorse e le energie che mettiamo in campo con una mano, dissiparle con l'altra. È inutile che investiamo sulla riproduzione degli animali, sia per fare oasi sia per fare materiale che va dopo incontro alle esigenze faunistico-venatorie, perché le ZRC dopo non è che rimangono lì a fare oasi, diventano materiale cacciabile, diventano un soggetto cacciabile.
È inutile che investiamo risorse e decidiamo chi deve gestirla. Come ben diceva prima anche il collega Pan, è giusto che sia gestita da uno... Sono visioni diverse, che però ci portano a un dibattito su qualcosa che viene fatto con i soldi pubblici.
Facciamo tutto questo ragionamento, decidiamo chi controlla, chi tutela, chi spende, chi va e chi viene e dopo, però, se diciamo "non andiamo a calpestarli nel periodo di riproduzione" diciamo "è tema di transumanza". Non è tema di transumanza.
Il Legislativo – andate a leggere le carte – dice chiaramente che questo emendamento è del tutto accoglibile. È una volontà politica non farlo.

PRESIDENTE

Può chiudere? Grazie.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente.
Avremmo voluto perseguire un interesse comune. Qui veramente c'è un interesse comune tanto ambientalista quanto venatorio, perché sono oasi e ZRC. Avremmo voluto mettere insieme queste due cose votando favorevolmente, ma mi pare che le disquisizioni della maggioranza ci portano a dover fare un buon servizio con questo articolo nell'ordinamentale. Quindi, voteremo contrari.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 3, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 4 e agli emendamenti relativi.
Emendamento n. A0025, pagina 14, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 4, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 10 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 4, le parole: "La gestione delle zone di ripopolamento e cattura può essere affidata dal dirigente della struttura competente in materia faunistico-venatoria, mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla Giunta regionale" sono sostituite dalle parole: "La gestione delle zone di ripopolamento e cattura può essere affidata dalla Giunta regionale, mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla stessa Giunta regionale".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0025. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0020, pagina 15, presentato dai consiglieri Zanoni e Montanariello, articolo 4, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 11 comma 4 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come sostituito dal comma 2 dell'articolo 4, dopo le parole: "mediante criteri e schema di convenzione approvati dalla Giunta regionale," sono inserite le parole: "sentita la competente commissione consiliare".
Metto in votazione l'emendamento n. A0020. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0009, pagina 16, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 4, comma 2bis, modificativo, che prevede:
All'articolo 4 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
"2 bis. Dopo il comma 5 dell'articolo 11 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , è aggiunto il seguente comma:
5 bis. Nelle Zone di Ripopolamento e cattura, limitatamente ai mesi di marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, è vietata ogni forma di transumanza."
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Dispiace che l'emendamento precedente sulle oasi non sia stato votato.
Le spiegazioni che sono state date dal Presidente della Commissione e dal collega Possamai non mi hanno convinto.
Questa è una facoltà che abbiamo, quella di inserire questa norma in questo ordinamentale, perché si tratta proprio di intervenire in articoli dove si parla delle zone di ripopolamento e cattura.
Nelle zone di ripopolamento e cattura è vietata la caccia per consentire alla fauna di riprodursi. Poi viene attuata una pratica, che è quella della cattura a fine anno, in particolare delle lepri, che poi vengono immesse nei territori dove si caccia e dove le lepri sono scomparse, naturalmente, per effetto dell'attività venatoria.
In queste aree dedicate alla riproduzione della fauna selvatica, ma contemplate anche nelle aree che la Direttiva Uccelli ci ha chiesto di proteggere, quali, appunto, le aree dove migrarono gli uccelli migratori, soprattutto nel periodo di riproduzione, ci devono essere tutte le tutele per tutelare i nidi, i piccoli nati e i cuccioli della fauna selvatica, dei mammiferi.
Come prima detto, queste greggi, quando passano in queste aree, non lasciano nulla, nel senso che sono molto invasive. Tant'è vero che, colleghi, il divieto di transumanza in primavera nelle aree, ad esempio, di Rete Natura 2000, è già attivo. Qui si trattava di inserire una norma, chiesta anche dagli stessi rappresentanti del mondo venatorio, che hanno a cuore, naturalmente per un interesse diretto che in queste aree si riproducano nella fattispecie le lepri, che poi vengono liberate nelle aree cacciabili. Oltre alle lepri, si riproducono a terra anche altri uccelli, come il fagiano, la quaglia, l'allodola e altre specie protette, soprattutto nel periodo di riproduzione.
Ecco perché, per quanto riguarda in particolare le zone di popolamento e cattura, che costituiscono poco più del 10% del territorio di pianura, si chiedeva di mettere nero su bianco questo divieto per tutelare, da una parte, la fauna selvatica, nel rispetto delle norme nazionali e anche europee, e, dall'altra, gli interessi venatori affinché questa fauna si riproduca.

PRESIDENTE

Consigliere Possamai Gianpiero, prego.

Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ribadisco quanto espresso precedentemente. Lo scopo è soprattutto quello di non creare confusione istituzionale nell'inserimento di questa normativa, qualora trovasse un percorso di positività da parte del Consiglio regionale, in un provvedimento organico, nella normativa specifica della tutela e della gestione dell'attività di transumanza.
Ripeto, è una discussione utile, perché sussiste questo tipo di problematica, ma è anche opportuno valutarla valutando tutti gli altri aspetti, magari mediante la presentazione, anche da parte del collega, di un idoneo provvedimento che proponga la valutazione di queste sue proposte in maniera completa.

PRESIDENTE

Ho sbagliato.
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ne ha facoltà.

PRESIDENTE

È che l'ho sentita talmente tanto oggi che pensavo avesse fatto l'intervento anche su questo.
Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Il tema è interessante.
Colgo lo spunto del presidente Ciambetti, sempre molto attento, per dire che l'approccio che noi oggi stiamo avendo è un approccio non ideologico, ma estremamente tecnico, politico, tecnico con i nostri limiti, sia chiaro, perché non siamo tecnici, nel tentare di migliorare l'attività che in qualche modo in Veneto viene svolta e che troppo spesso genera conflittualità tra le parti.
Oggi, Presidente, ci accorgiamo che le esigenze del mondo sempre più ambientalista sono le stesse del mondo venatorio. Forse questo ordinamentale sta facendo passare in sordina un messaggio importantissimo: c'è talmente malfunzionamento in questa Regione nell'attività venatoria, Presidente, che siete riusciti, all'interno della Regione Veneto, a mettere insieme gli ambientalisti con i cacciatori, dove tutte e due le categorie chiedono che qualcosa funzioni. Che cosa decidetelo voi. Però, caro collega, siamo riusciti a mettere insieme queste due parti.
Credo, presidente Ciambetti, che il caso Veneto vada studiato, perché le cose funzionano talmente male sulla caccia che sia gli ambientalisti che i cacciatori, le due ali del Consiglio, stanno dicendo: "Per favore, potete far funzionare qualcosa?". Almeno, se funziona qualcosa, sappiamo quello che si può fare e quello che non si può fare.
Collega Possamai, le ripeto, non esiste un altro strumento. Non deve dirlo per tentare di mettere il cuore in pace e magari dire all'interno dell'equilibrio della maggioranza, dove avete due visioni diverse: "va bene, dai, lo rifaremo". Non c'è un altro strumento. È questo. Non puoi parlare di divieti di passaggio nelle ZRC o nelle oasi andando a intervenire su chi passa. Su una strada tu metti il divieto di chi deve passare, ma non vai mica a valutare caso per caso, patente per patente. No, c'è un divieto e non si passa.
Noi, con questa legge, con la legge n. 50, normiamo le oasi? Sì. Con la legge n. 50 normiamo le ZRC? Sì. Con la legge n. 50 decidiamo chi controlla? Sì. Decidiamo chi preleva? Sì. Decidiamo chi gestisce? Sì. E decidiamo anche chi può passare. Tant'è che io farei, in maniera sana, una bonaria scommessa. Non si scommette, io sono contro il gioco, ma io farei una sana scommessa che se noi vogliamo ritornare su questo argomento come magari lo farà l'anno prossimo qualcuno della maggioranza lo farà andando a ritoccare la legge n. 50, perché quello è lo strumento. Lo strumento delle oasi e delle ZRC è la legge n. 50.
Ripeto, non è che se dici che non puoi buttare un sacchetto dell'immondizia per strada cambi il Codice della strada. Lo fai attraverso il regolamento su come si conferiscono i rifiuti. Quello è.
Collega Possamai, non ci siamo riusciti prima con le oasi, fermatevi almeno con le ZRC. Tentate di non avere questo approccio che non è giusto nei confronti della caccia, perché devastate quel prodotto che dopo viene immesso nel materiale cacciabile, succede con le oasi perché andate a distruggere tutti quei cuccioli che devono riprodursi e crescere.
Presidente Ciambetti, chiudo con una provocazione. Se dobbiamo investire risorse regionali per le oasi e per le ZRC e dopo nel momento di loro massima delicatezza, dopo che abbiamo deciso chi controlla, chi le gestisce, chi fa i prelievi, chi le cura e con che codice devono essere controllate e che esami deve sostenere chi le controlla, mandiamo un gregge a distruggere tutto ed eliminiamo le oasi e le ZRC. Eliminiamole! Evitiamo di spendere denari pubblici con tutte le cose che ci sono da fare. Guardate che è una provocazione, ma va nell'interesse dell'erario pubblico. È inutile che cresciamo la pianta e dopo, quando è delicata, la mettiamo al sole e non le diamo l'acqua.
Chiudo, Presidente. Ho visto che ha già acceso il suo microfono. Quando c'è la lucina...

PRESIDENTE

Vedo che lei arriva sempre oltre.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Già questa mattina avevo fatto un cenno su questo tema, che va affrontato con una certa razionalità e coerenza, anche con provvedimenti per decidere cosa vogliamo tutelare, perché se vogliamo tutelare una riserva per i cacciatori è una cosa, se vogliamo tutelare la natura è un'altra cosa.
Adesso facciamo la politica per il problema delle lepri quando giusto venti giorni fa attraversavo i vigneti in località Illasi, proprio in mezzo alle campagne di vigneti e in una notte ben tre lepri hanno attraversato la strada. Ce ne sono anche troppe.
Sono stato da un produttore, il quale si lamentava perché la sua azienda è all'interno di un'area di ripopolamento e mi ha dimostrato i danni. Sta facendo causa alla Regione, chiedendo centinaia di migliaia di euro di risarcimento danni perché non riesce più a piantare le viti, poiché vengono subito mangiate da un numero troppo elevato di lepri. Ci sono anche questi problemi. Quindi, non bisogna penalizzare per questo la transumanza, perché non ci sono lepri. Lepri ce ne sono, purtroppo, anche troppe in certe zone e vengono ripopolate in maniera eccessiva all'interno anche delle aziende agricole. Occorre, dunque, scendere con i piedi per terra.
Credo, e lo ripeto per l'ennesima volta, che dobbiamo invece riattivare la discussione sui percorsi di transumanza, tutelarli, magari nel frattempo stabilire anche... Io non vedo greggi dappertutto, non vedo – finché durano ben vengano – l'invasione delle greggi. Vedo semmai dappertutto l'invasione delle lepri, quelle le trovo ovunque. C'è carenza di tutto tranne che di lepri e di tanta altra fauna più o meno selvatica o immessa dall'uomo. Quindi non facciamo catastrofismi ed evitiamo di colpire sempre i più deboli.
La transumanza dalle campagne non può passare, nelle aree a fianco dei fiumi non può passare. Siamo più coerenti se non votiamo la legge e votiamo invece la legge per la distruzione della transumanza. Chiudiamo tutto, quindi andiamo contro ciò che abbiamo già votato una volta, se alla fine questo è il problema. Ma i problemi sono ben altri. Ripeto, io ho fatto, giusto dieci giorni fa... C'è un'azienda che è inviperita con la Regione e con tutti e stiamo cercando di parlare con l'ambito perché all'interno quest'azienda – lo hanno dimostrato e stanno andando per vie legali – stiamo provocando danni enormi per una iperpopolazione di lepri, laddove non si può neanche andare a cacciare all'interno dei vigneti. Quindi, le fanno popolare nei vigneti e poi non vanno neanche a cacciarci dentro, perché la legge non lo permette.
Stiamo veramente affrontando i temi un tanto al metro. Bisogna invece affrontarli con un certo equilibrio e guardare effettivamente quali sono i problemi. Quindi, io sono fortemente contro ogni limitazione alla transumanza anche all'interno di queste aree praticamente protette. La transumanza si fa tutta nei pascoli di montagna; se vogliamo il parco e l'area protetta non la facciamo più neanche nel pascolo di montagna, per quattro uccelli e spesso per un motivo che è solo di ripopolamento per qualche cacciatore. Non prendiamoci in giro.
Bene la riduzione delle distanze; bene la riduzione per cacciare, ma perché la fauna è in sovrannumero, in sovraccarico. Credetemi, non siamo carenti di fauna selvatica, ce n'è forse troppa e sta facendo danni. Il problema è trovare il giusto equilibrio. Quindi, lasciamo stare questo tipo di norme che sono puramente ideologiche e che vanno a distruggere una tradizione come quella della transumanza, che noi stessi abbiamo voluto tutelare in quest'Aula.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0010 presentato dal collega Zanoni, pagina 17, articolo 4, comma 2bis, modificativo, che prevede:

All'articolo 4 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
"2 bis. Dopo il comma 5 dell'articolo 11 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , è aggiunto il seguente comma:
5 bis. Durante le operazioni di cattura delle lepri è vietato l'utilizzo di botti o petardi."
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che ho presentato per evitare che ci siano casi di utilizzo di botti e petardi quando vengono catturate le lepri nelle zone di ripopolamento e cattura. Lo vieta l'ISPRA, ma lo vietano anche tutti i protocolli della Regione. Purtroppo, è un'abitudine negativa, anche perché queste catture vengono effettuate in aree vietate e normalmente in periodo di caccia aperta. Quindi, spaventare tutto il resto della fauna, soprattutto i volatili, comporta farla uscire da queste poche aree protette che abbiamo.
Pertanto, è bene che se c'è questa attività autorizzata di cattura delle lepri, non venga effettuata tramite l'esplosione di botti e petardi.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Dobbiamo capire quali sono queste aree di ripopolamento e cattura. Un conto è se è un'area protetta, un'area limitata, ma se mettiamo i terreni coltivati a vigneto, dove mi distruggono tutto, io agricoltore non posso neanche tutelarmi, non posso nemmeno difendermi da un danno derivante da capricci degli altri? Io non ci sto su questa norma. Abbiamo aree di ripopolamento e cattura che sono aree già coltivate a vigneto da decenni. Qui facciamo un'area protetta nell'azienda degli altri e la Regione non paga i danni.
Io non sono d'accordo se l'intenzione è di approvare questa norma. Sarei d'accordo se fossero solo aree fuori dal contesto produttivo. È un altro discorso, quello va bene. Ma è diverso all'interno delle aziende private; credo che debbano essere tutelate anche le aziende. Di fronte a una passione e di fronte a chi lavora per guadagnare la pagnotta bisogna stare dalla parte di chi lavora per guadagnare la pagnotta.
Se la norma vale per le altre aree, come ha detto il collega Zanoni, va bene, si può fare, si può prevedere che si evitino gli spari. Ma se io uso lo sparo per allontanare i conigli, le lepri che stanno invadendo il mio vigneto, spendo decine di migliaia di euro per l'impianto e l'anno dopo trovo tutto rasato al suolo, come è successo, e ve lo posso dimostrare, non possono vietarmi di difendermi di fronte a un'imposizione che non è naturale, ma imposta da altri che mi portano addirittura le lepri per farle ripopolare. Questo non può essere.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Intervengo ora, non interverrò dopo.
Vorrei dare una brutta notizia al collega: quando dice che dobbiamo stabilire quali sono le zone di ripopolamento e cattura, è già stabilito, c'è già una cartografia. Vorrei ricordare al collega che quelle cartografie le ha votate anche lui, l'anno scorso, con il Piano faunistico-venatorio.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, la prego di lasciar parlare chi ha chiesto la parola. Grazie.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Sarò molto breve.
Qui continuiamo a parlare, ma se qualcuno ci sente da casa – e qualcuno ci sta seguendo sicuramente – crederà che oggi siamo venuti qui come Giotto, con pennello e tela, a disegnare delle aree astratte. Le aree di zona ripopolamento e cattura e le oasi esistono già. Le piantine sono allegate al Piano faunistico-venatorio; ci sono e, ahimè, collega Valdegamberi, le ricordo che su quella legge, con quelle cartografie allegate, lei ha votato "sì", io ho votato "no". Quindi, dovrebbe spiegare ai proprietari di quei vigneti che, grazie anche al suo voto, si verificano i disagi che oggi viviamo.
Non aggiungiamo niente, anche perché – consentitemi, altrimenti la discussione prende un taglio quasi imbarazzante e io ci tengo quando si parla di cose importanti – non è che se ci sono tante lepri, come dice lei, in un vigneto il modo per non averle più è far passare un gregge di capre o di mucche. Le posso garantire che, se passa un gregge di capre nei vigneti, queste vi si arrampicano e mangiano tutto. Guardi, le posso garantire che è così. Quindi, non è che lei tuteli il vigneto dicendo che la lepre deve essere abbattuta dal gregge di tori che passa in mezzo, perché dopo il passaggio non esisterebbe più non il vigneto, ma tutta l'azienda agricola. Forse dobbiamo rivedere degli strumenti. Non le dico che non può essere così, ma non è che l'abbondanza di lepri la si combatte facendo passare il gregge. Non è così.
Soprattutto le ricordo che nella transumanza parliamo di animali erbivori – ditemi se sbaglio – spesso ghiotti di quel tipo di vegetazione dolce, non quella secca, ma vegetazione verde. Se la transumanza passa in un vigneto non uccide le lepri, uccide l'economia del vigneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Solo per una specificazione riguardo a questo emendamento, che prevede il divieto di utilizzo di botti o petardi durante le operazioni di cattura delle lepri. Già da normativa vigente è prevista l'impossibilità di utilizzare botti e petardi. Qui viene solamente specificato.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 4, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 5.
Emendamento n. A0021 presentato dai colleghi Zanoni e Montanariello, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:

All'articolo 17 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 5, dopo le parole: "e per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale, provvede" sono inserite le parole: ", sentita la competente commissione consiliare,".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0021. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla collega Guarda, pagina 19, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
Il secondo e il terzo periodo del comma 2 dell'articolo 17 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , come sostituito dal comma 1 dell'articolo 5, sono così modificati:
"Tale controllo viene praticato selettivamente mediante l'utilizzo di metodi ecologici.
Esclusivamente nel caso di comprovata e documentata inefficacia dei metodi controllo ecologico impiegati, la Giunta regionale può autorizzare piani di controllo numerico mediante abbattimento o cattura, sentito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per i casi di selezione in aree urbane, previo parere della competente commissione consiliare."
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si producono due interventi principali a questa norma che prevede il recepimento, con modifiche, della normativa nazionale in merito al controllo della fauna selvatica anche all'interno di aree urbane. Quindi, indicando come i metodi ecologici di controllo debbano essere quelli di prima istanza, si richiede che il passaggio ai metodi non ecologici, quindi l'abbattimento, avvenga dopo una accurata verifica delle motivazioni dell'inefficacia, quindi con una documentazione che attesti l'utilizzo di metodi ecologici e l'analisi scientifica del motivo per cui non hanno funzionato.
Si chiede, inoltre, di intervenire e di interloquire con il Comitato provinciale per la sicurezza per quanto riguarda gli interventi di abbattimento all'interno delle aree urbane. Non è possibile che politicamente si accetti di attivare sistemi di selezione, tramite abbattimento, in aree urbane, quindi con l'utilizzo di armi, senza sentire il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, indicandolo per legge, non prevedendolo quindi come facoltativo, e invece si richieda una grande attenzione al tema della sicurezza in ambito urbano.
Ricordo che nelle scorse settimane abbiamo approvato anche degli atti per facilitare il lavoro di chi si occupa della sicurezza di prossimità. Ebbene, di questo tema si parla anche in termini di sicurezza di prossimità. È il motivo per cui mi rammarica moltissimo vedere come questo intervento, che mira ad esplicitare in norma queste necessità, sia stato derubricato e non accolto.
Le motivazioni secondo le quali si dice di no semplicemente perché questo è il recepimento di una normativa nazionale non funzionano, per la semplice ragione che il recepimento avviene con delle modifiche, altrimenti non occorreva nemmeno inserirlo all'interno dell'ordinamentale.
Per questo motivo spero che l'autonomia del Consiglio regionale, questa volta o le prossime, possa vedere dei Consiglieri di maggioranza capaci di analizzare in maniera autonoma un intervento che, in questo caso, si incardina in particolar modo rispetto alla questione legata alla sicurezza.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0041 presentato dalla collega Baldin, pagina 20, capo 2, sezione 1, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
AI comma 2 dell'articolo 17 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , modificato dal comma 1 dell'articolo 5 del PDLR 188, le parole "selettivamente di norma" sono sostituite dalla parola "esclusivamente".
Prego, consigliera Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si chiede che il controllo sulla fauna selvatica avvenga con soli metodi ecologici. Quindi, bisognerebbe togliere le parole "selettivamente di norma" e sostituirle con la parola "esclusivamente", proprio per evitare qualsiasi discrezionalità in tal senso.
Visto che ci sono presento anche l'emendamento successivo, che riguarda sempre i controlli, con i Piani di controllo, appunto, che prevedono l'abbattimento e la cattura. Io vorrei togliere la parola "abbattimento" e prevedere solo la cattura.
Siamo profondamente contrari all'abbattimento, in questo senso, ma so che c'è un parere, purtroppo, negativo.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0041. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0042, presentato dalla collega Baldin, che lo ha appena illustrato, capo 2, sezione 1, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
AI comma 2 dell'articolo 17 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , modificato dal comma 1 dell'articolo 5 del PDLR 188, il terzo periodo è così sostituito:
"Qualora i metodi di controllo impiegati si rivelino inefficaci, la Giunta regionale può autorizzare, sentiti l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nonché la competente commissione consiliare, piani di controllo numerico mediante cattura".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0042. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0011, pagina 22, presentato dal collega Zanoni, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 5, dopo le parole: "Qualora i metodi di controllo impiegati si rivelino inefficaci, la Giunta regionale può autorizzare," le parole: "sentito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale" sono sostituite dalle parole: "su parere favorevole dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Qui si sta parlando di interventi di controllo che poi possono essere effettuati anche su aree protette, al di fuori dei limiti previsti dall'attività venatoria.
Si tratta di un'attività molto delicata, che viene consentita in deroga. Sono piani di abbattimento, in realtà si va ad uccidere questa fauna selvatica che si ritiene dannosa. Essendo la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato, la norma scritta che andiamo a votare oggi prevede di sentire l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l'ISPRA, è un'agenzia governativa che dà dei pareri tecnico-scientifici allo Stato e alle Regioni. In questo caso, la norma così scritta prevede che sia sentito l'ISPRA. Invece, per piani così delicati, da effettuarsi in deroga alle leggi, con l'uso di armi da fuoco, è bene che l'autorizzazione sia data con parere favorevole.
Quindi, l'intenzione di questo emendamento è far sì che si possa consentire quello che viene previsto da questa norma su parere favorevole dell'ISPRA.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, l'emendamento del collega oggi assume un carattere che, secondo me, ci deve vedere riflettere, non cestinarlo. E vi dico perché, colleghi. Negli ultimi due anni, la giornata di gennaio – lo dicevamo, Presidente, questa mattina – di caccia degli anatidi è stata sospesa, per il motivo che si richiamavano direttive ISPRA che noi non avevamo ascoltato.
Allora, non è che ci sia qui la scuola ideologica di chi dice sempre la verità e di chi deve farla sempre. Però, se, come dicevamo questa mattina, il giudice il primo anno prende quella come motivazione e nel braccio di ferro tra giudice e Regione vince il giudice, se l'anno dopo noi non riascoltiamo quella linea guida, il provvedimento viene nuovamente impugnato e nel braccio di ferro tra giudice e Regione vince il giudice, forse dovremmo cominciare a pensare che, se la linea che in qualche modo viene messa a terra è quella di non andare contro alcuni princìpi che vengono dettati da questo Istituto, è meglio. La chiudo, è inutile anche farla lunga, poiché non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Ma vi rendete conto che per non ascoltare queste cose ogni anno creiamo un danno economico, la gente si prepara per andare a caccia e il sabato pomeriggio sospendono l'attività, creiamo caos, creiamo una mancanza di regole chiare tra chi la vede in un modo e chi la vede in un altro? E ci troviamo ogni volta ad essere in una situazione anche un po' imbarazzante. Presidente, può succedere di sbagliare, e solo chi non lavora non sbaglia, ma sbagliare ogni anno perché tentiamo di fare il braccio di ferro con i giudici... Tra l'altro, vi do una brutta notizia: finora hanno vinto sempre i giudici e le motivazioni erano legate al fatto che noi su questo non avevamo ascoltato l'ISPRA.
Cominciamo a pensare che non siamo onnipotenti, quindi quando decidiamo una cosa al di sopra di noi non ci sono regole, né possiamo fare quello che vogliamo. Presidente, mettiamo la nostra attività legislativa in rete con quegli altri soggetti, in modo che si possa creare quell'armonia che fa sicuramente del bene ai cittadini veneti, sia a chi non pratica l'attività venatoria, sia a chi la pratica. In questo caso, ripeto, facciamo un capolavoro, mettiamo a terra insieme un prodotto che non va bene né all'uno né all'altro. Mi chiedo: ma l'interesse pubblico dove sta?

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Sul calendario, non siamo onnipotenti ma cerchiamo di motivare le nostre scelte. Per questo ci siamo sempre discostati dal parere che obbligatoriamente dobbiamo richiedere all'ISPRA, che sempre, anche quest'anno, ci prescriveva di chiudere la caccia agli acquatici, quindi agli anatidi, non alla chiusura della stagione di caccia, ma prima, circa il 20 gennaio.
Quest'anno abbiamo formulato una serie di motivazioni, facendo tesoro anche delle risultanze dell'istruttoria dei precedenti contenziosi, che sono sempre stati accolti dal TAR, con le associazioni ambientaliste. Resta inteso che noi abbiamo motivato i nostri provvedimenti e ci siamo discostati motivatamente dal parere dell'ISPRA.
Il consigliere Montanariello dice che non siamo onnipotenti e dobbiamo seguire il parere di ISPRA. Noi siamo, invece, convintamente assertori di una posizione diversa, che è motivata dai dati che ci derivano dalla situazione venatoria e faunistico-venatoria della regione del Veneto.
Abbiamo fatto anche quest'anno una proposta di chiusura agli acquatici, agli anatidi, al 31 gennaio, quindi alla chiusura della stagione venatoria, perché pensiamo che tale proposta sia supportata anche da un punto di vista scientifico. Quindi, non è in nessun modo accoglibile il fatto di dover pedissequamente accondiscendere a quello che è un parere ISPRA su cui c'è molto da discutere. Abbiamo formulato tutte le osservazioni che noi riteniamo siano esaustive per fondare la nostra decisione.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0011. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. A0036 di pagina 23.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo ritiro perché l'ho riformulato e ripresentato dopo, il n. A0048.

PRESIDENTE

Mi pare sia stato un lavoro fatto anche in Commissione.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, l'abbiamo fatto...

PRESIDENTE

Quindi, la Commissione lo ha già visto.
Emendamento n. A0048 presentato dal consigliere Montanariello, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'art. 17 comma 2 bis della legge n. 50/1993, così come inserito dal comma 2 dell'art. 5, dopo le parole: "i piani di controllo numerico cui al terzo periodo del comma 2 sono attuati dai cacciatori" è aggiunta la parola "prioritariamente" e prima della parola: "iscritti".
Metto in votazione l'emendamento n. A0048. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0046 del relatore, pagina 23 bis, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "sono attuati dai cacciatori iscritti negli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini" sono inserite le seguenti: "e quelli iscritti negli istituti venatori privati".
Non vedo richieste di intervento.
Prego, collega Andreoli.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Molto semplicemente, l'emendamento integra l'elencazione nel passaggio in cui si parla dei cacciatori iscritti agli ambiti territoriali di caccia e ai comprensori alpini. Aggiungiamo anche quelli iscritti agli istituti venatori privati, ovvero le aziende faunistiche venatorie e le aziende agro-turistiche venatorie.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0046. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0027, pagina 24, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 5, dopo le parole: "che abbiano frequentato" sono inserite le parole: ", superando apposita prova finale d'esame,".
Non vedo interventi.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto, Presidente.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0027. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0026, pagina 25, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2 bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 5, dopo le parole: ", che abbiano frequentato" è aggiunta la parola: "specifici".
Non vedo richieste di intervento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, se io non vedo richieste di intervento, vado avanti senza aggiunte.
Metto in votazione l'emendamento n. A0026. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0028, pagina 26, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2 bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 5, dopo le parole: "che abbiano frequentato corsi di formazione" sono soppresse le parole: "autorizzati dal dirigente della struttura regionale competente in materia faunistico-venatoria".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0028. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0029, pagina 27, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2 bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 5, dopo le parole: "e previa frequenza del" è aggiunta la parola: "specifici".
Metto in votazione l'emendamento n. A0029. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0030, pagina 28, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2 bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 5, dopo le parole: "e previa frequenza dei corsi di formazione" sono soppresse le parole: "autorizzati dal dirigente della struttura regionale competente in materia faunistico-venatoria".
Anche in questo caso, non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0030. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0031, pagina 29, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 5, comma 2, modificativo, che prevede:
All'articolo 17 comma 2 bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dal comma 2 dell'articolo 5, dopo le parole: "e previa frequenza dei corsi di formazione" sono aggiunte le parole: ", superandone il relativo esame finale,".
Metto in votazione l'emendamento n. A0031. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 5, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Non ci sono emendamenti.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Semplicemente lascio a verbale il voto di astensione per l'articolo precedente. Chiedo scusa.

PRESIDENTE

Grazie.
Come dicevo, l'articolo 6 non ha emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 7.
Emendamento n. A0037, pagina 30, presentato dal collega Lorenzoni, articolo 7, comma 11, modificativo, che prevede:
All'articolo 7 di modifica del comma 11 dell'articolo 20 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , dopo la parola "Gli appostamenti" è soppressa la parola "fissi".
Collega Lorenzoni, è un suo emendamento.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Intervengo su quello successivo.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0037. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0012 del collega Zanoni, pagina 31, articolo 7, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 20 comma 11 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come modificato dal comma 1 dell'articolo 7, la parola: "fissi" è sostituita dalle parole: "fissi e temporanei".
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, credo che la norma che stiamo esaminando sia la più odiosa tra quelle proposte da questo ordinamentale. Abbiamo una legge approvata trent'anni fa che prevedeva determinate tutele. Nessuno mai si era permesso di toccare questa tutela di rispetto dei 250 metri dalle aree protette, oasi e zone di ripopolamento e cattura, nemmeno nei tempi di Berlato. E voi sapete chi era Berlato e cosa rappresentava per il mondo più estremista della caccia. E dopo trent'anni adesso andate a mettere mano a una norma che non aveva mai nuociuto a nessuno e che serviva a tutela della fauna selvatica in queste aree protette, ma anche a tutela degli stessi cacciatori, che se si avvicinano troppo a queste aree, mettono l'appostamento di caccia a confine e sparano a qualcosa che cade dentro o che è dentro a queste aree protette commettono un reato. Era quindi una norma a tutela di tutti: fauna selvatica, legalità, chi esercita l'attività di caccia. Quest'anno sono trent'anni dall'approvazione di quella legge. E credo che quelli che hanno approvato quella legge non fossero degli sprovveduti. Ed era una legge approvata con la concertazione con tutti, quelli che tutelavano l'ambiente e quelli che praticavano l'esercizio venatorio. Dopo trent'anni adesso voi arrivate qui a toccare una norma che ha passato indenne diverse legislature, sei legislature. È una cosa incredibile.
Ma chi dobbiamo accontentare? Ma perché si fanno queste cose? Perché questo passo indietro? Io credo che sia improponibile veramente votare anche a favore, con questa norma, se passa, un ordinamentale del genere, perché viene fatto un passo indietro imperdonabile rispetto a una norma che era stata condivisa ed è sempre stata applicata da trent'anni a questa parte.
Mettere un appostamento di caccia a confine con un'oasi o con una zona di ripopolamento e cattura che cosa significa? Voi sapete la gittata dei fucili da caccia. Cioè, se sono a confine che cosa può accadere? Perché, quindi, era stata messa questa norma dei 250 metri? Proprio per evitare situazioni incresciose, incidenti di percorso, violazioni della norma. Quella legge non è che sia stata fatta dagli ambientalisti o da chi tutelava la fauna selvatica. Tra l'altro, trent'anni fa c'era anche minore sensibilità nei confronti dell'ambiente e della fauna selvatica. C'era molta più fauna selvatica vent'anni fa. Chi va a caccia si ricorda, ad esempio, nel passo delle allodole quante allodole c'erano. C'erano tanti che andavano a caccia di allodole, perché c'erano parecchie allodole. Chiedete adesso a chi va a caccia dell'allodola. Lo Stato italiano ha dovuto fare un piano nazionale dell'allodola perché non ce ne sono più. È ancora cacciabile, ma ormai sono pochissime, non se ne sentono più.
Dovremmo mettere, quindi, delle norme più stringenti, non liberalizzare tutto. Non è vero, come diceva il collega Formaggio, che questa cosa qui non esiste in altre Regioni. Ci sono tantissime altre Regioni che hanno delle fasce di rispetto nei confronti delle oasi e delle zone di ripopolamento e cattura. Poi ho sentito degli obbrobri sulle fasce di rispetto. Se non vogliamo le fasce di rispetto, allora proponete una legge che toglie le fasce di rispetto dei 50 metri dalle strade, dei 100 metri dalle case. Questa mattina bene ci ricordava la collega Ostanel di come sia di estrema attualità il problema della violazione delle norme sulla sicurezza.
Mi piace sentire il verso dell'allodola in sottofondo, che ha tirato fuori il collega Valdegamberi, perché perlomeno è rimasto solo quello dell'allodola, il verso.

PRESIDENTE

È un chioccolatore provetto Valdegamberi.
Lasciamo parlare il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Portiamo pazienza. Il collega Valdegamberi sappiamo che è solito per queste uscite. Non mi è neanche dispiaciuto sentire quel verso perché mi ricorda tempi antichi, quando le allodole si sentivano. Adesso non si sentono neanche più. Colleghi, io credo che vada bene accontentare dei piccoli mondi, ma andare a distruggere una norma che esiste da trent'anni... La legge n. 50 che stiamo andando a modificare è stata approvata a dicembre del 1993. Quest'anno compie trent'anni. È mai possibile che andiamo a togliere quelle poche norme utili che ancora contiene?

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Intanto non sono un'allodola.
Volevo semplicemente ribadire una cosa. Si ricorda, collega Zanoni, quando proponemmo una riduzione, o meglio, una riqualificazione delle fasce del Parco della Lessinia dove si andava a permettere, in alcuni ambiti dove c'era una sovrappopolazione di animali, soprattutto di cinghiali, di poter intervenire come intervengono nei parchi del Trentino con normative approvate in quel territorio illo tempore dal PD?
Noi siamo stati più ambientalisti del PD in questa Regione. Dove amministrate voi, dove governate voi avete fatto norme che sono molto più permissive. Pensiamo all'Emilia-Romagna rispetto al Veneto in tema di caccia. Vuol dire che a parti invertite noi vogliamo almeno essere al pari di voi, non vogliamo essere da meno, vogliamo portare alla parità. Questa norma quindi aiuta ad avvicinarsi a quelle normative che sono attualmente applicate nelle Regioni che solitamente sono state da voi governate.
Ci mettiamo al passo coi tempi. Anche noi vogliamo essere alla pari della vostra convinzione di ambientalismo, che vale solo per il Veneto, ma non vale, poi, quando voi amministrate.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Condivido sul fatto che questa legge esiste da trent'anni e non si è mai arrivati a spingersi così in là. Tra l'altro, credo che anche l'attuale Segretario generale trent'anni fa sia stato attore della stesura di questa legge, quindi credo non faccia bene neanche a Valente far vedere che dopo trent'anni cambiamo una norma che, con tanto impegno, ha scritto.
Scherzi a parte, Presidente, io sarò molto breve. Dico solamente una cosa, che resti a verbale. Mi auguro che questa modifica non metta a rischio l'incolumità a qualcuno che dopo passa in quelle fasce. Io lo dico a microfono: non si tratta di caccia o non caccia. Si tratta di dire che dove si spara non si può passare. Qua il dibattito non è chi vuole la caccia e chi non vuole la caccia. Qua il dibattito è che sul marciapiede non può andare la macchina e il pedone non può andare su un'autostrada a piedi. Che resti a verbale. Siccome sappiamo cosa vuol dire quando si va a caccia e quelli che sono gli impianti fissi e temporanei, occhio che noi su questa cosa qui vi avvisiamo. Non vogliamo fare quelli che chiamano tragedie, non vogliamo fare quelli che speculano, non vogliamo fare quelli che chiamano, però occhio: che se succede una disgrazia perché abbiamo tolto queste fasce di rispetto, qualcuno, dal punto di vista morale e politico, si assumerà le sue responsabilità. Qua non si tratta di dire: cacciamo vicino. No. Si tratta di dire che dove si spara non si cammina. Punto. Basta. Finito. Non c'è da dire altro.
Su questo, Presidente, stiamo un po' attenti a non voler avere la foga di far tutto perché se alla fine qualcuno si fa male, dobbiamo sempre andare a rincorrere dopo il buonsenso. Se qualcuno dice: ma perché qualcun altro... eliminiamo chi lo fa e non deve farlo. Si può andare a caccia, ma ci deve essere un pezzo dove non si spara e si può camminare in sicurezza.
La commistione non va bene né a uno né all'altro.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Io volevo, invece, ringraziare l'assessore Corazzari che ha avuto la sensibilità di mettere nell'ordinamentale la modifica di questo articolo, perché siete fossilizzati sulla visione del cacciatore come fosse un delinquente.
Stamattina abbiamo sentito pallini sui balconi delle case, abbiamo sentito ‒ se questo è il limite della ZRC o di un'oasi ‒ di gente che spara dentro. Ma quelli non sono cacciatori, signori. Quelle sono persone che vanno contro la legge. Bene. Ci sono le leggi per punirli. La maggior parte dei cacciatori... I casi che riportate voi sono tre o quattro in tutto il Veneto. È come sugli incidenti stradali. C'è gente che va a 250 all'ora in autostrada e fa l'incidente, ma non per questo dobbiamo limitare tutti quanti nel prendere l'autostrada.
La maggior parte dei cacciatori rispetta queste norme e con questa modifica metterà il suo appostamento precario a confine. Ma deve essere pazzo se spara verso la ZRC o l'oasi. Spareranno dall'altra parte. È una linea. Quello è il limite invalicabile. Perché dobbiamo mettere altri 250 metri? Questo dovete spiegarmi. Altrimenti vuol dire che non ci fidiamo di gente che è in regola. Perché dobbiamo mettere un limite al rispetto del limite? Questo voglio capire. Non mi convincerete mai, però qualcuno ha l'intelligenza venatoria di spiegarmi perché dobbiamo mettere un limite dove c'è già un limite?
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io avevo presentato un emendamento che, poi, sapendo il giudizio negativo del relatore, avevo ritirato. Però era proprio mirato a cancellare questo articolo.
Credo, come ha detto bene il collega Zanoni, che sia veramente un brutto modo di legiferare. Avevo parlato di guerriglia nella mia valutazione in discussione generale. Questo è proprio un modo guerrigliero di portare avanti delle istanze in modo abbastanza subdolo. Lasciatemi usare questa parola.
Collega Formaggio, guardiamo le zone UNESCO. Le zone UNESCO sono ben delimitate e hanno delle aree buffer dove ci sono delle tutele parziali. Perché? Perché non si tira una riga e fine. Se io sono un cacciatore e sto al mio posto rispetto alla riga, dove è scritto che io posso sparare in una direzione soltanto? È scritto questo? Assolutamente no. Il cacciatore ha diritto di stare in questo posto e ha diritto di sparare. Giusto. Non c'è scritto che puoi sparare solo in una direzione.
Avere queste aree buffer semplicemente aiuta gli stessi cacciatori a tenere comportamenti coerenti con la legge.
Poi lasciatemi dire la mia sorpresa di fronte alle esternazioni del collega Valdegamberi. Pare che la nostra Regione sia invasa da animali selvatici: troppe lepri. Io ne ho visto qualcuna, poche, per la verità. Ma queste troppe lepri? Poi capisco mi parlasse di animali che fanno dei danni. Il problema dei cinghiali c'è, ma quali danni fanno le lepri? Io mi sento minacciato dalle lepri...? Sì, assolutamente.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

È possibile che in qualche occasione l'abbiano fatto, ma direi che non è una minaccia per la nostra economia, tanto meno per la nostra salute.
Parlare di sovrappopolazione... Tra l'altro, quando nel 2020, in presenza del lockdown, si è tornato a vedere alcuni animali in giro per la Regione, credo che nessuno si sia lamentato, nessuno, perché dà benessere anche il poter tornare a vedere queste presenze. Non si tratta tanto di dire noi e voi, voi avete fatto, si tratta di ragionare nel merito, e ragionando nel merito è veramente difficile trovare delle motivazioni per andare a circostanziare ancora di più le aree di difesa della popolazione della fauna selvatica.
Veramente manifesto il mio sconcerto di fronte a questo atto guerrigliero di andare a circoscrivere le aree di tutela. Alla fine per cosa? Ottenere il consenso di qualche cacciatore. Io capisco che il collega Formaggio peschi i voti lì, però andare a mettere in discussione un equilibrio, perché alla fine dopo trent'anni c'è un equilibrio, nella gestione delle aree protette per portare a casa qualche voto a me pare proprio brutta politica. Lasciatemelo dire: questo, secondo me, è un atto di brutta politica.
Volete in maniera pervicace andare avanti nell'approvazione di questo articolo? Andate avanti. Penso che, però, i cittadini del Veneto, indipendentemente da quello che votano, non vi saranno grati. Di questo sono certo. Per cui, mi appello ancora una volta al vostro buon senso, prima ancora che alla vostra appartenenza politica.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Siccome sono stata chiamata in causa dal consigliere Formaggio, le ricordo una cosa. Durante l'approvazione del Piano faunistico venatorio riportavo in quest'Aula un racconto personale, di quando da bambina a casa dei miei zii, che erano mezzadri, vedevamo i cacciatori sparare ben vicino alla casa, nonostante all'epoca ci fosse già una zona di rispetto. Sa perché? Perché il Veneto è fatto di un territorio particolare, dove i campi stanno vicini alle case e dove probabilmente non tutti, quando vanno a caccia legittimamente, come dice lei, hanno la capacità di comprendere le norme, dove sono, dove devono rivolgersi a sparare, perché non tutti eventualmente hanno la capacità di fare come lei o altri fanno di verificare tutte le regole.
Che ci siano delle case che vengono sparate con i pallini non sono uno, due o tre episodi, perché sono episodi che vengono raccontati via e-mail a dei Consiglieri, eventualmente non a lei, perché sanno che non risponderebbe oppure anzi direbbe che stanno sbagliando, dove, ad esempio, in una testimonianza si dice: "A seguito di un'azienda agricola che ha chiesto di togliere il proprio terreno dalla possibilità di cacciare...". E lei lo sa bene perché abbiamo fatto qui una battaglia perché chiedere di togliere il proprio terreno dalla caccia è difficilissimo in questa Regione, quindi, nonostante qualcuno non lo voglia, non si riesce a fare, è difficilissimo perché c'è un numero massimo, come abbiamo approvato durante il Piano faunistico venatorio e i nostri emendamenti non sono stati approvati, e viene accettato un numero minimo di domande.
In questa Regione quindi chi vuole togliere il proprio terreno dalla caccia non lo può fare come dovrebbe farlo, perché altrimenti, se fosse pubblicizzato, se tutti effettivamente potessero farlo, non avremmo questo problema. Qui davanti ho una segnalazione di un'agricoltrice che dice: "Ho provato a mandare la richiesta, ma siccome non rientro nei mappali che avete approvato durante il Piano faunistico venatorio, nonostante sia vicino a una ciclabile, nonostante sia vicino alla zona industriale, nonostante abbia cercato di mettere gli impianti a goccia proprio perché era una delle uniche modalità che abbiamo approvato durante il Piano faunistico venatorio, la mia domanda di togliere il mio terreno, dove sto lavorando le mie vigne, non lo posso fare". A me non pare normale. Non pare normale che ci sia una casa di un'agricoltrice veneta, che probabilmente non vota nemmeno di qua, ma magari voterà di là, che dice: "Ho la casa con i pallini, perché i cacciatori arrivano vicino a casa". Era successo anche quando io ero bambina e me lo ricordo quando ero in quella casa con mio zio e arrivavano i cacciatori e sparavano.
Ci sono i controlli adeguati in questa Regione? Perché non parliamo di una strada dove metti la Polizia, fa la multa e il giorno dopo la multa arriva a casa. Stiamo parlando di un territorio sconfinato, dove i cacciatori giustamente vanno a fare la loro passione e il loro lavoro, vanno fuori dalle regole, perché tanti lo fanno e lì, in quel momento, non c'è nessuno che verifica.
Lei, ad esempio, dice: "Ho denunciato alla polizia locale, alle forze dell'ordine, quello che era accaduto", ma in quel momento la forza dell'ordine non è lì a prendere queste persone, a fargli la multa. Quanti controlli escono? Quanto si investe in questa Regione sui controlli a tappeto e territoriali, per vedere che le persone che non rispettano le norme vengano sanzionate?
Non viene fatto abbastanza. Le segnalazioni sono tante.
Concordo, c'era una norma? È stata approvata, è stata condivisa? Modificarla oggi è sbagliato, ma io, ripeto: finché non permetteremo alle persone di togliere i propri terreni quando lo vogliono fare dalla caccia, noi avremmo sempre questo problema. In questa Regione è chiaro il volere politico, Assessore, che è di stare dalla parte di qualcuno e non dalla parte di altri ed è chiaro che oggi abbiamo deciso di andare dalla parte di qualcuno e non di fare quel lavoro che era stato fatto anni fa di trovare una mediazione.
Credo sia sbagliato e finché non garantiremo a tutti la possibilità di togliere i propri terreni dalla caccia in questa Regione saremo sempre dalla parte di qualcuno e basta.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0012. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0013 presentato dal consigliere Zanoni, articolo 8, comma, lettera B, modificativo, che prevede:
All'articolo 27 comma 3bis della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come modificato dalla lettera b) del comma 1 dell'articolo 8, le parole: ", ad eccezione dello sparo da appostamento" sono sostituite dalle parole: "e da appostamento".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo emendamento l'ho presentato perché riguarda l'articolo 8, comma 1, lettera b).
Recentemente, in questo Consiglio si è preso atto che esercitare la caccia all'interno di coltivazioni con sistemi di irrigazione comportava seri danni agli impianti di irrigazione, comportava il fatto che spesso chi realizzava questi impianti di irrigazione si ritrovava con i tubi impallinati, quindi con dei danni consistenti. Impianti di irrigazione che ‒ ricordo, colleghi ‒ sono, per la maggior parte dei casi, realizzati con fondi pubblici, con fondi che vengono, tra l'altro, determinati dalla Commissione che si è occupata di questo ordinamentale.
In questa legge era stato deciso di vietare la caccia per tutelare questi impianti di irrigazione. Naturalmente, se siete arrivati ‒ visto che era una norma proposta da una collega di maggioranza ‒ a proporre questa norma e ad approvarla in quest'Aula vuol dire che dai territori arrivavano diverse proteste in merito. Bene. È stata approvata pochissimo tempo fa e adesso venite qui, in quest'Aula, tra l'altro in un ordinamentale – invece di preparare e presentare un progetto di legge adeguato – venite a fare un passo indietro. Perché mentre prima si diceva che era vietata la caccia, adesso prevedete che è vietata la caccia, però ad eccezione dello sparo da appostamento. Si fa quindi un passo indietro e si consentono gli appostamenti di caccia e la caccia da appostamento.
Il senso di questo articolo è che il divieto resti sia per la caccia in forma vagante che da appostamento, a differenza di quanto prevedete voi. Veramente, non so che cosa sia cambiato da qualche mese a questa parte per aver fatto questo passo indietro. Mi chiedo veramente se è possibile concepibile che gli interessi prevalenti, che dovrebbero essere quelli degli agricoltori, di chi effettua un lavoro e crea reddito, debbano soccombere nei confronti degli interessi di chi fa un'attività ludica e "sportiva". Tra virgolette, naturalmente, perché non c'è niente, a mio avviso, di sportivo nell'andare in giro per i campi, muniti di calibro 12 e uccidere degli animali indifesi. Per me questo non è uno sport. Permettetemi questa considerazione. Ma mi chiedo: su una cosa che avete appena approvato fate marcia indietro, togliete tutele a persone che di professione per vivere hanno bisogno di produrre determinate coltivazioni con queste irrigazioni, a vantaggio di chi va in giro per i campi, tra l'altro in territori altrui.
Il paradosso è che l'attività venatoria in Italia – è l'unico Paese in cui succede questo – viene effettuata gratuitamente nei terreni altrui e i proprietari – diceva bene prima la collega Ostanel – non possono mica opporsi a un cacciatore che arriva armato nel proprio terreno. Se voi avete un terreno di campagna, colleghi, e per motivi vostri volete che nel vostro terreno di campagna non entri nessuno armato, non potete far valere il vostro diritto di proprietario nei confronti dei cacciatori, perché l'articolo 842 del Codice civile consente anche ai non proprietari di un terreno, purché abbiano la licenza di caccia, di entrare nel vostro terreno e di sparare agli animali selvatici.
È un paradosso che proprio voi che avevate proposto questa norma adesso fate il passo indietro a vantaggio...
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

La invito a chiudere, Consigliere. Grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

...di una piccola parte di cittadini rispetto a una parte maggioritaria, che, tra l'altro, è proprietaria di quel terreno dove si andrà a consentire questa caccia.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0013. Parere contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ora passiamo all'articolo 9.
Emendamento n. A0022 presentato dai consiglieri Zanoni e Montanariello, articolo 9, comma 1, lettera B, modificativo, che prevede:
All'articolo 35 comma 1 lettera i ter) della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 9, le parole: "la sospensione del tesserino regionale per un anno" sono sostituite dalle parole: "la sospensione del tesserino regionale da uno a due anni".
Consigliere Zanoni, vuole intervenire? Se può chiedere la parola, grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0022.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. A0014 presentato dal consigliere Zanoni, articolo 9, comma 1, lettera C, modificativo, che prevede:
All'articolo 35 comma 1 lettera l bis) della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , così come inserito dalla lettera c) del comma 1 dell'articolo 9, le parole: "da euro 100,00 a euro 400,00" sono sostituite dalle parole: "da euro 200,00 a euro 800,00".
Metto in votazione l'emendamento n. A0014. Parere contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A0015, sul tema della transumanza, è decaduto.
Metto in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 10.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 11.
Emendamento n. A0032 presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 11, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 1 dell'articolo 11 è soppresso.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Prego, Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
All'articolo 11 abbiamo presentato quattro emendamenti che sembrano sostanzialmente uguali, però in realtà puntano ad eliminare l'intero articolo 11, dove si chiede, sostanzialmente, di sostituire le parole "la Giunta regionale" con il "Dirigente della struttura regionale competente in materia faunistico-venatoria".
Ripeto, intanto questo non è un approccio né ideologico né disturbativo di questo provvedimento, perché è evidente che, seppur condividendo alcuni principi dettati dall'assessore Corazzari, ovvero la distinzione dei poteri, che chi approva certe cose deve rimanere... Tra l'altro, Assessore, sono cose che non mi pare oggi abbiano tolto il sonno a qualcuno, visto che era già la Giunta a doverlo fare prima. Ho notizia che problemi li abbiamo avuti altrove e non lì. Quindi, forse, con questi passaggi andiamo a prendere una cosa che funziona e la facciamo diventare una cosa che non funziona. Provo a spiegarla. Oggi noi abbiamo avuto una serie di difficoltà, che abbiamo elencato nel corso del provvedimento, non serve elencarle di nuovo, non serve dire altro, che erano legate più all'aspetto tecnico che all'aspetto politico.
Ve ne dico una. Quando è stato il momento che siamo venuti fuori con i bandi alle associazioni, ai sensi dell'articolo 39 bis, quando è arrivato il parere della DGR n. 968 o il parere sui bandi, la DGR n. 968 è quella dei bandi, su cui abbiamo dato il parere, in Commissione abbiamo dato il parere all'unanimità. Quindi, Presidente, è stato un passaggio politico del tutto encomiabile. C'è un'unanimità nell'elargire questi bandi.
Nonostante, colleghi, le polemiche che c'erano state negli anni precedenti, non so se le ricordate, qualcuno che aveva fatto il furbo con quei fondi, panini, pizzette, Coca Cola e Spritz, tutte quelle polemiche degli anni precedenti, quando si danno a volte dei fondi alle associazioni venatorie per fare magari un'attività di formazione antibracconaggio, di sensibilizzazione.
Però, nonostante questo, riconoscevamo la bontà della finalità antibracconaggio, quindi la politica ha fatto il suo, si è messa insieme e ha votato all'unanimità. Complice anche il fatto che gli interventi del collega Zanoni negli anni precedenti avevano limitato alcune iniziative di spesa.
Dove succede il patatrac? Nei bandi. Viene detto alle associazioni che hanno partecipato, 48 ore prima della rendicontazione, "siete voi che avete vinto". Chiunque di noi conosce un po' i temi sa che 48 ore prima nessuno ha in mano le pezze giustificative, perché io mi impegno a spendere i soldi nella mia associazione per un progetto, per materiale legato a un progetto nel momento in cui so che mi vengono riconosciuti. Io non è che ne conosca tanti che 48 ore prima riescono a comprare il materiale che serve, anche al prezzo che una associazione dovrebbe avere.
Questo è un esempio per dire cosa? Ironia della sorte, l'alveo politico ha una funzionalità, e ci vede anche d'accordo; l'alveo tecnico, magari avendo approvato il Piano faunistico nuovo, avrà tanto da fare, avrà tutti quei provvedimenti da mettere in campo. C'è, però, una certa salita, altrimenti non avremmo il 40% del Piano faunistico approvato e il 60% no.
Noi oggi ‒ lo vedevamo anche in altri provvedimenti prima ‒ andiamo a togliere dalla Giunta una competenza e la diamo alla parte tecnica. Tra l'altro, in alcuni casi, la Giunta decide le convenzioni, la Giunta fa lo schema di convenzione. Non è questo quello squisitamente specifico, ma...
Mi fermo. È scaduto il tempo. Sono quattro uguali. Continuo con quello dopo.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0032. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0033, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 11, comma 2, modificativo, che prevede:
Il comma 2 dell'articolo 11 è soppresso.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lo abbiamo visto anche prima in alcuni passaggi, dove la Giunta detiene ancora la competenza di decidere quali sono i criteri, dove la Giunta detiene la competenza di dover fare lo schema di convenzione. Non è che io creda che sia questo passaggio così macchinoso, perché tanto quello deve essere. I criteri li dà la Giunta, lo schema di convenzione lo dà la Giunta. Non è che se dopo l'approvazione la deve fare l'ufficio, la Giunta o un qualsiasi altro soggetto terzo può discostarsi così tanto da alcune finalità ben esplicitate sia nei criteri che nello schema di convenzione.
Però, c'è un problema pratico. Adesso io vorrei capire, a distanza di sei, sette, otto mesi, tutto ciò che prima veniva fatto dalla Giunta e ora verrà fatto dagli uffici se veramente sarà più celere o no. Perché se voi oggi ci venite a dire che con una struttura più affannata dell'aspetto politico... Sembra strano se qualcuno ci sente, ma è vero. C'è l'aspetto politico che è più veloce della struttura e molto spesso interroghiamo l'Assessore su temi dove – gliene va dato atto – è un grande campione mondiale di arrampicata sugli specchi, ma non ci riesce a convincere, parchè va bene uno, va bene due, va bene tre, Assessore, i jolly quattro sono in un mazzo. Non è che dopo, se rimescoli le carte, viene fuori il quinto. Sono sempre quattro.
Tuttavia, ferma restando questa abilità dell'Assessore, non siamo convinti che questo strumento possa funzionare. Colleghi, ho capito – ormai si usa dire così – la separazione della carriera, ma qui c'è la separazione degli adempimenti. La condividiamo. Ma la domanda che poniamo è questa: è il momento giusto per farlo? C'è fretta di farlo? No, non c'è fretta di farlo. Non c'è nessuna norma che ci dice che dobbiamo farlo per forza e adesso. E se c'è una norma ci dice che dovevamo farlo prima e non l'abbiamo ancora fatto adesso. Addirittura stiamo adeguando in questo ordinamentale, vedremo dopo anche quello della Seconda, cose che erano ferme lì da anni, addirittura alcune con la legge del 2006. Vuol dire che quando arriva il momento opportuno lo fai, devi scegliere nell'interesse dei tuoi cittadini.
È arrivata qualche sgura o qualche mannaia notturna a dirci che dobbiamo farlo? No. I segnali che ci vengono dal nostro lavoro nelle Commissioni ci dicono che farlo può far funzionare meglio le cose o peggio? Peggio. Chiedo a qualcuno della maggioranza di prendere la parola, smentirmi e dire: "Consigliere, hai detto una bugia e ti spieghiamo perché". Lo sappiamo tutti che cosa vuol dire appesantire chi ha già altro lavoro da fare.
Ora che non c'è questa separazione le cose sono andate male? Sì, ma non dove noi oggi andiamo a toccare. Sono andate male dall'altra parte. Non vorrei mica che, siccome qualcosa non funziona, troviamo la scusa di dare tutte le responsabilità ad un altro, così quando non funziona di fronte all'atto di sindacato ispettivo politico, uno con buon atteggiamento pilatesco dice "non c'entro niente io". Non funzionerà, perché sarete voi ad aver fatto questo passaggio di consegne, quindi non funzionerà.
Abbiamo visto mai qualche Assessore piegato o affannato perché doveva fare questo adempimento in Giunta? No. Dove ci stiamo andando ad infilare? Assessore Corazzari, in quale vicolo cieco lei ci sta portando con questo adempimento?
Noi non vogliamo essere contrari, le chiediamo di mettere a regime una struttura oggi un po' appesantita, perché abbiamo delle pratiche vecchie da svolgere, il Piano faunistico, il tema della peste suina africana, il tema dei chiusini. La risposta all'interrogazione sui chiusini era un po' fragile come risposta, presidente Ciambetti.
Facciamolo l'anno prossimo. Lo proponiamo noi l'anno prossimo, se la struttura ha dimostrato di essere in grado di accollarsi questo onere. Assessore Corazzari, saremo noi i primi ad alleggerirla di questo peso. Ma oggi, colleghi, io mi fermo. È inutile. Ho altri due emendamenti, potrei parlare altri dieci minuti, ma qui non è questione di fare ostruzionismo e portarla alla lunga, si tratta di interpretare e capire quello che andiamo a votare.
Assessore Corazzari, lei oggi dà parere negativo. Sappia che la mia missione, nell'interesse della collettività, sarà vigilare da oggi a domani che cambieremo strumento se le cose sono andate meglio o peggio.
Chiudo, Presidente. Se sono andate peggio, ci sarà una responsabilità che sarà politica e non tecnica, e lei non avrà alibi.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0033. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0034, pagina 38, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 11, comma 3, modificativo, che prevede:
Il comma 3 dell'articolo 11 è soppresso.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0034. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0035, pagina 39, presentato dai consiglieri Montanariello e Zanoni, articolo 11, comma 4, modificativo, che prevede:
Il comma 4 dell'articolo 11 è soppresso.
Metto in votazione l'emendamento n. A0035. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Dall'articolo 11 all'articolo 25 non abbiamo emendamenti. Quindi metterò in votazione gli articoli, a meno che non ci siano richieste di intervento.
Passiamo all'articolo 12.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 13.
Metto in votazione l'articolo 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 14.
Metto in votazione l'articolo 14.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 15.
Metto in votazione l'articolo 15.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 16.
Metto in votazione l'articolo 16.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sarò breve, però credo che qualcosa sul Capo IV vada detta, perché alcuni passaggi anche noi li abbiamo potuti condividere con serenità, come ad esempio quello di inserire le imprese enoturistiche e oleoturistiche all'interno dei Comitati promotori delle strade del vino. Era una cosa che anche noi a suo tempo, insieme alla collega, avevamo chiesto, ricordando che c'era anche una normativa nazionale che era intervenuta in materia, dal momento che c'è la volontà da parte di queste realtà di farvi parte. E su questo va riconosciuto un ascolto che c'è stato in quelli che sono stati i passaggi durante l'anno. Dopo, vuoi o no, ha avuto peso il disegno di legge Sponda, perché siamo tornati a parlare di oleoturismo, e ricordo che in quell'occasione la collega Zottis aveva nuovamente fatto emergere questa necessità.
Ciò che, invece, ci lascia perplessi, Presidente, questione ovviamente collegata all'argomento in discussione, anche se non direttamente e pertinentemente con gli articoli, è il tema delle ventuno strade del vino presenti in Regione. Infatti, quando i tecnici sono venuti in Commissione ci hanno detto che alcune sono in una situazione di difficoltà, altre no. Alcune, leggendo i verbali, è emerso che sono in una situazione di difficoltà. Infatti, la norma transitoria, se non ricordo male, serve proprio a far sì che qualcuno possa togliersi dalla lista, qualcun altro entrare nel caso ci siano delle difficoltà. Su questo io credo – è un augurio, è un auspicio –, passato questo momento di ordinamentale, viste anche le affermazioni importanti che sono state fatte dai dirigenti che sono venuti in Commissione, dove dicevano che alcune realtà vanno davvero bene, mentre altre sono in forte difficoltà, considerato che qui da noi è un elemento di forte traino, quello del vino, si faccia fatica a contemplare come alcune possano essere in difficoltà. Sarebbe, dunque, opportuno approfondire la questione e cercare di capire se, al netto di questi passaggi, si possa fare qualcosa di più specifico per aiutare di queste ventuno strade quelle che oggi non godono di buona salute, pur non essendo tante, Assessore, come abbiamo appreso in Commissione.
Credo sia stato un momento utile non solo per l'ordinamentale, ma anche per capire alcune situazioni e per il momento di ascolto che si è venuto a creare. Quindi, il mio invito ‒ non abbiamo fatto ordini del giorno né altro, perché credo che, se si vuole intervenire, il messaggio arrivi ‒ è quello di fare un passaggio più approfondito per capire, Assessore, dove possiamo essere utili a queste realtà, che in alcuni casi dimostrano di essere in affanno, pur essendo un business che tira, positivo nella nostra Regione. Quindi, era più un messaggio di augurio venuto da un momento di ascolto durante le Commissioni, ringraziando del fatto che più volte i passaggi esplicitati dalla collega Zottis in Terza Commissione hanno trovato piede, posto e spazio in questo ordinamentale.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'articolo 17.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 18.
Metto in votazione l'articolo 18.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 19.
Metto in votazione l'articolo 19.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 20.
Metto in votazione l'articolo 20.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 21.
Metto in votazione l'articolo 21.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 22.
Metto in votazione l'articolo 22.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 23.
Metto in votazione l'articolo 23.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 24.
Metto in votazione l'articolo 24.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 25.
Emendamento n. A0043, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 25, comma 1, pagina 40, modificativo, che prevede:
AI comma 5-ter dell'articolo 29 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 , introdotto dall'articolo 25 del PDLR 188, dopo le parole "La Giunta regionale" sono aggiunte le parole: ", sentita la competente Commissione consiliare,".
Non vedo interventi sull'emendamento n. A0043.
Metto in votazione l'emendamento n. A0043, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A0004, presentato dalla consigliera Guarda, è precluso dalla precedente votazione.
Emendamento n. A0044, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 25, comma 1, pagina 41 bis, modificativo, che prevede:
All'articolo 29 comma 5 ter della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 , così come aggiunto dal comma 1 dell'articolo 25, dopo le parole: "interventi urgenti ed indifferibili di minore entità" sono inserite le parole: "e comunque di importo non superiore a 200.000 euro".
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, in realtà sono due gli emendamenti che noi proponiamo, il n. 44 e il n. 45. In particolare, con l'emendamento n. 44 chiediamo che l'importo non sia superiore a 200.000 euro, cifra stabilita dal Codice degli appalti. Dopodiché, è intervenuta una modifica a livello nazionale che ha fissato la cifra a 500.000 euro, per cui ne chiediamo l'adeguamento.
Perché chiediamo questo? Perché all'interno di questo articolo, colleghi, viene inserita una richiesta con l'articolo 5 ter, e precisamente: "La Giunta regionale definisce modalità semplificate per la gestione dei contributi concessi ai Consorzi di bonifica per la realizzazione di interventi urgenti e indifferibili di minore entità, al fine di assicurarne l'efficacia e contenere i relativi oneri amministrativi". Ebbene, guardando i commi che c'erano prima, quindi tutto ciò che, Presidente, arrivava prima del 5 ter proposto, non c'era nulla che faceva in qualche modo riferimento a cifre o tetti. Siamo andati a vedere la legge n. 12 del 2009 e gli unici passaggi significativi che in qualche modo davano un'entità erano all'articolo 32, comma 2, dove si dice: "Per la finalità di cui al comma 1, la Giunta [...] nella misura massima del 15% delle entrate di ciascun Consorzio derivanti dalla complessa contribuenza consortile". Però, parla a carattere generale. Dopo c'è l'articolo 3, che con la scheda C dà le tabelle dei soldi che si danno ai Consorzi. L'altro che aveva qualche accenno di riferimenti economici era sempre l'articolo 32 della legge n. 12/2009, comma 5, dove si dice: "La Giunta regionale è autorizzata a ripartire fino al 10% della somma stanziata in bilancio per spese di gestione e manutenzione delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione, da destinare a esigenze particolari dei Consorzi di cui agli articoli 2, 3 e 4". Però, non c'è nessun cenno su quello che voleva dire "interventi urgenti e indifferibili di minore entità".
Parlando con l'Assessore, che ha condiviso per buon senso, è evidente che di "minore entità" nella nostra conoscenza di quelli che sono gli interventi dei Consorzi può essere la pompa o l'argine. Però, se noi lo mettiamo per iscritto e domani al posto dell'assessore Caner abbiamo qualcuno con una visione molto più ampia e galattica, come "minore entità" ci troviamo magari un milione e mezzo di euro di intervento. Badate, lo dico anche nell'interesse del Consiglio.
Siamo soddisfatti, quindi, di questo parere favorevole. La modifica, Presidente, ripeto, deriva dall'esigenza di adeguarci alla cifra del tetto del Codice degli appalti che è stata recentemente cambiata.

PRESIDENTE

Mi pare che Giunta e relatore siano favorevoli a questa modifica, che peraltro, appunto, rispecchia l'attuale ordinamento sugli appalti. Quindi, con questa modifica da 200.000 a 500.000 euro, illustrata dal proponente, passiamo alla votazione dell'emendamento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0044, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0045, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 25, comma 1, pagina 41 ter, modificativo, che prevede:
All'articolo 29 comma 5 ter della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 , così come aggiunto dal comma 1 dell'articolo 25, sono aggiunte infine le seguenti parole: "e ne dà tempestiva informativa alla competente Commissione consiliare".
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, chiediamo, un po' come abbiamo fatto per la Seconda Commissione sulla Protezione civile, di lasciare libero questo istituto, perché è giusto che, se si deve intervenire, l'istituto di emergenzialità ci sia, non vogliamo noi appesantire nulla, però che ci sia tempestiva informativa alla competente Commissione consiliare. Visto che sono risorse che vengono distratte dai capitoli ordinari per entrare in una gestione straordinaria, perlomeno si dia un'informativa di quello che accade. L'abbiamo fatto anche sulla Protezione civile, l'abbiamo fatto anche sulle scuole, quindi rimane il riconoscimento dell'istituto, però manteniamo un'informativa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0045, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'articolo 25 non ha più emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 25, come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 26.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 26.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 27.
Metto in votazione l'articolo 27.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 28.
Metto in votazione l'articolo 28.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 29.
Metto in votazione l'articolo 29.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 30.
Metto in votazione l'articolo 30.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 31.
Metto in votazione l'articolo 31.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 32.
Emendamento n. A0016, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 32, comma 3, pagina 42, modificativo, che prevede:
All'articolo 15 comma 3 lettera d) della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 , così come sostituito dal comma 3 dell'articolo 32, le parole: "non superiore ai 2000 metri quadrati" sono sostituite dalle parole: "non superiore ai 500 metri quadrati".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Capisco che sono recepimenti, però io vedo che in questa norma, che riguarda, appunto, la legge forestale, si concedono attività in deroga alle misure normalmente seguite per quanto riguarda le disposizioni in tema di tutela del paesaggio e quant'altro. Ebbene, una di queste deroghe in particolare che mi incuriosiva riguarda la possibilità di andare in deroga per riduzione di superficie boscata non superiore a 2.000 metri quadri. A volte con orgoglio sento molti Assessori dire che noi abbiamo tanti boschi, tante piante, ma ricordo che si sono schiantati milioni di alberi a seguito della tempesta Vaia, con una conseguente riduzione della superficie boschiva, a cui si è aggiunto recentemente il problema del bostrico, per cui la mia proposta è quella di andare in deroga per quantità inferiori, portando, dunque, i 2.000 metri quadrati a 500. Possiamo andare in deroga se si parla di 500 metri quadrati, ma 2.000 metri mi pare una esagerazione.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0016, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0017, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 32, comma 3, pagina 43, modificativo, che prevede:
All'articolo 15 comma 3 lettera g) della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 , così come sostituito dal comma 3 dell'articolo 32, le parole: "inferiore a 1000 metri quadrati" sono sostituite dalle parole: "inferiore a 500 metri quadrati".
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 32.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 33.
Metto in votazione l'articolo 33.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 34.
Metto in votazione l'articolo 34.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 35.
Metto in votazione l'articolo 35.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 36.
Metto in votazione l'articolo 36.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno. È stato depositato, durante la discussione generale, solo un ordine del giorno.
ODG n. A0047

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel e Guarda relativo a "EFFETTUARE UNA PIÙ STRETTA VIGILANZA PER GARANTIRE LA SICUREZZA E L'INCOLUMITÀ DELLE PERSONE E DEGLI ANIMALI NON CACCIABILI" (Progetto di legge n. 188) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
premesso che:
- l'art. 5 del PDLR n. 188 interviene con la riscrittura del comma 2 dell'articolo 17 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , secondo il quale la Giunta regionale provvede al controllo delle specie di fauna selvatica, anche "per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale";
- come noto, l'incolumità pubblica e la sicurezza stradale, in ambito venatorio, sono messe in discussione anche dalla stessa attività di caccia;
- infatti, secondo quanto riportato dal sito www.vittimedellacaccia.org, che fa da anni una meritoria raccolta di dati relativi alle vittime da armi da caccia, nella stagione venatoria 2022-2023 (1) si sarebbero registrate 79 vittime, di cui 66 in ambito venatorio e 13 in ambito non venatorio, per un totale di 19 persone morte e 60 ferite. Un numero impressionante, tra l'altro uno dei più bassi degli ultimi 15 anni, che hanno registrato un picco di 152 casi nella stagione 2012-2013;
- in Veneto, nell'ultima stagione venatoria, si sarebbero registrate 4 vittime, ovvero 3 feriti e 1 morto, dei quali la persona morta e uno dei feriti erano "non cacciatori", ovvero vittime ignare del pericolo che stavano correndo;
- oltre alle vittime umane, risultano innumerevoli casi di animali domestici e da allevamento, feriti, spesso a morte, per mano di cacciatori;
considerato che:
- secondo l'osservatorio ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) i morti da incidente stradale causato da animale selvatico e domestico ammontano a 16 per l'interno anno 2022 in tutta Italia, meno di quanti ne siano causati direttamente dalle armi da fuoco dei cacciatori;
- si rilevano diversi casi in cui alcuni cacciatori, nonostante le norme esistenti, sparano troppo vicini alle case, con tutti i pericoli che ne possono derivare per l'incolumità di chi vive in quei luoghi;
ritenuto che:
- alla luce dei numeri sopra riportati, per garantire la sicurezza e l'incolumità delle persone, appare necessario indirizzare parte importante dell'attività di vigilanza prima di tutto al rispetto, da parte dei cacciatori, delle distanze e di tutti gli accorgimenti che le norme impongono nell'esercizio dell'attività venatoria a tutela delle persone, compresi tra l'altro i cacciatori stessi.
impegna la Giunta regionale
ad incrementare l'attività di vigilanza venatoria indirizzata a prevenire efficacemente i rischi per l'incolumità delle persone, oltre che degli animali non cacciabili come quelli domestici.
____________________
(1) https://www.vittimedellacaccia.org/avc-dossier-vittime-della-caccia-2022-2023-i-dati/
La parola alla collega Ostanel per l'illustrazione dell'ordine del giorno. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Velocemente, perché ne ho già parlato. Il tema è quello di lavorare davvero a incrementare l'attività di vigilanza indirizzata a prevenire efficacemente i rischi per l'incolumità delle persone quando non si rispettano le regole approvate dal Piano faunistico-venatorio rispetto alla distanza dell'abitato. Quindi, come da norma, ribadisco l'impegno della Giunta a verificare che le attività di vigilanza e di controllo vengano svolte come da Regolamento. Questo non accade in moltissimi casi, abbiamo tantissime segnalazioni rispetto a questo tema, quindi ho presentato un ordine del giorno per ribadire l'impegno della Giunta su questa questione assolutamente importante.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego, sull'ordine del giorno.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Intervengo volentieri a sostegno dell'ordine del giorno della collega Ostanel e per fare chiarezza anche in merito ad alcune precedenti dichiarazioni del collega Formaggio, il quale definiva questi incidenti come molto limitati e del tutto sporadici. Ebbene, vorrei far presente al collega che mi sono occupato della materia più volte con delle interrogazioni, facendo l'elenco di tutti i casi registrati nella nostra Regione, e ad ogni stagione di caccia le posso assicurare che si registrano almeno un centinaio di questi casi.
Si parla di casi di spari vicino alle case, casi in cui sono stati trovati i pallini negli infissi delle abitazioni di cittadini che abitano in campagna, casi in cui sono stati sparati degli animali da cortile, casi in cui sono stati feriti dei cavalli, casi in cui sono stati feriti degli asini al pascolo attorno alle fattorie, casi in cui sono stati feriti, anche gravemente, dei ciclisti, purtroppo anche casi di persone uccise da fucilate, casi di operatori agricoli impallinati durante il loro lavoro, casi di anziani che sono stati impallinati mentre si dedicavano alla raccolta dei funghi. Ricordo addirittura un caso in cui è stata impallinata una piscina per bambini collocata nel giardino di un'abitazione. Per fortuna in quel momento i bambini non erano dentro quella piscina. Questo è accaduto nel veneziano. Ricordo anche un caso in cui è stata colpita un'antenna di radiofrequenza, in Provincia di Rovigo. Questo solo per citare alcuni casi.
La questione posta dall'ordine del giorno della collega Ostanel è di estrema attualità. Questo naturalmente – lo dico soprattutto al collega Formaggio – non vuol dire che tutti coloro che esercitano la caccia violano queste norme, ma ce ne sono molti che le violano. Mi viene in mente un altro esempio: cani impallinati o addirittura cani uccisi mentre erano a passeggio per la campagna con i loro padroni. Ricordo il caso di un pastore tedesco nei pressi di Roncade. Quindi, è giusto occuparci di questo aspetto, perché può capitare a qualsiasi di noi, andando in campagna, di avere a che fare con questo problema.
Vorrei sottolineare un'altra cosa. Negli anni il nostro territorio si è trasformato, è aumentato il consumo del suolo, ma sono aumentate anche le attività sportive e i percorsi sportivi. Penso, ad esempio, alle ippovie, alle piste ciclabili e ai percorsi naturalistici. Ne vengono inaugurati moltissimi. Ricordo quello inaugurato dal Presidente della Regione che attraversa, per circa cinquanta chilometri, le Colline, considerate patrimonio Unesco. Ebbene, vorrei ricordare che le ippovie, le piste ciclabili e i percorsi naturalistici non godono delle fasce di rispetto delle quali godono, invece, le strade poderali e interpoderali e le linee ferroviarie. Più di qualche volta, anche nell'ultimo Piano faunistico-venatorio, mi è capitato di proporre degli emendamenti per inserire queste fasce.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, ha sforato alla grande.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Concludo, Presidente.
È, quindi, un tema di estrema attualità, ragion per cui sarebbe corretto votare a favore di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Recupero io, Presidente, il tempo perso dal collega Zanoni.
Intervengo soltanto per dire che i cacciatori in Veneto sono 37.000 circa e i casi da lei elencati sono 100 circa, il che vuol dire che stiamo parlando di uno 0,2%, mal contato. Quelli non sono cacciatori, è gente che sbaglia, e chi sbaglia viene punito con il ritiro del porto d'armi, anche a vita. Abbiamo tantissimi colleghi cacciatori che si sono visti ritirare, anche per micro-infrazioni, il porto d'armi, quindi non possono più avere la licenza di caccia. Pertanto, anche per rispondere alla collega Ostanel, la legge funziona e i controlli sono più di quanti voi pensiate, perché è un mondo che purtroppo non conoscete. I controlli ci sono, i ritiri dei porti d'armi a chi si comporta male ci sono, l'impossibilità di tornare a esercitare la pratica della caccia in Veneto per molte persone che fanno infrazioni è all'ordine del giorno. Abbiamo tantissimi cacciatori che sono messi in panchina anche a vita perché hanno sbagliato.
Siamo per la legalità, siamo per il principio del "chi sbaglia paga", però non posso continuare a sentire il collega Zanoni, la collega Ostanel e il collega Montanariello fare di tutta l'erba un fascio e a vedere i cacciatori sempre nel mirino (restiamo in tema) degli ambientalisti e della parte sinistra del nostro Consiglio.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Mi dispiace deludere i fan del mondo venatorio, ma oggettivamente questi controlli non sono semplici da fare. Le denunce molto spesso sono fatte contro ignoti, perché oggettivamente non si riesce a identificare il cacciatore che, a distanza di 50-60 metri, spara verso un'abitazione, o spara verso animali, o spara in condizioni di pericolo. Quindi, non è così semplice come ci vuole rappresentare il consigliere Formaggio, non è così semplice difendersi in questo contesto. Per questo motivo, chi si comporta bene non ha problemi nel votare un ordine del giorno di questa natura, non ha problemi nel richiedere maggiori controlli e nell'implementare le forze che sono chiamate a fare controlli nel territorio.
Le racconto un'esperienza personale. Eravamo all'interno di un circolo ippico in cui si facevano lezioni insieme ad alcuni bambini e abbiamo ricevuto pallini che cadevano dal cielo perché sparati da poche decine di metri di distanza. Addirittura il guardiacaccia che è stato chiamato per fare il controllo e multare le persone responsabili era con loro. Queste sono storie purtroppo ordinarie, che chi non vuole vedere con gli occhi degli altri purtroppo non conoscerà mai. Per cui, non mi aspetto da lei comprensione, ma me l'aspetto dall'Aula, che dovrebbe riuscire oggettivamente a guardare non soltanto con gli occhi dello 0,80% della popolazione che fa attività venatoria ordinariamente e continuativamente, ma anche con gli occhi di quel 99% che magari in molti casi si sente in difficoltà.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0047.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Prego, collega Ostanel, sull'ordine dei lavori.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Più volte in quest'Aula ho fatto a meno di intervenire per far passare degli ordini del giorno o per far passare degli emendamenti. Trovo davvero incredibile che un parere che viene dato da un Assessore e da un Ufficio di Presidenza su degli emendamenti cambi a seconda degli interventi che vengono fatti in Aula. La trovo veramente una pratica assurda, sbagliata, di poco rispetto verso chi è fuori di qui, che sta ascoltando, magari, il dibattito.
Assessore, mi dà un parere positivo. Arriviamo in Aula, io intervengo, qualcun altro interviene a sostegno e, solo perché si interviene a sostegno, si cambia il parere. Abbiamo delle idee chiare su quello che vogliamo fare rispetto al tutelare l'incolumità delle persone che vogliono togliere i propri terreni e, magari, non avere qualcuno che spara vicino alla loro casa?
Questo era il contenuto di questo ordine del giorno: semplicemente rafforzare i controlli che vengono già fatti. Mi aveva dato parere positivo. Adesso ha cambiato idea in pochi secondi. Chiedo davvero un po' di serietà all'Assessore, in questo caso anche al Presidente della Commissione, che mi aveva detto personalmente di avere un parere positivo qui al mio banco.
Vedo però che poi viene cambiato il parere in due secondi in Aula solo perché alcuni colleghi intervengono a favore. Credo davvero che questo sia un comportamento che fa vedere la poca chiarezza, ma è anche un po' imbarazzante vedere questo livello di politica in un Consiglio regionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Assessore, la posizione della Giunta?

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Confermo che quando mi è stato presentato l'ordine del giorno, che ormai è stato votato con un parere negativo... Per una problematica di comunicazione nostra è stato votato con un parere negativo.
Confermo che, riguardo all'impegno che veniva chiesto alla Giunta regionale, di incrementare l'attività di vigilanza venatoria indirizzata a prevenire efficacemente i rischi per l'incolumità delle persone, oltre che degli animali non cacciabili come quelli domestici, questo impegno fa parte da sempre degli impegni che la Giunta si prende in carico. Lo confermo, naturalmente, nella stessa direzione.

PRESIDENTE

Collega Camani, sull'ordine dei lavori, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente.
Apprendo dalle parole dell'Assessore che, dunque, l'Aula ha smentito la volontà politica della Giunta con questo voto. Mettiamolo agli atti.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Siamo alla votazione finale del PDL n. 188.
Dichiarazioni di voto.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sono rispettoso. Guardavo il monitor.
Sicuramente è stato un momento interessante. È un ordinamentale che nasce poco bene. Grazie all'intervento in alcuni casi anche del Legislativo migliora.
Ricordiamoci che, grazie all'intervento anche del Legislativo, c'è un miglioramento di questo testo che arriva in Aula. Come sempre si è provato a buttar dentro di tutto, ma, alla fine, fortunatamente, qualcosa è stato tolto.
Io mi sento, prima di entrare nel merito della parte finale del provvedimento, di ringraziare in maniera sentita il Legislativo e tutti i tecnici della Commissione, che hanno collaborato e lavorato senza mai far mancare il supporto e la loro serietà su questo provvedimento.
Credo, colleghi e Assessore, che abbiamo perso delle occasioni con questo provvedimento oggi. Se da una parte va riconosciuto che su alcuni passaggi ci sentiamo di rivendicare anche quelle specificità sull'articolo 25 che danno un segnale di chiarezza, così come alcuni passaggi dove siamo intervenuti su quello che era il provvedimento sulla legge regionale n. 50, alcune cose sono state migliorate sicuramente con l'attività emendativa, ma anche grazie al dibattito nelle Commissioni e in Aula.
Abbiamo perso, colleghi, delle occasioni. La prima è fare chiarezza su come si tutelano le oasi e le zone di ripopolamento. Questa visione che in qualche modo, ogni volta, dall'altra parte dei banchi, abbiamo sentito anche gli ultimi interventi che ci sono stati, questa visione un po' così con l'accetta che da una parte c'è chi fa il tifo, c'è chi è un ultras delle doppiette e dall'altra no, è una visione superata, è una visione obsoleta, è una visione, Presidente, mi permetta di dire, che non tiene più neanche in piedi le dinamiche dell'Aula.
C'è una visione molto più laica, c'è una visione che molto spesso vede insieme chi non vuole la caccia con chi la tollera semplicemente nel chiedere norme fatte in maniera adeguata.
Vorrei ricordare a chi prima interveniva affrancandosi come fanno delle doppiette che il più grande alleato, Presidente, che c'è stato in quest'ultimo anno delle associazioni ambientaliste è stata la Giunta e la struttura regionale sulla caccia, perché hanno fatto tutto quello che dovevano fare per farsi impugnare regolamenti, per farsi impugnare calendari, per farci avere sentenze del TAR contrarie, per mettere a terra dei bandi che non funzionano.
Questa visione agropastorale che c'è, chi vuol stare sempre con il fucile in mano e chi, invece, vuole tutelare i propri ambienti, non è così. Anche perché, ripeto, non lo sto dicendo perché voglio essere spiritoso, presidente Ciambetti, ma in questo anno il più grande alleato delle associazioni ambientaliste è stata la Giunta e gli uffici che seguono la materia venatoria per la Regione del Veneto.
Hanno fatto tutto ciò che dovevano fare per sbagliare e farsi impugnare calendari, provvedimenti, far arrabbiare le associazioni venatorie perché sbagliavano i bandi, mandare rendicontazioni all'ultimo, far annullare calendari.
Collega Formaggio, glielo dico una volta per tutte: si fanno le leggi fatte bene al netto da quale parte della barricata si sta. In maniera molto laica penso che questo vada riconosciuto anche all'attività che abbiamo messo oggi in campo.
Chiudo dicendo che abbiamo perso delle occasioni. Abbiamo perso l'occasione per fare un po' di chiarezza sulla transumanza nelle ZRC e nelle oasi. Lo sappiamo benissimo, collega, che il problema di quella legge non è il cavillo burocratico, ma il problema di quella legge è che oggi la maggioranza è divisa in tre. C'è chi ha questa idea, perché ha a cuore un pezzo di caccia, un pezzo di ambiente, un pezzo di agricoltura, c'è chi, invece, è indifferente perché magari non tocca il problema da vicino, ci sono quelli, invece, che sono con il cuore nella piena transumanza e, quindi, farebbero passare la transumanza anche da via Condotti a Roma, se servisse, perché "giù le mani dalla transumanza".
Credo che questa fosse un'occasione per fare chiarezza anche tra di voi, perché non ci può essere tutto dappertutto.
Abbiamo perso un'occasione, assessore Corazzari – non c'è, ma sicuramente mi starà ascoltando –, sul fatto di fare chiarezza sul funzionamento di alcune parti di questa Regione, non politica, ma tecnica. Credo che abbiamo sbagliato in alcuni passaggi ad appesantire chi è già in affanno. Credo che abbiamo sbagliato a non cogliere questa occasione per far dare a chi oggi è seduto quel colpo di reni che ci aspettiamo ormai da quasi un anno. Credo che abbiamo perso delle occasioni importanti, però credo ci sia stata la volontà di interpretare anche una parte di istanze che, in qualche modo, chiedevano di fare un po' di chiarezza su alcuni passaggi.
È molto interessante, la rivendicavamo prima, la parte legata all'agricoltura. Credo che sulle foreste si poteva fare di più, oltre a recepire le norme che sono arrivate a livello nazionale. Lo diceva prima il collega Zanoni: quello che è successo in questi anni nella nostra Regione non è che non ci può far dire che abbiamo qualche albero in meno di prima. Ci sono ancora i segni, è ancora visibile.
Quindi, cari colleghi, augurandoci che il prossimo ordinamentale faccia un po' più di chiarezza sui temi, Presidente, che oggi non dimentichiamo, ma vi lasciamo in eredità... Colleghi, per il prossimo ordinamentale che arriverà in Terza Commissione, se non scioglierete voi i nodi della transumanza lo faremo noi, proponendo interventi precisi e puntuali. Così come crediamo che quello che non è stato risolto oggi possa essere un'eredità da affrontare le prossime volte.
È chiaro che non è un ordinamentale soddisfacente. Per l'ennesima volta avete tentato di buttare dentro un po' di tutto. Quella del calibro e dell'arma tipica è la chicca. Quella è fantastica. Dentro un ordinamentale prevedere che il cacciatore sceglie con quale arma tipica sparare nella zona è una chicca. Per fortuna ve ne siete accorti da soli. Collega Pan, per fortuna li ha avvisati. Per fortuna!
Il nostro, quindi, sarà un voto di astensione. Pur non riconoscendo gran parte di quello che è stato fatto, è evidente che la nostra manovra emendativa ha trovato spazio e ha inciso migliorando anche quello che probabilmente non avevate tanta voglia di migliorare da soli. Magari abbiamo fatto un pezzo di strada insieme.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, per dichiarazione di voto, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Il mio voto, invece, sarà contrario perché non ho grande interesse a guardare la totalità di questo ordinamentale, ma ho interesse a segnalare, anche per chi ci ascolta da casa, una questione importante. Parlate tanto di legittima difesa e poi siamo una Regione che garantisce solo all'1% delle persone che vogliono togliere il proprio terreno dai cacciatori la possibilità di farlo.
L'ho detto durante il Piano faunistico-venatorio, lo ridico oggi, visto che avete fatto una figura incredibile, io credo, rispetto al parere in un ordine del giorno che semplicemente diceva di poter potenziare i controlli che sono previsti da legge, testimoniando il fatto che qui dentro le lobby dei cacciatori hanno un peso, non voglio dire anche le lobby delle armi a cui qualcuno qui si riferisce spesso.
Questa questione che avete posto io credo meriti di essere portata all'attenzione. Quindi, da un voto di astensione che inizialmente potevo anche accettare, dopo quello che è accaduto, il voto sarà invece fortemente e convintamente contrario.
Segnalerò questa questione ai giornali. Segnalerò questa questione a tutte le persone che vogliono legittimamente togliere il proprio terreno dalla caccia, perché credo che sia un diritto che invece qui dentro noi non stiamo tutelando. Vi ricordate le battaglie che abbiamo fatto durante l'approvazione del Piano? Avevamo approvato che chi ha un'azienda e fa fattoria didattica potesse togliere il proprio terreno o chi ha un agriturismo lo potesse togliere, anche oltre questo limite dell'1% che è stato dato dal Piano.
Oggi speravo che in questo ordinamentale noi potessimo semplicemente dire, visto che un passettino l'avevamo fatto, aumentiamo i controlli, perché, come ha detto la collega Guarda, non è vero che è facile controllare, perché non è facile trovare lì una persona che controlla nel momento in cui un cacciatore fa una cosa sbagliata. Semplicemente chiedevo una cosa normalissima e il balletto che avete fatto fa vedere che eventualmente non avete nessuna intenzione, invece, di far rispettare la legge che è prevista nel Piano faunistico-venatorio.
Sa perché glielo dico con così tanta convinzione? Perché io non sono contraria, e gliel'ho detto durante il Piano faunistico-venatorio, alla caccia, e ripeto il fatto che l'ho spiegato ancora tanto tempo fa, sono una persona che è cresciuta in una famiglia che la caccia la faceva, ma ritengo che l'incolumità delle persone sia importante e che in questa Regione, invece, non freghi assolutamente a nessuno che se c'è qualcuno che spara a meno di 100 metri da una casa non si debbano mettere i controlli necessari.
È una questione molto semplice. Credo che quello che è accaduto oggi qui dentro testimoni semplicemente il fatto che del diritto dell'incolumità delle persone e del rispetto delle regole della caccia, anche quando la si vuol permettere di fare, e, ripeto, la si vuol permettere di fare, invece, probabilmente a questa maggioranza non interessa.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, per dichiarazione di voto, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Ringrazio i colleghi e il capogruppo Soranzo che mi permettono di fare la dichiarazione di voto su questo tema.
Per Fratelli d'Italia annuncio il voto positivo a quello che stiamo discutendo.
Mi permetto di ricordare alla consigliera Ostanel che nessuno vuole – lo ripeto – proteggere chi delinque. Chi spara verso una casa con pallini che arrivano sul davanzale è una persona che delinque. Ricordo, però, che non deve passare ancora una volta il messaggio che tutti i cacciatori sono dei delinquenti. È sempre questo che la parte ambientalista di questo Consiglio vuole rimarcare ad ogni intervento.
Grazie.

PRESIDENTE

Prego, collega Pan, per dichiarazione di voto.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Nell'anticipare il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza, voglio innanzitutto ringraziare per il lavoro svolto per questo progetto di legge tutti i tecnici che ci hanno supportato, soprattutto in Terza Commissione, quindi il lavoro della Terza Commissione e di tutti i colleghi.
È chiaro che i nostri argomenti in Terza Commissione sono molto divisivi, a volte, da questo punto di vista, soprattutto sul tema della caccia e su temi che si scontrano spesso e volentieri con mentalità diverse e con culture anche personali diverse.
Nel mondo in cui viviamo, colleghi, in cui i fattori ambientali sono anche stravolti, spesso e volentieri notiamo – parlo da agricoltore, in questo caso – che la presenza della fauna selvatica... Non essendoci più una catena alimentare, in cui ci sono predatori e si arriva fino alla fine naturale, chi ha il compito di mantenere l'equilibrio delle specie, soprattutto quelle invasive, è l'uomo. L'uomo ha il compito di tenere sotto sicurezza la presenza di tutte le specie animali. Per cui, quando c'è una pullulazione di alcune specie sappiamo che i danni, spesso e volentieri, sono anche molto importanti.
Si parlava prima della lepre, carinissimo animale. Se andiamo a vedere i dati dei danni della fauna selvatica, la lepre è al primo posto in Veneto, con più di qualche milione di danni, soprattutto per quanto riguarda le colture intensive, le colture specializzate e le colture che hanno sistemi di irrigazione. Spesso e volentieri abbiamo notato – questi sono dati degli esperti, che potete andare a vedere – che le canne di irrigazione sono, soprattutto in questo periodo di siccità, rose dai denti delle lepri più che dai pallini dei cacciatori. Questo è un dato che tutti sanno. Anche noi, in qualche maniera, siamo intervenuti.
Possiamo avere sulla transumanza idee diverse. Anche questo Consiglio si è espresso per avere la transumanza tra i beni dell'Unesco immateriali. Noi adesso limitiamo i percorsi della transumanza perché, magari, calpestiamo i nidi o qualche leprotto che è nel prato. Le lepri non sono così stupide e se ne vanno anche da altre parti quando passano le pecore o passano altri animali. La natura ha un modo di autoregolarsi che, a volte, stravolge i nostri pensieri.
Dobbiamo, io penso, trovare quel punto di equilibrio tra ambientalismo, voler bene al verde e alla natura (che tutti qui dentro, penso, vogliamo), attività produttive agricole (penso che qui di agricoltori ce ne siano diversi) e, naturalmente, mondo venatorio, che non è un mondo di delinquenti. Sono cittadini veneti che hanno questa passione, che esprimono una tradizione importante e che pagano le tasse. E soprattutto, naturalmente, per avere un'arma ‒ ricordo ‒ bisogna avere la fedina penale a posto.
Questo equilibrio probabilmente sarà difficile da trovare, ma se anche noi facciamo la nostra parte magari si troverà prima delle criticità che ci sono tra questi mondi. Dobbiamo aiutare ad alzare l'asticella culturale di tutti, soprattutto degli ambientalisti, soprattutto del mondo venatorio, soprattutto del mondo agricolo, perché senza l'uno non vive l'altro.
Ringrazio ancora per il lavoro svolto e riannuncio, naturalmente, il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione il PDL n. 188, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2023 IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE, AMBIENTE E PARCHI REGIONALI, EDIFICI DI CULTO, EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, GOVERNO DEL TERRITORIO". (PROGETTO DI LEGGE N. 191) INIZIO

Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Rizzotto
Correlatore: Consigliere Montanariello

PRESIDENTE

Colleghi, direi di partire con il PDL n. 191 ascoltando le relazioni di relatore e correlatore, per poi domani essere più pronti a partire con gli emendamenti.
Do la parola alla collega Rizzotto sul PDL n. 191.
Prego, collega Rizzotto.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Con questo disegno di legge, al fine di rispondere alle nuove richieste di regolamentazione o di adeguamento del quadro normativo esistente, si propone per l'anno 2023, in continuità con l'indirizzo seguito nel corso degli ultimi anni, l'approvazione di norme finalizzate alla semplificazione, alla manutenzione e all'adeguamento dell'ordinamento regionale vigente, prive di impatto sul bilancio regionale, raggruppate per settori omogenei di materie di competenza della Seconda Commissione consiliare permanente.
Nello specifico, il testo del disegno di legge interviene in materia di Protezione civile, ambiente e parchi regionali, edifici di culto, edilizia residenziale pubblica e governo del territorio e si compone complessivamente di 17 articoli, di cui 6 inseriti dalla Seconda Commissione in sede di esame, suddivisi in 6 Capi, comprese le disposizioni transitorie e finali.
Il Capo I contiene un unico articolo con il quale si prevede una modifica all'articolo 24 della legge regionale 1 giugno 2022, n. 13 "Disciplina delle attività di Protezione civile". Con questa modifica proposta si intende attribuire alla Giunta regionale la possibilità, nell'ambito del fondo di cui al comma 1 del medesimo articolo 24, di concedere contributi per particolari esigenze operative finalizzate a sostenere e potenziare il servizio regionale di Protezione civile, garantendone la continuità nell'assolvimento delle relative funzioni. I contributi sono finalizzati a sostenere iniziative e interventi riconosciuti dalla Giunta regionale di carattere strategico a rilevanza regionale e la loro realizzazione è affidata ai componenti del servizio regionale, cioè alla Regione, alle Province, alla Città Metropolitana di Venezia, ai Comuni e alle loro forme associative, oltre che alle strutture operative del servizio regionale, quali ARPAV, le altre aziende regionali, le aziende sanitarie e il volontariato organizzato iscritto nell'elenco regionale, gli enti e gli enti di ricerca con finalità di Protezione civile operanti nel territorio regionale. Abbiamo inserito, in sede di Commissione, che la Giunta ne deve dare tempestiva informazione alla competente Commissione consiliare corredata da una relazione che ne motivi la strategicità a rilevanza regionale.
Su questo, dopo lunghe discussioni, abbiamo trovato un'intesa in Commissione.
Il Capo II si compone di 9 articoli che intervengono in materia di ambiente e parchi regionali con modifiche a cinque diverse leggi regionali.
L'articolo 2 del progetto di legge apporta una modifica alla legge regionale 16 aprile 1985, n. 33 "Norme per la tutela dell'ambiente", al fine di aggiornare il testo alla vigente normativa statale di riferimento e a individuare in maniera chiara e univoca la competenza in materia di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, stabilendo che per gli impianti non soggetti ad autorizzazione all'installazione e all'esercizio per la produzione di energia elettrica gli aspetti ambientali relativi alle emissioni in atmosfera siano valutati nel complesso dello stabilimento attraverso il medesimo procedimento autorizzativo, in capo ad un'unica autorità competente. Quindi, chiaramente di semplificazione.
Poi abbiamo una serie di articoli che sono adeguamenti normativi alle sopravvenute leggi statali di questi anni. Quindi, i nostri riferimenti che avevamo nelle leggi regionali sono diventati, di fatto, superati. Per questo devo anche ringraziare il dottor Schiavon, che ha fatto presente anche in Commissione e ha recuperato nelle leggi qualche altro elemento da dover superare. Abbiamo, per questo, inserito anche degli emendamenti in Commissione. Grazie, dottor Schiavon.
L'articolo 3, che abbiamo inserito in sede di esame, propone di aggiornare il riferimento normativo statale, di cui alla lettera a) del punto 4 dell'articolo 6 della legge regionale n. 33/1985 , che definisce le competenze del Comune in materia ambientale.
L'articolo 4, anch'esso inserito in sede di esame, propone di stralciare il riferimento ad una norma statale abrogata dal comma 2 dell'articolo 78 della medesima legge regionale n. 33/1985 .
Con l'articolo 5 si prevede l'abrogazione di due commi dell'articolo 79 della legge regionale n. 11/2001 , che prevedevano ancora il rinvio a una competenza regionale in tema di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, che l'evoluzione normativa statale di questi anni ha reso di fatto obsoleta, in quanto oggi l'autorizzazione alle emissioni in atmosfera confluisce nei provvedimenti autorizzativi unici, la cui competenza è compiutamente definita dalla vigente normativa statale e regionale, ovvero costituisce atto autonomo, ove la norma non preveda il rilascio di un titolo autorizzativo per la produzione di energia elettrica.
L'articolo 6, anche questo inserito in sede di esame, propone di aggiornare il riferimento normativo statale, di cui al comma 2 dell'articolo 80 della legge regionale n. 11/2001 , relativo alle funzioni delle Province nell'ambito della disciplina riguardante le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.
L'articolo 7, anch'esso inserito in sede di esame, propone di aggiornare il riferimento normativo statale, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 81 della legge regionale n. 11/2001 , lettera riguardante la predisposizione da parte di ARPAV della relazione annuale sulla qualità dell'aria.
Poi abbiamo l'articolo 8 che modifica l'articolo 4 della legge regionale n. 17/2012 "Disposizioni in materia di risorse idriche", che dispone in merito agli organi dei Consigli di bacino per il servizio idrico integrato, al fine di uniformare questa disposizione normativa con quella che è già attualmente vigente per i Consigli di bacino del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, di cui alla legge n. 52 del 31 dicembre 2012. Di fatto, con questa modifica consentiamo ai Sindaci di poter delegare la partecipazione all'Assemblea d'ambito anche a soggetti diversi dall'Assessore comunale, come attualmente prevede la disposizione regionale n. 17/2012 che si intende modificare. Quindi, vogliamo equiparare a come già avviene per i bacini del servizio idrico, che un Sindaco può anche delegare, oltre un Assessore, anche un Consigliere comunale. Quindi, equipariamo questi due settori.
L'articolo 9 prevede una modifica all'articolo 3 della citata legge regionale n. 52/2012 , finalizzata a introdurre una specifica previsione che disciplini l'iter di approvazione per le richieste dei singoli Comuni di passaggio da un Consiglio di bacino a un altro, al di fuori delle fattispecie già previste dall'articolo 3, commi 1 e 1-bis, della medesima legge regionale, che si riferisce esclusivamente alla diversa approvazione di riconoscimento dei bacini territoriali immediatamente precedente alla costituzione degli Enti di governo d'ambito territoriale ottimale. La proposta di passaggio a un bacino territoriale diverso da quello approvato dalla Giunta regionale è presentata dal singolo Comune, quindi con l'approvazione del Consiglio comunale. La procedura è avviata sentiti i Consigli di bacino di provenienza e di destinazione, che si esprimono tenendo conto della salvaguardia della propria operatività e del rispetto dei princìpi di autosufficienza e prossimità. Trattasi, ovviamente, di un parere non vincolante e dal quale si può anche prescindere decorsi 30 giorni dalla richiesta, perché poi verrà comunque deliberata dalla Giunta regionale questa proposta di passaggio di bacino sentita ‒ anche qui lo abbiamo inserito ‒ la competente Commissione consiliare, che si esprime entro 30 giorni dalla richiesta, decorsi i quali si prescinde.
Questa è una richiesta del territorio, è una fattispecie che non è individuata nella norma e che ‒ ringrazio anche qui il legislativo ‒ abbiamo cercato di mettere meglio anche in norma, con tutti i vari passaggi, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, in modo da poter avere noi, come Consiglio regionale, tutti gli elementi per esprimere delle valutazioni.
Infine, abbiamo l'articolo 10. Questo è stato introdotto in sede di esame in Commissione. Propone una modifica di semplificazione normativa volta ad integrare nelle disposizioni in materia di rendicontazione annuale in capo agli Enti parco regionali quanto già previsto dall'articolo 8 della legge regionale n. 53/1993 , quindi la disciplina dell'attività di vigilanza e di controllo sugli Enti amministrativi regionali, coordinando in questo modo le disposizioni in materia di rendicontazione annuale contenute nelle due leggi regionali, disponendo, inoltre, che gli Enti parco trasmettano anche il programma annuale di attività al fine di consentire alla Commissione consiliare competente di avere un costante e periodico monitoraggio sull'attività svolta dagli Enti parco, nonché un quadro completo ed esaustivo di quanto gli Enti parco intendono realizzare.
Lo abbiamo fatto anche l'anno scorso. Le norme già lo prevedono, però ritenevamo fosse meglio esprimerla proprio nella legge che riguarda la disciplina dei parchi.
Passando, poi, al Capo III, si interviene in materia di edifici di culto con un articolo diretto a modificare l'articolo 3 della legge regionale n. 44/1987 "Disciplina del fondo per le opere di urbanizzazione". Tale modifica è finalizzata a permettere il finanziamento regionale diretto a favore di edifici di culto delle confessioni religiose organizzate ai sensi degli articoli 7 e 8 della Costituzione, anche quando questi non sono nelle proprietà di un ente della confessione religiosa medesima, ma di una persona giuridica pubblica. In questi casi, l'istanza di contributo è presentata dalle autorità competenti, individuate in base all'ordinamento di ciascuna confessione religiosa, e sottoscritta dal rappresentante legale dell'ente proprietario. Questo già avviene in base a criteri che poi la Giunta individua sulla base dei bandi per l'erogazione di questi contributi, ma, anziché demandare alla Giunta il compito di individuare questi criteri, lo mettiamo anche in legge, il che è possibile. Ma è possibile per chi, in particolare? Abbiamo fatto ampie valutazioni su questo articolo. In particolare, la richiesta viene da Comuni ed Enti locali, che a volte sono proprietari di immobili che vengono utilizzati dalle professioni religiose del loro territorio, quindi possono accedere a questo fondo.
Il Capo IV, anch'esso introdotto in sede di esame, interviene in materia di edilizia residenziale pubblica proponendo, all'articolo 12, una modifica all'articolo 46 della legge regionale n. 39/2017 "Norme in materia di edilizia residenziale pubblica", relativo all'attribuzione di alloggi per finalità sociali, al fine di garantire la possibilità ai Comuni, qualora il numero di alloggi da assegnare annualmente sia inferiore alle cento unità, di riservare comunque fino a due alloggi a specifici progetti destinati a situazioni di fragilità sociale a favore delle Aziende ULSS o dei servizi sociali del Comune stesso. Anche per questo ringrazio il Legislativo, perché l'abbiamo riscritto e rivalutato adeguatamente in Commissione, e alla fine ha raccolto il totale consenso da parte della Commissione per raggiungere questo obiettivo.
Il Capo V concerne la materia del governo del territorio e si compone di tre articoli diretti a modificare altrettanti articoli della legge n. 11/2004 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio". Il primo, l'articolo 13 di questo progetto di legge, modifica l'articolo 45 ter della legge regionale n. 11/2004 per consentire, in un'ottica di semplificazione e in coerenza con quanto previsto dall'articolo 146 del decreto legislativo n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), di ricomprendere le forme associative e di cooperazione fra Enti locali, come definite dalle vigenti disposizioni sull'ordinamento degli Enti locali, tra i soggetti ai quali la Regione può delegare la funzione autorizzatoria in materia di paesaggio.
L'articolo 14 del progetto di legge va a modificare l'articolo 45 quater della legge regionale n. 11/2004 . Questa modifica, in coerenza con la finalità di promuovere forme di cooperazione tra gli enti che favoriscono, tra l'altro, una maggiore qualità dei servizi erogati ai cittadini, consente ai Comuni di esercitare le funzioni autorizzatorie in materia di paesaggio ad essi delegate anche attraverso forme di convenzionamento con gli Enti Parco regionali inseriti nell'Elenco degli enti idonei.
Con l'articolo 15 apportiamo, infine, una modifica all'articolo 45 septies della legge regionale n. 11/2004 , che ha istituito l'Osservatorio regionale per il paesaggio, con il compito di predisporre studi, raccogliere dati e formulare proposte per la determinazione degli obiettivi di qualità del paesaggio.
In questi anni di attività l'Osservatorio regionale ha promosso la costituzione di osservatori in ambito locale, come luogo privilegiato per poter raccogliere le indicazioni che le popolazioni percepiscono come esigenze primarie e, conseguentemente, adottare iniziative specifiche rispondenti alle suddette esigenze. Con questa modifica che abbiamo introdotto si intende, quindi, istituzionalizzare tale previsione, stabilendo con legge che gli Osservatori locali per il paesaggio aderiscono alla Rete regionale al fine di avvicinare, rafforzare ed estendere i princìpi della Convenzione europea a tutto il territorio regionale.
Abbiamo, in ultimo, le disposizioni finali, che sono la clausola di neutralità finanziaria e l'entrata in vigore.
Abbiamo avuto il parere positivo sia del Consiglio delle Autonomie locali sia, ovviamente, della struttura legislativa e dei tecnici.
Il progetto di legge è stato approvato a maggioranza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatore è il collega Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sei Capi, diciassette articoli. L'articolo 1 è significativo in questo provvedimento perché abbiamo scongiurato una delega in bianco alla Giunta, tentativo di evitare l'utilizzo dell'istituto ordinario attraverso i bandi per l'assegnazione delle risorse, con l'obiettivo di attribuire alla Giunta – leggo dalla relazione del testo depositato – la possibilità di concedere contributi per particolari esigenze operative, ad integrazione degli altri finanziamenti del Servizio regionale di protezione civile, contributi finalizzati a sostenere iniziative od interventi riconosciuti dalla Giunta regionale di carattere strategico e rilevanza regionale.
È stato un lavoro importante, lungo e non semplice. Oggi, però, abbiamo questo articolo, così come lo stiamo discutendo, sicuramente più efficace sotto l'aspetto operativo, ma anche garante e a tutela della Commissione stessa nell'esercizio delle proprie prerogative, dato che, ai sensi dello Statuto e del Regolamento, prevede l'inserimento della previsione che, in caso di utilizzo da parte di questo istituto di urgenza (chiamiamolo così) da parte della Giunta, si dà tempestiva informativa alla competente Commissione consiliare, corredata di una relazione che motivi la strategicità a rilevanza regionale.
Crediamo che questo sia un passaggio importante, che ha trovato in maniera trasversale una sensibilità all'interno del dibattito, ahimè, qualche volta un po' acceso, qualche volta un po' duro, qualche volta un po' ruvido, Presidente. Però, il fatto che era in molti casi trasversale e condiviso voleva significare che non c'era un approccio ideologico, ma c'era un approccio legislativo al tema, ovvero da una parte riconoscere che ci fosse l'utilizzo di un istituto straordinario, qualora la straordinarietà lo prevedesse, dall'altra parte scongiurare una delega in bianco alla Giunta. D'altronde, colleghi, gli utilizzi straordinari degli istituti straordinari servono, lo vedevamo anche prima con l'assessore Caner, però è evidente che, quando si parla di Protezione civile, di per sé la sua chiamata in campo corrisponde a un'emergenza o a una straordinarietà di qualcosa. Non è che la Protezione civile si mette in campo per andare a passeggiare e vedere se per strada va tutto bene. Ed era un po' altisonante il fatto che si voleva mettere a fianco l'utilizzo di risorse, Presidente e colleghi, non risorse aggiuntive, ma risorse ordinarie, quindi le stesse risorse dallo stesso capitolo che vengono date in gestione ordinaria a tutti coloro che devono guadagnarsi le ore, gli accrediti, per poter dopo attingere ai bandi, il che significava necessariamente svilire anche il lavoro di un pezzo stesso di Protezione civile, perché non aggiungere altre risorse voleva dire far sì che chi oggi rientra nei finanziamenti domani non rientrasse più. Togliere una parte di gestione ordinaria per metterla nella gestione straordinaria ci spaventava un po'. Questo non per mancanza di fiducia, ma perché è molto semplice usare la parola "emergenza" quando si parla di Protezione civile.
Dobbiamo riconoscere l'ottimo lavoro svolto, e li ringrazio anch'io, dalla Presidente, dai tecnici e dal Legislativo, in particolar modo il dottor Giachetti, il dottor Schiavon e il dottor Simionato, che sono stati arbitri preziosi nell'aiutarci a mettere insieme pezzi di sensibilità diverse, anche con una sintonia dell'Ufficio di Presidenza su questo articolo, per tentare, presidente Rizzotto, di far stare insieme tutta la Commissione su un provvedimento così importante. Sicuramente la determinazione messa in campo ha prodotto, presidente Ciambetti, momenti di tensione vera, però oggi penso che abbiamo fatto il miglior servizio che un Organo legislativo potesse fare alla sua Regione e alla stessa Protezione civile. Del resto, non è facile andare a spiegare a chi rimane senza qualcosa perché è stato dato a qualcuno, sicuramente non per due volte, ma poteva capitare anche quello.
Gli articoli 2 e 5 avevano riferimenti al DPR n. 53/1988, che è stato abrogato, ma è successo nel 2006 con il decreto legislativo n. 152. La Giunta ora lo fa perché l'articolo 2 modifica l'articolo 5 della legge regionale n. 23 e l'articolo 79 della legge reginale n. 11/2001, un po' la nostra Bassanini. Messi insieme avevano problemi interpretativi, sicuramente. Però, un piccolo tassello in qualche modo stride: come avevamo fatto nel 2006, che è il DPR di riferimento ad oggi, siamo consapevoli che la normativa ha subìto un'evoluzione dal 2006 ad oggi, tant'è che lo stesso articolo 269 del decreto n. 152 è stato modificato più volte, ma ci piacerebbe sapere quali sono questi motivi interpretativi così forti da intervenire oggi nell'ordinamentale. Certo, lo condividiamo. Non si può dire che non bisognava intervenire. Però, siccome, Presidente, nelle relazioni ci dicono che c'erano questi grandi scogli interpretativi, vorremmo capire dal 2006 ad oggi, come abbiamo fatto, se questi scogli li abbiamo aggirati o saltati, oppure se ci siamo nascosti dietro questi scogli, che mi sembra, a volte, anche la più plausibile delle spiegazioni.
Gli articoli 3, 4, 6 e 7, inseriti in sede d'esame, dispongono, anch'essi, aggiornamenti e stralci, tutti in riferimento al DPR n. 53/1988.
L'articolo 8 tenta di portare una disposizione in materia di bacini idrici all'analoga forma dei rifiuti, proponendo, infatti, alla legge regionale n. 17/2012 , all'articolo 4, così come era già previsto nella legge regionale n. 52/2012 , che all'Assemblea di bacino possa essere delegato non più solo l'Assessore, ma un terzo. Sicuramente, come dice il Legislativo nella scheda SIN, la proposta rispetta il decreto legislativo n. 267/2000 (TUEL) ed è conforme, perché avviene già con quello che prevede la legge n. 52 del 31 dicembre 2012, però noi crediamo, colleghi, che ci sia una questione politica, soprattutto quando si parla di rappresentare un ente. Infatti, noi con un emendamento chiediamo che possa partecipare sicuramente non solo l'Assessore delegato, nulla quaestio, ma anche, per non avere un'ottica restrittiva, al limite un Consigliere comunale delegato. Sembra quasi che si voglia andare ogni volta a svilire e sminuire il ruolo delle Assemblee amministrative locali. D'altronde, Il fatto che ogni volta che facciamo una legge pensiamo di dire che c'è sempre qualcuno che ne capisce di più di chi fa parte di un Consiglio comunale e, quindi, per far funzionare le cose dovremmo mandarlo io credo che vada anche un po' contro quello che è il ruolo stesso della politica.
Se alla fine i cittadini, votando, decidono di farsi rappresentare da quella classe dirigente, quella classe dirigente, da una parte, deve lavorare per assumere le competenze tecniche e, dall'altra, è anche giusto che si assuma oneri e onori su questo.
Se vuole, aspetto che finisca.

PRESIDENTE

Collega Corsi, non è che dobbiamo sentire i suoi discorsi da una parte all'altra.
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che ci sia anche un ruolo da tutelare da parte delle Assemblee legislative. Capisco che tecnicamente può stare in piedi. Però, se io sono, e come lo sono io lo sono anche tanti altri colleghi, un Consigliere comunale, vorrei anche, soprattutto se si considera come sono impostati oggi gli Enti ottimali di bacino, che hanno sempre qualche modo per far sì che qualcuno venga fuori con le ossa più dritte e qualcuno venga fuori sempre con le ossa rotte... Mi viene in mente il tema della TARI a Venezia, il famoso mito delle tariffe ARERA: tutti i Comuni hanno aumenti del 40, 50 o 60%, mentre Venezia fa il 13% in meno del 2018, che è stato l'anno migliore che ha avuto nelle tariffe. Quindi, credo che un po' di mediazione politica su questo ci voglia, a parte i tecnicismi.
Sembra quasi che si voglia prendere atto che c'è una politica sempre più spesso impreparata, che deve commissariare o delegare le proprie funzioni ai tecnici. Noi non condividiamo questa visione, scritta ma non detta, che spesso ritorna quando ci sono gli ordinamentali in Aula. Riteniamo che la centralità della responsabilità politica, Presidente, debba rimanere in capo alla parte politica, che la esercita con il mandato degli elettori, coadiuvandosi sicuramente degli aspetti tecnici. Anche noi non siamo arrivati qua sapendo quello di cui stiamo parlando oggi, però ci sono i tecnici, ci sono i dirigenti, c'è un po' di buona volontà, e quindi tenti di espletare le tue funzioni. Altrimenti, non ti candidi nemmeno. Abbiamo preparato, infatti, un emendamento in tal senso.
L'articolo 9 è molto interessante. È una procedura nuova, che disciplina il caso in cui un Comune voglia passare da un bacino territoriale ad un altro nell'ambito del servizio di gestione integrata dei rifiuti. Si prevede che prima ci voglia, ovviamente, una delibera di Consiglio comunale – e su questo ci mancherebbe altro – e che poi sia il bacino di provenienza che quello di destinazione diano un parere entro 30 giorni; un parere non vincolante previsto nella norma.
Su questo noi abbiamo, nessuno ce ne voglia, un'idea diversa e abbiamo fatto due emendamenti per dare l'opzione 1 e l'opzione 2 alla modifica di questa norma.
Con il primo chiediamo che, fermo restando i 30 giorni previsti – sia chiaro, colleghi, nessuno vuole allungare i termini e nessuno vuole fare ostruzionismo, quindi i giorni sono quelli che ci mettete voi – il parere del Consiglio di bacino di destinazione sia vincolante per gli ovvi motivi che adesso vi spiego. È evidente che ha 30 giorni per darlo, ma può anche non darlo. Nei 30 giorni, così come oggi dobbiamo aspettare il parere non vincolante, dobbiamo aspettare il parere vincolante. Non si allunga nulla. Il fatto che ci sia, soprattutto su una norma regionale, quella come la nostra, dove un po' i bacini...
Diciamoci la verità, colleghi. I bacini sono stati fatti in base a quelle che sono le competenze delle aziende. Se voi venite a Venezia, il bacino di Venezia segue VERITAS, non c'è una logica territoriale. Andiamo a vedere nel Veneto orientale. L'altro giorno c'è stato anche uno sciopero dei lavoratori di queste aziende dopo tanti anni per la prima volta, che vanno ringraziati perché hanno comunque tenuto fede ai servizi minimi, scuole, ospedali e quant'altro, però nel Veneto orientale abbiamo avuto in questo periodo uno sciopero dell'azienda che si occupa della gestione dei rifiuti - mi vengono in mente Caorle, Eraclea, Bibione e Jesolo tanto per dire quattro località non secondarie - ma anche lì c'è un bacino.
È evidente che una legge fatta, Presidente, su una taratura che è in qualche modo quella aziendale e non quella più conciliante nelle varie ottiche, non può non avere il bacino di arrivo che dia un parere vincolante. Immagino, se uno è una rogna, che in qualche modo fa sempre tutto, blocca, contesta, allunga e tu sei una realtà che lavori bene e lavori in un certo modo, devi poterti anche permettere il lusso, Presidente, di preservare quella che è la funzionalità, visto che parliamo di temi delicati, e tu in qualche modo devi mantenere questa funzionalità se ha portato anche anni di lavoro per raggiungere degli equilibri.
Così come mi viene in mente, se questo passaggio avviene con una discrepanza di aziende... Non è facile dire che noi decidiamo per gli altri su questi temi, perché uno lo accontentiamo, ma 43 li scontentiamo. Auguri quindi se decidete di andare avanti su questa strada.
Con un altro emendamento che abbiamo presentato chiediamo che siano vincolanti entrambi i pareri, sia quello del Consiglio di destinazione che quello di origine. A questo siamo un po' meno affezionati, però è un dovere nostro legislativo proporlo, perché sappiamo bene che se un soggetto occupa un certo spazio in materia tariffaria non è che ti lasciano andare via serenamente. Su questo possiamo anche capire. Ve la chiudiamo così: fatto cento, accontenti uno, ma gli altri novantanove ve li trovate dietro la porta con il piccone a chiedervi a chi devono dire grazie di quello che dopo succede.
È evidente che diventa una facoltà che decideranno di esercitare i Consigli di bacino, ma noi non possiamo pensare che questi passaggi avvengano, seppur rispettando i princìpi di autosufficienza e della propria operatività, senza contezza di quelle che possono essere le eventuali situazioni pregresse o gli scenari futuri che si delineano. Noi sappiamo quello che ci viene chiesto, però io adesso guardo quello che conosco meglio, che è il mondo veneziano fatto da più aziende, addirittura da aziende che raccolgono in proprio i rifiuti, qualcuna a Jesolo che usa la sua, qualcuno a Chioggia che usa l'altra. È una giungla. Presidente Ciambetti, noi ci vantiamo di avere una gestione di rifiuti come quella veneta e dobbiamo proteggerla. Anche dove i Consigli comunali fanno delle scelte legittime, ma non possiamo andare a prendere il cerino e dire: "Tanto do fuoco a casa di un altro, non alla mia. Cosa mi interessa?".
Riteniamo essenziale capire cosa ha da dire chi è sul territorio e quali scenari si configurano. Se arriviamo all'articolo 10, interviene una legge della governance dei parchi, la n. 23/2018, secondo disposizioni già previste, solo che si mettono in fila a quelle che erano le disposizioni di due articoli in tema di relazione annuale alla Commissione, integrando l'articolo 5 della n. 23 con il contenuto dell'articolo 8 della n. 53/1993. Un'intuizione della Presidente che, va riconosciuto, migliora anche la relazione che arriva in Commissione, integrandola, infatti, anche con il programma annuale delle attività, che si affianca ‒ cosa che prima non c'era ‒ al programma annuale di conservazione della natura di sviluppo sostenibile e promozione, oltre alla rendicontazione. In più, si tenta di dare una tempistica certa indicando febbraio come mese di riferimento per la trasmissione della documentazione.
Su questo credo che sia stato fatto un buon lavoro. Evitiamo di fare due volte una cosa simile, ma non uguale. Diamo una tempistica, Presidente, visto che molto spesso siamo noi a dover corteggiare gli altri che vengono. Questo crediamo sia un passaggio che migliora l'attività legislativa della nostra Regione.
L'articolo 11 parla dei contributi regionali. L'articolo 11, presidente Ciambetti, credo che sarà uno dei perni centrali di questo dibattito, perché parla di contributi regionali per l'edilizia di culto che si affiancano a quei finanziamenti dai Comuni con le risorse del fondo delle opere di urbanizzazione.
Qui credo ci sia un importantissimo nodo politico, perché all'inizio si proponeva di consentire di finanziare edifici di culto anche di proprietà di persone giuridiche private, oltre che quelli di proprietà di persone giuridiche pubbliche, oltre naturalmente agli edifici di proprietà delle confessioni religiose stesse.
Poi – Presidente, mi rivolgo a lei – durante il dibattito, quando noi in buona fede abbiamo ringraziato questo articolo, perché apriva anche ad edifici di culto non prettamente diffusi nel nostro territorio, per quanto riguarda l'erogazione dei contributi, è arrivato un perentorio ordine di Fratelli d'Italia che ha detto: "Basta toglietelo, non si discute"; ahimè, l'ordinamentale presentato dall'aggiunta della Lega è andato.
Noi abbiamo preparato un emendamento, colleghi, per darvi sponda e dire che così come l'aveva concepito la Giunta aveva un senso. Dopo, per carità, cose vostre, però abbiamo il dovere di dire che forse in questo passaggio c'era stata una Giunta lungimirante, lucida, che meritava di non subire queste interruzioni repentine immotivate.
Articolo 12, Capo IV in tema di emergenza abitativa. Credo che faccia una cosa sensata, e lo condividiamo, ovvero prevedere che gli alloggi da riservare alle aziende ULSS e ai servizi sociali del Comune per finalità sociali che intercettano situazioni di fragilità sociali siano sempre due, anche quando quelli da assegnare siano meno di 100, visto che si parla del 2% nella norma, e ciò a vantaggio dei Comuni più piccoli, che in Veneto sono tantissimi, ovvero quelli che avendo meno di 100 alloggi col 2% non riuscirebbero ad avere i due alloggi previsti. Credo sia un passaggio molto di buonsenso.
Si interviene al 13 o 14 sulla funzione di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, prevedendo che possano sostanzialmente anche essere delegate a forme associative di cooperazione tra Enti locali; l'articolo 13 vieta che ci siano forme di convenzionamento con gli Enti Parco. L'articolo 14 va in quella direzione; è tutto sommato una formula per estendere l'istituto ed evitare che i soggetti magari si sottraggano a questo, con il rischio che dopo si riduca la platea di chi lo fa. È quello che sta avvenendo, perché molti Comuni non sono attrezzati per il rilascio delle autorizzazioni a causa dei problemi di personale che conosciamo tutti e comunicano alla Regione la mancanza dei requisiti. La Regione provvede alla revoca della qualifica di ente idoneo. Così vengono stralciati dagli elenchi degli enti idonei, creando e diminuendo la platea dei soggetti che possono farlo.
L'articolo 15, infine, sempre in materia di paesaggio, propone un'integrazione volta a dare rilievo agli osservatori locali per il passaggio. In tal senso si dice esplicitamente che questi aderiscono alla rete regionale al fine di avvicinare, rafforzare ed estendere i principi della Convenzione europea del paesaggio a tutto il territorio regionale.
Sono articoli, Presidente, che avrebbero una chiave di lettura – e chiudo negli ultimi cinque secondi – diversa se noi oggi non ci trovassimo di fronte alla difficoltà di molti Enti locali nella nostra Regione che si fanno depennare dall'elenco di chi deve fare la paesaggistica mettendo in difficoltà quei pochi che restano, appesantendoli.
Ho sforato di quattordici secondi. Sono stato bravo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Chiudiamo qui la seduta odierna. Domani riprendiamo.
La Seduta termina alle ore 18.12
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 103 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 103
LUNEDì 17 LUGLIO 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 103a seduta pubblica – lunedì 17 luglio 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022 e dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 16 del 28 marzo 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10165 del 12 luglio 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.39, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 11.01.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 102a seduta pubblica di martedì 11 luglio 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia; inoltre, ha comunicato assenza il consigliere Finco; inoltre, una consigliera segue la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n.4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 402 del 25.05.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"Vajont, le carte processuali sono patrimonio UNESCO. Quali le azioni della Regione per scongiurarne il trasferimento a l'Aquila?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Convalida dell'elezione della consigliera regionale Chiara Luisetto. (Deliberazione n. 73/2023)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE svolge la relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di Presidenza.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2023 in materia di agricoltura, caccia, pesca, promozione agroalimentare, consorzi di bonifica, raccolta e commercializzazione dei funghi, raccolta e commercializzazione dei tartufi, foreste". (Progetto di legge n. 188) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 15/2023)  [RESOCONTO]

Prosecuzione dell'esame del progetto di legge in oggetto iniziato nella 102a seduta consiliare di martedì 11 luglio 2023.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Valdegamberi (Gruppo Misto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A45, presentato dal correlatore, scade in 5 minuti.

In discussione generale interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A46, presentato dal relatore, scade in 15 minuti.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Terza Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 11.43.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 12.41.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A38 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. A1.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra e ritira l'emendamento n. A39 all'articolo 2.

L'emendamento n. A5 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A2 e A6 all'articolo 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Sull'emendamento n. A7 all'articolo 2, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A23 all'articolo 3, illustrato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

La seduta è sospesa alle ore 13.03.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 14.56.

Assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A 48, presentato dal correlatore Montanariello, scade in 5 minuti.

L'emendamento n. A18 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A24 all'articolo 3, illustrato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. A40.

L'emendamento n. A19 all'articolo 3, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A8 all'articolo 3, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Montanariello (Partito Democratico Veneto), Possamai (Liga Veneta per Salvini Premier) e Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier).

L'emendamento n. A8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

In dichiarazione di voto sull'articolo 3 interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli emendamenti nn. A25, A20 all'articolo 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Sull'emendamento n. A9 all'articolo 4, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Possamai (Liga Veneta per Salvini Premier), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Valdegamberi (Gruppo Misto).

L'emendamento n. A9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A10 all'articolo 4, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Valdegamberi (Gruppo Misto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Corazzari.

L'emendamento n. A10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A21 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A3 all'articolo 5, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra gli emendamenti nn. A41 e A42 all'articolo 5.

Gli emendamenti nn. A41 e A42, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Sull'emendamento n. A11 all'articolo 5, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Corazzari.

L'emendamento n. A11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A36 all'articolo 5.

L'emendamento n. A48 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A46 all'articolo 5, illustrato dal consigliere Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A27, A26 all'articolo 5, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'emendamento n. A28, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A29 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A30, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A31 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A37 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A12 all'articolo 7, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Valdegamberi (Gruppo Misto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'emendamento n. A12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A13 all'articolo 8, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

L'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A22, all'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A14, all'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. A15.

L'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Gli emendamenti nn. A32 e A33 all'articolo 11, illustrati dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Gli emendamenti nn. A34, A35 all'articolo 11, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Gli articoli 12, 13, 14, 15 e 16, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'articolo 17.

Gli articoli 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23 e 24, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A43, all'articolo 25, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. A4.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra gli emendamenti nn. A44 e A45 all'articolo 25 e propone delle modifiche verbali.

Gli emendamenti nn. A44 e A45 , posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati come modificati.

L'articolo 25, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 26, 27, 28, 29, 30 e 31, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A16 all'articolo 32, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A17 all'articolo 32, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 32, 33, 34, 35 e 36, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A47

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel e Guarda relativo a "Effettuare una più stretta vigilanza per garantire la sicurezza e l'incolumità delle persone e degli animali non cacciabili". (Progetto di legge n. 188) RESPINTO  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Zanoni (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zecchinato

Astenuti:

Bozza, Ciambetti

Non votanti:

nessuno

Sull'ordine dei lavori intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), l'assessore Corazzari e la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello

Hanno votato no:

Ostanel, Zanoni

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto 8) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2023 in materia di protezione civile, ambiente e parchi regionali, edifici di culto, edilizia residenziale pubblica, governo del territorio". (Progetto di legge n. 191) INIZIO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani 18 luglio 2023.

La seduta termina alle ore 18.12.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LORENZONI Arturo
BALDIN Erika
LUISETTO Chiara
BARBISAN Fabiano
MAINO Silvia
BET Roberto
MICHIELETTO Gabriele
BIGON Anna Maria
MONTANARIELLO Jonatan
BISAGLIA Simona
OSTANEL Elena
BORON Fabrizio
PAN Giuseppe
BOZZA Alberto
PAVANETTO Lucas
BRESCACIN Sonia
PICCININI Tomas
CAMANI Vanessa
POLATO Daniele
CAVINATO Elisa
POSSAMAI Gianpiero
CECCHETTO Milena
PUPPATO Giovanni
CENTENARO Giulio
RAZZOLINI Tommaso
CESTARI Laura
RIGO Filippo
CESTARO Silvia
RIZZOTTO Silvia
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca






LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika Baldin




IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian