ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 12/09/2023 n. 109

Resoconto n. 109 - 11^ legislatura
Resoconto 109 a Seduta pubblica
Martedì, 12 settembre 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.35, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.59

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno.
Se potete, registrate la presenza su Concilium. Penso che i numeri li abbiamo, anzi ne sono sicuro, ma vi chiedo di registrarvi.
Diamo inizio alla 109ª Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12468 del 7 settembre 2023, integrato con nota prot. n. 12537 dell'8 settembre 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 108ª Seduta pubblica di martedì 5 settembre 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
Sono state comunicate le assenze dei consiglieri Pavanetto e Polato.
La consigliera Cavinato seguirà i lavori da remoto.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Abbiamo due interrogazioni, con lo schema medesimo.
Risponderà per la Giunta l'assessore Donazzan, che ha avuto delega a rappresentare oggi l'intera Giunta.
Partiamo con la IRI n. 380 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 380 del 31 marzo 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "DISCARICHE ABUSIVE DI FIBROCEMENTO (AMIANTO) NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MIRA (VE), LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa è una interrogazione che ho depositato tempo fa ed è relativa a quello che si legge, ovvero conferimenti abusivi di fibrocemento nel territorio comunale di Mira, nell'area precisamente dell'idrovia.
Come sappiamo, purtroppo, è una situazione presente in tanti punti, magari quelli più oscuri e meno visibili del nostro territorio, nella regione del Veneto. È una situazione altamente preoccupante perché, come sappiamo, si tratta di amianto e le fibre inalate possono essere altamente cancerogene.
L'attenzione che si chiede alla Giunta è di fare in modo, in sostanza, che i Comuni abbiano la possibilità di intervenire per mettere in sicurezza il territorio e di conseguenza la salute delle persone, magari anche con opportuni rilievi o l'installazione di telecamere che possano colpire i responsabili di questi gesti atroci, che danneggiano sia l'ambiente sia la salute di tutti noi cittadini.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la Giunta risponde l'assessore Donazzan. Prego, Assessore.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Relativamente alla problematica di cui all'oggetto, dalle informazioni assunte da ARPAV, essa attiene ad alcune segnalazioni inerenti all'abbandono di rifiuti anche contenenti amianto in alcune aree del Comune di Mira e specificatamente in via Argine destro e in via Argine sinistro.
Sul punto, ARPAV rileva la necessità di provvedere alla caratterizzazione e al corretto smaltimento del rifiuto depositato abusivamente, ai sensi della normativa ambientale vigente.
Sotto altro profilo, il Dipartimento di Prevenzione dell'ULSS 3 Serenissima, pure interessato dalla questione in argomento, ha rappresentato di avere periodicamente notizia dagli organi di stampa del ritrovamento lungo il tracciato in parola di rifiuti abbandonati, delle più svariate tipologie, tra cui rifiuti definiti "fibrocemento", in ordine ai quali riferisce di non avere riscontro di inquinamento di matrice ambientale derivante dai suddetti rifiuti.
Rileva, altresì, che è competenza dei Comuni in primis agire con apposite ordinanze emesse allo scopo di evitare la dispersione dei materiali, l'avvicinamento di persone, il conferimento abusivo e l'adozione di opportune misure di messa in sicurezza in attesa del corretto smaltimento.
Proprio per far fronte a situazioni riconducibili alla materiale impossibilità di individuare i soggetti responsabili di tali scellerati abbandoni, come nel caso di specie, con deliberazione di agosto 2022 la Giunta regionale ha approvato un bando rivolto alle Amministrazioni comunali del Veneto, che individua le modalità di assegnazione di contributi derivanti dal trasferimento di competenze di cui al decreto legislativo n. 112 del 1998, a sostegno di interventi che prevedano lavori di scavo, asporto e avvio al recupero e smaltimento di rifiuti, addivenendo così al ripristino dell'area interessata. Nello specifico, il bando in parola ha definito i potenziali beneficiari e le tipologie di intervento finanziabili e le spese ammissibili, le modalità e i termini per la presentazione delle domande e la documentazione da allegare, i criteri per la valutazione delle domande medesime e, per la formulazione delle graduatorie, la soglia di spesa minima degli interventi nonché, da ultimo, la somma massima concedibile a titolo di contributo.
A detto bando ha partecipato anche il Comune di Mira, al quale, con decreto del Direttore della Direzione Ambiente e Transizione ecologica del novembre 2022, è stato assegnato un contributo di euro 63.440 per far fronte alle operazioni di recupero e smaltimento di lastre di cemento-amianto depositate sul letto del corso d'acqua denominato "Idrovia" e sui rispettivi argini.
Più in generale, nella lotta agli illeciti ambientali va ricordato che la Giunta, con deliberazione propria del 2018, ha costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della Regione del Veneto, ARPAV, ANCI, Comando Interregionale Vigili del Fuoco, Nucleo Ecologico dei Carabinieri e Università di Padova. Un'esperienza assolutamente positiva che, proprio per la sua riconosciuta utilità, il Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in occasione di un'audizione nella scorsa legislatura della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati, ha suggerito di estendere anche ad altre realtà nazionali.
Si segnala, altresì, che la Giunta è intervenuta adottando diverse ulteriori deliberazioni con le quali sono stati assegnati a soggetti privati e pubblici contributi a sostegno dell'installazione di impianti di videosorveglianza, tra cui, nell'anno corrente, la delibera di marzo 2023, ulteriormente rifinanziata con successiva deliberazione, in favore dei Comuni, per inserire tali impianti presso i centri di raccolta e altri siti dei territori comunali, al fine di prevenire il deposito incontrollato di rifiuti.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Assessore, per la risposta.
Chiaramente si auspica che si faccia il massimo in questo caso e tutto quello che è possibile per prevenire questi fenomeni di inquinamento ambientale, che hanno ricadute pesanti sulla salute di noi cittadini, sperando che i contributi offerti in delibera siano sufficienti a coprire le spese dei Comuni per far fronte agli interventi di rimozione di questo tipo di rifiuto altamente inquinante e anche per quanto riguarda l'installazione di impianti di videosorveglianza per rilevare gli autori di questi illeciti.
Si spera, insomma, che ci sia una costante attenzione sotto questo profilo, perché credo sia assolutamente importante dare ai Comuni tutti i mezzi per far fronte a questa problematica e, quando vengono rilevati questi illeciti, si proceda prontamente a individuare i colpevoli.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Passiamo alla IRS n. 331, sempre della collega Baldin.

Interrogazione a risposta scritta n. 331 del 4 aprile 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "LAGUNA DEL MORT, PROGETTO PER STRAVOLGERLA CON UN MEGA VILLAGGIO TURISTICO DA 14MILA PRESENZE, LA REGIONE INTENDE APPROVARE?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un tema oggetto di numerosi articoli di stampa, anche in questi giorni, e anche un tema di forte preoccupazione per i cittadini dei due Comuni di Eraclea e di Jesolo. Almeno una parte di essi e tante associazioni lamentano il fatto che si andrebbe ad autorizzare – e con questa interrogazione chiedo alla Giunta cosa intenda fare sul fronte dell'autorizzazione – un progetto che andrebbe ad impattare gravemente su un territorio che è già un sito tutelato, perché è un sito di interesse comunitario, e su una tra le spiagge più belle d'Italia, come sostiene Legambiente, quella della Laguna del Mort, un'area assolutamente di pregio dal punto di vista faunistico e ambientale.
Con questo progetto, che è veramente enorme, di grandissimo impatto, perché si parla di 14.000 presenze, c'è la paura fondata, il timore fondato che si vada ad incrementare ancora di più il consumo di suolo che in questa regione è già ad altissimi livelli, quindi a deturpare un'area di pregio naturalistico unico nel nostro Paese.
Si chiede quindi alla Giunta regionale cosa intenda fare relativamente alla necessità di salvaguardare la specificità naturalistico-faunistica di quest'area.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola all'assessore Donazzan per la risposta, sempre al posto dell'assessore Bottacin. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione a risposta scritta indicata in oggetto, si riferisce che la società Elite Vacanze Gestioni Srl ha presentato agli uffici regionali competenti istanza di procedura di PAUR, ai sensi dell'articolo... (e segue la parte di normativa), acquisita al protocollo regionale nel marzo del 2023, con due registrazioni, per il progetto denominato "Valle Ossi Villaggio turistico rurale" localizzato nel Comune di Eraclea e per il quale il Comune di Jesolo risulta potenzialmente interessato dagli impatti.
L'intervento in esame rientra nelle categorie comprese nel decreto legislativo n. 152 del 2006 soggette alle procedure di verifica di assoggettabilità a VIA, che viene gestita dal Comitato regionale VIA, organo tecnico indipendente. La procedura attivata dal proponente, finalizzata al rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale, ricomprende il provvedimento di Valutazione di impatto ambientale e tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione e all'esercizio del medesimo progetto.
Ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo del 2006, la valutazione dell'autorità competente si estende alla finalità di conservazione propria di tale valutazione.
Alla data odierna, l'istanza è in fase di verifica documentale, essendo stato chiesto agli enti e amministrazioni potenzialmente interessati, con nota del maggio 2023, di verificare la completezza della documentazione e la necessità di eventuali integrazioni. Terminata la presente fase, gli uffici della Unità di Valutazione di impatto ambientale pubblicheranno sul proprio sito web la documentazione progettuale e l'avviso al pubblico e da tale data, per la durata di 30 giorni, il pubblico interessato potrà presentare osservazioni sul progetto.
Al termine della fase delle consultazioni, la valutazione dello studio di impatto ambientale, nonché delle eventuali informazioni supplementari fornite dal proponente e dagli esiti delle consultazioni, verrà effettuata dal Comitato regionale VIA, organo tecnico indipendente, di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 4 del 2016 e successive modifiche.
Nel corso dell'istruttoria svolta dal Comitato regionale VIA, organo tecnico indipendente, saranno valutati i potenziali impatti ambientali del progetto dovuti alla fase di costruzione, esercizio e dismissione dell'opera e le misure previste per evitare, prevenire, ridurre o compensare gli eventuali impatti individuati.
In sede istruttoria saranno altresì esaminate le osservazioni eventualmente presentate dal pubblico e dagli enti interessati e sarà effettuata la valutazione di eventuali impatti sulle componenti ambientali individuate per garantire la tutela ambientale, paesaggistica e naturalistica dell'area in questione, considerando anche la sua presenza nel sito rientrante nella Rete Natura 2000.
Infine, a valle dell'eventuale parere favorevole del Comitato regionale VIA – ripetiamo, ad adiuvandum, organo tecnico indipendente – verrà svolta la Conferenza dei servizi prevista dall'articolo 27-bis, comma 7, del decreto legislativo n. 152 del 2006, con le modalità previste dall'articolo 14 della legge n. 241 del 1990 per il rilascio del provvedimento di VIA e dei titoli abitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio del progetto.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Grazie, Assessore.
La speranza è che questa valutazione di impatto venga fatta nella maniera più rigorosa e stringente possibile. Chiaramente è un comitato tecnico, un organo indipendente, lo abbiamo letto, sottolineato e ripetuto più volte.
Relativamente a questo progetto di grande impatto su un territorio come quello della Laguna tra Eraclea e Jesolo, la Valle Ossi, dico che questa è un'area di grandissimo pregio e una delle poche spiagge libere che esistono nei nostri litorali. Non so come la pensiate voi, però io credo che sia necessario garantire ai cittadini la possibilità di andare nelle nostre spiagge, che sono un bene di tutti, senza avere l'onere di sostare in un ambito privato, in una concessione privata, con la necessità di spendere anche parecchi soldini, come ultimamente avviene nelle nostre spiagge. Quindi, la necessità di avere una spiaggia grande come questa assolutamente libera penso sia di estrema importanza e credo crei un servizio a tanti cittadini che magari in questo periodo di ristrettezza economica non possono permettersi di pagare lettini e ombrellone e portare i bambini in una situazione di completa libertà, con la possibilità di andare tutti al mare senza doversi sobbarcare costi importanti per le famiglie attuali.
Auspico, quindi, che si faccia un'opportuna valutazione di tutte le implicazioni positive e negative di questo progetto, positive se ce ne sono, e che si consideri l'altro aspetto più generale a cui accennavo, quello della necessità di mantenere una parte libera, nel vero senso della parola, di arenile, alla portata di tutti. Questo credo sia un imperativo a cui dobbiamo far fronte e rispondere proprio per tanti cittadini che lo richiedono, soprattutto per chi oggi è in estrema difficoltà e non può passare una giornata al mare per i costi veramente eccessivi che si riscontrano in alcune località.
Questo era l'auspicio. Speriamo che arrivino delle osservazioni pesanti riferite a questo progetto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Abbiamo terminato la sessione riservata alle interrogazioni.

Cordoglio per le vittime del terremoto in Marocco, delle inondazioni in Cirenaica e a Rio Grande do Sul
Cordoglio per la scomparsa dell'ex consigliere regionale Santino Bozza

PRESIDENTE

Prestatami un attimo di attenzione, colleghi.
In apertura dei lavori odierni credo sia doveroso volgere un pensiero alle vittime del terremoto in Marocco, dove si contano già oltre 2.600 morti e migliaia di feriti, delle inondazioni in Cirenaica, che hanno provocato oltre 2.000 morti, e delle inondazioni che hanno colpito il Rio Grande do Sul, terra con cui molti di noi hanno legami e rapporti, che hanno causato 41 morti accertati e centinaia di dispersi. In un solo Comune si contano 60 dispersi. Quindi, immaginiamoci quello che stanno provando le persone, e penso che tanti ne conosciate, di Rio Grande do Sul.
Assieme a questi eventi estremi, volevo unire il mio pensiero, il nostro pensiero nel cordoglio doveroso per la scomparsa, giovedì 7 settembre, di Santino Bozza, Consigliere regionale nella IX Legislatura, nella quale fu anche Segretario della Settima Commissione. Un politico appassionato e impegnato nelle Istituzioni, nelle Amministrazioni locali in particolar modo, dove non si è mai risparmiato, dotato di una singolarissima verve polemica, anche verace. Pur nella sua animosità sincera, aveva un profondo, umano e grande senso delle Istituzioni. Autonomista convinto, amava profondamente il Veneto e la sua città, Monselice.
Ai suoi familiari, ai suoi affetti, al Consiglio comunale di Monselice e ai suoi amici le nostre sincere condoglianze.
Vi invito ad osservare un minuto di silenzio, per favore.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)

PRESIDENTE

Grazie.
PUNTO
5.1



SOSTITUZIONE DI UN COMPONENTE RINUNCIATARIO DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI DELLA REGIONE DEL VENETO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 91/2023)

Relazione del Presidente

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori con un déjà-vu. L'avete visto come integrazione all'ordine del giorno del Consiglio.
Vi ricorderete che, qualche settimana fa, per estrazione abbiamo individuato i componenti del Collegio dei Revisori dei conti, norma nata in un periodo di antipolitica spinta, e l'estrazione ha portato al fatto che uno degli estratti non aveva le caratteristiche per fare il componente del Collegio dei Revisori dei conti della nostra Regione.
Probabilmente, se la scelta fosse spettata a questo Consiglio in maniera normale, avremmo potuto anche valutare queste situazioni, ma l'estrazione porta a quello che è successo. Quindi, poiché uno dei due componenti non è compatibile, dobbiamo ripetere la procedura, che avete visto qualche settimana fa.
Iniziamo, quindi, con l'estrazione. Il Segretario estrarrà il nome di un Consigliere, che poi a sua volta estrarrà un numerino.
Ripeto, dopo quello che è successo – ne ho parlato anche a livello governativo romano – cercheremo di proporre una modifica a questa procedura, proprio perché nasce in un periodo che probabilmente non era favorevole al regionalismo italiano e forse è il caso di passare ad altre modalità.
Prego, Segretario.
Al n. 57 corrisponde Zoccatelli Gabriella – speriamo vada bene, perché potrebbe esserci anche qualcosa sulla rappresentanza di genere – nata a Belluno, residente a Trento. Speriamo abbia tutte le caratteristiche per fare bene il consigliere del Collegio dei Revisori dei conti. Speriamo di non rivederci più per queste cose.
Colleghi, partiamo con i progetti di leggi.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2023 IN MATERIA DI CULTURA, TURISMO ED EDILIZIA SCOLASTICA". (PROGETTO DI LEGGE N. 186) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 25/2023)

Relazione della SESTA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Scatto
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Punto n. 6, PDL n. 186.
La parola alla relatrice, consigliera Scatto.
Prego, Presidente.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge, che è composto di sette articoli, si colloca come strumento di aggiornamento del complesso legislativo chiamato "ordinamentale", in quanto consta di adeguamenti normativi relativamente al mutato contesto nazionale e/o europeo di riferimento, di semplificazione normativa e di adeguamento alla domanda di normazione espressa dalle realtà sulle quali incidono le leggi regionali interessate.
Nella fattispecie, abbiamo gli articoli 2, 3 e 4 che riguardano rispettivamente la cultura, il turismo e l'edilizia scolastica. Si ricorda che c'è da apportare una modifica all'articolo 4 della legge regionale n. 20 "Città veneta della cultura". Sostanzialmente, tra i requisiti attualmente previsti c'è quello della sussistenza di un'adeguata capacità economico-finanziaria del soggetto presentatore. Allora, considerata la natura dei candidati, che possono essere esclusivamente Enti pubblici locali, Comuni o Unioni di Comuni, si ritiene necessario modificare la previsione di questo criterio, che così espresso sarebbe più attinente all'esame di soggetti privati e di operatori economici. Mentre, in questo caso si viene a chiarire quello che è l'oggetto della verifica, ovvero se e in quale misura il piano economico-finanziario proposto dal candidato si dimostri congruo rispetto alle voci di spesa previste per la realizzazione delle attività in programma.
A seguire, l'articolo 2 apporta una modifica per quanto riguarda la legge regionale 4 novembre 2022, n. 25 "La Grande Guerra infinita". Sostanzialmente in questa norma vengono citati alcuni Ministeri, i cui acronimi cambiano nel corso delle varie Legislature, pertanto lo scopo di questo articolo è quello di adeguare il testo della legge modificando gli acronimi non più in uso, come quello del MIUR, ad esempio, che ormai è già trasformato in MIM (Ministero dell'istruzione e del merito), o quello del Ministero della cultura già trasformato in MIC, inserendo nel testo un generico riferimento ai Ministeri secondo la propria competenza in materia di istruzione e di cultura, indipendentemente dalle loro denominazioni.
L'articolo 3 riguarda la legge regionale n. 11/2013 , afferente alla materia del turismo. Ebbene, questa proposta normativa prevede che, decorso un periodo di dodici mesi consecutivi senza che i soggetti titolari di strutture che in base alla legge regionale sono tenuti a comunicare alla Regione i dati delle presenze turistiche, la Giunta regionale procede d'ufficio alla chiusura della posizione anagrafica delle strutture ricettive nel SIRT. Quindi, si modifica il citato articolo 13 disponendo – questa è l'innovazione – che la Giunta regionale chiuda d'ufficio nel SIRT la posizione anagrafica delle strutture ricettive classificate, così come, del resto, avviene per le locazioni turistiche ai sensi dell'articolo 27 bis della stessa legge regionale, dopo un periodo di dodici mesi consecutivi senza che siano stati comunicati alla Regione i dati delle presenze turistiche da parte dei soggetti tenuti a dette comunicazioni.
L'articolo 4 di questo progetto di legge va ad abrogare il comma 8 dell'articolo 35 della citata legge, secondo cui qualora la Giunta regionale rilevi la mancanza di presenze turistiche per un anno consecutivo in una struttura ricettiva, in precedenza era il Comune che, su segnalazione della Giunta, verificava il rispetto del periodo di apertura della struttura con apposito sopralluogo, mentre sostanzialmente ora la Giunta procede direttamente.
Passiamo all'ultimo punto. La novellazione introduce nella citata legge l'articolo 3-bis, con il quale, per assicurare la fruibilità degli edifici scolastici, in casi di particolare urgenza e indifferibilità dei lavori, per esigenze di salute pubblica, pubblica incolumità ed eliminazione delle barriere architettoniche, alla Giunta viene concessa la facoltà di intervenire per consentire la realizzazione di quegli interventi che assicurino la continuità del servizio scolastico.
Gli ultimi due articoli riguardano la clausola di neutralità finanziaria e l'entrata in vigore della legge.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatrice è la collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La mia correlazione sarà molto breve, perché limitati sono i contenuti di questo provvedimento e li ha bene illustrati già la presidente Scatto.
Sappiamo che questo è un passaggio che si svolge annualmente, finalizzato a un aggiornamento legislativo di alcuni testi normativi privi di variazioni sia in entrata che in uscita sul bilancio. Da un lato potrebbe essere un passaggio finalizzato alla semplificazione amministrativa o al coordinamento formale, semplicemente formale dei testi, oppure alla semplificazione dei passaggi previsti dalle leggi regionali, oppure potrebbe essere un vero e proprio ordinamentale, cioè la definizione di una modalità, di una migliore aderenza, diciamo così, delle norme alla volontà del legislatore.
In questo secondo aspetto potrebbe essere un provvedimento che contiene anche alcune valutazioni di natura prettamente politica in riferimento agli ambiti di intervento.
Rispetto a questa specifica proposta di legge ordinamentale non c'è nulla di tutto questo. Non c'è né la semplificazione amministrativa né la necessità di una migliore aderenza alle volontà del legislatore. C'è, immagino, la semplice raccolta di alcune indicazioni da parte delle relative Direzioni per correggere alcuni piccoli dettagli. Lo ha già citato la relatrice. All'articolo 1 si precisa meglio come costituire l'istruttoria per i bandi relativi alla Città veneta della cultura.
All'articolo 2, addirittura, si deve introdurre una modifica nella definizione dei Ministeri, conseguente alla fantasiosa definizione che questo nuovo Governo ha dato in particolar modo ad alcuni Ministeri. C'è, poi, un intervento in ambito turistico che riguarda, anche qua, una migliore specificazione in riferimento alle modalità operative per il sistema operativo regionale del turismo.
In ultimo, c'è un articolo che abbiamo introdotto in fase emendativa durante la discussione in Commissione, anche questo finalizzato semplicemente a esplicitare meglio le modalità di intervento in ambito di edilizia scolastica.
Non c'è molto da dire in termini di contenuto. Probabilmente si tratta anche di necessità indiscutibili che le Direzioni hanno fatto pervenire alla Giunta per uno svolgimento più semplice e semplificato della loro attività.
Mi chiedo – la pongo come riflessione generale nelle attività del Consiglio – se non sia forse necessario valutare l'opportunità di procedere in questo modo con gli ordinamentali dentro questo Consiglio regionale. Mi rivolgo a lei, Presidente, nel senso che sappiamo benissimo che ci sono stati anni in cui gli ordinamentali avevano dei portati anche di natura politica, oltre che tecnica, che valeva la pena affrontare in maniera piena dentro quest'Aula. Decisamente non è il caso di questo provvedimento.
Quindi, mi chiedo se non sia, invece, opportuno, da un lato valutare l'opportunità di definire annualmente questo tipo di passaggio, dall'altro lato valutare l'opportunità di procedere diversamente, magari aggregando i contenuti di più Commissioni, cambiando un po' la procedura, ma che ci consenta di velocizzare l'iter oppure, perché no, di ricorrere a quel procedimento della seduta della Commissione in sede legislativa, che potrebbe risparmiare il tempo e l'economia dei lavori del Consiglio, in particolar modo quando riguarda provvedimenti che non sono oggetto di valutazioni politiche, ma di valutazioni prettamente tecniche.
Il nostro Regolamento ci consente di consegnare alla Commissione anche la funzione legislativa. Credo che in questi casi, proprio per l'economia dei lavori dell'Aula, forse varrebbe la pena valutare queste possibilità. Lo dico giusto per dare un senso alla discussione che stiamo facendo e anche per tornare, mi permetto di dirlo al Presidente del Consiglio, a costruire le condizioni per cui le Commissioni non diventino o non rimangano semplicemente passacarte, ma si riapproprino di una funzione che è tipica e che, mai come in questo caso, potrebbe essere sfruttata proprio su provvedimenti dove sostanzialmente c'è una disponibilità alla collaborazione e alla condivisione. Lo dico in particolar modo con la Commissione Sesta, perché con la presidente Scatto si riesce sovente a trovare punti di equilibrio.
La funzione legislativa della Commissione può essere una modalità, appunto, non dico per evitare perdite di tempo, ma per impegnare il tempo dei lavori del Consiglio magari in provvedimenti rispetto ai quali la volontà politica dei Consiglieri e dei Gruppi consiliari ha più senso che sia espressa.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie dello stimolo sul valore del lavoro in Commissione, anche dal punto di vista tecnico. Su questo ragioneremo.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Per provare a rendere questo ordinamentale qualcosa che serva anche alla discussione in Aula io, appunto, come diceva la collega Camani, non ho grandi cose da rilevare rispetto alle questioni che sono state poste. Però, siccome i temi di cui questo ordinamentale tratta sono temi che potrebbero essere utilizzati anche per una discussione un po' più ampia, ci sono due punti che volevo portare all'attenzione dell'Aula.
Con questo provvedimento, ad esempio, stiamo andando a modificare uno dei criteri rispetto alla valutazione dei progetti sulla "Città veneta della cultura", che a me sembra sensato. In altri termini, invece di dire che noi valutiamo la sussistenza di adeguata capacità economica, noi valutiamo l'adeguatezza del Piano economico-finanziario in relazione ai progetti e alle iniziative in oggetto programmate.
Lo dico perché, ad esempio, nella legge n. 17 (legge per la cultura), dove invece abbiamo una quarantina di soggetti che, pur essendo idonei, non sono stati finanziati per mancanza di risorse; quindi, per la scelta della Giunta di non mettere adeguate risorse su una legge che è stata approvata all'unanimità, se l'opzione migliore, l'optimum è trovare i soldi per finanziare tutti quei soggetti...
Rammento che è rimasta fuori la Stagione lirica del Comune di Padova. Il Comune di Padova ha fatto domanda e la Stagione lirica è rimasta fuori, per cui non si sa se Padova farà la Stagione lirica. È rimasto fuori il Comune di Treviso, colore politico diverso dal Comune di Padova, che non sa se riuscirà a fare un certo tipo di interventi sulla legge per la cultura. È rimasto fuori il Comune di Verona. Sono rimasti fuori i teatri, come il Teatro Civico di Schio o altri teatri, che oggi non sanno se riusciranno a fare la programmazione e siamo a settembre.
Mi collego a questo punto perché, se l'optimum è raggiungere i circa 700.000 euro che mancano al finanziamento, e spero davvero che la battaglia che faremo per il prossimo assestamento di bilancio ci porti ad ottenere la copertura economico-finanziaria per finanziare questi Comuni e questi soggetti culturali che sono rimasti esclusi... Non era mai successo che la Stagione lirica del Comune di Padova fosse fuori dai finanziamenti. C'è una gravità rispetto anche ai nomi dei beneficiari, non solo rispetto al tema della cultura in generale. Però, ricordiamoci che la legge n. 17, pur essendo stata approvata poco tempo fa, probabilmente ha bisogno anche di alcune correzioni.
Faccio un esempio, e parlo anche con la Presidente con cui spesso collaboriamo su questi temi, viste anche le ristrettezze economiche. Non sto dicendo che questa debba essere la soluzione, perché l'optimum è mettere i soldi, ma nel momento in cui noi sappiamo che la volontà di questa Giunta e dell'assessore Corazzari non è quella di finanziare tutti i soggetti, se noi avessimo avuto questo criterio o un criterio simile, ad esempio, avremmo ripartito quei fondi in maniera diversa su tutti i soggetti, magari garantendo invece che 50.000 euro ad un unico soggetto, trenta eventi, finanziandone due, a seconda, appunto, dell'adeguatezza del Piano economico-finanziario.
Ci sono delle questioni, io credo, tecniche che andavano probabilmente discusse in questo ordinamentale, che non ci sono, che riguardano non solo la legge cultura, ma anche la legge n. 17, su cui noi, io credo, stiamo facendo una figura rispetto ai soggetti culturali veneti, in questo provvedimento che non li ha visti finanziati, non adeguata. Non è adeguata perché lasciando fuori dei soggetti così importanti noi oggi ci troviamo ad avere un problema.
Oggi l'assessore Corazzari non è presente, a riprova del fatto che questo ordinamentale probabilmente non è così interessante e importante. Sì, è vero, non c'è nessun Assessore, come suggerisce la collega Camani. A maggior ragione – gli scriverò un'e-mail appena finisco questo intervento – dovremo pensare che a ottobre i soggetti che sono rimasti fuori da quella graduatoria vengano finanziati e magari, con l'anno prossimo, riusciremo a pensare che un criterio come quello inserito per la Città veneta della cultura possa essere anche utilizzato magari per un'altra legge come la n. 17.
Chiudo con il secondo tema che questo ordinamentale invece tocca, che è il tema delle locazioni turistiche. In Commissione mi sono accertata che l'articolo che noi andiamo a modificare, il 5-bis, non avesse a che vedere con gli affitti brevi, nel senso che in Commissione io ritenevo che se noi avessimo tolto, come dice l'articolo 5-bis, non solo dalle locazioni turistiche, ma dalle locazioni brevi e quindi, nel momento in cui un annuncio non è più attivo, tendenzialmente viene automaticamente tolto, io rilevavo in Commissione che fosse pericoloso, perché così tante locazioni avrebbero tenuto il loro sito non magari visibile, facendo affitti in nero, come spesso capita, per poi uscire in qualche modo dai controlli, pochi, che la Giunta e i Comuni in realtà che ne hanno la competenza devono fare.
Ad oggi, per come ho potuto rilevare, questo articolo non ha nulla che incide sugli affitti brevi, però permettetemi di ricordare – avete letto la rassegna stampa di ieri, immagino – che Venezia per la prima volta ha superato il numero di posti per affitti brevi rispetto ai posti letto per residenti. Questa è una cosa che non capita e non è capitata in nessuna città del mondo. È ovvio che Venezia è una città particolare, ma è anche vero che questa Giunta comunale e quella regionale, che avrebbe la competenza, io credo, di indicare nella città più importante che abbiamo una via, e invece probabilmente non l'abbiamo fatto a sufficienza perché nonostante abbiamo la possibilità di intervenire in questo Comune con un emendamento, che è stato approvato dal Parlamento per regolamentare gli affitti brevi, non lo stiamo facendo. Brugnaro non lo sta facendo.
L'assessore Caner forse è impegnato in altre decisioni, però la questione io credo sia quella di porre al centro oggi la materia della regolamentazione degli affitti brevi.
Nella Commissione Sesta abbiamo approvato all'unanimità, con un'astensione, il mio progetto di legge per la regolamentazione degli affitti brevi. È passato con delle prescrizioni che sono andate in Seconda Commissione. In Seconda Commissione non abbiamo ancora discusso il provvedimento.
È vero che il Governo ci sta lavorando, ma io penso in maniera sbagliata, perché il potere deve andare ai Comuni e non deve essere solo lo Stato che dall'alto della sua, tra l'altro in questo caso la ministra Santanchè sta facendo degli errori e quindi dall'alto della sua io credo anche inefficacia nel fare questa norma, sta sbagliando su una delle questioni epocali per cui noi ci ritroveremo ad essere l'unico Paese che per vent'anni, da quando la sharing economy esiste, non ha preso una decisione normativa sul tema degli affitti brevi. Siamo l'unico in Europa; ricordiamoci che siamo l'unico.
Inoltre, la ministra Santanchè sta facendo un errore di valutazione nella modalità con cui oggi lo vogliamo normare, perché se siamo e siete a favore dell'autonomia sono i Comuni forse a dover pensare che oltre a una norma dello Stato che deve esserci, ovviamente, non così, ma deve esserci, possono pianificare, come ha fatto il Comune di Barcellona o altri, come il Comune di Parigi, come definire localmente il tema degli affitti brevi, perché altrimenti le città balneari, ad esempio, verrebbero toccate alla stessa maniera da una regolamentazione rispetto ad altre città che invece magari sono piccoli Comuni della montagna.
Vogliamo pensare, invece, che la capacità dei Comuni di normare su questo tema sia qualcosa che noi dobbiamo portare avanti? Ecco, io penso che dovremmo discutere di questa questione. Quindi, in questo ordinamentale noi non li stiamo toccando, ma ci tenevo, visto che la notizia è di ieri, a portare all'attenzione dell'Aula il fatto che Venezia ormai – è sancito dai numeri – è più una città per turisti che per residenti. Ecco, io penso che noi potremmo invece invertire la rotta se ci mettessimo a fare quel lavoro che anche il presidente Ciambetti ha aperto in Europa con una modalità diversa, cioè quella di iniziare davvero a ragionare su questo tema in maniera reale, pragmatica, pensando alle nostre città e non alle lobby che invece esistono dietro alla sharing economy e a fare un lavoro sensato per proteggere Venezia, ma in generale tutti i Comuni del Veneto.
Ecco, questi due temi toccati da questo ordinamentale ho dovuto tirarli fuori proprio perché dentro questo ordinamentale c'è poco. Credo, invece, che ordinamentali diversi, cioè quelli che cercano di fare sintesi e in qualche modo di semplificare, avrebbero potuto anche intervenire su alcune di queste questioni (in maniera politica, certo, perché un ordinamentale non è solo una questione tecnica, altrimenti non staremmo a farlo in quest'Aula), e sarebbe stato urgente farli sui due temi che ho citato: legge cultura n. 17, su cui mancano all'appello 700.000 euro, e affitti brevi, su cui questa Giunta è bloccata perché non abbiamo ancora discusso un progetto di legge che credo potrebbe almeno aprire la discussione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ci sono altri interventi in sede di discussione generale? Non ne vedo.
Sospendo la seduta finché non arriva l'Assessore.
La Seduta è sospesa alle ore 11.44
La Seduta riprende alle ore 11.47

PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta. È arrivata la rappresentanza della Giunta.
Se non ci sono altri interventi in discussione generale, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato. Quindi, preparatevi con Concilium per passare alla votazione.
Non ci sono emendamenti sul provvedimento.
Passiamo all'articolato. Siamo sull'articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 5.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Mi dà errore, Presidente. Se può mettere il mio voto di astensione.

PRESIDENTE

Non ho capito.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Mi dà errore sulla votazione, quindi se può mettere a verbale il mio voto di astensione. Grazie.

PRESIDENTE

Qualcuno dell'informatica aiuti la collega Bigon. Resta a verbale, comunque, la dichiarazione della collega Bigon.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, procedo alla votazione del progetto di legge nel suo complesso.
Metto in votazione il progetto di legge n. 186.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI GIACOMIN, BARBISAN, BET, CECCHETTO, CENTENARO, CIAMBETTI, DOLFIN, FORMAGGIO, MAINO, PAVANETTO, POLATO, RAZZOLINI, RIZZOTTO, SANDONÀ, SORANZO, SPONDA, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 28 DICEMBRE 2012, n. 50 "POLITICHE PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA COMMERCIALE NELLA REGIONE DEL VENETO" IN MATERIA DI PARCHEGGI PER LE ATTIVITA' DI VENDITA ESCLUSIVA DI MERCI INGOMBRANTI A CONSEGNA DIFFERITA". (PROGETTO DI LEGGE N. 159) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 26/2023)

Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Giacomin
Correlatore: Consigliere Zanoni

PRESIDENTE

Passiamo al PDL n. 159.
La parola al relatore, consigliere Giacomin. Prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
La proposta normativa presentata intende disciplinare la dotazione di parcheggi per la fattispecie della vendita di merci ingombranti a consegna differita, precisamente autoveicoli, motoveicoli, rimorchi, macchine agricole, macchine operatrici e unità da diporto, analogamente a quanto già effettuato da altre Regioni.
Giova ricordare, a tal proposito, che nella seduta del 23 febbraio 2021 il Consiglio regionale del Veneto ha approvato, con delibera n. 19, una mozione relativa al "Riconoscimento della specificità delle attività commerciali che interessa il settore 'Automotive'", con la quale ha impegnato la Giunta regionale a proporre, per il settore dell'automotive, un correttivo alle norme vigenti volto a riequilibrare il carico urbanistico generato per unità di superficie commerciale utilizzata: la gestione di tali merci ingombranti a consegna differita, così come delle altre oggetto del presente provvedimento, richiede, infatti, ampi spazi espositivi, peraltro prevalentemente all'aria aperta, derivanti dalla dimensione dei prodotti, a cui non corrisponde, in genere, un elevato afflusso di clienti; tutto questo genera, quindi, un ridotto impatto viabilistico.
Si evidenzia inoltre che, diversamente da altri tipi di prodotti, la vendita e il ritiro di queste merci non avvengono contemporaneamente.
Per tali motivi, con la proposta normativa si intende promuovere una nuova modalità di calcolo della dotazione di parcheggi per tali esercizi commerciali, localizzati al di fuori del centro storico, prevedendo che la dimensione degli stessi sia di un decimo della superficie complessiva di vendita quando questa non superi i 2.500 metri quadrati, mentre per superfici di vendita eccedenti tale dimensione la superficie dei parcheggi sarà computata nella misura di un decimo fino a 2.500 metri quadrati e di un quarto per la parte eccedente.
Peraltro, la normativa potrà avere anche l'effetto di agevolare la rimodulazione degli spazi delle strutture già autorizzate, nei casi di ampliamento e trasferimento di sede.
Gli articoli 2, 3 e 4, introdotti in sede di esame, concernono, rispettivamente, le sanzioni che saranno comminate per l'assenza del requisito della vendita esclusiva delle merci di cui all'articolo 1, la clausola di neutralità finanziaria e l'entrata in vigore.
Sono stati acquisiti favorevolmente i pareri del Consiglio delle Autonomie Locali, della Terza Commissione e della Prima Commissione, nonché le osservazioni della Consulta Politiche abitative, urbanistica e lavori dell'ANCI.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do la parola al correlatore, consigliere Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questo progetto di legge, che, come è stato detto, è stato presentato da un nutrito numero di colleghi della maggioranza, apporta alcune modifiche alla norma "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto", andando in particolare a modificare le norme relative in materia di parcheggi per le attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita.
Ci sono standard precisi per quanto riguarda le dimensioni dei parcheggi che devono essere previsti per queste attività, ma la norma prevede, essendo attività che potenzialmente non hanno un numero di utenti contemporanei tali da richiedere una determinata metratura di parcheggi, in quanto si tratta di un numero di clienti/visitatori sicuramente inferiore ad altre attività nel settore del commercio, penso, ad esempio, a supermercati o attività del genere, solo per queste attività degli standard, delle richieste di realizzazione di parcheggi inferiori a quelli normalmente previsti. Tant'è che l'articolo principale, che è l'articolo 1, prevede che venga formulata così la normativa: "Per le sole attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita, localizzate al di fuori del centro storico, come individuate ai sensi del presente articolo, oggetto di nuova apertura – noi, naturalmente, facciamo riferimento alle nuove attività –, ampliamento o trasferimento di sede, le dotazioni di parcheggi pubblici o privati ad uso pubblico sono calcolate, rispetto alla superficie complessiva di vendita dell'esercizio commerciale: a) nella misura di un decimo quando questa non sia superiore a 2.500 metri quadrati; b) per superfici superiori a 2.500 metri quadrati, nella misura di un decimo fino a 2.500 metri quadri e di un quarto per la parte eccedente". La formulazione iniziale era leggermente diversa, poi sono stati fatti alcuni ritocchi in Commissione.
Diciamo che il principio può essere condivisibile, anche se si rischia di creare diversità di trattamento tra chi è già operativo in queste attività e chi, invece, farà degli ampliamenti di queste attività, porterà a nuova apertura di questi insediamenti o trasferirà le sedi di detti insediamenti.
In sostanza, è un progetto di legge che, per quanto riguarda le superfici coperte, quindi il consumo di suolo in termini di parcheggi, in questo caso diminuisce l'impatto per quanto riguarda la permeabilizzazione delle superfici a disposizione di queste attività.

PRESIDENTE

Collega Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Buongiorno, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Svolgo questo intervento, molto brevemente, solo per ringraziare il relatore Giacomin, ringraziare la Giunta e la Commissione per la sensibilità con la quale hanno portato avanti questo regolamento, sulla scorta anche di altre Regioni, in un momento storico particolare per un settore importante e strategico per il Veneto, che dà lavoro a moltissime persone e crea un indotto importante, un momento storico non casuale, come dicevamo, perché desta grande preoccupazione il regolamento da parte dell'Unione europea sullo stop alla vendita delle auto a diesel e benzina imposto per il 2035. Questo, appunto, crea forte preoccupazione, anche perché così facendo l'Unione europea rischia di svendere un know-how importantissimo. Sappiamo tutti che la Cina è leader nel settore dell'elettrico, siamo tutti consapevoli che siamo di fronte alla necessità di andare verso la transizione ecologica, una transizione ecologica che, però, deve essere anche sostenibile per le nostre imprese e non deve ricadere sulle nostre famiglie. Tra l'altro, questo provvedimento dell'Unione europea non andrà di certo a migliorare la situazione a livello di inquinamento globale, considerato che l'Europa produce il 7% delle emissioni globali.
Da una parte, quindi, c'è grande preoccupazione nel settore, dall'altra – e ringrazio nuovamente la Giunta – con questa norma si dà una possibilità importante agli operatori di detto settore.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Credo che questo provvedimento vada nella direzione di dare una mano a coloro che lavorano con grandi volumi e si trovano ad avere standard urbanistici oggettivamente sovradimensionati rispetto ai bisogni. Quindi, da questo punto di vista è condivisibile.
Dal mio punto di vista, però, l'attenzione si deve focalizzare sulla necessità di vigilare acché questa norma non diventi un bypass per un'eventuale riconversione ad altri tipi di attività, nel senso che oggi c'è un'attività che ha le caratteristiche riconosciute e magari tra qualche anno quello spazio verrà utilizzato da un altro tipo di attività, soprassedendo così agli standard. Questo sarebbe un punto debole, quindi raccomando soprattutto agli uffici la massima attenzione nel verificare, a scadenze temporali, che effettivamente le condizioni ricorrano da questo punto di vista.
Per quanto riguarda quello che diceva il collega Rigo, mi sento di tranquillizzarlo, nel senso che le case automobilistiche, indipendentemente dalle normative che vengono adottate a livello europeo, hanno già comunicato che dal 2030 tutta la loro produzione sarà priva di modelli a combustione interna. Quindi, l'industria automobilistica ha già superato questa fase. Capisco, voi siete dei conservatori, continuate a guardare al passato. Però, guardando gli specchietti retrovisori, non si riesce a guidare. Dobbiamo guardare avanti. E l'industria ha già guardato avanti. Nessuno sta più investendo sul motore a combustione interna. Va detto: la Cina ha guardato avanti nei chip, ha guardato avanti nel fotovoltaico, ha guardato avanti nelle automobili. Il rischio è di avere una sudditanza tecnologica.
Le partite sono ancora tutte da giocare. Credo che le carte che può giocare il nostro Paese, in primis in ambito europeo, siano importantissime, ma non lasciamoci fuorviare ‒ diciamo così ‒ dal fatto che l'Europa ha solo tra il 7% e l'8% delle emissioni di gas serra globali, perché l'Europa è leader dal punto di vista tecnologico. L'Europa, se non avesse avuto un mercato che trainava in tutte le tecnologie dell'innovazione, non avrebbe consentito di sviluppare... Guardiamo, per esempio, la telefonia mobile. La telefonia mobile in Africa si è sviluppata direttamente, senza passare attraverso la telefonia fissa. Così come pure, probabilmente, la mobilità in molti Paesi africani si sviluppa direttamente con la mobilità elettrica. Il sud-est asiatico ha sviluppato la mobilità con i motorini direttamente con il motorino elettrico, che non è ancora arrivato qui, peraltro. È una cosa paradossale. Da noi ci sono ancora i motorini a combustione interna. Il sud-est asiatico ormai ha consentito una mobilità privata con i motorini elettrici, saltando completamente la generazione ormai obsoleta dei motorini a combustione interna.
Per cui, facciamo attenzione, per voler difendere gli interessi di alcuni, che interessi non sono, ma sono disinteressi della comunità, a guardare ad una cosa che dal punto di vista industriale ormai è superata, ci piaccia o non ci piaccia.
D'altra parte, tornando al tema degli standard urbanistici, credo che la mobilità condivisa sia una prospettiva inevitabile. Guardando a quello che sta succedendo a livello di sviluppo di tecnologia per la mobilità, credo che questa sia una cosa ormai irreversibile. "Mobility as a service" (mobilità come servizio) è una prospettiva che riduce i costi della mobilità e che consente, ovviamente, di liberare le nostre città chiamando i mezzi di trasporto a necessità. Quindi, si ridurranno le necessità di parcheggi e così via.
Benissimo, quindi, questa norma oggi. Attenzione a non creare un punto debole nel rispetto degli standard da parte di chi non abbia diritto a questo tipo di facilitazione. Guardando avanti credo che il problema, da solo, con l'evoluzione della tecnologia verrà superato.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Riprendo quanto diceva il collega Lorenzoni. Abbiamo discusso parecchio in Aula rispetto al fatto che questi edifici un giorno potrebbero cambiare destinazione rispetto a quello che viene fatto in queste metrature commerciali. Nel testo oggi non c'è nessuna rassicurazione chiara rispetto al fatto che, se un giorno dovesse ubicarsi lì un altro tipo di attività, questi standard siano adeguati o meno.
Vedo la collega Rizzotto prenotata a parlare, quindi ascolterò il suo intervento. Ritengo che, scritto così com'è, non abbia... È migliorato rispetto a quello che avevamo visto in Commissione. Vedo un emendamento dei colleghi di Fratelli d'Italia, che ovviamente spero bocceremo, perché fa ritornare, invece, il progetto di legge molto indietro rispetto alla discussione che avevamo fatto in Aula. È migliorato rispetto all'inizio. Ovvio che non ha ancora la garanzia del fatto che un giorno ci troveremo con superfici di vendita che, invece, non garantiscono gli standard urbanistici minimi.
Siccome il tema è caro, anche qui un progetto di legge votato all'unanimità su altro, ma sempre sulla legge n. 50 in Commissione Commercio, ma in Commissione Urbanistica non è ancora arrivato, andare a normare una cosa che non mi dà la garanzia che un giorno il nostro tessuto commerciale fuori dai centri storici non venga, poi, popolato di altre attività senza parcheggio e senza standard, non me la sento di poterla votare.

PRESIDENTE

Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie.
Faccio presente che già attualmente la normativa vigente, anzi il Regolamento attuativo in seguito alla normativa vigente prevede per questa fattispecie già degli standard inferiori rispetto alle altre categorie. Qui li abbiamo ulteriormente ridotti e stabilizzati con una legge.
Rispetto all'osservazione che ha fatto, correttamente, anche il collega Zanoni, per questo motivo ho presentato un emendamento che chiarisca che si applica questa disciplina anche alle attività attualmente esistenti, perché questa era anche una delle esigenze. Quindi, non semplicemente a quelle oggetto di nuova apertura, ampliamento o trasferimento di sede, ma anche a quelle attualmente vigenti, ovviamente previa comunicazione al Comune che attesti il rispetto delle dotazioni a parcheggio, come abbiamo individuato.
È vero, abbiamo discusso molto in Commissione su questo tema. Ringrazio per il fattivo contributo che c'è stato da parte delle strutture Urbanistica e Commercio, del Legislativo del Consiglio, ma anche per i contributi che ci sono stati forniti dal CAL e dalla Consulta Urbanistica dell'ANCI, che teniamo sempre in particolare ascolto.
Penso che il testo, alla fine, rivisto quasi completamente rispetto al testo iniziale, raggiunga l'obiettivo, che aveva trovato ampia condivisione da parte dei Commissari, cioè quello di mettere in evidenza ulteriormente la specificità di questo settore e questa esigenza di ridurre gli standard a parcheggio, perché hanno bisogno di molta area espositiva.
Per quanto riguarda l'osservazione della collega Ostanel, lei ha ragione, è una riflessione che ci siamo anche posti. È evidente che, nel momento in cui verrà cambiato il settore merceologico, avranno necessità di un'ulteriore autorizzazione commerciale. In quel caso, devono dimostrare di avere gli standard richiesti rispetto a quel tipo di autorizzazione commerciale. Deroghe, in teoria, non sono previste nella normativa vigente. Poi, se siamo all'interno del centro storico, sta alla disciplina dei Comuni, dei propri Regolamenti anche prevedere una eventuale monetizzazione e riduzione dei parcheggi. Infatti, noi qua ci occupiamo delle attività che sono fuori del centro storico, perché, invece, all'interno dei centri storici abbiamo mantenuto l'autonomia che c'è attualmente in capo ai Regolamenti comunali.
Ho anticipato anche la motivazione dell'emendamento, che – ricordo – avevo presentato anche in Commissione, lo avevo anticipato, perché era una delle osservazioni che era emersa, cioè quella di chiarire ancora di più che si applica anche per le strutture esistenti. Quindi, ne avevo già parlato e illustrato in Commissione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi chiudiamo la discussione generale.
Visto che ci sono un paio di emendamenti, sospendiamo tre minuti per dare la possibilità alla Commissione di esprimere un parere.
La ripresa dei lavori è prevista alle ore 12.13.
La Seduta è sospesa alle ore 12.10
La Seduta riprende alle ore 12.15

PRESIDENTE

Colleghi, possiamo riprendere la seduta.
Siamo sull'articolato.
Emendamento n. A0002 presentato dai consiglieri Polato e Soranzo, aggiuntivo, che prevede:
Articolo XXX - Modifica dell'articolo 3 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto",
Dopo la lettera a) del comma 1 articolo 3 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 è inserita la seguente:
a-bis) superficie di vendita per gli esercizi del settore non alimentare, a consegna differita e a grande fabbisogno di superficie e più precisamente per i generi merceologici: autoveicoli, motoveicoli, nautica e relativi ricambi ed accessori:
La superficie dì cui alla precedente lettera a) è ridotta ad un decimo fino a 2.500 mq.; la parte eccedente è ridotta di un quarto.
La presente riduzione si applica esclusivamente agli esercizi:
a) che non siano ubicati all'interno di centri commerciali o parchi commerciali, come definiti alla lettera g), numero I) e numero 2) del comma I del presente articolo;
b) che non pongono in vendita anche prodotti appartenenti a settori merceologici diversi da quelli sopra citati.
La rideterminazione in riduzione della superficie non rileva ai fini di cui all'articolo 13 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 .
Collega Soranzo, vuole illustrarlo? Prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Come appena annunciato in Commissione, abbiamo presentato un ordine del giorno che, di fatto, vogliamo sottoporre a quest'Aula, a questo Consiglio.
Pertanto, riteniamo di ritirare l'emendamento in quanto ritenuto per ordine dei lavori, per complessità della materia e per necessità di maggior tempo per approfondire alcuni aspetti che l'emendamento contemplava, pur mantenendo inalterato l'aspetto finanziario di entrata per gli Enti locali, quali Comuni e anche Regione...
Però, nonostante questo, riteniamo sia una materia che ha bisogno di maggiori approfondimenti, di tempi diversi per l'elaborazione di un testo. Pertanto, lo ritiriamo a fronte di un ordine del giorno depositato, che, immagino, verrà discusso successivamente.
Grazie.

PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.
Collega Ostanel, ha chiesto la parola su cosa?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Per l'emendamento.

PRESIDENTE

Ma è ritirato.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Intervengo dopo.

PRESIDENTE

Bene.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Rizzotto, articolo 1, comma 2, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è inserito il seguente:
"2. Le disposizioni per il computo delle dotazioni di parcheggi per le attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita di cui all'articolo 21 bis della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 , come introdotto dal comma 1 del presente articolo, si applicano anche alle attività esistenti, alla data di entrata in vigore della presente legge, di vendita esclusiva delle merci ingombranti a consegna differita, previa comunicazione al comune che attesti il rispetto delle dotazioni di parcheggi di cui al comma 1 dell'articolo 21 bis secondo le modalità individuate dalla Giunta regionale entro 60 giorni dalla data dell'entrata in vigore della presente legge.".
È già stato illustrato.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0001. Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Siamo già in fase di votazione, collega.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 1.
Ci sono interventi? Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Siccome non sono riuscita a intervenire sull'emendamento di Fratelli d'Italia ritirato, ma anche su quello della collega Rizzotto, ci tengo a lasciare a verbale il fatto che è bene che si ritiri un emendamento, ma io mi chiedo davvero come, dopo una discussione di mesi in una Commissione, parte della maggioranza decida di presentare un emendamento che riporta un progetto di legge esattamente dov'era all'inizio della discussione.
Si vede che le fratture che stiamo notando in questi giorni sono delle fratture che si vedono anche in Aula oggi. Davvero è un emendamento pericoloso.
Ringrazio ovviamente che sia stato ritirato. Immagino che non sia stata una volontà del Gruppo Fratelli d'Italia; quindi, ringrazio eventualmente la collega Rizzotto o chi ha messo una pezza ad un emendamento che avrebbe riportato il progetto di legge totalmente indietro. Però dico che l'emendamento su cui abbiamo votato rosso poco fa a me preoccupa uguale. Non abbiamo avuto modo... lo so che l'aveva anticipato in Commissione, ho riletto tutti i nostri verbali: la discussione per me lì è comunque una discussione che doveva essere fatta in Commissione perché io credo che lì ci sia uno scivolamento. Una struttura che oggi è già aperta e ha tot mila metri a parcheggio, che decide di togliere lo standard e di aprire più parte espositiva, significa una sorta di piccolo Piano casa per le strutture commerciali che ampliano la loro struttura di vendita in esposizione. Io non ho la certezza oggi di come lo faranno. Potrebbe essere nuova cubatura. Se questo era quindi un progetto di legge che andava a intervenire sulle nuove aperture, c'era un controllo da parte della struttura e da parte della Regione, io credo, anche possibile. Sulle strutture esistenti questo invece non può assolutamente accadere.
Io credo quindi che questo progetto di legge non possa essere votato a favore. Faccio già la dichiarazione di voto finale. Anzi, forse la rifarò così ribadisco ancora una volta i concetti, perché davvero con un consumo di suolo tale come quello che stiamo vedendo in questa Regione, permettere con delle piccole modifiche a delle normative, tra l'altro su cui non siete d'accordo, che si ampli la superficie, appunto, di vendita, io credo sia assolutamente in controtendenza rispetto ai tempi che stiamo vivendo.
Spero che anche i veneti se ne accorgano, prima o poi, che con le deroghe alla legge sul consumo di suolo dell'articolo 12, e questa è una piccola normativa inserita così, noi stiamo facendo una cosa sbagliata. Spero che anche chi è fuori da qui se ne accorga. Invece io credo che altri progetti di legge, tipo quello di cercare di limitare le piccole strutture di vendita che non possono oggi, secondo me, aprire con una SCIA, ma avrebbero bisogno di un iter diverso, tra l'altro approvato dalla Commissione Commercio, ma oggi è bloccato e quindi non si sa cosa farà, credo sia la direzione. La direzione che invece si prende nel garantire ancora del consumo di suolo è quella sbagliata, lo dicono i dati e lo dice il mondo dove stiamo vivendo.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'impostazione del progetto di legge, così come licenziato dalla Commissione dopo un lungo dibattito, con alcune modifiche, di fatto consentiva di ridurre ulteriormente gli standard di disponibilità delle metrature dei parcheggi per queste attività. È un dato sicuramente positivo perché è inutile avere enormi superfici asfaltate in parcheggi se poi non vengono utilizzate per determinate attività come quelle oggetto del presente progetto di legge.
Diciamo che l'emendamento appena approvato col nostro voto contrario apparentemente potrebbe anche non nuocere più di tanto, letto in maniera anche superficiale, ovvero dare la possibilità anche alle attività esistenti di ridurre la superficie dei parcheggi. Qual è però il problema? Il problema sono le conseguenze. Abbiamo in disponibilità determinate superfici, possiamo ridurre la superficie a parcheggio e mi resta una superficie libera. Quella superficie libera diventa in disponibilità per ampliamenti in superficie e in cubatura. Di fatto quindi la conseguenza di tale emendamento approvato stravolge le conseguenze di questo progetto di legge. Annuncio anch'io il voto contrario perché non era quello che era il progetto di legge di cui si è parlato inizialmente perché viene di fatto stravolto dalle conseguenze, da quella disponibilità in cubatura che poi si ha avendo liberato superficie a parcheggi. Quindi da una parte liberiamo la superficie a parcheggi, ma diamo in disponibilità possibilità di aumenti considerevoli in cubatura e anche in copertura di suolo.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
C'è un tema di metodo e uno di merito. Il tema di metodo è che se c'è un progetto di legge di iniziativa di un Consigliere sul quale la Commissione lavora per settimane – perché la proposta del collega Giacomin è stata ragionata, organizzata, strutturata, lo diceva la presidente Rizzotto nel suo intervento – per cui il progetto di legge arriva in Aula molto modificato rispetto a com'era partito proprio per affrontare tutte le criticità, se c'è un lavoro che fa la Commissione non si può arrivare in Aula con un emendamento presentato dalla Presidente di Commissione che stravolge il lavoro di condivisione fatto dalla Commissione, secondo il mio modo di lavorare. Questo è il metodo. Se c'è la condivisione e la voglia di risolvere un problema, come è emerso, perché l'ha detto la Presidente, durante i lavori della Commissione, se poi si arriva in Aula e si rimette in discussione il contenuto del progetto di legge, è un metodo rispetto al quale è faticoso restare. Avevamo chiesto di intervenire sull'emendamento, non c'è neanche stato il tempo, proprio perché la velocità dei lavori dell'Aula ogni tanto impone anche queste rigidità. Problema di metodo.
Problema di merito. Noi sappiamo che su questa normativa i Comuni hanno una certa libertà di manovra, perché gli standard, la possibilità di monetizzarli, eccetera, è di competenza degli Enti locali. Certo, la legge lasciava un vulnus non prevedendo una disciplina per le situazioni già esistenti. Cioè, creava una disparità di trattamento tra i nuovi e i vecchi concessionari, per fare un esempio. Ma se io ho un problema e lo risolvo così, vuol dire che posso individuare il problema, ma non sono in grado di trovare una soluzione. Peraltro, proponendolo con un emendamento in Aula, non do neanche il tempo e il modo ai Commissari di poter approfondire e valutare se ci possono essere soluzioni diverse. Lo ha detto la stessa Presidente nel suo intervento precedente: i Comuni hanno la possibilità di discutere su questa questione. Che necessità c'è oggi di mettere il cappello su una decisione che gli Enti locali potevano assumere liberamente? Il tema della monetizzazione e degli standard è relativo. Del resto, già i regolamenti comunali e le norme attuative urbanistiche degli Enti locali disciplinano in maniera differente tra un Comune e l'altro la necessità degli standard. A meno che non ci sia una legge regionale di rango superiore che li obbliga a fare una determinata cosa.
Io, quindi, credo che già mettere le mani in generale su questo tema in maniera così parziale e così limitata fosse rischioso. Con questo emendamento si vanifica anche il principio positivo che stava alla base del progetto di legge del collega Giacomin, che era anche già stato oggetto di una discussione in questo Consiglio in occasione di una mozione presentata forse dal collega Bozza, ma potrei sbagliarmi.
Mi chiedo che senso ha ogni volta arrivare in quest'Aula, tirare la corda e continuare a strizzare l'occhio a tutti quelli che il suolo di questa Regione lo vogliono consumare, perché qua si introduce un principio che non sappiamo dove ci porterà, perché quel terreno che torna nella disponibilità del soggetto proprietario a tutto può essere utilizzato.
Io credo, davvero, che sia un peccato vanificare il lavoro della Commissione e dei Commissari, che hanno davvero tentato di approfondire ogni singola questione, e anche il lavoro dell'Ufficio legislativo, ed è un peccato perché è l'ennesima occasione persa.
Per cui, si poteva produrre un avanzamento della legislazione regionale, magari cambiando la cifra rispetto a quello che è avvenuto finora, che è sempre stato fortemente caratterizzato da una forte cementificazione regionale, e provare a introdurre dei principi di maggior salvaguardia, come in parte sembravano essere le previsioni di questo progetto di legge.
Suona un po' quantomeno contraddittorio aprire la seduta, come giustamente ha fatto il presidente Ciambetti, ricordando i drammi che si scatenano sui territori in conseguenza dei cambiamenti climatici e, nella stessa seduta, proporre un emendamento all'ultimo momento che di certo non aiuta nella politica di mitigazione degli effetti rispetto ai cambiamenti climatici in cui questa Regione è in clamoroso ritardo da troppo tempo.
Riteniamo, quindi, un errore aver votato questo emendamento. Riteniamo un errore aver snaturato il senso del progetto di legge del consigliere Giacomin. Riteniamo un errore procedere in un modo per cui si è bravissimi a individuare il problema, pessimi a trovare la soluzione adatta per risolverlo.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Non volevamo intervenire, ma lo facciamo in due tempi. È bene, però, mettere a fuoco, secondo noi, alcuni aspetti.
Capisco che lanciare la definizione "allarme consumo di suolo" in Veneto, per il Partito Democratico, per la sinistra ormai è diventato qualcosa...
Chiedo al Presidente se può chiedere di fare silenzio, come abbiamo fatto silenzio noi, in Aula. Grazie.
Capisco che questo possa essere, dal punto di vista politico, un punto centrale per la sinistra o per alcune parti della minoranza, ma non è certamente un ritornello che noi continuiamo a dimenticare. Mi pare che molte normative siano state esplicitate. Però, va anche ricordato che questo progetto di legge nasce non da Fratelli d'Italia, seppure la mozione, depositata da Fratelli d'Italia e datata addirittura 23 febbraio 2021, votata a larga maggioranza, ebbe solo, se ricordo bene, tre voti contrari e solo un astenuto di coloro che erano presenti in Aula. C'è stata quindi un'indicazione ampia su quello che era il progetto di legge che doveva essere elaborato. Abbiamo voluto portarla all'attenzione quest'Aula e ha ricevuto il voto di un'ampia maggioranza in Aula.
Questa però non è una cosa assolutamente indefinibile, perché chiunque in Veneto si accorge, e quindi il non voler nascondere la testa sotto la sabbia e non far finta di niente, che c'è un settore che in questo momento sta facendo fatica, al di là di tutto. Poi, ci si può anche congratulare di alcuni risultati e fare i migliori auspici, però è un settore che sta soffrendo e chi incontra gli operatori lo sa.
Ancora più evidente è che, non lo dice Fratelli d'Italia in Veneto, non lo dice, credo, quest'Aula il 23 febbraio, ma lo dicono, così non c'è nessun tipo di problema dal punto di vista politico, anche le Regioni Emilia e Lombardia.
Una legge particolare su alcuni settori merceologici l'hanno licenziata due Regioni che qualcuno potrà contraddirmi se sono di colore identico. Credo, invece, che ci sia bisogno di una legge di buonsenso e l'Emilia-Romagna e la Lombardia licenziano progetti di legge particolari su questi settori merceologici. Perché? È evidente, perché non si può mettere a confronto una struttura commerciale, che vende, come il supermercato, alimenti piuttosto che un chilo di pasta, con prodotti come un'auto o un'imbarcazione. Questo per evidenti modalità: per la dimensione degli oggetti esposti, per la modalità di acquisto a cui si assiste quando si va a comprare questo tipo di merci.
Ampie superficie sono state dedicate in queste attività commerciali alla vendita, agli uffici, all'esposizione. La consegna è differita e la frequenza d'acquisto è completamente diversa.
In Commissione, dal verbale, si evince che il tema è stato approfondito. Noi ringraziamo per il lavoro svolto. Qualcuno dice che sia poco importante, ma, invece, è molto importante e ringraziamo la Commissione per il lavoro svolto, la Presidente. Di fatto, tutti si accorgono che sicuramente fuori dalle concessionarie non ci sono le file, non ci sono le code alla cassa, come vediamo in un supermercato piuttosto che in un centro commerciale, non vediamo certamente dei fenomeni che nel commercio, così come definito nella generalità della norma, può vedersi nel settore dell'automotive come quello della nautica.
È evidente che non è facile normare questo tipo di materia. Quindi, noi riteniamo che assolutamente sia stato opportuno cominciare a discutere e a introdurre delle modifiche normative, però è anche vero – e lo dico a qualcuno che magari, come l'intervento del correlatore Zanoni, si è espresso sui parcheggi – che buona parte dei parcheggi, come potete vedere, delle concessionarie non sono impegnati dai clienti, perché son ben pochi, ma riguardano tutta la parte dell'usato.
Quegli standard vengono utilizzati per esporre l'usato, per esporre ciò che, di fatto, fa parte di una attività di un settore merceologico assolutamente diverso per natura, per connotazioni e poi anche, sicuramente, per definizione.
Stiamo parlando di qualcosa che è confutabile tutti i giorni, che conosce tutto il Veneto, lo può capire anche un bambino. Quindi, di fatto, pensare che sia la stessa cosa è assolutamente incredibile.
Ecco che allora noi pensiamo che ci sia bisogno, sì, è vero, di tempi di discussione diversi, di una definizione normativa diversa che possa garantire anche i dubbi che qualcuno potrebbe aver avuto e che ha portato anche quest'oggi nella discussione qualche collega su quelle che sono le garanzie di un buon sviluppo equilibrato, di una buona garanzia delle entrate per quanto riguarda gli Enti locali, la normativa che possa comunque garantire tutti gli aspetti di carattere urbanistico, ambientale. Ed è per questo che noi crediamo che un buon lavoro sia stato fatto. È stato fatto per andare incontro a un'esigenza urgente, ma c'è bisogno – ed è quello che noi chiederemo nell'ordine del giorno che abbiamo presentato – che si possa da qui procedere a continuare ad approfondire una materia che ha bisogno sicuramente di una revisione, una revisione che altre Regioni hanno fatto e che noi crediamo che anche il Veneto debba fare.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Solo per evidenziare che non è che abbiamo portato in Aula un argomento non discusso in Commissione con l'emendamento che ho presentato. Anzi, in Commissione ne abbiamo discusso per settimane ed era intenzione della maggioranza che ha votato questo PDL in Commissione che riguardasse le dotazioni a parcheggio anche delle attività esistenti.
Qualcuno aveva un dubbio che così come avessimo scritto l'articolo non le ricomprendesse e l'emendamento è stato fatto per esplicitare quella che era la volontà della maggioranza in Commissione. Nessun argomento nuovo è stato portato qui in Aula, bensì tutti gli argomenti che abbiamo ampiamente discusso.
Resto semplicemente sorpresa del cambio di rotta di qualcuno, perché ho sentito l'intervento del correlatore che l'unica critica che ha fatto al PDL era che non riguardava le attività esistenti e si crea disparità. Presentiamo un emendamento che le equipara e dice: "no, votiamo contro la legge perché le equipara". La coerenza, lo abbiamo già capito tante volte, non è proprio di questo mondo o di qualcuno di quest'Aula.
Comunque, volevo spiegare questo. Questa previsione è frutto di valutazioni che sono emerse in Commissione.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Giacomin, prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato in questo percorso, in particolare la Presidente della Seconda Commissione, ma tutta la Struttura e i colleghi.
L'avvio di questa norma si è avuto perché ci sono dei settori merceologici che, effettivamente, nella concretezza, differiscono da altre realtà. Siccome la mia esperienza professionale è di tutt'altra natura, mi sono preso la briga di andare in una concessionaria auto, in una concessionaria di macchine agricole, non di natanti, perché a Vicenza non ce ne sono, ma è chiaro che vedere trattori mietitrebbia fuori necessita di spazi espositivi che normalmente non possono esserci.
Avevamo in un primo tempo, lo devo dire, forse per ingenuità, per semplicità, preso il testo di Emilia-Romagna e di Lombardia e riportato qui. Calandolo così, tout-court, questo avrebbe portato a delle conseguenze dal punto di vista autorizzatorio, perché, parlando esclusivamente di una riduzione figurativa delle superfici di vendita, si andava a derubricare tutto quello che era il percorso anche autorizzativo, e di questo mi sono preoccupato. Di conseguenza, il percorso che è stato fatto è stato proprio quello per ricondurre a quella che era l'esigenza principale questo percorso normativo.
L'emendamento prodotto dalla Presidente è stato fatto proprio per come lei ha già detto, perché ci siamo resi conto che forse rimaneva un po' tra le righe l'aspetto che la previsione riguardasse anche quelle esistenti. Di conseguenza, si instaurava una disparità tra quelle esistenti e quelle già in essere. Con l'emendamento si è fatta giustizia di questo.
Credo che il testo che ne è emerso sia un testo equilibrato, che va incontro ad alcune esigenze, non a tutte, probabilmente. Di conseguenza, l'emendamento proposto da Fratelli d'Italia, sottolineava la forte richiesta di un segmento per avere ancora più le mani libere. Forse, e devo dire qui che questo ha limitato la mia operatività, la mia esperienza da Sindaco mi ha fatto pensare: cosa avrei fatto se? L'aspetto urbanistico è un aspetto rilevante sulla gestione del territorio.
Questa norma, secondo me, riesce a dare una risposta. Non sarà una risposta piena, ma riesce a dare una risposta a un certo settore, alle problematiche di un certo settore merceologico e fa rimanere sostanzialmente inalterato l'aspetto pianificatorio degli enti preposti, cosa assolutamente indispensabile in una realtà complessa come la nostra, dove l'economia corre a una velocità che è di gran lunga superiore, a volte, a quella delle nostre normative.
Ho sentito le critiche, peraltro benevole, che sono venute anche dai banchi della minoranza, ma mi sento di non condividerle perché, in perfetta coscienza, credo sia stato fatto un lavoro buono, un lavoro equilibrato.
Pertanto, chiedo ai colleghi di votare favorevolmente questa norma.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 1, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 3.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 4.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0003

Ordine del giorno presentato dal consigliere Soranzo relativo a "La Giunta regionale valuti una disciplina che caratterizzi ulteriormente la specificità delle attività commerciali con attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita." in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto" in materia di parcheggi per le attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita". (Progetto di legge n. 159) APPROVATO (Deliberazione n. 92/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
- si ravvisa la necessità di riconoscimento della specificità delle attività commerciali con attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita, presentando le stesse particolari peculiarità rispetto ad altre attività commerciali;
- dovendo sottostare in maniera indifferenziata alle stesse regole degli altri generi (alimentare, abbigliamento, elettrodomestici...), tali attività sono di fatto penalizzate.
Considerato che:
- nella seduta del 23 febbraio 2021 il Consiglio regionale ha approvato la Mozione "Riconoscimento della specificità dell'attività commerciale che interessa il settore Automotive";
- il PDL 159 interviene con una, prima, positiva proposta finalizzata a disciplinare la sola dotazione di parcheggi per tali attività, promuovendo una nuova modalità di calcolo per tali esercizi localizzati al di fuori del centro storico;
- sia necessario, al pari di altre Regioni, proseguire in tale percorso normativo di riconoscimento della specificità, valutandolo anche ad ulteriori, possibili, effetti giuridici;
impegna la Giunta regionale:
- a valutare, in linea con quanto già introdotto ed applicato da altre Regioni, una disciplina che caratterizzi ulteriormente tale specificità, nei termini come sopra rappresentati.
Collega Soranzo, lo vuole illustrare? Prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Alcune riflessioni, gentili colleghi, le abbiamo già anticipate prima. Questo è un ordine del giorno che, come anche ha detto il collega Giacomin, che ringrazio per la proposta di questo progetto di legge, insieme, ripeto ancora, alla Presidente e a tutto il lavoro di tutti i colleghi in Commissione, non può assolutamente, a nostro avviso, e per quanto riguarda la nostra forza politica, essere in qualche modo derubricato come un qualcosa che sia un punto di arrivo, definitivamente positivo per il settore o totalmente positivo.
Noi crediamo che quello che è oggi il progetto di legge, come detto poc'anzi dai colleghi, faccia sicuramente un primo passo, sia una prima fase positiva e recepisca alcune esigenze del settore, che noi abbiamo manifestato con la mozione del 2021, votata all'unanimità, ma crediamo, come dicevo prima, che ci sia ancora del lavoro da svolgere sicuramente sulla traccia di questo progetto di legge importante, che noi salutiamo con grande soddisfazione perché dà una risposta concreta al territorio: un governo veneto, una maggioranza veneta, mi sento di dire a questo punto, perché, se non siamo d'accordo, di maggioranza dobbiamo parlare; una maggioranza che vada a dare risposte concrete alle richieste del territorio, che però ha attenzione anche a realizzare una normativa che mostri equilibrio, rispetto, tutela da tutti i punti di vista.
Però, preso atto del buon lavoro di quest'oggi, che credo possa arrivare a compimento – e ringrazio la maggioranza che ha raccolto la mozione del 2021 di Fratelli d'Italia – va anche chiesto, e noi riteniamo di farlo con questo ordine del giorno, di poter proseguire su questo percorso, come hanno fatto le altre Regioni, Emilia-Romagna e Lombardia, pensando che la legge urbanistica del Veneto sia tra le migliori, che abbia raggiunto risultati importanti dal punto di vista della difesa del suolo, che continui a ragionare e in modo equilibrato a confrontarsi nelle Commissioni, nelle sedi opportune, tra le associazioni, gli stakeholder. Lo fa con gli Enti locali, lo fa attraverso il CAL, ma lo fa continuamente con tutte le Amministrazioni.
È corretto quello che diceva il collega Giacomin. Si deve tenere conto anche degli spazi di movimento dei Sindaci, delle Amministrazioni comunali, dei Consigli comunali più che dei Sindaci, perché è vero che il piano è del Sindaco, ma la verità è che poi a licenziarlo sono i Consigli comunali.
È vero che la programmazione è una cosa importante, però, gentili colleghi, l'abbiamo visto molto spesso con il Piano Casa, che ha completamente stravolto la programmazione urbanistica e la pianificazione, perché, di fatto, c'erano altre esigenze. Abbiamo visto Governi anche che non sono di centrodestra introdurre normative che hanno stravolto a livello statale la programmazione urbanistica degli Enti locali. L'abbiamo visto decine di volte.
Poi, ci sono sicuramente le Regioni e gli Enti locali, i Sindaci, le Amministrazioni comunali, i Consigli comunali che, di fatto, poi hanno cercato di gestire al meglio il proprio territorio in modo equilibrato.
Chiunque si è accorto che di fronte alle concessionarie non ci sono le file di cittadini per entrare, non ci sono neanche le file alle casse per pagare il conto. Sicuramente c'è una tipologia merceologica completamente diversa ed è banale e ormai chiaro a tutti che è un settore merceologico diverso.
Noi chiediamo, con questo ordine del giorno che venga riconosciuta – era stata ravvisata con il PDL n. 59 e lo facciamo ancora una volta – la differenza merceologica e quindi il riconoscimento della specificità di queste attività commerciali.
Lo sforzo deve continuare nel cercare di dare una normativa nuova. Una Regione come il Veneto, che vuole primeggiare anche nella novellazione normativa e legislativa, credo che non si ponga il problema di trovare una normativa urbanistica ad hoc anche per questi settori merceologici.
È vero che questo impianto, così come arriva, potrebbe andare in qualche modo in collisione con norme urbanistiche, mettiamola così. È corretto che una maggioranza e una forza politica tenga conto di tutto ed è giusto, allo stesso tempo, richiedere che una maggioranza si assuma l'impegno di modificare una legge urbanistica bellissima, ma che deve essere novellata sulle richieste del territorio, soprattutto per dare garanzie anche alle entrate tributarie, alle entrate della Regione e soprattutto non ripetere l'esperienza già vista dei sottotetti, che abbiamo avuto e abbiamo tuttora nei nostri Comuni con i sottotetti non censiti. Per lungo tempo non sono stati incassati né i trasporti o i rifiuti, né l'ICI o l'IMU, nel caso, perché qualcuno faceva finta che i sottotetti non ci fossero. Invece i sottotetti ci sono, c'erano e per lungo tempo è stata una cosa incredibilmente inconcepibile per chiunque nella Regione Veneto.
Credo non debba ripetersi l'esperienza dell'automotive come l'esperienza dei sottotetti.

PRESIDENTE

Collega, concluda.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

La Regione abbia il coraggio, come ha fatto con i sottotetti, anche per l'automotive. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Voterò contro a questo ordine del giorno, ovviamente, perché, nonostante sia un ordine del giorno blando, l'intervento del collega Soranzo... E sono molto curiosa di vedere come voterà la maggioranza, perché quello che lei ha appena detto è diverso da quello che la collega Rizzotto, seppur abbiamo posizioni diverse, dice da tempo, cioè che il consumo di suolo deve essere ridotto, lei dice "gradualmente", io dico "meno gradualmente di come vuole la collega Rizzotto".
Invece, lei, con questo ordine del giorno e con la discussione che ha fatto, cioè con l'emendamento che ha presentato poi trasformato in ordine del giorno, perché la sua maggioranza probabilmente le ha detto che quell'emendamento non poteva andare avanti, mi fa capire, mi fa presagire prima di tutto che c'è una discrasia dentro la maggioranza che si sta assolutamente facendo vedere.
Avete delle visioni diverse sul consumo di suolo e oggi le stiamo vedendo. Però, nonostante la maggioranza abbia detto a lei e l'abbia obbligata probabilmente a togliere un emendamento per poi trasformarlo in un ordine del giorno, mi fa capire, mi fa assolutamente presagire che il voto a questo progetto di legge non è quello nelle intenzioni del collega Giacomin.
Lo dico e reinterverrò anche durante la dichiarazione di voto, perché abbiamo lavorato tanto dentro la Commissione. Il testo era partito male, come ha detto lei perché prendeva e copiava incollava. Probabilmente se oggi fossimo arrivati in Aula col suo testo originario, non avremmo l'emendamento del collega Soranzo, che è stato ritirato, ma che fa presagire una posizione, e non avremmo l'emendamento della collega Rizzotto che, per quanto mi riguarda, è pericoloso perché in quella superficie di esposizione un conto è se ci si metterà il trattore, come lei ha detto, per fare un'esposizione, un conto è invece se, in norma rispetto alle norme di quel Comune, in quella superficie, che prima era standard, accadrà qualcos'altro. E siccome noi non lo sappiamo oggi, io non posso votare una norma retroattiva.
Il collega Soranzo ha ripreso il fatto che altre Regioni hanno una norma uguale, io lo invito ad andare a vedere se nella norma dell'Emilia-Romagna o della Lombardia c'è la retroattività: non c'è, è una norma approvata prima, ma non c'è la retroattività, cioè il fatto che un'azienda, una realtà oggi aperta, possa derogare in maniera diversa agli strumenti urbanistici, cioè agli standard. Per le nuove autorizzazioni probabilmente io avrei votato anche a favore del suo progetto di legge. Mi sarei astenuta facendo un intervento un po' critico? Ecco, ma un intervento invece su questo va fatto perché snatura il suo progetto di legge, collega Giacomin. Credo che ovviamente lei un po' lo sappia. Non è pericoloso come altre norme che qui ci sono. Io non voglio dire questo. L'articolo 12 della legge sul consumo di suolo e le deroghe rispetto al SUAP sono molto più pericolose rispetto a quello che stiamo votando oggi. Lo dico anche per chiarezza. Ma siccome si sta vedendo che si sta arrivando a questo punto e lo ha fatto vedere bene il collega Soranzo il voto è convintamente rosso e poi reintervengo anche in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso in dichiarazione di voto sul progetto di legge. Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione della dichiarazione di voto per precisare alcune situazioni alla collega Ostanel. Lei deve leggersi l'ordine del giorno, collega, perché capisco che gli uffici le hanno preparato una linea che lei vuole continuare a supportare, ma poi quando qualcuno ci ascolta dice: qualcuno dice una cosa, qualcun altro risponde un'altra. Due sole cose: o non ascolta bene oppure prosegue in una linea che è stata preimpostata e che nel frattempo è cambiata nel corso dei lavori.
L'ordine del giorno che noi abbiamo presentato come Fratelli d'Italia è un ordine del giorno che dice una cosa chiara. Noi siamo assolutamente consapevoli, come lo è la maggioranza, non abbiamo padroni, noi non siamo padroni di nessun altro e crediamo di non essere padroni di noi stessi e di qualcun altro ancora. Lei pensa di cercare di fare questi giochi in Aula o cercare di separare una maggioranza che è tranquillamente coesa e non ha problemi e si confronta. Vi piacerebbe forse, ma non è così, almeno finché ci sono questi attori in Aula. L'ordine del giorno va proprio nella direzione opposta, cioè quella di attendere un momento diverso per normare dal punto di vista urbanistico con una legge oculata dei settori che hanno bisogno di una novellazione particolare e quella novellazione dovrà trovare l'equilibrio esatto e perfetto per tutelare tutti gli aspetti, anche dal punto di vista ambientale, dal punto di vista acustico, dal punto di vista dell'impatto viabilistico e tanto altro ancora. Chiunque si rende conto che non può esserci... Noi siamo per la semplificazione e vorremmo che questi settori potessero avere una procedura semplificata, con una legge ad hoc o, all'interno della legge urbanistica, una normativa ad hoc, per rendere questi settori competitivi e trattati per la loro specificità e non con norme che sono generali e che per loro diventano invece un elemento non solo di appesantimento normativo ma anche appesantimento di competitività.
E lo diciamo semplicemente per un motivo. Non è la stessa cosa una procedura, secondo noi, che debba avere tempi e modalità di un centro commerciale e quella di un settore dell'automotive. Questo non significa che la novellazione che noi nell'ordine del giorno abbiamo chiesto e abbiamo votato non possa tenere conto di tutti gli aspetti. Serve una novellazione, una norma giuridica, una norma urbanistica che possa andare incontro da un lato alle richieste di un settore e sicuramente a tutti gli altri aspetti che il Veneto e questa maggioranza tiene a tenere sempre presenti, compresi anche gli aspetti del consumo del suolo.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo era un progetto di legge che, come dicevo all'inizio, poteva anche essere condivisibile perché, come uscito dalla Commissione, portava a diminuire gli standard in superficie di parcheggio per determinate attività. Per le nuove aperture, per gli ampliamenti e per i trasferimenti di sede avremmo previsto che quei parcheggi sarebbero stati di superficie inferiore a ciò che prevede ora la norma, ulteriormente inferiore per queste merci cosiddette ingombranti. Questa era sicuramente una cosa positiva, perché si andava a diminuire il consumo del suolo.
La collega Rizzotto ha parlato di coerenza, ma la collega Rizzotto, se fosse stata coerente, avrebbe dovuto presentare quell'emendamento in Commissione, dove avremmo potuto discutere in maniera approfondita. Tant'è vero che, a domanda fatta in Ufficio di Presidenza "Cosa accade nel momento in cui, con questo emendamento, diamo la possibilità anche a chi ha già queste attività di diminuire il parcheggio all'area che resterebbe in disponibilità?", la risposta è stata che si possono fare gli ampliamenti. Si possono fare gli ampliamenti in superficie, si possono fare gli ampliamenti in cubatura.
Per coerenza, se uno dice che fa una norma che è a favore di questa attività, nel senso che consento di spendere meno soldi per fare i parcheggi, perché bastano parcheggi più piccoli, se questa è la finalità, io, dopo, non possono trovare l'escamotage per dare la possibilità di aumentare le volumetrie e le superfici.
Se ci fosse stato veramente coerenza, si sarebbe dovuto prevedere in quell'emendamento una formula che dicesse che nella superficie liberata dai parcheggi delle attività esistenti non si potevano fare ampliamenti. Ciò non è stato fatto. Si vada a rileggere il verbale e capirà il senso iniziale del mio intervento.
È stata citata l'Emilia-Romagna. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, siamo noi Veneto in classifica per quanto riguarda il consumo del suolo in Italia. L'Emilia-Romagna non ha una legge sul consumo del suolo che all'articolo 12 preveda una sfilza di deroghe alla limitazione del consumo di suolo. Questo lo dico anche al collega Soranzo, naturalmente.
Collega Giacomin, lei diceva che resta inalterato l'aspetto pianificatorio. Io credo che, invece, come ho appena detto, nel momento in cui ho queste disponibilità, la pianificazione se ne va un po' "a carte 48", perché abbiamo la possibilità di queste nuove cubature che vengono liberate dalla minore superficie dei parcheggi.
L'altra cosa la dico anche a Soranzo. Soranzo non la finiva più di dire e di fare un lungo elenco di confronti con i quali noi della Regione, del Consiglio ci confrontiamo quando facciamo le leggi con i Sindaci, e poi ha citato i Consigli comunali e quant'altro. Volevo ricordare, su questo, che la legge uscita e che la legge depositata era una legge che effettivamente abbiamo sottoposto al parere di molti organismi. Abbiamo avuto il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali espresso il 23 febbraio, poi, va bene, anche la Terza Commissione, anche la Prima Commissione e poi anche abbiamo avuto le osservazioni della Consulta delle politiche abitative Urbanistica e Lavori Pubblici di ANCI Veneto in data 8 maggio 2023. Ma a questi nessuno aveva detto di questo emendamento e dello stravolgimento che avremmo avuto in merito agli effetti di questo emendamento. Siamo primi in classifica, ci contendiamo la classifica del consumo del suolo con la Lombardia, non con l'Emilia-Romagna, con la Lombardia da anni e, guarda caso, l'incremento di consumo di suolo in Veneto si è fatto galoppante dal momento in cui abbiamo approvato la legge contro il consumo del suolo.
Credo che, ad ogni occasione di modifica di norme urbanistiche, l'obiettivo principale che ci dovremmo porre è: che reazioni, quali variazioni ci saranno sul territorio per quanto riguarda il consumo del suolo? è una legge che aumenterà, manterrà inalterato o diminuirà come ci chiedono gli standard anche dell'Unione europea, la road map europea sul consumo del suolo per consumo di suolo zero entro il 2050? Queste sono le vere domande alle quali dobbiamo rispondere tutti.
Sono stati ricordati all'inizio seduta gli eventi estremi che stanno colpendo il mondo, anche alle porte di casa perché, se pensate, la Libia è stata una colonia italiana, è qui a due passi, in un'area desertica dove il problema è l'avanzamento del deserto. Abbiamo avuto più di 2.000 morti a causa del crollo di dighe per precipitazioni estreme. Sappiamo quanto l'impermeabilizzazione del suolo e il consumo del suolo incidano anche sugli effetti dei cambiamenti climatici, sul surriscaldamento dei territori. È evidente che, rapportato lo stato di fatto al quale assistiamo in merito agli effetti dei cambiamenti climatici a questa norma, non possiamo che dire che il nostro parere è contrario. Contrario per quella serie di motivi.
Poi penso sia veramente la mancanza di rispetto nei confronti del CAL, della Consulta delle politiche abitative di ANCI, eccetera, presentare loro un progetto di legge, chiedere e farsi dare un parere e poi, all'ultimo minuto, presentare un emendamento del genere che ha gli effetti che ci sono stati confermati prima, quando, alla domanda "ma quel territorio liberato che fine potrà fare?" ci viene risposto "si può aumentare la cubatura".

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Come ho già preannunciato, il voto sarà contrario, non perché sia contraria al testo che era stato proposto dal collega Giacomin. Lo dico nuovamente e lo metto a verbale, perché credo che qui dentro si siano dette cose inesatte. La prima è che nelle norme approvate da altre Regioni non c'è la retroattività, cioè non è previsto che una struttura che ha già ottenuto il permesso per aprire in una certa maniera, oggi, perché entra una norma, può comunicare il fatto che una parte di queste aree parcheggio ad esempio venga utilizzata (cito a verbale quello che è stato detto durante la Commissione) o "per superficie scoperta di vendita" oppure, anche perché è importante, lo dice la Presidente, di fatto con questa modifica si potrebbe anche chiedere un'autorizzazione commerciale diversa e quindi cambiare categoria e potrebbero anche diventare grandi strutture. Grandi strutture se siamo sopra i 1.500, ma se siamo sotto i 1.500, per la norma vigente in Veneto, basta fare una SCIA, se non approviamo il progetto di legge che invece è stato approvato all'unanimità con l'okay dell'assessore Marcato, che è qui presente, in Commissione Commercio e che non è stato ancora passato in Commissione Urbanistica, chissà perché. Perché forse, in quella Commissione, ci sono posizioni diverse rispetto a come dobbiamo affrontare il consumo di suolo in questa Regione.
Allora, io temo questo di questo progetto di legge e davvero vi invito a guardarlo così, perché come accade per le piccole strutture commerciali di vendita... Faccio il caso di Albignasego, dove ci sono due piccole strutture e semplicemente c'è un cancelletto che rimane aperto ogni tanto tra le due strutture, perché quello è diventato un parco commerciale, ma in realtà l'autorizzazione che è stata presa è per una semplice struttura sotto i 1.500. Questo accade a Schio, laddove il Sindaco di Schio non è iscritto a questa parte politica probabilmente e forse neanche alla vostra, ma in qualche modo era più vicino alla vostra che alla nostra. Cosa ha detto? Ha detto che nel suo territorio stanno aprendo piccole strutture di vendita che poi diventano grandi strutture con degli escamotage.
Allora, io non voglio che dietro a questo progetto di legge ci siano degli escamotage perché, se è un bravo imprenditore, un imprenditore serio, e usa la superficie solo per fare esposizione, io sarei d'accordo e probabilmente avrei votato favorevolmente al progetto di legge del collega Giacomin. Ma con questa norma di retroattività e l'emendamento Rizzotto c'è una cosa pericolosa. Ve lo dico, tra cinque anni andremo a vedere, porteremo le foto in Aula. Se non sarò più qui, verrò a portare le foto in Aula e farò vedere che ci sono dei contesti dove ci sono degli escamotage. Purtroppo, come accade in alcuni territori, le norme urbanistiche non vengono sempre seguite come noi riteniamo e come dovrebbe essere.
Qui dentro io vedo questo. Se non ci fosse stato l'emendamento di prima, probabilmente questo non sarebbe accaduto così tanto. Quindi, il testo originario del collega Giacomin, rivisto, non aveva queste difficoltà così forti, mentre in questo modo le cose possono accadere.
Infatti, sempre nel verbale della Commissione Urbanistica, noi abbiamo avuto l'okay della Consulta politiche abitative, urbanistica, lavori pubblici di ANCI Veneto, che ha mandato alcune osservazioni. Non c'è l'osservazione di fare oggi un emendamento con il quale si va indietro nel tempo e si autorizza anche per quelle già autorizzate. Non c'è. Quindi, andiamo più giù e leggiamo che sottoporrà in Aula effettivamente un emendamento, che però è un emendamento, come quello che abbiamo visto oggi, che può aprire a dei casi che io ritengo oggi non controllabili.
Io non ho sentito la certezza che oggi non possa accadere che questa norma apra delle questioni diverse da quelle che il testo di legge originariamente aveva previsto.
Davvero chiudo esprimendo il voto, che sarà negativo per tutte queste questioni insieme. Un conto è fare un progetto di legge che esce da una Commissione, su cui abbiamo lavorato tanto, che ha avuto anche un parere di ANCI, ha avuto il parere del CAL. Un conto è arrivare con un emendamento oggi (anzi, ieri, in Ufficio di Presidenza) che porta delle strutture già esistenti ad avere la stessa possibilità. Io questo lo ritengo non l'esito di una discussione in Commissione, ma l'esito di qualcos'altro che è avvenuto fuori dalla Commissione competente.
Ripeto, ne abbiamo già visti di casi sotto i 1.500, dove escamotage sono stati trovati. Vogliamo continuare a permettere che questo accada o vogliamo essere sicuri che, quando approviamo una norma ci sia anche la possibilità, invece, di controllare e sanzionare?
Io ritengo che dentro questo progetto di legge ci sia una scia nella quale alcuni si potrebbero insediare. È ovvio, non tutti, e non penso nemmeno che fosse nell'ipotesi del collega che l'ha proposto, però io porto l'attenzione su questo, perché aver visto un ordine del giorno, poi ritirato, un emendamento che va in una direzione di apertura mi porta a pensare che c'è qualcosa su cui oggi non voglio assolutamente mettere il mio voto favorevole.

PRESIDENTE

Collega Giacomin, prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Rubo solo pochi minuti senza ribadire quanto già detto. Mi limito a osservare che la norma di fatto riguarda i parcheggi, di conseguenza stiamo parlando di aree già impermeabilizzate. Parcheggi che potrebbero essere coperti o scoperti e pertanto, da un punto di vista di impatto e dal punto di vista ambientale, credo non cambi nulla.
L'emendamento proposto dalla presidente Rizzotto, che io ringrazio ancora, va a sanare una incertezza che c'era nel testo originario. Diversamente costringiamo i produttori di questo settore a sotterfugi continui, a quelle cosette che sono dette e non dette (parcheggio fuori e mezzo, ma non è in esposizione perché mi è appena arrivato così). Cerchiamo invece di normare in senso normale e in senso chiaro in un settore in cui vedo la necessità.
Per quanto riguarda i riferimenti al CAL e ad ANCI Veneto, io vedo che nelle indicazioni il tenore è il seguente: detta norma – dice ANCI – non incida in termini di imposizione IMU da parte degli Enti locali e si specifichi in maniera puntuale e inequivocabile a quali tipologie di merci ingombranti, al fine di evitare contenziosi con gli Enti locali. Sempre sull'aspetto finanziario è anche il contenuto dell'osservazione del CAL. Pertanto, la sensazione che ho... Ve lo dico, colleghi che mi state di fronte, e ve lo dice uno che prima di fare il Sindaco, in beata solitudine, ha fatto dieci anni di minoranza. Allora, quando non si voleva votare un provvedimento, si cercava il cavillo intorno al quale costruire tutta una pantomima per dire "la cosa è bellissima, ma proprio a te non ti voglio sposare". Ecco, questa è la mia sensazione: la sensazione che, dopo aver svolto un lavoro serio per cercare di dare una risposta seria, seppur in termini molto contenuti, a un problema reale che riguarda alcuni settori merceologici... E dobbiamo considerare che in questa sede dobbiamo contemperare con serietà esigenze diverse: le esigenze dell'economia, perché senza l'economia non si mangia la pagnotta, le esigenze del territorio, le esigenze degli enti locali. Lo abbiamo fatto, c'è stato anche un parziale apprezzamento da parte della minoranza, ma poi la sfumatura, il cavillo per dire "guarda, se fossi biondo ti sposerei, ma siccome sei grigio non ti sposo", ecco, mi sembra che la situazione sia questa.
In questo modo, secondo me, la minoranza perde l'occasione di essere coinvolta in un processo che, come avete visto e come avete letto tra le righe, è stato molto dibattuto, perché le esigenze di parti diverse erano di natura profondamente diversa. Il testo che ne esce è un testo equilibrato, è un testo che contempera le esigenze di tutti e di conseguenza io credo di poterlo approvare e di poterne chiedere all'Aula l'approvazione con assoluta serenità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il progetto di legge n. 159 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo la seduta, con ripresa prevista alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 13.10
La Seduta riprende alle ore 14.50
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo riprendiamo i lavori.
Faccio anche una comunicazione preliminare.
Come concordato con i Capigruppo, la mozione n. 460, su richiesta del proponente, verrà fatta slittare, penso, al prossimo Consiglio. Non la faremo dopo il punto n. 8. Quindi, il punto n. 9 lo facciamo slittare perché il proponente sta aspettando risposte dalla Giunta.
Chiedo ai colleghi che sono in prossimità dell'Aula di entrare per riprendere i lavori.
Riprendiamo i lavori.
PUNTO
8



PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MODIFICHE ALLA LEGGE 27 DICEMBRE 2019 N. 160 "BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L'ANNO FINANZIARIO 2020 E BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2020-2022" IN MATERIA DI VELOCIPEDI A PEDALATA ASSISTITA" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 30) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 93/2023)

Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Dolfin
Correlatore: Consigliere Montanariello

PRESIDENTE

Siamo al punto n. 8, PDLS n. 30.
Relatore è il collega Dolfin. Prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente e colleghi.
Quello che mi ha spinto ad attenzionare l'intera Aula per quanto riguarda questa proposta di legge di carattere nazionale è il tema riguardante la sicurezza sulle due ruote, nella fattispecie l'utilizzo delle famose e-bike. È dunque un tema che riguarda tutto il settore della famosa mobilità lenta, che, ovviamente, tanto lenta non è visto che stiamo parlando di mezzi a due ruote che vanno, nell'ambito della velocità, sorpassando i 40 e forse anche i 45 chilometri orari. Questo, tra l'altro, dal Codice della strada non è previsto o, meglio, non è previsto nemmeno per i cicli e motocicli che chiamiamo i famosi "cinquantini".
Guarda caso, nonostante tutto queste categorie sono accompagnate da determinate caratteristiche, tipo il patentino, l'assicurazione, il bollo, il casco, lo specchietto e quant'altro, una serie di requisiti per guidare cicli e motocicli.
Riferendomi alle direttive apparse nel Codice della strada, dunque l'interesse da parte del legislatore a livello nazionale di rivedere la gestione dei famosi monopattini... Tra l'altro, notizia di qualche settimana, a Parigi sono stati ritirati un po' dal mercato nell'ambito del loro utilizzo e mi auguro che anche altre città vadano in quella direzione, perché lo scempio in termini di gestione, del decoro e quant'altro, ma soprattutto l'utilizzo indiscriminato, gli incidenti mortali che sono avvenuti hanno portato la massima attenzione su questo tema. Proprio in funzione di questo, ne è derivato l'interesse di voler estendere l'attenzione nei confronti della gestione dei monopattini anche al tema delle biciclette a pedalata assistita, le famose e-bike.
In questo PDLS si cerca di accorpare quelle funzioni che già sono previste per i monopattini e, dunque, di uniformarle anche per l'utilizzo delle e-bike. Tanto per entrare nel merito degli articoli, si parla di dotarle posteriormente di luce rossa fissa e anteriore bianca, entrambe accese e funzionanti; di utilizzare dei giubbotti o comunque materiale (le famose bretelle) retroriflettenti nelle ore serali, mezz'ora dopo il tramonto e durante le ore di oscurità; la possibilità di utilizzare a una certa età, come previsto per i monopattini, i caschi, per i soggetti di età inferiore ai 14 anni e la possibilità di introdurre un obbligo assicurativo di responsabilità civile, proprio perché, laddove succedono degli incidenti, spesso e volentieri, ahimè, la persona colpita da infortunio si trova a dover rispondere di tasca propria senza avere una copertura economica.
Credo che tutti i mezzi che vanno per la strada dovrebbero avere un'assicurazione. Lo dico in maniera molto serena e tranquilla, non esiste che in maniera promiscua sulla strada ci siano mezzi che viaggiano a una determinata velocità, ma anche piano, e non abbiano la copertura economica, rispetto ad altri che magari la copertura economica ce l'hanno.
Qui non si chiede di mettere mano ai cittadini, sia chiaro. Però, considerato che tanti di noi hanno, anche a livello familiare, un'assicurazione per gli infortuni, non vedo perché non estenderla anche all'utilizzo di questi mezzi a due ruote.
Questa è la volontà di porre il tema all'attenzione dell'organo legislativo nazionale, proprio per mettere mano al tema del Codice della strada e della sicurezza in generale, nella fattispecie delle e-bike e del loro utilizzo.
Informo anche che ho presentato un emendamento che va nella direzione di maggiori controlli anche per quanto riguarda la manipolazione degli strumenti che danno la velocità alla e-bike. Riporto anche questa osservazione che ho posto nelle argomentazioni.
Questa è la proposta che dopo sarà posta all'attenzione, oltre che dell'Aula, ovviamente dei Ministeri competenti. Mi auguro che possa essere accolta perché credo che, quando si parla di sicurezza non ci sia mai la giusta attenzione e dunque, a maggior ragione, quando noi diciamo di incentivare sempre più questo termine non sono solo parole, ma fatti, nella giungla che abbiamo sul Codice della strada. Tanto per ricordare a tutti, in Italia siamo di fronte a ben 17 patenti, tanto per dirla tutta, e poi ci ritroviamo incongruenze, con velocipedi che fanno la velocità di 40-45 all'ora e ciclomotori che fanno meno e hanno una serie di obblighi rispetto a una bicicletta elettrica. Se questo è lo sviluppo che noi vogliamo portare, signori, credo che siamo sulla strada sbagliata.
Pertanto, c'è il massimo interesse a voler porre l'attenzione su questo tema, su questo fenomeno, laddove le strade delle nostre città sono sempre più invase da queste biciclette, con un uso indiscriminato, al di là di un degrado generalizzato per cui ognuno viaggia come meglio crede, però la velocità è una delle cause maggiori di incidenti e di sinistri.
È ovvio che una maggiore attenzione nell'utilizzo di certi accorgimenti andrebbe sempre più sollecitata. Credo che questo PDLS vada in quella direzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatore è il collega Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Concordo con il collega quando prima diceva che in termini di sicurezza si fa difficoltà a trovare una diversità di intenti. È anche vero, colleghi, che – ritorniamo a dirlo anche in questa occasione – noi siamo poco fiduciosi dei progetti di legge statale che ci troviamo ogni volta a dover discutere in quest'Aula. Guardate, non è assolutamente per far polemica, ma la poca fiducia, Presidente, ci viene anche da un excursus storico che riguarda la considerazione centrale, quando la Regione Veneto lavora, costruisce, mette insieme, ascolta stakeholder e tenta di costruire progetti di legge, come questo, a carattere nazionale che potrebbero anche andare bene in maniera trasversale. Il primo elemento è questo. Va bene quindi discutere di certi temi, però noi continuiamo a pensare, soprattutto in un momento come questo, laddove su questa materia il Ministro ha già annunciato di metter mani al Codice della strada, con una serie di riforme più o meno condivise, che inserirsi con un progetto di legge statale, in questo momento, sia più da vetrina pubblicitaria, da articolo sul giornale, da "noi ci siamo, abbiamo detto la nostra", che da fatti concreti.
Collega, trovo difficoltà a pensare che, mentre il ministro Salvini sta già discutendo di modifiche in materia del Codice della strada (e credo abbia quasi finito la sua discussione), ci sia il tempo materiale per inserire le nostre riflessioni, fermo restando che su alcune pare stia già arrivando la norma nazionale.
Quindi, il primo elemento è una considerazione politica di mancanza di fiducia in questo strumento, pur ritenendo nobile l'intento del collega, che porta alla luce un problema vero e reale, innegabile. Tra l'altro, con il collega possiamo dire che questa sensibilità ci attraversa in modo non indifferente, venendo da una realtà territoriale dove questo tipo di motorizzazione, queste e-bike... Non si sa più neanche come chiamarle. Le chiamano ancora biciclette, però vi posso garantire che sono, in alcuni casi, più veloci dei motorini. Continuano a chiamarle "mobilità sostenibile", invece posso garantirvi che sono degrado. Parlo di degrado perché ormai questi strumenti, che costano circa 1.800-2.000 euro... Collega, mi dica se sbaglio. Ricordo che una volta avevamo il "Ciao", il "Sì", il "Bravo", il "Grillo". Era scritto sul libretto il limite di 40, ma se oggi vado sul lungomare della mia città e rispetto il limite dei 30 mi superano a una velocità tale da chiedersi se ti hanno raddoppiato. Con l'aggravante che non possono essere multati poiché non hanno una targa. Questi mezzi generano degrado perché possono essere lasciati in qualsiasi angolo della città e non possono neanche essere multati.
In alcune città il pedone ormai è ostaggio... Vi porto la mia esperienza personale. Quando avevo il passeggino di mio figlio non potevo andare sui marciapiedi, perché eravamo ostaggi, nelle piazze, di questi parcheggi indiscriminati. E non puoi fare nulla, non puoi multarle. Cosa fai? Se arriva il vigile di turno le impacchetta e le porta via? Arriva sempre l'eroe che fa ricorso al TAR e, alla fine, ti arriva il debito fuori bilancio, e devi anche pagare la restituzione.
Questa che si chiama "mobilità sostenibile" vi posso dire che, così com'è, in alcune città è degrado. Collega, mi dica se sbaglio. In alcune città è degrado, è mancanza totale di rispetto sotto gli occhi del legislatore, che vede e non può fare nulla. Viaggiano in ogni angolo e, vi dico di più, noi abbiamo casi, e non vorrei assolutamente estremizzare, di queste due ruote, perché ormai sono indefinite nella loro funzione, che investono anche pedoni e scappano via. Non c'è mica il telefonino per dire: faccio la foto alla targa e qualche testimone ha visto. Siamo al degrado più totale ed è evidente che fa bene il collega ad accendere i riflettori su questo tema e dire che qualcosa bisogna fare noi come Regione. È evidente. Noi abbiamo provato anni fa in Comune anche a tentare di fare una sorta di punzonatura per arrivare dopo sui telai: anche quello è impossibile, perché non puoi fare nemmeno la punzonatura; puoi fare, a livello comunale, un albo dove tu decidi chi si vuole iscrivere e, su base volontaria, qualcuno si iscrive; quei pochi casi che noi sentiamo in giro che sono riconducibili a un proprietario è perché in alcuni casi questi arnesi (li chiamo così perché non possono essere definiti biciclette, sono motorini senza targa) venivano comprati con il contributo della Città Metropolitana di Venezia quella volta, e quando tu li compravi dovevi dare il telaio per ricevere il contributo. Quelle biciclette sono state comprate attraverso il contributo pubblico, quindi hanno una registrazione e, in caso di furto, tramite il rivenditore che ha dovuto fare la dichiarazione alla Città Metropolitana per avere il contributo, sono riconducibili a un proprietario. Ma stiamo parlando forse, collega mi dica se sbaglio, del 10%, del 5% di quelle che sono state comprate con il contributo e quindi hanno il telaio dichiarato.
Un'altra era, ormai sono andate. Tra l'altro c'è anche un'altra forma di degrado: alla fine, quando queste biciclette finiscono di essere utilizzate, molto spesso vediamo le batterie buttate nei bidoni e non puoi fare niente a nessuno. Se, invece, ci fosse un riconoscimento della batteria potresti andare a sanzionare chi. Potremmo continuare per ore ma è evidente che questo è un problema reale che sta affliggendo le nostre città, che sta portando le nostre città a essere ostaggio del degrado.
Ci sono intere piazze dove gli esercenti hanno il loro plateatico invaso da queste biciclette e hai anche paura spostarle perché, per quanto costano, se fai danni, alla fine, ti tocca anche dovere incombere con qualcuno che ti chiede il risarcimento. Così come c'è tutto quanto il tema della sicurezza. Permettetemi di essere strabico, pur essendo accusato che guardiamo molto spesso alla nostra esperienza territoriale, ma veniamo dalla capitale nazionale della bici elettrica: Chioggia è la capitale nazionale della bici elettrica. È stata anche sancita da alcune ricerche e c'è gente che con questi strumenti ha visto anche i propri figli perdere la vita. Siccome puoi viaggiare più veloce di un motorino e questi strumenti sono solidi, c'è gente che si è avventurata anche sulle statali, sulla Romea, senza obbligo di luci, senza obbligo di niente. Ci sono stati anche dei ragazzi giovani che hanno perso la vita fino all'anno scorso perché vanno su una strada senza luci e senza niente e non puoi fargli neanche niente: ai ragazzini di 14 anni cosa gli fai se li becchi? Cosa gli fai? E quindi è evidente che ci troviamo di fronte a un degrado, come dicevamo prima, colleghi, ci troviamo di fronte a un pericolo, ci troviamo di fronte a uno strumento che attanaglia le nostre città e che, in qualche modo, dà problemi anche a chi fa impresa, gli esercenti, e che vede immobili le forze dell'ordine.
Bene, collega, pur non condividendo questo strumento con cui portiamo all'attenzione il tutto, so essere l'unico il progetto di legge statale, ma è evidente che la storia di quest'Aula ci dice che dobbiamo essere, ripeto, un po' scettici perché che li presenti la destra o la sinistra poco ci considerano quando arrivano a Roma. Io mi auguro, collega, che insieme a questo progetto di legge, voi che avete la filiera, voi che avete il rapporto diretto, voi che avete la possibilità, a differenza nostra, di potere parlare con il Ministro, essendo anche Segretario del partito di maggioranza di questa Regione, si possa in qualche modo chiedere un intervento diretto, chiedere che questo progetto di legge non si fermi all'invio a Roma, ma lo prenda a cuore il Ministro.
Collega, oggi sgombreremo il campo dalle polemiche perché gli intenti sono condivisibili. Quando si parla di sicurezza, facciamo fatica a non dire che dobbiamo stare insieme, però questo lo facciamo solo se, visto che è un tema che sentiamo tutti da cittadini prima che da Consiglieri e da legislatori, c'è un impegno vero da parte vostra, che siete evidentemente in una situazione, Presidente, privilegiata in confronto a noi nell'interloquire con chi dopo deve dare gambe a questi intenti perché si faccia qualcosa. Se facciamo l'ennesimo progetto di legge parlando dei problemi del monopattino, delle e-bike, chi volete che non sia d'accordo? Sarebbe come venire qua e dire: vuoi la pace nel mondo? Sì. Chi volete che vi dica che non la vuole? Però è evidente che il tempo delle discussioni è finito. È evidente che il tempo del temporeggiare, scusate il gioco di parole, è finito. È evidente che, se chi c'era prima... perché già noi siamo pronti a sentirci dire: chi c'era prima cosa ha fatto? Chi c'era prima è stato mandato a casa e probabilmente non ha fatto abbastanza. Oggi che però la Lega in Veneto propone questo progetto di legge con un Ministro alle infrastrutture che è il Segretario della Lega, collega, lo votiamo ma ci aspettiamo un'attenzione che non può passare in secondo piano perché, collega, per evidenti ragioni, siete in una posizione privilegiata di interlocuzione in questo momento. Noi possiamo limitarci a dire che su questo ci siamo. ma chi può dire che non bisogna mettere il casco, non bisogna mettere le luci, non bisogna mettere il catarifrangente? Ma chi volete che dica di no? Ma ci mancherebbe anche altro!
Estendiamo questa norma come volete fare, però ci aspettiamo questa volta che, oltre all'atto pratico dell'Aula, che porterà sicuramente al trafiletto sul giornale che da politici non si disdegna mai, ci sia anche un'azione concreta perché io credo – e chiudo – che questo progetto di legge presentato dalla maggioranza della Regione Veneto, che ha un'interlocuzione diretta con il Ministro, sia per noi un'occasione storica per dire che finalmente questa volta si può fare qualcosa. Chi c'era prima, chi c'era dopo non conta. Oggi ci siete voi, oggi ci siamo noi. Siamo qui per fare il nostro come possiamo, con i limiti che una minoranza in Aula può avere, però sappiate che dopo questo progetto di legge noi continueremo a stare attenti perché ci aspettiamo una presa di posizione concreta da un Ministero che sta dimostrando oltretutto di voler mettere mano al Codice della strada a vario titolo e quindi mettiamo mano a 360 gradi, collega, e cerchiamo di fare come si può, con i limiti di questo strumento, difficilmente condivisibile per i motivi che dicevamo prima, ma cerchiamo di mettere insieme i pezzi e far arrivare la voce del Veneto a Roma che mai come oggi forse può avere un canale privilegiato.
Assessore Marcato, buongiorno, è un piacere vederla.
Ha rimesso il fazzoletto, ci fa piacere.

PRESIDENTE

L'armocromista di Marcato gli dà consigli.
è stato depositato l'emendamento n. B0002 del relatore. Dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto la parola in discussione generale il collega Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Grazie a chi ha proposto questo progetto di legge che credo sia opportuno: il tema della mobilità è in evoluzione e quindi è importante adeguare le norme alle nuove modalità di mobilità.
Devo dire che la correlazione del collega Montanariello mi ha sorpreso, nel senso che mi aspettavo una presa di posizione molto più caustica nei confronti di questa modalità di procedere che mi sembra veramente bizzarra, nel senso che, come ha sottolineato il collega Montanariello, il Segretario del partito del proponente della legge è il Ministro dei trasporti, e noi facciamo un progetto di legge, dedichiamo il tempo di questo Consiglio, per chiedere al Ministro, che è Segretario del partito del proponente, di operare. Se lo Stato deve lavorare in questo modo qui, auguri agli italiani, perché facciamo tanta entropia e poca sostanza.
Al di là di questa modalità quantomeno curiosa di procedere, credo che, pur con le buone intenzioni di normare un aspetto delicato, non si vada nella direzione corretta, nel senso che si correggono alcuni aspetti a margine senza andare incontro alla tutela. Parto da dei dati di cronaca, purtroppo, tristissimi di questi giorni. A Milano gli incidenti per le biciclette nelle ultime settimane sono stati veramente drammatici. La mobilità lenta, dolce, come viene detta, è veramente sottoposta a una minaccia da parte della mobilità pesante, nelle nostre città soprattutto. Su questo dobbiamo intervenire. Per me è inaccettabile che ci siano stati già tre morti nell'arco ‒ mi pare ‒ delle ultime tre settimane. Ieri una persona gravemente ferita, spero stia meglio (non ho informazioni di oggi), ma è la quarta nell'arco veramente di pochi giorni.
Dobbiamo intervenire, sicuramente, ma non lo facciamo chiedendo di indossare un giubbotto a bretelle retroriflettenti, che potrà, per carità, aiutare, ma lì sta, poi, alla sensibilità di ciascuno. Io voglio ricordare che anche norme che da moltissimi anni sono vigenti non vengono minimamente rispettate da chi circola in strada. Andiamo a intervenire in maniera molto blanda. Va bene. Se questo può aiutare, ben venga, ma non credo che faremo una grande differenza.
Voglio, invece, ricordare un altro aspetto. Qui si introducono i velocipedi a pedalata assistita, partendo, mi pare di aver capito, dall'esperienza della città che credo abbia la più alta penetrazione di velocipedi a pedalata assistita d'Italia per abitante, che è Chioggia. Questi mezzi stanno diventando dei mezzi su cui si sta costruendo una nuova forma di turismo a livello regionale. A livello nazionale e internazionale senz'altro, ma sicuramente a livello nazionale. Chi frequenta le nostre montagne ha visto quanto forte sia la presenza di persone che guidano questo tipo di mezzi nelle nostre montagne. Sta diventando un modo per rendere accessibili zone che fino a poco tempo fa erano accessibili solo a coloro che avevano i muscoli per poter raggiungere dei posti bellissimi, ma non facilmente accessibili.
Secondo me, dobbiamo porci anche il problema: ma noi andiamo a interferire anche con quel tipo di attività turistica? Perché non credo che chi noleggia le biciclette in Cadore, piuttosto che sull'altopiano di Asiago, in Lessinia, veda di buon occhio che il turista che arriva debba infilare il giubbotto a bretelle retroriflettenti ad alta visibilità perché, quando gira le nostre montagne forse non vede di buon occhio questo tipo di costrizione.
Pongo il tema al relatore: forse vale la pena di distinguere tra la circolazione urbana e la circolazione su strade secondarie perché questo è assolutamente importante. Per cui, io mi auguro che abbiate dei sistemi di comunicazione più rapidi rispetto all'approvare una legge in questo Consiglio regionale per sollecitare il Ministro, ma vi sollecito ad utilizzare questi canali rapidi per intervenire in modo reale sui pericoli che si corrono oggi utilizzando la mobilità dolce nei nostri ambiti urbani. Non è possibile che noi continuiamo ad avere morti sulle nostre strade per un'interferenza tra mobilità dolce e mobilità pesante e, quindi, vi sollecito. Credo che la scelta che ha fatto il Comune di Bologna, per esempio, di mettere il limite a 30 chilometri orari su tutte le strade urbane sia una scelta assolutamente condivisibile, perché, e parlo di Padova, la velocità media di spostamento è di 18 chilometri all'ora e, quindi, mettere un limite a 30 chilometri all'ora non va a restringere e ad allungare i tempi di percorrenza, ma va sicuramente a diminuire la pericolosità degli incidenti.
Se vogliamo prendere in mano la cosa, facciamolo. Facciamolo in modo serio. Facciamolo in modo determinato. Avete un filo diretto in molti Comuni, Regioni e Ministero. Agite in questa direzione.
Sappiamo che mobilità sostenibile significa muovere parte degli spostamenti dall'automobile verso la mobilità pubblica e la mobilità dolce. Al di sotto dei 5 chilometri di distanza la bicicletta muscolare o a pedalata assistita è di gran lunga il mezzo che consente i tempi minimi di percorrenza e quindi va incentivato quel tipo di mobilità, di spostamento, ma va incentivata anche la tutela di coloro che utilizzano questi mezzi leggeri. Per cui, la mia raccomandazione è questa: se vogliamo agire, se vogliamo fare qualcosa di concreto, facciamolo. Avrete il nostro sostegno, ma facciamolo seriamente, non andando a chiedere di indossare il giubbotto a bretelle retroriflettenti ad alta visibilità ai turisti che utilizzano le biciclette elettriche.

PRESIDENTE

L'e-bike sta cambiando il modo di fare turismo anche lontano dalle alte vette, ma sta veramente permettendo di scoprire tutto il nostro territorio.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi unisco alle osservazioni fatte da coloro che sono intervenuti precedentemente. È un progetto di legge statale. L'intento, a mio avviso, è comunque positivo. C'è una situazione che potremmo definire, oggi, di anarchia per quanto riguarda questi mezzi. Mezzi che hanno anche delle velocità sostenute, 20-25 chilometri all'ora. Quindi, l'intervento è auspicabile.
Sono stato testimone di fatti anche spiacevoli. Ricordo che in una famosa ciclovia nel Sud Tirolo due ragazzi con bicicletta a pedalata assistita investirono una signora, che si ritrovò con tutto il viso tumefatto, che, naturalmente, in questo caso scapparono perché non identificabili. Questo incidente fu causato dalla velocità, ma soprattutto dall'incoscienza dei giovani (probabilmente avranno avuto 12-13 anni), i quali non si rendevano conto che in discesa, con una bici a pedalata assistita a quella velocità, con tanta gente che frequenta un percorso del genere, si possono creare danni e provocare incidenti anche pericolosi. Tutto sommato alla signora andò bene, perché poteva accaderle anche di peggio. Pensiamo che ci sono anche bambini che a volte attraversano la strada.
L'intento, quindi, di stringere le maglie su questi mezzi effettivamente non è sbagliato. Ci sono diverse modalità. Qualcuna potrebbe essere anche discutibile, e lo ha fatto emergere il collega Lorenzoni adesso.
Una cosa utile sarebbe anche l'identificabilità di questi mezzi, in modo da responsabilizzare maggiormente chi ne è alla guida.
L'altra questione, invece, riguarda il metodo. Siamo in un Consiglio regionale che non ha competenza in merito e che, quindi, è costretto a fare un progetto di legge statale da mandare a Roma. Ma in questo frangente mandiamo progetti di legge statale da parte di un'Assemblea legislativa che ha la stessa maggioranza che siede nelle Camere e in Senato. Sembra quasi un assurdo, nel senso che abbiamo scelto una via lunghissima per arrivare a un risultato, magari, condivisibile, quando la via poteva essere un'altra.
Quello che auspicherei da parte dei proponenti è di darci, magari, un riscontro ‒ visto che hanno un filo diretto con l'attuale maggioranza ‒ dell'iter di questo progetto di legge. Cosa accadrà? Quando arriverà, che fine farà? Verrà messo in un cassetto o verrà trasformato in un'iniziativa da parte di qualche Commissione competente del Parlamento, della Camera o del Senato? Altrimenti facciamo quello che dicevano prima i colleghi: diamo un po' di notizie, facciamo qualche articolo sulla stampa, ma non resta niente. È un peccato, perché i contenuti sono in qualche modo condivisibili, perlomeno l'obiettivo. Effettivamente non possiamo andare avanti così. Ci vuole un intervento su questo settore. Ma la strada mi sembra quella più lunga e ho paura che sia anche quella sbagliata, nel senso che non porta all'obiettivo e, alla fine, magari, si ferma davanti a qualche ostacolo.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Intervengo stimolata da alcuni colleghi che mi hanno preceduto. Capisco che in certe zone, in certe città del Veneto ci sia un modo di procedere alquanto particolare, però non tutte le zone del Veneto hanno questa particolarità. È strano che si vada a demonizzare un mezzo della mobilità sostenibile quando, in realtà, dovrebbero essere sanzionati quelli che si comportano in maniera alquanto riprovevole.
La questione, quindi, non è quella di andare a incriminare la bicicletta a pedalata assistita, che ‒ come diceva giustamente il collega Lorenzoni ‒ è il nuovo mezzo del futuro della mobilità, anche a livello turistico. Io stessa quando, ad esempio, vado in montagna, non sono una grande ciclista, ho bisogno di un supporto, di un sostegno che mi faccia raggiungere, magari, velocità e chilometri aggiuntivi.
Quindi, la questione è semplicemente quella di fare in modo che, per chi utilizza questo mezzo, quello della bicicletta a pedalata assistita, da non confondere con i bolidi che sfrecciano senza regole e senza alcuna attenzione per gli altri che sono sulla strada, questo mezzo sia dotato di tutti i sistemi di sicurezza e che vengano effettuati i controlli.
Io, ad esempio, sono assolutamente favorevole a un'assicurazione da parte di chi utilizza qualsiasi tipo di veicolo. Eliminerei solo chi procede a piedi, perché è evidente che non può comportare danno. Invece, parlando di bicicletta elettrica, credo che la soluzione da ricercare sia quella di trovare il sistema di mettere in sicurezza il mezzo, come è anche previsto da questo progetto di legge statale. Mi permetto di aggiungere anche una modifica, che ho depositato come emendamento, pensando al casco, che deve essere, a mio avviso, obbligatorio per tutti e non semplicemente solamente per i minori di età.
Con queste precauzioni, credo che la bicicletta elettrica sia un mezzo che va assolutamente bene, che non va demonizzato, come ha fatto qualcuno. È chiaro, va demonizzato il comportamento non consono al Codice della strada. Quegli utenti che vediamo, purtroppo, in alcune città vanno assolutamente sanzionati. Si spera che il Governo, nella nuova proposta che si ventila da qualche tempo, possa trovare un giusto compromesso e una giusta regolamentazione per questo tipo di mezzo, che ‒ ripeto ‒ è un mezzo di mobilità sostenibile, un mezzo in voga tantissimo, più che da noi, negli altri Stati, soprattutto del nord Europa. Non vedo alcuna motivazione valida che porti a incriminare questo mezzo. Semplicemente vanno incriminati i soggetti pericolosi e i comportamenti scorretti sulla strada.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Con questo intervento chiudiamo la discussione generale.
C'è spazio per le repliche di relatore e correlatore. La parola al collega e relatore Dolfin. Prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
Senza nessun tipo di polemica, sia chiaro. Solo qualche spunto che l'Assemblea ha posto. Dunque, è giusto anche porre l'attenzione su quanto detto.
Quello che ha detto il consigliere Montanariello ha dato la fotografia di una situazione, da una parte, anche di degrado, in cui si utilizzano queste biciclette in maniera un po' distorta. Dunque, è giusto e doveroso che ci sia la giusta attenzione da parte di tutti, in maniera generale, nel suo utilizzo e nella gestione.
Le riflessioni devono partire proprio dal basso. Si dice sempre che i PDLS poi non troveranno il giusto canale, non troveranno la giusta attenzione da parte del Governo. Fin dall'inizio questa proposta è stata inviata a tutte le Regioni proprio per cercare di avere la massima collaborazione e attenzione da parte di tutte le Regioni per far arrivare un testo unico al Governo, al Ministero competente. Proprio perché deve partire dal basso.
Qualche settimana fa proprio il ministro Salvini è uscito sulla stampa. Subito c'è stata quasi una sommossa generale da parte delle case costruttrici ‒ non me ne vogliano, sia chiaro ‒ perché andavano contro i propri interessi. Invece è sbagliato. La sicurezza è il fattore principale che ci deve spingere tutti, a prescindere dal colore, a prescindere dalle bandierine. È l'attenzione giusta che deve essere posta, deve essere il principio fondamentale, che deve essere sempre ricercato. Proprio per questo motivo, partendo dal basso, attraverso le Regioni, i Comuni, le Province, si faccia arrivare il giusto interesse, la giusta attenzione al Ministro, perché il Ministro stesso, qualsiasi sia, si impegni a portare avanti una proposta che parte dal territorio in una di quelle città, nella fattispecie Chioggia, che è la "capitale" di questo fenomeno. Ovviamente, lo poniamo all'attenzione di questa Assemblea regionale. È per questo che dobbiamo fare da cassa di risonanza.
Mi auguro che ci sia una condivisione. Sentendo le parole un po' di tutti i colleghi, c'è la massima attenzione sul tema e anche la disponibilità ad andare avanti. Dopo, ovviamente, lo seguiremo. Non vi dico certo che domenica, quando saremo a Pontida, andrò sopra il palco a chiedere la giusta attenzione, però sta di fatto che è un tema che, come vi ho detto, è già all'attenzione da parte di tutte le Regioni. Abbiamo fatto arrivare questo testo perché ci sia la massima condivisione e ci sia la giusta attenzione del Ministero.
Questa è una proposta che veramente parte dal basso. Non me ne vogliano le case costruttrici: devono imparare a non mettere nelle condizioni di andare a manomettere certe situazioni. Perché queste cose succedono. Non dobbiamo vergognarci di dirle. Se ti do una 500, la 500 non può avere il motore di una Ferrari. Ed è quello che succede oggi in tante parti dei nostri territori. E questo è causa di incidenti. È inutile, poi, pensare sulle nostre città di portare il limite di velocità a 18, a 20 o a 30 chilometri orari quando io viaggio a 30 chilometri orari e mi vedo sfrecciare e sorpassare dalla bicicletta elettrica. Questo è un controsenso. Il motorino, con il casco in testa, la targa e l'assicurazione, che sta dietro alla bicicletta elettrica è un ulteriore controsenso.
Vogliamo, una volta per tutte, attenzionare chi di dovere, partendo da queste realtà, in cui possiamo dire una parola, possiamo attenzionare dal basso i Ministri competenti, il Governo di turno?
Dunque, c'è la massima attenzione. È un PDLS che credo vada nella direzione di tutelare sempre più la sicurezza. Il tema ‒ non me ne voglia, collega Lorenzoni ‒ non è soltanto legato al giubbottino o, comunque, alle bretelle catarifrangenti oppure a tutto il materiale che può essere utilizzato per la sicurezza, per l'alta visibilità. Ovviamente, questo è materiale che viene utilizzato durante le ore notturne, quelle in cui non si vede. A maggior ragione, la luce riflessa delle automobili vede comunque, come vengono utilizzati gli operai. Sicuramente si va nelle ore notturne, non durante il giorno. Poi, se uno si vuole mettere il giubbottino anche durante il giorno per essere maggiormente visibile, ben venga. Però non è questione di minimizzare sul tema, che uno si mette il giubbottino o non si mette il giubbottino. Quando uno va per la strada... Già il Codice della strada prevede che sulle strade extraurbane si utilizzino queste dotazioni, cosa che io personalmente non vedo mai, nonostante ci siano tanti ciclisti e anche turisti provenienti dall'estero, che, a parte il caschetto in testa, non si mettono certamente i giubbottini ad alta visibilità.
Su questa normativa forse bisognerebbe, anche a livello europeo, indirizzare con più attenzione qualche Ministero, qualche Ministro o qualche Commissario su questo tema.
Ritornando agli incidenti a livello comunale, è ovvio che le Amministrazioni... Lei ha citato il tema di Milano, dove tanti incidenti sono avvenuti. Sede promiscua, abbiamo tram che passano, abbiamo mezzi pesanti. Abbiamo città importanti. Come lei ha detto, nella città di Milano sono avvenuti più incidenti. Però è un dato di fatto, le Amministrazioni comunali devono investire, come tutte le Amministrazioni provinciali e regionali perché, quando si parla anche di piste ciclabili, come abbiamo visto spesso e volentieri, e ne abbiamo cinque che passano nel nostro Veneto, attenzione, non è soltanto il tracciato di pista ciclabile. Dopo dobbiamo fare in modo che questi tracciati siano manutenuti, perché non possiamo certamente abbandonarli a loro stessi. Abbiamo fatto la pista ciclabile. Bellissima, e dopo?
Dobbiamo mettere nelle condizioni le Amministrazioni comunali, provinciali, regionali, chicchessia, di manutenerle e renderle funzionali a trecentosessanta gradi, perché fare una pista ciclabile che poi dopo va a finire su un posto che non ha sbocchi credo che non voglia dire aver fatto un buono lavoro, solo per dire a livello internazionale che abbiamo fatto una pista ciclabile e i turisti possono venire, hanno una cartina e quant'altro.
Per concludere, mi auguro che ci sia la massima condivisione. Come ho affermato prima, ho presentato seduta stante un ordine del giorno proprio perché sul tema della sicurezza e sulla velocità ci sia la massima attenzione da parte del legislatore, delle Forze dell'ordine, che ci siano i giusti controlli affinché non ci siano tutte quelle manomissioni da parte dell'acquirente che acquista questi mezzi e magari dopo mette mano e va a cambiare la centralina, va a modificare le velocità, perché oltre a creare un danno, un possibile danno a se stesso e agli altri, ma è passibile sicuramente di denunce, perché va contro il Codice della strada e va contro la normativa. Dunque, farebbe un ulteriore danno.
Per quanto riguarda l'assicurazione, confermo quanto ho detto prima. Mi fa piacere che anche la collega Baldin sottolinei questo aspetto. Qualsiasi mezzo che viaggia per la strada, che siano due biciclette, un triciclo, un monopattino o chissà che cosa, è giusto e doveroso che abbia un'assicurazione di accompagnamento, anche per non gravare poi sul sistema sanitario collettivo, perché dopo, alla fine, gli incidenti che avvengono di due sbandati ubriachi magari – non me ne voglia nessuno – che si cappottano da soli, alla fine, al pronto soccorso le spese le paga l'intera collettività.
Credo, invece, che bisognerebbe che qualcuno, quando va per strada, avesse un accompagnamento di assicurazione che lo coprisse sia per i danni subiti che anche per i danni commessi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Parto da una considerazione che mi è venuta. Sono d'accordo con quanto detto, che bisogna intervenire di più sulla sicurezza stradale. Spero che in sede di bilancio non si ripetano gli errori che abbiamo fatto quest'anno dove sul bando regionale MAC 2023, Sostegno finanziario lavori pubblici di interesse locale per importi inferiori a 200.000 euro, la Regione stanzia solo 4 milioni. Vuol dire che, di fronte a centinaia di domande, se fanno domanda venti persone e chiedono tutte quante l'importo massimo, ne rimangono fuori centinaia e centinaia.
La sicurezza stradale si fa mettendo soldi, non solo promuovendola. I lavori senza soldi non si fanno. Abbiamo capito che riusciamo ad aprire i tribunali senza soldi, ma sul fatto che asfaltiamo anche le strade e facciamo le ciclabili senza soldi io ho qualche dubbio.
Credo che questo dibattito, in qualche modo, sotto alcuni aspetti sia un po', per quanto mi riguarda, da riportare sul suo tracciato, sul suo sedime, diciamola così. Noi dobbiamo distinguere la patologia dalla fisiologia. Noi dobbiamo distinguere il cattivo comportamento dall'utilizzo del mezzo.
È evidente quello che diceva prima il presidente Ciambetti o la collega Baldin, che stiamo parlando di strumenti che nessuno mai rinnegherà nella loro utilità, che ci aiutano a scoprire le cose. Ci mancherebbe altro. Ma chi volete che si metta a rinnegare l'utilizzo della bici? Ma chi volete che si metta a rinnegare l'utilizzo dell'e-bike, l'impatto che ha sul turismo, l'impatto che ha anche nel togliere il traffico dalle città? Ma chi volete che si metta a dire che non è uno strumento utile, che in qualche modo dobbiamo vedere sempre più presente, soprattutto in alcuni contesti, che non devono essere solamente quelli urbani o periurbani, ma anche quelli legati alla riscoperta di alcuni paesaggi, di alcuni percorsi ciclopedonali? Ci mancherebbe altro.
Però, c'è una cosa che mi fa arrabbiare: in tutti questi anni abbiamo pensato all'utilità dello strumento, ma non abbiamo pensato che non puoi immettere sul mercato uno strumento utile che, però, è un mezzo. È un mezzo. Piaccia o no, è un mezzo. È un mezzo, e non è una bicicletta. È molto più prezioso di una bici. Ma chi lo può negare? Chi può negare che tanti sentieri, forse, li scopriremo grazie alle e-bike perché, se uno non è proprio un ciclista avvezzo, forse con questo strumento riesce a barcamenarsi e ad affrontare quei percorsi?
Chi potrebbe dire che anche chi ha delle fragilità di forza fisica può utilizzare questo strumento per muoversi, anche magari in momenti di caldo, dove ti aiuta a poterti muovere e a decongestionare il traffico? Però, è un mezzo. Condanno l'idea che questo mezzo sia potuto approdare sui nostri mercati senza prevedere che, quando questi mezzi si imbattono in incidenti, non hanno coperture assicurative.
A me è venuta addosso una e-bike. Mi è venuta addosso una e-bike che andava sul marciapiede in contromano e ha colpito la mia macchina. Sono stato un uomo fortunato, perché era una ragazza con una famiglia responsabile e avevano la copertura assicurativa familiare e mi ha potuto ripagare di tanti danni che ha avuto la macchina perché, quando ti viene addosso uno di quelli è come un motorino. E se fosse stata una famiglia che non aveva previsto l'assicurazione familiare, cosa avrei dovuto fare? Un padre che prende 1.500 euro al mese, va a lavorare con la macchina, va a prendersi un avvocato per gestire una causa che gli costa di più per avere i danni. È sbagliato il fatto di concepire che questi mezzi – la collega Zottis prima sottolineava che è pur sempre un mezzo – che vengono immessi sul mercato senza le precauzioni del caso.
Vuoi l'e-bike? Certo, tutti la vogliamo. Ti fai l'assicurazione, ti metti il casco, ti metti le luci. Viaggi sulla strada con il catarifrangente, perché non si rovina solo la famiglia di chi fa l'incidente e muore, ma si rovina anche la famiglia di quel poverino, magari, che al buio non l'ha vista e se l'è trovata davanti. Rovini due famiglie. Rovini due vite, non una.
Colleghi, raccontiamoci tutto, ma non raccontiamoci che abbiamo la stessa sensibilità dei Paesi del nord Europa quando si parla di due ruote. Adesso raccontiamoci tutto, va bene tutto, ma non abbiamo la stessa sensibilità e lo stesso rispetto per capire che il due ruote è un mezzo come avviene nel nord Europa.
Io li invidio un po', Presidente, perché hanno un senso di civiltà quando guidano una due ruote superiore al nostro. Siccome noi non siamo in quel contesto, non siamo nel contesto del nord Europa, dove l'assicurazione a priori il bambino se la fa anche quando va a scuola, se schiaccia gli occhiali al compagno di classe, ma siamo in un contesto sociale diverso, dobbiamo prendere atto del nostro contesto sociale e dobbiamo dire che il monopattino è bello, deve essere diffuso, deve essere utilizzato, guai a chi lo tocca, guai a chi tocca questi strumenti, ma non puoi immetterli sul mercato nell'anarchia più totale, perché non sono strumenti che passano inosservati, non sono strumenti che se non rispetti il Codice della strada non arrecano danni, perché un monopattino o una bici che non si ferma allo stop o che passa con il rosso causa un incidente alla pari di uno scooter, che oggi ci vuole il patentino per guidarlo, ci vuole il casco, ci vuole l'assicurazione e ci vuole la targa.
È vero che va condannato il cattivo comportamento, ma è anche vero che è compito del legislatore dire che uno strumento è utile, un mezzo è utile quando è calato in un contesto normativo che rispetta le regole.
Anche l'auto è utile, però consentitemi di dire che, se fermi uno che sta andando a lavorare senza assicurazione non può essere un elemento che ti assolve il fatto di dire che devi andare a lavorare. No, devi avere l'assicurazione, sennò non vai a lavorare con l'auto.
Noi siamo a favore di questa mobilità, però, siccome siamo a favore, vorremmo sgombrare il campo da questi pregiudizi che nascono, perché nelle grandi città e anche in alcuni luoghi dove lo strumento è diffuso, nascono questi pregiudizi. Noi non siamo il nord Europa.
È morta una persona la settimana scorsa sul Ponte della Libertà, perché dalla stessa parte che passa il tram, passano i bus, passano le macchine, passano le bici e possano le moto. Non abbiamo lo stesso contesto infrastrutturale, purtroppo. Dobbiamo dire che questo strumento va protetto, va tutelato.
Ha ragione il presidente Ciambetti: tanti, grazie a questo strumento, stanno scoprendo delle parti importanti, però un conto è viaggiare su un sentiero che costeggia un fiume, una montagna, una valle, altro conto è viaggiare in una città e poterla buttare dove vuoi. Giusto o sbagliato, anche per loro ci devono essere le regole, alla pari di tutti gli altri che hanno due ruote e vanno per strada.
Detto ciò, noi ci auguriamo che il Parlamento in questo caso prenda in mano questa situazione, perché ci sono tre elementi che ci dicono che, a differenza di prima, oggi forse è arrivato il momento, non perché c'è qualcun altro e vogliamo fare le pulci e vogliamo dire "ora che ci siete voi, fatelo". No, ci sono tre cose che iniziano a cambiare.
La prima, Presidente: incomincia a diffondersi tanto come strumento. Prima era solo uno strumento di mobilità cittadina, oggi è diventato uno strumento ormai di passatempo, di svago e di turismo. Ci sono i treni che fanno le vagonate per portarli, ci sono i noleggi.
Io sono stato in vacanza e come mezzo l'ho noleggiato. Era il mezzo più bello e più comodo. Quindi, anche nell'offerta turistica oggi sta avvenendo qualcosa e, a differenza di prima, i tempi stanno diventando maturi.
La seconda: apprendiamo, mezzo stampa, che stanno mettendo mano al Codice della strada. Sappiamo bene che, quando metti mano al Codice della strada, c'è sempre una battaglia che avviene in Parlamento, vuoi per chi vuole estendere, vuoi per chi vuole limitare. Stanno mettendo mano, bene. Cogliamo questa occasione per infilarci e quindi per sfruttare più di questo progetto di legge, che ha il merito di generare un importante dibattito tra noi, ma non ha sicuramente la tempistica, il timing per arrivare sui tavoli giusti e per essere propedeutico e prodromico alla discussione che avverrà a livello nazionale.
Attiviamoci, quindi, per le vie brevi, chi come può, tutti, anche noi. Anche noi, pur non governando, faremo una telefonata ai nostri riferimenti romani chiedendo una mano, se è possibile, forti del fatto che il proponente vede nel braccio di ferro della legittima maggioranza che governa le Camere una situazione di privilegio.
Ultima, e uso gli ultimi quindici secondi per dirla: oggi più di ieri assistiamo a un aumento degli incidenti, che è dato da due fattori – e chiudo, Presidente – l'aumento di questi mezzi e l'aumento della sicurezza di chi li utilizza, che forse ormai dà assodato che è una bici, e quindi puoi fare quello che facevi con la bici.
Cominciamo a ragionare anche su come smaltire queste e-bike quando arrivano a fine vita, perché vi posso dire che molto spesso nei bidoni troviamo le batterie e senza punzonatura e riconducibilità non possiamo neanche sanzionare chi le ha buttate. Qui sì che ha ragione il collega Lorenzoni: dobbiamo dividere la patologia dalla fisiologia.
Su questo ragioniamo insieme, come direbbe qualcuno, e tentiamo di fare un lavoro trasversale, fermo restando che nel PDLS la fiducia che abbiamo, non per colpa nostra, ma per colpa degli altri, è poca.

PRESIDENTE

Ci sono due emendamenti. L'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione ha cinque minuti per eventuali sub.
Riprendiamo alle ore 15.55.
La Seduta è sospesa alle ore 15.46
La Seduta riprende alle ore 15.58
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto. Iniziamo la seduta, visto che la Commissione ha finito con l'esame degli emendamenti.
Emendamento n. B0001, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 1, pagina 1, modificativo, che prevede:
Dopo la lettera d) è aggiunta la seguente lettera:
e) al comma 75-novies le parole "di età inferiore a diciotto anni" sono soppresse.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ho presentato questo emendamento, come dicevo poc'anzi, proprio per far sì che tutti, a prescindere dalla maggiore o minore età, debbano portare il casco quando utilizzano una bicicletta a pedalata assistita. Questo anche per una continuità e una linea comune con quello che il Consiglio regionale ha già votato in precedenza, ovvero l'obbligo del casco per i monopattini.
Mi sembra più sensato ragionare in questi termini e, quindi, far sì che l'obbligo del casco vi sia per tutti, non soltanto per i minori di età, anche per una questione del tutto pratica, e cioè che la sicurezza non guarda in faccia l'età. Chi si fa male si fa male a quindici anni come a quaranta. Quindi, non vedo un senso logico nell'imporre il casco solo a chi ha meno di diciotto anni. La trovo, anzi, un'assurdità e anche una contraddizione rispetto a quanto il Consiglio regionale ha votato relativamente ai monopattini elettrici.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono interventi sull'emendamento? Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'articolo 1.
Ci sono interventi? Non c'è nessuna richiesta di intervento.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0002, presentato dal consigliere Dolfin, articolo 2, comma 1, pagina 1 bis, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo, dopo le parole "responsabilità civile per i danni a terzi derivanti dalla circolazione dei velocipedi a pedalata assistita" sono aggiunte le seguenti: "nonché di implementare i controlli, per vietare la circolazione e sanzionare i velocipedi a pedalata assistita modificati per aumentare la potenza nominale continua massima del motore ausiliario elettrico o la velocità oltre i limiti previsti dal comma 1 dell'articolo 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 'Nuovo codice della strada' e successive modificazioni".
Il collega Dolfin dà per letto l'emendamento.
Se non ci sono interventi, procediamo con la votazione.
Metto in votazione l'emendamento n. B0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora sull'articolo 2.
Ci sono interventi? Nessuna richiesta di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora sull'articolo 3.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo, adesso, alle dichiarazioni di voto. Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Ringraziamo – peraltro abbiamo anche sottoscritto il provvedimento – il collega Dolfin e tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto di legge, perché siamo convinti che questa modifica alla legge possa sicuramente essere utile a proteggere soprattutto i soggetti più vulnerabili, vale a dire i pedoni, e anche i fruitori delle due ruote, che secondo le statistiche rappresentano la metà di coloro che sono mancati sulle strade o ne sono stati gravemente colpiti.
Salutiamo, quindi, con grande favore questa iniziativa, siamo convinti della sua bontà e, come qualcuno ha detto, ci adopereremo perché anche a livello nazionale ci sia l'attenzione dovuta su queste tematiche.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi voteremo in maniera sicuramente favorevole per tutti i motivi che abbiamo già ribadito. Tuttavia, colleghi, non possiamo nascondere il nostro scetticismo. Non mi voglio ripetere, ma è evidente che c'è uno strabismo sui progetti di legge nazionali che questa Regione presenta. Ci auguriamo che questa volta vi sia una situazione diversa per i motivi finora evidenziati.
Credo che questa debba essere una battaglia comune e trasversale, però vista l'identità politica e amministrativa di chi oggi ha presentato questo progetto di legge sull'eventuale buona riuscita di questo progetto che presentiamo ci sono due responsabilità ben diverse: mai come in questo momento storico chi lo presenta ha una filiera ben delineata che può permettergli la buona riuscita.
Badate, se su questo progetto di legge ci troviamo, fra sei mesi o un anno, di fronte alla prossima tragedia, di fronte alla prossima problematica che ci porterà a discutere di questo, a dover ancora parlare in quest'Aula senza aver avuto risultati concreti e tangibili, nonostante la fiducia che oggi noi diamo a carattere costruttivo, il voto, la cambiale in bianco che oggi ci sentiamo di firmare sulla fiducia di quello che sarà l'operato che da questo voto in poi dovrete portare avanti – del resto, è vero che siamo in un Consiglio regionale, ma si fa politica e, quindi, ci sono anche responsabilità politiche che i Gruppi si assumono –, ci vedrà sicuramente fare le barricate.
Noi siamo qui per discutere, per costruire, per fare pezzi di strada insieme, non siamo qui certo per farci prendere in giro. Ma oggi vogliamo sicuramente pensare che questo non sia un momento di presa in giro, che ci sia una convinzione da parte vostra in quello che andiamo a votare. Tuttavia, ripeto, è evidente – badate, la mia non è una provocazione – che avviene in un contesto storico dove alla guida del Ministero che deve dare l'input alle Camere per la discussione c'è chi già sta mettendo mani al Codice della strada, ed è il leader politico del maggiore partito che guida la maggioranza nella Regione del Veneto. Quindi, ci auguriamo che questa sia un'opportunità da sfruttare e cogliere tutti insieme e non diventi un boomerang nei confronti di chi ha proposto questa legge.
Noi non abbiamo motivi, colleghi, per non essere fiduciosi. Ci fidiamo, votiamo favorevolmente, condividiamo, come possiamo, questo pezzo di strada. Avete visto che anche sugli emendamenti, colleghi, non ci sono stati voti negativi da parte nostra. Abbiamo tentato di condividere al massimo con questa assunzione di responsabilità, per quello che ci compete. Però, questo è un tema importante che non si deve fermare alla pubblicità che gli daremo domani sui giornali, perché dà opportunità non diventi un boomerang. Siccome su questo tema torneremo prima o poi a discutere, perché è un tema che diventa sempre più attuale, e poiché prima o poi, indipendentemente dal timing politico, tornerà a gamba tesa nella discussione del Consiglio regionale, vuoi perché ci sarà un bando, vuoi perché potrebbe succedere qualcosa di sconveniente da portarci a dire "quella volta l'avevamo detto", vuoi perché quando faranno le modifiche al Codice della strada a livello parlamentare qualcuno lo tirerà fuori, noi oggi, oltre a dire che diamo il nostro voto favorevole e che non abbiamo fatto nulla per fare ostruzionismo, vi facciamo il grosso augurio che questo progetto di legge abbia gambe solide, tali da portarlo fino a Roma, e porti il miglior risultato nel dibattito perché, a differenza degli altri, questo è un progetto di legge che, qualora dovesse avere gambe, impatta nella vita quotidiana della gente.
Vi lasciamo, quindi, ribadendo che il nostro voto, per i motivi che abbiamo elencato durante il dibattito e che non sto qui a ripetere, sarà favorevole. Contestualmente, però, vi facciamo un grosso augurio: non fatelo diventare un boomerang. D'altronde, se nulla sarà fatto, diventerà un boomerang, che ritornerà in maniera forte, prepotente e violenta nei confronti di chi oggi, con ferma convinzione, ci ha portato a discutere questo progetto di legge. Quindi, questa volta vi diciamo che voteremo a favore e vi lasciamo con questo augurio, non tanto nell'interesse delle schermaglie politiche, quanto nell'interesse della nostra Regione.
Lo dicevamo prima, non è che perché adesso ci siete voi bisogna farlo. Condividevamo anche con il Presidente del Consiglio questi passaggi. In questi ultimi due anni, soprattutto, c'è stata un'evoluzione nella fabbricazione di questi mezzi. Infatti, negli ultimi due anni, nell'ultimo anno soprattutto, alcune case hanno cambiato la fabbricazione di questi mezzi – lo dicevamo prima in Ufficio di Presidenza –, che addirittura nascono già "viziati" in molti casi, e non si capisce perché tutti sanno, ma nessuno vede. Negli ultimi due anni è cambiata la fabbricazione dei mezzi, incominciano a essere venduti su un segmento turistico, incominciano a essere più diffusi; quindi, i tempi incominciano a diventare maturi per far sì che la responsabilità dei cittadini li porti a guardare verso questi nuovi strumenti di sicurezza, di cui bisogna necessariamente dotarsi, anche nell'interesse condiviso. Lo dicevamo prima: il problema non è solamente chi guida il mezzo, ma è anche il soggetto terzo che si vede arrecare un danno da chi guida il mezzo. Io l'ho vissuto in prima persona. Ripeto, sono stato fortunato. Qualcuno poteva esserlo meno di me.
Buon lavoro, andate avanti, non deludeteci, perché staremo qui a guardare, questa volta mai come le volte precedenti.

PRESIDENTE

Collega Dolfin, prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno lavorato a questo PDLS, a partire dalla Seconda Commissione e dalla presidente Silvia Rizzotto, per arrivare a tutto il Legislativo, il dottor Simionato, il dottor Schiavon, tutti coloro che vi hanno lavorato, e ovviamente tutti i colleghi, di qualsiasi colore essi siano, partito o bandiera.
Ripeto, il tema della sicurezza interessa tutti, a prescindere dall'utilizzo della bicicletta elettrica, del monopattino e quant'altro. Vediamo le problematiche, siamo sulla strada, dunque ci rendiamo conto che è un problema serio per noi e per la collettività in generale. Quindi, è giusto e doveroso porre l'attenzione su questo tema, anche se, ahimè, non è la Regione a gestire questa materia. Ci auguriamo, magari con l'avvento, quanto prima, dell'autonomia regionale, che nelle nostre competenze possa rientrare anche questa tematica.
Al di là dei ringraziamenti, ovviamente mi fa piacere che ci sia la massima condivisione, perlomeno me lo auguro, ma sentendo le parole del collega Montanariello reputo sia così, perché così facendo si sottolinea, come dicevo prima, l'importanza della sicurezza in primis.
Non c'è certamente strabismo, come lei ha sottolineato, ma c'è la volontà di porre l'attenzione su questo tema, ed è per questo che, partendo dal basso, io credo che ci sarà la giusta considerazione anche da parte del Ministro competente. Personalmente non avrò problemi a portare anche direttamente all'attenzione del Ministro questo PDLS, se questo dovesse servire. Del resto, il Ministro ha già fatto qualche passaggio in questi termini. Tuttavia, è giusto sostenerlo proprio partendo dal basso, partendo dai territori, partendo dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni, perché possa finalmente andare nella direzione auspicata. Dunque, ringrazio tutti.
È un tema su cui metteremo il massimo impegno a partire già da domani mattina, come su tutti i temi, sia chiaro. Questo, però, è un tema su cui ci mettiamo veramente la faccia, perché chi utilizza questi mezzi da domani mattina penserà di doversi mettere il casco in testa, piuttosto che mettere mano al portafoglio per fare un'assicurazione. Ciò non toglie, però, che la sicurezza in primis deve essere perseguita in lungo e in largo.
Grazie ancora della condivisione e dell'opportunità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il progetto di legge statale n. 30, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle mozioni.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CESTARO, BARBISAN, CECCHETTO, BET, CAVINATO, FAVERO, MAINO, PAN, ZECCHINATO E SCATTO RELATIVA A "SITUAZIONE PASSAPORTI: VELOCIZZARE L'EMISSIONE". (MOZIONE N. 388) APPROVATA (DELIBERAZIONE N.94/2023)

PRESIDENTE

Al punto n. 9 dell'ordine del giorno c'è la mozione n. 460. Su indicazione del primo firmatario, il consigliere Valdegamberi, la mozione è rinviata al prossimo Consiglio per alcune verifiche e approfondimenti.
Passiamo, quindi, al punto n. 10, che è la mozione n. 388.
Prego, collega Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io speravo di poter ritirare questa mozione che risale a dicembre dell'anno scorso, ma purtroppo le notizie che si leggono sui giornali non me lo permettono. Notizie che riguardano le grandi difficoltà che ancora stiamo attraversando e stanno attraversando coloro che devono affrontare un viaggio verso l'estero nel riuscire ad avere il loro passaporto, un loro diritto, perché...

PRESIDENTE

Colleghi, il Consiglio non è finito. Stiamo discutendo le mozioni. Per cortesia.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

è un diritto avere il passaporto, è un diritto poter andare a studiare all'estero, è un diritto fare i propri viaggi di lavoro e di turismo. E allora, nonostante quanto è stato promesso anche da parte del Governo e in parte anche è stato messo in campo, perché ricordiamo, che c'è stato un grande spiegamento di forze per quanto riguarda la Questura, che ha permesso di agevolare e di accelerare in parte l'emissione dei passaporti, parliamo di 2 milioni e mezzo di passaporti rilasciati solo in pochi mesi all'inizio dell'anno, la situazione non si sblocca. Non si sblocca perché evidentemente ci sono delle difficoltà, anche tecniche, nel riuscire a farlo e forse c'è una certa poca comprensione di alcuni meccanismi, sia da parte di chi deve usufruire del servizio, sia da parte di chi lo deve rilasciare.
Mi riferisco soprattutto alle difficoltà per le persone che magari non hanno molta dimestichezza ad accedere al famoso sito per le prenotazioni del Ministero, per poter entrare in questa fantomatica graduatoria per riuscire ad avere un appuntamento. Notizie di questi giorni parlano di sette mesi, di cinque mesi, dove va meglio, addirittura di Comuni, mi viene in mente Padova tra i tanti, dove non si riesce nemmeno a prenotare.
La situazione è drammatica. In tutto questo, quello che con questa mozione io voglio chiedere a chi a Roma sta seguendo questa problematica, e che comunque ha già interloquito, anche direttamente con me e con altri colleghi, è di cercare di incentivare alcune buone pratiche che sono quelle di una maggiore connessione tra quelli che sono gli uffici della Questura e l'ANPR, perché molto spesso, mi spiegavano coloro che operano con molta difficoltà all'interno di questi uffici, succede che non si riescono a fare i controlli in forma diretta. Ma soprattutto la cosa che rallenta di più è il rapporto che manca tra gli uffici giudiziari e gli uffici della Questura. Sembra un paradosso, ma nel momento in cui si deve andare a fare una verifica sulla fedina penale di qualcuno che ha diritto al passaporto, i nostri operatori della Questura devono uscire dai loro uffici, recarsi in Tribunale e fare la procedura come la facciamo noi. Queste sono cose che evidentemente, con un po' di volontà, si possono risolvere perché la digitalizzazione e tutto quello che ci siamo detti in quest'Aula in questi mesi sulla capacità di essere più digitali potrebbe incentivare appunto e agevolare questo tipo di procedure.
Un altro passaggio che ritengo importante è quello di dare un minimo di competenza di più ai Comuni che molto spesso si trovano comunque a ricevere una parte delle istanze da parte di persone che non riescono ad accedere direttamente al sito e quindi potrebbero, avendo già loro l'accesso all'ANPR, fare una parte propedeutica all'emissione dei passaporti.
Aumentare il personale. Sappiamo benissimo le ore e la fatica che fa il personale della Questura per riuscire a fare i turni di sabato, la sera, per riuscire a dare una risposta a tutti. E la soluzione non è quella, come è stato detto, di andare con i diritti di precedenza perché la mia precedenza toglierà il posto a qualcun altro. La soluzione è quella di riuscire a preparare persone che rimangano nel territorio, che conoscano i meccanismi del sistema dell'emissione dei passaporti, che non è così semplice perché, se qualcuno di voi ha mai fatto la prova di emissione del passaporto, lo stesso tesserino spesso viene rovinato nel momento in cui viene emesso perché è molto difficile fare l'operazione. Quindi è importante avere persone che rimangano e che conoscano questo tipo di approccio.
E infine fare una valutazione se non sia il caso di fare un accordo bilaterale con il Regno Unito, che ovviamente interessa moltissimo i nostri giovani, soprattutto per quanto riguarda il lavoro all'estero piuttosto che la scuola, per evitare l'obbligo del passaporto per potervi accedere. Riusciamo ad andare in Egitto senza bisogno del passaporto, non vedo perché non si possa pensare di andare anche nel Regno Unito senza passaporto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ci sono altre persone che vogliono intervenire? Non c'è nessuna richiesta di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 388.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTI
11 e 21



MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA BALDIN RELATIVA A "EMERGENZA ALLOGGI E MUTUI, LA REGIONE INTERVENGA PER GARANTIRE IL RISPETTO DEGLI OBBLIGHI STATUTARI". (MOZIONE N. 444) RESPINTA

E

MOZIONE PRESENTATA DALLE CONSIGLIERE OSTANEL E CAMANI RELATIVA A "AVVIARE UN TAVOLO PER GARANTIRE NEGLI STUDENTATI DI INZIATIVA PRIVATA ALLOGGI A PREZZI CALMIERATI PER GLI STUDENTI "FUORI SEDE"". (MOZIONE N. 448) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 95/2023)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, n. 11, mozione n. 444 presentata dalla collega Baldin.
Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un tema particolarmente sentito dai nostri giovani, e non solo, anche da moltissimi studenti. Non è una novità la protesta degli studenti davanti alle maggiori università, anche in questi ultimi mesi e in questi giorni.
Il problema del caro affitti è diventato strutturale in Veneto. Prova ne siano le manifestazioni recentemente organizzate a Padova e a Venezia per gli studenti universitari che stanno pernottando in tenda fuori dalle sedi degli Atenei. Questo risale al 19 maggio 2023.
Sul piano politico, la questione viene scaricata dal Governo sui Comuni, con il risultato di esternazioni come quelle del Sindaco di Venezia, il quale ha dichiarato: "Se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti l'università", palesando un modello culturale aziendalista, classista e competitivo.
Per altro verso si registra, altresì, un'impennata delle rate dei mutui, tanto che, secondo un recente studio diffuso da ADICO di Mestre, sono aumentate del 70% in un anno, mettendo in ginocchio una famiglia su tre. Addirittura, nel veneziano 4.400 coppie under 35 sarebbero a rischio pignoramenti. Eppure, Governo, Regione e Comuni sono tutti in possesso di competenze determinanti sul punto. Il Governo non ha rifinanziato né il Fondo affitti né quello per le morosità incolpevoli.
È anche di oggi un altro articolo che parla proprio di questo, per quanto riguarda, ad esempio, i Comuni di Mira e di Dolo, dove si parla di 60 persone sotto sfratto a Mira e una ventina a Dolo. I Comuni, specialmente quello di Venezia, che, in base a un articolo di una legge regionale, è competente dell'accertamento delle violazioni degli obblighi, dell'applicazione e graduazione delle sanzioni amministrative, pecuniarie e introita le relative somme, non sembra interessarsi alla situazione. Anzi, si permette di fare la paternale agli studenti.
Il comma 6 del nostro Statuto regionale recita: "La Regione è impegnata a rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei suoi abitanti, impediscono il pieno sviluppo della persona e la partecipazione alla vita sociale ed economica della comunità". E di certo l'inaccessibilità di un alloggio costituisce un ostacolo determinante per lo sviluppo delle persone e la loro partecipazione sociale.
Altro comma importante del nostro Statuto, il comma 1, lettere d) ed e), dell'articolo 6: "La Regione opera per garantire e rendere effettivo il diritto all'istruzione e dispone specifici finanziamenti ad università". Infatti, però, quanto posto in essere sino ad ora è largamente insufficiente.
Ritenuto necessario prevedere adeguati finanziamenti a bilancio in grado di porre fine alla situazione emergenziale, nonché ulteriori finanziamenti strutturali, che garantiscano soluzioni a lungo termine, rispetto ai fatti riportati.
Tenuto conto che in difetto di ciò si appaleserebbe come una grave e perdurante violazione degli obblighi statutari.
Si impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo per il rifinanziamento del Fondo affitti e del Fondo per le morosità incolpevoli, a porre in essere misure emergenziali e strutturali per mitigare le difficoltà di chi ha subìto aumenti vertiginosi delle rate di mutuo.
Infine, a garantire, anche attraverso la previsione di finanziamenti al bilancio, il rispetto degli obblighi statutari e segnatamente a garantire l'effettivo diritto all'alloggio per gli studenti, componente fondamentale del diritto allo studio.
Abbiamo posto più e più volte la questione all'attenzione del Consiglio regionale e dell'assessore Donazzan in particolare. Ad oggi, purtroppo, non abbiamo avuto riscontri concreti, effettivi, quindi mi trovo costretta a riproporre il tema e sottoporlo alla votazione di quest'Aula, sperando che quello che possiamo fare come Consiglio regionale, ovvero spronare il Governo ad intervenire, magari prima di tutto rifinanziando questi due fondi, quello per la morosità incolpevole e quello per gli affitti, sia, appunto, almeno un primo passo per garantire la risoluzione di questo problema tanto sentito. Problema che non ha colore politico perché gli studenti, chiaramente, sono figli di tutti, a prescindere dalla maggioranza che governa questa Regione, per cui abbiamo il dovere di provvedere in questo senso e di dare una risposta alle migliaia di studenti che aspettano un alloggio e che non lo trovano, e non solo agli studenti, ma anche a tantissimi anziani che purtroppo sono oggetto di sfratto e rischiano, veramente, di ritrovarsi sotto un ponte.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Siccome al punto 21 c'è la mozione n. 448 presentata dalle colleghe Ostanel e Camani con lo stesso argomento, facciamo un'unica discussione e poi facciamo due votazioni separate.
Do la parola anche alla collega Ostanel, se vuole presentare la mozione n. 448.
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che abbiamo presentato con la collega Camani il 30 maggio 2023 e che si collega in maniera profonda con quella della collega Baldin: impegna però la Giunta regionale, nel senso che è bene e importante che ci sia un lavoro sul Governo nazionale, però sappiamo bene che la competenza sul diritto alla casa, in particolare per gli studenti, è della Regione del Veneto. Sappiamo anche che negli anni abbiamo avuto tantissimi spunti dalle realtà studentesche che ci fanno capire che il disagio abitativo sta aumentando, in particolare in questi anni, per un tema di cui qui abbiamo discusso spesso, che è da un lato, il fatto che nelle città universitarie non stiamo controllando il tema degli affitti brevi, portano via mercato e quindi stiamo facendo fatica a trovare delle case da prendere in affitto sul mercato privato. Ma in particolare anche – e questo è l'oggetto della mozione – sul tema delle residenze studentesche, che dovrebbero essere invece di competenza dell'ESU. C'è una questione, secondo me, fondamentale, che gli studenti, con le loro proteste in tenda degli ultimi mesi hanno fatto emergere: purtroppo i fondi del PNRR sono stati dirottati troppo spesso su forme di residenza studentesca che non sono quelle a prezzo calmierato ESU. Tante volte i nuovi studentati che sono in costruzione stanno avendo invece tanti posti letto, troppi posti letto all'interno della stessa struttura che sono invece dei posti letto non convenzionati.
Quello che la Regione può fare su questo tema è tanto: prima di tutto sedere ad un tavolo, che è quello che esattamente chiede questa mozione, un tavolo che coinvolga Comuni, sedi degli Atenei veneti, gli ESU e i vari soggetti privati interessati per favorire la stipula di convenzioni in grado di garantire invece agli studenti e alle studentesse che questi posti letto dentro le strutture ESU siano a prezzo calmierato. Questo esempio arriva da una pratica che è stata fatta, ad esempio, dall'ESU di Verona, che ha fatto un lavoro con gli enti che sono esattamente citati qui per dire: quando costruiamo dei nuovi studentati, anche utilizzando fondi PNRR che dovrebbero avere per norma, in realtà, purtroppo troppi posti letto in regime privato, cerchiamo invece di fare un lavoro con il Comune e con gli strumenti urbanistici a disposizione del Comune per fare in modo che invece questo tetto di posti letto si modifichi. Non tanto quindi avere un 30% di ESU e un 70% di privato, ma provare a fare 70% posti ESU e 30% posti privati. Perché io credo sia importante che, quando un ente ha dei fondi addirittura statali per costruire un nuovo studentato non è detto che questo debba guadagnarci due volte, cioè, avere i fondi per farlo e poi avere anche troppi posti letto nel regime privato.
Questo è un tema che abbiamo discusso tanto in Commissione Cultura, anche quando abbiamo audito gli ESU e le loro relazioni all'interno della Commissione. Gli ESU sono consapevoli della necessità di dare ovviamente più posti agli studenti in regime calmierato. Il punto è che la Regione deve fare la sua parte. C'è bisogno di un tavolo di confronto che solo la Regione può fare, può sedere ad un tavolo con tutti gli enti coinvolti e può dare delle linee guida. Questa è la mozione che abbiamo presentato con la collega Camani.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire? La collega Camani, però ha qualche problema con l'applicazione.
Prego, collega. Se qualcuno dell'informatica può venire in Aula. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In realtà questa è una mozione che insieme alla collega Ostanel abbiamo presentato sull'onda di una serie di proteste che hanno animato le piazze delle città universitarie di questa regione, ma direi di tutta Italia. Piazze nelle quali gli studenti e le studentesse chiedevano alle Istituzioni un'attenzione rispetto a un dramma che colpisce da troppo tempo tutte le persone che provano a studiare in una sede fuori dalla loro residenza. Ed è diventato un tema oggetto anche di confronto nazionale perché, colleghi, abbiamo passato 10 mesi, più o meno da settembre dell'anno scorso fino a poche settimane fa, ad ascoltare il Governo che ci spiegava che volevano cambiare il PNRR perché avevano in mente come costruire in maniera diversa la progettazione per gli interventi finanziati con le risorse europee. Dopo 10 mesi di annunci del Governo che ci spiegava che dovevano cambiare il PNRR, la conclusione di 10 mesi di attesa è stata semplicemente quella di ricontrattare il pagamento delle tranche dalla Commissione europea all'Italia, "cancellando", facendo slittare di diversi trimestri, fatalità, gli interventi previsti sugli alloggi per gli studenti.
La grande rivoluzione sul PNRR del Governo di destra è semplicemente "tagliare, posticipare gli interventi sulle case per gli studenti". Perché questo Governo è stato costretto a fare questo intervento? Perché si sono accorti che, così come li avevano impostati, gli interventi a favore delle residenze per gli studenti, in realtà, finivano per diventare interventi a favore dei privati che dovevano costruire alloggi tout court. Questo lo dico perché o il tema della scuola pubblica, del diritto all'istruzione delle ragazze e dei ragazzi diventa centrale nella discussione politica oppure ci stiamo prendendo in giro. Così come il Governo si è dimenticato delle studentesse e degli studenti, anche questa Regione da troppo tempo si dimentica delle studentesse e degli studenti.
Mai come in questi mesi le cronache sono piene di racconti di famiglie che non riescono a consentire ai propri figli di poter studiare negli Atenei veneti, perché qui, più che altrove, il cosiddetto "fenomeno del caro affitti" ha raggiunto ormai dimensioni insostenibili. Le organizzazioni studentesche da tempo denunciano i costi proibitivi per una camera, ad esempio, nella città di Padova. Molte persone sono costrette a trasferire la sede dei propri studi in altre regioni. A proposito di emigrazione dal Veneto. Questo è uno degli argomenti attorno a cui dover costruire delle politiche pubbliche che facciano degli Atenei della nostra regione, che già hanno delle performance ottimali grazie alla professionalità di chi li gestisce, anche l'opportunità di competere a pari armi con le altre regioni.
Siccome ho letto anche oggi, con un certo livello di divertimento, come la scuola sia piegata troppo spesso da questa Regione strumentalmente sull'altare del feticcio che è l'autonomia, allora io mi chiedo perché il diritto allo studio, che è competenza esclusiva della Regione, sostanzialmente, non viene garantito qui, dove abbiamo, invece, alcune delle università più prestigiose dell'Italia. Non certo per merito della Regione perché, se guardo le risorse che vengono destinate agli Atenei veneti c'è da chiedersi come fanno a stare in piedi.
Non tornerò sul tema delle borse di studio perché ci sarà tempo per farlo. Ora stiamo sul tema degli alloggi. Sono sei mesi, per fare conti a spanne... Questa è una mozione di maggio, collega Ostanel, ma ne parliamo, io e la collega, almeno da un anno dentro quest'Aula. Noi sappiamo, almeno da un anno, che avremo una bomba sociale che si chiama "studentati" per quanto riguarda il nuovo anno accademico alle porte. Ma lo sappiamo, non è che ce ne siamo accorti oggi, perché la corsa dei prezzi sugli affitti che riguardano in generale le persone che hanno bisogno di una casa, ma in particolare le residenze per studenti, è un fatto noto. C'è uno studio, appunto, di oltre sei mesi fa che racconta come solo nella Provincia di Padova ci sia stato un aumento del 40% delle richieste degli affitti.
Ora – vado a chiudere, Presidente – noi con questa mozione chiediamo davvero alla Giunta di impegnarsi concretamente con la collaborazione con le agenzie regionali per il diritto allo studio e gli Enti locali, per costruire una strategia che consenta alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi di continuare a studiare nelle nostre università.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

La collega Camani credo abbia inquadrato dov'è il tema vero e abbia anche portato alla luce una problematica che, credo, quando si parla di questi temi, non può non essere considerata e citata. Ve lo diceva prima: il fatto di aver cambiato il PNRR e aver perso l'occasione per rafforzare tutto quanto il tema degli alloggi agli studenti è un fardello con cui questo Governo non può non fare i conti.
Il Governo chiede di cambiare il PNRR e nel momento in cui gli studenti manifestano per strada in tutta Italia per la mancanza di alloggi, cosa fa? Posticipa gli interventi su quelli che sono gli asset per rafforzare gli alloggi agli studenti.
Il tema del diritto all'istruzione non solo deve essere centrale nel dibattito della politica, ma deve essere affrontato con serietà e anche a 360°.
In questi giorni le famiglie non fanno altro che scriverci che non stanno arrivando i soldi delle borse di studio, che il bando che viene fatto per le borse di studio si chiude a settembre, quindi, se va bene, i soldi arriveranno ad ottobre e, quindi, bisognerà stare fuori con due annualità prima di prendere quello che è il contributo, mentre gli altri anni si chiudeva a giugno e voleva dire che tu a luglio, ad agosto avevi soldi e affrontavi l'anno scolastico nuovo avendo ricevuto i soldi della borsa di studio per l'anno precedente e potevi, quindi, usarli per l'anno successivo.
Abbiamo fatto un'interrogazione su questo. Quest'anno le famiglie si troveranno due annualità fuori prima di sapere l'esito del bando e, eventualmente, ottenere i rimborsi, cosa che finora non era mai successa: ciò con una grande regia anche della gestione regionale, perché non è sempre colpa di quello che avviene a Roma, in questo caso è di ambedue i livelli istituzionali.
Anche il fatto che avete cambiato a livello nazionale l'ISEE del bonus trasporti, spostandolo da 35.000 a 20.000 è un attacco allo studio perché, a livello nazionale avere detto che... non facciamo gli alloggi, dobbiamo costringerli a fare i pendolari, però spostiamo l'ISEE da 35.000, come se uno che guadagna più di 20.000 è ricco, a 20.000. Quello è un attacco agli studenti e alle fasce più deboli degli studenti che non si possono permettere l'alloggio. Noi parliamo tanto di politiche della natalità, a questo Governo piace tantissimo parlare delle politiche della natalità, però guardate che i figli non è che basta farli e magari fare i provvedimenti della mancetta con la card dei 400 o 500 euro e abbiamo trovato la panacea per i mali e per i problemi che ci sono. I figli vanno anche cresciuti e quando uno fa un figlio oggi – è l'ambizione di tutti noi genitori – spera che il figlio cresca, studi, diventi una persona che nella vita si affermi, che trovi un buon lavoro. Ogni genitore spera questo per i propri figli.
Voi parlate di politiche della natalità come se i genitori dovessero avere in mente di dire: confortiamoci, ci incentivano a fare figli, però non si lavora sugli alloggi universitari se vuole studiare, il bonus trasporti lo riducono, le borse di studio sono sempre meno e arrivano un po' più tardi. Non è proprio coerente quello che fate con quello che dite. Io capisco che a volte gli spot prendono il sopravvento sulle azioni concrete, ma questa volta gli spot hanno subissato le azioni concrete. E se c'è una cosa che sta facendo questo Governo – e anche noi qui in Regione quando si parla di temi di borse di studio – è proprio quella di disincentivare le famiglie a fare figli, a meno che voi non abbiate un'idea che per i figli, una volta fatti, il problema si ferma ai pannolini e al latte, ma è una visione ottocentesca che non appartiene più alla nostra società. Oggi, quando uno fa i figli, si preoccupa di quello che farà il figlio finché ha finito di studiare e comincerà a lavorare. Questo che state mettendo voi oggi in campo, consentitemi... il bonus trasporti, l'ISEE l'avete abbassato voi, le borse di studio è il primo anno che succede che il bando chiude a settembre.
Abbiamo fatto un'interrogazione sollecitati dagli Assessori dei Comuni che si vedono i banconi pieni di persone che chiedono come mai quest'anno il bando la Regione lo fa a settembre mentre gli altri anni era a giugno. Ragazzi, non è proprio la formula migliore per dire, come piace a voi, agli italiani di fare figli, se continuate a comportarvi in questo modo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Diciamo che se c'è una buona notizia è che domani inizia la scuola nel Veneto e quindi io direi comunque di fare un augurio a tutti gli studenti veneti che vanno sui banchi di scuola.
È chiaro che se andiamo a vedere anche tutto quello che è successo in questi ultimi decenni nel mondo della scuola – mi spiace dirlo alla collega Capogruppo del PD – diciamo che questo settore, come quello della cultura, è sempre stato appannaggio di un Ministro o di un'organizzazione comunque legata prima al Partito Comunista, poi al PD, perché l'appannaggio della scuola è ormai, per chi lo frequenta, per chi è stato, come anche il sottoscritto, parte di questo sistema, di questa parte politica, come altri settori della pubblica Amministrazione. Quindi se andiamo a criticare qualcosa, forse è meglio che guardiamo tutto quello che è successo.
Io dico anche un'altra cosa, visto che l'ho vissuta anche personalmente da insegnante nelle scuole superiori per tanto tempo, perché tra le tante cose che ho fatto nella mia vita, c'è anche tutta la trafila legata alla copertura delle cattedre. Qualcuno diceva prima che il presidente Zaia – giustamente, io direi – ha chiesto, come tante cose legate all'autonomia della nostra Regione, che finalmente le graduatorie degli insegnanti siano su base regionale. Cosa significa, collega Camani? Che malgrado quello che pensa lei, arriveremmo ad avere e a risolvere quello che è un sistema che da decenni va avanti, quando magari al di sotto del quarantacinquesimo parallelo arrivano laureati, arrivano persone e docenti che prendono la cattedra perché sono supplenti, perché qua, perché là, perché hanno tutti i concorsi. Ricordo che i punteggi che arrivano da certe parti sono sempre più alti dei punteggi dei nostri insegnanti, dei nostri laureati. Prendono la cattedra nelle nostre scuole, superiori in particolare, nelle nostre università, nelle scuole elementari e negli asili, che sono ad appannaggio dello Stato e poi, guarda caso, dopo due, tre, cinque, sei mesi se ne tornano a casa con mille motivi legati alla distanza, legati all'avvicinamento alla famiglia e avanti. E quindi noi restiamo sempre con le cattedre vuote, con il supplente del supplente del supplente, che alla fine fa sì che i nostri ragazzi, i nostri bambini siano i maggiori danneggiati da questo sistema.
Quindi, se noi facessimo le graduatorie regionali venete, visto che abbiamo... Una volta eravamo i polentoni, gli ignoranti, coloro che non si laureavano mai; invece, adesso abbiamo fior fiori di laureati. Siamo la prima Regione per laureati in questo Paese, le ricordo. Magari ai nostri ragazzi si aprirebbero delle opportunità e si legherebbero a un lavoro, al proprio territorio, ai propri paesi, ai propri ragazzi, in maniera diversa, magari, da coloro che arrivano dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Campania eccetera. Magari questi signori si facciano le loro graduatorie, stiano a casa loro. Noi risolveremmo tanti, tanti problemi della scuola veneta.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento, quindi apriamo la votazione.
Passiamo alle dichiarazioni di voto, perché abbiamo due mozioni, la n. 444 e la n. 448.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Ovviamente dichiaro il voto del Gruppo a favore della mozione presentata dalla collega Baldin, che pure affronta l'argomento in altro modo, e ovviamente anche il voto a favore della mozione che ho presentato insieme alla collega Ostanel.
Ne approfitto, però, visto che il collega Pan ha voluto parlare di qualcosa che c'entrava solo marginalmente, tangenzialmente con questa mozione, per precisare alcune cose. Il ministro Calderoli, che non è un Ministro del Partito Democratico, fortunatamente, ha detto che l'idea di regionalizzare la scuola è un'idea folle. Io pensavo che bastassero le parole del ministro Calderoli per evitarci, anche quest'anno, di dover assistere alla strumentalizzazione del presidente Zaia sulla pelle, sulle preoccupazioni delle famiglie, che domani non sanno se troveranno l'insegnante ad accogliere i propri figli, per sventolare la bandierina di un'autonomia impossibile. E non lo dico io. Lo dice il ministro della Lega, Calderoli, che ha definito non soltanto folle ‒ ripeto, folle ‒ l'idea di pensare che la scuola possa essere regionalizzata (il ministro Calderoli; folle; ma l'ha definito diversi mesi fa), ma ha anche spiegato perché è folle pensare di regionalizzare la scuola: perché è folle pensare di poter esporre al rischio di costruzione di diseguaglianza un comparto così importante come la scuola pubblica.
Dopodiché, al netto dell'idea folle di Zaia e di Pan, io non vedrei l'ora di vedere il presidente Zaia alle prese con un corpo docenti, solo del Veneto, di 70.000 persone, che non è che li cambia, consigliere Pan. Quelli che lei dice che il giorno dopo se ne vanno via sono quei 70.000 che, con la fantomatica e folle regionalizzazione del sistema pubblico scolastico, la Regione del Veneto pensa di avere in corpo da domani. Questo lo dico perché mi metterei con i popcorn a guardarvi gestire 70.000 dipendenti pubblici della scuola. Come? Come gestite i dipendenti pubblici del comparto sanità?
Io questo vorrei capire. A che punto finisce la propaganda su un'autonomia impossibile e quando deciderete seriamente di fare le persone serie e di cominciare a raccontare ai veneti fino a che punto si può avanzare la richiesta di un'autonomia possibile, perché così facendo fate un doppio disservizio: all'onestà intellettuale di chi avanza le proposte e ai veneti, che si aspettano delle risposte. Infatti, non a caso da trent'anni attorno all'autonomia, in questa Regione, quelle risposte non arrivano.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Per proporre una modifica, che abbiamo condiviso con il capogruppo Villanova, sull'impegno della Giunta: "A valutare di dare vita e coordinare un tavolo che coinvolga i Comuni sedi degli Atenei veneti, gli ESU, le rappresentanze studentesche nelle università e i vari soggetti privati interessati, per favorire la stipula di convenzioni in grado di garantire agli studenti e alle studentesse nuovi posti letto a prezzi calmierati nella nostra regione".

PRESIDENTE

Grazie. Se, cortesemente, mi può anche formalizzare la modifica, così resta agli atti, oltre che sui verbali.
Prego, collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Ci chiamarono "folli". Vede, Consigliera, io non volevo intervenire, ma quando sento parlare dell'autonomia nei termini che lei usa sempre... Prima l'ha chiamata "feticcio". Adesso ha usato altri termini. Sinceramente, soprattutto sul tema della scuola... Non è il tema di questa mozione, ma è giusto anche ricordare alcune cose. Ricordo che una delle ultime riforme della scuola si chiamava "Buona Scuola" ed era fatta dal Segretario del PD, nonché capo del Governo, un certo Renzi. Ci ricordiamo tutti cosa portò questa riforma della buona scuola, cioè il fatto che i professori, che dovevano arrivare in massa a riempire le cattedre delle nostre scuole venete, in realtà arrivavano e dopo qualche settimana se ne andavano via, e restavano tante, tante cattedre senza professore.
Lei può scuotere la testa finché vuole, ma tutte le famiglie che hanno figli a scuola si ricordano di quella grande riforma targata PD. Allora, io le consiglio una cosa. Forse lei era anche in Parlamento in quel periodo. Prima di puntare il dito su una riforma che per noi è la bandiera che manda avanti la nostra attività politica, che si chiama "autonomia", e spero un giorno di poterla contraddire quando lei dice che è un feticcio, prima di puntare il dito su una riforma che ancora deve arrivare, io farei un po' di mea culpa per quella che è stata una riforma targata PD, che ha fatto danni inenarrabili sulla scuola veneta e sulla scuola italiana. Prima di guardare in casa d'altri, guardate cosa avete combinato voi sulla scuola, e dopo ci potete fare la morale.

PRESIDENTE

Grazie, collega Villanova.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione delle due mozioni.
Metto in votazione la mozione n. 444, della collega Baldin.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo, adesso, alla mozione n. 448, presentata dalle colleghe Ostanel e Camani, così come modificata nell'impegno alla Giunta regionale, che consiste in questo: "A valutare di dare vita e coordinare un tavolo che coinvolga i Comuni sedi degli Atenei veneti, gli ESU, le rappresentanze studentesche nelle università e i vari soggetti privati interessati, per favorire la stipula di convenzioni in grado di garantire agli studenti e alle studentesse nuovi posti letto a prezzi calmierati nella nostra regione".
Metto in votazione la mozione n. 448, così come modificata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SORANZO, POLATO, RAZZOLINI E PAVANETTO RELATIVA A "PERCORSI PRIORITARI PER VISITE SPECIALISTICHE ED ODONTOIATRICHE PER GLI OVER 65". (MOZIONE N. 419) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 96/2023)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 12 all'ordine del giorno, mozione n. 419 presentata dai colleghi Soranzo, Pavanetto ed altri.
Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Nel marzo scorso abbiamo depositato questa mozione dal titolo "Percorsi prioritari per visite specialistiche ed odontoiatriche per gli over 65".
Premesso che la Regione Veneto intende porre sempre maggiore attenzione alle necessità delle persone anziane, in considerazione certamente degli aumentati disagi post pandemia e delle patologie specifiche che in molti casi insorgono durante la terza età.
Considerato che con il trascorrere degli anni aumentano le percentuali di rischio per i cittadini over 65 di ammalarsi di patologie anche molto gravi, talvolta, che necessitano di attenzioni tempestive, frequenti e costanti.
Considerato che un monitoraggio riteniamo possa permettere una presa in carico tempestiva da parte del Sistema Sanitario Regionale di eventuali patologie problematiche, quindi evitare la cronicizzazione di queste ultime, con maggiori costi a carico del sistema.
Considerato che spesso non può essere data la possibilità per questi anziani di avere una prestazione nella sede più vicina a casa, con tutte le relative conseguenze economiche e familiari.
È vero che con la DGR del 2019 sono stati apportati e sono stati introdotti l'accesso prioritario a parità di codice di colore, l'attesa protetta, l'invio precoce alla specifica area di degenza, con rapida consulenza del geriatra di Pronto Soccorso, l'affidamento alla Geriatria. Tutte misure che sono state introdotte e che noi abbiamo considerato straordinariamente importanti ed efficienti per quanto riguarda il sistema per il governo del personale di pronto soccorso e le prestazioni del pronto soccorso.
A tale proposito, riteniamo di poter proporre, ovviamente impegnando la Giunta regionale, di implementare le iniziative già poste in essere al fine di attuare un monitoraggio costante dello stato di salute delle persone anziane e valutare la possibilità di promuovere l'adozione di percorsi prioritari per visite specialistiche e odontoiatriche per i cittadini veneti over 65, quindi in analogia a quanto già previsto per l'accesso al Pronto Soccorso attivato con la DGR 1035/2019.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Soranzo.
Ci sono altri interventi da parte dei colleghi? Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 419.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI OSTANEL, CAMANI, BALDIN, BIGON, ZOTTIS, ZANONI E GIACOMO POSSAMAI RELATIVA A "OPZIONE DONNA: SI TORNI AI REQUISITI PREVISTI PRIMA DELLA LEGGE DI BILANCIO 2023. (RISOLUZIONE N. 87) RESPINTA

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 13 all'ordine del giorno, risoluzione n. 87 presentata dai colleghi Ostanel, Baldin Bigon, Camani ed altri.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che ho presentato il 9 aprile, perché fin dalla prima manovra di bilancio il Governo Meloni aveva dimostrato, ovviamente, il suo vero volto. Cosa aveva fatto? Aveva colpito le donne che fino a prima potevano andare in pensione con "Opzione Donna", che poi ripeterò, ma immagino che in Aula i Consiglieri sappiano benissimo che cosa sia. Aveva colpito una misura importantissima per questo Paese, tagliando le beneficiarie di questa opzione da 15.000 all'anno a meno di 3.000 all'anno. Sostanzialmente, a fronte di un finanziamento che negli anni precedenti era di 100 milioni per questa ipotesi "Opzione Donna", il Governo Meloni, con la prima manovra di bilancio del 2023, metteva solo 21 milioni, tagliando, quindi, una fetta importantissima di donne, che ‒ come dicevo prima e lo ricordo ‒ avevano, con un'anzianità contributiva di 35 anni e una età anagrafica di 58, se dipendenti, o di 59, se autonome, la facoltà di accesso al pensionamento anticipato, a condizione di optare per la liquidazione del trattamento pensionistico con le regole del decreto del 1997. Ricordo che così le beneficiarie erano 15.000. Con il Governo Meloni sono scese a 3.000 l'anno, proprio perché il Governo Meloni ha deciso di non investire su una misura assolutamente importante.
In questa regione è una misura ancora più importante perché, purtroppo, le donne sono ancora quelle che, da dati nazionali, hanno la responsabilità della cura. Non sto parlando, in questo caso, della cura dei figli. Sto parlando della cura degli anziani. In un contesto dove le rette delle RSA stanno aumentando in maniera esponenziale, purtroppo, ancora sulla donna carica la cura degli anziani, ovviamente in età più che adulta. Quindi, "Opzione Donna" risultava per alcune categorie ancora più importante.
Oltre a questo, perché ci sono altre motivazioni che spingono "Opzione Donna" a dover essere finanziata in maniera forte, vi era il fatto che noi in Italia abbiamo un gap pensionistico tra donne e uomini i cui dati fanno, per quanto mi riguarda, rabbrividire. Per gli uomini, più o meno, una pensione ‒ già non altissima ‒ è di 1.357 euro al mese, di media, mentre per una donna è di 904 euro al mese, cioè il 33% in meno rispetto a quella degli uomini. Questo accade, ovviamente, lo sapete bene, perché purtroppo per le donne la continuità contributiva, proprio perché accedere al mondo del lavoro è più difficile quando si curano i figli, spesso ancora più difficile, non è pari ancora in questo Paese a quella degli uomini.
Detto questo, sia perché il Governo è risultato essere assolutamente contro una manovra che tantissime donne avevano utilizzato e, soprattutto, continua, da questa data della mozione, a promettere delle cose che, in realtà, non sta mantenendo... Ho fatto una rassegna stampa per vedere se il Governo, da quando ho presentato la mozione, ha cambiato idea. Ecco, il Governo non ha cambiato idea. Continua a promettere alle donne che si sono organizzate in migliaia di gruppi Facebook, di chat, che farà qualcosa, ma questo non è ancora accaduto. Quello che sappiamo della manovra di bilancio che stiamo ascoltando in preparazione in questi mesi è che i fondi non ci sono, anzi, il Governo sta facendo marcia indietro su tantissime altre questioni importanti per questo Paese, e Opzione Donna nuovamente viene lasciato ai margini.
Ecco, chiedo, con questa mozione, di impegnarsi... Cerco di impegnare il Parlamento a ripristinare i requisiti di Opzione Donna in vigore prima delle modifiche restrittive introdotte dalla legge di bilancio che ho appena citato, quella del 2023, a firma Meloni, a firma di questo Governo, perché tantissime donne lo stanno chiedendo. Ripeto, si sono organizzate anche mandando petizioni e lettere al Governo. Credo che questa sia davvero una questione su cui questo Governo deve fare un passo indietro, chiedendo al Governo di ripristinare Opzione Donna com'era prima, cioè con un finanziamento di 21.000.000 di euro e una platea di beneficiari di 15.000 e non 3.000 com'è invece in questo momento.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare a quest'Aula perché i Governi precedenti avevano pensato ad Opzione Donna. Avevano pensato di offrire alle donne la possibilità di un anticipo pensionistico, rispetto a quello ordinario previsto dalla legge per tutti, quindi per gli uomini, principalmente per due ragioni. La prima riguarda il fatto che le donne spesso si sobbarcano un lavoro non pagato, il lavoro di cura; l'altra, perché accade sovente che per sostenere questo lavoro di cura verso i genitori anziani o verso i figli alcune donne sono costrette a non lavorare o a perdere alcuni anni di contributo. Quindi, si era detto: siccome le donne lavorano senza essere pagate per un certo periodo, consentiamo alle donne di accedere alla pensione con qualche sconto rispetto agli uomini.
Questa era la ragione per cui i Governi precedenti introdussero l'Opzione Donna, che fa il paio con la cosiddetta "APE Sociale", cioè la possibilità per i lavoratori che, nel corso della loro vita lavorativa, avevano fatto lavori usuranti di andare in pensione un po' prima.
A un certo punto, nella prima legge di bilancio che fa il Governo della destra, il Governo di Giorgia Meloni, dopo pochi mesi che va al Governo, una delle poche cose che fanno sul tema pensionistico... Ricordo che avete vinto le elezioni spiegando che aumentavate le pensioni minime, che avreste mantenuto la fantomatica quota 100, che già non sappiamo se sarete in grado di mantenere quota 103. Le pensioni sono state argomento della vostra campagna elettorale. Vi siete presi un impegno con gli italiani. Cosa avete fatto sulle pensioni? Avete tagliato Opzione Donna, cioè avete deciso di penalizzare le donne che non erano in grado di andare in pensione con i requisiti degli uomini.
Noi, con questa mozione – ringrazio la collega Ostanel – chiediamo una cosa semplicissima al Governo: tornate indietro, mettete indietro le lancette dell'orologio e ripristinate Opzione Donna esattamente come funzionava prima. Sapete perché ve lo chiediamo? Perché i numeri ci dicono che l'operazione che avete fatto su Opzione Donna è fortemente penalizzante per le donne stesse. Nel 2022 sono quasi 25.000 le donne che, attraverso Opzione Donna, sono riuscite ad andare in pensione in maniera anticipata. Sapete, dopo che voi avete cambiato i criteri d'accesso, quante sono le donne che nel 2023 sono andate in pensione attraverso Opzione Donna, grazie alla stretta dei requisiti che il Governo Meloni ha imposto? Sono 7.500: 25.000 nel 2022, 7.500 nel 2023. E questo perché avete ristretto i criteri. Di queste 7.500, oltre 4.000 con meno di 1.000 euro al mese.
Il tema – e vado a chiudere – è certamente grave, perché si riduce la platea delle donne che possono accedere a questa opportunità. Ma non vi è bastato fare questo, perché la destra al Governo non solo penalizza le donne, ma lo fa sempre infilandoci dentro una punta di ideologia. Non solo avete ridotto i criteri, in modo che fossero meno le donne che potessero accedere a questa possibilità, ma avete anche collegato la possibilità di accedere a questo beneficio al numero dei figli. Al numero dei figli! Come se ci fosse il diritto per chi ha avuto uno, due o tre figli ad avere un privilegio rispetto alle donne che i figli per mille ragioni non li hanno avuti.
Questo segna la differenza tra una Presidente del Consiglio donna e una Presidente del Consiglio capace, attraverso le sue scelte, di sviluppare politiche a favore delle donne. Possiamo avere anche la prima Presidente del Consiglio donna che vogliamo, ma se poi, esattamente come tutti gli altri, quelli che l'hanno preceduta, fa politiche che anziché valorizzare il lavoro e il valore delle donne vanno nella direzione esattamente opposta, a parte il genere, non cambia niente.
Ecco perché il tema del ripristino di Opzione Donna è certamente legato all'equità di genere nella società italiana, ma è principalmente legato alla cultura femminista o antifemminista di questo Governo e della destra italiana.
Per queste ragioni, ovviamente, annuncio il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la risoluzione n. 87.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Con questa votazione chiudiamo il Consiglio odierno.
Per la prossima seduta sarete convocati a domicilio. Buona serata a tutti.
La Seduta termina alle ore 17.05
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 109 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 109
MARTEDì 12 SETTEMBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 109ª seduta pubblica – martedì12 settembre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022 e dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12468 del 7 settembre 2023 come integrato con nota prot. n. 12537 dell'8 settembre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.35, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.59.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 108ª seduta pubblica di martedì 5 settembre 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia; inoltre, hanno comunicato assenza i consiglieri Polato e Pavanetto; inoltre, una consigliera segue la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 380 del 31.03.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"Discariche abusive di fibrocemento (amianto) nel territorio del Comune di Mira (VE), la Regione intende intervenire?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 331 del 04.04.2023
presentata dalla consiglier a Baldin
"Laguna del Mort, progetto per stravolgerla con un mega villaggio turistico da 14mila presenze, la Regione intende approvare?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Il PRESIDENTE ricorda le vittime del terremoto in Marocco, delle inondazioni in Cirenaica ed in Brasile, nonché la scomparsa dell'ex consigliere regionale Santino Bozza.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Punto 5.1) all'ordine del giorno

Sostituzione di un componente rinunciatario del Collegio dei revisori dei conti della Regione del Veneto. APPROVATA (Deliberazione n. 91/2023)  [RESOCONTO]


Il Presidente Ciambetti (Liga Veneta – Lega Nord) relaziona sul punto in oggetto ed illustra le procedure e le modalità di nomina.

Il Segretario generale, su invito del Presidente, procede all'estrazione di una scheda dall'urna contenente il nominativo di un Consigliere regionale.

Risulta estratta la consigliera Erika Baldin.

La consigliera estratta, su invito del Presidente, procede ad estrarre una scheda dall'urna contenente le schede riportanti i numeri d'ordine dei candidati idonei nell'elenco dei revisori dei conti.

La consigliera citata estrae il numero 57 corrispondente alla signora Zoccatelli Gabriella.

Il PRESIDENTE dichiara confermata la signora Zoccatelli Gabriella in qualità di componente sostitutivo del Collegio dei revisori dei conti della Regione del Veneto.

Punto 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2023 in materia di cultura, turismo ed edilizia scolastica". (Progetto di legge n. 186) approvato (Deliberazione legislativa n. 25/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Scatto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta Commissione consiliare, e Camani (partito democratico veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta Commissione consiliare.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

La seduta è sospesa alle ore 11.44.

La seduta riprende alle ore11.47.

Si passa all'esame dell'articolato.

I sette articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Giacomin, Barbisan, Bet, Cecchetto, Centenaro, Ciambetti, Dolfin, Formaggio, Maino, Pavanetto, Polato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Vianello e Zecchinato relativa a "Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto" in materia di parcheggi per le attivita' di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita". (Progetto di legge n. 159) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 26/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Giacomin (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Zanoni (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Giacomin assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), Lorenzoni (Gruppo Misto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Rizzotto (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Seconda Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.10.

La seduta riprende alle ore 12.15.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che illustra e ritira l'emendamento n. A2 a fronte della presentazione dell'ordine del giorno n. A3 che verrà discusso successivamente.

L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'articolo 1 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Rizzotto (Zaia Presidente) e Giacomin (Zaia Presidente).

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A3

Ordine del giorno presentato dal consigliere Soranzo relativo a "La Giunta regionale valuti una disciplina che caratterizzi ulteriormente la specificità delle attività commerciali con attività di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita." in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto" in materia di parcheggi per le attivita' di vendita esclusiva di merci ingombranti a consegna differita". (Progetto di legge n. 159) APPROVATO (Deliberazione n. 92/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che lo illustra.

In dichiarazione di voto interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Giacomin (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 13.10.

La seduta riprende alle ore 14.50.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE, come concordato con i Capigruppo e su richiesta del proponente, comunica che la trattazione del punto n. 9) all'ordine del giorno, mozione n. 460, è rinviata alla prossima seduta di Consiglio.

Punto 8) all'ordine del giorno

Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Modifiche alla legge 27 dicembre 2019 n. 160 "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022" in materia di velocipedi a pedalata assistita" d'iniziativa del Consiglio regionale del Veneto. (Progetto di legge statale n. 30) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 93/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. B2, scade in dieci minuti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Chiusa la discussione generale, intervengono i consiglieri Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) e Montanariello (Partito Democratico Veneto), in sede di replica.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Seconda Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 15.46.

La seduta riprende alle ore 15.58.

Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti

Sull'emendamento B1 all'articolo 1 interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra.

L'emendamento n. B1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. B2 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 10) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Cestaro, Barbisan, Cecchetto, Bet, Cavinato, Favero, Maino, Pan, Zecchinato e Scatto relativa a "Situazione passaporti: velocizzare l'emissione". (Mozione n. 388) APPROVATA (Deliberazione n.94/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliere Cestaro (Zaia Presidente) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punti 11 e 21) all'ordine del giorno

Mozione presentata dalla consigliera Baldin relativa a "Emergenza alloggi e mutui, la Regione intervenga per garantire il rispetto degli obblighi statutari". (Mozione n. 444) RESPINTA  [RESOCONTO]


e

Mozione presentata dalle consigliere Ostanel e Camani relativa a "Avviare un tavolo per garantire negli studentati di inziativa privata alloggi a prezzi calmierati per gli studenti "fuori sede"". (Mozione n. 448) APPROVATA (Deliberazione n. 95/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione n. 444.

Il PRESIDENTE, a fronte dell'argomento analogo, e con il consenso dei Capigruppo presenti alla seduta, dispone la trattazione congiunta con l'illustrazione da parte della consigliera Ostanel della mozione n. 448 e successiva discussione generale unica per i due provvedimenti, con due votazioni separate.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la mozione n. 448.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) sulla mozione n. 448, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

In dichiarazione di voto congiunta sulle mozioni n. 444 e n. 448 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che propone una modifica alla mozione n. 448 e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 444.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Bozza

Il PRESIDENTE dà lettura della mozione n. 448, come proposta nella versione modificata dalla consigliera Ostanel.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 448, come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Soranzo, Polato, Razzolini e Pavanetto relativa a "Percorsi prioritari per visite specialistiche ed odontoiatriche per gli over 65". (Mozione n. 419) APPROVATA (Deliberazione n. 96/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Zanoni

Non votanti:

nessuno

Punto 13) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Ostanel, Camani, Baldin, Bigon, Zottis, Zanoni e Giacomo Possamai relativa a "Opzione donna: si torni ai requisiti previsti prima della legge di Bilancio 2023. (Risoluzione n. 87) RESPINTA  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che la illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto) in discussione generale.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Bozza

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.05.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LUISETTO Chiara
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPONDA Alessandra
CORSI Enrico
VALDEGAMBERI Stefano
DOLFIN Marco
VENTURINI Elisa
FAVERO Marzio
VIANELLO Roberta
FINCO Nicola Ignazio
VILLANOVA Alberto
FORMAGGIO Joe
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo





IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO









N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian