ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 26/09/2023 n. 110

Resoconto n. 110 - 11^ legislatura
Resoconto 110 a Seduta pubblica
Martedì, 26 settembre 2023
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.42

PRESIDENTE

Colleghi, per favore, iscrivetevi su Concilium. Grazie.
Diamo inizio alla 110ª Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13108 del 21 settembre 2023, integrato con nota prot. n. 13160 del 22 settembre 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 109ª Seduta pubblica di martedì 12 settembre 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Giulio CENTENARO
Joe FORMAGGIO
Silvia RIZZOTTO
I congedi sono concessi.
Il consigliere Bozza ha comunicato la propria assenza.
Le consigliere Elisa Cavinato e Alessandra Sponda seguiranno i lavori da remoto.
Devo comunicarvi la decisione della Capigruppo sull'organizzazione dei lavori di oggi, poiché il lutto nazionale comporta alcune variazioni.
Facciamo le interrogazioni. Finite le interrogazioni, verso le 11.15-11.20 farò un ricordo del presidente Napolitano. La Capogruppo del PD farà un brevissimo intervento. Alle 11.30, durante i funerali, sospendiamo la seduta.
Riprendiamo alle ore 13.00 iniziando subito con il consolidato e andiamo avanti chiudendo, mi auguro, il consolidato a un'ora consona. Faremo due mozioni alla fine dei lavori, quella sul payback (vedo il proponente, che è arrivato adesso con capigliatura a posto) e poi quelle che riguardano la violenza di genere, che sono due abbinate, la n. 464 e la n. 462.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni.
Collega Zanoni, seguendo l'ordine di priorità che mi avete dato e guardando agli Assessori presenti, partiamo con la IRI n. 411 del consigliere Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 411 del 30 giugno 2023 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "'CORTILI FRATTALI. IL BORGO AUMENTATO SUL LAGO': COSA INTENDE FARE LA GIUNTA PER EVITARE LA DEVASTAZIONE DELL'HABITAT DEL LAGO DI REVINE, NEL COMUNE DI TARZO (TV), SITO DI RETE NATURA 2000?"

Consigliere Zanoni, se mi chiede la parola anche con Concilium è meglio. Grazie.
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno a tutti. Buongiorno agli Assessori, ai colleghi, al Presidente.
Questa interrogazione a risposta immediata è stata depositata il 30 giugno e riguarda un progetto denominato "Cortili Frattali". è un progetto che si deve realizzare nel Comune di Tarzo, ma che va a intaccare anche il sito di Rete Natura 2000 dei Laghi di Revine.
L'Amministrazione comunale di Tarzo ha partecipato a un bando del Ministero della Cultura per la presentazione di proposte di un intervento per la rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici da finanziare nell'ambito del PNRR. Il progetto viene denominato "Cortili Frattali. Il borgo aumentato sul lago". Questo progetto prevede uno spazio del borgo aumentato sul lago, ovvero una invasiva piattaforma galleggiante, come se fosse diventato un luna park, di 1.000 metri quadri di superficie, dei quali 600 calpestabili. L'Obiettivo 15 dell'Agenda ONU 2030 si prefigge di proteggere, ripristinare e promuovere l'uso sostenibile degli ecosistemi, garantendo la conservazione, il ripristino e l'utilizzo sostenibili degli ecosistemi dell'acqua. Quindi, questi interventi realizzati nell'attuale canneto del lago, luogo di nidificazione e sosta di uccelli e riproduzione degli anfibi, avranno come conseguenza quella di una irreversibile compromissione dell'habitat faunistico e vegetazionale.
Pertanto, ci sembra assurdo che con i fondi del PNRR, che si basano sul pilastro della sostenibilità, si vada a fare un intervento del genere; quindi, chiedo alla Giunta quali iniziative intenda mettere in campo, soprattutto in riferimento alle azioni del progetto "Cortili Frattali", che sono quelle della passerella e della piattaforma, per evitare la devastazione dell'habitat naturale del Lago di Revine.

PRESIDENTE

Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Con riguardo ai quesiti posti con l'interrogazione si è reso necessario chiedere elementi informativi direttamente al Comune di Tarzo, con nota regionale del 3 agosto 2023, in quanto l'Amministrazione regionale non risulta competente in merito al bando promosso dal Ministero della Cultura citato, relativo alla Missione 1 "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura", Componente 3 - Cultura, Misura 2 "Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale", Investimento 2.1 "Attrattività dei borghi storici", Linea B, finanziato dall'Unione europea Next Generation EU.
Il Comune di Tarzo, con una nota del 25 agosto del 2023, ha quindi trasmesso il progetto di fattibilità tecnico-economica denominato "Cortili Frattali. Il borgo aumentato sul lago", il quale prevede undici azioni che interessano il borgo e il lago, di cui, secondo quanto riferito dall'Amministrazione comunale, solo le prime tre risultano sviluppate a livello di progettazione.
In merito, invece, alle azioni 4 "Cortile Frattale dell'acqua" e 5 "Passerella lungo il lago", che interesseranno più propriamente il Lago di Tarzo, viene riferito che è in fase di predisposizione uno studio di fattibilità dei succitati interventi, di cui il Comune di Tarzo sarà anche il soggetto attuatore, assieme ad altri soggetti, in qualità di capofila.
In quanto all'iter autorizzativo dei progetti in argomento, le schede predisposte dallo studio di fattibilità prevedono l'acquisizione delle autorizzazioni necessarie, essendo l'ambito soggetto allo studio di fattibilità sotto tutela sotto più profili.
In particolare, quanto al rispetto delle tutele previste dalle Direttive Habitat e Uccelli, stante il fatto che i suddetti laghi sono inclusi nella Rete Natura 2000, precisamente nel sito di importanza comunitaria denominato "Laghi di Revine", oggi zona speciale di conservazione ai sensi del DM 27 luglio 2018, i progetti in argomento dovranno rispettare le specifiche misure di conservazione approvate con deliberazione della Giunta regionale del 27 maggio 2016, in seguito modificata e integrata dalle delibere del 16 agosto 2017 e del 24 ottobre 2007, che ad oggi costituiscono lo strumento di gestione dei siti Rete Natura 2000, ed essere sottoposti alla procedura di valutazione di incidenza (ex articolo 5 del DPR n. 357/1997), come anche assicurato dal sindaco di Tarzo nella propria nota del 3 agosto 2023. Quindi, rispetteranno tutti gli iter autorizzatori prima di effettuare gli interventi.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, la parola al collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda la risposta, devo dire che si è fatto un elenco delle norme che progetti del genere devono seguire in caso di loro realizzazione. Quindi, a differenza di quello che diceva inizialmente l'Assessore, e cioè che l'Amministrazione regionale non risulta competente in merito al bando, essa risulta però pienamente coinvolta negli iter autorizzativi.
Mi fa piacere che in questa risposta vengano citate tutte le deliberazioni della Giunta regionale, che, in attuazione dei decreti ministeriali e della Direttiva Habitat, oltre che della Direttiva Uccelli, recepiscono determinate normative a tutela delle aree di Rete Natura 2000, aree che vedono un determinato grado di protezione.
Nel sito in oggetto, oltre a tutte le norme di tutela ambientale comunitarie, ci sono anche altre norme di tutela che riguardano la prevenzione del dissesto idrogeologico, problemi idrogeologici, tant'è vero che stiamo parlando di un lago. Quindi, bene che si dica che ci sono procedure che andranno rispettate, male che un progetto del genere preveda addirittura l'invasione di un lago per strutture che poco hanno a che fare con la sostenibilità ambientale.
è un peccato, perché i fondi del PNRR sono sicuramente utili per i piccoli borghi. Sarebbe bastato limitarsi ai 10 punti, escludendo quelli della passerella sul lago e quelli della zattera. Io dico che chi troppo vuole nulla stringe e questo progetto rischia, per la volontà di andare oltre, di essere bloccato in toto, perché è evidente che una VINCA, una valutazione di incidenza ambientale per un siffatto progetto non potrà mai avere una compatibilità, perché andiamo a consumare non solo suolo, ma addirittura la superficie di un lago tutelato a livello di Unione europea.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRI n. 358, sempre del consigliere Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 358 del 14 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "ANCORA SVERSAMENTI ILLECITI SUL CANALE "PIAVESELLA" (TV). COSA FANNO REGIONE E ARPAV PER CONTRASTARE QUESTO GRAVE FENOMENO DI INQUINAMENTO AMBIENTALE?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione che ho depositato il 14 febbraio, sottoscritta anche dalla collega Anna Maria Bigon, riguarda il tema dell'inquinamento del canale Piavesella – un corso d'acqua che attraversa buona parte della Provincia di Treviso – che, per quanto riguarda questi episodi, risulta datato. Ogni anno, ogni sei mesi, ogni tre mesi, a seconda del periodo, abbiamo decine di chiamate ai Vigili del fuoco da parte dei cittadini e, a volte, anche da parte delle Amministrazioni locali, per segnalare inquinamenti molto evidenti e molto invasivi.
Quello che chiedo è: siccome è un fenomeno che si ripete nel tempo; siccome c'è una casistica, per quanto riguarda questo corso d'acqua, ripetuta nel tempo; siccome l'acqua del canale Piavesella viene utilizzata per i sistemi irrigui da parte degli agricoltori, ma anche da parte di molti cittadini che hanno l'orto, e sembra ormai appurato che questo canale viene sfruttato da alcune industrie locali e da avventori senza scrupoli per disfarsi illecitamente di sostanze nocive e inquinanti, determinando gravi danni per l'ecosistema di questo canale, per le aziende agricole locali che utilizzano le sue acque e per i prodotti agricoli stessi che finiscono poi anche sulle nostre tavole.
Quindi, rivolgiamo un'esortazione alla Giunta regionale a intervenire, a fare degli accertamenti, a individuare finalmente chi sono i responsabili che la fanno franca ogni volta (non sono mai tempestivi gli interventi, purtroppo, perché spesso lo fanno di notte), e quindi chiedo quali azioni di contrasto agli illeciti sversamenti nel canale Piavesella la Giunta regionale e ARPAV abbiano messo in atto per porre fine a questo grave fenomeno di inquinamento ambientale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie.
Con riferimento all'evento segnalato nell'interrogazione che ci occupa, i competenti Uffici regionali hanno chiesto specifici ragguagli ad ARPAV, la quale ha riscontrato nei termini che seguono.
Il "Piavesella" è un canale realizzato nei secoli scorsi per scopi industriali, irrigui e mercantili. Al giorno d'oggi attraversa zone industriali, zone abitate e agricole per una lunghezza di oltre 20 chilometri dal punto di presa di Nervesa della Battaglia, confluendo poi a valle alle porte di Treviso nel Botteniga.
ARPAV, non solo per il canale "Piavesella" ma per tutti i corpi idrici della Regione, attua un piano di monitoraggio della qualità delle acque mediante una rete regionale di stazioni conforme alla direttiva 2000/60/CE. La rete di monitoraggio, i parametri analizzati, le modalità di classificazione sono riportati annualmente nei rapporti sullo stato delle acque superficiali pubblicati sul sito istituzionale dell'Agenzia.
Con riferimento al canale Piavesella, attualmente sono attive nella rete di monitoraggio due stazioni di interesse, la 1261, sul Piavesella, poco prima della confluenza nel Botteniga, e la 330 a valle della confluenza nel Botteniga stesso. Oltre al monitoraggio della qualità delle acque superficiali, ARPAV effettua inoltre verifiche analitiche a campione su scarichi industriali, sia mediante verifiche ordinarie, sia con interventi a seguito di segnalazioni di situazioni di emergenza, sia in orario di servizio sia in pronta disponibilità.
Con riferimento ai due casi citati nell'interrogazione consiliare, rispettivamente di luglio 2022 e febbraio 2023, a seguito di chiamata ARPAV ha effettuato l'attività di verifica i cui esiti sono stati inviati alle autorità competenti.
In ordine poi al quesito formulato nell'interrogazione in esame, si rappresenta che l'Amministrazione regionale proseguirà nel garantire la più ampia e piena collaborazione alle varie autorità ed istituzioni preposte alla prevenzione, al controllo e al contrasto di siffatte azioni illecite, valorizzando in particolare l'attività dei Comuni espletata tramite l'ausilio delle Polizie Locali e l'impiego di strumenti idonei, come la videosorveglianza, nonché promuovendo specifiche iniziative di formazione e di scambio di informazioni fra Regione e soggetti sopracitati.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, per la replica, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Prendo atto che l'ARPAV – ma questo ci era già noto – ha effettuato i controlli in seguito alle ultime segnalazioni che ci sono state. Ritengo interessante che si impiegheranno strumenti anche di videosorveglianza. Credo che sia necessario, a mio avviso, aumentare la capacità di reazione per quanto riguarda i controlli.
In questo caso – lo dico anche per i colleghi – questo tipo di fenomeni di inquinamento si manifesta in maniera visiva molto impattante, nel senso che, come qualcuno potrà anche aver visto nelle televisioni locali, si creano strati di schiuma, alti anche un metro, due metri, con una visibilità incredibile. Ecco perché è un fenomeno di inquinamento che non passa inosservato. Il problema è che spesso questo tipo di inquinamento, quindi sversamenti illeciti – tra l'altro, viene scritto nella risposta che sono state anche avvisate le autorità competenti, e non so se si riferisca alla Magistratura, è molto generico come "autorità competenti" – viene effettuato in maniera dolosa, non accidentale. Qui c'è qualcuno che si sbarazza di rifiuti tramite il canale Piavesella, anziché tramite i servizi di smaltimento, le aziende specializzate e autorizzate per smaltire i rifiuti speciali e i rifiuti pericolosi.
La cosa a mio avviso utile – ne ho parlato anche con l'ARPAV, Assessore, lo dico anche adesso – sarebbe riuscire ad avere un servizio di pronto intervento anche nelle ore notturne, perché questi sanno che ARPAV, naturalmente, con il personale che ha, non è sempre disponibile; quindi, spesso agiscono di notte e di giorno, poi, si vedono i risultati, cioè la schiuma. Ma è sempre stato quasi impossibile determinare da quale dei tanti scarichi industriali arriva questo scarico inquinante.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Seguendo le priorità che mi sono state date, passiamo alla IRI n. 396 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 396 del 4 maggio 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "CONTAMINAZIONE DA PFOA E PFOS, DISCRIMINAZIONE DELL'ACQUA: PER QUANTO ANCORA?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Con questa interrogazione, che ho presentato il 4 maggio, vi voglio portare a conoscenza di una situazione che mi è stata resa nota attraverso una segnalazione, corredata di analisi su un campione di acqua da pozzo destinata al consumo umano, che verificava la presenza di valori non conformi rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo del 2001 e dalla DGR della Regione del Veneto 1590 del 2017 in relazione al parametro PFOA-PFOS e rispettivi derivati, in una zona del Comune di Altavilla Vicentina, in cui insistono edifici destinati a private abitazioni attualmente privi dell'allacciamento della rete acquedottistica.
Più specificatamente, dalle analisi risulta la presenza di valori PFOA e PFOS pari a 136 nanogrammi/litro, ben al di là, dunque, dei limiti fissati con gli atti su richiamati.
Emerge inoltre che i restanti valori delle sostanze perfluoroalchiliche considerate "altri PFAS", pur cubando quozienti inferiori ai 300 nanogrammi/litro, sono comunque decisamente alti, specie se confrontati con i valori rilevati nell'acquedotto di Vicenza Ovest, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, dove i valori per le corrispettive sostanze arrivano al massimo a 20 nanogrammi/litro totali, che comunque sono fonte di attenzione per quanto riguarda in particolare donne in gravidanza e bambini.
Considerato che è naturalmente conseguente a quanto sopraesposto il dover osservare come la presenza di tali alte concentrazioni, sia nell'area arancione che nell'area rossa, non ancora collegate alla rete acquedottistica, ponga in seria ipoteca la salute dei residenti, interrogavo il Presidente della Giunta regionale per sapere quali effettive azioni sono in predicato per provvedere all'allacciamento alla rete acquedottistica delle porzioni di Comuni sia dell'area rossa che di quella arancione che ne sono ancora prive.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, ancora l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
In ordine al tema rappresentato nell'interrogazione in oggetto, sono pervenute agli uffici regionali le informazioni richieste ai competenti Consigli di bacino, quali enti di governo degli ambiti territoriali ottimali del servizio idrico integrato.
Relativamente al Comune di Altavilla Vicentina, non risultano zone non raggiunte dalla rete acquedottistica, la quale copre integralmente il territorio comunale.
Si evidenzia invece la presenza di abitazioni non allacciate all'acquedotto pubblico, pur in presenza della rete idrica in grado di fornire le medesime. Il gestore competente, Viacqua S.p.A., provvederà all'esecuzione degli allacciamenti alla rete anche di tali abitazioni non appena perverranno le richieste dei cittadini interessati. A tale proposito appare doveroso sottolineare che non sussiste l'obbligo normativo che imponga l'allacciamento alla rete da parte dei privati pur se l'acquedotto pubblico è presente nelle vicinanze e in grado di fornire acqua potabile.
Con riguardo agli altri Comuni delle aree rossa e arancione, così come definite nel Piano di sorveglianza sanitaria modificato con deliberazione di Giunta regionale n. 691 del 21 maggio 2018, risulta che quasi tutto il territorio è raggiunto dal servizio di acquedotto.
Con riguardo alle aree non ancora coperte, i gestori del servizio idrico integrato hanno già effettuato opere di estensione al fine di garantire la copertura del territorio. Sono stati interessati in particolare i Comuni di Brendola, Montecchio Maggiore, Lonigo, San Bonifacio e Sarego. Sono inoltre in previsione ulteriori interventi di ampliamento della rete idrica entro il 2023 nei Comuni di Zimella, Cologna Veneta e Roveredo di Guà.
Si dà conto altresì che in area arancione il gestore Acque del Chiampo Spa a partire dal marzo 2022 ha provveduto ad attivare un servizio di erogazione gratuita dell'acqua sottoposta a filtrazione per le nuove casette dell'acqua installate nei Comuni di Arzignano e Montecchio Maggiore.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

La ringrazio di questa risposta.
Solleciteremo a questo punto i cittadini nel fare un'azione molto più determinata per un semplice motivo, Assessore: purtroppo questi cittadini hanno segnalato la situazione agli amministratori locali e alle autorità competenti e non hanno ricevuto alcuna risposta. Per questo motivo questa risposta, la risposta che lei mi ha dato, è molto importante perché evidentemente se in questi mesi, da maggio ad oggi, le comunicazioni inviate dai cittadini interessati non hanno ricevuto alcuna indicazione su come muoversi rispetto al collegamento acquedottistico e su come proteggere soprattutto la propria salute, come controllare la propria salute, è evidente che c'è una mancanza di coerenza rispetto a quanto previsto all'interno di questa risposta e una mancanza di comunicazione adeguata ai cittadini del territorio.
Vedete, chi non è collegato all'acquedotto e magari vive in una zona dichiarata arancio non ha molto spesso coscienza della gravità della situazione che sta affrontando, perché in questi anni sono arrivate anche delle comunicazioni molto rassicuranti. Chi abita ad Altavilla, chi abita a Creazzo, chi abita nella zona arancione compresa, per esempio, la zona di San Bonifacio, con una frazione che è perfettamente sopra la falda inquinata e ha diverse aziende agricole anche con abitazioni normalmente abituate ad utilizzare acqua di pozzo, non ha ricevuto nessuna comunicazione da parte delle Istituzioni che riferisse "guarda che hai tot nanogrammi nell'acqua di falda, il tuo pozzo potrebbe essere a rischio, ti consigliamo di metterti in contatto con l'ente gestore per trovare una soluzione".
Dopo ben dieci anni dalla scoperta della contaminazione e dopo anni in cui le evidenze scientifiche, comprese quelle della Regione, ci dicono che c'è un rischio sanitario, dall'istituzione che si occupa della prevenzione sanitaria, la Regione del Veneto, ci si aspetterebbe almeno questo.

PRESIDENTE

Passiamo all'IRI n. 309 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 309 del 2 novembre 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "CASA DI CURA ABANO, STACCATI I VOLANTINI E SOTTRATTE LE BANDIERE ATTESTANTI LO STATO DI AGITAZIONE. LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE IN RELAZIONE A UNA SIMILE INTIMIDAZIONE?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Sono venuta a conoscenza di questo episodio, che fa abbastanza riflettere. Si tratta di una condotta antisindacale, naturalmente, avvenuta tra il 25 e il 26 ottobre. Secondo queste informazioni, la direzione della casa di cura di Abano avrebbe rimosso i volantini e soprattutto le bandiere sindacali attestanti lo stato di agitazione. Quindi, questo ha una rilevanza antisindacale, sulla base delle nostre norme vigenti, e costituisce anche un grave atto intimidatorio nei confronti dei lavoratori che protestavano per ottenere condizioni di lavoro migliori.
Ricordiamo sempre che è una struttura, come altre, convenzionata con il sistema sanitario regionale, che eroga servizi essenziali ai pazienti. Quindi, si interroga la Regione del Veneto per capire come intenda muoversi rispetto ai fatti riportati e che azioni abbia intrapreso proprio a ridosso dei fatti riportati.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde, invece dell'assessore Lanzarin, il collega Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
A seguito delle elezioni amministrative del maggio 2023 e della conseguente decadenza... Ho sbagliato?

PRESIDENTE

È la n. 309. Ringraziamo l'assessore Corazzari che, dato che l'assessore Lanzarin è impegnata in video call, supplisce.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Con riferimento a quanto rappresentato dalla Consigliera interrogante, si rappresenta preliminarmente che la legislazione statale e regionale che disciplina l'accreditamento istituzionale e gli accordi con le strutture private non assegna alcuna competenza all'Amministrazione regionale in ordine alle relazioni sindacali interessanti le predette strutture.
Gli uffici dell'Area Sanità e Sociale, con nota del 24 novembre 2022, avevano comunque invitato il presidente della casa di cura di Abano Terme a fornire una memoria in ordine alla vicenda descritta nell'interrogazione. A riscontro di tale richiesta, la casa di cura di Abano Terme, con una comunicazione dello stesso 24 novembre 2022, si limitava a trasmettere una nota del 2 novembre, tra gli altri al Presidente della Giunta regionale e al Prefetto di Padova, con la quale, nel prendere posizione in merito ad un comunicato emesso dalle federazioni aderenti alle confederazioni CGIL, CISL e UIL, vertente sullo stato delle relazioni sindacali presso la stessa casa di cura, si negava qualunque coinvolgimento della direzione aziendale in azioni di disturbo dell'attività sindacale.

PRESIDENTE

Prego, collega Baldin, per la replica.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie. Ringrazio l'assessore Corazzari.
Naturalmente l'esposizione risulta, da chi era presente, diversa, quindi c'è stato – si dice – questo coinvolgimento, che all'interno della risposta della Giunta viene negato, ma sarà mia cura far pervenire questa risposta alle sigle sindacali in oggetto proprio per capire quali azioni si possono intraprendere da parte loro, visto che la Regione è silente ed è rimasta tale, cosa che ritengo abbastanza riprovevole, dato che si tratta di strutture che ricevono risorse dalla Regione del Veneto, che ha, quindi, il dovere di controllare che tutto si svolga in maniera corretta, e casi come questi, di assoluta violazione dei diritti sindacali, sarebbero dovuti essere oggetto di un'azione da parte della Regione stessa.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'interrogazione n. 401 presentata dalla collega Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 401 del 23 maggio 2023 presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni e Zottis relativa a "CAR FLUFF DI SORGÀ (VR): QUAL È LA POSIZIONE DELLA REGIONE VENETO IN MERITO ALL'ITER AUTORIZZATIVO?"

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione depositata ancora il 23 maggio 2023, poi, però, alcuni avvenimenti si sono succeduti, come vedremo, la decisione del TAR, ma anche altri aspetti, per cui questa è da considerarsi tutt'oggi ancora importantissima; dunque, la riprendiamo e la vogliamo discutere.
Premesso che la Commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale (VIA), svoltasi il 1° giugno 2022, e la successiva Conferenza di servizi, svoltasi il 31 agosto 2022, hanno concesso il nulla osta alla realizzazione di una discarica di car fluff (residui "leggeri" di rottamazione degli autoveicoli che includono guarnizioni, gomme, tessuti, plastica, frammenti di pneumatici ed altro) nel territorio comunale di Sorgà, territorio che sappiamo essere vincolato a vialone e con caratteristiche naturalistiche molto importanti.
Il suddetto progetto era stato precedentemente bocciato dalla Commissione provinciale VIA. Il Comune di Sorgà, la Provincia di Verona, la Provincia di Mantova e i dodici Comuni limitrofi avevano presentato alla Regione osservazioni e rilievi tecnici relativamente all'impatto ambientale e agronomico, ai problemi viabilistici, ma soprattutto alla necessità di tutelare l'integrità della falda acquifera del territorio.
Le relazioni geologiche che il Comune di Sorgà ha prodotto relativamente al proprio territorio e le relazioni presentate dall'azienda proponente risultano essere fortemente contrastanti; pertanto, si rendono necessarie urgenti e approfondite ulteriori indagini geologiche sul sito in oggetto.
Il 1° dicembre 2022 avevamo presentato una mozione per chiedere alla Regione del Veneto, tra le altre cose, di sospendere l'autorizzazione concessa fino alla fine delle dette indagini geologiche, cosa che, ovviamente, la Regione non ha fatto.
Considerato che la Giunta comunale di Sorgà si era appellata al TAR per chiedere la sospensiva del provvedimento regionale che autorizzava il progetto della discarica, che il TAR successivamente ha accolto questa sospensiva, tanto che ci sarà a novembre l'ulteriore udienza, dunque nel frattempo è stato sospeso, e che anche la Provincia di Mantova, nella battaglia contro l'insediamento dell'impianto di questa discarica, si era appellata per chiedere la sospensiva del provvedimento regionale che autorizzava il progetto della discarica, costituendosi nel ricorso promosso al Tribunale...

PRESIDENTE

Collega, grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Chiediamo, appunto, cosa intenda fare la Giunta relativamente a questo progetto. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Si rileva preliminarmente che l'istanza relativa al progetto dell'intervento richiamato nell'interrogazione, riguardante una discarica per il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi, nel caso specifico il cosiddetto "car fluff", in conto proprio, presentato dalla società RMI Spa, da realizzarsi in località De Morta del Comune di Sorgà, risulta soggetta alle disposizioni statali e regionali in materia di valutazione di impatto ambientale.
L'iter amministrativo è disciplinato, nel caso di specie, dall'articolo 27-bis del decreto legislativo n. 152/2006. Tale norma prevede lo svolgimento di un procedimento coordinato finalizzato all'eventuale rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), complessivo di provvedimento di VIA e di tutti gli ulteriori titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio dell'intervento proposto. La procedura prevede, infine, l'attivazione di un'apposita Conferenza di servizi, alla quale sono chiamati a partecipare tutti i soggetti competenti per il rilascio dei titoli previsti.
Va evidenziato che ogni valutazione in ordine tecnico è specificatamente affidata, ai sensi della legge regionale n. 4/2016 , al Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente, che la medesima legge individua quale organo istruttorio deputato all'accertamento della compatibilità ambientale degli interventi.
Nel caso specifico, con decreto del Direttore regionale dell'Area Tutela e Sicurezza del territorio n. 1 del 13 gennaio 2023 è stato concluso il procedimento relativo al progetto in argomento. Tale decreto ha preso atto delle valutazioni tecniche relative alla compatibilità ambientale dell'impianto e riportate nel parere del Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente, n. 183 del 1° giugno 2016, nonché nelle determinazioni assunte, sulla base delle posizioni prevalenti ai sensi dell'articolo 14-ter della legge n. 241/1990, dalla Conferenza di servizi tenutasi in data 31 agosto 2022, nell'ambito della quale si è registrato il solo voto contrario dell'Amministrazione comunale di Sorgà.
Il decreto n. 1/2023 dà, altresì, conto dell'effettivo coinvolgimento di tutti i soggetti intervenuti nel corso del procedimento, comprese le Amministrazioni comunali e le Province ricadenti sia in territorio veneto che in territorio lombardo, i quali hanno avuto modo di esprimere le proprie valutazioni e riprodurre le connesse relazioni tecniche.
Va evidenziato che tutte le osservazioni pervenute a soggetti istituzionali, privati cittadini e comitati sono state opportunamente considerate nel Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente, nel corso dell'istruttoria, ai fini dell'espressione del parere di competenza e della definizione delle condizioni ambientali che ne subordinano la validità. Della valutazione di tali elementi è dato analiticamente conto nel parere n. 183/2022 di tale organo tecnico indipendente.
Rispetto alle richiamate impugnazioni, si rappresenta che l'Amministrazione regionale risulta costituita in giudizio avanti il Tribunale amministrativo regionale per il Veneto, il quale ha fissato l'udienza di discussione nel merito della controversia per il prossimo 30 novembre. Ogni ulteriore valutazione in merito al rispettato iter autorizzativo resta, pertanto, subordinata agli esiti processuali di prossima definizione.

PRESIDENTE

Per la replica, la parola alla collega Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Prenderò attentamente atto di quello che è stato risposto e lo esamineremo. Certo è che la politica ha una responsabilità, perché alla fine la Regione del Veneto ha autorizzato – lo ripeto, ha autorizzato – un impianto per una discarica così importante in un territorio vincolato, e la politica non può chiamarsene fuori. Poi, possiamo anche dire che i Comitati tecnici sono indipendenti, ma la realtà è che verrà violato un territorio in modo molto importante.
Faccio presente, tra l'altro, che se ci sono discrasie e differenze tra i carotaggi effettuati dalla ditta e i carotaggi effettuati dal Comune, Ente locale, io credo che la Regione ne debba tener conto, come dovrebbe tenerne conto anche il Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente.
Con questa richiesta, quindi, chiediamo esclusivamente di poter fare, all'interno del sito dove è stata data autorizzazione da parte della Regione a un impianto per una discarica, in contraddittorio questo monitoraggio e questi carotaggi.
Credo che la politica se ne debba assumere la responsabilità e non possiamo sempre delegare al TAR le decisioni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.

Cordoglio per la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica italiana Giorgio Napolitano

PRESIDENTE

Colleghi, un attimo di attenzione. Sapete che siamo in giornata di lutto nazionale, quindi come Consiglio regionale rendiamo omaggio alla figura di Giorgio Napolitano, primo Presidente della Repubblica italiana ad essere rieletto alla guida del Paese. Uomo profondamente legato al Veneto, in special modo a Padova, dove studiò da ragazzo, al liceo "Tito Livio". Ricordo anche la sua straordinaria curiosità quando, nel 2008, venne a Vicenza, città che non aveva mai visitato, per il cinquecentesimo anniversario della nascita di Andrea Palladio, città che lo colpì tantissimo e nella quale sarebbe tornato, dopo l'alluvione del 2010, a portare la sua solidarietà sincera e commossa.
Iscritto al Partito Comunista Italiano, di cui è stato militante, funzionario già dall'età di ventidue anni, poi dirigente, fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra, quindi Partito Democratico (PD) nel 2007. Non è ingeneroso sottolineare che il giovane allievo di Giorgio Amendola ed Emilio Sereni si ritrovò, a sua volta, ad essere il punto di riferimento di quei giovani che, formatisi alla scuola di Enrico Berlinguer, dettero vita, appunto, all'esperienza del PD.
Eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953, della quale fece parte, tranne nella IV Legislatura, fino al 1996, sempre riconfermato nella Circoscrizione di Napoli, fu membro del Parlamento europeo ed è eletto il 3 giugno 1992 Presidente della Camera dei Deputati, restando in carica fino alla conclusione della Legislatura, ad aprile 1994. Ministro dell'interno e per il coordinamento della protezione civile del Governo Prodi da maggio 1996 ad ottobre 1998. Quindi, il 23 settembre 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo nominò Senatore a vita. Il 10 giugno 2006 fu eletto Presidente della Repubblica con 543 voti, fiducia che gli fu riconfermata, per la prima volta nella storia repubblicana, il 20 aprile 2013, con 738 voti.
La sua parabola politica, dunque, attraversa fino ai nostri giorni la storia, non priva di contraddizioni e tensioni, dell'Italia repubblicana e democratica.
Ai suoi familiari, ai suoi compagni di partito e a quanti lo stimarono il cordoglio della nostra Assemblea.
Vi invito a un minuto di silenzio, colleghi.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Grazie, colleghi.
Come concordato in Capigruppo e come avvenuto in altre occasioni simili, cedo la parola, per un ricordo, al Capogruppo del PD, Vanessa Camani. Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Gentili colleghe e gentili colleghi, oggi celebriamo la morte e ricordiamo la vita di un grande italiano, un grande europeo, un grande uomo di sinistra, al servizio delle Istituzioni democratiche.
Giorgio Napolitano lascia un vuoto difficile da colmare per il suo stile sobrio ed elegante, per il suo senso della misura, per il suo eloquio forbito e, al tempo stesso, limpido, per la sua capacità di dialogo con forze e culture politiche diverse.
Un non credente che sapeva parlare con personalità di autentica fede come Giorgio La Pira e Gianfranco Ravasi. Un custode della Costituzione repubblicana e dell'Unità d'Italia, che voleva protetta dagli egoismi separatisti, senza per questo rinunciare alle riforme da fare per ammodernare il sistema Paese, mettendo le Istituzioni repubblicane, Parlamento e Governo in primis, al passo con i tempi.
Fu sostenitore della nascita di una Camera delle Regioni o delle Autonomie, così come del federalismo fiscale, in una visione che teneva insieme istanze territoriali, coesione nazionale e prospettiva comunitaria tra popoli e persone che si riconoscono nei princìpi della libertà e della democrazia. Primo dirigente comunista a parlare nelle università degli Stati Uniti d'America, ha tenuta ferma la collocazione atlantica dell'Italia, nel solco a suo tempo coraggiosamente e saggiamente tracciato dal Segretario del PCI Enrico Berlinguer. "La sua salda ispirazione europeista – sono parole di Romano Prodi – lo ha portato anche nei tempi più recenti a spendere tutte le sue energie per una maggiore unità e integrazione tra i Paesi dell'Unione". "Non c'è più spazio per le sovranità nazionali chiuse in sé stesse", aveva ricordato anche negli ultimi anni. Dalla terribile lezione di due Guerre Mondiali aveva imparato che nazionalismi ed estremismi sono i peggiori nemici della pacifica convivenza tra i popoli e che accoglienza e sicurezza oggi possono e debbono andare insieme.
Giorgio Napolitano era un riformista autentico, su cui non potevano avere alcun effetto le sirene del populismo. Non apprezzava l'antipolitica e la fuga dalle responsabilità. Era rigoroso ed esigente, preciso fino alla virgola, come ha ricordato in questi giorni Pasquale Cascella, suo addetto stampa al Quirinale.
Con la nostra Regione Giorgio Napolitano aveva un legame particolare, che risaliva agli eventi tragici della Seconda guerra mondiale, quando fu costretto a lasciare la sua Napoli e a trovare rifugio a casa di una zia, a Padova. Qui frequentò nel 1941 il liceo classico "Tito Livio", conseguendo la maturità. Durante quei mesi, come egli stesso ha ricordato in un recente libro autobiografico, venne in contatto con importanti personaggi della cultura e dell'antifascismo padovano. Molti anni dopo, il 25 aprile 2008, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito la Medaglia d'oro al merito civile a Mario Todesco, giovane professore di lettere assassinato dai fascisti, e ha affidato questa medaglia al liceo "Tito Livio", nel quale Todesco aveva insegnato.
Crediamo di non sbagliare nel leggere in quell'affidamento la convinzione che la scuola fosse e debba continuare ad essere presidio di democrazia e libertà, contro ogni forma di prevaricazione, violenza e intolleranza.
Dieci anni dopo, l'ormai ultranovantenne Presidente emerito, intervistato nel corso di una popolare trasmissione televisiva, rivolse alle giovani generazioni un invito a leggere i Princìpi fondamentali e la Prima Parte della Costituzione, a partire da quel titolo "Diritti e doveri dei cittadini", che costituisce un inscindibile binomio. Così come non mancò di ricordare mai che nessuna conquista è mai scontata e che le libertà di cui godiamo sono il frutto del sacrificio di chi si oppose alla barbarie nazifascista.
Oggi le Istituzioni come questa tributano, dunque, l'ultimo saluto a un grande italiano. L'auspicio è che il suo pensiero rimanga eredità preziosa per tutti noi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Come concordato in Capigruppo, sospendiamo qui la seduta.
Riprendiamo alle ore 13.00 con il consolidato.
Grazie, colleghi. A dopo.
La Seduta è sospesa alle ore 11.26
La Seduta riprende alle ore 13.26

PRESIDENTE

Bene, colleghi. Riprendiamo i lavori.
PUNTO
10



BILANCIO CONSOLIDATO 2022. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 69) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 97/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Come concordato in Capigruppo, passiamo al punto n. 10.
Relatore il collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, al Consiglio regionale spetta quest'oggi l'adozione del Bilancio consolidato relativo all'esercizio 2022. Si tratta di un importante adempimento contabile imposto dagli articoli 11 bis e 68 del decreto legislativo n. 118/2011. Quest'ultimo in particolare prevede che la Regione lo rediga con i propri enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate, secondo determinati criteri e modalità. Pertanto, anche lo Statuto regionale all'articolo 56, comma 6, stabilisce che la Regione adotti un Bilancio consolidato che tiene conto dei bilanci degli enti e degli organismi dipendenti e partecipati.
Al Bilancio consolidato del gruppo Regione del Veneto vanno allegate le relazioni sulla gestione, comprendente la nota integrativa e la relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Ai sensi dell'articolo 18 del medesimo decreto legislativo il Consiglio regionale deve poi approvarlo entro il 30 settembre. Come è noto, le regole contabili introdotte nell'ordinamento dal decreto legislativo n. 118/2011 mirano principalmente ad armonizzare i bilanci della Regione, come pure di enti locali, enti del Servizio Sanitario Nazionale, enti ed organismi strumentali, rendendoli tra loro confrontabili. Ma lo stesso decreto intende pure garantire il consolidamento e la trasparenza dei conti pubblici secondo le direttive dell'Unione europea al fine di raggiungere, anche con riferimento al settore pubblico allargato, l'efficienza nella gestione e nell'utilizzo delle risorse pubbliche, la trasparenza e l'informazione del processo di allocazione di risorse, la confrontabilità dei dati di bilancio.
Ai fini della redazione del Bilancio consolidato l'Amministrazione, dunque, è tenuta alla verifica periodica della composizione del gruppo Amministrazione pubblica. Le risultanze economico-patrimoniali e il consolidamento di Giunta e Consiglio hanno quindi costituito il bilancio economico della capigruppo Regione del Veneto, che confluisce ora nel bilancio consolidato dell'intero gruppo Regione del Veneto, insieme ai bilanci degli enti e delle società individuate dalla deliberazione della Giunta regionale n. 278 del 21.03.2023 "Bilancio consolidato 2022 e individuazione dei componenti del gruppo Regione del Veneto e perimetro di consolidamento ai sensi del citato decreto legislativo n. 118/2011".
Mediante tale deliberazione, a seguito di istruttoria operata dal tavolo tecnico operativo per il Bilancio consolidato, istituito con deliberazione n. 1639/2017, si è provveduto ad aggiornare l'elenco dei soggetti che compongono il suddetto gruppo e, nell'ambito del medesimo, i soggetti costituendi il perimetro di consolidamento.
Rispetto alla composizione del 2021 sono entrate a far parte del gruppo, pur venendo esclusa dal consolidamento per irrilevanza, la Fondazione Cortina, costituita il 03.05.2022 con partecipazione regionale agli organi istituzionali pari al 20%, la Fondazione Venezia Capitale mondiale della sostenibilità, costituita il 14.03.2022 con partecipazione degli organi istituzionali al 20%, la Fondazione Venezia per la ricerca e la pace, dove, a seguito del rinnovo del Consiglio d'Amministrazione, la rappresentanza regionale per l'esercizio è pari al 33,33%.
Sono uscite, invece, ESU Gestioni e Servizi S.r.l., partecipata ora al 100% da Azienda regionale per il diritto allo studio universitario di Padova (ESU Padova), a seguito della chiusura della procedura liquidatoria e conseguente cancellazione dal registro imprese, avvenuta il 27.04.2022; Veneto Logistica S.r.l., detenuta tramite Infrastrutture Venete S.r.l. a seguito della fusione per incorporazione in Interporto di Rovigo S.p.A., avvenuta il 20.02.2022.
Sono state oggetto di consolidamento due ulteriori società già presenti nel GAP, Autostrade Alto Adriatico S.p.A., subentrata alle concessioni di Autovie Venete S.p.A., in attuazione della DGR n. 1437/2022 di razionalizzazione periodica delle partecipazioni, il cui iter si è concluso nel 2023; Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 S.p.A., costituita il 22.11.2021 con primo anno di gestione chiuso il 31.12.2022.
Complessivamente, esclusa la capogruppo Regione, il numero di soggetti consolidati facenti parte del perimetro è pari a 31, di cui 10 società e 21 tra enti ed agenzie.
Nei due anni precedenti il numero era pari a 29, di cui sempre 21 fra enti e agenzie e 8 società.
Le società sono le seguenti: Immobiliare Marco Polo S.r.l. (che a inizio 2023 ha variato la propria denominazione in Veneto Edifici Monumentali S.r.l.), Veneto Acque S.p.A., Veneto Innovazione S.p.A., Sistemi Territoriali S.p.A., Infrastrutture Venete S.r.l. (tutte controllate al 100%), Veneto Strade S.p.A. controllata al 76,43%, Veneto Sviluppo S.p.A. controllata al 51% (questo per il bilancio 2022, mentre nel 2023 abbiamo visto che Veneto Sviluppo S.p.A. è controllata al 100% dalla Regione), CAV S.p.A., partecipata al 50%, Autostrade Alto Adriatico S.p.A., controllata al 33%, Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026, controllata al 10%.
Quanto agli enti e alle agenzie consolidate nel 2022, si tratta delle sette ATER provinciali, Agenzia Veneta per l'innovazione nel settore primario, Veneto Agricoltura, Agenzia interregionale per il fiume Po, AIPO, Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale ARPAV, Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura AVEPA, i quattro enti parco (Parco Sile, Parco Colli Euganei, Parco Delta del Po e Parco della Lessinia), le tre aziende regionali per il diritto allo studio, ESU (quindi Venezia, Padova, Verona), Veneto Lavoro, Istituto regionale per le Ville Venete e Fondazione Veneto Film Commission.
Dai dati di bilancio pervenuti dai 31 soggetti di cui sopra si presentano le seguenti risultanze complessive.
Risultato economico consolidato: 119,3 milioni di euro rispetto ai 292,80 milioni del 2020 e ai 190,30 milioni del 2021. Totale delle attività patrimoniali consolidate: 12.135,7 milioni di euro, rispetto agli 11.428,7 milioni del 2020 e agli 11.099,9 milioni nel 2021. Totale netto patrimoniale consolidato: 2.965,2 milioni di euro, rispetto ai 3.026,2 milioni del 2020 e ai 3.002,3 milioni del 2021.
Sintetizzando, il provvedimento oggi all'attenzione di questa Assemblea rappresenta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale del gruppo Regione Veneto, inteso come unico soggetto, integrando le informazioni desumibili singolarmente e in modo disgiunto dai bilanci forniti dai singoli componenti del gruppo, al fine di consentire una valutazione complessiva delle attività svolte dall'Ente attraverso le aziende e gli enti che fanno parte del gruppo. Il consolidamento dei conti è infatti lo strumento che consente di rilevare le partite infragruppo e i rapporti finanziari reciproci, di esaminare la situazione contabile, gestionale ed organizzativa, nonché di rispondere alle esigenze di individuare forme di governance adeguate. Al tempo stesso costituisce uno degli strumenti attraverso cui la Regione intende perfezionare la sua attività di controllo sugli organismi partecipati, anche alla luce dell'evoluzione normativa in materia di rapporto società-enti partecipati dagli Enti locali, ridefinita e organicamente disciplinata dal decreto legislativo n. 175/2016, che è il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire la correlatrice Chiara Luisetto.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Oggi ci accingiamo all'adozione, come ha detto il relatore, del Bilancio consolidato 2022, un adempimento contabile imposto dagli articoli 11 bis e 68 del decreto n. 118/2011, che ha lo scopo di informare sul mantenimento dell'equilibrio economico patrimoniale e finanziario dell'intero gruppo e dare conto della complessiva situazione contabile, gestionale e organizzativa, come previsto dal punto 1.2 dell'allegato A della DGR del 4 settembre 2023, n. 92. Punto nel quale si chiarisce – è bene dirlo già da subito – come questo bilancio possa costituire uno strumento di controllo sugli organismi partecipati e sui processi di razionalizzazione degli stessi e di supporto utile a valutare forme di governance adeguate al gruppo della Regione, con riferimento al gruppo pubblica Amministrazione definito dal perimetro di consolidamento.
Ora abbiamo analizzato i numeri e visto gli sforzi fatti rispetto ai rilievi sollevati lo scorso anno, sforzi che apprezziamo, rivendicando anche il ruolo propositivo avuto nel contribuire a migliorare lo strumento in termini di trasparenza e condivisione, ad esempio per quanto riguarda la sistemazione contabile relativa a Veneto Lavoro.
A nostro avviso, però, c'è ancora strada da fare per rendere il Bilancio consolidato uno strumento pienamente chiaro, tale da diventare utile alla Regione e al Consiglio quale specchio delle scelte alla base del perimetro dei soggetti, vere braccia operative controllate e partecipate, operanti sul territorio veneto. Accenno solo, a titolo di esempio, alle considerazioni dello scorso anno sull'opportunità di inserire Finest nel perimetro. Seppure vi sia una rilevante partecipazione della Regione tramite Veneto Sviluppo e si siano concretizzate le operazioni su quest'ultima, che ne hanno visto la liquidazione delle banche e la scelta di un regime totalmente pubblico, Finest è ancora esclusa dal consolidato.
Anche qui, i parametri sulla base dei quali consolidare sono certamente la strada maestra, ma va considerata l'opportunità di valutazioni che amplino il perimetro, come, ad esempio, il fatto che Finest ha un totale attivo di oltre 150 milioni. Non parliamo di briciole.
Va anche considerato lo scopo del Bilancio consolidato: avere una stabilità, dunque poter fare confronti di anno in anno sempre più precisi e accurati tra gli stessi enti.
Inserire Finest già quest'anno, date le operazioni già effettuate su Veneto Sviluppo, che ci dicono che per forza di cose entrerà il prossimo, avrebbe avuto un valore in questo senso.
Proviamo ora ad entrare nello strumento approfondendo alcuni aspetti. Ritengo vi siano due prospettive dalle quali possiamo guardare questo bilancio. La prima riguarda il metodo. Come sono inserite e sostanziate le informazioni contenute nel bilancio? Perché più sono coerenti, più semplice sarà vedere chiaro in un adempimento che è molto più che formale, ma ha un valore politico rilevante.
Due esempi su tutti. Il primo è ARPAV. Lo scorso anno, in audizione, il Direttore di ARPAV aveva evidenziato come la riduzione di 127 dipendenti in tre anni avesse reso difficile non solo l'attività straordinaria, ma anche le azioni di controllo ordinarie.
ARPAV, in realtà, è di fondamentale importanza per i territori, lo sappiamo. Penso al ruolo dei monitoraggi ambientali, in particolare alle analisi dei fattori ambientali a danno della salute pubblica, al supporto tecnico scientifico nelle autorizzazioni ambientali o a quello per le valutazioni dei danni in ambito giudiziario.
Un esempio su tutti, sulla stampa in questi giorni, è il ruolo nel processo sull'inquinamento da PFAS, in cui ARPAV ha fornito informazioni decisive per chiarire che il 97% della concentrazione dei PFAS registrata a valle del collettore di Arica è risultata provenire dal depuratore di Trissino, dove scaricava la ditta Miteni.
Non serve ripetere in quest'Aula quanto gli Enti locali, in particolare, abbiano bisogno delle competenze e delle azioni di ARPAV per arginare i rischi e governare criticità.
La relazione di questo nuovo bilancio ci dice che anche l'anno 2022 è stato caratterizzato – leggo testuale – "dalla cessazione dal servizio di un numero significativo di unità di personale (capiremo quando audiremo ARPAV di quanti dipendenti stiamo parlando in quest'anno), confermando dunque una sofferenza per la quale, trascorso un anno dall'evidenza della criticità, che già lo scorso anno era chiara, non si è ancora intervenuti.
ARPAV deve fare molto, con grandi responsabilità nel garantire i LEPTA su tutto il territorio regionale, ma con sempre meno personale. Qual è dunque la strategia messa in campo? Uno si chiede dopo un anno. Siccome il problema era aver dichiarato una difficoltà da parte del Direttore in Commissione e poi avere una minoranza che fa un po' le pulci sul raggiungimento al 100% degli obiettivi. La soluzione trovata sembra semplice: togliamo dalla tabella l'indicatore della percentuale di raggiungimento degli obiettivi, che invece c'è per quasi, e dico quasi, fatalità vedremo in quale altra non c'è, tutte le altre società ed enti. Lo togliamo e lo sostituiamo con un indicatore in itinere, il monitoraggio descrittivo di cosa si è fatto, che tutto produce fuorché chiarezza sul punto in cui siamo con i risultati attesi.
Magari è solo una fatalità che proprio in ARPAV, con le discussioni dello scorso anno, non ci sia, ma se abbiamo un ente in sofferenza di personale, che con tutta la buona volontà di chi vi opera, non è messo nelle condizioni di fare prevenzione e tutelare ambiente e salute e poi non ci viene detto se gli obiettivi sono stati raggiunti o no e in che misura, qualche dubbio viene sull'essere ancora ben lontani dal massimo possibile.
Altro esempio: ESU. Qui addirittura in tabella non troviamo neanche le azioni in essere, ma solo la struttura di riferimento. Capisco che possa essere complicato definire con percentuale, ad esempio, quanto previsto dall'obiettivo 1 del DEFR e cioè il diritto allo studio universitario, borse di studio e altre provvidenze economiche con particolare riguardo ai soggetti più fragili. Ma un modo io credo lo si possa ben trovare. Ad esempio, perché non mettere a confronto quante sono le borse di studio richieste nell'anno, quante la Regione doveva erogarne, quante nel concreto sono state erogate. O ancora: quanti posti nelle residenze per studenti sono stati soddisfatti sul totale delle richieste, quanti sono esclusi perché non c'è più posto pur avendone diritto. Questi sono dati misurabili. Allora perché non scriverli? Non li troviamo scritti e il dubbio qua diventa quasi certezza perché, se sulle borse di studio mancano i 13 milioni di euro che la Regione non sta mettendo per coprire un diritto degli studenti e delle studentesse venete, se ho 2.000 studenti idonei senza alloggio, meglio togliere la percentuale di raggiungimento dell'obiettivo, non monitorarlo nemmeno, è a posto così.
Il problema è che questi studenti e studentesse vincitori di borse di studio e aventi diritto ad un posto in residenza studentesca e le loro famiglie non sono a posto così per niente. E questo strumento che oggi discutiamo rischia di allontanarci invece che avvicinarci alla sostanza dei problemi se lo costruite così. Non si possono modificare le tabelle non indicando le percentuali di raggiungimento degli obiettivi perché magari siamo lontani dai valori elevati che fanno scena.
Se questo bilancio è uno strumento per approfondire e cristallizzare una situazione a un certo momento, credo sia necessario, anzi basilare, utilizzarlo in modo coerente e sempre uguale, altrimenti, che senso ha darsi degli obiettivi e scegliere di verificare a che punto sia il loro raggiungimento se poi magari, per non esporsi a critiche o valutazioni di merito, si toglie direttamente il grado di raggiungimento?
Terzo esempio su cui poi tornerò: Veneto Lavoro. Questa volta la percentuale di raggiungimento degli obiettivi c'è, 100% su tutti e tre. Ma mi spiegate che cosa significa aver raggiunto il 100% degli indicatori previsti dal Ministero o dell'assicurare lo svolgimento delle attività previste? Dentro questi obiettivi ci può stare veramente di tutto e il che cosa non è un elemento secondario per capire se e come vengono erogati i servizi, anche qui a categorie fragili di lavoratori o potenziali tali. Sono definizioni talmente generiche e autoreferenziali che si fa fatica a capire cosa ci sia sotto la superficie.
Infine, sempre sul metodo, uno dei dati più rilevanti è determinato dall'aumento del livello di patrimonializzazione, che non è derivante da una crescita dei beni del gruppo della Regione, ma da una variazione dei debiti e dei crediti. Parliamo di un aumento della passività di oltre 660 milioni e dei crediti di quasi un miliardo. Mi soffermo su questo secondo dato, la cui parte più consistente deriva da crediti per trasferimenti e contributi verso Amministrazioni pubbliche, trasferimenti correnti da Ministeri o contributi agli investimenti da Ministeri. Aiuterebbe la trasparenza sapere da quali Ministeri attendiamo queste somme e per fare o aver fatto che cosa. E ancora, quante di queste somme, essendo un dato 2022, sono state incassate o stiamo aspettando. Parliamo di quasi un miliardo. Una parola in più se scritta può prevenire domande e fare certamente più luce.
E arriviamo alla seconda prospettiva con cui possiamo leggere il bilancio: l'impatto di questi enti e società su che cosa è successo e sta succedendo in Veneto nell'anno al quale il bilancio si riferisce e quali sono le conseguenze che si esprimono sul 2023. Se lo scorriamo abbiamo un bilancio che ci parla di obiettivi per la maggior parte raggiunti al 100%, numeri certamente accurati, ma se ci focalizziamo sull'impatto di questi obiettivi così pienamente ottenuti, almeno dove è stato messo l'indicatore, su quali servizi stanno dentro quel 100% e che tipo di conseguenze esercitano sui bisogni dei cittadini e delle cittadine del Veneto, le cose cambiano. I numeri cambiano.
Parliamo di come cambiano i numeri in materia di edilizia residenziale pubblica, la casa: 1.740 richieste di sfratto, 8.500 famiglie in attesa di assegnazione, 6.000 famiglie in stato di povertà abitativa e il 15% di case pubbliche sfitte per la cui ristrutturazione le ATER delle diverse Province non hanno le risorse. Questi numeri, che guardano alla sostanza, raccontano un'altra storia da quel 100% che dicevamo prima.
Uno dice: abbiamo Regione e Governo in filiera della stessa parte politica, se la Regione considera prioritario il problema della casa per le famiglie si investirà a tutti i livelli. E invece in Veneto quest'anno avremo 24 milioni di euro in meno per la protezione della povertà abitativa, con il Governo che azzera il fondo affitti e il fondo per le morosità incolpevoli, quello che va, per capirci, alle famiglie in sfratto che vivono una sopravvenuta impossibilità di pagare l'affitto, magari perché hanno perso il lavoro, si sono ammalate e non hanno potuto curarsi, visto lo stato dell'arte della sanità o perché sono lavoratori poveri, pur lavoratori, ma poveri.
Questo è quello che sta succedendo. Ci chiediamo a questo punto se ci sia la volontà di lavorare sull'emergenza abitativa accanto alle ATER oppure no, perché la fotografia del Veneto fuori dalla propaganda del "va tutto bene", a guardarla bene, forse, sembra diversa da quella che ci proponete.
Degli studenti, del diritto negato alle borse di studio, agli alloggi, abbiamo detto. Su questo direi che si fa fatica poi a stupirsi del fatto che se ne vanno, se scelgono Università e posti di lavoro in altre regioni limitrofe. Domandatevi, invece, che opportunità stiamo garantendo qui e ora.
Guardiamo al trasporto pubblico locale. La fusione tra Infrastrutture Venete e Sistemi Territoriali slitterà nuovamente al 2024 per effetto del ricorso in essere con l'avvio della nuova gestione ad oggi di fatto bloccato, come ferme sono le opere di elettrificazione e costruzione di sottopassi nella tratta della linea Adria-Mestre. Ma chi si muove, invece, sono i pendolari, che non solo su questa linea, ma sulla Rovigo-Chioggia, la Rovigo-Verona, vivono costanti disservizi, ritardi e problemi che incidono sui loro tempi di lavoro e di vita.
Al netto del ricorso, che certamente è un elemento di stop, qual è il pensiero e l'investimento che questa Regione mette sul trasporto pubblico locale? Nel complesso, siamo al penultimo posto per stanziamento di risorse, davanti solo alla Campania, con il 2,35% rispetto al Fondo TPL nazionale, con le altre Regioni intorno al 20 o addirittura attorno al 40-50 con Lombardia e Lazio.
Come cambierebbe la vita di moltissimi veneti se avessero una Regione attenta a garantire risorse in ottica di rinnovo dei mezzi, di sicurezza delle linee e di mobilità sostenibile? In compenso, però, le strade venete sono perfette. Audiremo, penso, Veneto Strade in vista del bilancio di previsione, ma se lo stato dell'arte è quello dello scorso anno, quando emerse che la situazione del manto stradale di cui Veneto Strade gestisce la manutenzione non è in uno stato decoroso e che con enorme fatica si cerca di porre in essere investimenti, credo non basti scrivere che il 100% degli obiettivi è stato raggiunto.
Vedremo cosa ci verrà detto in audizione, dove magari faremo anche il punto sulla più volte paventata costituzione di una newco tra Veneto Strade e ANAS, di cui avete parlato moltissimo. Ma da ultimo, nella nota di aggiornamento al DEFR leggiamo, testuale: "Può così proseguire il percorso di riorganizzazione societaria in sinergia all'attuale socio, Provincia di Belluno e, in futuro, ad ANAS S.p.A., così come sancito nel protocollo d'intesa firmato il 23 febbraio 2018". Di tutto questo non ho trovato traccia in questo consolidato.
Ci chiediamo se sia ancora tutto bloccato in quello strano disegno di federalismo stradale al contrario nel quale, invece di tenerci 700 chilometri di strade, le diamo ad ANAS: ad oggi nulla si sa.
In parallelo c'è poi CAV, che abbiamo audito alcuni giorni fa nella sua solidità e buona gestione. Non ha però potuto distribuire utili al socio Regione Veneto dal 2008 ad oggi e ancora per un anno, per un vincolo previsto dal contratto dei bond per il Passante di Mestre. Ferma dunque fino a che i parametri non avranno la floridità richiesta dagli azionisti. Questo nonostante la delibera del CIPE del 2007 con la quale si prevedeva che CAV realizzasse per la Regione opere ulteriori diverse dall'impianto originario della concessione. Il risultato è che con Veneto Strade da un lato e CAV dall'altro, o senza soldi sufficienti alle manutenzioni o con soldi che non si possono spendere, alla fine chi ci rimette sono gli automobilisti veneti, che viaggiano su strade spesso malandate o rattoppate per quanto possibile.
Aggiungiamo anche quest'anno una parola sull'Istituto Regionale per le Ville Venete, soggetto ad un ampliamento consistente di funzioni attribuito dalla Regione, sempre con un bilancio pesantemente in rosso, per oltre 900.000 euro nel 2022 e con qualche strumento, ad esempio il bando mutui, un po' più utilizzato, ma in sostanza sempre nella difficoltà di dovere addirittura provvedere al restauro delle ville di proprietà regionale, non avendo nel concreto le risorse per farlo.
Chiuderei con altre due realtà significative per l'impatto che sono nelle condizioni di esercitare. Entra quest'anno per la prima volta nel consolidato la Società Infrastrutture Milano-Cortina, che, si legge, "ha provveduto a predisporre il Piano degli interventi riguardante tutte le opere relative all'impiantistica sportiva, le opere infrastrutturali anche connesse e di contesto correlate con i giochi olimpici e paraolimpici 2026".
Tra queste opere collaterali, ricordiamoci, ci dovrebbero essere le due varianti di valico che, pur urgenti per rendere sostenibili i territori interessati l'evento e dare una prospettiva di più ampio respiro viabilistico all'area, non saranno realizzate in tempo, e l'ormai tristemente famosa pista da bob. Il silenzio sull'esito del secondo bando per affidare i lavori, i ritardi e i costi esorbitanti ci dicono quanto sia un azzardo: 124 milioni per realizzarla, 45 milioni per manutentarla nei prossimi 30 anni. Il Gruppo del Partito Democratico lo ha più volte denunciato. Tempi di realizzazione strettissimi. State facendo navigare nel buio interi territori con un progetto che rischia di pesare sulle tasche dei veneti per molti anni a venire. A proposito del "padroni a casa nostra" rischiamo di essere padroni di pagare.
Poi Veneto Lavoro. Dicevamo all'inizio dell'importanza di seguire una prospettiva che consideri qual è l'impatto sociale per la Regione e quale vuole imprimere attraverso i propri enti. Veneto Lavoro oggi ha un utile di 7,5 milioni di euro, consistente per un Ente pubblico il cui scopo non è quello di fare utili, ma di dare servizi.
L'assessore Calzavara, seguendo una retorica – mi permetta – un po' superficiale, in Commissione mi ha risposto che comunicherà a Veneto Lavoro che non va bene così e che a noi della minoranza piacerebbe vedere gli enti che vanno in rosso. Sottolineo e ribadisco: un ente pubblico efficiente che ha l'obiettivo di dare servizi pareggia il suo bilancio, ha a cuore i conti in ordine e l'equilibrio di bilancio, ma non avanza 7 milioni e mezzo di euro in un momento nel quale, ad esempio, nel quadro del programma GOL di Garanzia e Occupabilità dei Lavoratori del PNRR siamo ultimi, secondo quanto verificato da ANPAL, in merito alla presa in carico dei disoccupati da più di 12 mesi. Non può bastare dire che chi viene chiamato non è interessato. Una presa in carico seria, una profilazione di chi è destinato a questi programmi per dar vita a una formazione mirata che qualifichi rispetto al processo di digitalizzazione in atto è essenziale e si fa con risorse come quelle che sono lì ferme, non espressione di efficienza, ma di mancato investimento sui più fragili. Questa analisi fatta di spunti e di focus su esempi che riteniamo siano significativi ci mostra una fotografia che si può leggere in molti modi.
Ci direte che i veneti la vedono a colori perché vi hanno votati e dato il potere di governarci. Ci direte che siamo delle Cassandre, come ho sentito in pochi mesi più volte ripetere in quest'Aula, ma la realtà ci mostra che il complesso di enti e società inserite in questo strumento e cristallizzate nella gestione 2022 con obiettivi raggiunti spesso al massimo è diverso. Da un lato, in termini di metodo che chiediamo sia più coerente e mirato a una condivisione delle informazioni tale da rendere più trasparente il quadro; dall'altro, guardando al supporto della governance che questo strumento vuole essere nelle intenzioni della Giunta, con l'obiettivo concreto di fare di più e meglio per rispondere ai bisogni delle cittadine e cittadini di questa Regione che vi hanno dato sì l'onore e l'onere di governare, ma di farlo mettendo loro al centro.
Soprattutto i più fragili che fanno meno lobby o hanno meno potere per fare pressione perché le cose cambino, quelli che per primi dovremmo voler rappresentare, che non possono permettersi una casa, che hanno un lavoro e rimangono comunque poveri, che hanno un diritto per merito di studiare con agevolazioni e gratuità, che vogliono spostarsi o devono farlo col trasporto pubblico e che pretendono di vivere in una regione che tuteli la loro salute anche attraverso la cura e il monitoraggio dell'ambiente in cui vivono.
Tutte queste persone purtroppo sono molte, guardano la vostra fotografia colorata, la vedono sempre più sbiadita, tendente a un bianco e nero che tutti vorremmo non vedere.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie.
Buongiorno a tutti.
Capisco che il Bilancio consolidato, che probabilmente nell'immaginario di chi lo ha pensato nel 118 doveva essere uno strumento di raccordo e di comprensione di quelle che erano le dinamiche che una Regione o un Comune ha al proprio interno, venga utilizzato con giusto diritto di critica da parte di chi sta da tanti anni all'opposizione.
Quindi, prendiamo atto di quelle che sono le osservazioni, alcune anche interessanti, che servono a migliorare lo strumento, mentre altre dal punto di vista fotografico le lasciamo, come sempre, agli elettori, che vi manterranno in un bel bianco e nero ancora per qualche anno.
Però, è sul metodo... Lei deve imparare a rispettare quando parlano gli altri, cosa che non riesce a fare mai. Fa parte, probabilmente, di una maleducazione istituzionale che si porta dietro da qualche anno. Quindi, stia calma, che avrà tempo di dire le sue cose.
Mi dispiace il metodo, perché credo – e ho chiesto alla struttura – che la trasparenza che mettiamo all'interno di questo documento sia unica in Italia. Abbiamo fatto confronti con altre Regioni e tutto quello che mettiamo all'interno di questo documento è atto a cercare di dare, in primis naturalmente all'Amministrazione, alla maggioranza, ma poi anche all'opposizione, tutti gli strumenti di analisi, di critica di quello che ritengono sia giusto fare con un provvedimento importante come questo.
Mi dispiace che il percorso di costruzione dell'approvazione di questo documento e quindi il passaggio all'interno delle Commissioni non venga utilizzato per fare le domande sul posto giusto, per avere eventualmente le risposte anche in una fase successiva. Perché le risposte si possono trovare, poi possono piacere o non piacere, però quantomeno si cerca di dare una risposta rispetto ad alcune cose che avete evidenziato, in particolar modo nell'ultima Prima Commissione, dove vi siete concentrati sull'utile dell'ESU e sull'utile di Veneto Lavoro.
Abbiamo cercato anche di capire cosa succede. L'anno scorso, vi ricordo, c'era stato il tema dei risconti che dovevano essere in qualche modo sistemati. Li abbiamo sistemati e quest'anno Veneto Lavoro ci spiega, tra l'altro, che l'ente... E credo che qui sia anche la difficoltà del 118, cioè, mettere insieme società ed enti che hanno strumenti diversi anche di rendicontazione. Veneto Lavoro è in regime di contabilità finanziaria. Pertanto, la contabilità economica patrimoniale è una elaborazione che è solo ai fini conoscitivi, così come il concetto di utile di esercizio; utile di esercizio che quest'anno è di circa 8 milioni, ma che vede gran parte di queste risorse, che poi si trasformano in avanzo, in un avanzo vincolato: 2,4 milioni per il piano di potenziamento delle infrastrutture, 1,4 milioni per il piano di potenziamento del personale, 3,350 milioni per progetti assegnati e 850.000 euro per un contributo per il personale.
Quindi, delle volte, facendo le domande giuste, si riescono ad avere anche risposte adeguate. è chiaro che, nell'ambito di una dimensione come quella della Regione, qualche volta gli enti non hanno ancora la capacità di comprendere come l'analisi, poi, all'interno del Consiglio regionale, nel corso degli anni, si è fatta via via sempre più stringente e bisogna dare delle risposte che sono tranquillamente spiegabili e dimostrabili.
Così come l'ESU, l'altra richiesta che avevate fatto, che vede l'ESU chiudere con un utile di 382.000 euro. Questo è legato al maggiore trasferimento che è stato fatto, nel corso degli ultimi anni, dalla Regione agli ESU e dal fatto che l'ente non ha più debiti nei riguardi dell'Università di Padova per la mensa Agripolis di 496.000 euro. Giusto per darvi anche una dimensione di quello che è successo, che fa parte anche di elementi gestionali nel corso degli anni, i servizi ESU di Padova avevano nel 2020 64.000 studenti iscritti, nel 2022 ne hanno 71.767; i pasti erogati sono stati 328.397 nel 2020, 881.122 nel corso del 2022. È chiaro che all'interno di questa crescita c'è tutto il tema del Covid, di quello che è successo nel corso degli anni.
Quanto alla trattenuta sulla borsa di studio, una cosa che vi aveva preoccupato, ci spiegano che la borsa di studio universitaria è erogata parte in denaro e parte in servizi. La parte che viene erogata in servizi, cioè alloggio e ristorazione, è detta trattenuta ed è la quota che viene pagata all'ESU quale controprestazione per i servizi erogati agli studenti. La borsa pagata allo studente fuori sede è di 6.157,74; da questa cifra sono trattenuti a favore dell'ESU 1.600 euro per l'alloggio e 700 euro per il servizio di ristorazione. La borsa pagata allo studente pendolare è di 3.598,51; da questa cifra sono trattenuti a favore dell'ESU 500 euro per il servizio di ristorazione.
Sulle borse di studio, è nell'intenzione della Regione un provvedimento che vedremo tra un po', come l'abbiamo scritto... Insomma, se approvo un ordine del giorno (che abbiamo approvato in fase di assestamento) è perché credo a quello che c'è scritto lì dentro e lì dentro abbiamo detto che la Regione del Veneto cercherà di trovare il massimo delle risorse disponibili per le borse di studio. L'anno non mi sembra ancora finito, quindi vedrà che tra poco avrà una bella sorpresa, che forse non le farà piacere. Non so se farà piacere, non lo so. Non sono così convinto che vi farà piacere vedere che la Regione forse metterà qualche soldo sulle borse di studio, perché sarà un'altra cosa su cui non potrete dire... E quando si risolvono i problemi diventa ancora più difficile andare in cerca di qualcosa... È giusto che rientri nelle vostre facoltà quella di continuare a criticare l'Amministrazione regionale, che però continua il suo percorso con delle società sane, cercando di ampliare il perimetro con le novità che ci sono inevitabilmente perché, quando si fanno delle attività si ha anche la necessità di ampliare il perimetro. Vedremo questo aspetto di Finest, che, vi ricordo, è marginale dal punto di vista della partecipazione della Regione del Veneto all'interno di quella società. Contiamo ben poco, ed è una società orientata ad investimenti verso l'Est e quindi con caratteristiche completamente diverse rispetto a ciò che magari nell'immaginario possa sembrare una finanziaria. Abbiamo società in ordine, abbiamo enti in ordine, abbiamo anche la capacità di riuscire a mantenere il livello occupazionale delle agenzie.
Mi segnalava l'assessore Bottacin – che ha tutti i suoi numeri a posto – che nel 2020 c'erano 836 dipendenti in ARPAV. Oggi ne abbiamo 829 e ci sono Regioni molto più grandi di noi, come la Lombardia, che ha il doppio degli abitanti, che ha 941 dipendenti in ARPAV. La Campania ne ha 502 e forse la Campania qualche problema di carattere ambientale lo ha.
Ripeto, credo che sia un documento che ci dimostra ancora una volta, ma sempre con la volontà di migliorarlo, che si vogliono creare le condizioni affinché quelli che sono gli obiettivi che la Regione del Veneto, che il presidente Zaia si è dato all'interno del suo programma di mandato, vengano realizzati. Poi tutto è migliorabile, tutto è incrementabile, tutto si può fare meglio, però io credo che, se un soggetto terzo come Fitch dà la possibilità alla Regione del Veneto di fregiarsi di tre B e non può dare tre B solo perché purtroppo il Paese è A e non può dare alla Regione più del Paese a cui essa appartiene...
Ha problemi? Non ha problemi. Altroché, se ha crampi è bene che si alzi. Può fare quello che vuole. È la tecnica imparata in Parlamento, è la scuola del PD, anzi del PCI.

PRESIDENTE

Continuiamo a parlare del bilancio, per favore.

Ass.re Francesco CALZAVARA

È la scuola del PCI. Non è un problema, li ho già affrontati in altri campi gli atteggiamenti tipici della scuola del PCI, PD, PDS, quindi non è che mi impressionino più di tanto.
Dicevo, se Fitch ci dà questa certificazione è il segno che un soggetto terzo che riesce a guardare in maniera trasparente, senza avere indicazioni da destra o da sinistra, si accorge della bontà dell'operato della Regione, che continuiamo a fotografare a colori, con macchine sempre più efficaci, che probabilmente, aumentando anche i pixel, hanno la capacità di mettere in evidenza la bontà dell'operato di questa Giunta, di questa Amministrazione nel corso di quindici anni. So che vi dà molto fastidio, ma purtroppo è così.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la capogruppo Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non so perché è così nervoso l'assessore Calzavara oggi. Forse... Se posso parlare, visto che mi ha dato lezioni di educazione prima...
Capisco che, quando uno arriva alla fine di un impero, che si sgretola di fronte alla realtà, e si rende conto che non si sa più a cosa attaccarsi, rimane solo l'arroganza del potere. Vincere senza avere una cultura del confronto, senza essere disponibili ad accogliere le considerazioni delle minoranze, è una vittoria che non porta da nessuna parte. Quindi, è un atteggiamento che dimostra esattamente il vero volto di questa Amministrazione regionale, che non solo ha stravinto, come ogni volta pensate sia sufficiente ribadirci, ma vuole anche, vorrebbe anche mettere a tacere l'opposizione, perché non solo dà fastidio che stiamo qui in pochi, ma dà anche fastidio se diciamo il nostro punto di vista, al punto che l'Assessore al bilancio, anziché rispondere eventualmente alle considerazioni fatte dalla minoranza, pensa sia normale avere questo atteggiamento.
Siccome si sa che, quando uno deve riempire contenuti che non ha utilizza l'arroganza, questo è quello che abbiamo visto ora.
Invece, io vorrei provare – altrimenti stiamo perdendo tempo – a tornare sul nodo politico della discussione, che non è far vedere chi ha preso più voti, chi ha più consenso, chi ha già dato e chi deve ancora dare. Il punto è cosa c'è di politico dentro questo documento. Fuori da qua, dal palco di Pontida, potrete anche far finta di essere i più bravi, ma qua dentro, dove tutti abbiamo gli stessi diritti di parola, dovete farvene una ragione. Qua non ci sono gli elettori che vengono abbindolati dalle vostre fesserie, qua ci sono dei consiglieri, che pretendono delle risposte, che pretendono... Le fesserie che ho sentito dall'Assessore... Vado avanti.
Vi vorrei vedere così reattivi anche quando il vostro Assessore insulta le minoranze, ma siccome siete arroganti e prepotenti – arroganti e prepotenti – siete capaci soltanto di prendervela quando avete il vostro bel posto coperto dall'Assessore al bilancio.
Stiamo nel merito delle cose. Ovviamente, come sempre parleremo a nessuno, a una poltrona vuota. La differenza non si noterà particolarmente. La differenza non si noterà.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

L'assessore Lanzarin comunque rappresenta la Giunta.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

No, l'Assessore al bilancio, naturalmente, essendo competenza dell'assessore Calzavara.
Dicevo, staremmo discutendo, anche se appunto all'Assessore competente non interessa e non piace che la minoranza discuta, un passaggio che invece, a mio giudizio, al netto delle considerazioni tecniche, dovrebbe essere un passaggio rilevante, perché le scelte che noi facciamo, non esclusivamente collegate al bilancio consolidato, ma in generale rispetto all'impianto che il gruppo Regione Veneto si vuole dare attraverso le partecipazioni societarie o l'individuazione di enti strumentali, dovrebbe raccontare qual è l'idea di Veneto che avete. E io, attraverso questo bilancio regionale, provo a leggere qual è l'idea di Veneto che avete e che avete avuto in questi 15 anni e che oggi vediamo plasticamente, e dove siamo destinati ad andare a finire.
La parte più significativa di tutta l'attività amministrativa che questa Amministrazione e questa Regione esercitano non viene fatta né da questo Consiglio né dalla Giunta regionale, ma da tutto l'universo di società partecipate ed enti strumentali che questa Amministrazione ha messo in campo. Quindi, stiamo qua a discutere di niente, perché i soldi e le decisioni non passano da qui, ma passano dai consigli di amministrazione che loro nominano. Le infrastrutture acquedottistiche non le decidiamo noi, le decide Veneto Acque; le infrastrutture rotabili non le decidiamo noi, le decidono Infrastrutture Venete o Sistemi Territoriali; i fondi europei anche, adesso, non li decidiamo noi, li decidono sostanzialmente Veneto Sviluppo e i relativi dirigenti; le politiche economiche di questa Regione non le decidiamo noi, le abbiamo delegate a Veneto Innovazione, che scrive i bandi, decide gli stanziamenti e fa tutto; le politiche sulle infrastrutture autostradali non le decidiamo noi, le decidono CAV e la costituenda società Alto Adriatico.
Persino il comparto primario, la sua gestione e i suoi pagamenti non li decidiamo noi, li decide AVEPA. Le politiche del lavoro non le decidiamo noi, le decide Veneto Lavoro. Le politiche per la casa non le decidiamo noi, le decide ESU. Le politiche per il diritto allo studio – ATER, scusate – non le decidiamo noi, le decide ESU. Le politiche ambientali le decidono i Parchi. Le politiche culturali molto spesso le decidono le Fondazioni a cui noi ci limitiamo a girare le risorse.
Se in questo quadro noi ci mettiamo anche la potenzialità decisionale che sta in capo ad Azienda Zero e non alla Regione, abbiamo capito che stiamo discutendo di bricioline, perché il grosso delle scelte politiche e amministrative di questa Regione viene fatto in una struttura abnorme, in un complesso di società ed enti strumentali rilevante che si occupa della stragrande maggioranza delle attività di questa Amministrazione regionale e dunque mi porta a dire che la nomina dei CdA di qualcuna di queste società vale di più che essere nominati Assessore in questa Regione, perché decidono di più quelli. E lo dico anche rispetto a quando qualche Assessore, che forse non ha capito esattamente qual è la finalità del legislatore in alcuni casi, ironizza sul Decreto Madia. Purtroppo, il Decreto Madia è dovuto intervenire esattamente per situazioni come questa, dove c'era un utilizzo abnorme di soggetti esterni di diritto privato all'Amministrazione locale, per delegare, in luoghi che sono più difficili da controllare e in cui le regole della trasparenza sono meno evidenti, l'attività amministrativa.
Meno male che c'è il Decreto Madia, che ha obbligato questa Regione e tanti altri enti a fare un po' di pulizia rispetto a queste tecniche surrettizie di far svolgere l'attività, che dovrebbe essere pubblica, da soggetti privati.
È oggettivo, e vi sfido a dimostrare il contrario – se vuole però andiamo a vedere la Basilicata che ho capito che è la Regione target che noi ci diamo per vedere se siamo bravi, ognuno si dà il paragone che si merita, quindi ho citato il paragone dell'Assessore – questo utilizzo e ricorso all'esternalizzazione della funzione pubblica. Questo da cosa deriva? Deriva da una convinzione che questa Amministrazione regionale ha, e cioè che lo schema societario presenta meno rigidità della macchina burocratica amministrativa del pubblico. È più performante, dice il Presidente sempre. Noi dobbiamo essere performanti. Siccome la politica, venire in Consiglio regionale, rispondere ai Consiglieri di opposizione è una scocciatura, se io lo posso fare attraverso un CdA in cui magari le minoranze neanche hanno la rappresentanza, mi viene molto più facile e siamo più performanti, siamo più pronti a rispondere alle necessità che noi riteniamo essere quelle prioritarie.
Quindi, io mi chiedo e vi chiedo, se si degna l'Assessore di darci una risposta che non sia solo dettata dall'arroganza, ma che prova ad avere un po' di valenza di tipo politico... Lo ammetto, Assessore, sulla gara di prepotenza o di testosterone, ovviamente è lei, per definizione, parte vincente.
La domanda che rivolgo alla Giunta e a chi ha una responsabilità enorme nel costruire questo impianto politico è questa. Secondo lei, Assessore, quanto incide la finalità pubblicistica in questo impianto societario che avete messo in campo in tutti questi anni? Sempre se incide.
È una domanda non retorica e neanche banale. Se non ci fermiamo alla polemichetta che ritrovo anche poco utile, a questa domanda possiamo avere una risposta? Quanto incide la finalità pubblicistica dentro questo impianto? Al netto del fatto che lei ci spiega ogni anno che i bilanci delle società sono in ordine, rispetto alla finalità pubblica che le azioni di quella società dovrebbero svolgere per conto della Regione del Veneto, lei, che opinione ha esattamente? Perché io questo non l'ho capito. Ha l'occasione, se ritiene utile farlo, di dirci qualcosa.
In questa PDA sul bilancio consolidato, rispetto a questa domanda, io una risposta non l'ho trovata. Non c'è nessuna valutazione rispetto alle politiche pubbliche che questi soggetti sono chiamati a esercitare attraverso la delega che voi gli conferite.
Noi sappiamo che nel DEFR ci sono alcune schede in cui c'è una sorta di impegno previsionale rispetto all'attività di queste società, ma quando è il momento in cui noi andiamo a verificare se le cose che scrivete nel DEFR sono impegni mantenuti da questi enti strumentali? Quando avviene questo passaggio, se non dentro il bilancio consolidato, in cui lei, Assessore, invece di perdere tempo ad arrabbiarsi sulle virgole, dovrebbe rispondere nella sostanza politica di questo documento? Siccome non c'è niente da dire, si preferisce fare l'offeso. Faccia l'offeso!
Io, invece, penso che la valutazione che lei, noi, i cittadini del Veneto fanno rispetto a questa fondamentale domanda sia una valutazione cruciale, strategica che non potete più far finta di togliere dal piatto.
Assessore, faccia pure l'arrabbiato e l'offeso quanto vuole, capirà, non è una delle questioni che mi toglie il sonno, però c'è una questione rispetto alla quale, invece, secondo me, dovrebbe farsi passare un po' il nervoso e iniziare ad assumersi pienamente la responsabilità del ruolo che ricopre. E le spiego qual è, dal mio punto di vista.
A me sembra che noi siamo in una fase delicata, complicata della storia di questo Paese e di questa Regione. Le diseguaglianze stanno crescendo. Se non le ha viste dal palco di Pontida, le dico che dalle città normali queste disuguaglianze che crescono si vedono. Forse c'era il bandierone della Regione del Veneto che le oscurava la vista, ma come fa a non accorgersi che le diseguaglianze in Veneto, in Italia, nel mondo stanno crescendo? Come fa a non rendersi conto che questa Regione negli ultimi quindici anni sta presentando delle criticità anche inedite, dovute al cambio dei tempi che quindici anni fa non esistevano e che oggi meriterebbero un vocabolario nuovo di risposte? Come fa, Assessore, a non pensare che solo un deciso intervento pubblico potrebbe ridurre queste diseguaglianze che si stanno ampliando?
La pandemia ce lo ha dimostrato chiaramente: noi stiamo rispondendo a problemi nuovi con parole vecchie, come se quello che è successo negli ultimi quattro, cinque o sei anni fosse uno spot televisivo che è iniziato ed è finito e non ha prodotto conseguenze.
Ho ancora due ore e mezza, Assessore. Si può arrabbiare quanto vuole, ma la vera domanda che io le pongo, se riesce a rispondermi e se ritiene di rispondermi, è esattamente questa: ritiene o no che un intervento pubblico deciso, finalizzato, strategico possa contribuire a ridurre le diseguaglianze crescenti? Se sì, mi deve spiegare qual è, secondo lei, questo intervento pubblico per ridurre le diseguaglianze.
Continui pure con la retorica del Veneto tax free. Ormai io ho perso anche le speranze della possibilità che tamponiate quell'errore. Non vuole mettere l'addizionale? Non la metta. Il punto non è lo strumento, il punto è: lo vede il problema o lo vediamo solo noi? Perché se lo vediamo solo noi vorrà dire che saremo quelli delle sfighe e pazienza.
Io penso che ormai il problema sia evidente a tutti. Non vuole mettere l'addizionale, perché capisco che rimangiarci uno slogan con cui si riempie la bocca da tanti anni sia antipatico dal punto di vista politico, ma da un'altra parte l'intervento pubblico per ridurre le diseguaglianze lo deve mettere in campo. Lo dico a lei perché è l'Assessore al bilancio. Se il Presidente della Regione si degnasse ogni tanto di venire qua, lo direi ancora più volentieri al Presidente della Regione, ma purtroppo è impegnato a presentare il libro, non mi ricordo dove, oggi.
Se vedete, intravedete, intuite che esiste la necessità di correggere queste storture, come le correggiamo, come le volete correggere? A parte che avere la risposta di ESU rispetto al fatto che il bilancio è in attivo, perché ha chiuso la mensa degli studenti, è una risposta che dimostra che lei non sa di cosa sta parlando, perché ESU va in attivo perché da quando ci siete voi ha chiuso la mensa che era gestita direttamente dall'ente strumentale e viene a mancare un servizio ai ragazzi che studiano ad Agripolis, che non è Padova città, è un comune fuori dalla città di Padova. Non è che trovi mense pubbliche in giro per Legnaro. Quindi, il fatto che ESU, pure in passivo, potesse garantire il servizio mensa a quelle migliaia di studenti che lì studiano era una cosa utile. Ma siccome voi la misurate soltanto in termini di "quanti schei mi rimangono in tasca", e non rimangono tanti schei in tasca, avrebbe dovuto continuare a esercitare la funzione per la quale è stato delegato, cioè il diritto allo studio delle ragazze e dei ragazzi che si iscrivono alle Università del Veneto. Non me lo venga a raccontare come un fiore all'occhiello il fatto che ESU adesso è in attivo. È in attivo perché avete tagliato un servizio agli studenti di Agripolis. Punto primo.
Punto secondo. Su Veneto Lavoro lei mi dice: "dovete farci le domande e noi vi diamo le risposte". Me l'ha data dodici mesi dopo! Quella questione su Veneto Lavoro gliel'ho posta dodici mesi fa. Dodici. Lei forse è riuscito a spiegarmela oggi. Oggi forse è riuscito a darmi la risposta.
Se questi sono i tempi, capirà che non è che ci mettiamo proprio a investire tantissimo nel chiedere le risposte. Trovo francamente persino offensivo che lei lasci intendere che noi auspichiamo che i soldi per le borse di studio non arriveranno, perché, se non fosse stato per noi, che almeno su questo tema abbiamo provato a sollevare un po' di opinione pubblica, voi quel tema dove ce l'avevate nella vostra lista di priorità?
Infine, Veneto Lavoro. Cito alcune questioni perché sennò la facciamo troppo lunga.
Avendo due ore e venti minuti posso permettermelo, consigliere Bet. C'è un'ottima caffetteria, se vuole, se non è interessato. Giustamente, non siete obbligati ad ascoltarmi. Siete solo obbligati a farmi parlare, non ad ascoltarmi.
Dicevo, su Veneto Lavoro, assessore Calzavara, lei mi ha risposto dodici mesi dopo a una cosa che io avevo notato e su cui lei non si era posto il minimo dubbio. Oggi, però, non mi dice niente, assessore Calzavara, su come Veneto Lavoro ha performato rispetto, per esempio, al programma GOL, che è l'unica roba, la più importante, su cui Veneto Lavoro quest'anno si dovrebbe essere impegnato (intendo il 2022), che è la vera grande novità, il vero cambio di passo per le politiche attive del lavoro o quantomeno – per stare sul linguaggio che so a lei caro – è l'unica entrata economica rilevante che questa Regione ha ottenuto nel 2022 per le politiche attive del lavoro. Parlo di soldi che so che così attiro la sua attenzione.
Nel bilancio consolidato di Veneto Lavoro l'anno più importante in cui parte il programma GOL, che dovrebbe essere lo strumento attraverso cui l'Italia prova a costruire un sistema di politiche del lavoro nuovo e innovativo, nel bilancio consolidato di Veneto Lavoro della Regione del Veneto che lei ci presenta, assessore Calzavara, non dice una parola sul programma GOL. Decine di milioni di euro alla Regione del Veneto e lei si preoccupa di spiegare i ratei, i risconti di Veneto Lavoro, ma non dice niente sul programma GOL, giusto per fare un'osservazione.
La seconda osservazione, che è una delle ragioni per cui le chiedo dove sta la politica dentro il suo bilancio consolidato, è che ci fosse stata una parola sul PNRR dentro questo bilancio consolidato. Non avete spiegato come le società partecipate dalla Regione del Veneto hanno performato rispetto agli strumenti messi in campo dal PNRR. Siamo stati capaci, attraverso le nostre società, di cogliere la grande opportunità data dalle risorse europee per trasformare la nostra Regione, il nostro territorio? Mi spieghi come avete fatto, dove li avete messi questi soldi, come avete attivato le vostre società per prendervi le risorse del PNRR, quelle possibili. Non c'è scritto niente. Lei non ci propone una visione, un occhiale attraverso cui leggere, in coerenza, le politiche pubbliche che avete esercitato insieme a tutte queste società. Dove sta il PNRR?
Io voglio sapere – altra domanda che le faccio, Assessore, e magari sul consolidato dell'anno prossimo ci risponde – dentro tutto questo groviglio di società partecipate e di enti strumentali, che possono essere soggetti attuatori delle progettualità PNRR, dove li avete intercettati questi fondi? Con quale finalità? In quale missione? Sulla base di quale progetto di sviluppo del Veneto del futuro?
Questa è una discussione che si può fare per ragionare attorno al bilancio consolidato. Quindi, assessore Calzavara, le ripeto, la qualità di chi fa politica o di chi fa l'amministratore pubblico si basa fondamentalmente sulla qualità delle risposte che è capace di dare.
Se la qualità la misuriamo sul tasso di arroganza, siamo lontani, a mio giudizio, dall'obiettivo che la Regione del Veneto dovrebbe porsi. Allora, forse troverà meno fastidioso e meno stucchevole l'intervento della minoranza nel momento in cui sarà in grado di darci delle risposte che qualifichino, che diano colore alla sua iniziativa politica, perché, sennò, lo dico così, visto che, come lei non manca mai di ricordarci, voi vincerete per sempre e noi perderemo per sempre, la prossima volta al suo posto andiamo a prendere un bravo ragioniere, che forse almeno il suo mestiere riesce a farlo anche meglio.
Se questo è il Piano sul quale dobbiamo valutare l'azione politica dell'Amministrazione della Regione del Veneto, io penso che un ragioniere, ma neanche bravissimo, un ragioniere che sa fare il suo lavoro, può essere totalmente un'alternativa interessante.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la correlatrice, la collega Luisetto, perché ha citato un tema che mi sta particolarmente a cuore, quello della gestione della tratta ferroviaria Chioggia-Rovigo. Come sapete, ho usufruito di quella tratta per diversi anni andando all'Università a Rovigo. Devo dire che ha centrato un punto cruciale di tutta questa discussione.
Come diceva l'assessore Calzavara, è vero, siamo in sessione di bilancio consuntivo; quindi, un bilancio che ormai si è chiuso e vi è un ragionamento ex post da fare. Proprio perché si chiude un bilancio, in questo caso c'è anche un'altra chiusura, che è un capitolo chiuso che riguarda Sistemi Territoriali (ST), la società regionale che gestiva, lo fa ancora oggi, ma si spera per poco, la tratta Chioggia-Rovigo.
Infatti, c'è stato un bando in cui si è aggiudicata il servizio Trenitalia. Quindi, speriamo e ci auguriamo che il servizio possa essere gestito in maniera migliore rispetto a quanto si faceva prima perché, come ha detto la collega, erano all'ordine del giorno le continue soppressioni di treni, addirittura anche, a volte, senza sostituzione; quindi, significa che i pendolari rimanevano a terra, sia da una parte che dall'altra. Quindi, o non si arrivava al luogo di lavoro o non si arrivava a casa.
Questo è successo molto spesso anche in questi giorni in cui si è riaperta la tratta e ci sono state soppressioni non sostituite dai bus. Si spera che la società Trenitalia possa gestire al meglio quella tratta, che, tra l'altro, si dice spesso che, oltre a non funzionare, non è frequentata, ma, a dir la verità, stamattina sono capitata proprio in stazione per verificare e ho visto che c'erano numerosi studenti, ad esempio, che prendevano il treno in mattinata.
La responsabilità della Regione del Veneto c'è tutta, perché una società regionale come Sistemi Territoriali, che ha gestito la tratta Chioggia-Rovigo come l'ha gestita, è stato un completo fallimento quel tipo di gestione, forse il più grande fallimento della gestione del trasporto pubblico locale regionale.
Ci auguriamo che questa cura del ferro, come abbiamo spesso sentito dall'assessore De Berti, possa funzionare al meglio ora che verrà questo nuovo gestore. Capiamo benissimo che si tratta di una responsabilità chiaramente grande, per cui nel prossimo bilancio consuntivo magari non avremo altro di cui discutere o non avremo rilievi da fare.
Questa è una speranza che mi sento di esprimere, un augurio che sento di fare alla Regione del Veneto proprio perché i nostri cittadini siano soddisfatti del servizio del trasporto pubblico locale, sia su ferro che su gomma, e quindi si possano recare a lavoro o a scuola, all'università in completa sicurezza, anche facendo del bene all'ambiente, perché sappiamo tutti che, se prendessimo tutti il mezzo pubblico, eviteremmo di usare l'auto e quindi creeremmo meno inquinamento e più salute, ma anche più soldi che rimangono nelle tasche dei cittadini.
Per cui lo sottolineo: la responsabilità sulla gestione del trasporto pubblico è essenziale, è assolutamente importante, va sottolineata e speriamo che con il prossimo bilancio si possa chiudere in bellezza un altro anno di attività, per cui i nostri cittadini del Veneto possano essere soddisfatti a tutte le latitudini rispetto al trasporto pubblico locale, senza poi citare gli altri temi che hanno sottolineato le colleghe in precedenza.
Solo per dire che si è chiuso un capitolo di bilancio, ma se ne è chiuso anche un altro relativo a una gestione fallimentare, purtroppo, del trasporto pubblico regionale.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Buongiorno, Assessore.
Le dico una cosa in premessa: io uso sempre il bilancio consolidato per fare un ragionamento non tanto sui numeri, ma politico. Spero che non reagisca come ha reagito precedentemente, ma io alcune cose in maniera diretta gliele voglio dire, perché questo è l'unico momento in cui ragioniamo davvero sulle partecipate della Regione che mettiamo in consolidato, ma io vorrei aggiungere anche qualcosa su alcune che non mettiamo in consolidato, ma su cui è importante iniziare, anzi continuare a fare dei ragionamenti.
Questo è l'unico momento in cui, al di là di vedere se e come noi gestiamo questi enti strumentali, possiamo valutare se questi enti strumentali danno ai nostri cittadini la capacità e la possibilità di veder realizzati alcuni servizi.
Le faccio subito un appunto, perché sul tema delle borse di studio – e lei sa bene quanto ce ne siamo occupati e in particolare me ne sia occupata in quest'Aula – oggi vedo dei dati che credo, fuori di qui, a chi ci sta ascoltando dovrebbero arrivare.
Se oggi la ministra Bernini dice che ha trovato i fondi per 4.947 idonei non beneficiari, almeno io ho letto così, e se noi a giugno 2023, in Veneto, avevamo ancora 3.646 idonei non beneficiari, a giugno, poi abbiamo avuto delle integrazioni, come lei ben sa, che alcuni di questi li ha fatti scendere questi dati, voglio sapere una questione, e questi dati un po' lo dimostrano.
Come ho spesso sostenuto in quest'Aula, al di là di questa fattispecie specifica di un Governo precedente che aumenta la dotazione delle borse per gli studenti e quindi ci troviamo senza fondi, la Regione del Veneto è l'unica Regione o la peggiore Regione in Italia per quanto riguarda la copertura delle borse agli idonei non beneficiari.
Io non voglio dirlo a lei, perché so bene che non è la sua competenza, ma è l'assessore Donazzan che ha questa competenza all'interno della Giunta. Però, la cosa che va detta, la verità che va detta è che noi per anni non abbiamo messo quanto dovevamo per le borse di studio degli idonei non beneficiari, degli idonei che dovevano essere beneficiari, ma in questa Regione sono non beneficiari. Quindi, il fondo del Governo non ci è mai arrivato di una dotazione tale per coprire tutti gli idonei. E quindi, quando il Governo precedente ha aumentato la dotazione economica che va in tasca agli studenti, senza avere una copertura, noi ci siamo trovati ad essere la Regione peggiore d'Italia. Infatti, i dati dimostrano che, se arrivano 4.947 borse a copertura grazie alla ministra Bernini, la quota di questi 4.947 è ben presente in questa Regione.
Rendiamoci conto che il Veneto che corre, il Veneto eccellente è quello che fa peggio sulle borse di studio universitarie. Questa è la verità che deve essere detta ai genitori che stanno fuori di qui e che fanno i sacrifici per mandare i propri figli a studiare all'Università: la Regione del Veneto non ha mai fatto il suo dovere. Questo è il tema. Siccome noi abbiamo la possibilità, attraverso gli enti strumentali della Regione, di fare invece il lavoro, di garantire il diritto allo studio, noi non l'abbiamo mai fatto. Mi spiace, ma la dichiarazione del ministro Bernini conferma solo quello che abbiamo sempre detto in quest'Aula, e non perché pensiamo che dicendolo in quest'Aula facciamo male a voi maggioranza, ma perché, quando portiamo qualcosa in quest'Aula è per riuscire a dire alle persone fuori da qui che qui c'è qualcosa che non va, e lo sapete anche voi.
Pensare che un ragazzo che ha una famiglia povera non può permettersi di studiare e si disiscrive dall'Università è qualcosa che non deve accadere nella Regione del Veneto. Lo dico chiaramente, fuor di polemica rispetto a lei, ma perché la gente qui fuori deve sapere che è così. Deve sapere che è così perché qui dentro chi ha la delega al diritto allo studio non ha fatto il suo lavoro. Non avete messo i fondi necessari per pagare le borse di studio da sempre. Oggi ne abbiamo solo la conferma, perché interviene il ministro Bernini e dice: "Mettiamo i fondi per coprire 4.947 borse di studio, la maggior parte delle quali è in Veneto". Poteva aggiungere un virgolettato. Non l'ha fatto, lo aggiungo io. La maggior parte di queste persone è in questa Regione.
Abbiamo un problema. Abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno qui dentro su questo tema e non credo che oggi sia giusto dire è un tema che è della minoranza o è un tema della maggioranza. È un tema di tutti, perché i figli sono anche vostri. Magari i nostri non prendono la borsa di studio perché abbiamo un lauto stipendio, ma forse il vostro vicino di casa sì e noi non gli paghiamo la borsa di studio.
A me sembra questo quello di cui dobbiamo discutere oggi, non tanto che bravi voi che avete adesso risolto la questione degli idonei non beneficiari. Prima di tutto lo vedremo. Due, l'ha risolto eventualmente una manovra di bilancio che ha aumentato dei fondi. Tre, noi non garantiamo il diritto allo studio, perché nel nostro bilancio regionale, di quello che è di nostra competenza, noi non facciamo quello che dobbiamo. Spero che sia chiaro a chi ci ascolta fuori di qui che il tema è questo.
Secondo tema. Ne prenderò tre perché, se dovessi dilungarmi su tutte le questioni politiche che stanno dietro ai nostri enti strumentali prenderei tantissimo tempo, ma mi soffermo su quelli più urgenti, su quelli su cui abbiamo oggi un ordine del giorno dato da qualcun altro, e parlo della Provincia di Belluno. Qui noi stiamo discutendo anche della Società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 S.p.A.
C'è stata una manifestazione, domenica, partecipata. La Provincia di Belluno oggi vota un ordine del giorno con cui chiede delle cose ben specifiche sulla pista da bob. Io davvero qui voglio richiamare l'attenzione sul fatto che non è il Comitato degli ambientalisti piuttosto che i Consiglieri di minoranza ad aver proposto un ordine del giorno, che abbiamo fatto votare, ma è la Provincia di Belluno, che dice qualcosa.
Dice, ad esempio, di chiedere alla Fondazione Milano-Cortina 2026, al Governo italiano, alla Regione del Veneto di verificare, urgentemente, in via ufficiale con le Istituzioni austriache competenti, prima di procedere all'affidamento dei lavori per la pista da bob, se sussistono realmente le condizioni. Invece, nonostante ci sia non il Comitato degli ambientalisti, ma una Provincia che dice questo, leggiamo che il presidente Zaia, piuttosto che fare un passo indietro su un'opera che costa l'ira di Dio, andrebbe lui a costruirla, io credo. Perché? Perché spendere 124 milioni di euro, quando abbiamo un ente come la Provincia che dice: attenzione perché, se dovessimo davvero andare a vedere non solo i costi che avrà di realizzazione, ma i costi di manutenzione dopo, di rigenerazione...
Mi ricordo delle discussioni in quest'Aula, dove lei diceva "ci occuperemo del dopo, del post". Sa quanto costa occuparsi del post? Chi lo pagherà? Lo pagheremo noi? Toglieremo ancora soldi alla gestione dei servizi dei nostri cittadini?
Questi sono i temi, perché noi oggi stiamo discutendo non tanto del fatto che i nostri enti strumentali funzionano. Vivaddio, siamo la Regione del Veneto, spero bene che ARPAV, anche se sottofinanziata com'è purtroppo spesso non ha funzionato come doveva, funzioni. Dobbiamo vedere se funziona non dal punto di vista gestionale, ma se il lavoro che fa per l'ultimo miglio, per le persone che sono fuori di qui, avviene.
Ecco, due temi su cui non avviene sono borse di studio e un ente come la Provincia che si esprime e io sinceramente quando un ente si esprime, e non sono solo le persone che l'altro giorno erano a manifestare, mi chiederei se qualcosa di sbagliato io lo stia facendo. Invece no, c'è sempre l'obiettivo: andiamo avanti. Mai pensare che, se succedono delle cose per cui qualcosa fa cambiare idea, ad esempio un preventivo che lievita piuttosto che la popolazione locale che dice: attenzione, la state facendo male questa scelta, vivaddio, un passo indietro non si fa mai.
Abbiamo un altro tema di cui ci siamo occupati tanto, e credo che oggi vada rimesso al centro, perché lo fanno vedere gli articoli imbarazzanti che mostrano quanto la Regione del Veneto è indietro anche su questo tema: è il tema delle case pubbliche. Anche qui il Governo in una manciata di secondi taglia il fondo a sostegno degli affitti, 22 milioni, il Governo Meloni taglia, non c'è più supporto per le persone in barba a tutta la retorica che è stata fatta da Fratelli d'Italia di essere a favore delle periferie, a favore degli ultimi, a favore di quelli che non ce la fanno a pagare l'affitto. Cosa fa il Governo Meloni? Taglia il fondo a sostegno per le famiglie povere. Cosa fa la Regione? Manda una circolare dove avvisa i Comuni e dice: cari Comuni, non c'è più il fondo affitti, mi spiace, non possiamo più darvi i fondi per sostenere le famiglie che non si possono permettere di pagare l'affitto.
C'è stato un ragionamento o qualcuno nella Giunta ha discusso che invece di mandare una circolare ai Comuni, la soluzione non è quella di aumentare i fondi, visto che il Governo sta sbagliando e dire: beh Governo, hai sbagliato, lo mettiamo noi, integriamo noi? Perché alla fine le famiglie vanno a bussare alla porta dell'Assessore al sociale del Comune, ma i Comuni vengono governati anche da voi, non solo dal centrosinistra, anzi, pochi vengono magari governati dal centrosinistra e lo sapete bene. Io mi immagino quanti Assessori al sociale o alla casa avete nei vostri Comuni di riferimento che vi chiamano, vi chiedono e vi dicono: guardate che il Governo ha tagliato il fondo affitti e noi non riusciamo più a sostenere le famiglie che vengono a chiedere un sostegno per la casa. E voi cosa rispondete? Mettiamo 124 milioni di euro, non ovviamente tutti della Regione, su un'infrastruttura inutile, oppure facciamo in modo che ad ATER non venga messo neanche un euro, perché, da quando sono in questa sedia, io non ho mai visto in nessuno dei bilanci un fondo aggiuntivo per le ATER, per lavorare sul tema del dismesso e dello sfitto. E i dati lo dimostrano, perché grazie ad un lavoro che ho chiesto, ma abbiamo fatto anche con la presidente Rizzotto, di trasparenza sulla raccolta dei dati delle ATER e quindi in Commissione Seconda abbiamo visto finalmente le ATER che rendicontano quanti immobili sfitti hanno, quanti denari servono per mettere a posto, eccetera eccetera, noi non abbiamo messo un euro e il patrimonio ATER sfitto sta aumentando del 19% negli ultimi due anni. Perché i dati parlano e parlano chiaro del fatto che questa Regione sta sbagliando a gestire i suoi enti strumentali, oggetto all'ordine del giorno di oggi.
Invece si limita a dire: sì, dai, dal punto di vista della gestione stanno funzionando bene. E dal punto di vista della elargizione dei servizi al cittadino come stanno funzionando? Male, e ho fatto tre esempi. Su questi temi io spero ci sia una discussione delle risposte, perché questo momento, per quanto possa sembrare un momento tecnico, è il momento che ci avvicina a una discussione importante, cioè quella del bilancio e del Documento di economia e finanza che andremo a votare tra qualche mese. Come lei sa, non sono scollegate le questioni che oggi stiamo discutendo rispetto a quello che arriverà in Aula tra qualche mese.
A me non basta né fare un discorso tecnico e tecnicista, né utilizzare la retorica e dirci: lei sbaglia, io sbaglio. A me questa cosa non è mai piaciuta e i miei interventi in Aula li faccio in un'altra maniera. Quello che le sto dicendo è che abbiamo delle questioni problematiche su cui i cittadini se ne stanno rendendo conto, e io non vorrei che il voto di quei cittadini andasse ancora di più nel voto di protesta perché l'abbiamo già visto cosa succede. Prima che accada questo... Tanto poi i cittadini, per fortuna, sono più intelligenti di noi. E cosa fanno? Un giorno cambieranno di nuovo, visto che il Governo che hanno voto ha tagliato il fondo per gli affitti, però ci vorrà un po'. Forse quello che dovremmo fare noi in questo momento è dire: ci mettiamo dalla parte di chi, in questa regione, questi servizi non li sta più ricevendo perché noi stiamo sotto finanziando il lavoro dei nostri enti strumentali, perché noi non stiamo facendo un ragionamento su dove mettere davvero i fondi per quelle persone che fino a prima magari riuscivano ancora a stare in piedi, ma adesso l'affitto non lo riescono più a pagare, perché stanno aumentando.
Non voglio entrare sui dati su cui ieri ho provato a esprimermi anche sui giornali rispetto a quanto le persone oggi stanno pagando per accedere ai servizi sanitari e decidono di non curarsi, perché avete visto anche voi sui giornali la rassegna stampa e non sto a portarvela, però la questione è grave e qui non ci sono allarmismi facili da fare, qui c'è solo una questione e una domanda ultima: abbiamo voglia di prenderci in carico, avete voglia – visto che state governando voi – di prendervi in carico le questioni che i cittadini veneti vi sottopongono ogni giorno? Perché io sono sicura che qui dentro fate la parte del "va tutto bene", ma quando andate sul territorio ci sono le persone che si lamentano. Io lo so, ne sono sicura perché non si lamentano solo con me. Anzi, da me vengono poche persone, la minoranza infatti. Vanno da voi i più, spero. E cosa gli rispondete? No, faccio il tecnico. Va tutto bene. In realtà le nostre partecipate e gli enti nel Bilancio consolidato le stiamo gestendo bene.
Io non credo sia questa la risposta che date ai vostri elettori. Ecco, forse un bagno di umiltà, con un po' di risposte sulle cose concrete e i servizi ai cittadini andrebbe fatto anche in quest'Aula.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore che è qui e che ascolta.
Io condivido le valutazioni politiche che sono state fatte dai colleghi, però chiederei veramente uno sforzo all'Assessore per aiutarci a capire. Il Bilancio consolidato, dal punto di vista tecnico, è un documento complesso che sintetizza un'attività molto ampia. Quello che non ho sentito in Aula e che invece mi piacerebbe sentire è una spiegazione di quelle che sono le macro-variazioni che ci sono state tra il 2021 e il 2022. Ci sono alcuni elementi importanti di variazione, che io credo necessitino un po' di un chiarimento per poter comprendere ciò che è accaduto.
Il Bilancio consolidato è il consuntivo delle azioni politiche prese negli anni precedenti e quindi rende conto di ciò che è accaduto. Io sinceramente non sono riuscito a capire fino in fondo ciò che è accaduto e mi riferisco a due elementi fondamentalmente. Un primo elemento è l'aumento del circolante netto di 1,048 miliardi, cioè +19,2%. Questo dal punto di vista della gestione finanziaria della capogruppo, che è la Regione, è un elemento forte. Modificare il circolante di quasi il 20% significa che è cambiato qualcosa profondamente. E io vorrei capire bene che cosa è successo. Ci sono delle indicazioni, ovviamente, tecniche. La stessa nota dei Revisori, dal punto di vista tecnico, rende conto. Ma dal punto di vista politico c'è un fatto, ovvero 928 milioni di euro di incremento dei crediti verso le Amministrazioni pubbliche. Questo è un elemento forte nella gestione finanziaria. Ci fa capire, Assessore, cosa è cambiato? Indubbiamente c'è il tema del PNRR, che ha già sollevato la collega Camani, i contributi agli investimenti. Di questi, 593 milioni sono relativi al PNRR.
Ci fa capire? Perché molti di questi fondi sono entrati nella gestione finanziaria. Come interagiscono con le Amministrazioni che sono chiamate ad utilizzare questi fondi? C'è il rischio che parte di questi fondi l'anno prossimo li vedremo come variazioni negative perché non siamo stati capaci di utilizzarli? Questo è un primo elemento.
Il secondo elemento forte che io ho visto nella lettura del consolidato è il fatto che i proventi da tributi sono saliti da 10,78 miliardi a 11,6 miliardi. C'è un incremento di 859 milioni, che è il 7,97%. Ci spiega come mai, al di là della retorica del "Veneto tax free" e del "non mettiamo le mani in tasca", c'è stato un incremento dell'8% nei proventi da tributi?
L'ultimo elemento che vorrei portare alla sua attenzione, su cui le chiedo di aiutarci a capire meglio, è il fatto che i debiti complessivamente del consolidato sono aumentati di 841 milioni di euro. Di questi, 873, poi ci sono delle poste positive dovute ad alcune controllate, sono dovuti alla capogruppo Regione del Veneto e 825 milioni sono somme anticipate dalla Tesoreria dello Stato per la sanità.
Ecco, a fronte di questo incremento delle somme anticipate dall'Amministrazione centrale dello Stato, come è cambiata la gestione finanziaria delle ULSS, tenendo conto che 561 milioni di euro dei 593 del PNRR sono destinati alle aziende sanitarie.
Mi piacerebbe che lei ci leggesse questi macro-numeri. Non parliamo del milione e mezzo o dei 2 milioni che variano in alcune delle partecipate, che sono comunque da tenere sotto controllo, ma questi grandi numeri che descrivono la variazione nelle politiche, nelle macro-politiche della Regione, che è la controllata, credo andrebbero capiti meglio e andrebbero spiegati, per cercare di comprendere quelle che sono le linee su cui si sta muovendo la gestione finanziaria. Variazioni appunto del 20% del circolante possono da un lato... voglio dire, è aumentato il circolante; quindi, uno può leggerla come un consolidamento positivo dei conti, ma dall'altro potrebbe essere il presupposto per un problema di tipo finanziario nell'anno successivo qualora questi flussi finanziari non siano veicolati correttamente.

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È vero che il Bilancio consolidato è il momento in cui andiamo a chiusura di quelle che sono le situazioni di fatto già decorse, ma noi dobbiamo e abbiamo il dovere di rilevare quelle che sono le criticità, perché credo che la Regione dovrebbe, in quanto politico, in quanto amministratore, cercare di fare meglio per i momenti successivi. Cosa che però vediamo che negli ultimi anni effettivamente non succede. Ma noi non demordiamo e andiamo avanti con quelle che sono non tanto le contestazioni strumentali o le criticità tanto per dire, ma per mettere in evidenza che, girando il territorio, i problemi vengono fuori e credo che anche voi li vedete questi problemi. La diversità sta nel fatto che volete fare passare il messaggio che tutto va bene in Veneto. Addirittura, oggi è emerso che siamo più trasparenti degli altri, come se la trasparenza fosse una cosa che viene o meno concessa: è un diritto e un obbligo di legge, non è che possiamo esserlo o meno o più degli altri. Noi abbiamo il dovere di esserlo e l'Amministrazione trasparente è per legge obbligatoria, come anche la messa a conoscenza di tutti i dati ovviamente alla popolazione e alla cittadinanza. Invece qua possiamo dire poco che c'è trasparenza, perché la difficoltà a volte ad avere i dati è talmente grande e credo che il Veneto non sia cieco nemmeno in questo caso, anzi.
Allora forse nell'entrare nel merito delle varie situazioni di questo Bilancio consolidato, io credo che l'ARPAV meriti attenzione, perché nello stesso momento in cui aumentano in Veneto i reati ambientali, abbiamo una diminuzione di personale. La conseguenza, ovviamente, è la diminuzione dei controlli. è una scelta? Che cos'è? Come mai noi non puntiamo invece nell'aumentare il personale per avere i controlli, visti i reati ambientali che abbiamo in Veneto?
Non solo: nel momento in cui costruiamo, appunto, delle sedi molto importanti e non facciamo niente per organizzare il personale, perché nel momento in cui noi parliamo con loro le cose che ci rammostrano sono, ad esempio, il perdere tantissimo tempo per le verifiche da una parte all'altra del territorio, quasi come l'organizzazione fosse qualcosa che non serve, in realtà l'organizzazione è fondamentale in questi tipi di attività.
Nello stesso tempo, però, diminuiamo il personale, diminuiamo anche i laboratori dei controlli e delle analisi. è una scelta oppure è una diminuzione dei costi di investimento per cui vogliamo che poi il bilancio sia ovviamente positivo e tagliamo, come è stato detto, giustamente da chi mi ha preceduto, non solo i servizi, ma anche tanto altro?
Parliamo di ESU. Anche sugli ESU credo che abbiamo il dovere di dire molto. Le cose principali sono gli alloggi. Ma che difficoltà ha un ragazzo ad avere un alloggio a un costo accessibile? Quattro famiglie su dieci hanno difficoltà enormi a pagare gli studi, figuriamoci se riescono a pagare gli alloggi. 400 euro in media per avere una stanza è tantissimo. Qual è la persona che in un Veneto pur ricco, che oggi ha uno stipendio medio di 1.400 euro, un genitore, può permettersi di pagare 400 euro al mese per una stanza a un figlio nel ricco Veneto? Il ricco Veneto dovrebbe avere un'Amministrazione altrettanto in grado di dare quei servizi che non riesce ad ottemperare.
Non solo. Noi abbiamo degli studenti, ad esempio, che da Rovigo, per fare 95 chilometri, in treno, Assessore, ci mettono due ore. Questo significa che da Rovigo a Verona, città universitaria, per alcune Facoltà dove tanti appunto accedono da altre città, devono prendere un alloggio perché il treno è talmente arretrato nel Veneto ricco che non è possibile pensare di fare quattro o cinque ore di tratta per andare all'università in giornata. Devono prendere ovviamente la stanza. Stanza che a Verona costa sui 400 euro. Com'è possibile? Perché abbiamo avuto quell'incremento anche di turismo, bellissimo, positivo, che ha portato a fare delle stanze per gli alloggi turistici, non certo per gli studenti.
La politica dov'è che deve intervenire? Deve intervenire nel calmierare queste situazioni in modo tale che il diritto allo studio sia e venga garantito, perché nel Veneto ricco, dove il 10% non lo è più, è a rischio povertà, dove oltre 500.000 persone vivono con meno di 1.000 euro, com'è possibile pensare di pagare rette universitarie, alloggio e tutti quelli che sono i costi accessori, perché le mense, spesso, come è stato detto, sono state anche tagliate?
Veneto Lavoro io credo che avrebbe potuto e avuto la possibilità di fare tanto perché abbiamo ancora da noi una discrasia, una diversità tra quelli che sono gli stipendi tra uomo e donna che la politica deve prendersene carico e intervenire. Dove mancano i servizi e si mette in difficoltà la donna con figli a lavorare, la politica deve fare qualcosa. Ma siamo ancora nel nostro Veneto eccellente – così almeno lo definite sempre – molto arretrati su questo e c'è difficoltà di accedere a un lavoro con parità di reddito e di guadagno rispetto a un uomo. Siamo ben lontani. Non solo non abbiamo servizi, anzi i servizi che abbiamo sono tra i più cari in Italia. Ma andiamo contro a quelle che sono le stesse leggi che noi facciamo, perché se da una parte dovremmo investire in questo o fare investire all'interno di Veneto Lavoro quelle che potrebbero essere quantomeno delle soluzioni adatte per equiparare quello che è un mondo che è la famiglia e quindi di conseguenza la natalità, dall'altro punto di vista, dall'altra parte, in un'altra Commissione, dove ovviamente lavoriamo sul sociale e la sanità, c'è una legge approvata all'unanimità, che è la n. 20 del 2020, che dice: i servizi proviamo a farli gratuiti in modo tale da poter mandare e fare accedere la donna al lavoro e nello stesso tempo aumentare quel PIL a cui tutti ci teniamo, perché poi la ricchezza torna e torna anche quando la donna lavora. Ma anche questo non è stato fatto.
Se parliamo di case, di ATER, io credo che siamo ancora veramente tanto in difficoltà perché è vero, sono stati tagliati gli affitti, tante volte abbiamo gli utili perché qua gli immobili vengono venduti, non vengono sistemati. C'è la politica anche della vendita. In un momento in cui abbiamo circa 2.000 sfratti esecutivi, 1.800, dove abbiamo 6.000 famiglie che chiedono alloggi, andiamo a vendere appartamenti e spesso non li mettiamo a posto e sono quindi liberi. Perché sono liberi? Perché, quando si lasciano, lo sappiamo tutti, prima di accedere o fare accedere un'altra famiglia noi dovremmo quantomeno metterlo in sicurezza. Questo lo dice la legge. Li lasciamo vuoti per mesi, per anni, con numeri di famiglie che non riescono ad avere un appartamento, un alloggio, una casa, figuriamoci se riescono a vivere dignitosamente nel nostro Veneto, che voi definite eccellente, ma che non lo è più, a meno che la politica non faccia il proprio dovere.
Viste le risorse che ci sono in Veneto e le persone che lavorano, se la politica facesse il suo dovere saremmo veramente ancora i primi, ma non lo siamo più.

PRESIDENTE

Collega Bet, prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente per riportare il tema all'ordine del giorno, che è quello dell'approvazione del Bilancio consolidato. Stiamo quindi parlando di un documento contabile, non stiamo parlando di scelte politiche. È un documento che, con il decreto legislativo n. 118/2011, è stato introdotto a tutti gli enti territoriali e che ha una funzione di trasparenza dei dati contabili e di rendiconto delle società partecipate e controllate dalla pubblica amministrazione.
Nell'ambito di questo documento, che oggi andiamo ad approvare, credo che siano un po' estranee alla discussione tutte le analisi politiche che ho sentito fino ad adesso. Ce n'è una in particolare che mi ha particolarmente spiazzato, secondo la quale le scelte politiche della Regione non le fa più la Regione, ma le fanno le società partecipate.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché passiamo ore e ore a fine anno a discutere del bilancio di previsione del Documento economico-finanziario con emendamenti, eccetera. Forse abbiamo sbagliato a discutere e a concentrarci magari su quei documenti che poi sono quelli effettivi che fanno l'azione politica e programmatoria della Regione e non certo, ovviamente, le società partecipate.
Intervengo in particolare per sottolineare l'ultimo passaggio che ha espresso l'Assessore: "Il Bilancio consolidato poi viene valutato dalle società di rating, Fitch in particolare, e ci attribuisce la tripla B". Ci potrebbe attribuire, secondo una valutazione cosiddetta stand-alone, cioè se fossimo una Regione a Statuto speciale, A+, quindi saremmo nel podio delle Amministrazioni territoriali come efficienza e capacità anche patrimoniale e finanziaria della Regione. La A+ è una delle valutazioni migliori che fanno oggi le società di rating.
A causa quindi di uno Stato che è deficitario, indebitato, eccetera, e che comporta a cascata degli effetti sulla nostra Regione, noi oggi stiamo subendo, lo sottolineo, un danno; un danno che potremmo anche quantificare, perché negli Stati con la tripla B il tasso di interesse medio per i finanziamenti si aggira intorno al 5%, negli Stati che hanno A o A+ si arriva al 4%, quindi un punto percentuale: pensatelo moltiplicato su tutte le esposizioni finanziarie che abbiamo, quanto potremmo risparmiare e quanti soldi potremmo investire su tutte quelle politiche che dicevano prima i colleghi di centrosinistra, che magari non vengono fatte proprio perché i bilanci ci permettono di arrivare fino a un certo punto oltre il quale non è più possibile andare. Questa riflessione quindi credo che sia importante farla, sottolinearla ed evidenziarla. Grazie e buona giornata.

PRESIDENTE

Con l'intervento del collega Bet chiudiamo la discussione generale, visto che non ci sono altre richieste di intervento.
Non ci sono emendamenti, quindi passiamo direttamente alle dichiarazioni di voto sulla proposta di deliberazione amministrativa n. 69. Ci sono interventi? Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Brevemente per commentare sostanzialmente... Assessore, non si arrabbi, non sono cose nuove quelle che le minoranze dicono. Mi sono studiata tutte le contro relazioni e le relazioni degli anni scorsi, essendo qua da due mesi. Sono questioni che vengono riprese, lo diceva la collega Ostanel, ma anche la collega Baldin. Sono tutte questioni che nel tempo sono state più volte sollecitate. È vero che è uno strumento economico-finanziario, ma è uno strumento molto importante perché ci dà una fotografia di qual è la geografia delle società partecipate.
Ci saranno anche delle cose di cui non ho ancora la chiarezza completa, però, quando in Commissione io le ho chiesto, visto che mi ha sollecitato a fare le domande in Commissione, rispetto a Veneto Lavoro, di quest'utile e del fatto che ci sono degli obiettivi importanti come quello della formazione relativa a GOL, lei mi ha risposto onestamente che allora bisognerà non far fare più utile. Non mi ha risposto nella puntualità dei contenuti, perché sennò oggi non gliel'avrei riproposto, ovviamente.
Io credo che il senso di questo strumento e la logica che ci deve muovere è quella di, da un lato, riconoscere che sono stati fatti dei passi in avanti rispetto all'anno scorso su alcuni rilievi, su alcuni aspetti che anche le minoranze avevano portato avanti e quindi su questi lavorare; dall'altro collaborare perché migliori; dall'altro ancora onestamente, continuare a dire ciò che non va, denunciarlo ed avere la chiarezza di intenti di, pur ripetendoci, dare uno schema diverso. Lo dicevo prima: se ANPAL dice che siamo gli ultimi rispetto alla presa in carico delle persone disoccupate da più di 12 mesi per quanto riguarda il programma GOL, questo è un tema che, secondo me, Veneto Lavoro si deve porre.
Se il tema delle borse di studio che ha sottolineato la collega Ostanel è così sentito ancora, evidentemente non è risolto. Bene la propositività nella risoluzione, ma mi si permetta un po' di dubbio visto quello che è successo in questi anni.
Altresì il tema del trasporto, il tema della casa: sono tutte questioni che le minoranze hanno sollevato per lungo tempo e che oggi ritenevo importante venissero ribadite e sostanziate. La cosa importante poi è rispondersi nel merito delle questioni, senza adirarsi e aggrapparsi a numeri sterili, ma cercando di dare un significato politico alle scelte che si fanno. Secondo me, all'interno di un bilancio consolidato come questo, il significato politico è grande.
Insomma, mi auguro che lo spirito sia quello di costruire strumenti sempre più trasparenti da un lato, ma dall'altro quello di vedere in faccia anche i problemi che ci sono, che non diciamo solo noi, ma che i cittadini e le cittadine del Veneto meritano che vengano visti, e che vengano recepiti e ascoltati.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie.
Solo per dare qualche risposta rispetto ad alcuni elementi che sono emersi durante la relazione e la correlazione. Io non ho particolari nervosismi sulla correlazione. Diverso è sulla maleducazione, che è una cosa che a me dà molto fastidio e che rischia, qualche volta, di farmi perdere anche una calma che troppe volte dimostro. La maleducazione è una cosa che non riesco a sopportare. Se ci si confronta, si possono avere delle idee diverse, si possono avere pensieri diversi, visioni diverse. L'ho sempre detto: se di qua c'è un gruppo di persone e di là ce n'è un altro è perché il mondo è diviso un terzo e due terzi fortunatamente. è così oggi. In futuro sarà diverso, oggi è così.
Ti confronti, cerchi di capire le cose che si possono fare, quelle che si possono migliorare, però la maleducazione è una cosa che io non accetto. Si cerca di dare delle risposte in particolar modo su un tema sul quale ci stiamo cercando di confrontare, che è quello delle borse di studio, perché credo che sia un tema vero. Se il Presidente più volte parla della centralità dei giovani nel Veneto del futuro, è chiaro che si tratta di tante cose, secondo me: i giovani non solo le borse di studio, non è che si risolve il problema con le borse di studio. Ma sicuramente si dà la possibilità a molti italiani, e forse a qualcun altro, anche di venire a studiare le nostre università e farle diventare un punto di eccellenza e di attrazione.
È bene che i Consiglieri sappiano alcune cose. Una in primis: l'assessore Donazzan, il giorno dopo che è stata modificata la legge, mi ha scritto una nota. Quindi, non è una evidenza e una priorità vostra. L'assessore Donazzan, che conosce bene la materia, perché è qui sicuramente da più tempo di me, non appena modificate le norme per assegnare queste risorse, mi ha fatto la sua nota dicendomi: "Guarda che occorrono in più questi soldi". Ce l'ho lì. Non me ne sono dimenticato. Se vi ho detto che faremo qualcosa nella prossima variazione è perché cerco, compatibilmente con le risorse, di rispettare gli impegni presi anche con lei.
Dicevo, è giusto anche fare... Magari lo riprenderemo nel corso dell'approvazione della variazione di bilancio. A oggi siamo a 3.247 non assegnatari di borse di studio, 2.695 italiani, 48 europei e 504 extra UE. Questo è il quadro che credo sia interessante, dove in particolar modo l'università di Padova, con 1.890 non assegnatari, è l'università con il più alto numero.
Questi sono numeri ‒ dicevo ‒ che cercheremo di soddisfare. Stiamo cercando di capire. Pare sia una notizia buona quella dello stanziamento per l'anno 2023 di 18 milioni da parte del Governo, della ministra Bernini. Questi risolveranno in parte le nostre esigenze. È chiaro che, poi, il problema si riproporrà al prossimo bilancio. In quel caso, cercheremo, compatibilmente con le risorse che abbiamo a disposizione, di dare quelle risposte che abbiamo sempre cercato di dare ai nostri veneti.
Io sono un ragioniere con fatica. Non ho grandi studi. Sono un ragioniere anche con una certa fatica. Il dato politico, quello che oggi soddisfa l'Amministrazione regionale, è che, rispetto alle indicazioni che sono state date a queste società e alle risorse che sono state messe a disposizione, hanno raggiunto gli obiettivi. Questo è quello che fa un amministratore. Ci sono delle risorse, ci sono gli obiettivi, li raggiungi. Se li raggiungi vuol dire che hai soddisfatto quelle che erano le indicazioni. Non sono sufficienti? Dovrebbero essercene degli altri? Questi fanno parte della discussione politica, che non è all'interno del consolidato che si fa. Il consolidato non è altro che una sorta di collage di tutti i risultati delle varie società, degli Enti, delle agenzie che abbiamo all'interno del nostro perimetro, e si cerca di riuscire a dimostrare che queste società continuano, anno dopo anno, comunque a non creare debito, comunque a non creare perdite. Forse non risponderanno a tutte le aspettative, però, ripeto, è una cosa che si fa in funzione delle risorse.
Per questo il mio invito. Capisco che si cerchi di trovare momenti nei quali attaccare, giustamente, l'Amministrazione regionale. È il vostro ruolo. Non disconosco questo ruolo che vi appartiene da tempo. Capire qual è il reale momento nel quale si possono anche indicare determinate vie, che non è sicuramente nel bilancio consolidato, perché è una fotografia del passato, ma è nella costruzione del bilancio. Lì voi cercherete di mettere in evidenza le vostre sensibilità rispetto alle risorse che si devono dare alle società e agli Enti. E lì avrete le risposte o meno da parte dell'Amministrazione.
Andare a contestare un consolidato, che ‒ ripeto ‒ è un documento impegnativo, perché ha molte cose messe assieme non sempre uguali, per questo è anche difficile, poi, anno dopo anno, avere una serialità di dati che permettano di misurare nel tempo anche il trend di alcune società o di alcuni Enti... Ripeto: questo documento credo sia una fotografia importante. Mi dispiace che, da questo punto di vista, non venga compresa anche la trasparenza che cerchiamo di dare, massima, all'interno di questo documento. Proveremo a capire se c'è qualche altra Regione che lo fa meglio di noi. Non ho la necessità del primato. Ho solo la necessità di arrivare qua con un documento che sia in ordine, che sia trasparente, che permetta a tutti di fare il proprio lavoro.
Poi, naturalmente, le osservazioni di carattere politico rimangono all'interno degli schieramenti. Ci sono. Su questo cerco ogni anno di prendere nota di quello che è possibile inserire, di quello che è possibile migliorare, nel rispetto delle risorse che sono messe a disposizione dell'Amministrazione regionale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'assessore Calzavara perché anche aver fornito i dati sulle borse di studio è effettivamente un'operazione di trasparenza. Mi sembra il minimo. Siccome non è sempre così, immagino anche nelle altre Regioni, la ringrazio.
È un dato importante quello che lei cita. Io in matematica non sono brava. La dovevo imparare a memoria a scuola per riuscire a prendere un voto decente. Quindi, non sono bravissima. Però, per darle un dato, facendo i conti della serva, se la ministra Bernini ha detto la verità... C'è l'articolo su "IlSole24Ore", e dice: in tutta Italia abbiamo 4.947 idonei non beneficiari da coprire con l'aggiunta e in Veneto ne abbiamo 3.247; in tutte le altre Regioni italiane abbiamo 1.700 idonei non beneficiari e in una regione, il Veneto, eccellente, 3.247. Io vorrei davvero che noi partissimo da qui. Spero bene che l'assessore Donazzan le abbia mandato una nota. Spero bene. Perché è il suo lavoro. È il suo lavoro. In questa regione noi abbiamo 3.247 ragazzi e in tutta Italia 1.700. Segnatevelo. Qua non stiamo dicendo cose a caso. Segnatevelo. In questa regione, che si governa da vent'anni, c'è un errore. Mi spiace, però è un tema importante, è un tema vero, di vita reale, e io cerco di portarlo in quest'Aula così com'è, con i dati.
Io rispetto davvero il lavoro che lei sta facendo, lo sa, però questo è un dato di competenza di qualcun altro che non è stato preso in carico a sufficienza. Vuol dire che noi non abbiamo messo abbastanza fondi in tutti questi anni.
Chiudo dicendo che io so che questo è un documento tecnico, so lo sforzo che lei farà nell'aggiungere dei fondi al prossimo bilancio. Lo ha promesso, e so che lo farà. Però il tema è questo, cioè, sapere che voi negli anni precedenti non avete fatto quello che doveva essere fatto per coprire le borse di studio degli idonei non beneficiari. E oggi la ministra Bernini, quando dichiara sui giornali il numero dei beneficiari non coperti in tutta Italia, smaschera la questione. Doveva aggiungere un virgolettato: "la maggior parte dei quali sono in Veneto".

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione.
Metto in votazione la proposta di deliberazione amministrativa n. 69.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
6



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VALDEGAMBERI, SORANZO, POLATO, E VENTURINI RELATIVA A "PAYBACK DISPOSITIVI MEDICI RISCHI PER LA CONTINUITÀ DELLE FORNITURE DI DISPOSITIVI MEDICI ANCHE SALVAVITA NELLA RETE OSPEDALIERA REGIONALE". (MOZIONE N. 460) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 98/2023)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6 all'ordine del giorno, quindi alle mozioni.
La prima è la mozione presentata dai consiglieri Valdegamberi, Polato e Soranzo.
Il collega Valdegamberi è in arrivo.
Collega, se fa richiesta di parola gliela concedo. Grazie.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Grazie.
Se fossimo in un Paese normale non staremmo qui a parlare di questa mozione. È una cosa assurda. Non mi è mai capitato di trovarmi di fronte a una situazione in cui ci sia una norma nazionale ‒ non regionale ‒ che imponga a dei fornitori, in questo caso di dispositivi sanitari, medico, medico-sanitari, una volta fatte le forniture previamente richieste dalle ULSS, dagli ospedali, eccetera, di dover restituire parte del fatturato, anche pregresso, per finanziare lo Stato, la sanità. Come dire: ordiniamo un prodotto e una percentuale del fatturato su quel prodotto, dopo qualche anno, si deve restituire allo Stato o alla Regione che ha sostenuto la spesa.
è chiaro che una norma così è palesemente incostituzionale, anche perché chi forniva i dispositivi sanitari erano aziende che hanno ricevuto ordini di acquisto da parte delle strutture sanitarie, ordini di protesi, di misuratori, di siringhe, di varie cose (sono diverse le tipologie dei dispositivi sanitari). A seguito di queste richieste non potevano negare la fornitura, ma dovevano renderla disponibile. Diversamente avrebbero non solo rescisso il contratto, ma avrebbero avuto anche delle responsabilità. È assurdo che ci sia una norma che dica: siccome avete fornito più del budget... È come se ci fossero 12 persone ammalate, con un certo problema sanitario, e ci fossero dispositivi disponibili solo per 10. Le altre due le lasciamo morire senza dispositivi. Questa è un'altra assurdità. Il fatto che venga richiesta, sullo splafonamento del budget, la restituzione è una cosa veramente assurda. Anche perché, se un intervento va fatto, si deve fare. Punto. Non è che uno deve rinunciare a fare l'intervento.
Eppure, queste cose succedono e sono previste in una norma ancora di qualche anno fa che non aveva mai avuto l'approvazione proprio per la sua assurdità. Recentemente, l'anno scorso, ancora con il Governo Draghi, ha avuto, invece, attuazione, con un effetto retroattivo. Ci sono aziende, anche nel territorio veneto, più di una, piccole e medie imprese con fatturati che vanno da 7 milioni di euro, alle quali è stato presentato il conto di restituire 2 milioni di euro. È chiaro che queste piccole aziende non riescono a far fronte a queste restituzioni, consegnano le chiavi e vanno in fallimento. Si perde una professionalità, si perdono le forniture, si perdono anche posti di lavoro. Questa norma assurda si chiama "payback sanità".
I vari Governi hanno cercato ‒ anche l'ultimo Governo ‒ di venire incontro. Hanno diminuito l'importo richiesto in restituzione. Nonostante tutto, i conteggi fatti dalle Regioni sono sempre conteggi elevati. Per alcune aziende medie e piccole è una questione di vita o di morte. Questa restituzione coercitiva, forzata, questo esproprio stile proletario da parte di queste aziende porta al fallimento delle aziende stesse. Ci sono altre aziende, molto più strutturate, come le multinazionali, che sono pronte anche a restituire. Perché? Perché vedono in questa operazione un vantaggio per loro. Per poche multinazionali ben strutturate pagare 1 milione, 2 milioni, 3 milioni di euro e restituire questi soldi non è un problema, perché libererebbero dal mercato, facendo fallire le altre concorrenti, una serie di piccole e medie imprese italiane. Quindi, avrebbero, un po' alla volta, il monopolio sulla fornitura di tutti dispositivi sociosanitari.
Questo è ancora di più assurdo perché noi, che abbiamo il dovere di tutelare le produzioni locali, di tutelare anche le forniture locali, l'autosufficienza da parte del nostro Paese, abbiamo visto quanto sia stato importante nel periodo del Covid il fatto che non ci sia stato in Italia nessuno in grado di fornire le banali mascherine di protezione...

PRESIDENTE

Collega, concluda il suo intervento.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Sì, concludo.
Abbiamo visto quanto sia importante questo. Il fatto di far morire tutte le realtà imprenditoriali italiane per poi scendere nelle mani delle multinazionali, nel loro monopolio, significa sottostare a prezzi e condizioni che le multinazionali pongono senza nessuna concorrenza.
Ecco perché, come Consiglio regionale, poniamo l'attenzione con questa mozione perché venga tolta questa norma da parte dello Stato e venga comunque sospesa in attesa di pronunciamenti giurisprudenziali che stanno per essere effettuati, mi auguro a breve.
Comunque, la cosa importante è che venga ...

PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi sulla mozione in oggetto?

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente. Scusi, capogruppo Soranzo, siccome credo sia stato depositato un emendamento sulla mozione...

PRESIDENTE

Sì, c'è un emendamento.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

... prima di continuare la discussione, siccome l'emendamento, a nostro giudizio, modifica un po' l'impianto della mozione, chiedo se è possibile la sospensione di qualche minuto per valutare insieme il contenuto della proposta emendativa, in modo da capire se riusciamo a trovare una mediazione.

PRESIDENTE

Prima facciamo presentare l'emendamento da parte del collega, dopodiché sospendiamo cinque minuti.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Il tempo breve a disposizione non mi ha permesso di entrare nel merito dell'emendamento. L'emendamento...

PRESIDENTE

Fermo, collega. Un attimo.
Adesso siamo ancora in discussione sulla mozione. Quindi, chi vuole intervenire sulla mozione, intervenga. Dopodiché si interviene sul...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, iI punto è che, ovviamente, il contenuto degli interventi sulla mozione cambia in base alla valutazione dell'emendamento, perché si modifica l'impegno.
Chiedo la sospensione e poi riprendiamo.

PRESIDENTE

Sospendiamo cinque minuti. Ripresa alle ore 15.35.
Nel frattempo, il collega Valdegamberi, se vuole confrontarsi con i colleghi di opposizione, può farlo, così avete modo di capirvi.
La Seduta è sospesa alle ore 15.27
La Seduta riprende alle ore 15.45
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Colleghi, intanto vorrei aggiornare l'Aula della discussione avvenuta in sede di stakeholders del tema payback.
L'emendamento Valdegamberi sarà implementato, però siamo in discussione generale, quindi continuiamo la discussione generale e, quando arriverà l'emendamento che dovrà necessariamente avere la firma del proponente la mozione, lo vedremo, ma mi pare che sia una cosa condivisa in maniera trasversale da tutti i Gruppi, e poi verrà approvato. In questo momento continuiamo la discussione generale sulla mozione, anche perché, da quanto ho capito, il tema è molto sentito da tanti colleghi.
Solo per aggiornarvi sull'ordine lavori, come ho detto in apertura della seduta, adesso facciamo la mozione n. 460, quella in discussione, poi passiamo alla n. 464, che ha abbinata la n. 462. Poi, sempre per alternanza maggioranza/minoranza, la n. 345, cioè il punto n. 8, e poi la mozione n. 422, il punto n. 7.
Siamo sul punto n. 6, poi facciamo i punti n. 9 e n. 9.1, quindi il punto n. 8 e il punto n. 7. Questo è il programma dei lavori, ripeto, con l'equilibrio maggioranza/minoranza, che ci eravamo dati in Capigruppo.
Discussione generale sulla mozione n. 460. Qualcuno chiede la parola?
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Questa mozione tratta un tema molto delicato che interessa aziende fornitrici di dispositivi medici. Si pensa che possano essere interessate centinaia di aziende sulle quali gravano delle obbligazioni che sono particolarmente pesanti a seguito del superamento del tetto di spesa regionale che è stabilito per legge: si parla di un obbligo di versare somme per ripianare pari a 220 milioni per il periodo che va dal 2015 al 2018. Questo potrebbe comportare seriamente la possibilità del fallimento di queste aziende, perché la maggior parte sono medio piccole, e la conseguente impossibilità di un approvvigionamento e di una distribuzione dei dispositivi medici nelle strutture sanitarie per il futuro.
Sappiamo che il TAR del Lazio è intervenuto il 17 luglio scorso e ha accolto l'istanza di sospensione dell'esecutività dei decreti regionali che erano stati impugnati. Ci è stato detto dall'Avvocatura regionale, per le vie brevi, che ci sarà l'udienza di trattazione del merito a breve, il 24 ottobre. A fronte di questa situazione sulla quale interverrà il TAR e quindi verranno prese delle decisioni e capiremo quindi gli sviluppi, noi però prendiamo una posizione molto chiara, perché riteniamo che assolutamente debbano essere tutelate queste aziende, che debba essere tutelato il settore e si auspica, di conseguenza, non solo la possibilità che ci sia una proroga dei termini e quindi che la Giunta si attivi presso il Governo affinché ci sia uno slittamento dei termini per i pagamenti da parte delle aziende, ma che soprattutto ci sia un intervento di carattere normativo che vada a tutelare l'interesse di queste società, di queste imprese (che poi alla fine è l'interesse pubblico) e di riuscire quindi a regolare anche funzionalmente un settore che è importante, un settore strategico che è quello delle forniture dei dispositivi medici.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
è una mozione importante perché effettivamente incide direttamente sulla parte economica, ma non solo, delle nostre piccole e medie imprese. 220 milioni non sono pochi soldi, sono tantissimi, soprattutto se pensiamo che tante imprese magari hanno fatturati relativamente bassi, per cui significherebbe veramente metterla in difficoltà.
Da una parte c'è questo aspetto, dall'altro c'è l'aspetto, ovviamente, del rispetto della normativa. Ma la Regione cosa può fare in questo caso essendo una norma nazionale? Noi sappiamo che queste piccole imprese hanno comunque già fatto ricorso presso i tribunali amministrativi e sono in attesa di decisioni definitive, perché ad oggi abbiamo solo ed esclusivamente delle sospensioni. Non sono ancora entrati nel merito, cosa che sarebbe molto importante, sia per la Regione che, ovviamente, per lo Stato.
Di fatto, da una parte, come dicevo, c'è il rispetto e l'obbligo, appunto, del rispetto della normativa, dall'altro c'è la difficoltà di tante imprese a dover mantenere questo versamento e questo obbligo.
Per cui noi, con questa mozione, adesso vedremo anche le modifiche che abbiamo concordato, vorremmo che da una parte ci sia l'impegno della Regione nel rivedere la normativa, perché di fatto, insomma, è una questione statale che incide direttamente sulle imprese e sulle Regioni, non è la Regione stessa che l'ha emanata; nello stesso tempo però bisogna da una parte verificare, appunto dato per atto che i conteggi sono regolari, e cercare di supportare queste aziende in modo tale da aspettare il termine con un ulteriore rinvio. La normativa ad oggi è stata più volte procrastinata nel rispetto di questa obbligatorietà e si è andati da maggio, a giugno, a luglio, adesso a ottobre.
Chiediamo un rinvio in modo tale da vedere cosa succede e come il TAR entra nel merito, per poi cercare di modificare e fare in modo che la Regione si faccia parte attiva nella nuova regolamentazione di questa materia.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente, gentili colleghi.
Adesso chiaramente a nome mio e del collega Polato, insieme al collega Valdegamberi, mentre Valdegamberi sta seguendo la scrittura dell'emendamento a questa mozione. L'intervento però va, gentili colleghi, ricondotto anche al senso della responsabilità perché è stato detto da tutti e io voglio annunciare la soddisfazione di vedere la disponibilità e la volontà da parte del Capogruppo del Partito Democratico, insieme anche agli altri colleghi, di farsi carico di questo grosso problema. è un problema che però ha un'origine e bisogna cominciare a dirlo in modo chiaro, e ha poi un grande e importante effetto nel momento in cui il Governo Meloni mette in qualche modo una pezza anche a questa situazione.
Quando noi ci siamo accinti ad assumerci la responsabilità a livello nazionale un anno fa sapevamo che avevamo un percorso in salita. Lo sapevamo, ma non pensavamo di trovare continui buchi di bilancio da ripianare e non pensavamo di trovare poi norme che di fatto non hanno funzionato proprio bene e che ne fanno scaturire degli altri. Oggi c'è in tutta Italia e anche in Veneto un comparto che è a rischio in attesa della definizione dei ricorsi di fronte al TAR, per cui oggi vige la sospensiva. Si può generare non un cortocircuito, ma l'affossamento di un intero comparto e di molte aziende, molte delle quali anche venete. E questo è dato da cosa? Ringrazio l'assessore Lanzarin per il lavoro che ha fatto, insieme anche al Ministero e al Governo, per affrontare anche per il Veneto questa situazione, che, se dovesse essere applicata, non sarebbe un problema di poco conto perché ci sarà la compensazione tra debiti e crediti: le prestazioni che vengono quindi erogate non verranno pagate a queste aziende perché verranno compensate con quello che è il debito da ripianare a seguito di questa norma.
Ma questa norma come nasce? Questa norma, signori, nasce nel 2015, inizialmente per il comparto farmaceutico. Guardate bene: il "Decreto Aiuti Bis" porta la data del 21 settembre 2022. Le elezioni sono il 25 settembre 2022. La domanda che sorge spontanea è: intervenire parificando o facendo agire una norma del 2015, nata solo per le aziende farmaceutiche, che porta a carico di queste aziende l'esborso, peraltro a rendiconto perché, quando queste aziende hanno partecipato ai bandi non sapevano quanto sarebbe stato, è corretto? È corretto, a quattro giorni dalle elezioni, approvare un decreto che, di fatto, ripiana un buco della sanità pubblica che avremmo scoperto solo dopo? È onesto intellettualmente oppure c'era una necessità di, in qualche modo, mettere a posto il bilancio dello Stato e a sua volta il bilancio delle Regioni su un buco della sanità molto evidente? Questo è quello che avvenne, quello che è scritto nei fatti ed è la verità. Il Governo Draghi, a quattro giorni...
No, no, io non sto accusando nessuno. Sto raccontando ciò che è nei fatti e negli atti. A quattro giorni dalle elezioni, quando si pensava in maniera abbastanza chiara che ci fosse un'indicazione certa che ci sarebbe stato un Governo Meloni alla guida, cosa succede? Si fa quattro giorni prima un decreto per coprire un buco di miliardi; miliardi che sono calcolati intorno, lo vedremo poi alla fine, a circa 2 miliardi per le annualità 2015 e 2018, e un miliardo e centinaia di milioni per le annualità 2019 e 2021. Poi, per la Regione Veneto sono altri numeri, per fortuna. Se fossero questi, sarebbero drammatici.
È chiaro che abbiamo voluto condividere l'impegno, ne abbiamo condiviso la sottoscrizione, il lavoro che abbiamo fatto con i comparti, con tutte le aziende del Veneto, insieme all'Assessore...
Ringrazio l'assessore Lanzarin, ma anche l'assessore Calzavara, che sono intervenuti anche prontamente, attendendo i dispositivi e i decreti del Governo nello spostare il rinvio dei termini qualche mese fa.
C'è una collaborazione molto efficace. Abbiamo deciso di sottoscrivere questa mozione perché crediamo che debba esserci un intervento. Però, ricordiamo che questo è un intervento che noi chiederemo in quest'Aula a un Governo che ancora una volta dovrà mettere una pezza, che attende un giudizio del TAR che ha sospeso questa efficacia, ma che avviene perché qualcuno, a quattro giorni dalle elezioni, ha voluto contabilmente al bilancio dello Stato fare una norma che almeno dal punto di vista contabile, non economico, non monetario, perché i soldi non ci sono ancora, ha voluto chiudere e testimoniare che il bilancio era in pareggio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi con questa mozione e con questa discussione ovviamente arriviamo alla fine di una storia lunga diversi anni. Provo a mettere velocemente in ordine agli elementi per provare a spiegare il contesto nel quale ci muoviamo. L'idea, insomma, di intervenire sui tetti di spesa del comparto sanità nasce nel lontano 2015, in una fase storica molto diversa. Siamo negli anni in cui gli Assessorati alla Sanità di diverse regioni di questo Paese erano commissariati dallo Stato perché i conti in ambito sanitario erano totalmente fuori controllo e allora si decise di provare a costruire dei meccanismi che mettessero in ordine o che mettessero sotto controllo la spesa pubblica, in particolar modo delle Regioni e, in particolar modo in ambito sanitario.
Così nasce quella norma che però non a caso non viene... ricordo che rispetto a quel livello di controllo della spesa pubblica, che ammonta ad oggi, dai calcoli che facciamo a posteriori, a circa 2,2 miliardi, il Veneto ha sforato quel tetto per oltre il 10%, cioè a livello nazionale, di fronte a un tetto di spesa posto a livello nazionale, la nostra Regione l'ha sforato per il 10%. Diciamo che era una fase storica molto diversa. È complicatissimo oggi andare a individuare le ragioni per cui quello sforamento c'è stato, ma eravamo in presenza di una legge dello Stato vigente che la Regione del Veneto, in ambito di spesa sanitaria, ha sforato. Questo è un dato di fatto.
Vero che riusciamo a quantificarlo recentemente quando, ha ragione Soranzo, nel Governo Draghi, se non ricordo male – anzi, l'abbiamo appena controllato – il Ministro dell'economia era un certo ministro Franco, il Ministro allo sviluppo economico era un certo ministro Giorgetti. In una fase in cui, a parte Fratelli d'Italia, tutti i partiti erano rappresentati al Governo, si decide di attivare, riattivare quel decreto che pareva dormiente. Se vi ricordate bene, e sono certa che all'assessore Calzavara questo passaggio non sarà sfuggito, in occasione della discussione sul bilancio di previsione, insieme alla vicepresidente Bigon, sollevammo esattamente questo problema, cioè, chiedemmo all'Assessore, senza avere risposta, cosa avrebbe fatto la Regione del Veneto nel momento in cui sarebbe arrivato o dovuto arrivare al vedo rispetto alla questione del payback sanitario.
Oggi, con questa mozione, proviamo a risolvere un problema che, direttamente o indirettamente, si rovescia addosso a tutti: si rovescia addosso alle imprese se saranno costrette a pagare rispetto ad una legge del 2015 e rispetto alla responsabilità della Regione di aver sforato; si rovescia addosso al Governo attualmente in carica che si è ritrovato a dover affrontare una questione che ha già in parte finanziato con un miliardo, ma che rischia di dover finanziare almeno con altrettanto, e da quello che vedo io risorse per interventi di questo tipo ce ne sono veramente poche. Apro e chiudo parentesi: al netto della questione payback sanitario, non so se ve ne siete accorti, in questo Paese abbiamo un problema grande come una casa che si chiama spesa sanitaria, perché i 1,2 miliardi che mancano per coprire la spesa del payback sono una goccia nel mare delle risorse che all'Italia mancano, che questo Governo non stanzia per il comparto sanità. Quindi, è difficile che il Governo sarà in grado di intervenire qui e di lasciare fuori tutto il fondo sanitario nazionale da un rifinanziamento che è sempre più indispensabile.
Quindi, c'è un problema di scarsità di risorse in ambito sanitario e c'è la grande questione che il terzo soggetto è la Regione del Veneto: o le imprese o il Governo, quindi il Paese, o la Regione del Veneto, che per quel poco che ci capisco di bilancio, i 220 milioni che avanzano non li ho proprio visti.
Guardate, noi possiamo giustamente costruire le condizioni politiche per elaborare una posizione comune che individua il problema, ma dobbiamo avere ben chiaro che la soluzione passa attraverso il fatto che uno di questi tre soggetti deve trovare i soldi: o li trova lo Stato o li trovano le imprese o li trova la Regione del Veneto. Lo dico perché delle volte abbiamo la tentazione, in questo Consiglio regionale, di pensare che basti mandare la palla in tribuna per sperare che qualcuno risolva i problemi al posto nostro. L'abbiamo visto pochi minuti fa con la discussione sulle borse di studio: non ce li abbiamo noi, i soldi li trova il Governo.
Ho come l'impressione che un conto siano 17 milioni per le borse di studio, un conto siano 1,2 milioni per il payback sanitario. Quindi, ovviamente abbiamo fatto un lavoro... Chiudo, Presidente, e ringrazio anche il presentatore Valdegamberi per aver provato con noi e con il Gruppo di Fratelli d'Italia a costruire le condizioni per un testo condiviso. Sappiamo che da qua a fine ottobre, quando la vicenda troverà la soluzione, dobbiamo metterci del metodo e capire insieme chi di questi tre soggetti dovrà farsi carico del problema.
Noi siamo disponibili a fare la nostra parte.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri interventi? Siccome il Legislativo sta scrivendo il nuovo emendamento, è meglio che sospendiamo per una decina di minuti.
Ripresa dei lavori alle ore 16.15.
La Seduta è sospesa alle ore 16.03
La Seduta riprende alle ore 16.27

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Se aggiornate l'applicazione, trovate anche il nuovo emendamento sottoscritto dai colleghi Valdegamberi, Soranzo, Polato e Camani. Non vedo, però, la firma della collega Camani. Aggiungiamo, quindi, anche la firma della collega Camani.
Emendamento n. A0002, presentato dai consiglieri Valdegamberi, Soranzo e Polato, aggiuntivo, che prevede:
Nel testo della mozione apportare le seguenti modificazioni:
dopo "CONSIDERATO CHE"
prima frase: dopo la parola "importi" sostituire "astronomici" con "elevati";
seconda frase: sostituire "una grave carenza" con "elevati disagi";
terza frase: sostituire "verranno colpite tutte" con "ci saranno significative ripercussioni sulle";
quarta frase: sostituire "quasi tutte" con "una parte consistente delle";
dopo "TENUTO CONTO CHE"
togliere "è stata calcolata" e inserire "è stata ricalcolata" ed eliminare le parole da "ma che..." fino alla fine della frase.
Nel DISPOSITIVO sostituzione integrale del testo come segue:
1) Impegna la Giunta regionale a farsi parte attiva presso il Governo per introdurre una nuova e più proficua regolamentazione della materia e, nel frattempo, per un ulteriore rinvio del termine attualmente fissato al 30 ottobre 2023.
Collega Valdegamberi, se vuole intervenire, così ritira il vecchio emendamento e presenta quello nuovo. Prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Come concordato, ritiro l'emendamento che avevo presentato e ne presento uno nuovo, che cerca di coinvolgere tutte le forze politiche, cercando la sensibilità di tutti.
Nelle premesse ci sono alcune modifiche nel "considerato che", dove abbiamo sostituito alcuni termini, come "astronomici" con "elevati", "una grave carenza" con "elevati disagi", "verranno colpite tutte le aziende" con "ci saranno significative ripercussioni sulle aziende". Insomma, si tratta di piccole sostituzioni.
Nel "tenuto conto che", inoltre, abbiamo preso atto che, nel frattempo, è stato fatto un ricalcolo; quindi, siccome il testo era precedente lo abbiamo aggiornato tenendo presente questo fatto intervenuto successivamente.
Nel "dispositivo", infine, abbiamo presentato un testo riassuntivo, di cui do lettura: "Impegna la Giunta regionale a farsi parte attiva presso il Governo per introdurre una nuova e più proficua regolamentazione della materia – questo vuol dire modificare l'attuale normativa – e, nel frattempo, per un ulteriore rinvio del termine attualmente fissato al 30 ottobre 2023". In sostanza, è un invito rivolto al Governo, da una parte, a rivedere la normativa e, dall'altra, a rinviare il termine attualmente previsto al 30 ottobre 2023.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Nel premettere che non c'è da accusare alcunché relativamente a questa normativa, perché siamo qua per lavorare e trovare una soluzione insieme, altrimenti dovremmo far presente quanto sia carente questo Governo nel mettere i soldi per la sanità pubblica, condividiamo l'intento, l'idea e l'obiettivo di questa mozione, perché da una parte, come si chiedeva prima, vogliamo salvaguardare le piccole e medie imprese, assolutamente, dall'altra dobbiamo cercare di fare in modo che, a distanza di anni, questa normativa venga ripresa in esame e, quindi, anche modificata e adeguata al contesto sociale in cui le Regioni vivono.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ci sono altri interventi? Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie.
Solo per ringraziare tutti per il lavoro svolto nella stesura di questo emendamento, che conferma che c'è il desiderio e la volontà di affrontare un problema molto difficile. Tuttavia, collega Bigon, lei ha voluto fare una difesa d'ufficio del Partito Democratico quando, invece, il Partito Democratico oggi sta dimostrando di farsi carico di un problema che, di fatto, è nato con il Governo Draghi, con una compagine. Nessuna accusa a nessuno, però tra i 140 miliardi del Superbonus 110% che stiamo scoprendo che occorre coprire, i 3,2 miliardi che abbiamo per il payback, più altre cose che stanno venendo fuori, quando un assestamento di bilancio o una variazione negli ultimi anni si è attestata mediamente intorno ai 30 miliardi, lei capisce che c'è un problema. Allora, nessuna accusa a nessuno. Siamo tutti qui per lavorare.
Noi siamo qui a lavorare per salvare un comparto e il Governo Meloni sta lavorando per salvare un comparto in tutta la nazione. Noi qui per il Veneto, loro per tutta la nazione. È assolutamente vero che un conto è partire con un saldo zero e trovare magari i soldi che mancano per la sanità, altro conto è partire con 3,2 miliardi da recuperare. È una cosa ben diversa. Soprattutto, è più facile tirare una riga e fare un decreto quattro giorni prima delle elezioni per mettere a posto un buco di bilancio contabilmente, affinché nessuno, né il MEF né la Corte dei conti, possa appurare che c'è un buco di bilancio. Questo, però, è solo un artificio contabile, perché alla fine si è soltanto spostato il problema. Il Governo Draghi e quella maggioranza, quattro giorni prima delle elezioni, hanno compiuto quella manovra, che oggi grava sul Governo in carica, il quale deve coprire tutti i buchi che sono stati lasciati, che non sono scontati, visto che la dimensione che stiamo scoprendo è una dimensione mai vista nella storia.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Chiedo la sottoscrizione – abbiamo già espresso in precedenza la nostra posizione – avendo anche partecipato a definire le modifiche della mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Perfetto, registriamo la sottoscrizione della mozione da parte della collega Venturini.
Ci sono altre richieste di intervento? Nessuna richiesta.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002 presentato dai colleghi Valdegamberi, Soranzo, Polato, Venturini e Camani.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso passiamo alla votazione della mozione.
Ci sono dichiarazioni di voto? Nessuna richiesta.
Metto in votazione la mozione n. 460, come emendata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTI
9 e 9.1



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAMANI, BIGON, LUISETTO, ZOTTIS, MONTANARIELLO E ZANONI RELATIVA A "L'INTESA STATO-REGIONI DEL 14/9/2022 METTE A RISCHIO DI CHIUSURA MOLTI CENTRI ANTIVIOLENZA E CASE RIFUGIO DEL VENETO. LA GIUNTA REGIONALE INTERVENGA PER SCONGIURARE TALE CATASTROFICO ESITO". (MOZIONE N. 464) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 99/2023)

E

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BRESCACIN, BARBISAN, VENTURINI, BET, BISAGLIA, CAVINATO, CECCHETTO, CESTARO, FAVERO, FINCO, MAINO, PAN, SANDONÀ, SPONDA, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "CENTRI ANTIVIOLENZA E CASE RIFUGIO: INTESA STATO REGIONI NON PENALIZZI GLI ENTI GESTORI". (MOZIONE N. 462) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 100/2023)

PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 464, punto n. 9, presentata dai colleghi Camani, Luisetto ed altri, abbinata alla mozione n. 462, punto n. 9.1.
Invito i primi firmatari a presentare le due mozioni. Facciamo una discussione unica, con due votazioni separate.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa mozione abbiamo inteso portare all'attenzione del Consiglio regionale una questione che, a nostro giudizio, è molto cruciale, che riguarda l'attività che centri antiviolenza, case rifugio e sportelli antiviolenza svolgono nella nostra Regione.
Sappiamo che il quadro di queste strutture territoriali in Veneto è molto articolato. Sappiamo che sono diversi i soggetti, molto spesso appartenenti al volontariato sociale, che collaborano con le Istituzioni regionali e territoriali per offrire questo servizio fondamentale. Sappiamo quanto molto spesso delle politiche per contrastare la violenza contro le donne si discuta all'interno delle Istituzioni. Sappiamo anche, però, purtroppo, quanto molto spesso a queste discussioni non seguano decisioni consequenziali.
Oggi ci troviamo, dunque, ad affrontare un tema cruciale, rispetto al quale io penso debba essere riportata al centro dell'attenzione la funzione che le Istituzioni possono svolgere a supporto, in collaborazione, in ambito di sussidiarietà con tutti i soggetti che – lo ripeto – contribuiscono, da un lato, a incentivare quella rivoluzione culturale che dovrebbe finalmente portare questo Paese a superare la lettura patriarcale della società e, dall'altro lato, molto concretamente ad offrire risposte immediate e fondamentali per tutte le donne che hanno subìto violenza e che hanno bisogno, sul territorio, di trovare protezione e aiuto.
La ragione per cui abbiamo presentato questa mozione è che a settembre 2022 è stata sancita, in sede di Conferenza Stato-Regioni, un'intesa che è andata a modificare i criteri sulla base dei quali le risorse nazionali e regionali possono essere stanziate a queste strutture che sui territori si occupano, appunto, di contrastare la violenza contro le donne. Ebbene, questi criteri, che dovrebbero essere dalle strutture tutti adempiuti contemporaneamente, rischiano di mettere fuori gioco oltre la metà delle strutture della nostra Regione, che nei fatti sembrano non essere in grado di adempiere tutti i requisiti richiesti, in particolare quello che richiederebbe a queste strutture la disponibilità di un numero telefonico a disposizione delle donne h24, sette giorni su sette.
Cos'è che ci preoccupa della situazione e perché abbiamo inteso portare questa discussione all'interno del Consiglio regionale? La prima questione è che questa intesa rischia di impattare in maniera pesantissima sulle strutture regionali che si occupano di violenza contro le donne. Quindi, la domanda che ne consegue è la seguente: non sarebbe stato il caso, all'interno della Conferenza Stato-Regioni, nel momento in cui abbiamo stipulato quell'intesa, di porre il tema? D'altronde, è evidente che questi criteri possono essere adeguati ad alcune realtà territoriali, certamente non lo sono per la nostra Regione. Approfitto della presenza dell'assessore Lanzarin per cercare di capire come mai ci troviamo oggi a dover arginare un fiume che è già partito.
La seconda questione riguarda la tempistica. Sappiamo, infatti, che questi criteri, in linea teorica, dovranno essere attuati a partire da marzo 2024, quindi tra pochissimi mesi. Ci sembrava necessario e urgente, quindi, che questo Consiglio regionale si facesse carico del problema per offrire una soluzione ai tanti operatori e alle tante operatrici che, in questi mesi, vivono con ansia, drammaticamente questa incertezza rispetto al loro futuro. Faccio presente che parliamo, nella stragrande maggioranza dei casi, di volontari e volontarie che offrono gratuitamente il proprio impegno e la propria professionalità per supportare un servizio pubblico non sempre adeguato.
La terza questione riguarda in generale le risorse. È evidente, infatti, che, se dobbiamo affrontare condizioni mutate dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare, con dotazioni finanziarie adeguate. Ad oggi, tutta la partita delle politiche contro la violenza sulle donne è finanziata, per la stragrande maggioranza, da un fondo nazionale di circa 2,2 milioni di euro per quanto riguarda la Regione del Veneto e da un fondo regionale di 1 milione di euro. Attraverso la somma di questi due fondi garantiamo le decine di strutture (centri antiviolenza, sportelli antiviolenza, case rifugio), oltre a tutta l'attività di natura educativa e divulgativa che queste associazioni e queste organizzazioni fanno nelle scuole e nella società.

PRESIDENTE

Collega, la invito a concludere.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo, Presidente.
È chiaro, dunque, che oggi stiamo in una condizione in cui in generale è necessario intervenire. Quindi, con questa mozione impegniamo la Giunta a stanziare le risorse necessarie, ulteriori rispetto a quelle che ho già citato, per affrontare la questione dei criteri e ad attivare un processo collaborativo e di condivisione con gli operatori e le operatrici per risolvere la situazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
L'attenzione della Regione del Veneto per contrastare e prevenire la violenza contro le donne ha radici ormai di oltre un decennio. È del 2013, infatti, l'approvazione della legge regionale n. 5 "Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne", legge che poi, nel 2018, è stata aggiornata. Questa è una legge che promuove interventi di sostegno a favore delle donne vittime di violenza, in collaborazione con gli enti pubblici e il privato sociale, e che prevede che la Regione ponga in essere azioni volte alla tutela e al recupero di condizioni di vita normali per queste vittime, nonché attività mirate al contrasto del fenomeno.
Queste normative e il lavoro amministrativo che ne è seguito hanno portato a un lavoro che, in questi anni, ha permesso di strutturare una rete di servizi, fatta oggi di ventisei centri antiviolenza e ventotto case rifugio, di rafforzare la collaborazione con il privato sociale, di partecipare come capofila a diversi progetti nazionali ed internazionali, di rafforzare le risorse finanziarie a sostegno dei servizi e della formazione, sostegni che, nell'arco degli ultimi dieci anni, sono quadruplicati, con un andamento sempre crescente, ma con una forte accelerazione all'incremento dal 2019 in poi, gli anni della pandemia.
In data 20 luglio 2023, la Quinta Commissione (Commissione Politiche sociosanitarie) ha analizzato e approvato la rendicontazione sull'attività svolta nel 2022 per contrastare la violenza contro le donne e in quell'occasione abbiamo ampiamente trattato il tema dell'intesa Stato-Regioni e delle difficoltà che la sua applicazione nel 2024 può portare ai servizi attivi nel territorio veneto, così come nelle altre Regioni. In quell'occasione, l'Assessore ci ha spiegato che l'intesa, approvata a settembre 2022 , quindi elaborata dal precedente Governo, dal ministro per le pari opportunità e la famiglia Bonetti, è stata ulteriormente approfondita dalle Regioni dopo la sua approvazione e che proprio su richiesta della Regione del Veneto è stata posta una questione sia a livello regionale che al ministro per le pari opportunità Roccella sull'applicazione e sull'interpretazione dell'intesa, richiesta che ha portato all'avvio di un tavolo tecnico a livello nazionale tra Ministero delle pari opportunità e Regioni proprio per affrontare tale questione.
Durante la seduta della Commissione di fine luglio, il dirigente regionale presente dell'Unità operativa infanzia, adolescenza e famiglia ha comunque segnalato e informato come la Regione non fosse già allora ferma su questo tema, ma stesse già elaborando delle ipotesi per dare soluzione e continuità ai centri antiviolenza e alle case rifugio oggi attive in Veneto, poiché la volontà che questa Amministrazione ha è quella non solo di confermare, ma anche di rafforzare la rete dei servizi oggi attivi in Veneto.
Per cui, con questa mozione chiediamo un ulteriore impegno per riproporre al Governo una modifica dell'intesa, un'interpretazione della stessa che non vada a penalizzare tutta la rete di enti gestori di CAV e case rifugio in Veneto, che ringraziamo per il lavoro che fanno.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in discussione generale su entrambe le mozioni per ricordare che su questo tema, con i colleghi di minoranza, avevamo inviato una lettera il 18 maggio 2023 all'assessore Lanzarin dopo che avevamo incontrato qui in Consiglio regionale i centri antiviolenza. In quel periodo era appena uscita la notizia di cui stiamo discutendo e ci avevano riportato le questioni che erano per loro all'ordine del giorno in quel momento.
Le riprendo anche riprendendo i contenuti della lettera perché, appunto, non avendo avuto una risposta da parte dell'Assessore, approfitterei della presenza in Aula oggi per discutere con l'Assessore e con le proponenti delle mozioni, perché il tema, come sappiamo, non è all'ordine del giorno di questo Consiglio, ma è in particolare all'ordine del giorno dei centri antiviolenza, nel senso che c'è la necessità di comprendere se la questione verrà presa in carico, come chiede la mozione che è stata presentata dalle minoranze, oppure no.
Il tema – è già stato ben presentato – è quello prima di tutto della reperibilità ventiquattro ore al giorno rispetto al fatto che ci debba essere un numero garantito per le emergenze, quando, in realtà, noi sappiamo bene, e ci è stato spiegato anche dai centri antiviolenza quando sono stati ricevuti qui in Consiglio regionale, che ci sono delle reti di collaborazione tra i centri e i servizi che, in realtà, permettono di prendere in carico i casi senza dover garantire per forza una delle questioni che invece permetterebbe ad alcuni centri di rimanere in vita e ad altri centri di non potervi rimanere.
Noi sappiamo bene che in alcuni territori – lo dico sempre in quest'Aula – in particolare nei Comuni più piccoli, dove magari non c'è la presenza di grandi realtà che gestiscono centri antiviolenza, noi abbiamo dei centri antiviolenza gestiti anche su base volontaria, e quindi i centri più piccoli fanno molta più fatica, anzi, è per loro impossibile garantire una presenza di questo tipo. Quindi, morirebbero esattamente quei centri che nei territori più fragili magari non sono presenti, cioè laddove non abbiamo grosse realtà, magari del privato sociale, delle cooperative, delle imprese sociali, che possono offrire un certo tipo di servizio, dove abbiamo invece gruppi attivi di donne che magari aprono un centro che è basato sul volontariato.
Questa è una questione, io credo, molto, molto importante, chiave, in particolare in un territorio come il nostro, quello veneto, dove abbiamo basato, e non so mai se è un bene o un male, tante delle attività del servizio sociale nella libera volontà dei cittadini di dare dei servizi.
Grazie al fatto che abbiamo un settore del volontariato così attivo, ci troviamo ad avere tanti centri che sono in mano a delle realtà di questo tipo.
In più imporre, come scrivevamo nella lettera, i medesimi requisiti, quindi, come se una norma nazionale prendesse tutti i centri come fossero uguali, quindi una norma che incide senza consultare i soggetti che gestiscono questi centri antiviolenza riteniamo possa in qualche modo non solo essere considerata irragionevole, ma noi stiamo dando gli stessi standard a dei centri che, invece, hanno anche funzioni diverse, perché, ripeto, per fortuna, questi centri sono tante volte in rete tra di loro e magari un centro è dedicato alla presa in carico, un centro è dedicato al riferimento verso i servizi sociali, un altro centro fa un altro tipo di lavoro, perché magari ha le case rifugio.
Se noi pensiamo ai centri antiviolenza come a una rete di servizi che si sono strutturati negli anni, ognuno con la propria competenza, noi non possiamo, in virtù di una norma nazionale, dare le stesse indicazioni a tutti.
Quello che era stato chiesto in questa lettera era un'interpretazione da parte della Regione, in maggior coerenza con il concreto assetto delle realtà che operano sul territorio, se non una radicale revisione. Quindi, quello che si chiedeva era: iniziate a guardare davvero qual è il contesto veneto, in virtù del fatto che spesso diciamo che abbiamo delle particolarità, quasi delle autonomie, e cerchiamo di vedere come i centri antiviolenza operano. Quindi, rimettiamo in discussione l'intesa che era stata proposta a livello regionale per vedere di trovare sul territorio, invece, un modello veneto di funzionamento dei centri antiviolenza per fare in modo che alcuni non debbano chiudere. Anche perché – e questa è una critica che viene mossa di solito – la reperibilità di fatto esiste, cioè sui nostri centri la reperibilità c'è. Quindi, non è vero che serve una norma nazionale per garantirla.
Chiedo all'assessore Lanzarin di poter reagire alle questioni che in questa lettera avevamo sollevato.

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo, l'ha detto la collega Brescacin, ventisei centri antiviolenza e ventotto case rifugio. Un centro antiviolenza è fondamentale. Nel momento in cui arriva in questo centro una donna che ha subìto violenza, questi la prendono in carico.
Prenderla in carico significa dare supporto psicologico, dare delle risposte, dare assistenza legale perché spesso viene data anche assistenza legale. Quindi, prendono in carico una persona che ha completamente bisogno. Le sfaccettature sono molte.
Mettere a disposizione somme come i 2 milioni a livello nazionale e 1 milione a livello regionale, quindi 3 milioni per tutte queste strutture, è veramente poco. Questo accordo, questo obbligo, questo intervento da parte della normativa di far sì che siano aperti h24 e quindi ci sia una risposta sempre e comunque è fondamentale. è vero, come diceva la collega Ostanel, che lo fanno già, lo fanno come volontarie, lo fanno come persone che si dedicano completamente a questi casi.
Io ho fatto degli incontri sul mio territorio parlando con delle volontarie ed effettivamente il lavoro è tantissimo. Occupano buona parte del loro tempo per dare riscontro, ma ci sono dei tempi d'attesa molto lunghi. Ad esempio, per un intervento psicologico, perché io credo, noi crediamo che sia fondamentale anche questo all'interno delle proprie attività, occorre, a volte, aspettare anche un mese o due. Ne abbiamo già parlato in varie occasioni.
Il supporto deve essere completo anche, ad esempio, per l'assistenza legale perché, se è vero che viene fatta completamente l'assistenza legale gratuitamente da volontari all'interno di questi centri, è altrettanto vero che abbiamo un problema di gratuito patrocinio, nel senso che viene garantito per l'aspetto penale, in alcuni casi i Consigli lo ammettono anche nell'aspetto civilistico, per poi però rimettersi in mano ai giudici.
Ho visto interventi da parte, ad esempio, della Regione Lombardia, che mette a disposizione delle somme proprio per dare assistenza legale a queste donne. Non dimentichiamo che, nel momento in cui c'è un problema di questo tipo, c'è una conseguenza e problematicità sotto l'aspetto giuridico. Spesso c'è una separazione, spesso magari c'è la tutela e l'affidamento dei figli. Quindi, c'è la necessità, non solo penale, di adire l'autorità giudiziaria.
Ecco, occorre dare rinforzo a questi centri in modo tale da prendere in carico, sotto tutti gli aspetti, queste donne che ne hanno bisogno.
Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
Con molti di voi ci siamo già parlati su questo argomento. Molti di voi mi hanno contattato anche singolarmente per capire oggi qual è la situazione. Sicuramente la situazione è una situazione che ci preoccupa, che abbiamo cercato fin da subito di affrontare cercando un approccio nazionale. Siccome non c'è solo la Regione del Veneto che ha manifestato la difficoltà o comunque la non comprensione rispetto all'intesa...
Sapete che sono due le intese, hanno gli stessi parametri, sia quella sulle donne vittime di violenza sia quella sui maltrattanti e quindi noi che abbiamo anche otto centri per uomini soggetti di violenza, anche in quel caso rientrerebbero nelle stesse caratteristiche, perché le intese sono due; quindi, non capendo anche la ratio di questa intesa; intesa che non è passata nelle Commissioni preposte, ma è andata direttamente in Conferenza delle Regioni. Probabilmente, né Regione Veneto né altre Regioni in quell'occasione hanno sollevato e manifestato la questione perché probabilmente è passata un po' in una Conferenza che forse aveva altri argomenti più importanti. Questo non per giustificare, ma era un'intesa già confezionata, che sarebbe passata perché era stata tanto attesa da parte del legislatore nazionale.
Vista la situazione, abbiamo subito interloquito, tramite la Commissione Politiche sociali, e quindi l'organo che ci rappresenta, con la parte nazionale e abbiamo chiesto fin da subito di provare a capire se si potesse cambiare l'intesa. Ci è stato detto che, proprio perché era un'intesa molto combattuta, un'intesa che aveva avuto una trafila molto lunga, era difficile pensare a una modifica dell'intesa. Poteva esserci un'interpretazione, che poteva starci, dell'intesa.
Abbiamo chiesto la costituzione di un tavolo tecnico. Il tavolo tecnico si è insediato, si è già incontrato due volte e sta lavorando per cercare una soluzione. Però, come Regione, abbiamo parallelamente iniziato un percorso di interpretazione interna nostra regionale proprio per arrivare a quel termine di marzo 2024 senza creare nessun tipo di difficoltà.
È chiaro che il sistema oggi sociale che si occupa di violenza contro le donne, che per noi, in Veneto, è un sistema molto forte, molto variegato, in cui il terzo settore tutto ha un ruolo fondamentale, va salvaguardato. Come sicuramente va salvaguardato il concetto secondo il quale chi dovrebbe, secondo l'intesa, occuparsi di questa materia doveva avere nello Statuto della propria organizzazione solo questo fine e non altri fini sociali.
Invece, io credo che sia anche un valore aggiunto, quello di avere altri fini sociali perché, se una cooperativa, facciamo un esempio, si occupa di minori e si occupa anche di violenza forse saprà interpretare meglio quella che può essere la violenza assistita e quelli che possono essere gli accompagnamenti, gli affidi, gli allontanamenti e quant'altro.
Su questo noi stiamo ragionando e lavorando con i centri. Appena ci sarà un provvedimento nuovo, sarà mia premura condividerlo o comunque illustrarlo alla Commissione eventualmente competente. Nel frattempo, però, continuiamo a lavorare al tavolo nazionale, perché, secondo me, anche il tavolo nazionale deve capire che questa intesa è proprio di difficilissima, oltre che non opportuna, applicazione.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Era chiarissimo che non si poteva mettere in discussione l'intesa di per sé. È chiaro che sono passati molti mesi e quindi adesso è una priorità arrivare a una reinterpretazione.
La ringrazio anche per l'aggiornamento, ma il fine è proprio quello che diceva lei: salvaguardare un modello in qualche modo di rete, di servizi che in Veneto magari c'è e che in altre Regioni non c'è; quindi, non può essere magari neanche concepito. È evidente che ogni Regione poi tende anche a salvaguardare in qualche modo quello che è il proprio modello, e non è sbagliato, è corretto, perché interpreta quella che è la territorialità e quelle che sono le esigenze che negli anni si costruiscono.
L'altro aspetto serve chiaramente a non mettere in discussione il modello, ma eventualmente migliorarlo e mettere nelle condizioni, invece, i centri esistenti di poter non solo sopravvivere, ma sempre di più crescere in quel modello di rete e anche nelle esigenze che in parte prima ha anche elencato la collega Bigon, ma anche nelle esigenze che prima venivano citate nella mozione della collega Brescacin, che riguardano la prevenzione. C'è tutta la parte dell'intervento, ma sulla parte della prevenzione, alle volte, ci appoggiamo molto al volontariato, come anche sulla questione h24.
Credo che questi aspetti, per quanto orgogliosa sia anch'io di tutto il mondo del volontariato veneto, vadano affrontati con decisione, perché proprio per l'appesantimento che c'è stato anche di numero di casi, ma anche di tipologie e di complessità di casi, forse a quel tipo di modello serve un'iniezione di energia maggiore rispetto a quello che, ad oggi, esiste anche nella Regione Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore anch'io per l'aggiornamento.
Il clima, come diceva anche lei, è di preoccupazione generale e lo è ‒ segnalo anche questo aspetto ‒ non soltanto sul limite e sul confine che rappresenta marzo 2024, ma anche in questi mesi qua, perché stanno scadendo bandi e possibilità di finanziamento per queste realtà che, soprattutto quelle che sono maggiormente a rischio, non sanno se possono affrontare e se ha senso partecipare. Per cui, c'è anche un termine che precede marzo e che, purtroppo, è già domani, essendo passati diversi mesi.
Oltre all'aspetto della prevalenza, che lei giustamente citava, cioè il fatto che ci siano più aree di intervento che magari si integrano, c'è anche l'aspetto, ad esempio, dei Comuni. Se un Comune ha un centro antiviolenza, uno sportello, non potrebbe più proseguire con questo tipo di intesa, perché il Comune non ha come attività prevalente, ovviamente, l'antiviolenza. Quindi, vi è da sottolineare anche l'importanza di non perdere un tessuto di supporto pubblico a questo.
E poi il tema dell'h24, che abbiamo più volte sentito come elemento di preoccupazione. Anche perché c'è un numero nazionale, ci sono le Forze dell'ordine, c'è il pronto soccorso. Per cui, c'è una rete che comunque va a supportare, oltre a quello che già i centri fanno.
Il mio intervento era solo per ribadire la preoccupazione diffusa e l'importanza anche di parlare con queste realtà, con cui immagino si stia condividendo, ma che hanno proprio la necessità di un confronto per sapere che cosa ne sarà di loro nei prossimi mesi, ribadendo che c'è una scadenza prima di marzo, che è quella di questi bandi che scadono, che per loro sono vitali, soprattutto per la parte di volontariato, che è così preziosa per la nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Chiudiamo la discussione generale e passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Passiamo alla votazione delle due mozioni.
In dichiarazione di voto la collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ovviamente annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo alla mozione che abbiamo presentato. Raccolgo anche una richiesta di modifica dell'impegno che avevamo proposto, cioè di inserire, prima della richiesta dello stanziamento di risorse, "a valutare la possibilità di stanziare le risorse".
Ringraziamo anche l'Assessore per la disponibilità dimostrata nell'accoglimento di questa mozione. È chiaro, però, che noi vorremmo capire come, poi, da questo impegno comune che il Consiglio si sta prendendo votando all'unanimità, auspico, una mozione di maggioranza e una di minoranza sul medesimo argomento, riusciamo a tradurre in atti concreti gli impegni che ci stiamo prendendo, da un lato, e insieme come possiamo rassicurare tutte le persone che attorno a questo impegno che noi ci prendiamo oggi stanno organizzando la propria attività e il proprio impegno lavorativo dei prossimi anni.
Colgo anche l'occasione per ricordare come l'impegno generale, politico, culturale di questo Consiglio regionale debba essere sempre concentrato sull'azione a favore delle donne e delle azioni che contrastano la violenza di genere, che continua, purtroppo, ad essere uno dei grandi temi che affligge la società e anche, purtroppo, la realtà del nostro territorio.
L'idea di costruire politiche pubbliche e operatori territoriali al servizio delle donne vittime di violenza è anche l'occasione per raccontare che dalla violenza si può uscire, che in questa Regione ci può e ci deve essere una struttura in grado di garantire protezione e tutela alle donne in quel momento di fragilità. Dobbiamo, forse, cominciare a investire ulteriori risorse nella possibilità per queste donne, dopo che hanno avuto il coraggio di denunciare, dopo che hanno trovato protezione, dopo che sono uscite dal tunnel della violenza, di potersi ricostruire una vita autonoma e indipendente, cioè, ricostruire un progetto di vita.
È un impegno sul quale ‒ io penso ‒ non possiamo tirarci indietro e rispetto al quale il Partito Democratico farà sempre il massimo.

PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Metto in votazione la mozione n. 464.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la mozione n. 462.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, chiudiamo la seduta odierna del Consiglio. Per il prossimo sarete convocati a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.02
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 110 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 110
MARTEDì 26 SETTEMBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 110ª seduta pubblica – martedì 26 settembre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come da deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13108 del 21 settembre 2023 come integrato dalla nota prot. n. 13160 del 22 settembre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.42.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 109ª seduta pubblica di martedì 12 settembre 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Centenaro, Formaggio e Rizzotto; inoltre, le consigliere Alessandra Sponda ed Elisa Cavinato seguono la seduta da remoto.

Il PRESIDENTE comunica quanto deciso nella Conferenza dei Presidenti del Gruppi consiliari sull'organizzazione dei lavori, essendo la giornata odierna lutto nazionale per i funerali del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, i lavori dell'Assemblea vengono sospesi per la durata della cerimonia funebre (dalle 11.30 alle 13.00), con interventi in ricordo della figura del Presidente Napolitano da parte del Presidente del Consiglio e del Capogruppo del Partito Democratico. A partire dalle ore 13.00 è prevista la ripresa dei lavori dal punto 10) Bilancio consolidato PDA n. 69, e a seguire il punto 6) mozione n. 460, ed i punti 9) mozione n. 464 e 9.1) mozione n. 462 in trattazione congiunta.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 411 del 30.06.2023
presentata dal consigliere Zanoni
""Cortili frattali. Il borgo aumentato sul lago": cosa intende fare la Giunta per evitare la devastazione dell'habitat del Lago di Revine, nel Comune di Tarzo (TV), sito di Rete Natura 2000?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 358 del 14.02.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Ancora sversamenti illeciti sul canale "Piavesella" (TV). Cosa fanno Regione e Arpav per contrastare questo grave fenomeno di inquinamento ambientale?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 396 del 04.05.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Contaminazione da PFOA e PFOS, discriminazione dell'acqua: per quanto ancora?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 309 del 02.11.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"Casa di cura Abano, staccati i volantini e sottratte le bandiere attestanti lo stato di agitazione. La Regione intende intervenire in relazione a una simile intimidazione?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 401 del 23.05.2023
presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni e Zottis
"Car fluff di Sorgà (VR): qual è la posizione della Regione Veneto in merito all'iter autorizzativo?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Il PRESIDENTE rende omaggio alla figura del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano come Consiglio regionale e invita l'Assemblea ad un minuto di silenzio.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

La consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) interviene, come Capogruppo del Partito Democratico, in ricordo del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il PRESIDENTE, come già comunicato, sospende la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 11.26.

La seduta riprende alle ore 13.26.

Punto 10) all'ordine del giorno

Bilancio consolidato 2022. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 69) APPROVATO (Deliberazione n. 97/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Luisetto (Partito democratico veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Sandonà assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono l'assessore Calzavara, la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti e successivamente il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Lorenzoni (Gruppo Misto), Bigon (Partito Democratico Veneto) e Bet ( Zaia Presidente).

In dichiarazione di voto finale intervengono la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto), l'assessore Calzavara e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 6) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Valdegamberi, Soranzo, Polato, e Venturini relativa a "Payback dispositivi medici rischi per la continuità delle forniture di dispositivi medici anche salvavita nella rete ospedaliera regionale". (Mozione n. 460) APPROVATA (Deliberazione n. 98/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto) che illustra la mozione in oggetto.

Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) e chiede una sospensione della seduta per valutare l'emendamento n. A1.

Il PRESIDENTE accoglie la richiesta e sospende la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 15.27.

La seduta riprende alle ore 15.45.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono le consigliere Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Bigon assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Camani (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 16.03.

La seduta riprende alle ore 16.27.

Il PRESIDENTE annuncia il deposito dell'emendamento n. A2.

Interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto) che ritira l'emendamento n. A1 e illustra l'emendamento n. A2 a firma dei consiglieri Valdegamberi, Soranzo, Polato e Camani.

Sull'emendamento n. A2 intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che chiede di sottoscrivere la mozione.

L'emendamento n. A2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cecchetto, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punti 9) e 9.1) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Zottis, Montanariello e Zanoni relativa a "L'intesa Stato-Regioni del 14/9/2022 mette a rischio di chiusura molti Centri Antiviolenza e Case Rifugio del Veneto. La Giunta regionale intervenga per scongiurare tale catastrofico esito". (Mozione n. 464) APPROVATA (Deliberazione n. 99/2023)  [RESOCONTO]


e

Mozione presentata dai consiglieri Brescacin, Barbisan, Venturini, Bet, Bisaglia, Cavinato, Cecchetto, Cestaro, Favero, Finco, Maino, Pan, Sandonà, Sponda, Vianello e Zecchinato relativa a "Centri Antiviolenza e Case Rifugio: intesa Stato Regioni non penalizzi gli enti gestori". (Mozione n. 462) APPROVATA (Deliberazione n. 100/2023)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, visto l'argomento analogo, invita i primi firmatari a presentare le due mozioni e fare una discussione generale unica con due votazioni separate.

Intervengono le consigliere, Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra la mozione n. 464 e Brescacin (Zaia Presidente) che illustra la mozione n. 462.

In discussione generale intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Bigon (Partito Democratico Veneto), l'assessora Lanzarin, le consigliere Zottis (Partito Democratico Veneto) e Luisetto (Partito Democratico Veneto).

In dichiarazione di voto la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), a seguito della discussione generale, comunica una modifica verbale alla mozione n. 464.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 464 come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Rigo, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 462.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Rigo, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.02.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PAVANETTO Lucas
BORON Fabrizio
PICCININI Thomas
BRESCACIN Sonia
POLATO Daniele
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CESTARI Laura
RIGO Filippo
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
GEROLIMETTO Nazzareno
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
LUISETTO Chiara
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian