ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 07/11/2023 n. 114

Resoconto n. 114 - 11^ legislatura
Resoconto 114 a Seduta pubblica
Martedì, 7 novembre 2023
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.46

PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Registratevi su Concilium. Mi sembra di vedere qualcuno in Aula non registrato.
Diamo inizio alla 114a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15206 del 2 novembre 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 112a Seduta pubblica di lunedì 16 ottobre 2023 e della 113a Seduta pubblica di martedì 24 ottobre 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Stefano VALDEGAMBERI
I congedi sono concessi.
Due Consigliere seguiranno i lavori da remoto.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

e

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni e interpellanze.
Vado in ordine, vedendo anche chi è in Aula.
Partiamo dalla IRI n. 419 della collega Silvia Cestaro.

Interrogazione a risposta immediata n. 419 del 20 luglio 2023 presentata dalla consigliera Cestaro relativa a "LINEA ESTIVA SELVA DI CADORE-CORTINA: NO ALLA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO DOLOMITI BUS"

Collega Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie. Non leggerò l'interrogazione, ma credo che le problematiche che riguardano i servizi di TPL per tutta l'area montana siano ben note e se ne sono presentate molti altre. So che la questione del collegamento con Cortina, quindi tra l'area dell'Agordino e l'area della Val Boite, è stata parzialmente risolta da Dolomiti Bus, grazie anche all'intervento dell'Assessore.
Presumo che la necessità di un tavolo tecnico e di confronto per quanto riguarda il TPL locale, io parlo per la mia Provincia, ma anche per tutte le altre Province, sia un nodo focale.
Lascio rispondere l'Assessore direttamente.

PRESIDENTE

Assessore De Berti, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Con riguardo all'oggetto dell'interrogazione, si premette che spettano agli enti di governo, nell'ambito delle proprie competenze, in materia di pianificazione di assetto e utilizzazione del territorio, le funzioni riguardanti la programmazione dei servizi di trasporto pubblico extra urbani, ai sensi della vigente normativa nazionale e regionale.
Per quanto attiene il disservizio segnalato, gli uffici della UO Mobilità e Trasporti della Regione del Veneto si sono prontamente attivati interpellando, in data 18 agosto, l'ente di governo del bacino di Belluno, con richiesta di relazione in merito a quanto rappresentato, nonché in ordine alle eventuali possibili misure correttive da adottare.
Con nota, in data 22 agosto, la Provincia di Belluno ha riferito quanto di seguito riportato: "Fino all'estate 2022 nel programma di esercizio dei servizi minimi extraurbani era previsto il collegamento estivo Selva di Cadore-Cortina, linea 30/4, che veniva effettuato con due coppie di corse da svolgersi il sabato e i giorni festivi sul percorso Cortina-Passo Giau-Selva di Cadore-Pescul".
In sede di programmazione dell'orario estivo 2023, in vigore dal 12 giugno al 12 settembre, il collegamento non è stato previsto a causa della ridotta disponibilità di autisti per la zona del Cadore. Con nota, in data 3 luglio 2023, i Sindaci dei Comuni di Selva di Cadore, Alleghe e Colle Santa Lucia hanno chiesto all'ente di governo del Bacino di Belluno la riattivazione del collegamento, in considerazione della domanda di mobilità espressa dai turisti presenti sul territorio.
L'ente di governo di Belluno, acquisita la proposta tecnica dell'azienda affidataria Dolomiti Bus, sulla quale i Comuni di Selva, Colle Santa Lucia e Alleghe hanno espresso parere favorevole e valutato l'interesse pubblico sotteso, ha provveduto, con proprio atto n. 15 del 10 agosto 2023, a riattivare il collegamento, approvando altresì il relativo programma di esercizio.
Allo stato attuale, il servizio operativo, dal 12 agosto 2023, viene effettuato con una coppia di corse, andata e ritorno, nelle giornate di sabato e festivi, tramite deviazione per il Passo Falzarego.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Come ho già detto prima, sono soddisfatta della risoluzione del problema, che però sappiamo essere strutturale. Conosco bene la gestione del territorio e del TPL da parte della Provincia e so che la Regione ha sempre cercato di aiutare e di venire incontro, soprattutto nel cambio della parte strutturale, quindi dell'acquisto dei mezzi.
Chiaramente il problema è legato a una difficoltà del personale e a questa la soluzione la vedo molto difficile, soprattutto nell'immediato. È chiaro che gli investimenti fatti sui mezzi sono un grande aiuto, però, probabilmente, non sono sufficienti. Quindi, mi auguro che, al di là di quello che è l'intervento della Regione, la Provincia di Belluno e l'ente privato che gestisce Dolomiti Bus, sappiano, nel tempo, riuscire ad attivare tutta una serie di programmazioni e anche un diverso approccio a quello che è il TPL locale, che permetta di dare risposte anche ai Comuni e alle zone più disagiate, magari con l'utilizzo di mezzi e del sistema a chiamata, che tanto auspichiamo da molti anni nel territorio delle Dolomiti bellunesi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Proseguiamo con la IRI n. 408 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 408 del 20 giugno presentata dalle consigliere Camani e Ostanel relativa a "MANCANO MEDICI DI FAMIGLIA E SERVIZI SANITARI TERRITORIALI. LA GIUNTA REGIONALE INTENDE INTERVENIRE PER RISOLVERE QUESTI PROBLEMI CHE AFFLIGGONO IL QUARTIERE 5 DELLA CITTÀ DI PADOVA?"

Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho firmato insieme alla capogruppo Ostanel, che ha diversi mesi e che poneva alla Giunta un tema molto delicato. Mi riferisco alla carenza di un medico di medicina generale in un quartiere della città di Padova, il Quartiere 5. Ci risultava all'epoca che il medico di medicina generale che prestava servizio in quel quartiere sarebbe andato in pensione. Poi, è andato in pensione. Abbiamo raccolto la preoccupazione dei tantissimi cittadini che attorno a questo tema hanno attivato una mobilitazione molto importante nel quartiere e una raccolta firme. Una mobilitazione talmente vigorosa che sappiamo ha già condotto all'individuazione di un nuovo medico di medicina generale per il quartiere.
L'interrogazione rappresenta per me l'occasione per sottolineare due questioni rispetto alle quali spero che nella risposta che mi darà l'assessore De Berti, per conto dell'assessore Lanzarin, si possano mettere in evidenza. La prima, quando noi in questi mesi, in questi anni abbiamo sollevato alla Giunta il problema della carenza dei medici di medicina generale non l'abbiamo fatto per una questione estetica, ma per cercare di rappresentare alla Giunta una preoccupazione che vivono tantissimi territori della nostra Regione rispetto ai quali la carenza del medico di famiglia rappresenta un disservizio davvero molto serio, in particolar modo in quei territori dove la popolazione anziana è sostanzialmente maggioritaria.
La seconda questione è più di sistema. Noi non possiamo continuamente puntualizzare i contesti di criticità. Abbiamo posto a suo tempo quello del quartiere Mandria, recentemente abbiamo posto il tema del Comune di Grantorto, sempre in provincia di Padova. C'è tutta la zona di Arzergrande Piove di Sacco, Legnaro, che ha gli stessi problemi.
Serve – e chiudo, Presidente – una programmazione più puntuale della Regione per evitare che veniamo a porre il problema quando la questione è già emersa, ma che anticipi la difficoltà.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde, al posto dell'assessore Lanzarin, la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
L'Azienda ULSS 6 Euganea, contattata per le verifiche del caso, ha rappresentato che un medico del ruolo unico di assistenza primaria, ciclo di scelta operante nell'Ambito n. 3 del Distretto Padova Bacchiglione del Comune di Padova, ha cessato l'incarico per raggiungimento dell'età pensionabile in data 1° giugno 2023.
I relativi pazienti hanno trovato assistenza in parte nella stessa unità urbana e in parte in quella limitrofa, nonché presso una professionista operante in un diverso quartiere dello stesso ambito. La situazione è stata poi risolta tramite assegnazione dell'incarico vacante ad un nuovo medico che ha preso servizio dal 28 agosto 2023 nel medesimo ambulatorio del medico cessato.
In relazione alla chiusura del centro prelievi presso l'Opera Immacolata Concezione, è stata proposta alla predetta Fondazione la stipula di una nuova convenzione ed ora, dopo il riscontro positivo di recente pervenuto, la stessa è in fase di predisposizione al fine di poter riaprire, appena possibile, il citato punto prelievi chiuso per ragioni di sicurezza degli ospiti durante la pandemia da Covid-19 in quanto posto all'interno della residenza sanitaria assistenziale.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, assessore De Berti.
Come anticipato nell'illustrazione della interrogazione, avevamo avuto notizia della sostituzione del medico di medicina generale andato in pensione. Apprendiamo, invece, della possibilità di riaprire il centro prelievi che non avevamo e che ci sembra una buona notizia.
Giusto per puntualizzare. È chiaro che la chiusura del centro prelievi a seguito dell'emergenza pandemica è un fatto risalente nel tempo. Il centro prelievi è comunque rimasto chiuso per diverso tempo, malgrado l'emergenza pandemica fosse dichiarata terminata. Quindi, era una giustificazione per chiuderlo, non era una giustificazione per tenerlo chiuso. Monitoreremo che la notizia che ci ha riportato oggi l'assessore De Berti produca effettivamente la riapertura del centro prelievi.
Perché abbiamo tenuto insieme le due questioni? Perché è chiaro che in un quartiere con quel tipo di caratteristiche, sia di popolazione che di possibilità di trasferimenti, il punto prelievi e il medico di medicina di base presenti nel quartiere sono un presidio fondamentale per garantire ai cittadini l'assistenza sanitaria primaria che, a nostro giudizio, è la questione cruciale attorno a cui si gioca la qualità della vita delle nostre comunità.
Quindi, questi due servizi, uno già riattivato e uno che apprendiamo oggi verrà riattivato a breve, sono due buone notizie rispetto alle quali continueremo a vigilare.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

In base alle presenze in Aula degli interroganti, passiamo alla IRS n. 362 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta scritta n. 362 del 25 maggio 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "ATER VENEZIA, PERSA L'OCCASIONE DEL BONUS 110% MA SONO MOLTI GLI IMMOBILI CHE NECESSITANO DI INTERVENTI, QUALI LE RAGIONI?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ho presentato questa interrogazione a risposta scritta proprio perché, in occasione di una recente Commissione Seconda, era stato dato atto ai Consiglieri di tutti gli interventi effettuati dalle varie ATER delle varie Province.
Era sorta questa perplessità da parte del Presidente dell'ATER Venezia, per il quale il Bonus 110 non doveva essere utilizzato sulle case dell'ATER. Rilevato il fatto che nella Provincia di Venezia ci sarebbero tante case, più di 9.000 alloggi di proprietà di ATER in cattivo stato di manutenzione, che avrebbero avuto assolutamente bisogno di questi interventi di ristrutturazione, come fatto rilevare anche da diversi inquilini, soprattutto mi riferisco a quelli di via Camporese in località Mestre che hanno scritto, almeno una volta al Presidente per questi interventi di cui necessitavano le loro abitazioni, viene il sospetto che questi interventi non siano stati fatti proprio per una ideologia politica diversa. Viene fatto rilevare anche come in altre Province, invece, si sia data attuazione ad interventi con il Bonus 110.
Con questa interrogazione si chiede, in definitiva, cosa ne pensi la Regione Veneto del fatto che nella Provincia di Venezia non si sia proceduto in questi termini e come intenda ovviare al problema del cattivo stato di manutenzione di tutti questi alloggi che andrebbero a beneficio di una collettività e quindi, insomma, come intenda agire per ovviare al problema in via suppletiva rispetto all'ATER.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, la Direzione Lavori pubblici ed edilizia ha provveduto, con una nota del 14 luglio, a richiedere all'ATER di Venezia degli elementi informativi per dare riscontro a questa interrogazione.
L'ATER di Venezia, con una sua nota del 9 agosto ultimo scorso, ha scritto che nonostante l'apparente iniziale appetibilità degli interventi utilizzando il Bonus 110, nell'analisi preventiva avviata da ATER Venezia fin dall'uscita di tale incentivo si è giunti alla conclusione di non procederne all'utilizzo per ragioni che si diranno di qui a poco.
Sul quesito "Per quale ragione Venezia non ha chiesto di accedere al Bonus 110?" si osserva che: 1) nel corso delle analisi preventive si sono verificate continue interpretazioni non univoche sul procedimento di accesso all'incentivo e sulla possibilità di utilizzo. Inizialmente vi era la possibilità di accedere allo sconto in fattura per ATER, indirizzo successivamente modificato; 2) l'impossibilità di poter inserire il 110 negli interventi che non rientravano nelle parti comuni degli edifici; 3) i tempi di realizzazione troppo stretti per un ente pubblico economico, prevedendo il completamento del 60% delle opere entro il mese di giugno 2023 e il completamento entro dicembre 2023.
Altra cosa. L'impossibilità per le ATER di inserire all'interno dello sconto in fattura l'IVA sui lavori, che quindi sarebbe rimasta a carico di ATER, ancorché anticipata da General Contractor, a bilancio avrebbe aumentato una posta negativa pari al 10% degli importi complessivi degli interventi.
Inoltre, l'incertezza sull'interpretazione del partenariato pubblico-privato, che, in ossequio alla normativa, dovrebbe prevedere la gestione di un servizio, come il riscaldamento centralizzato, e non la gestione del verde, come accaduto in altri progetti, con il rischio concreto di vedere l'interessamento dell'Agenzia delle entrate, con conseguenze prevedibili per i committenti non allineati.
L'interpretazione data dal DL n. 36/2022, in materia di partenariato pubblico-privato, recita: "Le Amministrazioni aggiudicatrici interessate a sviluppare i progetti secondo la formula del partenariato pubblico-privato, ai sensi dell'articolo 180 e seguenti del Codice dei contratti pubblici, di cui al decreto n. 50/2016, di importo superiore a 10 milioni, da calcolare ai sensi del medesimo Codice, sono tenute a richiedere un parere preventivo al Dipartimento di programmazione e coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell'Economia e delle finanze, Dipartimento Ragioneria generale dello Stato, al fine della preliminare valutazione della corretta impostazione di tali progetti, in particolare rispetto all'allocazione dei rischi e alla contabilizzazione. Il parere, emesso di concerto con il Ministero, della Ragioneria, entro i successivi 45 giorni, non assume carattere vincolante per l'Amministrazione richiedente. È facoltà dell'Amministrazione aggiudicatrice discostarsi dal parere mediante un provvedimento motivato.
Da ultimo, ma non per importanza, si precisa che ATER Venezia ha nel centro storico 2.600 alloggi che non possono accedere a contributi per vincoli insormontabili cui, per la specificità di Venezia, sono sottoposti. A titolo di esempio: l'impossibilità di eseguire il cappotto esterno per gli edifici storici. Molti edifici di Venezia nel centro storico sono stati costruiti negli anni Cinquanta. Si pensi, a titolo di esempio, alla Giudecca. Solo successivamente all'entrata in funzione del MOSE si è potuto pensare di effettuare, ad esempio, un intervento di riqualificazione energetica per un alloggio al pianoterra, con criteri di eccellenza energetica. Detto alloggio, come tutti al pianoterra, aveva una pavimentazione di poco superiore ai 140 sul livello medio del mare, con la conseguenza che, prima dell'entrata in funzione del MOSE, nel 2019, questo appartamento si era allagato ben cinque volte. Nel 2020, con l'entrata in funzione del MOSE, che si attiva con la marea a 110, è stato possibile progettare la ristrutturazione, che ha previsto importanti interventi strutturali, come la realizzazione di una vasca di cemento armato sotto il pavimento per contenere la risalita di umidità dal terreno, la demolizione di tutte le murature degradate dalla risalita capillare e dal fenomeno dell'acqua. L'alloggio è stato, inoltre, riqualificato da un punto di vista energetico realizzando un sistema di cappotto interno e di riscaldamento a pavimento. L'intervento per il singolo alloggio è costato 140.000 euro. Il materiale fotografico dell'intervento è a disposizione, al fine di comprendere l'entità e la misura dello stesso, con modalità differenti da tutto il Veneto, per meglio dire, a livello mondiale, per l'unicità di Venezia. Costa di più, in pratica.
ATER Venezia, per contro, ha partecipato a tredici interventi del PNRR, di cui ne sono stati ammessi a finanziamento sette. In aggiunta, va specificato che dalla partecipazione al bando PNRR certi interventi avevano un costo iniziale di 7.955.000. Nel frattempo, c'è stato l'aumento dei prezzi e l'importo è andato a 13.196.000, obbligando ATER, per non perdere il finanziamento, ad integrare con ulteriori fondi la copertura finanziaria.
Pertanto, al fine di garantire la regolare gestione economica e finanziaria dell'Ente, si è preferito utilizzare la diligenza del buon padre di famiglia, cercando di perseguire scopi istituzionali, ma perseguendo, altresì, l'intento di salvaguardare i bilanci aziendali.
Inoltre, non va omesso di considerare che il canone medio di un alloggio per le nuove assegnazioni nel 2022 è stato di circa 97 euro, che, con un costo approssimativo moltiplicato per 9.751 alloggi, comporterebbe entrate annuali certamente non esaustive a coprire le necessità manutentive. Ma a queste devono essere aggiunti i costi di manutenzione ordinaria per l'anno 2022, che sono stati di 3,3 milioni, mettendo a disposizione 284 alloggi. Devono essere aggiunti, altresì, i costi della morosità che, sia per i canoni sia per le spese condominiali, ricadono sull'ATER.
Con riferimento alla richiesta di informazioni circa la ristrutturazione degli alloggi esistenti, con particolare riferimento a quelli di Via Camporese, e porre fine alla crisi abitativa della Città Metropolitana di Venezia, l'ATER ha risposto come segue: "Con riferimento a Via Camporese, nell'anno 2021 si è provveduto al rifacimento della copertura piana del tetto, per un importo di 300.000. Peraltro, non ci risultano particolari segnalazioni sull'argomento da parte degli inquilini". Da ultimo, la Giunta regionale, con riferimento all'emergenza abitativa che si registra anche in ambito regionale, sta predisponendo il nuovo Piano strategico delle politiche della casa, che sarà presentato a breve.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta.
Chiaramente rimangono ancora forti dubbi sul fatto che questa ATER veneziana, a differenza delle ATER delle altre Province, eccetto Belluno... Eccetto Belluno e Venezia, le altre Province, invece, hanno fatto largo uso del Bonus 110. Questo ha creato una condizione di non appetibilità da parte dei cittadini delle loro abitazioni. Parliamo di più di 9.000 abitazioni, come ho detto poc'anzi, in cattivo stato di manutenzione, che sarebbero state in grado di soddisfare l'intera domanda della Città Metropolitana di Venezia.
Il problema sussiste, rimane. Con questa risposta non viene dato atto della discrasia, dell'anomalia da parte dell'ATER Venezia rispetto ‒ ripeto ‒ ad altre Province. Tanto per citarne una: Padova ha usufruito del Superbonus 110 per 191 milioni, ristrutturando, così, 57 abitazioni. Cosa che non è stata fatta, invece, nella Provincia di Venezia, creando, così, un'occasione persa per i cittadini, purtroppo, della mia Provincia.

PRESIDENTE

Grazie.
Ritorniamo alle IRI, in particolare la IRI n. 420 del consigliere Montanariello.

Interrogazione a risposta immediata n. 420 del 25 luglio 2023 presentata dal consigliere Montanariello relativa a "MEDICINA DEL TERRITORIO E SERVIZI AI CITTADINI: LA GIUNTA REGIONALE INTENDE INTERVENIRE SUL QUARTIERE TERRAGLIO-FAVORITA MESTRE?"

Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che circa 1.800 cittadini del quartiere Terraglio-Favorita di Mestre hanno ricevuto una lettera da parte della ULSS 3, Distretto 2 Venezia Terraferma, in cui si comunica che l'attuale medico di famiglia cesserà l'incarico al 31 luglio.
Voglio precisare che è stata presentata il 25 luglio.
La continuità assistenziale verrà garantita da un medico di famiglia designato dall'ufficio in Corso del popolo. I cittadini si sono mobilitati, anche mediante una raccolta firme, chiedendo l'intervento urgente del DG della ULSS 3 affinché il sostituto venga designato.
Rilevato che la carenza di medici di medicina generale colpisce ben circa 784 zone.
Considerato che il medico svolge un ruolo essenziale, la capillarità dei servizi sociosanitari di prossimità è fondamentale e il rafforzamento del rapporto tra sanità e territorio costituisce un asset strategico per il Servizio sanitario regionale.
Ho fatto un po' una sintesi, Presidente.
Interroga il Presidente della Giunta per sapere quali provvedimenti si intende porre a tal fine per garantire l'effettiva accessibilità ai cittadini residenti nel quartiere Terraglio-Favorita in un servizio di primaria importanza come quello del medico di famiglia.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde, in vece dell'assessore Lanzarin, la vicepresidente De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
L'azienda ULSS 3 Serenissima, contattata per le verifiche del caso, ha rappresentato che un medico del ruolo unico di Assistenza Primaria a ciclo di scelta operante nell'ambito della Municipalità di Mestre Centro, con ambulatorio principale in Corso del popolo e ambulatorio secondario in zona Terraglio, ha cessato l'incarico in data 31 luglio 2023.
Il professionista che ha assunto l'incarico rimasto vacante nel citato ambito esercita in Corso del popolo nella stessa medicina di gruppo ove operava il precedente, senza aver previsto l'apertura di uno studio secondario, nel rispetto delle previsioni di cui all'ACN per la MG 28 aprile 2022.
I pazienti residenti nel quartiere Terraglio in precedenza assistiti dal medico cessato, compresi quelli più anziani, hanno trovato assistenza presso altri medici della medesima zona, siti in via Nigra e via Trezzo, nonché, a partire dall'11 agosto 2023, presso un professionista che esercita anche in via Terraglio. Nessun paziente del professionista cessato risulta privo del medico del ruolo unico di AP a ciclo di scelta.
Per parte regionale, con DDR n. 36 del 12 aprile 2023, la Regione ha tempestivamente provveduto alla pubblicazione annuale degli incarichi vacanti di medico del ruolo unico di AP a ciclo di scelta, ex articolo 34 dell'ACN MG vigente, comunicati dalle aziende ULSS, attivando tutte le procedure tramite Azienda Zero per l'assegnazione degli incarichi vacanti, compresi quelli afferenti l'ambito in questione, in via di trasferimento, in via di inserimento ex graduatoria regionale, in via di assegnazione tramite procedura SISAC, ampliando, così, la ricerca di disponibilità sull'intero territorio nazionale. Ora è in corso la procedura per assegnare le carenze residue ai medici iscritti al corso di formazione specifica in Medicina Generale, secondo l'annualità di rispettiva frequenza.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Assessore, questione medico Terraglio-Favorita. L'interrogazione è stata presentata il 25 luglio. Va dato atto che, dopo anche una mobilitazione dei cittadini, è stata sostituita questa figura del medico di medicina generale che era venuto a mancare lì. Sicuramente un segno, anche da parte del Direttore dell'ULSS 3, di attenzione nei confronti di quel territorio. Anche questo va riconosciuto. Assessore, sotto questo aspetto, ci riteniamo soddisfatti.
Notizia di questa mattina: una parte dei cittadini della stessa zona Terraglio-Favorita che si recavano da un medico assegnato d'ufficio, in virtù della carenza di altre figure di medico di medicina generale in quella zona, hanno scoperto che ha cessato l'attività ‒ quel medico che era stato dato loro d'ufficio ‒ e gliene hanno dato un altro ancora, non più in zona Corso del popolo, dove erano prima, ma ancora più lontano, in zona viale San Marco.
Bene l'attenzione che c'è stata per rimettere il medico lì. Bene anche l'attenzione dell'ULSS. Questa mattina, però, scopriamo che chi non aveva il medico lì e andava in zona Corso del popolo viene mandato ancora più lontano, in zona San Marco, perché c'è stata la quiescenza ‒ se non abbiamo capito male ‒ del medico che aveva.
Assessore, gliela chiudo così. Siamo soddisfatti su questa, perché, alla fine, la mobilitazione dei cittadini e l'attenzione del Direttore dell'ULSS hanno risolto il problema, ma torneremo su questo nuovo problema che si è presentato questa mattina. Quindi, siamo soddisfatti per quello di cui discutiamo, ma annunciamo già un nuovo atto di sindacato ispettivo per ciò che le ho appena detto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Passiamo alla IRS n. 379 del collega Bozza.

Interrogazione a risposta scritta n. 379 del 5 luglio 2023 presentata dai consiglieri Bozza e Venturini relativa a "QUAL È LO STATO DELLA PROCEDURA CON RIFERIMENTO ALLA VENTILATA REALIZZAZIONE DEL CASELLO AUTOSTRADALE SULLA A22 IN COMUNE DI VIGASIO?"

Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
La presente interrogazione riguarda la richiesta di chiarimenti o di aggiornamenti sulla procedura relativa alla realizzazione del casello autostradale sulla A22 nel Comune di Vigasio.
Il decreto n. 50 del 13 agosto 2014 è stato approvato con accordo di programma tra la Provincia di Verona e il Comune di Vigasio, con il quale, tra le iniziative previste per lo sviluppo articolato del territorio, in coerenza con la pianificazione della Regione Veneto in quella zona sud-ovest della Provincia di Verona e l'approvazione del PAQE, viene prevista la realizzazione di un centro logistico, a servizio del quale è apparsa funzionale la realizzazione di complessi interventi infrastrutturali, partendo dal presupposto necessario della realizzazione del nuovo casello sulla A22 nel Comune di Vigasio.
Considerato che questo nuovo sviluppo logistico a Vigasio, nella parte sud di Verona, non può prescindere dalla realizzazione di nuove opere preordinate a rendere facile l'accesso all'area interessata, quale la realizzazione del nuovo casello autostradale, e dato che la Società Autostrada del Brennero ha presentato, nel dicembre 2022, un importante progetto di investimento del valore di 7,2 miliardi di euro per rinforzare e consolidare l'asse del Brennero, proprio come corridoio per il sistema produttivo europeo, prevedendo la realizzazione di importanti infrastrutture, che porteranno l'arteria autostradale ad assorbire ovviamente gli aumenti dei flussi di traffico per una crescita economica e sociale di importanza eccezionale.
Rilevato quindi che il Piano di investimento dell'Autobrennero ha ricevuto il plauso della Regione Veneto, ottenendo appunto il parere favorevole anche del Ministro delle Infrastrutture che pubblicherà il relativo bando di gara per il rilascio delle concessioni, che sappiamo sarà prossimo (non prossimo fra un mese, ma, insomma, nei prossimi mesi).
Considerato che fra l'elenco degli interventi previsti in questo Piano risulta proprio inclusa la realizzazione del nuovo casello autostradale del Comune di Vigasio.
Atteso che questo intervento infrastrutturale renderebbe ancora più attrattiva l'area logistica a sud di Verona, anche in relazione al famoso e tanto auspicato insediamento a Vigasio di uno stabilimento industriale da parte di Intel per la parte di assemblaggio e confezioni della componentistica, ovviamente sappiamo, elettronica.
Richiamando a tal proposito anche il contenuto della risoluzione n. 76/2022, approvata proprio dal Consiglio regionale del Veneto, interrogo appunto con questa interrogazione la Giunta per conoscere lo stato di avanzamento degli interventi infrastrutturali dell'area a sud di Verona. In particolare, se la Regione, nelle more appunto della pubblicazione del citato bando di prima, intenda attivarsi verso il Governo e per esso nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per promuovere un rapido avvio dei cantieri, in considerazione della confermata previsione di un nuovo casello autostradale sulla A22 nel Comune di Vigasio. E anche sapere se la Regione Veneto ritenga strategico che il suddetto intervento, cioè quello del casello, assuma rilevanza prioritaria nel brevissimo periodo sia in considerazione del recente sviluppo industriale e logistico dell'area, sia in previsione di un ulteriore realizzazione di nuovi insediamenti industriali di rilevanza nazionale e internazionale proprio in quel sito.
Credo che anche da questo punto di vista, in attesa appunto di sapere la risposta dell'Assessore, possa essere messo anche un ulteriore punto fermo di rafforzamento delle intenzioni, della volontà, ci auguriamo, della Giunta di portare a compimento un importante insediamento in quella parte del Veneto che sarebbe logisticamente e strategicamente interessante.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde la vicepresidente De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Considerato che il procedimento in argomento è stato avviato dalla Società A22 nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e che tale argomento non rientra tra le competenze della Regione Veneto, si è provveduto con nota del 10 agosto, non ancora riscontrata, a chiedere informazioni alla medesima società.
Anche sulla base di tale riscontro sarà possibile formulare le considerazioni richieste al punto 2.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, che arriverà, credo, a questo punto, in attesa che la Società Autostrade possa rispondere.
È evidente che per la parte del punto 1 la risposta è stata rinviata in attesa dei chiarimenti o, meglio, dell'aggiornamento da parte di A22. Sul punto 2, però, penso che sia competenza della Regione Veneto affermare o sostenere se ritiene strategico il suddetto intervento, soprattutto in previsione di quella che è la tanto discussa possibilità di avere un insediamento logistico strategico industriale in quella zona, non solo con riferimento a Intel, che ci auguriamo tutti possa essere ancora una soluzione percorribile, ma anche, alla luce delle dichiarazioni del presidente Zaia, del famoso eventuale piano B, di ulteriori insediamenti in alternativa a Intel, ma ci auguriamo che Intel sia la strada maestra, che quindi, di fatto, vanno a creare un insediamento e uno sviluppo in quell'area.
Credo sia importante sapere se la Regione Veneto, per quanto di competenza, ritenga politicamente strategico quel tipo di opera, quel tipo di intervento e anche le tempistiche, perché credo che, proprio come la Regione Veneto, insieme al Ministero ovviamente, ha dato il proprio parere favorevole al piano di investimenti di A22, dove ha inserito questo casello, abbia altrettanto voce in capitolo anche per ritenere o meno questa opera strategica.
Mentre sul primo punto rimango in attesa, speravo che per il secondo punto ci fosse una risposta più politica che tecnica. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 430 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 430 del 13 settembre 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "IL VENETO SI COLLOCA AL PRIMO POSTO NELLA CLASSIFICA DEI SEQUESTRI DI PRODOTTI ITTICI PER CHILOMETRO DI COSTA. QUALI STRATEGIE LA GIUNTA REGIONALE INTENDE ADOTTARE PER CONTRASTARE EFFICACEMENTE LA PESCA DI FRODO?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente.
È un'interrogazione presentata il 13 settembre scorso e firmata anche dalla collega Bigon.
Il 4 settembre 2023 Legambiente ha pubblicato "Mare Monstrum". È un report nazionale realizzato elaborando i dati delle forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto sui reati e le infrazioni compiuti a danno del mare nell'anno 2022. Il rapporto ha fotografato una situazione preoccupante lungo tutte le coste del Paese, dove i reati ambientali accertati nel 2022 sono stati ben 19.530 e sono aumentati rispetto all'anno precedente, mentre gli illeciti amministrativi sono stati 44.444, anche questi sono aumentati del 13,1%.
Nella classifica delle infrazioni per chilometro di costa, il Veneto si colloca al quinto posto con 3.820 tra reati e illeciti amministrativi. Nel ciclo del cemento illegale la nostra Regione si colloca al settimo posto con 669 reati.
Per il Veneto il rapporto registra anche un aumento dell'illegalità connessa ai fenomeni di inquinamento con 148 reati e 331 illeciti amministrativi. Il quadro più allarmante che si registra in Veneto è quello relativo al fenomeno della pesca di frodo e quindi ai prodotti ittici non tracciabili, non conformi, non certificati. Nel 2022, infatti, sono stati quasi 300 i quintali di prodotti ittici sequestrati, collocando il Veneto al quarto posto della classifica per quantità complessiva. Se leggiamo il dato per chilometro di costa, l'ordine della classifica cambia, facendo schizzare il Veneto sul poco onorevole gradino più alto del podio. La pesca di frodo, oltre ad arrecare gravi danni a tutta l'economia onesta del settore, rappresenta una seria minaccia sia per la nostra salute che per i fragili equilibri dell'ecosistema marino.
Chiediamo quali urgenti azioni la Giunta regionale intenda porre in atto, in stretta collaborazione con le autorità competenti, per contrastare efficacemente il crescente allarmante fenomeno della pesca di frodo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Il rapporto "Mare Monstrum" di Legambiente costituisce senz'altro un importante strumento di analisi delle attività illegali, reati e illeciti amministrativi che affliggono il mare e le fasce costiere italiane e fornisce utili spunti per l'individuazione delle più importanti strategie per contrastare tali fenomeni.
Tuttavia, per quanto riguarda in particolare i dati della pesca di frodo e il confronto tra regioni, il documento non consente un'immediata facile lettura, soprattutto se si prende in considerazione, così come proposto nell'interrogazione, il solo lato dei quantitativi di prodotti ittici sequestrati rispetto ai chilometri di costa. La Regione del Veneto, infatti, pur avendo una lunghezza lineare della costa piuttosto limitata, 158,9 chilometri, che la pone al nono posto tra le regioni costiere italiane, è la terza regione italiana per numero di imprese della pesca e dell'acquacoltura (circa 3.000 imprese) e per fatturato complessivo della produzione ittica primaria, dietro alla Sicilia e alla Puglia. In Veneto, a differenza di altre Regioni, alle imprese ittiche che operano in mare si aggiungono le imprese che operano nel vasto sistema delle acque lagunari interne: pensiamo alla laguna di Caorle, alla laguna di Venezia e alle aree lagunari del Delta del Po.
Anche se non specificato esplicitamente, è probabile che i dati riportati dal rapporto Legambiente si riferiscano ad importanti attività di contrasto della pesca illegale condotte dalle forze dell'ordine in una pluralità di contesti, a differenza che nelle altre regioni, tutti particolarmente sviluppati in Veneto, quali la pesca professionale in mare, la pesca professionale e l'acquacoltura nelle aree lagunari, il trasporto e la commercializzazione di prodotti ittici a terra, la tristemente nota situazione della pesca illegale nel fiume Po.
Ciò detto, è indubbio che il contrasto alla pesca illegale risulti un'attività di primaria importanza per una molteplicità di aspetti, quali la salvaguardia delle innumerevoli attività imprenditoriali che rispettano la legalità, la garanzia dei fondamentali principi di igiene pubblica e la tutela della salute, la conservazione e la salvaguardia dell'ambiente e la difesa dei consumatori.
Occorre però ricordare che le innumerevoli riforme che si sono succedute in Italia e, da ultimo, la riforma introdotta con la legge n. 56/2014, non hanno mai previsto l'attribuzione alle Regioni delle funzioni di polizia giudiziaria, funzioni invece attribuite a diversi organi dello Stato, delle Province, delle Città Metropolitane e dei Comuni, fondamentali per il contrasto efficace dei fenomeni di pesca illegale e commercio illegale di prodotti ittici.
Occorre, inoltre, ricordare che le Regioni non hanno competenza per le materie inerenti la regolamentazione e la gestione della pesca in mare, essendo queste attribuite in via esclusiva al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e alle locali Capitanerie di porto. Tuttavia, la Regione del Veneto ha in essere strettissime forme di collaborazione e sostegno con tutte le forze dell'ordine operanti nel territorio, anche a contrasto di fenomeni di pesca illegali quali le Capitanerie di porto, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e i corpi di Polizia Locale delle Province e della Città Metropolitana di Venezia.
Alcuni esempi concreti, tra le molte forme di collaborazione tra la Regione Veneto e le forze dell'ordine, specificamente rivolte al contrasto dei fenomeni di pesca illegale e bracconaggio ittico, sono di seguito descritti: per quanto riguarda le Capitanerie di porto, uno stretto ed efficace coordinamento è garantito dai lavori della Commissione consultiva locale per la pesca professionale e l'acquacoltura, che è stata prevista dall'articolo 10 del decreto legislativo 7 aprile 2014, n. 56, e dall'articolo 27 bis della legge regionale n. 19/1998 . La Commissione è composta dai rappresentanti delle Strutture regionali competenti per materia di pesca e dalle Capitanerie di porto, dalle organizzazioni professionali di categoria ed è presieduta dall'Assessore regionale alla pesca ed è particolarmente attiva in Veneto e tra le sue attività ha anche quella di definire più efficaci forme di contrasto alla pesca illegale.
Per quanto riguarda l'Arma dei Carabinieri si è citata...

PRESIDENTE

Collega, è ancora molto lunga?

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Penso che in 30 secondi ce la caviamo.

PRESIDENTE

Va bene.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Per quanto riguarda l'Arma dei Carabinieri si citano in particolare numerose forme di collaborazione fattiva. In particolare, per quanto riguarda il contrasto dei fenomeni di bracconaggio del fiume Po nell'ambito del protocollo d'intesa per il controllo della pesca illegale del fiume Po si è regolato il 29 giugno 2018 tra le Prefetture di Milano, di Torino, di Venezia, l'Arma dei Carabinieri, la Regione Emilia, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Veneto e l'Autorità di bacino per il Po.
Per quanto riguarda la Guardia di Finanza, una strettissima collaborazione e un costante flusso biunivoco di documentazione informativa riguarda l'attività di verifica sul corretto utilizzo del rigoroso rispetto della normativa per le disposizioni vigenti dei fondi comunitari afferenti al Fondo europeo per gli affari marittimi, eccetera, eccetera.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Replica il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la risposta e non sono pienamente soddisfatto, nel senso che è stato fatto un elenco di quelli che sono gli accordi in essere, alcuni tra l'altro non riguardano il bracconaggio e la pesca di frodo, ma ad esempio il corretto utilizzo dei fondi comunitari, quindi non siamo proprio in tema.
Posso concordare che questi accordi siano utili all'attività di contrasto del bracconaggio, però in certi frangenti, a mio avviso, la Regione dovrebbe impegnarsi un po' di più. Mi riferisco ad esempio alla pesca sulle acque interne, sul Po, di frodo, che anche è competenza della Regione, e al fatto che le citate Polizie provinciali nella risposta dell'Assessore a volte non hanno i mezzi adatti per il contrasto di questo fenomeno così odioso, che ci vede anche come Regione sul podio delle Regioni con più attività illecita in merito a questo tipo di pesca. Mi riferisco ad esempio ai nostri emendamenti nel bilancio per dotare le Polizie provinciali di mezzi adeguati, di mezzi efficienti, di natanti efficienti. Mi riferisco ad esempio alla Polizia provinciale di Rovigo, che oggigiorno non è dotata di mezzi utili a contrastare questo tipo di bracconaggio.
Tra l'altro, volevo ricordare anche che, proprio in questi giorni, abbiamo visto la notizia di un sequestro da parte della Compagnia Carabinieri di Chioggia di una tonnellata di vongole occultate su un doppio fondo, che erano state pescate addirittura vicino ai cantieri del MOSE dove la pesca è vietata. Questo a dimostrazione che effettivamente il fenomeno è grave e galoppante.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRS n. 413 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 413 del 31 agosto 2023 presentata dai consiglieri Ostanel e Zanoni relativa a "COME INTENDE AGIRE LA REGIONE SUL CASO OPO-ORTOVENETO E COME INTENDE TUTELARSI PER EVITARE DI FINANZIARE SOGGETTI A RISCHIO FALLIMENTO?"

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho presentato con il collega Zanoni su un caso che è appunto apparso sulla stampa il 23 agosto di quest'anno rispetto al Consorzio Opo-Orto Veneto, che ha sede a Zero Branco a Treviso ed era presieduto da un ex Assessore del Comune di Loria, che, come sapete e avrete sicuramente appreso dalla stampa, è stato messo in liquidazione coatta con un decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy su segnalazione di Confcooperative. Il decreto sarebbe stato una conseguenza di un consistente debito di questo Consorzio sia verso le banche sia verso i fornitori, quindi tutti quei produttori agricoli che facevano riferimento al Consorzio stesso e anche i dipendenti del Consorzio.
Sappiamo che la dimensione di questo Consorzio, ma lo sapete bene perché Regione del Veneto è stata coinvolta anche con AVEPA con dei finanziamenti rispetto al lavoro di questo Consorzio, faceva vedere che il debito era tale da far temere che tutto il mondo agricolo veneto, in particolare quello trevigiano, potesse avere delle ripercussioni a partire dal Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, che nel 2022 ha partecipato con 600.000 euro al tentativo di ricapitalizzazione di Opo Veneto.
Considerando che questo Consorzio è stato oggetto negli ultimi 15 anni di consistenti finanziamenti pubblici, anche tramite l'agenzia regionale AVEPA e che nel 2022 è stata fatta una segnalazione da Confcooperative, per cui appunto è stata messa in liquidazione, interrogo la Giunta regionale per sapere quali azioni la Regione Veneto intende intraprendere a tutela delle risorse pubbliche elargite al Consorzio Opo, che evidentemente non sono state utilizzate per creare un volano dell'azienda che creasse beneficio alla collettività, anzi; se e quali strumenti di controllo, prima di elargire finanziamenti a fondo perduto a società a rischio di fallimento, la Regione del Veneto e gli enti strumentali ad essa collegati, come AVEPA, hanno a disposizione; se ci sia la volontà di potenziare gli strumenti di controllo preventivo sui soggetti destinatari di finanziamenti pubblici che, come in questo caso, dimostrano di non esserne all'altezza.

PRESIDENTE

Risponde, al posto dell'assessore Caner, la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda la Opo Veneto, organizzazione produttori riconosciuti ai sensi del Regolamento UE 1308 del 2013, si precisa che, a seguito del decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy del 6 giugno 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 14 giugno 2023, n. 137, di liquidazione coatta amministrativa di Opo Veneto SCA e di nomina del Commissario liquidatore, si è provveduto alla revoca del riconoscimento con Decreto del Direttore della Direzione agroalimentare del 22 giugno 2023, n. 98, determinando, quindi, per la suddetta società cooperativa agricola l'impossibilità di accedere agli aiuti di settore previsti dalla normativa comunitaria a valere sul fondo FEAGA dell'Unione Europea.
Con il citato provvedimento ministeriale, il Commissario liquidatore ha dato corso alla procedura e l'Agenzia Veneta per i pagamenti, AVEPA, che gestisce le domande di contribuzione e la relativa erogazione, in data 6 ottobre 2023 ha inviato istanza allo stesso Commissario per l'insinuazione fra i creditori.
Relativamente ai controlli per l'assegnazione di finanziamenti alle imprese, si fa presente che AVEPA procede alle verifiche istruttorie che prevedono la non ammissibilità delle imprese in difficoltà, come definite dall'articolo 2.18 del Regolamento UE 651/2014, sia per quanto riguarda lo sviluppo rurale, che per tutti gli altri aiuti di Stato.
Per quanto di competenza, rispetto a finanziamenti e cofinanziamenti regionali, si ritiene che l'applicazione delle disposizioni previste sopracitate rispetto alle imprese in difficoltà possano soddisfare ed essere esaustive per il controllo preventivo del finanziamento.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi dispiace una risposta così tecnica e che non prende consapevolezza di quanto è accaduto davvero nel contesto trevigiano. Stiamo parlando di una maxi società cooperativa, creata nel 2004 con sede a Zero Branco, con 485 soci produttori di Treviso e Venezia, ma anche di Rovigo e Belluno e guidata dall'ex Assessore del Partito della Lega di Loria, un colosso che è stato creato ed è nato per raccogliere e distribuire prodotti ortofrutticoli di tutta la regione, per cui era stato anche chiamato Orto Veneto, che aveva un debito di 20 milioni di euro, esigibili entro la fine dell'esercizio del 2022, e un patrimonio netto negativo di 2,3 milioni.
Lo sapevamo che la situazione era questa o, meglio, se noi magari non avevamo modo di saperlo, AVEPA, che ha il compito, come risponde in questa interrogazione, di lavorare anche ai controlli, credo che potesse sapere che un colosso di questo tipo per tempo aveva un problema.
Allora la domanda diventa palese: perché noi rispondiamo in un'interrogazione in maniera tecnica che i controlli vengono fatti e poi abbiamo un colosso guidato da un esponente del partito che governa questa maggioranza che ha un problema così grave per cui abbiamo un buco di milioni e milioni di euro che mettono in crisi le imprese agricole di un territorio intero e noi non ce ne accorgiamo? Allora abbiamo un problema, cara Giunta. Abbiamo un problema molto grave perché, se noi non riusciamo a far funzionare i soggetti che devono effettivamente controllare cosa accade in alcune maxi-società cooperative che hanno in mano pezzi importanti della nostra economia agricola, vuol dire che qui abbiamo un problema di funzionamento di chi deve fare verifica e controllo.
Non ho poi avuto risposta, e ovviamente continuerò a chiedere, se i fondi che sono stati prestati a società di questo tipo avranno la possibilità di rientrare eventualmente in mano non solo alla Regione del Veneto e alle agenzie che li hanno elargiti, ma spero anche che la Regione possa essere un Ente che aiuta anche tutti quei creditori a riprendere i fondi che hanno perduto, perché questo è qualcosa che è accaduto in questo caso a Treviso, ma che potrebbe accadere in futuro anche in altre maxi realtà che vengono governate in maniera assolutamente improponibile.
Dovremmo probabilmente fare anche un ragionamento su quando nominiamo delle persone a carico e alla guida di alcune grandi realtà, se possiamo davvero pensare che il criterio politico sia la scelta e non sia invece quello della competenza.

PRESIDENTE

Grazie.
La IRO n. 8 su richiesta del proponente viene rinviata al prossimo Consiglio.
PUNTO
6



NOMINA DI UN COMPONENTE ESPERTO IN MATERIA DI AGRICOLTURA E FORESTE DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA DETERMINAZIONE DELLE INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE DELLA PROVINCIA DI VERONA. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 106/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.

PRESIDENTE

Partiamo con i punti all'ordine del giorno. Siamo al punto n. 6.
La votazione avviene mediante votazione elettronica.
Ci sono proposte? Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Indico il nome di Davide Marchi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla votazione .
Troverete il nome nella videata, sempre se ci appare. Io sono sempre ottimista.
A me non appare, ma pensavo di essere l'unico a non vederlo. Abbiamo eventualmente le schede, se serve? I problemi informatici persistono, quindi passeremo alla votazione cartacea, almeno per il punto n. 6. Speriamo si risolvano nel prosieguo della giornata.
Colleghi, se ci mettiamo ognuno al proprio posto, iniziamo con la votazione tramite scheda cartacea del punto n. 6.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Prima chiama.
ANDREOLI Marco Ha votato
BALDIN Erika Ha votato
BARBISAN Fabiano Ha votato
BET Roberto Ha votato
BIGON Anna Maria Ha votato
BISAGLIA Simona Ha votato
BORON Fabrizio Ha votato
BOZZA Alberto Ha votato
BRESCACIN Sonia Ha votato
CAMANI Vanessa Ha votato
CECCHETTO Milena Ha votato
CENTENARO Giulio Ha votato
CESTARI Laura Ha votato
CESTARO Silvia Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
CORSI Enrico
DOLFIN Marco Ha votato
FAVERO Marzio Ha votato
FINCO Nicola
FORMAGGIO Joe Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno
GIACOMIN Stefano Ha votato
GUARDA Cristina Ha votato
LORENZONI Arturo Ha votato
LUISETTO Chiara Ha votato
MAINO Silvia Ha votato
MICHIELETTO Gabriele Ha votato
MONTANARIELLO Jonathan Ha votato
OSTANEL Elena Ha votato
PAN Giuseppe Ha votato
PAVANETTO Lucas Ha votato
PICCININI Tomas Ha votato
POLATO Daniele Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
PUPPATO Giovanni Ha votato
RAZZOLINI Tommaso Ha votato
RIGO Filippo Ha votato
RIZZOTTO Silvia Ha votato
SANDONà Luciano Ha votato
SCATTO Francesca Ha votato
SORANZO Enoch Ha votato
VENTURINI Elisa Ha votato
VIANELLO Roberta Ha votato
VILLANOVA Alberto Ha votato
ZANONI Andrea Ha votato
ZECCHINATO Marco Ha votato
ZOTTIS Francesca Ha votato
Seconda chiama.
CORSI Enrico Ha votato
FINCO Nicola
GEROLIMETTO Nazzareno
POSSAMAI Gianpiero
Operazioni concluse.

PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione. Adesso procediamo allo scrutinio.
PUNTO
7



NOMINA DI UN COMPONENTE ESPERTO IN MATERIA DI URBANISTICA ED EDILIZIA DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA DETERMINAZIONE DELLE INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE DELLA PROVINCIA DI VERONA. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 107/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.

PRESIDENTE

Proseguiamo con le schede anche per la votazione del punto n. 7.
Colleghi, finché c'è lo scrutinio del punto n. 6, procediamo con il punto n. 7.
Collega Villanova, prego, per l'indicazione di voto.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
A nome della maggioranza, indico il signor Cristian Dal Pez.

PRESIDENTE

Avete tutti le schede, colleghi? Mi pare di sì.
Possiamo iniziare con la chiamata. Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Prima chiama.
ANDREOLI Marco Ha votato
BALDIN Erika Ha votato
BARBISAN Fabiano Ha votato
BET Roberto Ha votato
BIGON Anna Maria Ha votato
BISAGLIA Simona Ha votato
BORON Fabrizio Ha votato
BOZZA Alberto Ha votato
BRESCACIN Sonia Ha votato
CAMANI Vanessa Ha votato
CECCHETTO Milena Ha votato
CENTENARO Giulio Ha votato
CESTARI Laura Ha votato
CESTARO Silvia Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
CORSI Enrico Ha votato
DOLFIN Marco Ha votato
FAVERO Marzio Ha votato
FINCO Nicola
FORMAGGIO Joe
GEROLIMETTO Nazzareno
GIACOMIN Stefano Ha votato
GUARDA Cristina Ha votato
LORENZONI Arturo
LUISETTO Chiara Ha votato
MAINO Silvia Ha votato
MICHIELETTO Gabriele Ha votato
MONTANARIELLO Jonatan Ha votato
OSTANEL Elena Ha votato
PAN Giuseppe Ha votato
PAVANETTO Lucas Ha votato
PICCININI Tomas Ha votato
POLATO Daniele Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
PUPPATO Giovanni Ha votato
RAZZOLINI Tommaso Ha votato
RIGO Filippo Ha votato
RIZZOTTO Silvia Ha votato
SANDONÀ Luciano Ha votato
SCATTO Francesca Ha votato
SORANZO Enoch Ha votato
VENTURINI Elisa Ha votato
VIANELLO Roberta Ha votato
VILLANOVA Alberto Ha votato
ZANONI Andrea Ha votato
ZECCHINATO Marco Ha votato
ZOTTIS Francesca Ha votato
Seconda chiama.
FINCO Nicola
FORMAGGIO Joe Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno
LORENZONI Arturo Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
Operazioni concluse.

PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione per il punto n. 7.
Do l'esito dello scrutinio relativo alla votazione di cui al punto n. 6 (Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione di Verona. Nomina di un componente esperto in materia di agricoltura e foreste):
Presenti 44
Schede bianche 12
Davide Marchi ha ottenuto 32 voti, quindi viene nominato quale componente esperto in Materia di agricoltura e foreste all'interno della Commissione provinciale per gli espropri di Verona.
PUNTO
8



NOMINA DI TRE COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETÀ VENETO SVILUPPO S.P.A. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 108/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.

PRESIDENTE

Proseguiamo ancora con le schede. Siamo al punto n. 8
Collega Villanova, prego. Ricordo che il voto è limitato a due.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Per la maggioranza, indico il dottor Spagna e il dottor Zin.

PRESIDENTE

Altre indicazioni di voto? Prego, collega Camani. Non mi appare la sua richiesta.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io ce l'ho come richiesta effettuata.

PRESIDENTE

Io non ce l'ho.
Va bene. Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anticipo già che le chiederò, Presidente, di sospendere il Consiglio per cinque minuti, al fine di poter definire la nostra candidatura di riserva per le minoranze. Tuttavia, approfitto della discussione che lei ha aperto chiamando il punto all'ordine del giorno per fare alcune valutazioni in riferimento al punto in discussione.
Noi siamo chiamati a definire alcuni membri del Consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo su un avviso pubblico di manifestazione di interesse pubblicato a gennaio 2022, una fase in cui, sulla base, peraltro, di quanto espressamente previsto all'interno di quell'avviso pubblico, eravamo chiamati come Consiglio regionale a indicare tre componenti su cinque. Il Consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo uscente, infatti, è composto da cinque componenti, e questo numero è stato definito dall'Assemblea dei soci in virtù della complessità della compagine societaria che Veneto Sviluppo possedeva allora.
Le proposte di candidatura su cui siamo chiamati ad esprimerci sono state presentate nel 2022 in riferimento ad un organo scaduto il 19 maggio 2022. Da allora ad oggi, cioè da quando la Giunta ha emesso l'avviso pubblico, da quando le persone si sono candidate per essere nominate, tre su cinque, nel Consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo, questo Consiglio regionale ha votato una legge, precisamente la legge n. 14 del 4 luglio 2023, legge con cui abbiamo riorganizzato e riordinato Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione, abbiamo autorizzato l'uscita dei soci privati dalla compagine sociale di Veneto Sviluppo, abbiamo acquistato le azioni detenute dai soci privati di Veneto Sviluppo, abbiamo, conseguentemente, deliberato la riduzione del capitale sociale della società e, principalmente, abbiamo costituito una società, Veneto Sviluppo, unicamente detenuta dalla Regione del Veneto.
Io mi chiedo per quale ragione – la mia, chiaramente, è una domanda retorica – siamo chiamati ad esprimere dei nomi sul Consiglio di amministrazione sulla base di un avviso pubblico, e quindi di una graduatoria di candidature scaduta nel tempo e anche per le finalità con le quali li nominiamo.
Calcoliamo che, contestualmente – prego di poter finire – è stato emesso un avviso pubblico di riapertura dei termini per l'organo di revisione, che dovrebbe occuparsi di controllare i conti della medesima società. Per l'organo di revisione sì, per il Consiglio di amministrazione no.
Mi chiedo quali sono le candidature che avete voluto impedire di presentare per il rinnovo del Consiglio di amministrazione, che facevano tanta paura a qualche Gruppo in questo Consiglio regionale. Siccome siamo chiamati a decidere sulla base della graduatoria, chiedo una sospensione di cinque minuti.

PRESIDENTE

La sospensione possiamo anche farla, però le do già una risposta, visto che la questione era già stata posta in Capigruppo.
Ho fatto tutte le verifiche del caso dal punto di vista tecnico e giuridico. Il bando fatto a suo tempo prevedeva tre nomi indicati da questo Consiglio e rimangono tre nomi indicati da questo Consiglio, mentre il bando del Collegio dei revisori cambia di consistenza; quindi, è stato riaperto proprio perché cambia la tipologia del Collegio dei revisori, né più né meno.
La sospensione è di cinque minuti. Subito dopo ritorniamo in Aula e votiamo.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Su questo tema credo sia importante procedere con grande attenzione. Io non ho dubbi sulla verifica dal punto di vista normativo che lei ha fatto e sulla possibilità di procedere con la nomina, però ho molte perplessità sull'opportunità politica di procedere con una nomina sulla base di una graduatoria, di una lista di candidature scaduta da tempo.
Abbiamo proceduto con la legge n. 14 ad una riforma importante della compagine sociale. Credo che, dal punto di vista politico, passare alla maggiore impresa partecipata dalla Regione, totalmente pubblica richieda una forte responsabilità nella capacità di avere un Consiglio – ricordo che solo tre persone nel Consiglio – di alto spessore, di alta capacità di visione.
Quindi, nulla togliendo alla possibilità giuridica di procedere, credo che l'opportunità politica sia quella, nell'interesse di tutto il Consiglio, di poter avere delle candidature forti, mirate su una società totalmente in house, che è cosa diversa da una società partecipata al 49% dal privato e al 51% dal pubblico.
Per cui, mi associo alla richiesta della collega Camani e chiedo veramente un attimo di riflessione per capire se sia opportuno riaprire i termini della presentazione delle candidature, per poter avere delle disponibilità da parte di persone che possono effettivamente dare benzina all'attività di questa società partecipata.
Pertanto, in modo accorato, Presidente, la invito a valutare con attenzione la possibilità di aprire i termini e di procedere successivamente alla nomina dei Consiglieri di amministrazione di Veneto Sviluppo.

PRESIDENTE

Trovo ingenerosa questa motivazione per chi ha già depositato la propria candidatura e l'ha avuta al vaglio anche della Prima Commissione. Io non posso valutare, dal punto di vista politico o meno, la cosa: c'è un Cda da mettere in moto, con delle scadenze, da quanto ho capito dalla Giunta, perché non seguo io direttamente questa materia; quindi, non è che la riapertura dei termini senza motivazione adeguata sia così semplice. Anche perché, se riapriamo i termini e qualcuno di quelli che ha già avuto la validazione in Prima Commissione, si vede scavalcare, potrebbe benissimo presentare un ricorso e potrebbe anche vincerlo.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, condivido quello che diceva lei. Lei non può valutare, dal punto di vista politico, il fatto che stiamo procedendo in questo modo, però io credo che la Giunta abbia il dovere di valutare, dal punto di vista politico, perché stiamo procedendo in questo modo.
Presidente, io non ho le competenze per dire se ci possono essere degli estremi tecnici per cui qualcuno si possa aggrappare nel tentare di impugnare questo bando, fare ricorso o utilizzare altri strumenti che possono essere messi a disposizione, però credo che delle considerazioni politiche ci siano e sono anche delle considerazioni, Assessore, che ci avrebbero messo in condizione di dire che così come ci muoviamo in un modo per i revisori dei conti lo si può fare anche per il Consiglio di amministrazione.
Intanto è una società fortemente cambiata, non è più la società di prima. Ci possono essere delle persone che prima magari non potevano partecipare, perché avevano delle pertinenze all'interno di alcuni circuiti bancari. Oggi, non avendo più le banche all'interno della società ed essendo 100% pubblica magari ci priviamo anche della possibilità di aprire a questa platea che prima poteva avere preclusioni o incompatibilità.
Mi pare un elemento degno di una valutazione politica, Presidente. Così come ci possono essere degli interessi da parte dei soggetti che sono mutati e che possono vedere un soggetto che prima non voleva entrare a far parte di una società pubblico-privata e ora in una società al 100% della Regione Veneto può avere interesse a voler proporre la propria candidatura.
Ci sono, Presidente, dei periodi, dei mesi che sono passati che non ci danno la certezza e la conferma che tutti quelli che hanno fatto domanda siano ancora interessati e che non ci danno la certezza che chi prima non aveva i requisiti oggi, con questo nuovo assetto societario, possa avere i requisiti.
Presidente, io capisco che c'è fretta, capisco che bisogna accelerare su questo provvedimento perché c'è una certa urgenza, però a me hanno sempre insegnato che fare le cose di fretta non giustifica se queste cose dopo non vengono fatte bene e vengono fatte male. Quindi, Presidente, lei non può fare valutazioni politiche, ma mi vuol dire che tutto ciò che abbiamo appena detto non sono delle motivazioni politiche che possono portare la Giunta anche ad avere più rispetto del Consiglio regionale?
Noi non siamo i passacarte di nessuno. Cara Giunta, noi non siamo i passacarte di nessuno. Questa modalità è sbagliata ed è irrispettosa anche di questa Aula. Mi permetta di dirlo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ho già detto prima le motivazioni tecniche che mi portano a dire che stiamo compiendo un atto assolutamente in legittimità.
La collega Camani mi ha chiesto cinque minuti di sospensione. Alle ore 12.30 riprendiamo la votazione.
La Seduta è sospesa alle ore 12.24
La Seduta riprende alle ore 12.36

PRESIDENTE

Do l'esito della votazione precedente relativa alla nomina di un componente esperto in materia di urbanistica ed edilizia della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Provincia di Verona.
Presenti 44
Votanti 44
Schede bianche 12
Cristian Dal Pez ha ottenuto 32 voti, quindi viene nominato come esperto in materia di urbanistica e edilizia.
Siamo sul punto n. 8.
Collega Camani, prego, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi siamo nella necessità di dover indicare un nome per la composizione del Consiglio di amministrazione di questa importante società, partecipata al 100% dalla Regione, sulla base di una lista di nominativi, come abbiamo già ampiamente spiegato prima, antica nel tempo; abbiamo una quota riservata per legge e per statuto di Veneto Sviluppo e, all'interno di questo quadro, l'unica persona che noi siamo in grado di indicare per la composizione dell'organismo è una figura maschile.
In base alle due candidature che sono state avanzate dalla maggioranza, si profila di comporre un Consiglio d'amministrazione partecipato esclusivamente da uomini, cioè tre maschi su tre. Capirete bene che, per la minoranza che può esprimere un solo nome su una lista blindata rispetto alla quale non possiamo intervenire, è difficile che ci inventiamo una composizione o una proposta di genere che non appartiene a questa lista. Io mi chiedo se sia all'altezza del ruolo di questo Consiglio regionale, andare a nominare il Consiglio di amministrazione di una società partecipata al 100% dalla Regione Veneto, così importante, a cui per legge abbiamo delegato compiti così importanti, senza rispettare l'indicazione di genere, che non è un'indicazione generica, ma è una necessità di legge.
Avendo quindi noi un unico candidato che possiamo in qualche modo ricollegare all'espressione della minoranza in questa lista e che corrisponde al dottor Cristiano Eberle, chiedo alla maggioranza di fare uno sforzo, avendo due nomi a disposizione, per poter costruire una composizione del Consiglio di amministrazione che sia rispettosa del principio della parità di genere. Capite bene che per la minoranza, che ha un unico posto a disposizione, in una lista definita e immutabile è complicato doversi anche fare carico di inventarsi candidature femminili.
Nell'annunciare la candidatura per le minoranze, rivolgo appunto un accorato appello alle forze di maggioranza per evitare la brutta figura di nominare un Consiglio di amministrazione sostanzialmente illegittimo per norma di legge.

PRESIDENTE

Non mi sembra che l'accorato appello sia stato colto, almeno da quello che vedo.
Io, non avendo altre indicazioni di voto, procedo con la votazione.
Invito il Consigliere Segretario a iniziare la chiama.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Prima chiama.
ANDREOLI Marco
BALDIN Erika Ha votato
BARBISAN Fabiano Ha votato
BET Roberto
BIGON Anna Maria Ha votato
BISAGLIA Simona Ha votato
BORON Fabrizio
BOZZA Alberto Ha votato
BRESCACIN Sonia Ha votato
CAMANI Vanessa Ha votato
CECCHETTO Milena Ha votato
CENTENARO Giulio Ha votato
CESTARI Laura Ha votato
CESTARO Silvia Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
CORSI Enrico Ha votato
DOLFIN Marco Ha votato
FAVERO Marzio Ha votato
FINCO Nicola Ha votato
FORMAGGIO Joe Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno
GIACOMIN Stefano Ha votato
GUARDA Cristina
LORENZONI Arturo Ha votato
LUISETTO Chiara Ha votato
MAINO Silvia Ha votato
MICHIELETTO Gabriele Ha votato
MONTANARIELLO Jonathan Ha votato
OSTANEL Elena
PAN Giuseppe Ha votato
PAVANETTO Lucas Ha votato
PICCININI Tomas Ha votato
POLATO Daniele Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
PUPPATO Giovanni Ha votato
RAZZOLINI Tommaso Ha votato
RIGO Filippo Ha votato
RIZZOTTO Silvia Ha votato
SANDONà Luciano Ha votato
SCATTO Francesca Ha votato
SORANZO Enoch Ha votato
VENTURINI Elisa Ha votato
VIANELLO Roberta Ha votato
VILLANOVA Alberto Ha votato
ZANONI Andrea Ha votato
ZECCHINATO Marco Ha votato
ZOTTIS Francesca Ha votato
Seconda chiama.
ANDREOLI Marco Ha votato
BET Roberto
GEROLIMETTO Nazzareno
GUARDA Cristina Ha votato
OSTANEL Elena Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
Operazioni concluse.

PRESIDENTE

è chiusa la votazione su Veneto Sviluppo.
Facciamo procedere gli uffici allo scrutinio.
PUNTO
9



DESIGNAZIONE DI UN COMPONENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE TEATRO COMUNALE CITTÀ DI VICENZA. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 109/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.

PRESIDENTE

Andiamo al punto n. 9.
Ci sono candidature?
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
A nome della maggioranza propongo il nome di De Giorgio Luciano.

PRESIDENTE

Iniziamo la chiamata per il punto n. 9.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Prima chiama.
ANDREOLI Marco Ha votato
BALDIN Erika Ha votato
BARBISAN Fabiano Ha votato
BET Roberto
BIGON Anna Maria Ha votato
BISAGLIA Simona Ha votato
BORON Fabrizio Ha votato
BOZZA Alberto Ha votato
BRESCACIN Sonia
CAMANI Vanessa Ha votato
CECCHETTO Milena Ha votato
CENTENARO Giulio Ha votato
CESTARI Laura Ha votato
CESTARO Silvia Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
CORSI Enrico Ha votato
DOLFIN Marco Ha votato
FAVERO Marzio Ha votato
FINCO Nicola Ha votato
FORMAGGIO Joe Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno
GIACOMIN Stefano Ha votato
GUARDA Cristina
LORENZONI Arturo Ha votato
LUISETTO Chiara Ha votato
MAINO Silvia Ha votato
MICHIELETTO Gabriele Ha votato
MONTANARIELLO Jonatan Ha votato
OSTANEL Elena Ha votato
PAN Giuseppe Ha votato
PAVANETTO Lucas Ha votato
PICCININI Tomas Ha votato
POLATO Daniele Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
PUPPATO Giovanni Ha votato
RAZZOLINI Tommaso Ha votato
RIGO Filippo Ha votato
RIZZOTTO Silvia Ha votato
SANDONÀ Luciano Ha votato
SCATTO Francesca Ha votato
SORANZO Enoch Ha votato
VENTURINI Elisa Ha votato
VIANELLO Roberta Ha votato
VILLANOVA Alberto Ha votato
ZANONI Andrea Ha votato
ZECCHINATO Marco Ha votato
ZOTTIS Francesca Ha votato
Seconda chiama.
BET Roberto Ha votato
BRESCACIN Sonia Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno
GUARDA Cristina Ha votato
POSSAMAI Gianpiero
Operazioni concluse.

PRESIDENTE

È chiusa la votazione sul punto n. 9.
Procedo alla proclamazione del CdA di Veneto Sviluppo, punto n. 8:
Presenti 43
Votanti 43
Schede bianche 7
Spagna 29, Zin 21, Eberle 8, Noce 5.
Risultano eletti Spagna, Zin ed Eberle.
Lo scrutinio del punto n. 9 comporterà un po' di tempo; quindi, sospendiamo la seduta e riprendiamo alle 14.30 con la proclamazione degli eletti del punto n. 9 e con l'inizio (lo dico ai relatori Cestari e Camani) del punto relativo alla variazione del bilancio di previsione 2023-2025 della Regione Veneto.
La seduta è sospesa. Riprendiamo alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.58
La Seduta riprende alle ore 15.08

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Do l'esito della votazione del punto 9, per la designazione di un componente del CdA della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza:
Presenti 45
Votanti 45
Astenuti 0
Schede bianche 13
De Giorgio ha ottenuto 30 voti.
Viene pertanto eletto il professor De Giorgio.
PUNTO
10



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2023-2025 DELLA REGIONE DEL VENETO". (PROGETTO DI LEGGE N. 235) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 28/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestari
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Iniziamo con il PDL n. 235.
Relatrice la collega Cestari. Prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Come anticipato prima in fase di assestamento e poi nelle varie Commissioni, oggi presentiamo una variazione di bilancio che prova a redistribuire alcune risorse, prima evidenziate poi messe a disposizione nel corso di quest'anno. L'intento è chiaro, è quello di dare ulteriore possibilità ad alcuni capitoli e ad alcune specifiche aree della nostra regione e lo facciamo cercando di rispondere a delle necessità contingenti e tenendo conto anche delle varie criticità e difficoltà nell'elaborare un bilancio che sia sì sostenibile da un punto di vista finanziario, ma che sia anche in grado, nel limite del possibile, di rispondere alle esigenze dei nostri cittadini.
Partiamo intanto dalle voci in positivo che hanno dato proprio origine a questa manovra. Si tratta delle economie di scala sulle quote in conto interessi, che hanno poi portato alle somme che andiamo ad analizzare oggi. È l'aggiornamento dei pedaggi e delle spese del canone relativo alla Pedemontana, che ha portato ad una posta di segno positivo per quasi 24 milioni di euro.
Su quest'opera infrastrutturale, che sicuramente è importante per la Regione Veneto, ma direi anche per l'Italia, ne abbiamo sentite di ogni, come sovente accade da parte di chi lancia accuse di immobilismo nelle sue forme direi più disparate, ma anche disperate talvolta. Però resta il fatto – e questi sono numeri – che i volumi di traffico dimostrano quanto quest'opera resti importante per il futuro infrastrutturale del Veneto.
Oggi affrontiamo qui una serie di poste derivanti, appunto, da una serie di variazioni positive che ci permettono, in qualche modo, di poter godere di più risorse e dobbiamo rilevare, in maniera concreta e soprattutto oggettiva, che queste poste positive si collocano in un contesto generale, quindi parlo anche nazionale, economico e finanziario particolarmente difficile.
La variazione che oggi andiamo a presentare riguarda alcuni driver specifici, quindi l'area dei trasporti, della sanità, del sociale, dell'istruzione, della cultura, del digitale, con pesi che sono stati attribuiti in maniera sostanzialmente diversa e con dei rifinanziamenti di capitoli che riteniamo possano soddisfare ulteriormente le molte richieste che pervengono, direi quasi quotidianamente, alla Regione ed in particolar modo ai vari nostri Assessorati e che poi devono, ripeto, compatibilmente con quanto è possibile, trovare soddisfazione.
Nella fase di assestamento era stato fatto un certo tipo di ragionamento, come ha spiegato in maniera molto chiara anche l'assessore Calzavara durante la seduta di Prima Commissione. Dovevamo fare fronte al dissesto idrogeologico, dovevamo operare in termini di messa in sicurezza del territorio, che in quella fase era sicuramente prioritario, per poi dare spazio in questa fase, cioè nella fase della variazione di bilancio, a driver come l'implementazione di euro 233.530 per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell'ambiente, per far fronte poi ad interventi di rimozione dei rifiuti, con ripristino poi conseguente delle varie aree interessate. Ancora, altro driver importante, quello sull'area di sanità e sociale, relativo all'implementazione per euro 10.431.938 come finanziamento aggiuntivo rispetto ai livelli di assistenza superiori ai LEA. Di nuovo, 1.200.000 euro per interventi sull'infanzia, sui minori, sugli asili nido ed un totale di 468.062 euro per la programmazione e il governo dei servizi sociosanitari e sociali.
È stata costante e anche in questo caso oggettiva l'interlocuzione tra la nostra Regione e il Ministero dell'Istruzione a proposito della copertura degli studenti idonei alle borse di studio, ma non beneficiari. Andiamo nel dettaglio su questa cosa perché ci teniamo. Inizialmente la Giunta aveva allocato una somma di 2.5 milioni di euro per il tema delle borse di studio, ma in via molto prudenziale l'Assessorato ha ritenuto opportuno valutare una somma di 1.900.000 euro specifica per questo tema, per poi lasciare 600.000 euro volti a rispondere alle varie criticità riguardanti gli affitti nelle città universitarie. Questa scelta si è rivelata poi, di fatto, molto sensata, molto idonea, perché sicuramente questi 600.000 euro non vanno a risolvere in maniera totale e in maniera completa un problema che c'è, non è una risposta definitiva, ma è una forma di sollievo che offre una maggiore garanzia di residenzialità per i giovani che decidono di spostarsi e venire a studiare in Veneto.
Altro tema caldo: trasporto pubblico locale. Il Governo aveva stanziato la cifra di 500 milioni di euro per ristorare le perdite di alcune aziende durante il periodo del Covid. Abbiamo la necessità quindi di recuperare queste aziende sotto diversi punti di vista, ma soprattutto la loro competitività, non soltanto a livello regionale ma a livello statale, e sperare che queste risorse possano in un qualche modo anche avviare una graduale sostituzione di mezzi e iniziare questo percorso di conversione verso una sostenibilità ambientale che rappresenta uno degli obiettivi primari.
Con 14.7 milioni, non risolviamo il problema, ma iniziamo a dare un po' di respiro a queste società.
I criteri di ripartizione, li ricordo, sono stati definiti con una delibera del 2013: 5% per il bacino di Belluno, 15% per il bacino di Padova, 4% per il bacino di Rovigo, 11% per il bacino di Treviso, 41% per il bacino di Venezia, 14% per quello di Verona, 10% per il bacino di Vicenza. Si parla poi di un 49% per quanto riguarda i servizi automobilistici extraurbani, 35% per urbani e tram, 16% per la navigazione.
Per ciò che concerne le barriere architettoniche. Anche in questo caso provvediamo ad un ulteriore rifinanziamento all'interno di un capitolo che possedeva già dei bandi, c'erano già dei bandi al proprio interno, e che quindi andremo ad implementare.
Sistema informativo regionale. Continua un percorso che era già nell'Agenda Digitale 2025 e che vede costantemente investire delle risorse che sono sempre più necessarie e che ci permetteranno anche da questo punto di vista di riuscire a essere protagonisti in un biennio di importante trasformazione digitale con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza.
Noi stiamo cercando anche con fatica di far comprendere ai vari Comuni che la Regione è un hub fondamentale per la trasformazione digitale nella pubblica Amministrazione, perché questa montagna di risorse che sta arrivando con il nostro PNRR rischia un pochino di allontanare da questa visione. C'è quindi una parte positiva di risorse che arrivano, dall'altra si corre il rischio che ci sia una visione un po' offuscata. Per cui si dice che si sistema il sito, due computer, una stampante ed ecco che abbiamo risolto i problemi della pubblica amministrazione. Non è così. Serve un lavoro molto più capillare, molto più efficace, molto più efficiente e la Regione rappresenta sicuramente filtro fondamentale per poter arrivare a questo. Noi attraverso la creazione di piattaforme, quindi l'implementazione di tutto il mondo di MyData, MyPortal, stiamo cercando di far comprendere come la Regione possa essere considerata veramente l'entità principe da un punto di vista dimensionale dove si possano preparare e realizzare progetti di area vasta. I 220 Comuni che oggi utilizzano MyPortal rappresentano una testimonianza viva di questo fatto.
L'aumento dell'inflazione ha portato ad una stretta sul costo del denaro senza precedenti e francamente tanto stringente da compromettere già la fragile ripresa economica danneggiata sicuramente dall'aumento del costo dell'energia che ha ridotto i margini di guadagno a favore delle imprese e non solo. Ogni Assessore possiede la totale consapevolezza di quelli che sono bisogni e necessità. In alcuni casi e soprattutto, purtroppo, in fase di bilancio preventivo bisogna operare delle scelte, nonostante questa consapevolezza e nonostante l'ascolto continuo dell'Assessorato e dei Consiglieri sotto questo punto di vista. Qualcuno diceva: "A posse ad esse non valet consequentia", cioè il fatto che si possa non consegue che sia. Non si tratta solo di mettere in ordine delle priorità, si cerca di mettere in ordine quelle che possono essere anche delle tempistiche sulle quali poi vengono messe a disposizione delle risorse e si cerca di dare delle risposte e il Veneto è abituato a farlo.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la correlatrice Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore Calzavara e colleghi, la variazione di bilancio su cui siamo chiamati a discutere e a confrontarci oggi è un po' un appuntamento fisso di questo Consiglio regionale, anche se non è un adempimento previsto dalla legge; siamo, cioè, abituati a intervenire con un'ultima variazione di bilancio prima della chiusura dell'esercizio sostanzialmente per due ragioni: la prima è per evitare di lasciare troppe risorse libere che rischierebbero di finire all'interno di un avanzo di esercizio che ci viene poi puntualmente, da un po' di anni, prosciugato dal ripagamento dei debiti pregressi (il famoso DANC e il famoso FAL) e dalla volontà di provare a spendere subito quelle risorse che, nel corso dell'anno, ci siamo accorti che si sono liberate.
Per questo adottiamo una manovra che sostanzialmente si limita a fare due cose: da un lato trasferisce delle risorse a degli enti che hanno una capacità di spesa immediata e penso, per esempio, alle risorse che trasferiamo sul trasporto pubblico locale, che immettiamo immediatamente alle imprese, penso ai trasferimenti che facciamo in ambito sanitario alle aziende ospedaliere, penso ai trasferimenti che deliberiamo per le scuole paritarie dell'infanzia. Oppure andiamo a finanziare alcune graduatorie che non avevano avuto uno stanziamento sufficiente per vedere una maggiore soddisfazione delle domande: penso, ad esempio, a quello che facciamo sulle barriere architettoniche o che facciamo in riferimento alle leggi sulla cultura.
è chiaro che questa modalità di procedere, pur consentendo alla Regione di avere un po' di risorse da spendere nell'ultimo mese dell'anno, rischia di penalizzare in maniera rilevante la capacità di programmazione dell'Ente stesso. Stiamo parlando oggi di oltre 30 milioni di euro che ci dobbiamo affrettare a spendere nell'arco di un mese e mezzo. Capirete perfettamente la differenza tra sapere all'inizio dell'anno di poter contare su queste risorse in più e avere, invece, la necessità, attraverso questo escamotage contabile, pure utile, di dovere distribuire velocemente queste risorse.
Questa, dunque, è nella sostanza la manovra che andiamo a valutare oggi in quest'Aula. Farò alcune considerazioni generali, poi proverò a soffermarmi su alcune poste che mi sembrano quelle più rilevanti, perlomeno sul piano politico.
La posta più rilevante in assoluto, che ha citato anche la relatrice, è quella che riguarda la Strada Pedemontana Veneta, che offre a questa manovra oltre 20 milioni di euro di entrate non messe a bilancio, che però non sono risorse fresche, nel senso che semplicemente posticipiamo al futuro un costo che avrebbe dovuto cominciare un po' di tempo fa. E questa è la prima questione rilevante su cui vorrei che il Consiglio regionale facesse alcune riflessioni, nel senso che è ormai da decenni che la Strada Pedemontana Veneta – e mi riferisco ovviamente soltanto alle implicazioni di bilancio – rappresenta un'enorme incognita sui conti di questa Regione e il peso di questa incognita certo viene posticipato, ma a mio avviso rischia di ingrandirsi man mano che il tempo passa. E citerò soltanto alcune delle questioni più rilevanti, che peraltro sono quelle che costruiscono il fondamento anche dei rilievi molto pesanti che la Corte dei conti, in riferimento a quest'opera, pone alla Regione.
La prima questione riguarda l'incertezza dei cosiddetti ricavi e cioè della capacità che abbiamo di stimare realmente le entrate dai pedaggi che deriveranno da quella infrastruttura. Questo deriva ovviamente dal fatto che gli studi sui flussi, che sono stati posti a fondamento di questa opera, sono datati nel tempo. La Corte dei conti ci ha invitato più volte a fare delle valutazioni più aggiornate rispetto appunto all'andamento dei flussi, ma non essendo ancora l'opera terminata, in particolar modo nei suoi nodi più importanti, penso in particolare al collegamento con l'A4, anche la quantificazione sui possibili flussi veicolari è incerta, perlomeno lo è a giudizio della Corte dei conti e quindi questa è la prima incertezza che pesa sul bilancio della Regione.
La seconda grande incertezza riguarda l'impatto che la spinta inflattiva avrà sugli adeguamenti dei piani finanziari. Sappiamo infatti quanto il dato sull'inflazione stia influenzando sostanzialmente tutta la vita economica della società. Influenzerà inevitabilmente anche l'aggiornamento del canone concessorio. Anche su questo non abbiamo certezze, pur avendo chiesto esplicitamente in Commissione notizie al riguardo.
E infine c'è la grande incertezza dei costi. Sappiamo che esiste una richiesta della società che gestisce la Pedemontana Veneta per rivedere fortemente al rialzo il costo dell'opera. Sappiamo che c'è un tentativo di resistere da parte della Regione del Veneto. Stiamo parlando di centinaia di milioni di euro. è evidente che le modalità e l'esito con cui questa discussione si tradurrà in scelte economico-finanziarie impatterà o rischia di impattare in maniera rilevante rispetto al bilancio della Regione del Veneto, che già fatica a trovare le risorse necessarie per garantire l'ordinaria amministrazione.
Lo dico perché oggi "festeggiamo" di avere 20 milioni da spendere perché non li spendiamo per la Pedemontana, ma abbiamo tutti bene in mente qual è il piano di ammortamento finanziario. Sappiamo che nel giorno in cui – tutti speriamo che sia nel 2024 – l'opera verrà finalmente messa in maniera completa nella disponibilità dei cittadini del Veneto, inizierà per la nostra Regione un calvario che durerà diversi anni, in cui, come prevede il piano finanziario, avremo un esborso grandemente superiore agli introiti. Il tempo oggi è stimato, se non ricordo male, tra i 7 e i 9 anni – non ricordo – che però, ripeto, subisce la grande incertezza delle vicende che vi ho detto prima.
Ogni volta che affrontiamo, a livello di bilancio, il tema della Pedemontana Veneta abbiamo questi enormi punti di domanda. Lo dico perché su questa vicenda, come su molte altre, esiste, all'interno di questo Consiglio regionale, un problema legato alla qualità e alla quantità di informazioni di cui possiamo disporre. Lo abbiamo detto tante volte, ma questa volta in particolare mi sento di dire che tante delle richieste che abbiamo fatto in Commissione non hanno trovato, a mio giudizio, una risposta sufficiente.
Per esempio – visto che c'è l'assessore Lanzarin, ne approfitto – noi siamo ancora in attesa di avere gli approfondimenti che avevamo chiesto in riferimento alla manovra che riguarda il suo referato, che ci era stato garantito che ci sarebbero stati forniti nel corso della seduta odierna, ma, a meno che non ci siano notizie in corso d'opera, a me quelle informazioni non sono arrivate. Lo dico perché noi cerchiamo anche di fare il nostro lavoro, di studiare le carte e di capire cosa si sta facendo con i soldi dei veneti, ma se non ci vengono date le risposte, è faticoso per noi non soltanto avanzare proposte utili, ma anche banalmente svolgere la nostra funzione, che è quella di vigilanza e di controllo. Se la vigilanza e il controllo si devono svolgere ed esercitare senza avere le informazioni, è davvero complicato proseguire e potere essere anche utili nel lavoro che facciamo.
Seconda questione di metodo. Come diceva anche la relatrice, le risorse sono scarse e dunque bisogna scegliere dove orientarle. Nulla di più vero. E dunque a noi il compito anche di valutare nel merito e sul piano politico la destinazione che si è scelto di dare a queste risorse, sapendo che però sono delle scelte, collega Cestari, che nella stragrande maggioranza dei casi non sono dettate dalla volontà politica, ma dalla necessità di corrispondere ad una emergenza vera e faccio alcuni esempi.
La vicenda sulle borse di studio è un'emergenza che noi poniamo – guardo la capogruppo Ostanel – in questo Consiglio regionale da almeno due anni e il fatto che noi oggi arriviamo, con l'ennesimo ultimo treno, a stanziare le risorse necessarie è la dimostrazione di come noi andiamo a rincorrere un problema, ma non siamo in grado di affrontare in maniera strutturale il tema alla radice per risolverlo in maniera definitiva. Quest'anno addirittura il tema delle borse di studio lo risolviamo non con questo stanziamento di bilancio, perché per quanto riguarda l'impegno economico della Regione del Veneto sulle borse di studio noi restiamo fermi a quello che ci siamo detti diversi mesi fa e cioè che la Regione del Veneto, a differenza di quasi tutte le altre Regioni italiane, cioè come tutte le altre tranne tre insieme alla Regione del Veneto, con le risorse proprie non è in grado di garantire l'erogazione delle borse di studio agli studenti che sono risultati idonei su bando di gara. E anche quest'anno che la situazione rappresentava un livello di gravità realmente pesante – siamo la Regione in Italia che non è riuscita a pagare le borse di studio in misura più larga, oltre 3.000 studenti veneti contro un massimale complessivo di idonei non beneficiari nazionale di poco più di 5.000, quindi il 65% degli studenti italiani idonei non beneficiari di borse di studio frequenta le università venete – siamo riusciti a cavarcela grazie all'aiuto che ci è arrivato da Roma, dallo Stato, che ha recuperato stanziamenti straordinari che ci consentono di fare il nostro dovere e cioè di garantire il diritto allo studio per gli studenti universitari.
Questa operazione però non ci consente di guardare con ottimismo al prossimo anno perché partiremo esattamente come siamo partiti quest'anno, cioè con almeno 10, 12, 15 milioni di euro che mancano, perché il bilancio di previsione lo abbiamo già visto, ce l'avete già illustrato, e la situazione di partenza è la medesima dell'anno che si sta per chiudere.
Allora cominciamo già oggi, assessore Calzavara, a dire: si ricordi che per il 2024 c'è il problema delle borse di studio. Questo avviene in una fase in cui la popolazione universitaria della nostra regione cresce e la condizione economica delle famiglie scende e quindi verosimilmente il bisogno di soddisfacimento del diritto allo studio per gli studenti che per merito e per censo non possono permettersi l'Università, se non attraverso un sussidio statale regionale, rischia di essere ancora maggiore e quindi, come un eterno giro dell'oca, torniamo alla casella di partenza e ricominciamo daccapo. La Regione del Veneto sarà in grado di erogare tutte le borse di studio? La risposta è già scritta.
Seconda questione che vale nella stessa identica maniera. La dico perché ho di fianco il vicepresidente Montanariello. Il fatto che il trasporto pubblico locale in questa Regione sia fortemente sottofinanziato da tempo lo denunciamo da quando siamo seduti in questi banchi e chiediamo non soltanto maggiori risorse, ma anche un investimento nella volontà e nella capacità che la Regione può e deve esercitare di riorganizzare il trasporto pubblico locale, calcolando che partiamo da una condizione iniziale fortemente favorevole, con delle aziende di trasporto pubblico locale regionale molto virtuose, che però noi, con la cronica sotto dotazione di risorse finanziarie, stiamo progressivamente rendendo più deboli, più fragili, più esposte alle intemperie del mercato. Oggi stanziamo risorse straordinarie che consentono in parte di tamponare l'emergenza dei nuovi costi che si sono abbattuti sulle imprese di trasporto pubblico locale in questi anni, ma dal 1° gennaio 2024 torniamo punto e accapo, perché gli stanziamenti regionali per il trasporto pubblico locale torneranno ad essere zero, perché al finanziamento nazionale continueremo. anche sul trasporto pubblico locale. a non aggiungere un euro.
Altra questione simile: scuole paritarie per l'infanzia. Anche su questo tema sono non so quanti anni che lo stanziamento della Regione del Veneto per le scuole paritarie per l'infanzia, quindi il servizio educativo 0-6, è la stessa cifra, se non ricordo male, 34 milioni? Esatto, 31. Iniziamo con 31 e poi andiamo avanti aggiungendo qualcosa. Arriviamo ai 34-35. Da tre anni vi diciamo che quello stanziamento è insufficiente per garantire al privato sociale di sopperire alla funzione educativa che in questa Regione si è scelto di esercitare non attraverso lo Stato, ma attraverso la cooperazione sociale e il volontariato sociale. Scelta legittima se decidiamo, come avete deciso, che il servizio educativo all'infanzia in Veneto non deve essere garantito dallo Stato, ma da altre associazioni del terzo settore, dicendo che allo Stato costa meno. Verissimo. Peccato che costi di più alle famiglie, ma questo è un argomento su cui dovranno riflettere i cittadini.
Ma nel momento in cui noi deleghiamo al privato sociale l'erogazione di un servizio così importante come quello all'infanzia, dobbiamo anche sapere che il privato sociale, a differenza del pubblico e dello Stato, nel momento in cui non ci sono più le condizioni economiche per andare avanti, chiude. Non ci sarà mai una scuola pubblica, anche se non è in utile, che chiude. La differenza tra il pubblico e il privato sta qua: non ci sarà mai un servizio pubblico, anche in perdita, che non viene garantito, che rischia di chiudere. Se noi deleghiamo, tra le altre cose, anche l'educazione all'infanzia al privato sociale o la finanziamo adeguatamente, oppure mettiamo in conto che a un certo punto – e siamo in quel punto perché tra il rinnovo dei contratti del lavoro, i costi energetici e calo demografico abbiamo la combo perfetta – il privato sociale ci dice (parliamo oggi di scuole paritarie per l'infanzia, parleremo dopo delle residenze per anziani e per disabili) che non ce la fa più a stare in piedi.
E allora, se noi abbiamo davvero creduto e se non li abbiamo presi in giro, cioè non ce ne siamo approfittati, ma abbiamo ritenuto che quella fosse una scelta strategica di sviluppo di welfare territoriale, non possiamo dire bravi quando fanno il lavoro che non facciamo noi come Istituzione pubblica, e poi, quando capiamo che non ce la fanno più, dire "scusate, ma non abbiamo i soldi per darvi una mano", sia perché non si fa così, sia perché rischiamo di perdere un pezzo rilevantissimo del welfare che in questa Regione è stato costruito in questa maniera e cioè affidandolo, secondo una logica di sussidiarietà orizzontale, alla cooperazione, al volontariato e al terzo settore.
Diciamo che, con questa manovra, proviamo a dare un po' di ossigeno ad alcuni comparti, che però hanno delle carenze strutturali che, se non siamo in grado di affrontare in maniera definitiva, tenderanno sempre ad aggravarsi. Ancora una volta dobbiamo dire che ci salviamo su alcune partite – su altre no e dirò poi quali – ma abbiamo ben chiara la prospettiva che è quella, se non troviamo un meccanismo diverso di finanziamento di alcuni servizi, che rischia di portarci allo scontro.
Citerò due altre questioni rilevanti su cui invece, a mio giudizio, non riusciamo a salvarci quest'anno e l'anno prossimo ci salveremo ancora meno.
La prima grande questione riguarda l'emergenza abitativa. Io non so seriamente in che mondo viviamo, in che dimensione del cosmo siamo orientati, ma se non ci rendiamo conto che in questa Regione, come in tutto il resto del Paese, c'è un'enorme questione che riguarda l'emergenza abitativa, vuol dire che viviamo sulla Luna. Sono tanti i fattori che concorrono ad aggravare l'emergenza abitativa e li abbiamo tutti sotto gli occhi: il caro affitti, che deriva in parte anche dalla spinta inflattiva di cui parlavo prima, perché quando si citano le ragioni delle criticità, bisogna vederle sotto tutti i punti di vista; l'indisponibilità del patrimonio immobiliare; il fenomeno degli affitti brevi, che ha ulteriormente ridotto la disponibilità di alloggi in affitto; la crisi economica che colpisce le persone e le famiglie in difficoltà a pagare l'affitto; la povertà lavorativa.
Ho citato cinque questioni, ma potrei citarne altre, che rendono l'emergenza casa un problema cruciale, sia per le persone che sono in uno stato di fragilità cronica, cioè sono in una condizione tale per cui è impossibile per loro accedere al mercato per trovare una casa in affitto o per stipulare un mutuo per la prima casa. Da questo punto di vista, la Regione del Veneto è una di quelle messe peggio, con un patrimonio di edilizia residenziale pubblica non in grado di corrispondere e rispondere a questa emergenza abitativa che riguarda le persone in strutturale fragilità.
Ma a queste persone si sono aggiunte anche fasce di popolazione sempre più larghe, che non presentano una condizione di criticità cronica, ma che magari hanno una difficoltà temporanea, una necessità urgente e che oggi non hanno risposte. Per questa fascia di popolazione il trovare o non trovare una casa in affitto ad un prezzo accessibile rappresenta lo spartiacque tra riuscire a risolvere i propri problemi o scivolare inevitabilmente in una condizione di povertà permanente. E lo sapete meglio di me, lo sanno soprattutto i colleghi di Fratelli d'Italia, che il Governo Meloni con la sua prima manovra di 12 mesi fa, tra le tante cose che ha fatto ha anche deciso di tagliare il 100% delle risorse che erano a disposizione delle Regioni e dei Comuni per le morosità incolpevoli, cioè quelle risorse che venivano utilizzate dalla Regione e dai Comuni proprio per mettere in sicurezza quelle famiglie che non avevano una condizione di povertà strutturale, ma che avevano un'emergenza da risolvere rispetto alla quale avevano una necessità di un sussidio. 330 milioni tagliati a livello nazionale, che, se non ho sbagliato a fare i conti, nel 2023 significano per il bilancio della Regione 23,8 milioni in meno di entrate che noi non possiamo mettere nella disponibilità dei Comuni, come sempre abbiamo fatto, per poter sostenere queste situazioni di emergenza.
Se la Meloni taglia 24 milioni per il Veneto e noi come Regione non siamo nelle condizioni di intervenire offrendo noi quelle risorse che mancano alle persone per pagarsi l'affitto di casa, noi, non so se ce ne rendiamo conto, costringiamo una fascia rilevante della popolazione a scivolare verso la povertà. Sono triplicate le richieste di sfratto in questa Regione in un anno grazie al taglio sul fondo per la morosità incolpevole del Governo Meloni. Sono migliaia le famiglie che tutti i giorni devono fare i conti con uno sfratto esecutivo.
E lo sa meglio di me, assessore Calzavara: se il Governo taglia, o ce li mettiamo noi, che dovremmo essere l'Istituzione più vicina al territorio, o cosa fanno le persone? Certo è impensabile che i Comuni siano in grado di sopperire da soli a questa necessità.
Ho parlato della casa, vorrei parlarvi un po' della sanità, visto che c'è l'assessore Lanzarin. Abbiamo assistito negli ultimi due anni a questa rilevante discussione attorno ai LEA e agli extra LEA. Oggi sembra arrivata a una conclusione, ma al netto del riflesso sul bilancio che questa conclusione ha, noi dall'anno prossimo, già da quest'anno per la verità, dobbiamo fare i conti col fatto che una serie di servizi, che noi in qualche modo riuscivamo a garantirli utilizzando le risorse nazionali, dovremmo continuare a garantirli trovando altre risorse. Non mi metto a discutere se è giusto o non è giusto, lo avete fatto voi col Governo per tanti anni. Il dato di fatto è questo. Questo, se non sbaglio, vado a spanne, può significare che dall'anno prossimo il bilancio regionale non per aumentare i servizi, ma per garantire quelli che già diamo, dovrà avere almeno tra i 20 e i 30 milioni in più soltanto per quelle definite prestazioni extra LEA e quindi sono ulteriori necessità che servono.
Ma come non guardare, assessore Lanzarin, il fatto che tutti i bilanci di tutte le aziende sanitarie di questa Regione sono in rosso? Non in rosso, in profondo rosso. Se continuiamo così, la somma delle aziende territoriali sanitarie regionali chiude l'anno con 1.000.000 di rosso. È vero che abbiamo, come dice lei, il fondo di risparmio accantonato in Azienda Zero, perché ogni volta che vi chiedo come facciamo a pagare i debiti della sanità, mi dite: abbiamo il Fondo accantonamenti in Azienda Zero. Allora sono andata a vedermi quanto è il Fondo accantonamenti di Azienda Zero. Ho detto "siamo ricchi e non lo so". Sono 600 milioni, che sembrano tanti, ma se abbiamo le aziende sanitarie territoriali che macinano bilanci in rosso a queste cifre, duriamo un anno con quella riserva costruita nel tempo.
Abbiamo i 90 milioni degli extra LEA, ma capirà, Assessore, che di fronte ad aziende sanitarie che chiudono i bilanci in rosso di 800 milioni, questa era la stima a giugno di quest'anno, quei fondi lì sono un niente calcolando nel tempo lungo.
Aggiungiamo poi il combinato disposto di due fattori. Il primo: la spesa sanitaria è una spesa destinata a crescere esponenzialmente all'infinito, perché il bisogno di salute delle persone cresce all'infinito. Con una popolazione che invecchia è evidente che la spesa sanitaria è destinata a crescere nel tempo. E se abbiamo un Governo che anziché aumentarla nella misura congrua e consona la spesa sanitaria la riduce, perché l'aumento che il Governo ha definito sul Fondo sanitario nazionale non copre neppure l'aumento inflattivo, anche la Regione più virtuosa è destinata a chiudere i bilanci della sanità in rosso ed è quello che capiterà anche a questa Regione l'anno prossimo. Io non mi accontento, assessore Calzavara, di dire che quest'anno siamo l'unica Regione che ancora non ha chiuso in rosso. Perché l'anno prossimo ricominciamo con lo stesso problema di fronte ad una richiesta che aumenta.
Vado a chiudere. A mio giudizio, chiudiamo di fatto con questa manovra il bilancio del 2023 avendo salvato qualcosa, ma non potendo che guardare con forte preoccupazione a quello che abbiamo davanti, e cioè a quello che ci aspetta per i prossimi anni. La battuta che io ho sentito fare nei corridoi del palazzo che adesso va così, il prossimo che arriverà si arrangerà, perché troverà un Ente con le casse vuote, è una risposta che io fatico ad accettare come credibile per due ragioni molto semplici: per poter definire efficace un'azione amministrativa regionale, io credo, servano due elementi che dovrebbero realizzarsi in contemporanea. Il primo è la capacità di questo Ente di garantire un'espansione continua dei servizi alla persona, alle famiglie, ai bambini, agli anziani, agli studenti, a chi ha bisogno di una casa e lo dico nella convinzione che è propria, che è attraverso l'espansione continua dei servizi alla persona che si misura la qualità della vita di una comunità. Che differenza c'è tra vivere in Veneto e vivere in Calabria? Esattamente la qualità dei servizi che noi possiamo e dobbiamo garantire alle cittadine e ai cittadini del Veneto. Per quello che ho detto e molto altro potrei dire, è evidente come il ventaglio di servizi che noi riusciamo a garantire alle persone si sta riducendo in questi anni e, a nostro giudizio, con l'analisi sui bilanci che facciamo, è destinato sempre più a ridursi questo ventaglio e quindi a mettere in discussione la qualità delle comunità in cui viviamo, la capacità di garantire coesione sociale e sviluppo al nostro territorio.
L'altra gamba che serve a un'Amministrazione regionale capace di essere significativa nei processi è quella di dimostrare di avere la capacità di governare i grandi cambiamenti che sono in atto, che sono quelli che riguardano certamente l'ambito sociale, ne abbiamo accennato ad alcuni di questi, che riguardano l'ambito produttivo e imprenditoriale. Pensiamo soltanto alla rivoluzione digitale, alla conversione green che dovrebbe essere richiesta e garantita alle nostre imprese. Ma penso anche alla necessità di offrire risposte concrete alla grande sfida che abbiamo tutti davanti, che riguarda la salute del pianeta e la salvaguardia dell'ambiente. Per fare questo, cioè per sapere corrispondere a queste grandi sfide, e farlo, quindi, in termini strutturali e non con interventi tampone, servirebbero due cose, Assessore: la prima, le risorse, i soldi, perché è indispensabile, per poter governare e indirizzare i processi in corso, avere delle risorse pubbliche da investire nella direzione che noi riteniamo più utile; la seconda, le idee, cioè un'idea di società verso la quale noi vogliamo incanalare le risorse pubbliche che vogliamo mettere a disposizione. Io ho come l'impressione – lo dico davvero per la lettura che do ormai da qualche anno dei bilanci regionali – che mi sfugga, al netto del "non mettiamo le mani in tasca ai cittadini" e di questi slogan che sono efficaci forse sul piano del consenso e sul piano elettorale, realmente l'idea che ci state proponendo di una Regione immersa pienamente nei grandi cambiamenti di cui stiamo parlando.
Se c'è oggettivamente un'estensione della platea delle persone con fragilità di diverso tipo, io non ho capito qual è l'idea di comunità che ci state proponendo, non pagando le borse di studio, non garantendo liste d'attesa decorose, non sostenendo le famiglie che hanno un disabile o un anziano in casa di riposo o in residenza pubblica. Io non capisco qual è l'idea di società di cui ci state parlando, pensando di poter chiudere porti, frontiere e Municipi. Non capisco qual è l'idea di società che ci state proponendo tagliando progressivamente o non finanziando in maniera sufficiente la cultura e l'alfabetizzazione di una regione che avrebbe bisogno di primeggiare, tra le altre.
Io non ho capito, insomma, qual è l'idea di società coesa e multiculturale di cui ci state parlando attraverso questo bilancio, ma non ho neanche capito qual è la prospettiva di sviluppo che state indicando in questa Regione. C'è l'assessore Caner, con il quale condividiamo tante cose, tra cui la passione per il turismo, che è certamente un player, un asset di sviluppo economico fondamentale, ma mentre noi diciamo all'assessore Caner che la Regione del Veneto è la prima in Italia per presenze turistiche, non possiamo non guardare che questa Regione sta perdendo progressivamente posizioni competitive, perché non esiste più la manifattura in questa regione.
E sappiamo benissimo che la catena del valore si sviluppa dentro le produzioni del sistema manifatturiero e non dentro o esclusivamente dentro l'attività turistica, che è una delle attività a bassissima catena del valore, perché ha una redditività strettamente collegata agli operatori, mentre la manifattura e la trasformazione sono il comparto all'interno del quale lo sviluppo diffuso all'interno delle comunità può fare la differenza. Glielo faccio notare perché il Veneto è proprio nella manifattura e con la manifattura che ha segnato il suo ruolo prioritario e principale all'interno dell'economia italiana.
Chiudo davvero. Non possiamo ovviamente non essere contenti se abbiamo 30 milioni di euro in più da spendere in un paio di settimane, ma io credo che anche con questa variazione di bilancio non possiamo non notare con preoccupazione come in questa Regione continui a mancare una visione, una lettura della realtà nella quale siamo immersi e, ancor di più, una prospettiva che ci faccia sperare di continuare ad essere i migliori del nostro Paese.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vi informo che è stato depositato l'emendamento n. A0004 della collega Camani. Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà sul tema della cultura. Mi dispiace non vedere l'assessore Corazzari, una volta ancora in più dovrò parlare con l'assessore Calzavara di questo tema – e vedo già che si mette le mani sui capelli e mi dispiace farlo, ma dovrebbe parlare eventualmente con il suo collega di Giunta – perché qui dentro abbiamo la risposta chiara alla domanda che io faccio da tantissimi anni in quest'Aula. Non è vero che non ci sono i fondi per la cultura. Io vorrei che fosse scritto a caratteri cubitali che l'idea che non ci sono fondi e che quindi non possiamo investire sulla cultura è falsa, è una menzogna, perché i soldi ci sono, ma li mettiamo e li continuiamo a mettere sulla legge che avevamo detto, anche votando degli ordini del giorno all'unanimità in quest'Aula, che avremmo depotenziato per permettere agli operatori della cultura di avere una legge di finanziamento chiara, con dei bandi chiari, con delle Commissioni, che è la legge sulla cultura.
Guardo anche il collega Favero perché so che è molto sensibile a questo tema. In quest'anno noi abbiamo messo nella legge famosissima, la legge 49, la 70 del 1975, praticamente un milione di euro in più rispetto a quello che abbiamo messo sulla legge della cultura. Noi però abbiamo detto agli operatori di fare domanda non su quella legge, perché è la legge sbagliata, è la legge che dovrebbe finanziare (e viene chiamata non a caso legge del Presidente) degli eventi magari estemporanei, magari di chiara portata regionale, che la Giunta decide di finanziare in maniera diretta. Non è la legge che serve per finanziare né le iniziative piccole, estemporanee, culturali, che dovrebbero invece avere una linea di finanziamento dedicata magari nella legge 17, né le grandi manifestazioni culturali che dovrebbero effettivamente essere finanziate nella legge n. 17. Cosa facciamo invece noi, cioè cosa fa la Giunta? Toglie i fondi alla legge n. 17, li mette sulla n. 49 e dice agli operatori culturali di fare la domanda nella n. 17. Così è troppo facile. Abbiamo ogni giorno, almeno io, ma immagino anche chi qui dentro si occupa di cultura nei Comuni di riferimento, tantissimi operatori che scrivono e dicono: scusate, avete approvato una legge all'unanimità su cui avete lavorato per tantissimi anni, come Comuni, come operatori della cultura stiamo facendo domanda nella legge che voi ci avete detto di utilizzare, non faccio più la domanda nella legge n. 49 e non vengo finanziato nella legge n. 17, quando nella n. 49 venivo finanziato fino all'anno scorso. E nella legge n. 49 aggiungete 1 milione di euro in totale quest'anno per finanziare i piccoli progetti che, con tutto rispetto, ogni Comune fa, ma che in qualche modo non stanno sostenendo invece il settore culturale di questa Regione.
Se io devo utilizzare questi momenti, come quelli della discussione del bilancio o delle variazioni o dell'assestamento, per fare un bilancio su quello che stiamo facendo sul tema culturale in questa Regione, nella Commissione di cui sono Vicepresidente, non abbiamo capito nulla di quello che è accaduto durante la pandemia, perché se le ricorda anche lei, Assessore, le discussioni in quest'Aula, dove a squarciagola, cercavo di dire durante la pandemia di fare qualcosa. Qualcosa era anche stato fatto: il milione di euro che avevamo aggiunto sui fondi dell'assessore Marcato per gli extra FUS, il fatto che avevamo iniziato a dire che c'è un'emergenza delle sale cinema. Avevamo aggiunto dei fondi durante gli assestamenti di bilancio e i bilanci di previsione. A me pare che siamo arrivati alla fine del 2023, come se noi avessimo dimenticato il lavoro che era stato fatto, almeno nei primi due anni di questa consiliatura, di cercare di dare una direzione. Abbiamo abbandonato l'implementazione della legge n. 17 e stiamo rimpinguando sempre e comunque la legge n. 49.
Io me lo ricordo l'assessore Corazzari che all'ultima discussione della variazione diceva "non si preoccupi, Consigliera, questa volta aggiungiamo per arrivare a 995.000 euro la legge 49, ma quando arriveremo in Aula ad ottobre, che ci sarà la variazione, l'assestamento, noi lavoreremo sulla legge 17". Vado a guardare i dati: noi oggi aggiungiamo se verrà approvata questa variazione solamente 300.000 euro che vanno sulla legge per la cultura. Abbiamo una graduatoria già stilata, arriviamo fino a un certo punto e rimangono fuori ancora tantissimi soggetti, e non il soggetto piccolo che non ha un impatto sul territorio, intere rassegne: il Comune di Mira, il Comune di Verona.
Abbiamo delle realtà associative artistiche importanti per questa Regione che devono essere finanziate e che, dopo aver fatto domanda su una legge dove noi gli avevamo detto di fare la domanda, non riusciranno a fare la loro attività. In questa graduatoria noi oggi, se aggiungiamo questi fondi, arriviamo fino a un punteggio; quelli che sono sotto, finito, cioè non è che potranno essere rifinanziati perché quella graduatoria ormai passa in cavalleria e si dovrà aspettare l'anno successivo.
Io chiedo – e lo chiederei all'assessore Corazzari se fosse presente anche se trovo veramente improponibile che non sia qua mentre interveniamo su questi temi – davvero chiarezza. Allora, invece di lavorare all'interno della Commissione Cultura come stiamo provando a fare, anche con la Presidente, dove proviamo a fare un lavoro di dire agli operatori qui fuori "guardate che le cose si stanno mettendo diversamente rispetto a qualche anno fa", io sarò la prima a rimobilitare per il prossimo bilancio tutti gli operatori. Raccoglierò di nuovo più delle 6.000 firme che avevamo raccolto durante la pandemia, grazie ad artisti che si sono mobilitati, per dire che questa Regione sui temi della cultura sta facendo male. Siamo i penultimi per finanziamento rispetto alle altre Regioni e continuiamo a finanziare la legge del Presidente: mettiamo zero sulla legge per la cultura. Oggi aggiungiamo gli spicci, tra l'altro per arrivare a non finire una graduatoria che bastano, e davvero bastano, 200.000 euro in più per farla tutta.
I miei emendamenti di oggi, che io spero davvero che qualcuno prenderà in carico, chiedono una cosa molto semplice. Ce ne sono due. In uno si aggiunge una cifra di 200.000 euro, si arriva a finanziare fino a chi ha raggiunto un punteggio di 50 punti in quella graduatoria, rimarrebbero fuori alcuni progetti che hanno ricevuto un finanziamento e un punteggio molto basso. Se si aggiungessero 300.000 euro, noi arriveremmo a chiudere, cioè a finanziare tutti quelli che hanno fatto domanda. Io mi chiedo: invece di chiudere una graduatoria di persone e di soggetti che hanno fatto domanda sul bando cultura che noi stiamo promuovendo, perché mettiamo e continuiamo a mettere fondi sulla legge 70 del 1975 e non prendiamo quei 200.000 euro e li mettiamo sulla legge della cultura? Perché non abbiamo fatto questa scelta politica? Perché non abbiamo deciso di chiudere la legge sulla cultura e continuiamo a finanziare, con tutto il rispetto – io ci vado e sono felice di andarci – le sagre del Veneto? Perché questo è quello che accade. Preferiamo dare il contentino di 2.000 euro ad una festa di paese e, ripeto, con tutto il rispetto, perché io sono la prima ad andarci, e non sosteniamo le imprese culturali di questo territorio. Questa è la scelta politica, ma allora diciamolo chiaro che qui dentro facciamo un altro tipo di lavoro, che è un lavoro non di cercare di migliorare il sistema culturale veneto, ma di mobilitare il sistema culturale veneto uno ad uno per fare in modo che al prossimo bilancio vengano qui fuori tutti, perché questo è quello che dobbiamo fare.
Su questo punto credo di essere stata chiara e spero solo che gli emendamenti che ho proposto vengano almeno discussi durante l'Ufficio di Presidenza alla presenza dell'Assessore, perché voglio sentirmi dire perché, durante alcune riunioni anche con gli operatori culturali, si promettono alcune cose e poi si arriva in Aula e non si è mai conseguenti.
Poi devo ovviamente spendere qualche parola sul tema delle borse di studio. I 2,5 milioni che sono stati aggiunti rispondono all'esigenza che qui dentro portiamo da tantissimo tempo e io riprendo alcune delle parole della collega Camani, perché dobbiamo ridire, e dobbiamo lasciarlo ai verbali, perché è importante che poi la storia ricordi le cose come sono andate, che quello che noi stiamo pagando oggi sono borse di studio dell'anno precedente e che questa Regione – dati della Giunta – ha avuto al suo interno il 65% degli idonei non beneficiari di tutta Italia.
Se noi guardiamo al contesto italiano, anche qui è falso quando chi ha la delega all'istruzione mi risponde dicendo che questo è un problema nazionale, tutte le Regioni che l'hanno. No, la Regione del Veneto ha il 65% degli idonei non beneficiari di tutta Italia, il che significa che sta facendo peggio delle altre, perché mette meno fondi e il Governo, di conseguenza, dà meno fondi, perché noi non mettiamo più del 40% del fondo che ci sarebbe dato per obbligo e quindi siamo in una situazione di non garantire il diritto allo studio. Quindi "la Regione del Veneto per un anno non ha garantito il diritto allo studio agli idonei non beneficiari di questa Regione", punto.
Oggi aggiungiamo 2,5 milioni che ci permettono di fare il passo rispetto ad un errore, in ritardo di un anno, quindi bene, è ovvio che è bene, ma io voglio capire. L'Assessore so che lo farà perché è sempre sincero in Aula quando risponde, dice che arriveranno effettivamente i soldi del Governo che ci aiutano ad arrivare al risultato di coprire tutti gli idonei non beneficiari, perché sappiamo bene che con questi 2,5 milioni facciamo la nostra parte, ma serve per coprire tutti gli idonei, una cifra che è quella data dal Fondo nazionale, che deve arrivare a copertura totale.
Quindi avere la risposta oggi, visto che immagino anche a voi, a me sono arrivate diverse e-mail da genitori e da studenti che hanno visto sui giornali che stavamo per approvare una variazione di questo tipo e alcuni chiedevano: "Ma è successo qualcosa? A mio figlio non sono ancora arrivati i fondi delle borse". Questo è quello che accade fuori di qui, che ci siano famiglie che è da un anno che aspettano la borsa di studio, perché stanno decidendo, evidentemente, se ritirare il proprio figlio o meno dall'Università, perché non ce la fanno più a mantenerlo e hanno visto sui giornali che stiamo facendo un passo importante, ma si chiedono: "Sarà vero che anche mio figlio, che magari è l'ultimo della graduatoria degli idonei non beneficiari, rientrerà?". Dobbiamo essere chiari. Se siamo in balìa di una scelta del Governo, io non mi fido; se siamo, invece, certi che questi 2.500.000 coprono tutti gli idonei non beneficiari, e vorrei sentirlo dire dall'Assessore, allora io posso permettermi di dire alle famiglie: "Guardate, anche se con un anno in ritardo, questo risultato lo abbiamo raggiunto".
Io credo, poi magari mi si smentirà, che l'abbiamo raggiunto anche perché in quest'Aula questo tema lo abbiamo portato con tanta forza, perché fino all'anno scorso o anche l'anno precedente, io sentivo da quest'Aula dire che il problema degli idonei non beneficiari non era un problema per questa Regione e, invece, finalmente abbiamo dati alla mano che ci dicono che siamo i peggiori d'Italia e, quindi, bene che oggi, se verrà confermato, facciamo un passo avanti.
L'ultimo punto e poi chiudo perché non voglio fare lo spoiler di tutti gli interventi che farò durante la presentazione del bilancio di previsione, quindi faccio solo le pillole. C'è il tema del diritto alla casa, perché anche qui noi abbiamo una questione che riguarda gli studenti e anche qui i dati parlano chiaro. Assessore, noi abbiamo un problema grande come una casa: il fatto che questo Governo ha deciso, nei fondi PNRR, di facilitare la creazione di studentati privati, dando dei fondi pubblici che sono quelli del PNRR. Quello che sta accadendo nelle nostre città, tranne dove ci sono degli amministratori che stanno facendo un lavoro buono, è che noi abbiamo degli studentati che si stanno aprendo, ma gli studenti e le famiglie dentro a quegli studentati pagano il prezzo di mercato, cioè, sostanzialmente, per avere una stanza alle volte viene chiesto 500-600 euro al mese dentro a uno studentato. e non tutti se lo possono permettere.
I prezzi calmierati ESU dentro questi studentati privati finanziati con i fondi PNRR sono pochi, a meno che gli amministratori, e lo stanno facendo alcuni Comuni, non approvino dei documenti e delle varianti urbanistiche che dicono: "Ti do il permesso per costruire, però solo se dentro questo studentato privato metti un tot, una percentuale alta di posti letto ESU a prezzi ESU".
Altrimenti, quello che noi ci troveremo davanti nei prossimi anni è la costruzione di sette, otto, dieci nuovi studentati nei capoluoghi (Padova, Verona, Vicenza e magari ne avremo a Venezia sicuro, ma anche a Treviso) che diventeranno degli studentati dove i posti ESU più o meno sono una decina in percentuale, 10-20% dei posti dove va bene, dove va molto bene, e tra l'altro per un periodo di anni corto, perché le convenzioni che si stanno sottoscrivendo in tanti Comuni dicono che i posti ESU devono essere garantiti solo per un tot di anni.
Quindi, tra dieci anni noi ci troveremo con studentati solo a posti letto non calmierati e tutto sul mercato privato? Questo, io credo, è quello che dovrebbe fare una Regione, ovvero verificare che questo non accada.
Su questo tema i dati oggi parlano del fatto che nella Regione del Veneto noi abbiamo solamente un 2% degli studenti che dovrebbero avere diritto ad una casa ESU che lo riceve. È bassissimo. Sono dei dati sconcertanti rispetto al tema non del diritto allo studio, borse di studio, ma rispetto al fatto di poter accedere a un posto letto accessibile.
Mi chiedo se stiamo prendendo davvero in carico le richieste che vengono fatte dagli Assessori dei capoluoghi di questa Regione e non solo dei capoluoghi, ma anche dei Comuni più piccoli. E mi dispiace citare di nuovo l'assessore Corazzari, che ancora non è in Aula, ma il tema dell'edilizia residenziale pubblica è di competenza ancora sua.
Abbiamo chiarezza del fatto che l'emergenza abitativa in questa Regione non solo colpisce le famiglie, ma colpisce anche il diritto allo studio e noi non abbiamo non solo presente l'Assessore, ma non abbiamo un Assessore che si sta occupando di questi temi, perché abbiamo approvato qui dentro degli ODG proposti – alcuni dei quali li ho proposti io, quindi me li ricordo con particolare attenzione – che chiedevano almeno di convocare un tavolo, almeno di prendere in carico la richiesta delle ATER di riuscire a fare in modo che non ci fosse una sottrazione di fondi dalle ATER per darli alla Regione e non ritornare quei fondi e metterli sul diritto alla casa, perché questo è quello che accade oggi. Lo 0,4% del valore locativo degli immobili di proprietà di ATER e dei Comuni entra nel bilancio della Regione del Veneto.
Su questo tema, il diritto alla casa e in particolare il diritto alla casa per gli studenti, quindi posti calmierati all'interno degli studentati, la Regione del Veneto cosa sta facendo? Quello che sicuramente non sta facendo è mettere dei fondi oggi. è per questo che ho presentato un ordine del giorno – e chiudo – con il collega Lorenzoni, firmato da tutti i colleghi di minoranza, perché il nodo è arrivato al pettine. Quindi, o noi oggi decidiamo di prendere in carico la richiesta che viene fatta dagli amministratori...
C'è stata ieri una riunione con gli Assessori alla casa di Padova, di Vicenza, di Verona. È ovvio che si trovino più facilmente alcuni Assessori che anche politicamente la pensano allo stesso modo, ma, credetemi – so che lo sapete anche voi, ma non potete eventualmente dirlo in quest'Aula – ci sono Assessori che siedono dall'altra parte, quindi dalla parte vostra, che sul tema del diritto alla casa stanno chiedendo esattamente la stessa cosa. Com'è possibile che Regione del Veneto incameri i soldi del valore locativo degli immobili del mio Comune e li trattenga per finanziare altro? Questo non si è mai visto da nessuna parte.
Io chiedo davvero di leggere questo ordine del giorno, perché dice che la variazione di bilancio oggi non mette un euro su questo tema, ma cerca di nuovo – e spero, con la forza di essere propositivi, di non essere smentiti alla fine di questi due anni – di chiedere di iniziare. Questo è il secondo ODG che faccio su questo tema e nulla si muove, nonostante si cerchi anche di lavorare con l'Assessore. Riusciamo a prendere in carico il tema dello 0,4% di quel fondo che oggi viene incamerato dalla Regione e non viene ridato ai Comuni e alle ATER? è la richiesta che tutte le ATER territoriali hanno fatto a questa Regione, e noi non stiamo rispondendo, voi non state rispondendo.
Chiediamo davvero di poter prendere questo ordine del giorno, di leggerlo con attenzione e di chiedere se c'è un impegno, perché a forza di prendere impegni e poi non mantenerli uno dice anche: inizio a non farli più e inizio anche ad utilizzare un atteggiamento qui fuori, che è quello di dire che siamo qui dentro non tanto per portare a casa un risultato, ma semplicemente per dire che il risultato non avverrà mai. Probabilmente, ad oggi, se guardiamo il tema della cultura e se guardiamo il diritto alla casa, questi due temi ad oggi non hanno visto l'Assessore competente fare un passo avanti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sapete quanti medici di medicina territoriale mancano in Veneto? Sapete quante sono le persone over 65 in Veneto e quanti sono i non nati negli ultimi anni in Veneto?
Di fronte a una manovra di 30 milioni di euro, mi sarei aspettata una risposta a queste emergenze che oggi viviamo in Veneto e che non sono state assolutamente rilevate ed affrontate.
Medici di medicina territoriale. Di medici ospedalieri ne mancano tantissimi. Il Presidente ha parlato di 3.500 in Veneto. Voi sapete che abbiamo 8.000 medici ospedalieri, 26.000 infermieri, ma la carenza è enorme per quanto riguarda l'ospedaliero in certi settori, e poi arriveremo e dico anche il perché l'ho precisato.
Ma tanti sono anche i medici di medicina territoriale che mancano, circa 600, in Veneto e tante sono le zone carenti, con migliaia e migliaia di cittadini non serviti dalla medicina territoriale. Sappiamo che la medicina territoriale è fondamentale, perché, di fatto, dà una risposta al bisogno di una persona, di un cittadino e soprattutto fa prevenzione e fa sanità pubblica.
Ecco, io però proseguo, se c'è un po' di silenzio.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ripeto, perché forse i colleghi non hanno capito i numeri.
Sapete quanti medici mancano di medicina generale in Veneto? Se lo sapete, è grave. Se sapete che mancano 600 medici di medicina generale...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, non riusciamo a sentire neanche noi, però.

PRESIDENTE

Io sento, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ma noi no. Ripristini un attimo il silenzio in Aula, per favore.

PRESIDENTE

C'è silenzio, non sta parlando nessuno.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, Presidente. Sia più serio nel darci queste risposte.

PRESIDENTE

Prego, collega Bigon.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Faccia il suo lavoro.

PRESIDENTE

Lei pensi a fare il suo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lei faccia il suo, che mi pare non lo faccia bene.

PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta.
La Seduta è sospesa alle ore 16.15
La Seduta riprende alle ore 16.16

PRESIDENTE

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sapete quanti medici mancano in Veneto? E non lo dico per battuta o per ripetere la cosa, ma perché credo che, veramente, dovreste saperlo. Sapete quant'è la popolazione over 65? Al 23,9% in Veneto. La denatalità vede numeri molto, molto rilevanti. Abbiamo tre emergenze che vanno assolutamente affrontate e che questa manovra non prende in considerazione. Dicevo prima di 8.000 medici ospedalieri, 26.000 infermieri, ma comunque la carenza è molto rilevante.
La medicina territoriale è quella fondamentale come risposta di bisogno al cittadino, ma, di fatto, tanti sono senza medico. Lo vediamo. Interveniamo tutti, insomma. Credo che nessuno possa far finta di nulla e nessuno può dire che la medicina territoriale è un'eccellenza, perché, di fatto, non risponde ai bisogni di tutti.
Per avere una medicina territoriale noi Consiglieri dovremmo sapere che il medico di famiglia ha bisogno di una chiara ed evidente formazione, specializzazione. Noi abbiamo depositato anche un progetto di legge molto importante, perché dobbiamo anche essere attrattivi, altrimenti poi è inutile dire che le borse di formazione ora, diversamente dagli altri anni, rimangono vuote e non coperte. Quindi, bisogna rendere la medicina attrattiva. Abbiamo depositato un progetto di legge che è ancora in attesa.
Occorrono strumenti diagnostici, questo sia per quanto riguarda, ovviamente, la medicina territoriale, ma anche per quanto riguarda quella ospedaliera. Serve un supporto informatico, serve un'assicurazione, perché sappiamo e sentiamo tutti che i medici sono sempre più preoccupati della responsabilità che hanno perché, dall'altro punto di vista, dall'altra parte, abbiamo un cittadino che è sempre più preoccupato della propria salute, perché non ha accesso alle cure. Quando uno non ha accesso alle cure cosa succede? Succede che diventa nervoso, soprattutto se non ha la disponibilità economica per pagarsi le cure.
Quello che manca, che rileviamo e che abbiamo sempre dato come proposta per affrontare questo problema è il supporto amministrativo. Dicevo prima che abbiamo 26.000 infermieri censiti (dati della Regione negli ultimi mesi). Sappiamo che, però, c'è una carenza, non possiamo chiedere un infermiere al medico, perché, di fatto, sarebbe una proposta che non avrebbe risposta, appunto perché mancano, e ne mancano tanti, ne mancano più di 3.000.
Abbiamo chiesto che ci sia, quindi, un supporto amministrativo, perché sappiamo che il 60-70% del lavoro di un medico di famiglia è burocrazia. Quindi, se noi diamo un supporto amministrativo sappiamo che possiamo far lavorare come medico il medico. In realtà, vedo che questa manovra non tiene in considerazione questo aspetto nonostante l'abbiamo rilevato.
Da un certo punto di vista vengono dati dei soldi per quanto riguarda le borse di formazione e di specializzazione. Non abbiamo ancora l'elenco di quali borse di specializzazione verranno finanziate, però sappiamo una cosa, che molte borse vengono non occupate, molti posti non sono occupati, oltre che alla Medicina territoriale, soprattutto nei reparti dove, di fatto, c'è anche carenza. Sappiamo che è la Medicina d'urgenza, sappiamo che è la Rianimazione, sappiamo che sono questi i reparti che hanno più carenza, dove, allo stesso tempo, tante borse di specializzazione non vengano occupate.
Credo che dobbiamo fare una cosa molto, molto precisa e settoriale. Dobbiamo investire dei soldi e delle somme per rendere la questione più attrattiva e per mettere in sicurezza quantomeno i medici che abbiamo.
Nel momento in cui noi mettiamo in sicurezza i medici che abbiamo, automaticamente forniamo le condizioni adatte, idonee per allargare il campo e cercare che vengano anche altri giovani. Altrimenti sapete cosa succede? Succede che nemmeno occupano un posto. L'importante è creare una partita IVA, aprirla e cercare di essere assunti come "gettonisti" prendendo 1.000-1.200 euro a turno. Certo che va bene, chi è che non lo farebbe da un punto di vista economico, strettamente economico? Senza entrare nel giudizio, ci mancherebbe altro. Solo dal punto di vista strettamente economico. In realtà, abbiamo medici che magari prendono 3.000, 4.000, 5.000 euro al mese e hanno esperienza ventennale. Quindi, investire una somma per rendere attrattiva la professione credo che sarebbe stata una soluzione sicuramente idonea.
Per quanto riguarda la medicina territoriale, investire una somma per dare supporto amministrativo vero, reale, per formare delle persone e metterle a disposizione vorrebbe dire crea un'opera veramente importantissima a livello di sanità veneta. Sarebbe veramente un'eccellenza, perché daremmo la possibilità di avere anche 2.000 pazienti, anche 2.000 assistiti e oltre, perché il medico avrebbe la possibilità di assisterli nel vero senso della parola.
L'altro problema che abbiamo è l'invecchiamento. Abbiamo un'emergenza in Veneto. È vero che siamo in linea con l'Italia, perché, di fatto il 23-25%, un quarto della popolazione, anche a livello italiano, è over 65. Per cui, non è che siamo di più o di meno. Siamo in linea con quella che è la media. Non dobbiamo essere contenti di questo, perché la media della nostra pensione in Veneto, nel Veneto che dovrebbe essere comunque per differenza quello che risponde di più a certe criticità, è di 1.100 euro. Abbiamo oltre 500.000 pensionati che vivono con meno di 1.000 euro.
Di fronte a questa situazione, cosa avrebbe dovuto fare la Regione? Anche con una manovra di questo tipo, di questa portata di 30 milioni di euro? Noi abbiamo vari problemi per quanto riguarda l'invecchiamento, perché a 60-65 anni, entrare a far parte di quel mondo dei pensionati potrebbe essere anche assecondato dicendo che sono ancora giovani, problematiche vere non c'è ne sono. In realtà ci sono, perché escono da un mondo della relazione, che è quello del lavoro, ed entrano in un mondo che spesso è anche di malattia, perché scatta un meccanismo che, ovviamente, a 30 anni non c'è. Tanto che nella stessa Regione, con gli stessi dati, sappiamo perfettamente che il 10% della popolazione over 65 viene assistita a domicilio, il 9%; che il 10% ha comunque delle malattie croniche da seguire; che 200.000 persone, cittadini del Veneto, sono non autosufficienti a domicilio, di cui 30.000 nelle case di riposo. Questa è la situazione.
Sappiamo anche che, se noi offrissimo delle opportunità a queste persone la cui caratteristica media è quella di essere spesso separate, vita sola o in due, con un canone di affitto, con una pensione di 1.000 euro. Non riescono nemmeno (spesso) a pagarsi la palestra. Non è solo una questione di attività ricreativa o sportiva. Da un certo punto di vista è un'attività per cercare di evitare quelli che potrebbero essere gli aggravamenti della situazione all'interno di un'età pensionabile.
Credo che la Regione avrebbe potuto investire molto di più e non solo per quanto riguarda lo sport e le attività ricreative, ma anche per la mobilità. L'accesso alle cure, e io torno lì perché dei dati ve li posso anche dare per certi, ma li sapete, dovreste saperli anche voi, con l'unificazione delle ULSS, alcune persone fanno anche 40 chilometri per fare una visita. Quando magari i figli non sono più tre o quattro e quando magari il figlio comunque lavora, è difficile, perché manca il mezzo di trasporto e quindi da una parte ho l'accesso alle cure con le liste d'attesa molto lunghe o il pagamento addirittura delle visite, dall'altro punto di vista ho la difficoltà di accesso per la mobilità per un trasporto locale che non c'è o che è molto ridotto.
Parlavamo di accesso alle visite, ma non solo a quelle ambulatoriali o magari specialistiche. Parliamo di cataratta, parliamo di interventi. Se è vero che abbiamo una buona parte dei nostri cittadini over 65 che vivono con circa 1.000 euro di pensione al mese, che spesso sono da soli o quantomeno in due e che magari hanno anche dei pagamenti fissi per quanto riguarda la locazione, il mutuo o altro, automaticamente difficilmente possono pagare 3.000 euro per una cataratta o aspettare anni, perché questa è la situazione del Veneto.
Spesso non c'è un accesso chiaro alle cure o immediato. Anche questa potrebbe essere una soluzione che dobbiamo dare ai nostri cittadini. Invecchiamento e quindi accesso alle cure, mobilità, programmazione, ricreatività e quindi magari anche sport, eccetera, ma parliamo di natalità. Una parte di queste risorse vengono destinate sicuramente anche ai servizi sociali, e su questo non c'è dubbio, tutti gli anni viene assolutamente distribuito, ma non sono sufficienti. Se noi vogliamo far diventare veramente il Veneto ricco, quello che diciamo essere, ma lo dobbiamo far diventare, io credo che le condizioni prioritarie per farlo diventare siano quelle di investire sulla natalità.
Da un certo punto di vista l'invecchiamento è fondamentale, ma se non puntiamo sulla natalità, nell'arco di vent'anni, sappiamo perfettamente le difficoltà che avremo, ma le abbiamo già, perché ormai sta cascando quello che era il mito o quello che era l'obiettivo della casa di riposo di un tempo. Adesso abbiamo dei piccoli ospedali. Sempre di più – già sta succedendo – c'è bisogno di case di riposo, ma non quelle tradizionali, che abbiamo, ma anche di case in comune, dove mettiamo in comune i servizi, in modo tale da dare supporto alle persone.
Anche questo dobbiamo fare perché, mancando la natalità, manca il supporto dei figli, dei nipoti, manca la rete familiare che non abbiamo più e che avremo sempre di meno. Bisogna investire nella natalità per dare supporto ad una società, ma non solo sotto l'aspetto economico, anche relazionale. Abbiamo preparato anche un ordine del giorno, ne parlerà sicuramente alla collega dopo. Le case di riposo sono in ginocchio da un punto di vista economico, perché non hanno le risorse, da un punto di vista del personale, perché non c'è il personale, ma mancano anche le impegnative per quanto riguarda le famiglie.
Non possiamo credere che una famiglia possa sostenere una retta della casa di riposo di 3.000 euro. Come sarebbe possibile? Poi ci chiediamo come mai le famiglie tengono a casa 180.000 anziani nella nostra Regione Veneto; 180.000 anziani non autosufficienti. Queste sono le emergenze che noi abbiamo.
Dobbiamo puntare sul sostentamento all'invecchiamento, alla natalità e l'accesso alle cure. Questa è la manovra che avremmo dovuto fare.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vi informo che è stato depositato l'emendamento n. A0005, sempre della collega Camani.
Do ulteriori dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Collega Gerolimetto, per cortesia.
Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È evidente che, come già illustrato anche dalle colleghe precedentemente, c'è un problema per quanto ci riguarda sia di merito che di metodo. Nessuno non può dire che non sia felice di una variazione che vede, in qualche modo, colmare delle lacune per quanto riguarda il trasporto pubblico locale o per quanto riguarda, finalmente, le borse di studio. Però, c'è un problema di merito nel momento in cui dei principi fondamentali, che dovrebbero guidare questa Regione, di fronte a dei dati evidenti, non rispondono a quelli che sono realmente i bisogni, soprattutto di quelle che sono le fasce più fragili o più deboli.
Penso anche a quello che è apparso oggi sulla stampa. Giustamente prima si diceva che vogliamo continuare ad essere una Regione traino, ma nel momento in cui aumentano le fughe dei medici e adesso anche le fughe degli insegnanti, forse un punto di domanda su quali sono gli investimenti che possono anche essere realmente da traino, dovremmo farcela.
Prima, giustamente, la relatrice diceva che in un bilancio di previsione qualcosa va rivisto. Questo è altrettanto evidente, come, però, è evidente che delle borse di studio noi lo sapevamo prima, come è altrettanto evidente, sia nel merito che nel metodo, che per alcuni aspetti chiesti in Quinta Commissione, parlo della questione delle borse, ma parlo anche degli extra LEA, noi ci saremmo aspettati di avere magari un dettaglio come quello che avevamo chiesto. Insomma, speriamo di averlo nelle prossime sedute della Quinta Commissione.
Come è altrettanto evidente – dall'inizio dell'anno avevamo fatto alcune interrogazioni e anche oggi abbiamo depositato gli emendamenti e un ordine del giorno – la questione delle impegnative. Ci sono ULSS che in questo momento sono rimaste senza impegnative di residenzialità e quindi strutture che nella difficoltà vanno in ulteriore difficoltà, oltre che i cittadini.
Al netto quindi di quello che dovrebbe o potrebbe fare il Governo, secondo noi ci sono alcuni buchi neri che sono rimasti comunque tali anche in questa manovra, in questa variazione di bilancio. E anche la questione della casa, prima alcune cose le ha dette la collega Ostanel, altre le illustrerà ancora la collega Camani, però l'emergenza casa rimane tale e alcune Amministrazioni comunali stanno sopperendo proprio a quelle che sono delle carenze sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Questi sono solo alcuni elementi che, secondo noi, mancano all'interno di questa variazione, ma che soprattutto sono stati mancanti, perché non si può pensare – e questo lo troverei logico nella risposta, comunque, anche di un Assessore – che in una variazione ci sia tutto, però mancano, per quanto ci riguarda, proprio alla base quella che è stata una pianificazione e una programmazione all'interno, comunque, di un bilancio preventivo. E, a cascata, è altrettanto evidente che quindi mancano anche in questa variazione di bilancio, che a noi pare, al netto delle cose positive che esistono e sulle quali noi possiamo solo concordare, anche perché le abbiamo sollevate più volte, ripeto, dalle borse di studio al trasporto pubblico locale, più una rincorsa a quelli che erano dei fabbisogni segnalati che una reale presa in carico delle persone e dei fabbisogni più volte elencati anche da chi sta all'esterno di quest'Aula.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Una variazione di bilancio non tanto corposa perché parliamo di circa 30 milioni di euro. Praticamente di questi 24 milioni che arrivano dalla sistemazione dei conti della Superstrada Pedemontana Veneta, ce ne sono altri 8 che arrivano dall'area risorse finanziarie per le economie su interessi e ammortamenti su mutui e prestiti obbligazionari. Comunque, 30 milioni che potevano essere sicuramente utilizzati in tanti modi.
Abbiamo effettivamente molte criticità in Veneto. è stato ricordato il trasporto pubblico locale. Con 30 milioni magari qualcosina si poteva fare anche per un vecchio obiettivo, un vecchio sogno della nostra regione, che era quello di potenziare il trasporto su rotaia togliendo traffico dalle strade, rendendo quindi le nostre strade più sicure e diminuendo gli effetti negativi, mi riferisco allo smog, all'inquinamento causato da tanti autoveicoli: mi riferisco alla famigerata SFMR, la metropolitana di superficie. è stato un grande progetto, un progetto che in qualche modo era partito ed è stato realizzato in parte nella prima fase, poi è stato accantonato.
Abbiamo una manovra che si fa forza su questi soldi che dicevo prima, su questi 23,92 milioni di euro relativi ai conti della Pedemontana, ma forse qui dovremmo ricordare che la fortuna è che abbiamo dei ritardi per questa grande opera, ritardi nel collegamento con la A4, dei ritardi che fanno in modo che non si parta con il canone annuo e quindi, in via provvisoria, abbiamo il privato che sta incassando i pedaggi. Quello che si era previsto come buco di bilancio nello scorso anno, proprio a causa del ritardo della mancanza di entrata in regime della convenzione della Superstrada Pedemontana Veneta ci ha fatto risparmiare questi soldi. Però il prossimo anno ho paura che i nodi verranno al pettine, nel senso che, quando partiremo, e si spera che appunto vengano terminati questi lavori, i nodi arriveranno al pettine e ci renderemo effettivamente conto che questi incassi che stiamo registrando oggi sono veramente pochi e insufficienti a coprire i costi, invece, del canone annuo che dovremmo dare per 39 anni.
Niente quindi per la metropolitana di superficie in un momento in cui sarebbe molto utile diminuire l'inquinamento, perché questo è un inquinamento che crea due effetti. Il primo, lo smog. Sappiamo purtroppo che siamo in procedura di infrazione e l'Unione europea sta calcolando le sanzioni per quanto riguarda la violazione e la condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea sulla violazione della direttiva sulla qualità dell'aria. Questo avrebbe giocato a favore per diminuire lo smog, perché portando su rotaia buona parte del trasporto che va a intasare di traffico le nostre strade, avremmo diminuito, sicuramente, l'impatto dell'inquinamento causato dalle auto.
Il secondo beneficio sarebbe stato quello di diminuire anche le emissioni di anidride carbonica che scaturiscono, appunto, dall'utilizzo delle fonti fossili, ovvero dai carburanti tradizionali, con un'ulteriore riduzione di queste emissioni che sono quelle che stanno creando queste manifestazioni estreme del clima; un clima ormai, purtroppo, abbiamo visto, fuori controllo, abbiamo superato quel grado e mezzo che non dovevamo superare e che sta causando tanti effetti nel nostro territorio che abbiamo registrato questa primavera, quest'estate, in questi giorni.
Sicuramente bisognerebbe incentivare i fondi per un aiuto per gli affitti della casa. Qui, veramente, leggermente ma costantemente, stiamo registrando gli effetti della crisi economica, gli effetti che ci sono stati con la perdita di posti di lavoro, con l'aumento delle bollette energetiche e, quindi, sarebbe stato importante pensare di più a questo aspetto, perché guardate che le ripercussioni, poi, creano degli effetti difficili da combattere, perché quando ci ritroveremo con una fetta sempre maggiore, più grande di popolazione che entra in quell'area di povertà, è difficile poi uscirne.
Si sono ricordate anche le borse di studio. Quanta necessità ci sarebbe per consentire ai nostri giovani, poi, di entrare nel mondo del lavoro grazie a un titolo di studio appropriato e utile per affrontare le esigenze, anche lavorative, che ci sono oggigiorno, le specializzazioni.
Poi si poteva pensare di più anche alle impegnative. Lo hanno appena ricordato la collega Bigon e la collega Zottis. Abbiamo incontrato dei cittadini che sono venuti a dirci che ci sono stati degli aumenti nelle case di riposo anche di 3, anche di 6 euro al giorno; quindi, si parla di migliaia di euro in più all'anno. Ci sono persone, veramente, che non sanno più come fare per pagare le rette degli anziani.
L'altro capitolo assente per quanto riguarda gli investimenti che a mio avviso si dovrebbero affrontare con estremo impegno, forza e anche rigore, sono quelli per combattere le emissioni climalteranti, cioè, puntare a nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile e mi riferisco al fotovoltaico. Abbiamo tantissimi edifici nei nostri Comuni che potrebbero fare da punto di installazione di queste energie e potrebbero conseguentemente abbattere le bollette dei nostri Comuni, lasciando delle disponibilità ai nostri Sindaci per affrontare tutti i problemi emergenti che devono affrontare quotidianamente i nostri Comuni, come anche la lotta allo smog. Prima facevo riferimento alla metropolitana di superficie, ma la lotta allo smog si può fare con tanti altri interventi, con l'aumento dei fondi dei contributi per la rottamazione delle vecchie auto, delle vecchie stufe, puntando veramente a risolvere il problema e facendo in modo che a questi fondi possa arrivare anche chi non può permettersi di mettere neanche i 1.000 euro. Siccome stiamo parlando coi nostri bandi sempre di cofinanziamento, ricordo che ci sono delle situazioni familiari dove il cofinanziamento non esiste, non c'è. Magari hanno pensioni minime, magari sono famiglie dove c'è uno solo che lavora, magari numerose, e non possono permettersi di mettere quei 3, 4, 5.000 euro per rottamare la vecchia auto. Hanno bisogno di un aiuto importante da parte della Regione. Anche qui non ci siamo.
È una manovra sicuramente deludente che, a mio avviso, a nostro avviso – e qui sostengo anche gli interventi di chi mi ha preceduto – non è al passo con le attuali esigenze e soprattutto emergenze che ci sono oggi in Veneto.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente per richiamare quello che è già stato detto dai miei colleghi, che condivido, però vorrei, mi rivolgo proprio direttamente all'assessore Calzavara, che ringrazio di essere presente in Aula ad ascoltare tutte le nostre richieste, rimarcare una delle urgenze che sono state, che è quella dell'emergenza casa.
Tutti gli aspetti sono importanti, tutte le tematiche sulla sanità, sull'educazione, sull'ambiente sono importanti, però io credo che in questo momento ci sia un'emergenza da parte di una fascia della popolazione che era relativamente piccola e relativamente gestita fino a un paio d'anni fa, su cui oggi veramente si è aperto uno squarcio: quella popolazione che fa veramente fatica ad affrontare la tematica abitativa è ampia.
Mi unisco alla richiesta, che è già stata fatta, ma che voglio fare anche mia, di trovare degli strumenti con cui riuscire a dare supporto alle Amministrazioni locali nel dare un alleggerimento di queste condizioni. Il Governo nazionale ha tolto alcuni dei fondi e su questo purtroppo poco possiamo fare noi, però, se riusciamo – ma lo dico proprio come richiesta, perché mi rendo conto che tante sono le persone che potrebbero trarne beneficio – a individuare delle risorse, forse non in questa variazione di bilancio, però teniamone conto per il bilancio che stiamo andando a redigere per il prossimo anno.
Lo 0,4% del canone raccolto dagli ATER e versato alla Regione veramente suona in maniera sinistra oggi perché, dopo dobbiamo fare fronte e restituire qualcosa per riuscire a dare delle risposte.
Pensiamoci, cerchiamo di ritrovare con creatività uno strumento con cui poter dare una mano alle ATER perché mettano a disposizione quel patrimonio immobiliare che è indispensabile: se lo era fino a tre anni fa, oggi lo è esponenzialmente di più. Nel 2022 abbiamo visto veramente misure incredibili e anche dal 2020 con la pandemia. L'Europa ha accettato un debito condiviso, cosa che non aveva mai fatto nella sua storia, ma di fronte a quell'emergenza grandissima che è nata con la pandemia, abbiamo superato quella difficoltà.
Lo scorso anno il nostro Governo, tra il Governo Draghi e il Governo Meloni, ha messo quasi il 5% del PIL per pagare le bollette, cioè soldi che abbiamo messo per far fronte ad un'emergenza che mai si era verificata prima, sia per le famiglie, sia per le imprese: parliamo di quasi 100 miliardi di euro che sono andati via proprio fuori dalla finestra.
Ci sono delle situazioni in cui veramente bisogna uscire dall'ordinarietà e io credo che l'emergenza abitativa oggi ci porti fuori dall'ordinarietà e quello 0,4%, di cui parlavo con l'assessore Corazzari, pesa per un po' meno di 5 milioni. Vedo anche l'assessore Corazzari in Aula. Io vi esorto a cercare di confrontarvi per capire se ci sia qualcuna delle partite, all'interno del bilancio, dove poter recuperare quelle somme e metterle a disposizione dei Comuni.
Badate, non è una cosa dei Comuni di destra o di sinistra. I Sindaci che ho sentito io sono da entrambe le parti e tutti vedono questa come una necessità veramente molto, molto accesa. Quindi, rinnovo questa richiesta, perché ritengo che sia un momento veramente di grande sofferenza per troppe persone nella nostra Regione.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È già stato detto molto, tuttavia desidero fare ugualmente alcune sottolineature, molto rapidamente. Quando abbiamo parlato di questa variazione in Commissione Quinta, si è evidenziato il fatto che i 268.000 euro sono destinati, nell'ambito delle politiche sociali, alle disabilità certificate, in accordo con la FISM, nella scuola materna. Quindi, rispetto al tema delle certificazioni che sono aumentate in poco tempo è bene precisare che spesso sono certificazioni legate a disabilità comportamentali gravi, quali, ad esempio, l'autismo e le patologie di questo genere. Ci è stato detto che questi sono soldi necessari e importanti, e lo condividiamo. C'è un tema, però, che è stato sollevato anche in Commissione e che credo sia bene ribadire, ovverosia il tema delle tempistiche delle certificazioni. Non è qualcosa a cui si può supplire con una variazione di bilancio, ma è opportuno segnalare che molto spesso le famiglie per le quali stiamo investendo queste risorse devono attendere tempi molto lunghi prima che ottengano una certificazione. Questo significa una presa in carico più tardiva e, di conseguenza, una difficoltà e una maggiore intensità sanitaria nel supporto a questo tipo di disabilità. Quindi, la mia è un'esortazione ad affiancare alle risorse una presa in carico rapida, che significa anche risorse umane nelle ASL e all'interno delle strutture per l'infanzia, perché si possano riconoscere queste disabilità e si possano prendere in carico in tempi celeri, dal momento che questo fa la differenza per le famiglie e per la tipologia di presa in carico.
Altre due sottolineature. La prima riguarda il tema delle borse di specializzazione, anch'essa questione di cui abbiamo parlato in Commissione. Si è detto quanto ci siano alcune specialità vuote: la medicina d'urgenza e il tema della rianimazione. Però, ci siamo anche detti che forse un investimento sull'ammontare di queste borse di specializzazione potrebbe facilitare, rendere la vita più semplice e far scegliere qualche tipo di specialità rispetto ad altre. Quindi, anche in questo senso il pensiero va all'investimento su alcuni tipi di specialità che rischiano di essere vuoti e che rischiano sempre di più di spingere verso il settore privato, fenomeno a cui stiamo purtroppo assistendo. A tal riguardo avevamo chiesto una ricognizione, accanto alla ricognizione relativa alle prestazioni extra LEA, che però non è arrivata. Sono dati importanti, che crediamo necessari per poter affrontare con serietà queste tematiche. Quindi, la mia esortazione è che su questi due temi, le borse di specializzazione e le varie specialità, nonché gli extra LEA e le prestazioni in extra LEA, arrivino dati precisi quanto prima.
La seconda sottolineatura riguarda il tema delle impegnative di cura, questione toccata dalla collega Zottis. Questo è un tema fondamentale. Anche in Provincia di Vicenza, come nelle altre Province, stiamo osservando la fine di questa possibilità, la fine delle impegnative di cura, che si associa in un combinato disposto con l'aumento dei punteggi di cut-off. Ciò significa che le persone che entrano in casa di riposo sono persone che hanno già una situazione di non autosufficienza estrema e una intensità sanitaria che mette le strutture spesso in grave difficoltà e in continua emergenza gestionale e di approccio. Quindi, la richiesta è che le impegnative di cura non solo vengano previste, ma vengano previste in quantità tali da permettere alle ASL e alle Amministrazioni locali di far fronte alle richieste delle famiglie, affinché questo non ricada a cascata sui Comuni e sulle singole famiglie, che tengono ancora più a lungo in casa gli anziani senza poter dar loro un'assistenza adeguata. Quindi, vi chiedo un'attenzione anche al tema delle impegnative di cura, tema difficilissimo e drammatico, che crediamo siano completamente finite in questo momento; invece, vi è la necessità di ripristinarle e di concedere questa opportunità alle comunità locali e alle strutture pubbliche.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sicuramente è un momento positivo, è un momento dove non andiamo a drenare risorse, ma andiamo a mettere all'interno del circuito del bilancio, delle voci di spesa del Consiglio 32 milioni, e sarebbe sotto alcuni aspetti, Presidente, anche un po' sconsiderato non avere una visione positiva del fatto che mettiamo 32 milioni all'interno del circuito, sui territori della nostra Regione. Però, la cosa che preoccupa non è che ci sono questi 32 milioni che vengono messi, ma è che ancora una volta, Assessore, c'è una visione che guarda il passo e non guarda il sentiero.
Sappiamo che questi 32 milioni arrivano in virtù di tutta la partita, che è stata ben spiegata prima, della Pedemontana, un'opera che sicuramente non fa cessare le nostre preoccupazioni. Condividiamo quanto è stato detto dalla Corte dei conti sulla quantificazione incerta dei flussi e su tutte le vicende legate all'inflazione e a quanto impatta e influisce sulle formule contrattuali che abbiamo. Tuttavia, mi pongo la seguente domanda: se non fosse slittato questo impegno con Pedemontana, oggi quei 32 milioni, Assessore, probabilmente non li avremmo avuti. Ma, allora, risulta evidente che la domanda non può che essere questa: l'anno prossimo, quando non avremo questi 32 milioni, che cosa succederà? L'anno prossimo, quando non avremo queste risorse, avremo un bilancio in grado di tenere e sostenere le esigenze della nostra Regione, tra l'altro in un contesto storico difficile, in un contesto storico dove c'è una manovra finanziaria fatta dal Governo rispetto a cui non serve essere all'opposizione per dire che è una manovra che urla vendetta.
Se la sera, come spesso capita a ognuno di noi, ci troviamo in un talk televisivo, insieme a dei colleghi, insieme a dei Sindaci, anche della stessa compagine di Governo, ci rendiamo conto che non c'è nessuno che non dica che è una manovra che urla vendetta. Assessore, mi creda, non è una questione di partigianeria. Proviamo a ragionare come quella parte sana di questa Regione che ancora vede i servizi come un'opportunità, che ancora vede l'erogazione della salute e dei servizi sociali a carattere generale come qualcosa da rivendicare, in un principio di uguaglianza, in un principio di sussidiarietà pubblica, in un principio di mutualità, anche all'interno della nostra stessa società.
Proviamo a parlare a quella parte sana, che ragiona in maniera autonoma, senza condizionamenti ideologici, che rivendica il valore nei servizi pubblici, nei trasporti, negli investimenti, nella tecnologia, nell'ambiente. Allora, risulta evidente che, se noi parliamo a quel pezzo di società che ragiona in maniera pratica e pragmatica, come spesso piace rivendicare a noi veneti, capaci di fare ragionamenti pratici, non possiamo non dire che il contesto storico e sociale che ci accingiamo ad affrontare sarà un contesto storico e sociale fatto di una situazione più in salita di quella che viviamo oggi, fatto di una situazione di difficoltà. Del resto, quando una manovra finanziaria taglia risorse a Enti locali e Regioni, li taglia ai cittadini. Vuol dire che, se oggi devi aspettare sei mesi per avere un appuntamento con i servizi sociali del tuo Comune, domani dovrai attendere un anno. Vuol dire che, se oggi le assunzioni che fai ti penalizzano, domani avrai ancora più mancanza di personale, che penalizzerà il rapporto con i cittadini.
Badate, su questo tema oggi ho fatto una battuta in occasione della manifestazione che c'è stata per rivendicare maggiori investimenti e maggiori assunzioni nel mondo del settore pubblico. L'innovazione tecnologica è un valore ed è un sentiero che noi dobbiamo percorrere. Ma quando decidiamo che negli Enti locali, con la scusa della tecnologia, si interrompe il rapporto con la gente, si burocratizza, si allungano i tempi, tutto questo non va bene. Ad esempio, per fare la carta d'identità c'è tutto un sistema telematico. Bene. Però, dopo ti dice che devi aspettare un mese o che, se si tratta di un'emergenza, devi mandare un'e-mail. Capite che tutto questo non è una innovazione tecnologica pro-cittadino, per evitare di consumare la carta, per velocizzare, per stare al passo con i tempi, ma diventa, come succede in molti Comuni, una innovazione tecnologica semplicemente per sostituire tutte quelle assunzioni che non si riescono più a fare e che diventano un muro per il cittadino. D'altronde, con la mancanza di investimenti che c'è stata, che sarà ancora peggio con la manovra che stanno facendo in questo momento, vorrà dire che, se già oggi ti dicono di mandare un'e-mail per fare una carta d'identità e aspetti un mese, domani ne aspetterei due. Faccio questo esempio per dire cosa? Per uscire fuori dal tema? No. Semplicemente per dire che, quando tu tagli agli Enti locali, stai tagliando ai cittadini.
Ebbene, Assessore, in un contesto così difficile, dove la Regione del Veneto è il front-office degli Enti locali, anche noi ci troveremo in maggiore difficoltà nel rapporto con i territori. Gli altri anni più volte, nelle sessioni di bilancio, usavamo sempre un esempio. So che lei se lo ricorda, perché è persona molto attenta quando parliamo. Usavamo sempre l'esempio che non si poteva continuare a lavorare su un bilancio ordinario in un momento straordinario, un momento straordinario in virtù di una pandemia, di una rivoluzione copernicana che si era verificata nei nostri territori. Assessore, pensavamo che questo periodo sarebbe stato un ricordo lontano, che in qualche modo si sarebbe tornati alla crescita. Invece, Assessore, il periodo che ci prepariamo a dover vivere e affrontare sarà certamente peggiore.
Assessore, per il TPL vanno bene 14,7 milioni. Assessore, guai a chi dice che non vanno bene 14,7 milioni nel TPL. Tra l'altro, è una cosa che abbiamo sempre detto e che abbiamo sempre rivendicato come Partito Democratico, anche pungolando in maniera più o meno simpatica la nostra Vicepresidente. Comunque, possiamo essere antipatici, ma non potete non dire che non abbiamo detto sempre che servono soldi da destinare al trasporto pubblico locale. Dunque, Assessore, la preoccupazione che sentiamo di porre alla vostra attenzione è la seguente: va bene che ci sono quest'anno, perché c'è quella situazione della Pedemontana che ci ha portato a questo recupero, ma per i prossimi anni cosa faremo? Certo, c'è stato l'aumento del Fondo nazionale. Poco, ma c'è stato. Non bisogna mai negare quando c'è qualcosa di positivo, quindi è giusto riconoscerlo: poco, ma c'è stato. Del resto, il vostro compito è quello di dire "bene, li abbiamo messi", il nostro è quello di dire "sono pochi, ne vogliamo di più". Così come il nostro compito è quello di dire "non ce ne sono, mettiamoli", il vostro è quello di dire "li abbiamo messi". E riconosco all'assessore De Berti uno sforzo e un'autorevolezza che ha avuto all'interno della composizione di questo bilancio, perché per portare a casa su alcuni referati quasi 15 milioni su 32 è stato certamente compiuto uno sforzo notevole, che va riconosciuto. Così come riconosco la sensibilità dell'assessore Calzavara, così come voi dovete riconoscere la sensibilità del PD a rompere le scatole su questo tema. Bravi tutti. Bravi tutti, in quota parte. Bene. Ma il prossimo anno cosa faremo?
Badate, le aziende di trasporto hanno il maledetto bisogno di andare al rinnovo non solo dei contratti nazionali, che dipendono non da noi. Anche se, Assessore, lei sa meglio di me che, quando rinnovano a livello nazionale, dopo viene scaricato sulle aziende. Ma non dipende da noi. Le aziende di trasporto hanno anche il maledetto bisogno di avere una boccata di ossigeno, Assessore, per le contrattazioni di secondo livello, che sono in capo all'autonomia aziendale, che devono avere maggiore respiro. D'altronde, la narrazione che nel mondo degli autoferrotranvieri la gente non vuole più lavorare non funziona, perché in pochi anni abbiamo assistito da aziende dove, quando c'era un concorso per fare l'autista o il marinaio, c'era una coda enorme, tant'è che si vedevano costrette ad alzare i titoli, a inserire il diploma, a provare a scremare, a limitare questa richiesta che c'era per un tipo di lavoro che è sempre meno appetibile. Ci chiediamo perché è sempre meno appetibile? Secondo voi, una persona che lavora in un'azienda di trasporto, che lavora a Natale, che lavora a Capodanno, che lavora la domenica, che durante le feste, anziché stare a casa con suo figlio, lavora, così come i sanitari e tutti i turnisti del mondo, può permettersi di andare a lavorare con uno stipendio sotto la soglia del minimo vitale, se deve pagare un mutuo o un affitto? Guardate che ci sono autoferrotramvieri che lavorano per aziende che fanno trasporto pubblico locale a 1.300 euro al mese. Mica sono tutti generali, che guadagnano fior di quattrini.
Risulta evidente, in uno scenario del genere, in un contesto dove ormai è diventato normale anche aggredire chi fa trasporto pubblico locale... Così come il dramma delle aggressioni ai sanitari. In un mondo di trasporto e intermodalità, dove andiamo a svilire la qualità delle aziende... Assessore, se c'è una cosa su cui romperò le scatole negli anni che mi mancheranno nell'essere qui è che noi, come Regione Veneto, dobbiamo essere garanti dei servizi pubblici che paghiamo. Io non credo più alla formula che un'azienda si qualifica, vince una gara per fare trasporto pubblico locale, presenta degli organici, dà delle garanzie, firma dei contratti e il giorno dopo ci viene a dire: "Il personale non lo trovo; come impiegato, magari, metto un interinale o lo do fuori; le manutenzioni me le fa quest'altro con la cooperativa; le pulizie me le fa quest'altro con la cooperativa". Speriamo non i controllori. Credo ci sia un pezzo di strada condivisibile. Benissimo facilitare le aziende, ma garantire le formule contrattuali... Tra l'altro, ieri su questo ho fatto una diretta dove, per onestà intellettuale, ho detto che quello che noi abbiamo rivendicato è stato condiviso anche da una parte di Commissione della destra e che è stato anche accolto con buonsenso dall'Assessore. Quindi, non c'è ideologia su questi temi. Se lei vede la diretta che ho fatto, l'ho ringraziata, nella speranza che venga accolta questa osservazione, che anche dalla destra di quest'Aula viene percepita. Tutti, quando torniamo a casa, dobbiamo dare conto ai nostri cittadini del nostro operato.
Vedo lì il collega Soranzo, che è stato il primo a fare la gara a bacino unico a Padova. Volevo vedere se il soggetto che si è candidato e ha firmato un contratto il giorno dopo ti dice che non è in grado di rispettarlo (un pezzo qui, un pezzo lì e un pezzo lì). Già non dicendolo te lo hanno fatto. Pensa se... Spero di aver stimolato il collega Soranzo, un po' troppo silente oggi, viste le considerazioni fatte alla nostra premier, alla sua leader di partito. Scherzo. Per sdrammatizzare un po'. Un'ora e cinquanta sono lunghi ancora.
Il tema dei soldi del TPL. Bene. Non vogliamo criticare questo. Potremmo dire che sono pochi. Lo diciamo, Assessore, che sono pochi, perché ne vorremmo di più. Sappiamo che è stato un grande sforzo, ma ci poniamo il tema. Adesso torno a essere rigido nel ragionamento. Può un'azienda che li ha solo un anno dei soldi in più fare una pianificazione al rialzo qualitativa nell'offerta del servizio? No. È una boccata d'ossigeno se ha un po' di partite pregresse da pagare e da salvare, e va benissimo. Sennò rischiavamo che saltavano anche quelle poche sane che ci sono. Però, può un'azienda, se i soldi non sono strutturali e non arrivano ogni anno, Assessore... Assessore, lei è un uomo d'impresa. Se le arriva solo un anno un colpo di fortuna, può proiettare quelle che sono le politiche aziendali della sua impresa aumentando, magari, e avere l'ambizione di dire che si aumentano ‒ visto che si parla di servizi ‒ gli standard qualitativi, l'offerta al cittadino? L'offerta al cittadino.
Assessore De Berti, lei in questo momento storico ha una grande responsabilità ‒ e sono molto serio, guardi ‒ che esula dal fatto che lei è Assessore ai trasporti, ma rientra nel fatto che dal trasporto deve passare un pezzo importante di rispetto dell'ambiente, nel fatto che dal trasporto deve passare anche un'idea, una cultura che dobbiamo trasmettere ai nostri giovani. In Emilia-Romagna il suo collega Corsini ‒ con il quale l'altro giorno abbiamo fatto un'iniziativa ‒ ha detto: "Sono contento che la manovra che fanno gratuita per gli studenti sia costata 7 milioni di euro in più quest'anno". Un Assessore è contento che sia costata 7 milioni in più. Ha detto: "Sono contento perché vuol dire che sta funzionando. Proveremo a spiegare alle generazioni future che, se tu davvero vuoi avere rispetto dell'ambiente, più utilizzi il mezzo pubblico, possibilmente su rotaia, e meglio fai". Io faccio la Romea tutti i giorni. Io non sono, Assessore, un veggente, ma penso che se ci fosse un treno che attraversa l'asta della Romea, con 5.000 pendolari che ci sono, minimo avremmo 1.000 macchine in meno al giorno, tra andata e ritorno. Calcolato, magari, per i giorni lavorativi. Infatti, lo abbiamo visto. Dove avete fatto l'orario cadenzato all'interno di alcune parti della nostra regione funziona. La gente viene con il treno, che tra l'altro ti permette una comodità che la gomma non ti permette. Perché le ferrovie vincono sugli aeroporti? Perché ti permettono di entrare nella città. Tu scendi da una ferrovia e sei già all'interno della città.
È quella una sfida che oggi noi, Assessore, dobbiamo affrontare tutti insieme: quella di rilanciare il trasporto pubblico locale anche sotto l'aspetto culturale, anche sotto l'aspetto ambientale. È facile dire che bisogna inquinare di meno, ma è difficile dire come uno deve andare a curarsi o a lavorare se non ha un mezzo che lo porta. E su questo, Assessore, se lei farà questa battaglia noi saremo al suo fianco, ognuno con le proprie idee, ma sicuramente l'obiettivo comune dovremo centrarlo.
Ecco perché io dico che questi 14,7 milioni vanno bene, però la vera ambizione per una Regione come la nostra dovrebbe essere quella che questi soldi ci fossero ogni anno. Confidiamo che slitti ancora la Pedemontana. È una battuta. Però, Assessore, è una battaglia vera.
Su tutto il tema della residenza, bene mettere 600.000 euro ‒ se ho capito bene ‒ sulle residenze ESU, però, guardate, con ciò che sta accadendo oggi, questi soldi una tantum aiutano, rappresentano una boccata di ossigeno, ma non possono essere una risposta a quello che sta accadendo. Oggi ci sono giovani che rinunciano a frequentare la facoltà che vogliono perché hanno cominciato a scegliere quella più vicina a casa, per comodità. Un giovane che deve fare tre o quattro ore di viaggio... La casa non la trova, il servizio pubblico non... Anzi, dipende. In Veneto, se sei fortunato e vivi in alcune parti, c'è. Se vivi in altre parti, non c'è. Prendiamo lo studente tipico della Riviera del Brenta: se decide di andare all'università a Venezia, che è a pochi chilometri da casa, ha quattro ore di viaggio al giorno. Lo ripeto: ha quattro ore di viaggio al giorno. Quattro ore. Ha quattro ore. Decide di andare a prendere il treno da una parte, dopo scende dal treno e va a piedi. Risulta evidente che anche questo, Assessore, vuol dire che esistono studenti di serie A e studenti di serie B.
Noi sulle residenze ESU, quindi, Assessore, dovremmo fare un vero e proprio Piano Marshall, come piace dire a qualche mio collega, e intervenire a gamba tesa. Noi siamo il Veneto. Non siamo una Regione che si può permettere di dire che i nostri studenti devono fare fatica per andare all'università. Altrimenti, assessore Lanzarin, hai voglia a dire che non troviamo figure professionali. Alla fine, anche su questi temi bisogna ragionarci. Quando le capacità economiche di una famiglia si restringono, quando il posto dove devi studiare si allontana, quando i costi aumentano, risulta evidente che c'è anche una contrazione nella libertà di scegliere cosa vai a studiare, dove e quando vai a studiare.
Questi sono temi che impattano quotidianamente sulle politiche familiari. Noi qui parliamo, discutiamo, disquisiamo di numeri. Alla fine, se c'è una cosa, ahimè, può piacere o no, ma succede, è che questi numeri impatteranno, da domani, nella vita quotidiana dei cittadini. I cittadini non se ne fregano tanto che Calzavara sta da una parte e Montanariello sta dall'altra. I cittadini smettono di guardare con interesse il lavoro politico quando tu non dai più risposte, non impatti più nella loro vita quotidiana. Se tu fermi un cittadino per strada e gli parli di qualcosa che gli interessa (del treno, del bus, della scuola del figlio, della pensione, dell'appuntamento che ha in Comune), Assessore, lei lo sa meglio di me, quel cittadino ti ascolta.
Smettono di ascoltarci quando facciamo scelte che impattano nella loro vita quotidiana. Allora, sì, che dopo andiamo nei talk televisivi e arrivano tutti i messaggi: "Ma dove vivono questi?", "Ma vivono sulla luna?", "Ma sanno di cosa parlano?". Non arrivano mica solo a noi del PD. Magari noi del PD ce li mandiamo da soli, così facciamo contento qualcuno, ma arrivano anche a voi.
Questo scollamento che c'è tra quello che facciamo e la società civile che recepisce le nostre azioni deve farci preoccupare e riflettere tutti. In questo momento di bilancio, Assessore... Anche sull'abbattimento delle barriere architettoniche sono arrivate delle segnalazioni. Bene mettere i 400.000 euro, ma avevamo fatto una ricerca. Non vorrei sbagliarmi. Mi corregga se sbaglio. Sono anni che la legge non veniva finanziata. Abbiamo fatto anche un'interrogazione su questo. L'ultima liquidata mi pare sia stata, nel 2019-2020, una pratica del 2016. Vi sembra normale che sull'abbattimento delle barriere architettoniche nel Veneto dobbiamo aspettare che slitti il contratto della Pedemontana per poter finanziare questo tipo di interventi ai privati? Vuol dire che la persona che dentro casa prova a fare l'opera spera che le arrivino quei 1.000 euro per calmierare un po' il costo che ha avuto e per pagare quel mutuo che si è fatto con un po' più di leggerezza qualche mese.
Assessore, abbiamo fatto una verifica. Ripeto: c'è stata anche un'interrogazione. Sono anni che la legge non veniva finanziata. Non sono andato sui giornali quando ho fatto l'interrogazione perché, avendo un'etica, non voglio strumentalizzare queste cose qui. Se vede, c'è l'interrogazione, ma non sono andato sui giornali. Però oggi lo dico, visto che ne stiamo discutendo.
Finiti questi 400.000 euro, abbiamo un bilancio della nostra Regione che ci permette di essere nelle condizioni di tornare a finanziare questo strumento? Una volta aspettiamo il PNRR, una volta aspettiamo... Questa è una manna dal cielo, ma l'anno prossimo cosa diremo? La Pedemontana è partita. Anzi, non solo non la finanziamo più. Magari tagliamo anche qualcosa, perché dobbiamo cominciare a pagare, l'inflazione cresce, il contratto la prevede.
Su Veneto Strade, assessore De Berti, mi permetta di dire una cosa. Bene, si figuri se non siamo d'accordo a dare i soldi per la messa in sicurezza stradale. Però, anche qui, io mi sento di fare una critica. Noi abbiamo presentato il progetto di legge n. 9 che parlava della governance unica dei trasporti e delle infrastrutture. La parte dei trasporti mi è arrivata. Non è proprio il PDL n. 9, non è suo figlio, è un po' il suo pronipote (diciamo così). Però, la buona volontà di mettere mani c'è. Dopo capiamo che nel PDL n. 9 parlare di governance unica era improponibile. Credo che il ragionamento che lei ha fatto abbia contezza di quello che accade nella nostra Regione: evitare il massacro nell'andare a intervenire a gamba tesa sulla situazione che abbiamo oggi (30 aziende, 7 Enti di bacino). Condivido le sue perplessità.
Fermo restando che, se quello è uno step va bene. Se dobbiamo aspettare altri 25 anni per fare il secondo step va male. Non sono stato mica io a dire che c'era la governance unica dei trasporti. È stato il consigliere Luca Zaia, che ha presentato un progetto di legge chiedendo di demandare al Presidente della Giunta, quindi sempre lui, l'assessore Luca Zaia. Ma sulle infrastrutture non è ancora arrivata. Capiamo che CAV è diventata in house, lo Statuto arriverà. Su questo credo ci debba essere più condivisione. Però, Assessore, anche su questo credo vada messa mano. In maniera serena e tranquilla, un po' di ordine credo vada fatto. Sennò è inutile che a Veneto Strade diamo dei soldi, a Infrastrutture Venete una volta diamo e una volta prendiamo, una volta le competenze, una volta compra i treni, una volta fa quello e una volta fa quello. CAV sta avendo un mutamento tutto suo, sicuramente, a carattere positivo, ma sta avendo un mutamento in questo dibattito. Su questo, Assessore, bisogna lavorare, perlomeno con dei passaggi intermedi, sicuramente, così come si sta facendo sul TPL, anche sulle infrastrutture.
Per quanto riguarda gli scavi in laguna, Presidente, tutta la partita della laguna, in concomitanza con la discussione della legge speciale, abbiamo assistito a delle preoccupazioni che venivano dai tecnici della Regione, i quali dicevano che vanno bene gli scavi, va bene questo e va bene quello, ma in assenza della chiusura della partita dell'Autorità per la Laguna di Venezia c'è un caos. Lo dico perché magari siete in una condizione più favorevole alla mia a sollecitare il Ministro acché chiuda quella partita. Tant'è che i dirigenti ci dicevano che ci sono dei lavori che non vanno avanti, seppur coperti finanziariamente, Assessore, perché gli Enti locali non sanno dal punto di vista normativo se sentire l'Autorità per la Laguna di Venezia, che sulla carta esiste, ma praticamente no, o se sentire il tradizionale ente di riferimento. Tant'è che gli stessi dirigenti ci dicevano anche che avevano chiesto un parere ufficiale all'Avvocatura dello Stato per capire come muoversi e chi chiamare.
Quindi, visto che si parla di scavi in Laguna, se sono fatti in maniera intelligente, se si valuta la tutela del rischio idraulico e quant'altro, va benissimo; tuttavia, cogliamo l'occasione per dire – io non ho modo di sentire il ministro Salvini, sicuramente voi avete più modo di me di sentirlo – che i tecnici della Regione del Veneto hanno segnalato, scrivendo anche, in alcuni Enti locali, all'Avvocatura di Stato, la necessità di avere dei chiarimenti legati a questa figura che è nel limbo.
Assessore, chiudo. Spero di non essere stato lungo. Ad ogni modo, se c'è una preoccupazione che noi abbiamo non è quella di aver messo dei soldi sul bilancio, Assessore, ma è che questi soldi sono un intervento mancia, sono un intervento spot, sono un intervento che riuscirà a risolvere alcune partite pregresse, darà una boccata di ossigeno, però con la condizione in cui ci troviamo non siamo in grado ancora nel nostro bilancio di avere una pianificazione che sia all'altezza della nostra Regione. Mi chiedo: quando avremo una pianificazione economica che aiuterà l'assessore Lanzarin a fare la riforma delle IPAB? Assessore, io non credo che lei non la voglia fare, credo piuttosto che manchino i soldi per farla. Quando avremo un bilancio che ci metterà nelle condizioni di non essere insieme alla Sicilia, che tra l'altro ha uno Statuto tutto suo, l'unica Regione d'Italia che non ha fatta la riforma delle IPAB? Quando avremo quelle condizioni, Assessore, affinché fra due anni non torneremo a essere la penultima nella contribuzione propria nelle aziende di trasporto? Quando avremo quelle condizioni che permetteranno alla nostra Regione di non essere anche negli investimenti in cultura un esempio non positivo? Vedevo i dati del Ministero: in quota pro-capite siamo forse una delle Regioni che in Italia investe meno. Quando avremo quelle condizioni di bilancio che ci permetteranno di affrontare le sfide del futuro?
Considero un bene un intervento di questo genere. Del resto, sono soldi che arrivano. Però, questo intervento continuerà a non risolvere i problemi della nostra Regione e il prossimo anno saremo qua di nuovo a dirceli, a elencarceli, con la speranza che si verifichi un altro colpo di fortuna, Assessore, che vi permetta di venire qui e magari essere meno pensierosi dell'anno scorso.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Adesso c'è l'intervento dell'Assessore e poi, eventualmente, della relatrice e della correlatrice.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Ringrazio le due relatrici, perché credo che, con punti di vista diversi, abbiano centrato le dimensioni, le finalità, la vocazione e la genesi di questa variazione di bilancio, che non è il bilancio, che non ha l'ambizione di risolvere e di avere una visione programmatica come il bilancio pluriennale deve avere, ma che cerca in maniera efficiente di utilizzare al meglio quelle risorse, che in alcuni casi in maniera fortuita si evidenziano nel corso della fine dell'anno e che credo in maniera responsabile un amministratore debba cercare di mettere a disposizione di tutte le strutture regionali per cercare di dare delle risposte, non tutte, ma si cerca almeno di soddisfare quelle che son state evidenziate. E quelle che oggi vediamo inserite all'interno di questa variazione non sono tutte le richieste, perché chiaramente quando emergono questo genere di disponibilità ciò che fa l'Assessorato al bilancio normalmente è chiedere a tutti i colleghi di dire quali potrebbero essere le loro esigenze, quali potrebbero essere le necessità da una parte di spesa corrente, come potrebbe essere quella che dimensionalmente vediamo all'interno di questo intervento, e dall'altra in una prospettiva più ampia, come potrebbe essere un intervento pluriennale. Quindi, poi si fanno delle scelte. In questo caso le scelte hanno voluto dare indicazioni precise.
Sarebbe stato anche più semplice e più spendibile arrivare qua, invece che con cinque o sei variazioni, con venticinque, 300.000 a uno, 200.000 a un altro, per dare l'idea che c'è la sensibilità e pensiamo di non scordarci di nessuno. Però, credo che, in maniera voluta, si sia cercato di dare un segnale forte, come quello dato al trasporto pubblico locale, che da tempo era in difficoltà. Adesso queste risorse sicuramente metteranno le nostre aziende in una situazione un po' più serena rispetto agli anni difficili che hanno vissuto in piena pandemia. Insieme alle risorse del Governo per il prossimo anno, queste risorse cercheranno di far sì che effettivamente si vada verso un efficientamento e una compatibilità ambientale di tutto il parco macchine. Ma questo è un percorso che si costruirà nel corso degli anni.
Così come gli extra LEA, e lo vedremo meglio nel bilancio, che discuteremo tra un paio di mesi, quando avremo contezza delle dimensioni degli extra LEA. Credo che l'assessore Lanzarin, ancor più in quell'occasione, ci darà un quadro complessivo di quelli che sono gli attuali bisogni, che si sono evidenziati nel corso di questi ultimi due anni., Così come un bilancio che nasce ad agosto e che vede approvarsi poi definitivamente nel mese di dicembre è un work in progress. Chiaramente la manovra del Governo ha creato condizioni diverse rispetto a quelle che erano ad agosto. Vedremo nell'approvazione definitiva della manovra cosa succederà, perché io confido che ancora l'interlocuzione Stato-Regioni possa far comprendere che quella richiesta di contributo che viene fatta alle Regioni sta pesando notevolmente all'interno dei bilanci come il nostro, per cui le Regioni inevitabilmente devono trovare risorse al proprio interno.
È chiaro che chi fa opposizione fa la propria parte ed è giusto che faccia questo tipo di richiesta, purtuttavia alle domande che mi fate avete già la risposta, perché tutto quello che chiedete in termini di costante finanziamento rispetto ad alcuni capitoli nasce da disponibilità nuove, che possono nascere solo da una scelta radicale, che è quella dell'introduzione dell'addizionale IRPEF. Alla fine, gira e gira, è lì che arriviamo. Non ci sono, ad oggi, altre possibilità, se non marginali e se non derivanti da occasioni particolari, come possono nascere attraverso finanziamenti, ma che non diventano strutturali nel tempo da parte del Governo. È solo la manovra sull'IRPEF che può generare quelle risorse maggiori, sulle quali poi una maggioranza fa le sue proposte e fa le sue strategie future. Mi pare che il presidente Zaia abbia già dichiarato, ed è all'interno del bilancio 2024-2026, che né per il 2024 né per il 2025 ci sarà l'addizionale IRPEF, quindi l'Undicesima Legislatura si concluderà, come le precedenti due legislature, senza l'addizionale.
Queste, quindi, sono le risorse che abbiamo a disposizione, per cui noi dobbiamo andare avanti con queste e con le continue evoluzioni che ci sono all'interno di una macchina complessa come quella della Regione. A breve lo vedremo nel bilancio. Peraltro, c'è una sentenza che ci obbliga a stabilizzare – forse, speriamo di no, auspichiamo che la Consulta bocci questa prima sentenza – tutti i forestali della Regione del Veneto. Questa cosa costa 1 milione nel 2024, 2 milioni nel 2025, 3 milione nel 2026 e poi stabilmente 3 milioni. Giusto per darvi alcuni numeri, che inevitabilmente erodono quelle risorse o quella ricerca di nuove risorse che fa giornalmente la struttura, presieduta dal dottor Masullo, per cercare di mettere a disposizione risorse alla Giunta, che poi mette a disposizione del Consiglio, che è l'ultimo che deve approvare la destinazione di queste risorse.
Noi continuiamo a cercare di spendere il meglio possibile queste disponibilità, consapevoli che alcuni dei temi che avete evidenziato ci sono. Non sono all'oscuro degli Assessori, della Vicepresidente e del Presidente alcune criticità legate alla residenzialità, legate alle borse di studio, legate alla residenzialità nelle case di riposo, agli ESU. Sono temi che conosciamo e che cerchiamo di avere anche la capacità di intercettare sulla scorta di quello che, secondo me, sarà un anno straordinario, il 2024, straordinario in termini di risorse, perché credo che in questi due mesi che ci vedono da qui alla prima decade di dicembre affrontare il bilancio 2024 avremo piena contezza di quelle che saranno le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in buona parte assegnate. Ne parlavamo prima con l'assessore Corazzari: ci sono circa 100 milioni per l'edilizia residenziale pubblica tra ATER e Comuni. 100 milioni, non monetine, no peanuts. 100 milioni. Ci sono i fondi della Programmazione europea, che sono tantissimi, sui quali la Regione fa uno sforzo di cofinanziamento proprio per cercare di far sì che tutte le opportunità che sono all'interno della Programmazione 2021-2027 possano essere percorse, esaudite e messe a disposizione dei veneti e di tutto quello che è all'interno del programma fatto dall'assessore Marcato, dall'assessore Donazzan, dall'assessore Caner e dall'assessore Lanzarin. Quindi, anche in questo caso copre buona parte di quella che è la sfera delle competenze della Regione.
Credo e spero, perché è in qualche modo legata anche all'approvazione del bilancio, che entro il mese di novembre arrivi la firma dei Fondi per lo sviluppo e la coesione. Sono 600 milioni per il Veneto nella Programmazione 2021-2027. Sono 600 milioni che arriveranno in questo territorio e che dovranno essere messi in relazione rispetto ad altre linee di finanziamento che ci sono, che ci permetteranno di creare quella traiettoria, quella visione a cui faceva riferimento la collega Camani. Io credo che con questo tipo di risorse potremo fare quella programmazione di medio respiro che è necessaria per traguardare oltre questa legislatura.
Un ultimo passaggio per ribadire la questione cultura. Ricondurre lo sforzo che fa la Regione in termini di finanziamento della cultura solo al finanziamento della legge regionale n. 17, non guardare a tutto l'ecosistema culturale regionale, che è fatto di fondazioni, che è fatto di associazioni, che è fatto di legge n. 17, che è fatto di legge n. 49, che è fatto di iniziative promosse dal Presidente in termini culturali, e guardare ai 200.000 euro che mancano per la graduatoria lo trovo miope. È vero che siamo in un momento particolare, perché abbiamo questa trasmigrazione, che sarà necessaria sempre di più, dalla legge n. 49 alla legge n. 17, questo è il percorso che sta facendo l'Assessore, però è altrettanto vero che non possiamo nemmeno pensare che occorra necessariamente coprire quelle che sono le graduatorie. D'altronde, se fossero stati 2 milioni di euro le graduatorie che mancavano, avremmo dovuto trovare 2 milioni di euro? Invece, credo che, pur conoscendo i dati – è inutile che ci ricordiate che sottofinanziamo, rispetto al pro capite, la cultura –, lo sforzo che abbiamo fatto complessivamente debba essere visto con quello che facciamo con lo Stabile, con quello che facciamo con Arteven, con quello che facciamo con le fondazioni, con quelli che sono complessivamente l'iniziativa e il sostegno a tutto il mondo culturale che – lo ripeto – dovrà trovare una maggiore definizione sui progetti della legge n. 17, ma è una legge nuova sulla quale inevitabilmente bisogna trovare anche i graduali assestamenti. Comunque, credo che il prossimo anno sarà anche per questo ambito un anno decisivo.
Credo che sia un buon modo di governare. Poi, per carità, è chiaro che ognuno avrebbe fatto scelte diverse. Fa parte di chi governa e di chi fa opposizione. Comunque, riteniamo che questa scelta di andare a dare un segnale su alcuni settori che sono particolarmente in difficoltà sia il miglior modo per dare delle risposte ai veneti, per dare l'idea di una Regione che è vicina ed è efficiente nella risposta e nell'utilizzo delle risorse, naturalmente sperando in un prossimo futuro di avere, nei confronti sia del Governo, sia di quelle che saranno – lo speriamo – forme di autonomia superiori, quelle risorse che ci permetteranno di essere ancora più performanti e di dare risposte migliori ai nostri veneti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire, in chiusura, la correlatrice Vanessa Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Desidero fare solo un paio di considerazioni anche in relazione al dibattito che si è sviluppato in quest'Aula. Apprezzo l'onestà intellettuale dell'assessore Calzavara, che con una certa trasparenza nei contenuti oggi chiaramente ci dice: care Consigliere e cari Consiglieri, la coperta della Regione del Veneto è troppo corta. Siccome il Presidente ha già detto che né nel 2024 né nel 2025, quindi per tutta la durata della legislatura, intende inserire l'addizionale IRPEF, noi ci arrendiamo al fatto che la coperta sarà troppo corta.
Assessore, apprezzo davvero l'onestà con cui lei espone le difficoltà a quest'Aula e le modalità con cui, con le risorse disponibili, prova ad affrontare le emergenze. Però forse è il caso, da oggi, in attesa che si apra la discussione sul bilancio di previsione, che almeno dentro quest'Aula cambiamo il vocabolario con cui proviamo a raccontare cosa può fare la Regione del Veneto. Se io mi rendo conto che la coperta è troppo corta e, contestualmente, sto fermo nella decisione di non voler applicare l'addizionale IRPEF, sto dicendo ai cittadini del Veneto: "Cari veneti, io so che non posso farcela a garantirvi le cose che servirebbero per quanto riguarda il soddisfacimento dei vostri bisogni reali, materiali, e non ho intenzione di fare nulla per poter fare di più".
È una scelta, legittima, coerente con il racconto che avete fatto e che il presidente Zaia ha fatto, ha personificato in questi anni, ma credo che dovremmo uscire dalla retorica del "non metto le mani nelle tasche dei veneti" e cominciare a entrare nel racconto che non abbiamo più i soldi per soddisfare i bisogni materiali delle persone e che non vogliamo fare ciò che potremmo fare per poterli avere. Scelta legittima, ma su cui ‒ capirà, Assessore ‒ abbiamo un'idea diversa. Sa perché? Per due ragioni, principalmente. La prima. Questa retorica del Veneto tax free è una retorica di Zaia 2010, cioè di una fase storica in cui l'economia mondiale, italiana e regionale potevano anche consentire alle Istituzioni, in virtù della crescita economica e dei cambiamenti globali in corso, di poter fare esattamente questa operazione qua: allevio la pressione fiscale sui cittadini, perché c'è una ricchezza e un benessere diffuso tale che mi consente di non dover affrontare emergenze sociali, e faccio la mia parte spalmando un risparmio fiscale sulla popolazione. Andava bene al primo mandato del presidente Zaia. Ecco perché il limite dei tre mandati è rilevante sul piano politico e non istituzionale. Sull'istituzionale si può decidere.
È rilevante dire che una fase è finita quando noi affrontiamo un mondo completamente cambiato con un vocabolario e con delle parole d'ordine che non appartengono più a questa Regione e alla fase storica che stiamo vivendo. Di fronte alla crisi sociale ed economica in cui siamo immersi, all'indomani della pandemia, con le guerre dentro e fuori l'Europa, che minacciano la tenuta geopolitica mondiale, noi non possiamo rispondere con una ricetta del 2010, che non funziona più. Può funzionare ‒ ripeto ‒ sul piano del consenso, ma non funziona più. È oggettivo ‒ ce l'ha detto lei, Assessore ‒ che non è una ricetta con cui noi rispondiamo o possiamo rispondere ai bisogni dei cittadini, a cui siamo chiamati a rispondere, sia quelli che le tasse le pagano sia quelli che le tasse non le pagano. Se io sono un disoccupato, non ho un reddito e sono una delle fasce della popolazione più esposta a delle necessità, che ci sia l'addizionale o meno, non mi cambia niente perché, se non ho reddito non posso neanche pagare le tasse. Però, magari, se chi ha di più potesse aiutarmi ad avere un canone di affitto agevolato, ad avere una casa per poter vivere con la mia famiglia, ad avere una borsa di studio erogata per l'università, ad avere un biglietto gratuito per il trasporto pubblico locale, magari riesco a evitarmi di scivolare in una condizione di povertà strutturale, da cui poi non so più come sollevarmi.
Come lei sa, Assessore, io non sono un'appassionata dell'addizionale IRPEF. Sono, però, un'appassionata rispetto al fatto che noi abbiamo delle emergenze. Le avete voi perché governate voi. Dove governiamo noi le abbiamo noi. Non è un problema del Veneto. È un problema della fase storica che stiamo attraversando. Io mi chiedo – intendevo dire questo nell'intervento di prima – se per il Veneto esiste un progetto di sviluppo che tenga insieme la necessità di fare in modo che questa Regione continui ad essere generatrice di sviluppo e di benessere, come è stato finora, ma al contempo non lasci indietro nessuno. Come si fa a non vedere che dal 2010 al 2023 le diseguaglianze sono cresciute, i bisogni sociali sono cambiati, si sono allargati, si sono estesi, si sono amplificati, in particolar modo rispetto alle giovani generazioni? C'è una diseguaglianza generazionale rispetto alla quale noi non possiamo più non dire mai niente.
Assessore, lo dico a lei perché, purtroppo, come è noto, il presidente Zaia in quest'Aula non viene mai. Lo dico a lei, ma per interposta persona mi rivolgo al Presidente. Riferisca lei, che ogni tanto lo può vedere. È finita questa fase in cui ci possiamo accontentare del Veneto tax free. Una volta che abbiamo finito con quella retorica là... Li abbiamo fatti oggi un po' di elenchi di problemi. Le famiglie non sono in grado di pagare la retta per la casa di residenza dell'anziano non autosufficiente o del disabile. Io la sfido ad andare da quelle famiglie a dire: "Okay, non ce la fai a pagare la retta, ma io non ti ho messo le mani nelle tasche per farti pagare un po' di addizionale IRPEF". La sfida è andare dalle famiglie che sono costrette a chiedere ai figli di ritirarsi dall'università, perché in questa regione il diritto allo studio non è garantito, alle quali non basta sentirsi dire "non vi ho messo le mani nelle tasche".
Io mi chiedo esattamente questo: se la coperta è corta, se non c'è la volontà di riconoscere ‒ evidentemente è un tema che non riguarda alcuni Consiglieri ‒ e di costruire le condizioni per allungare questa coperta, allora lì, sì, fatichiamo a trovarci. Sa perché, Assessore? Fatichiamo a trovarci perché la decisione su quale lato della coperta tirare è ciò che fa la differenza tra noi e voi. Se la coperta è corta, dobbiamo decidere chi copriamo con quella coperta. Qualcuno resterà fuori. Noi abbiamo fatto una lista di fragilità che, secondo noi, devono essere coperte. Quella coperta corta deve essere usata per ridurre, per quanto possibile, le diseguaglianze che stanno spaccando anche la nostra regione sul piano territoriale, generazionale, di genere.
C'è un tema grande come una casa che riguarda le differenze di opportunità tra le persone. Noi diciamo: se la coperta è corta, allunghiamo questa coperta; se non volete allungare questa coperta, però, noi vi chiediamo di scegliere in maniera diversa chi decidete di coprire con questa coperta. Vi abbiamo chiesto di coprire gli studenti che non si possono permettere di frequentare l'università perché non hanno un reddito familiare adeguato. So benissimo che chi ha i soldi all'università ci va e l'appartamento in affitto lo trova. Ma se vogliamo essere la Regione del Veneto del futuro, dove dobbiamo investire se non nell'istruzione diffusa? Questo non soltanto per una questione di competitività o di performance, come piace ad alcuni di voi analizzare le politiche pubbliche. Per una banalissima questione di democrazia. Un'istruzione diffusa riesce ad essere un volano per costruire comunità responsabili, consapevoli e, dunque, veramente democratiche.
Le abbiamo chiesto di tirare la coperta per tutte quelle fragilità che, oggi, complici anche la congiuntura economica nazionale e le scelte che noi giudichiamo pesantissime del Governo, rischiano di essere doppiamente scoperte: chi non può pagare un affitto, chi ha un anziano e non può permettersi la casa di riposo, chi ha dei figli piccoli ‒ come diceva benissimo la collega Bigon ‒ e non può permettersi l'asilo nido, e le donne sono costrette a rinunciare al lavoro. Siamo di fronte a una serie di fragilità che hanno bisogno di risposte concrete.
Le abbiamo chiesto, Assessore, e chiudo davvero, di investire su un'altra grande emergenza democratica che sta investendo il nostro Paese: la scuola pubblica. Questa è una delle poche Regioni che non investe un euro nella scuola pubblica. Diamo qualcosa alle private paritarie, dell'infanzia, primarie, secondarie, ma nella scuola pubblica non mettiamo una lira. Queste sono le scelte che distinguono e differenziano il lato da cui si sta tirando la coperta.
Noi vi chiediamo, Assessore, oggi, in questa variazione di bilancio, lo faremo attraverso una piccola manovra emendativa e una serie di ordini del giorno, di tirare la coperta insieme a noi dalla parte di chi senza quella coperta muore di freddo. Lo ripeto: muore di freddo.
Gli interventi che ci sono, pur pregevoli, non possono sopperire a questa grande carenza di fondo, che rende, sostanzialmente, il bilancio della Regione del Veneto un non strumento. Non è un elemento attraverso il quale noi possiamo incidere ‒ lo diceva il vicepresidente Montanariello ‒ in maniera concreta sui bisogni delle persone. Rinunciare ad essere questo strumento, rinunciare ad essere la soluzione per i problemi concreti delle persone, a nostro avviso, non è all'altezza della fase storica che, purtroppo o per fortuna, siamo chiamati a vivere.
Grazie.

PRESIDENTE

Sospendiamo per i pareri sugli emendamenti che deve dare l'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione. Quindici minuti di sospensione. Riprendiamo alle ore 17.55.
La Prima Commissione si ritrova in Sala del Leone. Quindi, relatrice, correlatrice, Assessore e portatori di interesse in Sala del Leone.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 17.41
La Seduta riprende alle ore 18.04

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Chiederei alla relatrice di avvicinarsi ai banchi della Presidenza perché è coperta dai colleghi e non riesco a vederne il parere. È meglio evitare inciampi.
Chiedo ai colleghi del PD di rintracciare la correlatrice Vanessa Camani. L'assessore e la relatrice sono presenti.
Siamo pronti per riprendere.
Siamo sull'articolo 1.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 1, allegato 2, modificativo, che prevede:
All'Allegato 2 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+ 400.000,00
..........
........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P2001 "Fondo di riserva"
Art. 18, L.R. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 400.000,00
...........
........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questi sono emendamenti – presento anche l'emendamento n. A0002 – che trattano il tema della cultura. L'obiettivo era quello di aggiungere dei fondi che permettessero, da un lato, di finire la graduatoria, dall'altro (l'emendamento con la somma più bassa) di arrivare almeno fino ai 50 punti.
Approfitto dell'illustrazione per rispondere a quanto diceva l'Assessore. Io capisco bene che potrebbe sembrare miope aggiungere solo questo e chiudere solo quella graduatoria, però se guardiamo dal punto di vista della filiera del settore culturale abbiamo una serie di operatori che fanno domanda lì e che ogni anno, da quando esiste quella graduatoria, si vedono esclusi per mancanza di fondi. No, sono diversi. Cercano di programmare, ma per mancanza di fondi non arrivano mai a ruota a realizzare delle attività.
Dall'altra parte, abbiamo una norma che esiste dal 1975 che viene, invece, costantemente rimpinguata, dove abbiamo realtà, ovviamente in graduatoria, con graduatorie più lunghe, che chiedono dei finanziamenti più piccoli per fare delle attività anche culturali, nell'ambito di una norma che però non dovrebbe occuparsi di quei temi.
Quindi, fare ordine tra queste due norme, come richiesto e come votato da questo Consiglio tempo fa, permetterebbe eventualmente di dire quante risorse noi spendiamo sulla cultura nella legge n. 49 che invece devono essere messe nella legge n. 17. Non solo questo non sta avvenendo, ma sta avvenendo esattamente il contrario: aggiungiamo nella legge n. 49 e togliamo nella legge n. 17. Questa non è la linea che questo Consiglio regionale ha votato con degli ordini del giorno. Questi emendamenti, dunque, cercano semplicemente di dire che dobbiamo cambiare rotta, perché la linea politica che questo Consiglio ha votato più volte non è quella che stiamo oggi portando avanti.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001. Relatrice contraria.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 1, allegato 2, modificativo, che prevede:
All'Allegato 2 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+ 200.000,00
..........
........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P2001 "Fondo di riserva"
Art. 18, L.R. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 200.000,00
...........
........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Relatrice contraria.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 1, allegato 2, modificativo, che prevede:
All'Allegato 16 sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M12 Diritti sociali, Politiche sociali e Famiglia
P 1202 Interventi per la disabilità
Art. 133 c.3 lett. a) LR 11-2001 – art. 49 c.2 lett. a) LR 2010 n. 11
Fondo regionale per le politiche sociali, trasferimenti alle amministrazioni pubbliche a favore degli utenti CEOD, trasferimenti correnti
+ 1.000.000,00
......, 00
.......,00
M 20 Fondi e accantonamenti
P2003 Altri Fondi
L.R. 39/2001, art. 20, Fondo speciale spese correnti
- 1.000.000,00
.........,00
....,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo richieste di intervento.
Collega Zottis, mi scusi, errore mio.
A proposito di errori, il sistema questa mattina non funzionava e si è impallato quando c'era un solo nome a disposizione. Forse pensava che fossimo poco democratici, quindi è andato in tilt perché c'era un unico nome a disposizione per la Commissione espropri di Verona. Abbiamo scoperto il problema.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Relatrice contraria.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Emendamento n. A0005 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 2, comma 1, lettera d), allegato 6, modificativo, che prevede:
All'Allegato 6 (variazioni dell'allegato 16 della L.R. 32/2002) sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M12 Diritti sociali, Politiche sociali e Famiglia
P 06 Per il diritto alla casa
Titolo I Spese correnti
L.R. 1/2008 art. 85 c.4 "Misure regionali a sostegno della politica per la casa"
+ 1.500.000,00
+ 1.500.000,00


M 20 Fondi e accantonamenti
P2003 Altri Fondi
L.R. n. 39/2001 art. 20
- 1.500.000,00
- 1.500.000,00


Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo richieste. Nell'ordine di votazione viene prima il n. A0005.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che sospettavamo non sarebbe stato accolto, ma che abbiamo voluto presentare per provare a dare un documento ufficiale rispetto al tema che abbiamo posto fortemente all'attenzione dell'Assessore durante questa discussione e riguarda esattamente il problema del diritto alla casa.
Noi sappiamo quanto incida e impatti il taglio che il Governo ha già deciso con la legge di bilancio 2023 rispetto alla possibilità di sostenere i cittadini e le cittadine che hanno una difficoltà nel pagamento del canone di affitto, azzerando il fondo per affitti e morosità incolpevole. Una decisione assolutamente incomprensibile sul piano nazionale, che ha però un effetto rilevantissimo nei nostri territori: 23,8 milioni che mancano nelle casse della Regione rispetto ai Comuni.
L'assessore Corazzari ha fatto recentemente un incontro in cui molti Assessori alla casa delle principali città venete hanno messo in evidenza come in questo periodo dell'anno avvenisse l'erogazione dei contributi attraverso i bandi comunali e come inspiegabilmente per il cittadino dall'oggi al domani questo sostegno venga negato. A dimostrazione, Assessore, che molte delle questioni di cui abbiamo provato a parlare oggi non saranno questioni che impatteranno esclusivamente sul bilancio di previsione dell'anno prossimo, ma stanno già concretamente impattando sulla vita di tantissime famiglie che, per colpa di questo taglio, rischiano di vedersi spinte ai margini della difficoltà economica.
Essendoci un parere contrario della relatrice, annuncio il ritiro dell'emendamento perché su questo tema intendiamo presentare un ordine del giorno per chiedere alla Giunta di rafforzare l'impegno su questo fronte. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
È ritirato l'emendamento n. A0005.
Emendamento n. A0004 presentato dalla correlatrice Camani, articolo 2, comma 1, lettera d), allegato 6, modificativo, che prevede:
All'Allegato 6 (variazioni dell'allegato 16 della L.R. 32/2002) sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M13 Tutela della salute
P01 Servizio sanitario regionale – Finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA
Titolo I Spese correnti
L.R. 30/2009 "Disposizioni per la istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza e per la sua disciplina" art. 4 c. 2 lett. f)
+ 1.000.000,00
+ 1.000.000,00


M 20 Fondi e accantonamenti
P03 Altri Fondi
L.R. n. 39/2001 art. 20
- 1.000.000,00
- 1.000.000,00


Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Interviene la consigliera Zottis. Prego, collega.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'avevo già in parte annunciato in fase di discussione generale e sapevamo bene che l'emendamento sarebbe stato bocciato, ma anche in questo caso crediamo sia fondamentale risottolineare il tema delle impegnative, che in alcune ULSS si sta aggravando rispetto anche a quando era già stata fatta un'interrogazione, qualche mese fa, sull'ULSS3, laddove eravamo stati confortati in termini di ulteriori impegni finanziari.
Questo non c'è stato e quindi siamo di nuovo a richiedere che ci sia una copertura di quelle che sono le parti scoperte per quanto riguarda il numero di impegnative di quelle ULSS che ad oggi non riescono a coprire le richieste delle diverse strutture.
Crediamo che questo sia un diritto fondamentale, soprattutto in un momento in cui proprio quelle persone di cui stiamo parlando sono persone assolutamente fragili, con criticità estremamente elevate, e le strutture sono in grandissima difficoltà. Sono ormai due anni che ne discutiamo, ma non riusciamo a venirne a capo.
Sappiamo che l'emendamento verrà bocciato, motivo per cui viene ritirato, ma comunque resta l'ordine del giorno successivo. Grazie.

PRESIDENTE

È ritirato anche il n. A0004.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno.
ODG n. A0006

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "LA GIUNTA REGIONALE SI ADOPERI PER GARANTIRE LA PROGRESSIVA RIDUZIONE DELLE RETTE DEI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA, FINO A GIUNGERE ALLA GRATUITÀ". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
in Italia il rapporto tra i posti negli asili nido e il totale dei bambini nella fascia d'età 0-3 anni, è ben lontano dai valori fissati dall'Unione Europea, essendo la media nazionale del 27,2% nel 2020, contro il 33% che doveva essere raggiunto nel 2010 e il 45% da raggiungere entro il 2030;
gli asili nido hanno una funzione, oltre che educativa per il bambino, anche sociale: infatti, diversi studi correlano tale servizio alla riduzione del divario occupazionale uomo-donna e all'aumento delle nascite, problemi particolarmente gravi e sentiti nel territorio italiano, Veneto compreso.
Tenuto conto che:
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede uno stanziamento di circa 2,4 miliardi di euro con l'obiettivo di innalzare al 45% già entro il 2025 il rapporto "posti negli asili nido sul totale dei bambini 0-3 anni",
nel settore dei servizi educativi per la prima infanzia, di cui gli asili nido fanno parte, l'ammontare dei finanziamenti della Regione Veneto risulta invariato dal 2021, ovvero pari a 15.500.000,00 € annui, meno di quanto stanziato nel 2020.
Ritenuto che:
gli asili nido dovrebbero offrire un maggior numero di posti, avere orari più flessibili, specie nei casi in cui entrambi i genitori lavorino, ed essere gratuiti;
le rette molto elevate costringono le famiglie meno abbienti a rinunciare al servizio degli asili nido, portando spesso uno dei due genitori – quasi sempre la madre – a rinunciare alla carriera lavorativa o addirittura ad abbandonare l'impiego.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a intraprendere ogni misura utile per reperire ulteriori risorse da destinare al progressivo abbattimento delle rette dei servizi socioeducativi per la prima infanzia, prioritariamente a beneficio delle famiglie con redditi bassi.
Collega Bigon, prego. Lei è la prima firmataria.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho presentato due ordini del giorno, uno relativo al supporto amministrativo, come dicevo in premessa, per i medici di famiglia, l'altro per quanto riguarda la natalità con i servizi 0-3 anni gratuiti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0006.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0007

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "LA REGIONE INVESTA PER GARANTIRE IL SUPPORTO AMMINISTRATIVO AI MEDICI DI MEDICINA GENERALE". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
con la DGR n. 8 del 4 gennaio 2022 "Disposizioni temporanee ed eccezionali in materia di Assistenza Primaria e continuità assistenziale in virtù dello stato emergenziale in corso e dell'attuale carenza di medici", la Giunta regionale ha autorizzato le Aziende ULSS del Veneto "nei casi in cui non si riesca ad assegnare l'ambito territoriale carente secondo le disposizioni dell'ACN vigente") a disporre l'aumento del massimale individuale di assistiti per Medico di medicina generale (MMG) da 1500 a 1800;
in Veneto, gli allarmi sulla carenza dei medici di base sono ormai all'ordine del giorno, con decine di migliaia di persone costrette a sopportare il disagio di un'assistenza sempre più lacunosa;
gli incarichi di MMG rimasti scoperti nella nostra Regione sono stati, da ultimo, individuati in 698 unità con Decreto del Direttore dell'unità organizzativa cure primarie n. 1 del 4 ottobre 2023, il quale evidenzia, ancora una volta, una situazione caratterizzata da gravi carenze, che difficilmente permettono la garanzia capillare della continuità assistenziale sul territorio regionale.
Ritenuto che:
i MMG devono essere messi in grado di occuparsi in via esclusiva della salute dei propri pazienti e, per farlo, vanno sgravati dalle incombenze amministrative delle quali sono stati via via caricati, soprattutto nel corso degli ultimi anni.
Evidenziato che:
il Progetto di legge statale n. 27 del 4 ottobre 2022 prevede una serie di proposte di supporto alla professione, tra cui la dotazione di personale amministrativo, di cui si auspica la discussione anche al fine di dare risposte ai tanti cittadini che si trovano nelle zone prive di adeguata copertura.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad implementare misure di sostegno per i MMG, a partire dall'assunzione di personale amministrativo allo scopo di sollevare i professionisti da incombenze burocratiche che, a maggior ragione a seguito dell'aumento del tetto di assistiti e delle gravi carenze di personale, sottraggono loro tempo prezioso all'attività di cura.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0007.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0008

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Lorenzoni, Guarda, Zanoni, Bigon, Camani e Baldin relativo a "LA REGIONE INTERVENGA, ANCHE VERSO IL GOVERNO NAZIONALE, PER AFFRONTARE L'ATTUALE EMERGENZA ABITATIVA" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Variazione al bilancio di previsione 2023-2025 della Regione del Veneto". (Progetto di legge n. 235) APPROVATO (Deliberazione n. 110/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- la Variazione al Bilancio di Previsione 2023-2025 in esame non contiene alcun finanziamento a favore di politiche abitative rivolte alle fasce sociali più deboli;
- l'assessore Corazzari aveva convocato per un primo confronto sui temi dell'emergenza abitativa il giorno 2 ottobre2023 presso la sede della Regione del Veneto;
- si è svolto ieri (06.11.2023) un incontro sul tema "emergenza abitativa" tra gli assessori delle città di Padova, Vicenza e Verona, da cui è emersa la richiesta alla Regione Veneto di maggiori investimenti sul tema dell'edilizia residenziale pubblica, anche lasciando a comuni e ATER – come prevede il PDL n. 211 a firma Ostanel – lo 0,4% dei canoni raccolti che attualmente la Regione incassa senza vincolarli a investimenti sulla casa;
- l'incontro di ieri ha fatto emergere anche la richiesta alla Regione Veneto di istituire un Tavolo operativo sul tema casa, oltre ad avviare un'azione di advocacy verso il Governo nazionale per intervenire con un vero "Piano casa", immettendo più risorse sul tema, a partire dal rifinanziamento del Fondo sostegno affitti e del Fondo morosità incolpevole ma anche con specifici fondi strutturali ai quali attingere per i riatti;
- con l'Ordine del giorno "Sostenere le ATER con nuove fonti di entrata", a firma Ostanel, approvato dal Consiglio Regionale in data 07 dicembre 2022, la Giunta veniva impegnata "a valutare, anche intervenendo sulla Legge Regionale n. 39/2017 , iniziative idonee volte a trattenere una quota maggiore di risorse derivanti dalle locazioni nelle disponibilità delle ATER stesse".
CONSIDERATO CHE
- secondo i dati presentati in Commissione II, al 31.12.2022 quasi il 20% del patrimonio delle ATER risulta "sfitto", per lo più per mancanza di risorse per poter svolgere le manutenzioni necessarie;
- nelle città capoluogo, oltre alla scarsità di alloggi pubblici, incide sull'emergenza abitativa anche la scarsità di servizi abitativi pubblici per gli studenti e le studentesse: gli ESU, enti strumentali per il diritto allo studio della Regione Veneto, garantiscono su tutto il territorio veneto circa 2.300 posti letto, appena il 2% sul totale degli iscritti, tanto che nella risposta ricevuta il 21.06.2022 ad una interrogazione della sottoscritta (IRS n. 187 del 11.04.2022), la Giunta dichiarava che "le residenze abitative pubbliche presenti nel territorio regionale assicurano una copertura pari al 46% del totale degli aventi diritto", annunciando l'avvio di progettualità per "un incremento degli alloggi universitari di 565 posti letto nel territorio regionale", con tempi di realizzazione non precisati;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad individuare, anche attraverso la convocazione di uno specifico Tavolo operativo sul tema casa, interventi efficaci per affrontare l'emergenza abitativa, anche facendo propria la richiesta formulata da più parti (ATER e Comuni) di lasciare agli enti proprietari una quota maggiore di risorse derivanti dai canoni riscossi, oltre che a farsi portavoce verso il Governo nazionale della richiesta di maggiori investimenti sul tema casa.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è l'ordine del giorno che preannunciavo con il quale chiedo alla Giunta, nell'ambito delle sue competenze (questa è una delle modifiche che è stata chiesta in Ufficio di Presidenza dall'Assessore), di continuare a convocare un tavolo specifico sul tema casa per valutare degli interventi efficaci per affrontare l'emergenza abitativa, anche facendo propria la richiesta formulata da più parti, ATER e Comuni, di lasciare agli enti proprietari una quota maggiore di risorse derivanti dai canoni riscossi.
Questo è in continuità con un ordine del giorno che avevamo votato, sempre a mia firma, il 7 dicembre 2022, sul fatto di dare più risorse al tema della casa. Quindi, con questo ordine del giorno noi impegniamo la Giunta ad andare avanti con il lavoro del tavolo, quello che era stato convocato il 2 ottobre, e lì dentro verificare con gli attori competenti la definizione di interventi efficaci per affrontare l'emergenza abitativa.

PRESIDENTE

Mi sembra che l'assessore Corazzari abbia chiesto di intervenire. Prego, Assessore.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Questo tavolo, che rientra in una delle attività che abbiamo svolto a fronte di una specifica richiesta dell'ANCI, quindi nell'ambito di quelli che sono i rapporti tra le nostre ATER e i Comuni, viene convocato su precise istanze.
Possiamo votare favorevolmente questo ordine del giorno, con l'aggiunta, come diceva la consigliera Ostanel, che è chiaro che la Regione si fa portatrice limitatamente alle proprie competenze, quindi con l'introduzione nell'impegno delle parole "limitatamente alle proprie competenze". Continueremo a svolgere un'attività di coordinamento e di confronto con gli Enti locali.

PRESIDENTE

La proponente accetta la modifica proposta a microfono dall'Assessore.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0008, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0009

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "LA GIUNTA REGIONALE SI ATTIVI IMMEDIATAMENTE PER SOSTENERE LE FAMIGLIE DEL VENETO IN DIFFICOLTÀ PER LA CRISI ABITATIVA". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
la crisi abitativa rappresenta una delle maggiori difficoltà che devono affrontare le persone e le famiglie in condizioni di disagio, precarietà e povertà;
le cause dell'emergenza abitativa sono molteplici e si intrecciano tra loro: la scarsità di offerta di alloggi pubblici e sociali, la speculazione edilizia e immobiliare, il "caro affitti", la crisi economica e l'inflazione che hanno ridotto la capacità di spesa delle famiglie.
Ritenuto che:
i bisogni abitativi sono cambiati, richiedono risposte diversificate, coinvolgono le trasformazioni dello spazio urbano, riflettono le nuove necessità di mobilità sociale, sono influenzati anche da dinamiche economiche connesse alle nuove modalità di fruizione dei servizi abitativi come il fenomeno degli affitti brevi. Sul tema del diritto alla casa è perciò necessaria e urgente una grande svolta, un cambiamento deciso, che lo rimetta al centro dell'agenda politica nazionale e regionale;
Considerato che:
il Governo Meloni, dopo aver cancellato il reddito di cittadinanza anche nella sua componente di sostegno al pagamento dei canoni di locazione, ha operato ulteriori tagli per il sostegno alle politiche della casa. In particolare, per il 2023 è stata azzerata la dotazione finanziaria del "fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione", previsto dall'articolo 11, comma 5, legge n. 431 del 9 dicembre 1998, che l'anno precedente ammontava a 230 milioni, ed è stata confermata la cancellazione della dotazione per "fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli", istituito dall'articolo 6, comma 5, legge n. 124 del 28/10/2013. Si tratta di una manovra che, rispetto all'anno precedente, inciderà sul bilancio regionale per circa 22,8 milioni di euro di mancate entrate che, trasferite dallo Stato, venivano tramite la Regione impiegate dai Comuni per sostenere le oltre 6.000 famiglie in difficoltà abitativa.
Tenuto conto che:
in Veneto le richieste di sfratto nel 2023 sono letteralmente esplose dopo la moratoria della fase pandemica, attestandosi attorno a quota 2000;
persiste da tempo nella nostra Regione una scarsa disponibilità di alloggi pubblici, il cui patrimonio è per circa il 15% sfitto e non assegnato, spesso perché privo delle necessarie manutenzioni. Sono oltre 8.500 le famiglie venete in stato di disagio abitativo che, pur avendone diritto, sono ancora in attesa dell'alloggio pubblico;
negli ultimi anni al cronico problema abitativo si è sommata la sempre maggiore difficoltà per gli studenti universitari fuori sede di trovare una sistemazione abitativa, sia all'interno degli studentati – quest'anno sono oltre 2.000 gli "idonei non beneficiari" dell'alloggio pubblico – che facendo ricorso al libero mercato, su cui grava il cosiddetto "caro affitti" e il fenomeno degli affitti brevi, che ha ridotto fortemente le disponibilità di case.
Rilevato che:
la Regione del Veneto da parecchi anni non integra con risorse proprie i fondi nazionali a sostegno degli affitti.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a recuperare le risorse necessarie nel bilancio di previsione 2023 e a inserire nel bilancio di previsione 2024-2026 uno stanziamento adeguato a risolvere, o quanto meno a mitigare fortemente, il problema del disagio abitativo nella nostra regione.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è l'ordine del giorno che abbiamo presentato (e che abbiamo annunciato prima) in riferimento alla questione dell'emergenza abitativa.
Va bene fare dei tavoli per coordinarsi con gli Enti locali per risolvere un problema che, come abbiamo provato a dire, raccoglie la Regione, ma coinvolge direttamente anche gli Enti locali, e mi dispiace che l'assessore Corazzari esca, per cui mi sembra complicato poter avere l'attenzione dell'Assessore competente. È chiaro che però, a mio giudizio, il problema che riguarda l'accesso alle abitazioni, al diritto alla casa in questa regione è un problema che va affrontato, come tutti, mettendoci delle risorse.
Siamo all'interno di un provvedimento di bilancio, mi piacerebbe che la Giunta si assumesse, come peraltro è stato fatto in passato con il trasporto pubblico locale e con le borse di studio, una disponibilità a ritenere questa, come altre, una priorità sulla quale è necessario puntare un faro, almeno nel prossimo bilancio di previsione. È chiaro che, rispetto alle necessità che le famiglie hanno di avere un supporto concreto per il pagamento del canone di affitto, quando l'impossibilità di pagare l'affitto non dipende da una non volontà, ma da una situazione contingente in cui la famiglia, la persona, si è ritrovata, io credo sia una necessità rispetto alla quale non possiamo limitarci a dire che non ci sono risorse sufficienti.
I finanziamenti nazionali, che non ci sono più, rendono quella che era una situazione grave una vera e propria emergenza. Io credo che la necessità di ripristinare quanto prima una dotazione finanziaria per questa emergenza, non escludendo la necessità di convincere – lo dico perché rientrano ora i colleghi di Fratelli d'Italia – il Governo e la premier Meloni di rivedere questa scelta almeno sul bilancio 2024, dovrebbe essere una priorità.
Mi dispiace, visto che sembrerebbe essere annunciato un voto negativo della maggioranza, che attorno a questo tema non riusciamo a considerare come comune la necessità di ritenerlo prioritario.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, dopo aver percepito dalle emozioni che si sono profuse in Aula l'idea di un voto negativo, credo sia doveroso dire che non si fa un dispetto a chi oggi pone questo tema evitando di prendersi perlomeno un impegno serio e concreto nei confronti di questa emergenza. Guardate, questa è una di quelle emergenze, Assessore, di cui parlavamo prima, è uno di quei tasti dolenti che non si limitano al dibattito politico dell'Aula, ma che ricadono ed entrano a gamba tesa nella vita quotidiana dei nostri cittadini. Non parlo di tutti i cittadini, non parlo di quei cittadini di cui magari possiamo pensare che, non ponendoci il problema, non ce l'hanno, ma questi atti rientrano all'interno, ancora una volta, di quella logica che sta mettendo in atto anche questo Governo di colpire le fasce più fragili, i più deboli, di togliere gli aiuti a chi più è in difficoltà.
Guardate, non si aiuta una famiglia se si paga un anno d'asilo al terzo figlio e dopo non si mettono in campo tutti gli strumenti per evitare che vada a dormire sotto i portici del Comune; non si aiuta una famiglia cercando di incentivare, con proposte più o meno condivisibili (molto meno, per quanto ci riguarda), la natalità e dopo non si dà una certezza su quello che è per noi italiani un punto fermo e un riferimento, ovvero un'abitazione dove stare, sapendo che se qualcuno ti manda via non ti trovi in mezzo alla strada.
Il tema della casa per noi italiani è un tema centrale, culturale. È un tema che rientra nel nostro DNA, è un tema che ha accompagnato gli italiani dal dopoguerra in poi, nell'idea che, se non hai un posto dove stare, non puoi fare la famiglia e non puoi fare...

PRESIDENTE

Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Riprendo dall'ultimo pensiero perché mi hanno interrotto.
Per noi italiani, come piace definirsi molto spesso a una certa parte di questo Governo, il tema della casa, non inteso strettamente come abitazione, proprietà, ma come il luogo che ti dà la certezza per sviluppare una vita, per fare una famiglia, quel luogo che ti dà la serenità se vuoi costruire un futuro, è un tema centrale. E lo sappiamo tutti in quest'Aula.
Sappiamo tutti che non si può pensare di fare delle politiche di sviluppo della natalità non dicendo che, se una persona ha problemi perché perde il lavoro, perché si trova in una condizione lavorativa dove c'è una scadenza contrattuale, dove delle fabbriche chiudono... Non c'è l'assessore Donazzan, ma se le chiedessimo quanti sono i tavoli di crisi aperti sulla sua agenda, probabilmente ci direbbe, ahimè, che non sono pochi. Allora, in un contesto del genere, non dire che esiste un ammortizzatore sociale fermo e sicuro che intervenga se un domani una famiglia non può più far fronte alle spese della casa (non delle vacanze, non del maestro di sci, non del motorino o della bici elettrica, ma della casa), vuol dire compromettere anche tutti quei propositi che in qualche modo questo Governo tenta di narrarci, di intestarsi. La natalità non la si sviluppa se un genitore non ha la certezza che, se perde il lavoro, un domani non andrà a dormire in mezzo alla strada.
È vero che non ci sono soldi, colleghi, però il fatto di non prenderci neanche un impegno è una cosa che urla vendetta. È giusto che ognuno si assuma le sue responsabilità. Noi qui non dobbiamo rappresentare, colleghi, le filiere di partito. Dobbiamo rappresentare i cittadini veneti e se questo problema in Veneto c'è – perché, assessore Calzavara, a meno che non vogliamo essere dei negazionisti, questo è un problema che attanaglia il Veneto, un problema che sta crescendo, sta aumentando – risulta evidente che, con l'idea di rappresentare il nostro territorio, dovremmo avere il coraggio di dire, anche a un Governo che può essere più o meno amico, che è un tema che noi poniamo. Guardate, in Veneto questo problema – vi potrà sembrare strano – lo sentiamo più di altre regioni. In una regione come la nostra, laddove il popolo laborioso veneto ha sempre lavorato, ha sempre avuto la possibilità di costruire un futuro basato anche sulla casa, anche pagando l'affitto, tutto questo diventa un fulmine a ciel sereno. Quando con le crisi aziendali, con le delocalizzazioni, con l'inflazione che aumenta, la gente incomincia a dire al dentista che preferisce togliere il dente piuttosto che curarlo perché costa meno, risulta evidente che, per una società come la nostra abituata (grazie al lavoro delle braccia e delle mani venete), Assessore, a non porsi questo problema, quando poi questo problema arriva impatta non poco. Qua non si sta dicendo che dobbiamo prendere chi non ha voglia di far niente e dargli forme di assistenzialismo smisurato, inconcepibile nei confronti di altre classi e altri pezzi di società che lavorano. Qua si sta parlando di intervenire se domani una persona ha la sfortuna di trovarsi in un momento della vita in cui nessuno di noi vorrebbe trovarsi. Per noi italiani, che abbiamo improntato la ricchezza del nostro Paese sull'idea di casa, sull'idea di abitazione... Ricordiamoci che l'Italia è un Paese ricco perché gli italiani hanno lavorato con il sogno della casa.
Assessore, credo che votare contro questo ordine del giorno sia un grande errore. Colleghi, non dobbiamo mettere da parte le esigenze della nostra regione per uno spirito di filiera di partito. Abbiamo il coraggio di dire che bisogna intervenire e che, se una persona perbene ha sempre lavorato, ha sempre pagato il suo affitto, non è un delinquente, va aiutata. Questa battaglia la dobbiamo fare insieme anche nei confronti del Governo, anche se al Governo ci siete voi o la prossima volta ci saremo noi. Faremo questa battaglia insieme.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste d'intervento.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0009.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0010

Ordine del giorno presentato dai cons. Zottis, Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni, Ostanel, Lorenzoni e Baldin relativo a "LA GIUNTA REGIONALE ASSICURI L'EROGAZIONE, DA PARTE DELLE ULSS, DEL 100% DELLE IMPEGNATIVE DI RESIDENZIALITÀ?". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
nel sito internet della Giunta regionale ( https://www.regione.veneto.it/web/sociale/ impegnative-di-residenzialita ) si legge: "Per impegnativa di residenzialità si intende il titolo che viene rilasciato al cittadino per l'accesso alle prestazioni rese presso servizi residenziali e diurni autorizzati all'esercizio e accreditati ai sensi della L.R. n. 22/02 e relativo provvedimento attuativo, DGR n. 84 del 16/01/07. L'emissione dell'impegnativa di residenzialità comporta il riconoscimento della quota di rilevo sociosanitario regionale così come determinata con apposito provvedimento annuale della Giunta Regionale. (...) Le Aziende ULSS, sulla base della graduatoria unica della residenzialità, provvedono a rilasciare l'impegnativa di residenzialità nel limite del numero massimo di impegnative annuo equivalente stabilito dalla programmazione regionale ed in concomitanza con la disponibilità del posto presso il Centro di Servizi scelto dalla persona. (...)".
Considerato che:
risulta agli scriventi consiglieri che, per l'anno 2023, l'AULSS 3 Serenissima abbia rilasciato soltanto l'80% del numero massimo annuo di impegnative di residenzialità destinate agli utenti dei Centri Servizi per non autosufficienti del territorio di propria competenza; risulta inoltre che, la Direzione dei Servizi Socio Sanitari della suddetta AULSS abbia convocato i responsabili dei sopracitati Centri Servizi, comunicando loro che fino a fine anno sarà possibile accogliere nuovi ospiti solo nei casi in cui si verifichino decessi o dimissioni;
una situazione simile si sta verificando anche per le strutture afferenti all'AULSS 4 ed è verosimile che anche molte altre strutture, afferenti alle altre Aziende sanitarie venete, si trovino nelle medesime difficoltà.
Ritenuto che:
si tratta di una scelta che lede i diritti di potenziali utenti e priva le strutture accreditate della possibilità di ottenere ulteriori introiti, così come previsto dalla pianificazione.
Considerato altresì che:
la DGR n. 996 del 9 agosto 2022, per il triennio 2022-2024, ha previsto un incremento delle impegnative di residenzialità di n. 3000 unità (quote sanitarie), per raggiungere, in tutto il territorio della Regione Veneto, circa l'87% dei posti complessivi nelle strutture accreditate;
gli stanziamenti previsti per gli anni 2024 e 2025 sono insufficienti rispetto alle esigenze più volte espresse dai Centri Servizi per non autosufficienti;
nonostante tutto, si continuano ad accreditare nuove strutture.
Evidenziato che:
l'aggravarsi del ritardo sulla riforma delle Ipab sta palesando i suoi effetti negativi sull'intera organizzazione regionale; altrettanto urgente risulta una riforma dei Centri Servizi per anziani.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad avviare urgentemente le azioni necessarie per assicurare l'erogazione, da parte di tutte le ULSS del Veneto, del 100% delle impegnative di residenzialità previste dalla DGR 996/2022, così da garantire all'utenza la totalità dei servizi previsti per il territorio di competenza.
Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il tema l'ho già ripetuto due volte. In questo caso, lasciando comunque l'ordine del giorno, ci tengo a sottolineare due aspetti. Uno, eravamo stati rassicurati sulla copertura e questo non c'è stato. Due, è veramente abbastanza imbarazzante che ci siano strutture che in qualche modo dall'oggi al domani vengono a conoscenza del fatto che non ci siano più impegnative a disposizione.
Allora, in primo luogo, se c'era questo problema qualche mese fa, è inutile rassicurarci. Inoltre, se c'è un problema di gestione, al netto della richiesta dell'ordine del giorno e degli stanziamenti che vengono richiesti dall'ordine del giorno, credo che sia necessario intervenire, perché alla fine questo problema ricade sulle spalle delle strutture, ma soprattutto della persona che in questo momento avrebbe bisogno di entrare in quelle strutture e non ha i soldi per entrare con un posto privato. Grazie.
Tre mesi di attesa credo che siano troppi perché, se guardo a fine anno, a quando arriveranno i fondi per coprire i buchi attuali, credo che tre mesi passeranno.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0010.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo al voto finale sul PDL n. 235.
Dichiarazioni di voto? Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione il PDL n. 235 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo qui la seduta.
Vi ricordo che martedì 14 il Consiglio regionale inizierà alle 14.30. Ci sarà alla mattina la Seconda Commissione.
Per chi vorrà, c'è la possibilità di fare un test sul colesterolo. La prevenzione fa bene a tutti.
Grazie. La seduta è sospesa.
La Seduta termina alle ore 18.33
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 114 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 114
MARTEDì 7 NOVEMBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 114a seduta pubblica – martedì 7 novembre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come da deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15206 del 2 novembre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.46.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 112ª seduta pubblica di lunedì 16 ottobre 2023 e della 113ª seduta pubblica di martedì 24 ottobre 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Valdegamberi; inoltre, le consigliere Alessandra Sponda ed Elisa Cavinato seguono la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti n. 4) e n. 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


e

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 419 del 20.07.2023
presentata dalla consigliera Cestaro
"Linea estiva Selva di Cadore – Cortina: no alla sospensione del servizio Dolomiti Bus"

Interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) in sede di replica.

n. 408 del 20.06.2023
presentata dalle consigliere Camani e Ostanel
"Mancano medici di famiglia e servizi sanitari territoriali. La Giunta regionale intende intervenire per risolvere questi problemi che affliggono il quartiere 5 della città di Padova?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che, in supplenza all'assessora Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 362 del 25.05.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"ATER Venezia, persa l'occasione del bonus 110% ma sono molti gli immobili che necessitano di interventi, quali le ragioni?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 420 del 25.07.2023
presentata dal consigliere Montanariello
"Medicina del territorio e servizi ai cittadini: la Giunta regionale intende intervenire sul quartiere Terraglio - Favorita Mestre?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che, in supplenza all'assessora Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 379 del 05.07.2023
presentata dai consiglieri Bozza e Venturini
"Qual è lo stato della procedura con riferimento alla ventilata realizzazione del casello autostradale sulla A22 in Comune di Vigasio?"

Interviene il consigliere Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 430 del 13.09.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Il Veneto si colloca al primo posto nella classifica dei sequestri di prodotti ittici per chilometro di costa. Quali strategie la Giunta regionale intende adottare per contrastare efficacemente la pesca di frodo?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 413 del 31.08.2023
presentata dai consiglieri Ostanel e Zanoni
"Come intende agire la Regione sul caso OPO-OrtoVeneto e come intende tutelarsi per evitare di finanziare soggetti a rischio fallimento?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che, in supplenza all'assessore Caner, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Il PRESIDENTE comunica che la trattazione dell'IRO n. 8, su richiesta del proponente, viene rinviata alla prossima seduta di Consiglio.

Punto 6) all'ordine del giorno

Nomina di un componente esperto in materia di agricoltura e foreste della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Provincia di Verona. APPROVATA (Deliberazione n. 106/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone la candidatura del signor Marchi Davide.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale, a scrutinio segreto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 44
Votanti n. 44
Schede bianche n. 12

Ha ottenuto voti:

Marchi Davide n. 32

Risulta nominato:

Marchi Davide quale componente esperto in materia di agricoltura e foreste della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Provincia di Verona.

Punto 7) all'ordine del giorno

Nomina di un componente esperto in materia di urbanistica ed edilizia della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Provincia di Verona. APPROVATA (Deliberazione n. 107/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone la candidatura del signor Dal Pez Cristian.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale, a scrutinio segreto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 44
Votanti n. 44
Schede bianche n. 12

Ha ottenuto voti:

Dal Pez Cristian n. 32

Risulta nominato:

Dal Pez Cristian quale componente esperto in materia di urbanistica e edilizia della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione della Provincia di Verona.

Punto 8) all'ordine del giorno

Nomina di tre componenti del Consiglio di Amministrazione della Società Veneto Sviluppo S.p.A. APPROVATA (Deliberazione n. 108/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone le candidature dei signori Spagna Fabrizio e Zin Enrico Alfonso Michele.

In discussione generale sul punto in oggetto interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che chiede una sospensione della seduta per definire la candidatura di riserva per la minoranza.

Sul punto in oggetto intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 12.24.

La seduta riprende alle ore 12.36.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che, a nome della minoranza, propone la candidatura del signor Eberle Cristiano.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale, a scrutinio segreto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 44
Votanti n. 44
Schede bianche n. 7

Hanno ottenuto voti:

Spagna Fabrizio n. 29
Zin Enrico Alfonso Michele n. 21
Eberle Cristiano n. 8
Noce Valentina n. 5

Risultano nominati:

Spagna Fabrizio, Zin Enrico Alfonso Michele ed Eberle Cristiano quali componenti del Consiglio di amministrazione della società Veneto Sviluppo S.p.A..

Punto 9) all'ordine del giorno

Designazione di un componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. APPROVATA (Deliberazione n. 109/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone la candidatura del signor De Giorgio Luciano.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale, a scrutinio segreto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 45
Votanti n. 45
Schede bianche n. 13
Schede nulle n. 2

Ha ottenuto voti:

De Giorgio Luciano n. 30

Risulta designato:

De Giorgio Luciano quale componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

La seduta è sospesa alle ore 12.58.

La seduta riprende alle ore 15.08.

Punto 10) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Variazione al bilancio di previsione 2023-2025 della Regione del Veneto". (Progetto di legge n. 235) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 28/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Cestari assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE comunica la tempistica per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A4, presentato dalla consigliera Camani.

In discussione generale intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Bigon (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 16.15.

La seduta riprende alle ore 16.16.

In discussione generale interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che riprende il suo intervento.

Il PRESIDENTE comunica la tempistica per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A5, presentato dalla consigliera Camani.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Luisetto (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Chiusa la discussione generale, interviene l'assessore Calzavara.

Interviene la correlatrice Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Prima Commissione consiliare di riunirsi per esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 17.41.

La seduta riprende alle ore 18.04.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Sull'emendamento n. A1 all'articolo 1 interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra.

Gli emendamenti nn. A1, A2 e A3 all'articolo 1, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra e poi ritira l'emendamento n. A5 all'articolo 2.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra e poi ritira l'emendamento n. A4 all'articolo 2.

Gli articoli 2 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A6

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "La Giunta regionale si adoperi per garantire la progressiva riduzione delle rette dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, fino a giungere alla gratuità". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che presenta l'ordine del giorno in oggetto e il successivo n. A7.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A7

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "La Regione investa per garantire il supporto amministrativo ai medici di medicina generale". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A8

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Lorenzoni, Guarda, Zanoni, Bigon, Camani e Baldin relativo a "La Regione intervenga, anche verso il Governo nazionale, per affrontare l'attuale emergenza abitativa" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Variazione al bilancio di previsione 2023-2025 della Regione del Veneto". (Progetto di legge n. 235) APPROVATO (Deliberazione n. 110/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e l'assessore Corazzari che propone una modifica, accolta dalla proponente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Luisetto, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Puppato, Rigo, Sandonà, Scatto, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Bozza, Rizzotto

Non votanti:

nessuno

ODG n. A9

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "La Giunta regionale si attivi immediatamente per sostenere le famiglie del Veneto in difficoltà per la crisi abitativa". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Camani, che lo illustra, e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Polato, Puppato, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A10

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni, Ostanel, Lorenzoni e Baldin relativo a "La Giunta regionale assicuri l'erogazione, da parte delle ULSS, del 100% delle impegnative di residenzialità?". (Progetto di legge n. 235) RESPINTO


Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato martedì 14 novembre alle ore 14.30.

La seduta termina alle ore 18.33.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LORENZONI Arturo
BALDIN Erika
LUISETTO Chiara
BARBISAN Fabiano
MAINO Silvia
BET Roberto
MICHIELETTO Gabriele
BIGON Anna Maria
MONTANARIELLO Jonatan
BISAGLIA Simona
OSTANEL Elena
BORON Fabrizio
PAN Giuseppe
BOZZA Alberto
PAVANETTO Lucas
BRESCACIN Sonia
PICCININI Tomas
CAMANI Vanessa
POLATO Daniele
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN


IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian