ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 14/11/2023 n. 115

Resoconto n. 115 - 11^ legislatura
Resoconto 115 a Seduta pubblica
Martedì, 14 novembre 2023
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.49

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno. Registratevi su Concilium.
Diamo inizio alla 115a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15587 del 9 novembre 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 114a Seduta pubblica del 7 novembre 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Marco ANDREOLI
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con la sessione riservata alle interrogazioni e interpellanze.
In particolare, abbiamo la IRI n. 405 del collega Arturo Lorenzoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 405 del 6 giugno 2023 presentata dal consigliere Lorenzoni relativa a "COME INTENDE LA REGIONE GARANTIRE CURE, ASSISTENZA E SUPPORTO AI MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA NELLA PROVINCIA DI BELLUNO?"

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce da una segnalazione fatta da cittadini della provincia di Belluno che hanno messo in evidenza come ci siano difficoltà rilevanti per le persone malate di sclerosi multipla nell'ottenere, nel poter disporre dei servizi.
Sappiamo che la sanità del territorio in provincia di Belluno è in difficoltà per la bassa densità abitativa, però indubbiamente parliamo di persone che hanno bisogni particolari e la necessità di dare risposte credo sia urgente.
L'interrogazione nasce dal voler comprendere se siano state intraprese delle azioni per andare incontro a questi bisogni dei pazienti e delle famiglie e se sia possibile attivare dei servizi per coloro che non sono autosufficienti, in particolare nel territorio della provincia di Belluno.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

La gestione e il trattamento della sclerosi multipla in Regione e della sua complessità è garantita secondo il modello hub and spoke, in attuazione del PDTA regionale, approvato con DGR del 14 maggio 2015. Per l'azienda ULSS 1 Dolomiti i centri di riferimento spoke sono la UOC di Neurologia dei presìdi ospedalieri di Belluno e Feltre, mentre il centro di riferimento hub è la UOC Neurologia del presidio ospedaliero di Treviso.
Attualmente si segnala l'operatività di sette neurologi, rilevandosi tuttavia una carenza di organico cui si sta tentando di sopperire attraverso l'attività, il reclutamento e l'attivazione di convenzioni con altri enti del Servizio sanitario regionale, in particolare con l'azienda Ospedale Università di Padova.
Al fine di far fronte alle criticità segnalate, è stata posta in essere l'attività di riorganizzazione delle attività di Neurologia, anche attraverso il supporto fornito dall'azienda ULSS 2 Marca Trevigiana, sotto il profilo della presa in carico dei pazienti affetti da sclerosi multipla.
Ad oggi, nel territorio bellunese, al fine di ricevere il necessario supporto clinico riabilitativo socio-sanitario, i pazienti affetti da sclerosi multipla possono contare su: ambulatori dedicati situati presso Neurologia di Belluno e Feltre, che effettuano prime visite, visite di controllo e follow-up; ricoveri in day hospital per l'esecuzione della puntura lombare e dei principali esami ematici utili al processo diagnostico; ricovero in regime ordinario per casi particolarmente gravi o afferenti al pronto soccorso per pazienti in fase avanzata di malattia che sviluppano complicanze polmonari, gastroenterologiche e che necessitano dell'applicazione della PEG in caso di grave disfagia.
Sotto il profilo del supporto psicologico offerto alle persone affette da sclerosi multipla, lo specialista neurologo, qualora lo ritenga opportuno, si avvale della consulenza della psicologia ospedaliera. Sin dall'esordio, con la conferma della diagnosi e lungo tutta la fase di erogazione del trattamento terapeutico mirato, il paziente è seguito dal personale ambulatoriale per l'elaborazione e il rinnovo dei piani terapeutici personalizzati e la programmazione e il controllo degli esami ematochimici e strumentali. Ad ogni paziente viene fornito un contatto telefonico e un indirizzo di posta elettronica per una rapida comunicazione con l'infermiere esperto, al fine di segnalare eventuali variazioni delle condizioni di salute o richieste di visite di controllo, consigli o chiarimenti.
Inoltre, nel voler fornire un quadro aggiornato del paziente in cura presso la Provincia di Belluno, si riportano i seguenti dati. I pazienti affetti da sclerosi multipla attualmente seguiti da Belluno, dalla struttura ambulatoriale avente sede presso l'Ospedale San Martino, sono circa 290; di questi, 99 sono in terapia con farmaci di prima linea, 48 sono in terapia con farmaci di seconda linea, 140 circa non assumono terapia.
I pazienti affetti da sclerosi multipla attualmente seguiti dall'ambulatorio di Feltre, avente sede presso l'ospedale Santa Maria del Prato, sono 202: 63 sono in terapia con farmaci di prima linea, 49 sono in terapia con farmaci di seconda linea, 29 in terapia infusiva, 20 in terapia orale o sottocutanea, 90 non assumono terapia.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la puntuale specificazione di quelli che sono i servizi, soprattutto in ambito ospedaliero. È chiaro che questo tipo di patologia richiede anche una certa presenza. Voglio dire che per una persona che risiede nel Comelico raggiungere Belluno è complesso.
La sollecitazione che mi sento di portare è che, se si riesce ad organizzare un'assistenza a domicilio per queste persone, credo che la fatica di dover affrontare la malattia possa essere fortemente ridotta. Lo lascio come messaggio, come richiesta: è vero, sono 400 persone e di queste la metà circa è in terapia, però anche le altre persone probabilmente non sono in terapia proprio per la difficoltà a raggiungere gli hub e gli spoke regionali.
è un territorio che ha delle difficoltà logistiche, però teniamone conto quando vengono organizzati i servizi sul territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRO n. 8 del collega Finco.

Interrogazione a risposta orale n. 8 del 4 luglio 2023 presentata dal consigliere Finco relativa a "IPAB LA PIEVE DI BREGANZE: CHE TIPO DI MISURE INTENDE INTRAPRENDERE LA GIUNTA REGIONALE PER SANARE LE IRREGOLARITÀ AMMINISTRATIVE DELLA STRUTTURA?"

Prego, collega Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Il 29 ottobre 2022 è stata avviata una verifica ispettiva straordinaria volta ad accertare la veridicità in merito a delle contestazioni fatte alla Corte dei conti attraverso due esposti, uno da parte di una persona anonima, l'altro da parte di un sindacato del settore, in particolare per la violazione delle disposizioni relative al reclutamento del Segretario Direttore.
Il 16 maggio 2023 ho depositato quindi una richiesta di accesso agli atti da cui è emerso che, nella procedura di reclutamento del Segretario Direttore, l'IPAB La Pieve non ha provveduto ad una previa ricognizione dell'esistenza di personale di ruolo da elenchi idonei a ricoprire l'incarico da conferire. Né ha giustificato in alcun modo la scelta di conferire l'incarico esterno anziché ricorrere alla procedura concorsuale.
Inoltre, c'è la violazione dell'articolo 56, comma 16, della legge regionale 30 del 2016, non avendo previsto quale requisito di partecipazione l'esperienza dirigenziale quinquennale.
L'IPAB è sottoposta, alla stregua degli Enti che perseguono finalità pubbliche, alle disposizioni di cui al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 in materia di misurazione, valutazione e trasparenza delle performance. A tale riguardo, il Consiglio di amministrazione, al fine di assolvere gli obblighi di controllo con delibera n. 98 del 2019, ha adottato il regolamento in materia di misurazione e valutazione delle performance, però al nucleo di valutazione è demandato, tra le varie cose, il compito di effettuare il monitoraggio del funzionamento complessivo del sistema di valutazione della trasparenza e integrità dei controlli interni; promuove ed attesta l'assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità delle pubbliche amministrazioni.
Ad oggi, ossia quando ho presentato l'interrogazione a giugno 2023, non risultava ancora essere stato nominato alcun organismo con funzioni di valutazione e misurazione delle performance dei dirigenti, in violazione quindi al dettato normativo.
In riferimento all'indennità di risultato dei dirigenti, risulta infine che il Consiglio di amministrazione, oltre a non avere erogato alcuna indennità nel corso del 2022, ha statuito con deliberazione n. 31 del 2022 di costituire il fondo per la dirigenza, arrogandosi la facoltà di valutare i risultati direttamente e senza alcun rispetto della disciplina del settore.
Per questo ho interrogato la Giunta regionale affinché informi il Consiglio al fine di esercitare il potere di vigilanza e controllo, per sanare le gravi irregolarità amministrative e procedurali poste in essere dall'organo di amministrazione dell'ente, affinché l'IPAB La Pieve rispetti la disciplina normativa e regolamentare provvedendo alla nomina dei membri del nucleo di valutazione, di cui all'articolo 6 del Regolamento approvato con delibera del Consiglio di amministrazione n. 98 del 2019.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Nel corso del 2022 gli uffici regionali hanno avviato, ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 23 del 2007, un procedimento di vigilanza e controllo nei confronti dell'IPAB La Pieve di Breganze, avente ad oggetto tra l'altro la presunta irregolarità nel conferimento da parte dell'IPAB dell'incarico all'attuale Segretario Direttore dell'ente.
Parallelamente è stata attivata anche una verifica da parte del servizio ispettivo di vigilanza presso il Consiglio regionale, conclusasi nel mese di aprile 2023. Entrambe le procedure attivate hanno confermato alcune difformità nella procedura selettiva del conferimento dell'incarico del Segretario Direttore. Pertanto, con nota del 1 giugno 2023 gli uffici regionali competenti hanno invitato il Consiglio di amministrazione dell'IPAB ad adottare nel più breve tempo possibile misure idonee a ripristinare la norma di legge, la situazione rappresentata e a trasmettere i relativi esiti.
Con nota del 26 giugno 2023 e del 25 luglio 2023 l'IPAB ha risposto comunicando la propria convinzione, supportata dalle relative argomentazioni, di aver operato nel rispetto della legge.
Con successiva nota del 1 agosto 2023 gli uffici regionali hanno quindi ribadito la propria posizione, intimando all'IPAB di adottare tutti gli atti necessari a rimuovere le irregolarità denunciate tramite un nuovo conferimento di incarico di Segretario Direttore a un soggetto in possesso dei requisiti previsti ex lege, rammentando che, in applicazione di quanto previsto dall'articolo 3 della legge n. 23 del 2007, qualora nell'ambito del procedimento di vigilanza e controllo si fosse accertata l'impossibilità di soluzioni alternative per ridurre a legalità la situazione, la Giunta regionale avrebbe dato corso al commissariamento dell'ente.
Per quanto concerne il mancato rispetto da parte dell'IPAB La Pieve di Breganze della disciplina normativa e regolamentare in materia di ciclo di gestione della performance ed erogazione ai dirigenti della retribuzione di risultato si evidenzia che, a seguito della segnalazione pervenuta il 13 giugno 2023 dall'organizzazione sindacale, gli uffici regionali hanno avviato un ulteriore procedimento di vigilanza e controllo in cui è stata rilevata la violazione dell'articolo 14 del disegno di legge n. 150 del 2009, la mancata nomina da parte dell'IPAB dell'organismo indipendente di valutazione della performance.
Pertanto, anche in questo caso, con nota del 1 agosto 2023 gli uffici regionali hanno intimato all'IPAB di adottare tutti gli atti necessari a rimuovere tali irregolarità, evidenziando che la mancata costituzione dell'organismo indipendente di valutazione non rileva esclusivamente in relazione all'erogazione ai dirigenti della retribuzione di risultato, ma costituisce una violazione ben più grave in relazione al ciclo delle performance e ai conseguenti adempimenti attuativi previsti per ogni ente pubblico dal disegno di legge n. 150 del 2009.
La gravità delle irregolarità sopra rappresentate ha comportato la doverosa segnalazione da parte degli uffici regionali e autorità competenti.
Successivamente, in ottemperanza alle intimidazioni ricevute dagli uffici regionali, con nota del 5 settembre 2023 l'IPAB ha trasmesso la delibera adottata dal Consiglio di amministrazione relativa rispettivamente all'approvazione della procedura consensuale per il conferimento dell'incarico di Segretario Direttore dell'ente e avvio di procedura della costituzione dell'organismo indipendente di valutazione della performance.
Gli uffici regionali sono in attesa degli esiti delle procedure avviate.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Finco, per la replica.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Assessore.
Ovviamente mi ritengo soddisfatto della risposta, anche perché mette in luce le criticità che sono state evidenziate sia attraverso questa interrogazione, sia dall'esposto anonimo e anche dal sindacato, che ha messo in luce una serie di criticità che anche il nostro ispettivo ha messo in evidenza, in particolare per quel che riguarda il conferimento dell'incarico di Segretario Direttore, la proroga del contratto di appalto per il servizio di nido integrato, le procedure di affidamento di incarichi tecnici e la costituzione dell'organismo indipendente di valutazione e distribuzione delle retribuzioni di risultato ai dirigenti.
Questa è anche una risposta importante al Presidente dell'IPAB Ugo Barbieri e alla Sindaca di Breganze, che a suo tempo risposero che era tutto in regola e che tutto era stato fatto secondo la normativa vigente, ma, visto il lavoro fatto sia dalla Direzione dei Servizi sociali che dall'ispettivo del Consiglio regionale, sembra, anzi è dichiarato che non è stato fatto tutto secondo la normativa vigente. Quindi, bene l'intervento da parte delle nostre strutture competenti.

PRESIDENTE

Abbiamo terminato con le interrogazioni e interpellanze che erano pronte.
PUNTO
6



BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2024-2025-2026 DEL CONSIGLIO REGIONALE. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 73) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 111/2023)

Relazione dell'UFFICIO di PRESIDENZA.
Relatrice: Vicepresidente Zottis

PRESIDENTE

Andiamo al punto n. 6, PDA n. 73.
Relatrice è la collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La proposta di bilancio di previsione finanziario 2024-2025-2026 del Consiglio regionale è approntata sulla base delle proposte di programma operativo e di budget formulate dai dirigenti titolari dei centri di responsabilità, seguendo gli indirizzi generali impartiti dal Segretario generale per l'esecuzione degli indirizzi politico-amministrativi contenuti nelle linee guida programmatiche che costituiscono la politica per la qualità, la prevenzione della corruzione e la sicurezza, sulla base dell'analisi del contesto e delle direttive per la gestione approvati dall'Ufficio di Presidenza.
Nell'impostazione della proposta di bilancio di previsione finanziario 2024-2025-2026 si è cercato di razionalizzare e contenere la spesa riqualificandola in relazione alle reali esigenze funzionali e agli obiettivi concretamente realizzabili, nel rispetto delle norme della legislazione nazionale e regionale in tema di contenimento della spesa, ai sensi e secondo quanto previsto dall'articolo 7 della legge regionale n. 53/2012 .
Nel complesso, il fabbisogno finanziario del Consiglio regionale e degli organismi di garanzia per l'anno 2024 ammonta ad euro 49.998.230, escluse le risorse trasferite dallo Stato alla Regione – ai sensi della legge n. 249/1997 per l'esercizio delle funzioni delegate del Corecom e della legge n. 28/2000 per i rimborsi alle emittenti locali in materia di MAG – e dalla Regione al Consiglio regionale del Veneto, che sono previsti in euro 293.695 per il triennio 2024-2026, a cui si aggiungono euro 240.000 per il triennio 2024-2026 per il pagamento delle competenze dei componenti del Collegio dei revisori dei conti della Regione del Veneto.
I fondi regionali che saranno destinati al fabbisogno finanziario per il funzionamento del Consiglio regionale e degli organismi di garanzia rimangono invariati per il triennio 2024-2026 rispetto al 2023. Nella Nota integrativa allegata al bilancio sono contenute le informazioni di dettaglio sulle previsioni di spesa allocate nei singoli programmi.
Il Consiglio regionale, con questa PDA, delibera di approvare il bilancio di previsione finanziario 2024-2025-2026 del Consiglio regionale, come da allegato che forma parte integrante del presente provvedimento; di chiedere alla Giunta regionale, a mente della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 , la somma di euro 49.998.230 per il funzionamento del Consiglio regionale e degli organismi di garanzia, come citati prima, per il 2024; di chiedere alla Giunta regionale la somma di euro 240.000 per il pagamento delle competenze spettanti ai componenti del Collegio dei revisori dei conti per il 2024; di chiedere alla Giunta regionale, a norma della legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 , le somme introitate a titolo di trasferimenti per le funzioni delegate dal Corecom, come citate prima.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Normalmente, questo è un punto che non comporta molta discussione.
Non vedo nessuna richiesta in discussione generale sul punto.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto sulla PDA n. 73. Non ne vedo.
Metto in votazione la PDA n. 73.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



NOMINA DI UN COMPONENTE DEL CONSIGLIO DI INDIRIZZO E VERIFICA DELL'ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 112/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7.
Proposte? Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
A nome della maggioranza indico il nome di Pradolini Tiziana.

PRESIDENTE

Bene. La votazione avverrà, mi auguro, in maniera elettronica. L'altra volta il sistema è andato in tilt perché c'era un solo candidato e probabilmente l'intelligenza artificiale non comprendeva tale possibilità.
Apro la votazione per la nomina di cui al punto n. 7.
Vedete i tre nomi, dovete selezionare quello che vi interessa, premere invia e "okay".
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Tiziana Pradolini 31
Andrea Bonetti 7
Schede bianche 2
Non partecipa al voto 1
Risulta pertanto nominata Tiziana Pradolini.
PUNTO
8



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RIGO, CECCHETTO, CIAMBETTI, FINCO, MAINO, PAN, VIANELLO, BISAGLIA, SORANZO, POLATO, FORMAGGIO, PAVANETTO E RAZZOLINI RELATIVA A "BLOCCO DEL BRENNERO, VERONA CORRIDOIO STRATEGICO PER COLLEGARE L'EUROPA". (RISOLUZIONE 97) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 113/2023)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8, risoluzione n. 97 presentata dal collega Rigo ed altri.
Consigliere Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Attraverso il corridoio del Brennero passano ogni anno tra i 50 e i 55 milioni di tonnellate di merci, il 30% di tutto l'export italiano verso l'Europa e il 40% di quello veneto.
Le Autostrade del Brennero sono inoltre parte del corridoio Scandinavia-Mediterraneo che unisce il nord e il sud dell'Europa.
Verona, quindi, svolge un ruolo strategicamente cruciale nella rete commerciale europea e nell'asse di collegamento fra Italia e Germania, oltre che nell'asse Est-Ovest, perché appunto Verona si trova al centro di questo crocevia. A Verona è anche presente l'Interporto Quadrante Europa, che è il primo in Italia e il secondo in Europa per volumi di traffico.
Negli scorsi mesi il Governo austriaco ha confermato i divieti e i limiti alla circolazione dei mezzi pesanti sulla parte austriaca del corridoio del Brennero, aumentando le limitazioni già previste nel 2019 e confermandole per il 2024. Queste limitazioni sono state introdotte, secondo l'Austria, per ragioni di carattere ambientale, però ormai appare assolutamente un pretesto e sembra che, invece, si tratti di ragioni di carattere commerciale.
Queste limitazioni creano una concorrenza sleale fortissima nei confronti delle nostre aziende. Queste limitazioni, unite all'aumento dei controlli del Governo austriaco alla frontiera del Brennero a causa dei continui sbarchi di migranti irregolari in Italia, sta mettendo in forte difficoltà il comparto dei trasporti, con danni stimati di 250 milioni di euro l'anno, oltre ai danni creati alla nostra viabilità. È di più di un mese fa la coda di 110 chilometri che si è creata sull'autostrada del Brennero a causa di questi blocchi.
È una situazione che ormai sta diventando inaccettabile e inammissibile. Danni che si ripercuotono sulla nostra economia, sull'intera economia italiana, perché i maggiori costi dovuti a queste limitazioni ricadono sulle nostre aziende, creando un grande problema di competitività, mettendo a rischio interi comparti come l'agroalimentare e il manifatturiero.
In Veneto operano migliaia di aziende di trasporti che occupano, direttamente e indirettamente, 50.000 addetti. Queste aziende hanno investito in innovazione tecnologica dotandosi di mezzi di ultima generazione a basso impatto ambientale e acustico.
Ricordo che l'Italia sta investendo miliardi di euro nella realizzazione del tunnel ferroviario del Brennero. Un'opera mastodontica, che però vedrà la luce solamente nel 2032.

PRESIDENTE

Se volete, interrompiamo e ci riconvochiamo fra una mezz'oretta.
Prego, collega Rigo.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
Il tunnel ferroviario del Brennero permetterà di spostare buona parte dei trasporti dalla gomma alla rotaia; ma il tunnel sarà realizzato non prima del 2032 e fino a quella data l'Italia e i nostri trasportatori non possono sottostare a questi continui ricatti.
Pertanto, con questa risoluzione chiediamo al Governo italiano e alla Commissione europea di dissuadere il Governo austriaco nell'utilizzare il corridoio del Brennero come strumento di pressione geopolitica.
L'Europa, dal canto suo, anche stavolta fa poco o nulla per cercare di risolvere la questione. Un'Europa che professa tolleranza e accoglienza a Lampedusa, ma che, davanti a uno Stato membro che decide di chiudere le frontiere, in barba ai trattati e in barba a Schengen, fa poco o nulla.
Dopo che abbiamo presentato questa risoluzione, il ministro dei trasporti Salvini ha presentato ricorso nei confronti dell'Austria davanti alla Corte di giustizia europea per violazione del diritto europeo. Questa è una situazione vergognosa. Benissimo ha fatto il Ministro. Noi chiediamo al Governo di continuare a intraprendere azioni per...
Mi hanno interrotto tante volte, Presidente. Grazie.
Chiediamo al Governo di continuare a cercare di dissuadere l'Austria. Il Veneto e, in particolare, Verona storicamente hanno un ruolo importantissimo a livello commerciale, essendo al centro di un crocevia importantissimo a livello europeo. Questo ha creato un importante tessuto economico e sociale che questi continui blocchi stanno mettendo a rischio. Pertanto, credo sia importante che anche come Consiglio del Veneto diciamo la nostra su questa questione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ho un problema di carattere informatico: non mi appaiono le richieste di parola.
Se qualcuno dell'informatica arrivasse sarebbe meglio. Grazie.
Consigliere Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Sottoscrivo quanto richiesto dal collega Rigo, in quanto è uno dei temi importanti per il nostro Paese, soprattutto per l'economia del Veneto, in particolare del veronese, che è un punto di riferimento logistico lungo la direttrice del Brennero per tutte le merci che viaggiano verso l'Europa e il resto del mondo.
Effettivamente siamo in Europa e l'Europa è nata per togliere le barriere: le barriere dei confini, le barriere delle dogane, le barriere per la mobilità. L'Europa ha fatto grandi investimenti e sta facendo ora investimenti, compreso (insieme ai fondi del Paese) il nuovo traforo, che permetterà forse tra nove anni di avere maggiore traffico, con treni di maggiore capienza, delle merci lungo rotaia e meno su gomma, però, nel frattempo, il passaggio del Brennero è un passaggio fondamentale perché da lì transita buona parte dell'economia del Paese.
Quando leggo di questi disagi che vengono sollevati come delle vessazioni quotidiane da parte dell'Austria contro le imprese italiane, che devono tribolare per riuscire a passare oltre l'Austria in un contesto europeo dove dovremmo essere considerati, dal punto di vista del transito delle merci un unico Stato, lo trovo veramente umiliante, soprattutto per gli operatori italiani.
Queste azioni, inoltre, provocano dei costi notevoli che ricadono sulla nostra economia, sulla competitività del nostro sistema, sulle nostre imprese.
Io credo che in questo caso ci debba essere veramente la dimostrazione che l'Europa c'è. L'Europa, se c'è, c'è, non solo quando c'è da obbligare a prendere misure assurde o paradossali anche in materia economica, ma deve tutelare prima di tutto la mobilità interna. Non è possibile che le esigenze in particolare di uno Stato poi vadano a bloccare l'economia di un altro Stato che fa sempre parte della stessa Unione europea.
C'è da parte mia il sostegno a questa mozione, perché le autorità italiane, sia lo Stato, ovviamente, ma anche le autorità europee prendano seriamente a cuore questo problema. Capisco anche i problemi che ci sono sul territorio in questo corridoio, dove transitano ovviamente migliaia e migliaia di camion, in un territorio di puro passaggio come l'Austria, ma si cerchino delle forme di compensazione, si cerchino delle forme di aiuto, si cerchino altri investimenti, nuovi sbocchi per alleggerire il transito, però il transito ci deve essere, non si può farne a meno.
Ci vuole una regia europea forte perché il principio di libera circolazione delle persone e delle merci non sia poi, di fatto, violato e vi siano eventualmente, qualora uno tendesse a violare questo principio, anche delle penalità in capo agli Stati che violano uno dei principi fondamentali dell'Unione europea.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Comincerei riportando dei numeri.
Punto n. 1: nel Brennero passano all'anno 2,5 milioni di autoarticolati. Questo significa quasi 9.000 al giorno, nei giorni lavorativi, e significa più di 300 all'ora in una valle in cui l'inquinamento purtroppo si ferma. Così come qui, ragioniamo in ambito padano e ci confrontiamo con una geografia che non aiuta il transito di area, così lì è uguale, anzi peggio.
Da questa analisi emerge un dato in Austria, che è un rischio sanitario per i cittadini di quella valle. Questa analisi ha prodotto – perché i politici devono produrre soluzioni per questi problemi – una serie di proposte.
Ad esempio, la limitazione di velocità di 100 chilometri orari sull'autostrada della Valle dell'Inn, con un beneficio in termini di emissioni; il divieto di circolazione notturna per quanto riguarda alcuni tipi di mezzi, il divieto di circolazione settoriale per tir superiori a 7,5 tonnellate e un sistema di contingentamento, che quindi ridurrebbe, in alcune giornate, per i primi mesi del 2024 sono state 24, per i primi sei mesi, a 300 camion all'ora. Quindi, una riduzione non eccessiva rispetto al carico orario.
Grazie, se potete abbassare la voce. Devo anche fare ascoltare la mia e devo anche parlare senza essere disturbata, così come chiedeva il vostro collega prima e io ero zitta.
Quindi, alla luce di questo, ancora una volta, si sta cercando di strumentalizzare degli aspetti rilevanti distogliendo l'attenzione ai problemi cogenti e reali che riguardano la vita e la salute di molte persone, negando di vedere la possibilità di uno sviluppo e progresso che vi sarebbe, se solo fossimo capaci di ripensare al nostro approccio alle tematiche del commercio e dell'impresa. Chi qui teme ogni cambiamento e si oppone ai percorsi che devono essere fatti e vanno nella direzione di un diverso modello di sviluppo sta omettendo un fondamentale dato di fatto, il mondo sta cambiando e si sta riorganizzando in funzione delle nuove sfide, come ha sempre fatto, aprendo quindi a nuove possibilità.
A noi sta la responsabilità di decidere se cogliere o meno queste opportunità o relegarci all'arretratezza.
Sono esterrefatta che si continuino a presentare gli aspetti economici in antitesi rispetto alle questioni ambientali e di salute, come se si trattasse di due ambiti completamente differenti, inconciliabili. Non esistono verità assolute a supporto di questa tesi. Sono conciliabili, perché se sono inconciliabili è soltanto relativo ad una mancanza di visione politica. Bisogna invece cogliere da parte nostra le necessità inderogabili della qualità dell'aria, della salute, dell'ambiente e il contrasto alla crisi climatica insieme alle potenzialità che la transizione permetterebbe di sbloccare proprio per le aziende che voi dite di voler tutelare e che, invece, nell'ambito di un medio e lungo termine, se si continua lo status quo attuale, perderanno queste occasioni e perderanno la possibilità di resistere.
Siamo di fronte a una proposta che non propone, che non considera quanto volevo proporre con un emendamento modificativo in cui chiedevo che il Governo italiano e la Commissione europea avviassero le iniziative di competenza per favorire la costruzione di un Piano logistico di coordinamento nel settore economico con l'obiettivo di indirizzare i flussi commerciali verso i canali infrastrutturali ferroviari, quelli che l'Austria da anni propone, implementando il suo sistema ferroviario, investendo addirittura in quest'ultimo anno 21 miliardi di euro proprio per implementarlo e dare una soluzione anche a questi trasporti commerciali.
La proposta che vi facevo, di ritornare a una logica di confronto e di pianificazione delle soluzioni per collegamenti infrastrutturali ferroviari interstatali ed europei che prevedano la disposizione di specifici strumenti a supporto delle imprese durante tutta la fase di questo processo, mi è stato detto che non viene accolta. Eppure si prevedevano aiuti alle imprese con questo tipo di approccio, quello che richiede l'Austria e quello che richiedono anche i Verdi e i cittadini del Tirolo, del Sud Tirolo, insieme anche alla nostra parte veneta, che avrebbe potuto fare da grande capofila per questo obiettivo. Si chiedevano aiuti per questa transizione alle imprese e un impegno reale a fare questa transizione, perché, se continuiamo così, nel 2026 quel tratto di autostrada verrà comunque ridotto, a causa dei lavori in corso e ci ritroveremo da capo. Quindi, c'è bisogno di una strategia, cosa che in questi anni non è stata attivata, perché l'Italia non sta sviluppando il proprio trasporto su ferro, specie in ambito commerciale.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Polato.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Grazie al collega Rigo per la risoluzione presentata.
Parto dal fondo, Presidente. Concordo in parte con l'intervento della consigliera Guarda, ma non nella parte finale in cui si parla di dissuadere, sostanzialmente di sollecitare le aziende nostre nell'intraprendere iniziative imprenditoriali affinché poi non si arrivi alla soluzione migliore per quel territorio, soprattutto citando, come lei diceva, anche il traffico su ferro, ovvero ferroviario.
Innanzitutto, l'Italia, rispetto all'Austria in questo caso, è in anticipo, perché ho avuto occasione di verificare più volte il tunnel di base, il cosiddetto BBT, che dovrebbe spostare anche i mezzi su gomma su ferrovia. L'Italia è in anticipo rispetto all'Austria.
C'è un problema tecnico. Per rapporti personali anche recenti che ho avuto con il Governo austriaco, in questo caso con il Land del Tirolo, so che ci vogliono almeno altri nove anni per finire il tunnel di base, ovvero per prendere quei mezzi che oggi transitano su gomma su quel territorio, con quelle difficoltà che i colleghi sanno, per arrivare, poi, a trasportarli, a trasbordarli sul ferro, per creare una sorta di semplificazione, sia dal punto di vista logistico sia per quello che riguarda un miglioramento ambientale.
Ovviamente, prima si cercava di confrontarci con il collega Rigo, condividendo, sostanzialmente, la risoluzione, non possiamo non rappresentare il fatto che l'Austria fa un po' quello che noi vorremmo, come Stato sovrano, fare. Noi difendiamo un nostro territorio, in questo caso l'Austria. Perché l'Austria utilizza lo strumento, in questo caso, dei blocchi stradali? Perché si trova la Germania da un lato, che decide in via unilaterale di chiudere o aprire dei traffici sull'Italia; si trova, ovviamente, l'Italia, con la necessità, in quel corridoio unico, di transitare le merci dalla Germania, soprattutto da nord verso sud. Per cui, l'Austria, come Stato sovrano, fa quello che la Francia fa con Schengen, che gli altri Stati fanno con Schengen, che l'Italia ‒ devo dire ‒ ha iniziato a fare, per esempio, con la Slovenia, per quello che riguarda il controllo dell'immigrazione.
È vero anche che la difficoltà economica che sta creando sul territorio, soprattutto della provincia di Verona, è importante. Questo lo dico da imprenditore del ramo della logistica. Perché poi, a caduta, il costo dei trasporti e i tempi di attesa vanno sul prodotto finito e vanno, alla fine, con l'utenza finale.
Di conseguenza, nel sottoscrivere la proposta – signor Presidente, come Gruppo, intendiamo sottoscriverla – inviterei il proponente a fare una modifica sulla prima parte del dispositivo, inserendo il fatto che la Comunità europea, insieme con l'Italia, insieme con l'Austria, insieme con la Germania, ovvero con i territori al confine, si possa trovare in un incontro multilaterale per cercare una soluzione di questo tipo.
Diversamente, ci troveremo che imprenditori nostri, trasportatori e quant'altro faranno ricorso a questa scelta dell'Austria. Ci troviamo la Germania che, a piacimento, decide o meno come gestire il traffico su questa arteria. Alla fine, pagano gli imprenditori italiani, soprattutto gli imprenditori del comprensorio dell'interporto di Verona.
Per cui, benissimo la risoluzione. Cercherei di migliorarla sul fatto che, se così le cose rimarranno, la Germania rimarrà nelle sue posizioni, l'Austria continuerà a utilizzare questo strumento, e pagherà sempre l'Italia, pagheranno gli imprenditori italiani.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Se non ci sono altri interventi, chiuderei la discussione generale, ma chiederei al proponente se ha intenzione di accogliere gli emendamenti proposti. Può intervenire.
Consigliere Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Rimango abbastanza basito dalle posizioni dell'opposizione rispetto al fatto che già su questa questione le nostre aziende stanno pagando un prezzo altissimo. Già le nostre aziende di trasporti per entrare in Austria si sono dotate tutte di mezzi Euro 6 perché, altrimenti, non possono entrare. Si sono dotate di mezzi addirittura che hanno silenziatori notturni per poi vedersi mettere i blocchi notturni da parte del Governo austriaco, quindi non potere neanche utilizzarli.
Questi blocchi vanno a intermittenza, per cui le ragioni di carattere ambientale decadono. Non è che non passano camion, non passano di notte, ma probabilmente di giorno ne passano molti di più. Quindi, anche per questo motivo l'emendamento della consigliera Guarda non è stato accolto.
Per quanto diceva il consigliere Polato, sicuramente se troviamo una formula per favorire un dialogo, di sicuro, questo è importante, anche perché non è solo l'Italia a lamentare questa situazione, ma anche altri Paesi (la Germania in particolare) hanno evidenziato questa situazione alla Commissione europea.
Certo è che questi blocchi e queste limitazioni vanno avanti da anni, da decenni. Di incontri, di tavoli e di dialoghi ne sono stati fatti a centinaia, probabilmente. Nessuno ha mai portato a nulla. Questo lo sappiamo. Nessun tavolo ha portato a nulla perché siamo ancora in questa situazione.
È una situazione che, ripeto, mette in estrema difficoltà le nostre aziende, mette in estrema difficoltà il ruolo del Veneto e di Verona, perché si comincia anche a parlare di modificare il tragitto delle merci, perché si comincia a pensare anche a soluzioni via acqua, il che sarebbe disastroso per noi e per la nostra economia, perché comporterebbe costi assolutamente maggiori. Però, la situazione è veramente difficile.
Basti pensare che costa di più il trasporto dei prodotti agroalimentari dall'Italia alla Germania, a causa dei blocchi del Brennero, che non dalla Spagna alla Germania.
Questo crea un problema di competitività enorme alle nostre aziende. Ripeto, il ruolo che ha Verona storicamente come player centrale nell'interscambio di merci europeo credo che debba essere ribadito ancora una volta da questo Consiglio.
Grazie.

PRESIDENTE

Per capirci, mi pare che avesse detto di no all'emendamento proposto dalla consigliera Guarda e che avesse dato un'apertura a potenziali modifiche proposte dal consigliere Polato.
Sospendo, quindi, per due minuti il Consiglio. Cortesemente rimaniamo qui e vediamo la formulazione.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.35
La Seduta riprende alle ore 15.38

PRESIDENTE

Riprendiamo. Colleghi, siamo arrivati alla formulazione?
Chiedo al consigliere Rigo di leggere la modifica del testo.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Dopo "esorta il Governo italiano" rimane tutta quella parte "e ad intraprendere azioni a favore del trasporto comunitario".

PRESIDENTE

Quindi, sostanzialmente, c'è l'aggiunta "e ad intraprendere azioni", eccetera.
Con la riformulazione appena definita dal proponente consigliere Rigo, ci sono dichiarazioni di voto?
Consigliere, può ripetere, per favore?

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

"E ad intraprendere azioni a favore del trasporto comunitario".

PRESIDENTE

Mi pare sia stato chiaro, Consigliere.
Ci sono dichiarazioni di voto? Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la consigliera Bigon. Consigliera, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi siamo consapevoli, assolutamente, dell'importanza di Verona all'interno di quella strategica zona in cui si trova. Però siamo anche convinti del fatto che al momento abbiamo al Governo un Centrodestra che dovrebbe assolutamente portare avanti le istanze.
Questa mozione, di cui non si è accolta nemmeno la giusta richiesta di emendamento da parte della collega Guarda... Non capiamo la motivazione per la quale viene fatta una modifica a favore di un emendamento simile e poi, strumentalmente, non viene accolta la richiesta della consigliera Guarda.
Crediamo che sia il Governo, vostro rappresentante, direttamente, a dover portare avanti le istanze. Siamo consapevoli e vogliamo assolutamente che Verona prenda sempre di più il ruolo e la centralità della zona in cui si trova. Credo che gli strumenti a disposizione sia della Regione che del Governo ci siano, ma non bisogna fare di questo strumentalmente una politica, di cui non vogliamo essere parte.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sicuramente l'introduzione ulteriore di questa attenzione alla necessità di un piano rispetto agli scambi commerciali e al trasporto delle nostre merci è molto importante. Sicuramente è un piccolissimo passo in avanti di questa mozione.
Considerate, ribadisco, che noi stiamo parlando di una proposta che, in questo caso, non contiene alcuna indicazione sulla necessità di costruire realmente, attraverso la Commissione europea, un Piano di coordinamento del settore economico e lo sviluppo di interventi per fare in modo che a pagare non siano mai le imprese e i cittadini, ma siano finalmente le Istituzioni, che devono fare il proprio dovere. è quando l'Istituzione non fa il proprio dovere, così come è stato fatto purtroppo in Italia in questi anni, che a pagare sono le imprese. Il messaggio dall'Austria, della necessità di ridimensionare il traffico su ruota, non è recente. È di qualche decennio fa. Motivo per cui ha implementato il proprio sistema ferroviario e motivo per cui, invece, in Italia, quando le merci arrivano al Brennero, scendono e continuano su ruota. Proprio perché, purtroppo, nonostante quello che viene detto in quest'Aula, perché riportato dai giornali, qui in Italia il sistema del trasporto di merci su ferro è impercorribile.
Chiedo scusa. È il mio tono di voce normale. Al massimo abbasseranno il microfono.
Se andiamo al Brennero a fare una giornata di osservazione, la stessa giornata di osservazione che ho fatto io, per esempio, insieme ad alcuni colleghi, è possibile vedere che le merci arrivano in treno, poi scendono e in Italia continuano su ruota. Proprio perché il trasporto qui in Italia su ferro non è percorribile, non è accessibile alle imprese. È anti-economico. Ecco perché oggi la nostra responsabilità non è quella di dire: cattivo tu, buono io, eccetera. Dobbiamo cominciare a prenderci le nostre responsabilità. Lì l'azione la stanno facendo responsabilmente per difendere una comunità che da anni non è stata ascoltata e che da anni sta soffrendo un problema di inquinamento e di effetti sanitari, che prima di oggi non era mai stato preso in considerazione.
Vorrei che la stessa energia venisse spesa qui in Italia per produrre soluzioni, che non siano soltanto di contrapposizione, ma di costruzione, così come provavamo a proporvi con questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Ovviamente, per riaffermare il voto favorevole del Gruppo di Fratelli d'Italia. Colgo l'occasione per rispondere anche alle colleghe che in dichiarazione di voto hanno fatto alcune affermazioni.
Innanzitutto, la collega Bigon. Certamente difendiamo Verona. Dobbiamo ringraziare la risoluzione che ha proposto il consigliere Rigo. Lo dice lei stessa: il problema non è politico. È un problema che abbiamo da dieci anni. In questi dieci anni sono cambiati quasi cinque o sei Governi. Vuol dire che chi era al Governo non ha messo in campo le azioni necessarie per arrivare a risolvere la questione.
Per quanto ci riguarda, negli ultimi dieci anni al Governo non c'eravamo. Di conseguenza, l'impegno che possiamo avere, come Gruppo, è quello di sperare che questo Governo possa mettere in campo queste azioni. Lo farà? Non lo farà? Tra "x" anni diremo se questo Governo ha messo in campo queste azioni. Sta di fatto che fino ad oggi quei Governi che erano rappresentati dai vostri rappresentanti politici e dalla Lega, ovviamente, quelli che c'erano... E poi i Verdi. Al di là delle composizioni, sta di fatto che non possiamo dire che è un problema nato oggi. È un problema, giustamente, che esiste da dieci anni. Per un problema che abbiamo da dieci anni dobbiamo dare questo messaggio. Ecco perché ritengo che la proposta di risoluzione del collega Rigo non sia strumentale e politica, ma sia reale. Lei, che vive quel territorio, sa benissimo che quel problema c'è.
Pensate che ai tempi del Covid, fino al 21 ottobre 2021 circa, l'Austria nemmeno accettava i certificati Covid italiani. Se i colleghi Consiglieri di Verona ricordano, l'ASL ha dovuto mettere delle postazioni all'Interporto proprio per fare i certificati, perché l'Austria nemmeno li accettava. Anche in quel caso, quindi, danni ai trasportatori.
Non concordo con la collega sul trasporto via ferro. Oggi abbiamo un terminal, il Terminal Gate, a Verona, che trasporta centinaia di migliaia di TEU all'anno, che arrivano anche dalla Germania e dall'Austria. Lo stanno già potenziando. Potrebbe diventare, anche con i corridoi del mare, uno strumento più ecologico? Certamente in futuro. Oggi, però, per dare risposta alle problematiche di questo territorio, mi sento di dire che noi, collega Bigon, dobbiamo sostenere questa risoluzione, perché di politico ha poco o nulla. Se non, in questo caso sì, un impegno che il Governo, questo Governo, deve prendersi nei confronti anche di quel territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere proponente Rigo.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Mi ha anticipato il collega sulle risposte alle colleghe, in particolare alla collega Bigon. Conosciamo le dinamiche, sappiamo quanto è importante quel corridoio per Verona. Sappiamo, altresì, che il problema non esiste da quando c'è questo Governo. Il problema esiste da almeno dieci anni ed è sempre in peggioramento, perché i blocchi, le limitazioni sono sempre peggiorative per le nostre aziende. Negli ultimi dieci anni al Governo siete stati più voi che noi, ma non entro nel merito di questo.
Di sicuro, un'azione forte è già stata intrapresa da questo Governo. Noi chiediamo al Governo di continuare su questa linea e alla Commissione europea, magari, di battere un colpo rispetto a un problema che non è solo nostro, ma è di natura europea, perché ‒ ripeto ‒ riguarda anche la Germania e tanti altri Paesi europei che da quel valico fanno passare moltissime delle loro merci e dei loro prodotti.
Credo che l'Italia si stia dotando, contrariamente a quanto dice la consigliera Guarda, di mezzi ferroviari importantissimi. Difatti, l'investimento sul tunnel del Brennero va proprio in questa direzione. Nell'altra direttrice si sta costruendo la TAV, un progetto importantissimo europeo. I comitati ambientalisti, che sono andati a fare blocchi, che sono andati a mettere bombe, che sono andati a picchiare la Polizia, di sicuro non strizzano l'occhio a questa parte dell'Aula. Forse più alla sua parte, consigliera Guarda.
Una visione strategica, a livello di trasporti e a livello ferroviario, credo che da questa parte ci sia.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Non vedo altri interventi in dichiarazione di voto.
Metto in votazione la risoluzione n. 97, così come modificata dal consigliere Rigo.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAN, CENTENARO, FINCO E RIGO RELATIVA A "AGENZIA DELLE ENTRATE: VENGA RIAPERTA QUANTO PRIMA LA SEDE DI CITTADELLA". (MOZIONE 345) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 114/2023)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 345, presentata dai consiglieri Pan, Centenaro, Finco e Rigo.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
È passato un anno e un paio di mesi. Non è successo nulla in un anno e due mesi. Abbiamo protestato insieme ai Sindaci nel nostro territorio, l'Alta Padovana, dove Cittadella è il centro, dove ci sono tutti i servizi statali, i servizi locali, dall'Ospedale alle scuole superiori, Carabinieri, Guardia di finanza, eccetera. Abbiamo recentemente difeso l'INAIL, perché se ne stava andando via, ma siamo riusciti a contrastare questo.
L'Agenzia delle entrate, purtroppo, non ha neanche più di tanto risposto. Il direttore è stato sollecitato anche dai nostri parlamentari a Roma con più di qualche interrogazione. Sì, c'è questa tendenza sui risparmi della Pubblica amministrazione, quindi questi tagli trasversali che avvengono in territori come il nostro. L'Agenzia delle entrate non è che ci sia simpatica. A volte discutere con le Entrate per noi non è così semplice. Però in un territorio come il nostro, in cui c'è una partita IVA ogni due abitanti... Secondo le statistiche, che sono state pubblicate recentemente, anche sui giornali, abbiamo un'impresa importante con il più alto reddito pro capite del Veneto e forse d'Italia tra Cittadella, Tombolo e paesi limitrofi.
Ricordo che la presenza delle partite IVA, quindi di industrie importanti, industrie di tutti i settori, anche strategici, dalla siderurgia alla chimica, ai servizi, ma anche l'industria manifatturiera, che è il corpo centrale dell'industria padovana... Il 67% dell'industria padovana è legata al metalmeccanico e alla manifattura. Quando si deve avere un rapporto con l'Agenzia delle entrate, che gestisce, naturalmente, tutta l'Alta Padovana, che è un territorio ‒ anche il Camposampierese ‒ che va da Borgoricco a Massanzago, a Camposampiero fino a Cittadella, San Pietro in Gu, Carmignano... Non vorrei saltare nessuno. Metà della Provincia di Padova, abitano circa 400.000 persone. Aver centralizzato questo tipo di servizio a Padova, che è a 30 chilometri da noi, per noi è un disagio forte, non solo per le aziende, non solo per i cittadini, ma anche per le Amministrazioni comunali e per i dipendenti stessi che avevano sede lì e che, naturalmente, devono farsi tutti questi chilometri quotidianamente.
Non è certo questo che noi vogliamo, questa mancanza di presenza di questi sportelli. Va bene lo smart working. Adesso si fanno tante pratiche on-line e via dicendo. Però, a volte, quando si hanno contenziosi con l'Agenzia delle entrate, avere uno sportello, sedersi davanti a un direttore, sedersi davanti a un rappresentante e discutere, permette di risolvere i problemi molto più velocemente che doversi rivolgere a un numero verde, che spesso e volentieri troviamo in tanti servizi, da quello postale a quello... Ormai troviamo numeri verdi che ci rispondono dall'Albania, dalla Romania, eccetera, e poi non ci capiamo più niente in questo inferno della burocrazia.
La mozione impegnava la Giunta a farsi portavoce presso le rappresentanze governative, in particolare al direttore dell'Agenzia Entrate perché questo servizio sia ripristinato. Come abbiamo visto anche in altri territori con i tribunali, questa fuga dei servizi diventa per i nostri cittadini un peso oltre a quello che noi naturalmente diamo. Ricordo che la nostra industria, la nostra manifattura, le nostre imprese, i nostri imprenditori versano – e qui non vorrei sbagliarmi – 15 miliardi di residuo fiscale a Roma e quindi, se questa è l'autonomia al rovescio, questa autonomia non ci piace.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Fa sempre piacere vedere rappresentanti di questo Consiglio chiedere che vengano riaperti dei punti di riferimento, degli sportelli dell'Agenzia delle entrate, cioè l'agenzia che è dedita a riscuotere e a raccogliere le tasse che devono essere pagate dai cittadini. è un dovere che dovrebbe essere di tutti coloro che hanno un reddito, pagare il giusto, il dovuto, senza evadere.
è significativo e positivo anche perché siamo una delle Regioni dove l'evasione fiscale è ad alti livelli, come ci dicono tutti gli indici possibili e immaginabili. Se non ci fosse l'evasione fiscale in Italia non avremmo ad esempio carenze di finanziamento della sanità, che, come abbiamo visto anche con l'ultima manovra di bilancio, si ritrova ad avere meno di quello che è necessario, cioè si ritrova ad avere assegnata una quota di finanziamento insufficiente per mantenere i livelli che c'erano l'anno scorso. Siamo quindi destinati purtroppo a decadere in termini di servizi di qualità della sanità, parlo a livello nazionale.
Questa era la prima osservazione che volevo fare. Potrebbe essere anche una notizia che autorevoli esponenti della Lega vogliono incrementare il numero di queste attività dell'Agenzia delle entrate sul territorio.
La seconda cosa però che vorrei dire è che l'intervento del collega sulla risoluzione precedente è significativo. Rigo ha fatto continuamente presente "voi eravate al Governo, siete stati al Governo per anni e potevate questo, potevate quello, non l'avete fatto", eccetera, ma mi chiedo – questo è il secondo tema che pongo a quest'Aula – come sia possibile che adesso che siete al Governo presentate in una delle tante regioni d'Italia una richiesta del genere, quando ci sono i telefoni, c'è il WhatsApp, se non c'è il WhatsApp si può fare anche una telefonata, si chiama il Ministro del proprio partito. Mi pare, se non mi sbaglio, che la Lega sia al Governo, allora chiamate i vostri Ministri, risolvete così la cosa. Perdiamo tempo su cose del genere quando avete il filo diretto.
Credo che sia significativo anche in questi termini il fatto che mi sembra un po' assurdo arrivare a questa definizione, tra l'altro si tratta di un impegno della Giunta a farsi portavoce al Governo. Insomma, alzate il telefono e chiamate.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il vicepresidente Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Il mio intervento è per ovviamente sostenere questa mozione, ma per far capire anche qual è lo stato dei servizi pubblici in questo Paese perché, oltre a non darci un minimo di autonomia, che ci spetta, dobbiamo anche pagare tutti i servizi dello Stato perché adesso abbiamo parlato del caso di Cittadella, ma ho fatto un attimo mente locale sui servizi nel nostro territorio negli ultimi anni: i tribunali, le Agenzie delle entrate, le Agenzie delle riscossioni, gli uffici postali, le caserme della Polizia, i commissariati di Polizia, l'Agenzia delle dogane, gli Archivi di Stato. Vediamo i nostri Comuni che ovviamente ogni due o tre anni devono farsi in quattro, trovare degli accordi con i Comuni contermini per cercare di salvare questo o quel servizio, altrimenti ti arriva la letterina da parte del Ministero di turno che ti dice "o mi dai lo stabile in locazione gratuita e forse una soluzione la troviamo" oppure ti chiudono l'ufficio postale del piccolo paese oppure tolgono il commissariato o l'Agenzia delle entrate o l'Agenzia delle dogane.
Allora è ovvio che i nostri Sindaci, pur di mantenere un servizio, che non è un servizio che ti porta voti, ma è un servizio alla collettività, si fanno in quattro. Però questo sta anche a dimostrare che se un Paese non riesce nemmeno a garantire al territorio i servizi dello Stato vuol dire che forse questo è un Paese fallito sotto tutti gli aspetti e dovremmo anche avere il coraggio di dirlo che questo è un Paese che non sa garantire i servizi minimi.
La cosa che ancor più risalta è che tutti i servizi che sono in carico allo Stato, cioè che sono competenza pura dello Stato, sono servizi che non funzionano e quindi, l'Ente locale deve sopperire all'assenza totale dello Stato.
Quando una Regione come la nostra o altre realtà territoriali dicono "dateci delle competenze, perché magari sappiamo anche gestirle meglio a livello territoriale" è perché se non altro quello che gestiamo a livello locale lo sappiamo fare e gestire sicuramente meglio.
Poi, per quel che riguarda l'osservazione che ha fatto all'inizio il consigliere Zanoni, secondo cui il nord Italia sarebbe la zona dove si evade di più, dico che ci credo, ma è la zona anche dove si lavora di più, perché se vai in certe parti d'Italia dove non si lavora, se non lavori di sicuro non evadi. Questo è un dato sicurissimo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la capogruppo Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vorrei solo fare due brevi considerazioni. Se non ricordo male e non capisco male, la decisione di chiudere la sede dell'Agenzia delle entrate di Cittadella è il risultato della prima manovra di bilancio del Governo Meloni, con la scure che si è abbattuta nel dicembre del 2022, nota sotto il nome di spending review, che ha interessato diverse articolazioni dei servizi dello Stato, che è finalizzata al contenimento dei costi. Anche nella prossima manovra di bilancio nazionale, guardando le indiscrezioni che escono ancora prima dell'approvazione, al spending review si rafforzerà con un nuovo e importante taglio che il Governo imporrà sugli Enti locali e sulle Regioni.
Lo dico perché a me piacerebbe che in questo Consiglio regionale iniziassimo a votare qualcosa di utile e di coerente. Il Governo Meloni non può, con una mano, tagliare linearmente le risorse e i trasferimenti per i Comuni e per le Regioni e con l'altra mano accogliere istanze irricevibili per la logica di cui sopra. Non so se ce ne siamo accorti, ma i conti dello Stato sono alla canna del gas. Possiamo approvare tutte le mozioni che volete, in cui chiediamo nuova spesa, impegniamo il Governo a spendere e poi l'assessore Calzavara, dopo che ha approvato una manovra di bilancio ad agosto, tra qualche settimana, sarà costretto a capire dove andare a prendere i 28 milioni che mancano al bilancio della Regione del Veneto, con un taglio lineare dei trasferimenti che si sommeranno ai trasferimenti agli Enti locali che questo Governo ha tagliato.
A me va benissimo. Possiamo riaprire la sede dell'Agenzia delle entrate a Cittadella, il Tribunale della Pedemontana. Fate le mozioni che volete. Ci sarà un momento in cui i cittadini italiani e del Veneto vi chiederanno se avete finito di prenderli in giro. Perché o ci sono i soldi o non ci sono.
Io non ho niente contro la sede dell'Agenzia delle entrate di Cittadella, sebbene sia una richiesta, secondo me, più di popolo che di razionalità. In una fase storica in cui tutti i servizi sono digitalizzati, pensare di avere ogni ufficio sotto casa fa parte di una lettura quantomeno nostalgica che abbiamo delle nostre comunità. Ma mi va benissimo. Se non fosse che la ritrovo inutile.
Faccio, a tal proposito, una richiesta formale all'Ufficio di Presidenza: vorrei avere copia, in tempo reale, di tutti gli atti che il Consiglio regionale farà presso il Governo per riaprire la sede di Cittadella. Se viene fuori che noi votiamo una mozione che è inutile nel merito, e sarà inutile anche nei fatti, siccome l'opposizione presenta decine di mozioni che vengono discusse in grave ritardo e poi dobbiamo perdere tempo a discutere di una mozione inutile, io davvero mi chiedo qual è la nostra funzione.
Fateci capire che intenzioni ha il Governo, voi che, come diceva il collega Zanoni, lo frequentate più abitualmente di noi. I soldi per i servizi sul territorio ci sono o no? Lo vuole sapere, secondo me, anche l'assessore Calzavara. È abbastanza interessato.
Siccome in politica conta un briciolino anche la coerenza, mi dovete spiegare sulla base di cosa pensate di avere i soldi per aprire l'ufficio dell'Agenzia delle entrate a Cittadella e contemporaneamente tagliate 30 milioni di euro ai bilanci della Regione del Veneto. A proposito di virtuosismo e di eccellenza. È lo stesso Governo. Finirà, a un certo punto, la retorica in cui ci dite che voi avete governato per dieci anni. È un anno che siete al Governo. E in questo anno non avete risolto un problema di questo Paese. Anzi, i problemi si sono aggravati.
Credo che un po' di serietà dentro le attività di questo Consiglio sia necessaria. Io non sono abituata a votare pezzi di carta che non significano niente. Il giorno che vedrò riaperto il Tribunale di Bassano o la sede dell'Agenzia delle entrate di Cittadella rimetterò le mie colpe. Finché questo non accadrà, di questi foglietti di carta fatichiamo a capire cosa farcene.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Do qualche notizia alla collega Camani. Questa mozione è dei primi di settembre del 2022. Mi pare che il Governo si sia insediato... Le votazioni ci sono state a ottobre? Va bene, siamo sempre noi. Lo so, stia calma. Siccome è una mozione che, secondo lei, è inutile...
Mi fa parlare? Io non l'ho interrotta.
Allora saranno più utili le mozioni che fate voi...

PRESIDENTE

Collega Camani, lasci intervenire il collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Invece noi facciamo mozioni per i nostri cittadini, per i nostri territori, per le nostre imprese. Sarà per questo che il PD forse nell'Alta Padovana prende percentuali naturalmente da prefisso telefonico, mentre la Lega e il centrodestra prendono di più, perché voi avete in mente solo un'altra cosa, avete in mente che nelle nostre imprese siano tutti dei farabutti, che non pagano le tasse. Invece sono persone che si alzano al mattino e pagano le tasse. Poi recentemente sono stato in Puglia e in Sicilia, non voglio fare il leghista, ma uno scontrino a me non l'ha fatto mai nessuno da quelle parti. Faremo il ponte, sì, faremo anche il ponte. Quindi magari facciamo pagare gli scontrini anche a loro.

PRESIDENTE

Rimaniamo sul tema.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Siccome noi portiamo avanti le attività delle nostre imprese e dei nostri Sindaci sui territori, magari non ce la riaprono l'Agenzia delle entrate. Ci stiamo provando. è stato un decreto del Direttore dell'Agenzia delle entrate, perché i nostri parlamentari sono già intervenuti, vada a vedersi gli atti sia in Parlamento che in Senato. Stiamo ancora aspettando delle risposte, è passato un anno. La spending review la possono fare magari in altri territori, ma in un territorio dove noi siamo la locomotiva di questo Paese, dove siamo la produzione industriale e il PIL più alto dopo la Baviera della manifattura, io penso che i servizi vicino alle nostre imprese siano più importanti, che avere magari cento dipendenti amici degli amici, che sono magari in Puglia, in Calabria e in Sicilia, perché devono prendere lo stipendio fisso.
Allora siamo seri. Magari, Camani, io la inviterò, se saranno riaperti questi uffici, ma magari ce li inauguriamo fra di noi, però attenzione a quello che dite in quest'Aula perché pezzi di carta inutili, Presidente... Per carità, ne ho viste tante di mozioni, risoluzioni, e quello che abbiamo fatto qui dentro, ma ci vuole anche un po' di rispetto per il lavoro che fanno i colleghi. Noi abbiamo avuto un rispetto sempre di quello che avete presentato voi, magari abbiamo votato contrario, magari abbiamo votato in altra maniera, magari c'è stata discussione, ma dire che porre una questione a Roma, porre una questione allo Stato, porre una questione sui servizi ai nostri cittadini, alle nostre imprese sia inutile per quest'Aula, io penso sia veramente uno svilimento della nostra presenza e della politica in questa Assise.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Dichiarazioni di voto.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Capogruppo Pan, ha ragione, sono io che forse ho inteso male. Provo a fare sintesi. Il Capogruppo della Lega per Salvini Premier – purtroppo le cose sono andate diversamente – protesta contro una decisione assunta dal Governo in cui sedeva la Lega, attraverso una mozione in cui chiede a un Governo dove c'è la Lega di riaprire la sede delle Agenzie delle entrate di Cittadella perché secondo il Capogruppo della Lega Salvini Premier questo è il modo con cui la Lega prende i voti e sta vicino alle imprese del suo territorio.
Io ribadisco, senza nulla togliere al valore delle attività consiliari dei colleghi, che dal mio punto di vista questo atto è vagamente poco credibile e leggermente furbesco perché se io sono il Capogruppo della Lega Salvini Premier (che non sarò mai naturalmente, su questo siamo d'accordo, sono sufficientemente orgogliosa di essere il Capogruppo del Partito Democratico, non c'è dubbio), quindi se il Capogruppo della Lega protesta contro una decisione del Governo della Lega e chiede al Governo della Lega di intervenire su una cosa francamente che è incoerente con lo stato di salute dei conti pubblici della nostra nazione, io penso che questo sia forse non un atto inutile del Consiglio, per carità, certamente un modo di prendere in giro le persone e le imprese che io credo che da chi governa questa Regione abbiano bisogno di ben altri segnali di attenzione e di interesse.
Registriamo che per la Lega Salvini Premier questo è il modo con cui ci si occupa degli imprenditori di Cittadella e dell'Alta Padovana.
Per tutte queste ragioni annuncio il voto di astensione del Gruppo del Partito Democratico di cui sono Capogruppo.

PRESIDENTE

Metto in votazione la mozione n. 345.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTI
10 e 11



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE FINCO RELATIVA A "DENATALITÀ: LA GIUNTA SI IMPEGNI AD ADERIRE AL PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE TRA ANCI VENETO, DIREZIONE REGIONALE INPS VENETO, FONDAZIONE CENTRO DELLA FAMIGLIA – ISTITUTO DI CULTURA E DI PASTORALE, FONDAZIONE LEONE MORESSA E IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DEL VENETO, NELL'AMBITO DEL PROGETTO "OSSERVATORIO NATALITÀ E FAMIGLIA"". (MOZIONE 398) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 115/2023)

e

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BRESCACIN, BARBISAN, CECCHETTO, BISAGLIA, BET, PAN, CAVINATO, ZECCHINATO, FAVERO, CESTARO, CESTARI, DOLFIN, FINCO, VIANELLO E SANDONÀ RELATIVA A "LA REGIONE VENETO ADERISCA ALL'OSSERVATORIO NATALITÀ E FAMIGLIA SOTTOSCRITTO DA FONDAZIONE CENTRO PER LA FAMIGLIA, ANCI VENETO, DIREZIONE REGIONALE VENETO INPS, FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DEL VENETO E FONDAZIONE LEONE MORESSA". (MOZIONE 397) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 116/2023)

PRESIDENTE

Adesso abbiamo i punti n. 10 e n. 11, che riguardano lo stesso argomento. Avranno dunque discussione unica e poi votazione separata.
La mozione del collega Finco è la n. 398, la seconda è della collega Brescacin e altri.
Prego, collega Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Il problema del calo demografico ormai è un dato che possiamo definire incontestabile. Basta pensare che in Europa negli ultimi dieci anni il tasso medio di natalità è sceso da 10,4 nati per 1.000 abitanti a 9,1.
In questo periodo solamente due Paesi, che sono la Germania e l'Ungheria, hanno aumentato il numero di nuovi nati. Il numero è rimasto stabile solo in Austria.
L'Italia, invece, è tra i Paesi europei, come gran parte dei Paesi del sud dell'Europa, con il tasso più basso di natalità, il 6,8%. Il Veneto, purtroppo, ha un indice ancora peggiore, pari al 6,7%.
La nostra è una Regione che negli ultimi anni ha visto decrescere l'indice relativo al numero di figli che una donna mette al mondo, passando dall'1,46 del 2008 all'1,28 del 2020. Ciò ha portato il Veneto ad adottare una legge specifica, che ci ricordiamo tutti, la n. 20 del 2020, che serve praticamente a sostenere tutto il mondo che ruota attorno alla famiglia e alla natalità, tenuto conto che diverse sono le realtà associative territoriali che hanno posto al centro dei loro obiettivi questo problema e che da anni mettono in campo azioni concrete nel tentativo di monitorarlo e contrastarlo. Tra queste c'è la Fondazione Centro della Famiglia e l'Istituto di cultura e di pastorale, ente ecclesiastico civilmente riconosciuto, che ha promosso la costituzione dell'Osservatorio natalità e famiglia al fine di studiare i processi demografici del territorio regionale; monitorare le politiche e le strategie per la natalità e la famiglia degli enti territoriali del Veneto; studiare l'impatto delle politiche sulla famiglia e la natalità messe in atto dai diversi welfare mix; studiare e monitorare il mercato del lavoro, in particolare nelle dimensioni della differenza di genere, della conciliazione del lavoro giovanile e del welfare aziendale.
Per poter dare avvio al predetto Osservatorio, la Fondazione Centro della Famiglia, l'Istituto di cultura e di pastorale, il Forum delle associazioni familiari del Veneto, l'ANCI, la Direzione regionale INPS Veneto e la Fondazione Leone Moressa hanno sottoscritto, all'inizio di quest'anno, un protocollo di collaborazione, nel quale si impegnano a contribuire, al fine di favorire lo scambio di informazioni, dati statistici inerenti alla situazione delle famiglie.
Considerata l'importanza della questione della denatalità che affligge il nostro territorio e dato il rilievo degli interlocutori e delle informazioni che questi ultimi metteranno a disposizione, anche al fine di avviare un monitoraggio congiunto della situazione delle famiglie e sulla validità delle politiche poste in essere dagli Enti territoriali, è, quindi, opportuno che la Regione Veneto aderisca a tale protocollo. Per questo, chiedo quindi l'impegno alla Giunta regionale.
Questo è un tema che fino a qualche anno fa non veniva nemmeno affrontato. Non si sentiva la necessità, il bisogno di investire fortemente sulle politiche familiari. Oggi tutti se ne stanno accorgendo. Infatti, ho visto anche, nelle ultime riunioni che ha fatto Confindustria, nelle varie Province della nostra regione, pongono il tema della denatalità. Secondo i dati, nel 2050 ci sarà un pensionato ogni lavoratore, con il rischio dell'implosione del sistema del welfare, con tutto il problema, poi, legato al mondo produttivo. Noi parliamo sempre di crescita, di economia, di ripresa, ma se non abbiamo le persone che lavorano, difficilmente un Paese può crescere. Senza pensare a tutto quello che sarà il problema sociale, quando avremo tanti vecchi e pochi giovani, quindi tante persone da assistere, da accudire, ma, soprattutto, alle quali dare servizi sociali importanti.
È in atto questa collaborazione, che ha lo scopo principale di mettere assieme tutte le buone pratiche degli Enti territoriali, quindi Comuni, Province, Regione, le imprese stesse, cioè tutte quelle buone pratiche che possono aiutare ad agevolare la vita delle famiglie, ma soprattutto a mettere in campo servizi concreti, come hanno fatto la Germania e l'Ungheria, come sta facendo tuttora la Francia, non tanto nel dare i contributi, ma nel dare servizi. Oggi la gente non chiede soldi, chiede servizi.
Anche ieri c'era una notizia interessante. Alcune aziende del nostro territorio stanno premiando i propri dipendenti che decidono di mettere al mondo un figlio. C'è un'azienda veneziana che dà un bonus di 6.000 euro. Un'altra azienda torinese, la Sparco, che tutti voi conoscete, che fa tute per la Formula 1, dà 3.000 euro ad ogni nuovo nato figlio di un dipendente. Questo porta a che cosa? Porta ad avere aziende giovani. Ad esempio, la Sparco ha una media di età di lavoratori di 40 anni, e circa il 60% di questi sono donne. Questo per farvi capire che, a volte, anche un aiuto, che può essere, magari, un aiuto simbolico... Magari uno dice: non bastano 3.000 euro per far crescere un figlio. Però sono un incentivo, che spesso aiuta anche a superare delle piccole difficoltà. Siccome le aziende che fanno fatturati importanti in Veneto ce ne sono tante, speriamo che questo diventi anche un modello per la nostra impresa e che poi, ovviamente, a livello locale, attraverso la Pubblica amministrazione, si riesca a mettere in campo le politiche migliori a sostegno della vita.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Gli ultimi dati sulla natalità, è noto, sono molto sconfortanti. Dal 2008 al 2022 è scesa di oltre il 34%, nel solo 2022 di oltre il 3,5%. Per sviluppare le politiche familiari e per contrastare questa tendenza è importante una lettura scientifica del territorio che permetta di individuare gli interventi più opportuni da mettere in atto. E quindi in questo senso e con questa finalità è importante la collaborazione tra i soggetti firmatari del protocollo d'intesa, che ha dato avvio all'Osservatorio della natalità e famiglia (ANCI Veneto, Direzione regionale Veneto INPS, Fondazione Centro per la famiglia, Forum delle associazioni familiari del Veneto e Fondazione Leone Moressa), al fine di favorire uno scambio di informazioni di dati statistici inerenti le situazioni delle famiglie venete dal punto di vista sociale ed economico nei territori provinciali e regionali.
è altrettanto noto che la Regione del Veneto è particolarmente impegnata nella promozione di politiche per la famiglia e per la natalità, attraverso un programma annuale e pluriennale di attuazione della legge regionale n. 20 del 2020, e anche con la nuova programmazione europea per il settennio 2021-2027, dove ci ricordiamo che la scelta di questo Consiglio regionale è stata quella di dedicare alla parte di inclusione sociale non la percentuale minima prevista per norma nazionale, che era il 25%, ma di dedicare il 28% delle risorse all'inclusione sociale per mettere in atto anche azioni a favore della famiglia e a favore dei giovani. Per potere mettere in atto tutte le azioni previste, appunto nella legge regionale e nella programmazione regionale anche legata alla programmazione europea è necessario studiare i processi degli sviluppi demografici sul territorio regionale e la distribuzione della spesa pubblica, nonché l'impatto delle azioni a sostegno della famiglia, monitorare le politiche e le strategie per la natalità e la famiglia degli Enti territoriali del Veneto.
È per questo che i dati raccolti attraverso l'Osservatorio permetteranno e permettono di avviare una riflessione e una maggior consapevolezza su questioni e problematiche attinenti allo sviluppo della famiglia nell'attuale contesto socio-economico e dare un rinnovato impulso alle Amministrazioni locali. La proposta è quindi di chiedere alla Giunta di valutare di aderire all'Osservatorio per la natalità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per sostenere queste mozioni perché sicuramente danno un'idea anche dell'attenzione che tutti quanti noi abbiamo verso questo tema, anche in relazione al lavoro congiunto che abbiamo fatto nella scorsa legislatura per approvare la legge per il supporto alla natalità e il supporto alle famiglie, alle giovani famiglie, ai giovani genitori. Grazie, Assessore.
Detto questo, c'è un particolare. Giustamente si citava l'impegno della Regione del Veneto a sostenere le giovani famiglie e i giovani genitori del Veneto. C'è un dato però. Noi tra poco approveremo un bilancio che all'interno ha le stesse identiche risorse dello scorso anno per quanto riguarda le politiche familiari e il sostegno ad interventi per la famiglia e per la natalità. Si tratta di 1.400.000 euro, ben lontani dai fondi che le stesse associazioni che rappresentano il Forum delle famiglie ci chiedono quando vengono in audizione nelle nostre sedi.
Siccome nella scorsa legislatura ci dicevamo, anzi ci dicevano loro, "attenzione, questa legge avrà un senso se sarà finanziata", dico che queste mozioni non avranno un senso se la Regione del Veneto non investirà le risorse più adeguate perlomeno per questo scopo, altrimenti saranno soltanto un manifesto politico e non un'azione politica vera, credibile.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo sia opportuno aderire all'Osservatorio, come propongono Finco, Brescacin e altri, perché sono convinta che la denatalità, non sono la sola, sia oggettivamente un tema cruciale della discussione politica dell'attualità. Però, colleghe e colleghi, va bene osservare, ma a un certo punto, e vista la gravità della situazione mi pare che quel punto sia oggi, sarebbe anche utile intervenire sulle politiche contro la denatalità.
Io credo che sia impossibile intervenire per contrastare la denatalità senza intervenire principalmente sulla questione dell'occupazione e dell'occupazione femminile, sia necessario intervenire con politiche per l'integrazione dei cittadini stranieri e sia necessario intervenire con politiche che incrementino i servizi all'infanzia. E ora io mi chiedo come si può proporre politiche a favore della natalità quando contestualmente il finanziamento della legge regionale, che a questo dovrebbe essere finalizzata, è strutturalmente sottodotato. Mi chiedo come si possa dire di essere a favore della natalità in una regione con una bassissima copertura dei posti di asili nido, in cui le rette degli asili nido sono ancora altissime, mi posso banalmente chiedere come si può affermare di essere a favore della natalità quando si sostiene un Governo che, nel giro di un anno, è stato capace di cancellare l'unico provvedimento utile a favore della natalità, che era la riduzione dell'aliquota IVA sui beni a favore delle donne e dell'infanzia, rialzando l'IVA sui pannolini e assorbenti igienici.
Seconda questione, l'ho accennata prima. Bisognerebbe, con serietà, non come ha fatto la Premier Meloni, dire con chiarezza che "natalità" fa rima con "lavoro femminile", smantellando quell'idea che troppo spesso ci viene propinata che la donna per fare figli non deve lavorare, deve stare a casa. Sarebbe utile mettere in campo delle azioni concrete che siano finalizzate all'incremento dello stato di occupazione femminile, che in questa Regione, dagli ultimi dati di Veneto Lavoro, è ancora profondamente distante dai tassi di occupazione maschile.
La distanza tra donne che lavorano e uomini che lavorano nel Veneto è uguale a quella della Regione Campania, dove vi renderete ben conto che il tasso di occupazione è fortemente inferiore. Ci sono 15 punti percentuali di distanza tra l'occupazione femminile e l'occupazione maschile in questa Regione.
Terza questione, osserviamo, per carità, la denatalità, ma non possiamo non sapere che gli interventi a favore della natalità...

PRESIDENTE

Collega Montanariello, se può lasciar finire la sua Capogruppo. Mi scusi.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo che oggi gli interventi a favore della natalità non devono essere finalizzati all'incremento del numero dei figli, come poteva essere pensabile qualche decennio fa, quando dovevamo incentivare le famiglie a fare più di un figlio. Oggi il problema con cui noi dobbiamo fare i conti è il fatto che le coppie e le famiglie non fanno neanche un figlio. Se davvero vogliamo essere seri, dobbiamo dire cosa ne pensiamo del miliardo che il Governo ha messo a disposizione delle politiche per la natalità, che incentivano esclusivamente le famiglie numerose, che oggi sono una quota minoritaria delle famiglie italiane. Va in questo senso la promessa dell'aumento del fondo asili nido a livello nazionale, che certamente agevola le famiglie con due o più figli, ma nulla può dire alle famiglie che hanno un unico figlio.
In questo senso io non comprendo quale sia la logica che ha portato il Governo a promuovere le detrazioni fiscali per le assunzioni femminili a condizione che abbiano almeno due figli. Ma con che Italia e con che Veneto state parlando? È già difficile che una famiglia abbia il coraggio di farne uno di figlio!
Infine, care colleghe e cari colleghi, per sopperire al problema della natalità dobbiamo avere il coraggio di invertire il paradigma per cui solo le donne devono farsi carico del lavoro di cura in famiglia, tema su cui questa Regione è primeggiante. Da questo punto di vista è assolutamente insufficiente la previsione di un congedo paritario esclusivamente facoltativo. Ma avete o no il coraggio, oltre a fare i pezzi di carta, di dire che in questo Paese è tempo di un congedo paritario obbligatorio tra maschi e femmine?
I fogli di carta sono utili se ad essi sono conseguenti delle azioni. Possiamo essere contrari alla denatalità, ma se poi non facciamo niente per invertire questa rotta, come al solito, stiamo facendo solo chiacchiere.

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho incontrato una studentessa universitaria la settimana scorsa. Mi diceva che sarebbe andata all'estero con il suo attuale compagno, laureato in Medicina. Sarebbero andati in Svizzera perché, di lì a poco, avrebbero potuto guadagnare quello che qua non guadagnano, quindi circa il doppio dello stipendio.
Indipendentemente dall'analisi, dalla discussione che abbiamo fatto, perché effettivamente i costi all'estero magari sono più alti dell'Italia, si parla in generale, siamo entrati nel merito della vita di coppia. Parlando con loro, mi dicevano che convivevano da qualche anno e che lo stipendio che percepivano, tenuto conto della locazione e tenuto conto comunque delle spese normali e del fatto che uno dei due studiava ancora, non potevano sicuramente permettersi di avere figli. Il compagno ha 33 anni. La ragazza ha 28 anni. Questa è una coppia media. Teniamo conto del fatto che, evidentemente, chi studia lavora anche, come in questo caso, magari nei fine settimana o qualche ora durante la settimana.
A me piace discutere di queste due mozioni, perché la natalità penso sia un argomento importantissimo. Lo abbiamo proprio fatto emergere noi. Non dobbiamo avere sempre dei primati, ma sicuramente dobbiamo dire quello che sta nella verità. Qualche anno fa abbiamo, in questa Regione, più volte invitato la Regione a parlare di natalità. Ed è stata fatta quella legge di cui tutti siamo consapevoli. Tutti abbiamo votato la legge n. 20/2020, dove abbiamo detto che effettivamente alcuni servizi avrebbero dovuto essere gratuiti perché la gratuità è fondamentale. Perché quando sento dire che uno dei due Paesi che ha natalità più della media è la Germania, basta vedere semplicemente anche su internet, ma l'abbiamo detto in più occasioni, che la Germania dieci anni fa si rese conto che aveva un grave problema, un'emergenza, un'urgenza da prendere in carico immediatamente, che era proprio il problema della denatalità. La Germania fece tre provvedimenti in quell'occasione, di cui il primo era per la gratuità dei servizi 0-3 anni, il secondo per il congedo parentale e il terzo per l'assegno unico.
Il Governo qualche anno fa fece l'assegno unico, se ricordiamo. Voi ci date la responsabilità di tutto, abbiamo anche qualche merito ed è l'assegno unico. L'onorevole Lepri lo portò al Parlamento, fu votato, tanto che adesso ne godono anche parecchie famiglie.
Dopodiché abbiamo pensato che sarebbe stato necessario lottare per la gratuità. Sempre il Governo del centrosinistra fece e mise a disposizione, se ricordate, 2 miliardi all'interno del bilancio dello Stato, parlo pre-Covid, per la gratuità degli asili nido. Entriamo nella fase del Covid e ovviamente dobbiamo affrontare un'altra emergenza, che non era più la natalità ma la mortalità. Ritorniamo adesso parlare di natalità. Dove sono quei 2 miliardi? Dov'è che il Governo ha investito sulla natalità? Primo. La Regione ha competenza per quanto riguarda il sociale: dove sono quei soldi che garantiscono l'applicabilità di quella legge di cui dicevo prima, la n. 20 del 2020, che parla di asili nido o quantomeno servizi 0-3 e 0-6 anni gratuiti? Perché nel momento in cui c'è una famiglia, a cui voi tenete tanto perché parlate tanto di famiglia, però alle parole devono seguire non solo le carte, non solo le parole, ma devono seguire i fatti. Da anni noi vediamo nella regione lo stesso investimento: 31 più 4 di variazione di bilancio, sempre, sempre. Io credo che possiamo anche evitare di guardare il bilancio perché ogni anno sappiamo che è così. Non abbiamo bisogno di studiarcelo.
Oggi ho visto, anche se non c'entra niente con la natalità, in Commissione Ambiente una variazione di bilancio, una variazione di quelle che erano le opere, l'elenco triennale. L'ho guardata volentieri perché le variazioni sono espressione di una politica attiva. Ce n'era solo una, ma al di là di questo. Noi dobbiamo prendere in esame seriamente la politica della natalità perché fra dieci anni avremo un problema enorme, oltre alla mortalità, all'invecchiamento: non avremmo più figli. Allora potremo parlare sicuramente di somme da investire, ma non sapremo più dove investirle perché anche la sanità potrà essere ridotta, come bene o male state facendo. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Io son dell'idea di votare questi due atti proposti dai colleghi, che mi trovano d'accordo, però c'è una questione che mi sento di sottolineare. A inizio di quest'anno mi sono imbattuta in un altro studio, uno studio Unipol-Ambrosetti che trovate ricercando semplicemente queste parole su qualsiasi motore di ricerca "Veneto ultima regione nord welfare". Se voi digitate queste parole salta fuori questo studio, in cui si analizzano tutte le situazioni di welfare di tutte le regioni d'Italia, e proprio all'interno di questo studio emerge la posizione della Regione Veneto come tra le ultime, anzi l'ultima di quelle del nord Italia. Due motivazioni riguardo a questa ultima posizione del Veneto sono da ricercare, uno, in quello che è già stato detto prima anche dalla collega Camani, il numero degli asili nido, ovvero quelli autorizzati che sono circa il 20% nella nostra regione, quindi è un numero assolutamente insufficiente se paragoniamo poi questo numero, questo dato con quello di altre regioni, come il Trentino, che è una regione qui vicina, o l'Emilia-Romagna, che vanno a toccare il 30% dei posti negli asili nido autorizzati. E questo è sicuramente un fattore che incide sulla volontà dei genitori di mettere al mondo dei figli.
Altro fattore non secondario è quello della questione femminile e soprattutto si riferisce questo studio al part-time femminile involontario. Anche questo è un tema di cui questa Regione si deve far carico perché è evidente che se la donna per avere un figlio o più figli deve in qualche modo eliminare il lavoro o ridurlo, capite bene che è un disincentivo enorme alla natalità e alla voglia di famiglia. Su queste due questioni, mi permetto di dire, bisogna fare di più. Non bastano le premesse giuste delle due mozioni, ma di fronte a un dato, a uno studio che ci è stato presentato, che è stato presentato all'opinione pubblica a gennaio di quest'anno, io credo che qualche punto di domanda in testa ci dovrebbe balzare e dovremmo in qualche modo porre in atto politiche che vadano nel senso di maggiore efficacia ed efficienza nei confronti del welfare in generale, soprattutto relativamente alle questioni della maternità e del mondo femminile proprio riguardo a questi due aspetti specifici che sono trattati nello studio, ovvero la questione asili nido in primis e dei part-time involontari femminili.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo che la mozione abbia anche dei passaggi che possono essere condivisibili. Chi può dire che non vogliamo aderire a un Osservatorio o chi può dire che qualcuno di noi in quest'Aula, Assessore, indipendentemente dalle parti in cui siede, possa essere contrario al fatto che bisogna combattere questa denatalità che incalza sempre più nella nostra società? Però, se c'è un fattor comune che ha attraversato gli interventi di ognuno di noi, indipendentemente da quale parte dell'Aula ci troviamo, è quello di un sentimento, a volte espresso, a volte meno, che chiede chiaramente che dopo anni che si dice che c'è questo problema, è arrivato il momento di passare, come diceva anche la collega prima, dalle carte ai fatti.
Intanto, permettetemi di dire, Presidente, che c'è un piccolo neo, se posso permettermi di classificarlo così, in una sorta di ragionamento filogovernativo, filomeloniano, un po' più a capo di quella perimetrazione politica secondo cui c'è il pensiero e l'idea che i figli sono figli e quindi bellissimo onere, ma onere economico e anche di gestione nelle famiglie, fino a una certa età. Io vorrei sfatare questo mito e dire che questo Governo non sta facendo delle politiche pro natalità.
Nel momento in cui tu mi dici che aumenta l'ISEE per poter accedere al bonus trasporti, forse qualcuno crede che come succedeva qualche tempo fa i figli basta farli e a una certa età li puoi anche mandare per strada o nei campi e in qualche modo dopo sono autosufficienti. Invece, non è così, perché oggi se c'è un problema che le famiglie hanno è anche nel pensare che i nostri figli sono una responsabilità per le famiglie finché non si realizzano, finché non entrano nel mondo del lavoro, finché non entrano da cittadini attivi nella nostra società. Studiare, Assessore, è uno di quei passaggi che per i nostri figli è una conditio sine qua non per farli diventare cittadini.
Nelle famiglie che hanno due figli oggi il costo dell'abbonamento per recarsi a studiare incide per una media di 800 euro all'anno. Capisce bene che, nel momento in cui riduciamo il bonus trasporti, si incomincia a vedere che anche quello conta, perché i figli li devi fare e li devi mantenere, e farli studiare ha un costo.
Il fatto di dire che studiare, anche per il trasporto, diventa sempre più per pochi incide sull'idea che ha una coppia, che hanno due giovani persone, come nel mio caso, che decidono di fare un figlio, o due o tre. Anche il costo dell'istruzione per i nostri figli è un problema che già da quando sono piccoli noi ci poniamo. Così come per gli asili: non basta dire che per un anno o due si paga la retta, quindi si possono fare figli perché non ci sono più costi. Se non hai una famiglia numerosa, quel problema lo hai lo stesso. Se non hai la serenità di poter dire, colleghi, che i figli sono una ricchezza... I figli sono una cosa bella, ma devi anche poter farli vivere con dignità. Non è che se non hai una famiglia numerosa non hai il problema. C'è tutto il tema degli asili.
Le politiche della natalità non passano dagli spot, non passano dagli osservatori, non passano dai proclami. Passano dagli atti concreti.
Anche il tema della casa è un tema che aiuta le coppie a fare i figli. E qua torniamo a quelle mozioni che avete bocciato, dove si chiedeva di intervenire sul fondo per gli affitti morosi, la volta scorsa, in sede di bilancio. Scusate, voi conoscete qualche veneto che, non avendo la certezza di poter dire che se perde il lavoro non si trova in strada, fa un figlio a cuor sereno? Assessore, lei conosce qualche veneto che pensa di fare un figlio e se va sotto un ponte è lo stesso? Io credo di no.
Capite che ci deve essere un cuscinetto di pensiero, di tenuta politica e ‒ chiudo ‒ una rete sociale che deve permettere alle famiglie di fare figli. Altrimenti, sa cosa ce ne facciamo degli osservatori, collega?
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Tanti auguri di buon compleanno, collega Montanariello.
Ha la parola il collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Credo che queste due mozioni siano condivisibili, perché il tema è effettivamente importante e le famiglie hanno bisogno di aiuto. Ma io credo che dobbiamo allargare un po' il tema, altrimenti non riusciamo a cogliere la criticità. Porto alcuni dati, perché secondo me sono importanti per capire.
Va benissimo l'aiuto alle famiglie, ma dobbiamo lavorare per creare un ambiente che sia favorevole. Il 64% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive con i genitori in Veneto, ed è una percentuale altissima rispetto alla media a livello europeo, che non supera il 50%.
Cito un altro dato. L'età media al parto è 32,6 anni. Si è alzata sempre ed è veramente molto alta. Ma questo è legato ad un fatto che secondo me è importante, che vi voglio riportare, ed è la fiducia nelle Istituzioni. In Italia, dei giovani, sempre nella fascia 18-34, solo il 24% dice di avere fiducia nelle Istituzioni. Questo valore è del 46%, come media europea. C'è una sfiducia che porta a non credere nel mettere al mondo un figlio. Questo è importante, perché l'altro dato che dobbiamo tenere in considerazione è il fatto che i salari in Veneto sono più bassi che in altre parti d'Italia, sono molto più bassi rispetto all'Europa, e questo fa sì che i nostri giovani se ne vadano via. Sono 337.000 i giovani che se ne sono andati dall'Italia. Nel decennio 2012-2021, 1 milione di italiani se n'è andato. Oggi ci sono probabilmente più italiani che vivono fuori che non in Italia, tenendo conto delle migrazioni del dopoguerra. Di questo milione, 337.000 sono giovani tra i 25 e i 34 anni e 120.000 sono laureati.
Questa mattina ho scritto una lettera per un ragazzo bravissimo, tutti 30 in ingegneria nei cinque anni, laureato con lode, un ragazzo veramente eccezionale. Gli ho proposto di fare il dottorato, mi ha risposto: "Grazie, non mi interessa. C'è un dottorato in Svizzera, faccio le stesse cose, prendo più di tre volte tanto". Credo che il tema dei salari bassi sia veramente dirimente, perché non avremo donne che possono fare figli se i nostri ragazzi se ne vanno fuori. Allora, dobbiamo creare le condizioni perché i ragazzi restino qui, perché i ragazzi abbiano fiducia nel mettere al mondo dei figli.
Quei 3,1 veneti partiti per 1.000 abitanti sono in gran parte ragazzi giovani che magari hanno dei figli, ma fuori, e quindi non contribuiscono. Creare un clima di fiducia vuol dire veramente assicurare stipendi adeguati, creare un ambiente che trasmetta fiducia.
Io credo che noi dobbiamo guardare a noi stessi per capire perché non stiamo trasmettendo fiducia ai nostri ragazzi. Possiamo fare tante cose – il quoziente familiare nella tassazione, possiamo modificare, introdurre sgravi, aiuti, son tutte cose buone – ma se non viene recuperato questo clima di fiducia i ragazzi vanno via, anche qualora ci fossero. Lo dico con rammarico, perché in questo momento di tre figli non ne ho neanche uno in Veneto. Questo a me dispiace moltissimo e mi auguro che prima o poi la vita li riporti. Però, come poterli trattenere quando la vita offre maggiori opportunità altrove?
Allora, la mia raccomandazione è di fare un ragionamento critico sulle ragioni per cui siamo a questo punto, sulle ragioni per cui il numero di nati per donna in Veneto è 1,27, quando era 1,48 solo nel 2008, cioè poco tempo fa. Ci sono delle ragioni che vanno oltre l'aspetto della scelta del singolo. Sono ragioni che attengono a tutti noi e che secondo me dobbiamo affrontare con urgenza.
La mia raccomandazione, dunque, è questa: benissimo queste iniziative puntuali, ma se non allarghiamo lo sguardo non riusciamo a dare risposte efficaci.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione la mozione n. 398.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la mozione n. 397.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendo per dieci minuti. Riprendiamo alle ore 16.55.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 16.46
La Seduta riprende alle ore 17.12

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori. Grazie.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BALDIN, CIAMBETTI, FINCO, SPONDA E ZOTTIS RELATIVA A "MALATTIE CRONICHE INVALIDANTI, LA REGIONE PROMUOVA LO SMART WORKING PER SUPERARE GLI OSTACOLI DEL LUOGO DI LAVORO". (MOZIONE 449) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 117/2023)

PRESIDENTE

Siamo alla mozione n. 449 della collega Baldin più tutto l'Ufficio di Presidenza.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio tutti i colleghi dell'Ufficio di Presidenza per la sottoscrizione di questa mozione, che tocca un tema molto importante, quello delle malattie croniche invalidanti.
Premesso che il numero di malattie che, se cronicizzate, sono in grado di determinare alti gradi di invalidità lavorativa, è molto ampio; chi ne soffre, anche se in possesso di competenze specifiche e approfondite, si trova nella condizione di non poter lavorare per via degli ostacoli che il luogo di lavoro o il trasferimento casa-lavoro costituiscono.
Tale situazione è lesiva della dignità delle persone coinvolte e determina importanti quanto inique ricadute sociali. Infatti, un soggetto potenzialmente in grado di essere lavorativamente attivo e quindi economicamente indipendente rischia di divenire un caso sociale.
Quanto sopra è evitabile attraverso lo smart working. La persona che, a causa di una patologia cronica, pur in grado di lavorare, non può recarsi sul luogo di lavoro deve essere messa in condizione di lavorare da casa. La pandemia da virus SARS Covid ha ampiamente dimostrato la funzionalità e l'efficienza di tale modalità lavorativa.
Considerato che il miglioramento della condizione di chi soffre di malattie croniche invalidanti, pertanto, passa prima di tutto attraverso un dialogo tra Regioni e Governo per la riconsiderazione dei livelli essenziali di assistenza riferiti a tali soggetti, oltre ad una serie di agevolazioni ed esenzioni; in secondo luogo, come anticipato nelle premesse, è necessaria l'implementazione, su base nazionale, declinata anche a livello regionale, di un sistema strutturale che consenta concretamente l'accesso al mondo del lavoro attraverso lo strumento dello smart working.
La Regione Veneto è già punto di riferimento in tema di collocamento mirato grazie alla disciplina della legge n. 68 del 1999, ed è quindi nella condizione di instaurare un proficuo confronto con il Governo sui temi predetti.
Ritenuto indispensabile minimizzare concretamente l'impatto sociale dovuto al mancato inserimento lavorativo delle persone con malattie croniche invalidanti, nonché salvaguardare la dignità di tali soggetti, si impegna la Giunta regionale, con questa mozione, a promuovere presso il Governo un confronto volto a riformare la disciplina delle malattie croniche dell'inserimento lavorativo di chi ne soffre, garantendo la possibilità di svolgere attività lavorativa rendendo accessibile la modalità da remoto e in ogni caso di condurre una vita dignitosa.
Questa mozione si è resa necessaria dopo che ho avuto un incontro con una persona molto speciale: una ragazza affetta da tante malattie croniche invalidanti, che spesso sono definite invisibili, proprio perché ad occhio nudo non si riescono a notare. Una delle problematiche principali che mi ha portato all'attenzione è proprio l'impossibilità, in molti ambienti, di esercitare attività lavorativa proprio per le implicazioni di queste importanti patologie connesse.
Ha, quindi, la necessità, volendo prestare un'attività lavorativa, di ottenere maggior tutela e quindi di poter accedere prioritariamente alla modalità dello smart working, proprio come accesso alla prestazione lavorativa, come tutte le altre persone, però, chiaramente, partendo da una condizione diversa, da una condizione di malattia cronica invalidante.
Quindi, nei confronti di queste persone che tuttora soffrono, e sono tante, c'è la necessità di implementare un confronto tra Governo e Regione proprio per addivenire a un migliore sfruttamento della modalità dello smart working, dando a tante persone che vorrebbero lavorare e sentirsi più utili la possibilità di farlo da remoto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 449.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE FINCO RELATIVA A "REVOCA DELLA TESSERA SANITARIA AI DIPENDENTI ED EX DIPENDENTI DELLE ISTITUZIONI EUROPEE E RILASCIO DI UNA TESSERA SANITARIA "DEPOTENZIATA": LA GIUNTA INTERVENGA PRESSO LE ISTITUZIONI EUROPEE E NAZIONALI". (MOZIONE 417) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 118/2023)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 417 del collega Finco.
Prego, collega.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che ho presentato visto che sono venuto a conoscenza di questo protocollo che da qualche anno si sta cercando di realizzare tra il Ministero della salute e le Istituzioni comunitarie, per una sorta di depotenziamento della tessera sanitaria.
Sapete benissimo che la tessera sanitaria è uno strumento fondamentale per tutti noi per poter accedere alle prestazioni mediche previste all'interno del nostro Paese. Questo nuovo protocollo prevederebbe una sorta di depotenziamento, nel senso che il Regolamento comunitario prevede per i dipendenti e gli ex dipendenti delle Istituzioni europee in quiescenza una sorta di forma assicurativa che garantisce determinate prestazioni, ma non tutte le prestazioni.
Questa sorta di accordo andrebbe a violare in primis l'articolo 32 della nostra Costituzione, ma soprattutto non garantirebbe ai cittadini italiani residenti in Italia, che operano all'interno di Istituzioni europee, le stesse garanzie, le stesse prestazioni che vengono garantite a noi comuni cittadini appartenenti a questo Stato.
Questo tipo di mozione è già stata approvata sia in Regione Lombardia che in Regione Piemonte. L'impegno principale che il Consiglio regionale chiede alla Giunta è di attivarsi presso le Istituzioni europee e nazionali perché venga definitivamente fermato l'iter di approvazione dell'accordo concernente la revoca della tessera sanitaria o la sostituzione con una tessera depotenziata ai dipendenti e agli ex dipendenti delle Istituzioni europee, al fine di garantire il diritto costituzionale previsto dall'articolo 32; che siano immediatamente coinvolte, nella fase di interlocuzione tra le Istituzioni europee e le Istituzioni italiane, le rappresentanze dei cittadini dipendenti ed ex dipendenti delle suddette Istituzioni e perché venga sancita ed approvata un'intesa tra Istituzioni europee e Istituzioni italiane al fine di tutelare il diritto costituzionale alla salute assicurando una copertura sanitaria completa per i dipendenti e gli ex dipendenti delle Istituzioni europee residenti in Italia.
Spesso e volentieri ci sono questi accordi che noi nemmeno conosciamo. Infatti quando me l'hanno detto quasi neanche ci credevo, però, purtroppo, è un qualcosa che ancora oggi è in corso, perché non c'è nulla di definitivo, però penso che, come Regione Veneto, visto che abbiamo anche diversi veneti che lavorano presso le Istituzioni europee, sia giusto prendere posizione e ovviamente poi che la Giunta intervenga presso le Istituzioni nazionali ed europee.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 417.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
14



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ZECCHINATO, BRESCACIN, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, GIACOMIN E MAINO RELATIVA A "ASSISTENZA DEI FAMILIARI AI PAZIENTI RICOVERATI: PREDISPORRE UN'AREA DI SOSTA CAMPER NEGLI OSPEDALI". (MOZIONE 407) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 119/2023)

PRESIDENTE

Abbiamo ora la mozione n. 407 del collega Zecchinato ed altri.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie Presidente.
Questa proposta nasce dal fatto che spesso i ricoveri ospedalieri lontani dalla residenza del paziente provocano alcuni disagi ai familiari, ma anche al paziente che non può essere magari seguito, sia per motivi economici, ma spesso anche proprio di disponibilità di hotel oppure di case da affittare quando questa permanenza in ospedale è continuativa e soprattutto per certi periodi.
Ci sono delle esperienze, penso all'ospedale di Bergamo, ma anche a Reggio Emilia, o comunque in località in cui hanno individuato, anche a ridosso degli ospedali, alcune aree di sosta. Si parla di uno o due stalli che siano serviti chiaramente dalla possibilità di avere l'allaccio alla rete elettrica, all'acquedotto e anche per il carico/scarico.
Inoltre, il Veneto è caratterizzato anche da una mobilità sanitaria, una mobilità attiva, per cui poter avere in disponibilità questo tipo di parcheggi offrirebbe un vantaggio in più ai pazienti. Si tratta, quindi, di ricercare un'ulteriore umanizzazione delle cure facilitando l'accessibilità alla struttura ospedaliera ai pazienti e alle loro famiglie, specialmente quando ci sono minori e disabili, e in particolare quando debbono fruire, come dicevo, di cure per un periodo di tempo prolungato.
La mozione chiede sostanzialmente alla Giunta un impegno per adottare tutte le misure necessarie per incentivare gli ospedali a predisporre, all'interno del loro parcheggio, alcuni stalli dotati, come dicevo, di elettricità, carico/scarico acqua, per la sosta dei camper, per facilitare l'accessibilità alla struttura ospedaliera da parte dei pazienti e delle famiglie dei pazienti per il tempo necessario al ricovero oppure al ciclo di prestazioni ambulatoriali previste.
È una richiesta in modo che siano incentivati gli ospedali a fare questo sia nelle aree di parcheggio che in altre aree che riterranno.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 407.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
15



MOZIONE DAL CONSIGLIERE BOZZA RELATIVA A "RIPOPOLAMENTO COREGONE NELLE ACQUE DEL LAGO DI GARDA". (MOZIONE 402) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 120/2023)


PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 402 presentata dal collega Bozza.
Prego, collega.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che era stata presentata l'8 febbraio, quindi diversi mesi fa, dove si mette in evidenza una difficoltà oggettiva che anche i pescatori della zona del lago sia della sponda veronese, ma anche della sponda lombarda, hanno evidenziato sulla forte preoccupazione, appunto, che la specie ittica del Coregone o Lavarello, che è stata immessa nel Lago di Garda oltre un secolo fa, proveniente dal Lago di Costanza, è oggi oggetto del vaglio da parte del Ministero dell'Ambiente, tramite un'apposita Commissione scientifica, istituita all'uopo, per fare chiarezza e valutare quelle che possono essere le specie ittiche di cui è consentita l'introduzione e la reintroduzione con il relativo ripopolamento.
Questa Commissione dovrà porre, poi, le risultanze del lavoro alla fine di quest'anno.
Anche in considerazione delle documentazioni che sono state prodotte non solo, ovviamente, dagli Enti e dalle Autorità competenti, ma anche dalle testimonianze raccolte da chi ha svolto e continua tuttora a svolgere l'attività della pesca nella zona del Lago di Garda, di fatto quelle specie oggi hanno tutti i requisiti per essere considerate parautoctone, penso alla specie del lavarello, quindi, sebbene non di origine delle acque del Lago di Garda, per storicità le stesse non sono più da considerarsi aliene.
Pertanto, anche in considerazione dell'attività di pesca nella zona del Lago di Garda e della difficoltà che oggi i nostri pescatori hanno nell'ambito della pesca e della difficoltà di mantenere questa antica tradizione, questa attività caratteristica del territorio del Lago di Garda, essi mettono in evidenza, da una parte, un problema di natura lavorativa ed economica di quel territorio e, dall'altra, un aspetto chiaramente storico.
Mi preme, inoltre, sottolineare l'aspetto che riguarda l'identità storica, come ricordavo prima, con riferimento soprattutto al comparto enogastronomico e al comparto turistico, che hanno identificato la specie del lavarello in quella zona del Lago di Garda, tanto che nell'ambito di quelle che sono le identità e le caratteristiche che i turisti si aspettano, oltre che i veronesi stessi, di poter trovare nelle tavole del Lago di Garda c'è proprio il lavarello.
Recentemente c'è stata anche una protesta molto forte da parte delle cooperative dei pescatori, che hanno chiesto a gran voce di poter avere da questo punto di vista la massima attenzione, ragion per cui, a parte le deroghe non rilasciate alle Regioni, soprattutto la Lombardia, che ha fatto richiesta, mentre il Veneto ad oggi non ha fatto richiesta, cosa che auspicavamo, invece, che in questa fase potesse fare, anche se la Regione del Veneto ha da sempre sostenuto e sta portando avanti questo tipo di pratica, ci auguriamo che a livello ministeriale possa essere messa definitivamente la parola "fine" a questa vicenda, soprattutto in considerazione del fatto che il lavarello non ha mai recato danno all'ecosistema del Lago di Garda e che oggi si è, di fatto, insediato come specie a tutti gli effetti.
L'impegno che chiediamo alla Giunta regionale, quindi, è di attivarsi con il Governo, in particolare con il Ministero dell'ambiente, affinché, una volta acquisito il parere del Nucleo di ricerca e di valutazione, citato nelle premesse della mozione, sia consentita l'immissione nel Lago di Garda della specie coregone/lavarello quale specie cosiddetta "parautoctona".
Questo è anche il pensiero del Ministero di queste ultime settimane, che ci auguriamo possa, entro la fine dell'anno, dare una speranza non solo a un'antica tradizione di pesca su quel territorio, ma anche a una forte identità dal punto di vista enogastronomico e turistico.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo ci siano alcuni aspetti da evidenziare relativamente a questa mozione. Innanzitutto faccio presente che esistono normative comunitarie ben precise in materia. Peraltro, recentemente il Parlamento ha approvato una norma sulle specie aliene invasive e la stessa Giunta regionale ha adottato provvedimenti che in alcuni casi ‒ mi riferisco, ad esempio, ai Laghi di Revine ‒ hanno stanziato fondi per la pesca e la "distruzione" di determinate specie non autoctone. Quindi, c'è un impegno da parte della Giunta a rispettare e applicare le norme comunitarie, ma non solo, anche a intervenire per eradicare determinate specie. È evidente che, se finora la Regione non si è mai fatta portavoce di questa richiesta di immissione di questa specie, che, per stessa ammissione del collega Bozza, è una specie che perviene dal Lago di Costanza, quindi perviene addirittura da un altro stato, di conseguenza non è autoctona, è proprio perché non possono essere percorribili queste vie, in quanto non sono previste dalle norme, anzi sono contrastate dalle norme.
Un secondo aspetto che vorrei evidenziare riguarda la questione della sostenibilità di queste immissioni. Se questa specie è diminuita, vuol dire che l'habitat non è il suo. Se questa specie non riesce ad autoriprodursi in un habitat così vasto come quello del Lago di Garda, vuol dire che quello non è il suo habitat ideale. Badate, non stiamo parlando di fiumi, penso al Brenta, al Sile o al Piave, dove vengono immesse, ai fini della pesca sportiva, alcune specie, perché quelli sono habitat molto ristretti. Qui stiamo parlando di un habitat molto vasto, di un lago, che addirittura è a cavallo di tre regioni, imponente, con profondità veramente molto importanti. Quindi, se c'è bisogno di immettere questa specie, vuol dire che questa specie non si autoriproduce, che lo stock ittico presente nel Lago di Garda non è capace di autoriprodursi. È evidente, dunque, che sotto il punto di vista della conservazione e della sostenibilità c'è qualcosa che non funziona, ed è l'allarme dovuto al fatto che quella non è una specie autoctona. Probabilmente di mezzo ci sono anche i cambiamenti climatici. Proprio questa mattina il collega Lorenzoni ricordava, in Commissione, come le temperature degli oceani si siano alzate, questa estate, di un grado, figurarsi quella del Lago di Garda. Evidentemente non è l'habitat ideale per questa specie. Pertanto, la Regione non ha fatto richiesta sia per una questione di profilo normativo e giuridico, perché è incompatibile con le attuali norme europee e statali, sia perché è evidente che sarebbe un'operazione che non andrebbe a buon fine.
Un ultimo aspetto. Anche il Ministero dell'ambiente non ha mai finora, tramite anche gli istituti ad esso collegati, autorizzato questa cosa, proprio perché va contro il diritto comunitario e statale.
Ho voluto sottolineare questi aspetti semplicemente per dire che ci possono essere dei desiderata, sicuramente, ci può essere anche un tentativo di cercare di aiutare una determinata economia che si è creata grazie alla pesca di queste specie, però dobbiamo fare i conti con le normative, ma anche con l'habitat, che evidentemente non è il più adatto, se siamo costretti a fare dei ripopolamenti, nonché con il fatto che questo habitat evidentemente non è più quello di un tempo. Ricordo ai colleghi che abbiamo presentato diverse interrogazioni sulla presenza e sull'aumento, purtroppo, della presenza di diossina in molte specie ittiche pescate, in particolare l'anguilla, nel Lago di Garda, il che dimostra come probabilmente vi sia anche una questione di incompatibilità ambientale dovuta a questo tipo di inquinamento, che ha portato alla diminuzione di questa specie e, quindi, automaticamente alla diminuzione del pescato da parte degli addetti ai lavori.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 402.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
16



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI OSTANEL, ZANONI, BIGON, CAMANI, MONTANARIELLO, GIACOMO POSSAMAI, ZOTTIS, BALDIN, GUARDA E LORENZONI RELATIVA A "CELEBRARE ADEGUATAMENTE LA RICORRENZA DELLA TRAGEDIA DEL VAJONT". (MOZIONE 389) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 121/2023)

PRESIDENTE

Siamo al punto successivo, mozione n. 389, presentata dai colleghi Ostanel, Baldin, Bigon ed altri.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Come ha visto dal titolo, in realtà la mozione viene modificata. Ho proposto un emendamento, che è arrivato anche ai Consiglieri, perché il sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont è già passato, siamo stati lì in visita, quindi immagino che non ci sia bisogno di spiegare perché questa mozione è importante, però questa mozione è ancora attuale, proprio perché in questa Regione abbiamo una legge che è stata approvata, su proposta della maggioranza e di alcuni Consiglieri qui presenti, nel 2019, la legge regionale n. 5/2019 , avente ad oggetto "Istituzione della 'Giornata in ricordo della tragedia del Vajont' e del riconoscimento 'Memoria Vajont'". Ebbene, all'articolo 2 di questa legge si stabilisce che la Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, stabilisce annualmente un programma di interventi per celebrare la memoria del Vajont e, ovviamente, stanzia un adeguato finanziamento degli stessi.
Avete sentito, immagino, il presidente Zaia dire, anche quel giorno, che andrebbero fatte più iniziative, nelle scuole, ma anche fuori delle scuole, per celebrare il ricordo, è ovvio che, se non ci sono i fondi per farlo, sta solo alla volontà delle singole scuole e non è un programma regionale, come richiesto, invece, dalla nostra legge. Nel 2019 erano stati investiti 50.000 euro all'interno di questa norma per celebrare la tragedia del Vajont, poi più nulla.
Questa mozione, anche modificata, dunque, impegna la Giunta regionale: a prevedere adeguati finanziamenti per la legge n. 5/2019, indipendentemente dal sessantesimo anniversario della tragedia, che ormai è già stato celebrato;: a presentare, come richiede la norma stessa, una relazione alla competente Commissione con il programma delle celebrazioni, cosa che quest'anno, ad esempio, non è accaduta, peraltro anno in cui ricorre il sessantesimo anniversario, quindi un anno particolare, ma dal 2019 ad oggi non è mai accaduto che questa legge fosse effettivamente attuata; a prevedere, come da articolo 2 della legge, tutte le azioni necessarie a mantenere vivo il ricordo del disastro del Vajont, soprattutto nei giovani, per promuovere consapevolezza del corretto rapporto tra intervento umano e ambientale, che sono alcuni pezzi della legge.
In definitiva, questa mozione, che non ho voluto discutere, anche in accordo con i Capigruppo, prima del sessantesimo, perché sarebbe stato inopportuno, tende a ribadire che abbiamo una legge, che non la finanziamo e che, invece, dovrebbe essere adeguatamente finanziata, altrimenti ci ricordiamo, nel sessantesimo anniversario, di andare lì, di fare delle celebrazioni, di fare una visita anche importante, però poi le annualità successive ci si ricorda della tragedia del Vajont solo grazie alla buona iniziativa di alcuni attori nel territorio che si sentono di promuovere e finanziare interventi a loro spese. Penso che la Regione almeno una dotazione minima, come previsto dalla legge, la dovrebbe mettere. L'ha fatto solo nel 2019, poi non l'ha più fatto. Quindi, con questa mozione chiedo che venga reinserita questa prassi virtuosa.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Emendamento n. A0001, presentato dalla consigliera Ostanel, modificativo, che prevede:
1. Nel TITOLO le parole "DEL SESSANTES/MO ANNIVERSARIO" sono soppresse;
2. Nel capoverso relativo al RITENUTO CHE, dopo le parole "si è determinata", sono soppresse le parole ", in particolare nel 2023 in cui ricorre il 60° anniversario, alla celebrazione del quale potrebbe partecipare anche il Capo dello Stato";
3. Nel primo capoverso relativo all'IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE, dopo le parole "adeguati finanziamenti per la L.R. 5/2019" sono soppresse le parole "almeno per l'anno in corso che prevede la ricorrenza del 60° anniversario della tragedia del Vajont";
4. Nel secondo capoverso relativo all'IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE, le parole "al più presto" sono sostituite con la parola "annualmente".
Prego, collega Ostanel, per l'illustrazione della proposta emendativa.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento innanzitutto chiedo di togliere tutto quello che si riferisce al sessantesimo anniversario, visto che è già passato. Inoltre, con il capogruppo Villanova abbiamo valutato il fatto che sull'"impegna" e sul "ritenuto che" vada tolto il riferimento, anche qui, all'anniversario del 2023.
Inoltre, sull'impegno alla Giunta è stato chiesto, e già anticipo che accolgo questa modifica richiesta dal Capogruppo, di inserire la valutazione rispetto al finanziamento della legge del 2019 e rispetto al punto 2, sul programma da presentare alla Commissione, essendo già previsto dalla legge, è tautologico riscriverlo, quindi possiamo fare a meno di inserirlo.
Rimane, infine, il punto 3 dell'impegno alla Giunta.

PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono richieste di intervento? Non ci sono richieste.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla mozione n. 389.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione la mozione n. 389, come emendata anche nel titolo.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il punto n. 17 è rinviato.
PUNTO
18



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BIGON, CAMANI, LUISETTO, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "PNRR E CASE DI COMUNITÀ: UNA SFIDA DA COGLIERE. SOLLECITIAMO IL GOVERNO A MANTENERE I FONDI, CONDIVIDERE LE BUONE PRATICHE TRA REGIONI E COINVOLGERE ISTITUZIONI LOCALI E SOCIETÀ CIVILE.". (MOZIONE 456) RESPINTA

PRESIDENTE

Passiamo, quindi, al punto n. 18, mozione n. 456, presentata dai colleghi Bigon, Camani, Luisetto ed altri.
Prego, collega Bigon. Si prenoti, per cortesia. Non risulta, ma proceda pure.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Le Case di comunità sono le nuove strutture socio-sanitarie del PNRR descritte dal DM n. 77, che entreranno a far parte necessariamente del Servizio sanitario nazionale. Risultano essere il modello organizzativo per l'assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento.
Le Case di comunità dovranno essere sviluppate secondo un modello di intervento multidisciplinare, nel senso che al loro interno troveranno équipe multiprofessionali. Quindi, avremo, all'interno delle Case di comunità, tante figure a servizio dei nostri cittadini.
La Missione 6 del PNRR ha posto l'obiettivo di potenziare e sviluppare l'assistenza sanitaria territoriale del Servizio sanitario, implementandolo.
Evidenziato, quindi, che al fine di rafforzare la capacità del Servizio sanitario e di fornire servizi adeguati sul territorio, il PNRR prevede l'attivazione di 1.350 Case di comunità, nonché 400 Ospedali di comunità.
Dato atto che nella Regione Veneto sono previsti: 99 Case di comunità, successivamente ridotte a 96, per 135,4 milioni di euro; 30 Ospedali di comunità, per 73,86 milioni di euro; interventi antisismici sugli edifici ospedalieri, per 154 milioni di euro; ammodernamento del parco tecnologico, per 88 milioni di euro; digitalizzazione delle strutture DEA di primo e secondo livello, per 107 milioni di euro.
Premesso e sottolineato che le Case di comunità sono lo strumento fondamentale per garantire una presa in carico integrata e personalizzata delle persone; che la loro realizzazione rappresenta una risposta innovativa ed adeguata alle sfide del nostro sistema sanitario.
Considerato che gli investimenti previsti dalla Missione 6 devono essere accompagnati, come previsto dal decreto ministeriale n. 77, dalle risorse necessarie per il loro finanziamento; che il DEF (Documento di Economia e Finanza) approvato dal Governo ha previsto un taglio di fondi o, comunque, un minor finanziamento, visto anche l'aumento dei prezzi, di circa 5 miliardi di euro per il 2023 e di 10 miliardi per il 2024, e che questo taglio, ove realizzato, comprometterebbe il Servizio sanitario nazionale. Nonostante il Ministro della Salute abbia dichiarato che il 2025 il Fondo sanitario nazionale crescerà di circa 9 miliardi di euro rispetto al 2021, il maggior finanziamento si tradurrà in un aumento solo nominale e difatti, in termini reali, basterebbe un anno di inflazione per coprirlo tutto.
Reso noto quindi che nella relazione inviata dal ministro Fitto al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR emergono elementi di criticità per quanto riguarda le aree Case di comunità e presa in carico della persona, rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia (quindi Ospedali di comunità) e verso l'ospedale sicuro, e quindi la ristrutturazione e l'antisismicità, per un totale di 4,6 miliardi, ad oggi il Governo non ha fornito chiarimenti sui progetti a rischio, ma il taglio potrebbe coprire fino a 309 delle 1.350 Case di comunità e 93 dei 434 Ospedali di comunità. Una tale scelta metterebbe in discussione la programmazione della Regione.
Rilevato quindi che la situazione appare allarmante perché il Governo senza confronto con il Parlamento, con le Regioni, con gli enti locali interessati sembrerebbe orientato a tagliare una parte significativa delle Case di comunità e degli Ospedali di comunità, tutto ciò si connette alle scelte già fatte dal Governo di indebolire la sanità pubblica e confidiamo, quindi, che queste preoccupazioni in merito alle possibili scelte del Governo e sulla volontà di depotenziare un sistema sanitario pubblico a favore di un modello privatistico possano essere smentite. Basta votarla.
Impegna quindi la Giunta regionale a sollecitare il Governo in tutte le sedi istituzionali opportune, anche per il tramite della Conferenza delle Regioni, a mantenere i fondi necessari a promuovere la condivisione delle migliori pratiche, l'interazione tra le diverse Regioni al fine di favorire lo scambio di esperienze e l'adozione di approcci innovativi e implementazione delle Case di comunità e dell'assistenza sanitaria territoriale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per sottolineare l'importanza di questa mozione e della richiesta che facciamo, che speriamo sia condivisa. Le Case di comunità sono l'anello tra la solitudine del singolo a casa e una istituzionalizzazione più complessa. Sono lo strumento che ci permetterà di rispondere a tantissime esigenze a diversi livelli e crediamo che tagliare su questo strumento di prossimità sia rischioso. Crediamo che sia rischioso e crediamo soprattutto che avrà dei costi, come ci è stato spiegato anche in Quinta Commissione, che ricadranno sulla Regione del Veneto che dovrà trovare le risorse per tentare di mantenere l'offerta come è stata pensata inizialmente.
Quindi, sia in tema di conservare un principio di prossimità della sanità, sia per evitare che questo ricada con costi ulteriori sulla nostra Regione, chiediamo che ci si faccia promotori presso il Governo e che la quantità di Case di comunità venga mantenuta tale, anche perché sappiamo che per garantire un servizio adeguato ci deve essere un certo numero di cittadini e cittadine fruiti, altrimenti rischiamo che si perda l'efficacia e la vicinanza di questi strumenti al territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Da anni discutiamo di quanto importante sia strutturare il territorio e in qualche modo, nei vari incontri, i diversi portatori di interesse nell'ambito socio-sanitario ci ribadiscono quanto un territorio forte possa garantire da una parte una risposta in termini di benessere sociale molto più puntuale e dall'altra anche un risparmio, per alcuni aspetti, da un punto di vista sanitario, perché si agisce anche molto di più sulla parte di prevenzione.
Il modello delle Case di comunità è stato strutturato, è stato in qualche modo previsto dal PNRR, è stato condiviso come modello che potrebbe teoricamente funzionare. È stato condiviso dai diversi Governi. Peccato che ad un certo punto ci sia stato, però, una specie di taglio lineare causato (questo viene detto) anche da scarsità di risorse.
La questione è anche capire quali sono le nostre priorità. È evidente che spesso, anche dentro quest'Aula, si è detto più volte che la Regione ha le sue competenze, ma se lo Stato non ci finanzia, soprattutto se parliamo di personale, senza il personale queste strutture faranno fatica a partire, e comunque faremo sempre più fatica a tenere in piedi anche l'eccellenza del sistema socio-sanitario veneto. Ed è il motivo – e credo che la collega Bigon nell'illustrazione della mozione l'abbia comunque ben enucleato – per cui si è arrivati a proporre questa mozione.
Non viene meno, oltretutto, nel secondo impegno della mozione, oltre agli aspetti già detti, quello che è un confronto. Prima parlavamo della Fondazione Moressa per quanto riguarda le buone pratiche, e giustamente la collega dice che è necessario – proprio perché stiamo parlando di una sperimentazione, perché si sta partendo adesso, quindi è tutto da mettere in funzione – un confronto puntuale su quelle che sono le buone prassi, su quelle che sono le idee di funzionamento, su quelle che possono essere anche le politiche di ricerca in termini di processo tra le diverse Regioni.
Penso che questo punto sia assolutamente qualificante, anche rispetto a quel dibattito che non è affatto sterile, ma che nello stesso tempo rischia di diventare improduttivo, del dire "tagliamo, non tagliamo risorse, ci vuole il personale". Ce lo siamo detti tante volte, lo dobbiamo ribadire, va fatto, ma penso che la questione del funzionamento, delle buone pratiche e di capire se tra le diverse Regioni esistano già delle ricerche e come metterle in atto sia importante. Siamo stati l'altro giorno, e ringrazio anche l'Assessore, all'incontro sulla non autosufficienza, in cui la parte di ricerca è stata ben puntualizzata più volte. Questo aspetto lo trovo assolutamente qualificante e determinante anche nella votazione favorevole della mozione proposta dalla collega Bigon.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione la mozione n. 456.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Con questa mozione chiudiamo il Consiglio odierno.
Vi informo che martedì prossimo non ci sarà Consiglio, perché c'è la Festa della Salute. Per il prossimo Consiglio sarete convocati a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.51
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 115 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 115
MARTEDì 14 NOVEMBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 115a seduta pubblica – martedì 14 novembre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come da deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15587 del 9 novembre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.49.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 114a seduta pubblica di martedì 7 novembre 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Andreoli; inoltre, le consigliere Cavinato e Sponda seguono la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 405 del 06.06.2023
presentata dal consigliere Lorenzoni
"Come intende la Regione garantire cure, assistenza e supporto ai malati di sclerosi multipla nella provincia di Belluno?"

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

n. 8 del 04.07.2023
presentata dal consigliere Finco
"IPAB La Pieve di Breganze: che tipo di misure intende intraprendere la Giunta regionale per sanare le irregolarità amministrative della struttura?"

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra l'IRO in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Bilancio di previsione finanziario 2024-2025-2026 del Consiglio regionale. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 73) APPROVATO (Deliberazione n. 111/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la Vicepresidente Zottis (Partito democratico) che svolge la relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di Presidenza.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Nomina di un componente del Consiglio di indirizzo e verifica dell'Istituto Oncologico Veneto. APPROVATA (Deliberazione n. 112/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone la candidatura della signora Pradolini Tiziana.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica e a scrutinio segreto la nomina in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 41
Votanti n. 41
Schede bianche n. 2
Non votanti n. 1

Hanno ottenuto voti:

Pradolini Tiziana n. 31
Bonetti Andrea n. 7

Risulta nominata:

Pradolini Tiziana quale componente del Consiglio di indirizzo e verifica dell'Istituto Oncologico Veneto.

Punto 8) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Rigo, Cecchetto, Ciambetti, Finco, Maino, Pan, Vianello, Bisaglia, Soranzo, Polato, Formaggio, Pavanetto e Razzolini relativa a "Blocco del Brennero, Verona corridoio strategico per collegare l'Europa". (Risoluzione 97) APPROVATA (Deliberazione n. 113/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Guarda (Europa Verde) che propone una modifica, Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che propone delle modifiche al dispositivo e Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

La seduta è sospesa alle ore 15.35.

La seduta riprende alle ore 15.38.

Il consigliere Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) dichiara di accogliere la proposta di riformulazione del consigliere Polato e di non accogliere la proposta di riformulazione della consigliera Guarda.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto 9) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Pan, Centenaro, Finco e Rigo relativa a "Agenzia delle Entrate: venga riaperta quanto prima la sede di Cittadella". (Mozione 345) APPROVATA (Deliberazione n. 114/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) e Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica e Camani (Partito Democratico Veneto) in dichiarazione di voto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Guarda, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punti 10) e11) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Finco relativa a "Denatalità: la Giunta si impegni ad aderire al protocollo di collaborazione tra ANCI Veneto, Direzione regionale Inps Veneto, Fondazione Centro della Famiglia – Istituto di Cultura e di Pastorale, Fondazione Leone Moressa e il Forum delle Associazioni familiari del Veneto, nell'ambito del progetto "Osservatorio natalità e famiglia"". (Mozione 398) APPROVATA (Deliberazione n. 115/2023)  [RESOCONTO]


e

Mozione presentata dai consiglieri Brescacin, Barbisan, Cecchetto, Bisaglia, Bet, Pan, Cavinato, Zecchinato, Favero, Cestaro, Cestari, Dolfin, Finco, Vianello e Sandonà relativa a "La Regione Veneto aderisca all'Osservatorio Natalità e Famiglia sottoscritto da Fondazione Centro per la Famiglia, ANCI Veneto, Direzione regionale Veneto INPS, Forum delle Associazioni familiari del Veneto e Fondazione Leone Moressa". (Mozione 397) APPROVATA (Deliberazione n. 116/2023)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, visto l'argomento analogo, procede con discussione generale congiunta e votazioni separate delle mozioni in oggetto.

Intervengono i consiglieri, Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione n. 398 e Brescacin (Zaia Presidente) che illustra la mozione n. 397.

In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Camani (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 398.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 397.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 16.46.

La seduta riprende alle ore 17.12.

Punto 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Baldin, Ciambetti, Finco, Sponda e Zottis relativa a "Malattie croniche invalidanti, la Regione promuova lo smart working per superare gli ostacoli del luogo di lavoro". (Mozione 449) APPROVATA (Deliberazione n. 117/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 13) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Finco relativa a "Revoca della tessera sanitaria ai dipendenti ed ex dipendenti delle istituzioni europee e rilascio di una tessera sanitaria "depotenziata": la Giunta intervenga presso le istituzioni europee e nazionali". (Mozione 417) APPROVATA (Deliberazione n. 118/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 14) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Zecchinato, Brescacin, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Giacomin e Maino relativa a "Assistenza dei familiari ai pazienti ricoverati: predisporre un'area di sosta camper negli ospedali". (Mozione 407) APPROVATA (Deliberazione n. 119/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Zecchinato (Zaia Presidente) che illustra la mozione in oggetto.

Durante l'intervento del consigliere Zecchinato assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 15) all'ordine del giorno

Mozione dal consigliere Bozza relativa a "Ripopolamento Coregone nelle acque del lago di Garda". (Mozione 402) APPROVATA (Deliberazione n. 120/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) che illustra la mozione in oggetto e Zanoni (Partito Democratico Veneto) in discussione generale.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 16) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni, Bigon, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai, Zottis, Baldin, Guarda e Lorenzoni relativa a "Celebrare adeguatamente la ricorrenza della tragedia del Vajont". (Mozione 389) APPROVATA (Deliberazione n. 121/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra sia la mozione in oggetto che l'emendamento n. A1 modificativo anche del titolo e propone un subemendamento verbale in accordo con il consigliere Villanova.

L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come emendata anche nel titolo.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE comunica il rinvio del punto 17) all'ordine del giorno ( risoluzione n. 93) .

Punto 18) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Zanoni e Zottis relativa a "PNRR e Case di Comunità: una sfida da cogliere. Sollecitiamo il Governo a mantenere i fondi, condividere le buone pratiche tra regioni e coinvolgere istituzioni locali e società civile.". (Mozione 456) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono le consigliere Luisetto (Partito Democratico Veneto) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.51.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
PICCININI Thomas
BRESCACIN Sonia
POLATO Daniele
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
LUISETTO Chiara







IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN




IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian