ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 28/11/2023 n. 116

Resoconto n. 116 - 11^ legislatura
Resoconto 116 a Seduta pubblica
Martedì, 28 novembre 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.37, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.00

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno.
Diamo inizio alla 116a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16364 del 23 novembre 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 115a Seduta pubblica di martedì 14 novembre 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Silvia RIZZOTTO
I congedi sono concessi.
Seguono i lavori da remoto le mamme Sponda e Cavinato.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni.
Dico subito agli Assessori che le colleghe Baldin e Ostanel mi hanno chiesto di rinviare i loro punti alla prossima seduta.
Partiamo con la IRI n. 369 della collega Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 369 del 2 marzo 2023 presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni relativa a "CENTRO TRASFUSIONALE DI ISOLA DELLA SCALA: COSA INTENDE FARE LA REGIONE AFFINCHÈ VENGANO RIPRISTINATE LE DUE APERTURE?"

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione presentata il 2 marzo 2023. È molto attuale ed è necessaria la risposta da parte della Giunta regionale.
Premesso che in Italia la carenza di personale medico e infermieristico specializzato è un problema conosciuto da tutti e gravido di conseguenze anche per i dipartimenti trasfusionali. In particolare, da gennaio 2023, anche il Centro trasfusionale di Isola della Scala ha dimezzato il numero di aperture mensili.
Considerato che nel report 2022 sulle donazioni di sangue e plasma, a cura dell'AVIS provinciale di Verona, i dati evidenziano un preoccupante calo da 36.500 del 2021 a 34.000 nel 2022. Questa rilevante contrazione del servizio non solo è in aperto contrasto con le richieste di sangue e plasma che arrivano dagli ospedali del territorio veronese, ma sta mettendo anche a repentaglio l'esistenza delle associazioni di donatori di sangue nei comuni dell'Isola della Scala, Trevenzuolo ed Erbè. Gli stessi donatori, infatti, preavvertono di non essere più disponibili a donare se, al momento di fissare un appuntamento in tempi brevi, viene loro risposto di rivolgersi ad altri centri, distanti anche 30 chilometri da lì.
In data 21 febbraio 2023, sul quotidiano L'Arena di Verona un consigliere dell'AVIS scriveva: "Ogni donatore è un volontario e già di per sé compie un nobile gesto, offrendo il proprio sangue". Quindi, bisognerebbe mettere a disposizione ogni strumento per farglielo donare.
Tanto premesso, evidenziato che la Presidente dell'AVIS, a nome dell'associazione dei donatori di Isola della Scala, Trevenzuolo ed Erbè ha scritto, in data 30 gennaio 2023, una lettera al Presidente della Regione Veneto, interroghiamo l'Assessore alla sanità per sapere se la Regione Veneto intenda adoperarsi affinché vengano ripristinate le due aperture mensili presso il Centro trasfusionale di Isola della Scala.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
In vece dell'assessore Lanzarin, risponde l'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Mi scuso per la voce, ma sono un pochino raffreddato.

PRESIDENTE

È assolutamente in sintonia con la salute di molti, quindi tranquillo.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

La carenza di personale sia medico che infermieristico, comune a tutte le discipline, ha coinvolto anche i Dipartimenti trasfusionali, sebbene con le oggettive difficoltà riscontrate sono state attuate tutte le misure necessarie a garantire l'apertura dei centri di raccolta del sangue, così come di seguito rappresentato.
Innanzitutto, durante la Conferenza di Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale di Verona per la programmazione delle attività del 2023, che si è tenuta l'8 novembre del 2022, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni dei donatori di sangue della Provincia, oltre al Direttore sanitario dell'ULSS 9, il coordinatore del Dipartimento ha analizzato i dati delle attività del 2022 al fine di condividere con i presenti la proposta per l'attività dell'anno successivo.
Nei dettagli dei dati raccolti del 2022 risultava un calo delle donazioni, come per tutta la regione e come per tutta Italia, pari a circa il 2,5% rispetto al 2021 sebbene siano state mantenute aperte le sedi di raccolta. In alcuni di queste, si è riscontrata una riduzione più marcata del numero dei donatori rispetto ad altre sedi. Le ipotesi emerse in merito alle giornate e agli orari di apertura delle singole sedi sono state oggetto di un'ulteriore riflessione interna da parte delle associazioni, che si sono poi ritrovate con i coordinatori di Dipartimento in data 30 novembre 2022.
Da questo successivo incontro è emerso che la programmazione condivisa delle aperture delle sedi, tra cui quella di Isola della Scala, per la quale è stata condivisa sia l'apertura del secondo giovedì del mese che l'attività di raccolta, con la proposta del Direttore sanitario che è stata accolta da tutti, di rivedere il calendario delle aperture in caso di miglioramento della disponibilità di personale.
A seguito degli interventi sulla stampa locale da parte delle associazioni dei volontari di sangue dell'AVIS di Isola della Scala ancora del 21 marzo 2023, il Direttore della UOC Medicina Trasfusionale dell'ULSS 9 e il coordinatore responsabile del Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale di Verona hanno convocato le associazioni provinciali e i rappresentanti dell'AVIS di Isola della Scala e di AVIS di Nogara. L'incontro era finalizzato ad affrontare le questioni sollevate sui mezzi di stampa. All'incontro sono state nuovamente rappresentate le motivazioni e le circostanze che hanno determinato le scelte di programmazione, sottolineando la totale condivisione delle decisioni prese con le associazioni di volontariato del sangue provinciali, firmatarie della Convenzione secondo normativa.
In tale incontro sono stati presentati e discussi il verbale della precedente Conferenza e le considerazioni in merito alle critiche fatte sulla programmazione e i dati relativi alla raccolta, questo con particolare riferimento al punto di Isola della Scala.
Giova evidenziare che, nel corso del corrente anno 2023, sono state fatte undici raccolte programmate (una al mese) per complessive 169 unità di sangue intero donate, con una media di 15,3 donazioni per giornata. Inoltre, va ricordato che i donatori residenti a Isola della Scala si recano da sempre a donare anche in altre sedi della Provincia, che distano mediamente 15 chilometri.
In sintesi, la scelta di aprire una volta alla settimana la sede di Isola della Scala è stata condivisa con la Conferenza di Dipartimento e con i Presidenti associativi in due momenti distinti, ossia una prima volta quando è stata presentata la scelta e una seconda volta dopo il confronto interno con le associazioni, di cui si è data conferma.
Infine, la Regione del Veneto, tramite il Centro regionale di attività trasfusionale, come ogni anno, rivede e condivide con ciascun Dipartimento trasfusionale la programmazione delle specifiche attività, compreso il Piano di aperture per l'anno 2024, sulla base delle necessità e del fabbisogno di sangue, di emocomponenti ed emoderivati, il cui utilizzo è oggetto, tra l'altro, degli obiettivi assegnati ai Direttori generali.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, collega Bigon, per la replica.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Prendo atto della risposta. La esaminerò. Però, mi pare di aver capito che due sono le motivazioni per le quali è stato ridotto il Centro prelievi.
La prima, una riduzione delle donazioni a far data dal 2022. Ma se l'abbiamo confrontata con il 2021 e il 2020, mi pare che all'epoca ci fosse il Covid e che le donazioni fossero diminuite, ovviamente, per quel motivo, perché di fatto i centri sono stati in parte chiusi.
Se l'altra motivazione è stata la condivisione all'interno di un incontro con le associazioni – ripeto, io mi riservo di rispondere e di analizzare le informazioni anche magari con i referenti di Isola della Scala, Erbé e Trevenzuolo – faccio presente che, nel momento in cui viene ridotto un orario o un'apertura per mancanza di personale, difficilmente l'associazione riesce a contrastare nel momento in cui questa viene proposta.
Una condivisione o, quantomeno, una non opposizione automaticamente questo non significa condivisione della proposta, ci mancherebbe.
Ripeto, vorrei comunque la copia della risposta e sarà mia cura rispondere e analizzarla.
Grazie, Assessore.

PRESIDENTE

Gliela faremo avere. Grazie.
Proseguiamo con l'IRI n. 423, a firma del collega Zanoni ed altri

Interrogazione a risposta immediata n. 423 del 3 agosto 2023 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Luisetto, Zottis, Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Baldin relativa a "DISPOSIZIONI NORMATIVE LOMBARDE, SIMILI A QUELLE VENETE, CHE ATTRIBUISCONO AI COMUNI ALCUNE FUNZIONI IN MATERIA DI BONIFICA, SONO STATE DICHIARATE INCOSTITUZIONALI. COME LA GIUNTA REGIONALE VENETA METTERÀ AL RIPARO LE BONIFICHE, IN PROGETTO O IN ATTO, DA PREVEDIBILI RICORSI?"

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
È un tema che interessa anche la nostra Regione, anche se il contenzioso nasce in un'altra, che può avere delle ripercussioni molto importanti sull'attività della Regione Veneto relativamente al tema delle bonifiche. È una interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Bigon, Luisetto, Zottis, Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Baldin.
Premesso che l'articolo 7, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 3 del 21 gennaio 2000 attribuisce ai Comuni la competenza nell'approvazione dei progetti di bonifica dei siti inquinati ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 22/97, stabilendo inoltre l'ammontare delle garanzie finanziarie determinate ai sensi dell'articolo 26, comma 9.
Con la sentenza n. 160 del 24 luglio 2023, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5 della legge regionale lombarda, la n. 30 del 27 dicembre 2006, che prevede il trasferimento ai Comuni delle funzioni relative alle procedure operative e amministrative inerenti agli interventi di bonifica ivi compresi. Si riporta la lettera f), che dà questa facoltà, all'approvazione del progetto di bonifica di aree contaminate di ridotte dimensioni.
Con avviso alle Amministrazioni comunali, pubblicato sul proprio portale internet, la Giunta regionale lombarda ha informato che dal 27 luglio 2023 i Comuni non possono più esercitare le funzioni relative alle procedure operative e amministrative in materia di bonifica dei siti contaminati e che le stesse dovranno essere esercitate dalla Regione laddove atti amministrativi emanati dai Comuni in esecuzione delle funzioni dell'articolo 5 della legge del 2006 possono essere qualificati quali atti non definitivi.
Vado, Presidente, alla richiesta. L'interrogazione era più articolata, naturalmente.
Chiediamo all'Assessore regionale all'ambiente come la Giunta regionale intenda operare per scongiurare il verificarsi di sospensioni o blocchi delle procedure di bonifica dei siti inquinati in corso nelle ipotesi in cui i soggetti interessati tentino di far valere il sopracitato pronunciamento della Corte costituzionale. L'interrogazione era del 3 agosto.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

L'impatto della sentenza n. 160/2023, citata nel corpo dell'interrogazione, soprattutto con riferimento al settore ambientale e sanitario correlato e ai numerosi progetti sul territorio regionale riconducibili anche alle iniziative promosse dall'Amministrazione regionale, è apparso subito evidente agli uffici regionali, tant'è che i medesimi si sono prontamente attivati affinché, tramite il tavolo di coordinamento della Conferenza delle Regioni e Province autonome, il Ministero competente si facesse interprete di un urgente intervento normativo.
L'auspicato provvedimento normativo è intervenuto con l'adozione del decreto legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito in legge con modificazioni dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, il cui articolo 22 ha stabilito che le Regioni possono conferire con legge le funzioni amministrative di cui agli articoli 194, comma 6, lettera a), 208, 242, 242 bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, agli Enti locali di cui all'articolo 114 della Costituzione, tenendo conto in particolare del principio di adeguatezza.
La medesima legge disciplina i poteri di indirizzo, coordinamento e controllo sulle funzioni da parte della Regione, il supporto tecnico amministrativo agli Enti a cui sono trasferite le funzioni e l'esercizio dei poteri sostitutivi da parte della Regione in caso di verificata inerzia nell'esercizio delle medesime.
Sono fatte salve le disposizioni regionali vigenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione, che hanno trasferito le funzioni amministrative predette. All'evidenza, la suddetta disposizione normativa ha superato le criticità venutesi a determinare dalla citata sentenza della Corte costituzionale anche riguardo alle potenziali ricadute in Regione Veneto.
Qualora, tuttavia, in sede di contenzioso, dovessero essere formulate censure in ordine a quanto precede, l'Amministrazione si costituirà in giudizio in difesa della legittimità del proprio operato.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Zanoni, per la replica, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che ci dà in questo momento una informazione che vede lo Stato aver decretato e poi convertito in legge una disposizione che mette al sicuro i procedimenti, considerato che vengono date queste funzioni, per legge, ai Comuni.
Staremo a vedere se ci saranno dei contenziosi che magari potrebbero sorgere nell'arco temporale che va dalla pubblicazione della sentenza alla conversione in legge del decreto-legge del 10 agosto 2023.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRI n. 424 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 424 del 7 agosto 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SVERSAMENTO DI LIQUAMI DA IDROCARBURI NON AUTORIZZATO A CHIAMPO - (VI), LA REGIONE INTENDE GARANTIRE LA PRONTA DISPONIBILITÀ DI ARPAV ANCHE NEI FINE SETTIMANA?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Buona giornata a tutti e buon lavoro.
In data 05 agosto 2023 a Chiampo si è verificato uno sversamento riportato dalla cronaca giornalistica, uno sversamento non autorizzato di liquami da idrocarburi che ha raggiunto la roggia che costeggia il torrente Chiampo. Lo sversamento è stato verificato da una pattuglia della Polizia Municipale e dai Vigili del Fuoco allertati dai cittadini in allarme a causa di un odore nauseabondo proveniente dalla roggia.
Appreso che, secondo la ricostruzione dei fatti operata da fonte stampa, ARPAV, contattata telefonicamente presso i Dipartimenti di Vicenza e di Padova, non sarebbe intervenuta a causa della non disponibilità del servizio di reperibilità nei fine settimana, come comunicato attraverso un messaggio telefonico in risposta automatica, e secondo i dati resi accessibili dal sito di ARPAV il numero dei tecnici di prevenzione ha subìto un sensibile e costante ridimensionamento negli ultimi 10 anni, tutto ciò premesso interrogavo l'Assessore regionale all'Ambiente per sapere se intendesse o meno indirizzare una riorganizzazione del servizio pronta disponibilità di ARPAV, che sia tale da assicurare la presenza in pronta disponibilità almeno presso le aree produttive ritenute maggiormente a rischio di contaminazione da fonti di inquinamento.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Con riferimento all'interrogazione che ci occupa, i competenti uffici regionali hanno chiesto specifici ragguagli ad ARPAV, la quale ha riscontrato sia in merito all'evento tratteggiato nel corpo dell'atto ispettivo e sia in ordine al quesito in esso formulato nei termini che appresso si riportano.
Riguardo all'evento ARPAV ha rappresentato che, in seguito allo sversamento non autorizzato di liquami da idrocarburi verificatosi in data 05.08.2023, proprio personale ha accertato nel medesimo giorno dell'evento intorno alle ore 13.53 la presenza di odore e iridescenza da idrocarburi nel torrente Chiampo in corrispondenza del Ponte Castiglione. ARPAV è intervenuta tramite il Dipartimento Provinciale di Vicenza in quanto territorialmente competente e comunque è stato verificato che nessuna richiesta di intervento è pervenuta al Dipartimento Provinciale di Padova tramite i previsti canali di attivazione dell'istituto di pronta disponibilità.
Il Dipartimento Provinciale ARPAV di Vicenza è stato attivato alle ore 12.30 del 5 agosto 2023 dai Vigili del Fuoco di Vicenza e alle 13.20 è giunto sul posto della segnalazione per l'esecuzione dei primi accertamenti; quindi, ha risalito il torrente Chiampo verso monte, lungo le strade di accesso per individuare la possibile origine dello sversamento, raggiungendo Via Arso e poi Via del Motto, punto in cui si riscontrava la scomparsa dell'odore. Tale attività è stata effettuata anche in coordinamento con la Polizia Locale Comando di Arzignano. Come di consueto per gli interventi ARPAV ha pubblicato il 9 agosto 2023 un comunicato stampa nel proprio sito internet. Il Dipartimento Provinciale ARPAV di Vicenza ha provveduto, con nota n. 108/2023, a relazionare sulle attività svolte e sui riscontri agli Enti, Comune di Chiampo, Comune di San Pietro Mussolino, Provincia di Vicenza, Distretto Polizia locale Vicenza Ovest presso il Comune di Arzignano e Comando provinciale Vigili del Fuoco. In merito ai riscontri di sversamento, ARPAV ha provveduto a informare l'autorità giudiziaria.
Posto quanto precede, in relazione allo specifico quesito dell'interrogazione, ARPAV ha rappresentato che il proprio personale è preposto allo svolgimento delle attività previste dall'istituto della pronta disponibilità, garantendo un servizio h24, sette giorni su sette, e tale attivazione per le emergenze ambientali, come nel caso in questione, avviene a seguito della richiesta dei Vigili del Fuoco, tramite la Sala operativa 115, con telefonata ai numeri dedicati del referente di turno. Il servizio è garantito, come da legge istitutiva di ARPAV, in tutto il territorio regionale, con articolazione provinciale. Per ogni Provincia è attivabile un referente e un numero di tecnici, formato da collaboratori tecnici e tecnici della prevenzione, che consentono, per la varietà di titoli ed esperienze maturate, di coprire molteplici aspetti delle emergenze ambientali in numero variabile da tre a quattro in base alla vastità di territorio da presidiare.
Considerando tutte le tipologie di reperibilità ambientale, radiologica, laboratoristica, meteorologica, neve e valanghe di supporto alla Protezione civile, con il presidio della sala CFD, garantite con l'istituto della pronta disponibilità verso gli stakeholders esterni, ARPAV ha messo e mette in campo da anni, per ogni turno di pronta disponibilità, una cinquantina di persone tra dirigenti e tecnici.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prego, collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per questa risposta, che sicuramente avrò piacere di confrontare ulteriormente con chi sta svolgendo questo compito nel territorio e che in questi anni, oltre che negli ultimi mesi, mi ha ribadito come, in realtà, l'articolazione provinciale non sia corrispondente, in quanto al momento in termini di reperibilità l'articolazione è di carattere regionale. Ma l'intento di questa interrogazione voleva andare a premere l'intervento della Giunta in un ambito particolare – mi permetterò, poi, di lasciare una nota all'Assessore, che immagino giustamente sia impegnato adesso in altre cose – che è il seguente. Tra il 2013 e il 2021 il numero dei tecnici della prevenzione di ARPAV, che sono gli unici che sono chiamati a fare controllo e assistenza nei territori sulla base di segnalazioni, controllo all'interno dei comparti aziendali, controllo e prevenzione ambientale, per controllare ogni singolo scarico, ogni singolo cantiere, ogni singolo impianto del Veneto, è stato ridotto di ben 79 unità, ripeto, dal 2013 del 2021, per cui nemmeno in dieci anni.
Nel 2018 la Regione del Veneto aveva la possibilità non soltanto di assumere il completo ricambio generazionale dei dipendenti, che appunto andavano in uscita dall'Agenzia per pensione raggiunta, ma aveva anche la possibilità, concessa dal Governo, di poter assumere il 25% in più di personale, andando quindi ad intervenire in maniera drastica per riuscire a ricoprire quelle famose 79 unità che sono venute a mancare e addirittura ad aumentarne il numero. Questo è un dato di fatto.
Il mio intento, così come fatto in altre interrogazioni, è quello di indicare alla Giunta una strada: i tecnici della prevenzione non sono sostituibili da altre figure e c'è bisogno di reintegrarli per garantire un servizio all'interno del territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ancora la collega Guarda con la interrogazione n. 393.

Interrogazione a risposta immediata n. 393 del 28 aprile 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "MASTERPLAN SAVE: DOVE STA LA SOSTENIBILITÀ?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Premesso che SAVE S.p.A. ha indetto e avviato il dibattito pubblico sull'aeroporto di Venezia con lo scopo di presentare gli interventi previsti dal Piano di sviluppo aeroportuale Masterplan al 2037 dell'aeroporto Marco Polo.
Appreso che il 26 aprile 2023 il Masterplan è stato presentato a Palazzo Balbi e, nell'occasione, il Presidente della Giunta regionale ha posto l'accento sulla crescita in chiave sostenibile del terzo gateway intercontinentale nazionale.
Osservato che rispetto all'ipotesi di utilizzo intensivo e crescente delle piste si riscontrano già le prime perplessità dei cittadini e dei territori interessati rispetto alle probabili conseguenze in termini di inquinamento acustico, ambientale e, dunque, di sostenibilità, determinato dall'aumento della frequenza di voli e si parla addirittura, colleghi, di un volo al minuto.
Ritenuto che l'evocata chiave sostenibile del progetto debba essere letta anche alla luce dei dati sulle emissioni climalteranti attribuibili al settore dell'aviazione. In tal senso, avuto riguardo alla sola Unione europea, si segnala che le emissioni di CO2 di tutti i voli in partenza dagli aeroporti EU27 + EFTA hanno raggiunto 147 milioni di tonnellate solo nel 2019, con un aumento del 34% rispetto al 2005 e che nel 2022 il sesto rapporto di valutazione dell'IPCC ha rilevato che sono necessarie riduzioni immediate e rapide su larga scala delle emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento ulteriore, oltre i 2,5 gradi centigradi, e che il settore dell'aviazione è ancora in una prima fase di adattamento all'aumento dei rischi climatici.
Osservato anche come la Commissione europea per i trasporti nel settembre 2022 disse: "Se vogliamo trasformare l'Europa nel primo continente neutrale dal punto di vista climatico la sfida è enorme, poiché questo richiede la riduzione del 90% delle emissioni di gas a effetto serra legate ai trasporti nello stesso arco di tempo", cioè fino al 2050.
Tutto ciò premesso, interrogavo il Presidente della Giunta regionale per sapere quali misure ritenesse di poter iniziare e di cui farsi garante per la effettiva sostenibilità ambientale del Piano di sviluppo aeroportuale dell'aeroporto Marco Polo. Grazie mille.

PRESIDENTE

In vece dell'assessore De Berti, risponde il collega Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Con riguardo all'oggetto dell'interrogazione, l'approvazione del Piano sviluppo aeroportuale Masterplan al 2037 dell'aeroporto di Venezia Marco Polo è di competenza statale. Una volta che lo studio preliminare avrà completato l'iter del procedimento di dibattito pubblico, il Masterplan aeroportuale verrà sottoposto nell'ordine alle seguenti approvazioni e valutazioni: una approvazione in linea tecnica di fronte all'ENAC, la valutazione di un impatto ambientale con l'emissione della conformità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, il rilascio della conformità urbanistica da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e l'approvazione finale da parte di ENAC.
La Regione del Veneto, tramite le proprie strutture tecniche competenti, sarà chiamata ad esprimere il proprio parere nell'ambito della procedura di VIA nazionale, anche in termini di sostenibilità ambientale e nell'ambito del rilascio della conformità urbanistica, che potrà essere accertata a seguito di una Conferenza di Servizi indetta dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, ai sensi dell'articolo 3 del DPR 383 del 1994, con l'acquisizione del parere di tutti i soggetti competenti territorialmente ad esprimersi in merito, quindi la Regione, la Città metropolitana di Venezia e i Comuni coinvolti.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, collega Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Assessore.
Lei è ambasciatore, immagino che non vada a portare pena, però, oggettivamente parlando, è piuttosto vergognosa questa risposta, cioè, non coincide con la domanda, non dà alcuna indicazione di quali siano le previsioni di sostenibilità di cui il presidente Zaia si farà portatore all'interno di questi momenti in cui sarà chiamato ad intervenire per dire la sua nelle valutazioni ambientali che sono necessarie e obbligatorie per la valutazione di questo Piano. Di conseguenza, non posso dirmi assolutamente soddisfatta.
Quello che posso fare però è questo: fare in modo di richiedervi che le osservazioni portate all'interno di questa interrogazione rispetto all'impatto dell'aumento della frequenza di voli in partenza dall'Aeroporto Marco Polo venga ben ricordato all'interno delle valutazioni ambientali. Visto che in una delle qualificazioni del Veneto che volete realizzare attraverso la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza che oggi andremo ad approvare c'è Veneto Sostenibile, non potrete tirarvi indietro da ripresentare queste stesse osservazioni riportate in questa interrogazione, ricordandoci come dobbiamo tutti quanti intervenire per ridurre l'impatto delle emissioni di CO2 in aria. E questo proprio per un'ottica di preservazione delle attività economiche, delle attività agricole e della possibilità di continuare a vivere in un clima di benessere all'interno della nostra Regione.
Per cui da una delusione sostanziale di una risposta che evidentemente non mi sta specificando alcuna idea del Presidente in ambito di sostenibilità, forse perché ovviamente non può disturbare il can che dorme, ma oggettivamente parlando mi rendo conto che l'occasione può essere buona, visto che non ci sono idee condivise, per poterne dare alcune di mio pugno. Per cui auspico che questa discussione possa avere un senso.

PRESIDENTE

Passiamo alle IRI n. 432 e n. 436 che hanno una risposta abbinata.

Interrogazione a risposta immediata n. 432 del 13 settembre 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "CHI PAGHERÀ I COSTI DI MANUTENZIONE DELLA PISTA DA BOB DI CORTINA, STIMATI IN 45 MILIONI DI EURO (1,5 MILIONI L'ANNO)?"

e

Interrogazione a risposta immediata n. 436 del 27 settembre 2023 presentata dalle consigliere Guarda, Ostanel e Baldin relativa a "CORTINA SLIDING CENTER E ATTO DI INDIRIZZO APPROVATO DALLA PROVINCIA DI BELLUNO IN DATA 26 SETTEMBRE 2023: È INTENZIONE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO RIFERIRE RISPETTO ALLE DETERMINAZIONI DA ASSUMERE?"

Avremo due presentazioni da parte dei colleghi Zanoni e Guarda e poi una risposta unica da parte dell'assessore Corazzari, sempre in vece della collega De Berti.
Prego, collega Zanoni, sulla IRI n. 432.
Collega Guarda, può illustrare lei per prima la IRI n. 436?
Prego, consigliera Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Non avrei presentato l'interrogazione se non fossi stata la prima.
La Provincia di Belluno nella seduta del 26 settembre 2023 ha approvato un atto di indirizzo sostanziale da un punto di vista politico, con oggetto: "Giochi Olimpici e Paralimpici invernali, impianto Cortina Sliding Center, linee di indirizzo".
Considerato che in virtù dell'atto di indirizzo in parola la Provincia di Belluno si è formalmente impegnata a chiedere alla Fondazione Milano-Cortina, al Governo e alla Regione del Veneto di verificare urgentemente e in via ufficiale con le Istituzioni austriache competenti prima di procedere all'affidamento dei lavori del Cortina Sliding Center se sussistano realmente le condizioni per l'adeguamento della pista di Innsbruck in tempo utile per le Olimpiadi 2026, comunicando formalmente alla Provincia di Belluno le risultanze della verifica per chiedere alla Fondazione Milano Cortina 2026, al Governo italiano e alla Regione di revocare la procedura per la realizzazione del Cortina Sliding Center, ritenendo i costi ambientali, economici e sociali di tale intervento non sostenibili e né giustificabili, a fronte della disponibilità di un impianto idoneo a poca distanza dalla sede di gara; a chiedere agli stessi enti di istituire un tavolo di concertazione transfrontaliero Italia-Austria al fine di definire le modalità di utilizzo condiviso dell'impianto anche dopo l'evento olimpico, come proposto, appunto, dalla realtà di Innsbruck, e di individuare, in prospettiva futura, un massimo di due impianti nell'intera Europa continentale da utilizzare per le competizioni internazionali; a chiedere al Governo e alla Regione che tutte le risorse previste per la realizzazione del nuovo impianto di Cortina, ad eccezione delle risorse necessarie per la bonifica della pista "Eugenio Monti", e per la realizzazione del "Memoriale", vengano mantenute in favore di interventi da realizzare nella Provincia di Belluno per migliorare la qualità della vita dei residenti, previo dossier di candidatura (legacy).
Tutto ciò premesso, interrogavo il Presidente chiedendo di riferire in merito alla determinazione che intende adottare rispetto a quanto deciso dalla Provincia di Belluno, nel rispetto di quanto deciso, appunto, dalla politica...

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, prego, per la IRI n. 432.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione presentata il 13 settembre, sottoscritta anche dalla collega Bigon. La domanda era chiara e molto semplice: chi pagherà i costi di manutenzione della pista da bob di Cortina?
Premesso che i sottoscritti Consiglieri, accompagnati da alcuni residenti, hanno effettuato un sopralluogo presso l'area cantieristica in cui è in atto la demolizione della vecchia pista da bob "Eugenio Monti", a Cortina, per la successiva realizzazione della nuova.
Rammentando che nel Piano nazionale presentato per la candidatura di Cortina d'Ampezzo a sede delle Olimpiadi 2026 erano stati ipotizzati circa 41 milioni di euro in totale per la demolizione e la ricostruzione della pista da bob, la Regione del Veneto aveva ipotizzato di stanziare 85 milioni di euro, che avrebbero dovuto includere anche la costruzione di un parco ludico sportivo.
Evidenziato che negli anni successivi le stime dei costi sono considerevolmente lievitate, tanto che la copertura finanziaria per l'adeguamento della pista "Eugenio Monti", ai fini dell'ottenimento delle omologazioni per ospitare le competizioni internazionali di bob e para-bob, è pari a 124 milioni.
Valutato che un altro problema riguarda il rilevante impatto ambientale dell'opera. Salto alcuni passaggi. Preso atto che ci sono ipotesi alternative, ma soprattutto che i costi di manutenzione si aggirano sul milione e mezzo di euro l'anno ipotizzabili e che c'è stato un forte dibattito acceso tra Provincia e Comune, abbiamo chiesto su chi e su quali Enti graveranno i costi di manutenzione dell'opera in oggetto, stimati in 1,5 milioni di euro l'anno e in 45 milioni di euro su base trentennale. Sappiamo poi tutti che dovrebbe essere defunta e accantonata per sempre questa opera così costosa.

PRESIDENTE

Assessore De Berti, per la risposta, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

La realizzazione dello Sliding Center di Cortina d'Ampezzo è di competenza dell'Amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano-Cortina 2026, SIMICO S.p.A., nominato per tale intervento Commissario straordinario ai sensi dell'articolo 16, comma 3 bis del decreto legge 10 settembre 2021, n. 121, convertito in legge 9 novembre 2021, n. 156 ed è a copertura finanziaria quasi integralmente statale al netto del contributo del Comune di Cortina d'Ampezzo e della Provincia di Belluno, pari a 500.000 euro ciascuno, come risulta dal DPCM dell'8 settembre 2023.
Il Comune di Cortina d'Ampezzo, proprietario dell'impianto, tenuto conto delle determinazioni che saranno assunte dai soggetti competenti in ordine agli interventi in parola, procederà sulla base dei dati ed informazioni elaborate da SIMICO S.p.A. alle opportune valutazioni relative alle scelte da porre in essere per la legacy dell'impianto post evento olimpico, e quindi per assorbire i costi di manutenzione.
Tuttavia, da articoli pubblicati nella stampa il 16 ottobre, si è appreso che durante la sessione del Comitato olimpico internazionale tenutasi a Mumbai, in India, Giovanni Malagò, Presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026, ha comunicato che la pista da bob di Cortina d'Ampezzo non verrà costruita e che per le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 si dovrà cercare una diversa soluzione.
Allo stato attuale, dunque, si rimane in attesa di conoscere le formali decisioni che saranno adottate dal Governo in relazione alle venue in parola.

PRESIDENTE

Grazie. Replica la consigliera Guarda e poi il collega Zanoni. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Grazie di questa risposta che ci conferma quello che, insomma, avevamo dedotto dalla stampa e anche dalle interlocuzioni avvenute con gli Enti che avevamo citato anche all'interno dell'interrogazione.
Certo è che fa un po' sorridere che all'interno della risposta sia ammesso dalla Giunta che da articoli pubblicati nella stampa si è appreso, appunto, che la scelta... In realtà, bastava che il Presidente raccontasse anche la sua esperienza diretta nell'incontro avvenuto, mi sembra, appena dopo il 20 settembre, con Fondazione Milano-Cortina, SIMICO e gli altri enti che sono interessati. Per cui basterebbe che magari all'interno delle interlocuzioni riusciste a darci una logica di trasparenza, cosa che evidentemente sul tema Olimpiadi e, in particolar modo sul tema bob, purtroppo non c'è ancora.
Auspico che da questa esperienza possa rinascere una logica di collaborazione, non tanto con noi Consiglieri, specie con i cittadini poi direttamente interessati che ancora non riescono ad avere pace nel momento in cui hanno già espresso in maniera piuttosto evidente, con forza e anche con votazioni ufficiali di Enti istituzionali in loro rappresentanza una posizione che evidentemente non è quella del Presidente.

PRESIDENTE

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Che dire? è una risposta che veramente fa preoccupare e nel contempo anche sorridere.
Posso vedere i tempi, Presidente?
Mi riferisco al fatto che il Comune di Cortina sta aspettando i dati da SIMICO per poi capire come verranno assorbiti i costi di manutenzione. Ma, signori miei, quando voi comprate ad esempio un'auto sapete già dall'inizio chi farà la manutenzione e chi sosterrà questi costi di manutenzione. Qui abbiamo un'opera del genere che costerà un occhio della testa ogni anno, se venisse fatta, e ancora mi si risponde adesso che il Comune di Cortina aspetta SIMICO per capire chi. In realtà è proprio questo il nocciolo del problema: il Comune di Cortina quei costi non li vuole sostenere e neanche la Provincia di Belluno. Vi facciamo una domanda che è chiarissima e non ci date risposta.
Poi una Regione che spende una montagna di soldi per questo evento e ne mette anche per questo impianto, mi risponde, ci risponde che sa le cose da articoli di stampa. Ma stiamo scherzando? Con tutti i soldi che noi ci mettiamo, dobbiamo venire a sapere le cose... E lo scrivete anche in una delibera di Giunta perché questa risposta è una delibera di Giunta. Scrivete che venite a sapere le cose che riguardano i soldi dei cittadini e il futuro dei cittadini del Veneto dai giornali.
Insomma, cosa sono tutte quelle partecipazioni, tutte quelle foto col nostro Presidente che salta di gioia? Ma lui che ruolo ha, allora? Solo per farsi le foto, per mandarle in giro e per dire che siamo primi? Siamo primi in figure da cioccolatini!
"Si rimane in attesa di conoscere le formali decisioni". Ma scusatemi, ma siamo l'ultima ruota del carro noi veneti? Ci stanno prendendo in giro, facciamo delle figure veramente insopportabili e lo mettete pure nero su bianco. Io veramente non ho parole. Noi siamo quelli che vorremmo l'autonomia su 23 materie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Siccome le altre sette interrogazioni non hanno presente in Aula l'interrogante, le rinviamo alla prossima volta.

Cordoglio per la morte di Maurizio Creuso, Ottavio Contolini, Angelo Tanzarella, già Consiglieri regionali

PRESIDENTE

Egregi colleghi, un attimo di attenzione. Nei giorni scorsi sono venuti a mancare esponenti politici, già Consiglieri regionali, di un certo rilievo, che vogliamo ricordare in quest'Aula come prassi. Uomini protagonisti di momenti complessi della nostra vita e della nostra Istituzione, dal rodigino di Boara Pisani, Maurizio Creuso, esponente chiave e di vertice della Democrazia Cristiana tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta, al veronese Ottavio Contolini, Consigliere del Gruppo del PCI della Quarta Legislatura, e infine Angelo Tanzarella, sempre del PCI e poi dei DS, Consigliere per tre legislature, Vicepresidente del Consiglio regionale, oltre che Presidente della Prima Commissione e Assessore regionale.
Nel loro ricordo, l'omaggio dell'Assemblea legislativa regionale, che esprime il suo cordoglio ai familiari dei colleghi che ci hanno preceduto qui a Palazzo Ferro-Fini.
Facciamo un minuto di raccoglimento per questi tre esponenti politici che ci hanno lasciato.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Alcuni colleghi, in entrata, mi chiedevano per quanto riguarda i fatti tristi di cronaca che hanno visto protagonista il Veneto nelle settimane scorse, in particolare per quanto accaduto a Giulia Cecchettin.
Come già detto in seduta dei Capigruppo la scorsa settimana, troveremo il momento e il modo per cui questo Consiglio si occupi in maniera approfondita, come merita, di questa situazione, che ha visto purtroppo il Veneto protagonista.
PUNTO
6



RINNOVO DELLA NOMINA DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 76) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 122/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Piccinini

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6, PDA 76.
Relatore il collega Piccinini. Prego.

Tomas PICCININI (Veneta Autonomia)

Grazie, Presidente.
Viene oggi sottoposta all'attenzione la nomina del Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto. Si tratta, in particolare, del rinnovo del Segretario generale in carica, dottor Roberto Valente.
Come è noto, la Segreteria generale è definita dalla legge regionale sull'autonomia del Consiglio, la legge 31 dicembre 2012, n. 53, come la forma organizzativa della struttura amministrativa del Consiglio regionale, e si articola nelle diverse strutture chiamate nell'esercizio delle funzioni amministrative, che consentono all'Assemblea e ai suoi componenti l'esercizio delle prerogative istituzionali proprie e dei componenti dell'Assemblea legislativa.
La legge prevede che alla Segreteria generale sia nominato dall'Assemblea un dirigente individuato fra quanti sono in possesso dei necessari requisiti di esperienza, di professionalità e di capacità organizzativa, nonché di adeguata preparazione, discendente anche, e in particolare, da precedenti esperienze dirigenziali nell'Assemblea legislativa.
Il provvedimento che vi viene proposto è quindi un provvedimento funzionale ad assicurare la necessaria continuità all'assolvimento delle funzioni di guida delle strutture amministrative del Consiglio regionale secondo le direttive dell'Ufficio di Presidenza, che propone la conferma del Segretario generale in carica in quanto in possesso dei requisiti previsti dalla legge, come risulta non solo dalla documentazione agli atti, ma l'assolvimento delle funzioni di Segretario generale che quest'Aula ha già avuto modo di riscontrare in questi tre anni di legislatura.
Evidenzio, in conclusione, che la proposta di rinnovo dell'incarico di Segretario generale in capo al dottor Roberto Valente discende da una proposta dell'Ufficio di Presidenza che è stata oggetto di approvazione all'unanimità della seduta di Prima Commissione in data 22 novembre 2023.
Sono certo di interpretare il pensiero di quanti già si sono espressi col proprio voto, vuoi in Ufficio di Presidenza, vuoi in seduta di Prima Commissione consiliare e che oggi, insieme ad altri colleghi, tutti, si esprimeranno in sede di Aula, ringraziando per il lavoro svolto il dottor Roberto Valente nell'interesse istituzionale consiliare, certo che anche il prosieguo del suo incarico, che accompagnerà il Consiglio fino alla conclusione dell'attuale legislatura e all'avvio della nuova, sarà condotto garantendo il buon andamento dell'azione amministrativa delle strutture al fine di assicurare il pieno esplicarsi delle prerogative di tutti i Consiglieri regionali e per il miglior svolgimento delle funzioni istituzionali proprie dell'Assemblea legislativa regionale.

PRESIDENTE

Grazie. Colleghi, si vota in forma elettronica.
Non vedo interventi.
Il voto è segreto.
Metto in votazione la PDA n. 76.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



ADOZIONE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2024-2026. ARTICOLO 36 E PARAGRAFI 4.1 E 6 DELL'ALLEGATO 4/1 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 64) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 123/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7, PDA n. 64.
Relatore il collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR), previsto dal decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011, rappresenta il principale strumento della programmazione regionale. Il decreto legislativo sopracitato prevede che le Regioni ispirino la propria gestione al principio della programmazione, adottando a tal fine il bilancio di previsione finanziario riferito ad un orizzonte temporale almeno triennale ed elaborato sulla base delle linee strategiche e delle politiche contenute nel DEFR.
Coerentemente a tale disposizione normativa, il DEFR 2024-2026 è il documento di programmazione della manovra di bilancio dello stesso periodo, considerato che lo stesso contiene la struttura di carattere programmatorio atta a supportare i contenuti della manovra di bilancio per il medesimo periodo, fermo restando che eventuali determinazioni che verranno indicate con la Nota di aggiornamento del DEF nazionale saranno prese in considerazione con gli opportuni atti. Naturalmente mi riferisco al DEFR. Qui valutiamo sia il DEFR che la Nota di aggiornamento.
Con riferimento alle tempistiche del ciclo di programmazione economico-finanziaria regionale, a seguito della presentazione alle Camere da parte del Governo del Documento di Economia e Finanza nazionale (DEF), il DEFR deve essere adottato dalla Giunta regionale e presentato al Consiglio regionale entro il 30 giugno di ciascun anno. Successivamente, entro il 27 settembre di ogni anno il Governo presenta alle Camere la Nota di aggiornamento del DEF. Per garantire la necessaria coerenza con gli aggiornamenti della finanza pubblica nazionale, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale la Nota di aggiornamento del DEFR entro trenta giorni dalla presentazione della Nota di aggiornamento del DEF nazionale e, comunque, non oltre la data di presentazione del disegno di legge di bilancio.
Il DEFR 2024-2026, di cui all'Allegato A del presente provvedimento, dopo il primo paragrafo di carattere metodologico, rappresenta in maniera sintetica il quadro congiunturale internazionale, nazionale e regionale, e illustra il contesto di finanza pubblica e il quadro generale di finanza regionale. Inoltre, fornisce un quadro sintetico dei collegamenti fra il DEFR e i principali strumenti della programmazione regionale, quali il programma di governo 2020-2025 e la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, che delinea le traiettorie future per lo sviluppo sostenibile del Veneto al 2030 in chiave sociale, economica ed ambientale.
La strategia regionale per lo sviluppo sostenibile individua sei macroaree strategiche di intervento. Per un sistema resiliente: rendere il sistema più forte e autosufficiente. Per l'innovazione a 360 gradi: rendere l'economia e l'apparato produttivo maggiormente protagonisti nella competizione globale. Per il benessere di comunità e persone: creare prosperità diffuse. Per un territorio attrattivo: tutelare e valorizzare l'ecosistema socio-ambientale. Per una riproduzione del capitale naturale: ridurre l'inquinamento di aria, acqua e terra. Per una governance responsabile: ripensare il ruolo dei Governi locali anche attraverso le opportunità delle nuove tecnologie. Ogni macroarea è declinata in linee di intervento, che costituiscono obiettivi strategici dell'Amministrazione e come tali vengono assunti a riferimento anche dal DEFR 2024-2026.
Parimenti vi sono riferimenti al Piano nazionale di ripresa e resilienza, strumento con cui l'Italia, all'interno del quadro europeo di riferimento, dispositivo di ripresa e resilienza, ha voluto rispondere alla crisi pandemica legata al Covid-19 ed espone alcuni contenuti relativamente all'azione regionale volta ad individuare, realizzare e monitorare specifici interventi in tale ambito.
Alla fine, il documento delinea una visione d'insieme della programmazione internazionale, europea e nazionale, con particolare riferimento ai programmi operativi cofinanziati dall'Unione europea, e fornisce un quadro di riferimento della spesa, i cui dati sono aggiornati alla data del 5 giugno 2023.
Sulla base del quadro normativo suesposto, al fine di garantire la giusta relazione con il sistema del bilancio, il DEFR 2024-2026 della Regione del Veneto, come di consueto, presenta la medesima struttura a classificazione in missioni di bilancio. In particolare, nell'ambito della sezione "Missioni regionali" per ogni missione sono descritti gli indirizzi strategici per il triennio successivo, seguiti da una tabella sintetica di collegamento fra gli obiettivi strategici regionali e gli obiettivi operativi prioritari.
Il DEFR 2024-2026, inoltre, si caratterizza per i seguenti aspetti: l'individuazione degli obiettivi strategici che derivano principalmente dalle linee di intervento della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e quelli ad essa non collegati; l'individuazione degli obiettivi operativi prioritari che daranno attuazione agli obiettivi strategici, tra i quali in sede di Nota di aggiornamento al DEFR si procederà a una maggiore definizione; il rinvio al successivo decreto del Segretario generale della Programmazione relativo agli obiettivi operativi complementari 2024-2026; l'individuazione nell'allegato "Indirizzi alle società e agli enti" degli obiettivi riferiti alle società controllate e partecipate, agli enti strumentali controllati e partecipati, nonché agli ambiti entro cui agiscono altri enti collegati all'azione amministrativa regionale del territorio.
Il DEFR e la relativa Nota di aggiornamento costituiscono un punto di riferimento per il Piano integrato di attività e organizzazione, il quale assorbe una serie di piani programmatori già previsti da precedenti disposizioni, tra i quali il Piano della performance e il Piano di prevenzione della corruzione.
Nell'ambito del processo di concertazione previsto, in particolare negli articoli 2 e 4 della Sezione Terza della legge regionale n. 35/2001 , si precisa che, a seguito della presentazione del DEFR 2024-2026 al tavolo di concertazione regionale con le parti economiche e sociali, gli eventuali contributi e/o osservazioni forniti saranno valutati in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento e comunicati al Consiglio regionale, Organo competente alla relativa approvazione. Ce li abbiamo comunque, perché nel punto successivo è trattata la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza regionale, quindi questi sono stati messi agli atti.
Le missioni regionali sono le seguenti: Missione 1 "Servizi istituzionali, generali e di gestione"; Missione 3 "Ordine pubblico e sicurezza"; Missione 4 "Istruzione e diritto allo studio"; Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali"; Missione 6 "Politiche giovanili, sport e tempo libero"; Missione 7 "Turismo"; Missione 8 "Assetto del territorio ed edilizia abitativa"; Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente"; Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità; Missione 11 "Soccorso civile"; Missione 12 "Diritti sociali"; Missione 13 "Tutela della salute"; Missione 14 "Sviluppo economico e competitività"; Missione 15 "Politiche per il lavoro e la formazione professionale"; Missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca"; Missione 17 "Energia e diversificazione delle fonti energetiche"; Missione 18 "Relazioni con le altre Autonomie territoriali"; Missione 19 "Relazioni internazionali".
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la correlatrice, consigliera Chiara Luisetto. Prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il Documento di Economia e Finanza regionale che ci accingiamo a discutere si inserisce in un contesto economico e sociale profondamente cambiato rispetto allo scorso anno. Un nuovo Governo politico, con una larga maggioranza, che ha avuto modo di indicare le sue priorità e in questa fase di adozione del bilancio di chiarire, con scelte e allocazione di risorse, quale sia l'idea che ha in testa di sinergia e rafforzamento dei diversi livelli di governo del Paese, vale a dire quanto investe questo Governo nazionale nel sostegno alle Regioni e agli Enti locali perché siano messi nelle condizioni di far atterrare non solo le risorse del PNRR, ma possano affrontare criticità, ormai diventate sfide quotidiane, dalla mancanza di personale alle politiche socio-sanitarie, alla transizione energetica e ambientale.
Ci stiamo rendendo conto, sempre di più a nostre spese, che una visione non esiste e che su Enti locali e Regioni si abbatteranno tagli e rimodulazioni – c'è dell'eleganza in questo termine che non fa nemmeno accorgere del salasso in arrivo – tali da rendere la stessa previsione che discutiamo oggi oggetto di necessarie sforbiciate e ulteriori revisioni. 28 milioni in meno alla nostra Regione. Non invidio l'assessore Calzavara, che deve coprire il Veneto con una coperta che questo Governo dello stesso colore politico sta accorciando sempre di più, con lo spettro di una nuova spending review. Non sono esattamente quanto veniva sbandierato in campagna elettorale, dove un futuro roseo sembrava attenderci tra tagli delle accise e sostegno allo sviluppo dei territori.
Tra i cambiamenti, certamente il cambiamento che dal PNRR si deve affrontare deriva da una revisione profonda che sta generando ricadute su progetti già avviati, in alcuni casi già realizzati dai Comuni, che si trovano a dover assottigliare, tagliare, ripensare e fare i salti mortali per far quadrare i conti di quanto prima era stato promesso con una mano e ora viene tolto con l'altra. Basti pensare a quello che succede in diversi Enti locali: i poli scolastici e sportivi stanno diventando singole palestre e ristrutturazioni parziali, perché mancano le forze per completarli. La più grande occasione di sviluppo del Paese rischia di andare sprecata, perché manca una strategia vera. Così per la Regione, che dovrà sostenere da sé una parte delle spese per l'impianto della sanità territoriale, il sistema della prossimità con le Case di comunità, gli Ospedali di comunità e le COT, anch'essi oggetto di una decisa rimodulazione.
A ciò si collega certamente il peso dei costi aumentati per effetto dei conflitti che dentro l'Europa e ad un passo da noi stanno condizionando e pesando su aziende e servizi, crisi che pongono crescenti interrogativi sulla capacità e credibilità delle diplomazie nel ripristinare il diritto internazionale, i conseguenti scenari di pace e le basi per il superamento di un'escalation di stabilità e di incertezza, che ha effetti sul nostro territorio.
Cambia anche la prospettiva europea, sulla soglia di un nuovo settennato di programmazione orientato a una transizione green e digitale, che richiede più che mai innovazione per essere vincente e fare i conti con i tempi, il know-how e le risorse del tessuto economico e di imprese, chiamato a questa nuova spinta. Accanto a ciò, la grande sfida dell'occupazione, della qualità e dignità del lavoro, in particolare della popolazione più vulnerabile ed esposta alla povertà. Dunque, cambiamenti a livello geopolitico europeo e nazionale, davanti ai quali nell'odierna discussione credo dovremmo chiederci quanto questo documento programmatico sappia fare il suo lavoro, sia in grado, cioè, di dare non solo chiavi di lettura dell'esistente, ma linee di azione e prospettive concrete, quanto sappia essere politico nel senso più pieno. E qui casca l'asino, perché ci troviamo di fronte ad uno strumento che, seppure fotografa con un'analisi puntuale lo stato dell'arte, punti di forza e debolezza derivanti dagli scenari di cui parlavo poco fa, apre davanti a noi un libro dei sogni, scollegato da queste stesse analisi, sviluppato nella narrazione dell'eccellenza, senza fare i conti con ciò che sarebbe ora di iniziare a vedere, ovverosia il ritardo che scontiamo nel costruire le condizioni di una transizione su diversi fronti, non rimandabile, e di una riduzione delle disuguaglianze, che non si può ormai più fingere di non vedere, attraversare e ascoltare.
Guardiamo anche soltanto gli obiettivi parte della strategia di sviluppo sostenibile, nel quadro delle collaborazioni con ASviS e AsVeSS, obiettivi e target che ci indicano come i traguardi più stringenti per la coesione sociale del nostro territorio non si realizzeranno nel breve periodo e spesso nemmeno nel lungo. Pensiamo alla Macroarea 3, dove i gol sono la riduzione delle povertà, il lavoro dignitoso, l'istruzione, la riduzione delle disuguaglianze. Questi aspetti sono collegati a sette obiettivi, dei quali quattro sono considerati irraggiungibili allo stato attuale. Ho citato la Macroarea 3, ma potremmo guardare la Macroarea 4, relativa alla tutela e alla valorizzazione ambientale, e la fotografia sarebbe la stessa.
Se, ad esempio, nel breve periodo il Veneto saprà contrastare l'uscita precoce dal sistema di istruzione, non ce la farà a raggiungere l'obiettivo di ridurre la quota dei NEET sotto il 9%. Secondo gli ultimi dati disponibili ci attestiamo quasi al 14% di ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono alla ricerca di impiego. Un dato preoccupante e non giustificabile, se pensiamo tanto più alla dinamicità del mercato del lavoro veneto e alla necessità dei profili professionali richiesti. Servono interventi più decisi in ambito formativo e di accesso all'istruzione e al lavoro per i più giovani, per occuparsi realmente delle giovani generazioni, che rischiano di continuare ad andarsene trovando opportunità in Regioni vicine o, ancor peggio, di chiudersi e aggiungersi al numero crescente di fragilità in età giovanile in carico al sistema sociosanitario.
I campanelli d'allarme ci sono e sono scritti proprio nel documento che ci presentate. Sappiamo che cosa rischiamo a non affrontarli con politiche e interventi di sistema. Ma non credo sia possibile farlo con un documento debole perché, se sai dove andrai a sbattere devi decidere ora di cambiare strada, mettere la freccia e togliere il pilota automatico. A proposito di frecce, non è che, se si toglie il rosso da tutte le tabelle, con gli obiettivi di sviluppo che non verranno raggiunti, in un documento pieno di colori ovunque, questo renda quei traguardi più raggiungibili. Se saltano all'occhio magari ci si ricorda che servono politiche diverse per portarli a casa.
Ci direte che le mani sono legate, perché ancora manca la madre di tutte le soluzioni, la terra promessa che da dieci anni viene raccontata come la risposta: l'autonomia. Sono dieci anni che ci viene spiegato come, se ci tenessimo i nostri soldi qui, sarebbe tutto molto più semplice. Allora sì che potremmo investire in trasporto pubblico locale, sanità e casa. Anche nel DEFR non si manca di sottolineare quanto l'autonomia differenziata potrà risolvere le criticità che affrontiamo. Ma continuare a sentire questa storia sembra stia diventando quella prospettiva di paradiso per cui intanto vivi male, ti curi nel privato, ti sposti con la tua macchina, non trovi una casa, non hai le risorse per studiare. Però, vuoi mettere quanto ti sei guadagnato il paradiso? Il giudizio si potrà dare solo con l'approvazione della legge quadro, che da gennaio, con il via libera al Senato, proseguirà poi alla Camera. Ma poiché questa terra promessa riflette le contraddizioni dell'umano e le tensioni per niente paradisiache che stanno accompagnando la legge, sarà molto difficile che si realizzi quel conferimento di poteri, quei nove decimi da tenersi stretti, quel volere residuo fiscale, che non ci saranno, che non troveremo in legge. Quello che, invece, c'è è il dover fare i conti con una promessa che ora non ha più alibi. Non può essere colpa degli altri, della sinistra cattiva, delle Cassandre e dei Governi tecnici. Ora siamo al "vedo", e credo che il paradiso dovrà aspettare ancora se l'aria che tira da Roma è questa.
Per ultimo, un punto, che riprenderò nella successiva correlazione: le Missioni 12 e 13. Alla sanità, che è il centro, la principale spia del disagio crescente dei cittadini, dove si stanno annidando diseguaglianze e povertà, quelle stesse che attraverso questa programmazione dovremo capire come superare, sono dedicate, in un documento di 465 pagine, quattro facciate, quattro facciate nelle quali si dice, in buona sostanza, che gli interventi posti in essere nell'emergenza Covid vanno ora differenziati per condizione socioeconomica, potenziando, sviluppando, garantendo. Quattro facciate di questi verbi, che dovrebbero essere sostituiti da ricostruire, investire, programmare e difendere, perché lo stato in cui versa il nostro sistema sociosanitario è tale da richiedere ben altro che un mantenimento dell'esistente.
In termini di efficacia, efficienza e appropriatezza dell'offerta sanitaria, l'indice 2023 della The European House-Ambrosetti ci vede scivolare sotto Emilia-Romagna, Toscana e Provincia di Bolzano. Nel silenzio si scende, mentre a parole si narra l'eccellenza. Uscire da questo racconto e provare a dire che c'è bisogno di una profonda riorganizzazione dopo quella fallimentare del 2016, che ci ha portati dritti allo stato di progressivo indebolimento del servizio pubblico nel quale ora siamo, sarebbe esercizio di consapevolezza e base per scelte più utili.
E il sociale? Le audizioni ascoltate in Quinta Commissione hanno ricordato a tutti noi come fuori da quest'Aula esista un mondo di associazioni ed organizzazioni pronte a collaborare e costruire nella condivisione, ma ci ha altresì mostrato le solitudini e l'estrema difficoltà di famiglie e caregiver di fronte a rette di case di riposo che rischiano aumenti insostenibili per qualsiasi pensione e che richiedono interventi immediati. Abbiamo sentito la voce del privato sociale, che non riesce più a far fronte alla gestione di servizi su appalti con rette talmente datate e sottodimensionate che non coprono più i costi. Anche qui, i cambiamenti che non si gestiscono finiscono col pesare sempre più su chi ha meno voce, sui servizi per le dipendenze e la salute mentale, la disabilità, l'accoglienza delle donne.
È, in sintesi, un documento che sa cosa succede, ma risponde con debolezza, traccia il disegno di un Veneto per il quale basta migliorare un po' le cose per rimetterlo in carreggiata, si fa qualche aggiustamento e si mantiene l'eccellenza, continuando con il refrain del "non mettere le mani in tasca", della "Regione tax free", una retorica miope, che non vede lontano, e a ben vedere nemmeno troppo vicino, poiché le mani in tasca vengono messe, invece, spesso, quando per avere una visita specialistica in tempi dignitosi si deve ricorrere al privato, quando per ripercorrere la SPV bisogna spendere cifre che la rendono per pochi, ma è pagata, e salata, da tutti, quando per essere accolti in una casa di riposo bisogna mangiarsi tutta la propria pensione e metterci anche, finché ci sono, gli stipendi dei figli. Serve molto di più, non dall'autonomia promessa, non dando la colpa agli altri dopo decenni di Governo regionale sempre uguale a sé stesso e nemmeno raccontando una storia che ormai ha un finale a cui non crediamo più.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Buon lavoro a tutti noi per questo inizio della discussione della Nota di aggiornamento riguardo alla programmazione economica e finanziaria del Veneto. Proprio un anno fa iniziava la discussione sulla programmazione economica e finanziaria di allora, di cui vorrei citare una frase sostanziale, una certezza da cui partiva, nell'introduzione, il presidente Zaia, che era la seguente: "Lo shock sui prezzi energetici e sulle materie prime obbligano a politiche restrittive per evitare che l'inflazione diventi una tassa invisibile, a discapito delle famiglie con reddito medio-basso e a rischio povertà.
Questa situazione non favorisce gli investimenti e ciò peggiora il clima di incertezza, che può trovare risposte di lungo periodo programmando solo politiche sociali e solidali". Queste sono le parole pronunciate dal presidente Zaia nella scorsa Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza. La citavo perché, essendo comune constatazione di un fatto reale dell'economia, ero ed eravamo profondamente delusi – ripeto, profondamente delusi – perché da quelle parole non conseguiva alcuna proposta politica per fermare il depauperamento economico che buona parte dei cittadini veneti continuava a scontare, nessuna operazione per implementare l'efficienza, la diffusione e la sostenibilità economica dei servizi della collettività (trasporto, sanità, servizi sociali, asilo nido), solo il mantenimento dello status quo di chi meglio sta in Veneto, solo il rilievo della tassa nascosta, l'inflazione, senza sforzi per ridurne l'impatto sul benessere dei cittadini più a rischio.
Ebbene, questa Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza regionale vede ripetersi, rispetto alla programmazione di bilancio, la medesima preoccupazione già espressa lo scorso anno, stante il contesto economico e politico che, dopo l'anno della crisi sanitaria del Covid, l'anno della crisi energetica e l'anno della guerra Russia-Ucraina, oggi ci vede "nel mezzo di una – cito sempre le parole del presidente Zaia – escalation della guerra in Medio Oriente, con il rischio concreto di uno shock petrolifero".
Il presidente Zaia stesso, quindi, continua scrivendo nella Nota di aggiornamento 2024 come, nonostante gli investimenti dell'Europa nella ripartenza dell'Italia e del Veneto, la situazione attuale non tolga che all'orizzonte si profilino, comunque, rinunce, revoche ed economie. Su questo si dovrebbe basare il progetto del Veneto per i prossimi tre anni. Su questo si dovrebbe basare, oggettivamente parlando, qualsiasi operazione di finanza pubblica. Ristrettezze e rinunce che, come ben sapete e come ben ci hanno spiegato anche nelle audizioni importanti rappresentanti della società veneta, pagheranno, come sempre, le famiglie con reddito medio, basso, a rischio povertà, ancora una volta.
I giovani. I giovani sono un'altra categoria che soffrirà particolarmente questo aspetto. Sono stati ricordati con trasporto dal presidente Zaia al termine della sua lettera introduttiva a questo documento che voteremo in questi giorni, e sono proprio i giovani quelli che più di tutti pagheranno la totale, e ormai potremmo dire storica, assenza di strategie politiche in soccorso, in particolare, dei miei coetanei Millennials e della Generazione Zeta veneti, dato che ben prima di quei tre maledetti anni di crisi, nel 2017, l'allora Nota di aggiornamento analizzava come la maggioranza dei giovani non fosse in grado di affrontare una spesa imprevista di 600 euro. Figuriamoci che cosa sta capitando oggi a queste generazioni. Figuriamoci oggi di fronte all'inflazione, di fronte ai servizi pubblici a pagamento, sostituiti da privati, e al diktat del "Veneto tax free", ma solo per i ricchi.
D'altronde, alla fin fine a pagare le conseguenze, a pagare delle tasse nascoste è chi deve accedere ai servizi pubblici. Figuriamoci che cosa capiterà, quindi, nel 2024 a queste generazioni, contraddistinto da fondi nazionali insufficienti a coprire l'aumento della spesa per l'erogazione dei servizi sanitari, sociali e pubblici colpiti dall'inflazione e da un clamoroso dietrofront del Governo Meloni e del ministro leghista Giorgetti nel garantire la restituzione di ben 29 milioni che spetterebbero al Veneto, 29 su 75 milioni di spese discrezionali. Eh sì, ci sono anche i Fondi di coesione promossi in questi giorni, ma quelle sono spese di investimento. E tutto il resto come facciamo a gestirlo? Finiamo a fare come per le Case di comunità, costruendo soltanto le mura e poi non riuscendo ad inserire il personale adeguato? Uno schiaffo a quella potestà di intervento, quindi già di competenza delle Regioni, con un Governo fratello leghista che chiede ai politici regionali e ai cittadini rinunce, revoche ed economie, come il presidente Zaia in questo Documento di Economia e Finanza, mentre a Roma il ministro Salvini e i suoi sguazzano nella previsione di ben oltre 10 miliardi di euro per far partire i cantieri del Ponte sullo Stretto nel 2024.
Di fronte a questo panorama io non posso che ripetere la sostanziale e decisa richiesta di rivedere le aliquote sui redditi personali perché, se il Governo non ci è amico, evidentemente, almeno da qualche parte non possiamo che trovare le risorse per intervenire e per aiutare le parti più fragili, quelle che continuate a ricordare e che il Presidente continua a ricordare nelle sue lettere, ma che in pratica nel bilancio non vedono risposte. Chiedere un contributo sui redditi personali di chi sta economicamente molto bene con una manovra sull'addizionale regionale IRPEF che possa garantirci risorse congrue ed adeguate al sostegno di politiche di redistribuzione e di riduzione delle disuguaglianze, per generare una ricchezza diffusa, che non potrete mai generare continuando a scegliere politiche che lasciano, non toccando i portafogli di chi sta meglio, i soldi in chi? Nelle tasche di chi sta meglio, perseguendo la teoria liberista del trickle-down economics, che evidentemente non sta producendo gli effetti che voi dite possano produrre. Oggi, quindi, vi ribadisco questa proposta. Penso che ognuno di voi debba autonomamente e politicamente interrogarsi sull'efficacia e l'efficienza delle politiche strategiche portate avanti oggi dal Veneto che non tassa i ricchi.
Ma oggi mi sento anche un po' più disponibile nel venire incontro alle vostre esigenze comunicative volte alla tutela dello status quo dei più ricchi del Veneto, a discapito delle famiglie a rischio povertà e di ceto medio, e vi propongo un'alternativa immediata, che può vederci approvare un bilancio che finalmente restituisca giustizia alle vere urgenze del Paese. Come il Trentino-Alto Adige ha destinato 21 dei 50 milioni previsti per lo stadio di Baselga di Pinè, poi depennato dalla lista dei possibili interventi e investimenti olimpici, altrettanto faccia la Regione del Veneto, utilizzando quegli 85 milioni di euro immobilizzati nel 2020 e poi di anno in anno rimodulati e inutilizzati, nell'attesa di realizzare qualcosa, la pista da bob, le strutture al servizio delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Invito la Regione del Veneto a utilizzare quelle risorse per sostenere le vere legacy di cui il Veneto ha bisogno, quella del sociale e della salute, quella delle emergenze in area montana e degli investimenti ambientalmente ed economicamente sostenibili a contrasto della siccità, del rischio idrogeologico, della crisi climatica, che mettono a serio rischio salute, imprese e benessere sociale.
Lancio questa proposta alla luce dell'annuncio dell'Assessore in Commissione Bilancio di una probabile futura riduzione dell'indebitamento di 85 milioni previsto per le Olimpiadi, da quest'anno non più scaglionato in tre anni, ma un all-in nel 2024, che potrà contrarsi a 25 milioni, usati per le opere olimpiche, a cui si potrebbero anche aggiungere i risparmi e le economie dettate dalla riduzione dei costi per la costruzione di un villaggio olimpico, al momento usa e getta, la cui spesa stimata per la realizzazione era di ben 40 milioni. A tal proposito troverete anche un emendamento mio e di Europa Verde.
Sono risparmi importanti questi, che potrebbero servirci a coprire i 28 milioni di tagli del ministro Giorgetti, e magari di più, consentendoci finalmente di smetterla di dire "no" a tutte le richieste di aiuto che ci sono pervenute in modo molto chiaro, anche durante le audizioni della società civile, delle imprese e delle Amministrazioni venete, solo perché quando potevamo non abbiamo creato le condizioni per garantirci le entrate tributarie o l'indebitamento, non per pagare i grandi eventi, non per exploit momentanei, ma per interventi capaci di testimoniare, invece, la realizzazione di una visione politica per il Veneto e della risposta alle emergenze di oggi. Attenzione, exploit momentanei come quello delle Olimpiadi, come testimoniano tutti gli eventi olimpici, meno che uno, Oporto, che è stato l'unico esempio con investimenti straordinari in ambito di promozione turistica, in ambito di sviluppo, di nuova concezione del trasporto non basato sul vecchio utilizzo delle auto, anche per testimoniare una nuova strategia di turismo per quel territorio, cosa che in questo caso purtroppo non c'è.
A chiunque neghi la razionalità e l'utilità di questa proposta di utilizzare i fondi previsti per l'indebitamento per le Olimpiadi, per, invece, le vere legacy del Veneto, cioè salute, sociale, ambiente e impresa, continuando a sostenere quanto sia uno svantaggio aver dovuto cancellare la pista da bob dalla programmazione olimpica veneta, e pure da questo Documento di Economia e Finanza, aggiungo, io dico: non cerchi altrove le cause. Del resto, i bandi di gara sono andati deserti, come ben spiegato dalle aziende bellunesi che hanno rinunciato a partecipare ai bandi, per i costi proibitivi e per i tempi impossibili per realizzarla.
Ferma restando l'insostenibilità ambientale dell'opera, non saremmo in questa imbarazzante situazione se solo il presidente Zaia, unico responsabile del dossier, a detta anche della Giunta durante queste Commissioni, non avesse temporeggiato per ben tre anni e mezzo prima di fare assegnare dalla Regione i primi rilievi necessari alla realizzazione dello studio di fattibilità tecnico-economica, che il dossier olimpico, attenzione, nel 2018 affermava essere in corso di realizzazione, affermando evidentemente il falso. Un ritardo gravissimo che ha fatto sprecare milioni di euro alla Regione Veneto in studi e rilievi, conclusi nell'anonimia di un Commissario nazionale richiesto dal Presidente per recuperare i ritardi accumulati velocizzando le pratiche, che quasi quasi alla gente normale verrebbe da pensare, forse anche un po' male, che quel ritardo ingiustificato non sia stato magari utile a bypassare le valutazioni ambientali e la trasparenza nei confronti dei cittadini, esclusi da ogni concertazione e valutazione progettuale e rimasti per anni senza alcuna informazione.
Tutto questo mentre il CIO suggeriva al presidente Zaia, in comunicazione di una chiarezza cristallina, di evitare qualsiasi investimento su piste da bob nuove o non funzionanti.
Ho sintetizzato questa storia perché è esemplare del metodo costantemente adottato da questa Regione, ma non solo, che è quello di non intervenire di fronte a problemi strutturali attendendo la crisi e, di conseguenza, la procedura di emergenza. Lo state facendo anche qui, anche in Veneto, su diverse emergenze sociali e ambientali: siccità, boschi e foreste, rischio idrogeologico, inquinamenti.
Ed è proprio sul caso inquinamenti che vorrei fare un ragionamento con voi. Esemplificativo è il caso dei perfluoroalchilici, dei PFAS e come viene trattato in questo Documento di Economia e Finanza, in questa Nota di aggiornamento, sintetizzabile in: abbiamo risolto il problema perché abbiamo portato acqua nuova di nuove fonti incontaminate e quindi siamo sostenibili e protettori dell'ambiente perché forniamo acqua pulita a chi prima la beveva inquinata.
Tutto questo ignorando sostanzialmente, uno, che c'è gente che ancora beve acqua inquinata da PFAS perché ancora non allacciata all'acquedotto; due, che c'è ancora chi produce e consuma alimenti contaminati da PFAS, contaminazione che non riguarda soltanto l'acqua di irrigazione, ma anche il suolo che ha accumulato negli anni queste sostanze e che oggi non vede un intervento della Regione per facilitare la ricerca di soluzioni (lo stanno facendo dei ricercatori di propria spontanea volontà senza aiuti istituzionali, grazie agli agricoltori); tre, che c'è ancora chi ha esposto ai PFAS a causa di altre fonti di contaminazione diverse da Miteni, che comunque rimane il caso più grave d'Europa, ad esempio inceneritori, aeroporti, basi militari, discariche; quattro, c'è l'urgenza di una strategia di prevenzione rivolta ai soggetti più esposti dal punto di vista tossicologico, ossia donne in gravidanza e bambini, e al momento questa è stata votata da questo Consiglio ma non vede realizzazione, e per questo ne discuteremo negli emendamenti; cinque, non ultimo, c'è l'urgenza di intervenire per fermare le contaminazioni in corso mezzo scarichi industriali e anche civili, come ci conferma ad esempio il caso del fiume Fratta Gorzone, spingendo verso nuove tecnologie per il risparmio idrico e la riduzione dello scarico, come il ciclo chiuso, per evitare di vedere quelle immagini strazianti di un fiume che diventa nero.
Questo è per elencare soltanto alcuni punti di un SOS che si affianca a tanti altri SOS, quelli lanciati da imprese artigiane e industriali, dal commercio all'agricoltura, cooperative, sindacati dei lavoratori, Sindaci ed enti gestori di infrastrutture idriche nelle Commissioni in queste settimane. Un grande SOS ci è stato lanciato sul collasso del sistema sociale e sanitario per l'insufficiente ricambio generazionale che, assieme alle fughe dei professionisti verso il settore privato, contribuisce a ridurre la qualità del servizio erogato. E un grande SOS ci è stato mandato relativamente all'aumento dei costi che, assieme all'inflazione, rischia di far chiudere definitivamente attività e cooperative che ad oggi sostituiscono la Regione nell'erogazione dei servizi per la prima infanzia, per anziani non autosufficienti e per persone con disabilità, a meno che non si intervenga con uno stanziamento aggiuntivo di risorse per far tenere il sistema, sennò collassa. Così ci hanno detto in Commissione.
Sul punto vorrei fare un breve passaggio anticipando i tempi di una discussione sulla questione risorse salute mentale. Come ho già illustrato e rilevato in Commissione Quinta, l'articolo 2 del progetto collegato alla legge di stabilità rappresenta un problema e nei fatti l'Assessore ha promesso di porvi rimedio nel corso del bilancio. Non c'è qui oggi, ma valga questo come appunto affinché non dimentichi e chiedo ai colleghi di Giunta di riferirlo.
Il punto n. 2 è stato un grande SOS lanciato sull'assenza di piani industriali di filiera, una dichiarazione fatta dai mondi dell'impresa industriale e agricola che fa cadere il velo con cui fino ad oggi avete respinto le richieste avanzate fin dalla scorsa legislatura per replicare l'esperienza di altre Regioni o ideare anche nuove strade per la definizione di strategie di settore e di filiera, per contrastare pressioni derivanti da squilibri di mercato, da squilibri geopolitici o sanitari, e per affrontare correttamente la sfida della transizione ecologica anche dal punto di vista industriale e del mondo del lavoro.
Il terzo SOS riguarda l'assenza di strategie non riparative, palliative o esclusivamente tecniche, ma ampie soluzioni sistemiche e di tutti i giorni per l'emergenza climatica ed ecologica, di sicurezza e di prevenzione. Penso al mancato ricambio generazionale dei tecnici della prevenzione in ARPAV, unici soggetti addetti al controllo e alla prevenzione, o alla definizione di un Piano siccità senza stanziare nemmeno una risorsa all'interno di questo bilancio regionale, per magari realizzarne anche soltanto una parte, quella meno onerosa, quella, però, estremamente efficace, assessore Caner – so che lei è preparato su questo tema – ossia, per esempio, quella della ricarica di falda. O, ancora, per venire incontro alla denuncia di ANBI, che vede ridotte le uniche risorse che stanzia la Regione, quelle per gli interventi di manutenzione straordinaria, 900.000 euro, a fronte di una spesa ordinaria di ben 140 milioni di euro per gestire i beni di proprietà della Regione del Veneto, ossia 26.000 chilometri di rete irrigua e 400 idrovore. Beni della Regione del Veneto gestiti esclusivamente con i fondi dei cittadini perché evidentemente il valore del finanziamento della Regione è altamente insufficiente.
Per questo serve un intervento che non sia soltanto una manifestazione di interesse o un sostegno con una pacca sulla spalla. Vanno costruiti dei piani strategici, in armonia e dialogo con la cittadinanza e le comunità direttamente coinvolte sul territorio, garantendo loro la partecipazione alle decisioni fondamentali, che condizioneranno le proprie vite, il loro lavoro, la loro salute. Come ci si procurerà il cibo, l'acqua o l'energia? Serve una vera presa in carico della responsabilità di fornire soluzioni seguendo le indicazioni della scienza e che ci allontanino da un'economia basata sui combustibili fossili e lo sfruttamento dell'ambiente, per passare ad un modello di sviluppo incentrato sul benessere degli individui e del territorio.
A partire da questi SOS, io ed Europa Verde abbiamo preparato una manovra emendativa che agirà su sicurezza, contrasto alla crisi climatica, lotta alla criminalizzazione organizzata, trasporto pubblico, politiche familiari, tutela del suolo, politiche energetiche e contrasto alla povertà energetica, contrasto alla violenza sulle donne e le discriminazioni di genere, empowerment giovanile, partecipazione, turismo sostenibile, difesa delle produzioni agricole, tesaurizzazione delle acque piovane. Questo è quello di cui parleremo in queste giornate.
Vi auguro buon lavoro.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che ogni anno, quando arriviamo alla discussione del DEFR ora e della relativa Nota di aggiornamento mi piacerebbe che il dibattito in Consiglio fosse animato dalla migliore delle intenzioni e cioè quella di dare la giusta rilevanza ad una fase fondamentale delle politiche regionali, che è propedeutica poi, ovviamente, all'approvazione del bilancio e dei suoi collegati e rispetto alla quale valuteremo poi anche l'allocazione delle risorse e la coerenza tra gli impegni che ci proponete con questo documento e la conseguente distribuzione delle risorse rispetto alle missioni e ai programmi che avete indicato. Però diciamo che sul piano più politico, questa discussione è certamente quella più cruciale, quella più importante, quella attorno a cui noi dovremmo concentrare la maggior parte delle nostre risorse. Sappiamo perfettamente che la programmazione del DEFR deve seguire un doppio binario, diciamo così. Da un lato deve garantire una coerenza rispetto al programma di Governo con il quale questa Amministrazione, questa Giunta ha cominciato il proprio mandato, ma, essendo una programmazione annuale, dovrebbe dimostrare una capacità particolare di analizzare la contingenza, di declinare quegli impegni che ci si era presi all'inizio della legislatura all'interno di un mondo che cambia e che ci pone ogni giorno di fronte a fasi diverse.
Credo che questa capacità diventi ancora più cruciale in una fase, come è stata definita dal presidente Zaia proprio nel DEFR, caratterizzata da profonda incertezza. Io penso che, se noi davvero vogliamo fare in modo che questo DEFR non sia semplicemente un libro dei sogni, dovremmo dimostrare di avere una grande capacità e soprattutto una reale volontà di vedere e affrontare la complessità che oggi noi siamo chiamati a controllare e ad affrontare, appunto.
Io lo dico subito: ritengo che la l'impianto che ci proponete con questo DEFR sia proprio un impianto non condivisibile e cercherò di spiegare perché. è un documento all'interno del quale si analizza il contesto come se fosse esclusivamente influenzato da fattori esterni e imprevedibili che generano incertezza, rispetto ai quali nulla si può fare. Li citate, li cita proprio il presidente Zaia: c'è la guerra in Ucraina adesso pure in Medio Oriente, c'è l'aumento dei costi energetici, c'era stata la pandemia, ci capita l'inflazione. Cosa fare in questo contesto? Ecco, io credo che la prima cosa sia vedere che questo contesto esiste. La seconda cosa dovrebbe essere quella di verificare se siete capaci di fare una cosa che non si limiti a definire il problema e a tentare di resistere a queste tempeste, rinunciando, come fate, a mettere in campo politiche che contrastino questi fenomeni. Rinunciare ad affrontare queste emergenze, accettarle e provare, malamente, a resistere è un atteggiamento che credo non sia all'altezza della nostra Regione e anche delle fondamentali leve di cui dispone un'Amministrazione regionale. E farò degli esempi.
Esempio numero uno. L'arresto dell'economia italiana, dopo la temporanea ripresa nel biennio post-Covid, sostenuta principalmente dagli interventi espansivi dell'Unione europea, è certamente un dato di fatto, che già pesa pesantemente sul sistema economico e sociale del Veneto. Registrare questo rallentamento, questo blocco come un elemento che tutto sommato ‒ così scrive Zaia ‒ non incide più di tanto nell'economia veneta è un errore fondamentale. So perfettamente che la narrazione, nel vostro caso, molto spesso sostituisce la realtà, ma le imprese venete il blocco, il rallentamento dell'economia lo stanno già subendo sulla propria pelle.
Posso semplicemente dire "purtroppo, per colpa della guerra in Ucraina, si rallenta l'economia, e pazienza"? O dovrei, piuttosto, analizzare il contesto nel quale questo rallentamento avviene e chiedermi se posso in qualche modo costruire un sistema di politiche pubbliche industriali che aiuti le imprese venete a continuare ad essere competitive, anche in un contesto globale europeo di recessione?
Mi rendo conto che le scelte del Governo non aiutano in questo senso: il taglio dei fondi del PNRR accolto, mi pare, qualche giorno fa dall'Unione europea; il taglio delle risorse al comparto sanità; i tagli lineari che vedremo con questa prossima manovra di bilancio su sanità, pensioni e su tutte le fragilità; il taglio delle risorse diretto alle Regioni e agli Enti locali. Mi rendo conto che l'azione del Governo Meloni non aiuti a contrastare la recessione economica e renda più ristretta le disponibilità finanziarie della Regione, ma ho l'impressione che noi siamo dentro questo drammatico contesto economico, che colpisce, ovviamente, la regione Veneto più delle altre... Perché le imprese stanno qui. E quando l'economia europea rallenta, qui rallenta di più. Così come quando accelera, qui accelera di più. È incredibile che, quando accelera dalle altre parti, e qui accelera di più, è merito nostro, merito del grande presidente Zaia e della Giunta; quando l'economia rallenta in Europa, e rallenta qui di più, è un fattore esogeno di incertezza, rispetto al quale non ci possiamo fare niente.
Trovo questo atteggiamento profondamente irresponsabile. Trovo questo atteggiamento anche irrispettoso nei confronti dei tanti imprenditori di questa regione, che hanno dato tantissimo quando ce n'era per tutti. Oggi, che sono in crisi, vi girate dall'altra parte, non riconoscete quel problema. Credo che la scelta di non intervenire per anni a supporto del sistema produttivo regionale, per la sua tutela, per il suo rilancio, per renderlo più competitivo, attraverso un serio piano di politica industriale, oggi stia presentando il conto.
Altre Regioni lo hanno fatto a tempo debito. Perché queste operazioni funzionano se si fanno quando l'economia tira. Farle in una fase recessiva è complicato. E cosa hanno fatto le altre Regioni? Semplicemente hanno scelto quali asset strategici ritenevano prioritari per gli interventi di politiche pubbliche. Invece, siccome in questa Regione, sia quando le cose andavano bene, ma anche oggi, che le cose vanno male, l'unica politica industriale che siete in grado di fare è quella di distribuire a pioggia un po' di finanziamenti a tutti, oggi ci troviamo nelle condizioni che non riusciamo a competere su alcuni settori strategici, sui quali abbiamo costruito la nostra forza, che, infatti, oggi sono i più colpiti dalla crisi. Basta leggere la vostra relazione. Ne cito due. Primo comparto colpito dalla crisi produttiva in questa regione: la manifattura. Non so se vi siete accorti, se avete letto con attenzione i dati del quadro economico riportati nel DEFR. Mentre cercate di spiegarci che va tutto bene, proponendoci dati aggregati dell'economia veneta, se noi andiamo a leggere dentro quei dati, ci accorgiamo che tira il turismo, che tira in parte il comparto cultura, ma che la manifattura è ferma, sotto il piano della produzione, sotto il piano della redditività e anche sul piano dell'occupazione.
Dove vuole andare un sistema produttivo, come quello regionale, composto per la stragrande maggioranza dei casi da imprese piccole e medio-piccole del comparto manifattura (legno, acciaio, case, edilizia) che sta rallentando? Il comparto manifatturiero in Veneto rallenta più velocemente che quello italiano. Ovviamente.
Dobbiamo dire ai veneti la verità, che non va tutto bene e che le basi fondamentali su cui abbiamo costruito il benessere diffuso negli ultimi decenni sono poste fondamentalmente in grave crisi. La manifattura non tira più. E la manifattura, da che mondo è mondo, è il settore produttivo che ha un maggior valore aggiunto, sia in termini di benessere collettivo che all'interno della catena del valore. E noi ci stiamo impoverendo, in questi anni, perché la nostra impresa si sta impoverendo.
L'altro grande elemento che è in profonda crisi in questa regione è l'export, assessore Calzavara e assessore Caner. Il Veneto, sia per posizione geografica che per modello tradizionale della nostra impresa, è un modello che è sempre stato teso all'esportazione. Stiamo in mezzo all'Europa, abbiamo grande capacità tecnica, abbiamo sempre avuto la capacità di esportare. Sulla base di questa capacità, abbiamo rafforzato e costruito il nostro sistema produttivo e imprenditoriale. Da due anni a questa parte l'export si è fermato, e ora sta arretrando. E se voi ci mettete il dato delle esportazioni in valore economico, facendo finta che non sappiamo che sono aumentati i prezzi di vendita, ci prendete pure in giro.
Non sembra che stia flettendo. Dal punto di vista dell'importo delle esportazioni siamo ai livelli dello scorso anno, ma se andiamo a fare l'analisi della quantità di bene esportato, anche il comparto export in questa regione sta soffrendo moltissimo.
Ho fatto solo alcuni esempi di come la lettura del contesto economico e produttivo in questa Regione dovrebbe farci togliere le missioni sviluppo, competitività, turismo, e riscriverle daccapo, dentro un contesto che sia perlomeno vagamente vicino alla realtà, che non sia la narrazione di un mondo che non c'è più.
Vi farò un altro esempio di ciò che manca dentro questo documento. Manca totalmente una lettura puntuale del contesto sociale e delle fragilità che attraversano questa regione, che stanno andandosi espandendo e che andrebbero protette, tutelate, magari prima che da fragilità diventino fenomeni di emarginazione. Nella vostra lettura si afferma che cresce la ricchezza della nostra regione, ma non si analizza mai come cambia la distribuzione di questa ricchezza dentro questa regione, in un contesto ‒ lo diceva prima la collega Guarda ‒ in cui chi è ricco è sempre più ricco e chi è povero è sempre più povero. La ricchezza aumenta. Ma come è distribuita questa ricchezza dentro la nostra regione? Se guardiamo e incrociamo l'elemento della distribuzione della ricchezza con l'espansione delle povertà, delle fragilità e delle difficoltà, due domande dovremmo provare a farcele.
Si accerta, nella vostra relazione, che crescono i prezzi legati a casa, energia, beni di consumo. Ma vi siete chiesti se c'è un'analisi dentro a questo documento di se e come crescono i redditi e le retribuzioni in questa regione? Se cresce il costo dei beni principali (casa, generi alimentari e costi energetici) come posso non chiedermi se e come questi aumenti inflattivi ‒ che colpiscono soprattutto ed esclusivamente i redditi fissi, quindi salari e pensioni ‒ sui beni fondamentali, sui beni materiali principali impattano in una regione in cui salari, retribuzioni e pensioni non solo non crescono, ma sono destinati a ridursi con la manovra del Governo in arrivo nei prossimi mesi?
È collegato a questo. Potete mettermi tutte le analisi dei trend occupazionali che volete, ma come fate a non accorgervi che, mentre dite che siamo una regione in cui il tasso di occupazione continua a crescere, il lavoro delle donne è ancora fortemente sottorappresentato in questa regione? Come fate a non dire che il 48% dei nuovi contratti stipulati nel 2022 in questa regione sono contratti a tempo determinato, precari, di somministrazione? Che lavoro state costruendo? Tanto lavoro per gli uomini precario. Come fate a non accorgervi che non aumenta il lavoro nella manifattura? Dov'è l'analisi sistemica? Non sono tre dati. Se io devo assumermi la responsabilità di decisioni che riguardano le politiche pubbliche, devo perlomeno conoscere il contesto nel quale proverò a incidere sul piano sociale e sul piano produttivo. Non c'è nessuna valutazione, nessun commento in questo DEFR rispetto al drammatico problema dell'incidenza dei morti e degli infortuni sul lavoro e dell'illegalità nel mondo del lavoro. è un argomento che non esiste e che non avete intenzione di affrontare, se non c'è in questo programma.
Non c'è una risposta ‒ che sia una ‒ dentro queste 300 pagine in riferimento al bisogno che le imprese hanno di nuovi lavoratori. Oggi uno dei quotidiani regionali ci raccontava i numeri delle richieste dei lavoratori. Potete fare tutti i protocolli, andare a prendervi i lavoratori canadesi, veneti espatriati, ma stiamo parlando di decine di migliaia di lavoratori che mancano in questa regione. Non c'è una parola. Ovviamente mancano ovunque, in tutta Italia, ma mancano principalmente in Veneto, che è una regione a forte trazione produttiva. Ma è un problema che ci porremo oppure anche questa volta facciamo finta di niente?
Manca totalmente, in questo DEFR, un'analisi approfondita del quadro delle fragilità ambientali. Non c'è scritto niente. Faremo un po' di invasi, faremo un po' di manutenzione del suolo. Ma perché non vi viene in mente la necessità di fare un'analisi seria sullo stato di salute della fragilità di questa regione e di costruire una politica integrata che sia finalizzata a mettere in sicurezza i cittadini del Veneto, le imprese del Veneto, le famiglie del Veneto? C'è questa lettura, come se l'evento calamitoso fosse un destino ineluttabile, che, quando ci capita interveniamo. Magari Zaia si presenta con il giubbetto della Protezione Civile, così sembra anche un eroe. Ma ce lo spiegate se esiste un'analisi della fragilità ambientale e climatica? O dobbiamo davvero rassegnarci al fatto che capiterà sempre più spesso, perché la natura è imprevedibile e che, quando capiterà risistemeremo e poi chiederemo al Governo, a Roma, un po' di soldi per risarcire chi ha subìto un danno serio?
Altra cosa che manca totalmente in questo DEFR, e questa è una mancanza molto grave, rispetto alla quale mi aspetto un impegno diverso dalla Giunta. Dentro questo DEFR non c'è una parola ‒ una ‒ in riferimento alla radicata presenza sul nostro territorio delle organizzazioni criminali. E non lo dico io. Lo dicono le sentenze dei tribunali, che hanno condannato centinaia di persone del Veneto per collusione con le organizzazioni criminali. Io vorrei citare il caso di Eraclea. Solo il Presidente di questa Regione è dovuto andare a testimoniare a un processo contro un clan mafioso, ed è il presidente Zaia, oltre a quelli delle Regioni del sud. Ma a voi sembra normale? Vi sembra normale che, quando il personaggio indicato dai magistrati come "mafioso" viene scarcerato in quel Comune fanno i fuochi d'artificio? Vi sembra una dimensione sottovalutabile? A me no.
Del resto, la sottovalutazione rispetto alla presenza delle organizzazioni criminali in Veneto è fenomeno noto di questa Amministrazione regionale. Io credo sia una sottovalutazione colpevole. Questo non voler vedere ciò che tutti vediamo, e che ormai anche i tribunali vedono, è esattamente uno degli elementi che ha consentito a quelle organizzazioni criminali non solo di infiltrarsi, non solo di diffondersi, ma anche di radicarsi in questa regione.
Il Veneto è la seconda regione italiana per operazioni finanziarie sospette segnalate. Solo che da noi le organizzazioni criminali raramente sparano alla gente. Quindi, tutto sommato, se ci portano un po' di soldi, non fanno così male. Questo è un atteggiamento vergognoso.
Posso continuare?

PRESIDENTE

Scusate, colleghi. Mi sono perso il passaggio.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Collega Dolfin, non vedo l'ora di sentire il suo intervento sul bilancio. Non vedo l'ora.

PRESIDENTE

Per favore, colleghi, lasciamo terminare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Caro collega Dolfin, io non ho dubbi che lei non parlerà di mafia. Questo è il problema. Anche questo è il problema. Finisco, la ascolto dopo.

PRESIDENTE

Collega Dolfin, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io, invece, credo che questo sia un grande problema, che incide sulla vita produttiva ed economica della regione e che incide sulla tenuta democratica della nostra Regione. Mi aspetto che dentro al DEFR su questo punto ci sia un impegno.
Vede, Presidente, fa davvero una certa impressione il fatto che, quando in quest'Aula si pronunciano le parole "mafia", "organizzazione criminale", "presenze criminali radicate" ci sia tutta questa...

PRESIDENTE

Collega, mi permetta una cosa. Anch'io sono stato chiamato a testimoniare.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io mai.

PRESIDENTE

Era una strategia difensiva che si è rivelata fallimentare. Il presidente Zaia non è stato chiamato perché i giudici o qualcuno...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non ho detto questo, Presidente.

PRESIDENTE

Siccome mi sono sentito chiamato in causa, ho precisato.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non ho detto questo. Dico che, però, il fatto che siano stati chiamati il Presidente della Regione, il Presidente del Consiglio e altri è un segnale del fatto che si stanno celebrando decine di processi che vedono imputati personaggi con accuse di organizzazione criminale in tutta Italia. Non mi risulta che in questa Regione ci sia particolare preoccupazione rispetto al fatto.
Assessore Caner, il fatto che un Sindaco sia stato condannato per associazione a delinquere non avviene in tutta Italia. Avviene in Veneto, avviene in Campania, avviene in Calabria e avviene in Sicilia. Non avviene in tutta Italia. Però questa discussione...

PRESIDENTE

Lasciamo terminare la collega Camani. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

In Emilia-Romagna non mi risultano Sindaci condannati.

PRESIDENTE

Lasciamo terminare la collega Camani. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Posso continuare, assessore Bottacin? Lei può intervenire quando vuole, naturalmente.
Gliela dà il Presidente, non io. Si figuri.
Se posso, finisco. Grazie.
Vedo che affermare con decisione in quest'Aula che c'è una presenza strutturale delle organizzazioni criminali in questa regione è, effettivamente, un argomento che desta scalpore. Credo sia un argomento, invece, sul quale tornare. Abbiamo presentato un'ampia manovra emendativa su questo tema, quindi avremo tempo di discutere e di approfondire.
Io ho citato, Presidente, alcuni esempi rispetto ai quali, a nostro giudizio, questo Documento di Economia e Finanza non è adeguato rispetto alle emergenze che abbiamo. Anzi, rappresenta un esempio della politica che rinuncia a cambiare le cose, una politica che si affida esclusivamente alla risposta...

PRESIDENTE

Guardi che questo è un tono normale per l'Aula, collega. Continui il suo intervento. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Per me no, però non importa. Continuerò lo stesso.
Dicevo che questo è un Documento di Economia e Finanza che rinuncia a cambiare le cose, che rinuncia ad analizzare il contesto nel quale è chiamato a muoversi, che si affida esclusivamente alla risposta del leader, che certamente può essere interessante sul piano del consenso, ma che decisamente non è sufficiente per incidere sulla realtà. Se non vedo la crisi del sistema produttivo, se non vedo l'esplosione delle fragilità, se non vedo le condizioni del mercato del lavoro, se non vedo la presenza radicata delle organizzazioni criminali in questa regione, non sono in grado di produrre politiche capaci di influenzare e cambiare questi elementi.
Siccome penso che la politica non dovrebbe essere funzionale esclusivamente al consenso, finisce che anche chi ha molto consenso non è in grado di fare politica, intesa come strumento per cambiare le cose che non vanno. Del resto, come altro ci vogliamo spiegare la disaffezione per la politica e l'alto tasso di astensione che registriamo ad ogni passaggio elettorale? Tutti i cittadini, a prescindere dal colore politico, pensano che la politica non serva, perché non è in grado di cambiare le cose. Io, invece, penso che oggi serva una capacità di lettura profonda...

PRESIDENTE

Signori, se volete sospendiamo un attimo e riprendiamo tra una mezz'oretta.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Per me sì, Presidente.

PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.

PRESIDENTE

Riprendiamo alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.52
La Seduta riprende alle ore 14.47

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Eravamo rimasti all'intervento della collega Camani, che riprende. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Riprendo il filo di un intervento che avevo cominciato prima della pausa che ha chiesto la Presidenza e riprendo un intervento nel quale cercavo di spiegare il mio punto di vista rispetto al fatto che per non ridurre questo documento a un libro dei sogni, e cioè ad un insieme di enunciazioni teoriche che non siano pienamente aderenti alla realtà, è necessario vedere, voler vedere e voler approfondire la complessità della fase che stiamo attraversando.
Da questo punto di vista l'impianto che ci viene sottoposto è un impianto che riteniamo profondamente non condivisibile perché anziché avere l'ambizione di analizzare il contesto nel quale proviamo a muoverci e ad avanzare proposte concrete per apportare correttivi a ciò che non funziona in questo contesto, è un documento che si limita a trasporre come accadimenti esterni e su cui non ci si può impegnare ciò che invece dovrebbe essere l'oggetto della nostra attenzione e dovrebbe dunque essere la finalità attorno a cui costruiamo la nostra proposta politica.
Provavo anche a dire come questo impianto – che, ripeto, noi non condividiamo – è un impianto politico di chi sostanzialmente rinuncia a cambiare le cose attraverso le scelte che siamo chiamati a fare e che spesso, come in questo caso, espone le persone che abbiamo l'onere di amministrare a essere travolte da ciò che sta accadendo intorno a sé. Invece quello che riteniamo possa essere utile oggi, necessario, proprio nelle condizioni di profondo cambiamento nel quale è immersa l'economia occidentale, sia invece una capacità di lettura profonda dei processi in campo e di come stanno già cambiando, hanno già cambiato e stanno già incidendo sulla società veneta. E io credo che non accorgersi neppure oggi che il Veneto che abbiamo di fronte e rispetto al quale avremmo, dovremmo avere delle responsabilità è un Veneto diverso da quello del 2010, e cioè quando è cominciata l'avventura del presidente Zaia, è un errore pesantissimo che i nostri cittadini stanno pagando e pagheranno.
Ho provato a mettere in fila alcune delle questioni che dovremmo affrontare attraverso la programmazione regionale, che, a nostro giudizio, non vengono affrontate da questo DEFR con la dovuta profondità e con la necessaria radicalità.
Ho citato la crisi del modello economico e produttivo veneto. Ho parlato delle condizioni del mercato del lavoro nella nostra Regione. Parleremo anche dello stato di salute del mondo del sapere del Veneto e di come le nuove traiettorie che stanno assumendo le diseguaglianze sociali andrebbero gestite attraverso una risposta dei servizi di welfare profondamente diversa.
Sono tutte questioni – economica, sociale, politica, quella che riguarda il mondo del lavoro – che non hanno bisogno di analisi a sé stanti, ma che stanno tutte collegate dentro una lettura della società e una lettura dei bisogni che da questa società emergono che, a nostro giudizio, è assente da questo Documento di Economia e Finanza, evidenziando una differenza siderale tra le dichiarazioni che noi leggiamo e le politiche pubbliche che poi siamo in grado di mettere in campo per le cittadine e i cittadini del Veneto.
Non parlerò in questo caso di risorse. Delegheremo alla discussione sulla legge di bilancio tutte le valutazioni collegate alla quantità di risorse disponibili e dunque alla necessità di assumersi la responsabilità di alcune scelte, e su questo ci sarà molto da dire in occasione del bilancio.
Questa discussione, invece, la vorrei incentrare su ciò che manca, cioè sulle idee che noi non ritroviamo in questo Documento di Economia e Finanza. Lo farò provando a raccontare alcune questioni che io vedo, che noi vediamo emergere e che non trovano spazio in questo documento.
La prima notizia è che anche in Veneto esiste la povertà relativa e assoluta, che riguarda centinaia di famiglie e centinaia di minori nella nostra regione. Nel momento in cui noi decidiamo di vedere queste persone, di vederne le difficoltà e di comprenderne le criticità, dovremmo perlomeno, automaticamente, porci la questione di come affrontare alcune emergenze drammatiche della nostra Regione.
La prima riguarda, in generale, i servizi che noi mettiamo a disposizione delle famiglie e delle persone che non riescono ad arrivare a fine mese. Mi permetto soltanto di citare la questione dell'emergenza abitativa. Ne parleremo molto, poi, anche nel resto della discussione, e cioè di come ci siano sempre fasce di popolazione che tendono ad estendersi costantemente, che non riescono ad accedere al mercato per quanto riguarda le case in locazione o in acquisto.
Se noi non analizziamo in profondità questo fenomeno, se non comprendiamo come sia collegato ad una dinamica economica e sociale che sta letteralmente travolgendo anche la nostra regione, noi non ci accorgiamo che lasciamo indietro uno strato sempre più largo di cittadini, costringendoli, spingendoli da uno stato di difficoltà ad una condizione di definitiva marginalità. C'è il tema del sostegno economico ai soggetti che non sono più in grado di arrivare a fine mese. C'è la grande questione del sistema educativo e del sistema formativo. La questione della povertà educativa è ormai una delle priorità indicate da tutti gli organismi internazionali e se noi non ci rendiamo conto che la fragilità strutturale a cui abbiamo condannato il sistema formativo veneto in questi anni rappresenta un rischio di esclusione sociale fortissimo anche in questi territori, noi lasciamo appunto anche in questo caso una difficoltà che si incrementa pezzo dopo pezzo e diventa poi immodificabile. In generale, il sistema della scuola pubblica in questa Regione da troppi anni è abbandonato. Non è inteso come un settore di prioritario intervento e il risultato lo vediamo tutti i giorni nel momento in cui ci occupiamo delle necessità delle ragazze e dei ragazzi.
Poi, ad esempio, c'è tutta la questione del trasporto pubblico locale. Anche su questo abbiamo parlato molto spesso. Ma la capacità che questa Regione ha avuto di rispondere a delle necessità emergenti e che incrociano ovviamente la grande questione democratica che è rappresentata dalla possibilità di accesso a un trasporto pubblico locale per tutti è solo un altro dei grandi temi che in questa Regione è stato lasciato indietro.
Tutto il tema della povertà relativa ed educativa incrocia principalmente il grande assente della programmazione regionale che è il tema del lavoro e del valore che il lavoro dovrebbe avere dentro una società per definizione improntata sul lavoro. Da questo punto di vista, anche qua mi rendo conto che il dibattito nazionale non aiuta a mettere nel mirino questa questione come cruciale. Mi rendo conto che stiamo parlando dentro a un Consiglio regionale all'interno del quale sicuramente non è stato affrontato con la dovuta attenzione il tema del salario minimo, che viene furbescamente tolto dall'agenda politica del Governo romano da diversi mesi, che viene in maniera, io ritengo, anche scorretta sostituito da questa fantomatica riduzione del cuneo fiscale. Come se bastasse lasciare qualche soldo in più in tasca ai lavoratori che così vedono una riduzione del fisco per un anno solo per risolvere il dramma del lavoro povero, delle retribuzioni che non sono più oggi in grado di corrispondere ai bisogni materiali delle persone. Ma dentro a questo quadro nazionale che, per colpa del Governo, dunque, non riconosce la povertà lavorativa come una delle grandi emergenze nazionali, noi cosa facciamo? Noi, che siamo la Regione, dicevo prima, del lavoro, noi che siamo la Regione che sfiora da un po' di anni ormai la piena occupazione, come possiamo noi abdicare a questa necessità del costruire politiche del lavoro che mettano al centro la necessità di rafforzare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in una regione in cui, ancora troppo spesso, i lavoratori sono esposti a fenomeni drammatici come la precarietà, il lavoro povero, il lavoro nero e sommerso?
Siamo una delle regioni in Italia nella quale si registra il maggior numero di incidenti, di infortuni e di morti sul lavoro. Come può non essere questa la priorità della nostra Regione?
Come può essere che, a parte qualche protocollo, non ci venga in mente niente che possiamo mettere in campo per poter ridurre l'impatto che gli infortuni sul lavoro hanno sulle lavoratrici e sui lavoratori?
Come possiamo essere una Regione che ancora, da anni, promette e non mantiene l'incremento delle dotazioni organiche degli SPISAL?
Io credo che queste siano alcune delle contraddizioni che emergono da questo Documento di Economia e Finanza.
Poi il tema della sanità. Al netto delle manifestazioni di interesse che, sempre più spesso, ci vengono rivolte dai banchi della Giunta che vogliono raccontare di una sanità di eccellenza dove problemi non ce ne sono, stiamo meglio degli altri e siamo i più bravi, in realtà, l'assessore Calzavara sa meglio di noi, immagino, quanto sia profondo il rosso dei conti della sanità regionale.
Le nostre aziende sanitarie ormai da diversi anni – e quest'anno in particolare – non sono nelle condizioni di raggiungere il pareggio di bilancio. Come ha ammesso l'assessore Lanzarin stiamo grattando il fondo del barile. Stiamo utilizzando risorse che avevamo accantonato negli anni per poter reggere i costi sempre e naturalmente crescenti del comparto sanità. Come non possiamo non accorgerci che questa sia anche qui una priorità e che anche la Regione del Veneto ormai sia una Regione in cui si cura solo chi ha i soldi per poterselo permettere, assessore Calzavara?
A me va benissimo che facciamo fare al presidente Zaia il post su Instagram che ci racconta dell'intervento chirurgico di avanguardia riuscito nelle nostre aziende sanitarie, ma lo vorrei vedere almeno una volta il presidente Zaia a fare la fila a un CUP per prenotare una visita che è impossibile prenotare nei tempi indicati. Ecco la differenza tra la realtà e la narrazione. La realtà è che anche qui con un po' di umiltà dovremmo dire che la sanità è alla fine delle vostre priorità e che anche il Veneto, se non dà un cambio di rotta immediatamente, rischia di essere una regione in cui non tutti si possono curare.
Chiudo davvero richiamando ad un principio che prova a tenere insieme tutte le questioni che ho sollevato, che sono questioni che potremmo definire semplicemente di giustizia sociale, che è la grande assente di questo Documento di Economia e Finanza. La giustizia sociale che è finalizzata a proporre un modello sociale in cui chi ha di più sostiene e supporta chi ha di meno, con l'altro grande lato della medaglia che è la giustizia climatica. Ha già detto molto bene la capogruppo Guarda, ma lasciatemi dire tre cose su questo. Siamo la regione in Italia con la maggiore quantità di consumo di suolo. Abbiamo una legge che oggettivamente dopo un po' di anni dalla sua approvazione, mi pare un dato di fatto, non è stata in grado di limitare l'utilizzo di suolo dentro questa regione ed è evidente che l'utilizzo di suolo, non il consumo di suolo, non può non essere letto per la gravità che ha in controluce rispetto ai cambiamenti climatici e di come i grandi eventi calamitosi che si abbattono nella nostra regione debbano fare i conti non soltanto con delle fragilità strutturali, ma anche e soprattutto col fatto che attraverso questo consumo disordinato di suolo noi non siamo in grado di resistere in maniera efficace di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici.
E io credo che una politica contro i cambiamenti climatici come quella della Regione del Veneto, che si limita ad azioni che hanno l'obiettivo di mitigare i danni, ma che mai hanno la capacità di aggredire all'origine il tema dei cambiamenti climatici, sia una politica miope che non ci mette al riparo da ciò che abbiamo visto accadere anche recentemente in territori molto vicini a noi.
Sempre per stare sul tema della giustizia climatica cito, come i titoli di un libro, il tema dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua. Anche in questo campo abbiamo dei primati nazionali davvero drammatici. La grande questione della siccità. Invece che essere affrontata con un grande sistema regionale di approvvigionamento idrico ancora pensate di risolverla attraverso la proposta di progetti irrealizzabili contro cui anche i territori si sono schierati, come per esempio quello scellerato della diga sul Vanoi. Siamo nel 2023, i progetti che abbiamo nel cassetto dal 2010 non sono più efficaci neppure sotto questo punto di vista.
Queste sono tutte le ragioni per cui a nostro giudizio questo Documento di Economia e Finanza è inadeguato ai tempi che dovrebbe avere l'ambizione di governare, è inadeguato ai problemi che avrebbe il dovere di affrontare, è inadeguato rispetto ai bisogni e alle esigenze delle cittadine e dei cittadini di questa regione. Abbiamo presentato sulla Nota di aggiornamento, come Gruppo del Partito Democratico, un'ampia manovra emendativa per cercare di infilare questi principi di giustizia sociale e di giustizia climatica dentro un documento che abbia la funzione principale che dovrebbe avere la politica, e cioè quella di cambiare un mondo che va cambiato.

PRESIDENTE

Grazie.
Chiede la parola la collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Avevo fatto una scaletta di intervento, ma la cambio perché come sempre il presidente Zaia dà grandi ispirazioni con i suoi post e mentre noi stiamo qui a discutere in Aula del documento che dà la programmazione per i prossimi anni, il presidente Zaia fa un post, che mi è molto piaciuto, su una canzone di 26 anni fa, "Torn" – era una canzone molto bella, Natalie Imbruglia era il mio idolo, io volevo tagliarmi i capelli sempre come lei e portavo le foto a Motta di Livenza dalla mia parrucchiera per farmi tagliare i capelli come lei – e quindi ho deciso di passare tutto il mio discorso alla fine dove parlo dei giovani e di come i giovani vengono trattati in questo documento di programmazione, vista anche la grande enfasi che viene data sui media, sulla tv, sulle presentazioni del libro del nostro Presidente ai giovani.
Io l'ho già detto l'anno scorso e lo ridico questa volta in modo uguale, ho preso gli appunti dell'anno scorso e ho detto esattamente le stesse cose; quindi, vuol dire che anche in queste tabelle ci sono dei copia e incolla e non vengono sostanzialmente aggiornate alla realtà dei fatti. Andiamo alla Missione 6 "Politiche giovanili, sport e tempo libero" e andiamo sulla famosa tabella che avevo stampato e che riporterò, anche sperando che il Presidente si degni di essere in Aula quando noi discuteremo, invece, la legge di bilancio, la tabella degli obiettivi regionali sulle politiche giovanili.
Leggo testualmente: "Obiettivi strategici: promuovere la realizzazione del grande evento Olimpiadi 2026. Obiettivi operativi prioritari: partecipare all'organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026.
Secondo obiettivo strategico: promuovere l'attività sportiva anche potenziando le infrastrutture sportive; svolgimento di iniziative di promozione della pratica motoria; valorizzare il patrimonio e l'economia della montagna. Obiettivi prioritari: partecipare all'organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026". Quindi, per valorizzare il patrimonio e l'economia di montagna, i giovani partecipano all'organizzazione dei Giochi olimpici.
"Incentivare il turismo sostenibile e la diffusione della mobilità dolce. Obiettivi prioritari: partecipare all'organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026". Io potrei finire il mio intervento qui. Sareste felici.
Invece, continuerò, perché io credo che sia assolutamente improponibile che in un documento come questo di programmazione noi vediamo i giovani nella missione dedicata relegati ad una tabella dove in qualche modo si dice "voi giovani sarete incentivati a partecipare all'organizzazione dei Giochi olimpici". Questo è quello che diamo come programmazione.
Poi, siccome abbiamo già iniziato a guardare la manovra di bilancio, vediamo che effettivamente sulla famosa legge sui giovani presentata dal presidente Zaia sempre qui, quando ci siamo insediati, non c'è assolutamente nulla. Noi vediamo esattamente quello che capita in questo documento, cioè, abbiamo un documento di programmazione che non è aggiornato alle esigenze delle persone che in questa Regione vivono, almeno per alcune parti in particolare. Io mi soffermo oggi in particolare sul tema dei giovani, perché questo post mi ha dato il "la" per parlare di un unico tema e di un grande tema. Ma per quello che viene fatto fuori, basta guardare quello che accade in diretta tv quando a presentare il libro si parla di viaggi dei giovani, che i giovani non sono dei lazzaroni, che i giovani andrebbero potenziati, andrebbero presi in carico, e poi, in questa regione, noi abbiamo una tabella di questo tipo.
Se io potessi arrivare a tutti i giovani del Veneto e far vedere loro come vengono rappresentati, io credo che avremmo un problema. Anzi, abbiamo un problema. Se guardiamo i dati sui giovani, e li riporto perché ogni anno si possono aggiornare, li ridirò anche la prossima volta quando saremo qui a discutere la legge di bilancio, ma li ripeto, vediamo che abbiamo una perdita – e sono i dati Istat all'ultimo aggiornamento – dei giovani verso l'estero che è al pari delle regioni del Sud di questa nazione, visto che ormai ci piace chiamarla solo così, di questo Stato.
Noi abbiamo una Regione che perde giovani, il saldo dei giovani che vanno all'estero è tremendamente negativo rispetto ad Emilia-Romagna e Lombardia. Abbiamo un leggero saldo positivo rispetto alle altre Regioni, ma facendo una somma, siamo al pari o appena sopra di regioni del Sud che hanno una emorragia di giovani perché vanno via. Allora io mi chiedo se abbiamo davvero compreso che, al di là delle fasce deboli che ovviamente sono colpite in questa Regione, noi abbiamo una fascia debole che, indipendentemente anche dallo status dei genitori, perché tanti di questi sono di classe media, sono i giovani che fanno fatica a stare qui perché questa Regione non è eccellente e non è competitiva, in particolare per una fascia di popolazione che è quella dei giovani dai 18 ai 35 anni.
I salari. E qui torno alla crescita e alla competitività. Fate vedere in questo documento di programmazione come ci sia, ovviamente, stata una decrescita dopo la pandemia del sistema produttivo veneto, ma non andiamo a vedere o non andate a vedere in maniera abbastanza precisa quanto questo impatti sulle giovani generazioni. Non abbiamo nulla in questo documento di programmazione – e poi lo vedremo anche nella legge di bilancio – capace di rispondere ad una popolazione che, parlando solo (e anche qui poi ci entro) del diritto allo studio, ha una perdita non solo di giovani che cercano un salario migliore in altre regioni d'Italia, ma anche in particolare dei giovani neo laureati, che faticano ad entrare nel mercato del lavoro non competitivo all'interno di questa Regione perché – e lo ridico, visto che l'anno scorso è stato oggetto di grande discussione – noi una domanda sul tipo di sistema produttivo che stiamo portando a creare in questa regione non ce la stiamo facendo, cioè non rispondiamo alla domanda: è attrattivo per i giovani che stiamo formando all'interno delle nostre università? No, non lo è abbastanza. è attrattivo per quei giovani che cercano un salario adeguato? No, perché la maggior parte di loro vanno verso altre regioni o all'estero.
Se mi rispondete che è un fenomeno italiano e tutto italiano, vi dico: sì, ma il Veneto – e i dati lo dimostrano – è appena sopra alle regioni del Sud. Sono i dati Istat. "Houston abbiamo un problema". In Commissione mi viene risposto dall'assessore Corazzari che non sapeva bene chi aveva la delega e dall'assessore Donazzan che la delega dei giovani era distribuita all'interno dei membri della Giunta perché tutti fanno un po' sulle politiche giovanili.
Ecco, tutti fanno un po', ma non fanno abbastanza, evidentemente, se i dati sono questi.
No, non è mai abbastanza e, soprattutto, se vuole, Assessore, le rileggo la tabella se vuole andare a vederla, e credo che concorderà con me – Missione 6 "Politiche giovanili, sport e tempo libero" – per come vengono indicati gli obiettivi operativi prioritari sui giovani. A me sembra di averli letti e di far comprendere all'Aula che o è sbagliata la tabella, perché è copiata dall'anno scorso, o chi è stato attento a fare questo lavoro di indagine, di analisi, di programmazione sul tema dei giovani ha sbagliato qualcosa.
Spero che concorderete con me che è abbastanza imbarazzante vedere i giovani come un qualcosa che deve semplicemente partecipare all'organizzazione dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali di Milano-Cortina 2026 per essere felici.
Andiamo poi al tema sempre caro, legato ai giovani, del diritto allo studio e del diritto alla casa. Anche qui, in questo documento di programmazione, nonostante noi abbiamo delle parti che ribadiscano l'impegno, ovviamente, è costituzionalmente richiesto di intervenire sul tema del diritto allo studio, io credo che sia guardando il documento di programmazione, sia guardando quello che discuteremo tra qualche settimana, cioè la legge di bilancio, noi comprendiamo che gli insegnamenti, che quello che è accaduto in questi anni, non sia arrivato al mittente, al risultato, cioè alla programmazione.
Noi avremmo dovuto, io credo, inserire in questo documento di programmazione che sul tema, ad esempio, dell'edilizia abitativa studentesca si sarebbe arrivati a coprire il fabbisogno di tutte le domande che abbiamo in questa Regione, anche facendo un lavoro di programmazione, e ho proposto in questo senso un emendamento che cerchi di rispondere alle diverse esigenze delle famiglie venete. Ne abbiamo discusso anche in Commissione. I giovani e le famiglie che hanno dei giovani hanno dei redditi diversi. C'è chi ha l'ISEE per accedere a una casa convenzionata. C'è chi, classe media, impoverita, fatica comunque a trovare una casa in alcune città dove ormai non ce la si può più permettere, ma non rientra nelle fasce di casa ad affitto calmierato. Ci sono delle persone che possono pagare la casa quando la trovano.
Se abbiamo tre fasce e i dati ci dimostrano che abbiamo tre tipologie diverse e che anche la classe media è impoverita nell'accedere alla casa, io credo che dovremmo fare un ragionamento di dire: quanti sono gli alloggi PNRR che, ahimè, sbagliando sono stati fatti non imponendo di garantire una fascia protetta di case ad affitto calmierato e di fare un'analisi per cui entro il 2027 noi copriamo tutta l'esigenza abitativa studentesca pianificando il fatto che da qui al 2027 probabilmente avremo addirittura più bisogno di case ad affitto calmierato e in garanzia ESU.
Per tutto questo lavoro sulle borse di studio e sul bisogno di edilizia residenziale studentesca, ci sono vari emendamenti che ho proposto su quest'ambito e credo vadano assolutamente potenziati perché, se parliamo dei giovani e ci rifacciamo ai dati che prima provavo a portare in quest'Aula, abbiamo un problema non solo sui giovani che vogliono lavorare dopo la laurea, ma abbiamo un problema anche sui giovani che vogliono studiare ed avere un diritto allo studio pari a quello che potrebbero avere in altre regioni dove la questione ad esempio degli idonei non beneficiari, pur essendoci, viene risolta non un anno dopo ma qualche mese dopo.
Ci sarebbero tantissimi temi, ma me ne tengo altri per quando discuteremo la legge di bilancio. Chiudo sul tema più attuale, sulla violenza di genere di cui questo documento tratta. Io penso che oggi noi non possiamo esimerci dal dire che è quello che abbiamo scritto e approvato a luglio, quando questo documento è stato votato, oggi non possa non essere emendato. Noi dobbiamo immaginare di investire di più su quello che non solo è accaduto di recente, ma quello che abbiamo visto come reazione a quello che è accaduto ci impone di dire che se noi dobbiamo programmare da qui al 2027 un lavoro diverso, dobbiamo dire che quello che stiamo facendo sui centri antiviolenza, e non solo, deve essere potenziato, non solo a livello di fondi – e lo vedremo nella legge di bilancio – ma anche di capacità di programmare.
Abbiamo visto i centri antiviolenza chiedere con forza che non venisse richiesta, come il Governo voleva fare, un'apertura h24, quando in realtà noi sappiamo bene che questi presìdi alle volte vengono gestiti non solo da privato ma anche dal privato sociale. Allora se noi sappiamo e conosciamo quello che sta accadendo e come dovrebbe essere potenziato l'accesso a tutti i servizi per la prevenzione e per la presa in carico della violenza sulle donne, abbiamo tutto un capitolo all'interno di questo documento di programmazione che non può esimersi dal dire che dobbiamo fare di più.
Non basta dire che ripercorreremo, rifaremo e investiremo su quello che abbiamo fatto finora, ma occorre chiamare a raccolta oggi tutti i soggetti che lavorano in questa regione sulla prevenzione della violenza sulle donne e che prendono in carico, ad esempio nelle Case rifugio, chi è stata già vittima di violenza, compresi tutti i servizi accessori che stanno attorno, capire insieme a loro cosa funziona o non funziona, potenziarne il finanziamento e scriverlo in un documento di programmazione. Dopo quello che è accaduto, credo sia il minimo sindacale per poter uscire da quest'Aula dicendo che questo documento di programmazione su un tema così complesso non può che avere un emendamento che dica, a chiare lettere e con forza, che quello che si sta facendo va assolutamente potenziato.
Mi fermo, perché sui temi dell'accesso alla medicina di base è già stato detto molto. È già stato detto molto anche sul tema della tutela dell'ambiente e del consumo di suolo. Ma ci sono alcune questioni, a conclusione di questo documento, che sono strettamente legate a quello che discuteremo tra due settimane. Noi abbiamo di fronte un documento di programmazione che, al di là delle questioni specifiche che ho posto sul tema dei giovani, potrei intitolarlo "Un Veneto eccellente con le briciole non si costruisce". E lei lo sa bene, Assessore, perché ne ha discusso in Commissione e ne abbiamo discusso varie volte. L'idea è che, come vedevamo già durante i primi mesi, quando eravamo qui e stavamo più o meno facendo questa discussione, tante cose, troppe cose in questa Regione vengono delegate all'efficacia della famiglia, del singolo, della piccola azienda, della famiglia che prova, con i propri risparmi, a sostenere anche un'epoca difficile. Allora, se il "pancia a terra", che viene spesso evocato dal Presidente, è questo, io direi che potremmo anche iniziare a dire che possiamo farne a meno, se il "Veneto fai da te" è quello che deve sempre funzionare e che la Regione del Veneto, con un taglio, come quello che il Governo sta facendo, non fa e non potenzia, che è quello che lei, invece, dovrebbe fare, se questa è l'autonomia che vogliamo, lasciando, ad esempio, i Comuni da soli di fronte ai tagli sul Fondo morosità affitti, che imporrà e impone ai Comuni oggi di fare ragionamenti sull'addizionale IRPEF, ma fatta da loro, non fatta da noi, perché siamo una Regione tax free. Però, poi il taglio dei 28 milioni chi se lo trova a casa? La famiglia. Chi se lo trova a dover gestire? L'Assessore al sociale del Comune. Peraltro, in questa Regione la maggior parte dei Comuni è governata dal colore politico che siede anche in maggioranza in questo Consiglio.
Pensiamo davvero che quello che sta accadendo a livello nazionale e che i tagli che impattano sulla Regione debbano essere scaricati tutti sulla gestione dei Comuni e, quindi, poi delle famiglie e che noi ce ne laviamo le mani? Questo è il tema. Non possiamo sempre immaginare che funzioni il bello e il piccolo fai da te, che la famiglia ce la fa perché noi ci rimbocchiamo le maniche, perché i veneti pancia a terra resistono. Dalla pandemia – ce lo siamo detti – siamo usciti e avevate detto che stavate lavorando a una seconda manovra "addizionale IRPEF sì o no", e poi alla fine non è stata introdotta. Adesso siamo al terzo anno e con i tagli del Governo e con il periodo che si sta attraversando – e dite bene in questo documento – di recessione di questo Paese e di questa Regione ci troviamo di fronte ad uno scarica barile. In altri termini, questo documento rappresenta il fatto che noi non stiamo programmando e pianificando per dire "siamo in un momento difficile, noi facciamo la nostra parte, per il massimo possibile". Siamo in un momento difficile e decidiamo di non inserire l'addizionale IRPEF, ma di farla inserire ai Comuni, decidiamo non si sa ancora bene cosa sulla pista da bob, che potrebbe eventualmente liberare risorse, non decidiamo, invece di fare il villaggio olimpico, magari di ristrutturare il villaggio Eni a Borca di Cadore, risparmiando dei soldi che potrebbero entrare nella legge di bilancio. Insomma, credo che il documento di programmazione queste cose in introduzione le dovrebbe raccontare diversamente.
Ripeto, e chiudo, il Veneto eccellente non si costruisce con le briciole e pensare di continuare a dire ai giovani, che non sono dei lazzaroni, di andare avanti perché sono talmente bravi che possono fare tutto da soli, senza che la Regione del Veneto dia loro una mano, è una narrazione e un approccio che in questa Regione dovrebbe assolutamente finire.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Quello che più stride, come hanno anche detto le colleghe in precedenza, all'interno del documento che stiamo discutendo, per quanto mi riguarda, è proprio la distonia che ci sta tra l'analisi del contesto, che produce chiaramente dei dati che sono oggettivi, e le scelte strategiche e operative all'interno del documento negli obiettivi e nella definizione delle linee di indirizzo. Stride perché l'analisi di contesto fa emergere quelle che sono le criticità, criticità che sono dettate, chiaramente, anche da fattori che non sono dovuti al livello regionale, ma che sono causati da quello che è un panorama internazionale e da quello che è un panorama nazionale. Ma di fronte a questo è altrettanto evidente che, anche se le responsabilità dell'aumento della povertà sanitaria e dell'aumento della povertà assoluta non sono tutte riconducibili alle scelte della Regione del Veneto, anche all'interno della Regione del Veneto dovrebbe esserci una strategia che abbia il coraggio di scegliere maggiormente.
All'interno degli obiettivi sono colti alcuni aspetti anche positivi, alcune cose che l'anno scorso non avevamo colto, anche per quanto riguarda la riorganizzazione dei servizi sociosanitari, penso all'aspetto dei consultori, e poi andremo a discutere la parte finanziaria nelle prossime settimane. Ma nello stesso tempo quello che, secondo noi, non si coglie è un impianto che non guarda a delle priorità. Ecco il coraggio di scegliere. Ad esempio, è una priorità, come prima diceva bene anche la collega Camani, la crisi della manifattura, che è un elemento di traino per la Regione, ma per qualsiasi Regione. È importantissimo il turismo, è importantissima una visione della cultura che venga vista come aspetto di investimento. Ma è altrettanto evidente che, se cediamo sull'aspetto della manifattura, avremo una crisi di natura occupazionale ed economica grandissima, che in qualche modo si vede già, perché è sotto gli occhi di tutti.
Il coraggio di scegliere è anche puntare maggiormente – lo stiamo dicendo ormai da qualche anno – sull'innovazione, su quelli che sono i progetti di ricerca e di accompagnamento delle aziende in questo. Ebbene, penso che questo non sia sufficientemente pesato, neanche in termini di scelte e di strumenti, all'interno del documento in discussione.
Un altro aspetto riguarda sicuramente la salute. È vero, siamo una Regione che, tutto sommato, rispetto ad altre Regioni, va meglio. È vero, stiamo usando i fondi PNRR meglio di tante altre Regioni. È altrettanto vero, però, che non siamo ancora riusciti ad avere un modello organizzativo innovativo che veda la salute come cappello trainante della Regione Veneto in termini di investimento. Lo dice la Fondazione Ambrosetti, prima richiamata dalla collega Luisetto, ma lo dicono tutti gli studi: la salute come elemento trainante che ricade sul territorio, che ricade sull'aspetto del carico della persona riesce, se ci sono investimenti straordinari, a far salire l'economia delle Regioni e anche degli stessi Enti locali. Ebbene, su questo noi non riusciamo ancora a capire quali siano i processi di innovazione. Badate, non parlo solo di innovazione di prodotto, ma parlo proprio di innovazione organizzativa, che sta alla base degli investimenti del PNRR.
Del resto, le Case di comunità sono un'innovazione rispetto a quella che era la visione, che del tutto non siamo mai riusciti ad attuare, per esempio, delle medicine integrate, ma se alla base non c'è un processo di riorganizzazione del tessuto e del territorio che guardi all'ospedale come a un elemento finale rischiamo che le difficoltà che abbiamo avuto nell'attualizzazione di quelli che erano i modelli organizzativi precedenti ce le ritroviamo sulle spalle. E oggi non possiamo ritrovarcele sulle spalle, perché non abbiamo più la ricchezza di prima, perché i problemi con il Covid sono esplosi, perché le crisi delle famiglie sono evidenti.
Quindi, il paradigma che usavamo fino a ieri, anche per quanto riguarda gli investimenti sulla famiglia, non va più bene oggi, perché le contraddizioni sono sotto gli occhi di tutti, perché la povertà sanitaria e, quindi, l'accesso alle cure purtroppo sono arrivati anche in Veneto in modo prepotente. La gente non sicura. Ci possiamo mettere tutti i soldi che vogliamo, a livello nazionale e a livello europeo, possiamo aderire a tutti i progetti di finanziamento europeo che vogliamo, ma se non innoviamo l'organizzazione cadremo sempre nel buco nero e probabilmente, come abbiamo fatto in passato, sbagliando anche trasversalmente, ci ritroveremo innanzi a tagli lineari, che fino ad oggi ci hanno fatto malissimo, che non hanno considerato la persona al centro di qualsiasi tipo di investimento.
È questo che noi vorremmo far emergere con maggiore forza anche attraverso gli emendamenti, ma anche attraverso un confronto. È da qui che arriva la critica fatta dalla nostra Capogruppo sull'aspetto della legalità. Noi non stiamo dicendo che il Veneto è una Regione in mano alla malavita organizzata, noi stiamo dicendo che nella Regione Veneto c'è un problema, come c'è in altre Regioni. Ma qui c'è un problema. Anche qui, ce lo dicono i dati, non lo diciamo noi come Partito Democratico. Ed è un problema che deve vedere maggiore impegno e che probabilmente deve vedere anche maggiori investimenti, anche insieme allo Stato, anche insieme a tutti gli altri portatori di interesse; quindi, non è la Regione da sola, che vadano oltre i protocolli, investimenti anche di natura tecnologica, che ci permettano finalmente di avere un aggiornamento dei dati, che ci permettano di avere indicatori predittivi, che oggi non abbiamo o, comunque, facciamo fatica ad avere. Questo richiede investimento, questo richiede probabilmente una maggiore lobby con chi questi dati ce li ha prima, comunque, di noi.
Queste sono le leve che noi chiediamo alla Giunta di considerare maggiormente nei documenti che ci state presentando e, conseguentemente, in quelle che sono le scelte di investimento finali. È evidente che un Veneto in salute nel 2023 è un Veneto che a un certo punto decide che gli investimenti nelle manutenzioni, ordinarie e straordinarie, come ci ha detto lo stesso ANBI, sono una priorità, perché purtroppo gli eventi climatici a cui siamo stati sottoposti ci hanno fatto vedere come non aver fatto leva su questi investimenti in precedenza ci ponga maggiormente in ginocchio rispetto a quello con cui saremmo stati messi alla prova se in alcuni territori questo tipo di attività fosse stato fatto in modo più puntuale. È da qui che leviamo, secondo noi, non dico l'ipocrisia, perché sarebbe sbagliato usare questo termine, ma quel velo davanti agli occhi che ci dice di lanciare la palla sempre verso l'autonomia. L'autonomia è una leva, ma non sarà sufficiente, perché i tagli che ci sta imponendo il Governo ce lo dicono. E sono tagli pesanti. L'ha detto l'assessore Calzavara, ce lo dicono gli Enti locali. E non sarà sufficiente l'autonomia perché, se sono a budget cento non è che con l'autonomia, se il budget dei fondi nazionali sono cento, io riuscirò a portare i fondi nazionali a trecento.
Serve, quindi, una strategia di investimento che guardi molto di più a quelle che sono le priorità che possono creare una leva finanziaria maggiore rispetto a quella attuale e, secondo noi, innovazioni, salute e legalità possono essere delle basi da cui partire.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ci accingiamo, per il terzo anno di questa legislatura, a discutere di bilancio, a discutere la sessione di bilancio, a discutere di documenti di programmazione che dovranno vedere quali sono le ambizioni di questa governance per gli anni a venire nella nostra Regione, in un contesto storico difficile, in un contesto storico complicato, in un contesto storico che ci permettiamo di dire che forse non è abbastanza capito e interpretato dalla governance di questa Regione, in un contesto storico dove la filiera nazionale pare non voler aiutare questa Regione, in un contesto storico dove questo documento in discussione è pieno di proclami di intenti e testimonianze di presenza che alla fine non si declinano, a nostro avviso, con tutti quegli atti concreti che questa Regione avrebbe bisogno di avere e di vedere messi in campo, di avere e vedere messi in campo in maniera ormai non più procrastinabile. Gli anni passano e ci continuiamo ad autoconvincere che va tutto bene, continuiamo a dire che non ci sono problemi, continuiamo a dire che, se ci sono problemi, la colpa è degli altri e non siamo noi quelli che li devono risolvere.
Ci troviamo in un contesto storico dove la politica ha deciso, con i suoi tagli, partendo dal livello centrale, di dover fare l'unica cosa che non andava fatta in questo momento, con un'inflazione galoppante, cavalcante. Mai come ora, infatti, c'era la necessità di immettere risorse, risorse sui servizi, risorse su tutti quelli che sono, Assessore, i capitoli che servono e che impattano sulla vita quotidiana della gente, nei loro servizi, nella loro qualità di vita, negli elementi qualificanti che, alla fine, dicono se in una società e in un tessuto sociale si può stare bene o si può stare peggio.
Badate, il fatto di rinnovare i contratti collettivi nazionali di lavoro, il fatto di investire sul Fondo sanitario oggi è diventato un elemento non solo qualificabile, ma che va fatto anche con cognizione di causa e con realismo, perché con l'inflazione che abbiamo oggi, laddove fossimo riusciti a mettere anche qualcosa in più, probabilmente non sarebbe servito ad aumentare i servizi, ma probabilmente non sarebbe nemmeno servito a coprire quella svalutazione che l'inflazione sta portando. Mi viene in mente il Fondo sanitario: siamo passati da 124 miliardi a 136 miliardi di euro nell'ultima finanziaria. Non servono nemmeno a coprire, Assessore, la svalutazione del denaro. Quei soldi non servono neanche a coprire una piattaforma uguale all'anno prima per gli aumenti che ci sono stati. Quindi, risulta evidente che bisogna sempre contestualizzare il momento in cui ci troviamo e avere anche il coraggio di fare scelte importanti.
Ricordo qualche anno fa quando chi oggi ci viene a spiegare che ci sono i tagli, chi oggi ci viene a spiegare che c'è l'austerità, chi oggi ci viene a spiegare che bisogna far quadrare i bilanci si sbracciava quando c'era un Patto di stabilità sbagliato, una politica di austerità, ci veniva a spiegare che nei momenti di crisi si fanno gli investimenti, si fanno le riforme, si governano i processi, si risolvono i problemi. D'altronde, la politica, Assessore, è chiamata a fare scelte coraggiose, non facili spesso, soprattutto in questi periodi, non popolari, soprattutto in questi periodi, ma la gestione dei bilanci politici degli enti, qualsiasi sia l'ente, di qualsiasi livello, non può essere fatta con un ragionamento ragionieristico.
Lei, Assessore, provi a pensare, cosa che purtroppo sta accadendo, se noi cominciassimo a interpretare la sanità o la salute con un principio ragionieristico. Snatureremmo l'essenza di quello che è il servizio stesso. Come sta accadendo nel trasporto pubblico locale. Si chiama "trasporto" e si chiama "pubblico", quindi è un diritto costituzionale, per cui deve offrire un servizio a una platea indiscriminata di utenti. Si chiamano "utenti" e non "clienti" per un motivo ben specifico, perché devono servire una platea indiscriminata di soggetti, che molto spesso non possono fare a meno o non hanno alternative a questo tipo di servizio. Ebbene, nel nostro Veneto, Assessore, nonostante ci sia stato, anche da parte sua – questo glielo riconosciamo –, l'atto di coraggio dei 14,7 milioni di euro, colpo di fortuna, rinvio della tranche, messi su un capitolo, che vede il nostro apprezzamento, si continua a ragionare su servizi tali per cui se il bus non è pieno la corsa non merita di essere effettuata, se il collegamento non è produttivo e redditizio forse la corsa non va effettuata. Si continua a ragionare...

PRESIDENTE

Le assicuro che il clima non mi pare particolarmente ostico. Io sento più brusio quando interviene qualcun altro e il consigliere Montanariello parla sotto. Quindi, la prego, continui.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, non mi sono fermato per me, mi sono fermato per rispetto della riunione che c'è dall'altra parte.

PRESIDENTE

La riunione dall'altra parte non la deve interessare. Le assicuro che non era importante.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Non volevo disturbare.

PRESIDENTE

Non era importante. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Siccome ho rispetto dei colleghi, non volevo disturbare la riunione di Fratelli d'Italia con il consigliere Valdegamberi. Quindi, se volete, colleghi... Tanto ho un'ora e quarantaquattro minuti a disposizione, per cui non ho problemi a ripetermi, non vi preoccupate.
Riparto dal concetto iniziale. È un elemento non di poco conto, perché molto spesso quello che era il nervo di una società civile, il nervo di una società che ha una visione legittimamente mutualistica tra le varie classi della società, di una società che era basata anche su un innato welfare di stare insieme, di una società che si era sempre contraddistinta, perché l'obiettivo della società era non lasciare indietro nessuno, perché l'obiettivo di ogni Amministrazione era far sì che tutti avessero gli stessi diritti universali, oggi è un sistema e un impianto che si è incominciato a smontare. Lo dicevamo prima, nella sanità, nel trasporto, nelle politiche abitative, nei fondi per il sostegno alle morosità degli affitti, nella scuola, nell'istruzione si comincia a ragionare in maniera ragionieristica.
Noi non pretendiamo di avere la verità in tasca, noi non pretendiamo che quello che diciamo noi sia più giusto di quello che fate voi, però pretendiamo di rivendicare, anche in questi momenti, una visione di società che è una visione di società diversa da quella che state mettendo in campo voi e il Governo a livello nazionale, che è una visione di società che non valorizza la meritocrazia e non fa niente affinché nessuno venga lasciato indietro, una visione di società che, quando ci sono gli ultimi, quando gli ultimi aumentano, quando quelli che restano indietro sono sempre di più, crea un problema nella società stessa.
Le società non funzionano quando c'è, da una parte, chi ha tanto e si può permettere tutto e, dall'altra parte, chi deve rinunciare a curarsi il dente perché costa di meno toglierlo, chi deve rinunciare a dire che in casa si lavora in due per avere una dignità salariale che ti permetta di poter fare quello che è alla base anche dei rapporti e delle relazioni umane, perché forse non abbiamo abbastanza asili o rette calmierate per poter far sì che, andando a lavorare, non ti i costi di più la baby sitter piuttosto che l'asilo.
Parliamo tanto dell'occupazione femminile. Lo vedremo dopo con il Documento di Economia e Finanza e con la Nota di aggiornamento, al cui interno si continua a parlare di ruolo del lavoro femminile. Però, se andiamo a vedere le nostre aziende, anche quelle pubbliche, anche quelle che in Veneto prendono i contributi regionali, riducono i part-time, incominciano a fare politiche aziendali dove, pur avendo dei diritti, come i congedi parentali, devi rientrare all'interno di una griglia perché tu possa essere accreditato prima del collega. Quindi, risulta evidente che c'è uno strabismo tra quello che scriviamo e quello che accade. Risulta evidente che dal proclamo di intenti a come poi questo si declina sulla società nessuno può venirci a dire, indipendentemente dal colore politico, che non sono due cose divise, diverse, avulse tra loro, come se fossero delle monadi che viaggiano in una dimensione di idee, però poi non si declinano mai nel concreto.
Noi possiamo discutere qui anche dieci ore, voi dite la vostra, noi diciamo la nostra, dopo votiamo. Ma se noi andiamo per strada e cominciamo a chiedere ai cittadini se le cose vanno meglio o peggio di prima, io sfido a trovare qualcuno che ci dica che vanno meglio di prima, io sfido a trovare qualcuno che ci dica che non ha dovuto fare delle rinunce, io sfido a trovare qualcuno che ci dica che non comincia a togliersi anche quelle che una volta, in un rapporto sociale, nello stare insieme, erano cose naturali, come il figlio che fa sport, e che vede con normalità questo tipo di rinunce. Io sfido a trovare qualcuno che ci dica che siamo i più bravi nella sanità, quando ti metti in nota e, se una volta ti dicevano che dovevi attendere due anni di tempo e ti mettevano in galleggiamento, scopri che adesso non ti mettono più neanche in galleggiamento, ma ti dicono direttamente che non c'è posto, che ti devi rivolgere altrove.
Non è che noi non siamo complici di queste dinamiche quando ci arrivano i soldi per smaltire le liste d'attesa e gliene diamo di più al privato che al pubblico. Non è che, quando arrivano i 3 milioni e ne diamo di più al privato che al pubblico noi siamo esenti dall'alimentare questa visione dove molto spesso il privato è colui che ti salva dai problemi. Ma non perché c'è una visione di chi vuole andare contro il privato, bensì perché risulta evidente che, quando apri le dighe dei servizi universali prestati all'economia, al mercato, prestati al fatto che rispondono a una logica economica e non più a una logica sociale, lo facciamo anche ideologicamente, al netto che 3 milioni sui 10,6 miliardi di euro che la Regione investite in sanità tra pubblico e privato possono avere un senso. È un segnale politico che diamo, dove diciamo che guardiamo con più interesse un obiettivo piuttosto che un altro.
I tagli del Governo, Assessore, non aiutano. I servizi ai cittadini, che già in qualche modo erano tagliati, saranno ancora più tagliati. Io vorrei vedere, dopo il taglio agli Enti locali, cosa accadrebbe se ci recassimo in un qualsiasi Comune a prendere un appuntamento con un assistente sociale. Peraltro, già adesso ti danno tempistiche pachidermiche, dove molto spesso, colleghi, l'appuntamento arriva dopo che la persona il problema o l'ha risolto da solo o è perito a causa di quel problema. Pensate a quelle persone che si rivolgono al sociale perché non hanno i soldi della bolletta, i soldi della visita medica, il pacco alimentare. In qualche caso riesce, grazie al welfare, all'associazionismo, al terzo settore, alle portinerie di quartiere, alla Caritas. Ma voi pensate quando si recano nei Comuni a dire che non possono pagare la bolletta della luce, che è una cosa che ti tagliano, perché la luce te la tagliano, rimani con il voltaggio minimo se non hai pagato la bolletta, e ti danno l'appuntamento dopo sei mesi. Risulta evidente che, dopo questo taglio che il Governo sta perpetrando, noi ci troveremo in una situazione ancora più di difficoltà. Ma non solo noi, le nostre Amministrazioni locali, i nostri cittadini, i nostri corpi intermedi, i nostri amministratori. Provate a pensare, dopo il taglio che c'è stato sui fondi di morosità per gli affitti incolpevoli, quanti cittadini non avranno più uno strumento che era un paracadute e quante Amministrazioni locali, Assessore, si troveranno di fronte a un vicolo cieco e non riusciranno a dare delle risposte.
Leggendo il DEFR ci sono passaggi che narrano proclami di intenti encomiabili. Chi, leggendo il DEFR e la Nota di aggiornamento, potrebbe mai dire di non essere d'accordo con ciò che è scritto al loro interno? Ma volete che possiamo dire che non siamo d'accordo con quello che è scritto? Il problema è che quello che è scritto negli ultimi tre anni, Assessore, non è mai successo. Se noi leggiamo quello che è scritto, non è mai successo. E anche laddove avete fatto qualche legge, mi viene in mente la governance unica sui trasporti, avete fatto qualcosa di diverso da quello che era scritto. Quindi, nel migliore dei casi non è stato fatto, nel peggiore dei casi – dopo c'è un po' di roba che merita di essere letta passaggio per passaggio – è stato fatto addirittura il contrario. Quindi, capite che c'è una distonia tra quello che diciamo e quello che dopo avviene.
Il peso economico, la crisi si sta scaricando tutta sulle fasce più deboli, si sta scaricando sui lavoratori. L'altro giorno c'era un articolo che diceva che, dopo i sanitari, non si trovano più gli autoferrotranvieri, non si trovano più gli autisti. Guardate, non è che non si trovano più perché è una professione che era ambita, una professione dove, Assessore, tanto per essere un sanitario o tanto per essere un autoferrotranviere, in molti casi dovevi intraprendere un percorso, che fosse la patente, che fosse il CQC, che fosse fare l'infermiere, che fosse fare l'OSS. Non è che la gente si sveglia la mattina e decide di non farlo più o, se decide di farlo, decide di farlo sotto il privato o andando da un'altra parte perché le cose accadono per caso. Accadono perché voi oggi sapete come risolvete il problema che non si trovano autisti? Il problema che non si trovano autisti si risolve immettendo 15 milioni di euro in più ogni anno, fissi, a regime, sul trasporto pubblico locale. Siccome un rinnovo contrattuale costa dagli 8 ai 10 milioni di euro, dati ASSTRA, e negli ultimi dieci anni abbiamo perso tre rinnovi contrattuali, perché uno è stato firmato dopo sei anni, uno è stato firmato senza riconoscere il pregresso, se non una minima percentuale in tre tranche, uno è scaduto in questi giorni e non ci sono ancora tracce di dialogo, dibattiti, concertazioni per il rinnovo, risulta evidente che, quando tu metti 15 milioni di euro sul trasporto pubblico, a regime, fissi, ordinari, ogni anno, quello che ha fatto quest'anno l'assessore Calzavara, dire alle imprese, alle aziende che ci sarà ogni anno, risulta evidente che corrispondono a due contratti collettivi nazionali di lavoro.
Vediamo se la gente smette di guadagnare 1.200 euro al mese, smette di essere aggredita, molto spesso non avendo neanche le tutele delle aziende, perché molto spesso le aziende non si costituiscono più neanche parte civile, perché è una rottura di scatole poi mandare i propri avvocati e difendere il dipendente, vediamo se non fanno più turni massacranti, vediamo se si ritrova la dignità del lavoro, se l'autoferrotranviere ritorna a essere una professione ambita, o no. Io credo di sì. Guardate, mancano meno camionisti di autisti di trasporto pubblico locale. Ripeto, mancano meno camionisti di autisti di trasporto pubblico locale. Questo perché nel trasporto merci c'è ancora un regime economico che permette loro di stare in piedi, nonostante il mercato straniero, nonostante la parcellizzazione. Però, sono aziende, anche quelle italiane, che non chiudono. Non chiudono. Non ci sono tracce di aziende di autotrasporto venete, restando nel nostro range, che chiudono. Bene o male, siccome c'è una dignità economica, pur essendo un lavoro di fatica, i veneti che hanno voglia di lavorare lo scelgono e vanno in quella direzione piuttosto che stare attenti a come rispondono a uno che ti provoca, che è arrabbiato, che ha i suoi problemi, vede l'autista e si scaglia contro e dopo, magari, prende 1.200 euro al mese. Non voglio entrare nel merito delle tragedie che sono successe. Sarebbe infausto e strumentale farlo in questa sede. Questo è il bilancio, non c'entra niente con loro. Però una riflessione va imposta. Una riflessione su quando succedono alcune cose agli autoferrotramvieri o a chiunque faccia un servizio a contatto con il pubblico va imposta.
È inutile dire che Calzavara lavorava da due ore. È tutto a posto, quindi, perché tanto Calzavara lavorava da due ore. Andiamo a vedere. Magari quella persona i giorni precedenti ha dovuto subire l'umiliazione di dire al figlio "non posso più mandarti a studiare" oppure "non ti posso mandare dal dentista", ha subìto la difficoltà di chiedere un giorno di ferie per andare a fare una sua faccenda privata e si è sentito dire di no. È tornato a casa, e baruffa: "A te non dà mai ferie. Il piccolo non va là. Tu non vai là". Una persona che si è sentita nei giorni precedenti pressata. Quando si riducono i servizi, cosa succede? La gente è arrabbiata, o anche incazzata, se possiamo usare questo termine. Quindi, come vede una corriera... Ve lo dico. Io l'ho vissuto sulla mia persona. Quando saltavano due vaporetti, il terzo vaporetto che arrivava era una vittima. Nel migliore dei casi non ti aggredivano. Perché, come succede negli ospedali, dopo ti scarichi sull'infermiere, poverino, di turno, che magari è lì da 20 ore. Magari questa persona, Assessore, ha anche dovuto combattere perché a fine mese ha preso 1.300-1.400 euro, e magari ha dovuto anche fare i conti con la difficoltà della vita, con il paniere che aumenta, con la benzina che aumenta. Cosa serve che stai lavorando da due ore? A quello, detto in Veneto, la pignatta scoppia anche il giorno di riposo, perché viene pressato da una serie di problemi.
Le qualità psicofisiche del lavoratore non devono essere misurate su quello che sta facendo il lavoratore quel giorno. Se tu quel lavoratore lo metti sotto pressione, lo inserisci in un contesto economico di difficoltà, lo inserisci in un contesto familiare di poca serenità e magari gli dici anche che deve fare tutti i giorni lo straordinario, anche quando non vuole, pur avendo bisogno di soldi... Non è che uno riesce a fare sempre lo straordinario. A volte c'è anche la vita privata. A questo fai fare i turni a tre riprese. Adesso in Veneto dovete sapere che stanno prendendo piede, Assessore, i turni a tre riprese. Vuol dire che nelle famose ore di punta, quindi quando c'è pendolarismo, gente che va a scuola, gente che va a lavorare, prima erano solo a due riprese, adesso, siccome siamo fenomeni, lo facciamo a tre. Tu fai dalle 7 alle 9, porti la gente a scuola; dalle 12 alle15 porti la gente che torna indietro dalle scuole; dopo, la sera, magari fai dalle 17 alle 19, così porti i pendolari che tornano indietro. Sapete cosa vuol dire? Che uno che da Chioggia o da San Donà deve venire a lavorare a Venezia fa 18 ore fuori casa per farne 7 di lavoro. Molto spesso deve stare nella sua saletta, con la pignattella in mano ‒ come si diceva una volta ‒ a mangiare e ad aspettare che passi il tempo.
Qui magari queste cose le vediamo, qualcuno le ha vissute; quindi, sicuramente le può anche rimembrare nella propria mente ma, secondo voi, a quella persona, collega Pan, ci vuole tanto che scoppi la pignatta? La mattina è come una corda di violino. La qualità psicofisica di chi ha a che fare con la gente poi esplode. Ecco perché dico questo. Sono problemi che si risolvono? Sì, si risolvono. Come? Pagando. Quando tu paghi e tiri fuori i soldi, i servizi li puoi fare in un altro modo. Puoi spalmare la fatica, puoi aumentare il reddito. Questa è una cosa che da noi non sta succedendo. Assessore, togliamo quest'anno. Bravo. Quest'anno le dico "bravo". 14,7 milioni sul TPL. Bravo. Ma è solo quest'anno. Capisce che questo non permette scelte strategiche alle aziende? Non permette di assumere? Permetterà di pagare due debiti arretrati, di fare un premio di risultato, di dare una mancetta.
Come vedete, di fronte a un mondo dove aumenta tutto, noi non possiamo pensare che contrarre la spesa, contrarre i servizi... O chi ci governa a Roma non può con una mano dirci che tutto aumenta e con l'altra mano tagliare 28 milioni a una Regione. Più agli Enti locali, che mi pare sia qualche altro milione (15), più qualche milione alle Province. Vuol dire, Assessore, e che nessuno si offenda, che stiamo prendendo in giro le persone. Ci parlate di politiche per la famiglia, di politiche per la natalità. Come pensate di fare le politiche per la natalità? Togliendo i soldi dalle tasche delle persone? Non è che i figli sono come gli uccellini, che una volta svezzati volano da soli. Oggi chi fa un figlio, finché non finisce di studiare... L'ambizione di ogni famiglia, finché il figlio non è autonomo, è quella di sentirsi il carico del figlio, anche se ha 25 anni. Se sta studiando ed è un bravo ragazzo che lavora, ma non riesce a mantenersi da solo è sempre un figlio della famiglia. Non è che le politiche per la natalità sono una cosa astratta, che diciamo come la preghiera prima di ogni dibattito politico. Politiche per la natalità. Come? Dove? Come facciamo le politiche per la natalità? Tagliando il fondo per gli affitti morosi? Così spieghiamo dopo a un genitore che, se fa un figlio e perde il lavoro... Che non vuol dire uno che non ha mai lavorato. Ci sono tanti tavoli di crisi, Assessore, in Veneto, dove gente che ha sempre lavorato nelle aziende, senza motivo, si può trovare, per scelta di una multinazionale, di qualcuno che delocalizza... O semplicemente per un granchio blu che arriva nel tuo vivaio, dove tu hai investito migliaia e migliaia di euro di semina. Tu ti trovi da imprenditore a persona che non mette insieme il pranzo con la cena.
Scusate. Se uno di questi ha in mente di fare un figlio e non ha una stabilità economica, dicendo che non ha più quella rete sociale, che, bene o male, se rimane a casa non lo sfratta nessuno, c'è una comfort zone dove le brave persone ‒ non chi non ha voglia di lavorare, ma le brave persone ‒ vedono nel pubblico un alleato... Ve lo dico: io non lo farei un figlio. Io ho fatto un figlio quando la banca mi ha dato 30 anni di mutuo. Ho detto: pagherò per 30 anni, ma non ti manda via nessuno. Non è che scade il contratto o la casa serve al figlio del proprietario, che ti dice: "Devi andare via, perché serve a mio figlio".
Questi sono elementi che ci possono anche portare a una disquisizione di idee politiche, ma sono elementi che non possiamo far finta che non esistano nel dibattito della gente. Non è che, se noi andiamo al bar la gente ci parla dei massimi sistemi. Così come su tutto il tema delle fragilità in Veneto. Vediamo il gold standard dei consultori familiari, vediamo ‒ come dicevamo prima ‒ i tempi che ci vogliono per il sociale, vediamo tutto il contesto sanitario. Ragazzi, io ho una mia idea: noi abbiamo una sanità eccellente, fatta di sanitari eccellenti, ma credo che una Ferrari meriterebbe una guida diversa da quella che abbiamo oggi. Risulta evidente che, se tu stai male e ti prende in carico l'ospedale in Veneto la vita te la salva. Sì. Lo diciamo noi. Non abbiamo mica bisogno di dirlo. Qualcuno di noi lo ha anche vissuto sulla propria pelle. Il problema è che, se tu non stai abbastanza male da essere preso in carico dall'ospedale e hai bisogno di una mammografia e ti danno un anno e mezzo e non hai i soldi per andare privatamente o non vai dall'associazione che fa prevenzione, se ti va bene, dopo un anno e mezzo, dici che hai aspettato un anno e mezzo; se avevi qualcosa, l'anno e mezzo non lo vedi. Se vai per farti una TAC e ti dicono che ci vuole un anno e mezzo, se va bene ‒ che stavi bene ‒ hai solo aspettato; se va male ‒ che stavi male ‒ l'anno e mezzo, forse, non lo vedi più.
Risulta evidente che la sanità non è solo quella di salvare la vita. Risulta evidente che la sanità non è solo quella di dire che, se uno sta male, va al pronto soccorso e, se ha qualcosa di grave, viene preso in carico dalla nostra sanità e gli salvano la vita. La sanità, la salute, la cura non è fatta solo di casi gravi, che stanno male. È fatta anche di quello al quale serve il dermatologo. Avete notizia di qualche ospedale pubblico dove trovate ancora un dermatologo in tempi rispetto ai quali non conviene andare privatamente? Qualche collega ha notizia di qualche ospedale del Veneto dove possiamo trovare un dermatologo, quindi non convenga andare privatamente? Quello è diritto alla salute. Voglio vedere se tuo figlio ha una macchia sul braccio e non hai i soldi per curarlo e non hai i soldi per andare dal dermatologo, se non ti viene in mente di andare in ospedale. Avete notizie di qualche parte del Veneto dove non conviene andare privatamente dall'oculista e aspettare, magari, l'anno, l'anno e mezzo che ti danno?
Prima si andava solo per la visita privatamente dall'oculista. Adesso incominciano a fare anche le cataratte privatamente. Siccome, con la concorrenza, con qualche migliaio di euro (2.000-3.000-4.000 euro) la fai, uno che ha lavorato una vita e che ha problemi dice: "Devo aspettare un anno e mezzo? Vado privatamente".
Capite che, quando diciamo che la sanità è eccellente dobbiamo capire quale sanità è eccellente? Quella che ti salva la vita? Sì. Quella della prevenzione? No. Quella della diagnostica? No. Quella dell'erogazione di salute come modello universale? No. Quella non è eccellente. E non parlo male della sanità. Parlo male della gestione che noi abbiamo della sanità. Se, poi, vi arrivano 3 milioni dal Governo per combattere le liste d'attesa con il Covid e 2 milioni li diamo al privato, vuol dire che forse questo sistema ci vede anche, in qualche modo, conniventi o complici della visione che spinge verso il privato.
Il privato non è che arriva la mattina e si appropria di pezzi di mercato. Per voler essere brutali. Il privato arriva dove il pubblico arretra. Anche nella richiesta di salute e sanità, si creano dei vuoti e il privato arriva. La famosa vicenda della ricetta a 20 euro del medico di medicina generale a Treviso. Non è che, se lì ci fosse stato un medico di medicina generale pubblico, Assessore, uno si sogna di dare 20 euro a un altro. Ho capito avercene, ma anche lì ci sono dei limiti.
Pubblica Istruzione. Assessore, io sono fortemente contrario a quello che ha fatto il Veneto di fronte alla richiesta di dimensionamento scolastico che ha fatto il Governo. Assessore, forse dovrà dirci lei perché di questo non ne abbiamo mai parlato e non è mai stato informato il Consiglio regionale. Adesso ci arrivo, Assessore. È giusto anche ricostruire la storia. Ci sarà chi la pensa in un modo, però a me vedere che altre Regioni di destra si sono opposte e la Regione autonomista per antonomasia non si è opposta... Avete dovuto aspettare che la destra intervenisse, la Sardegna, l'Abruzzo, contestando quello che accadeva al Governo. Perché al Veneto è andato bene. Hanno deciso il taglio del dimensionamento scolastico. Io l'ho scoperto da Consigliere comunale e ho ricostruito la storia. In Consiglio regionale ho chiesto ai miei colleghi in Commissione. Dovete sapere che in Veneto perdiamo 32 autonomie scolastiche quest'anno. Il prossimo ne perderemo altre. Ma il Veneto non si è opposto alla scelta del Governo. Cosa su cui altre Regioni di destra in Conferenza Unificata non hanno votato a favore. Hanno votato contro Abruzzo, Sardegna, Emilia, Puglia, Campania Toscana. Noi non abbiamo votato contro. Abbiamo persino detto ai Comuni, dopo che abbiamo fatto la delibera n. 953 il 31 luglio, di dirci le 32 autonomie da tagliare quali erano. Pensate che, su 32 autonomie, 25 neanche ci hanno risposto. Tra l'altro, erano anche Comuni di destra, Assessore. Anche i Comuni di destra si chiedono cosa stia succedendo.
Perché io non sono d'accordo? Perché arriva l'idea di taglio di queste autonomie scolastiche. Viene fatta la delibera n. 953, che dice che noi, in Veneto, perderemo 32 autonomie scolastiche. Perdere l'autonomia scolastica non vuol dire solamente perdere il posto di lavoro (il dirigente, la segreteria). In alcune realtà, ad esempio il primo Comune della Provincia di Venezia, vedo il collega che l'ha visto, per recepire questa norma sono costretti ad arrivare da cinque plessi a tre. E non è un problema di denatalità. Vuol dire che tu domani dovrai scombussolare tutto l'impianto e tutto il sistema che c'è, cambiando i riferimenti, cambiando tutto. Non vale solo per il 2023-2024. Collega Pan, per il 2024-2025 il Governo Meloni taglia ancora. E non è un problema di denatalità. Quando accorpi, accorpi, accorpi, è evidente, Assessore, che si svuotano i plessi.
Assessore, vada a dirlo alla Niccolò De' Conti che chiude. Vada a dirlo alle scuole che chiudono. Vada a dirlo alle scuole dove resta solo una prima, una seconda e una terza media, che in tre anni chiuderanno.
Tra l'altro, Assessore, c'è una cosa curiosa che noi ci chiediamo. Credo, Assessore, che l'istruzione in Veneto, con tutto il rispetto, non sia materia di sua esclusiva competenza. In tutta questa vicenda lei non ha mai informato il Consiglio regionale. Ha fatto una riunione con ANCI il 19 luglio. Ha fatto una riunione dove c'era anche l'UPI. Ha fatto una delibera di Giunta. Ha chiesto a 32 autonomie di essere ridimensionate. Pensi quanto peso ha in Veneto la scelta politica che ha fatto, che 25 neanche vi hanno risposto e dovete provvedere d'ufficio. Sì, Assessore. Vi hanno risposto solo 7. Infatti, avete anche scritto ‒ se lei prende la delibera ‒ che provvederete voi.
Assessore, vuol dire che avete messo in piedi una manovra che non hanno neanche ascoltato. Assessore, capisco le sue difficoltà, che magari non voleva che il Consiglio fosse edotto, però la collega mi diceva che le chiederanno di andare in Commissione a riferire su come mai in una partita del genere il Veneto è stato tenuto all'oscuro. In una partita del genere il Veneto è stato tenuto all'oscuro. È stata giocata tutta in un rapporto tra l'Assessore, la delibera, la riunione del 19 febbraio. Tra l'altro, di queste 32 autonomie che dite di tagliare, che bisogna che spieghi alla sua Premier... Sono 32 quest'anno, ma dopo, visto che ci dirà tutto, ci dirà anche che ci sono altri tagli più avanti che vengono. Si parla di 2024-2025 e di 2025-2026.
Tra l'altro, ci sono due cose che stridono, Assessore. Lei mi deve dire perché il suo Presidente chiede l'autonomia e voi, a differenza di altre Regioni di destra, non gli avete detto in Conferenza Unificata che questa cosa è sbagliata. Ha prevalso lo spirito di partito, assessore Donazzan, o il bene di un'autonomia, che il Veneto rivendica, dove nelle 23 materie rivendichiamo anche l'istruzione e, a differenza delle altre Regioni di destra, noi non ci siamo opposti a questa scelta?
Assessore, capisco che lei è in difficoltà. Però, se vuole, schiaccia il bottone e il presidente Ciambetti le dà la parola. Ne sono sicuro.
Assessore, lei ha smentito quello che ha fatto il presidente Zaia. Io vorrò vedere quando Zaia ci verrà a dire che nelle 23 materie, colleghi, vuole l'autonomia e gli spiegheremo che, là dove ce l'avevamo e ce l'hanno portata via, il Veneto è stato zitto, a differenza di altre Regioni di destra.
Così come va detto anche che dobbiamo dire grazie alle Regioni. Tra l'altro, Assessore, si potevano fare tre cose. Le hanno fatte le altre Regioni. Non perché io le capisca, ma perché ho provato a capirle. A volte sono duretto, però se leggi, ti impegni... No, Assessore. Abbiamo il problema su Chioggia. Sono 2. Ne mancano 30. Forse, Assessore, se avesse preferito meno la bandiera di partito, oggi il Veneto avrebbe un problema di meno. Detto ciò, ci sono Regioni che hanno fatto ricorso alla legge finanziaria, dove si parlava di quell'articolo, di fine dicembre 2022.
La sentenza c'è stata l'altro giorno, il 24. Hanno fatto ricorso. Noi no. Ha fatto ricorso la Campania, ha fatto ricorso la Toscana, ha fatto ricorso l'Emilia. Tant'è che alle altre Regioni che hanno fatto ricorso hanno detto che il ricorso è sospeso. Essendo il ricorso di alcune Regioni sulla costituzionalità della legge, hanno detto: è inutile andare avanti. Se una legge è incostituzionale da una parte, non può essere costituzionale dall'altra. Giusto?
Noi, quindi, non abbiamo fatto ricorso. Va bene, lo capisco. Capogruppo Pan, non si fa ricorso a un Governo amico. Lo capisco. Non è colpa sua. È successo.
Secondo elemento. Potevamo almeno salvare la faccia, evitare di smentire il presidente Zaia, che chiede l'autonomia scolastica, e fare come gli altri che si sono astenuti, che hanno detto di no. Ripeto: vorrò vedere, collega, quando Zaia chiederà nelle 23 materie l'autonomia come glielo spiega la Donazzan che non si è opposta a quel poco di autonomia che ci hanno tolto in Conferenza Unificata, a differenza degli altri Presidenti della destra. Dovete mettervi d'accordo voi. La maggioranza, la Giunta siete voi. È inutile che Zaia ci dice che vuole la scuola veneta e dopo sta zitto quando ci tolgono quel pezzo di autonomia che abbiamo.
Dovete mettervi d'accordo. È un problema vostro, di maggioranza. Non ci mettiamo in mezzo. Però gradiremmo che, visto che nelle 23 materie si chiede l'autonomia, almeno la bandierina... Magari non serviva a niente, però una bandierina, una testimonianza di presenza, per dire che anche noi, come la Sardegna, l'Abruzzo, non abbiamo acconsentito, avrebbe salvato anche la tenuta dell'impiantologia dell'autonomia che chiede il presidente Zaia.
Anche su quello, quindi, crediamo sia stato fatto un lavoro che fa acqua da due parti. Il primo nel metodo. Ragazzi, non è che si tolgono 32 autonomie in Veneto e non si informa il Consiglio regionale o la Commissione. Non è che lo dobbiamo sapere dai Comuni, che si trovano le rivolte nelle sale consiliari e dobbiamo andare a scoprire di cosa si tratta. Non è che ci dobbiamo mettere a studiare, dopo che ci chiamano i sindacati o dopo che ci chiamano i genitori. Accorpa e accorpa alla fine porta a quello: classi pollaio, istituti che vengono a mancare. In un territorio come il nostro, insulare, montano.
La Legge Speciale per Venezia non serve solo, assessore Calzavara, quando dobbiamo chiedere i soldi. La Legge Speciale per Venezia è perché Venezia davvero è un territorio straordinariamente unico, fantastico, ma difficile sotto molti aspetti. Non è che chiudere una scuola alla Giudecca e mandarli alla Bragora vuol dire niente, perché in linea d'aria sono 300 metri. Tanto per fare un esempio. Sono a mezz'ora di vaporetto. Accorpa e accorpa. Il taglio alla denatalità, quindi il fatto di intervenire sulle autonomie scolastiche, si fa con un certo criterio, salvaguardando le zone insulari, salvaguardando le zone montane.
Assessore, non è "infatti". Chioggia è un'isola e lei non l'ha salvaguardata. Se ne faccia una ragione. Non è colpa mia. Peccato che se ne dovrebbero fare una ragione quei veneti che hanno votato chiedendo l'autonomia, e voi avete fatto il contrario. Per noi, politicamente, è grasso che cola. Come cittadini siamo rammaricati, perché, purtroppo, lo spirito di partito ha prevalso sull'interesse dell'autonomia.
Vado avanti, perché so che la collega anche su questo voleva dire qualcosa.
Per quanto riguarda le politiche giovanili, sport e tempo libero, non serve mettere il biglietto del cinema a 5 euro per i giovani se dopo non facciamo investimenti sulle strutture sportive, non creiamo un tempo libero, non interveniamo sulle palestre delle scuole, non interveniamo su un indotto che permetta loro di studiare. I giovani sono anche quelli che prendono il mezzo pubblico per andare all'università. Non è che quelli non sono giovani. In genere, le università della terza età sono fatte da associazioni nei territori. Gli universitari sono i giovani che si muovono. Non è che, se noi non investiamo sugli ESU, non investiamo sulle politiche abitative degli studenti, non investiamo sul trasporto pubblico locale, abbassiamo l'ISEE del bonus trasporti, che era ‒ non vorrei dire una scemenza ‒ 30.000, ed è arrivato a 20.000... Dopo vi do i dati. Quello è andare contro i giovani. Mediamente, a una famiglia che ha due giovani che studiano l'abbonamento costa 800 euro l'anno. Per due persone che studiano, 800 euro l'anno. Le persone che guadagnavano 30.000 euro l'anno lordi, quindi, potremmo dire, Assessore, 1.500 euro, tredicesima e quattordicesima, prima di questo Governo potevano permettersi di dire che il figlio, con il bonus trasporti, avendo un ISEE più alto... Ora è stata dimezzata la fascia di ISEE. Perlomeno era come una mezza tredicesima, non era un costo il figlio che andava a studiare. Magari con quei soldi si comprava due libri. Magari con quei soldi si permetteva di andare a mangiare nella mensa universitaria.
Avendo dimezzato l'ISEE del bonus trasporti e avendo noi, a livello regionale, non fatto politiche di integrazione che vanno in quella direzione... Non è mica un'utopia. In Emilia lo fanno. In Emilia gli studenti viaggiano gratis. Non dico che devono viaggiare gratis, però non si può dire che, se si taglia il bonus trasporti, noi non facciamo nulla a livello regionale... Mi permetta di disquisire. Credo che, quando si parla di giovani, e non è un capitolo, ovviamente, che la riguarda... Sì, Assessore, anche io. Però, Assessore, noi siamo più fortunati, perché riusciamo a pagare anche senza il bonus trasporti il biglietto per andare a scuola. Io sono un privilegiato, perché posso permettermelo. Io mi sento fortunato, perché non ho questo problema.
Però, Assessore, non è che, se parliamo di giovani, dire che mettiamo il biglietto del cinema a 5 euro è una scelta che riempie la pancia ai giovani. Se quel giovane deve andare a studiare facendo due ore di viaggio, non ha le aule studio, non riesce a soggiornare... Il fatto che un universitario dorme in loco non è un capriccio, perché deve andare a far festa, ma perché gli permette di avere quattro ore di media al giorno in più per studiare, gli permette di essere su una grande città, dove le aule studio non chiudono alle 8 di sera. Noi a Chioggia abbiamo un'aula studio dove gli universitari hanno detto: "I miei colleghi di Padova a volte l'hanno aperta anche di notte. Noi, in confronto a loro, siamo svantaggiati". "Politiche giovanili" vuol dire anche pensare alla figura del giovane, come si colloca nella società e come costruisce le sue prospettive future.
Assessore, il turismo. Abbiamo, adesso, la battaglia della Bolkestein. è inutile che io gliela dica, la sa meglio di me. Assessore, mi permetta una critica. Non a lei, al suo Assessorato, ma a carattere generale. Prendo lei, che è Assessore al bilancio, però so che conosce il tema in maniera estremamente dettagliata, viste anche le sue provenienze geografiche e politiche. Può essere che sulla Bolkestein noi siamo oggetto un giorno del ricorso che fanno a Lecce, un giorno del ricorso che fanno a Portofino, un giorno del ricorso che fanno in un altro posto ancora? Continuiamo, Assessore, a rinnovare con la legge n. 33. Il Veneto su questa vicenda non dice nulla. Ci dobbiamo affidare a quello che dice ogni tanto la Conferenza dei Sindaci. C'è Roberta Nesto che ogni tanto ci dice qualcosa, però, dal punto di vista regionale, siccome la Nesto rappresenta la Conferenza dei Sindaci del litorale, la capisco, ma siccome la legge n. 33 sarebbe una legge nostra, capire da che parte stiamo andando... Già a Jesolo c'è una società che ha cominciato a fare i ricorsi e gli esposti perché ha rinnovato con la n. 33. Lo sa anche lei questo. Capisce bene che noi stiamo continuando a rinnovare con una legge dove ci sono delle società che stanno facendo già dagli esposti. Alcune concessioni sono già saltate, anche dove vivo io. Bisogna fare la comparazione, bisogna fare questo, bisogna fare quello.
No, collega Pavanetto, non siamo fuori strada. Dove stanno rinnovando con la n. 33 ci sono già delle società che stanno facendo i ricorsi. E hanno fatto anche un esposto. Collega Pavanetto, non è che siccome lei viene da Jesolo la verità su Jesolo ce l'ha lei. Capiamo che conosce il territorio. Se nelle chat degli operatori girano i ricorsi, possiamo dire che non li abbiamo fatti noi, Assessore, ma sappiamo che ci sono.
Su questo noi vorremmo avere anche un chiarimento di quello che accade. Tra l'altro, il Governo, sempre quello che ci taglia i 28 milioni, Assessore, il Governo che ci taglia le autonomie scolastiche, il Governo che taglia i fondi per gli affitti... Quel Governo lì. Quello che c'è, in cui ci siete anche voi dentro. Quel Governo lì ha detto che bisogna aspettare i decreti, che i decreti devono arrivare. Non si capisce quando. Si è detto entro fine anno. Siamo a fine novembre.
L'altro giorno abbiamo fatto una Commissione ‒ c'era anche il collega ‒ dove c'erano 150 operatori: mezzi dicevano "vado con la n. 33", mezzi dicevano "io non mi fido di nessuno, aspetto i decreti, perché posso anche aspettare" e mezzi dicevano "ma ci sarà una proroga dopo? Perché, se bisogna presentare entro fine dicembre e il decreto me lo fanno il 15 dicembre, posso io in 15 giorni fare...". Tant'è che noi abbiamo detto, che siamo contro le proroghe su questo tema, che ci vuole un anno di proroga. Se fai il decreto a dicembre, si deve anche attrezzare, Assessore, lei lo sa meglio di me, l'imprenditore per poter costruire il rinnovo pluriennale.
Vi devo dare una brutta notizia: mezzi di quelli che si sono venuti ad arrabbiare è gente che pubblicamente non ha sostenuto il PD. Non è che stiamo facendo un discorso di campanilismo politico.
Anche su questo, Assessore, penso che, con tutti i convegni, con tutte le iniziative, con tutto quello che facciamo, se ci fosse stata una bella tavola rotonda veneta, dove si fosse detto agli operatori del Veneto "andiamo tutti in quella direzione", secondo me, saremmo stati una Regione fortissima, perché ci avrebbe permesso di fare una minoranza di blocco, che ci avrebbe permesso anche di chiedere la proroga, nel caso della proroga, o maggiori garanzie.
Invece così abbiamo perso il valore dell'impresa che investe sul demanio in Veneto, perché ognuno sta andando per i fatti suoi. In alcuni casi ci sono ricorsi, in alcuni li hanno vinti, in alcuni li hanno persi. Assessore, credo che il litorale veneto sia una ricchezza enorme per noi e credo che l'esperienza e le tradizioni delle imprese che sono sul nostro litorale debbano essere tutelate nel miglior modo possibile. Quello è un servizio che tu dai ai cittadini, che deve entrare nella logica di un'affezione per il territorio, di un'esperienza, di un rapporto con la clientela, di un rapporto con i servizi che il territorio dà.
Assessore, credo che per tutti quelli che non avevano finora rinnovato con la n. 33 bisognasse lavorare per avere una minoranza di blocco. Dopo, Assessore, decidete voi qual è l'idea migliore, però andare in ordine sparso non fa mai bene, né quando c'è il PD, né quando ci siete voi. Quando si incomincia ad andare in ordine sparso, uno si affida all'avvocato, uno si affida al ricorso, uno si affida alla categoria, madama la marchesa, a quel punto, dopo incominciano a venire anche i millantatori e venditori di sogni, che ti dicono "seguimi, facciamo così" e dopo cade l'impalcatura di quella che per noi doveva essere una battaglia vera.
La battaglia della Bolkestein, Assessore, riguarda tutta Italia, ma riguarda noi più degli altri, perché, a differenza di altre parti della costa, che hanno un mare stupendo, delle spiagge bellissime, delle aziende stupende, le aziende che investono veramente sulla spiaggia, sulla costa e sui servizi sono un pezzo del Friuli, il Veneto e l'Emilia.
Il Veneto e l'Emilia sono la forza economica del litorale, e un pezzo del Friuli, con tutto il rispetto per le bellissime Regioni del sud, ma che non hanno un'offerta turistica fatta di impresa che ha trenta anni di investimento come la nostra. Noi ci salviamo, anche di fronte alla sfida del paesaggio, perché abbiamo i servizi, perché abbiamo delle spiagge stupende. Nessuno può venire a dire che in giro per il mondo ha avuto una spiaggia che ha più servizi di quella veneta. Assessore, io amo girare e fare le vacanze al mare. Ho visto posti stupendi, ma dopo due giorni ho sempre rimpianto la comodità dei servizi delle spiagge venete, dall'offerta per il bambino, al parcheggio, alla conformazione fatta a misura d'uomo, di famiglie e di divertimento. Quindi, su questo noi dovevamo essere come Regione leader capofila, non le Conferenze dei Sindaci. Le Conferenze dei Sindaci ci dovevano aiutare, non dovevamo sostituirci a loro.
Sull'assetto del territorio e dell'edilizia abitativa, magari dopo nella Nota di aggiornamento diremo qualcosa, però, Assessore, io continuo ad avere un pensiero e torno sempre a Venezia, perché è la città capoluogo, perché è la città dove discutiamo, perché è la Provincia che con grande orgoglio mi sento di avere l'onore di rappresentare. Ormai lo spopolamento di Venezia è un dato assodato. L'anno scorso l'associazione ha fatto anche il funerale, se ve lo ricordate: Venezia è morta, con la bara, i 50.000, sotto i 50.000.
Penso che sia, Assessore, improponibile, impensabile non mettere in campo tutte quelle azioni che servono a dipanare e dissipare ogni dubbio che noi ci attiviamo per una politica contro lo spopolamento di Venezia attraverso il nostro ATER. Noi abbiamo un ATER, Assessore, che a Venezia ha case vuote, che non vorrei sbagliarmi, ma girano sull'entità delle tre cifre, se non addirittura delle quattro, perché dei 12.000 e passa alloggi circa il 23% sono sfitti e una gran parte sono in centro storico.
Adesso, Assessore, capisco che non ci sono soldi, però è anche vero che noi lo 0.4 per mille degli affitti lo incassiamo. Mi pare che sia l'articolo 37 della legge n. 39 o l'articolo 39 della legge n. 37, uno dei due. I soldi che noi incassiamo ammontano a 5, 6, 7 milioni di euro. È vero, Assessore, che non ci sono soldi, è vero che il Governo ci dovrebbe aiutare più su questo. Adesso Salvini ha fatto importanti promesse. Se le mantiene, sarò il primo ad applaudirlo. Non facciamo processi alle intenzioni, ma oggettivamente oggi c'è un problema. Se si fosse pensato in questi anni di dire: "non metto nulla, però quei soldi che mi vengono dal gettito del 4 per mille, a rotazione, ogni volta li lascia a una ATER". Proviamo a fare degli accordi con il Comune di Venezia?
L'anno scorso nel DEFR è passato un emendamento mio che diceva che tutte le case che sono sfitte, a Venezia, visto che non possono essere vendute, perché l'ATER Venezia ha fatto una buona scelta, secondo me, nel Piano vendita non si mettono case nel centro storico, sennò diventano B&B. Se non si mettono in vendita, scelta che noi condividiamo, non possono neanche rimanere chiuse in una città che spopola, in una città dove gli universitari non trovano casa, in una città dove la "turistificazione" di Venezia ha portato allo sradicamento del tessuto sociale veneziano, perché ormai a Venezia vivono o quelli che hanno tanti soldi o quelli che sono sotto l'aspetto sociale di una fragilità importante, marcata, sostenuta, che rientrano nell'ERP, nelle co-housing, in tutti quanti quegli strumenti, ma oggi una persona che ha un reddito normale non rientra in quegli strumenti e di conseguenza non si può permettere di vivere a Venezia, dove c'è una situazione di caro vita importante, che conosciamo tutti.
Dopo ci spieghiamo perché incominciano a esserci le baby gang. C'era un articolo bellissimo l'altro giorno che diceva che la delinquenza prima era solo a Mestre e Venezia era un'isola felice, adesso la delinquenza è cominciata a spostarsi anche sulla parte insulare. C'è stato a pochi passi da qui, l'altro giorno, un efferato delitto. Molto spesso ci sono gang nei campielli che monopolizzano la quiete pubblica. Perché? Perché, quando viene a mancare il tessuto sociale, non hai più quello che torna dal lavoro, quello che torna da scuola, quello che accompagna il figlio. Risulta evidente che in un territorio "turistificato", quando non c'è il turismo, il residente non occupa più gli spazi, perché il residente non c'è più.
Assessore, su una cosa del genere, con tutti quegli alloggi vuoti che abbiamo, non possiamo noi non pensare che non riusciamo a fare un accordo con il Comune di Venezia, dove quegli alloggi che sono dell'ATER, che abbiamo deciso di non vendere, non vengono messi a disposizione di una politica di contrasto allo spopolamento della città. Dopo deciderete voi, insieme al Comune, se vogliamo darli alle giovani coppie, se vogliamo darli agli studenti universitari, se vogliamo darli a chi ha un reddito basso. Saranno scelte vostre, ma non possiamo pensare di avere migliaia di alloggi pubblici chiusi in una città che sta spopolando giorno dopo giorno.
Assessore, facciamo un accordo con il Comune di Venezia. Facciamo un accordo con le associazioni. Facciamo un accordo con il patriarcato. Facciamo un accordo con le portinerie di quartiere. Facciamo un accordo con il privato. Va bene anche l'accordo con il privato piuttosto che lasciarli chiusi. Urla vendetta questa cosa qui.
I veneziani vanno via da Venezia perché non ci sono case e dopo Report viene a fare il servizio che ci sono le casse murate. Non è una questione politica. È questione di salvaguardare il futuro delle nostre generazioni.
Per il mio lavoro andavo a Venezia alle 2:00 di notte per andare a prendere servizio. Andavo a piedi. Ero l'uomo più sicuro del mondo. Oggi nessuno me ne voglia, ma quando finiamo il Consiglio o la Commissione tardi, ogni tanto, nelle calle piccoline hai anche paura e ti incominci a guardare alle spalle, perché i giornali li leggi, nessuno vuole essere allarmista, e le preoccupazioni ti vengono.
Su questo, Assessore, ribadisco, non è una buona idea la mia, ne riuscirete a fare una migliore. Cerchiamo di fare una delibera. Tra l'altro, Assessore, noi dovremmo fare una delibera di Giunta all'anno per dare le indicazioni su quello che deve fare ATER sul proprio patrimonio.
Saranno dieci anni che non facciamo una delibera di Giunta alle ATER per dare le indicazioni su cosa dobbiamo fare con il nostro patrimonio. Diamo un'indicazione del genere su questo.
Su trasporto e la mobilità è giusto parlarne dopo, perché c'è un importante capitolo che credo meriti approfondimento. Però, anche qua, Assessore, io le annuncio, e chiudo, che sono sempre più convinto, gliel'ho detto in altri momenti e glielo ripeto, che lei oggi come mai forse è l'Assessore della Giunta che più ha responsabilità sulle politiche della transizione ecologica, del cambiamento e di quello che è il messaggio da trasmettere alle generazioni future. Oggi i giovani, se noi vogliamo davvero eliminare le auto, fare la transizione ecologica, se vogliamo davvero dire che bisogna andare verso una sostenibilità ambientale, Assessore, quando a uno dici di non andare a lavorare in macchina o di non andare a scuola in macchina, devi dire come deve andare. Quindi, risulta evidente, oggi, Assessore, che il trasporto pubblico locale diventa una chiave di lettura attraverso cui abituare alle buone abitudini i nostri giovani perché, se i nostri giovani si abituano che non serve prendere la macchina, che ci sono i treni, che ci sono le coincidenze, che ci sono gli orari, che tu puoi programmare l'andata e il ritorno a casa, Assessore, guardi che il fatto di eliminare traffico, smog e impatto nelle nostre città è una cosa che viene da sola.
Un giorno mi sono fermato vicino a Carpenedo, Assessore – l'aveva provato a fare Costa, a suo tempo, quando era Sindaco di Venezia – mi sono fermato davanti a questa strada super trafficata, quella che porta al Terraglio dalla zona favorita, e il 99% delle macchine che passavano aveva dentro una persona o due.
A suo tempo, Costa, dopo gliel'hanno bloccata, quando era Sindaco, se non erro, aveva provato a fare un'ordinanza dove diceva che le macchine con solo due persone dentro non potevano passare da quella strada. Dopo gliel'hanno impugnata.
Risulta evidente, Assessore, che su quei segmenti trasportistici noi facciamo un investimento vero e reale, insegniamo ai giovani le buone pratiche, insegniamo ai giovani le buone abitudini. Facciamo capire che la macchina non è l'unico modo per muoversi. Assessore, attraverso il trasporto, l'intermodalità e la logistica, aggiungo, voglio essere ambizioso, passano le linee strategiche del futuro, passa la transizione ecologica, passa la transizione ambientale, passa la qualità della vita dei nostri centri urbani, dei nostri centri periurbani, passa la qualità della vita delle nostre città, passa il modo con cui i nostri giovani domani approcceranno alla società.
Assessore, molto spesso succede che la gente non prende più il trasporto pubblico dove il trasporto pubblico inizia a mancare, perché dove il trasporto pubblico incomincia ad arretrare non hai certezze. Abbiamo l'esempio della Chioggia-Rovigo. Non hai certezza di arrivare, non hai certezza di tornare, non hai passaggi cadenzati, cosa succede? C'è un arretramento della richiesta. Cosa, Assessore, opposta, quando, invece, avete fatto in alcune zone l'orario cadenzato e con l'orario cadenzato l'uso è aumentato, perché c'era un'organizzazione che permetteva alla gente di dire "So a che ora vado e so a che ora torno. Il mezzo è affidabile. I treni arrivano".
L'investimento sul trasporto, Assessore, non deve essere solo economico, perché, capisco, i soldi una volta li hai, una volta no, quest'anno li abbiamo, l'anno prossimo forse no. Deve essere un impianto culturale che noi dobbiamo avere di quello che deve essere il trasporto per noi. Quando parliamo di servizi, Assessore, la parola "servizi minimi" è importantissima, ma tante volte la parola "servizi minimi" è penalizzante. Cosa si intende nel servizio pubblico locale per "servizio minimo"? Qual è l'unità di misura del servizio minimo? è la fascia garantita, è quando il bus si riempie, è quello che permette a chi vive sulle isole di raggiungerle? Quindi, sulla scusa dei servizi minimi, Assessore, io so che lei non è d'accordo, per questo lo dico, molto spesso anche le aziende che godono del contributo pubblico ci marciano per dare più volte maggiore attenzione a quella che è l'idea di business piuttosto che no.
Assessore, quando noi diciamo "servizi minimi", lei deve dire a uno che vive a Sant'Erasmo o che vive a Murano, cosa sono i servizi minimi. Se hai il mezzo per andare a casa? Ogni ora il mezzo, il servizio, lo hai. Oppure è ogni quarto d'ora com'era finora, quando non c'erano dei problemi di spopolamento di alcune zone anche della terraferma?
Chiudo davvero. Abbiamo fatto un seminario a Montegrotto, dove mi pare ci fosse il professor, non vorrei sbagliare, Feltrin, che mostrava la mappa del Veneto degli ultimi quarant'anni, com'era distribuita la densità della popolazione in Veneto e come è diventata in quarant'anni. Se voi vedete, esclusa Verona, che ha una vocazione molto più vicina all'idea lombarda, partendo da Verona, c'era la popolazione in Veneto con l'immagine che andava velocemente, è diventata un serpentone. Tutta la popolazione veneta si è chiusa, è diventata un serpentone: la gente è andata a stare tutta dove ci sono infrastrutture, servizi, trasporto, ospedali, fabbriche, lavoro, scuole, servizi ai cittadini.
Quindi, è per questo che anche il fatto di lavorare per evitare che alcuni territori restino indietro si fa, secondo me, dopo magari non saremo d'accordo, anche attraverso l'offerta trasportistica, che deve, oggigiorno, secondo me, Assessore, non essere timida. Cosa vuol dire? Se non lo usano, non lo mettono. Dobbiamo fare una sfida, dobbiamo incalzare, dobbiamo rilanciare, dobbiamo provare. Assessore, io ho un'idea: quando in un reparto ospedaliero tu vai, lo dico per non parlare di trasporto, ma mi riferisco al trasporto, e ti dicono che ci vogliono due anni per una cataratta e dopo invece se vai a Dolo ci vogliono due mesi, risulta evidente che a quell'altra parte non va più nessuno, perché vanno tutti a Dolo, perché ci metti due mesi.
La stessa cosa è nel trasporto, Assessore. Lei veda i picchi che abbiamo del trasporto dove funziona, la linea 80, la Chioggia-Venezia. Lasci stare che è l'unico, ma il fatto che tu sai che hai una corriera ogni mezz'ora e c'è, permette al cittadino l'organizzazione della propria giornata e della vita, cosa che invece da Chioggia, andando verso sud, non c'era, perché tu sapevi quando partivi e non sapevi come tornavi. Assessore, io sono fermamente convinto che siccome nel trasporto abbiamo una formula bellissima... Nel trasporto noi abbiamo una formula eccellente, che è quella della sperimentazione. Secondo me, se uno fa un'offerta seria di servizio, seria, e fa una sperimentazione, vedremo dopo la richiesta che arriva dai cittadini, perché, Assessore, io le potrei dire che lei ha ragione ma quando andava la Baldin a Rovigo, e io prendevo quel treno per andare a prendere il treno a Bologna per andare a trovare i miei parenti, era sempre pieno, perché era il periodo dove c'erano meno disservizi.
Le posso fare il nome di almeno 30 persone che viaggiano con il mezzo proprio per andare a Rovigo, cosa che se ci fosse stato il treno non avrebbero fatto.
Quindi, Assessore, la verità non è in tasca di nessuno dei due, però il fatto che culturalmente dobbiamo tentare di affrontare una sfida credo che dovremmo sforzarci e farlo insieme.
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente FRANCESCA ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Siamo alle giornate più importanti di questi ultimi mesi, due giorni sul Documento di Economia e Finanza Regionale, ma ci sono forti lacune che, in qualche modo, tutti i colleghi che mi hanno preceduto hanno sollevato. Diciamo anche che sono sempre le stesse, più o meno, queste lacune, queste zone a cui va data un'attenzione maggiore. Non siamo qui a fare gli esperti e a dire come fare, ma sicuramente c'è un impegno maggiore che dobbiamo mettere tutti.
Le problematiche le conosciamo e sappiamo tutti quali sono i punti critici della nostra regione. Ci siamo permessi con questi emendamenti di sottolineare quelli che, secondo noi, sono quelli più importanti, quelli che meritano un'attenzione principale nel nostro operato.
Chiaramente è un quadro, quello che viene dipinto nello stesso DEFR, preoccupante, una situazione economica che, soprattutto negli ultimi anni, in particolar modo dalla guerra in Ucraina, è divenuta più difficile, con questa spirale inflazionistica che ha aumentato i prezzi di tutti i beni e di tutti i servizi, cosa che ha messo in chiara difficoltà le famiglie, i lavoratori e le imprese.
Proprio per questo motivo ci tengo ad iniziare dalle premesse che fa lo stesso Presidente Zaia che, appunto, nella Nota di Aggiornamento al DEFR sottolinea come, in un clima di generale incertezza, l'aspetto programmatorio assume ancora di più la sua importanza. Quindi, bisogna partire da quelli che sono i segnali positivi relativi al calo della disoccupazione, ma dall'altro sottolineare quelli che sono gli aspetti che riguardano il drammatico aumento del numero delle persone a rischio povertà o esclusione sociale.
Ritroviamo questo anche all'interno della stessa Nota di aggiornamento al DEFR, nel GOL 1, che non solo non è stato raggiunto, ma dal quale ci si sta allontanando drasticamente. Il GOL 1 è quello che si prefigge di sconfiggere le povertà, come previsto dall'Agenda 2030.
Sappiamo benissimo che non basta un lavoro per non essere poveri e sappiamo anche che non basta un lavoro per avere un alloggio. Un affitto al giorno d'oggi è diventato una cosa insostenibile, se si riesce a trovare, perché è molto difficile – possiamo parlare con tutte le coppie e le persone che vogliamo – trovare immobili in affitto; a prezzi calmierati, poi, non ne parliamo. Soprattutto se si è di origine straniera, le difficoltà aumentano ancora di più.
È una realtà diffusa il cosiddetto "lavoro povero". È la negazione dell'articolo 36 della Costituzione, che recita: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa".
In Veneto ci sono circa 200.000 lavoratori poveri. Queste sono stime della CGIL. Si tratta di persone che percepiscono meno di 11.500 euro lordi annui, e sono circa il 16% dei lavoratori in Veneto. Se parliamo di donne, questa percentuale sale al 23% e sappiamo quali implicazioni negative hanno questi dati rispetto alla violenza di genere, che soprattutto colpisce donne che non hanno l'indipendenza economica e quindi sono costrette a rimanere a casa anche se prendono le botte, oltre a essere soggette a violenza psicologica di tutti i generi. Se parliamo anche di giovani, under 35, questa percentuale di lavoratori poveri aumenta fino all'incirca il 23%.
Siamo l'unico dei Paesi europei cosiddetti avanzati in cui gli stipendi sono fermi dagli ultimi tre anni. I salari addirittura sono calati del 2,9% ed è quindi indispensabile come non mai al giorno d'oggi parlare di salario minimo legale. Proprio per questo le opposizioni si sono riunite attorno a una proposta di legge presentata in Parlamento e hanno raccolto centinaia di migliaia di firme a sostegno di questa proposta.
Se parliamo e partiamo dai dati del Veneto, sono 450.000 i veneti che avrebbero diritto a un salario minimo legale, quindi circa mezzo milione di veneti con retribuzioni inferiori ai 9 euro lordi.
L'anno scorso abbiamo votato una mozione a mia prima firma sul tema proprio per fare in modo che la Regione si facesse parte attiva nel sostenere questo mezzo milione di cittadini poveri lavoratori del Veneto, ma non è stata accolta e questo mi rammarica molto, mi intristisce, perché evidentemente non si vuole stare dalla parte di chi soffre di più, in un momento di fragilità economica che conosciamo bene.
Nel frattempo, cosa è successo? Il Governo attuale ha eliminato il reddito di cittadinanza, non sostituendolo con alcuna risorsa o misura adeguata, lasciando quindi in estrema povertà ancora 6.000.000 di persone in tutta Italia. Ha eliminato anche il superbonus, cosa che ha causato un arretramento della nostra economia. Sappiamo benissimo che l'edilizia è un settore centrale per il rilancio dell'economia, e lo hanno dimostrato i dati della ripresa economica successivamente all'introduzione di questa misura e il blocco effettivo che c'è stato nel momento in cui si è deciso di eliminarla. Le opinioni politiche possono essere opinabili, però, quando si fa una misura o si decide di cancellarne una già esistente ci si deve preoccupare anche degli effetti che ne deriverebbero. E gli effetti che ne sono derivati sono stati veramente disastrosi, ovvero il blocco dei crediti che ha messo in ginocchio le imprese e quelle che dovevano nascere non sono mai nate. Anzi, ci sono state delle cessazioni di imprese e aziende fiorenti del territorio, anche del Veneto, cosicché sono aumentate di conseguenza anche le disoccupazioni.
Pensate che la crescita più intensa del triennio 2019-2022 era stata manifestata proprio dall'attività edile con un formidabile + 25%. Anche nel 2022 le costruzioni crescono del + 10,8%, ancora trainate anche dall'utilizzo di bonus sull'edilizia.
Questi sono periodi all'interno del DEFR voluto dalla Giunta regionale, non di certo dall'opposizione. Questa inversione di tendenza che si è creata ha chiaramente aumentato la disoccupazione e fatto sì che le imprese attive sul territorio venissero, appunto, ridotte.
Tutto questo dovremmo avere il coraggio di scriverlo nero su bianco proprio all'interno del Documento di Economia e Finanza, a causa, come scrive la Giunta Zaia, "del clima di incertezza creato dalla modifica in corsa delle regole sui bonus edilizi, che ha determinato il blocco dei crediti fiscali". A questo io aggiungerei "appare incomprensibile la scelta del Governo Meloni di cancellare sostanzialmente i bonus edilizi e la cessione del credito, una scelta che metterà in crisi il comparto, con ricadute negative per l'occupazione che già si stanno manifestando".
Bisognerebbe sempre ricordare, poi, che questo clima generale di incertezza, come si cita all'interno del DEFR, colpisce non solo le imprese che hanno chiuso o stanno per chiudere, appunto a causa della incertezza creata dalle norme del Governo, ma riguarda anche persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, a pagare un affitto, a pagare un mutuo, a trovare casa, e quasi un cittadino su quattro che rinuncia a curarsi o per via della lunghezza delle liste d'attesa o perché non si riesce a far fronte economicamente alle spese per la propria salute.
Proprio su questo credo sia giusto incrementare il nostro apporto economico e fare quello che possiamo proprio per dare una risposta a queste migliaia di cittadini che non riescono a far fronte alle spese sanitarie. La sanità deve essere il diritto principale e non lo stiamo rispettando.
Proprio per queste ragioni l'intento delle manovre emendative che, in qualche modo, i nostri colleghi hanno enunciato, e anche per quanto mi riguarda è quello di proporre alcune migliorie. Sappiamo che la situazione generale è preoccupante e le risorse non le possiamo moltiplicare con la bacchetta magica, ma è indispensabile porre l'accento su alcune questioni e fare il massimo possibile.
Alcune delle proposte che mi son permessa di evidenziare in questi emendamenti che ho presentato riguardano sicuramente la sicurezza del lavoro. Il Veneto, purtroppo, è ancora maglia nera per quanto riguarda le morti e gli infortuni nei luoghi di lavoro. Non si può morire lavorando. Proprio per questo inseriamo all'interno del DEFR l'impegno a un potenziamento degli organici SPISAL nei luoghi di lavoro.
Sostegno ai centri antiviolenza. Anche da qualche collega che mi ha preceduto è stato posto l'accento su questo tema. Non basta chiaramente il rafforzamento economico dei centri, ma va fatta un'opera di prevenzione primaria e una campagna di educazione all'affettività in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Stop alle trivelle. Purtroppo, questo è stato sempre detto, ma effettivamente sulla carta non si ritrovano tracce in cui siano escluse dall'Alto Adriatico le nuove trivellazioni. Dobbiamo avere il coraggio di inserirlo nero su bianco.
Assume la Presidenza
Il Presidente ROBERTO CIAMBETTI

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Diritto allo studio e ai trasporti. Anche questo è un tema che ha citato il collega Montanariello nel suo intervento. Non possiamo più essere la regione che ha, da sola, la maggior parte degli studenti idonei non beneficiari a livello nazionale. Occorre incrementare gli alloggi destinati agli studenti universitari e serve un piano di abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblici a prezzo calmierato. Per non parlare poi del biglietto unico regionale, di cui si parla da decenni e non è mai arrivato, e nemmeno in questa manovra arriverà.
Stop al consumo di suolo. Bisogna fare sicuramente di più perché, anche se abbiamo fatto delle buone leggi, continuiamo ad essere maglia nera per questo aspetto. Quindi, è evidente che qualcosa è andato storto.
Sicurezza stradale. Non vogliamo più piangere i nostri cari morti nelle strade. Serve fare subito un piano dei punti neri stradali, del traffico, e chiedere che sia convocata e attivata subito la Consulta regionale per la sicurezza stradale.
Salute mentale. Anche questo è un tema che negli ultimi mesi è stato più volte ricordato dalle opposizioni. Chiediamo di istituire il servizio di psicologia scolastica e ricordiamo anche il fatto che in Veneto la spesa in salute mentale, rapportata al totale della spesa sanitaria, è inferiore alla media nazionale, collocandoci in fondo alla classifica.
Contrasto alla povertà. Probabilmente riusciremmo in questo intento mettendo mano all'addizionale IRPEF e in questo senso vanno anche le richieste di tante associazioni e comitati che abbiamo audito nelle varie Commissioni. Mai come quest'anno è indispensabile attingere a delle risorse ulteriori. è evidente che con la riforma tanto auspicata della autonomia non si raggiungerà comunque l'indipendenza economica. Tra l'altro sono anche stati tolti i nove decimi del gettito fiscale magicamente come se la proposta votata da questa maggioranza la scorsa legislatura non fosse mai stata presentata e mai votata.
Legalità, infine: serve ridurre la circolazione del contante, che molto spesso è veicolo per traffici illeciti.
Da ultimo, una domanda che farei alla Giunta. Sappiamo che è stato fatto un accordo tra il governatore Zaia e la Presidente del Consiglio dei Ministri Meloni per destinare 600 milioni al Veneto per i prossimi anni. Sono risorse sicuramente importanti, ma stabilire bene le priorità di questi 600 milioni credo sia assolutamente indispensabile e su questo non abbiamo ancora ottenuto delle rassicurazioni da parte della Giunta. Proprio per questo chiedo in questa sede cosa ne sarà di questi milioni e cosa intendiamo fare proprio per essere coerenti con le nostre azioni e dare risposte effettive ai cittadini.
Dobbiamo però dire la verità ai nostri cittadini del Veneto, perché già in precedenti atti e impegni ci eravamo assunti l'onere di finanziarie delle opere importanti, soprattutto per una certa parte della Provincia da cui provengo. Non lo nego. Parliamo della linea ferroviaria, ad esempio, Chioggia-Padova: che fine ha fatto? Parliamo della Nuova Romea? Io spero che in questa tornata di milioni di euro siano previste queste opere. Ho i miei dubbi, però, proprio per essere coerente con quello che ci si è impegnati a fare come Consiglio regionale in atti votati a larga maggioranza, ma anche nei confronti di una parte della Provincia di Venezia che soffre da decenni di un isolamento infrastrutturale cronico e non vede mai una fine di questo isolamento. Fatto sta che, come si citava prima anche nell'intervento del collega compaesano concittadino, i cittadini cercano la comodità dei servizi, delle infrastrutture, un posto di lavoro vicino al punto di residenza, alla casa di residenza, per cui è indispensabile garantire a tutti i cittadini gli stessi servizi, senza creare divisioni e distinzioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.
La richiesta che faccio oggi è quindi quella di chiedere a che punto siamo con queste due infrastrutture importanti per un territorio come quello della Provincia di Venezia, area sud e chiedo anche di avere finalmente la coerenza di rispettare quello che si è deciso in questo Consiglio e di essere conseguenti agli impegni assunti con tutti i cittadini dell'area sud della Provincia di Venezia.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il DEFR è un atto di programmazione da parte della Regione, in questo caso del Veneto. In realtà, se noi guardiamo questo documento, vediamo che in tutte le sue missioni, in tutti i suoi risultati troviamo miglioramento, potenziamento, ma non c'è un'analisi di quella che è la situazione attuale del Veneto nei vari settori e poi quello che il Veneto intende fare, quindi la Regione, la maggioranza intende fare per questo prossimo anno. Assolutamente no. Vediamo un documento generico e per grandi sistemi sempre molto molto uguale. Cambia solo la differenza che viene adeguato a quello che sarà ovviamente il PNRR e quindi prende in esame evidentemente, sia per quanto riguarda la salute, per quanto riguarda il sociale, per i trasporti, eccetera, quelli che sono i finanziamenti che derivano e che verranno dall'Europa, e quindi le conseguenti opere che verranno realizzate.
Parlo di opere perché di personale non si parla. Però, al di là di questo, io credo che un documento così importante, che caratterizza quella che è l'azione di una Amministrazione, dovrebbe essere e partire da un'analisi della situazione per poi arrivare a quelli che sono gli obiettivi concreti. In realtà, se esaminiamo quello che è, ad esempio, il settore sanità si parte per medicina territoriale: miglioramento e potenziamento di quelli che sono i servizi. Basterebbe leggere una parte di questo e poi magari riportarla all'interno degli altri settori (ospedaliero, pronto soccorso, salute mentale) per capire che gli indirizzi e le prospettive sono tutte uguali.
In realtà non è così perché, se noi parliamo di medicina territoriale, la situazione attuale della Regione Veneto sappiamo benissimo qual è: è peggiore di quella dell'anno scorso. Eppure anche l'anno scorso, se noi vediamo il documento del DEFR programmatorio, vediamo che la situazione sarebbe dovuta migliorare perché c'era scritto "potenziamento e miglioramento".
In realtà è un peggioramento. I medici sono diminuiti di altre 200 unità e questo è un problema enorme. Se poi vediamo l'ospedaliero altrettanto. Effettivamente, quindi, non c'è stato alcun miglioramento. Questo è negativo se noi pensiamo che la stessa prospettiva ci aspetta per l'anno prossimo. L'anno prossimo, probabilmente, ci ritroveremo qua, avremo un altro DEFR, quindi un documento programmatorio che dirà: potenzieremo quelli che sono i servizi perché il cittadino ne ha diritto. Potenzieremo quello che è il servizio pubblico perché il cittadino ne ha diritto e poi perché il pubblico è migliore del privato. Certo, lo dobbiamo potenziare e noi siamo per il pubblico. Voi direte questo.
La realtà qual è? Che, se noi vediamo la differenza tra l'anno scorso e quest'anno, potremmo notare che, mentre il pubblico è diminuito nei posti letto, il privato è aumentato nei posti letto ed è un dato molto semplice, perché basta vedere l'analisi della relazione socio-sanitaria o quella descritta dai Direttori generali per capire che i numeri regionali son proprio questi.
Vi do solo questo numero: 11.000 e più sono i posti letto del servizio pubblico ospedaliero e, quindi, diminuiti di circa l'11%; aumentati di circa il 7% quelli che, invece, sono i posti letto privati che arrivano ancora a 4.000 circa nella Regione Veneto. Dati regionali.
Servizio territoriale. Dicevamo che l'anno scorso ci siamo trovati qua a novembre a fare lo stesso identico discorso e, siccome che avevamo appena presentato da poco la nostra indagine sul servizio territoriale di medicina territoriale, appunto, si era detto: ma, guardate, fra poco faremo il bando, sono usciti medici dalla scuola di formazione, entro poco tempo recupereremo quelle che sono le zone carenti. In realtà, ripeto, a ottobre la delibera della Regione stessa dà una situazione ben più grave dell'anno scorso.
Salute mentale. Nel DEFR vediamo che la situazione per la salute mentale verrà potenziata, ma un miglioramento qua è stato fatto e io di questo voglio ringraziare l'Assessore.
Qualche anno fa, quando abbiamo iniziato a parlare di salute mentale all'interno di questi banchi, effettivamente nel DEFR non c'era scritto "salute mentale". Non erano termini utilizzati. Adesso non solo ci sono ma anche effettivamente è stato potenziato per quanto riguarda quello che si era detto in Commissione di circa 7.000.000 e questo è importante.
Però il DEFR dovrebbe prevedere comunque una programmazione sulla base dei dati attuali.
Abbiamo una buona parte dei posti letto in neuropsichiatria infantile non attivati. Questo lo era l'anno scorso e lo era anche tre anni fa. Dal 2019 sono previsti questi letti e non sono stati potenziati, tantomeno attivati quelli esistenti e previsti dalla normativa. Per cui, anche qua, va assolutamente presa in mano la situazione perché non è possibile che l'unico e ultimo dato che abbiamo sulla neuropsichiatria infantile parla di circa 200 minorenni ricoverati nei reparti per adulti all'anno.
È un dato che ci fa riflettere e ci deve fare riflettere, perché un Veneto che si considera non più eccellente, perché da voi non passa più questo termine, però comunque nel Nord-Est è abbastanza importante come sanità, sicuramente, non dovrebbe esistere questo aspetto, assolutamente.
Così anche per quanto riguarda le liste d'attesa. Analizziamo la situazione attuale delle liste d'attesa e partiamo da un dato, che è quello del 2022, dati sempre regionali. Noi ovviamente partiamo dai dati regionali non tanto per non avere alcuna contestazione, ma per saperli leggere insieme a voi e confrontarci.
Noi abbiamo richiesto e analizzato quelle che sono le prescrizioni mediche del 2022. Vediamo che le ricette mediche, le impegnative sono 29 milioni e vediamo che la risposta, il riscontro nell'erogazione delle prestazioni è pari a 16 milioni: insomma, 29 meno 16 significa che 13 milioni non sono state erogate. 13 milioni sono tante. Significa che il 45% delle prescrizioni mediche e delle impegnative non sono state erogate o, meglio, non sono state erogate dal servizio pubblico, che ne ha erogate 11 milioni, e non sono state erogate dal servizio privato convenzionato, che ne ha erogate circa 5 milioni. Sempre dati regionali.
Vuol dire che buona parte dei cittadini hanno rinunciato alle cure e vuol dire che buona parte se le sono pagate. Se noi pensiamo che una famiglia media in Veneto prende in media circa 3.000 euro al mese, perché di questo si tratta con un part-time o comunque due stipendi medi non elevati, diventa difficile garantire la prestazione sanitaria all'interno di un privato in una famiglia, se questa non viene erogata.
Un'Amministrazione regionale che si vanta e dice chiaramente, a nome del suo Presidente, "noi siamo per il servizio pubblico", deve anche seguire dei fatti e i fatti sono l'investimento.
Se pensiamo che, sempre dati regionali, gli 11 miliardi che si investono nella sanità del Veneto sono soldi che vengono erogati dal Governo centrale e la Regione non mette soldi di tasca propria o quantomeno della Regione, non voglio entrare nel merito assolutamente dell'IRPEF, ma sicuramente delle priorità che ha stabilito essere fondamentali per il suo andamento, questo vuol dire che forse tanto tanto non ci crede nel servizio pubblico di sanità.
Per la medicina territoriale preso atto, perché bisogna anche dare delle proposte, oltre agli investimenti maggiori, noi abbiamo fatto una proposta che io credo semplice, normale e che chiunque potrebbe accettare e portare avanti. Nella medicina territoriale il 70% è burocrazia, lo dicono tutti i medici, anche tra di voi ci sono dei medici e credo che nessuno possa contestarlo, lo dice l'Ordine dei medici. Dal 50 al 70% è burocrazia. Abbiamo il 50% dei medici che lavorano in medicina semplice e sono da soli nei propri ambulatori. Noi possiamo anche costringerli a metterli insieme. Però abbiamo dei territori che soffrono della popolosità, nel senso che sono quelle zone di disagio che difficilmente possono mettersi insieme in convenzione, e quindi abbiamo dei medici che lavorano da soli. Questi non possono assolutamente farsi carico di più assistiti se non sgraviamo loro della burocrazia assistendoli con un amministrativo di sostegno. Amministrativo perché? Perché, se parliamo degli infermieri, insomma, sappiamo perfettamente che è un altro problema che abbiamo in Veneto e anche in buona parte delle altre regioni, e quindi non è possibile chiedere il sostegno di un infermiere quando sappiamo che tanti ne mancano e ne mancano soprattutto anche in altri settori, come gli ospedali e come le case di riposo. Ma il sostegno degli amministrativi all'interno degli ambulatori io chiedo veramente che venga attivato. È fondamentale, l'hanno fatto altre regioni. Ma non serve il contributo legato al bilancio, serve veramente fornire personale a questi studi.
Potremmo in parte risolvere veramente il problema della medicina territoriale, perché a questa cosa conseguono delle cose veramente pesanti, come ad esempio gli accessi al pronto soccorso. Il 70%, sempre dati dell'analisi della relazione sociosanitaria, sono codici bianchi. C'è qualcosa che non funziona. Come possiamo intasare i pronti soccorsi coi codici bianchi? Due sono le ipotesi: o i codici bianchi sono diagnosi effettivamente non corrette, e non lo sono, in buona parte, e delle segnalazioni ci sono anche, oppure c'è un problema a livello territoriale che è enorme. Ci mancano medici e non riusciamo a farvi fronte. Le guardie mediche mancano e non riusciamo a integrarle. Sappiamo perfettamente che abbiamo dei pronti soccorsi sguarniti. E sapete quand'è iniziato tutto il calo di questo? Nel 2014. E se voi fate un'analisi vedete che nel 2014 non solo sono state richieste meno borse di formazione, ma di conseguenza anche le borse di specializzazione sono state richieste in misura inferiore.
E sapete cosa coincide in quell'anno? Un dato che mi ha fatto riflettere: la denatalità parte dal 2014. Guardate che quella della denatalità la confronto adesso con l'aumento della cementificazione. Lasciatemi questo paragone e questo abbinamento. Mi sono presa un dato: siamo la Regione che più di ogni altra consuma suolo, nonostante la legge, l'abbiamo detto in mille interventi, perché la legge, a diversità di quello che è stato detto, non è fatta bene perché non permetterebbe un aumento di cementificazione se una legge a consumo di suolo zero fosse stata fatta bene. Questo perché c'è l'articolo, lo sappiamo tutti, che permette le deroghe. Ma al di là di questo, ogni nato, quest'anno nel 2022 sono nati circa 32.000 bimbi, ha 135 metri quadrati in media di cementificazione. Questo è un problema enorme.
Se poi pensiamo che la cementificazione è buona parte strade e costruzione di strade, allora mi viene anche da fare una riflessione sul trasporto locale. Perché se noi pensiamo che il trasporto locale ha bisogno di un potenziamento, cosa ovviamente prevista dal DEFR perché come in tutti i settori c'è potenziamento, miglioramento, ma ogni anno abbiamo una diminuzione, allora noi pensiamo che da una parte aumenta il numero di autovetture perché ci sono più strade, e questo è un dato di fatto, abbiamo bisogno di sgombrare le strade dalle macchine e quindi noi ne costruiamo altre, ma anche le altre verranno intasate dalle macchine se noi non potenziamo il trasporto pubblico. Ma nello stesso tempo non sarebbe un problema se non lo avessimo abbinato a quello che ho detto prima: la denatalità. Denatalità che ha inciso e che inciderà sempre di più nel nostro territorio, nella nostra regione.
Dicevamo il problema delle case di riposo. Case di riposo che hanno bisogno assolutamente e immediatamente di 100 milioni di euro. Ma non solo dei 100 milioni di euro, perché abbiamo fatto una mozione, perché abbiamo sentito poi rappresentanti che dicono 100 milioni. Non è solo una questione economica, è una questione di trasformazione di questi centri servizi negli ultimi 10 anni, 20 anni perché non è più come anni fa, dove l'ospite entrava quasi autosufficiente. Adesso l'ospite – media veneta, ultima indagine – entra all'età di circa 83 anni con più patologie. Questo significa che c'è la necessità e l'urgenza (e siamo molto in ritardo e ogni anno siamo qua a parlarne ma nulla cambia) della riforma delle IPAB.
Noi dobbiamo adeguare la normativa a questi centri servizi perché non esistono più. Sono dei piccoli ospedali. Se noi non aumentiamo il numero delle ore dei servizi medici all'interno delle case di riposo, che, ripeto, sono dei piccoli ospedali, avremo sempre di più quello che dicevo prima: accesso ai pronti soccorsi, con disagio enorme a carico di questi ospiti.
Da un certo punto di vista l'entrata e l'accesso all'interno delle case di riposo a 83 anni denota una cosa molto lodevole e importante. Si cerca di tenere a casa la persona anziana in famiglia il più possibile e, quindi, di portarlo all'interno di una casa riposo il più tardi possibile. Ma non è sempre così, sapete. È anche una questione di costi, perché la famiglia che non ha una impegnativa, che ha una pensione bassa – e in Veneto quasi 1.000.000 prendono meno di 1.000 euro – tenuto conto anche dell'accompagnatore e delle varie indennità, ma come si può permettere l'integrazione di 1.000-1.500 euro al mese, quando le famiglie cominciano ad avere magari uno o due figli? Poi, pensiamo che in prospettiva le famiglie ne avranno sempre meno di figli.
Chi è che supporterà il costo? Io capisco che non vi interessa il discorso delle case di riposo. Io capisco che non vi interessa...

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, se dovete parlare tra di voi vi invito ad uscire dall'Aula per rispetto dei colleghi che stanno intervenendo.
Grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Capisco che non interessano questi argomenti. Io lo capisco perfettamente perché, se interessassero gli argomenti, avremmo un DEFR adesso da analizzare completamente diverso. Invece mi piacerebbe che anche la maggioranza intervenisse a favore di queste problematiche, perché sono problemi reali che vivono tutti i cittadini e nessuno si inventa niente. Sappiamo perfettamente quanto costa una casa di riposo. Sappiamo cosa serve all'interno della casa di riposo. Sappiamo quanti medici mancano. Sappiamo perfettamente tutto, soprattutto per quanto riguarda il problema del servizio della denatalità. Eppure, a nessuno interessa nulla. Questo è il problema della Regione Veneto. Questo è il problema della nostra maggioranza, perché altrimenti non avremmo il solito DEFR tutti gli anni uguale e identico, aggiornato solo di quello che è il discorso del PNRR, tra l'altro aggiornato relativamente, perché già l'anno scorso c'era. Faremmo sicuramente altri discorsi, sarebbe un colloquio, sarebbe trovare la soluzione insieme; invece, soluzioni insieme non le troveremo mai, perché nel momento in cui noi proponiamo, ad esempio, il supporto di un amministrativo all'interno di uno studio medico, nessuno fa nulla, sapendo che è necessario.
Ci mettiamo due ore da Rovigo a Verona. Sono stata a Rovigo due settimane fa. Gli studenti stessi hanno chiesto come possono venire a Verona senza dover dormire all'università tornando a casa per avere un costo inferiore; se noi sappiamo perfettamente che abbiamo 735 ettari di consumo di suolo e sbandieriamo la legge che abbiamo fatto nel 2017 con consumo di suolo zero, ma di cosa stiamo parlando? Capisco che non ascoltate, capisco perfettamente, perché non interessano a nessuno questi argomenti.
Altrimenti, avremmo trovato delle soluzioni. Invece, ogni anno parliamo delle stesse identiche cose, purtroppo portando in esame quelli che sono i peggioramenti delle situazioni, perché la natalità ha bisogno di servizi gratuiti. Anche questo lo sappiamo, lo abbiamo scritto all'interno di una legge.
Ho analizzato anche le delibere insieme ad alcuni professionisti sulla salute mentale e gli scritti sono fatti veramente bene. Ad esempio, sulla salute mentale si parla di psichiatria di comunità, ed è veramente all'avanguardia, è veramente importante di parlare di psichiatria di comunità. In realtà, cosa succede però? Se noi guardiamo i fatti e guardiamo i dati, ci troviamo a dover parlare di psichiatria istituzionalizzata perché, se noi non prendiamo in carico la salute mentale al momento dei primi esordi, questa, nell'arco di qualche anno, diventerà una malattia cronica, diventerà qualcosa che non sarà più curabile e quindi non è psichiatria di comunità.
Pensiamo al discorso degli esordi oppure alla medicina territoriale: le medicine di gruppo sono state un esempio all'interno del Veneto. Veramente sono state importanti nella risposta di un'esigenza territoriale di sanità e di prevenzione, ma si è fermata questa medicina territoriale integrata al 23% del complesso. Per cui, è ancora poco. Si è bloccata ancora anni fa e non è più andata avanti.
Ci sono delle delibere, ci sono delle prospettive importanti sotto l'aspetto della descrizione, ma bisogna investirci, bisogna credere e soprattutto bisogna cercare di risolvere quelli che sono i problemi, perché altrimenti ci ritroveremo l'anno prossimo con lo stesso DEFR ad analizzare gli stessi problemi, quando in realtà questi aumentano.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Quello di oggi è un appuntamento molto importante perché stiamo mettendo le basi per quelle che sono le voci di spesa con questo DEFR per il bilancio che porterà a finanziare tutte le attività gestite da una Regione nei prossimi tre anni; quindi, sicuramente è un momento molto importante. I documenti che vanno, che sono allegati ai provvedimenti che stiamo esaminando sono molto corposi e direi anche abbastanza approfonditi nel senso che danno una lettura di quelle che sono le situazioni relative alle cosiddette diverse missioni approfondite. 19 missioni. Si parla praticamente di tutto quello sul quale una Regione può legiferare, ma può soprattutto finanziare, gestire e amministrare.
Sotto un certo punto di vista direi che ci sono dei contenuti veramente molto importanti, ma soprattutto degli obiettivi altrettanto importanti, ma anche ambiziosi. Il fatto è che sono anni che vediamo arrivare questi documenti contenenti questi buoni propositi, ma di fatto, da un anno all'altro, non registriamo particolari miglioramenti. Anzi, nonostante gli obiettivi di ciascuna missione puntino sempre più in alto, possiamo dire che nel tempo, purtroppo, abbiamo notato dei passi indietro.
Ci sono diverse tematiche che meritano approfondimenti, molte sono state toccate praticamente da quasi tutti i colleghi che mi hanno preceduto, ma alcune in particolare, secondo me, meritano una particolare attenzione.
Una di queste molto emergenti è sicuramente la questione della sanità, dei servizi della sanità e del fatto che sempre più cittadini si rivolgono a noi Consiglieri, io penso che si rivolgano anche a voi di maggioranza, non solo a noi di minoranza, sottolineando una serie di questioni che li vedono in grossa difficoltà per raggiungere i servizi che dovrebbero essere garantiti dal servizio sanitario regionale. Mi riferisco alle liste di attesa, ovvero alle impegnative e alla possibilità per i nostri cittadini, utenti del servizio sanitario regionale, di arrivare all'erogazione di questi servizi che chiedono. è stato ricordato da molti. Per buona parte delle richieste il risultato è che si va troppo avanti nella visita specialistica che la persona chiede: spesso è una persona di età medio alta che è costretta molte volte a fare la scelta di rivolgersi alla sanità privata, perché nel momento in cui vai dalla sanità privata questi non ti fanno aspettare, tu paghi e, nel giro di pochi giorni o qualche settimana, riesci ad avere il servizio. Questo è uno dei punti che invece di migliorare negli anni è peggiorato.
L'altra questione che riguarda sempre la salute sono i medici di medicina generale. Abbiamo una mancanza dei medici di famiglia, i medici ai quali tutti hanno bisogno prima o dopo di rivolgersi e, in prospettiva, sappiamo che molti di questi andranno anche in pensione. Questo è un tema importantissimo per una Regione come la nostra, che ha una popolazione che nel tempo sta invecchiando e che, statisticamente parlando, avrà sempre più bisogno dei medici di famiglia. Più si va avanti, più hai bisogno, ma più andiamo avanti, più la popolazione veneta invecchia e quindi la necessità di questo servizio aumenta. Tutti i nostri indici però ci dicono che questi professionisti della salute diminuiranno perché se ne stanno andando in pensione e ci sarà un picco, previsto proprio per il 2023-2024, di medici che, per diversi motivi, se ne andranno in pensione.
La gente, i nostri cittadini pagano le tasse per avere questo servizio, però poi, quando c'è bisogno di fare una visita medica, sono costretti, per la maggior parte, per buona parte, a rivolgersi al privato. Abbiamo un sistema che non è attrattivo, perché basta leggere i giornali e non passa settimana che da qualche ospedale anche autorevoli professionisti se ne vanno o in pensione anticipata o se ne vanno dal privato. Quindi, è un problema anche di attrattività del servizio sanitario regionale che manca, che diminuisce.
Poi, ci sono situazioni che vedono anche carenza di posti letto, ad esempio mi riferisco a geriatria all'ospedale di Treviso, che stanno a dimostrare come la nostra sanità non ha ancora ben deciso in prospettiva quali sono le esigenze e le esigenze sono quelle di dare delle risposte a richieste di una popolazione che invecchia. Giusto in questi mesi abbiamo visto aumentare anche le segnalazioni dei cittadini che ci illustrano come le rette delle case di riposo stanno aumentando in maniera esorbitante.
Noi abbiamo incontrato dei cittadini che ci hanno raccontato che hanno avuto degli aumenti addirittura della retta di 6 euro al giorno. Sono cose veramente ormai fuori scala. Soldi per le impegnative per dare una mano a questi cittadini la Regione ne mette pochi, ne mette in maniera insufficiente. Quindi, buoni propositi ogni anno sulla missione sanità, salute, obiettivi ambiziosi, però alla fin fine ogni anno registriamo un peggioramento.
C'è qualcosa che non va tra quello che siamo chiamati ad approvare tra gli obiettivi che troviamo scritti, che son tutti quanti, come dicevo, ambiziosi, in tutte le missioni, e quello che dopo registriamo durante il corso dell'anno e ci ritroviamo riscritto ad ogni appuntamento con le delibere relative al Documento di Economia e Finanza.
L'altro tema – anche questo, registro, è un tema molto emergente e di una gravità considerevole, perché non migliora, ma peggiora – è quello del consumo del suolo. È stato ricordato dalla collega Bigon, è stato ricordato dalla collega Camani, da altri colleghi che mi hanno preceduto. È un bollettino annuale che vede la nostra Regione proseguire in una strada che era quella contraria ai presupposti e ai principi stabiliti dalla legge n. 14 del 2017 sul consumo del suolo.
Abbiamo, fortunatamente, ancora, per adesso, una agenzia governativa indipendente, che è l'ISPRA, speriamo che duri, che in maniera molto coerente e trasparente, ogni anno pubblica un bollettino che va così in dettaglio che è capace di dirci, Comune per Comune, quanto territorio rispetto all'anno prima di riferimento viene consumato in più. Anche qui non ci siamo.
Abbiamo una legge sul consumo del suolo molto ambiziosa, con i primi articoli sicuramente condivisibili. Ricordo che votammo tutti favorevolmente quegli articoli, dove si prende atto di quanto importante sia il suolo, quanto importante sia tutelare il suolo, la funzione del suolo per la mitigazione del clima, per la tutela della biodiversità e per il servizio ecosistemico che ci dà, ma abbiamo un articolo che poi prevede, parlo dell'articolo 12, una serie di deroghe che sono state la causa del fallimento di questa legge.
Purtroppo, sono tante e sono così tante che avete voi stessi ammesso, presentando un progetto di legge, che almeno alcune di queste devono essere in qualche modo smorzate. Peccato che quel progetto di legge che avete presentato, tra l'altro, voi di maggioranza, sia fermo nei cassetti della Commissione Ambiente e non si sa perché sia fermo. Mi riferisco al progetto di legge prima firmataria la collega Rizzotto. Poi abbiamo anche un altro progetto di legge dell'opposizione, prima firmataria la collega Ostanel. Anche quello è fermo.
Tra l'altro, va aggiunto quanto continuare a consumare suolo comporti dei costi, comporti dei costi in termini di dissesto idrogeologico, di raccolta delle acque, di mancato assorbimento del terreno delle acque, che crea una serie di problemi e crea ogni volta un aumento delle acque che in qualche modo devono essere gestite dalle opere che vengono fatte nei territori.
Anche qui non siamo riusciti a dare una svolta. Servirebbero politiche anche fiscali che disincentivino l'utilizzo di terreni e incentivino l'utilizzo di aree dismesse, però anche questo non è stato fatto o quel poco che è stato fatto non è stato finanziato o non ha funzionato. Anche su questo diciamo che non ci siamo.
Per quanto riguarda la salute collegata all'ambiente, non siamo ancora capaci di mettere nelle relazioni quelli che sono gli impatti ambientali con le ripercussioni sulla salute. Ricordo nella scorsa legislatura che un collega, c'erano ancora le tre ASL per Provincia, portò una di queste ASL del padovano a illustrarci in Commissione Ambiente un sistema veramente molto avveniristico che metteva in relazione tutti gli impatti ambientali censiti nei territori (emissioni in atmosfera, scarichi, utilizzo di pesticidi, inquinamento nelle arterie stradali da benzene e da polveri sottili, i camini delle aziende, i tralicci dell'Enel e le antenne telefoniche per quanto riguarda l'inquinamento elettromagnetico). Tutto veniva messo a sistema e veniva incrociato con i dati del Registro Tumori e veniva incrociato con i dati anche delle ricette mediche.
Questo comportava veramente mettere finalmente in collegamento causa-effetto: problemi nel territorio, inquinamento e malattie. Non se n'è più saputo nulla. Credo che dovremmo puntare su sistemi come questi perché ci permetterebbero di scoperchiare quell'alone di incertezza e di fare luce su quello che abbiamo nel territorio e su quello che causa alla salute dei cittadini. In molti Paesi europei è già una procedura normale. Qui da noi stentiamo a farla decollare. Peccato che ci sia stato questo episodio e dopo non se ne sia più fatto nulla.
Un altro problema che, a mio avviso, riguarda queste Missioni del DEFR, che non è stato risolto, anzi, dagli indici che vediamo, dai bollettini che vediamo anche sui giornali e sulle cronache locali non è stato risolto, è quello della sicurezza sul lavoro. Sulla sicurezza sul lavoro abbiamo delle competenze importanti come Regione, abbiamo gli SPISAL che devono controllare i cantieri, devono controllare le attività lavorative sul territorio, ma anche qui abbiamo una carenza di personale, abbiamo carenza di personale, oppure ci sono figure importantissime nei nostri SPISAL, con professionalità ed esperienze veramente eccellenti, che se ne vanno oppure se ne vanno in pensione e non vengono sostituiti oppure se ne vanno, vengono sostituiti, vengono sostituiti con persone giovani che non hanno esperienza, che non sono accompagnate e che non vengono sufficientemente formate.
Questo è un problema che viene evidenziato da quello che accade. Abbiamo ancora una serie di incidenti sul lavoro che potrebbero essere sicuramente evitati se tutte le aziende fossero sottoposte a un'attività di formazione, ma anche di controllo maggiore. Se succedono incidenti mortali, come quelli successi recentemente, mi riferisco anche all'ultimo in Provincia di Treviso, esattamente a Pieve di Soligo, credo che potremmo anche pensare di evitarli. è un lavoro sicuramente importante, ma se siamo a parlarne vuol dire che effettivamente quello che si è fatto non è sufficiente, che le forze messe in campo non sono sufficienti.
Le attività messe in campo dalla Regione sulla prevenzione, la campagna, ad esempio, sulla prevenzione e contrasto agli incidenti per la sicurezza sul lavoro, messa in atto dalla Regione, a mio avviso, va potenziata e soprattutto vanno coinvolti di più anche i sindacati.
Io ho partecipato alla prima fase di esposizione di quella bella campagna sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro. Credo che sarebbe stato il caso di coinvolgere di più i sindacati, che in quella prima fase, a quanto pare, non hanno partecipato ai tavoli che hanno portato a quel primo passo. Speriamo che i prossimi siano tarati anche sulle emergenze che registriamo nel territorio.
Non è possibile trovarsi ancora oggi con dei ragazzi di vent'anni o poco più che vent'anni, che fanno una fine veramente terribile per mancanza di qualche accortezza in più. Anche su questo dico che abbiamo molta strada da fare.
Un altro tema, anche questo che denota un peggioramento negli anni e che viene trattato comunque dalle Missioni, c'è una Missione apposita, forse la meno finanziata, tra l'altro, dovuto anche alle competenze della Regione, è quello del contrasto alla criminalità e alle mafie. Anche quest'anno abbiamo registrato che, per quanto riguarda le tre principali norme che finanziano le attività di contrasto alla criminalità, alle mafie e alla corruzione, sono state finanziate meno che negli anni precedenti. Ci sono dei grafici che ci mostrano come negli anni stiamo finanziando di meno e anche con una certa costanza queste attività molto importanti, perché, pur non avendo noi ancora le deleghe come Regione per l'attività di Polizia giudiziaria, questione Magistratura, Forze di Polizia e quant'altro, abbiamo un ruolo importantissimo di coordinamento con le varie entità che abbiamo sul territorio.
Parlo di associazioni di categoria, parlo di organizzazioni sindacali dei lavoratori e naturalmente Forze dell'ordine. Lo possiamo vedere anche questo con i fatti recenti di Eraclea, di Verona, di Treviso, lo vediamo con le interdittive antimafia purtroppo sempre presenti e tra l'altro utili. Anche qui va ricordato che le interdittive sono utilissime per mettere fuori gioco tutte quelle aziende in odore di mafia che lavorano con il pubblico. Quindi, il pubblico (Comuni, Province, Regioni, enti e quant'altro) ha questo scudo contro queste infiltrazioni e contro il radicamento della mafia, ma i privati non ce l'hanno. Quindi, le interdittive antimafia valgono per i lavori pubblici, ma poi questi li blocchi sui lavori pubblici e si rivolgono ai privati. I privati sono meno protetti, magari a volte hanno anche bisogno di lavorare, di investire, e quindi cadono in queste trappole mortali.
Il problema cronico della nostra Regione è quello – questa è una questione non di competenza della Regione – delle carenze dei tribunali, delle carenze sia di magistrati che di personale amministrativo, che è quello che poi lavora e che aiuta il magistrato a fare le indagini. Abbiamo comunque un ruolo politico per stimolare il Governo affinché provveda. Finora abbiamo sentito molte promesse, però di concreto abbiamo visto poco.
Per quanto riguarda poi il green, il Green New Deal, la green economy, anche qui ci sono sempre dei buoni propositi, però non vediamo grossi avanzamenti in merito. Credo che quello che subiamo a causa dei cambiamenti climatici – leggevo oggi un articolo sulle grandinate in Veneto, non abbiamo mai registrato tante grandinate e con chicchi di grandine di tale peso che abbiamo registrato quest'anno – sono tutti campanelli d'allarme che ci dovrebbero portare a interventi sicuramente di emergenza. Dovremmo correre su questo. Ma dovremmo correre anche facendo la stessa convenienza della Regione e degli Enti amministrativi. Mi riferisco, ad esempio, al fotovoltaico, che è una delle energie rinnovabili. Abbiamo ancora migliaia e migliaia di tetti dei Comuni, della Regione e delle Province ‒ a parte quelli vincolati ai beni architettonici, perché c'è anche quel problema; sto parlando, invece, di semplici e normali tetti ‒ che sono vuoti, nonostante viviamo in una regione che ha un monte ore di luce giorno/mese/anno che fa invidia a certi Paesi del centro e nord Europa. Anche qui, dovremmo investire di più, dovremmo mettere più fondi.
Abbiamo, poi, la questione della biodiversità. Anche qui, abbiamo degli obiettivi di miglioramento, scritti un po' in tutti i modi, però, se poi andiamo a vedere il rapporto ONU 2030 Veneto Sostenibile, ci rendiamo conto che sulla biodiversità, sulla tutela dell'ambiente siamo messi veramente molto male. L'unica casella rossa riguarda proprio quell'obiettivo. Anche su questo, chiederei alla Giunta se ci può dire, relativamente a quel lavoro, che risale ormai a quattro anni fa, se ne verrà fatto uno aggiornato con i dati, visto che di anno in anno cambiano gli indici, cambiano i dati, quindi se è in previsione una revisione del rapporto Veneto Sostenibile, che riporta i GOL dell'Agenda ONU 2030.
Per quanto riguarda la biodiversità, abbiamo grossi problemi. Siamo una regione che utilizza molti pesticidi. Abbiamo record importanti sull'agricoltura per l'utilizzo di pesticidi. Mi riferisco ai dati. Non faccio neanche una considerazione politica. Parlo proprio di dati in assoluto. Le Province di Treviso e di Verona hanno un consumo in aumento di pesticidi. Anche qui, gli obiettivi sono tutti sulla sostenibilità. Quest'anno, in primavera, abbiamo rischiato che la Regione stessa chiedesse ‒ e ottenesse ‒ l'autorizzazione per ottenere addirittura l'uso di un pesticida, vietato da vent'anni negli Stati Uniti e da tre anni in Europa, per combattere lo Scaphoideus Titanus, che è il portatore della flavescenza dorata sui vigneti. Fortunatamente non è stato fatto. A volte, il privato arriva prima del pubblico. In questo caso, abbiamo avuto il privato, ovvero i Consorzi DOCG e anche il Consorzio Prosecco di Conegliano che hanno detto: "È meglio non adoperare questo pesticida neurotossico (il clorpirifos metile) perché, se lo trovano all'interno del prosecco che esportiamo negli USA o nel Regno Unito o in qualche altro Paese nel nord Europa, abbiamo finito di fare questa esportazione". Quindi, grazie al privato, la Regione si è fermata.
Anche qui, chiederei maggiore coerenza tra gli obiettivi che andiamo a mettere nel DEFR e quello che, poi, si fa durante l'anno. Non è possibile che un Assessore decida di percorrere una strada così pericolosa, che ha suscitato una reazione molto importante non solo da parte dei privati, ovvero di chi produce il vino nel territorio, ma anche da parte di molte associazioni di tutela dell'ambiente, che hanno contrastato quello che la Regione voleva fare.
Sulla biodiversità potrei aggiungere anche la questione della tutela della fauna selvatica. Anche questo è uno degli obiettivi dell'ONU, una delle missioni. Qui avremmo un ruolo. Abbiamo già l'autonomia. La Regione potrebbe intervenire. Registriamo, in alcune parti della nostra regione, mi riferisco al Delta del Po, continue violazioni delle norme sulla tutela della fauna selvatica, che sono di derivazione comunitaria. Sono ben due le direttive che prevedono questa tutela. Abbiamo ancora oggi l'utilizzo di mezzi vietati alla luce del sole e generalizzati. È arrivato un video, l'altro giorno, dei volontari del WWF di Rovigo, in cui si mostra che in alcuni appostamenti di caccia utilizzavano mezzi elettroacustici, che sono vietati. Non sono solo vietati dalla legge dello Stato, ma sono anche considerati reato, ovvero costituiscono una violazione di carattere penale, di competenza della magistratura. Nonostante fior di interrogazioni e ripetute segnalazioni, abbiamo ancora questa situazione di illegalità alla luce del sole, nonostante la Regione Veneto abbia firmato un protocollo, ovvero un piano di contrasto al bracconaggio, che prevede l'incentivazione dei controlli e che prevede come black spot, ovvero punto nero della nostra regione del bracconaggio, proprio il Delta del Po.
Altra questione importante. Oltre ai buoni propositi del DEFR, alla fine non finanziamo tutti quei progetti dei Sindaci ‒ sono circa 250 progetti ‒ per mancanza di fondi, che chiedono maggiore sicurezza sulle strade. Abbiamo Sindaci che partecipano al bando della Regione, che hanno i requisiti, perché si trovano con progetti ammissibili, ma che non vengono finanziati perché mancano i fondi. Abbiamo avuto una prima delibera del 2022 e una seconda del 2023. Il bando è di due anni. Mi pare che il 70% di questi progetti non sia finanziato perché non abbiamo soldi. Poi, magari, scopriamo nel bilancio che i soldi che non diamo ai Comuni li dobbiamo dare per coprire il buco creato dalla Pedemontana Veneta, che, a causa di una convenzione dichiarata insostenibile dalla stessa Corte dei conti, ha portato il rischio di impresa in capo alla Regione, ovvero ha previsto che la Regione si prenda i pedaggi della Pedemontana, pochi, insufficienti, e garantisca, invece, al privato per 39 anni, con 39 quote di canone certe. Un affarone che, purtroppo, costerà caro alla nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché credo che qualche commento a questo documento, che rappresenta la strategia, la visione di questa Amministrazione, sia meritevole. Parto proprio dalle parole che il Presidente ha voluto anteporre al corposo documento di analisi, che poi è stato preparato dalla struttura. Cito alcune delle sue frasi, perché credo siano significative. Egli ci dice: "Costruire futuro significa individuare i driver su cui puntare. Le persone, i giovani in particolare, sono il driver su cui puntare".
Io posso essere d'accordo con il Presidente. Credo che i giovani siano la risorsa più preziosa che abbiamo. Però, se vado a vedere i dati, la cosa è abbastanza critica. La variazione della popolazione inferiore ai 14 anni in Veneto è stata in 9 anni, dal 2013 al 2022, del -13,8%. In Italia è stata del -12,6. Pur avendo le regioni del sud un saldo netto di popolazione di gran lunga più critico di quello del Veneto, nella fascia dei più giovani il Veneto performa peggio della media.
È interessante andare a vedere rispetto alle regioni più vicine. La Lombardia fa -9,9, cioè molto meglio dell'Italia (-12,6). Ancora meglio fa l'Emilia-Romagna: -8,7. Cioè noi, su uno dei parametri che il Presidente ha definito "critici", cioè la capacità di avere dei giovani nella nostra regione, performiamo malissimo. Non performiamo meglio se andiamo a vedere la popolazione. I trasferiti all'estero nel 2021 dalla nostra regione sono stati 27.377. Nel 2022 sono stati 29.974. In due anni l'1% della popolazione si è trasferito all'estero. Siamo una terra di emigrazione. Mi dispiace per il Consigliere che sta di fronte a me, che dice "olà", ma dobbiamo prendere consapevolezza che quel periodo triste dell'inizio del Novecento lo stiamo replicando alla grande. Non siamo una terra attrattiva. E non si tratta di essere pessimisti. Si tratta di saper guardare i dati.
Io vorrei portare all'attenzione anche altri dati relativi alla nostra economia. Guardo l'assessore Calzavara, che ha la responsabilità sui cordoni della borsa. Nel 2021 il Veneto ha fatto +7,3%. Siamo stati tutti contenti. Però è meno del +7,7% della Lombardia ed è meno del +7,5% dell'Emilia-Romagna. Non stiamo correndo più degli altri. Stiamo correndo meno.
Se guardo il numero di imprese, nel 2022 ‒ sono dati CGA ‒ sono -1,1% le imprese in Veneto. Le imprese artigiane addirittura -1,7%. Un'analisi realista di questi dati, che sono, secondo me, molto preoccupanti, la dobbiamo fare. E non la vedo nel DEFR. Sinceramente, non la vedo.
Faccio un'altra citazione sulla premessa del Presidente: il settore della ricerca e dell'innovazione è oggi uno dei volani fondamentali della crescita economica. Frase che mi sento di condividere, ma che ritengo completamente avulsa dal contenuto del Documento di Economia e Finanza della Regione. Non c'è una politica per la ricerca nella nostra Regione. Non ci sono progetti ambiziosi di ricerca. Sì, c'è il progetto su Marghera, adesso c'è la Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, c'è l'ENI, che sta cercando di trovare le risorse per recuperare un'area immensa dal punto di vista industriale, un valore per il nostro Paese. Ma non c'è una strategia. A me sarebbe piaciuto vedere una strategia nel documento di quest'anno. Non neghiamocelo: il primo anno di questa legislatura, alla fine del 2020, arrivavamo da un momento difficilissimo, la pandemia. Eravamo tutti un po' sorpresi. Ed era comprensibile che non ci fosse una strategia. Disegnare una strategia in un momento critico come quello della fine del 2020 era difficile. Ma oggi? Oggi cosa aspettiamo a disegnare una strategia? Quali sono i settori industriali su cui questa Regione vuole crescere? Io non lo so. Non lo leggo nel documento.
Ci sono alcuni dati. Li porto come esempio, per capire. La Missione 17 "Energia e diversificazione delle fonti energetiche" penso sia una cosa importante. Parlare di transizione ecologica penso che oggi sia una necessità, da un lato, ma una grande opportunità, dall'altro. Il bilancio stanzia 8,6 milioni, lo 0,046% del bilancio. Penso che questo non sia ritenuto un settore strategico, se il bilancio è veramente così esiguo. È addirittura meno dei 9 milioni dei rapporti con le altre autonomie, che è una delle altre voci che c'è nella sintesi del bilancio.
Pongo ai colleghi della Giunta questa domanda: qual è la strategia? Se non facciamo una strategia in questo momento, per esempio, sul settore dell'elettrificazione, dei consumi... Dove abbiamo imprese che ‒ ripeto ‒ sono prime assolute al mondo (nei motori elettrici, nelle pompe di calore, nel controllo digitale dei consumi). Dov'è la strategia per sostenere queste aziende? Vogliamo che queste aziende continuino a essere mangiate da operatori di altri Paesi? Io sono stanco di vedere le nostre belle imprese che vengono acquisite dai cinesi piuttosto che dai giapponesi piuttosto che dagli americani piuttosto che dai tedeschi. Non significa solo perdere un'azienda. Significa perdere una rete di relazioni. Significa che i nostri professionisti non lavorano più con quell'azienda perché ci sarà un professionista straniero. Significa che le nostre banche non lavorano più con quell'azienda, perché lavoreranno banche del paese, della proprietà, è comprensibile. Significa che le università non lavorano più. È difficilissimo fare uno stage in un'azienda giapponese. Non ce l'ho con i giapponesi, ma hanno dinamiche organizzative completamente diverse. Probabilmente faranno lo stage all'Università di Osaka. Ma per me diventa difficile creare quel legame.
In questo momento il mondo dei giovani si sta internazionalizzando in un modo incredibile. Nella mia classe, in questo momento, ho 144 presenti: 72 stranieri. Esattamente la metà. E si trasforma. I giovani che troviamo nel quartiere universitario di Padova, in questo momento, parlano quasi tutti inglese. Le nostre lauree sono in inglese. Muoviamo, allora, il mondo dell'innovazione, giustamente, a livello internazionale e abbiamo un Documento di Economia e Finanza che è ancora quello del passato. Questo è uno dei problemi della mancanza di alternanza, perché si va in continuità. È umano andare in continuità, ma non è giustificabile in un momento di forte cambiamento come quello che stiamo vivendo.
Io faccio questa critica, nella considerazione generale, all'impostazione di questo documento, che non è sufficientemente capace di interpretare quello che sta succedendo. Io temo che i problemi che abbiamo vissuto e che hanno portato a quei dati negativi che ho appena citato cresceranno negli anni a venire, saranno ancora più dilatati, perché non abbiamo una strategia per reagire all'emorragia dei giovani, per reagire all'emorragia delle imprese, per reagire all'emorragia demografica che stiamo vivendo.
Capiamoci. Dove pensiamo di creare prosperità nella nostra regione? Con quali aziende? In quali settori? Non c'è nulla. Non c'è nulla in questo documento. È vero, poi c'è una programmazione europea, i famosi fondi (POR, FESR, FEAMPA). Sono tutti ambiti in cui siamo costretti ad avere un certo indirizzo. E va bene. Ma lo subiamo. Non spingiamo. Non siamo attori attivi di quella trasformazione in atto. Questo, lasciatemelo dire, mi porta a un po' di rammarico. Mi rendo conto di quelle che sono le potenzialità, ma non vedo queste potenzialità inquadrate nella creazione di un sistema attivo.
I buoni princìpi ci sono. Nelle 17 Missioni non mi sento di dire che non ci siano buoni princìpi, ma non ci sono azioni conseguenti. Tantissimi documenti prodotti dalla Giunta regionale hanno un quadro informativo, un quadro di riferimento assolutamente condivisibile, ma mancano le azioni conseguenti. Io so che scegliere comporta una perdita di consenso, perché faccio contento qualcuno, ma faccio scontento qualcun altro. Ma il non scegliere, anche se non porta a una perdita di consenso, porta a una perdita di benessere gigantesco.
Stimolo, quindi, questa Amministrazione a fare delle scelte, a individuare gli ambiti da prediligere, a far capire alle imprese che, se nei prossimi due anni vogliono investire in questo settore troveranno una spalla su cui appoggiarsi. Invece, questo non c'è. Non c'è assolutamente.
Spero che non sia tardi. Siamo qui per cercare di migliorare, di portare dei contenuti. Nella manovra emendativa che abbiamo messo insieme ‒ sono più di 200 emendamenti ‒ credo ci sia del buono. Per cui, la raccomandazione che faccio è questa: guardiamoli in maniera disillusa, non in maniera pregiudizievole. C'è del buono nei suggerimenti. Anche perché non sono suggerimenti che vengono da un'ideologia nostra. Sono suggerimenti che vengono da richieste del territorio. Prego gli Assessori di farsi orecchio che ascolta nei confronti dei bisogni dei cittadini del Veneto.
Questo è il mio rammarico. La speranza è quella di riuscire a dare concretezza, riuscire a dare segnali per guidare le nostre imprese, perché i nostri giovani smettano di andare all'estero. È vero, sono la risorsa più preziosa, ma la stiamo veramente regalando. Quando un nostro studente, bravo, si laurea e va a lavorare all'estero è come se mi tirasse una coltellata. La Regione del Veneto, lo Stato italiano ha investito tantissimo per portarlo alla laurea, e lo regaliamo. Secondo me, questa è proprio una politica dissennata.
C'è un ultimo punto su cui il Presidente è intervenuto: la semplificazione amministrativa, che individua, correttamente, come uno degli elementi cardine per un'Amministrazione efficiente. Se qualcuno riesce a vedere dove stia la semplificazione amministrativa nel provvedimento che abbiamo in analisi, io lo ringrazio. Io non ho trovato nulla che vada in quella direzione. Come ho trovato molto poco negli ordinamentali che abbiamo fatto, e che facciamo ogni anno. Ancora una volta, un principio condivisibile, ma un'azione latitante.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Comunico che è stato presentato l'emendamento n. A0404, a firma della collega Luisetto. Do cinque minuti per eventuali sub.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Apriamo la votazione.
Vuole intervenire in dichiarazione di voto, collega? Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Abbiamo argomentato, mi sembra in maniera ampia e approfondita, le ragioni per le quali avremmo pensato e avremmo sperato che da questo Documento di Economia e Finanza arrivasse un segnale nuovo a questo Consiglio regionale. Lo abbiamo fatto per una serie di ragioni. La prima è che questa è la cosiddetta "legislatura dei record". Il presidente Zaia è stato incoronato con quasi il 77% dei voti dei veneti. Se non ricordo male, 1.000.800 cittadini della nostra regione hanno indicato Zaia. è un'Amministrazione regionale in cui la Giunta è sostanzialmente monocolore. A parte l'assessore Donazzan, tutti gli altri Assessori sono esponenti del partito di Zaia e di Salvini. Anche questo Consiglio regionale, che ovviamente riflette gli esiti elettorali, è un Consiglio regionale dove la maggioranza è ampiamente rappresentata: ci sono 41 Consiglieri di maggioranza e soltanto 10 di minoranza. E anche dentro questa maggioranza abbiamo, sostanzialmente, quasi un monocolore leghista: più di 30 di quei 41 sono stati eletti con la lista della Lega di Salvini o con la lista di Zaia.
Questa, quindi, è la legislatura dei record elettorali, del consenso. A noi non sembra una legislatura dei record nel senso della risposta e della capacità che avete di rispondere ai bisogni dei cittadini. Se ci pensate, sembra una contraddizione. Con questi numeri, sia di consenso tra i cittadini del Veneto che dentro l'Aula consiliare, dentro la Giunta, tendenzialmente, sul piano politico, potreste fare tutto quello che volete. Se pensate, banalmente, a come era diversa soltanto nella legislatura precedente la dinamica anche interna alla maggioranza e tra maggioranza e minoranza.
Voi vi siete trovati, da due anni a questa parte, a poter dire, fare e scrivere tutto quello che volevate, perché i numeri, perché gli elettori vi hanno consentito di farlo. A me pare davvero paradossale che non ci sia la capacità di tradurre questo ampissimo consenso elettorale nel coraggio di cambiare davvero la Regione del Veneto, di costruire le condizioni per cui, mai come ora, si potrebbe fare tutto ciò che si vuole e imprimere la svolta necessaria.
All'inizio della legislatura, le prime volte che ci misuravamo con questi strumenti di programmazione, vi dico la verità, pensavo che questa inattività dell'azione amministrativa regionale fosse un po' colpa di Zaia. Ho detto: non viene mai in Consiglio regionale, non ci aiuta, non è una spinta al confronto, non ha neanche bisogno di venire in Consiglio regionale. Mi pare che non serva presidiare l'Aula, visti i numeri. Quindi, dicevo: il Presidente non viene e noi non abbiamo gli stimoli necessari. Poi, invece, con il passare del tempo mi sono accorta che ha ragione Zaia a non venire, perché è inutile che venga qua. Provo a spiegarvi perché. Non c'è alcuna discussione dentro quest'Aula. Non c'è un confronto. Non ne avete bisogno, perché pensate che quel 76,7% dei cittadini, di consensi, vi sia sufficiente. Non ritenete necessario discutere con noi. Non c'è nessuno dentro la maggioranza che si preoccupi di affrontare alcune delle questioni che abbiamo posto oggi in quest'Aula. Vi bastano i voti fuori.
Non vi interessa risolvere i problemi o affrontare la discussione qua dentro. Infatti, se ci pensate, non vi sembra curioso che su due documenti così importanti, come il Documento di Economia e Finanza regionale e la sua Nota di aggiornamento, oltre 1.000 pagine di parole scritte, di programmi amministrativi e politici di questa Regione, non ci sia un emendamento della maggioranza? A parte due del presidente Finco, che peraltro apprezzo nel contenuto. Su 1.000 pagine, non avete neanche una virgola da cambiare, per dare una mano, per dare un contributo, per dire: "Guardi, assessora De Berti, su questa cosa parliamoci. Guardi, assessora Lanzarin". Non c'è un impegno di spesa, qua. Sono idee, contenuti, necessità da affrontare, che immagino siano le stesse che registriamo noi.
Non dico una manovra emendativa di 500 emendamenti, come hanno fatto quei cattivi dell'opposizione. Un'idea. Un'idea da questo Consiglio regionale non c'è. Allora, ha ragione Zaia: cosa viene a fare? Fate le riunioni di Giunta, decidete là. Qua, tanto, tutto quello che fate ci va bene, perché non c'è una sola questione, di tutte quelle di cui abbiamo parlato, non c'è una parola, di 1.000 pagine, sulla quale non dico non siate convinti, ma magari avevate una perplessità. Magari potevate dare un contributo arricchente. Non è un emendamento di spesa. Una lettura politica. Invece no. È così sempre, non quest'anno.
È colpa nostra, che chiediamo insistentemente di aprire un confronto. Che prendiamo due ore a testa per Gruppo per provare a incentivare una discussione. Questo non è il bilancio. Non dobbiamo togliere il mestiere all'assessore Calzavara, che si barcamena per tenere in piedi i conti. Questa è una discussione prettamente politica. Discutiamo di politica. Anche la volontà ‒ perché immagino sia questa ‒ di non discutere per non perdere tempo cos'altro non è se la primaria umiliazione di questo Consiglio regionale? Che non è perpetrata da Zaia, che non viene, ma dai Consiglieri, che non ritengono questo il luogo giusto per confrontarsi.
Tocca a noi fare tutta la parte del confronto, della discussione, del porre i temi. Purtroppo, lo dico al capogruppo Soranzo e al capogruppo Villanova, gli interventi dei Consiglieri di minoranza non si possono precettare come gli scioperi dei lavoratori. Lo dico perché ho visto diverse insoddisfazioni, diversi richiami alla perdita di tempo a cui vi stiamo costringendo, e un atteggiamento delle volte anche arrogante: "Non si preoccupi, Consigliere, risolviamo noi". Noi, per carità, la nostra funzione la svolgiamo lo stesso, ma questo Consiglio regionale a cosa serve? Noi stiamo provando a raccontare due cose, in tutte queste ore, per dimostrare la nostra contrarietà a questo provvedimento. La prima: mettere in evidenza, chiedervi conto delle vostre contraddizioni. Lo abbiamo fatto in diversi interventi. Ne cito solo una. Ad esempio, se diciamo che la sanità regionale così non regge e ha bisogno di ulteriori investimenti e che noi da soli non ce la facciamo, come facciamo a non chiedere al Governo uno sforzo in più per finanziare il comparto sanità? Giusto per fare un esempio. Se diciamo che non ci bastano i soldi per erogare i servizi, come facciamo a non mettere in evidenza il fatto che il Governo, che taglia le risorse, sta facendo un danno? Il gioco dell'ipocrisia a che punto si decide di fermarlo?
Abbiamo, poi, tentato di porre alcune questioni, che a nostro giudizio sono cruciali, che non sono al centro della vostra agenda politica e della programmazione nel DEFR e che, evidentemente, segnano la differenza tra noi e voi, cioè la differente idea di Veneto che abbiamo noi e che avete voi. Questo non implica una riduzione del vostro consenso elettorale. Guardi, le idee non si pesano sulla base del numero di voti, ma sulla capacità di persuadere qualcuno su quella idea. Ed è difficile persuadere qualcuno che non ti ascolta neppure mentre si interviene in Consiglio.
Abbiamo parlato di sanità, di casa, di diritto allo studio, di lavoro povero, di emergenza ambientale. L'atteggiamento insofferente che abbiamo registrato non aiuta la costruzione. Ma non per dare un contentino alla minoranza, bensì per rendere giustizia a una Regione che, magari, dal confronto può anche ottenere qualche risultato importante.
Allora, io mi chiedo: se non ci confrontiamo qui dentro, perché voi ritenete una perdita di tempo e ordinate ai vostri Consiglieri di non parlare per non perdere tempo, se non ci confrontiamo qui sulle politiche da mettere in campo, sulla diversa idea che abbiamo di Veneto, quando lo facciamo? Nei talk show? Ci può bastare quel confronto lì? Chiedo.
L'idea che siate infastiditi dal confronto, secondo me, è molto preoccupante, è preoccupante per la dignità di questo Consiglio regionale, anche perché, e chiudo, le risposte potete anche non darle a noi. Per carità, capiamo che siamo talmente poco rilevanti sul piano del consenso che non siamo degni di risposta, ma le dovete dare voi, come noi, alle persone che incontrate per strada, ai Sindaci che non riescono a chiudere i bilanci, alla famiglia con minori sfrattata e che non sa dove andare, a chi cerca di prenotare una visita medica e non ci arriva, a chi vorrebbe a utilizzare il trasporto pubblico locale, ma non ha il servizio, alle famiglie che non riescono a pagare le rette degli asili nido, ai cittadini che subiscono i danni del maltempo, ai giovani che, anche se non fanno gli influencer, avrebbero diritto a un progetto di vita.
Penso che noi oggi abbiamo posto dei problemi seri e concreti. Se non vi vanno bene le nostre soluzioni, proponeteci le vostre. Nelle prossime settimane parleremo di risorse e affronteremo il problema su un altro piano. Oggi, cominciamo a giudicare le analisi che ci proponete, che riteniamo insufficienti, e le soluzioni che ci sottoponete, che riteniamo inadeguate.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la proposta di deliberazione amministrativa n. 64.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2024-2026. ARTICOLO 36 E PARAGRAFI 4.1 E 6 DELL'ALLEGATO 4/1 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 72) INIZIO

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, la proposta di deliberazione amministrativa n. 72.
Relatore è il collega Sandonà.
Prego, Consigliere.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Non leggo questa relazione perché esattamente ricalca la relazione precedente, quella relativa alla Nota del DEFR. Dobbiamo solo tener conto che, nel frattempo, è stata redatta la Nota di Aggiornamento del DEFR stesso, quindi è stata tenuta presente la Nota di aggiornamento del Documento di finanza nazionale, emanato dal Governo, e la Giunta regionale, poi, nei successivi trenta giorni, come stabilito dalla norma di legge, ha emanato la Nota di aggiornamento del DEFR, che quindi poi è passata assieme al DEFR, approvato ancora entro il mese di giugno, nelle singole Commissioni e poi, per l'approvazione finale, nella Prima Commissione.
La relazione della Nota di aggiornamento ricalca pedissequamente la relazione del Documento di Economia e Finanza che abbiamo visto nel punto precedente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatrice Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
La correlazione alla Nota di aggiornamento è un completamento dell'intervento fatto inizialmente per quanto riguarda il DEFR. In particolar modo, nella discussione relativa alla Nota, vorrei concentrarmi sull'impianto emendativo presentato dai Consiglieri del Partito Democratico.
L'obiettivo, di fronte a un documento corposo, che ha recepito anche alcune indicazioni frutto degli emendamenti presentati lo scorso anno, ma, a nostro avviso, incapace di affrontare pienamente le sfide che i cambiamenti in atto pongono, è quello di contribuire a rafforzare e fare luce su temi che riteniamo imprescindibili e che le audizioni delle scorse settimane hanno contribuito ad evidenziare.
Nelle dodici Missioni e nei collegati obiettivi strategici e operativi ritroviamo – lo sottolineavo nella precedente relazione – un'idea di Veneto per il quale pare sufficiente curare l'esistente migliorando alcuni ambiti di intervento. È un programma, si potrebbe dire, ordinario, a fronte di cambiamenti e necessità straordinarie, che richiedono azioni di ampio respiro e visione sia in termini di investimenti, ma anche e prima di tutto di progettualità, dall'emergenza climatica a quella sanitaria. È stato detto già nella discussione del DEFR, ma è bene ricentrare alcuni aspetti.
Partendo da queste diciannove aree, vorrei declinare i conseguenti diritti che richiedono, con immediatezza, un cambio di passo e di visione. Il diritto alla legalità si tutela laddove si ha consapevolezza di quanto la criminalità organizzata non sia purtroppo solo infiltrata, lo dicevamo prima, ma radicata in questa Regione. Per contrastare le mafie serve, dunque, investire fondi, non ridurli, come invece vediamo accade da alcuni anni a questa parte.
Il diritto alla scuola e i servizi prescolari, dall'importanza dei nidi, che per svolgere pienamente il loro ruolo di sostegno alla indipendenza e conciliazione lavorativa, delle donne in special modo, crediamo debbano essere gratuiti. Sulla scuola pubblica, troppo spesso considerata questione che non ci riguarda, non si investono risorse regionali. È un diritto che si esprime anche in termini di accessibilità e uguali opportunità per gli studenti, i vincitori di borse di studio che devono poter contare in questa Regione su risorse certe e coloro che hanno bisogno di un alloggio ad un costo dignitoso.
Il diritto alla casa. Abbiamo ascoltato le ATER che ci hanno raccontato la difficoltà di una gestione del patrimonio di edilizia abitativa, zavorrata dalle necessità di riqualificare, per poter mettere a disposizione spazi dignitosi alle migliaia di persone in situazioni di povertà abitativa in Veneto.
Il tema è stato prima accennato, poi ne riparlerà sicuramente la consigliera Camani. Queste famiglie, queste persone in povertà abitativa affollano le graduatorie e sono sempre più famiglie monoparentali, donne con minori per le quali la ricerca di uno spazio spesso va di pari passo con la difficoltà di trovare un lavoro che consente di gestire i figli e portare a casa uno stipendio dignitoso.
C'è un filo rosso, poi, che collega questo crescente bisogno di riutilizzare e rigenerare ad un'ottica di sostenibilità ambientale delle trasformazioni per sfruttare di più e meglio il patrimonio esistente oggi chiuso e inutilizzato.
Qual è, in questo senso, ci chiediamo, l'azione politica? Come e quando si ritiene di sfruttare ciò che c'è per dare risposte a chi ne ha un estremo bisogno? il diritto a vivere in una Regione nella quale azzerare l'incremento di consumo di suolo entro il 2050 come previsto negli obiettivi di sviluppo sostenibile, diventi un obiettivo da inseguire con determinazione.
Ad oggi, appunto, come indicano gli obiettivi, non è un obiettivo alla portata di questa politica regionale. Nel lungo termine non è quantificabile, ovviamente dipenderà da quali scelte verranno poste in essere da qui in avanti.
Serve una seria revisione delle leggi n. 11/2004 e n. 14/2017. Troppe le scappatoie e le lacune che in questi anni hanno consentito di continuare a costruire invece di riqualificare l'esistente.
Il diritto ad uno sviluppo sostenibile, ponendo in essere soluzioni di sistema per la gestione dell'emergenza climatica – ne accennava prima il collega Zanoni e poi sono certa che lo riprenderà – partendo da quanto più difficile da gestire e prezioso abbiamo, l'acqua, con soluzioni integrate che prevedano azioni di prospettiva per combattere la siccità e, nel contempo, tutelare comunità e luoghi.
Da un lato, bene i bacini di laminazione che hanno salvato negli scorsi mesi interi centri, dall'altro che fine ha fatto, ad esempio, il finanziamento del Piano laghetti nel PNRR, a cui collegare i sistemi di ricarica delle falde non impattanti ampiamente sperimentati? Qual è l'idea di gestione delle risorse idriche nell'emergenza che troviamo dentro questo documento? Ci sembra non ci sia nulla di nuovo, quando invece abbiamo sempre più bisogno di prevenire, riorganizzare e sempre meno di fare comunicazione a disastri già avvenuti.
Qual è inoltre – e qua il collega Montanariello approfondirà – il pensiero sulle riconversioni dei poli industriali? Diciamo solo un titolo: Porto Marghera. Il diritto a spostarsi con un trasporto pubblico locale efficiente, ma nel NADEFR si parla molto di più di razionalizzare, leggi "tagliare", che di riorganizzare e rendere efficiente. Serve superare la parcellizzazione delle aziende, attuare un maggiore coordinamento, serve una visione unitaria del trasporto davanti a un PRT mai davvero realizzato. Da quanto sentiamo parlare di biglietto unico? Siamo diventati negli anni come Vladimiro ed Estragone, in eterna e assurda, visto che fuori dalla porta della Regione gli altri lo fanno, attesa di Godot.
Il diritto ad essere curati e presi in carico da un sistema pubblico solido che si occupi delle fragilità attraverso una sanità territoriale e domiciliare da potenziare. Non possiamo accontentarci del 10% di obiettivo del PNRR raggiunto. Va visto il monte ore a disposizione degli utenti. Va sostenuto un sistema che, per portare il più tardi possibile all'istituzionalizzazione – lo diceva la collega Bigon – si poggi su appalti equilibrati che consentano al privato sociale di trovare operatori e operatrici stabili.
Le case di riposo. Godot funziona anche qui. La riforma delle IPAB, l'aumento delle impegnative di residenzialità, la valorizzazione delle proposte presentate, ad esempio, da URIPA in audizione e gli ultimi. Chi sono gli ultimi? Parliamo di salute mentale, inevitabilmente, spesso associata con doppie diagnosi alle dipendenze e alla neuropsichiatria infantile. Qui le rette sono inadeguate. L'investimento totale in salute mentale in percentuale sul fondo è veramente troppo poco per sostenere i bisogni. Abbiamo CSM che aprono due o tre mattine a settimana, con orari ridotti e situazioni che andrebbero seguite giornalmente. Sulla neuropsichiatria quanti sono i posti letto attivati rispetto a quelli autorizzati e previsti? Davanti ai numeri di disagio crescente e sempre più precoce c'è bisogno, crediamo, di soluzioni di prossimità, certamente, ma anche di spazi adeguati al contenimento dei minori.
è francamente impossibile capire perché la maggior parte del bilancio di questa Regione sia speso in sanità e in tutto il NADEFR, come dicevo prima, siano pochissime le pagine che ne parlano. È perché va così tutto bene che non serve dedicarci più spazio o perché, più si dice, più il vaso di Pandora si scoperchia? Abbiamo bisogno, soprattutto qui, di vedere qual è il disegno. Se il sociosanitario integrato è ancora un paradigma utile per questa Giunta regionale, se la carenza di personale e le liste d'attesa sono davvero al centro delle azioni di questa Giunta, appunto, e per il sociale se il messaggio allarmato e allarmante delle realtà cooperative che gestiscono i servizi è stato colto.
In Commissione l'Assessore ci ha annunciato l'apertura di tavoli su rette e personale. È un primo passo importante, ma si sottolinei e rafforzi, anche in questo documento, il valore di una collaborazione che è virtuosa anche per le fragilità che qui trovano risposte.
Infine, il diritto a liberarsi dalla violenza. Quanto è accaduto ad una giovane vita come quella di Giulia Cecchettin, e continua ad accadere ogni giorno, perché nel nostro Paese ne viene ammazzata una ogni tre giorni, richiama tutti noi ad una responsabilità collettiva. Mettere in campo una pluralità di azioni atte a contrastare un fenomeno ormai tristemente endemico è prioritario, serve investire, certamente, lo abbiamo ascoltato prima, e sostenere famiglie e scuole con interventi educativi mirati, ma serve ancor prima superare il problema dell'intesa Stato-Regioni ancora sul tavolo, promuovendo una rete antiviolenza fatta di centri, sportelli e case rifugio che hanno bisogno di spinte e non di freni.
Il coraggio di denunciare passa anche dall'indipendenza economica e per questo rinnoviamo la richiesta di sostenere il contributo di libertà proposto dal Partito Democratico ancora all'inizio di questa legislatura. Questo è il contributo che verrà man mano sostanziato in modo approfondito dai colleghi sulle singole Missioni e che ritroverete puntualmente negli emendamenti che presenteremo, partendo da ciò che, a nostro avviso, manca, cercando di portare l'attenzione su quei diritti che oggi non sono garantiti in Veneto e che vogliamo siano, invece, punti di partenza così pienamente realizzati da essere dati per scontati, iscritti nella normalità, sui quali poter costruire politiche di prospettiva che non si nascondono dietro a slogan vuoti e concetti generali, spesso alibi per contenere tutto oppure rischiare di non dire nulla.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vuole intervenire, collega Ostanel? Vedo la collega Guarda e dopo lei.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Riprendo anche questo punto per approfondire alcune questioni che la collega nella sua correlazione ha toccato e che nel mio primo intervento non sono stati da me approfonditi, perché aspettavo questo momento per poterlo fare, con l'attenzione di tutta l'Aula. È uno scherzo retorico per catturare la vostra attenzione.
Il tema è il tema dell'abitare. Lo so che non state ascoltando, perché sono le 18.20. Certamente quello che ha detto prima la collega Camani lo condivido: ormai discutere in quest'Aula è diventato quasi un parlare con sé stessi, ascoltare la propria voce e cercare di capire se la propria capacità di comunicare in pubblico sta migliorando o peggiorando. Provo, però, per lasciare ai posteri e ai verbali di quest'Aula, a dire qualcosa di sensato sul tema del diritto alla casa.
Come diceva prima il collega Montanariello, questo tema l'abbiamo più volte portato in quest'Aula – l'Assessore non è presente, ma provo ugualmente a ricordarglielo –, tema che in questo documento di programmazione non viene messo al centro, che è quello di trovare non tanto i fondi. D'altronde, non stiamo parlando di un emendamento economico, ma stiamo parlando del fatto che in questo documento avremmo potuto mettere quello che le ATER chiedono ormai da anni. Lo hanno chiesto anche in Commissione, quest'anno, quando le abbiamo udite proprio per chiedere cosa avremmo dovuto fare di diverso. Ebbene, la nostra richiesta riguarda questa norma dello 0,4, che permette oggi alla Regione di incamerare fondi sul tema del diritto alla casa da Comuni e ATER – ricordiamo che non è solo dalle ATER territoriali, ma è anche dai Comuni che noi incameriamo risorse rispetto al valore locativo degli immobili, sì, per una norma nazionale esistente –, fondi che, però, non reimmettiamo nel diritto alla casa.
Ho proposto, dunque, un progetto di legge, che ovviamente non è ancora stato discusso, ma che spero non debba essere discusso, perché se ci fosse la possibilità di avere un emendamento, la settimana prossima o tra due, dove finalmente riusciamo a mettere la dotazione economica che oggi togliamo al diritto alla casa per reimmetterlo nel bilancio generale, noi oggi, se lo scrivessimo in questo documento, quindi ho proposto anche un emendamento in questo senso, potremmo uscire da quest'Aula dicendo che finalmente la Regione del Veneto ha preso in carico la questione abitativa in questa Regione e, in particolare, il livello di degrado incredibile in cui versano una percentuale di immobili pubblici che non ha pari in altre Regioni. Del resto, i dati parlano chiaro: il 23% del patrimonio di edilizia residenziale pubblica a Venezia e Provincia è in disuso e sfitto.
Questo ci rende l'idea di quante persone oggi sono in graduatoria per la casa pubblica perché c'è una gestione delle ATER che non permette, perché in assenza di fondi questo lavoro non si fa, di ristrutturare quel patrimonio, che è potenzialmente ristrutturabile, e di immetterlo nel mercato delle graduatorie. E la Regione del Veneto che cosa fa?
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Oltre a non aver previsto, in questi anni, un investimento nelle ATER territoriali tale da permettere di farglielo fare, ruba pure i soldi (ruba in senso metaforico). È un po' come un Robin Hood al contrario. Quando ho detto "ruba" l'Assessore è entrato. Quello che sto cercando di dire, Assessore, è che, quando noi prendiamo il valore locativo degli immobili di proprietà dei Comuni e delle ATER, immettiamo quei soldi nel nostro bilancio e poi non li spendiamo per il diritto alla casa stiamo facendo un Robin Hood al contrario.
Lei ha già detto che esiste una norma nazionale. Perfetto. Ma noi potremmo dire alle ATER e ai Comuni, in virtù di una modifica di una norma che, invece, è di nostra competenza, di non versarci il valore locativo di quegli immobili. Ci sarebbero circa 7 milioni di euro che verrebbero meno nel nostro bilancio? Certamente. Ma vi abbiamo più volte spiegato come questi soldi, invece, potrebbero essere trovati. Vi ricordo, infatti, che l'anno scorso – l'assessore Calzavara ormai, quando parlo di questo schema, lo ricorda a memoria visto che sono tre anni che lo ripropongo –, se vi ricordate bene, se riavvolgete il nastro, l'assessore Calzavara e il presidente Zaia avevano detto "sì, quest'anno è l'anno giusto, faremo l'addizionale IRPEF". Ebbene, anche quest'anno in questo documento non c'è. Siete tornati indietro l'anno scorso, quest'anno non la state riproponendo. Però, sa che questi 7 milioni di euro sarebbero una barzelletta se solo vi convinceste – e so che vari di voi nella Giunta sono d'accordo con me, ma probabilmente non lo possono manifestare – a introdurre l'addizionale IRPEF? Così facendo, avremmo la possibilità non solo di mettere questi 7 milioni, ma di fare anche un Piano per l'edilizia residenziale pubblica e l'emergenza abitativa che ad oggi, con la programmazione attuale e la legge di bilancio su cui lavoreremo tra qualche settimana, è sostanzialmente impossibile fare.
D'altronde, solo con la proposta che avevamo fatto l'anno scorso oggi, guardando ai contribuenti veneti, cuberebbe – come piace dire a qualcuno – ancora di più, perché sono aumentati i contribuenti in questa Regione dall'anno scorso. Con un'ipotesi di un punto e mezzo in più ai redditi solo sopra i 50.000 euro l'anno – non esattamente i poveri –, chi ha un imponibile IRPEF di circa 100.000 euro l'anno, quindi un dipendente che prende circa 4.500 euro netti al mese, o una partita IVA con le nuove aliquote forfettarie fino a 85.000 euro, che significherebbe un contributo di 62 euro al mese, quindi non credo sarebbe poi così tanto, e questo, ripeto, con un punto e mezzo, facendo questo lavoro con chi ha redditi anche superiori ovviamente, perché questa sarebbe una fascia di popolazione, visto che a causa del cambio degli scaglioni non possiamo più agire solo sopra i 75.000 euro, ci porterebbe ad avere in questa Regione 110-115 milioni in più. E sa quante leggi sulla casa e sull'emergenza abitativa noi riusciremmo a finanziare con questi soldi?
Che cosa sta facendo, invece, la Regione del Veneto, e questo documento di programmazione lo conferma? Non solo fa fare le addizionali IRPEF eventualmente ai Comuni, scarica il barile, dicendo: aumentatele voi, noi siamo tax free; caro Sindaco, prenditi tu le lamentele dei cittadini. Inoltre, quello che stiamo facendo è permettere alle persone che non riescono più a pagare un affitto di non avere il Fondo per le emergenze abitative, che il Governo Meloni ha tagliato. E lei si è trovato, immagino, costretto a mandare una circolare a tutti i Comuni dicendo: mi dispiace, quest'anno la Regione del Veneto non può più finanziare, perché il Governo non ha più finanziato un fondo per le morosità incolpevoli. Quindi, che cosa succede? Il Sindaco, per riuscire a tenere i conti del proprio Comune, deve mettere eventualmente un'addizionale. Noi no, ma lui sì, perché va bene, tanto poi il consenso lo perde lui, eventualmente. E quello che facciamo è fare in modo che le famiglie in emergenza abitativa, perché noi non ristrutturiamo le case di proprietà ATER, vadano dall'Assessore ai servizi sociali, che non ha più i fondi per poter pagare le famiglie che hanno morosità incolpevole in quanto i soldi non ci sono più. E lei ha mandato solo una circolare dicendo: mi dispiace, alzo le mani, io non ho fondi per lavorare sul tema dell'emergenza abitativa.
A me vien da dire che giocare così è troppo facile. È troppo facile! E non sono d'accordo con la capogruppo Camani, perché io spero che arrivi qui il presidente Zaia e spero di potergli dire di nuovo in faccia tutto quello che ho voluto dirgli l'anno scorso e che gli ridirò anche quest'anno, leggendo anche quest'anno il suo testo. A me sembra che governare così sia facilissimo e permetta di arrivare a certi tipi di consensi. Ma poi i problemi dove arrivano? Qual è l'ultimo miglio? L'utente finale, la persona che poi effettivamente non riesce a pagare l'affitto e va a bussare alla porta non sua, ma dell'Assessore ai servizi sociali dei Comuni, dove soprattutto voi governate. Guardate che questa cosa torna indietro.
Bisogna, quindi, iniziare adesso a pensare a una misura del genere e non lasciare, come penso già stiate immaginando, che l'addizionale IRPEF la introduca chi arriverà dopo. Giustamente il nome che lei ha citato... Va beh, lasciamo stare. L'addizionale IRPEF la farà chi arriverà dopo. Intanto, però, noi rimaniamo così, cioè, rimaniamo senza 100-120 milioni di euro l'anno, che ci permetterebbero di ragionare sull'emergenza abitativa, che invece oggi devono risolvere i Comuni e gli Assessori competenti. E non solo, riusciremmo a fare tantissime di quelle cose che ho sentito nominare in quest'Aula, ovviamente solo dai banchi della minoranza. Ne cito una: gli asili nido. Anche questo è un tema importante.
A me piacerebbe che si potessero sentire, ma le cito io le cose che dice l'Assessore, così le lascio a verbale. L'Assessore dice fuori microfono: beh, ma non ci sono più i bambini. A parte il fatto che i bambini non solo ci sono, ma ci sono alcuni quartieri dove l'assessore Donazzan, con la delibera prima citata dal collega Montanariello, decide di accorpare le scuole... Nella sua delibera diceva... Guardi, siamo qui. Non vedo l'ora. Dicevo, ci sono quartieri dove l'inverno demografico non arriva. Comunque, le proposte della Regione inserite nella delibera dicono: teniamo conto del fatto che ci sia l'inverno demografico e anche la possibilità che alcuni quartieri abbiano delle fragilità economico-sociali, ecco, lì non accorpiamo. Questo dice la delibera, cosa che io potrei anche condividere. Ma perché poi, allora, la Regione, quando decide come accorpare, dice "guardate che se non lo fate voi, d'imperio lo faccio io" e non condivide questo lavoro per tempo con gli attori competenti? Il fatto che questa cosa non sia stata fatta e che gli accorpamenti vengano fatti, tra l'altro, in alcuni quartieri, chissà perché, dove il potere delle famiglie è diverso, a me sembra un problema. Ma lasciamo stare, anche perché il collega Montanariello ne ha parlato ampiamente. Comunque, sono curiosa di sentire cosa dirà poi l'assessore Donazzan.
Torniamo agli asili nido. In questa Regione – sono dati che portavo anche l'anno scorso – abbiamo un problema di accessibilità. L'obiettivo fissato in sede europea è di 33 posti ogni 100 bambini con meno di tre anni. Il Veneto è sotto questa soglia, ne ha meno anche di altre Regioni, come la Liguria e la Lombardia. Ma andiamo sui costi: il Veneto è la quinta Regione per costi per retta degli asili nido, con la media di 351 euro al mese. La media italiana è pari a 303 euro. Come dicevo l'anno scorso e continuo a dire tuttora, considerato che i dati non cambiano essendo aggiornati al 2020, la quota a carico delle famiglie in Veneto ha la percentuale maggiore rispetto a tutte le Regioni italiane. Di questa spesa, che in media è pari a 50 euro in più al mese, le famiglie italiane hanno a carico il 26,2%, cioè pagano il 26,2%. La Regione non riesce a coprire, con apposite politiche di incentivazione, questa quota. Invece, la Lombardia, ad esempio, ce la fa. Perché ce la fa? Perché mette dei soldi.
Noi dobbiamo lavorare all'interno di questo documento di programmazione pensando che quello che diciamo e quello che testimoniamo a parole di grandi obiettivi dobbiamo tradurlo in atti concreti. Se leggete la parte sugli asili nido, che non è fatta come quella sui giovani, è fatta decisamente meglio, dice delle cose, avanza delle proposte, sostiene che dovremmo arrivare a rendere gli asili nido accessibili. Come non condividerla? È scritta molto bene. Però, non posso pensare che questo documento di programmazione non abbia le gambe per correre nella parte economica. E qui ritorno sull'addizionale IRPEF, perché quei 100-120 milioni che riusciremmo a raccogliere con un minimo di tassazione solo sui redditi più alti permetterebbero di fare non solo quel lavoro sul Piano per l'edilizia residenziale pubblica che dicevo, ma anche un lavoro per giungere ad un abbassamento dei costi degli asili nido.
Anche qui, prima è stato detto da qualche collega che sul PNRR noi stiamo andando bene. Io non ho la contezza del fatto che sul PNRR stiamo andando bene, perché provando a sentire anche i Comuni che stanno lavorando sul PNRR rispetto al tema asili nido – bastava leggere qualche articolo pubblicato in questi giorni sui giornali – ci faceva capire che io, e credo anche voi, non ho un monitoraggio di quello che sta accadendo, se stiamo andando bene. Con la rinegoziazione del Governo rispetto al documento PNRR che era stato approvato, capiamo bene che di alcune conseguenze, cito le Case di comunità, in questa Regione non se ne parli, perché probabilmente, per vostra fortuna, potrebbero essere realizzate tardi rispetto al mandato elettorale. Allora, se è vero che le Case di comunità scendono dal numero che era stato approvato ad un numero minore, da 99 a 74-75, apriti cielo rispetto ai territori a cui verrà chiesto di fare un passo indietro. Il tema degli asili nido, Case di comunità, medicina accessibile, servizi accessibili, spazi di welfare... Perché noi stiamo parlando di questo in questo documento, è un documento che racconta nelle pagine introduttive la forte crisi che sta impattando non solo l'Italia ma questa Regione in maniera diseguale. E allora se noi non lavoriamo su rendere i servizi primari, come quelli dell'accesso al sostegno alle cure per le famiglie, sì, Assessore, non ci saranno più bambini, ma non ci saranno più bambini perché forse non sarà lei a risolvere questo problema. Guardo lei perché è quello che risponde più fuori microfono e quindi mi diverto a risponderle a mia volta.
Se noi non lavoriamo su questo tema, sull'accessibilità dei servizi da parte delle popolazioni che ne hanno più bisogno, se noi non lavoriamo sul fatto che chi ne ha più bisogno dovrebbe accedere ad una casa di comunità che è raggiungibile e non meno raggiungibile perché le stiamo tagliando – il Governo nazionale probabilmente questo farà – e scenderemo appunto da una copertura che avranno anche gli stessi ospedali di comunità, allora io mi chiedo che tipo di lavoro stiamo facendo sul garantire servizi di prossimità.
Sono contenta che il mio intervento faccia anche ridere la Giunta.
Presidente, per cortesia. Grazie.
E chiudo con un punto perché stiamo parlando di fragilità, stiamo parlando di accesso ai servizi sanitari, accesso in particolare per le donne ai servizi di cura, e noi qui non abbiamo un accenno forte al tema della salute mentale. Chiudo su questo perché credo che abbiamo sentito parlare forse troppe persone dopo quello che è accaduto a Giulia. Tanti hanno detto che il primo intervento da fare è quello sulla salute mentale. Lo stesso Presidente pubblicizzava questo sportello inOltre, che in realtà poco a che vedere con la violenza sulle donne, molto ha a che vedere invece con la salute e il benessere psichico.
Andiamo a vedere anche qui i dati: il Veneto dà alla salute mentale il 2,25 della dotazione del Fondo sanitario regionale, contro una media italiana che è più alta del 3, quindi già la media italiana non va bene, e quello che ha detto il nostro Governo con le linee guida nazionali è che ogni Regione dovrebbe spendere almeno il 5% del suo bilancio sul tema della salute mentale. Anche qui noi non lo stiamo facendo e non mi basta la risposta che non abbiamo i soldi per farlo, perché alternative rispetto a come raccogliere i soldi per farlo ve ne abbiamo sempre date molte, compreso il lavoro e la manovra emendativa sull'addizionale IRPEF, compreso il fatto, come dicevo prima, che non si è ancora capito se e come questa Giunta vorrà rinegoziare con gli altri partner i lavori delle Olimpiadi che non riguardano solo la pista da bob, ma riguardano tutta una serie di altre infrastrutture su cui noi e voi potreste ricavare quello che serve per fare una manovra emendativa non solo alla legge di bilancio che discuteremo fra due settimane, ma che, ovviamente, oggi noi dovremmo trovare anche nel documento di programmazione per poi vederla conseguente.
Il tema delle fragilità. Ho parlato di donne fragili perché faticano a stare al passo, soprattutto nel mercato del lavoro, se non hanno servizi che possono aiutarle nel lavoro di cura se decidono di fare dei figli. Ho parlato del tema della salute mentale. Ho parlato del tema dell'accesso alle cure primarie all'interno delle case della salute. Se questo documento manca di queste attenzioni io credo che il lavoro delle fragilità, l'accesso alla casa, l'accesso ai servizi, al welfare che viene però dichiarato all'interno del documento poi non ha gambe per correre.
Chiudo, come avevo fatto nel primo intervento, con i giovani. Noi non possiamo immaginare che il Veneto eccellente, che corre, che attrae (abbiamo visto che per i giovani non è esattamente così), si costruisca con il niente e di nuovo scaricando agli Enti locali e ai Comuni, alla faccia dell'autonomia per come io l'avevo e l'ho intesa, cioè quella di dare più potere ai Comuni invece di centralizzare. Quello che, invece, mi sembra chiaro che non si stia facendo è l'attenzione ai Comuni e a non dover far fare a loro le scelte che una Regione non riesce a fare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la capogruppo Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Grazie ai colleghi che mi hanno preceduto, anticipando alcune battaglie.
Io in realtà vorrei iniziare con una notizia che mi ha piacevolmente stupito e rassicurata nella preparazione alla discussione dei prossimi atti, in prosecuzione dell'approvazione della Nota di aggiornamento e quindi poi del Collegato, perché ci è appena giunta una manovra emendativa sul Collegato da parte della Giunta che riporta un tema, che affronta e chiarisce un tema che ci aveva fortemente preoccupato in Commissione Bilancio e in Commissione Sanità, che è quello che riporta, contrariamente alla versione originaria, la quota sanitaria a carico della Regione per le residenze per persone con disagio psichiatrico a un valore percentuale del 60%.
Chi ha seguito i lavori della Quinta Commissione sa che ho sollevato il tema riguardante una schietta citazione del decreto nazionale che prevede una suddivisione a carico della famiglia e della persona ospitata del 60% e del 40% invece a carico della Regione competente, cosa che ci aveva assolutamente preoccupato perché venivamo da una storia, nella scorsa legislatura, di difesa... Visto che prima dicevate che non avevate parlato, colleghi, adesso sono io a richiamarvi all'ordine. Grazie.
Perché questo aspetto ci aveva fortemente preoccupato? Perché nella scorsa legislatura avevamo battagliato duramente e cercato di condividere un percorso, insieme con l'assessore Lanzarin, nel correggere quella che era una stortura rispetto al sistema che noi in Veneto volevamo applicare, ossia fare in modo che la Regione si sobbarcasse la quota maggiore dei costi, il 60%, visto che le cure sanitarie sono quelle più costose.
L'emendamento che abbiamo ricevuto oggi ci tranquillizza perché mette nero su bianco la garanzia che, in futuro, anche nel prossimo anno, la quota del 60% verrà pagata dalla Regione. Questo è un obiettivo raggiunto, una chiarificazione di cui non avevamo alcuna certezza, soltanto delle promesse, ma è una chiarificazione messa nero su bianco che, ammetto, a me fa davvero molto piacere.
Ci prepariamo quindi a una discussione del Collegato che inizia con una nota positiva. Detto questo, sempre parlando di note positive, parlo degli emendamenti, di alcuni emendamenti che vi chiedo di attenzionare in preparazione della discussione, emendamento per emendamento, che farò e mi riserverò di approfondire domani.
Uno riguarda le questioni energetiche e in particolar modo la tutela ambientale in relazione a nuove trivellazioni o a nuovi interventi che ambientalmente possono risultare pregiudizievoli, perché l'Agenzia internazionale dell'energia impegna le Istituzioni, compresa la Regione del Veneto, a vietare qualunque nuovo progetto legato alle fonti fossili e a ridurre progressivamente il loro utilizzo entro il 2035. Per cui con un emendamento specifico domani vi racconterò come la Regione del Veneto può applicare questo sistema, deve applicare questo sistema e come può farlo includendo all'interno di questo percorso aiuti e iniziative a favore di cittadini ed imprese nella fase di transizione.
Poi ancora vi proporrò una riflessione e dati specifici rispetto agli obblighi della Regione del Veneto a fermare le 12 deroghe sul consumo di suolo per risparmiare soldi. Domani racconterò, specialmente a chi è appassionato o fa un'attività agricola, che cosa significa il consumo di suolo in termini di costi per gli agricoltori in Veneto e in Italia. Per cui raccontiamoci che cosa facciamo risparmiare ai cittadini, che cosa possono risparmiare le Istituzioni tutelando la risorsa del suolo che, ricordo, in Veneto ha un gravissimo primato di consumo. E vi ricordo che gli anni per la rigenerazione dei primi due centimetri di suolo sono migliaia e, di conseguenza, non è una risorsa rigenerabile.
Il terzo tema che vi porrò è la questione Olimpiadi di cui vi ho parlato prima. Utilizziamo le risorse risparmiate dall'iniziale preventivo di spesa e di indebitamento per le Olimpiadi per sviluppare invece progetti di restituzione ai cittadini della montagna piuttosto che iniziative a supporto delle emergenze venete, delle vere legacy, ve ne parlavo prima.
Poi affronterò il tema dei perfluoroalchilici, alcune proposte sostanziali per quanto riguarda agricoltura e prevenzione sanitaria. E infine vi sottoporrò alcune proposte riguardo ai trasporti con l'iniziativa del biglietto climatico, di cui abbiamo parlato qualche mese fa, alcune proposte per le imprese, per la rinascita dei territori con progetti come le cooperative di comunità e la possibilità quindi di creare lavoro all'interno delle nostre comunità con una restituzione sul territorio e della lotta alle emissioni di odori per facilitare la vivibilità dei nostri territori, la garanzia del valore economico delle abitazioni nei territori che ad oggi sono sottoposti a pressioni in termini odorigeni e che la Regione del Veneto può affrontare, visto che ci sono ben due progetti di legge, uno mio di Europa Verde e uno della Giunta che riguardano questo tema e che sono completamente fermi.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Per questo vi annuncio alcuni dei temi che affronterò domani per suggerirvi di andare ad approfondire questi emendamenti per poterli discutere non soltanto in Aula, ma anche fuori in preparazione a domani perché questa può essere una strategia positiva, così come quella che ho definito prima, all'inizio del mio discorso, valutando positivamente l'aver scritto nero su bianco in un emendamento al Collegato, ricevuto proprio oggi, la revisione delle quote sanitarie a carico della Regione del Veneto per chi ha bisogno di una struttura residenziale per un disagio psichiatrico, definita finalmente di nuovo al 60%, quindi, con il rientro della preoccupazione che avevamo segnalato.
Da cosa positiva spero che possa nascere altrettanto qualcosa di molto positivo, sulla base delle proposte che oggi ho cominciato a elencarvi. Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Riprendiamo un po' questa analisi. Penso che la discussione sul DEFR sia un po' l'occasione per fare il punto su come sta andando questa legislatura. Siamo oltre la metà e, quindi, in qualche maniera, credo sia importante capire la direzione.
Come dicevamo prima, gli enunciati sono condivisibili, sono in linea con quella che è l'evoluzione dell'economia, della società. Però, vorrei fare il punto su quelle che sono le azioni reali, concrete di questa Amministrazione. Io credo valga la pena.
Parto dall'inizio, dai primi dieci progetti di legge che questo Consiglio ha visto presentati, tutti a firma del presidente Luca Zaia. Però è interessante, credo, andare a vedere cosa è accaduto di questi dieci progetti di legge.
I primi due erano ordinamentali e quindi sono passati.
Il terzo progetto di legge era sull'economia circolare: sparito dai radar.
Il quarto, interessante, anche in relazione a quella che è la premessa che ha fatto il presidente Zaia al DEFR di quest'anno, era un progetto di legge a favore dei giovani e delle future generazioni. Scomparso dai radar pure questo.
Il quinto progetto di legge era il "Premio Lucrezia Cornaro", che poi non abbiamo istituito, non so per quale ragione, perché non vedo una criticità dal punto di vista politico, però è sparito anche lui.
Il sesto progetto di legge era quello della riforma delle IPAB, di cui abbiamo parlato molto, che però è ancora lì, dormiente; sembrava che arrivasse alla fine del 2022, poi alla fine del 2023, forse arriverà alla fine del 2024, forse del 2025, forse mai. Ed è questo quello che a me rammarica.
Il settimo progetto di legge, invece, era sulle ville venete e questo è stato fatto.
L'ottavo progetto di legge era sul riassesto idraulico forestale: anche quello è sparito dai radar ed è interessante.
Il nono progetto di legge era, invece, sulla riforma del trasporto pubblico locale, ma voi sapete che era interlocutorio e l'abbiamo approvato.
Dopo questi dieci, il presidente Luca Zaia non ha presentato, se non tramite la Giunta, altri progetti di legge, ma non come primo firmatario.
Secondo me, questo è abbastanza indicativo dell'andamento di questa Amministrazione. Siamo partiti con il razzo, 77%, dieci progetti di legge il 21 ottobre 2020, ma di questi progetti, di fatto, solo due ordinamentali sono arrivati alla fine.
Io guardo i colleghi della maggioranza. Ma a voi sta bene così? Questo io mi domando, perché noi qui ci diamo da fare, cerchiamo di far capire ai cittadini del Veneto che c'è qualcosa che non va. Non credo che siano i nostri occhi distorti da un'ideologia di chissà quale tipo che ci fanno leggere queste cose. Questi sono dei numeri, dei dati.
Io guardo veramente i colleghi dall'altra parte dell'Aula. Dateci una mano a pungolare un po', ma nell'interesse dei cittadini, nell'interesse di coloro che vi hanno votati. Io non credo che mettere sul tavolo tutte queste belle cose e lasciarle lì sia interesse di nessuno.
Ancora una volta c'è il dispiacere di vedere un documento che non affronta quei temi, non se ne fa carico. Io credo che la nostra responsabilità sia quella di farci carico, di prenderci cura e non lo facciamo con questo documento. La raccomandazione che vi faccio è: recuperate quei progetti di legge, discutiamoli, cambiamoli, facciamoli evolvere, ma non lasciamoli nella naftalina. L'armadio della naftalina è pieno di questo Consiglio regionale.
Vi faccio altri esempi e guardo l'assessore Lanzarin. La riforma degli ATS è una riforma difficile e complessa, ma critica. Era stato detto: "La faremo entro il 2023". Benissimo, io mi auguro che ci sia uno spiraglio, ma siamo ormai a pochi Consigli dalla fine dell'anno. Parliamo pure del Piano energetico. So che ci sta lavorando l'assessore Marcato, però siamo l'unica Regione che non ne ha mai fatto uno. Sì, li hanno approvati in Giunta nel 2005 e nel 2012, ma non il Consiglio. Per cui, se qualcuno critica quei documenti dice: "Ma il Consiglio non l'ha approvato, cosa stai criticando?". Se qualcuno dice, invece: "Non l'hai mai fatto" dice: "Certo, come no? La Giunta l'ha approvato".
È una cosa abbastanza peculiare, questa, di fare le cose a metà in maniera da potersi difendere sia per chi critica sia per chi critica dall'altro lato. Credo che manchi completamente una visione, una direzione. Questo laissez faire che ha caratterizzato l'Amministrazione, questo terzo mandato di Luca Zaia è un laissez faire che ha dei costi dal punto di vista sociale per i nostri cittadini troppo alti.
Faccio un ultimo appello. Abbiamo ancora due anni e mezzo. Consiglieri di maggioranza, dateci una mano a dare una mossa perché io capisco che dopo 12 anni e mezzo di Presidenza di una Regione uno non è che tira fuori dal cappello altre idee, altra forza, altra voglia, ma per alcuni di voi non sono 12 anni e mezzo. Dateci una mano a mettere sul tavolo qualcosa, a tirare fuori dall'armadio e dalla naftalina un po' di idee, un po' di progettualità, un po' di scelte, perché di questo ha bisogno il Veneto. Spero che l'anno prossimo nella discussione non dovremo tornare su questi temi, ma che ci sorprendiate con delle iniziative, con una capacità di interpretare quello che sta succedendo. Stiamo vivendo dei cambiamenti profondissimi. Purtroppo, nell'ultimo anno due guerre, un'economia che si è trasformata in maniera radicale e noi invece prendiamo quello dell'anno scorso, magari ci dimentichiamo anche di aggiornare qualche tabella e la riportiamo pari pari. No, non funziona.
Presidente, mi rivolgo a lei. Si faccia voce di questo Consiglio, torniamo a dare centralità a questo Consiglio. Non facciamo coloro che mettono il timbro sulle scelte della Giunta. Stimoliamo questa Giunta a operare, a fare, a prendersi le responsabilità. Non è solo compito dell'opposizione questo, è compito di tutti e lei lo sa e lo vedo dai suoi occhi che lei lo sa, per questo le chiedo un aiuto, ma lo chiedo a tutti, anche a coloro che sotto i baffi – e oggi ci sta – stanno ridendo. Taglieremo i baffi, ma continuate a tenere un atteggiamento critico, un atteggiamento propositivo. Ve ne saranno grati coloro che vi hanno votato.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo che finora abbiamo fatto un ragionamento di carattere generale. Abbiamo fatto un ragionamento dove abbiamo inquadrato quella che è, Assessore, la situazione veneta e anche quella che è la situazione che il Veneto subisce in bene e male in virtù di alcune scelte e alcune ricadute nazionali. Visto che prima abbiamo fatto un ragionamento, Assessore, di carattere generale, io non sono uno che interviene tanto, però credo che nei momenti di bilancio...

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

... nei momenti di bilancio, Assessore, e lo continuo a ribadire già da quando abbiamo cominciato a mettere i primi passi all'interno delle Amministrazioni locali, il momento del bilancio, la sessione del bilancio, la fase del bilancio è il momento più nobile e importante che esiste. Assessore, perché? Perché alla fine il momento del bilancio è il momento in cui si vede se tutto ciò che durante l'anno abbiamo detto prende forma, prende gambe. Se gli intenti si dotano di gambe per camminare. Se le proposte che facevamo si strutturano. Se si mettono le basi per far sì che quel legittimo dibattito politico, pur venendo da parti diverse, che si è sviluppato o avviluppato durante l'anno, in qualche modo, vede prendere forma. Io credo che questo, pur essendo un documento, Assessore, che in gran parte possiamo già aver fatto intuire dalla tenuta dei nostri interventi, non ci vede d'accordo su tutto, forse ci vede d'accordo su poco, ma ha dei passaggi che meritano di essere approfonditi. Ad esempio, vado un po' per missioni, tanto per entrare nel merito. Sulla Missione 3, dove si parla di ordine pubblico e sicurezza. Io continuo a dire, Assessore, pur non entrando nel merito come prima, che l'ordine pubblico passa dallo sviluppo dei territori.
Noi abbiamo visto, Assessore, Presidente, importanti zone dove regnava il degrado, importanti zone all'interno delle nostre comunità dove regnava il malaffare, dove a cielo aperto veniva venduta criminalità che le abbiamo riqualificate. Come? Le abbiamo riqualificate mettendo mano a un'idea di presidio nei territori. Ecco perché, Assessore, dico che l'ordine pubblico passa dallo sviluppo dei territori. Lei ricorda com'era una volta Ca' Marcello? Ca' Marcello era una delle zone meno interessanti di Mestre, per voler essere leggeri. Hanno cominciato a fare il presidio universitario, hanno cominciato a fare le case degli studenti, un po' come anche in zone di Padova. L'ordine pubblico non può essere una cosa di cui io nella Missione 3 non ne trovo traccia. Non può essere l'ordine pubblico una cosa che si sviluppa in maniera avulsa, che si sviluppa in distonia con quelli che sono tutti gli altri filoni, elementi di sviluppo di un territorio.
L'ordine pubblico, Assessore, è legato anche a quelle che sono le situazioni socioeconomiche dei territori.
Andiamo alla Missione 4. Lo dicevamo prima, sentivo che la mia collega, la mia Capogruppo voleva approfondire tutto il tema legato all'istruzione. Continuiamo a ribadire, Assessore, che dove si perde una scuola, dove si perde un presidio, si perde un pezzo di controllo del territorio, si perde un pezzo di territorio dove i genitori passano, dove il territorio è vivo, dove il territorio è trafficato, dove si sviluppano le attività economiche. Ironia della sorte, se noi leggiamo la Nota di aggiornamento e seguiamo missione per missione e potessimo dare un'anima al documento, avremmo un filo conduttore attraverso il quale un anello della catena è collegato all'altro, perché lo sviluppo della nostra Regione, Assessore, ce lo insegna lei, non viaggia a compartimenti stagni. Una Regione funziona quando indietro non resta nessuno, non funziona solo se va avanti l'impresa e magari la PMI no, va avanti l'industria e magari il terzo settore no, o va avanti il sociale e magari l'istruzione no.
È un filo conduttore che passa attraverso le necessità del territorio e dei nostri cittadini. Ecco perché io dico che, se noi vediamo missione per missione, troviamo dei capitoli avulsi tra loro, che non si mettono in rete tra loro, quasi come se ogni Assessore avesse sviluppato, con i suoi uffici, il proprio pensiero, le proprie missioni, la propria idea di settore, ma non un'idea di settore che si mette insieme alle altre idee per creare un'idea del Veneto, che probabilmente dovrebbe dare maggiore empatia al nostro rapporto con i cittadini.
Lo dicevamo prima, sulla Missione 6 "Politiche giovanili", e lo ribadiamo: non è il biglietto del cinema a 5 euro quello che vogliono i giovani oggi. Oggi ci vuole un investimento forte, ci vuole un Piano Marshall sulle politiche abitative per gli studenti, così come sulle borse di studio. Sulle borse di studio ci vuole la certezza che gli aventi diritto in qualche modo possano avere quelle che sono le cifre che per molte famiglie sono vitali.
Quest'anno, Assessore, noi abbiamo fatto anche un'interrogazione. Il bando generalmente veniva fatto a luglio, dopo c'era il ristoro a settembre e quindi le famiglie avevano i soldi prima di iniziare il nuovo anno scolastico. Il bando è stato fatto ad ottobre. Vuol dire che, se va bene, le famiglie avranno i soldi a novembre, a dicembre, quando già ci saranno famiglie che si saranno fatte carico di due annualità per stare fuori.
Capisce, Assessore, che una famiglia che sta fuori per la prima volta quest'anno, perché fino all'anno scorso era a luglio il bando, una famiglia che sta fuori due anni per questo se ne frega poco del biglietto del cinema a 5 euro. Così come, lo dicevamo prima, agli studenti interessa anche il trasporto, agli studenti interessa anche come si recano a scuola.
La Bolkestein, in Missione 7 "Turismo" non c'è nulla. Non c'è un intento di qual è la posizione del Veneto. Confermiamo l'idea della 33, abbiamo un'idea quando saranno fatti i decreti dal Governo, abbiamo una visione veneta. Assessore, andrebbe bene anche che ci avessero detto che noi siamo ancora sulla scia della legge 33, non c'è mica nulla di male. È una scelta politica, però a oggi, se noi vediamo la Missione 7 non si legge nulla sulla Bolkestein e mi permetta di dire, per inter-partes di quelli che sono i messaggi che nella nostra attività politica, istituzionale e amministrativa ci confrontiamo col territorio, che c'è tanta incertezza da parte delle imprese. C'è tanto fiato sospeso da parte di chi deve rinvestire, da parte di chi ha rinvestito. Perché è inutile che, quando si parla del ricorso, Assessore, so che lei capisce bene queste dinamiche, dice "va beh, ha fatto ricorso". No, questo si è fatto un debito per vent'anni per la proroga pluriennale, è uno che ha fatto ricorso o hanno impugnato lo strumento. Ma voi pensate che quegli imprenditori la notte dormono sonni sereni? Ma voi pensate che a quegli imprenditori gli basta che vada Montanariello del PD a dire "vedrai che si risolve tutto" e stanno sereni? Io credo di no, Assessore, perché oggi già fare impresa è maledettamente difficile se la fai in maniera onesta e la fai in maniera seria. Già per fare impresa ti devi confrontare con tutte le difficoltà del territorio e molto spesso quelle sono aziende che hanno una gestione familiare dove anche i dipendenti sono parte storica dell'azienda, dove c'è gente nelle difficoltà che rinuncia a tenersi il suo guadagno a volte per pagare lo stipendio al dipendente.
La piccola e media impresa veneta e l'impresa turistica veneta, che non è sempre la grande spiaggia da 1.000 ombrelloni e 1.000 capanne, molto spesso è il chiosco a gestione familiare dove, Assessore, se con i primi ponti e se con i primi weekend di giugno ti fa maltempo, la stagione è andata persa. Di fronte a uno scenario di TARI che aumenta sempre di più, perché ogni Comune, Assessore, fa bene, insomma, la sua parte – e lo dico in senso ironico – nell'aumentare la TARI, plateatici che aumentano, manodopera spesso specializzata difficile da trovare, risulta evidente che in un contesto del genere – credo, ma è una mia idea, che sia anche difficile non confrontarci seriamente su questo – c'è una parte di preoccupazione da quella parte delle imprese che spesso sono quelle che hanno più difficoltà ad accedere al credito. Sono quelle legate a un'impresa che è basata nel suo piano industriale alle situazioni meteomarine. Quindi, Assessore, capisce bene che questo segmento d'impresa, se oggi ci dovesse vedere in una riunione pubblica, potrebbe chiedere: Montanariello, cosa pensate voi in Veneto? Noi diciamo: abbiamo la n. 33. Uno strumento che, posso dire, a suo tempo è stato condiviso anche dal nostro partito, che per alcuni anni è stata una risposta, ma che oggi, Assessore, risulta evidente, con quello che sta succedendo, che non dico non possa essere più una risposta, ma ci pone davanti a un quesito. Assessore, se non ci ponesse davanti a un quesito, perché il Governo allora sta aspettando per fare i decreti attuativi?
Quindi, Assessore, questa la chiudo dicendo che le condizioni sono mutate e non certamente questo è legato a una più che a un'altra fazione politica, però le risposte che noi diamo, Assessore, non possono essere quelle che continuiamo a dare in fotocopia ogni anno. Se noi crediamo che ripetere ogni anno il corpo della missione sia un'azione politica, magari no; qualcuno penserà anche che va in continuità, che continua, che non smentisce le politiche precedenti. C'è un piccolo fattore, Assessore, che dovremmo ricordare: le condizioni contestuali sono cambiate e, quindi, non si può pensare che ogni anno sia uguale all'altro.
La Missione 8 "Assetto del territorio ed edilizia abitativa" esordisce così: "Nell'obiettivo di migliorare il livello di benessere sociale delle comunità locali, da perseguire attraverso la capacità di leggere il territorio veneto e di fornire concrete risposte alle esigenze e ai bisogni espressi, sia mediante l'attività normativa, sia mediante l'attività della pianificazione, le finalità della missione 8 sono riconducibili alle linee di intervento della strategia regionale sullo sviluppo sostenibile".
Assessore, le condizioni socio-territoriali sono cambiate. Io non vedo che c'è una grande strategia di sostenibilità messa in campo, anche perché se andiamo dopo (e qua abbiamo preparato degli emendamenti) c'è un passaggio che dice – e qui entro nel merito – questo: "Nell'ottica quindi di garantire la tutela delle risorse e nel contempo dare adeguate risposte alle necessità insediative e infrastrutturali di ogni settore, appare prioritario promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione delle aree già interessate da processi di edificazione, orientando gli interventi edilizi verso gli ambiti già urbanizzati e degradati o dismessi".
Assessore, su questo, tra quello che accade nella realtà e quelli che sono i propositi anche miei – io sono d'accordo, ci mancherebbe altro che consumiamo altro suolo e non valorizziamo le zone già urbanizzate – c'è un punto: questa cosa non avviene né dicendo che domani non si costruisce più nuovo e quindi costringiamo tutti ad andare nei centri storici o nei centri già abitati, ma non avviene neanche dicendo "domani facciamo una delibera di Giunta e tutti i cittadini veneti che cercano casa devono andare dove ci sono già insediamenti urbanizzati". Non è così. Questa è una politica che va incentivata e la storia ci dà un esempio di quando questa politica è stata incentivata e ha funzionato. Assessore, una giovane coppia, un single, come piace dire a Corazzari, una single, che deve comprare una casa nel centro storico urbanizzato, in una zona già urbanizzata, perché dovrebbe comprare una casa dove gli strumenti stringenti che abbiamo forse non gli permetteranno mai di mettere la tenda da sole o il cappotto? Perché devo comprare una casa e magari riversarmi in alcune zone dove magari non ho l'ascensore e non ho il garage?
È evidente che le esigenze delle famiglie vanno dove si costruiscono, l'ho fatto anche io. A parità di trent'anni di mutuo, compro una casa dove metto la macchina in garage, visto che le grandinate sono sempre di più, magari metto l'albero di Natale quando lo smonto, dopo l'Epifania, da tradizione, e magari ho anche l'ascensore, così con il passeggino vado più comodo. Perché dovrei comprare una casa dove non ho un ascensore, dove non ho un garage e dove magari per fare un restauro, Assessore, con questa burocrazia, madama la marchesa, mi vengono giù le travi ora che ho i permessi, con costi enormi?
La politica abitativa nei centri urbani già esistenti va incentivata. Vi ricordate quando c'è stato il picco nei centri storici di Venezia, di Chioggia, di Pellestrina, di Burano, di Murano, che non trovavi più neanche una casa in vendita? Ed erano tutti i cittadini, non b&b, perché c'era la famosa legge speciale, se ve lo ricordate, che ha permesso alle Amministrazioni locali di dire che pagavano o gli interessi dei primi cinque anni di mutuo o davano un contributo a fondo perduto, con una serie anche di agevolazioni. Vi ricordate, a Venezia avevi il contributo per rifare la facciata se rispettavi il Piano del colore. Potevi avere cinque anni di sgravio del mutuo, sapendo che in quel contesto storico un mutuo andava al 3,5, assessore Corazzari, o al 4%. Quindi i primi cinque anni di interesse erano una manna.
Allora, vedete come in quel momento storico i centri storici sono tornati ad essere appetibili, il degrado è andato via da solo, le scuole che oggi rischiamo di chiudere si sono ripopolate. È tornata la vita nella polis, è tornato il commercio di quartiere, sono tornate le botteghette, sono tornate le salumerie che fanno i panini ai ragazzi quando vanno a scuola, sono tornate le edicole. Ma questi processi vanno incentivati, non basta scrivere che dobbiamo ri-incentivare l'utilizzo dell'esistente e dei tessuti già urbanizzati. Bisogna dare un motivo alla gente perché, colleghi, nessuno fa un'azione economica che lo impegna per 30 anni della propria vita se non ha la migliore occasione che gli può permettere di dire che per 30 anni perlomeno ha un contesto che gli permetta di avere una certa serenità e anche comodità, perché la comodità passa anche attraverso le logiche di una famiglia.
Così come, Assessore, quando si parla di urbanistica e assetto del territorio. Lo dicevamo prima. Assessore Corazzari, ho apprezzato molto che l'anno scorso lei ha approvato degli emendamenti dove chiedevamo (lo dicevamo prima, lei non c'era, ma mi son permesso di ricordarlo) che si mettesse in piedi un percorso col Comune di Venezia per quegli alloggi sfitti del centro storico, per combattere lo spopolamento della città. Assessore, lei ha fatto una cosa importante, ha detto "lo passo", perché è chiaro che deve passare da un piano col Comune. Però, io dico, ma noi abbiamo o no rapporti con le nostre città capoluogo? Non è che devono andare dalla De Berti a chiedere quattro soldini in più per il trasporto (dopo non glieli dà, la De Berti, però magari loro vanno per chiederglieli), quindi vengono in Regione, e noi magari non possiamo andare al Comune a dire: "caro Sindaco di Venezia, duemila case sfitte, facciamo un progetto"?
Ci sono o no questi livelli istituzionali che ci permettono di incidere? Altrimenti, Assessore, a cosa ci servono 12.000 case dell'ATER di Venezia se quando chiude non lo riapriamo più? Guardi, faccio una provocazione... Le piacerebbe che lo dicessi, poi lei mi taglia il video e dice che Montanariello ha detto "vendi", e non mi faccio incalzare.
Assessore, Programma 8, sempre edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia economico-popolare, "in prosecuzione con gli indirizzi assunti nelle precedenti annualità..." e lei parla della legge n. 39, quella degli ATER. Ripeto, sono fiducioso perché ora Salvini ha detto che farà un Piano Marshall sugli ATER, però mi permetta anche di dire, Assessore, che io credo che la gestione che noi dovremmo avere all'interno degli ATER ci dovrebbe permettere di avere perlomeno maggiore attenzione e controllo di quello che accade.
Guardi, l'Assessore ai trasporti è venuto in Commissione e nonostante le visioni diverse che abbiamo sul tema dei trasporti c'è un punto della legge che ci vede concordare, che è quello del ritorno centrale del ruolo della Regione negli Enti di bacino, che saranno agenzie o altro. Io sarei stato per riportare ancora di più, tutto, lo dico al microfono. Però, ci ha visto perché io ho sempre sostenuto, con lei, che, se la Regione ha degli oneri deve avere anche degli onori e, quindi, anche su questo, Assessore, credo che dovremmo avere un ruolo.
Sviluppo sostenibile del territorio e tutela degli ambienti. Uno, abbiamo parlato della Legge Speciale di Venezia. Su questo, Assessore, credo che dovremmo riaprire un tema sul nostro rapporto col privato perché, lo diceva il collega Zanoni in più di qualche occasione, è troppo facile che questi vengono, fanno malanni e vanno via.
Mi aggancio su questo, Assessore, con due passaggi, anticipandomi un po'. Non sono d'accordo, e anche quest'anno commettiamo un errore quando parliamo di Porto Marghera. In ogni passaggio che facciamo su Porto Marghera, tranne quelli che hanno visto passare alcuni emendamenti nostri l'anno scorso, si parla di riqualificare l'ambiente di Porto Marghera e favorire un modello di sviluppo sostenibile. Non viene mai citata la tutela occupazionale.
Guardate che Porto Marghera non è morto, ha ancora dei dipendenti. Tra l'altro – vi do un elemento – noi, a differenza delle altre Regioni, essendoci tante aziende di Stato a Porto Marghera, come è stato per il ciclo dell'idrogeno, quando sono venute le aziende di Stato siamo stata l'unica Regione che non ha sottoscritto protocolli con loro. Ci siamo fidati di quello che ci hanno detto, è arrivata ENI, l'ha detto a Marcato, che in buonafede ha detto "bravo", ha chiamato i sindacati per dire "ENI farà questi investimenti", ma è andato via ENI e si è perso tutto.
In Emilia – non per citare sempre l'Emilia – hanno fatto dei protocolli d'intesa e hanno preso anche soldi con i progetti di PNRR. Noi, in Veneto, per quanto riguarda quel frangente, non abbiamo preso neanche un progetto di PNRR sulle riconversioni di Porto Marghera.
Faccio un altro passaggio, Assessore, sul tema dei rifiuti spiaggiati. Anche qui, vediamo che si parla di rifiuti, di rifiuti galleggianti, ma non c'è un tema sui rifiuti spiaggiati. Guardi che i Comuni del litorale, come l'assessore Calzavara saprà bene, vivono un dramma. Tutti i fiumi del Veneto, con tutti i rifiuti che hanno, sfociano a mare, dopo i rifiuti tornano sulle spiagge e i cittadini dei Comuni costieri pagano il 10-20% in più di TARI per prendere quei rifiuti che molto spesso risultano speciali. Ma quelli sono rifiuti che vengono da una regione intera, e in spiaggia non ci vanno solo i cittadini di Caorle, Bibbione, Jesolo, Rosolino o Chioggia, ci vanno tutti i veneti. È la spiaggia veneta. A suo tempo, era stata fatta dal PD una proposta di inserire 50 centesimi a testa per ogni cittadino del Veneto per ristorare quelli che sono i rifiuti costieri che sono di tutta la regione Veneto, ma anche su questo qui non si dice niente.
Chiudo facendo un passaggio sull'erosione. Ogni anno, Assessore, noi ci rincorriamo: dibattito su emendamenti Zottis e Montanariello, Bottacin risponde che c'è il Piano D'Alpaos. Il Piano D'Alpaos c'è, ma bisogna mettere i "schei", però. Piani ve ne sono tanti, ma se non li si finanzia, restano là. Il Piano dice che non vanno bene le strutture fisse, ma dopo facciamo le scogliere, alcune funzionano, però c'è una parte di ripascimento meccanico ogni anno. Guardate che la situazione sta peggiorando, poiché le situazioni meteomarine sono cambiate. Prima le mareggiate mangiavano 2 o 3 metri di spiaggia, ma adesso ne arrivano che mangiano 20-30 metri d'un colpo. Arrivano perfino sotto i chioschi.
Su questo spero – e dopo chiudo, sugli altri capitoli dico dopo, perché non vorrei annoiarvi, però ci sono altre sette o otto Missioni da sviscerare – che una volta per tutte che facciamo una scelta come Regione. Il Piano D'Alpaos facciamolo; il meccanico, come dice Bottacin, facciamolo; le strutture, le scogliere, come una parte ne stiamo facendo, facciamole. Però, Assessore, urla vendetta che ogni anno si vadano a fare le battaglie: un anno 5.000 metri cubi a cella, un anno partono i pennelli a x, un anno parte la soffolta, dopo la soffolta non parte... Io penso che il nostro litorale, vista la ricchezza che produce per tutta la nostra regione e quanto rappresenta un volano per la piccola e media impresa, meriti un'attenzione e una pianificazione che non sia seconda a quella che avete messo per le Olimpiadi o per la Pedemontana o in altre opere.
Non può essere ogni volta che siccome c'è una forma di redditività delle imprese che lavorano sulla costa ci sia il piano AZ, "arrangiati zerman" (espressione dialettale) fai tu, tanto, bene o male, il sole, la spiaggia... Non è giusto, Assessore. Sa come finisce? Che le imprese strutturate tengono, quelle che approcciano muoiono, e lei lo sa bene perché viene da una realtà turistica.
Mi fermo a queste prime Missioni e dopo magari entriamo nel merito delle altre.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Brevemente, soltanto perché mi convince poco l'atteggiamento che ci ha sottoposto il relatore, il presidente Sandonà. Nel senso che, quando noi ragioniamo attorno alla Nota di Aggiornamento del DEFR sostanzialmente acquisiamo gli elementi di politiche pubbliche su cui abbiamo discusso prima e ne misuriamo la capacità realizzativa sulle basi delle previsioni macroeconomiche europee, nazionali e dunque anche regionali.
Ora, io non so se a voi sembri ordinario che le previsioni di crescita del PIL in questa Regione passino dal 7,3% del 2021 allo 0,6% del 2024. Potrei darvi diversi dati, provo a fornire questo per provare a misurare come ciò che accade attorno a questa Regione impatta e impatterà sui nostri territori, sulle aspettative delle imprese, sui bisogni delle persone. Come si può liquidare questo passaggio come un semplice aggiornamento? Cambia totalmente il quadro macroeconomico nel quale siamo chiamati a esercitare la nostra funzione.
Ci rendiamo conto di come una crescita al 7% influisca sul benessere collettivo, sulla capacità espansiva delle imprese, sui livelli occupazionali, sulla costruzione o decostruzione delle diseguaglianze, e come una crescita sostanzialmente pari allo zero, cioè stagnazione economica, debba necessariamente far rivedere le politiche che abbiamo in campo, sia in termini di investimento ma anche in termini di spese correnti? Attorno a quel 7% di ricchezza in più annuale ci mangiano tutti. Ci mangia l'impresa, ci mangiano i lavoratori, ci mangia la società e la comunità in maniera diffusa.
Siamo in una fase praticamente di recessione e voi mi dite che non cambiano, è un semplice aggiornamento. E se poi a questi condizionamenti di macroeconomia aggiungiamo ciò che accadrà specificatamente in questo Paese e in questa Regione, io mi chiedo come possiate non essere preoccupati. Guardate che l'intervento che il Governo sta predisponendo sulle pensioni, che colpirà alcune categorie particolarmente fragili, avrà un effetto diretto su alcuni comparti. Guardo l'assessore Lanzarin. Potete spiegarmi quello che volete sulle carenze del personale, ma se a livello nazionale producete una manovra sulle pensioni che rischia di indurre anche quei pochi che decidono di continuare a fare i medici nel settore pubblico a cambiare o ad andare in pensione, ci state prendendo in giro, tranne quando e fino a quando non la vedrò, assessore Lanzarin, andare a Roma con un cartello con scritto "cambiate la riforma delle pensioni". Altrimenti è una presa in giro.
I tagli agli Enti locali. Io speravo avessimo finito la fase della spending review, dove da Roma decidevano cosa tagliare. Abbiamo messo le lancette dell'orologio indietro e quando dicevamo che la pandemia ci avrebbe reso migliori mentivamo sapendo di mentire, perché siamo tornati esattamente dove eravamo prima della pandemia. Non ci sono soldi e si tagliano i servizi agli Enti locali e alle persone. Dove vuole andare a tagliare, assessore Calzavara, una volta che lei ha un bilancio che ha 60-70 milioni di spesa libera? Dove se li inventa altri 28 milioni di tagli, se non sui servizi più importanti, quelli per le famiglie e per le persone?
Allora, io non ci credo, rifiuto l'idea che questo sia un semplice aggiornamento. È colpa di Zaia? In parte, ma non è quella decisiva. Però siamo dentro questo contesto. Noi non scegliamo dove, come e quando fare politica. Siamo dentro questo contesto e la nostra valutazione non può prescindere da questa lettura reale.
Allora, per andare velocemente ad alcune questioni, nella discussione precedente abbiamo provato a tratteggiare l'idea di società che abbiamo. Abbiamo cercato di spiegare perché, secondo noi, alcune vicende, alcune questioni erano prioritarie rispetto ad altre. Ora lo vedremo entrando nel merito della manovra emendativa che abbiamo predisposto. Proveremo a tradurre quei principi in proposte concrete di azioni politiche, di azioni di politiche pubbliche che sono fondamentali per orientare il modello di sviluppo nel quale ci siamo. Quando, ad esempio, proveremo a chiedervi di valutare la possibilità di intervenire nell'ambito della materia dell'autonomia, lo faremo per cercare di riportare dentro questo Consiglio regionale un dibattito che, non so se vi siete accorti, non esiste dentro questo Consiglio, perché il presidente Zaia non solo non viene qua a discutere con noi di programmazione economico-finanziaria, ma non discute neanche con noi degli assetti istituzionali che vuole dare a questa Regione. E chi come noi, come voi in particolare, dell'autonomia ha fatto una battaglia per decenni, oggi non ha neanche un luogo dove discuterne. Anche su questo davvero volete abdicare al Presidente della Regione tutta la discussione, tutto il contributo e anche tutti i meriti?
Sul tema dell'ordine pubblico torno. Abbiamo parlato prima della criminalità organizzata e di quanto incida non soltanto nei processi economici di questa Regione, ma finisca per incidere anche su quelli democratici. Nella nostra manovra emendativa cercheremo di concretizzare questo impianto in alcune proposte concrete che chiediamo all'Amministrazione regionale di fare proprie.
Il tema della scuola. Guardate, se non condividiamo l'impianto che la scuola pubblica deve essere luogo di formazione universale, se non investiamo sulla scommessa che la scuola pubblica può essere il luogo in cui le diseguaglianze territoriali si riducono, di cosa stiamo parlando? La scuola è una competenza regionale.
Noi possiamo dire che non condividiamo l'idea della Regione del Veneto, della Giunta Zaia, dell'assessore Donazzan, di privilegiare la scuola privata rispetto alla scuola pubblica, e possiamo chiedervi attorno a questo una discussione? Lo sapete che la Regione del Veneto investe più soldi nella scuola privata che nella scuola pubblica? Lo sapete? Secondo voi, questo quanto incide sul diritto diffuso delle ragazze e dei ragazzi di questa regione non soltanto di avere un livello culturale accettabile, ma molto più banalmente di essere delle cittadine e dei cittadini liberi, responsabili e consapevoli?
Quando noi non paghiamo le borse di studio agli studenti idonei, secondo voi stiamo incentivando il merito, a prescindere dal censo, o stiamo costruendo un sistema di istruzione in cui solo chi se lo può permettere può fare carriera? Non sono una fan della meritocrazia, ma neanche posso accettare un'impostazione politica fondata sulla diseguaglianza sociale più brutta che possiamo immaginare, quella che discrimina sulla base di dove sei nato, di quanti soldi guadagnano tua mamma e tuo papà, se ti puoi permettere un alloggio oppure no.
Credo che attorno a queste questioni si misuri la qualità della democrazia di un territorio, perché il diritto allo studio è un presidio di democrazia, prima di tutto, non a caso così tanto osteggiato da Fratelli d'Italia, quindi in generale la cultura come luogo di costruzione di cittadinanza attiva. Ma può essere che a ogni manovra di bilancio stiamo qui a trattare l'elemosina per finanziare le iniziative culturali? Parliamo di 100.000 euro in più, 100.000 euro in meno, e non riusciamo a convincervi che il tema culturale è una scommessa attorno alla quale o si decide di investire oppure no.
Poi c'è il tema dei giovani. Lo ha detto molto bene la collega Ostanel, è un programma totalmente inadeguato alle emergenze che le nuove generazioni stanno affrontando dappertutto, in Veneto in particolare. Non ve lo diciamo noi, lo dice l'Unione europea quando, di fronte al più grande dramma economico e sociale che ha travolto il mondo intero, per la prima volta ha detto "troviamo insieme una soluzione". L'unione europea ci ha detto due cose. La soluzione passa attraverso due grandi direttive. La prima, i giovani. Non c'è un euro speso in maniera utile se non è speso per far recuperare alle giovani generazioni un gap che non dipende da loro, ma dipende dalla pessima eredità che gli abbiamo lasciato in tutti questi anni.
Altra linea di intervento, le donne. Ripeto, tutti gli Stati membri su questa impostazione si sono trovati d'accordo. Le grandi riforme, le grandi innovazioni necessarie oggi non possono che passare attraverso politiche che valorizzino i giovani e le donne. Dove stanno i giovani e le donne dentro la vostra programmazione?
Infine – e chiudo davvero – c'è il tema, sempre collegato alla questione giovanile, della sostenibilità. Anche su questo abbiamo una manovra emendativa rilevante. Vogliamo imparare ad accettare il fatto oggettivo che la sostenibilità non può essere in conflitto con l'idea di sviluppo? Non può esserci lo sviluppo produttivo delle società, l'emancipazione delle nostre comunità che non sia strettamente connessa a un'idea di sostenibilità ambientale. A proposito di eredità che lasciamo ai giovani, lasciamo un'eredità di un suolo eccessivamente consumato, dell'acqua che è finita, del cibo e dell'acqua inquinata. Ma noi davvero pensiamo di poter andare il venerdì a manifestare al fianco dei giovani per una sostenibilità ambientale e per la lotta ai cambiamenti climatici e poi pensare che tocchi sempre agli altri partire con le politiche sulla sostenibilità ambientale?
Guardate, la conversione ecologica del sistema produttivo e delle comunità non è un'operazione a costo zero. Essere ecologici costa, perché inquinare è gratis. Ma se non c'è la mano pubblica che fa fare quel salto di qualità e che consente di essere competitive anche a politiche realmente ecologiche, non possiamo pensare che da solo il privato si inventi ecologista, perché l'ecologia costa, perché non consumare suolo costa, perché costerà sempre meno costruire utilizzando terreno mai utilizzato prima che distruggere e ricostruire. Il mercato, come abbiamo già misurato in questi anni, è la regola più diseguale, è la regola che premia chi è avvantaggiato, è la regola che premia chi parte già in avanti, ma se vogliamo costruire una società di reali pari opportunità dobbiamo immaginare regole diverse da quelle del mercato, che quindi significano investimenti per i giovani, politiche a favore delle donne, interventi di politica industriale fortemente orientati all'ecologia e al contrasto del cambiamento climatico.
Chiudo, perché davvero ci sono moltissimi altri argomenti che discuteremo, vedendo la manovra emendativa, missione per missione.
È questa l'idea che noi pensiamo sia giusta per il Veneto del 2024 e rispetto alla quale vi chiediamo soltanto di ragionare insieme, perché magari con il confronto ci viene anche qualche idea migliore di quella che abbiamo proposto noi. Ma davvero se ci fermiamo a un Documento di Economia e Finanza che non considera la realtà nella quale siamo immersi, le sfide che siamo chiamati ad affrontare, le difficoltà che ci troviamo sulla strada, ma anche le grandi opportunità – ho citato i giovani, le donne e l'ecologia – credo che perdiamo una grande occasione e soprattutto prendiamo in giro i veneti ai quali continuiamo a raccontare che non si devono preoccupare, che abbiamo tutto sotto controllo, che in qualche modo si riuscirà a risolvere. Non è così, colleghi. ci stanno piombando addosso questioni di una portata talmente epocale che, se in un qualche punto non cominciamo ad affrontarle finisce realmente male.
Allora, io non vi chiedo di rispondere a tutte queste questioni. Ne scegliamo una, attorno alla quale troviamo la forza di fare un salto in avanti? Sono periodi eccezionali, straordinari, richiederebbero soluzioni innovative e straordinarie. Dentro questo documento non ci sono. Confidiamo sempre che lo sforzo di ragionare insieme possa contribuire a produrle.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento. Chiudiamo la discussione generale.
Sospendiamo la seduta fino alle ore 20.45 per dare modo alla Prima Commissione di valutare i primi pacchi di emendamenti. Nel frattempo, ovviamente, chi vuole, può anche fare la pausa.
La Seduta è sospesa alle ore 19.31
La Seduta riprende alle ore 21.03
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

La ripresa lavori sarà alle ore 21.15.
La Seduta è sospesa alle ore 21.03
La Seduta riprende alle ore 21.22

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori. Torniamo ai nostri posti. Grazie.
Siamo sugli emendamenti. Partiamo in ordine.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori. Grazie, Presidente.
Veniamo, pochi minuti fa, dalla prima parte dell'Ufficio di Presidenza per l'iniziale valutazione dei numerosi emendamenti che abbiamo presentato, e che abbiamo presentato sulla base di tutte le valutazioni di natura politica che abbiamo provato a organizzare nella discussione di oggi. Abbiamo registrato un atteggiamento di totale preclusione da parte della Giunta rispetto agli emendamenti, nel senso che non solo ci è stato dato parere contrario su tutti gli emendamenti che finora abbiamo analizzato, ma ci è sostanzialmente stato prospettato un parere contrario anche su tutti gli altri che ancora dovremo valutare.
Ovviamente sta nella disponibilità della Giunta e della maggioranza del Consiglio avvallare questa chiusura pregiudiziale nei nostri confronti. Ci dispiace anche che in questo Consiglio regionale ci si offenda se le opposizioni fanno il mestiere delle opposizioni. Diciamo che non fa parte della nostra cultura politica lasciar lavorare il manovratore per timore di chissà quale rappresaglia. Abbiamo presentato una proposta emendativa che aveva...
Sto intervenendo sull'ordine dei lavori, quindi non dovrebbe essere conteggiato il tempo. Lo dico agli uffici.
In questo senso ovviamente non possiamo che essere dispiaciuti dall'atteggiamento della Giunta. Siamo anche preoccupati, perché è un segnale pessimo per il livello di democrazia che c'è dentro questo Consiglio. Siccome però è una situazione straordinaria, un accanimento della maggioranza nei confronti di dieci Consiglieri di minoranza che hanno la grave colpa di avervi segnalato le cose che non vanno – lo capisco, siete abituati agli applausi, ognuno fa il proprio mestiere – siccome è un fatto politico molto rilevante chiedo, Presidente, la sospensione della seduta per alcuni minuti per poter confrontarmi con i rappresentanti della minoranza che hanno presentato 500 emendamenti e rispetto ai quali abbiamo parere contrario. Capirà che è un fatto politico rispetto al quale abbiamo necessità di confrontarci.

PRESIDENTE

Direi, collega, che abbiamo appena fatto una pausa di quasi due ore. Abbiamo dato tempo supplementare, appunto, per i tempi tecnici di post lavoro della Commissione. Abbiamo dato tempo ulteriore, perché avete fatto un incontro adesso nella sala attigua alla Sala Canova. Direi insomma che la sospensione non mi pare sia il caso di averla in questo momento.
Collega Lorenzoni, sull'ordine dei lavori.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, per sostenere la richiesta della collega Camani.
Credo sia una forma di rispetto verso il lavoro che è stato fatto da parte dei colleghi di minoranza. Insomma, preparare 500 emendamenti... E non solo dei colleghi di minoranza, poiché tra l'altro ci sono anche alcuni emendamenti da parte della maggioranza stessa.
Quindi, rifiutare a priori tutti le osservazioni che sono state fatte e che sono frutto di un lavoro attento, in alcuni casi, finalizzato a cercare di migliorare il testo, di portare dei contributi ulteriori, credo che non sia, in termini di metodo, una cosa giustificabile. In ogni caso, Presidente, chiedo ai colleghi che hanno preso questa decisione di dare una motivazione, perché noi non riusciamo veramente, nella dinamica del confronto democratico di questa Aula, a dare spiegazione di questo comportamento.
Ecco, se questo comportamento vuole essere portato avanti da parte della maggioranza, io chiederei di averne una giustificazione e una motivazione, perché non comprendo perché si dica di no a priori ad alcune osservazioni che, peraltro, sono veramente migliorative e, diciamo così, di scarsa rilevanza dal punto di vista del contenuto politico, ma semplicemente valide, secondo me, tecnicamente. Vederle rifiutare a priori credo non abbia motivazione.
Se la richiesta della collega Camani non la si vuole accogliere – e mi dispiacerebbe – in secondo ordine chiedo una giustificazione di questo atteggiamento.

PRESIDENTE

Cinque minuti di sospensione.
Riprendiamo alle 21.33.
La Seduta è sospesa alle ore 21.27
La Seduta riprende alle ore 21.34

PRESIDENTE

Invito i colleghi della minoranza a entrare.
Collega Guarda, ha una richiesta di parola.
Il collega Lorenzoni, di nuovo? Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Credo sia opportuno aggiornarla su quello che è l'esito dell'incontro che abbiamo avuto come rappresentanti delle opposizioni alla luce dell'atteggiamento tenuto dalla maggioranza. Noi siamo dispiaciuti del fatto che il lavoro che abbiamo fatto non abbia la possibilità di vedere uno sbocco costruttivo nei lavori di quest'Aula. Per cui, ci prenderemo il tempo per illustrare il lavoro che abbiamo fatto, prendendoci il tempo che ci è concesso e cercando di lasciare traccia del lavoro che è stato fatto, in modo tale che coloro che verranno in futuro possano sapere il lavoro che abbiamo fatto.
Invito i colleghi di maggioranza ad armarsi di pazienza. Cercheremo di essere dettagliati nell'illustrazione del nostro lavoro.

PRESIDENTE

Ringrazio lo speaker dell'opposizione.
Mi vuol dire la stessa cosa? Prego, sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, sull'ordine dei lavori.
Risulta evidente che non voglio dire la stessa cosa del collega, altrimenti non mi sarei messo in nota per volermi ripetere, pur non essendo frettoloso nell'abbandonare questa nobile Aula. Presidente, sono serio. Accolgo la legittima presa di posizione della maggioranza, la quale però se trova un fondamento politico nella sua legittimità, non trova un fondamento istituzionale di quello che deve essere il legittimo confronto tra le parti.
Presidente, mi rivolgo a lei e, di conseguenza, a tutta l'Aula. La minoranza ha un ruolo istituzionale. La minoranza è stata votata dai cittadini veneti alla pari degli altri colleghi che siedono in maggioranza. La minoranza, presidente Ciambetti, molto spesso, in una società normale, dove non si vuole mettere il bavaglio, con le civiltà dei modi, dei tempi e dei regolamenti voluti e dovuti, risulta essere anche un elemento qualificante nel dibattito.
Presidente Ciambetti, lei che è persona di buonsenso, sa bene quanto poveri e aridi sono i dibattiti quando non trovano un confronto. La diversità di idee è ricchezza. Noi, pur rivendicando questa diversità di idee, rivendichiamo il modo e il garbo con cui l'abbiamo espressa. Rivendichiamo le modalità consone con cui l'abbiamo espressa. Rivendichiamo il fatto, Presidente, di poter dire che possa esistere un'altra narrazione del Veneto diversa dalla vostra, ed è il compito per cui migliaia di cittadini veneti hanno votato anche noi per mandarci qui questa sera a dirlo.
Presidente, chiudo, non è mia intenzione farla lunga. Però questo braccio di ferro impoverisce e inaridisce il terreno del confronto politico. L'ultimo secolo ci ha insegnato che i fallimenti politici...

PRESIDENTE

Collega Montanariello, non è sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiudo.

PRESIDENTE

No, non è sull'ordine dei lavori, ha già chiuso.
Collega Ostanel?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Era propedeutico per spiegare...

PRESIDENTE

Non è propedeutico. Sta parlando ormai da tre minuti, dicendo cose che abbiamo già sentito...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Pensavo fosse prodromico. Ha ragione.

PRESIDENTE

Non è prodromico, non è sull'ordine dei lavori, quindi adesso, siccome ho capito il tipo di impostazione che viene dato ai lavori d'Aula, io sarò ligio al Regolamento. Il suo intervento non è sull'ordine dei lavori.
Collega Camani, no.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io voglio rilevare, sull'ordine dei lavori, che durante l'Ufficio di Presidenza, ad esempio, l'assessore Corazzari su un emendamento che abbiamo condiviso in questi mesi di lavoro in Commissione, che tra l'altro ho sottoscritto anche parlando con l'Assessore che aveva anche interloquito con delle parti fuori di qui per arrivare al risultato di una cosa tendenzialmente condivisa... Ecco, nel momento in cui si presenta un emendamento al DEFR esattamente con quell'impianto, quindi, nel mio stile di dire "proponiamo le questioni su cui stiamo lavorando" (e avete abbastanza chiara l'idea del mio atteggiamento in Aula, credo, dopo due anni e mezzo), la risposta è stata: "un bellissimo emendamento, ma no".
Quando viene in qualche modo limitata la possibilità per una Consigliera di minoranza di fare il proprio lavoro, e in maniera pregiudiziale in un Ufficio di Presidenza viene risposto "no" ad alcuni emendamenti che non hanno uno stampo politico, ma sono delle proposte su cui si sta esattamente lavorando, io mi chiedo se le ore di lavoro passate a leggere un documento e a fare degli emendamenti abbiano senso. Ho fatto la domanda in Ufficio di Presidenza: se ritenete che la motivazione sia politica, cioè che l'opposizione non debba più avere la possibilità in quest'Aula di emendare nulla, ditelo subito perché perdiamo non solo la nostra facoltà, ma io perdo anche la voglia e l'atteggiamento di stare in quest'Aula nella modalità con cui sono stata per due anni e mezzo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ho citato chi? Stavo parlando con Montanariello e lei si è messa in mezzo, mi permetta.
Collega Camani, adesso non continuiamo con le virgole e con gli atteggiamenti provocatori. Se devo sentirmi gli interventi di tutta la minoranza sull'ordine dei lavori, consumiamo pure l'ora e dieci che c'è e poi riprendiamo. Basta che ce lo diciate, così siamo tranquilli, insomma.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Per fatto personale. Soltanto perché rimanga agli atti che non è un atteggiamento della minoranza che fa ostruzionismo. Se lei volesse seriamente preservare la dignità di questo Consiglio regionale non dovrebbe sgridare la minoranza che prova a fare opposizione.

PRESIDENTE

Io non ho sgridato nessuno.
Ho solo citato, dopo aver sentito i tecnici, che l'intervento di Montanariello non era più sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Siccome lei ha lasciato intendere...

PRESIDENTE

Lei deve sempre correggermi, mi permetta.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Siccome lei ha lasciato intendere che la volontà di perseguire questa modalità dipende dalla minoranza, che rimanga agli atti che le minoranze stanno reagendo di fronte ad un atto di prepotenza.

PRESIDENTE

Ci mancherebbe, collega Camani. Però, come le ho detto, se dobbiamo usare tutta l'ora che c'è a disposizione sull'ordine dei lavori, la usiamo. Parlate sull'ordine dei lavori. Ci mancherebbe.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io intervengo con il mio tempo.

PRESIDENTE

E allora dovremmo andare sugli emendamenti, però.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

No, sull'ordine dei lavori.
I miei emendamenti non sono in discussione in questo momento.

PRESIDENTE

Rimaniamo sull'ordine dei lavori.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie.
Quest'oggi noi abbiamo, all'ordine dei lavori di questo Consiglio regionale, un atto, quello appunto della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che ha come compito quello di definire una linea politica e una linea di programmazione. Alla luce di questo, lo Statuto e il Regolamento del Consiglio regionale ci consentono di presentare degli emendamenti capaci di introdurre delle integrazioni che possono essere giudicate nel merito e, anzi, devono essere giudicate nel merito nel momento in cui noi siamo responsabili della buona condotta di un'Aula che ha un compito, che è quello di non farsi sgambetti o sgarbi gli uni fra gli altri, ma rispettare lo spirito dialettico di confronto che da sempre c'è stato in quest'Aula anche nelle passate legislature. E, con tutto il rispetto, ripensando alla conduzione, all'ordine dei lavori nella scorsa legislatura piuttosto che ai racconti di quella precedente, mi sembra che l'andamento oggi in corso non abbia né leso la dignità di nessuno, né sia andato a svalorizzare il lavoro della Giunta, se non rilevando una differenza sostanziale che è una differenza di visione politica.
Nostro diritto all'interno del nostro ruolo all'interno del Consiglio regionale e all'interno di quest'Aula e all'interno di questa seduta è andare a discutere e utilizzare il tempo esponendo visioni politiche differenti o che magari, come nel caso precedente, hanno apprezzato degli interventi. Visto che prima non c'era l'assessore Lanzarin, ho apprezzato la lettura dell'emendamento al Collegato che avete aggiunto e avete fatto pervenire nella giornata di oggi correggendo l'articolo 2 del Collegato e introducendo la chiara predisposizione del 60%.
È un ordine dei lavori che ricorda quali sono per lo Statuto, per il Regolamento del Consiglio regionale, le funzioni di una minoranza all'interno della discussione in un Consiglio regionale di un bilancio.
Consigliere Villanova, lei si ricorderà che anche nella scorsa legislatura il clima anche più frizzante c'era ed era magari anche più sfidante di quello che oggi noi vi proponiamo perché... Non c'era il Consigliere. Proprio per questo non riusciamo a capire come la discussione democratica prevista dallo Statuto e che deve essere rispettata all'interno dell'esercizio della pianificazione della seduta di oggi possa essere violata da una posizione non spiegata, senza alcuna condivisione e senza alcuna motivazione, di cui probabilmente nemmeno la maggioranza è a conoscenza. Se quindi siamo qui ad affrontare...
Consigliere Pan, lei ha detto che non ha mai fatto parte della minoranza. Fortunatamente, lei dice, ma probabilmente non è sempre una fortuna, perché questo non le consente di pensare, per esempio, di non essere in grado di poter portare in un'Aula ciò che le spetta di diritto essendo un componente eletto di un'Amministrazione, di un'Istituzione. Soprattutto nel momento in cui il nostro compito è quello di rispettare uno Statuto che valuta e difende anche la possibilità delle minoranze di andare a continuare il proprio percorso di proposta, di difesa delle proprie visioni politiche e di confronto con le parti che sono in causa.
Di fronte ad un "no" portato in questa maniera, con una discussione all'interno dell'Ufficio di Presidenza che reputo non dignitosa, nemmeno per il lavoro che gli stessi Assessori stanno svolgendo – e finisco – credo che possiate anche valutare, mettendovi nei panni degli altri, che cosa significhi la mortificazione del lavoro che è in corso oggi, senza alcuna motivazione data e palesata da parte della Giunta regionale.

PRESIDENTE

Collega Zottis, sull'ordine dei lavori. Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo perché, chiaramente, viene richiesto a questa Aula, anche nelle discussioni, il rispetto reciproco e il rispetto del Regolamento. Però, mentre parlano i colleghi io non credo che sia corretto sentire, in qualche modo, dare della maestrina alla collega Camani, oppure anche dire che verrà preso un rotolo di appunti o l'ultima cosa "per fortuna non facciamo parte della minoranza", nel senso che, quando uno parla si tace, si ascolta, e eventualmente poi si ribatte.
Questa è dialettica politica. Non credo che ci sia nulla di male. Anzi, il nostro ruolo è quello proprio di proporre per un confronto costruttivo verso i veneti. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, sull'ordine dei lavori. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'Assemblea pubblica. C'è una diretta streaming. I cittadini veneti ci seguono da casa e i nostri emendamenti sono molti. Sono emendamenti di contenuto su questioni che interessano la vita quotidiana di tutti i cittadini veneti.
Ci sono stati dei pareri negativi in Ufficio di Presidenza della Commissione competente per materia. Io credo che sia importante che i cittadini sappiano, per ognuno dei nostri emendamenti, qual è la posizione della Giunta regionale. Pertanto, chiedo che ad ognuno degli emendamenti, oltre ad esserci il parere favorevole o sfavorevole (abbiamo capito che sarà sfavorevole), ci venga detto in maniera esplicita, affinché i cittadini del Veneto ne possano essere consapevoli, quali sono i motivi per i quali ci bocciate questi singoli emendamenti. Questa è la prima richiesta da Regolamento.
La seconda: siccome gli emendamenti che andiamo a votare riguardano tutte le missioni; quindi, riguardano le competenze di tutti gli Assessori, sarebbe auspicabile che venissero in Aula tutti gli Assessori. Come ci sono i Consiglieri di minoranza e anche i Consiglieri di maggioranza che staranno qua fino a notte tarda, è giusto che ci siano anche gli Assessori.
Aggiungo un'altra cosa. Siccome c'è una guida di questa Giunta, chiedo formalmente agli Assessori qui presenti di chiamare il presidente Zaia, che sarebbe ora si facesse vedere affinché seguisse anche lui i lavori del Consiglio e prendesse anche lui parola in merito.
Cari colleghi di minoranza, di maggioranza e Assessori, se il nostro Presidente trova il tempo per andare a presentare libri a destra e a manca in giro per il Veneto, dovrebbe trovare anche il tempo di venire qua in Consiglio a seguire i lavori del Consiglio e anche a dare qualche indicazione di voto direttamente, in modo che si prenda anche lui la responsabilità politica, visto che è lui il capo politico di questa Giunta.

PRESIDENTE

Senza essere troppo pignolo, quando un collega ha parlato sull'ordine dei lavori e poi richiede la parola sull'ordine dei lavori, o è smemorato o... Potete anche spalmare l'ordine dei lavori durante i lavori dell'Aula.
Non per fare il pignolo rompiscatole, ma se mi costringete ad essere particolarmente puntuale e preciso, inizio ad esserlo. Permettetemi, gli interventi ripetuti sono anche un po' ridicoli.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, non per correggerla, ma il mio intervento prima non era sull'ordine dei lavori. Me lo ha detto lei e io mi fido. Se lei mi ha tolto la parola perché non era sull'ordine dei lavori, vuol dire che non era sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Spero che adesso abbia ritarato il suo intervento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Tra l'altro, ci tenevo a intervenire per scusarmi di non essere intervenuto sull'ordine dei lavori. Cosa c'è da ridere? Presidente, torno serio e sarò breve. Ci tenevo a dire, sull'ordine dei lavori, che intanto non è una questione di maggioranza o minoranza, gli altri o non gli altri. Prima o poi nella vita gli altri siamo noi, sempre. Non è che ci sono gli altri... Però, Presidente, io credo...

PRESIDENTE

Collega, sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Io credo, Presidente, che questo modo con cui stiamo impostando i lavori non porterà nulla di buono negli interessi dei cittadini veneti. Bocciare strumentalmente, come una ghigliottina, una serie di emendamenti segna una contrapposizione ideologica che noi rifiutiamo per natura e formazione politica, ma che non fa bene ai cittadini veneti.
Mi scuso per prima, se non sono stato preciso nell'ordine dei lavori, però – non voglio prendere in giro nessuno – era propedeutico e prodromico davvero. Volevo fare il giro largo per arrivare a questo. Probabilmente, Presidente, lei è più avveduto di me, mi ha capito e mi ha fermato. Le faccio i complimenti. Però io resterò qua non solo per imparare da voi, che siete più esperti, ma anche per provare, con le difficoltà delle censure che ci volete mettere, a dare il nostro contributo ai cittadini veneti.

PRESIDENTE

Erika Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Anch'io sull'ordine dei lavori, per la prima volta.
Mi rivolgo a lei, Presidente, perché io sono qui dal 2015 e sinceramente non ho memoria di una seduta sul DEFR in cui non sia stato approvato nemmeno un emendamento delle minoranze. Chiedo ai colleghi che c'erano nella precedente legislatura di smentirmi nel caso non siano andate così le cose.
è la prima tornata, nella storia recente, che ricordo in cui non si approva nemmeno un emendamento delle opposizioni. Mi pare quindi lecito e legittimo l'atteggiamento dei colleghi dell'opposizione che ovviamente, avendo lavorato per giorni, sia loro stessi, noi stessi, che il personale di tutti i Gruppi, vi sia il dovuto rispetto nei nostri confronti; quindi, da parte di quest'Aula anche l'attenzione a valutare ogni singolo emendamento, perché come abbiamo ricordato tutti nei nostri preamboli, sono emendamenti di senso, emendamenti sostanziali. Pochi sono strumentali, forse qualcuno, bisogna un po' ammetterlo, ce ne saranno, ma nella sostanza non credo che in più di 400 emendamenti si possa pensare a una manovra strumentale. Cerchiamo di valutarli nel vero senso della parola, senza mettere ghigliottine, senza preclusioni. Trovo questo atteggiamento molto strano, anomalo, per la prima volta che si verifica in quest'Aula, in una seduta di DEFR così importante per il futuro dei nostri veneti dei prossimi anni, un atteggiamento assolutamente incomprensibile, di cui dovrete dare riscontro e ampia spiegazione ai cittadini che ci stanno osservando.

PRESIDENTE

Chiara Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Sempre sull'ordine dei lavori, Presidente.
L'Ufficio di Presidenza, il mio primo dopo cinque mesi, relativamente a un documento di programmazione così importante è stato abbastanza singolare, nella misura in cui una buona parte degli emendamenti presentati erano emendamenti molto puntuali, che erano già stati discussi anche in parte nelle Commissioni, emendamenti che credo abbiano un ruolo nel migliorare e rafforzare il documento.
Molti di essi non prevedevano investimenti economici, ma erano emendamenti che miravano, come ho spiegato nella correlazione, e come hanno spiegato i colleghi, a rafforzare l'impianto progettuale di prospettiva del DEFR. È quindi tanto più immotivato, questo approccio, e la motivazione ancora di più, anche perché a mio avviso più che strumentali, alcuni di questi emendamenti sono politici, proprio nel senso pieno della parola, e implicano una proposta di visione. Abbiamo visto quelli in ambito scolastico, di istruzione, alcuni sui trasporti sempre relativi alle giovani generazioni. Abbiamo visto quelli relativi alla legalità che riteniamo importante vengano assunti e, anzi, condivisi in una prospettiva di futuro. Lo dico perché è un documento che ci condizionerà nei prossimi anni e credo che sia fondamentale curare al meglio l'impianto programmatico che abbiamo di fronte.
Credo altresì che ciò che è stato proposto sia di profondo buonsenso e sia accoglibile, magari non tutto, magari una parte, magari una parte è condivisibile e una parte no e magari è ulteriormente emendabile o ci si può confrontare, però ritengo che ci debba essere una riflessione condivisa e che se questa non c'è perdiamo tutti, ma perde soprattutto chi sta fuori da quest'Aula e ci guarda lavorare, credo, come dovrebbe essere, con serietà.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sempre sull'ordine dei lavori. Io veramente ho sottoscritto tutti gli emendamenti del Gruppo del Partito Democratico e credo di poter fermamente dire che nessuno di questi è strumentale perché va a supporto e integrazione di quello che voi chiamate aggiornamento e DEFR per quanto riguarda la programmazione della Regione Veneto nel prossimo anno.
In uno di questi emendamenti, tra l'altro, cosa che mi stupisce tantissimo, scrivo che la sanità o comunque i servizi devono essere pubblici – lo dice Zaia tutti i giorni – e viene rigettato. Lo capirei nel momento in cui abbiamo scelte e opinioni diverse, la maggioranza di centrodestra rigetta completamente tutto quello che potrebbe essere diverso dal suo pensiero, ma ci sono dei pensieri che vengono manifestati pubblicamente nelle tv tutti i giorni, dieci volte al giorno, in tutte le conferenze stampa. Lo scriviamo noi, lo rigettate. Io vorrei capire il motivo per il quale rigettate tutti questi emendamenti, perché credo che, all'interno di un Consiglio regionale, la serietà voglia dire analizzare, cercare di capire e poi eventualmente rigettare se queste sono idee diverse, se vanno contro gli obiettivi del vostro programma. Sempre all'interno dell'ordine dei lavori, siccome i DEFR che avete presentato sono sempre molto simili, uguali, quasi tutti gli anni, quello che noi cerchiamo di fare è di migliorare questo programma in modo tale che sia veramente a tutela dei cittadini, sia sotto l'aspetto dei trasporti, della sanità, dell'ambiente. C'è una legge regionale che parla esattamente di consumo di suolo zero, presentiamo degli emendamenti che vanno a favore di questa normativa da voi votata e vengono rigettati.
Io chiedo, veramente, che siano riferiti uno per uno i motivi del diniego di questo accoglimento, perché altrimenti veramente non capisco cosa facciamo qua.
Se è vero che siamo stati tutti eletti all'interno della nostra cornice di partito e quindi dai nostri elettori per portare quello che può essere un contributo nella rappresentanza delle idee di ognuno, sentirmi dire questa sera che tutto è stato rigettato senza alcuna motivazione, all'interno di dichiarazioni anche pubbliche che voi stessi fate nelle varie tv... Ci chiedete sempre: ma noi siamo per la sanità pubblica, mica siamo per il privato. Noi siamo per la cooperazione, mica siamo per. Noi siamo per il trasporto pubblico, certo, gratuito per tutti.
Presentiamo degli emendamenti per fare quello che anche voi dite pubblicamente, perché magari vi siete sbagliati nel fare il DEFR, senza programma, sempre generico, un po' così.
Facciamo in modo di costruire quella che potrebbe essere veramente una programmazione reale e concreta a favore del nostro territorio del Veneto, sulla base anche di quello che voi dichiarate. Non capiamo come mai li avete rigettati così, senza alcuna motivazione.
Proprio come ordine dei lavori chiedo che per ogni emendamento dell'opposizione venga data una motivazione, perché è serietà, è dovere nei confronti dei cittadini siccome abbiamo io credo investito, non perso, investito tanto tempo per leggerci tutto questo programma, riga per riga. Abbiamo anche modificato quelle che potevano essere delle sotto frasi potenziando magari la dicitura e cercando anche di migliorarla. Analizzando tutto quello che è stato scritto e non è stato facile, abbiamo investito veramente tanto tempo, credo che abbiamo il diritto di capire, uno per uno, le motivazioni per le quali i nostri emendamenti non sono stati accolti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Speaker dell'opposizione? Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
Ancora sull'ordine dei lavori, Presidente. Come avrà sentito, tutti i colleghi sono sconcertati, basiti da questo atteggiamento, e lo sono pure io. Mi piacerebbe, però, capire ‒ perché nuovo, alla mia prima legislatura, quindi sono ancora un po' acerbo dal punto di vista del Regolamento ‒ se un atteggiamento di questo tipo sia, dal punto di vista proprio del Regolamento, accettabile. Vorrei interpellare il Legislativo per capire se una chiusura a priori sia accettabile dal punto di vista del Regolamento di quest'Aula.
Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Al netto, ovviamente, che raccolgo tutte le considerazioni dei colleghi e faccio mio anche l'imbarazzo nell'affrontare una discussione che, al netto delle diverse posizioni, ci impedisce, di fatto, la possibilità di esprimere un punto di vista, che poi è la necessità di sostanziare la differenza tra avere una maggioranza bulgara, come si dice, ma non perdere l'occasione di provare a costruire le condizioni per migliorare un testo come questo, mi chiedevo, visto che siamo in una fase di ordine dei lavori, quindi stiamo cercando di capire come organizzare i nostri lavori in questa seduta, ma, in generale, nella sessione di bilancio, se questa modalità di approccio è propedeutica, come direbbe il collega Montanariello, anche alle prossime sedute di bilancio, dove, invece, ovviamente, c'è un'attività di tipo diverso.
Sa, dopo aver lavorato tanto per fare questi emendamenti, uno valuta anche se ha senso proseguire con l'impegno di cui parlavano la collega Ostanel e la collega Bigon oppure svolgere un altro mestiere, stare anche noi, come fa il Presidente, meno qua dentro e più da un'altra parte. Così vediamo se davvero il risultato è migliore, visto che, a quanto pare, il contributo delle minoranze, delle opposizioni, che, comunque, per quanto poco rappresentative del consenso, siedono in quest'Aula per rappresentare un pezzo della società veneta...
Peraltro, faccio notare che sono diversi gli squilibri tra la rappresentanza e il consenso di questo Consiglio regionale. Il consenso dei partiti e delle liste del 2020 è molto diverso da quello del 2023. Giusto, capogruppo Soranzo?
Se non è utile il contributo che diamo, proviamo a darlo in altre forme. È davvero l'umiliazione di un lavoro di gruppo, degli uffici, che non ha davvero alcun senso. Peraltro, su un documento di programmazione. Capisco fosse un documento di bilancio, che determina l'allocazione delle risorse. Ma stiamo parlando del documento di programmazione.

PRESIDENTE

È una domanda a cui sicuramente qualcuno avrà modo di rispondere, eventualmente.
Partiamo con gli emendamenti.
Siamo a pagina 2 del primo faldone.
L'emendamento n. A0104 presentato dalla consigliera Baldin è stato dichiarato inammissibile per estraneità all'argomento. È stato dichiarato inammissibile in Commissione. A me gli uffici hanno trasmesso il parere di inammissibilità, semplice. Passiamo oltre.
Emendamento n. A0105 presentato dalla consigliera Baldin, a pagina 3, quadro macroeconomico, pagina 16, riga 7, aggiuntivo, che prevede:
Dopo le parole: "+5,9% rispetto al 2021."
Aggiungere:
"La scelta di eliminare o fortemente ridurre i bonus edilizi e le cessioni del credito, non potrà non avere forti ripercussioni sulle imprese, sui lavoratori e sulle famiglie e produrrà una inevitabile fortissima contrazione del PIL Veneto."
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie.
Questo è un emendamento per chiedere, in sostanza, di inserire un dato di fatto, una cosa del tutto evidente: la scelta di eliminare o voler ridurre fortemente i bonus edilizi e le cessioni del credito ha causato forti ripercussioni sull'economia, anche locale, quindi anche della nostra Regione.
Andrebbe messa nero su bianco anche questa considerazione. Tanto più che all'interno dello stesso DEFR viene dato atto di questo, quindi anche di una riduzione fortissima. L'edilizia era l'attività che ha permesso una grande ripresa economica, dopo tutto quello che è successo con il Covid, con le varie vicissitudini negative, che hanno comportato un rallentamento. Con i bonus edilizi questo rallentamento è venuto meno. Anzi, c'è stata una ripresa economica, che ha generato un indotto positivo per tante altre attività collegate al settore dell'edilizia.
È stata una scelta, quella di eliminare totalmente i bonus, del tutto scellerata, proprio per una serie di ragioni, prima tra tutte una considerevole perdita delle nostre aziende, una perdita anche occupazionale e di PIL, che ha inciso negativamente proprio sull'economia del Veneto.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno dell'emendamento presentato dalla collega. Indubbiamente, lo strumento dei bonus ha dei limiti e andava rivisto, aggiustato dal punto di vista di alcuni aspetti che hanno creato dei problemi. Però il territorio fa una richiesta molto forte. Credo che questo emendamento dia una lettura corretta di una richiesta del territorio.
Capisco una linea contraria all'impostazione che era stata data dal Governo Conte, che non è apprezzata da questa maggioranza, però qui rischiate di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
Qual è la proposta che si fa, in alternativa a questo strumento, che sul nostro territorio ha creato un'economia importante, il cui arresto improvviso ‒ o improvvido ‒ sta creando problemi forti alle imprese nel settore delle costruzioni, ma anche in tutti i settori collegati (l'industria manifatturiera e tutti i fornitori che in questo momento sono in forte difficoltà)?
Non riesco a darmi una motivazione per un rifiuto aprioristico di un emendamento di questo tipo, sapendo che ci sono famiglie che oggi sono in difficoltà per questo cambio repentino che il Governo Meloni ha voluto imporre alla gestione dei bonus edilizi.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0105. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo al quadro 3.
Emendamento n. A0051 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 5, pagina 33, riga 12, modificativo, che prevede:
A p. 33, al Paragrafo "l. Equilibrio dei bilanci regionali e concorso alla finanza pubblica", alla riga 12 della pagina dopo le parole "Per il Veneto, gli importi tagliati e da recuperare ammontano a 359 milioni nel 2011 (403 milioni a decorrere dal 2012).", aggiungere le parole "Anche per questo, non appare più procrastinabile una rimodulazione dell'addizionale regionale IRPEF, che chieda un contributo maggiore ai redditi più alti, al fine di incamerare risorse che permettano di mettere in atto politiche regionali di sostegno concreto, in termini di nuovi e migliori servizi, ai nostri concittadini, investendo al contempo per un rilancio di diversi settori della nostra economia".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo all'assessore Calzavara perché, negli ultimi anni, sul tema dell'addizionale IRPEF abbiamo discusso parecchio in quest'Aula. Tra l'altro, ricordo, quando c'era un clima diverso, forse in quest'Aula avevamo discusso anche nel merito. Il primo anno avevamo ragionato sul fatto che si potesse fare un approfondimento e uno studio. L'anno scorso c'era stata l'apertura, sembrava, da parte del Presidente. Poi c'era stato un dietrofront. Avevamo discusso in Aula parecchio, anche con degli emendamenti diversi, con delle proposte a scaglioni diversi, che avevamo fatto come minoranze. Chi interveniva con una certa percentuale e chi con un'altra.
Lei mi potrebbe rispondere: mettere le mani in tasca ai veneti, in particolare in un momento di questo tipo... Siamo la Regione tax free. Ascolterò volentieri il parere.
Il motivo per cui lo mettevo era proprio perché in questo DEFR, soprattutto nelle prime pagine, si parla degli equilibri di bilancio. Stiamo parlando di un taglio importante da parte dello Stato. Stiamo vedendo le conseguenze sugli Enti locali. Stiamo vedendo tanti Enti locali che, loro malgrado, devono portare avanti un'iniziativa, che è quella di rimodulare l'IRPEF nei Comuni, come stanno facendo alcuni Comuni, perché non riescono più a sottostare ai tagli della spesa pubblica che sono stati fatti da questo Governo.
Quello che io farei, dal punto di vista politico, non è lavarmene le mani, in virtù del fatto che il presidente Zaia non vuole pubblicamente ammettere che questa manovra è necessaria. Penso che, invece, tanti membri della Giunta possano beneficiare ‒ non solo i membri della Giunta, ma soprattutto i cittadini ‒ di una possibilità di questo tipo.
Faccio alcuni esempi. Se noi facessimo solo un punto e mezzo per i redditi sopra i 50.000 euro l'anno... Ricordo che sarebbe, per una partita IVA forfettaria, fino a 85.000 euro, un netto al mese di 5.000 euro. Parlo di un netto al mese. Questa persona potrebbe contribuire con circa 60 euro mensili, avendo una percentuale dell'1,5. Quello che darebbe in cambio a questa Regione, facendo i calcoli su un file attuale, cioè aggiornato rispetto a quello dell'anno scorso, sarebbe avere dai 110 ai 115 milioni di euro, per questa Regione, che potrebbero coprire i 100 milioni sulle RSA (almeno dalla stampa raccolgo questo come dato di necessità), circa 10-15 milioni per le giovani donne, per aiutarle a fare impresa, guardando i dati e facendo vedere quello che manca, coprire tutte le borse di studio agli idonei non beneficiari (mancano 10 milioni all'appello), avere per i posti di asilo nido un abbassamento della retta, per metterla a livello nazionale (quindi non più i 50 euro in più al mese che paga un cittadino veneto).
Con circa 120-150 milioni, stimati da me, ma sui dati che ci sono stati forniti dalle ATER, metteremmo a posto in cinque anni tutta l'edilizia residenziale pubblica che ci manca e, più o meno, possiamo investire per il TPL, per il biglietto unico gratuito per i giovani tra i 14 e i 18 anni, che sono circa 230.000 in Veneto.
Una contromanovra che, con un'addizionale IRPEF dell'importo di cui prima vi parlavo, permetterebbe di fare tutte le cose che io credo in questa Regione abbiano bisogno di essere fatte.
In questo DEFR credo che bisognerebbe avere il coraggio di inserire questa possibilità.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo è il primo di una serie di emendamenti legati al tema fiscale che la collega Ostanel presenta. Credo sia un tema centrale, proprio nella politica legata all'autonomia della nostra Regione. Una gestione attenta del prelievo fiscale in relazione all'effetto redistributivo che può avere è indispensabile per una società giusta.
La proposta che andava a fare, di redistribuzione delle aliquote, credo sia assolutamente condivisibile. Respingerla a priori, senza un confronto, senza una motivazione, senza comprendere perché non ripensare e non mettere mano a questo strumento, che è uno degli strumenti importanti dell'autonomia regionale, sembra veramente poco condivisibile.
Credo che, invece, sia necessario ed auspicabile avere il coraggio di mettere mano anche a questa leva, se vogliamo dare risposte a quelli che sono i bisogni che stanno crescendo nella nostra società. La fascia di popolazione cosiddetta "fragile" ha dei bisogni che crescono. Sta invecchiando la popolazione, c'è una difficoltà delle famiglie, alla luce di un'inflazione che nell'ultimo anno e mezzo è stata veramente enorme. Sono rimasti fermi gli stipendi, ma abbiamo avuto un 2022 e una prima parte del 2023 in cui hanno alzato di più del 15% i prezzi, mediamente. Vuol dire che si è perso il 15% della capacità d'acquisto. Intervenire e cercare di dare risposte alle famiglie che sono in difficoltà credo sia indispensabile.
Dispiace sapere del parere negativo su questo emendamento. Mi auguro che presto ci sia un ripensamento da parte della Giunta.

PRESIDENTE

Correlatore, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Intervengo anch'io a sostegno dell'emendamento della collega Ostanel, che riporta l'attenzione sul tema di cui parlavamo anche all'inizio, di una Regione tax free, di una Regione che non mette le mani in tasca ai veneti, ma che, in realtà, non ha le risorse per garantire i servizi essenziali ai bisogni, in particolar modo delle fragilità.
Il conto che ha fatto la consigliera Ostanel è un conto molto preciso, che riguarda redditi alti e che, dunque, credo, non dovrebbe spaventare nel pensare a come si può organizzare una tassa, vorrei dire "di scopo", se la utilizziamo in particolar modo per il sociosanitario. Potrebbe diventare lo strumento davvero attraverso il quale aumentare quei posti letto, che chiedeva la collega Bigon, in Neuropsichiatria infantile. Potrebbe diventare lo strumento attraverso il quale aumentare le impegnative di cura di residenzialità, che oggi scarseggiano, per non dire che sono finite. Potrebbe essere lo strumento che ci permette di ridisegnare un sistema sociosanitario in grossissima difficoltà.
Credo che, una volta stabilito quanto, in realtà, questa Regione non sia per nulla tax free... Lo diciamo ogniqualvolta ci dobbiamo curare nel privato per avere una visita in tempi dignitosi, ogniqualvolta percorriamo la superstrada Pedemontana Veneta e vediamo quanto costa il pedaggio, ogni volta che facciamo i conti con la situazione degli Enti locali, che sono costretti ad aumentare per conto proprio le tasse ai propri concittadini. Sappiamo che non è una Regione tax free. Tanto più ammetterlo, prenderne consapevolezza e vedere come si può risolvere il problema, poiché la coperta è sempre quella, potrebbe essere di grande aiuto ai veneti.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buonasera a tutti.
Intervengo su questo emendamento perché mi dà modo di confermare la volontà da parte della Giunta, del presidente Zaia di non applicare l'addizionale nel bilancio 2024. Motiva anche molti dei dinieghi che sono stati dati in questa prima tranche di emendamenti, dove si chiedeva aumento di spesa, non essendoci disponibilità finanziarie, perché non applichiamo l'addizionale IRPEF, e non sarà oggetto di discussione, se non all'interno del DEFR, la motivazione del "no" a questo emendamento. È chiara la volontà di continuare, dopo 14 anni, a mantenere questa idea di un Veneto che non tassa i veneti.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0051. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione 1. Emendamento n. A0109 presentato dalla consigliera Baldin, comma 1, pagina 94, riga 13, modificativo, che prevede:
Dopo le parole
'responsabilità dei territori'
Sono aggiunte le parole:
', favorendo un processo che preveda anche l'autonomia fiscale dei comuni e non solo delle regioni.'
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo è un emendamento del tutto sensato perché appunto si vuole dare rilevanza all'autonomia fiscale dei Comuni e non solo delle Regioni. Non siamo la Regione dell'autonomia? Perché questo deve valere solo per la Regione e non anche per i Comuni? Io credo sia del tutto condivisibile anche da parte della Lega che ne ha fatto una bandiera, altrimenti dovremmo andarlo a spiegare ai singoli Comuni targati anche Lega questo motivo, questo diniego che vedo del tutto insensato. Chiedo quindi che vi sia una completa unanimità perché è evidente che non può essere diversamente.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno dell'emendamento della collega perché fare noi gli autonomisti in quest'Aula è una cosa che ci sembra un po' strana, però ci tocca farlo. Ci tocca farlo perché l'interpretazione di questo emendamento è proprio quella di dare maggior potere ai Comuni nella loro capacità di imposizione fiscale. Quando vediamo una forte richiesta di autonomia verso l'alto, e quindi dalla Regione verso lo Stato, e non riusciamo a mettere in atto invece dei meccanismi di autonomia verso il basso, allora c'è qualcosa che scricchiola.
Per cui la richiesta è veramente quella di accettare questo emendamento. Assessore Calzavara, qui non c'è nessun aumento di spesa, quindi non c'è ragione di respingerlo a priori. Qui non si tratta di chiedere di più alla Regione, ma si tratta di gestire meglio. Questa è la ragione per cui ci sentiamo di chiedere l'approvazione di questo emendamento. Ce ne sono degli altri in seguito che hanno una filosofia simile. Io veramente invito la maggioranza a farci un pensiero. I territori chiedono questo livello di autonomia. Se è un'autonomia intelligente è un'autonomia che condividiamo, però una chiusura a priori veramente penso sia difficile che voi la possiate spiegare a coloro che sono andati a votare al famoso referendum e che hanno chiesto. È una richiesta condivisa dai Sindaci, peraltro, perché credo che molti dei Sindaci siano d'accordo nel contenuto di questo emendamento.
Pertanto, se rimane la risposta negativa, ci piacerebbe conoscerne le ragioni.

PRESIDENTE

Correlatore, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Chiedo anch'io i motivi, proprio perché questo emendamento non fa altro che estendere un principio che la maggioranza difende da decenni; da un decennio ci sentiamo dire quanto l'autonomia sia strumento essenziale per condurre le politiche di questa Regione e non solo.
Adesso che viene presentato un emendamento che chiede di favorire l'allargamento e il riconoscimento di un ulteriore rafforzamento delle Autonomie locali, ci viene detto di no, viene detto di no alla presentatrice.
Peraltro, come si diceva con la collega Ostanel, moltissimi degli emendamenti bocciati sono emendamenti che non hanno impegni di spesa. Sono emendamenti, come dicevo prima, progettuali e programmatici, proprio coerenti con lo spirito di questo documento di programmazione.
Crediamo quindi che sia fondamentale una rivalutazione e soprattutto chiediamo di capire perché non si possa favorire un'autonomia fiscale dei Comuni che ne hanno estrema necessità, anche per mettere a terra quella progettazione che progressivamente ridimensionata, rimodulata e tagliata col PNRR, ricade completamente sulle loro spalle o sicuramente in maggior parte rispetto a quanto era prima.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0109. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Deve chiedere la parola? Certo, lo ha fatto fino a qualche minuto fa.
Prego, Montanariello, sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sull'ordine dei lavori – adesso sono molto serio – mi ponevo una suspicione. Credo possa essere prolegomeno anche per tutto il Consiglio. Siccome noi abbiamo chiesto più volte il perché c'è il diniego degli emendamenti, siccome sono emendamenti che hanno anche un impianto attraverso il quale dopo si è sviluppata un'intera manovra emendativa, chiedo perlomeno su quelli principe, dove si sviluppa il concetto, di conoscere... Credo che sia da Regolamento, Presidente, e anche nostro diritto e nostra facoltà, ripeto, possa essere prolegomeno anche per il corso dei lavori capire i motivi del diniego sull'emendamento.
Per l'ordine dei lavori, ci potete dire no e basta o l'Assessore ci deve spiegare il motivo per cui l'emendamento non viene accolto?

PRESIDENTE

Probabilmente, quando c'è la motivazione la si comunica. Lo ha appena dimostrato l'assessore Calzavara, che ha chiesto la parola e ha spiegato. Probabilmente ci sono emendamenti su cui la Giunta è disponibile a spiegare e altri no. È appena successo.
Non direi che è un metodo di lavoro che è il caso di instaurare, mi permetto. La Giunta risponde se vuole rispondere. Se non vuole rispondere, non risponde. Non è che posso costringere la Giunta a rispondere. Scusatemi.
Pagina 8, emendamento n. A0206, Camani ed altri.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Era sull'ordine dei lavori precedente, Presidente. Lei dice che è un metodo di lavoro che non le piace...

PRESIDENTE

Chiedere l'accantonamento perché la Giunta non risponde: non è previsto da nessuna parte che la Giunta deve rispondere. La Giunta, se vuole risponde...

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Però è una prerogativa dei Consiglieri chiedere l'accantonamento.
Per cui, ne chiediamo l'accantonamento.

PRESIDENTE

Non è previsto. Permettetemi.
Emendamento n. A0206, pagina 8, presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Zanoni, Montanariello, Luisetto e Zottis, Missione 01, pagina 94, riga 13, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "responsabilità dei territori" aggiungere il seguente capoverso:
"Poiché la possibilità di ottenere l'attribuzione di ulteriori forme di autonomia, come prevista dalla riforma costituzionale del 2001, riguarda direttamente i delicati equilibri dell'architettura istituzionale, la Regione, al fine di costruire il più ampio consenso attorno ad essa, sia politico che territoriale, intende avanzare proposte concrete che garantiscano la tenuta complessiva del sistema, abbandonando la retorica secessionista, culminata con la richiesta di referendum per l'indipendenza del Veneto del 2014, e rimuovendo tutte quelle posizioni che hanno alimentato continui richiami verso derive indipendentiste e isolazioniste."
Non vedo interventi.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento piuttosto corposo, che fa riferimento alla responsabilità dei territori nei servizi istituzionali generali e di gestione. Fa riferimento all'autonomia, tema caro a questa maggioranza, e va a fare semplicemente delle specificazioni. Non c'è aumento di spesa, non è un emendamento che possa preoccupare l'assessore Calzavara, ma può preoccupare il nostro Legislativo, perché va a specificare come la modalità, l'attribuzione di ulteriori forme di autonomia, prevista dalla riforma costituzionale del 2001, riguardi direttamente gli equilibri dell'architettura istituzionale. "Al fine di costruire il più ampio consenso intorno ad essa, sia politico che territoriale, intende avanzare proposte concrete che garantiscano la tenuta complessiva del sistema – e qui viene la parte importante, credo, di questo emendamento – abbandonando la retorica secessionista culminata con la richiesta di referendum per l'indipendenza del Veneto del 2014, e rimuovendo tutte quelle posizioni che hanno alimentato continui richiami verso derive indipendentiste e isolazioniste".
Io credo che questa specificazione sia una specificazione importante, perché va a riportare nell'alveo della costituzionalità la richiesta di autonomia che questa Regione ha fatto. Per cui era una specificazione che io credo fosse nell'interesse di chi ha realmente a cuore l'autonomia e non nel disinteresse, come invece sembra di capire dall'atteggiamento di quest'Aula.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

L'ha già spiegato benissimo, però volevo sentire se la Giunta poteva avere la disponibilità a spiegarci le ragioni del parere contrario.

PRESIDENTE

La guerra chimica spero non faccia parte delle modalità di lavoro.
Non vedo altre richieste di intervento o spiegazione.
Metto in votazione l'emendamento n. A0206. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0207 presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Zanoni, Montanariello, Luisetto, Zottis, Missione 01, pagina 94, riga 16, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" sostituire le parole: "statali, in particolare con il Governo e il Parlamento; a tal fine, specifica attenzione sarà prestata" con le parole: "prestando specifica attenzione" e dopo le parole: "della Costituzione" aggiungere il seguente capoverso:
"In particolare, oltre al dialogo con Governo e Parlamento, la Regione si concentrerà, coinvolgendo l'organo consiliare, luogo centrale e cruciale in questa fase di confronto, nella definizione dell'ambito di intervento delle future intese, alla luce dell'attuale contesto e considerato il superamento delle richieste avanzate nel 2017, riprendendo la discussione attorno a proposte credibili che riguardino funzioni particolari che, in termini di sussidiarietà, economicità e adeguatezza, possano essere più efficacemente gestite a livello territoriale, enti locali compresi. Questo anche al fine, in termini di leale collaborazione, di evitare di perdere ulteriormente tempo attorno alla richiesta di competenze, come ad esempio la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia, che è più opportuno che rimangano in capo allo Stato in qualità di garante degli interessi comuni e della sicurezza nazionale."
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Anche questo emendamento credo che sia importante portarlo all'attenzione dell'Aula...

PRESIDENTE

Chiedo a tutti i colleghi, per favore, di fare silenzio. Lasciamo parlare chi ha chiesto di intervenire. Grazie. Prego, collega.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

La ringrazio, Presidente. Apprezzo molto questo suo atteggiamento di protezione nei confronti di chi sta parlando in Aula.
Però, io chiedo l'attenzione dei colleghi, perché questo emendamento intende restituire dignità all'organo istituzionale che rappresentiamo. Io credo che questo non sia l'interesse della minoranza, che non sia l'interesse di una parte. Questo è l'interesse di questo organo istituzionale che rappresentiamo, perché l'aggiunta che propone questo emendamento dice: "in particolare, oltre al dialogo con il Governo e il Parlamento, la Regione si concentrerà coinvolgendo l'organo consiliare, luogo centrale e cruciale di questa fase di confronto nella definizione dell'ambito di intervento delle future intese alla luce dell'attuale contesto".
Ridare centralità io credo che sia veramente una cosa importante. Io sono orgoglioso di rappresentare questo Consiglio, sono orgoglioso di rappresentare dei cittadini del Veneto, ma credo che quella tendenza, che non c'è solo nel Consiglio regionale del Veneto, c'è in tanti organi di rappresentanza, in cui l'Esecutivo si impone sull'organo legislativo credo che debba essere contenuta, quantomeno per quanto possibile.
Vorrei stuzzicare l'orgoglio dei colleghi di maggioranza perché accettino questo emendamento che va nella direzione di dare loro le prerogative che a loro spettano. Per cui la richiesta credo che sia chiara. L'intendimento di questo emendamento è nell'interesse non di una parte politica, è nell'interesse dell'organo che rappresentiamo e io credo che dobbiamo difenderlo sempre e comunque avendone rispetto. Respingere questo atteggiamento significa, secondo me, non avere rispetto della dignità di questo Consiglio.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sul Regolamento, Presidente, soltanto perché...

PRESIDENTE

Non ho capito l'inizio.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sul Regolamento, perché di questo emendamento ricordo bene la spiegazione che ci ha dato l'Assessore in Commissione per il diniego. Siccome secondo me, se lo modifico, riesco a superare la difficoltà, chiedo l'accantonamento per presentare una riformulazione.

PRESIDENTE

Giunta? Relatore?
Mi pare che non venga accolta questa possibilità.
Ripeto, collega Camani, l'accantonamento era un metodo di lavoro che trovava modo e modalità in tempi di tranquillità di discussione. Mi pare che in questo momento la cosa sia sinceramente superflua.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lei ha chiesto alla Giunta se io posso riformulare un emendamento? Guardi che...

PRESIDENTE

Ho chiesto alla Giunta se ritenesse possibile un'apertura su questa cosa. Se la Giunta non mi dà cenni di assenso l'accantonamento non avviene, semplice.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non sa neanche come lo voglio riformulare. Lei mi sta limitando nella mia possibilità di riformulare l'emendamento? Adesso stiamo veramente esagerando. Io non posso riformulare un mio emendamento perché la Giunta a priori dice che qualunque sia la mia riformulazione comunque... Io posso anche avere il diritto di riformulare l'emendamento e farmelo bocciare.
Adesso c'è un limite ad ogni possibilità di arroganza e di prepotenza.

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori perché effettivamente io non capisco e non comprendo, ma nemmeno può essere più giustificabile un atteggiamento così. Da una parte viene negata la possibilità di riformulare un emendamento, dall'altra viene negata la possibilità dell'accantonamento, a detta del Presidente, per modalità che non sono consone all'attuale svolgimento del Consiglio regionale.
Io mi chiedo: questo è previsto o no dal Regolamento? Lo chiedo al Segretario. Perché non è questione di modalità o meno, è questione anche di regolarità.
Noi chiediamo l'accantonamento perché di fatto non abbiamo la presenza della Giunta nel dare risposta alle motivazioni per le quali non vengono accolti i nostri lavori.
Noi abbiamo lavorato mesi. Abbiamo lavorato giorni e mesi interi su questo DEFR, cercando di migliorarlo. Pretendiamo e vogliamo anche delle risposte sul rigetto di questi emendamenti che proponiamo perché, ripeto, e l'ho detto anche prima, se questo va contro quelli che sono i vostri obiettivi, le vostre idee e il vostro ordinamento, ci mancherebbe, è completamente diverso dal nostro, posso anche capirlo. Ma se sono cose che vanno ad integrazione di un DEFR, all'interno di una tutela che è in sinergia tra minoranza e maggioranza, quantomeno, la motivazione del diniego io credo che sia non solo doverosa, ma anche corretta nel regolare svolgimento di un processo che viene fatto all'interno di un Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, sull'emendamento?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiedo se stiamo rispettando il comma 7 dell'articolo 102, appunto, sulle proposte di modifica degli emendamenti. Comma 7, articolo 102 "Facoltà del Presidente".

PRESIDENTE

Gli uffici mi hanno detto di sì.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Siamo sicuri?

PRESIDENTE

Prima gli uffici, quando ho chiesto e stavamo discutendo, mi hanno detto di sì.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, perché io leggo: "È sempre fatta salva la facoltà del Presidente – quindi è lei che ci deve dire di no, non è che non si può, lei ci dice di no e noi facciamo – di accettare fino al momento della votazione parziali e limitate riformulazioni degli emendamenti proposti dai relatori o dalla Giunta e accettate dai Consiglieri proponenti degli emendamenti. In questo caso è posta ai voti solo la parte riformulata".
Se adesso la proponente dell'emendamento chiede di voler...

PRESIDENTE

Quando prima ho chiesto alla Giunta se c'era questo tipo di disponibilità e non ho avuto cenni di consenso, ho risposto. Semplice.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, Presidente. Lei decide, non la Giunta.
Se lei ci dice no, ci va bene. Però ci dica no.

PRESIDENTE

Se io vedo che la Giunta non è disponibile a cogliere opportunità di modifica, è inutile che iniziamo questo tipo di percorso.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi non voglio intavolare questioni con lei, però è sempre fatta salva la facoltà del Presidente. Quindi, decide lei o i Consiglieri che votano contro, non la Giunta.

PRESIDENTE

Io faccio una modifica all'emendamento se vedo che la possibilità di approvare l'emendamento c'è. Se non c'è, non la faccio.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Quindi, il suo "no" è perché si è confrontato con lo sguardo?

PRESIDENTE

Non con lo sguardo. Ho chiesto. Non ho visto cenni di assenso e ho detto: "Si va avanti".

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Va bene, Presidente. Grazie del chiarimento.

PRESIDENTE

Grazie a lei.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ci tenevo a chiarirla perché va a finire che sembra che la Giunta... Invece, il Presidente, fatta sintesi della Giunta che...

PRESIDENTE

Se vedo un cenno di assenso, do seguito alla cosa. Se non lo vedo, non lo faccio.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Bastava spiegarcelo, Presidente.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, correlatrice, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Intanto, forse è opportuno fare una riflessione riguardo alla convocazione della Giunta per il Regolamento rispetto al punto, come mi suggerivano le colleghe.
Torno un attimo sul punto, sul contenuto dell'emendamento. Credo sia davvero importante ragionare sul fatto che in particolar modo la prima parte di questo emendamento sottolinea il ruolo centrale del Consiglio. Se nella seconda parte c'è un esempio specifico, che credo la presentatrice fosse disponibile anche a modificare, come ci aveva anticipato, la prima parte, che è il nocciolo vero e proprio dell'emendamento, può essere davvero uno strumento utile a tutta l'Aula.
Chiedo quindi che venga riconsiderato, almeno in parte, l'affrontare e l'approvare questo aspetto, vista anche la disponibilità della presentatrice di modificare.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori, Presidente. Poiché non mi convince l'interpretazione che la Giunta può addirittura decidere e limitare la facoltà di un Consigliere di modificare una propria proposta emendativa, ai sensi dell'articolo 20, comma 2, chiedo la convocazione immediata della Giunta per il Regolamento.

PRESIDENTE

Stiamo discutendo un documento importante. Penso che dobbiamo proseguire i lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, quindi lei sta esercitando la funzione per cui decide di negare la convocazione della Giunta per il Regolamento?

PRESIDENTE

Sì, perché siamo assolutamente nel pieno dei lavori di seduta, in un documento importante. Proseguiamo questi lavori.
Mi sembra che il lavoro fatto in Commissione, emendamento per emendamento, avesse già tracciato una linea e un percorso, anche con eventuali possibilità di modifica che la Giunta in quella sede poteva valutare. Se non le ha valutate in quella sede e se non le ha rivalutate in questa sede, è inutile ‒ ripeto ‒ che andiamo a chiedere accantonamenti o modifiche di emendamenti.
Siamo sull'emendamento n. A0207.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0207. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0052 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 94, riga 21, modificativo, che prevede:
A p. 96, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", alla riga 23 della pagina, dopo le parole "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione".", aggiungere le parole "In particolare, in coerenza con l'obiettivo di massimo decentramento verso gli Enti più prossimi alle esigenze delle persone, le funzioni amministrative che saranno attribuite alla Regione in base all'intesa finale saranno quanto più possibile attribuite ai ·comuni e, in seconda battuta, alle Province e Città metropolitane della Regione, in conformità all'articolo 118 della Costituzione, contestualmente alle relative risorse".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento per dire che in coerenza con l'obiettivo massimo di decentramento verso gli Enti più prossimi alle esigenze delle persone, le funzioni amministrative che saranno attribuite alla Regione in base all'intesa finale saranno quanto più possibile attribuite ai Comuni, e in seconda battuta alle Province e Città metropolitane della Regione, in conformità all'articolo 118 della Costituzione, e contestualmente alle relative risorse.
Significa che il progetto dell'autonomia come più spesso discusso in quest'Aula, e io credevo anche con l'approvazione da parte di questa Giunta, fosse di non di pensare a un'autonomia che riporta la centralità all'interno della Regione, quindi a Venezia, ma che cerca di delegare e dare potere ai Comuni in base all'articolo 118 della nostra Costituzione con il tema della sussidiarietà, per mettere davvero al centro del progetto dell'autonomia i Comuni, le Città metropolitane, le Province, anche nella loro riformulazione eventuale.
L'emendamento, quindi, cerca di andare in continuità con quello che è scritto nel DEFR, ma cerca di potenziare il decentramento verso gli Enti più prossimi ai cittadini. Credevo che questo fosse anche qualcosa che sta nello spirito del progetto dell'autonomia della Lega.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è simile a uno precedente che abbiamo già visto, e altrettanto importante.
I Comuni sono il fulcro dell'autonomia. Non riconoscere quello che ha appena richiesto la collega Ostanel credo che sia veramente in direzione ortogonale rispetto alla politica di richiesta dell'autonomia di questa maggioranza, per cui una volta di più risulta incomprensibile questo atteggiamento ostativo nei confronti del miglioramento del testo che abbiamo cercato di attuare anche cercando di interpretare quelle che sono le esigenze da parte degli amministratori locali che sentiamo con frequenza e che ci riportano delle richieste. Per cui, mi sento di sottoscrivere questo emendamento, e ancora una volta, di chiedere ragione dell'eventuale parere negativo, perché siamo disorientati di fronte a questo atteggiamento. Quando chiediamo delle cose che ritenevamo più vicine alla sensibilità della maggioranza, addirittura, che alla nostra, vederle negare è veramente qualcosa che non sappiamo motivare. Se venisse un chiarimento come quello del fatto che non ci sono soldi, per cui ogni emendamento che chiede ulteriori elementi di spesa viene respinto, quella è una motivazione che possiamo accettare. Ma dove non ci sia un incremento di spesa e il respingimento è parimenti deciso e immotivato, questo per noi è incomprensibile.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0052. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0110 presentato dalla consigliera Baldin, Missione 01, comma 1, pagina 94, riga 22, modificativo, che prevede:
Dopo le parole: 'D.Lgs. 68/2011'
Sono aggiunte le parole: 'abbandonando definitivamente l'idea di ottenere l'attribuzione del 90% del gettito fiscale, come previsto dall'articolo 2 comma 1 della Deliberazione del Consiglio Regionale del Veneto 15.11.2017 n. 155.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento per inserire all'interno del DEFR l'abbandono definitivo dell'idea di attribuzione del 90% del gettito fiscale, come previsto da un articolo della delibera del Consiglio regionale 15.11.2017, n. 155. Questo anche per dare diciamo risalto al fatto che questa non è una maggioranza monocolore. Ci sono anche altre forze politiche rappresentate all'interno della maggioranza di questo Consiglio regionale che potrebbero non pensarla in questa maniera. Mi pare evidente che da parte di una parte quantomeno importante di questa maggioranza non si ritenga utile e fattibile questa previsione, ovvero del 90% del gettito fiscale da trattenersi in Veneto. Era un'idea che era valsa a qualcuno per farsi propaganda, per ottenere il massimo da quel famoso referendum popolare votato a larga maggioranza dei veneti, lo sappiamo, ma sicuramente ha giocato un ruolo fondamentale anche per un certo consenso elettorale che poi si è visto nei fatti.
Dobbiamo prendere atto che le cose sono cambiate, che dalle parole del presidente Zaia il 90% del gettito fiscale è scomparso e credo che, con una certa sicurezza, che anche da parte di una parte della maggioranza stessa non vi sia condivisione su quella che era la proposta iniziale da parte del presidente Zaia. Per cui, per coerenza e rispetto verso quella parte politica rappresentata in questo Consiglio regionale, si chiede di espungere la previsione del 90% del gettito fiscale.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Effettivamente l'ha ben illustrato la collega Baldin. Questa specificazione richiesta da questo emendamento credo sia assolutamente ragionevole e condivisibile.
Ricondurre a ragionevolezza le richieste sulla normativa fiscale regionale credo che sia assolutamente una cosa condivisa da tutti. Per cui credo che sia una specificazione che ha una sua motivazione. Una motivazione che penso l'Aula possa condividere e per quale ragione, quindi, dire di no?
Dire di no significa avere una posizione contraria a quello che è contenuto in questo emendamento. Allora, se c'è una posizione contraria a quello che è contenuto in questo emendamento, lo si dica chiaramente, perché io credo che sennò ci sia una posizione di latitanza che non credo faccia bene alla dignità di questo organo legislativo.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0110. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0111 presentato dalla consigliera Baldin, Missione 01, pagina 94, riga 23-24, modificativo, che prevede:
Dopo le parole
'autonomia finanziaria regionale'
Sono aggiunte le parole:
'e comunale'.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0111.Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0208 presentato dai Camani Bigon, Zanoni, Montanariello, Luisetto, Zottis, Missione 01, pagina 94, riga 25, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "e della Banca dati fiscale (FISCALDATA)" aggiungere il seguente capoverso:
"'Questa attività sarà realizzata come contributo, sapendo che le modalità dei meccanismi di trasferimento delle risorse finanziarie, strumentali e umane necessarie all'esercizio delle eventuali ulteriori funzioni attribuite alle Regioni dovranno essere definiti in sede nazionale, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 119 della Costituzione, al fine di garantire in ogni caso gli equilibri di finanza pubblica nazionale e la tenuta del sistema Paese."
Non vedo richieste di intervento.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Presidente, lei è velocissimo. È più veloce del sistema informatico e questo ci mette in difficoltà, perché non abbiamo la possibilità di prendere la parola.

PRESIDENTE

Anche io ho dubbi sul sistema informatico.
Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

È più veloce della luce, come si vorrebbe dire, se gli elettroni sono quelli che fanno funzionare i nostri sistemi informatici, e mi congratulo con lei per questo. Però ci lasci intervenire su questo emendamento che è stato presentato e che credo sia un emendamento importante perché fa riferimento alle modalità con cui questo... Adesso glielo spiego. Lo dirò in parte con parole mie, in parte con le parole dell'emendamento stesso, perché il dubbio che mi sorge è che alcuni colleghi dell'Aula non l'abbiano letto, per cui ve lo leggerò. Per fugare il dubbio che qualcuno non l'abbia letto, lo leggerò.
"Nella missione "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole "e della banca dati fiscale (FISCALDATA)" si propone di aggiungere il seguente capoverso: "Questa attività sarà realizzata come contributo, sapendo che le modalità e i meccanismi di trasferimento delle risorse finanziarie, strumentali ed umane necessarie all'esercizio delle eventuali ulteriori funzioni attribuite alle Regioni, dovranno essere definiti in sede nazionale, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 119 della Costituzione, al fine di garantire in ogni caso gli equilibri di finanza pubblica nazionale e la tenuta del sistema Paese".
Credo che gli amici di Fratelli d'Italia condividano la nostra specificazione. Li invito a votare con noi positivamente questo emendamento.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori, Presidente.
Volevo chiedere se le tempistiche previste dall'articolo 106, comma 2, fanno parte del monte ore, qualora uno lo eserciti, o sono minuti aggiuntivi.

PRESIDENTE

Lo guardiamo dopo. Intanto andiamo avanti con l'emendamento. Poi le do una risposta.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

È importante, perché in questo caso la collega Camani può ravvedersi su questo emendamento.

PRESIDENTE

Articolo 106, comma 2. Segretario, deve stare attento.
No, non è la fattispecie.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Quindi, quei due minuti, se uno ritira...

PRESIDENTE

No.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, come vede, la seduta odierna serve anche per documentarci sul Regolamento. Noi dobbiamo sempre fare tesoro di quello che viene.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0208. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0209, pagina 14, presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Zanoni, Montanariello e Luisetto, Missione 01, pagina 95, riga 9, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "gli organi giurisdizionali e di controllo" aggiungere il seguente capoverso:
"Particolare attenzione sarà prestata ad assicurare una maggior trasparenza e condivisione dell'azione dell'esecutivo rispetto al Consiglio regionale e alle sue proprie competenze e prerogative in termini di vigilanza e controllo, con un maggior impegno, in riferimento agli atti di sindacato ispettivo, a fornire le risposte richieste nei tempi previsti dal vigente Regolamento."
Qualcuno del sistema informatico aiuti la collega Camani.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Presidente, faccia accelerare il sistema informatico.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.
Lasciate parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente, Presidente, per dire che con questo emendamento chiedo semplicemente che la Giunta, con maggiore impegno, risponda alle interrogazioni dei Consiglieri, sulla base della tempistica prevista dal Regolamento.
Adesso, che la Giunta mi dia parere contrario nel momento in cui io chiedo alla Giunta di rispondermi nella tempistica prevista dal Regolamento, fa sorridere, ma ci sta. Ma che il Consiglio regionale sia d'accordo con la Giunta è davvero un assurdo logico che dimostra che questi "no" sono "no" strumentali, e che non servono a niente, perché a noi che approviate o non approviate un emendamento al DEFR, secondo voi, cambia veramente qualcosa? Voi pensate che sul piano politico, se approvate questo emendamento, domani ho nove colonne sui giornali che dicono "è approvato l'emendamento"? No.
Quindi, non ci state facendo nessun danno, se non il fatto di costringerci a stare qua. Lo capisco se ci negate emendamenti strumentali, polemici, che servono per innescare il dibattito, ma quando voi dite di "no" al buonsenso, state dicendo "no" al buonsenso.
Quando i Consiglieri regionali, senza nulla dire, accettano che la Giunta dica che non vuole rispondere alle nostre interrogazioni, nei tempi previsti dal Regolamento, è ancora più grave, perché vuol dire che non solo non abbiamo letto tutti gli emendamenti, come diceva il consigliere Lorenzoni, ma che davvero siamo qua, siete qua per schiacciare un bottone e basta, anche quando quel bottone va contro le prerogative di tutti i Consiglieri.
Credo sia davvero una delle pagine più brutte della storia del Consiglio regionale del Veneto.

PRESIDENTE

Su questo emendamento non ci sono più interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0209, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0053, pagina 15, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 98, riga 15, modificativo, che prevede:
A p. 98, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", alla riga 15 della pagina, dopo le parole "una ottimizzazione della gestione del contenzioso e una riduzione dei relativi costi.", aggiungere le parole "In particolare, a difesa della libertà di stampa e del diritto di critica politica, non dovranno essere più intentate "querele temerarie" con risorse regionali."
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo emendamento che, contrariamente a quello precedente, è fatto invece per innescare un dibattito. So bene perché ho parere negativo e non ho bisogno di una spiegazione da parte della Giunta.
Tengo, però, ad illustrarlo, e anche a prendermi il tempo giusto per illustrarlo, perché riguarda quello che è accaduto alla lista Il Veneto che Vogliamo, in cui io sono stata eletta, che qualche anno fa è stata denunciata da Azienda Zero, dall'avvocato Pinelli. Azienda Zero ha pagato l'avvocato Pinelli per fare una denuncia ai portavoce della lista civica con cui io mi sono candidata in questo Consiglio, perché era stato fatto un comunicato durante la pandemia, che diceva delle cose che poi, durante la Commissione d'inchiesta, abbiamo rilevato essere non solo delle cose sensate, ma la stessa magistratura ha detto che quello che stavamo facendo era pura critica politica e l'Azienda Zero ha perso la causa in tribunale.
Parto da questa esperienza personale, brutta, e credo veramente sia una pagina di questa Giunta pesante, perché è stata la Giunta ovviamente a indicare il fatto che si andasse avanti su questo. Lo inserisco nel DEFR, ma non parlo del caso personale. Il caso personale mi aiuta per far capire che potrebbe accadere a qualunque lista di avere quella che viene chiamata "querela temeraria". Con risorse pubbliche dobbiamo cercare di fare in modo che ci siano degli atti processuali su dei comunicati, che tra l'altro, come in questo caso, i comunicati stampa venivano assolutamente rilevati essere nel pieno diritto della critica politica. Ecco, l'ho detto per dare un quadro di quello che è accaduto. Credo che questo Consiglio abbia bisogno di saperlo nei dettagli. Abbiamo ovviamente vinto, ma il DEFR lo usavo proprio per dire basta alle querele temerarie all'interno di questa Regione.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno di questa richiesta della collega Ostanel. L'episodio che ha citato, della denuncia da parte del Presidente nei confronti dei portavoce di un movimento politico, è stato una brutta pagina, una brutta pagina in cui il potere si mette contro i cittadini. E io credo che questo sia un modo veramente deteriore di esercitare la propria funzione pubblica.
Questa specificazione, che capisco venga respinta, è indicativa di un modo di accettare la dialettica politica, e questa sera ne abbiamo prova, che è una dialettica a senso unico. Non è ammesso il dialogo. Questa sera abbiamo la continuazione di un atteggiamento che non accetta il confronto dialettico, ma che accetta solo il dialogo a senso unico.
"Ottimizzazione della gestione del contenzioso e relazione dei relativi costi". Si chiede una maggiore attenzione da parte di noi tutti nei confronti della gestione della cosa pubblica.
Io mi auguro che nessuno in questa Regione venga mai più chiamato in tribunale per aver espresso delle opinioni, non dei giudizi, non delle offese, perché veramente è un'indicazione di non rispetto della libertà dei cittadini che io credo non debba albergare in questa Regione.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0053. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0210, pagina 16, presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Zanoni, Montanariello, Luisetto e Zottis, Missione 01, Programma 01.01, pagina 99, riga 15, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", nel Programma 01.01 "Organi istituzionali", sostituire la parola: "mediante" con le parole: "coinvolgendo in maniera costante e fattiva il Consiglio regionale e la competente commissione, oltre che rilanciando"
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sempre molto velocemente e sempre sul tema dal titolo "la dignità del Consiglio regionale".
Con questo emendamento chiedo di fare questa operazione. La Regione intende proseguire nell'approfondimento del regionalismo differenziato. Chiedo di aggiungere "coinvolgendo in maniera costante e fattiva il Consiglio regionale e la competente Commissione".
La Giunta dice di no e il Consiglio regionale è pronto a votare contro il proprio coinvolgimento nel dibattito sull'autonomia.
Io sarei tentata di ritirarlo questo emendamento, per evitare che poi ogni altra iniziativa che facciamo per discutere di autonomia dentro questo Consiglio regionale viene, nella sostanza, inficiata dalla bocciatura di questo emendamento.
Io mi chiedo davvero se il Consiglio regionale – domani magari questo tema un titolo sui giornali ce lo fa avere – chiede alla Giunta di non essere coinvolto sul dibattito sull'autonomia. Io di questo quasi, quasi un comunicato stampa, anche se è tardi, lo faccio, effettivamente perché, quando il "no" è pregiudiziale fa più notizia la miopia su cui vi siete incaponiti che il merito politico. E non mi dica, capogruppo Soranzo, che questo è un emendamento strumentale, polemico.
Dicono che stanno seguendo con un certo interesse. Non si preoccupi.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo per fare mie le parole che sono già state espresse dalla collega Camani. È veramente incredibile che noi si debba spingervi a dare un ruolo a questo organo legislativo e a dare dignità alla nostra attività. Sono d'accordo: dire "no" significa dire "sì" a un atteggiamento che ci bypassa.
C'è tensione nella Giunta, ce ne rendiamo conto, ma va tutto bene. Va tutto bene.
I fratelli sono tranquilli e silenziosi.
Ancora una volta la mia accorata richiesta mira a valutare nel merito questo emendamento, perché è veramente nell'interesse di tutti. Non comporta impegni di spesa, per cui l'assessore Calzavara può stare tranquillo. Comporta, però, una valutazione sulla dignità del nostro organo.
Per cui, faccio veramente mia la richiesta di poter considerare un "sì" a questo emendamento. Rappresentiamo il Consiglio regionale del Veneto e dare centralità alla nostra azione credo sia doveroso. Dire "no" significa privarsi di alcune prerogative, che credo che nessuno possa e debba toglierci.
Ai Capigruppo della maggioranza, che sono di fronte a me, chiedo veramente di valutare nel merito questo emendamento.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0210. Relatore contrario.
È aperta la votazione.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, velocemente. Se può chiedere alla Giunta se c'è la disponibilità a rivalutare il parere, così eventualmente lo accantoniamo, proprio per le motivazioni che ho espresso.

PRESIDENTE

È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, basta premere il pulsante e chiedere la parola come tutti gli altri. Comunque, gliela do. Nel frattempo, vada a verificare come si chiede la parola.
Prego, collega Valdegamberi, sull'ordine dei lavori.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Solo un secondo. Senza nulla togliere al mio collega del Gruppo Misto, vorrei far presente che nel Gruppo Misto siamo quattro componenti. Siccome vorrei intervenire anch'io alla fine e anche altri, dovremmo cercare di contingentare. Non vogliamo essere pignoli dividendo per quattro il tempo, ma almeno ci lasci una disponibilità di tempo anche per me e per il collega Barbisan, perché poi dobbiamo fare degli interventi molto importanti alla fine.
Il mio sarà un intervento molto lungo. Ho bisogno di un quarto d'ora, venti minuti minimo. Mi permetto solo di fare questa semplice e democratica sottolineatura.
La ringrazio.

PRESIDENTE

Da Regolamento il tempo è assegnato al Gruppo.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Benissimo. Essendo Capogruppo, decido che è tutto mio, allora.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, non funziona così la democrazia.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Ho la maggioranza del Gruppo. Decido che è tutto mio.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, ci sono modalità operative interne ai Gruppi sulle quali potete discutere. Il tempo è assegnato al Gruppo.
Siamo sull'emendamento n. A0054.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Presidente, mi ero prenotato sull'ordine dei lavori. La richiesta che fa il collega Valdegamberi è contraria al Regolamento del nostro Gruppo.

PRESIDENTE

Ho già risposto io per lei.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

La ringrazio.
Se il collega Valdegamberi vuole utilizzare il tempo, lo può fare anticipandomi nelle chiamate. Questo non mi dispiacerebbe. Ma lo invito ad utilizzarlo nel tempo debito.
Se lei vuole intervenire dopo, mi dispiace, ma il Regolamento di Gruppo non lo prevede. O si prenota prima oppure io lo utilizzerò per intero.

PRESIDENTE

Siamo sull'emendamento n. A0054.
Collega Montanariello, sull'ordine dei lavori, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, nell'idea di capire meglio come funziona, mi dilettavo a leggere Statuto e Regolamento. Non perché non li avessi letti prima, ma perché l'occasione era ghiotta stasera. Vorrei segnalare che l'emendamento che abbiamo bocciato prima, insieme a quello della collega Baldin, va in netto contrasto con l'articolo 1, comma 1, dello Statuto del Veneto.
Sono molto serio.
Non so se il Segretario generale... Ne approfitto per complimentarmi per la sua rielezione...

PRESIDENTE

Non è sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiedo ‒ e sono molto serio ‒ se ha validità un emendamento che viene votato e approvato contro i princìpi dello Statuto (articolo 1, comma 1).

PRESIDENTE

Il Segretario leggerà mentre proseguiamo i lavori. Grazie per questa sua pillola di lettura serale.
Emendamento n. A0054 presentato dalla consigliera Ostanel, di pagina 17, pagina 99, riga 18, modificativo, che prevede:
A p. 99, Missione 01, Programma 01.01 "Organi istituzionali", alla riga 18 della pagina, dopo le parole "mediante l'attività dell'Osservatorio regionale sull'autonomia differenziata ed i rapporti con il mondo accademico.", aggiungere le parole "Anche allo scopo di scongiurare il rischio di "centralismo regionale", andranno messi in campo strumenti che, oltre a devolvere funzioni ai Comuni, permettano loro di mettere in campo più facilmente strumenti di "Amministrazione condivisa", a partire dal valorizzare le numerose esperienze di Comuni veneti in merito ai cosiddetti "Regolamenti dei beni comuni", potenti strumenti di coinvolgimento attivo della cittadinanza."
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Due parole per illustrare questo emendamento, che è il terzo legato a una serie... Vanno letti in concatenazione gli emendamenti che sono stati presentati, perché rappresentano una manovra emendativa. Non sono interventi spot. L'intervento che ha proposto la collega Ostanel è legato allo scongiurare il rischio di centralismo regionale, per il quale andranno messi in campo strumenti che, oltre a devolvere funzioni ai Comuni, permettano loro di mettere in campo più facilmente strumenti di Amministrazione condivisa, a partire dal valorizzare le numerose esperienze dei Comuni veneti in merito ai cosiddetti "Regolamenti dei beni comuni", potenti strumenti di coinvolgimento attivo della cittadinanza.
Questo è un tema che mi sta caro. Quando sono stato nell'Amministrazione di Padova abbiamo avviato il Regolamento per i beni comuni. Credo che questo sia un elemento centrale nell'attivazione di una sussidiarietà tra l'Amministrazione e la società civile nel dare servizi vicini ai cittadini.
Questo è il terzo degli emendamenti legati al dare maggior ruolo ai Comuni, ma è il primo di una serie di emendamenti che vanno, invece, nella direzione del potenziamento della sussidiarietà. Per cui, se visti nel loro insieme, questi emendamenti propongono il potenziamento di tutti quei legami sinergici che ci sono tra l'Amministrazione e la società civile nel promuovere servizi veramente vicini ai cittadini.
Credo sia irrinunciabile l'evoluzione, soprattutto nelle nostre città, dove la società civile è veramente attiva e creativa. Riuscire a utilizzare questa forza creativa e a farla lavorare in modo sinergico con l'Amministrazione è un qualcosa ormai di irrinunciabile. Dobbiamo essere capaci di interpretare quello che sta accadendo nelle nostre città. Credo che questo emendamento vada proprio in quella direzione. Anche questo non ha implicazioni di spesa, per cui non c'è ragione di bocciarlo dal punto di vista finanziario. Ha, invece, una forte capacità di interpretare quello che sta accadendo nelle nostre città, dove i bisogni sono forti, ma dove anche la capacità di risposta della società civile è molto, molto forte.
Togliere la possibilità di dare concretezza a questo slancio così propositivo della società civile credo sia abbastanza frustrante per tutti i nostri cittadini. Per cui, ancora una volta, volerlo accantonare per farci un pensiero sarebbe una cosa sicuramente apprezzata da tutta la minoranza. Se non si vuole, ci si dia una motivazione.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché questo emendamento che ho proposto non riguarda solo il Comune di Padova, come ha citato il collega Lorenzoni. Volevo specificare che, ad esempio, Verona, prima del cambio di Amministrazione (quindi non è legato al colore politico), aveva pubblicato sul suo sito 76 Patti di collaborazione di questo tipo. Funzionava molto bene. È uno dei Comuni in Veneto che aveva l'ufficio sul Regolamento dei beni comuni più efficace. Ha fatto un lavoro molto interessante, che adesso l'Amministrazione sta innovando e portando anche avanti, magari modificando alcune cose.
In merito a questo tema ‒ ed è uno dei motivi per cui mi arrabbio quando l'atteggiamento è quello di dire "no" in maniera pregiudiziale a degli emendamenti, anche perché su questo tema sto depositando un progetto di legge organico ‒ mi è stato risposto, in Ufficio di Presidenza, che La competenza della Regione non è quella di supportare i Comuni che fanno queste cose. Non è vero. Ci sono Regioni in Italia che hanno scelto di supportare i Comuni, ad esempio con dei bandi, per finanziare quando fanno attività riguardo al tema della collaborazione tra Pubblica amministrazione e cittadini. In Veneto hanno questo tipo di Regolamento Padova, Venezia, Verona, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, Vicenza e Treviso, ad oggi. Quindi, colori politici diversi, grandezze diverse. Potrebbero essere Comuni che iniziano a prendere fondi dalla Regione perché potenziano l'Amministrazione condivisa, indipendentemente dal colore politico, e mi viene detto che, no, non è competenza della Regione. In quattro secondi, durante l'Ufficio di Presidenza.
Adesso chiedo davvero l'accantonamento. Devo ragionare sul fatto che questo emendamento, se oggi venisse bocciato, magari mi pregiudicherebbe di continuare a lavorare su un progetto di legge che ho elaborato, che ho già condiviso con i Comuni e che sto immaginando di portare in Commissione Sesta. Non so in questo momento se toglierlo, se poterlo modificare, se renderlo meno cogente, se avrò di fronte una Giunta che inizia a ragionare in maniera diversa. Chiedo, quindi, l'accantonamento di questo emendamento.

PRESIDENTE

Ho chiesto a Giunta e relatore e mi hanno risposto di no per l'accantonamento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0054.
Lo ritira? Va bene. L'emendamento n. A0054 è ritirato.
Emendamento n. A0211, pagina 19, presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni, Zottis, Missione 01, Programma 01.03, pagina 101, riga 16, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", nel Programma 01.03 "Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato", dopo le parole: "il partenariato e la cittadinanza" aggiungere le parole: "Desta particolare preoccupazione la proposta di revisione del PNRR avanzata dal Governo che sembra escludere circa un terzo degli interventi che prevedevano come soggetto attuatore i Comuni, capoluoghi di provincia e città metropolitane, decisione in controtendenza rispetto alla capacità dimostrata anche dai Comuni veneti nell'essere particolarmente efficaci nella realizzazione dei progetti finanziati con fondi europei. La Regione si impegna a chiedere al Governo di rivedere tempestivamente questa decisione."
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Si tratta di un altro emendamento che cerca di capire quello che sta succedendo nell'allineamento, dal punto di vista istituzionale, tra ciò che accade a Roma e ciò che accade a Venezia.
Desta preoccupazione la proposta di revisione del PNRR avanzata dal Governo che sembra escludere circa un terzo degli interventi che prevedevano come soggetto attuatore i Comuni, capoluoghi di Provincia e Città Metropolitane, decisione in controtendenza rispetto alla capacità dimostrata anche dai Comuni veneti nell'essere particolarmente efficaci nella realizzazione dei progetti finanziati con fondi europei.
Si chiede l'impegno della Regione a chiedere al Governo di rivedere tempestivamente questa decisione.
Qui c'è un tema serio, un tema reale: non privare i nostri Comuni di risorse che vengono dal PNRR.
C'è la fortuna di avere un allineamento di colore politico a tutti i livelli, da molti dei Comuni del Veneto alla Regione, fino al Governo nazionale. Credo che questa sia una richiesta legittima, di cercare di non prendere decisioni che a Roma entrano in contrasto con le esigenze della Regione e dei nostri Comuni.
Questa era la ratio di questo emendamento, una ratio che credo sia condivisibile. Introdurre queste specificazioni, questa preoccupazione, che credo non sia solo nostra, di rappresentanti della minoranza, ma sia di tutti... I Sindaci che abbiamo sentito sono Sindaci di tutti i colori politici, preoccupati da questa revisione del PNRR. Credo che bocciare questo emendamento significhi non riconoscere questa preoccupazione, che penso non sia solo nostra, ma credo sia un po' di tutti. Se così non fosse, se aveste delle informazioni diverse da quelle che abbiamo noi, ditecelo, perché ci interessa capirlo. Se, invece, voterete contro significa che, in qualche maniera, non ci giustificate queste informazioni diverse, ma non riconoscete questa preoccupazione.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Chiunque ha fatto l'amministratore sa che, se a un certo punto si trova davanti progetti che aveva iniziato a costruire, a realizzare e poi i fondi che erano stati promessi vengono tolti, al netto della fatica di ridimensionare e riorganizzare, delle volte non ci si riesce e ci si ritrova esposti in una situazione nella quale si fa fatica a far quadrare il bilancio.
Proprio perché la Regione diventa collettore, diventa uno strumento fondamentale, di riferimento per tutti gli Enti locali del nostro territorio, tanto più assumersi la responsabilità di avere una parte attiva con il Governo, a sostegno degli Enti locali, del non taglio di questi progetti del Piano, proprio nei confronti degli Enti, credo sia importante.
Lo ribadisco: chiunque ha fatto l'amministratore sa che cosa vuol dire trovarsi a metà di un progetto senza fondi che, magari, erano stati promessi. Credo che abbiamo anche una responsabilità in questo senso, nel dare un segnale di vicinanza agli Enti locali, nel dire che siamo consapevoli che costruire un polo scolastico, invece di una scuola, o una palestra, invece di un polo sportivo intero, non è la stessa cosa. Chi è partito con l'assicurazione di bandi aggiudicati e si trova a metà strada senza un pezzo, per la revisione in atto, sicuramente sta facendo una grandissima fatica. Non parliamo di amministratori di uno o dell'altro colore politico. Parliamo di Enti locali amministrati da qualsiasi delle forze politiche rappresentate in questo Consiglio, ma che hanno bisogno di un segnale, secondo me, unanime e condiviso.
Il punto politico è proprio quello di decidere se si sta al fianco o meno di questi Comuni, di fronte al rischio di un aumento di spese e di costi per progetti per i quali erano stati aggiudicatari pienamente.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0211. Parere del relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0055 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 102, riga 5, modificativo, che prevede:
A p.102, Missione 01, Programma 01.03 "Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato", alla riga 5 della pagina dopo le parole "intende salvaguardare gli equilibri di bilancio previsti dal D.Lgs. n. 118/2011 in fase di programmazione, durante la gestione nonché a consuntivo.", aggiungere le parole "In questo senso, anche alla luce delle difficoltà economiche in cui versano molti servizi di competenza regionale, a partire da quelli assistenziali/sanitari e del Trasporto Pubblico Locale, si ritiene necessario perseguire politiche di rimodulazione dell'addizionale regionale IRPEF, chiedendo un contributo maggiore ai redditi più alti, al fine di incamerare risorse che permettano di mettere in atto politiche regionali di sostegno concreto, in termini di nuovi e migliori servizi, ai nostri concittadini, investendo al contempo per un rilancio di diversi settori della nostra economia".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È un emendamento che lega al tema dell'addizionale IRPEF quella che, invece, sulla Missione 1, a pagina 102, si dice essere la difficoltà economica in cui versano i servizi di competenza regionale, come quelli assistenziali/sanitari e del trasporto pubblico locale. Per venire incontro e incamerare più risorse si propone nuovamente di chiedere un contributo ai redditi più alti, per incamerare le risorse e migliorare, quindi, i servizi.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento fa parte sempre del filotto legato all'imposizione fiscale, però qui c'è un'osservazione costruttiva. Mostra che delle soluzioni ci possono essere, oltre a quella di ridurre i servizi ai cittadini. Se poi non si vogliono utilizzare, questo è un altro tema. Però, per non privare i nostri cittadini di alcuni servizi che sono sempre più al lumicino, sempre più difficili da ottenere, delle possibilità ci sono.
Questo emendamento va nella direzione di mostrare che con la rimodulazione dell'addizionale, chiedendo un contributo maggiore ai redditi più alti, è possibile migliorare i servizi ai nostri cittadini, investendo, nel contempo, in un rilancio di diversi settori della nostra economia.
È un emendamento costruttivo, che mostra una visione, un'idea. Contrapporre il semplice no, contrapporre il semplice dire: "abbiamo fatto una scelta ideologica di non procedere con la rimodulazione delle aliquote fiscali", sembra un po' poca come risposta di fronte a dei bisogni che stanno crescendo.
Io torno a osservare una cosa. L'inflazione che abbiamo vissuto negli ultimi due anni ci ha privato grosso modo del 15% della nostra capacità di spesa. Per noi in quest'Aula il problema è serio ma è gestibile, ma per coloro che hanno i redditi più bassi questo significa scegliere se curarsi o non curarsi, se comprare i libri per i figli a scuola o non comprare i libri. Significa veramente privarsi di alcune dei beni di consumo che sono indispensabili ad una qualità della vita dignitosa. Incaponirsi per una scelta, ripeto, che è fatta aprioristicamente, quindi ideologica, di non intervenire nella redistribuzione del prelievo fiscale credo sia piuttosto grave guardandolo con gli occhi dei nostri cittadini più fragili. Io credo che se rappresentiamo tutti i cittadini, io penso che quelli più fragili, quelli più bisognosi, quelli che fanno veramente difficoltà a chiudere il mese siano quelli che debbano avere la priorità nella nostra attenzione. E il respingere questo emendamento significa respingere la priorità a dare risposte ai cittadini con maggiori bisogni.
Per cui ancora una volta, io non so più come chiedervelo, guardate a questi contenuti, rispondeteci sul merito, comprendete la ratio che c'è sotto queste richieste perché non è la ratio di una visibilità politica nostra, di una richiesta politica. Questa è la ratio di bisogni che ci sono nella nostra regione, che, se erano importanti nel 2020 quando siamo arrivati, oggi sono diventati giganteschi. Ciascuno di voi vede l'enorme difficoltà, ma ciascuno di voi ha sentito quanti dei medici dicono che troppe persone rinunciano a curarsi perché non c'è la possibilità. E noi non possiamo consentire questo, non possiamo fare tutto come prima del 2020. Il 2020 è stato un anno di svolta negli equilibri sociali, negli equilibri sanitari, negli equilibri economici della nostra Regione, del nostro Paese. Non possiamo far finta che non sia accaduto niente. Io credo che non diamo delle risposte accettabili ai nostri cittadini. Magari una piccola cosa, un segnale. È chiaro che risolvere il problema della fragilità economica di tutte le persone che sono in difficoltà nella nostra regione è impossibile, ma diamo loro un segnale. Mostriamogli che abbiamo interesse, che abbiamo attenzione, che abbiamo cura dei bisogni. Respingere questo emendamento significa dire: non mi curo dei tuoi bisogni. Io non credo che questo sia il desiderio neanche di coloro che vogliono tenere l'atteggiamento ideologico.
Io chiedo al presidente Zaia di venire qui a spiegare perché respinge ideologicamente la richiesta che facciamo. Non è la richiesta nostra, dei dieci Consiglieri qui alle Termopili che affrontiamo ogni settimana. È la richiesta di milioni di persone della nostra Regione.
Avete visto l'indice di Gini nella distribuzione della ricchezza della nostra Regione negli ultimi vent'anni. Fa impressione. È vero che è cresciuto il PIL di qualcosa, ma la distribuzione è completamente diversa rispetto a vent'anni fa. È molto più concentrata nella parte ricca della popolazione.
Se la crescita della nostra economia è solo finalizzata a fare crescere il reddito di alcuni e non di tutti... nel 2020, con la crisi, c'è stata una concentrazione del reddito nella parte più ricca della popolazione che ha avuto pochi precedenti nella nostra storia economica. Ecco, venga a spiegarci con quale motivazione respinge una richiesta di questo tipo, perché io veramente non la vedo e mi sento vicino alle persone che fanno questa richiesta di cui si è fatta portatrice la collega Ostanel.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sarò breve.
Credo che il collega Lorenzoni ci abbia presentato uno spaccato di una parte di società veneta che non possiamo far finta che non esiste. Dobbiamo considerare anche le loro necessità. Chiedo di mettere al voto una sospensione del Consiglio di cinque minuti perché vorrei provare a vedere anche con i colleghi della minoranza e della maggioranza se si può trovare, almeno su questo tipo di emendamenti, un punto di mediazione che ci veda, anche tra noi della minoranza, fare un ragionamento un po' più ampio.
Chiedo quindi la messa al voto di una sospensiva.

PRESIDENTE

Uno che parla contrario alla richiesta di messa al voto.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Penso sia inopportuna la richiesta, quindi siamo contrari.
Grazie.

PRESIDENTE

Metto in votazione la richiesta di sospensione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Portate pazienza, un attimo. Il sistema informatico non è a prova di Montanariello.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Prego, Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Credo che l'intervento contrario del collega non abbia rispettato il Regolamento, perché deve dare le motivazioni per cui è contrario.

PRESIDENTE

Non è neanche necessario, uno può intervenire in maniera contraria.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sono d'accordo. Però, siccome ho motivato e dettagliato le ragioni della richiesta, che non era né strumentale, né ideologica, né per perdere tempo, ma l'ho dettagliata e, pur non condividendo le finalità, c'era una logica, vorrei capire se dall'altra parte ci si può dire di no per partito preso, oppure, Presidente, il Regolamento, che è a garanzia di tutti, anche di noi minoranza in quest'Aula, prevede che si dica il motivo del no.

PRESIDENTE

Il Regolamento è stato rispettato.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0055. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0205 presentato dal consigliere Lorenzoni, allegato A, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 103, Missione 1, al Programma 01.03 Gestione economica, finanziaria, Programmazione, Provveditorato
Tra i risultati attesi, aggiungere il punto seguente:
"14. favorire contratti di gestione energetica nella Pubblica Amministrazione finalizzati alla sostituzione degli impianti per conseguire la decarbonizzazione integrale nel corso del contratto".
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che ho presentato io, quindi lo illustro con doppio piacere. Non lo leggo, non è necessario perché immagino voi lo abbiate già visto, e immagino che vi abbia messo in moto alcune riflessioni in merito alla possibilità di accompagnare la pubblica amministrazione in una fase veramente delicata.
L'emendamento chiede semplicemente di inserire, tra i risultati attesi nella gestione economica e di provveditorato, il favorire i contratti di gestione energetica nella pubblica amministrazione. Perché? Perché la spesa nel 2022 avete visto com'è esplosa: io conosco l'amministrazione dell'Università di Padova, che ha speso esattamente il doppio per l'approvvigionamento energetico, cioè da 10 a 20 milioni. è stata una cosa incredibile fare fronte ad un raddoppio dei costi energetici. Immagino – chiedo al Segretario Generale – che le spese energetiche di questo immobile nel 2022 siano almeno raddoppiate.
Sono diminuite nel 2022?

PRESIDENTE

Sì, le abbiamo diminuite.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Se le ha diminuite, Segretario, io verrò a fare un colloquio privato con lei, perché quando...

PRESIDENTE

C'è il bilancio di gestione.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Non l'avevo guardato con la dovuta attenzione. Ma siccome il prezzo dell'energia elettrica è salito da 15 a 66 centesimi di euro a kilowattora, essere riusciti a diminuire veramente ha dell'incredibile. Ho visto che sono stati installati i sensori di presenza nei corridoi e nei bagni. Questa è una cosa che mi ha fatto piacere. Attendo ancora i riduttori di flusso per l'acqua calda perché nei bagni c'è un flusso esuberante di acqua calda, e anche quello fa risparmiare molto. Però se siamo riusciti a spendere meno nel 2022... Guardi, forse nel 2023 lei ha dimezzato rispetto al 2022, ha sbagliato anno...

PRESIDENTE

L'intervento è sull'emendamento. Leggete l'emendamento.
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

L'emendamento è relativo ai contratti energetici per la pubblica Amministrazione. Io credo che il Segretario si riferisca al 2023 rispetto al 2022 perché dimezzare i prezzi, scusi, sta nell'ordine delle cose.
Ritorno al 2022 perché c'è stata appunto un'impennata dei costi che ha fatto sì che molte Amministrazioni si siano trovate in difficoltà. Perché quindi accompagnare nei contratti di gestione energetica degli immobili? Per riuscire a fare un budget che non abbia una variabilità come quella che abbiamo sperimentato nel 2022, nella fine del 2021 e nel 2022.
C'è un altro elemento che, secondo me, rende importante l'accompagnamento delle Amministrazioni nella gestione di questi contratti ed è il fatto che l'impegno di decarbonizzazione che ci siamo dati al 2030 come sistema Paese impone la sostituzione praticamente di tutti gli impianti. È una cosa che si può fare. Venezia, tra l'altro, è stata pioniera nell'utilizzo delle pompe di calore con l'acqua di laguna e quindi è stata una delle cose che a suo tempo è stata fatta. Non sono state diffuse. Io credo che tutte le caldaie di Venezia dovrebbero essere rimosse, visto che c'è la possibilità di scambiare con l'acqua di laguna e quindi di ridurre i consumi energetici, di ridurre i costi delle famiglie e di tutti gli immobili. L'emendamento ovviamente non era mirato a Venezia, era mirato un po' a tutta la pubblica amministrazione. All'Università di Padova si sta ragionando ad un contratto quindicennale che consente di eliminare tutte le caldaie a gas e quindi di passare alla pompa di calore, per una ragione di tipo ambientale e per una ragione di tipo economico.
La richiesta era di dare concretezza alle belle idee che sono contenute nel nostro DEFR, ma che sono poco calate nella realtà.
Questo era un modo per calare nella realtà, dare un suggerimento operativo che penso non scontenti nessuno. Non solo, rischia di liberare risorse per l'assessore Calzavara, che penso che sia una cosa che possa fare piacere, perché nel momento in cui si riesce a risparmiare nella spesa corrente della pubblica amministrazione, sono soldi che possono essere utilizzati in altre occasioni.
L'esempio l'ho già portato sugli ospedali: avere avuto contratti di questo tipo sugli ospedali del Veneto, ricordo i 165.000.000 di extra costo della sanità del Veneto sulle spese di gestione, sono 165.000.000 di euro che non sono stati dati all'intervento sanitario in senso stretto.
Questo emendamento voleva essere un suggerimento. Era un suggerimento costruttivo, non aveva una valenza ideologica, politica, era molto tecnico. Il vederlo respingere è una cosa che mi lascia di sasso. Mi lascia di sasso anche il mento che vedo di fronte a me che ciondola che non mi sa dare una giustificazione.
Mi piacerebbe sapere perché non accettate un emendamento di questo tipo.
Io faccio ancora la mia accorata richiesta: guardate queste proposte in maniera laica, non in maniera ideologica, perché è un qualcosa che farebbe onore a voi. Credo vi faccia disonore respingere alcune di queste richieste perché assolutamente caratterizzate dal buonsenso e dall'interesse dei cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Lo smart working nel 2022 ha aiutato molto questo bilancio energetico.
Metto in votazione l'emendamento n. A0205. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0056 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 104, riga 24, modificativo, che prevede:
A p. 104, Missione 01, Programma 01.04 "Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali", alla riga 24 della pagina in "Risultati attesi" dopo le parole "1 - Raggiungere condizioni di equità, efficacia ed efficienza nella gestione dei tributi gestiti dalla Regione sia in via diretta che indiretta, a garanzia ormai delle più importanti entrate a libera destinazione del bilancio regionale", aggiungere le parole "anche attraverso un salto di qualità nel contrasto dell'evasione fiscale, oggi tanto più necessario visto che sottrae risorse ai servizi rivolti ai nostri concittadini con più difficoltà e bisogni".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È un emendamento che interviene sulle entrate per la Regione e non ha un costo, anzi. Ed è quello di considerare che lavorare sul tema dell'evasione fiscale, cosa che speravo fosse accettata da questa maggioranza, sia una cosa da indicare all'interno del documento di programmazione.
L'idea che ci siano più contribuenti all'interno di questa Regione ha fatto e potrebbe anche dimostrare che qualcosa in questi anni è stato fatto, ma io dicevo che ci vorrebbe un salto di qualità nel contrasto all'evasione fiscale, oggi tanto più necessario, visto che sottrae risorse ai servizi rivolti ai nostri concittadini con più difficoltà e bisogni.
Tutto il documento di programmazione è basato sul fatto che vi è un taglio alla spesa, agli investimenti e che quindi ci sarà la necessità di fare una nuova spending review in questa Regione. Perché allora non inserire nel documento di programmazione il fatto che si lavora invece all'interno del contrasto all'evasione fiscale, come tra l'altro è già minimamente citato nel documento di programmazione, ma dove io propongo semplicemente di mettere un "potenziando"?

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
A sostegno dell'emendamento presentato dalla collega Ostanel. Qui chiede di aggiungere "anche attraverso un salto di qualità nel contrasto all'evasione fiscale". Ma veramente non siamo d'accordo su questo? Veramente riteniamo che spingere il contrasto all'evasione non sia una battaglia da fare? Ditecelo esplicitamente.
Perché votare no a questo in qualche maniera vuol dire "forse non prendo posizione". Io chiedo a quest'Aula una posizione esplicita: io sono contrario al salto di qualità nel contrasto all'evasione fiscale. Voglio sentirlo dire, non un voto negativo.
Perché qui si tratta di dire che o ritengo che si debba combattere l'evasione fiscale, o ritengo che non lo si debba fare. Io voglio che l'Aula prenda posizione su questo punto, è questo che si chiede. Per me è importantissimo. Dobbiamo mostrare una compattezza su questo fronte, non ci può essere spaccatura su questa cosa. È inaccettabile. L'illegalità non ha spazio, neanche un centimetro, nella nostra regione, e dobbiamo dirlo compatti.
Qui non c'è impegno di spesa, assessore Calzavara, qui semplicemente si dice che noi siamo compatti nel contrasto all'evasione fiscale.
Io penso che su questa cosa veramente giochiamo la nostra credibilità. Io chiedo veramente ai colleghi, ai Capigruppo di maggioranza, di dare una risposta a questa richiesta. Siamo a favore o contrari al salto di qualità nel contrasto all'evasione fiscale? Questa è la richiesta, questo andiamo a votare. Il nostro verde su questo tema è che siamo determinati nel salto di qualità nel contrasto all'evasione fiscale. Guardate che questo è il primo di una serie di emendamenti che guardano con attenzione, che vogliono potenziare il ruolo di monitoraggio e di controllo sull'illegalità, che sono importantissimi e non c'è la motivazione della spesa. Qui c'è la motivazione solo su una linea politica. Io credo che il segnale che dobbiamo dare – e guardo tutti i Consiglieri della maggioranza – è che dobbiamo essere compatti su questa cosa perché il dire no a questo emendamento significa strizzare l'occhio all'illegalità e io credo che nessuno di voi voglia fare questo. Dimostriamolo! Possiamo farlo questa sera, ora. Sarebbe un segnale importante, diamolo questo segnale. Non c'è spazio per l'illegalità nella nostra regione e si tratta di dirlo poi, cioè non è che si tratta che ciascuno di noi debba fare delle cose strane, ma il non dirlo è strizzare l'occhio. Non strizziamo l'occhio. Anche se vedo qualche occhio che tende a chiudersi, teniamolo ben aperto. Leggete l'emendamento e premete il tasto verde.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire anch'io a sostegno di questo emendamento della collega Ostanel perché è un emendamento a mio avviso molto utile che darebbe solo maggiore importanza a questo programma della Missione 01 perché è un aumentare il contrasto all'evasione fiscale. è quindi un metodo per premiare tutti quei cittadini, che sono la stragrande maggioranza, che pagano le tasse e quindi che regolarmente compiono il loro obbligo previsto per legge e naturalmente è anche un dovere civile perché sappiamo tutti che poi con la Regione, grazie a queste tasse, riesce a dare i servizi a tutti i cittadini.
Qui si parla di un salto di qualità nel contrasto all'evasione fiscale. È uno dei temi che viene sempre dibattuto anche nelle campagne elettorali a livello nazionale. Qui sarebbe veramente un momento utile da parte di questa Assemblea di dare un segnale nei confronti dei cittadini, che siamo per il rispetto delle leggi e che siamo contro i furbetti che non pagano le tasse.
Io sarei curioso di sapere le motivazioni del parere negativo perché mi pare di capire che ci sia un parere negativo. Sarebbe interessante capire, questa volta non in maniera strumentale, ma proprio per fare chiarezza con noi della minoranza che abbiamo presentato e sosteniamo l'emendamento, ma anche con voi della maggioranza, le motivazioni per le quali non si dà un parere positivo a un emendamento che pare più che lecito.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, rapidamente sull'ordine dei lavori rispetto alla richiesta che ha appena fatto il collega Zanoni.
Effettivamente questo è un tema molto delicato nel senso che ci stiamo esponendo ad una questione seria, cioè se la Regione del Veneto vuole essere o non essere a favore del contrasto all'evasione fiscale. Anche solo per questioni estetiche penso che richiedere una spiegazione in riferimento alla contrarietà del parere sia doveroso per evitare che davvero ci siano fraintendimenti molto, molto seri.

PRESIDENTE

La Giunta intende rispondere?
Non vedo richieste di intervento da parte della Giunta.
Metto in votazione l'emendamento n. A0056. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Interrompiamo qui la seduta.
Ci vediamo domani mattina alle ore 10.30.
Grazie.
La Seduta termina alle ore 23.41
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 116 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 116
MARTEDì 28 NOVEMBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 116a seduta pubblica – martedì 28 novembre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come da deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16364 del 23 novembre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.37, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.00.

Assume le funzioni di Consigliere segretario il consigliere Tommaso Razzolini.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 115a seduta pubblica di martedì 14 novembre 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e la consigliera Rizzotto; inoltre, le consigliere Cavinato e Sponda seguono la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 369 del 02.03.2023
presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni
"Centro Trasfusionale di Isola della Scala: cosa intende fare la Regione affinché vengano ripristinate le due aperture?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessora Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 423 del 03.08.2023
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Luisetto, Zottis, Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Baldin
"Disposizioni normative lombarde, simili a quelle venete, che attribuiscono ai Comuni alcune funzioni in materia di bonifica, sono state dichiarate incostituzionali. Come la Giunta regionale veneta metterà al riparo le bonifiche, in progetto o in atto, da prevedibili ricorsi?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 424 del 07.08.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Sversamento di liquami da idrocarburi non autorizzato a Chiampo - (VI), la Regione intende garantire la pronta disponibilità di ARPAV anche nei fine settimana?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 393 del 28.04.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Masterplan Save: dove sta la sostenibilità?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessora De Berti, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 432 del 13.09.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Chi pagherà i costi di manutenzione della pista da bob di Cortina, stimati in 45 milioni di euro (1,5 milioni l'anno)?"

e

n. 436 del 27.09.2023
presentata dalle consigliere Guarda, Ostanel e Baldin
"Cortina sliding center e atto di indirizzo approvato dalla Provincia di Belluno in data 26 settembre 2023: è intenzione del Presidente della Giunta regionale del Veneto riferire rispetto alle determinazioni da assumere?"

Intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che illustra l'IRI n. 436, e Zanoni (Partito Democratico Veneto), che illustra l'IRI n. 432.

Interviene l'assessora De Berti che risponde congiuntamente, per conto della Giunta regionale, alle due Interrogazioni in oggetto.

Intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) e Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

La trattazione delle rimanenti Interrogazioni all'ordine del giorno è rinviata alla prossima seduta di Consiglio.

Il PRESIDENTE ricorda la scomparsa di tre esponenti della politica veneta, già Consiglieri regionali e figure di un certo rilievo: Maurizio Creuso, Ottavio Contolini e Angelo Tanzarella ed invita l'Assemblea ad un minuto di raccoglimento.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Il PRESIDENTE annuncia che, in risposta alle istanze formulate da alcuni consiglieri a margine della seduta consiliare, il Consiglio troverà futura occasione per affrontare tematiche affini ai recenti fatti di cronaca relativi a Giulia Cecchettin ed alla violenza sulle donne.

Punto 6) all'ordine del giorno

Rinnovo della nomina del Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 76) APPROVATA (Deliberazione n. 122/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Piccinini (Veneta Autonomia) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico e a scrutinio segreto, la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 41
Favorevoli n. 40
Contrari n. 0
Astenuti n. 01

Punto 7) all'ordine del giorno

Adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2024-2026. Articolo 36 e paragrafi 4.1 e 6 dell'Allegato 4/1 del decreto legislativo n. 118/2011; articolo 7 e Sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 64) APPROVATA (Deliberazione n. 123/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Luisetto (Partito Democratico), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Sandonà assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde) e Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

La seduta è sospesa alle ore 12.52.

La seduta riprende alle ore 14.47.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

In discussione generale sulla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che riprende il suo intervento, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zottis (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), Bigon (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Durante l'intervento della consigliera Baldin assumono la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti e successivamente il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE comunica la tempistica per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A404, presentato dalla consigliera Luisetto.

In dichiarazione di voto interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 8) all'ordine del giorno

Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2024-2026. Articolo 36 e paragrafi 4.1 e 6 dell'allegato 4/1 del decreto legislativo n. 118/2011; articolo 7 e Sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 72) INIZIO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Luisetto (Partito Democratico), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Lorenzoni (Gruppo Misto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Prima commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 19.31.

La seduta riprende alle ore 21.03.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE rinvia la ripresa dei lavori alle ore 21.15.

La seduta è sospesa alle ore 21.03.

La seduta riprende alle ore 21.22.

Intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto) sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 21.27.

La seduta riprende alle ore 21.34.

Intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) sull'ordine dei lavori.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) per fatto personale.

Intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Zottis (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Luisetto (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Il PRESIDENTE dichiara inammissibile l'emendamento n. A104.

Sull'emendamento n. A105, intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, e Lorenzoni (Gruppo Misto).

L'emendamento n. A105 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A51 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto), Luisetto (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara.

L'emendamento n. A51, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A109 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto) e Luisetto (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A109, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto) sull'ordine dei lavori.

Sull'emendamento n. A206 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

L'emendamento n. A206, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A207 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) sul Regolamento, Bigon (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Luisetto (Partito Democratico Veneto) e Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

L'emendamento n. A207, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A52 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e Lorenzoni (Gruppo Misto).

L'emendamento n. A52, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A110 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Gli emendamenti nn. A110 e A111, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Sull'emendamento n. A208, modificativo, interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che lo illustra.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

L'emendamento n. A208, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A209 illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A53 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e Lorenzoni (Gruppo Misto).

L'emendamento n. A53, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A210 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto) e nuovamente Camani (Partito Democratico Veneto) che chiede l'accantonamento.

L'emendamento n. A210, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Sull'emendamento n. A54 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che lo illustra, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo ritira.

Sull'emendamento n. A211 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che lo illustra, e Luisetto (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A211, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A55 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori e che chiede di mettere al voto una sospensione del Consiglio di cinque minuti per trovare un punto di mediazione tra maggioranza e minoranza sugli emendamenti presentati e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) che si dichiara contrario alla richiesta del consigliere Montanariello.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la richiesta di sospensione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Corsi, Favero, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

L'emendamento n. A55, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A205 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) che lo illustra.

L'emendamento n. A205, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A56 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

L'emendamento n. A56, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani alle ore 10.30.

La seduta termina alle ore 23.41.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LUISETTO Chiara
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
PICCININI Thomas
BRESCACIN Sonia
POLATO Daniele
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo







IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN


IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian