ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 19/12/2023 n. 121

Resoconto n. 121 - 11^ legislatura
Resoconto 121 a Seduta pubblica
Martedì, 19 dicembre 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.31, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.09

PRESIDENTE

Colleghi, registratevi su Concilium. Grazie.
Diamo inizio alla 121a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 17428 del 14 dicembre 2023.
PUNTO
1


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Giulio CENTENARO
Nazzareno GEROLIMETTO
Daniele POLATO
Giovanni PUPPATO
Roberta VIANELLO
I congedi sono concessi.
PUNTO
2



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
3



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Cominciamo con le interrogazioni e le interpellanze.
Iniziamo con la IRI n. 440 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 440 del 18 ottobre 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "HOTEL BONVECCHIATI VENEZIA, PROCEDURA DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO PER 120 DIPENDENTI, COME INTERVERRÀ LA REGIONE PER TUTELARE I LAVORATORI?"

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Risale allo scorso mese di luglio la notizia della cessione dell'Hotel Bonvecchiati di Venezia, con conseguente chiusura per restauro a partire dal mese di novembre 2023, per la durata di due anni.
L'intenzione pareva essere quella di avviare una procedura di licenziamento collettivo, ma allo stesso tempo si parlava di un incontro tra i sindacati e la proprietà fissato per il 3 agosto 2023 volto ad ottenere l'attivazione della cassa integrazione straordinaria.
Secondo la stampa odierna – che risale al momento dell'interrogazione, naturalmente – nonostante i numerosi incontri tra sindacati e proprietà svoltisi nel corso dell'estate, sarebbe stato comunque dato avvio alla procedura di licenziamento collettivo per 120 dipendenti, di cui 65 a tempo indeterminato e 55 a tempo determinato. Ultimo giorno di lavoro il prossimo (anzi, lo scorso) 30 ottobre 2023.
Questa è una situazione che già si era riproposta l'anno scorso per quanto riguarda, ad esempio, l'Hotel Bauer, cosa che avevo sottolineato con un'altra interrogazione. Sembrava si arrivasse a una soluzione per quelle decine di dipendenti, ma dalle ultime notizie di stampa sembrerebbe che la proprietà, insolvente, vada verso questa dichiarazione di insolvenza e verso il fermo del restauro avviato.
Per tutte queste premesse, si chiede alla Giunta regionale, per quanto di competenza, cosa intenda porre in essere, quali sono le interlocuzioni che sta avendo, data la preoccupazione crescente per il personale, rilevata anche dalle sigle sindacali.

PRESIDENTE

Assessore Donazzan, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
La società Venice Il Cuore Acquico S.r.l., attiva nei settori della gestione alberghiera e di ristorazione, possiede e conduce le strutture ricettive denominate: Palace Bonvecchiati, Hotel Bonvecchiati, Residenza Bonvecchiati e il ristorante bar La Terrazza, tutte site nel sestiere di San Marco a Venezia.
Nel corso della scorsa estate la società ha comunicato alle organizzazioni sindacali la propria volontà di cessare l'esercizio della gestione diretta delle attività alberghiere e di ristorazione in tali strutture ricettive e di mantenere esclusivamente le attività di gestione del patrimonio immobiliare.
A tal fine è stato previsto un intervento di riqualificazione degli immobili della durata di circa 20-24 mesi, in previsione della nuova gestione che subentrerà solo al termine dei restauri, con chiusura delle strutture dal 1° novembre 2023 e collocamento in ferie di tutti i lavoratori da tale data. A seguito di tale comunicazione, sono seguiti alcuni incontri tra la società, l'Associazione Veneziana Albergatori e i sindacati.
Il 13 ottobre 2023 la società ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per tutti i 65 lavoratori a tempo indeterminato. Pertanto, il confronto sta proseguendo ai sensi di tale procedura, per individuare gli strumenti che meglio potranno tutelare i lavoratori a fronte delle decisioni prese dalla società.
La Direzione Lavoro, che sta seguendo la vicenda, in stretto rapporto con le organizzazioni sindacali, ha già manifestato la disponibilità a incontrare le parti coinvolte, al fine di garantire tutte le misure attualmente disponibili per tutelare l'occupazione e le professionalità dei lavoratori.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Assessore.
Invito a monitorare in maniera ancora più stretta la questione. Naturalmente è una situazione che mette in allarme un po' tutti, perché, insomma, non è la prima volta che capita un evento di questa portata, con decine e decine di lavoratori che rischiano il posto di lavoro in una città come Venezia, che è già fragile sotto tanti aspetti. Sinceramente, la questione turistica è uno dei tanti temi che vanno affrontati con serietà e attenzione per tutte le conseguenze e le ripercussioni che hanno su tanti settori della nostra economia.
Ringrazio per la risposta e di nuovo invito a monitorare ancora costantemente questa vicenda, che speriamo abbia un esito favorevole nel prossimo futuro.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRI n. 448 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 448 del 20 novembre 2023 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "LA REGIONE RIVEDA LA PROPRIA POSIZIONE A FAVORE DEL TAGLIO DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI E PROVVEDA INVECE A RICORRERE CONTRO QUESTA NEFASTA DECISIONE DEL GOVERNO CENTRALE"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Buongiorno, assessore Donazzan.
Questa interrogazione, già preannunciata durante la discussione di bilancio, è un'interrogazione importante sulla quale abbiamo già dibattuto molto, ma oggi spero di avere delle risposte per iscritto e più chiare di quante me ne sono state date durante la sessione di bilancio.
La questione è ben nota. Parliamo di accorpamenti degli istituti scolastici. Nell'interrogazione cito la deliberazione della Giunta regionale del 31 luglio 2023, dalla quale si apprende che nella sostanza di 592 istituti veneti attuali si passerebbe, per il prossimo anno scolastico, a 560, per scendere, tra il 2026 e il 2027, a 550.
So che è divertente, assessore Donazzan, però immagino che non lo sia per gli istituti scolastici.
Veniamo in Aula proprio per rispondere alle interrogazioni e ascoltarci nel dibattito. È corretto? Bene.
Mi chiedo, con questa interrogazione...

PRESIDENTE

Lasciamo terminare la collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sa bene qual è il tema. Cito che alcune Regioni, come Abruzzo, Sardegna, Campania, Emilia-Romagna, Puglia e Toscana, hanno votato contro in sede di Conferenza Stato-Regioni e alcune delle quali hanno deciso di sollevare una questione di legittimità costituzionale di fronte alla Corte costituzionale e al TAR.
Sappiamo bene poi com'è andata, nel senso che alla Campania non è andata bene, ma ci sono delle Regioni che in ogni caso hanno chiesto al Governo di cambiare questa scelta. Invece, questa Regione non l'ha fatto.
Quindi, interrogo la Giunta regionale per sapere per quali motivi la Giunta, diversamente da altre Regioni, ha pensato che la scelta del dimensionamento delle scuole, proposta dal Governo, sia di beneficio per il territorio e non abbia, invece, deciso di coinvolgere attivamente e per tempo le parti, almeno per riuscire ad arrivare ad una decisione condivisa in un contesto, come quello sopracitato, così delicato.

PRESIDENTE

Assessore Donazzan, per la risposta, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Il tema del dimensionamento è stato oggetto negli ultimi anni di una lunga e complessa istruttoria ed è stato più volte ripreso e affrontato nel confronto con il Ministero dell'Istruzione e del Merito e con il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
La legge di bilancio 2023 ha disposto che i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali ed amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni siano definiti su base triennale, con decreto del Ministero dell'Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, previo accordo in Conferenza Unificata.
Il decreto del Ministero dell'Istruzione e del Merito, d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, del 30 giugno 2023 ha dato attuazione a una norma citata, definendo su base triennale il contingente organico dei DS e dei DSGA e la sua distribuzione tra le Regioni.
Si ritiene importante evidenziare che, in sede di Conferenza Unificata, l'ampia maggioranza delle Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano si sono espresse favorevolmente all'approvazione dell'accordo richiesto e che la Corte costituzionale, in data 22 novembre 2023, con sentenza in attesa di deposito, ha respinto i ricorsi delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna e Puglia, che hanno impugnato lamentandone l'incidenza sul dimensionamento della rete scolastica di competenza delle Regioni in varie disposizioni della legge del 29 dicembre 2022, n. 197, relative al procedimento di definizione e di distribuzione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi.
Nel merito, la Corte ha ritenuto che, pur realizzandosi una interferenza con la competenza regionale concorrente nella materia dell'istruzione, siano prevalenti le competenze statali riguardanti l'ordinamento e l'organizzazione amministrativa dello Stato, venendo in rilievo personale e statale le norme generali sull'istruzione e il coordinamento della finanza pubblica, evidenziando inoltre che la normativa statale non richiede alle Regioni la chiusura dei plessi scolastici quale conseguenza della determinazione del contingente organico dei dirigenti scolastici.
Nella disciplina statale la Giunta regionale ha ravvisato gli strumenti utili per conseguire l'obiettivo dell'efficientamento della rete scolastica e il raggiungimento di una dimensione dell'istituto idonea ad assicurare la continuità e la stabilità nei prossimi anni.
È importante evidenziare che la nuova disciplina del dimensionamento scolastico, che elimina i rigidi limiti dimensionali degli istituti previsti dalla precedente, dà alle Regioni la possibilità di governare in piena autonomia le situazioni peculiari legate al territorio (ad esempio, Zoldo), al disagio ambientale, sociale economico.
Conseguentemente, la Giunta regionale, con deliberazione del 27 novembre 2023, ha dato attuazione alla normativa statale, ritenendo che l'ammodernamento dell'assetto organizzativo degli istituti scolastici consentirà non solo una maggiore efficienza del sistema, ma anche la progressiva eliminazione delle reggenze.
È di tutta evidenza, infatti, che la gestione degli istituti scolastici attraverso lo strumento delle reggenze, che nel Veneto, nell'anno scolastico 2018-2019 erano 259 su 600 sedi di dirigenza, e che nell'attuale anno scolastico, nonostante l'immissione in ruolo di dirigenti scolastici conseguentemente al concorso straordinario conclusosi nel 2019, sono ancora 110 su 592 sedi.

PRESIDENTE

È ancora tanto lunga, Assessore?

Ass.ra Elena DONAZZAN

Un po' sì, perché è piuttosto articolata. Come vuole che facciamo? La do all'attenta collega?

PRESIDENTE

Sì.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Molto volentieri.

PRESIDENTE

Vedo il doppio del tempo.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Sono d'accordo con lei, anche perché ho particolarmente dibattuto in sede di bilancio. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Leggerò con attenzione la risposta dell'Assessore, però, visto che la prima parte già era densa di contenuti, ci tengo a rispondere su alcune questioni che sono state riportate dall'Assessore.
Io non credo che possiamo pensare che una Regione come questa, che tra l'altro – e lo dico anche ai colleghi presenti – fa della richiesta dell'autonomia una delle proprie battaglie cardine, possa immaginare, come da questa risposta, che sia il Governo dall'alto e poi un Assessore regionale con i propri uffici, senza condividere con i territori, com'è successo in tanti Comuni (e questa cosa non la dice solo la consigliera Ostanel, che è di minoranza, ma la dicono anche degli amministratori del vostro stesso colore politico) a decidere come accorpare degli istituti, in particolare in quartieri che hanno delle difficoltà.
Nel quartiere Arcella, a Padova, la proposta che era stata fatta da questa Giunta era quella di accorpare in maniera assolutamente improponibile degli istituti scolastici. E non mi si venga a dire che le dirigenze e gli istituti non c'entrano, quando vengono dimensionati, cioè che, quando noi andiamo ad intervenire sulla dirigenza non abbiamo anche un impatto su come la scuola lavora.
Ce lo dicono gli insegnanti, ce lo dicono anche i docenti, ce lo dicono anche i dirigenti. Il fatto che ci siano alcune scuole che possono fare dei progetti formativi speciali, che possono lavorare con i territori, dipende molto da come le dirigenze sono strutturate. Quindi, pensare che il taglio sia semplicemente figlio di ammodernamento, risparmio, rigidi limiti legati al dimensionamento troppo grande in Italia, penso sia figlio di una visione della scuola pubblica che non è la visione che invece abbiamo noi o io, cioè il fatto che sulla scuola pubblica si deve investire. Il dimensionamento e i tagli sulle dirigenze, soprattutto in alcuni quartieri particolari, in alcuni territori particolari, non devono essere fatti così.
Quindi, la questione di metodo che abbiamo discusso lungamente durante il bilancio non viene risolta da questa risposta che mi viene data in Aula, perché la partecipazione e il coinvolgimento dei dirigenti dei Comuni e dei territori, per questo dimensionamento, non è stato fatto.
PUNTO
4



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Passiamo alla IRS n. 430 presentata dalle consigliere Ostanel e Camani.

Interrogazione a risposta scritta n. 430 del 18 ottobre 2023 presentata dalle consigliere Ostanel e Camani relativa a "COME SI INTENDE INTERVENIRE PER GARANTIRE A TUTTI GLI STUDENTI UNIVERSITARI IDONEI IL POSTO LETTO CHE SPETTEREBBE LORO?"

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione, presentata con la collega Camani, riguarda il diritto allo studio, di cui tanto abbiamo parlato durante la sessione di bilancio, e in particolare il tema delle residenze universitarie.
Parto subito dalle domande che sono state sottoposte alla Giunta e in particolare all'assessore Donazzan. Parliamo di residenze universitarie. Abbiamo visto, nelle risposte che sono state date, anche durante il corso di questi anni, alle nostre interrogazioni, che questa Regione lascia senza posto letto una grande percentuale degli studenti che ne avrebbero diritto, parliamo di posti ESU, e non abbiamo in mano dei dati che ci confortino rispetto ad un dato, come quello che ci è stato dato poco tempo fa, che rivela che i servizi abitativi pubblici per gli studenti gestiti dagli ESU garantiscono su tutto il territorio veneto circa 2.300 posti letto, ma sono il 2% del totale degli iscritti. Oltre a questo, le residenze abitative pubbliche presenti nel territorio regionale assicurano una copertura pari al 46% degli aventi diritto. Noi abbiamo metà della popolazione studentesca che, pur avendo diritto, non accede ad un posto letto in ESU.
Abbiamo fatto delle domande molto precise in questa interrogazione. Quanti e quali nuovi posti letto pubblici e con che tempi si intende attivare nelle varie sedi universitarie del Veneto? Quanti aventi diritto sono rimasti esclusi dall'assegnazione dei posti letto nell'anno 2023-2024? Quanti posti invece sono occupati da soggetti che non avrebbero diritto al posto letto? Ricordiamo che in città come quella veneziana, durante i mesi estivi, i posti ESU vengono dati anche in affitto a delle persone che non ne avrebbero diritto, perché così si fa cassa. Inoltre, chiediamo se sia stata valutata l'ipotesi di dare maggior tempo agli studenti assegnatari di borsa di studio per presentare la domanda di borsa di studio e quindi il contratto di locazione. Ricordiamo che siamo una delle poche regioni la cui domanda deve essere spedita a settembre, quando invece gli studenti hanno bisogno di più tempo per avere la possibilità di avere un contratto d'affitto, e quindi la proposta è quella di spostare questo tempo a gennaio. Ancora, se la Regione, anche attraverso gli ESU, intenda coordinare un tavolo di lavoro con gli Enti locali, gli ATER, le rappresentanze dei piccoli proprietari e gli studenti per individuare possibili soluzioni, assicurare posti letto accessibili a tutti gli aventi diritto. Parliamo della metà della popolazione studentesca. Almeno chiedere di poter fare un tavolo dove i soggetti competenti si siedono, vedono quali sono i posti letto ESU che verranno costruiti all'interno dei nuovi progetti PNRR e per quanto tempo, e si arrivi ad un piano che in 3-5 anni identifichi il bisogno abitativo studentesco e ne dia risposta io penso sia il minimo che una Regione potrebbe fare. Quindi la domanda – retorica – è se la Regione intenda attivare questo tavolo e adeguare la soglia ISPE ai valori medi nazionali. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Donazzan, per la risposta.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Gli ESU e altri soggetti pubblici hanno presentato le domande di cofinanziamento al quinto bando della legge nazionale 338, indetto con decreto del Ministero dell'Università e della Ricerca il 30.11.2021, per la realizzazione di nuovi posti di alloggio destinati agli studenti universitari. Si prevede siano realizzati complessivamente 503 nuovi posti letto destinati a capaci e meritevoli ma privi di mezzi, dei quali 264 ubicati a Padova, 111 a Venezia, 128 a Verona. Gli esiti dell'istruttoria per l'assegnazione delle risorse utili a realizzare gli interventi sono stati approvati con i decreti nn. 1483/2023 e 1488/2023 del Ministero e pubblicati sul sito ministeriale nel corso del mese di novembre. Ad oggi in avvio l'attivazione della fase di realizzazione degli interventi. A seguito del bando del Ministero, di cui al decreto ministeriale, eccetera, sono state inoltre presentate le manifestazioni di interesse da parte degli ESU e da parte di altri soggetti pubblici per rendere disponibili immobili da destinare ad alloggi o residenze universitarie. L'elenco degli immobili ritenuti idonei al fine di potenziare l'offerta dei posti letto è stato approvato con un altro decreto pubblicato sul sito ministeriale nel mese di novembre. Per la realizzazione degli interventi oggetto delle manifestazioni di interesse citate sono state stanziate a livello nazionale in attuazione della riforma, della Missione 4 del PNRR, risorse pari a 660 milioni di euro e i posti letto che potranno essere realizzati nel Veneto entro giugno 2026 sono complessivamente 643, dei quali 164 ubicati a Padova, 245 a Venezia, 103 a Verona, 47 a Treviso, 84 a Vicenza.
A seguito dell'espletamento del concorso per l'assegnazione degli alloggi nell'anno accademico 2023-2024 gli ESU di Venezia e Verona hanno soddisfatto il 100% della richiesta avanzata dagli studenti aventi diritto al posto letto. Per quanto riguarda l'ESU di Padova sono stati messi a concorso 927 posti letto destinati agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi. A fronte di 2.159 richieste sono risultati effettivamente interessati all'alloggio 1.050 studenti. Pertanto, ad oggi 54 studenti fuori sede e 69 pendolari risultano non assegnatari del posto letto.
Si segnala che la graduatoria del concorso alloggi è tuttora oggetto di scorrimento e l'assegnazione di ulteriori alloggi è in costante aggiornamento. I posti letto riservati, in virtù della previsione di cui all'articolo, il Piano attuazione, eccetera, delibera di Giunta regionale, sono: 250 a Venezia, 123 a Verona, 61 a Padova.
In relazione ai termini di scadenza, stabiliti dai bandi compresi tra il 22 settembre e il 15 ottobre 2023 per presentare il contratto di locazione concluso a titolo oneroso dagli studenti, l'Università Ca' Foscari ha previsto fino al 30.10.2023. L'ESU di Verona e l'ESU di Padova hanno previsto la possibilità di presentare il contratto il primo entro il 12 novembre, il secondo entro il 14 novembre 2023, l'ESU di Venezia fino al 30 novembre 2023, l'Università IUAV di Venezia ha indicato il 31 gennaio 2024, l'Università degli Studi di Padova ha stabilito il termine il 30 aprile 2024.
Per il futuro anno accademico si proporrà agli enti erogatori, nella fase di predisposizione del nuovo Piano regionale per il diritto allo studio universitario, di individuare un termine compatibile, come richiesto dalla collega, peraltro, con le regole procedimentali legate alla definizione delle graduatorie e con le esigenze manifestate dagli studenti. La Giunta regionale conferma la volontà di coordinare un tavolo che coinvolga gli ESU regionali allo scopo di sostenere gli studenti universitari, in particolare quelli fuori sede, nella ricerca di un alloggio.
Ne è prova concreta la legge regionale n. 28/2023 "Variazione di bilancio di previsione della Regione del Veneto 2023-2025" approvata dal Consiglio regionale su proposta della Giunta, con la quale sono state previste risorse per 600.000 euro dirette a sostenere una misura volta ad agevolare la conclusione di contratti di locazione per gli studenti con la costituzione di apposite garanzie a favore dei ragazzi, oltre che aiutare gli studenti a stipulare contratti di alloggi a costi accessibili, favorendo l'incontro tra la domanda proveniente dagli studenti e l'offerta di alloggi sul territorio.
Infine, la Giunta regionale, come peraltro è stato fatto da altre Regioni, come Emilia-Romagna, Campania, Puglia, Toscana, Molise, Lombardia, Liguria, Marche, Abruzzo e Sicilia, ha ritenuto prudenziale per l'anno accademico 2023-2024 di non determinare nel massimo indicato dalla normativa statale il valore ISPE, l'indicatore che esprime il valore del patrimonio mobiliare e immobiliare del nucleo familiare dello studente. Anche per i prossimi anni accademici la valutazione in merito per racconto di tutti i fattori sociali, economici e finanziari che contribuiranno a definire la scelta più opportuna in relazione al futuro contesto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessore, per la risposta.
Trattengo due questioni importanti: una, di lavorare sul termine compatibile da rivedere, come appunto esprime questa risposta. Ci sono dei termini diversi a seconda delle università e fare, invece, un lavoro di coordinamento, come ha confermato, penso sia importante. Due, l'okay ad andare avanti, a costituire questo tavolo che permetta di verificare ogni anno accademico quello che accade rispetto alla necessità dell'alloggio.
Sa perché glielo dico? Perché, al di là dei posti che lei oggi cita, dei nuovi posti che saranno costruiti, quindi se ho capito bene i 643, ma poi leggerò la proposta, il tema, che abbiamo già dibattuto varie volte in Commissione e ripeto in quest'Aula, è questo: i fondi PNRR creano nuovi studentati che verranno costruiti dal privato; i Comuni danno il permesso per costruire. Essendo un'opera di valore pubblico, quello che viene fatto è che questi posti letto troppe volte e in troppi di questi studentati rimarranno pubblici in convenzione con ESU per un periodo di tempo che non è per sempre, ma è qualche annualità. Noi dovremmo verificare – e credo che il compito sia quello della Regione – che questi nuovi posti costituiti e costruiti nei nuovi studentati con i fondi PNRR rimangano in possibilità di rimanere nelle graduatorie ESU; quindi, per quegli studenti meritevoli ma che non hanno i mezzi per poter accedere a un alloggio nel mercato privato, e di poter avere la possibilità di averli anche nelle annualità successive, quindi nel 2027, nel 2028 e nel 2029.
Io credo che la Regione abbia il compito di verificare in questo tavolo se i nuovi posti che lei ha citato in questa risposta rimarranno davvero per le annualità successive in disponibilità dei posti calmierati ESU o verranno messi, invece, all'interno di posti che sono quelli che vengono dati in un mercato privato o semi privato.
Bisogna fare un ragionamento di pianificazione serio, io penso, per arrivare ad avere la copertura totale delle persone che hanno bisogno di un posto letto, e quindi studenti che sono meritevoli, anche nelle annualità successive. Avere la risposta oggi di essere ad una copertura del 100%, che verificherò, mi rende felice. Vuol dire che anche le battaglie che abbiamo fatto...
Guardi, Assessore, lascio perdere, perché quando... Lascio ai verbali di quest'Aula che, se il tenore delle risposte alle interrogazioni deve essere questo – Presidente, glielo dico a microfono e poi glielo dirò fuori – non ha alcun senso che noi veniamo qui a portare delle interrogazioni. Se l'Assessore, quando noi le esponiamo, fa altro e quando noi rispondiamo con dei toni assolutamente civili come quelli che porto in quest'Aula la risposta è questa, cioè, essere presa in giro e uscire, ecco, facciamo a meno di fare il nostro lavoro, che è meglio.

PRESIDENTE

Ci sono altri membri della Giunta che sicuramente hanno sentito il resto delle sue osservazioni.
Finite le interrogazioni, andremo sull'ordine dei lavori.
Passiamo alla IRS n. 340.

Interrogazione a risposta scritta n. 340 del 20 aprile 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "ULSS 7 DIMINUISCE IL COMPENSO DEI MEDICI DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE: UNA SCELTA OBBLIGATA RISPETTO ALLE DISPOSIZIONI REGIONALI?"

Collega Guarda, prego

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Avrei dato volentieri qualche minuto alla collega Camani, nel frattempo, perché intervenisse sull'ordine dei lavori.
Detto questo, nel mese di aprile di quest'anno ho dovuto portare all'attenzione della Giunta, e lo faccio anche oggi all'attenzione di questo Consiglio, un problema che è molto grave, che è il seguente.
Nel 2022 ci sono stati due atti della Giunta regionale che hanno provveduto a intervenire per gestire l'emergenza sanitaria di continuità assistenziale delle persone attraverso le guardie mediche. Infatti, queste due DGR di gennaio e di dicembre 2022 richiamavano come oggetto del provvedimento le finalità per scongiurare l'interruzione del servizio pubblico, per cui aspetti di estrema importanza per garantire la continuità dell'assistenza sanitaria nei territori, specie in quelli marginali. E infatti in queste due delibere venivano identificate come zone disagiate aree che nel primo atto di gennaio venivano indicate dalla Regione del Veneto particolarmente a rischio. Nella seconda delibera veniva ceduta la responsabilità di identificarle sulla base di caratteristiche precisate dalla Regione alle ASL. Aree disagiate, appunto, come quelle con particolare complessità orografica, oppure in assoluta criticità nella copertura del servizio, anche in funzione di criticità assistenziali presso i centri per servizi anziani.
Questi due atti sono stati importantissimi perché hanno definito delle procedure di emergenza per gestire il rischio di sospensione dell'attività di continuità assistenziale e di servizio sanitario pubblico. In questo caso, però, cosa è successo? Che l'ULSS 7 a febbraio del 2023, in una sua deliberazione, diede atto che la Regione non avrebbe dato riscontro all'istanza di riconoscimento delle zone disagiate da lei avanzata e non era pervenuto alcun provvedimento regionale di assegnazione alle ULSS del finanziamento previsto dalla delibera del 2022 per la copertura dei costi straordinari. Per questo motivo, per queste, a detta dell'ULSS, mancanze della Giunta regionale, è stato ridotto l'importo dell'onorario professionale dei medici di continuità assistenziale delle guardie mediche da 40 euro all'ora a 23,39 euro all'ora.
Alla luce di questo e visto che è da chiarire quindi di chi sia la responsabilità di questa mancata conferma, se ha ragione l'ULSS a identificare una mancanza della Giunta nel rispondere e nel dare conferma all'identificazione delle aree disagiate, oppure se è congruente questa riduzione dell'onorario da 40 a 23 euro con le indicazioni della Giunta regionale, intervenivo per chiedere all'Assessore regionale alla sanità se, in relazione a quanto sopra esposto, ritenga o meno rispettoso dei provvedimenti regionali richiamati quanto disposto dall'ULSS Pedemontana in ordine alla riduzione dei compensi dei medici di continuità assistenziale.

PRESIDENTE

Al posto dell'assessore Lanzarin, risponde il collega Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
L'Azienda ULSS 7 Pedemontana, al fine di garantire la copertura assistenziale primaria del proprio territorio, ha provveduto nel corso del 2022 a un riordino delle sedi di continuità assistenziale avvalendosi delle disposizioni previste dalla DGR n. 8 del 4 gennaio 2022 e successivamente prorogate fino al 31 dicembre 2022, con cui la Regione, in virtù dello stato emergenziale in corso e della persistente difficoltà riscontrata nelle assegnazioni di incarichi vacanti, tra le varie misure relative alla continuità assistenziale aveva disposto, in via temporanea ed eccezionale, un incremento dell'onorario professionale dei medici di continuità assistenziale per l'esercizio delle attività in zone dichiarate disagiate. In seguito, l'Azienda ULSS ha rivisto la programmazione nell'ambito della propria autonomia organizzativa e pertanto ha riportato la misura dei compensi dei medici di continuità assistenziale entro l'alveo della DGR n. 1715 del 30 dicembre 2022.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare che nell'ultima delibera permaneva il riconoscimento dell'aumento della quota oraria ad euro 40 lordi nei limiti del finanziamento previsto. Il problema è che il finanziamento previsto probabilmente non andava a coprire questo aspetto. Io vorrei arrivare non soltanto alla mente ma al cuore anche della Giunta, e la ringrazio, Assessore, di farsi tramite con l'assessore Lanzarin.
Vorrei condividere con voi le parole di una delle tante guardie mediche che mi hanno contattato. Molto spesso sono appunto studenti in ambito di specializzazione, quindi medici in corso di specializzazione che integrano ovviamente l'attività con l'attività di guardia medica e, per esempio, nell'ULSS 7 sono prevalentemente medici, o perlomeno in quell'epoca, ad aprile, erano prevalentemente medici provenienti da altre Province proprio per la carenza di personale. Questa lettera esprime le condizioni di disagio del lavoro dei nostri giovani medici che si mettono a servizio per garantire la continuità assistenziale. E mi scrive uno di questi: "Ti scrivo per raccontarti la situazione lavorativa di noi giovani medici di tutto il Veneto. Non sappiamo più a chi rivolgerci per raccontare le nostre storie perché siamo affranti e stanchi da questa politica che sta disintegrando il sistema sanitario perché tra di noi si parla di dimissioni, di fare privato, di andare all'estero. Come già sai, purtroppo da cinque mesi a questa parte lo stipendio dei medici di guardia medica è stato letteralmente dimezzato a parità, se non aggravamento, del carico di lavoro. Alla continuità assistenziale dove lavoro io afferiscono 170.000 persone, molte sono senza medico di base. Spesso queste persone fanno riferimento a noi in tutto. Per i pazienti, alla fine, siamo sempre disposti a fare più di quello che è il nostro dovere di guardia medica. Siamo per l'80% giovanissimi, entro 2-3 anni dalla laurea, perché lavorare con solo turni notturni, weekend e festivi, senza ferie né malattia, né tutte le altre sicurezze di un posto da dipendente non è facile.
Come mai siamo andati a lavorare in guardia medica? I motivi principali sono due. Vogliamo lavorare nel territorio, per il rapporto che si crea con i pazienti, per essere per loro un punto di riferimento, e molti di noi frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale, il corso triennale per diventare medico di base. La borsa di studio di questo corso è di poco più di 900 euro al mese. Ma attenzione perché, se per arrotondare decidi di fare qualche sostituzione alla guardia medica, appunto, si riduce a 735 euro al mese precisi. Alla responsabilità della professione medica dobbiamo aggiungere la precarietà della nostra situazione lavorativa, visite domiciliari, da soli, alle 4.00-5.00 del mattino, spesso in case isolate, ovviamente con gente sconosciuta e ovviamente le spese, che sono, ahimè, obbligatorie, dal vestiario agli strumenti, il commercialista, le tasse, gli oneri della partita IVA, eccetera. In tutto questo, ribadisco, non abbiamo ferie né malattia, né maternità, né spesso la possibilità di farci un mutuo".
Questa è la condizione dell'80% delle guardie mediche che lavorano nel nostro territorio. Per questo motivo ribadisco che la scelta di non investire ulteriormente nel garantire il prosieguo dell'attività di pubblico servizio, per scongiurarne qualsiasi interruzione, è stata una scelta sbagliata. Ridurre da 40 a 23 euro, ulteriormente, visto che comunque la situazione di crisi non è superata, è un errore e io cerco e desidero ispirarvi e sostenervi nel ricercare delle soluzioni. La dignità di questi giovani, che sono ventiseienni, ventisettenni, ventottenni, che si aprono ad una vita personale e professionale, non può essere mortificata.

PRESIDENTE

Collega Camani, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, come lei sa benissimo, gli interventi sull'ordine dei lavori hanno la precedenza sulla questione principale, come previsto dall'articolo 99, comma 1. Ritengo quindi che non sia stato corretto non concedermi il diritto a intervenire come previsto dal Regolamento. Non mi piace essere presa in giro.
Punto secondo. Se c'è un Consigliere che svolge un'interrogazione in Aula a un Assessore, non può essere quel Consigliere oggetto di continue provocazioni da parte dell'assessore Donazzan. Come tutti gli altri Assessori che aspettano pazientemente, e giustamente, che il Consigliere svolga la propria interrogazione, è inaccettabile il comportamento dell'assessore Donazzan. Vero che è qua da vent'anni e pensa di essere la padrona, ma dentro quest'Aula ci sono degli obblighi ai quali si deve attenere. Ovviamente esprimo la solidarietà alla capogruppo Ostanel per l'atteggiamento volgare e provocatorio dell'assessore Donazzan e mi aspetto, se lei davvero vuole tutelare la dignità di questo Consiglio, un richiamo formale all'Assessore, che mentre l'interrogante esponeva il testo dell'interrogazione di cui ero cofirmataria, per questo mi permetto di intervenire, l'Assessore chiacchierava amabilmente con un Consigliere del proprio Gruppo, ha letto la risposta con sufficienza e mentre la Consigliera, con educazione, come previsto dal Regolamento, replicava alla risposta dell'Assessore, questa prende e se ne va come se fosse la padrona dentro questo Consiglio regionale.
Io credo che noi dovremmo pretendere dagli Assessori, che vengono qui con il dovere di rendicontarci come si comportano, un minimo di rispetto per questa Istituzione.

PRESIDENTE

Non ho strumenti di censura da Regolamento per intervenire su comportamenti che possono essere appunto di scarsa sensibilità nei confronti dell'interrogante.
Sarà mia cura scrivere alla... Sull'educazione non posso farci niente. Non si compra al supermercato e poi si distribuisce. Non posso farci niente. Sarà mia cura scrivere alla Giunta di far sì che intanto ci siano gli Assessori che rispondono alle proprie interrogazioni e poi che ci sia anche il dovuto modo e metodo per ascoltarle e per replicare.
Collega Ostanel, sull'ordine dei lavori.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sull'ordine dei lavori.
Le interrogazioni si fanno perché c'è un Regolamento che dice che, quando un Consigliere regionale eletto immagina che quello che fa un Assessore abbia necessità di essere interpellato, anche per dare riscontro agli studenti che l'assessore regionale Donazzan per due anni e mezzo, e anche prima, non ha voluto incontrare... Lo ha fatto l'assessore Calzavara durante il bilancio solo perché forse ha un atteggiamento diverso verso un certo tipo di persone che qui dentro e in questa regione vivono e lavorano. Forse per l'assessore Donazzan gli studenti non sono abbastanza meritevoli per meritare un incontro da parte dell'Assessore.
Le scuole e gli insegnanti si sono visti calare dall'alto una scelta, quella degli accorpamenti scolastici, senza che l'Assessore regionale si degnasse di fare un percorso di coinvolgimento sensato, e lo dicono i dirigenti, lo dicono le persone che lavorano nelle scuole – mi fermo a breve – e lo dicono gli insegnanti.
Le interrogazioni si fanno perché ci sono persone qui fuori che hanno bisogno delle risposte. Sentirsi rispondere con sufficienza, venendo presi in giro da un Assessore regionale che, mentre si sta rispondendo esce fuori e fa la passerella verso fuori, io credo che non abbia alcuna dignità rispetto a un Consiglio regionale che sta discutendo delle cose importanti.
Al di là dell'educazione che non si può comprare né vendere, e immagino che l'assessore Elena Donazzan ne abbia zero a questo punto, ritengo che non solo lei, Presidente, dovrebbe formalmente chiedere alla Giunta di avere un altro atteggiamento quando si risponde, ma allo stesso tempo chiedere nello specifico all'assessore Donazzan di rimanere presente fino alla fine quando si fa un'interrogazione o, se non le vuole fare, che stia direttamente a casa, e mi viene risposto da qualcun altro in sua vece, così almeno possiamo avere una risposta degna e sensata per il valore di queste Istituzioni. Io preferirei così piuttosto di vedere una persona che viene eletta, retribuita e pagata per fare il suo lavoro, che prende e se ne va fuori. Grazie.

PRESIDENTE

Su cosa, collega Montanariello?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Sono già intervenute due colleghe che erano oggetto, per interrogazione e per motivazioni...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Tocco un tasto che le mie colleghe non hanno toccato. Approfitto della presenza – per quello che è successo è inerente all'ordine dei lavori – dell'assessore Calzavara, che è l'Assessore dei rapporti tra Consiglio e Giunta, per dire tre cose. La prima. Presidente, visto che alle interrogazioni non ci viene risposto in maniera celere, nel rispetto del buonsenso, ma ci rispondono quando vogliono gli Assessori e quindi decidono loro quando venire in Aula a risponderci, io credo che, visto che decidono quando venire, potrebbero decidere che quella giornata vengono e fanno anche il loro lavoro, non solo la presenza scenica, visto che decidono loro la loro agenda nel rispondere alle interrogazioni.
Secondo, presidente Ciambetti, c'è anche un problema di messa in discussione di quello che rappresenta in sé e per sé l'atto ispettivo dell'interrogazione, perché o l'atto dell'interrogazione, Presidente e assessore Calzavara, ha un ruolo e allora noi lo facciamo, aspettiamo, quando arriva una risposta, la decliniamo nei canali istituzionali di riferimento con le nostre repliche, risposte o altro, oppure se l'interrogazione diventa una perdita di tempo, non potete rimanere indignati se il Consiglio regionale assume altri comportamenti per farsi ascoltare. Se anche di fronte alle interrogazioni, quando si aspetta, lo strumento viene svilito, non è che di fronte ad altre azioni dopo ci può essere l'indignazione.
Chiudo dicendo che io credo che lei come Assessore con la delega nei rapporti tra Giunta e Consiglio dovrebbe esprimere una presa di posizione, perché questi atteggiamenti vanno a minare anche il rapporto di rispetto che c'è tra tutta la Giunta e tutto il Consiglio. È vero che non è maturo e responsabile lavorare tanto a chilo o tagliare i ragionamenti con l'accetta, ma risulta evidente che se ci sono questo tipo di comportamenti e dall'altra parte state zitti, non so perché (forse perché avete paura anche voi nella Giunta di dire che qualcosa che fa un vostro collega è sbagliato), non potete – e chiudo, Presidente – lamentarvi se nel Consiglio, di fronte agli atteggiamenti della Giunta, si alzano e si esasperano i toni. Non fate gli indignati quando il Consiglio si incazza se gli Assessori vengono qui quando vogliono, per rispondere quando vogliono e dà loro anche fastidio quando ci rispondono.

PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo terminato il punto delle "Interrogazioni e interpellanze".
PUNTO
5



NOMINA DI TRE COMPONENTI EFFETTIVI, DI CUI UNO RICOPRIRÀ LA CARICA DI PRESIDENTE DELL'ORGANO, E DI DUE COMPONENTI SUPPLENTI DEL COLLEGIO SINDACALE DELLA SOCIETÀ "VENETO SVILUPPO S.P.A.". APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 148/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 5.
Colleghi, ascoltatemi bene. Ci sarà una prima elezione dei tre componenti effettivi e ciascun Consigliere potrà esprimere al massimo due preferenze.
Poi tra i tre componenti effettivi eleggeremo il Presidente del Collegio sindacale e poi faremo una terza votazione per la nomina dei componenti supplenti.
Ci saranno quindi tre votazioni di seguito: la prima per l'elezione di tre componenti effettivi, la seconda per il Presidente e poi per i supplenti. Vi appariranno i nomi nel display.
Prego, collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Le indicazioni di voto per la maggioranza sono il dottor Zanetti e il dottor Mainolfi.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io non devo dichiarare il nome in rappresentanza della minoranza, ma vorrei esprimere ancora una volta lo sconcerto per cui la maggioranza, che può esprimere due nomi su tre, insiste ancora una volta pervicacemente pensando di scaricare semplicemente sulla minoranza il rispetto delle quote di genere. Questo viene fatto senza che ci sia stato un minimo di coordinamento o di decisione concordata tra le parti.
Non esiste che la maggioranza, che fa sempre quello che vuole dentro questo Consiglio, arriva qua all'ultimo secondo e ci dice: noi abbiamo i due uomini, arrangiatevi se volete nel rispetto della legge nominare una donna. L'abbiamo già vissuto con il Consiglio d'Amministrazione di Veneto Sviluppo. Non è il modo di costruire le condizioni per una gestione condivisa delle nomine che per legge spettano anche in quota parte alla minoranza.
Presidente, per le necessità organizzative e di attività di Veneto Sviluppo abbiamo accettato questa modalità di lavorare per la nomina del Consiglio di Amministrazione. Non abbiamo intenzione di accettarla per quanto riguarda anche il Collegio dei Revisori dei Conti perché, se le cose fossero concordate prima di arrivare in Aula, gli esiti sarebbero diversi. Quando si prevede che una nomina tocca in quota alla minoranza, non vuol dire che chi ha più numeri viene qua e fa quello che vuole. Si discute e si concorda, perché la previsione di legge che ci sia anche un rappresentante delle minoranze dovrebbe garantire la condivisione e la collaborazione nella gestione dei passaggi. Se invece arriviamo qua, ogni volta, e solo perché voi siete la maggioranza dobbiamo accettare quello che voi decidete, noi riteniamo questo un atteggiamento insopportabile.
Per queste ragioni, a meno che non si sblocca la cosa, poiché non abbiamo intenzione di fare come la volta scorsa, e cioè di nominare organi non coerenti con le previsioni di legge, noi non nominiamo il nostro e teniamo bloccate le nomine del Collegio dei Revisori fino a quando non deciderete di essere persone che hanno intenzione di lavorare come si dovrebbe dentro una nomina che dovrebbe appartenere a tutto il Consiglio.
Lo dico non soltanto per questa nomina. Lo dico in generale, perché le cose andrebbero concordate e condivise. Ne avete due su tre. Io voglio sapere sulla base di quale valutazione avete deciso ogni volta che la quota di genere debba essere in carico alla minoranza e ce lo dite in Aula. E quando noi vi diciamo che non siamo nelle condizioni ve ne fregate. E sapete perché ve ne fregate? Perché nella spartizione delle nomine interna alla maggioranza le donne non ce le avete neanche voi.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. A sostegno di quanto sostenuto dalla collega Camani.
Ci sono delle regole chiare, mi sembra, dal punto di vista della rappresentanza di genere e noi, avendo una nomina, non è che possiamo... O trascuriamo un genere o trascuriamo l'altro genere, per cui non può essere in capo a noi la scelta. Mi sembra evidente, dalla configurazione del Collegio sindacale, che la quota di genere debba essere rispettata da coloro che hanno la possibilità di scegliere: 2 a 0 non rispetta il genere rispetto all'1 a 1. Mi sembra evidente. Noi su questo abbiamo condotto le nostre valutazioni in merito alla nomina migliore possibile per dare un Collegio sindacale all'altezza a Veneto Sviluppo, e nessuno ci ha fatto presente che invece diverse, e comunque non condivisibili, avrebbero dovuto essere le regole per la nomina. La riapertura dei termini che c'è stata e di cui abbiamo beneficiato non andava nella direzione di inserire nomi femminili. Per cui mi associo a quanto sostenuto dalla collega Camani. Non è ammissibile che la maggioranza, che nomina due componenti su tre, possa non rispettare la quota di genere.
Per cui, in nessun modo ci possiamo fare carico di questa cosa, nonostante potremmo avere magari anche dei nomi femminili di grande prestigio da poter inserire, ma è bene che questo tema venga smarcato una volta per tutte.
Per cui, invito il collega Villanova a rivedere i nomi che ha proposto e a proporre dei nomi in maniera coerente con quelle che sono le regole statutarie della nomina del Collegio di Veneto Sviluppo.

PRESIDENTE

Siamo in discussione generale.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Ha paura che parli, consigliera Camani? Ha paura che possa dire come sono andate le cose sul serio? Vede, consigliera Camani, lei è molto brava...

PRESIDENTE

Collega Camani, il collega Villanova ha dato un'indicazione di voto. Adesso lei ha aperto la discussione generale. Siamo in discussione generale.
Continui pure, collega.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Credo che la capogruppo Camani abbia paura che io dica che questo bisogno di trovare un nome femminile da parte loro non è avvenuto oggi in Aula, ma è avvenuto una settimana fa. La comunicazione è avvenuta una settimana fa, prima che il punto venisse messo all'ordine del giorno del Consiglio regionale.
Ma io cito quello che ha appena detto, cioè che tocca sempre alle opposizioni, perché noi scarichiamo la quota di genere su di loro. Scusate un secondo, voi avete fatto sempre delle battaglie per farci capire quanto siamo maschilisti, quanto noi non teniamo... e ci venite a dire che avete nominato sia l'altra volta sia questa volta un uomo solo per dare una lezione a noi? L'altra volta avete tirato fuori la scusa che non c'era stata la riapertura dei termini, questa volta c'è stata la riapertura dei termini e ancora venite a dirci che tocca a voi la quota di genere!
Se volete continuare a prenderci in giro, fatelo pure, non penso che ci cambi la vita, ma ditelo apertamente. Dite apertamente che voi volete nominare un uomo perché non avete donne da mettere dentro. Allora perché lo state facendo, Lorenzoni? Se volete insegnarci come si fa, nominate una donna, ma io vi ricordo che sia nella nomina del CdA, sia nella nomina del Revisore, voi che venite a farci la lezione, state indicando nomi maschili.
Non fateci lezioni. Consigliera Camani, non ci faccia lezioni, perché in tutte le nomine che lei ha fatto da quando è Capogruppo ha fatto solo nomi maschili. Non ci venga a dare lezioni. Soprattutto, non ci venga a dare lezioni se dice frasi come quelle di prima "scaricare su di voi la quota di genere". Ditelo che è un peso per voi. E allora noi ci muoveremo per trovare sempre nomi femminili, sempre donne da inserire, perché sappiamo che il PD preferisce nominare uomini. Adesso lo sappiamo tutti quanti e quindi ci muoveremo in questa direzione.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io penso che stiamo sfiorando il ridicolo. Capogruppo Villanova, io ho il massimo rispetto per lei, però quello che ha detto la squalifica perché non ci credeva neanche lei. è palese che la sua situazione di difficoltà l'ha resa primo al campionato di arrampicata sugli specchi, ma la invito a riascoltarsi perché ha detto tre volte tre concetti diversi.
Qua non è un tema di donne e uomini, qua è se si crede nello strumento della parità di genere o no. In un momento storico come questo, in un momento importante come questo, dove fino a 15 giorni fa in occasione di altre situazioni eravamo tutti qui con i grandi ragionamenti, con i grandi dibattiti sul senso della parità di genere, di evitare alcune forme anche di prevaricazione culturale che a volte si manifestano, oggi non è questione di nominare donne o uomini.
Collega Villanova, capisco che ho centrato il segno perché, quando lei è nervoso interrompe e mi fa piacere che interrompa, perché vuol dire ho centrato il segno. Il tema è, collega Villanova, che in una società dove c'è un rapporto in Aula e tutto funziona normale, dove non c'è l'identità di dire "facciamo la forzatura", è semplice. Se un pezzo di quest'Aula ha... Così allora riprendo daccapo, perché ci tengo, credo che abbia davvero un senso compiuto quello che dico. Collega Villanova, il tema di dire due, uno, voi nominate donne, voi nominate uomini. C'è un elemento che lei non ha detto all'interno del suo discorso: la minoranza non sempre ha una quota, a differenza della maggioranza, la minoranza non sempre nomina, la minoranza non può sempre dire la sua, la minoranza in tutte le nomine non ha una quota garantita, a volte succede per rapporti politici, a volte succede perché lo prevedono i regolamenti. E quindi risulta evidente che il primo elemento è questo. Chi ha la possibilità, attraverso anche il numero più importante di nomine fatte, di avere un principio di parità di genere e mantenerlo non è sicuramente la minoranza, dove ogni tanto gliene capita una qui, una lì, a volte anche, va riconosciuto, ha un rapporto politico che riconosce reciprocamente un equilibrio, a volte perché lo dicono le regole. Non è che si può dare in carico alla minoranza la gestione di quelle che sono le nomine del Consiglio regionale. Ma cosa sta dicendo? Toccheranno dieci nomine sulla legislatura intera alla minoranza e dall'altra parte ne toccheranno un centinaio.
Seconda questione. In un mondo normale dove c'è la voglia di rispettare la parità di genere come principio culturale, come principio anche di un modus operandi sociale da adottare, come principio non solo normativo perché qualcuno ti obbliga, ma perché si pensa che sia giusto così, a volte sì, un po' forzato, un po' meno, ma è un principio che deve rendere all'interno del perimetro all'interno del quale lavoriamo, alcuni principi comuni come un punto fermo, risulta evidente, colleghi, che se uno può nominare due persone, che decide di nominare due donne o due uomini, all'altra parte, che è già in una situazione di svantaggio nel dover nominare, perché numericamente ne devi nominare uno, tu stai imponendo qualcosa. Vale per i due uomini, ma vale anche se lei avesse proposto due donne. Risulta evidente che c'è una prepotenza politica che viene messa in campo. Risulta evidente che c'è una prevaricazione nel gioco dell'Aula che viene adottata da una parte piuttosto che dall'altra. Se ci sono tre membri, chi ne nomina due in una società di buonsenso, non quella fatta dalle arringhe sterili, è evidente che si nominerà un uomo e una donna. Perché? Perché chi può nominarne solo uno dovrà avere la possibilità di nominare tanto una donna ma quanto un uomo se lo vuole.
E se noi avessimo voluto nominare una donna e lei avesse proposto due donne? è una questione di buon senso. Se fosse la prima volta che accade, uno potrebbe dire: ci siamo organizzati male, abbiamo fatto male i conti. Ma è la seconda volta che accade. Non è che noi non abbiamo donne da nominare, è che ne abbiamo così pochi da nominare che risulta evidente che, quando hai una volta la domanda che si rifà a mesi prima, una volta, come questo caso, ne abbiamo uno, sì. E anche se fosse un uomo qual è il problema? Perché dobbiamo farci carico noi delle inadempienze che ci sono dall'altra parte? Noi vi diamo la garanzia che se ci date due nomi da nominare facciamo un uomo e facciamo una donna, se ce ne date quattro, faremo due uomini e faremo due donne. Ma risulta evidente che, se anche aveste fatto due donne non era giusto perché avrebbe voluto dire intervenire sul principio di libertà e di autonomia della minoranza perché, se le nomine sono tre e uno ne fa due non può farle dello stesso genere, perché vuol dire intervenire nel principio di autonomia della minoranza. Perché non state dicendo che alla minoranza ne tocca uno, state dicendo che alla minoranza tocca un uomo o alla minoranza tocca una donna. Il che va bene se c'è un accordo politico prima, perché le situazioni si compongono insieme, è il ruolo della politica, ma non va bene se uno fa una forzatura. Ed è evidente che voi questo tema del principio di genere, vedendo anche quello che state facendo oggi, tentate di rispettarlo perché dovete farlo, ma non ci credete neanche voi.
Se la soluzione è come nel CdA, dove da tre passiamo a cinque, non è mica come dire "aumentiamo la biada, aumentiamo il foraggio, aumentiamo le careghe, e sono più contenti". No, non è aumentare le famose careghe e distribuire più potere la soluzione per compensare la parità di genere. Non è che, se da tre dell'altra volta ora volete passare a cinque e diciamo ai veneti che faremo altre due poltrone in più e lo faremo per la parità. No, lo faremo perché per la parità di genere mettiamo due poltrone in più, tanto 3 o 5... Alla faccia di chi la mattina si alza e va a lavorare. Servono due poltrone? Via, due poltrone! Soranzo, tira fuori due poltrone! Non funziona così. Ci sono dei princìpi che vanno rispettati e voi alla parità di genere non ci credete. Non è la questione "ditelo che voi volete nominare un uomo". A voi non interessa cosa dobbiamo nominare noi, a voi interessa che abbiamo un principio sancito da Regolamento e legge che ci tocca una persona, e se voi nominate due dello stesso genere, che sia donna o uomo, state entrando all'interno della nostra sfera di libertà, caratterizzando l'azione politica e amministrativa della minoranza. Non ve ne frega niente se nominiamo l'uomo o la donna. Fatevi i fatti vostri su come facciamo politica noi. È chiaro che ce ne frega se voi per primi, nominando due dello stesso genere, limitate quella che è l'attività della minoranza. Anche la minoranza quel poco che le viene riconosciuto ha intenzione di esercitarlo con dignità.
Adesso, collega Villanova, ammettiamo che le nomine in Aula fossero fatte tipo il click-day – chi prima si mette in nota, è una cosa che avviene in molti bandi pubblici – e noi ci mettessimo in nota per primi e proponessimo due donne, mentre voi ne avevate una, non sarebbe stato discriminante anche nei vostri confronti aver caratterizzato quel poco di libertà che resta?
Quel poco che ci spetta dal punto di vista politico e amministrativo abbiamo intenzione di esercitarlo nel rispetto della norma, ma come meglio intendiamo farlo, così come voi lo farete come meglio intendete. Però, la differenza tra voi e noi è che le nostre azioni non impattano nella vostra autonomia politica, ma le vostre azioni costringono la nostra attività politica a dover seguire un percorso che non è quello che avremmo voluto seguire. Se davvero siamo in un'Aula democratica, basterebbe questo principio per dire che quello che lei ha affermato è sbagliato. Non è una questione di sesso, di genere, di nomi o di colore politico; è una questione di principio di democrazia. Me ne tocca uno, lasciami libero di nominare chi voglio. Te ne toccano due, farai un uomo e una donna.
A noi va bene tutto, va bene essere minoranza, va bene non contare nulla, ma se quando dobbiamo decidere qualcosa ci dite voi se dobbiamo andare verso nord o verso sud, ci permetta di dire che almeno la rotta ce la vogliamo tracciare da soli.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio per il chiarimento, quando il capogruppo Villanova ha detto che in qualche modo doveva dire tutto, e ha fatto bene, perché nel momento in cui viene comunicato che c'è bisogno di una donna e hai i termini chiusi, succede esattamente quello che ha detto il consigliere Montanariello. Ci costringevate a dire "a voi spetta". È vero che a voi spetta la guida, ma la guida è l'indirizzo. Se i termini sono chiusi, due più uno fa tre, a voi ne spettano due e a noi ne spetta uno.
Aspetto un attimo, Presidente, che si consultino su quello che ho detto.
"Guida" non significa imporre a noi ogni volta di essere quelli che nominano la donna, perché siamo quelli della parità di genere. Certo che lo siamo! E se fosse stato condotto da un punto di vista politico il processo probabilmente avremmo anche deciso di metterci d'accordo e questa volta la donna l'avremmo nominata noi. Non sarebbe stato un problema. Ma a termini chiusi, con una sola nomina e non con due nomine, ci viene assolutamente molto più complicato. E non è neanche corretto che ogni volta si decida, a scatola chiusa, che la minoranza deve fare una determinata cosa, perché la maggioranza ha già deciso.
L'ha detto il consigliere Lorenzoni prima. Questa volta, per quanto ci riguarda, la risposta è no. L'altra volta lo abbiamo accettato, dopodiché si allargano le maglie, ma non è neanche giusto che ogni volta, per risolvere un problema che abbiamo creato, ci dobbiamo far carico di allargare le maglie di un Consiglio o dei Revisori. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Io credo che sia doveroso in quest'Aula abbassare i toni, perché credo che a chi ci sta ascoltando – e lo dico in maniera molto tranquilla, ma credo rispettosa in primis di chi ci ascolta – non faccia bene sentire una discussione per la seconda volta, anzi la terza. Dico alla capogruppo Camani... Volevo anche prenotarmi e attendere il suo intervento; invece, poi ho ritenuto che sia meglio cominciare a sottolineare alcuni aspetti.
Allora, colleghi della minoranza, o dell'opposizione, come preferite definirvi, nell'ultima nomina di Veneto Sviluppo, se andiamo a prendere le registrazioni degli interventi che sono stati portati all'attenzione di quest'Aula, c'era una lamentela ufficiale per cui non era possibile per la minoranza proporre una figura femminile – per quanto mi riguarda, condivido, dovrebbe essere anche una un'occasione di privilegio – che avesse i requisiti, le qualità e l'esperienza sia di carattere giuridico-legale sia di carattere professionale e di curricula, cioè profili che avessero assolutamente lo standing migliore per ricoprire un ruolo così come definisce la legge, e non solo quelli giuridico-legali. Visto e considerato che i termini erano stati adeguati alla possibilità di poter comunque sollecitare, magari con esperti, a proporre la propria candidatura, la difficoltà per voi era individuare una figura di questo tipo di carattere femminile.
Ora facciamo un passo indietro, colleghi. Guardate che qui non si tratta di chiamare l'amico che si incontra per la strada e di chiedergli "cosa fai domani?", "non lo so", e quindi "guarda, c'è un posto in una partecipata in Regione; se sei iscritto al registro e hai i requisiti proponi la tua candidatura così metto dentro te". Non funziona mica così! Sia chiaro a chi ci ascolta che c'è un tempo per un avviso a evidenza pubblica, per cui chiunque abbia i requisiti o ritiene di averli può proporre la propria candidatura. Poi esiste una seconda fase in cui è riservata ai Consiglieri regionali, ad avviso ad evidenza pubblica scaduto, a termini scaduti, la possibilità di avanzare ulteriori proposte di candidature. Questo è un requisito e un diritto di ogni Consigliere regionale. Conclusa anche questa seconda fase, la candidatura arriva in Commissione, dove c'è l'istruttoria con la verifica dei requisiti di legge e professionali, anche in base alla partecipata, in questo caso al ruolo che deve essere ricoperto nell'organo, e viene anche votata.
Perché racconto questa cosa che sappiamo bene tutti in quest'Aula, ma non chi ci ascolta? Io parlo a quei signori che ci ascoltano, parlo a quella stampa che ci ascolta. Nel primo caso, la minoranza lamentava che non aveva avuto la possibilità di proporre un nome, che comunque avrebbe avuto se l'avesse saputo e avesse avuto l'opportunità. Tanto che si lamentava che erano stati riaperti i termini per il Collegio sindacale, e non per il CdA. Questo è stato ciò che quest'Aula ha ascoltato e ha verbalizzato in quella seduta.
Oggi, dopo che quella richiesta era fondata sul fatto che ci fosse stata una riapertura dei termini per questo Collegio sindacale, trascorrono i giorni e le settimane e la stessa minoranza, le stesse persone, gli stessi colleghi dicono "eh no, si ripete il film", ma il film cambia. Rimane che non si vuole proporre una figura femminile, e questo, secondo me, è un dato nuovo per il Partito Democratico e per tutta l'opposizione, perché pensare che tutti i Gruppi di minoranza non abbiano una figura professionale da poter selezionare tra quelli che hanno avanzato le proprie candidature è assolutamente incredibile. Tuttavia, lo accettiamo. Ma non c'è solo il Partito Democratico. Qui parla il Partito Democratico, ma la minoranza è fatta da più Gruppi, e immagino che ci siano delle figure che sicuramente hanno colpito l'attenzione dei vari Gruppi per i requisiti professionali e le esperienze di standing in questa istruttoria che conta 58 candidature. Non una, ma 58, e sono 10, almeno mi pare aver contatto, le figure che si sono candidate.
Cara collega Camani, se lo ricordi bene, a verbale in Sesta Commissione due settimane fa, dopo che la Presidente della Commissione Pari Opportunità – se ricordo bene – chiedeva che il Consiglio regionale risolvesse il problema della rappresentanza del CdA, lei ha detto che non era stato possibile perché non erano stati riaperti i termini per cui la minoranza potesse proporre una figura femminile. Oggi i termini sono stati riaperti e lei si lamenta che neanche con la riapertura dei termini riesce a esprimere una figura di questo genere.
Allora, torniamo alla serietà, perché adesso io ho voluto assomigliare a voi; per tre minuti ho voluto alzare la voce e cercare di assomigliare a voi. Signori, le poltrone vi fanno comodo? Se questa è una questione di poltrone, allora credo che ci sia un problema. Voi invece volete in qualche modo creare una polemica sui giornali, quando la verità è che purtroppo voi predicate bene e razzolate male. Voi prima dite una cosa (tre settimane fa) e ne dite un'altra dopo tre settimane. Non lo dice Soranzo, lo dicono le registrazioni.
Allora, gentilmente, quello che chiedo a quest'Aula è che si ritorni a valutare da parte di chi, se ne ha la volontà politica, come diceva la collega Camani in Commissione... Avete la possibilità di poter fare una candidatura per volontà politica di una esperta di rappresentanza di genere? Fatelo. Ne avete dieci? Selezionatele. Avete avuto anche la possibilità di poterle candidare, non solo di poterle oggi selezionare tra i candidati, ma anche di suggerire una candidatura. Non c'è.
Voglio fare l'ultimo passaggio, perché l'anello al naso non ce l'ha nessuno. Chiedo scusa al Presidente, ma probabilmente userò tutto il tempo. È anche vero che c'è un altro aspetto, cioè la partenza del ragionamento non può essere "candido uno che conosco", ma dovrebbe trovare la corrispondenza della figura migliore tra i candidati. Quindi, o voi non avete profili da selezionare, oppure c'è da preoccuparsi, perché vista la responsabilità che la legge attribuisce alla minoranza di esprimere un candidato, e la minoranza non trova un profilo all'altezza dei requisiti e delle professionalità tra questi candidati, credo che non solo non sia corretto, ma è tendenzialmente offensivo per chi oggi si è candidato. E ci sono standing competenti e anche profili molto importanti.
Ultima cosa. Ho sentito, collega Zottis, che si è detto "abbiamo fatto chiarezza". Ho ascoltato l'intervento del collega Villanova, secondo cui si è fatto a termini chiusi l'accordo. Concordato? Qual è la parola? Detto? Guardi, le posso dire una cosa. Sarebbe stato grave se ci fosse stata qualsiasi attività a termini aperti. Sarebbe stato grave se fosse avvenuto prima della chiusura dei termini.
Procedere in qualsiasi confronto a termini aperti avrebbe avuto e assunto una gravità, a mio avviso, per la non correttezza nei confronti di tutte le candidature. Invece, ritengo assolutamente corretto che la cosa sia stata fatta a termini chiusi, perché a termini chiusi si è potuto e si può sempre fare una valutazione a biglie ferme, a chiusura, tra i candidati che sono stati proposti e candidati nell'avviso a evidenza pubblica nella prima fase e tra le candidature aggiuntive dei Consiglieri regionali.
Collega Zottis, è normale, e bene che sia avvenuto a termini chiusi. Grave sarebbe stato se fosse avvenuto a termini aperti. Almeno noi, per trasparenza, correttezza e sempre, speriamo, anche per onestà, non solo in termini generali, ma anche intellettuali, riteniamo che questo sia un aspetto che ci fa piacere e ci garantisce ancor di più della convinzione del percorso che stiamo facendo.

PRESIDENTE

Collega Camani, il collega Villanova ha dato un'indicazione di voto, non è intervenuto in discussione generale.
Io adesso le do la parola, perché era sbagliato il tempo a disposizione per il suo primo intervento. Va bene? È una interpretazione che non mi convince, ma che mi danno gli uffici.
Io le do la parola per i sette minuti che lei non ha utilizzato rispetto alla discussione generale.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho sentito tali bestialità in quest'Aula che è necessario puntualizzare, perché nessuno di noi abita nella montagna del sapone, capogruppo Soranzo, no, vicecapogruppo. La parità di genere non ce la insegna nessuno. Si percorre attraverso due strade.
Strada numero uno: chi ne ha di più se ne fa carico, banalmente, perché se ne nominate due parità vuol dire un maschio e una femmina. Se ne nomino uno, che nomina paritaria posso fare? Non posso fare mezza persona maschio e mezza persona femmina.
La parità nelle nomine, se uno vuole perseguirla, quando ne ha due stavolta e due la volta scorsa sono quattro, su quattro una donna ci sta? No. Però, da quello che ha detto lei, ex capogruppo Soranzo, doversi far carico di una nomina di genere è compito delle minoranze, perché voi proprio neanche considerate la possibilità. Anzi, ci rimproverate perché a vostro giudizio non abbiamo voluto fare la nomina al femminile, perché non è, secondo voi, nelle vostre necessità. È una questione di cui non vi occupate, perché tanto ci sono le minoranze che si fanno carico della quota di genere. Questo è un principio che ha deciso lei, che sta dentro la sua testa, ma non è un principio di realtà o di verosimiglianza con la realtà. Se non se ne fa carico chi può nominare sia un maschio che una femmina, parità non vuol dire femmina, parità vuol dire pari, un maschio e una femmina. E noi diventiamo costretti a nominare la femmina, perché voi non esercitate la parità, in quanto pur avendo due nomine scegliete due maschi.
La parità non è nel complesso, è nelle singole scelte che si fanno. E se volete la parità, a casa mia, di fronte a una nomina di due persone, è un maschio e una femmina. Di fronte ad un'unica nomina, che parità posso fare? O sarà un maschio o sarà una femmina. No, voi pretendete che noi dobbiamo decidere in termini paritari, mettendo già in conto che voi donne non ne fate. Allora è ovvio che la parità per noi è donna. Dove sta scritto? Perché, sulla base di quale principio, secondo lei, collega Soranzo, le donne devono essere nominate solo dalla minoranza? Se non è così, si concorda prima e non è fare gli accordicchi sottobanco, a meno che, ripeto, non viviate sulla Luna, ma è "cara minoranza, siccome per il CdA di Veneto Sviluppo non ho neanche una donna, sebbene potessi averne tantissime, decidiamo chi la nomina e costruiamo le candidature sulla base del rispetto del principio". Nel caso di Veneto Sviluppo non potevamo costruire niente perché i termini non erano stati riaperti.
Oggi addirittura ancora peggio, perché, mentre sul CdA di Veneto Sviluppo non erano stati riaperti i termini e quelli erano, oggi i termini sono stati riaperti, collega Soranzo, e nessuno è venuto a dirci, finché i termini erano aperti, che anche questa volta la destra non si sarebbe fatta carico della parità nelle sue due nomine.
Villanova può dirmelo anche una settimana fa, ma se i termini sono chiusi, io come me lo invento che anche stavolta la destra non si fa carico della parità, laddove nominandone due la parità vorrebbe dire uno e uno? Io non lo so. Io non lo so.

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Quindi non solo, punto uno, non vi fate carico della parità che spetterebbe a chi ha più di una nomina; due, non solo non ci informate del fatto che abbiate deciso di non farvi carico della parità, ma la cosa ancora più grave è che è arrivata in Aula e ve ne fregate, perché la risposta che ci avete dato è "chi se ne frega, noi nominiamo due maschi, se volete anche voi nominarvi il maschio fatelo, tanto andrà a finire come col CdA, ci faranno ricorso, e chi se ne frega se ci faranno ricorso". Così mi è stato risposto.
Quindi, non solo non vi fate carico, ma non concordate e ve ne strafregate del fatto che andiamo a nominare un organismo che è contra legem. E io dico di rinviare il punto, di trovare un modo per venirne a capo, ma ve ne fregate, perché non solo non rispettate la parità individuando le nomine, ma voi non rispettate il principio. Quindi, l'unica cosa che vi interessa è mettere un po' di gente sulle poltrone, non rispettare il principio di parità. Questa è una posizione ideologica che è emersa chiaramente dal suo intervento, collega Soranzo.
È la mia impressione, sì. Di solito esprimo le mie impressioni, non quelle degli altri, grazie a Dio. Non sono bipolare, quindi esprimo le mie.
Tant'è che anche sul CdA di Veneto Sviluppo, che è oggettivamente contra legem, perché sono tre maschi e vive da un mese, che intenzioni avete? Noi siamo disponibili a far dimettere il nostro domani mattina e a ricostruire un CdA in regola. Ve ne fregate, perché finché il ricorso che è stato fatto dalla Commissione Pari Opportunità non arriverà a giudizio per voi quel CdA può continuare ad operare, perché il principio di parità di genere per voi non è un principio che merita la vostra attenzione e viene rispettato solo le volte in cui per sbaglio la minoranza se ne fa carico, visto che non ve ne frega niente del principio. Tant'è che dite che tocca sempre alla minoranza mettere la donna, perché non è un problema di cui voi vi occupate.
E non mi faccia la morale, collega Soranzo, sul profilo delle candidature che vengono inserite dentro gli elenchi o delle nomine che avete fatto, perché abbiamo assistito a delle nomine di persone che erano candidate alle Regionali con Fratelli d'Italia e Lega e poi sono state messe a Presidente dei CdA di ESU e di altri organismi.
Il Presidente di ESU Padova era candidato con la Lega Nord.
Dopo te lo dico.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non ricordo il nome, dopo te lo dico.

PRESIDENTE

Guardi il tempo.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Proseguo.
Quindi, a mio giudizio, la parità di genere nelle nomine è un tema di cui voi non vi volete far carico e addirittura, perché non basta dire sciocchezze...

PRESIDENTE

Le do trenta secondi in più.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo. Non basta dire sciocchezze, bisogna anche prendere in giro la gente parlando del privilegio di nominare donne, che voi non volete esercitare. Allora, noi ribadiamo, presidente Ciambetti, che, per quanto riguarda le minoranze non abbiamo intenzione di candidare nessuno, di partecipare al voto, e per noi il nostro posto rimane vacante.
Nominatevi il vostro Collegio dei Revisori con i vostri due maschi.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Zottis, per fatto personale.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Sì, per fatto personale, grazie.
Va bene tutto, però un conto è una diversità di vedute, che ci sta, e anche la richiesta di abbassare i toni, un altro è un'interpretazione o riportare parole che non sono state dette.
Accordi, accordicchi, accordini, io non l'ho detto e non l'ho neanche pensato. Lei ha detto che ho parlato di accordi. Comunque, non è grave – e lei ha detto che è grave – dire che, quando si riaprono i termini c'è bisogno che tutti ci facciamo carico della parità di genere, perché c'è bisogno di scegliere le persone migliori. Non sarebbe stato grave, sarebbe stato un atto di correttezza. È grave dire, a scatola chiusa, a voi spetta la donna, ciaòne. Punto.

PRESIDENTE

Capogruppo Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Volevo stemperare questa questione anche per le minoranze. Questi sono tecnici, stiamo facendo la nomina di persone che sono iscritte agli albi degli avvocati, dei commercialisti, dei periti, eccetera, e quindi che hanno fatto accesso a un bando, con una serie di requisiti di cui sono in possesso. Collega, abbiamo dieci signore (alcune le conosco, altre no) tra cui si può scegliere. No, sceglietelo voi. Penso che in un momento di pace possiate scegliere, anche perché qui dentro dovete scegliere; avete i nomi e i cognomi e tutti i requisiti; quindi, basta che facciate la scelta di un nome.
Poi te lo dico, se la devo scegliere io, ma penso sia una cosa collegiale, lo dovete fare voi. Grazie.

PRESIDENTE

Gli uffici devono fare approfondimenti tecnici. Sospendiamo qui la seduta.
Riprendiamo alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.32
La Seduta riprende alle ore 14.52

PRESIDENTE

Colleghi, aggiornate Concilium. Riprendiamo i lavori, se vi accomodate.
Durante la pausa ho fatto fare un approfondimento tecnico agli uffici e nulla osta a proseguire con la votazione del punto all'ordine del giorno.
Abbiamo due proposte fatte all'inizio della discussione.
Io ho avvisato tutti i Capigruppo che riprendevamo i lavori. Vi spiego come avviene la votazione, in forma elettronica. Il punto n. 5, Veneto Sviluppo S.p.A., nomina di tre componenti effettivi e due supplenti del Collegio sindacale, è articolato in tre sottopunti: il primo è la votazione per l'elezione dei componenti effettivi, in cui ciascun Consigliere potrà esprimere massimo due preferenze, quindi troverete, nella lista che vi apparirà, tutti i nomi approvati dalla Prima Commissione e potrete esprimere solamente due preferenze; dai tre componenti effettivi poi si eleggerà il Presidente, ci sarà un minuto di tempo per riaggiornare il sistema informatico e preparare la scheda di votazione; dopo aver eletto il Presidente, andremo a nominare i due componenti supplenti e ciascun Consigliere potrà esprimere soltanto una preferenza.
Come ho detto, ho avvisato tutti i Capigruppo della ripresa dei lavori.
Metto in votazione la nomina dei tre componenti effettivi del Collegio dei Revisori di Veneto Sviluppo.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Io ho avvisato tutti, scusate. Ho avvisato tutti i Capigruppo e anche a tempo debito.
Potete esprimere due preferenze in questa votazione.
Chiedo che qualcuno del sistema informatico dia supporto alla collega Brescacin.
Dovete sottolineare i due nomi e poi premere "Invio".
Non è fretta, collega. Vi ho avvisato per tempo. Avremmo dovuto riprendere alle 14.30. Le dico anche che avevo avvisato lei, tanto per dire, che è la prima della minoranza come sempre, alle ore 14.41.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Guardi, non è che ero in giro a fare l'aperitivo.

PRESIDENTE

Non ha la parola.
Avete votato tutti?
È chiusa la votazione.
20 voti a Enrico Zanetti, 20 voti a Giovanni Mainolfi, 4 voti a Paola Tombolato – abbiamo un pari merito – e 4 voti a Dario Bonato.
Non vale anzianità o data di presentazione. Si va al ballottaggio fra i due nomi: Paola Tombolato e Dario Bonato.
Lasciamo che il sistema informatico predisponga la scheda per votare il ballottaggio fra Dario Bonato e Paola Tombolato.
Collega Zanoni, sull'ordine lavori.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, era per capire le espressioni da parte della maggioranza in merito a questi due nomi. Visto che aveva fatto due nomi, ma adesso ci sono due nomi nuovi, vorremmo capire da chi sono sostenuti. Siccome è previsto che...
(Il Presidente Ciambetti interviene a microfono spento)

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, al netto di queste quisquiglie, che resti a verbale che la minoranza non ha espresso nessuna proposta di candidatura né prima delle operazioni di voto, né durante né dopo. Per tutti i nomi che oggi stiamo discutendo – che resti a verbale per eventuali ricorsi, se ce ne sarà lo spazio – non c'è l'espressione della minoranza all'interno dei nomi che sono stati espressi. Non c'è stata nessuna proposta della minoranza.
Dopo vedremo regolamenti e statuti come declineranno questo, però la minoranza non ha fatto... Quindi sia il ballottaggio che gli altri nomi non fanno capo a espressioni ufficiali della minoranza.

PRESIDENTE

Penso che tutta la discussione generale sarà utile a qualsiasi tipo di ragionamento successivo. È un'opportunità che le minoranze hanno di esprimere una candidatura. Bastava farlo, insomma.
È pronta la scheda? Portate pazienza, stanno predisponendo la scheda per il ballottaggio fra Bonato e Tombolato.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Annuncio che non parteciperemo a questa votazione.

PRESIDENTE

Va bene.
Ripeto, è un'opportunità, non è un obbligo.
Colleghi, è pronta la scheda per il ballottaggio tra Bonato e Tombolato.
Metto in votazione la nomina del terzo componente del Collegio dei Revisori di Veneto Sviluppo.
È aperta la votazione.
Ripeto, esprimete la preferenza e poi date anche "OK" per l'invio del voto.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Tombolato 13 voti.
Bonato 5 voti.
Il terzo componente del CdA di Veneto Sviluppo è Paola Tombolato.
Adesso dobbiamo predisporre la scheda per l'elezione del Presidente del Collegio dei Revisori.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Indico il dottor Zanetti.

PRESIDENTE

Grazie.
Mettiamo in votazione la nomina del Presidente del Collegio dei Revisori di Veneto Sviluppo S.p.A.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Viene eletto Presidente il dottor Enrico Zanetti.
Adesso passiamo all'elezione dei due componenti supplenti. Ciascun Consigliere potrà esprimere una preferenza appunto per i supplenti del Collegio dei Revisori di Veneto Sviluppo S.p.A.
Ci sono indicazioni?
Prego, collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Per la maggioranza indico il dottor Mazzucato.

PRESIDENTE

Ci sono altre proposte?
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
L'opposizione non presenta alcuna candidatura.

PRESIDENTE

Bene. Ritiene che abbia rinunciato, quindi.
Mettiamo in votazione la nomina dei membri supplenti del Collegio dei Revisori dei Conti di Veneto Sviluppo S.p.A. è possibile esprimere un voto a testa.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Colleghi, avete votato? Chiedo che si dia supporto informatico al collega Soranzo.
È chiusa la votazione.
24 voti a Mazzucato, 2 voti a Dario Bonato.
Risultano eletti Raniero Mazzucato e Luca Zanotto (scusate, Zanotto ha avuto 3 voti).
È chiuso il punto n. 5.
PUNTO
6



MODIFICA DEL COMPLEMENTO REGIONALE PER LO SVILUPPO RURALE DEL PIANO STRATEGICO NAZIONALE DELLA PAC 2023-2027. REGOLAMENTO (UE) N. 2021/2115 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO. PROPOSTA PER IL CONSIGLIO REGIONALE (ARTICOLO 9, COMMA 2, LEGGE REGIONALE n. 26/2011 ). (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 75) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 149/2023)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestari
Correlatrice: Consigliera Guarda

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6.
Relatrice è la consigliera Cestari.
Prego, collega Cestari.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
È un intervento molto tecnico, per cui cercherò di fare del mio meglio. Sulla base dei Regolamenti UE 2021/2115 e 2116 del PSN PAC 2023-2027 dell'Italia la Regione ha predisposto la proposta di complemento regionale per lo Sviluppo Rurale del PSN PAC 2023-2027 per il Veneto, approvata dal Consiglio regionale con deliberazione n. 113 del 26 luglio 2022. La Giunta, a seguito della conclusione del negoziato per l'approvazione del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 dell'Italia, ha approvato la versione finale del CSR 2023-2027 con DGR n. 14 del 10 gennaio 2023 e con aggiornamento successivo. A seguito degli eventi alluvionali in Romagna, oggetto della dichiarazione di stato d'emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri 4 maggio 2023, si rende necessario modificare il PSN PAC 2023-2027 per assicurare un contributo solidale alla Regione Emilia-Romagna, come è avvenuto dalle Regioni e dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste in sede di Conferenza delle Regioni.
L'entità del contributo posto a carico di ciascun CSR 2023-2027 è stata stabilita nella medesima seduta della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni dell'11 settembre 2023 nell'1% della quota FEASR per le quattro annualità 2024-2027, per complessivi 51.817.182,68 euro, pari per la Regione Veneto a 2.722.745,88 euro di quota FEASR, corrispondenti quindi a 6.689.793,32 euro di spesa pubblica. Inoltre, diversamente da quanto era stato previsto all'inizio, negli anni 2023-2024 l'intervento riguardante il sostegno a zone con svantaggi naturali di montagna non viene attivato perché il sostegno agli agricoltori operanti nelle zone montane viene assicurato mediante le risorse allocate nel tipo di intervento riguardante indennità compensativa in zona montana del PSR 2014-2022 che costituisce strumento di sostegno equivalente per condizioni di ammissibilità e bacino dei potenziali beneficiari. Questo rende quindi disponibile le risorse necessarie al contributo di solidarietà stabilito dalla CPA.
Durante il primo anno di attivazione degli interventi del CSR 2023-2027 i bandi per gli interventi SRA 10 "Gestione attiva di infrastrutture ecologiche", e SRA29 "Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di agricoltura biologica" hanno ovviamente raccolto l'interesse degli agricoltori oltre le previsioni; quindi, determinando un fabbisogno finanziario superiore a quanto era stato programmato inizialmente. Per far fronte quindi a questo maggiore fabbisogno si vanno a destinare le restanti risorse rese disponibili dalle due annualità sulle quali l'intervento SRB01 non viene attivato, assegnando 19.616.132,97 euro all'intervento SRA10 e 9.694.073,71 all'intervento SRA29. Questo in termini di spesa pubblica totale.
Sulla base di quanto esposto, la Giunta con deliberazione del 7 novembre 2023 ha proposto appunto una modifica del CSR 2023-2027, che aggiorna il Piano finanziario mantenendo contemporaneamente ed ovviamente il rispetto dei vincoli di programmazione discendenti dal PSN PAC, ai sensi degli articoli 92, 93 e 94 del Regolamento UE 2021/2115. Dove è necessario vengono anche aggiornati gli indicatori di risultato in coerenza con le modifiche finanziarie al CSR 2023-2027.
Inoltre, considerando le incertezze relative ai mercati agricoli e agroalimentari e all'approvvigionamento di materie prime di energia derivate dalle correnti tensioni internazionali, in particolare il conflitto russo-ucraino e quella in Medio Oriente, occorre scongiurare il rischio di una minore propensione agli investimenti e alla formazione da parte delle imprese in generale. Viene quindi proposto un innalzamento di alcune aliquote di aiuto per gli interventi riguardanti investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e formazione degli imprenditori agricoli, degli addetti operanti nei settori di agricoltura, zootecnia, industrie alimentari e degli altri soggetti privati e pubblici funzionali allo sviluppo delle aree rurali.
Infine, per gli interventi sui quali si applicano regimi di aiuto sottoposti alle norme in materia di aiuto di Stato, vengono specificamente inserite le specifiche necessarie e i codici aiuto ottenuti a seguito della conclusione delle procedure di notifica di esenzione esperite ai sensi del Regolamento UE 2022/2472. Ai sensi degli articoli 123 e 124 del Regolamento UE 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio, l'Autorità di Gestione Regionale presenterà al Comitato di monitoraggio regionale le modifiche proposte, al fine di acquisirne il relativo parere (questo da un punto di vista procedurale).
La modifica verrà poi proposta all'Autorità di gestione nazionale del PSN PAC 2023/2027, presso il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste al fine di aggiornare le corrispondenti specifiche regionali contenute nel Piano Strategico Nazionale.
Considerato che l'approvazione delle modifiche avviene attraverso l'attività negoziale che coinvolge il MASAF e la Commissione Europea, che richiede tempi piuttosto veloci di risposta e modalità snelle di interlocuzione, il Consiglio regionale propone l'approvazione delle modifiche al complemento regionale per lo sviluppo rurale del PSN PAC 2023/2027 e la conseguente autorizzazione alla Giunta, per il tramite della Struttura componente, individuata dalla Giunta stessa ad apportare tutti gli adeguamenti tecnici previsti nell'allegato A, che dovremmo avere tutti, che si rendessero necessari a seguito del negoziato con la Commissione Europea e con il MASAF.
Tutto, ovviamente, è passato nella Terza Commissione consiliare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Correlatrice è la collega Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente, e buon lavoro a tutti.
Questa non sarà una controrelazione, ma sarà una correlazione. Questo perché, come ho già avuto modo di condividere in Terza Commissione Agricoltura, non si può non apprezzare gli sforzi fatti per riuscire a rispondere a un mandato che ci è stato dato, cioè quello di trasferire l'1% delle risorse del nostro complemento per lo sviluppo rurale alla situazione emergenziale dell'Emilia-Romagna, per cui i 6.680.000 euro.
Non si può non apprezzare il fatto che in un'epoca di emergenza, lo ricordavamo nelle scorse settimane discutendo il bilancio, in un'epoca quindi di grandi rinunce e di rischi ci sia la necessità di andare ad incentivare l'investimento, in questo caso quindi aumentando alcune aliquote per incentivare gli investimenti nell'ambito della trasformazione e del commercio; è una misura dettata dal cercare di dare nuove opportunità agli imprenditori e nuova fiducia per l'investimento e ci sta tutto. Non si può non apprezzare il fatto che la terza modifica che ci viene proposta risulta essere essenzialmente il vostro sì alla proposta che, come correlatrice del complemento per lo sviluppo rurale votato nel 2021, vi avevo avanzato.
Per cui ringrazio di aver ascoltato l'intervento fatto due anni fa, in cui chiedevo che non soltanto si arrivasse a un aumento dal 35 al 43% dell'importo complessivo dei fondi europei destinati per l'agricoltura biologica e per gli interventi di biodiversità agronomica naturale. Non posso che ringraziare che voi diciate sì ad un aumento ulteriore di queste risorse.
Si tratta quindi di 30 milioni in più per l'agricoltura agroecologica e biologica. Questo è un obiettivo importantissimo e ci abbiamo tenuto noi di minoranza a fare una correlazione di supporto semplicemente perché questa è la rivendicazione di una battaglia che ci vede, magari in televisione, scontrarci, ma che in realtà abbracciate pure voi o perlomeno siete chiamati ad abbracciare perché è molto chiaro il messaggio che ci viene dato dall'IPCC, ossia che l'agroecologia ci consente di contrastare le conseguenze del collasso della crisi climatica. Questo è il valore aggiunto che viene dato dagli agricoltori che molto spesso in solitaria hanno affrontato il percorso verso la scelta di una agricoltura rispettosa della salute e della salute dell'ambiente. Questo è il messaggio che si deve dare agli agricoltori. 30 milioni in più per sviluppare progetti verso il biologico, consentire quindi di cambiare la considerazione di questa maggioranza sul biologico, che non è distruttivo, ma è costruttivo per la sicurezza sanitaria e la sicurezza del nostro ambiente. 30 milioni che vedono aggiungere risorse per consentirci di creare spazi di conservazione e di tutela delle acque, creare spazi all'interno dell'agricoltura per la cattura della CO2, per cui il contrasto dell'inquinamento, il contrasto dell'avvelenamento dell'aria e il contrasto alla crisi climatica.
Questi obiettivi sono molto importanti e ci vedono assolutamente concordi. Si tratta quindi di 19.616.000 euro per la gestione di infrastrutture ecologiche che vengono in risposta alla nostra proposta avanzata durante questo bilancio, ossia quella di finanziare aree forestali di infiltrazione, aree boschive, aree che consentano l'accumulo, la conservazione, la depurazione e la protezione delle acque. 9 milioni per invece l'adattamento, l'aumento della superficie e il mantenimento della superficie a biologico, con un aumento di aziende che continuano a richiedere la trasformazione della propria superficie in agricoltura biologica. Questa educazione che si è sviluppata all'interno del mondo dell'agricoltura, che si sta sviluppando seppur con grande fatica, deve vederci quindi grandi alleati. Per questo motivo ricordo che proprio recentemente è stato approvato il nuovo Piano per l'agricoltura biologica a livello nazionale, per sostenere le 86.000 aziende che si stanno impegnando in Italia per darci un'agricoltura sicura e per darci un'agricoltura capace di produrre servizi ecosistemici che ci riducono le spese per la gestione delle crisi e dei rischi idrogeologici, per dare spazio e gambe all'obiettivo che ci viene dato entro il 2027 di raggiungere a livello italiano il 25% di produzione biologica. Noi in Veneto siamo al 7% e quindi c'era bisogno, così come due anni fa vi ricordavo, e c'è ancora bisogno oggi di stanziare ulteriori risorse per sostenere il coraggioso passaggio dall'agricoltura tradizionale a quella biologica delle nostre imprese.
In tutto questo idillio che ci vede condividere questo percorso c'è da fare un'osservazione, che ho portato anche la scorsa settimana in Commissione Agricoltura, che è la seguente. Questi 30 milioni di euro vengono recuperati oggi e stanziati per le misure agroecologiche e per le misure biologiche con la trasformazione, col passaggio di queste risorse da una misura, quella destinata al sostegno delle zone svantaggiate e montane, che si dice che non sia stata attivata perché nel bene e nel male gli agricoltori delle zone montane già ricevono un aiuto attraverso l'indennità compensativa delle aree montane. Un'indennità importantissima su cui fanno fede molti agricoltori perché consente loro di sviluppare progetti in zone che evidentemente hanno grandi problemi da un punto di vista di progettualità economica e anche di implicazioni di danni alla propria attività economica, vista la zona molto sensibile.
Il messaggio che vorrei mandarvi è questo: se si ritiene opportuno spostare 30 milioni dall'iniziativa per il sostegno delle zone svantaggiate e montane perché gli agricoltori delle zone montane hanno già l'indennità compensativa, almeno che sia pagata in tempi rispettosi e dignitosi delle aziende delle aree montane perché, come ho rilevato in Commissione Terza, purtroppo al 23 novembre AVEPA aveva pagato l'anticipo solo al 5% delle domande ricevute dalle aziende in area montana per l'indennità compensativa. Di per sé, per regola data, l'anticipo doveva essere pagato a tutte le aziende entro il 30 novembre. Di solito questa misura, l'indennità compensativa per gli agricoltori delle aree montane, è la prima indennità che viene pagata alle aziende agricole, la prima che di solito AVEPA dà in termini di priorità. Non c'è nessuna scusa per cui quest'anno si arrivi al 23 novembre con solo il 5% degli anticipi pagati, non c'è nessuna scusa per vedere questo ritardo, perché specie nelle aree montane le Istituzioni devono garantire un'efficacia e un'efficienza che, purtroppo, deve essere assolutamente iper-qualitativa.
Siccome quest'anno, purtroppo, AVEPA ha avuto e sta avendo delle difficoltà oggettive ad affrontare i pagamenti, mentre le sue gemelle di altre Regioni, compreso l'Ente nazionale, hanno avuto, invece, la possibilità di pagare senza i ritardi che si sono verificati in Veneto, c'è da porsi un grande interrogativo e garantire la massima attenzione nella condivisione del percorso con AVEPA affinché questa situazione non si ripeta più, perché – lo ribadisco – le persone che ne hanno più pagato, e lo testimoniano questi dati che vi ho citato, sono stati proprio gli imprenditori delle aree montane, proprio le persone che più di tutti fanno fatica a gestire un'attività imprenditoriale che è sottoposta a pressioni antropiche o ambientali di estrema gravità, specie in un'epoca di crisi climatica.
Per cui, bene questi passaggi verso l'agroecologia, verso la tutela della biodiversità naturale e agronomica, a servizio della salute delle persone e della salute del nostro ambiente, ma facciamo in modo che qualsiasi aiuto possa arrivare in tempi da cristiani, senza creare difficoltà oggettive alle imprese, che già evidentemente sono in grande lotta per la propria sopravvivenza e la propria realizzazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Siamo in discussione generale.
Consigliere Tommaso Razzolini, prego.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome del Gruppo Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni e do un parere favorevole a questa proposta deliberativa. Da una parte andiamo a compiere un gesto di solidarietà e di aiuto nei confronti della Regione Emilia-Romagna a seguito degli eventi alluvionali di maggio 2023, oggetto della dichiarazione di stato d'emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 4 maggio 2023, e quindi si rende necessario modificare il PSN PAC 2023-2027 con questa entità del contributo posto a carico di ciascuna Regione, che è stata stabilita nella seduta della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni dell'11 settembre.
Un'altra causa riguarda le incertezze dei mercati agricoli e agroalimentari e dell'approvvigionamento di materie prime e di energia dovute ai conflitti tra Russia e Ucraina e alla situazione del Medio Oriente. Quando, appunto, ci sono queste cose l'incertezza è abbastanza importante anche nella situazione dei mercati; quindi, noi abbiamo bisogno di garantire futuro e stabilità alle aziende venete del settore agricolo, che è un settore di notevole importanza per la nostra Regione.
Faccio quindi anche la dichiarazione di voto, anticipando che voteremo a favore di questo provvedimento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un provvedimento sicuramente molto interessante perché va a mettere dei fondi in quella che è l'agricoltura sostenibile, l'agricoltura che guarda al biologico ovvero quell'agricoltura che utilizza minori quantità o dovrebbe addirittura non utilizzare sostanze chimiche che nuocciono all'ambiente.
È importante che la Regione finalmente si occupi di agricoltura biologica e di agricoltura sostenibile. Ricordo che tra il 2021 e il 2022 abbiamo perso circa 10.000 ettari in agricoltura biologica e siamo passati dal 6% di superficie di territorio agricolo coltivato a biologico al 5%, con una riduzione quindi in controtendenza rispetto a tutte le altre Regioni.
Va anche considerato come la nostra Regione, purtroppo, stando a quanto viene riportato nel report Veneto 2030, relativo all'Agenda ONU, abbia grossi problemi di sostenibilità per quanto riguarda il GOAL Vita sulla terra: abbiamo una casellina rossa. Puntare e impegnarsi su questo fronte è sicuramente una cosa molto importante. È un favore che facciamo alla salute dei cittadini perché sappiamo come queste sostanze velenose, spesso cancerogene, vanno a finire nei suoli e nelle falde acquifere.
In Commissione Ambiente lo sappiamo perché ARPAV nel loro rapporto ci evidenzia come queste sostanze – pensate, colleghi, anche sostanze non più utilizzate da 20-30 anni – si vengono a trovare nelle falde acquifere e nelle acque superficiali.
È importante per la tutela della biodiversità, che sappiamo essere fondamentale per la vita sulla Terra, per la qualità della vita, ma per l'ecologia in generale. è importante anche per le acque dei nostri fiumi, per le acque di falda, è importante per i terreni, è importante anche per tutti quei cittadini meno fortunati che si ritrovano a vivere nei pressi dei vigneti e che, quindi, quando ci sono trattamenti chimici, sono spesso sottoposti ai fenomeni della deriva, ovvero si ritrovano con le case, i giardini, i cortili e gli orti invasi da queste nubi tossiche, come molti di noi sanno perché molti di noi Consiglieri poi vengono notiziati e informati di queste attività e di queste anomalie.
è importante anche perché consentirebbe un appropriato controllo del territorio, perché naturalmente i controlli che ci sono, che sono veramente pochi e scarsi, dovrebbero poi naturalmente concentrarsi sulle coltivazioni ad alto tasso di uso di chimica.
Un'altra considerazione. Se noi togliamo fondi da un capitolo e li mettiamo nell'altro, e se noi consideriamo la questione delle aree svantaggiate, che magari non utilizzano determinati fondi perché hanno un'agricoltura particolare, è importante che siamo puntuali nei pagamenti per evitare che chi ne ha diritto aspetti mesi e mesi prima di avere il dovuto.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Io volevo intanto fare qualche considerazione e ringraziare l'assessore Caner qui presente oggi con noi per la discussione di questo intervento.
È chiaro che, per quanto riguarda l'Emilia, con quello che è successo quest'anno, siamo di fronte a una catastrofe che ha, purtroppo, colpito centinaia di agricoltori e quindi la solidarietà in questo senso è importante. Ricordo che anche quando c'è stato il terremoto in Emilia, che ha colpito anche un po' alcune zone di Rovigo, nella nostra Provincia di Rovigo, insieme con quello dell'Aquila, c'è stato questo stesso identico spostamento di alcuni capitoli che vengono decisi a livello nazionale. Speriamo che questi contributi vadano un po' a levare quello che succede lì. Lì è un distretto anche della frutticoltura e orticultura: i frutteti hanno bisogno di anni prima di essere rimessi in grado di produrre, soprattutto quando poi c'è l'acqua, che, come questo caso, si è fermata e quindi ha creato uno strato di argilla impermeabile, con un grosso problema di lavorazione e ristagno dell'acqua.
Speriamo che anche alcuni di questi fondi servano alla Regione Emilia per ripulire finalmente quei canali che per tanto tempo erano stati lasciati a sé stessi. E quindi con questo auspicio speriamo che possano servire.
Per quanto riguarda il biologico è chiaro che anche qui l'intervento è un intervento importante. Mi pare che la percentuale del biologico in questa Regione sia intorno al 5%, al 5,4%. è un sistema totale di produzione che chiaramente è una scelta che l'imprenditore agricolo fa appunto per sue naturali predisposizioni. Però non è che noi dobbiamo condannare tutto il 95% degli altri produttori che sono magari nel sistema convenzionale. Anche gli animali e l'uomo si ammalano e hanno bisogno degli antibiotici. Quando un bambino di qualche anno prende l'influenza o una bronchite si va dal dottore e si prende l'antibiotico. Se voi guardate il bugiardino dell'antibiotico è poco dissimile per pericolosità per questo, per l'altro, controindicazioni, eccetera, rispetto a un prodotto fitosanitario che viene usato sulla vite contro la peronospora. Voi andate a vedere i bugiardini e non è che quel prodotto abbia una tossicità o una pericolosità diversa di qualche medicinale che impropriamente a volte prendiamo anche noi. Attenzione quindi prima di condannare tutta la chimica, tanto registrata anche a livello europeo, testata, eccetera, e che ha dei tempi, comunque, di rilevanza che sono ben testati: 20 giorni, un mese prima delle raccolte di solito i prodotti non vengono dati.
Attenzione anche al biologico. Se andiamo a vedere i prodotti usati nel biologico, anche lì le discussioni su questi temi sarebbero da portare avanti. Tanti sanno che il solfato di rame, che è un metallo pesante, spesso e volentieri su questi terreni più volte usati a biologico diventa un problema per la microfauna perché sono metalli pesanti che si accumulano di più rispetto ad altre cose. C'è quindi questa diatriba tra un sistema e l'altro.
AVEPA. AVEPA è un fiore all'occhiello della nostra Regione. AVEPA fa le anticipazioni da anni – giusto, Assessore? – ma non è che le anticipazioni siano dovute, è una cosa che adoperiamo noi. Le anticipazioni, dobbiamo dirlo agli amici agricoltori che ci ascoltano, le facciamo noi in Veneto, ma non è che siano dovute. Andiamo a vedere le altre Regioni, le 13 Regioni che sono con AGEA e con il sistema nazionale: non ho mai visto anticipazioni, anzi, abbiamo visto mesi e anni di attesa di contributi. Attenzione prima di parlare male della nostra AVEPA, che ringraziamo sempre per le attività che svolge nella nostra Regione. Magari ci sarà stato qualche problema – so che dovevano cambiare anche il sistema informatico – ma stiamo pagando per dare ai nostri agricoltori la maniera di andare avanti e di produrre.
Andiamo a vedere anche i fallimenti di sistemi statali che purtroppo continuano ancora a livello romano ad andare avanti. Speriamo che le cose cambino. Anzi, AVEPA potrebbe essere un esempio anche per loro; più volte lo abbiamo dimostrato sia in Friuli, che in Sardegna, che in Toscana stessa, che è venuta a copiare questi sistemi nostri.
Assessore, bene. Andiamo avanti e buon lavoro.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Sicuramente grazie del lavoro fatto perché nel complesso è un lavoro assolutamente positivo che dà fiato, comunque, all'economia e agli agricoltori veneti.
Sicuramente ci sono due punti, per quanto ci riguarda, da migliorare.
Uno è quello che diceva prima la consigliera Guarda per quanto riguarda i pagamenti. Non diciamo che AVEPA non sia un'eccellenza. Semplicemente, probabilmente, bisogna investirci e comprendere come, nell'allargare le maglie anche di funzioni di AVEPA, c'è qualcosa che ci è sfuggito, perché non è vero – poi lo dirà meglio la consigliera Guarda con dei dati precisi – che siamo l'unica Regione e, quindi, se possiamo fare meglio per continuare a essere una Regione di traino, credo sia un nostro dovere, sia perché, comunque, si tratta di un settore, tra l'altro, che ha bisogno di funzionare anche con le anticipazioni (pensiamo alle problematiche legate anche al reddito), sia per le conseguenze che avremmo se questo settore comincia ad avere ancora più difficoltà.
L'altro aspetto è che non è che noi dobbiamo condannare... Per quanto mi riguarda il sistema convenzionale non è da condannare, esiste, continuerà ad esistere ed è bene che continui ad esistere. Certe problematiche credo che richiederebbero forse più ricerca per comprendere come attaccare determinate malattie, ma a parte questo c'è solo da comprendere, siccome c'è un problema di resilienza del territorio e questo sono i dati che ce lo dicono, come rendere comunque più attrattivo anche il biologico – e questo spetta a noi – con margini di redditività. Ma questa è una cosa che va a favore del territorio e anche della crescita dell'agricoltura. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Collega Guarda, come correlatrice in chiusura. Poi interverrà l'Assessore a chiudere.
Prego, correlatrice.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Giusto per una precisazione al consigliere capogruppo Pan, che non vedo in Aula, però sicuramente potrà confrontarsi con noi per raccogliere le informazioni che, probabilmente, gli mancano.
Al 23 novembre, per cui pochi giorni dalla scadenza anche di alcuni pagamenti di alcuni anticipi, la Regione del Veneto aveva pagato 50 milioni per quanto riguarda la domanda UNI, il pagamento diretto, e per lo sviluppo rurale poco più di 10 milioni di euro.
Le difficoltà che in qualche maniera ci sono state elencate come possibili cause di questo rallentamento sono le stesse difficoltà che sono state affrontate anche dagli altri Enti di pagamento regionali, ma non hanno impedito al Piemonte, per esempio, di pagare 129 milioni nella stessa data; all'Emilia-Romagna di pagare altri 130 milioni... Chiedo scusa, ad AGREA di pagare 135 milioni, ad ARPEA di pagare 129 milioni, a OPLO di pagare 130 di milioni e ad AGEA di pagare, ovviamente, per alcune Regioni, un numero complessivo di diverse Regioni, 669 milioni nella stessa data. Le difficoltà dettate da un nuovo appesantimento burocratico indicato dalla Comunità Europea e, di conseguenza, poi, anche dal Ministero, non hanno impedito ad altre agenzie di continuare nei pagamenti della domanda unica e quindi dei pagamenti diretti, così come per quanto riguarda lo sviluppo rurale. Per questo io dico: oggi non siamo in quest'Aula per accusare AVEPA di avere mancato nei pagamenti e, di conseguenza, di essere un disastro per la Regione del Veneto. Anzi, noi semplicemente abbiamo voluto porre la questione del pagamento della domanda per quanto riguarda le imprese in area montana, perché oggettivamente c'è stata una difficoltà. Questa difficoltà la vogliamo affrontare insieme con voi, accompagnando la Regione ad essere un Ente responsabile che si affianca ad AVEPA per cercare di risolvere quelle difficoltà che hanno causato qualsivoglia rallentamento nei pagamenti, che siano diretti o che siano legati al PSR.
Quello che a noi importa è capire se, per esempio, per caso, Assessore, il sovraccarico di funzioni su AVEPA abbia in qualche maniera influito, se ci siano problemi legati alla disponibilità di personale, se ci siano difficoltà legate al trasferimento di funzioni che sono oltre quelle dell'agricoltura.
Ci domandiamo se AVEPA, da qui in avanti, potrà essere in grado di affrontare queste difficoltà, questi compiti che ulteriormente, come Consiglio regionale, su proposta della Giunta, gli abbiamo, gli avete voluto dare, non soltanto nei pagamenti per l'agricoltura, ma anche per gli altri tipi di imprese.
Per cui noi ci interroghiamo perché desideriamo che AVEPA continui ad avere gli stessi risultanti performanti degli ultimi sette anni e che quest'anno hanno cominciato a traballare. A noi preoccupa questo e vogliamo responsabilmente prenderne atto per affrontarli senza per forza volerci raccontare che ci sono delle eccellenze che non possono essere toccate. Se sono eccellenze noi siamo pronti a riconoscerlo. Nel momento in cui c'è un momento di cedimento, un momento di peggioramento delle performance, noi stiamo attenti per cercare di capire come aiutare quest'Ente e come aiutare i suoi lavoratori a essere efficaci ed efficienti nell'esercizio delle loro funzioni. Questo è il nostro unico pensiero ed è il pensiero che ho voluto condividere qui oggi, perché, nonostante i pagamenti in agricoltura e i ritardi non siano argomento di questa discussione, però ovviamente ci interessano perché ci interessa riuscire a far arrivare senza ritardi i fondi europei, che sono stati promessi alle aziende e che le aziende si meritano, in tempi che appunto consentano loro di essere utilizzati e di non lasciare indietro imprese che magari in questo momento stanno passando anche un periodo non facile.

PRESIDENTE

Per l'intervento di chiusura, prego, assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Grazie, Presidente.
Ringrazio per gli interventi in primis, perché comunque hanno evidenziato l'attenzione della Regione su alcune tematiche anche relative all'agro-ambientale e al biologico, dato che più volte ho sentito in questa Aula, soprattutto da parte dell'opposizione, che non c'era attenzione da parte della Regione Veneto su questo mondo. In realtà, noi, come sempre, cerchiamo di modificare anche quelle che sono le nostre misure in base alle richieste del territorio, cosa che è stata fatta.
Questo provvedimento di fatto interviene facendo due grandi modifiche: una, prevedendo questo 1% di solidarietà al PSR all'Emilia-Romagna, che non era scontato, dato che alcune regioni, in particolare le regioni del Sud, quelle in convergenza e in particolare la Regione Campania è stata la prima a porre problemi proprio nel dare questo 1%. Tanto è vero che le regioni in convergenza, tra cui la Campania, non danno l'1% come le regioni del Nord, ma danno lo 0,66%, nonostante abbiano due miliardi di PSR a fronte dei nostri fondi, che sono un quarto. Questo è giusto ricordarlo a fronte appunto della solidarietà politica. è giusto sottolinearlo.
Questa è la prima importante manovra. La seconda è di circa 36 milioni che sono stati liberati, presi e prelevati dal comparto dell'indennità compensativa che abbiamo invece pagato utilizzando i fondi del PSR vecchio, che si erano liberati per alcune economie. Insomma, di fatto non erano stati spesi non per colpa nostra, ma perché durante il periodo del Covid qualcuno evidentemente ha rivisto i suoi investimenti oppure non è riuscito a investire tutto. Abbiamo preso quelli utilizzati per l'indennità compensativa. Di quello che abbiamo liberato abbiamo messo circa 10 milioni di euro sul biologico e 17 milioni sull'agroecologia; quindi, in sostanza interventi per siepi o fasce tampone che ci sono state richieste. Così noi di fatto abbiamo dato risposta a tutti coloro che hanno fatto delle richieste e delle domande e questo è estremamente positivo.
Per quanto riguarda il tema AVEPA, ringrazio l'ex assessore Pan, il consigliere Pan che ha fatto un intervento anche di apprezzamento perché è giusto dire le cose come sono. è vero che ci sono dei ritardi per quanto riguarda gli anticipi da parte di AVEPA, ma questi riguardano principalmente la montagna, tant'è vero che la consigliera Cestaro più volte mi ha portato a conoscenza di questa situazione e anche il consigliere Andreoli su questo ha fatto degli interventi e noi ci siamo prontamente attivati presso AVEPA per verificare la situazione. AVEPA su questo mi ha anche mandato una mail, è anche un po' lunghina, dove spiega punto per punto le situazioni. Cercherò di farvi un sunto perché ho sei minuti a disposizione. In sostanza dice che l'istruttoria delle domande uniche, quest'anno aperte fino al 25 di luglio, non è più fondata, come voi sapete, esclusivamente sul sistema di controllo tradizionale e sui relativi archivi, quali il Piano culturale grafico e il GIS. Quando funzionava così al 16 di ottobre si era già in grado di cominciare a pagare gli anticipi ed entro il 30 novembre venivano pagate tutte le domande che avevano un esito ovviamente istruttorio positivo. Quest'anno è stato necessario applicare per la prima volta il monitoraggio satellitare, tra l'altro obbligatorio per il regolamento comunitario, e questo ovviamente ha comportato una serie di rallentamenti dato che c'è tutta la problematica relativa al tema delle bandierine che sintetizzano l'esito istruttorio secondo una logica un po' complicata. C'è la famosa bandierina verde, la bandierina rossa, la bandierina gialla, ma adesso evito di star qui a fare la lezione su cosa significa, ma in sostanza AGEA ha iniziato ad inviare ad AVEPA le prime bandierine nella prima metà di ottobre. Questi sono stati i primi input su cui poter cominciare ad evadere le domande, mentre ovviamente col sistema precedente AVEPA metteva in lavorazione le domande già nel mese di luglio.
Tutti questi ritardi che quest'anno ci sono, e che dal prossimo anno non ci saranno più perché andremo a regime sul cambio del sistema (da tradizionale a satellitare, nel 2024 non ci saranno più. Ma per dare una risposta specifica, perché è brutto fare paragoni con gli altri, ma la collega Guarda li faceva parlando della Lombardia e dell'Emilia-Romagna... Come? Mi pare abbia citato anche l'Emilia-Romagna, se non vado errato, nell'intervento. Comunque, in ogni caso, per quanto riguarda la Lombardia, per esempio, teniamo conto che hanno meno della metà delle domande processate da noi.
Attualmente noi abbiamo pagato l'81% degli anticipi. La fase più critica è proprio quella della montagna, infatti vi dicevo che la collega Cestaro più volte mi ha ribadito questo tema e ho cercato col direttore Trapani proprio di dire: cercate di fare un focus proprio sulla montagna perché effettivamente c'è un problema. Ad oggi però abbiamo l'81% delle domande di anticipi pagati. La Lombardia, ripeto, è un po' più avanti di noi, però ha meno della metà delle domande.
In Emilia-Romagna è stato concesso, viste le calamità naturali dalla stessa ovviamente sofferte, di corrispondere direttamente, senza controlli, i premi legati alle aziende. Loro, quindi, stanno liquidando senza controlli, per effetto di quello che è successo, della calamità. Ed ecco il motivo per cui loro stanno pagando un po' più velocemente di noi. Queste sono le motivazioni.
Io dico questo. Attenzione, non perché voglio difendere a spada tratta AVEPA, ma giustamente il consigliere Pan diceva: guardate che abbiamo un sistema che ci è riconosciuto e invidiato da tutta Italia, tant'è vero che tutti coloro che vogliono mettere in piedi sistemi operativi regionali vengono a copiare il sistema veneto. Abbiamo dato una mano anche al Friuli-Venezia Giulia: è appena stato riconosciuto da poco il sistema operativo loro, tra l'altro uguale al nostro. E dato che noi abbiamo dei Consorzi come il Consorzio Prosecco, che è a cavallo tra la Regione Veneto e la Regione Friuli, va bene che i due sistemi siano interoperativi tra loro. Non vi dico cosa comporta ogni volta che noi dobbiamo andare a fare anche la denuncia, per esempio, per gli effetti grandinigeni, come agiamo noi rispetto a come agiva, e Pan lo sa bene, il Friuli-Venezia Giulia e adesso finalmente si metteranno a regime con noi.
Però le motivazioni di queste difficoltà di AVEPA quest'anno sono legate a queste motivazioni qua. Vi assicuro che non solo AVEPA è a conoscenza di questa situazione. Sta già intervenendo. Mi hanno assicurato che per il 2024, quando la situazione andrà a regime, non avremo più situazioni di questo tipo; quindi, io credo che la questione verrà risolta anche a breve tempo. Per coloro i quali sono ancora fuori chiedo di portare pazienza, perché purtroppo questa è la situazione.
Per quanto riguarda il tema del personale, stiamo già facendo – anzi alcuni sono già stati fatti, alcuni sono in opera – concorsi, perché è vero, questo sì, che AVEPA è stata fortemente potenziata negli ultimi anni. AVEPA non è più l'Agenzia per i pagamenti in agricoltura, ma è l'Agenzia Veneta per i pagamenti.
Ricordo che smaltiscono tutte le domande anche per il POR FESR che, credetemi, da Assessore al Turismo sono tante, ma è anche vero che, se noi oggi non avessimo un sistema come AVEPA, ma facessimo le cose con le Direzioni nostre regionali, noi oggi, con il miliardo di euro che andiamo a gestire di POR FESR, saremmo completamente ingessati.
Credo che si debba anche dire grazie a loro che comunque sono riusciti a operare in questi anni sottorganico. Questo è vero. Oggi ci sono, finalmente, nuovi innesti grazie ai concorsi che stiamo facendo.
Pur consapevole di alcune difficoltà, che è giusto che siano state anche portate alla luce, però mi sento anche di rassicurarvi che l'Agenzia funziona, è un fiore all'occhiello e vedrete che i prossimi anni anche quelle difficoltà che abbiamo avuto quest'anno, non le avremo più. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Andiamo alla votazione della PDA n. 75.
Collega Guarda, per dichiarazione di voto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Confermo, quindi, il sostegno anche da parte della minoranza a questo atto, perché evidentemente, come abbiamo ribadito all'inizio, ha dei vantaggi, porta dei vantaggi anche rispetto a tutte le sollecitazioni che in questi anni vi abbiamo portato.
Ritengo che la sollecitazione sulla qualità del lavoro di AVEPA sia corretta e che sia importante chiarirsi e non dare per scontato nulla, perché se è vero che per l'Emilia-Romagna ci sono state delle facilitazioni al pagamento, sono state date delle deroghe per il pagamento, vista la situazione emergenziale, altrettanto, invece, la stessa situazione nostra avrebbe dovuto fare in modo che la Lombardia non pagasse 150 milioni, ma ne pagasse di meno e, nonostante il numero ridotto di domande rispetto al nostro, ha pagato tre volte tanto. Il Piemonte avrebbe dovuto pagare meno di noi e invece ha pagato il doppio di noi. Ma anche soltanto se non ci fermassimo sui pagamenti diretti, caro Assessore, c'è un indicatore, che è quello dei pagamenti del PSR e dell'indennità per le zone di montagna. Lì non ci sono le stesse questioni di tipo burocratico che lei ha elencato riferite al pagamento della domanda unica.
C'è necessità quindi di un'attenzione in più: per noi questo è il momento di cominciare a dirci che non guardiamo con occhi esclusivamente innamorati AVEPA, ma cominciamo a guardarla con un occhio di attenzione per fare in modo che questo strumento non venga sovraccaricato non soltanto dal pagamento, come ha detto lei, del POR FESR, dai pagamenti in agricoltura e anche dalle gestioni emergenziali, perché non dimentichiamoci che gli è stato affidato anche la gestione post Vaia, il pagamento per il post Vaia. C'è bisogno di dare un'attenzione a questo strumento che non è da sottovalutare, e quindi noi, così come abbiamo fatto in passato, richiedendovi attenzione per dare gambe, mani e cuore all'ente AVEPA, oggi, tanto più le nostre preoccupazioni si sono realizzate in un risultato negativo, che non è da sottovalutare esclusivamente come questione burocratica, ma è da valutare nella sua urgenza e nella garanzia della qualità del suo lavoro.
Pertanto, il nostro è un messaggio di attenzione e spero che possa essere preso in questa maniera anche per il futuro. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la PDA n. 75.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROGRAMMA TRIENNALE 2024-2026 DEGLI INTERVENTI PER IL RECUPERO, LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE RISALENTE ALLA REPUBBLICA SERENISSIMA DI VENEZIA NELL'ISTRIA, NELLA DALMAZIA E NELL'AREA MEDITERRANEA. PROPOSTA PER IL CONSIGLIO REGIONALE. ARTICOLO 4, COMMI 2 E 6 LETT. B) L.R. 25.09.2019, N. 39. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 74) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 150/2023)

Relazione della SESTA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Vianello
Correlatrice: Consigliera Zottis

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7.
Qui c'è un cambio di relatrice: al posto della collega Vianello, impossibilitata a essere presente, procede come relatrice la Presidente della Sesta Commissione Francesca Scatto.
Prego, collega Scatto.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
La proposta di deliberazione amministrativa n. 74 afferisce al programma triennale 2024-2026 degli interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea.
Ci rifacciamo alla legge regionale n. 39 del 25 settembre 2019, che si propone come strumento per la promozione delle iniziative culturali, di ricerca e cooperazione, per la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, architettonico risalente alla Repubblica di Venezia, che è presente, appunto, nell'area mediterranea. Rientrano in questo ambito le iniziative finalizzate alla pubblicazione e alla diffusione di studi e ricerche sul tema appena accennato e gli interventi che riguardano il mantenimento e la riscoperta delle antiche tradizioni culturali che risalgono alla Repubblica veneta, e anche alla conservazione e alla promozione dei beni culturali, dei monumenti realizzati in quest'epoca, che sono presenti ad oggi nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea.
In particolare, l'articolo 4 del citato testo normativo individua come strumenti di programmazione il Programma triennale degli interventi e i relativi Piani annuali attuativi. Il Programma triennale definisce gli obiettivi, le priorità e i criteri di attuazione delle iniziative regionali nel triennio di riferimento, nel rispetto delle vigenti normative in materia di relazioni internazionali, ed è approvato dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, non dopo aver acquisito il parere del Comitato per la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e architettonico della Repubblica Serenissima di Venezia, nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea.
Il programma prevede, in sintesi, la gestione dei fondi che sono allocati nel triennio attraverso l'indizione di un bando annuale, che ha due linee di finanziamento. La prima dedicata ai progetti culturali organizzati in partenariato tra Enti pubblici ed organismi senza scopo di lucro veneti ed altrettanti soggetti dei Paesi esteri interessati dalla legge. La seconda, invece, con medesimi beneficiari, destinata al restauro di monumenti e opere d'arte che costituiscono ancora oggi il lascito culturale del periodo in cui la Repubblica di Venezia aveva esteso i propri domini nel territorio delle coste adriatiche egee e del Mediterraneo.
La Giunta regionale propone, pertanto, all'approvazione del Consiglio regionale la proposta di Programma triennale 2024-2026, riportata nell'Allegato A alla presente deliberazione, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento.
La legge regionale n. 39/2019 prevede, altresì, all'articolo 4, comma 6, lettera b), l'obbligo di predisporre, in concomitanza con la presentazione al Consiglio regionale della nuova programmazione, anche una relazione sullo stato di attuazione delle iniziative finanziate nel triennio precedente. Questo è l'Allegato B alla presente deliberazione, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento.
Questo è quanto. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, correlatrice Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta sicuramente di una legge positiva, una legge importante. Anche le progettualità sono esperienze che segnano il territorio veneto, a cui dare valore per la conoscenza delle radici stesse che ci sono e per fare in modo che anche le generazioni future possano non dimenticare perché sono avvenuti determinati eventi negativi e come siamo riusciti ad uscirne.
Ci sono alcuni aspetti, secondo noi, se non critici, sicuramente di miglioramento. C'è stato un aumento di progetti finanziati, seppur con una leggera diminuzione di circa 25.000 euro di fondi, tra il 2022 e il 2023, passando da 17 a 20 progetti. Questo significa che c'è stata anche una maggiore conoscenza, probabilmente, dello strumento, che, essendo nato nel 2019, ha bisogno ‒ e questo è un tema diffuso sempre di più all'interno della Regione ‒ di una maggiore partecipazione. Dall'altro lato, però, crediamo che vadano finalizzati meglio anche i criteri e compreso meglio come questi progetti – bene la relazione del triennale – impattano sul territorio stesso, quali sono i legami che lasciano nel territorio, proprio per quello che è emerso nelle valutazioni fatte dalle associazioni a livello generale, in fase di bilancio, nelle audizioni. Occorre capire come riusciamo a fare in modo che questi progetti diventino anche una leva economica del territorio e interagiscano tra di loro.
Le risorse sono comunque poche nell'ambito culturale. Quindi, il fatto di provare a fare sinergia tra le diverse fonti di finanziamento diventa strategico. Questo è un tema che, secondo noi, andrebbe approfondito, proprio pensando alla relazione, ai criteri e alla Commissione, non per contestare lo strumento, ma per migliorare quello strumento e fare in modo che quello strumento sia coerente rispetto a degli obiettivi di valorizzazione sia storica che culturale del patrimonio esistente nella regione Veneto e delle sue radici, proprio perché quelle sue radici siano conosciute e si evitino, alle volte, confronti o scontri ideologici che portano a svilire le radici stesse e a non farci comprendere l'importanza di agire in una certa direzione piuttosto che in un'altra.
Questo credo sia l'elemento fondamentale di quella che si chiama cultura. La criticità maggiore, per quanto ci riguarda, sta proprio in questi due elementi: da una parte i criteri, dall'altra un'analisi di monitoraggio che guardi anche agli impatti e dall'altra ancora come far interagire questo strumento con altri strumenti anche relativi agli investimenti in ambito culturale, proprio per una scarsità di risorse a livello generale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché, da Vicepresidente, mi sento in dovere di farlo.
Condivido, ovviamente, la correlazione della collega Zottis. Uno dei punti che volevo porre all'attenzione era proprio uno dei punti su cui lei si è soffermata, ma credo anche che la Presidente, con cui spesso discutiamo di questi temi, potrà interloquire, cioè l'idea che per, ad esempio, il bando Spettacolo dal vivo in Veneto, per gli operatori veneti, che qui sono cresciuti e stanno facendo fatica a rimanere, noi mettiamo poco di più di quello che in un anno abbiamo destinato al sostegno di questa iniziativa. Non che una per forza sia più meritevole dell'altra, ma ‒ e con l'Assessore spesso questo ragionamento non riusciamo a farlo ‒ ci sono delle priorità. Quando abbiamo pochi fondi, e abbiamo capito che pochi ne abbiamo, quando i fondi non si vogliono aumentare, come l'assessore Corazzari ha fatto vedere nell'ultima manovra di bilancio, noi abbiamo una coperta corta. Questa coperta corta viene investita in alcune iniziative che credo abbiano meno impatto territoriale nella nostra regione rispetto ad altre.
Alcuni di questi progetti sono meritevoli di finanziamento e vanno sostenuti. Guardando anche la lista dei soggetti finanziati, credo ce ne siano alcuni che lavorano assolutamente bene. Io non direi mai a qualcuno "no, quei fondi non li dovevi prendere". Ma se devo fare un ragionamento di priorità, se devo essere una Regione che, con il poco che ha, cerca di fare il meglio che può, vedere che all'interno di questa iniziativa, noi, nel 2023 mettiamo, anche se in decrescita, 383.000 euro e vedere che nella legge per lo spettacolo dal vivo, nel bando, non siamo riusciti a finanziare, ad esempio, un Comune come quello di Padova per la stagione lirica, allora inizio a fare dei ragionamenti. Inizio a pensare: ma noi, quando abbiamo pochi fondi e li investiamo, li investiamo per progetti culturali che hanno ricadute anche sul territorio che stiamo governando o preferiamo investire su, magari anche leciti, rapporti di cooperazione internazionale, dove facciamo anche fatica a vedere l'effettività di quello che sul territorio viene dato?
Propongo che con la Commissione si vadano a vedere i progetti che sono stati finanziati dall'altra parte. Andiamo a verificare se effettivamente sono tutti meritevoli di finanziamento. Un monitoraggio fatto bene di queste iniziative io non lo vedo, mentre è molto più facile vedere quello che sta accadendo accanto a noi.
Per quanto mi riguarda, tutte le iniziative che promuovono cultura, se fatte bene, vanno sostenute, però rilevo il fatto che, ancora una volta, se io devo paragonare questa iniziativa a quello che stiamo facendo per il nostro settore culturale, da un lato si continua ad investire e dall'altro, invece, continuiamo a diminuire, anche qui si fa, ma diminuiamo molto di più, quando, invece, abbiamo appena approvato una legge sulla cultura che non viene sostenuta adeguatamente.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la PDA n. 74.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Solo per essere chiari. Il voto della minoranza sarà di astensione, non perché non riteniamo positivo lo strumento, come è già stato detto, ma per i motivi che abbiamo illustrato sia io che la collega Ostanel.
L'augurio è proprio quello che la Commissione si impegni, insieme, a comprendere come rendere ancora più produttiva questa legge e anche ad andare a vedere i singoli progetti e come poterli mettere in rete con gli altri strumenti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Collega Scatto, in dichiarazione di voto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per tranquillizzare le colleghe. I lavori che riguardano la Repubblica Serenissima hanno a che fare con la cultura. Nell'accezione, è un termine di cultura che va a toccare anche un altro tasto, quello delle nostre radici, da dove veniamo. Credo che anche quel criterio della conservazione, che è poi valorizzazione... Comunque, sono studi che vengono anche fatti in simbiosi con l'Università Ca' Foscari. Ci sono collegamenti con quelle comunità italiane che continuano a risiedere lì, per quanto poco ancora.
Sono d'accordo con la vostra proposta. Potremmo sicuramente organizzarci con la Commissione e andare a vedere. È giusto, è cultura. Magari faremo anche attenzione alle ricadute sul territorio, vedendo anche gli impatti, per far sì che non sia una legge considerata solo per le opere passate, ma abbia un impatto anche fortemente voluto. Penso sia la ratio di questo provvedimento normativo, proprio per mantenere un collegamento.
Su tutto il resto della cultura sono cose già dette, sulle quali noi abbiamo, come Commissione, un lavoro sempre aperto.
Grazie.

PRESIDENTE

Metto in votazione la PDA n. 74.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL NUOVO COMUNE DENOMINATO "SOVIZZO" MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI SOVIZZO E GAMBUGLIANO DELLA PROVINCIA DI VICENZA". (PROGETTO DI LEGGE N. 207) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 33/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Giacomin

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8.
C'è una serie di disegni di legge relativi agli esiti referendari delle fusioni dei Comuni.
C'è un emendamento, che è uguale per tutti e tre i Comuni che hanno avuto esiti referendari positivi, che fissa la pubblicazione sul BUR del provvedimento al 22 gennaio. Questo è stato concordato con la Direzione Enti locali per permettere il termine del commissariamento più breve possibile. Questo in sintesi. Secondo me, l'assessore Calzavara potrà spiegarlo molto meglio di me. Per darvi l'idea che è una cosa simile per tutti quanti.
Partiamo, dunque, con il punto n. 8.
Relatore il collega Giacomin. Prego, collega Giacomin.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Non riesco a prenotare la parola, Presidente. Comunque, sarò abbastanza breve.
La proposta di legge che andiamo a discutere, la n. 207, è afferente all'istituzione di un nuovo Comune, denominato "Sovizzo", mediante la fusione di due Comuni: il Comune di Sovizzo e il Comune di Gambugliano, entrambi in Provincia di Vicenza. Tanto per capirci: arriva su entrambi la rete urbana del Comune di Vicenza. Sono due Comuni, peraltro, un po' diversi. Il Comune di Sovizzo fa dai 15 ai 16 chilometri quadrati di superficie e al 31 dicembre 2022 contava 7.512 abitanti. Il Comune di Gambugliano, quasi esclusivamente collinare, fa 7,95 chilometri quadrati e, sempre al 31 dicembre 2022, faceva 846 abitanti.
L'iniziativa, ovviamente, è stata concordata da entrambe le Amministrazioni e ha avuto inizio con due delibere dei rispettivi Consigli comunali, prese entrambe a voto unanime. Pertanto, sia il Consiglio comunale del Comune di Sovizzo sia il Consiglio comunale del Comune di Gambugliano si sono espressi all'unanimità. Il percorso di collaborazione tra i due Comuni è un percorso che va avanti da qualche anno, tant'è che c'è una convenzione in essere, a titolo di esempio, dell'Ufficio Tecnico dove il Comune di Sovizzo ha, di fatto, supportato il Comune di Gambugliano anche per il raggiungimento di importanti obiettivi, tra cui recentissimamente il recupero di un'ex scuola elementare in una frazione.
C'è da dire che, a fronte di questa proposta, il CAL si è già espresso in termini favorevoli e il 29 e il 30 ottobre si è svolto il referendum in entrambi i Comuni, referendum il cui esito ha visto per il Comune di Sovizzo il 94,17% di voti favorevoli, anche se i soggetti che sono andati a votare sono stati il 29,63%. Tuttavia, c'è da evidenziare che in questo Comune quasi il 14% dei cittadini è iscritto all'AIRE. C'è una forte percentuale di iscrizione all'AIRE. Addirittura, nell'ultimo anno e mezzo, per una serie di coincidenze, quasi 400 brasiliani, probabilmente figli o nipoti di emigrati, si sono iscritti per avere la cittadinanza, che ovviamente non può essere una cittadinanza partecipativa. Sì, brasiliani. Non facciamo commenti in merito.
Va sottolineato che solitamente le realtà più piccole – penso al Comune di Gambugliano – sono quelle più diffidenti. Noi abbiamo visto, in presenza di altri tentativi di fusione, che il forte senso di appartenenza qualche volta fa scartare di fronte a questo obiettivo importante. Invece, i cittadini del Comune di Gambugliano si sono recati al voto in una percentuale significativa, il 64%, di cui il 56% si è dichiarato favorevole. Di conseguenza, il referendum ha avuto esito positivo.
Ebbene, a fronte di questo esito referendario c'è stata una riunione della Prima Commissione, che, dopo gli approfondimenti, ha ritenuto di procedere verso la fusione e considerare la fattispecie che si è venuta a creare in base a quanto previsto dall'articolo 6, comma 5-bis, del terzo periodo della legge 24 dicembre 1992, che vado a leggere, perché reputo sia importante capire i motivi che hanno convinto, anche in questo caso all'unanimità, la Prima Commissione a esprimere voto favorevole nei confronti del processo di fusione. La norma recita come segue: "Se almeno in uno dei Comuni il referendum è validamente svolto ai sensi del precedente comma ed è stata raggiunta la maggioranza dei voti validi espressi, gli esiti del referendum sono comunque sottoposti alla valutazione del legislatore, con riferimento anche ai Comuni per i quali ha partecipato al referendum una percentuale di aventi diritto al voto inferiore a non più di cinque punti percentuali rispetto a quella prevista dal presente comma ed è stata conseguita la maggioranza dei voti validamente espressi". Il caso in specie sarebbe quello del Comune di Sovizzo, dove per 25 votanti non si è raggiunta la soglia del 30% e, comunque, i votanti hanno espresso un apprezzamento nei confronti della proposta di oltre il 94%.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Sottolineo che questo è stato un progetto di fusione, come gli altri, su cui ci siamo espressi all'unanimità in Commissione. In particolar modo, questo ha richiesto un'ulteriore audizione dei Sindaci e degli Amministratori, che ci hanno spiegato le vicende. È una fusione che parte da lontano, tutto il lavoro fatto dal 2016 in poi, si pensava che il Comune di Gambugliano, con un minor numero di abitanti, che perderà il nome, perché il nuovo Comune sarà denominato "Sovizzo", fosse il Comune più in difficoltà, in realtà è quello che ha sostenuto la fusione con maggiore convincimento. Peraltro, ha molti servizi già condivisi, come diceva il consigliere Giacomin, con il Comune di Sovizzo, che li sta già gestendo. È un peccato per questi 25 voti, lo hanno riconosciuto gli stessi Amministratori, e l'impegno che abbiamo ascoltato è stato anche quello, nel prosieguo di questo percorso di fusione e di unificazione dei Comuni, che di fatto già c'è nei servizi e nella gestione, di recuperare andando a incontrare anche questa parte di popolazione che non si è sentita motivata alla partecipazione.
Una delle riflessioni che si faceva in Commissione è stata anche quella di valutare in prospettiva, vedendo anche nelle prossime fusioni, se la riduzione del quorum, fatta proprio per motivare i cittadini, per favorire le fusioni e per promuoverle, non rischi di diventare, invece, una ragione di demotivazione. Comunque, è una valutazione che si vedrà nel tempo.
Per ora, l'auspicio e l'in bocca al lupo che facciamo al nuovo Comune di Sovizzo che andremo a definire è quello di lavorare in sinergia e di continuare a farlo per il bene di entrambe le comunità.
Abbiamo votato all'unanimità anche gli altri provvedimenti di fusione. Quello di Polesella, che non è passato, appunto poi vedrà il voto negativo, ma tutti gli altri sono segni di prese d'atto di volontà dei cittadini che riteniamo di sostenere.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Intervengo in questo primo punto, Si chiude questo round di quattro referendum che ha visto la nuova applicazione della legge sui referendum per le fusioni. Per noi è stato un banco di prova. Lo abbiamo scritto all'interno del Piano di riordino territoriale e lo andremo ad approvare nel corso delle prossime settimane. Riteniamo che un Veneto che guarda al futuro debba iniziare a ripensare a questa frammentazione degli Enti locali e debba iniziare concretamente a pensare a forme di miglioramento dell'efficienza dei propri servizi nei confronti dei cittadini. Questo inevitabilmente passa attraverso una razionalizzazione degli Enti locali e attraverso processi diversi, che possono essere quelli delle fusioni, piuttosto che quelli delle unioni.
Ciò che è emerso, comunque, anche nel corso delle audizioni che abbiamo fatto sul PRT, è che la difficoltà che sempre di più i Comuni hanno nel trovare in particolar modo del personale metterà nelle condizioni, inevitabilmente, di far sì che ci sia la nascita di forme di aggregazione, che poi magari possono nascere con le unioni, ma hanno un obiettivo di medio periodo per i nostri Comuni, che adesso con questi tre progetti passeranno da 563 a 560. Comunque, sono ancora troppi. Speriamo che questo percorso che abbiamo iniziato abbia dato fiducia e abbia fatto comprendere agli Amministratori locali che fondersi si può, non è una cosa impossibile, oggi ci sono gli strumenti per poterlo fare. Non credo che il prossimo anno sarà un anno favorevole, dal momento che tantissimi Comuni andranno al voto, ma già magari a partire dal 2025 spero si possano vedere nuove forme che provino a spiegare ai loro cittadini che questo è un percorso di miglioramento della qualità dei servizi nei loro confronti, oltre naturalmente a tutti i benefìci che per alcuni anni hanno in termini di risorse.
Per cercare di creare meno problemi anche dal punto di vista amministrativo, abbiamo introdotto questo emendamento che posticipa di qualche settimana la pubblicazione sul BUR, in modo tale da ridurre a un periodo più breve possibile il commissariamento del Comune, visto che gran parte di questi Comuni, anzi credo tutti i Comuni andranno al voto il 9 giugno, in concomitanza con le elezioni europee.
È l'occasione – e concludo – per ringraziare il mio ufficio per il lavoro svolto, l'avvocato Specchio e la dottoressa Millevoi, e tutti gli uffici degli Enti locali, che in questi mesi hanno sostenuto, hanno spiegato, hanno accolto le perplessità delle Amministrazioni comunali e dei cittadini, cercando di spiegare qual è il percorso assolutamente democratico nel confronto tra favorevoli e contrari e che ha visto questi sei Comuni arrivare alla nascita di tre nuovi Comuni. Rimane l'amarezza di non aver fatto l'en plein con quello di Rovigo. Questa è la dimostrazione di come a volte si rischia di non comprendere qual è il sentore delle persone. Li abbiamo incontrati qua e forse erano i più convinti di tutti che sarebbe passato senza nessun tipo di problema. Eppure, è l'unico che è stato bocciato dai cittadini. Delle volte non bisogna dare nulla per scontato. Bisogna spiegare e portare a casa il risultato. Ad ogni modo, grazie a tutti per il lavoro che avete fatto.
I tre Comuni che da giugno avranno un nuovo nome e partiranno con nuove energie saranno la dimostrazione anche del funzionamento del Piano di riordino territoriale, che poi avrà tante altre cose, non solo le fusioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
L'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione dà un parere sugli emendamenti depositati. Bene, parere dato.
Proseguiamo con il punto e passiamo alla votazione.
La legge ha più articoli.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 5.
Emendamento n. B0001, pagina 1, presentato dall'assessore Calzavara, articolo 5, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 5 è così sostituito
Art. 5 - Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno 22 gennaio 2024.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Essendo un emendamento sostitutivo, si ritiene già votato l'articolo 5.
Siamo alla votazione finale sul PDL n. 207, nel suo complesso.
Ci sono interventi? Non ne vedo.
Metto in votazione il PDL n. 207, nel suo complesso, come emendato.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL NUOVO COMUNE DENOMINATO "SETTEVILLE" MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE E QUERO VAS DELLA PROVINCIA DI BELLUNO". (PROGETTO DI LEGGE N. 208) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 34/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro

PRESIDENTE

Passiamo al PDL n. 208.
Relatrice è la collega Silvia Cestaro. Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Sarò breve, anche perché l'assessore Calzavara e il collega Giacomin hanno già evidenziato le finalità di questi PDL.
Prendo atto con soddisfazione, spero insieme a tutti gli altri Consiglieri, dell'esito positivo del referendum riguardante la fusione dei Comuni di Alano di Piave e di Quero Vas per la nascita del nuovo Comune di Setteville. Il grande impegno dimostrato dalle due Amministrazioni, che è stato anche portato nella nostra Aula consiliare e nelle Commissioni, ha dato esiti positivi, con un richiamo all'ordine di tutti i cittadini, che hanno votato con una media più o meno simile tra i due Comuni, che possiamo riassumere in un 35% abbondante e nell'80% di voti positivi alla fusione.
è una fusione, come è già stato detto in quest'Aula, molto particolare in quanto viene da una pre-fusione dei Comuni di Quero e di Vas. è una zona omogenea, una zona che ha già presentato, con la prima fusione, quali possono essere i vantaggi di questo tipo di interventi e di scelte, vantaggi dal punto di vista turistico, di gestione del territorio e soprattutto di gestione amministrativa.
Credo, pertanto, che questa Aula possa accogliere con estrema soddisfazione questo percorso che è stato fatto seguendo tutto quanto l'iter necessario, anche con un'ottima condivisione con il territorio. Questo a dimostrazione che, se si riesce ad avere un rapporto molto diretto con i propri cittadini e a far valere quelle che sono le ragioni del sì si può arrivare a un esito positivo.
Non mi dilungo oltre. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Partiamo con l'articolato del PDL n. 208.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. C0001 presentato dall'assessore Calzavara , articolo 5, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 5 è così sostituito
Art. 5 - Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno 22 gennaio 2024.
Metto in votazione l'emendamento n. C0001. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in votazione il progetto di legge n. 208 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL NUOVO COMUNE DENOMINATO "SANTA CATERINA D'ESTE" MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI CARCERI E VIGHIZZOLO D'ESTE DELLA PROVINCIA DI PADOVA". (PROGETTO DI LEGGE N. 209) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 35/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Favero

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 10, PDL n. 209.
Relatore è il collega Favero.
Prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Il PDL n. 209 è stato oggetto di riflessione anche piuttosto accesa nell'ambito della Prima Commissione, quella che si è tenuta il 12 luglio, perché alcune componenti delle minoranze consiliari dei due Comuni di Carceri e Vighizzolo d'Este hanno espresso le loro perplessità sulle procedure seguite. In realtà l'esito referendario toglie qualsiasi dubbio.
Il nuovo Comune che nasce porterà alla denominazione di Santa Caterina d'Este. Questi i dati oggettivi: Comune di Carceri 1.484 abitanti, di cui 1.410 aventi diritto di voto. Hanno partecipato al referendum del 29-30 ottobre 708 votanti, il 50,21%. I voti validamente espressi sono stati 699. I voti favorevoli 432, il 61,8%.
Per quanto riguarda il Comune di Vighizzolo d'Este, 886 abitanti, 764 aventi diritto di voto, 516 votanti, il 67,54%, 511 i voti validamente espressi, 321 i voti favorevoli, il 62,82%.
Questo dimostra che indipendentemente dalle motivazioni soggettive che sono state oggetto di discussione dei proponenti, l'esito era quello giusto su un piano oggettivo. I cittadini hanno fatto la loro scelta; scelta che, peraltro non preclude che in futuro altri Comuni di quest'area padovana si possano aggregare, perché è ora di maturare la convinzione che viviamo in un unico tessuto metropolitano e che i Governi garantiti dai piccoli Comuni non sono insufficienti solo per i servizi, per la carenza di personale e che il vero motivo per fondersi non è che poi ci sarà la carota del contributo per qualche anno da parte del Ministero, della Regione. Serve un Governo unitario di maggior qualità per un territorio che è omogeneo.

PRESIDENTE

Passiamo all'articolato del PDL n. 209.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. D0001 presentato dall'assessore Calzavara , articolo 5, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 5 è così sostituito
Art. 5 - Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno 22 gennaio 2024.
Metto in votazione l'emendamento n. D0001. Parere favorevole del relatore.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in votazione il progetto di legge n. 209 nel suo complesso, come emendato.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



DISEGNO DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL NUOVO COMUNE DENOMINATO "POLESELLA VENETA" MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI POLESELLA E GUARDA VENETA DELLA PROVINCIA DI ROVIGO". NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI. (PROGETTO DI LEGGE N. 192) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 151/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestari

PRESIDENTE

Siamo sul PDL n. 192. È un non passaggio agli articoli per quanto riguarda il non istituito Comune di Polesella Veneta.
Collega Laura Cestari, relatrice, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Mutuo un'espressione dell'assessore Calzavara – Calzavara, non Corazzari – che poco fa ha detto che gli amministratori venuti qui in Aula sembravano entusiasti. In realtà, lo erano. Sia il sindaco Raito che il sindaco Colò erano convinti di questa operazione, che sembrava avesse trovato anche il favore dei cittadini di Polesella e di Guarda Veneta per tutta una serie di motivazioni che avevamo spiegato, il bisogno di unire le forze e le risorse economiche, il fatto di vivere un contesto generale che richiede poi, di fatto, una fusione di Comuni e anche la considerazione che sotto il punto di vista di alcuni servizi le forze erano già state unite.
Per cui, rispondo anche alla domanda che l'assessore Calzavara mi ha fatto durante la Prima Commissione, che era "Cosa avete in Polesine?". È una domanda che mi faccio anch'io, nel senso che, fermo restando che il cittadino è sovrano e di fronte a un referendum di questo tipo ci sono poche considerazioni da fare, credo che il messaggio non sia passato completamente, nonostante le serate informative, nonostante l'impegno degli Amministratori e anche nostro, in prima persona, per cui permanga ancora una sorta di forma di campanilismo e di paura nei confronti di un istituto che per i nostri concittadini è ancora nuovo.
Prova ne è il fatto che a Polesella non abbiamo raggiunto neanche il quorum perché si sono recati alle urne cittadini per un 27%, mentre a Guarda Veneta il quorum è stato raggiunto con un 47%, ma erano tutti "no". Direi che il risultato non lo devo neanche commentare.
Credo sia stata persa un'occasione. Vedremo che cosa succederà per il futuro. Per cui, sono solo qui a relazionare e a testimoniare che per Guarda Veneta e Polesella il referendum ha sortito effetti negativi.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il non passaggio agli articoli del progetto di legge n. 192. Si vota "sì" per il non passaggio agli articoli, sia chiaro.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, chiudiamo qui la seduta. A voi tutti e alle vostre famiglie buone festività natalizie e speriamo in un 2024 migliore per tutti. Speriamo. Grazie.
La Capigruppo è convocata subito in Sala del Leone.
La Seduta termina alle ore 16.42
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 121 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 121
MARTEDì 19 DICEMBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 121ª seduta pubblica – martedì 19 dicembre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come da deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 17428 del 14 dicembre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.31, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 11.09.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Centenaro, Gerolimetto, Polato, Puppato e Vianello.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 440 del 18.10.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"Hotel Bonvecchiati Venezia, procedura di licenziamento collettivo per 120 dipendenti, come interverrà la Regione per tutelare i lavoratori?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 448 del 20.11.2023
presentata dalla consigliera Ostanel
"La Regione riveda la propria posizione a favore del taglio degli istituti scolastici e provveda invece a ricorrere contro questa nefasta decisione del Governo centrale"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 430 del 18.10.2023
presentata dalle consigliere Ostanel e Camani
"Come si intende intervenire per garantire a tutti gli studenti universitari idonei il posto letto che spetterebbe loro?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 340 del 20.04.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"ULSS 7 diminuisce il compenso dei medici di continuità assistenziale: una scelta obbligata rispetto alle disposizioni regionali?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra la IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessora Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Punto 5) all'ordine del giorno

Nomina di tre componenti effettivi, di cui uno ricoprirà la carica di Presidente dell'organo, e di due componenti supplenti del Collegio Sindacale della società "Veneto Sviluppo S.p.A.". APPROVATA (Deliberazione n. 148/2023)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica all'Assemblea le modalità di trattazione e votazione del punto in oggetto.

Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone le candidature dei signori Zanetti e Mainolfi.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Camani (Partito Democratico Veneto).

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) per fatto personale.

In discussione generale interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

La seduta è sospesa alle ore 12.32.

La seduta riprende alle ore 14.52.

Il PRESIDENTE rinnova le modalità di trattazione del punto in oggetto.

Assume le funzioni di Consigliere segretario il consigliere Tommaso Razzolini.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico e a scrutinio segreto, la nomina dei tre componenti effettivi del Collegio Sindacale di Veneto Sviluppo.

Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 42
Non votanti n. 7
Schede bianche n. 8

Hanno ottenuto voti:

Zanetti Enrico n. 20
Mainolfi Giovanni n. 20
Tombolato Paola n. 4
Bonato Dario n. 4
Girardi Claudio n. 1
Nardin Fabrizio n. 1

Risultano nominati:

Zanetti Enrico e Mainolfi Giovanni quali componenti effettivi del Collegio Sindacale della società Veneto Sviluppo S.p.A.; per il terzo componente si dovrà procedere al ballottaggio tra i nominativi Bonato e Tombolato.

La seduta è sospesa alle ore 15.00.

La seduta riprende alle ore 15.02.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) che chiede di mettere a verbale che la minoranza non ha espresso nessuna proposta di candidatura sul punto in oggetto e che quindi non parteciperà alla votazione.

Il PRESIDENTE procede al ballottaggio e pone in votazione, col sistema elettronico e a scrutinio segreto, la nomina del terzo componente effettivo del Collegio Sindacale di Veneto Sviluppo.

Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 40
Non votanti n. 16
Schede bianche n. 6

Hanno ottenuto voti:

Tombolato Paola n. 13
Bonato Dario n. 5

Risulta nominata:

Tombolato Paola quale terzo componente del Collegio Sindacale della società Veneto Sviluppo S.p.A..

Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, tra i tre componenti effettivi nominati, propone la candidatura del signor Zanetti Enrico in qualità di Presidente del Collegio Sindacale di Veneto Sviluppo S.p.A..

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico e a scrutinio segreto, la nomina del Presidente del Collegio Sindacale di Veneto Sviluppo.

Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 41
Non votanti n. 14
Schede bianche n. 2

Hanno ottenuto voti:

Zanetti Enrico n. 24
Mainolfi Giovanni n. 1

Risulta nominato:

Zanetti Enrico in qualità di Presidente del Collegio Sindacale della società Veneto Sviluppo S.p.A..

Si passa all'elezione dei due componenti supplenti del Collegio Sindacale di Veneto Sviluppo.

Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, propone la candidatura del signor Mazzuccato.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che annuncia che la minoranza non presenta alcuna candidatura.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico e a scrutinio segreto, la nomina dei due componenti supplenti del Collegio Sindacale di Veneto Sviluppo.

Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 42
Non votanti n. 10
Schede bianche n. 1

Hanno ottenuto voti:

Mazzuccato Raniero n. 24
Zanotto Luca n. 3
Bonato Dario n. 2
Doria Claudio n. 1
Simonato Flavio n. 1

Risultano nominati:

Mazzuccato Raniero e Zanotto Luca quali componenti supplenti del Collegio Sindacale della società Veneto Sviluppo S.p.A..

Punto 6) all'ordine del giorno

Modifica del Complemento regionale per lo sviluppo rurale del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027. Regolamento (UE) n. 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio. Proposta per il Consiglio regionale (articolo 9, comma 2, legge regionale n. 26/2011 ). (Proposta di deliberazione amministrativa n. 75) APPROVATA (Deliberazione n. 149/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

In discussione generale intervengono i consiglieri Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

Chiusa la discussione generale, intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) e l'assessore Caner in sede di replica.

In dichiarazione di voto interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Programma triennale 2024-2026 degli interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea. Proposta per il Consiglio regionale. Articolo 4, commi 2 e 6 lett. b) l.r. 25.09.2019, n. 39. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 74) APPROVATA (Deliberazione n. 150/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Scatto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta Commissione consiliare, e Zottis (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta Commissione consiliare.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

In dichiarazione di voto intervengono le consigliere Zottis (Partito Democratico Veneto) e Scatto (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto 8) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Istituzione del nuovo Comune denominato "Sovizzo" mediante fusione dei Comuni di Sovizzo e Gambugliano della Provincia di Vicenza". (Progetto di legge n. 207) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 33/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Giacomin (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Luisetto (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE comunica che l'Ufficio di presidenza della Prima commissione consiliare si riunisce per esprimere parere sugli emendamenti presentati.

Si passa all'esame dell'articolato e relativo emendamento.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. B1, sostitutivo dell'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 9) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Istituzione del nuovo Comune denominato "Setteville" mediante fusione dei Comuni di Alano di Piave e Quero Vas della Provincia di Belluno". (Progetto di legge n. 208) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 34/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

Si passa all'esame dell'articolato e relativo emendamento.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. C1, sostitutivo dell'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 10) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Istituzione del nuovo Comune denominato "Santa Caterina d'Este" mediante fusione dei Comuni di Carceri e Vighizzolo d'Este della Provincia di Padova". (Progetto di legge n. 209) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 35/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

Si passa all'esame dell'articolato e relativo emendamento.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. D1, sostitutivo dell'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 11) all'ordine del giorno

Disegno di legge d'iniziativa della Giunta regionale relativo a "Istituzione del nuovo Comune denominato "Polesella veneta" mediante fusione dei Comuni di Polesella e Guarda veneta della Provincia di Rovigo". (Progetto di legge n. 192) NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI. APPROVATO (Deliberazione n. 151/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il non passaggio agli articoli del progetto di legge in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 16.42.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LUISETTO Chiara
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
PICCININI Tomas
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian