ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 23/04/2024 n. 133

Resoconto n. 133 - 11^ legislatura
Resoconto 133 a Seduta pubblica
Martedì, 23 aprile 2024
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.31, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.58

PRESIDENTE

Buongiorno. Registratevi su Concilium. Da quello che vedo, abbiamo già il numero legale.
Diamo inizio alla 133a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 5592 del 18 aprile 2024.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 132a Seduta pubblica di martedì 16 aprile 2024.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Fabiano BARBISAN
Enrico CORSI
Nicola Ignazio FINCO
Stefano GIACOMIN
Gianpiero POSSAMAI
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

PRESIDENTE

La collega Guarda mi ha comunicato che arriva un po' più tardi. Pertanto, le risposte alle IRI n. 332 e n. 472 verranno inviate via mail all'indirizzo della collega Guarda.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Iniziamo con la IRS n. 272 della collega Bigon.

Interrogazione a risposta scritta n. 272 del 1° dicembre 2022 presentata dai consiglieri Bigon, Zottis, Montanariello e Zanoni e relativa a "LA GIUNTA REGIONALE VUOLE DARE CHIARIMENTI IN MERITO ALLA GESTIONE DELLA SCUOLA GRANDE DI SAN MARCO, UNO SCRIGNO DI 'ECCEZIONALE INTERESSE NAZIONALE' DI PROPRIETÀ DELL'ULSS 3?"

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che l'azienda ULSS 3 Serenissima è proprietaria della Scuola Grande San Marco, un complesso architettonico di grande valore storico e artistico, che possiede al proprio interno un importante archivio cartaceo.
Considerato che risulta agli scriventi Consiglieri che la Scuola Grande San Marco sia stata costituita come polo museale e che al vertice vi sia un soggetto in quiescenza il cui incarico sarebbe a titolo puramente onorifico. Che risulta però evidente che, mentre l'attività di consultazione dei libri e dei documenti di archivio negli ultimi anni è stata sensibilmente meno praticata, sono d'altro canto notevolmente aumentati gli eventi che utilizzano come scenari i saloni storici della Scuola Grande. Tra i più recenti si citano il "Festival della storia della salute".
Ritenuto ancora che si possono intravedere delle criticità nella gestione a solo titolo di volontariato di un polo museale di simile rilievo, chiediamo all'Assessore regionale alla sanità e all'Assessore regionale con delega alla cultura, se intendono offrire dettagliati chiarimenti in merito alla forma giuridica di polo museale della Scuola Grande di San Marco; se non ritengono che la gestione di un bene di eccezionale valore nazionale non possa essere affidata a personale che svolge il proprio ruolo a puro titolo di volontariato; se intendono spiegare i motivi per i quali le consultazioni dei libri e dei documenti di archivio da parte del pubblico siano sensibilmente diminuite rispetto alla precedente gestione; se intendono ragguagliare dettagliatamente in merito alla provenienza dei fondi economici utilizzati per organizzare gli eventi che si svolgono nelle sale della Scuola Grande di San Marco; se intendano chiarire dove venga reperito il personale utilizzato per la redazione dei suddetti eventi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Al posto dell'assessore Lanzarin, risponde l'assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Con nota del 9 gennaio, l'azienda ULSS 3 Serenissima ha fornito i chiarimenti richiesti in ordine alla gestione della Scuola Grande di San Marco e della Sanità, di cui si riporta una sintesi.
Al fine di garantire la gestione dei beni storico-culturali presenti nel compendio Ospedale civile San Giovanni e Paolo e della Scuola Grande di San Marco di Venezia, valorizzandone il patrimonio storico, artistico e culturale, il Direttore generale dell'ASL 12 Veneziana, oggi ASL 3 Serenissima, con deliberazione n. 2036 del 17 luglio 2015, ha costituito il polo culturale e museale della Scuola Grande di San Marco, nelle more dell'istituzione di una Fondazione, come previsto dalla legge regionale 27 luglio 2007, n. 18 .
All'atto della costituzione il polo è stato affidato alla Direzione generale della ASL, che, non potendo utilizzare le risorse economiche del bilancio aziendale, ha individuato un coordinatore esperto volontario non retribuito.
Successivamente, in data 29 dicembre 2023, è stato stipulato l'atto costitutivo della Fondazione Museo Scuola Grande di San Marco e della Sanità, subentrante al polo culturale e museale della Scuola Grande di San Marco, in ossequio a quanto previsto dalla legge regionale 27 luglio 2007, n. 18 .
Come avviene anche in altri ospedali storici italiani, ove ci sono un patrimonio e un'offerta storico-culturale rilevanti, l'esigenza di tutela e fruizione dei beni storico-culturali dell'antico Ospedale di Venezia, come ad esempio le opere d'arte, le raccolte storiche, la biblioteca, l'archivio storico, i reperti di paleopatologia, l'antica farmacia e le architetture monumentali, ha portato recentemente alla costituzione dell'Associazione degli ospedali storici italiani, che ha già intrapreso un'azione con i Ministri della Salute e della Cultura, per giungere a un riconoscimento per legge di queste realtà italiane ed è stato avviato un tavolo tecnico paritetico a livello nazionale.
Per quanto riguarda la situazione di Venezia, con l'avvio della fondazione Museo Scuola Grande di San Marco e della Sanità, sarà possibile disporre di una o più figure professionali preposte ai beni culturali (conservatore, storico, archivista e bibliotecario), compatibilmente con le disponibilità di bilancio della nuova Fondazione.
Nelle more della conclusione di questo processo e del subentro integrale in tutte le attività, le associazioni di volontari qualificati, i contributi pubblici e privati raccolti, nonché le diverse iniziative di fruizione e valorizzazione dei beni consentono di non gravare sul bilancio dell'ULSS 3 Serenissima.
Va ricordato altresì che la consultazione dei libri della biblioteca e dei documenti dell'archivio storico da alcuni anni avviene sempre più frequentemente attraverso il servizio on line, in quanto la parte più antica del materiale è stata digitalizzata ed è disponibile sul sito www.scuolagrandesanmarco.it.
La fruizione on line integra e non sostituisce quella in presenza, che nel corso degli anni è andata crescendo. A titolo esemplificativo, si citano gli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Venezia per la consultazione degli antichi atlanti anatomici, gli studenti dello IUAV per la consultazione dell'archivio Le Corbusier, gli istituti di scuola media superiore di Venezia in terraferma, gli storici impegnati in ricerche finalizzate all'attività convegnistica presso il polo culturale e museale: la Biblioteca Marciana, l'Accademia nazionale dell'arte sanitaria, gli esperti dell'Università Ca' Foscari impegnati in studi al fine di editarli.
Va ricordato, infine, che, oltre ai numerosi volontari delle associazioni attive sul territorio, come ad esempio l'Associazione dei musei e il FAI, che si occupano di vigilanza accoglienza, guide informative e culturali, organizzazione di attività, all'Ospedale civile di San Giovanni e Paolo e la Scuola Grande di San Marco possono beneficiare anche di un prestigioso comitato scientifico composto da esperti docenti universitari e accademici che si impegnano in modo del tutto gratuito e onorifico, mettendo a disposizione la loro competenza per diverse attività culturali e divulgative.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie per la risposta.
Se posso avere la copia, così posso esaminarla. Grazie mille.

PRESIDENTE

Abbiamo terminato con le interrogazioni.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2024-2026 DELLA REGIONE DEL VENETO". (PROGETTO DI LEGGE N. 252) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 11/2024)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6 all'ordine del giorno.
La parola alla relatrice, collega Cestaro. Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Noi oggi qua siamo riuniti per la presentazione di questa variazione al bilancio previsionale 2024-2026 della Regione Veneto che ci vede un po' fuori rispetto agli schemi tradizionali.
Il progetto di legge all'attenzione di quest'Assemblea intende porre al bilancio di previsione 2024-2026, di cui alla legge regionale 22 dicembre 2023, n. 32 , una variazione degli stanziamenti di spesa sulla base delle indicazioni pervenute da alcune strutture regionali. Per il corrente esercizio in particolare viene proposta una manovra compensativa volta a superare le criticità nell'utilizzo delle risorse per l'FSC 2021-2027 ad abbattimento del cofinanziamento regionale al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 2021-2027.
Nel corso della seduta di Prima Commissione del 10 aprile 2024, finalizzata all'illustrazione del provvedimento, l'Assessore al bilancio ha precisato che le suddette criticità sono dovute al fatto che l'Accordo per la coesione tra il Governo e la Regione, sottoscritto il 24 novembre 2023, che destina al Veneto 607 milioni di euro per il ciclo di programmazione 2021-2027, non risulta ancora ratificato dal CIPESS.
Parte di queste risorse è destinata al cofinanziamento del programma regionale FESR 2021-2027 e all'avvio della programmazione europea. Quota parte delle anticipazioni disposte con la variazione di bilancio in questione verranno ripristinate quando il CIPESS ratificherà gli stanziamenti previsti.
Dalla relazione accompagnatoria al progetto di legge, oltre che dalla nota integrativa, si apprende che i complessivi 14.150.000 euro vengono trasferiti su alcuni capitoli di cofinanziamento regionale del POR-FESR 2021-2027, parte in conto capitale, contestualmente a compensazione di: si riduce la dotazione di linee di spesa relative al cofinanziamento regionale di parte corrente del PR, Fondo sociale europeo FSC+ 2021-2027, si utilizzano economie sulle quote in conto interessi degli ammortamenti su mutui e prestiti obbligazionari, si utilizzano risorse libere dall'intervenuta riduzione del contributo alla finanza pubblica per l'anno 2024, previsto dall'articolo 1, comma 527 della legge n. 213 del 2023, come modificato dalla legge n. 215 del 30/12/2023 "Disposizioni urgenti in materia di termini normativi", come definito dal "Milleproroghe", si utilizzano temporaneamente risorse accantonate per concorrere alla copertura dell'eventuale deficit del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026.
Poiché tali variazioni di bilancio comportano una modifica nella spesa in conto capitale tramite l'allegato 6 del progetto di legge, che viene aggiornato e sostituito nell'elenco relativo all'esercizio 2024 degli interventi autonomi programmati per spese di investimento, finanziate con saldo di spesa corrente e con variazioni di attività finanziarie, contenuto nella nota integrativa allegata alla citata legge regionale n. 32 del 2023, per consentire le attestazioni di copertura finanziaria dei provvedimenti che comportano impegni per investimenti e, inoltre, tramite l'allegato 3 viene modificato il quadro generale riassuntivo, di cui all'allegato 7 della predetta legge n. 32 del 2023, l'allegato 4, sempre della stessa legge, che viene aggiornato nel prospetto dimostrativo dell'equilibrio di bilancio per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale, tramite l'allegato 5, con l'elenco delle spese non obbligatorie a carattere continuativo, autorizzate per gli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026 e quantificate annualmente con la legge di approvazione di bilancio, Ordinamento del bilancio e della contabilità regionale, sempre la n. 32 del 2023, e l'allegato 7, che contiene la variazione di bilancio riportante i dati di interesse della Tesoreria.
Il provvedimento è composto da tre articoli, relativi alle modifiche e alle variazioni da introdurre agli stati di previsione delle entrate e delle spese del bilancio di previsione 2024-2026 (questo all'articolo 1), alle correlate tabelle allegate (articolo) 2 e all'entrata in vigore (articolo 3).
Il testo oggi all'esame dell'Assemblea legislativa è stato deliberato già dalla Giunta regionale in data 4 aprile 2024 e trasmesso successivamente al Consiglio regionale come progetto di legge dell'XI Legislatura.
Il 10 aprile le richiamate Commissioni hanno espresso i rispettivi pareri sugli aspetti di competenza; parimenti, il Consiglio delle Autonomie locali si è espresso favorevolmente sul provvedimento nella seduta del 15 aprile.
Il provvedimento è stato licenziato dalla Prima Commissione in data 17 aprile, con i voti favorevoli della maggioranza e il voto contrario delle due rappresentanti della minoranza in Prima Commissione, Camani e Luisetto. Grazie.

PRESIDENTE

La parola alla correlatrice Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La discussione attorno a questa variazione di bilancio ci dà l'occasione di confrontarci all'interno di questo Consiglio regionale su una questione molto rilevante, quantomeno per la quantità di risorse che mobilita, che è il famoso accordo per lo sviluppo e la coesione, che il presidente Zaia e la presidente Meloni, in un tripudio di applausi, hanno sottoscritto a Verona qualche mese fa.
Dico che è opportuno parlarne, perché in quell'occasione, appunto tra gli applausi, Zaia e Meloni hanno tentato di far passare il messaggio rispetto a questo accordo che non corrisponde alla realtà. Questa è anche l'occasione per dire di cosa stiamo parlando.
Con la firma di quell'accordo non arriva alla Regione del Veneto un euro in più di quello che sarebbe già arrivato in base alla programmazione europea; quell'accordo segna, invece, un cambio di modalità di utilizzo delle risorse comunitarie che questo Governo ha scelto di mettere in campo, contrattando, non con qualche difficoltà, questa nuova modalità con la Commissione europea. Punto primo. Ricordiamoci che quando Zaia e Meloni hanno spiegato che al Veneto arrivavano 600 milioni in più non hanno detto tutta la verità. Quei 600 milioni sarebbero arrivati comunque ma attraverso una modalità diversa di gestione. Questi accordi che la Meloni ha fatto col Veneto, con l'Emilia-Romagna, con la Toscana, con la Liguria, con la Campania, con la Puglia, con la Calabria, sono semplicemente lo strumento diverso che sostituisce gli antichi Piani di sviluppo e coesione: quindi stessi soldi, strumento diverso. Quasi tutte le Regioni, mi pare 17 Regioni, hanno sottoscritto questo accordo. Lo dico per evitare di pensare che la Meloni è venuta in Veneto e ci ha dato i soldi: la Meloni ha dato i soldi al Veneto, alla Calabria, alla Campania, alla Puglia, all'Emilia-Romagna. Quelli che doveva dare, calcolando che stiamo parla... la Campagna no; infatti, stanno litigando e poi cercheremo di capire perché la Campania no, assessore Calzavara. Calcolando che stiamo parlando di risorse, il Fondo sviluppo e coesione che l'Unione europea destina agli Stati membri con l'obiettivo, con la finalità – questa è la ragione per cui ci arrivano in Veneto e nelle altre 17 Regioni le risorse – di investire sulla coesione e lo sviluppo dei territori.
Cioè l'Unione europea chiede agli Stati membri, attraverso i 32 miliardi che dà all'Italia – su questo poi tornerò – di investire su quei progetti che aiutano i Paesi a ridurre le distanze e le differenze in termini di coesione sociale e di sviluppo territoriale tra Paesi e all'interno del medesimo Paese, tanto che i Fondi dello sviluppo e della coesione sono fondi nazionali non assegnati alle Regioni dall'Unione europea, ma agli Stati e ai Governi, e per l'80% vanno destinati al Sud in Italia, perché ovviamente sono fondi che dovrebbero essere finalizzati a far aumentare la qualità della vita e a ridurre il divario territoriale, per quanto riguarda l'Italia, tra Nord e Sud, cioè tra due aree del Paese che, pur appartenendo al medesimo Stato, in base agli indicatori della Commissione europea, procedono a velocità diverse.
32,4 miliardi dal Fondo sviluppo e coesione, 32 miliardi – e lo dico in una fase in cui siamo tutti impegnati in una campagna elettorale per le elezioni europee – dovrebbe essere una cifra che ci fa riflettere su quanto sia importante l'Europa per i Paesi membri e anche per l'Italia. 32 miliardi significano per il Veneto 600 milioni, 600 milioni su 32 miliardi, e già questo è un primo argomento, un primo elemento.
Dov'è la differenza rispetto a prima? Mentre prima i Governi precedenti, con uno sforzo rilevante, decidevano, organizzavano, pianificavano la messa a terra del Fondo sviluppo e coesione tenendo la regia a livello nazionale, perché dovevano interpretare il mandato che l'Unione europea dava agli Stati membri di governare centralmente la messa a terra di queste risorse, perché centrale e unitario era l'obiettivo che ci davamo, cioè l'avanzamento del Paese nel suo complesso e l'incremento delle politiche di coesione e di riduzione delle distanze tra Regioni, il Governo Meloni decide uno schema di gioco diverso.
Questo si giustifica anche nella difficoltà che il Governo centrale aveva e ha di realizzare interventi nelle Regioni, perché ovviamente più il centro decisionale si avvicina al luogo in cui si realizza il progetto, più è facile governare la progettazione, la pianificazione e la realizzazione.
Il Governo Meloni cosa fa? Anziché migliorare la sua capacità di implementare sul territorio la realizzazione degli interventi, dice: perché mi devo prendere lo sbatti di stare lì a seguire i progetti? Lo faccio fare direttamente alle Regioni. Tant'è che la Commissione europea non era d'accordo con il ministro Fitto su questo impianto, perché era preoccupata del fatto che, delegando alle Regioni la gestione di risorse nazionali, si perdesse quella lettura complessiva e di sistema che i fondi per le politiche di sviluppo e coesione dovrebbero garantire.
Diciamo che il compromesso che hanno raggiunto è rappresentato da questi accordi tra Governo e Regioni, in cui il Governo stanzia la cifra, si impegna a verificare e controllare che le cose procedano in un certo modo, ma delega una quota rilevante della decisione alle Regioni.
Sul punto faccio alcune veloci considerazioni. La prima: 600 milioni che arrivano nel modo in cui vi ho raccontato dall'Unione europea attraverso il Governo in questa Regione, ma nessuno della Giunta ha mai pensato di venire a spiegarci dove debbano essere indirizzati questi 600 milioni.
Lo dico perché – c'è qua l'assessore Calzavara – discutiamo, litighiamo, ci scanniamo per la disponibilità in bilancio di qualche milione in sede di bilancio di previsione. Poi arrivano 600 milioni e nessuno si degna di venire a spiegarci qual è l'idea, l'obiettivo, il progetto con il quale Governo e Regione intendono mettere a terra 600 milioni di progetti. Abbiamo i capitoli, perché sono indicati dall'accordo di programma e dalle regole stringenti dell'Unione europea.
Mi chiedo, da Consigliere regionale di opposizione, per carità, ma a maggior ragione per quelli di maggioranza: dov'è il luogo in cui si decide come indirizzare cifre così rilevanti che dovrebbero essere finalizzate allo sviluppo e alla coesione? C'è qualche aspetto innovativo rispetto alla progettazione standard dei fondi europei regionali rispetto a questo? Si parla di infrastrutture: quali infrastrutture? Dove li mettete questi 600 milioni? Si parla di sviluppo digitale, si parla di inclusione sociale: quale sarà questa variazione di bilancio? Spero – spererei – che sia anche l'occasione nella quale la Giunta, che governa questa Regione ci indichi quali sono le linee guida intorno alle quali questi 600 milioni troveranno concretizzazione in questa Regione; 600 milioni sono una cifra che consente di indicare, di indirizzare lo sviluppo di un territorio. Un indirizzo, una via, una strada di sviluppo, sulla quale vigilanza, controllo e codecisione, evidentemente, non stanno dentro a questo Consiglio regionale, stanno esclusivamente a Palazzo Balbi. Palazzo Ferro-Fini li frequenta incidentalmente perché oggi stiamo affrontando questa decisione.
Questi 600 milioni si aggiungono alle risorse già rilevantissime che l'Unione europea, quella che nei manifesti elettorali di qualche forza politica viene rappresentata col chador, col personaggio che si mangia il verme. Quell'Unione europea, questa Unione europea, non è quella del velo islamico, non è quella della persona che si mangia l'insetto, è l'Unione europea che fa arrivare in Veneto 600 milioni del Fondo di coesione, oltre un miliardo di fondi FESR, oltre 1 miliardo di Fondo FSE+: di quale Europa vogliamo parlare dentro a questo Consiglio?
Tra l'altro, sono tutti fondi comunitari regionali rispetto ai quali il cofinanziamento regionale è minimo, e addirittura, con la manovra che andremo a vedere, legata all'accordo per lo sviluppo e la coesione, è quasi ridicolo. Una parte del cofinanziamento regionale, infatti, che noi saremo obbligati ad impiegare, per esempio, per il cofinanziamento dei fondi FESR, viene coperto da questi 600 milioni, che anziché essere messi a terra per delle opere, su richiesta della Regione del Veneto, una parte significativa, 137 milioni su 600, viene utilizzata per coprire una parte della quota di cofinanziamento regionale. E chi l'ha decisa questa cosa? Quando mai il Consiglio, la Commissione bilancio, ha valutato se fosse opportuno utilizzare quella clausola che prevede che queste risorse possano essere messe a copertura del cofinanziamento regionale, quando piuttosto poteva essere utile investirle nella realizzazione di un'opera? Era un'opportunità che il Veneto ha deciso di utilizzare. Chi ha deciso che 137,5 milioni dovevano essere utilizzati così? La Giunta a Palazzo Balbi.
E allora arriviamo a discutere di questa variazione di bilancio. Perché? Perché dentro a questa rivoluzione nella gestione dei fondi nazionali di sviluppo e coesione, dentro a questa valutazione discrezionale che la Giunta fa su come impiegare questi 600 milioni, succede anche che il Governo, che dovrebbe dare gambe a questo accordo, perché i soldi sono del Governo e non della Regione, non ha ancora adottato, e spero che oggi arrivino notizie più incoraggianti su questo, a livello nazionale la delibera CIPESS che autorizza il trasferimento di fondi dal Governo alle Regioni, cioè che autorizza le opere o gli investimenti che il presidente Zaia e la presidente Meloni hanno deciso, durante l'evento Job&Orienta a Verona, che dovevano finire qua.
Sul punto faccio mie le parole dei funzionari della Giunta dette in Commissione: è un fatto grave che dopo che ti sei inventato un sistema nuovo, dopo che il ministro Fitto ha litigato con la Commissione europea per questo nuovo schema di utilizzo delle risorse europee, dopo che ti sei preso l'onere di stipulare diciassette accordi per lo sviluppo e la coesione con tutte le Regioni italiane, le Regioni italiane non possano partire perché il CIPESS non ha fatto le delibere che sbloccano sostanzialmente l'arrivo di questi fondi.
Nella nostra Regione questo fatto impatta per ben 14 milioni. Stiamo parlando di 14 milioni sui 600 dell'accordo con il Governo, sui 32 miliardi dei fondi di coesione: noi stiamo qua in panico per 14 milioni.
Perché dico "in panico"? Perché questi 14 milioni che noi dovremmo anticipare nel cofinanziamento regionale, in attesa che si realizzi la delibera CIPESS, che dia le gambe a quell'accordo che in pompa magna a novembre a Verona Zaia e Meloni hanno raccontato all'opinione pubblica, noi non sappiamo dove trovarli. Dentro il bilancio della Regione del Veneto noi non sappiamo dove tirare fuori 14 milioni perché, nonostante un bilancio da 17 miliardi, la Regione più ricca, più importante e più produttiva dell'Italia non ha una disponibilità finanziaria, neanche di cassa, di 14 milioni.
Farò alcune considerazioni su questo punto, però mi vorrei soffermare su come facciamo a risolvere questo problema, cioè che ci servono i 14 milioni per poter continuare con i bandi, per poter continuare con la programmazione europea che gli uffici hanno messo in campo, e non abbiamo 14 milioni da anticipare. Cosa ci inventiamo? Ci inventiamo sostanzialmente quattro cose: la prima è spostare un po' di fondi che cofinanziavano progetti sull'FSE+ e, siccome non ci servono subito, ce li facciamo prestare; quindi, 2 milioni ce li facciamo prestare dall'FSE+.
Quindi, 1,5 milioni li risparmiamo andando a fare le verifiche sugli interessi passivi dei mutui, che è un'operazione, assessore Calzavara, che ordinariamente facciamo con la variazione di assestamento, cioè quando, per legge, dobbiamo andare a pulire le poste che avevamo messo nel bilancio di previsione: è una manovra di natura strettamente finanziaria, legittima, ma che dà molto il segnale della canna del gas. Ci siamo accorti che abbiamo fatto meno mutui del previsto, perché questa è una Regione che continua a non andare a mutuo, abbiamo fatto un controllo sui tassi, abbiamo recuperato altri 1,5 milioni.
Poi, 3,5 milioni li recuperiamo ipotizzando di dover conferire alla finanza pubblica nazionale un contributo minore di quello ipotizzato in sede di bilancio di previsione, prima ancora che venga fatto il decreto di riparto. Anche qua ricordiamo cosa è accaduto: con la legge di bilancio 2024 il Governo Meloni, vicino agli Enti locali, alle Regioni, ai cittadini, siccome, a proposito di canna del gas, ha qualche problemino di bilancio nazionale, non sapendo dove andare a prendere i soldi, avendo già ucciso la povera gente azzerando il Fondo affitti, avendo tagliato qualsiasi spesa sociale possibile e immaginabile, avendo tagliato Opzione donna, cioè, avendo già messo in campo tutte le cose peggiori che ci si poteva aspettare da un Governo che nasce come Governo attento al sociale, mancando ancora soldi, cosa si inventa il Governo Meloni? Di andare a chiedere 350 milioni alle Regioni di tagli: care Regioni, ridateci 350 milioni indietro. Tant'è che, in sede di bilancio di previsione, l'assessore Calzavara ha espresso molta preoccupazione rispetto a questa manovra perché, come sempre, quando non si sa dove tagliare, si taglia lontano dalle proprie responsabilità: Regioni, Comuni, cavoli dei Sindaci o degli Assessori al bilancio delle Regioni. Noi avevamo messo a bilancio questo sacrificio: 350 milioni nazionale, circa 28 milioni, vado a memoria, per la Regione del Veneto. Giustamente, l'Assessore al bilancio, nel bilancio di previsione, mette a bilancio questo taglio.
Poi con la legge "Milleproroghe", qualche settimana, un paio di mesi dopo la legge di bilancio, su forte pressione degli Enti locali e delle Regioni, quel taglio, solo per il 2024, viene leggermente ridotto: viene ridotto di 45 milioni su scala nazionale, quindi anziché 350 diventano 305. È fisiologico che proporzionalmente si riduca il trasferimento che le Regioni dovranno fare allo Stato entro maggio per questo taglio.
Ma noi come bilancio della Regione del Veneto non aspettiamo che il Presidente del Consiglio faccia il decreto che indica il riparto Regione per Regione di questo taglio. Siccome abbiamo bisogno di soldi e non sappiamo appunto che santo invocare, ipotizziamo che, siccome il taglio nazionale da 350 passa a 305, almeno 3-3,5 miliardi in meno alla Regione del Veneto potrebbero essere chiesti. In attesa quindi del decreto di riparto, in attesa dell'accordo interregionale che prevedeva e che prevede la legge di bilancio, pur di raccattare qualche soldo, tagliamo di 3,5 milioni questa ipotesi di trasferimento. Già questo sarebbe sufficiente a darci un'idea di come è difficile in questo bilancio trovare anche il minimo di risorse per agire sul piano amministrativo e politico.
Ma siccome ci mancano altri 7,5 milioni e siccome il fondo del barile l'abbiamo grattato dove si poteva grattare, cosa ci siamo inventati? Ci siamo inventati una fattispecie che, per chi si occupa di bilancio, tecnicamente non esiste. Il concetto di una variazione temporanea non è applicabile alla legge di bilancio perché, nel momento in cui un numero si sposta da qua a là, nel bilancio non c'è alcun modo di evidenziare la temporaneità di questa manovra, se non l'impegno di dire: appena posso li rimetto.
Ma perché dico che è un precedente grave? Per due ragioni. La prima: c'è una legge della Regione del Veneto che obbliga la Regione a stanziare delle risorse a garanzia di eventuali deficit e disavanzi dei Giochi Olimpici e Paraolimpici. Una legge, se non sbaglio, del 2019 che dice: per fare le Olimpiadi la Regione del Veneto deve mettere 21, non mi ricordo, vado a memoria, 14 più 5, 19, 20 milioni a garanzia. Ce lo ricordiamo perché è da due anni che il presidente Zaia ci viene a dire in quest'Aula che non è giusto che sia la Regione a dover fare la garanzia per i Giochi Olimpici. "Chiederò al Governo che la Regione sia sollevata dall'obbligo della garanzia perché deve essere lo Stato a garantire il deficit". Ma presidente Zaia, quand'è che arriverà questo via libera a togliere la garanzia? "Sta arrivando. Ho già fatto l'accordo, è già deciso". Non è mai arrivato quel via libera a togliere la garanzia e quindi, a che a me risulti, l'obbligo della Regione del Veneto ad avere un fondo a garanzia dei Giochi Olimpici e Paraolimpici, sulla proposta che avete fatto voi non noi... noi già allora avevamo detto che è assurdo che sia la Regione del Veneto a fare da garanzia, ma ce l'avete detto voi che bisognava fare così, ce l'avete detto voi che il Governo Meloni ve lo avrebbe tolto l'obbligo alla garanzia. Il risultato è che abbiamo l'obbligo alla garanzia e il Governo Meloni non ha tolto niente.
E allora noi oggi cosa facciamo? Togliamo temporaneamente, in attesa che il Governo dica al CIPESS di fare la delibera che ci liberi i soldi, i 14 milioni, risorse da quell'accantonamento, in contrasto con quanto prevede una legge in vigore della Regione del Veneto.
Io non so se per le variazioni di bilancio siano previsti i pareri dei Collegi dei Revisori, della Corte dei conti, credo di no, ma una domandina sarebbe da farla ai Revisori dei conti e alla Corte dei conti, che monitorano l'attendibilità del bilancio della Regione del Veneto.
Mi appello dall'Aula alla Corte dei conti e al Collegio dei Revisori: guardate dentro a questa manovra, perché se c'è una legge che ci obbliga ad avere quell'accantonamento, noi siamo obbligati a garantire quell'accantonamento, e non c'è alcuna regola contabile che ammetta deroghe a questo principio indiscutibile, altrimenti è inutile che facciamo le leggi, fate un po' come volete, come a casa, quando hai il salvadanaio per l'università dei bambini e dici: prendo un attimo 1.000 euro che mi servono per riparare la macchina. Ma il bilancio della Regione del Veneto non è il salvadanaio dell'università dei figli e deve attenersi a delle regole rigide, che dovrebbero essere verificate dal Collegio dei Revisori dei conti e dalla Corte dei conti, quindi ci inventiamo questo "temporaneamente".
È un precedente, perché io non vedo l'ora di avere il prossimo bilancio di previsione e di fare tutti gli emendamenti che mi vengono in mente, prendendo risorse temporaneamente da alcuni capitoli di spesa, che sono bloccati perché ci sono delle leggi regionali che ci obbligano. Qualsiasi capitolo di spesa del bilancio della Regione a questo punto è "temporaneamente" nelle disponibilità delle necessità dei Consiglieri.
È un precedente pericoloso, a mio giudizio segna anche una gestione discutibile della finanza pubblica e sicuramente un'interpretazione ambigua delle leggi di bilancio.
Chiudo con l'ultima considerazione più generale. Guardate che abbiamo un bilancio regionale (lo dico da due anni a questa parte, credo che l'assessore Calzavara me lo riconoscerà) totalmente ingessato: siamo una Regione che nei fatti, nella sostanza è incapace di affrontare qualsiasi tipo di emergenza e urgenza ci dovesse capitare.
Noi non siamo in grado ‒ ho cercato di dimostrare perché ‒ di trovare dentro il bilancio della nostra Regione le risorse necessarie per affrontare qualsiasi emergenza, perché queste modalità di recupero delle risorse che vi ho detto (gli interessi passivi, il "temporaneamente", i trasferimenti ipotetici al Governo) sono tutte modalità messe in campo per 14 milioni di euro, cioè una cifra irrisoria, ridicola, per un'emergenza che auspichiamo sia temporanea, perché non abbiamo elementi per pensare che la delibera CIPESS non verrà approvata.
Noi siamo quindi una Regione che nel bilancio non sa dove trovare 14 milioni e lo dico perché i Consiglieri regionali, in quanto tali, avrebbero anche l'ambizione ogni tanto di fare qualche proposta di legge che incida sulle direttive di sviluppo, che possa incrementare la protezione sociale delle persone, che corrisponda ad un bisogno necessario. Guardate – e su questo chiudo – che questa modalità di gestione dell'Amministrazione regionale, cioè il bilancio ingessato, non dipende né dalla finanza pubblica, né dal contesto economico, né da nessun fattore esterno: è una scelta politica di questa Amministrazione regionale di non consentire ai Consiglieri, alla politica di avere un po' di agibilità nelle scelte.
Questo dipende direttamente dalla scelta dell'Amministrazione Zaia di non ricorrere mai all'indebitamento: da quando io sono Consigliera regionale ricordo forse uno o due ricorsi ai mutui: uno per l'ospedale di Padova, fra qualche anno, e l'altro per le opere olimpiche. Non siamo mai andati a mutuo per fare nulla e abbiamo, invece, sempre scelto di utilizzare entrate correnti, che dovrebbero essere utilizzate per delle spese in conto corrente, se ci sono le necessità, per pagare investimenti in conto capitale.
È una scelta che, per chiunque abbia avuto esperienze di amministrazione locale, è incomprensibile, anzi, semmai di solito è il contrario, cioè si cerca di trovare il modo per utilizzare anche risorse in conto capitale per le spese correnti e pensiamo agli oneri di urbanizzazione. La Regione del Veneto ha una politica di bilancio al rovescio: utilizza le entrate correnti, cioè le tasse, le imposte, i trasferimenti di natura corrente per degli investimenti in conto capitale. Se noi calcoliamo che c'è una parte rilevante di entrate che abbiamo, che sono vincolate a spese correnti o a spese in conto capitale, è chiaro ed evidente che il bilancio della Regione del Veneto, così gestito, non potrà mai garantire un po' di mobilità, di agibilità per affrontare delle emergenze di spese correnti.
Non abbiamo soldi e non abbiamo mutui. Siccome dentro a una lettura sempre un po' maschilista, si dice che il bilancio degli Enti dovrebbe essere gestito secondo il buon padre di famiglia, ma è buono il padre che gestisce la finanza familiare non consentendo ai suoi familiari di potersi soddisfare nei bisogni materiali primari perché deve pagare il mutuo della casa? Ma che famiglia è? Ci sono degli investimenti in conto capitale che devono essere finanziati con entrate in conto capitale, trasferimenti, se ci sono, o indebitamenti. La Regione del Veneto, così dicono i bilanci, avrebbe una capacità di indebitamento teorica di 300 milioni di euro l'anno. Non mi fregate più con la retorica dell'addizionale IRPEF, non servirebbe neanche se voi, invece che utilizzare le entrate in conto corrente per spese in conto capitale per 300 milioni, stipulaste un mutuo per gli investimenti che pagate con le entrate correnti. Se andate a vedere gli allegati del bilancio c'è proprio un allegato specifico che indica tutti gli investimenti in conto capitale che vengono fatti con le entrate in conto corrente: sono tanti soldi, centinaia e centinaia di milioni di euro.
Chiudo. Non me la spiego questa cosa, non mi spiego perché si scelga questa modalità di gestione, se non in un modo: c'è qualcuno in questa Regione che sta gestendo il bilancio in questo modo da tanti anni perché teme che succeda qualcosa da qua ai prossimi anni e quindi sta facendo cassa, non sta toccando la capacità di indebitamento, non sta investendo sulla spesa corrente perché se dovesse succedere qualcosa che travolge il bilancio della Regione del Veneto, io dico la Pedemontana, ma magari c'è qualcos'altro, non andiamo in bancarotta, perché abbiamo talmente tanto risparmiato, talmente tanto fatto tirare la cinghia ai cittadini del Veneto in questi anni che riusciamo a non andare in bancarotta.
Mi va bene tutto. Come sapete, ho un approccio molto laico alle politiche di bilancio. Vi chiederei però un po' di onestà e di sincerità: di dirci esattamente cos'è che accadrà al bilancio di questa Regione nei prossimi anni che vi costringe a gestirlo in questa maniera. Perché altrimenti ‒ e chiudo ‒ non c'è altra spiegazione che mi convinca della ragione per cui state negando tecnicamente e costantemente alle cittadine e ai cittadini di questa Regione la possibilità di vedere soddisfatti i propri principali bisogni materiali.
Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Solo in questa fase per fare un paio di chiarimenti dopo le due corpose relazioni del relatore e della correlatrice.
È vero, questi 600 milioni sono stati firmati a Verona, ma è altrettanto vero che, per la prima volta, questi 600 milioni prevedono la possibilità di utilizzare il 15% per il finanziamento dei fondi della programmazione comunitaria, e quindi il Consiglio questi soldi li ha visti. Correlatrice, siccome mi ha detto che questo Consiglio non ha visto i soldi dei fondi FSC, invece li ha visti nell'approvazione del bilancio, nel triennale, dove sono chiaramente identificati quei 130 milioni come vengono spesi e cofinanziati per la programmazione europea. S soldi quindi che voi avete approvato, non condiviso, voi della minoranza, ma avete visto e che la maggioranza ha approvato, iniziando un percorso diverso di utilizzo di queste risorse.
In quella fase eravamo convinti che fossero immediatamente disponibili e farei una riflessione sulla capacità di spesa e di impegno delle risorse dei fondi FSC: perché, se è vero che l'80% di queste risorse vanno al Sud, è altrettanto vero che questo 80%, nella precedente programmazione, ha visto l'incapacità di essere speso. E questo per noi è inefficienza amministrativa.
Qui siamo all'esatto contrario. Qui ci preoccupiamo di perdere anche questi 14 milioni, non l'80% di 32 milioni, che vuol dire 24 miliardi che andranno al Sud. L'efficienza amministrativa, questa capacità di utilizzare tutte le risorse, di andare nella precedente programmazione in overbooking e quindi utilizzare ulteriori risorse fa sì che, pur di non perdere anche questa programmazione, che è minoritaria, insomma rispetto ai 2 miliardi che andremo a utilizzare nel corso dei prossimi anni, noi siamo talmente abituati ad avere efficienza amministrativa che ci preoccupiamo anche di 14 milioni. Io so che per qualche Regione 14 milioni sono una festa in piazza in Campania o in Puglia o da qualche altra parte in giro per l'Italia. Noi invece, questi 14 milioni li andiamo a cercare con fatica, con non poco sbattimento nel trovarli, perché veramente si va a cercare di andare ad affinare al massimo quelle che sono le risorse della Regione, cercando di metterle immediatamente a disposizione. Oggi facciamo uno sforzo. Sarebbe stato molto più semplice lasciarli lì e aspettare l'assestamento, perdiamo un po' di cofinanziamenti. Questo è il modo di amministrare di altre Regioni, non quello della Regione del Veneto, che si è dimostrata nel corso degli ultimi anni sempre capace di essere ai massimi livelli di performance nell'utilizzo delle risorse.
Per far questo bisogna fare anche operazioni faticose come quella che facciamo oggi. Non è facile per me portare un disegno di legge come questo, una variazione di bilancio, però è necessario, e lo facciamo con convinzione. Con la convinzione, tra l'altro, che oggi, credo alle 13.00, il CIPESS approverà l'accordo FSC, che quindi darà le sufficienti garanzie su queste risorse che – ripeto – hanno un loro utilizzo nel corso dei prossimi anni. Avremo quindi maggiore facilità negli anni a venire di utilizzo di queste risorse che ci permetterà di avere da una parte una garanzia e dall'altra, per le procedure tipiche della ratifica di queste risorse e della disponibilità effettiva, la possibilità di andare oltre le necessità che attualmente gli uffici hanno.
C'è quindi da una parte la soddisfazione di vedere un Governo che ha capito la necessità di una Regione come la nostra di ratificare quanto prima, e lo vedremo oggi pomeriggio, dall'altra la necessità ancora di questa anticipazione, che nel corso dei futuri assestamenti che vedremo a luglio e molto probabilmente anche a novembre, avrà la possibilità di ritrovare queste risorse all'interno dei capitoli. Se da una parte quindi questa anticipazione, questa sorta di variazione temporanea potrebbe non essere compresa, è chiaro che in un bilancio dinamico come quello di una Regione complessa come la nostra si possono trovare gli equilibri all'interno dei vari capitoli e ritornare queste cifre nella disponibilità complessiva di un assestamento, che ci vedrà impegnati ‒ ripeto ‒ a luglio e molto probabilmente a ottobre, perché nel corso di quest'anno ci sarà una serie di verifiche che devono essere fatte, in primis quella della Pedemontana.
Qualcuno ha la capacità di preveggenza, perché ho letto un articolo secondo cui praticamente l'ART sa già quali saranno i numeri da qui a due anni, senza prima avere certezza su quella che sarà la capacità di generare ulteriore traffico all'apertura del collegamento con la A4. Mi pare che ci sia da parte di più di qualcuno questa idea che la Pedemontana debba diventare l'elemento critico di questi 15 anni di Amministrazione e non invece una straordinaria opera a disposizione del territorio.
Un giorno parleremo con calma di quello che è il vero costo della Pedemontana per la Regione del Veneto e quali saranno i benefici e l'indotto che questa strada genererà negli anni futuri per la nostra Regione, però è ancora presto. Aspettiamo un po' di dati per poi presentare il conto fatto bene.
Queste risorse oggi sono necessarie e credo che non vadano a pregiudicare al momento quelle che sono le politiche che sono state approvate con il bilancio 2024-2026. Arriveremo, credo, a un assestamento dignitoso. Nel corso di questi ultimi anni abbiamo visto, come anche in questo caso, che l'efficienza e il costante monitoraggio delle disponibilità porta a un avanzo di amministrazione sempre meno ampio rispetto al passato, ma credo che anche questo sia un segno di capacità di utilizzare al meglio tutte le risorse che la Regione ha.
Chi verrà in futuro non so cosa farà, quello che è certo è che questi quindici anni saranno contraddistinti da questa capacità di riuscire a governare una Regione complessa come la nostra, non utilizzando risorse che in altre Regioni vanno a pescare nelle tasche dei cittadini. In futuro lo vedremo, chi ci sarà farà forse la stessa scelta, forse meno, però è altrettanto vero che questa capacità di indebitamento deve essere pagata poi con spesa corrente. Ci sono la quota capitale e la quota interessi; vuol dire che la quota capitale andrebbe a erodere la disponibilità di quello che è il tradizionale "tesoretto" che fa la Giunta regionale quando presenta il bilancio e quindi vorrebbe dire zero in qualsiasi tipo di altra iniziativa. La spesa corrente è questa: se pago quota di interesse e quota capitale, vuol dire che tolgo dalla disponibilità della spesa annuale.
Sono equilibri che dovremo cercare di trovare. Anche in questo caso, sarebbe curioso poi comprendere che investimento si va a fare, perché poi, in un rapporto di confronto che c'è sempre stato all'interno di questo Consiglio, ho sempre visto che qualsiasi opera, qualsiasi grande intervento che serve a migliorare la qualità della vita dei veneti, rischia di far partire sempre e comunque il comitato del no perché viene proposto da un'Amministrazione. Ecco che, allora, chiedere mutui e poi essere contrari alla realizzazione delle opere rischia di essere, in qualche modo, divergente nella sua visione e nella sua realizzazione.
Oggi facciamo questa operazione necessaria, da qui a ottobre vedremo di farla rientrare, in modo da avere la capacità, nel mese di ottobre, oltre che di iniziare il percorso dell'ultimo bilancio di questa XI Legislatura, anche di avere quelle risorse per cercare di andare a coprire alcuni punti che sappiamo essere deficitari all'interno del bilancio di approvazione 2024-2026. Tradizionalmente, nel corso dell'anno, riusciamo poi a soddisfare e a garantire che i servizi siano comunque erogati e mantenuti, così come è stato negli ultimi quindici anni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.
È un intervento che abbiamo programmato all'ultimo minuto e sicuramente alla luce delle relazioni, in particolare quella della correlatrice Camani, che ha voluto teorizzare – e mi permetto di dire "teorizzare" anche se poi quello che io credo ciò che conta è quanto è confutabile e quanto no – una narrativa che voglia in qualche modo far passare una relazione diversa.
Cominciamo a mettere ordine, collega. Perché questa variazione di bilancio arriva in Aula? L'ha detto bene adesso l'assessore Calzavara: la Regione Veneto è una Regione che è efficiente e veloce, è una Regione che nella programmazione dei fondi ordinari europei ha visto addirittura avere assegnati nella vecchia programmazione più fondi di quelli inizialmente assegnati perché è riuscita a erogare di più ed è la prima rispetto a tutte le altre Regioni per efficienza nell'utilizzo dei fondi europei. Questo è quello che è la Regione Veneto.
Partiamo dal fatto che questa programmazione 2024-2026, che è il triennio ovviamente del bilancio, in verità è una programmazione dei fondi ordinari che di fatto raddoppia i fondi della vecchia programmazione, li raddoppia totalmente. Li raddoppia perché? Perché questa Regione ha fatto una scelta. Li raddoppia dicendo semplicemente: ci mettiamo in gioco, andiamo a caccia di nuove risorse senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
Quest'oggi, Assessore, al di là di tutte le altre valutazioni, dopo che per tre anni e mezzo abbiamo visto recitare in tutte le relazioni dei bilanci, sia dei bilanci di previsione che poi quelle delle variazioni di bilancio e di assestamento e poi i consuntivi, che serviva l'addizionale IRPEF, sentiamo dalla stessa parte che l'addizionale IRPEF non serve perché hanno scoperto che potenzialmente si potrebbe trovare quantomeno un'altra strada. Peccato che però, se noi andiamo a vedere tutte le centinaia, se non qualche migliaio di emendamenti proposti, almeno per tre anni di bilancio in quest'Aula ‒ e su questo tutti i cittadini che ci ascoltano possono andare a rivedersi le registrazioni e le votazioni fiume di tutti gli emendamenti ‒ vedremo che la maggior parte di questi prevedevano anche l'introduzione dell'addizionale IRPEF.
L'altra questione, che va però messa in luce, è che questa scelta ha portato sicuramente poi un elemento aggiuntivo, cioè che dei fondi di sviluppo e coesione dei fondi nazionali, il 15%, una quota ridotta, può essere utilizzata per finanziare la spesa in conto capitale e non la spesa in conto corrente. Magari chi ci ascolta fa più fatica a capire perché è tecnica, è amministrazione contabile la parte in conto capitale. Questa è stata una scelta che ha messo in circolo, questa possibilità ha fatto sì che questa Regione potesse finanziare in conto capitale interventi aggiuntivi usando totalmente risorse dello Stato, non della Regione. Tant'è che in Commissione abbiamo ascoltato che la parte corrente delle risorse regionali, mi corregga, Assessore, è stata indirizzata su quella che è la spesa corrente e invece i fondi, il 15%, sono stati introdotti nella programmazione economico-finanziaria per finanziare la spesa in conto capitale degli stessi fondi europei.
Perché dico questo? Perché abbiamo lavorato molto tutti insieme, collega Camani, perché questo Governo, che comunque si sta adoperando per fare atterrare molte risorse europee e anche nazionali nelle regioni, ha trovato nelle regioni, in particolare del Veneto e della Lombardia, una forte accelerazione di quella che è l'attuazione dei programmi dei fondi ordinari comunitari.
Il problema che è nato nel processo normativo – se il collega Montanariello mi ascolta, magari poi riesce a replicare – è stato che, di fatto, la tecnica, per chi ci ascolta magari fa più fatica, non era normativamente...
Grazie, Presidente. Di solito richiama me, adesso sono felice che richiama anche gli altri.

PRESIDENTE

Lasciate parlare il collega Soranzo, per favore. Se abbassa il volume, collega Montanariello, è meglio.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Io chiedo il rispetto dell'Aula. Grazie, Presidente.
Il Presidente ha sempre ragione, ma io, nelle funzioni di Consigliere regionale, chiedo rispetto e il silenzio dell'Aula. Chiedo al Presidente di farlo rispettare, altrimenti mi fermo. Se uscite vuol dire che non siete interessati ad ascoltare quello che avete detto che non va bene. Vi dà fastidio che qualcuno spieghi con calma, visto che ho tanto tempo, tecnicamente, che oggi la norma prevede e costringe, perché la Regione Veneto è efficiente, a fare questa variazione perché la norma introdotta aveva il problema dell'accertamento per competenza rispetto all'accertamento per cassa di questi fondi, di questi 135, adesso non voglio sbagliarmi, 100 milioni del Fondo di sviluppo e coesione.
La delibera del CIPESS, che l'Assessore ha citato prima, sarà approvata – credo – tra 40 minuti, e quindi il CIPESS delibererà e risolverà questo problema, ma lo farà introducendo anche una normativa innovativa, che supera il problema per cassa e lascia la possibilità alle Regioni di accertare per competenza queste risorse.
Il problema quindi è totalmente risolto. Noi siamo fiduciosi che sarà velocizzato il lavoro da parte della Corte dei conti, la quale attenderà il passaggio in Corte dei conti. Ma per quanto riguarda il lavoro del Governo è terminato.
Questa introduzione normativa nella delibera del CIPESS ha risolto un problema che per il Veneto poteva creare delle disfunzioni, perché la Regione Veneto, a meno che qualcuno mi smentisca, non ha problemi di liquidità o di fondo cassa, anzi, è molto ricca di fondo cassa, liquidità, moneta sonante. Cosa diversa (per chi non conoscesse l'Amministrazione contabile pubblica) è la competenza. Se l'accertamento della competenza avesse dei problemi, potrebbe verificarsi anche la possibilità di pensare a un buco di bilancio o ad una defezione di copertura di bilancio.
Con questa delibera CIPESS innovativa il problema sarà sanato, quindi l'efficienza delle Regioni, quantomeno di Veneto e Lombardia, avrà fatto giustizia e darà la possibilità di procedere con l'attuazione.
Perché oggi la Regione Veneto, la Giunta porta questa variazione? Perché è stata molto veloce nell'attuazione dei bandi e nella quota che, da qui a ottobre, per non bloccare il processo per far atterrare le risorse alle imprese e sui bandi che sono stati pubblicati e anche attivati.
Sperando di aver spiegato qual è stato il problema un po' meccanico normativo, voglio anche dire altre cose.
La manovra che propone la Giunta, collega Camani, non è proprio come l'ha dipinta lei, perché lei nel suo intervento recita che l'introduzione della quota parte di copertura viene sui mutui, perché abbiamo fatto meno mutui, ma non è vero: quanto viene utilizzato è perché è stata fatta una verifica sui tassi effettivi registrati del primo semestre 2024, per cui sui tassi effettivi c'è una necessità minore di impegno di risorse, perché spendiamo meno rispetto ai tassi previsti e ai tassi effettivi registrati nel primo semestre. è una cosa molto diversa pagare meno di interessi rispetto a fare un mutuo in meno. I tassi effettivi registrati nel primo semestre danno al Settore, credo, dell'assessore Calzavara, indicazione che spenderemo meno rispetto a quei tassi previsti.
Poi, per quanto riguarda il contributo di finanza pubblica, lei ha stimolato un piccolo granello di eredità e di storia che non si faceva viva nel mio cuore da un po' di anni, perché io sono uno di quei Presidenti di Provincia che ha vissuto la richiesta del contributo di finanza pubblica del Governo Renzi per le Province. "Contributo di finanza pubblica" è un'espressione che un amministratore pubblico locale incomincia a conoscere quando qualcuno ti dice: "No, guarda, non è che non ti do i soldi, ti chiedo di versare i soldi per aiutare lo Stato".
Quando si dice che il Governo Meloni ha chiesto aiuto alle Regioni perché non sa più dove trovare i soldi, cominciamo a dire che comunque i buchi di bilancio qualcuno li ha creati e li stiamo vedendo in tutte le manovre. E le voglio dare una notizia, perché forse la memoria la tradisce, nonostante la sua capacità importante di lessico e di relazione: tutti i Governi della parte politica che lei rappresenta hanno caricato sempre di più negli anni il contributo di finanza pubblica. Ma avete un primato, in quanto il picco massimo di contributo di finanza pubblica avviene nel 2019 con il Governo Conte per 20,3 miliardi.
Questo è un primato che è totalmente diverso da quello che sta facendo il Governo Meloni, ma proprio abissalmente diverso nella portata, che però voi sbandierate oggi, pensando che qualcuno non si ricordi di cosa qualcuno ha fatto negli ultimi dieci-quindici anni e come ha operato.
Per quanto riguarda poi la questione delle spese correnti e spese in conto capitale, io le voglio dire che su una cosa sono d'accordo: se quest'Aula dovesse ritenere che si possa fare un ragionamento, io vi posso dire che tutte le relazioni del Collegio dei Revisori dei Conti che sono venute in Commissione hanno sempre portato grandi complimenti alla gestione di questo bilancio. Ed è vero, come lei dice, che è strano che si usi la spesa corrente per finanziare la spesa in conto capitale, però è anche vero che, se è strano magari dal punto di vista di una valutazione politica, è sicuramente rassicurante ed è sicuramente fortificante per quanto riguarda invece la valutazione tecnica e contabile, che dà sicuramente una solidità e una risposta importante a quello che è il bilancio di una Regione come questo. Magari è più pesante per la gestione e le scelte di carattere politico.
Criticare il fatto di usare le spese correnti per finanziare il conto capitale, sinceramente è la prima volta perché di solito avviene sempre il contrario. Il Collegio dei Revisori dei Conti ti fa notare quando tu finanzi magari, che peraltro è vietato... perché l'unica deroga che è stata riconfermata, adesso non ricordo se anche quest'anno, anche negli Enti locali è quella di usare gli oneri di urbanizzazione o di costi di costruzione per finanziare la spesa corrente, che peraltro è una norma criticata a livello di contabilità della Corte dei conti in più sedi, talvolta è anche una norma che è stata abrogata e poi reintrodotta o prorogata proprio per far quadrare i conti agli Enti locali, in una parte, in una quota ovviamente massima rispetto al gettito. Questo è quanto almeno così nell'Amministrazione locale racconta.
Collega Camani, io penso di poter dire che lei ha fatto un grande esercizio di relazione, possiamo sicuramente prendere il buono di alcune riflessioni, però, rispetto a quanto lei asseriva, a me sembra che questa che questa Regione stia facendo una variazione bilancio per rispondere e far atterrare subito le risorse dei fondi europei. A me sembra che la delibera del CIPESS arriverà a questa Regione ancora calda con l'introduzione dell'innovazione normativa che è stata voluta da noi e introdotta proprio per togliere il problema di accertamento per cassa e lasciare l'accentramento per competenza. Grazie a Dio, questo problema la Regione del Veneto non ce l'ha perché è solida, ha capacità di liquidare, ha capacità di cassa. I soldi sono veri, non sono scritti sulla carta. Complessivamente è vero che qualcosa si doveva rettificare, abbiamo lavorato, ma questo lavoro, tra qualche ora, sarà sotto gli occhi di tutti. Sì, forse saranno anche 50 minuti, collega Montanariello. Ma noi, a differenza di tanti altri, siamo gente che cerca di impegnarsi sperando di essere utili alla nostra comunità. In questo caso di potere dare risposta a quelle imprese e famiglie e tutto quello che i fondi oggi comunitari hanno come indirizzo e come obiettivo di finanziare.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ai sensi dell'articolo 94, comma 4, procedo all'alternanza fra colleghi favorevoli o contrari, presumibilmente, alla delibera.
C'è sempre stata. È per non avere interventi di tutta la maggioranza e poi di tutta la minoranza. È un'alternanza. Articolo 94, comma 4.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Presidente, io sarei per prenderci un po' di tempo e cercare se nel Regolamento abbiamo anche la possibilità di sospendere il Consiglio fino alla riunione delle 13.00, visto che ci è stato detto in diretta dall'Assessore che sarà alle 13.00, finalmente dopo mesi, mi pare da dicembre, doveva esserci questa riunione per capire effettivamente se questi fondi FSC esistono o meno, quanti sono, per fare cosa. Io davvero chiederei la serietà all'Aula nel dire: "aspettiamo di vedere come va alle 13.00".
Lo dico non tanto all'Assessore, quanto anche al collega Soranzo, che ha fatto un discorso sinceramente, mi dispiace che sia fuori, di cui ho faticato a comprendere il filo del ragionamento. Qui stiamo parlando di cose serie: se oggi, alle 13.00, in questa riunione, dovesse succedere che i famosi... Li ho letti sulla stampa e non nei documenti di bilancio. Poi, se l'assessore Calzavara vuole indicarmi la pagina andrò a ritrovarli, io non li ho trovati. I fondi FSC dovrebbero essere 607,6 milioni di euro. Sugli articoli di stampa, ho stampato gli screenshot perché io li ho trovati solo lì...

PRESIDENTE

Collega, lei non ha fatto richiesta formale di sospensione o mi sbaglio?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Le chiedo una interpretazione del Regolamento, perché la stavo cercando, ma non riesco a capire se esiste.

PRESIDENTE

Lei può fare richiesta formale di sospensione, che io devo mettere al voto dell'Aula, oppure no. Voglio capire questo da lei. Scusi, però, siccome lo ha detto e non è una parola detta a caso in Aula, voglio capire se lei fa richiesta formale di sospensione o se fa l'intervento e poi ci dirà alla fine.
Va bene. Grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie. Anche in base a come va il mio intervento.
Il tema vero che oggi stiamo discutendo è serio, perché durante le Commissioni abbiamo cercato di fare gli approfondimenti necessari, durante anche la discussione di bilancio effettivamente io ho provato a cercare i documenti, ma sinceramente, Assessore, le dico che io ho fatto fatica a reperire le informazioni se non da questi due articoli di stampa dove io vedo che questi milioni di euro di un accordo FSC, ovviamente tanto decantato a Job&Orienta il 24 novembre, e venivano elencati alcuni interventi. Leggo: 2 milioni per l'implementazione della piattaforma Lizard, 21 milioni per un fondo di rotazione anticrisi, 40 milioni per le casse di laminazione sul fiume Livenza Prà dei Gai, 23 milioni per quanto riguarda gli argini sul fiume Tagliamento, 2,7 milioni per la valorizzazione del patrimonio culturale, 20 milioni per la Variante Padana Inferiore, 36 milioni per il Terraglio Est, 194 milioni per l'acquisto di mezzi di trasporto pubblico, e così via.
Questi 607,6 milioni decantati a Job&Orienta, dove il Presidente Zaia e la Presidente Meloni firmavano un accordo, e, cito testualmente le parole "era un momento straordinario per il Veneto, una giornata straordinaria: con questo Governo il Veneto si sente Provincia dell'Impero". Questo è un virgolettato del presidente Zaia, ma che questa Regione si senta oggi Provincia dell'Impero mi pare che non sia esattamente così.
Siamo qui in attesa di una riunione che dovrebbe accadere alle 13.00, in ritardo di mesi e mesi da parte di questo Governo. Non sappiamo se saranno effettivamente 607 milioni, personalmente non so e non ho condiviso per cosa saranno utilizzati questi 607 milioni di euro. Arriviamo oggi in Aula in una variazione dove andiamo a pescare delle risorse per riuscire a cofinanziare una manovra che io non so, perché abbiamo una riunione alle 13.00, se ci sarà, di che importo e per fare cosa.
Quello che è stato discusso in Commissione Prima con i tecnici, che ringrazio per il lavoro che hanno fatto di andare a reperire, come lei ha detto, con fatica delle risorse, io lo leggo così: la variazione è dovuta alla mancata azione del Governo per usare il Fondo di coesione nazionale FSC, doveva essere firmato un accordo a novembre scorso che avrebbe permesso alle Regioni coinvolte, tra cui il Veneto, di attingere a quei fondi per finanziare la quota di cofinanziamento regionale ai fondi europei 2021-2027, ma, non essendoci stato, oggi dobbiamo trovare quei soldi da un'altra parte. Questo è.
Siccome quello che ha detto in Commissione Prima credo sia vero, oggi alle 13.00 sapremo se effettivamente avremo questi fondi, quanti ne avremo, per fare cosa. Cosa stiamo discutendo oggi? Dobbiamo effettivamente fare questa variazione?
È per questo che intervenivo con la provocazione se fare o meno una sospensione, perché io credo che ci troviamo in quest'Aula a prendere effettivamente una decisione su un tema così importante, tra l'altro – lo ridico – togliendo dei fondi da un fondo che è a garanzia. Io credo che la preoccupazione dell'assessore Calzavara, sentito in Prima Commissione, ci sia.
Noi togliamo 7 milioni da un fondo che avevamo messo a garanzia per eventuali buchi delle Olimpiadi Milano-Cortina, che tutti speriamo non ci siano, ma io credo che sia molto facile che ci saranno, viste le condizioni, per metterli su una spesa legittima per dare magari benzina al nostro sistema competitivo delle imprese del turismo. Quei 7 milioni rimangono a buco e oggi io mi devo fidare che alle 13.00, un Governo, che è in ritardo da dicembre, metterà i soldi che ci servono: cioè, siamo in questa congiuntura astrale.
Io non sto ovviamente imputando tutto questo solo alla Giunta, ma sto imputando tutto questo a un ritardo del nostro Governo, di cui credo nemmeno lei, Assessore, sia contento e nemmeno la Giunta sia contenta, perché non ci troveremmo qui se questo Governo avesse fatto il suo lavoro. Bisogna dirlo chiaro in quest'Aula, nonostante la maggioranza della Giunta sieda all'interno di questo Governo. Non siamo riusciti, da dicembre, a far convocare una riunione strategica per questa Regione, per farci diventare quello che il presidente Zaia dice essere "Provincia dell'Impero". Noi oggi ci potremmo sentire Provincia dell'Impero, come dice il nostro Presidente, se il Governo avesse fatto il suo lavoro e invece non è così: ci troviamo qui ad attendere, aspettando Godot, una riunione che avverrà tra pochi minuti, fra tre quarti d'ora.
Io davvero mi chiedo cosa oggi dobbiamo fare e continuo con il mio intervento perché penso che sia davvero importante entrare un po' nello specifico. La questione chiave, io credo, di questa variazione che noi facciamo è un punto politico, al di là delle questioni tecniche. Il punto politico che mi viene da dire, come ho già esplicitato, è che il Governo Meloni, perché di questo stiamo parlando oggi, non è riuscito a garantire alle Regioni...
Tra l'altro, ho letto un suo articolo di stampa oggi, Assessore, dove dice: "Non decidere, caro Governo, come tagliare le risorse senza consultare le Regioni" e mi trova d'accordo; ecco, questo Governo non riesce a mantenere le promesse che ha fatto alle Regioni, cioè di dire che ci saranno i fondi necessari per sbloccare una serie di progetti strategici, ad esempio, per il Veneto, di cui alcuni li ho nominati prima.
Però c'è un'altra verità oggi e questo, sì, dipende dalla nostra Giunta, dalla Giunta che ci governa, cioè che è possibile fare variazioni di bilancio straordinarie per mettere in piedi dei progetti in atto che hanno bisogno di fondi, anche quando quei fondi non ci sono, e dare delle priorità. Noi oggi stiamo variando, in assenza di fondi che ci dovevano arrivare dal Governo, prendendo da capitoli di altre spese per cercare di dire: mettiamo quel cofinanziamento che ci aiuta a non perdere dei fondi. Su cui io, tra l'altro, a livello tecnico sono d'accordo: è ovvio che non voglio che si perdano dei fondi di cofinanziamento. Peccato che la colpa stia Roma e non solo qui.
Però stiamo aprendo un precedente. La Giunta dice: per mantenere in piedi dei progetti strategici in atto prendo i fondi anche da delle riserve importanti e strategiche, come quelle che citavo prima per le Olimpiadi, un cuscinetto per degli effetti negativi che potrebbero arrivare, perché è urgente che noi facciamo questo tipo di attività. Ci sono tantissime cose strategiche. Ho fatto un emendamento in questo senso, perché in quest'Aula continuerò, come ho promesso, a portare il tema degli idonei non beneficiari fino a che questo scandalo in questa Regione non sarà coperto, perché siamo arrivati a quasi 5.000 ragazzi in questa Regione. Ecco, io mi chiedo se non fosse strategico, allora, prendere la riserva delle Olimpiadi, se proprio, e prendere i milioni e metterli lì o prendere il Fondo di riserva, come io ho fatto nel mio emendamento, dove ho voluto prendere solo quello che noi oggi possiamo spostare, 1,5 milioni, e dire: se stiamo facendo una variazione, perché vogliamo dare gambe a una serie di progetti strategici, quale progetto più strategico di questa Regione non è, per quanto mi riguarda, quello di dare la possibilità a chi non ha un ISEE alto di continuare gli studi?
Se apriamo questo capitolo, questo precedente, che tra l'altro è un precedente, secondo me, importante perché ci dice che, quando capiamo lo stato dell'arte delle cose – anche qui, di nuovo, il Governo precedente ha modificato le borse di studio e quanto gli studenti la recepiscono come borsa – ci troviamo ad avere un altro grave problema. Perché oggi stiamo variando per le imprese del turismo, legittimo, ma non stiamo variando per gli studenti che attendono una borsa di studio e che, se aspettiamo il prossimo assestamento, magari lasceranno quel sogno, lo lasceranno a casa. Quando la coperta è corta, si fanno delle scelte di questo tipo, spesso sbagliando, io credo.
Abbiamo due precedenti e due punti politici: uno, il Governo ha chiaramente fallito per quanto riguarda le proposte e le promesse che aveva fatto alle Regioni; due, oggi apriamo un precedente perché variamo per alcuni, ma non variamo per altri, cioè abbiamo detto che ci sono delle urgenze, ma ci sono delle urgenze, come quella degli idonei non beneficiari che in questa Regione, ripeto, sono arrivati a più di 5... a quasi 5.000, che invece urgenze non sono.
Io mi chiedo se stiamo aprendo un precedente importante, ma lo stiamo facendo per alcuni e non per altri.
Terzo punto politico. Prendiamo un fondo di riserva che avevamo accantonato per le Olimpiadi. C'era un'interessante discussione all'interno della Prima Commissione, dove la collega Guarda raccontava del suo tentativo all'epoca, quando aveva trovato e aveva percepito che ci fosse una necessità di dire: spostiamo da lì e portiamo da qualche parte quei fondi. Era stato detto che non era possibile, oggi è possibile. Apriamo un altro, una terza via, un terzo precedente.
Quando serve togliere fondi a garanzia dei Giochi Olimpici per metterli in quello che il Governo non fa nel gioco delle tre carte, allora va bene. È un altro punto che oggi io vi chiedo davvero di portare all'attenzione. Perché se noi continuiamo a lavorare e a pensare che questa variazione sia solo una questione tecnica, dove prendo quel che manca perché il Governo è in ritardo, e lo metto per fare in modo che i progetti si possano fare, allora, se noi lavoriamo così all'interno della gestione di questo bilancio, lo potremmo fare sempre, potremmo continuare a dire che ogni giorno c'è un progetto strategico che esce senza pianificazione, potremmo dire ogni volta che il Governo non fa la sua parte: prendiamo da qualche altra parte in una logica di coperta corta, che non paga nessuno senza la capacità di pianificare.
Davvero, Assessore, mi piacerebbe che potesse reintervenire per farmi capire meglio quello che ha detto nell'intervento dopo la collega Camani, perché di questo accordo FSC, ed è il motivo per cui chiedevo la sospensione, io non ho visto documenti. All'interno del bilancio, io non ho visto, io non ho potuto vedere quali sono i punti strategici su cui quel tipo di finanziamento, su cui la variazione oggi interviene, perché senza che noi facciamo quella variazione, in attesa della riunione delle 13.00, noi stiamo facendo un'operazione che è pro FSC, è pro accordo FSC, ma io non so cosa contiene l'accordo FSC se non queste tabelle che ho trovato su un articolo di giornale che esce dopo il 24 novembre scorso, dopo Job&Orienta, dove, appunto il presidente Zaia e Meloni firmano questo accordo.
Oggi stiamo votando e ci chiedete di votare una variazione emergenziale per un accordo straordinario firmato dal Governo Meloni e dal presidente Zaia di cui noi non abbiamo le carte, io non so se gli altri Consiglieri le abbiano, su cui noi sappiamo ‒ ed è l'unico dato chiaro che abbiamo ‒ che il Governo è in ritardo, perché è da dicembre si attende che questo accordo venga firmato, e, non avendo la liquidità, la cassa per cofinanziare alcuni di quegli interventi, li prendiamo dal bilancio ordinario. A me sembra una follia, se posso dirlo.
È ovvio che lei mi dica, assessore Calzavara: "è l'unica scelta che potevo fare per garantire di non perdere dei fondi". Ma ci troviamo in una condizione di questo tipo perché il Governo ha fallito, e dobbiamo dircelo chiaramente.
Io credo che oggi dovremmo dirci chiaramente (mi piacerebbe anche sentire dalle fila della maggioranza se c'è qualcuno che la pensa come me) che questo Governo ha fallito, è in ritardo, l'accordo, la stretta di mano tra il presidente Zaia e Meloni era finta, cioè la presidente Meloni ha mentito, è in ritardo, da dicembre attendiamo e arriviamo con questa variazione e, guarda caso, oggi alle 13.00 c'è una riunione, che apprendiamo dall'assessore Calzavara, o forse io magari mi sono persa alcuni passaggi.
Io davvero mi trovo in difficoltà, perché non so nemmeno che tipo di intervento fare, perché dipende molto da come andrà oggi alle 13.00. Se oggi alle 13.00 il Governo Meloni dice che l'accordo con la stretta di mano non c'è, noi cosa facciamo? Il CIPESS viene convocato da un Ministro che è del Governo Meloni. Ragazzi, ho abbastanza anni, ho fatto politica anche io e quindi non mi faccio prendere in giro facilmente, sappiamo di chi è la responsabilità.
Nel momento in cui quindi il Governo non fa il passo che deve fare, io mi chiedo davvero cosa stiamo facendo oggi; quindi, chiedo e cerco di capire se chiedere una sospensione, perché davvero, nel momento in cui noi andiamo oggi a votare un intervento di questo tipo, ci troviamo – credo – in seria difficoltà.
Io la chiederei.

PRESIDENTE

Quindi lei formalizza la richiesta di sospensione?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Io formalizzo la richiesta di sospensione, chiedendo (ovviamente dovremo votarla e nella discussione penso che ci sarà anche un intervento a favore e uno contro) di spiegare se ho capito male io (l'Assessore dice sì, però non credo del tutto) oppure è vero che stiamo aspettando una riunione strategica per il voto che stiamo facendo, perché, se le due cose sono collegate, la mia sospensione ha ben ragione d'esistere.

PRESIDENTE

La collega Ostanel ha formalizzato la richiesta di sospensione. Un intervento a favore e uno contro la richiesta di sospensione e poi devo mettere al voto questa richiesta. Chi parla a favore della richiesta di sospensione? Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi sembra che la questione posta dalla collega sia dirimente nella discussione che stiamo facendo: in fin dei conti non sta chiedendo un rinvio di mesi, di anni o di giorni, ma sta richiedendo di poter aspettare forse un'ora, forse meno; quindi, un tempo assolutamente ragionevole per poter disporre delle informazioni indispensabili per una presa di posizione su un tema che, ripeto, è importante e che, come diceva bene, può creare un precedente fondamentale.
Pertanto, andare a votare questa legge a valle di quel provvedimento credo sia una scelta saggia, non solo per noi che probabilmente non dovremmo votarla, ma soprattutto per chi si appresta a votare a favore del provvedimento.

PRESIDENTE

Chi parla contro? Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Alla luce delle informazioni che ci ha dato l'assessore Calzavara, riteniamo che sia inutile la sospensione, quindi chiediamo di procedere.

PRESIDENTE

Metto in votazione la richiesta di sospensione avanzata dalla collega Ostanel.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Avete votato, colleghi? Andate nel display, dove c'è la scheda e lì appare il tasto per votare.
Collega Pavanetto, ha risolto?

Lucas PAVANETTO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Presidente, ho problemi con il tablet e quindi non sono ancora attivo, però il mio voto è contrario.

PRESIDENTE

A verbale che il voto del collega Lucas Pavanetto è contrario.
Avete votato tutti?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
La Giunta ha chiesto di intervenire per ulteriori precisazioni sulla discussione.
Prego, assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Provo a spiegare meglio, perché forse prima non sono riuscito ad essere così chiaro.
Nell'accordo Stato-Regione tra Veneto e Governo, questi 607 milioni, per la prima volta, in fase di approvazione di bilancio 2024-2026, ci è stato consentito di poter utilizzare il 15% di questi 600 milioni per il cofinanziamento. Cose che altre Regioni già facevano e che noi non abbiamo mai fatto. Quindi il 15%, che sono 90 milioni, ai quali abbiamo aggiunto ulteriori risorse, li trovate nel bilancio 2024-2026 in fase di finanziamento. Perché noi copriamo. Quei 90 sono dentro lì e quindi voi li avete visti.
I fondi FSC non hanno attinenza al bilancio 2024-2026 perché sono fondi straordinari che arrivano da un accordo Stato-Regioni e che, nel migliore dei mondi possibili, avremmo avuto piacere, una volta approvata, e lo faremo non appena approvata tra qualche minuto la delibera CIPESS, venire a raccontare in Consiglio, perché era inutile venire qui in Consiglio a parlare di fondi CIPESS se non c'era la ratifica definitiva da parte del Governo. Queste risorse, che sono 600, meno i 90 milioni che vengono impegnati già dal bilancio 2024-2025-2026, verranno spiegati, un po' li ha già anticipati la collega Ostanel, e quindi si avrà chiarezza di quello che è la programmazione 2021-2027 in termini di investimenti nel nostro territorio.
Non ci sono fondi che vengono nascosti. Sono due partite completamente diverse.
La ratifica. Noi abbiamo insomma una certa convinzione che sia quella che è stata firmata, quindi non ci sono delle sorprese, saranno le risorse che sono state oggetto di ratifica da parte della presidente Meloni e del presidente Zaia e quindi non c'è motivo per non andare avanti. C'è solo, come spiegavo prima, un percorso che è tipico, purtroppo, della burocrazia. Ed è anche vero che è la prima volta. Almeno per me è la prima volta che parlo dei Fondi di sviluppo e coesione. Molto probabilmente sono gli stessi tempi, o forse ancora di più, che ci sono voluti nell'approvazione dei precedenti Fondi sviluppo e coesione.
Questi quattro mesi che vanno dalla ratifica alla firma alla approvazione in CIPESS molto probabilmente sono anche migliori rispetto alle precedenti programmazioni.
È chiaro che per chi come noi, come raccontavo prima, ha bisogno di queste risorse per dare piena attuazione di tutti i programmi 2021-2027 della programmazione europea, anche 14 milioni sono necessari per dare un'accelerazione in una fase come questa, che vede nel 2024 e nel 2025 l'accelerazione vera e propria della progettazione europea. Non possiamo assolutamente rallentare e dobbiamo dare risposte ai cittadini e alle imprese che hanno creduto nella programmazione del Veneto e dell'Europa.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Non entro nei temi tecnici perché sono già stati chiariti dall'Assessore e anche da Soranzo, quindi mi fermo solo a una considerazione politica e di plauso verso l'Assessore al bilancio e verso la Giunta per le scelte e anche la coerenza nel cercare di usare al meglio le risorse, riuscendo anche a sfruttare gli overbooking, a sfruttare anche ciò che gli altri non spendono, pur nella condizione più difficile che abbiamo avuto in questi anni per una scelta consapevole che abbiamo fatto in materia di addizionale.
Abbiamo dato al Paese un messaggio che va in controtendenza: si può ridurre la tassazione, si possono ridurre le tasse e si può lo stesso riuscire a fare bene, molto e anche di più rispetto agli altri, che magari hanno disponibilità che possono tranquillamente anche sperperare o non utilizzare, perché sono molto facili, frutto anche di maggiori trasferimenti, come nelle Regioni del Sud, che sappiamo che hanno questi fondi del PNRR, che vanno prevalentemente lì, ma hanno anche tassazioni superiori alle nostre, quindi è più facile gestire, amministrare e trovare il cofinanziamento dove hai entrate che noi non abbiamo.
Abbiamo dimostrato al Veneto, ma al Paese che non è sempre attraverso l'aumento delle tasse che si risolvono i problemi, ma anche razionalizzando le spese. Credo che questo sia un messaggio forte che in questi anni il Veneto ha dato all'Italia: nonostante tutte le difficoltà si è arrivati a ridimensionare, a cercare di ottimizzare ovunque i sistemi di spesa, spendendo meglio, in maniera efficace ed efficiente, e raggiungendo lo stesso quegli obiettivi, anzi superando le altre Regioni. Noi riusciamo a spendere di più e meglio le risorse, rispetto a chi invece, con tasse anche più alte, non spende nemmeno le risorse a disposizione.
Questo è il messaggio politico importante che viene dal Veneto, e di questo bisogna dare atto. Io sono sempre stato tra coloro che non volevano introdurre addizionali, perché la sfida era proprio questa, e credo che un po' alla volta l'abbiamo vinta e sia un successo che gratifica tutti.
È chiaro che questo all'inizio ha portato anche delle difficoltà, non c'è dubbio, però alla fine credo che la soddisfazione nel dire che siamo riusciti a fare più degli altri con meno risorse sia una soddisfazione che appartiene a tutti, quindi complimenti di nuovo al Consiglio, che ha voluto ogni volta, ad ogni Finanziaria, nonostante i solleciti che venivano dall'opposizione, che oggi scopro non essere più una necessità (lo scopro oggi per la prima volta), che chiedeva ad ogni bilancio, per non togliere i servizi, di aumentare le tasse. Siamo riusciti, invece, a dimostrare che è possibile fare bene senza aumentare le tasse.
Un ultimo cenno lo faccio con riferimento a una Regione spesso citata come esempio di virtù e virtualità, da imitare, eccetera, che è l'Emilia-Romagna: se noi applicassimo la stessa addizionale che applica l'Emilia-Romagna, che non è vero che colpisce solo i ricchi, colpisce progressivamente tutti, il Veneto avrebbe nel cassetto più di 400 milioni ogni anno: pensate che opera di cofinanziamento e che leva potrebbe essere.
Non ne abbiamo bisogno, facciamo la leva lo stesso con i soldi che risparmiamo, però sarebbe stato più comodo, ma questa sarebbe stata una sconfitta per tutti, perché questi 400 milioni di euro – i cittadini veneti devono saperlo – ogni anno rimangono nelle loro tasche e possono decidere loro come spenderli, mentre altre Regioni, portate come esempio, li vanno a depredare e a usare magari per pagare quegli sprechi che qui abbiamo eliminato.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dopo un dibattito così intenso, in alcuni momenti anche abbastanza kafkiano, mi permetta di dire, nello scambio tra Consiglieri, partirei con una battuta, rivolgendomi, per mezzo del Presidente, al collega di Fratelli d'Italia: pur di dire che siamo fenomeni, che arriviamo prima di tutti, facciamo il lavoro 40 minuti, 50 minuti, un'ora prima della delibera del CIPESS, così possiamo dire anche lì domani sul giornale che siamo arrivati prima del CIPESS. Abbiamo spostato 7 milioni da una "musina", e non potevamo farlo, però siamo arrivati prima del CIPESS, siamo il Veneto eccellente, arriviamo prima del CIPESS.
Soranzo, guardi che la politica non è fatta di chi arriva prima, la politica è fatta di chi serve meglio il proprio cittadino, la politica non è fatta di gare tra noi e il CIPESS, tra chi spende meglio i soldi in una Regione o nell'altra: avremo una visione romantica, passata, superata, ma la politica è fatta di chi si impegna di più a dare una risposta ai nostri cittadini, alle nostre imprese, alla piccola e media impresa nel Veneto, che soffre e che continua a soffrire, nonostante ci continuate a dire che siamo in una situazione di tale eccellenza che sembra quasi, quando si parla di crisi e povertà, che arrivare ai confini del Veneto e fermarsi fuori dalla porta, essere elementi inesistenti in questa Regione.
Io credo che la collega Camani, nel suo dibattito, abbia tentato di riportare il dibattito vero su quello che è e rimetterlo sui binari. Guardate, è giusto essere chiari perché, se uno legge i giornali, il giorno dopo dice: a posto, in Veneto abbiamo risolto tutti i problemi della nostra vita, sono arrivati 600 milioni. Basta, finito. Abbiamo risolto i problemi, arrivano 600 milioni.
Invece guardate che non è così, perché lo diceva bene la collega, non sono 600 milioni in più di quelli che ci sarebbero arrivati con altri strumenti, ma sono semplicemente fondi che in qualche modo già ci arrivavano e sono in qualche modo fondi che, come spiegava la collega, essendo che il Governo ha ritrattato la modalità di applicazione con la Commissione europea, vengono calati sui territori in un altro modo e con un'altra formula, e non solo nei nostri territori, perché sembra quasi come che qua siamo quelli bravi, riusciamo ad andare a Roma e magari tramite l'intercessione, non so, faccio una battuta, di Soranzo delegato in Veneto del Governo, piuttosto che dell'Assessore di turno, riusciamo in Veneto a portare questi soldi perché siamo i più bravi di tutti. No, Assessore, no, colleghi, no, chi ci ascolta, sono soldi che arrivano in diciassette Regioni.
Presidente, a me va bene che Soranzo si agiti, non c'è problema...

PRESIDENTE

Oggi lei con Soranzo ha qualcosa di particolare? Ha la "soranzofobia" oggi? Parli all'Aula. Gliel'ho detto anche prima, non parlate fra voi. L'intervento è all'Aula, non al singolo Consigliere.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Non faccia polemica, collega Camani. Il Presidente ha ragione. Va bene, Presidente?
Detto ciò, Presidente, va bene anche sdrammatizzare perché, dopo due ore di intenso lavoro, guai privarci di un sorriso, ma senza dimenticare il fatto, Assessore, che se in quei giorni qualcuno leggeva i giornali – dobbiamo essere sinceri – pensava: arrivano 600 milioni in Veneto, grandi, a posto, siamo bravi e arrivano in Veneto perché siamo bravi in Veneto e siamo andati a trovarli. No, arrivano soldi come arrivavano anche in altri momenti, in Veneto come arrivano in altre diciassette regioni e c'è questo accordo a Verona perché vengono cambiate le modalità con la Commissione e il Governo fa un nuovo accordo con le Regioni.
Soldi che arrivano solo all'Italia? Neanche, arrivano a tutti quanti gli Stati membri per investire nei famosi progetti per eliminare le disuguaglianze e i divari che ci sono nei territori. Infatti, vengono dati a tutti gli Stati membri. Sono 32 miliardi dall'Europa. Su questo, Assessore, io ci tengo visto che è prettamente inerente alla nostra discussione. Altrimenti, Presidente, bene farebbe interrompermi. Da quell'Europa che in questi giorni sta balzando nel dibattito tanto alla cronaca, perché è quell'Europa che dobbiamo cambiare, è quell'Europa cattiva, è quell'Europa che ci vuol far mangiare il grillo, è quell'Europa che ci vuol coprire il volto.
Io cito due dati sull'Europa: fondi FESR 2021-2027, finanziamento europeo 412 milioni, finanziamento statale 433 milioni, finanziamento Regione 185, totale 1,031 miliardo; fondi FSE 412 milioni dall'Europa, fondi di completamento sviluppo rurale 2023-2027 335 milioni dall'Europa. Se ci mettiamo anche questi 600 milioni, credo che potremo avere visioni diverse dell'Europa e credo che su tante cose sbagli nel non avere una visione diversa, però non possiamo dire che è quell'Europa matrigna, brutta, cattiva, che andremo a cambiare, e dopo andiamo sui giornali perché ci arrivano i soldi dell'Europa, facciamo le passerelle, le vetrine davanti le associazioni agricole, dimenticando che sono tutti soldi che arrivano dall'Europa, facciamo le vetrine davanti il mondo della pesca e dell'acquacoltura, dimenticando che FEAMP e FEAMPA arrivano dall'Europa.
Anche su questo non è che io voglia essere particolarmente ricordato come difensore dell'Europa, però un minimo di onestà. Con una mano pugnaliamo l'Europa in un sistema dantesco, tolemaico, fratricida, con l'altra, invece, diciamo, quando arrivano i loro soldi, che siamo i più bravi perché ci arrivano i loro soldi. Credo che sia anche questa una visione, Presidente, che vada cambiata.
Credo che questa nuova modalità adottata dal Governo e come il Governo abbia deciso di rinunciare a una prerogativa di regia nazionale dovrebbe farci riflettere anche sulla visione di Paese che si vuole mettere in campo, perché, per carità, è discutibile che il Governo deleghi le Regioni, può essere una forma di autonomia, quello che vogliamo, però se noi vediamo, Assessore, la finalità dei fondi, io credo che non si possa parlare di fondi che devono eliminare i divari tra i territori e le disuguaglianze e ritrovare la coesione (infatti si chiamano Fondi di sviluppo e coesione sociale) rinunciando a una regia nazionale, che dovrebbe essere un soggetto non solo regolatore, ma un soggetto che mette in campo una visione di Paese, una visione d'insieme, una visione di equilibrio, una visione di non disparità, in un Paese dove non ci debba essere differenza nel nascere al nord o nascere al sud o, all'interno della stessa regione, nascere in una provincia piuttosto che in un'altra o, all'interno della stessa provincia, nascere al nord della provincia piuttosto che a sud, perché anche nelle nostre province ci sono i divari. Ci sono divari infrastrutturali, ci sono divari nell'offerta sanitaria, ci sono divari nella sanità territoriale, ci sono divari anche nell'occupazione.
Quindi, credo che il fatto che il Governo, su una partita come questa, che, ripeto, riguarda fondi di coesione e sviluppo sociale, rinunci ad avere una regia, sia politicamente sintomatico, collega, di quanto, in qualche modo, ci sia una distrazione e disattenzione nei confronti dei territori più fragili. Quando c'è un territorio fragile e un territorio meno fragile, dopo possiamo discutere se sono motivazioni storiche, legate alla storia, legate anche a fattori esogeni che hanno influito su alcuni territori, legate a chi è stato più bravo, legate a chi è stato meno bravo, ma un sistema Paese che decide di non lasciare indietro e da solo nessuno, come minimo non adotta il sistema di dire: "Vi do i soldi, arrangiatevi", perché non rinuncia, nel sistema di visione Paese, ad essere il soggetto regolatore di questo sviluppo.
Dico una cosa in più. Si dice che tanti vengono da fuori regione per curarsi. Bene, vengono da fuori regione per curarsi qui, però è sintomatico e non è normale che in un Paese che fa parte del G7 ci sia il pendolarismo sanitario di gente che venda tutto per andare in un'altra regione a curarsi. Noi siamo in Veneto e ci interessiamo del Veneto, ma chi è a Roma non può non interessarsi di questo fenomeno e dire, quando arrivano questi soldi per eliminare i divari: "Arrangiatevi, gestiteveli voi". Se in Veneto possiamo dire che è una medaglietta Assessore, Presidente da attaccarci sulla giacca, perché c'è chi sta peggio di noi, vengono da fuori, per chi deve gestire un Paese intero è un elemento sintomatico che va affrontato, che va affrontato con serietà, che va affrontato con meno spot elettorali, che va affrontato tentando di fare scelte che ti possono portare magari a fallire, come è successo a qualcuno prima, ma ciò non toglie che l'impegno di eliminare questo divario e non lasciare il famoso "arrangiati", come piace dire a noi a Venezia, non è l'obiettivo che un Governo che guarda all'unità nazionale deve avere.
Assessore, credo che, con tutti questi annunci, noi non è che siamo particolarmente famosi per essere attenti, pignoli, puntuali e andare a cercare la virgola, però certe cose ce le chiediamo anche noi. Dopo questi annunci che abbiamo fatto a Verona di questi 600 milioni di questo, collega, mondo che cambierà, perché finalmente è arrivato qualcuno di bravo che ci capisce, è arrivato un Governo giusto, è arrivato un Governo serio che ci capisce. Peccato che gran parte di chi governa qui oggi era anche nel Governo precedente; peccato che non ci capivano, ci capivano di più o ci capivano di meno. Fate una gara tra voi tra chi capiva di più e chi capiva di meno il Veneto, ma oggi, con questo nuovo scenario, arrivano questi soldi.
Vorrei capire cosa accade, in maniera molto umile, in maniera molto semplice, senza entrare nelle grandi progettualità, perché, Assessore, dopo, quando noi torniamo sui territori, ce lo chiedono: "Consigliere, quell'opera?". "Non ci sono soldi". "Arrivano 600 milioni, ho sentito Calzavara, era in prima fila con Zaia e la Meloni e non ci sono soldi?". Cosa cambia nell'impianto del trasporto pubblico locale, ad esempio, visto che siamo l'ultima Regione in Italia a metter soldi propri, anzi non ne mettiamo proprio, tranne quei 15 milioni che sono avanzati dallo slittamento del contratto della Pedemontana a quest'anno? Cosa cambia, Assessore, nel mondo agricolo? Anche ieri, con la collega, abbiamo fatto una riunione. Non è che in agricoltura basta andare con i trattori in piazza, aumentare le addizionali e dopo ridurle per dire che va tutto bene. Ci sono filiere dove il contadino prende il 7% del prodotto finale. Possiamo portare una buona novella quando andremo, il nostro Veneto sarà più eccellente di quello che è, cosa cambia nella sanità territoriale, cosa cambia nella pesca, sul granchio blu?
Assessore, se guardo i dati: il Veneto mette 180.000 euro, l'Emilia-Romagna 2,5 milioni, il Governo mette 10 milioni, di cui dei 2,9 milioni previsti a delta arrivano solo 350.000 euro. Cosa cambia per la pesca con questi fondi di coesione con il granchio blu? Potremo dire alle imprese, non solo di Chioggia, ma del Polesine, collega Pan, che è cambiato qualcosa? Possiamo dire loro che faremo anche noi, come l'Emilia-Romagna, che metteremo 2,5 milioni? Possiamo dire all'assessore Corazzari che quei 180.000 euro diventeranno di più? Cosa cambia? È un'emergenza contingente.
Rispetto al tema del granchio blu, lo pagheremo di più degli altri. Sapete perché lo pagheremo di più degli altri? E guardo il collega che è stato Assessore. Perché, se quello a confine nostro dà i soldi e noi non li diamo, una volta che l'impresa è chiusa, è chiusa, Assessore. Non è che riapre se i soldi arrivano dopo sei mesi. Il risultato sarà che quella azienda rimane chiusa e quella vicina, invece, al confine, che ha avuto i soldi dalla Regione, i 2,5 milioni, rimarrà aperta e si prenderà anche il mercato di quella che ha chiuso. Trasporteremo, quindi, un'economia che era nostra, di nostre eccellenze, di un tessuto sociale non solo fragile, ma utile, anche perché erano guardiani del nostro paesaggio, del nostro ambiente e tutte quelle cose belle che diciamo loro quando li incontriamo, questi chiuderanno, perché noi mettiamo 180.000 euro, quello vicino mette 2,5 milioni.
Sono soldi della Regione, non come i 10 milioni del Governo dei quali non è arrivato ancora un fico secco, perché stiamo aspettando i decreti. Ha messo 10 milioni il ministro Lollobrigida, ma ci dicevano a data di ieri che sono arrivati solo 350 milioni. Cosa cambia? Spiegatecelo, Assessore, perché dai titoli di giornali non lo capiamo. Qual è il nuovo sistema che ci sarà con questo accordo che fa la Regione Veneto con il Governo? Non stiamo chiedendo novella, a differenza di qualcuno in quest'Aula, che quando vuole depistare il dibattito cita la Puglia, la Campania, la Svizzera, l'America, no, con un accordo del Governo con la Regione Veneto.
Credo, Assessore, che tutta questa generosità va bene, però ricordiamoci, tanto per usare il titolo di un giornale, che la mannaia del Governo Meloni era partita con un taglio di 350 milioni alle Regioni, che, come dicevamo prima, ritoccato è 315, "va bene, ve ne taglio 315, non 350", di cui 28 milioni al Veneto, 200 milioni per i Comuni, andate a dirlo a tutti quei Sindaci che, detto proprio come piace a noi, non riescono "a stroppar la busa per strada" ( espressione dialettale). Cosa vuoi che siano 200 milioni? 50 milioni alle Province. Voi continuate a dire che Delrio ha tolto le Province. Io non li avrei tolte, però voi dite che è colpa di Delrio che ha tolto le Province e non funzionano. Un po' di concorso di colpa, se da quel poco che funzionano togliete 50 milioni, forse ce l'ha anche questo Governo. Non è che le colpe sono sempre da una parte.
Colleghi, amici, Fratelli d'Italia e non, Delrio avrà fatto i suoi errori e – ripeto – io sono uno che non avrebbe tolto le Province, e se c'è stato un errore nella storia, è giusto ammetterlo, perché la politica non è fatta di chi non ammette gli errori, è fatta di chi dà la soluzione migliore a chi governa, ma però (anche se "ma però" non si può dire, lo dico, perché voi fate i tagli che non dovete fare e io dico "ma però"), anche voi avete tolto 50 milioni alle Province. C'è poco da fare i simpatici sulle Province.
Grandi risultati, finalmente un Governo che è attento ai territori, ma è talmente attento che toglie 350 milioni alle Regioni e manda qualcosa in meno, 200 ai Comuni, non so se magari avrà limato anche lì, saranno 190, per carità, e 50 alle Province.
Mannaia Meloni: alla faccia di un Governo attento ai territori, chapeau! Ci tocca dire quasi quasi, come dicevano i padri fondatori della politica, in un momento storico di questa Regione, che si stava meglio quando si stava peggio, se chi è attento al territorio ci viene a fare un taglio del genere.
Detto ciò, Assessore, cosa cambia domani nel TPL, in una Regione dove abbiamo abbandonato il sogno dell'autonomia, nel trasporto e nelle infrastrutture? Nel trasporto e nelle infrastrutture, infatti, lo abbiamo abbandonato il sogno dell'autonomia.
Sistemi Territoriali è una società che nasce dal Veneto, perché in Veneto dobbiamo gestirci le tratte ferroviarie del Veneto, ma è chiusa perché non funziona. Arriva Trenitalia che forse, insieme alle Poste, è, per antonomasia, l'azienda più di impronta statale, di carattere nazionale che abbiamo in Italia e l'Assessore, con il seguito di Consiglieri, fa il plauso: "Che bello, arriva Trenitalia ad aggiustare tutto".
Scusate, sono d'accordo che per fortuna arriva Trenitalia, e io sono uno di quelli che in Commissione – chi è in Commissione è testimone – ha fatto le battaglie per eliminare quelle inefficienze che c'erano, però non è che Trenitalia viene a sistemare i malanni che hanno fatto dalla Puglia, dalla Campania, dalla Toscana, che ci piace tanto citare. No, viene a sistemare l'inefficienza di un'azienda che era un ente strumentale della Regione, con la governance nominata dalla Regione, con i servizi concordati con la Regione, e che faceva trasporto pubblico locale per la Regione. Non è che Trenitalia è venuta a sistemare i malanni del "Bepi delle cape". Quando non sappiamo a chi dare le colpe, indichiamo qualche Regione. Trenitalia è venuta a sistemare le inefficienze e i malfunzionamenti nostri.
Passo a Veneto Strade. Le strade del Veneto vanno gestite dall'azienda del Veneto. Stiamo rincorrendo ANAS, chilometri qua, chilometri là, prendi chilometri, dammi chilometri, non sappiamo più se la regionale 11 bisogna chiamarla "Padana superiore", perché rientra da ANAS, o continuare a chiamare da regionale 11. Bravi i Sindaci in questo periodo che vi stanno dietro.
Sulla scuola abbiamo rinunciato all'autonomia, perché qualche altra Regione di destra, come la Sardegna e l'Abruzzo, la parte di difendere la propria autonomia nella Conferenza Unificata il 19 luglio l'ha fatta, quando c'era il taglio dei dimensionamenti scolastici, non dico come le Regioni governate dalla sinistra (Toscana, Puglia, Emilia, Campania), che una ha fatto il ricorso alla legge di bilancio 2022, una ha fatto il ricorso al decreto. Forse non ha fatto ricorso, ma capisco bene, Assessore, che nelle regole di buon vicinato non fai il ricorso al tuo Governo.
Visto che nelle ventuno materie il Presidente ci spiega che la scuola è una di quelle materie da chiedere, se ci sediamo sul tavolo con uno che ti porta via anche quel poco di autonomia che hai nella scuola, magari come la Sardegna e l'Abruzzo, se fossi l'Assessore all'istruzione, che era seduto lì quel giorno, direi "quasi quasi non lo voto anch'io. Magari non faccio un ricorso perché sono dello stesso partito del Premier, però quasi quasi...".
Visto che il Presidente ci spiega che ci vuole la scuola del Veneto, dimenticando che scuola, esercito unico e sanità universale sono stati tre fattori di crescita e di sviluppo del nostro Paese, esercito unico, scuola e sanità universale, evitiamo. Invece no, noi andiamo lì e diciamo: "Caro Presidente, tu con una mano chiedi la tua autonomia, che io, con l'altra, rinuncio anche a quel poco che abbiamo". Anche su questo, è cambiato qualcosa?
Mi avvio a chiudere, tanto abbiamo ancora 2 ore e 17 minuti.
Non entro ancora in questo tecnicismo, però è un po' sintomatico quello che diceva la mia collega e che ripetevano anche gli altri. Oggi, in attesa della delibera del CIPESS, che dobbiamo fare presto, perché dobbiamo dire che arriviamo prima del CIPESS e quindi quasi quasi il mio intervento vi dà fastidio perché approveremo un minuto dopo il CIPESS... Io parlo finché il CIPESS non approva la delibera, così arrivate dopo il CIPESS. Vi togliamo l'articolo di giornale che avete fatto un secondo prima del CIPESS.
Assessore, non potrete dire che siete stati fenomeni. Mentre il CIPESS discuteva in Veneto, un gruppetto di sparuti Consiglieri, a petto in fuori, ha già licenziato tutto.
Assistiamo a questa simpatica, ma purtroppo tragica, situazione. Assessore, se lei ci avesse detto che il CIPESS si trova fra tre mesi e noi dovevamo partire, magari avremmo avuto una diversità di vedute perché, per fortuna, non la pensiamo tutti uguale, per fortuna sua non deve dire che la pensa come Montanariello, però avrebbe avuto un senso. Si trovano fra sei mesi, è un atto responsabilità, il presidente Ciambetti chiama il Consiglio, il presidente Zaia dice "licenziamo, perché non possiamo perdere questi sei mesi, abbiamo degli impegni da mandare avanti". Ma siccome si trovano fra sei minuti, perché trentacinque sono già passati, andare a prendere dei soldi accantonati per legge da un capitolo in modo provvisorio, io vi dico che sono anche contento sotto l'aspetto della polemica politica, anche se non è mai bello fare polemica, penso che sia sbagliato. Gli accantonamenti non sono le "musine", tanto per dirlo in veneto, però nei prossimi bilanci potremo dire "scusi, Assessore, perché prima che chiudono quei poveretti del Polesine, a titolo provvisorio, non prendiamo dei soldi accantonati da qualche parte e li diamo alle aziende di pesca, così evitiamo che...?".
Assessore, ci sono tutti quei poveri esercenti che, pressati dalla grande distribuzione, chiudono le botteghe a chilometro zero, che hanno costi d'affitto e costi energetici sempre più alti. Sta scomparendo la bottega della piazza, che è una ricchezza del nostro territorio non solo per la qualità del prodotto messo in campo, che non è un prodotto di grande filiera, è un prodotto che valorizza i nostri territori, ma è anche una ricchezza culturale. Il mondo degli esercenti è culturalmente un pezzo che si è sviluppato insieme ai Comuni. Chi non ricorda la bottega in cui da piccolo andava a farsi fare il panino? Oggi stiamo diventando delle macchine, degli autonomi timbrati con un numero di serie, parcheggiamo, andiamo con i carrelli, dimentichiamo quanto sia più bello, per chi ha la possibilità, pagare 1 euro in più e andare nella bottega del nostro commerciante locale.
Perché con tutta questa crisi, a titolo provvisorio, collega, non prendiamo un po' di quei soldi accantonati e diamo una risposta agli esercenti? Se si possono muovere a titolo provvisorio, trovo buona l'intuizione dell'assessore Calzavara, che apre le porte a uno scenario futuro, dove non si potrà più dire che non ci sono soldi, perché, se non ci sono soldi, li prendiamo in prestito da dove li abbiamo.
Assessore, vorrei capire qualcosa di più di cosa facciamo noi con questi soldi. Lo dico senza polemica alcuna, ma non voglio più sentire paragoni, per quanto mi riguarda, se dopo volete lo potete dire ad altri, cono la Sicilia, la Toscana, la Puglia. Non mi interessa. Io sono un Consigliere regionale del Veneto. Può non piacere agli altri, ma io sono un Consigliere regionale del Veneto, lei è un autorevole Assessore della Giunta regionale del Veneto e a me interessa cosa facciamo in Veneto. Se mi interesserà sapere cosa fanno in Emilia, in Toscana o in Puglia, chiameremo i colleghi e glielo chiederemo, ma non c'entra niente con il dibattito in Aula. Smettiamo ogni volta di rimandare, pur di dirimere, dipanare, dissipare delle risposte, ad altri contesti.
Io sono un Consigliere regionale del Veneto e voglio sapere cosa facciamo con questi soldi in Veneto. È giusto o sbagliato, vi tocca dircelo. Non siete costretti, però credo che sarebbe giusto dircelo.
Assessore, chiudo con un passaggio che mi ha colpito quando si parlava della Pedemontana, visto che c'entra mettere via o non mettere via. Io sono molto preoccupato per due motivi. Assessore, tutti e due trovano ancora più preoccupazione dopo la sua risposta.
Primo motivo. Lei diceva: "Vedremo cosa e quanto, in termini di infrastrutture e viabilità". Le faccio un'altra domanda: Assessore, quell'opera si chiama Pedemontana. Non entro nel merito strategico, non strategico, ma, visto che parliamo di coesione e sviluppo dei territori, vi parla uno che ha la Romea, che ha l'Arzerone nel terzo stralcio non fatto, avete poco da dire che è della Provincia, i primi due stralci li ha pagati la Regione e per avallare questa difesa che è della Provincia: o non pagavate neanche i primi due o, se avete pagato i primi due e nessuno è stato condannato per danno erariale, vuol dire che potevate pagarlo. Finite, quindi, anche il terzo prima di andare a pensare alle grandi cattedrali. Esiste anche la parte sud della Provincia di Venezia. Vi devo dare una brutta notizia: esiste anche Chioggia, la parte sud della provincia, la Riviera del Brenta e il Miranese.
Assessore, cosa e quanto, in termini di infrastrutture e viabilità, abbiamo sacrificato noi per la Pedemontana? Cosa abbiamo sacrificato nel sistema viabilistico infrastrutturale del Veneto in nome della Pedemontana? Perché, siccome tutti i soldi li stiamo mettendo lì, basta pensare che è bastato il contratto slittato da agosto 2022 a febbraio, marzo, giugno 2023 per andare a recuperare 28 milioni. Provate a pensare che è bastato lo slittamento di un contratto per andare a recuperare 30 milioni e quindi dare, per la prima volta nella storia, 15 milioni al TPL, un po' le borse di studio.
Cosa abbiamo sacrificato noi per la Pedemontana? Quanti territori non hanno una strada che potevano avere perché abbiamo spesso tutto lì? Io non dico neanche se è utile o non è utile. Noi veneti quanto abbiamo sacrificato per quell'opera? A quante strade abbiamo rinunciato? A quante regionali da mettere bene? A quanti Arzerone, come quello di Chioggia, da finire? A quanti accordi di programma con la Romea? Perché non è che, se fanno due rotatorie sulla Romea, è merito della Regione e, quando c'è da fare dopo un intervento sulla Romea, qualcuno ci ricorda che è una strada statale. No, il buon funzionamento della Regione Veneto è compito di chi amministra la Regione Veneto, sia pesca, agricoltura o strade, mai come adesso che avete una filiera che darà i risultati ai cittadini veneti. Quanto abbiamo sacrificato noi per quell'opera? Quanti cittadini hanno dovuto dire di no ad altre opere per quella?
Secondo motivo. Assessore, lei dice: "Vedremo i conti bene. In un'opera del genere vediamo i conti bene". Assessore, sicuramente ho meno preparazione in termini di bilancio di lei, sennò farei io l'Assessore e non lei, e riconosco che lei è molto più preparato e attento di me, però, credo, sbagliando, penso sbagliando, spero sbagliando, che quando tu fai un'opera del genere i conti li fai subito, non li fai mica alla fine. Non vedremo, vedremo. I conti di quanto ci costa li fai subito. Poi si fanno i vari passaggi, ma intanto ci costa.
Andiamolo a dire a quegli studenti che non hanno la borsa di studio. Cosa c'entra? No, c'entra. Sapete perché c'entra? Perché, quando è slittato il contratto e abbiamo recuperato 28 milioni, abbiamo messo 2 milioni per le borse di studio, quindi vuol dire che è collegato. Andiamo a dire a quei cittadini che non hanno i mezzi di trasporto pubblico locale cosa c'entra? C'entra perché, quando è slittato il contratto abbiamo messo 15 milioni sul trasporto. C'entra. Andiamolo a dire a tutti quegli esercenti a cui, quando ci chiedono aiuto, diciamo che non ci sono soldi, a parte i 3 milioni che abbiamo messo alle vetrerie con il Covid. C'entra. I conti su un'opera del genere non sono pochi. Non è mica una bretellina che, se sbaglio 5, 10 20 milioni, porterà i suoi frutti.
In un'opera del genere è importante vedere anche il timing con cui arrivano i frutti, il timing con cui arrivano i risultati. Non ci possiamo permettere di avere soldi a fondo perduto finché l'opera parte in una situazione del genere, dove siamo costretti a prendere i soldi che risparmia il Consiglio regionale e noi tutti i Consiglieri dal nostro funzionamento per mettere qualche milione di euro e fare partire qualche legge.
Chiudo non replicando – non posso replicare al collega Soranzo – ma facendo, rivolgendomi al Presidente e all'Aula, una valutazione. Non è una questione di narrativa. Non è che ogni volta potete derubricare tutto con il fatto che noi siamo litigiosi, polemici, quelli che hanno un'altra narrativa. È una questione di narrativa. Credo che, invece, la questione sia un'altra. Non serve dire che in Veneto siamo efficienti e veloci. Non ci salverà sempre nascondendo la polvere sotto il tappeto dicendo che siamo efficienti e veloci. Non è che, di fronte ai problemi del Veneto, basta che si alzi in piedi qualcuno e dica: "Zitti, vergogna, voi avete un'altra narrativa. In Veneto siamo efficaci, veloci e efficienti". Non è che nascondere la polvere sotto il tappeto ci salverà per sempre. Andiamo a chiederlo agli studenti se basta dire che siamo efficienti per dare una risposta alle loro problematiche abitative e alle borse di studio che non ci sono anche per chi ha diritto. Andiamo a dire se è una questione di narrativa, se è una questione di opposizione o se è una questione di nascondere la polvere sotto al tappeto, ai pendolari appiedati perché, quando tu non dai soldi al trasporto pubblico, vuol dire che il privato deve partire quando la corriera è piena, facendo mancare l'essenza stessa dell'impianto di quello che si chiama "trasporto pubblico sociale", che è un valore essenziale sancito per Costituzione.
Andiamolo a chiedere a chi ha bisogno di un approccio con l'edilizia residenziale convenzionata, visto che persino dagli ATER, il 4 per 1000 dei soldi che devono venire in Regione ce lo prendiamo e non lo reinvestiamo sull'edilizia residenziale pubblica. Persino i soldi che arrivano dall'ATER ce li teniamo nel nostro bilancio e non li investiamo nell'edilizia residenziale. Andiamolo a dire a loro che, con 11.000 case a Venezia, il 25% del patrimonio è sfitto, perché non mettiamo soldi per sistemarli, ma non nuovi, neanche quelli che togliamo, collega.
Andiamolo a dire a loro che è una questione di narrativa e che è un problema del PD, che ha un'altra narrativa e che il Veneto è eccellente e veloce, basta a nascondere un po' di polvere sotto il tappeto. È eccellente e veloce per chi sta bene. Il Veneto è eccellente e veloce per noi 50 che stiamo qui che, grazie a Dio, stiamo bene, meglio di tanti altri in questa regione. Ci mancherebbe altro che noi diciamo che non è eccellente e veloce. Cosa dobbiamo dire, collega Soranzo, che non è eccellente e veloce? Se io ho un problema ai denti, domani vado dal dentista, mica aspettiamo il ticket. Certo che per noi è eccellente e veloce. Credo che nessuno di noi abbia fatto domanda per un alloggio ERP o per un alloggio convenzionato o abbia una bottega che sta chiudendo, perché non abbiamo i 1.000 euro per pagare la bolletta. Ci mancherebbe altro, come si dice a Chioggia, che non è per noi eccellente e veloce il Veneto.
Andiamolo a dire a tutti quegli agricoltori che combattono contro il consumo del suolo che la nostra è una Regione eccellente e veloce. Veneto è un territorio sostenibile. Cito io adesso l'Emilia e la Toscana: articolo 5, deroga sul consumo di suolo. Noi abbiamo tre pagine. Non fa consumo di suolo questo, quello, quello che passa per il SUAP sopra i 15.000. In Emilia non fanno consumo di suolo solo le opere pubbliche. La Toscana è ancora più restrittiva.
Se voi siete per il consumo del suolo, non c'è problema, non è un reato, basta che lo diciate. Andiamo dai cittadini e diciamo che c'è chi lo vuole consumare e chi no. Probabilmente, riscuotete più successo voi in una Regione dall'economia così veloce. Mica è illegittimo. Però, se dite: "Non consumiamo suolo perché facciamo una legge che si chiama 'Veneto Territorio sostenibile', consumo del suolo zero", e dopo facciamo l'articolo più lungo che è quello sulle deroghe, glielo andiamo a spiegare a questi agricoltori che ogni volta che si fa un'opera, da otto ettari gliene tagli metà, cinque e due, e rimangono i due? Il terzo è quello con cui fai l'opera. I due che rimangono in parte diventano porzioni di terreno irraggiungibili, inaridite, danni per l'economia.
Andiamolo a dire a loro, andiamolo a dire agli agricoltori che non possono irrigare i campi che abbiamo delle perdite enormi con le vecchie condutture e lo hanno denunciato i Consorzi di Bonifica, che siamo un Veneto eccellente e efficace. Vediamo se ci credono. Andiamoglielo a dire magari nella stagione del radicchio, non in quella dei pomodori, almeno, se ci lanciano dietro il radicchio, non ci sporchiamo il vestito. Andiamolo a dire alle botteghe a chilometro zero che nelle città chiudono.
Non basterà, ancora una volta, dire che il Veneto è eccellente e noi abbiamo un'altra narrativa e che siamo polemici. Noi abbiamo un'ambizione, anche se ci porterà ad arrivare al Governo di un ente, qualsiasi esso sia, con più difficoltà di chi promette in modo facile, e lo abbiamo visto. Noi abbiamo l'ambizione di voler rappresentare il Veneto nelle sue eccellenze, perché il Veneto è pieno di aziende eccellenti, di artigiani, di piccole e medie imprese, ma abbiamo anche l'ambizione di voler rappresentare quel Veneto che, ahimè, si trova in un mondo che non riesce a godere di queste eccellenze, e sono tutti quelli che nelle visite mediche danno il galleggiamento.
Chiudo dicendo ai colleghi che mi sono arrivati due messaggi. Al primo per un esame di alta specializzazione, importantissimo, hanno dato due anni. Il secondo mi è arrivato per un caso ancora più specializzato, una persona che si deve operare, e gli hanno dato il galleggiamento, quindi oltre i due anni, non si sa quanto.
Li volete chiamare e dite voi a loro che siamo eccellenti, per favore? Li volete chiamare e gli dite che siamo eccellenti? Ci fate la cortesia, se non vi scoccia, di chiamarli per dire che quei polemici del PD hanno detto che ci sono queste situazioni e sincerarvi se è vero? La nostra è una Regione eccellente per chi sta bene, però, la nostra eccellenza la stiamo perdendo, tant'è che dei giovani che vanno via da qui – ed è uno studio fatto non dal PD, ma dalla Fondazione Nord-Est – uno su due vanno via per andare in Lombardia o in Emilia, una Regione di destra e una di sinistra.
Scusate, a me hanno insegnato che i territori eccellenti attirano gente, attirano giovani, attirano specializzazioni, attirano cervelli geniali, attirano manodopera, attirano gente che vuole lavorare. Non è globalizzazione la gente che va via, smettetela di dirlo.
"Globalizzazione" vuol dire che magari due veneti vanno in Inghilterra e due svedesi vengono in Veneto. Quella è globalizzazione, non che vanno via per andare nelle due regioni confinanti che abbiamo. Forse tutta questa eccellenza la vedete solo voi, perché è più facile difendere un castello che avete fatto e che in questi anni può avere anche funzionato, per l'amor di Dio, ma che oggi non funziona più.
Quando incominciano a cadere gli imperi, rimangono le battaglie dei guerrieri, come diceva una volta la mia collega; quindi, ci troviamo che ci arrangiamo nella partigianeria, dove vi attaccate ormai l'uno con l'altro. Sulla Pedemontana Forza Italia attacca la Lega, Tosi attacca la sanità, ma non funziona.
Il nostro obiettivo non è attaccarci per un grammo di consenso in più, ma dare risposte a tutti quei cittadini, che io sento di rappresentare, magari meno fortunati di quelli che rappresentate voi, e che oggi non vedono tutta questa particolare eccellenza, pur essendo il Veneto una Regione eccellente, sì, ma non per tutti. È eccellente per chi sta bene, ma non eccellente per chi non sta bene. Chi non sta bene, dove c'è un gap, un divario, una forbice sociale così marcata ed evidente, sta peggio di tanti altri territori.

PRESIDENTE

Sospendiamo qui la seduta.
Ricordo che c'è la Quinta Commissione convocata per una delibera urgente.
Riprendiamo alle ore 14.15.
La Seduta è sospesa alle ore 13.15
La Seduta riprende alle ore 14.18

PRESIDENTE

Comunico che i lavori riprenderanno alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 14.18
La Seduta riprende alle ore 14.50

PRESIDENTE

Colleghi, prima avevo alcuni Consiglieri iscritti a parlare sul punto all'ordine del giorno. Se non è più necessario, proseguiamo. Chiedo se ci sono colleghi che vogliono intervenire in discussione generale. Non vedo richieste di intervento.
Consigliera Chiara Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Poiché questa mattina si è parlato a lungo del carattere dinamico e scattante di questa Regione – mi ero appuntata questi due termini così energici – vorrei fare una breve riflessione, ma credo aderente. Siamo una Regione scattante e dinamica, però non riusciamo a trovare liquidità per 14 milioni di euro. Questo fa sì che il nostro bilancio, come diceva la Capogruppo nella correlazione, ci renda fragili di fronte alle emergenze, per cui 2 milioni di euro dall'FSE Plus, 1,5 milioni di euro dalle verifiche degli interessi passivi, 7,5 milioni di euro da questa invenzione temporanea. È la fotografia di un bilancio sicuramente ingessato, ma soprattutto fragile, in cui si cerca di tamponare, di dare un carattere provvisorio alle soluzioni, ma anche un bilancio, visto che si parlava di questa performatività, che ha dovuto cercare i soldi per la costruzione e la realizzazione del percorso dei nuovi Ambiti territoriali sociali nei soldi del Consiglio, quindi nei soldi legati alle leggi che si dovrebbero poter approvare in questo Consiglio. È un bilancio talmente fragile che per una legge così strutturale e di prospettiva non è riuscito a trovare risorse in maniera più solida.
Quindi, quando mi si dice che siamo perfetti o abbiamo tutte queste caratteristiche positive, dovremmo ricordarci che nelle audizioni per gli ATS abbiamo avuto Conferenze dei Sindaci che ci hanno ribadito l'importanza di dare stabilità e abbiamo trovato le risorse per questi Ambiti sottraendoli in parte al capitolo degli extra LEA e in parte dalle leggi del Consiglio. Non mi sembra che ci sia tutta questa performatività vedendola da qua.
Altra cosa che volevo dire è che bene ha fatto il consigliere Montanariello a ribadire il tema del trasporto pubblico locale e degli altri investimenti. Assessore, non può dirci, dopo decenni che si governa, che chissà quali grandi investimenti faremmo noi se dovessimo accendere mutui, perché, come ha spiegato prima il collega Montanariello, basta guardare al taglio di 1,2 miliardi di euro del PNRR sull'antisismica degli ospedali per capire che cosa significa per Belluno, Cittadella e Vicenza. Quindi, quando parliamo di investimenti, dobbiamo trovare assolutamente gli investimenti necessari per temi come la casa, il trasporto pubblico, gli edifici sanitari da mettere in sicurezza.
Il tema vero è che tipo di bilancio e che tipo di variazioni possiamo approvare facendo leva su un bilancio che non soltanto è ingessato, ma manifesta in questi momenti anche una grande fragilità.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo nuovamente perché c'è un tema all'ordine del giorno – l'ho riportato anche in discussione generale, ma lo voglio ripetere – che è oggetto di un emendamento che sarò costretta a ritirare, perché so già di un parere negativo su un ordine del giorno che ho presentato, ma che voglio illustrare.
In questa Regione abbiamo un tema, ma non da oggi, da anni, che sta diventando sempre più grave, che è il tema degli idonei non beneficiari. Ormai lo sapete, per cui non mi dilungo nella discussione. Da tempo ormai il Governo ha cambiato i criteri con cui una famiglia può fare domanda – è stato il Governo Draghi a cambiare i criteri – quindi si è alzata la platea, per cui abbiamo più necessità di fondi, dato che oggi abbiamo ancora più idonei non beneficiari, quasi 5.000 in questa Regione, che hanno diritto alle borse di studio per legge, per ISEE, per il fatto che vengono a studiare fuori sede, e magari arrivano da zone lontane rispetto alle sedi universitarie, da zone da cui occorrono anche due ore di pendolarismo per arrivare, per cui in qualche modo devono contrarre una casa, un affitto, una spesa, ragion per cui gli viene data una borsa di studio.
Funziona che sostanzialmente a settembre si fa una domanda, dove si deve già dare un contratto d'affitto firmato e l'ISEE per dimostrare che quella famiglia avrà un esborso mensile tale, tra tasse universitarie, che annualmente ammontano più o meno attorno ai 2.500 euro per una famiglia che non ha esenzioni, e affitto, che tendenzialmente al mese in una città come Padova, come Venezia o come Verona, arriva più o meno a 500 euro al mese minimo per una stanza, per cui se quella famiglia ha uno o due figli che vogliono andare all'università è costretta a non mandarli all'università.
Non stiamo parlando di un Paese in via di sviluppo, stiamo parlando del Veneto. Ebbene, nella situazione attuale del Veneto, che si dice eccellente, prestigioso, che cresce, che grazie ai fondi che siamo in attesa che vengano approvati dal CIPESS ci garantirà di avere milioni di euro da investire su opere, di cui ad oggi non abbiamo ancora le informazioni, noi sappiamo già – questo lo sappiamo già, ed è per questo che mi arrabbio – che abbiamo 5.000 ragazzi, 5.000 famiglie venete. Badate, dico la parola "venete" perché secondo me –ne abbiamo discusso anche in Ufficio di Presidenza – se un ragazzo viene a studiare in questa Regione ha il diritto di avere quella borsa di studio, perché il diritto non gli è dato da dove risiede. Se un ragazzo nasce a Bologna, io spero che, se viene a studiare all'Università di Padova, abbia il diritto a quella borsa di studio, perché cerca l'università. E abbiamo le università più eccellenti d'Italia in questa Regione. Quindi, io credo che abbia diritto, per censo, per ISEE e per il fatto che vuole venire a vivere all'interno di un territorio regionale come il nostro, ad avere una borsa di studio. Lo dico perché in Ufficio di Presidenza, con grande dispiacere, ho sentito dire che forse non è così strano se oggi il presidente Zaia, proprio poche ore fa, in un'Ansa dice: rivedremo la legge delle case popolari dando la priorità ai veneti che decidono di risiedere per tanti anni in questa Regione e poi ci vogliono rimanere. Quindi, in qualche modo sta dicendo che, nonostante la sentenza della Corte costituzionale, troverà il modo di mettere questa premialità per chi è davvero veneto nelle origini.
Sapete, però, cosa succede quando noi facciamo questo ragionamento sugli idonei non beneficiari? Succede una cosa grave: ad esempio una persona come me, che è andata a vivere da Motta di Livenza a Padova, ha fatto l'università e poi ha scelto di rimanere a vivere a Padova, non avrebbe magari deciso di studiare o di andare in un'altra città, sarebbe rimasta anche a Motta di Livenza. Ma il diritto di andare a studiare a Padova, di entrare in un contesto diverso e di avere anche l'accesso ad una serie di risorse diverse è quello che io avevo in diritto e in potere di fare. Perché dire, come è accaduto in Ufficio di Presidenza, che qualcuno che viene da Bologna, da Roma o da Trieste non ne abbia diritto? Non voglio citare nemmeno i casi in cui uno ha una cittadinanza non europea. Ma qui stiamo parlando – è stato detto – dei veneti nati e che risiedono qui. Quindi, mi aspetto, dopo aver letto le dichiarazioni del presidente Zaia, che nella prossima graduatoria delle borse di studio verrà valutato quanto un ragazzo è "veneto DOC". Gli verrà chiesto da quanti anni i suoi parenti risiedono in Veneto? Oppure, gli verrà chiesto se vuole risiedere in Veneto per i prossimi trent'anni, senza andare a fare quello che il presidente Zaia dice, le esperienze all'estero che poi ti portano a crescere? Cioè, cosa vogliamo fare? Vogliamo avere una Regione del Veneto fatta di studenti tutti veneti, nati in Veneto, di origini venete, e non ci apriamo a nessun bolognese che viene a studiare qua, perché non gli diamo la borsa di studio? È questo il ragionamento che è uscito dalla Commissione – mi pareva – della collega Cestaro?
Siamo chiari. Oggi qui abbiamo un problema, abbiamo un problema di 5.000 ragazzi che vogliono studiare, ne hanno diritto per censo e per voglia di andare a vivere in una città, che è quella delle università, dove le università esistono, hanno diritto alla borsa di studio e non gli viene pagata.
L'emendamento, quindi, lo illustro ora, perché sono costretta a ritirarlo, per presentare un ordine del giorno. E sono contenta, questa volta, di avere un parere negativo. Ma sapete perché ho un parere negativo sull'ordine del giorno? Perché quest'anno io non voglio modificare l'ordine del giorno con scritto "nell'economia delle risorse disponibili". L'assessore Donazzan, che oggi sapeva dell'esistenza di alcuni emendamenti, di alcuni ordini del giorno, di una variazione, non è presente in Aula, non ha ancora ricevuto gli studenti, nonostante l'incontro che durante il bilancio abbiamo fatto grazie all'assessore Calzavara, e non ha preso in carico il tema degli idonei non beneficiari, anzi si è resa conto, raccontandolo ai giornali, che questo problema esiste – per fortuna l'ha riconosciuto – ma ad oggi io non vedo concretezza nelle azioni per tutelare oggi quegli idonei non beneficiari.
Io mi sono stancata di vedere che, dopo anni di una situazione di questo tipo, dove sappiamo i numeri, gli uffici regionali i numeri li hanno, sappiamo chi fa domanda, sappiamo quante persone sono in graduatoria nelle diverse università, abbiamo tutto quello che ci serve, sappiamo che le domande stanno aumentando perché le famiglie sono più povere, sappiamo che le domande stanno aumentando perché il Governo Draghi ha aumentato la platea dei beneficiari, nonostante tutto, noi oggi non mettiamo un euro in più.
Nell'ordine del giorno, che poi ripresenterò, avevo messo che almeno nell'assestamento di bilancio si decidesse – non oggi, ma nel prossimo assestamento – di avere effettivamente la copertura di tutti gli idonei non beneficiari. Secondo me è il minimo sindacale, punto. Non mettere dentro un ordine del giorno un impegno della Giunta ci fanno capire chiaramente le vostre intenzioni. Lo abbiamo capito bene in Ufficio di Presidenza, ed è il motivo per cui sono decisamente preoccupata, leggendo quello che è accaduto lì dentro, con il comunicato del presidente Zaia, che dice: sulle case popolari andremo a verificare effettivamente chi è veneto fino in fondo e chi vuole rimanere in Veneto, gli faremo un test. Che test gli farete per capire chi è veneto davvero?
Guardate che il diritto di abitare o di avere una borsa di studio in Veneto non è dato da dove nasci, è dato dal fatto che, per fortuna, questo territorio ha ancora delle cose che attraggono delle persone, che tra l'altro – ve lo dico – vengono anche da altre Regioni d'Italia. Quindi, se vogliamo chiudere le frontiere e fare in modo che tra i nostri ragazzi idonei non beneficiari venga garantito questo diritto solo a coloro che risiedono in Veneto, penso che qui stiamo facendo davvero un ragionamento estremamente grave.
Annuncio il ritiro dell'emendamento, che chiedeva di garantire semplicemente il Fondo di riserva, che oggi ammonta a 2,5 milioni di euro, e io dicevo di mettere 1,5 milioni di euro per coprire almeno un po' di borse di studio a favore degli idonei non beneficiari. In Ufficio di Presidenza mi è stato detto che l'emendamento ha parere negativo, anche se è totalmente ammissibile. Del resto, io non ho fatto un emendamento, come hanno fatto altri colleghi, prendendo, ad esempio, tutti i 7 milioni di euro delle Olimpiadi per metterli qua, ma l'ho fatto prendendo un pezzo del Fondo di riserva, 1,5 milioni di euro, per dire che intanto facciamo un passettino, facciamo scorrere quella graduatoria. È una cosa che si può fare, i fondi per farlo ci sono, peraltro lascerebbe nel Fondo di riserva 1 milione di euro. Ho fatto anche il ragionamento mettendomi nei panni di uno che sta governando e non nei panni di uno che sta sparando cose che non si possono realizzare. Nonostante questo, mi dite di no.
Annuncio, quindi, il ritiro dell'emendamento, ma sono contenta di avere parere negativo sull'ordine del giorno, perché così smascheriamo il fatto che non c'è la volontà politica da parte dell'assessore Donazzan di mettersi qui a lavorare per trovare i soldi che servono per coprire tutte le borse. Lo abbiamo sancito dopo due anni di lotta, di battaglia qui dentro. E nel mio ordine del giorno vedrete scritti tutti gli ordini del giorno che abbiamo fatto votare a quest'Aula, rispetto a cui avete detto "ci impegneremo, ci impegneremo, ci impegneremo". Ma gli impegni presi e non mantenuti non servono più alle famiglie e ai ragazzi. Quindi, per quanto mi riguarda sono felice oggi di avere un parere negativo, perché finalmente diciamo da che parte sta questa Giunta.

PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La collega Camani chiude con l'intervento riservato alla correlatrice. Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi pare utile provare a chiudere questa discussione generale, che evidentemente si è animata di argomenti che non erano stati, invece, al centro né dell'intervento dell'Assessore, né tantomeno della relatrice, ma che hanno aiutato forse al confronto tra di noi su alcune questioni che noi giudichiamo importanti.
Non so se sia il caso di proporre una modifica al Regolamento del Consiglio dove, dopo l'intervento della correlatrice, c'è l'intervento del consigliere Soranzo, che risponde alla correlazione. Potrebbe essere una modalità utile di confronto tra noi. Potrebbe essere delegato direttamente dal Governo, a nome della presidente Meloni, a rispondermi. Comunque, non voglio, ovviamente, cadere nello stesso tranello, però ci sono alcune questioni rispetto alle quali un po' di verità in quest'Aula va riportata. Le cito per titoli, per poi arrivare alle questioni più rilevanti sul piano politico.
Prima questione. Non è vero che il Governo fa questo accordo con la Regione del Veneto perché la Regione del Veneto è veloce ed efficiente, o più efficiente delle Regioni del sud. Il Governo fa questo accordo con tutte le Regioni, sia con quelle che si autodefiniscono efficienti, sia con quelle che probabilmente efficienti non lo sono. Quindi, questi soldi arrivano in quota parte a tutti. La differenza è che, mentre quando la presidente Meloni è andata a sottoscrivere questo accordo nelle altre Regioni è stato raccontato per quello che è, in questa Regione, complice la narrazione antistorica che viene spesso fatta, l'avete venduto come "grande Zaia che porta 600 milioni in più". Non è così.
Seconda questione. Non è vero che è grazie alla Regione del Veneto che arrivano più soldi dalla Comunità europea nella programmazione che abbiamo appena inaugurato. Consigliere Soranzo, arriva il doppio delle risorse perché il bilancio dell'Unione, ratificato due anni fa, prevede il raddoppio delle risorse, di conseguenza noi che otteniamo fondi dobbiamo raddoppiare il cofinanziamento. Ma è perché l'Europa ci mette a disposizione più soldi, non perché noi scegliamo di raddoppiare. La lettura della realtà non può essere piegata ad una retorica che va oltre la verità oggettiva, che tutti conoscono.
Consigliere Soranzo, anche questa storiella della riunione del CIPESS dopo quaranta minuti. Per me il CIPESS poteva riunirsi anche ieri. Il punto è che lei sa meglio di me che, nel momento in cui il CIPESS dovesse fare la famosa delibera che noi attendiamo, ci vorranno mesi prima che quella delibera trovi corrispondenza in atti amministrativi e che questa variazione di bilancio non dura i quaranta minuti, ma durerà almeno mesi, dopo che arriva con mesi di ritardo.
Io, allora, voglio sapere da lei, visto che è l'emissario in terra veneta del Governo, dov'è la serietà di un Governo che coinvolge le Regioni in una nuova programmazione dei fondi di coesione e poi non è in grado di garantire nei tempi necessari le delibere utili. È un Governo che prende in giro non solo i cittadini, ma anche le Istituzioni regionali. La presidente Meloni ha fatto il giro di diciassette Regioni facendo la "fenomena" mentre firmava, davanti alle telecamere, gli accordi e poi non è stata capace di organizzare una riunione del CIPESS nei tempi congrui, per evitare alle Regioni, come il Veneto, perché tutte si trovano in questa situazione, di doversi inventare delle variazioni di bilancio per tamponare i danni di un Governo incapace. Questa è la verità. E non sono quaranta minuti, sono mesi di ritardo accumulato e mesi di ritardo che ancora arriveranno. Sennò, non staremmo qui a discutere di questa roba.
Le chiedo, quindi: quale problema ha sanato questa fantomatica riunione del CIPESS? Non ha sanato nessun problema.
È abbastanza curioso che, ogni volta che dai banchi delle opposizioni si sollevano alcune questioni di natura politica, si sottolinea che non si condividono alcune delle scelte politiche del Governo, l'unica argomentazione che i Consiglieri di Fratelli d'Italia sanno portare è questa: "Eh, ma allora quando c'eravate voi? Eh, ma allora voi avete fatto peggio". Se vuole facciamo una gara tra chi ha governato e governa meglio o peggio. Ma io mi chiedo quando vi renderete conto che al Governo da oltre un anno ci siete voi, quando inizierete ad assumervi la responsabilità dei disastri che in un solo anno siete stati in grado di fare. Il punto non è cosa abbiamo fatto noi quando abbiamo governato, il punto è cosa state combinando voi, oggi, che governate.
Effettivamente è proprio così. Io non do un punto di vista o faccio una correlazione fantasiosa, ma faccio il mio lavoro, che è quello di rappresentare il punto di vista delle opposizioni dentro questo Consiglio regionale. Si può fare? Ci dà fastidio che qualcuno che non la pensa come noi dica quello che pensa? Allora, siccome ho provato a specificare alcune mistificazioni, secondo me, che sono state al centro del dibattito di oggi, torno invece alle questioni più politiche, che sono quelle più preoccupanti, perché queste sono affermazioni facili da smentire studiando le carte e leggendo gli atti. Torno alle considerazioni più politiche.
Assessore Calzavara, le sue dichiarazioni, le sue parole sono quelle che mi preoccupano, sia perché lei ha una responsabilità vera nel Governo regionale, sia perché sono affermazioni che raccontano di una modalità, di un intendimento, di un impianto politico di gestione di questa Regione che sul serio non ci sentiamo di condividere.
Io ho posto questioni serie, almeno a nostro modo di vedere, e ho avuto risposte evasive. Prima questione: qual è la modalità di gestione delle politiche del bilancio della Regione del Veneto? Qual è la modalità attraverso la quale noi pensiamo di essere in grado di rispondere ai bisogni della nostra Regione? Vedete, assessore Calzavara e consigliere Soranzo, che prima parlava di Corte dei conti, un bilancio può essere solido sul piano finanziario, come è il bilancio della Regione del Veneto, ma inefficace sul piano politico. Ed è esattamente la condizione in cui noi ci troviamo. Poi, quale efficienza, quale efficacia? La Corte dei conti si limita a dire che noi approviamo gli atti nei tempi dovuti e che non abbiamo disavanzi incontrollati. Ma quando la Corte dei conti ha dovuto entrare nel merito della qualità della spesa, dei grandissimi punti di domanda sulla politica di bilancio regionale li ha messi, eccome. Quelli non ce li ricordiamo? Non ci ricordiamo la relazione della Corte dei conti sulla gestione della Pedemontana? Non ci ricordiamo cosa ha messo per iscritto la Corte dei conti sulla Pedemontana? Se la vada a vedere, visto che ha affermato, consigliere Soranzo, che la Corte dei conti dice che il bilancio del Veneto è perfetto. In realtà, lei ha parlato di un Collegio dei Revisori dei conti che non si sa bene cosa sia.

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Andiamo a leggere cosa dice la Corte dei conti sul bilancio del Veneto rispetto alla Pedemontana. La Corte dei conti ci dice che è pericoloso per la tenuta del nostro bilancio non sapere quali saranno gli impegni finanziari del futuro. La Corte dei conti ci invita, vedendo il nostro bilancio, a richiedere le penali previste dal contratto per la società che esegue l'opera e ha eseguito l'opera. Non si può andare a misurare l'interessamento degli organi di controllo quando ci dicono che sono bravi e, fatalità, eravamo assenti il giorno che ci hanno ricordato che non eravamo bravi.
Come non dimentichiamo il pronunciamento della Corte dei conti rispetto alla tenuta del bilancio della Regione del Veneto sulla vicenda delle Olimpiadi. C'è una sentenza apposita della Corte dei conti che ci chiede conto delle Olimpiadi e dell'impatto che avranno sul bilancio della Regione del Veneto.
È, quindi, efficiente ed efficace cosa il bilancio. Solo perché siamo i primi a presentare il giudizio di parifica? Vorrà dire che ci accontenteremo di questo. Ma non è mai stato messo agli atti della Corte dei conti che siamo una Regione virtuosa. Semmai, la Corte dei conti ci dice che siamo una Regione che non spende. Tant'è che ogni volta ci richiama su questo. Del resto, non avendo indebitamento, non abbiamo le spese correnti, ovviamente, della rata del mutuo. Ma neanche produciamo niente. La regola della finanza pubblica è la solidità dei conti: meno spendo, meno investo, più il mio bilancio è sicuro. È ovvio. Se non devo cambiare la macchina, non devo comprare una casa nuova, che problemi ho? Buoni tutti a gestire così il bilancio della Regione. Invece, noi le abbiamo chiesto conto di questa modalità di gestione. Le abbiamo chiesto conto di come pensa di poter affrontare i prossimi anni complicati che avremo davanti con un bilancio così ingessato da queste politiche.
Vengo alla seconda questione fondamentale che le abbiamo posto: ci dia gli elementi per poter valutare nel merito gli interventi che andremo a realizzare in questa Regione con questi fantomatici 600 milioni che arrivano, che poi diventano 400, perché 137 li usiamo per ridurre il cofinanziamento regionale. Le abbiamo chiesto di valutare gli interventi per tre necessità, che dovrebbero essere di tutto il Consiglio regionale. Primo, vogliamo sapere dove andate a spendere i soldi, perché non lo sappiamo. Non passa in questo Consiglio, non passa in Commissione. Secondo, perché vorremmo valutare l'insieme degli interventi che andate a finanziare e la loro coerenza con gli obiettivi che i fondi comunitari ci indicano, la coesione territoriale e la coesione sociale. Io non lo so il bacino di laminazione di non so dove che impatto abbia sulla coesione sociale e territoriale. Io non lo so che tipo di valutazione di impatto sia stata fatta su questi interventi. Io non lo so sulla base di quale priorità abbiate scelto l'intervento "x" piuttosto che l'intervento "y". La mia impressione è che avete aperto il solito cassetto, con i soliti interventi, che non siete in grado di finanziare con le risorse regionali perché il bilancio è ingessato, per cui i primi dieci che vi son venuti in mano li avete usati per essere finanziati così. Terzo, ed è uno degli obiettivi che l'accordo si pone, che non è mai stato citato da nessuno oggi, io voglio capire come sono incastrati questi interventi con gli interventi del PNRR, perché alla base degli accordi che il Governo ha stipulato con le Regioni c'era anche questo obiettivo, proprio per accelerare e migliorare la capacità di mettere a terra gli interventi dei fondi europei e dei fondi del PNRR. Ma come faccio a valutare la qualità di un intervento e di un accordo se non ho gli elementi sulla base dei quali esprimere questa valutazione. Mi posso io limitarmi a dire "beh, va bene perché mi arrivano gli schei"? Voi vi potete limitare a dire questo. Noi pensiamo, a maggior ragione in una fase storica di scarsità di risorse, che valutare quali sono le scelte sulla base delle quali quelle risorse sono realizzate, indirizzate e utilizzate è ciò su cui si determina il nostro giudizio di merito. E anche su questo non abbiamo avuto risposta alcuna. Dobbiamo ringraziare la capogruppo Ostanel che ci ha letto l'elenco delle opere che sui giornali sono state riportate.
Ma io – qua mi rivolgo al presidente Ciambetti – ritengo inammissibile la spiegazione per cui prima aspettavate la delibera del CIPESS e poi sareste venuti a raccontarci i progetti dell'accordo, perché ai giornali l'avete già raccontato. Ai giornali non avete aspettato la delibera del CIPESS, gli avete mandato i grafici, i numeri e i soldini. La conferenza stampa ve la siete fatta, ai giornali le cose gliele avete dette. E qua no! E qua dopo! Quando riterrete voi opportuno. Peraltro, io non voglio che lei venga qua a comunicarci gli interventi, io vorrei sapere quando la Giunta verrà in questo Consiglio regionale per decidere insieme cosa fare. Invece, noi ci ritroviamo, anche questa volta, anche con fondi gestiti in una maniera nuova, a giochi già fatti, perché noi siamo capaci e buoni solo per schiacciare i bottoni, considerato che le decisioni le prendete da altre parti. E se proprio siamo fortunati, e se proprio insistiamo, alla fine di tutto ci vengono a comunicare decisioni già prese, perché questi interventi sono alla base dell'accordo e non possono essere modificati.
Anzi, le dirò di più, assessore Calzavara. Se io fossi stata il Presidente della Regione del Veneto, il giorno prima di quella firma a Verona sarei venuta in quest'Aula e avrei spiegato al Consiglio quali erano le mie intenzioni su quei 600 milioni, quali erano le mie priorità, quali interventi avrei voluto realizzare. Un Presidente di Regione che ha rispetto per questo luogo così dovrebbe fare. È sempre buono a fare le conferenze stampa dai palazzetti, dal Vinitaly, da Job&Orienta, ma qui non ci viene mai. Apposta. Non ne ha bisogno, perché vi va sempre bene quello che decidono da altre parti.
Onestamente, assessore Calzavara, la sua motivazione ("non vi vengo a dire cosa vogliamo fare perché voi siete il partito del no") è un'affermazione offensiva, per la sua intelligenza prima di tutto. Dai banchi delle opposizioni, almeno in questo Consiglio regionale, non ha mai avuto dei "no" ideologici, ma ha sempre avuto dei "no" motivati, su alcune opere assurde che, come Regione del Veneto, avete avuto intenzione di intraprendere o avete intenzione di intraprendere. Se noi diciamo "no" alla diga del Vanoi non lo diciamo perché siamo il partito del "no". Lo diciamo perché valutiamo quell'opera impattante sul piano ambientale in maniera eccessiva per quei territori. Anche lì, non l'abbiamo discussa in questo Consiglio regionale. L'avete decisa da altre parti, andando a parlare con il Governo, sopra la testa, a proposito di rispetto dei territori, delle amministrazioni locali. Per fare un esempio, assessore Calzavara. Quindi, questa banalizzazione del "partito del no" non aiuta la nostra discussione e il nostro ruolo.
Il terzo tema che ho posto e su cui nessuno ha voluto e potuto rispondere è questo: qual è la capacità reale che la Regione del Veneto ha, in questi tempi complicati, di rispondere alle necessità? Lo abbiamo detto tante volte oggi. L'Europa, le istituzioni comunitarie sono fondamentali per offrire ai Paesi membri e ai territori le risorse necessarie per alcuni specifici interventi, in questo caso in conto capitale e in moltissimi altri casi spese in conto corrente. Ma se non ci fossero quelle risorse, noi cosa faremmo? Con la capacità che la Regione più ricca e più produttiva d'Italia ha, di produrre risorse, in realtà, senza i 3 miliardi dell'Unione europea, cosa faremmo noi in questa Regione? Cosa saremmo in grado di fare? Con le poche risorse che abbiamo, in che modo rendiamo o contribuiamo a rendere la Regione del Veneto eccellente e performante? Qual è la scelta strategica che ci consente di poter dire davvero di essere eccellenti rispetto agli altri? Io non lo so ‒ lo diceva il consigliere Valdegamberi ‒ se siamo davvero riusciti a fare bene senza aumentare le tasse. Vedo, però, dove non facciamo bene e non siamo in grado di fare bene.
I giornali in questi giorni sono pieni della notizia ‒ non nuova, purtroppo ‒ della carenza dei medici di medicina generale. Oltre 600 zone carenti. Il Gruppo del Partito Democratico denuncia questa carenza da almeno due anni. Ce l'avete spiegato voi: aumentiamo i numeri delle borse nelle scuole di specializzazione; consentiamo agli specializzandi di iniziare a fare la professione anche prima di ottenere la specializzazione; aumentiamo il numero degli assistiti a cui si può arrivare. Eppure, il risultato è sempre lo stesso e il numero delle zone carenti continua ad essere enorme. A questa questione come rispondiamo? Vi è mai passato per la testa, ad esempio, essendo la scuola di formazione per i medici di medicina generale di competenza regionale, di aumentare l'importo di quelle borse di formazione? Ci è mai venuto in mente? Scommettiamo che così qualche medico in più che decide di percorrere quella carriera lo troviamo? Vi è mai venuto in mente di investire risorse sui gruppi di medicina integrata, e magari qualche medico in più lo troviamo? No. Perché non vi viene in mente? Non penso di essere io l'unica intelligente ad avere queste idee. Non vi viene in mente perché non avete i soldi per farlo. Quindi, 600 zone carenti anche quest'anno.
Quando siamo una delle Regioni con le liste d'attesa più lunghe, quando le persone devono aspettare mesi per una prestazione, a parte dire che i medici di base prescrivono visite inutili, vi siete mai chiesti cosa possiamo fare davvero per ridurre queste liste d'attesa? Perché in altre Regioni lo fanno. Le poche cose che abbiamo messo in campo le abbiamo fatte grazie a risorse straordinarie messe dal Governo per questo obiettivo, perché di risorse regionali per questa cosa non ne abbiamo. E senza soldi non si riducono le liste d'attesa.
Abbiamo detto tante volte quanto in questa regione stia esplodendo e sia già esplosa l'emergenza abitativa. 30 milioni in meno del fondo nazionale anti-morosità, a proposito di scelte scellerate del Governo Meloni. 30 milioni in meno che la Regione del Veneto, che aveva dallo Stato, ha potuto dare ai Sindaci per affrontare il dramma delle famiglie che non riescono a pagare l'affitto. Non è che le abbiamo coperte in altro modo quelle risorse. Semplicemente, le persone che non riescono a pagare l'affitto si trovano in mezzo a una strada. Anche volendo, quelle risorse non avremmo potuto coprirle, perché non avete i soldi.
Le borse di studio. L'ha detto la collega Elena Ostanel. C'è un nostro ordine del giorno, e su questo torneremo. Da anni vi spieghiamo che le borse di studio vanno pagate agli studenti incapienti e meritevoli. Noi non vi stiamo chiedendo le borse di studio come un sussidio a pioggia. Noi vi stiamo chiedendo di rendere effettivo il diritto sancito dalla Costituzione, in base al quale tutte le persone italiane hanno diritto ad avere le stesse opportunità di accedere ai livelli più alti di istruzione. Invece voi, non pagando le borse di studio, state costruendo una regione iniqua, ingiusta, fondata sulla più ingiusta delle ingiustizie: il censo. Gli eccellenti, si diceva. Chi ha i soldi in questa regione studia. Chi non li ha non studia. È questa la Regione eccellente, veloce, virtuosa e performante che state realizzando in un bilancio senza soldi? Gli altri anni, gli anni scorsi, questo problema delle borse di studio era una trattativa che, insieme ad alcuni colleghi, anche di maggioranza, e all'assessore Calzavara, provavamo a tirare fino a fine anno. E in qualche modo quel milione, quei due, quei tre milioni che mancavano arrivavano e riuscivamo a pagare le borse di studio. Ma se io non investo in questo comparto, la distanza tra ciò che mi serve e ciò che ho si allarga. Lo diciamo da anni. Infatti, oggi arriviamo, con la seconda graduatoria pubblicata in queste settimane, per l'anno accademico 2023-2024, a 4.750 studenti idonei non beneficiari. Sapete a cosa corrispondono 4.750 studenti idonei non beneficiari? A 22 milioni di euro.
Malgrado il Fondo nazionale per il sostegno alle borse di studio negli ultimi dieci anni ‒ a proposito di cosa ha fatto chi era al Governo negli anni precedenti ‒ sia raddoppiato, passando dai 162 milioni del 2012 ai 308 milioni del 2024, malgrado il Governo abbia messo 500 milioni in più in due anni, grazie ai fondi europei del PNRR, malgrado tutto questo, i pochi milioni che ci mancavano negli anni scorsi e che abbiamo rocambolescamente recuperato, anche da stanziamenti straordinari nazionali, quest'anno sono 22 milioni che mancano. 4.750 studenti.
Io mi chiedo, davvero, consigliere Valdegamberi, anche senza l'addizionale, abbiamo fatto proprio tutto, tutto, tutto bene? Ma proprio tutto? Glielo deve spiegare a 4.750 studenti che non riceveranno la borsa di studio, pur avendone diritto. Sa come mai ne hanno diritto? Gliel'avete detto voi. Perché è la Regione, insieme alle università, che stabilisce i criteri di accesso alle borse di studio.
Mi chiedo, ad esempio, le necessità del mondo del sociale che livello di priorità hanno nelle vostre valutazioni. C'è una cosa curiosa di questi 600 milioni e degli interventi che voi proponete. Di questi 600 milioni soltanto 3 milioni vengono impiegati per obiettivi di tipo sociale. 3 su 600. Il resto sono vasche di laminazione, interventi di riqualificazione. Ripeto: 3 su 600.
Questa idea, per cui il bisogno sia una condizione individuale di sfiga, non è coerente con la narrazione del Veneto eccellente che vi piace tanto. Non è la polvere che nascondete sotto il tappeto. Sono le persone che hanno bisogno che pensate, pretendete di nascondere sotto il tappeto. Non funziona. Non può funzionare così.
Questa manovra di bilancio, che dentro ha una necessità oggettiva, cioè quella di tamponare l'inefficienza del Governo, nasconde tutti i limiti della politica di bilancio di anni e anni di questa Regione. Anche su questo, Assessore, non so se lei mi inserisce nella pletora di quelli ‒ come ha detto lei ‒ che hanno doti di preveggenza rispetto alla Pedemontana. Spero di no. Ma che io abbia o non abbia doti di preveggenza è un dettaglio. Mi preoccupa il fatto che la preveggenza non ce l'abbia lei. Dovrebbe essere lei a venire in quest'Aula e a spiegarmi: "Stia tranquilla, nei prossimi anni è questo l'andazzo". Lei sta ammettendo da mesi, per non dire da anni, che non avete minimamente idea dei flussi di traffico. Non è accettabile un atteggiamento del genere. Se devo guardare il piano finanziario che avete sottoposto qualche anno fa al Consiglio regionale, i conti li ho chiari. So quanto ci costerà la Pedemontana: tanto. Se, però, lei mi dice che ha degli elementi per pensare che quel piano finanziario possa essere riletto in chiave migliorativa, mi deve dire questi sentimenti di ottimismo su cosa si fondano.
Io non accetto, per la responsabilità che un Assessore al bilancio di una Regione importante come il Veneto ha nella gestione delle risorse dei cittadini, che mi dica: "Vedremo. Faremo i conti tra un po'". È un suo dovere offrire gli elementi a questo Consiglio regionale per sapere insieme a lei dove andremo a finire. Non vorrei che quel buco determinasse un ulteriore colpo a quei bisogni sociali che nel bilancio di oggi, oggettivamente, non possono essere soddisfatti e non possono trovare soddisfazione.
Sono queste le preoccupazioni che noi abbiamo, che ripetiamo in occasione del bilancio di previsione, che ripetiamo in occasione delle variazioni di bilancio, che ripetiamo in sede di assestamento. Non ci accontentiamo più delle briciole. Non siamo più disponibili ad aspettare di vedere cosa riusciremo a risparmiare a luglio con l'assestamento o a ottobre con la variazione.
Qui ci sono delle necessità che meritano risposte. La consigliera Luisetto ci ricordava prima il passaggio degli ATS. Voi avete chiesto a tutti i Comuni del Veneto di riorganizzare da capo a piedi i loro servizi sociali e non ci avete messo, di fatto, una lira, non avete dato loro gli strumenti per poter procedere a questa riorganizzazione.
Io non penso che sia il modo giusto per consentire davvero alla nostra Regione di poter tornare a fare quello che le riesce meglio: correre. Come si fa a correre con una palla al piede, rappresentata dall'incapacità della Giunta regionale di rispondere ai bisogni?
Le nostre imprese, i nostri lavoratori, i nostri ragazzi, i nostri studenti stanno competendo con gli altri territori con le mani legate dietro la schiena. Le mani gliele legano i vincoli di bilancio che voi avete deciso di imporre alla nostra Regione. Non possiamo non criticare questo impianto. Vorremmo che vi assumeste la responsabilità del crinale lungo il quale avete fatto correre questa Regione, che oggi si trova davanti a un bivio: o si cambia radicalmente oppure davvero rischiamo di non essere in grado di affrontare le emergenze sociali che, da qui ai prossimi anni, avranno sicuramente una fase di recrudescenza.
Per tutte queste ragioni abbiamo delle perplessità su questa manovra di bilancio, che, peraltro, proprio per le modalità con cui si realizza, andando a recuperare risorse grattando il fondo del barile (l'ho già detto prima e non ci torno), dimostra in maniera plastica, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'incapacità di avere un minimo di agibilità di bilancio per poter intervenire.
Io non so come si possa fare l'Assessore al bilancio senza avere una lira. Mi pare un mestiere complicato, assessore Calzavara, forse non abbastanza generoso rispetto al suo impegno. Noi, invece, vorremmo una Regione capace di essere in prima fila nelle emergenze che si aprono, nei bisogni sociali che crescono, nelle opportunità che potremmo percorrere. Con questo schema di bilancio tutto questo ci è precluso.

PRESIDENTE

Passiamo all'articolato.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Baldin, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 "Variazioni allo stato previsionale della spesa" sono apportate le seguenti variazioni:

VARIAZIONE 2024
VARIAZIONE 2025
VARIAZIONE 2026
MISSIONE 04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO
Programma 04 ISTRUZIONE UNIVERSITARIA
Titolo 1 Spese correnti
L.R. 7/4/1998, N. 8 Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario
+6.000.000,00
0,00
0,00
MISSIONE 20 FONDI E ACCANTONAMENTI
Programma 03 ALTRI FONDI
Titolo 1 Spese correnti
L.R. 25/11/2019, N. 44 Collegato alla legge di stabilità regionale 2020
ART. 3 Concorso della Regione del Veneto alla copertura dell'eventuale deficit del Comitato Organizzatore (OCOG) e modalità di formalizzazione degli accordi e intese, nonché concorso al finanziamento dei Giochi Paralimpici invernali Milano Cortina 2026.
- 5.000.000,00
0,00
0,00
Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Preannuncio il ritiro dell'emendamento a favore dell'accoglimento di un ordine del giorno successivo, che ringrazio l'assessore Calzavara di aver approvato.
Per quanto riguarda l'argomento dibattuto da ore in quest'Aula, il discorso delle borse di studio, sappiamo benissimo che la situazione non è ancora al top. Mancano migliaia di idonei non beneficiari di borse di studio all'appello. Questa è una cosa che non va assolutamente bene.
Ringrazio le colleghe che hanno anticipato l'argomentazione. Il problema è molto serio. La nostra regione ormai non è più attrattiva per molti. Basta leggere i dati, che ci parlano chiaramente di una regione che vede aumentare il numero dei giovani che emigrano all'estero. Non parliamo semplicemente e solamente di laureati, anche con master, ma anche di operai e operaie specializzate. La percentuale è aumentata, ad esempio, del 517% negli anni dal 2011 al 2021, contro una media italiana del 400%. Quindi, milioni di giovani in Italia. Il Veneto ne conta 9.520. Siamo appena sotto la Lombardia per numero di giovani che emigrano. Questo significa che, come si diceva prima, il Veneto non è più attrattivo per noi giovani. Tra i 25 e i 34 anni, la metà ha una laurea o un master. La Provincia più penalizzata è Rovigo, quella più colpita dall'esodo.
Oltre a questo particolare, un altro problema, che affronteremo più tardi con le mozioni, è quello della carenza di asili nido pubblici. Sono tutti temi che si legano e che fanno capire che c'è un problema che va assolutamente gestito.
Con l'emendamento si chiedeva di aumentare le risorse per le borse di studio. Capiamo benissimo che la Giunta ha fatto qualcosa negli ultimi anni, ma non è riuscita a coprire le esigenze di questi 5.000 studenti e studentesse che aspettano una borsa di studio.
Nell'ordine del giorno, che verrà successivamente illustrato, si chiede alla Giunta stessa di aumentare le risorse gradualmente, negli anni a venire, proprio per venire incontro a una necessità cogente che ci obbliga a porre rimedio a una situazione che si protrae da troppi anni e che non rende effettivamente efficace, attrattiva e attraente la nostra regione.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0001 è ritirato.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 2, comma 1, allegato 6, modificativo, che prevede:
All'Allegato 6 è apportata la seguente variazione:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M 04 "Istruzione e diritto allo studio"
P 0404 "Istruzione universitaria"
L.R. 8/1998 – Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario
+ 1.500.000,00
......
......
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 1.000.000,00
......
......
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P2003 "Altri fondi"
Titolo 1 "Spese correnti"
ART. 20, L.R. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-500.000,00
......
.....
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ritiro l'emendamento per un ordine del giorno, che poi presenterò, su cui ho parere negativo. Diversamente dalla collega Baldin, quindi, ritiro un emendamento per avere un parere negativo. Ridico perché. Abbiamo votato in quest'Aula tre ordini del giorno a mia firma, più tutti quelli a firma dei colleghi delle opposizioni. Li cito perché è importante dire, secondo me, perché si ritira un emendamento.
Il 14 dicembre 2022 il Consiglio regionale approvava un ordine del giorno, a mia prima firma, per definire ogni azione possibile, in sinergia con altre istituzioni e soggetti competenti, per garantire la borsa di studio o altro sostegno economico agli studenti idonei non beneficiari iscritti nelle università del Veneto e provenienti da situazioni di conflitto. Vi ricorderete il lavoro sugli studenti iraniani.
Il 1° agosto 2023 il Consiglio regionale approvava un ordine del giorno, a mia prima firma, dove si impegnava a individuare le risorse necessarie a coprire il numero più alto possibile di idonei non beneficiari nel prossimo assestamento di bilancio.
Nell'anno accademico 2023-2024, quello a cui si riferisce questo emendamento, abbiamo raggiunto quasi 5.000 idonei non beneficiari in tutta la regione. E ne abbiamo ancora rispetto all'impegno che avevamo preso l'anno precedente.
Io non ho più intenzione, lo dico con il cuore in mano all'assessore Calzavara, perché so che ci sta provando, e in maniera diversa all'assessore Donazzan, che ha la prima competenza di questa questione. Guardo sempre il collega Soranzo. Il tema vero è: chi ha la delega qui dentro del diritto allo studio? L'assessore Donazzan. L'assessore Donazzan dal 2022 ad oggi, nonostante gli impegni che abbiamo preso all'unanimità in questo Consiglio, non ha mai raggiunto...

PRESIDENTE

Colleghi, se volete sospendiamo una mezz'oretta e ci rivediamo tra un po'.
Collega Valdegamberi, grazie.
La seduta è sospesa.
La Seduta è sospesa alle ore 15.44
La Seduta riprende alle ore 15.45

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Dicevo che ormai non ci sto più a non vedere mantenuti gli impegni presi. Nel momento in cui io dovessi, magari domani...

PRESIDENTE

Se volete, sospendiamo la seduta. Per me non è un problema.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io non ho più voglia di vedere impegni non mantenuti. Sarebbe bellissimo domani poter dire agli studenti che, ancora una volta, dopo l'ordine del giorno del 2022 e quello del 2023, abbiamo finalmente impegnato la Giunta. Se, poi, questa cosa ogni anno si ripete, nonostante ci siano i dati, credo sia una "operazione verità" quella di dire, appunto, la verità. Nonostante si approvino qui dentro degli ordini del giorno, questi non hanno alcuna effettività nel momento in cui chi ha la delega all'istruzione in questa Regione non si occupa del diritto allo studio.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0002 è ritirato.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno.
ODG n. A0003

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "LA GIUNTA REGIONALE GARANTISCA L'EROGAZIONE DELLE BORSE DI STUDIO A TUTTI GLI STUDENTI IDONEI NON BENEFICIARI". RESPINTO

(N.d.r. ‒ Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che :
"(...) I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi" (articolo 34, comma 3 della Costituzione);
"La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso" (articolo 34, comma 4 della Costituzione);
Rilevato che :
le borse di studio sono erogate dalle Regioni e offrono un sostegno economico per affrontare il percorso di studi. L'idoneità alla borsa conferisce, altresì, il diritto all'esonero totale dalle tasse universitarie, oltre alla possibilità, nel caso degli studenti fuori sede, di fare domanda per l'assegnazione di un posto letto in una residenza universitaria a una tariffa calmierata;
nell'anno accademico 2023-2024 sono risultati idonei all'assegnazione di una borsa di studio 18.826 studenti iscritti alle università del Veneto;
a causa delle insufficienti risorse stanziate nell'anno accademico in corso, sulla base delle graduatorie pubblicate dalle università del Veneto, attualmente il 25% degli studenti idonei, circa 4.750 persone, non risulta beneficiario. Infatti, per garantire a tutti gli studenti idonei di beneficiare della borsa di studio sono necessari ulteriori 22 milioni di euro.
Evidenziato che :
negli ultimi 10 anni il Fondo Integrativo Statale finalizzato alla concessione di borse di studio ha registrato un cospicuo aumento delle risorse in dotazione, passando dai 162 milioni del 2012 ai quasi 308 milioni del 2023;
in particolare, per il biennio 2023-2024, a valere su fondi PNRR, il Governo ha stanziato, a livello nazionale, ulteriori 500 milioni, ripartiti in base al fabbisogno alle Regioni, per fare fronte alla platea dei beneficiari e al doveroso incremento della dotazione delle borse;
i fondi regionali, invece, sono rimasti sostanzialmente invariati, limitandosi al raggiungimento del 40% del co-finanziamento, limite minimo per vedersi riconosciute le risorse statali, arrivando negli ultimi 3 anni poco al di sopra della soglia di 8 milioni di euro per ciascun esercizio.
Considerato che :
quella degli studenti idonei, ma non beneficiari di borsa di studio, è una questione ricorrente, che vede ogni anno migliaia di studenti e le loro famiglie sopportare notevoli difficoltà per sostenere gli studi, rimanendo fino all'ultimo in attesa di vedersi riconosciuto il beneficio;
in particolare, nell'anno accademico 2022-2023 si è riusciti a esaurire la graduatoria degli studenti risultati idonei alla borsa di studio solamente alla fine dell'anno 2023, grazie a uno stanziamento straordinario del Governo che ha garantito la copertura di oltre 3.500 borsisti non beneficiari nella Regione del Veneto;
la mancata erogazione dei finanziamenti necessari a garantire le borse di studio per tutti gli aventi diritto pregiudica la concreta garanzia del diritto allo studio di cui all'articolo 34 della Costituzione.
Tenuto conto che :
la garanzia del diritto allo studio dipende in larga parte dall'azione (o inazione) delle Regioni, in quanto l'erogazione delle borse di studio è una competenza regionale;
il finanziamento corrisposto dalla Regione del Veneto, rispetto a quello delle Regioni contermini e con un sistema universitario simile, appare decisamente sottodimensionato;
la concreta attuazione di un diritto costituzionalmente garantito come il diritto allo studio dovrebbe essere una priorità, anche a fronte delle accorate proteste delle comunità studentesche che da anni chiedono una chiara inversione di tendenza alla Regione del Veneto.
impegna la Giunta regionale
a stanziare, con i prossimi provvedimenti di variazione o assestamento del bilancio di previsione 2024-2026, le risorse necessarie ad erogare le borse di studio a tutti gli studenti universitari idonei.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

"La scuola è libera. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso". Articolo 34 della Costituzione.
Non solo l'articolo 34 definisce un principio, l'uguaglianza delle persone, ovviamente rafforzata dall'articolo 3, e la necessità di garantire ai meritevoli, anche se privi di censo, la possibilità di studiare all'università, ma, come sempre fa la nostra bellissima Costituzione, accanto al principio enunciato c'è un impegno a cui chiama la Repubblica. La Repubblica promuove l'uguaglianza degli studenti, a prescindere dal censo.
Stiamo parlando di questo, della necessità, come istituzione, di promuovere l'uguaglianza tra le persone, a prescindere dal censo. Questo rappresentano le borse di studio per gli universitari.
Ci sono, in base alle graduatorie aggiornate delle università, 18.800 studenti idonei ad accedere alla borsa di studio in questa regione. Un dato importante che, da un lato, riflette l'impoverimento delle famiglie, che ha allargato la platea dei beneficiari, ma che in parte riflette anche la potenziale attrattività delle nostre università, che, infatti, in questi anni aumentano il numero di iscrizioni, grazie evidentemente a una proposta anche di didattica importante, nuova, innovativa.
Di fronte a questi sforzi che le università del Veneto, l'Università degli studi di Padova, l'Università di Verona, l'Università Ca' Foscari, l'Università IUAV, stanno facendo, sia sul piano della didattica, ma anche contribuendo economicamente al pagamento delle borse di studio, proprio per rendere il Veneto attrattivo dei talenti, proprio per costruire qui la classe dirigente del futuro, proprio per costruire le condizioni affinché qui si formino i veneti di domani, noi, per ricambiare il favore, cosa facciamo? Il 25% degli studenti idonei alle borse di studio in questa regione non è beneficiario di borsa. Il 25%. Uno su quattro. Non stiamo parlando di poche decine di migliaia. Uno studente su quattro non ha e non avrà, in questo momento, la possibilità di ottenere il sussidio per gli studi, pur avendone diritto.
La garanzia del diritto allo studio è competenza esclusiva delle Regioni. Giusto, collega Montanariello? Rispetto alla questione dell'autonomia. Competenza esclusiva delle Regioni. Articolo 117 della Costituzione. Sono le Regioni che hanno il dovere di garantire il diritto allo studio. Le altre Regioni lo fanno. Anche l'anno scorso, quando poi siamo riusciti a pagare le borse di studio in maniera rocambolesca, su 6.000 studenti a livello nazionale che risultavano idonei non beneficiari, oltre il 65% era Veneto. 3.500 in Veneto su meno di 6.000 a livello nazionale.
Non è un problema di oggi. Non è neppure un'emergenza, assessore Calzavara. È un dato strutturale, oggettivo, di questo bilancio. Questo Assessore all'istruzione le risorse per la formazione professionale, l'ITS Academy, le scuole paritarie private, superiori e medie, le trova. Decine di milioni per le scuole professionali. Perché ci piace la scuola che forma operai specializzati. Non ci piace la scuola che forma cittadini consapevoli. Va bene l'istituto professionale, va bene la formazione, ma non va bene la libera università. La scuola è libera. Articolo 34.
È una scelta politica. Di fronte alle enormi risorse che il bilancio regionale stanzia per l'istruzione e per il diritto allo studio, decidere di finanziare alcune scuole e non altre è una scelta politica, che non a caso caratterizza questa Regione da decenni, cioè da quando l'Assessorato all'istruzione è sempre nelle mani della stessa persona. Non è mai cambiato. Questo è l'impianto ideologico della destra che governa.
Noi chiediamo che, di fronte a 4.750 studenti meritevoli di borse di studio, la Regione faccia il suo dovere, cioè aiuti, contribuisca, sostenga le persone che, per ragioni di censo, seppur meritevoli, non possono accedere agli studi.
In questi anni il finanziamento della Regione del Veneto è sempre stato il minimo indispensabile per legge. La legge ci dice: "Volete ricevere i soldi statali? Dovete almeno mettere il 40%". Indovinate quanto ha messo la Regione del Veneto negli ultimi anni? Il 40%, non un euro in più e non un euro in meno. L'investimento politico nell'università pubblica passa anche da queste scelte.
Per l'anno accademico 2023-2024, anno in cui nella regione del Veneto il 25% degli studenti idonei non avrà la borsa di studio, ad oggi, la Regione del Veneto investe 8 milioni di euro. Sapete quanto investe l'Emilia-Romagna? 43,5 milioni. 8 milioni contro 43,5 milioni. Ma dove vogliamo andare? Con chi vogliamo competere? I ragazzi del Veneto possono essere messi nelle condizioni di una partenza così diseguale, così indietro?
Aggiungo un altro fattore. Altre Regioni hanno scelto di utilizzare i fondi europei dell'FSE+, che in questa Regione sono governati dalla stessa Assessora che governa l'istruzione, per pagare le borse di studio. È una scelta. Ce l'hanno confermato i tecnici in Commissione. Se l'assessore Donazzan dicesse: "Sapete che c'è? I 22 milioni che mancano nelle programmazioni dei prossimi anni... Anziché chiedere al povero assessore Calzavara, decido di organizzare la programmazione dell'FSE+ per dedicare un pezzetto alle borse di studio". Non l'ha fatto. Non l'ha mai fatto. I fondi FSE+ servono per la formazione degli enti privati accreditati, per le scuole private e per tante altre meravigliose cose, purché non siano le borse di studio. Dà proprio fastidio all'assessore Donazzan pagare le borse di studio.
Come la collega Ostanel, io non ho accettato la proposta di modifica dell'impegno, perché era una proposta al ribasso. Noi non siamo qua a elemosinare il milione in più o il milione in meno. Sappiamo che, se ci sarà, l'assessore Calzavara lo impegnerà nelle borse, a prescindere dal nostro ordine del giorno. Noi non stiamo chiedendo che quel 25% di idonei non beneficiari diventi il 20. Noi chiediamo, pretendiamo che nella nostra regione non esistano più studenti idonei non beneficiari. Questo è l'impegno che noi chiediamo alla Regione del Veneto e su questo impegno non siamo disposti ad alcuna mediazione.

PRESIDENTE

La collega Camani ha illustrato l'ordine del giorno. È previsto un intervento per Gruppo per le dichiarazioni di voto. Faccio parlare in questo momento il collega Lorenzoni. I colleghi Zanoni, Bigon e Montanariello si mettano d'accordo su chi parlerà per il PD.
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno della richiesta della collega Camani. Credo che questo sia un tema veramente centrale. Assessore Calzavara, se abbiamo la capacità creativa di andare a individuare risorse, usiamola veramente per quella che è. È un tema veramente critico. Il Consiglio di Amministrazione di oggi dell'Università di Padova ha deciso di innalzare la soglia di esenzione totale dalle tasse universitarie fino a 30.000 euro di ISEE. Da 13.000 fino a 30.000 (prima era 13.000, adesso è stato alzato fino a 30.000) l'esonero totale. Non solo. C'è una riduzione progressiva fino a 70.000 euro di ISEE, con quote veramente basse. E poi, a scalare, fino alla contribuzione piena, di circa 2.900 euro l'anno, per chi abbia ISEE superiore a 70.000. Per l'università questo è uno sforzo grande, perché sono risorse che vengono prese dall'attività di ricerca e messe per cercare di limare, di contenere questa difficoltà che gli studenti hanno.
Il collega diceva: vadano a Bologna a studiare. È quello che succede. Dei figli degli amici quanti sono a Bologna? Tantissimi. Bologna, Milano, all'estero. Lo dico anche da docente di UNIPD. A me dispiace, perché sono convinto che la nostra didattica sia, forse, anche superiore rispetto a molte università che sono fuori dalla nostra regione. Però questo aspetto economico conta. Conta eccome.
Il mio è un appello accorato perché si cerchi di ovviare a questo drenaggio continuo dei nostri ragazzi più giovani. È curioso. Nel documento che oggi l'Università di Padova, a valle del Consiglio di amministrazione, ha messo a disposizione, si dà anche il dato sulla tassa regionale per il diritto allo studio. È curioso che la tassa regionale, di fatto, sia inalterata, indipendentemente dal livello dell'ISEE. Sono 140 euro con ISEE fino a 15.000, anziché 186. C'è una riduzione molto modesta. È curioso che chi ha l'esenzione debba comunque pagare la tassa regionale per il diritto allo studio. Sembra una presa in giro.
Assessore Calzavara, l'appello che le faccio è: si sieda intorno a un tavolo con l'assessore Donazzan e parlatene. Questo, al di là dei posizionamenti politici che vogliamo portare, è veramente un tema di debolezza del nostro territorio. Pensiamoci. Penso che una soluzione si possa trovare. La capacità di dare risposte, secondo me, dell'Amministrazione di questa Regione è elevatissima. Usiamo questa capacità per dare risposte. Credetemi, è un tema che alle famiglie del Veneto pesa.
Oggi l'Università di Padova si è veramente industriata. Io non pensavo si arrivasse fino a 30.000 euro per l'esenzione totale. Significa uno sforzo importante. Il Direttore generale più volte mi ha detto: "Stiamo facendo l'impossibile. Togliamo fondi alla ricerca per darli agli studenti e per cercare di trattenerli". Diamo una mano a questo sforzo perché le Istituzioni devono lavorare insieme. Non è che una lavora, si svena e l'altra si gira dall'altra parte. Non funziona così.
Al di là di sostenere l'ordine del giorno, che è un aspetto importante, l'appello che io faccio, assessore Calzavara, è di mettersi intorno a un tavolo con l'assessore Donazzan. Parlatene perché è una risposta attesa da molte delle famiglie del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Zanoni.
Dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, intervengo per dichiarazione di voto su questo ordine del giorno a prima firma della collega Camani, ma sottoscritto da tutti i colleghi del Gruppo del Partito Democratico, perché, devo dire la verità, sono abbastanza meravigliato del fatto che siamo costretti a depositare degli ordini del giorno simili perché la Giunta non pensa a mettere le cifre necessarie per questa che è una delle attività, a mio avviso, più importanti per il futuro della nostra Regione.
Se non riusciamo a investire nel futuro, a investire nei nostri giovani, nella loro preparazione, nella nuova generazione che verrà, che avrà bisogno sicuramente di conoscenze molto importanti, visto che il futuro che ci aspetta sarà molto diverso da molti punti di vista rispetto all'attuale, in termini di lavoro, di produzione di energia, di trasporti, visto che si va verso quella che è l'economia circolare, che è l'unica strada utile per non soccombere visto quello che sta accadendo ai cambiamenti climatici, non ci fosse bisogno di fare un ordine del giorno, perché dovrebbero esserci già le cifre necessarie per questo tipo di attività.
Sappiamo che ci sono moltissimi giovani che avrebbero bisogno e necessità di avere questi fondi. Quello che meraviglia ancora di più è quello al quale andiamo a collegarlo, cioè il progetto di legge sulla variazione di bilancio, 14 milioni.
Basterebbe che, come ha ricordato prima la collega, andassimo a pretendere quello che ci spetta – è stato citato anche prima dall'assessore Calzavara – ovvero i soldi della Pedemontana veneta. Mi riferisco, in particolare, ai 20 milioni di IVA versata indebitamente dalla Regione al privato, che non ci ha mai restituito, e agli 1,8 milioni di euro che potremmo recuperare dalle sanzioni per i ritardi della Pedemontana.
Non siamo noi a suggerire queste cose, ma è la stessa Corte dei conti che, a maggio dello scorso anno, ha detto in maniera esplicita: "Fatevi dare questi soldi che vi spettano". Mancano veramente questi soldi oppure non chiediamo a chi dovrebbe dare il dovuto, usando due pesi e due misure?
Tra l'altro, colleghi, avete mai provato voi a sbagliarmi di qualche centesimo nel versamento del bollo dell'auto? In maniera molto solerte, la Regione ti risponde, manda la cartolina, e chiede anche il centesimo di interessi. Qui abbiamo un privato che dovrebbe darci 20 milioni, abbiamo un privato che potevamo sanzionare grazie alle sanzioni previste dalla convenzione sottoscritta da Regione e privato a 25.000 euro ogni mese di ritardo, eppure le sanzioni non le abbiamo previste, non le abbiamo emesse, non le abbiamo pretese. A mio avviso, è grave questa cosa.

PRESIDENTE

Stiamo sull'argomento, se è possibile, grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, certo.
È un bilancio dei veneti, una revisione per tutti i cittadini veneti. Come detto prima, sarebbe bene poterne discutere a fondo, magari anche con il Presidente della Regione, che è sempre presente a destra e a manca, magari va al Vinitaly, ma non trova il tempo di venire qua in Consiglio. È grave questa cosa, colleghi. Il Presidente va al Vinitaly, ma non viene qua in Consiglio regionale, dove dovrebbe sedere, perché lì c'è un posto, c'è sempre l'elenco delle firme dove c'è scritto che lui non c'è. Insomma, al Vinitaly non c'è mica il registro dove uno si annota, perché deve partecipare. Qui che è prevista la sua presenza non c'è, ma al Vinitaly è sempre presente.
Non so se gli interessi dei cittadini veneti, dei 5.000.000 di cittadini veneti, li fai meglio qui in Consiglio regionale o, meglio, a Verona, una volta ogni anno, al Vinitaly. Questo è un bel problema.

PRESIDENTE

Il problema è che lei deve parlare sull'ordine del giorno, collega Zanoni. È in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lei sa benissimo...
PRESIDENTE
Io so benissimo che lei sta parlando di altro in questo momento, quindi veda lei.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Le spiego. Questo ordine del giorno è collegato a un progetto di legge, che il nostro Presidente dovrà firmare prima che venga pubblicato sul BUR.

PRESIDENTE

No. Lei sta parlando su un ordine del giorno specifico, firmato anche da lei. O parla di quello che lei ha firmato o le tolgo la parola. È semplice.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Continuo dicendo che questo è un ordine del giorno importantissimo, ma che doveva essere qualcosa di più concreto di un ordine del giorno, perché adesso magari per darci il contentino lo approvate o magarli lo bocciate pure, ma la sostanza è che questi giovani, che hanno diritto a queste borse di studio, hanno bisogno di fondi. Hanno bisogno di fondi che, ancor prima che in una variazione di bilancio, dovrebbero essere contenuti nel bilancio.
Naturalmente, il nostro è un voto favorevole. L'augurio è che venga approvato dall'Aula. Se viene approvato, chiedo che ne venga dato corso dopo, perché abbiamo visto, nel tempo, almeno per chi ha visto più ordini del giorno approvati, che non sempre un ordine del giorno poi trova seguito.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0004

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "LA GIUNTA FINANZI TUTTE LE BORSE DI STUDIO DEGLI IDONEI NON BENEFICIARI, ANCHE INTERLOQUENDO CON IL GOVERNO PER QUANTO DI SUA COMPETENZA". RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- l'articolo 1 della L.R. 8 del 1998 prevede che «In attuazione degli articoli 3 e 34 della Costituzione ed in conformità ai principi dettati dalla legge 2 dicembre 1991, n. 390, la Regione del Veneto disciplina l'attuazione del diritto allo studio al fine di garantire, nell'ambito delle proprie competenze, l'accesso e la frequenza ai corsi universitari e post-universitari a studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi»;
- secondo l'Istat il dato relativo all'attrattività delle università del Veneto, calcolato con il rapporto tra saldo migratorio degli studenti ed il totale degli immatricolati (%), per l'anno 2020 presenta un saldo negativo con -15,27%, collocandosi al dodicesimo posto tra le regioni d'Italia, conseguenza anche della mancanza di investimenti della Regione su borse di studio e servizi agli studenti quali gli alloggi;
Considerato che:
- il 14 dicembre 2022 il Consiglio regionale approvava un ordine del giorno a prima firma della scrivente che impegnava la Giunta «a definire ogni azione possibile, in sinergia con le altre istituzioni e i soggetti competenti, per garantire la borsa di studio o altro sostegno economico per gli studenti idonei non beneficiari iscritti alle università del Veneto provenienti da Paesi che si trovano in situazioni di conflitto»;
- il 1° agosto 2023 il Consiglio regionale approvava un ordine del giorno a prima firma della scrivente che impegnava la Giunta «ad individuare [...] le risorse necessario a coprire il più alto numero possibile di idonei non beneficiari nel prossimo assestamento di bilancio»;
- anche per l'anno accademico 2023/2024 migliaia di studenti non hanno ricevuto la borsa di studio, pur avendo tutti i requisiti necessari, a causa dei mancati investimenti della Giunta regionale e del Governo;
- solo all'Università degli Studi di Padova risultano essere più di 2.400 gli idonei non beneficiari, con una situazione che è altrettanto grave in tutti gli atenei della Regione.
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi per quanto di sua competenza per arrivare alla totale copertura delle borse di studio per tutti gli idonei non beneficiari entro il prossimo assestamento di bilancio, anche interloquendo con il Governo per velocizzare quanto di sua competenza.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La collega Camani citava la Costituzione, io cito Mattarella, che dice: "Affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi, il cui diritto allo studio incontra, nei fatti, degli ostacoli, a cominciare dai costi di alloggio nelle grandi città universitarie, improponibili per la maggior parte delle famiglie". Lo spiega meglio, lo spiega più facile.
Il tema vero oggi, e il motivo per cui questo ordine del giorno è stato scritto con la parola "tutti", è che non possiamo più permetterci di dire alle famiglie venete, che sono 4.750, che qui dentro approviamo degli impegni che, se vengono presi, vengono presi troppo tardi, cioè a distanza di un anno o un anno e mezzo, quando questi costi, di cui parla Mattarella, sono ormai troppo esosi per continuare a sostenerli.
È un ordine del giorno su cui anch'io ho deciso di non accettare la proposta di inserire "nel limite delle risorse disponibili", come avevo fatto nel 2022, perché credo non sia giusto non dire la verità a chi sta fuori di qui, cioè dire che noi paghiamo in questo momento, decidiamo di variare un bilancio per un ritardo del Governo, perché è quello che sta accadendo, indipendentemente da come andrà la riunione di oggi, ma non decidiamo, invece, di spostare quei fondi per una delle emergenze che questa Regione ha ed è ormai acclamata e chiara.
Secondo me, questo è il tema che sta alla base di questo ordine del giorno: la scelta di priorità. I fondi FSC, da cui dobbiamo sbloccare un cofinanziamento per i fondi europei in ritardo dal Governo, meritano una variazione di bilancio. Gli studenti, che stanno aspettando la borsa da quasi un anno, e sono 4.750, oggi non hanno nemmeno il diritto, non valgono nemmeno lo spostamento di un minimo di quella variazione.
Su questo principio, che vengono prima altre priorità rispetto a quelle che invece fanno sì che il diritto allo studio non sia riconosciuto in questa Regione, non sono d'accordo e non sono d'accordo nemmeno a sventolare un ordine del giorno con scritto "nel limite delle risorse disponibili". Nei fatti, sono due anni che ci provo, 2022 e 2023. Adesso siamo nel 2024 e non posso più fidarmi.
Spero davvero che un giorno chi ha la delega alle politiche universitarie e all'educazione di questa Regione capisca che il problema, invece, è reale e che va preso in carico.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono stata a Rovigo e ho parlato con alcuni ragazzi universitari di Rovigo, così come sono stata a Verona in una manifestazione e ho parlato con loro per quanto riguarda le loro difficoltà.
Premesso che Rovigo, anche solo per raggiungerla dalla città di Verona ci si mette un bel po', perché abbiamo anche delle linee ferroviarie su cui bisognerebbe mettere mano I ragazzi ci impiegano circa due ore; quindi, sono anche costretti a trovare un alloggio, che non trovano in altra città spesso, e parlavo di Verona in questo caso.
Hanno fatto un'indagine gli universitari all'interno delle proprie sedi. È emerso che, a seguito anche della pandemia, dove sono rimasti collegati al proprio computer per circa due anni, uno studente su due soffre di ansia o depressione. Abbiamo quindi approfondito il tema relativo alle difficoltà che stanno vivendo. Alcuni mi dicevano che qualche difficoltà riguarda la loro situazione economica, situazione economica che deriva da due fatti principali. Uno è il potere d'acquisto che abbiamo visto negli ultimi anni diminuire dello stipendio della propria famiglia. Abbiamo in Veneto una media di 1.400 euro per padre o madre che lavora per otto ore di lavoro e quindi è una difficoltà anche oggettiva, che è diventata ancora più difficile, il mantenimento del proprio figlio all'interno delle università, università che, comunque, costano. E costano per il trasporto, per l'alloggio, per i libri, per l'iscrizione. Questi ragazzi, quei 4.700 ragazzi del Veneto, che avrebbero diritto ad avere l'assegnazione di questa borsa e che non la hanno, pensate che difficoltà maggiori che hanno.
Questi ragazzi con cui parlavo non rientravano tra i beneficiari, alcuni, ma nonostante questo avevano questa difficoltà, perché hanno dovuto scegliere un'università all'interno della propria città proprio per evitare costi superiori e hanno scelto determinate facoltà che magari non erano nei loro sogni da realizzare per il proprio futuro.
Dite che il Veneto è eccellente. Lo stesso Presidente dice sempre: "Noi non mettiamo le mani nelle tasche dei veneti. Prima i veneti, sempre prima i veneti, perché i veneti sono i migliori. Non dobbiamo toccarli". Certo. I veneti pagano e non c'è bisogno che mettiate le mani nelle tasche del Veneto come Regione, perché di fatto già ce la mettono loro la mano e la mettono nel momento in cui vanno a pagarsi una visita e la mettono anche nel momento in cui, ovviamente, devono mandare i propri figli a scuola.
Un atto di dignità questo Veneto io credo lo possa fare e deve valutare, inoltre, come parte politica, la propria priorità. La priorità sta anche nel garantire lo studio a questi ragazzi, che, ripeto, vivono determinate difficoltà, a seguito, ovviamente, anche della pandemia. Qui siamo tutti grandi e capiamo che l'adolescenza, non perché lo diciamo noi o lo dicono gli altri, non dura più fino a 18 anni, dura fino a 25 anni, con tutte le difficoltà che conseguono. Se in più mettiamo questi ragazzi in difficoltà all'interno delle proprie famiglie, anche economiche, credo che aumentiamo il loro disagio. Credo che una responsabilità del genere in Veneto non la dovremmo avere, eppure c'è.
Votiamo, quindi, a favore di questo ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In questi mesi sto ascoltando e leggendo molte dichiarazioni di componenti di partiti di centrodestra, che si strappano le vesti di fronte a direttive, come, per esempio, quella della Casa green e dicono "chi pagherà? Le famiglie con redditi medi e bassi come faranno a pagare gli adeguamenti di Casa green?".
A parte che – spoiler ‒ sarà il Governo a decidere come e quanto aiutare le famiglie con reddito medio-basso, il principio è che questa coerenza, questa preoccupazione che voi dimostrate nei confronti delle famiglie con redditi medi e bassi o a rischio povertà non si deve tradurre soltanto nei comizi elettorali, ma si traduce qui, in queste scelte, nelle scelte che in questi anni non avete fatto, ossia fare quello che in questo caso la norma richiede, che la Regione del Veneto garantisca le risorse per pagare le borse di studio e garantire un alloggio agli studenti che devono essere beneficiari, perché rientrano all'interno di determinati parametri, perché hanno necessità e la loro famiglia non riesce a permettere loro l'accesso all'istruzione universitaria al pari degli altri.
Come ci veniva ricordato, sono cittadini giovani che non vivono nelle grandi città, ma vivono nelle aree più rurali o nelle zone montane. Di fronte a questo, sarebbe un atto di coraggio non soltanto strapparvi le vesti per i cittadini con redditi medio-bassi nel momento in cui c'è da fare un dibattito in tv, ma nel momento in cui c'è da decidere le nostre priorità.
Non mi sembra di avervi visto strapparvi le vesti oppure temporeggiare nel momento in cui c'erano da approvare piani di altri livelli, progetti di altri interessi, magari di altra natura, e non della semplice cittadinanza con un reddito medio-basso.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0005

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "INVESTIMENTO SULLE BORSE PER LO STUDIO UNIVERSITARIO E LA MOBILITÀ DEGLI STUDENTI" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Variazione al bilancio di previsione 2024-2026 della Regione del Veneto". (Progetto di legge n. 252) APPROVATO (Deliberazione n. 31/2024)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- con il decreto n. 360 del 19.3.2024 il capo della Direzione Formazione e istruzione assegnava tutte le risorse integrative presenti nel bilancio della Regione Veneto 2024/2026 - approvato con legge n. 32/2023 - pari a € 6.201.830,93;
- nel medesimo atto venivano disposti tanto l'impegno quanto la liquidazione dei precisi importi alle singole Università e ai singoli ESU;
- al provvedimento veniva apposto il visto di regolarità contabile dal capo della Direzione Ragioneria e bilancio e le borse 2024 sono in pagamento;
- il numero degli studenti aventi diritto alle borse non effettivamente beneficiari della liquidazione della stessa ha raggiunto il numero record di oltre 5000 unità;
Considerato che:
- il diritto alla formazione universitaria è fondamentale per dare attraverso i giovani e le giovani al Veneto, nel breve periodo, una cittadinanza attiva e una forza lavoro versatile e innovativa;
- il diritto alla formazione universitaria incide, nel medio periodo, sulla qualità e sulla specializzazione della ricerca scientifica.
Tutto quanto sopra premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
a reperire negli anni sempre più risorse per garantire soddisfazione alle richieste degli studenti in termini di borse di studio.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Preso atto della situazione carenza borse di studio, carenza risorse, con questo ordine del giorno si chiede – mi rivolgo all'assessore Calzavara, in assenza dell'assessore Donazzan, purtroppo l'assessore Calzavara ha il vizio di essere sempre presente – alla Giunta di reperire negli anni sempre più risorse per soddisfare le richieste degli studenti in termini di borse di studio. Quello che è stato fatto fino ad oggi non è sufficiente a coprire tutte le richieste. Abbiamo sentito che servirebbero più di 20 milioni di euro per garantire tutte le borse di studio agli idonei non beneficiari, ma, essendo un problema di carattere, penso, peculiare e prioritario per la nostra Regione, è necessario fare di più. Quindi, nel caso in cui si rendessero disponibili più risorse, metterle prioritariamente proprio per le borse di studio negli anni a venire.
Credo di avere parere favorevole a questo ordine del giorno, quindi ringrazio l'assessore Calzavara.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie.
Intervengo per confermare il parere favorevole a questo ordine del giorno, perché credo testimoni la totale sensibilità di questo Consiglio regionale rispetto a questi temi.
È chiaro che dopo si pongono in maniera diversa. Noi pensiamo e crediamo di essere ancora delle persone serie e quindi, se ci prendiamo un impegno, quell'impegno poi deve essere mantenuto nei tempi, nei modi e nelle disponibilità che attualmente la Regione nel proprio bilancio ha. Abbiamo ritenuto, quindi, non credibile ad oggi la possibilità di erogare tutte le borse di studio, ma di far sì che tutte le risorse disponibili o il maggior numero di risorse disponibili, così come è stato nel corso del 2023, possano essere messe a disposizione per cercare di andare il più vicino possibile alla piena soddisfazione di tutti gli aventi diritto e gli idonei non beneficiari.
Questo necessariamente lo dovremmo vedere nel corso dei prossimi mesi, interloquendo con il Governo. Vi ricordo che il ministro Bernini, durante l'inaugurazione dell'anno accademico di Ca' Foscari, un paio di mesi fa, ha annunciato l'ampliamento del Fondo nazionale da 17 a 34 milioni di euro. Si tratta di capire se con questi 34 milioni di euro rispetto a una platea che si è ampliata riusciremo a mantenere quel plafond della Regione che ci ha permesso l'anno scorso, anche con un po' di fantasia nella parte conclusiva dell'anno, di soddisfare tutti gli idonei non beneficiari dell'anno 2022-2023. L'obiettivo rimane lo stesso, compatibilmente, ripeto, con le risorse, e quindi l'impegno da qui a fine anno è pieno.
Intervengo adesso perché poi magari ci sarà la dichiarazione di voto per quanto riguarda il provvedimento che andrete ad approvare. Chiaramente auspicavo una discussione meno ampia, viste le dimensioni della variazione di bilancio, però capisco anche che momenti come questi, tra l'altro in pieno periodo elettorale, diventino motivo di confronto che esce dall'ambito strettamente tecnico e se ne fa anche una questione di contrapposizione e di visioni diverse del Governo di questo Paese.
Durante le approvazioni, in tutta Italia, mi pare, in diciassette Regioni in Italia, credo che tutti i Presidenti abbiano, in qualche modo, cercato di creare il massimo valore rispetto a questa novità che c'è stata rispetto alla precedente programmazione, dove non c'era questo utilizzo diretto delle Regioni. Questa impostazione fatta dal Governo Meloni e portata avanti dal ministro Fitto ha generato inevitabilmente anche una discussione importante, ma credo che, attraverso questa programmazione, si andranno a centrare degli obiettivi di crescita, di coesione di questo Paese, magari migliorando le risorse utilizzate nella precedente programmazione.
Dico questo perché ogni Regione ha cercato di enfatizzare. Non ho ricordi del presidente Bonaccini su un sottoscala a Bologna a firmare, insieme con la presidente Meloni. Mi pare che anche lui abbia fatto lo show, come è giusto che sia, come ogni Presidente è giusto che faccia, perché è un risultato importante per tutte le Amministrazioni regionali portare a casa delle risorse per il proprio territorio, enfatizzarle e cercare di dimostrare come un dialogo costante con il Governo possa creare le migliori condizioni per la crescita in gran parte di queste risorse che sono finalizzate ad investimenti.
Vedremo cosa accadrà nel corso delle prossime settimane. Vi confermo che non dopo quarantacinque minuti, ma dopo qualche minuto in più, il CIPESS ha approvato la delibera che riguarda il Veneto, quindi oggi possiamo essere un po' più tranquilli, ma nelle modalità di attuazione di questo provvedimento che vedrà, ripeto, una costante interlocuzione tra il Veneto e il Governo, c'è anche la consapevolezza che molto probabilmente quella scorta di risorse che la Regione ha fatto in termini di cassa e che oggi sarà un anticipatore di cassa rispetto alle risorse del Governo centrale, questa anticipazione di cassa, questa disponibilità che abbiamo ci permetterà di utilizzare al massimo le risorse.
Credo che a livello centrale qualche problema, che non deriva da questo Governo, ma deriva dagli ultimi, non so quanti Governi che si sono succeduti nel corso degli anni, ha inevitabilmente creato dei problemi non di competenza, ma di cassa e che inevitabilmente farà sì che le Regioni che hanno la possibilità di avere cassa al proprio interno possano diventare l'elemento di anticipazione e di attuazione nei tempi e nei modi che questo programma prevede.
Io non ho la dote della preveggenza, cerco di capire quello che sta succedendo, cercando di guardare le cose con ottimismo. Naturalmente, uno pensa che le cose vadano bene, uno si augura che le cose vadano male. Sono due approcci diversi. Chiaramente, se le cose vanno male in Pedemontana, per una parte legittima dell'emiciclo della Regione, è l'elemento di contrasto di presentazione dei conti alla fine di un percorso durato quindici anni.
Noi crediamo, invece, che le cose andranno bene, perché ci sono dati confortanti, che però devono essere confermati dalla piena apertura della Pedemontana. Alcuni segnali di spostamento di traffico, ad esempio, da Tarvisio verso Milano, utilizzando la Pedemontana, si stanno già verificando, che forse non erano previsti all'interno del Piano del traffico, a sostegno del Piano economico-finanziario.
Io spero che voi facciate finta di non capire, altrimenti mi preoccupo. Far finta di non capire fa parte del gioco delle parti. Il Piano economico-finanziario indica in maniera chiara qual è l'apporto della Regione per arrivare al pareggio di bilancio. Ci sono delle cifre iscritte lì che sono chiarissime, ogni anno diminuiscono nel corso dei prossimi otto-nove anni, fino ad arrivare al pareggio di bilancio e quindi a far sì che il canone di disponibilità venga coperto dalle entrate che speriamo addirittura possano essere maggiori di quelle previste.
Dall'altra parte, c'è il percorso conclusivo di un'opera così grande, probabilmente, al di là del MOSE, è la più grande opera pubblica realizzata nel Veneto negli ultimi vent'anni, che inevitabilmente ha delle code conclusive dal punto di vista della semplice contabilità dei lavori e degli inevitabili contenziosi che ci saranno alla fine di un percorso così complesso che deve trovare una Regione, capace di contestare le cose che non vanno, dall'altra di avere la capacità di mediare per cercare di chiudere un percorso che ci permetta di avere la garanzia dei costi effettivi di quest'opera e di concentrarsi sul vero lavoro della Regione, che sarà quello di creare le migliori condizioni per un'implementazione di traffico anche attraverso operazioni tariffarie che potrebbero facilitare l'aumento del traffico stesso.
Sono ormai tre o quattro anni che faccio l'Assessore, non da sempre, insomma, facevo altre cose nella vita. Dopo tre o quattro anni che vedo i bilanci posso dire che i bilanci li valuta la Corte dei conti nella loro correttezza e rispetto dei tempi e, in alcuni casi, cercando di mettere in evidenza anche alcune cose che funzionano.
Vi ricordo che normalmente la Corte dei conti mette in evidenza come la Regione del Veneto è, ad esempio, tra le Regioni più virtuose nei pagamenti nella pubblica amministrazione. Questo è un elemento che serve ai cittadini, perché sono soldi che la Regione ha e che immediatamente vengono immessi nel sistema.
C'è un altro sistema esterno a quello della pubblica amministrazione, Fitch Ratings, che dà una valutazione sempre massima di quello che è il bilancio della Regione del Veneto, dimostrando la qualità di questo percorso, dimostrando la capacità di dare risposte al territorio. Da questo punto di vista, è un ulteriore elemento di garanzia per tutti.
E poi c'è l'ultimo passaggio, che è il bilancio dei cittadini. Il bilancio dei cittadini lo si vede ogni cinque anni quando si va al voto. È lì il momento in cui si pesa se tutto quello che si è fatto è stato apprezzato o meno. Ho la strana sensazione che se andassimo al voto nel 2025 e nel 2026, con il quarto mandato del presidente Zaia, non saremmo molto distanti dal successo avuto nel 2020. Vuol dire che i cittadini apprezzano il modo di governare questa Regione, apprezzano l'attenzione nel rapporto tra la spesa e la tassazione che c'è e le risposte che vengono date sono coerenti alle aspettative dei cittadini.
Poi, si può fare sempre meglio. Questo non è il bilancio perfetto e noi non siamo la Regione perfetta. Credo, però, che questi tre elementi, Corte dei conti nella garanzia del percorso amministrativo, Fitch Ratings ai massimi livelli, quasi a livello dello Stato nazionale, non possiamo essere superiori perché non può una Regione essere superiore allo Stato, e consenso dei cittadini, rappresentino quel percorso che ci permette di continuare a fare iniziative come queste, che sono anche faticose. Sarebbe stato più semplice far finta di niente e cercare di non dare quelle risposte che i cittadini si aspettano.
Vi do soltanto un dato, che oggi non è emerso, ma credo che sia altrettanto importante per darvi le dimensioni. Questi 14 milioni che troviamo e che servono a dare attuazione al programma comunitario, hanno un ritorno sul territorio di 80 milioni di euro. Noi non possiamo fermare 14 milioni e perderne 80. Siccome pensiamo che i cittadini si aspettino quegli 80 milioni, dobbiamo creare le migliori condizioni, con degli sforzi, anche discutendo e sentendosi dire che magari non sia sufficientemente intelligente per capire alcuni percorsi, ma è il sacrificio che dobbiamo fare per garantire ai nostri cittadini di avere quelle risorse per continuare ad avere un Veneto che continui a correre più e meglio di altri.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Torno sull'argomento di cui stiamo discutendo, cioè l'ordine del giorno della collega Baldin. Però, era interessante quello che doveva dire l'Assessore, quindi l'abbiamo ascoltato con interesse. Io non lo so, Assessore – sto sulle borse di studio, sul resto magari le replico nella dichiarazione di voto –, so se sia condivisa dal Consiglio regionale una sensibilità per il problema delle borse di studio non date agli idonei non beneficiari, certamente non è una sensibilità condivisa con l'assessore Donazzan. Questo è un dato di fatto ed è un problema politico perché, quando si fa il bilancio di previsione e si assegnano le risorse – lei lo sa meglio di me – ogni Assessore indica le questioni rispetto alle quali non si può transigere. E il fatto che noi oggi siamo così indietro rispetto ai bisogni è un punto politico cruciale.
Io non lo so cosa abbia detto la ministra Bernini all'apertura dell'anno accademico, ma è impensabile che una Regione importante come il Veneto possa decidere o affidare il soddisfacimento di un diritto universale sancito dalla Costituzione sulla base delle dichiarazioni della Ministra all'apertura dell'anno accademico. Serve qualcosa in più. Serve un segnale maggiore. È per questo che non abbiamo voluto accettare la mediazione sugli ordini del giorno precedenti.
A questo ordine del giorno, sul quale, per carità, voteremo a favore, riconosciamo un limite di fondo, che è il classico ordine del giorno rispetto al quale si dice di sì, perché tanto dire di no non crea nessun problema, ma che non è sufficientemente incisivo rispetto alla necessità, che non è quella di allargare leggermente la platea degli idonei non beneficiari. E torno alla questione cruciale: è o non è una priorità per la Regione del Veneto garantire a tutti gli studenti idonei la borsa di studio a cui hanno diritto, rispetto ad una competenza esclusivamente regionale? O sì o no. Poi, lei mi può dire che quei 22 milioni non li mette lei, perché glieli dà la ministra Bernini, perché l'assessore Donazzan si converte – lei sì magari ‒ sotto la spinta della campagna elettorale, che succede il miracolo, che lei scopre come si stampano i soldi. Il come lo trova lei. Però, qua dobbiamo decidere se non la sensibilità, ma la volontà del Consiglio regionale è netta sulla questione degli idonei non beneficiari.
Aggiungo un elemento non irrilevante, Assessore: il tempo, il fattore tempo, che è anche all'oggetto della nostra variazione di bilancio. Se io sono uno studente idoneo e mi iscrivo all'anno accademico 2023-2024, partecipo al bando di assegnazione per le borse a settembre e nel frattempo devo pagare le tasse universitarie, se non sono esente, se sono uno studente fuori sede devo trovare una casa dove andare a stare, se sono uno studente pendolare pagarmi l'abbonamento per il treno o per l'autobus per arrivare all'università, devo acquistare i libri per studiare, io su quei 300-400 euro al mese di borsa di studio conto per pagarmi l'abbonamento dell'autobus o del treno, o per comprare i libri di testo. Quindi, mi trovo in difficoltà se lei i 400 euro al mese, anziché darmeli quando inizio le lezioni, me li dà, come abbiamo fatto l'anno scorso, alla fine dell'anno successivo. D'altronde, è vero che abbiamo pagato tutte le borse dell'anno accademico 2022-2023, ma le ultime le abbiamo pagate a dicembre 2023. Quindi, o io ho una famiglia che è in grado di anticiparmi in qualche modo le risorse che a me servono per pagarmi l'abbonamento del treno per andare all'università, sperando che poi la ministra Bernini e l'assessore Donazzan si mettano una mano sulla coscienza e mi rimborsino un sussidio a cui avevo diritto, oppure io all'università non posso andare, oppure, come hanno fatto tantissimi studenti l'anno scorso che alla fine hanno ottenuto la borsa di studio, devo andare a lavorare. E se io devo andare a lavorare – non entro nel grande tema di quanto e come sono pagati i giovani che lavorano –, se io devo andare a lavorare a tempo pieno perché mi devo pagare l'affitto o anticipare i soldi dell'affitto e dell'autobus, è chiaro che la possibilità che ho di dedicarmi al percorso universitario si riduce. Dunque, si introduce una discriminazione tra chi può soltanto studiare e chi deve lavorare per potersi mantenere agli studi, perché non gli viene garantito un diritto.
Al netto del fatto che la Regione del Veneto è la Regione in Italia con la soglia ISPE più bassa, perché il Veneto è l'unica Regione in Italia in cui per accedere alla borsa di studio devi avere un ISPE inferiore ai 30.000 euro. In tutte le altre Regioni questo limite è alzato a 40.000, 45.000 o 50.000 euro. Quindi, cari amici di Fratelli d'Italia, che esprimete da anni l'Assessore all'istruzione, già qua avete ristretto la base: solo chi veramente ha dati di reddito e di patrimonio bassi può essere idoneo. I cittadini non veneti che studiano fuori dal Veneto o i cittadini veneti che vanno a studiare altrove, a parità di condizione, qua non accedono alla borsa, a Bologna sì, perché il reddito ISPE è molto più alto, per esempio. Il collega Lorenzoni ha citato altri dettagli della normativa che rendono già più difficile in Veneto che nelle altre Regioni essere idonei non beneficiari.
Io mi iscrivo all'anno accademico, partecipo alla prima graduatoria, non sono beneficiaria, e passa ottobre, novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo, sei mesi. Dopo sei mesi, ho la seconda graduatoria, cioè di quelli che non l'avevano presa prima e la possono prendere. Anche lì mi dite che sono idoneo ma non beneficiario. E io aspetto la ministra Bernini, e io aspetto l'assessore Donazzan, e io aspetto l'assestamento di bilancio, e nel frattempo passa aprile, maggio, giugno, luglio per l'assestamento, agosto, settembre e ottobre per la variazione di bilancio, l'anno scorso novembre per il decreto del Governo. Stiamo parlando di borse di studio che mediamente per uno studente fuori sede sono di 900 euro al mese, per uno studente pendolare di 700 euro al mese, ma per uno studente né fuori sede, né pendolare, ma semplicemente meritevole con difficoltà di 400 euro al mese. Neanche i libri di testo. Non stiamo parlando di cifre che cambiano la vita della gente, stiamo parlando di cifre che danno un supporto a chi non può permettersi, un ISEE inferiore a 15.000 euro.
Assessore, il fattore tempo è un fattore determinante. Ecco perché non ci possiamo accontentare ‒ e concludo ‒ di un impegno generico a reperire sempre più risorse, perché è chiaro che reperirle all'ultimo, come abbiamo fatto negli ultimi anni, non è detto che risolva il problema. Adesso vorrò vedere, quando mai reperiremo ulteriori risorse, quanti saranno gli studenti idonei non beneficiari che hanno dovuto ritirarsi dagli studi, perché se ce ne sarà anche solo uno, assessore Calzavara, saremo davvero responsabili. Se ci sarà anche solo uno studente o una studentessa costretta, poiché non ha ottenuto la borsa a cui aveva diritto nei tempi giusti, a rinunciare all'università, siccome qua dentro in tanti abbiamo fatto l'università e sappiamo la fatica che si fa e quanto si pesa sulle famiglie per studiare, se anche uno solo sarà costretto a ritirarsi perché non ha ottenuto o non ha ottenuto in tempo la borsa di studio a cui era idoneo, io penso che dobbiamo sentirci tutti responsabili.
Voteremo favorevolmente all'impegno di reperire negli anni sempre più risorse, ci mancherebbe, grazie, anzi, alla collega Baldin per averlo presentato, ma siamo in una condizione in cui questo impegno è il minimo indispensabile per cominciare a discutere di borse di studio, di diritto allo studio e di futuro delle ragazze e dei ragazzi in questa Regione.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Faccio anch'io un intervento unico sull'ordine del giorno e sul provvedimento. Assessore Calzavara, lei prima diceva che sblocchiamo questi fondi per avere una ricaduta di 80 milioni di euro. Facendo un rapido calcolo, gli studenti idonei ma non beneficiari, che sono quasi 5.000, anche solo cercando di capire quanto questi ragazzi una volta laureati, facendo una media, possano ridare a questo territorio per arrivare a 80 milioni sono 16.000 euro l'uno. Secondo me, quando parliamo di risorse per le imprese riusciamo a vedere l'impatto, anche perché forse è più facile misurarlo, ma io cercherei di ragionare, attraverso un pensiero un po' diverso, ad una domanda un po' diversa da questa, e cioè dire: tutti quei ragazzi a cui noi contribuiamo, perché ne hanno diritto e non perché ci piacciono di default, con la borsa di studio quanto ci ridanno nel momento in cui un giovane laureato, che magari ha svolto un corso particolare all'interno di una università, come quella di Padova, che è una delle più eccellenti, entra nel sistema produttivo veneto e dà la propria competenza a un'impresa? Come calcoliamo questo capitale, che lo chiamano umano, ma che sicuramente vale di più o almeno uguale di quegli 80 milioni di euro di cui lei parla? Bisogna fare un ragionamento, quando si parla di rapporto costi-benefici, anche un po' più complesso quando parliamo di diritto allo studio.
Io voterò a favore dell'ordine del giorno della collega Baldin, anche se abbiamo un'impostazione diversa, perché probabilmente la collega Baldin oggi si sente di fidarsi, come mi sono fidata io l'anno scorso, di approvare un ordine del giorno e dire che ci saranno delle risorse in più, che pian piano faranno sì che raggiungeremo un obiettivo. Il tema è che, se noi raggiungiamo quell'obiettivo, come l'anno scorso, a dicembre, io so che sarà troppo tardi. Lo so perché lo vedo. Lo vedo con gli studenti che ho di fronte nel momento in cui le loro famiglie devono sborsare circa 2.000 euro per la tassa, minimo 500 euro al mese per una stanza, che diventano 600, 700, 1.000 pensando che una persona deve vivere fuori, fare la spesa. Vivere fuori casa costa almeno 1.000 euro tra affitto e spese, senza fare grandi cose. Quindi, sommando il tutto, abbiamo 12.000 euro l'anno, più 2.000 di iscrizione all'università, più eventualmente i materiali di studio, che fanno sì che una famiglia veneta che non se lo può permettere, perché ha un ISEE basso, debba sborsare in anticipo una cifra che diverse famiglie non si possono permettere.
È una questione di tempo quando parliamo di diritto allo studio. Vedendo che l'anno scorso siamo arrivati a pagare le ultime borse a dicembre, io non ho potuto, diversamente da quanto ha fatto la collega, prendere un impegno che dice "vedremo come andrà", perché io già immagino come andrà. Se andrà bene, andrà come l'anno scorso, cioè che a luglio facciamo un minimo di assestamento, ma poi riusciamo a farlo davvero solo a dicembre, e mi creda – lo dico con il cuore ‒ un anno dopo è troppo tardi. Oggi noi non abbiamo una verifica, non abbiamo un dato, non abbiamo un numero, ma facendo solo una stima degli 80 milioni che lei diceva prima delle imprese sarebbero 16.000 euro che ogni ragazzo su cui noi abbiamo investito ridà al nostro sistema produttivo. Io credo che sia assolutamente così. Un ragazzo che entra in un sistema produttivo ben formato, con una laurea, che ha appreso importanti nozioni dalle nostre università e che si inserisce all'interno di questo contesto io sono sicura che quei 16.000 euro, se vogliamo proprio fare un conto della serva, li ridarà.
Oggi, quindi, io avrei fatto una cosa diversa. Avrei aspettato la mitica riunione del CIPESS, avrei visto se il Governo davvero mantiene le promesse, in senso contrario avrei fatto una bella conferenza stampa andando contro il Governo, perché vuol dire che effettivamente non mantiene le sue promesse, non avrei variato quello che oggi stiamo variando e se avessi fatto una variazione l'avrei messa sul futuro dei nostri giovani. Avrei dedicato davvero queste risorse che in maniera buona lei e gli uffici avete trovato allo scorrimento di quelle graduatorie, perché 16.000 euro di ritorno dai ragazzi che formiamo sicuramente li avremmo ripresi.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Capisco che i colleghi sono tutti professori universitari, per cui l'argomento principe di questa giornata non sia la variazione di bilancio, come diceva il nostro assessore Calzavara, ma sia solo la borsa di studio meritata di questi ragazzi. Chi non vorrebbe dare questa borsa di studio a questi ragazzi? Chi non vorrebbe che questi ragazzi si laureassero tutti, che arrivassero alla fine del proprio curriculum scolastico? Tutti lo vogliamo. Penso che le parole dell'Assessore siano state anche positive nel trovare una soluzione in itinere, come è stato fatto negli anni scorsi.
Ma quello che mi è dispiaciuto sentire, e per quanto poco anch'io ho conseguito una laurea negli anni Ottanta, è che, cari colleghi, cari professori universitari di quest'epoca, questi problemi c'erano anche all'epoca nostra. Ma chi ha mai preso una borsa di studio! Noi che eravamo figli di operai, contadini eccetera non abbiamo mai visto una borsa di studio. La prendevano sempre coloro che conoscevano tutti i lacci e lacciuoli, regole e regolamenti. Guarda caso, tutti questi fuori sede arrivavano da certe latitudini italiane. Per cui, noi che eravamo veneti, ignoranti magari, che ci apprestavamo all'università uno su cento, perché il 99% andava a lavorare nelle fabbriche, non siamo mai riusciti ad avere una borsa di studio, perché eravamo sempre sorpassati in tutte le graduatorie da questi signori, che poi andavano a fare i medici e che ci davano degli ignoranti, perché noi dovevamo andare in fabbrica e non certo all'università, sennò portavamo via il posto a chi doveva, invece, fare il grande dottore, il grande avvocato o il grande dirigente dell'amministrazione pubblica, che, guarda caso, 99 su 100 erano sempre coloro che arrivavano da fuori e che avevano tutti i diritti della terra, anche quelli delle case dello studente. Mai noi che arrivavamo da fuori, che facevamo i pendolari. A volte andavamo anche in autostop perché non potevamo neanche permetterci il biglietto del bus.
Per carità, noi faremo di tutto perché questi studenti di queste nostre università abbiano il diritto. Noi, però, abbiamo sempre lavorato per avere questo diritto, colleghi. Abbiamo sempre lavorato il sabato e la domenica, anche nelle ore pomeridiane, per poterci permettere l'università e poter arrivare a questo traguardo, che non è mai stato semplice per tanti. Anch'io parlo con gli studenti e tanti ancora lavorano e studiano, perché non tutte le famiglie possono permettersi o non arrivano ad accedere a questa fantomatica cosa, in quanto abbiamo anche molti stranieri. Mi ricordo anche il dibattito con la collega Ostanel sulle ragazze iraniane. Quant'erano? Mi pare ci fossero 1.600 ragazze iraniane a Padova, giusto? Badate, non ce l'ho con gli iraniani, per carità, ma ricordo a tutti i colleghi che ultimamente il Governo iraniano, oltre a mandare centinaia di droni e missili da qualche parte, sta finanziando qualcuno che blocca il Canale di Suez, giusto per capirci. Quindi, se il Governo iraniano adoperasse i fondi che utilizza per bloccare il Canale di Suez e per creare anche un danno economico alla nostra economia per pagare l'università a questi studenti sarebbe meglio. Io direi che sarebbe anche il caso.
Concludo su questo ordine del giorno, ringraziando la collega Baldin di tutto questo, ricordando agli amici del PD – mi ha fatto un po' male sentire una cosa, che mi sono anche segnato – che mi stupisce che proprio il PD dica che la Regione del Veneto finanzia solo le scuole professionali, quelle che creano operai specializzati, perché solo chi diventa il grande laureato, il grande genio, il grande avvocato, il grande medico è un cittadino consapevole, mentre gli altri che fanno le scuole professionali, figli di operaie e operai, sono cittadini ignoranti e non sono cittadini consapevoli. Questo da parte di un partito che dovrebbe essere quello che difende gli operai, che difende la classe più debole è un'offesa.
Ho capito che con la vostra Elly Schlein siete diventati tutti radical chic, avete l'armocromista, avete tutte queste cose, ma vi ricordo che le vostre radici sono operaie. Noi della Lega, invece, difendiamo ancora queste categorie e pensiamo che i ragazzi che non vanno all'università per "x" motivi sia importante che abbiano un diploma professionale, che facciano i corsi superiori negli istituti tecnici e che vengano finanziati e pagati per questo, perché ricordo che l'economia di questa Regione si basa ancora fortunatamente non sulle cooperative sociali dell'Emilia-Romagna, ma sulla piccola e media industria artigianale e familiare. È questo che noi dobbiamo difendere, perché questo è un patrimonio che è solo nostro, che è solo del nostro Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Non avevo intenzione di intervenire, ma dopo l'intervento del capogruppo Can... Scusate, Pan...

PRESIDENTE

È sgradevole questa come cosa, professore.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Chiedo scusa.

PRESIDENTE

Chieda scusa, ma forte anche, perché è proprio brutta.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Ho detto Pan.

PRESIDENTE

Ho capito qualcos'altro prima. Ed è proprio brutta, mi permetta di dire, davvero brutta.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Dicevo, dopo l'intervento del capogruppo Pan credo di dover intervenire, perché non mi sembra che stiamo andando nel binario giusto. Sono d'accordo che il tessuto economico della nostra Regione è fatto da piccole e medie imprese, ma io le posso dire che in questi giorni e in questi anni io sono stato sommerso da richieste delle piccole e medie imprese di studenti, che non abbiamo, e non li abbiamo perché i nostri studenti, i nostri ragazzi spesso vanno a studiare altrove. Quello che non è stato chiaro, mi pare, nelle richieste che stiamo facendo come opposizione è che stiamo vivendo una concorrenza tra sistemi economici e che la debolezza è che il nostro sistema economico non ha le persone per sostenerlo. Stiamo andando ancora a perpetuare quegli errori, nel senso che se in altre aree studiare è più agevole i ragazzi vanno in altre aree e poi non tornano indietro. È questo il problema vero. D'altronde, parliamo di globalizzazione, ma se è solo in una direzione non è globalizzazione. E di questo dobbiamo prendere consapevolezza.
Il ragionamento che ho sentito mi ricorda quando una persona è violenta verso i propri figli e dice: anche mio padre me le dava; quindi, io le do a mio figlio. È la stessa cosa: anch'io dovevo lavorare, quindi oggi loro devono lavorare. Se una cosa era sbagliata allora, non ci legittima a tenerla in vita, assolutamente no. È esattamente lo stesso discorso.
Se molti di noi hanno fatto fatica dovendosi arrangiare per studiare, non è detto che dobbiamo far fare lo stesso ai nostri figli, tutt'altro. Dobbiamo comprendere che siamo in un sistema integrato, dove dobbiamo agire.
Inoltre, il fatto di aver sentito verso i meridionali dei riferimenti così espliciti e così severi mi ha ferito, e mi ha ferito perché la nostra Regione è grande grazie all'immigrazione che negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta c'è stata dal sud verso il Veneto. Non saremmo il Veneto splendente, come piace dire al presidente Zaia, senza un'immigrazione dal sud Italia nella pubblica amministrazione, nelle imprese, nelle università. Quanti dei professori di cui ci vantiamo di essere blasonati nella nostra università vengono dalle regioni del sud? La maggioranza, mi viene da dire. Imprenditori anche, imprenditori. Le ricordo che il Presidente della Camera di commercio di Padova non è nato a Padova, ma siamo orgogliosi di averlo come imprenditore nella nostra Provincia, e lei lo sa. Quindi, è strumentale quello che lei sta dicendo, per cercare un consenso elettorale presso le persone che risiedono da sempre e che, quindi, hanno dei titoli maggiori nella nostra regione.
Un'altra cosa voglio dire in merito agli iraniani che lei ha nominato. Nella mia classe ho molti studenti iraniani, negli ultimi anni crescono, e le racconto solo una storia. Una ragazza iraniana che è venuta in Veneto lavorava alla metropolitana di Teheran, ma è dovuta scappare perché non c'erano le condizioni perché lei potesse continuare a vivere lì. È venuta qui, ma non le abbiamo riconosciuto il titolo di studio. Si è riscritta all'università, si è laureata, è entrata in un'azienda manifatturiera del nostro territorio come responsabile dell'area Iran e Medioriente, oggi è responsabile dell'area Europa. Queste persone sono una ricchezza per il nostro territorio, per cui, al contrario, dobbiamo riuscire ad attrarle. Le ho citato questa storia, ma le potrei fare una lista. Basta che vada a scorrere le mail dei ragazzi che mi chiedono gli stage. Sono tanti, sono bravi, sono una risorsa, che dobbiamo tenere qui. Se non lo facciamo, se teniamo questo atteggiamento con i paraocchi "prima noi le case le diamo ai nostri, le tasse da fuori le pagano, non gli diamo la borsa di studio, la do solo ai figli dei miei amici", non andiamo da nessuna parte. E quel tessuto economico che lei ritiene di difendere lo sta danneggiando. Ma se ne rende conto?
Il discorso va molto oltre l'ordine del giorno presentato dalla collega Baldin. Dobbiamo renderci conto di come rendere il nostro territorio capace di affrontare la sfida dell'internazionalizzazione e della globalizzazione, sennò ci impoveriamo, ci impoveriamo. Se non fossero venuti dal sud Italia quelle decine di migliaia di persone negli anni Sessanta e Settanta, oggi saremo lo stesso Veneto che c'era prima della Seconda guerra mondiale, che era una Regione di emigrazione. Siamo riusciti ad aprirci, per fortuna, i nostri genitori. Ma se noi, invece, teniamo un atteggiamento diverso, condanniamo la nostra Regione all'isolamento e al declino.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0005.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al voto finale sul progetto di legge n. 252.
Molti hanno già fatto dichiarazioni di voto, ma vedo arrivare altre richieste.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Brevemente, perché si è già detto molto.
Prima di tutto voglio sgomberare il campo da un equivoco: il voto che, come opposizione e come Gruppo del Partito Democratico, esprimeremo, che sarà un voto di contrarietà al provvedimento, non dipende dal periodo elettorale, ma è una valutazione di merito che facciamo sulla proposta che la Giunta ha sottoposto all'Aula.
Assessore Calzavara, è vero, è anche giusto che tutti i Presidenti di Regione, quando hanno sottoscritto l'accordo per lo sviluppo e la coesione, lo abbiano fatto a favor di telecamera, raccontando un patto che oggettivamente in quel momento veniva siglato tra la Regione e il Governo, su cifre importanti, che presuppone una condivisione tra la periferia (le Regioni) e il centro (il Governo) sugli investimenti da fare. Tutti i Presidenti di Regione hanno enfatizzato quel passaggio. Ma sa qual è l'anomalia tra il Presidente della Regione del Veneto e tutti gli altri Presidenti di Regione? Che gli altri Presidenti di Regione vanno nelle Aule consiliari, vanno nelle Assemblee legislative e attivano, dopo la fase dell'enfatizzazione anche davanti ai giornalisti, quella procedura, quella fase di confronto che in questa Regione, in questo Consiglio regionale manca da sempre. Questa è un'anomalia oggettiva della nostra Regione.
A me va benissimo che il presidente Zaia vada in televisione a fare, a reti unificate, il video della sottoscrizione. Ci mancherebbe, è lui che rappresenta la Regione del Veneto. Quello che non mi sta bene è che dopo quella sottoscrizione non abbia il coraggio e la dignità di presentarsi in quest'Aula a dire ai Consiglieri regionali cosa c'è dentro quell'accordo. Questa è l'anomalia tutta veneta. Ed è qui la fragilità della democrazia di questo Consiglio regionale, che non discute.
Lo so, ci sono diverse forze politiche, guardo i colleghi di Forza Italia, guardo i colleghi di Fratelli d'Italia, che lamentano poca democrazia interna alla maggioranza. Colleghi, non è un problema collegato alle legittime o meno aspettative di una forza politica. È un problema di funzione e ruolo del Consiglio regionale. Se noi deleghiamo tutto al presidente Zaia, che poi qui non viene mai, stiamo facendo niente. Stiamo facendo niente.
Il presidente Zaia non viene mai perché è il primo a pensare che venire qui non serve a niente. È il primo che ci sta umiliando con la sua assenza, e o di questo prendiamo atto e traiamo delle conseguenze oppure sarà sempre così la discussione tra noi, tra chi sta di qua e chi sta di là, chi dal di là viene di qua, eventualmente, ma è un dibattito che nulla ha a che fare con le nostre competenze legislative, che riguardano equilibri, dinamiche, politiche, quelle sì elettorali, che non c'entrano niente con l'unica responsabilità che da questi banchi e da quei banchi condividiamo, che è la responsabilità verso le cittadine e i cittadini di questa regione, che abbiamo noi come Consiglieri regionali tutti, ma che avrebbe anche il presidente Zaia, che qui dovrebbe tornare per avere il mandato ad agire.
Vengo all'altra questione. Enfatizziamo il successo, enfatizziamo i contenuti, va bene, ma allora dobbiamo, per serietà, enfatizzare la gravità del ritardo della delibera CIPESS perché, se il Governo avesse avuto la capacità di attivare quella delibera in tempi normali, non staremmo qua a discutere, le avremmo risparmiato, Assessore, questa discussione.
Anche qui, è una questione di rispetto istituzionale. Se il Presidente di una Regione, chiunque esso sia, e il Presidente del Consiglio, in diretta tv, firmano un accordo, quell'accordo va rispettato, e quell'accordo include anche i tempi tecnici di realizzazione degli interventi, include anche la disponibilità delle risorse.
Se il Governo non è in grado di mantenere questo accordo, di mantenere il rispetto istituzionale di ciò che il presidente Zaia e la presidente Meloni insieme si sono detti quel giorno a Verona, il 23 novembre 2023, è un problema istituzionale, prima ancora che politico, che noi dobbiamo denunciare.
Tra l'altro, se è vero che la delibera CIPESS è stata approvata, al netto dei tempi tecnici, perché passeranno mesi prima che quella delibera si traduca nel bonifico che dal conto della Tesoreria nazionale arriva qua, vuol dire che noi abbiamo, in automatico, per i ragionamenti fatti oggi, se non ho fatto male i conti, 5 milioni di euro disponibili, 1,5 di risparmi sugli interessi passivi, 3,5 milioni di risparmio sulla manovra della finanza pubblica.
Io voglio che quei 5 milioni, voglio che ce lo dica oggi, vadano nel fondo per le borse di studio, subito. Il giorno dopo che il Governo ci trasferisce le risorse, in virtù della delibera CIPESS, quei 5 milioni liberi chiedo che vadano alle borse di studio. Altrimenti, le cose che ci siamo detti finora non valgono niente. Altrimenti, l'ordine del giorno della collega Baldin non serve a niente votarlo. Altrimenti, tutti gli appelli che ho sentito alla sensibilità condivisa per la questione degli idonei non beneficiari, non contano niente.
Chiudo sui tre punti che ci portano a votare contro questo provvedimento.
Primo punto. C'è poca condivisione delle scelte, e credo di aver spiegato ampiamente perché. Non ci avete detto niente, non ci avete raccontato gli interventi che volete realizzare, non ci avete detto qual è il vostro obiettivo di coesione sociale e sviluppo territoriale e poca comprensione del progetto che ci sta dietro. Quando il Governo dice: "cambiamo metodo e non facciamo più i patti per la coesione, ma contrattiamo con le Regioni", sul piano politico sta dicendo che vuole aprire un'alleanza tra territori e Amministrazione centrale per decidere insieme le scelte. Ma noi manchiamo in quel tavolo di discussione. Chi ci va in quel tavolo di discussione? Sempre quel Presidente di Regione che qua non si vede mai da tre anni e mezzo. Sono passati tre anni e mezzo. È finita la legislatura, l'abbiamo visto tre volte. Quindi, non c'è la condivisione, non c'è la volontà di condividere e non si capisce qual è il progetto di sviluppo e di coesione per questa Regione che avete in mente. Quindi, o me lo spiegate in quest'Aula, o il presidente Zaia viene in quest'Aula a spiegarmelo oppure me lo deve immaginare io leggendo i diciotto interventi che arbitrariamente e discrezionalmente avete deciso di finanziare con questi 600 milioni.
Secondo punto. Ci preoccupa fortemente la capacità che la Regione del Veneto ha di rispondere alle necessità dei cittadini. Assessore, con tutta la stima e il rispetto che ho per lei, io non posso accettare che, di fronte a bisogni materiali delle persone, bisogni di cura, bisogni di casa, bisogni di assistenza, lei mi risponda che il rating è alto. Io del suo rating non so cosa farmene. Io ho bisogno di una casa dignitosa, di una borsa di studio pagata, di una lista d'attesa accettabile, di una prestazione sanitaria degna e di un'assistenza alle persone anziane non autosufficienti possibile, economicamente sostenibile. Non sono rating, questa è la vita delle persone alle quali non si può rispondere con un miglioramento del rating o della performance. Questa è la vita delle persone a cui noi dobbiamo delle risposte.
Neppure la spiegazione del consenso è sufficiente, mi scusi. Premesso che il mondo è pieno, pieno di regimi non democratici con un sacco di consenso – non c'è il collega Valdegamberi, mi dispiace – non è il consenso la misura della capacità di fare politica e di rispondere ai bisogni delle persone.
Il consenso risponde a tantissime altre logiche e in una Regione dove governa la stessa parte da decenni, il consenso va anche molto assieme all'abitudine, diciamo così, all'incrostazione che sta dentro una democrazia dell'alternanza che in questa Regione non esiste. Non esiste e non si cambia mai una sedia, se non esiste un'altra sedia su cui sedersi. Quindi, il consenso in questa Regione o nelle altre dove una parte politica governa da sempre, è un elemento non di giudizio sulla qualità dell'Amministrazione.
Noi chiediamo, a partire da questa variazione di bilancio, un cambiamento radicale nelle politiche economiche e finanziarie di questa Regione. In una fase storica complicatissima, con la guerra alle porte dell'Europa, con una guerra ancora peggiore in un luogo strategico degli equilibri geopolitici, con una crisi sociale che avanza, con tutti gli indicatori di macroeconomia che ci raccontano nei prossimi anni e nei prossimi mesi di scenari drammatici, con le previsioni tutte a ribasso della crescita e del PIL di questo Paese e di questa Regione, noi pretendiamo che cambino in profondità le politiche di bilancio, che si metta ordine dentro i conti e che si costruiscano le condizioni per cui nella nostra Regione la qualità della vita e della democrazia inizi a misurarsi sulla capacità che abbiamo di dare servizi alle persone e non sui rating delle agenzie di valutazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, anche perché non mi ha appassionato il dibattito di oggi all'interno di quest'Aula. Sinceramente ho ascoltato un dibattito politico sul Governo Meloni, ho ascoltato un dibattito politico sull'Amministrazione Zaia, sul bilancio dell'Amministrazione Zaia e ho ascoltato poco o nulla su una delibera molto semplice che, a mio avviso, mi correggerà l'Assessore, è una sorta di giro cassa, un'anticipazione di cassa – non un bancomat, perché quello sarebbe un prelievo di cassa, è diverso – che oggi andiamo a deliberare in maniera molto semplice, sulla base di un cronoprogramma che il presidente Zaia ha sottoscritto con il presidente Meloni insieme ad altre decine di Presidenti di Regione, che si trovano nelle stesse condizioni e non solo, ma hanno enfatizzato nei loro interventi il fatto che per la prima volta un Governo avesse un confronto diretto con le Regioni, un cronoprogramma condiviso e, soprattutto, anche un nuovo sistema in cui si andava ad analizzare, studiare, approvare e prendere in considerazione i fondi, che giustamente, come si è detto qui, l'Europa ci mette a disposizione.
Ci si dimentica anche quello che la presidente Meloni ha detto in quell'occasione, come ricorderanno i presenti, l'assessore Calzavara, i colleghi, ovvero un principio, a mio avviso, corretto, un principio unico, il primo che abbiamo ascoltato da un Presidente del Consiglio, ovvero che le risorse delle Regioni non virtuose, che non metteranno in campo e non faranno atterrare sui propri territori quelle risorse, saranno redistribuite sulle Regioni virtuose.
Credo, colleghi, che questo provvedimento dia la possibilità alla Regione Veneto di iniziare un percorso, di mantenere quel cronoprogramma, a prescindere da quello che oggi avete detto.
Dico questo perché il dibattito è stato sostanzialmente politico. Non è vero, collega, che era un dibattito politico per gli interessi dei veneti, perché abbiamo parlato di tutto tranne che della proposta di delibera che è all'oggetto e all'interesse di questo Consiglio.
Abbiamo detto anche in maniera un po' sgradevole che la Presidente del Consiglio – me lo sono scritto – attua dei provvedimenti che uccidono la povera gente. Io credo che un Presidente del Consiglio non metta in campo azioni con il suo Governo per uccidere la povera gente.
Ho sentito persino che è un provvedimento quasi illegittimo, perché si vanno a prendere dei capitoli che non dovrebbero essere utilizzati. Credo che ogni provvedimento che entri in quest'Aula abbia il parere di conformità degli uffici. Per cui, o ci sostituiamo ai tecnici o andiamo a fare i tecnici o andiamo a fare i politici. Diversamente, ogni provvedimento che entra in quest'Aula dovrebbe essere posto in discussione sulla base della costruzione del provvedimento stesso.
Capisco le perplessità sulle borse di studio, ma credo che, rispetto a 600 milioni e rispetto ad un interesse che tocca probabilmente qualche milione di cittadini veneti, il fatto che ci sia un impegno dell'Assessore, il fatto che oggi si vada ad interessare questo provvedimento per un interesse di 4.000 studenti su 6 milioni sia totalmente diverso rispetto al provvedimento che è all'attenzione di questo Consiglio.
Abbiamo ascoltato che tutto va male, come sempre, Assessore, nelle variazioni di bilancio, nei bilanci, nei DEFR. Qui va tutto male. Va tutto male, ma probabilmente ve ne rendete conto solo voi. Purtroppo, anche sull'azione del Governo Meloni, che è partita, sento che sicuramente non saranno in grado di portare avanti il PNRR, mettono in discussione i cardini con l'Europa per le modifiche del PNRR, sicuramente avremo un PIL che va in negativo, un'inflazione che sarà la peggiore che ci sarà negli ultimi anni, sicuramente in zona euro avremo una crescita pari a zero. La realtà dei fatti, di cui purtroppo dovete rendervi conto, è che l'Italia con il Governo Meloni, rispetto a un tema di risorse che purtroppo ha ereditato, ma potremmo parlare dei grandi drammi che avete lasciato attraverso i vostri rappresentanti di Governo, come debiti per i prossimi anni in capo ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, con dei provvedimenti scellerati che sono stati fatti in quegli anni, il Governo Meloni oggi cresce a livello zona euro come primo Governo con una occupazione la più alta negli ultimi dieci anni, una inflazione assolutamente contenuta. Questi sono i dati. Non li diciamo noi, sono certificati.
Per cui, tutto quello che oggi avete detto rispetto a un tema che non interessava il Consiglio del Governo Meloni, lo rigirate sull'Amministrazione regionale, perché di fatto anche sul tema stesso delle borse di studio, degli idonei, che trattiamo da anni all'interno di quest'Aula, ovviamente avete testimoniato e certificato che, alla fine, quelle persone hanno avuto il contributo che loro spettava, con tempi diversi, certamente. Se andiamo a ritroso ad ascoltare i vostri interventi, quello era un dramma, un problema di persone che non avrebbero ricevuto quelle risorse.
Come è giusto che sia, Assessore, un buon padre di famiglia deve pensare anche a mettere le risorse e a gestire i criteri di priorità delle risorse. In questo caso, noi crediamo che approvare questo progetto di legge ci permetta di mettere a disposizione temporaneamente quelle risorse, con la garanzia che, automaticamente, negli stessi capitoli, nel momento in cui, e lo sappiamo, abbiamo appreso che il CIPESS ha approvato la relazione contenente anche questo provvedimento, nel momento in cui quelle risorse verranno distribuite alla Regione Veneto, automaticamente, i capitoli di spesa interessati oggi per garantire che il cronoprogramma parta, per garantire l'esecuzione di quell'impegno, ritorneranno a caricarsi nei capitoli di spesa che erano stati predisposti. Abbiamo passato qui otto ore parlando anche di alta politica nazionale, facendo ragionamenti. Siamo arrivati persino all'Iran, professor Lorenzoni. Capisco che ormai in ogni dibattito politico si possa parlare di qualsiasi cosa. Giusto per inquadrare il tema di oggi, che, a mio avviso, era molto semplice.
Assessore, se avessimo avuto la notizia dell'approvazione del CIPESS qualche giorno fa, non so se lei sarebbe venuto all'interno di quest'Aula con questo provvedimento. Avrebbe potuto anche chiedere all'Aula di ritirare questo provvedimento. Poteva esserci anche un profilo di scelta di questo tipo. Noi abbiamo perso ore intere per parlare di temi, a mio avviso interessanti, che nulla avevano a che fare con questo provvedimento.
Cerchiamo di essere molto concreti e soprattutto di dare ragione a questo provvedimento. Alla fine, con orgoglio, al di là di quello a cui sarà interessato questo Consiglio, rispetto a quei provvedimenti legati agli oltre 600 milioni, che saranno il fiore all'occhiello della nostra Regione, credo che con quei provvedimenti, con un booster che si creerà attraverso quei finanziamenti, l'occupazione che si genererà e l'economia rispetto a quei provvedimenti sia molto più importante rispetto ai temi, legittimi, che oggi sono stati trattati.
Assessore, convintamente approviamo questo progetto di legge, con la certezza che sarà uno dei tanti temi che dovranno interessare questo Consiglio regionale. Fermo restando che anche sulla programmazione futura abbiamo approvato, per esempio, sui fondi di coesione, un provvedimento, all'unanimità di questo Consiglio regionale, in cui si chiedeva, a nome del Consiglio regionale, di interessare anche altri territori. Fondi importanti. Andremo a verificare, a monitorare se, per esempio, una delle opere, per noi, per il nostro territorio, più importanti, che è il collettore del lago di Garda, possa essere interessata. La riteniamo un'opera strategica, che interessa il turismo, un'economia importante, che mette a rischio il territorio non solo veronese, ma dell'intero Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io voterò in maniera contraria a questo provvedimento perché oggi abbiamo una conferma. Per quanto abbia seguito con attenzione l'intervento del collega Polato, che ha spiegato in maniera corretta le proprie ragioni, io la penso diversamente. Il ritardo del Governo Meloni oggi è chiaro. C'è. Altrimenti non ci saremmo dovuti, come ha detto lei, prendere la briga di stare qui otto ore, di fare dei passaggi in Commissione, i tecnici di dover spostare risorse da altri capitoli per trovare un cofinanziamento. Proprio oggi alle ore 13.00. È per questo che avevo chiesto la sospensione. Avrei preferito che ci fossimo fermati e che avessimo preso un attimo di tempo per, eventualmente, ritirare il provvedimento e rivedere quello che poteva succedere, proprio perché il CIPESS stava per fare quello che doveva fare a dicembre dell'anno scorso.
Oggi, quindi, abbiamo la conferma chiara e palese che il Governo era in ritardo, che la gestione del rapporto Governo-Regioni non ha funzionato, che le Regioni si sono dovute barcamenare e che noi oggi abbiamo ‒ lo dico tra virgolette, perché non si perde mai tempo in quest'Aula – "perso" tempo per un provvedimento che, in realtà, avremmo dovuto e potuto non fare.
Credo che anche i tecnici che hanno lavorato a questo provvedimento avrebbero volentieri fatto a meno di stare lì, come dei padri di famiglia, a prendere risorse da alcune spese magari non urgenti per spostarle e fare in modo che un cofinanziamento che il Governo doveva dare, invece, arrivasse per tempo.
Oggi esprimo un voto contrario anche per un motivo politico, sì. Altrimenti cosa staremmo a fare qui se fossimo dei tecnici? È chiaro che il voto è anche un voto politico, con un Governo che non ha mantenuto le sue promesse.
Il CIPESS ha approvato la delibera alle ore 13.00. Oggi sappiamo che, in qualche modo, quei fondi ci sono. Stiamo facendo l'operazione di prendere delle risorse anche dal fondo di garanzia delle Olimpiadi. Per come sta andando, purtroppo, credo che i 7 milioni ‒ non ho la sfera di cristallo; lo vedremo tra qualche anno ‒ non basteranno. Noi stiamo prendendo dai fondi.
È chiaro il motivo di questo voto contrario: la coperta è corta, anche quando si devono prendere decisioni di questo tipo. È come essere in una famiglia che ha il conto in banca talmente risicato che, quando deve scegliere di fare una spesa piuttosto che un'altra, va a chiedere un prestito agli amici vicini, un po' di qua e un po' di là, perché magari deve andare dal dentista. In questa situazione, anche la questione della gestione del nostro bilancio regionale è problematica.
Terzo: i progetti. Chiedo davvero all'assessore Calzavara un impegno, se posso, oggi. Altrimenti succede un po' quello che è stato fatto adesso dal collega Polato, in maniera legittima, ovviamente. Pensiamo che a settembre arriveranno questi 450 milioni per il Veneto. Se arriveranno, come da delibera CIPESS, credo che questo Consiglio abbia il diritto e il dovere di discutere qui dentro quali sono le progettualità strategiche per questa Regione. Perché sa cosa succederà, altrimenti? Le aree più forti, dove magari ci sono dei Consiglieri più importanti, non perché sono i Consiglieri a spingerlo, ma perché la politica funziona anche così, avranno più attenzione, mentre ci saranno progettualità, aree, questioni su cui quei fondi magari saranno usati meno. L'abbiamo visto nel PNRR. Abbiamo fatto qui dentro una discussione politica, che, alla fine, come lei ben sa, ci ha portato ad approvare delle risoluzioni, anche votate all'unanimità, da maggioranza e opposizione, ma oggi qui dentro non sappiamo nulla di come sta andando il monitoraggio della spesa, se non per lo sforzo che avete fatto di mettere alcuni documenti sul portale, che ogni tanto vado a vedermi. Poi vado a vedere la conformità con quello che abbiamo votato in quest'Aula: sinceramente, non c'è alcuna conformità sull'indirizzo politico che noi avevamo dato e quello che sta accadendo fuori con l'attuazione del PNRR in questa Regione.
Cito alcuni esempi. Il bando borghi: ci piacerebbe molto sapere cosa sta accadendo all'interno dei borghi di questa regione, dove noi abbiamo fatto un lavoro cospicuo di finanziamento e sostegno.
Chiedo anche all'Aula l'impegno di usare davvero quest'Aula per discutere le progettualità strategiche su cui impegnare i fondi di questa delibera. Vedere, per una Consigliera eletta, quanto si prevede di fare e cosa si prevede di fare da alcune tabelline dentro i giornali locali, che hanno fatto, ovviamente, il lavoro di riportare dei comunicati stampa che erano stati mandati, immagino, il 24 novembre... Queste informazioni sono disponibili dal 24 novembre. Voglio capire, ad esempio, cosa significano i fondi che saranno messi sul sociale e la salute, i fondi che saranno messi sulle riqualificazioni delle case ATER dal punto di vista energetico. Noi abbiamo chiaro quanto patrimonio ATER abbiamo sfitto in questa regione. Siamo sicuri ‒ faccio un'ipotesi ‒ che quei 14 milioni di euro che io vedo nella tabellina su "Il Mattino", ammesso siano vere, non possiamo investirli davvero sulla riqualificazione di alcune case e, quindi, fare in modo che una graduatoria venga scorsa? E, magari, dedicare altri fondi alla riqualificazione energetica di altre case che stanno già in piedi? Questa discussione chi la fa? Solo la Giunta? Non credo che una Giunta, con il rispetto per la maggioranza, abbia la possibilità, da sola, senza un indirizzo politico, che ovviamente sarà di questo Consiglio e non sarà il nostro, sarà quello dell'Aula, di giustificare le scelte di 600 e rotti milioni, tolto il cofinanziamento, che noi andremo a investire in questa Regione?
Queste risorse andranno scelte, investite all'interno, io credo, di una discussione anche politica, per fortuna.
Il tema delle borse di studio, e chiudo. Io qui in Aula oggi ho sentito cose, per quanto mi riguarda, molto gravi. Lo ribadisco: non mi fido. Non di lei, Assessore, con il quale, invece, abbiamo spesso un'interlocuzione. Io non mi fido, come ha detto la collega Camani, che la volontà sia condivisa. Sentire che ci sono delle modalità con cui limitare l'accesso alle borse, perché chi è del sud, come ha detto il collega Pan, all'epoca ce le rubava, chi magari viene da altri paesi (Iran o no), come è stato detto in Ufficio di Presidenza, anche dalla collega Cestaro, allora non va bene, se si limitano le maglie su vincoli, che non sono quelli dell'ISEE, che non sono quelli del merito rispetto al fatto che qualcuno ha la possibilità di avere buoni voti, ma ha una situazione economica familiare difficile, ma si vincolano al criterio di residenza, anzi di nascita, questo è molto grave.
Sentire ancora una volta dal collega Pan queste discussioni in quest'Aula lo trovo davvero poco gratificante per un'Aula del Consiglio.
Ovviamente, la risposta che mi do è di non fidarmi. Se nel 2022 mi sono fidata, se nel 2023 mi sono fidata e siamo arrivati a pagare le borse di studio di striscio a dicembre, un anno dopo, quando tanti studenti si erano già ritirati dai corsi di studio, oggi, avendo sentito quello che ho sentito dai colleghi, non mi posso assolutamente fidare che l'intento, che magari lei ha, sia condiviso da quest'Aula.
Per non parlare ‒ lo ripeto, perché è importante dirlo ‒ dell'impegno che ci eravamo presi con gli studenti durante l'approvazione del bilancio a dicembre. Avevamo detto nella sala qui di fronte, incontrandoli, che ci sarebbe stato modo di interloquire con l'Assessore che ha la delega all'istruzione, Elena Donazzan. Ancora quell'incontro, quella possibilità a loro non è stata data.
Una volta che si prendono degli impegni (come lei dice, siete galantuomini, vi prendete degli impegni e li portate a termine) c'è anche una questione di tempo, perché le borse di studio non possono aspettare, e anche di fiducia. Nel momento in cui prendiamo degli impegni, ci sono tantissimi impegni, come quelli che ho prima citato sulle borse, che mantenuti non sono stati.
Il voto su questo provvedimento sarà negativo. Sì, è un voto politico. Ho cercato di spiegare perché. Credo che mettere le pezze a un provvedimento arrivato in ritardo oggi sia stato sbagliato. Chiedo non solo l'impegno di portare in quest'Aula una discussione sui provvedimenti a valere sul Fondo di coesione, ma anche, come chiedeva anche la collega Camani, la garanzia che in questo nuovo scostamento delle risorse, quando arriveranno i fondi FSC, i capitoli di bilancio vengano rimessi a posto. Inoltre, dovremo fare in modo che qualsiasi risorsa lì dentro vada davvero per una grande emergenza, quella delle borse di studio.
Non è vero che riguarda un piccolo pezzo. Su questo non sono d'accordo. Ho provato a fare un calcolo. Le imprese a cui noi oggi diamo i soldi, il cofinanziamento per i fondi regionali a cui hanno diritto, si è stimato che ributtano dentro 80 milioni di euro. Facendo il calcolo di quegli 80 milioni, dividendoli per gli idonei non beneficiari, è come se ogni ragazzo riportasse in questa regione 16.000 euro a testa durante la sua vita. Credo che 16.000 euro valgano tutti i soldi che un ragazzo, di cui oggi sosteniamo il diritto allo studio in questa Regione, perché ne ha diritto, lui o lei, può ridare a questa Regione, al pari delle nostre imprese. Quando la coperta è corta si deve scegliere. Oggi avremmo potuto fare a meno di scegliere quella coperta, se il Governo avesse fatto la sua parte.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione il progetto di legge n. 252, nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA BALDIN RELATIVA A "ASILI NIDO PUBBLICI IN VENETO SOLO PER 27 BAMBINI SU 100, PENULTIMO POSTO IN ITALIA. LA GIUNTA INTERVENGA CON URGENZA". (MOZIONE N. 436) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 32/2024)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 10, mozione n. 436 della collega Baldin.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Oltre alla questione delle borse di studio, questo è un altro problema che attanaglia il Veneto da anni, ovvero la carenza di asili nido pubblici. Sentiamo spesso parlare di tutela della maternità, della donna, di gender gap, di garantire le stesse possibilità a uomini e donne, di possibilità di carriera durante e dopo la maternità, ma questo non è possibile. Credo che, come me, tanti di voi conoscano donne che hanno dovuto, per necessità, per accudire i figli, lasciare il lavoro o limitarsi ad avere una carriera più soft rispetto a quella che avrebbero potuto fare non avendo figli.
Tenendo conto della situazione che esiste in Veneto, che è la seconda regione più carente d'Italia per quanto riguarda l'offerta pubblica di asili nido pubblici, con una media di 27 posti ogni 100 bambini. Considerando che lo standard europeo di asili nido pubblici dovrebbe essere quello di 33 ogni 100 bambini e che nel 2030 sarà di 45 posti ogni 100 bambini, è evidente che dobbiamo subito metterci a lavorare per alzare il nostro livello di asili pubblici.
La sostenibilità economica è un parametro da non sottovalutare. Sostanzialmente, mandare all'asilo privato un bambino non costa quanto mandarlo al pubblico. Nel privato sappiamo che le rette sono più alte. Ciò ha gravi ripercussioni anche sul fatto di avere figli. Molte rinunciano ad averne, dato che non se ne trovano e, quando si trovano, costano tanto, hanno rette molto alte.
L'impegno che la Giunta dovrebbe prendere, qualora venisse approvata la mozione, ma ho già avuto rassicurazioni da parte dell'assessore Lanzarin poco fa, è quello di farsi promotrice presso il Governo della priorità rappresentata dalla carenza di asili nido pubblici, soprattutto in Veneto, al fine di risolvere le difficoltà burocratiche collegate allo stanziamento dei fondi PNRR.
Inoltre, vi è una modifica al punto n. 2 dell'impegno. Viene riscritto così: "valutare modifiche alla pianificazione regionale", nel senso di prevedere maggiori fondi da stanziare a favore degli asili nido pubblici. Questo è un impegno che, dal mio punto di vista, dovremo assolutamente prenderci, se vogliamo, come si diceva in premessa, aumentare il numero di bambini in Veneto, fare in modo che la donna venga tutelata nel proprio posto di lavoro e nelle proprie legittime aspirazioni di carriera, e tutte quelle cose che si dicono a livello nazionale. È giusto che dalle parole si passi ai fatti concreti.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È una mozione importante, quella della collega Baldin, che abbiamo discusso varie volte in questo Consiglio. Ci siamo già impegnati con un altro ordine del giorno, sul quale l'assessore Lanzarin aveva dato parere positivo, per mettere fondi PNRR per finanziare nuovi asili pubblici. Sinceramente, ormai i fondi PNRR per i nuovi asili pubblici sono stati stanziati. Noi sappiamo già in Veneto dove sono, dove sono arrivati. Esistono addirittura delle mappe che ci fanno vedere dove quei fondi sono stati portati e dove saranno o costruiti oppure sostenuti, parlando di riqualificazione di alcuni asili.
Il tema è, invece, il secondo "impegna" della collega Baldin, dove, non a caso, la modifica riguarda il "valutare". Lo dico un po' come con le borse. Siamo alla fine di questa legislatura, manca quasi un anno. Siamo qui dentro da tre anni e mezzo. C'era tempo di valutare. Tre anni e mezzo sono lunghi per poter valutare una priorità. Se i soldi non ci sono, continueremo a non avere asili nido pubblici o posti in asili nido pubblici più ampi di quelli che abbiamo oggi.
Io non ho più voglia di prendere in giro le mamme che stanno fuori da quest'Aula. Ogni "impegna" si cambia con "valutare" perché "valutare" è più blando, ma a pochi mesi dalla scadenza di questa legislatura non dobbiamo prenderci più in giro. O l'assessore Lanzarin decide di votare l'ordine del giorno così com'è, perché l'impegno della collega Baldin è corretto... Quello di dire: decidiamo di mettere fondi sugli asili pubblici? Siamo conseguenti nell'approvazione del bilancio di dicembre? Questi sono i passaggi da fare. Chi è fuori da qui chiede questo. Oppure se oggi diciamo: valutiamo e siamo contenti di votare che valuteremo, e poi a dicembre, quando faremo gli emendamenti dove si dice di spostare le risorse, quegli emendamenti verranno bocciati e per il terzo anno successivo sarà una profezia che non si avvera. Noi diciamo di valutare, valutiamo e poi non mettiamo un euro.
Sinceramente, dopo tre anni di lavoro su questo tema, siamo arrivati alla fine. Vogliamo o non vogliamo? Ormai la valutazione chiunque, in tre anni e mezzo, l'avrebbe potuta fare.
Ricordo anche un dispositivo del collega Finco, dove avevamo detto di usare fondi FSE per fare questo tipo di provvedimento. Anche in questo caso non abbiamo ancora visto l'ombra di nessun provvedimento che, in realtà, si rifaccia a quell'impegno votato.
Quando si arriva al termine di una legislatura penso sia tempo anche di fare bilanci e vedere tutto quello che si è votato indietro. Purtroppo, è poco divertente vedere che avevamo votato gli stessi impegni che oggi propone la collega Baldin, ma non abbiamo, ad oggi, raggiunto nessuno di questi risultati.

PRESIDENTE

Grazie.
Ripeto il passaggio che modifica il comma 2 dell'"impegna": "di valutare modifiche alla pianificazione, nel senso di prevedere maggiori fondi da stanziare a favore degli asili nido". Ai sensi dell'articolo 102, modifichiamo la mozione n. 436.
Metto in votazione la mozione n. 436, così come modificata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CIAMBETTI, DOLFIN, BARBISAN, BET, CAVINATO, CECCHETTO, MAINO, RIZZOTTO, PAN, SANDONÀ E VIANELLO RELATIVA A "BORSEGGI A VENEZIA: ADOTTARE NUOVI STRUMENTI PER AIUTARE CITTADINI E TURISTI". (RISOLUZIONE N. 115) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 33/2024)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 11, risoluzione n. 115.
La illustra il collega Dolfin, perché io devo presiedere.
Prego, collega Dolfin.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Sappiamo da sempre che il tema dei borseggi nelle grandi città, ma non solo, è annoso e crea vari danni all'immagine, non solo a chi subisce il danno vero e proprio. È una tecnica ormai conosciuta in tutto il territorio nazionale. Spesso queste azioni vengono fatte da borseggiatrici, giovani donne, che dichiarano di essere in stato di gravidanza per non essere, poi, perseguite dalla legge ed evitare, dunque, la carcerazione.
I borseggiatori, come sappiamo, ormai agiscono vedendo dei gruppi. Si muovono, controllano il territorio e poi agiscono. Nelle grandi città ne sono preda specialmente i turisti, ma non solo. Abbiamo visto tanti casi in cui anche autorevoli figure, come un ministro brasiliano in visita a Venezia in occasione della Biennale, si è trovato derubato. Tanto per fare un esempio che può capitare a tutti, anche a quelli che sembrano poco attenti, ma hanno nelle vicinanze persone che possono controllare.
Proprio su Venezia, anche per la conformità del territorio (calli, campielli, confusione, ammasso di turisti), spesso si creano situazioni di operatività per questi personaggi. Tantissimi sono gli episodi. Tantissime sono le denunce. Però, purtroppo, a oggi, complici anche aspetti legislativi poco chiari, nonostante tutto, non si riesce ad avere strumenti importanti per contrastare questo fenomeno. Uno di questi è proprio la complicazione arrivata nell'applicazione anche della famosa legge "Cartabia", che ha addirittura creato ancora più problemi. Bisognerebbe prendere in flagranza coloro che commettono questo reato.
In città, a Venezia, come in tante altre realtà del nostro territorio, si sono creati anche gruppi importanti, che si mettono a disposizione della collettività proprio per cercare di dare un contributo alle forze dell'ordine, che si trovano in grosse difficoltà per uomini, per mezzi e anche per questo fenomeno, che diventa abbastanza difficile da gestire e da punire, soprattutto, e dunque da debellare. Si sono creati questi gruppi. Su Venezia c'è questa associazione di volontari, il comitato "Cittadini non distratti" (Pickpocket, sì, il collega mi ha anticipato), che, gridando, cercano di informare i turisti proprio per metterli in guardia da questi borseggiatori, che ormai si conoscono. Nonostante tutto, ci si ritrova sempre in grossa difficoltà. Su Venezia soprattutto questo fenomeno sta aumentando sempre più. Abbiamo avuto anche la possibilità di accoglierli e ospitarli con il presidente Ciambetti qui in sede regionale, proprio per portare anche la sensibilità della stessa Regione. Se siamo qui oggi a presentare questa risoluzione è proprio perché vogliamo attenzionare sempre più l'opinione pubblica, il legislatore a livello nazionale e, ovviamente, le forze dell'ordine e tutti coloro che possono dire una parola e fare qualche azione di contrasto a questa situazione.
Da qui la necessità di creare tutte quelle forme di informativa, sia nel mondo del trasporto pubblico, sui mezzi dove vi è una grossa presenza di persone, dare un'informativa celere e importante attraverso display dedicati proprio a dare il segnale. Spesso e volentieri i turisti sono disattenti, ma, come dicevo all'inizio, possiamo essere tutti colpiti da questo fenomeno. Dunque, chiediamo in primis all'Amministrazione comunale e poi alle aziende di trasporto che insistono su Venezia di adottare tutti i sistemi informativi del caso. Ovviamente, oltre a forze dell'ordine preposte proprio a questo fenomeno, cercare, attraverso il Governo nazionale, il Ministero di grazia e giustizia, di avere norme più funzionali su questo.
Grazie.

PRESIDENTE

Metto in votazione la risoluzione n. 115.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Interrompiamo qui la seduta.
Chiedo ai Capigruppo di fermarsi in Sala del Leone.
Grazie.
La Seduta termina alle ore 17.42
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 133 - 11^ legislatura