ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 09/07/2024 n. 138

Resoconto n. 138 - 11^ legislatura
Resoconto 138 a Seduta pubblica
Martedì, 9 luglio 2024
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.30, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.58

PRESIDENTE

Buongiorno.
Diamo inizio alla 138a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9587 del 4 luglio 2024.
C'è qualcosa di strano nell'audio oggi. Sento un riverbero particolare. Lavorare con questo audio per otto ore non è possibile. L'audio è peggiorato, quindi la seduta è sospesa. Chiudete anche il collegamento audio con l'esterno, finché non sistemiamo.
La Seduta è sospesa alle ore 10.57
La Seduta riprende alle ore 10.58

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. Se continua questo riverbero dell'audio, non si può lavorare.
Vedo colleghi presenti in Aula non ancora registrati su Concilium. Registratevi, grazie.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 137a Seduta pubblica di martedì 25 giugno 2024.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Marco ANDREOLI
Daniele POLATO
Tommaso RAZZOLINI
I congedi sono concessi.
Comunico che abbiamo due colleghi che ci seguono da remoto.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

e

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Interrogazioni e interpellanze.
Comunico che le interrogazioni della collega Zottis sono rinviate.
Partiamo con la collega Bigon, in particolare con la IRI n. 360.

Interrogazione a risposta immediata n. 360 del 15 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni relativa a "OSPEDALE DI MALCESINE: A QUANDO LA RIATTIVAZIONE DI TUTTI I POSTI LETTO STABILITI DALLE SCHEDE DEL PIANO SOCIO SANITARIO 2019- 2023?"

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'ospedale di Malcesine è un punto di riferimento molto importante per la zona dell'Alto Garda, non solo per i residenti, ma anche per i 3 milioni di turisti che quella zona ogni anno ospita. È un centro di riferimento molto importante per quanto riguarda la riabilitazione per tutte le cure tardive che sono legate anche alla poliomielite.
Con delibera regionale n. 614 venivano assegnati a questa struttura, a questo ospedale, 50 posti letto per la riabilitazione, 30 posti letto per gli extra regione, 12 posti letto per l'ospedale di comunità. Ad oggi, l'ospedale di Malcesine gode esclusivamente di 25 posti per la riabilitazione.
Questa è un'interrogazione, Assessore, che abbiamo presentato io e il collega Zanoni nel febbraio del 2023, ma la situazione, ad oggi, quindi a luglio 2024, non è assolutamente cambiata. Tra l'altro, ci sono delle liste d'attesa. È una struttura fondamentale per la riabilitazione. È un centro a livello nazionale. Chiediamo all'Assessore quando si intenda applicare completamente la scheda della delibera n. 614.
Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

L'ospedale di Malcesine, afferente all'ULSS 9 Scaligera, è stato classificato come struttura riabilitativa mono specialistica, ai sensi della delibera di Giunta regionale n. 614 del 14 maggio 2019, quella delle schede ospedaliere, con cui sono state approvate le schede delle strutture ospedaliere, delle strutture sanitarie, delle strutture intermedie e degli erogatori ospedalieri privati accreditati ( legge regionale n. 48/2018 , Piano socio-sanitario regionale, deliberazione CR del 13 marzo 2019).
Si evidenzia che il complesso processo per l'adeguamento della dotazione delle strutture ospedaliere, delle strutture sanitarie e di cure intermedie, di cui al succitato provvedimento, deve essere implementato salvaguardando gli equilibri di bilancio nel rispetto degli obiettivi e dei vincoli di costo assegnati e compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate all'azienda.
Ciò posto, si rileva che, grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Missione 6, rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia, delle strutture e degli ospedali di comunità, è prevista l'attivazione di 12 posti letto destinati all'ospedale di comunità a conclusione dei lavori.
Infine, considerata la rilevanza della struttura per la popolazione dell'Alto Garda e per i milioni di turisti che ogni anno visitano il Lago di Garda, territorio a forte vocazione turistica e sportiva, è in fase di avvio un percorso di confronto con i soggetti istituzionali interessati, volto al potenziamento dell'ospedale di Malcesine quale polo riabilitativo del territorio e centro di riferimento per la cura degli esiti post poliomielitici. A tale scopo, è stato istituito un tavolo tecnico di lavoro, con decreto del direttore dell'area sanità, direzione programmazione sanitaria, il 6 giugno 2024, per la definizione di un apposito piano progettuale.
Aggiungo che la programmazione di riferimento è quella delle schede del 2019. Nelle schede del 2019 la struttura era stata individuata come struttura riabilitativa specifica per la poliomielite. Sappiamo che è l'unico centro di riferimento nazionale. È chiaro che poi ‒ questo lo sappiamo, ce lo siamo già detti a più riprese ‒ è subentrata l'emergenza pandemica, la pandemia; quindi, quella programmazione ha subìto dei ritardi ed è ripresa subito dopo l'evento pandemico, anche mettendo insieme i fondi PNRR che erano stati destinati.
Ci sono state delle oggettive difficoltà rispetto al reclutamento del personale, lo sappiamo. Ci sono state delle difficoltà rispetto alle convenzioni che c'erano prima con Trento e che poi sono venute meno. Oggi siamo nella fase di continuazione della programmazione esistente, quindi quella è la programmazione. So che l'Azienda sanitaria sta cercando di arruolare altro personale. Abbiamo istituito questo tavolo di confronto con l'azienda sanitaria, l'azienda ospedaliera universitaria di Verona, l'Università di Verona, la Provincia di Trento e il Comune di Malcesine, per capire come incentivare o comunque potenziare alcuni servizi.
Vedremo questo tavolo, che è un tavolo operativo tecnico, che risultati porterà. La volontà è quella di far sì che l'ospedale di Malcesine, oltre a essere punto di riferimento per la polio, oltre a quello che può essere destinato come parte riabilitativa, abbia anche un suo significato per la popolazione chiaramente che vive nelle vicinanze e quindi per tutta quella popolazione che afferisce a quella struttura per gli interventi primari, ma anche effettivamente come potenziamento dei rapporti con l'Università, con l'Azienda ospedaliera di Verona e anche con la Provincia di Trento.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore.
Faccio presente che all'Assessore e al Presidente del Consiglio Ciambetti avevamo consegnato quelle 3.000 firme e sottoscrizioni fatte proprio dal territorio di Malcesine per potenziarlo e per portarlo avanti. Bene che sia iniziato questo tavolo di lavoro il 6 giugno e bene che sia stata coinvolta l'Università, perché è un centro importante che può essere veramente interessante anche per l'Università e per eventuali corsi specialistici.
Ci auguriamo veramente che sia stato qualcosa di utile, anche in vista di una definizione molto veloce, perché, di fatto, insomma, c'è una esigenza. Tra l'altro, voglio portare a conoscenza dell'Assessore il fatto che, nel periodo estivo, da una parte c'è un aumento di turisti in tutta la parte veronese del Lago di Garda, ma anche della città di Verona e, nello stesso tempo, abbiamo la riduzione di letti in quasi tutti gli ospedali.
Noi abbiamo da giugno a settembre circolari proprio degli ospedali dell'ULSS, dove sono stati chiusi circa dieci posti letto per ogni struttura. Parlo di Villafranca, parlo di San Bonifacio. A Borgo Trento mi risulta che alcune difficoltà ci sono proprio per le sale operatorie chiuse. Quindi, da una parte abbiamo un aumento di persone, non solo cittadini, ma turisti in tutta quella zona, dall'altra parte abbiamo una carenza di posti letto.
Pertanto, ringrazio per la risposta. Attendo quella scritta. Sarà nostra cura controllare affinché vengano attuate le schede della delibera n. 614. L'importante è che non vengano modificate.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRS n. 502 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta scritta n. 502 del 19 marzo 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "COME INTENDE COMPORTARSI LA REGIONE VENETO PER FRONTEGGIARE IL TAGLIO FONDI PNRR PER LA SICUREZZA SISMICA OSPEDALIERA?"

L'interrogazione è data per letta.
Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

L'articolo 1, comma 13 del DL n. 19/2024 dispone che gli investimenti destinati alla realizzazione del programma denominato "Verso un ospedale sicuro e sostenibile", già finanziati a carico del fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), numero 2 del decreto legge del 6 maggio 2021, n. 59, convertito con modifiche dalla legge 1° luglio 2021, n. 101, ad esclusione di quello delle Province autonome di Trento e Bolzano e della Regione Campania, sono posti a carico del finanziamento di cui all'articolo 20 della legge dell'11 marzo del 1988, n. 67.
La norma non prevede direttamente il taglio dei fondi PNRR per la sicurezza sismica ospedaliera, ma una modalità diversa per la copertura finanziaria degli interventi già finanziati a carico del Fondo complementare al PNRR, PNC o Piano nazionale per gli investimenti complementari, che non viene più garantito dalle risorse originariamente previste dal DL n. 59 del 2021, ma attraverso l'utilizzo dei finanziamenti di cui all'articolo 20. Gli interventi previsti all'interno del PNC, per un importo complessivo di 107 milioni, assegnato con DM n. 21/2022, vengono pertanto tutti confermati.
Questa diversa modalità di copertura finanziaria, prevista dal DL, priva però la Regione Veneto, come tutte le Regioni, ad eccezione della Regione Campania, del corrispondente importo delle risorse assegnate a valere sul finanziamento articolo 20, che pertanto non risulta più disponibile per la programmazione dei nuovi interventi di adeguamento sismico, antincendio, di riqualificazione delle strutture sanitarie.
La Regione, unitamente a tutte le altre Regioni, ha presentato, attraverso il coordinamento della Commissione Salute presso la Conferenza delle Regioni, gli emendamenti per chiedere il ripristino di tali finanziamenti o, in subordine, un nuovo stanziamento a valere sulle risorse dell'ex articolo 20.
La conversione in legge del DL n. 19, avvenuta con legge n. 56 del 29 aprile 2024, ha confermato i contenuti originari. La Regione proseguirà comunque con le azioni necessarie, con gli strumenti e le risorse a disposizione per continuare il percorso di adeguamento, miglioramento e ammodernamento alle strutture ospedaliere, con particolare attenzione alla sicurezza sismica e antincendio delle stesse.
Tale percorso, iniziato fin dall'emanazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 marzo 2003, con l'avvio delle verifiche prescritte dalla legge, con l'obbligo in sede di approvazione delle nuove opere di recepire l'evoluzione delle norme tecniche che si sono succedute dal 2003 fino all'emanazione del DM Infrastrutture del 2008, ed è stato confermato e rafforzato nel 2011, con l'adozione della DGR 18 ottobre 2011, di approvazione di un documento tecnico sulla metodologia per l'esecuzione di studi di fattibilità e per le verifiche della sicurezza e della funzionalità degli edifici ospedalieri e socio-sanitari.
Con questa previsione, la Regione Veneto, come citavo prima, ha avuto una decurtazione dal Piano complementare (non dal PNC) di 107 milioni, con una programmazione che era già definita.
Oggi non è a rischio quella programmazione, nel senso che l'ospedale di Cittadella, di Vicenza, di Belluno – cito quelli che entravano nel Piano complementare, per capirci – non sono rischio perché i finanziamenti e i lavori sono già iniziati. È chiaro che noi oggi siamo nelle condizioni di fare una nuova rimodulazione per quanto riguarda l'articolo 20, che era già stato programmato con una delibera specifica (415 milioni), che oggi vedrà una rimodulazione per recuperare quei 107 milioni che non sono stati più previsti e assegnati.
Le Regioni hanno chiesto all'unisono con il presidente Fedriga che non ci sia la decurtazione, e qualora ci fosse stata la decurtazione, come c'è stata, che comunque venga aumentato lo stanziamento all'articolo 20, con un apposito stanziamento per coprire queste differenziazioni.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Baldin, per la replica, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'assessore Lanzarin per la risposta e anche per le specifiche a voce.
È una risposta tecnica, complessa, che quindi va letta con attenzione. Colgo, però, che sono stati "persi" 107 milioni, diciamo "persi", perché forse è il termine più comune, che anche le persone a casa possono comprendere. 107 milioni non sono pochi. Spero che quelli già previsti e in essere, che gli interventi progettati vadano a termine, a conclusione.
Facciamo appello alla Giunta e alle forze politiche della maggioranza, proprio per fare in modo che questi milioni, che non sono pochi, possano andare a beneficio degli interventi di natura antisismica degli edifici, dei nostri ospedali, perché sono di estrema importanza. Sappiamo che anche da parte vostra c'è un lavoro in questo senso e speriamo che altri tagli così in futuro non si verifichino, perché metterebbero veramente in difficoltà tutto l'apparato.
Ringrazio per la risposta. Farò ulteriori valutazioni in seguito.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRI n. 487 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 487 del 3 giugno 2024 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA, CASCATA D'ACQUA DAL SOFFITTO DI UNA GALLERIA: QUALI VERIFICHE?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione l'ho presentata recentemente, il 3 giugno scorso, a seguito delle segnalazioni dei cittadini che frequentavano, in data 31 maggio scorso, la Superstrada Pedemontana e si sono imbattuti in una copiosa cascata di acqua, verosimilmente determinata dalla presenza di fessurazioni sul soffitto della galleria naturale Malo in direzione Treviso.
Preso atto che in pari data sul sito web della Superstrada Pedemontana Veneta gli utenti sono stati informati dell'avvenuta risoluzione dei problemi della venuta d'acqua riscontrata questa mattina nella galleria naturale Malo in direzione Treviso, evento che, peraltro, non ha causato interruzioni dell'esercizio nella galleria stessa.
Ricordato che rispetto alla constatata e accertata presenza di fessure lungo la galleria, il Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dichiarava che, sulla base del monitoraggio effettuato, emergeva che queste non incidevano sulla resistenza strutturale del rivestimento definitivo della galleria e che, in base alle misurazioni effettuate, esse apparivano stabilizzate.
Tutto ciò premesso, in data odierna, a seguito dell'evento di questa cascata d'acqua nella galleria, tutte queste considerazioni sono un pochino crollate, facendo preoccupare, evidentemente e giustamente, i cittadini e la sottoscritta. Per questo motivo interrogavo, il 3 giugno, l'Assessore regionale alle infrastrutture per sapere quali verifiche intendesse attivare per riscontrare rispetto a quanto in premessa, a tutela della sicurezza degli utilizzatori e anche dei lavoratori della Superstrada Pedemontana Veneta, l'effettiva resistenza strutturale della galleria.
Questo pone una questione fondamentale da ricordare in quest'Aula, perché nel 2019 – non tutti c'eravamo – il tema della costruzione della galleria Malo in direzione Treviso era stato portato in quest'Aula e l'avevo portato personalmente a seguito della grande voragine che si era creata, di ben venticinque metri di diametro, proprio nella zona soprastante quella galleria, una voragine che dava un messaggio forte e chiaro, ossia che quel territorio non era adatto a quel tipo di costruzione, non aveva sufficiente estratto di roccia per riuscire a resistere in quelle condizioni, il che aveva provocato avvallamenti molto importanti e gravi. Nel 2019, dunque, chiedevo alla Giunta di attenzionare questa questione, perché era in gioco la sicurezza dei cittadini, degli abitanti di quel territorio e, ovviamente, dei futuri utilizzatori. Per questo motivo oggi riporto questo tema, ricordando la storia della discussione politica e tecnica avvenuta in quest'Aula proprio nel 2019.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde, per l'assessore De Berti, l'assessore Calzavara. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
L'interrogazione si riferisce alle iniziative che si intendono attivare a tutela della sicurezza degli utenti della Superstrada Pedemontana Veneta, con particolare riferimento all'evento accaduto il 31 maggio scorso.
Si ritiene innanzitutto doveroso precisare che le fessure citate nell'interrogazione e relative alla dichiarazione del Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, riportata nel testo dell'interrogazione, non riguardano la galleria Malo, bensì la galleria Sant'Urbano, che si trova ad alcuni chilometri di distanza. È, dunque, evidente l'assenza di relazione tra l'episodio del 31 maggio 2024 nella canna sud della galleria Malo e la stabilizzazione delle fessure della galleria Sant'Urbano.
Ciò premesso, sono in corso degli approfondimenti tecnici per esaminare le cause del fenomeno accaduto il 31 maggio scorso e risolvere la problematica, al fine di evitare il rischio che quanto accaduto possa ripetersi. Infatti, nella medesima giornata del 31 maggio gli uffici regionali competenti hanno prontamente richiesto al concessionario di notiziare con assoluta urgenza in merito a quanto accaduto e all'evolversi della situazione, nonché in merito ai provvedimenti tecnici e amministrativi messi in atto e/o progettati per risolvere la problematica e ripristinare il prima possibile la regolare circolazione stradale in condizioni di assoluta sicurezza, nonché a dare immediata e adeguata informazione all'utenza. Allo scopo, sono state, inoltre, avviate interlocuzioni con i collaudatori statici e tecnico-amministrativi competenti sulla galleria Malo. Analoghe interlocuzioni sono, inoltre, in corso con l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA), che ha richiesto al concessionario un dettagliato rapporto.
A breve, pertanto, il concessionario presenterà la documentazione tecnica con l'individuazione degli interventi da adottare nelle more e il costante monitoraggio della galleria da parte del concessionario per garantire la sicurezza della circolazione stradale.

PRESIDENTE

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

La connessione in realtà c'è in relazione alla qualità costruttiva, che fin dagli scorsi anni noi abbiamo messo in discussione e vi abbiamo sollecitato a verificare, anche in seguito alle segnalazioni che erano avvenute non tramite parti politiche, ma tramite parti tecniche, che avevano provveduto poi anche a fare alcune segnalazioni presso il Tribunale di Vicenza in relazione alla qualità tecnica e alla qualità dei materiali utilizzati all'interno della galleria di Malo e presumibilmente anche in altri territori, considerati i crolli che erano avvenuti di ponti canali e di altre strutture lungo i lotti in costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta.
Oggi il mio messaggio, dunque, è quello di dirci assolutamente obbligati a prestare grande attenzione a questo tema e a non sottovalutare l'andamento della resistenza dell'opera costruita esclusivamente sulla base di rassicurazioni generali, quanto di prendercene cura realmente. Del resto, come Regione del Veneto stiamo investendo parecchi fondi pubblici in questa struttura, una struttura che a pochi anni di distanza dalla sua realizzazione vede ‒ l'ho percorsa in questi mesi giusto per verificarne le condizioni ‒ non soltanto le fessurazioni lungo la galleria nella zona a seguito di Montecchio, ma vede anche questa grande cascata di acqua, che ha assolutamente sconvolto da un punto di vista mediatico la cittadinanza, e vede avvallamenti del tratto stradale molto importanti, lo ribadisco, in un periodo di tempo essenzialmente molto breve.
Tutto questo ci dice che quel territorio ha un grande SOS da un punto di vista geologico, morfologico e idrogeologico; quindi, non sottovalutiamo questo messaggio – lo ribadisco – anche a seguito delle segnalazioni che, in questi anni, non soltanto dalla parte politica ma anche dalla parte tecnica sono state avanzate.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Guarda.
La collega Guarda prima mi diceva di voler intervenire sull'ordine dei lavori. Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Intervengo, appunto, sull'ordine dei lavori. Mi perdonerete, vi rubo proprio due minuti.
Quest'oggi per me, come anche per qualche altro collega, è l'ultimo giorno di Consiglio regionale. A seguito del percorso elettorale che ci ha visto attivi in questi ultimi mesi, abbiamo scelto di percorrere strade nei nostri territori, piuttosto che in altre Istituzioni, quindi voglio cogliere l'occasione, un po' emozionata, come la prima volta che mi sono seduta in quest'Aula, nove anni fa, quando mi tremavano le mani e leggevo il primo discorso fatto in questo Consiglio relativo alla partecipazione, per lasciare un pensiero di affetto a tutti voi Consiglieri e a tutto il personale, che mi ha consentito, in questi nove anni, di iniziare e proseguire con ostinatezza il percorso politico che ho costruito in questi anni con i cittadini, insieme a Europa Verde. Voglio, quindi, ringraziare non soltanto voi, ma tutto il personale dell'Ufficio Legislativo e delle Commissioni, tutto il personale che, davanti e dietro le quinte, ha consentito la realizzazione di ogni nostra Commissione e Consiglio regionale, che mi ha accompagnato e anche sostenuto nei momenti in cui zoppicavo ed ero tripode.
Voglio ringraziare ogni Consigliere di opposizione che mi ha accompagnato, chi più e chi meno, fin dalla prima legislatura, che ho affrontato, entrando a venticinque anni, con questo timore reverenziale nei confronti dell'Istituzione e nei confronti della responsabilità che mi trovavo e ci trovavamo davanti ad affrontare.
Voglio ringraziare tutti i Consiglieri di maggioranza, che in questi anni hanno saputo osservare e ascoltare le sollecitazioni, a cui cercavo di non far mai mancare un'attività di proposta e di condivisione, mettendomi nei vostri panni e mettendomi nei panni di ogni Assessore con cui ho cercato di interloquire. È un ringraziamento che viene dal cuore, sapendo che tutte le discussioni, quelle più dure, quelle che ci hanno visto divisi, ma soprattutto quelle che mi hanno dato la speranza della possibilità di costruire ponti di unità politica, hanno generato in me una grande fiducia e hanno rafforzato tantissimo il coraggio di voler andare avanti nel continuare a portare le istanze dei territori più marginali all'interno di questa Istituzione.
Oggi inizia per me un nuovo percorso, quello di portare le stesse istanze nell'Istituzione dove l'80% delle norme ambientali e molte delle direttive da un punto di vista di obiettivo politico a lungo raggio vengono definite. Quindi, auspico che questo rappresenti per noi tutti la possibilità di instaurare una connessione, un filo rosso per continuare a discutere e a occuparci insieme delle diverse tematiche, come per esempio quella dell'inquinamento da sostanze chimiche eterne, o quella dell'utilizzo dei nostri territori naturali, o quella dell'utilizzo delle risorse naturali senza abusarne e gestendole al meglio. Io continuerò a farlo insieme a voi e insieme a chi verrà dopo di me, Renzo Masolo, che è il nostro rappresentante politico verde, che stimo tantissimo e con cui ho un grande rapporto di amicizia, che sono certa potrà prendere in mano questi temi e portarne, arricchendoli sempre di più, altri strettamente legati alle sue passioni, alle sue specificità e alla sua preparazione tecnica.
Voglio ringraziarvi di questo e voglio augurare a tutti quanti di continuare a tenere acceso quel lumicino che ci ha spinto a candidarci, che ci ha spinto a dedicarci al nostro territorio, occupandoci gli uni dei territori degli altri, come se fosse proprio la nostra famiglia. Vi auguro il meglio.
Continueremo sicuramente a sentirci. Spero vivamente che questo passaggio non faccia finire un'era, ma ne faccia continuare un'altra, fatta di collaborazione molto forte per quanto riguarda le grandi sfide climatiche e sociali che ci troveremo ad affrontare insieme nella nostra terra.
Grazie mille.
(Applausi)

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Guarda. Le auguriamo noi un buon lavoro a Bruxelles, dove ci sono spazi e modi per poter lavorare anche sui temi a lei cari in maniera concreta.
Le auguro personalmente di continuare la gravidanza nel miglior modo possibile. Verrà a non essere presente in Consiglio regionale in questa legislatura da record per quanto riguarda fiocchi azzurri e rosa. Quindi, mancherà a questo appuntamento. Però, va benissimo in qualsiasi posto lei sia. Vicino al Parlamento europeo ci sono ottime agenzie che danno in affitto appartamenti, si rivolga in zona e non a qualche collega di partito. Scherzo, naturalmente.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2024-2026". (PROGETTO DI LEGGE N. 269) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 16/2024)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cavinato
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al progetto di legge n. 269: "Assestamento del bilancio di previsione 2024-2026".
Relatrice la collega Cavinato. Prego.

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 , e dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 118/2011, ogni anno con legge viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione, sulla base delle definitive risultanze contabili relative all'esercizio precedente.
Esso si sostanzia in una variazione di bilancio sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi, del Fondo pluriennale vincolato e del Fondo crediti di dubbia esigibilità del citato decreto legislativo n. 118/2001.
Come previsto dal decreto, nel corrente anno 2024 la Giunta regionale ha fatto precedere l'adozione del disegno di legge di assestamento del bilancio di previsione 2024-2026 dall'assunzione dei seguenti provvedimenti:
- la deliberazione n. 325 del 4 aprile, ad oggetto "Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31/12/2023 ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 23/06/2011, n. 118, e successive modificazioni";
- la deliberazione n. 326, in pari data, ad oggetto "Variazioni del bilancio 2024-2026 conseguenti al riaccertamento ordinario dei residui 2023 e relativi adempimenti"; con tale atto sono state apportate le variazioni di bilancio conseguenti al suddetto riaccertamento, mediante adeguamento del FPV e degli stanziamenti del bilancio 2024-2026;
- la deliberazione legislativa n. 17 del 30 aprile, ad oggetto "Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2023", presentata al Consiglio regionale in pari data, dove ha assunto il n. 259 tra i progetti di legge dell'undicesima legislatura; su tale PDL il Collegio dei Revisori dei conti, con parere trasmesso il 27 maggio (integrato il 30 maggio), si è espresso favorevolmente circa la sua approvazione, attestandone la corrispondenza alle risultanze della gestione finanziaria; la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti ne ha previsto la parifica per il 12 luglio; la Prima Commissione consiliare, acquisiti i pareri delle Commissioni Seconda, Terza, Quarta, Quinta e Sesta per gli aspetti di competenza, lo esaminerà presumibilmente in data 17 luglio; l'approvazione della proposta legislativa in questione è stata pianificata dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari per la fine del mese di luglio.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio finanziario 2023 si evidenziano i seguenti risultati: i residui attivi ammontano a 5,1 miliardi, quelli passivi a 4 miliardi e il fondo di cassa a 1,4 miliardi.
Il disavanzo finanziario, alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di euro 1,3 miliardi, di cui 1,2 miliardi rappresentano l'ammontare residuo da rimborsare al Fondo anticipazioni di liquidità, di cui all'articolo 1, commi 692 e 700, della legge 28/12/2015, n. 208 "Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)", 93 milioni rappresentano l'ammontare del debito autorizzato e non contratto (DANC).
Il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre prestiti nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 32/2023 "Bilancio di previsione 2024-2026", viene, dunque, ridotto di 2 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto (95 milioni).
Per quanto concerne il FCDE, la sua consistenza subisce, con riferimento all'esercizio 2024, un lieve aumento, passando da un valore stimato in sede di bilancio di previsione iniziale di complessivi 269,6 milioni, pressoché interamente relativi a partite correnti, a 287,9 milioni in sede di assestamento. Con riferimento ai due esercizi successivi, si registrano lievissime riduzioni rispetto alle previsioni fissate inizialmente dalla legge di bilancio: 231,1 milioni nel 2025 e 214,4 milioni nel 2026, relativi a partite correnti.
Sul fronte delle entrate, le previsioni vengono aggiornate in relazione all'andamento degli accertamenti e delle riscossioni rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali. L'aggiornamento in particolare riguarda la restituzione dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio regionale. Infatti, a seguito dell'approvazione da parte dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa della proposta di rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2023 del Consiglio regionale, si è appreso che l'importo complessivo del suddetto avanzo devoluto al bilancio regionale è pari a 5,5 milioni.
Pertanto, al fine di adeguare la competenza agli importi che si prevede di accertare nell'esercizio 2024, il PDL di assestamento 2024-2026 apporta una variazione in aumento delle entrate di pari importo.
Il FCDE è stato adeguato generando, con riferimento alle entrate a libera destinazione, un saldo positivo tra maggiori entrate e relativo accantonamento. Tale saldo viene reso disponibile per euro 1,1 miliardi nell'esercizio 2024, per euro 124.656 nel 2025 e per euro 123.221 nel 2026. Parlo di milioni.
Quanto alle previsioni delle spese, la proposta di assestamento rimodula, come di consueto, ricorrendone le condizioni, alcune autorizzazioni legislative, recependo in tal modo alcune esigenze emerse nel primo semestre di gestione del bilancio, finalizzando le risorse a linee di spesa attuative delle scelte fondamentali del programma di mandato dell'XI legislatura.
Dalla nota integrativa si apprende che, a seguito della riduzione complessiva dell'autorizzazione a contrarre debito nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite nella legislazione vigente, per l'importo di euro 2,17 miliardi, dovuto alla riduzione di pari importo del DANC per l'anno 2023, si è proceduto alla riduzione degli oneri di indebitamento per euro 145.778 per gli anni 2025 e 2026 del bilancio di previsione.
Si rilevano, inoltre, dei risparmi rispetto agli stanziamenti del bilancio di previsione per l'anno 2024 per economie su interessi passivi relativi a prestazioni obbligazionarie e mutui contratti dalla Regione per euro 2,967 miliardi, economie su risorse dedicate alle retribuzioni lorde per lavoro dipendente per euro 2,5 milioni, economie sul cofinanziamento regionale del PR FERS 2021-2027, priorità 1, RSO 1.1, per modifica del cronoprogramma e conseguente rinvio di atti contabili per 2,868 milioni di euro.
La somma di tali economie comporta un risparmio complessivo di euro 8.335.641 nel 2024 e di euro 145.778 nel 2025-2026, che permette, assieme alle maggiori entrate di cui sopra, di contribuire al finanziamento di alcune linee di spesa.
Con riferimento alle variazioni incrementative delle autorizzazioni di spesa, la nota integrativa riporta i movimenti apportati all'interno di alcuni programmi e missioni. A tale manovra se ne aggiunge una compensativa tra le allocazioni già previste in bilancio, cui parimenti la nota integrativa dà evidenza.
La somma delle voci di entrata e spesa di cui sopra ammonta a 14,9 milioni e rappresenta il margine di manovra da destinare alle politiche di spesa regionali.
Le missioni che hanno beneficiato delle disponibilità finanziarie liberatesi per l'esercizio 2024 sono le seguenti: nell'ambito della Missione 1 "Servizi istituzionali generali e di gestione" vengono destinati euro 30.000 per spese per la sicurezza dei luoghi di lavoro ed euro 100.000 per i beni del patrimonio regionale (automezzi e natanti, mobili e apparecchiature); nell'ambito della Missione 4 "Istruzione e diritto allo studio" 3 milioni di euro sono destinati a favore delle borse di studio universitarie; per quanto concerne la Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" è stato finanziato per 100.000 euro l'articolo 19 della legge regionale n. 3/2013 , che prevede il contributo a favore dell'Associazione regionale per la promozione e la diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete (ARTEVEN); nell'ambito della Missione 7 "Turismo" 20.000 euro sono destinati al rifinanziamento della legge regionale n. 11/2013 (Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto); nell'ambito della Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente" vengono destinati 500.000 euro per spese relative alla gestione del demanio idrico e 300.000 euro per spese relative a parchi naturali regionali; quanto alla Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità" vengono destinati euro 2,1 milioni per gli interventi sulla rete viaria affidata a Veneto Strade Spa; nell'ambito della Missione 12 "Diritti sociali e politiche per la famiglia" vengono finalizzati 5,2 milioni di euro per sostenere iniziative a tutela dei minori, 700.000 euro al servizio civile regionale volontario, 800.000 euro alla promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo; alla Missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca" vengono destinati 650.000 euro alla somma urgenza riguardante opere di bonifica a seguito di calamità naturali; nell'ambito della Missione 18 "Relazioni con altre autonomie territoriali e locali" sono destinati 100.000 euro per iniziative per lo sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta, 70.000 euro per lo sviluppo economico e sociale del Veneto orientale e altrettanti per lo sviluppo economico e sociale dei Comuni costituenti l'area del litorale veneto; nell'ambito della Missione 19 "Relazioni internazionali" sono destinati 200.000 euro per la cooperazione allo sviluppo sostenibile; nell'ambito della Missione 20 "Fondi e accantonamenti" il Fondo speciale per le spese correnti, di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 32/2023 (Bilancio di previsione 2024-2026), con il gemello fondo per le spese in conto capitale, ovvero la primaria fonte di provvista per la copertura delle ricadute finanziarie dei progetti di legge di iniziativa consiliare contemplate dall'articolo 5 della legge regionale n. 39/2001 , è incrementato di 1 milione per ciascun esercizio del triennio 2024-2026.
In chiusura viene riassunto il percorso istruttorio svolto nel 2024 relativamente al provvedimento di assestamento del bilancio di previsione 2024-2026 all'esame di questa Assemblea.
Il disegno di legge n. 9 è stato deliberato dalla Giunta regionale in data 27 maggio e trasmesso il 3 giugno al Consiglio regionale, assumendo il n. 269 tra i progetti di legge depositati da inizio legislatura. Il 6 giugno è stato consegnato alla Prima Commissione, nonché alla Seconda, alla Terza, alla Quarta, alla Quinta e alla Sesta Commissione per gli aspetti di rispettiva competenza. Il 12 giugno è stato illustrato ai componenti della Prima Commissione referente per l'Aula dall'Assessore al bilancio, cui sono stati invitati a partecipare tutti i Consiglieri.
Il 17 giugno il Collegio dei revisori dei conti della Regione del Veneto, ai sensi dell'articolo 23 della legge regionale n. 47/2012 , si è pronunciato favorevolmente sul provvedimento.
Quanto al Consiglio delle autonomie locali, nelle more della ricostruzione di forme di operatività del medesimo, nel caso di specie, anche sulla scorta di quanto considerato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale già in data 15 aprile 2021, in ordine all'esigenza di assicurare comunque forme di continuità all'iter legislativo, in conformità al principio di buon andamento, nonché atteso il superamento dei termini per l'espressione del parere sul progetto di legge previsti dalla legge regionale n. 31/2017 , la Commissione ha ritenuto di poterne prescindere.
Tra il 25 e il 27 giugno, le richiamate Commissioni consiliari hanno espresso, come previsto dall'articolo 69 del Regolamento, i rispettivi pareri per le parti di competenza. Nella seduta del 3 luglio la Prima Commissione, preso atto dei pareri espressi dalle Commissioni, ha esaminato il progetto di legge approvando un emendamento proposto dalla Giunta regionale e illustrato dall'Assessore al bilancio, che, alla luce di esigenze emerse nelle settimane successive alla trasmissione del progetto di legge al Consiglio, apporta variazioni compensative alle dotazioni dei vari programmi afferenti a complessive 13 missioni del documento previsionale per il triennio 2024-2026.
Infine, la Prima Commissione ha licenziato a maggioranza il provvedimento.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola alla correlatrice Vanessa Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non impegnerò il tempo nella descrizione del provvedimento in esame, lo ha fatto molto bene la relatrice, anche perché siamo di fronte, come saprete, a una variazione di bilancio obbligatoria per legge, a cui il Consiglio regionale è chiamato ad adempiere dopo l'approvazione del rendiconto, attraverso la quale variazione dovremmo assumere agli atti della nostra iniziativa politica le conclusioni che ci portiamo dietro dall'esercizio finanziario precedente.
In particolar modo, nella logica degli equilibri di bilancio, delle leggi e dei princìpi contabili, la manovra di assestamento dovrebbe essere lo strumento attraverso il quale noi utilizziamo l'avanzo prodotto nell'anno precedente. Quindi, chiudiamo il bilancio 2023, avanziamo qualcosa e lo rimpegniamo attraverso l'assestamento nel 2024.
Per questa ragione, i princìpi contabili obbligano gli Enti, Regioni e Comuni, alla manovra di assestamento, proprio per consentire alle Istituzioni di poter utilizzare rapidamente e in maniera efficace le risorse avanzate nella gestione dell'esercizio precedente.
Il problema è che in questa Regione, come sapete, care colleghe e cari colleghi, non abbiamo mai la possibilità di disporre dell'avanzo dell'esercizio precedente. Lo dico perché so che tanti colleghi sono stati Sindaci; quindi, hanno presente come funziona il meccanismo. In Regione del Veneto non possiamo disporre mai dell'avanzo degli esercizi precedenti. Non lo possiamo utilizzare non perché non lo facciamo. Anzi. Da tanti anni la Regione del Veneto ha una gestione di esercizio inutile – lo ripeto, inutile – per diverse centinaia di migliaia di euro, per diversi milioni, miliardi, quella del 2023. Ma quei soldi che noi avanziamo dall'esercizio precedente non li possiamo usare nell'esercizio successivo, come fanno tutti i Comuni, perché abbiamo debiti pregressi che ci assorbono in maniera automatica tutto quello che noi risparmiamo. Quindi, noi ogni anno risparmiamo e ogni anno le risorse che risparmiamo – ne discuteremo approfonditamente quando vedremo il rendiconto – dalla gestione annuale vengono tutte assorbite per ripagare debiti fatti negli esercizi precedenti, in particolar modo il Fondo anticipazione liquidità, sebbene su questo rientro di debito vi sia una rateizzazione prevista, quindi più o meno sappiamo a quanto ammonta la quantità di risorse che annualmente dobbiamo restituire allo Stato, ma soprattutto per il cosiddetto "DANC", acronimo che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, ovvero il debito autorizzato e non contratto degli esercizi precedenti, che non ha una quota fissa. L'accordo che abbiamo fatto con il Governo è che tutto quello che avanza serve per abbattere quel debito.
Quindi, in realtà, Assessore, andiamo a fare una manovra di assestamento che non può mai, almeno per qualche anno ancora... Sono ancora 95 milioni, 93 milioni da quest'anno, le risorse che dobbiamo restituire. Per un po' di anni ancora, verosimilmente, la gestione di bilancio della nostra Regione continuerà, speriamo, a essere in attivo e noi continueremo a non poter disporre di quelle risorse.
Questa situazione genera una sorta di doppia beffa per le cittadine e i cittadini della nostra regione. Da un lato, ci obbliga a garantire costantemente una sorta di gestione al risparmio delle politiche pubbliche, perché dobbiamo ripagare con risorse fresche e correnti debiti contratti nelle Amministrazioni precedenti. Quindi, siamo continuamente impegnati a dover risparmiare; non solo ad andare in pareggio, ma a dover risparmiare.
La seconda beffa è che, appunto, arriviamo sempre alla manovra di assestamento – e lo facciamo ormai da un po' di anni – senza poter contare su risorse spendibili, che siano quantitativamente consistenti, accettabili, utili per poter affrontare le emergenze che dobbiamo affrontare.
C'è anche da dire – ma anche questo lo vedremo nella discussione sul rendiconto che avverrà tra qualche settimana – che qualche escamotage per ridurre il più possibile l'avanzo da conferire per il pagamento del DANC lo stiamo provando a mettere in campo. Questo, però, continua a non consentirci ugualmente di avere delle risorse fresche disponibili per poter affrontare le emergenze correnti.
Il problema sul piano delle politiche di bilancio, che ha una rilevanza politica che dobbiamo affrontare oggi, è che noi dobbiamo pagare il conto di questa gestione di bilancio in una fase, in una stagione storica molto complicata, perché sapete benissimo, colleghe e colleghi, che ci sono momenti in cui c'è una crescita economica importante, c'è un benessere sociale diffuso, in cui le Istituzioni possono anche permettersi di fare i conti con le ristrettezze di bilancio. Ma in una fase, in una stagione come quella che stiamo vivendo – credo abbiate tutti letto in questi giorni l'ultimo resoconto di Banca d'Italia che certifica come la crescita economica si sia bloccata – anche i tassi di crescita della nostra Regione, che fino a qualche anno fa superavano significativamente la media nazionale, ormai si assestano a livelli di crescita che stanno in media con la crescita italiana, mi pare lo 0,8% di aumento di PIL a livello nazionale e lo 0,9% per la nostra Regione. Stiamo parlando sostanzialmente di una crescita pari a zero, quando discutiamo di questi numeri.
Quindi, in un contesto sociale ed economico complicato, noi ci troviamo a dover gestire emergenze continue, senza avere le risorse e senza aver messo in campo i meccanismi che ci potessero consentire per tempo di arrivare preparati a questa stagione. Dobbiamo, quindi, arrenderci di fronte ad un dato di fatto: il bilancio di previsione della Regione del Veneto è fortemente sottostimato ed è destinato a rimanere sottostimato fino alla fine dell'esercizio.
Possiamo anche chiudere la stagione, assessore Calzavara, in cui, nella discussione sul bilancio di previsione, noi ci lamentiamo che non ci sono abbastanza soldi e la Giunta ci garantisce che nel corso dell'anno troveremo le risorse. Anche questo argomento retorico direi che è il caso e l'ora di archiviarlo, tant'è che oggi, a metà dell'anno, con la manovra di assestamento in mano, di fronte a necessità enormi, noi discutiamo di una manovra dai 15 ai 18 milioni di risorse disponibili, gravemente insufficiente non soltanto rispetto alle necessità di questa Regione, ma gravemente insufficiente anche rispetto alle promesse, agli impegni che vi eravate assunti in fase di bilancio di previsione.
Peraltro, stiamo parlando di cifre poco consistenti, tra i 15 e i 18 milioni, di cui un terzo ve lo prendete dal Consiglio regionale. Ci sarebbe molto da dire su questo, presidente Ciambetti, però oltre 5 milioni dei 18 di cui disponiamo oggi ve li ridiamo noi, perché risparmiamo. Un altro pezzo di risparmio arriva dagli interessi passivi, perché, non andando a mutuo, risparmiamo un po' di soldi. È finita, sono finite le risorse.
Andrà sempre così? Potremo sempre come Consiglio regionale contribuire alle risorse a disposizione della Giunta? Continueremo a non andare a mutuo? Avremo sempre un po' di risparmio di interesse passivo? Può essere, ma non è sufficiente. E allora io chiedo davvero di ammettere in maniera unanime, all'interno di questo Consiglio regionale, di prendere come dato di fatto, l'argomento che i soldi non bastano più, che le politiche di bilancio messe in campo in questi anni, pur rigorose, pur precise, pur corrette sotto il profilo formale, non corrispondono ai bisogni di questa Regione.
Noi dobbiamo ammettere che l'eccellentissima Regione del Veneto non ha i soldi per affrontare i bisogni materiali e sociali elementari delle persone, e dopo cercherò di spiegare quali. Lo dico perché viviamo dentro la bolla mediatica in cui spieghiamo che siamo bravi, che facciamo tutto, che ce n'è. Non è così e i soldi del nostro bilancio, per come voi, in questi quindici anni, avete impostato le politiche di bilancio, non sono sufficienti.
Assessore Calzavara, mi devo rivolgere a lei, più che altro perché il Presidente della Regione evidentemente non è interessato a questa discussione; quindi, non viene mai in questo Consiglio regionale. Magari glielo riferisca che, oltre al mondo del web, dove si fa i reel e le foto alle sagre che inaugura, in realtà c'è un Consiglio regionale che vorrebbe far presente al Presidente della Regione del Veneto che stiamo alla canna del gas, perché sembra che non se ne renda conto. Glielo dica lei, assessore Calzavara, che so che si rende conto, invece, di questa situazione.
Caro presidente Zaia, per interposta persona dell'assessore Calzavara, bisogna trovare una soluzione vera, seria, che ci consenta di dare una risposta ai cittadini, dicendo già che il gioco delle tre carte non funziona. Il gioco delle tre carte non è neppure dignitoso. Abbiamo assistito in questi mesi, di fronte ad una necessità urgente per finanziare il cofinanziamento regionale per dei fondi comunitari, all'invenzione tecnica dell'introduzione nelle norme del bilancio del concetto di "prelievo temporaneo", dottor Masullo. È una invenzione.
Questo è un gioco da prestigiatori, non da dirigenti dei bilanci regionali. Non esiste il concetto di "temporaneo" nelle leggi di bilancio, perché o i soldi ci sono o non ci sono. Il bilancio è una fotografia. Eppure abbiamo assistito a questo prelievo temporaneo da un fondo di garanzia. La Corte dei conti come la prenderà?
Così come non esiste il gioco delle tre carte che state facendo, ad esempio, sui fondi che dovrebbero finanziare le scuole materne paritarie in questa Regione. Anche qua, ditelo al presidente Zaia che ogni volta ci spiega che il sistema educativo per l'infanzia di questa Regione è virtuoso perché si fonda sulla sussidiarietà tra la funzione pubblica e la funzione essenziale svolta dalle scuole materne paritarie. Però, noi gli diamo i soldi. In più, glieli diamo e poi glieli riprendiamo con l'emendamento della Giunta approvato in Commissione la settimana scorsa. Anche in questo caso promettiamo che li restituiremo all'assessore Lanzarin, che salta dalla sedia quando le chiedete di restituire quelle poche risorse che avevate dato. Questo non per aumentare gli stanziamenti, ma nel disperato tentativo di raggiungere gli stessi stanziamenti dell'anno scorso.
Io ho letto ieri il suo comunicato stampa, assessore Calzavara. Lei dice: "diamo soldi alle scuole materne, diamo soldi alle borse di studio, diamo soldi sul buono scuola". Si è, però, dimenticato di dire, perché in politica basta omettere una parola per trasformare una verità in una menzogna, che quelle risorse lì non è che gliele diamo in più rispetto all'anno scorso, perché il bilancio di previsione era già sottostimato. Gliele diamo un pochino e comunque non arriviamo ai livelli dell'anno scorso, perché i 3 milioni che mettete per il buono scuola erano destinati a raggiungere i 6 milioni di stanziamento che ogni anno date e che in livello di bilancio di previsione avevate dato solo per 3 milioni. La stessa cosa vale per le risorse alle materne private. Non cito neanche, per carità di patria, la questione delle borse di studio. E potrei andare avanti all'infinito.
Sull'invecchiamento attivo l'anno scorso c'era 1 milione e quest'anno ci sono 800.000 euro, che mettete adesso. Può dire, l'Assessore, che avete stanziato 800.000 euro per l'invecchiamento attivo? Sì, ma dovrebbe dire che sono 800.000 euro quando l'anno scorso c'era 1 milione. Capite la differenza tra la verità e una mezza verità?
Vengo a un'altra cosa su cui ci dobbiamo chiarire. Eliminiamo il gioco delle tre carte. Diciamo ai veneti le cose come stanno. Secondo punto da mettere a fuoco. Lo ha detto lei stesso, assessore Calzavara, in un momento di particolare onestà in Commissione. Con questa manovra di assestamento voi non state raschiando il fondo del barile. L'Assessore ha detto "stiamo raschiando il fondo del fondo del barile". Siamo andati a recuperare risorse in tutti i capitoli possibili e immaginabili, in ogni minimo anfratto del bilancio, che è quello che avete fatto quest'anno anche, per fare un esempio molto concreto, con i bilanci delle aziende sanitarie locali, dove avevamo risparmiato in tanti anni circa 500 milioni, o poco meno, che stavano in un fondo, fermi là, e che quest'anno, sommando i bilanci in rosso di praticamente quasi tutte le ULSS, siete andati quasi a esaurire.
Per il futuro, i prossimi anni, quando la gestione economica e finanziaria delle aziende sanitarie non potrà che essere identica a quella attuale, se non peggio, come li chiudete quei bilanci lì? Avete messo da parte tanto in questi anni, e in questi stessi anni state consumando quei risparmi, e stiamo, come ha detto l'assessore Calzavara, raschiando il fondo del fondo del barile.
Tutto questo mentre non arriviamo a confermare gli stanziamenti dello scorso anno, mentre le emergenze sociali esplodono, e su questo dirò qualcosa tra poco. Soprattutto, noi non sappiamo come la messa in funzione a sistema della Pedemontana si scaricherà sul bilancio di questa Regione.
Ricordo, infatti, che la Superstrada Pedemontana Veneta già non è gratis per il bilancio della Regione, a bocce ferme, ancora prima di cominciare, perché siamo andati a mutuo con 300 milioni per pagare un pezzo di quella strada, e altri 900 milioni li ha messi lo Stato. Lo dico così, in questi giorni in cui sembra che lo Stato non ci serva tanto.
Noi abbiamo provato a realizzare un'opera importante. Ci abbiamo messo 300 milioni, lo Stato ce ne ha messi oltre 900. È giusto, collega Montanariello?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

915.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

915 milioni. E ancora dobbiamo iniziare a pagarla.
Sappiamo che verosimilmente – questo dice il piano di ammortamento, chiamiamolo così – la situazione sarà peggiore. Nei prossimi tre anni, solo per la Pedemontana in funzione, dovremo pagare 25 milioni di euro, in tre anni. Se ci va bene, 25 milioni in tre anni. Vuole le cifre precise? Sono 10 milioni. Ce le ho, guardi. Io ho tanti difetti... Questo se va bene. Con la spada di Damocle della richiesta del concessionario di adeguamento al canone ISTAT da versare. Io non lo so come andrà a finire. Se anche l'assessore Calzavara mi dice "neanch'io", io ho finito il mio intervento e aspetto le dimissioni della Giunta sul tavolo tra cinque minuti, o il commissariamento. Del resto, se non sapete neanche voi come la Pedemontana impatterà sul bilancio della Regione, mi sembra che siamo messi male.
La necessità di dare delle risposte, la necessità di dire dove vogliamo andare a parare, la necessità di spiegare ai veneti come pensate di garantire l'erogazione dei servizi e delle prestazioni che dovete garantire è un obbligo, non tanto perché ve lo chiede la consigliera Camani, ma perché abbiamo la necessità di affidare la nostra Regione a bilanci stabili, solidi.
Dopo non lamentiamoci e non stupiamoci se le grandi multinazionali mondiali, anziché venire in questa Regione inaffidabile, scelgono di andare da un'altra parte. Lo hanno detto chiaramente i dirigenti di Silicon Box: "Non c'è un territorio sufficientemente industrializzato, non ci sono collegamenti idonei con il nord Europa, non siamo sicuri di essere in un contesto che ci consenta di acquisire, in maniera lineare e diretta, la proprietà dei terreni sui quali costruire il nostro stabilimento".
Quando finalmente qualcuno avrà il coraggio almeno di darci il dossier veneto – a me non interessa quello piemontese, mi basterebbe vedere quello veneto – vorrei andare proprio a vedere chi sono i proprietari dei terreni su cui volevate costruire Silicon Box. Secondo me, è interessante.
Se la stessa dirigenza di Silicon Box sostiene che non siamo sufficientemente affidabili come sistema, una domanda ce la dovremmo pur porre. A me non interessa rincorrere chi strumentalizza questa vicenda, però mi interessa capire se siamo in grado di migliorare affinché non ci sia una sequela infinita e quotidiana di Intel, di Silicon Box e chissà di quanti altri.
Se non si raggiunge un obiettivo, uno non può andare in televisione a dire: "Mi sono offeso, c'è un complotto, c'è un segreto di Stato". Una persona normale, responsabile si gira indietro le maniche, cerca di capire cosa non ha funzionato e mette in campo tutte le condizioni affinché la prossima volta possiamo essere pronti e migliori.
Si fa così. Invece no. Pubblicamente, mediaticamente siamo risultati la vittima di un complotto e nei fatti abbiamo perso, come sempre, dei treni che passano una volta. Altro che piano B e piano C!
Dobbiamo renderci conto che abbiamo sul bilancio un problema strutturale rispetto al quale bisogna fornire risposte strutturali. Sapete, invece, qual è la mia impressione vedendo questo bilancio di assestamento e vedendo quello che succede qui tutti i giorni, dentro e fuori quest'Aula? Che stiamo respirando un'aria, un clima da smobilitazione, da fine impero. Chi verrà dopo di me si arrangerà, a me basta arrivare fino alla fine. È giusto, ex capogruppo Soranzo? Chi verrà dopo di me si arrangerà. Io devo portare a casa la fine.
Guardate che questa cosa si percepisce dentro questi palazzi. C'è un clima da fine impero, da non volontà di affrontare i nodi strutturali. C'è una politica che ha un orizzonte temporale di breve, brevissimo termine, perché nella programmazione regionale sei mesi o dodici mesi non sono niente. In parte lo vedete anche quando leggete i numeri che la relatrice ha illustrato di questo assestamento di bilancio.
Se abbiamo detto che non ci sono soldi, se abbiamo detto che ci sono dei bisogni a cui corrispondere, che abbiamo solo 18 milioni a disposizione, ma davvero io devo mettere 50.000 euro per ARTEVEN, 20.000 euro per i funghi, 80.000 euro per la Fiera di Longarone?
Va bene tutto, ma se io faccio l'elenco delle piccole e piccolissime spese che soddisfate in questa manovra di assestamento, si capisce che qui sta affondando la barca. Nessuno si occupa più di governare le grandi questioni: "Aspetta, che almeno mi porto a casa qualcosina per l'orto di casa mia". Siamo messi così. Parliamo di 20.000 euro. Io ho 18 milioni, so che ho solo quelli, so che ho tante emergenze e devo occuparmi dei 20 milioni dei funghi o degli 80 milioni del gelato? Io penso che neanche nel Consiglio comunale di Nove, consigliera Luisetto, visto che è stata Sindaca di quel Comune, si assiste ad un tale piccolo cabotaggio senza prospettiva, senza visione, senza dare l'idea di un progetto verso dove volete portare questa Regione.
Sa perché questo avviene, dal mio punto di vista, Assessore? Perché stiamo governando una Regione senza capitano, perché il presidente Zaia non solo non viene in Consiglio fisicamente, ma ha abbandonato già la nave, si sta occupando di altro, di cosa farà lui tra dodici mesi e chi se ne frega di noi come rappresentanti e della nostra Regione. Quindi, fate voi.
Assessore Calzavara, chiuda il bilancio. Il resto fate come volete. Manca una guida politica e si capisce, perché è finito l'impero.
Il problema è che, quando è il capitano il primo ad abbandonare la nave, la nave non fa una bella fine, solitamente. Quindi, non lamentiamoci se poi qualcuno vuole cambiare il comandante di quella nave.
Dicevo che c'è un problema strutturale, un problema strutturale su alcune questioni cruciali. Ne cito alcune e parto dal problema delle borse di studio. So che l'ho citato tante volte. Anche su questo, però, facciamo chiarezza una volta per tutte. Mettere 3 milioni di euro che soddisferanno il diritto costituzionale di veder riconosciuta la borsa di studio ad uno studente o ad una studentessa che è risultato idoneo per motivi di censo all'ottenimento della borsa di studio significa consentire a 637 ragazzi di poter avere la borsa di studio.
Va bene, ma ne mancano altri 4.135. Sono una cifra enorme, peggiore di quella dell'anno scorso. Parliamo di 4.135 ragazze e ragazzi, che non si possono permettere di pagarsi l'Università, che voi lasciate in quella condizione, ragazzi che per merito e per censo avrebbero diritto alla borsa di studio. Capite che non è il problema dei 20.000 euro del fungo o gli 80.000 euro del gelato. Se ce ne sono per tutti, va bene anche il fungo e il gelato. Tuttavia, gli 80.000 euro per il gelato e i 20 per il fungo diventano un insulto nel momento in cui ci sono 4.000 famiglie che rischiano di dover ritirare i propri figli dall'Università. Siccome io so che qua dentro ci sono tante persone che hanno faticato a studiare all'Università, che provengono da famiglie che hanno faticato a mantenere i figli agli studi, so che parlo di un argomento che conoscete.
Molti di noi non sarebbero qua se non avessero avuto la possibilità di studiare, con i mezzi che la Costituzione riconosce in maniera uguale per tutti. Stiamo facendo questa roba quando non paghiamo le borse di studio. Potrei citare – mi dispiace che l'assessore Corazzari sia uscito – i fondi per la cultura. È giusto, capogruppo Ostanel? È un'altra battaglia che portiamo avanti da tempo. So che lei è sempre presente, era solo per averla davanti.
Potrei citare l'emergenza casa. Ci sono 23 milioni di euro che il Governo non ha trasferito alle Regioni per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare l'affitto. Quelle famiglie, senza quelle risorse, come fanno a pagare l'affitto? Il Governo ha fatto una porcheria a tagliare i fondi, lo dico io. È giusto, collega Soranzo? Dopodiché, porcheria o non porcheria del Governo, quelle famiglie non scompaiono, esistono. E la Regione non ha messo un euro per riuscire a dare una mano in assenza di risorse statali.
So che quando parlo di borse di studio, di cultura, di diritto alla casa, molti di voi liquidano queste vicende come "questa è come quelli della sinistra che vogliono i soldi per i poveretti". Ma ormai, le necessità e i bisogni vanno oltre il perimetro, la visuale della sinistra. Ormai riguardano tutti noi, perché riguardano il comparto sanità. Di fronte alla sordità del Governo rispetto alla richiesta di tutte le Regioni di investire di più nella sanità, noi cosa facciamo? Possiamo fare tutti i piani per le liste d'attesa, per il recupero delle liste d'attesa, che vogliamo, possiamo anche fare, come fate voi, finta di non vedere i numeri reali. Dopodiché, le persone chiamano e non trovano posto per curarsi, e questo riguarda tutti. Se noi rinunciamo a questa sfida di civiltà, abbiamo perso la partita.
Potrei parlarvi degli Enti locali, sempre a proposito di quanti di voi dicono ogni volta, giustamente, con orgoglio, di essere stati Sindaci. Di fronte ai tagli da 25 milioni che il Governo, infierendo, fa patire ai Comuni della nostra Regione, noi cosa facciamo, come Ente di livello superiore? Ci giriamo dall'altra parte. Guardate che il Comune di Padova 1,2 milioni di euro di taglio lineare non ce l'ha. Chi chiude il bilancio di questi Comuni? La Regione cosa fa in questa partita? Lo domando, perché quei Sindaci verranno a bussare alla sua porta, assessore Calzavara, e lei dovrà spiegare ai Sindaci che aveva 80.000 euro da dare al gelato.
Poi ci sono i cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico. Abbiamo un'emergenza al mese. La gente va sott'acqua, ha bisogno di ristori che dal Governo non arrivano. E noi cosa rispondiamo? Che non abbiamo soldi. Io voglio vedervi andare davanti alle persone che hanno avuto la loro casa, il loro garage, la loro attività aziendale sommersa dal fango a dire: "Mi dispiace tantissimo, ma purtroppo non abbiamo messo le mani nelle tasche dei veneti per quindici anni, quindi ti arrangi". Ho come l'impressione che questa risposta qua funzioni solo davanti a una telecamera.
Io non lo so ‒ e vado a concludere ‒ se questa politica di bilancio, che voi scientemente da quindici anni avete messo in campo, abbia rilevanza sul piano dell'opinione pubblica, incida sul consenso. Sembrerebbe di no, vedendo i risultati. C'è un dato di fatto, però, che questa politica di bilancio, fatta di tagli lineari, di austerity, di spending review (come va di moda dire adesso), può essere che non incida sul consenso, ma incide indiscutibilmente sulla qualità della vita della nostra Regione.
La scelta di non aver voluto realizzare in questi anni politiche di bilancio espansive dipende da voi. Abbiamo parlato di addizionale IRPEF e voi: l'addizionale IRPEF no. Abbiamo parlato di aumentare il ricorso ai mutui e voi: no, per carità, non va bene. Abbiamo chiesto di fare degli investimenti produttivi e voi: no, non abbiamo soldi. Noi vi abbiamo anche proposto delle soluzioni.
La scelta di non ascoltare nessuno e di andare avanti con una politica di bilancio non espansiva è una scelta che voi avete costantemente confermato, anno dopo anno, per quindici anni, e che oggi ci conduce alla canna del gas in cui siamo. Voi avete scelto di restare fermi e di tenere la Regione del Veneto ferma per quindici anni. Non avete fatto nessuna scelta di politica industriale. Questo mentre le altre Regioni investivano. L'Emilia-Romagna sul biomedicale. Ne ha scelto uno e su quello ha investito. Oggi l'Emilia-Romagna ha il più importante distretto biomedicale al mondo. Non ci si inventa dall'oggi al domani come polo nazionale dei microchip, ci deve essere un progetto politico, di politica industriale vera.
Avete rinunciato a questa sfida e vi siete consegnati all'unico comparto industriale che funziona indipendentemente da voi, che si chiama turismo, ma che non è merito vostro, è merito delle Dolomiti, delle spiagge del Veneto, delle terme che ci sono in provincia di Padova, del Lago di Garda, di Sottomarina. Sapete meglio di me, per chi fa un po' di politica economica, che i flussi turistici sono volubili, volatili, mai come in questi anni in espansione, ma tant'è che alla prima crisi importante, vedete pandemia, ma anche guerra, sono quelli che cambiano più velocemente.
Voi, quindi, avete scelto di non avere una vera politica industriale per quindici anni. Voi non avete scelto, in questi quindici anni, di investire su nessuna infrastruttura strategica. Parlate ancora del Passante come unica innovazione agli spostamenti in questa Regione. E sempre per carità di patria, non parlerò della Superstrada Pedemontana Veneta, un'opera vecchia di trent'anni, utile, per carità, ma di certo non può essere considerata una via infrastrutturale che proietta il Veneto nel futuro.
Voi avete scelto, in questi anni, di non mettere in campo nessuna proposta innovativa sul piano del welfare e sul piano dei diritti. Arriviamo alla legge sugli ATS con ventiquattro anni di ritardo, ultima Regione, la riforma delle Case di residenzialità per anziani e le IPAB, unica Regione d'Italia a non averla ancora fatta. Neanche sul piano dei diritti sociali, che sono quasi a costo zero, avete voluto, in questi quindici anni, far avanzare la nostra Regione. Come non avete voluto farla avanzare nemmeno sul piano dei diritti civili, che solitamente sono anche a costo zero, cito la legge sul fine vita, che mi viene facile, ma potrei anche citare l'arretramento che avete determinato in questi cinque anni rispetto ai consultori. Non avete fatto niente, in questi anni, per il lavoro femminile, avete negato, in questi anni, il problema delle migrazioni, non consentendo a questa Regione una gestione utile di quel fenomeno. Tant'è che oggi siamo con i migranti che non sappiamo in che condizioni sono accolti e con le imprese che non hanno manodopera, a dimostrazione della miopia delle scelte che vi hanno contraddistinto in questi quindici anni. Nessuna politica industriale, nessuna infrastruttura strategica, nessuna programmazione per migliorare sul piano del welfare o sul piano dell'avanzamento sociale e della coesione sociale, nessun avanzamento sul piano dei diritti civili.
Questi sono stati quindici anni in cui la nostra Regione davvero avete scelto di tenerla ferma. È vero, partivate alti, partivamo molto alti, perché prima di questi quindici anni, complice anche un contesto economico espansivo, la Regione del Veneto poteva essere locomotiva (così si diceva), testa di serie delle Regioni italiane. Quindici anni fa il Veneto competeva con le Regioni più avanzate del Nord Europa. Eravamo primi non solo in Italia, ma in Europa. Partivate alti. So che ai veneti non piace tanto cambiare. Forse a nessuno piace cambiare. Quando uno si trova bene, si rassicura nel vedere la replica di ciò che ha. Il problema è che in questi quindici anni voi avete scelto di tenere fermo il Veneto, mentre il resto del mondo correva, e non dico New York City, dico semplicemente le Regioni che ci stanno intorno. Tant'è che tutte le Regioni del nord, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e persino Piemonte, per non citare ovviamente Emilia-Romagna e Toscana, ci hanno superato in quasi tutte le classifiche sia di qualità della vita che di prestazioni. È una grande responsabilità quella di aver scelto di tenere fuori il Veneto dalla classifica dei primi della classe.
Adesso abbiamo due strade davanti: o ci assumiamo insieme la responsabilità delle condizioni in cui ci troviamo, se insieme abbiamo l'onestà di dire che così non si può andare avanti, se insieme riusciamo con sincerità ad ammettere che serve un cambio di rotta, un cambio di passo, prima che sia troppo tardi; oppure ci costringete, ancora per un anno, ad assistere a un declino, che in questo momento, se non c'è uno scatto di reni, sembra davvero ineludibile.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Assessore, vorrei iniziare il mio intervento facendole una domanda. Avrei potuto prendere esattamente lo stesso discorso dell'anno scorso, il discorso dell'anno precedente, il discorso dell'anno precedente ancora, ripeterlo, andare a casa e chiuderla qui. Dico questo perché ogni anno che noi veniamo a fare l'assestamento di bilancio, ammesso che quest'anno abbiamo metà della disponibilità dell'anno scorso, ci sentiamo dire esattamente le stesse cose: i soldi non ci sono. L'ha detto bene la collega Camani, non abbiamo raschiato solo il fondo del barile, ma il fondo del fondo del barile. Questo è un bilancio con un menù alla carta, dove le piccole cose vengono messe davanti rispetto alle necessità reali dei veneti. Del resto, è davvero imbarazzante vedere 20.000 euro per il turismo, chiedere in Commissione, di cui sono Vicepresidente, che cosa sia e sentirsi rispondere "non lo so" dai tecnici, in assenza di tutti, tranne una volta l'assessore Corazzari e l'assessore Donazzan, in assenza dei referenti per potergli chiedere che cosa sono le poste che riguardano quella Commissione. Quindi, sostanzialmente i remi in barca sono tirati a tal punto che non serve più nemmeno venire all'interno delle Commissioni, perché tanto mandiamo la struttura tecnica. Ogni volta, infatti, ho dovuto fare le domande alla struttura tecnica, chiedendo scusa se facevo delle domande politiche a cui non mi potevano rispondere. E poi entrerò nella questione borse di studio.
Ebbene, di fronte a un assestamento di bilancio che oggi rispetto all'anno scorso, dove almeno avevamo 31 milioni, ne ha solo 15 e di fronte a un assestamento di bilancio dove ogni piccola posta può essere scelta come un menù, dove io scelgo dove mettere 25, 10, 50 o 100.000 euro, oppure, come l'emendamento che ho visto arrivare, 30.000 euro da parte di un Consigliere di maggioranza, mi chiedo: ma abbiamo disponibilità come Consiglieri di fare proposte da 30.000 euro? Magari non ci passa un progetto di legge in Commissione, allora oggi veniamo qui a chiedere 30.000 euro perché la Ostanel vuole fare qualcosa? È questo l'atteggiamento istituzionale di una Regione con cinque milioni di abitanti, di una Regione che, come descrivete voi, eccelle, corre ed è prima in tutte le cose?
Mi chiedo davvero se non sarebbe stato meglio mandare un cartonato della consigliera Ostanel che ripeteva il discorso dell'anno passato, vista anche la fatica di venire in quest'Aula a ripetere sempre le stesse cose. Personalmente sono convinta che "deliberazione" sia una grande parola, che impone il fatto che, se io parlo in quest'Aula e lei riceve, qualcosa cambia. Tuttavia, se questo non avviene mai, non vedo nemmeno che ruolo possiamo giocare all'interno di quest'Aula assembleare, perché in qualche modo ogni cosa si porti, ogni cosa si dica, ogni proposta si faccia ogni anno succede la stessa cosa. È come essere in un film dell'orrore che si ripete.
Parto da qui perché voi avete messo tre priorità, lo dite bene nelle slide, nei comunicati, comunicati che sono talmente trionfali, per quanto mi riguarda, da fare un po' ridere, un po' sorridere, perché con 15 milioni di euro neanche un Comune piccolo, neanche il Comune di Padova sarebbe così trionfale. Queste vostre tre priorità sono il sociale, l'istruzione e le infrastrutture. A parte il fatto che ne potrei aggiungere altre, e poi lo dirò, ma partiamo da quello di cui in quest'Aula mi sono sempre occupata, ovvero il tema dell'istruzione e delle borse di studio. Siamo di nuovo lì: avete aggiunto 3 milioni di euro, quindi dovrei ringraziare l'Assessore, ma c'è un problema, e sa qual è? Che noi, come ogni anno, stiamo facendo due grandi errori. Il primo, pagare le borse di studio alla fine dell'anno accademico. Lo ripeterò sempre: un conto è pagare la borsa di studio quando uno studente si iscrive, altra cosa è pagare la borsa di studio quando una famiglia ha dovuto, per un anno, anticipare tutte le spese, dalle tasse universitarie all'alloggio – andate a cercare un alloggio in questa città o a Padova e vedete quanto vi costa – dai libri di testo a tutte le spese accessorie, a partire dalla mensa. Andate a farvi i conti di quanto costa per una famiglia mantenere una persona all'università e chiedetevi se state rispondendo ai bisogni delle loro famiglie. Pagare un anno dopo significa non pagare, significa fare in modo che le famiglie ritirino dall'università i propri figli. Lo ripeterò fino alla fine, perché l'ha detto bene la collega Camani: qui la scelta è una. Peraltro, anche voi stessi, in quest'Aula, avete detto, come il collega Pan: io ho fatto fatica a studiare pagandomi gli studi. L'ho fatto anch'io facendo le stagioni a Bibione. Siccome sappiamo che questa è la situazione della maggior parte delle famiglie venete, ma sappiamo bene che, proprio perché hanno studiato, gli si permette di essere qui oggi o a fare un certo tipo di lavoro, allora noi abbiamo il dovere morale e istituzionale di pagare subito quelle borse di studio e non pensare che pagarle un anno dopo faccia uguale, perché non fa uguale. E non mi basta – so cosa poi dirà il collega Pan, se interverrà – sentirmi dire: visto che lei e io abbiamo fatto così tanta fatica, anche le studentesse o gli studenti iraniani, di cui sicuramente lei parlerà, dovrebbero andare a lavorare. Lei dirà così, collega Pan. Ma davvero lei, alla sua età o alla mia età, sente di dover dire a un ragazzo di vent'anni che deve accadergli la stessa cosa che è successa a lei o a me, di fare 14-15 ore di lavoro in regola per poche e fare quattro o cinque stagioni dalla mattina alla sera, da giugno a settembre? Questo è quello che noi vogliamo per i nostri giovani? Io vorrei che fosse una scelta. Non si può pensare che la Regione si debba ritirare perché loro devono andare a lavorare. Io questo discorso non lo accetterò mai all'interno di quest'Aula. Non sta in piedi, collega Pan. La anticipo: non sta in piedi. Del resto, noi siamo qui per garantire ai giovani, che sono il futuro di questa Regione, un futuro migliore rispetto a quello che ha avuto lei o migliore rispetto a quello che ho avuto io. Quindi, o ci mettiamo a pensare che siamo qui per un ruolo, che siamo qui per un motivo, oppure, se la risposta è che dopo quarant'anni i giovani devono fare come il collega Pan, cosa che non accetterò mai, perché noi siamo qui per dare a quei giovani un futuro diverso, io qui dentro posso anche fare a meno di starci.
Sa i numeri cosa dicono? Che oggi abbiamo anche i soldi per mettere più di quei 3 milioni. Io ho fatto un emendamento a tal riguardo, e lo spiego. Qui apro e chiudo una breve parentesi. Assessore Donazzan, quando avremo qualcuno che si rioccuperà dell'istruzione in questa Regione? Quando ci sarà la nomina della persona che prenderà in carico un problema che non può stare in stand-by? Terminate le elezioni europee, quando avremo qualcuno che si riprenderà in mano la guida dell'istruzione di questa Regione? Io glielo chiedo: quando arriverà? Chi sarà? Il "chi sarà" non occorre che lo dica a me, non lo direbbe mai. Ma quando arriverà? Perché noi dobbiamo dire a quei giovani che c'è qualcuno che si sta occupando di loro. A me non basta sapere che se ne sta occupando lei. E io lo so che ci sta provando. Ma a me non basta. Ci vuole una persona con responsabilità politica a cui qualcuno possa dire qualcosa, e l'assessore Donazzan oggi qui non c'è. A parte il fatto che non ha mai ricevuto gli studenti. A parte questa piccola postilla. E li ha ricevuti lei. Ma quegli studenti che abbiamo ricevuto in quell'Aula oggi chi li sta prendendo in carica? Chi nella Giunta porterà e quando porterà questi temi all'attenzione? Con chi si è iniziato a fare un passaggio di consegne? Non sono cose spicciole, piccole. Le divisioni interne alla maggioranza non possono lasciare un posto in stand-by per mesi. Di questo stiamo parlando.
Venendo all'Assessore che fino ad oggi ha la competenza, se noi oggi prendessimo in mano semplicemente la manovra che voi avete fatto sul buono scuola, come io ho proposto, noi avremmo la possibilità di raccogliere 4.700.000 euro in più, facendo un'operazione che io credo vari di noi qui dentro potrebbero condividere. Infatti, un conto è sostenere le scuole paritarie da zero a tre anni o da zero a sei anni, che in questa Regione sappiamo, per le caratteristiche della Regione, essere quelle che in tantissimi Comuni fanno il lavoro, per fortuna, che in altre Regioni fa il pubblico. Se non ci fossero, non ci sarebbero gli asili. Ma ci sono dentro il buono scuola – e abbiamo visto con che entità – fondi che vanno a pagare la tassa di iscrizione alle scuole private paritarie che vanno da ordini superiori, quelle che io una volta chiamavo le medie e le superiori, dove l'offerta del pubblico non solo c'è, ma è quella che io credo noi avremmo il compito di sostenere continuamente. Cosa facciamo, invece, noi? Da tutti i bilanci che abbiamo potuto vedere in quest'Aula e in Commissione, per volontà politica chiara dell'assessore Donazzan, finanziamo, più di tutte le altre Regioni, le scuole paritarie che vanno oltre quelle dello 0-6, perché abbiamo la consapevolezza, errata a mio avviso, che quelle scuole debbano essere sostenute per fare cosa? Per sostenere gli alunni con disabilità.
Una cosa che condivido è che la scuola pubblica ha le figure, che andrebbero sostenute maggiormente, di sostegno anche, per fortuna, per le famiglie con disabilità. Quindi, se proprio dobbiamo andare a sostenere nelle paritarie gli alunni con disabilità, a me va bene. Ma sa cosa viene, invece, fuori dai dati? Che noi continuiamo a sostenere, all'interno dei fondi che diamo alle scuole private paritarie, le rette scolastiche di quelli che voi definite nella delibera gli "alunni normodotati", alunni che potrebbero benissimo andare alla scuola pubblica, che è una scuola di qualità in tutta Italia, in questa Regione lo è sicuramente, che non hanno bisogno di un insegnante di sostegno all'interno della classe e che hanno un'alternativa chiara e gratuita, ovvero la scuola pubblica. E noi, invece, che cosa facciamo? Decidiamo di dare la maggior parte dei nostri soldi – adesso cercherò di dirvi anche quanto – alle scuole private paritarie per gli alunni normodotati.
Badate, la forbice è molto ampia. Agli alunni delle scuole non statali arrivano solo 300.000 euro e, quando andiamo a vedere i numeri assoluti, le domande soddisfatte rispetto a chi frequenta le scuole statali sono state 786, contro le 6.532 domande di chi, invece, frequenta le scuole non statali. Quindi, noi abbiamo sostenuto 6.532 famiglie nelle scuole paritarie che vanno sopra i gradi che citavo prima. Quando andiamo a vedere se diamo fondi alle famiglie di alunni con disabilità o normodotati, vediamo che anche qui la forbice, se andiamo a vedere effettivamente il numero di famiglie con disabilità o normodotati, è impari, è sbagliata. Non è che noi stiamo finanziando quelle scuole con un target specifico, noi stiamo finanziando quelle scuole perché la linea politica dell'assessore Donazzan è quella di sostenere le scuole paritarie, perché a lei delle pubbliche non gliene importa nulla.
Io penso che questa sia la linea politica che porta questa Regione ad avere esattamente quello che dicevo prima, ossia un'istruzione buona, pubblica, accessibile, che questa Regione sta minando, invece che sostenerla, come potrebbe e come dovrebbe, in collaborazione con lo Stato. E se volete qui possiamo fare pure una battuta sull'autonomia: quando chiederete l'autonomia, cosa farete sul sistema scolastico o sulla relazione tra Stato e Regione nella gestione di tutta la questione delle scuole paritarie private? Vogliamo una Regione che ha solo scuole paritarie private anche per le medie e le superiori? State dicendo ai cittadini del Veneto che questa è la strada? Che voi userete i fondi della Regione per fare in modo che le persone tolgano i loro figli dalla scuola pubblica e li portino lì perché sono migliori? Oppure state dicendo, come io vorrei, che invece la Regione del Veneto vuole sostenere il sistema della scuola pubblica e, al massimo, il sistema delle paritarie sicuramente dove è importante, dagli anni zero a sei? Poi, quando abbiamo la necessità di andare oltre, eventualmente con i fondi della tassazione, con i fondi regionali paghiamo, se ci sono dei target, come per gli alunni con disabilità. E questo è un discorso che io potrei accettare. Invece, la linea politica è un'altra. Peraltro, non sappiamo ancora quale sarà la linea politica dell'Assessore o dell'Assessora che verrà dopo Elena Donazzan. E davvero chiedo quando, perché stiamo lasciando un posto e un tema senza guida, quando in realtà la guida dovrebbe esserci fin da subito. Non va in pausa estiva – credo, spero – un Assessore.
Abbiamo altre questioni. Alcune le ha già citate la collega Camani. Penso innanzitutto al tema della cultura. Lo porto sempre all'interno di quest'Aula, però è come se...
Risponda pure, Assessore. Risponda. Saremmo felici di sentire cosa succederà alla guida dell'istruzione in questa Regione. Non so se devo chiedere a lei, al presidente Zaia o al Capogruppo della Lega. Vedremo.
Dicevo, il tema della cultura. Durante la pandemia ce ne siamo occupati, ci siamo accorti che c'era un bisogno, ci abbiamo lavorato per un anno, lo abbiamo fatto, me lo ricordo. È stata una battaglia che qui dentro abbiamo portato in maniera chiara fin dal primo bilancio, finanziando – e non era mai successo – con un milione di euro gli operatori della cultura, solo perché la consigliera Ostanel aveva trovato un avanzo di bilancio dai fondi dell'assessore Marcato, il quale aveva espresso il proprio assenso a fare quel passaggio. Se ricordate, è andata così. Dunque, per un anno, durante la pandemia, per fortuna ci siamo resi conto che c'era un settore che stava chiudendo, morendo. Ma per quelli che sono rimasti, perché molti non hanno resistito, oggi noi continuiamo ad avere l'assessore Corazzari che risponde ad ogni nostra sollecitazione: in Giunta non mi danno spazio. Ebbene, qui dobbiamo chiarirci. Come Vicepresidente della Commissione Cultura, anche perché abbiamo votato all'unanimità degli impegni negli anni precedenti, io devo capire con chi devo parlare. L'assessore Corazzari non ha spazio in Giunta o l'assessore Corazzari ha una Giunta che non riconosce il lavoro culturale di questa Regione? Abbiamo intenzione di occuparcene? Abbiamo intenzione di dare gambe a una legge cultura che abbiamo approvato la scorsa legislatura all'unanimità e su cui tanti hanno lavorato qui dentro? Oppure, abbiamo intenzione di usare la legge cultura per inserire ognuno di noi dei pezzettini da 30, a 50 a 100.000 euro, senza mai aumentarne la dotazione? Perché è facile così: inserisco nuovi capitoli, nuovi articoli dentro la legge cultura, ma non cambia il totale.
I bisogni rispetto alla pandemia lo so che sono cambiati. Io non sto dicendo di rifare esattamente quello che abbiamo fatto due, tre, quattro anni fa. Io sto dicendo che oggi abbiamo di fronte un settore culturale che sta investendo e ha investito dopo la pandemia, abbiamo una legge cultura, continuiamo ad avere più numeri di domande che arrivano, perché abbiamo finalmente dei bandi chiari, con dei criteri, e continuiamo a lasciare fuori, come è successo l'anno scorso, tantissime di quelle domande, comprese quelle dei Comuni. So che oggi, in fase di assestamento di bilancio, mi sentirò rispondere: non si preoccupi, consigliera Ostanel, quando arriverà la variazione di novembre metteremo a posto sia le borse di studio che la legge cultura. Ma non è così. Peraltro, sulla legge cultura l'anno scorso era troppo tardi. La graduatoria non si è evasa tutta. Abbiamo fatto rientrare al massimo cinque o sei domande, tra cui quella del Comune di Treviso. Il Comune di Padova è rimasto fuori. Il Comune di Mira è rimasto fuori. Altri Comuni, indipendentemente dal colore politico, sono rimasti fuori. Tanto che avevo promosso la scrittura di una lettera, che spero di non dover rifare, ma credo di doverla rifare quest'anno, una lettera firmata da tutti gli esclusi, Comuni e non Comuni, che chiedono: se c'è una legge cultura, gli diamo i soldi? Oppure, dobbiamo continuare a immaginare che spostiamo la sede legale in un'altra Regione? Vari lo hanno già fatto. Il Friuli-Venezia Giulia – direte che è una Regione a Statuto autonomo, ma non è solo per quello – investe di più in cultura di fondi propri. La Regione Piemonte, guidata dallo stesso colore politico – togliamo le questioni altre che sono accadute –, per quanto riguarda la cultura mette otto volte quello che noi mettiamo in questa Regione.
Un operatore culturale che ha sede in Veneto cosa deve fare? Rispondiamogli! Sono passati quasi cinque anni di legislatura (manca un anno e mezzo) e noi ancora ogni anno – per quello ritorno alla mia apertura, potevo fare lo stesso discorso, è simile, l'ho fatto – che cosa diciamo fuori? Gli dobbiamo dire che devono mollare ogni tipo di speranza e devono tirare i remi? A questo punto loro diranno: meglio neanche aprire il sito della Regione del Veneto che riguarda i bandi perché, se io so che ogni volta accade che non c'è la dotazione per permettermi di fare la domanda ne faccio a meno. Anche perché nella legge n. 49, invece, l'anno scorso abbiamo messo 2 milioni di euro.
Dobbiamo fare, allora, un ragionamento: avete la volontà politica di lavorare sul tema culturale in maniera diversa, sì o no? Perché io penso che le persone qui fuori debbano solo sapere. E io sono d'accordo con la collega Camani: lo si vede, lo si vede andando sui territori, lo si vede anche guardando gli interventi in Aula che i remi in barca, sì, voi li avete tirati e che state lasciando che gli ultimi anni si chiudano un po' così, i 20.000 di qua, i 30.000 di là, poi non so se sarò rieletto, intanto facciamo questo per il mio territorio. Davvero siamo questo? Davvero dobbiamo pensare che le battaglie che permetterebbero, invece, a questa Regione di avere le gambe per correre, penso all'addizionale IRPEF e alle manovre IRAP, che sono già state proposte e che potrebbero essere riproposte in una maniera anche diversa e positiva, non ci permettano, invece, l'anno prossimo di arrivare ad un bilancio che ha le gambe per correre? Qui dobbiamo iniziare a capire se l'ultimo anno di questa legislatura si vuole chiudere così o se, invece, può essere l'anno in cui finalmente si possa dire a una persona che abita in Veneto che qualcosa, invece, la Regione farà.
Il tema è sempre quello: voi andate avanti, fate, siete bravi, pancia a terra, come dice il nostro Presidente, voi imprenditori siete bravi a correre, andate avanti. Certo, per poi andare a vedere che i salari, all'interno delle piccole imprese, proprio perché fanno fatica a correre se non c'è una Regione che li sostiene, sono più bassi che in Lombardia. Poi andiamo a vedere che i giovani veneti emigrano di più rispetto ai giovani lombardi o che emigrano in Lombardia e in Emilia-Romagna. I dati sono sempre quelli. Li avete visti quelli pubblicati, credo, dall'Istat pochi giorni fa. Il trend non sta cambiando, i dati non stanno rientrando, questa emorragia di giovani non si ferma. Allora, la domanda è questa: vogliamo investire oppure no? In questo assestamento la risposta è già chiara: no. D'altronde, con un menù alla carta io non investo. L'altra domanda è questa: abbiamo almeno l'intenzione di prendere l'occasione di questo assestamento di bilancio, invece, per discutere del fatto che, invece, c'è la necessità di farlo?
Chiudo su un ultimo tema, su cui ho fatto un emendamento per aprire una discussione. A proposito di famiglie, a proposito della necessità di rispondere ai bisogni delle famiglie, mettiamo dei fondi, credo giustamente, sulle politiche per l'infanzia, però ci sono alcune questioni che, arrivando l'estate, si vedono all'interno delle famiglie che hanno figli, vale a dire la gestione dei figli non quando le strutture scolastiche sono aperte, ma durante l'estate. La Regione Emilia-Romagna ha messo 7.400.000 euro per sostenere i Comuni che organizzano centri estivi. Io so che chi di voi ha figli passa questi mesi – basta parlare con qualcuno che ne ha per capire la difficoltà – a capire dove poter inserire i figli e a fare un bilancio familiare, perché per figlio 150 euro a settimana è il minimo che si spende per avere la possibilità, se non puoi permetterti una baby-sitter, di mandarlo a un centro estivo. Ci sono le organizzazioni del privato sociale che organizzano i centri estivi, ma sono in difficoltà. E noi Regione del Veneto non abbiamo uno strumento adeguato che sostiene i Comuni nell'organizzazione di tutto quello che è da quando chiude la scuola a quando la scuola riprende. E la scuola riprende ancora più tardi perché, nel momento in cui mandano i figli a scuola e si devono riorganizzare per il tempo lungo, li vanno a prendere a mezzogiorno. Quindi, dalla fine della scuola alla ripresa della scuola ci sono tre mesi, periodo in cui i genitori si barcamenano a trovare uno spazio dove inserire i propri figli se devono lavorare e non possono avere una baby-sitter. Perché la Regione Emilia-Romagna ha 7.400.000 euro da investire per l'estate in corso per permettere ai Comuni di fare un lavoro diverso e noi, in una manovra di assestamento di bilancio, abbiamo 15 milioni da spostare e facciamo comunicati trionfalistici dicendo che stiamo rispondendo ad alcune grandi questioni di questa Regione?
Basterebbe chiudere così e far uscire semplicemente questo messaggio: ci sono Comuni nel Veneto che hanno una dotazione economica da assestare più alta della Regione del Veneto e abbiamo una Regione vicina a noi, l'Emilia-Romagna, che su una questione specifica mette la metà dei fondi che noi oggi stiamo assestando. Allora, Assessore, la risposta è sua. Qual è – la mia chiaramente è una domanda retorica – il motivo per cui siamo ridotti così? Avevamo tre anni dietro di noi per prendere in carico la proposta, che non era delle minoranze, rispetto all'addizionale IRPEF, proposta condivisa dalle associazioni di categoria, ma il presidente Zaia non ha avuto il coraggio di fare la scelta che doveva fare, quella di ascoltare non noi, ma le persone che fuori, in Veneto, stanno chiedendo l'addizionale IRPEF. Le associazioni di categoria erano d'accordo.
Per un voto in più, per un consenso in più, stiamo ipotecando il futuro di questa regione, dei giovani, delle famiglie. Non voglio riaprire il capitolo del diritto alla casa. Ci sono proposte fattive, anche richieste dalle stesse ATER, che non sono di minoranza, come quella di dire che lo 0,4% del valore locativo degli immobili dei Comuni e delle ATER noi lo incameriamo in questo bilancio, che probabilmente fanno parte, non nello specifico, di quanto abbiamo in dotazione di bilancio.
Lo ripeto a beneficio di chi non l'ha sentito le dieci volte che l'ho detto in quest'Aula. Noi prendiamo lo 0,4% del valore degli immobili dei Comuni del Veneto e delle ATER, li teniamo dentro il nostro bilancio e non li reinvestiamo nella casa pubblica. Paghiamo i debiti della Superstrada Pedemontana veneta. Facciamo altro. Li prendiamo per fare i 20.000 euro di aggiunta allo sviluppo sostenibile del turismo veneto, che non sappiamo – almeno io non ho avuto modo di saperlo in Commissione – su cosa sono.
Queste sono le questioni che dobbiamo porre all'attenzione oggi. Abbiamo un assestamento di bilancio di 15 milioni di euro, abbiamo una specifica cosa che impatta sulla vita di tutte le famiglie del Veneto che hanno figli. Banalmente, sarà una cavolata, potete dirlo, ma non credo sia così. Andate a parlare con qualcuno che li ha. Gestione familiare dei figli durante l'estate: Regione Emilia 7,4 milioni, Regione del Veneto zero. La domanda è semplice: perché, Assessore? Cosa facciamo? Stiamo qui ancora un anno? Devo già ripreparare il discorso dell'assestamento dell'estate 2025? Perché sarà uguale. Abbiamo la possibilità di variare qualcosa nella linea politica o stiamo così? Se la risposta a questa domanda è "stiamo così", non fa bene ai veneti e non farà bene neanche a voi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Luisetto. Prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Partiamo dal concetto di assestare. Di solito, quando si assesta, si mette un po' di ordine e si cerca di dare stabilità. In realtà, le poche risorse di questa manovra, di questo provvedimento, come ha già detto la collega Camani e come ha anche spiegato bene la collega Ostanel, sono risorse che non bastano per parlare di un assestamento. Penso al Comune di Vicenza, che fa un assestamento da 6,5 milioni: è quasi la metà di quello che andiamo ad assestare come intera Regione. Capiamo che si fa veramente fatica a fare un ragionamento di sistema o a iniziare a fare l'elenco delle cose per le quali ci sarebbe bisogno di risorse in una situazione del genere.
L'assessore Calzavara ci ha spiegato in Commissione più volte la fatica di dover spostare somme di denaro per provare, con l'emendamento, anche ultimo, al bilancio di assestamento, a coprire buchi. Sembrano pezze che si aggiungono. Qualcosa (o i piedi o la testa) rimane sempre fuori.
Ci sono, però, a mio avviso, alcune questioni ‒ alcune sono già state affrontate ‒ che meritano una riflessione. Se è vero che le risorse non bastano mai, è altrettanto vero che servono scelte di priorità. Partiamo dalla difesa del suolo. Oggi c'è anche l'assessore Bottacin. Ieri ero assieme a un gruppo di Sindaci dell'area Pedemontana, che non sapevano più dove girarsi tra le frane di questi ultimi mesi, le esondazioni dei fiumi e le situazioni di difficoltà e di criticità del territorio collinare, ad esempio, che di solito sale meno alla ribalta rispetto alla montagna o alle situazioni di esondazione dei fiumi di pianura, ma che sta vivendo una stagione difficilissima. La ricchezza del nostro territorio veneto, quindi tra montagna e costa, in una pianura alluvionale, con corsi d'acqua importanti, ne è anche la fragilità e anche fonte di criticità.
È evidente che, se ragioniamo di pulizia degli alvei dei fiumi, di sistemazione degli argini, di un lavoro per eliminare gli ostacoli e i materiali che possono ridurre la capacità idraulica degli alvei dei fiumi, oppure creare sbarramenti temporanei, ragionare di rafforzare gli argini, facciamo fatica a farlo con 500.000 euro, che non bastano, probabilmente, neanche per una piccola area di territorio di questo Veneto, non per tutto quello che stiamo vedendo.
È un territorio in progressiva crescente difficoltà. Non possiamo più ragionare sull'eccezionalità del momento, sull'emergenzialità. Stiamo vedendo emergenze che diventano, purtroppo, quotidianità. Dunque, pensare a un piano straordinario per la difesa del suolo non è più soltanto un merito, ma diventa una necessità estrema, e sicuramente non si fa con 500.000 euro. Penso che possiamo essere davvero tutti d'accordo.
Il Presidente dell'ANBI, un po' di tempo fa, quando gli hanno detto, rispetto alla salvaguardia dalle alluvioni, che passa sicuramente attraverso gli invasi e le importantissime opere idrauliche, rispondeva che passa molto anche dalle manutenzioni, da un sistema diffuso di prossimità di manutenzione. Ma cosa facciamo con 500.000 euro? Pochissimo, quasi nulla. Rischia di suonare, forse, più come una presa in giro che come un'azione strutturale.
Sui minori – secondo punto, e poi ne evidenzierò altri due – molto è stato già detto. Non possiamo riempirci la bocca delle famiglie: le famiglie che sono il pilastro, le famiglie che tengono in piedi una società, le famiglie che in Veneto rischiano di rappresentare la panacea di tutti i mali. Poi, però, che misure mettiamo a sostegno? In un assestamento di bilancio, in cui 5,2 milioni rappresentavano il necessario per dare alle scuole dell'infanzia le risorse che avevano lo scorso anno, adesso ne togliamo 700.000. Togliamo 700.000 euro da un capitolo, con la promessa di rimetterli quando si potrà, ma li togliamo in una fase in cui le scuole devono programmare, organizzare gli stipendi, capire come fare con l'anno nuovo e con le rette dell'anno nuovo per le famiglie.
Non credo sia indifferente costruire un bilancio a passi avanti e passi indietro e un assestamento nel quale l'incertezza regna oggettivamente sovrana, che rappresenta quasi il contrario del concetto di assestare e rimettere in ordine.
È un servizio che avrebbe bisogno di più risorse. Conosciamo le difficoltà della FISM, che gli Enti gestori delle scuole dell'infanzia ci sottolineano spesso. A un ambito che avrebbe bisogno di più risorse le stiamo togliendo. Per cui, si voglia o non si voglia, quando c'è da mettere le mani da qualche parte è sulle famiglie e sulle realtà dell'infanzia che si rischia di finire a tagliare, come è successo in questo momento. Parliamo di scuole dell'infanzia, centrali per l'educazione, la formazione pedagogica, la socialità, lo sviluppo cognitivo dei bambini, e poi lì andiamo a mettere le mani per spalmare altrove tentativi di mettere pezze.
Sicuramente infanzia, ma anche età scolare. Lo diceva prima la collega Ostanel rispetto ai centri estivi. Faccio un'altra sottolineatura. I centri estivi per ragazzi con disabilità, compresi nei bandi che danno le ore per l'integrazione scolastica, sono sempre il fanalino di coda di quei bandi lì, di quella progettazione lì. Vediamo in ULSS 7 cosa sta succedendo. È notizia di domenica che il bando per la nuova gestione verrà procrastinato di un altro anno, e vedremo che cosa capiterà. Però le risorse, anche in questi ambiti, andrebbero considerate centrali.
Passiamo agli anziani. Togliamo 200.000 euro dall'ambito dell'invecchiamento attivo, che era di 1 milione, e eroghiamo risorse da un capitolo le cui attività e azioni, quando ben pensate (e lo abbiamo visto nelle rendicontazioni fatte negli anni scorsi in Commissione Sanità), sono un veicolo importantissimo di contrasto alla solitudine e all'isolamento degli anziani. La risposta è sempre, purtroppo, la stessa. Perché li togliamo? Perché non ci sono soldi. Sembra quasi una cosa a cui ci dobbiamo adeguare come un ineluttabile destino di fronte al quale qualsiasi cosa si proponga di alternativo non è percorribile, perché i soldi non ci sono e non ci possono essere modalità per trovarli, per il mantra per cui le mani in tasca ai veneti non si mettono. Poi, però, se ci dobbiamo curare, se chiedete a chiunque, le mani in tasca le mette eccome.
Faccio un'ultima sottolineatura sulla Pedemontana. Lo si diceva prima. Nell'emendamento si è ragionato di una task force di Veneto Strade sulla Pedemontana: se da un lato può avere un senso, di fronte a una infrastruttura nuova, monitorare maggiormente ciò che ha fatto SIS, che finora è stato monitorato in casa dalla Regione, ma attraverso professionalità esperte, dall'altro lato pone dei problemi, pone dei dubbi.
Una strada nuova, che stiamo lautamente pagando più di una volta con i ticket, con il pagamento del canone, con tutta una serie di questioni di cui SIS ha beneficiato in maniera importante, un'autostrada nuova ha dei problemi, di fronte ai quali forse una task force ci potrà dire di più di quello che ci sta dicendo SIS. È stato oggetto dell'interrogazione, a cui ha risposto stamattina l'assessore Calzavara, il problema delle piogge in una galleria, in un tunnel. Vengono banalizzate come microfessurazioni, ci dicono che dobbiamo stare tranquilli perché sono crepe che si risolvono, o di assestamento, visto che questo termine viene usato per tanti aspetti diversi, però la risposta che SIS ha dato sui giornali è stata questa, cioè che è stato un evento eccezionale, una pioggia incredibile, di fronte alla quale non si poteva prevedere nulla. Ogni volta che piove così ci dobbiamo aspettare che ci sia una cascata in galleria, in un tunnel?
Lo chiedo perché c'è un tema di sicurezza degli automobilisti, ma anche perché è un'infrastruttura nuova, che, come Regione, avremo pagato lautamente e in più modi, e non si sa ancora che impatti avrà sul bilancio regionale. Di conseguenza, una task force ho idea che servirà anche per capire quali saranno le grandi criticità e come risolverle. Ho anche idea che queste grandi criticità rischieranno di finire sul bilancio della Regione, sperando sempre di sbagliarmi.
Cosa dire, infine? Molto è stato già sottolineato, però la sensazione di un bilancio in smobilitazione, di un'idea di non sapere più come coprire i buchi e di non fare delle scelte precise, ma di continuare a spalmare qua e là per provare ad accontentare tutti, rischiando di lasciare più solo, in realtà, chi dovrebbe essere in cima alla lista delle priorità, questo bilancio, ahimè, la restituisce.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Interrompiamo i lavori d'Aula per una ripresa prevista alle ore 14.30.
Adesso so che c'è la Sesta Commissione che si deve riunire per approfondire alcune tematiche.
I lavori riprenderanno alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.55
La Seduta riprende alle ore 14.44

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
La parola al consigliere Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Saluto tutti i colleghi, numerosi e partecipi.
Ringrazio l'Assessore, che è presente, per aver innescato questa discussione con noi, che credo sia proficua.
In realtà, non voglio entrare nel dettaglio dell'allocazione delle somme dell'assestamento. Sono consapevole che è il frutto di una mediazione delle questue che ha ricevuto nelle settimane passate. Alla fine, non ho alcun dubbio che abbia trovato un bilanciamento tra le necessità. È già stato evidenziato bene: alla fine, stiamo allocando piccole somme rispetto ai bisogni, cercando di non scontentare nessuno, ma anche, di fatto, non accontentando nessuno. Faccio l'esempio delle borse di studio: 3 milioni sono interessanti, ma mancano i 20 per riuscire a mettere tutti nella stessa situazione, di vedere il proprio diritto rispettato.
Voglio fare una riflessione, più che sull'allocazione di queste somme, sulla ratio che ha portato un assestamento ad essere un qualcosa di veramente marginale rispetto al bilancio della Regione. Su 16 miliardi, 16 milioni è l'uno per mille. Stiamo allocando veramente il nulla. È proprio su quegli 11 miliardi e sull'andamento nel tempo dei conti dello Stato che ho delle perplessità, Assessore, e gliele voglio manifestare oggi.
La mia perplessità è questa: siamo qui per amministrare un'azienda o per dare servizi ai cittadini? Guardando l'andamento del bilancio in questa legislatura e nella precedente, con una riduzione progressiva dell'indebitamento e una crescita dell'avanzo di gestione, che è arrivato a 2 miliardi, grossomodo, nell'arco di quest'anno, con un fondo di cassa che rimane stabile tra 1 miliardo e 1,4 miliardi, io mi chiedo: stiamo utilizzando correttamente le nostre risorse, la nostra capacità di indebitamento o stiamo usando criteri iper-cauti? Forse dettati anche dai criteri precedenti, nelle legislature del precedente Presidente, che indubbiamente aveva brillato per splendore.
Nel momento in cui abbiamo tutta una serie di bisogni, alcuni dei quali sono veramente dolorosi, diciamolo, perché ciascuno di noi riceve sollecitazioni dal territorio cui è difficile dare delle risposte, cercare di aiutare in alcune situazioni che fanno male a noi dell'opposizione e a voi della maggioranza, tutti vorremmo dare delle risposte, la sollecitazione che le voglio fare è la seguente: è questo il criterio che deve guidare le nostre scelte oppure possiamo interpretare il bilancio della Regione, che tutto sommato è florido... Abbiamo portato l'avanzo di gestione da 0 a 2 miliardi nell'arco di otto anni. Possiamo usare criteri diversi.
Io vorrei veramente stimolarla, Assessore, a cercare, con i tecnici, di individuare criteri di allocazione del bilancio che siano un po' più propensi ad andare incontro ai bisogni che ciascuno di noi vede e a cui vorremmo dare risposte. La cautela è sana, ma quando l'impressione è che ci sia una situazione asfittica, una situazione di difesa e non di progettualità, forse qualcosa viene a mancare. Anche perché, come è già stato detto nella relazione della collega Camani, non è che dal punto di vista economico la nostra Regione abbia brillato. Io sono andato a vedere i dati della CGIA 2019-2023, che grossomodo è la nostra legislatura. Il Veneto è la sesta regione per crescita in Italia. Con la Lombardia c'è una differenza di due punti percentuali in più: 3,3 il Veneto e 5,5 la Lombardia. Quei due punti, su 3,3, rappresentano il 60% in più di crescita. Questo per dire che questo atteggiamento di cautela, questo atteggiamento di difesa dei conti, alla fine, si ripercuote in una situazione di sofferenza dal punto di vista economico.
Ci sono, poi, alcuni indicatori della nostra Regione che vanno bene, siamo i primi nel turismo, ci sono alcuni settori di cui siamo orgogliosi tutti, ma quella regia, quella governance, quella capacità di prendere per mano, come abbiamo visto, è mancata. Sono già stati citati i casi dei chip, di Silicon Box, di Intel. Io cito un altro caso: il distretto del freddo, il distretto più straordinario che abbiamo nella nostra regione, che non è accompagnato, che non vive di un dialogo con l'Amministrazione che lo possa accompagnare. Lo stiamo vedendo perché perdiamo i pezzi. I cinesi comprano un pezzo, gli americani ne comprano un altro e così via. Invece, visto che il mercato mondiale del freddo cresce del 35% l'anno, dovremmo veramente farne un orgoglio.
Io veramente la voglio stimolare, da questo punto di vista, Assessore. Cerchiamo di capire se i criteri con cui abbiamo impostato il bilancio e dovremo impostare il bilancio di previsione nei prossimi mesi siano quelli che danno le risposte migliori ai nostri cittadini, perché io ho dubbi seri, ho dubbi veri. Forse riuscire a interpretare in modo meno aziendale e più di servizio, più di amministrazione propensa a fornire i servizi ci può aiutare, senza ricorrere all'addizionale IRPEF, che è un'altra partita. Forse non è necessario continuare questa tendenza di accumulo dell'avanzo di bilancio, che sicuramente era vincolato al tema della restituzione del debito.
Non è il mio lavoro, non sono un contabile, ma sono certo che ci sia un modo per dare risposte migliori e utilizzare meglio quelle risorse, quella capacità di creare economia che la nostra Regione ha.
Da ultimo, a me fa piacere che il Consiglio restituisca le risorse, però di questo assestamento un terzo è restituito dal Consiglio. Sollecito i colleghi: proponiamo qualcosa per dare risposte ai cittadini, che non sia, come è già stato detto, il finanziamento della festa. Cerchiamo di rivedere i bisogni nel campo della sanità, nel campo della casa. Anche lì c'è una sofferenza molto grande. Utilizziamo le risorse che abbiamo a disposizione per cercare di dare delle risposte. Ripeto: non siamo un'azienda, che è virtuosa quando non spende. Noi dobbiamo spendere i soldi dei cittadini quando possiamo farlo con attenzione, con ragionevolezza, perché se li priviamo dei servizi e abbiamo il bilancio migliore del mondo non abbiamo fatto un buon servizio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come diceva il collega Arturo Lorenzoni, effettivamente partiamo dai bisogni per poi ridistribuire le poche risorse che la Regione Veneto, raschiando – uso il termine che loro stessi hanno utilizzato – il barile, riesce a recuperare e a ridistribuire. Bisogna anche capire quali sono le necessità, giustamente, di questo Veneto, di questo territorio. È facile dire che tutto va bene. Tutto va bene nel momento in cui il cittadino ha una disponibilità economica con la quale si può permettere che tutto vada bene. Il problema sta in quei cittadini ‒ e buona parte sono residenti in Veneto ‒ che non stanno bene sotto l'aspetto economico e reddituale. Circa un milione di cittadini vive con meno di 1.000 euro al mese. Abbiamo studenti che non riescono ad affrontare le spese della retta universitaria, abbiamo famiglie ‒ una su quattro ‒ che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, nel senso vero del termine, come dignità di vita.
Giustamente si è detto di partire dai bisogni, quindi dalle problematiche, dalla narrazione della realtà del Veneto. Pensiamo ai numeri relativi alla denatalità: nel 2022 nascevano 31.700 bambini, oltre 1.000 in meno dell'anno precedente, e quest'anno altrettanto. La denatalità è un nostro enorme problema. L'Amministrazione della Regione Veneto sarebbe dovuta già, a partire da qualche anno fa, intervenire su questo.
Diciamo da tempo quali sono le azioni che la Regione Veneto potrebbe mettere in campo: servizi di asilo nido gratuiti, visite gratuite. Nella vicina Lombardia, stesso colore di Governo, fino a 12 anni non si paga nessuna visita, nessuna analisi. Qui chi ha uno o due bambini investe soldi anche nella sanità, al di là del pediatra, che spesso non c'è perché siamo in carenza di numero di personale. La denatalità, quindi, è un problema enorme. Lo lego agli over 65, perché di over 65 in Veneto ne abbiamo circa il 23,8%, significa che un quarto della popolazione è over 65.
Abbiamo circa 300.000 non autosufficienti in regione Veneto, di cui 200.000 gravi, allettati. Di questi 200.000, ne abbiamo 32.000 nelle case di riposo. Significa che 170.000 sono in famiglia. Il più grande ospedale che abbiamo è la famiglia. 170.000 non autosufficienti gravi nelle famiglie significa che reggono ancora perché ci sono dei figli, c'è una rete familiare. Perché dico che regge ancora? Perché l'assistenza domiciliare non è tanto di supporto in Veneto. Noi abbiamo una media di 4-5 ore, ed è poco rispetto a quelle che sono le necessità. Il resto la famiglia lo deve pagare, quelle che se lo possono permettere.
Perché metto in correlazione la denatalità con gli over 65 e con la non autosufficienza? Perché finché abbiamo comunque, pur poco, pur nella rimanenza, una rete familiare, riusciamo a reggere come rete sociale, anche nei momenti di difficoltà, nei momenti di malattia, nei momenti di non autosufficienza. Nel momento in cui, tra 10-15 anni, non avendo, magari, cambiato la rotta, avremo un figlio ogni tanto, ogni due o tre famiglie, avremo una denatalità maggiore, non avremo più questa rete familiare, per cui non avremo più la possibilità di tenerne 170.000, tenendo presente che aumenteranno i non autosufficienti gravi nelle famiglie, perché mancherà l'assistenza domiciliare, che dovrà essere aumentata, mancheranno le persone, i familiari che se ne prendono carico. Quindi, salterà un sistema.
Salterà anche il sistema delle case di riposo. Pensiamo ai 32.000 posti che abbiamo adesso. Se noi non investiamo sulla natalità, mentre ora quella retta, che è molto elevata e che è a carico della famiglia, la distribuiscono all'interno della famiglia tra due o tre persone, perché magari ci sono più figli, tra qualche anno (10-20 anni) non sarà più possibile.
Non voglio entrare nel merito della normativa che vede iniziare parecchie vertenze sia per quanto riguarda la disabilità sia per quanto riguarda la non autosufficienza e le RSA, per recuperare quei soldi che la famiglia ha versato e per non pagarli più. Questo per legge. Le cause le stanno anche vincendo. Per cui, invito la Regione anche a svolgere il proprio ruolo per cercare quantomeno di chiarire la situazione, perché poi succede che si smette di pagare la retta, la famiglia smette di pagare la retta, il Comune non la paga più, la cooperativa o chi gestisce la casa di riposo non ce la fa ad andare avanti. Quindi, è un sistema che su più fronti, se non prendiamo in mano la situazione, rischia di crollare. La denatalità avrà un ruolo importante. Già ce l'ha e lo avrà sempre di più.
Nelle case di riposo abbiamo liste d'attesa veramente molto, molto lunghe. 32.000 posti ci sono, ma sono insufficienti. Dobbiamo pensare di aumentarli, perché l'invecchiamento dell'età aumenta. Abbiamo il 23,8%, ma è destinato ad aumentare. Quindi, anche le necessità aumentano. La media in Veneto è di 83 anni, quella di accesso nelle case di riposo. È sempre più alta, un anno in più rispetto a qualche anno fa, perché credo che la famiglia faccia di tutto, per due motivi, per tenersi in famiglia la persona che ha bisogno, la persona non autosufficiente. Il primo motivo è per tenersi il più possibile in famiglia la persona cara e poi per il costo, evidentemente alto, dell'inserimento nelle strutture. Però, la lista di attesa c'è. Solo nella ULSS 9 si parla di 1.700 anziani in lista d'attesa. Abbiamo 5.500 posti. Pensiamo a un terzo. È destinato ad aumentare anche questo.
La casa di riposo è cambiata. Perché noi facciamo una battaglia perché vogliamo la riforma delle IPAB? Perché vogliamo questa riforma? Non tanto perché dobbiamo avere una legge in più, ma perché è cambiato proprio il ruolo e l'ospite della casa di riposo. Fino a vent'anni fa avevamo delle persone inserite parzialmente autosufficienti. Lo ricordiamo tutti. Si andava a trovare magari la persona nella casa di riposo e spesso tutti erano nella sala comune.
Io per prima, come Sindaco, ho fatto la battaglia per fare la casa di riposo o il centro diurno in paese, per far uscire gli ospiti, per farli andare in paese a prendersi un caffè e quindi socializzare, eccetera. Adesso non è più possibile, perché la non autosufficienza è talmente grave che i centri sono dei piccoli ospedali.
La riforma è necessaria perché dobbiamo rivedere l'assistenza, dobbiamo rivedere le necessità, parlando, ad esempio, dell'inserimento di un medico per più ore, degli infermieri in numero maggiore e degli OSS, che hanno un ruolo importante. Io lo dico sempre. Gli OSS hanno un ruolo importante, che non è solo quello di cura dell'igiene, ma è anche quello di relazione. Hanno una relazione maggiore con l'ospite. Spesso, quando mi trovo a parlare con qualcuno inserito all'interno, conoscono esclusivamente queste persone, che vanno formate, vanno inserite, vanno anche onorate di uno stipendio maggiore rispetto a quello che hanno. Io parlo a livello generale, indipendentemente dalle competenze, che possono essere nazionali o regionali. Sappiamo tutti che a volte si va al di fuori della competenza regionale, ma tanto la Regione può fare.
Per non parlare dello studio. Spesso mi ritrovo ad interfacciarmi o quantomeno a parlare con gli studenti. Le battaglie le ho iniziate a fare e le ho fatte ancora quando ero all'università per il diritto allo studio gratuito, completamente gratuito, perché tutti hanno il diritto di accedere agli studi.
L'Italia credo che abbia fatto veramente tanto in questo senso. Abbiamo delle università eccellenti, le abbiamo in Veneto, le abbiamo in Italia e i costi rispetto a tanti altri Stati magari possono essere anche considerati accessibili.
C'è un problema. Il problema è che quei costi che noi abbiamo qua in Veneto e in Italia, ma parliamo del Veneto, spesso non sono sopportabili per una famiglia normale. Se pensiamo alle famiglie che in media percepiscono stipendi da 1.400-1.500 euro, nel miglior caso, difficilmente riescono a sostenere le rette per l'università dei figli.
È vero, possono lavorare, dicevano alcuni. Abbiamo lavorato tutti. Ci mancherebbe altro, però sappiamo anche che non è possibile, spesso, cercare di coprire i costi dell'università con quello che si prende nel fine settimana, perché – ne abbiamo parlato anche prima – i pagamenti del lavoro sono talmente bassi che difficilmente riusciamo ad integrare una retta dell'università ed essere pagata direttamente dal figlio. Quindi, la famiglia deve comunque intervenire.
Siccome questo Veneto, questo tessuto sociale è cambiato, negli ultimi anni è cambiato perché c'è un reddito inferiore o perché la capacità di acquisto è inferiore rispetto a qualche anno fa, le situazioni stanno cambiando, così come stanno cambiando all'interno della sanità. Se fino a qualche anno fa il pagarsi una visita diventava a volte, magari, quasi un privilegio, "io non vado nel pubblico, vado nel privato, vado a pagamento" lo dicevano qualche anno fa, quasi con gorgoglio, "riesco comunque a pagarmi le visite perché magari è migliore", adesso è un po' il contrario.
Adesso il cittadino preferisce il pubblico. Lo preferisce per la questione dei costi, ci mancherebbe altro, ma anche perché credo che abbia la consapevolezza che il pubblico lavora indipendentemente da quelli che sono i costi all'interno delle proprie strutture. Quindi, anche nelle malattie importanti, io vedo e sento che molti preferiscono essere presi in carico da strutture pubbliche o pubbliche convenzionate, ma che comunque abbiano una risonanza che possa veramente essere paragonata al pubblico. Anche qui le problematiche ci sono e sono tante, perché le liste d'attesa ci sono. Noi possiamo dire quello che vogliamo, ma io solo nella giornata di ieri ho ricevuto varie segnalazioni. Ne cito tre, ma sono tante di più.
La prima: "Buongiorno. Sono tal dei tali. Ho 84 anni, ricoverata per incidente politrauma, con bacino rotto e femore distale, messa in trazione da domenica sera a domenica l'altra. Mia mamma è senza materasso antidecubito. Non la vogliono operare perché mancano medici e le sale operatorie sono non disponibili".
Un'altra, sempre di ieri: "Ci siamo sentiti oggi pomeriggio. Brevemente le dico questo, Anna Maria. Questa mattina mi hanno telefonato. Nel gennaio 2023 ho prenotato una colonscopia nell'ospedale di Borgo Roma per il giorno 26 luglio 2025". Quindi, parliamo di diciotto mesi di attesa. È l'anno prossimo il 2025. "Questa mattina mi hanno telefonato per comunicarmi che non possono garantirmi la possibilità di effettuare l'esame e mi hanno proposto di spostare la data".
Un'altra: "Ciao, Anna Maria. Per conoscenza, sono stato all'ospedale della provincia per un secondo controllo di cuore di cardiologia. Per avere una visita devo aspettare il 25 luglio 2025".
Questi sono tre messaggi che mi sono arrivati, un messaggio è arrivato domenica sera e due ieri pomeriggio. Credo che veramente noi dobbiamo e possiamo fare molto di più. La Regione è chiamata a fare molto di più. La salute è importante, perché anche le visite fanno parte di quella cura e di quella prevenzione che fa bene a tutti noi, perché, se prendiamo in carico subito la questione, sicuramente avremo anche minori costi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Manuela Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Chiedo alla consigliera Bigon di darmi l'elenco con i nominativi delle persone che ha appena citato, così le verifichiamo. Sicuramente ci sono dei ritardi, e non l'abbiamo mai nascosto, rispetto a liste d'attesa e ad alcune visite. Sul primo caso, se è una signora ricoverata con politraumi, che non la operino, mi sembra un po' impossibile. Preferirei verificare perché, se è ricoverata in ospedale con politraumi mi sembra molto impossibile questa cosa. Però, la verifichiamo, perché credo che sia giusto e corretto verificare.
Io intervengo per fare due o tre sottolineature rispetto a quello che è stato l'impegno in questo assestamento di bilancio, e devo ringraziare l'assessore al bilancio Calzavara, nei confronti della materia del sociale, perché credo – adesso non ho i numeri complessivi – che nella torta complessiva la fetta del sociale sia quella che oggi ha avuto maggiori stanziamenti.
Questo proprio nella consapevolezza che è un settore molto sensibile, molto fragile, che ha bisogno di interventi continui. Di lì gli interventi che hanno una duplice, se vogliamo leggerli così, anche direttrice, quella dei bambini e dei minori, con tutto il discorso legato alle scuole paritarie e materne, 0-6, e quindi con l'aggiunta di fondi rispetto a questo settore.
Vorrei ricordare che, comunque, tra il 2023 e il 2024, siamo usciti con due bandi con i fondi FSE, uno da 10 milioni, legato alla povertà educativa, e quindi sempre sul settore dei minori, e uno da 4 o 5 milioni, non mi ricordo, dovrebbe essere da 4 milioni, legato ai primi mille giorni, quindi sempre legato alle politiche di accompagnamento, di supporto e sostegno per i minori, tutto il contesto familiare e quant'altro.
Ricordo anche che è in itinere tutta la sperimentazione legata al fattore famiglia, con altri 5 milioni, che sono quelli che vanno a supporto delle famiglie per l'inserimento negli asili nido, quindi 0-3, chiaramente per quelle famiglie che hanno un ISEE inferiore o che hanno delle situazioni economiche più gravi e quindi hanno bisogno di un supporto.
Questo a dimostrazione, io credo, dell'attenzione e della consapevolezza che l'investimento oggi sul settore dei minori, sulla famiglia, sulle politiche di supporto alla natalità, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro nelle famiglie, complessivamente, sia un asset strategico su cui stiamo intervenendo.
Contestualmente, c'è all'interno sempre di questo assestamento un impegno non scontato, ma che abbiamo fortemente voluto, rivolto ai giovani, con il mettere in pista il servizio civile regionale, perché abbiamo visto che, purtroppo, il servizio civile universale oggi non riesce a dare una risposta complessiva e non riesce a raggiungere tutta la platea che potrebbe usufruire di questo servizio. Quindi, c'è la necessità di intervenire con la legge regionale, datata, lungimirante, che c'è stata molti anni fa, con un intervento specifico per quanto riguarda, appunto, il servizio civile regionale, quindi sempre giovani.
Poi, l'altro tassello, che è stato toccato anche dalla consigliera Bigon, è quello sugli anziani, perché in questo assestamento prevediamo dei fondi per l'invecchiamento attivo, per uscire con un nuovo bando sull'invecchiamento attivo e, quindi, nei confronti di quegli anziani che sono e rappresentano ancora una risorsa che devono essere valorizzati e che all'interno delle nostre comunità hanno un ruolo fondamentale. Ricordo che si tratta di una legge del 2017, votata all'unanimità dal Consiglio regionale precedente, che ha visto, nel corso degli anni, dal 2017 ad oggi, più di 5 milioni stanziati in bandi che hanno visto le Amministrazioni, piuttosto che le IPAB, piuttosto che le associazioni del terzo settore, molto protagonisti.
Però, per soffermarmi un attimo rispetto anche alla questione degli anziani non autosufficienti, io vorrei ricordare che sicuramente oggi il sistema è un sistema composito, un sistema che vede tanti tasselli quando parliamo di anziani e di non autosufficienza e, quindi, vede sicuramente gli anziani a casa, vede gli anziani che hanno dei supporti più leggeri, vede gli anziani che sono in strutture semiresidenziali, come i centri diurni, vede gli anziani, invece, che sono all'interno di contesti residenziali più forti, a forte assistenza, i famosi 32.000 posti, le famose 340 case di riposo che ci sono in tutta la Regione del Veneto.
Su questo voi sapete che c'è uno sforzo molto importante; sforzo che si è concretizzato in una serie di provvedimenti nel corso degli anni. L'ultimo è quello che ha avuto anche discussione in Quinta Commissione rispetto a uno stanziamento successivo di 20 milioni dedicati soprattutto a quegli anziani oggi all'interno delle strutture socio-sanitarie, con disturbi del comportamento, con problemi legati alla demenza e, quindi, con la necessità di avere una presa in carico più marcata, più rafforzata. È il famoso intervento legato al case-mix e, quindi, a un'individuazione di una retta più maggiorata, che vada incontro a queste situazioni.
Ricordiamo che i 20 milioni andranno a rispondere a circa 12.000 persone che oggi si trovano all'interno delle case di riposo. È della settimana scorsa, invece, un'altra delibera. È la prima volta che viene utilizzato, in questi sette anni di nuova programmazione del Fondo europeo, l'FSE+.
Prima citavo gli interventi rispetto ai minori e, quindi, povertà educativa, primi mille giorni, eccetera. Abbiamo messo a terra l'intervento legato agli anziani e alla non autosufficienza con uno stanziamento di 61 milioni in due anni, con l'obiettivo di andare incontro sia agli anziani a casa sia a quegli anziani che oggi sono in contesti presidenziali protetti, co-housing, social housing, sia a quegli anziani che sono oggi in casa di riposo, nel supporto alla retta alberghiera. Quindi, stiamo parlando della quota sociale.
È una novità assoluta rispetto a questo intervento, che non si era mai visto e che quindi non avevamo mai messo a terra. Sono, come dicevo, 61 milioni in due anni. Anche qui andremo ad incontrare una platea di circa 12.000 anziani, con dei criteri ben specifici, che sono quelli dell'anziano over 65, con un punteggio SVaMA superiore ai 70 punti e con un equivalente economico, che non sia superiore ai 40.000 euro di ISEE. Prevede, quindi, un contributo di 400 euro mensili alla persona direttamente, che sia la persona anziana a domicilio o sia la persona, in questo caso, in casa di riposo, per la retta alberghiera per capirci, di supporto nel contesto delle caratteristiche che vi citavo prima.
Questo per dire che c'è una grande attenzione e un grande impegno, cercando di mettere in campo tutte le risorse possibili. Citavo proprio, e questa per noi rappresenta una novità assoluta, il Fondo sociale europeo, che verrà gestito tramite le aziende sanitarie, quindi ogni singola azienda sanitaria e poi tramite Azienda Zero, proprio nell'interesse di mettere in campo tutte le situazioni possibili.
È chiaro che il passaggio successivo sarà quello sicuramente dell'affrontare la riforma delle IPA e, nell'affrontare la riforma delle IPA, io non mi fermo adesso a dire la forma giuridica, ma credo che l'analisi che noi dovremmo fare, ed è un'analisi che la Quinta Commissione poi sarà chiamata a fare, è quella rispetto alla domanda e quindi alla messa a terra di una nuova programmazione; nuova programmazione che, sapete, però, si va a scontrare con una delle cose oggi principali.
Oggi noi abbiamo anche situazioni, purtroppo, è giusto sottolinearlo, di posti liberi in alcune aziende sanitarie, non in tutte le aziende sanitarie, di risorse legate quindi a quanto è previsto in quelle aziende sanitarie, quindi di quote, che, però, non riescono ad essere spese perché quella struttura non riesce oggi a mettere a disposizione tutti i posti letto per la mancanza di personale.
Se oggi, tutto sommato, il problema degli infermieri è un problema che in confronto a due anni fa o tre anni fa, per quanto riguarda le strutture socio-sanitarie del territorio, sentiamo molto meno, nel senso che si è trovata una quadra per quanto riguarda gli infermieri, anche con l'arrivo di molti infermieri dall'estero e quindi con la famosa possibilità, che oggi è prorogata fino a fine 2025, legata al poter chiaramente assumere figure di questo tipo, provenienti dall'estero, e quindi quella deroga che è stata data, non è la stessa cosa per quanto riguarda gli operatori socio-sanitari.
Oggi non c'è un loro equivalente all'estero, quindi anche il reclutare persone all'estero e inserirle non è così semplice, perché non c'è un equivalente di uno studio all'estero, e sappiamo che oggi anche i corsi per quanto riguarda l'operatore sociosanitario hanno delle difficoltà ad avere la totale capienza, per mille motivi. È inutile che stiamo qui a ripeterli. Li conosciamo, penso, un po' tutti.
È chiaro che oggi il sistema è un sistema composito, è un sistema anche articolato, che ha diverse problematicità all'interno. È chiaro che dobbiamo cercare di affrontarle in maniera uniforme, in maniera trasversale.
È altrettanto chiaro che anche quello della programmazione futura rispetto al quadro di anziani non autosufficienti o ultra-ottantacinquenni, che ci potranno essere da qua ai prossimi cinque, dieci o quindici anni, sappiamo e conosciamo tutti i numeri o comunque indagini che vediamo, poi si scontra un po' con questo problema, che è un problema che non ha solo il Veneto, ma che è quello della carenza del personale e quindi della necessità oggi sicuramente di avere un indirizzo anche molto forte per quanto riguarda il personale.
È altrettanto vero che la torta è quella. Quindi, nel momento in cui le aziende assumono, le aziende sanitarie assumono, vanno un po' a privare il territorio e quindi il territorio si impoverisce e riesce a dare meno risposte.
Uno dei problemi principali che si dovrà affrontare sarà sicuramente questo. Però, ripeto, credo che gli interventi in questo assestamento, ma in generale, anche negli altri provvedimenti, mettano in evidenza una forte attenzione su queste tematiche.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire l'assessore al bilancio Francesco Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Prima di tutto lasciatemi ringraziare il Presidente della Prima Commissione, i Presidenti di tutte le Commissioni e i componenti di tutte le Commissioni che hanno accettato di anticipare l'approvazione dell'assestamento, che tradizionalmente facevamo dopo il rendiconto. Invece, così come è previsto dal 118, si è accelerato questo percorso che ha la possibilità di mettere a disposizione circa un mese prima le risorse che oggi, spero, andremo ad approvare.
Credo, quindi, che sia un bel messaggio verso la possibilità di utilizzare al meglio quelle poche risorse che sono inserite all'interno di questo bilancio, che testimoniano l'attenzione che abbiamo avuto nell'esaminarlo. Tutto nasce da un ordine del giorno, che forse vi siete dimenticati, di prima dell'approvazione del bilancio 2024-2026, approvato all'unanimità, che impegnava la Giunta a trovare tutte le risorse disponibili per finanziare le borse di studio. Me lo ricordo bene. Siccome ricordo queste cose, quando prendo un impegno cerco anche di onorarlo. Nell'onorarlo si deve anche raschiare il barile e sotto il barile, perché siamo in questa condizione. È stato dato il messaggio a tutte le strutture della Regione del Veneto di trovare il massimo delle economie disponibili per riuscire a trovare risorse aggiuntive a quelle che tradizionalmente utilizziamo per l'avanzo di amministrazione che, vi ricordo, è di così poco spessore perché, in qualche modo, è stato privato dei fondi che abbiamo utilizzato nell'ultima variazione di bilancio che abbiamo fatto a novembre dell'anno scorso.
Se noi avessimo lasciato i soldi che erano previsti per la Pedemontana all'interno di quell'esercizio ci saremmo trovati questi soldi adesso, non avremmo soddisfatto le borse di studio nel 2023, ma avremmo avuto qualche risorsa in più. Saremmo arrivati grossomodo ai 30 .000.000 di euro che tradizionalmente vede l'assestamento della Regione affrontare. Sono pochi, ma questi sono e con questi cerchiamo di fare cose.
Cerchiamo, come avete evidenziato nei vari interventi, di raccogliere tutti i desiderata, che sono molti all'interno di una Regione complessa come la nostra, di onorare gli impegni che ci siamo presi con quegli Assessori dove, in una prima fase di bilancio, non abbiamo finanziato totalmente i capitoli, così come gran parte del sociale, sia per quanto riguarda i buoni scuola che per le scuole paritarie 0-6 e, in questo caso, abbiamo trovato le risorse sia per l'assessore Lanzarin, sia per l'assessore Donazzan.
Abbiamo provato a trovare un altro po' di risorse legate al mondo del turismo, che ha necessità, anche perché era stato sottofinanziato in una prima fase di bilancio, e, come si diceva, a quello delle borse di studio. Credo che sarebbe bene che tutti i Consiglieri regionali siano a conoscenza delle dinamiche delle borse di studio e di quello che sta succedendo dal punto di vista dimensionale. Se ogni anno il Governo amplia la platea degli aventi diritto, dobbiamo capire anche di che numeri stiamo parlando e di qual è lo sforzo che la Regione del Veneto fa quest'anno.
Partirei proprio dal rendiconto, che speriamo possa essere parificato dalla Corte dei Conti venerdì prossimo, che ci vedrà, nel corso delle prossime settimane, affrontare anche questo importante documento, che è la fotografia dell'esercizio della Regione e che, ai sensi del 118, deve comunque garantire il pareggio di bilancio, con bilanci di competenza.
Per questo la difficoltà, da questo punto di vista, è di vedere delle risorse che vanno da una parte e dall'altra e che rischiano poi di non essere messe a disposizione nella loro interezza per fare delle operazioni anche di indebitamento, perché le dinamiche ci impongono in alcuni casi di mantenere quell'equilibrio di bilancio che ci impedisce di trovare quelle risorse che andrebbero a generare debito, ma che poi deve essere pagato con soldi freschi, con cassa, perché c'è una quota capitale e una quota interessi.
Quindi, noi oggi siamo ancora su una fase che questa possibilità non ce l'abbiamo, anche perché abbiamo da completare una discesa, l'avete vista nella presentazione delle slide, del debito autorizzato non concesso, il DANC, che ha visto un progressivo e molto positivo abbattimento, nel corso di questi quindici anni, di questo debito che la Regione si era trovata, così come l'impegno che abbiamo ogni anno, credo, di 115 milioni per quanto riguarda il Fondo anticipazione liquidità. Anche questa è un'eredità del passato, ma i debiti vanno onorati.
Questo percorso di efficienza del bilancio in questa fase rischia di non avere quel tipo di flessibilità per pensare a delle nuove iniziative di bilancio tali da trovare risorse che abbiano la capacità di contrarre, invece, progetti che sono già in essere. Quello che oggi andiamo a finanziare è essenzialmente un percorso garantito di servizi che sono ormai diventati spesa obbligatoria. Noi li consideriamo per certi versi servizi aggiuntivi della Giunta, ma ormai i 36,2 milioni per quanto riguarda le scuole paritarie 0-6, i 6 milioni dei buoni scuola sono risorse che ormai l'opinione pubblica, gli operatori pubblici che si occupano di queste cose danno per scontate. Garantirle non è cosa semplice.
Da questo punto di vista, credo che quello che riusciamo a fare con questo bilancio è mantenere comunque una capacità di spesa, che abbiamo avuto modo di sostenere nel corso dei precedenti quattro bilanci, e fare una iniezione nel mondo delle borse di studio che ha una dinamica complessa per noi. Ho provato ad avere qualche dato. Il fabbisogno del 2023 era di 75.950.000. Il fabbisogno del 2024 è di 91.590.000, più 20%. Gli aventi diritto nel 2023 erano 16.345, gli aventi diritto nel 2024 sono 19.468, più 20%.
Gli idonei non beneficiari, mentre nel 2023, utilizzando i soldi della variante della Pedemontana, sono a zero, gli idonei non beneficiari risultavano 4.772. Noi, tra il 2023 e il 2024 aumentiamo di 3 milioni, in parte con risorse che erano un residuo del 2023, in parte con risorse completamente nuove, e da 8.101.000 andiamo a 11.101.000, aumentando del 35% le risorse destinate a questo mondo degli aventi diritto, degli idonei non beneficiari.
Giusto per darvi la dimensione, è un costo pro capite di 4.704 euro. Quindi, con il contributo di 3 milioni in più, abbiamo 637 beneficiari, come aveva anticipato in correlazione la collega.
Risultano ancora non beneficiari 4.135, per un valore di 19.451.000, che anche l'anno scorso sono stati coperti da fondi del Ministero e che durante l'apertura dell'anno accademico di Ca' Foscari il ministro Bernini ha assicurato dicendo che ci sono molti più soldi rispetto all'anno scorso e quindi da 17 addirittura arriviamo a 34 milioni di euro. Noi confidiamo che, come l'anno scorso, il Ministero copra la differenza e si possa arrivare a zero, come siamo arrivati nel 2023. Questo per quanto riguarda le borse di studio.
Per quanto riguarda le priorità, in questa fase, come dicevo, c'è la necessità, in alcune parti del bilancio, di dare certezza a delle risorse in modo che abbiano la capacità anche di impegnarsi su progettualità nel corso dell'anno.
Penso, ad esempio, al turismo. Dal momento in cui viene approvato l'assestamento in Giunta al momento in cui arriva in Aula succedono delle emergenze, come, ad esempio, quella che ha colpito il settore dell'assessore Caner: in una prima fase erano stati dati 700.000 euro per finanziare il turismo; quindi, tutto il mondo legato in particolar modo alla fieristica; ha dovuto utilizzare 680.000 euro, lasciando 20.000 euro per un'iniziativa fondamentale per il turismo. 680.000 euro per somme urgenze, per i Consorzi di bonifica. Abbiamo dovuto, quindi, in una seconda fase, cercare di rimpinguare ancora con 400.000 euro proprio per garantire, almeno per quei progetti di comunicazione che devono essere approvati durante questa fase, per vedere nella seconda parte dell'anno la loro attuazione, le risorse adeguate.
Sulla cultura abbiamo sempre cercato di mettere qualche soldo in più. Ricordo che nel corso di questi anni abbiamo fatto un investimento di non poco conto, che tra l'altro sta dando risultati importanti, per quanto riguarda il Teatro Stabile del Veneto. Nei tre anni, un anno 750.000, quest'anno 1 milione e il prossimo anno 1,250 milioni. Le attestazioni che arrivano da organi non regionali, ma di valutazione rispetto alla crescita del Teatro Stabile del Veneto sono la testimonianza che quando si investe in settori che hanno la capacità di produrre e di far conoscere anche la creatività in questo ambito si hanno risultati importanti. Così come l'ulteriore finanziamento che abbiamo fatto in fase di approvazione del bilancio, portando stabilmente a 1 milione di euro le risorse a ARTEVEN credo sia un ulteriore investimento in due Enti che stanno dando importanti risultati.
Rimane, poi, tutta la rete minore ‒ non lo dico in modo offensivo ‒ sulla quale credo che dovremmo fare una valutazione, anche considerando l'effetto post-pandemico. Ho la sensazione che dopo la pandemia sia aumentata in maniera esponenziale la creatività e la volontà di organizzare iniziative sul nostro territorio, sia di carattere locale, come quelle che finanzia la 49, sia quelle un po' più strutturate, come la legge sullo spettacolo dal vivo, che dovrà trovare delle risorse. Confidiamo, nel corso della variazione che saremo tenuti a fare a fine anno, di dedicare attenzioni e risorse che possano far scorrere un po' di graduatorie. Speriamo di soddisfare tutte le domande. Vi faccio notare che, anno dopo anno, stanno aumentando; quindi, il rischio è che le risorse in più che abbiamo messo da altre parti, che pensavamo fossero più strutturate dal punto di vista della proposta culturale, necessitino di una compensazione rispetto a iniziative sul territorio che servono e che danno anche il senso di comunità ai 560 Comuni del nostro Veneto.
Mi lego alla variazione di fine anno. Spiego il "neanche io". Non perché non sia attento, ma, non avendo doti di preveggenza, è difficile oggi capire quali siano i numeri della Pedemontana. Come abbiamo visto nel corso delle tante discussioni che sono state fatte all'interno di quest'Aula, il mondo si divide in Cassandre e in ottimisti. Io non posso schierarmi da una parte o dall'altra. Devo avere i dati. I dati, quelli veri, inizieremo ad averli verso la fine di luglio. Saranno dati assestati, dove si andrà in qualche modo a confermare la crescita del traffico su questa importante infrastruttura del Veneto. Chi la frequentava prima e la frequenta adesso credo ne abbia una dimostrazione plastica ogni mattina. Si tratta di trasferire quella visione di maggior traffico pesante, di ancora importante traffico leggero in termini di gettito e capire qual è la ricaduta di quello che sta succedendo dopo l'ultima apertura del casello di Montecchio.
Verso la fine di luglio, credo, potremo avere dati attendibili, sui quali faremo una serie di valutazioni legate alla necessità o meno di fare una variazione a fine anno per integrare le risorse che già abbiamo messo all'interno del bilancio, che sono quelle previste dal terzo atto aggiuntivo.
Mi collego al terzo atto aggiuntivo perché in Commissione è stato chiesto come mai abbiamo inserito queste risorse per quanto riguarda Veneto Strade. Nel terzo atto aggiuntivo si prevedeva, proprio a carico della Regione, la costituzione di un gruppo che prevedesse due controlli l'anno, che dovevano riguardare il grado di illuminazione della superstrada e delle sue pertinenze, lo stato della segnaletica orizzontale, lo stato di efficienza delle barriere di sicurezza, lo stato di manutenzione del verde, lo stato di integrità della rete di recinzione della superstrada, lo stato della pavimentazione stradale, la verifica di eventuali blocchi della circolazione dovuti a eventi meteorologici.
Questo era già inserito nel terzo atto aggiuntivo approvato nel 2017, se non ricordo male, ed erano tra gli impegni che la Regione deve prendersi proprio per avere la capacità di intervenire costantemente. La costituzione di questo team di persone all'interno di Veneto Strade lo rende permanente. Non questi due controlli, ma avere la possibilità di un gruppo di persone, che nel corso del 2024 ci costa 150.000 euro, ma per il 2025-2026 350.000 euro, proprio per avere persone che abbiano la capacità di intervenire in maniera puntuale, di contestare eventuali lavori che non sono stati fatti bene o, comunque, interventi che vadano a garantire la viabilità in questa importante infrastruttura della nostra Regione. Tra qualche mese ci dirà esattamente qual è lo stato della sua fruizione. Ci sono dati confortanti. Aspettiamo.
Delle borse di studio abbiamo parlato. È già iniziata l'interlocuzione con il Ministero per avere questa ulteriore copertura.
In linea generale, io non ho la percezione della fine dell'impero. Se la fine dell'impero vuol dire portare a casa l'autonomia e fare bene le Olimpiadi del Veneto, ben venga la fine dell'impero. Non so quante altre Regioni abbiano nel loro carnet due elementi così forti che giustificano anni e anni di lavoro, sia di carattere politico sia di carattere infrastrutturale e di comunicazione, come sarà la grande vetrina delle Olimpiadi.
Credo, quindi, che ci aspettino due anni ancora di grande lavoro, con le risorse che abbiamo a disposizione, fino a oggi, con un po' di fantasia. Finora nessuno ci ha mai contestato questa fantasia. Vuol dire che, alla fine, i numeri sono credibili e siamo riusciti a essere rispettosi delle regole e ad avere i conti in regola. Spero che per l'ennesima volta la Corte dei conti lo possa certificare, il prossimo venerdì. Due anni che ci vedranno impegnati per portarci, nel migliore dei modi, al raggiungimento di due grandi obiettivi, che, ripeto, credo pochi Presidenti di Regione possano contare alla fine dei dieci anni di governo della Regione stessa.
Chiudo con una battuta. Agatha Christie diceva che un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi sono una prova. Con Intel c'è una dichiarazione di Reuters che dice: "Abbiamo scelto il Veneto". Dopodiché, una Regione entra nel merito dicendo: "Anche noi vogliamo Intel". Improvvisamente Intel non fa niente in Italia. Silicon Box: il Veneto si candida e un'altra Regione, che casualmente è la stessa, si porta a casa Silicon Box. Credo non sia il caso di aspettare il terzo indizio. Credo sia doveroso capire cosa è successo, però dispiacerebbe vedere che, attorno a progetti credibili, di sviluppo di un'area come quella di Vigasio, che ha tutte le potenzialità, da questo punto di vista... Chiaramente non è infrastrutturata come potrebbe essere una vecchia area industriale da qualche parte in giro per l'Italia, ma ha tutte le caratteristiche, all'interno dei grandi corridoi di collegamento d'Europa. Non considerarla come un'area strategica del nostro territorio per lo sviluppo del Veneto, per l'attrazione di investimenti credo sia sostanzialmente errato.
Cercheremo di capire cosa non è andato. Secondo me, sarà utile avere, se è possibile, non solo il dossier del Veneto, ma anche il dossier del Piemonte. Credo ci sia sempre da imparare. Se c'è qualcuno che lo ha scritto meglio, andremo a capire chi lo ha scritto. Sono due coincidenze che fanno un po' pensare.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, pensavo fossimo alla fine della discussione generale. Mi dica lei.
In chiusura della discussione generale, la parola alla correlatrice Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Accolgo con piacere, sebbene non sia una novità, che l'Assessore abbia ammesso le rigidità di questo bilancio e la difficoltà, dentro lo schema prestabilito, di muoversi agevolmente. Quindi, faccio solo alcune considerazioni.
Prima considerazione: non è vero che vi siete ritrovati i debiti antichi da pagare. Quei debiti, sia quelli del DANC sia quelli dell'anticipo liquidità, li avete fatti voi. Non c'era il presidente Zaia in quel posto. Era Vicepresidente. Avete la fortuna di governare questa Regione da 30 anni, nel bene e nel male. L'Amministrazione di centrodestra, in cui il presidente Zaia era vicepresidente (non era alle Bahamas), ha speso i soldi prima e oggi li dovete pagare. Non è una roba che vi siete ritrovati, come ha detto lei. È una scelta di bilancio che avete consapevolmente contribuito a fare.
Seconda considerazione: non è vero che non si può andare a nuovo debito. Anche questa è una scelta, che certamente dipende dal fatto che dovete ripagare il DANC, che però può essere ripagato a rate variabili, tant'è che ‒ vado a memoria ‒ l'anno scorso lo avete ripagato per 90 milioni, quest'anno per 2. Quindi, se davvero ci sono altre priorità, potete scegliere di tenere in sospeso o ridurre quell'ammortamento e girare le risorse su altro. Quindi, non è vero che è obbligato. Non riusciamo ad andare a mutuo perché voi avete scelto di fare un mutuo da 300 milioni per la Pedemontana. Non è che capitano le cose in questa Regione e non nelle altre.
Non è vero che non si può fare il mutuo perché non abbiamo la liquidità per affrontare la rata annuale. Non si può andare a mutuo perché non sappiamo quanto la Pedemontana impatterà sul bilancio della Regione. Tant'è che l'anno scorso, cioè rendiconto 2023, voi avevate in tasca 45 milioni, che decidete di non spendere e di mettere a fondo di riserva proprio per quanto vi costerà la Pedemontana quest'anno. Quindi, non è che le cose capitano. Le cose sono il frutto di scelte di bilancio che avete fatto voi negli ultimi anni. Oggi i nodi arrivano al pettine, tutti insieme, nel momento più complicato, perché coincide con una fase di crisi generale, che coinvolge, però, anche il Veneto.
Nel frattempo, abbiamo perso tutti quei fattori che negli ultimi 20 anni ci avevano consentito di reggere meglio degli altri alle altre crisi che abbiamo attraversato, come quella del 2008, che abbiamo superato come primi della classe, patendo, subendo, ma meno degli altri. Questa volta siamo uguali agli altri. Anche sulla vicenda Pedemontana, nessuno è preveggente. Nessuno, perlomeno la sottoscritta, auspica numeri disastrosi per il bilancio del Veneto. Il fatto che noi stiamo mettendo le sorti della nostra Regione nelle mani di un atto che bisogna prevedere, in maniera complicata, anche questo, non è casuale, perché avete deciso voi di scaricare il rischio di impresa sul bilancio della Regione anziché su quello dell'impresa privata. È una scelta che avete fatto.
Assessore, oggi non mi può venire a dire di non essere preveggente. Lo doveva dire quando lei ha consentito a questo Consiglio regionale di assumersi il rischio di impresa, che va benissimo, che è un meccanismo che speriamo ci premi, ma che è sbagliato scaricare sui bilanci pubblici. Non è un caso. Ve lo siete scelto questo destino.
Se è così, se i numeri delle necessità e dei bisogni crescono, se normalmente bisogna affrontare delle emergenze (dietro di lei c'è l'assessore Bottacin, che di mestiere fa il risolutore di emergenze) e il bilancio è rigido, dobbiamo dire che abbiamo un problema strutturale. Altrimenti sembra di essere nell'iperuranio, sembra di affrontare, dentro questo Consiglio regionale, la discussione che si affronta al bar quando abbiamo da pagare un altro giro di Spritz e non abbiamo "i schei". Stiamo parlando di robe serie. Se ci capita un'altra emergenza (la spiaggia, il dissesto idrogeologico, una crisi sociale) non siamo in grado di rispondere.
Sa perché sembra che discutiamo dell'iperuranio? Assessore Lanzarin, io posso apprezzare tutte le iniziative nuove, innovative che provate a mettere in campo per rispondere al problema della non autosufficienza, ma lo sa meglio di me che il problema della non autosufficienza è una voragine, rispetto alla quale dobbiamo essere in grado di corrispondere con una programmazione che metta in sicurezza, perché ogni anziano che non trova posto in una casa di riposo, ogni anziano che deve affrontare una retta che non è capace di affrontare diventa una bomba sociale. Non stiamo parlando di dettagli.
Sembra che parliamo dell'iperuranio anche quando affrontiamo la vicenda di Silicon Box con una citazione di Agatha Christie. Qua non c'è nessun giallo da svelare. Ci sono dei dati. Lo chieda al ministro Urso, se davvero qualcuno in quest'Aula crede al dispetto di una forza politica nei confronti di un'altra. Se fosse così, se è questo quello che intende dire lei e che ha inteso dire il presidente Zaia, io vi chiedo di presentare richiesta di dimissioni del ministro Urso. Se davvero la pensate così, state dicendo che un Ministro del vostro Governo, anziché fare il meglio per l'Italia, si occupa di fare dispetti a Zaia. Fa ridere. Ridono tutti. Iperuranio.
Silicon Box, Intel. Due indizi fanno una prova. La prova è che non siamo pronti per quel tipo di operazioni, importanti e ambiziose, che, invece, il Veneto meriterebbe. Ripartiamo da qua e cerchiamo di capire come essere pronti la prossima volta.
Di fronte al problema oggettivo, cioè che non siamo in grado, per le rigidità di bilancio, di rispondere alle emergenze e ai bisogni, abbiamo due strade da percorrere, Assessore. La prima è la resa, quella che ogni tanto mi sembra serpeggi in quest'Aula, quella resa da fine impero, quella del "tiriamo a campare l'ultimo anno, facciamo un po' di distribuzione di bricioline, perché comunque tutti qua ci dobbiamo tornare e qualche favore ci è utile". Questa è la strada che rischiamo di imboccare.
L'alternativa è decidere di assumersi la responsabilità di fare alcune scelte, non per il consenso, non per decidere chi occuperà queste sedie tra un anno, ma per assumersi la responsabilità, cosa che dovrebbe fare ogni persona chiamata a una responsabilità pubblica per un tempo così lungo.
Questa non è solo la fine della XI legislatura del Consiglio regionale. Questa è, oggettivamente, nei fatti, la fine di un ciclo politico, che ha visto il presidente Luca Zaia esclusivo protagonista, nel bene e nel male. Non voglio discutere, tanto il giudizio che diamo è sicuramente diverso. Finisce quella fase. Se ne apre un'altra. Abbiamo la responsabilità di farla aprire nelle condizioni migliori o vogliamo farla aprire con "muoia Sansone e tutti i filistei", perché se ne va a casa Zaia; quindi, ce ne dobbiamo andare a casa tutti noi veneti? Questa è la domanda che io vi pongo.
Bisogna fare delle scelte, se le volete fare. Invece, avete adottato in questi anni una politica di bilancio sostanzialmente di tagli lineari, un po' per ciascuno. È iniziato così il primo o il secondo bilancio del suo mandato, assessore Calzavara: "non puoi accontentare tutti, quindi devi scegliere". Il rischio è che la scelta può implicare un calo del consenso, e non siete disponibili a fare questa crescita responsabile. Se servono 36 milioni per le scuole paritarie dell'infanzia, 6 milioni per il buono scuola, 19 milioni per le borse di studio, i problemi non li risolve dando 1, 3 e 5, cioè non soddisfacendo nessuno. Scelga dove vuole orientare le risorse, se siamo in grado di dire come vogliamo che sia il Veneto del domani. Con qualche aggravante.
Chiudo sulla questione delle borse di studio. È una scelta di questa Regione quella di non finanziare le borse di studio. Altre Regioni, per esempio, hanno scelto di utilizzare i fondi FSE+ non solo per la non autosufficienza, ma anche per il finanziamento di una parte delle borse di studio. Perché voi avete scelto altri progetti da finanziare con quel fondo europeo? Ce l'ha spiegato benissimo l'assessore Donazzan, quando era ancora tra noi. Non sono una priorità. "Ancora tra noi" in questo Consiglio regionale, naturalmente. Non solo non è morta, ma gode di ottima salute, fortunatamente. Ce l'ha spiegato: non è una priorità.
Se io do ogni anno 7 milioni alle scuole private, anche non paritarie, elementari, medie e superiori, se io non do un euro per la scuola pubblica, se io sottofinanzio le borse di studio, non è un caso. È una scelta politica. E su questo noi chiediamo un cambio di rotta. È vero che avete approvato, anzi abbiamo approvato, all'unanimità, un ordine del giorno della collega Ostanel che chiedeva di mettere un po' di risorse per le borse di studio, ma avete bocciato il mio ordine del giorno, in cui chiedevo di finanziare tutte le borse di studio, perché i diritti non li puoi soddisfare a pezzi. O il diritto c'è, quindi erogo le borse di studio a tutti, o il diritto non c'è, anche se solo uno non riesce a vedere soddisfatto il proprio diritto.
I diritti sociali e civili non sono parcellizzabili: o valgono per tutti o non valgono per nessuno. Dentro questa situazione – e chiudo, Presidente, su questo – non potete pensare neppure di continuare a distrarci o a tentare di distrarci con argomenti che non sono sufficienti a rassicurarci rispetto a questo scenario.
Assessore, per quanto riguarda le Olimpiadi, io spero vada benissimo, spero si riescano a finire le opere in tempo, ma finora sono state un fallimento. Non abbiamo rispettato il cronoprogramma delle opere fino a tre mesi fa. Il dibattito pubblico che si è scatenato sulla pista da bob mette i brividi. Non sto a dire se è giusto o non giusto farlo, ma siamo stati per mesi sulle prime pagine dei giornali come dei matti, che non hanno 18 milioni per le borse di studio, ma che spendono 180 milioni per la pista da bob.
Io spero vadano bene le Olimpiadi, ma smettiamo di pensare che possa funzionare la retorica per cui se le cose vanno bene è merito mio, perché sono il Presidente più bravo d'Italia; se le cose vanno male è colpa degli altri (una volta di Urso, una volta di Salvini, una volta della Meloni). Però se vanno bene è sempre merito mio. Non funziona questa roba. Funziona sul piano del consenso, certo. Sul piano politico, delle responsabilità, secondo me, funziona un po' meno.
Se ci accontentiamo di ricercare il consenso, non perdiamo tempo a discutere e a confrontarci qua. Dia anche a noi qualche migliaio di euro per andare a soddisfare il nostro fungo, il nostro gelato, il nostro esploratore. Se, invece, stiamo provando a fare politica, almeno qua dentro, dobbiamo dire che questa roba non funziona. Se le Olimpiadi saranno un fallimento ‒ a me interessano poco gli applausi o i non applausi per Zaia ‒ sarà un fallimento per la Regione del Veneto, per fare un esempio.
Chiudo. Io non lo so se, attraverso l'operazione simpatia, legata all'approvazione della legge Calderoli sull'autonomia, riuscirete ancora una volta a distrarre l'opinione pubblica dai problemi delle persone. A me sarebbe piaciuto vedere Zaia fare un reel su Instagram – ormai abbiamo il Presidente influencer – in cui mi spiega perché non paga le borse di studio. Vediamo quanti "like" prende. Oppure in cui mi spiega i LEP. Con i reel su Instagram. Venga qua a spiegarceli questi LEP. Noi siamo quella roba lì. Il Presidente della Regione del Veneto, invece di venire qua a spiegarci perché non paga le borse di studio, fa i reel su Instagram. A lei sembra, Assessore, davvero, un atteggiamento che possiamo considerare perlomeno non offensivo? Io non so, ripeto, e chiudo, se vi riuscirà questa cosa dell'autonomia ("se avessimo l'autonomia, quando avremo l'autonomia"). Premesso che, ve lo dico, la legge Calderoli non stanzia una risorsa. Quindi, anche quando avrete l'autonomia, sempre con la canna del gas dovrete fare i conti. Non so se ve ne siete accorti. Quando avrete l'autonomia dovrete davvero dimostrare se siamo capaci di gestire meglio le risorse. Guardiamo come abbiamo gestito in questi anni le competenze che già avevamo. Mi vengono in mente tanti esempi: il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo, le banche del Veneto. Che belle le banche del Veneto, che hanno messo in ginocchio migliaia di persone.
Prima di dire che se facciamo le cose noi di sicuro le facciamo meglio, cominciamo a fare le cose che già dobbiamo fare in maniera più efficiente, facendo delle scelte.
Assessore, adesso finiremo la discussione generale, valuteremo gli emendamenti, gli ordini del giorno. Noi non siamo d'accordo con questa politica di bilancio. Ovviamente a un assestamento che distribuisce 18 milioni è difficile dire di no, però il voto sarà contrario perché siamo contrari a questo impianto di un'Amministrazione che in 15 anni non ha saputo cambiare il volto di questa Regione e che anche oggi, che avrebbe l'occasione di poter respingere le tendenze al declino, continua a perseguire un atteggiamento di resa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Oggi è particolarmente ispirata da Platone, collega Camani.
Il collega Finco ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Dopo 14 anni e tre mesi questo è il mio ultimo Consiglio regionale; quindi, ritenevo utile fare un saluto a quest'Aula, a tutti i dipendenti, per questa lunga esperienza. Ho 41 anni, 14 dei quali li ho trascorsi all'interno di questa Istituzione. Ovviamente, per me è stato motivo di grande orgoglio servire i veneti, servire la mia Provincia e il mio territorio. Sono stati 14 anni intensi, nel corso dei quali – lo posso dire ‒ ne abbiamo viste di tutti i colori. Ho visto tre legislature. In questi giorni mi sono passate per la testa diverse situazioni, diversi momenti. Adesso magari vediamo un'Aula tranquilla, ma 10-15 anni fa l'Aula era completamente diversa. Soprattutto nella mia prima legislatura, quando avevamo una maggioranza variopinta, oltretutto eravamo 60 Consiglieri e c'erano 12 Assessori, c'era un'Aula che discuteva non per ore, ma per giorni sui progetti di legge, perché non c'erano i tempi contingentati. È sempre stata un'Aula molto attiva.
Ho tantissimi ricordi dei colleghi, con i quali, fortunatamente, ho mantenuto un rapporto di amicizia, con i quali ci sentiamo anche in questi giorni. Tutti colleghi che, ognuno nella sua particolarità, nel suo pensiero politico, mi hanno lasciato qualcosa di importante e mi hanno insegnato qualcosa in questi 14 anni.
Un pensiero lo dedico anche ai diversi colleghi che oggi non ci sono più, ma che hanno frequentato i banchi di quest'Aula, che mi hanno anche insegnato l'arte della politica. Soprattutto nella prima legislatura, c'erano veri e propri "animali politici", gente che masticava politica da una vita. Sicuramente mi hanno insegnato tante cose nel gestire i rapporti tra maggioranza e opposizione, nel relazionarmi con i cittadini. Posso dire veramente che per me è stata una palestra di vita, una palestra di formazione politica, che a non tutti capita. Io mi sono insediato a marzo 2010, non avevo ancora 27 anni, ed ero seduto al posto del consigliere Sandonà. Quando il Segretario anziano mi chiamò per svolgere il ruolo di Segretario dell'Aula, per l'elezione del Presidente del Consiglio, l'allora Vicecapogruppo del Popolo delle Libertà, Cortelazzo, mi disse: "Ciao, Finco. Ma tu sei arrivato in motorino?". Questo per dire quanto ero giovane. Da lì è nata un'esperienza bellissima.
Ringrazio in primis il presidente Zaia, ringrazio la Lega, ringrazio, ovviamente, i miei elettori e ringrazio i tre Segretari del mio partito che si sono succeduti, dall'onorevole Gobbo, al compianto onorevole Dozzo, che all'epoca era commissario, fino al presidente Fontana, che mi hanno dato la possibilità di candidarmi, ma soprattutto mi hanno dato anche la possibilità di rivestire importanti ruoli. Nella prima legislatura sono stato il Presidente della Commissione Ambiente, lavori pubblici e protezione civile. Nel secondo mandato, invece, ho rivestito il ruolo di Capogruppo. La seconda legislatura è stata intensa per il carico di lavoro. È stata definita da molti una legislatura costituente, perché abbiamo riformato un po' tutti i settori della macchina pubblica di questa Regione. Sono state veramente esperienze importanti, fino a quest'ultima esperienza, che mi ha portato a rivestire l'importante ruolo di Vicepresidente del Consiglio.
Oggi per me si volta pagina. Grazie al consenso che mi hanno dato i miei concittadini, vado a rivestire un ruolo in una delle città ‒ a mio parere, ma lo è ‒ più belle del Veneto. Viene definita l'ottava città del Veneto. È una città complessa, una città che serve un bacino di circa 200.000 abitanti. Sono le belle sfide della politica. Per chi fa politica una delle cose più belle penso sia proprio quella di amministrare la propria comunità, il proprio territorio. Sicuramente per me cambieranno molte cose, dal carico di lavoro (già lo sto vedendo in questi giorni) ai rapporti, però è sicuramente un'esperienza che a 41 anni ci tenevo a fare. Anche perché sono dell'idea che sia le Istituzioni sia gli uomini che rappresentano le Istituzioni, per fare bene, hanno sempre bisogno di nuovi stimoli. A 41 anni mi sono sentito di mettermi a disposizione della mia città e la mia città mi ha dato questo importante mandato.
Concludo ringraziando ognuno di voi, che ho avuto modo di conoscere in questi anni, ovviamente ognuno con le proprie diversità, per fortuna, però ognuno con una grande passione, ognuno con una grande dedizione per la macchina regionale. Ringrazio, uno a uno, tutti i dipendenti. Spesso e volentieri si parla della macchina pubblica come di una macchina farraginosa, invece ho trovato un sistema, sia all'interno del Consiglio regionale, ma anche all'interno della Giunta, un gruppo di persone dedicate al lavoro, che lavorano con passione assieme alla politica per risolvere le tante difficoltà che la comunità veneta, come tutte le comunità, ha.
Sicuramente non posso portarvi a Bassano, ma porterò ognuno di voi con me, nei miei pensieri e nei ricordi di questi anni di legislatura.
Non voglio dire "addio", perché ho 40 anni e spero che la vita, sia politica che dal punto di vista fisico, mi porti ad avere ancora tanti anni davanti. Voglio dire a tutti voi un "arrivederci". Sicuramente ci rivedremo in qualche altra sede, in qualche altra realtà. Sicuramente il lavoro di collaborazione con voi non verrà mai meno.
Grazie ancora per tutto e, speriamo, a presto.
(Applausi)

PRESIDENTE

Ringrazio il collega Finco, al quale va tutto il nostro augurio di buon lavoro. Bassano è una bellissima città. Penso che lì avrà grandi soddisfazioni e la possibilità di dimostrare le sue doti e di rendere Bassano ancora più bella.
Sospendiamo qui la seduta. 20 minuti per la Prima Commissione, per gli emendamenti.
Ci rivediamo alle ore 16.20 in Aula.
La Seduta è sospesa alle ore 16.03
La Seduta riprende alle ore 16.38

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1. Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2. Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3. Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4. Anche in questo caso nessun emendamento.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5. Anche in questo caso non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Emendamento n. A0006 presentato dalle consigliere Ostanel e Camani, articolo 6, comma 1, lettera l), allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 è apportata la seguente variazione:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione
proposta
2025
Variazione
proposta
2026
Variazione
proposta
M 04 "Istruzione e diritto allo studio"
P 0404 "Istruzione Universitaria" L.R. 8/1998 - Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario
+ 4.700.000,00

M 04 "Istruzione e diritto allo studio"
P 0402 "Altri ordini di istruzione non universitaria"
L.R. 1/2001 Interventi a favore delle famiglie degli alunni delle scuole statali e paritarie
- 2.700.000,00


M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 - Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 1.100.000,00


M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2003 "Altri fondi"
Titolo 1 "Spese correnti"
ART. 20, L.R. 39/2001 - Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 900.000,00


Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che, come ho detto in discussione generale, cerca di fare in modo che già oggi si possano aggiungere altre risorse ai 3 milioni che l'Assessore ha messo. Ci tenevo a ricordare, tra l'altro, che so bene che i 3 milioni di oggi riguardano l'ordine del giorno che avevamo votato all'unanimità, proposto da me alla fine dell'anno scorso; quindi, me lo ricordo bene ed è per quello che le riconoscevo e ringraziavo del fatto che quei 3 milioni ci sono.
Fatto sta che questi tre milioni non bastano. Di qui la proposta di inserire 4.700.000 in più, togliendo 2.700.000 a quella che ritengo essere una manovra in questo momento sbagliata, cioè quella di dare il buono scuola in quelle istituzioni universitarie paritarie anche per le persone che non hanno figli con disabilità. Cercando nel fondo del fondo del barile, tra le priorità che noi abbiamo oggi di fronte, siccome oggi una famiglia può scegliere di mandare il figlio alla scuola pubblica, soprattutto se non ha un figlio con disabilità e lì gli viene garantita, anche se ha un figlio con disabilità, la possibilità di avere gratuitamente un'assistenza, ma se proprio vuole andare alla scuola paritaria garantiamo la possibilità di darglielo, facendo un po' di razionalità riusciamo ad aggiungere 2.700.000 che ci permettono oggi di arrivare a 4.700.000 per le borse di studio.
È una proposta che, secondo l'analisi che avevo fatto, permette poi, con le risorse statali, di raggiungere, eventualmente, tutti gli idonei non beneficiari, anche se in ritardo di un anno.
Questo emendamento ha questa finalità, quindi di fare in modo che oggi potessimo aggiungere a quei tre milioni quello che potevamo aggiungere per garantire ancora più idonei non beneficiari oggi e non a novembre, perché sappiamo che garantirli a novembre-dicembre significa garantirli un anno dopo l'iscrizione.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo emendamento proposto dalla collega Ostanel perché, al netto delle modalità con cui si reperiscono le risorse in questa proposta, su cui poi tornerò, è la dimostrazione di cosa significa quando dico che bisogna fare delle scelte.
È chiaro che non è semplice sottrarre risorse da un provvedimento che già da diversi anni viene utilizzato in questa Regione, ma se non ci sono abbastanza soldi per tutto, uno sceglie verso dove indirizzarle.
Mi piacerebbe sottolineare che il provvedimento da cui chiediamo di togliere 4.700.000 euro in realtà è una legge regionale che dice una cosa diversa da quella che poi, attraverso il bando che gli uffici approvano, viene realizzata.
La legge regionale a favore del diritto allo studio, di cui si parla, "Interventi a favore delle famiglie degli alunni delle scuole statali e paritarie", è una legge che è stata votata in questo Consiglio regionale per fare in modo che, attraverso le risorse regionali, si sostenesse il diritto allo studio delle persone con disabilità dentro le scuole statali e paritarie.
Questo dice la legge che è stata approvata dal Consiglio regionale. Peccato che poi, quando noi andiamo a tradurre l'intendimento della legge nel bando di gara che la Giunta propone, questa intenzione, ovvero il sostegno agli alunni disabili delle scuole statali e paritarie, diventa un bando di gara chiamato "buono scuola", in cui la Regione del Veneto investe 7 milioni, dal quale vengono escluse le scuole pubbliche, ed esteso alle scuole private non paritarie.
La legge dice "scuole pubbliche" e voi fate un bando di gara che, in maniera surrettizia, mettendo come criterio obbligatorio di accesso al bando il pagamento di una quota di iscrizione, esclude le scuole pubbliche, se non una decina di istituti alberghieri che prevedono l'iscrizione.
Quindi, il Consiglio regionale chiede di investire risorse per la scuola pubblica e voi fate un bando in cui escludete la scuola pubblica. Il Consiglio regionale dice "date risorse alle scuole paritarie", che sono sì scuole private, ma che sono certificate per offrire un titolo di studio equipollente alle scuole pubbliche, e voi estendete il beneficio alle scuole private non paritarie, per intenderci quelle scuole superiori che alla fine dell'anno ti richiedono di fare l'esame pubblico per dimostrare di aver passato l'anno.
Io mi chiedo se davvero c'è coerenza tra le previsioni di legge e la restituzione che ne fate attraverso il bando, se davvero noi, in una fase di ristrettezze economiche, che è quella di cui abbiamo parlato diverse ore oggi, siamo nelle condizioni di lasciare studenti universitari che hanno il diritto a vedersi aiutati sul piano economico, dall'erogazione della borsa di studio, per dare invece risorse a chi si iscrive alle scuole private non paritarie, che immagino siano un bacino di voti interessanti, care colleghe e cari colleghi.
Il consenso, però, a un certo punto dovrebbe trovare una mediazione con la giustizia sociale e l'equità. Noi siamo un'Istituzione pubblica e abbiamo il dovere di sostenere le altre Istituzioni pubbliche, a partire esattamente dalla scuola e dall'università. Invece, noi non paghiamo le borse di studio e paghiamo la retta d'iscrizione a studenti normodotati in scuole superiori private non paritarie.
È un provvedimento che mi andava benissimo quando ce n'era per tutti, anche per le scuole private, ma se non ci sono soldi per le borse di studio, se non ci sono soldi per le scuole pubbliche, non va bene. Anche riguardo al finanziamento delle scuole pubbliche, elementari medie e superiori, a parte i 2,3 milioni che arrivano ogni anno dal Governo nel fondo di riparto, voi non mettete un euro. Voi non mettete un euro nella scuola pubblica (elementari, medie e superiori) e mettete 7 milioni per le scuole private o, meglio, per le scuole private paritarie e non paritarie, ma sostanzialmente per le private. Credo che questa sia un'operazione sbagliata sul piano politico e anche sul piano della giustizia sociale.
Questo è il senso dell'emendamento della consigliera Ostanel, che sappiamo non troverà ovviamente il consenso della relatrice, però è un emendamento rispetto al quale chiediamo alla Giunta di fare una riflessione.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Trovo veramente fuori luogo le osservazioni fatte dalla collega.
Vorrei ricordare che la scuola pubblica è totalmente pagata dallo Stato, dai contribuenti, anche da coloro che frequentano la scuola privata, i quali devono, a loro volta, pagare una scuola, nonostante contribuiscano a pagare la scuola anche agli altri studenti che hanno i servizi gratuiti.
Se parliamo di paritaria, parliamo, appunto, della libertà, intanto, di istruzione e formazione che le famiglie possono decidere di dare ai propri figli. Sono già di per sé discriminati in questo Paese, cosa che non avviene in nessun altro Paese d'Europa. Sono già discriminati perché, oltre a doversi pagare una retta, con cui si pagano gli insegnanti, contribuiscono con il proprio reddito anche a pagare la scuola degli altri che la hanno gratuita.
Credo che questa operazione sia semplicemente una operazione di giustizia e di equità, soprattutto per quelle fasce più deboli che non hanno la possibilità di scelta della scuola per tutti e non solo a coloro che possono permetterselo.
Per quanto riguarda il discorso delle risorse, è altrettanto paradossale il suo intervento, perché le risorse che lo Stato dà alle scuole paritarie sono di gran lunga inferiori a quelle che lo Stato stesso risparmia, grazie all'esistenza di queste scuole.
Tanti sono i milioni, centinaia di milioni di euro, che l'Italia risparmia in strutture, investimenti, insegnanti, che sono soldi che vengono risparmiati grazie a dei cittadini che pagano due volte l'istruzione, con le tasse e con la retta.
Dovremmo ringraziare tutte queste famiglie, altrimenti, se domani, paradossalmente, queste scuole chiudessero tutte, così, d'incanto, avremmo miliardi di investimenti da spendere in più per fare strutture, per dare servizi e pagare gli insegnanti.
È giusto dire che questo è un aiuto in più, è un beneficio. È un giusto, misero, minimo riconoscimento di equità in un Paese che riconosce la parità di formazione e di istruzione. Altrimenti, rimettiamo in discussione il concetto di parità.
Se sono paritarie è perché svolgono, comunque, anche se tramite organizzazioni di carattere "privato", che non sono per forza a scopo di lucro, anzi fanno fatica a chiudere i bilanci, una funzione sussidiaria allo Stato e in relazione al principio di sussidiarietà, che è un buon principio di buon governo, che fa risparmiare, ripeto, una montagna di risorse allo Stato stesso e a tutti i contribuenti.
Attaccare queste poche risorse, queste misere risorse, che dovevano essere molte di più, ma purtroppo le posizioni ideologiche di questo Paese non consentono una vera parità, se non solo nominale, significa fare una ingiusta discriminazione tra i cittadini che con i loro soldi e con le loro tasse pagano due volte la scuola, perché pagano anche per le scuole pubbliche, considerato che chi va alla scuola pubblica ha un servizio gratuito da parte dello Stato ed è gratuito grazie ai contribuenti, anche di quei contribuenti che mandano i loro figli alla scuola paritaria.
Quindi, rigetto categoricamente quanto si è detto al riguardo. Anzi, io direi che queste risorse sono importanti, ma sono del tutto insufficienti per dare una giusta equità e una giustizia verso tutti i cittadini che desiderano avere una formazione e un'istruzione, pur riconosciuta dallo Stato, nei caratteri e nei criteri stabiliti dallo Stato, alternativa a quella pubblica, facendo, ripeto, risparmiare una montagna di soldi e pagando due volte.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io non entrerei nella conflittualità su scuola pubblica, borse di studio, scuole private, paritarie e non, penso che sia un principio molto più semplice, invece, quello che con questo emendamento si vuole portare alla luce. Intanto è vero, ci sono le scuole private, paritarie e non. Bene, per fortuna ci sono, danno un'offerta. Però, ricordiamoci che chi paga per mandare i propri figli in quelle scuole sono persone che decidono di non volerli mandare nella scuola pubblica e di fare quel tipo di scuola.
Non c'è nulla di male, ma si decide di andare lì. Come in alcuni casi avviene anche negli asili e nelle elementari, per carità, nulla di male. Ma il principio è semplicemente uno: se tu hai una scuola pubblica, se tu credi nel valore dell'istruzione pubblica, se tu credi nel fatto che c'è della gente che studia e avrebbe diritto a una borsa di studio e non la ha perché non c'è copertura, non perché non se l'è guadagnata con i parametri che dovrebbe avere per avere titolo a una borsa di studio, io credo che prima di occuparci di un'offerta importantissima, ma che viene fatta su un altro segmento, che non è pubblico – fa un'offerta, certo, ma non è pubblico –, dovremmo preoccuparci dell'istruzione pubblica.
Questo semplicemente perché nell'istruzione pubblica rispetto al cittadino che ha diritto, assessore Calzavara, a potersi pagare una scuola privata, paritaria e non, come tanti anche dei nostri figli o di noi ci sono andati, viene prima quel cittadino che, invece, non ha la possibilità economica di studiare e forse potrebbe essere agevolato da una borsa di studio che gli toccherebbe, che si è guadagnato, che si è meritato, e invece non la ha perché non ci sono i soldi. Quindi, prima di aiutare una struttura che comunque rientra all'interno di una condizione dove il cittadino sceglie, dove va, è un servizio, ci mancherebbe altro, non è che non vanno i nostri cittadini, dovremmo ricordarci che, però, c'è della gente che non ha la possibilità di scegliere di andare su un'altra scuola, non ha proprio la possibilità di studiare, si aiutano con le borse di studio. La cosa più grave è che non si chiede di dare soldi a chi non ha diritto, ma di concedere a quelle persone che ne avrebbero diritto una borsa di studio che, però, non ricevono perché non ci sono abbastanza soldi.
Io trovo surreale questo fatto di mettere in competizione diritti. Prima ci deve essere il servizio pubblico a carattere universale, poi, se ci sono anche quelli privati, ben venga. Nessun problema, ci sono anche quelli privati. Ma prima un ente pubblico deve garantire un servizio a carattere pubblico, dopo si aiutano tutti gli altri.

PRESIDENTE

Prego, collega Camani, per dichiarazione di voto sull'emendamento.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Solo per precisare, collega Valdegamberi, che il principio per cui chi va alla scuola privata e paga l'iscrizione alla scuola privata, ma in realtà, attraverso le tasse, paga anche la scuola pubblica a cui decide di non andare, è un'affermazione contraria al principio costituzionale della spesa pubblica, che all'articolo 53 dice esattamente che tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva.
Lo Stato non vende servizi. Quando lei paga le tasse, non sta comprando il suo diritto ad andare a scuola o a stare dentro un ospedale, lei sta eseguendo il suo dovere di contribuire, in proporzione alla sua capacità contributiva, alle spese generali. Quindi, non è vero che chi paga le tasse paga la scuola pubblica degli altri. Chi paga le tasse contribuisce alla spesa pubblica complessiva. Del resto, se dovessi seguire il suo ragionamento e traslarlo dalla scuola alla sanità, io dovrei finanziare, allora, la sanità privata, perché chi paga le tasse paga gli ospedali dove vanno a curarsi anche quelli che non hanno i soldi.
Rifiuto questo impianto, che è proprio sbagliato sul piano...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, nessuno l'ha interrotta. Lasci parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Per quelli convenzionati è così, analogamente lo è per le scuole private paritarie; quindi, quelle a cui è riconosciuto dallo Stato l'esercizio di una funzione sussidiaria, ovverosia vado a riempire dove lo Stato non è in grado di riempire. Così paghiamo la sanità privata convenzionata, così paghiamo le scuole private paritarie.
Ciò che contesto sulla scuola pubblica e sulla sanità pubblica è che voi possiate utilizzare risorse pubbliche, perché anche quelle della Regione del Veneto, che voi mettete, sono soldi delle mie tasse, con cui io non ho intenzione di pagare la scuola privata non paritaria. Le ribalto il principio.
Non solo contesto quello che lei ha detto ma, ribadisco, è contrario al principio costituzionale sulla base del quale si regge lo Stato e dovrebbe reggersi anche la Regione del Veneto. Inoltre, contesto la discrasia che esiste tra quello che dice una legge regionale e la traduzione che voi mettete in campo con un bando di gara che, in maniera surrettizia, esclude la scuola pubblica. Questo ho detto io.
Se l'idea di Istituzione che avete voi, che ha lei, consigliere Valdegamberi, è che io devo contribuire, perché già con le mie tasse pago la scuola degli altri, al sostegno delle scuole private non paritarie o della sanità privata non convenzionata, ne prendo atto, non sono d'accordo e non è coerente con l'articolo 53 della Costituzione.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Volevo intervenire più tardi, ma anche la collega Ostanel mi ha risvegliato dalle mie letture del bilancio, quindi intervengo adesso.
Sapete qual è il suo problema, il vostro problema in generale? È che, quando si parla di privato è tutto sbagliato. Tutto va bene nel pubblico, il privato è tutto sbagliato, soprattutto per quanto riguarda la scuola, reparto che ricordo da sempre essere stato ostaggio del Partito Comunista dalla fine della guerra in poi, che naturalmente...

PRESIDENTE

Collega Camani, la prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Voi, insieme alla CGIL Scuola e tutto quello che ci va dietro, avete sempre fatto tutto quello che doveva essere fatto, e si vedono le risultanze di come sia la scuola pubblica in tanti settori, purtroppo, del nostro Paese e anche della nostra Regione, penso al precariato dei professori, cosa che voi avete alimentato per decenni, naturalmente per avere il voto di questi disgraziati che arrivano purtroppo anche da latitudini molto più basse rispetto a dove viviamo noi, che magari restano qui qualche mese e poi se ne tornano a casa magari con concorsi e cose fatte qui sul nostro territorio.
Detto questo, è un bene che ci sia la scuola privata paritaria in questa Regione in molti settori, come ad esempio negli asili, ma mi vengono in mente anche tante scuole gestite dagli ecclesiastici, da strutture di questo tipo, dalle parrocchie, dalle associazioni, che comunque vivono anche di introiti dovuti all'associazionismo. Tante sagre e fiere che vengono fatte nei nostri paesi servono a pagare queste strutture. Ci sono territori anche nella nostra Regione in cui la scuola pubblica non c'è e non ha mai avuto investimenti, e concordo con il collega Valdegamberi, soprattutto nelle zone di montagna, territori in cui lo Stato non è mai arrivato con queste strutture. Sicuramente noi che paghiamo le tasse paghiamo anche per la scuola pubblica, questi genitori pagano a volte anche il doppio nelle scuole private, altrimenti non saprebbero dove portare i figli. Senza considerare poi che pagano gli insegnanti, pagano i trasporti, pagano le mense, si pagano tutto.
Quindi, di che cosa stiamo parlando? Che il privato ruba allo Stato e che siamo contro la Costituzione? Ma cosa c'entra la Costituzione? C'entra che ci sono ormai nei nostri territori scuole, professionisti e tante di queste strutture che suppliscono a uno Stato che non esiste. Sicuramente uno si chiede: voi veneti siete sempre i soliti, ce l'avete con noi che arriviamo...? No. Vi ricordo che con l'autonomia probabilmente, cara collega, una delle cose che abbiamo richiesto, soprattutto per quanto riguarda le competenze scolastiche, è quella di fare anche degli investimenti importanti in questo settore e soprattutto di avere un corpo docente che sia legato al proprio territorio e che dia la possibilità ai maestri e ai professori di essere qui, di non scappare quando devono scappare nelle loro Regioni, ma restino qui, stiano qui con i nostri studenti, li portino al diploma e li possano accudire al meglio delle possibilità.
Per quanto riguarda l'università, cara collega Ostanel – a questo punto ne parlo, visto che ho un po' di tempo (ho quattro ore, trentatré minuti e qualche secondo) – dobbiamo ancora parlare di queste borse? Ogni volta che parliamo delle borse di studio degli studenti universitari salta fuori questa cosa. Ci rendiamo conto, per carità, che ci sono studenti meritevoli, che hanno curriculum brillantissimi e che hanno bisogno di sostegno. Me ne rendo conto.
Ne ho parlato anch'io con tanti di questi ragazzi, ho avuto anche tante discussioni. Io rimango della mia idea, e lei lo sa, che gli studenti universitari, ma anche quello delle scuole superiori, dove si fanno gli stage in fabbrica, si impara un lavoro, anche gli studenti universitari, anche se fanno scienze politiche e sono iscritti al PD, possano anche rimboccarsi le maniche, cercare di darsi da fare e trovarsi un lavoretto, che può aiutarli anche a crescere e a capire che a volte non ci sono solo le strutture pubbliche che danno lavoro, ma ci sono anche i privati, soprattutto le nostre fabbriche, le nostre attività produttive, il nostro turismo. Io li obbligherei, io direi: se tu vuoi la borsa di studio, fai anche questo; se ti iscrivi all'università, fai delle ore, fai delle giornate, fai delle serate. Invece di perderti a bere spritz al Boschetti nel centro di Padova, vai a trovarti un lavoretto, che ti fa solo bene. Questo sarebbe utile non solo per pagare le tasse universitarie, ma anche per crescere personalmente e nel curriculum, per capire come funziona il mondo esterno a tutto questo.
Inoltre, cara collega Ostanel, lei richiama sempre questo discorso degli studenti iraniani. Ebbene, In Iran è stato eletto il nuovo Presidente, che è un riformista, sarà della sinistra iraniana, Masoud Pezeshkian, che ha detto che intende aprirsi verso l'Occidente, che vuole tendere le mani. A questo punto io direi a questo signore: noi abbiamo 2.000 tra iraniani e iraniane che sono nelle nostre università, apra le borse, visto tutto il petrolio che avete, vista tutta la finanza che avete, viste tutte le possibilità che avete, e dia una mano a questi ragazzi. Facciamo così: metà li mettiamo noi, metà li mette l'Iran. A questo punto troviamo un accordo. Magari l'assessore Calzavara ha ancora qualche risorsa nelle sue borse. Visto che aumentano ogni anno tutti questi, facciamo metà noi e metà l'Iran. Vediamo se troviamo un accordo.
Lei che è anche professoressa all'Università Ca' Foscari, quindi ha sicuramente questi accordi internazionali, può trovare qualche suo collega in Iran. Faccia questa proposta. Metà lo mettiamo noi e metà lo mette, naturalmente, lo Stato iraniano. Vediamo se ne veniamo fuori, a questo punto. Considerando anche tutti gli altri. Magari queste cose possono anche essere trovate.

PRESIDENTE

Mi pare sia IUAV, non Ca' Foscari.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Solo per riportare alla memoria della collega Camani e di tutti coloro che fanno parte della Sesta Commissione che quello che abbiamo ascoltato quest'oggi non è altro che il rendez-vous che abbiamo visto in Sesta Commissione. I tecnici, i dirigenti, l'Assessore, i colleghi hanno cercato di ribadire un concetto, ed è bene che rimanga a verbale in quest'Aula, per chi ci segue.
Collega Camani, il suo esercizio della dialettica e della capacità di voler introdurre una teoria o una narrativa è apprezzabile e anche stimabile, perché è un esercizio che compie con grande maestria, però dobbiamo ricordare un attimino come stanno le cose. La legge sulla buona scuola non mette come obiettivo beneficiario la scuola, ma definisce come obiettivo beneficiario la famiglia. Il punto centrale che la legge regionale vuole raggiungere è sostenere e aiutare la famiglia, il nucleo familiare.
Quando noi abbiamo cercato di farle comprendere che questa è la differenza dell'impianto normativo vigente, siamo andati a fare alcune riflessioni e abbiamo voluto, con grande orgoglio, ribadire che la legge regionale a sostegno delle famiglie attraverso il bonus scuola (siccome lei ha parlato di bando, di requisiti di bando) vuole riaffermare il concetto che la quota di accesso al buono scuola viene inserita nel bando per un semplice motivo: per dare la possibilità di fornire un contributo efficace alle famiglie, indipendentemente dalla scuola che frequentano. Primo.
Secondo. Quanto si afferma è tanto vero che ‒ lo abbiamo spiegato ‒ se noi prendessimo il fondo e lo dividessimo per 500.000 famiglie, daremmo 10 euro a famiglia. Questo è il motivo per cui si tratta di fare una scelta. E noi la scelta l'abbiamo fatta. Non si parla di scuola privata o scuola pubblica, ma di famiglia, indipendentemente dalla scuola che frequenta. I soldi non vanno alla scuola, ma vanno alla famiglia. Quindi la smetta di portare una narrativa che è solo politica e non serve a niente, se non a confondere le idee alle persone che ci ascoltano.
Seconda questione. Abbiamo fatto una scelta molto più importante, che doveva essere una scelta del Partito Democratico, avvalorata, e a voi dà fastidio che l'abbiamo fatta noi, ossia che il 50% di quel fondo vada a dare una risposta, indipendentemente dalla scuola che si frequenta, a coloro che sostengono una spesa, con il buono scuola interamente alle famiglie che hanno a casa un disabile o un portatore di disabilità. Noi finanziamo totalmente tutto questo. Questa è la vera scelta all'interno di un fondo, e lo ribadiamo perché siamo orgogliosi della scelta. Noi vogliamo aiutare prima di tutto le famiglie, in particolare le famiglie che hanno all'interno del loro nucleo spese ancora più gravi perché hanno situazioni da fronteggiare, proprio perché noi non dimentichiamo nessuno.
Quando ribadiamo questo concetto, lo facciamo con orgoglio e non abbiamo paura a ricordare la scelta fatta. Il buono scuola non parla di scuole, ma parla di famiglie, e parla di famiglie che sostengono una spesa.
Il motivo per cui si introduce una quota di accesso al buono scuola è semplicemente perché non può essere una misura che non ha efficacia. Ripeto: se non ci fosse la quota di accesso al buono scuola, avremmo 500.000 famiglie che fanno la domanda. A casa mia, come a casa di tutti i colleghi che erano in Commissione, è stato detto che dovremmo dare 10 euro a famiglia. Non avrebbe nessun senso.
La richiesta, credo corretta e anche dovuta, è quella che quest'Aula e coloro che ci ascoltano sappiano che la legge regionale ha uno spirito, vuole assolutamente aiutare le famiglie, i contributi vengono dati alle famiglie che sostengono una spesa, indipendentemente dalla scuola che frequentano. Non c'è nessun'altra narrativa. La narrativa di qualcun altro è quella che vuol far passare che ci sia una Giunta che guarda agli interessi delle scuole private e non di quelle pubbliche, addirittura per un consenso elettorale. Questo credo sia abbastanza grave. Chi ci ascolta avrà la possibilità di fare le proprie riflessioni in modo libero e, soprattutto, intellettualmente attento.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006. Relatrice contraria.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002, presentato dalla consigliera Baldin, modificativo, che prevede:
All'allegato sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
M04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO
P0404 Istruzione universitaria
L.R. 8/1998, art. 3, lettera C "NORME PER L'ATTUAZIONE DEL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO – EROGAZIONE DI BORSE DI STUDIO"
+1.000.000,00
+..........,00
+........,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-500.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P03 ALTRI FONDI
L.R. 39/2001, art. 20
-500.000,00
-..........,00
-........,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega Baldin lo dà per letto.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0008, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 6, comma 1, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
M04 "Istruzione e diritto allo studio"
P0402 "Altri ordini di istruzione non universitaria"
ART. 17, L.R. 30/2023 ‒ Collegato alla legge di stabilità regionale 2024
+1.000.000,00
..........
..........
M20 "Fondi e accantonamenti"
P2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-1.000.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0008. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0004, presentato dalla consigliera Guarda, che prevede:
All'Allegato 12 di cui alla lettera i) del comma 1 dell'articolo 6 sono apportate le seguenti variazioni
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
Missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
Programma 02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
Art. 32 bis "Interventi regionali di promozione del ruolo delle librerie indipendenti" nella legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 "Legge per la cultura"
+150.000,00
0,00
0,00
Missione 20 Fondi e accantonamenti
Programma 2001 Fondo di riserva
L.R. 39/2001, art. 18
-150.000,00
0,00
0,00

0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0005, presentato dalle consigliere Ostanel e Camani, articolo 6, comma 1, lettera I, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
M05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
Art. 36, L.R. 16/052019, n. 17 – Legge per la cultura
+100.000,00
..........
..........
M20 "Fondi e accantonamenti"
P2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-100.000,00
..........
..........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0009, presentato dal consigliere Sandonà, articolo 6, comma 1, lettera I, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
M05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 30/2023 (Collegato alla legge di stabilità regionale 2024), Art. 18 – Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Marco Polo
+30.000,00
..........
..........
M01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione"
P11 "Altri servizi generali"
Artt. 25 e 26 L.R. 39/2001 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione)
-30.000,00
..........
..........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0007, presentato dalle consigliere Ostanel e Camani, articolo 6, comma 1, lettera I, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
M08 "ASSETTO DEL TERRITORIO ED EDILIZIA ABITATIVA"
P0801 "URBANISTICA E ASSETTO DEL TERRITORIO"
ART. 13, L.R. 34/2001 ‒ Collegato alla legge di stabilità regionale 2022
+100.000,00
..........
..........
M20 "Fondi e accantonamenti"
P2001 "Fondo di riserva"
ART. 18 L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-100.000,00
..........
..........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003, presentato dalla consigliera Baldin, modificativo, che prevede:
All'allegato sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
M10 TRASPORTI E DIRITTO ALLA MOBILITÀ
L.R. 39/1991, artt. 10, 11, 16 comma 2, lettera B, "CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE A FAVORE DI PROVINCE, COMUNI, COMUNITÀ MONTANE ED ENTI DI GESTIONE DEI PARCHI E DELLE RISERVE NATURALI PER LA REALIZZAZIONE DI PISTE CICLABILI, AL FINE DI CONSENTIRE LA MOBILITÀ DEGLI UTENTI IN CONDIZIONI DI SICUREZZA"
+1.000.000,00
+..........,00
+........,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-500.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P03 ALTRI FONDI
L.R. 39/2001, art. 20
-500.000,00
-..........,00
-........,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Brevemente. Forse l'assestamento è un tipo di documento che non si presta a questi finanziamenti, però mi sembra doveroso porre all'attenzione del Consiglio regionale il tema delle ciclabili, in particolare una ciclabile che andrebbe a collegarsi con la VenTo, nel mio territorio, anzi in particolare nella mia frazione di Sant'Anna. Abbiamo presentato da poco in Consiglio regionale un progetto. Vi erano sia il consigliere Montanariello, fautore della proposta di questa conferenza stampa, sia il consigliere Dolfin, a onor di cronaca. Si chiedeva, in quel consesso, proprio da parte della Regione, un cofinanziamento, insieme al Comune, naturalmente, per andare incontro a questa esigenza del territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0001, di pagina 14, presentato dalla consigliera Baldin, modificativo, che prevede:
All'Allegato sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
2026
Variazione proposta
Missione 13 tutela della salute
PROGR. 1307
L.R. 23/2007 art. 8 co. 1 sviluppo e miglioramento dell'attività degli SPISAL
+1.000.000,00
+..........,00
+........,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P03 FONDO RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-500.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P03 ALTRI FONDI
L.R. 39/2001, art. 20
-500.000,00
-..........,00
-........,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Anche questo è un emendamento che merita una breve illustrazione, perché si parla di lavoro. Oggi, tra l'altro, grazie alla collega Camani, abbiamo parlato di tutela e sicurezza sul lavoro.
Questo emendamento vorrebbe incrementare le risorse della legge regionale n. 23/2007 , che parla di SPISAL. È dal 2018 che aspettiamo le assunzioni dei tecnici della prevenzione, come promesso dal presidente Zaia, ma ad oggi non abbiamo avuto alcun lume su quella vicenda.
Visti i dati preoccupanti che ancora riguardano la nostra Regione (si parla di un morto ogni tre giorni), è necessario, anzi imperativo fare di più, quindi aumentare i controlli sui luoghi di lavoro. Non possiamo permetterci che una regione sviluppata come il Veneto soffra di questa terribile tragedia umana ogni giorno.
Proprio per questo ho presentato questo emendamento. Lo ripresenterò nei prossimi bilanci, nelle prossime sessioni a venire, perché credo sia veramente un imperativo da parte di tutti noi.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 6, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno.
ODG n. A0010

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "BASTA CHIACCHIERE SU VENEZIA, LA REGIONE CONFERMI IL SUO IMPEGNO ED OTTENGA DAL GOVERNO IL RIFINANZIAMENTO DELLA LEGGE SPECIALE". RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- la legge n. 171 del 16 aprile 1973, c.d. Legge Speciale per Venezia e la laguna, da cinquant'anni sostiene le attività degli enti subordinati per la salvaguardia del territorio da fenomeni quali il picco straordinario di marea, la subsidenza, gli effetti nocivi dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione nel fragile ecosistema;
- dal 2017 la legge n. 171 del 1973 non viene rifinanziata dal governo nazionale, causando grande apprensione negli enti locali coinvolti, dal momento che esso costituiva una manovra economica in grado di finanziare gli interventi non più differibili anche per lo sviluppo della città storica e della terraferma, le quali soffrono di spopolamento, moto ondoso, c.d. overtourism;
ATTESO INOLTRE CHE:
- è stata adottata la deliberazione del Consiglio regionale del 24 ottobre 2023, n. 104 "Programma degli interventi di competenza regionale a valere sui finanziamenti della legge speciale per Venezia - piano di riparto delle risorse finanziarie residue (articolo 4, comma 1, legge regionale n. 17/1990 ).";
tale programma è conforme al disposto normativo di cui al comma 1 dell'articolo 4 della Legge regionale n. 17 del 27 febbraio 1990, il quale dispone che "sulla base degli obiettivi e delle linee guida del piano per la prevenzione dell'inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella laguna di Venezia, la Giunta regionale, in relazione ai finanziamenti disponibili, predispone i programmi degli interventi da attuare che sono approvati dal Consiglio regionale entro novanta giorni dal ricevimento della proposta.";
- il Programma degli interventi proposto dalla Giunta regionale, ed approvato dal Consiglio regionale, è stato rifinanziato tramite le risorse rese disponibili in esito a:
- revoche di precedenti assegnazioni, stabilite con specifici programmi di intervento approvati dal Consiglio regionale;
- economie di spesa accertate alla conclusione di precedenti interventi;
- disponibilità residue ovvero risorse che residuano alla conclusione degli interventi come differenza tra i fondi complessivamente assegnati e quelli effettivamente impegnati;
- revoche con rimodulazione progettuale, ovvero la riassegnazione agli stessi soggetti attuatori delle medesime risorse finanziarie o quota parte di esse, assegnate per interventi che, per diversi motivi, non si sono realizzati o solo parzialmente realizzati, da destinare a favore di opere caratterizzate da maggiore urgenza e da immediata cantierabilità finalizzate alla risoluzione di criticità ambientale nell'ambito della salvaguardia della Laguna di Venezia e con ciò destinando, prontamente, a nuovi interventi, tutte le risorse risultanti alla data, disponibili;
- a beneficiare della Legge Speciale non è solo il Comune di Venezia bensì i Comuni che si affacciano sopra la c.d. gronda lagunare (Chioggia, Codevigo, Mira, Jesolo) e in generale l'intera regione del Veneto nell'area del bacino scolante della laguna veneta.
CONSIDERATO CHE
- la apposizione del voto di fiducia da parte del Governo al decreto c.d. Coesione ha comportato, lo scorso 26 giugno, l'obbligo di decadenza per gli emendamenti delle opposizioni, vocati a rifinanziare la Legge Speciale per Venezia;
- dagli organi di stampa (cfr. ad esempio II Gazzettino, martedì 2 luglio c.a., pag. 6) si apprende che il presidente della Giunta regionale del Veneto, date le peculiarità del suo insediamento chiede una sorta di "statuto speciale" per la città di Venezia, sul modello già attuato nei confronti di Roma capitale.
Tutto quanto sopra premesso
Impegna la Giunta regionale
- a individuare nei successivi documenti di programmazione economico-finanziaria e di bilancio le misure e le risorse necessarie per concorrere a far fronte agli improcrastinabili interventi di risanamento della laguna a tutela dell'ambiente paesistico, storico, archeologico ed artistico della città di Venezia
- ad intervenire, altresì, nei confronti del Governo per ottenere già entro il 2024 lo sblocco di ulteriori fondi adeguati al finanziamento della Legge speciale per Venezia.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Pur essendoci un parere negativo, e mi dispiace per questo, perché Venezia meriterebbe da parte di questa Regione un trattamento speciale, visto che è una città fragile sotto ogni profilo, credo sia veramente sbagliato, ingiusto che si sia deciso di tagliare in maniera definitiva il finanziamento della Legge Speciale per Venezia, cosa che non si era mai verificata fino ad oggi. Sembra si parli di un definitivo abbandono della Legge Speciale, del finanziamento di questa Legge Speciale.
L'ordine del giorno chiede alla Giunta di intervenire presso il Governo per ottenere entro il 2024 lo sblocco di ulteriori fondi adeguati al finanziamento della legge stessa. Credo sia veramente un tema da cui non possiamo esimerci. Va trattato con la dovuta attenzione.
Spero ci sia la volontà politica, se non in questa sessione, magari nelle prossime, di prevedere qualcosa per il finanziamento della Legge Speciale e di fare il massimo possibile, come Regione, nei confronti del Governo per chiedere il finanziamento di questa legge.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Brevemente. Sono due ordini del giorno ‒ questo e quello successivo ‒ che riguardano temi sicuramente interessanti, la zona logistica speciale e Marghera, però l'impegno di risorse in questo momento non possiamo assumerlo, questo tipo di impegno, di onere, che cerchiamo di onorare una volta assunto.
Sono temi che nel corso del prossimo bilancio 2025-2027 saranno oggetto di attenzione e, comunque, di costante attenzione da parte degli Assessorati, che quotidianamente cercano di liberare risorse, in particolar modo per la zona logistica speciale, che ha scadenze anche molto corte, sulle quali l'assessore Marcato sta lavorando.
Per il momento il parere è negativo, comunque ringraziamo per la segnalazione. Sarà nostra cura sollecitare puntualmente il Governo e valutare la presenza di risorse disponibili per cercare di essere vicini a questi due temi.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Calzavara.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0010.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0011

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "ZONA LOGISTICA SEMPLIFICATA A PORTO MARGHEFIA E NEL POLESINE: LA REGIONE DEL VENETO MITIGHI GLI EFFETTI DELLA 'TAGLIOLA' GOVERNATIVA E GARANTISCA RISORSE ANNUE ANCHE DOPO IL 2024". RESPINTO

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 6 ottobre 2022 è stata istituita una Zona Logistica Semplificata tra il porto industriale di Venezia (Porto Marghera) e il Polesine rodigino, onde attirare investimenti a condizioni di vantaggio;
- l'art. 1 "Azioni di supporto finalizzate all'attrazione degli investimenti e all'operatività della Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia-Rodigino." Della legge regionale 23 dicembre 2022 ha disposto di promuovere l'attrattività territoriale degli investimenti e favorire l'operatività della istituenda Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia-Rodigino (di seguito ZLS), valorizzando la conoscenza delle realtà e delle eccellenze produttive regionali tramite:
"a) la predisposizione di un sito informativo che renda visibili gli elementi descrittivi fondamentali riguardanti l'attrattività del territorio veneto ed in particolare della ZLS nonché le opportunità connesse alla realizzazione di un investimento produttivo nella regione da parte di imprese provenienti da altri paesi o da altre regioni italiane;
b) la costruzione di una piattaforma web relativa alla mappatura georeferenziata delle aree industriali, artigianali e commerciali infrastrutturate per accogliere investimenti, con relativa descrizione dei servizi disponibili, delle strutture o delle possibilità di lottizzazione, delle condizioni logistiche e di connessione telematica, delle caratteristiche delle altre imprese insediate, delle agevolazioni attive nella specifica area territoriale e di ogni altra informazione utile alla valutazione delle imprese ai fini dell'insediamento;
c) la creazione nell'ambito del sito informativo di cui alla lettera a) di uno sportello digitale unico, reso disponibile anche in lingua inglese e con carattere di interoperabilità rispetto ai sistemi e alle piattaforme digitali in uso presso gli enti coinvolti nell'istruttoria dei procedimenti afferenti alla fase di insediamento, di realizzazione e di svolgimento dell'attività economica nella ZLS;
d) la realizzazione di attività informative sulle opportunità di insediamento e di investimento produttivo nel territorio regionale ed in particolare nella ZLS."
- il sito web della Regione del Veneto1 prevede nell'area di cui alla ZLS in parola un'occupazione di oltre 177 mila unità, addizionale a quella in forza attualmente, con incremento delle esportazioni fino al 40% in più rispetto alle condizioni odierne, oltre a maggiori investimenti per 2 miliardi e 400 milioni di euro;
- affinché la Zona Logistica Semplificata entri effettivamente in funzione, è necessario che sia adeguatamente finanziata, non solo con interventi regionali, ma anche a livello statale;
- lo scorso 8 maggio 2024 il Consiglio dei ministri, nell'ambito del decreto c.d. Coesione, stanziava 80 milioni di euro per l'avvio della ZLS a Porto Marghera e nel Polesine.
Considerato che:
- l'apposizione della fiducia da parte del Governo Meloni al decreto c.d. Coesione ha comportato, lo scorso 26 giugno, l'obbligo di decadenza per gli emendamenti delle opposizioni, vacati a stanziare ulteriori fondi per garantire il funzionamento della Zona Logistica Semplificata anche negli esercizi relativi agli anni a venire e dare continuità ad un progetto che ha bisogno di certezze per le imprese che intendono investire in quest'area;
- in più occasioni l'assessore Marcato ha espresso la sua preoccupazione e la sua delusione per gli ostacoli governativi opposti al decollo di piani strategici quali la Zona Logistica Semplificata (ZLS) di Venezia e del Polesine.
- il recente caso dell'azienda Silicon Box, che ha scelto il Piemonte e non il Veneto per impiantare i propri stabilimenti innovativi, motivando la decisione con le difficoltà viarie e infrastrutturali del Veronese, accende un campanello d'allarme riguardo l'intera politica industriale veneta, a serio rischio di dismissioni, abbandono, delocalizzazione con prevedibili conseguenze dal punto di vista occupazionale e sociale.
Tutto quanto sopra premesso
invita la Giunta regionale
ad agire nei confronti del Governo Meloni per mitigare gli effetti della riduzione dei finanziamenti governativi al fine di ottenere una continuità finanziaria alla Zona Logistica Semplificata di Porto Marghera e del Polesine anche dopo l'esercizio 2024, anche individuando soluzioni per i successivi documenti di programmazione economico-finanziaria e di bilancio, finalizzate a rendere disponibili, anche a valere sul bilancio regionale, misure e risorse necessarie per far fronte agli improcrastinabili interventi per la realizzazione della ZLS.
1 https://www.regione.veneto.it/web/attivita-produttive/zls-porto-di-venezia-e-rodigino
La collega Baldin lo dà per letto.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0012

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Luisetto, Camani, Bigon e Montanariello relativo a "LA GIUNTA REGIONALE RIPRISTINI LE RISORSE DESTINATE ALLE SCUOLE DELL'INFANZIA" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2024-2026". (Progetto di legge n. 269) APPROVATO (Deliberazione n. 37/2024)

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
premesso che:
- il servizio educativo svolto dalle scuole dell'infanzia rappresenta uno strumento essenziale che concorre all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo e sociale dei bambini promuovendone al contempo le potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento; mira altresì ad assicurare un'effettiva uguaglianza delle opportunità educative;
- nel particolare sistema operante in Veneto l'offerta dei sevizi per l'infanzia vede una forte presenza di Enti paritari senza i quali la soddisfazione della domanda sarebbe drammaticamente ancor più insufficiente;
- nel quadro del progetto di legge n. 269 "Assestamento di bilancio 2024-2026" si è resa necessaria una variazione incrementativa del fondo regionale per le politiche sociali, a sostegno di iniziative a tutela dei minori di 5.200.000 euro, allo scopo di contribuire ai servizi per l'infanzia in egual misura rispetto a quanto finanziato per nell'esercizio 2023;
- con un emendamento della Giunta regionale al PDL 269, depositato in Prima Commissione, tale importo è stato ridotto di 700.000 euro.
Tenuto conto che:
- la programmazione per l'anno scolastico 2024/2025 è già stata predisposta e le iscrizioni dei bambini frequentanti sono state raccolte;
- vi è la necessità di garantire certezza di entrate agli enti gestori delle scuole dell'infanzia, caratterizzati da bilanci in difficoltà dovuti alla diminuzione del numero di iscrizioni conseguente anche al calo demografico;
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a ripristinare prima dell'avvio dell'anno scolastico 2024/2025 le risorse sottratte con l'emendamento, al fine di garantire i contributi essenziali alla continuità e stabilità del servizio educativo svolto dalle scuole dell'infanzia del Veneto.
Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Parliamo di scuole per la maggior parte paritarie, visto il carattere che ha il servizio dell'infanzia nella nostra Regione, questo anche a sottolineare che, quando si parla di privato-privato è una cosa, mentre quando parliamo di privato-paritario è un'altra. La richiesta è quella di ripristinare i 700.000 euro tolti con l'emendamento all'assestamento e di farlo prima dell'inizio dell'anno scolastico, a favore di realtà che hanno una programmazione, rette, stipendi e un'organizzazione già in una situazione abbastanza difficile.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0012.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0013

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani, Luisetto, Ostanel, Bigon, Montanariello e Baldin relativo a "LA GIUNTA REGIONALE GARANTISCA IL DIRITTO ALLO STUDIO E PONGA FINE ALLO SCANDALO DEGLI 'IDONEI NON BENEFICIARI'" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2024-2026". (Progetto di legge n. 269) APPROVATO (Deliberazione n. 38/2024)

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
"(...) I capaci e meritevoli, anche se privi mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi" (articolo 34, comma 3 della Costituzione);
"La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di stadio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso" (articolo 34, comma 4 della Costituzione);
Rilevato che:
le borse di studio sono erogate dalle Regioni e offrono un sostegno economico per affrontare il percorso di studi. L'idoneità alla borsa conferisce, altresì, il diritto all'esonero totale dalle tasse universitarie, oltre alla possibilità, nel caso degli studenti fuori sede, di fare domanda per l'assegnazione di un posto letto in una residenza universitaria a una tariffa calmierata;
nell'anno accademico 2023-2024 sono risultati idonei all'assegnazione di una borsa di studio 18.826 studenti iscritti alle università del Veneto;
a causa delle insufficienti risorse stanziate nell'anno accademico in corso, sulla base delle graduatorie pubblicate dalle università del Veneto, attualmente circa il 25% degli studenti idonei, ben oltre 4.500, non risulta beneficiano;
la Giunta regionale nel PDL n. 269 ha previsto lo stanziamento di ulteriori 3 milioni di euro. Tuttavia, le risorse necessarie a garantire a tutti gli idonei la borsa di studio sono ben superiori: all'incirca 22 milioni di euro.
Evidenziato che:
il Fondo Integrativo Nazionale ha visto la propria dotazione crescere progressivamente, passando dai 162 milioni di euro del 2012, ai quasi 308 milioni del 2023. In particolare, per quanto riguarda l'anno accademico in corso, la quota parte del Fondo Integrativo Nazionale destinata alla Regione del Veneto è stata di quasi 18 milioni, cui vanno sommati i quasi 15 milioni stanziati mediante risorse dedicate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
i fondi regionali, invece, sono rimasti sostanzialmente invariati, limitandosi al raggiungimento del 40% del cofinanziamento, limite minimo per vedersi riconosciute le risorse statali. In particolare, per l'anno accademico in corso sono stati stanziati soltanto 8,1 milioni di euro, mentre dalle sole università sono stati stanziati 8,5 milioni di euro.
Considerato che:
quella degli studenti idonei, ma non beneficiari di borsa di studio, è una questione ricorrente, che vede ogni anno migliaia di studenti e le loro famiglie sopportare notevoli difficoltà per sostenere gli studi universitari, rimanendo fino all'ultimo in attesa di vedersi riconosciuto il beneficio;
la mancata erogazione dei finanziamenti necessari a garantire le borse di studio per tutti gli aventi diritto pregiudica la concreta attuazione del diritto allo studio garantito dall'articolo 34 della Costituzione.
Ribadito che:
la garanzia del diritto allo studio dipende in larga parte dall'azione (o inazione) delle Regioni, in quanto l'erogazione delle borse di studio è una competenza regionale;
il finanziamento corrisposto dalla Regione del Veneto, rispetto a quello delle Regioni contermini e con un sistema universitario simile, appare decisamente sottodimensionato. La Regione Emilia-Romagna, infatti, ha stanziato ben 43,5 milioni di euro per l'anno accademico 2023-2024;
la concreta attuazione di un diritto costituzionalmente garantito come il diritto allo studio dovrebbe essere una priorità, anche a fronte delle giuste proteste delle comunità studentesche che da anni chiedono una chiara inversione di tendenza.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
a stanziare le risorse necessario a garantire l'erogazione della borsa di studio a favore di tutti gli studenti che siano risultati idonei, qualora le eventuali integrazioni statali non risultassero sufficienti.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non impegnerò troppo tempo per presentare questo ordine del giorno, perché ho come l'impressione che ne conosciate già il contenuto. Preciso solo tre cose, che forse è utile che rimangano perlomeno agli atti del Consiglio.
La prima: la differenza tra le scuole paritarie d'infanzia, che quindi non svolgono un servizio scolastico, ma un servizio educativo, che si rivolgono ai bambini 0-3 e 3-6 e che sono oggettivamente necessarie, in particolar modo in questa Regione, per esercitare la funzione sussidiaria rispetto al servizio pubblico. In questo senso è l'ordine del giorno che ho firmato insieme alla collega Luisetto appena approvato all'unanimità.
La seconda: altra cosa sono i finanziamenti regionali destinati alle scuole elementari, medie e superiori private. Rispetto a quello che si diceva prima, giusto per dare dei numeri, dei 7 milioni di euro che mette la Regione del Veneto sapete quanti vanno a famiglie con bambini disabili? 3,3 milioni di euro, che rispondono a un bisogno di 530 famiglie. Su questo piano io sono d'accordo con lei, collega Soranzo. Sa dove non sono d'accordo con lei? Non sono d'accordo con lei per quei 3,7 milioni di euro che rispondono, invece, a 621 famiglie di bambini normodotati, di ragazzi normodotati. Quindi, non confondiamo la carne con il pesce. Non stiamo parlando di 7 milioni di euro per famiglie di bambini e ragazzi con disabilità, se non in minima parte.
La terza: questo ordine del giorno è finalizzato a provare a concretizzare, con un atto del Consiglio, gli impegni che reciprocamente ci siamo presi in considerazione del tema delle borse di studio, vale a dire di quelle 6.000 famiglie, anche queste, di ragazzi che per merito hanno bisogno, per ragioni di censo, di un supporto nel veder garantito il proprio diritto allo studio.
Noi sappiamo che, in questo momento, per pagare le borse di studio di tutti gli studenti risultati idonei non beneficiari mancano all'appello, a spanne, circa 19 milioni di euro. L'assessore Calzavara, che è un eterno ottimista, pensa che dalle risorse che il Governo e la ministra Bernini dovrebbero recuperare entro fine anno, che al momento sembrano ammontare, su base nazionale, a circa 34 milioni di euro, potrebbero arrivare le risorse per il Veneto per pagare tutte le borse di studio. Premesso che rischiamo di fare la fine che abbiamo fatto l'anno scorso a proposito di eccellenza, ovvero di essere la peggior Regione in Italia per numero di idonei non beneficiari, perché anche l'anno scorso alla fine riuscimmo a pagare tutte le borse di studio perché arrivò in soccorso il Governo, ma anche l'anno scorso su 6.000 studenti idonei non beneficiari a livello nazionale, 3.900 erano della Regione del Veneto, oltre il 65% a livello nazionale della categoria idonei non beneficiari stava nella nostra Regione. Quest'anno se a livello nazionale ci sono 34 milioni di euro e a noi ne servono 19, ho come l'impressione che la classifica triste delle Regioni incapaci di garantire il diritto allo studio ci vedrà ancora Campione d'Italia.
Io spero che quelle risorse arrivino e siano sufficienti, ma questo fatto non ci esime dal dover ammettere che abbiamo un problema sulle borse di studio, che abbiamo un problema per l'incapacità che questa Regione dimostra di avere di soddisfare un diritto. Abbiamo poi il problema che, se anche arrivano queste risorse, come citava la collega Ostanel in uno dei suoi interventi, arrivano a fine anno, ossia in una fase in cui le famiglie che devono contribuire al mantenimento e agli studi dei propri figli hanno già dovuto far fronte ad un anno intero di percorso accademico. Quindi, chi non ha le risorse per potersi pagare gli studi e mantenere agli studi potrebbe avere anche già abbandonato l'università, perché mica tutti hanno una famiglia alle spalle in grado di garantire il pagamento delle tasse universitarie o il mantenimento all'università.
Consigliere Pan, molto spesso, con quello che le ragazze e i ragazzi guadagnano quando sono ancora giovani non riescono mica a pagarsi una stanza in affitto, se sono fuori sede. Ci sono decine di ragazzi che lavorano per mantenersi agli studi, ma siccome li paghiamo troppo poco, questi ragazzi, molto spesso non sono in grado di pagarsi il mantenimento agli studi. Così finisce che si devono ritirare dall'università oppure che devono passare l'intero anno accademico, invece che dando esami, facendo due o tre lavoretti, non sempre in regola. Questo è il problema che ci troviamo ad affrontare.
Con questo ordine del giorno chiediamo all'assessore Calzavara di impegnarsi, a nome della Giunta, nei confronti del Consiglio affinché, qualora le risorse che il Governo ha promesso, che dovrebbero arrivare, per pagare le borse di studio degli idonei non beneficiari non dovessero essere sufficienti a coprire tutti gli studenti che ancora risultano idonei non beneficiari, trovi la maggiore quantità possibile di risorse per condividere che l'obiettivo, l'optimum a cui tutti dobbiamo concorrere dovrebbe essere quello di pagare tutte le borse di studio, proprio perché il diritto o è garantito erga omnes (verso tutti) o diritto non è.

PRESIDENTE

Passo la parola all'ottimista assessore Calzavara. Ricordo solo che i pessimisti non fanno fortuna. Prego, assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Per coerenza rispetto ad altri ordini del giorno che abbiamo approvato in passato, sui quali abbiamo cercato mai di prendere un impegno definitivo nella totalità degli idonei beneficiari, perché non abbiamo certezza delle risorse a disposizione, ma riconoscendo che questo e il prossimo ordine del giorno hanno una valenza che merita anche un voto unanime da parte del Consiglio regionale, io proverei a modificare il dispositivo finale, se va bene ai firmatari dei due ordini del giorno, sui quali ci potrebbe essere una convergenza, spero, di tutta l'Aula.
Vi leggo il dispositivo come modificato: "Impegna la Giunta regionale: a) ad intervenire presso le competenti autorità statali affinché il fondo nazionale confermi disponibilità di risorse atte ad assicurare i finanziamenti necessari a garantire le borse di studio per tutti gli studenti idonei; b) a fronte dell'eventualità di sopravvenuta non sufficiente disponibilità di risorse nel fondo nazionale, a individuare ulteriori risorse per raccogliere le richieste di borse di studio del maggior numero di studenti idonei a cui non è stato dato il riscontro con risorse statali".

PRESIDENTE

Mi pare che il testo sia stato abbastanza visto da una parte e dall'altra. La proponente accetta la riformulazione?

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Mi sento particolarmente ottimista in questo momento, quindi accetto la riformulazione dell'Assessore.

PRESIDENTE

Viva l'ottimismo.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0013, con la modifica che l'assessore Calzavara ha letto testualmente – abbiamo il testo depositato – e che la proponente ha accettato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0014

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel, Camani, Baldin, Guarda e Luisetto relativo a "LA REGIONE INTERVENGA, ANCHE PRESSO IL GOVERNO, PER GARANTIRE LE BORSE DI STUDIO A TUTTI GLI STUDENTI AVENTI DIRITTO ANCORA NON BENEFICIARI". RITIRATO

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- la Proposta di legge n. 269 "Assestamento di bilancio di previsione 2024-2026" prevede di dedicare 3 milioni di euro alle borse di studio degli idonei non beneficiari";
- secondo quanto riportato in Commissione I dall'Assessore al Bilancio, per l'anno accademico 2023-2024 gli studenti universitari che hanno richiesto la Borsa di Studio e sono risultati averne diritto sono 19.468 e di questi ben il 25% circa, ovvero 4.772 risultano non beneficiari di quanto spetterebbe loro a causa dell'esaurimento delle risorse economiche regionali;
- anche considerando le risorse assegnate al tema dal presente Assestamento di bilancio, per l'anno accademico 2023-2024 risulterebbero quindi mancanti risorse pari a circa 19,5 milioni di euro per finanziare le borse di studio universitarie di coloro che ne hanno diritto;
- nel 2023 il Governo aveva sopperito alle mancanze assegnando al Veneto, che aveva il 64% delle borse non pagate di tutta Italia, un contributo straordinario, che si spera possa essere assegnato anche per l'anno in corso.
CONSIDERATO CHE:
- secondo il "Rapporto Statistico 2023" in dieci anni i ragazzi emigrati all'estero dal Veneto sono raddoppiati, arrivando a 4.500 nel solo 2021, di cui la metà laureati. Il Veneto è tra le prime regioni in Italia per numero di espatri;
- secondo l'Istat i dati relativi all'attrattività delle università del Veneto, calcolato con il rapporto tra saldo migratorio degli studenti e totale immatricolati (%), per l'anno 2020 presentano un saldo negativo con -15,27%, collocandosi al 12° posto tra le Regioni d'Italia, conseguenza anche della mancanza di investimenti della Regione su borse di studio e servizi agli studenti quali gli alloggi;
- l'articolo 1 della Legge Regionale 8 del 1998 riporta che "In attuazione degli articoli 3 e 34 della Costituzione ed in conformità ai principi dettati dalla legge 2 dicembre 1991, n. 390, la Regione del Veneto disciplina l'attuazione del diritto allo studio al fine di garantire, nell'ambito delle proprie competenze, l'accesso e la frequenza ai corsi universitari e post-universitari a studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi".
impegna la Giunta regionale
ad individuare, come espresso nella discussione nelle commissioni consiliari in vista dell'approvazione del provvedimento in oggetto, le risorse necessario a coprire tutti gli idonei non beneficiari con la prossima variazione di bilancio.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Presidente, ritiro questo ordine del giorno, non perché io sia ottimista, ma perché sono coerente. Abbiamo preso un impegno sull'ODG precedente, quindi lo ritengo un impegno che votiamo all'unanimità. Però, punto il dito sull'ordine del giorno rispetto alla discussione di oggi: se noi paghiamo di nuovo le borse di studio un anno dopo – credo che questo sarà il compito che dovremo assolvere – dobbiamo monitorare davvero che il diritto allo studio non venga tolto, che le persone non si stiano ritirando dalle università, perché l'osservatorio che ho io, invece, è questo.

PRESIDENTE

Mi sembra una decisione dal punto di vista istituzionale corretta.
ODG n. A0015

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "LA REGIONE FINANZIA ADEGUATAMENTE LA LEGGE REGIONALE n. 17/2019 'LEGGE CULTURA', IN PRIMIS PER PERMETTERE DI FINANZIARE TUTTI I SOGGETTI IDONEI DEL BANDO SPETTACOLO DAL VIVO PROFESSIONALE - 2024" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2024-2026". (Progetto di legge n. 269) APPROVATO (Deliberazione n. 39/2024)

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- la Proposta di legge 269 "Assestamento del bilancio di previsione 2024-2026" prevede poche risorse aggiuntive sulla Legge regionale n. 17/2019 "Legge cultura";
- le necessità sono relative a molte progettualità, come per esempio il finanziamento del bando relativo ai progetti annuali dello spettacolo dal vivo professionistico, approvato con DGR n. 299 del 21 marzo 2024 con una dotazione finanziaria di 500.000 €;
- lo stesso bando nel 2023, che aveva inizialmente la stessa dotazione finanziaria, aveva fatto emergere che per finanziare tutte le progettualità ritenute idonee sarebbero stati necessari oltre 700.000 € in più e tutto lascia pensare che possa presentarsi la stessa situazione anche quest'anno.
CONSIDERATO CHE:
- la Regione Veneto è al penultimo posto tra le regioni italiane per spesa pro-capite per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali;
- lo spettacolo dal vivo è un grande veicolo di promozione dei territori, oltre che un'occasione di svago per i nostri concittadini.
impegna la Giunta regionale
a riservare, con le prossime Variazioni di bilancio, adeguate risorse alla Legge regionale n. 17/2019 "Legge cultura", a partire da quelle dedicate per il finanziamento del Bando 2024 per lo spettacolo dal vivo professionistico
Mi permetterei di dire "la Regione finanzi".
Collega Ostanel, vuole intervenire? No.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla votazione finale del PDL n. 269.
Non ci sono richieste di intervento.
Non capisco l'agitazione, colleghi. Avete già votato parecchie volte negli ultimi anni.
Metto in votazione il progetto di legge n. 269, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Collega Soranzo, sull'ordine dei lavori, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie. Purtroppo, ho sbagliato pulsante. Ho premuto il rosso e, invece, sono favorevole.

PRESIDENTE

Finché io non dichiaro chiusa la votazione, basta rientrare e cambiare il voto.
Adesso ho chiuso la votazione, ma tecnicamente, quando voi avete espresso il voto, potete rientrare, premendo il tastino con la scheda, e cambiare il voto.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Lo lascio a verbale, Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

Mettiamo a verbale che il collega Soranzo ha sbagliato la votazione del PDL n. 269. Era favorevole.
Colleghi, abbiamo terminato la parte legislativa.
Mi pare ci sia la volontà di proseguire su alcune mozioni iscritte da tempo. Sto parlando della mozione n. 509 "Aggiornamento Piano rifiuti: la Giunta intervenga sulle deroghe in materia di rifiuti pericolosi contenenti amianto", a firma della collega Bigon ed altri.
Poi c'è la mozione n. 533, Valdegamberi ed altri, "Aggiornamento Piano rifiuti: la Giunta intervenga in autotutela mediante annullamento". Sono due le mozioni che si riferiscono a questo argomento.
C'è anche la mozione Piccinini. Di quale numero si tratta? È iscritta all'ordine del giorno?
Chiedo ai Capigruppo presenti in Aula di venire vicino al banco della Presidenza.
PUNTI
7, 8 e aggiuntivo



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BIGON E ZANONI RELATIVA A "AGGIORNAMENTO DEL PIANO RIFIUTI: LA GIUNTA INTERVENGA SULLE DEROGHE IN MATERIA DI RIFIUTI PERICOLOSI CONTENENTI AMIANTO PER TUTELARE LA SALUTE DEI CITTADINI E L'AMBIENTE". (MOZIONE N. 509) RESPINTA

e

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VALDEGAMBERI, RIGO, ANDREOLI, POLATO, SPONDA, BIGON, GUARDA, OSTANEL, BALDIN E ZANONI RELATIVA A "AGGIORNAMENTO PIANO RIFIUTI: LA GIUNTA RIPERCORRA LE FASI DI VALUTAZIONE CONDOTTE NELL'AMBITO DELLA PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) PER L'AGGIORNAMENTO DEL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI". TITOLO COME MODIFICATO (MOZIONE N. 533) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 40/2024)

e

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PICCININI, BOZZA E LORENZONI RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO VERIFICHI L'INSISTENZA DI UN VINCOLO PIANIFICATORIO OSTATIVO PER L'AUTORIZZAZIONE DEL PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI CONTENENTE AMIANTO NEL COMUNE DI VALEGGIO SUL MINCIO (VR), LOCALITÀ CA' BALDASSARRE". (MOZIONE N. 549) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 41/2024)

PRESIDENTE

La Capigruppo ha deciso all'unanimità di discutere anche la mozione n. 549 assieme alla n. 509 e alla n. 533. Siccome le tre mozioni hanno lo stesso argomento, facciamo discussione unica e votazioni separate.
Abbiamo dunque la mozione Bigon "La Giunta intervenga sulle deroghe in materia di rifiuti pericolosi contenenti amianto per tutelare la salute dei cittadini e l'ambiente", la mozione Valdegamberi ed altri "La Giunta intervenga in autotutela mediante annullamento, ovvero in subordine mediante approvazione di variante, al fine di eliminare la deroga introdotta con DGR n. 988/22 all'art. 15 comma 4 del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali" e la mozione del collega Tomas Piccinini, la n. 549, "La Giunta regionale del Veneto verifichi l'insistenza di un vincolo pianificatorio ostativo per l'autorizzazione del progetto per la realizzazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti contenente Amianto nel Comune di Valeggio sul Mincio (VR), Località Ca' Baldassarre".
Discussione unica e votazioni separate.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Già in precedenza, in occasione di una mozione che abbiamo approvato in quest'Aula, relativa a un tema molto simile, o meglio, analogo, che è quello di una iniziativa di una discarica di amianto in Comune di Villafranca, avevo espresso un parere, quasi intuitivo, dicendo che il tema, essendo una materia di programmazione, essendo questa modifica apportata dal Piano rifiuti in materia di programmazione, sarebbe stato, forse, sollevavo il dubbio, di competenza del Consiglio più che della Giunta.
A seguito di maggiori approfondimenti, anche insieme ad altri colleghi, abbiamo verificato la possibile sussistenza di alcuni vizi, che vanno valutati ovviamente dalla Giunta, in merito alle procedure che hanno portato, poi, alla presentazione di due richieste di discarica di amianto, una in Comune di Villafranca e l'altra nel Comune di Valeggio sul Mincio.
Tutto parte dalla programmazione. Tutto parte dalla legge nazionale n. 152/2006 sui Piani rifiuti regionali, che indica come obbligatoria la valutazione VAS (Valutazione Ambientale Strategica) su questi Piani.
A seguito di una verifica di tutta la procedura, si è appurato che sulla modifica fatta alla pianificazione precedente o, meglio, nell'emendamento predisposto in sede di Commissione e poi recepito dalla Giunta alla DGR che approva le varianti al Piano rifiuti, non era stata acquisita, su quelle varianti, la VAS. Questo parere sulla VAS c'era, invece, ed era positivo, sulla variazione in generale del Piano, ma mancava quell'emendamento specifico all'articolo 15, dove ad avviso mio e di altri Consiglieri, probabilmente diventa incompatibile. La VAS, se lo avesse valutato, forse avrebbe dato un parere non positivo, come invece ha dato un parere positivo nella variante, nel complesso del provvedimento della Giunta.
Ecco perché, a seguito di questo, abbiamo ritenuto opportuno sottoporre alla Giunta una mozione che richiede di ripercorrere le fasi di valutazione condotte nell'ambito della procedura di verifica di assoggettabilità e valutazione ambientale strategica per l'aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti urbani e speciali, al fine di verificare la sussistenza o meno di impatti sostanziali significativi in relazione alla modifica dell'articolo 15, comma 4, del Piano, e la contestuale coerenza con il divieto di cui alla DGR n. 1458 del 2021 nelle zone previste dalla DGR n. 6206.
Chiediamo alla Giunta di verificare, attraverso una verifica, attraverso un ripercorso procedurale che contempli una VAS, anche le modifiche successive che sono state fatte in sede di Commissione, e poi, ripeto, approvate in sede di delibera di Giunta, le quali non erano state sottoposte alla valutazione VAS, le quali prevedevano, a nostro avviso, una modifica invece sostanziale al divieto che nei provvedimenti precedenti c'era, di fare discariche di amianto nelle zone vulnerabili di ricarica degli acquiferi, in un particolare contesto territoriale del Veneto. Togliere questo divieto e permettere in quei luoghi di fare queste discariche, senza una valutazione strategica ambientale, può inficiare l'approvazione del Piano.
Questo è il dubbio che abbiamo sollevato. Quindi, chiediamo che la Giunta rivaluti tutto con attenzione, perché noi riteniamo che una variazione di questa portata non sia una semplice variazione puramente formale, attuativa del Piano, ma sia una variazione di carattere sostanziale. In quest'area prima era vietato. Tra l'altro, il parere precedente della VAS esprimeva un categorico diniego, ribadiva che poiché diamo un parere favorevole, poiché queste aree non vengono toccate, il divieto rimane.
Arrivare a un provvedimento della Giunta senza il parere della VAS che non consideri questo, lo riteniamo un vizio di forma e sostanziale del provvedimento.
Con questo voto, quindi, chiediamo che venga rivisitato e ripercorso l'iter amministrativo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con la delibera di Giunta regionale n. 988 del 9 agosto del 2022 è stato approvato l'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Contestualmente, sono stati approvati anche gli allegati, quindi l'allegato A, A1 e B.
All'interno di questo nuovo aggiornamento ci sono due articoli che vanno esaminati e di cui chiediamo la modifica: l'articolo 12 e l'articolo 15.
L'articolo 12 dice al comma 2, lettera a): "La Regione deve avere tra le proprie priorità la realizzazione degli impianti di recupero e di smaltimento per la tipologia dei rifiuti per le quali non viene soddisfatto il fabbisogno regionale".
L'altro articolo, l'articolo 15, al comma 2, lettera a), dice: "È possibile derogare al divieto di approvazione di nuove volumetrie per rifiuti pericolosi e non pericolosi, anche nel caso di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto, in discarica dedicata o in discarica già autorizzata per rifiuti non pericolosi alla data dell'approvazione del Piano".
In seguito all'approvazione dell'aggiornamento, quindi anche degli allegati, succede che vengono aperte le possibilità, le richieste di nuove discariche, tanto che, a seguito di questa normativa e di questo aggiornamento, presso il Comune di Villafranca di Verona, nella frazione di Caluri, è in corso l'iter di autorizzazione per la realizzazione di un impianto per la messa a dimora permanente di rifiuti pericolosi contenenti amianto.
Sempre in riferimento alla provincia di Verona, presso il Comune di Valeggio, il 21 dicembre 2023 è stato presentato un altro progetto per la realizzazione di un sito di stoccaggio di amianto in una ex cava confinante con il Comune di Villafranca di Verona.
Al riguardo, la DGR n. 988 del 9 agosto 2022 ha modificato la normativa del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, introducendo, al comma 4 dell'articolo 15, la possibilità di realizzare impianti di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto, alle condizioni di cui alla lettera a) del comma 2, che ho citato prima, anche in zone di alta pianura e zone di ricarica degli acquiferi. Tanto è che la zona dove sono state richieste le autorizzazioni, quella di Valeggio e quella di Caluri, sono all'interno della ricarica degli acquiferi, di questa zona.
Consideriamo, quindi, che la normativa risultante dall'aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti urbani e speciali, e in particolare la modifica del comma 4 dell'articolo 15, tenuto conto anche della rendicontazione che la stessa Giunta regionale ha fatto in Commissione con la deliberazione n. 188 del 3 ottobre 2023, laddove diceva che sul rapporto annuale e sulla produzione di gestione dei rifiuti speciali in Veneto si evidenziava la presenza sul territorio veronese di sette discariche per rifiuti urbani, tre inceneritori, diciannove discariche per rifiuti speciali e 404 centri di raccolta, di cui il 23,5% è sito nella provincia di Verona.
Con questa mozione, quindi, chiediamo alla Giunta di procedere a una revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, con particolare riferimento, ovviamente, alla disciplina di cui prima ho detto, comma 4 dell'articolo 15, di intervenire sulla disciplina relativa alla realizzazione di impianti per la messa a dimora permanente dei rifiuti pericolosi contenenti amianto e di incentivare la creazione di uno o più centri di inertizzazione dei rifiuti pericolosi contenenti amianto in alternativa al conferimento in discarica.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Valdegamberi, sull'ordine dei lavori? Prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente, per precisare – non l'ho detto prima – che quello che ho illustrato prima non era il testo iniziale, ma un emendamento al deliberato, che è stato depositato e che quindi è agli atti.

PRESIDENTE

È depositato. Lo stanno registrando. Fra un po' lo vedrete su Concilium.
Collega Piccinini, prego, illustri la mozione n. 549 che, come deciso in Capigruppo, è stata aggiunta alle due presenti in ordine del giorno.
Prego, Tomas.

Tomas PICCININI (Veneta Autonomia)

Grazie, Presidente.
Premesso che i consiglieri Piccinini, Bozza e Lorenzoni hanno presentato l'interrogazione n. 507.
Considerato, quindi, da quel che emerge dai contenuti della risposta, che ci fossero motivazioni tecnico scientifiche solide a sostegno della modifica e che l'iter procedurale appare essersi svolto nella piena legittimità di azione nel rispetto delle competenze della Giunta regionale.
Rilevato che è stato avviato il procedimento PAUR per la realizzazione di un impianto in questione con istanza PAUR in data 21 dicembre 2023.
Considerato che in data 3 aprile 2024 è stato dato formale avvio del procedimento con l'attivazione dei tempi previsti dalla normativa per la formulazione delle osservazioni di merito dei contenuti progettuali e dello studio d'impatto ambientale.
Visto il gran numero delle osservazioni pervenute da parte di enti e/o portatori di interessi, con le quali viene segnalata l'esistenza di un vincolo pianificatorio ostativo per l'autorizzazione del progetto.
Richiamato il contenuto di alcune osservazioni con le quali vengono in sostanza evidenziate due circostanze che paiono meritevoli di attenta considerazione, vale a dire: 1) sussisterebbe un espresso divieto ad utilizzare la deroga introdotta con DGR n. 988/2022, che ha novellato l'articolo 15 del PRG, che prevede ora la possibilità di dislocare discariche per lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto in zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi, in quanto tale deroga non potrebbe applicarsi a zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, qual è quella sulla quale è richiesta l'autorizzazione PAUR; 2) persisterebbe un autonomo criterio escludente dato dal posizionamento del territorio ove ricadrebbe la discarica all'interno del Bacino del Po, per il quale è operante una autonoma e diretta esclusione dalla realizzazione di discariche di tal genere.
Tutto ciò premesso, chiediamo alla Giunta, e in particolare gli Assessori competenti i cui uffici sono interessati nella Conferenza dei servizi dell'iter autorizzativo, a verificare l'insistenza del vincolo descritto in allegato e, se confermato, disporre il rispetto della pianificazione vigente che insiste sull'area di progetto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Rigo. Prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa mozione – parlo della mozione n. 533 – nasce dopo che l'aggiornamento al Piano rifiuti del 2022 concede una deroga che permette la realizzazione di discariche di amianto nelle zone di alta pianura e di ricarica degli acquiferi.
Premetto, Presidente, che nella mia attività di Consigliere non ho mai fatto alcuna attività per questioni ideologiche, ma solo con lo scopo di portare un contributo costruttivo.
La mia sottoscrizione a questa mozione va in questo senso e nasce dall'ascolto, elemento che ritengo fondamentale, delle istanze dei territori e delle istanze degli amministratori, dei cittadini e dei comitati che abbiamo fatto insieme ai colleghi veronesi sul nostro territorio.
A seguito della deroga citata, sono già stati presentati due progetti di discarica di amianto nei comuni di Villafranca di Verona e di Valeggio sul Mincio, che ovviamente non potevano che non creare preoccupazione nelle comunità locali. Probabilmente sarebbe stata la stessa cosa in qualsiasi altra località, ma a maggior ragione in un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali, visto che è un territorio, quello del villafranchese, in cui sono già presenti molte discariche, anche nelle prossimità dei progetti di discariche di amianto, e molte di queste presentano anche problemi nella gestione post mortem. Si tratta, inoltre, di territori, in particolare quello di Valeggio sul Mincio, che hanno un'alta vocazione turistica.
Capisco queste preoccupazioni. Visto che vivo a qualche centinaio di metri da una discarica, capisco le preoccupazioni dei cittadini. Comprendo anche la volontà della Giunta di affrontare il tema dell'amianto perché, come sappiamo, in Veneto non c'è una discarica di amianto. Ma proprio perché è un tema così delicato, impone tante attenzioni, a maggior ragione in un territorio vulnerabile come il nostro.
Per questo credo che la mozione, così come modificata, vada nella direzione corretta, quella di ripercorrere le fasi di valutazione della procedura VAS per verificare se vi siano impatti sostanziali in relazione alla modifica dell'articolo 15, l'articolo, che richiamavo prima, che offre la possibilità di costruire discariche di amianto in zone di ricarica degli acquiferi e di alta pianura. Ritengo che questo sia un aspetto di primaria importanza, ossia verificare se vi siano impatti sostanziali ritengo sia un aspetto fondamentale, per cui auspico che con questo atto si apra una riflessione seria e costruttiva per la tutela dei nostri territori e dei nostri cittadini.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ha chiesto la parola il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo sulla discussione di ben tre mozioni che hanno tutte lo stesso contenuto, la n. 509 e la n. 533, che mi vede anche sottoscrittore, e la n. 549 presentata dal collega Piccinini.
Voglio innanzitutto premettere che trovo curioso il fatto che non sia presente l'assessore all'ambiente Bottacin. Nelle scorse sedute era stato detto che queste mozioni non venivano discusse perché mancava l'Assessore, adesso l'Assessore non c'è però le stiamo discutendo. Sarebbe stato importante avere in presenza l'Assessore e sentire anche da chi ha portato questo aggiornamento al Piano regionale di gestione dei rifiuti, questa modifica che ha creato questi problemi e queste giuste contestazioni.
Credo che il tema sia di grande interesse, come hanno già detto precedentemente la collega Bigon e chi è intervenuto, perché è stato modificato il Piano andando a inserire nuove deroghe per quanto riguarda la realizzazione di discariche di amianto nella zona di alta pianura e in particolare nella zona di ricarica degli acquiferi.
Ci sono questi progetti di discarica, uno a Caluri, in Comune di Villafranca di Verona, l'altro a Quaderni, in Comune di Valeggio. Sono progetti che prevedono il deposito di ingenti quantitativi di amianto. Sappiamo che l'amianto è una sostanza pericolosa, che può rilasciare in atmosfera le fibre di asbesto, che, come sappiamo, possono causare il mesotelioma pleurico. In Regione non abbiamo mai affrontato il tema dei centri di raccolta non per lo smaltimento o l'interramento, ma per la distruzione delle fibre di amianto, in modo da evitare di lasciare ai posteri questo problema, perché con questi progetti la Regione li vuole mettere sottoterra, ma il problema è che l'asbesto – parola di derivazione greca che significa "indistruttibile" – se lo ritroveranno le future generazioni.
Questo in sintesi propone la nostra mozione, anche in linea con uno dei punti importanti per la salvaguardia ambientale previsti dall'Agenda 2030 dell'ONU, trovare soluzioni alternative, come quelle degli impianti, che vadano a eliminare il problema in maniera definitiva, diversamente ci ritroviamo con queste fibre cancerogene in giro per il territorio del Veneto, tra l'altro in zone come queste che sono state, negli anni, molto sfruttate, mi riferisco in particolare all'estrazione della ghiaia, con la creazione di decine di cave prima e, purtroppo, molte discariche poi. Bisognerebbe porre più attenzione a queste modifiche quando arrivano in Commissione, ed è proprio per questo che in Commissione come minoranza chiediamo sempre che vengano fatte delle comparazioni tra il nuovo e il vecchio, in modo da avere ben in mente e ben preciso quelle che sono le modifiche di questi Piani.
Ci sono precedenti importanti nel nostro territorio. Ricordo che queste mozioni non riguardano solo il territorio della Provincia di Verona, ma i dispositivi che chiediamo di approvare riguardano tutto il Veneto, in particolare le Province di Treviso e di Vicenza, dove nel tempo sono state fatte molte cave di ghiaia, che ora si prestano agli appetiti di chi vuole smaltire queste sostanze. Poi, la legge è uguale per tutti: se certi criteri vengono utilizzati per evitare o prevenire determinati inquinamenti nelle aree di ricarica degli acquiferi, vedi le norme sui liquami per quanto riguarda l'agricoltura, a maggior ragione devono valere per sostanze pericolose come l'amianto.
Il mio auspicio, dunque, è che tutte e tre le mozioni, la nostra in particolare, vedano un voto favorevole a maggioranza dell'Aula.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla votazione delle tre mozioni.
Metto in votazione la mozione n. 509.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla mozione n. 533.
Emendamento n. M0001, presentato dal consigliere Valdegamberi, sostitutivo, che prevede:
Impegna la Giunta Regionale:
a ripercorrere le fasi di valutazione condotte nell'ambito della procedura di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per l'Aggiornamento del Piano Regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, al fine di verificare la sussistenza o meno di impatti sostanziali e significativi in relazione alla modifica dell'articolo 15, comma 4, del Piano e la contestuale coerenza con il divieto di cui alla DGR 1458/2021 nelle zone previste dalla DCR n. 62/06.
Prego, collega Bigon, per dichiarazione di voto sulla mozione n. 533.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La dichiarazione di voto, visto che sono state discusse tutte insieme, la faccio ricordando quello che è stato il Piano e la modifica del Piano, e siamo qua a discutere tre mozioni senza la presenza dell'Assessore.

PRESIDENTE

Collega, la discussione è unica, ma le votazioni sono separate, come ho già detto, quindi anche le dichiarazioni di voto sono separate. Mi permetta di correggere quello che ha detto.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Mi permetto di dire che vorrei la presenza dell'Assessore, perché l'Assessore dovrebbe essere qua a discutere o, quantomeno, a esaminare con noi le mozioni proposte.
L'aggiornamento del Piano è stato fatto nel mese di agosto 2022, la Commissione ha detto chiaramente che questo non è passato dagli uffici o, quantomeno, non l'hanno valutato e sicuramente nemmeno discusso, per cui abbiamo chiesto una revisione perché non è possibile che nella Provincia di Verona – questo vale per tutte e tre le mozioni – abbiamo lo smaltimento di 239.523 tonnellate di rifiuti speciali, il 36% di tutto il Veneto, che a Verona nel 2021 abbiamo lo smaltimento di 307.414 tonnellate di rifiuti speciali nelle discariche per rifiuti inerti, pari al 60% del totale, che il Veneto sia al secondo posto in Italia per produzione di rifiuti speciali e che su 404 centri di raccolta ben 95 siano a Verona.
Chiedo, pertanto, non solo un voto a favore di questa mozione, ma anche che l'Assessore, che doveva essere qui presente a discutere con noi, prenda l'impegno personale, oltre che di mozione, di modificare e revisionare il Piano, perché non è possibile che la Provincia di Verona possa vedersi richieste di autorizzazione non solo ora, quella di Valeggio, quella di Quaderni, confinanti, e quella di Caluri, quindi Villafranca, ma possa avere il rischio di avere altre domande, perché abbiamo un altro problema a Verona, vale a dire il Piano cave, che prevede ulteriori cave all'interno della nostra Provincia, con il rischio che in futuro avremo nuovamente richieste di autorizzazione di discarica per amianto o, quantomeno, per rifiuti pericolosi.
Non è ammissibile in un Consiglio regionale discutere su cose così importanti, su modifiche e aggiornamenti di Piani senza parlarne prima, se n'è discusso solo in Commissione, peraltro in assenza dell'Assessore competente.

PRESIDENTE

Su questo mi sento di darle ragione. Effettivamente sarebbe stato meglio che fosse stato presente.
L'emendamento n. 1 ha un contenuto che, se approvato, modifica anche l'intestazione della mozione n. 533, che andrebbe aggiornata con quanto mi hanno scritto tecnicamente gli uffici. Pertanto, se viene approvato l'emendamento, si approva anche il cambio di titolo della mozione, che così recita: "Aggiornamento del Piano rifiuti: la Giunta regionale ripercorra le fasi di valutazione condotte nell'ambito della procedura di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per l'Aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani".
Questa è la modifica che interverrebbe sul titolo, qualora venisse approvato l'emendamento n. 1.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. M0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la mozione n. 533, come modificata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sulla mozione n. 549.
Non vedo interventi.
Metto in votazione la mozione n. 549.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, mi scusi, non so se sia stato registrato il mio voto. Lo dichiaro verbalmente: favorevole.

PRESIDENTE

Mettiamo a verbale il voto favorevole del consigliere Rigo.
La Capigruppo la convocherò per i prossimi giorni, penso giovedì mattina.
Grazie a tutti.
La seduta è tolta.
La Seduta termina alle ore 18.13
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 138 - 11^ legislatura