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Seduta del consiglio regionale del 16/07/2024 n. 139
Martedì, 16 luglio 2024
SOMMARIO
- APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- SURROGA DELLA CONSIGLIERA REGIONALE CRISTINA GUARDA CON IL SIGNOR RENZO MASOLO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 42/2024)
- SURROGA DEL CONSIGLIERE REGIONALE NICOLA IGNAZIO FINCO CON IL SIGNOR ANDREA CECCHELLERO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 43/2024)
- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
- RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 247 del 24 marzo 2022 presentata dai consiglieri Zottis, Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativa a "QUANDO SARÀ AVVIATA LA SPERIMENTAZIONE PER CONSENTIRE ALLE DONNE GRAVIDE RESIDENTI IN VENETO DI ACCEDERE GRATUITAMENTE AL NON INVASIVE PRENATAL TEST?"
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta n. 508 del 5 aprile 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "FALCIDIATI FINANZIAMENTO E BANDI DEL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE: COSA INTENDE FARE LA GIUNTA IN MERITO ALLA DECISIONE STATALE E COME INTENDE SOPPERIRE AI TAGLI DI QUESTA FONDAMENTALE ESPERIENZA FORMATIVA?"
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta n. 409 del 21 agosto 2023 presentata dai consiglieri Luisetto, Bigon, Camani, Zanoni e Zottis relativa a "TRASPORTO DIALIZZATI ULSS7: L'ASSESSORE SI ATTIVI PER RIPRISTINARE CON URGENZA IL DIRITTO ALLA GRATUITÀ"
- Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta n. 522 del 8 maggio 2024 presentata dalla consigliera Zottis relativa a "PIAVE VECCHIA: ACQUE STAGNANTI E RICOPERTE DI ALGHE, EMISSIONI ODORIGENE E GRAVE MORIA DI PESCI. COME E IN CHE TEMPI LA GIUNTA REGIONALE E INFRASTRUTTURE VENETE INTERVERRANNO PER RISOLVERE QUESTA PREOCCUPANTE SITUAZIONE?"
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Elisa DE BERTI
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- ELEZIONE DEL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DELLA PERSONA. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 44/2024)
- PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ZECCHINATO, VILLANOVA, PAN, BARBISAN, PICCININI, BISAGLIA, BRESCACIN, CAVINATO, CECCHETTO, CESTARI, DOLFIN, MAINO, MICHIELETTO, PUPPATO, SANDONÀ, SCATTO, VIANELLO, GIACOMIN, CORSI, FAVERO E GEROLIMETTO RELATIVA A "ISTITUZIONE DELLA GIORNATA DELL'AUTONOMIA". (PROGETTO DI LEGGE N. 239) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 17/2024)
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- PRESIDENTE
- Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Roberto BET (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Fabrizio BORON (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Renzo MASOLO (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Renzo MASOLO (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Renzo MASOLO (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Silvia CESTARO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.44, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 11.00.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.02
PRESIDENTE
Colleghi, vedo alcuni presenti in Aula che non sono registrati su Concilium, per cui vi invito a registrarvi in quanto dovremmo iniziare con alcune votazioni.
Diamo inizio alla 139a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9934 dell'11 luglio 2024.
PUNTO
1 |
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APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 138a Seduta pubblica di martedì 9 luglio 2024.
PUNTO
2 |
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SURROGA DELLA CONSIGLIERA REGIONALE CRISTINA GUARDA CON IL SIGNOR RENZO MASOLO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 42/2024)
PRESIDENTE
Procediamo, adesso, con le surroghe dei Consiglieri che si sono dimessi per essere passati ad altri incarichi, partendo dal punto n. 2.
A seguito delle dimissioni della collega Guarda dalla carica di Consigliere regionale, pervenute alla Presidenza del Consiglio regionale in data 9 luglio 2024, il Consiglio regionale deve procedere alla sua surroga.
Dal verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Vicenza relativo alla Circoscrizione elettorale regionale medesima risulta che il signor Renzo Masolo è il primo dei non eletti per la Lista provinciale n. 5, avente come contrassegno "Europa Verde", e come tale è chiamato a subentrare nell'incarico di Consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della
legge regionale n. 5/2012 .
Dobbiamo, quindi, procedere alla surroga della consigliera Cristina Guarda con il signor Renzo Masolo.
Si procederà, quindi, con l'approvazione della deliberazione amministrativa di surroga da parte del Consiglio regionale.
Metto in votazione la surroga della collega Cristina Guarda con il signor Renzo Masolo.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Invito, quindi, il collega Renzo Masolo a entrare in Aula per iniziare il suo mandato presso questa Assemblea legislativa.
(Applausi)
PUNTO
3 |
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SURROGA DEL CONSIGLIERE REGIONALE NICOLA IGNAZIO FINCO CON IL SIGNOR ANDREA CECCHELLERO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 43/2024)
PRESIDENTE
Passiamo al punto n. 3.
A seguito delle dimissioni del consigliere Nicola Finco dalla carica di Consigliere regionale, pervenute alla Presidenza del Consiglio regionale in data 9 luglio 2024, il Consiglio regionale deve procedere alla sua surroga.
Dal verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Vicenza relativo alla Circoscrizione elettorale regionale medesima risulta che il signor Andrea Cecchellero è il primo dei non eletti per la Lista provinciale n. 11, avente come contrassegno "Lega Salvini", e come tale è chiamato a subentrare nell'incarico di Consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della
legge regionale n. 5/2012 .
Dobbiamo, quindi, procedere alla surroga del collega Nicola Ignazio Finco con il signor Andrea Cecchellero.
Si procederà, quindi, con l'approvazione della deliberazione amministrativa di surroga da parte del Consiglio regionale.
Metto in votazione la surroga del collega Nicola Ignazio Finco con il signor Andrea Cecchellero.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Invito, quindi, il consigliere Andrea Cecchellero a prendere posto in Aula.
(Applausi)
Normalmente, quando arrivano nuovi colleghi, se vogliono dare un breve indirizzo di saluto o dire due parole di circostanza, ne hanno la facoltà. Quindi, se volete, non è una costrizione, collega Masolo e collega Cecchellero, potete intervenire.
Prego, collega Masolo.
Renzo MASOLO (Europa Verde)
Buongiorno a tutti. Ringrazio per l'accoglienza. Ne approfitto per presentarmi con un breve intervento. Ringrazio il Presidente per avermi dato l'opportunità di fare questo ringraziamento. Ringrazio tutti i colleghi e le colleghe.
È un onore per me essere qui in Consiglio regionale, ma è anche una grande responsabilità, che assumo con dedizione e rispetto da qui alla seppur ravvicinata scadenza di questa legislatura. Il mio impegno sarà rivolto a fornire un utile contributo ai lavori di quest'Aula, a essere portatore delle istanze dei cittadini e a mantenere alta e costante l'attenzione verso l'ambiente e gli effetti del cambiamento climatico.
Seppure il mio mandato inizi solo oggi, ritengo che il mio compito sia reso meno gravoso dal grande lavoro svolto da chi mi ha preceduto. Per questo, vorrei ringraziare la neoeurodeputata Cristina Guarda, alla quale va riconosciuto il merito di aver saputo riportare, assieme ad altri, i Verdi italiani in Europa e le speranze di tanti elettori veneti, che avvertono come priorità imprescindibili la tutela dell'ambiente, la difesa delle persone più fragili e dei giovani e l'impegno per un'Europa portatrice di pace.
Vivo in un bellissimo Comune del Veneto, Bassano del Grappa, ed è grazie al supporto dei miei concittadini e delle mie concittadine se oggi sono qui. A loro rivolgo il mio pensiero. Ma l'orizzonte del mio lavoro si estende a tutte le Province venete.
La nostra Regione ha conosciuto un lungo periodo di sviluppo economico e molti primati, ma questo periodo assume oggi, agli occhi di molti veneti, il sapore di una deregulation, che ha reso il Veneto ancora più fragile al cospetto dei cambiamenti climatici e in affanno oggi dal punto di vista economico e sociale.
Non mi presento qui oggi con alcuna verità assoluta in tasca, ma con grande voglia di apprendere e lavorare, lieto di poter misurare il mio essere concreto e propositivo, ma porto con me anche quanto ho potuto apprendere negli anni, in primis il valore dell'ecologia integrale, ripresa anche da Papa Francesco nell'enciclica "Laudato si'". Ritengo che il lavoro di noi tutti oggi qui possa trovare un importante stimolo nell'ecologia integrale.
Da padre di quattro figli, non verrà mai meno l'attenzione alle istanze dei giovani, il cui supporto ad Alleanza Verdi e Sinistra è stato rilevante nelle ultime elezioni europee, e alle istanze delle famiglie venete. Ci tengo a sottolineare la scelta del plurale, perché ritengo deleterio fingere che nella nostra società non esistano più modelli di famiglia a cui guardare. Allo stesso tempo, non verrà mai meno l'attenzione alla ricchezza data dalle pluralità, sempre più marcate e influenti nella nostra società veneta, cittadini e cittadine che si attendono dalla classe politica una visione lungimirante e di futuro e nuove forme di partecipazione alla vita politica del nostro territorio.
Il lavoro da fare è imponente, ma la passione non mancherà, soprattutto rispetto a quei temi che seguo da molti anni: la mobilità ciclistica, il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile in generale, il verde pubblico per migliorare la qualità della vita, le sfide ambientali, che non possono essere procrastinate, la giustizia sociale e la giustizia climatica, l'urgenza di attivare percorsi partecipativi su grandi opere, che non devono essere subite dai territori, vedasi ad esempio la Diga del Vanoi, la promozione del nostro territorio e le politiche energetiche in chiave democratica e sostenibile. La difesa della sanità pubblica sarà per il sottoscritto una priorità di riguardo.
So di poter contare sul supporto dei colleghi di minoranza, ai quali esprimo il mio apprezzamento per il lavoro fin qui svolto, poiché i temi che ho citato riguardano tutti e tutte noi. Non verrà mai meno il mio impegno al dialogo con tutti i colleghi, espressione della volontà e della pluralità degli elettori e delle elettrici. Il cambiamento climatico è un tema che riguarda tutte e tutti noi e non distingue il colore delle bandiere politiche. Per l'emergenza climatica dobbiamo fare interventi senza precedenti e su questo insisterò con determinazione.
Vi ringrazio per la pazienza e auguro buon lavoro a tutte e a tutti voi
.
(Applausi)
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Cecchellero, prego.
Andrea CECCHELLERO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie. Buongiorno tutti.
Non mi sono preparato niente, per cui sarò molto breve. La cosa principale che voglio esprimere è un'emozione, l'emozione di un veneto che arriva nell'Assemblea della propria Regione e ha l'onore di rappresentare i propri cittadini.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato ad arrivare qui. Molti di loro sono seduti in questi banchi, qualcuno no, ad esempio Nicola, qualcuno non c'è, qualcuno è seduto lì e mi sta guardando, in particolare la mia famiglia e Marino Finozzi, a cui devo un grazie particolare.
Grazie a tutti.
(Applausi)
PRESIDENTE
Grazie al collega Cecchellero.
Adesso continuiamo con la consueta programmazione dei lavori.
COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Luca ZAIA
Daniele POLATO
I congedi sono concessi.
Vorrei porgere al collega Polato le nostre condoglianze per la perdita della madre. Infatti, come potete vedere, il Gruppo di Fratelli d'Italia è a ranghi ridotti, proprio perché altri colleghi in questo momento sono al funerale. Da parte del Consiglio regionale esprimo vicinanza al collega Polato per questa tragica perdita.
PUNTO
5 |
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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
6 |
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RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
PRESIDENTE
Partiamo con le interrogazioni a risposta immediata.
Inizierei con la IRI n. 247 presentata dalla collega Zottis.
Interrogazione a risposta immediata n. 247 del 24 marzo 2022 presentata dai consiglieri Zottis, Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativa a "QUANDO SARÀ AVVIATA LA SPERIMENTAZIONE PER CONSENTIRE ALLE DONNE GRAVIDE RESIDENTI IN VENETO DI ACCEDERE GRATUITAMENTE AL NON INVASIVE PRENATAL TEST?"
Prego, collega Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione del 23 marzo 2022, quindi sono più di due anni di attesa. Detto questo, l'interrogazione faceva riferimento a un impegno che si era preso il Consiglio regionale con una mozione votata, mi sembra, all'unanimità, che faceva seguito a una mozione votata quasi all'unanimità, tranne un Consigliere, nella precedente legislatura, in cui si chiedeva che questo test fosse avviato in modo sperimentale, come è avvenuto in altre regioni, per consentire alle donne gravide residenti in Veneto un accesso gratuito al non invasive prenatal test, dato il costo elevato del test stesso.
Resto in attesa della risposta, poi casomai interverrò per replica.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Assessore Lanzarin, prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Il non invasive prenatal test (NIPT) è un test prenatale di screening non invasivo che si esegue tramite un prelievo di sangue materno dalla nona alla decima settimana gestazionale nelle gravidanze singole o gemellari (non più di due feti) e che è in grado di individuare con elevata sensibilità e specificità le gravidanze a rischio. Si basa sull'analisi del DNA libero di origine presente nel sangue materno.
Secondo gli studi della Società italiana di genetica umana (SIGU) in materia, il NIPT è un test di screening, quindi probabilistico, e non un test diagnostico. Per quanto siano elevate la sua sensibilità e la sua specificità, non è infatti esente da falsi negativi e falsi positivi. Un risultato a basso rischio, anche se ottenuto con i test proposti come genomici, non implica la certezza di un feto sano né garantisce che non possa comunque essere affetto da una delle patologie indagate dal test. Esiste, pertanto, un rischio residuo specifico per ogni gestante per patologie cromosomiche clinicamente significative, che dipende dal rischio a priori e dalle caratteristiche dell'esame eseguito.
Sempre secondo la letteratura scientifica, alcune tra le cause di falso positivo possono essere mosaicismi feto-placentari, progressiva esistenza di un gemello riassorbito e presenza di anomalie cromosomiche materne costituite, inclusi i tumori occulti e i fibromi. Ne consegue che anche un risultato ad alto rischio non sia una certezza di feto realmente affetto.
Attualmente il NIPT risulta essere un test validato, avendo superato positivamente la fase di sperimentazione; tuttavia, esso non è una prestazione rientrante nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Anche la richiesta avanzata dalla Società italiana genetica umana al Ministero della salute sulle possibilità di utilizzare codici genetici presenti nel nomenclatore tariffario vigente per l'esecuzione di tali test ha ricevuto risposta negativa.
In ogni caso, si evidenzia che, a decorre dall'entrata in vigore dell'Allegato 4 del DPCM del 12 gennaio 2017 "Prestazioni in assistenza ambulatoriale", ossia dal 1° gennaio 2025, tale indagine sarà una prestazione LEA.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Prego, collega Zottis, per la replica.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
La ringrazio. Chiaramente dopo due anni mi aspettavo qualcosa di più e di diverso, con molta onestà. Dopodiché, bene nel 2025. La necessità eventuale di esami ulteriori la definisce il medico. Penso che la gestante, quando le viene detto di fare questo tipo di test, venga messa comunque al corrente sia dei rischi sia delle potenzialità del test stesso. Quindi, non credo stia al legislatore, ma eventualmente al rapporto tra gestante e medico definire le condizioni. Invece, da parte sua il legislatore avrebbe dovuto, secondo me da tempo, offrire questo tipo di esame, se non gratuito, in modo assolutamente meno costoso del costo attuale, visto che si tratta di un test con un alto livello di sicurezza, che permette anche un livello di impatto su potenziali rischi di aborto o di danni rispetto ad altri esami che vengono effettuati, soprattutto dopo i quaranta anni, età in cui purtroppo – dico purtroppo perché sarebbe bello che partorissimo tutti prima – sempre di più le donne si avvicinano alla gravidanza.
PRESIDENTE
Grazie.
PUNTO
7 |
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
PRESIDENTE
Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta.
Iniziamo con la IRS n. 508 presentata dalla collega Baldin.
Interrogazione a risposta scritta n. 508 del 5 aprile 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "FALCIDIATI FINANZIAMENTO E BANDI DEL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE: COSA INTENDE FARE LA GIUNTA IN MERITO ALLA DECISIONE STATALE E COME INTENDE SOPPERIRE AI TAGLI DI QUESTA FONDAMENTALE ESPERIENZA FORMATIVA?"
Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce dalla notizia che il bilancio statale ha previsto un taglio netto alle risorse e ai posti assegnati per il Servizio civile universale. Per questo motivo, sono stati falcidiati 400 posti nella nostra Regione. Sappiamo anche che da poco la Giunta regionale ha messo una pezza su questo finanziamento mancante, quindi con risorse regionali, andando a pescare da un fondo destinato ai Gruppi consiliari. Quindi, grazie al fatto che i Gruppi consiliari risparmiano risorse è stato possibile finanziare il Servizio civile universale regionale.
Credo che questo taglio sia stato assolutamente deleterio da parte del Governo, perché capite bene che con il Servizio civile si va innanzitutto a incrementare una coscienza civica nelle giovani generazioni e si dà una grande mano a tante associazioni presenti sul territorio su molte tematiche, tra cui protezione civile, ambiente, assistenza, educazione, insomma una serie di campi veramente strategici e importanti per la nostra collettività. Mi auguro che in futuro questo tipo di tagli su attività così importanti non si verifichi più.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Assessore Lanzarin, per la risposta, prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
La Consigliera ha anticipato in parte la risposta. In ordine al quesito posto, si rileva che il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, afferente al Ministero per lo sport e i giovani, ha comunicato alla Regione del Veneto che per l'annualità 2023, a fronte di una richiesta complessiva di 2.337 operatori volontari, il numero di posizioni finanziato è stato pari a 1.709, ossia circa il 73% del numero complessivo richiesto. È evidente come tale riduzione determini inevitabili ricadute negative per il territorio in termini di sviluppo, di reti sociali e dei servizi, per gli enti di servizio civile in termini di collaborazione e di supporto alle attività di volontariato, e si traduca, non da ultimo, in minori opportunità di crescita personale e professionale per i nostri giovani.
A fronte del quadro rappresentato sui progetti del Servizio civile universale, la Giunta regionale, nel progetto di legge n. 269 "Assestamento di bilancio 2023-2024", ha previsto le specifiche risorse ai sensi della
legge regionale n. 18/2005 , ossia la legge di istituzione del Servizio civile regionale, a garanzia dell'impegno della Regione del Veneto di promuovere e sostenere il Servizio civile regionale quale esperienza di cittadinanza attiva per la formazione di donne e uomini consapevoli, partecipi, responsabili, solidali e non violenti, quale investimento della comunità veneta sulle giovani generazioni. Quindi, con l'assestamento che abbiamo approvato la settimana scorsa abbiamo previsto una linea di 700.000-800.000 euro. Uscirà un bando specifico che si baserà sulla legge regionale, legge votata nel 2005, relativa al Servizio civile regionale.
Mi preme solo fare una breve osservazione alla Consigliera. I fondi arrivano da una serie di partite, tra cui ci sarà sicuramente la partita relativa ai fondi non spesi da parte del Consiglio regionale, ma anche altre partite che sono state accumulate nel corso della prima metà dell'anno. Mi preme anche sottolineare come quelle somme ripartite vedano le politiche sociali come quelle che hanno usufruito maggiormente delle somme stanziate, per cui non posso che ringraziare l'assessore Calzavara per la sensibilità e l'impegno.
PRESIDENTE
Per la replica, prego, collega Baldin.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Ringrazio la Giunta per questo stanziamento in assestamento, come era stato anticipato dall'assessore Lanzarin in Commissione Quinta, però rimane il fatto che queste risorse non andavano tagliate a monte. Abbiamo dovuto mettere noi una pezza. Ma credo sia giusto incentivare e fare il massimo possibile perché i posti siano garantiti e, anzi, possano aumentare, proprio per dare una possibilità a quei tantissimi giovani che hanno intenzione di rendersi utili alla loro comunità.
Ancora una volta ringrazio la Giunta per questo stanziamento, però – lo ripeto – sarebbe stato meglio che non vi fosse stato alcun taglio
ab origine.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Passiamo, sempre con l'assessore Lanzarin, che ha un impegno a livello di Conferenza delle Regioni, all'IRS n. 409 presentata dalla collega Luisetto.
Interrogazione a risposta scritta n. 409 del 21 agosto 2023 presentata dai consiglieri Luisetto, Bigon, Camani, Zanoni e Zottis relativa a "TRASPORTO DIALIZZATI ULSS7: L'ASSESSORE SI ATTIVI PER RIPRISTINARE CON URGENZA IL DIRITTO ALLA GRATUITÀ"
Prego, collega Luisetto.
Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione era di agosto dello scorso anno, ma in realtà è ancora attuale e parte dal presupposto che, con DGR del 12 luglio 1994, la Regione regolamentava il trasporto sanitario dei pazienti in dialisi, riconoscendo loro il diritto al rimborso delle spese di viaggio. Poi, c'è una successiva circolare del 1999, in cui sempre la Regione annovera il trasporto dialisi tra gli interventi di trasporto primario, riconoscendo la natura sanitaria dello stesso. Inoltre, con DGR del 2011 c'è un ulteriore passaggio, confermato poi dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017.
È successo che, a far data dal 1° aprile 2022, in ULSS 7 è stato interrotto il trasporto per le persone in dialisi con il vettore incaricato e che dal 1° giugno 2023 la Direzione dell'ULSS 7 ha deciso che i costi di trasferimento dei pazienti dall'abitazione all'ospedale e viceversa per la terapia siano a carico dell'Azienda solo per gli allettati, mentre per tutti gli altri ha stabilito un contributo pari a un quinto del costo della benzina per il numero di chilometri percorsi. L'ULSS 7 ha motivato questa scelta dicendo che si sarebbe così uniformata a quello che facevano le altre ULSS del Veneto, cosa peraltro non vera perché, da ciò che risulta, ci sono, invece, le coperture e le altre ULSS del Veneto provvedono a questo diritto.
Quindi, ritenuto che il diritto al trasporto dei pazienti dializzati sia un diritto sanitario stabilito dei LEA e parte integrante di questa terapia indifferibile salvavita a cui i pazienti sono sottoposti e che la decisione della direzione ULSS sia contraria al principio di uguaglianza, suddividendo i pazienti in categorie secondo le quali solo chi è allettato può avere diritto al rimborso, mentre gli altri no, ricordando che la terapia dialitica comporta una parziale non autosufficienza non solo per chi è allettato, ma per tutti coloro che ne fanno utilizzo, chiedo se e in quale modo l'Assessorato si possa attivare con la dirigenza ULSS perché venga ripristinato con effetto immediato questo diritto, quindi la gratuità del trasporto per i pazienti dializzati dell'ULSS 7, e se intenda porre in essere le azioni necessarie a garantirlo in maniera uniforme in tutta la Regione.
PRESIDENTE
Grazie.
Risponde l'assessore Lanzarin. Prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 gennaio 2017, con cui sono stati aggiornati i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA), prevede che ai soggetti nefropatici cronici in trattamento dialitico sia garantito il rimborso delle spese di trasporto dal domicilio al centro dialitico nei limiti e con le modalità fissate dalle Regioni.
In Regione del Veneto la normativa attualmente vigente prevede che il servizio di trasporto di un paziente affetto da uremia cronica in trattamento dialitico, ai fini dell'esecuzione dello stesso, sia a carico del Servizio sanitario regionale solo per gli utenti allettati o, comunque, non deambulanti non trasportabili con altro mezzo. Diversamente, è previsto il rimborso delle spese sostenute dagli emodializzati per il trasporto dal domicilio al centro di emodialisi e viceversa, secondo i criteri di cui alla deliberazione della Giunta regionale 12 luglio 1994, n. 3120. Precisamente, il rimborso è pari a: spese sostenute entro il limite di un quinto del costo di un litro di benzina per il numero di chilometri percorsi, andata e ritorno, nel caso di trasporto con mezzo proprio; costo della tariffa del servizio pubblico utilizzato nel caso di trasporto con servizi pubblici di linea (ferroviari, automobilistici, marittimi); costo del corrispettivo determinato sulla base della tariffa minima stabilita dalle competenti autorità amministrative nel caso di trasporto con servizi pubblici non di linea (servizio di taxi, con autovettura o natante).
Nella cornice normativa sopradescritta, l'Azienda ULSS 7 Pedemontana ha ritenuto opportuno organizzare tale servizio con la modalità di rimborso prevista dalla DGR del 12 luglio 1994. Ciò posto, la Regione, alla luce degli esiti del monitoraggio regionale di cui alla nota acquisita a protocollo del 16 aprile 2024, recante "Trasporto per pazienti dializzati deambulanti – Richiesta di informazione", sta avviando un processo di omogeneizzazione delle varie realtà aziendali nella materia in esame.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Luisetto, per la replica, prego.
Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Considerato che questo diritto sia un diritto essenziale e che il trasporto sia parte della terapia salvavita, credo che l'omogeneizzazione del servizio e del rimborso dovrebbe andare verso una gratuità e non verso il pagamento soltanto di un quinto, perché questo significa per la maggior parte delle persone che fruiscono di questa terapia, che, ricordiamo, sono persone spesso anziane o che hanno difficoltà, complicare loro l'esistenza e gravare su una situazione economica spesso non facile.
Lo dico perché non c'è soltanto il dializzato allettato. La maggior parte dei dializzati, che magari sono in carrozzina o hanno altre difficoltà di deambulazione, si trova veramente in una situazione molto critica. Quindi, io mi auguro che quello che capita in alcune ULSS del Veneto, e cioè che la gratuità è prevista da casa all'ospedale e ritorno, c'è un rimborso, perché in alcune ULSS questo succede, venga esteso anche in ULSS 7 e non si applichi il contrario, perché sarebbe un venir meno di diritto molto importante.
PRESIDENTE
Grazie.
Passiamo alla IRS n. 522 presentata dalla collega Zottis.
Interrogazione a risposta scritta n. 522 del 8 maggio 2024 presentata dalla consigliera Zottis relativa a "PIAVE VECCHIA: ACQUE STAGNANTI E RICOPERTE DI ALGHE, EMISSIONI ODORIGENE E GRAVE MORIA DI PESCI. COME E IN CHE TEMPI LA GIUNTA REGIONALE E INFRASTRUTTURE VENETE INTERVERRANNO PER RISOLVERE QUESTA PREOCCUPANTE SITUAZIONE?"
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Si tratta di un problema che si individua all'interno della Piave Vecchia, che è un corso d'acqua lungo circa sei chilometri, in cui c'è una bretella fluviale di collegamento e di interscambio biologico tra il Sile e il Piave. Da tempo il problema era stato segnalato anche dalle Amministrazioni di Musile e di San Donà di Piave e dalla Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee per lo stato di degrado delle acque e le conseguenze legate sia alle realtà di fauna e flora che da un punto di vista igienico.
So che dovrebbe esserci stato un tavolo di confronto, per cui chiedo che tipo di azioni si intendano mettere in atto e con che tempi si intenda avviare questo tipo di azioni. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Risponde l'assessore e vicepresidente Elisa De Berti. Prego.
Ass.ra Elisa DE BERTI
Grazie, Presidente.
Il fiume Piave Vecchia è un corso d'acqua navigabile lungo circa sei chilometri che collega, da monte verso valle, il fiume Piave con il fiume Sile, attraverso la conca di navigazione di Intestadura, conca che, oltre a garantire il transito dei natanti, assolve anche alla funzione di importante presidio idraulico dovendo regolare e assicurare il regime idrometrico tra monte e valle del manufatto stesso.
Negli ultimi decenni la funzionalità del manufatto si era fortemente limitata tenuto conto della sua vetustà – il sistema idraulico, infatti, è risalente al 1873 – e della necessità di una consistente manutenzione straordinaria. Inoltre, le aperture e le chiusure per assicurare il transito dei natanti avvenivano esclusivamente in modalità manuale, con presenza di operatori in loco.
Per questi motivi si è provveduto, tramite la società regionale Infrastrutture Venete, a realizzare un importante intervento di recupero funzionale e revamping della conca, conclusosi recentemente anche con l'automatizzazione da remoto delle quattro coppie di porte vinciane. La conca, come succedeva anche nelle precedenti annualità, deve rimanere chiusa per lunghi periodi durante l'estate per evitare l'intrusione del cuneo salino, in ragione della prevalente destinazione ad uso irrigazione delle acque del Sile e della Piave Vecchia. La chiusura delle porte del manufatto è, inoltre, necessaria per garantire la sicurezza della navigazione.
Alla luce di quanto sopraesposto, Infrastrutture Venete, già dal mese di aprile, sta eseguendo, in assenza di transiti di unità nautiche, alcune manovre di concate integrative per consentire un maggiore ricambio d'acqua, ovvero due concate rispettivamente al mattino e al pomeriggio e durante la notte. La società sta anche garantendo frequenti e costanti ricambi d'acqua della Piave Vecchia mediante l'apertura automatica degli acquedotti della conca quando l'attività di navigazione è ridotta. Le strutture coinvolte sono, comunque, coordinate per monitorare l'efficacia delle attività svolte, al fine di garantire eventuali tempestive azioni per migliorare la gestione del fenomeno evidenziato. La tempestività delle azioni sarà agevolata dalla piena operatività della conca di Intestadura, che dal 19 giugno 2024 è stata definitivamente aperta al termine degli importanti lavori di recupero funzionale e revamping sopraricordati, che consentono l'apertura della stessa da remoto e in maniera totalmente automatica.
PRESIDENTE
Grazie.
Prego, collega Zottis, per la replica.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Ringrazio l'Assessore. Spero ci sia modo di continuare a monitorare la situazione perché ciclicamente, per i motivi espressi, questo tema si pone; quindi, credo che le attività illustrate ma anche altre vadano, nel monitoraggio, perseguite anche nel tempo.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Abbiamo terminato con le interrogazioni.
La collega Camani vuole intervenire sull'ordine dei lavori, mi pare. Prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Intervengo per informare il Consiglio e anticipare a lei il contenuto di una comunicazione che come Gruppo del Partito Democratico, con la collega Elena Ostanel e il collega di Più Europa, nonché con l'adesione della collega del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, abbiamo inoltrato a lei e all'Ufficio di Presidenza. L'oggetto della nostra richiesta parte dal presupposto che siamo in una fase in cui è indispensabile che questo Consiglio regionale torni ad avere un protagonismo all'interno della definizione del percorso che potrebbe consentire alla nostra Regione, in virtù di quanto previsto dall'articolo 116, comma 3, di ottenere dal Governo la concessione di maggiori e ulteriori forme di autonomia.
Partiamo dal presupposto che il Consiglio regionale è sempre stato coinvolto, passo dopo passo, nel percorso che ha visto la nostra Regione avanzare, in più modi e in più tempi, la richiesta di avere maggiore autonomia. Già nel dicembre 2007 il Consiglio regionale ha approvato una proposta di deliberazione con la quale si assegnava al presidente Galan il mandato a negoziare con il Governo per ricercare l'intesa. Ancora nel 2014 questo Consiglio regionale approvò due leggi, la legge n. 15 e la legge n. 16, per la richiesta di sei quesiti referendari, cinque dei quali bocciati dalla Consulta perché ritenuti non conformi al dettato costituzionale, e l'unico che sopravvisse a quella sentenza della Corte fu anche oggetto della consultazione referendaria. Ma anche all'indomani del referendum, quindi nel 2017, il Consiglio regionale approvò un progetto di legge statale con il quale si indicò il mandato da consegnare al Presidente per iniziare quel percorso di intese. E questa è stata l'ultima volta, 2017, il giorno dopo il referendum, che il Consiglio regionale è stato coinvolto sul piano legislativo da un dibattito attorno al percorso che potrebbe condurre ad una maggiore forma di autonomia.
Dal nostro punto di vista l'approvazione della cosiddetta "legge quadro", la legge Calderoli, ha sostanzialmente modificato l'iter che nel 2017 il Consiglio regionale si era immaginato. Quindi, con questa comunicazione, presidente Ciambetti, le chiediamo in via principale di determinare le condizioni volte a garantire a questo Consiglio regionale, nell'esercizio delle sue prerogative, in particolare quelle previste dall'articolo 33, commi 1, 2 e 3, lettera r), che affidano al Consiglio comunale il compito di dare indicazioni di indirizzo al Presidente della Giunta in merito alle relazioni con lo Stato, di discutere di questo argomento.
In via subordinata le chiedo, Presidente, di richiamare formalmente il Presidente della Giunta regionale ad adempiere all'impegno assunto nei confronti del Consiglio regionale in data 15 novembre 2017 con l'ordine del giorno presentato dal consigliere Finozzi in riferimento al PDLS n. 43, nel quale – cito l'impegno votato all'unanimità dal Consiglio regionale – è scritto: "In virtù dell'esigenza di individuare soluzioni e percorsi di informazione al Consiglio regionale e ai suoi organi sugli stati di avanzamento del negoziato, il Consiglio impegna il Presidente della Giunta regionale a garantire adeguate informative al Consiglio regionale sugli sviluppi della fase negoziale".
Chiediamo, quindi, formalmente, presidente Ciambetti, che l'Ufficio di Presidenza inviti il presidente Zaia a venire a riferire in Aula.
PRESIDENTE
Grazie.
Quando riceverò la lettera vedrò di valutarla e, naturalmente, anche di farla pervenire al presidente Zaia.
PUNTO
8 |
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ELEZIONE DEL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DELLA PERSONA. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 44/2024)
Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
PRESIDENTE
Siamo al punto n. 8: "Elezione del Garante regionale dei diritti della persona".
Il Garante dei diritti della persona scadrà il 28 luglio 2024, pertanto si rende necessario provvedere in anticipo alla nomina.
L'elezione avverrà con la maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati, quindi con almeno 34 voti favorevoli, per le prime due votazioni e a partire dalla terza votazione si procederà a maggioranza assoluta degli assegnati, quindi con almeno 26 voti favorevoli.
Lo scrutinio, anche se è in forma elettronica, è segreto.
Ci sono proposte? Collega Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
A nome della maggioranza propongo la riconferma dell'avvocato Mario Caramel.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento. Prego, collega Ostanel. Mi fido della sua volontà di parlare.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Come minoranze proponiamo il nome di Stefano Valenti, attualmente docente di corsi su tematiche inerenti ai diritti umani, alla cooperazione allo sviluppo sostenibile, presso la Scuola di psicologia dell'Università di Padova. Ha un lungo curriculum su tematiche dei diritti umani, è stato ricercatore al Parlamento Europeo, ha lavorato per otto anni per l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ma l'esperienza più importante è quella che lo ha portato a lavorare per quasi trent'anni con il Consiglio d'Europa come responsabile delle relazioni esterne, impegnandosi in maniera forte nella lotta contro tutte le discriminazioni.
Pensiamo che un profilo di questo tipo potrebbe essere importante per rappresentare un ruolo chiave. Abbiamo visto anche ieri – penso sia importante ricordarlo in Aula – l'ennesimo suicidio all'interno del carcere di Venezia. Quindi, credo che avere un nome anche dalla nostra parte che possa garantire un impegno costante sul tema delle discriminazioni in questa Regione sia importante.
Proponiamo, quindi, il nome di Stefano Valenti.
PRESIDENTE
Grazie.
Abbiamo due proposte: il Garante uscente avvocato Caramel da parte della maggioranza e il dottor Valenti da parte delle minoranze.
Procediamo alla prima votazione.
È aperta la votazione.
Dovete cercare il nome nell'elenco che è stato vagliato dalla Prima Commissione e premere prima "invia" e poi "okay", quando avete scelto il nome.
Siccome in questa votazione non riesco a cogliere con immediatezza se avete votato tutti, lo ripeto, votate tutti. Dei presenti in Aula mi dicono che ne mancano due. Verificate se avete correttamente indicato il voto e, quindi, scelto il nome.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Esito dello scrutinio:
Mario Caramel 32
Edi Maria Neri 03
Stefano Valenti 10
Dobbiamo ripetere la votazione, in quanto serve la maggioranza dei due terzi.
Come ho detto prima, facciamo due votazioni con la maggioranza dei due terzi (34 voti) ed eventualmente una votazione con la maggioranza assoluta (26 voti).
Procediamo, quindi, alla seconda votazione, ancora con la maggioranza dei due terzi per l'elezione del Garante.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Esito dello scrutinio:
Mario Caramel 32
Edi Maria Neri 02
Stefano Valenti 10
Passiamo alla terza votazione, dove è richiesta la maggioranza assoluta (26 voti).
È aperta la votazione per la nomina del Garante dei diritti della persona. Un attimo che si deve azzerare il sistema.
Scusate, c'è un problema nella ripresa in Aula e nella diffusione all'esterno. Se serve, mando ai Capigruppo un link alternativo per accedere alla seduta all'esterno perché, appunto, c'è un problema nel normale sistema di trasmissione della seduta. Ai Capogruppo adesso mando un link dove avere eventualmente, parlo specialmente ai Gruppi consiliari, la possibilità di accedere alla visione della seduta.
Partiamo con la terza votazione per l'elezione del Garante regionale dei diritti della persona.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Esito dello scrutinio:
Mario Caramel 31
Edi Maria Neri 04
Stefano Valenti 10
Risulta, pertanto, eletto l'avvocato Mario Caramel quale Garante regionale dei diritti della persona.
Nella prossima seduta di Consiglio avverrà il giuramento per questo nuovo mandato del Garante Mario Caramel.
Grazie, colleghi.
PUNTO
9 |
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PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ZECCHINATO, VILLANOVA, PAN, BARBISAN, PICCININI, BISAGLIA, BRESCACIN, CAVINATO, CECCHETTO, CESTARI, DOLFIN, MAINO, MICHIELETTO, PUPPATO, SANDONÀ, SCATTO, VIANELLO, GIACOMIN, CORSI, FAVERO E GEROLIMETTO RELATIVA A "ISTITUZIONE DELLA GIORNATA DELL'AUTONOMIA". (PROGETTO DI LEGGE N. 239) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 17/2024)
Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Zecchinato
Correlatrice: Consigliera Camani
PRESIDENTE
Passiamo al punto n. 9 dell'ordine del giorno, PDL n. 239.
Relatore è il collega Zecchinato. Prego.
Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)
Grazie.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il 22 ottobre 2017 costituisce, per il popolo veneto e le Istituzioni regionali, momento di approdo e di ripartenza per l'affermazione e il riconoscimento del proprio percorso di autonomia regionale.
Un'autonomia che ha un suo fondamento e significato, storico e culturale, quale espressione della identità di un popolo e di una cultura, prima ancora della previsione del suo riconoscimento costituzionale nella forma giuridica del regionalismo differenziato.
Un regionalismo differenziato che, nella previsione dell'articolo 116, terzo comma, della Carta costituzionale, costituisce occasione e strumento per portare a compimento il disegno delle Istituzioni della Repubblica dei Padri costituenti, come attualizzato dal legislatore costituzionale dei primi anni 2000; quanto sopra nella convinzione che il regionalismo, proprio perché differenziato, postula percorsi, soluzioni ed esiti, anche diversi fra le diverse Regioni, in quanto propone ed offre alle Regioni stesse la possibilità di valorizzare specificità e differenze, nel disegno di una Repubblica, certo una e indivisibile, ma che riconosce e promuove le Autonomie locali e che si esprime nel policentrismo ed equiordinazione dei livelli di governo, tutti chiamati ad operare sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.
Ed in tal senso lo Statuto della Regione del Veneto, nell'ambito dei suoi princìpi, riconosce (articolo 1) il Veneto quale "Regione autonoma", "in armonia con la Costituzione della Repubblica" e "l'autogoverno del popolo Veneto" (articolo 2) che "si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e alle tradizioni della sua storia".
Il 22 ottobre 2017 ha così costituito, con lo svolgimento del referendum nelle forme e nei limiti assentiti dalla Corte costituzionale, il momento della chiara espressione di una palese volontà del Veneto di cogliere questa opportunità, al fine di vedersi riconosciute ulteriori forme di autonomia; e ciò ha costituito, come evidenziato dal Presidente della Regione in occasione della sua audizione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali in sede di svolgimento dell'indagine conoscitiva sul processo di attuazione del regionalismo differenziato, "dato che merita una particolare attenzione politica ed istituzionale". Qui vale la pena ricordare, colleghi, che al referendum votarono 2.328.000 veneti e che il 98,2% ha votato "sì". Quindi, questo significa che il quesito posto di attribuire ulteriori forme e maggiori condizioni di autonomia alla Regione ha avuto un esito veramente plebiscitario.
Il percorso che ne è seguito, in esecuzione e coerenza all'esito referendario, ha portato a formalizzare un'iniziativa regionale di percorsi e contenuti per il riconoscimento di forme di regionalismo differenziato, con l'individuazione di materie e funzioni, e a dare il conseguente mandato a negoziare un'intesa in capo al Presidente della Regione.
Ecco quindi che, nelle more di un percorso di attuazione del regionalismo differenziato, la celebrazione della ricorrenza del referendum diventa un'occasione per un incontro e confronto culturale ed una riflessione istituzionale, in funzione del sostegno al percorso di regionalismo differenziato intrapreso dalla Regione del Veneto. Qui vale la pena ricordare le intense attività che fin dal 2007 ad oggi, ma anche dopo il 2001, a partire dalla modifica della Costituzione, in Regione Veneto sono state fatte, tutte attività documentate, con incarico da parte di questo Consiglio al Presidente della Giunta regionale di attuare intese e confronti con il Governo. Va anche detto che è stata approvata recentemente la legge 26 giugno 2024, n. 86 "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto unitario, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione".
In tal senso si propone (articolo 1) l'istituzione della "Giornata dell'autonomia" e la celebrazione della sua ricorrenza annuale, proprio nella data di svolgimento del referendum. Infatti, è da quella data che è iniziato tutto, nel senso che c'è stato un cambio di passo a livello regionale, ma anche a livello nazionale, anche con le altre Regioni. Si propone un programma di iniziative che saranno definite – si prevede – dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale (articolo 2), quindi con il coinvolgimento sia della Giunta che del Consiglio, che si propone sia sviluppato in momenti di studio e approfondimento e in momenti celebrativi, questo sia dal punto di vista storico e culturale, sia in ordine alle iniziative che possono essere assunte per il sostegno e l'attualizzazione del percorso che si sta facendo, anche operando su un piano di diritto comparato con analoghe esperienze e processi a livello nazionale ed europeo. Qui possiamo ricordare che già altre Regioni, che, per carità, hanno già l'autonomia, penso al Trentino-Alto Adige, ma anche alla Sicilia, hanno una Giornata dell'autonomia, che nel tempo è diventata un momento di riflessione, con organizzazione di forum e momenti di studio e di riflessione.
A questo punto vorrei citare, senza scorrere gli articoli, l'articolo 2, giusto per dare conto delle iniziative che si propongono. Si propone che la Giunta regionale definisca, d'intesa con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, il programma della ricorrenza della Giornata dell'autonomia e le relative modalità organizzative. Il programma prevede la promozione di iniziative di studio e di approfondimento di carattere storico-culturale e giuridico: sia dei valori e delle tradizioni del popolo e della civiltà veneta, su cui si fondano la cultura della autonomia del Veneto, le esperienze di autogoverno e le richieste di riconoscimento di forme e condizioni di autonomia; sia sul percorso istituzionale per il riconoscimento dell'autonomia del Veneto, sul suo stato di attuazione conseguente allo svolgimento del referendum – potremmo dire conseguente all'entrata in vigore della legge sull'autonomia differenziata – e sul negoziato intrapreso con lo Stato e sulle iniziative che possono essere assunte per il suo sostegno ed attualizzazione; sia sulle forme di autonomia esistenti o sui processi tesi alla richiesta di autonomia in ambito nazionale ed europeo, al fine di approfondire e confrontare esperienze e percorsi di autogoverno dei popoli europei.
Un contributo è previsto in tal senso possa essere fornito, sotto un profilo tecnico e scientifico, dall'Osservatorio regionale sull'autonomia differenziata, e da tutti i lavori che tutti noi possiamo vedere che sono in corso sul portale dell'autonomia della Regione Veneto, che è aggiornato con i vari passaggi e procedimenti che si stanno portando avanti.
Questo provvedimento è passato in Prima Commissione consiliare, dove si è sviluppato un confronto approfondito anche con le opposizioni. La Prima Commissione ha licenziato il provvedimento e oggi è qui in Aula. Tuttavia, vorrei toccare alcuni punti che sono stati oggetto di discussione in Prima Commissione, che oggi magari sono venuti meno. Ad esempio, riguardo a questo PDL si diceva che fosse poco utile perché non vi era una legge sull'autonomia differenziata, invece oggi una legge c'è ed è già in vigore. Anche da questo punto di vista le opinioni erano diverse, nel senso che a mio avviso, a nostro avviso, ad avviso di chi ha votato il provvedimento in Commissione era un momento utile e simbolico per celebrare una data, ma soprattutto per approfondire e discutere al di là dei momenti istituzionali previsti dalla legge sull'autonomia differenziata. Si faceva riferimento anche al nostro Statuto. Vorrei aggiungere che, sempre in quell'occasione, il provvedimento era visto inizialmente da qualche collega come un provvedimento eversivo, in realtà è un provvedimento che tende a istituire una o più giornate in cui si fanno degli studi, dei confronti ma anche delle attività, come già altre Regioni stanno facendo, ad esempio il Trentino, dove si fa il Forum dell'autonomia, o la Sicilia, dove quest'anno tra i temi si è discusso anche di istruzione. Sono Regioni a Statuto speciale, è chiaro, però da oggi c'è una legge sull'autonomia differenziata per le Regioni a Statuto ordinario.
Un'altra questione che era stata rilevata da qualche collega era che si istituisce una giornata come le altre. Al di là che ritengo che le giornate che vengono istituite per alcuni temi siano tutte giornate che hanno una propria dignità, una propria progettualità e un proprio percorso. Ce ne sono tante a livello nazionale e regionale, dove si sviluppano momenti di discussione, giornate che magari non hanno una particolare denominazione, ma che comunque rappresentano momenti importanti. Questa è particolarmente importante, perché l'autonomia ha una portata eccezionale.
In chiusura, auspico che il dibattito che si svolgerà in Aula si concentri su questa giornata, su questo momento che si vuole istituire all'interno della Regione del Veneto, ripeto, con il coinvolgimento di Giunta e Consiglio, al di là degli ulteriori coinvolgimenti istituzionali che ci saranno. Ritengo che mettere in calendario una giornata come questa, oltre alle altre attività che sono state fatte e che si faranno, sia quantomeno rispettoso nei confronti dei 2.273.000 cittadini veneti che hanno votato "sì" a quel referendum proprio il 22 ottobre 2017. Pertanto, mi auguro che il dibattito si concentri su questo. Credo si parlerà anche di autonomia, però penso sia arrivato il momento di poter condividere un percorso insieme a tutti, quindi auspico che le opposizioni, che in Seconda Commissione hanno avuto un atteggiamento critico, pur sollevando aspetti critici, possano formulare suggerimenti propositivi.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Correlatrice la collega Camani. Prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo progetto di legge arriva in Aula con la contrarietà della minoranza. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo, infatti, esplicitamente chiesto al Presidente di non accogliere la richiesta di inserire questo progetto di legge all'ordine del giorno di oggi. Questo fatto – lo dico in particolar modo al presidente Ciambetti – rappresenta un precedente grave, che non si era mai verificato, pur nella distanza che molto spesso ha dominato le nostre posizioni. Sulle questioni regolamentari torneremo in Conferenza dei Capigruppo ed eventualmente nella Giunta per il Regolamento rispetto a questo strappo di cui stiamo parlando. Rimane, però, da riconsegnare a quest'Aula la gravità di questo strappo sotto il profilo politico, vale a dire che per la prima volta in questo Consiglio regionale si è costruito un ordine del giorno senza la condivisione all'unanimità. È la prima volta che accade.
Perché eravamo e siamo contrari alla discussione di questo progetto di legge in Consiglio regionale? Colleghi, a noi non sfugge che la legge Calderoli, che è stata approvata dopo una prima lettura al Senato con una serie di emendamenti e con una lettura blindata alla Camera, senza neppure un emendamento, quindi una legge votata da una parte dell'arco costituzionale e anche da una parte del Paese, al netto del giudizio, probabilmente molto diverso tra noi, che diamo di quella legge, rappresenta un passaggio importante nel percorso che dovrebbe costruire le condizioni per avere maggiore autonomia.
Non ci sfugge neanche il fatto che la legge Calderoli, per come è stata approvata dal Parlamento italiano, smentisce due punti fondamentali del racconto che in questi anni la Lega e il presidente Zaia hanno fatto dell'autonomia. Il primo è la questione del residuo fiscale. Ci avete detto che bisognava chiedere l'autonomia perché i soldi dei veneti dovevano restare in Veneto. Vi informo che la legge Calderoli non dice questo, uno perché è fatta a invarianza di risorse, quindi anche volendo soldi non ne arrivano, due perché stabilisce un principio esattamente contrario a quello che voi avete sempre sostenuto per la vostra idea di autonomia, vale a dire che l'autonomia non vuol dire che gli schei del Veneto restano in Veneto, l'autonomia vuol dire che un'Istituzione regionale può svolgere, al posto dello Stato, alcune funzioni e che per lo svolgimento di tali funzioni deve avere le risorse necessarie. Quindi, smentiamo la vicenda del residuo fiscale, su cui avete costruito un pezzo importante della vostra propaganda in questi anni.
Il secondo dato di fatto che la legge Calderoli smentisce è questa retorica delle ventitré materie tutte insieme, subito, dal momento che il vostro Ministro ha detto che le ventitré materie subito sono una sciocchezza, perché l'autonomia è un percorso che va costruito nel tempo, perché ci sono alcune materie che in questo momento non sono devolvibili e perché il negoziato prevede anche un'attività di monitoraggio, indagine e analisi per funzioni e competenze molto più approfondita del "tutte le ventitré materie".
È una legge, quindi, sulla quale ci sarebbe molto da dire e molto da confrontarci, per capire come queste due, come altre cose, all'interno dell'idea che questo Consiglio regionale, che questa maggioranza si era fatta dell'autonomia, potrebbero o dovrebbero ora essere ricalibrate, proprio perché c'è la novità che esiste una legge quadro e che, quindi, l'autonomia non è più quella roba che avete in mente voi, ma è una legge dello Stato.
È evidente che questa dovrebbe essere una fase in cui la politica e le Istituzioni discutono, si interrogano, approfondiscono. C'è un Paese intero che discute sulla legge Calderoli, c'è la politica divisa sul giudizio rispetto alla legge Calderoli. Mentre in tutta Italia, in tutti i Consigli regionali d'Italia sta avvenendo questo, noi, che dovremmo essere il Consiglio regionale della Regione più autonomista, cosa facciamo, di cosa discutiamo? Di quale percorso? Di quale richiesta? Di quale funzione dovremmo chiedere? Dei tempi che ci saranno? Di cosa possiamo dire noi su questa legge? No. Noi discutiamo, collega Zecchinato, una sua proposta illuminante, che cambierà le sorti dell'autonomia del Veneto, quella di istituire la Giornata dell'autonomia.
È da quando è iniziata questa nuova legislatura nazionale, da quando c'è il Governo Meloni, da quando ci siamo accorti che l'accordo o lo scambio sulla pelle delle Istituzioni tra il premierato e l'autonomia avrebbe potuto effettivamente realizzarsi che mi arrabbio con il presidente Zaia, perché dico: caro presidente Zaia, è la tua volta, il luogo da cui far partire il percorso per l'autonomia della Regione del Veneto è il Consiglio regionale, non può essere che tu, presidente Zaia, non venendo mai in questo Consiglio regionale, parlando di autonomia soltanto sui social network e facendo i reel, anziché venire qua a chiedere a noi, a voi cosa deve fare, ci snobbi. Tu, presidente Zaia, non venendo qui, non riconosci al Consiglio regionale la dignità dell'Assemblea legislativa che dovrebbe costruire le condizioni per fare quello che voi avete detto da vent'anni che volete fare, ovvero chiedere nuove e ulteriori materie.
Dopo che, però, si è consumato questo strappo e si è voluto discutere oggi di questo progetto di legge, ho capito che la colpa non è del presidente Zaia, ma vostra. Siete voi maggioranza che scegliete di umiliare il ruolo del Consiglio regionale e, anziché pretendere di discutere nel merito dell'autonomia, vi accontentate di discutere della Giornata dell'autonomia, in cui celebriamo, festeggiamo, facciamo un po' di marce mascherati. È la vostra occasione. È vent'anni che aspettate questo momento. Siete tutti venuti qua sventolando la bandiera del Leone di San Marco. Adesso che è la vostra volta, adesso che potete finalmente dire che autonomia volete e come la volete, che cosa fate? La Giornata regionale dell'autonomia? Un'occasione per studiare e approfondire gli argomenti e la storia.
Vi dico, allora, seriamente, che non è colpa del presidente Zaia, è colpa vostra. Siete voi che acconsentite di ridurre il ruolo di questo Consiglio regionale al folklore, alle bandierine, alla propaganda. Fatelo fuori. Andate in piazza. Fate le manifestazioni a Pontida. Lì fate propaganda. Qui non siete militanti con l'elmetto e con i corni, dovreste essere legislatori regionali che spiegano come si fa la cosa che da vent'anni dite che volete fare. E, invece, fate la Giornata dell'autonomia. Ha ragione, collega Zecchinato, non è un PDL eversivo, è una pagliacciata. È diverso.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
PRESIDENTE
Colleghi, lasciate parlare la consigliera Camani, dopo intervenite. Grazie.
Prego, collega.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Sa perché è una pagliacciata, collega Zecchinato? Perché è un progetto di legge...
PRESIDENTE
Capogruppo, interviene dopo.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Posso giudicare, sul piano politico, che questo progetto di legge è una pagliacciata?
Guardi, chi non ha rispetto di questo Consiglio regionale è la maggioranza che chiede di discutere un progetto di legge sulla Giornata dell'autonomia.
Se ha qualcosa da dirci, Assessore, si può prenotare.
PRESIDENTE
Per favore, non interloquiamo. Questo vale per tutti. Grazie.
Prego, collega.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Un folklore, che anche nella sua relazione, consigliere Zecchinato, lei ha lasciato intendere, che si fonda sull'ambiguità di alcune affermazioni che voi continuate a fare, malgrado la legge Calderoli vi abbia detto che non è così l'autonomia. Non si può paragonare il percorso che eventualmente potrebbe condurre a ulteriori e maggiori forme di autonomia con quello realizzato dalle Regioni a Statuto speciale. Questa è un'ambiguità nella vostra narrazione che andrebbe chiusa, perlomeno dentro le sedi istituzionali. Del resto, questa ambiguità non è la prima volta che emerge anche in atti ufficiali del Consiglio regionale, perché nel 2014 proprio il Consiglio regionale – molti di voi erano già qui – ha votato una legge che proponeva questi quesiti referendari, poi ovviamente e giustamente bocciati dalla Corte costituzionale. Vuoi che una percentuale non inferiore all'80% dei tributi pagati annualmente dai cittadini veneti venga utilizzata nel territorio regionale? Incostituzionale. Vuoi che la Regione mantenga almeno l'80% dei tributi riscossi nel territorio regionale? Incostituzionale. Vuoi che il gettito derivante dalle fonti di finanziamento della Regione non sia soggetto a vincoli di destinazione? Incostituzionale. Vuoi che la Regione del Veneto diventi una Regione a Statuto speciale? Incostituzionale.
Questo è un referendum votato da questo Consiglio regionale e bocciato dalla Corte costituzionale.
A ciò aggiungo che addirittura questo Consiglio regionale ha votato un quesito che chiedeva: vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana?
PRESIDENTE
Possiamo evitare? Capisco che il tema è caldo, ma c'è spazio per tutti. Mi pare che siate ben prenotati.
Prego, collega.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Immaginavo che la discussione attorno all'autonomia non sarebbe stata sulla legge Calderoli, ma ancora sul folklore e sulla mistificazione che fate in continuazione. Ma sapete con quale motivazione la Corte costituzionale ha detto che il quesito "Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana?" è un quesito incostituzionale? Cito le parole della Corte, e guardo il collega Bet, che so che mi ascolta su questo. Uno dei pochi, in verità. La Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità di tutti i quesiti proposti, esprimendo in particolare questo giudizio rispetto all'ultimo quesito: "Prospettive di secessione in vista dell'istituzione di un nuovo soggetto sovrano. Suggerisce sovvertimenti istituzionali radicalmente incompatibili con i fondamentali princìpi di unità e indivisibilità della Repubblica di cui all'articolo 5 della Costituzione". E qua si svela il problema politico: la richiesta di autonomia, che certo trova spazio nell'articolo 116, terzo comma, si fonda principalmente sulle previsioni dell'articolo 5 della Costituzione, un articolo che sta tra i princìpi fondamentali, e in quell'articolo si dice che, certo, in virtù di una logica della necessità di avvicinare le Istituzioni alle persone per una risposta migliore, eventuali ulteriori forme di autonomia (i Padri costituenti non pensavano alle Regioni perché, banalmente, non c'erano allora, ma alle Istituzioni territoriali) possono funzionare come strumento organizzativo soltanto se fortemente ancorate al principio dell'indivisibilità della Repubblica italiana.
È qui, secondo il mio punto di vista, che sotto il profilo politico la vostra idea di autonomia non è in contrasto alla mia, è in contrasto alla Costituzione. Lo dico, rispetto a un Presidente di Regione che, ovviamente, come sempre, non c'è mai e non c'è neanche oggi, perché questa lettura è pericolosa, dal momento che ingenera quel tripudio da stadio che abbiamo visto in quest'Aula consiliare nel momento in cui ho pronunciato le parole "indipendente e "sovrana". È un'idea legittima, ma non è compatibile con l'ordinamento repubblicano di questo Paese.
Se non aveste responsabilità di Governo territoriale e nazionale, se non fosse sulla base di queste premesse pericolose sul piano istituzionale e in contrasto con le previsioni della Costituzione, mi preoccuperei meno. Tant'è che cosa accade? Accade che, nel momento in cui andate al Governo, scegliete di approvare questa legge a maggioranza, strappando, anche lì, la politica, strappando gli accordi costituzionali, dividendo il Paese. Non è mai successo che nessuna maggioranza abbia fatto riforme di questa portata a colpi di maggioranza, impedendo la possibilità di discutere il testo, inibendo l'attività emendativa in uno dei due rami del Parlamento. Questa è l'idea che avete e che ci trasferite. Peraltro, secondo me, in questi anni questa idea vi ha ridotto le possibilità di fare davvero questa autonomia. Sapete qual è la differenza tra chi pretende di imporre una sua lettura e chi costruisce le condizioni perché quel processo avvenga davvero? Dovete persuadere le persone, convincerle della bontà della vostra proposta, perché non si vince da soli.
Quand'è che la Regione del Veneto ha vissuto la fase politica in cui era più forte a Roma, in cui determinava di più le scelte politiche nazionali? Quando ci sono stati i Ministri veneti, che hanno fatto le più importanti riforme di quello che oggi è lo Stato e la Repubblica italiana, dal sistema sanitario in poi. Ci sono stati grandissimi Ministri veneti che hanno trasferito idee del nostro territorio a livello nazionale e sulla base di quelle idee hanno convinto e persuaso il Parlamento, le forze politiche e il Paese ad adeguarsi alla nostra proposta. È successo con il sistema sanitario nazionale, con la riforma dei manicomi, ma potrei fare decine di citazioni. La differenza è la capacità, la statura politica, l'idea che essere autonomi qui ha senso soltanto se ci è utile per essere forti a Roma. Invece, voi pensate di essere forti qui perché avete tanti voti, ma a Roma non siete in grado di determinare nulla. Tant'è che non avete convinto nessuno su questa proposta di legge, se non una parte degli alleati, che avete obbligato a votare e in cambio gli avete concesso il premierato. Ma si governa così un Paese? Si organizzano così le Istituzioni democratiche? Il fatto che l'assessore Marcato rida dà la misura della superficialità, della leggerezza, dell'inconsistenza con cui provate a gestire e a occupare le Istituzioni.
Si può sempre prenotare, Assessore. Non vediamo l'ora di sentirla.
È vero, avremmo voluto che questa fosse un'occasione utile per approfondire. Ricordo ai colleghi che nella seduta del 10 gennaio, nella seduta del 7 febbraio e nelle sedute successive, in Commissione e in Aula – ci sono i verbali –, ho chiesto ai colleghi di costruire dei percorsi di approfondimento, di fare delle audizioni in Commissione, di cominciare a studiare cosa c'è da fare adesso. A parole tutti d'accordo, nei fatti niente. C'è una mia risoluzione sull'autonomia ferma da mesi. In questa legislatura non è mai arrivato in Aula un atto legislativo sull'argomento "autonomia". Mai nessun atto. Forse una risoluzione che abbiamo fatto insieme al collega Villanova per sbaglio, non ricordo in quale occasione. Mai nessun atto. Il Consiglio regionale, l'organo legislativo della Regione, che voi dite più e prima di tutti ha parlato di autonomia, non ha mai discusso di autonomia.
Io credo che queste siano le ragioni per cui come Istituzione rischiamo di non essere all'altezza del passaggio che stiamo vivendo, se ci accontentiamo di rappresentare le istanze legittime e ambiziose di avere più autonomia di questi territori semplicemente votando, mentre gli altri stanno ai tavoli che contano, un progetto di legge per l'istituzione della Giornata dell'autonomia.
Grazie.
PRESIDENTE
Capogruppo Venturini, prego.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Buongiorno, Presidente. Buongiorno a tutti.
Se faccio riferimento a quanto diceva la collega Camani sull'idea di Regioni da parte dei Padri costituenti e da quando si è iniziato a dibattere, non posso non dire che, in realtà, è dal momento dell'unificazione italiana, quindi dal 1861, che si parla di regionalismo in Italia, quando si sono consolidate le varie posizioni tra regionalisti e antiregionalisti. Quindi, avevano ben presente il tema delle Regioni e quando hanno scritto la Costituzione avevano ben presente che cosa significasse questo istituto.
Potremmo anche parlare di come la sinistra, in occasione della riforma del Titolo V della Costituzione, si sia comportata nei confronti degli altri partiti del centrodestra. Altro che ampia condivisione. Però, non è questa la sede per parlare propriamente di autonomia e della legge Calderoli, perché il tema del punto all'ordine del giorno è l'istituzione della Giornata dedicata all'autonomia.
Volendo centrare l'argomento, comincio col dire che una giornata dedicata all'autonomia, se diventa occasione di studio e approfondimento, ci sta. Servirebbe a poco se venisse iscritta semplicemente il 22 ottobre come il santo del giorno. Se, invece, diventa stimolo per elaborare contributi di natura tecnico-scientifica, da trasmettere poi ai cittadini, perché questi possano essere resi edotti maggiormente e per poter incrementare anche i termini di confronto, allora l'utilità è palese. D'altronde, il concetto di autonomia di per sé è immediato nella comprensione e si traduce in questo: decido io come spendere i soldi che riscuoto nel territorio in determinati ambiti, perché sono convinta di fare meglio. Questo non basta, però. Il concetto di autonomia, infatti, deve essere declinato da un punto di vista giuridico, istituzionale ed economico, se lo vogliamo attuare e concretizzare nella realtà. Quindi, è richiesta una complessità di contenuti da un punto di vista sostanziale e formale che, a volte, sono anche di non facile comprensione. Possono comprenderli magari solo gli addetti ai lavori per la difficoltà degli argomenti. Ma proprio questa complessità che rende non immediata la comprensione degli aspetti tecnici è il problema, perché può facilitare la diffusione delle strumentalizzazioni e indurre, quindi, a sintetizzare l'autonomia differenziata nelle fuorvianti espressioni di facile presa, come l'associazione dei ricchi, la separazione dell'Italia e altre dichiarazioni deliranti, che possono attecchire maggiormente sull'elettorato in quanto sono più facili rispetto ad un ragionamento tecnico.
Più noi parliamo di autonomia, più noi la svisceriamo, più noi ci sforziamo di spiegare cos'è l'autonomia e come si fa l'autonomia, ma in termini scientifici, più noi accresciamo la consapevolezza e riusciamo a superare le strumentalizzazioni. Ben venga, allora, che l'occasione per parlarne possa essere anche quella di ricordare il referendum, perché ogni pretesto è buono per parlare di autonomia. Poi, però, le considerazioni che faremo nella giornata dedicata all'autonomia. che danno degli argomenti ai veneti, che sono già convinti, dovrebbero essere diffuse e conosciute da tutti gli italiani. È questo lo sforzo che noi dobbiamo fare contro le strumentalizzazioni, perché questo è il patrimonio di studio per tutta l'Italia, dal momento che i contenuti che riguardano l'autonomia possono essere estesi in tutti i territori. Anzi, direi che ci sono già in alcuni territori, l'autonomia c'è già, quantomeno alcuni cittadini già la conoscono, se non dal punto di vista giuridico, dal punto di vista concreto, perché ne vedono gli effetti, tipo il Trentino-Alto Adige o il Friuli-Venezia Giulia. Dispiace sentire rappresentanti istituzionali di Regioni autonome, quali la Sicilia e la Sardegna, esprimere dichiarazioni che sono contro l'autonomia a favore di altri territori che vorrebbero averla. Non mi sembra un esempio di solidarietà pretendere che altri non possano disporre delle stesse condizioni che si detengono, invece, da tempo.
In altre parole, io reputo essenziale che questa giornata dedicata all'autonomia non sia chiusa all'interno dei confini veneti per ciò che riguarda i contenuti che verranno espressi in quel giorno, altrimenti rischiamo di avere momenti in cui ce la cantiamo e ce la suoniamo, mentre fuori sono sordi. Questo sarebbe motivo di maggiore frustrazione. Quindi, dobbiamo far uscire dai confini veneti il valore dell'autonomia per tutti ed essere fiduciosi che l'iter legislativo proceda. In questo senso un grande lavoro di mediazione lo sta facendo il nostro Segretario nazionale Antonio Tajani, che attraverso l'Osservatorio sull'autonomia differenziata, che lui ha proposto, cerca di trovare un equilibrio tra coloro che vogliono l'autonomia e coloro che non ne vogliono sentir parlare, perché poi banalmente ci vogliono i numeri e, dunque, i voti affinché le leggi passino, e ci vogliono anche i voti di chi nella maggioranza non è convinto in merito all'autonomia differenziata.
Va riconosciuto, senza tema di smentita, l'impegno del presidente Zaia, che si è fatto promotore, ma aggiungo anche l'impegno del nostro partito e del nostro Segretario Tajani nel permettere alla legge sull'autonomia di proseguire nel suo tortuoso iter attraverso la mediazione, senza la quale a Roma l'autonomia si arenerebbe.
Celebriamo, quindi, l'autonomia come patrimonio dei veneti, perché parliamo di un tratto identitario forte di questo territorio. Poi ognuno, a mio avviso, in base alla propria posizione e alla propria appartenenza, dovrebbe fare suo il concetto di autonomia e dovrebbe cercare di portarlo avanti, perché l'autonomia da un sogno possa diventare una realtà da vivere completamente ogni giorno come veneti.
L'auspicio, dunque, è che la Giornata dell'autonomia, che ora serve per lo studio, in futuro sia il giorno per ricordare il risultato conseguito, ovvero la tanto agognata autonomia.
PRESIDENTE
Grazie.
Consigliere Formaggio, prego.
Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Sono felicissimo di questo progetto di legge, sono felicissimo che andiamo a festeggiare un compleanno importantissimo per il Veneto, il compleanno dell'autonomia del Veneto. Però, devo lanciarvi un grido d'allarme. Non voglio rovinare la festa di compleanno a nessuno. d'altronde, il 98% dei veneti ha votato a favore dell'autonomia – un risultato davvero fantastico – di tutti i partiti, destra, sinistra e centro, nessuno escluso. Però, se non mettiamo mano alla grande holding dei servizi del Veneto, fra qualche anno rischiamo di essere qua con una Regione autonoma che fa importanti scelte e affronta importanti sfide e che ha aziende oggi fiore all'occhiello dei servizi della nostra Regione che saranno in mano ad altri. Ho richiamato già parecchie volte dai microfoni di quest'Aula questo pericolo, anche l'anno scorso quando approvammo il bilancio. E sono terrorizzato per una serie di motivi. Signori, i nostri padri ci hanno lasciato un Veneto con banche importanti, banche dove all'interno si parlava veneto, ebbene nel giro di qualche anno queste banche sono sparite, sono state distrutte, e i cittadini veneti sono stati truffati. Avevamo un bellissimo e importantissimo sistema fieristico, il sistema fieristico delle varie fiere provinciali della Regione del Veneto. Bene, vi dico una cosa: sapete chi è il proprietario della Fiera di Vicenza, di una delle prime quattro Confindustria d'Italia? La Fiera di Rimini, signori.
Se domani mattina alcuni industriali vicentini – vi parlo di cose che si sentono dire per strada nel Veneto – dicono: sapete, noi abbiamo la pietra gialla di Vicenza, che viene esportata in tutto il mondo, vogliamo valorizzarla e vogliamo fare a Vicenza la fiera della pietra gialla di Vicenza. Benissimo, se la governance è veneta, è vicentina, i primi 2-3 anni facciamo questa fiera, non andiamo a break-even, ci rimettiamo, però diamo un'opportunità di sviluppo al territorio. Sapete, invece, cosa succede oggi, cosa si sentiranno rispondere questi imprenditori e ideatori di questa fiera? Vanno a Rimini e si sentono dire: signori, questa fiera non garantisce un break-even immediato, non garantisce schei immediati, quindi non si farà mai. Questo dimostra l'importanza di avere le cose, le strutture e i servizi veneti in mano ai veneti.
Vado avanti. Abbiamo i servizi. Parlo di gas, energia, rifiuti e acqua, una cosa che devono ancora mettere in giro per l'Italia all'interno di queste holding e di queste multiutility. Badate, l'acqua sarà una delle cose più importanti anche per il nostro Veneto. Benissimo, signori, ci troviamo in Emilia-Romagna – vi do i numeri – con Hera che fattura 20 miliardi di euro, ci troviamo a occidente con A2A che fattura 8 miliardi di euro. In Veneto cosa abbiamo? Abbiamo tutte piccole aziende, che sono il fiore all'occhiello del Veneto, brave, competenti, con skill elevati, ma come politici non stiamo facendo nulla per metterle al sicuro all'interno di un grande contenitore. Allora, prendiamo tutti i Comuni, prendiamo tutti i campanili, prendiamo tutte le Province, facciamo una grande madre veneta che metta al sicuro queste aziende, perché abbiamo già visto che a Padova gli emiliani sono arrivati, abbiamo già visto che a Treviso gli emiliani sono arrivati, abbiamo già visto che AGSM-AIM è nel mirino di A2A. Queste cose non possiamo dircele nei corridoi dei palazzi del potere e dopo non avere il coraggio di preservare tutto questo ben di Dio veneto.
Signori, pensate a quello che avviene oggi nelle industrie. Quando un'industria è piccola e arriva il colosso o la multinazionale, anche se quella piccola industria funziona bene, considerato che quel colosso o quella multinazionale fattura venti o trenta volte quello che fattura quella piccola e bella azienda, quella piccola e bella azienda è destinata a essere assorbita.
I campanelli d'allarme sono decine di anni che suonano. Nell'ultimo quinquennio hanno suonato a tamburo battente e adesso non abbiamo più tempo.
Io sono sicuro che questa, che chiamo la madre di tutte le operazioni per il Veneto, nella futura Amministrazione, spero a guida di Fratelli d'Italia, sarà il fiore all'occhiello e sarà la prima cosa che il Governatore di Fratelli d'Italia del Veneto farà. Però, ho paura di arrivare troppo tardi, perché manca ancora un anno e mezzo.
Quindi, lancio anch'io, Presidente, un appello al nostro Governatore Zaia, un appello ai colleghi della maggioranza e un appello agli Assessori perché, veramente, lascino in Veneto ciò che il Veneto è bravo a fare.
Siamo bravissimi nella gestione di questi servizi, perché vogliamo girarci dall'altra parte e lasciare che gli emiliani e i lombardi ci comprino? In Veneto si è sempre detto: "mai servi di Roma". Sono d'accordo anch'io. Mai servi di Roma.
Il Veneto è una terra capace di gestirsi. Benissimo. Però, non posso dire "mai servo di Roma" e dopo un decennio essere servo dell'Emilia-Romagna o della Lombardia, perché, altrimenti, non abbiamo capito niente.
Ripeto per chi fosse un po' duro: abbiamo perso le banche venete, abbiamo perso o stiamo perdendo il sistema fieristico veneto e stiamo perdendo, signori, la gestione dei servizi del Veneto. So che questo è un regalo di compleanno un po' amaro, però dobbiamo avere l'onestà intellettuale di dircelo, altrimenti di Veneto, con l'autonomia, ci sarà gran poco da gestire da parte dei veneti.
Grazie.
PRESIDENTE
Consigliere Favero, prego.
Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Intervengo perché credo che il tema, che è stato proposto con la Giornata dell'autonomia, sia particolarmente pregnante. In realtà, di autonomia più parliamo e meno capiamo. È un paradosso che fa parte della stagione politica surreale che stiamo vivendo, che ritiene che la cultura sia un orpello e la ricerca e lo studio siano uno sforzo inutile, perché la vera merce elettorale è la notizia, che è quella che ti consente di affacciarti nell'arena dell'opinione pubblica massmediatica. Quindi, poco importa se quello che si sostiene ha radici fragili o addirittura è in contraddizione con quanto si è sostenuto in precedenza. L'importante è essere domani mattina sui giornali, perché questo genera, o si spera che generi, consenso.
La proposta di Zecchinato è folk? Non mi vergogno mica che sia folk. "Folk" significa popolare. Il fatto che la sinistra si vergogni del folk, del popolo, ormai è una caratteristica degli ultimi trenta o quaranta anni. Solo élite, solo minoranze illuminate, ma non vorremmo mica essere popolari o vicini agli operai o ai contadini che si sporcano le mani!
Credo che questa proposta sia profondamente assennata perché abbiamo bisogno di comprendere le ragioni che inducono la sinistra a raccogliere firme contro l'attuazione di una riforma costituzionale che la sinistra ha voluto. Fa schifo? Sì, l'ha fatta la sinistra, non può essere una bella riforma, ma noi che siamo veneti e pragmatici ci accontentiamo anche di questo. C'è un detto veneto che dice "piuttosto che niente, meglio piuttosto". Intanto, cominciamo a sfruttare le falle che sono state aperte nella Costituzione dalla sinistra, per cercare di sperimentare un minimo di autonomia.
Se c'è qualcosa di vergognoso, sono le polemiche che sono state messe su dagli oppositori della sperimentazione dell'autonomia: "una minaccia per l'unità nazionale". Ma stiamo scherzando? Stiamo parlando di un'autonomia che viene realizzata a leggi ordinarie, che possono essere ritirate. Quindi, è una timida sperimentazione di autonomia.
Le materie non verranno concesse tutte in un colpo e domani mattina, per questo avere una Giornata, che accompagna, anno dopo anno, la sperimentazione nelle diverse materie diventa un'opportunità per far sì che i politici si incontrino con i cittadini e possano valutare anche gli effetti di questa sperimentazione.
Abbiamo sentito delle castronerie che fanno impressione, tra l'altro con un valzer di cifre surreale da parte dei contrari alla sperimentazione. Si parla di spesa storica come spesa che favorisce il nord o il Veneto, ma guardate che la spesa storica è da quarant'anni che viene contestata dal Veneto, perché è penalizzante per il Veneto medesimo, perché comporta un emungimento di risorse che è comprovato dagli studi fatti da realtà serie, come l'Associazione Comuni Marca Trevigiana. Fra poco è il nord che verrà mantenuto dal sud, ma, se è così, dovrebbe essere il sud a chiedere la secessione dal nord, che è un peso. Stiamo arrivando a effetti surreali e il fatto che ci sia questa deriva verso il surrealismo politico dovrebbe allarmarci tutti.
Vogliamo parlare dei LEP? I LEP sono diventati il grande muro contro l'autonomia, ed è vero, i LEP sono stati usati per far franare anche le prime attuazioni del federalismo fiscale. Ricordate l'IMU, l'Imposta Municipale Unica, che doveva essere sostitutiva di altre imposte dello Stato e che invece è diventata un'imposta aggiuntiva, perché lo Stato ha trattenuto a sé le risorse, trasformando i sindaci in esattori fiscali?
Vi faccio un esempio: l'IMU dell'area D finisce nelle casse dello Stato, anche se si chiama "Imposta Municipale Unica". Anche all'epoca si parlava dei LEP, ma non sono mai stati definiti, e sapete perché? Perché, invece di partire dalle risorse reali che sono a disposizione, si pensa ai migliori servizi che si potrebbero dare nel migliore dei Paesi possibili e immaginabili. Peccato che quelle risorse non ci siano, quindi è chiaro che i LEP diventino irrealizzabili.
Si dovrebbe partire dalle risorse che realmente ci sono e su queste costruire i LEP e vedere se sia più conveniente che i servizi siano gestiti dallo Stato o dai Comuni. È chiaro che i Comuni, le Province, le Regioni sono molto più efficienti nel gestire i servizi e sono anche molto più controllate dei cittadini, perché i cittadini riescono a imputare la responsabilità della scelta, cosa che quando si arriva a Roma diventa impossibile. "Roma porto delle nebbie" è una bella espressione di cui abbiamo perso memoria.
La verità è che questa prima, timida attuazione dell'autonomia è una cartina di tornasole, che sta portando in luce i nemici dell'autonomia.
Vorrei far presente che voi state difendendo una visione centralista dello Stato, che è stata prima sabauda e poi fascista, e che l'Assemblea costituente ha cercato di ammorbidire senza riuscire a cancellare. Non sto esagerando, ma non conosciamo la nostra storia nazionale.
Quando si sono celebrati i 150 anni della storia d'Italia, mi sono lamentato con i vertici del mio partito perché si sono mossi contro quelle celebrazioni, definendola una celebrazione dell'unitarismo, ma la maggioranza dei Padri risorgimentali era autonomista e federalista, solo i Savoia non lo erano.
Pensate che il mondo cattolico si è espresso, con Gioberti e con molta più intelligenza con Rosmini, a favore di un ordinamento federale dello Stato. Cattaneo, da una parte, il socialista Ferrari, dall'altra, pensavano che l'Italia dovesse essere costruita con un ordinamento federale, l'unico in grado di consentire a realtà diverse di stare assieme in maniera ordinata.
Mazzini e Garibaldi non erano federalisti, però erano forti autonomisti comunali. Pensate che Garibaldi, risalendo lo stivale, chiese l'aiuto di Cattaneo per capire come poteva riorganizzare il sud d'Italia. Per questo il re alzò le chiappe e andò giù a incontrare il rivoluzionario, non è che si amassero moltissimo.
Vogliamo poi pensare a Cavour? Cavour non voleva nemmeno l'operazione dei Mille, però, una volta compiuta, chiese al Ministro Minghetti di provvedere a costruire una riforma federale, su base provinciale, perché riteneva impossibile tenere assieme popoli che hanno tradizioni, culture, organizzazioni socioeconomiche diverse senza avere un sistema flessibile. Purtroppo, Cavour è morto troppo presto.
Vogliamo arrivare alla storia più recente, quella del Novecento? È qui che mi stupisce la posizione della sinistra, perché la sinistra italiana è stata in larga parte federalista nelle sue impostazioni. Penso a don Sturzo. Don Sturzo, nel 1914, diceva che l'unica soluzione per evitare che i nazionalisti costruissero uno Stato, quello Stato che poi ci ha portato al fascismo, che i nazionalisti vincessero, era pensare a un ordinamento federale per l'Italia.
Salvemini e Carlo Levi, due grandi meridionalisti, entrambi ritenevano che l'unico modo per salvare il sud e restituirgli dignità fosse quello di restituire l'autonomia alle comunità contadine, contro i grandi proprietari terrieri, contro i latifondisti, contro la borghesia urbana che schiacciava gli umili e impediva loro di crescere. Senza contare le connivenze con la malavita.
Il nostro grande Silvio Trentin è stato ancora più lucido nei suoi studi. Ve lo ricordo. E Silvio Trentin non è esattamente una specie di antesignano della Lega. Noi rappresentiamo un mondo diverso da quello che lui concepiva. Era un socialista convinto. Ebbene, Silvio Trentin diceva che il centralismo è la malattia dello Stato. Lo Stato centralista è, per sua natura, diceva, fascista. I fascisti non hanno inventato nulla, i nazisti nemmeno e il comunismo sovietico neanche, perché è lo Stato stesso, quando assume la forma centralista, a essere autoritario.
Quindi, la riforma che noi proponiamo oggi, che è una mera attuazione di devoluzione di competenze al territorio, è solo una prima sperimentazione di quello che dovrebbe essere il reale obiettivo di una politica seria in questo Paese, ovverosia l'attuazione di un ordinamento veramente federalista.
Vi ricordo le parole di Emilio Lussu, sardo, l'autore del libro "Un anno sull'altopiano". Fu Padre costituente. Nell'aprile-maggio del 1947 lanciò l'ultimo appello all'Assemblea costituente perché si avesse il coraggio di puntare non a un ordinamento regionale, ma a uno federale. Lui diceva: "Ricordatevi che se oggi riusciamo a girare per il mondo a testa alta lo dobbiamo al movimento resistenziale". E la Resistenza fu, nella sua essenza, regionalista e autonomista.
Persino Gramsci, ed è tutto dire, quando parlava di centralismo democratico non intendeva dire che la periferia doveva obbedire al centro, ma che il centro doveva obbedire alle periferie e alle scelte che erano state fatte.
Perché mi sono permesso di fare questa ricostruzione che cita questi esponenti della storia politica del nostro territorio, che hanno avuto come ultime voci Cacciari Emilio, all'insegna della realpolitik, a predicare il bisogno di una svolta nel nostro ordinamento in senso federale? Perché di queste cose l'opinione pubblica non discute, sono assenti dal dibattito. Per questo la proposta di una Giornata non è peregrina. Noi abbiamo bisogno che intellettuali, politici, cittadini si ritrovino, ed è un modo per cercare di restituire alle Istituzioni il senso della democrazia.
Lussu diceva: "Dov'è che si esprime veramente la democrazia, ai piani più alti o a quelli più bassi? La democrazia vera la si vive nei Comuni, la si vive nelle Province, la si vive nelle Regioni, con politici che si muovono in mezzo ai cittadini e sentono il fiato sul collo dei cittadini".
Credo, cara consigliera Camani, che il suo feticismo nei confronti dello Stato, il suo dogmatismo – "lo Stato non si tocca" – sia sbagliato. Peraltro, va contro l'articolo 114 della Costituzione.
Chiudo proprio con questo. L'articolo 114 della Costituzione è stato modificato con la riforma del 2000, voluta dal centrosinistra, obtorto collo, su spinta del centrodestra. Perché voglio citare quell'articolo? Perché è straordinario. Non so se ci sono arrivati per caso. Penso più per caso che per intelligenza.
In quell'articolo si legge che la Repubblica è costituita da Comuni, città, Province.
PRESIDENTE
Come ho detto prima, quando finisce il collega, se volete, chiedete di intervenire.
Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)
È costituita da Comuni, Province, Regioni e Stato, che sono enti equiordinati. Quindi, l'unità della Repubblica non è minacciata da un'eventuale divisione dello Stato, ma dal disequilibrio nel rapporto fra Stato, Province, Comuni e Regioni.
In questo momento la vera minaccia all'unità della nazione e della Repubblica non è data dall'autonomia, medicina che non è mai stata assunta in questo Paese, terapia che è stata rinviata sine die. La vera minaccia in questo Paese, la vera causa della sua malattia, è il centralismo che porta a una gestione del potere lontana dai cittadini, fuori dal loro controllo.
Credo che questa proposta di legge, cari Consiglieri, debba essere approvata. È una grande opportunità per riattivare le meningi e tornare a riflettere sui grandi temi della politica in questo Paese. Spero che si possa tornare a sentire anche la voce della sinistra, di quella sinistra dotata di capacità critica, la cui unica voce, che in questo momento si fa ancora sentire, è quella del professor Cacciari.
Questo a dimostrazione di una cosa, che questo Paese ha un disperato bisogno della filosofia, cioè di una forma di pensiero critico, che superi non gli steccati ideologici che non ci sono più da troppi anni, ma gli stereotipi ideologici che sono sopravvissuti, che fanno agire i politici un po' come quei pugili suonati che, quando sentono il capannello, si rimettono in posizione d'attacco, con un antifascismo datato. Non si rendono nemmeno conto che per essere veramente antifascisti bisogna essere autonomisti e federalisti.
PRESIDENTE
Capogruppo Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Parto con delle scuse nei confronti della capogruppo Camani, perché oggi, venendo in Aula, ho abbandonato il mio elmo con le corna e la pelle di orso che abitualmente porto quando mi confronto con la Camani e quando veniamo a parlare di autonomia.
Voglio esprimere, penso a nome di tutto il nostro Gruppo, la nostra vicinanza nei confronti del PD e della sinistra, perché capisco anche questo momento di isteria politica, questa nevrosi politica che si sta scatenando in questo momento.
Infatti, il PD, quello che noi definiamo il partito più autonomista della storia, quello che si autodefinisce come il partito che effettivamente è per l'autonomia, ma non questa autonomia, ci vede oggi approvare una norma e inizia a contestare un percorso di avvicinamento all'autonomia che ormai inizia più di dieci anni fa.
Ci ricordiamo tutti quando, una decina d'anni fa, il Presidente del Consiglio, nonché Segretario del PD, un certo Matteo Renzi, prende quella legge che esce da questo Consiglio regionale, dove si va a indire un referendum consultivo nei confronti dei veneti, e la va a impugnare davanti alla Corte Costituzionale, perdendo.
Ci ricordiamo tutti un altro Presidente del Consiglio targato PD, molto autonomista, partito autonomista, vi ricordo, che, di fronte a un referendum approvato dalla Corte Costituzionale, che chiede ai veneti di esprimersi, dice: "I veneti non possono andare a votare con la tessera elettorale che usano abitualmente, non si può. Figurarsi i veneti che vanno a votare con la tessera elettorale". Dopodiché, i veneti vanno alle urne: "Non possiamo fornire e pagare le spese per i militari ai seggi e per la Polizia ai seggi, se li devono pagare i veneti". Giustamente, il partito più autonomista della storia, il PD, ha detto: "Voi veneti dovete arrangiarvi", quello che fa sempre.
Oggi capisco questa reazione isterica e nevrotica del PD, perché oggi loro stanno contestando l'applicazione di una riforma che hanno fatto loro della Costituzione. Capite il disagio che possono provare questi esponenti politici nel contestare qualcosa che hanno creato loro o i loro padri, politicamente parlando? Hanno modificato quella che viene chiamata la Costituzione più bella per farla diventare una Costituzione autonomista, come volevano loro, inserendo le ventitré materie, inserendo il 116 e il 117, che ormai conosciamo tutti a memoria.
Inseriscono tutto questo all'interno della Costituzione, aspettano il momento in cui questa parte della Costituzione viene applicata per la prima volta nella storia e cosa fanno? Dicono: "No, non va bene. Le materie che sono all'interno non vanno bene". Ma come? L'avete fatta voi!
Capite, ragazzi, che noi dobbiamo esprimere la nostra vicinanza nei confronti di questi esponenti politici, che oggi si trovano a dover lottare contro l'idea dei loro padri, che hanno modificato la nostra Costituzione in questo senso.
Capite che oggi, nel momento in cui vanno a contestare la legge quadro, noi dobbiamo esprimere vicinanza, perché, se ricordate, la Costituzione non prevede la legge quadro. La Costituzione, fatta da loro, prevede che ci sia un accordo diretto tra la Regione – non le Regioni – e lo Stato, e poi c'è la ratifica del Parlamento. Chi ha voluto la legge quadro? Chi ha chiesto una maggiore condivisione da parte del Parlamento, con i passaggi parlamentari, in modo da coinvolgere tutti i parlamentari di tutta Italia?
C'era il ministro Boccia, se non sbaglio. Di che partito è Boccia? Del PD. Capite che oggi, che è un Governo di centrodestra che fa la legge quadro, questi esponenti del Partito Democratico in qualche modo si devono sentire in difficoltà, perché devono contestare qualcosa solo perché arriva da noi. Arriva un risultato e, guarda caso, l'autonomia non va mai bene. Loro hanno un'altra idea di autonomia. Però non sono al Governo da secoli in questo Paese, anche senza passare dalle elezioni? Quante volte avete visto una proposta vera di autonomia da parte della sinistra? Mai. Però, questa è un'autonomia che non va bene.
Capisco veramente la grande difficoltà, perché finalmente il Partito Democratico sta spergiurando su questa impronta autonomista che ha cercato di darsi da tanto tempo. Avete visto tutti gli esponenti di Governo, dei vari Governi, in questi anni, di sinistra e del Movimento 5 Stelle, quando sono venuti in Veneto, erano tutti autonomisti. Varcavano il confine della nostra Regione e tornavano al loro stato precedente. Hanno provato in tutti i modi, ma non ce la fanno.
Vi ricordate la posizione granitica del PD di fronte al referendum del 2017? Ve la ricordate? Anzi no, non era una posizione, erano quattro posizioni: sì, no, forse, vedremo. Però, erano posizioni granitiche, quando si è trattato di dare la parola ai veneti. Oggi vengono a dire a noi che siamo qua a rappresentare e a portare avanti quella che è la volontà del 98 per cento dei veneti che hanno votato. Sono venuti a dirci "Dovete abbandonare questa idea. Dobbiamo lasciare stare le ventitré materie. Non possiamo chiederle. Che offesa facciamo nei confronti dello Stato a chiedere le ventitré materie che qualcuno ha inserito in Costituzione?". Veneti, voi provate anche a chiedere queste 23 materie, ma con che coraggio provate a chiederle? Con che coraggio? Vedremo, collega Camani, perché ci dicevano che non sarebbe mai arrivata neanche la legge quadro, ed è arrivata.
Credo che queste ultime settimane si stiano svolgendo su due binari. Un binario è quasi vergognoso, permettetemi. Quello che ha fatto il Presidente, anzi l'ex presidente Bonaccini, vostro Presidente, è qualcosa di vergognoso, non tanto nei nostri confronti, perché posso dire che forse noi un pochettino ce lo aspettavamo già, ma quello che ha fatto nei confronti dei propri cittadini nel momento in cui viene a raccontarci una storia, e qui torno indietro nella memoria. Vi ricordate? Diceva: "Ma per l'autonomia non serve il referendum". Ci pensa Bonaccini. Ha già chiesto sette materie. Qualcuno se lo ricorda o me lo ricordo solo io?
Vi ricordate Bonaccini quando si ritrovò con il presidente Maroni e il presidente Zaia per firmare la pre-intesa? Non ve lo ricordate? Ve lo faccio vedere io. Dopo gliela consegno, consigliera Camani, magari se la tiene come ricordo. Ve lo ricordate, è vero, questo? Ve lo ricordate? Aveva chiesto le sette materie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Signori, lasciamo parlare il collega Villanova. Grazie.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
"Vi facciamo vedere noi dell'Emilia-Romagna come chiediamo l'autonomia". Ecco, come chiedete l'autonomia, prendendo il primo aereo per Bruxelles.
PRESIDENTE
Collega Camani, ha già parlato. Poi potrà parlare ancora.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
La chiedete prendendo la strada più facile per andare a Bruxelles. Questa è la richiesta di autonomia che fate, autonomia per partire, abbandonare la propria regione. Questa è la richiesta di autonomia che fate, perché dopo, di fronte a un'impostazione molto autonomista del PD di Elly Schlein, molto autonomista, talmente autonomista che si porta tutto al centro e si torna indietro di qualche secolo, di fronte a quella richiesta, per avere un seggio a Bruxelles, si spergiura su quello che abbiamo fatto per tanti anni. È giusto? Questo è il PD.
Il secondo binario che, secondo me, è ancora peggiore è quello che state raggiungendo con alcuni livelli di comicità con i vostri governatori, uno su tutti la Presidente Todde, che, da Presidente di una Regione a Statuto speciale, viene a dire a noi veneti che non possiamo fare la richiesta di autonomia secondo la Costituzione.
Questo, secondo me, è il maggior livello di comicità che ha raggiunto la politica italiana negli ultimi settanta anni. Una Presidente di una Regione a Statuto speciale che viene a dire a noi veneti, che lottiamo da decenni per portare a casa un briciolo di quello che ha lei come autonomia, viene a dire a noi che non possiamo portarcela a casa. Non solo dice questo, dice che il Veneto è stato costruito grazie ai soldi dei sardi, quando la nostra Regione è da decenni che versa di più di quello che riceve da parte dello Stato.
È questa veramente la lotta che volete fare contro l'autonomia? Questo è quello che state facendo come PD, come sinistra, che state portando nei Consigli regionali d'Italia? State portando un referendum per abrogare una legge che non è ancora stata applicata. È questa la vostra idea di autonomia?
Mi chiedo, perché non la presentate anche da noi, in Regione Veneto, questa richiesta di referendum abrogativo? Perché non lo fate? Perché forse volete far cadere quel poco di maschera che ancora vi è rimasto. Portatelo anche qua da noi. Avete detto che questo è il Parlamento dei veneti dove si deve discutere di autonomia. Avete questa grande proposta che viene portata avanti da Elly Schlein, questa è la grande vostra idea di autonomia, portatela in questo Consiglio regionale.
Vi sfido a portarla in questo Consiglio regionale. Fate vedere veramente ai veneti cos'è per voi l'autonomia. Facciamo cadere, finalmente, la maschera di quello che portate avanti, perché voi potete continuare a raccontare la storiella finché volete. Più ci avvicineremo alle elezioni regionali più la sentiremo ripetere questa storiella, che voi siete un partito autonomista, ma non di questa autonomia. Facciamola cadere, perché voi siete un partito contro l'autonomia e l'avete sempre dimostrato e continuate a dimostrarlo ogni volta che veniamo in quest'Aula.
PRESIDENTE
La parola al collega Pan.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Anch'io volevo intervenire ringraziando in primis il collega Zecchinato per aver proposto questa giornata. Soprattutto in questo periodo – e mi collego alle parole del collega Villanova – abbiamo assistito sui giornali, veramente, da mesi, a una querelle contro l'autonomia da diverse fonti. Abbiamo visto i Presidenti delle Regioni, abbiamo visto la Chiesa, abbiamo visto la parte sociale di quello che io definisco, da sempre, il partito meridionalista trasversale, che è in tutte le Istituzioni di questo Paese, che combatte contro questa nostra idea di autonomia; autonomia, che, naturalmente, viene definita la secessione dei ricchi, ma che secessione dei ricchi!
Quali soldi ci hanno dato i sardi? Quali contributi ci vengono dati da questo Stato che, alla fine, se andiamo a vedere cosa ha portato, soprattutto in quelle Regioni del Meridione, che naturalmente ci corrono adesso contro sui giornali? Vi risparmio, per motivi di tempo, tutto quello che hanno detto i Presidenti, ma solo per citarne alcuni che sono favorevoli, che magari avevano prima mandato parole positive verso l'autonomia, vedi Bonaccini, citato da poco, ma anche quello della Regione Toscana, che magari vuole solo alcune cose e altre no. Ma di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando di risorse, visto che è la secessione dei ricchi, che arrivano a queste Regioni da decenni. Giusto per citarne alcune, ci sono i fondi della Cassa del Mezzogiorno: 84.200 miliardi dal 1950 al 1980, le leggi speciali, 110 anni di legge speciali e di interventi e di decreti che sarebbe impossibile citare in quest'Aula per quanto riguarda gli interventi.
Cito solo alcune. Solo quando i bilanci di alcune Province o di alcune città, quali Palermo, Catania, Roma, Napoli, centinaia di milioni di euro di leggi speciali che sono state date, soprattutto negli ultimi anni, per ripianare i bilanci. Il 32% degli enti pubblici in dissesto sono in Sicilia e l'altro 22% in Campania.
Poi, andiamo a vedere altri tipi di interventi che sono stati fatti e prendo solo quelli degli ultimi due o tre anni. Parto da "Resto al Sud": 1,5 milioni per i giovani dai 18 ai 55 anni. Se un giovane a 55 anni non ha ancora aperto un'impresa, non so per quale motivo gli devono dare questi soldi. "Nuova Sabatini": 60 milioni. Credito d'imposta al 20% per quanto riguarda la Campania, la Basilicata, la Sardegna e la Calabria, eccetera. Le Zone Speciali, assessore Marcato, le ZLS che sono state date al Meridione e anche qui credito per 100 milioni.
Non parliamo poi dei fondi europei: Just Transition Fund, Fondo di coesione economica, uno da 2 miliardi per l'acciaieria di Taranto; gli FSC, Fondo sviluppo e coesione, che sono in totale in Italia 73,5 miliardi, di cui 58 al Meridione; Fondi strutturati dati dal 2021 al 2027, 42 più 40 cofinanziati dallo Stato, 82 miliardi in totale, di cui 54,2 miliardi al sud; 200 milioni per gli impianti fotovoltaici, di cui l'80% viene dato al sud; decontribuzione e sgravi della contribuzione per quanto riguarda le regioni del sud come Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Continuando con il PNRR, dei 191,5 milioni che vengono dati il 40% va al sud. Next Generation EU, risorse del REACT-EU, misura molto amata dagli ambientalisti, di 14,4 miliardi 9 vanno al sud.
Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della secessione dei ricchi, dell'autonomia che viene data a questa Regione. A me viene in mente sempre quel manifesto caro a noi della Lega, che io ho ancora in casa attaccato in taverna, della gallina dalle uova d'oro, se vi ricordate, la famosa gallina dalle uova d'oro. Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della paura di questi Governatori, di questi Sindaci, di questa classe amministrativa del meridione di essere scoperta e di non essere in grado di spendere questi soldi. Questi soldi non hanno creato nessun tipo di sviluppo, hanno creato solo un'economia legata agli stipendi fissi di dipendenti pubblici, i famosi forestali della Sicilia. Ricordate i 400 del Veneto rispetto ai 20.000?
Sono stati spesi, come qualcuno ha detto, non per investimenti in imprese, in sviluppo di quei territori, in infrastrutture, ma per le sagre di paese, per gli stipendi dei dipendenti pubblici, per la corruzione atavica dovuta alla presenza magari della criminalità, purtroppo, in questi luoghi. Mi viene in mente sempre il film di Zalone quando parlo di queste cose. Forse, se qualcuno se lo rivede, magari capisce come funzionano queste cose.
Parliamo dell'incapacità di essere autonomi anche di questi amministratori delle Regioni a Statuto speciale, che hanno avuto in questi decenni, dall'Unità d'Italia in poi, centinaia e migliaia di miliardi che non sono stati spesi, ma sprecati. La paura che hanno loro, dal punto di vista politico, è proprio quella di essere scoperti e che l'autonomia che viene data loro, soprattutto alle Regioni meridionali o alle altre che non hanno avuto la menzione di Regioni speciale venga tolta. Hanno paura di essere scoperti. È una classe politica incapace di governare il proprio Paese.
L'autonomia che noi stiamo portando avanti è una responsabilità che viene data agli amministratori. Se gli amministratori del Veneto sono più capaci rispetto agli altri, vuol dire che qualcosa ci sarà.
Siccome il mio tempo è quasi scaduto, vorrei ringraziare il presidente Zaia per aver portato avanti questa battaglia con il referendum. Ricordo agli amici del PD che hanno votato tanti veneti quel 17 ottobre del 2022, di ogni credo politico.
Ringrazio il nostro segretario Matteo Salvini e soprattutto il nostro inossidabile ministro Calderoli, che è riuscito a portare a termine questa battaglia sull'autonomia. Naturalmente grazie ai nostri senatori e ai nostri deputati di tutti gli schieramenti, anche degli alleati, che hanno naturalmente votato questa legge, che ha portato e porterà un cambiamento nello Stato centrale e sicuramente porterà nei nostri territori tutto quello che ci aspettiamo da tanto tempo.
Se volete fare il referendum per abolire l'autonomia, fatelo pure. Non abbiamo paura di questo referendum. Sono trent'anni che lottiamo per portare a casa questo risultato. Penso che l'autonomia non sia un punto d'arrivo per questa Regione. È un punto di partenza, è un punto di partenza verso altro. Questo è il punto minimale.
Volete darcela, non volete darcela. Fate il referendum, vi aspetteremo nelle piazze.
PRESIDENTE
Bene.
Sospendiamo qui la Seduta. Ripresa lavori alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 13.08
La Seduta riprende alle ore 14.49
PRESIDENTE
Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Ho una lista nutrita di colleghi che intendono intervenire.
Ha chiesto la parola la collega Francesca Scatto. Prego.
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Mi dispiace intervenire nella parte post-prandiale, perché ho perso un po' di verve. Anche se oggi è una giornata in cui difficilmente si perde la verve. Mi sarebbe piaciuto che ci fosse in Aula la capogruppo Camani, perché volevo esprimere sia a lei che a tutto il gruppo del PD la mia solidarietà per questa triste vicenda che li ha coinvolti, che si chiama "autonomia".
Voglio ringraziare il collega Zecchinato per aver proposto questa legge e sottolineare, affiancandomi a quanto precedentemente sostenuto dal collega Favero, che questo PDL riguarda l'autonomia, ma afferisce molto più strettamente e coerentemente a un tema che riguarda la cultura. Non mi pare, a meno che io non abbia preso un abbaglio, di aver letto nell'articolato affermazioni che vanno a toccare "autonomia sì", "autonomia no", ma proprio per mantenere vivo nei veneti quello che già è molto presente e molto vivo, ma che ci porta a parlare di autonomia come cultura.
Ve lo dico: il concetto di autonomia, per definizione, si sostanzia nella capacità di un soggetto, che può essere individuale o collettivo, di dare a se stesso delle leggi che ne regolano il comportamento. Pertanto, ciò che io non capisco, e che sottolineo nuovamente nel dare solidarietà ai colleghi del PD, è questa maniacale paura nei confronti dell'autonomia. L'autonomia, come diceva la capogruppo Camani, noi non la intendiamo ‒ e cito il virgolettato ‒ come soldi che restano in Veneto. Non riguarda questo. Non è una questione di soldi. È una questione di Amministrazione. Anzi, direi di più: è una questione di buona amministrazione.
È stato chiamato in causa anche l'articolo 5 della Costituzione, che parla di responsabilità, di riconoscimento, di promozione presso le Autorità locali, al quale devono adeguarsi i princìpi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Non è, quindi, un concetto caro soltanto a noi. È un concetto che parla di decoro, che parla di onore, che parla di buona amministrazione. Chi la teme così tanto mi fa sorgere spontanea una domanda: non sarà veramente una paura per il fatto che possano venire a galla tutte quelle Amministrazioni che non sono state e non sono in grado di gestire questa autonomia per il bene dei propri concittadini?
Leggo l'affermazione della Presidente della Regione Sardegna: "Noi siamo una Regione a Statuto autonomo non soltanto perché lo hanno detto i padri costituenti, ma perché eravamo particolarmente poveri, perché siamo un'isola, perché abbiamo delle necessità legate alla nostra collocazione geografica. È assurdo, visto che il bilancio dello Stato è un vaso unico, non capire che se si prendono risorse in più si sottraggono a chi ne ha più bisogno, e noi ne abbiamo bisogno proprio perché siamo speciali". Mi viene da dire: certo che siete speciali, ma di una specialità che riguarda una categoria che non sa fare.
Quando si dice che vengono tolti i soldi dal bilancio vuol dire che non si è capito che cos'è l'autonomia, che parla, tutto sommato e comunque sempre, di solidarietà. Della serie: i soldi, comunque, nel bilancio dello Stato li mettiamo sempre noi, a vantaggio sempre di chi ne ha più bisogno. Scusate se abbiamo la pretesa, rispetto ai soldi che vanno nel bilancio, messi dalle Regioni più conformanti, più brave, che sanno amministrare meglio, di vedere anche dove vanno. Così non è possibile.
Il discorso dell'autonomia, quindi, è un discorso di responsabilità, che va a toccare la responsabilità. Nessuno vuole sfaldare l'Italia, nessuno vuole che ci sia la Regione ricca e la Regione povera. Vogliamo solo che tutte le Regioni siano dotate delle stesse possibilità.
Però, scusatemi. Quando io sento dire, parlando del popolo veneto, che siamo anche i soliti cialtroni che pensano solo a lavorare, che tralasciano la parte della cultura perché, invece, è dominio di qualcun altro, non mi sta più bene. Mi dispiace che non sia in Aula la capogruppo Camani, che con così tanta veemenza si è scagliata contro questo Consiglio. Lo ribadisco: contro questo Consiglio. In buona sostanza, ci ha dato delle "pecore" che sottostanno a logiche che non appartengono al Consiglio. Ma chi l'ha detta questa cosa? Ma come si permette, lei, che fa parte del partito che ha votato a favore dell'autonomia, che l'ha poi impugnata, che adesso vorrebbe addirittura fare un referendum, di dare a noi dei "cialtroni". Guardi a casa sua.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Corsi, prego.
Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Oggi sono stato attento e ho ascoltato i vari interventi. Abbiamo sentito di tutto e di più, anche bellissimi dati che ha sfornato il nostro capogruppo Pan, dove si sono visti, in modo molto chiaro, i milioni di euro che vengono spesi in certe zone del territorio e che, purtroppo, lasciano ancora quei territori in una situazione inaccettabile. Questo viene dimostrato quando, soprattutto all'estero (ultimamente sono stato in Spagna), si vedono zone, come Pamplona o Bilbao, che da oltre quarant'anni godono di un sistema di autonomia, che hanno saputo trasformare questi territori che fino a 10-15 anni fa erano territori arretrati e che oggi, rispetto a tante zone nostre italiane, dimostrano la massima efficienza, sia in ordine sia in infrastrutture sia in collegamenti sia in strade e quant'altro. Questo dimostra che, se si hanno le risorse e si sanno spendere bene, si portano grandi risultati al territorio e ai cittadini.
Lì abbiamo addirittura un'autonomia molto spinta. Dovete pensare che a Bilbao, ad esempio, un giocatore non può far parte di una squadra di calcio se non è residente nel territorio di riferimento. Non è possibile giocare nella squadra del Bilbao se non si è della zona. Questo fa capire l'estremità del sistema, l'eccesso dall'altra parte.
Sarebbe giusto che noi Consiglieri ci rendessimo conto, magari nel corso di una visita, degli effetti che ha portato questa autonomia da oltre quarant'anni in questi territori, che ha dato risorse a territori che ‒ ripeto ‒ fino a poco tempo fa erano arretrati.
Noi abbiamo un Paese spaccato in tre. Abbiamo un Sud Tirolo, il nord dell'Italia, dove addirittura cambiano le funi delle funivie quando non è necessario, perché devono impegnare le risorse; danno contributi per mettere i gerani sulle finestre delle case private; aiutano, con oltre il 50 per cento, le imprese del territorio, a discapito anche delle nostre, per l'acquisto di macchinari e di tecnologie; chi ha figli ottiene contributi importanti, perché ritengono sia giusto alimentare la famiglia e il territorio; le strade sono senza buche, perché le asfaltano fino ai masi, a oltre 2.500 metri.
E poi abbiamo, appena sotto, il Veneto. Basta andare nelle città per vedere quante difficoltà hanno oggi i Comuni a tenere in ordine i cigli stradali, le buche sulle strade, a posizionare i lampioni, tutta una serie di interventi che i cittadini pretendono: difficilmente, a volte, capiscono che non è colpa del singolo Comune, perché il Comune fa le cose se ha le risorse, e non comprendono che le tasse che paghiamo, per la stragrande maggioranza, vanno a gestire il sistema romano e non vengono impegnate a favore dei territori e dei cittadini.
Abbiamo un territorio come la Sicilia, ad esempio, che ha debiti spaventosi. Addirittura, paghiamo, tramite lo Stato, le perpetue nelle chiese, mettiamo a disposizione, sempre pagato dallo Stato, nelle sedi dei sindacati del personale. C'è un mondo completamente diverso, dove tu vai e trovi infrastrutture con le quali per girare l'isola da un punto all'altro ci vogliono, ad esempio in treno, addirittura tredici ore. Vai dall'altra parte del mondo in tredici ore. A volte manca l'acqua e i ponti ‒ a un certo punto ho avuto anche paura ‒ hanno ferri arrugginiti che escono dalle armature.
È un Paese disastrato. Nessuno fa niente e mangiano migliaia di risorse. Noi abitiamo in un territorio dove abbiamo un sistema economico che sta anche pagando perché non ci sono le infrastrutture adatte, perché non ci sono i collegamenti adatti, perché non abbiamo le risorse per fare le strade, perché ci sono tutta una serie di situazioni per le quali oggi un sistema globalizzato diventa penalizzante. Oggi, se non sei in grado di essere competitivo, diventa penalizzante. Il sistema economico è strategico per le nostre aziende, ma è strategico anche per tutto il sistema politico.
Si chiede di avere una certa autonomia, ma io mi spingerei anche più in là. Mi domando sempre perché non abbiamo fatto una proposta perché tutta Italia diventasse come il Friuli, come il Trentino, come la Valle d'Aosta o come la Sicilia. Perché non potevamo diventare tutti uguali? C'era un tempo dove, addirittura, vi parlo, ad esempio, di Livigno, hanno dato l'esenzione dell'IVA perché in quel tempo quel paese era collegato solo alla Svizzera e lo raggiungevi solo da quella meta. Per tenerlo attaccato al nostro Paese, all'Italia, diedero questo vantaggio. Ma sono passati cinquant'anni, sessant'anni. Oggi non ha neanche più senso. Cambiano le cose. Eppure, in Italia, spesso e volentieri, le cose non cambiano mai, rimangono sempre uguali. Mi domando: perché oggi un paese come Livigno deve essere diverso dagli altri?
Facciamo come in tanti altri Paesi, cominciamo a realizzare in alcune zone, magari quelle un po' meno sviluppate, l'esenzione IVA, in modo da poter portare le aziende straniere a investire, portare reddito e dare posti di lavoro. Questo sarebbe un ragionamento intelligente, cosa che, ad esempio, hanno fatto altri Paesi, come la Bulgaria e tanti altri Paesi del nord-est Europa, che hanno messo queste agevolazioni per cercare di attirare addirittura le imprese italiane o, come facevano la Spagna e altri Paesi, addirittura sui cinesi, dove se uno avesse investito una certa quota avrebbe avuto delle detrazioni importanti e addirittura il doppio passaporto, pensate voi.
Credo che oggi, in un sistema italiano, avere regole uguali per tutti sia fondamentale. Devono smetterla quei partiti che quando sono qui sul nostro territorio parlano in un certo linguaggio e quando si trovano alla Camera, magari, votano e si comportano in maniera completamente diversa. L'autonomia è una cosa che fa bene a tutto il sistema Italia, in primis perché darà la possibilità a quelle Regioni che hanno le capacità di spendere e hanno la capacità di amministrare bene di avere qualche risorsa in più da spendere sul territorio a favore dei cittadini e, magari, renderà una certa responsabilità verso quelle Regioni che fino adesso hanno mangiato milioni di euro e non hanno portato quelle risposte che quei territori si meriterebbero.
L'Italia è bella, è bello anche il sud, e avrebbe grandi potenzialità di sviluppo. È il sistema che non funziona. Finché continuiamo ad alimentarlo e a sostenerlo non cambierà mai. Questa è la realtà. Ecco perché è necessario arrivare a un cambiamento del sistema, che, secondo me, deve arrivare ancora più spinto. Dico un'altra cosa: speriamo che arrivi quell'autonomia che tutti ci attendiamo e che segua l'indirizzo e la volontà di questa Regione delle scorse legislature, quando, con grande responsabilità, ha avuto il coraggio di indire un referendum e di pagarselo. È costato 4 milioni di euro quel referendum. È stato costretto, come si è detto, a doversi fare una tessera, perché non gli è stato permesso neanche di poter andare a votare insieme alle elezioni che lo Stato promuove e di poter sfruttare i meccanismi, che sarebbe costato molto meno e avrebbe avuto anche delle garanzie in più e magari anche un consenso maggiore.
Speriamo veramente di arrivare a un sistema autonomo che permetta, come ho detto prima, e chiudo, di dare maggiori risorse e di responsabilizzare un po' di più quelle Regioni che stanno facendo tuttora milioni di euro di debito non offrendo il giusto servizio ai loro cittadini.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Giacomin, prego.
Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
La discussione si è protratta, quindi cercherò di essere breve. Solo per esprimere il mio assenso alla proposta del collega Zecchinato, il mio totale supporto. Quello dell'autonomia è un percorso, non è un flash, non è un obiettivo raggiunto che segniamo. È l'avvio di un processo, cominciato tanto tempo fa, che ha visto con il referendum, svolto anche qui nel Veneto, un grande consenso trasversale. A questo punto, chiedo ai colleghi del centrosinistra, del PD in particolare, di fermarsi un minuto ed evitare quell'atteggiamento schizofrenico che un po' li caratterizza.
Un paio di anni fa, il capogruppo del PD, l'ormai ex collega Possamai, nel corso di una discussione rappresentava tutto il suo favore nei confronti dell'autonomia, diceva di essere andato a votare e di aver votato "sì".
Ci troviamo, adesso, con l'attuale capogruppo del PD, che, invece, ritiene sia una sciocchezza o il male assoluto. Di giorno in giorno sui titoli di giornali leggiamo "spacca l'Italia" oppure "è una banalità". Dobbiamo capirci: o spacca l'Italia e, di conseguenza, è una riforma che va nel profondo, vista da un certo punto di vista in maniera negativa, o è una banalità, cioè un pannicello caldo che nulla osta. Credo non sia né l'uno né l'altro, ma un gradino su una scala. I processi democratici, piaccia o non piaccia, sono lenti, ma se avvengono nel corso della storia in qualche modo sono inesorabili.
Penso alle due Regioni che godono della maggiore autonomia, il Trentino-Alto Adige e la Sicilia. Il loro percorso storico che le ha portate a quel livello di autonomia è stato anche pregno di qualche violenza. La Lega ha evitato questa violenza. La Lega si è avviata in un percorso assolutamente democratico, di confronto, certo più lungo, certo più difficile, che, però, porterà a questo obiettivo, un obiettivo che credo sia assolutamente indispensabile per il nostro territorio e sicuramente agognato, sia per ragioni di carattere storico che di opportunità economica.
Ringrazio anche il collega Favero, che ha fatto un excursus storico impeccabile.
Tuttavia, chiedo a quest'Aula chi sono i veri progressisti e chi sono i veri conservatori. Ho l'impressione, in questa situazione, che i conservatori siano quelli che, per opportunità del momento, perché vedono l'avversario nell'altro campo, pretendono di sigillare la storia in un certo momento. I progressisti sono quelli che, invece, hanno il coraggio di caricarsi sulle spalle un processo lungo, difficile, che trova, a volte, avversari nel proprio campo e alleati nel campo avversario. Credo che questo elemento non vada disconosciuto.
Alla fine, la storia determinerà il suo corso. L'essenza di essere veneti, concetto ormai diffuso, non legato esclusivamente ai natali che uno ha avuto, credo sia un elemento importante. Il concetto, che negli anni scorsi abbiamo visto anche in economia, di globalizzazione si deve coniugare con le radici che un popolo ha. Altrimenti vediamo quali sono i risultati di situazioni ibride, di "popolazioni Frankenstein" che non hanno più un'identità, non sanno più da dove vengono e non sanno più dove devono andare. Credo che questo percorso debba essere fatto.
Anche il linguaggio deve essere cambiato. Faccio un esempio. Quando sento parlare di premierato ed evocare, quasi fosse un preludio, un elemento dittatoriale, penso a quanti Paesi della nostra democratica Europa sono retti da premierati ben più pregnanti e ben più forti della riforma che sembra voler essere portata avanti nelle Aule del nostro Parlamento.
Di conseguenza, quello che dobbiamo conservare sono le radici democratiche, non avere la paura di confrontarsi. Voglio stare nel tema. La giornata serve ad avere un momento ufficiale di confronto e di sensibilizzazione sul tema dell'autonomia.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
La parola al collega Rigo. Prego.
Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente. Buongiorno a lei e ai colleghi.
Innanzitutto, ringrazio il collega Zecchinato per aver presentato questo progetto di legge. Io sono d'accordo su una cosa che ho sentito, solo su una cosa che ho sentito dall'opposizione: in Italia, in questo momento storico, tutti parlano di autonomia. Ognuno ha la ricetta perfetta e tutti parlano di autonomia. Credo sia un grande merito politico della Lega se l'autonomia è al centro del dibattito politico nazionale. Io mi sono avvicinato alla Lega a fine anni Novanta, ero giovanissimo, erano ancora i tempi in cui la Lega parlava di indipendenza. Quella fase non fu assolutamente folcloristica e non fu assolutamente banale.
Nel 2001 ci fu la modifica del Titolo V della Costituzione, che prevedeva ulteriori forme di autonomia per le Regioni. Credo sia stato fatto da un Governo di centrosinistra proprio per placare quelle spinte indipendentiste che, in quel momento storico, erano particolarmente forti. Poi ci furono anni di buio, anni in cui qualche Governatore provò ad andare con il cappello in mano a chiedere a Roma l'autonomia, ma riceveva costantemente "picche".
Nel 2014 la grande intuizione del presidente Luca Zaia fu quella di indire un referendum, che fu impugnato dall'allora Governo Renzi e che la Corte costituzionale, con una storica sentenza, invece, riteneva assolutamente legittimo. Di lì si passò alla giornata storica, quella a cui è dedicata questo progetto di legge, il 22 ottobre 2017: più di 2,2 milioni di veneti andarono a votare per l'autonomia.
Passarono anni e Governi, in particolare di centrosinistra, e non si fece niente. Con l'avvento del Governo di centrodestra nel 2022 e con l'impegno del Governo e del ministro Calderoli si è portata a compimento l'autonomia ed è diventata legge dello Stato, grazie all'impegno della Lega, grazie all'impegno del ministro Calderoli, grazie all'impegno del Governo, visto che era una promessa e un impegno che si era preso in campagna elettorale, e grazie al presidente Luca Zaia, che ha contribuito in maniera fondamentale con la sua determinazione, con la sua capacità amministrativa e con il suo carisma politico. Non a caso, abbiamo chiesto a gran voce negli scorsi mesi il terzo mandato. Riteniamo che il presidente Luca Zaia, che è stato così fondamentale nel percorso della autonomia, sia la persona più indicata per mettere a terra per i veneti questa autonomia.
È un progetto di legge importante, un progetto di legge utile, interessante per promuovere una legge, quella dell'autonomia, che, piaccia o non piaccia, fa parte della nostra storia politica recente.
Ringrazio di nuovo il collega Zecchinato. Il mio auspicio è anche che questa legge, ne parlavo prima con il collega Bet e con altri colleghi, possa entrare nelle nostre scuole e nei nostri istituti scolastici, perché ritengo importante che i nostri ragazzi studino la storia del Veneto. L'autonomia è una parte importante della storia moderna del Veneto. È stato un percorso lungo, un percorso faticoso, quindi credo sia importante promuoverlo anche nelle scuole.
Spiace constatare che dall'opposizione ci siano poche idee, ma ben confuse: un giorno si sente parlare di autonomia come secessione dei ricchi, un giorno si dice che spaccherà l'Italia, un altro giorno ancora si dice che è una scatola vuota che non serve a niente. Abbiamo visto le prese di posizione, l'hanno ricordato prima alcuni colleghi, come quella, assolutamente singolare, del presidente Bonaccini, convinto autonomista, che ha iniziato il percorso dell'autonomia insieme a Zaia. Il presidente Bonaccini, evidentemente, è andato al cospetto del segretario Schlein, gli sono stati mostrati gli strumenti di tortura e un posto all'Europarlamento e ha preferito abiurare sull'autonomia a favore del posto fisso.
Un'altra posizione assolutamente scandalosa è quella del presidente della Sardegna, Todde, secondo la quale i veneti sono ricchi grazie ai soldi ricevuti dalla Sardegna. Credo che questa sia un'offesa per tutti i veneti. È vero che la Sardegna era una regione povera ed è vero che uno dei motivi, probabilmente, per cui è stata data l'autonomia alla Sardegna è il fatto che fosse una regione particolarmente arretrata, però, badate, il Veneto non è stato da meno. In Veneto ci sono state guerre e distruzione. Sul territorio Veneto si sono combattute le guerre di indipendenza, si è combattuta la Prima guerra mondiale, ci sono stati i bombardamenti nella Seconda guerra mondiale. Il Veneto ha visto morte, fame e devastazione. Molti veneti sono stati costretti a emigrare, ad andare in giro per il mondo, non a rubare, non a delinquere, ma a lavorare. Sono andati anche in Sardegna a lavorare, sono andati in Sardegna a rendere fertili territori che prima erano paludi. Se ci sono aziende agricole all'avanguardia in Sardegna è anche grazie all'impegno dei veneti.
Auspico che ci sia una presa di distanza da parte dei colleghi dell'opposizione da queste dichiarazioni scandalose.
Concludo, Presidente, ringraziando tutti quelli che hanno lavorato alla stesura di questo testo, in particolare il primo firmatario Zecchinato. Credo che la giornata di oggi dimostri ancora una volta che da questa parte c'è una maggioranza che vuole portare avanti convintamente il percorso dell'autonomia, mentre dall'altra c'è un'opposizione che sul tema dell'autonomia continua a tradire i veneti.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei, collega Rigo.
Ha chiesto la parola il collega Bet. Prego.
Roberto BET (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Questa legge presentata dal collega Zecchinato è pericolosa, quasi sovversiva, perché come reazione ha avuto quella di un gruppo di minoranza, la sinistra, che non la voleva neanche portare all'ordine del giorno in questo Consiglio. Quindi, siamo di fronte a un progetto di legge che, a dire di una parte di questo Consiglio regionale, pone problemi molto pesanti.
Effettivamente, per una giornata l'anno prevedere per legge che si parli di autonomia in Veneto per molti di voi è un pericolo, è un rischio altissimo, perché vuol dire affrontare veramente e seriamente una riforma che da anni il Veneto e i veneti si aspettano.
La reazione che ha avuto il centrosinistra, dicendo "non la portiamo nemmeno in Consiglio regionale", è frutto di una concentrazione di contraddizioni che si sono ripetute in questi anni, dal 2001 a oggi. Prima il buon Marzio Favero ce l'ha ricordato. Nel 2001 la riforma che oggi stiamo cercando di attuare è stata voluta dal centrosinistra. Quindi, ha avuto una matrice di centrosinistra la riforma autonomista che abbiamo nella nostra Costituzione.
Salvo, poi, arrivare in Consiglio regionale in Veneto e bocciare la legge sul referendum; salvo poi, il Governo Renzi, impugnare la legge regionale sul referendum; salvo, poi, mettersi contro addirittura la realizzazione e l'esecuzione del referendum (non ci hanno dato neanche le tessere elettorali per poter votare). Una volta che abbiamo votato, che la maggioranza dei veneti si è espressa, è partita un'altra ondata di contraddizioni: "ci vuole una legge nazionale per applicare il referendum". Allora il ministro Boccia ci ha fatto una testa grande così dicendo: "Ci vuole la legge, sennò non andiamo avanti".
Cambiano i Governi. Arriviamo al nuovo Governo, arriviamo a Calderoli e, caspita, la legge è stata approvata. Vi è andata male anche a questo giro. Pensavate di riuscire a fermarla in Parlamento, ma non ci siete riusciti.
Oggi c'è una legge nazionale che disciplina in maniera puntuale, quasi passo-passo, la possibilità di trasferire tutte le materie. Quando abbiamo fatto il referendum in Veneto abbiamo fatto riferimento alla norma della Costituzione che fa riferimento a tutte le materie. Avete tentato anche di dire "facciamo solo cinque materie, ci accontentiamo di tre o quattro materie, facciamo una cosa easy", eccetera, perché avete capito che, probabilmente, il popolo veneto l'autonomia la voleva veramente. No. Le materie sono 23 in totale e fino in fondo la battaglia sarà per arrivare a portarle a casa tutte quante.
Voglio aggiungere una precisazione. Si dice che la legge Calderoli non tocca gli aspetti finanziari. No. La legge Calderoli agli articoli 4, 5 e 9 disciplina le intese e fa riferimento esattamente al trasferimento di risorse finanziarie che il Governo deve dare, insieme alle risorse umane, insieme alle strutture, insieme a quello che serve, per esercitare le funzioni e le competenze che ci spettano.
Quindi, è una legge che tocca la materia finanziaria. Per questo questa legge, se qualcuno pensa di fare un referendum, penso ‒ e non credo di sbagliarmi ‒ sarà dichiarata inammissibile, perché tocca materie tributarie. Non possiamo fare un referendum su queste materie.
Un altro passaggio che mi è piaciuto, che ho sentito in quest'Aula, è che noi veneti siamo stati quelli che nella storia della Repubblica italiana hanno portato avanti le grandi riforme. Le grandi rivoluzioni che ci sono state in Italia sulla sanità, sul sociale, su tantissime materie le hanno portate avanti dei veneti. È vero. Aggiungo anche che se le Regioni d'Italia sono state costituite, se sono partite nei primi anni Settanta è stato grazie a un presidente del Consiglio vicentino, Mariano Rumor, che per primo è partito con il processo di trasferimento delle competenze, e a un trevigiano di Monastier, il ministro Eugenio Gatto, che ha trasferito puntualmente materie e personale, ha fatto un lavoro certosino, incredibile, nei primi anni Settanta, per far partire le Aule dove noi stiamo lavorando, dove continuiamo a produrre leggi, dove continuiamo a dare risposte ai nostri cittadini.
Nel 2024 abbiamo il trevigiano Luca Zaia, che porta avanti una grande riforma per l'autonomia, e abbiamo un bergamasco, Calderoli, che realizza la legge per l'autonomia. Ricordo che Bergamo era terra veneziana della Repubblica di Venezia.
Come vedete, la storia veneta ritorna sempre e dimostra che le nostre intenzioni, le nostre intuizioni sono sempre le migliori e vanno anche ascoltate.
La giornata dell'autonomia risponde anche a quell'1,8% di veneti che hanno votato contro durante il referendum. Insieme a loro ci sarete voi, ci sarà il Presidente della Campania, ci sarà la Presidente della Regione Sardegna.
Voglio citare una legge. Permettetemi questo passaggio sulla legge sull'autonomia di Calderoli. Faccio un riferimento agli amici sardi, che spero mi ascoltino. Guardate, amici sardi, che, se verrà abrogata questa legge, toglieremo dall'ordinamento giuridico del nostro Stato un passaggio in cui lo Stato si impegna a individuare misure che concorrano a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità, promuovendo il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale per tutte le isole, le forme di fiscalità di sviluppo, la perequazione infrastrutturale e la tutela degli ecosistemi nell'ambito delle risorse compatibili con i saldi di finanza pubblica.
Quindi, presidente Todde, se lei è contraria a questa legge, lei è contraria alla perequazione fiscale a favore della Sardegna, lei è contraria a una fiscalità di aiuto alla Sardegna, lei è contraria agli investimenti infrastrutturali sulla Sardegna. Prendiamo atto anche di questo. È giusto che i sardi sappiano con chi hanno a che fare.
Questa possibilità di racconto, che verrà sancita almeno un giorno all'anno, il 22 ottobre, è una grande opportunità per smentire e per raccontare la verità ai nostri cittadini su cosa voglia dire "autonomia". Sarà l'opportunità, per l'accademia, per le università, per gli studiosi, per chi è a favore e per chi è contrario, di confrontarsi su questi temi, riuscendo a dimostrare che il percorso dell'autonomia, che noi stiamo faticosamente portando avanti, è l'unica soluzione che abbiamo per far crescere questo Paese, per uscire dalla palude del centralismo, degli sprechi, del medioevo che continua a esserci in questo Paese.
Se, invece, daremo voce e corso a quelli che vogliono abrogare questa legge con il referendum, faremo esattamente quello che la collega Camani si preoccupava potesse accadere: l'indipendenza e la secessione del Veneto. Se togliamo la possibilità ai veneti di avere la loro autonomia, l'effetto sarà centrifugo. Cercheranno di usare altri strumenti, altre modalità per uscire da questo stato. Se il popolo veneto, che chiede l'autonomia, non viene ascoltato, dovrà trovare altre strade e altre modalità per esprimere una legittima richiesta, che deve essere, secondo me, riconosciuta, perché la stessa Costituzione la riconosce. Tant'è che l'articolo 5 della Costituzione ‒ anche questo citato ‒ dice che si riconoscono le autonomie. La Costituzione riconosce le autonomie, non "costituisce" le autonomie. Non è che dopo la costituzione della Repubblica sono nate le autonomie. Le autonomie c'erano prima della Repubblica italiana e vanno riconosciute e tutelate.
Complimenti, collega Zecchinato. Non è una riforma sovversiva. Anzi, è una legge talmente semplice che fa perfino paura.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Bozza, prego.
Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Non intervengo sulla storia, sul percorso che ha portato a questo, come qualche collega ha giustamente e legittimamente in quest'Aula manifestato, esponendo anche le convinzioni, le ideologie e i percorsi che hanno portato a questo progetto di legge e anche alla giornata che questo progetto di legge prevede, ma soprattutto a un risultato che, a nostro modo di vedere, è storico, ossia quello di aver approvato l'autonomia a livello nazionale, guarda caso grazie a un Governo di centrodestra.
Non sto qui, adesso, a elencare chi ha contribuito di più e chi ha contribuito di meno. Non stiamo parlando dell'autonomia, non stiamo parlando della procedura che sta iniziando e che deve ancora avere il suo percorso nella fattiva realizzazione dell'autonomia per il Veneto a livello nazionale. Stiamo parlando di una proposta di legge. Io rispetto tutte le proposte di legge. Possono piacere così come non piacere. Se ne discute, si parla, si vota e, alla fine, si decide.
Credo che la proposta di legge del collega Zecchinato sia legittima e possa essere legittimo discuterla in quest'Aula e avere anche la possibilità di confrontarci su visioni differenti, divergenti, oppure convergenti. Il tentativo da parte di qualcuno in questa giornata di distogliere l'attenzione credo sia sbagliato e non faccia un servizio corretto non solo rispetto all'intendimento di chi è arrivato a proporre l'autonomia e ad approvarla a livello governativo e neppure, dall'altra parte, al collega Zecchinato, che ha un presupposto completamente differente.
Condivido molti dei passaggi che il collega Favero ha fatto sulla storia, sull'approccio filosofico e anche sull'atteggiamento di sostanza, di essere un momento anche di confronto sincero, leale e concreto. È anche un'opportunità che forse questa proposta di legge può dare. Poteva essere uno strumento diverso? Certo. Poteva essere uno strumento a costo zero? Altrettanto certo. Il proponente, però, ha scelto di avviare un percorso di questo genere.
Il nostro Gruppo, Forza Italia, proprio in questo Consiglio ha depositato la prima proposta grazie al consigliere Carlo Alberto Tesserin (ce lo ricordiamo), che ha voluto nel simbolo delle elezioni regionali la dicitura "Forza Italia - Autonomia per il Veneto", che ha visto un atteggiamento sempre di estrema responsabilità e anche moderazione nell'affrontare il tema dell'autonomia differenziata, che abbiamo sempre sostenuto essere l'unica strada concreta e plausibile per arrivare all'obiettivo. Con consapevolezza e responsabilità abbiamo portato avanti con serietà questo tipo di approccio, e ancora oggi continuiamo a portarlo avanti, nella convinzione che l'autonomia sia sicuramente un'opportunità per il Veneto e per il Paese e non sia certamente uno strumento che spacca o divide l'Italia. Però dobbiamo essere altrettanto sinceri e onesti nel dire che è un percorso lungo, un percorso che credo sia corretto e giusto affrontare anche in quest'Aula, discutendone, parlandone, confrontandoci.
Credo che questo sia il momento e il luogo del confronto democratico e sia anche il luogo dove portare le nostre esperienze, le nostre convinzioni su un processo sicuramente lungo e impegnativo, ma che deve arrivare al risultato. Dobbiamo anche capire come arrivare al risultato, con quali idee, ma soprattutto con quale metodologia pragmatica dobbiamo essere seri nei confronti dei cittadini veneti e arrivare all'obiettivo.
Con senso di responsabilità abbiamo sbloccato l'iter dell'autonomia di cui stiamo discutendo oggi, per riflesso di una proposta di legge che non ha certamente l'obiettivo di parlare di autonomia in termini procedurali e di riforma nazionale, che è stata sbloccata dal Presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, un certo Nazario Pagano, di Forza Italia, che ha recuperato un iter che era compromesso, che probabilmente non ci avrebbe portati oggi a essere tutti felici per una riforma approvata, ma che ha comunque un percorso ancora lungo.
Il dato di oggi è che il Governo di centrodestra ha portato a compimento l'autonomia; sicuramente c'è qualche forza politica che si arroga il diritto di essere l'esclusiva forza che ha voluto questo. Io credo sia stato un progetto e un percorso politico condiviso in maniera responsabile e in maniera concreta.
La strada che oggi vogliamo continuare a percorrere, con garanzia e responsabilità per il Veneto e per i veneti, ma anche per il Paese, credo sia quella di andare avanti in un percorso che ‒ dicevo ‒ può anche passare da una proposta di legge come questa, può anche passare dalla possibilità di un confronto di filosofia, di forma e di sostanza. In qualche maniera, però, oggi bisogna essere ancora più consapevoli del fatto che quello che dobbiamo portare a casa è un qualcosa di diverso.
È giusto culturalmente e storicamente confrontarci, è giusto che ci siano anche momenti in cui la parte politica decide di avere un rapporto diretto con i cittadini, per informarli del processo di riforma e dello step progressivo di attualizzazione, di attuazione dell'autonomia e anche degli effetti che vengono a crearsi con l'attuazione progressiva. Capire, quindi, se quelle sono le direzioni giuste oppure se ci sono correttivi da introdurre. Credo che oggi il rispetto nei confronti del cittadino vada anche in questa direzione, cioè quella di creare momenti di dibattito, momenti di confronto, momenti di formazione.
Dall'altro lato, credo che l'autonomia non passi solo da un aspetto formale. Credo che l'autonomia passi anche da aspetti sostanziali. Quello che, ad esempio, ha detto il collega Formaggio penso sia l'indicazione di un'opportunità da cogliere. L'autonomia non si fa solo quando ti arrivano i LEP. L'autonomia tu puoi farla anche oggi, su alcuni comparti del nostro sistema regionale che implicano sfide di mercato aperte. Guai a disconoscere la possibilità di quelle che oggi sono le regolamentazioni del libero mercato aperto.
È anche vero che la politica deve scegliere se fare sistema territoriale per cercare di difendere le proprie eccellenze, per cercare di rafforzarsi per poter competere con soggetti più grossi e più competitivi. L'abbiamo vissuto con la fusione AGSM-AIM, dove avevamo rischiato di essere, come sistema Verona, inglobato da Milano. Siamo riusciti a scongiurarlo e abbiamo scelto di portare avanti un sistema veneto.
L'unico sistema veneto che oggi siamo riusciti a portare a compimento è il sistema aeroportuale. Verona sicuramente arriverà a beneficiarne più avanti, però ha fatto una scelta strategica, che era quella di stare nel sistema veneto quando era più facile andare nel sistema lombardo, come qualche forza politica territoriale preferiva fare all'epoca, quando, invece, noi dicevamo che il sistema veneto era l'unica opportunità per non far morire Verona e per dare l'opportunità al Veneto di avere un sistema aeroportuale competitivo nello scenario non solo regionale, ma anche nazionale. Siamo orgogliosi di quella scelta, a differenza di qualche collega che ‒ non mi vergogno a dirlo ‒ preferiva, invece, una scelta diversa. Non regionale, ma una scelta diversa.
Sono assolutamente convinto che bisogna andare nella direzione di fare sistema dove possiamo farlo, indipendentemente dall'autonomia, sul comparto economico e industriale e anche dei servizi per il nostro territorio, per evitare di scomparire, come il collega Formaggio, in maniera sempre simpatica, cercava di spiegare, con una certa enfasi, nel suo intervento.
Chiudo dicendo che noi sosterremo sicuramente questa proposta. Magari avremmo preferito un articolo 3 diverso, ma fiduciosi che questo possa essere portato avanti con serietà, come si diceva prima, con consapevolezza e responsabilità, di creare un confronto concreto e di rispetto nei confronti dei cittadini, che non venga strumentalizzato da qualcuno come l'ennesima spilletta, l'ennesimo spot elettorale, che non ci appartiene né in questa direzione né nei confronti di coloro che, invece, aleggiano lo spauracchio del referendum contro l'autonomia, che non va sicuramente né nell'interesse del Veneto né dei cittadini veneti né, soprattutto, nell'interesse politico responsabile del nostro Paese.
PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Boron. Prego.
Fabrizio BORON (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Il dibattito che si è svolto oggi su un progetto di legge che riguarda unicamente il tema di creare la Giornata della Memoria sul 22 ottobre 2017 si è volto, si è costruito sul tema "autonomia sì-autonomia no", chi la osteggia, chi ne è a favore. Si è volto, poi, anche su ciò che oggi si è sviluppato nel contesto nazionale da parte di alcune forze politiche.
Mi piace ricordare che il 22 ottobre 2017 il contesto di votazione ha visto l'unica vera parola che vale, che non è quella di un partito o di un altro, di un contesto politico o di un altro, su chi ha la paternità dell'autonomia oggi, ma solo del popolo veneto, solo dei cittadini veneti, che sono corsi alle urne con una percentuale bulgara, il 98%, con un'affluenza così alta quasi fosse un'elezione politica nazionale, dando forza a un percorso legislativo che porta all'autonomia di cui oggi stiamo dibattendo. Se oggi ne parliamo ancora dopo tutti questi anni è proprio per quello. Se ci fosse stato un contesto di affluenza o di partecipazione come in qualche Regione a noi vicina, in cui, pur dicendo di essere a favore, i dati di affluenza non sono così importanti, credo che difficilmente oggi saremmo qui a parlarne con forza e determinazione.
Premetto che nel ricordare quella giornata sono d'accordo. Spero, però, che non rimanga un ricordo, come fosse un santo patrono, che tutti festeggiano il giorno della ricorrenza, ma al quale nessuno crede. A me piace pensare che questa ricorrenza possa diventare un santo patrono a cui tutti credono, come quel 98% di cittadini che hanno votato, indipendentemente dalla parte politica, in particolar modo pensando anche al centrosinistra, che in tutti i contesti provinciali, anche della città di Padova, ha dato un mandato forte e chiaro alla Regione e al contesto nazionale legislativo, di portare a casa questa riforma.
Detto questo, entro nel merito di quella che dovrebbe essere e sarà l'autonomia. Ripercorro le parole del collega Bozza appena pronunciate. Mi ha lanciato un'idea, uno spunto l'intervento del collega Formaggio di questa mattina. "Autonomia" vuol dire autorevolezza, vuol dire sapersi governare, vuol dire avere forza di decisione, cioè, avere la possibilità di scelta sul proprio destino e sulle proprie volontà. Dobbiamo sempre capire cos'è volontà e cosa non è volontà. Nel momento in cui vogliamo e abbiamo l'autonomia, in quel momento lì, dovremmo avere il coraggio di dire cosa vogliamo e cosa non vogliamo, se un percorso legislativo in una materia delegata decidiamo di perseguirlo o se decidiamo di non perseguirlo. Su alcuni temi, come oggi a volte succede, su cui già abbiamo la possibilità di incidere e decidere, dimostrando autorevolezza, dimostrando forza di pensiero, alla fine, bisogna anche avere il coraggio di dire "no". Se c'è qualche progetto di legge depositato su cui non si è d'accordo, "autonomia" vuol dire avere il coraggio anche di dire di "no" e di non lasciarlo nelle stanze del Consiglio regionale, facendo finta che non esista. Altrimenti non avremmo la forza di chiedere l'autonomia. Non avremmo la forza perché paragoneremmo lo stesso nostro comportamento a quello che avviene nei palazzi romani.
22 ottobre 2017. Oggi siamo a luglio 2024. Per sei anni ‒ forse anche di più ‒ abbiamo chiesto a Roma di intervenire, di legiferare e di essere consapevole delle proprie scelte e delle proprie decisioni dicendo "sì" o dicendo "no". L'abbiamo chiesto con forza, abbiamo chiesto una responsabilità. Questo, ovviamente, ha portato a elezioni, a un dibattito e poi, fortunatamente, alla scelta di un Governo, con un programma elettorale chiaro, a favore dell'autonomia, che ha portato alla scelta del "sì".
Per avere questa forza lo dobbiamo fare già da oggi sul contesto regionale. Penso ad alcune cose sulle quali mi auguro che tutti i Presidenti di Commissione, gli Assessori e anche il Presidente del Consiglio abbiano la forza di dimostrare fin da oggi che siamo diversi da Roma. Siamo diversi perché non lasciamo per anni un progetto di legge in Commissione, mai messo all'ordine del giorno, perché una richiesta di chiarimenti non ha una risposta, perché un dibattito su un progetto di legge o su un'interrogazione non viene mai portato in discussione.
Il collega Formaggio menzionava quello che lui, in maniera semplicistica, ha descritto come "holding" dei servizi. Ricordo di aver depositato a luglio 2021, pochi mesi dopo le elezioni, un progetto di legge proprio su questo contesto.
Posso capire che a qualcuno non interessi, però io sono rimasto in silenzio e non ho mai parlato quando parlavano gli altri. Il rispetto lo dovete portare anche per i vostri colleghi. Grazie.
Io ho depositato, a luglio 2021, un progetto di legge su questo contesto, un progetto di legge che parlava di holding, e dissi chiaramente: non ho la velleità di pensare che sia perfetto, corretto e giusto, ho solo l'interesse di lanciare un sasso nello stagno della discussione, affinché si possa dibattere di questo tema. Io ne parlo dalla passata legislatura. A luglio 2021 ho depositato un progetto di legge, ma è da anni che va avanti, in un contesto che riguarda, ad esempio, i servizi pubblici essenziali, che in questa regione sono frazionati, deboli e che troppo spesso vedono l'avanzare di gruppi molto più organizzati e molto più forti. Qualche nome è stato fatto. Pensiamo solo al nome che ha fatto il collega Joe Formaggio: Hera Bologna fattura più del bilancio della Regione Veneto. Quando menzionai questo qualche anno fa, fatturava circa un sesto. La forza di questo complesso economico ha reso possibile, ad esempio, piani industriali, piani finanziari per questa azienda di oltre 500 milioni di euro di investimenti in Veneto nel contesto dei servizi. Un piano di investimento quinquennale da 500 milioni, un piano di investimento che la Regione si sogna. È impossibile pensarci.
Il sasso nello stagno era: dibattiamone, discutiamone. Si è d'accordo? Sì. Non si è d'accordo? Si vota contro. Lasciarlo, però, da luglio 2021 depositato e sicuramente notificato tramite le strutture a una Commissione e mai messo all'ordine del giorno ci paragona allo stesso contesto romano che tenterà di insabbiare qualsiasi progetto di legge o iniziativa nell'ambito dell'autonomia. Non possiamo permetterlo. Non possiamo permettere di essere uguali a Roma se vogliamo combattere la burocrazia romana e ottenere l'autonomia, perché ci sarà additata la stessa responsabilità.
Se volete, possiamo anche continuare con gli esempi. La scorsa settimana abbiamo proceduto in Commissione Quinta alla risposta ‒ ringrazio l'Assessore di questo, che era presente e ha chiarito tanti miei dubbi ‒ su quattro interrogazioni che ho depositato in Commissione tra gennaio e febbraio scorso. Sono arrivate a luglio 2024. Penso a un progetto di legge che ho depositato per cercare di dare un segnale di responsabilità, di vicinanza e anche di investimento, se così possiamo dire, al mondo delle Terme. Penso al fatto che è depositato da qualche anno, che ha visto un iter in Commissione e che è stato bloccato il giorno stesso della sua discussione in Commissione da una lettera. Guardo la presidente Scatto. Mi è arrivata una telefonata nello stesso giorno della Commissione per dirmi che era stato bloccato l'iter del progetto di legge, sul quale, poi, ho avuto un incontro – ed è passato un altro anno, nel frattempo – con i dirigenti e con l'Assessore sul tema, dipanando i dubbi legittimi di chi ha la responsabilità di governare. Mi era stato promesso addirittura che nel giro di qualche settimana sarebbe arrivato in discussione. È passato un altro anno e questo progetto di legge è fermo sempre nel solito posto.
Chiedo scusa se ho fatto un excursus di quello che mi riguarda, ma penso che ognuno di voi, anche della maggioranza, come ne faccio parte io, possa riportare qualche esempio personale sullo stesso contesto.
Premettendo che voto a favore del progetto di legge, chiedo: siamo sicuri che un progetto di legge sulla ricorrenza del 22 ottobre 2017 non diventi il santo patrono da festeggiare al quale nessuno crede? Siamo sicuri che il 22 ottobre 2017 venga ricordata come una data certa, seria, a cui tutti noi crediamo? Qui abbiamo dato prova di essere autonomi, nelle scelte e nelle decisioni, nella volontà di dire "sì" e nella volontà di dire "no". Solo in quel momento, quando ci siederemo al tavolo romano chiedendo cosa ci spetta, perché il 98% dei cittadini hanno voluto che l'autonomia venisse applicata, avremo la forza di dire che noi siamo diversi. Altrimenti saremo solo una brutta copia della burocrazia romana.
Grazie a tutti.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
PRESIDENTE
Grazie.
Consigliere Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Mi rallegro innanzitutto per le dotte disquisizioni costituzionali a cui ho assistito oggi. Non sapevo che questo Consiglio fosse così densamente popolato da persone che hanno una cultura costituzionale così forte, così radicata, così profonda da poterci insegnare quali sono gli elementi della nostra Costituzione che vanno nella direzione dell'autonomia come elemento costitutivo.
Premetto che non ho competenze costituzionali. Sono un ingegnere e faccio fatica anche a capire la complessità di uno Stato e la complessità della coerenza di un insieme normativo che possa essere stabile, forte, capace di dare risposte efficaci ai nostri cittadini. Ho chiaro, però, molto chiaro, di cosa hanno bisogno i nostri cittadini e le nostre imprese. Forse prima ancora le nostre imprese, che sono quelle che creano il benessere, che creano quel tessuto, di cui siamo tutti orgogliosi, presente nel nostro Veneto.
L'ho detto tante volte: se dovessi piantare un'azienda, la pianterei qui. Magari mi toccherebbe andare da Joe Formaggio, ma sono sicuro che troverei forniture di qualità. In altre parti d'Italia e in altre parti d'Europa dubito molto che troverei la stessa capacità di risposta da parte del territorio. Di questo siamo tutti orgogliosi e vogliamo preservarlo.
Mi è anche chiaro, però, quali sono i meccanismi con cui possiamo effettivamente tenere competitivo il nostro territorio e tenere competitivi i nostri servizi. Mi è sinceramente dispiaciuto sentire i toni offensivi di questa mattina, che raramente ho sentito nei quattro anni che mi hanno visto presente in quest'Aula, basati su una contrapposizione destra-sinistra, che sinceramente sento estranea, sento non calzante con il tema di oggi.
Sentire il collega Favero dire che fa schifo perché l'ha fatto la sinistra mi ha sinceramente deluso. Una cosa può essere buona o può essere cattiva, possiamo discuterne, possiamo parlarne. Io sono sereno nel parlare di qualsiasi argomento. Dire, però, che una cosa fa schifo perché l'ha fatta la sinistra non è all'altezza del dibattito che mi piacerebbe vivere in quest'Aula. Lo dico con rammarico.
Faccio qualche altra considerazione sul tema dell'autonomia. Torno un attimo indietro, riavvolgo il nastro. Oggi parliamo della giornata dell'autonomia. Poi parlerò in merito a questo. È stato detto che più ne parliamo meno ne capiamo. È testuale, ed è così. Qui noi vogliamo istituire la Giornata e ne parliamo tanto perché ne capiamo poco. Non l'ho detto io, ma un Consigliere della maggioranza. Vi invito, colleghi della maggioranza, a fare una riflessione sulle esternazioni che sono state fatte quest'oggi qui.
Si è parlato di sperimentazione. Sperimentiamo sulla pelle dei cittadini? O siamo convinti di una scelta, e abbiamo le prove che quella scelta crea benessere, crea maggior valore, oppure lasciamo stare. Nessuno ha dubbi che il nostro sistema sia limitato e nessuno è innamorato della centralizzazione del potere, che sia una centralizzazione romana, che sia una centralizzazione veneziana, che sia una centralizzazione di qualsiasi tipo.
Siamo convinti che i meccanismi di confronto, i meccanismi di scambio siano importanti, ma non vogliamo replicare un centralismo romano con un centralismo veneziano, cosa di cui, invece, dubito. Se guardo al ruolo di questo Consiglio e guardo a come vengono prese le decisioni in questa Regione, non vedo quei meccanismi. Il fatto che oggi il Presidente della Giunta regionale non sia presente a parlare di un tema che mi sembra fortemente identitario nella sua politica mi fa capire che non c'è questa disponibilità al dialogo, che non c'è questa cultura dello scambio, del confronto sereno. Una cosa non è sbagliata perché la dico io o giusta perché la dice il mio collega di fronte, che è dell'altra parte. O viceversa. Questo per me è importantissimo.
Sono convinto che la malattia del Paese sia il centralismo, il prendere le decisioni non nei luoghi deputati a prenderle. Ne siamo consapevoli. Cerchiamo delle soluzioni insieme per poter dare risposte ai cittadini.
Lasciatemi dire, però, che le sparate ideologiche che ho sentito oggi mi fanno tremare le gambe all'idea di una giornata in cui andiamo a ripetere le stesse sparate ideologiche. Le celebrazioni previste dall'articolo 2 della legge del collega Zecchinato. Addirittura, è stato detto: portiamolo nelle scuole. Se portiamo nelle scuole alcune delle cose che ho sentito, ragazzi, auguri alla generazione che cresce. Ho sentito sparate ideologiche, luoghi comuni, beceri, sui nostri colleghi italiani di altre Regioni. La nostra identità non si basa sui luoghi comuni, sulle incapacità piuttosto che sui difetti, sui limiti degli abitanti delle altre regioni.
Anche quello che ho sentito dire sulla Presidente della Regione Sardegna mi ha deluso. Io non la conosco, non ho neanche letto cosa abbia detto. Può darsi che abbia detto delle cose sbagliate, ma non la attacco perché è sarda. Posso attaccarla perché ha detto una fesseria. Pensando alla Sardegna, per esempio, sulla mozione sul blocco delle fonti rinnovabili ho molte perplessità. Anche se può rappresentare una parte politica a me vicina, sono molto perplesso. Secondo me, è un errore dal punto di vista della creazione di valore e di benessere per i cittadini della Sardegna, ma non ha nulla a che fare con il suo essere sarda.
Sentire dire queste cose e pensare che queste cose possano essere parte dei programmi educativi dei nostri giovani veramente mi spaventa. Ragioniamoci. Ragionateci a parti invertite. Ragazzi, non stiamo mica parlando di sperimentazioni. Stiamo parlando della sostanza della nostra cultura.
Vorrei richiamare la vostra attenzione su alcuni usi brillanti dell'autonomia di cui già disponiamo. E qui mi sento vicino anche all'intervento che ha fatto il mio dirimpettaio di Fratelli d'Italia, che ha detto cose profonde e condivisibili. I servizi pubblici gestiti in questa Regione sono in larga parte effettuati da imprese che non hanno la sede nel nostro territorio. Questo non per una casualità di qualche costellazione, ma perché non abbiamo mai fatto una politica di difesa del territorio capace di costruire valore, partendo localmente.
Vi faccio un nome su tutti: il Fondo Atlante. La Fondazione Cariparo ha messo 40 milioni di euro senza ottenere neanche un posto in Consiglio di Amministrazione. Il salvataggio delle banche venete è avvenuto tramite un'iniziativa lombarda. Non ho niente contro i lombardi, mi sta benissimo. Come cittadino di Padova, la cui Fondazione ha messo dei quattrini senza ottenere un posto in Consiglio di Amministrazione, mi fa capire che questa autonomia che andiamo a sbandierare in termini così vuoti, in realtà, nei momenti in cui serve, non conta. Sto parlando del 2016, non sto parlando di ere geologiche passate. Gratitudine nei confronti di chi negli anni Settanta ha lavorato agli Statuti, ma siamo molto lontani.
Posso parlare dei poli fieristici, posso parlare della rete elettrica. La rete elettrica gestita in autonomia. Ma di cosa stiamo parlando? Vi posso garantire che sarebbe una sciocchezza colossale.
Mi è sfuggito il tempo, chiedo scusa.
Il rispetto dei cittadini del Veneto non è l'autocelebrazione di una giornata. Qui non si tratta di questo. Mi sembra si faccia entropia: tanto movimento e poco moto. Qui dobbiamo dare delle risposte. Se vi stanno a cuore questi temi, promuoviamo una giornata di studio, chiediamo al professor Bertolissi di fare una giornata di studio sui temi dell'autonomia. Non serve fare una legge per chiederlo al professor Bertolissi. È sufficiente fargli una telefonata e chiedergli cosa ne pensa di fare, dal prossimo anno, un convegno di studi su questo tema.
Facciamo una discussione in Consiglio reale per capire quali potrebbero essere le iniziative. Queste sono le cose che, secondo me, servono.
Chiudo subito, Presidente.
Smettiamola con le giornate. Abbiamo fatto più giornate che anni di Consiglio: abbiamo fatto la Giornata ecologica regionale, la Giornata dei Colli del Veneto, la Giornata del turismo fluviale, la Giornata della Memoria e dell'impegno per le vittime della mafia.
Credo ci sia il rischio di avere il santo patrono da richiamare, di avere uno specchietto per le allodole per i cittadini. Abbiamo fatto la Giornata sull'autonomia, siamo stati bravi. Non avere la sostanza è un rischio reale.
Invito questo Consiglio a lavorare, perché diamo servizi ai nostri cittadini con imprese del nostro territorio, costruiamo presenze industriali importanti (vedi Silicon Box, vedi Intel, vedi il distretto del freddo, vedi il distretto dello sportsystem e così via), costruiamo sulle eccellenze che abbiamo. Questo è gestire l'autonomia che abbiamo, non parole vane, magari anche nelle scuole, che rischiano veramente di portarci lontano dai bisogni delle persone.
PRESIDENTE
Grazie.
Capogruppo Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Non so se qualcuno di voi abbia chiesto, al di fuori di chi ci sta ascoltando in quest'Aula, a un comune cittadino cosa ne pensa della istituzione di una giornata regionale dell'autonomia. Secondo me, anche uno che ha votato convintamente a quel referendum potrebbe pensare che una giornata di questo tipo non sia un tema di così stretta importanza o utilità in un Consiglio regionale. Il fatto che si porti in Aula un'unica proposta di legge con questo contenuto ci dovrebbe far riflettere.
Come è stato giustamente anticipato anche da altri colleghi, non solo della minoranza, ma anche di Forza Italia, si è parlato di altre proposte di legge, che, purtroppo, come ho avuto modo di dire anche al nostro Presidente, possono essere molto interessanti e molto più importanti di questa, molto più concrete, che toccano veramente il cittadino e che, arrivando alla Commissione, dopo un primo vaglio, ad esempio, con l'illustrazione nella Commissione competente, si perdono all'interno dei cassetti del Consiglio regionale, non vedono la luce e non arrivano, ovviamente, all'approvazione del Consiglio regionale.
Facciamo un esempio, come è già stato fatto in precedenza: le liste d'attesa, tema che sta molto a cuore ai cittadini veneti. Molto probabilmente anche l'assessore Lanzarin avrebbe qualche parola da dire rispetto alle nostre proposte di legge su questa tematica, perché è diventato un problema serio. La stessa Corte dei conti certifica che, quando abbiamo cercato di mettere una pezza a questo problema, lo abbiamo fatto grazie al ricorso al privato, con risorse che sono andate a destinazione del privato.
Mentre nelle nostre proposte, una su tutte una presentata a mia prima firma più di un anno fa, si fa riferimento a un'ipotesi legislativa che già esiste a livello nazionale, ma che molto probabilmente i cittadini non conoscono o non conoscono a sufficienza i dettagli, per fare in modo di avere una prestazione intramoenia nell'ospedale pubblico quando non vengono rispettati i tempi delle prescrizioni mediche. Come ci è stato detto anche dal direttore dell'Area sanità e sociale, da poco nominato, questa è una previsione esistente e va rispettata. Abbiamo avuto l'idea di definirla ancora di più e di renderla veramente comprensibile e conosciuta a tutti i cittadini.
Queste proposte possono essere molteplici e derivare anche dalla stessa maggioranza. Sono convinta che tanti di voi, colleghi, abbiano presentato proposte serie, che toccano diritti e interessi di tutti i cittadini. Dal nostro punto di vista, andrebbero trattate in quest'Aula sicuramente prima di proposte di questo tipo, che vedono semplicemente l'istituzione di una Giornata sull'autonomia, che ancora non c'è, è ancora priva di contenuto. Se guardiamo il referendum, uno dei motivi che hanno spinto le persone, probabilmente, a dare a larga maggioranza il loro consenso sull'autonomia è stata proprio la previsione dei nove decimi di tasse da trattenere in Veneto. Questa, probabilmente, è stata la leva che ha fatto sì che il 55% e oltre degli aventi diritto abbia votato favorevolmente a quel referendum.
Questa promessa sicuramente non era mantenibile. Non si poteva mantenere una promessa di questo tipo, altrimenti lo Stato non sarebbe stato in grado di andare avanti. A quel punto, il vero quesito del referendum, a mio modo di vedere, viene meno.
Si fa una lunga discussione, una grande propaganda su questo tema, ma bisogna dire alle persone le cose come stanno. I cittadini hanno diritto di sapere che in quella legge, nella legge Calderoli, non sono previsti fondi, non sono previste risorse, non si parla più di un residuo fiscale da trattenere nella nostra Regione. Quindi, anche per una questione di correttezza e di trasparenza, credo vadano dette le cose come sono realmente, senza divagare e raccontare cose inesistenti.
Qui parliamo di autonomia, ma in realtà abbiamo un Governo che sta tagliando le risorse agli enti locali. Anche questo è un grosso problema, diametralmente opposto alla questione dell'autonomia degli enti territoriali e degli enti locali. Si parla di premierato. Anche questa è una riforma che va ad accentrare i poteri ancora di più in una figura statale. Questi fondi probabilmente sono stati tagliati ai Comuni, soprattutto a quelli più virtuosi dal punto di vista del reperimento dei fondi del PNRR, forse per finanziare il ponte di Salvini sullo Stretto. Anche questa è un'opera che, a nostro modo di vedere, non dovrebbe essere fatta. Eppure probabilmente si farà. Se si tolgono i fondi alle cose veramente utili per destinarli ad altro, credo che bisognerebbe fare una riflessione anche su questo.
Inoltre, non ci si può esimere dalle notizie che ci arrivano oggi. Io resto esterrefatta di fronte a quello che è successo nelle ultime ore. Forse sarebbe il caso di parlare, anziché di una giornata dell'autonomia, magari di una giornata sull'onestà e sulla trasparenza. Se veramente vogliamo fare qualcosa di utile oggi, cancelliamo la parola "autonomia" e sostituiamola con "onestà".
PRESIDENTE
Capogruppo Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Ripeterò in questo intervento quanto detto in Capigruppo qualche giorno fa. Mi dispiace non ci sia il presidente Ciambetti, perché tenevo proprio a dirlo a lui, visto che ogni volta dice, anche al microfono, di avere grande rispetto per le Istituzioni.
Io oggi sono qui e sento di dovervi fare una domanda. Qualcuno di voi ha già risposto, ma sinceramente non mi avete convinta. La domanda è questa: siete davvero sicuri che il 22 ottobre 2024, di fronte alle persone che hanno votato "sì" e che hanno votato "no" al referendum promosso tempo fa, sia giusto e corretto celebrare qualcosa che non esiste, celebrare qualcosa su cui state faticando immensamente a trovare non solo una modalità per portarla a casa, ma non siete d'accordo nemmeno tra di voi su come portarla a casa?
Abbiamo sentito i diversi punti all'interno di questa maggioranza, che è la stessa maggioranza presente in Parlamento. Non stiamo parlando di una festa con gli striscioni, i festoni, le patatine, la Coca Cola. Stiamo parlando del futuro istituzionale di questo Paese, del futuro che definirà effettivamente se questo Paese avrà un sistema di governo centrale, che con la riforma del 2001 ha portato a rendere le Regioni autonome per alcune materie, o se avremo un'Italia spaccata in due.
Voi volete fare il 22 ottobre 2024 un "non compleanno", alla "Alice nel paese delle meraviglie", dove non avete il compleanno, ma lo festeggiate, perché dovete far vedere, io credo, questa è la mia tesi, che qualcosa si sta facendo.
L'inno di Pan "Popolo veneto" ancora non è arrivato al risultato. Il consigliere Zanoni proponeva di metterlo nei CUP, mentre noi stiamo attendendo le liste d'attesa lunghissime. Invece di mettere la musichetta che mettiamo nel CUP, mettiamo l'inno del popolo veneto, promosso con un progetto di legge dal consigliere Pan. Quello forse lo avete bloccato, allora oggi si decide di arrivare con la Giornata dell'autonomia.
Sarò curiosa di vedere il 22 ottobre 2024 il programma che passerà all'interno della Commissione, di cui sono Vicepresidente. Vorrò vedere cosa direte, chi chiamerete ad approfondire, eventualmente, qualcosa che ancora non avete, chi deciderete di far parlare su qualcosa che ancora non esiste, chi farete intervenire per creare questa grande partecipazione che avete evocato nei vostri interventi, perché finalmente avremo il modo di informare i cittadini veneti su quello che sta accadendo. Io davvero la trovo una presa in giro delle Istituzioni.
Mi chiedo, invece, perché una Consigliera regionale che ha preso le sue preferenze, più di 4.500 in questa Regione, come tanti di voi, anche molti di più, non sappia nulla di quello che sta accadendo in questo momento, se non attraverso i giornali. Qui dentro c'è stato un incontro il 31 maggio 2021, al quale io ho partecipato, assieme ad alcuni colleghi della maggioranza e dell'opposizione, con il presidente Zaia seduto lì, la delegazione della Commissione parlamentare seduta qui davanti, dove abbiamo audito la Commissione. C'era anche il collega Possamai all'epoca. Abbiamo sentito quello che stava andando avanti. Era un'altra era geologica, era un altro Governo. Dopo quel momento più niente.
Quello che io devo apprendere è quello che arriva sui giornali, quello che riesco a trovare dalle bozze che sono in Parlamento. Non essendo una forza rappresentata in Parlamento, perché sono una forza civica regionale, devo vedere quello che accade nel dibattito quotidiano. Il presidente Zaia, che rilascia interviste quotidiane, da mesi, sull'autonomia e che va a parlare direttamente con la Presidente Meloni, non si degna di venire qui in Aula ad aggiornare i Consiglieri che sono stati eletti all'interno di questa Regione e che qui dentro erano il 31 maggio ad ascoltare quello che sarebbe stato il progetto di autonomia di questo Stato. Ritenete che questo sia serio per le persone che ci hanno eletti e ci hanno portato qui dentro? Io, sinceramente, credo di no.
Oggi non stiamo discutendo di autonomia, altrimenti sarebbe ancora peggio. Se voi mi dite che questa è la discussione politica che noi dobbiamo fare sull'autonomia, come avevo proposto, sarebbe stato meglio uscire tutti dall'Aula, perché è una presa in giro, non solo di chi sta fuori di qua, ma anche di chi è seduto qui dentro. Mi volete dire che questo è il momento in cui noi abbiamo modo di confrontarci su cosa pensiamo dell'autonomia? Davvero vi basta questo? Vi basta sventolare alle persone che avete portato a votare al referendum che avete fatto la giornata?
A me, ad esempio, interesserebbe capire cosa significa portare a casa 23 materie che spaccano un territorio, spaccano un Paese, quando, invece, quello che abbiamo sempre chiesto, almeno nell'umiltà di una forza civica come "il Veneto che vogliamo", è di dire: se dovete parlare di autonomia, non pensate che sia il potere accentrato a Venezia, ma che finalmente il potere si dia ai Comuni. Sapete quello che state facendo? Questa Regione con il taglio del fondo affitti nazionale cosa ha fatto? L'assessore Corazzari, in barba al fatto che vuole l'autonomia, manda una mail, manda una circolare ai Comuni del Veneto e dice: "Mi dispiace, è stato tagliato il fondo affitti. La Regione non ha fondi da mettere a sostegno delle persone che stanno male e non riescono ad accedere a una casa". L'unica forma di autonomia che lui è riuscito a dare è: "Vi invio una mail. Poi arrangiati tu, Comune".
È questo che volete fare? È questo il progetto dell'autonomia che avete in testa? Tutto accentrato qui? Un grande potere della Regione, la competenza delle 23 materie e i Comuni soli che devono fare un bilancio. Come? Facciamo un esempio. Dovevamo discutere la mozione su Maserà, invece siamo qui a parlare della Giornata dell'autonomia, a mia prima firma. Altro polo logistico: 1 milione di metri quadri che non fanno consumo di suolo nel Veneto. Sapete che i Comuni faticano a dire di no a questo potere non visibile, che è il potere della finanza, dei poli logistici, perché è l'unico modo per loro per avere cassa e bilancio? È così che volete andare avanti? Potere a Venezia centro e poi Comuni soli, a cui mandiamo una circolare, una mail, dove diciamo: "Mi dispiace che il Governo Meloni abbia tagliato i fondi per l'autonomia. Arrangiatevi. Anzi, dite di sì al polo logistico, così potete avere un po' di milioni di euro da mettere a bilancio". È questo che volete, il progetto per questa Regione?
Voglio proprio vedere cosa metterete nel programma dell'autonomia, nel programma della giornata che festeggia un'autonomia che non esiste. Davvero sarò felice. Oggi voterò "no", ovviamente, a questa proposta, ma penso sia un autogol per voi, perché è poco serio, di fronte a una Regione che, è vero, ha votato un referendum... È un po' diverso. In quel quesito non c'era cosa sarebbe successo o che tipo di autonomia. Lo sapete anche voi che il popolo veneto si è espresso su un desiderio, ma non gli avete detto come sarebbe andata.
Vorrei vedere se ci fosse un referendum – e succederà, per fortuna, grazie a delle forze che faranno un referendum – in cui le persone si devono esprimere su quello che contiene la legge che riguarda l'autonomia, perché è facile parlare di una cosa che non esiste. Questo è il centro della discussione che stiamo facendo oggi: festeggiare una cosa che non esiste, parlare di una cosa su cui ancora non abbiamo certezze.
Avete usato la parola "sperimentazione". Fa paura anche a me, perché non si sperimenta sulle forme dello Stato, su come uno Stato è organizzato. Non si sperimenta sulla vita delle persone e su come potranno arrivare, non solo a fine mese, ma, ad esempio, a prendere un fondo affitti dal loro Comune, che è senza soldi. Credetemi, io non so e non sono sicura, e non lo sapete nemmeno voi, se quel Comune con l'autonomia invece quei soldi li avrà, perché non avete ancora deciso come sarà, e lo sapete anche voi.
Andare a festeggiare una cosa sulla pelle delle persone, quando non abbiamo in mano un progetto vero di riforma, quando io penso che quel progetto di riforma, invece, spaccherà l'Italia in due e non darà al Veneto più potere. Se questo, come penso io, per come voi state governando questa Regione, significa accentrare potere e non delegare potere ai territori, e ho fatto l'esempio di prima, credo che per questi motivi oggi andare a votare una giornata dell'autonomia che non esiste e che non sappiamo su cosa si baserà, e non sappiamo come arriverà e se arriverà, sia una presa in giro per i cittadini che sono seduti di fronte a noi e che ci stanno, io credo, anche ascoltando da casa.
Chiudo e faccio davvero un appello, perché oggi la capogruppo Camani ha letto una richiesta, una lettera, che chiedeva una cosa semplice: avete intenzione, al di là delle celebrazioni delle cose che non esistono, di far vedere e sventolarle un progetto di legge che farà vedere e informerà? Penso che, invece, celebrerà. C'è una grande diversità tra "informare" e "celebrare" i cittadini, tra informare, fargli davvero conoscere quello che sarà il loro destino, e celebrare, in virtù di un'ideologia politica, qualcosa che non sapete come andrà a finire e facendoglielo credere. Guardate che la politica fatta così fa male.
Torno sul punto. Avete intenzione, invece, di prendere questo Consiglio regionale per quello che è, ovvero un Consiglio regionale composto da eletti di diverse forze politiche che, meritatamente, per i voti che hanno preso, uno a uno, sono seduti qui dentro e fare una discussione seria sul progetto di autonomia che questo Governo sta portando avanti?
Volete chiedere al vostro Presidente di sedersi qui per una volta, perché lo vediamo solo durante il bilancio, e dirci cosa intende fare, cosa vuole fare della Regione del Veneto dentro quel progetto di autonomia? Volete fargli rispondere alla domanda che fa la consigliera Ostanel: i Comuni cosa faranno dentro questo progetto di autonomia? Saranno lasciati soli come ora o cambierà qualcosa per le loro finanze? Perché non lo sanno. Ad oggi non lo sanno.
Se dentro questo progetto di legge ci fosse stata l'istituzione della giornata che dentro il Consiglio regionale ci mette a discutere seriamente di un progetto chiave per il futuro del nostro Paese, avrei votato favorevolmente, magari. A parte il fatto che spero che non serva un progetto di legge alla maggioranza che governa questa Regione per fare questo momento, ma era giusto per farvi capire in che paradosso siamo, in che paradosso avete portato quest'Aula.
L'Aula sta votando la Giornata del 22 ottobre su una cosa che non esiste. Conosco persone che hanno votato a favore del referendum, tante. Per me è una presa in giro anche per loro. Se io, un giorno, potessi portare loro il programma del 22 ottobre 2024, credetemi, credo, sarà un autogol per voi. Credo che non ci abbiate ragionato così tanto, perché festeggiare qualcosa che poi non accade o festeggiare qualcosa che poi riesce male, credetemi, vi si ritorcerà contro.
PRESIDENTE
Grazie.
Capogruppo Masolo, prego.
Renzo MASOLO (Europa Verde)
Grazie.
Oggi sono qua, appena arrivato, sto ancora orientandomi, ma mi stupisco di due cose. La prima è che stamattina pensavo di aver parlato troppo per presentarmi. Mi rendo conto e immagino cosa potrebbero pensare le persone. Non so se qualche persona ci sta seguendo online, ma dubito che ci possa seguire se i Consigli regionali sono sempre di questo tipo. Sono le ore 16.25 e stiamo ancora parlando del punto all'ordine del giorno "Istituzione della Giornata dell'autonomia". Non so se vi rendete conto. Tra l'altro, è da un po' che stanno parlando le minoranze, ma tutta la mattina ha parlato la maggioranza. Ma di cosa? Di una cosa su siete d'accordo?
Avete parlato tutta la mattina a gente che voi cercate di coinvolgere? Ma come fate a coinvolgere le persone? Mi riallaccio alla domanda che ha fatto prima la collega Baldin. Avete chiesto alla gente cosa pensa della Giornata dell'autonomia? Perché io dubito che ci sia qualcuno che vi dica: "Bravi, fate questa Giornata", l'ennesima Giornata, importantissima. Chiedetelo agli studenti, agli insegnanti, a tutte le persone che possono essere coinvolte. Ma di cosa stiamo parlando?
Un'altra cosa mi stupisce, come hanno già detto in molti, è l'assenza del Presidente. Dov'è il Presidente della Regione? Qui si sta parlando di un tema che è il vostro cavallo di battaglia, la cosa più importante per voi in assoluto.
Capisco che possa ignorare l'entrata in Consiglio regionale di due Consiglieri, di un umile Consigliere di Europa Verde. Lo capisco. Mi spiace per il collega Cecchellero, perché è dello stesso partito. Io capisco che non fosse presente, perché sicuramente ha cose più importanti da fare, ma almeno poteva essere presente solo un attimo per avallare le vostre istanze. Pensavo fosse il minimo.
Altra cosa che mi stupisce sono i due Gruppi politici, che tra l'altro sono anche al Governo della nazione, che hanno delle radici e dell'identità molto diverse, uno è un partito fortemente nazionalista, centralista, l'altro ha forti radici secessioniste e indipendentiste. Sentir parlare e difendere questa autonomia differenziata, veramente, da esterno, mi sembra strano.
Poi, capisco il senso, invece, perché non si parla tanto di autonomia, ma, di fatto, la sostanza – una cosa sono gli slogan e i termini tecnici, altra cosa è la sostanza – è il centralismo, un centralismo romano da una parte e un centralismo veneziano dall'altra.
Il problema di fondo dell'autonomia, che si distingue molto dalla nostra posizione, quella dei Verdi, che perseguiamo invece un federalismo, è proprio il termine "centralismo". Il centralismo esclude a priori, alla radice, ogni forma di partecipazione, che è quello che manca sostanzialmente nella nostra Regione. Speriamo, però, che fra un po' si possa fare una grossa rivoluzione di tipo culturale e di tipo amministrativo.
Ho preparato un intervento, proprio per stare nei tempi, perché sennò mi dilungo.
I Verdi europei, quindi anche Europa Verde, fin dalla loro nascita, sostengono l'esperienza federalista, perché convinti che le esigenze di giustizia sociale ed equilibrio ambientale trovino risoluzione nell'esperienza dei popoli europei e non nei nazionalismi, che, come la storia ci insegna, costituiscono terreno fertile per competizioni e conflitti.
Chi oggi sostiene arditamente questo modello di autonomia lo fa giustificandolo in termini che poco hanno a che fare con ii cittadini e molto con il potere politico, come dicevo prima, cioè, centralizzare e non creare partecipazione per interesse di pochi e non per interesse di tutti.
Il fatto stesso che il Presidente della nostra Regione, a pochi giorni dall'approvazione della legge, senta il bisogno di intestarsi l'autonomia, richiedendo alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la riapertura del tavolo di confronto per l'attuazione dell'autonomia differenziata, creando non pochi imbarazzi in seno alla stessa maggioranza, rivela la natura squisitamente politico-competitiva di questo provvedimento.
Noi di Europa Verde poniamo ascolto a quella richiesta di autonomia che giunge dal basso, dai cittadini, ma siamo convinti che l'esperienza dettata dalla legge appena approvata vada in tutt'altra direzione. Soprattutto riteniamo che per rispetto dei cittadini che richiedono concretezza e realismo, la proposta di incensare l'autonomia come l'ennesima Giornata regionale all'interno di un calendario Veneto sovraesposto dall'introduzione da parte di questa stessa maggioranza di un numero di giornate di cui si è perso il conto...
Tra l'altro, ho saputo prima, non lo sapevo neanche, che avete inserito nel calendario anche la Giornata del gelato veneto, ma anche su questo, avete chiesto alla gente cosa ne pensa? Io non lo sapevo. Chiedo scusa, ma non lo sapevo. Tutti mangiano il gelato.
Questa, pensiamo, sia mera demagogia. Personalmente sarei per ridurre le Giornate, perché ce ne sono veramente troppe, ogni giorno c'è una Giornata. Facciamo in modo che non ci siano più Giornate, ma che ogni giorno si facciano le cose che prevedono quelle Giornate, cioè che si viva da cittadini responsabili e consapevoli.
Abbiamo assistito a una massiccia azione di propaganda, una propaganda che è stata veicolata con il referendum per l'autonomia del Veneto, una propaganda che, come da manuale, serve al potere e non al cittadino.
Detto questo, dico convintamente "no", e non già perché sono contrario a forme e condizioni particolari di autonomia su determinate materie. Sarebbe, anzi, utile che ci si focalizzasse su questo quando si parla di autonomia differenziata, cioè sull'oggetto dell'intesa. Non possono essere intese "materie" quelle elencate nell'articolo 116 della Costituzione, ma le funzioni e i compiti legislativi e amministrativi in relazione al catalogo di materie individuato. Bisogna sgomberare il campo dall'afflato bulimico che ha caratterizzato tutta la narrazione "zaiana" dell'autonomia differenziata.
Sono poi particolarmente critico nei confronti del meccanismo pensato dalla legge n. 86/24, legge Calderoli, per la determinazione dei livelli essenziali di prestazioni (LEP), perché la scelta di far individuare i LEP attraverso i decreti legislativi può essere, più o meno, condivisibile, ma quello che non è affatto condivisibile è che nella legge, che è anche una legge delega, l'ennesima, mancano in tutto e per tutto i criteri direttivi e i principi cui fare riferimento per la formulazione dei decreti legislativi che dovrebbero intervenire entro ventiquattro mesi.
Non voglio entrare nel tecnico, anche perché ci sarebbe da parlare dei LEP, sul discorso della legittimità costituzionale, ma voglio tornare al progetto di legge in discussione. Per ragioni di natura tecnica, non mi è stato possibile – sono entrato operativo proprio oggi, per cui non potevo nemmeno pensare di fare degli emendamenti – presentare emendamenti, ma ne avevo pensati due. Ve li cito solo per conoscenza, perché potrebbe sicuramente contribuire al dibattito.
Uno è sostitutivo del comma 1, dell'articolo 2: non si capisce perché facciamo più volte riferimento al popolo veneto, quando, poi, il programma della Giornata lo decide la Giunta, d'intesa con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio. Con tutto il rispetto, ritengo che sarebbe stato più consono far decidere l'intero Consiglio, su proposta della Giunta, il programma della Giornata in questione, per garantire, almeno a livello di Consiglio regionale, una partecipazione adeguata, accettabile.
L'altro, sempre alla lettera b), dell'articolo 2, dove si cita la parola "veneto", mi pare, "popolo veneto". Io chiederei di inserire il seguente periodo: "Inclusa l'illustrazione delle motivazioni della sentenza n. 118 del 2015 della Corte Costituzionale dichiarativa della illegittimità costituzionale sia della legge della Regione Veneto del 19 giugno 2014, n. 16, 'Indizione del referendum consultivo sull'indipendenza del Veneto', che dell'articolo 2, comma 1, nn. 2, 3, 4, 5 della legge della Regione Veneto, sempre del 19 giugno del 2014, 'Referendum consultivo sull'autonomia del Veneto'".
Questo perché è essenziale diffondere anche la conoscenza...
Scusate, guardo il tempo perché non sono abituato. È finito?
PRESIDENTE
Il tempo, Consigliere, lo può vedere sullo schermo.
Grazie.
Renzo MASOLO (Europa Verde)
L'ho visto. Ho messo gli occhiali.
Adesso, per dispetto, vado avanti altri dieci minuti.
PRESIDENTE
Andiamo avanti.
Renzo MASOLO (Europa Verde)
Concludo. Concludo se state attenti.
È essenziale diffondere la conoscenza nel territorio di promuovere l'indipendenza del Veneto di cui alla legge regionale del 2014, con il conseguente potenziale rischio di scioglimento del Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 126 della Costituzione. Così come è importante diffondere la conoscenza di alcuni dei quesiti contenuti nella legge regionale n. 15 del 2014 e delle ragioni costituzionali che hanno condotto alla dichiarazione di illegittimità costituzionale degli stessi. È importante ricordare il passato e anche gli errori grossi che sono stati fatti in passato.
Concludo dicendo che sicuramente sono pronto e operativo a contribuire con tutte le forze, con tutto l'entusiasmo, con tutta la passione, a promuovere il più possibile il referendum abrogativo che verrà organizzato a breve.
PRESIDENTE
Grazie, Capogruppo.
Consigliere Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, grazie.
Ho sentito parlare questa mattina di poco entusiasmo in quest'Aula. Sarò in controtendenza, Presidente, con gli interventi della mia Capogruppo e di chi mi ha preceduto, perché volevo dire che io sono contento e ho entusiasmo oggi.
Se chi mi ha preceduto non era contento, del mio Gruppo, mi assumerò, Capogruppo, le mie responsabilità nel dire che sono contento. Sono entusiasta di questa Giornata nuova. È sbagliato, dovevamo fare una settimana, non una giornata. Dovevamo fare una settimana. Non è giusto che i vip festeggiano il compleanno una settimana e il Veneto faccia una sola Giornata per la festa dell'autonomia. È un po' riduttiva. Potevate sprecarvi un po' di più. Però, sono contento che, finalmente, dopo questa importante discussione, abbiamo scoperto che, per fortuna, esiste il Veneto che ha insegnato il merito di amministrare agli altri.
È stato interessante sentire che abbiamo paura dell'autonomia perché viene a galla che chi sa gestire le cose lo fa e vengono fuori i nomi di quelli che non l'hanno saputa gestire. Il collega Pan ha detto che la competenza è merito del Veneto. Siete riduttivi. Con una cosa del genere, con giochi circensi, potevate fare una settimana di festa e un ponte per andare alla salute. Quindi, siete un po' riduttivi. Però, io sono contento, assessore Lanzarin, guardo lei perché la ho di fronte, con massimo rispetto, perché, finalmente, dopo questo importante dibattito, dove ci hanno spiegato dall'altra parte che siamo quelli che hanno insegnato le profonde ragioni della buona amministrazione a tutto il mondo, da domani non avremo più il contenzioso con la Pedemontana, da domani non saremo più l'ultima Regione d'Italia nel trasporto pubblico locale a mettere gli schei.
Smetteremo di essere ultimi. Finalmente, da domani, tutte le liste d'attesa che ci sono, dopo questa Giornata dell'autonomia, troveranno una risposta. Quindi, immagino che ci sarà, Assessore, dopo il voto, una task force dei centralini che comincerà a chiamare e dire "Abbiamo votato la Giornata dell'autonomia. Via il galleggiamento, via tutto, visita". I problemi del Veneto sono risolti.
Se da domani succederà questo, sarò contento. Altro che una settimana! Buttiamo il cuore oltre l'ostacolo, facciamo un mese, un mese di festa, un mese sabbatico. Però, purtroppo, dopo vengo catapultato nella realtà, perché la mia Capogruppo mi tira i calci sotto il tavolo e mi dice "non sbilanciarti troppo" e vedo che c'è un dato oggettivo, che non può essere disquisito dal dibattito politico, che ci dice che dove il Veneto ha l'autonomia o è l'ultima o è la penultima Regione d'Italia. È un dato.
Parto dall'urbanistica. L'edilizia è una materia concorrente. Sull'urbanistica facciamo noi la pianificazione. Siamo la Regione che consuma più suolo d'Italia. Andatelo a dire a quelli che vanno sott'acqua!
Ha qualche decimo in più la Lombardia, sapendo che loro hanno più di 10 milioni di abitanti. Noi abbiamo qualche decimo in meno, con 4,9 milioni di abitanti. Meno male. Meno male.
Signori, ci sono i capannoni anche in Emilia, ci sono i capannoni anche in Friuli. Ci sono capannoni e capannoni, c'è suolo e suolo, c'è idea e idea della cultura di mantenere il posto dove vivi vivibile anche per le generazioni future.
Tant'è, che gli ultimi risultati elettorali hanno sbattuto la porta in faccia a chi non ha saputo tutelare il suolo, perché è evidente che la gente all'inizio non lo capisce, ma quando comincia ad avere una grandinata un anno sì e un anno no, dopo il tornado, dopo si ritrova la cantina sott'acqua, dice "Forse quei pazzi del PD che dicevano che il suolo va mantenuto avevano ragione. Adesso che mi tocca spendere gli schei per la macchina danneggiata dalla grandine un anno sì e un anno no, forse tutti i torti non li avevano".
Altro elemento: ferrovie. Assessore De Berti, il grande sogno autonomista di avere le ferrovie venete gestite dall'azienda veneta si conclude con un doppio passaggio: chiudiamo l'azienda per inefficienza, perché non funziona, perché Sistemi Territoriali, azienda che fa parte del bilancio consolidato veneto, con la governance nominata dal Consiglio regionale, la chiudiamo per inefficienza, e dopo facciamo anche un grande proclama "per fortuna arriva Trenitalia", che credo che, insieme a Poste italiane, siano per antonomasia i due simboli in assoluto della nazione.
Avevamo l'autonomia su quattro linee ferroviarie; abbiamo chiuso la società veneta, gestita da questo Consiglio, non da quello che è dall'altra parte della riva, perché non funzionava. Era un modello? Sì, per l'autonomia, e l'abbiamo chiusa, e abbiamo detto anche: "brava, Trenitalia, vieni a fare quello che noi non abbiamo fatto, perché non siamo capaci", e abbiamo chiuso un'azienda. È un esempio di autonomia che può spaventare il consigliere Montanariello? Sì, "dove la abbiamo, non siamo buoni", detto proprio alla veneta.
Banche. Diceva prima il collega che certamente non siede nei banchi dei progressisti e dei riformisti che siamo una Regione, come ci ricorda sempre il Capogruppo della Lega, che produce, con il capannone, eccetera, però non abbiamo neanche una banca.
Oggi noi chiediamo le competenze sugli istituti di risparmio, chiediamo la competenza sui crediti cooperativi. Avevamo due banche che non erano soggette al controllo di Bankitalia o altro nel Veneto, sono andate su, destra, sinistra. C'entra o non c'entra la politica? Chi c'era non ha visto, non si è accorto. Magari, quando avevamo le cose in casa non ce ne siamo accorti. Adesso, invece, chiediamo competenze che non sono le nostre.
Energia. Sull'energia vorrei vedere il nostro Presidente che va a trattare con Putin, magari per fare l'oleodotto San Pietroburgo-Chioggia. Vediamo Putin che va a trattare con Zaia, e dicono: "A noi serve un po' di gas. Puoi fare un oleodotto, magari Campagna Lupia-San Pietroburgo? Perché, sai, noi a Campagna Lupia il gas lo paghiamo caro perché abbiamo le aziende venete. Puoi farci un oleodotto?".
Magari andiamo allora anche in Corea. Cosa vuoi che sia? Un po' di petrolio! Visto che non viene in Aula, al posto di presentare i libri, può andare a incontrare i leader, qualche trattativa sull'energia può farla. Perché no? Perché non chiedere l'energia? Tanto, la storia più recente ci ha insegnato che quando c'è stato il conflitto russo-ucraino, per salvare le nostre aziende venete, quelle che voi volete salvare con l'autonomia, senza schei, con la torta senza festeggiato, come diceva qualcuno, abbiamo salvato le aziende venete, perché probabilmente l'Europa ha fatto degli accordi sul costo dell'energia. Non basta più neanche l'Italia, perché non è che vanno Mattarella o la Meloni da Putin, o Draghi. Lo abbiamo visto con i vaccini.
Signori, o decidiamo che siamo contro i vaccini, ma se sposiamo la causa dei vaccini, che è una causa che abbiamo spostato tutti, e che ci hanno salvati da una pandemia forse senza precedenti nella storia moderna, dobbiamo dire che se il Veneto si andava a comprare i vaccini da solo, forse... Ci ha provato, per fortuna non ci è riuscito. Io immagino la scena. Chiamano le Nazioni Unite, chiama l'America dicendo "C'è uno 041". "Sì, è Zaia. Passamelo che servono 5 milioni di vaccini. Aspetta che ho Kofi Annan sotto. Dopo rispondo a Zaia. Aspetta un attimo. Trump, stai in linea che devo parlare con Zaia, perché serve una partita di vaccini".
Noi lo diciamo ironicamente, ma è un esempio vero di come, a volte, neanche il carattere nazionale basta più, di come a volte neanche la stessa Italia, di fronte a certe partite su scala mondiale, sia autosufficiente in approvvigionamenti chiave che salvano la vita, come i vaccini o che salvano le aziende come l'energia, visto che ci sta a cuore l'energia veneta.
Trasporto pubblico locale. Dal 1998 abbiamo l'autonomia,
legge regionale n. 25/1998 . Devo dire che avete fatto dei grandi sforzi in avanti. Chapeau, non siamo gli ultimi, siamo i penultimi.
D'altronde, non è che possiamo dire a uno che è l'ultimo, quando è penultimo "c'è qualcuno dopo". Pensate che le Regioni del sud, anche quelle non a Statuto speciale, ci hanno superato. Però, noi probabilmente oggi, con l'autonomia, potremmo fare quello che potevamo già fare da ventisei anni e non abbiamo fatto, perché, secondo me, una legittima suspicione del giorno dell'autonomia ci illumina e ci dice "quello che non ho fatto in ventisei anni lo faccio oggi".
IPAB. Sulla riforma delle IPAB manca Veneto e Sicilia. Serve l'autonomia per fare la riforma delle IPAB? No. L'avete fatta? No. Non l'avete fatta né voi né la tanto amata Sicilia. Quando si parla di esempi virtuosi dite "Noi non siamo come i paesi da dove viene Montanariello". Lo dice spesso qualcuno da quella parte. Devo darti una brutta notizia: da dove vengo io la riforma delle IPAB c'è. Non c'è da dove vieni tu. Collega, nella vita non è che si può sempre vincere con le parole, ogni tanto contano anche i fatti. Ce l'hai o no? No. Gli altri l'hanno fatta. Punto. Basta. Finito. Però, se voi ci date la Giornata dell'autonomia probabilmente faremo anche la riforma delle IPAB.
Abbiamo, Assessore, alcuni filoni dove siamo strategici, questo va riconosciuto. Per esempio, nel sistema infrastrutturale, noi siamo talmente strategici che se andiamo a vedere i convegni che fanno in giro per il mondo e per l'Europa, se vediamo il video di Zaia dopo, se scorri, ci sono anche i video di questi convegni che dicono che c'è tutto un tema dove rischiamo di essere tagliati fuori, perché ci sono i grandi collegamenti dei Balcani, i corridoi est-ovest, ovest-est, quelli a cui i nostri interporti veneti non sono collegati, quelli che addirittura dopo ci troviamo Intel che va via, ma va via perché dice "Viene Silicon Box, non è che possiamo fare due grandi investimenti tutti insieme". Lo annunciamo all'incontro degli industriali di Verona, Zaia, piano B. Secondo me, Zaia farà come la Clodiense che, addirittura, andrà in serie C, lui avrà il piano C, perché gli investitori scappano.
Scappano perché non siamo attrattivi. Scappano perché abbiamo un sistema infrastrutturale che ci ha indebitato per i prossimi anni con un'opera che si chiama Pedemontana, e lo dico, perché l'altro giorno in Commissione – chi non è in Seconda Commissione deve saperlo – abbiamo accantonato 46.000.000 per un contenzioso. Lo vinciamo o lo perdiamo. Intanto li abbiamo messi i da parte.
Noi facciamo la Pedemontana. Alcuni blogger veneti hanno fatto un video bellissimo. Si fermano e dicono: "C'è una strada tutta per me. Non passa nessuno". L'avete visto quel video? "Non c'è nessuno. Sono qua da mezz'ora e sono l'unica macchina".
Dovremmo aprire i caselli, la dovremmo inaugurare. Dove abbiamo, invece, la possibilità di scegliere, facciamo la Pedemontana, una strada che sicuramente servirà a chi abita in quelle zone. La mia Presidente di Commissione mi ricorda sempre che è più facile arrivare da Altivole a Venezia. Peccato che, probabilmente, a chi deve venire a portare i soldi nel Veneto interessa arrivare sui grandi corridoi e piattaforme logistiche dell'Europa e non solo dell'Europa.
Noi, però, progettiamo una strada dove se bisogna venire da Altivole diventa più agile. Mi sembra giusto. Anzi, meno male che non avevate l'autonomia, sennò non so se il Governo ci dava quei 600 e rotti milioni di euro. 900? Meno male che non avevamo l'autonomia in quel momento, sennò magari qualcuno a Roma diceva "paga tu". Altro che l'IRPEF per i servizi che non abbiamo. Dovevamo mettere l'IRPEF per qualche pianificazione errata che avevamo fatto.
D'altronde, devo dire la verità, che anche io, in un momento della mia vita, sono stato attratto da questa idea, perché ho sentito parlare dei nove decimi del gettito fiscale che restano. Scusate, ma se tu vai da uno e gli dici "Tu vuoi che i nove decimi del tuo gettito fiscale restano a casa tua?" è equiparabile a chiedere a un bambino: "Vuoi bene alla mamma? Vuoi bene al papà?".
Il problema è che quello di cui stiamo parlando noi non c'entra niente con quello che avete detto e promesso alla gente. Oggi stiamo parlando di una Giornata per festeggiare una cosa che non c'è e che se arriverà sarà una bozza scritta male su un pezzetto di carta, abbozzato a sua volta, dove non si parla di schei, dove non si parla dei nove decimi, dove non si parla di niente.
Il vantaggio qual è? Cosa dobbiamo festeggiare nella Giornata dell'autonomia? I nove decimi di gettito fiscale che avete promesso ai cittadini, quando avete fatto il referendum? In merito al referendum, tra l'altro, ricordiamo una cosa. Io non è che sia un amante delle scelte fatte politicamente dal Governo Renzi, però il fatto che abbia cassato la legge n. 16, che è quella che diceva che volevate essere una Regione autonoma, una Repubblica – aspettate che lo cito – una Repubblica indipendente e sovrana, mi tocca dire che Renzi quella cosa lì, giusta, l'ha fatta.
Tra l'altro la legge n. 15 la ricordava prima la mia collega. Vanessa, quando dici una cosa scomoda, ti interrompono perché non è bello sentirsi dire delle cose. Dei sei quesiti solamente uno è passato, quindi gli altri cinque li hanno accantonati. Però, cosa festeggeremo noi nel giorno dell'autonomia, l'anticipo di uno dei nove decimi di gettito fiscale che ci daranno? Festeggeremo ogni anno l'anticipo di due dei nove decimi che ci daranno? Perché oggi noi stiamo parlando, credo, di una cosa che sinceramente non esiste.
Per carità, siamo qua, potete dire "Montanariello, non è vero", ma la storia degli ultimi anni ci dice che quando il Veneto ha avuto l'autonomia in qualcosa è stato ultimo. Ci vuole l'autonomia per mettere i soldi alle borse di studio o se invece noi pensiamo che ha un valore mettere i soldi alle borse di studio lo facciamo. Quanto mette l'Emilia? 50 milioni? Quanto mettiamo noi? 8 milioni? 11 milioni adesso. Da 11 milioni a 50, Assessore, c'è differenza. Stiamo parlando dell'Emilia, non è che stiamo parlando di Copenaghen, dai Paesi del Nord, che rappresentano un'altra realtà.
Ci vuole l'autonomia per dare gli schei a chi se li merita, a chi è bravo e che ha vinto la borsa di studio o ci vuole la buona volontà? Continuiamo ad andare a dire, come fate nelle interviste, che i soldi della borsa di studio non arrivano perché manca l'autonomia. La Romea non arriva perché manca l'autonomia. Pensate che avete l'autonomia e fate la Romea domani? Non siete riusciti a fare neanche il terzo stralcio dell'Arzerone, che è competenza regionale. Siete come le comiche, come Totò e Peppino alla Fontana di Trevi, fate due stralci e non fate il terzo. È un'opera regionale, l'ha fatta la Regione, con due dei tre stralci della SP9 Arzerone.
Oggi scopriamo, però, lo dice Montanariello, che quella è una provinciale. Perché hai fatto due dei tre stralci e non hai fatto tutti e tre gli stralci? O non ne fai neanche uno o li fai tutti e tre. Serve l'autonomia per questo? No, servono delle scelte strategiche che noi dovremmo mettere in campo.
Con il dibattito che abbiamo fatto oggi abbiamo capito, come diceva il collega, che più parliamo di autonomia e meno capiamo. Ha ragione il collega Favero, più parliamo di autonomia e meno capiamo. Per fortuna ci ha spiegato lui cos'è la Giornata dell'autonomia citando un po' di filosofi, ma penso che se quei filosofi vivessero oggi direbbero, visto lo scenario del Veneto, "Lasciate perdere l'autonomia. Ragazzi, lasciate perdere l'autonomia". Ce lo direbbero chiaramente, perché i nomi che abbiamo citato, che avevano un principio federalista, un principio autonomista, lo facevano sul principio di poter gestire delle risorse, poter essere migliori e, come avete detto voi, poter avere una gestione delle risorse in casa facendo meglio di quello che fanno gli altri.
Però, qui non c'è gestione di risorse, non c'è gestione di risorse. Non si parla di schei. Non vi dà gli schei, non vi dà una lira, non vi dà un euro. Non vi danno un euro. Dovete dire ai cittadini che la Giornata dell'autonomia è la giornata di un progetto di legge che oggi non prevede un centesimo in più per il Veneto. Non ci danno soldi.
Questo possiamo dirlo o stiamo dicendo una fesseria? Arriveranno? Arriveranno. Non ci danno soldi. Possiamo dire che è fatto sulla buona gestione? Credo che ci siano tante cose su cui già abbiamo l'autonomia o che la potremmo avere e fare la buona gestione e invece non vengono fatte.
Chiudo questo mio ragionamento dicendo che il fatto che si festeggi la Giornata dell'autonomia prima ancora di portare a casa l'autonomia è un evidente gesto di disperazione politica che vi porta a dovervi attaccare a qualcosa. Sapete perché? Ve lo ha detto prima Joe Formaggio.
Joe Formaggio ha parlato come una clava, prima, quando ha detto "la prossima governance, che sarà di Fratelli d'Italia". Lo ha detto Joe Formaggio. È vero, collega Bet? Lo abbiamo sentito in due, io e il collega Bet. Quando parla Joe Formaggio, e io e il collega Bet abbiamo ascoltato, e dice quello che ha detto, è evidente che in questo arzigogolare di giochi, di rapporti e di forze di potere, la forza politica che oggi detiene trentatré seggi in questo Consiglio regionale ha bisogno di fare un atto di sopravvivenza politica, e allora ci inventiamo non solo l'autonomia, ma i fuochi d'artificio e la festa.
È una rivendicazione politica, che, credetemi, spero per i cittadini veneti che darà frutti migliori di quello che è il futuro che io ho dipinto. Mi sa tanto, però, di un gesto di disperazione politica che vuol portare a dire che è vero che c'è da un'altra parte una forza politica – Presidente, chiudo negli ultimi sei secondi che mi restano –, però c'è ancora il Veneto di Zaia che reclama l'autonomia e sull'autonomia ci giocheremo una partita contro i centralisti di Fratelli d'Italia.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliera Scatto, sull'ordine dei lavori, prego.
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Avrei dovuto intervenire prima, perché lo sproloquio a cui ho appena assistito nulla ha a che fare con la discussione del progetto di legge.
PRESIDENTE
Non è sull'ordine dei lavori, collega.
Siamo in discussione generale, collega. Non è sull'ordine dei lavori.
Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
In quasi tutti gli interventi che ho sentito da parte della maggioranza, dalla Lega a Fratelli d'Italia, si è parlato del problema del Partito Democratico a tirar fuori le strumentalizzazioni, le contrarietà continue a questo progetto di legge, soprattutto all'autonomia.
Forse non avete capito, anzi, non l'avete capito, che il problema non è mica nostro, è un problema vostro. Voi dovrete giustificare alla cittadinanza, ai veneti, quello che avete fatto o che state facendo.
Dovrete giustificare che spenderete di più di quello che ora date. Pensate che il Veneto, anzi, il nord di residuo fiscale ha meno 2.715 euro per cittadino e il Veneto ne ha 2.680 per ogni cittadino, meno 2.680. Il sud ha più 1.046. Parlo, ad esempio, della Puglia. La Puglia addirittura ha un residuo di 2.440 euro.
Se noi pensiamo che il residuo fiscale, quindi quello che noi di differenza tra spese e entrate versiamo allo Stato, quando potremmo trattenere, dovreste capire, dovreste averlo già capito, che non solo questi soldi li daremo ancora allo Stato centrale, ma ne avremo di più da spendere. E sapete perché? Perché si fa una proposta di legge cosiddetta Calderoli, dove bene o male non si mette un euro di risorse pubbliche. Il Presidente chiede delle materie quali: organizzazione della giustizia di pace, rapporti internazionali con la UE della Regione, commercio con l'estero, professione, protezione civile, prevenzione complementare, coordinamento della finanza, cassa di risparmio, enti di credito fondiario. Ovviamente, non chiede le materie relative ai LEP, perché i LEP non sono stati finanziati, per cui non si possono chiedere quelle materie. Succede che queste materie le dovremo pagare, perché spenderemo.
Qualora queste materie, cosa che non succederà, ma lo Stato centrale probabilmente ne avrebbe tutto l'interesse, venissero delegate alle Regioni, quindi al Veneto, visto che l'ha richiesto direttamente il presidente Zaia con una lettera, in modo informale, tra l'altro con una procedura che non esiste da nessuna parte, di fatto, avremo dei problemi in più da gestire, senza alcuna risorsa, con la differenza, che vi dicevo prima, relativa al Veneto, di 2.680 per ogni cittadino, che daremo ancora. Ne spenderemo altri.
Oggi stiamo parlando di un progetto di legge, al di là della stima che ho per il relatore, sulla Giornata dell'autonomia, di cui una cosa posso dire: probabilmente la proposta è nelle buone intenzioni di riflettere quel giorno all'anno, di approfondire cosa significa "autonomia" quel giorno all'anno, ma soprattutto di capire e cercare di essere coerenti con quello che avete detto alla gente e ai cittadini veneti, quello che avete detto qualche anno fa durante il referendum. Era un referendum generico, lo abbiamo detto, lo abbiamo visto in varie occasioni, non valeva niente, la gente ha capito che trattenevano i soldi. In realtà, ci troviamo, a distanza di anni, dopo aver speso 16.000.000 di euro per quel referendum, perché li abbiamo spesi, soldi pubblici, quando la Regione Lombardia con una semplice delibera aveva adottato, quantomeno, un procedimento, ci troviamo con una richiesta di autonomia differenziata su cui non siamo noi a tirar fuori i problemi, siete voi che date una risposta diversa.
Perdonatemi, siete voi che non date la risposta ai cittadini. Anzi, noi dovremmo lasciarvi fare, perché nel momento in cui verrà applicata, se verrà applicata, perché finora avete vissuto di propaganda, se verrà applicata questa normativa, sicuramente il cittadino capirà che è una presa in giro, capirà che non avrà avuto solo benefici, ma avrà avuto un costo, perché, nel frattempo, saranno aumentate anche le disuguaglianze.
Nella stessa Regione – credo che nessuno lo possa smentire – abbiamo problemi di presa in carico, di liste d'attesa, di consumo di suolo. Abbiamo tante problematiche che, comunque, vanno risolte. Aumenteremo queste disuguaglianze, che già ci sono all'interno della stessa Regione, figuriamoci quando ci sarà questo tipo di autonomia che voi cercate di dare alla gente, passandola per un'autonomia che non esiste, che non ha niente a che fare con quello che avete promesso, non ha nulla a che fare con la propaganda che avete fatto finora.
Non siamo noi che dobbiamo trovare le scuse per non volere questa autonomia, siete voi che dovete giustificare quello che state facendo, siete voi che dovete dire come mai siamo oggi a parlare di una legge per trovare un giorno all'anno in cui riflettere, cosa giusta, perché sarebbe giusto che rifletteste su quello che state facendo, quando in realtà abbiamo progetti di legge necessari a questa Regione, come quello sullo psicologo di base. Quanto necessario è? Quanti ragazzi hanno bisogno di una visita ogni settimana, non ogni tre mesi, se la fissano? Quanto abbiamo bisogno di medici di famiglia che, invece di fare la formazione del Veneto, magari la fanno universitaria, aumentando l'attrattività, vista la carenza che abbiamo? Quanto bisogno abbiamo di un ambiente tutelato o quantomeno diverso da quello che stiamo vedendo? Possiamo negare tutto, ma le cose le vediamo anche noi. Possiamo dire che il cambiamento climatico non c'è? Vuol dire che diciamo una gran bugia.
Credo che dovreste veramente giustificare tutto questo. Oggi non ci siete riusciti.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Luisetto, prego.
Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Richiamo la sollecitazione della presidente Scatto nel tornare al tema di questa giornata, su cui si è tanto divagato, perché il tema di questa giornata sfortunatamente non era l'autonomia differenziata e la legge Calderoli, ma era l'istituzione della Giornata dell'autonomia.
Lo faccio riprendendo alcuni passaggi del discorso del collega Favero, che mi spiace non ci sia, però mi son sentita abbastanza sollecitata da alcune sue considerazioni, in particolar modo quando ha detto alle minoranze che noi siamo lontani dalle persone e ha detto che non ci sporchiamo le mani e che non sappiamo essere vicini agli operai.
Gli vorrei chiedere, ma vorrei porre questo quesito ai posteri, se è con la Giornata dell'autonomia che noi ci sporchiamo le mani e diventiamo vicini, tutti, come Consiglio regionale, alle esigenze dei lavoratori o se, come abbiamo visto, con i tagli ai Comuni, con la situazione che ha richiamato prima la collega Ostanel rispetto al lasciare soli gli enti locali, che noi siamo vicini alle persone di questa regione.
Credo che questa Giornata non sia tanto un tema di piacere o non piacere il concetto di folk, di popolare, come ci ha spiegato prima il consigliere Favero, ma sia quanto più una operazione di marketing, probabilmente necessaria in un momento in cui è importante dare una volata alle prossime elezioni, ma che poi dietro a sé ha veramente poco. Lo dico perché siamo stati altresì accusati di essere confusi, come minoranza, e quindi di avere prima sostenuto una cosa e poi averne detta un'altra.
La domanda che mi pongo è se nel corso di questa seduta, in cui l'autonomia è diventata quasi un essere mitologico, che abbiam sentito ci permetterà di spendere di più, ci permetterà di diventare una Regione a Statuto speciale, e abbiamo fatto anche un viaggio dal Trentino a Bilbao, quindi diventeremo l'Eldorado praticamente grazie all'autonomia, ma non solo grazie all'autonomia, grazie all'istituzione della Giornata dell'autonomia.
Fuor di ironia, il tema vero è questo: in questi anni, in questi mesi, più volte è stato chiesto di affrontare in Commissione Bilancio, in Aula, anche con un gruppo di lavoro ristretto, è stato chiesto dalla Capogruppo e da diversi Consiglieri di minoranza, la possibilità di intervenire nella profondità di questo tema.
Noi, per tutta risposta, ci ritroviamo in Aula a confrontarci sull'istituzione della festa; che sia un giorno di approfondimento, che sia un giorno di festa, facciamo fatica ad approfondire qualcosa di cui prima il luogo deputato a studiare, ad approfondire e a condividere proposte da portare anche a livello nazionale, non ha mai affrontato la questione.
Infine, mi dispiace che prima il collega Favero abbia detto questa frase, "che questo primo tentativo timido di autonomia ha smascherato, ha messo in luce i nemici dell'autonomia di smithiana memoria, quando la politica si doveva dividere tra nemici e amici, dove il confronto non era quasi più possibile e la composizione delle controversie neanche".
È molto utile dipingere, quando uno non è d'accordo con te, come nemico. È utile perché ti permette in qualche modo di delegittimarlo e di strumentalizzare la sua posizione. Credo che, invece, la posizione di queste minoranze sia una posizione ben diversa da quella che si è voluta dipingere, ed è una posizione di serietà che in tutta la giornata di oggi ha continuato a chiedere la stessa cosa: discutiamo seriamente all'interno di questa Istituzione, ridiamo centralità al Consiglio regionale su un tema per il quale dovrebbe averla già avuta molto tempo fa e non gli è stata data, torniamo a parlare di autonomia con serietà e lasciamo le feste in secondo, terzo, ultimo piano. Grazie.
PRESIDENTE
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Intervengo dopo numerosi interventi, quelli della maggioranza di questa mattina e i nostri di oggi pomeriggio. Sono state dette tante cose. Ormai sono state già dette tutte.
Il progetto di legge che stiamo votando è abbastanza bizzarro, nel senso che va a istituire una giornata di un qualche cosa che ancora non c'è, ma una giornata su un qualche cosa non si nega a nessuno. C'è la Giornata della felicità, la Giornata del Pi Greco, la Giornata del sonno (ho visto qualche palpebra pesante in Aula), la Giornata del cioccolato. Poi c'è la Giornata del gelato, ma quella è più nostrana che altro. Una giornata in più o in meno non cambia.
Questa è una Giornata un po' vuota, perché è ancora aria fritta, non l'abbiamo portato a casa l'autonomia. È solo nelle idee, è solo nelle parole di alcune leggi.
D'altronde, questi progetti di legge, quando non c'è la volontà di risolvere i veri problemi del Veneto, mi riferisco al problema della siccità, mi riferisco al problema dei cambiamenti climatici, degli eventi estremi, del clima impazzito, del problema della sanità, del problema del lavoro, dell'istruzione, della scuola, allora ci inventiamo, giustamente, lo dico in maniera ironica, altri progetti di legge.
Tempo fa riflettevo su alcuni progetti di legge che mi sembravano forse inutili e ce n'erano tre in particolare, presentati in questa legislatura: il progetto di legge sull'inno ufficiale del Veneto, il progetto di legge sulla Giornata del patriota e poi c'era anche questo, il progetto di legge sulla Giornata dell'autonomia.
Perché dico che è un progetto di legge vuoto, inutile? Perché stiamo istituendo una Giornata su qualcosa che non c'è, ma la conferma arriva anche dall'articolato del progetto di legge del collega e dei colleghi, perché siete in molti ad averlo firmato.
All'articolo 2, comma 2, lettera b) si parla del contenuto di questa ricorrenza, e a un certo punto si dice "percorso istituzionale per il riconoscimento sullo stato di attuazione e sul sostegno e attualizzazione". Si dice anche qui che è ancora qualcosa che fa parte di questa autonomia del futuro, non è qualcosa del presente. È come festeggiare il compleanno di un bimbo che deve ancora nascere. Aspettate che nasca per poi festeggiare il compleanno di questo bambino o bambina.
Questo è un momento nel quale si decide qualche cosa su un contenitore vuoto. Hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto: andiamo ad approvare qualcosa che non dà un riscontro pratico, che non porta un euro in più, non porta degli aiuti in più, non porta dei finanziamenti in più, non porta praticamente niente, perché questa Giornata, effettivamente, va a istituire una ricorrenza che ancora non c'è. Il referendum che cos'è? È una delle tante tappe. A parte che a proposito dell'assenza più eclatante in quest'Aula, quella del nostro Presidente, ho sentito più volte dire che questa è una giornata storica.
Io ho fatto mente locale su tutte le uscite che ha fatto in merito a questo evento storico sull'autonomia in questi ultimi cinque, sei, sette otto anni. In coerenza con le enunciazioni del nostro Presidente, dovevate prevedere sette-otto date, secondo me, di ricorrenza, perché erano tutte giornate storiche. Non sto scherzando. Ricordate quante volte ci ha detto che questa è una giornata storica? Sono tutte giornate storiche. Quindi, un emendamento poteva essere quello che oltre al 22 ottobre potevamo mettere altre sette-otto date, quindi si festeggiava ancora di più.
Il problema comunque è proprio quello dei nostri cittadini. Quando i nostri cittadini chiederanno "L'avete approvata?", la minoranza probabilmente avrà votato contro, compatta e la maggioranza avrà votato a favore. E adesso? Che cosa cambia per i cittadini veneti?
Effettivamente, il problema di questa norma non è tanto nostro, è proprio vostro, perché approvare una legge che non cambia niente, e che non istituisce niente, perché questa Giornata resterà una cosa virtuale, è qualcosa di poco serio. È una legge inutile. Essendo una legge inutile, noi oggi in questo Consiglio abbiamo praticamente perso una giornata. Come ricordava bene il collega prima, motivi per fare norme, ne avremmo tantissimi. I problemi e i nodi da risolvere sono moltissimi. È lì che dovremmo impegnarci un po' di più, anzi, molto di più.
Di problemi in Veneto ce ne sono, c'è un elenco incredibile, basta chiedere ai nostri cittadini, ma noi stiamo dando delle risposte a esigenze che effettivamente non ci sono.
PRESIDENTE
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Sulla Giornata dell'autonomia, quindi sull'oggetto di questo progetto di legge, perché abbiamo discusso molto di cosa dicesse uno e di quanto l'opposizione fosse inquietante, non consapevole del danno che faceva al Veneto, il consigliere Boron, a un certo punto, ci ha ricordato di non fare come si fa a Roma, quindi litigare sull'autonomia, dove il problema non è l'opposizione, ma è la maggioranza.
Se non vogliamo litigare sulla Giornata dell'autonomia, il problema è riempire di contenuti la Giornata dell'autonomia, cominciando a dare delle certezze, perché i traguardi diventano tali quando hanno obiettivi e strumenti chiari.
Nel momento in cui gli strumenti non sono chiari rispetto all'obiettivo, è palese che qualcuno legittimamente può porre anche in dubbio l'utilità di un progetto di legge e della discussione stessa che stiamo facendo da questa mattina all'interno di questo palazzo. La ricetta del come a noi non è chiara, visto che tavoli di studio, incontri anche in qualche modo consulenze con professori universitari per capire come applicare l'autonomia ci sono già stati e ci sono già, quindi non è una novità.
Forse a sostenere questa Giornata dell'autonomia, e a spiegarci la ricetta del come, io condivido, sarebbe stato bello avere qui il Presidente Zaia che ci spiegava come le materie poi diventano funzioni, quindi dove troviamo i soldi per il personale nell'applicazione delle funzioni e quindi come approfondire e far diventare un elemento quasi culturale, quasi di innovazione, l'autonomia rispetto alla riforma di uno Stato che burocraticamente non va avanti, rispetto a quello che era il bel federalismo a cui i nostri antenati ci avevano in qualche modo avviati e che noi non siamo stati in grado di applicare.
Io ricordo Trentin, per esempio, tra i tanti. Ricordo che l'autonomia sull'agricoltura l'abbiamo già votata in un referendum, ma non riusciamo ad applicarla perché a Roma, trasversalmente, non abbiamo mai voluto comunque andare fino in fondo rispetto a questo argomento.
Quindi, è inutile che sbandieriamo traguardi nel momento in cui non abbiamo ancora riempito di contenuto quello di cui stiamo discutendo. Quindi, la solidarietà, per chiudere e non andare avanti, e ripetere cose che sono già state dette, siamo noi a porgerla a voi, perché questo traguardo lo vediamo in qualche modo, se non lontano, sempre più spezzettato rispetto alle promesse che abbiamo fatto ai veneti rispetto a quello che dovrebbe essere, attraverso questo strumento, l'aumento, per esempio, di competitività della nostra Regione. Quindi, è inutile dire a noi "vi portiamo la nostra solidarietà".
Noi non stiamo governando, abbiamo governato. Fino ad un certo punto abbiamo anche fatto delle proposte, eravamo arrivati a determinati step anche rispetto a questo percorso.
Avete raggiunto quasi il traguardo, non siete ancora alla fine. Vedremo come ci arriviamo. Dopodiché ricominciamo magari a discuterne, ma prima di discutere della Giornata, ripeto, vorremmo avere qui il Presidente che ci spiega in quella Giornata cosa andiamo a festeggiare, cosa guadagniamo, cosa portiamo alle imprese venete, cosa portiamo alle persone che stanno male, cosa portiamo ai lavoratori, come non comprimiamo il costo del lavoro rispetto a una necessità di compressione dei costi.
Questo è quello di cui possiamo discutere. Come applichiamo i vantaggi rispetto a determinate leggi che ci sono anche in Regione Veneto e che riconoscono alcuni territori speciali? Penso a Venezia, penso alla montagna, penso alla Riviera, alla Venezia orientale, dove abito io. Ci sono già leggi all'interno di questa Regione che riconoscono una loro parziale autonomia.
Quando discuteremo di questo, forse ritorneremo qui a discutere di quanto importante è culturalmente fare anche una Giornata, la chiameremo autonomia, la chiameremo federalismo, come vorremo, ma quanto è importante da un punto di vista culturale premere l'acceleratore verso un modo diverso di condurre questo Paese.
PRESIDENTE
Silvia Cestaro, prego.
Silvia CESTARO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Io intervengo perché in tutta la discussione di oggi non si è parlato di un argomento importante. Insieme al referendum per l'autonomia della Regione Veneto lo stesso giorno, lo stesso 22 ottobre, questo giorno che i bellunesi ricordano molto bene, è stato votato anche il referendum per l'autonomia della Provincia di Belluno. Un referendum importante perché la nostra è stata una Provincia defraudata dei diritti. È una Provincia che avrebbe tutti i diritti per poter chiedere un'autonomia pari a quella di Trento e Bolzano. Abbiamo il confine estero, abbiamo una zona interamente montana, abbiamo delle difficoltà enormi.
Bene. Chi rappresentava la Provincia di Belluno non l'ha fatto, ha voluto seguire quelle che erano le indicazioni della Regione Veneto, ha voluto essere un'unica espressione e ha voluto cercare nel referendum la volontà dei propri cittadini di avere un'indipendenza uguale a quella del resto della Regione. Questa Provincia è stata tradita due volte dal Partito Democratico.
La prima volta con la legge Delrio – lo so, mi dispiace, collega Camani – che ha distrutto la Provincia. Io mi ricordo il periodo in cui noi Sindaci dei Comuni dovevamo assorbire tutti i dipendenti della Provincia, disperati perché si trovavano ad avere posti di lavoro a 80 chilometri rispetto a dove lavoravano. Il secondo tradimento è proprio quello di non voler riconoscere quello che è stato il lavoro fatto dal ministro Calderoli, che avrà per forza le sue ripercussioni anche sulla nostra Provincia.
La cosa che fa più ridere di tutto quanto questo ragionamento è che viene criticata la legge del collega Zecchinato perché all'articolo 2, comma 2, lettera b) non si riesce a fare riferimento, ovviamente, a una legge applicata. È ovvio. A meno che il collega Zecchinato non abbia la sfera di cristallo, non poteva sapere quando sarebbe stato fatto il passaggio.
La cosa assurda è che il Partito Democratico nel 2019, su un manifesto che potete trovare ovunque, chiede a questa Regione il rispetto dell'esito del referendum provinciale del 22.10.2017 con l'assegnazione di forme avanzate di autonomia direttamente alla Provincia di Belluno.
Voi addirittura pretendevate che le riforme fossero applicate prima ancora che fosse fatta la legge. Qui siamo veramente al ridicolo. Se poi andate a vedervi tutta quanta la storia del Partito Democratico di Belluno, ha fatto una raccolta firme convinta per l'autonomia della Provincia di Belluno e, di conseguenza, anche della Regione Veneto. Lo slogan era "Uniti si vince". Questa è la verità.
Sono convinta che in questi anni, visto che si è parlato di concretezza, questa Regione, la concretezza nei confronti della Provincia di Belluno la abbia dimostrata. Nonostante le difficoltà che ci sono state con la legge Delrio, che ha svuotato le competenze della Provincia, ha tolto i dipendenti, smembrandoli e mandandoli in ogni parte della Provincia stessa o delle altre Province, questa Regione si è impegnata fino in fondo per cercare di dare corpo alla legge n. 25 del 2014, una legge che era difficilissima da applicare, proprio per quello che ci siamo detti, perché la Regione è stata svuotata dei dipendenti, la Provincia lo stesso e i Comuni si sono trovati, e adesso siamo ogni giorno qui a discutere di questa cosa, ormai in braghe di tela.
Cosa ha fatto? Ha dato le competenze alla Provincia di Belluno, e lo ha fatto anche in questa legislatura aggiungendo ulteriori due competenze. Mi viene in mente quella più importante, caccia e pesca, dove siamo riusciti tutti insieme, lavorando di concerto, a dare l'intera competenza di questo settore alla Provincia di Belluno, che non solo è autonoma nelle sue decisioni e anche nel Piano faunistico-venatorio, ma addirittura, tramite l'aiuto della Regione, e parlo di un aiuto economico, è riuscita ad assumere tutto il plafond di guardie provinciali che le servivano per poter fare la gestione e l'amministrazione del territorio, cosa direi assolutamente essenziale, viste anche le meravigliose persone che ogni tanto si trovano e che distruggono il nostro ambiente.
Ecco perché parlo di concretezza, e parlo di una volontà che questa Regione ha messo fino in fondo. La Provincia di Belluno ha la difesa del suolo, ha l'urbanistica, ha le minoranze linguistiche, ha la caccia e pesca e molto altro. Lo fa con fondi regionali. Lo fa con la capacità delle persone che, con poche risorse, riescono ad arrivare alla fine, lo fa con i canoni idrici, che abbiamo discusso in quest'Aula, che sono al 100% lasciati alla Provincia di Belluno. Se non è autonomia questa, non saprei cosa definire autonomia, considerato che voi pretendete non si sa che cosa.
Speriamo, come rappresentanti della Provincia di Belluno, che questa Giornata possa essere una giornata di confronto non solo per parlare di autonomia, per parlare di quello che sarà il prosieguo della legge Calderoli, ma anche per continuare un confronto proficuo su quella che è la legge n. 25 del 2014, affinché si possa arrivare veramente a dare una risposta a tutti i cittadini.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Grazie anche alle colleghe e ai colleghi che oggi hanno animato con tanti interventi la discussione in questo Consiglio regionale. Alcuni non li avevo mai sentiti intervenire in Aula, quindi è una buona cosa. Lo dico più che altro al collega appena arrivato. Non è mai così. Non intervengono mai, tranne quando si deve parlare di questo argomento.
Mi associo alla gioia del collega Montanariello, che ha voluto sottolineare l'importanza della discussione che abbiamo avuto. È stato un dibattito nel quale tanti colleghi si sono impegnati ad articolare delle riflessioni, in particolare sul Partito Democratico, perché l'oggetto della discussione è stata il Partito Democratico e su di me. Presidente Scatto, mi dispiace, l'ho ascoltata non dall'Aula, ma dal mio ufficio. Sono stata molto colpita dall'interesse che ha dimostrato rispetto a quello che ho detto io. In generale, avete ripercorso in tantissimi interventi l'oggetto del vostro interesse, cioè l'analisi della storia politica del Partito Democratico e del centrosinistra e della sua eventuale propensione o meno all'autonomia.
È un argomento che vi sta a cuore, evidentemente, che fa parte di quel racconto, lo ha ben descritto la collega Luisetto, di processo di delegittimazione folcloristica del nemico, che vi consente non tanto di essere quelli a favore dell'autonomia, ma di essere quelli che fanno la guerra a chi ha un pensiero diverso dal vostro.
Del resto, è così la vostra idea di autonomia. È un'autonomia divisiva, è un'autonomia non collaborativa, è un'autonomia conflittuale del Veneto contro l'Italia, dell'inno veneto contro l'inno nazionale, della bandiera del Veneto contro la bandiera dell'Italia.
Ed è in questa modalità di interpretare l'ambizione autonomistica che io ritrovo la contraddizione tra ciò che voi raccontate, ciò che in realtà i veneti sentono e ciò che la Costituzione prevede, che racconta di un'autonomia collaborativa, che è esattamente quella che abbiamo sperimentato, ad esempio, durante la pandemia, dove ci siamo accorti che le Regioni da sole non ce la facevano, ma al contempo era necessario presidiare da vicino i territori. Del resto, in questi anni, il processo autonomistico ha camminato sulle gambe di tutti, perché sta dentro la Costituzione, ed è patrimonio di tutti.
Invece, oggi avete sventolato, a mio giudizio, con orgoglio, legittimo, con un po' di prepotenza, mi è dispiaciuto, la bandiera dell'autonomia. È fisiologico, e parlo ovviamente ai colleghi di Lega con Salvini e lista Zaia, con meno orgoglio ai colleghi di Fratelli d'Italia o di Forza Italia, perché per queste formazioni politiche il tema dell'autonomia è un tema identitario, quindi è fisiologico, è il tema sul quale avete costruito la vostra proposta politica tanti decenni fa. È il tema attorno a cui riuscite a coagulare il consenso, oltre che l'identità della vostra formazione.
È vero, lo ammetto, la sinistra ha altri valori alla base della propria formazione identitaria, a partire dalla giustizia sociale, a partire dal contrasto alle diseguaglianze. Proprio perché la sinistra crede nella giustizia sociale e nel contrasto alle diseguaglianze, non può condividere questa proposta di autonomia divisiva che allarga le differenze tra persone, tra territori, tra ceti sociali. Le allarga questa forma di autonomia.
Solo che, sventolando con orgoglio e prepotenza la bandiera dell'autonomia, e facendo l'esame radiologico alla storia del Partito Democratico e della sinistra, con un po' di arroganza, perché ci si pensa professori, non avete detto, secondo me...
Può ripetere, consigliere Favero? Non l'ho sentita. Se ripete quello che ha detto, mi fa piacere. Cosa ha detto?
PRESIDENTE
Lasciamo parlare la collega Camani. Non dibattete fra di voi.
Prego, collega Camani.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Dicevo che sventolando con orgoglio, con un po' di prepotenza e senza umiltà, la bandiera dell'autonomia, non ci avete detto, sostanzialmente, dal mio punto di vista, cosa ci volete fare con questa autonomia.
Il collega Montanariello, in maniera efficace, ha fatto qualche esempio di come negli argomenti, nei temi e nelle competenze rispetto ai quali avete autonomia, non avete fatto bene, e qualche esempio di come ci sono temi, emergenze, necessità che dobbiamo affrontare, e che non risolveremo con l'autonomia. Questo è il grande limite: quando un principio, anziché essere inteso come uno strumento per risolvere i problemi delle persone, è inteso come un fine identitario, tanto che la discussione a cui abbiamo assistito – lo dico a chi ha avuto il coraggio di richiamare i colleghi di minoranza a stare sull'argomento oggetto della discussione – e il tema di cui avremmo dovuto discutere avrebbe dovuto riguardare non i contenuti, perché non è questo il punto che avete portato all'ordine del giorno. Se mi aveste presentato un progetto di legge statale, come fecero i nostri omonimi nel 2017, all'interno del quale infilavate dei contenuti, delle materie, delle funzioni e delle competenze che oggi nel 2024 pensate sia utile che la Regione del Veneto richieda, la discussione vi sarebbe interessata molto. Anzi, ho aperto la seduta di Consiglio regionale avanzando questa richiesta, chiedendo la collaborazione del presidente Ciambetti per fare questo lavoro, perché dal 2017 al 2024 è cambiato il mondo, non so se ve ne siete accorti. Nel frattempo, forse, quando un principio non è un dogma, ma è un elemento di discussione politica, andrebbe rivisto, andrebbe riaggiornato.
Voi non avete portato questo tipo di contenuto dentro quest'Aula di Consiglio regionale, voi avete portato l'istituzione della Giornata dell'autonomia. Certo che non è una proposta di legge eversiva, collega Bet. È inutile, è diverso. Noi non siamo preoccupati che con la Giornata dell'autonomia si sovverta l'ordine istituzionale del Paese, anche perché, malgrado i tentativi che sono in atto di compressione delle libertà degli spazi democratici, ancora in questo Paese un po' di Istituzioni a presidio ci sono. Siamo dispiaciuti che, di fronte ad una novità come l'approvazione di una legge quadro nazionale, il Consiglio regionale del Veneto impegni il suo tempo a discutere se la consigliera Camani ha detto una cosa giusta o sbagliata, se il PD ha fatto bene a fare la riforma del 2001 e se la Giornata dell'autonomia è davvero l'unico contributo che noi dobbiamo dare alla fase politica che stiamo attraversando.
Il punto è – e vado a chiudere – che anche oggi, infatti, la nostra discussione non è stata una discussione politica, è stata la solita vostra ennesima, enorme operazione di marketing per nascondere la verità, il fumo per nascondere la verità. La verità è che l'autonomia che avete promesso ai veneti in questi vent'anni, con questa legge Calderoli, non sarà possibile, perché la leggenda dei nove decimi, cioè che l'imposizione fiscale anziché basarsi sulla persona, si possa basare sul territorio, quella che vale, collega Bet, per le Regioni a Statuto speciale e non per il Veneto, è una presa in giro che per trent'anni avete utilizzato contro i veneti, così come le ventitré materie sono il racconto, la bugia che avete utilizzato contro i veneti.
Oggi, anziché dire che quella roba lì non si può fare, ne facciamo un'altra con le cose che ci sono arrivate, e vi diciamo come la vogliamo fare e per ottenere cosa, fate marketing per nascondere. È un'occasione perduta quella del dibattito di oggi. È un'occasione perduta. Avremmo potuto chiedere al presidente Zaia di venire qui a condividere con noi cosa si vuole fare in questa Regione ed è anche una discussione che mette in evidenza una profonda debolezza di un partito, di un movimento autonomista nella nostra Regione, che dopo trent'anni non ha più niente da dire.
Per tutte queste ragioni, presidente Ciambetti, annuncio, a nome di tutti i Gruppi delle opposizioni, che non parteciperemo al voto di questo progetto di legge.
PRESIDENTE
Signori, per favore, non rumoreggiamo in Aula. Grazie.
Collega Soranzo, prego.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Inviterei l'opposizione, eventualmente, a uscire quando è finita la discussione generale, quantomeno per rispetto.
PRESIDENTE
Signori, silenzio in Aula. Lasciamo parlare il collega Soranzo.
Prego, collega Soranzo.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, vi chiedo scusa se il nostro Gruppo ha partecipato con una piccola rappresentanza, però ha presidiato questo Consiglio su una proposta di legge che comunque noi riteniamo assolutamente interessante.
Sono sicuro che i veneti, nonostante possano essere stati lunghi gli interventi di quest'oggi, anche se io ho sentito solo la seconda parte, abbiano ascoltato tutto. Sono sicuro che i colleghi dell'opposizione, nonostante l'attività di uscita dall'Aula, ascolteranno tutti gli interventi, perché su questi interventi poi, giustamente, la loro attività di comunicati stampa sarà, come sempre, molto attenta e molto animata.
Vanno specificati in modo chiaro alcuni aspetti. Lo vogliamo fare dal Gruppo di Fratelli d'Italia, perché, ringraziando il collega Zecchinato, bisogna dire cosa ha fatto per presentare questo progetto di legge.
Do il benvenuto ai due nuovi colleghi in quest'Aula, Consiglieri regionali, che non ho avuto il piacere di salutare questa mattina e lo faccio adesso. Poi, ho sentito l'intervento del collega Masolo che diceva che è intervenuta questa mattina, io non c'ero, la maggior parte della maggioranza e si è consumato il tempo di questo Consiglio regionale, soprattutto. Ho assistito alla seconda parte del Consiglio regionale dove ho visto praticamente, come sempre, tutta la minoranza intervenire e per tutto il tempo.
Gentili colleghi, noi di Fratelli d'Italia abbiamo con umiltà – la nostra Premier usa il termine "sommessamente", perché è ricco di significato – la volontà di mettere un accento su un aspetto. L'autonomia differenziata non è una riforma, considerato che il testo di legge porta all'istituzione di una Giornata e quindi tutti i colleghi mi pare di aver capito hanno poi sforato da quello che magari è il testo di legge proposto dal collega Zecchinato, perché, di fatto, ha portato alle valutazioni su quella che è l'autonomia differenziata, una delle riforme, anche se è una legge quadro, più importanti del nostro Paese, insieme, e non di meno, al premierato.
Quando noi siamo entrati in quest'Aula, questo Gruppo, nel 2020, il Presidente, i segretari delle forze di maggioranza che proponevano il presidente Luca Zaia, avevano chiesto la firma dei segretari nazionali sull'impegno a portare avanti l'autonomia differenziata. È stata pretesa una firma d'impegno a portare avanti l'autonomia differenziata. Poi, nel 2022, se non sbaglio, perché il tempo vola, per le politiche, nonostante sia stato inserito nel programma regionale, nel programma nazionale, è stato chiesto nuovamente questo impegno.
Penso di non dire niente di nuovo – nessuno si offenda in quest'Aula e neanche i veneti, che penso che lo sappiano, che ci stanno ascoltando – dicendo che dalle trasmissioni televisive ai confronti, anche tra di noi, il dubbio se i colleghi di Fratelli d'Italia, i Gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia al Senato e alla Camera dei deputati, il Governo veramente avessero intenzione di portare a termine questa riforma.
Posso dire che in qualche modo ci avete guardato con un po' di sospetto? Posso dire che in quest'Aula talvolta è stato tra le righe portato il sospetto che non ci fosse da parte di Fratelli d'Italia veramente la convinzione di portare a termine questa riforma? Io penso di sì.
Perché sto facendo questo intervento? Perché oggi noi abbiamo ascoltato – e ringrazio anche i colleghi che sono stati in Aula questa mattina e sono intervenuti per conto del Gruppo di Fratelli d'Italia – interventi che, però, certificano il grande successo di una forza politica, che quello che pensa dice e quello che dice fa. Non è uno slogan. È esattamente l'essere – io lo incarno così – dei veneti, perché i veneti parlano poco, ma fanno. Così lo diciamo in Veneto.
Bene, noi incarniamo questo e siamo orgogliosi, siamo rimasti in silenzio, perché la riforma arriva, l'autonomia differenziata, e qui mi dispiace, colleghi, se è avvenuto questa mattina, vi chiedo scusa, ma almeno io, da quando sono entrato in quest'Aula, non ho sentito una parola di ringraziamento. Ho sentito il collega Filippo Rigo, che diceva "ringraziamo il Governo". È così tremendo dire "il Governo di Giorgia Meloni"? Perché non l'ho mai sentita citare una volta.
Sapete perché dico questo? Perché noi non abbiamo bisogno di ringraziamenti, tantomeno la presidente Meloni, perché la riforma non l'abbiamo fatta perché sia una bandiera, questa non è la bandiera di qualcuno, questa è una riforma di cui ha bisogno il Paese, come ha bisogno del premierato.
L'autonomia differenziata, come il presidente Zaia ha sempre portato avanti correttamente e con grande lungimiranza, è un'autonomia differenziata – non "autonomia punto" – che serve al Paese, perché ha degli aspetti peculiari di una riforma dinamica, che rende un Paese dinamico, capace, veloce, che mette in luce certamente un Paese nelle sue magari debolezze e punti di forza per riequilibrare e farlo diventare un Paese, una nazione avvolta da un tricolore che, di fatto, è uguale per tutti ed ha i servizi per tutti, di eguaglianza, non di diseguaglianza.
Quando dico questo, noi siamo molto contenti perché qualcosa è cambiato. Oggi noi stiamo parlando di una legge quadro. La domanda è: il Partito Democratico, che è uscito, le forze di minoranza oggi cosa avrebbero detto se Giorgia Meloni non avesse portato a casa l'autonomia differenziata, ossia l'approvazione della legge quadro su proposta di un Ministro, che è una bandiera per i nostri amici della Lega, che è Calderoli? Ancor di più bisogna capire, e lo abbiamo detto in quest'Aula, che il presidente Meloni incarica proprio il ministro Calderoli per fare questa riforma.
Ritorno, quindi, a un passaggio precedente: c'era o non c'era l'intenzione di arrivare fino alla fine e convintamente portare a casa l'autonomia fin dall'inizio? Certo che c'era. La parola di Fratelli d'Italia è stata seria? Sì, è stata seria. L'ha fatto nominando il Ministro che pensava più idoneo, capace e preparato a portarla a casa, e l'abbiamo portata a casa tutti insieme. Lo abbiamo portata a casa nell'interesse dell'Italia.
L'altro giorno ho guardato, perché qualche volta mi capita – riesco a guardarlo solo di notte, perché di notte o studio o leggo, qualche volta facevo anche dell'altro, ma ora dormo, così nessuno pensa male – la rete televisiva Focus. È cambiato anche quella. È sparito il counter dell'autonomia. Amici, colleghi, frequentatori di quella rete televisiva, è sparito il counter che conta quante giornate di attesa ha avuto, dal momento del referendum, questa Regione. Questo counter è sparito perché Giorgia Meloni ha portato a casa la riforma insieme al suo Governo. È sparito, non c'è più a Rete Veneta il counter. Vi ricordate? Quante erano? 2.300 giornate di attesa. Ma non è solo questo.
Le 2.300 giornate sono dal momento del referendum del famoso ottobre 2017. Il collega Zecchinato sta portando il 22 ottobre come data in cui poter attivare quel processo di formazione e tutto quello che contiene la proposta di legge: promozione, informazione, confronto, dialogo, approfondimento, studio, le dico tutte, ogni anno.
Signori, gentili amici del PD, è nel lontano 2001 che il Governo in carica riforma il Titolo V della Costituzione. Da allora passano ben undici Governi – il dodicesimo è quello di Giorgia Meloni –, passano ventitré anni e trascorrono cinque legislature, questa è la sesta. Cinque legislature, ventitré anni per attuare ciò che era scritto nella Costituzione, una legge quadro che attiva quello che, di fatto, nasce da un Governo che non era di centrodestra, o promosso perché anche il Partito Democratico votò quella riforma, convintamente, sulla spinta di un Paese che chiedeva l'autonomia o un processo di rivisitazione sotto il profilo dell'autonomia.
Amici, capite che questo è un po' il nostro percorso, un percorso che ha visto un partito che non si è fossilizzato nello sventolare la bandiera della tifoseria contro o a favore e che certamente non vuole dividere il Paese per cui c'è chi ne avrà di più, chi ne avrà meno e sulla base di quello che, di fatto, qualcuno vuole, in qualche modo, dipingere pro o contro, ma vuole dare una risposta per il Veneto, assolutamente a quel tessuto produttivo, a quei cittadini e a tutte le associazioni, al Terzo Settore, a tutto il sistema veneto di tornare a quello di cui ha bisogno.
Quindi, gentili amici, colleghi, noi voteremo a favore, e lo diremo poi, però vorremmo anche sottolineare che forse il momento che stiamo vivendo è un momento che ha visto la serietà e l'impegno di tanti, e non solo di pochi.
L'autonomia non deve diventare una bandiera di qualcuno, di una forza politica, ma deve diventare una bandiera dei veneti, perché hanno avuto la lungimiranza, ma soprattutto di tutto il Paese.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Rizzotto, prego.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Oggi ho ascoltato tutti gli interventi in Aula. Mi spiace vedere che l'opposizione ha lasciato l'Aula, già da qualche minuto. Evidentemente la coerenza non fa parte del loro nome, Partito Democratico. È democratico fino a un certo punto, perché non vuole ascoltare fino in fondo il confronto con la maggioranza di questo Consiglio regionale.
Ho sentito tante cose oggi. Alcune, devo dire, mi hanno fatto anche male perché io sono alla seconda legislatura in questo Consiglio regionale, ho vissuto anche la parte che ha portato a fare quel referendum. Mi ha fatto male sentire anche la collega Bigon dire "siete voi". Siamo noi, siamo il Veneto.
Qui siamo in Consiglio regionale del Veneto, ogni rappresentante di quest'Aula dovrebbe sentirsi parte del Veneto e non fare sempre contrapposizione.
Come anche la collega Luisetto che ha detto: "la minoranza chiede serietà". Perché noi cosa siamo? Non siamo seri? Questo io l'ho trovato di cattivo gusto, sinceramente, perché noi siamo seri. Si possono condividere e non condividere le opinioni di taluno o dell'altro, però dire che noi non siamo seri non l'ho trovata una cosa corretta.
Come anche il collega Zanoni che dice: "questo progetto di legge – e ringrazio il collega Zecchinato che l'ha proposto e tutti i sottoscrittori – è bizzarro". "Festeggiare un compleanno che non c'è. Non c'è ancora niente". Poi ha anche detto "approvare una legge che non cambia niente è inutile". Con tutte le proposte che ha fatto il collega Zanoni in questi anni a dir la verità quelle che cambiavano qualche cosa sono pari a zero, quasi. Non mi pare che lui abbia portato niente di contributi costruttivi in tanti anni in Consiglio regionale del Veneto. Quindi, dire che i nostri provvedimenti siano inutili lo trovo veramente anche fuori luogo.
La collega Zottis ha detto "Bisogna recuperare i contenuti di questa giornata. È vuota di contenuti. Questo è il problema". Li troveremo i contenuti. L'obiettivo è quello di far sì che questa sia una Giornata voluta dai veneti e far capire cos'è l'autonomia.
Vuol dire essere venuti qui in Aula con una posizione pregiudiziale, contro quella che è anche la volontà dei veneti che si sono espressi in modo democratico. Come ho già detto anche in passato tante volte, ancora nella scorsa legislatura, ancora una volta ho la dimostrazione che il Partito Democratico di democratico ha solo il nome, perché dimostrano di non avere nient'altro, perché non rispettano neanche il voto dei cittadini.
La collega Camani ha detto: "È un'autonomia divisiva. Fate guerra a chi non la pensa come voi". Lei fa una guerra continua, fa una guerra in ogni occasione in questo Consiglio regionale e noi dovremmo pensarla come lei, perché lei è l'unica detentrice della verità assoluta. È l'unica detentrice anche di come veramente il Veneto dovrebbe andare e dovrebbe funzionare. Solo lei sa come deve essere fatto. Insomma, anche noi siamo stati eletti dai cittadini del Veneto a rappresentare questo Veneto, abbiamo bisogno di rispetto anche noi, vorremmo avere questo rispetto dal Partito Democratico, che, guarda caso, in questo momento non è presente. Tra i banchi dell'opposizione qui di fronte a me non vi è nessuno. Questo è il loro esempio di come rispettano chi non la pensa come loro. Questo fa male, fa male al Veneto.
Lo dico in conclusione di seduta e mi son sentita di intervenire, perché penso che sia doveroso aver rispetto di coloro che ci hanno votato, di coloro che hanno creduto in questo progetto di autonomia. Bisogna far capire cos'è l'autonomia, come hanno spiegato bene il collega Zecchinato e tanti colleghi che sono intervenuti prima di me. È stato un lungo percorso. Ci abbiamo creduto e ci crediamo ancora.
È vero, non abbiamo ancora i risultati in Veneto, ma è un lungo percorso, e noi lo porteremo avanti solo grazie a chi ci ha creduto. A tal proposito, devo ringraziare, come ha detto anche il collega Soranzo, e in questo senso sono d'accordo, tutti coloro che hanno creduto in questo percorso e hanno contribuito ad approvare questa legge. Vanno ringraziati, perché è un modo per dare seguito a quello che è un dettato costituzionale. La Costituzione lo ha previsto. Non stiamo facendo niente di diverso.
Tante volte siamo attaccati perché facciamo progetti di legge che sarebbero anticostituzionali. Ma questo è proprio nel dettato costituzionale. E qui ci attaccano ancora. Allora sono prevenuti e vanno contro la volontà dei veneti. Penso che sarebbe più proficuo mettere da parte certe ideologie. Oggi, però, abbiamo capito qualche cosa in più. Abbiamo capito chi è davvero a favore e chi è davvero contro l'autonomia. L'avevamo già capito da tempo. Non è una grande sorpresa oggi, sinceramente.
Vedo il collega Zanoni. Forse è rientrato per un attimo. Deve farsi la borsa, scusate, per uscire. Deve andare a casa di corsa perché avrà altri impegni. Vada pure, collega Zanoni. Le rammento soltanto che, in fin dei conti, lei è pagato per stare qui fino alla fine, come noi. Però, se ha altri impegni più importanti non importa.
PRESIDENTE
Per favore, non dialogate. Collega Zanoni, lasci parlare la collega.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Noi siamo coerenti con il percorso costituzionale. Ringraziamo tutti coloro che l'hanno sostenuto e lo sosterranno sempre. È un lungo percorso, quello che arriverà, arriverà.
Il PDL di oggi verte su una giornata per riconoscere che il Veneto vuole l'autonomia. I veneti si sono espressi e noi manteniamo questo mandato. Poi arriverà quello che arriverà. È un lungo lavoro, ma noi stiamo andando avanti su questo. Il 22 ottobre per noi del Veneto è stata una giornata storica e va ricordata.
Grazie.
PRESIDENTE
Andiamo alla chiusura della discussione generale con il relatore Zecchinato, che ha chiesto la parola. Prego.
Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Gli interventi sono stati molti, alcuni interessanti e utili, soprattutto quelli dei colleghi, altri, invece, alquanto imbarazzanti e pretestuosi. Va anche detto che spiace sentire espressioni come "pagliacciate", "senza umiltà", "inutile", "siete come le comiche", "fate solo propaganda". Non è mio costume riportare queste cose, perché sono cose neanche da riportare, però certo dà fastidio, credo a tutti i presenti in Aula, essere additati in questo modo. Ci vuole anche una certa educazione istituzionale.
Ad ogni modo, tralasciando questo aspetto, voglio chiarire un fatto. Abbiamo sentito, soprattutto dai banchi dell'opposizione, che si tratta dell'ennesima festa. Non è una festa, è una giornata celebrativa. Penso che sia innegabile, come ha appena detto la collega Rizzotto, che il 22 ottobre 2017 c'è stato un referendum, sono andati a votare 2.273.000 veneti per il "sì", quindi un numero altissimo, e per loro rispetto andava individuata una data. Questo ci veniva anche dal territorio, perché noi in mezzo alla gente ci stiamo, e il territorio il 22 ottobre di ogni anno organizza iniziative. C'è chi organizza un'iniziativa in piazza, chi un convegno, chi una discussione. Insomma, c'è fermento sul territorio, e penso che tutti abbiamo visto questo. Quindi, vogliamo accogliere anche quelle istanze. Penso ai comitati legati all'autonomia, in particolare al Comitato Veneto Autonomo Subito, penso ai giovani della Lega ma anche di altri partiti che ricordano quel momento. Quindi, è un atto dovuto verso loro e anche verso i cittadini, oltre che una cosa che richiediamo anche noi.
Direi che questa legge – fa anche un po' sorridere – un esito lo ha già avuto. Oggi c'è stata una discussione, e non a caso – lo ricordavano anche i colleghi – l'opposizione ha depositato una lettera affinché avvenga una discussione in Aula. Vuol dire che anche loro si sono risvegliati da quel torpore sull'autonomia, tant'è che hanno già fatto un atto concreto.
Vorrei ricordare un'altra cosa. In un paio di interventi si è additata la Regione per un certo immobilismo su alcune materie. Io direi che dobbiamo ricordarci alcuni passaggi, perché forse ce li siamo persi. Le grandi derivazioni idrauliche dal 2029 vanno al rinnovo come Regione Veneto. Questa è un'autonomia che ci portiamo a casa, anche finanziaria, enorme. Stiamo parlando da tempo di holding delle società autostradali. Lo abbiamo visto sui giornali e ce ne ha parlato anche la Vicepresidente, che è qui presente. Qui stiamo parlando di partite enormi. Ci sono società nel perimetro della Regione che fanno un grandissimo lavoro. Dobbiamo riconoscere anche questo, perché spesso qui, in Aula, ci viene narrata una realtà che è diversa e rischiamo di convincerci di avere veramente questa realtà, quando invece la realtà è diversa.
Concludo velocemente, anche perché non credo serva dire altro. Ci sono già stati tantissimi interventi. Ritengo che abbiamo questa occasione, l'occasione di mettere in calendario una data, una data che celebriamo il 22 ottobre 2017, ma una data in cui ci ritroviamo a parlare e discutere, ed è in calendario. Poi, sicuramente il Consiglio regionale avrà un ruolo e una discussione nel processo di autonomia. È imprescindibile. Però, dobbiamo ricordare che, in particolare dal 2017, il Presidente, il Consiglio e la Giunta si stanno muovendo in questa direzione in maniera intensa e anche celere. D'altronde, avete visto quanto ci ha messo il Presidente a chiedere le competenze adesso.
Chiudo qui, ringraziando tutti i colleghi che hanno partecipato al dibattito e auspicando che la prossima volta anche l'opposizione rimanga in Aula, perché è già la seconda volta su un mio progetto di legge che l'opposizione esce. Forse non gli sono simpatico.
Grazie.
PRESIDENTE
Passiamo all'esame dell'articolato.
Articolo 1.
Collega Formaggio, prego.
Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per dire che sull'articolo 1 trovo la data del 22 ottobre 2017, data nota per l'atto d'amore dei veneti, con la loro votazione, nei confronti dell'autonomia del Veneto, tuttavia proporrei, senza dilungarmi più di tanto, ne abbiamo parlato tutta la giornata, al mio capogruppo Soranzo e ai miei colleghi di Fratelli d'Italia di cambiare la data del 22 ottobre 2017 con quella del 2 febbraio 2023, quando è nata la bambina "autonomia", ovvero quando la presidente Giorgia Meloni ha firmato, in Consiglio dei Ministri, la legge che permette al Veneto l'autonomia.
Grazie.
PRESIDENTE
Premesso che la facoltà di parola, a termini di Regolamento, è sempre consentita, il collega Joe Formaggio, che è qua ormai da quasi quattro anni, immagino sappia come si presentano gli emendamenti. Avrebbe dovuto presentarlo prima l'emendamento, non può presentarlo così, al volo. Quindi, non possiamo accogliere la sua proposta emendativa.
Il collega Joe Formaggio ha parlato in dichiarazione di voto per Fratelli d'Italia sull'articolo, ma non vedo possibilità, da Regolamento, che mi vengano emendamento in velocità.
Siamo sull'articolo 1.
Non c'è nessun emendamento. L'articolo 1 è quello che è uscito dalla Commissione.
Metto in votazione l'articolo
1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Collega Soranzo, prego.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Solo perché non ci siano equivoci. Ha ragione, non era possibile fare un emendamento e non si poteva neanche fare un ordine del giorno, perché di fatto l'ordine del giorno sarebbe arrivato ad articolo votato. Credo che il collega Formaggio volesse invitare il relatore o il correlatore a proporre un emendamento. Questo sarebbe stato l'unico modo di intervenire sull'articolo. Certamente non poteva farlo il collega Formaggio o il Gruppo, come lei ricordava, Presidente.
Non ho avuto il tempo, ma vorrei dire al collega Formaggio che, se c'è una data da proporre, è quella di tutti, cioè quella della votazione alla Camera, dove tutti i parlamentari di tutti i partiti hanno votato, perché è patrimonio di tutti, non solo di qualcuno. Certo, del presidente Giorgia Meloni, ma di tutti, perché di fatto c'è il lavoro di tutti, di tanti anni.
Solo perché rimanga a verbale: ci siamo astenuti solo perché un Gruppo deve ragionare sempre e comunque in modo compatto. L'articolo è stato votato, per noi non cambia niente. Voteremo convintamente a favore della legge, della riforma dell'autonomia differenziata e della giornata per ricordare questo lavoro fatto dai veneti.
PRESIDENTE
Sempre perché rimanga a verbale: il Regolamento prevede che durante la votazione non si può presentare un emendamento in corsa. Ci sono dei tempi previsti da Regolamento, che ormai conosciamo tutti. Quando si è in votazione, si vota quello che è a disposizione dei colleghi.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo
2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo
3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale del PDL n. 239 nel suo complesso.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Pan, prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare tutti i colleghi e i Gruppi presenti a questa votazione, perché penso che sia una dimostrazione di quanto rispetto noi abbiamo, caro collega Soranzo, del voto di quel referendum dei nostri elettori veneti del 17 ottobre 2022, cosa che, invece, noto non hanno le opposizioni, che hanno deciso di abbandonare l'Aula.
Oggi ne abbiamo sentite di tutti i colori relativamente a questo provvedimento e in particolare all'autonomia. Noi siamo coloro che, partendo dalla Liga Veneta, quindi da un movimento identitario veneto, hanno posto il tema dell'autonomia, insieme a tanti altri temi in questi trent'anni, che sono partiti dalla lunga storia del popolo veneto, quindi dalla storia di una grande Repubblica. Abbiamo posto il tema del centralismo romano, che purtroppo ha creato tante questioni, non solo nella nostra Regione, ma penso anche nelle Regioni del Meridione, che io spesso e volentieri cito, perché penso che l'autonomia rappresenti la riattivazione di una responsabilità che anche in quelle Regioni manca da tanto tempo. Quindi, sicuramente spiace vedere che le sinistre siano uscite.
Il voto espresso in Parlamento ha dimostrato, ancora una volta, il poco rispetto che hanno avuto i deputati e i senatori del PD, della sinistra e degli ecologisti veneti soprattutto che hanno votato contro l'autonomia. Sono i veri traditori dei loro elettori, anche quelli di sinistra che hanno votato il referendum. Sono andati in tanti a votare al referendum. Quindi, oggi hanno tradito due volte, hanno tradito a Roma e hanno tradito a Venezia. Pertanto, caro popolo veneto, cari veneti, cari elettori, ricordatevi di chi avete scelto in quest'Aula e di chi avete mandato in Parlamento.
Grazie, invece, a coloro che sono rimasti qui e a coloro che hanno votato a Roma. Grazie anche al Governo. Grazie anche al presidente Giorgia Meloni, che cito poco, ma cito insieme al Governo, al nostro segretario Matteo Salvini, al segretario Tajani e a tutti coloro che hanno voluto questa riforma. Speriamo che finalmente anche con il premierato riusciamo a cambiare le sorti di questo Paese in meglio.
Grazie.
PRESIDENTE
Collega Soranzo, prego.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Questa volta andremo dritti alla riflessione sul progetto di legge presentato dal collega Zecchinato, che ringraziamo per l'iniziativa, come ringraziamo tutti coloro che vi hanno lavorato
Noi voteremo a favore di questo progetto di legge, perché crediamo che sia un'ottima occasione, collega, per dare le informazioni corrette su quella che è l'autonomia e per riportare ai nostri concittadini non certo una narrativa di parte, ma avendo il coraggio di spiegare cos'è l'autonomia in tutte le sue sfaccettature, che oggi è una legge quadro. D'altronde, oggi è in corso un'attività dove si vuole già giudicare una riforma di cui una parte deve essere ancora individuata e approvata, in particolare quella dei LEP, che ha un percorso di almeno ventiquattro mesi. Si giudica una riforma nei contenuti, quando di fatto manca ancora il contenuto. Si cominciano a raccogliere le firme per l'abrogazione di una legge quadro, quando ancora nel merito non si è nella possibilità di esprimersi. Nella parte, invece, in cui ci si può esprimere, vale a dire l'attuazione del Titolo V della Costituzione, quindi la legge quadro e l'attivazione di quanto previsto dalla Costituzione, si scoprono le carte e viene fuori chi magari comincia a dipingere una certa narrativa. Abbiamo sentito che l'autonomia è una riforma che allontanerà le nostre comunità, è una riforma delle diseguaglianze. Sono termini e timori che spaventano le nostre comunità, come spaventano le imprese quando sentono parlare di situazioni per cui troveranno nei mercati difficoltà burocratiche o un peggioramento dell'attività dell'amministrazione pubblica, cosa che è tutta da vedere e da verificare. Ma soprattutto dovremmo avere tutti la serietà di farlo con dati oggettivi, con studi approfonditi e con confronti assolutamente non di parte, ma terzi.
Questa giornata, collega Zecchinato, per noi è una sfida, perché noi vogliamo parlare di autonomia. Magari l'opposizione dirà: ne vogliono parlare per gli aspetti che a loro convengono. No, non è così, perché questa è una legge della Regione del Veneto, è una legge di una Istituzione, che dovrà applicarla, e sicuramente chi avrà il compito di attuarla la dovrà attuare in modo assolutamente equidistante nel merito e per come la legge è stata proposta e, crediamo, approvata.
È un'occasione che lancia una sfida, perché noi abbiamo sempre ragionato a viso aperto, siamo convinti di quello che facciamo, se sbagliamo ci assumiamo le nostre responsabilità, non abbiamo problemi o timori a confrontarci. Ebbene, questa giornata sarà anche un'occasione per confrontarci con chi oggi ha grossi dubbi e per portare contributi, dove magari qualche timore, qualche studio o qualche narrativa verrà smentita o anche confermata. Lo vedremo.
Una cosa è certa: ciò che oggi la riforma porta con sé è un cambiamento per il nostro Paese, una scelta che va nella direzione – ha ragione il collega Pan – del rispetto dell'importante voto espresso dai veneti nel 2017, che non è di poco conto, perché così facendo noi diamo ascolto a una volontà dei cittadini, che sono i nostri azionisti. D'altronde, noi siamo qua ad attuare la volontà di un azionariato che si chiama "popolo veneto", cosa, questa, che dovremmo sempre tenere a mente, indipendentemente dall'appartenenza o da coloro che hanno votato. Tutta questa Assemblea è stata votata da un azionariato che si chiama "popolo veneto", che su questo nel 2017 si è espresso in maniera molto ampia, ed è questo il rispetto che ci ha condotto come forza politica, in primis il presidente Giorgia Meloni, ad ascoltare un Veneto che per tanti anni non è stato ascoltato.
PRESIDENTE
Grazie.
Metto in votazione il
progetto di legge n. 239 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Comunico ai Capigruppo presenti in Aula, visto che buona parte dei Capigruppo non è presente e considerato che è bene fare la Capigruppo in maniera condivisa, che la Capigruppo è rinviata o a domani in tarda mattinata, dopo la Prima Commissione, oppure a giovedì mattina. Adesso vedo con gli uffici qual è il posto migliore per inserire la Capigruppo.
È qui presente la capogruppo Baldin, ma manca qualcun altro, quindi faremo la Capigruppo, ripeto, o domani dopo la Prima Commissione, o giovedì.
Grazie a tutti.
La Seduta termina alle ore 18.12
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA
|
|
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI
|
Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 139
SEDUTA PUBBLICA N. 139
MARTEDì 16 LUGLIO 2024
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 139a seduta pubblica – martedì 16 luglio 2024
Processo verbale della 139a seduta pubblica – martedì 16 luglio 2024
- Approvazione verbali delle sedute precedenti
- Surroga della consigliera regionale Cristina Guarda con il signor Renzo Masolo. APPROVATA (Deliberazione n. 42/2024)
- Surroga del consigliere regionale Nicola Ignazio Finco con il signor Andrea Cecchellero. APPROVATA (Deliberazione n. 43/2024)
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Interrogazioni e interpellanze
- Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze
- Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento
- Elezione del Garante regionale dei diritti della persona (Deliberazione n. 44/2024)
- Proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Zecchinato, Villanova, Pan, Barbisan, Piccinini, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Dolfin, Maino, Michieletto, Puppato, Sandonà, Scatto, Vianello, Giacomin, Corsi, Favero e Gerolimetto relativa a "Istituzione della giornata dell'Autonomia". (Progetto di legge n. 239) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 17/2024)
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alle deliberazioni
dell'Ufficio di presidenza n. 25 del 23 aprile 2024 e n. 31 del 30 maggio 2024.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9934 dell'11 luglio 2024.
Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.44, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 11.00.
La seduta inizia alle ore 11.02.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9934 dell'11 luglio 2024.
Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.44, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 11.00.
La seduta inizia alle ore 11.02.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbali delle sedute precedenti [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 138a seduta pubblica di martedì 9 luglio 2024.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Surroga della consigliera regionale Cristina Guarda con il signor Renzo Masolo. APPROVATA (Deliberazione n. 42/2024) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, dopo una breve illustrazione, a seguito delle dimissioni della consigliera Guarda pervenute in data 9 luglio 2024, pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il punto in oggetto.
Il Consiglio approva
Il PRESIDENTE invita il consigliere Masolo ad entrare in Aula e gli dà il benvenuto.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Surroga del consigliere regionale Nicola Ignazio Finco con il signor Andrea Cecchellero. APPROVATA (Deliberazione n. 43/2024) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, dopo una breve illustrazione, a seguito delle dimissioni del consigliere Finco pervenute in data 9 luglio 2024, pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il punto in oggetto.
Il Consiglio approva
Il PRESIDENTE invita il consigliere Cecchellero ad entrare in Aula e gli dà il benvenuto.
Intervengono i consiglieri Masolo (Europa Verde) e Cecchellero (Liga Veneta per Salvini Premier) rivolgendosi all'Assemblea per un saluto.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e consigliere Polato; inoltre partecipano da remoto i consiglieri autorizzati ai sensi delle deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 25 del 23 aprile 2024 e n. 31 del 30 maggio 2024.
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA
n. 247 del 24.03.2022
presentata dai consiglieri Zottis, Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni
"Quando sarà avviata la sperimentazione per consentire alle donne gravide residenti in Veneto di accedere gratuitamente al non invasive test?"
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
Punto n. 7) all'ordine del giorno
Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento [RESOCONTO]
INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA
n. 508 del 05.04.2024
presentata dalla consigliera Baldin
"Falcidiati finanziamento e bandi del servizio civile universale: cosa intende fare la Giunta in merito alla decisione statale e come intende sopperire ai tagli di questa fondamentale esperienza formativa?"
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la IRS in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
n. 409 del 21.08.2023
presentata dai consiglieri Luisetto, Bigon, Camani, Zanoni e Zottis
"Trasporto dializzati ULSS7: l'assessore si attivi per ripristinare con urgenza il diritto alla gratuità"
Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) che illustra la IRS in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 522 del 08.05.2024
presentata dalla consigliera Zottis
"Piave vecchia: acque stagnanti e ricoperte di alghe, emissioni odorigene e grave moria di pesci. come e in che tempi la giunta regionale e infrastrutture venete interverranno per risolvere questa preoccupante situazione?"
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra la IRS in oggetto.
Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.
Punto n. 8) all'ordine del giorno
Elezione del Garante regionale dei diritti della persona (Deliberazione n. 44/2024) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE illustra le modalità di votazione, secondo quanto previsto dalla Legge regionale 24 dicembre 2013, n. 37 , art. 3, comma 1: "Il Garante è eletto dal Consiglio regionale con il voto favorevole della maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati in occasione delle prime due votazioni; successivamente con la maggioranza dei consiglieri assegnati. Il voto avviene a scrutinio segreto".
Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente) che, a nome della maggioranza, ripropone la candidatura dell'avvocato Mario Caramel, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che, a nome della minoranza, propone la candidatura del dottor Stefano Valenti.
Si procede con la prima votazione del punto in oggetto.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico, a scrutinio segreto, in modalità telematica l' elezione in oggetto.
Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.
Hanno ottenuto voti:
Mario Caramel n. 32
Edi Maria Neri n. 03
Stefano Valenti n. 10
Dopo la prima votazione, nella quale non viene raggiunta la maggioranza dei due terzi dei votanti, si procede alla seconda votazione come previsto dall'articolo 3 della legge regionale n. 37/2013 .
Si procede con la seconda votazione del punto in oggetto.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico, a scrutinio segreto, in modalità telematica l' elezione in oggetto.
Il PRESIDENTE proclama l'esito della votazione.
Hanno ottenuto voti:
Mario Caramel n. 32
Stefano Valenti n. 10
Edi Maria Neri n. 02
Dopo la seconda votazione, nella quale non viene raggiunta la maggioranza dei due terzi dei votanti, si procede alla terza votazione come previsto dall'articolo 3 della legge regionale n. 37/2013 .
Si procede con la terza votazione del punto in oggetto.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, scrutinio segreto, in modalità telematica l' elezione in oggetto.
Mario Caramel n. 31
Stefano Valenti n. 10
Edi Maria Neri n. 04
Risulta eletto Mario Caramel nella figura del Garante regionale dei diritti della persona.
Punto 9) all'ordine del giorno
Proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Zecchinato, Villanova, Pan, Barbisan, Piccinini, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Dolfin, Maino, Michieletto, Puppato, Sandonà, Scatto, Vianello, Giacomin, Corsi, Favero e Gerolimetto relativa a "Istituzione della giornata dell'Autonomia". (Progetto di legge n. 239) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 17/2024) [RESOCONTO]
Intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.
Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.
In discussione generale intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Villanova (Zaia Presidente), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).
Durante l'intervento del consigliere Villanova assume la presidenza la Presidente Roberto Ciambetti.
La seduta è sospesa alle ore 13.08.
La seduta riprende alle ore 14.49.
In discussione generale intervengono i consiglieri Scatto (Zaia Presidente), Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier), Giacomin (Zaia Presidente), Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), Bet (Zaia Presidente), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Boron (Gruppo Misto).
Durante l'intervento del consigliere Boron assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.
In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Masolo (Europa Verde), Montanariello (Partito Democratico Veneto).
Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.
Interviene la consigliera Scatto (Zaia Presidente) sull'ordine dei lavori.
Il PRESIDENTE invita a concludere per proseguire con la discussione generale.
In discussione generale intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Luisetto (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Cestaro (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Rizzotto (Zaia Presidente), e in chiusura Zecchinato (Zaia Presidente).
Si passa all'esame dell'articolato .
Interviene il consigliere Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) sull'articolo 1.
L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) sull'articolo 2.
Gli articoli 2 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge n. 239 intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge n. 239 nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle ore 18.12.
Votazioni ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto.
Votazione aperta per il punto:
Surroga della consigliera Cristina Guarda con il signor Renzo Masolo
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 36
Votanti: 36
Favorevoli: 36
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Surroga della consigliera Cristina Guarda con il signor Renzo Masolo
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 36
Votanti: 36
Favorevoli: 36
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Assenti:
Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Dolfin Marco, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Polato Daniele, Razzolini Tommaso, Sandonà Luciano, Soranzo Enoch, Zaia Luca, Zanoni Andrea
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Assenti:
Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Dolfin Marco, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Polato Daniele, Razzolini Tommaso, Sandonà Luciano, Soranzo Enoch, Zaia Luca, Zanoni Andrea
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
Surroga del consigliere Nicola Ignazio Finco con il signor Andrea Cecchellero
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Surroga del consigliere Nicola Ignazio Finco con il signor Andrea Cecchellero
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Assenti:
Barbisan Fabiano, Bozza Alberto, Dolfin Marco, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Polato Daniele, Razzolini Tommaso, Sandonà Luciano, Soranzo Enoch, Zaia Luca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Assenti:
Barbisan Fabiano, Bozza Alberto, Dolfin Marco, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Polato Daniele, Razzolini Tommaso, Sandonà Luciano, Soranzo Enoch, Zaia Luca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 239 - ART. 1
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 35
Contrari: 0
Astenuti: 4
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
PDL n. 239 - ART. 1
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 35
Contrari: 0
Astenuti: 4
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
Formaggio Joe, Pavanetto Lucas, Razzolini Tommaso, Soranzo Enoch
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
Formaggio Joe, Pavanetto Lucas, Razzolini Tommaso, Soranzo Enoch
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 239 - ART. 2
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
PDL n. 239 - ART. 2
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 239 - ART. 3
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 38
Contrari: 0
Astenuti: 1
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
PDL n. 239 - ART. 3
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 38
Contrari: 0
Astenuti: 1
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
Bozza Alberto
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
Bozza Alberto
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 239 - VOTAZIONE FINALE
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
PDL n. 239 - VOTAZIONE FINALE
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Polato Daniele, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zottis Francesca
Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE
Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco
Contrari:
NESSUN CONTRARIO
Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
|
MAINO Silvia
|
MASOLO Renzo
|
|
BARBISAN Fabiano
|
MICHIELETTO Gabriele
|
BET Roberto
|
MONTANARIELLO Jonatan
|
BIGON Anna Maria
|
OSTANEL Elena
|
BISAGLIA Simona
|
PAN Giuseppe
|
BORON Fabrizio
|
PAVANETTO Lucas
|
BOZZA Alberto
|
PICCININI Tomas
|
BRESCACIN Sonia
|
POSSAMAI Gianpiero
|
CAMANI Vanessa
|
PUPPATO Giovanni
|
CAVINATO Elisa
|
RAZZOLINI Tommaso
|
CECCHELLERO Andrea
|
RIGO Filippo
|
CECCHETTO Milena
|
RIZZOTTO Silvia
|
CENTENARO Giulio
|
SANDONA' Luciano
|
CESTARI Laura
|
SCATTO Francesca
|
CESTARO Silvia
|
SORANZO Enoch
|
CIAMBETTI Roberto
|
SPONDA Alessandra
|
CORSI Enrico
|
VALDEGAMBERI Stefano
|
DOLFIN Marco
|
VENTURINI Elisa
|
FAVERO Marzio
|
VIANELLO Roberta
|
FORMAGGIO Joe
|
VILLANOVA Alberto
|
GEROLIMETTO Nazzareno
|
ZANONI Andrea
|
GIACOMIN Stefano
|
ZECCHINATO Marco
|
LORENZONI Arturo
|
ZOTTIS Francesca
|
LUISETTO Chiara
|
|
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA Alessandra SPONDA |
IL PRESIDENTE Roberto CIAMBETTI |
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian