ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 17/09/2024 n. 145

Resoconto n. 145 - 11^ legislatura
Resoconto 145 a Seduta pubblica
Martedì, 17 settembre 2024
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.34, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.05

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 145a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12451 del 12 settembre 2024.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 144a Seduta pubblica di martedì 10 settembre 2024.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Erika BALDIN
Silvia RIZZOTTO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3


INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4


RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE.

PRESIDENTE

Partiamo con le interrogazioni e le interpellanze.
Vi dico già che la collega Baldin, essendo assente, mi ha chiesto di rinviare l'IRS n. 516.
Iniziamo dalla IRI n. 473 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 473 del 15 marzo 2024 presentata dai consiglieri Camani, Luisetto, Zanoni, Zottis e Montanariello relativa a "EROSIONE DEGLI ARGINI DEL BACCHIGLIONE. COSA INTENDE FARE LA GIUNTA PER SCONGIURARE NUOVE ESONDAZIONI?"

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno, Presidente.
Questa è un'interrogazione datata marzo 2024. Dunque, pur non essendo vecchissima, in realtà, rappresenta all'Assessore e alla Giunta una criticità in parte superata, ma che può essere serenamente riproposta estendendola anche ad altri fiumi della nostra regione.
Abbiamo a che fare, ormai quotidianamente, con un problema che nell'interrogazione si riferiva al Bacchiglione, ma che, come dicevo, può essere esteso ad altri corsi d'acqua, che dipende dal fatto che, essendo la nostra regione ‒ e non solo la nostra regione ‒ esposta ormai ad abbondanti precipitazioni nel corso di alcune stagioni in particolare, l'erosione degli argini a cui stiamo assistendo in questi mesi è, nei fatti, continua e persistente.
Nella interrogazione, in particolare, sottolineavo come il fiume Bacchiglione, a seguito delle continue piene, in particolar modo del periodo febbraio e marzo, aveva visto gravemente danneggiati i propri argini.
La Giunta può immaginare con quanta apprensione le famiglie e le imprese osservino gli argini dei nostri canali deteriorati e temano, ovviamente, di rivivere gli allagamenti e le alluvioni che fin troppo spesso avvengono nei nostri territori.
Chiedevo, quindi, alla Giunta, all'assessore Bottacin se fosse a conoscenza della situazione di grave deterioramento degli argini del fiume Bacchiglione e se fossero in previsione, per il Bacchiglione, e più in generale, interventi straordinari di manutenzione degli argini che consentirebbero, di fronte agli effetti che i cambiamenti climatici e dunque le perturbazioni hanno sulla nostra regione, una azione di precauzione e prevenzione maggiore rispetto a quella a cui abbiamo assistito in questi anni.

PRESIDENTE

Grazie.
L'assessore Calzavara risponde sia per l'assessore Bottacin che poi anche per la collega Lanzarin, perché la Giunta è ancora in corso.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie. Buongiorno a tutti.
I dati ambientali di ARPAV, come è noto, pubblicamente desumibili dal sito www.arpav.veneto.it, evidenziano che nell'anno idrogeologico 2023-2024, da ottobre a febbraio, si sono registrate in Veneto precipitazioni di 606 millimetri. La media del medesimo periodo, afferente alle annualità 1994-2023, è invece stata di 441 millimetri. Gli apporti del periodo ottobre 2023-febbraio 2024 sono risultati quindi superiori alla media del 37%.
Tale situazione è testimoniata dall'apertura del servizio di piena nel comprensorio idraulico afferente al Genio civile di Padova nei seguenti periodi: dal 31 ottobre 2023 all'8 novembre 2023, dal 6 gennaio 2024 al 10 gennaio 2024, dal 27 febbraio 2024 al 14 marzo 2024.
Ogni evento meteorologico ha, quindi, causato l'innalzamento dei livelli idrometrici nonché la saturazione dei corpi arginali dei vari corsi d'acqua, alternata a un abbassamento degli stessi in corrispondenza di ogni impulso appartenente al medesimo evento metereologico.
Va peraltro evidenziato come, a fronte di tale situazione di criticità, non vi siano stati fenomeni di esondazione nel recente periodo, nonostante i livelli raggiunti dal corso d'acqua comparabili con quelli registrati in occasione dei più rilevanti eventi trascorsi. Ciò a dimostrazione che la Giunta regionale si è già attivata per contenere il rischio connesso alle criticità evidenziate.
Si ricorda, infatti, che, successivamente agli eventi del 2010, l'Amministrazione regionale ha investito moltissimo sia in termini di previsione che di prevenzione nell'ambito di un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, predisposto con l'Università di Padova, che prevede una serie di opere che hanno dimostrato la loro efficacia non solo nel recente evento citato, ma in diverse occasioni.
Si tratta di una programmazione che vale oltre 3,5 miliardi di euro e della quale sono già state predisposte opere per quasi 2 miliardi di euro. In tale ambito, a titolo di esempio, si pensi che nel solo dopo Vaia, ovvero dopo il 2018, sono stati messi a terra 2.527 cantieri, opere importanti anche per aumentare la resilienza territoriale, che si sono andati a sommare agli altri altrettanto rilevanti lavori degli anni precedenti, tutte opere volte a prevenire o limitare le criticità causate dai cambiamenti climatici e dal dissesto idrogeologico, in particolare nelle zone più fragili del territorio regionale.
In ogni caso, nelle more della realizzazione di ulteriori interventi strutturali, che saranno attivati in ragione delle priorità presenti sul territorio coinvolto, prosegue l'attività di monitoraggio degli uffici periferici volta alla gestione del demanio idrico sulla base delle opere già programmate e, altresì, se del caso, con interventi in regime di somma urgenza qualora le circostanze non consentissero indugio alcuno.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prego, collega Camani, per la replica.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non sono soddisfatta della risposta, per una serie di valutazioni che provo brevemente a sintetizzare. Nella risposta l'Assessore, giustamente, mette in evidenza la quantità d'acqua, superiore alla media ordinaria, che si è abbattuta nella nostra regione non nel 2024, ma negli ultimi anni. Dunque, noi intanto non siamo di fronte a eventi straordinari, ma siamo di fronte a un impatto dei cambiamenti climatici sul nostro territorio fragile sotto il profilo idrogeologico, che ormai devono essere considerati normalità. Quindi, non si può rispondere a una richiesta di interventi straordinari dicendo che abbiamo assistito a eventi straordinari. È la normalità, il Veneto è una regione fragile, dobbiamo considerare normali e ordinari gli interventi di manutenzione di più di quanto fatto finora.
Seconda questione. Mi fa piacere e lo so che oltre 2 miliardi di interventi sono stati messi a terra grazie ai 3,5 miliardi stanziati dallo Stato, perché non un euro di questa Regione è stato impegnato nelle opere di interventi per l'emergenza idrogeologica sugli argini. Peccato che quei 2 miliardi facciano parte del finanziamento di 3,5 miliardi che il Governo ha stanziato sei anni fa, perché ormai Vaia risale nel tempo di sei anni e l'alluvione del 2010 addirittura di dodici anni.
Qui abbiamo innanzitutto un problema di velocità di messa in opera dei cantieri e, dunque, di realizzazione delle opere finanziate dal Governo. Inoltre, e pongo questo problema alla Giunta, abbiamo la necessità di rivedere quel programma di interventi, perché era tarato su una condizione oggettiva di precipitazioni che ormai i fatti dimostrano superata.
Infine, sono insoddisfatta perché nella mia interrogazione chiedevo se erano previsti interventi straordinari per la messa in sicurezza degli argini del Bacchiglione, che è vero che non è esondato adesso, è esondato un altro fiume a poche decine di chilometri più in basso, e la risposta è: "no, stiamo semplicemente facendo i monitoraggi".
Mi sembra una risposta insufficiente rispetto all'apprensione e alle preoccupazioni che, come dicevo prima, le famiglie che lì abitano continuano ad avere.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo all'IRI n. 494 della collega Chiara Luisetto ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 494 del 18 luglio 2024 presentata dai consiglieri Luisetto, Zottis, Bigon e Zanoni relativa a "LA CARENZA DI MEDICI STA METTENDO A REPENTAGLIO ANCHE L'ORDINARIA ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI PRESSO LA CHIRURGIA VASCOLARE DI BASSANO. LA REGIONE VENETO COME INTENDE RISOLVERE LA CRONICA INSUFFICIENZA DI PERSONALE SANITARIO?"

Prego, collega Luisetto.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione presentata il 18 luglio 2024 ed è perfettamente attuale, perché riguarda una situazione che si doveva creare e che rischia di crearsi proprio in questo periodo.
Sappiamo che l'ospedale San Bassiano, insieme agli ospedali di Santorso e di Asiago, sono i tre nosocomi di riferimento dell'ULSS n. 7. All'ospedale di Bassano, però, riguardo a cinque aree, ci sono numerose funzioni che non sono state attivate in altri ospedali e, dunque, fungono per l'intera area, ossia la pneumologia, la chirurgia maxillofacciale e, appunto, la chirurgia vascolare. Non sono presenti in nessun altro ospedale dell'ULSS n. 7.
Da segnalazioni giunte all'interrogante, proprio presso la chirurgia vascolare dell'ospedale di Bassano la carenza di medici chirurghi vascolari sarebbe diventata veramente preoccupante, mettendo in difficoltà addirittura l'ordinarietà del servizio.
Alle criticità di turnazione tra i medici in servizio già presenti nell'ordinario, si aggiungerebbe una maternità e la cessazione del rapporto di lavoro di due chirurghi, una già effettiva, a luglio, e l'altra prevista per la fine del mese di agosto, quindi poche settimane fa, portando così a soli tre il numero di medici operativi, oltre al primario. È un organico totalmente inadeguato visto il cospicuo numero di pazienti a cui è rivolto il servizio, che – lo ricordiamo – serve tutta l'ULSS n. 7.
Questa situazione rischia concretamente di portare una sospensione degli interventi chirurgici vascolari d'urgenza, comportando l'assenza di tale servizio in tutta l'area e il trasferimento dei malati presso i distanti ospedali di Vicenza, Treviso e Padova.
Considerato l'allarmante stato della situazione descritta, chiedo quali siano le misure che si intendono adottare per risolvere questa situazione deficitaria e di grande crisi, e quali siano le azioni che l'Assessorato ha messo e metterà in piedi per ridare forza al reparto di chirurgia vascolare dell'ospedale San Bassiano.

PRESIDENTE

Grazie, collega Luisetto.
Risponde ancora l'assessore Calzavara, al posto della collega Lanzarin. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Con deliberazione della Giunta regionale, adottata e sentito il parere della competente Commissione consiliare, vengono annualmente impartite disposizioni nei confronti delle aziende ed enti del sistema sanitario regionale riguardanti il personale dipendente, il personale con rapporto di lavoro autonomo e il personale specialista ambulatoriale interno.
Tra le disposizioni sopracitate è previsto da anni che l'acquisizione di personale da parte delle predette aziende ed enti del sistema sanitario regionale sia subordinata alla presentazione di piani trimestrali di assunzione all'area sanità e sociale, che li autorizza nei limiti delle previsioni contenute nei rispettivi piani triennali dei fabbisogni di personale.
Dal 2022 ad oggi l'azienda ULSS n. 7 Pedemontana ha richiesto l'autorizzazione all'assunzione di sei dirigenti medici nella disciplina di chirurgia vascolare a titolo di turnover, due dei quali nell'ambito del piano assunzioni del terzo trimestre 2024 ed un incarico di lavoro autonomo, ai sensi dell'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ad un medico specializzato in chirurgia vascolare.
L'area sanità e sociale ha autorizzato tutte le richieste sopracitate.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Luisetto, per la replica, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Purtroppo, non sono soddisfatta della risposta, per il semplice fatto che non si tratta solo di autorizzare, ma di capire che in una ULSS particolarmente attrattiva quale dovrebbe essere l'ULSS n. 7, non solo il personale se ne va, ma non c'è neanche richiesta per entrare a far parte delle equipe in servizio.
Un paragone lo possiamo fare con le ULSS di Rovigo e di Belluno, magari in territori non semplici, non facili, dove, invece, per i posti disponibili si sono presentati più candidati rispetto alle richieste, mentre in ULSS n. 7, in chirurgia vascolare, purtroppo, chi concorre a questo tipo di posizione è assolutamente assente.
Anche il concorso fatto a gennaio è andato deserto, perché nessuno si è presentato. Io credo che la gravità di questa situazione e il rischio per i pazienti di dover fare anche lunghe tratte per spostarsi in altri nosocomi, perché non si sta consolidando una realtà fondamentale come la chirurgia vascolare, sia un problema che ci dobbiamo porre come prioritario, non solo per la qualità e il lavoro di questo ospedale, ma per un'intera ULSS che rischia di perdere un servizio fondamentale o di vederlo indebolire nel silenzio. Credo che questo sia francamente inaccettabile.

PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo terminato con il punto n. 4.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ZANONI, BIGON, CAMANI, GUARDA, MONTANARIELLO, GIACOMO POSSAMAI E ZOTTIS RELATIVA A "MODIFICA DEL DECRETO LEGISLATIVO 30 APRILE 1992, N. 285 "NUOVO CODICE DELLA STRADA"". NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 7) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 69/2024)

Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Michieletto
Correlatore: Consigliere Zanoni

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6, una proposta di non passaggio agli articoli del progetto di legge statale n. 7.
Relatore il collega Michieletto. Prego.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Buongiorno, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Io intervengo raramente, e intervengo raramente per abitudine, perché comunque c'è chi è più bravo di me a intervenire e preferisco lasciar fare. Questa volta non ricordo nemmeno perché mi son preso la briga, invece, di intervenire in prima persona.
L'argomento è limitazioni al traffico, con la scusa, il pretesto di abbassare i livelli di inquinamento ambientale. Io sono stanco di sentir parlare di limitazioni al traffico, quando sappiamo tutti perfettamente che è un'enorme presa in giro, che si perpetua da vent'anni ormai, che ha costi per la comunità inimmaginabili e che non produce assolutamente nulla di buono.
Sappiamo, infatti, che, per esempio, abbiamo avuto i picchi di PM10 di inquinamento ambientale, picchi negli anni, proprio durante il periodo del Covid, quindi in lockdown. Neanche un automezzo in circolazione per le strade e abbiamo avuto il record di PM10 in tutto il Veneto, in particolare a Venezia, cosa tra l'altro curiosa. Forse è tempo di prendere atto che le automobili non hanno alcuna responsabilità nella produzione di PM10 rispetto a tutto il resto delle cose che ci circondano.
Il 94% dei combustibili fossili non vengono utilizzati per il traffico e per le automobili. Quindi, le automobili al limite sono responsabili dell'utilizzo del 6% circa, ma anche meno, dei combustibili fossili.
Il PM10, il particolato e le polveri non sono comunque causate, provocate dal motore endotermico in sé. Gran parte della parte volatile che si va a rilevare con le centraline, infatti, è composta da ferodo (usura dei freni) e soprattutto da pneumatici, dai copertoni. Curiosamente, le auto elettriche, che pesano tendenzialmente molto più delle auto normali, delle utilitarie, producono più parti di copertoni e di pneumatici, più usura di gomme, rispetto alle auto normali. Producono un po' meno, invece, di pulviscolo da combustione, le auto elettriche in quel momento.
Se, però, andiamo a guardare il costo ambientale ed energetico del costruire un'auto elettrica, di farla circolare e poi di andarla a demolire, le cose sono molto diverse.
La signora Maria, che io cito sempre in Commissione, che ha la Panda 30 o che ha la FIAT Uno del 1994, che costo ambientale ed energetico ha? Praticamente zero. È già stato azzerato. Usa la macchina tre volte all'anno, fa il suo giretto, va a far la spesa, va alla sagra. La sua auto è stata costruita e ammortizzata ambientalmente trenta anni fa e qualcuno vorrebbe costringerla a buttarla via, un'auto che ha un costo ambientale ormai pari a zero, per comprare un'auto nuova, elettrica, tra l'altro, che invece ha un costo ambientale molto alto per la realizzazione, la costruzione, il reperimento delle materie prime, navi che vanno avanti e indietro con le terre, con le batterie e con il prodotto finito, e con tutti i problemi che ne deriveranno quando sarà tempo di demolire quell'auto.
Personalmente darei un premio a chi tiene un'auto vent'anni, perché ha un costo ambientale unico, una volta. Qualcuno in vent'anni la cambia cinque volte, con cinque auto nuove e all'ambiente e al mondo costa molto di più, inquina molto di più. Produce entropia, direbbe qualcuno, molto di più. Di cosa stiamo parlando? Di andare ancora a limitare la libertà personale delle persone, della gente, dando la possibilità al Presidente, ma potrebbe essere per qualsiasi altro soggetto, di bloccare il traffico e chiudere le strade.
Già oggi quello che viene fatto in molti Comuni non serve a nulla, se non a spendere denaro, fare cartelli, fare avvisi, dire chi può passare e chi non può passare. Faccio l'esempio del mio paese, Scorzè, dove abbiamo quattro stradine comunali, perché poi le ordinanze dei Sindaci valgono per i percorsi comunali, abbiamo un'autostrada, due strade regionali ex statali e quattro strade provinciali.
Il Sindaco ferma il traffico sulla strada che va dalla chiesa al cimitero, che va dal Municipio al panificio di due quartieri residenziali. Sulle autostrade, sulle regionali, sulle provinciali, però, passano centinaia di migliaia di mezzi di tutti i tipi e nessuno li può fermare. È evidente che non serve a nulla questo tipo di provvedimento.
Oltretutto, soprattutto nelle città, abbiamo la raccolta differenziata con decine di camion, spesso datati e vetusti, e i trasporti pubblici che spesso si servono di automezzi vecchi. Quindi tengo a casa, in castigo, la signora Maria, ma faccio circolare migliaia e migliaia di mezzi vecchi, che fumano e che sbuffano.
Vogliamo lavarci ancora una volta la coscienza a buon mercato? Credo che, invece, sia tempo di smettere di prendere in giro la popolazione di questo Paese e di questa Regione in particolare.
L'Europa, poi, si sta comportando da matrigna. Posso capire che ci sia un'attenzione all'ambiente, ed è giusto che sia così. Avrebbe dovuto dire, l'Europa: entro il 2035 vediamo di trovare delle tecnologie, dei modi di muoverci, dei modi di spingere le automobili che siano meno impattanti per l'ambiente, meno idrovore, energetiche, meno utilizzatori di carburanti inquinanti. Può starmi bene. Non mi sta bene quando l'Europa dice: ci precludiamo qualsiasi possibilità intelligente di risolvere il problema perché dal 2035 solo l'elettrico deve essere consentito per la mobilità. Chi vi ha pagato? È il metodo Qatar? Una persona intelligente dice: nel 2035 devo trovare il modo di inquinare di meno. Ma se mi dici "devi farlo solo utilizzando batterie" c'è qualcosa che mi sfugge e mi ritengo autorizzato a pensar male.
Sapete cos'è il metodo Qatar?

PRESIDENTE

Collega Michieletto, la relazione va fatta sul progetto di legge. La invito ad attenersi al progetto di legge.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Ed è esattamente attinente al progetto di legge, perché la finalità è la stessa. La presa in giro è la stessa.
Stavo dicendo che il metodo Qatar è quello per cui un politico in Europa fa una scelta sbagliata, consapevolmente, perché tanto è sicuro che dal Qatar arriva una valigetta di milioni. Cosa già successa. È una cosa già successa e nessuno può smentirla.

PRESIDENTE

Collega Michieletto, la relazione deve attenersi al provvedimento in essere.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Perfetto.

PRESIDENTE

La invito a mantenere...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiedo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo urgente.

PRESIDENTE

Stiamo sul codice della strada, collega Michieletto.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

È provato che limitare il traffico non porta alcun beneficio. È provato e confermato dai massimi esponenti dell'ARPAV e di questa Regione. Io ho chiesto udienza assieme ad altri colleghi, non da solo. A questi signori ho chiesto: se domani mattina mettessimo in moto tutte le automobili presenti nel Veneto e le lasciassimo accese per una settimana, tutte, indistintamente, e dopo una settimana le spegnessimo, che differenza ci sarebbe nell'aria per quanto riguarda l'inquinamento?
La risposta delle massime autorità del Veneto e dell'ARPAV è stata che sarebbe irrilevante. Un milione di automobili accese per otto giorni, un milione di tutti i mezzi spenti per otto giorni, nessuna differenza sulla qualità dell'aria. Chi andiamo a prendere in giro? Credo sia ora, invece, di tirarsi su le maniche e fare cose serie, e non vergognose, come sono state fatte fino ad oggi.
Il provvedimento chiesto dal collega Zanoni va in questa direzione: è sciocco e vergognoso, perché è inutile, va a complicare la vita della gente, senza produrre nulla di utile.

PRESIDENTE

Collega Michieletto, non può definire sciocca una proposta di legge di un collega, mi permetta.
La richiamo per la prima volta.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Signor Presidente, quando si propone un provvediamo che, a detta della parte tecnica, non produce alcun risultato, significa che è inutile. Una cosa inutile definiamola solo inutile, se non sciocca, ma è così.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Intervengo sull'ordine dei lavori per richiamare l'attenzione della Presidenza alle parole gravissime pronunciate dal collega, che ha fatto intendere che qualcuno in quest'Aula prende i soldi per produrre dei provvedimenti.
Devi stare zitto! Sto parlando sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Collega Michieletto, la prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiediamo alla Presidenza di censurare queste parole. Saremo costretti a prendere le registrazioni e a procedere.

PRESIDENTE

Le ho già chieste: verificherò.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ha già fatto due ammonimenti verbali al Consigliere, che prevedrebbero dei provvedimenti consequenziali.
Non solo ha lasciato intendere che qualcuno in quest'Aula prende i soldi per presentare dei provvedimenti – è agli atti delle registrazioni – ma ha anche definito sciocco il provvedimento del collega Zanoni.

PRESIDENTE

L'ho già richiamato su questo.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io lo so che lei, collega, non è abituato a intervenire in quest'Aula; quindi, non sa qual è il principio, la grammatica istituzionale che si dovrebbe tenere in quest'Aula. Se facesse un po' più di pratica, forse eviteremmo questi inconvenienti.
A nome del Partito Democratico e del collega che ha presentato questo provvedimento, non posso che censurare le parole che in quest'Aula si ammette che siano pronunciate.

PRESIDENTE

Continuiamo.
Correlatore è il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.
Vi spiegherò, con questa relazione, anche, oltre al contenuto del progetto di legge, come l'intervento del collega Michieletto sia totalmente fuori tema. Lui interviene poche volte, ma quelle poche volte che interviene non studia, non legge nemmeno il progetto di legge, perché è arrivato con il suo intervento addirittura a sostenerlo a un certo punto, e adesso vi spiegherò anche il perché.
Praticamente, se fossimo in una classe delle elementari il suo intervento verrebbe classificato come fuori tema, da zero. Questo è quello che si beccherebbe come voto.
Comunque, al di là delle battute, il progetto di legge prevede una modifica del codice della strada. È un progetto di legge statale, è un progetto di legge che nasce dall'esigenza di contrastare con maggiore efficacia l'inquinamento dell'aria.
Il problema dell'inquinamento da polveri sottili affligge la nostra regione e la Pianura Padana da diversi anni. Da questo sono nati diversi contenziosi con l'Unione europea. Continuiamo, infatti, a registrare in tutto il bacino padano e soprattutto nei nostri Comuni, grazie alla centralina dell'ARPAV, i livelli di inquinamento che spesso superano i limiti di legge.
In ragione di ciò, la Regione Veneto ha approvato e ratificato, nel 2013, un primo accordo di programma e nel 2017 un nuovo accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta delle misure di risanamento per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano, sottoscritto anche dal Ministero dell'ambiente e dalle Regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.
Nel recente rapporto sulla qualità dell'aria in Europa, nel 2024, l'Agenzia europea dell'ambiente ha rilevato che in Italia, in particolare nella Pianura Padana, si registrano spesso concentrazioni di PM10 superiori al limite giornaliero europeo dei 50 microgrammi al metro cubo, così come avviene in alcuni Paesi dell'Est Europa.
Anche ISPRA nel rapporto "Qualità dell'aria in Italia 2023" registra, come per gli anni precedenti, il mancato rispetto del valore del limite giornaliero nel bacino padano.
L'Agenzia europea, peraltro, sottolinea chiaramente che l'inquinamento dell'aria è il rischio maggiore tra quelli derivanti dalle condizioni ambientali per la salute e causa malattie cardiovascolari e respiratorie, che determinano un numero rilevante di decessi prematuri. In Europa l'Italia conta, infatti, in cifre assolute, il più elevato numero di decessi attribuibili sia alle PM2.5 che all'NO2, insieme a Polonia, Germania e Turchia.
L'Agenzia europea rileva che nel 2020 in Italia l'esposizione ad alte concentrazioni di inquinanti atmosferici era correlata rispettivamente a 52.300 morti premature per il PM2.5 e 11.200 per l'NO2, per un totale complessivo di 63.500 decessi.
Dopo la condanna dell'Italia del 2020 per l'inadempimento degli obblighi previsti dalla direttiva sulla qualità dell'aria, da parte della Corte di giustizia europea, quest'anno la Commissione europea ha avviato una nuova procedura per la costituzione in mora dell'Italia per l'inosservanza della stessa sentenza della Corte in riferimento al superamento in maniera sistematica e continuata dei valori limite del particolato e per la mancata adozione di misure adeguate a garantire il rispetto dei valori limite. Per questo motivo la Giunta regionale, con la DGR n. 786 del 2024, ha approvato il pacchetto di misure straordinarie per la qualità dell'aria, in esecuzione della sentenza del 10 novembre 2020 della Corte di giustizia europea. Successivamente la Giunta, con la DGR n. 480 del 2024, ha approvato l'aggiornamento del Piano di tutela e risanamento dell'atmosfera.
Questa proposta di legge statale, colleghi, completa, integra il percorso verso l'implementazione delle misure per la qualità dell'aria, in armonia con quanto previsto dalla normativa europea. E qui arriviamo al contenuto della norma. Il progetto di legge, infatti, ha l'obiettivo di consentire anche ai Presidenti di Regione quello che attualmente possono fare solo i Sindaci, cioè, intervenire con ordinanze di limitazione del traffico in funzione della limitazione dell'inquinamento, a tutela della salute dei cittadini, qualora si verifichino condizioni di superamento dei valori di inquinamento PM10 e PM2.5. Attualmente il Codice della strada prevede che i Sindaci possono emettere ordinanze di limitazione del traffico per limitare l'inquinamento in determinate giornate e periodi dell'anno. Il Codice della strada oggi non consente alla Regione di adottare misure di limitazione del traffico qualora l'inquinamento raggiunga livelli di allarme sanitario.
Le ordinanze sindacali, quindi, disegnano un territorio a macchia di leopardo – è quello che diceva proprio il collega Michieletto, quindi dovrebbe essere sottoscrittore anche lui di questo progetto di legge – nonostante l'inquinamento da PM10 sia uniforme in tutta la Regione. La gestione della lotta allo smog in Veneto viene condotta con misure scoordinate e disomogenee, che si dimostrano del tutto inefficaci. Percorrendo una medesima arteria stradale spesso accade di dover rispettare disposizioni diverse a seconda del Comune che viene attraversato. Questo è proprio l'esempio che ha portato il collega Michieletto. Per quello dico, collega Michieletto, che lei non ha neanche letto la relazione e il progetto di legge.
È, perciò, necessario modificare il Codice della strada confermando questo potere anche alle Regioni, in modo da consentire l'adozione dei provvedimenti applicabili in contemporanea e in maniera omogenea in tutto il territorio regionale interessato dall'emergenza. L'inquinamento dell'aria non riconosce i confini amministrativi dei Comuni. Questo è chiaro a tutti. Non si tratta di inserire nuove norme di limitazione per chi utilizza gli autoveicoli, ma si tratta di dare quelle competenze che attualmente sono date ai Sindaci anche ai Presidenti di Regione, che hanno una visione più ampia del territorio e possono attuare questi interventi in maniera più efficace. Lo scopo della proposta di legge è quello di garantire un'azione unitaria e coerente, coordinata da un'unica regia regionale. In realtà, è proprio l'attuale situazione a creare i maggiori disagi per i cittadini: a seconda della popolazione dei Comuni scattano, a parità di inquinamento, misure di limitazione diverse.
È chiaro che l'inquinamento atmosferico non è prodotto soltanto dal traffico veicolare, ma vi contribuiscono in modo significativo anche la combustione domestica di legno e pellet, le industrie, soprattutto quelle del comparto agro-zootecnico, e il traffico dei mezzi pesanti. Tuttavia, nella relazione trasmessa alla Seconda Commissione consiliare durante lo svolgimento dei lavori inerenti a questo progetto di legge, ARPAV ha dichiarato che, sebbene le misure di riduzione delle emissioni non siano linearmente proporzionali alla riduzione della concentrazione di inquinanti nell'aria, dai dati analizzati risulta evidente l'importanza di ridurre l'emissione dei trasporti veicolari, implementando costanti e contemporanee riduzioni di tutti gli inquinanti atmosferici. Per questo, la Commissione ha chiesto un approfondimento ad ARPAV e ARPAV ci ha rilasciato una relazione, che ci ha illustrato, dalla quale risulta che il 21% dell'inquinamento è dovuto al trasporto su strada. Pertanto, è attualmente in discussione in Senato il disegno di legge di modifica del Codice della strada, proposto dal ministro Salvini, che, nascondendosi dietro lo slogan della sicurezza stradale, introduce misure che, di fatto, disincentiveranno la mobilità sostenibile, rendendo più complessa la circolazione delle biciclette e dei monopattini elettrici. Si tratta di un altro grave colpo inflitto alle politiche di riduzione delle emissioni causate dal traffico veicolare.
La proposta di legge di oggi, cari colleghi, consta di due articoli, che modificano rispettivamente gli articoli 6 e 7 del Codice della strada. In particolare, l'articolo 1 integra il comma 1 dell'articolo 6, relativo alla regolamentazione della circolazione fuori dei centri abitati, prevedendo che il Presidente di Regione può, conformemente alle direttive del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dandone comunicazione al Prefetto competente per territorio, sospendere temporaneamente la circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti sulle strade o su tratti di esse, qualora la sospensione della circolazione sia dovuta a motivi di tutela della salute e sia necessario estenderla a un ambito territoriale sovracomunale o sovraprovinciale. Per le stesse finalità, viene integrato anche l'articolo 7 del Codice della Strada, relativo alla regolamentazione della circolazione nei centri abitati. In particolare, con la predetta modifica si prevede, sostanzialmente, che i Sindaci, qualora adottino, secondo la rispettiva competenza, ordinanze di sospensione totale o di limitazione della circolazione, ne diano tempestiva comunicazione al Presidente della Regione e che tali provvedimenti, qualora la sospensione o la limitazione temporanea della circolazione sia dovuta a motivi di tutela della salute, possano essere adottati anche dal Presidente della Regione. Viene, inoltre, integrato anche il comma 3 del medesimo articolo 7, prevedendosi, oltre all'attuale competenza del Prefetto, anche la competenza del Presidente della Regione per la sospensione e la limitazione della circolazione su tratti di strade non comunali che attraversano i centri abitati.
In sostanza, cari colleghi, con un'eventuale modifica del Codice della strada in questo senso, viene semplicemente data la facoltà a chi oggi non ce l'ha, ovvero al Presidente di Regione, di poter adottare queste limitazioni del traffico, che oggi ricadono in responsabilità ai Sindaci dei Comuni.
So, colleghi, che molti di voi in quest'Aula hanno svolto il ruolo di Sindaco, quindi sapete quanto è odioso dover proporre degli interventi impopolari come le limitazioni del traffico. Magari a qualcuno non è mai capitato perché amministrava Comuni piccoli. So che sono stati Sindaci il collega Roberto Bet, la collega Anna Maria Bigon, il collega Andrea Cecchellero, la collega Milena Cecchetto, la collega Silvia Cestaro, il collega Marzio Favero, che ha amministrato un Comune grosso, Montebelluna, il collega Joe Formaggio. Sono arrivato anche a te. Sarebbe stato grave saltarti. Ci stavo arrivando. Ancora, il collega Stefano Giacomin, la collega Chiara Luisetto. Vediamo se ne ho dimenticato qualcuno. Il collega Giuseppe Pan, il collega Tomas Piccinini, il collega Gianpiero Possamai, che penso ci segua on-line, la collega Silvia Rizzotto, il collega Stefano Valdegamberi, la collega Elisa Venturini e il collega Marco Zecchinato. Non so se ho dimenticato qualcuno. Voi sapete, cari colleghi, quanto sia duro prendere queste iniziative impopolari. A volte, presi anche da una serie di proteste, perché i cittadini giustamente protestano in quanto non vedono l'utilità della cosa, perché purtroppo l'inquinamento dell'aria non si vede, rendono la vita difficile ai Sindaci.
Credo, quindi, sia corretto che questa facoltà – non cambia niente, cambia solo chi esegue l'ordinanza – sia data a chi ha una visione più complessa del problema e lo possa fare su territori più vasti, altrimenti, succede proprio quello che diceva il collega Michieletto, ovvero dal casolare fino alla chiesa c'è il divieto, poi non c'è più il divieto. Quindi, è il Presidente di una Regione che deve avere in particolare questa facoltà. Si tratta semplicemente di mettere in ordine le cose perché, colleghi, voi sapete che è un grosso problema, questo dell'inquinamento dell'aria. A tal riguardo, ho cercato solo gli ultimi articoli che parlano di questo problema. Ve li leggo, perché è importante ricordarci queste cose. Vedete, questo è ancora un periodo buono: sta piovendo, ci sono belle giornate, i riscaldamenti ancora non sono accesi e la qualità dell'aria è abbastanza buona. Ma tra poco arriverà quel periodo, quindi è bene ricordarci la denuncia che hanno fatto i pediatri: "Chiudere i figli in casa non serve, ma attenzione al traffico: gravi ripercussioni nell'esposizione agli agenti inquinanti. I nostri bambini devono poter vivere in un ambiente sempre ben arieggiato. Le mascherine andrebbero bene se usate ventiquattro ore, ma è evidente che questo non è possibile".
Ancora: "Treviso terza città più inquinata d'Italia. Il capoluogo dietro solo a Frosinone e Torino per il supero di sforamenti". Il Centro della famiglia: "Preoccupati per la salute degli anziani e dei bambini".
Ancora, per quanto riguarda la Città metropolitana: "Mestre più inquinata di Tokyo e Londra. Il PM10 oltre la soglia per cinquanta giorni".
Sono bollettini, colleghi, che vedremo tra poco, purtroppo.
Ancora: "Venezia è tra le città più inquinate d'Italia: allarme per la salute".
Altro articolo. "Il report Mal'Aria di Legambiente fotografa una situazione critica: concentrazioni di PM10 altissime, nonostante la vicinanza al mare".
Ancora: "Siamo la capitale dello smog. Treviso è la terza città più inquinata d'Italia: polveri sottili alle stelle. Lo scorso anno il capoluogo ha sforato per sessantatré giorni il limite di legge delle PM10. Nel rapporto Mal'Aria 2024 di Legambiente peggiori solo Frosinone e Torino".
Mi dispiace, tra l'altro, l'assenza della Presidente della Commissione Ambiente e l'assenza dell'Assessore all'ambiente, perché queste sono materie soprattutto di competenza di questo Assessore, che oggi non vedo. Sarebbe stato importante sapere anche il suo parere.
Ancora: "Allarme sul legame smog-tumori: più casi limite alle polveri sottili. Il rischio di ammalarsi di più di cancro al seno nelle aree più inquinate". Il dato emerge da una ricerca del Cancer Research Centre di Lione.
Ancora: "Sono 250.000 i decessi l'anno nel mondo per adenocarcinoma polmonare causato dallo smog. Le polveri sottili sono catalogate fra i cancerogeni certi".
Ancora, sempre sui nostri giornali locali, questo è L'Arena: "Qualità dell'aria: Verona in fondo alla classifica. È già allarme. Settima fra le Province peggiori. Nel 2023 saliti ancora i livelli di PM10, domenica a quota sessantotto. E non c'è il riscaldamento". Pensate, senza il riscaldamento avevamo lo smog fuori controllo.
Ancora: "Smog alle stelle: la Marca peggio di Taranto. La Provincia al nono posto nella classifica delle più inquinate. Troppo smog. La Marca nelle top dieci". La Marca è tra le dieci Province italiane con la più alta concentrazione di polveri ultrasottili. Peggio di Taranto.
Ancora: "Smog in Veneto: allerta rossa". L'ANCI: "Si muova il Governo". Abbiamo anche vostri rappresentanti che esortano che il Governo faccia qualcosa. "Serve un piano di riforestazione urbana".
Concludo con l'ultimo, ma ce ne sarebbero tanti altri: "Pianura Padana: smog e clima caldo. Salgono gli infarti e le bronchiti. L'esposizione alla PM2.5 riduce la speranza di vita alla nascita di quasi cinque mesi. Il meteo non lascia scampo. È come avere una coperta di lana sulla testa che fa ristagnare l'aria, impedendo agli inquinanti di disperdersi".
Questo, colleghi, era solo per ricordarvi quanto sia un problema locale e quanto sia un problema attuale. Nell'ultima stagione, infatti, abbiamo avuto un aumento di questo tipo di inquinamento. Ricordo anche ‒ ho fatto anche delle interrogazioni nel tempo ‒ come a denunciare l'applicazione delle norme di contrasto all'inquinamento dello smog siano anche esponenti autorevoli delle Forze dell'ordine. Ricordo un'interrogazione, fatta a gennaio 2023, dove portavo a conoscenza dell'Assessorato che anche i Comandanti delle stazioni dei Carabinieri forestali denunciavano il fatto che, a seconda del Comune, c'erano norme diverse.
È un progetto di legge che non va assolutamente ad aumentare i divieti, ma va semplicemente a dare a chi ha competenze sull'intero territorio regionale la facoltà di emettere ordinanze di limitazioni del traffico, che già oggi ci sono nel Codice della strada. Quindi, a me dispiace che l'intervento iniziale sia stato proprio fuori tema. Quelle considerazioni possono essere fatte tranquillamente, per carità. Nel dibattito politico ci stanno. A parte le offese e gli insulti. Quelli non dovrebbero appartenere a quest'Aula. Ma il contenuto di questo progetto di legge è quello di dare competenze già in essere, già attuate oggi. Vi ho fatto l'elenco di chi in quest'Aula ha fatto il Sindaco giusto per farvi capire che poi ci si ritrova in quest'Aula dove si dovrebbero risolvere i problemi e non lasciarli gravare sulle spalle di chi, poi, deve fare i conti anche con i cittadini. Sono norme che effettivamente, anche per ragioni pratiche e non solo tecniche, dovrebbero essere date alla competenza regionale perché, come ho detto bene nella relazione, ma come dicono bene anche gli esperti, l'inquinamento dell'aria, soprattutto nella Pianura Padana, è un inquinamento diffuso. L'inquinamento non lo blocchi nei confini amministrativi dei Comuni. I confini amministrativi dei Comuni non sono riconoscibili dall'inquinamento. Semmai, è un fenomeno che riguarda la quota sul livello del mare dei vari Comuni. Se superiamo quota 500 metri, ecco che abbiamo meno di questi fenomeni.
Io sono veramente deluso della decisione della Commissione, nonostante tutte le conferme che sono arrivate da ARPAV, di aver fatto andare questo progetto di legge, tra l'altro statale, in Aula senza passaggio alla votazione degli articoli. Io so, invece, che alcuni di voi sono a favore di questo progetto di legge. Io credo che dovremmo, una volta ogni tanto, fare le cose utili per i nostri cittadini, andando oltre gli ordini di scuderia, che sinceramente in questo caso diventano incomprensibili. Evidentemente qualcuno vuole che a continuare a tenere le castagne sul fuoco siano i Sindaci, non i Presidenti di Regione.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Ho ascoltato con attenzione l'intervento del correlatore Zanoni, che comunque in buona parte era fuori tema, perché trattava argomenti che ha trattato anche il relatore Michieletto. Ovviamente, qui parliamo di spostare le competenze sulle ordinanze dal livello comunale al livello regionale, dando la facoltà, attraverso una modifica della normativa nazionale, al Presidente di intervenire su una questione che pone seri dubbi, anche sotto il profilo scientifico. Se noi ci troviamo in un catino, quello della Pianura Padana, come abbiamo detto più volte, che è tra i più inquinati d'Europa, lo si deve soprattutto alla configurazione di questo territorio, che, anche se eliminassimo tutte le fonti, sarebbe comunque inquinato, perché non c'è circolazione d'aria, non ci sono le correnti oceaniche che spazzano via tutto, come accade a Londra, a Berlino, a Parigi, nel Nord Europa. Comunque, visto che prima si citavano i dati sulla salute, reputo opportuno ribadire che ai dati, se usati in un certo modo, si può far dire di tutto. Al dato si potrebbe anche far dire – vado al paradosso – che grazie all'inquinamento viviamo più a lungo degli altri.
Penso ai dati catastrofici poc'anzi citati dal collega Zanoni, il quale diceva che noi moriamo prima, che siamo tutti ammalati eccetera. Ebbene, la scienza dice l'esatto contrario, e cioè che la vita media di un cittadino londinese è più breve di almeno due o tre anni rispetto a quella di un cittadino di Venezia, di Milano o di Verona. La vita media di un cittadino tedesco è quasi di quattro anni più breve. Quindi, che cosa vuol dire? Vuol dire che tutto questo inquinamento, bene o male, è utile alla salute. Parlo per paradosso, ovviamente, per dire come spesso, giocando sui numeri, si possa fare catastrofismo da una parte e si possa fare disinformazione dall'altra, assumendo scelte che, oltretutto, non sono nemmeno efficaci. La scelta di bloccare le auto, come ha detto prima benissimo il collega Michieletto, e sono d'accordo con i suoi ragionamenti, ha dimostrato, proprio nel lockdown, come non porti nessun beneficio o del tutto irrisorio alla qualità dell'aria. Che l'ordinanza la faccia un Sindaco o il Presidente della Regione forse si fanno malanni inutili in più perché, invece di condizionare un singolo Comune, si condiziona un territorio più ampio. Infatti, se troviamo un Sindaco che segue l'ideologia, e noi viviamo in un mondo di ideologie e non di scienza, ci porta a condizionare la vita, l'economia e la mobilità delle persone, pensando di fare del bene, quando alla fine non si sortisce nessun risultato, se non forse il fatto che questi, costretti a stare a casa, inquinano ancor di più. Il fatto di stare a casa porta a un aumento dell'inquinamento, perché una delle prime fonti di inquinamento, nonostante tutti gli interventi fatti negli anni per cercare di coibentare e limitare le emissioni, è rappresentata proprio dalle abitazioni, non dalle auto.
Tutta questa ideologia che mira a colpire le auto nasconde spesso, come giustamente ha sottolineato il collega Michieletto, dei secondi fini, dei grandi interessi. C'è chi ha interesse che io cambi l'auto, ma quando cambio l'auto perché inquina è bene ricordare che per fare un'auto serve energia, per ogni suo pezzo, servono materie prime, che provengono dall'Africa, da mezzo mondo. C'è di tutto dentro. Quanta energia, quante risorse ci sono dentro quell'auto? Quante emissioni nell'atmosfera mondiale ho fatto lì dentro? È proprio vero che io faccio il bene dell'ambiente? Oppure, forse faccio il bene di qualche industria che ha bisogno di aumentare le vendite?
Questo è un tema che va posto da legislatori che guardano al bene comune e non al bene privato. Questo è un ragionamento che va fatto: bisogna guardare al bilancio complessivo. Alla fine, a chi giova? Giova alla collettività o giova a qualcuno? Può darsi, siamo d'accordo, che giovi a qualcuno, che sia giusto per l'industria eccetera, ma non facciamolo spacciare per ambiente, non spacciamo il discorso delle auto elettriche come una soluzione per l'ambiente, quando sappiamo che il 75% delle fonti di energia deriva ancora da idrocarburi, nonostante tutti gli investimenti che abbiamo fatto nell'eolico e nel fotovoltaico.
Tra l'altro, poi, chi porta avanti certe politiche ambientali ideologiche giunge spesso a dei paradossi, a dei cortocircuiti, che non stanno in piedi. Per esempio, il deflusso ecologico dei corsi d'acqua minimo vitale porterà alla diminuzione del 30% della produzione di energia idroelettrica, perché vanno ridimensionati i bacini – questo dato è stato ribadito in Commissione tempo fa – quindi prima di recuperare un 30% della vera energia rinnovabile, che è quella idroelettrica, quanti investimenti in pannelli e altre cose dobbiamo fare?
Concludo, per rimanere sul tema, dicendo che, visto che parliamo di questi temi assolutamente importanti, io sono d'accordo che vadano diminuite le emissioni in atmosfera, perché la qualità della vita, anche se viviamo più a lungo dei cittadini inglesi e tedeschi, va comunque migliorata, e questo devo essere un must, ovviamente compatibilmente con i sistemi. Un sistema di fonti rinnovabili, su cui ho fatto una mozione, che magari arriverà in Aula, non so quando, tema che ho approfondito in questo periodo di riflessione durante l'estate, è un sistema che noi abbiamo molto presente in Italia come risorsa, ma non abbiamo mai pensato di utilizzarla, soprattutto qui in Veneto, vale a dire il sistema delle acque termali, delle acque calde che abbiamo nel sottosuolo. La geotermia è una grande fonte, presente nel sottosuolo, di acqua calda, è un motore che viene dall'interno della terra, dove ci sono zone particolari nelle quali la temperatura ogni tot metri sale di un grado man mano che si va in profondità, dove ci sono zone che ospitano delle caldere, che danno un'energia molto maggiore, e dove con distanze meno profonde si riesce a raggiungere un calore dell'acqua che può essere utilizzato anche per il riscaldamento.
Su questo settore ho letto alcuni documenti comunitari che mettono in evidenza la carenza dell'impegno da parte dello Stato sui vari piani energetici. Magari questo accade perché gli interessi non sono orientati a questo settore. Ci sono incentivi sul fotovoltaico, che dopo un po' di anni finisce, ci sono incentivi su altre cose, sulla geotermia, chissà perché, non ci sono incentivi. Eppure, la geotermia è una fonte "eterna". Certo, non è eterna la Terra, ma prima che si raffreddi il nucleo o il centro della Terra passeremo tutti di qua. Ecco, quello è un settore su cui inviterei quest'Aula, noi tutti, a cominciare a dare maggiore attenzione. Forse anche lì, anche nelle rinnovabili ci sono centri di interesse, dove una è più rinnovabile dell'altra. Io vi assicuro che la geotermia è la fonte più rinnovabile ed è presente sempre, più del vento, più di ogni altra, ed è una fonte di cui il Veneto, soprattutto in una fascia della nostra Regione, è particolarmente ricco. È sempre una fonte su cui vale la pena approfondire e investire. Se c'è qualche incentivo, invece di darlo su quei materiali che vengono prodotti in Cina, in Africa, eccetera, investiamolo sul nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Masolo.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Buongiorno a tutti e a tutte, anche a chi ci sta seguendo da casa.
Io sono sorpreso da questo dibattito, perché è un dibattito che viene dalla Commissione. Adesso l'ho capito meglio, perché dal relatore non capivo veramente se fosse un intervento del Consiglio regionale legato alla lotta alle auto elettriche o se avesse letto veramente la proposta. La proposta l'ho capita e mi stupisco, perché voi oggi vi apprestate a votare "sì" per un "no". Praticamente siete quelli del "no". Ed è un "no" ideologico, perché non riesco a capirne il senso e la logica. Voi vi rifiutate di accettare una proposta che può allargare, aumentare le competenze del Presidente della Regione, cioè, dire che il Presidente della Regione può avere l'autonomia di decidere di bloccare, in caso di necessità, alcune strade in alcune aree comunali o extracomunali. Questa è una cosa che veramente non riesco a capire. Non dite niente quando un Ministro si prende la competenza, che non ha, di fermare una nave in mezzo al mare, non dite niente quando un Primo Ministro vuole più poteri, poi vi rifiutate di dare la possibilità al Presidente della nostra Regione di avere un'autonomia rispetto alle limitazioni del traffico veicolare legate all'inquinamento dell'aria e alla produzione di PM10 o PM2.5, come è stato detto. È una cosa che veramente non riesco a capire.
Il tema, tra l'altro, è veramente attuale, perché sappiamo che le PM10 e le PM2.5, le polveri sottili, l'inquinamento dell'aria prodotto dai trasporti è circa un terzo del totale. Poi, sappiamo benissimo che c'è l'industria, che c'è l'agricoltura, soprattutto con gli allevamenti, sappiamo benissimo che c'è la combustione da legna, il cippato, le biomasse. Sappiamo queste cose. Ma la possibilità che abbiamo di intervenire in modo più efficace e veloce è proprio quella sul traffico. Non stiamo a prenderci in giro. Tra l'altro, è veramente antiscientifica, è erronea la posizione di pensare che chi ha a cuore l'ambiente, soprattutto il mio Gruppo, pretenda di sostituire tutte le auto a combustione con auto elettriche. Questo è sbagliato. È una narrazione completamente sbagliata. Lo state dicendo, ma è sbagliato. I provvedimenti che vanno in questo senso, cioè, dare la possibilità di fare dei blocchi del traffico quando serve, possono andare a favore di un tipo di mobilità che è diversa, di un modello di mobilità alternativo, che logicamente vede protagonista il trasporto pubblico. Poi sappiamo che quello del Veneto è completamente deficitario. Io, che mi sto muovendo solo con il trasporto pubblico come Consigliere regionale, sto diventando matto. Anzi, ne approfitto per fare un appello, per fare una provocazione a tutti i Consiglieri e soprattutto ai membri della Giunta: provate a fare una settimana della vostra vita da Consiglieri e Assessori regionali utilizzando solo i mezzi pubblici. È il modo più efficace per capire quali sono i problemi. Diversamente, non si capisce di cosa stiamo parlando. Se si cerca di migliorare il trasporto pubblico stando sempre seduti su un'automobile, chiaramente c'è qualcosa che non va.
Aggiungo un'altra cosa. La facoltà di poter intervenire sul blocco del traffico ha delle valenze non soltanto di tipo sanitario. I dati sono chiari sui costi economici che abbiamo per far fronte a questa emergenza sanitaria legata all'inquinamento dell'aria, in Italia e in Europa. Non solo per questo, ma anche perché ha una fortissima valenza culturale e sugli stili di vita delle persone. Nel momento in cui si decide per un'emergenza sanitaria, cioè dove i livelli di PM10 sono così alti che possono condizionare e mettere in pericolo la salute soprattutto dei bambini, ma anche degli adulti e degli anziani, abbiamo la possibilità di chiudere certe tratte stradali. Nello stesso tempo – questo è un provvedimento che appoggio e che ho sempre appoggiato, perché sono sempre stato a favore delle sperimentazioni – propongo di fare delle domeniche senz'auto. Questa iniziativa, che pochi Sindaci, purtroppo, portano avanti e di cui pochi Sindaci capiscono il senso, ha un fortissimo valore di tipo culturale e può essere efficace non tanto per abbattere l'inquinamento – su questo siamo tutti d'accordo, perché una domenica senz'auto non può abbassare i livelli di inquinamento – quanto per far provare ai cittadini una situazione che non possono provare se non la domenica, ovvero quella di vivere la propria città, il proprio centro storico, i propri quartieri, se si riesce, senza auto per almeno una domenica, due domeniche, tre domeniche all'anno.
Si chiede tanto? Questa può essere una richiesta puntuale e precisa a tutti i Consiglieri e alla Giunta per rilanciare questa abitudine.
Questo può essere un incentivo per promuovere almeno quella domenica un surplus di trasporto pubblico, che fa capire e provare ai cittadini cosa vuol dire potersi spostare con un trasporto pubblico efficiente, e nello stesso tempo può far capire che, anche se quella domenica si lascia l'auto in garage, si può vivere bene e magari anche essere più felici, andando in centro e facendo le attività, in collaborazione con le categorie economiche, con lo spettacolo e quant'altro.
Questo è l'invito che faccio. Anche questo potrebbe essere favorito da questo provvedimento, da questa modifica del codice della strada, dove il Presidente della Regione può intervenire in modo più efficace.
Vi ricordo anche, visto che stiamo parlando del codice della strada, che il vostro ministro Salvini sta facendo per le modifiche al codice della strada – mi assumo la responsabilità di quello che dico – una follia assoluta, perché, attraverso le modifiche del codice della strada che sta portando avanti in Senato, sta facendo la battaglia, la guerra contro l'utenza debole (ciclisti, pedoni e altre utenze come monopattini o altro), facendo un codice della strada fortemente auto centrico. Sta facendo la lotta agli autovelox, sta facendo la lotta alle "Città 30".
Bologna ha iniziato a fare questa sperimentazione, che dopo sei mesi ha dimostrato di abbassare notevolmente gli incidenti stradali gravi e le morti dei cittadini, e il vostro Ministro sta facendo la lotta a questo provvedimento. Al posto di accoglierlo, essere entusiasta e diffonderlo a tutte le città, soprattutto alle grandi città metropolitane, sta facendo la lotta a questo provvedimento.
Non vi dico poi su altri provvedimenti. La follia di voler cancellare le bike lane, le corsie ciclabili fatte in periodo di Covid, quando era da vent'anni che aspettavamo di farle. Il Covid, una delle poche cose positive, ha accelerato questo processo attraverso credo il DL Rilancio (adesso non ricordo il nome preciso), che ha permesso di dare autonomia ai Comuni di fare in pochissimo tempo le corsie ciclabili, e il ministro Salvini le vuole togliere.
Siete a conoscenza di questa cosa? Io mi domando se ne siate a conoscenza e se i state attivando per fermare questa follia! Lei può parlare dopo, così ci spiega.
Per quanto riguarda, invece, i dati, sono veramente preoccupanti, perché il fatto di bloccare una tratta stradale o un centro storico è fondamentale per far capire... Tra l'altro, ho dimenticato di dire che Salvini vuole colpire soprattutto chi guida l'auto in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe, la famosa lotta ideologica alle droghe, soprattutto alle droghe leggere o a quelle che non sono droghe.
Il nuovo codice della strada non colpisce, invece, chi veramente uccide la gente, per la percentuale maggiore, il 30%, cioè chi guida guardando il cellulare o superando i limiti di velocità. Non riesco a capire perché non vi stupite. Fa la lotta a chi guida sotto effetto di alcol, e lo capisco, ma non inasprisce le pene rispetto a chi guida guardando il cellulare o trasgredendo alle leggi sui limiti di velocità.
Pensate poi alla sosta irregolare, che aumenta la congestione e crea situazioni pericolose. Nella sola Milano si calcola che ogni anno ci siano circa 100.000 veicoli in sosta irregolare, in seconda, terza e quarta fila. Non parliamo di Roma. Questa potrebbe essere una cosa interessante. Far chiudere al traffico per un periodo una città può fare in modo che non ci siano i mezzi in sosta, perché i mezzi non circolano, per cui stanno nei garage o stanno nei parcheggi.
Vengo all'ultima nota. Non so se vi rendete conto dei costi sociali. Non sto facendo una guerra alle auto, anzi, l'automobile è un mezzo utile, soprattutto per chi vive in situazioni di difficoltà, per chi vive lontano dal posto di lavoro, per chi vive in posti che non sono serviti dai mezzi pubblici, in particolare nei luoghi di montagna.
Dovete tener conto, però, e questo è un dato, perché bisogna parlare sempre di dati attendibili, questo è un rapporto "Audimob" ISFORT, che circa il 30% degli spostamenti su scala nazionale non supera i 2 chilometri. Stiamo parlando di persone che vanno in auto nei centri storici, nei centri città o nei quartieri per fare 2 chilometri di spostamento. Oppure, il 74% complessivamente di tutti i trasporti non superano i 10 chilometri in automobile.
Questi 10 chilometri possono essere coperti benissimo da un trasporto pubblico efficiente o da uno che va in bicicletta ogni giorno perché, se uno va in bicicletta ogni giorno, 10 chilometri per andare al lavoro li fa in un quarto d'ora, venti minuti al massimo. Di cosa stiamo parlando?
Voi dite di no ad un provvedimento che può dare una competenza maggiore al Presidente della Regione per intervenire in maniera efficace su questa grandissima emergenza, che tra l'altro è collegata all'inquinamento, ma è collegata anche alla sicurezza stradale. Sono due cose completamente collegate: più auto ci sono, più c'è inquinamento, e più morti e incidenti ci sono sulle strade, che vuol dire costi per tutti noi.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente, sarò brevissimo. Non volevo neanche intervenire, ma ho sentito cose un po' strane.
Intanto, vi dico già quale sarà la prima pagina dei giornali di domani, colleghi: "la maggioranza del Consiglio regionale del Veneto vota contro la prima forma di autonomia del Veneto". Bocciamo l'autonomia dell'inquinamento, non diamo questo grandissimo potere indispensabile al presidente Zaia. Ci sarà una crisi di maggioranza, penso, per questa cosa.
Siamo seri, tutto quello che è stato detto dai colleghi di maggioranza, condiviso dal Gruppo di Fratelli d'Italia sulla morfologia del Veneto, della Pianura Padana e dell'Italia stessa, è già stato detto, quindi non voglio ripeterlo.
Vado dietro alla proposta di legge, che diventi una competenza regionale. Ma stiamo scherzando? I Sindaci che sono nel territorio sanno quando fermare, sanno quando intervenire. Gli togliamo anche quella competenza e la diamo in mano al Presidente della Regione. È assurdo. Va contro ogni regola di buonsenso perché, se io sono il Sindaco di Padova e penso che oggi debba essere chiuso il traffico perché è domenica, perché siamo messi male, eccetera, devo avere il diritto di farlo, senza che ci pensi il presidente Zaia, o chi sarà il prossimo Governatore del Veneto. Questa è una cosa che deve essere lasciata in mano ai Comuni.
Inoltre, la rivoluzione industriale è stata creata in Europa e la deindustrializzazione industriale dell'Europa verrà fatta da noi. Non compiremo 300 anni perché l'Europa sta andando verso il Green Deal – il famoso Green Deal – la neutralità climatica entro il 2050. Per festeggiare i 300 anni della rivoluzione industriale, dobbiamo arrivare al 2070.
Bene: noi industrialmente moriremo molto, molto prima. Ma quello che mi preoccupa è il messaggio che cercate ogni tre o quattro mesi di dare sull'ambiente, sulle PM10, sulle auto elettriche, le stufe, i camini, e tutta questa roba. Ho paura che prima o dopo convincerete qualcuno, perché queste sono assolute assurdità, che non sono neanche supportate scientificamente, perché continuate a citare giornali, continuate a citare articoli senza nessuna base.
Sulle piste ciclabili, signori, parliamo anche di economia e di reddito. Ho sentito "mamma mia l'industria", ma io sono un protettore dell'industria del Veneto, perché senza industria dove andiamo? Allora sì che dopo non avremo più bisogno delle macchine.
Torniamo, come ripetevo, caro collega Masolo, al suo predecessore, alla collega Guarda, ad andar via con il musso, perché questo volete imporci. Per fortuna, il centrodestra del Veneto non permetterà mai questo passaggio.
Domeniche senza auto, limiti di velocità, e poi parliamo del flop dell'auto elettrica? Perché tutti coloro i quali hanno confidenza con le aziende e non restano soltanto sui libri universitari o su quello che si legge sul giornale sanno che l'auto elettrica era stata annunciata come un flop dal grande Marchionne e adesso, a distanza di vent'anni, si è dimostrata il flop che è, quindi non possiamo spostarci sull'elettrico, non serve assolutamente a nulla.
L'unica cosa che dobbiamo far uscire da quest'Aula è come possiamo aumentare il PIL e la ricchezza dei veneti, non sentire sempre limitazioni, domeniche a casa, "questo non si può fare", "questo non si deve fare". Da quest'Aula deve uscire un messaggio di libertà, signori. Condivido, quindi, tutto quello che hanno detto il collega Michieletto e il collega Valdegamberi.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Giacomin, prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io intervengo abbastanza raramente, ma in questo caso è stata citata anche l'esperienza di Sindaci e volevo portare piccole testimonianze.
La prima: il blocco del traffico è una grande ipocrisia, perché i Sindaci devono emettere delle ordinanze, perché altrimenti poi vengono denunciati, ritagliano dei quartieri di loro competenza, fissano gli orari, che non sono quelli che investono il lavoro o la scuola, e di conseguenza, di fatto, il blocco del traffico si sviluppa nei momenti di magra di traffico.
Di conseguenza, la proposta che fa il collega Zanoni per me sarebbe una risposta, ammesso che il blocco del traffico vada ad incidere in maniera efficace sull'incremento di PM10 e PM2.50. Per me sarebbe efficace se, a fronte di una pluralità di giornate, eccetera, il Presidente della Regione potesse bloccare in Veneto il traffico tout court, comprese le autostrade. Questa dovrebbe essere una soluzione.
Io sono di un comune di cintura. Di fianco a me ho un comune come Altavilla Vicentina, che viene passato da una strada provinciale di alto scorrimento, da una strada statale, da una strada regionale, che è la strada 11 Vicenza-Verona, dall'autostrada, eccetera. Deve impedire a quelli che abitano nelle zone residenziali di andare a fare la spesa, dalle 10 alle 11, perché c'è il blocco del traffico, quando a 50 metri passano un milione di autovetture.
Mi sembra che la proposta sia una proposta ipocrita, come ipocrita è il blocco del traffico nelle città. Capisco la questione culturale, ma io che sono stato Sindaco di un comune di cintura proprio limitrofo a Vicenza, vedevo, quando la città capoluogo organizzava qualcosa, e io lo dicevo candidamente al collega Variati all'epoca "spendete una barca di soldi di straordinari dei vigili, eccetera, per realizzare il blocco del traffico, quando c'è un coriandolo di Vicenza che viene isolato", perché nei tre quarti della città il traffico fluiva beatamente. Poco più del centro storico veniva isolato.
Di conseguenza, ben altre sono le soluzioni. Certo, ho sentito delle soluzioni, per esempio, sulla piantumazione. Sulla piantumazione sono d'accordo. Certo, non basta, in questo caso, che Veneto Agricoltura conceda le piantine alte cinque centimetri. Bisognerebbe che lo Stato, o chi per esso, perché tutti i Comuni sono in male in arnese dal punto di vista finanziario, concedesse le risorse per acquisire le aree e per consentire la continuazione della piantumazione perché, quando io al mio ufficio tecnico dicevo "piantiamo ancora piante" mi diceva "Sindaco, con le estati che abbiamo bisogna anche dare loro da bere" (tradotto da espressione dialettale). Di conseguenza, per dire "facciamo le piantumazioni", bisogna creare un sistema, mettere a regime un sistema e avere risorse sufficienti.
Porto un'ultima testimonianza. Certo, secondo me, una parte della limitazione passa attraverso un processo culturale e di infrastrutture. Io devo citare un'esperienza. Sono diventato Sindaco nel 2009 e pochi mesi dopo ho scritto al collega di Vicenza, Giunta di centrosinistra: "Ci troviamo per fare una ciclabile da Creazzo a Vicenza?". Sono passati sette anni perché ne potessimo parlare. Questo è il passaggio dalle parole ai fatti. Alla fine, dopo dieci anni, siamo riusciti ad avere la ciclabile tra Creazzo e Vicenza, ma grazie a una serie di fortunate coincidenze, non perché ci fosse una volontà precisa da parte delle Amministrazioni di centrosinistra per arrivare a questi obiettivi.
Pertanto, credo sia fondamentale lasciare da parte le ideologie e mirare a obiettivi concreti, perseguibili, che abbiano un'efficacia. Il blocco del traffico, così come pensato, è proprio una foglia di fico che serve a nascondere le nostre vergogne.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo che il tema non sia che la maggioranza boccia l'autonomia. Ringrazio i colleghi Formaggio e Giacomin, perché perlomeno la maggioranza è ritornata a parlare del progetto di legge. Bellissimo ascoltare i pareri di tutti per quanto riguarda le limitazioni del traffico, però in questo momento stavamo discutendo esattamente di ciò di cui ha anche discusso soprattutto il collega Giacomin. Secondo me, una parte delle richieste del collega Giacomin vanno esattamente nella direzione del progetto di legge del collega Zanoni.
Mi permetto solo di leggere, proprio per ritornare al tema e fare una riflessione che vada in questo senso, quello che si trova nel primo articolo (per rispondere anche al collega Formaggio): "Tale provvedimento può essere adottato anche dal Presidente della Regione competente per territorio". Non lo leggo tutto. Quindi, non togliamo potere ai Sindaci, ma diciamo semplicemente: caro Presidente di Regione, in alcune condizioni, che dovrai, chiaramente, certificare, puoi non imporre, ma anche tu proporre delle limitazioni, per quello che diceva il collega Giacomin. Chiudere i confini del Comune "X" e non aver chiuso il Comune "Y" a un metro, molto spesso ‒ è vero ‒ è un'operazione culturale, che non bisogna considerare inutile. L'aspetto culturale è fondamentale per tutti noi, per farci comprendere l'importanza, in questo caso, del rispetto dell'ambiente e come si possano utilizzare altri mezzi, non solo la macchina, a seconda, chiaramente, di dove si deve andare e della condizione fisica della persona.
È altrettanto vero che provare a omogeneizzare queste chiusure, rendendole più ampie in alcuni momenti, perché siano funzionali non solo a un aspetto culturale, dovrebbe essere l'obiettivo di tutti noi, dalla modifica del Codice della strada a livello nazionale, che richiederebbe sicuramente altre modifiche, come ci hanno illustrato il collega Giacomin e il collega Masolo. Così come è scritto è un pateracchio, ma questo ce lo dicono le associazioni, gli Enti e le aziende competenti in trasporto. Oggi avremmo almeno provato, con il provvedimento del collega Zanoni, a rendere più omogeneo quello che oggi omogeneo non è, senza togliere nulla ai Sindaci, che, se vogliono fare delle iniziative, è bene che le facciano, ma dicendo al Presidente della Regione di cominciare ad assumerci maggiori responsabilità. In alcuni momenti, quando i livelli di inquinamento sono più alti, proviamo a capire se non sia il caso di ampliare le chiusure o di fare altri tipi di operazioni in condivisione con i Sindaci. L'articolo 1 dice questo: non toglie nulla ai Sindaci, ma integra una possibilità e un'opportunità, che, se si vuole si esercita e se non si vuole non si esercita, perché non c'è nulla di vincolante.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Inizialmente ho chiesto la copia del progetto di legge perché, quando ho sentito il relatore parlare, al di là delle offese, pensavo si parlasse di una cosa che io non avevo visto. Non c'entrava assolutamente nulla l'argomento che cercava di approfondire, se c'era, un contenuto.
Io non so se ho capito bene, ma ho riportato la frase del collega Giacomin: il provvedimento del collega Zanoni sarebbe "una foglia di fico che nasconde le nostre vergogne". A parte che sarebbero le vostre vergogne, perché non governiamo noi la Regione. La state governando voi. Se c'è qualcosa da dire ora sull'inquinamento, sicuramente non lo si può dire né al collega Zanoni né tantomeno al centrosinistra, che non governa la Regione da tempo.
Capisco bene la preoccupazione di dare ulteriore potere. Magari l'anno prossimo finirà l'era Zaia. Ci mancherebbe altro. Finirà prima o poi. Dicono che a settembre dovrebbe finire. Capisco anche la vostra difficoltà nell'aumentare il potere del Presidente, perché sicuramente non sarà il vostro rappresentante.
Voglio dire anche un'altra cosa. Si è parlato, e lo hanno fatto anche successivamente al relatore alcuni colleghi, di un provvedimento che non esiste in Aula, che non è stato assolutamente presentato oggi. Ad esempio, per quanto riguarda gli alberi da piantare, per cui servono somme, al di là che non c'entra niente con questo provvedimento, vi metto al corrente di una cosa: dall'acero alla betulla, al frassino, al tiglio, magari piantassimo queste piante; abbasserebbero di tanto il PM10. Ma non c'entra niente con il provvedimento di oggi, se non rispetto al tema generale e grande dell'inquinamento. Allora sì.
Il provvedimento che oggi il collega Zanoni spiega in Aula ‒ ve lo dico, forse non l'avete letto ‒ è relativo a una modifica del Codice della strada, là dove chiede di poter dare un potere maggiore al Presidente della Regione, quindi alla Regione stessa, di intervenire in maniera uniforme in presenza (questo credo sia provato, nessuno lo può negare) di un inquinamento alto, dando la possibilità, sempre in modo uniforme (lo sappiamo perfettamente; siamo stati tutti, o quasi tutti, Sindaci o amministratori locali), di sospendere.
Collega, lei ha detto che capirebbe un provvedimento che desse alla Regione la possibilità di sospendere. È proprio questo il provvedimento. La possibilità di incidere sulla circolazione delle auto, nel modo che, ovviamente, la Regione riterrà opportuno, qua vengono date delle indicazioni, per evitare quella macchia di leopardo che vediamo oggi. Ci sono Comuni più sensibili rispetto ad altri, ci sono Comuni che emettono delle ordinanze, grazie ai propri Sindaci, di limitazione del traffico e altri che non lo fanno.
Non ci dobbiamo scandalizzare se viene richiesta la possibilità, come è stato detto dal collega, correttamente, di sospendere anche le auto in movimento, la circolazione per qualche domenica all'anno. Ma non è richiesto in questo provvedimento. È una possibilità.
Ho sentito anche che viviamo più degli altri. È vero, abbiamo una media alta di vita. Si sta abbassando, ve lo comunico. Negli ultimi due anni c'è stato un abbassamento dell'età media di vita in Italia, però questo non significa che l'inquinamento faccia bene. Non possiamo dire che l'inquinamento, comunque, ci mantiene in vita. Credo, invece, sia il contrario, e conosciamo tutti le motivazioni.
Invito veramente non tanto a comportarsi come politici, che dovrebbero leggere anche il testo ultimo sulla gentilezza, ma quantomeno a non lanciare offese, puntando alla competenza e alla conoscenza di quello di cui oggi si sta parlando.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Mi permetto di intervenire perché forse dovremmo chiudere la stagione della politica delle chiacchiere, delle iniziative simboliche, perché alla fine recano solo disagio al cittadino e non creano una cultura di attenzione verso le problematiche ambientali. Penso al fatto che ogni anno si arriva, nelle città che hanno una certa dimensione, al blocco del traffico per i veicoli Euro 3 ed Euro 4. Che cosa accade? Solitamente in queste cittadine si va a individuare l'area del centro storico, o presunto tale, impedendo che entrino le auto diesel Euro 3 ed Euro 4. Non è che le auto diesel smettano di circolare: girano attorno al centro più volte in cerca di un parcheggio utile; poi i cittadini scendono e arrivano dove devono arrivare, con maggior disagio, senza riduzione reale di emissioni di inquinanti in atmosfera, anzi con una penalizzazione, se mi permettete, delle fasce più deboli della popolazione. Chiaramente, chi ha auto vecchie? I più ricchi? No. Quelli che hanno, magari, qualche difficoltà economica. Queste sono iniziative di facciata.
Peraltro, viviamo in quello che l'ARPAV definisce "ambito del panettone padano". L'area padana è stra-inquinata, per le sue imprese, per gli autoveicoli, ma anche perché ha un sistema infrastrutturale inadeguato a sopportare il traffico.
Credo che la vera chiave di volta non stia nell'introdurre la giornata verde, la giornata in cui si sospende il traffico. Ha ragione il mio collega Giacomin. L'aria, peraltro, si muove. Non è che una cittadina che ha un recinto di qualche chilometro quadrato preclusa al traffico non si inquina. Esistono soluzioni diverse, tecnicamente più credibili. Vi prego di seguirmi in questo ragionamento. A Montebelluna ho dovuto scontrarmi con alcuni ambientalisti, che a distanza di qualche anno, forse, mi hanno dato ragione. Mi riferisco a quando ho deciso di cambiare il traffico, di approvare un nuovo Piano generale urbano del traffico. Quello, sì, metteva a disagio i cittadini, perché ne cambiava le abitudini. Ho introdotto una serie di sensi unici per pedonalizzare il centro, che all'inizio sembravano incomprensibili agli automobilisti tanto di Montebelluna quanto al di fuori di Montebelluna.
Un po' alla volta, poi, si è visto che la nuova organizzazione del traffico diminuiva gli accodamenti e rendeva più fluida la circolazione degli autoveicoli. I risultati, alla fine del percorso, sono stati: meno incidenti, incidenti meno gravi, riduzione delle emissioni di CO2, ma soprattutto Montebelluna è stata l'unica cittadina in Veneto ‒ dato dell'ARPAV, non mio ‒ ad aver ridotto anche il PM10.
Forse, per incidere sul serio, piuttosto che pensare al solito sistema dell'introduzione di qualche divieto temporaneo, dovremmo pensare a una riorganizzazione in un'ottica metropolitana dei flussi di traffico in un tessuto urbano, quello veneto, che è diventato un qualcosa di irriconoscibile rispetto al tessuto urbano di 30-40 anni fa. Non esiste più il Veneto policentrico. Esiste un Veneto "area metropolitana", soprattutto nel quadrilatero Venezia, Padova, Treviso, Vicenza. Vi è, poi, una separazione con l'area veronese.
Collega Zanoni, io non l'ho interrotta.
Capisco che presentare iniziative di facciata, quando casca la foglia di fico, come diceva benissimo il mio collega, mette in imbarazzo, ma la verità è che abbiamo bisogno di cambiare paradigma nel leggere il territorio.
Senz'altro abbiamo anche noi delle colpe. Le abbiamo tutti, come comunità, maggioranza e minoranza, perché non abbiamo elaborato nessuna chiave interpretativa diversa per gestire un territorio che non è più quello di 30-40 anni fa. Tant'è che tutti continuiamo a utilizzare un vocabolario che ormai dovremmo mettere in frigorifero, abbandonare o consegnare al passato.
Nel quadrilatero che vi ho detto abita metà della popolazione del Veneto, insiste più della metà delle imprese del Veneto, però abbiamo sistemi infrastrutturali di un mondo che andava via in calesse o poco più. Quando si crea un'opera che ha, sì, un significato ambientale, perché serve per disintasare intere aree produttive, come la Superstrada Pedemontana Veneta, facciamo polemiche, diciamo che è un danno ambientale, quando per chi abita nella zona della Pedemontana è un sollievo, perché non si vedono più quelle colonne di camion che prima intasavano la 248.
Se vogliamo affrontare queste sfide, credo si debba lavorare in direzione diversa rispetto a iniziative dimostrative, che non servono a nulla.
Domanda: i blocchi del traffico che attuiamo da ottobre a fine marzo-aprile hanno migliorato la situazione? La risposta è: no, non hanno nemmeno scalfito il problema delle emissioni di PM10. Forse dovremmo guardare alle sfide strutturali, non alle battaglie di facciata, come queste, con cui diamo al Presidente della Regione una nuova responsabilità per incasinare ancora di più la gestione di iniziative che hanno un significato del tutto marginale. Non hanno nemmeno più un significato educativo per la popolazione: una volta va bene, ma con la seconda hai già stancato i cittadini, che hanno le loro urgenze.
Da Sindaco che qualche risultato l'ha portato a casa in termini di riduzione dell'inquinamento atmosferico, credo di potermi permettere di dire che veramente la sfida si gioca in modo diverso, se mi è consentito, uscendo dalla retorica e passando a un approccio di carattere più scientifico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo qui la seduta. Riprendiamo i lavori alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.35
La Seduta riprende alle ore 14.38

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Siamo ancora sul progetto di legge statale n. 7, la proposta di non passaggio agli articoli della Seconda Commissione consiliare.
Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il collega Zecchinato. Prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ho ritenuto di intervenire giusto per riportare alcune considerazioni rispetto al progetto di legge presentato, anche perché ne avevamo discusso in seno alla Seconda Commissione, quando il provvedimento ha avuto l'esito riportato.
Rispetto agli interventi fatti questa mattina, se sicuramente ci può essere un'attenzione alle tematiche legate all'inquinamento atmosferico in Pianura Padana, nel bacino padano, quindi anche nel Veneto, si potrebbe parlare di tantissimi aspetti meteoclimatici, del fatto che c'è una conformazione territoriale particolare, del policentrismo urbano esistente, quindi della necessità di usare prevalentemente l'auto per spostarsi.
Al di là di questi aspetti, già ampiamente discussi questa mattina, tornando al provvedimento in esame e alle perplessità, anche da parte mia, rispetto a questo provvedimento, voglio ricordare che la Regione Veneto, secondo le direttive europee, in particolare cito la n. 50/2008 e la n. 107/2004, e anche secondo il decreto legislativo n. 155/2010, è già competente in materia di valutazione della qualità dell'aria, quindi è l'Ente competente già ai sensi della normativa europea e della normativa nazionale. Proprio per questo la Regione Veneto è stata una delle prime a dotarsi di un Piano di tutela e risanamento dell'atmosfera. Secondo questo Piano, nel tempo aggiornato e migliorato, c'è una zonizzazione del territorio regionale in base alle caratteristiche. In particolare, se parliamo di traffico veicolare come tema di riferimento rispetto al provvedimento di oggi, che prevede di inserire un'ulteriore figura rispetto a quella del Sindaco, ma anche dei Prefetti, che stanno sopra il Sindaco rispetto alla possibilità di fare ordinanze, ecco che abbiamo già un provvedimento di interesse regionale, che è questo Piano che zonizza il territorio. Accanto a questo ci sono i tavoli tecnici zonali provinciali che individuano le zone: nei centri abbiamo gli agglomerati e poi le varie zone nell'ambito del territorio provinciale.
Rispetto a questioni e criticità relative all'attuale ordinamento avanzate dal collega Zanoni, ma anche dagli altri colleghi prima, mi verrebbe da dire che vengono meno, nel senso che c'è già un coordinamento sovraprovinciale di questi ambiti. Le ordinanze che emettono i Sindaci vengono fatte secondo i criteri e le indicazioni non solo per il traffico veicolare, ma per tutti gli agenti inquinanti del Piano di tutela e risanamento dell'aria. Le decisioni che vengono prese ai tavoli tecnici zonali provinciali, quindi in ambiti precisi per ogni Provincia, variano rispetto alle caratteristiche territoriali. Prima il collega Zanoni citava, ad esempio, l'altimetria: varia moltissimo il parametro dell'inquinante rispetto all'altimetria, perché cambia con il riscaldamento dell'aria, eccetera.
Accanto a questo va detto che c'è comunque già un coordinamento. Per cui, i Sindaci non si trovano da soli a fare delle ordinanze, ma vengono fatte sulla base delle quantità emissive per quel singolo territorio, quindi delle caratteristiche e delle indicazioni che si hanno per quel territorio.
Aggiungere una figura in più rispetto a questa filiera individuata dal Codice della strada o, comunque, già individuata nelle procedure vorrebbe dire aggiungere un'ulteriore figura. Anche le specificità comunali hanno la loro rilevanza. Ad esempio, come dicevo prima, Piano regionale, tavoli tecnici zonali, agglomerati, ambiti individuati. Alcune Amministrazioni si lamentano, ad esempio, di essere all'interno di ambiti per caratteristiche di quantità emissiva. In realtà, per caratteristiche territoriali specifiche del sito chiedono talvolta di essere spostati ‒ questa zonizzazione la fa la Regione ‒ da un territorio all'altro, perché aderenti alla loro realtà comunale. Ogni territorio cambia.
La perplessità nata anche in quell'occasione era proprio questa: attualmente c'è un sistema procedimentale federalista, cioè verso il basso, che arriva al Comune e il Comune, che conosce bene la propria realtà, rapportandosi con il tavolo tecnico provinciale, sta dentro quel quadro regionale che già c'è. Le perplessità sono nate anche su questo, da un punto di vista prettamente tecnico e procedurale.
Volevo portare all'attenzione dei Consiglieri le ragioni che per molti di noi, anche per chi ha amministrato i Comuni, hanno portato a fare anche queste considerazioni d'area vasta, ripeto, riferite alla Provincia e alla Regione, che vanno oltre i ragionamenti fatti in precedenza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi che sono intervenuti e che hanno cercato di inquadrare il provvedimento portando dei dati, portando degli spunti per la discussione, che in alcuni casi, secondo me, sono stati un po' sfuocati. Cerco di contribuire a questo dibattito portando alcuni dati ulteriori.
Il collega relatore Michieletto dice che il 94% dei combustibili fossili non vengono utilizzati per il traffico, quindi le automobili, al limite, sarebbero responsabili dell'utilizzo del 6% circa. Questo dato è totalmente sfuocato rispetto alla realtà del nostro Paese, dove il 28% dell'energia è utilizzata per i trasporti (dati MASE) e il 90% dell'energia utilizzata nei trasporti è utilizzata nel trasporto su strada, quindi combustibili fossili. Quindi, vuoto per pieno, 9 per 3 fa 27, tra il 25% e il 30% ‒ a seconda degli anni ‒ dell'energia consumata in Italia è responsabilità del settore dei trasporti, come combustibili fossili. Questo è un primo elemento.
C'è un altro elemento che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia: quello relativo al fatto che si dice che, se volessimo tenere accese le automobili, un milione di automobili per una settimana non ci sarebbe alcuna differenza sulla qualità dell'aria. Questo è scontato, ma noi dobbiamo guardare al dato cumulato. Le polveri che respiriamo ‒ ogni foto satellitare mostra la Pianura Padana, purtroppo, come un concentrato di polveri ‒ sono il frutto del cumulato. Se noi modifichiamo l'emissione puntuale, è chiaro che non si modifica sensibilmente la concentrazione puntuale. Questo spiega perché durante il Covid abbiamo avuto delle concentrazioni anche molto elevate. Tra l'altro, erano accesi i riscaldamenti, che sono la fonte principale di emissione.
Per rimanere sui dati ARPAV e per non parlare del fumo, il 14% del PM10 presente nella nostra regione è dovuto al trasporto su strada. Questi sono dati ARPAV. L'11% del PM2.5 e ben il 32% della CO2, che non è un inquinante e che, quindi, non entra nella discussione di oggi. Un terzo delle emissioni di CO2 nella nostra regione è legato al trasporto su strada. Questi elementi dobbiamo tenerli in considerazione.
Sento dire che non c'è alcuna base scientifica nei dati che ha introdotto il collega Zanoni, come proponente del provvedimento: questo assolutamente non lo possiamo sostenere, perché i provvedimenti di cui stiamo discutendo sono frutto di almeno 30 anni di studi scientifici che hanno portato in una certa direzione.
Quando sento dire dal relatore che l'Europa avrebbe dovuto dire "entro il 2035 vediamo di trovare delle tecnologie e dei modi per muoversi", faccio presente che 35 anni fa noi abbiamo fatto questo. Nel 1993-1997 ho partecipato a un progetto di ricerca, che andava proprio a vedere le emissioni degli autoveicoli. Allora demmo delle indicazioni al decisore pubblico europeo su quali fossero le tecnologie verso cui evolvere. Le decisioni che ha preso l'Europa, che non ritengo matrigna, ma madre, sono state quelle di indicare una filiera tecnologica. Sulla superiorità della filiera tecnologica, nel caso dei trasporti e dell'elettrico, possiamo discutere finché volete, ma c'è una disparità a vantaggio dell'auto elettrica incommensurabile. Non c'è il tempo di discuterne qui, ma ne possiamo discutere quanto volete. Il dato tecnico è assolutamente chiaro.
Il fatto che la nostra industria non sia pronta e vada accompagnata è un discorso diverso, ma se ragioniamo sul consumo di energia e sulla generazione di inquinamento, inteso come polveri, inteso come altri inquinanti, la differenza è enorme.
Torno al tema di oggi sulla qualità dell'aria. Abbiamo dei vincoli, li ha richiamati il collega Zecchinato, che vengono dal decreto legislativo n. 155/2010, che ‒ ricordo ‒ è un Governo Berlusconi, il Berlusconi IV. Non è una cosa ideologica della sinistra che ha imposto chissà cosa. Il Governo Berlusconi nel 2010 fissò i limiti di emissione: su 34 centraline del Veneto, nel 2023, sono stati rispettati solo da 11. Quindi, ben 23 centraline hanno avuto superamenti per un numero di giorni maggiore rispetto alla soglia richiesta. Sono 35 i giorni massimi. Per farvi un esempio, a Padova i giorni di superamento sono stati 62, e così in tutte le centraline negli ambiti urbani.
Il tema è che, quando gli inquinanti superano determinate soglie c'è una funzione dose-risposta che mostra una patologia associata alla presenza di quell'inquinante. La giurisprudenza è già ricca di casi in cui gli amministratori sono stati chiamati a rispondere per la presenza dell'inquinante e per non aver agito a tutela della salute. L'esempio classico è l'ozono: quando l'ozono supera certi valori, le persone che hanno fragilità asmatica, per esempio, sviluppano crisi anche molto gravi e si è chiamati a rispondere.
In questo caso, io lo capisco, l'amministratore fa qualsiasi azione, anche scomposta, per cercare di tutelare se stesso, in primo luogo, di fronte all'azione legale che può venire da colui che fosse colpito dalla patologia.
In questo senso, il Governo Berlusconi, allora, l'Europa madre ha dato delle indicazioni, alle quali siamo chiamati. Il provvedimento del collega va proprio nella direzione di fare quello che chiedeva il collega Favero: coordinare gli interventi. Come diceva il collega Giacomin: se un Sindaco dice sì, un Sindaco dice no, un Sindaco apre alle 8 e uno alle 10 questo non ha senso. Il cittadino perde completamente aderenza con delle misure che abbiano un significato. Assegnare a una figura sovracomunale la decisione sui provvedimenti di limitazione del traffico ha una logica proprio nel coordinamento, nel dare una omogeneità di approccio. Non lo vogliamo fare? Secondo me è grave, perché mettiamo in difficoltà i Sindaci, che si trovano veramente con le spalle scoperte rispetto a dei provvedimenti che hanno una logica di assunzione di responsabilità, che mi auguro che questo Consiglio voglia avere.
Sentir dire che l'inquinamento porta a vivere di più è veramente paradossale. Il collega ha avuto il buonsenso di dire che è un paradosso. Indubbiamente ogni azione ha degli aspetti positivi e negativi, quindi dobbiamo tenere il buono e buttare via il cattivo, ma sentir dire che non vale la pena buttare via gli aspetti negativi perché tanto ci sono degli aspetti positivi è veramente un qualcosa che va contro l'interesse e la salute dei nostri cittadini. Mi auguro che questa non sia la posizione assunta da questo Consiglio.
Il nostro obiettivo ‒ sono d'accordo ‒ è creare benessere, prosperità, crescita del PIL, ma qui si tratta, colleghi, di capire come creiamo prosperità e ricchezza. Con tecnologie vecchie di un secolo? Facilitando la circolazione di stufe nelle nostre strade? Ma siamo matti? Il PIL, oggi, collega Formaggio, lo facciamo con delle tecnologie che guardano avanti, che superano i limiti della tecnologia del XX secolo, che ha avuto aspetti positivi.
Io sono grato ai combustibili fossili. Niente nella storia dell'uomo ha creato benessere come i combustibili fossili, ma in questo momento sono diventati un tappo al nostro sviluppo, stanno mettendo a repentaglio il benessere, la salute, il futuro della nostra società, e dobbiamo capirlo, dobbiamo agire di conseguenza. Rimanere legati a un modello di business del secolo scorso ci relega ai margini dello sviluppo. Stiamo diventando periferia del mondo e stiamo lasciando la leadership tecnologica a coloro che, complici di metodi di governo che non condivido, stanno spingendo nei settori dell'innovazione. Io non voglio che la Regione rimanga indietro. Voglio che questa Regione resti protagonista. Dobbiamo guardare avanti, non dobbiamo guardare indietro. Oggi stiamo guardando indietro e saremo chiamati a rispondere di questo, e me ne dispiace veramente, perché sento la responsabilità verso i miei figli e verso i figli di ciascuno di voi.
Fine delle iniziative simboliche, quindi? Sì, certo. Finiamola con le iniziative simboliche. Prendiamo il coraggio di fare azioni che ci spingano in avanti. Sono d'accordo, possono essere cose piccole, ma iniziamo a dare un segnale, iniziamo a guardare avanti, perché questa inedia che stiamo tenendo nella gestione ambientale, nella gestione tecnologica, nella gestione economica di questa Regione ci sta portando alla periferia, e non dobbiamo consentirlo.
D'accordo, ci sono i Piani di zona, collega Zecchinato, certo, ma dobbiamo dare degli strumenti per coordinare meglio. C'è un limite nell'attuazione dei Piani di zona. Padova è un Comune di riferimento, con nove Comuni nella cintura: è un caos mettere d'accordo dieci Sindaci, come è normale che sia. Il Piano di zona, allora, perde di incisività. Dobbiamo dare strumenti nuovi. La raccomandazione, quindi, è quella di fornire strumenti adeguati alla sfida che stiamo vivendo.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale.
Il collega Zanoni interviene, in chiusura, come correlatore. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato gli interventi dei colleghi su questo progetto di legge statale, che ha l'obiettivo di modificare il Codice della strada per dare anche ai Presidenti di Regione la facoltà di emettere le ordinanze di limitazione del traffico, qualora le condizioni ambientali e sanitarie lo rendano necessario, nei mesi nei quali abbiamo gli sforamenti dei limiti delle direttive comunitarie a tutela della salute dei cittadini.
Si tratta, quindi, di un progetto di legge che va ad ampliare la facoltà, in termini di soggetti, di chi può emettere queste ordinanze, ora in capo ai Sindaci, ordinanze che spesso non hanno l'efficacia che devono avere perché vengono emesse a macchia di leopardo in un territorio comunque inquinato in maniera omogenea. Si dà, quindi, la possibilità di intervenire in maniera ordinata su un territorio inquinato per tutelare la salute di tutti i cittadini.
Ho portato l'esempio di alcune arterie stradali che attraversano Comuni diversi, ma che portano l'utente della strada a ritrovarsi nella medesima giornata con limitazioni del traffico diverse in questa arteria, a seconda del Comune in cui si trova. Non è un modo di agire. Questa era una modalità per eliminare confusione, per togliere le castagne dal fuoco anche ai Sindaci. Essendo azioni, interventi impopolari, spesso c'è l'attendismo (speriamo che piova, così si abbattono le polveri sottili). Si aspetta, quindi, e non sempre si adottano con tempestività queste ordinanze.
Se un Presidente di Regione, direttamente in collegamento con le autorità tecniche, come l'ARPAV, può prendere queste decisioni in maniera tempestiva lo fa sul territorio interessato da questo inquinamento per tutelare la salute di tutti i cittadini, non solo quelli di un determinato Comune (certi Comuni sì e altri no). Sappiamo che il problema è molto importante.
Vi ho ricordato, con alcuni articoli di stampa, come soprattutto i pediatri e i medici nel periodo di inquinamento dell'aria alzino il campanello d'allarme, invitando le autorità a prendere queste misure.
Vorrei rispondere a qualcuno degli interventi. Il collega Valdegamberi dice che spostiamo le competenze. Ripeto: non si tratta di spostare le competenze dei Sindaci al Presidente di Regione, ma di dare le competenze anche al Presidente di Regione. Inoltre, ha parlato di disinformazione. I dati che ho fornito nella mia relazione sono dell'Agenzia europea per l'ambiente, un'agenzia che ogni anno monitora gli effetti dell'inquinamento da polveri sottili sulla salute e fornisce i numeri per ogni Stato membro. Come vi dicevo, in Italia abbiamo decine di migliaia di morti premature, si parla di circa 60.000, concentrate in particolare al nord. C'è un rapporto specifico che invito il collega a vedere.
Per quanto riguarda la questione delle auto elettriche, certamente queste potrebbero portare agevolazioni. È una questione molto discussa, ma è fuori tema, non c'entra niente con questo progetto di legge. Parlava anche di politiche ambientali ideologiche. Anche qui siamo fuori tema. Sfido chiunque a dire che c'è dell'ideologia. Qui si tratta di senso pratico, di dare a un Presidente di Regione un compito che ora non ha, che viene lasciato solo ai Sindaci.
Concordo con il collega Masolo quando parla di difficoltà del trasporto pubblico quando ci sono queste ordinanze. Ha detto una cosa giusta parlando anche dei costi economici degli effetti dovuti all'inquinamento. Rendere la macchina della prevenzione più efficace, dando la possibilità anche a un Presidente di Regione, risponde anche a questa esigenza di prevenzione e di abbattimento dei costi sanitari.
È intervenuto anche il collega Formaggio, il quale ha detto che nella mia relazione ho citato norme senza basi scientifiche. Ricordo che ogni anno l'Agenzia europea per l'ambiente, che è un istituto tecnico-scientifico dell'Unione europea, fa questo studio, che poi rende pubblico. Ci sono – lui dovrebbe saperlo, perché fa parte anche dell'Ufficio di Presidenza della Commissione Ambiente – i dati che ci ha fornito ARPAV esattamente il 23 marzo 2022, proprio in Commissione Ambiente, che ci dicono che il trasporto su strada incide per il 21% sull'inquinamento da polveri sottili.
Collega Giacomin, quando lei parla di proposta ipocrita credo scenda veramente di livello. Secondo me, non c'è alcuna ipocrisia in questa norma. Se la norma delle ordinanze è ipocrita, se il blocco del traffico è una misura di ipocrisia, chieda al vostro Governo di eliminare le ordinanze e la possibilità per i Sindaci di bloccare il traffico. Ricordo che sono ordinanze utili alla tutela della salute dei cittadini.
Collega Favero, lei ha detto, giustamente, che bisognerebbe avere una concezione di area metropolitana nell'affrontare questo problema. Allora voti a favore di questo progetto di legge, che dà al Presidente della Regione la facoltà di intervenire su aree vaste. Sul trasporto pubblico locale noi avevamo, a proposito di metropolitana, la metropolitana di superficie, che avrebbe portato via tanto inquinamento dalle strade e avrebbe aiutato a combattere questo tipo di inquinamento, quindi anche a tutelare maggiormente la salute dei cittadini, che è stata praticamente fermata. Anzi, è stata sacrificata sull'altare della Superstrada Pedemontana Veneta, perché non ci sono più i soldi per quell'importante e innovativo progetto già iniziato. La prima fase – avevamo speso più di 1 miliardo – è stata fatta, ma poi si è fermato tutto.
Collega Zecchinato, lei parla dei piani, di una competenza che è già della Regione, perché ci sono già questi piani, questi tavoli tecnici. Un conto sono i tavoli tecnici, i piani, la programmazione, la facoltà, il Piano dell'aria, che sta tutta in capo alla Regione, ci mancherebbe altro; altro conto è la possibilità di bloccare il traffico, che oggi, stando al Codice della strada, è in capo solo ai Sindaci. Abbiamo, quindi, interventi a macchia di leopardo. Come dicevo nella relazione, non ci sono confini riconoscibili dall'inquinamento atmosferico. La sua mi è sembrata più un'arrampicata sugli specchi.
Avrei avuto piacere, visto che si tratta di un problema di trasporto e anche sanitario, di sentire il parere degli Assessori, dell'assessore De Berti e dell'assessore Lanzarin, che non hanno detto una parola su questo progetto di legge. Oggi manca anche l'Assessore all'Ambiente. Una parola da parte della Giunta, giusto per sapere che cosa ne pensava, non sarebbe stato sbagliato.
Concludo dicendo che, a mio avviso, questa è un'occasione persa, è veramente una posizione ideologica da parte della maggioranza. Si trattava di una norma di buonsenso. Tra l'altro, se consideriamo che almeno per un anno abbiamo ancora questa vostra maggioranza, con questo vostro Presidente, avevamo l'occasione di dare dei poteri ai Presidenti per risolvere un problema che abbiamo visto di difficile risoluzione. Come ricordavo prima, abbiamo avuto, soprattutto in Veneto, perché è un problema soprattutto Veneto, tantissimi sforamenti e la condanna dei nostri cittadini a respirare aria avvelenata. È evidente che le ordinanze dei Sindaci non hanno avuto gli effetti che potrebbero avere, invece, ordinanze ampie, che riguardano ampie zone.
È veramente un'occasione perduta da parte di tutto il Consiglio. Potevamo dare un bel segnale di richiesta al Parlamento nazionale. Credo, quindi, non sia una bella giornata per i cittadini del Veneto quella di oggi, dove si vuole bocciare questo progetto di legge.

PRESIDENTE

Grazie.
Chiude il relatore Michieletto. Prego.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Mi dicono di stare calmo. In realtà, io sono calmissimo. Lo ero anche stamattina. Sono solo un po' giù di voce, e me ne scuso.
Quello che è emerso, in sostanza, è che c'è l'inquinamento. Nessuno dice il contrario. Ricordo che, quando ero ragazzo, ci fu una trasmissione che fece parlare per anni, molti se la ricordano ancora, durante la quale un luminare piemontese, se non sbaglio, suggeriva, per togliere finalmente lo smog e la nebbia dalla Val Padana, di abbattere il Monte Turchino in Liguria e creare finalmente un flusso d'aria continuo, che sarebbe stato, probabilmente, secondo lui, sufficiente a risolvere gran parte del problema. Credo fosse il 1977-1978, ma se ne parlava anche da prima. Era un signore intervenuto nella trasmissione "Portobello", con Enzo Tortora. Qualcuno se lo ricorderà.
Il problema dell'inquinamento da polveri sottili, da PM10, quindi, non è una cosa nata ieri. Ribadisco, per quanto qualcuno continui a sostenere il contrario, che il problema c'è, e siamo d'accordo. Sulla causa non siamo assolutamente d'accordo.
Mi si dice che probabilmente il 14%, al massimo il 21% dell'inquinamento è prodotto dall'autotrazione. Se anche fossero veri questi numeri (io li ho leggermente più bassi), se cominciassimo a togliere il traffico pesante, i trasporti locali, in particolare i camion, tutta quella parte di polveri sottili prodotte dai freni e dalle gomme dei mezzi, resteremmo con uno "zero virgola". ARPAV ‒ che ne sa più di me e di voi ‒ dice, sostanzialmente, che è irrilevante. L'Europa, che per me è matrigna, non è madre, dà degli input. Qualcuno si deve adeguare, ma sappiamo perfettamente che stiamo facendo cose inutili.
Perché bisogna essere contrari a questo provvedimento? Torno a bomba sul progetto di legge. Perché, a mio modo di vedere, e credo a nostro modo di vedere, è un provvedimento non utile. Già è inutile il fatto che un Sindaco possa chiudere delle strade, in quanto è appurato che non è la signora Maria che inquina. Tantomeno ritengo utile possa farlo il Presidente di una Regione, chiunque esso sia. Non si tratta di dare o meno una delega in più, un potere in più. Si tratta di dare in mano al Presidente della Regione una cosa assolutamente non utile. Il Presidente della Regione dovrà dedicarsi, invece, a cose utili per la Regione.
Ho sentito parlare, dopo il mio intervento, di offese. Credo e spero che, rileggendo il verbale di quanto da me dichiarato, sia evidente che non mi sono mai rivolto a qualcuno presente in quest'Aula. Ho parlato di metodo Qatar, ho parlato di Europa, che ha deciso, en passant, di eliminare qualsiasi forma di progresso a favore di un'unica scelta. È sempre sbagliato fare un'unica scelta. Optare per l'elettrico o per qualsiasi altra soluzione uccidendo tutte le altre, è sempre e comunque sbagliato, perché probabilmente non sarò l'elettrico il futuro. Avremo forse l'idrogeno. C'è una grossissima azienda giapponese, leader nell'elettrico, che sta dicendo che l'elettrico è già vecchio, c'è del nuovo che avanza. Soprattutto c'è la probabilità che arrivino dei carburanti da poter utilizzare nelle nostre auto, nel parco auto esistente, senza dover demolire milioni di auto per comprare altri milioni di auto. Questa sarebbe la manovra più ecologica in assoluto auspicabile per i prossimi decenni: conservare il parco attuale, studiando e ottenendo delle tecnologie e dei carburanti che, invece, siano ecologici.
Mi dispiace, quindi, che qualche collega prima si sia risentito, ma sono sicuro che, una volta riletta la verbalizzazione, passerà la rabbia.
Caro collega Lorenzoni, diventiamo periferia? Sì, diventiamo periferia, perché siamo l'unico posto al mondo che ha deciso di uccidere la propria economia, di uccidere cent'anni di know-how, di uccidere i diesel Euro6, che sono meno inquinanti di qualsiasi altro automezzo, anche dell'elettrico, per mettersi in pasto a economie che arrivano dall'altra parte del mondo, dove dell'ecologia se ne fanno un baffo, dove non hanno le auto elettriche, dove bruciano plastica a cielo aperto. Abbiamo deciso, noi Europa e uno Stato degli Stati Uniti, di andarci ad ammazzare, di uccidere le nostre aziende, i nostri posti di lavoro, la nostra economia, per buttarci in pasto ai cinesi. Se per voi questo è il futuro, l'idea nostra è completamente diversa.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Abbiamo terminato con la discussione generale sul non passaggio agli articoli del PDLS n. 7.
Vi chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sul non passaggio agli articoli.
Collega Zanoni, per il Gruppo del PD, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Naturalmente noi siamo contrari al non passaggio, noi vogliamo passare alla votazione degli articoli. Tra l'altro, ricordo che sono due articoli costituiti, il primo, da un comma e, il secondo, da tre commi, dove viene modificato l'articolo 6 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo Codice della strada) all'interno del quale viene consentito di adottare il provvedimento di limitazione del traffico anche dal Presidente della Regione competente per territorio, qualora la sospensione temporanea della circolazione sulle strade o su tratti di essa sia dovuta a motivi di tutela della salute e sia necessario estenderla a un ambito territoriale sovracomunale o sovraprovinciale. In tale ipotesi ne viene data tempestiva comunicazione al Prefetto competente per territorio. Questo è l'articolo 1.
Nell'articolo 2 viene detto che i Sindaci devono dare comunicazione al Presidente della Regione qualora adottino le ordinanze. Ricordo che le ordinanze dei Sindaci restano in vigore. Inoltre, sempre all'articolo 2 viene detto che queste attività di limitazione del traffico possono essere adottate anche dal Presidente della Regione competente per territorio qualora la sospensione temporanea della circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti sulle strade o su tratti di esse sia dovuta a motivi di tutela della salute. Infine, sempre all'articolo 2, comma 3, lettera b), viene detto che può prevedere queste ordinanze il Presidente della Regione competente per territorio qualora la sospensione temporanea della circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti sulle strade o su tratti di esse sia dovuta a motivi di tutela della salute. I provvedimenti sono adottati sentito il parere dell'ente proprietario della strada.
Credo, pertanto, che sia importante che l'Aula si esprima sugli articoli. Sono chiari, sono facili, sono due, come vi dicevo, ve li ho letti. Si tratta di una pagina, però di una pagina molto importante. Come ricordavo, questa pagina, questa proposta di legge consentirebbe anche ai Presidenti di Regione di adottare quelle misure che oggi già adottano i Sindaci, che spesso sono in difficoltà ad adottare queste misure, perché sono misure – lo sappiamo – impopolari, sono misure che a volte vanno a toccare chi ha auto vecchie, auto che non rispondono agli attuali criteri, ma soprattutto perché proprio nella nostra Regione non abbiamo le alternative per questi cittadini meno fortunati, ossia un trasporto pubblico locale efficiente, che spesso manca, che non mette in collegamento molti dei nostri centri. Quindi, effettivamente diventano misure impopolari, proprio perché siamo in ritardo sul trasporto pubblico locale. Avevamo questo progetto della metropolitana di superficie, che è stato accantonato. Quindi, diventano misure impopolari. Il nostro, dunque, era un modo anche per consentire a questi Sindaci di agire nel rispetto della legge, ma in stretta collaborazione con la Regione, che ha una visione più ampia di quello che succede anche oltre il proprio confine amministrativo.
Sono due articoli che, a mio avviso, dovrebbero essere messi in votazione proprio per consentire a tutta l'Aula di esprimersi su queste chiare misure di modifica del Codice della strada, che è l'unico strumento che oggi da un punto di vista legale dà la possibilità a dei soggetti, in questo caso i Sindaci, di limitare il traffico qualora sorgano esigenze di tutela della salute dei cittadini, dovute al superamento dei limiti di inquinamento dell'aria.

PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo ai colleghi che siamo in dichiarazione di voto. Chi non lo ha fatto, si iscriva a Concilium o aggiorni il sistema.
Collega Masolo, prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Anch'io voterò contro il non passaggio agli articoli, e voglio spiegarne le ragioni. In discussione sono state dette tante cose, ma anche molto parziali, senza una visione globale e lungimirante. Sul discorso che ho sostenuto delle giornate senza auto, ho capito che le giornate senz'altro non risolvono nulla nella pratica rispetto all'inquinamento, ma possono far tanto da un punto di vista culturale, come avete detto voi, soprattutto se possono essere in qualche modo coordinate dal Presidente, che non toglie nulla ai Sindaci, anzi può rinforzare l'azione di quei Sindaci virtuosi che vogliono creare rete territoriale. Per cui, queste possono essere efficaci solo ad una condizione, che siano sostenute da interventi decisi, veri, con soldi messi in bilancio rispetto, ad esempio, agli interventi della Regione. È questo che le rende efficaci. Sennò, sono d'accordo con voi che non servono a niente. Devono essere seguite da azioni efficaci.
Nello stesso tempo, io penso che la Regione stessa, attraverso questa attività anche di blocco, se serve, debba essere efficace nel dimostrare che ha una visione e un modello di mobilità veramente lungimirante e non auto-centrico, come sta dimostrando di fare. Pensiamo solo alla Superstrada Pedemontana Veneta: per noi sarà un debito. Vi faccio un esempio veramente calzante su com'è la percezione della nostra mobilità, del nostro approccio e della nostra struttura della viabilità del Veneto. Eravamo nella serata di discussione sul Vanoi e la cosa che mi ha fatto stare più male in assoluto è stata sentire un agricoltore dire: è necessario concludere la Valdastico Nord. Là mi è venuto male al cuore. Del resto, se penso che un agricoltore voglia sperperare una cifra di denaro inimmaginabile rispetto alle sfide e alla crisi climatica che abbiamo, rispetto agli interventi che dovremmo fare per rilanciare completamente un modello agricolo, con i debiti che abbiamo per pagare la Superstrada Pedemontana Veneta, lì ci rimango male. Poteva benissimo dire che quei soldi possono essere utilizzati per l'agricoltura. Io, invece, dico: quei soldi possono essere utilizzati per un modello diverso di mobilità.
Il collega ha detto che è stato sepolto e si è fatto il funerale al progetto della metropolitana di superficie. Ecco, questo poteva essere, invece, un modello di mobilità che poteva farci arrivare all'obiettivo di diminuire notevolmente il trasporto pubblico privato e, di conseguenza, abbattere l'inquinamento.
Quello che mi dispiace, e concludo, è che ho la percezione che non sia chiaro per la Giunta e per questa maggioranza un modello di mobilità futuro. State continuando a parlare "elettrico o non elettrico", ma voi non vi rendete conto che siete in ritardo di decenni – ve lo dico e mi prendo la responsabilità – rispetto alla mobilità. Nessuno di voi ha parlato, ad esempio, dell'abbandono di concetto di auto privata. La mobilità del futuro non avrà più le auto private, ma solo le auto in condivisione. Ma questa transizione della mobilità non si ottiene da un giorno all'altro, si ottiene con una politica decisa...

PRESIDENTE

Colleghi, lasciamo parlare il collega Masolo in dichiarazione di voto. Grazie.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Dicevo, questa transizione della mobilità non si ottiene da un giorno all'altro, ma si ottiene con una politica decisa, mettendo in bilancio gli interventi, chiamando esperti che possano condurci a questa transizione della mobilità. Guardo l'Assessore ai trasporti e alle infrastrutture. Io apprezzo quando l'assessora De Berti va a fare le inaugurazioni delle piste ciclabili, la apprezzo, perché sono soldi ben spesi. Ma sono briciole rispetto a un bilancio regionale. Sono briciole! Quello che, invece, si sta investendo per l'auto è uno sproposito rispetto alle sfide che abbiamo per il futuro.
Concludo facendovi un esempio. Tre giorni fa mia moglie e mio figlio sono andati in corriera da Bassano a Vicenza per fare una visita all'ospedale San Bortolo, andata e ritorno. Sapete quanto hanno speso in due? 22 euro. E se fosse stata una famiglia di cinque persone? Allora, l'Assessora mi spieghi come, attraverso la mobilità e il trasporto pubblico che abbiamo in Veneto, possiamo convincere una famiglia a lasciare l'auto a casa e prendere il trasporto pubblico. È già una sconfitta, è un fallimento. È su questo che noi dovremmo metterci a lavorare.
Faccio, infine, un appunto sull'interessante intervento del collega Favero. Ha fatto un intervento a Montebelluna che approvo. Tra l'altro, nel suo intervento vedo la conferma del mio. Il problema è che, se si sbaglia a fare un investimento, si fa un errore buttando via risorse economiche. Non so quanto sia costato quell'intervento a Montebelluna, 500.000 euro, non lo so. Si possono buttar via milioni di euro. Dipende dal tipo di intervento. Per questo io sono per le sperimentazioni. Le sperimentazioni possono essere aiutate da interventi di chiusura del traffico. In questo caso, i nostri PUMS possono avere validità se sono seguiti da sperimentazioni efficaci, perché ci fanno risparmiare soldi e perché ci danno soluzioni vincenti.
Mi dispiace che il Consiglio sia orientato a votare in un altro modo, io comunque voterò per impedire l'annullamento della proposta.

PRESIDENTE

Colleghi, silenzio, per favore.
Ci sono altri interventi per dichiarazione di voto? Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Per annunciare, ovviamente, il voto favorevole al non passaggio agli articoli, a nome anche degli altri componenti, almeno una parte del Gruppo Misto. Non penso di interpretare il pensiero del collega Lorenzoni, ma certamente quello del collega Barbisan.
Evidenzio solo una cosa. Rimango un po' allibito quando sento certi ragionamenti. Ha fatto bene quel contadino in quella riunione a dire: proseguiamo con la Valdastico Nord. Francamente parlo contro l'interesse di Verona, ma ha fatto bene. I contadini, che sono ritenuti più ignoranti degli altri, sono più lungimiranti, hanno buonsenso, quello che noi abbiamo perso. Sanno che le merci, per arrivare dal nord verso Padova, verso il centro del Veneto, evitando di fare un giro molto più largo, danno meno emissioni in atmosfera. Sono più efficienti: meno tempo, meno percorrenza, più ambiente. È una mossa a favore dell'ambiente.
Qua si ragiona pensando che peggiorando la viabilità si aiuta l'ambiente; invece, così facendo si tengono più tempo le auto con le emissioni per le strade e, quindi, si fanno più emissioni. Questo è l'aiuto all'ambiente? Bisogna velocizzare il traffico. Bisogna fare gallerie, fare infrastrutture, in modo tale che il traffico sia veloce. Quanto più veloce è il traffico tanto meno le auto inquinano, non il contrario. Voi, invece, pensate che la soluzione sia quella di rallentare, bloccare tutto, fermare il mondo, perché così salviamo l'ambiente. Scusate, ma su questa visione non mi trovo per nulla.
Convintamente, quindi, rigetto questo provvedimento, come tutti quelli che sono all'origine viziati dalle ideologie, che voi negate ma purtroppo ci sono.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anch'io ero in quella riunione ieri sera a Cittadella, nella sede del Consorzio di bonifica, un incontro pubblico nel quale si parlava della diga del Vanoi, un bell'incontro devo dire, dove peraltro sono stato accusato di aver offeso gli abitanti della montagna, delle cosiddette "terre alte", come le chiamo io, per egoismo. Effettivamente se andiamo a vedere la realtà – il collega Valdegamberi mi ha un po' rubato l'intervento – non so da quanti decenni stiamo aspettando il traforo sulla Valdastico che finalmente tagli le code agli amici veronesi di auto, di TIR, di trasporto pubblico e pubblico su quell'autostrada, che ormai è diventata impercorribile, soprattutto in certi momenti dell'anno. Questo succede perché Trento in particolare su questo argomento ha sempre cincischiato, cercando di trovare alternative: forse andiamo a Rovereto, forse andiamo a Trento Sud, forse andiamo a Trento Nord.
Sulla viabilità e sulla velocità delle strade la Regione del Veneto ha investito, penso alla Pedemontana, alla A22, al raddoppio della A4, alla terza corsia che si sta prospettando da Portogruaro a Noventa di Piave. Quindi, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando purtroppo di egoismi che non permettono che questa viabilità sia implementata e fatta, come in tante altre cose, come fermare l'acqua in una valle dove non c'è nessuno e dove sicuramente un bacino di questo tipo potrebbe portare beneficio non solo a loro, che comunque prendono i soldi della corrente elettrica con la loro agenzia, il Gruppo Dolomiti Energia, oppure che prendono tutto quello che devono prendere per quanto riguarda la loro legge speciale. Anche noi abbiamo bisogno che queste infrastrutture siano fatte, non solo per portare benefìci alle nostre popolazioni, ma anche e soprattutto per prospettare un futuro alle prossime generazioni.
Stiamo qui a discutere di cosa, quindi? Se bloccare il traffico di una via possa o meno impattare sui livelli di inquinamento? Io ho fatto il Sindaco e avevo le centraline dell'ARPAV che erano posizionate vicino all'ospedale di Cittadella, per cui dicevo: andate a vedere dov'è l'inquinamento, mettiamole dove sono più utili. Loro mi dicevano: lei deve fare l'ordinanza per bloccare il centro storico di Cittadella. Il centro storico di Cittadella è dentro le mura, per cui non lo potevo bloccare. Allora, ho detto: ho l'incrocio della strada regionale 53 con la strada statale 47 "Della Valsugana" dove passano 50.000 veicoli al giorno circa, blocchiamo quella. Ma se io faccio un'ordinanza per bloccare quella strada, voglio vedere il Veneto cosa dice, voglio vedere gli autotrasportatori, i cittadini, tutti coloro che provengono dalle Province cosa dicono. Quindi, stiamo parlando di un'assurdità, che non va da nessuna parte.
Ringrazio il collega Michieletto per aver dimostrato in maniera particolare che non sono le auto che contribuiscono, ma ci sono tanti altri settori che contribuiscono sicuramente all'aumento delle PM10 eccetera. Andiamo a vedere magari qualche riscaldamento che viene fatto a livello familiare.
Detto questo, annuncio da parte del Gruppo Lega e penso anche del Gruppo di maggioranza la contrarietà a questo PDLS. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, collega Lorenzoni, per dichiarazione di voto. Certo, è Gruppo Misto, le sensibilità sono diverse. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie. Per fortuna, il Gruppo Misto è un gruppo tollerante.
Per annunciare il mio voto a sfavore del blocco di questo provvedimento, perché ritengo che sarebbe stata una votazione interessante, utile a questo Consiglio.
Parto proprio da ciò che diceva il collega Pan: avrei fermato le due strade e avrei voluto vedere. È proprio questo il problema: aiutare i Sindaci a prendere delle scelte razionali, coordinando gli interventi. È chiaro che, se si fosse scelto di fermare le due strade, dove passa gran parte del traffico dell'Alta Padovana, sarebbe stata una scelta illogica. Ma è altrettanto chiaro che un intervento sensato richiederebbe un coordinamento. Ed è proprio questo che voleva fare il provvedimento proposto dal collega Zanoni.
Quindi, discutere di cosa? Discutere proprio di questo: assumere come Regione la responsabilità di interventi che hanno un senso, che hanno una logica. Non lo vogliamo fare, ne prendo atto. Vi ringrazieranno i Sindaci delle città, soprattutto negli ambiti metropolitani della nostra Regione, che voi lasciate soli.

PRESIDENTE

Non vedo più interventi.
Siamo giunti alla votazione del non passaggio agli articoli rispetto al PDLS n. 7.
Vi spiego: il voto favorevole significa che non c'è il passaggio agli articoli del provvedimento, il voto contrario significa che inizia da questo momento l'iter in Aula del provvedimento di legge. Quindi, il voto "sì" è per confermare la decisione presa in Commissione per il non passaggio agli articoli, il voto "no" è per discutere interamente il provvedimento.
Metto in votazione il progetto di legge statale n. 7, non passaggio agli articoli.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI MAINO, BET, CAVINATO, CECCHETTO, ZECCHINATO, CESTARO, BOZZA, CESTARI, CORSI, FAVERO, GIACOMIN, PICCININI, SANDONÀ E VIANELLO RELATIVA A "NUOVE NORME DI CONTRASTO AL FENOMENO DELLE PERSONE SCOMPARSE". (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 31) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 70/2024)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Maino
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7 all'ordine del giorno.
Relatrice è la collega Maino.
Prego, collega Maino.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Per trattare nel modo giusto questa tematica così delicata voglio affidarmi in parte alle parole di due giuristi, che sono l'avvocato Nicodemo Gentile e l'avvocato Antonio Maria La Scala, che sono stati, chi prima e chi poi, presidenti di un'associazione molto importante che si occupa di questo fenomeno, ossia l'associazione Penelope.
Oggi si parla molto di scomparsi, si parla dappertutto, in televisione, sui social, nei convegni, e questo è sicuramente un bene, ma come tutte le umane vicende bisogna saperne parlare con le parole adatte e con la delicatezza che questa tematica richiede, anche quando la scomparsa non è da prima pagina, anche quando non nasconde un reato, quando riguarda, per esempio, gli anziani, i giovani, che oggi vivono un disagio emotivo enorme.
La scomparsa è il mistero di chi non c'è più, che è altrove. Sono storie, queste, di esistenze perse, il racconto di un'attesa, del dolore in bilico dei familiari, che necessitano sempre supporto, attenzione, sensibilità. Spesso necessitano di professionisti che siano in grado di accompagnarli in questo percorso pieno di insidie, e sono percorsi che richiedono mesi, anni, a volte l'intera vita, prima di avere un esito, a volte infausto. C'è il nulla, c'è l'assenza di notizie, il non sapere, il non conoscere, l'inquietudine, l'ignoto, il continuo lavorio del cervello, che si lambicca ossessivamente, quello che viene definito "la terra del niente", dove sono andate le vite di chi scompare, ma dove sono confinate anche le vite di chi rimane.
Conoscendo meglio queste umane vicende, mi rendo conto che ognuno di noi può finire in quella terra, perché la scomparsa non riguarda solamente gli altri, che scompaiono in maniera inaspettata o improvvisa, perché non scompaiono solamente gli sbandati, i clochard, le persone ai margini della società, ma scompaiono anche quelle che vengono definite le persone che vanno a comprare le sigarette, semplicemente e banalmente. Scompaiono i bambini. Pensate a Kata, la bambina scomparsa l'anno scorso da quell'hotel a Firenze, pensate a Denise Pipitone, scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo. Pensate agli anziani che scappano, fuggono, escono dalle strutture, anziani magari affetti da malattie degenerative. Pensate a quelli che escono dai pronto soccorso, senza sapere dove andare, che poi, purtroppo, fanno una brutta fine, perché purtroppo sono persone ammalate.
Scompare chi va a fare una passeggiata in montagna. Pensate a Mario Bonduan, che nel 2009, quando aveva sessantasette anni, scompare a San Candido. La figlia Stefania ha dato vita a un'associazione per cercare il padre, che ancora non è stato trovato. Pensate a Mario Rasia, per il quale recentemente il Tribunale di Vicenza ha dichiarato l'assenza. È un pensionato del 1932, scomparso a Recoaro, il cui nipote, Emanuele Servidati, ha sempre cercato lo zio, che ancora non è stato trovato.
Scompare anche chi prende un autobus o torna dal lavoro. Pensate a Nadia Chiarello, di Chiampo, la quale, all'età di diciassette anni, tornando dal lavoro è sparita, poi purtroppo ritrovata morta dopo qualche tempo. La sorella Barbara sta ancora lottando contro chi probabilmente, anzi sicuramente l'ha uccisa e contro chi ha vandalizzato la sua tomba recentemente.
Scompare chi fa un incidente e non si trova più. Scompare chi, anche in un momento di difficoltà emotiva, un ragazzo magari, come la diciottenne Marianna Cendron, di Paese, a Treviso, che nel 2013, dopo il turno di lavoro, è sparita. I genitori, Pierfrancesco ed Emilia, ancora non la trovano.
Scompare chi viene ucciso e diventa oggetto di occultamento di cadavere. Non si può non ricordare Milena Bianchi, di Bassano del Grappa, che in Tunisia, durante una vacanza, è scomparsa, per poi essere ritrovata purtroppo uccisa quasi due anni dopo. A trent'anni di distanza la mamma, Gilda Milani, che è stata la fondatrice in Veneto dell'associazione Penelope, ha rivissuto quei momenti, rimanendo costantemente a fianco alla famiglia di un'altra ragazza fortemente provata, la famiglia di Giulia Cecchettin.
Scompare anche chi va in chiesa. Basti ricordare le vicende di Elisa Claps.
Scompare chi lascia a casa il marito, chi lascia a casa un figlio dicendo "torno tra pochi minuti".
Scompaiono talvolta le macchine, gli oggetti personali. Scompaiono le identità.
Molto si è fatto per queste esistenze, ma bisogna fare ancora molto.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Vi voglio dare alcuni dati che fanno capire l'entità del fenomeno, fanno capire quanto importante sia questo fenomeno, fanno capire che scompaiono ogni anno interi paesi.
I dati relativi al 2023 danno in tutta Italia 29.315 denunce di scomparsa, di queste sono state ritrovate 14.159 persone. Mancano all'appello 15.156 persone. Il trend è in crescita: nel 2022 sparivano 67 persone al giorno, nel 2023 ne scompaiono 80. Tralascio alcuni dati per celerità.
Relativamente ai bambini e ai ragazzi da zero a diciassette i dati sono agghiaccianti, in particolare quelli relativi ai minori stranieri. I minori stranieri scomparsi nel 2023 sono stati 17.535. Di questi ne sono stati ritrovati poco meno di 6.000. Pensate che mancano all'appello 11.810 minori. La maggior parte di essi sono maschi. Questi sono i dati dello SDI, che è il sistema di indagine del Ministero dell'interno. Quindi, sono dati ufficiali, tratti dalla relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse.
È un fenomeno, quindi, che non si arresta, ma che continua. La cosa particolare è che nelle dinamiche attuali, dove abbiamo un occhio vigile, che può essere una telecamera di sorveglianza, un bancomat, piuttosto che un GPS o un telepass, le persone continuano a scomparire. Se queste persone nessuno le cerca, rimangono nessuno, rimangono persone sospese. Per cercarle serve preparazione, servono denari, indiscutibilmente, servono capacità organizzative e abilità multidisciplinari. Per questo, bisogna individuare queste persone e bisogna che queste persone sappiano decodificare questo fenomeno, capirlo e affrontarlo.
Gli esperti, quando parlano di questo fenomeno, che – lo ripeto – è in crescendo, lo definiscono la "mancanza ambigua". Pauline Boss lo chiama così.
Pauline Boss dice che una persona è fisicamente assente con la mancanza ambigua, ma psicologicamente è molto presente. Quindi, chi rimane (padri, madri, fratelli e sorelle) alterna sempre emozioni di ansia, preoccupazione e paura.
Ho voluto fare questo breve inciso solo per farvi capire l'importanza di questa tematica che non vuole ridursi solo a poche scarne norme, ma per farvi capire quello che c'è dietro, la difficoltà e anche l'enorme sofferenza di chi subisce questo fenomeno.
Tratteggio brevemente questa proposta di legge, che vuole innanzitutto ridurre da dieci a cinque anni il termine per ottenere la dichiarazione di morte presunta della persona scomparsa, modificando, quindi, l'articolo 58 del codice civile che, sapete, è un codice datato al 1942 e si rifaceva in termini di anni alle persone scomparse in guerra, per modificare, poi, la legge del 2012, la legge m. 203, istituendo un fondo di solidarietà per sostenere le iniziative a favore delle famiglie delle persone scomparse e per incidere maggiormente e incentivare la collaborazione tra il Ministero dell'interno e le associazioni che si occupano del fenomeno.
Si vuole introdurre, poi, l'aggiunta di un nuovo comma all'articolo 24 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151, concedendo la cessione di riposi e ferie anche ai dipendenti del medesimo datore di lavoro che sono familiari di persone scomparse, chiaramente introducendo anche un grado di parentela, quindi entro il secondo grado.
Vengo in ultimo a un aspetto difficile da narrare. È necessario implementare la banca dati del DNA, che è stata creata nel 2007, disciplinata successivamente con un decreto del Presidente della Repubblica, il n. 87.
Apro e chiudo una parentesi. In Italia ci sono duemila cadaveri giacenti, che nessuno reclama; quindi, famiglie che non sanno di avere magari il proprio caro scomparso da anni, purtroppo, in qualche cella.
È necessario implementare questa banca dati del DNA. Cosa si potrebbe fare? Ci sono due strade: eliminare la discrezionalità che ha la Polizia giudiziaria nel procedere agli adempimenti previsti per l'acquisizione degli elementi informativi e degli oggetti ad uso esclusivo della persona scomparsa, al fine di ottenerne il profilo del DNA. Bisogna sempre fare questo profilo del DNA, non solo quando c'è una persona scomparsa e la Polizia ha questa discrezionalità. In secondo luogo, effettuare sempre il controllo DNA anche e non solo quando i resti non sono identificati, ma non sono riconducibili a fattispecie di reato. Cerchiamo di fare il profilo del DNA a tutti i resti che vengono recuperati.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Correlatrice Luisetto, se chiede la parola, la ringrazio.
Prego, collega Luisetto.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la relatrice anche per aver citato, all'inizio della sua relazione, l'associazione Penelope, che tanto ha fatto e sta facendo di fronte alla situazione delle persone scomparse. Peraltro, è un'associazione animata per lungo tempo anche da figure del nostro territorio, penso all'onorevole Elisa Pozza Tasca, bassanese, che si è occupata in prima persona del caso Bianchi, ma anche a molte altre figure del territorio che si sono spese in tal senso.
Il progetto di legge in oggetto riguarda – lo abbiamo sentito dalla relatrice – un fenomeno che risulta essere non solo consistente, ma in crescita: delle 24.369 denunce di scomparsa nel 2022 vediamo come siano cresciute del 26% rispetto al 2021. Il tema è senza dubbio attuale, poiché nel 2023 osserviamo un ulteriore aumento dei casi. L'anno scorso sono state complessivamente più di 29.000 (29.315) le denunce di scomparsa e quasi il 75% di queste denunce ha riguardato la scomparsa di minori.
Lo ha ben detto la relatrice poco fa, molti di questi sono minori stranieri. È un dato che rispetto al 2022, quando vi erano state 4.128 segnalazioni per minori italiani e 13.000 per minori stranieri, oggi si attesta a oltre 17.000 minori stranieri, il che mostra un aumento soprattutto in relazione a questi ultimi.
Fondamentalmente il progetto di legge interviene in tre aree diverse: propone modifiche al decorso del tempo necessario per poter procedere alla dichiarazione di morte presunta; prevede misure di sostegno alle famiglie delle persone scomparse; propone modifiche al provvedimento relativo all'istituzione della banca dati nazionale del DNA, al fine di favorire le ricerche delle persone scomparse.
Approfondendo questi articoli, possiamo considerare senz'altro ragionevoli le previsioni degli articoli 2, 3 e 4. Le previsioni di cui all'articolo 4, in particolare, presuppongono il fare maggiore affidamento sulla banca dati nazionale del DNA, che potrebbe essere davvero determinante per la ricerca di persone scomparse da lungo tempo, evitando che ogni possibile pista venga tralasciata.
Gli articoli 2 e 3 intervengono sulla legge n. 203 del 2012 e sul decreto legislativo n. 151 del 2015, prevedendo una serie di disposizioni a sostegno delle famiglie. Nello specifico, gli interventi sono i seguenti: istituzione del fondo di solidarietà per le famiglie e le persone scomparse, per iniziative a supporto a favore dei familiari, quali il rimborso delle spese legali, ovvero l'attività di assistenza medico-psicologica; possibilità per i lavoratori di cedere, a titolo gratuito, riposi e ferie da loro maturati ai lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro, che siano parenti entro il secondo grado di persone scomparse.
Sia l'istituzione del fondo che la collaborazione con le associazioni maggiormente rappresentative sono da considerare validi sostegni per i familiari di persone scomparse. Così la solidarietà che viene in qualche modo istituzionalizzata dei lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro potrebbe garantire un concreto aiuto in contesti di scomparsa.
I citati articoli, dunque, ci appaiono utili. La criticità e il dubbio che poniamo sono, invece, relativi all'articolo 1, che è un po' il cuore del provvedimento. Per quanto riguarda la modifica dei tempi necessari per la dichiarazione di morte presunta, la proposta insiste sull'articolo 58 del codice civile, in particolare sul comma 1, portando, lo abbiamo sentito, da dieci a cinque anni, il tempo necessario per effettuare la sentenza di dichiarazione di morte presunta da parte del giudice.
Nessuna modifica, invece, viene proposta con riferimento al comma 2, che riguarda nello specifico la scomparsa dei soggetti minorenni, per i quali è previsto che la dichiarazione di morte presunta non possa essere effettuata prima che siano trascorsi nove anni dal raggiungimento della maggiore età del soggetto (o meglio, della persona).
Comprendiamo che la ratio della modifica proposta mira a scongiurare il protrarsi di una situazione di incertezza di rapporti giuridici del soggetto scomparso, che rischia di ricadere sui familiari. Tuttavia, il passaggio da un periodo di dieci anni a un periodo di cinque potrebbe essere eccessivamente brusco, anche in considerazione del fatto che talvolta i ritrovamenti avvengono dopo diverso tempo.
Sappiamo che le recenti tecnologie d'investigazione conducono a ritrovamenti entro l'anno, spesso nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa, ma per le sparizioni non risolte in questo lasso di tempo, per quanto riguarda queste sparizioni, valutare di ridurre arbitrariamente da dieci a cinque anni la tempistica per dichiarazione di morte presunta, ci pare una scelta poco ponderata.
Il principio della prudenza in situazioni così delicate non pare trascurabile, in particolare quando si tratta di procedere alla successione nei rapporti giuridici della persona scomparsa. Infatti, nonostante l'articolo 66 del codice civile preveda che qualora il soggetto di cui si è dichiarata la morte presunta ritorni, ovvero ne sia provata l'esistenza, esso ha diritto ad essere riemesso nella proprietà dei propri beni, ovvero ad ottenere il prezzo di quelli alienati.
La dichiarazione di morte presunta, però, in questo caso, e anche in generale, ha l'effetto di una vera e propria cesura che, seppur necessaria, andrebbe esercitata solo laddove non ci sia realmente alcuna speranza di ritrovare in vita la persona scomparsa, senza considerare, inoltre, i possibili effetti sulla puntualità delle ricerche che, dando per concluso e per scontato che non ci sia più nulla da fare, rischiano di comportare una minore solerzia, ovvero definitivamente una completa interruzione.
Altro aspetto che desta perplessità è il coordinamento con il comma 2 dell'articolo 58 del codice civile. È il punto forse su cui abbiamo più perplessità, quello relativo ai tempi per la dichiarazione di morte presunta per le persone che al momento della scomparsa erano ancora minorenni.
La discrepanza tra il tempo di cinque anni per i maggiorenni e il decorso di almeno nove anni dal compimento della maggiore età per i minorenni andrebbe a realizzare una differenza che potrebbe essere quasi sproporzionata rispetto agli scomparsi maggiori di età, rischiando di causare una discriminazione.
Facciamo un esempio. Basti pensare alla diversità di trattamento tra un soggetto scomparso, una persona che scompare a 12 anni, per cui la dichiarazione di morte presunta non si potrebbe fare prima dei 27, quindi quindici anni dopo, maggiore età più nove anni, quindi il raggiungimento della maggiore età più nove anni, e una persona che scompare a 18 anni, per cui la dichiarazione di morte presunta si potrebbe fare a partire dai 23, quindi cinque anni dopo, secondo quanto previsto da questa modifica.
È ancor più evidente la discrepanza se pensiamo ad un giovane che scompaia a 17 anni, a pochi giorni, ad esempio, del suo diciottesimo compleanno, e ad uno che magari scompaia subito dopo il compimento di questa maggiore età. La significatività, inoltre, della componente dei minorenni tra le persone scomparse – abbiamo visto che oltre il 75% del totale del 2023 è un ragazzo minorenne – limita senz'altro l'efficacia del provvedimento, anche qualora se ne condivida la ratio.
Dunque, seppure apprezzando e ritenendo valido il contenuto degli articoli 2, 3 e 4, crediamo rimanga la criticità descritta all'articolo 1, che manca di gradualità tra la minore e la maggiore età delle persone scomparse e crea conseguentemente una situazione di diversità discriminatoria che riteniamo non avere basi sufficientemente solide per essere sostenibile.
Questa considerazione, nel complesso di un provvedimento che ha articoli comunque positivi, soprattutto nel sostegno alle famiglie, non prescinde dalla positività dell'aver trattato un tema come questo, così tanto delicato e così tanto attuale, che rischia, proprio per la natura stessa della scomparsa, spesso di passare sotto silenzio.
Dunque, al netto delle criticità dell'articolo 1, che sottolineiamo, riconosciamo altresì gli aspetti positivi considerati e inseriti all'interno degli altri articoli.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Colleghi, questo è sicuramente un tema di continua attualità. I numeri che ci sono stati riportati dalla relatrice e anche dalla correlatrice sono numeri veramente importanti: 80 persone al giorno scompaiono e di queste 80 solo 40 poi vengono ritrovate. Sono situazioni veramente incredibili.
Io ho seguito da vicino la scomparsa di Marianna Cendron , perché è una mia compaesana, scomparsa nel 2013, quando aveva 19 anni. Era una ragazza molto giovane, conosciuta, lavorava al Golf club di Salvarosa di Castelfranco Veneto. Da quella sera non la trovano. Non è tornata a casa, non è tornata dal fidanzato. Per i suoi genitori, Emilia e Pierfrancesco, è stato ed è un dramma che si protrae ormai da undici anni, tant'è vero che, tornando ai primi articoli della proposta della collega Maino e altri, hanno adottato, appunto, la misura della dichiarazione dell'avvenuta morte perché sono passati undici anni.
Concordo con quanto detto dalla collega Luisetto. Sicuramente l'intento della collega Maino è positivo, per cercare di dare soluzione a tutti quei genitori, parenti e cari che vivono questo dramma. Deve essere un dramma, sicuramente peggiore della morte di un proprio caro, perché non sapere che fine ha fatto un proprio figlio, un fratello, una sorella, un parente, dopo anni, deve essere una pena molto grave.
Ad esempio, l'avvocato Stefano Tigani, avvocato della famiglia Cendron, ha detto che questa ragazza è diventata una ragazza fantasma. Non sai se è in vita, non sai se è da qualche parte, non sai se è stata uccisa. In quel caso, purtroppo, gli elementi erano molto negativi, nel senso che sparirono i due cellulari, sparì la bicicletta; quindi, era evidente che c'era la mano di qualche persona. È una cosa drammatica.
Quindi, l'intento di migliorare la norma è sicuramente positivo. Le riflessioni e le critiche fatte dalla collega Luisetto effettivamente credo siano da tenere in considerazione perché, ad esempio, anche l'accorciamento degli anni da dieci a cinque per la dichiarazione di morte se da un lato portano sicuramente dei vantaggi sotto un punto di vista burocratico, dall'altro si prestano a criticità non indifferenti.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ci sono altri interventi? No.
Se non ci sono altri interventi, sospendiamo un minuto in attesa che rientri il Consigliere Segretario, sennò non possiamo mettere in votazione. Non posso fare niente, perché manca il Consigliere.
La Seduta è sospesa alle ore 15.55
La Seduta riprende alle ore 15.55

PRESIDENTE

La parola alla collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non volevo dirlo anche oggi, visto che finalmente sembra essersi sbloccato lo stallo nel quale da mesi ci siamo trovati bloccati, appunto, per via della mancata nomina dell'Assessore regionale, che deve e dovrà sostituire l'uscente Elena Donazzan.
Però, siccome oggi sembrerebbe che, in contemporanea al Consiglio regionale, il Presidente della Regione del Veneto, sempre in questa modalità per cui non viene qua, ma si fa le conferenze stampa in contemporanea al Consiglio al Balbi, ha annunciato la nuova Assessora della Giunta regionale, auspichiamo che questo sia propedeutico, come ci era stato detto, anche alla nomina del Vicepresidente del Consiglio, così non dobbiamo sospendere i lavori quando il Presidente ha da fare un'altra cosa e la Segretaria si è astenuta temporaneamente per motivi personali.

PRESIDENTE

Capogruppo Villanova, sull'ordine dei lavori, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Sull'ordine dei lavori.
Mi scusi, capogruppo Camani, ma innanzitutto non stavamo aspettando il Vicepresidente, ma stavamo aspettando il Segretario e poi, teoricamente, dovremmo avere anche un Segretario d'Aula di opposizione, che non vedo presente qui oggi. È in congedo. Ho capito, però se la nostra Segreteria deve uscire per qualche motivo, credo che non c'entri niente la nomina del Vicepresidente. Non credo. Credo si possa per una volta evitare di fare...
Presidente, non capisco perché tutti quanti dobbiamo ascoltare in religioso silenzio il capogruppo Camani...

PRESIDENTE

Finisce il capogruppo Villanova e dopo andiamo avanti.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Fatto personale? Addirittura, fatto personale! Dopo che interrompe, chiede il fatto personale. Non è obbligatorio ogni giorno, anzi ogni ora intervenire sull'ordine dei lavori per richiamare cose inesistenti.
Solo questo volevo dire, collega Camani.

PRESIDENTE

Per fatto personale, consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Il fatto personale consiste nel fatto che sembra che io mi diverta a disturbare l'ordinato svolgimento del lavoro del Consiglio. Era solo per dire che forse sarebbe stato più opportuno che il Presidente della Regione, anziché presentarla ai giornalisti, la nuova Assessora, venisse a presentarcela in Consiglio, sul piano istituzionale.
Era per specificare.

PRESIDENTE

Andiamo avanti.
Abbiamo finito la discussione generale.
Non ci sono emendamenti.
Passiamo, quindi, all'articolo 1.
Ci sono interventi?
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Consigliera Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

In coerenza con quanto esposto in correlazione, ribadiamo le perplessità relative all'articolo 1, ma, vista la bontà dello spirito di questa proposta, nello specifico degli articoli 2, 3 e 4, riteniamo di votare a favore del provvedimento.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Dichiarazioni di voto?
Collega Stefano Casali, prego.

Stefano CASALI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie.
Anche a nome dei colleghi, voteremo a favore di questa proposta legislativa, soprattutto perché offre uno spunto anche ai legislatori nazionali su un tema interessante, nel senso che i dieci anni per dichiarare una persona scomparsa oggi, con i sistemi informatici che abbiamo e le nostre città che sono di fatto videosorvegliate in quasi ogni ambito, rende questo lasso temporale effettivamente forse un po' troppo lungo, tenuto conto anche delle necessità che si creano nei nuclei familiari, nei congiunti, a seguito, di una scomparsa.
Come è stato ricordato, ci sono poi dei correttivi nel codice civile che accorciano questo termine, laddove ci siano infortuni o stati di guerra, che fortunatamente in questa fase non ci sono, ma devono essere previsti.
Noi votiamo a favore e apprezziamo lo spirito con cui è stato proposto questo progetto di legge. Forse cinque anni, ne parlavo con il relatore, è un lasso temporale un po' ristretto rispetto a dieci. Su questo avevamo una perplessità e ci eravamo anche interrogati con il Capogruppo e con i colleghi se presentare un emendamento. Però, abbiamo ritenuto di guardare la luna e non il dito e abbiamo valutato la struttura generale della legge, lo spirito delle norme e, quindi, voteremo a favore. Però, a verbale, lascio la perplessità, che ci pareva giusto condividere con tutte le colleghe e i colleghi, che forse mettere sette/otto anni sarebbe stato più prudente.
In ogni caso, votiamo convintamente il provvedimento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione il PDLS n. 31 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
PUNTO
8



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SANDONÀ, BET, CAVINATO, CECCHETTO, DOLFIN, FINCO, MICHIELETTO, PAN, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "TESSERA SANITARIA: IL GOVERNO RIPRISTINI IL LEONE DI SAN MARCO E TUTTI I LOGHI REGIONALI". (MOZIONE N. 290) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 71 /2024)

PRESIDENTE

Proseguiamo con il punto n. 8.
Signori, posso comprendere le aspettative, però silenzio in Aula.
Collega Sandonà, prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Vedo tanto entusiasmo e ringrazio i colleghi.
La mozione n. 290 è stata presentata il 5 aprile 2022. Sono passati, quindi, circa due anni e mezzo dalla sua presentazione. Parla del fatto che, tramite un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 marzo 2022, c'è stato un aggiornamento della veste grafica delle tessere sanitarie.
Mentre rimangono invariate la modalità per richiederla e la durata della validità, fissata in sei anni, è variata la veste grafica, in cui sono scomparsi i simboli regionali delle tessere sanitarie.
Oggi ho portato la mia vecchia tessera sanitaria, che purtroppo mi è stata rubata in auto circa quattro mesi fa, che aveva la scadenza il 1° ottobre 2025 e riportava esattamente il logo del Leone di San Marco interposto tra la bandiera europea e la bandiera italiana.
Prontamente, dal Servizio sanitario regionale, dopo una denuncia ai Carabinieri, mi è stata riprodotta una nuova tessera sanitaria, che ‒ come ho scritto nella mia mozione ‒ non vede più la presenza del logo con il Leone di San Marco. È stato, sinceramente, un colpo al cuore. Con questa dimostrazione pratica ho trovato ragione nella mozione che avevo presentato qualche tempo prima.
Il Ministero, con questo decreto, dà una forte importanza alla cancellazione dei simboli regionali, perché la proibisce non una, ma più volte nel corso del decreto stesso, con varie disposizioni puntuali, e usa un argomento alquanto dubbio. Dice: "Considerato che il sistema TS garantisce l'interoperabilità dell'attivazione delle TS CNS su tutto il territorio nazionale, ai fini delle semplificazioni delle attività ad esso relative da parte del cittadino, non risulta più necessario riportare sul fronte della tessera sanitaria CNS il logo della Regione di assistenza dell'assistito".
Il ragionamento del Ministero sembra essere questo: siccome le tessere sanitarie sono utilizzate in tutto il territorio nazionale, non risulta più necessario riportare il logo della Regione.
Anche prima si potevano usare in tutto il territorio nazionale, e lo sanno benissimo le migliaia di cittadini che da tutta Italia vengono a farsi curare al nord, in Veneto. La tessera non sarebbe stata valida neanche all'opera.
Questa mozione impegna la Giunta regionale a chiedere al Ministero dell'economia e delle finanze, che ha firmato il decreto in oggetto, la modifica del decreto stesso, perché è un cattivo segnale non solo nei riguardi del Veneto, ma anche delle altre Regioni.
Credo che su questo non ci sia alcuna responsabilità, lo voglio dire in maniera chiara, da parte del Governo attuale, che non ha nessun tipo di responsabilità nei riguardi di questo provvedimento, che è stato adottato – scusate, colleghi, vorrei finire l'intervento – dal Governo Draghi.
Chiedo, poi, alla fine della discussione, anche una rivisitazione, una riscrittura, una attualizzazione della mozione in essere, per aggiornarla all'entrata in esercizio anche del nuovo Governo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Masolo.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Volevo intervenire in questa discussione, perché il tema è importante e determinante per le politiche e il futuro della nostra Regione, facendo una piccola puntualizzazione, che non so se sapete.
Sul Leone di San Marco di cui state parlando ci sono delle novità. Avete saputo che due ricercatori dell'Università di Padova stanno dimostrando che non è un leone? Non so se lo sapete, non è un leone.
Il Leone di San Marco è un personaggio mitologico. È un animale mitologico portato dal IX secolo dallo zio o dal padre di Marco Polo. Volevo solo dire questo. Per cui, adesso pensateci bene. Io sono entusiasta di questa scoperta, perché porta una novità legata a quello che noi davamo per scontato. Nello stesso tempo, sapete che non è un leone, ma è un animale mitologico "Made in China".
Detto questo, sono disponibile ad approvare la mozione se, mettendo il Leone di San Marco sulla tessera sanitaria, automaticamente andiamo ad annullare le liste d'attesa e a ridurre notevolmente il tempo d'attesa nei pronto soccorso.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
A questo punto, con la novità del collega Masolo, chiederei una sospensione per non sbagliare animale. Magari al posto del leone dobbiamo mettere...

PRESIDENTE

Collega, sta formalizzando la richiesta di sospensione?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, la sto valutando, perché forse è sbagliata la mozione.

PRESIDENTE

Ci sono alcuni termini che in quest'Aula hanno una valenza, per cui le chiedo: lei sta formalizzando la richiesta di sospensione?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, non la sto formalizzando.

PRESIDENTE

Va bene, grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Mi stavo chiedendo se fosse opportuno continuare a fronte della notizia data dal collega, giusto per non sbagliare animale, magari fosse stata una scimmia o uno scimmiotto, o qualcosa del genere, al posto del leone.
A parte le battute – credo che possiamo anche fare una battuta ogni tanto, ci sta – le dico, collega, che la sua è una proposta veramente importante. Ma volevo capire una cosa: quando andiamo in giro con la tessera con il leone, abbiamo più garanzie, ad esempio, al pronto soccorso di non fare code di giornate, stare lì con tutto il caos, con la gente che si arrabbia, con i carabinieri che intervengono? Oppure, quando i veneti avranno la tessera con il leone, avranno la garanzia di avere anche il medico di medicina generale? Avranno anche questa garanzia? Troveranno, come accadeva fino a poco tempo fa nel mio paese, la guardia medica aperta, come succedeva un tempo, con la tessera con il leone? Avranno la possibilità di andare in una casa di riposo e con la tessera del Leone di San Marco avere i medicinali? Oppure, all'ospedale avere i medicinali? Cosa che spesso ‒ era una risposta dell'Assessore alla sanità l'altro giorno ‒ non accade. Quindi, avremo questa garanzia? Avremo la garanzia di doverci recare ancora in un pronto soccorso pubblico e non in un pronto soccorso convenzionato privato? Avremo la garanzia, con la tessera con il leone, di non fare mesi di attesa?
Se avremo tutto questo, io quasi quasi proporrei al mio Gruppo consiliare e anche a tutta l'opposizione di votare a favore, se questi sono i vantaggi di avere il Leone di San Marco disegnato sulla tessera. Se, però, mettiamo il Leone di San Marco sulla tessera e per i cittadini del Veneto non cambia niente, io ho paura che diventi anche un po' una presa per i fondelli. Ci sono i nostri cittadini che chiedono di avere un Servizio sanitario migliore, efficiente, pubblico, gratuito, e se noi per risposta diciamo loro che abbiamo approvato una mozione che chiede, tra l'altro al vostro Governo, di mettere il Leone di San Marco nella tessera, senza nessun vantaggio, credo che, effettivamente, possa diventare anche un boomerang per questa maggioranza. Quindi, pensateci sopra.
Infine, ritornando al punto iniziale, mi raccomando a non sbagliare animale.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente perché, con il massimo rispetto per il presidente Sandonà, davvero ritengo poco utile una discussione rispetto a questo tema. A parte che sono curiosa di sapere qual è l'indicazione della Giunta, in particolare dell'assessore Lanzarin, che tutti i giorni si misura con liste d'attesa complicate, con malattie che non si riescono a curare, con medici di medicina generale che non ci sono, che è un peso che penso ciascuno di noi che svolge responsabilità istituzionale prova a risolvere, ognuno per le proprie competenze.
Seriamente, siccome non c'è alcun motivo di tipo tecnico affinché possa essere giustificabile un intervento di questo tipo, visto che la tessera sanitaria è uno strumento che consente al cittadino, a prescindere dal luogo di nascita o dal luogo di residenza, di accedere al sistema sanitario pubblico, che è nazionale, proprio perché siamo in una fase in cui stiamo provando a discutere quali debbano essere le relazioni tra Autonomie locali e Stato centrale, sarebbe un po' più serio se noi davvero ci ponessimo come obiettivo capire qual è il ruolo che vogliamo esercitare dentro questo Consiglio regionale.
Fatico a capire come votare questa mozione, perché non sono né favorevole né contraria all'apposizione del simbolo della Regione del Veneto. Lo ricordo perché il leone o animale a qualsiasi titolo a cui si fa riferimento nella mozione non è il simbolo della Lega, è il simbolo della Regione del Veneto. Lo dico perché il tono nostalgico e folcloristico di questa mozione sembra più voler richiamare un orgoglio partitico regionale. Ma davvero sono in difficoltà, perché a me interessa che, attraverso quella tessera, in qualsiasi luogo d'Italia io possa accedere a un servizio sanitario pubblico. Io credo che di questo il Consiglio regionale del Veneto dovrebbe occuparsi seriamente, a maggior ragione, presidente Sandonà, se questa mozione giace nei cassetti del Consiglio da due anni. Lo dico perché abbiamo anche all'ordine del giorno di oggi tante altre questioni rilevanti che stiamo aspettando da settimane, se non da mesi di discutere. Diciamo che può essere un impegno che ci assumiamo anche attraverso un atto diverso da un procedimento di questo genere nell'Aula consiliare.
Quindi, al netto della facile ironia e con il massimo rispetto della sincera volontà che ha mosso il presidente Sandonà nello scrivere questa mozione, io veramente le chiedo, Presidente, una volta esaurita questa discussione e una volta assunto come comune intento, di ritirare la mozione ed evitare a questo Consiglio regionale la necessità di doversi esprimere su un tema che a me appare di così poca rilevanza rispetto ai bisogni delle persone di questa Regione.

PRESIDENTE

Mi pare che il collega Sandonà non abbia accolto questa richiesta.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Mi spiace sentire queste parole. Io, invece, penso di dover ringraziare il collega Sandonà per aver avanzato questa proposta. Peraltro, il collega Sandonà non è nuovo a queste proposte.
Noi che siamo veneti, io penso tutti noi, ci riconosciamo in questo simbolo e in questa bandiera, che comunque, al di là dell'animale che gli ecologisti, come sempre, mettono in discussione, pensano a tutto loro, è il simbolo di un santo, San Marco Evangelista, che è il simbolo della nostra identità di popolo, è il simbolo della nostra tradizione, è il simbolo della nostra millenaria storia. Quindi, non ci vedo nulla di male che venga messo sulle tessere sanitarie, anzi io lo metterei anche nelle carte d'identità, da tutte le parti dove c'è un Veneto.
Rispetto a tutto quello che sempre sentiamo dire dal PD, dalle sinistre, da tutti coloro che sono in quest'Aula, che la nostra sanità è sempre la peggiore, che va male, che è l'ultima, che qua e che là, se andiamo a vedere le statistiche nazionali ci accorgiamo che siamo la prima o la seconda Regione per quanto riguarda le prestazioni, la qualità, i macchinari, gli ospedali, i dipendenti. Quindi, è ora di finirla di condannare sempre tutto quello che va bene in questa Regione, perché dalle altre parti va meglio. Non è proprio così.
Mettere il nostro simbolo, che è un simbolo di storia, che è un simbolo di identità, che è un simbolo di un popolo, nella carta sanitaria ma anche in tutte le altre carte è sicuramente avere rispetto della nostra storia. È un passo anche verso quell'autonomia che tanti di voi vorrebbero ricacciare indietro, visto che anche il PD del Veneto, la sinistra del Veneto, anche questi veneti, che io chiamo, soprattutto i loro vertici, traditori del nostro popolo, stanno raccogliendo le firme per il referendum per abrogare l'autonomia.
Concludo dicendo, anche perché penso che il mio pensiero sia noto a tutti, e ringrazio ancora se ci sarà il sostegno, come io penso, di tutta la maggioranza, che proprio l'altro sabato nel mio paese, a Cittadella, abbiamo inaugurato il restauro del Leone in Piazza San Marco, posto sopra la colonna, che naturalmente è il simbolo di ogni città – noi lo facemmo nel 1405 – che si è donata alla Serenissima Repubblica di Venezia. Ebbene, qui voglio richiamare alcune parole che ho detto in quella occasione, davanti a tutti: dove c'è un Leone di San Marco, che sia Rodi, che sia Candia, che sia Cipro, che sia la Dalmazia, l'Istria e tutto quello che ci hanno portato via, che sia il Veneto, che sia Bergamo, da dove arriva la nostra Capogruppo del PD, Bergamo Vecchia, che sia il Brasile, c'è un Veneto e c'è la patria.

PRESIDENTE

Collega Pavanetto, prego.

Lucas PAVANETTO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Potrei anche essere d'accordo sul fatto che l'Aula deve dedicare più tempo ad altre discussioni, però poi vedo che non è che si stia zitti e si voti contro, piace anche andare sulla specie del leone che è raffigurato o meno.
Voglio solo aggiungere una cosa, prima di dire quello che è stato concordato con il presidente Sandonà su questa mozione. Intanto, ricordo quello che la Regione sta facendo sulla sanità ma anche quello che il Governo sta facendo sulla sanità, penso in particolar modo ai 134 miliardi di euro, e non dei tagli. Ricordo sommessamente che 17 miliardi di euro sono stati buttati sul Superbonus, magari avremmo potuto utilizzarli sulla sanità, visto che qualcuno al Governo c'era quando è stata decisa quella cosa.
È anche vero che questa mozione parte da un decreto del 14 marzo 2022, quindi con il Governo Draghi. In quel momento si sceglie di fare questa cosa, basandosi su un principio che è più statalistico che altro. Lì viene presa in mano e il 6 aprile viene depositata. Con il presidente Sandonà abbiamo prima guardato alcune modifiche, in particolar modo il riconoscimento al lavoro che il Governo Meloni sta facendo in questo momento, insieme a Lega, Forza Italia e tuti gli alleati di centrodestra, sull'autonomia. Penso sia dimostrabile quotidianamente, visto che per anni è stata ferma la riforma sull'autonomia. Oggi, invece, questa ha preso piede e l'iter parlamentare è sotto gli occhi di tutti. Penso che sull'autonomia differenziata possiamo iniziare a vedere un po' di alba e un po' di luce. Ma soprattutto il fatto che l'autonomia differenziata raccoglie un'eredità, che non è quella che prima qualcuno ha voluto dire con il simbolismo del Leone di San Marco, quindi legata a un partito politico, ma penso anche ad altro. Chi è stato in Sardegna, chi è stato in altre parti d'Italia sa quanto sono importanti i simboli per l'identità di un popolo, che unito fa di questa grande nazione l'Italia. Però, è anche vero che, ad oggi, questa può essere una delle proposte, magari semplice, semplicistica, chiamatela come volete, però pur sempre di buonsenso.
Con la modifica che penso il presidente Sandonà apporterà, potremo votare a favore.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Brevemente. Solo una considerazione, Presidente.
Ho iniziato questo Consiglio, oggi, con una interrogazione in merito alla carenza di chirurghi vascolari presso l'ospedale di Bassano. Ne sono rimasti tre dopo i licenziamenti e dopo una maternità. Partiamo dal fatto che ci sono bisogni che oggi con onestà intellettuale tutti, credo, possiamo dire non hanno risposta, non trovano reale soddisfazione, bisogni essenziali, di vita quotidiana, che riguardano i cosiddetti "livelli essenziali di assistenza", bisogni di fronte ai quali difficilmente si trovano risposte. Bisogni che riguardano un anno e mezzo di attesa per un intervento di cataratta, per esempio, che riguardano il fatto che, se ho una criticità, un'urgenza, rischio di non poter avere il chirurgo vascolare a Bassano e devo andare in un altro ospedale, per ritornare all'interrogazione di questa mattina. Bisogni che rispondono al fatto che, se non ho un medico di base nel mio territorio e non lo trovo neanche nei Comuni vicini perché hanno raggiunto il massimale di 1.800 pazienti per medico, devo rivolgermi alla guardia medica, che non conosce nulla di me e mi deve prendere per quel che sono in quel momento.
Domando, e chiudo il mio brevissimo intervento: il rispetto che evocava il consigliere Pan per la nostra storia, per la storia del Veneto, passa da questa mozione o passa dal ricordarci che avevamo un sistema socioassistenziale e sociosanitario di elevato livello, che ha fatto da modello per tutte le altre Regioni di questo Paese, sistema che pian piano è stato smantellato? Se questo è il rispetto della nostra storia e si misura sull'utilizzo dei simboli, io credo che siamo veramente lontanissimi dalle risposte che dovremmo dare alle fragilità e a chi questo bisogno ce l'ha e ha diritto di una risposta equa e universalistica, come il sistema chiederebbe e come la legge, che una veneta ha fatto, prescriveva.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non parteciperò al voto di questa mozione perché, nonostante tutto il rispetto che posso portare per un Consigliere che propone una mozione, io davvero non me la sento, anche in considerazione di quello che è già stato detto dai colleghi. Ma faccio un esempio ancora più chiaro. Non so se avete visto il documentario presentato alla Mostra del Cinema, che noi supportiamo, qualche tempo fa su una bambina del Lido di Venezia che non è riuscita a essere salvata perché non c'era un medico rianimatore all'interno di un pronto soccorso, di un pronto intervento che le togliesse il tappo dalla gola, ed è morta.
Noi siamo stati eletti per essere qui in Aula e stiamo discutendo di una mozione per mettere su una tessera sanitaria un simbolo. Peraltro, nella mozione non è neanche spiegato qual è l'obiettivo di prendere un Consiglio regionale e di chiedere a una struttura di una Giunta di lavorare ad una modifica di una tessera per 5 milioni di abitanti. Non mi si dice il perché. Collega Sandonà, perché lo vuole fare? Lo vuole mettere perché deve andare nel suo Comune di riferimento a far vedere che è riuscito, oltre a portare fondi per ristrutturare i Leoni Marciani di tutto il Veneto, anche a mettere il Leone di San Marco su una tessera sanitaria? Lo deve fare perché deve dire agli italiani o ai cittadini del Veneto che, siccome l'autonomia non sarà quella che avrebbero voluto, almeno avete messo un leone che faccia vedere la vostra identità e capacità di avere solo i simboli nell'identità e di non portare a casa le cose? Volete, ad esempio, immaginare che un giorno, quando l'autonomia differenziata sarà realtà e una persona di Napoli verrà a curarsi qui, perché avremo, come dite voi, un sistema sanitario migliore, non lo faremo curare perché non ha il Leone di San Marco? Qual è l'obiettivo?
Do delle grandi idee, infatti, a chi pensa che questo sia il Veneto, quello che si chiude, che mette un leone e che non fa entrare nessun altro, perché non è lo Stato quella cosa importante, ma avere il leone, avere una politica simbolica, portare a casa il risultato, uscire da qui, essere felici, tornare nel proprio Comune e dire: ho portato a casa un grande risultato per questa Regione.
Ecco, io non me la sento, con tutto il rispetto, ognuno fa le proposte che vuole, di votare una mozione di questo tipo. Ma che almeno in questa mozione fosse scritto qual è l'utilità per un cittadino del Veneto avere il simbolo della Regione. Anche per me è un simbolo della Regione. Io ce l'ho, ho guardato, perché non lo sapevo nemmeno. Mi piace avere il simbolo della Regione qui. Non è un problema, anzi. Però, mi piacerebbe capire qual è davvero l'esigenza. D'altronde, noi stiamo qui a lavorare e stiamo a discutere su una mozione, e le mozioni servono a impegnare una Giunta, ma io sinceramente non me la sento di impegnare una Giunta a fare un lavoro inutile. Davvero, ditemelo, spiegatemi quale sarebbe l'utilità di questo cambiamento, quando vi è una lista di priorità di cose utili da fare sulla sanità, come ad esempio mettere un medico rianimatore al Lido, così una bambina di quattro anni non muore perché ha un tappo in gola. Aveste fatto una mozione di questo tipo, sarei qui a sostenerla.
Io, quindi, non me la sento di partecipare al voto. Anzi, non partecipo al voto – lo rivendico e lo dichiaro – nel rispetto di tutte le persone che si aspetterebbero che in Consiglio regionale discutessimo di cose serie.

PRESIDENTE

Mi permetto di dire che la serietà di un argomento viene valutata dai singoli Consiglieri. Siccome prima ho richiamato un altro collega che definiva altri atti in maniera non adeguata, mi preme ribadire che quello che è iscritto all'ordine del giorno, che è stato messo, ripeto, dopo la Capigruppo, secondo me ha una valenza che merita l'attenzione dell'Aula. Poi, i giudizi politici o personali sono leciti, ci mancherebbe, ma penso che stiamo qua a fare cose serie tutti quanti.
Prego, collega Camani, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori soltanto perché il presidente Sandonà ha annunciato, durante l'illustrazione, che ha già previsto alcune modifiche alla mozione, dicendo che servono ad attualizzarla, non so in che termini, e il Capogruppo di Fratelli d'Italia ha detto che voterà a favore in virtù degli emendamenti proposti alla mozione. Pertanto, per svolgere una discussione compiuta, chiedo che queste citate modifiche alla mozione siano rese note anche al resto dell'emiciclo, se è possibile, altrimenti stiamo discutendo di una cosa essendo già concordata la modifica. Se ce la dite, magari giochiamo anche noi allo stesso gioco.

PRESIDENTE

Prego, collega Ostanel, sull'ordine dei lavori?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Io ho chiesto al presidente Sandonà di spiegare l'utilità di inserire questo simbolo, perché ha detto: mi è venuto un colpo al cuore quando...

PRESIDENTE

Io ho solo precisato una parola che lei ha detto in maniera, secondo me, inappropriata.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Per me no, quindi reagisco al fatto personale.

PRESIDENTE

Ci mancherebbe.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Quando si porta una mozione in quest'Aula, penso che la persona che la porta non possa giustificare il bisogno di quella mozione dicendo: mi è venuto un colpo al cuore quando ho visto che era stato tolto il Leone. Se mi si spiega qual è...

PRESIDENTE

Se è per fatto personale, mi spieghi perché sta intervenendo.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Se mi si spiega qual è la capacità di questa mozione di cambiare, e chiedo anche di conoscere le modifiche richieste...

PRESIDENTE

Collega, lei ha chiesto di intervenire sul mio appunto, vada su quello.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

E poi sull'ordine dei lavori, entrambe.
Il suo appunto lo spiego così. Io penso che il mio intervento sia dovuto al fatto che, se un collega esprime una mozione dicendo "mi è venuto un colpo al cuore", io potrei portare qui dentro mille cose di mia utilità personale che mi hanno fatto venire un colpo al cuore, ma non lo faccio, perché questa è un'Aula di Consiglio. Se mi si spiega, anche nelle modifiche, nell'attualizzazione, che questa mozione serve a qualcosa, io ritiro l'inutilità della mozione e la voterò.

PRESIDENTE

Non ho capito il suo intervento, ma pazienza.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ieri sono stata chiamata da un cittadino che aiuta le persone straniere e mi ha detto che una persona irregolare extra UE ha una copertura sanitaria versata l'anno scorso pari esattamente a 387 euro, ma che non può avere le cure necessarie perché ora non ha più la copertura essendo stata aumentata a 2.000 euro. E noi stiamo parlando di un disegno su una tessera sanitaria? Credo veramente che ci siano questioni molto più importanti e credo anche che non dobbiamo assolutamente soffermarci su queste cose.
È evidente che la serietà dipende sempre dalla persona, ci mancherebbe. Non c'è alcun dubbio: ognuno valuta quello che viene portato e viene qua messo in discussione e ognuno ha il diritto di esprimere il proprio pensiero. Ma quando si assiste a certe chiamate, quando si viene chiamati da persone che non riescono ad avere le cure, che non riescono a curarsi proprio perché manca la disponibilità economica, io credo veramente che non stiamo facendo un bel lavoro.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Sandonà, spieghi le proposte che sembrano interessare l'Aula. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto dire che anch'io tante volte ho ascoltato discussioni inutili da parte vostra...

PRESIDENTE

Quello che facciamo in Aula non è mai inutile.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

...e non ho mai replicato, mancando di rispetto nei confronti dei colleghi.
Io credo, invece, che il valore simbolico del Leone di San Marco sia importante, perché è il simbolo millenario del Veneto, e vada riportato sulla tessera sanitaria. Se lei, collega Ostanel, non l'ha capita, magari le rimando la registrazione dell'intervento che ho fatto prima.
Per quel che riguarda le modifiche, dicevo dell'attualizzazione della mozione con quello che è successo nel frattempo. Sono passati due anni e mezzo. Ebbene, a pagina 2, dopo le parole "preso atto che", nel capoverso dove si parla di Ministero dell'economia e delle finanze e del decreto del 14 marzo 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 marzo 2022, aggiornamento del decreto 11 marzo 2004 concernente le caratteristiche tecniche della tessera sanitaria su supporto TS-CNS, in vigore già dal 1° marzo 2022...

PRESIDENTE

Sinceramente non ho capito. In che parte?

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Si propone di togliere la parola "scorso" e di aggiungere la parola "2022".
Successivamente: "considerato altresì che l'importanza simbolica che il Ministero del Governo Draghi – si propone, quindi, di aggiungere "del Governo Draghi" – annetteva a questa cancellazione".

PRESIDENTE

Sospendiamo per due minuti e proviamo a venire qua con un testo a fianco al Legislativo. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 16.36
La Seduta riprende alle ore 16.40

PRESIDENTE

Collega Joe Formaggio, può fare silenzio un attimo? Grazie.
Siccome serve un emendamento scritto, perché c'è un passaggio abbastanza incisivo, ed è bene che sia fatto con un emendamento, sospendiamo per cinque minuti e facciamo la Capigruppo, intanto, per programmare i lavori.
La Seduta è sospesa alle ore 16.40
La Seduta riprende alle ore 17.03

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Sono stati caricati i due emendamenti depositati sulla mozione n. 290, uno del relatore e l'altro della collega Camani. Vi do un minuto per leggerli, dopodiché iniziamo l'iter.
Emendamento n. A0001 presentato dal consigliere Sandonà, modificativo, che prevede:
A pag. 2 togliere ultima frase prima di "tutto ciò premesso" e sostituirla con:
"Il Governo Meloni ha approvato e dato avvio all'autonomia differenziata con celerità e con concreto impegno"
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Camani, che prevede:
Nel titolo sostituire le parole "Leone di San Marco" con "simbolo della Regione del Veneto".
Nel capoverso del "preso atto" dopo le parole "il ministero" aggiungere "del Governo Draghi, di cui la Lega faceva stabilmente parte"
Collega Sandonà, prego, proceda all'illustrazione.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ripeto le variazioni. Non ero arrivato al punto dell'emendamento, lo voglio specificare. Nella seconda pagina, nella frase "preso atto che", a un certo punto, "in vigore già dal 1° marzo scorso", togliere la parola "scorso" e mettere "già dal 1° marzo 2022". Questa era la prima modifica, che abbiamo già detto.
Passo alla seconda modifica: "Considerato, altresì, che l'importanza simbolica che il Ministero" togliere la parola "annette" e scrivere "che il Ministero riconosceva" a questa cancellazione. Questa è la seconda modifica.
Poi c'è l'emendamento che riguarda il capoverso precedente a "ritenuto, infine, che": da "cancellando" fino a "costituzione" viene interamente tolto e viene sostituito con l'emendamento n. A0001 che dice (do un senso alla frase): "considerato, altresì, che il Governo Meloni ha approvato e dato avvio all'autonomia differenziata con celerità e con concreto impegno".
Grazie.

PRESIDENTE

La parola alla collega Camani sull'emendamento n. A0001.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dopo la pregnanza di questo emendamento, capisco perché il Gruppo di Fratelli d'Italia abbia deciso di aderire convintamente a questa mozione: effettivamente siamo riusciti a specificare che per "scorso anno" si intendeva il 2022 (mi dispiace che il Capogruppo sia assente, ma come non cogliere questa differenza?) e anche a dare la sviolinata al Governo Meloni, che avrebbe approvato la legge.
Siccome questi emendamenti non incidono minimamente sul contenuto della mozione, rispetto alla quale mi sono già espressa, ho depositato anch'io un emendamento per specificare e attualizzare meglio, come ci ha invitato a fare il presidente Sandonà. Anch'io, come la capogruppo Ostanel, sono andata a rivedere la mia tessera sanitaria vecchia ‒ faccio parte anch'io delle privilegiate che ancora hanno i simboli antichi ‒ e ho notato che, in realtà, il leone è minuscolo, si vede poco, mentre ciò che appare più evidente nella tessera è la scritta "Regione del Veneto".
La prima parte dell'emendamento che chiedo al presidente Sandonà di valutare riguarda il titolo della mozione. Anziché "il Governo ripristini il Leone di San Marco", perché, se lo ripristiniamo così piccolo, presidente Sandonà, non otteniamo l'effetto che lei ritiene necessario umanamente avere ogni volta che guarda la sua tessera sanitaria, chiedo di sostituire le parole "il Leone di San Marco" con le parole "simbolo della Regione del Veneto", in modo da specificare meglio che a noi non interessa per ragioni affettive il leone, ma interessa il riconoscimento regionale.
Chiedevo, poi, di modificare nel "considerato altresì che" l'importanza simbolica che il Ministero del Governo Draghi, di cui la Lega faceva parte stabilmente... Lo dico perché stiamo votando una mozione che si lamenta di una decisione che un Governo precedente a questo ha assunto, di cui il partito del presidente Sandonà faceva stabilmente parte.
Siccome stiamo precisando che, invece, il Governo Meloni ha fatto la legge sull'autonomia, precisiamo anche che il presidente Sandonà, in contrasto con le decisioni assunte dal Governo Draghi, di cui la Lega faceva parte e aveva anche diversi Ministri... Se dobbiamo attualizzare, mi pareva fosse questo l'intendimento del Presidente, secondo me è giusto specificarlo. Mi sembra strategica anche questa specifica.
Ho approfittato, presidente Ciambetti, anche per illustrare l'emendamento che andrà in votazione dopo. Chiedo di votare anche questo emendamento.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001, presentato dal consigliere Sandonà.
È aperta la votazione,
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0002, presentato della collega Camani, è stato già illustrato precedentemente.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione della mozione n. 290 nel suo complesso, così come modificata, ai sensi dell'articolo 102, per i primi due passaggi e poi con l'emendamento.
Per dichiarazione di voto, la parola alla collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ora mi è molto più chiaro, presidente Sandonà. L'aveva detto in risposta, e la ringrazio, ma con gli emendamenti mi è ancora tutto molto più chiaro. Dalla necessità che avevo di non votare una mozione che ritenevo inutile, forse sbagliando, adesso mi rendo conto che questa mozione per lei è profondamente utile per giustificare il fatto che c'è un'autonomia che è stata fatta dal Governo Meloni, quindi sviolinarlo, e per il fatto che lei sostiene, in questa mozione, sostanzialmente, che è giusto che i sistemi regionali siano davvero differenziati, nel senso che ce ne sono alcuni che corrono e alcuni no, e il leone rappresenta tutto questo. Lei vuole, lo leggo soprattutto nei "considerato" come modificati, un sistema sanitario che vada a più velocità.
Anche se il Governo di cui lei faceva parte diceva testualmente "cerchiamo di semplificare ai cittadini, che possono andare in più sistemi sanitari regionali, anche senza avere un indicativo della propria Regione", lei è contrario a questo.
Avendo capito meglio il motivo, ed era il motivo per cui lo chiedevo, ora posso dichiarare in maniera convinta che voterò contro la sua mozione.

PRESIDENTE

La parola al collega Casali per dichiarazione di voto.

Stefano CASALI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie.
Noi, come Fratelli d'Italia, votiamo a favore di questa mozione e ringraziamo il collega Sandonà per aver riconosciuto il grande lavoro che il Governo sta facendo per ottenere l'autonomia.
Il Veneto è sempre capofila in tutto e in tantissimi provvedimenti. Anche il fatto di inserire il Leone di San Marco nella nostra tessera è uno spunto per tutte le Regioni, quando otterremo l'autonomia con questo Governo, perché nelle loro tessere mettano il proprio simbolo regionale.
Il collega Pavanetto diceva che le Regioni autonome, come la Sardegna, sono orgogliose del proprio simbolo. Noi diamo senz'altro uno spunto. Ci stiamo portando avanti per quello che otterremo.
Ricordo quanto abbiamo lavorato la scorsa legislatura, come Fratelli d'Italia, con i colleghi per ottenere questo provvedimento. Mi stupisco un po', ma lo dico in maniera molto pacata e rispettosa, di alcune prese di posizione del PD che in questo contesto leggiamo (referendum o non referendum). Ricordo che cinque anni fa era più un dibattito sul metodo, sul referendum, piuttosto che su altre situazioni. In realtà, moltissimi elettori esponenti del PD, con il quale ci confrontavamo in aule, in assemblee, in assemblee pubbliche, erano molto a favore dell'autonomia. Sono convinto che anche molti elettori del PD, qualora si dovesse arrivare a un referendum, cosa che non credo... Tutti sanno che l'autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione. Se non piace questa Costituzione non lo so, ma gli articoli 116 e 117 prevedono esattamente questa procedura.
Mi sembra, quindi, molto difficile e mi stupirei se la Corte costituzionale dovesse ammettere il referendum: significherebbe dire che la Costituzione che deve far rispettare non è una Costituzione positiva.
Bene, quindi, questo provvedimento. Naturalmente non ha niente a che fare con i gravi episodi che sono stati segnalati in quest'Aula. Non sempre un provvedimento deve essere ampliato a tematiche che non c'entrano nulla con il provvedimento stesso. Con questo provvedimento si chiede di reinserire il leone nella tessera della Regione veneta. Siamo sicuri che tantissime altre Regioni ‒ nelle Conferenze delle Regioni sarà, magari, rappresentato ‒ faranno altrettanto, proprio per essere pronte per quando otterremo l'autonomia.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla collega Camani per dichiarazione di voto.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Tanto per essere chiari: nell'ambito della sanità e della tutela della salute l'autonomia ce l'avete già. Informo il collega Casali, che forse aspetta di ottenere l'autonomia in ambito di salute pubblica, che già avete. La tutela della salute, che, tra l'altro, è una definizione che tende a espandersi rispetto alle competenze delle Regioni, è una forma di autonomia che già avete in esclusiva, e non è neanche parte delle 23 materie.
Non a caso ho chiesto a più riprese che di autonomia si parli in quest'Aula: magari iniziamo anche a capire davvero di cosa stiamo parlando. In ambito "tutela della salute" l'autonomia l'avete già. Inoltre, c'è una differenza sostanziale tra la specialità e l'autonomia, altra ambiguità su cui avete giocato molto in questi anni, che forse sarebbe il caso di mettere nel cassetto.
La posizione del PD, collega Casali, non è cambiata. Quello che è cambiato è ciò che quelli della Lega hanno sempre detto finora a proposito di autonomia e quello che con il Governo Meloni avete realizzato con la legge Calderoli. Forse non è il PD che ha cambiato posizione. Forse per anni, decenni avete parlato di autonomia, dei nove decimi, della secessione, del leone, e vi siete ritrovati con una legge che è poco più di una legge organizzativa, pure scritta male, che non lascerà alla nostra Regione un euro in più di quello che già ha.
Da qui nasce, forse, la necessità. Non avendo più la bandierina dell'autonomia da sventolare ("approveremo la legge", "avremo più risorse"), siccome la legge ce l'avete e non servirà a niente e siccome il referendum abrogativo, per il quale abbiamo già raccolto centinaia di migliaia di firme, se verrà approvato, lo perderete. Adesso sembra che l'autonomia, la bandierina dell'autonomia, finita l'approvazione della legge, diventa il simbolo del leone sulla tessera sanitaria, cosa rispetto alla quale, presidente Sandonà, non siamo contrari di principio, ma la riteniamo una proposta che non serve a nulla, rispetto, invece, alle necessità che la Regione del Veneto e che tutte le altre Regioni hanno.
Annuncio il voto contrario a nome del Partito Democratico su questa mozione. Mi dispiace che altre forze, che in altre occasioni hanno dimostrato di avere una sensibilità diversa, si accontentino delle virgolette che non cambiano il senso della mozione. Questo atto in questo Consiglio regionale è l'ennesimo tentativo fumogeno con cui voi volete convincere il Veneto che esiste ed è possibile l'autonomia di cui avete parlato in questi decenni e che mai si realizzerà, proprio perché la Costituzione – e chiudo, Presidente – che lei ha richiamato, consigliere Casali, parla di autonomia come funzionale al rafforzamento dell'unità nazionale, a voi sconosciuta.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
L'ultimo intervento della capogruppo Camani mi spinge a intervenire. Collega, nello stesso intervento lei riesce a dire che l'autonomia non porterà a niente, però, dall'altra parte bisogna fare un referendum per abrogare questa autonomia. Lei dice che il PD non ha mai cambiato idea sull'autonomia. Le voglio ricordare che la legge quadro non è un'invenzione che è arrivata dal cielo. La legge quadro l'avete voluta voi. La Costituzione non prevede una legge quadro. L'avete voluta voi, l'avete portata avanti in maniera fittizia con il vostro ministro Boccia, cosa che non avete mai portato avanti.
Vi siete sempre dichiarati autonomisti, tranne quando arriva l'autonomia. Avete sempre detto che voi avete un progetto di autonomia e, guarda caso, non avete mai presentato un progetto, uno, quando siete stati al Governo. Mai. Dal 2001, quando voi avete fatto la riforma del Titolo V, non avete mai presentato un progetto di autonomia.
Continuate a dire che il nostro progetto non vi piace, però, guarda caso, in ventitré anni non avete mai prodotto niente che riguardi l'autonomia. Mai. Tant'è vero che il nostro progetto di autonomia è stato appena approvato e, guarda caso, continuate a raccogliere firme per un referendum truffa, dicendo che questa è una legge che spacca l'Italia, che va contro la Costituzione e a firmare quella legge è stato il Presidente della Repubblica, non iscritto alla Lega, non iscritto a Fratelli d'Italia, ma iscritto al PD.
Voi continuate a giocare sul fatto che siete qui, state raccogliendo firme contro la volontà dei veneti, contro quello che è stato il referendum dei veneti e venite a raccontarci la storiella su chi è più autonomista e chi è meno autonomista.
Venite a dirci che mancano medici in Veneto, dando colpe a questa Regione, dopo andate a spellarvi le mani, a battere le mani al presidente De Luca, che viene qui e dice che mancano medici in Campania e la colpa è ancora del Veneto.
Questa è la vostra forma di autonomia, continuare a dare soldi a chi non sa amministrare le proprie Regioni, fare in modo che continuino a non avere responsabilità e venire qui a raccontarci la storiella o raccontarla nelle piazze per raccogliere le firme contro la volontà dei veneti. Questo è quello che state facendo. Continuate a raccogliere firme andando contro qualcosa che è stato firmato, e ve lo ripeterò sempre, dal Presidente della Repubblica, dicendo che questo spacca l'Italia. Allo stesso tempo dite che non cambierà di 1 euro quello che arriva da noi.
Mettetevi d'accordo. Prima di parlare di autonomia, imparate a capire cosa vuol dire veramente autonomia e cosa vogliono i veneti.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 290, emendata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Interrompiamo qui la seduta.
Martedì prossimo, alle ore 10.00, la Prima Commissione con le Commissioni congiunte presenterà il bilancio. Il Consiglio inizierà alle ore 14.00 con il consolidato.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Presidente, può mettere a verbale il mio voto contrario? Grazie.

PRESIDENTE

A verbale mettiamo il voto contrario della collega Bigon sulla mozione n. 290.
La seduta è chiusa.
La Seduta termina alle ore 17.23
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI




Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 145 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 145
MARTEDì 17 SETTEMBRE 2024


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 145ª seduta pubblica – martedì 17 settembre 2024
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12451 del 12 settembre 2024.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.34, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 11.05.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 144a Seduta pubblica di martedì 10 settembre 2024.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Baldin e Rizzotto; inoltre, la partecipazione da remoto è autorizzata ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n.4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE dispone il rinvio della trattazione dell'IRS n. 516 come da richiesta della consigliera Baldin.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 473 del 15.03.2024
presentata dai consiglieri Camani, Luisetto, Zanoni, Zottis e Montanariello
"Erosione degli argini del Bacchiglione. cosa intende fare la Giunta per scongiurare nuove esondazioni?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessore Bottacin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 494 del 18.07.2024
presentata dai consiglieri Luisetto, Zottis, Bigon e Zanoni
"La carenza di medici sta mettendo a repentaglio anche l'ordinaria esecuzione degli interventi presso la chirurgia vascolare di Bassano. La Regione Veneto come intende risolvere la cronica insufficienza di personale sanitario?"

Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessora Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Giacomo Possamai e Zottis relativa a "Modifica del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"". NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI. (Progetto di legge statale n. 7) APPROVATO (Deliberazione n. 69/2024)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Michieletto (Zaia Presidente) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE, ai sensi dell'articolo 79, comma 1 del Regolamento, richiama verbalmente il consigliere Michieletto, a seguito del suo intervento.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Masolo (Europa Verde), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Giacomin (Zaia Presidente), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Favero (Liga Veneta per Salvini Premier).

La seduta è sospesa alle ore 12.35.

La seduta riprende alle ore 14.38.

In discussione generale sul progetto di legge statale n. 7, proposta di non passaggio agli articoli, intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente) e Lorenzoni (Gruppo Misto), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Michieletto (Zaia Presidente), in sede di replica.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Masolo (Europa Verde), Valdegamberi (Gruppo Misto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il non passaggio agli articoli relativo al progetto di legge statale n. 7.

Il Consiglio approva

Punto 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Maino, Bet, Cavinato, Cecchetto, Zecchinato, Cestaro, Bozza, Cestari, Corsi, Favero, Giacomin, Piccinini, Sandonà e Vianello relativa a "Nuove norme di contrasto al fenomeno delle persone scomparse". (Progetto di legge statale n. 31) APPROVATO (Deliberazione n. 70/2024)  [RESOCONTO]

Intervengono le consigliere Maino (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Luisetto (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Maino assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 15.55.

La seduta riprende alle ore 15.55.

Intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), sull'ordine dei lavori e per fatto personale, e Villanova (Zaia Presidente) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale

Si passa all'esame dell'articolato.

I cinque articoli che compongono il progetto di legge statale in oggetto, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Luisetto (Partito Democratico Veneto) e Casali (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Durante l'intervento della consigliera Luisetto assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge statale n. 31 nel suo complesso.

Il Consiglio approva all'unanimità

Punto 8) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Sandonà, Bet, Cavinato, Cecchetto, Dolfin, Finco, Michieletto, Pan, Vianello e Zecchinato relativa a "Tessera sanitaria: il Governo ripristini il Leone di San Marco e tutti i loghi regionali". (Mozione n. 290) APPROVATA (Deliberazione n. 71/2024)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Sandonà (Zaia Presidente) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Masolo (Europa Verde), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Pavanetto (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Luisetto (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto), sull'ordine dei lavori, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) per fatto personale.

In discussione generale intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto) e Sandonà (Zaia Presidente) che illustra la proposta di modifica verbale alla mozione.

La seduta è sospesa alle ore 16.36.

La seduta, dopo un ulteriore rinvio, riprende alle ore 17.03.

Il PRESIDENTE comunica il deposito di due emendamenti alla mozione in oggetto da parte del relatore e della consigliera Camani.

Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente) e Camani (Partito Democratico Veneto) che illustrano rispettivamente gli emendamenti nn. A1 e A2.

L'emendamento n. A1, modificativo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A2, modificativo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

In dichiarazione di voto sulla mozione in oggetto intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Casali (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Camani (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la mozione in oggetto come modificata secondo riformulazione verbale da parte del proponente ai sensi dell'articolo 102 e per mezzo dell'emendamento n. A1.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato martedì 24 settembre alle ore 14.00.

La seduta termina alle ore 17.23.

Votazioni ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto.


Votazione aperta per il punto:
NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI ( Progetto di legge statale n. 7)

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 46
Votanti: 46
Favorevoli: 37
Contrari: 9
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Rizzotto Silvia, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDLS n. 31 - ART. 1

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 36
Contrari: 0
Astenuti: 7
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Votazione aperta per il punto:
PDLS n. 31 - ART. 2

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 41
Votanti: 41
Favorevoli: 41
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDLS n. 31 - ART. 3

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 42
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDLS n. 31 - ART. 4

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 40
Votanti: 40
Favorevoli: 40
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDLS n. 31 - ART. 5

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 42
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDLS n. 31 - VOTAZIONE FINALE

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 43
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
MOZIONE n. 290 - EMA01

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 35
Contrari: 8
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Dolfin Marco, Montanariello Jonatan, Pan Giuseppe, Rizzotto Silvia, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
MOZIONE n. 290 - EMA02

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 8
Contrari: 35
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Dolfin Marco, Montanariello Jonatan, Pan Giuseppe, Rizzotto Silvia, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
MOZIONE n. 290 - VOTAZIONE FINALE

Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 35
Contrari: 7
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Centenaro Giulio, Dolfin Marco, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Rizzotto Silvia, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MASOLO Renzo
BET Roberto
MICHIELETTO Gabriele
BIGON Anna Maria
MONTANARIELLO Jonatan
BORON Fabrizio
OSTANEL Elena
BOZZA Alberto
PAN Giuseppe
BRESCACIN Sonia
PAVANETTO Lucas
CAMANI Vanessa
PICCININI Tomas
CASALI Stefano
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHELLERO Andrea
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
SANDONÀ Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPONDA Alessandra
CORSI Enrico
VALDEGAMBERI Stefano
DOLFIN Marco
VENTURINI Elisa
FAVERO Marzio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
LUISETTO Chiara


IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Alessandra SPONDA

IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian