ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 19/11/2024 n. 153

Resoconto n. 153 - 11^ legislatura
Resoconto 153 a Seduta pubblica
Martedì, 19 novembre 2024
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.31, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.05

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 153a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15717 del 14 novembre 2024.
Qualche collega è ancora in arrivo, perché ha avuto problemi di accesso alle vie di comunicazione per Venezia.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 152a Seduta pubblica di martedì 12 novembre 2024.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Tommaso RAZZOLINI
I congedi sono concessi.
PUNTO
3


INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5


RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE


e

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Le interrogazioni dei colleghi Montanariello e Zanoni le rinviamo alla prossima volta perché oggi non saranno presenti.
Iniziamo dalla IRI n. 373 della collega Bigon, abbinata alla IRS n. 484, sempre della collega Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 373 del 14 marzo 2023 presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni relativa a: "OSPEDALE DI BUSSOLENGO: QUANDO SARANNO ATTIVATI TUTTI I POSTI LETTO STABILITI DALLE SCHEDE DEL PIANO SOCIO SANITARIO 2019-2023?"

e

Interrogazione a risposta scritta n. 484 del 6 febbraio 2024 presentata dalla consigliera Bigon relativa a "QUALI PROVVEDIMENTI INTENDE ADOTTARE L'ASSESSORA ALLA SANITÀ AL FINE DI GARANTIRE L'APPLICAZIONE DELLE SCHEDE OSPEDALIERE PER L'OSPEDALE ORLANDI DI BUSSOLENGO?"

Collega Bigon, può presentare le due interrogazioni, ma la risposta sarà unica.
Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ne illustro una sola, ma vale per entrambe, ovviamente.
Parliamo dell'ospedale di Bussolengo e dell'applicazione delle schede ospedaliere che dal 2019 attendiamo con molta ansia perché, di fatto, insomma, ad oggi devono ancora essere attivate in buona parte, soprattutto per quanto riguarda gli ospedali di rete provinciali di cui i cittadini hanno veramente bisogno.
Proprio ieri ho saputo e mi hanno messo al corrente che un altro servizio è stato tolto, l'ex ospedale di Bovolone, nel veronese. La preoccupazione sale. Con la deliberazione n. 614 del maggio 2019, la Giunta regionale, in merito all'ospedale di Bussolengo, approvava le schede, tra cui quella di Bussolengo, dove erano stati previsti 125 posti suddivisi 50 in area medica, 25 in area chirurgica, 50 in area riabilitativa, altri 14 per l'unità riabilitativa territoriale e 24 destinati all'ospedale di comunità.
A distanza di ormai quattro anni, adesso cinque, dall'approvazione del suddetto provvedimento nell'ospedale di Bussolengo non sono stati ancora attivati molti dei servizi previsti. Quindi, nell'area riabilitativa mancano ancora 40 posti letto dei 50 previsti, che sarebbero dovuti arrivare entro il 31 ottobre 2020; nella medicina generale ne mancano 10 rispetto ai 25 previsti; i 24 posti dell'ospedale di comunità non sono ancora stati occupati, nonostante il reparto sia pronto con il potenziamento dell'impianto di ossigeno. Addirittura avevano fatto una specie di inaugurazione di questo ospedale, ma poi era stato chiuso subito dopo la fine dell'emergenza Covid.
Quello di Bussolengo è in assoluto l'ospedale dove la programmazione sanitaria è stata maggiormente tradita. Abbiamo adesso il problema anche con le ambulanze, con le macchine mediche.
Ricordo che la sottoscritta Consigliera aveva presentato un ordine del giorno in data 7 dicembre 2021, approvato all'unanimità, che impegnava la Giunta regionale a dare piena e immediata attuazione a quanto previsto dalle schede ospedaliere per l'ospedale di Bussolengo, dotando la struttura sanitaria di tutti i servizi previsti dalla programmazione regionale. Ad oggi questi servizi non sono stati attivati, le schede non sono state attivate e la situazione, a distanza di un anno dalla presentazione, è peggiorata rispetto a prima.
Abbiamo anche un problema per quanto riguarda il reparto di psichiatria, l'unico veramente attivo, perché di fatto noi crediamo che sia importante anche dare un'area esterna presente all'interno e all'esterno dell'ospedale, che dobbiamo assolutamente sistemare, per poter dar loro questo servizio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde, al posto dell'assessore Lanzarin, l'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Al fine di garantire la piena attuazione delle schede di dotazione ospedaliera dell'ospedale Orlandi di Bussolengo, si specifica che la realizzazione dell'ospedale di comunità, con una dotazione di 24 posti letto, è stata inserita negli investimenti di cui alla Missione ambito 6 "Salute" del Piano nazionale di ripresa e resilienza del Governo italiano, componente 1, rete di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale, investimento n. 3 rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture ospedali di comunità, nata dall'esigenza di colmare il divario tra le disparità territoriali e offrire la maggiore integrazione tra i servizi sanitari dei diversi setting assistenziali.
Viene prevista la conclusione della realizzazione dello stesso entro giugno 2026 e si specifica che l'Unità riabilitativa territoriale di Bussolengo, prevista dalla DGR n. 614 del 2019, con una dotazione di 14 posti letto, risulta inserita all'interno del medesimo progetto edilizio.
L'attività del laboratorio di analisi viene garantita all'interno della rete aziendale, beneficiando dell'ottimizzazione dei processi attraverso l'individuazione dei bisogni effettivi delle prestazioni, le modalità e l'appropriatezza delle tecnologie utilizzate per il soddisfacimento degli stessi, tenendo conto delle evoluzioni che le caratterizzano.
Al fine di ottimizzare le risorse e garantire l'erogazione del servizio di emodialisi, l'attività di dialisi è strategicamente ubicata in due centri di dialisi equidistanti, localizzati nel Distretto 4 ovest veronese.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bigon, per la replica, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Siamo contenti che venga confermato l'ospedale di comunità e la realizzazione della casa di comunità, ma non è quello che avevo chiesto, perché avevo chiesto quando vengono applicate le schede del 2019.
Intanto do un resoconto della situazione attuale dell'ospedale di Bussolengo: ambulatorio urologico, assente martedì, giovedì e venerdì, orario 8-14 e assente tutto il resto; ambulatorio chirurgico, orario 8.30-13, assente nei giorni di lunedì, martedì e venerdì. Poi ci sono anche gli altri ambulatori, di cui abbiamo una specifica, che non funzionano se non in parte. Poi c'è l'area medicina, con quello che ho chiesto anche per quanto riguarda la riabilitazione 2016-2026, ma dobbiamo aspettare oltre.
Comunque, ringrazio per la risposta. La esaminerò. Mi ritengo non soddisfatta per il fatto che le schede prevedono altro, che i cittadini hanno diritto di ottenere a breve.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Passiamo alla IRI n. 476 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 476 del 12 aprile 2024 presentata di consiglieri Camani, Zottis, Luisetto e Bigon relativa a: "AMPLIAMENTO STRADA REGIONALE 308: OPERA NECESSARIA, NON SI PUÒ PIÙ RINVIARE"

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho presentato ad aprile di quest'anno per chiedere conto all'Assessore alle infrastrutture, Elisa De Berti, rispetto ad alcune affermazioni che aveva rilasciato a mezzo stampa e che hanno fortemente preoccupato il territorio dell'Alta Padovana.
In quelle dichiarazioni l'assessore De Berti, anche con un certo candore, affermava che l'intervento di messa in sicurezza e di manutenzione della strada regionale 308 non sarebbe mai stato realizzato perché nei fatti l'impegno di spesa che richiedeva e che richiederebbe era fuori dalla portata del bilancio della Regione del Veneto.
Ricordo che la strada regionale 308 è una strada che collega Padova, in particolar modo l'Alta Padovana, a Castelfranco e costituisce una delle arterie viarie più importanti del territorio regionale, sia per l'intensità del traffico sia anche per il collegamento che produce tra il comune capoluogo e la provincia di Treviso. Tant'è che la Regione del Veneto, tramite Veneto Strade, assegna uno studio di fattibilità per verificare le modalità con le quali si sarebbe potuto intervenire su questa strada, da un lato, per metterla in sicurezza – ricordo che la strada 308 è una delle maggiori incidenze per quanto riguarda sinistri e incidenti stradali – addirittura immaginando o valutando la possibilità di un collegamento della stessa 308 con la Strada Pedemontana Veneta, soprattutto provando a valutare l'impatto che la costruzione del nuovo ospedale di Padova, che verrebbe a sorgere proprio all'inizio, in zona padovana di quella statale, avrebbe avuto sul traffico di questa importante arteria stradale.
Ci hanno lasciato sinceramente basiti e sconcertati le parole con le quali l'Assessore, con nettezza, ha annunciato che il costo dell'opera sarebbe stato eccessivo. Quindi, con questa interrogazione chiedo, insieme ai colleghi Zottis, Luisetto e Bigon, quale siano le intenzioni della Giunta, perché non basta dire che non ci sono i soldi per fare l'opera, il problema in qualche modo va affrontato e risolto.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde, al posto della vicepresidente De Berti, l'assessore Calzavara. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
La SR 308, nuova strada del santo, è un'arteria viaria di competenza regionale di circa 30 chilometri, che collega la città di Padova a Castelfranco Veneto, attraversando una zona del Veneto ad elevata intensità di traffico e a forte vocazione produttiva.
Le criticità che la 308 presenta sono note e si riferiscono principalmente alle sue caratteristiche geometriche, che non consentono di far defluire efficacemente la grande quantità di mezzi, soprattutto pesanti, che giornalmente la percorrono. Questo aspetto, peraltro, si ripercuote anche sulle condizioni della sua pavimentazione, che richiede frequenti interventi di rifacimento e consolidamento, in quanto soggetta a forte usura, recentemente concretizzatisi in un piano straordinario di manutenzione comprensivo di consolidamento del sottofondo e riasfaltatura, attualmente in corso e in fase di conclusione su una tratta di circa 8 chilometri complessivi.
Consapevole dell'importanza strategica dell'infrastruttura, la Regione ha incaricato Veneto Strade S.p.A. ad acquisire una serie di rilievi e dati relativi al traffico che impegna la strada in argomento e di approfondire, mediante uno specifico studio di fattibilità, gli effetti e i benefici che potrebbero derivare dal raddoppio delle corsie lungo l'intero tratto stradale.
Lo studio, in particolare, approfonditi tali dati, ha valutato la possibilità di ampliare l'attuale carreggiata da una corsia per senso di marcia a due corsie per senso di marcia, trasformando di fatto la sezione stradale dall'attuale categoria C1, extraurbana secondaria, ad una categoria superiore con due corsie per ogni senso di marcia.
Visto il contesto fortemente urbanizzato e la necessità di rifacimento delle numerose intersezioni con la rete stradale di rango inferiore, i costi necessari per tale ampliamento risultano particolarmente elevati, con una stima del tutto preliminare dell'investimento che supera il miliardo di euro.
Si precisa che, diversamente da altre importanti arterie, come ad esempio la 309 Romea o la 47 Valsugana, la cui competenza è statale e per le quali ci si è attivati, tramite la società ANAS S.p.A. e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per ottenere il potenziamento e il miglioramento, la 308, nuova strada del santo, è viabilità di esclusiva competenza regionale.
Da quanto sopra, è di tutta evidenza che il sopradescritto intervento di ampliamento, che sicuramente gioverebbe al territorio e potrebbe essere tecnicamente giustificabile in termini di domanda di traffico, non possa essere programmato nel breve periodo, in quanto richiede lo stanziamento di risorse economiche che non risultano nella disponibilità dell'Amministrazione regionale.

PRESIDENTE

Collega Camani, per la replica, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che non siamo assolutamente soddisfatti della risposta, nel senso che, se io chiedo quali sono le intenzioni della Giunta e la risposta è "non abbiamo i soldi, quindi non la faremo", è evidente che è una risposta che non può trovarci soddisfatti, anche perché la richiesta che noi abbiamo fatto, l'interessamento rispetto alla strada regionale 308, non è una ragione di natura meramente territoriale, ma si fonda su dei dati di fatto oggettivi, che significano: 1) traffico intenso da troppo tempo rispetto a un asse Padova-Treviso che ha diverse vie di attraversamento, nessuna delle quali all'altezza per poter rispondere alle necessità di attraversamento; 2) altissima percentuale di incidenti, quindi non solo una strada lenta per il traffico, ma anche una strada pericolosa; 3) strada che, per conformazione, risente continuamente della necessità di intervenire per la manutenzione ordinaria, proprio per il traffico pesante a cui è sottoposta; 4) è una strada che collega Padova città con l'Alta Padovana, che è uno dei territori all'interno della regione del Veneto dove ancora c'è un forte presidio produttivo di piccole e medie imprese e da che mondo è mondo le imprese hanno bisogno di un po' di strade per raggiungere almeno gli snodi autostradali o la tanto famigerata Pedemontana.
Peraltro, è una risposta che contiene in sé un ossimoro, Assessore. Non mi potete dire "secondo noi, la strada regionale 308 è importante", per le ragioni che abbiamo anticipato anche noi, non mi potete dire "è una strada regionale e dunque la competenza è nostra" e la conseguenza di queste due premesse è che quindi non si fa niente.
C'è un problema serio delle infrastrutture di questa Regione. La domanda viene spontanea: quante di queste infrastrutture non si sono realizzate in questa Regione, perché tutte le disponibilità che noi avevamo e abbiamo, anziché essere distribuite in maniera intelligente ed equa tra i territori, sono state e saranno assorbite totalmente dall'operazione spericolata, nota alla cronaca come Strada Pedemontana Veneta?
È una doppia beffa, quindi, per i veneti, quelli che devono strapagare una strada, quella che a voi piace tanto, che si chiama Pedemontana, e l'altra beffa è che per colpa di quella strada non vedranno realizzati nei loro territori interventi fondamentali.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Passiamo alla IRI n. 479 della collega Zottis ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 479 del 7 maggio 2024 presentata dai consiglieri Zottis, Montanariello, Camani, Bigon, Luisetto e Zanoni relativa a: "PREZZIARIO REGIONALE - LA REGIONE INTENDE CONFERMARE IL 20% IN AUMENTO O IN DIMINUZIONE SU MATERIALI E MANODOPERA?"

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione del 7 maggio 2024, quindi alcune risposte, come purtroppo succede spesso, le abbiamo da documenti pubblici che sono stati poi definiti in seguito all'interrogazione o da interlocuzioni o, peggio ancora, dalla stampa stessa.
L'interrogazione comunque è ancora valida, nel senso che evidenziava come, per quanto riguarda il prezzario regionale, le imprese vincitrici o comunque titolari di appalti di opere pubbliche di interesse regionale abbiano il diritto di operare all'interno di un quadro economico chiaro e certo, a tutela delle imprese stesse, ma anche del lavoro. Questo da codice degli appalti.
La fase post pandemica è stata caratterizzata da una forte ondata inflattiva e da una marcata crisi delle materie prime, ancora viva, alimentata anche dal proliferare degli scenari di crisi geopolitica, che sono forse ancora più forti oggi.
Un'oscillazione del 20% sul prezzo della manodopera può dare ampio margine a forme di dumping salariale, ritenuto che sia fondamentale definire clausole chiare, precise ed inequivocabili, anche al fine di mitigare gli effetti dell'eccezionale aumento dei prezzi di alcuni materiali da costruire.
Tutto ciò premesso, chiediamo se la Giunta regionale intenda confermare, nell'approvazione del nuovo prezzario regionale dei lavori pubblici, la scelta fatta nel 2023, che vede una dinamicità dei prezzi di riferimento fino al 20%, in aumento o in diminuzione, su materiali e manodopera.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ancora l'assessore Calzavara, al posto della vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

L'articolo 12 della legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 , recante "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale per le costruzioni in zone classificate sismiche", stabilisce che la Giunta regionale approvi ed aggiorni periodicamente il prezzario dei lavori pubblici di interesse regionale, da applicarsi ai lavori pubblici di competenza regionale, che costituiscono un riferimento obbligatorio per tutti i lavori pubblici da realizzare nel territorio della regione Veneto.
Tale compito è ribadito dall'articolo 41, comma 13, del decreto legislativo n. 36/2023, che prevede espressamente che "per i contratti relativi ai lavori, il costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni è determinato facendo riferimento ai prezzi correnti alla data dell'approvazione del progetto, riportati nei prezzari predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome".
L'articolo 4, comma 2, dell'allegato 1.14 del decreto legislativo n. 36/2023 prevede altresì che i prezzari cessino di avere validità il 31 dicembre di ogni anno e possano essere transitoriamente utilizzati fino al 30 giugno dell'anno successivo per i progetti a base di gara, la cui approvazione sia intervenuta entro tale data.
L'aggiornamento 2024 del prezzario regionale della Regione del Veneto ha mantenuto l'alea discrezionale del più o meno 20% di scostamento per i prezzi consentiti al progettista di opere pubbliche, in caso di eventuali situazioni che devono essere adeguatamente motivate. L'aggiornamento del prezzario regionale per l'anno 2024 è stato approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 562 del 27 maggio 2024, a seguito del parere favorevole all'unanimità reso dalla Commissione regionale appalti, di cui all'articolo 57 della legge regionale n. 27/2023 , nella seduta del 10 maggio 2024.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, per la replica, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Ritengo del tutto insoddisfacente la risposta, perché la risposta è data da un punto di vista normativo, cosa che nessuno aveva messo in discussione sull'interrogazione fatta. È sicuramente un'interrogazione che viene prima della Commissione che poi ha dato l'approvazione definitiva.
Negli incontri avuti, però, so con certezza che erano state fatte le osservazioni contenute anche all'interno dell'interrogazione. Spiace che non siano state considerate, perché si tratta di osservazioni tra l'altro fatte dall'ANAC stessa, dall'ANCI stessa, che erano volte non solo a garantire maggiore trasparenza, ma anche a incentivare il lavoro delle nostre imprese per riuscire a dare quindi, da una parte, maggiore trasparenza e, dall'altra, maggiore vivacità al mercato delle imprese venete.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRI n. 497 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 497 del 5 settembre 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a: "QUALE DISINQUINAMENTO E QUALE ATTENZIONE A NON SPRECARE LE ACQUE DEPURATE PER LA ZONA DI MESTRE PARTE DEL BACINO SVERSANTE IN LAGUNA?"

Viene data per letta dalla collega Baldin.
Risponde l'assessore Corazzari, al posto del collega Marcato.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Sulla base della legislazione speciale per Venezia e della legge regionale n. 17/1990 , la Regione ha predisposto il Piano per la prevenzione dell'inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico, immediatamente sversante nella laguna di Venezia, che stabilisce gli indirizzi per la prevenzione dall'inquinamento e il risanamento delle acque del bacino scolante, individuando i singoli settori di intervento e indicando, sulla base delle risorse disponibili, le principali strategie e le azioni da intraprendere in relazione agli obiettivi da conseguire.
In tale contesto, con le deliberazioni del Consiglio regionale n. 10/2012, n. 150/2019, recepite rispettivamente dalle DGR n. 1169/2012 e n. 1033/2020, sono stati assegnati, al Comune di Venezia e a Veritas (Ente gestore del servizio idrico integrato nell'ambito del Consiglio di Bacino laguna di Venezia) 9.226.349 euro, a valere sui fondi della legge speciale per Venezia per gli interventi di realizzazione della rete di fognatura separata dell'area del Villaggio San Marco a Mestre, Venezia.
Tali assegnazioni sono complementari al finanziamento di 3.876.000 assegnato al Comune di Venezia con DGR n. 592/2015 destinati alla realizzazione di ulteriori lotti di fognature separate nella zona del Villaggio San Marco a Mestre. I progetti in argomento si sono resi necessari date le condizioni della rete fognaria esistente insufficienti a garantire la sicurezza idraulica igienico-sanitaria dell'area.
Tali progetti, approvati in linea tecnica, economica ed ambientale dal Consiglio di Bacino laguna di Venezia, hanno ricevuto il parere favorevole del Comune di Venezia e del Consorzio di bonifica in relazione alle modalità di recapito delle acque del Canale Osellino. In particolare, si sottolinea la valenza di sicurezza idraulica, assolta dal progetto della fognatura per il Villaggio San Marco, che tiene conto anche della necessità di ricevere le acque miste di Mestre centro, garantendo l'invio a trattamento di un maggiore volume di reflui del depuratore di Campalto, con contestuale diminuzione del carico inquinante consegnato in laguna. In tale contesto si segnala che è allo studio la possibilità di riutilizzo delle acque effluenti dall'impianto biologico di Campalto per scopi irrigui.
La realizzazione di tale sistema di drenaggio fognario deve, inoltre, considerare l'intervento di bonifica dei suoli contaminati riferiti alla medesima zona, attuato sempre da Veritas S.p.A. e finanziato per 4.200.000, con fondi della legge speciale di Venezia di competenza regionale.
Si precisa, infine, che il progetto in argomento è strettamente connesso, dal punto di vista idraulico, con il progetto di riqualificazione ambientale del basso corso del fiume Marzenego Osellino per la riduzione del controllo dei nutrienti sversati nella laguna di Venezia predisposto dal Consorzio di Bonifica Acque risorgive, finanziato dalla Regione del Veneto con 26.820.000 euro a valere sui fondi della legge speciale per Venezia, il cui progetto definitivo è approvato con decreto della Direzione Ambiente n. 485 del 2018.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, per la replica, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie. Ringrazio anche l'Assessore per la risposta. Mi dichiaro soddisfatta, ma non posso non evidenziare come quanto si è discusso sia opera della legge speciale per Venezia, alla quale competono soprattutto la gestione degli interventi per il disinquinamento e il risanamento delle acque del bacino scolante in laguna di Venezia.
La questione del non finanziamento della legge speciale per Venezia è molto preoccupante, perché anche questo Governo ha deciso di non finanziarla. Per cui, tutta una serie di interventi di questo tipo per la prevenzione dell'inquinamento probabilmente non verranno più attuati o si attueranno in forma diversa.
Quindi, mi dichiaro soddisfatta di questa risposta, ma dichiaro anche la mia preoccupazione per il futuro della laguna, in quanto non ci sarà più alcun finanziamento della legge speciale e bisognerà trovare sicuramente altre vie per favorire queste opere relative al disinquinamento, perché sono questioni strettamente utili, di cui Venezia e il bacino scolante hanno estremo bisogno.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 376 della collega Bigon.

Interrogazione a risposta scritta n. 376 del 3 luglio 2023 presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto e Zottis relativa a "VARIANTE ALLA STATALE 12: A QUANDO LA REALIZZAZIONE DEFINITIVA?"

Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È una variante per noi fondamentale perché il traffico è molto pesante. Da oltre trent'anni la aspettiamo nel veronese, nel sud della provincia, per sollevare quel traffico e quell'inquinamento che i cittadini stanno subendo da troppi anni.
Siccome le promesse sono sempre state veramente tante e ogni volta, soprattutto in fase di elezioni e campagna elettorale, veniva promesso ogni anno che sarebbe iniziata l'anno successivo, chiediamo con fermezza quando partirà questa strada, perché i cittadini non solo la aspettano, ma l'aspetta il paese. L'inquinamento è all'esagerazione.
Vogliamo una data certa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Al posto dell'assessore De Berti, risponde l'assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Con riguardo all'oggetto dell'interrogazione, nel merito si rappresenta quanto segue. La strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, in gestione alla società ANAS S.p.A., rappresenta in ambito regionale, e non solo, una delle arterie viabili più importanti, presentando, soprattutto nel tratto a sud della città di Verona, elementi di forte criticità a causa dell'attraversamento di numerosi centri urbani di rilevante entità, con volumi di traffico assai elevati e alta percentuale di mezzi pesanti.
La Regione del Veneto, consapevole dell'importanza della strada in argomento, ha provveduto a sostenere lo sviluppo progettuale delle opere in variante, con complessivi 1,65 milioni di euro di risorse regionali stanziate. In seguito, le progettualità sviluppate sono state trasmesse dalla Regione del Veneto alla competente società ANAS S.p.A. per il prosieguo della progettazione e della relativa fase approvativa, trattandosi di un'opera di viabilità, lungo la rete nazionale, non di competenza dell'Amministrazione regionale.
L'opera ha proseguito nello sviluppo progettuale ed ANAS S.p.A., nel maggio 2022, ha avviato la procedura di valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.
Nei primi mesi del 2023 la società ha evaso tutti gli approfondimenti richiesti dal MASE nell'ambito della procedura, presentando le opportune integrazioni tecniche e ricevendo in seguito, sull'intervento, oltre al parere della Regione del Veneto espresso dalla Commissione VIA regionale, anche il parere del Ministero della cultura e del Comune di Verona, necessari per la predisposizione del provvedimento di compatibilità ambientale, che si è formalizzato nel settembre 2023.
Completato questo iter procedurale, è stata indetta apposita Conferenza dei servizi per l'ottenimento dei pareri di tutti gli enti interessati dall'opera, che si è conclusa positivamente nel mese di novembre 2023 e a cui è seguito lo stanziamento di fondi nei contratti di programma MIT e ANAS S.p.A..
Nel mese di agosto 2024 è stato pubblicato il bando di gara, a cura di ANAS S.p.A., per l'affidamento della progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori e dei servizi dell'intervento variante alla statale 12, da Buttapietra alla tangenziale sud di Verona, per un costo complessivo di 263 milioni di euro.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

Ass.re Francesco CALZAVARA

La scadenza prevista per la presentazione delle offerte da parte delle imprese partecipanti è il 29 novembre prossimo venturo. L'aggiudicazione dell'appalto è prevista nei primi mesi del 2025 e, trattandosi di un appalto integrato, l'avvio dei lavori, per i quali sono previsti 1005 giorni, sarà preceduto da fase di redazione e approvazione della progettazione esecutiva.
Per quanto riguarda gli espropri, unitamente ad ogni altra fase tecnica realizzativa dell'opera, saranno gestiti direttamente da ANAS S.p.A., stazione appaltante e soggetto deputato alla realizzazione dell'intervento, che provvederà, ai sensi della normativa vigente, a contattare i privati interessati ai lavori.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la collega Bigon per la replica.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Speriamo che sia veramente la volta buona che venga realizzata questa importante bretella. Seguiremo i lavori e anche l'appalto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRS n. 433, del 24 ottobre 2023, sempre presentata dalla collega Bigon.

Interrogazione a risposta scritta n. 433 del 24 ottobre 2023 presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Montanariello e Zanoni relativa a "IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE DI GRANTORTO VA IN PENSIONE: SIA GARANTITA LA SOSTITUZIONE ENTRO LA DATA DEL SUO PENSIONAMENTO"

Se vuole illustrarla, prego, collega. Ne ha facoltà.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. 209 medici di medicina generale mancavano nel territorio veronese nel mese di agosto del 2024. Successivamente, a seguito di un bando, trenta medici, dovrebbero essere inseriti o stati inseriti in questo in questo periodo ma, di fatto, abbiamo una carenza che ancora permane nel territorio.
Sappiamo perfettamente che i 7.000.000 che abbiamo di codici all'interno del pronto soccorso, un 60%, sono codici bianchi. Per cui, buona parte di questi accessi potrebbero essere veramente eliminati con la presenza territoriale del medico di medicina generale.
Il caso indicato nella interrogazione è un caso particolare. Purtroppo, parliamo di un territorio del veronese molto, molto carente, ma è così anche per tutto il Veneto, perché di fatto sappiamo che in Veneto oltre 500 medici di medicina generale mancano.
Da tempo noi chiediamo che venga dato supporto amministrativo, perché troppo è il lavoro burocratico che questi medici fanno e svolgono. Non possono permettersi di avere oltre 1.500 assistiti. Sappiamo perfettamente cosa ha fatto la Regione per cercare di aumentarli da 1.500 a 1.800, ma la Regione non si era resa conto che già alcuni superavano questo numero. Nello stesso tempo, tanti altri, soprattutto quelli che lavorano in medicina semplice, quindi con il proprio ambulatorio, da soli, sicuramente non riescono a far fronte a un numero maggiore di assistiti. Non riescono perché il 60% del loro lavoro è burocrazia.
Siccome sappiamo che in Veneto c'è un'altra emergenza, che è la carenza di infermieri, chiediamo che quantomeno vi sia un'integrazione, un supporto e anche l'inserimento di una figura amministrativa all'interno di questi ambulatori, soprattutto per quelli che lavorano da soli.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bigon.
Risponde, al posto dell'assessore Lanzarin, l'assessore Corazzari. Prego, Assessore.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
In merito ai disagi segnalati per gli abitanti del Comune di Grantorto, sito nella parte nord della Provincia di Padova, è stata interpellata l'azienda ULSS 6 Euganea, che ha precisato che nell'ambito territoriale del su indicato Comune sono cessati dal rapporto convenzionale per pensionamento due medici di base, rispettivamente a marzo 2021 e ad agosto 2023.
In data 1° gennaio 2024 è poi cessato un altro medico per raggiunti limiti d'età. L'azienda ha provveduto ogni anno, alla data del primo pensionamento, a richiedere la pubblicazione di tre zone carenti per l'assistenza primaria per l'ambito territoriale comprendente i Comuni di Carmignano di Brenta, Gazzo Padovano, Grantorto, San Pietro in Gu, con vincolo di apertura dell'ambulatorio nel Comune di Grantorto.
Tuttavia, finora non è stato possibile assicurare l'avvicendamento con nuovi medici titolari di incarico a ciclo di scelta per mancanza di domande di accettazione dell'incarico messo a bando.
L'azienda sanitaria ha comunque sempre posto in essere tutte le azioni possibili di propria competenza, al fine di continuare a garantire la copertura assistenziale primaria ai cittadini residenti.
Infatti, a decorrere dal 1° novembre 2023, ha conferito un incarico provvisorio, che continuerà a essere mantenuto in attesa dell'inserimento dei nuovi medici titolari, mentre ha autorizzato dal 2 gennaio 2024 il prolungamento del rapporto convenzionale del medico che ha raggiunto il limite d'età, con la previsione di proseguire il rapporto ulteriormente a fronte del nuovo esito negativo delle procedure di assegnazione degli incarichi vacanti.
Per la parte regionale, con decreti del Direttore dell'UOC Cure Primarie nn. 5, 6, 7, 8 del 2 aprile 2024, si è tempestivamente provveduto alla pubblicazione per l'anno 2024 delle carenze per l'assistenza primaria, per la copertura delle quali anche nel mese di agosto è stata avviata un'ulteriore procedura per l'assegnazione di incarichi per le zone rimaste vacanti, a cui hanno potuto partecipare anche i medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale, e Azienda Zero ha provveduto a stilare le graduatorie dei nuovi aspiranti medici, che verranno in breve reclutati.
Tutte le azioni sopra descritte sono attuate sino all'individuazione dell'avente diritto alla copertura dell'ambito territoriale rimasto carente, al fine di garantire il diritto all'assistenza a tutti gli assistiti ed evitare l'interruzione di servizio pubblico.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore, per la risposta, che esaminerò ovviamente con cura.
È evidente che non accettano l'incarico tutti, soprattutto quando i paesi sono di piccole dimensioni e soprattutto quando sono zone che comunque non sono attrattive. Questa è la realtà. Allora, a maggior ragione, la Regione deve intervenire con supporto a favore di questi medici, altrimenti non accetteranno mai. Avremo sempre di più paesi e zone carenti, soprattutto in quei territori dove, di fatto, anche nel bellissimo veronese, c'è un disagio maggiore rispetto ad altri territori.
Questo cosa significa? Significa che questi paesi hanno anche una popolazione dove l'età è maggiore rispetto ad altre medie e quindi maggiori difficoltà a raggiungere i servizi e allora andremo allo spopolamento perché mancano i servizi.
La esaminerò con cura. Ringrazio ancora per la risposta, ma di fatto la Regione deve intervenire. La medicina territoriale è fondamentale, non solo per i minori accessi ai pronti soccorsi, ma è fondamentale per dare una risposta a tutti i cittadini che sono nel territorio, soprattutto quelli che hanno meno servizi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Comunico che la IRS n. 444 è rinviata per assenza del presentatore.
La IRS n. 484 è già stata fatta.
Passiamo alla IRS n. 492 del 28 febbraio 2024, presentata dalla collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 492 del 28 febbraio 2024 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "PROJECT FINANCING DELLA COSIDDETTA "VIA DEL MARE": SERVONO DATI AGGIORNATI PER CAPIRE LA REALE SOSTENIBILITÀ E QUALITÀ NELLA GESTIONE DELL'OPERA E REALI GARANZIE AI COMUNI INTERESSATI SULLE OPERE COMPLEMENTARI E LA GRATUITÀ DEL PEDAGGIO"

Per l'illustrazione, do la parola alla collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché ho bisogno ovviamente di sentire la risposta che darà la Giunta.
Ripeto e recito, quindi, le domande che facevo il 28.2.2024, con cui chiedevo alla Giunta regionale: se siano disponibili i dati recenti, magari relativi al 2023, sugli attuali passaggi della tratta Meolo-mare; quali sono le previste opere complementari alla superstrada, che costi avranno e chi li sosterrà; se e come intenda garantire l'assoluta gratuità nel tempo per tutti i cittadini dei Comuni interessati dall'opera; quanti lavoratori, con che compiti e suddivisioni di turni saranno impiegati a regime per la gestione della tratta e che tipo di contratto nazionale sarà loro applicato; quale tipo di servizio di soccorso stradale sia previsto a regime nelle diverse stagioni e fasce orarie.
Sappiamo che su questo tema si è dibattuto a lungo. La Giunta ha attivato una serie di momenti di ascolto e di partecipazione, che noi abbiamo sempre ritenuto essere non sufficienti.
Ad oggi, arrivati un po' ad un punto (spero) fermo, questi dati ci permettono di capire davvero la reale volontà della Giunta rispetto ad un'opera così attenzionata dalla popolazione locale e non solo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Calzavara. Prego, Assessore.

Ass.re Francesco CALZAVARA

La Regione del Veneto riveste il ruolo di soggetto concedente dell'opera "Via del Mare", inclusa nella legge n. 443/2001, la cosiddetta legge obiettivo, con cui il Governo ha individuato le infrastrutture pubbliche e private, gli insediamenti produttivi strategici e di preminente interesse nazionale.
Trattandosi, come anzi detto, di infrastruttura strategica, il CIPE, con delibera n. 56 del 30 aprile 2012, ha approvato il progetto preliminare anche ai fini dell'attestazione della compatibilità ambientale, della localizzazione urbanistica, dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio, quest'ultimo reiterato per ulteriori sette anni con successiva deliberazione CIPE n. 43 del 24 luglio 2019.
Il progetto prevede una superstrada a pedaggio che si sviluppa per circa 19 chilometri di collegamento tra il casello di Meolo sull'autostrada A4 Milano-Trieste e la rotatoria Frova a nord-est dell'abitato di Jesolo.
Il tracciato si sovrappone sostanzialmente al sedime della strada regionale 89 Treviso-mare, ad esclusione di un tratto tra Caposile Jesolo, che procede in zona prevalentemente agricola, allontanandosi dall'attuale sedime della strada regionale 42 Jesolana.
In data 12 gennaio 2024 è stata sottoscritta, con atto notarile, la convenzione che regola i rapporti tra concedente Regione del Veneto e concessionario Via del Mare S.p.A., per la realizzazione dell'opera in oggetto e la sua futura gestione.
Nel cronoprogramma proposto dal concessionario sono state indicate le tempistiche relative alle fasi di progettazione dell'intervento, la sua approvazione e la successiva realizzazione programmata in complessivi trentasei mesi. Attualmente è in corso la redazione del progetto definitivo.
Per quanto concerne l'ambito delle analisi trasportistica finalizzate a determinare le variazioni indotte dall'entrata in esercizio dell'infrastruttura viaria pedaggio "Via del Mare", il promotore, La Strada del Mare S.r.l., nell'anno 2013, aveva redatto uno studio attinente alla rete stradale e dei valori di traffico veicolare indotti e stimati nel sistema infrastrutturale interconnesso limitrofo a tale opera.
In considerazione del lasso temporale trascorso, la Regione del Veneto, tramite la società Veneto Strade S.p.A., ha ritenuto opportuno avviare, alla fine dell'anno 2023 e per gli anni successivi, uno studio del traffico rapportato al quadro evolutivo aggiornato sia lungo le arterie di competenza regionale, quali la strada regionale 43 del Mare e la strada regionale 89 Treviso-mare, sia lungo la viabilità ordinaria, al fine di verificare il movimento di mezzi nella rete viaria di accesso al litorale e alle zone contermini.
Tale analisi trasportistica, attualmente in fase di redazione, oltre a garantire un confronto ante e post operam dell'opera pubblica, fornirà uno strumento utile di analisi e di confronto al fine di individuare le criticità eventuali e future che potrebbero derivare dal nuovo assetto della viabilità in seguito all'attuazione dell'intervento.
Al riguardo si evidenzia che la superstrada di progetto si inserisce in un contesto che prevede un insieme di nuove opere, adeguamenti e messa in sicurezza di tratti stradali in ambito urbano e lungo la viabilità interconnessa e funzionale all'accesso al litorale isolano, tra cui: in Comune di Meolo nuovi interventi di collegamento tra il centro del paese e la zona produttiva industriale a nord-ovest della stessa A4 e viabilistici di interesse locale in corrispondenza delle intersezioni di via di Diaz e via Roma; in Comune di Musile di Piave interventi puntuali a carico di altri enti per il miglioramento della sicurezza e della viabilità di accesso all'insediamento industriale, tra cui i nodi dell'asse principale della strada statale 14 con la strada provinciale 44, e altresì la riorganizzazione delle intersezioni minori di via Argine San Marco e via Emilia; in Comune di Jesolo, località Ca' Nani, realizzazione sia di un nuovo punto di accesso dalla viabilità comunale alla Via del Mare che di due nuove viabilità complanari, in collegamento e al servizio del flusso del traffico locale; in Comune di San Donà di Piave interventi a carico di ANAS S.p.A. di variante strada statale 14 della Venezia Giulia, dalla rotatoria di Caposile alla rotatoria di Passarella, e scavalco della rotatoria di Calvecchia; interventi e modifiche sulla viabilità poderale, per i quali, peraltro, sono in corso approfondimenti, con lo sviluppo della progettazione definitiva.
Per quanto concerne il tema esenzioni, la convenzione sottoscritta prevede contrattualmente l'esonero dal pedaggio per i mezzi leggeri dei residenti dei Comuni coinvolti e limitrofi allo sviluppo della viabilità in parola, ovvero Roncade, Meolo, Musile di Piave, San Donà di Piave, Fossalta di Piave, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, per l'intera durata della concessione, estendendo l'esenzione dal pedaggio per i primi due anni anche a beneficio dei residenti nei Comuni di San Biagio di Callalta, Monastier, Silea e Treviso.
Il sistema di esazione senza barriere, free-flow, sarà costituito da portali e da un sistema informativo centrale di elaborazione dei dati di transito in grado di garantire agli utenti il pagamento e l'esenzione dei pedaggi in modalità dinamica, senza fermate o rallentamenti in corrispondenza dei punti di riscossione. Relativamente ai lavoratori occupati nelle attività di gestione dell'infrastruttura viaria a pedaggio, nell'offerta offerta dal concessionario in sede di gara pubblica la previsione del fabbisogno occupazionale e professionale risulta stimata in circa 40 dipendenti, ai quali verrà applicato il contratto nazionale di lavoro autostrade e trafori.
Nella carta dei servizi, parte integrante della convenzione sottoscritta dal concessionario, è prevista, tra le altre, l'adozione di un sistema di gestione per la qualità conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2015, volta a promuovere azioni sia di prevenzione e miglioramento del livello qualitativo delle opere realizzate sia di soddisfazione degli utilizzatori, nonché di crescita delle risorse umane previste nel futuro organico della società.
Richiamando le indicazioni della suddetta Carta, parte del personale verrà destinato all'attivazione di un centro direzionale atto a coordinare tutte le attività connesse alla gestione e manutenzione della superstrada e di un Centro operativo di controllo, preposto alla supervisione e al corretto esercizio della medesima.
La vigilanza e il controllo verranno effettuati tramite ausiliari della viabilità in comunicazione costante con il COC, formati per fornire supporto agli utenti e alla polizia stradale. Nello specifico, la società Via del Mare Spa prevede la collaborazione con le organizzazioni di gestione del soccorso stradale, tra cui ACI Global, Europ Assistance, VAI e IMA Assistance che, su richiesta del COC, provvederanno a effettuare interventi lungo la nuova superstrada.
A parziale integrazione di questa risposta, proprio nella giornata di ieri è stato presentato ai Sindaci che fanno parte di questo progetto, che sono coinvolti, essenzialmente i Sindaci che in quell'elenco erano esentati per sempre e quelli esentati per i primi due anni, un primo studio di Veneto Strade, aggiornato ai flussi di traffico 2023-2024. Credo che l'illustrazione abbia dimostrato la necessità e la crescita rispetto, naturalmente, ai dati del 2013. Mi pare ci sia stata la richiesta da parte di alcuni Sindaci di ulteriori integrazioni a questi flussi, soprattutto nella parte nord del casello di Meolo, per capire le ricadute verso quell'altra parte del territorio, quindi non in prospettiva verso il mare, ma verso la montagna.
Ci si è riservati di andare ad affinare ulteriormente questi dati per cercare di dare massima chiarezza a quei Sindaci, che, tra l'altro, erano quelli che si erano attivati per presentare quel ricorso alla Via del Mare, ritenendola non necessaria e che portasse un danno al proprio territorio.
Spero che la presentazione di ieri abbia ulteriormente fugato alcuni dubbi. Naturalmente, le posizioni delle singole Amministrazioni rimangono. Ci siamo ripromessi di riuscire, nel giro di qualche settimana, ad arricchire ulteriormente quei dati secondo quanto richiesto dai Sindaci, mi pare, di Monastier e di Silea.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non so se la collega Ostanel vuole intervenire per la replica. Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La risposta è così chiara da permettere una replica per chiedere attenzione, perché siamo di fronte, probabilmente, con uno studio di questo tipo, a una nuova valutazione errata. Assessore, basta leggere quello studio per vedere la presenza di vulnus che non avete preso in considerazione. L'inflazione è stata calcolata rispetto alle entrate che voi prevedete di avere? Il fatto che i mezzi agricoli non siano stati contati è considerato all'interno dello studio con cui avete fatto la pianificazione di un'opera di questo tipo? I mezzi pesanti andranno, proprio perché c'è la necessità di pagare, in altre infrastrutture stradali per potersi muovere?
Il tema non è sempre ideologicamente quello di essere a favore o contro le infrastrutture viarie. Sa qual è il problema? Quando si fa un'opera di questo tipo, come è già accaduto per la Pedemontana, o si fanno studi da prendere poi in considerazione oppure, se uno studio già di per sé ha al suo interno delle criticità e non le si vuole ascoltare, ci troveremo probabilmente di fronte a un nuovo buco.
La risposta è chiara, quindi preoccupante: fa vedere che non sono stati presi in considerazione dei dati che ci fanno capire che ci sono dei problemi. Rispetto alle esenzioni ‒ ne avete dibattuto molto facendo quei pochi incontri territoriali solo perché alcuni amministratori locali ve l'hanno chiesto ‒ avete lavorato per capire come si sia scelto di fare quelle esenzioni? Se le non esenzioni, ad esempio, ai mezzi pesanti porteranno quella infrastruttura viaria a non avere l'uso che vi permetterà di avere il rientro che prevedete?
Assessore, abbiamo di nuovo un problema. Siccome per quanto riguarda la Pedemontana non c'ero e non ho avuto modo si intervenire, mentre ora siamo in una fase in cui è ancora possibile intervenire, davvero le chiedo di verificare quanto scritto all'interno dello studio. Le risposte che lei ‒ e la Giunta ‒ oggi qui ha dato non sono conformi a quello su cui lo studio dice di porre attenzione.
Se uno studio vi dice di fare attenzione a una cosa e voi, invece, andate dritto, qui c'è un problema grave di questa Giunta: quando ha informazioni che le permetterebbero di dire "cambiamo strada", si ostina, continua ad andare avanti, fa conferenze stampa come quella di ieri dell'assessore De Berti, sapendo che lo studio ha dati che dicono altro. Continuate ad andare avanti così.
Per quale motivo, ostinatamente, rispetto ad un'opera di questo tipo (che sia giusta o meno, che voi la riteniate giusta e altri no), nella gestione dovete sempre fare gli stessi errori e non imparare mai da quello che avete di fronte? Come vedremo in bilancio tra pochi giorni. La Pedemontana Veneta. Punto. Questa è la risposta. Non state prendendo in carico i dati e la conoscenza che potete avere per scegliere di fare in maniera diversa.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'IRS n. 509.

Interrogazione a risposta scritta n. 509 dell'8 aprile 2024 presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni e Zottis relativa a "PRONTO SOCCORSO DI LEGNAGO IN DIFFICOLTÀ: INACCETTABILE ATTENDERE ORE PER UNA VISITA. LA GIUNTA INTENDE GARANTIRE UN ORGANICO ADEGUATO?"

Risponderà, per conto dell'assessore Lanzarin, l'assessore Corazzari.
Se vuole illustrarla, collega Bigon, ne ha facoltà.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Tutti i pronti soccorsi degli ospedali spoke del territorio e del Veneto sono in sofferenza e hanno carenze di personale molto elevate. In media abbiamo la presenza del 50% del personale previsto in organico, buona parte del quale composto da gettonisti, con tutte le conseguenze che conosciamo, dovute anche al fatto della mancanza di regole, di riposi, eccetera, quindi con un abbassamento anche della qualità.
Non è possibile che un cittadino che non ha un proprio medico di famiglia, come dicevamo prima, nel momento in cui si reca in pronto soccorso (perché non ha nessuno a cui rivolgersi), invece di ricevere risposte immediate, deve aspettare ore e ore. Questo succede non solo nell'ospedale di Legnago, ma anche a Borgo Trento e negli altri ospedali.
La Regione deve assolutamente intervenire a livello territoriale integrando tutte le zone carenti e lo deve fare rendendo più attrattiva questo tipo di medicina. Deve rendere attrattivo anche il medico ospedaliero, dando non solo quell'incentivo che abbiamo dato con quel 5% in più, che non è sufficiente a tenerli all'interno del servizio pubblico, ma occorre fare in modo che, sia per quanto riguarda la qualità del lavoro che per quanto riguarda la retribuzione, debba essere un onore lavorare per il pubblico e non un sacrificio, come lo è in questo momento.
Integrando i servizi di pronto soccorso, potremo sicuramente avere un'apertura migliore per quanto riguarda l'accoglimento e la presa in carico del cittadino, però dobbiamo farlo solo a seguito dell'eliminazione di tutti questi codici bianchi che ci sono già perché manca il medico di famiglia.
Non mi si risponda che dobbiamo aspettare il 2026 perché le case di comunità avranno questa funzione di presa in carico delle persone con piccole problematiche, i cosiddetti codici bianchi. Nel 2026 avremo un problema molto più grande se non lo prendiamo in esame ora: la carenza ancora maggiore di medici di medicina di famiglia e la carenza ancora maggiore di quella di oggi degli infermieri. All'interno delle case di comunità, all'interno degli ospedali di comunità (altra struttura molto importante da realizzare) le figure che la faranno da padrone sono il medico di famiglia e l'infermiere. Se già adesso la Regione non interviene ‒ è già in ritardo ‒ per risolvere questo problema, avremo 99 strutture vuote e circa 37 ospedali di comunità vuoti.
Se l'intenzione della Regione è quella di darlo in affidamento, in appalto a terzi, avrete la nostra più totale opposizione, perché non è così che si gestisce la sanità pubblica.
Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Con riferimento ai servizi di emergenza-urgenza, è nota la difficoltà delle aziende a reperire professionisti con gli ordinari strumenti di acquisizione del personale, anche a causa di rinuncia all'assunzione da parte del personale collocato nelle graduatorie.
A titolo esemplificativo, con una delibera del direttore generale di Azienda Zero, la n. 373 del 2024, è stato indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per 97 posti di dirigente medico, disciplina di medicina d'emergenza-urgenza, che si è concluso con la mancanza di candidati specialisti per l'azienda ULSS 9 Scaligera, tra le altre, e con un solo candidato in graduatoria per l'Azienda ospedaliera integrata di Verona.
Per far fronte a tali difficoltà, la Giunta regionale, con diversi provvedimenti, ha previsto la possibilità di ricorrere alla stipula di contratti di lavoro autonomo e ha fornito linee di indirizzo al fine di consentire l'effettuazione, in via eccezionale e temporanea, di prestazioni ulteriori da parte dei dirigenti sanitari.
Con riferimento alle zone carenti, che sono, però, diminuite da 784 a 726 rispetto al 2023, il 2 aprile 2024 sono stati pubblicati gli incarichi vacanti di medico nel ruolo unico di assistenza primaria, alle cui procedure hanno partecipato anche i 28 neodiplomati che hanno concluso il corso di formazione specifica in medicina generale, mentre Azienda Zero, nei termini previsti, ha provveduto a stilare la graduatoria e a reclutare i professionisti.
Nel mese di agosto del 2024 sono state avviate ulteriori procedure per assegnare gli ambiti vacanti. Alle selezioni, tenutesi nel successivo mese di settembre, 105 medici hanno superato il colloquio finale, conseguendo la possibilità di vedere convertiti gli incarichi convenzionali temporanei eventualmente ricoperti in incarichi a tempo indeterminato e, comunque, di assumere incarichi convenzionali in via di titolarità.
Contestualmente, è stato incrementato il numero delle borse di studio del corso di formazione specifica in medicina generale per il triennio 2023-2026. I posti resi disponibili sono 203 per il triennio 2024-2027. Le borse di studio assegnabili sono 248.
Inoltre, con la DGR n. 1672/2023 sono state messe in atto ulteriori azioni di rafforzamento e misure a supporto della copertura assistenziale, così da garantire il diritto all'assistenza ed evitare l'interruzione di un pubblico servizio.
Infine, con riferimento alla struttura Domus Salutis Città di Legnago, casa di cura, si richiama l'articolo 6 della legge regionale n. 22/2002 , ai sensi del quale la funzione di autorizzazione all'esercizio è di competenza del Comune dove insiste la struttura. Il Comune di Legnago ha rilasciato il provvedimento di autorizzazione all'esercizio (parliamo dell'autorizzazione n. 1/2021) dell'attività B5.0 B-23 poliambulatorio, struttura extraospedaliera di chirurgia, per le attività mediche programmate di chirurgia generale, chirurgia plastica ed estetica, ortopedia, anestesia e medicina legale. Con successivo provvedimento, il Comune ha autorizzato la struttura per ulteriori attività ambulatoriali nelle specialità di oncologia, chirurgia maxillo-facciale, medicina interna e radiologia, limitatamente all'ecografia.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie per la risposta, che esaminerò. Certo è che mettiamo a disposizione ora ‒ dovevamo farlo, probabilmente, 10-15 anni fa ‒ posti per la formazione di medici di medicina generale, ma poi sappiamo cosa succede per un terzo di questi: non prendono incarico come medico di famiglia oppure addirittura lasciano il posto vuoto appena prendono un'altra specialità e hanno la possibilità di entrare.
Sta di fatto che in Italia il 54% dei medici ha più di 55 anni, il 27% dei medici supera i 65 anni. Il boom di pensionamenti di medici e infermieri ci sarà nel 2025. Questa è la realtà che abbiamo. Siccome governate questa Ragione ormai da tanti anni e la situazione è quella attuale, dove soprattutto nel pubblico mancano servizi e, quindi, medici, mi domando come mai nel 2022 sono stati fatti concorsi per 1.000 medici quando sapevamo perfettamente che ne mancavano 4.000. Mi domando come mai la Regione non mette a bando il numero necessario, sapendo che tanto non partecipano. Abbiamo sentito qualche numero ora. Tanto non partecipano.
Torniamo, quindi, a quello che ho detto prima. Se non partecipano ai bandi, c'è una difficoltà che va presa in carico. La maggioranza che governa questa Regione ha l'obbligo di trovare una soluzione. Qual è la soluzione? Questi dati li ho anch'io. La difficoltà di partecipare ce l'ho anch'io come dato, ma chi amministra deve risolvere la questione e deve darci soluzioni, se non ascoltano le nostre soluzioni.
Noi l'abbiamo detto da sempre. Per i medici di famiglia abbiamo depositato un progetto di legge: diventi specialità universitaria. Questo deve fare. È statale. La Regione faccia la sua parte, ne discuta in questo Consiglio regionale e faccia di tutto perché venga approvato anche a livello statale. Vedrete che i posti si occuperanno tutti. Soprattutto, avendo la possibilità di fare carriera, potranno anche occuparli all'interno dei propri ambulatori.
Per quanto riguarda i medici ospedalieri, l'abbiamo detto tante volte, non è possibile vedere questa discrasia, questa diversità di trattamento tra il medico gettonista e il medico che lavora da trent'anni all'interno di un servizio pubblico e prende 4.000 euro al mese. Spesso non hanno nemmeno la possibilità di fare visite intramurarie perché viene dato loro l'obbligo di sostituire i colleghi che mancano in altri ospedali. Questo succede. L'ospedaliero cosa fa? O si dimette o lavora privatamente o va nel privato oppure va in altre regioni, perché sappiamo che quelle limitrofe offrono molto di più, anche in senso economico.
Non si tratta, però, solo di un aspetto economico. È anche un aspetto di qualità di lavoro. Sappiamo che dove i reparti funzionano con metà organico vuol dire che quella metà di personale in carica deve fare molto di più e, ovviamente, ha difficoltà anche per i normali riposi, per le normali ferie.
La Regione ha le soluzioni in mano e ha anche delle proposte, che noi molto umilmente facciamo da anni, però vogliamo vedere dei risultati. Altrimenti, dare risposte con numeri che già conosciamo e che sono comunque parziali... Ogni volta che diamo i numeri sono quelli della Regione, incontestabili, o quelli dello Stato. Quelli che vi ho detto prima sono pubblicati oggi su "Il Sole 24 ore". Nessuno dice qualcosa di diverso. Una soluzione, però, la dobbiamo dare a questo Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'ultima IRS, la n. 562.

Interrogazione a risposta scritta n. 562 del 1° agosto 2024 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "OSPEDALI DI ROVIGO E TRECENTA: QUALI PROSPETTIVE PER IL REPARTO DI UROLOGIA?"

Risponderà, al posto dell'assessore Lanzarin, l'assessore Corazzari.
Prego, collega Ostanel, a lei la parola per l'illustrazione.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Parliamo sempre di servizi sanitari, in particolare di quei Comuni dove stanno chiudendo dei reparti ‒ così almeno viene detto alla scrivente, a chi ha presentato questa interrogazione ‒ o dove il reparto di Urologia è messo in crisi a tal punto che i pazienti si devono spostare verso l'ospedale di Rovigo per una semplice visita urologica.
Non la faccio tanto lunga, perché credo che il tema sia chiaro. La Giunta deve rispondere non tanto a me, quanto ai cittadini del Comune rispetto al futuro previsto per i servizi di Urologia nell'ospedale di Trecenta e l'organico sanitario (medici, infermieri, OSS e personale amministrativo) attuale del reparto di Urologia di Rovigo, se si sia in grado di garantire o meno un servizio di reperibilità anche in orari notturni e nei giorni festivi, se l'ospedale di Rovigo è, quindi, in grado di garantire tutte le attività e i servizi previsti per un reparto di Urologia pienamente funzionante.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Corazzari. Prego, Assessore

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Qualcuno mi ha anche suggerito che potrei rispondere non solo in vece dell'assessore Lanzarin, ma anche come potenziale paziente.
Le schede di dotazione ospedaliera, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 614/2019, prevedono una UOC Urologia presso l'ospedale di Rovigo. Nell'ospedale di Trecenta, invece, è prevista l'attività urologica offerta da tempo nel setting ambulatoriale, che prevede l'esecuzione delle prime visite urologiche e andrologiche e controlli da parte di un medico, oltre a prestazioni di uroflussometria.
Dal 10 maggio 2024 al 28 giugno 2024 l'ambulatorio di uroflussometria dell'ospedale di Trecenta non ha erogato prestazioni a causa della rottura di un apparecchio uroflussometro. L'attrezzatura è stata sostituita con una nuova consegnata il 1° luglio 2024 e attivata il 5 luglio 2024. Nel periodo di indisponibilità dell'apparecchiatura, a Trecenta le prestazioni richieste dai 36 utenti che avevano già prenotato sono state prontamente gestite dall'azienda sanitaria.
L'UOC Urologia di Rovigo è costituita attualmente da cinque unità mediche e un incarico libero-professionale. Inoltre, l'attività ambulatoriale è supportata da due medici SAI e l'attività di reparto è garantita durante i giorni feriali fino alle ore 20 e sabato e festivi fino alle ore 13. Inoltre, nelle fasce orarie in cui non è programmata la presenza attiva, è prevista la pronta disponibilità e la guardia è garantita dalla chirurgia generale.
L'équipe medica dell'ospedale di Rovigo è sempre stata costituita da sette unità, compreso il direttore dell'UOC, e attualmente è carente di due unità, parzialmente compensate da un incarico libero-professionale.
Allo stato attuale, le prestazioni di ricovero di sala operatoria e ambulatoriali sono state regolarmente effettuate. Non è stata necessaria alcuna rimodulazione delle attività programmate. Sono state esperite tutte le azioni possibili per il reclutamento del personale medico, senza alcuna adesione da parte di medici specialisti o specializzandi. Pertanto, sono state avviate le procedure di attivazione di convenzioni intra-regionali e verrà avviata la convenzione con l'azienda ULSS 8 Berica, per due accessi mensili di sei ore da parte del personale medico proveniente dalla medesima azienda sanitaria, in favore dell'azienda ULSS 5 Polesana.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La collega Ostanel vuole replicare. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È chiaro dalla risposta che mancano ‒ tra l'altro da sempre ‒ a Rovigo due unità di personale e che c'è stata un'interruzione del servizio, seppur di pochi giorni, che ha portato 36 pazienti a presentare la loro richiesta non all'ospedale di Trecenta, ma all'ospedale di Rovigo.
Questa risposta fornisce anche un altro dato, secondo me interessante: il lavoro che si sta facendo rispetto all'attrazione di medici in aree dove probabilmente è più difficile anche andare a lavorare, per una serie di questioni che lei conosce bene, non sta funzionando. Se l'area viene di solito incentivata da altre politiche, da altri interventi, eppure mancano due unità di servizio all'interno dell'ospedale, vuol dire che non si sta facendo il massimo che doveva essere fatto.
Inoltre, rispondere che, per fare in modo che questa mancanza di personale venga presa in carico, si provvede a spostare del personale da altre ULSS ci riporta alla stessa questione di cui sopra: finché non ci sarà un intervento fattivo, non solo sul reperimento di nuovi medici, ma anche sul fatto che vengano attratti quei medici nei luoghi dove si cerca di non andare a lavorare... Tra l'altro, non voglio fare una digressione, ma è di pochi giorni fa il dato che, ad esempio, nelle isole veneziane la situazione è molto più grave di quella delle zone del Polesine.
Come Regione del Veneto abbiamo voglia di occuparci di quelle aree dove si fa fatica non solo a rimanere, purtroppo, tante volte per svolgere la propria attività, ma soprattutto dove i servizi sanitari vengono chiusi, con una popolazione che sta invecchiando, e non si trovano più i servizi allo stesso livello in cui si trovavano un po' di anni fa?
Questi sono i temi, io credo, che, come questa risposta fa capire chiaramente, non sono ancora stati presi in carico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Abbiamo concluso le interrogazioni.
PUNTO
6


DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "VARIAZIONI DELLE CIRCOSCRIZIONI COMUNALI DEI COMUNI DI VIGONZA E DI NOVENTA PADOVANA DELLA PROVINCIA DI PADOVA". GIUDIZIO DI MERITEVOLEZZA E INDIVIDUAZIONE DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE AL REFERENDUM CONSULTIVO. (PROGETTO DI LEGGE N. 284) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 95/2024)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6.
Il relatore è il consigliere Sandonà. Se vuole prendere la parola, ne ha facoltà. Prego, collega Sandonà.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ai sensi degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni, sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale.
La legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 "Norme in materia di variazioni provinciali e comunali", disciplina, per quanto di competenza regionale, le variazioni delle circoscrizioni dei Comuni e delle Province, nonché il mutamento della denominazione dei Comuni. Ai sensi dell'articolo 3 della suddetta legge, comma 1, lettera a), le variazioni delle circoscrizioni comunali possono consistere anche nell'aggregazione ad altro di parte del territorio di uno o più Comuni.
Nel caso del progetto di legge all'attenzione di quest'Assemblea, i Comuni interessati da tale fattispecie sono quelli di Vigonza e di Noventa Padovana, entrambi nella Provincia di Padova. In particolare, il Consiglio comunale di Vigonza, con deliberazione n. 81 del 29 novembre 2023, chiedeva alla Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 4, comma 3, della medesima legge regionale n. 25/1992 , l'avvio del procedimento finalizzato alla variazione della circoscrizione del territorio comunale del Comune di Vigonza, per il distacco della frazione di San Vito e l'incorporazione della medesima nel territorio comunale di Noventa Padovana e per la regolamentazione del confine a nord del fiume Brenta, con incorporazione delle minime porzioni di territorio comunale di Noventa Padovana in quello di Vigonza.
In maniera speculare, il Consiglio comunale di Noventa Padovana, con deliberazione n. 22 del 22 gennaio 2024, chiedeva l'avvio del medesimo procedimento, nei termini appena riportati.
In punto di fatto e secondo quando riportato nelle richiamate deliberazioni dei Consigli comunali, con riferimento alla frazione di San Vito è necessario esporre quanto segue: il territorio è totalmente distaccato dal territorio del Comune di Vigonza (separato, inoltre, dal corso del fiume Brenta) e confina con il Comune di Noventa Padovana (oltre che con il Comune di Padova); la popolazione ammonta a 1.285 abitanti (627 maschi e 658 femmine), la popolazione del Comune di Noventa Padovana a 11.575 abitanti, mentre quella del Comune di Vigonza supera ampiamente i 23.000 abitanti.
Nel territorio, il Comune di Vigonza è proprietario di 108 particelle del Catasto Terreni e di 10 particelle del Catasto Fabbricati, per una superficie complessiva di 59.700 metri quadri. La viabilità comunale (comprensiva di marciapiedi e parcheggi) ammonta a 70.591 metri quadri. Il verde pubblico di proprietà comunale conta una superficie complessiva di 18.192 metri quadri.
Sono presenti tre aree PEEP, di 12 alloggi ciascuna. Gli edifici di proprietà del Comune di Vigonza sono la scuola dell'infanzia "Il Bosco Incantato", struttura che comprende una sala polivalente utilizzata per scopi istituzionali, ludici e ricreativi e un ambulatorio medico, concesso in locazione sino al 31.03.2029, e il cimitero, nel quale sono disponibili n. 88 fosse, n. 90 loculi e n. 83 ossari.
Vi sono altri immobili ed aree appartenenti ad altri enti, quali Autostrade per l'Italia Spa, CAV Spa, Demanio dello Stato (arginatura del fiume Brenta) e la parrocchia di San Vito.
Il territorio non include infrastrutture strategiche o altre opere che vengono utilizzate dalla popolazione residente nel centro di Vigonza.
Secondo quando riportato dai cittadini, i residenti della frazione coltivano un forte senso di appartenenza nei confronti del Comune di Noventa Padovana, per ragioni geografiche, storiche e culturali.
Per le ragioni geografiche suesposte, i cittadini hanno sempre frequentato maggiormente il suddetto Comune, fruendo dei suoi servizi e delle sue infrastrutture anche scolastiche. Gli stessi residenti, in numero superiore a 500, con istanza formale, hanno chiesto al Comune di Noventa Padovana di esprimersi in merito alla richiesta di variazione del territorio comunale in esame.
Qui abbiamo una cartina complessiva del Comune di Vigonza, dove sono individuati il capoluogo e tutte le frazioni, anche la frazione di San Vito. Come vedete, la frazione di San Vito è totalmente isolata dal fiume Brenta e dal passaggio dell'autostrada Padova-Bologna e anche della ferrovia.
Per la frazione, quindi, sussiste un interesse attuale e concreto ad essere amministrata dal Comune di Noventa Padovana per le questioni inerenti, tra l'altro, alla viabilità dell'area, all'accesso alle agevolazioni tariffarie per i servizi scolastici riservate ai residenti, alla minore distanza dagli sportelli comunali.
Nel territorio comunale di Vigonza a nord del fiume Brenta sono presenti delle zone intercluse del Comune di Noventa Padovana: varie particelle del catasto terreni e fabbricati per un totale di metri quadrati 72.579; trattasi di un appezzamento che lambisce via Venezia, dove insistono alcune attività produttive, la cui proprietà ricade a cavallo dei due territori comunali, con i conseguenti disagi di volta in volta emergenti in occasione di procedimenti amministrativi e di natura istituzionale che le riguardano. Queste particelle, peraltro, non sono abitate. Hanno solo attività industriali e commerciali.
La richiesta di variazione avente ad oggetto il distacco della frazione di San Vito e la conseguente incorporazione del territorio della stessa nel territorio comunale di Noventa Padovana soddisfa i criteri contenuti nella disciplina regionale di settore: infatti, per quanto concerne l'incorporazione della frazione, il Comune di Noventa Padovana e il territorio di San Vito appartengono alla stessa Provincia; sono contigui, mentre la frazione di San Vito non confina con il suo Comune di appartenenza, ossia Vigonza; godono di una omogeneità di tipo economico, sociale e culturale.
La contestuale richiesta di variazione avente ad oggetto i confini, sul lato nord del Brenta, soddisfa un'esigenza di corretta regolamentazione dei medesimi, tesa ad evitare una situazione di persistente incertezza per i proprietari degli immobili, la cui proprietà ricade a cavallo tra i due territori comunali.
Gli immobili collocati sul lato nord del Brenta sono rappresentati da stabilimenti produttivi, che, come dicevo, non accolgono alcun tipo di residenzialità. Questi sono, invece, in Comune di Noventa Padovana.
Il Comune di Vigonza e quello di Noventa Padovana hanno previsto, con delibere dei rispettivi Consigli comunali, la stipula di una convenzione finanziaria tra le due Amministrazioni per regolare le compensazioni economiche in caso di esito positivo del referendum. Il contenuto di tale convenzione è in via di definizione da parte delle due amministrazioni comunali.
Durante il periodo di pubblicazione della richiamata deliberazione del Consiglio comunale di Noventa Padovana n. 22/2024, previsto dall'articolo 7 della legge regionale n. 25 del 1992, è pervenuta agli uffici comunali una nota di opposizione di un residente del Comune, incentrata, in senso critico, sull'individuazione della popolazione interessata dalla consultazione referendaria limitata ai soli residenti della frazione di San Vito. A tale nota di opposizione il Comune ha controdedotto richiamando, in larga parte, le argomentazioni contenute sull'argomento nel parere pro veritate reso dallo Studio Legale M. Bertolissi.
Nessuna osservazione, invece, è stata presentata, durante il prescritto periodo di pubblicazione, con riferimento alla deliberazione del Consiglio comunale di Vigonza n. 81/2023.
Proprio con riferimento alla individuazione delle "popolazioni interessate" di cui all'articolo 133, secondo comma, della Costituzione, occorre ricordare, in via generale, che a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 94/2000 (che ritenne illegittime le previsioni contenute nei previgenti commi 1 e 2 dell'articolo 6 della legge regionale n. 25/1992 ), il legislatore regionale è intervenuto riscrivendo l'intero articolo, indicando nel Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, l'organo competente ad individuare le popolazioni interessate al referendum consultivo sulle singole proposte di legge di modifica territoriale; individuazione da farsi tenendo conto dei princìpi indicati dalla giurisprudenza costituzionale e dando per acquisito, come indirizzo generale, il principio che "normalmente" per popolazioni interessate si intende l'intera popolazione del Comune di origine e di quello di destinazione (per ampi riferimenti, si vedano anche, tra le più recenti, le sentenze della Corte Costituzionale 25 settembre 2019, n. 214 e 21 ottobre 2011, n. 278).
Il legislatore regionale ha tuttavia precisato – anche qui sulla scorta dei princìpi derivanti dalla giurisprudenza dei giudici di legittimità – che in casi eccezionali si può prescindere dalla consultazione dell'intera popolazione, con riferimento a "casi particolari da individuarsi anche con riferimento alla caratterizzazione distintiva dell'area interessata al mutamento territoriale, nonché alla mancanza di infrastrutture o di funzioni territoriali di particolare rilievo per l'insieme dell'Ente locale" (seconda parte del comma 1, del citato articolo 6).
Pertanto, in base all'attuale quadro normativo, è il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, a dover individuare, in concreto, tenuto conto della modifica territoriale per la quale si richiede l'intervento legislativo, quale sia la popolazione che deve essere necessariamente sentita, in ossequio al principio di autodeterminazione delle popolazioni interessate contenuto nell'articolo 133 della Costituzione e a verificare se ricorrono quei casi "particolari" che portano, ragionevolmente, ad escludere la sussistenza dell'interesse qualificato che giustifica l'interpello dell'intera popolazione dei Comuni coinvolti nella modifica territoriale.
Tutto ciò ricordato, ponendo attenzione alla valutazione delle caratteristiche di fatto della fattispecie in esame, sembra ricorrere uno dei "casi particolari" di cui parla la norma regionale, in ragione del fatto che la frazione di San Vito, come detto, gode di una caratterizzazione distintiva (prima tra tutte, la sua collocazione geografica, che abbiamo visto), non condivide strutture con il Comune di appartenenza (Vigonza) e la sua popolazione usufruisce, a tutt'oggi, di diversi servizi pubblici del Comune di Noventa Padovana. È dunque ragionevole concludere che la popolazione interessata sia individuata negli abitanti della sola frazione di San Vito.
In secondo luogo, dal punto di vista più strettamente giuridico e soprattutto con riguardo alla più recente giurisprudenza della Corte Costituzionale in argomento, si evidenzia come sia la sussistenza dell'interesse a fondare l'obbligo di sentire determinate popolazioni: ragion per cui "si può escludere che l'ambito della consultazione debba necessariamente e in ogni caso coincidere con la totalità della popolazione dei comuni coinvolti nella variazione".
Ne consegue che il principio della consultazione dell'intera popolazione non costituisce più la regola generale, ma corrisponde ad una delle possibili ipotesi, che possono essere adottate, a seguito di una ampia valutazione del concetto di interesse, rapportata alle nozioni di "comunità", "peculiarità distintiva", "fatto sociologicamente distinto" e basata sul principio di un equo contemperamento dei diversi interessi in gioco.
Si può ritenere, quindi – quanto al distacco della frazione di San Vito dal Comune di Vigonza e alla sua aggregazione al Comune di Noventa Padovana – che il referendum obbligatorio previsto dall'articolo 133, comma 2, della Costituzione, si possa limitare ai soli residenti della frazione di San Vito, in ossequio al dettato normativo della legge regionale n. 25/1992 , nonché al più recente orientamento della Corte Costituzionale sul punto.
Quanto, invece, al distacco delle zone intercluse del Comune di Noventa Padovana a nord del fiume Brenta – vi è anche questo all'interno della norma regionale – e alla loro aggregazione al Comune di Vigonza, occorre evidenziare l'assenza, in concreto, di elettori residenti nelle aree interessate dalla modifica territoriale, come attestato dal Sindaco di Noventa Padovana con nota del 4 aprile 2024. Pertanto, la circostanza che nell'area interessata non siano presenti elettori residenti, porta a ritenere che la previa consultazione della popolazione interessata a questa variazione delle circoscrizioni comunali, attraverso l'indizione di apposito referendum, non sia necessaria.
In chiusura, si riportano i passaggi istruttori intercorsi nel corrente anno 2024 in sede regionale:
- la deliberazione legislativa n. 14 del 12 luglio è stata trasmessa dalla Giunta regionale al Consiglio in data 19 luglio, assumendo il numero 284 tra i progetti di legge dell'undicesima legislatura;
- in data 25 luglio il progetto di legge è stato assegnato alla Prima Commissione consiliare;
- quanto al Consiglio delle Autonomie locali, nelle more della ricostituzione del progetto di operatività del medesimo, nel caso di specie – anche sulla scorta di quanto considerato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale già in data 15 aprile 2021 in ordine all'esigenza di assicurare, comunque, forme di continuità nell'esercizio delle attività istituzionali, in conformità al principio di buon andamento – la Commissione ha ritenuto di poter prescindere dall'espressione del parere, richiesto sul provvedimento in questione dal Presidente del Consiglio con nota protocollo n. 10608 in data 25 luglio 2024;
- in data 28 agosto i Sindaci dei Comuni di Vigonza e Noventa Padovana hanno esposto ai Consiglieri della Prima Commissione, nella seduta n. 147, le motivazioni a sostegno delle variazioni circoscrizionali contemplate dal progetto di legge;
- in data 11 settembre, a fronte di apposito invito della Presidenza della Commissione, alcuni Consiglieri di entrambi i Comuni, oltre ad esponenti di comitati ed associazioni, hanno partecipato alla seduta n. 149 esponendo le proprie argomentazioni in merito alla proposta di variazione circoscrizionale e al referendum consultivo da indire (abbiamo invitato tutti gli esponenti di associazioni e i portatori di interesse che ci hanno fatto richiesta e dato ampia pubblicità all'evento in Prima Commissione);
- in data 23 ottobre, nel corso della seduta n. 155, il progetto di legge è stato esaminato sotto tutti i profili necessari;
- nella seduta n. 156 del 30 ottobre, infine, dopo esauriente dibattito, la Prima Commissione ha espresso a maggioranza parere favorevole sulla meritevolezza del progetto di legge n. 284, con il voto dei rappresentanti dei Gruppi consiliari Zaia Presidente, Liga Veneta per Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto, Veneta Autonomia; si sono astenuti i rappresentanti del Gruppo consiliare Partito Democratico Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Sandonà.
Comunico che è stato depositato l'emendamento n. 1, presentato dalla collega Luisetto. Do quindici minuti per la presentazione di eventuali subemendamenti.
Prego, relatore Luisetto, per la correlazione.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Discutiamo oggi, come diceva il relatore, il progetto di legge n. 284, di iniziativa della Giunta regionale, relativo a "Variazione delle circoscrizioni comunali dei comuni di Vigonza e Noventa Padovana della provincia di Padova", per esprimere un giudizio di meritevolezza sulla prosecuzione del suo iter legislativo, giudizio legato alle funzioni di indirizzo e programmazione proprie di questo Consiglio, e per individuare le popolazioni interessate al referendum consultivo con il quale chiedere ai cittadini quale sia la loro posizione rispetto al passaggio della frazione di San Vito dal Comune di Vigonza al Comune di Noventa Padovana.
L'interesse della frazione di San Vito all'aggregazione con Noventa è stato descritto come radicato e motivato da più elementi, dunque la meritevolezza ci sembra avere basi solide, in particolare perché la porzione di territorio coinvolta dalla variazione circoscrizionale del Comune di Vigonza si caratterizza in modo distintivo, trattandosi di un territorio che confina in gran parte con il Comune di Noventa Padovana, mentre la parte di confine con il Comune di appartenenza è divisa dal corso del fiume Brenta, creando una forma di distacco dal Comune stesso e di difficoltà, come è stato spiegato, per il raggiungimento del centro di Vigonza.
I cittadini della frazione di San Vito, inoltre, hanno sviluppato – ce ne hanno parlato durante le audizioni – un forte senso di appartenenza al Comune di Noventa Padovana per ragioni storiche, culturali e in particolare geografiche e hanno, per questi motivi, coltivato le relazioni sociali nello stesso e frequentato da sempre i servizi e le strutture scolastiche nel Comune di Noventa Padovana.
È emerso, altresì, che la frazione di San Vito si caratterizza anche per la presenza di alcune infrastrutture e funzioni territoriali, costituite da una scuola per l'infanzia con sala polivalente, un ambulatorio medico e il cimitero, non fruiti dalla popolazione di Vigonza.
Nei mesi scorsi si sono espressi favorevolmente, in modo non unanime, i Consigli comunali di Vigonza e Noventa, con proprie deliberazioni, e la Prima Commissione del Consiglio regionale ha svolto un'attività istruttoria, che ha coinvolto dapprima i Sindaci dei due Comuni e poi i Gruppi consiliari di minoranza, associazioni e comitati dei territori coinvolti, che hanno espresso, a onor del vero, posizioni tra loro anche molto differenti, in particolare rispetto alla platea di cittadini da coinvolgere nel passaggio referendario e in merito alla regolamentazione dei rapporti tra i due Comuni a livello finanziario. Anche la convenzione a cui si faceva cenno prima, non ancora definita, è stata oggetto di valutazioni critiche rispetto al sistema di dare e avere che si è preannunciato e sul passaggio di beni e quote di società partecipate.
Di tutte queste preoccupazioni la domanda che è bene porsi oggi è che cosa ne abbiamo fatto. Avremmo dovuto, almeno a nostro avviso, approfondirle, per provare a farci carico pienamente anche dei pezzi di comunità che queste rappresentano e di letture che certamente rendono difficile dare un'interpretazione univoca e certa della questione.
In particolare, quanto alla valutazione sul perimetro della popolazione interessata al referendum, la questione è parsa, nel corso delle audizioni, molto meno chiara e definibile con certezza di quanto, invece, raccontato inizialmente dai Sindaci, aspetto su cui poi tornerò. Il ruolo del Comune aggregante di Noventa viene, infatti, considerato, nelle valutazioni che accompagnano il progetto di legge, soltanto quale elemento ostativo al prosieguo dell'iter amministrativo, nel caso non si raggiunga il quorum, in conseguenza di una platea che andrebbe ad aumentare, una platea di votanti troppo ampia.
Non si tiene conto, invece, dell'interesse di questa popolazione, di quanto, cioè, un aumento del 12% di popolazione, quale sarà con l'aggregazione di San Vito a Noventa, possa incidere su qualità e quantità dei servizi comunali, sulle necessità organizzative e amministrative, che inevitabilmente verranno influenzate da questo incremento, aspetti, questi, che possono logicamente indurre a ritenere la popolazione di Noventa fortemente interessata e che ha espresso questo interesse con un'istanza portata avanti sia dai rappresentanti istituzionali del Comune sia con un parere legale, a nostro avviso da non sottovalutare.
Avevamo provato, durante la Commissione, assieme alla capogruppo Camani, a presentare proposte che permettessero al Consiglio di assumere decisioni più ponderate, tentare di avere più tempo per capire quale fosse la strada migliore e magari chiedere di valutare la richiesta di parere al Ministero competente. L'impressione a questo punto è che si sia scelta la strada un po' meno incerta, quella un po' più difendibile di fronte a possibili ricorsi, cosa poi tutta da dimostrare, e quella che dà maggiore sicurezza nel far passare il referendum, senza, però, chiedersi a monte e fino in fondo quale sia l'interesse pubblico che con quel referendum si vuole tutelare e potenziare.
Se volessimo ragionare davvero su chi ha titolo o meno di partecipare al referendum, dovremmo farlo liberi dalla preoccupazione che far partecipare una parte significhi mettere a rischio il quorum e, dunque, anche qui, valutare come agire sui limiti imposti dalla norma.
La regola generale prevede, come è noto, che, qualora si tratti della variazione delle circoscrizioni comunali, la consultazione referendaria deve riguardare l'intera popolazione del Comune di origine e di quello di destinazione, da cui ci discostiamo, considerando questo un caso particolare, escludendo sia Vigonza che Noventa dal voto. La domanda è se siamo certi che sia la direzione corretta. Difficile rispondere, perché arriviamo con una posizione che non parte da una valutazione approfondita inevitabilmente collegata ad un intervento normativo. Non stiamo, infatti, prendendo in mano una legge regionale non più adeguata e che necessita di una seria revisione, ma procediamo, ancora una volta, caso per caso, esponendoci al rischio continuo di incoerenza con i recenti orientamenti della Corte e ad una pericolosa discrezionalità.
Abbiamo già visto questo film su altri canali, almeno due volte solo quest'anno, con Santa Caterina d'Este, dove per motivi chiaramente politici non è stato permesso alla popolazione di un Comune di partecipare alla fusione; e con la brutta vicenda di Arsiero e Laghi, dove un mercimonio di territorio è stato preferito a un naturale percorso di fusione.
Vedete come si continua ad agire su singole situazioni, secondo logiche tutt'altro che orientate a quegli obiettivi solenni e condivisi sanciti nel Piano di riordino territoriale?
La domanda, dunque, è la seguente: che ne è di quello spirito orientato a ridurre la frammentazione e all'idea chiara di un Veneto più coerente e organizzato rispetto ai bisogni nuovi che si affacciano? Anche in questo contesto si sceglie di non programmare e non affrontare i cambiamenti in atto con un approccio di sistema. Lo dico pensando anche alle parole che abbiamo ascoltato durante le audizioni. Penso al Sindaco di Noventa, che ha chiarito, a mio avviso in modo molto discutibile e superficiale, come ai suoi cittadini non interessi nulla di questa aggregazione. Cito testualmente: "Ai cittadini di Vigonza e di Noventa non interessa niente. Non cambia niente. Non sono minimamente interessati". E noi, agendo senza un metodo e la necessaria analisi, rischiamo di metterci in scia a valutazioni di questo tenore o, quantomeno, a far credere sia così.
Altro motivo di preoccupazione sono i tempi. Anche qui la sensazione è che, pur di arrivare in fretta, una fretta che pare quasi preelettorale, ad una chiusura della vicenda, non ci si prenda il tempo necessario ad agire con coerenza. Prima si dovrebbe modificare e aggiornare la norma e poi decidere sul caso specifico. Qui abbiamo rovesciato i piani. Interveniamo ogni volta sulla singola situazione che si presenta, sempre con quest'ansia da emergenza improcrastinabile, senza mai mettere in calendario una seria discussione sulla legge.
È chiaro, dal susseguirsi di volte in cui sono stati presentati ricorsi in situazioni diverse ma simili e dalle interpretazioni con sfumature alterne della Corte, che l'aggiornamento della normativa diviene ormai imprescindibile. In questo senso abbiamo tentato in Commissione di proporlo come questione pregiudiziale e abbiamo provato anche a fare richiesta di chiarimenti e indicazioni al Ministero competente, riconoscendo i limiti dei quali oggi discutiamo.
Rimangono, infatti, dubbi e questioni aperte, che con questo provvedimento non soltanto non contribuiamo a dissipare, anzi, proprio perché non affrontate, rischiano di lasciare strascichi importanti.
Crediamo sia il tempo di superare la logica caso per caso e ridefinire davvero, prendendosene la responsabilità, la cornice entro cui programmare, per non esporre principalmente a rischi e fragilità proprio quei provvedimenti ai quali si ritiene di dare sostegno.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Apro la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni. Prego, collega.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Accodandomi alle perplessità manifestate dalla collega Luisetto in merito al modo di procedere, i miei dubbi sono – lo premetto – non tanto di merito quanto di metodo, e cito una locuzione presente nella legge poc'anzi richiamata dal relatore Sandonà: "sentite le popolazioni interessate". Possiamo parlare di popolazioni di San Vito? Non sono un giurista, però questo plurale "le popolazioni interessate" mi fa pensare che circoscrivere soltanto a San Vito non sia così in linea con lo spirito della legge. Ripeto, non sto facendo un discorso di analisi giuridica, ma di intenzione della legge. Mi colpisce questo plurale: non è "sentita la popolazione interessata" ma è "sentite le popolazioni interessate". Io voglio focalizzare l'attenzione dell'Aula su questo aspetto. Quante popolazioni ci sono a San Vito?
La mia sensazione è veramente quella già espressa dalla correlatrice, vale a dire che si sia proceduto più in difesa. Non so, forse per ragioni di fretta. Io non so se sia stata la fretta che vi abbia spinto, ma sicuramente si è cercato di venirne fuori in qualche modo tentando di minimizzare il rischio di contenzioso e di impugnazione della procedura. Io non credo che questo sia fare il bene.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Voglio richiamare l'Aula su questa cosa. Oggi si sta procedendo sulla base di una inoppugnabile situazione geografica, cioè la frazione – la conosco bene – è veramente isolata. Però, se noi ci astraiamo dalle ragioni per cui questa popolazione sta facendo questa richiesta, io posso pensare che domani una frazione di un qualsiasi Comune che preferisca stare, per motivi di appartenenza politica o per qualsiasi motivo, con un Comune limitrofo possa andarsene e aggregarsi ad una comunità a lei più affine dal punto di vista sociale, dal punto di vista politico, senza chiedere niente a nessuno. Questa è una cosa su cui io veramente mi chiedo: è questo lo spirito? Del resto, oggi c'è una ragione geografica, e va bene, va benissimo, ma domani, se questo procedimento fa prassi e norma, io credo che ciascuno vada ad accasarsi dove si sente più in sintonia. E non credo che questo sia accettabile. Per cui, veramente vi invito a fare una riflessione se questo modo di procedere sia il migliore possibile, nel rispetto ovviamente di quello che le popolazioni, come dice la norma, desiderano. Io temo che non ci si sia mossi con la dovuta attenzione, cautela e riflessione.
Ci sono, tra l'altro, alcuni aspetti da chiarire. Penso ad alcuni immobili che restano di là, ma sono del Comune di qua. Anche su quell'aspetto io sono rimasto abbastanza sorpreso: la scuola, che è stata anche citata, resta di proprietà. Questi accordi sono, secondo me, abbastanza fragili.
Il professor Bertolissi insegna, e certamente non mi metto a disquisire sul piano giuridico con il professor Bertolissi, ma sul piano dell'interpretazione e dello spirito sì. E i miei dubbi restano. Per cui, mi fa piacere condividere i miei dubbi con tutta l'Aula e capire se legiferare sulla base della minimizzazione del rischio di impugnazione sia un principio condivisibile per una Istituzione, come questo Consiglio, che ha sempre avuto un'ambizione di procedere con principi alti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Venturini. Prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare di Forza Italia esprimiamo parere favorevole al passaggio della frazione di San Vito dal Comune di Vigonza al Comune di Noventa Padovana e, nella fattispecie, consideriamo meritevole di prosecuzione l'iter che porta, appunto, al trasferimento di questa porzione di territorio dal Comune di Vigonza al Comune di Noventa, oltre al passaggio, invece, dal Comune di Noventa al Comune di Vigonza delle aree intercluse che si trovano a nord del fiume Brenta. Inoltre, riteniamo fondamentale che l'indizione del referendum e il suo espletamento avvengano con riferimento alla popolazione che insiste sulla frazione di San Vito.
Vado a spiegare brevemente le ragioni per cui prendiamo questa posizione. Per quanto riguarda la necessità di poter favorire questo passaggio dal Comune di Vigonza al Comune di Noventa Padovana della frazione di San Vito, questo nasce anche dalla conoscenza di quel territorio. Chi frequenta, chi conosce quella realtà sa bene che la frazione di San Vito si trova perlopiù confinante con il Comune di Noventa Padovana e per un breve tratto anche con il Comune di Padova, e questo a seguito di una rettifica avvenuta di un'ansa del fiume Brenta che ha portato ad un cambiamento dei confini. Questo ha comportato come conseguenza che i residenti della frazione di San Vito hanno cominciato e continuano a frequentare le attività e i servizi del Comune di Noventa Padovana. Ecco che, a seguito di questa frequentazione, nascono delle relazioni. Quindi, la Regione del Veneto non fa altro che ascoltare un'istanza che proviene da quel territorio e riconoscere delle relazioni che sono presenti, perché la prossimità favorisce la frequentazione e la frequentazione, a sua volta, favorisce l'instaurazione di relazioni economiche e sociali.
Per quanto riguarda l'indizione del referendum, noi riteniamo fondamentale sentire la popolazione che abita nella realtà di San Vito, popolazione che chiaramente ha un interesse qualificato e sostanziale rispetto al resto della popolazione dei Comuni di Noventa e di Vigonza, i quali sicuramente hanno un interesse, che io qualificherei come un interesse formale all'integrità territoriale. Però, a questo punto verrebbe a prevalere, a nostro avviso, un interesse da un punto di vista di forza, che è quello sostanziale della comunità di San Vito, per la quale l'espressione della propria volontà è un modo per capire come la Regione può procedere per ascoltare l'istanza.
A differenza della posizione espressa dalla sinistra, che abbiamo sentito poco fa, noi siamo per la concretezza. Il collega Lorenzoni parlava di estraneità rispetto alle ragioni. Ma come facciamo a estraniarci dalle ragioni? Un legislatore regionale ascolta le ragioni di un territorio e prende posizione, non in maniera astratta ma in maniera contingente. Infatti – mi riferisco anche a quanto diceva la collega Luisetto – non è che la Regione applica una logica discrezionale, applica una logica che tiene conto delle richieste e delle istanze che provengono da un territorio e, di conseguenza, applica le leggi. Non si fa altro che non essere sordi, ma ascoltare le necessità che provengono dal nostro territorio, per dare voce ai cittadini e alle loro necessità di avere delle relazioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giacomin. Prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo, anche se da vicentino sono poco interessato alla questione, perché la questione Enti locali mi appassiona. Ebbene, alla luce di quanto espresso dai due colleghi della minoranza, ritengo che ci sia un elemento ulteriore: la questione leggi sugli Enti locali e sulle fusioni è una cosa che questo Consiglio dovrebbe affrontare.
Venendo al merito io, invece, sono perfettamente d'accordo con la proposta della Giunta, perché essendo in Prima Commissione ho ascoltato quanto è stato rappresentato dai singoli attori. Il collega Lorenzoni diceva: guardiamo che un'eccezione non diventi una regola. Perfetto. In questo caso l'eccezione c'è tutta, di conseguenza il legislatore, secondo me, deve utilizzare gli strumenti a sua disposizione per sanare una situazione che, come abbiamo appreso dalle audizioni, ormai si porta dietro da qualche centinaio di anni. Devo confessare che da vicentino non sapevo che un lavoro fatto dal Regio Impero Austro-Ungarico ha cambiato il corso del Brenta, di conseguenza un pezzo del Comune di Vigonza è stato resecato ed è diventato limitrofo a Noventa, e lì si sono sviluppati dei rapporti. Questo è successo. Sappiamo anche, dal racconto che è stato fatto in Commissione, che alcuni tentativi per sanare questa situazione erano già stati effettuati, sempre naufragati perché le Amministrazioni non sono arrivate alla meta. Pertanto, le proposte di portare al referendum tutta la popolazione, con il forte rischio di non raggiungere neanche i minimi necessari perché il referendum abbia validità, avrebbero il sapore di coloro che a metà partita buttano il pallone in tribuna per lasciare immutato il risultato.
Qui ci sono cittadini che hanno manifestato una loro esigenza; quindi, io vedo due princìpi in questa decisione. Vedo innanzitutto il principio, che io rispetto, della capacità di una popolazione di esprimere una propria volontà. Troppe volte, anche in tempi recenti, assistiamo a realtà sovra-strutturate, a grandi burocrazie che non tengono conto delle esigenze effettive della cittadinanza. In questo caso si tratta di una piccola comunità, che però ha espresso in maniera palese quella che è la sua esigenza, suffragata da un elemento geografico e da un elemento storico. Vedo, poi, un secondo principio. Due Amministrazioni – di conseguenza, prevale anche il concetto di democrazia delegata – hanno portato avanti questa istanza e hanno fatto quel difficile lavoro di mettersi d'accordo per portarla a compimento. Di conseguenza, votando "sì" alla proposta della Giunta noi votiamo "sì" a due princìpi, al principio di autodeterminazione di questa popolazione e al principio di rispetto della delega democratica, secondo cui quando noi cittadini andiamo a votare eleggiamo i nostri rappresentanti, che hanno la competenza e la possibilità di approfondire alcuni temi per nostro conto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Masolo. Prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Saluto i colleghi e le colleghe.
Anch'io faccio un breve intervento su un tema che è molto interessante da un punto di vista amministrativo e anche da un punto di vista di gestione regionale. Faccio solo alcuni semplici passaggi.
Ho seguito il dibattito in Commissione e gli aspetti sono interessanti, ma nello stesso tempo è sempre un po' un rincorrere qualcosa di originale. Invece, sarebbe molto importante arrivare a un punto di chiusura. Non dico che un tema del genere non abbia bisogno di dibattito, anzi, perché comunque è una particolarità, è una peculiarità di tipo amministrativo, di amministrazione locale, ma che ci possa essere una sorta di vademecum, di regolamento, di orientamento anche da un punto di vista regionale che possa facilitare, e di molto, questi passaggi, che sono molto importanti.
Ribadisco, inoltre, l'importanza di prendersi il tempo necessario, aspetto già ribadito dalla collega. Come ho già avuto modo di sottolineare in Commissione, quando si fanno questi passaggi si arriva a indire un referendum e a prendere decisioni che sono definitive – di questo si parla, ritornare indietro è molto difficile, anzi sarebbe veramente assurdo – per cui sarebbe indubbiamente necessario prendersi più tempo, ragionarci di più, capire, magari fare degli interventi, anche come Regione che possano semplificare e agevolare questi passaggi. È un peccato che si arrivi sempre al punto di trovare soluzioni su misura su questo tema.
La soluzione non è affatto semplice, l'abbiamo già detto. Ma mi chiedo: è più importante dare parola, voce ad una minoranza che vuole una sua autodeterminazione o dare la possibilità a un territorio, a una popolazione più vasta che riguarda due Comuni, o addirittura ancora più Comuni intorno? Anche questo è un quesito sicuramente da capire, primo perché c'è il punto di raggiungere il quorum. D'altronde, più ampia è la popolazione e meno interessata è la popolazione e più facile è incorrere nel pericolo di non raggiungere il quorum. Secondo perché bisogna capire quanta voce in capitolo hanno le popolazioni che sono intorno, le comunità che sono intorno, ma che non hanno un diretto interesse.
Personalmente ho apprezzato il lavoro del Legislativo, che è arrivato a proporre questa soluzione, che secondo me dà più dignità a questa minoranza ed è di buonsenso. È vero, ci sono delle particolarità, c'è una scuola, c'è un ambulatorio, c'è un cimitero dell'altro Comune, anche se i residenti sono quelli meno interessati alla cosa, quindi anche questo dovrebbe farci riflettere, per capire quali sono i problemi reali.
Arrivo alla conclusione. Ripeto, ci sono temi su cui noi dovremmo riflettere. Abbiamo avuto anche degli esempi che possono aiutarci a trovare un orientamento. Come Regione dobbiamo agevolare i processi, semplificare i processi, fare in modo di ottimizzarli affinché gli Enti locali, prima di tutto, non escano dalla nostra Regione. Anche questo in Commissione l'abbiamo visto e abbiamo fatto l'esempio di Sappada, che secondo me è stato un trauma per la nostra Regione, perché Sappada ce la siamo fatta scappar via. Una minoranza culturale e linguistica che, di fatto, storicamente era più del Veneto del Cadore ha deciso, invece, di partecipare e diventare della Carnia. Questa è stata una sconfitta. Nello stesso tempo la Regione dovrebbe facilitare e forzare fortemente, anche con forti incentivi, la fusione di Comuni. A tal riguardo è stato fatto l'esempio di Arsiero e Laghi. Guardo il mio collega che è direttamente interessato e dico che anche su questo la Regione dovrebbe forzare.
La posizione del mio Gruppo sicuramente è di astensione, tenendo conto che, però, il buonsenso, dal mio punto di vista, vede l'autodeterminazione dei residenti di San Vito che possano sentirsi accettati a casa nel Comune di Noventa Padovana.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Sospendiamo i lavori. La ripresa è prevista alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.59
La Seduta riprende alle ore 14.50

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Aveva chiesto di intervenire in discussione generale la capogruppo Ostanel. Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Stiamo discutendo di un tema, io credo, molto importante, su cui le considerazioni che sono state fatte trovano in generale ampia condivisione. Qual è, però, il punto fondamentale che io vorrei porre all'attenzione dell'Aula oggi? È che noi stiamo discutendo di un tema difficile, che porta delle comunità a non essere d'accordo su una cosa sacrosanta che chiedono da tantissimi anni i cittadini di San Vito, cioè quella di passare sotto un Comune a cui si ritengono di essere appartenenti. Credo che questa richiesta non solo sia legittima, ma sia anche storicamente determinata. Non è solo una richiesta da parte di alcuni cittadini, che si sono svegliati una mattina e hanno deciso di intraprendere una strada amministrativa diversa dalla propria, ma sono un gruppo di persone che, anche per la storia di quel territorio, basta leggere le carte che ci hanno fornito durante le audizioni della Commissione Prima, raccontano una peculiarità, una particolarità di questo territorio.
Se leggiamo la scheda SIN che oggi ci è stata proposta dal Legislativo, leggiamo chiaramente il motivo per cui oggi stiamo votando una richiesta della possibilità di alcuni cittadini di votare in maniera ristretta, se possiamo definirla così, perché viene sancito un interesse che viene nominato come interesse prevalente. Se non sbaglio, "prevalente" è la parola che viene utilizzata proprio dal gergo giuridico amministrativo.
C'è una richiesta storicamente determinata. La giurisprudenza è stata ricostruita dal nostro ufficio Legislativo, che sinceramente ringrazio per il lavoro fatto, perché credo che abbia chiarito una materia complicatissima, su cui ancora ci sono delle difficoltà perché ci sono delle interpretazioni.
Arrivo al punto, Assessore, visto che prima le ho anticipato che ho proposto un ordine del giorno. Ci troviamo qui perché non abbiamo ancora avuto il coraggio di riformare una legge, quella del 1992, che in realtà è stata riformata, come abbiamo fatto, ad esempio, per le fusioni dei Comuni, ci siamo interrogati, si è interrogata la Giunta su quale fosse il quorum adeguato per garantire la legittima partecipazione e anche la partecipazione democratica delle comunità, che vorrei chiamare con un diritto minore, nel senso che sono meno, quindi legittimamente temono che all'interno di una consultazione referendaria possa esserci sempre un esito negativo, perché dall'altra parte abbiamo una popolazione che alza il quorum?
Lei mi risponderà o qualcuno mi risponderà o mi ha già risposto "però noi non possiamo legiferare, perché dobbiamo tener conto delle difficoltà per raggiungere un quorum". Comprendendo questa posizione, mi faccio però un'altra domanda: perché siamo a questo punto? Secondo me, siamo a questo punto perché la Giunta non ha voluto prendere in carico la riforma di una legge, l'ha fatta (tra l'altro ci siamo astenuti, quindi non a caso) in maniera troppo veloce, o, meglio, senza ragionare bene sulle fusioni dei Comuni. Però, qui ci troviamo senza la possibilità di avere un quorum che permetta ai cittadini di San Vito di esprimere legittimamente la loro necessità di trasferirsi amministrativamente presso un altro Comune.
Sappiamo benissimo che se oggi questa proposta non passa, è molto complicato che alle persone che l'hanno richiesta venga riconosciuto il proprio diritto. Quindi, ci troviamo di fronte a una difficoltà enorme. Questi temi mi interessano molto perché, al di là del fatto che stiamo parlando di temi burocratico-amministrativi, ci sono 1.300 persone che da tempo chiedono di avere dei servizi presso un altro Comune, e io credo che quella richiesta sia legittima.
Provo, quindi, a fare un ragionamento. Oggi sono disposta a votare favorevolmente se mi viene detto dalla Giunta, in maniera chiara, che c'è la necessità di prendere in considerazione la riforma in maniera veloce, perché sappiamo che altri casi così stanno arrivando, di una norma che non permette oggi legittimamente a delle comunità di avere riconosciuto il loro diritto.
Se dovessi partecipare alla riforma di questa legge, mi farei delle domande. Come faccio a garantire il legittimo diritto di 1.300 abitanti di poter raggiungere una scelta, democraticamente eseguita attraverso un referendum, ma che almeno si raggiunga un quorum? Lo faccio facendo votare solo loro? Ad oggi è l'unico modo.
Se, però, dovessi partecipare a una riforma, direi: non possiamo trovare il modo di far votare tutti e tre i Comuni, ma di ponderare il voto, quindi la loro partecipazione rispetto agli abitanti? Oppure, non possiamo prevedere delle forme innovative di voto che prevedano, magari, la votazione a referendum da parte del Comune più piccolo, che quindi è in minoranza, ma avere dei pareri differenti dai Consigli comunali rispetto agli altri cittadini, trovare forme di consultazione innovativa?
Questo è il ragionamento che credo avremmo dovuto fare. Da qualsiasi parte la si guardi, è come se tutti avessero ragione. Quando, da qualsiasi parte la si guardi, tutti hanno ragione vuol dire che c'è un problema più alto, vuol dire che è legittima la preoccupazione del Comune di Vigonza che dice "perderò degli abitanti; quindi, ho bisogno in qualche modo di comprendere meglio". È legittimo chi nel Comune di Noventa ha delle preoccupazioni e dice "come farò a gestire". È legittimissimo, motivo per cui la scheda SIN la condivido, il diritto degli abitanti di San Vito di dire "io ho bisogno di avere un diritto riconosciuto e non posso averlo per la norma della Regione del Veneto".
Quando tutti hanno ragione guardandolo da punti di vista differenti vuol dire che c'è un problema superiore. Il problema superiore, Assessore, è la norma regionale del 1992, che non avete voluto riformare. Abbiamo modo di riformarla, di coinvolgere le parti in causa (penso alle associazioni dei Comuni, all'ANCI e a tutti i soggetti competenti), di immaginare un vero lavoro di revisione normativa che permetta alle comunità minori di avere il diritto ad avere riconosciuta la loro legittima necessità, di contemperare i bisogni dei Comuni contermini? Abbiamo voglia di fare questo percorso e di farlo anche celermente, quindi entro la legislatura, oppure no?
Altrimenti, una Consigliera come me, che cerca di immaginare quale sia la votazione oggi più conforme, nel momento in cui siamo, non ha risposte. Oggi l'unico modo per vedere garantito il diritto dei cittadini di San Vito è quello di votare a favore. Io non sono convintissima, proprio perché tutte le cose che le ho detto mi portano a ragionare su un livello normativo più alto. È come se stessimo prendendo una decisione importante, perché crea, ovviamente, dei precedenti, rispetto a un quadro normativo regionale che traballa e su cui la scheda SIN ha fatto, quindi l'ufficio legislativo, un lavoro molto interessante, che ho letto con interesse, perché ha ripercorso anche delle sentenze della Corte costituzionale che effettivamente hanno detto: guardate che, però, quando il diritto legittimo di una comunità minore è messo in discussione, si può valutare il diritto prevalente a partecipare, l'interesse prevalente a partecipare.
Io questa cosa la trovo importante in una sentenza di una Corte e mi interrogo su cosa oggi sia giusto fare, anche perché sappiamo bene che oggi stiamo votando un elemento amministrativo per procedere. Sappiamo anche che poi ci sarà il referendum eventualmente e sappiamo anche che saremo richiamati a votare qui. Quindi, c'è un processo.
Penso che il tema sia complesso, che i cittadini di San Vito abbiano espresso un desiderio legittimo, che i Comuni, che hanno difficoltà a comprendere oppure comprendono in parte questo desiderio, hanno anche loro una preoccupazione legittima.
L'unico vulnus vero che vedo è la legge regionale, che voi non avete ancora voluto riformare, su cui tra l'altro abbiamo dibattuto più volte e su cui io le chiedo oggi di prendere un impegno chiaro. Vogliamo riformare quella legge? Perché allora oggi potremmo dire che anche un voto favorevole è un voto che riguarda un caso specifico che oggi ci troviamo a dover governare e su cui dobbiamo dare un via libera, ma su cui, poi, se ne dovessero arrivare altri, noi abbiamo un quadro normativo di riferimento differente.
Con questo qui noi non andiamo da nessuna parte. Ci troveremo sempre a dover dibattere tra chi ha un interesse prevalente, i cittadini che vogliono cambiare e che sono in minoranza, i Comuni che li accolgono, quelli che perdono servizi o quelli che prendono servizi. Sarà sempre così. Avremo sempre tre parti in causa e la politica si barcamenerà per trovare un posizionamento.
Forse anche un posizionamento che non è esattamente espressione di quella politica, ma che cerca in qualche modo di interrogarsi, dice che se oggi abbiamo solo questo, possiamo anche procedere e andare avanti, ma ci deve essere un impegno chiaro della Giunta. Sia chiaro, siccome di impegni qui dentro io ne ho chiesti tanti, ma poi ne ho visti pochi, è di nuovo un atto di fiducia. Alcuni sì, ma pochi. È di nuovo un atto di fiducia.
Davvero chiedo di capire quali sono le intenzioni della Giunta rispetto a un tema che le audizioni hanno centrato in pieno, perché lei le ha ascoltate, Assessore. Sia chi in Consiglio comunale, a Vigonza o a Noventa, ha votato a favore, sia chi si è astenuto ha legittimamente riconosciuto la necessità di questa procedura, ma si interroga, in maniera, tra l'altro, super ponderata, sul diritto di voto, chi ce l'ha e chi non ce l'ha.
Se oggi abbiamo questa difficoltà è perché dobbiamo riformare una norma. Se avessimo una norma con un voto che prevede una votazione diversa, oggi non ci troveremmo a fare tutti questi ragionamenti. Forse avremmo dato il via libera. Forse non ci sarebbe stata nemmeno la necessità di attivare un comitato, che legittimamente chiede una questione.
Sono cose importanti, perché i nostri territori, quando chiedono di essere ascoltati, hanno legittimità di essere ascoltati, ma è anche vero che serve un quadro normativo per cui noi i territori non è che li dividiamo e li mettiamo l'uno contro l'altro, perché questo è quello che sta accadendo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Soranzo. Consigliere, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti, di nuovo.

PRESIDENTE

Mi scusi un secondo, Consigliere.
Mi sono dimenticata: do 10 minuti per eventuali subemendamenti, perché è stato depositato l'emendamento n. B0001 della correlatrice Luisetto.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Li avevo già dati io.

PRESIDENTE

Perfetto.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Riparto. Nessun problema.
Buon pomeriggio a tutti i colleghi, nuovamente.
Vorrei iniziare ringraziando la Commissione, il Presidente, tutto l'ufficio legislativo per il lavoro. In primis vorrei ringraziare, perché credo lo si debba, tutti coloro che hanno portato il loro contributo prezioso nelle audizioni, ma anche nel confronto avvenuto nei territori, più o meno. C'è chi ritiene sia stato approfondito, chi lo ha ritenuto un lavoro superficiale e chi anche meccanico. Qualsiasi esso sia stato, nei territori è avvenuto. Con più o meno attenzione, ma è avvenuto.
Ringrazio i Sindaci e i Consigli comunali delle due comunità di Vigonza e di Noventa Padovana. Lo faccio perché credo che sia alla base di un ragionamento che deve essere chiaro.
Partendo dall'ultimo intervento della collega Ostanel, che ringrazio anche per la pacatezza con cui è stato fatto, quest'oggi questo Consiglio regionale, l'ho detto anche in Commissione, ha un dovere, mentre il passaggio, ammesso che vi sia, per poi tornare in quest'Aula sarà dopo il referendum.
Quest'oggi noi siamo chiamati a esprimerci sul giudizio di meritevolezza e sull'individuazione delle popolazioni interessate al referendum. Questo ha portato alla nostra attenzione un aspetto non di poco conto, che è il pilastro della sentenza della Corte costituzionale, che in Commissione inizialmente non era emerso. Per cui, sicuramente la Corte costituzionale ha dato un'indicazione precisa sull'interesse prevalente in una comunità.
Non lo lascio per ultimo, ma faccio per primo un ringraziamento alla Giunta e all'Assessore. Questo è un provvedimento che, secondo me, secondo noi, risponde a una precisa richiesta del territorio, si potrebbe dire dei cittadini e della comunità di San Vito, ma non è vero, perché è molto più ampia, perché i cittadini della frazione di San Vito da diverso tempo, da molti anni, come evidenziato nell'istruttoria, ma anche ricordato in quest'Aula dagli interventi precedenti, si sentono per relazioni di comunità, per servizi, per storia, per affinità territoriale geografica più vicini o appartenenti alla comunità di Noventa Padovana rispetto alla città di Vigonza.
Io onestamente non so, collega Ostanel, perché la Regione Veneto, dal 1992 ad oggi, non abbia aggiornato una normativa, io non so rispondere a questo quesito. Quello che so è che questo Consiglio regionale oggi, per lo stesso motivo per cui è stato eletto democraticamente in rappresentanza di tutto il Veneto, di tutte le sue parti, è chiamato a svolgere la propria funzione e ad assumersi la propria responsabilità nei provvedimenti che è chiamato a discutere, approfondire, approvare, in questo caso in questo provvedimento.
Non è che un Consiglio regionale possa, a mio avviso, pensare di dire "visto e considerato che non c'è stato un aggiornamento della normativa, si butta la palla in tribuna e non si danno le risposte a quei veneti che stanno attendendo una risposta da almeno ventisei anni", perché il primo sondaggio, il primo atto del Comune, della municipalità, è del 1998, ma se ne discute addirittura da dieci anni prima, quindi sono trentasei anni che ci sono dei cittadini che stanno attendendo una risposta a una domanda, per un'appartenenza che sentono forte da tantissimo tempo.
Alla luce di questo, dagli anni Ottanta ad oggi, questo Consiglio regionale oggi ha il dovere di dare una risposta, ha il dovere di esercitare la funzione e la responsabilità che gli sono state attribuite dai veneti ad ogni provvedimento, compreso questo. Sicuramente, se ci sarà da aggiornare la normativa, colleghi, credo che non ci sia bisogno di un impegno, ma che sia nostro dovere, Assessore, come tutti i provvedimenti che necessitano di un aggiornamento, essere posto in lavorazione.
È un provvedimento che, però, conferma, e di questo ringrazio, che questa Regione Veneto, questa Amministrazione, questo Consiglio regionale oggi ha e deve avere il coraggio di dare una risposta a questa comunità. E desidera farlo ascoltando il territorio, fornendo risposte concrete, quindi consegnare un via libera a questi cittadini interessati, riconoscendo loro il diritto di esprimersi su un cambiamento, su un importante cambiamento tanto atteso, e non su quello che avverrà poi con il referendum e dopo il referendum, dando la possibilità di potersi esprimere democraticamente su un quesito.
Nella fattispecie, credo che il Consiglio regionale debba, come vi ho già detto, assumersi questa responsabilità. A questo Consiglio generale spetta decidere, a questo Consiglio regionale spetta esprimersi sul giudizio di meritevolezza e l'individuazione di una popolazione interessata al referendum consultivo. E lo fa non al buio, non privo di approfondimenti o privo di confronto, perché i ringraziamenti che ho sentito in quest'Aula tutt'oggi, da tutti coloro che hanno portato preziosi contributi, hanno fornito a noi Consiglieri regionali, a noi Gruppi, a noi tutti, insieme agli approfondimenti legislativi, e anche, se vogliamo, giurisprudenziali, gli elementi per poter decidere. Noi la pensiamo così.
Quindi, questi approfondimenti e audizioni preziose sono sicuramente patrimonio di una riflessione che arriva in quest'Aula, seppur nella velocità che dovrebbero avere, speriamo, tutti i provvedimenti per dare una risposta concreta alle richieste del territorio.
Ripeto: non lo fa al buio, ma lo fa addirittura, a mio avviso, con approfondimenti anche legislativi di grande valore. È per questo che ho ringraziato l'Ufficio legislativo per il grande lavoro fatto.
Con questo approfondimento, volendo riconoscere il diritto a questi cittadini e ribadire che questa è una Regione che ascolta e dà risposte concrete, come vogliamo fare e vorremmo continuare a fare fino in fondo, nell'esercizio della nostra funzione e del nostro ruolo, confermiamo il voto favorevole di quei Consigli comunali che hanno deliberato, sì, è vero, non all'unanimità, ma hanno deliberato favorevolmente ambedue i Consigli comunali.
Non c'è stato assolutamente un voto diverso, ma un voto favorevole. Anzi, hanno lavorato fianco a fianco due comunità molto importanti di un tessuto come quello padovano.
Nel voler ribadire quell'indicazione venuta dal territorio, esprimendo la richiesta di voler dare a questi cittadini la possibilità di decidere del proprio futuro, attraverso una consultazione democratica, credo che la Regione Veneto oggi non solo confermi il suo impegno e il suo lavoro, ma confermi anche la volontà di una gestione più razionale e vicina alle reali necessità del territorio, valorizzando sempre il dialogo tra le comunità locali.
Per questo, il nostro voto, e penso di anticiparlo anche a nome del Presidente del nostro Gruppo di Fratelli d'Italia, sarà assolutamente favorevole.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
L'assessore Calzavara ha chiesto di intervenire.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Ritenevo, al termine di questa interessante discussione che c'è stata attorno a questo provvedimento, di esprimere alcune considerazioni, che tra l'altro sono state in gran parte anticipate dal consigliere Giacomin e adesso dal consigliere Soranzo. Credo siano state l'elemento che ci hanno ispirato e convinto a continuare a portare avanti questo provvedimento, che è quello dell'ascolto e del rispetto della popolazione e dei cittadini.
Questo processo parte da una volontà, da parte dei cittadini di San Vito, di fare un percorso richiesto da tantissimi anni, che oggi può trovare una sua concretizzazione attraverso l'approvazione di questo referendum, e poi vedremo come andrà.
Dall'altra, il rispetto delle Autonomie locali, di due Consigli comunali che in quel momento esprimono, sia pure a maggioranza, la volontà di quel territorio. Quindi, due territori si sono espressi in maniera chiara, e non ci sono contrasti dal punto di vista dei territori, se riteniamo che un Consiglio comunale sia l'espressione massima della volontà di un territorio.
È chiaro, se ci fosse stata l'unanimità, sarebbe stato più bello e più convinto per tutti. Ma trasformare i contrasti da due territori che, nella loro maggioranza, vogliono farlo a diatribe di carattere politico sono due piani diversi. Se caliamo questo discorso, qualunque esso sia, in un ragionamento di carattere politico e non più di volontà dei cittadini, e quindi di andare ad ascoltare realmente i cittadini cosa vogliono, si rischia di deviare rispetto a quello che credo dovrebbe essere invece l'interesse e il compito che abbiamo noi, come Consiglio regionale, ovvero dare la possibilità ai cittadini veneti, chiunque essi siano, di esprimere un loro pensiero.
Credo sia un unicum in Regione del Veneto questo territorio che nasce da una trasformazione di un percorso di un fiume, che in qualche modo sposta i confini di un Comune, ma che vede queste comunità da sempre legate al Comune di Noventa Padovana e non di Vigonza. Riteniamo sia un doveroso impegno della Regione normalizzare una situazione che, molto probabilmente, doveva essere normalizzata da tempo.
Oggi il percorso ci permette di portare a compimento questa volontà dei cittadini. Vedremo. Lo vedremo attraverso l'esito del referendum, però pensare di estendere il referendum alla più ampia platea di aventi diritto sapete bene, perché conoscete i numeri di qualsiasi referendum, in primis di quelli legati alle fusioni, ma oggi la disaffezione che c'è in genere per il voto, vorrebbe dire, in maniera indotta, non far approvare questo passaggio da San Vito a Noventa Padovana. È un modo per mascherare una volontà attraverso un percorso che porterà inevitabilmente al non raggiungimento del quorum.
Credo che sia molto più coerente, molto più chiaro, dare la possibilità a questi cittadini che hanno dimostrato, loro in primis, raccogliendo delle firme, questa volontà, conoscendo benissimo la realtà di scuole materne, di servizi, di realtà che ci sono nel territorio. Dopo tantissimi anni, ritengono sia giusto dare una piena attuazione alla loro volontà di appartenenza al Comune di Noventa Padovana, che sono convinto avrà la capacità di continuare a erogare quei servizi che fino a oggi, in gran parte, ha erogato, visto che San Vito in gran parte gravita su Noventa Padovana.
Se fotografiamo questa realtà unica nel nostro territorio, io credo che questo sia il percorso più corretto, un percorso che è corretto anche dal punto di vista dei tempi. L'abbiamo presentato il 28 agosto questo disegno di legge e l'abbiamo licenziato il 23 ottobre. Abbiamo atteso, nell'approvazione in Commissione, anche una settimana perché ci era stato chiesto un ulteriore approfondimento, che abbiamo fatto cercando di capire se in altre Regioni ci sono delle normative migliori delle nostre, perché non abbiamo l'idea di essere i migliori in tutto e in assoluto.
Se ci fossero state delle fonti di ispirazione dal punto di vista normativo in altre Regioni, molto probabilmente le avremmo accolte o avremmo cercato di comprendere anche come altre Regioni hanno affrontato questo tema, che è un tema per certi versi nuovo e che molto probabilmente deve trovare anche il tempo di una valutazione all'interno di una rivisitazione della legge. Se è del 1992, è chiaro che stiamo parlando di un altro mondo.
È altrettanto vero che non mi pare ci siano al momento, almeno per quanto riguarda questa legislatura, altri casi del genere che verranno portati all'attenzione del Consiglio regionale. Noi abbiamo il compito anche di pensare alla XII e alla XIII legislatura; quindi, cercare di affrontare la modifica di una legge che, secondo me, può trovare forme di equilibrio, magari, nello specifico, alzando il quorum per la validità del referendum. Dico una delle proposte che potrebbero esserci.
Nel momento in cui definisco in maniera più limitata, alzo il quorum, perché voglio capire realmente se i 560 cittadini di San Vito sono d'accordo o meno. Quindi, alzo il quorum. Non ho neanche letto l'ordine del giorno. Se iniziamo a vederla allo stesso modo, inizio a preoccuparmi. Credo che sarà un lavoro della Prima Commissione, dell'Assessorato agli enti locali proporre delle iniziative che poi siano oggetto di un confronto all'interno della Commissione e di tutti quelli che vorranno lavorare su questo tema, che ‒ ripeto ‒ non è emerso, ad esempio, in tutto il percorso della costruzione del Piano di riordino territoriale.
Abbiamo fatto in giro non so quanti incontri, 220 amministratori locali incontrati e coinvolti, cercando di far emergere quelli che erano i bisogni. Questo bisogno non è emerso. Anche per questo ci troviamo nella condizione di non averlo affrontato nel Piano di riordino territoriale.
Siccome credo sia una cosa, visti i tempi, doverosa da affrontare, non ho visto l'ordine del giorno, ma credo ci sia la piena volontà da parte della Giunta, da parte mia, per quel tempo che ci rimane, di affrontare il tema e di vedere quali sfaccettature può comportare e quali ricadute avere sul territorio.
Un test come questo, anche nel percorso che abbiamo individuato, quindi meritevolezza e individuazione della popolazione interessata, in un unico provvedimento credo possa essere un elemento di test di tenuta per poi, passato questo che ritengo un unicum, vista la particolarità di San Vito, essere lo strumento per iniziare un confronto sulla modifica della legge regionale.
Un ringraziamento va al Legislativo del Consiglio perché, se è vero che noi abbiamo proposto questa soluzione, devo dire che il Legislativo del Consiglio regionale l'ha affrontata in maniera, come è giusto che sia, bipartisan, cercando di guardare tutte le varie opportunità e le varie possibilità, la tenuta rispetto ad alcune osservazioni che erano emerse soprattutto in fase di audizione delle Amministrazioni, anzi di una seconda audizione che avevamo fatto, che ci era stata richiesta, dove c'erano quelli particolarmente ostili a questo tipo di percorso.
Tenuto conto di tutte le sensibilità e valutate anche le sentenze che si sono susseguite nel corso degli anni su tematiche come queste, il percorso che è stato individuato è quello che ci permetterà di arrivare il più velocemente possibile a un referendum o comunque a un ricorso, perché mi pare di capire che chi non è d'accordo presagisce già un ricorso, ma avremo immediatamente una risposta, in maniera che i cittadini di San Vito, i cittadini Noventa Padovana e i cittadini di Vigonza abbiano la possibilità di capire se questo territorio, che da sempre è legato alla comunità di Noventa Padovana, possa definitivamente tornare a essere parte di questo territorio e dare una risposta alle tante firme che hanno sostenuto questa iniziativa.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Sospenderei i lavori dell'Aula per dare la possibilità alla Commissione di riunirsi per l'emendamento che è stato depositato.
Riprendiamo i lavori alle ore 15.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.22
La Seduta riprende alle ore 15.30

PRESIDENTE

Colleghi, vi prego di prendere posto. Stiamo per iniziare nuovamente i lavori dell'Aula. Grazie.
Riprendiamo i lavori.
Emendamento n. B0001 presentato dalla consigliera Luisetto, premessa X, dispositivo X, modificativo, che prevede:
ALLE PREMESSE SONO APPORTATE LE SEGUENTI MODIFICHE
CON RIFERIMENTO alla individuazione della popolazione interessata e con riguardo sia a quanto prospettato dalla Giunta, sia a quanto acquisito nell'ulteriore percorso istruttoria in sede di lavori della Commissione consiliare:
EVIDENZIATO che gli ulteriori elementi fomiti e comunque acquisiti in fase di esame in Commissione non appaiono ‒ pur se anche di diverso, e comunque non univoco, tenore ‒ adeguati e sufficienti anche a fondare un'altra e diversa individuazione di popolazione interessata, o, quantomeno non in grado di mutare una valutazione di sostanziale coerenza al quadro normativo e giurisprudenziale della proposta di individuazione della popolazione interessata come formulata dalla Giunta regionale:
- non vuoi con riferimento alla popolazione residente nelle frazioni di Busa e Perarolo, per le quali ricorrerebbero solo elementi di analogia territoriale, quali l'essere le comunità, unitamente a San Vito, prospicienti il corso del Fiume Brenta ovvero l'utilizzo della scuola dell'infanzia da parte di poco più di una decina di famiglie ivi residenti, ed il segnalato accesso all'ambulatorio medico per i servizi di medicina di base ubicato nella stessa struttura da parte di residenti nelle frazioni di Busa e Perarolo: elementi peraltro che, nel caso specifico della legislazione regionale del Veneto non appaiono sufficienti ad integrare i criteri legali definiti dall'articolo 6, comma 1, come presupposti giuridici su cui fondare l'individuazione della popolazione interessata;
- ma vuoi con riferimento all'intera popolazione del Comune di Noventa Padovana, quale Comune di destinazione, in quanto comune aggregante che vedrebbe incrementata la propria popolazione in misura superiore al 10 per cento complessivo e aggregato un territorio nelle immediate adiacenze del centro storico pure nella variante della esclusione dei quartieri più distanti (quello di Oltrebrenta e quello oltre il ponte sul Piovego verso Camin), anche in considerazione di una giurisprudenza che tende ad escludere, se non sussistano adeguati clementi nel caso di specie, una accezione di popolazione interessata talmente lata ed estesa rispetto alla popolazione residente nel territorio oggetto di richiesta di aggregazione, tale da inibire, ab origine, qualsiasi possibilità di cambiamento dello status quo;
ATTESO CHE tale ultimo argomento risulta, in tutte le ipotesi prese in considerazione, tanto più rilevante nel caso della Regione del Veneto, ove si ricorda, vige il comma 5 dell'articolo 6 della legge regionale n. 25 del 1992 che, per rinvio, dispone la applicazione ai referendum consultivi per le modifiche delle circoscrizioni territoriali, quale condizione di valido svolgimento della consultazione referendaria e quindi, per il prosieguo del procedimento, la partecipazione al voto della maggioranza degli aventi diritto;
CONSEGUENTEMENTE AL DISPOSITIVO SONO APPORTATE LE SEGUENTI MODIFICHE
1.B) quale popolazione interessata al referendum, quella residente nella frazione di San Vito del comune di Vigenza, nonché l'intera popolazione del Comune di Noventa padovana e atteso che non risulta popolazione residente nelle aree del Comune di Noventa Padovana oggetto di proposta di aggregazione al Comune di Vigonza;
Consigliera Luisetto, se vuole illustrarlo, ne ha facoltà.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento porta l'attenzione, il focus sul punto di vista della situazione di Noventa, dei cittadini di Noventa, punto di vista che ci era stato ben rappresentato durante le audizioni, sostenuto da un parere legale, non tanto a mettere in discussione la possibilità o meno, il diritto o meno dei cittadini di San Vito di aggregarsi al Comune di Noventa, quanto la possibilità per i cittadini Noventa di esprimersi su questa aggregazione, in particolar modo in considerazione del fatto che è quasi il 12% di popolazione in più che entra all'interno del territorio, della gestione amministrativa, organizzativa del Comune di Noventa. Dunque, la necessità da parte dei cittadini noventani di poter dire la propria, avere un marcato interesse in questa aggregazione.
Quello che spiace, anche nella costruzione delle motivazioni, è il fatto che sia vista soltanto come un ostacolo la possibilità per i cittadini di Noventa di intervenire e di esprimersi con il referendum, un ostacolo perché aumenterebbe il quorum, rischiando di vanificare l'esito del referendum. È evidente che non possiamo garantire o meno un diritto a una popolazione se riconosciamo la presenza di un interesse preminente solo perché questo influisce nel quorum.
Torniamo al problema originario, cioè il fatto che continuiamo a decidere ad personam, caso per caso. Nonostante quello che diceva la collega Venturini stamattina, cioè che ‒ leggo testualmente ‒ nel prendere posizione in maniera contingente si manifesta concretezza, credo che la concretezza si manifesterebbe nel riconoscere i bisogni e i diritti dei cittadini, ma, nel farlo, dando una cornice generale che a ogni cambio di prospettiva, di norma, a ogni situazione non si facesse orientare in un luogo o in un altro, in un modo o in un altro, senza una chiarezza di fondo, che è quello che oggi stiamo fondamentalmente contestando.
Sottolineiamo, ed è per questo che abbiamo presentato questo emendamento, l'importanza che ci sia la possibilità di esprimersi, ed è a titolo esemplificativo, se vogliamo. Il diritto dei cittadini di Noventa di esprimersi in questa partita referendaria è dato non soltanto dalla quantità di popolazione che rientra, ma dagli effetti inevitabilmente amministrativi e di gestione che questa avrà nella quotidianità della comunità di Noventa.
Ci spiace che non venga accolto, come ci è stato preannunciato, perché ci dà la misura anche della sostanza del problema e di questo continuare ad personam, caso per caso, che non dà forza neanche ai provvedimenti che si vogliono in realtà sostenere.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Sandonà. Prego, collega.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Come ha preannunciato la correlatrice Luisetto, il parere sull'emendamento è negativo, per una serie di motivazioni.
Facciamo una brevissima premessa. Questo provvedimento, che riguarda la modifica delle circoscrizioni comunali dei Comuni di Vigonza e Noventa Padovana nella Provincia di Padova, rappresenta una novità anche in campo legislativo. Per questo si giustifica la conoscenza e un approfondimento anche in ordine tempistico in merito a tutta la materia trattata rispetto al PDL presentato dalla Giunta, sul quale anche il Consiglio o, comunque, la Commissione si è uniformata dopo questi approfondimenti.
Nel caso particolare, che riguarda l'eventualità di far votare anche il Comune di Noventa Padovana, è certo che c'è un interesse diretto e anche molto più marcatamente indiretto dei cittadini di quel Comune a votare. Si può chiedere la stessa cosa benché non ci sia un interesse, per esempio, di far votare le frazioni di Busa e di Perarolo nel Comune di Vigonza, che sono co-territoriali sempre rispetto alla frazione di San Vito, dove ci sono anche servizi in comune.
Abbiamo lungamente analizzato e approfondito la questione dei servizi in comune non solo con Noventa Padovana, ma anche quei servizi di tipo sanitario presenti nelle frazioni di Perarolo e di Busa.
Per esempio, si potrebbe anche pensare che ci sia un ulteriore interesse, ancora più indiretto, a far votare anche tutti i cittadini di Vigonza in questi termini. Per questo, alla fine, dopo aver lungamente approfondito la questione, si è deciso di uniformarsi al PDL proposto dalla Giunta regionale e di far votare solo i cittadini di San Vito, citando uno dei casi particolari richiamati dalla norma regionale e anche dalle recenti sentenze della Corte costituzionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Sandonà.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 7, contrari 36, astenuti nessuno.
Il Consiglio non approva.
ODG n. B0002

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "LA GIUNTA VALUTI DI PRESENTARE UNA PROPOSTA DI MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE N. 25 DEL 24 DICEMBRE 1992 "NORME IN MATERIA DI VARIAZIONI PROVINCIALI E COMUNALI"" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Variazioni delle circoscrizioni comunali dei Comuni di Vigonza e di Noventa Padovana della Provincia di Padova". GIUDIZIO DI MERITEVOLEZZA E INDIVIDUAZIONE DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE AL REFERENDUM CONSULTIVO". (Progetto di legge n. 284) APPROVATO (Deliberazione n. 94/2024)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"II Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 "Norme in materia di variazioni provinciali e comunali" è datata e meriterebbe una revisione che tenga conto di quanto intercorso in questi più di 30 anni, anche alla luce delle più recenti sentenze della Corte Costituzionale.
CONSIDERATO CHE:
- l'alto tasso di astensionismo nelle più recenti consultazioni elettorali e referendarie necessita una riflessione ponderata per permettere di capire quali soglie di partecipazione al voto possa effettivamente determinare variazioni di circoscrizioni dei comuni e delle province;
- con la Legge Regionale n. 23/2023 si è modificato il quorum necessario per procedere alla variazione delle circoscrizioni comunali per fusioni di comuni.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a valutare di proporre una riforma della Legge n. 25/1992, da formulare dopo l'ampio coinvolgimento dei soggetti potenzialmente interessati, al fine di rivederne gli elementi superati dall'evolvere del contesto normativo e sociale, anche ragionando di rivedere la percentuale degli aventi diritto che determina la validità o meno della consultazione referendaria".
Se lo vuole illustrare, ne ha facoltà. Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno, come anticipavo in discussione generale, ha l'obiettivo di impegnare la Giunta a valutare di proporre una riforma della legge n. 25/1992, da formulare dopo l'ampio coinvolgimento dei soggetti potenzialmente interessati, al fine di rivederne gli elementi superati dall'evolvere del contesto normativo e sociale, anche ragionando di rivedere la percentuale degli aventi diritto che determina la validità o meno della consultazione referendaria.
Il tema è quello che dicevo prima. Anche il discorso del collega Sandonà ci porta a ragionare sul fatto che non è facile dire chi ha un interesse prevalente e chi ha un interesse secondario. O meglio, è facile dirlo, ma è difficile, poi, trovare il peso ponderato quando ci ragioniamo rispetto al diritto di voto a un referendum.
Questo è un lavoro che bisognerà fare, spero avendo parere positivo che la Giunta lavorerà effettivamente per cercare una soluzione, ad esempio quella di contemperare un peso diverso a seconda del numero degli abitanti oppure far votare, come avrebbe potuto essere in questo caso se avessimo avuto una legge regionale diversa, tutti e tre i Comuni con pesi diversi rispetto al proprio voto e magari rivedere la pesatura generale all'esito del voto rispetto a una nuova percentuale.
Non è, ovviamente, una cosa che si fa in pochi minuti. Bisogna ragionare. Ragionare al fine di tenere davvero in considerazione il diritto di ogni persona, indipendentemente dal Comune in cui vive, di avere potere di voto e la possibilità di raggiungere un quorum referendario penso sia il massimo della democrazia possibile che tutti dobbiamo garantire.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo nessun'altra richiesta di intervento.
Metto in votazione l 'ODG n. B0002. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 44, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Nella dichiarazione di voto che farò per il Partito Democratico proverò brevemente a riassumere quelle che, a nostro giudizio, dopo la discussione di oggi, sono le questioni più rilevanti.
Il Consiglio regionale, più in generale la Regione ha una funzione fondamentale in questo passaggio, che si può sintetizzare in due linee principali. La prima è la valutazione della meritevolezza, che ci è stata sollevata. Da questo punto di vista, ci sono alcuni elementi certi su cui fare riferimento: certamente la petizione sottoscritta dai cittadini di San Vito e altrettanto certamente le deliberazioni dei Consigli comunali che hanno dato il via a questo iter. Vi è, però, anche un limite profondo, che riguarda l'indeterminatezza non soltanto della legge, su cui tornerò dopo, ma anche del Piano di riordino territoriale che la Giunta ha presentato a questo Consiglio regionale pochi mesi fa.
In quel documento abbiamo condiviso un impianto che prevede la necessaria riorganizzazione degli enti territoriali di questa Regione sulla base di una serie di criteri. Siamo andati a dire che siamo interessati a processi di fusione o di accorpamento dei Comuni e siamo, nei fatti, andati a dire che vogliamo, come Regione, esercitare quel diritto che la legge ci attribuisce, cioè di avere un ruolo guida nella pianificazione del proprio territorio. Questo è un elemento, un vulnus che sta al centro di questa discussione. Raccogliere le istanze dal basso non ci esenta dalla responsabilità di governare i processi di cambiamento in atto.
Poi ci sono, ovviamente, i requisiti formali, quelli collegati alla conformazione storica, geografica e anche sociale dei territori coinvolti.
Ritengo, dunque, che il giudizio di meritevolezza, sebbene debba essere accolto per le ragioni che ho sinteticamente espresso, paghi il prezzo di un'assenza di programmazione e di pianificazione generale che c'è sulla carta, ma che in quindici anni non ha mai veramente avuto una conseguenza concreta in atti legislativi. Altre Regioni lo hanno fatto, in un percorso lungo, molto complicato, perché prevede un'interlocuzione dialettica con i territori, ma nell'arco di un tempo lungo sono riuscite a ridisegnare una geografia dell'istituzione territoriale più coerente con gli obiettivi di programmazione generale e regionale.
L'altra cosa che siamo chiamati a fare, dentro questo giudizio di meritevolezza e, dunque, dentro la considerazione che quell'istanza va raccolta e interpretata, è chiederci come vogliamo raccogliere e interpretare quell'istanza. È ovvio che la discussione principale verte attorno alla definizione di "popolazione interessata", che, come sappiamo, dopo una serie di pronunciamenti della Corte, non è più genericamente o esclusivamente la popolazione che risiede nei Comuni interessati dalla modifica, ma può essere una definizione più attinente al contesto nel quale ci vediamo impegnati a discutere.
Ci sarebbe la necessità ‒ ha detto bene la capogruppo Ostanel ‒ non soltanto di inserire l'elenco delle sentenze della Corte nelle schede e nelle relazioni, ma di assumersi la responsabilità di trasformare quelle sentenze in leggi della Regione del Veneto. Ricordo che stiamo parlando di una materia in cui la Regione ha competenza legislativa, all'interno della cornice descritta dal contesto nazionale. La Corte costituzionale si esprime dando indicazioni, ma questo non esime la Regione dall'assumersi la responsabilità di tradurre, in base ai bisogni specifici, quelle previsioni.
È chiaro che, anche in questo senso, non averle tradotte in legge, non aver trasformato quelle sentenze in legge ci fa tornare al punto di cui sopra, cioè all'assenza di programmazione. Soltanto nel momento in cui decidiamo di elevare il caso singolo su cui si esprime la Corte a un metodo generale noi ci assumiamo la responsabilità di programmare.
La seconda questione rispetto alla quale dovremmo interrogarci è se esiste realmente una certezza su quale sia il punto di equilibrio più giusto e migliore di fronte a interessi oggettivamente contrapposti. Noi non siamo semplicemente chiamati a dare un'opinione discrezionale. Dobbiamo chiederci, di fronte a tutti gli interessi in campo, qual è l'equilibrio migliore che possiamo raggiungere. Quali sono gli interessi in campo? Certamente l'interesse dei cittadini che risiedono nella frazione di San Vito, che da anni chiedono di essere trasferiti da un Comune all'altro e che hanno tradotto concretamente questo loro interesse in una raccolta di firme. È un interesse fondamentale, che non possiamo non considerare.
C'è l'interesse di Noventa Padovana, il Comune che dovrebbe accogliere questa frazione, interesse anche questo rilevante, perché c'è un impatto significativo sulla popolazione in termini di aumento numerico. Tant'è che, non a caso, questo interesse si è concretizzato nella richiesta, da parte di alcuni rappresentanti di quel Comune, di potersi esprimere, quindi di essere coinvolti nell'espressione del voto referendario.
C'è anche l'interesse di Vigonza, il Comune nel quale la mozione non è passata all'unanimità, questo va sottolineato, con astensioni e voti contrari, che perde un pezzo del proprio territorio.
Del resto, che ci sia un interesse da comporre e che la soluzione di questa composizione non sia scontata, immediata, ovvia ce l'hanno confermato gli stessi Consigli comunali di Noventa e di Vigonza, che si sono reciprocamente accordati per definire dei ristori, cioè delle compensazioni per ciò che perde l'uno e per ciò che guadagna l'altro. Quindi, non stiamo ragionando su interessi neutri.
Ci sono compensazioni che, peraltro, anche se non è competenza di questo Consiglio, anche solo perché sia messo agli atti, hanno prodotto o produrranno effetti discutibili; addirittura, qualora il referendum fosse approvato così e vincessero i "sì", con la situazione surreale, che noi stiamo contribuendo a realizzare, che San Vito passa da Vigonza a Noventa, ma gli edifici pubblici che attualmente sono di Vigonza e stanno in quel pezzo di territorio continueranno a essere del Comune di Vigonza. È una soluzione discutibile, ma che certamente segnala la presenza di interessi da compenetrare.
Inoltre, l'equilibrio da ricercare e le diverse istanze in campo le ha testimoniate la giornata delle audizioni, dove tutti erano convinti e d'accordo sulla necessità di accogliere la richiesta di San Vito, ma ciascuno ci ha predisposto, presentato e ipotizzato un'estensione del concetto di "popolazione interessata" diversa dall'altra.
La vicenda è complessa. Credo non sia banale arrivare a una proposta seria. La cosa peggiore che possiamo fare o che potremmo fare, però, è arrivare con una proposta caratterizzata da un forte grado di discrezionalità, come quella con cui arriviamo oggi. Uno: a me non sembra una risposta dirmi che questa è la soluzione rispetto alla quale potremmo meglio difenderci di fronte a un eventuale ricorso, perché non è all'altezza dell'ambizione che abbiamo. Due: è una soluzione che rischia di costituire un precedente. Non so quante altre frazioni San Vito ci sono nel nostro territorio (vedi mancanza di programmazione). Tre: è una soluzione che, anziché sanare il conflitto, l'insoddisfazione, rischia di aprire altri conflitti.
La differenza, cara consigliera Venturini, è abissale tra dare soluzioni concrete e pretendere risposte prepotenti. La concretezza e la prepotenza non sono la stessa cosa.
Credo, e vado a concludere, che non ci sia alcun dubbio sulla necessità di raccogliere le istanze della frazione di San Vito e mettere quei cittadini e quelle comunità nella condizione di esprimere la loro volontà. Penso, però, che non possiamo accettare l'idea per cui il rispetto della volontà dei territori si traduca, in questo Consiglio regionale, come l'esplicita abdicazione alla funzione che la legge ci assegna, che passa dalla programmazione, dalla visione ampia, dalla lettura strategica e dal ridisegno dei nostri territori.
Il referendum, come forma di consultazione, rischia di essere la trappola paradossale attraverso la quale noi, dicendo che vogliamo ascoltare le istanze dei cittadini, escludiamo l'opinione di alcuni di loro dalla domanda più importante.
Per tutte queste ragioni, nel pieno rispetto della volontà dei cittadini di San Vito, esprimo il voto di astensione da parte del Gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Pan. Prego, collega.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Capisco le sofferenze del Partito Democratico in quel di Noventa Padovana, dopo tanti anni di loro governo. Questo problema esisteva anche prima. Presidente, lei lo sa benissimo. Dopo decenni di PD, e prima ancora, non si è mai trovata una soluzione a questa annosa vicenda che, grazie ai Sindaci della Lega e del centrodestra, si è trovata sia da una parte che dall'altra. Un plauso e un ringraziamento ai Sindaci e ai Consigli comunali di Noventa Padovana e di Vigonza per aver trovato un giusto accordo, una giusta soluzione a questo problema, prettamente geografico, dovuto all'isolamento di una parte di un Comune rispetto al fiume Brenta. Chi non è della zona vada a vedere su Google Maps come è sistemato questo pezzo di Vigonza: è proprio inserito come un cuneo dentro la città di Noventa. Tutti i cittadini portano i bambini all'asilo di Noventa, vanno a fare la spesa a Noventa, utilizzano i servizi di Noventa, eccetera.
Come al solito, cari colleghi, i cittadini sono sempre più avanti della politica. I cittadini hanno portato avanti questa petizione per risolvere questo problema (geografico, territoriale, comunale, eccetera). Penso, forse sarò l'unico qui dentro, che il referendum non sarebbe neanche da fare. Qui vedo tanti colleghi che sono stati Sindaci, Consiglieri comunali, eccetera. I colleghi Sindaci e i Consiglieri comunali sono stati eletti dai cittadini, sono stati eletti da centinaia di cittadini, da migliaia di cittadini di quel paese e dell'altro paese. Quindi, quando sono seduti, come noi, nel Consesso principale del loro paese, nel Consiglio comunale, se decidono a maggioranza di fare questa cosa noi non possiamo fare altro, come Consiglio regionale, che prenderne atto. Perché dovremmo andare contro un volere dei rappresentanti del popolo locale? Va bene, la legge lo prevede, per carità. Collega Camani, va bene tutto. Guardiamo il tutto con un po' di sale nella zucca, invece di badare a cavilli e codicilli. Penso che questa sia una soluzione buona, importante, realistica, in grado di offrire un futuro migliore a tutte e due le comunità.
Le compensazioni ci stanno. Se c'è la proprietà di un edificio, questo edificio lo può mettere all'asta quel Comune come l'altro. Non cambia niente. L'importante è che noi, cari colleghi, guardiamo al bene di questa comunità, al bene di questi cittadini, che sono i nostri cittadini, i cittadini veneti, che sono le nostre famiglie, i nostri ragazzi, i nostri bambini, e si trovi soddisfazione a questa loro esigenza.
Si parla di democrazia, di fare il referendum non so dove. Moriremo di democrazia qui dentro, come da altre parti. La soluzione è molto più semplice: basta andare incontro alla volontà del popolo.
Con questo concludo e dichiaro il voto favorevole delle nostre liste Liga Veneta e Zaia Presidente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Rivedendo e rileggendo anche i contenuti delle audizioni, mi trovo d'accordo con chi sostiene che avrebbero dovuto votare tutti e tre i Comuni, però con pesi diversificati. Questo non era possibile, non sarebbe stato possibile, perché manca una legge della Giunta, ferma al 1992, che questo pomeriggio mi è stato detto ‒ questo è un impegno chiaro ‒ che verrà modificata. In qualche modo, un tentativo di portare in quest'Aula la discussione per immaginare, senza cercare un posizionamento per forza da una parte o dall'altra, una soluzione concreta che dia una risposta intanto ai cittadini di San Vito, perché devono, secondo me, avere la possibilità, oggi, a legge vigente, di esprimere la propria volontà e, allo stesso tempo, però, tenere in considerazione chi legittimamente si è astenuto nel Consiglio comunale di Vigonza o chi ha votato a favore, pur con delle difficoltà, dentro il Consiglio comunale di Noventa, o chi anche lì si è astenuto, prenderli in carico dicendo: noi in quest'Aula, dopo una lunga discussione, che tra l'altro è andata forse oltre le aspettative di chi oggi aveva questo punto all'ordine del giorno, abbiamo capito ‒ spero sia così ‒ che serve una riforma generale per permettere alle persone di votare nei referendum.
È, quindi, una posizione nettamente diversa da quella del collega Pan, il quale dice che bastano i Consigli comunali. Penso, invece, che siano i cittadini a dover votare. Avrebbero dovuto votare tutti e tre, ma con un peso diversificato.
Oggi non era possibile ed è il motivo per cui, in maniera sicuramente diversa dalle dichiarazioni di voto che mi hanno preceduto, voterò a favore di questa delibera. Per un atto molto semplice, per un ragionamento molto semplice, che forse esce anche da posizionamenti più di discussione politica. Se un gruppo di cittadini, un comitato, 1.300 abitanti chiedono e oggi noi non abbiamo la norma per permetterglielo, penso sia giusto farlo.
Allo stesso tempo, con l'impegno di oggi, permetteremo in futuro di non avere casi simili, permetteremo la riforma di una legge che dia pari dignità al voto di altri Comuni contermini. Quello che oggi abbiamo capito ‒ credo sia chiaro ‒ è che esistono due interessi: quello prevalente, che è della comunità, in questo caso, di San Vito e quello secondario, che è degli altri due Comuni. Pesare prevalente e secondario in una norma è il compito che ho lanciato oggi alla Giunta, su cui ho avuto l'impegno. Per questo motivo oggi mi sento più tranquilla a dare un momento, un attimo di fiducia, sapendo che questo, però, dovrà essere verificato.
Continuerò, quindi, a verificare una cosa molto semplice, ossia che i cittadini dei Comuni del Veneto possano davvero pensare, attraverso i referendum, di decidere anche delle forme di loro partecipazione alla vita pubblica. Questa Regione si deve mettere in ascolto per dare loro le norme necessarie affinché non ci siano conflitti tra comunità che, magari, sono in minoranza e Comuni che hanno legittimi interessi e che vorrebbero votare, ma che in questo modo non permetterebbero agli altri di poter esprimere il loro diritto. Questo è un tema fondamentale. Oggi spero, anche con un po' di contributo che ho provato a dare e anche con un voto che non è facile, che questo sia l'impegno che oggi prendiamo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sandonà, in dichiarazione di voto, per il Gruppo Zaia Presidente.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie.
La dichiarazione di voto è positiva rispetto al provvedimento. Ne approfitto anche per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato, come ha detto l'Assessore, alla stesura del provvedimento, iniziando proprio dall'assessore Calzavara e dalla struttura degli enti locali dell'Assessorato, perché hanno portato avanti un provvedimento che, al termine di un processo molto articolato, che ha avuto anche una certa maturazione nel corso dei mesi, sostanzialmente è rimasto tale e quale a come era uscito dalla Giunta.
Mi associo ai ringraziamenti anche al nostro Ufficio legislativo, che ha fatto, come al solito, un lavoro egregio ed equilibrato, che ha tenuto conto anche di tutte le istanze, le iniziative e la voce venuta anche dai cittadini e dai Consiglieri comunali, che poi sono venuti qua in sede di audizione. Ringrazio anche loro. Ringrazio i Sindaci e i Consigli comunali che si sono espressi.
Tutto questo dimostra la volontà di andare avanti in un procedimento che, alla fine, prevede il voto dei cittadini, dà la parola ai cittadini, che credo sia l'esercizio massimo di democrazia che si possa utilizzare in un determinato contesto.
Chiudo con un auspicio. Vista la volontà che verrà espressa anche oggi, spero che questo provvedimento non incontri ricorsi. Chiaramente, in tal caso ci saranno i tempi previsti per i ricorsi stessi. Ma qualora non ci siano ricorsi, credo che si potrà andare al voto in primavera inoltrata o nell'estate del prossimo anno, dopodiché, non appena trascorsi i tempi previsti per gli eventuali ricorsi, ci sarà un provvedimento ad hoc da parte della Giunta regionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Sandonà.
Non vedo nessun'altra richiesta di intervento.
Metto in votazione il giudizio di meritevolezza e l'individuazione delle popolazioni interessate al referendum consultivo in ordine al pdl n. 284.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 38, contrari nessuno, astenuti 7.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI CAMANI, BIGON, LUISETTO, MONTANARIELLO, ZANONI, ZOTTIS, BARBISAN, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CECCHELLERO, CECCHETTO, CENTENARO, LORENZONI, MICHIELETTO, OSTANEL, PAN, PICCININI, RIGO, ZECCHINATO, BALDIN, MASOLO, VIANELLO, PAVANETTO, CASALI, SORANZO, RAZZOLINI, FORMAGGIO, GIACOMIN, CAVINATO, CESTARO E CORSI RELATIVA A "ISTITUZIONE DELL'OSSERVATORIO REGIONALE SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE". (PROGETTO DI LEGGE N. 243) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 30/2024)

Relazione della QUINTA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7.
La parola alla relatrice, consigliera Luisetto. Prego, collega. Ne ha facoltà.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
"Ti scrivo per dirti che ieri c'è stata la sentenza di primo grado del processo penale e finalmente è stato riconosciuto quanto mi è successo. È stato condannato per tutti e tre i capi di imputazione. Faranno appello di sicuro, ma per me questo è un punto importantissimo, una vittoria mentale non indifferente, che mi permette di avere ancora fiducia". È di pochi giorni fa questo messaggio di una donna che ormai posso definire amica. Dopo anni ad accompagnarla e vederla lottare, lo è diventata. Ha combattuto lunghi anni per salvarsi la vita e salvarla ai suoi figli. È stata minacciata, "stalkerata", ha subìto violenza, ha visto bruciata la propria auto e quella dei suoi familiari. Ha trovato la forza di denunciare e, non senza fatica, di ricostruire per sé e i suoi ragazzi una libertà che le era stata tolta, sottratta silenziosamente, giorno dopo giorno, dentro le mura di una casa dove conviveva con un marito violento. Una testimonianza che dà speranza, ma che ha incontrato molti ostacoli: l'essere creduta, in primis; ricevere ascolto e sostegno; trovare supporto per i figli; mantenere il lavoro e la lucidità per andare avanti.
La sua storia è simile a quella di troppe altre donne che nel nostro Veneto, come nel resto d'Italia, vivono relazioni tossiche, violente, imperniate di sopraffazione e brama di potere. Magari un po' alla volta, un pezzo di diritto alla volta, sono relazioni che si mangiano vite dentro una quotidianità asfissiante, fatta di abusi fisici, psicologici, economici.
Il dato lo conosciamo: una donna ogni tre giorni, una vittima ogni tre giorni. Secondo l'ultimo rapporto del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, dal 1° gennaio al 18 dicembre 2023 sono state 115 le donne vittime di omicidio, di queste 94 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e 61 hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex partner. Con specifico riferimento alla nostra Regione, gli omicidi commessi in ambito familiare o affettivo sono stati 18, di cui 8 commessi dal partner o dall'ex partner, i femminicidi 12.
Questi gli epiloghi drammatici della violenza, che però raccontano solo una parte del problema, perché qui non ci sono i reati spia, ovvero tutti quei delitti indicatori di una possibile violenza di genere. È il cosiddetto "numero oscuro", rappresentato dalle violenze ai danni delle donne che non traspaiono dai dati ufficiali in quanto non denunciati alle autorità; dunque, coloro che non si sono salvate, che non abbiamo salvato, come vediamo dai numeri che vi ho raccontato.
Del giorno dopo giorno che cosa sappiamo? Si stima che solo il 6% trova la forza di rivolgersi a un Centro antiviolenza, che il 31,5% delle donne italiane ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale e che le forme più gravi sono state esercitate da partner, ex partner, parenti o conoscenti. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi dal partner. Non solo, il 37% delle donne italiane non ha un conto corrente, il 40% non ha autonomia finanziaria. La metà di queste denuncia di essere vittima di violenza economica. Lo sguardo può alzarsi ancora alle condizioni di lavoro, che permettono o precludono l'indipendenza economica, alla precarietà, al lavoro povero, che condiziona la possibilità di liberarsi.
Perché, allora, parlarne in termini di vita quotidiana? Perché è esattamente questa la condizione nella quale si insinua la violenza, nell'oppressione che prospera dove il senso comune si rifiuta di crederla possibile. Lo abbiamo visto. Ci è pesato come un macigno un anno fa con Giulia, poi con Vanessa, Giada e Sara, e la lista senza fine di donne ammazzate per mano di uomini violenti. Abbiamo dovuto, avremmo dovuto tutti incominciare a fare i conti con le radici profonde di una cultura maschilista e patriarcale, che ci illudevamo lasciata nel secolo scorso, con radici culturali e mentali che crescono nel terreno del pregiudizio, del possesso, dell'ingiustizia come una "velenosa gramigna", nelle parole di Papa Francesco, una gramigna che non risparmia i bravi ragazzi.
Dopo aver visto, abbiamo anche ascoltato. Abbiamo ascoltato, poche settimane fa, le parole agghiaccianti del giovane assassino di Giulia in tribunale: il fallimento, la ferita nell'orgoglio, i tuoi limiti riflessi in chi ha deciso di lasciarti, il rifiuto inaccettabile di colei che ha deciso di vivere senza di te. Siamo stati costretti a vedere e ascoltare.
Che cosa possiamo fare, allora, davanti a tutto questo? Illuderci che una sola sia la strada per uscirne rischia di renderci ancora più impotenti. Serve, dunque, agire su più fronti, con strumenti adeguati e tenacia per sradicare schemi e parole, prima ancora addirittura pensieri serpeggianti in relazioni considerate apparentemente normali, ma imbevute di controllo, di denigrazione, di insicurezza vestita da gelosia.
Ma come si lotta contro i pensieri di possesso? È necessario costruire, con perseveranza e pazienza, un cambiamento collettivo, come ha detto ieri Gino Cecchettin parlando alla Camera, perché se il problema è culturale non possono che esserlo anche gli strumenti per superarlo.
Possiamo, dunque, capire quanto sia importante questa giornata e il progetto di legge Camani, alla quale credo vada il ringraziamento più sincero per aver proposto un provvedimento davvero necessario. Con l'istituzione dell'Osservatorio abbiamo, infatti, l'occasione di fare un passo in avanti nell'opera di sensibilizzazione collettiva e di rinnovamento culturale che il tema di contrasto e prevenzione della violenza di genere e di ogni altra forma di discriminazione nei confronti delle donne richiede, mettendo in campo strumenti puntuali di raccolta e analisi di dati e informazioni sul fenomeno della violenza di genere, nonché forme di educazione alla parità e al rispetto, anche attraverso la promozione di un linguaggio e di comportamenti non violenti e non discriminatori.
L'Osservatorio sarà il luogo nel quale realizzare, appunto, un costante monitoraggio e anche una raccolta, un'elaborazione, uno studio dei dati forniti dai Centri antiviolenza, fondamentali e presenti sui territori, dai servizi territoriali e da altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella rete. Sarà composto da soggetti con comprovata esperienza nel settore, di nomina consiliare. Si occuperà di studiare a fondo i fenomeni della discriminazione di genere e della violenza contro le donne, contribuendo altresì alla predisposizione di politiche innovative ed efficaci per la prevenzione e il contrasto degli stessi.
Vogliamo diventi luogo di eccellenza, dove costruire progetti e proposte per lo studio dei fenomeni discriminatori, e dia un contributo di valore alla realizzazione di quel cambiamento culturale profondo necessario a sradicare il predominio maschile sulla donna.
Più non avremo paura di conoscere e capire le radici di tutto questo, anche quando sembrano inaccettabili, più potremo identificare quali sono le zone d'ombra, le dinamiche sulle quali ancora non si interviene abbastanza.
Come la Convenzione di Istanbul chiede agli Stati membri, studiare e mettere a disposizione le informazioni è un passaggio chiave per capire e conoscere fenomeni che hanno ancora oggi carattere strutturale e per diffondere parità e rispetto delle diversità, pilastri fondamentali nel perseguire la costruzione di una società equa, democratica, paritaria e sicura anche per le donne. Tutti questi aggettivi per racchiuderne uno: una società libera, in cui dalla protezione si passi al rispetto, dall'indifferenza alla corresponsabilità, in cui trasformare la perdita in impegno.
Abbiamo bisogno di relazioni sane con l'altro, non di dipendenze ammalate di sé. In una società spesso in preda a rabbia e aggressività quotidiane, dobbiamo insegnare queste relazioni fin dalla più tenera età, dove il rispetto possa attecchire davvero e portare frutto a lungo.
Siamo qui oggi perché operare in questo senso richiede una responsabilità istituzionale, alla quale non vogliamo sottrarci, consapevoli che nasconderci dietro a luoghi comuni, divisioni, timidezze o, peggio, indifferenze e letture comode di quanto accade ci renderebbe parte del problema e non forza unitaria che opera per combatterlo.
Per le donne che a casa spesso dai loro figli resi orfani dai padri non sono più tornate, per le ragazze, come Giulia, che non hanno potuto realizzare i propri obiettivi, per le donne che vivono la paura quotidiana, per tutte loro, per ciascuno di noi costruiamo quest'oggi convintamente un nuovo spazio di consapevolezza e libertà.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
È aperta la discussione generale. Ha chiesto di intervenire il collega Valdegamberi. Prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Se questo provvedimento chiedesse l'istituzione di un Osservatorio per la violenza in generale sarei pronto anche a votarlo, ma questo provvedimento puzza troppo di ideologia e non fa verità sui dati, sulla situazione reale in cui ci troviamo. Tra l'altro, mi pare che anche lo stesso ministro Valditara in questi giorni abbia detto che la questione del patriarcato è una questione molto ideologica e poco reale. I problemi sono ben altri. Penso alla mancanza di valori. Se i nostri figli vanno sui social, se quello è il modello che i ragazzi oggi seguono – tutti lo sappiamo – se oggi l'educazione viene data ormai dai social network, dove vediamo quali sono i modelli di rispetto, qual è il rispetto per la persona, qual è il concetto di sessualità e di relazione con l'altro, dove viene promosso il senso di "donna oggetto", di "ragazza oggetto", se si nasce con questa cultura e si sviluppano questi disvalori, poi non possiamo lamentarci delle tragiche conseguenze che ne derivano.
Per quanto riguarda il tema delle donne, io potrei dirvi che questo tema riguarda anche molti uomini. In questi giorni, fatalità, mi è capitato di incontrare due associazioni di padri separati, i quali subiscono quotidiani ricatti sui figli, con una continua violenza, che è una violenza non fisica, ma psicologica, dove si buttano in rete insulti, si usano i figli come ricatto verso l'uomo. La violenza c'è e va combattuta, ma va combattuta a trecentosessanta gradi, non a senso unico, perché non possiamo criminalizzare una parte e beatificare un'altra.
Io ho avuto l'esperienza di un giovane imprenditore, trentenne, il quale, continuamente vessato e ricattato dalla ex moglie, alla fine si è suicidato. Siccome generalmente non è inteso come la parte debole, anche di fronte a un'aula di giudizio, l'uomo non è credibile, perché l'uomo è visto in maniera opposta a quello che si è detto. Se fa una denuncia, si mettono a ridere anche i magistrati. Se lo fa una donna, viene considerata con maggiore serietà. Lui, in questa umiliazione di dover rimanere chiuso in casa, alla fine ha ceduto e si è suicidato.
Abbiamo cinque milioni di uomini che ogni anno sono vittime di violenze, ricatti, umiliazioni, ricatti economici. Molti di questi si trovano con la possibilità centellinata di vedere i loro figli. Un figlio ha diritto di avere sia la figura materna sia la figura paterna.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Non si può far finta di non sapere che esiste tutto questo e arrivare anche a manipolare i dati, cosa che si è fatta anche nella relazione che ho sentito. Io mi richiamo al Prefetto di Padova. Dei 105 cosiddetti femminicidi, il Prefetto di Padova ha dichiarato che solo 40 sono femminicidi. Altri sono addirittura donne che ammazzano altre donne, sono attentati fatti dove è morta una donna. Non è che tutte le morti delle donne siano femminicidi. Questo l'ha dichiarato il Prefetto di Padova.
È chiaro che il problema esiste. Nessuno vuole negarlo. Però, portarlo solo in una violenza a senso unico significa non fare giustizia, non fare un'operazione verità sul problema, che è un problema di carattere valoriale. È un problema di carattere valoriale, signori.
Questa mattina, mentre venivo qui a piedi, ho visto due donne totalmente coperte, avevano fuori solo gli occhi. Lì, sì, c'è patriarcato, ma lì nessuno si muove. Abbiamo visto che viene decisa la vita di alcune ragazze, come accadeva nel Medioevo, attraverso matrimoni combinati. Lì, sì, c'è violenza e patriarcato. Ma attorno a queste situazioni non vedo mai nessuna reazione, nessuna da parte del mondo femminista. Nessuno si meraviglia di questo. Il patriarcato c'è nel nostro Paese, ma c'è in certe culture in cui la donna non ha nessuna libertà. Non capisco perché in quella direzione non si mette mai il dito, non si va mai a dire nulla.
Potrei dare anche alcuni dati, che però vedo fanno fuggire tutti. Qua c'è la così grande onestà intellettuale di non voler affrontare il tema in maniera equilibrata.
Lo ripeto, voterei questa proposta di legge di istituzione di un Osservatorio se, però, si trattasse di un Osservatorio che guardi a tutte le violenze e non faccia già una discriminazione. La violenza va combattuta sempre, senza se e senza ma, ma soprattutto vanno dati modelli valoriali. È inutile che ci lamentiamo delle conseguenze quando spesso noi genitori – mi assumo anch'io la mia responsabilità – deleghiamo l'educazione dei nostri figli agli smartphone, perché non abbiamo il tempo per seguirli, oppure non diamo un esempio positivo ai nostri figli. Dobbiamo recuperare i valori, più che fare osservatori: è questo il tema di cui dovremmo discutere. Purtroppo, i valori di questa società sembrano del tutto dimenticati e si vuole cercare di curare un problema a valle, senza volerlo risolvere a monte.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Camani. Prego, ne ha facoltà.
Colleghi, accomodatevi, grazie.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Grazie a tutte le colleghe e i colleghi di maggioranza e di opposizione che hanno deciso di abbandonare l'Aula durante l'intervento del collega Valdegamberi, tranne alcuni, sì, tranne il Gruppo di Fratelli d'Italia. Voglio ringraziare i colleghi che hanno abbandonato l'Aula, perché hanno dimostrato che può esistere una politica che ha voglia di confrontarsi e di discutere attraverso argomenti fondati, sensati, non per cercare il titolo di giornale domani, ma per provare a fare un passo in avanti tutti insieme.
Questo progetto di legge, che ho presentato circa un anno fa, è nato da una considerazione che ho scambiato davvero con moltissimi di voi, esattamente il giorno dopo la notizia drammatica che ci ha visto venire a conoscenza delle modalità terrificanti con cui Giulia Cecchettin, una donna veneta, è stata uccisa barbaramente da un uomo veneto.
La domanda che mi sono fatta e che insieme a molti di voi ci siamo fatti è stata: cosa posso fare per evitare che queste cose accadano di nuovo, pensando che Giulia avrebbe potuto essere mia figlia, pensando che Giulia potrebbe essere mia figlia? Perché quella dei Cecchettin era una famiglia normale, almeno per come abbiamo imparato a conoscerla in questo anno, una famiglia in cui si parla, in cui i sentimenti sono oggetto di confronto, in cui ci si vuole bene, probabilmente una famiglia nella quale anche le relazioni tra uomini e donne sono sempre state vissute in maniera sana. Eppure, è successo a quella famiglia.
Ma poi mi sono fatta un'altra domanda in quei giorni e continuo a farmela oggi: avrebbe potuto Turetta essere mio figlio, potrebbe Turetta essere mio figlio? Guardate, anche quella famiglia sembra una famiglia normale, sembra, come diciamo noi in Veneto, una famiglia perbene. Eppure, essere una famiglia normale, essere una famiglia perbene, essere una famiglia sana non ha difeso la donna dalla violenza e non ha difeso l'uomo dal trasformarsi in un carnefice.
In questo tormento rispetto a queste domande, ho pensato che potesse essere il tempo di avanzare questa proposta di legge, che vuole – lo dico davvero senza polemiche nei confronti di nessuno – rappresentare il fatto che nessuno di noi è al sicuro, nessuna figlia è al sicuro, se non ci poniamo davvero la questione del perché certe cose accadono. So che potrebbe per molti essere rassicurante, probabilmente lo è per il ministro Valditara, pensare che questi drammi raccontino solo delle vite deviate, della follia isolata, magari delle etnie, e non rappresentino, invece, un problema che sta dentro la nostra società, che sta dentro le nostre famiglie. So che immaginare una lettura del problema della violenza contro le donne come appartenente ad una realtà lontana da sé è una lettura rassicurante: a me non può succedere, perché sono una persona perbene. Invece, può succedere anche a noi. Io penso che vivere in questa lettura rassicurante del "non può succedere a me" non sia soltanto poco utile, ma ci obblighi a rinunciare a capire. Invece, noi vogliamo capire, per questo chiediamo l'istituzione di un Osservatorio regionale, vogliamo capire per provare ad analizzare esattamente perché certe cose possono succedere ancora oggi, ancora nelle nostre case, e per provare ad articolare risposte efficaci, che raccontino di un fenomeno trasversale, che colpisce tutti.
Certo, le risposte devono essere diverse, perché quando la violenza contro una donna si scarica contro una donna italiana molto spesso questa donna non ha bisogno di un certo tipo di supporto, perché la rete familiare e personale le consente di trovare vie di fuga. Invece, quando colpisce una donna straniera, oltre al supporto psicologico e al sostegno, serve anche una casa nuova per queste donne. Ma guardate che la matrice è comune: riguarda gli italiani, gli stranieri, i ricchi, i poveri, i disagiati, le persone con un alto livello di istruzione, chi abita al nord, chi abita al sud, chi abita in centro, chi abita in periferia, insomma riguarda tutti noi. E io direi: partiamo da qua. Partiamo da qua per dire che siamo tutte e tutti al contempo a rischio, come donne, come vittime e come carnefici, tutti più o meno consapevoli portatori di questa cultura che colpisce le donne.
Io penso – lo dico con profonda convinzione – che non dobbiamo avere paura di parlare di patriarcato, ma non come guerra delle donne contro gli uomini, bensì quale impalcatura sociale costruita su radicati pregiudizi di genere. La cultura rispetto alla quale esiste un ordine che tiene le donne in una posizione subalterna è una cultura che non può essere modificata e che finisce, non di rado, per rendere socialmente accettabile la violenza verso quelle donne che, per ragioni diverse, per modi diversi, non hanno ubbidito a quell'ordine, hanno violato le regole di ruolo che era stato loro imposto o loro assegnato, hanno sovvertito gerarchie, perché era vestita poco, perché era ubriaca, perché "è andata a casa sua, cosa vuoi che le succedesse?", la vittimizzazione secondaria delle donne oggetto di violenza.
Se ci pensate, nella storia dell'uomo è sempre avvenuto così. Nel diciannovesimo secolo la grande sfida culturale, per esempio, fu quella di dichiarare guerra allo schiavismo. La cifra della diseguaglianza allora era data dallo sfruttamento degli uni contro gli altri. Eppure, la maggioranza della popolazione mondiale riteneva legittimo avere degli schiavi, colonizzare dei territori e, attraverso quello sfruttamento, investire per il proprio progresso. Nel ventesimo secolo la grande lotta della civiltà è stata quella del contrasto ai regimi totalitari, il comunismo, il nazismo, il fascismo. Eppure, la maggior parte del mondo pensava che fosse giusto essere guidati da dittature. Allora, la cifra di quella grande rivoluzione liberale è stato l'investimento sui valori della democrazia e della libertà. Ecco, io credo che la cifra di questo secolo e delle nostre battaglie debba essere la rivoluzione necessaria che sta oggi nella parità tra donne e uomini.
Per questo credo sia sbagliato, profondamente sbagliato rimuovere il genere, la questione di genere come matrice, come fattore generativo di quella violenza. Il predominio maschile e, dunque, l'abuso degli uomini verso le donne è il cuore del problema, una delle tante forme di sfruttamento che si sono succedute nella storia dell'uomo. Prima gli schiavi, poi gli occupati, oggi tocca alle donne liberarsi. Io credo che questa sia la questione con la quale fare realmente i conti.
Se la lotta al patriarcato non deve essere una guerra delle donne contro gli uomini, deve essere, invece, un percorso che proviamo a fare insieme per gli uomini e per le donne che hanno il coraggio di ammettere che è tempo di mettere in discussione quell'impalcatura sociale.
Sappiamo benissimo che questo percorso insieme non si fa soltanto per via legislativa. È indubbio, per carità, che seguendo i princìpi sanciti dalla Costituzione, che sempre indica la via maestra per le principali conquiste sociali, si sono succeduti nel tempo interventi legislativi che hanno cancellato disposizioni normative di stampo patriarcale, il diritto all'aborto, il diritto al divorzio, la trasformazione dello stupro da reato contro l'onore a reato contro la persona, giusto per citare i più famosi. Ma questa mentalità non la si cancella con una legge. Molto resta ancora ben presente nella mentalità, negli atteggiamenti, nelle relazioni di potere e, più in generale, nella nostra costruzione sociale, che spesso sfocia in abusi, in soprusi, in violenza, in assassini, ma che ancora più spesso sfocia, in una società fortemente non paritaria, che vede le donne ancora molto indietro nel mercato del lavoro e nell'accesso alle professioni, che vede le donne meno pagate rispetto agli uomini, che vede le donne accedere con più difficoltà alle cariche elettive, fare carriera nel pubblico e nel privato.
Io non credo basti dire "sì, va bene, ma a casa mia no". Io non credo basti dire "ma la violenza non è solo quella contro le donne, c'è anche quella contro altre categorie umane". Io credo che noi oggi dobbiamo rispondere a ciò che il padre di Giulia Cecchettin, Gino, ci ha chiesto di fare, cioè di costruire un terreno comune, un linguaggio comune, un punto di mediazione attorno al quale poter costruire una proposta di emancipazione sociale che finalmente costruisca una società più paritaria e, dunque, più giusta.
Penso che il messaggio del padre di Giulia abbia funzionato per due ragioni e che abbia scardinato la modalità con cui abbiamo raccontato la violenza di genere in questi anni. Per prima cosa ha messo da parte il conflitto e ha fatto appello alla volontà che ciascuno di noi ha di costruire un futuro migliore. Credo che questo Consiglio regionale, sottoscrivendo in maniera trasversale questa proposta di legge, votandola all'unanimità in Quinta Commissione, abbia già raccolto quella impostazione di metodo che il padre di Giulia ci ha lasciato.
La seconda modalità che ha cambiato completamente la nostra percezione di questo fenomeno è che questo appello contro il patriarcato per un metodo nuovo di conciliazione sia venuto da un uomo, che con grande coraggio ha raccolto il dramma che ha attraversato la sua vita e ci ha insegnato a trasformarlo in una opportunità per tutti.
Per queste ragioni, pensando che ci sia ancora molto da capire, da approfondire, sono ancora molte le questioni rispetto alle quali non abbiamo una risposta, ho proposto al Consiglio regionale, con il sostegno e il supporto di tutto il Gruppo del Partito Democratico, una proposta di legge per istituire un Osservatorio regionale per analizzare il fenomeno della violenza contro le donne sotto tanti punti di vista: sotto il profilo sociale, sanitario, economico, sociologico, perché prima di tutto bisogna capire cos'è che porta una famiglia normale a trovarsi con una figlia ammazzata dal fidanzato.
Un Osservatorio che, dunque, avrà il compito di studiare e di analizzare, potrà pubblicare report, dossier, analisi, indagini; che avrà il compito di monitorare l'effettivo impatto delle politiche regionali in ambito di contrasto alla violenza di genere; che potrà avanzare proposte al Consiglio e alla Giunta per interventi più strutturali e che dovrà, insieme al Consiglio regionale, costruire una maggiore consapevolezza.
Credo che questo sia un modo attraverso il quale anche il Consiglio regionale può offrire il proprio contributo a questa necessità di comprensione che riguarda la società, che riguarda le nostre famiglie, che riguarda in fondo anche noi stessi.
L'Osservatorio nella mia proposta si dovrà comporre di cinque persone particolarmente competenti negli argomenti che riguardano la violenza contro le donne, avrà la durata corrispondente a tutta la legislatura e dovrà accompagnare, io penso, passo-passo l'attività del nostro Consiglio regionale.
Contemporaneamente all'attivazione dell'Osservatorio, impegniamo la Giunta a costruire un Piano regionale degli interventi contro la violenza di genere, un piano che sia integrato, perché la violenza contro le donne non si combatte soltanto attraverso interventi di tipo sanitario, connessi alla Missione sanità, cioè non soltanto attraverso il sostegno alle donne che già sono state vittime di violenza. Il contrasto alla violenza di genere si combatte con politiche del lavoro, con politiche della formazione, con politiche sociali.
Chiedo di creare un Piano trasversale che abbia un approccio integrato, attraverso il quale costruire una vera e propria azione collettiva della Regione del Veneto per questa finalità.
Noi pensiamo che questo, al netto dei giudizi, ossa essere un testo migliorabile, e ringrazio fin da ora le colleghe che hanno insieme a me proposto alcuni emendamenti, la collega Cecchetto, la collega Maino, che hanno contribuito. Insieme ci siamo interrogate su come rendere ancora migliore, ancora più efficace questa proposta.
Dicevo all'inizio che per via legislativa non si contrasta la violenza contro le donne. Io credo che però oggi questo Consiglio regionale, incardinando questo provvedimento, stia facendo la propria parte, che consiste prima di tutto nel non volersi girare dall'altra parte, nell'aprire un accordo, un patto tra noi che mette nel mirino questa priorità di questo Consiglio regionale. Lo facciamo in maniera trasversale, plurale, unitaria, perché sul tema della violenza contro le donne non ci sono partiti o prese di posizione ideologiche, ma c'è una società come quella veneta, che prova a dare una risposta.
La politica oggi non si gira dall'altra parte. La politica e il Consiglio regionale oggi non dicono "io no", ma dicono pienamente "vogliamo fare la nostra parte".
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega. La faremo.
Ha chiesto di intervenire la collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Non entrerò nel merito delle parole del collega Valdegamberi, che non sono degne di commenti, ma vorrei commentare, invece, i dati reali e i dati di fatto. I reati di violenza contro le donne sono in aumento anche tra i più giovani.
Cito solamente tre fatti che mi hanno particolarmente colpita, senza elencare la triste scia di sangue che è avvenuta negli ultimi anni. Tre casi in particolare li voglio ricordare. Sicuramente Giulia Cecchettin, morta l'11 novembre dell'anno scorso, a 22 anni, per mano del fidanzato coetaneo; il 25 ottobre di quest'anno, Aurora, gettata dall'ottavo piano a Piacenza dal fidanzato quindicenne, e questa mi ha colpito per la particolare età, la giovane età della ragazza (13 anni); infine, Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023, incinta del ragazzo. Lei aveva 29 anni e il fidanzato 31 anni. Prima cercò di avvelenarla con del topicida e, infine, decise di ucciderla con 37 coltellate.
A distanza di un anno dalla morte di Giulia Cecchettin, il padre decide di creare una fondazione in suo nome. Proprio le stesse dichiarazioni di Gino Cecchettin sorprendono, perché dopo la morte di sua figlia, riesce a far nascere qualcosa di positivo.
È stata estremamente commovente la giornata di ieri a Roma, in cui si è celebrata la nascita della Fondazione Cecchettin, che ha tra i suoi principali obiettivi quello di generare progetti per l'educazione. Credo che "educazione" sia la parola d'ordine, educazione al rispetto di tutti gli esseri umani.
Negli ultimi anni passi avanti ce ne sono stati, ma non bastano. Ricordo tra tutti l'istituzione del codice rosso (2019), fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. Spesso mi trovo a pensare anche al recente passato. Se noi pensiamo che, ad esempio, il voto alle donne deriva da una legge del 1946, sono soltanto 78 anni che le donne possono votare ed essere elette nelle varie istituzioni. L'aborto deriva da una legge del 1978, quindi sono trascorsi 46 anni. A partire da 46 anni fa la donna ha potuto abortire.
Il divorzio arriva soltanto nel 1970, 54 anni fa. Ricordiamo che sono tutte battaglie volute dalle donne, frutto anche del sacrificio di tante, del coraggio e della determinazione di una su tutte, la cito perché vale la pena ricordarla, Franca Viola, proprio per la sua battaglia contro il matrimonio riparatore, una vicenda che ha interessato questa ragazza.
All'età di 17 anni è stata stuprata da un ragazzo che poi voleva sposarla per rimettere in ordine le cose, ma lei si rifiutò. Rifiutò questo matrimonio riparatore e da lì nacque una vicenda giudiziaria, una serie di interpellanze parlamentari, di battaglie fatte dalle donne che portò poi alla eliminazione del matrimonio riparatore soltanto nel 1981, insieme alla abrogazione anche del delitto d'onore.
Il delitto d'onore era quel particolare omicidio in stato d'ira nei confronti del coniuge, e qui si potrebbe anche pensare al coniuge maschio, ma in realtà poi il codice Rocco continuava e diceva "nei confronti della figlia e della sorella a seguito di illegittima relazione carnale". Quando parli di sorella e figlia non ci sono dubbi, si tratta solo del genere femminile.
Si prevedeva, secondo il codice Rocco, o una pena limitata o una estinzione della pena, proprio se, a seguito della violenza carnale, c'era anche poi il matrimonio riparatore.
C'era la concezione che la donna fosse una proprietà dell'uomo, che fosse incapace di agire per sé stessa, di avere una libertà di scelta e, in generale, un potere dell'uomo sulla donna che noi oggi chiamiamo patriarcato, quindi una realtà ben presente all'epoca. Se noi rifiutiamo di vedere questo fenomeno, questa cultura, questa piaga al giorno d'oggi stiamo soltanto perpetrando qualcosa che oggi dovremmo dimenticare. Negarlo, anche da parte di chi oggi ci rappresenta nelle massime Istituzioni, è di una gravità estrema, perché prima di tutto si passa per il riconoscimento di quello che è il patriarcato, il fenomeno, se vogliamo eliminarlo, vogliamo sradicare questi comportamenti violenti da parte del genere maschile nei confronti delle donne, delle ragazze, delle bambine.
Sicuramente anche nelle nostre conoscenze ci vengono in mente persone, relazioni tossiche, magari forse nelle persone più anziane d'età, ma anche nei giovani, nelle relazioni, come dicevo all'inizio, tra ragazzini, tra ragazzi.
Promuovere progetti nelle scuole o nel tempo libero, che vadano ad educare i ragazzi e le nuove generazioni credo sia la via che oggi dobbiamo percorrere, ma per farlo dobbiamo partire proprio dal riconoscimento che il patriarcato, purtroppo, esiste ancora. Chi oggi si ostina a negarlo si fa complice morale di tutti questi gesti scellerati che vi sono stati negli ultimi anni fino ad oggi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel. Ne ha facoltà.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi spiace entrare anche in un momento definitorio, però bisogna farlo, perché abbiamo sentito delle parole, che non riprenderò, non vorrò utilizzare in questo discorso, ma che penso abbiano molto a che fare con quello di cui stiamo discutendo, perché dobbiamo capirci su che cosa intendiamo quando parliamo di patriarcato, e lo faremo, o lo farò, con grande tranquillità.
Un sistema sociale, politico ed economico, qualsiasi tipo di intervento, anche nel linguaggio che tende a produrre un certo tipo di sistema culturale, politico ed economico, viene definito così. Non lo dico io, non lo dicono i Consiglieri di maggioranza o quelli di minoranza, lo dicono le persone che si sono occupate da tempo di questi temi anche a livello scientifico, hanno preso un concetto e lo hanno riportato per aiutarci a comprendere che cosa dobbiamo fare quando ci troviamo di fronte ad un sistema sociale fatto di norme, fatto di dialoghi, di parole, fatto di opportunità che portano gli uomini in maniera prevalente ad avere più potere rispetto ad un altro genere, cioè quello femminile.
Stiamo parlando semplicemente di questo, e sfido chiunque, guardando i dati, a dire, ad esempio, che nel sistema della gestione delle aziende, nelle università, in politica, nei ruoli di potere, non è così. Basta solo guardare quello di cui ci occupiamo noi. Questo Consiglio ha una particolarità, ma basta vedere quello di cui ci occupiamo noi per capire che c'è un sistema che fa andare avanti un genere piuttosto che un altro, ed è questo ciò di cui noi oggi dobbiamo occuparci.
Dobbiamo occuparci non tanto di usare quella parola come Gino Cecchettin fa sempre per portare una bandiera piuttosto che un'altra, perché non è quello che interessa la discussione, non è quello che interessa almeno la discussione che io vorrei portare in questo Consiglio. Ma quello che ci interessa è comprendere cosa noi possiamo fare quando stiamo dei politici, quando siamo dei familiari, quando siamo dei genitori, quando siamo delle persone che lavorano e stanno nel mondo del lavoro, magari a contatto con i giovani, per fare in modo che un sistema patriarcale non esista più e si modifichi. Questo è il punto.
Lo dico perché, a partire da questa discussione, semplicemente dirci che se un sistema di norme va modificato e noi lo vogliamo modificare in meglio, dobbiamo tutti occuparcene, sia quando dialoghiamo, sia quando parliamo, sia quando prendiamo delle decisioni, sia quando facciamo delle norme, se lo vogliamo modificare in meglio e vogliamo fare in modo che nessuno possa sentirsi nel giusto quando fa un certo tipo di violenza, che sia fisica, psicologica o verbale, questo è quanto, questo è semplice, è semplicemente quello di cui ci stiamo occupando ora. A me non piace chi usa delle parole e ne fa una bandiera di colore politico.
A me piace rientrare e andare a leggere nei testi che hanno identificato una parola, una questione, cosa dicono le persone che se ne occupano da sempre. Mi piace fare ricerca e andare a vedere cosa significa quella parola.
Se vogliamo togliere quella parola, occupiamoci di cosa quella parola ha dietro. Qui stiamo votando una norma. Ne abbiamo votate tante, in quest'Aula, da quando Giulia Cecchettin è stata ammazzata con ferocità dal suo compagno. Abbiamo fatto subito qui dentro una discussione con alcune risoluzioni votate all'unanimità e messe insieme da proposte diverse.
Ricordo una discussione nella sala accanto al Consiglio dove ci siamo messi a ragionare su cosa inserire in una risoluzione che potesse essere approvata all'unanimità. Ricordo il fatto, ad esempio, che io avevo proposto di inserire un momento di monitoraggio che portasse qui, e lo abbiamo fatto in quest'Aula, gli attori che più si occupano di violenza sulle donne, compresi in particolare i centri antiviolenza, che io penso debbano essere il cuore del lavoro che stiamo facendo anche in questo PDL, anche in questa proposta. Li abbiamo portati qui, e con l'Assessore presente abbiamo chiesto loro di raccontarci, da quando è accaduto il femminicidio di Giulia, cosa si è fatto in più, cosa manca e cosa dobbiamo fare ancora per fare in modo che quel tipo di femminicidio non accada più.
Quello che stiamo facendo oggi, per come lo voglio vedere io, è quello che abbiamo fatto già quel giorno. Abbiamo detto: ragioniamo sui dati, ragioniamo con gli attori che si occupano di contrastare e prevenire la violenza sulle donne, ragioniamo con la politica che prende le decisioni, quindi con la Giunta, con il Consiglio regionale, ragioniamo anche assieme ai pezzi di società che si occupano di prendere in carico la questione. Avevamo invitato le forze dell'ordine, avevamo invitato i rappresentanti dei Comuni, avevamo invitato le scuole, l'avevamo fatta qui, in quest'Aula.
È solo così che riusciamo a cambiare quelle norme, a cambiare quelle discussioni, a cambiare quel linguaggio politico che ci permette di fare un passo avanti.
Ieri sera c'è stato un grande dibattito e una discussione a livello nazionale mentre un padre stava portando la presentazione della sua fondazione in un contesto nazionale. Mi sono chiesta se oggi qui saremmo stati all'altezza di non usare le stesse parole.
Indipendentemente da come la si pensi, il padre di Giulia ha chiesto una cosa semplice, a noi, a chi fa politica, ovvero per una volta ‒ penso che lui l'abbia dimostrato molto ‒ di abbassare un attimo i toni e dire: "Entriamo in una discussione che ci porti a fare dei passi avanti affinché quello che è successo a mia figlia e a tutte le altre che sono già state uccise non accada più".
Prendiamo in carico davvero tutte le questioni e non facciamolo politicizzando tutto. È questo il messaggio che credo sia importante oggi dare. Ci troviamo qui, dopo aver fatto tanti passi: la risoluzione, le audizioni in quest'Aula, un emendamento in bilancio che ha portato, ad esempio, a finanziare gli sportelli antiviolenza all'interno delle università, proposto da tutte le donne della minoranza assieme e votato, ovviamente, all'unanimità da tutti. Abbiamo fatto un lavoro di istituzione di borse di studio sul tema della violenza di genere.
Se mettiamo in fila tutte le cose che abbiamo prodotto qui dentro e mettiamo in fila, oggi, a conclusione, a rilancio, un Osservatorio che cerca di dirsi davvero: raccogliamo tutto il quadro conoscitivo che ci permette di fare meglio, prendiamo le parole delle persone che sono state in audizione e cerchiamo di farne tesoro come se l'istituzione le chiamasse qui tutti i giorni, prendiamo i dati, raccogliamo le testimonianze che ci arrivano e facciamo diversamente. Vi faccio un esempio. Il giorno delle audizioni ci è stata raccontata una cosa che, ad esempio, a me ha fatto molto riflettere, che le donne più anziane, dopo il femminicidio di Giulia, hanno deciso di parlare.
Le donne più anziane, che magari non hanno un tasso di scolarità al pari di quelle più giovani, in particolare nei comuni più piccoli del Veneto, anche perché abbiamo, a livello politico, fatto una discussione e sollevato un tema, si sentono di parlare.
C'è un bravissimo filosofo che dice che a un certo punto esiste una voce, ma solo quando qualcuno ti permette di farla uscire tu la puoi far uscire. È la differenza tra voice ed exit. Se c'è un contesto sociale dove tu senti che quello che ti è accaduto lo puoi dire, allora lo dici.
Io immagino tutte quelle donne più anziane che per anni sono state in silenzio. Ed è quello di cui oggi ci dobbiamo occupare credo anche con l'Osservatorio, perché nel momento in cui ci arriverà il dato, ci arriverà il quadro di conoscenza che ci dice che il mondo è cambiato, anche, scusate se uso la parola grazie, che non è mai giusta, grazie ad una tragedia, allora forse avremo fatto il nostro lavoro, allora forse avremo detto che stiamo davvero cercando di comprendere cosa è accaduto, cosa dobbiamo fare di diverso e cosa dobbiamo fare per andare avanti.
Chiudo dicendo che credo che questo provvedimento, che è stato sottoscritto da tanti di noi, e che spero verrà votato all'unanimità, sia un passo importante per chiudere un momento di lavoro che abbiamo qui dentro attivato, per andare avanti con uno sguardo che abbia il dato come cuore, che abbia la conoscenza come cuore e che ci faccia prendere le decisioni in maniera diversa. È per quello che io penso che sia un provvedimento importante. Poi, però, e qui chiudo, dobbiamo anche ricordarci sempre che se riteniamo che quello di cui stiamo discutendo sia un processo sociale, la società fa e dà la possibilità a delle persone di parlare perché attorno si sentono di poterlo fare. Quindi, vuol dire che c'è una società che parla se il contesto è florido.
Noi non possiamo permetterci, in particolare quando siamo delle persone elette, di usare un certo tipo di toni, un certo tipo di parole quando parliamo di violenza di genere. Non ce lo possiamo permettere, perché quello che ci è stato chiesto dal padre di Giulia, ma credo da tutti i padri e le madri che non hanno potuto parlare allo stesso modo, è di abbassare il tono, pensare di mettersi nei loro panni, pensare di avere un po' di empatia e davvero chiedersi noi qui oggi cosa possiamo fare. Quello che non possiamo fare è usare questo momento per dividere, per disunire, per pensare che ci siano altri capi espiatori, per urlare, perché è esattamente quello che andrà contro e che permetterà al contesto sociale di non migliorare. Questo è quello che io penso ed è quello a cui tutti noi dovremmo oggi pensare di opporci qui dentro e anche fuori, quando sentiamo un certo tipo di discorsi, anche quando siamo in contesti non istituzionali.
Se non prendiamo la voce noi e modifichiamo questo tipo di atteggiamento, purtroppo la violenza di genere non potrà essere contrastata.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Alcuni colleghi mi hanno chiesto di poter sottoscrivere, durante i lavori dell'Aula, questo progetto di legge. Non è possibile per Regolamento. Chi vuole, nella dichiarazione può lasciare a verbale la propria volontà, ma non sarà ovviamente ufficialmente inserita nella proposta di legge, se non nel verbale.
Ha chiesto di intervenire il collega Pan. Ne ha facoltà.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Finora hanno parlato le colleghe, giustamente. Io non volevo neanche intervenire, ma sento il dovere, anche da maschio, mettiamola così, di intervenire su questo argomento e da Capogruppo della Lega per prendere innanzitutto le distanze dal collega Valdegamberi su tutto quello che abbiamo sentito all'inizio di questa discussione generale.
La nostra uscita insieme a tutti i colleghi penso dimostri come la pensiamo noi, pur essendo magari di quella destra e di quella Lega che viene spesso e volentieri tacciata su questi argomenti di non intervenire in maniera adeguata oppure che questo argomento sia solo appannaggio magari di un certo schieramento politico.
Invece, sarebbe il caso che tutto quello che la politica dice e prevede su questo argomento sia lasciamo fuori e ne parliamo invece tra noi.
Penso che la tragedia di Giulia, che aveva l'età di mio figlio, abbia veramente sconvolto la nostra società in tutti gli aspetti delle relazioni, degli interventi, dei pensieri, e non solo quella, perché poi, purtroppo, le tragedie sono continuate anche dopo e prima ne abbiamo viste di tutti i colori, abbiamo visto tutto quello che è successo in questi mesi, in questi anni.
Purtroppo, noi non sappiamo cosa succede dentro le mura di casa, e quello è uno dei problemi più grossi, o nelle relazioni tra i giovani, ma anche tra persone della mia età. Io potrei raccontarvi esempi di tutti i tipi, perché, purtroppo, come ricordava qualcuno, oltre alla violenza, c'è un male nelle relazioni trasversale a tutti i ceti, come è stato ricordato, a tutte le situazioni.
Io ho conosciuto tante donne che in tanti settori hanno avuto soddisfazione dal settore scientifico al settore imprenditoriale. Spesso e volentieri quando lavoravo in impresa dicevo che le donne sono più brave degli uomini in tutti i settori, per preparazione, per puntualità, per tante cose che gli uomini non riescono a fare.
Secondo me, questo male profondo che abbiamo è un male che deriva dal passato, ma che noi non possiamo più trasmettere al futuro. Mi sono chiesto spesso quale sia la soluzione. Purtroppo, ne vediamo succedere non dico quotidianamente, ma quasi, perché sono centinaia le donne che muoiono per tanti motivi legati a queste cattive relazioni, a questo male che è all'interno della cultura. Poi, per carità, chiamatelo come volete, ma è proprio un male interno alle persone, dovuto a mille cose. Vi posso assicurare che una è anche la gestione delle separazioni che possono avvenire. Ormai il 50% dei matrimoni falliscono, ci si separa; quindi, bisogna affrontare la gestione di tutto questo, non solo nei matrimoni, come abbiamo visto con Giulia, anche nelle relazioni tra fidanzati. Chi non è mai stato mollato da una fidanzata, con le conseguenti "tragedie"? Non si è mai arrivati, però, a questi pensieri. Quindi, c'è proprio una mancanza culturale rispetto a questo.
Penso che con i nostri servizi sociali e con questo Osservatorio, che è una cosa buona, io tra l'altro ho anche sottoscritto insieme a molti colleghi della mia lista, della Lega, questo progetto di legge, che penso sia importante, potrà essere un punto di riferimento anche per capire cosa possiamo fare per bloccare prima tutto questo, che sia il braccialetto elettronico (che abbiamo visto che non funziona, perché si scarica la batteria), che sia un controllo più importante da parte degli assistenti sociali quando avvengono queste segnalazioni, che sia anche un controllo di vicinato. Tante volte, nei quartieri e nelle situazioni border non sappiamo cosa succede all'interno delle case. Fare segnalazioni anche di queste violenze che succedono spesso e volentieri nelle case credo sia importante.
Vorrei fare un passaggio anche sulle comunità straniere che abbiamo nel nostro Paese. Sapete che in Quinta Commissione abbiamo parlato anche di questo. C'è anche un tema culturale legato alla religione, alle nuove presenze, alle nuove comunità. Mi viene in mente la tragedia di Saman, la pachistana ‒ poverina ‒ che è stata fatta a pezzi dalla mamma e dal cugino perché non voleva sposarsi. Ogni volta che vedo la foto di quella ragazza mi viene un magone dentro. Quello che ha subìto e la fine che ha fatto penso sia una tragedia (posto che sono tutte tragedie), oltre a quella ‒ come ricordava qualcuno ‒ della nostra ragazza veneta.
Sicuramente c'è molto da lavorare, anche sulla scuola e sulle relazioni tra i giovani. Sono d'accordo con quello che ho sentito dire prima, ossia che molti di questi rapporti sono deviati anche dai social. Sul telefonino vediamo scene di tutti i tipi. Anche un intervento di calmierazione sui social, su certi filmati, su certe cose che si vedono lì dentro, sarebbe utile, secondo me. Coinvolgendo, quindi, tutti questi attori non solo regionali, ma anche nazionali, facciamo, non solo per i nostri giovani, ma per tutte le nostre famiglie, un intervento buono e probabilmente anche di prevenzione. Perché di prevenzione dobbiamo parlare in questo senso.
Annuncio già il voto favorevole del nostro Gruppo. Io non volevo parlare, ma lasciare un messaggio da parte dei componenti del mio Gruppo. Si spera che questo Osservatorio non diventi ‒ come altri, magari, o come altre cose fatte dalla politica ‒ un luogo di mera discussione, di perdita di tempo, ma che dia risposte efficaci. Anche salvandone una, salviamo il mondo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Ha chiesto di intervenire il collega Villanova. Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Un anno fa, più o meno, quando ci siamo trovati tutti ad assistere all'omicidio di Giulia, ricordo benissimo quando la collega Camani mi ha chiesto se eravamo disponibili a partecipare a questo progetto di legge, quando stava nascendo l'idea di questo progetto di legge. Risposi subito che saremmo stati al fianco dei proponenti di un progetto di legge di questo tipo.
Con la collega Camani ci affrontiamo spesso in quest'Aula, anche in maniera aspra, tante volte, con grande rispetto personale, ma di sicuro quando è ora di cantarcele non ci tiriamo indietro, entrambi. Però su questo tema credo non ci siano distinzioni partitiche, non ci siano distinzioni politiche. Credo ci sia la necessità da parte di tutti di rendersi conto di una situazione che non è più sopportabile, di una situazione che va gestita, dove serve un intervento e dove la politica ‒ noi per primi, nel nostro piccolo ‒ deve dare l'esempio.
Chiedo anche la sottoscrizione. So che non può essere fatta, ma voglio che venga messa a verbale la mia richiesta di sottoscrizione di questo progetto di legge, perché ne condivido l'impianto.
Intervengo oggi non tanto come Capogruppo, non tanto come Consigliere, quanto come padre di due bambine. Condivido quanto è stato detto prima nell'intervento della collega. Quello che è successo un anno fa a Giulia ‒ insieme alle tante, alle decine, alle centinaia di tragedie che abbiamo visto simili ‒ ci ha colpito profondamente, mi ha colpito profondamente perché abbiamo visto questa normalità del male: il male si può nascondere anche nel bravo ragazzo, nel vicino di casa, in colui che entra nelle nostre case, che va in classe con le nostre bambine, a scuola.
La normalità del male ci ha fatto male. Quello che è successo un anno fa mi ha particolarmente colpito nella figura del padre di Giulia, nella figura di Gino. Abbiamo visto in televisione la disperazione di questo padre, la disperazione di questa famiglia, in particolare la disperazione del padre con una grandissima dignità, nonostante la tragedia che lo aveva investito. Tutti noi uomini, quando abbiamo visto queste immagini in televisione, ci siamo guardati allo specchio. Io, in particolare, ripeto, avendo due bambine, ho rivisto nei suoi occhi la drammaticità di non aver potuto difendere la propria bambina, la propria figlia di fronte a una situazione del genere.
Oggi ci troviamo qui per portare avanti un progetto di legge che sicuramente non risolverà la questione. Probabilmente è una goccia nel mare. Probabilmente è un qualcosa che non risolverà il singolo caso, non salverà la singola vita, ma sicuramente è un atto che dimostrerà che la politica c'è ed è attenta a questi temi, che la politica non se ne lava le mani.
Dobbiamo essere attenti tutti quanti ‒ ho apprezzato il passaggio della collega Camani ‒ nel non farla diventare una battaglia donne contro uomini, perché non tutti gli uomini sono così, non tutti gli uomini considerano le donne degli oggetti, non tutti gli uomini le trattano da persone inferiori. Anzi, è una minoranza della minoranza a fare così. Questo voglio rivendicarlo. Per ogni uomo che si comporta in un modo ce ne sono cento che rispettano le donne, però questi cento devono prendere in mano la situazione e devono diventare un esempio anche per gli altri, non devono più tollerare un certo tipo di comportamenti. Quando vedono altri uomini che si comportano in certi modi devono intervenire in maniera attiva, dando l'esempio. Questo è il messaggio che deve partire da quest'Aula oggi, insieme al fatto che la politica, per una volta, mette da parte le bandiere partitiche e si trova tutta unita per intervenire su una questione che riguarda tutti noi.
Nel condividere ancora questo progetto di legge, vorrei che oggi uscisse da quest'Aula un voto all'unanimità. Lo chiedo a tutte le forze di maggioranza. Il messaggio che deve partire da qui oggi è importantissimo, un messaggio di unità di fronte a una grave situazione che tutti noi dobbiamo affrontare.
Ringrazio la Consigliera per aver portato questo progetto di legge. Non mancheranno sicuramente i nostri voti e la nostra condivisione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Villanova.
Ha chiesto di intervenire la collega Brescacin. Prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

113. Dall'omicidio di Giulia Cecchettin, in un anno sono state uccise 113 donne, una ogni tre giorni. L'ultima si chiamava Aurora, aveva 13 anni, di Piacenza, ed è stata scaraventata giù dal balcone mentre tentava di aggrapparsi alla ringhiera e alla vita.
In un anno, in Veneto, sono stati oltre 6.000 gli accessi, 6.000 donne che hanno chiesto aiuto. Il 25% di queste è passata prima per il pronto soccorso, circa 1.500. Il 36% di queste 1.500 ha sporto denuncia.
Non si deve strumentalizzare, non si può strumentalizzare o cercare spazio nella stampa con sparate più che censurabili su un tema così importante e delicato come la violenza contro le donne. La violenza contro le donne è un dato certo. Negarla in questo modo vuol dire riaffermarla.
È fondamentale il dato che una su tre ha denunciato: circa 500 hanno denunciato, mentre le altre 1.000 hanno subìto la violenza, ma non hanno trovato la forza di denunciare. Il 67% di chi ha denunciato è composto da italiane con scolarizzazione medio-alta; il 55% di queste donne ha un lavoro. Si tratta, quindi, di un fenomeno culturale trasversale, non dipende dalla classe o dalla provenienza. Colpisce maggiormente il mondo adulto, ma l'attenzione va rivolta anche ai giovani per permettere loro di crescere nel contesto meno violento possibile. Non può passare come normalità, come quotidianità l'accadimento di atti di violenza, soprattutto per tutelare i giovani che possono subire o agire con violenza. Certe immagini di violenza girano con facilità tra i giovani. Questo si ricollega alla proposta di vietare l'uso del cellulare ai ragazzi al di sotto di 14 anni e dei social ai ragazzi al di sotto di 16 anni.
Oggi, quindi, affrontiamo un tema cruciale: la necessità di istituire un Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne in Veneto. Non si tratta solo di un adempimento amministrativo, ma di un impegno civile e morale, un impegno che non è né di destra né di sinistra. È una scelta di civiltà contro una cultura barbara di prevaricazione e abuso, indegna di una società avanzata, democratica, basata sul reciproco rispetto e riconoscimento dei valori di libertà e di uguaglianza incarnati da ogni essere umano.
L'Osservatorio rappresenterà per noi legislatori regionali il nostro strumento più efficace per comprendere, prevenire e contrastare la violenza di genere. Sarà una piattaforma strategica che ci permetterà di raccogliere dati puntuali, scientifici, progettare interventi mirati e dinamici, coordinare le azioni di tutti i soggetti istituzionali.
L'Osservatorio può rilevare trend, dinamiche, caratteristiche specifiche del territorio veneto o di ambiti territoriali precisi. Dovrà sviluppare azioni di supporto alle vittime e agevolare al meglio la realizzazione di una rete integrata di servizi territoriali, migliorando l'accoglienza, l'assistenza e il sostegno alle donne che subiscono violenza.
La violenza contro le donne non è un problema privato, ma una questione sociale, che richiede risposte concrete e di sistema. Creare un Osservatorio regionale significa costruire una rete di protezione, ascolto e supporto reale per tutte le donne vittime di violenza.
La nostra Regione ha l'opportunità di diventare un modello nazionale di intervento e prevenzione. Investire in questo Osservatorio significa investire nella cultura del rispetto dei diritti umani e nella dignità di ogni persona.
Come donna, come amministratrice pubblica, come legislatore regionale chiedo a tutti di sostenere con convinzione questa proposta. Il femminicidio Cecchettin ha mostrato che la violenza avviene in tutti i contesti, quelli in cui viviamo quotidianamente, non solo nelle situazioni disagiate. Gli strumenti per contrastarla sono passati dalla ratifica della Convenzione di Istanbul fino al Codice rosa, approvato con la legge del 2023. Gli strumenti penali ci sono, ma il tema va affrontato anche in sede civile nei casi di affidamento dei figli, di separazione o di divorzi. Spesso la donna, infatti, non vuole denunciare, ma interrompere la violenza.
Non basta la magistratura per affrontare un problema così complesso. Serve anche contrastarlo nelle famiglie, nelle scuole e nelle università.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Scatto. Ne ha facoltà.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Credo che quello che si poteva dire sulla violenza contro le donne oggi, se non tutto, per una buona parte sia stato detto. Quello che mi sento di dire, senza voler ripetere altri interventi, che comunque condivido, è che siamo stanche di scarpette e di panchine rosse. Siamo stanche.
Oggi abbiamo l'opportunità ‒ per questo ringrazio la capogruppo Camani, anche se è stato un lavoro, come è stato detto, condiviso ‒ di presentare questo progetto di legge, che diventa imperativo, perché diventa imperativo agire in modo concreto, come stiamo facendo oggi in quest'Aula, grazie alla presentazione di questo PDL.
Questo PDL che istituisce l'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne, mi permetto di osservare, non parla solo di violenza. Parla di tutto ciò che sta attorno.
Quando ho letto l'articolato e ho visto che si parla di empowerment, ho fatto un ragionamento e mi sono chiesta: cos'è l'empowerment, se non un processo di crescita basato sull'incremento dell'autostima e dell'autodeterminazione, per far emergere risorse latenti e portare l'individuo a una piena consapevolezza delle proprie capacità?
Nell'articolato si parla di empowerment femminile. Che cosa vuol dire? Vuol dire che se abbiamo bisogno di fare una legge per far sì che le donne acquistino consapevolezza delle proprie capacità ciò significa soprattutto che ci sono delle difficoltà in questo senso.
Mi piace l'aver introdotto, con questa legge, un problema a 360 gradi: sicuramente la violenza, ma anche quel tipo di violenza che viene perpetrata sui luoghi di lavoro, quella violenza che viene taciuta, quella violenza che fa sì che le donne instaurino nel loro ragionamento una percezione di inferiorità, che poi dà adito anche a tutti gli atti di violenza taciuta.
Mi chiedo, quindi: da oggi veramente riusciremo a mettere il tutto nero su bianco? Il che vuol dire non stare fermi, vuol dire far funzionare questa legge, vuol dire essere presenti. Devo dire anche che il Consiglio regionale, il 23 ottobre, il CUG, per la precisione, cioè il Comitato unico di garanzia, ha fatto un bellissimo convegno dal titolo "Parità di genere: utopia o necessità?". Io ho svolto un intervento nel corso del quale ho sostenuto che non è sicuramente utopia, cioè un luogo che non esiste, ma che dobbiamo creare una "eu-topia", un posto buono, in cui vengono rispettate le pari opportunità.
Faccio presente che solo nel 2022 è giunta in Italia la certificazione sulla parità di genere, non perché sia stata sentita come esigenza, ma solo perché è stata prescritta dal PNRR, che prevedeva incentivi alle aziende.
Concludo. Fino a quando discuteremo di inclusione e discriminazione saremo lontani dalla parità di genere e anche dalla lotta alla violenza. Questo PDL veramente concretizza, però per creare una sinergia, con lo scopo di modificare una cultura che penalizzi la diversità.
Anch'io come il collega Villanova, pur sapendo di non poterlo sottoscrivere, chiedo che venga messa a verbale in ogni caso la mia richiesta di sottoscrizione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Zecchinato. Prego, Consigliere.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, voglio ringraziare la collega Vanessa Camani per aver proposto questo PDL di istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne. È stato discusso in Quinta Commissione, c'è stata una discussione aperta e sono stati accolti anche alcuni emendamenti. Mi ha fatto particolarmente piacere anche la discussione che c'è stata. Questo è un tema sicuramente importante. Si parla di violenza contro le donne, ma anche di violenza di genere. Purtroppo, è un tema che vediamo nella cronaca quotidiana.
Questo Osservatorio, come è già stato detto, non servirà a risolvere completamente questo problema, ma è un bel passo che consentirà di far luce sul fenomeno con le proprie attività di osservazione, di analisi, di studio, attività anche di strategie e di proposte che possono essere portate avanti. La cosa interessante è che la proposta di legge prevede che ci sia il coinvolgimento di vari organismi, tra cui anche la Commissione per le pari opportunità qui istituita, in Regione Veneto, che entra a pieno titolo perché può essere consultata; quindi, può far parte di queste attività.
Vorrei fornire alcuni dati – alcuni sono già stati forniti – sul fenomeno. In particolare, il Dipartimento di pubblica sicurezza ci dice che nel 2023 ci sono state 13.793 richieste di intervento, quindi richieste specifiche di aiuto. Solo nell'1,5% dei casi l'autore della violenza non era conosciuto. Generalmente, in tutti gli altri casi, si tratta di una persona conosciuta. 2.124 casi di intervento hanno riguardato minori e il 51% donne. 120 sono stati i femminicidi in Italia nel 2023 e ‒ come è stato citato prima dalla collega Brescacin ‒ già 113 nel 2024.
Il 75% di femminicidi sono stati compiuti da italiani e il 16% da stranieri, su una popolazione, però, dell'8%. È un dato importante anche questo. Si ravvisa una crescente violenza di giovani contro le giovani, e questo è un dato veramente allarmante, con crimini che lasciano sgomenti. È stato citato il caso Cecchettin, ma si potrebbe citare anche il caso Castelli, dove peraltro fa specie che siano stati riconosciuti solo 24 anni all'autore di quel crimine. Mi verrebbe da dire, a questo punto, che, oltre all'Osservatorio, a questi ragionamenti che facciamo oggi, vanno richieste anche pene e condanne certe e più severe per chi commette questi crimini.
Ho citato questi dati non tanto per strumentalizzarli o per fare ragionamenti politici, quanto per dire che l'istituzione dell'Osservatorio può avere una finalità veramente importante, come dicevo all'inizio, per fare luce su tutti questi dati inquietanti, ma fare luce in modo tale da promuovere nuove attività in maniera completa, in maniera generale, cioè agendo su tutte le componenti che fanno parte del problema. In questo modo, riusciremo sicuramente a portare questo messaggio, a portare l'attenzione nelle nostre comunità, perché sono problemi che nascono nelle comunità e che vanno risolti al loro interno.
Ringrazio ancora per aver proposto questa legge, che appoggio pienamente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Cestari. Ne ha facoltà.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Esprimo davvero molta soddisfazione per il progetto di legge, ovviamente, ma anche per la discussione che si sta svolgendo in Aula. È facile cadere nel banale in una discussione di questo tipo. Siamo a novembre, il 25 si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne. In realtà, non c'è un mese migliore o peggiore per parlare di un tema come questo. Novembre, però, è il mese in cui appare più semplice, anche più fluido fare certi tipi di discussione, parlare di questo drammatico fenomeno.
La notizia è che nel 2024 siamo ancora qui a parlarne. Ne parliamo nella parte di mondo che sembra essere quella perfetta, nel mondo occidentale, in cui le cose sembrano procedere nella maniera più opportuna e più giusta possibile. La realtà è che non dovremmo nemmeno parlare di questo tema.
Gli accadimenti di tutti i giorni, invece, ci impongono davvero di rivedere le priorità e di fare qualche riflessione. Di fatto, i dati sono implacabili, continuano ad essere implacabili. Il fenomeno ‒ lo abbiamo già detto, lo ha detto qualche collega ‒ non riguarda soltanto la violenza fisica, bieca e incommentabile. Il fenomeno riguarda il web, riguarda anche un mondo, forse ancora sommerso, che tocca, ad esempio, la pulizia di linguaggio nel momento in cui si parla di donne. In politica, devo dire, accade ancora molto spesso.
Ci sono posizioni e iniziative che davvero non devono conoscere bandiera, casacca, colore politico, ma che appartengono davvero a tutti. Oggi ne abbiamo davvero una viva e concreta dimostrazione. Si può discutere davvero su tanti aspetti, sulle cause, sulle percentuali, si può parlare di numeri, ma sarebbe bello poter davvero arrivare a una soluzione, a una sintesi su questo.
Faccio un esempio. Oggi il regime islamico, il regime iraniano è lì a ricordarci che chi non porta il velo merita la galera, merita il carcere perché esprime dissenso e perché, magari, qualcuna si decide a dirigersi verso una libertà ancora da molti osteggiata.
Faccio ammenda anch'io. Nonostante io sia una donna, non mi ero mai accorta di quanto il mondo fosse davvero pericoloso prima della nascita di mia figlia. Tutti noi qui, oggi, dobbiamo farci portavoce di un messaggio che non riguarda soltanto il rispetto che dobbiamo esigere dagli uomini verso le donne, ma anche dalle donne verso le donne. Molto spesso anche noi ci dimentichiamo di portarci rispetto e di farlo, ad esempio, denunciando o aprendoci. A volte non è facile.
Dobbiamo investire sulla cultura, sul rispetto (lo ripeto, perché è importante), sulla pulizia del linguaggio e su una mentalità che ancora oggi non fa rima con "progresso". Ringrazio davvero la collega Camani per questa iniziativa. Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti oggi a sostegno dell'iniziativa stessa. Mi dispiace di non aver sottoscritto il provvedimento. Lo faccio in questo momento a voce, in modo che possa rimanere a verbale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Cecchellero. Prego.

Andrea CECCHELLERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Riprendo brevemente l'intervento della collega Camani, concordando con il fatto che alla fine del secondo conflitto mondiale abbiamo superato tante diseguaglianze, tante disparità. Si faceva riferimento ai regimi totalitari, alle condizioni sociali e alle condizioni sanitarie. Uno degli obiettivi che ci si era posti, probabilmente, era anche quello della parità di genere. Pur rischiando di scivolare nella retorica e nel facilmente contestabile, la senatrice Merlin, con la legge che aveva voluto proporre, partiva dall'assioma di una società assolutamente paritaria. Purtroppo, così non è stato. Non abbiamo ottenuto questo obiettivo. Oggi, purtroppo, prendiamo atto di una sconfitta istituzionale e sociale.
Mi complimento con chi ha pensato questo provvedimento e con chi ha collaborato a portarlo a termine. Voto e sottoscrivo ideologicamente questo provvedimento, nella speranza che sia lo strumento per raggiungere l'obiettivo di una società in cui non si debbano tutelare le donne, ma in cui le donne possano vivere e lavorare liberamente, naturalmente tutelate.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega
Ha chiesto intervenire il collega Masolo. Prego, collega.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
"Oggi, nel momento in cui le donne hanno portato avanti il tema della liberazione che comprende – ma supera ‒ quello della emancipazione, i comunisti conseguenti, in quanto rivoluzionari – e perciò fautori della fine di ogni forma di oppressione – devono superare quegli orientamenti culturali, quegli atteggiamenti mentali e pratici, quelle abitudini che sono proprie di una società e di una cultura (e quindi anche di un modo di fare politica) costruite secondo l'impronta maschilista, cioè in nome di una pretesa supremazia dell'uomo".
Gentili colleghi e colleghe, quello che ho appena letto è un significativo stralcio di un più ampio intervento di Enrico Berlinguer nel corso della VII Conferenza nazionale delle donne, del Partito Comunista italiano, svoltasi a Roma il 4 marzo 1984, cioè 40 anni fa.
Vi chiederete perché mai un Verde come me inizi il proprio intervento citando Berlinguer. La ragione è evidente ed è espressa chiaramente nella relazione del progetto di legge oggi in discussione, a prima firma della consigliera Camani, che cito: "Appare oramai indifferibile la necessità di avviare un'opera di sensibilizzazione collettiva e di rinnovamento culturale sul tema del contrasto e della prevenzione della violenza di genere e di ogni altra forma di discriminazione nei confronti delle donne, mettendo in campo – penso che questo sia il passaggio più significativo e più efficace – strumenti di raccolta ed analisi di dati e informazioni sul fenomeno della violenza di genere, nonché forme di educazione alla parità e al rispetto – moltissimi e moltissime di voi hanno sottolineato questa importanza fondamentale dell'educazione alla parità e al rispetto – anche attraverso la promozione di un linguaggio e comportamenti non violenti e non discriminatori". Anche questa penso sia la chiave di lettura e di volta rispetto a un processo culturale che deve rivoluzionare il nostro approccio.
Dopo l'elezione di Trump non possiamo certo aspettarci che il linguaggio, la cultura e i comportamenti non violenti e non discriminatori riceveranno grande diffusione, anzi ho purtroppo il timore che così non sarà. Non vorrei caricare di troppi simboli questo progetto di legge, anzi vorrei che, una volta approvato, fosse adeguatamente attuato e valorizzato, a prescindere da chi nei prossimi anni governerà questa Regione. La trasversalità politica delle sottoscrizioni del progetto di legge mi consente di essere fiducioso su questo aspetto e la discussione di oggi lo ha dimostrato ampiamente.
Approvare questa legge è sia un atto di resistenza sia un atto di affermazione della cultura e del rispetto. Una cosa ovvia, direte. Il rispetto reciproco intra e tra generi dovrebbe essere la base incontestabile di ogni relazione, sia essa pubblica o privata. E se è cosa ovvia, allora vuol dire che viviamo in tempi in cui è necessario fare uno sforzo per affermare l'ovvio. E per affermare quello che oggi appare ovvio occorre, allora, fare uno sforzo di memoria per capire da dove siamo partiti, quello che siamo oggi e quello che non vogliamo mai più essere. Va ricordato – è già stato detto – che sino al 1981 in Italia le donne stuprate potevano emendarsi, loro, le vittime del più atroce dei gesti compiuti dall'uomo, marchiate di fronte all'opinione sociale, a rientrare nel consesso sociale se sposavano il proprio stupratore. Si trattava dell'estinzione del reato in caso di matrimonio con la persona, il cosiddetto "matrimonio riparatore", poi abrogato nel 1981, grazie alla lotta di una donna, Franca Viola, com'è già stato detto. Dobbiamo ricordarci che solo nel 1996 il reato di violenza sessuale diventa un reato contro la persona e non più contro la morale. Dobbiamo anche ricordare l'attenuante del diritto d'onore: uccidere per punire le donne infedeli era considerato giusto. Ricordiamoci che, fino alla legge n. 194, l'interruzione di gravidanza era un reato punito con la reclusione. Dobbiamo anche porre attenzione a quanto l'applicazione di questa legge sia ancora oggi ostacolata e osteggiata.
È evidente a chiunque dentro quest'Aula che le leggi che ci siamo lasciati alle spalle da più di trent'anni erano il frutto di una cultura e di una violenza sistemiche. Non stiamo parlando di secoli, ma stiamo parlando di pochi decenni. Per non ricadere in questo ordine di discorso, dobbiamo agire a livello culturale, e questa legge lo fa, consentendo di indagare e approfondire, di osservare e vigilare, di intervenire, avvalendosi anche degli apporti conoscitivi dei Centri antiviolenza.
Non possiamo trascurare, infine, che nel discorso, sia esso pubblico o privato, sulle violenze di genere ancora oggi si tenta la giustificazione ideografica alla violenza dell'uomo contro le donne e si dice che l'uomo è folle, ma evocando la follia allontaniamo la responsabilità e la comprensione, oscuriamo quella che purtroppo è ancora oggi l'impostazione dell'ordine del discorso condivisa a più livelli, partendo da quello economico – si vedano le ingiustificabili disparità salariali tra donne e uomini – e familiare, fino ad arrivare anche alla semplice concezione urbanistica delle nostre città, con una pianificazione ancora vecchia e niente affatto pensata per garantire spazi inclusivi, sicuri e di integrazione di qualità di vita.
Non possiamo più e non avremmo mai dovuto pensare che tutto questo accadeva e accade perché esistono rotture momentanee dalla normalità perché, come afferma la relazione al progetto di legge, molte di queste violenze "vengono spesso perpetrate nel silenzio dei luoghi privati, nella quotidianità dell'esistenza, e rimangono lontane dall'eco degli organi di stampa e dal dibattito pubblico".
L'annunciato epilogo del femminicidio non è altro che la radicalizzazione di queste violenze, spesso implicitamente accettate da una cultura dominante, che ancora oggi considera la donna soltanto quale oggetto del possesso maschile.
Per queste ragioni anch'io ringrazio per questa legge e sono contento e soddisfatto della discussione che si è sviluppata nella giornata odierna. Non c'è la collega Scatto, che prima aveva citato le panchine e le scarpe rosse. Dopo essere sceso dal treno, nel tornare a casa, passo sempre davanti a una panchina rossa e quella panchina per me è significativa perché, passandoci davanti e vedendola, mi porta un messaggio, mi dà un concetto, attira la mia attenzione, mi fa pensare e mi porta il pensiero a un tema fondamentale. È anche questo il senso delle panchine, che tanti dicono che non servono a niente. Per me, invece, è molto importante. Per me dovrebbe esserci una panchina in tutti i quartieri. Per me passare davanti a quella panchina e leggere quel numero "1522" è molto significativo.
Questa sera su quella panchina io mi siederò per qualche minuto, perché oggi è una giornata particolare, perché abbiamo fatto questo gesto importante a livello regionale. Mi siederò su quella panchina, penserò a questa legge, penserò a questo incontro in Aula, penserò a una frase che sentivo sempre da bambino, che a me sembrava strana e di cui non capivo il significato. La sentivo ripetere sempre in famiglia: una donna non si picchia nemmeno con un fiore. A quel tempo non riuscivo a capire il significato. Crescendo, invece, l'ho capito. Ancora adesso una donna non si deve toccare nemmeno con un fiore. La parola "picchia" ha un significato ancora più forte, perché è una contraddizione in essere. Per questo non ne capivo il significato.
Questa sera mi siederò su quella panchina per qualche minuto. Vi invito, anche in questi giorni, quando passerete davanti alle panchine rosse, a sedervi, a fare qualche respiro profondo, che serve sempre, e a portare attenzione a questo tema.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Bigon. Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Bene l'istituzione, bene la discussione in questo Consiglio regionale sull'attivazione di un Osservatorio. Ero Sindaco quando un sabato mattina ho visto nella sala d'attesa una ragazzina di dodici anni. Era in prima, stava andando per la seconda media. Le ho chiesto come mai fosse lì, visto che c'era ancora scuola il sabato mattina, e lei mi ha detto: devo parlarti. Mi parlò dell'episodio gravissimo che subiva in famiglia da un parente, parente che poi, ovviamente, una volta avvertiti i carabinieri, è stato arrestato e condannato. Quindi, benissimo l'Osservatorio, che deve essere regionale, ma che deve riguardare tutto quello che può essere contrastato all'interno della società, della scuola, del lavoro e della famiglia, violenza che riguarda le donne, ma che soprattutto riguarda non solo atti fisici, ma spesso anche violenze verbali. Quindi, dalla scuola dobbiamo partire con quell'educazione non solo all'affettività ma anche alla gentilezza, quell'educazione che deve far capire quando il gesto va oltre la normale tollerabilità. Questa ragazzina mi raccontava, appunto, quello che succedeva e non capiva se questa era violenza o se era qualcosa di normale che poteva accadere.
Oltre alla scuola, dobbiamo anche entrare nel lavoro, quindi anche formare i professionisti, formare i docenti, in modo che siano in grado di trasmettere queste informazioni non solo per sé stesse ma anche per chi è dipendente o per chi è alunno. Poi, ovviamente, lavorare all'interno della società, trasmettendo, anche con le associazioni che dovranno essere formate, una rete di informazioni fondamentali, dove la fiducia è importante, perché ricordiamo che la fiducia nelle Istituzioni deve diventare importante. È fondamentale ed essenziale. Per arrivare, poi, anche agli uomini. È vero, come diceva il collega, non tutti sono uguali. Ci mancherebbe altro. Però, ricordo una campagna europea all'epoca, partita tanti anni fa, "he for she", lui per lei. Dobbiamo partire dagli uomini, dagli uomini che ovviamente non sono violenti, sia nei modi, che nelle forme, che nelle parole, perché la violenza parte dalle parole, per poi coinvolgere tutti gli altri.
Noi, quindi, dobbiamo fare in modo di far partire questo Osservatorio. Grazie alla collega Camani per averlo depositato come progetto di legge, grazie a tutti voi, a noi e agli uffici che vi hanno lavorato, perché credo che sia un momento importante. È un momento importante perché soprattutto le persone devono capire che le Istituzioni sono vicine. Quando quella ragazzina è venuta dal Sindaco, effettivamente ha dato quel rapporto di vicinanza e di fiducia che credo dobbiamo dare sempre, in qualsiasi luogo, a partire dall'Ente locale, provinciale e regionale, e questo credo che sia un esempio.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Zottis. Prego, collega.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anch'io ringrazio la collega Camani e la relatrice Luisetto, ma ringrazio tutta l'Aula, perché credo che il valore aggiunto di questa giornata sia quello che ci chiedeva anche il papà di Giulia, ovvero la costruzione di una strada comune. La costruzione di una strada comune non è semplice, perché significa essere consapevoli di un problema, che il problema esista, e condividere la volontà di costruire una strada alternativa. Significa, come diceva prima la collega Camani, essere consapevoli che il femminicidio, nella lingua italiana, è uguale all'accettazione in qualche modo che l'omicidio è legato al genere. Questo significa femminicidio ed è quello che accade. Ma troppo spesso anche noi, nelle nostre condivisioni, nei nostri discorsi, diciamo: sì, è questo, ma è anche altro. No, è questo. E ci ricordava bene Michela Murgia che un omicidio è prima di tutto un crimine d'odio, un crimine d'odio di oppressione perché non riusciamo ad accettare alle volte la diversità, non riusciamo ad accettare, nelle diversità, che può esserci non una supremazia, ma quella disuguaglianza che può diventare uguaglianza tra uomo e donna. Non riusciamo a fare quell'alleanza che dovrebbe esserci nel quotidiano per dare dignità alla donna, perché la donna è un essere umano e come persona ha diritto di esistere, con le sue paure, con le sue potenzialità, con i suoi limiti e nelle condizioni di esprimere al meglio il proprio essere.
Credo, allora, che questo Osservatorio simbolicamente possa essere anche quello del racconto quotidiano – prima lo diceva la collega Luisetto –, il racconto quotidiano di quello che accade ad una donna, perché la violenza, prima di esprimersi nell'omicidio, che è l'atto più terribile, si insinua lentamente. Se andiamo a leggere quello che semplicemente dicono alcune donne, ma anche le famiglie delle donne e delle ragazze uccise, ci rendiamo conto che l'omicidio arriva alla fine, preannunciato da piccoli e grandi segnali che non siamo riusciti a cogliere.
Se questo Osservatorio diventa anche la raccolta della vita quotidiana e simbolicamente riusciremo a fare magari il 25 aprile anche dei momenti di racconto, sotto le varie forme anche di arte che esistono, allora credo che sarà un primo risultato, perché riusciremo ad analizzare la complessità, che troppo spesso semplifichiamo anche in stereotipi o in ideologie che appartengono ad ognuno di noi, di cui non dobbiamo vergognarci, ma che dobbiamo, però, imparare a condividere, per trovare quel punto di mediazione, quel punto di incontro che ci serve per andare oltre a quella divisione, che poi porta a quell'odio, che poi può portare purtroppo a quella violenza, che poi può portare alla morte di una donna.
Chiudo il mio intervento augurandomi veramente che questo progetto di legge possa prendere gambe, ma anche lanciando il messaggio che la bellezza di questo momento è che il 99% delle parole che abbiamo ascoltato sono state parole di pacatezza, dette guardandoci negli occhi e cercando un equilibrio nell'intervento, al fine di cercare di trovare il famoso punto di incontro. Del resto, come dicevano prima le colleghe e i colleghi, il linguaggio è la prima forma di rispetto. C'era un monaco, Enzo Bianchi, che diceva che il linguaggio è la prima arma per uccidere qualcuno.
Oggi questa Istituzione, secondo me, diventa anche un elemento importante, perché dà l'esempio fuori di come un'Istituzione come la Regione del Veneto possa fare quel primo passo di costruzione, che fuori tanti attendono, e forse dare anche un messaggio di sollievo alle tante donne oggi in difficoltà. Alcune hanno avuto il coraggio di denunciare, altre non hanno il coraggio, perché alle volte non hanno la possibilità, non hanno quella rete per staccarsi da quella catena di violenze che le rende schiave di una vita quotidiana. Nel momento in cui si staccano, non sanno, non capiscono, non riescono a trovare quel giusto appoggio per dire: mi stacco, ma so che qualcuno la mano me la tiene e non rimango da sola.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Pavanetto. Prego.

Lucas PAVANETTO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'assessore Lanzarin, che è l'Assessore competente, per essere presente in Aula e la proponente, la collega Camani. È un progetto di legge che noi abbiamo firmato, tutti e cinque, e voluto firmare appena ci è stato presentato, perché penso sia una proposta di buonsenso, come spesso si usa dire all'interno di quest'Aula.
Io parto da un presupposto. Non voglio cadere nella polemica, visto che l'inizio di questo dibattito è stato concentrato su una provocazione. Penso che si debba ignorare questa provocazione e andare oltre, come diceva poco fa la collega Zottis, guardarci negli occhi, parlarci e cercare il punto d'incontro su un progetto di legge che ha sicuramente qualcosa di nobile. Qui si è detto che siamo stanchi di vedere panchine e scarpe rosse fuori dai municipi. È vero che in questo momento abbiamo migliaia di iniziative sul territorio, migliaia di iniziative tutte lodevoli, perché partono da persone che vogliono lanciare un messaggio, ma spesso rischiano di cadere nel vuoto proprio per la loro poca sostanza. Quindi, penso che questo Osservatorio serva proprio per cercare di capire quali sono le cose che può fare l'Istituzione Regione in questo caso, da demandare poi agli Enti competenti, a chi ha la possibilità di attuare quelle politiche più precise e più mirate. Chiaramente per farlo servono persone che possano elaborare anche i dati, quindi non perdersi nella visione personale, politica, ideologica, spesso e volentieri.
Partendo da questa premessa, voglio dire che la politica deve essere un esempio. Quindi, spero che il resto del dibattito possa essere di esempio, soprattutto in un momento delicato come queste giornate. Abbiamo visto la presenza del padre di Giulia Cecchettin in Parlamento per un'iniziativa che si è tenuta ieri. Questo per dire che lui è una figura che porta avanti una battaglia e che può parlare anche a livello personale, ma come tante altre figure che si sono messe in prima linea, pur non avendo avuto esperienze. Proprio per questo motivo non vado a rifare l'elenco di coloro che hanno perso la vita, perché sono già state dette tante parole, piuttosto che delle famiglie che ancora oggi piangono i propri cari, che magari in un sistema come il nostro rischiano di non aver avuto giustizia, ma parto da quel poco che possono fare le Istituzioni. Quindi, non vado a quello che è successo due anni fa o a tutta questa serie di iniziative, parto dal 2018, quando associazioni antistalking (all'inizio si chiamavano più velocemente così) cercavano e non trovavano spazio all'interno non di edifici pubblici, ma di determinate realtà, perché avevano bisogno di spazi dove poter dire alle persone che in quel momento avevano necessità: potete trovarci lì. Quindi, come esempio, semplici Consiglieri comunali di minoranza hanno fatto un piccolo gesto: hanno tolto le cose dal proprio ufficio e hanno donato il proprio ufficio all'associazione che faceva, appunto quest'opera. Perché faccio questo esempio? Perché nel 2018 se ne parlava sicuramente, però era ancora una cosa abbastanza lontana.
Dal 2018 ad oggi, però, molte cose sono cambiate, per fortuna anche, quindi non perdiamo il focus dei ventisei Centri antiviolenza e delle trentuno Case rifugio, degli investimenti che sono stati fatti. Al di là di quello che può essere il messaggio che riescono a dare le Istituzioni, questi sono fatti concreti, quindi credo che vada incentivato l'aiuto a queste strutture e l'ampliamento di queste strutture, dove è necessario.
Chiudo dicendo una cosa, che penso sia fondamentale. Oggi abbiamo detto tante cose, ognuno ha detto la sua secondo la propria esperienza personale o la propria visione. Tuttavia, non dobbiamo perdere il focus di quello che vuole essere questo progetto di legge perché, se non l'ho interpretato male, questo progetto di legge vuole dare ancora di più lo strumento per capire e andare poi sempre in maniera più puntuale a colpire un problema e a eliminarlo, senza girarci attorno, come spesso magari alcune iniziative, ripeto, sempre lodevoli, rischiano di fare, nei nostri tempi, in una società che corre sempre all'ennesima potenza, dove di giornate ce ne sono moltissime e di panchine di tutti i colori ne abbiamo tantissime, ripeto, senza nulla togliere a queste iniziative, chiaramente simboliche. Ma devono rimanere simboliche, perché poi i fatti concreti li facciamo, appunto, analizzando i dati e gestendo anche le risorse, le poche risorse che abbiamo, ma soprattutto gli strumenti che noi abbiamo indirizzandoli nelle funzioni giuste.
Come Gruppo, dicevo in apertura, abbiamo sottoscritto questo progetto di legge; quindi, anche questa sera ribadiamo tutto il nostro sostegno e, quindi, il nostro voto favorevole, con l'auspicio che questo possa essere l'inizio di un percorso che vada a concentrare ancora di più e ad abbattere definitivamente questo problema. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pavanetto.
Ha chiesto di intervenire la collega Venturini. Prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
I colleghi hanno ben rappresentato la situazione e io vorrei cercare di dare il mio contributo, il nostro contributo, dando un ulteriore tassello, guardando al passato, per dire che la violenza in realtà c'è sempre stata, ha radici profondissime, il che dimostra la difficoltà nel poterla sradicare. Del resto, se ci pensate, si parlava se la donna avesse un'anima o meno. Questo è stato motivo di dibattito. Magari è solo una diceria, però questo circolava. Questo dimostra quanto sia in profondità la violenza nella nostra cultura. C'è un testo del 1489, il Malleus Maleficarum, che tra l'altro è uno dei testi più importanti e che ha avuto una diffusione per secoli, utilizzato anche dai tribunali, un testo scritto da due frati domenicani dove con precisione e dovizia di particolari venivano indicati i metodi e le modalità con le quali seviziare, torturare e uccidere le donne. Noi proveniamo da quella cultura, una cultura che poi ritroviamo nei secoli. Se voi ci pensate, anche nel nostro Veneto si diceva che la donna perfetta era quella "che 'a piasa, che 'a tasa e che 'a staga a casa" (espressione dialettale).
Pensate, poi, come è già stato detto, che i delitti d'onore o il matrimonio riparatore sono stati aboliti negli anni Ottanta. Che cosa voglio dire? Che questa cultura della violenza e della sopraffazione delle donne è una cultura secolare, per cui ci vuole pazienza, ci vuole impegno, ci vuole determinazione. È un fatto di evoluzione culturale, rispetto al quale tutti ci dobbiamo impegnare. Da questo punto di vista lo stiamo facendo oggi con questo provvedimento, dove diamo dimostrazione che la politica non si rassegna, cerca di dare il proprio contributo, non è indifferente. Anzi, noi crediamo nell'evoluzione della cultura, nel fatto che debba essere contrastata la violenza, e con questo provvedimento, per il quale ringrazio la collega Camani, noi non abbiamo la pretesa di insegnare agli altri, ma abbiamo sicuramente la volontà di condividere e di essere consapevoli dei valori che devono essere propri, tra cui il rispetto. Noi dobbiamo condividere e divulgare il rispetto.
Chiediamo formalmente, infine, poiché non siamo sottoscrittori, di poter essere inseriti tra coloro che vanno a sottoscrivere la legge. Che resti agli atti, quantomeno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbisan. Ne ha facoltà, prego.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intanto desidero ringraziare la collega Camani, perché la sensibilità nel comporre e presentare questo progetto di legge, che auspico sia approvato con voto unanime, non fa altro che rinforzarci. Non è il fatto che le donne sono una specie da preservare. Le donne vanno tutelate. La donna è un essere umano, come noi, uguale a noi. Tant'è che nell'uguaglianza deve esserci la vera parità.
Rispetto ai fenomeni di violenza contro le donne, quello che si è fatto finora siamo tutti consapevoli, edotti e informati che non basta a fermare questa disgrazia, questi omicidi, questa cosa che ha colpito 80, 90, 100 donne. Non si parla di numeri, si parla di esseri umani.
Poi, patriarcato e via elencando, chiamiamo in causa tutto, ma la causa principale è da ricercare nelle famiglie. Il primo step di educazione è nella famiglia e poi nella scuola. Ma come fa questa gente ad andare a trovare la fidanzata o la moglie con un coltello in tasca? Questo è il problema, su cui tutti quanti dobbiamo riflettere. Qui la questione non è porto d'armi o non porto d'armi, perché vediamo in questi giorni in televisione che in alcune città del sud si trovano pistole. Anche là, è una questione di educazione a mio avviso, che deve partire dalla famiglia. Un ragazzino non può andare a scuola con un coltello in tasca. Non è una questione di violenza se il padre o la madre, soprattutto la madre, gli fa due belle guanciotte rosse, ma è una questione di educazione, di sana educazione, a mio avviso.
C'è un desiderio di normalità. Panchine rosse, scarpe rosse, va bene tutto, compreso questo progetto di legge, compresa questa legge, perché sarà approvata, per andare a informare la gente, per tenere alto il livello di informazione, per tenere alto il livello di conoscenza.
Dico anche un'altra cosa. Dove ci sono famiglie con attività, con un lavoro, dove c'è un grande uomo c'è sempre una grande donna alle spalle. Non è una questione di retorica, è una questione vera. Uno si muove per poter lavorare se ha al seguito, se ha con lui, se ha davanti a lui la tranquillità che la famiglia, che la casa, che lo stesso reddito che porta a casa viene gestito bene. Quindi, deve esserci questa sinergia. È questo quello che oggi nelle case, nelle famiglie manca, dove è tutto facile, dove nei social ci si vede e ci si specchia, e non manca più niente, a partire dalle situazioni imbarazzanti, penso al porno, per andare a finire alla conoscenza di prodotti, droghe. È un massacro. I giovani, che sono come carta assorbente, vanno a riempirsi di queste conoscenze adulterate. Non c'è una scelta. Il mio discorso è questo: rinforziamo il concetto nelle famiglie, nelle scuole. Quando andavo a scuola avevo paura di tornare a casa con un brutto voto. I miei genitori non andavano a protestare dall'insegnante. Le prendevo io se tornavo a casa con un brutto voto. Adesso vanno a protestare dall'insegnante. Per carità, sarà cambiato il mondo e indietro non si torna, però, a mio avviso, un pochino di dietrofront, per guardarci indietro, dobbiamo farlo.
Un'uguaglianza vera, quindi. Ricordo che due sabati fa ero a Barcis, dove è stato ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin. C'è stato un convegno nel municipio di Barcis, nel corso del quale abbiamo parlato di violenza contro le donne. È stato partecipato, è stato caloroso, perché eravamo nel Comune dove si è verificato il fatto increscioso.
Approfitto di questa occasione per dirvi che domani riceverete un invito. Lunedì 25, qui, nella Sala Fallaci, si terrà la conferenza stampa, organizzata dal Presidente Ciambetti con il sottoscritto, nel corso della quale si parlerà dello Stato islamico relativamente ai fatti che succedono in Iran.
Grazie a tutti.

PRESIDENTE

Grazie, collega Barbisan.
Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni. Prego, collega.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i colleghi per il dibattito di oggi, che credo sia stato importante e abbia mostrato una sensibilità condivisa su un problema che è nostro. Io sono rimasto colpito. Nell'ultimo anno Giulia ha studiato nelle aule dove insegno, le stesse aule, la stessa stanza, lo stesso edificio. Giada è stata buttata dal cavalcavia sotto cui passiamo ogni giorno per venire qui. Questa cosa mi ha colpito. Non stiamo parlando di altro. Stiamo parlando di noi, stiamo parlando del nostro quotidiano, della nostra vita, di una forma terribile di violenza che ci colpisce.
Credo, quindi, che l'Osservatorio sia qualcosa di importante per cercare di dare delle risposte. La sensibilità negli ultimi anni nei confronti dei rapporti tra le persone in genere è cambiata molto. Io con i miei figli, in qualche caso, vengo ripreso per alcune espressioni, che magari sono quelle dei detti popolari, anche, che però feriscono i ragazzi di oggi. Li feriscono perché c'è una sensibilità più attenta, un liberarsi da alcuni luoghi comuni che ancora condizionano le nostre scelte. È importantissimo che questo Osservatorio aiuti a dare consapevolezza che in alcuni casi questi luoghi comuni, questi modi di dire, queste frasi fatte feriscono. Che feriscano non lo decido io o un altro. Lo decide chi è ferito. In questo senso, secondo me, è importante avere rispetto, non pensare che la violenza sia un'altra, non credere di poter decidere noi cosa sia violenza o cosa non sia violenza.
Credo che questo Osservatorio debba entrare in tutte le scuole, debba aiutare a portare questa sensibilità, anche dalla discussione, dal parlarne, dal confrontarsi. L'educazione che abbiamo ricevuto non ammetteva di confrontarsi, di parlarne. Si doveva ricevere. Era un rapporto verticale: o prendevi quello che scendeva dall'alto oppure eri fuori. Questo non è più ammissibile. Per fortuna oggi c'è anche un insieme di relazioni che fa crescere molto più velocemente di quanto è cresciuta la mia generazione. Credo che l'Osservatorio possa dare una mano per fare in modo che queste relazioni orizzontali possano diventare fattor comune e possano aumentare la sensibilità.
Grazie a tutti. Questa cosa la facciamo per noi. Non è un qualcosa fuori di noi, non è un qualcosa di lontano. È un qualcosa di talmente vicino che, come dicevo, quest'anno ha colpito luoghi che molti di noi frequentano quotidianamente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bet. Prego, Consigliere.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo tema con una lettura che cerca di cogliere qualche aspetto positivo della storia della nostra terra. Parto dalla tradizione della Repubblica di Venezia, che rappresenta l'esempio di un passato lontano, ovviamente, di come si potesse già immaginare una società più giusta e avanzata nei diritti. Ricordo che la Serenissima, con le sue leggi e consuetudini, era all'avanguardia nel riconoscere la condizione femminile unica per dignità e libertà (rispetto, ovviamente, all'epoca), gettando i semi che avrebbero influenzato la storia.
Le donne veneziane all'epoca potevano amministrare i propri beni, intraprendere attività economiche senza la tutela dell'uomo e, una volta raggiunta la maggiore età, uscire dalla patria potestà. Una realtà straordinaria per il tempo. Anche la giustizia mostrava all'epoca ‒ e ci sono sentenze delle magistrature veneziane ‒ una certa sensibilità sul tema della violenza sulle donne e sul femminicidio. Questo esempio storico ci invita a una riflessione ‒ alla quale vi invito a contribuire ‒ sull'importanza di mantenere viva quella tradizione di tutela e rispetto, ovviamente aggiornandola alle sfide odierne.
Oggi, di fronte al dramma persistente della violenza di genere, è fondamentale istituire strumenti concreti e strutturati, come quello che stiamo per approvare oggi, con l'Osservatorio contro la violenza sulle donne.
Un Osservatorio non è solo un presidio di giustizia, ma un luogo dove raccogliere dati, analizzare situazioni critiche e promuovere azioni di prevenzione. Oserei dire che, come la Serenissima garantiva spazi, dignità e diritti alle sue cittadine, così oggi abbiamo il dovere morale di costruire una rete che protegga e tuteli le donne da ogni forma di violenza.
Venezia ci insegna che il progresso sociale nasce da un impegno comune per il rispetto e la libertà. Seguendo figure storiche come Moderata Fonte, che già nel Cinquecento denunciava la subordinazione femminile, possiamo trasformare la lotta contro la violenza in un cambiamento culturale profondo.
L'istituzione di un Osservatorio rappresenta, quindi, un tassello fondamentale in questo cammino, offrendo alle donne di oggi la possibilità di essere ascoltate, protette, proprio come accadeva in modo pionieristico nella Venezia dei secoli passati.
Ringrazio la collega Camani.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bet.
Ha chiesto di intervenire il collega Andreoli. Prego, Consigliere.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Come dico sempre, non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Questo, forse, è il più complesso di tutta la nostra società.
Come uomo mi sento di prendermi tutta la responsabilità di quelli che io chiamo "uomini giusti", a cui faceva riferimento il capogruppo Villanova, quando dobbiamo correggere i comportamenti sbagliati, i discorsi sbagliati che fanno alcuni altri uomini, come se questi non avessero madri, non avessero sorelle, non avessero amiche, cugine a cui voler bene. È lì che dobbiamo agire noi ed è quello che non sempre facciamo.
Ringrazio, come facciamo sempre, le forze dell'ordine, che intervengono quotidianamente su questi problemi. Loro, però, intervengono dopo, quando la bomba è esplosa. Noi cittadini dobbiamo agire da artificieri, dobbiamo lavorare sulla prevenzione per non arrivare a quel punto lì. Come si può fare questo? Si può fare insegnando, per esempio, ai giovani uomini che se una donna dice "no" e dice "basta" significa "no" e significa "basta". Oppure insegnando, sempre ai giovani uomini, che quando diventeranno genitori, ma anche prima, dico io, dovranno fare la loro parte con i figli e anche nelle faccende di casa, per permettere alle donne di vivere, lavorare a pari condizioni con noi, per poter essere più libere e più autonome. Anche questo è un grande aspetto del problema.
Sono personalmente convinto che il problema stia in larga parte nella capacità educativa delle famiglie di oggi. Ho due figli anch'io, un maschio e una femmina. A mio parere, bisogna insegnare ai genitori come si fa ad educare. Dicendola con uno slogan: insegnare ad insegnare. Non si può scaricare tutta la responsabilità sulle scuole e poi insultare i professori perché hanno dato un brutto voto o una nota ai propri figli. Non si può delegittimare il ruolo degli insegnanti quotidianamente e dopo scaricare su di loro il ruolo educativo che dovrebbero ricoprire le famiglie, ma che non ricoprono più.
Il genitore, lo sappiamo, è il mestiere più difficile del mondo, nessuno ce lo insegna, però, come si fa il corso preparto (io l'ho fatto addirittura due volte da padre, anche se di solito lo fanno le donne) o come si fa il corso per i fidanzati in chiesa, sarebbe utile e doveroso, un giorno o l'altro, magari rendendolo obbligatorio, un bel corso pre-genitoriale. Anche perché la gravidanza, il parto o il matrimonio in chiesa durano poco rispetto alla genitorialità, che dura tutta la vita. Però, stranamente, non facciamo un corso su quel tema lì.
Bisogna, inoltre, secondo me, smantellare uno dei più grandi pregiudizi culturali che sta alla base di tanti di questi problemi, ed è il seguente: se una donna non ha figli nella vita, cos'è? È una zitella irrisolta, che vale meno delle altre donne. Ditemi se non è così. Cosa succede, invece, se un uomo non ha figli? Semplicemente è un ganzo, un figo, come suggerisce la collega Ostanel, che non è sceso a compromessi e si è goduto la vita fino in fondo. È possibile ragionare in questa maniera? Perché a una donna da 40 anni in su si chiede se è sposata e se ha dei figli, mentre a noi uomini, sempre da 40 anni in su, non ce lo chiede nessuno? Pensiamo che tanti problemi e la necessità di sistemazione che sentono alcune donne nascano da questo pregiudizio culturale, che dobbiamo smantellare. Lo dico da uomo: le donne non hanno e non devono aver bisogno di un uomo per completarsi. L'uomo giusto è un valore aggiunto, un grande valore aggiunto. Piuttosto che accontentarsi dell'uomo sbagliato, è meglio stare da sole. In questo senso, c'è un grande lavoro da fare e l'Osservatorio sarà una splendida occasione per farlo. Bisogna insegnare a tutte le donne che ognuna di loro ha la forza dentro di sé per badare a se stessa, per bastare a se stessa.
Concludo. Io sono convinto che se una donna comprende veramente il proprio valore quando si guarda allo specchio è anche più probabile che arrivi il principe azzurro delle favole. Anche io ho una figlia femmina. Da bambine si sogna l'arrivo del cavaliere, del principe azzurro. È molto più facile che una donna diventata migliore attiri uomini migliori.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Andreoli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bozza. Ne ha facoltà.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Sarà un intervento molto veloce. Intanto, chiedo che rimanga a verbale che nella Commissione Prima, che ha dato il parere finale per licenziare questo PDL, si era chiesto di poter sottoscrivere. Ricordo che era stato proprio fatto un esempio. Pur non essendo la Commissione referente, si era chiesto di poter aderire. Dagli uffici della Commissione era stato detto di sì. Io non sono in Quinta, ma avevo fatto richiesta di sottoscriverlo in Prima, ed era stata data per buona quella disposizione messa a verbale, quella dichiarazione, e i Consiglieri che avevano aderito.
Purtroppo, successivamente, nonostante la reiterata richiesta di sottoscrizione, gli uffici l'hanno respinta, dicendo che era terminato l'iter e che, quindi, si doveva procedere in sede referente. Solo perché venga messo agli atti che avevamo chiesto in Commissione Prima e ci era stato detto di sì, ma che purtroppo, poi, per un tecnicismo il tutto non si è perfezionato. Come ha ricordato la collega Venturini, lo sottoscrivo anche oggi in Aula. Ringrazio la collega per averlo proposto, Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, da un certo punto in poi, in quest'Aula. Condivido in pieno tutto quello che è stato detto, per cui non ho intenzione di ripetermi.
Voglio solo citare un passaggio di Shakespeare, che ‒ come sapete ‒ è molto legato alla città di Verona, per una serie di motivi. Credo siano significative quelle quattro righe che oggi mi accingo a leggere: "per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo in piedi, Signori, davanti ad una Donna".
Credo che oggi il Consiglio regionale del Veneto si sia messo in piedi e abbia iniziato un percorso importante, di grande responsabilità, che spero diventi uno strumento effettivo e concreto e che l'Osservatorio possa dare dei risultati effettivamente significativi, e anche d'esempio, magari, ad altre Istituzioni e ad altri contesti dove l'aspetto culturale deve essere vinto e superato proprio nell'ideologia, ma soprattutto nella scelta di appianare le differenze e dare un segnale importante nei confronti di chi non ha ancora capito che la violenza contro le donne è un aspetto di cultura involuta.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Bozza, grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Cestaro. Prego, Consigliera, ne ha facoltà.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io ho pensato molto prima di fare questo intervento, perché volevo riportare sul piano pratico la cosa. Lo dico perché è difficile dirlo, ma io questa cosa l'ho vissuta di persona quando ero una ragazza; quindi, so cosa vuol dire la violenza. Lo so, perché ti arriva inaspettata, ti arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino, ti arriva dalle persone che dovrebbero difenderti, non in casa, ovviamente, fuori casa. L'ho vissuta purtroppo negli anni con tante amiche e con tante persone che hanno subìto la violenza.
Quello che posso dire personalmente è che non c'è una rete di protezione, perché la rete di protezione, che dovrebbe essere quella che ti sta vicino, molto spesso non ti ascolta o non ci puoi parlare, perché ti senti in colpa, perché ti vedi oggetto di una cosa che non è tua. Sei impura, questa è la realtà delle cose.
Immagino che anche Giulia, quando ho parlato con i suoi, con suo padre, con la sua famiglia, con i suoi amici abbia provato a chiedere aiuto, ma molto spesso si banalizzano le cose, si dice "sai, i ragazzi sono esagerati, sarà innamorato". Quante volte ci si sente dire "sarà innamorato", quindi fa queste cose perché pensa che così ti conquista e ti tiene più stretta, ti tiene più vicina. Non è così. La realtà è che queste persone sono di un egoismo estremo, ritengono che tu sia a loro disposizione, che tu possa essere un loro oggetto.
Questo non dipende dalla famiglia, perché vi posso assicurare che può capitare da chiunque e a chiunque. Molto spesso sono persone che hanno dei genitori meravigliosi, ai quali non hai neanche il coraggio di dire quello che hanno fatto i figli, perché sai che rovinerai la vita alle persone, non ai figli, ovviamente. Oppure, può capitare che delle persone che vengono da famiglie terribili siano quelle che, invece, ti accolgono, sono quelle che ti ascoltano e ti danno supporto.
Per cui, tanti di quei discorsi che abbiamo sentito oggi, almeno a mio avviso, sono belli, per carità, coreografici, ma, consigliere Andreoli, mi consenta di dirlo, noi non andiamo in cerca del principe azzurro, assolutamente. Credo che le mie colleghe lo possano dire, non lo vogliamo il principe azzurro, perché non esiste. Esiste l'uomo vero, esiste l'uomo che la mattina si alza per prepararti il caffè perché magari quel giorno stai male, esiste il collega che quel giorno rinuncia a venire qui perché ha la moglie impegnata e bisogna che qualcuno stia con i figli, esiste l'uomo che tutti i giorni fa qualche cosa per la propria moglie, per la propria donna. Esiste il padre che supporta i figli e le figlie, anche nel momento del bisogno. Il principe azzurro non c'è. La favola di Cenerentola, per fortuna, l'abbiamo superata da un bel po'.
Ringrazio la collega Camani, perché sono certa che un Osservatorio come tutte quante le cose che abbiamo saputo mettere a terra, credo tutti noi come amministratori, ognuno nel proprio piccolo, per cercare di ascoltare come diceva prima la collega Bigon, chiunque veniva a bussare nella porta nei nostri municipi, anche la persona più inaspettata, quella che magari entrava cercando di non farsi vedere, tutto questo, messo in rete, può essere una risoluzione, può essere un qualche cosa che poi, alla fine, porterà i nostri figli e le nostre figlie a vivere in un mondo migliore.
Non mi illudo che cambierà tutto questo. Non possiamo pensare che un Osservatorio risolva, ma almeno riusciamo a capire a che punto siamo, che strada stiamo percorrendo: stiamo migliorando, stiamo peggiorando, in che cosa possiamo intervenire.
Apriamo gli occhi su un fenomeno che c'è e nessuno spesso ha il coraggio di tirar fuori dal cilindro, dal capello. Si pensa e si parla sempre di persone disagiate, di persone con problemi psichici, di persone che vengono da famiglie con problemi, non è così. Succede a tutti, in tutte le famiglie, in tutte le circostanze, in tutte le latitudini e in tutto il mondo, purtroppo. Quando succede a casa nostra, facciamo più fatica ad accettarlo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Lanzarin. Prego, Assessore.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
Mi è un po' difficile intervenire dopo l'ultimo intervento e dopo l'ultima testimonianza sentita e sofferta di una nostra collega, però ci tenevo a fare due riflessioni.
Vorrei ringraziare la collega Camani e poi tutto il Consiglio regionale per aver colto l'occasione di portare in quest'Aula un provvedimento, portare una discussione vera, genuina, sentita, trasversale ma poi essere uniti nell'intento di fare squadra di fronte a una piaga che obiettivamente è diventata una piaga sociale, una piaga che un tempo pensavamo fosse lontana anche da noi, dal nostro Veneto, ma così non è.
È una piaga che oggi viviamo sicuramente in maniera molto forte, che oggi cerchiamo di contrastare in tutti i modi e lo facciamo con le leggi, la legge regionale che viene citata anche nel provvedimento, con gli ultimi provvedimenti nazionali di varia natura, con tanti altri strumenti che abbiamo oggi. È chiaro, però che la strada è ancora lunga, è una strada che parte da molte delle questioni che avete sottolineato voi, dalla cultura del rispetto e probabilmente anche dell'ascolto delle persone che ci sono accanto, che tante volte non hanno voce o che tante volte nella fretta non sappiamo ascoltare come si deve.
È chiaro che la rete diventa importante. Diventano importanti i comportamenti dei singoli e diventano importanti tutti gli strumenti che noi riusciamo a mettere in campo.
Credo che anche l'istituzione di un Osservatorio regionale, che abbia il compito di affiancarsi al tavolo regionale, ai monitoraggi che ogni anno la Regione del Veneto fa chiedendo ai singoli centri, ai singoli sportelli, alle singole case rifugio, dati, nozioni, informazioni che ci possono far capire il fenomeno, far capire un po' quelli che sono i connotati principali, ma far capire anche quali sono le azioni che hanno portato a un risultato, che ci hanno avvicinato a un risultato e quali possono essere le azioni che dobbiamo intraprendere insieme, sia molto importante e utile a tutti noi.
È chiaro che la Direzione Sanità e Servizi Sociali darà la massima disponibilità all'Osservatorio, quando sarà costituito, proprio nel collaborare, nel lavorare, nel fornire i dati, nel cercare di analizzare e capire assieme il fenomeno, quelli che possono essere oggi degli episodi che noi vediamo, a cui assistiamo, a cui non siamo in grado di dare sicuramente un significato.
Potrà, io credo, anche essere utile proprio in una progettualità, in un tentativo che da tempo stiamo facendo, ossia quello di cercare di informare, rendere tutti più consapevoli, allargare il più possibile la conoscenza, l'informazione, la sensibilizzazione, allargare la rete di chi può in qualche modo essere un punto di riferimento, anche utilizzando un linguaggio più possibile, unico, uniforme, un linguaggio che ci contraddistingua.
Credo che quello che stiamo facendo questa sera, anche la discussione a cui abbiamo assistito, sia una discussione che va in questa direzione e che sicuramente pone al centro una piaga sociale, culturale, economica, che ha tante radici.
Se noi riusciamo ad analizzare ogni singola radice e riusciamo a tentare, perché è chiaro che non è detto che riusciamo a trovare una soluzione, oppure anche un modo, un approccio diverso, probabilmente riusciamo a fare un po' di strada in più, quindi riusciamo forse a dare qualche risposta in più.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Sospendo i lavori per dare la possibilità alla Commissione di discutere gli emendamenti. Chiedo alla Presidente di quanto tempo hanno bisogno. Dieci minuti.
Ci aggiorniamo alle ore 18.35.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 18.25
La Seduta riprende alle ore 18.35

PRESIDENTE

Invito tutti a prendere posto, grazie.
Riprendiamo i lavori dell'Aula. Se qualcuno deve ancora accomodarsi, lo faccia ora. Grazie.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Non vedo nessun intervento.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 39, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Non vedo nessuna richiesta di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 39, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0001, presentato dalla consigliera Camani, articolo 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 2 è inserito il seguente articolo:
"Art. 2 bis – Presidenza onoraria dell'Osservatorio"
1. Al fine di rafforzare il prestigio dell'Osservatorio, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale può proporre al Consiglio di conferire il titolo di Presidente onorario dell'Osservatorio a una persona che nel Veneto si sia particolarmente distinta per attività svolte in campo istituzionale, culturale e sociale nel contrasto alla violenza di genere e nella costruzione di una cultura di parità, particolarmente tra le nuove generazioni.
2. Il Presidente onorario ha funzioni rappresentative, consultive e di promozione istituzionale; collabora per il coinvolgimento di altri soggetti ed enti.
Lo vuole illustrare o lo dà per letto?
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento con il quale propongo di integrare la composizione dell'Osservatorio regionale con l'indicazione, da parte del Consiglio regionale, su proposta dell'Ufficio di Presidenza, anche di una Presidenza onoraria per lo stesso Osservatorio, che abbia la caratteristica di essersi particolarmente distinta per le attività svolte in campo istituzionale, culturale e sociale, nel contrasto alla violenza di genere e nella costruzione di una cultura di parità particolarmente tra le nuove generazioni.
Il Presidente onorario avrà funzioni rappresentative, consultive e di promozione istituzionale collaborando anche con gli altri soggetti con cui l'Osservatorio collabora.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Cecchetto. Prego, collega. Ne ha facoltà.

Milena CECCHETTO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Io voglio ringraziare i Capigruppo, in primis la collega Vanessa Camani, che hanno aderito alla proposta di candidare Gino Cecchettin quale Presidente onorario del nascituro Osservatorio. La proposta verrà sottoscritta dai Capigruppo già questa sera ed è una richiesta che viene fatta, ovviamente, all'Ufficio di Presidenza.
Voglio fare un plauso ai colleghi e alle forze politiche che hanno aderito a questa iniziativa, che ha un forte senso simbolico ad evidenziare la trasversalità politica su questo tema, su un tema come quello che stiamo trattando oggi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo nessun altro intervento.
Metto in votazione, con il parere favorevole del relatore, l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Emendamento n. A0003, presentato dalla consigliera Maino, articolo 3, comma 2, aggiuntivo, che prevede:
Dopo le parole: ".... i Centri antiviolenza," aggiungere le parole:
"con le associazioni, le fondazioni e le organizzazioni operanti nel settore del sostegno e dell'aiuto alle donne vittime di violenza, le farmacie pubbliche e private".
Prego, collega.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, colgo l'occasione per chiedere la sottoscrizione o, comunque che venga messo a verbale perché anch'io, purtroppo, non ho potuto sottoscrivere il PDL, per il quale ringrazio anch'io, come tutti, la collega Camani.
È un emendamento molto semplice, che vado ad illustrare anche molto velocemente, legato alla possibilità di allargare le maglie dei soggetti che possono stipulare protocolli d'intesa. Dove non arriva lo Stato, sapete che molte volte c'è il mondo del volontariato, il mondo delle associazioni. Con questo emendamento ho chiesto di allargare alle associazioni, alle fondazioni e quindi il richiamo e anche alla nata, non più nascitura, ma nata fondazione legata alla tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, alle organizzazioni che comunque operano nel settore del sostegno e dell'aiuto alle donne vittime di violenza.
Ho ritenuto anche di allargare le maglie alle farmacie, pubbliche o private, perché sapete anche voi che le maglie più sono larghe, più la filiera si costruisce, più il dialogo si costruisce e più la parola, passando riesce anche a consentire a chi magari non trova il luogo, la persona, l'istituzione, di poter parlare della propria vicenda. A volte il luogo è anche la farmacia.
Sappiamo che le farmacie sono il primo presidio, ce ne sono tantissime in maniera capillare sia le farmacie rurali che le farmacie cittadine, e sono un punto di riferimento molte volte per tutti i nostri anziani, per le nostre donne. Lì molte volte le donne trovano le donne, perché nella maggior parte delle farmacie lavorano donne che sono molto disponibili all'ascolto. Mi piace ricordare anche il progetto Mimosa che, soprattutto a Verona, so che ha avuto un grandissimo risultato.
Vedo le colleghe, soprattutto quelle veronesi, che dicono di sì con la testa. Il progetto Mimosa ha saputo accogliere le donne con i loro problemi, con l'ascolto. Pensate che nelle farmacie veronesi normalmente transitano 200 persone al giorno. Sono 258 le farmacie, quindi c'è stato un ascolto ipotetico, ma comunque un ascolto, di ben 50.000 persone.
La ratio di questo progetto, partito con la pandemia, ma che sta continuando, mira soprattutto a consentire in un luogo protetto e con personale preparato l'ascolto. È un emendamento che mira ad allargare le maglie di questa filiera positiva. Più siamo ad ascoltare, meglio è. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 41, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 3, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Emendamento n. A0004, presentato dalla consigliera Maino, articolo 4, comma 2, lettera b), aggiuntivo, che prevede:
Dopo le parole: "... di autonomia;" ... inserire le parole:
"di sostegno ai minori orfani di madre deceduta a causa di violenza o vittime di violenza assistita;".
Prego, collega Maino.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Tengo particolarmente a questo emendamento, perché la tematica è tra le più delicate. Dove ci sono femminicidi o comunque violenze domestiche, ci sono purtroppo altri soggetti, altre persone che da questa realtà patiscono e subiscono, e molte volte sono silenti. Sono gli orfani dei femminicidi, sono quelli che vengono definiti orfani due volte, con un termine terribile, perché sono orfani spesso della mamma, ma sono anche orfani di un padre che o si è suicidato o è in prigione, e che non vogliono più vedere.
Io ho presentato anche un ordine del giorno su questo aspetto, sul quale magari mi dilungherò, però vorrei dire una cosa. Noi abbiamo in Italia, su questo aspetto, una delle legislazioni più efficaci e più complete che esistono in Europa per la tutela delle persone che sopravvivono alle violenze. Non ci sono le stime ufficiali di quanti sono gli orfani di femminicidio, però non si può parlare di femminicidio se non si parla anche, purtroppo, di chi rimane dopo il femminicidio, con tutti i problemi legati a questo: problemi psicologici, problemi economici, problemi sociali, problemi di affidamento. Quindi, l'emendamento mira proprio a inserire all'interno del Piano regionale degli interventi anche un occhio, un focus su questi bambini, su questi ragazzi che molto spesso rimangono vittime silenti per tutta la vita.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Marino.
Non vedo nessun altro intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 41, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 4, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002, presentato dalla consigliera Camani, articolo 6 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente articolo:
"Art. 6 bis - Disposizioni finali"
1. In fase di prima applicazione della presente legge, i componenti dell'Osservatorio designati dal Consiglio regionale nei termini previsti dall'articolo 2, comma 6, restano in carica anche nella legislatura successiva al loro insediamento, salvo diversa deliberazione del Consiglio regionale della dodicesima legislatura."
La collega Camani lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 42, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno.
ODG n. A0005

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Maino relativo a "SIA SEMPLIFICATA LA PROCEDURA DI RICHIESTA PER ACCEDERE AI FONDI E SIANO VELOCIZZATE LE EROGAZIONI DEI CONTRIBUTI DESTINATI AGLI ORFANI DI MADRE DECEDUTA A CAUSA DI VIOLENZA O VITTIME DI VIOLENZA ASSISTITA" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne". (Progetto di legge n. 243) APPROVATO (Deliberazione n. 96/2024)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE,
- negli ultimi giorni della XVII legislatura il parlamento ha approvato la legge n. 4 dell'11 novembre 2018 "Modifiche al Codice civile, al Codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici";
- questa legge rappresenta un importante passo avanti nella tutela di chi, purtroppo, si trova a vivere il dramma di perdere un genitore a causa di un crimine commesso all'interno delle mura domestiche.
Questa normativa, infatti, introduce una serie di misure concrete a sostegno degli orfani, riconoscendo il profondo trauma che essi subiscono e l'impatto che questo evento ha sulla loro vita;
- il provvedimento, dunque, non solo aumenta la pena per l'uxoricidio ma ne estende l'applicazione al rapporto di unione civile e alla convivenza, prevedendo l'ergastolo in caso di attualità del legame personale, ma introduce anche dei contributi destinati agli orfani;
CONSIDERATO CHE,
- uno degli aspetti più significativi della legge è l'istituzione del patrocinio a spese dello Stato per le giovani vittime. Ciò significa che gli orfani possono accedere ad un avvocato gratuitamente per affrontare le eventuali cause legali legate al crimine, senza dover sostenere alcun costo;
- in particolare, la legge 4/2018 istituisce un fondo destinato agli orfani e alle orfane per l'erogazione di borse di studio e per il rimborso di spese sanitarie e farmaceutiche, inclusa l'assistenza medico psicologica. Nel 2019 tale fondo viene esteso anche alle famiglie affidatarie.
CONSTATATO CHE,
- il decreto attuativo porta a 12 milioni all'anno le risorse disponibili, di cui il 70% sono riservate ai minori; il 30% ai maggiorenni che non siano economicamente autosufficienti. 4 milioni sono previsti per borse di studio, iniziative di formazione, orientamento e inserimento nell'attività lavorativa, 8 milioni sono invece pensati per le famiglie affidatarie.
CONSTATATO ALTRESÌ CHE,
- il Fondo di solidarietà prevede che, per ogni minore rimasto orfano/a a causa del femminicidio della madre e che si trova in affidamento, alla famiglia affidataria sia erogata una quota di 300 euro mensili per garantire il mantenimento, la crescita e lo sviluppo dei minori affidati;
- nonostante la presenza di una copertura economica, è estremamente complicato stabilire se questa sia adeguata al numero di orfani/e, in primis, purtroppo, proprio perché questo dato non si conosce con esattezza. Ciò che è invece appurato, è che questi fondi vengono erogati con molta fatica;
- vi si accede facendo richiesta alla prefettura di residenza entro i 60 giorni seguenti a quando la sentenza penale diviene definitiva e la cifra erogata va divisa tra i figli e le figlie della donna.
PRESO ATTO CHE,
- nel 2022 le istanze ricevute dal Fondo per più benefici ciascuna sono state il 32% in meno rispetto all'anno precedente;
- la questione economica è di fondamentale importanza per gli orfani e le orfane di femminicidio, per poter permettere loro sia un corretto sostentamento sia la cura delle condizioni fisiche, psicologiche e sociali che incontrano;
- la difficoltà nell'accedere ai fondi che sono stati stanziati impedisce però tutto questo. Infatti, la famiglia affidataria spesso si trova a dover affrontare un iter estremamente complicato per tutelare l'orfano dal punto di vista economico, senza alcun tipo di supporto da parte le istituzioni. Inoltre, si ritrova a farlo in un momento estremamente delicato, cioè successivamente al femminicidio.
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a farsi portavoce presso gli organi competenti affinché sia semplificata la procedura di richiesta per accedere ai fondi destinati dalla legge n. 4 del 2018 e affinché siano velocizzate le erogazioni dei contributi destinate agli orfani e orfane di madre deceduta a causa di violenza o vittime di violenza assistita.
Prego, collega.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Grazie.
Vi accennavo prima che c'è una legge, la legge n. 4 del 2018, che ha toccato molti punti normativi sul codice civile, penale e di procedura penale, che ha introdotto tutta una serie di tutele per quanto riguarda chi si trova a vivere sempre il dramma di essere figli di persone che sono morte, decedute a causa di un femminicidio.
Vi accennavo che è una delle legislazioni più evolute in Europa, ma purtroppo, pur essendo così evoluta e anche così completa, ci sono delle "falle" nel sistema.
I decreti attuativi di questa legge hanno esteso poi le tutele nei confronti degli orfani di femminicidio anche agli orfani di unioni civili e figli di convivenze. Che cosa vuol dire? È stato introdotto il patrocinio gratuito legale, è stata introdotta la possibilità del cambio di cognome, è stata introdotta anche la sospensione ‒ aspetto non da poco ‒ della pensione di reversibilità dell'omicida ed è stato istituito un fondo che consente agli orfani e alle orfane tutta una serie di diritti (non li chiamo "privilegi", perché in questo caso non c'è proprio nulla di privilegiato), quali le borse di studio e il rimborso per le spese sanitarie, farmaceutiche e quant'altro.
Dal 2019 queste erogazioni vengono effettuate anche nei confronti delle famiglie affidatarie. Le famiglie affidatarie sono i nonni, gli zii, i parenti, che si trovano, a volte, a dover convivere con situazioni di ragazzi traumatizzati, che necessitano di assistenza psicologica e, a volte, purtroppo, anche psichiatrica. Alcune volte devono cambiare casa, quindi c'è la difficoltà di instaurare tutta una serie di nuove relazioni. Anche perché non sempre i figli di femminicidio vanno in comunità; a volte restano nelle famiglie. Le statistiche ci raccontano che queste famiglie fanno veramente fatica ad arrivare a fine mese. Addirittura, l'83% delle famiglie affidatarie non ha la possibilità di seguire adeguatamente i figli di vittime di femminicidi, quindi orfani. Questi nuclei familiari prima non erano nemmeno in carico ai servizi sociali; quindi, adesso si trovano a dover affrontare una realtà completamente nuova.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Forse bisognerebbe introdurre una provvisionale per questi ragazzi, perché si possa accedere subito ai benefici di questo fondo. Questo fondo ‒ che, per carità, oggi dovrebbe essere, se non erro, di 12 o di 15 milioni di euro all'anno ‒ destinato a percorsi di formazione, a borse di studio, a orientamento e quant'altro, è un fondo che, purtroppo, però, può essere erogato solo una volta che c'è il passaggio in giudicato, quindi dopo il terzo grado di giudizio. Sembra quasi una pratica di rimborso spese, ma nel frattempo le famiglie devono campare e devono anche pensare al sostentamento dei ragazzi.
Quando si parla, purtroppo, di femminicidi bisogna parlare anche dell'aspetto economico, Servono i soldi per aiutare gli orfani di femminicidio.
L'ordine del giorno, sostanzialmente, impegna la Giunta a farsi portavoce affinché si semplifichi questa procedura, che mi dicono sia anche complessa nella richiesta di erogazione, ma soprattutto la si velocizzi per riuscire a ottenere prima questi fondi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Metto in votazione l' ODG n. A0005.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0006

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Soranzo, Pavanetto, Casali e Formaggio relativo a "LA GIUNTA REGIONALE SI ATTIVI PER ISTITUIRE IL 'KIT DI SALVEZZA' PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne". (Progetto di legge n. 243) APPROVATO (Deliberazione n. 97/2024)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- l'art. 8 della Legge regionale 23 aprile 2013, n. 5 "Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne" ha previsto l'istituzione di un Tavolo di coordinamento regionale per la prevenzione ed il contrasto alla violenza contro le donne;
- il Tavolo di coordinamento regionale ha funzioni di promozione, supporto e consultazione nei confronti della Giunta regionale per l'attuazione della Legge regionale 23 aprile 2013, n. 5 ;
DATO ATTO CHE:
- con Deliberazione di Giunta regionale n. 862 del 862 dell'11/07/2023 sono state censite le strutture presenti nel territorio regionale quali centri antiviolenza e case rifugio;
RILEVATO CHE:
- secondo gli ultimi dati regionali disponibili, nel solo anno 2022, le donne che si sono avvalse del supporto di un Centro antiviolenza con dei figli sono state pari a 2.221 e i figli minori supportati dai Centri, nel medesimo anno, sono 2.327;
- dai dati Istat (settembre 2024) le chiamate al numero di pubblica utilità 1522 nei soli primi due trimestri del 2024 sono state n. 743, provenienti da vittime residenti nella Regione del Veneto;
- i dati evidenziano che il primo accesso ai Centri antiviolenza è avvenuto anche con il supporto dei servizi sul territorio;
- molto spesso l'allontanamento d'urgenza dalla casa rappresenta uno strumento di difesa per le donne vittime di violenza domestica e tale fenomeno risulta sempre più in aumento, come rappresentato anche dai fatti di cronaca;
- tali allontanamenti avvengono in situazioni di emergenza per proteggere la propria persona e i figli coinvolti e non consentono alle vittime di rivolgersi tempestivamente ai Centri antiviolenza o alle Case Rifugio se non dopo qualche giorno;
- per supportare le vittime di violenza molte Amministrazioni, Operatori del settore, Associazioni predispongono il cosiddetto 'Kit di salvezza', consistente in un borsone che contiene tutto l'occorrente per chi lascia l'abitazione ove sta subendo violenza, permettendo così alle vittime di superare qualche giorno e notte prima di chiedere il supporto dei Centri antiviolenza e Case rifugio;
impegna la Giunta regionale
- a continuare il potenziamento e la diffusione dei Centri antiviolenza e Case rifugio su tutto il territorio regionale;
- a predisporre un protocollo regionale rivolto a tutte le Amministrazioni comunali della Regione e alle Pubbliche Amministrazioni che vogliano aderivi, con cui viene istituito il 'Kit di Salvezza' per le donne vittime di violenza che fuggono da situazioni di pericolo per la propria persona e/o per i propri figli;
- a valutare di reperire, ove necessarie, adeguate risorse nel bilancio regionale per la fornitura dei 'Kit di salvezza'' che saranno a disposizione delle Amministrazioni che aderiscono al protocollo regionale;
- a pubblicizzare tramite i canali di comunicazione istituzionale che presso tutte le Amministrazioni che aderiscono al protocollo, eventuali vittime di violenza possono usufruire del 'Kit di salvezza'".
Prego, consigliere Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Come abbiamo voluto ribadire in tutti gli interventi precedenti, anche del Gruppo, come il progetto di legge che vuole introdurre l'Osservatorio come una fase concreta di risposta di attivazione, oltre che di monitoraggio, anche di prevenzione, abbiamo pensato di sottoporre a questo Consiglio un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale nel corso di una fase che molti Sindaci e amministratori, anche qui presenti in Aula, conoscono.
Molto spesso l'allontanamento d'urgenza dalla casa rappresenta uno strumento di difesa per le donne vittime di violenza domestica e tale fenomeno risulta sempre più in aumento, come rappresentato anche dai fatti di cronaca; tali allontanamenti avvengono in situazioni di emergenza per proteggere la propria persona e i figli coinvolti e non consentono alle vittime di rivolgersi tempestivamente ai centri antiviolenza o alle case rifugio se non dopo qualche giorno; per supportare le vittime di violenza molto spesso sono le Amministrazioni comunali a rivolgersi ai servizi sociali territoriali, in prima battuta.
Vista l'esperienza molto positiva che ha visto come progetto pilota quello del Comune di Limena, nel padovano, abbiamo pensato di chiedere un impegno alla Giunta a continuare il potenziamento e la diffusione dei centri antiviolenza e case rifugio su tutto il territorio regionale; a predisporre un protocollo regionale rivolto a tutte le Amministrazioni comunali della Regione e alle pubbliche amministrazioni che vogliano aderivi, con cui viene istituito il "Kit di Salvezza" per le donne vittime di violenza che fuggono da situazioni di pericolo per la propria persona e/o per i propri figli; a valutare di reperire, ove necessarie, adeguate risorse nel bilancio regionale per la fornitura dei "Kit di salvezza", che saranno a disposizione delle Amministrazioni che aderiscono al protocollo regionale; a pubblicizzare tramite i canali di comunicazione istituzionale che presso tutte le Amministrazioni che aderiscono al protocollo eventuali vittime di violenza possono usufruire del "Kit di salvezza".
È una prima misura che può essere sicuramente utile per chi si trova in una situazione dalla quale chi scappa, di fatto, scappa normalmente in velocità e senza nulla. Questa può essere una prima fase concreta di aiuto in un momento delicatissimo per chi vive quelle situazioni drammatiche.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l' ODG n. A0006.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

PRESIDENTE

Ringrazio la collega Zottis per la gentilezza.
Ci sono dichiarazioni di voto? Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non aggiungerò moltissimo, perché tanto è già stato detto in questa discussione. Voglio ringraziare la relatrice, la collega Luisetto, che ha seguito passo-passo questa proposta di legge, dall'inizio alla fine, e ha condotto l'Aula nella maniera migliore possibile.
Voglio ringraziare tutto il gruppo del Partito Democratico, che ha creduto in questa proposta.
Voglio ringraziare i capigruppo Alberto Villanova, Giuseppe Pan, Elisa Venturini, Erika Baldin, i colleghi Piccinini e Lucas Pavanetto, ovviamente la vicepresidente Elena Ostanel, i colleghi Masolo e Lorenzoni.
Voglio ringraziare tutti i colleghi e tutte le colleghe che oggi hanno rappresentato al meglio l'Istituzione di cui facciamo parte. Non era scontato. Anche noi spesso siamo ostaggio delle parti e dei partiti che in quest'Aula rappresentiamo.
Un ringraziamento all'assessore Lanzarin e alla Presidente Brescacin, che si era presa l'impegno di portare questo progetto fino alla fine e fino qui.
Ringrazio Silvia, per aver trasformato il confronto politico in linguaggio umano.
Vorrei dedicare questa giornata e questa discussione a tutte le donne che sentono quotidianamente sulla propria pelle, sentono come fosse la propria pelle quelle coltellate, quelle sberle e quelle umiliazioni. La vorrei dedicare a quegli uomini che stanno al nostro fianco, con la schiena dritta, per farsi carico insieme della responsabilità di voler cambiare la società e di voler superare davvero i pregiudizi e le discriminazioni.
Oggi ho l'impressione che qui stia succedendo qualcosa di importante, forse anche di straordinario, nel senso di fuori dall'ordinario. Non sempre la politica ‒ cioè noi ‒ dimostra di essere all'altezza della contemporaneità e della modernità. Oggi, credo, abbiamo dimostrato di volerlo essere. Lo abbiamo fatto oggi, a un anno esatto dal brutale femminicidio di Giulia Cecchettin. Lo facciamo oggi, a pochi giorni dal 25 novembre, data fondamentale.
Credo che quella di oggi sia stata una discussione vera dentro questo Consiglio regionale. Ci sono stati, a mio giudizio, interventi significativi. Con alcuni sono in totale sintonia, di molti ho apprezzato i contenuti, la lettura della realtà e della società.
Ovviamente apprezzo i ringraziamenti che mi avete rivolto e ne faccio tesoro, però penso sinceramente che questa discussione un anno fa non sarebbe stata possibile dentro quest'Aula, in questi termini. Io ho avanzato solo una proposta di legge. Forse ciò che ha cambiato la nostra capacità di raccontare e parlare della violenza contro le donne è stato proprio ciò che è accaduto di drammatico a Giulia Cecchettin.
Abbiamo un'eredità importante e oggi abbiamo deciso di trasformarla in parole e in azioni. Ringrazio, quindi, tutto il Consiglio regionale. Grazie per aver reso onore all'Istituzione che possiamo rappresentare.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Camani.
Non vedo altre richieste di intervento per dichiarazione di voto.
Metto in votazione il progetto di legge n. 243, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Favorevoli 41, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Grazie a tutti e buon rientro.
Il Consiglio regionale è chiuso.
La Seduta termina alle ore 19.02
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Enoch SORANZO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 153 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 153
MARTEDì 19 NOVEMBRE 2024


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE ENOCH SORANZO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UNITà ASSEMBLEA

INDICE

Processo verbale della 153ª seduta pubblica – martedì 19 novembre 2024
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15717 del 14 novembre 2024.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.31, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 11.05.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 152a seduta pubblica di martedì 12 novembre 2024.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Razzolini; inoltre, la partecipazione da remoto è autorizzata ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti nn.4 e 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze

e

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, considerata l'assenza dei consiglieri Montanariello e Zanoni, dispone il rinvio della trattazione delle IRI n. 447 e n. 498 e dell'IRS n. 444 alla prossima seduta di Consiglio.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 373 del 14.03.2023
presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni
"Ospedale di Bussolengo: quando saranno attivati tutti i posti letto stabiliti dalle schede del piano socio sanitario 2019 - 2023?"

e

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 484 del 06.02.2024
presentata dalla consigliera Bigon
"Quali provvedimenti intende adottare l'assessora alla sanità al fine di garantire l'applicazione delle schede ospedaliere per l'ospedale Orlandi di Bussolengo?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI n. 373 e l'IRS n. 484.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Lanzarin, risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 476 del 12.04.2024
presentata dai consiglieri Camani, Zottis, Luisetto e Bigon
"Ampliamento Strada Regionale 308: opera necessaria, non si può più rinviare"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessore De Berti, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 479 del 07.05.2024
presentata dai consiglieri Zottis, Montanariello, Camani, Bigon, Luisetto e Zanoni
"Prezziario regionale - la Regione intende confermare il 20% in aumento o in diminuzione su materiali e manodopera?"

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessore De Berti, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 497 del 05.09.2024
presentata dalla consigliera Baldin
"Quale disinquinamento e quale attenzione a non sprecare le acque depurate per la zona di Mestre parte del bacino sversante in Laguna?"

La consigliera Baldin dà per letta l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessore Marcato, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

n. 376 del 03.07.2023
presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto e Zottis
"Variante alla Statale 12: a quando la realizzazione definitiva?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che, in supplenza all'assessore De Berti, risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Durante l'intervento dell'assessore Calzavara assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo.

n. 433 del 24.10.2023
presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Montanariello e Zanoni
"Il medico di medicina generale di Grantorto va in pensione: sia garantita la sostituzione entro la data del suo pensionamento"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 492 del 28.02.2024
presentata dalla consigliera Ostanel
" Project financing della cosiddetta "Via del Mare": Servono dati aggiornati per capire la reale sostenibilità e qualità nella gestione dell'opera e reali garanzie ai Comuni interessati sulle opere complementari e la gratuità del pedaggio"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 509 del 08.04.2024
presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni e Zottis
"Pronto soccorso di Legnago in difficoltà: inaccettabile attendere ore per una visita. La Giunta intende garantire un organico adeguato?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 562 del 01.08.2024
presentata dalla consigliera Ostanel
"Ospedali di Rovigo e Trecenta: quali prospettive per il reparto di urologia?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Variazioni delle circoscrizioni comunali dei Comuni di Vigonza e di Noventa Padovana della Provincia di Padova". GIUDIZIO DI MERITEVOLEZZA E INDIVIDUAZIONE DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE AL REFERENDUM CONSULTIVO. (Progetto di legge n. 284) APPROVATO (Deliberazione n. 95/2024)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Luisetto (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Dopo l'intervento del consigliere Sandonà, il PRESIDENTE comunica il deposito dell'emendamento n. B1, della consigliera Luisetto, ed assegna quindici minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti.

In discussione generale interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto).

Durante l'intervento del consigliere Lorenzoni assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Giacomin (Zaia Presidente), Masolo (Europa Verde).

La seduta è sospesa alle ore 12.59.

La seduta riprende alle ore 14.50.

In discussione generale sul progetto di legge n. 284 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Interviene l'assessore Calzavara in sede di replica.

Durante l'intervento dell'assessore Calzavara assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Prima Commissione consiliare di esprimere parere sull'emendamento n. B1 e sull'ordine del giorno n. B2.

La seduta è sospesa alle ore 15.22.

La seduta riprende alle ore 15.30.

Si passa all'esame dell'emendamento.

Sull'emendamento n. B1 intervengono i consiglieri Luisetto (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Sandonà (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B2

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "La Giunta valuti di presentare una proposta di modifica della legge regionale n. 25 del 24 dicembre 1992 "Norme in materia di variazioni provinciali e comunali"" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Variazioni delle circoscrizioni comunali dei Comuni di Vigonza e di Noventa Padovana della Provincia di Padova". GIUDIZIO DI MERITEVOLEZZA E INDIVIDUAZIONE DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE AL REFERENDUM CONSULTIVO". (Progetto di legge n. 284) APPROVATO (Deliberazione n. 94/2024)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, l'ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Sandonà (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il provvedimento riguardante il giudizio di meritevolezza e l'individuazione delle popolazioni interessate al referendum consultivo in ordine al pdl n. 284, ai sensi degli articoli 5 e 6 della legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 ss.mm.ii..

Il Consiglio approva

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni, Zottis, Barbisan, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cecchellero, Cecchetto, Centenaro, Lorenzoni, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Rigo, Zecchinato, Baldin, Masolo, Vianello, Pavanetto, Casali, Soranzo, Razzolini, Formaggio, Giacomin, Cavinato, Cestaro e Corsi relativa a "Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne". (Progetto di legge n. 243) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 30/2024)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione illustrativa per conto della Quinta Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

In discussione generale intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Villanova (Zaia Presidente), Brescacin (Zaia Presidente), Scatto (Zaia Presidente), Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), Cecchellero (Liga Veneta per Salvini Premier), Masolo (Europa Verde), Bigon (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Pavanetto (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Barbisan (Gruppo Misto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Bet (Zaia Presidente) , Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Cestaro (Zaia Presidente) e l'assessore Lanzarin.

Nel corso della discussione è fatta richiesta al Presidente di sottoscrizione del progetto di legge in oggetto; il Presidente non acconsente a tale richiesta rammentando a tal proposito i termini previsti dalla Determinazione della Giunta per il Regolamento n. 4 del 28 marzo 2018. Il Presidente all'avvio della discussione dà facoltà di esprimere la volontà di sottoscrizione ai meri fini del verbale della seduta. Nel corso dei rispettivi interventi dichiarano la volontà di sottoscrivere il progetto di legge in oggetto i consiglieri Villanova, Scatto, Maino in occasione dell'intervento sull'emendamento n. A3, Venturini e Bozza.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta e assegna dieci minuti di tempo per permettere all'Ufficio di presidenza della Quinta Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 18.25.

La seduta riprende alle ore 18.35.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1 e 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. A1, aggiuntivo di un articolo, intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Cecchetto (Liga Veneta per Salvini Premier).

L'emendamento n. A1 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 3.

Sull'emendamento n. A3, all'articolo 3, interviene la consigliera Maino (Zaia Presidente) che lo illustra.

L'emendamento n. A3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato, come emendato e inserito come articolo 4.

L'emendamento n. A4 all'articolo 4, illustrato dalla consigliera Maino (Zaia Presidente), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato, come emendato e inserito come articolo 5.

Gli articoli 5 e 6, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati, nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 6 e 7.

L'emendamento n. A2, aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 8.

L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 9.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A05

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Maino relativo a "Sia semplificata la procedura di richiesta per accedere ai fondi e siano velocizzate le erogazioni dei contributi destinati agli orfani di madre deceduta a causa di violenza o vittime di violenza assistita" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne". (Progetto di legge n. 243) APPROVATO (Deliberazione n. 96/2024)  [RESOCONTO]

Interviene la consigliera Maino (Zaia Presidente) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Durante l'intervento della consigliera Maino assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, l'ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

ODG n. A06

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Soranzo, Pavanetto, Casali e Formaggio relativo a "La Giunta regionale si attivi per istituire il 'Kit di salvezza' per le donne vittime di violenza" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne". (Progetto di legge n. 243) APPROVATO (Deliberazione n. 97/2024)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, l'ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge n. 243 interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 19.02.

Votazioni ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto.


Votazione aperta per il punto:
PDL n. 284 - EMB01
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 7
Contrari: 36
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 284 - ODGB02
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 44
Votanti: 44
Favorevoli: 44
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 284 - GIUDIZIO DI MERITEVOLEZZA
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 38
Contrari: 0
Astenuti: 7
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Sponda Alessandra, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Zottis Francesca
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - ART. 1
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Bet Roberto, Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - ART. 2
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Bet Roberto, Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - EMA01
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 42
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Astenuti: 0
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Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - EMA03
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 41
Votanti: 41
Favorevoli: 41
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Pavanetto Lucas, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

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PDL n. 243 - ART. 3
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Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
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Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

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PDL n. 243 - EMA04
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Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
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Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

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PDL n. 243 - ART. 4
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Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

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PDL n. 243 - ART. 5
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Esito: APPROVATA
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Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
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PDL n. 243 - ART. 6
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Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 42
Contrari: 0
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Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - EMA02
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 42
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

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Astenuti:
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PDL n. 243 - ART. 7
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Esito: APPROVATA
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Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - ODGA05
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 42
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - ODGA06
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 40
Votanti: 40
Favorevoli: 40
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Camani Vanessa, Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Lorenzoni Arturo, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDL n. 243 - VOTAZIONE FINALE
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 41
Votanti: 41
Favorevoli: 41
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1

Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Ciambetti Roberto, Formaggio Joe, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LORENZONI Arturo
BALDIN Erika
LUISETTO Chiara
BARBISAN Fabiano
MAINO Silvia
BET Roberto
MASOLO Renzo
BIGON Anna Maria
MICHIELETTO Gabriele
BISAGLIA Simona
OSTANEL Elena
BORON Fabrizio
PAN Giuseppe
BOZZA Alberto
PAVANETTO Lucas
BRESCACIN Sonia
PICCININI Tomas
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CASALI Stefano
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHELLERO Andrea
RIZZOTTO Silvia
CECCHETTO Milena
SANDONA' Luciano
CENTENARO Giulio
SCATTO Francesca
CESTARI Laura
SORANZO Enoch
CESTARO Silvia
SPONDA Alessandra
CIAMBETTI Roberto
VALDEGAMBERI Stefano
CORSI Enrico
VENTURINI Elisa
DOLFIN Marco
VIANELLO Roberta
FAVERO Marzio
VILLANOVA Alberto
FORMAGGIO Joe
ZECCHINATO Marco
GEROLIMETTO Nazzareno
ZOTTIS Francesca
GIACOMIN Stefano


IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN

IL PRESIDENTE
f.to Enoch SORANZO
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian