ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 11/02/2025 n. 165

Resoconto n. 165 - 11^ legislatura
Resoconto 165 a Seduta pubblica
Martedì, 11 febbraio 2025
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.10

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 165a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 1896 del 6 febbraio 2025.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 164a Seduta pubblica di martedì 4 febbraio 2025.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Lucas PAVANETTO
Roberta VIANELLO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni e interpellanze.
Partiamo con la IRI n. 490 presentata dalla collega Luisetto. La risposta è formulata unitamente alla IRI n. 506 presentata sempre dalla collega Luisetto.

Interrogazione a risposta immediata n. 490 del 19 giugno 2024 presentata dai consiglieri Luisetto, Camani, Zanoni, Zottis e Bigon relativa a "NELLA GALLERIA DI MALO DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA PIOVE ACQUA DALLA VOLTA DEL SOFFITTO: QUALI MISURE HA INTENZIONE DI ADOTTARE LA REGIONE PER RISOLVERE IL PROBLEMA?"

e

Interrogazione a risposta immediata n. 506 del 10 ottobre 2024 presentata dai consiglieri Luisetto, Camani, Zanoni, Zottis, Bigon e Montanariello relativa a "ANCORA INFILTRAZIONI D'ACQUA NELLA GALLERIA DI MALO. IL TRANSITO IN QUESTO TRATTO DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA È SICURO?"

Prego, collega Luisetto, per l'illustrazione.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Queste sono due interrogazioni che sono state presentate una il 19 giugno dello scorso anno e l'altra il 10 ottobre sempre dello scorso anno, a seguito di due eventi particolarmente significativi che hanno interessato la galleria di Malo della Superstrada Pedemontana Veneta, eventi alluvionali interni alla galleria, perché chi si è trovato ad attraversare quel tratto della Superstrada si è trovato davanti una barriera d'acqua, non una pioggerellina ma una vera e propria barriera d'acqua.
La preoccupazione per l'accaduto aveva spinto a chiedere che cosa stesse succedendo e soprattutto quali fossero le misure per risolvere la problematica, anche in considerazione di una serie di fattori. Sappiamo che la galleria di Malo nel 2019 è stata sottoposta a indagini da parte della Procura di Vicenza per un presunto caso di frode in pubbliche forniture, che aveva portato al sequestro dell'infrastruttura. Per la costruzione della galleria erano stati, infatti, impiegati materiali di scarsa qualità, che avevano provocato una serie di crolli, causando nel 2016 la morte di un operaio. Poi, nella stessa galleria, il 31 maggio 2024, c'è stata la prima delle infiltrazioni d'acqua pesanti, che ha mostrato una serie di crepe e di problematiche. Si è ripetuta il 7 e l'8 ottobre 2024, ma poi in realtà si è ripetuta una serie di eventi uno dietro l'altro, in successione, proprio perché il concessionario non ha trovato una soluzione a questo problema.
La cosa che più preoccupa è che questa galleria e che questa Superstrada sono state inaugurate, questo tratto, il 29 dicembre 2023 e dopo poco più di dieci mesi di attività questo tratto presenta già preoccupanti e ripetuti problemi di infiltrazioni di acqua.
Le due interrogazioni, quindi, che muovono da preoccupazioni per la sicurezza dei cittadini, per la tenuta dell'opera e soprattutto per la durata in prospettiva dell'opera, sono interrogazioni che mirano a chiedere quali misure si intendano adottare per risolvere il problema e soprattutto quale sia lo stato reale di sicurezza della Superstrada, in particolare in quel tratto, viste le frequenti e significative infiltrazioni d'acqua che insistono in occasione delle piogge più forti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde l'Assessore di competenza, la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie.
In merito all'interrogazione a risposta immediata in oggetto, appare necessario formulare alcune preliminari precisazioni, atteso che nelle premesse vengono riportate affermazioni che necessitano, in questa sede, di un chiarimento, perché quando si mescolano troppe cose si fa un po' di confusione.
L'infortunio mortale accaduto nella galleria Malo nel 2016 fu causato dal crollo di un ammasso roccioso durante la fase di scavo e disgaggio e non da materiali di scarsa qualità impiegati nella costruzione.
Le crepe cui si fa cenno nell'interrogazione erano riferite ad altra galleria naturale, denominata "Sant'Urbano", trattandosi in realtà di sigillature di microfessurazioni in calotta, già oggetto di non conformità, individuata nel corso dei lavori e risolta nell'ambito degli stessi, prima dell'apertura al traffico.
Durante gli eventi citati del 31 maggio e 8, 10 e 18 ottobre 2024, la carreggiata sud della galleria di Malo, in direzione Malo, è sempre rimasta aperta al traffico, con una chiusura parziale delle corsie di emergenza e marcia normale e con circolazione mantenuta sulla corsia di sorpasso.
Ciò posto, con riferimento all'evento verificatosi il 31 maggio 2024, il concessionario, con nota del 19 settembre 2024, ha comunicato l'esito delle indagini effettuate in galleria, riscontrando l'assenza di sovrapressione in calotta della galleria ed escludendo la necessità di esecuzione di alcun rinforzo strutturale della sezione del rivestimento.
Per quanto riguarda la sicurezza della circolazione in galleria, anche a seguito di ripetuti solleciti da parte dei competenti uffici regionali e della stessa Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, il concessionario, in data 18 e 23 ottobre 2024, ha eseguito un primo intervento finalizzato a convogliare le eventuali acque in caduta dalla calotta al piede della galleria stessa, facendole defluire nelle tubazioni poste a lato della carreggiata stradale per il normale deflusso delle acque di piattaforma e/o di provenienza dell'ammasso roccioso. Pertanto, a seguito di detto intervento realizzato dal concessionario, la circolazione stradale nella galleria è ripresa regolarmente e viene costantemente monitorata.
Tuttavia, tale intervento non può ritenersi definitivo e risolutivo del fenomeno registrato, atteso anche che lo stesso si è ripetuto nelle date dell'8, 10 e 18 ottobre 2024, pertanto la Regione, con atto di contestazione e diffida al concessionario, ha assegnato allo stesso un termine di centoventi giorni per individuare definitivamente la causa del fenomeno e provvedere alla soluzione tecnica definitiva per l'eliminazione del difetto costruttivo e del conseguente rischio del ripetersi di quanto accaduto, disponendo, inoltre, che il concessionario presenti, con cadenza quindicinale, una relazione informativa dell'attività svolta ed in corso di svolgimento.
Si segnala, infine, che l'ANSFISA, in data 5 novembre 2024, nel prendere atto dell'intervento effettuato dal concessionario, ha a sua volta richiesto di dare concreta e piena evidenza della presa in carico del problema, con indicazione nelle misure adottate e programmate per la relativa definitiva soluzione.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Luisetto, prego, per la replica.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore per i chiarimenti e le precisazioni. Quello che preoccupa rispetto alla risposta data è il fatto che si sia dovuto sollecitare più volte il concessionario ad intervenire e che rispetto alla situazione attuale non vi sia ancora una risposta definitiva e una risoluzione definitiva del problema.
Preoccupa perché questo concessionario ha realizzato un'infrastruttura che si è detta più volte in quest'Aula da parte del Presidente Zaia e degli Assessori centrale per questa Regione e sapere che a neanche un anno dalla sua apertura ci troviamo in queste condizioni, con una galleria dove piove dentro acqua, non è confortante, credo, per nessuno di noi. Quindi, auspico davvero che le azioni che il concessionario dovrà porre in essere entro questi centoventi giorni, che ormai in parte credo siano passati dal momento in cui la Regione ha sollecitato più volte un intervento, siano azioni risolutive e soprattutto che non venga compromessa la durata di quest'opera, la sicurezza dei cittadini che la attraversano e la tenuta dell'infrastruttura stessa.

PRESIDENTE

Grazie.
Ripartiamo dalla IRI n. 488 presentata della collega Baldin, che è collegata alla IRI n. 505 presentata dal collega Masolo. Quindi, illustra prima la collega Baldin e poi il collega Masolo.

Interrogazione a risposta immediata n. 488 del 18 giugno 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "PEDEMONTANA VENETA: DI MALE IN PEGGIO! COSA FA LA REGIONE PER NON RENDERE UN'OPERA INUTILE ANCHE UN'OPERA PERICOLOSA?"

e

Interrogazione a risposta immediata n. 505 del 10 ottobre 2024 presentata dal consigliere Masolo relativa a "ANCORA ACQUA NELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA: QUALI PROVVEDIMENTI SONO STATI ADOTTATI DAL CONCESSIONARIO PER GARANTIRE LA SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE?"

Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore per la presenza. Credo che il tema sia analogo a quello appena trattato dalla collega Luisetto; quindi, la riterrei letta e aspetto la risposta dell'Assessora.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Masolo, prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Grazie a tutti i colleghi e le colleghe.
Anch'io non mi ripeto, nel senso che il tema è lo stesso. Si rifà a due episodi, adesso ho scoperto che ce ne sono stati altri tre successivi. La risposta alla prima interrogazione risale al 3 giugno 2024, dove l'Amministrazione regionale diceva: "A breve, pertanto, il concessionario presenterà la documentazione tecnica con l'individuazione degli interventi da adottare nelle more e il costante monitoraggio della galleria da parte del concessionario per garantire la sicurezza della circolazione stradale". Adesso abbiamo recepito la risposta, ma di fatto vogliamo ascoltare l'ulteriore risposta, per capire come ci si è organizzati come Regione. Infatti, si interroga l'Assessore per sapere di quali provvedimenti tecnici e amministrativi adottati è a conoscenza rispetto agli interventi adottati dal concessionario per garantire la sicurezza della circolazione stradale. Per cui, vorremmo capire cosa sta facendo o cosa ha fatto nel frattempo il concessionario.
Grazie.

PRESIDENTE

Per la risposta congiunta alle IRI n. 488 e n. 505, la parola ancora alla vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

In merito alle interrogazioni in oggetto si precisa che i competenti uffici regionali, a seguito dell'evento del 31 maggio 2024, hanno immediatamente sollecitato il concessionario ad effettuare tutti i necessari controlli e verifiche tecniche per comprendere il fenomeno della caduta d'acqua nella carreggiata sud della galleria di Malo in corrispondenza del giunto in calotta posto alla progressiva chilometrica 18+925 circa ed individuare, conseguentemente, le soluzioni tecniche idonee ad eliminare il difetto costruttivo.
Il concessionario ha, quindi, proceduto nei mesi successivi ad esaminare ed approfondire quanto accaduto, anche con specifiche verifiche tecniche, con il ricorso a rilievi con il georadar, indagini termografiche e prove con martinetti piatti. Da tali verifiche si è riscontrata l'assenza di sovrapressione in calotta della galleria. Dunque, il concessionario, con relazione trasmessa in data 19 settembre 2024, ha escluso la necessità di esecuzione di alcun rinforzo strutturale della sezione del rivestimento. Nella medesima relazione il concessionario formula due distinte ipotesi quali causa del fenomeno: la presenza di una discontinuità subverticale nell'interno della formazione marnosa non individuata né apertasi durante lo scavo la quale possa aver messo in comunicazione diretta le cavità carsiche del sovrastante strato delle calcareniti con il cavo della galleria, oppure il rilevante flusso d'acqua pervenuto durante l'evento abbia reso non regolare il deflusso dell'acqua già presente al momento dell'evento nei pressi dei tubi di drenaggio, comportando, quindi, un possibile innalzamento repentino del battente idraulico.
Al fine di evitare il ripetersi del fenomeno, su ripetuta sollecitazione degli uffici regionali, il concessionario, il 18 e il 23 ottobre 2024, previe ordinanze di chiusura al traffico della carreggiate interessata, ha eseguito un primo intervento finalizzato a convogliare le eventuali acque in caduta dalla calotta al piede della galleria stessa, facendole defluire nelle tubazioni poste a lato della carreggiata stradale per il normale deflusso delle acque di piattaforma e/o di provenienza dell'ammasso roccioso. Pertanto, a seguito di detto intervento realizzato dal concessionario, la circolazione stradale nella galleria è ripresa regolarmente e viene costantemente monitorata. Tuttavia, tale intervento non può ritenersi definitivo e risolutivo del fenomeno registrato, atteso anche che lo stesso si è ripetuto nelle date dell'8, 10 e 18 ottobre 2024. Pertanto, la Regione, con atto di contestazione e diffida al concessionario, ha assegnato allo stesso un termine di centoventi giorni per individuare definitivamente la causa del fenomeno e provvedere alla soluzione tecnica definitiva per l'eliminazione del difetto costruttivo e del conseguente rischio del ripetersi di quanto accaduto, disponendo che il concessionario presenti, con cadenza quindicinale, una relazione informativa dell'attività svolta ed in corso di svolgimento.
Si segnala, infine, che l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali in data 5 novembre 2024, nel prendere atto dell'intervento effettuato dal concessionario, ha a sua volta richiesto di dare concreta e piena evidenza alla presa in carico del problema, con l'indicazione delle misure adottate e programmate per la relativa definitiva risoluzione.

PRESIDENTE

Per la replica, prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'Assessore, però mi sento di dire, Assessore, che non possiamo dormire sonni tranquilli. Se c'è già stato un primo intervento, che non è stato risolutivo, alla luce del fenomeno che si è ripetuto in altre giornate, io credo che ci sia un problema enorme alla base. Quindi, le chiedo di continuare a insistere con il concessionario perché questa cosa non si verifichi più. Non possiamo assolutamente permettere che ci sia della pericolosità in una strada, in una galleria, in Veneto, nella nostra Regione.
Esprimo, pertanto, ancora la mia preoccupazione e spero che anche lei sia altrettanto allarmata da questo fenomeno. Ripeto, è una cosa che non possiamo assolutamente tollerare e mi auguro che vengano fatti ulteriori accertamenti e indagini e che si arrivi, finalmente, alla risoluzione definitiva del problema.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Masolo, prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Assessore, per la risposta, che però non è del tutto soddisfacente dal nostro punto di vista. Apprendiamo che ci sono state delle difficoltà interpretative e tecniche, ma che secondo me, secondo noi sono molto gravi. Sono due le cose. La prima, una cavità carsica che non era stata ben calcolata. Nonostante tutti i mezzi che abbiamo (laser di rilevazione o altro) non è stata calcolata. In più, fenomeni di pioggia eccessivi. Ma ragazzi e ragazze, in futuro saranno sempre più frequenti questi fenomeni. Pertanto, mi chiedo: costruiamo una nuova infrastruttura da miliardi di euro e non calcoliamo i fenomeni di piogge eccezionali? Prima cosa.
Seconda cosa: la soluzione temporanea è farla defluire di fianco. Benissimo. Noi abbiamo visto tantissime conferenze stampa del Presidente della Regione, che ogni tot chilometri faceva un taglio del nastro. Allora, in questo caso noi ci aspettavamo di vedere un Presidente della Regione sotto la pioggia, dentro la galleria, con l'ombrello, incazzato nero, a fare una conferenza stampa, ma veramente incazzato nero, perché stiamo parlando di cose gravissime. Una infrastruttura che ci è costata un occhio della testa e che ci costerà un occhio della testa nei prossimi anni fa acqua. È una cosa mai vista da nessuna parte.
Intanto l'Assessore parlava di centoventi giorni, che tra poco saranno passati, per cui siamo curiosi. Poi, vogliamo avere una documentazione ogni quindici giorni per capire come sta andando. Ma nello stesso tempo qua si parla di definitiva risoluzione. Allora io immagino come possa essere una definitiva risoluzione, tenendo conto che, se io faccio fare un lavoro in camera mia da letto perché mi gocciola sopra il letto, non mi basta avere una grondaia che mi sposta e deriva lo scarico dell'acqua verso il bagno, ma vorrei una definitiva risoluzione, cioè vorrei che quella goccia che cade non ci fosse mai più. Per cui, siamo curiosi di sapere quando questo problema si potrà risolvere in maniera definitiva, come è stato detto nella risposta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE
Passiamo alla IRS n. 518 presentata dalla collega Venturini.

Interrogazione a risposta scritta n. 518 del 23 aprile 2024 presentata dalla consigliera Venturini relativa a "QUALI AZIONI LA REGIONE VENETO STA PROGRAMMANDO PER LA REGOLARE MANUTENZIONE E IL RIPRISTINO DELLA CONCRETA NAVIGABILITÀ DEL CANALE VIGENZONE E DELLO SCOLO RIALTO PRESSO LA CONCA DI BATTAGLIA TERME?"

Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione noi puntiamo l'interesse e l'attenzione su un aspetto fondamentale del nostro territorio, quello che riguarda la sicurezza, la salvaguardia idraulica e la navigabilità dei corsi d'acqua. In particolare, siamo nel territorio padovano, nel Comune di Battaglia Terme, dove la Regione del Veneto, poco tempo fa, ha effettuato e inaugurato un importante intervento di ristrutturazione di un manufatto storico, che è stato realizzato oltre un secolo fa dall'ingegnere Lunghini del Genio civile di Padova. Quest'opera di ingegneria idraulica è un'opera fondamentale e straordinaria, perché consente di superare un dislivello di sette metri che esiste tra il Canale pensile Battaglia e il sottostante Canale Vigenzone.
Il rischio è che questo importante intervento di ristrutturazione della Regione venga in qualche modo vanificato dalla situazione presente nella zona a valle della conca di navigazione, dove lo scolo Rialto va ad unirsi con il Vigenzone, perché qui c'è un fondale che è cresciuto di oltre tre metri nel giro di cinquant'anni a causa dell'accumularsi del sedime e che non facilita di certo la navigabilità, anzi va ad inibirla. Quello che sarebbe necessario, quindi, è un intervento di dragaggio, che non solo è volto a favorire la navigazione e la navigabilità dei mezzi, ma diventa anche un intervento fondamentale dal punto di vista della sicurezza e della salvaguardia idraulica, perché questo tratto fungerebbe da bacino di laminazione e da invaso in caso di piena ed eviterebbe così l'eventuale allagamento dei territori circostanti, penso anche al Comune di Montegrotto.
Con questa interrogazione che cosa chiediamo? Chiediamo se la Giunta regionale intende intervenire e in che tempi farlo proprio con riferimento al dragaggio dei canali, vista la necessità che c'è di garantire la sicurezza del nostro territorio e la navigabilità dei canali.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, si sente fino a qua.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Il solito maleducato.

PRESIDENTE

E si vede anche.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ho finito.

PRESIDENTE

Aveva finito? Mi scusi.
Risponde ancora la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Il canale Vigenzone, noto anche con il nome di Canale Sotto Battaglia, rientra tra le linee navigabili costituenti il demanio della navigazione interna della Regione Veneto, come identificato dalla DGR n. 4222 del 2006, la cui gestione è delegata alla società regionale Infrastrutture Venete in conseguenza della legge regionale n. 40/2018 . Dal punto di vista della sicurezza idraulica dei predetti canali, invece, l'autorità idraulica è il Genio civile di Padova, mentre per lo scolo Rialto la gestione è in capo al Consorzio di bonifica Bacchiglione. Questo per dire che non ci facciamo mancare niente a livello di competenze.
Circa la conca storica di Battaglia Terme, va ricordato come il manufatto sia stato oggetto di importanti opere di manutenzione straordinaria, terminate nei primi mesi del 2024, per le quali la Regione ha investito più di 1,1 milioni di euro di fondi regionali, a testimonianza del forte interesse della Giunta per la navigazione sulla linea navigabile. Anche il Genio civile è recentemente intervenuto nell'area di Battaglia Terme, con interventi di pulizia dell'argine destro del Canale Sotto Battaglia, a monte del ponte di via Chiodare, realizzando un muro di contenimento delle piene a valle dello stesso ponte, in difesa del quartiere Ortazzo, mentre per quanto attiene al Consorzio di bonifica lo stesso non ha segnalato interventi recenti o programmati di propria competenza.
Dai rilievi batimetrici eseguiti da Infrastrutture Venete è emerso che lo stato attuale dei corsi d'acqua qui attenzionati presenta dei tiranti d'acqua, che si aggirano mediamente tra un metro e mezzo e due metri, che permettono la navigazione a remi e a piccole unità nautiche dotate di motore fuori bordo, il metro e mezzo, e i due metri sul livello idrico medio di regolazione dei corsi d'acqua, che permettono la navigazione anche di piccole motonavi turistiche.
A partire dallo stato attuale illustrato, discendono le seguenti valutazioni circa i principali interventi da fare. Primariamente, risulta necessario intervenire per il ripristino della cunetta navigabile nelle aree del mandracchio di monte, sul Canale Battaglia e di valle della conca storica di Battaglia Terme, fino all'approdo del Museo Civico della Navigazione Interna, al fine di raggiungere la quota di due metri e mezzo sul livello ordinario di regolazione del corso d'acqua, con un costo stimato di circa 400.000 euro.
Un ulteriore intervento necessario è il ripristino della cunetta navigabile almeno a quota di meno due metri, due metri e mezzo del tratto rimanente del Canale Vigenzone e del Canale Cagnola, fino alla località Bovolenta, per un costo stimato di circa 1 milione di euro.
I costi sopracitati potrebbero aumentare anche considerevolmente tenuto conto della mancanza di siti di conferimento nei pressi dei luoghi oggetto di dragaggi o per la necessità di consolidamenti spondali che potrebbero emergere nel corso della progettazione.
Per dare un quadro completo della situazione, va anche considerato che, secondariamente, per migliorare l'attrezzaggio dei manufatti necessari all'approdo e/o all'alaggio e varo di unità nautiche, risulterebbe necessario eseguire la ricostruzione, il miglioramento e l'implementazione di pontili e scivoli, con costi stimati in ulteriori 700.000 euro.
Da quanto sopra emerge che la situazione della linea navigabile Padova-Chioggia, già oggetto di rilievi batimetrici atti a definire lo stato di consistenza, è puntualmente monitorata. Una dettagliata programmazione degli interventi, da realizzarsi anche attraverso stralci funzionali, potrà essere definita non appena si renderanno disponibili le risorse finanziarie per la manutenzione straordinaria della rete navigabile regionale.
Lo stiamo monitorando, dunque, e abbiamo fatto tutte le valutazioni. Dopodiché, nel momento in cui ci saranno le risorse, interverremo.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego, per la replica.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie per la risposta. Confidiamo naturalmente nello stanziamento delle risorse.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 598 presentata dalla collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 598 dell'8 novembre 2024 presentata dai consiglieri Ostanel e Lorenzoni relativa a "DARE INDICAZIONE ALLE AZIENDE SANITARIE DI DICHIARARE GLI ISTITUTI PENITENZIARI ZONE DISAGIATISSIME PER FAVORIRE IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI SANITARI ATTRAVERSO UNA MAGGIORE PRESENZA DI PERSONALE MEDICO E SANITARIO"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che ho presentato assieme al collega Lorenzoni e che ci è stata sollecitata in particolare dopo alcune visite fatte dai Consiglieri all'interno di alcune carceri del Veneto per quanto riguarda l'assistenza sociosanitaria all'interno dei contesti penitenziari.
Vado subito al sodo, anche perché abbiamo discusso varie volte di questa questione all'interno di quest'Aula vedendo la relazione del Garante. Quindi, vado direttamente alla domanda che voglio porre alla Giunta regionale. Ci chiediamo: quante e quali figure professionali siano ad oggi mancanti nelle diverse ULSS preposte al fine di garantire gli standard previsti per le attività assistenziali – ricordiamo sanitarie e sociosanitarie – negli istituti penitenziari, come previsto dalla DGR n. 1669 del 29.11.2021; quali eventuali istituti penitenziari della Regione Veneto siano già stati dichiarati, ai sensi dell'articolo 43 dell'AIR, come zone disagiatissime; se la Regione Veneto abbia dato o intenda dare indirizzo alle Aziende sanitarie di indicare i reparti medici presso gli istituti penitenziari zone disagiatissime, attivando per il competente parere anche i relativi Comitati Zonali ex articolo 18 dell'ACN vigente.
Lo dico perché – e l'Assessore lo sa bene – avevamo parlato di aree disagiate e disagiatissime parlando della città di Venezia e di alcune isole veneziane. All'epoca mi era stato risposto che si stava già facendo e soprattutto che era competenza delle ULSS fare queste valutazioni e che la Giunta non aveva la direzione possibile da dare, perché sono le ULSS che promuovono, in caso, questo tipo di atto. Però, volevo ricordare – e spero che in questa risposta sia contenuto – che la competenza prima e unica che la Regione ha sugli istituti penitenziari è proprio quella di garantire la salute delle persone che sono detenute, anche rispetto al fatto che, se non garantiamo che accada all'interno dell'istituto penitenziario, noi sappiamo – e lo abbiamo rilevato – che nel momento in cui un detenuto ha bisogno di cure essenziali deve uscire, ovviamente, dall'istituto penitenziario e andare nelle strutture esistenti. Sappiamo che si muove tutta una serie di altre questioni rispetto a chi accompagna la persona detenuta all'interno dei contesti sanitari. Abbiamo anche rilevato il fatto che le figure a disposizione non sono sufficienti in contesti in particolare di sovraffollamento, come quelli che abbiamo rilevato all'interno di alcune carceri circondariali, penso, ad esempio, alla situazione di Treviso.
Se noi oggi dicessimo – e spero che nella risposta ci sia un'attenzione – che in particolare alcuni luoghi, in particolare dove abbiamo tassi di sovraffollamento elevati, che tra l'altro il nostro Garante ha evidenziato nelle relazioni, noi possiamo garantire al personale sociosanitario un incentivo, proprio perché si dichiarano come aree disagiate, e si può fare, perché lo abbiamo visto nelle delibere regionali, noi garantiremmo ad alcune figure un incentivo per andare in contesti come quelli penitenziari che, come ben sappiamo, non sono contesti facili dove poter lavorare.
La domanda è chiara: la Regione del Veneto, quindi l'assessore Lanzarin, vuole dare la possibilità alle carceri e al personale di avere degli incentivi per lavorare e quindi magari riusciamo ad avere delle figure che decidono di intervenire in quei contesti? Anche perché sappiamo che le specialità che servono all'interno delle carceri sono delle specialità particolari, dove non siamo particolarmente in difficoltà rispetto, come sappiamo, proprio alle specialità. Sono delle specialità di cui abbiamo a disposizione le figure. La questione è incentivarle ad andare a lavorare all'interno delle strutture penitenziarie.
Attendo con grande interesse la risposta, perché è un tema veramente importante, che, tra l'altro, il nostro Garante ha più volte fatto emergere nelle sue relazioni.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con DGR n. 1669 del 29 novembre 2021 sono state approvate le linee di indirizzo regionali di organizzazione degli standard del personale sanitario per le attività assistenziali all'interno degli istituti penitenziari. Le diverse aziende ULSS hanno esperito nel tempo le procedure concorsuali per raggiungere gli standard del personale, come definito dalla DGR n. 1669 del 2021, ma la nota carenza del personale non ha permesso alle diverse realtà di raggiungere gli standard definiti. Le aziende ULSS stanno continuando a ricercare il personale rinnovando le procedure di reclutamento.
Al fine di favorire il reclutamento del personale medico specialistico presso gli istituti penitenziari, sono state identificate le aree disagiatissime per i medici specialisti e ambulatoriali interni (SAI). Con decreto del direttore della Direzione Programmazione sanitaria n. 34 del 21 ottobre 2024, sono state definite le zone geografiche interessate, secondo quanto definito dall'accordo integrativo regionale per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti e ambulatoriali (AIR), approvato con DGR n. 1386 del 12 ottobre 2021.
In particolare, sono state dichiarate come zone disagiatissime gli istituti penitenziari che insistono nel territorio dell'azienda ULSS 3 Serenissima e dell'azienda ULSS 5 Polesana, in quanto anche rientranti nei criteri geografici delle zone disagiate, come previsto dall'ACN, nella specialistica convenzionata del 4/2024, e sulla base delle zone individuate dalle due aziende ULSS, ovvero la Casa circondariale Santa Maria Maggiore in Santa Croce, a Venezia, azienda ULSS 3, la Casa di reclusione femminile in Giudecca, a Venezia, azienda ULSS 3, la Casa circondariale di Rovigo, azienda ULSS 5.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego, per la replica.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Assessore, non sono soddisfatta, e sa che quando parzialmente lo sono tengo a dirlo, perché la questione vera non è dentro questa risposta. La domanda che le farei se potessimo re-interloquire, cioè, è questa: è sicura che scegliere di dichiarare un istituto penitenziario come area disagiata corrisponda a dove quell'istituto penitenziario è ubicato?
Il tema, invece, è quello che la Regione dovrebbe fare. Per tale motivo le dico che io non credo che siano le ULSS, o un processo automatico di territorialità quello che deve decidere se un istituto carcerario ha bisogno di incentivi o meno. È la situazione di quell'istituto carcerario. Se cioè il circondariale di Treviso ha un tasso di sovraffollamento del 197%, e ad una visita abbiamo rilevato le difficoltà del personale, non solo che lavora all'interno della struttura, ma anche di quello sociosanitario che va ad effettuare le visite, perché quella non è dichiarata come area disagiata? Come possiamo fare? In virtù del fatto che ha una situazione interna difficile, e non perché è a Treviso.
Bene che ci siano alcune aree dichiarate come area disagiata, perché vuol dire che, grazie a questa risposta, sappiamo che a Santa Croce a Venezia, in Giudecca a Venezia, e a Rovigo, nell'area polesana, c'è un incentivo per andare a lavorare in questi istituti penitenziari, ed è un bene. Ma io le chiedo, al di là della risposta, di fare un ragionamento: se il lavoro del Garante, le analisi prodotte anche dalle ispezioni che vengono fatte dai Consiglieri, ma anche, credo, dal personale altro che va a verificare lo stato delle carceri, noi non riteniamo di attivare la stessa procedura in virtù del fatto che lì abbiamo una carenza.
Tante volte, infatti, il personale non va a lavorare in istituti carcerari come quelli che abbiamo visitato, perché la situazione è più difficile. Ad esempio, abbiamo parlato oggi di comorbidità. Purtroppo, all'interno di alcuni istituti penitenziari abbiamo delle comorbidità legate a persone che hanno avuto tossicità pregresse, persone che una volta che entrano commettono atti di autolesionismo, abbiamo persone che hanno disturbi mentali, anch'esse carcerate.
È ovvio che il personale sanitario, con un tasso di sovraffollamento del 197% e con una situazione di questo tipo, dice "io non vado a lavorare a Treviso piuttosto che in un altro contesto". Io credo che si debba riverificare la modalità con cui riteniamo di scegliere quali sono gli istituti penitenziari che meritano di essere iscritti nella regola dell'area disagiata.
Le chiedo davvero di fare un surplus di analisi, utilizzando il lavoro del Garante; sennò, perché abbiamo un Garante sulla situazione carceraria che si occupa anche di questo tema? Ce l'abbiamo per rilevare quello che non funziona.
Sappiamo che ci sono vari contesti dove questo non funziona, e credo che le aree non siano solo le tre che avete inserito all'interno di questa risposta. Chiedo davvero di fare un ragionamento importante, perché i dati ci stanno dimostrando che la situazione in alcune carceri all'interno di questa Regione non è assolutamente accettabile, non solo per i detenuti, ma anche per le figure che lavorano all'interno, quindi ovviamente la Polizia penitenziaria, ma anche e soprattutto – perché di questo stiamo parlando – del personale che va lì a lavorare facendo dei turni e facendo dei momenti anche a sportello, che decide di non andare proprio perché quell'Istituto penitenziario è più difficoltoso.
Chiedo davvero di fare un ragionamento su questo, perché è un tema su cui io credo dovremmo, tutti, e lo abbiamo visto anche nelle discussioni che abbiamo attivato in quest'Aula, lavorare di più e con un segno netto rispetto al fatto che il centro riguarda la struttura penitenziaria e non dove è ubicata. Davvero le chiedo di fare un ragionamento su questo tema.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 551, ancora della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 551 del 16 luglio 2024 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "INFRASTRUTTURE STRADALI E FERROVIE NEL BELLUNESE: NUMEROSI DISSERVIZI NEL FINE SETTIMANA, COME SI INTENDE GARANTIRE UN TRASPORTO EFFICIENTE AI CITTADINI?"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anche qui vado direttamente alle domande dell'interrogazione, perché chiedevo, rispetto all'oggetto di questa interrogazione, di sapere: il cronoprogramma più aggiornato in merito ai lavori infrastrutturali previsti sulle tratte ferroviarie della Provincia di Belluno; le cause dei disservizi legati al trasporto ferroviario che si sono verificati tra venerdì e domenica scorsa. Parliamo della data dell'interrogazione che faceva vedere proprio a luglio del 2024 un disservizio su cui poi c'erano stati vari articoli di giornale che aveva interrotto totalmente il trasporto, in quel momento, tra le Province di Belluno con le altre Province.
Siccome sono disservizi che abbiamo rilevato non solo in quel momento, ma continuiamo a rilevare all'interno del territorio, chiedo – e poi nella replica mi riservo, leggendo la risposta, di comprendere cosa è stato fatto – all'Assessore competente cosa intende fare per mettere fine ai disservizi che continuano a susseguirsi, in particolare in un territorio come quello della Provincia di Belluno che, sappiamo, avrebbe bisogno, invece, di una connessione molto più forte di quella che ha.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Ai sensi della legge 14 novembre 2018, n. 40 e dei successivi provvedimenti attuativi Infrastrutture Venete è stata delegata, tra le altre funzioni, alla gestione operativa dei contratti di servizio con le imprese ferroviarie.
Al fine di acquisire gli elementi utili per la risposta alla presente interrogazione è stato, quindi, necessario interpellare Infrastrutture Venete e Trenitalia in merito al cronoprogramma dei lavori infrastrutturali previsti sulle tratte ferroviarie del territorio bellunese, alle cause dei disservizi legati al trasporto ferroviario, che si sono verificati tra venerdì 12 luglio e domenica 14 luglio, alle ulteriori azioni per potenziare il servizio di trasporto pubblico locale per collegare efficientemente e con costanza la Provincia di Belluno con le altre Province.
Sulla scorta delle dettagliate relazioni di Trenitalia e Infrastrutture Venete, acquisite al protocollo n. 380138 del 2024, si rappresenta quanto segue. Per quanto riguarda il cronoprogramma dei lavori infrastrutturali previsti dal gestore dell'infrastruttura, RFI, sulle tratte ferroviarie in Provincia di Belluno, dall'inizio del 2024 sono state effettuate le seguenti interruzioni di linea: dal 25 febbraio al 31 marzo tratta Montebelluna-Feltre; dal 31 marzo all'8 giugno 2024 tratta Montebelluna-Feltre-Ponte nelle Alpi-Calalzo; dal 9 giugno al 27 luglio 2024 tratta Treviso-Montebelluna-Belluno.
Analogamente, per l'esecuzione di ulteriori lavorazioni previste, nella soprarichiamata nota sono state elencate le interruzioni in corso a quella data e quelle in previsione fino alla fine del 2024: dal 28 luglio al 7 settembre Castelfranco-Montebelluna e Treviso-Montebelluna-Belluno; dall'8 settembre al 26 ottobre la tratta Feltre-Belluno-Ponte nelle Alpi-Calalzo; dal 27 ottobre al 14 dicembre la tratta Ponte nelle Alpi-Calalzo.
Inoltre, a seguito dei danni causati dal maltempo degli scorsi mesi di giugno e luglio 2024, il giorno 9 giugno 2024 non è stato possibile riaprire il tratto tra Montebelluna e Feltre, già interrotto per lavori, la cui chiusura si è prolungata fino al 26 ottobre. Per permettere lo svolgimento di lavorazioni da parte di ANAS sulla statale 50 tra Feltre e Busche, i lavori di elettrificazione della linea Montebelluna-Feltre-Belluno sono stati sospesi ed è stato necessario predisporre una deviazione di percorso stradale per i bus sostitutivi dei treni.
Tali circostanze hanno comportato rispettivamente il prolungamento della chiusura del tratto di linea tra Feltre e Belluno fino al 14 dicembre, nonché l'aumento dei tempi di percorrenza delle auto-corse sostitutive nel periodo 10 giugno-26 ottobre.
Pertanto, rispetto al cronoprogramma di chiusure inizialmente previsto, le intervenute circostanze impreviste sopradescritte hanno rideterminato il calendario delle interruzioni come segue: 8 settembre-26 ottobre tratto Montebelluna-Feltre, anziché Feltre-Belluno e Ponte nelle Alpi-Calalzo; 27 ottobre-14 dicembre Feltre-Belluno, prima prevista dall'8 settembre al 26 ottobre, e Ponte nelle Alpi-Calalzo. È ancora lunghissima. Dopo, comunque, la metto a disposizione.
Le informazioni, gli orari e i biglietti relativi all'interruzione e all'offerta alternativa sono state rese tempestivamente disponibili su tutti i canali di vendita e informativi di Trenitalia.
Si precisa che tutti i treni previsti in orario e cancellati per interruzione programmata sono stati sostituiti con il bus. Il programma di esercizio di bus sostitutivi ha replicato esattamente quello sulla ferrovia.
Non si è trattato, infatti, di auto-sostituzioni saltuarie e irregolari. Naturalmente i bus hanno avuto tempi di percorrenza più lunghi e capienza minore rispetto al treno. Laddove le frequentazioni dei treni hanno fatto rilevare numeri consistenti di utenti, le corse bus sono state effettuate con due o più mezzi.
Si evidenzia, inoltre, che i mezzi sostitutivi utilizzati avevano a disposizione almeno 50 posti a sedere ed erano dotati di aria condizionata e poltrone reclinabili.
Con riferimento ai disservizi legati al trasporto ferroviario che si sono verificati tra venerdì 12 e domenica 14 luglio 2024, a seguito dell'episodio di intenso maltempo e della frana nel Comune di Vittorio Veneto, che ha invaso anche la sede ferroviaria, Trenitalia ha informato di aver attivato le azioni di seguito descritte.
Servizi sostitutivi mediante autobus. Il giorno 13 luglio sono state effettuate 18 bus-spole tra Vittorio Veneto, Ponte nelle Alpi e viceversa; il giorno 14 luglio 2024 sono state effettuate 18 bus-spole tra Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi e viceversa; il giorno 15 luglio sono state effettuate n. 24 bus-spole tra Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi e viceversa.
Assistenza all'utenza. Nei giorni 13, 14 e 15 luglio 2024 è stata fornita assistenza a terra dal personale di Trenitalia nelle stazioni di Soffratta, Belluno, Treviso, Vittorio Veneto, Ponte nelle Alpi e presso le biglietterie di Conegliano e di Belluno.
Informazione all'utenza. Durante l'intera durata del disservizio sono stati forniti aggiornamenti continui attraverso il sito istituzionale di Trenitalia, sezione infomobilità. Sono stati inviati messaggi smart caring attraverso app Trenitalia. Sono stati divulgati messaggi a bordo treno e messaggi tramite piattaforma PICO, mail indirizzate ai clienti registrati e ai clienti con biglietto nominativo. Sono stati divulgati annunci in stazione, in collaborazione ed allineamento con il gestore infrastrutture (RFI S.p.A.).
In particolare, per la giornata di sabato 13 luglio 2024, ad eccezione di tre corse nel pomeriggio (treni dalle 17.33 e 18. 33 da Ponte nelle Alpi e delle 19.03 da Vittorio Veneto), sono stati resi disponibili i servizi sostitutivi per tutti i servizi cancellati.
A bordo treno e sull'app Trenitalia sono stati diffusi, per tutta la giornata, annunci in voce per informare della variazione del punto di partenza dei bus da Vittorio Veneto, fermata autostazione, anziché il consueto punto di fermata in viale della Vittoria, a causa di una concomitante manifestazione sportiva con conseguente chiusura di viale della Vittoria.
Per quanto riguarda l'episodio di sabato 13 luglio 2024, ripreso anche dalla stampa, Trenitalia ha fornito la seguente informativa: all'autista dell'ultimo bus della giornata, in partenza alle 20.47 da Vittorio Veneto, fermata autostazione, è stato chiesto di attendere per dieci minuti circa eventuali clienti provenienti da viale della Vittoria, punto di fermata storica. Infatti, dieci minuti rappresentano il tempo necessario per raggiungere a piedi l'autostazione da viale della Vittoria.
Successivamente, solamente alle ore 21.00, Trenitalia è stata informata della presenza di un centinaio di persone ancora in attesa a Vittorio Veneto, molto agitate e che avevano chiamato i Carabinieri. In quel frangente non è stato possibile per Trenitalia reperire bus sostitutivi in emergenza, nonostante lo sforzo e le numerose ditte contattate. È inoltre stato anche organizzato un treno da Vittorio Veneto a Conegliano, con equipaggio completo, per eventuali viaggiatori che avessero voluto tornare a Conegliano. Tale servizio ha caricato sette persone in discesa a Conegliano.
Il servizio sostitutivo successivo da Vittorio Veneto, viale della Vittoria, per Belluno, corsa Venezia 722, effettuato alle 22.24, risulta non essere stato utilizzato da alcun utente.
In ogni caso, sul posto si è recato del personale di FS Security, che ha messo in contatto i clienti con la sala operativa di Trenitalia. Ai clienti sono state offerte due opzioni: rientro con taxi a loro spese e successivo rimborso da Trenitalia oppure pagamento di un pernottamento. Da quanto riferito da Trenitalia, tutti i clienti hanno optato per rientrare a casa con mezzi propri.
In conclusione, con riferimento alla durata dei lavori per la realizzazione delle opere di ammodernamento e potenziamento tecnologico infrastrutturale della linea Montebelluna-Feltre-Belluno, interrotta fino al 2025 a seguito dell'avvio di successive fasi di lavorazione previste, nonché in riferimento ai disagi per l'utenza, collegati all'interruzione del servizio su ferro, puntualmente aggravati dagli imprevedibili danni, determinati dal maltempo, si rappresenta che la società RFI ha fornito garanzie in merito al termine dei lavori di elettrificazione della suddetta linea previsto per l'estate 2025, con possibilità di riattivazione del servizio via treno con il cambio orario a dicembre dell'anno 2025.
Il completamento di tali interventi consentirà di utilizzare sulla linea treni più confortevoli e più performanti, con evidenti benefìci per l'utenza, anche in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026, in occasione dei quali la Regione si farà parte attiva affinché il servizio venga adeguatamente potenziato.
Per quanto concerne le azioni regionali finalizzate a garantire i collegamenti tra la Provincia di Belluno e il resto del territorio, si evidenzia che gli stessi sono assicurati dai servizi sostitutivi via gomma posti in essere da Trenitalia.
Si rappresenta, al contempo, che la Regione continua a vigilare e a monitorare l'andamento di tali servizi al fine di evitare ulteriori criticità.
Credo che sia l'interrogazione più lunga che abbia mai letto.

PRESIDENTE

Ha impiegato anche tutti i minuti a disposizione. Devo dire che specialmente gli orari mi hanno appassionato.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Dieci minuti servono per descrivere i disservizi per arrivare in treno a Belluno sostanzialmente per tre mesi di tempo. Quindi, se in dieci minuti l'Assessore ha dovuto leggere le risposte, vuol dire che i disservizi in tre mesi per arrivare a Belluno sono talmente tanti che ci vogliono dieci minuti per leggerli tutti.
Come ritenete di portare le persone a vedere le Olimpiadi che si faranno nel 2026 a Belluno? Assessore, le modalità con cui una persona oggi, è successo appunto nel disservizio che abbiamo usato per fare questa interrogazione, ma come lei ha ben visto, ha dovuto spendere altri minuti per raccontare una serie di disservizi che in quello stesso periodo avvenivano.
Se cento persone per andare da Venezia a Belluno vengono fatte scendere a Conegliano per un piccolo disservizio e non riescono a tornare a casa, se non chiamando i propri cari, che le vengono a prendere a Conegliano e le portano a Belluno o addirittura dopo, io davvero mi chiedo cosa stia facendo la Regione del Veneto e cosa abbia fatto in questi anni per potenziare il trasporto pubblico locale per permettere alle persone che vivono nella Provincia di Belluno di muoversi con il trasporto pubblico.
Sinceramente, questa risposta è talmente lunga che ci racconta del fatto che muoversi in maniera pubblica per arrivare in quella Provincia è praticamente impossibile. Credo che non ci sia stata una risposta soddisfacente, ma come immaginate di fare quando non solo ci saranno gli abitanti che devono rientrare a casa e ci saranno le persone che le Olimpiadi le andranno a vedere? Dovranno andare tutti con l'auto privata? Dovranno prendere il famoso treno Roma-Cortina che era stato proposto dal senatore De Carlo a delle cifre spropositate? Dovremo spendere altre risorse per fare dei bus aggiuntivi? E poi vedremo i conti.
Cosa dovremo fare per fare in modo che la situazione del trasporto pubblico locale in una provincia come quella di Belluno sia un minimo dignitosa? Al Governo siete da vent'anni, e la risposta che è arrivata oggi è ancora questa. Appena c'è un minimo disservizio, non si arriva più con il treno a Belluno e ovviamente oltre.
Questa è la situazione di chi vive in quella provincia rispetto al trasporto pubblico locale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRS n. 604 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 604 del 26 novembre 2024 presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni e Masolo relativa a "QUALE PIANO STRAORDINARIO DI FINANZIAMENTO DELLE CASE ATER PREVEDE DI AVVIARE LA GIUNTA REGIONALE PER ARGINARE I PROBLEMI SOCIALI CHE DETERMINA LA SPECULAZIONE IMMOBILIARE"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che abbiamo depositato assieme ai colleghi Zanoni e Masolo perché abbiamo appreso dalla stampa era che ci sarebbero stati dei fondi disponibili utilizzando i fondi FSE. L'Assessore competente diceva che si sarebbero utilizzati per lavorare sul tema della casa, per recuperare degli alloggi. Leggevamo sulla stampa alcune questioni importanti che ci avevano interessato, ma poi, andando a verificare quello che è stato fatto anche dopo l'interrogazione, abbiamo trovato il nulla.
Interrogavamo quindi la Giunta regionale per sapere in cosa consista in concreto, visto che per noi è consistito nel nulla, il Piano finanziario straordinario a valere sui fondi FSE, così come ventilato dall'Assessore competente sulla stampa – parliamo del novembre 2024 – e quando saranno disponibili alle ATER tali risorse, oltre a sapere se si tratti di un intervento una tantum o se sia destinato ad avere continuità nel tempo.
Chiedevamo anche se gli alloggi così recuperati saranno destinati, e in che misura, all'emergenza abitativa, che potrebbe essere la situazione in cui si troveranno gli attuali inquilini dei condomini in via Pisa a Treviso, vista la difficoltà di trovare alloggi in affitto in città. Quindi, ci chiedevamo se effettivamente queste risorse sarebbero state usate, se le case rimesse a posto sarebbero andate a chi ne aveva bisogno.
In terzo luogo, chiedevamo se la Giunta intende avviare una ricognizione del fenomeno della finanziarizzazione degli immobili ad uso abitativo in Veneto. In particolare, nella provincia di Treviso abbiamo visto anche oggi alcuni dati che ci fanno vedere come il fenomeno degli affitti brevi, anche in una città come Treviso, ormai sia arrivato a tal punto da togliere nel mercato un sacco di alloggi che potrebbero essere affittati. Chiedevamo se effettivamente c'era un lavoro in corso anche su questo tema.
Chiedo una risposta su Treviso in particolare, ma l'ultimo punto riguarda, ovviamente, tutte le province del Veneto.

PRESIDENTE

Risponde, al posto dell'assessore Corazzari, la collega Valeria Mantovan. Prego.

Ass.ra Valeria MANTOVAN

Il Piano straordinario di finanziamento delle case ATER, menzionato nell'interrogazione dei consiglieri Ostanel, Zanoni e Masolo, nasce a seguito della sottoscrizione dell'accordo di coesione tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione Veneto, per l'utilizzo delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027, avvenuto il 24 novembre 2023.
Sulla base di tale accordo sono stati assegnati alla Regione del Veneto 14.000.000 di euro di risorse FSC 2021-2027 per interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico e di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Destinatari di tali risorse sono tutti i Comuni e le ATER del Veneto che potranno avere accesso ai contributi partecipando ad un apposito avviso pubblico attualmente in fase di definizione e per il quale è prevista l'approvazione da parte della Giunta regionale e la pubblicazione nei primi mesi del 2025.
Con dette risorse i Comuni e le ATER del Veneto potranno finanziare i lavori di manutenzione straordinaria sugli alloggi ERP attualmente sfitti perché non abitabili, aumentando così la disponibilità di alloggi da assegnare sia tramite bando, sia per far fronte a situazioni di emergenza abitativa.
La situazione illustrata nell'interrogazione, che coinvolge oltre cinquanta famiglie di tre condomini di via Pisa, a Treviso, attualmente sotto sfratto, non deriva dalla particolare situazione di difficoltà economica delle famiglie, come testimoniato dall'assenza di morosità nei pagamenti, ma dalla decisione della società proprietaria di non rinnovare i contratti di locazione degli immobili con la società locataria, rendendo conseguentemente nulli i contratti di sublocazione con gli inquilini.
La scelta operata dalla società proprietaria degli immobili, in quanto operata da soggetti privati, non può essere sindacata in questa sede dalla Giunta regionale. Si ribadisce, infine, come le risorse stanziate nell'ambito della programmazione FSC 2021-2027 rappresentano un'importante occasione per contribuire alla riqualificazione del patrimonio ERP regionale al fine di aumentare il numero degli alloggi da mettere a disposizione dei gruppi sociali a più basso reddito.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, per la replica, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La frase: "La scelta operata dalla società proprietaria degli immobili, in quanto operata da soggetti privati, non può essere sindacata in questa sede dalla Giunta regionale" fa capire l'approccio della Giunta rispetto al diritto alla casa.
Quando, Assessore, c'è un'azienda grande che va in crisi, lei cosa fa? Fa un tavolo di crisi, quando ovviamente le riesce. Stiamo parlando di un'azienda privata che ha all'interno dei lavoratori, di cui una Regione si occupa perché il diritto al lavoro è un diritto che abbiamo sancito come rilevante.
Se le persone non trovano più casa e una proprietà anche privata, che però ha cinquanta alloggi all'interno, quindi è un grande proprietario, non si tratta di un unico proprietario, e siamo in una situazione di crisi abitativa, esattamente come capita nelle crisi aziendali, voi cosa fate? Ve ne lavate le mani? Perché questa è la risposta che state dando, non solo ai cittadini di Treviso, ma, in generale, a tutti quei cittadini che si trovano nei contesti urbani, ma sta capitando anche nei Comuni più piccoli, che non trovano casa anche se hanno i soldi per prenderla.
Se oggi noi dobbiamo prendere una casa in affitto e chiamate – vi capiterà, o vi è capitato, o sapete di persone che telefonano alle agenzie – o si riesce a fissare e a pagare subito con una caparra che viene data alla telefonata, oppure non si trova casa. Volete occuparvi di questo tema o volete fare in modo che le persone in una Regione come il Veneto non abbiano più una casa dove andare ad abitare?
Mi raccomando, cerchiamo di comprendere che queste interrogazioni si fanno non tanto perché la consigliera Ostanel e chi l'ha firmata con lei devono dire ai cittadini di Treviso come sta andando, ma perché o iniziamo a usare quest'Aula per dibattere dei temi che alle persone interessano qui fuori, e quello del diritto alla casa è uno dei primi, oppure – e non capisco perché l'assessore Corazzari, quando si tratta dei temi che lo riguardano, non è qua, questo è un tema di competenza dell'assessore Corazzari – mi chiedo davvero cosa volete fare sul diritto alla casa in questa Regione.
Stiamo vedendo il Piano casa, nella Commissione Seconda, che ha un bellissimo quadro conoscitivo. Arriviamo al capitolo 7 e non c'è una proposta, non c'è niente. Il diritto alla casa in questa Regione è una questione che voi non ritenete – e oggi lo vediamo nero su bianco – di prendere in carico.
D'altronde, se mi rispondete come avete fatto quando c'è uno sfratto di una realtà con cinquanta inquilini, e non stiamo parlando di una situazione, voi state creando un disagio che non volete prendere in carico. È come se lei mi rispondesse, Assessore, per sua competenza che, se c'è una crisi aziendale, chi se ne frega, perché l'azienda è privata. Sulla casa sta succedendo la stessa cosa. Volete rendervi conto che in Veneto si fa fatica a trovare casa, anche in affitto, anche se si hanno i soldi, oppure no? Volete prendere in carico la regolazione degli affitti brevi, come hanno fatto altre Regioni, sì o no? Volete fare un Piano casa che sia degno di questo nome o volete continuare a fingere di avere un Assessore alla casa? Perché questo è quello che sta capitando.
Uno dei grandi fallimenti della vostra gestione, e arriveremo alla fine di questa legislatura, chiudendola, abbiamo i dati che ce lo dimostrano, è il diritto alla casa. In vent'anni, qui dentro, non avete migliorato la situazione del Veneto, ma l'avete peggiorata. I dati parlano chiaro e questa risposta è un segno definitivo del lavoro che non avete fatto.

PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione, la IRS n. 594.

Interrogazione a risposta scritta n. 594 del 6 novembre 2024 presentata dai consiglieri Montanariello e Camani relativa a "RIGASSIFICATORE DI ROVIGO: QUALI INIZIATIVE SONO STATE ADOTTATE PER GARANTIRE LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE COMPENSATIVE PER IL POLESINE?"

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che le Amministrazioni comunali del Polesine, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, la cooperazione e il volontariato chiedono sovente l'istituzione di adeguati luoghi di confronto sulle prospettive del territorio. Infatti, la sproporzione delle dimensioni delle grandi multinazionali rispetto alle piccole realtà amministrative vede queste ultime scontare sensibili difficoltà ulteriormente aggravate dalla carenza di programmazione.
Adriatic LNG è la società che gestisce il rigassificatore di gas naturale liquefatto (GNL) situato al largo della costa veneta, il più grande in Italia e tra i primi nell'area del Mediterraneo. Nel primo semestre 2024, il terminale di rigassificazione ha immesso in rete circa 4,4 miliardi di metri cubi di gas naturale (+5% rispetto allo stesso periodo del 2023), registrando il miglior risultato di sempre per quanto riguarda i primi mesi dell'anno e confermandosi terza fonte di ingresso per le importazioni di gas in Italia, dopo il gasdotto proveniente dall'Algeria e quello dell'Azerbaijan.
Rilevato che il gasdotto sito presso le coste prospicienti della provincia di Rovigo è stato oggetto di decreti di compatibilità ambientale del Ministero dell'ambiente e n. DEC/VIA/4407 del 30 dicembre 1999, decreto n. DEC/VIA/2003/605 del 6 ottobre 2003 e DEC/DSA/2004/0866 dell'8 ottobre 2004, con i quali è stato espresso il giudizio positivo con prescrizioni circa la compatibilità del progetto in questione, compreso il gasdotto di collegamento del terminale con la rete nazionale dei gasdotti.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha dichiarato la compatibilità ambientale del progetto proposto dalla società per l'incremento della capacità di rigassificazione del terminale con decreto DEC/DSA/2004/0866 dell'8 ottobre, aumentando la capacità produttiva da 4 a 8 miliardi di metri cubi all'anno.
Con l'accordo sottoscritto il 20 febbraio 2008 con la Provincia di Rovigo e il Consorzio per lo sviluppo del Polesine, la società Edison LNG, precedente soggetto gestore dell'impianto, si impegnava a riconoscere un contributo pari a 12.100.000,00 euro a titolo di compensazione ambientale, riequilibrio ambientale e contributo allo sviluppo del territorio.
Preso atto che con delibera di Giunta della Regione Veneto n. 541/2023 la Giunta ha espresso l'intesa ai fini del rilascio dell'autorizzazione all'aumento da 9 a 9,6 miliardi di Smc/anno non costanti della capacità massima autorizzata di rigassificazione del terminale off shore per lo stoccaggio e la rigassificazione di gas naturale liquefatto sito nel Mare Adriatico settentrionale al largo della località di Porto Tolle.
Grazie all'ottimizzazione del regime di esercizio, il terminale dell'attuale gestore Adriatic LNG può, quindi, rigassificare fino a 11 miliardi di metri cubi l'anno.
Considerato che il decreto n. 4407 del Ministero dell'ambiente del 30 dicembre 1999 ha previsto la realizzazione di opere di compensazione per un ammontare pari a 5.165.000,00 euro tondi. Inoltre, con lettera del 1° settembre 2004, la ditta proponente si era impegnata a realizzare nuove opere di compensazione ambientale rispetto a quelle già contenute nel protocollo aggiuntivo degli adempimenti del Patto territoriale firmato il 21 agosto 1999, per un ammontare di ulteriori 1.350.000,00 euro.
I sottoscritti consiglieri regionali Montanariello e Camani interrogano l'assessore Marcato, Assessore regionale all'energia e allo sviluppo economico, per sapere quali iniziative sono state intraprese dalla Regione Veneto al fine di garantire le compensazioni a beneficio dei territori interessati e quali siano i progetti e i soggetti coinvolti in queste iniziative e le tempistiche per la conclusione degli accordi.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Marcato.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
La legge 23 agosto 2004, n. 239, stabilisce che per garantire l'equilibrio territoriale nella realizzazione delle infrastrutture energetiche possono essere previste misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale. Queste misure sono destinate a bilanciare i disagi causati alle comunità locali dalla presenza di impianti energetici rilevanti per la strategia nazionale di approvvigionamento.
Tuttavia, tali misure sono previste esclusivamente in fase di localizzazione degli impianti, mentre eventuali azioni compensative aggiuntive sono lasciate all'iniziativa delle parti coinvolte.
Nel caso specifico del Terminale di rigassificazione in questione, nell'ambito della fase di realizzazione dell'impianto, in data 20 febbraio 2008 è stato stipulato un accordo tra CONSVIPO, Consorzio per lo sviluppo del Polesine della Provincia di Rovigo e Terminale GNL Adriatico Srl, avente ad oggetto una serie di misure di compensazione e riequilibrio ambientale e di contributo allo sviluppo del territorio. Detto accordo, migliorativo del precedente sottoscritto in fase di localizzazione dell'impianto, che determinava in complessivi 6,515 milioni di euro gli interventi compensativi a carico della società proponente, prevedeva un contributo complessivo di 12,1 milioni di euro da parte di Terminale GNL Adriatico Srl, da versare entro i primi cinque anni di funzionamento del terminale, entrato in servizio nel 2008.
Con riferimento alla recente richiesta della società Terminale di rigassificazione GNL Adriatico Srl di aumentare la capacità di rigassificazione del terminale da 9,6 miliardi a 10,4 miliardi di metri cubi annui, di cui 9,5 miliardi costanti e 0,9 miliardi non costanti, si sottolinea che la normativa statale non prevede ulteriori misure compensative connesse ad aumenti di capacità produttiva dell'impianto.
A tal riguardo, si segnala che, con propria deliberazione del 7 gennaio, la Giunta regionale, in linea con la strategia nazionale di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico e con la necessità di massimizzare gli approvvigionamenti GNL, ha espresso l'intesa prevista dall'articolo 46 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, ai fini del rilascio da parte dello Stato dell'autorizzazione all'aumento richiesto della capacità massima di rigassificazione del Terminale.
Inoltre, la Regione partecipa a un tavolo di confronto attivo tra gli enti locali coinvolti e la società titolare dell'impianto, con l'obiettivo di individuare ulteriori forme di collaborazione volte a promuovere opportunità di sviluppo del territorio e dei Comuni maggiormente coinvolti e iniziative di cooperazione tra le società e il mondo della pesca professionale per il ripopolamento e il monitoraggio ittico, nonché per il sostegno alle imprese ittiche.
Grazie.

PRESIDENTE

Prego, collega Montanariello, per la replica.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore Marcato, la collega Camani ed io non siamo assolutamente soddisfatti di questa risposta. Al netto di tutto il ragionamento che viene fatto, che vede anche buoni propositi e, nella sua risposta, proclami di intenti importanti (la Giunta regionale è d'accordo sul piano energetico; siamo d'accordo tutti, Assessore; su questo, guai ad avere una visione diversa), però, Assessore, con un po' più di pragmatismo, vedo che nel 2004 la capacità produttiva era di 4 miliardi di metri cubi e oggi, dopo vent'anni, di 9,6 miliardi di metri cubi.
Lei, Assessore, nella sua risposta ci dice "tali misure sono previste esclusivamente in fase di localizzazione degli impianti, mentre eventuali azioni compensative aggiuntive sono lasciate all'iniziativa delle parti coinvolte". Credo che la Regione abbia un ruolo centrale su questo.
Assessore, noi stiamo parlando del Polesine, un territorio che, come sappiamo tutti, ha delle fragilità importanti. Sappiamo tutti che il Polesine sta affrontando, anche in questo momento, una crisi priva di precedenti, anche nel mondo della pesca e dell'acquacoltura. Sappiamo tutti ciò che sta succedendo a Scardovari, ciò che sta succedendo nell'acquacultura, ciò che sta succedendo da un lato per il granchio blu e dall'altro lato per quanto riguarda la parte in mare, con tutta la morìa che c'è della gallinella, della vongola di mare.
Tanto per fare un esempio, quali sono queste compensazioni che alla fine noi diciamo che ci sono, ma che, ad esempio, alla pesca non arrivano? Dopo entreremo sul tema degli enti locali, che non avete neanche coinvolto. I Sindaci si sono ritrovati per dire che la Regione non li ha coinvolti. Alla faccia dell'autonomia che chiedete per voi, ma che non date quando si tratta degli altri. Penso, ad esempio, che non ci sia nulla di scandaloso nel dire che con la risorsa, la ricchezza che viene estratta dal mare si può pagare anche la compensazione di una crisi generata per chi lavora in mare. Perché no. Scusate, se dal mare c'è una ricchezza, quale modo migliore, Assessore, di compensare in modo diretto una crisi per chi lavora in mare? Ci accapigliamo per dare un milione durante il bilancio con l'assessore Corazzari. Perché non attingere da quelle che sono, invece, le possibilità che ci vengono date di sovvenzionamenti fuori dal bilancio regionale, dove molto spesso è difficile attingerli?
Seconda questione. Assessore, perché non siamo soddisfatti? Non siamo soddisfatti perché non è giusto che i territori del Polesine... Sappiamo bene quanta sensibilità c'è quando si parla di gas, di estrazioni, di risorse. Il Polesine è un territorio che ha dato tanto sotto l'aspetto della mutualità energetica in Italia. La centrale elettrica, il rigassificatore, le estrazioni. Dopo le fermiamo, le blocchiamo, dopo il Governo le vuole, dopo Zaia è contro. Voi non avete informato neanche i Comuni, che fossero di destra o di sinistra, amici politicamente o no. Tant'è che i Sindaci si sono trovati in iniziative politiche ‒ ben vengano le iniziative politiche ‒ che sono ben lontane dai tavoli di confronto istituzionale con la Regione per capire quello che sta succedendo.
Assessore, noi non possiamo essere soddisfatti. Il Polesine non è un territorio di serie B. Non è che mentre chiedete l'autonomia per gli altri non la riconoscete ai territori che hanno diritto a dire la loro. I Sindaci del Polesine non sono meno del Presidente Zaia, che vuole l'autonomia e dopo non va a parlare con i Sindaci, quando da 4 miliardi di metri cubi si passa in vent'anni a 9,6 miliardi.
Assessore, chi vive il disagio di un territorio fragile, merita di poter dire la sua e di capitalizzare dal punto di vista economico, magari per mettere una pezza a una crisi dilagante che avanza (che sia la pesca o altro). Queste cose si discutono con autorevoli esponenti a livello regionale, come lei, sui tavoli istituzionali.
Al netto delle strategie, noi saremo soddisfatti quando lei coinvolgerà il territorio del Polesine in questi dibattiti e quando lei tratterà gli amministratori locali nello stesso modo in cui lei chiede a Roma di essere trattato.

PRESIDENTE

Abbiamo terminato tutte le interrogazioni disponibili.
Riprendiamo i punti all'ordine del giorno del Consiglio.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI NEL VENETO". (PROGETTO DI LEGGE N. 248) INIZIO

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro
Correlatore: Consigliere Lorenzoni

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6, PDL n. 248.
La relatrice è la collega Silvia Cestaro. Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Il Veneto rappresenta un territorio di eccellenza e di grandi potenzialità per gli investitori esteri grazie alla sua posizione geografica e ad una buona rete di infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali. La presenza di tre aeroporti internazionali, con Venezia che nel 2023 si colloca, a livello nazionale, al quinto posto per traffico passeggeri e al quarto posto per il traffico cargo, rende la Regione particolarmente attrattiva per gli investitori esteri. Un altro fattore rilevante è dato dal sistema universitario veneto che con i suoi quattro atenei, ai primi posti della Classifica Censis 2022-2023 per le varie categorie, copre tutti gli ambiti di studio. La presenza di molti cluster industriali dislocati nell'intera regione rappresenta un valore aggiunto per nuovi investitori, che possono contare su un tessuto di piccole e medie imprese in diversi settori manifatturieri e dei servizi ben integrati nelle catene globali del valore. Per tali caratteristiche il Veneto è la quinta regione italiana leader nell'attrazione degli investimenti dopo Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte. In Veneto sono inoltre presenti 9 multinazionali inserite tra le prime 500 imprese al mondo nella classifica di Forbes.
Gli investimenti esteri portano una serie di opportunità, quali maggiore crescita, attrazione di capitali, innovazione, trasferimento tecnologico e integrazione globale. Nel Veneto, il 94,5% delle imprese sono di proprietà italiana, un dato simile a quello della vicina Emilia-Romagna con il 93,4%; conseguentemente, con riferimento ai proprietari stranieri, in Veneto si registra una presenza pari al 5,5%, mentre in Emilia-Romagna tale valore risulta leggermente superiore, pari al 6,6%.
In termini di nazionalità dei proprietari esteri, la Germania emerge come il maggiore investitore nel Veneto, con circa il 12% sul totale delle imprese a proprietà estera, seguita dagli Stati Uniti (10%), Lussemburgo (9%), Francia (8,3%), Regno Unito, Svizzera, Cina (circa il 6%), Austria, Paesi Bassi e Romania (4%), Spagna (3,5%), Giappone, Svezia, Belgio e Albania (2,5%).
Per le piccole e medie imprese del territorio, che spesso trovano difficile competere a livello globale a causa delle limitate risorse a loro disposizione, accedere a nuovi capitali e a know-how tramite fusioni e acquisizioni può rappresentare la chiave per l'espansione e l'innovazione. Inoltre, l'apertura della proprietà a terzi ed investitori esteri può essere una leva strategica per le imprese. Tuttavia, è essenziale che tali operazioni siano condotte con attenzione, considerando l'impatto sul tessuto sociale ed economico locale.
In tale contesto, il presente progetto di legge vuole favorire proprio l'insediamento nel territorio regionale di nuovi insediamenti produttivi di imprese o aggregazioni di imprese e l'espansione di insediamenti esistenti, anche mediante la realizzazione di programmi di riconversione produttiva o il riutilizzo di impianti inutilizzati o dismessi, con diversi obiettivi, che vado ad elencare: aumentare l'attrattività del territorio regionale per gli investitori nazionali ed esteri; accrescere la competitività e la produttività del sistema economico veneto; favorire il rilancio produttivo a partire dai settori strategici contrastando la delocalizzazione anche attraverso interventi atti ad agevolare le imprese, in particolare quelle che si impegnano a mantenere la loro presenza nel territorio regionale, salvaguardando l'occupazione e il lavoro.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Per il perseguimento di tali obiettivi, il progetto di legge, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, promuove e sostiene nuovi insediamenti produttivi, particolarmente nel settore digitale, ambientale, dello sviluppo sostenibile, della transizione ecologica e dell'economia circolare, anche tramite l'attrazione o il rientro di investimenti dall'estero, con rilevanti impatti occupazionali e di innovazione; supporta le imprese che vogliono investire e produrre in Veneto attraverso incentivi e agevolazioni, anche fiscali, sia di carattere strutturale, sia per attività di ricerca, sviluppo ed innovazione; sostiene il radicamento delle imprese multinazionali, anche al fine di sviluppare e qualificare le filiere produttive; promuove la riqualificazione energetica, ambientale (sottolineo "ambientale"), logistica e digitale delle aree interessate e la loro gestione integrata, anche d'intesa con gli enti locali, i consorzi e le società che gestiscono le aree industriali, favorendo proposte di sinergia industriale in grado di attuare princìpi di economia circolare.
A tal fine, la Giunta regionale promuove la stipula di appositi "Accordi per l'insediamento e lo sviluppo" garantendone l'accesso ai soggetti interessati in condizioni di parità e trasparenza. In particolare, gli accordi, preceduti da un apposito avviso che individua le attività economiche, la tipologia di investimenti, le categorie di imprese, il valore minimo degli investimenti e le spese ammissibili all'agevolazione, la misura e la natura delle agevolazioni e i criteri di valutazione delle domande, definiscono alcuni punti importanti: la localizzazione dell'investimento produttivo; la descrizione dettagliata del progetto; l'entità dei contributi e delle spese previste; i tempi di realizzazione degli interventi; gli impegni occupazionali; gli impegni per la tutela della salute e dell'ambiente; le clausole di salvaguardia e le penalità in caso di inadempimento; l'impegno di mantenere l'insediamento per un periodo minimo di cinque anni, in coerenza con la normativa europea.
La Giunta regionale sostiene gli interventi attraverso agevolazioni alle imprese concesse nelle forme del finanziamento agevolato, contributo in conto interessi, contributo in conto impianti, contributo diretto alla spesa, nonché tramite la concessione di garanzie nelle diverse forme tecniche, anche in combinazione tra loro. È previsto, inoltre, che alle imprese che sottoscrivono e realizzano gli accordi per l'insediamento e lo sviluppo sia applicata una riduzione di un punto dell'aliquota IRAP per l'anno di sottoscrizione dell'accordo e per i due anni successivi.
Le funzioni riferite alla gestione degli accordi possono essere affidate dalla Regione, con le modalità stabilite da apposita convenzione, alla propria società in house Veneto Innovazione S.p.A., ai sensi della legge regionale 4 luglio 2023, n. 14 .
Sono previste, inoltre, ulteriori azioni volte a promuovere l'attrattività del territorio regionale e favorire gli investimenti e il rientro delle attività delocalizzate, con particolare riferimento: all'individuazione di un "Contact point" di informazione e di accompagnamento delle imprese che vogliono avviare o espandere un'attività nel territorio regionale; alla predisposizione di un sito informativo che descrive gli elementi di attrattività del territorio regionale e le opportunità connesse alla realizzazione di un investimento produttivo in Veneto; alla realizzazione, anche tramite l'attivazione di un servizio digitale per il censimento delle opportunità insediative e di investimento in Veneto, di una piattaforma digitale che individua le aree industriali disponibili, evidenziandone le caratteristiche urbanistiche ed infrastrutturali, con relativa descrizione dei servizi disponibili, delle agevolazioni attive nella specifica area territoriale e di ogni altra informazione utile alla valutazione delle imprese ai fini dell'insediamento; all'attività di ricerca di investitori internazionali e nazionali tramite la realizzazione di azioni specifiche di promozione, anche a livello internazionale, dell'immagine del Veneto e delle opportunità di investimento nel territorio regionale e l'organizzazione di iniziative promozionali.
Il progetto di legge si articola in 12 articoli, che avremo modo di approfondire nello specifico. Credo sia comunque importante esprimerne i concetti principali.
L'articolo 1 definisce le finalità della legge.
L'articolo 2 illustra gli accordi per l'insediamento e lo sviluppo tra la Regione e le imprese come strumento chiave per l'attrazione e lo sviluppo di nuovi investimenti strategici produttivi.
L'articolo 3 definisce il contenuto dell'accordo.
L'articolo 4 illustra le modalità di gestione dell'accordo per l'insediamento e lo sviluppo, anche con la società in house Veneto Innovazione.
L'articolo 5 spiega le modalità di realizzazione di questo accordo.
L'articolo 6 illustra gli strumenti da sviluppare da parte della Regione per migliorare e rendere più efficiente il processo di attrazione degli investimenti, di cui parlavo prima.
Poi, via via si conclude con gli articoli successivi: agevolazioni IRAP, semplificazioni che questa legge prevede per i nuovi insediamenti, clausola finanziaria ed entrata in vigore.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, relatrice Cestaro.
Ha chiesto di intervenire il correlatore Lorenzoni. Prego, collega.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi fa particolarmente piacere poter essere correlatore di questo progetto di legge, perché è uno dei temi che mi stanno a cuore. L'ho fatto molto volentieri ed è stata l'occasione anche per conoscere meglio la realtà produttiva della nostra Regione.
Finalmente arriva in Aula questo progetto di legge, che è stato presentato – lo ricordo ai colleghi – il 5 marzo 2024. Un percorso lungo un anno per un provvedimento atteso da molte parti sociali, che mi auguro non vedano deluse le proprie aspettative. Forse dobbiamo ringraziare il Presidente di Confindustria Enrico Carraro, che ha dato una sveglia alla Giunta e ha consentito di completare i passaggi in Commissione.

PRESIDENTE

Colleghi, chiedo scusa, un po' di silenzio in Aula. Grazie.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Forse interessa a tutti quello che vado a raccontarvi.
Dobbiamo riconoscere che c'era proprio bisogno di dare una scossa all'Amministrazione regionale perché attivasse misure per attrarre investimenti, esteri soprattutto. Se i territori nostri concorrenti si muovono e noi rimaniamo fermi, restiamo indietro. Le esperienze di Intel e Silicon Box ci insegnano che, se siamo in competizione, il successo di un ecosistema produttivo non nasce a caso. Il Veneto ha molti asset materiali e immateriali di valore, lo ricordava la collega Cestaro, ma questo non assicura alcuna posizione di rendita.
Se guardiamo alla classifica del 2024 del Financial Times, tra le dieci Regioni europee migliori per la strategia per gli investimenti stranieri – Foreign Direct Investment (FDI) – il Veneto non c'è. Ci sono l'Emilia-Romagna, la Lombardia e il Piemonte, ma il Veneto non c'è.
Poniamoci qualche domanda e cerchiamo di capire come mettere a fuoco una strategia perché il nostro territorio sia riconosciuto come attrattivo. È interessante osservare i dati che caratterizzano l'economia della nostra regione. Le imprese a capitale estero in Italia hanno circa 1,2 milioni di dipendenti e un fatturato generato pari a circa 445 miliardi di euro l'anno. Banca d'Italia valuta in 417 miliardi lo stock degli investimenti esteri in Italia. Ricordava la collega il 5 per cento circa delle imprese in regione di capitale straniero, una penetrazione simile a quella delle regioni vicine.
Una raccolta statistica dell'Istituto per il commercio estero relativa al 2017 (l'ultima disponibile) mostra che in Veneto erano attive 1.211 imprese estere, l'8,5 per cento delle imprese estere presenti in Italia, con 110.000 dipendenti e un fatturato di 43,7 miliardi, che è solo il 7,2 per cento del fatturato delle imprese a capitale straniero. Quindi, fatturano meno che non nel resto, se la quota è inferiore. È suddiviso, questo fatturato, sostanzialmente a metà tra il manifatturiero e il commercio. Il 70 per cento di questo fatturato era da parte di imprese dell'Unione europea. Una presenza di rilievo.
Presidente, chiedo il suo aiuto perché questo brusio mi rende difficile esporre i concetti che voglio condividere con i colleghi dell'Aula.

PRESIDENTE

Ha ragione.
Colleghi, vi invito nuovamente ad avere rispetto del correlatore, che sta svolgendo la propria relazione. Grazie. Se è così, credo sia soddisfatto il collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Assolutamente, grazie. Quando parla lei c'è silenzio, così siamo tutti contenti.
Non vi sono solo le imprese estere che dobbiamo aspirare ad attrarre, ma anche le imprese promosse da cittadini italiani, veneti in primis, che spesso prediligono collocare altrove la sede della propria attività. Su questo, se volete, ho un ventaglio di casi assolutamente significativo.
Credo che il tema sia soprattutto come essere attrattivi per le imprese che fanno innovazione. È da lì che viene la creazione di valore. In una situazione di progressiva mancanza di lavoratori, l'economia si può sostenere unicamente sull'innovazione. Di questo dobbiamo essere consapevoli.
Vi sono degli indicatori significativi, pubblicati sul cruscotto, indicatori statistici del Ministero delle imprese. Il Veneto ospitava, a fine giugno 2024, 814 start-up innovative, quinta regione italiana, con il 6,32% del totale nazionale. Siamo sotto rispetto alla quota dell'economia nazionale. Nessuna provincia veneta è tra le prime dieci in Italia. La prima è Padova, tredicesima, con l'1,63% del totale delle start-up innovative nazionali. Se guardiamo alla percentuale di queste start-up innovative sul totale delle nuove società di capitali nella nostra Regione, il Veneto è ai minimi nazionali con il 2,83% delle nuove società create, che sono start-up innovative, contro il 4,3% della Lombardia e il 4,5% del Friuli Venezia Giulia. Non cito le Regioni a guida di centrosinistra, sennò mi dite che sono partigiano. Allora, abbiamo parecchio lavoro da fare sul fronte dell'innovazione.
Il provvedimento in discussione può essere sintetizzato in un'ampia delega alla Giunta sulla base di cinque azioni, in gran parte delegate o delegabili a Veneto Innovazione, che ha acquisito un ruolo di dispensatore di incentivi con la legge n. 14 del 2023 di riforma organizzativa di Veneto Sviluppo. I cinque punti sono i seguenti: la delega alla Giunta alla stipula di accordi per l'insediamento allo sviluppo (articoli 2 e 3); la realizzazione di un sito informativo sulle opportunità di investimento in Regione (articolo 6); la semplificazione dei processi autorizzativi (articolo 7); il sostegno alla formazione tramite i Centri per l'impiego (articolo 8); la riduzione di un punto percentuale per cinque anni – collega Cestaro, abbiamo fatto l'emendamento in Commissione, non sono due, sono cinque anni – per l'aliquota IRAP alle imprese di nuova costituzione che trasferiscono l'insediamento produttivo in Regione.
La prima osservazione è relativa alle risorse messe a disposizione per le attività, che sono gran parte recuperate dai fondi europei del FESR, che già erano stanziati, a prescindere da questa norma, e parliamo di 16,2 milioni di euro. Poi, vi sono altri finanziamenti a Veneto Innovazione per il suo ruolo, 766.000 euro e poi 100.000 euro l'anno, per i tre anni, per la formazione, 400.000 euro l'anno, per i tre anni, per la realizzazione del sito, la piattaforma informatica e la semplificazione normativa, 650.000 euro attesi nel 2026 e nel 2027 per la riduzione IRAP. Assessore, non abbiamo messo risorse di peso, abbiamo cercato di indirizzare delle risorse che già erano sul tavolo.
Il secondo aspetto è che ancora una volta, colleghi Consiglieri, diamo un'ampia delega alla Giunta nel mettere in atto le azioni previste dalla norma, pur con risorse limitate. Allora, credo che sia da rendere più chiaro – e chiedo l'aiuto dell'Assessore su questo – quale sia il reale portato di questa legge rispetto a quanto già previsto nella normativa nazionale, soprattutto le misure messe in campo dal Ministero delle imprese e del made in Italy. Infatti, con il decreto-legge n. 39 del 29 marzo 2024 è stato approvato il nuovo piano per la cosiddetta "Transizione 5.0", che mira a sostenere gli investimenti in digitalizzazione e nella transizione sostenibile delle imprese attraverso un importante schema di crediti d'imposta. Ma la strategia nazionale per l'attrazione degli investimenti è assai più articolata. È attivo a livello ministeriale il Comitato di attrazione per gli investimenti esteri, il cosiddetto "CAIE", come luogo di coordinamento tra i principali attori in materia di attrazione. Nel 2022 con il decreto-legge n. 115 agli articoli 32 e 33 è stata prevista l'istituzione di aree di interesse strategico nazionale per la realizzazione di piani o programmi che prevedano investimenti superiori ai 400 milioni di euro relativi ai settori di rilevanza strategica. In queste aree è attivabile uno speciale Procedimento autorizzatorio unico accelerato regionale (PAUAR, questi acronimi sono un po' spaventosi) che consente di accentrare tutte le autorizzazioni nell'ambito di un provvedimento autorizzatorio unico. E qui chiedo, perché non sono riuscito a trovare informazioni: ce n'è qualcuna di queste che è stata attivata in Veneto? Tra gli interventi più rilevanti c'è la possibilità, poi, che il Ministero possa sostituirsi alle Amministrazioni competenti in caso di inerzia o ritardo per investimenti superiori ai 25 milioni di euro. Anche questo, un ruolo fortemente centralizzatore da parte del Governo rispetto all'autonomia decisionale. Però, se i territori non si muovono, il Governo, con l'articolo 30 del decreto-legge n. 50 del 2022, ha deciso di procedere autonomamente.
Nel 2023 è stata prevista l'istituzione, presso il Ministero delle imprese, dell'Unità di missione attrazione e sblocco degli investimenti, volta a facilitare, indirizzare e sburocratizzare le procedure per attrarre gli investimenti in Italia. Così, ad aprile 2024 è stata presentata la "Invest in Italy", la piattaforma del Ministero delle imprese e del made in Italy dedicata ad accompagnare e supportare gli investitori esteri in tutti gli adempimenti e le pratiche utili alla realizzazione di investimenti produttivi in Italia, dalla fase di negoziazione fino alla sua esecuzione, compresa l'eventuale domanda di incentivazione. Poi, vi è un'area per l'attrazione degli investimenti esteri (AIE) dell'Istituto per il commercio estero, che favorisce l'insediamento e lo sviluppo di progetti di aziende straniere in Italia, promuove opportunità di investimento in tutti i settori, supporta gli investitori per tutto il ciclo di vita dell'investimento, la prima assistenza, il tutoraggio, l'accompagnamento, l'after-care (per usare un termine che è presente anche nella nostra proposta di legge).
Insomma, c'è una serie di misure nazionali a cui l'azione regionale deve essere raccordata, perché sembra che si stia replicando su scala locale l'azione ministeriale. Come rafforziamo, Assessore, la collaborazione con l'attività di ICE, con le Ambasciate, con le Camere di commercio italiane all'estero per promuovere presso gli imprenditori e gli investitori dei Paesi esteri? Così pure sembra debole il coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria, dei distretti industriali e degli Enti locali nella definizione degli accordi per l'insediamento e lo sviluppo. Questo passaggio sul coinvolgimento del territorio è, tra l'altro, oggetto della manovra emendativa, perché non si capisce bene come sia previsto. È possibile, ma non è previsto. Possiamo pensare di fare degli investimenti rilevanti sul territorio senza coinvolgere il territorio stesso? Io non credo. Su questo punto sono possibili delle consultazioni, secondo quanto indicato al comma 6 dell'articolo 2, ma sono decisamente poco definite.
Come è poco lineare, dal mio punto di vista, tutta la sequenza temporale degli avvisi e degli accordi per l'insediamento e lo sviluppo, che sono stipulati a valle della pubblicazione di un avviso, secondo quanto stabilito all'articolo 2. Ma una realtà con forte capacità di innovazione o una multinazionale secondo voi stipula l'accordo a valle di un avviso? Io ne dubito. I contenuti di innovazione non consentono di passare attraverso uno strumento di questo tipo. Allora, c'è un elemento di indeterminatezza nella procedura della stesura di questi accordi che secondo me va chiarita. Chiedo aiuto all'Assessore, perché io sono rimasto a lungo, ma non sono riuscito a venirne fuori.
Ma torno al rapporto tra le norme nazionali e le norme regionali. Per essere concreti, sarebbe interessante, ad esempio, capire il ruolo di accordi del tipo dell'accordo di programma che il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Veneto e Invitalia hanno sottoscritto il 18 dicembre 2017 per rilanciare le attività imprenditoriali, salvaguardare i livelli occupazionali e sostenere i programmi di investimento. Quell'accordo era specifico per il territorio dei Comuni della Regione del Veneto riconosciuti quali aree di crisi industriale non complessa, ai sensi del decreto direttoriale del 19 dicembre 2016. Ma il tema che voglio sollevare è relativo al rapporto con gli strumenti messi in campo oggi da questo progetto di legge e il livello ministeriale. Siamo sicuri che non stiamo replicando in piccolo qualcosa che è già presente? E siamo sicuri che riusciamo ad attivare le massime sinergie possibili tra il livello amministrativo statale e il livello regionale? Io qui pongo proprio la domanda all'Assessore, che ringrazio di essere presente in Aula.
Anche il servizio di informazione, previsto dall'articolo 6, non fa che replicare la piattaforma ministeriale Invest in Italy, che ho citato, peraltro già attivata su scala regionale in altre Regioni. Invito a visitare, per esempio, la piattaforma dell'Emilia-Romagna, che è assolutamente fatta bene, ma soprattutto è focalizzata sugli elementi di vantaggio competitivo di quella Regione. Non è generica, è molto mirata su alcuni settori industriali. Su questo poi tornerò, perché il tema delle scelte è importante. Posso citare anche il servizio di location scouting per l'acquisizione di opportunità localizzative per attrarre investimenti in Campania. Anche loro hanno fatto un bel lavoro, devo dire la verità. Oppure, appunto, il sito web, molto pulito e chiaro, dell'Emilia-Romagna.
Con questo provvedimento che cosa si offre in più rispetto alla normativa nazionale, recentemente rafforzata sul fronte dell'attrazione degli investimenti? Questa è la domanda che io mi sono posto.
Ci sono, poi, altri tre punti che vorrei portare alla vostra attenzione. Il primo è il riferimento al recupero delle aree industriali dismesse, che è esile. Siamo alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 1. Anche qui c'è tutta una serie di emendamenti che sono stati portati all'attenzione del Consiglio, che auspico siano presi con grande attenzione. Non è fatto alcun cenno, per esempio, alle aree produttive ecologicamente attrezzate, le cosiddette "APEA", che sono state introdotte dall'articolo 26 del decreto legislativo n. 112 del 1998, con le quali un insieme di aziende operano insieme per favorire la trasformazione degli agglomerati industriali e delle aree distrettuali, con l'obiettivo di migliorare le prestazioni ambientali, industriali e sociali in coerenza con i diciassette obiettivi di sostenibilità indicati dall'ONU. Le APEA sono normate da almeno dieci Regioni, ma non nel Veneto. Allora, sarebbe un'occasione persa non cercare di recuperare quel tema quando si voglia promuovere un'industria integrata dal punto di vista ambientale e sociale nel territorio.
Il secondo punto è relativo all'innovazione. Secondo me non si guarda abbastanza al sistema dell'innovazione. Manca un focus specifico sull'attrazione di investimenti in ricerca e sviluppo e sulla collaborazione con il sistema universitario e della ricerca regionale. Non si prevedono incentivi o agevolazioni specifiche per le start-up innovative e per le imprese ad alta tecnologia. Se è sull'innovazione che dobbiamo puntare, è necessario prevedere incentivi mirati per investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica attraverso, ad esempio, una riduzione significativa dell'IRAP rispetto a quella prevista.
Terzo punto: è data una delega totale a Veneto Innovazione in merito allo sviluppo di una strategia di marketing territoriale coordinata, al fine di promuovere il Veneto come hub manifatturiero d'eccellenza a livello internazionale. Perché non si è tenuto conto dei settori in cui il Veneto ha un vantaggio competitivo per spingere la crescita? Perché non si riconosce il ruolo dei Distretti Industriali, perché essi rimangano al centro delle strategie industriali regionali? Qui sarebbe servita un'analisi dei settori economici su cui puntare, per attrarre investimenti ad alto valore aggiunto, una mappatura delle competenze e delle eccellenze produttive del Veneto, da valorizzare per attrarre investimenti mirati, per indirizzare l'intervento operando delle scelte. Ma forse non è nelle corde di questa Amministrazione operare delle scelte. Lo ha fatto il meno possibile in questa legislatura, dal mio punto di vista, per non scontentare nessuno. Invece, crescere significa scegliere.
In sintesi, per concludere, questa legge era attesa, contiene delle misure utili; tuttavia, il disegno complessivo ai miei occhi è carente di una visione strategica di lungo periodo, delle scelte di indirizzo e di un approccio integrato e mirato per attrarre gli investimenti ad alto valore aggiunto nei settori economici più promettenti del Veneto.
Il nostro territorio sta vivendo una fase di forte competizione con i territori vicini, è in atto un ridisegno della produzione industriale in molti settori, che più forte sarà nei mesi a venire con il terremoto che verosimilmente il ricorso ai dazi a livello internazionale creerà sul sistema produttivo. Ecco, serve più benzina nel motore. Mi auguro che l'attenzione all'insieme di emendamenti che sono stati proposti possa mettere almeno qualche elemento in più di valore in questa legge, che era attesa, desiderata dal territorio, ma non sufficientemente ambiziosa. Assessore, contiamo sulla sua collaborazione per riuscire a dare benzina a questo territorio.

PRESIDENTE

Grazie, correlatore.
Ha chiesto di intervenire il collega Valdegamberi. Prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Questa sicuramente è una legge di quelle che vogliono dare una prospettiva di sviluppo ulteriore al nostro territorio, alla nostra Regione, partendo dalle attività produttive, in un momento in cui nel contesto europeo vediamo che la produzione industriale si sta contraendo sempre di più, a partire dalla Germania, ma anche in molti settori in Italia, come il settore dell'automotive, il settore della meccanica, il settore della produzione di beni intermedi, dove l'Italia e soprattutto il Veneto era specializzato, il settore della moda, che sono settori che stanno avendo numeri negativi da parecchio tempo, colpiti da una serie di contesti internazionali che incidono fortemente sulla capacità di competere nel mercato globale di questi settori.
La legge sicuramente è positiva, ma si inserisce in un contesto che a mio avviso deve accompagnare questa legge, un contesto nazionale, ma ancor più internazionale. Vediamo che il problema non sta tanto nella competitività del Veneto in sé stesso, quanto nel sistema Europa, un'Europa che oggi si sta deindustrializzando, un'Europa dove la capacità di competere che c'era dieci, venti, trenta anni fa perde sempre più consistenza, per una serie di scelte anche sbagliate, di chiusure verso tanti mercati, per colpa di aver intrapreso una strada sbagliata, che ci ha portato a pagare l'energia ben tre o quattro volte di più rispetto ai nostri competitor. Pensiamo – non lo dico io, lo dice Confindustria – che noi paghiamo l'energia quattro o cinque volte più cara di quello che la paga un'azienda americana sul proprio territorio. Abbiamo fatto una serie di scelte tali che abbiamo creato dei contesti generali molto complessi per cui, seppur questa legge ci metta tutta la buona volontà per cercare degli incentivi locali, se il contesto generale non è conveniente, ogni sforzo rischia di essere vanificato.
Gli interventi che dobbiamo fare, quindi, devono riguardare i fondamentali dello sviluppo economico, e i fondamentali sono prima di tutto i costi delle materie prime, i costi energetici, i costi della logistica, che sono costi che incidono sui bilanci delle aziende che producono. Abbiamo visto quali sono le conseguenze: questi dati – lo dice Confindustria, non lo dico io – sono tra i motivi, non i soli, del crollo della produzione industriale nei Paesi tipicamente industriali, quali la Germania e l'Italia.
Dobbiamo avere la capacità, quindi, di modificare questi contesti generali e guardare un po' più agli interessi nazionali e meno agli interessi di altri, che vediamo che alla fine si mettono d'accordo. Veniamo usati come Europa per delle battaglie, giuste o sbagliate, di principio e poi rimaniamo con il cerino in mano, perché ci vediamo sorpassati e gli accordi li fanno sempre gli altri sulle nostre spalle. È di questi giorni la notizia, per esempio, nel caso anche delle trattative che ci sono tra il Presidente Trump e il Presidente Putin, che l'Europa si lamenta di essere esclusa dai giochi. Credo che anche queste cose abbiano una ripercussione non da poco sul contesto industriale in cui queste leggi si vanno a declinare, con tutta la buona volontà di cercare di creare delle condizioni locali favorevoli allo sviluppo.
C'è, quindi, un problema energetico e c'è un problema di mercati. Noi abbiamo chiuso le porte a tanti mercati dove potevamo essere noi i protagonisti dello sviluppo e della crescita. Le nostre imprese si erano già inserite in quei mercati, facendo da volano a quello sviluppo e riuscendo ad avere anche un ruolo di leadership in quei Paesi e crescere di conseguenza anche nel nostro.
Abbiamo anche un problema di occupazione. Oggi le aziende hanno difficoltà a trovare personale qualificato. Il personale qualificato che noi abbiamo in Italia spesso va all'estero. Chiunque di noi ha dei giovani a casa sa benissimo che dopo la laurea devono fare altri due o tre anni di tirocini vari, sottopagati, mentre se vanno in altri Paesi trovano subito occupazioni più vantaggiose, per cui uno, anche a malincuore, è portato a cercare di mettere a frutto le proprie professionalità e a crescere fuori dal nostro Paese. Quindi, c'è il problema che la professionalità non è adeguatamente riconosciuta in questo Paese, il che alla lunga incide, anch'esso, sulla competitività di un sistema.
Ci sono anche problemi legati alla burocrazia. Abbiamo fatto tante leggi per sburocratizzare, parlo anche a livello nazionale, ma alla fine ci siamo trovati con più burocrazia di prima. Spesso per avere dei permessi o delle autorizzazioni dobbiamo attendere mesi e mesi, quando altrove è tutto molto più semplice e rapido. Penso, ad esempio, agli Stati Uniti. Questo è un esempio che in questi giorni porta spesso, nei vari convegni, Giovanni Rana, il quale dice: nel mio paese (il veronese) dopo sette anni non riuscivo ancora ad avere l'autorizzazione per fare un capannone e in sette mesi negli Stati Uniti l'ho realizzato. Quindi, questi sono elementi che incidono in un'economia molto veloce, dove le scelte sono veloci e dove bisogna essere pronti a dare una risposta al mercato in tempi immediati, perché i tempi di rientro dalle condizioni attuali non sono le condizioni fra sette anni o fra cinque anni, nel medio e lungo periodo. Quindi, occorre una velocità di risposta anche a chi fa gli investimenti, perché poi sono più corti anche i tempi di rientro dell'investimento per chi investe, che richiede un mercato sempre più in evoluzione, sempre più competitivo, che, quindi, non può attendere i lunghi tempi della burocrazia italiana.
Altri contesti sono quelli relativi ai rapporti che ci sono a livello internazionale. Lo accennavo prima: abbiamo dei mercati rispetto ai quali abbiamo chiuso le esportazioni, abbiamo chiuso i rapporti, abbiamo chiuso le relazioni, ed erano mercati emergenti. Tuttora sono mercati in crescita. Purtroppo, a causa di politiche sbagliate a livello comunitario, come quella delle sanzioni, condivise sempre anche dall'Italia, abbiamo creato un effetto boomerang su di noi, per cui ciò che da noi veniva prodotto ed esportato in quei Paesi o se lo stanno producendo loro, oppure lo vanno ad acquisire da altri mercati che stanno crescendo.
Ebbene, tutte queste cose messe assieme creano la competitività di un sistema. Quindi, ben venga una legge come questa che focalizza lo sforzo da parte della pubblica amministrazione nel coordinare i vari soggetti che intervengono in fase di investimento su un territorio per facilitare l'investimento, ma non dimentichiamoci che tutto questo rischia di essere vanificato da un contesto superiore che è molto più complesso e che va in direzione opposta.
L'auspicio che io, ovviamente, faccio è che l'Italia cominci a ragionare sempre più nell'interesse del proprio Paese. Vediamo cosa fanno gli Stati Uniti oggi con il Presidente Trump, che non guarda in faccia a nessuno. Lui dice: prima vengono gli Stati Uniti e poi tutto il resto. Giusto o sbagliato che sia, non lo so, vedremo nel medio e lungo periodo se avrà avuto ragione o torto, ma non possiamo essere sempre succubi di decisioni degli altri, anche quando queste vanno contro gli interessi nazionali. Io credo che l'interesse nazionale debba avere il primo posto. Abbiamo avuto in passato un grande uomo – ho visto un documentario proprio in questi giorni – che si chiama Enrico Mattei. Lui ha avuto grande coraggio, ha voluto sfidare grandi potenze internazionali, pagando anche di persona, ma ha avuto la capacità di dire: noi siamo un Paese povero, abbiamo bisogno di energia, abbiamo bisogno di crescere, abbiamo bisogno di uscire dalla povertà, quindi dovete rispettarci, dovete avere rispetto per noi, anche noi vogliamo essere della partita. Ecco, l'Italia deve recuperare questo coraggio in questo periodo, altrimenti il segno negativo della produzione industriale, dovuto soprattutto a quei fattori che ho brevemente accennato prima, rischia di vanificare ogni piccolo sforzo a livello locale, come quello che si vuole fare oggi con questa legge.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi dispiace registrare l'assenza dell'assessore Marcato, che sostiene che questa sia una legge impegnativa e importante, ma evidentemente non è interessato al dibattito che si sta generando. Lo dico perché ci sono quasi cento emendamenti presentati e certamente la presenza dell'Assessore avrebbe potuto essere d'aiuto anche in questa fase di confronto. Lo dico perché l'attività di attrazione degli investimenti per intercettare le intenzioni degli investitori, appunto, e possibilmente per tentare di orientarne le scelte è ormai da decenni una pratica consolidata di politica economica pubblica. Esistono attori nazionali e internazionali, sia pubblici che privati, che si occupano appositamente di queste attività strategiche.
Già da una decina di anni anche le altre Regioni si stanno cimentando in queste iniziative, devo dire con fortune alterne, perché anche all'interno del dibattito e dell'opinione pubblica si è ormai consolidata la convinzione della necessità di un intervento pubblico dello Stato e delle Istituzioni per accompagnare lo sviluppo dei territori. Credo sia evidente a tutti quanto il concetto di attrattività possa ma forse dovremmo dire debba cambiare sfumature e applicazioni a seconda dell'obiettivo strategico e specifico che ci si pone e in base al contesto nel quale si opera, perché il tema dell'attrattività richiama, ovviamente, la mobilità dei capitali e degli investimenti, cresciuta a dismisura con il progredire della globalizzazione e dello spacchettamento dei processi produttivi e delle catene del valore, ovvero di quel processo di integrazione dei mercati sul piano internazionale che ha nei fatti segnato gli ultimi trent'anni della storia mondiale.
Ho fatto questa premessa, immagino scontata, per provare a rappresentare in realtà la complessità con la quale dobbiamo fare i conti noi amministratori pubblici e, di conseguenza, anche la delicatezza dello strumento che dobbiamo maneggiare e costruire oggi, che attiene direttamente alle scelte che stanno alla base della definizione e della localizzazione delle attività produttive e che incrocia, oggi, una competizione che si muove tra gli Stati, ma anche all'interno dei confini nazionali.
Naturalmente la diversità dei soggetti in campo corrisponde anche ad una diversità di strumenti che sono a disposizione. Lo Stato può attivare politiche fiscali incentivanti, può intervenire per migliorare l'offerta e l'efficienza del sistema giuridico e amministrativo, può beneficiare della stabilità politica del contesto. Ma anche le Regioni, effettivamente, possono agire rafforzando – lo diceva il correlatore Lorenzoni – gli orientamenti nazionali e sovranazionali che già sono in campo, intervenendo sulla formazione del capitale umano, dotandosi di infrastrutture materiali e immateriali, valorizzando le reti di ricerca e le università.
In questo quadro ormai è consolidata la convinzione che le politiche per l'attrattività risultano più efficaci se poste all'interno di un contesto già consolidato di politiche di sviluppo endogeno e più in generale – assessore Marcato, bentornato – di politiche industriali. Questo perché – lo dico a chi ha redatto questo progetto di legge – un vantaggio competitivo rispetto ad altri territori non si improvvisa, non capita per caso, perché ci mettiamo lì due soldi, ma va costruito nel tempo e per tempo attraverso un insieme di politiche industriali che nel tempo, appunto, contribuiscono a determinare il vantaggio competitivo di un territorio, di una filiera, di un comparto, di una specializzazione. E in questo senso c'è il primo limite di questo progetto di legge, ovvero che appare come un'iniziativa isolata, indebolita dall'assenza di strutturali e definite politiche industriali regionali – lo hanno rilevato anche le organizzazioni economiche durante le audizioni che abbiamo fatto – politiche industriali che siano in grado davvero di incidere positivamente sulla crescita economica e sulla produttività dei fattori, di influenzare la propensione all'innovazione e alla creazione di conoscenza di questa Regione.
Questo inattivismo, che dura da decenni sul fronte delle politiche industriali, peraltro, non incide negativamente soltanto sui fattori di competitività tra la nostra Regione e gli altri territori, ma anche sulla capacità che noi abbiamo di accompagnare e organizzare questo sviluppo in una traiettoria di coesione sociale e di occupazione di qualità. A me non convince – lo dico all'assessore Marcato – del resto lo hanno indicato anche le organizzazioni di categoria, la scelta di tenere le maglie totalmente larghe in questo progetto di legge rispetto all'individuazione dei settori che si ritengono strategici per lo sviluppo e per la coesione, perché le valutazioni di allocazione delle risorse in un settore o in un comparto rispetto ad un altro non sono neutre, assessore Marcato, sul piano occupazionale, ma anche sul piano delle catene del valore che vogliamo andare ad incrociare. E ciò che mi convince ancora meno è il fatto che questa proposta prescinde, di fatto, da un monitoraggio del tessuto produttivo regionale e degli impatti che determinate scelte, anche quelle connesse a nuovi insediamenti produttivi, possono generare sul nostro territorio, tanto che la proposta parte senza conoscere, di fatto, i luoghi eleggibili per gli interventi. Ci hanno raccontato della difficoltà di realizzare il monitoraggio delle zone ammissibili senza la mappatura delle eccellenze regionali, senza nei fatti una lettura di contesto e senza aver presente luci e ombre del nostro tessuto e sistema produttivo.
Faccio un esempio, Assessore, molto concreto. Pochi giorni fa sono stati pubblicati sulla stampa gli esiti della ricerca dell'Osservatorio Controvento, realizzata ormai da diversi anni da Nomisma, che analizza le performance di tutte le aziende italiane, stilando delle classifiche. Dalla ricerca emerge chiaramente come nel Triveneto ci sia un nucleo di aziende molto forti, che ormai da anni riescono ad entrare nella selezione delle cosiddette "imprese virtuose". L'Osservatorio Controvento, tuttavia, nota che, se si guardano i ricavi di queste aziende, si osserva come in media le aziende del Triveneto abbiano ricavi di molto inferiori rispetto a imprese simili sul piano dimensionale di tutto il resto d'Italia. Nel dettaglio, la ricerca evidenzia come alcune aziende, pur restando stabilmente in questa classifica – e questo è un elemento significativo, perché significa che sono aziende che, nel tempo, hanno investito per restare nei primi posti per importanza – presentino alcuni indicatori di forte criticità, che non possono non essere tenuti presente. Primo fra tutti la dimensione aziendale, assessore Marcato. Se si guarda alle imprese con meno di nove addetti, il nord-est non brilla. Cito questo dato per favorire alcune considerazioni rispetto allo slogan che ha dominato le fantomatiche politiche di sviluppo regionale in questi anni del "piccolo è bello". È sbagliato, perché il piccolo non brilla né in termini di performance né in termini di redditività. Sul piano perlomeno della competitività lo slogan "piccolo è bello" non ha senso. Può avere senso sotto altri punti di vista, ma di certo non sul piano economico.
Ma il tema più rilevante, assessore Marcato, perlomeno per quanto riguarda la competitività, la produttività e l'attrattività, argomenti di cui dovremmo parlare oggi, è il tema della redditività. Del resto, ciò che emerge è che nel nord-est e in particolar modo in Veneto ci sono aziende eccellenti, senza dubbio, in particolare quelle di grandi dimensioni, ma che non svettano nei settori più dinamici e non hanno performance interessanti sul piano del fatturato e della redditività. I ricavi medi di queste aziende star, quindi stiamo già guardando soltanto quelle migliori, a livello nazionale sono pari a circa 430 milioni all'anno, mentre i ricavi medi di quelle emiliano-romagnole raggiungono i 760 milioni all'anno. A nord-est e in Veneto i ricavi delle aziende star crollano a 374 milioni, quasi la metà delle Regioni contermini. Ci siamo chiesti, assessore Marcato, perché questo avvenga? E cosa si può fare per intervenire o si sarebbe potuto fare?
Non è un caso, a proposito di elementi di contesto che dovrebbero aiutarci a scrivere le leggi, quando non ci vengono dettate da soggetti esterni, che il Veneto, insieme al Friuli-Venezia Giulia e alle Marche, è la Regione che negli ultimi anni ha subìto, più di tutte le altre, processi di delocalizzazione. Allora, anche questo argomento lo vorremo affrontare? Con questo provvedimento ci si preoccupa principalmente – io direi esclusivamente – di intercettare generici investimenti esteri da mercati internazionali e non ci si interroga, anzi non ci si pone proprio il problema, Assessore, su quale genere di investimento possa portare sul nostro territorio competenze e abilità specifiche adatte all'ecosistema regionale e alle filiere tipiche del nostro territorio.
Abbiamo assistito, in questi ultimi anni, alle sceneggiate di Intel e di Silicon Box. Le definisco sceneggiate perché, dopo annunci roboanti in cui, secondo la Giunta e il Presidente della Giunta, avrebbe visto questo territorio l'insediamento di queste super-multinazionali, siamo rimasti con nulla in mano e nessuno si è chiesto, primo, quale sarebbe stato l'indotto che queste aziende avrebbero portato su questo territorio e, secondo, perché avrebbero dovuto scegliere il Veneto. Ho fatto richiesta di accesso agli atti da tempo per avere i fantomatici dossier e non sono ancora arrivati. Ho due interrogazioni come Gruppo, una di aprile 2023 e l'altra di giugno 2023, che chiedono informazioni su cosa è accaduto con Intel e Silicon Box, alle quali non ci avete mai risposto, forse perché la risposta non c'è alle nostre domande.
Se mi pongo l'obiettivo di attirare l'insediamento sul territorio di attori multinazionali, mi devo immaginare perlomeno quale catena del valore globale voglio intercettare, perché ritengo cruciale e strategico che quella catena del valore arrivi in questa Regione, coerente con il tessuto produttivo con cui viviamo.
Non è che dobbiamo andare a imparare dal Giappone, basterebbe guardare le Regioni di fianco a noi. L'Emilia-Romagna non ha messo in campo politiche di attrattività degli investimenti, ha scelto quali erano i settori cruciali per redditività, competitività e produttività, e su quelli si è concentrata, coerente anche con i bisogni sociali ed economici di quel contesto. Lo dico, assessore Marcato, perché sono convinta di un principio: l'incentivo economico e tecnico rappresenta soltanto l'ultimo fattore interessante per la localizzazione, tant'è che anche in questo caso l'incentivo fiscale che proponete è davvero risibile. Il motivo per insediarsi e soprattutto rimanere in Veneto sta soprattutto nella forza complessiva del sistema produttivo e degli eventuali vantaggi competitivi che si possono trovare e garantire nel tempo. Non è ininfluente quali capitali si attraggono e in quale settore agiranno, perché legare i finanziamenti a insediamenti che rinforzano le catene di fornitura strategiche delle filiere territoriali non è un caso, è fondamentale. Abbiamo una lettura della composizione produttiva della nostra Regione, come si compone attorno alle filiere e ai distretti e quali sono le produzioni che rafforzerebbero le filiere e i distretti già presenti e quali invece no? C'è una scelta? D'altronde, impegnare la Regione in una ricerca delle opportunità proattiva e intelligente, una vera e propria attività di scouting, invece che limitarsi a generiche e tradizionali attività di promozione erga omnes, come quelle che ci proponete in questa Regione, è fondamentale. Ma davvero voi potete pensare di andare a "vendere il Veneto" verso qualsiasi Paese e qualsiasi insediamento produttivo?
Vi dico che tutti gli altri, dalle altre Regioni al Governo nazionale e, a maggior ragione, agli organismi ancora più grandi, cercano esattamente quelle filiere e quelle imprese che interessano al loro territorio, con strumenti di scouting innovativi, non la promozione all'estero nelle fiere, come ancora ci proponete nel 2025. Del resto, inquadrare la sfida dell'attrattività dentro una determinata traiettoria di sviluppo regionale, che non esiste nella vostra programmazione, finalizzandola al rafforzamento selettivo di alcune competenze, all'allargamento di filiere presenti, ha più senso che l'iniziativa generica che ci proponete oggi. Solo così io credo si potrebbe, con coerenza, pensare di inserirsi dentro le dinamiche della nuova globalizzazione, che sta accorciando le catene del valore globale e che si sta traducendo in un loro riarticolarsi all'interno di mercati regionali, e se noi non governiamo questa riarticolazione, come non l'abbiamo governata finora, resteremo esclusi da queste dinamiche.
Siamo stati fermi dieci anni fa, abusando delle eccellenze del territorio, mentre tutti gli altri si attrezzavano con politiche pubbliche specifiche di sostegno, e se anche oggi, assessore Marcato, pur in ritardo, proviamo a muovere qualche passo sbagliando strada, il divario tra noi e gli altri rischia di diventare incolmabile.
Da qualche anno, assessore Marcato, il modello veneto ha dovuto fare i conti con tensioni legate alla propria struttura produttiva, tensioni anche esogene, generate dal contesto nazionale, internazionale e globale, la Germania, la riduzione progressiva dell'imposizione in contesti nuovi, nuovi driver di sviluppo, nuove...
La faccio ridere, assessore Marcato? La faccio ridere. Sa qual è la differenza tra me e lei?

PRESIDENTE

Collega, continui, per favore. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

No, gliela spiego io.

PRESIDENTE

Collega, continui, per favore. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Facciamo ridere entrambi, ma io non ho la responsabilità che ha lei. Quindi, che faccia ridere l'Assessore alle attività produttive di questa Regione è un problema.
Ma io non devo dire quello che interessa a lei.

PRESIDENTE

Assessore, la prego. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dico quello che voglio.

PRESIDENTE

Collega Camani, continui. Grazie. E non chiami in causa l'Assessore su sue considerazioni. Prosegua con il suo intervento, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sa cos'è, Presidente? Ha ragione, io adesso continuo, però non è semplicissimo di fronte ad un Assessore che può permettersi di fare una legge che vale oltre 40 milioni, l'unica cosa che noi possiamo fare è offrire un punto di vista e l'Assessore sostiene che le cose che si dicono lo fanno ridere. Meno male, ripeto, che queste leggi non le scrive l'Assessore, se le farà scrivere da altri, altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi. Ci sarebbe da preoccuparsi!
Vado a chiudere. Ho un paio di minuti da recuperare.
Io penso che in questo progetto di legge non ci sia da discutere sulla legittimità di iniziative e di accordi pubblici o privati che volete farvi tra di voi in Giunta, o nelle società in house governate sempre da loro. Ciò che non ci convince di questo PDL è l'impronta che, come Istituzione, proponete e che offre a queste relazioni un'impronta che sembra, ancora una volta, più orientata a subire e non a governare i processi in campo.
Chiudo con alcune valutazioni che riguardano le risorse che l'Assessore mette dentro questa proposta di legge. Parliamo di 44 milioni di euro, che arrivano dai fondi europei, quella Comunità europea rispetto alla quale ogni tanto sentiamo starnazzare qualche amministratore locale. Anche il cofinanziamento regionale non è costituito da risorse regionali, perché attraverso l'accordo di coesione andate a finanziare con questo provvedimento come cofinanziamento regionale attingendo sempre ai fondi comunitari. E quel piccolo milione di euro che l'Assessore avrebbe finalmente potuto mettere sul tavolo del suo ricco Assessorato lo tiriamo fuori attingendo dalle risorse del Consiglio regionale.
Io vi chiedo, lo chiedo ai colleghi, di fronte ad una discussione che immagino sarà appassionata visto che riguarda le imprese e lo sviluppo del nostro territorio, su cui immagino che anche i Consiglieri di maggioranza abbiano molte sollecitazioni da fare, se sia possibile che, nel momento più difficile dell'economia internazionale, nazionale e, dunque, anche regionale, l'unica legge sulle fantomatiche politiche industriali che in cinque anni ci avete portato è una legge generica, che non ha garanzie di efficacia, che affida alla totale discrezionalità della Giunta qualsiasi scelta, rispetto alla quale non c'è un'idea di traiettoria di sviluppo, non ci dite come immaginate lo sviluppo e, dunque, la coesione e l'occupazione del nostro territorio nei prossimi anni, e pretendete, con una leggina di pochi articoli, di poter disporre di risorse così ingenti per il nostro territorio.
Io rimango davvero molto perplessa della superficialità e dell'arroganza con cui trattate un argomento così delicato.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel. Prego, collega Ostanel.
Devo sospendere? Se continuate, sospendo.
Assessore, la prego. Assessore, se vuole intervenire, si prenota e interviene.
È sospesa l'Aula.
La Seduta è sospesa alle ore 16.23
La Seduta riprende alle ore 16.25

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori dell'Aula. Aveva chiesto di intervenire la collega Ostanel.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un progetto di legge, assessore Marcato, molto importante, che si chiede da tempo. Varie volte in quest'Aula abbiamo discusso, quando io criticavo anche il documento di programmazione, del fatto che non ci fosse una visione rispetto ad alcuni investimenti e ad alcune attrazioni che farebbero di questa Regione, io credo, un contesto diverso.
Le faccio un esempio che più volte abbiamo discusso in Aula: i giovani formati dalle nostre università, che poi vanno via, vanno a lavorare in altre Regioni vicine, anche perché in questo contesto non trovano un ambito dove poter avere un'occupazione di qualità, con uno stipendio adeguato alla loro formazione.
Capisce bene, quindi, che questo progetto di legge è per me, per come la vedo io, molto rilevante. È un progetto di legge dove investire parecchi milioni di euro per avere un effetto positivo avrebbe la mia totale approvazione. Il problema, però, è come lo si fa. Quindi, l'obiettivo di questo intervento è quello di provare a dire come o cosa io credo andrebbe modificato, senza immaginare che quello che dico io cambierebbe le sorti di questo progetto di legge, ma per immaginare che questo progetto di legge sia talmente chiave che aspettare un anno e più per vederlo realizzato e vedere che anche nel dibattito quotidiano abbiamo visto diverse categorie avere atteggiamenti diversi su questo progetto di legge, mi fa rilevare che si sarebbero dovuti fare magari anche dei passi diversi rispetto al coinvolgimento di parti sociali diverse, che hanno detto che in questo progetto di legge mancano alcune cose.
Infatti, gli emendamenti che sono stati proposti, per quanto mi riguarda, hanno l'obiettivo di andare a identificare alcune criticità che io penso andrebbero rimesse a posto, e quindi gli emendamenti vanno in questa direzione.
Le faccio alcuni esempi. La cosa più importante, ed è stato detto anche negli interventi che mi hanno preceduto, per quanto mi riguarda è il punto 2. Tra l'altro, io credo sia incredibile che la Regione metta solo 1,5 milioni di euro, Assessore, su questo progetto di legge. Avere solo 1,5 milioni di euro di bilancio regionale, per come la vedo io, dà la misura rispetto a quanto questa Regione, con fondi di bilancio propri, vuole investire sull'attrazione degli investimenti per rendere questo territorio più competitivo. Questo è un primo punto politico, torno a dire. Avremmo dovuto avere dei fondi liberi della Regione, e ritorno alla questione del bilancio, per fare un investimento che non sia solo su fondi europei.
Ma torniamo al come, al punto 2. Io credo che quell'emendamento che ho provato a fare, dove aggiungo, ad esempio, tra i sistemi produttivi, i settori che andrebbero incentivati – un emendamento che ho presentato aggiunge "manifatturiero, tecnologico e delle industrie creative" – avendo dovuto io, da Consigliera di minoranza, aggiungere "manifatturiero, tecnologico, industrie creative", e vedere che in quello che lei propone, Assessore, c'è "digitale, ambientale, dello sviluppo sostenibile, della transizione ecologica e dell'economia circolare", mi fa fare una domanda: come abbiamo scelto i settori strategici su cui investire?
Io credo che sia questa la vera domanda da farci. Io non le dico che quelli che ho aggiunto io vanno bene e quelli che ha messo lei non vanno bene, ma le chiedo, e dalla discussione spero di avere una risposta, come abbiamo scelto i settori strategici su cui intervenire?
Qui sì che ha ragione, come anche in altre cose, la collega Camani. Abbiamo fatto un'analisi. Lei sa che questa Regione, lo sappiamo tutti, ha una tradizione, quella dei distretti industriali, che negli anni hanno perso competitività. Non abbiamo ancora trovato un modello territoriale di riassetto di quei distretti; quindi, forse questo progetto di legge avrebbe il compito, invece, di favorire la creazione di un nuovo modello territoriale.
Sul punto 2, come sono stati scelti? Con chi e come sono stati scelti? Lo dice la consigliera Ostanel, quindi non è esattamente il motivo per cui sono giusti, ma è per contribuire alla discussione. Perché non abbiamo messo il settore manifatturiero? Perché non abbiamo messo il settore delle tecnologie, dove, tra l'altro, questa Regione ha una tradizione che dovrebbe essere, io credo, supportata?
Se lei pensa, Assessore, alle industrie creative, che stanno dentro la nostra strategia di specializzazione, che potrebbero andare esattamente in quei contesti di cui lei parla all'articolo 4, quando parliamo di riuso, ad esempio, di alcuni immobili vuoti all'interno dei contesti industriali, le industrie creative sono esattamente quelle che in alcuni contesti, e penso a quello lombardo, sono riuscite a riattivare alcune zone industriali sfitte attraverso l'inserimento di industrie particolari all'interno dei capannoni.
Penso alla manifattura creativa, all'artigianato artistico, che in alcuni contesti hanno ripreso dei capannoni vuoti, non in questa Regione, troppo poco, per fare delle cose diverse anche dentro una zona industriale totalmente classica.
Le faccio queste domande perché questo è il punto chiave, io credo, di questo progetto di legge, che oggi manca all'appello, perché mancano alcuni settori. Quindi, come li abbiamo scelti? Ce ne sarebbero altri di cui potremmo fare una discussione.
L'altra questione è investire, ma con che risultati. Ascoltando il lavoro della Commissione che ha istruito questo provvedimento, ci viene detto che nell'illustrazione – testuali parole – la stima che si ha per il sostegno agli investimenti è di 160 milioni di euro con queste risorse, il che vuol dire che noi abbiamo con 16-17 milioni di investimento una previsione di attrarre 60 milioni di euro. Pensiamo che questo sia il dato che ci fa capire che c'è una rivoluzione? Io credo di no. Stiamo investendo abbastanza per raggiungere gli obiettivi che lei si pone in questo progetto di legge? Perché io ho dei dubbi e quindi mi piacerebbe, anzi vorrei che questo fosse assolutamente chiarito, perché sono le due questioni fondamentali. Scegliere su cosa si investe, e quindi torno alla domanda su quali sono i settori produttivi, e scegliere se io sto investendo abbastanza per favorire il fatto che arrivino degli investimenti da fuori degni di questo nome, sono le due grandi criticità che oggi vedo in questo progetto di legge.
Aggiungo il tema degli investimenti esteri. Il progetto di legge, quando se ne dà una lettura anche solo sommaria, fa capire una cosa: si è pensato molto agli investimenti da fuori e si è pensato troppo poco agli investimenti che potrebbero arrivare da aziende nel contesto italiano di altre Regioni che avrebbero, secondo me, la possibilità, invece, di investire all'interno del contesto Veneto.
Questo è il terzo punto che le pongo all'attenzione, perché sappiamo benissimo che, purtroppo, ci sono tantissime società di capitali, anche estere, che stanno investendo soprattutto in alcuni settori, penso alla logistica e, in effetti, ho preparato e proposto un emendamento in questo senso, cioè che chi propone questo tipo di investimento non possa rientrare nelle agevolazioni che voi proponete all'interno di questo progetto di legge, perché allora lì avremmo un cortocircuito particolare.
Se un accordo prevede il riuso anche di un'area o di un capannone sfitto, ma chi investe sta investendo in una struttura logistica, il cui risultato poi arriva ad essere una compagnia estera, con la quale non riusciamo nemmeno ad entrare in relazione, come sta capitando in alcuni contesti, rispetto ad esempio, a quale tipo di lavoro produce, come ci poniamo? Come ci poniamo, ad esempio, rispetto alla produzione di lavoro di qualità, altro emendamento che ho proposto all'interno di questo testo.
Penso che lavorare su investire quanto per ottenere quanto, quali settori produttivi, quindi, non incentivare quei settori produttivi che sappiamo che in questo momento non stanno dando lavoro di qualità, sono le tre direzioni che ho cercato di intraprendere nella manovra emendativa, nel tentativo di migliorare alcune parti di questo progetto di legge.
Penso anche ad una delle altre questioni, quella che dicevo prima, rispetto alle aree dismesse. Al punto 4 si dice che gli accordi che prevedono interventi in ambiti urbani degradati e negli ambiti di rigenerazione hanno un incentivo, nel senso che vengono considerati come prioritari.
Anche qui io le chiedo di valutare – quindi questo è il mio unico intervento, poi non re-interverrò – il fatto che si pensi che questi investimenti possano essere prioritari nel momento in cui utilizzano, però, tutti gli strumenti della legge urbanistica che noi abbiamo sul riuso e la rigenerazione. Non citiamo, ad esempio, quello che viene proposto dall'articolo 8 della nostra legge urbanistica, che sono gli strumenti di riuso temporaneo che sappiamo che in questa Regione sono già in utilizzo, anche se non abbastanza, e forse, proprio perché noi incentiviamo, ad esempio, la manifattura digitale ad entrare in un'area dismessa all'interno di un'area industriale attraverso un accordo, come propone questo progetto di legge, e si utilizza uno strumento di riuso temporaneo, credo che porteremmo le nostre aree industriali a rivivere in alcuni contesti dove, invece, un altro investitore non entrerebbe. Lavorare sulla manifattura creativa è una delle questioni che questo progetto di legge toglie totalmente dalla possibilità.
Torno e chiudo al come abbiamo scelto le realtà che vogliamo attrarre, e chiedo davvero che nella risposta l'assessore Marcato cerchi di spiegare quali sono le ragioni che hanno portato a scegliere alcune produzioni piuttosto che altre e, quindi, a come pensa di poter immaginare che un investimento di questa cifra garantisca a questa Regione di modificarsi, di avere una struttura economica che risponde esattamente a quei bisogni a cui oggi non viene data risposta.
Lavoro di alta qualità, lavoro di alta specializzazione in alcune aree, in alcuni settori produttivi che vengono sì indirizzati, ma che vengono indirizzati perché c'è stata un'analisi di quello che oggi c'è, di quello che oggi non funziona e di quello che dovrebbe essere attratto. Sono questi i punti su cui abbiamo, come Veneto che Vogliamo, proposto una serie di emendamenti che credo e spero possano essere presi in considerazione. Ovviamente, dipende dalla visione che si ha rispetto al lavoro che si fa in quest'Aula. Se ci sono delle questioni da mettere a posto in un progetto di legge così strategico, di certo non si può reagire in questa maniera, perché credo – e lo dico all'Assessore anche se non è più qui – che il lavoro che stiamo facendo qui dentro è esattamente quello di poter pensare che un testo di questo tipo esca da quest'Aula e anche per quanto ci riguarda abbia un effetto. Se la questione è decidere da solo, come ho sentito dire, che stiamo a fare in quest'Aula?

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Ha chiesto di intervenire il collega Masolo. Prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito di questa proposta molto importante che facciamo oggi, su cosa può fare la nostra Regione per aumentare l'attrattività delle imprese, faccio due considerazioni di metodo.
Mi stupisco, in primo luogo, per le risposte che ha dato l'Assessore, dimostrando anche un forte nervosismo. Non riesco a capire la sua reazione. Dire "non mi interessa" rispetto a quello che dice una Consigliera di minoranza credo sia una cosa che non fa fare certo una bellissima figura al nostro Consiglio.
Vengo al secondo aspetto che voglio sottolineare. Se avete visto l'ordine degli interventi, tutti i Capigruppo – ne manca solo uno, ma penso che arriverà – hanno detto la loro. Questa per me è una sconfitta per il nostro Consiglio regionale, perché, se ci fosse un'alternanza di interventi, si farebbe una discussione degna di questo nome: si porta in Aula una proposta di legge che, prima di essere approvata o non approvata, passa attraverso una discussione in Aula.
Sentir parlare tutti i componenti della minoranza e poi ascoltare un monologo ‒ se ci sarà, perché per adesso nessuno ha ancora chiesto la parola ‒ della maggioranza è la politica che a me non piace. Lo dico sinceramente: questa è la politica che non mi piace. Se in Aula c'è un'alternanza di interventi si crea una discussione, che si arricchisce proprio grazie agli interventi, e di fatto si arriva a una conclusione, che sarà poi il voto. Questa è la premessa.
Per quanto riguarda la legge, mi spiace che non ci sia l'Assessore, si prende atto degli sforzi.
Visto che non fate gli interventi, vi chiedo almeno di lasciar parlare senza creare brusìo. È veramente impegnativo parlare in queste condizioni. Senza offesa per nessuno.
Stiamo parlando di punti di agevolazione per fare in modo che le aziende, le imprese possano vedere la nostra regione attrattiva e venire in Veneto per insediarsi. Su questo, però, voglio fare un passo indietro. Cosa rende una Regione attrattiva per le imprese? Pensiamoci. Ci sono tanti elementi.
Faccio un ulteriore passo indietro. Quali sono le condizioni che rendono una regione attrattiva per le imprese sostenibili? Viene detto qui, non me lo invento io. Vedo con piacere che alcune parole chiave sono state messe, come "sostenibili", che rigenerano un territorio, che rilanciano poli industriali, poli urbanistici dismessi, degradati, che attuano politiche di impresa, di economia circolare, di sostenibilità e di risparmio energetico. Tutto ciò che la legge dice. Una Regione che attrae queste imprese è una Regione sostenibile, una Regione che nelle proprie politiche attua la filosofia, la metodologia dell'economia circolare e quant'altro. Per cui, una Regione sostenibile, che può accogliere imprese sostenibili, è una Regione che può offrire dei lavoratori che possano vivere in modo sostenibile e, nello stesso tempo, agevola. Questo è il punto focale della legge. Dovrebbe aver già creato prima dei criteri di selezione, soprattutto per le aziende che sono sostenibili, hanno un curriculum di sostenibilità o dimostrano di promuovere e di portare nel territorio in cui si insediano la sostenibilità. Non so se sono chiaro, se mi state seguendo.
Il Veneto, dal mio punto di vista, non da quest'anno, ma da diversi decenni non è una Regione sostenibile, perché ha grosse criticità legate anche a tutto quel contesto che permette un'impresa di tipo sostenibile. Per questo la discussione non dovrebbe essere fatta solo con l'assessore Marcato, che non c'è, ma con tutti gli Assessori. La Giunta, attraverso il Consiglio regionale, è una squadra che crea, trasforma una Regione e la rende sostenibile. Una Regione sostenibile per qualità dell'aria, qualità del cibo, qualità dell'acqua. Torno sempre all'attualità. Faccio sempre alcuni esempi che portano all'attualità per capire la situazione in cui viviamo. Se aspettiamo dodici anni e non abbiamo ancora una sentenza per un'azienda che ha inquinato gran parte del Veneto, sette province del Veneto, è logico che altre aziende di questo tipo, con questa filosofia potrebbero dire: "Là si può andare. Dopo dodici anni non è neanche stata fatta una sentenza".
Sabato mattina ho partecipato a un interessante convegno sul biometano. Se in una Provincia vengono fatte in pochissimi mesi 50 richieste di impianti di biometano qualcosa che non va c'è. C'è un'anarchia legata all'accaparrarsi la possibilità di costruire, di attivare un'attività imprenditoriale non regolamentata. Se vicino casa mia, a pochi chilometri, sta nascendo un nuovo supermercato, in un luogo dove nel raggio di 3-4 chilometri ce ne sono già dieci, vuol dire che qui abbiamo un'anarchia di tipo imprenditoriale dove non è stata pianificata, non è stata gestita questa cosa.
Se in un altro paese vicino a casa mia un'impresa dismette due capannoni produttivi, un'impresa veneta, perché vuole costruirne un altro nuovo su un terreno agricolo di pregio e pensa di poterlo fare e, se non potrà farlo, andrà nel Comune vicino a chiederlo, perché là forse potrà, vuol dire che c'è qualcosa che non va. C'è un ragionamento da fare.
La legge inizia con una frase emblematica: "grazie alla sua posizione geografica e ad una buona rete di infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali" legate all'imprenditoria. Già qua partiamo con un passo falso, perché le infrastrutture stradali ‒ lo dico ogni volta e lo ripeterò sempre ‒ stanno fagocitando tutte le risorse che avremo a disposizione per fare infrastrutture ferroviarie e portuali eccellenti, per raggiungere un'eccellenza che ci permetta un substrato per l'imprenditoria, che renda la nostra Regione sostenibile.
Già su questo ci sarebbe bisogno di chiedere aiuto agli altri Assessori. Fermatevi. State facendo un disastro, una politica folle per l'imprenditoria del futuro, state continuando a parlare di nuove bretelle, di nuove strade, di nuove infrastrutture. Senza parlare del doping imprenditoriale, che rasenta il pericolo di overdose imprenditoriale, legato a quello che arriverà per le Olimpiadi. Pensate solo – io non vorrei essere al posto del Sindaco di Cortina – a due o tre anni dopo le Olimpiadi. Pensate a cosa stiamo muovendo per dare il benvenuto alle imprese.
Per quanto riguarda le caratteristiche, mi sono stupito. Siamo quinti per attrattività. Pensavo al Veneto come alla locomotiva d'Italia, del nordest. Non è sempre stato primo? Siamo già arrivati al quinto posto. Prima, peraltro, delle regioni del nord, ma anche dell'Emilia- Romagna. Questo numero è molto importante: il 94,5% sono imprese italiane. Non venete, ma almeno italiane. Chi arriva a investire di più nel Veneto? La vicina Germania, con la quale tradizionalmente da sempre abbiamo importanti accordi commerciali, di produzione, e ‒ come secondi ‒ gli Stati Uniti. È interessante. Trump. Proprio gli Stati Uniti, che stanno pensando di mettere i dazi anche per l'Italia. Secondo imprenditore.
Anche in questo caso mi stupisco delle premesse. Facciamo accordi, facciamo le politiche illustrate in questa legge, che io condivido. Questi milioni di euro sono investiti in politiche di agevolazione importanti: trovare l'accordo, semplificare questo accordo, creare una forte ed efficace comunicazione, creare il sito, creare un portale che possa aiutarci.
Il fatto che la Regione, attraverso ANCI, Camere e altro, possa mettere in contatto tra loro e far fare rete tra queste imprese che vogliono venire è fondamentale. Il fatto di abbassare di un punto percentuale l'IRAP va benissimo, ma mi stupisco di una cosa (per questo abbiamo preparato anche un emendamento): a dicembre, durante la legge di stabilità, abbiamo fatto un criterio di esclusione delle aziende che non pagavano, abbiamo fatto pagare più tasse a chi inquina o a chi è meno sostenibile, e non facciamo la stessa cosa qua? Anche perché questo sarebbe un criterio molto efficace. Come dicevo prima, un'azienda sostenibile che attua l'economia circolare deve avere forti agevolazioni fiscali. Di chi non lo è, invece, facciamo una lista. Mi spiace. Qua il mercato è libero per tutti, può venire chiunque, ma almeno non diamo agevolazioni. In questo caso, creiamo un territorio, un tessuto produttivo sempre più sostenibile. Questa è una considerazione importante da fare per l'IRAP.
Le multinazionali. Ma sono più leghista di voi? Le multinazionali si radicano nel nostro tessuto. Anche le multinazionali sono libere di venire. Dobbiamo agevolare le multinazionali. Agevoleremo sicuramente di più le piccole e medie imprese locali. C'è poco da fare, lo vediamo tutti i giorni, vediamo la difficoltà anche della Giunta quando si creano certe situazioni, che sono logiche. La multinazionale quando non ha più l'interesse, la convenienza a stare in un posto, non radica. Le multinazionali non radicano, ma da un giorno all'altro decidono di spostarsi perché conviene di più. E noi le agevoliamo. Questo non l'ho capito.
C'è un'altra cosa molto interessante. Il discorso degli atenei non lo affronto. Anche in questo caso, fare un collegamento forte con le attività produttive eviterebbe a ragazzi che si formano nei nostri atenei di andare in Stati o in luoghi di tipo produttivo che cercano ancora prima di laurearsi.
Mediazione e realizzazione di programmi di riconversione produttiva e riutilizzo di impianti inutilizzati o dismessi con l'obiettivo di aumentare l'attrattività del territorio. Benissimo, parliamone, però spieghiamo bene cosa vuol dire fare questo.
Promuovere e sostenere nuovi investimenti produttivi, in particolare nel settore digitale, ambientale, dello sviluppo sostenibile, della transizione ecologica, dell'economia circolare, anche tramite l'attrazione e il rientro di investimenti dall'estero, con rilevanti impatti occupazionali e di innovazione. Questi mi sembrano degli slogan. Se poi non vengono tradotti in una politica che crei un ambiente che possa attrarre queste imprese, rimangono slogan, come tanti altri che vengono elencati in questo caso.
Concludo su un punto che mi ha molto colpito. Sfruttare una nostra società, Veneto Innovazione, ci mancherebbe. Anzi, investiamo e sfruttiamo le risorse che diamo. Una cosa che mi ha colpito, invece, è l'utilizzo dei fondi. Anche su questo abbiamo fatto delle proposte emendative, secondo me significative. Sul discorso del private equity e del private debt – purtroppo non ho più molto tempo – due parole vorrei dirle. Non so se tutti i Consiglieri sono ben aggiornati su questo. Purtroppo, io non sono un consulente finanziario, non sono un esperto in economia, però mi ha colpito la scelta di ricorrere a questi fondi di investimento che non si basano sulle società quotate in borsa, ma che sono, alla fine, fondi privati, che però hanno un risvolto che non conoscevo. Mi sono informato. Ho letto un articolo di Internazionale molto interessante. Andiamo sempre a parare verso gli Stati Uniti, perché i fondi maggiori partono proprio dagli Stati Uniti.
Negli ultimi minuti leggo alcune considerazioni importanti. Ricorrere a questi fondi è il simbolo perfetto di un meccanismo per fare soldi che ormai si è infiltrato in tutti i campi della vita contemporanea. Per questo vi metto in guardia. Approvare l'articolo 1 è molto rischioso, perché ci prospetta in un futuro un tipo di investimento, anche finanziario, molto rischioso. Asili, pompe funebri, autolavaggi, miniere di rame, studi dermatologici, centri per la raccolta dati. Il private equity è ovunque. Il denaro passa di mano. Se ci si può guadagnare qualcosa, i fondi l'hanno già comprato, dall'azienda idrica pubblica alle squadre di calcio europee, fino al catalogo musicale dei Queen. Secondo alcune stime, gestiscono più di 13.000 miliardi di dollari investiti in più di 50.000 aziende sparse ai quattro angoli del pianeta. Milioni di persone interagiscono ogni giorno con almeno un'attività commerciale controllata dai fondi di private equity e molte, in particolare le più povere, trascorrono spesso la loro esistenza all'interno dei sistemi controllati da queste aziende.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

Renzo MASOLO (Europa Verde)

I fondi possiedono case, società elettriche, reti di trasporto, le aziende in cui lavoriamo, gli studi medici a cui ci rivolgiamo, le società di recupero crediti che ci tartassano. Dimenticavo, l'articolo, se può interessare, si intitola "Compra e distruggi".
La nostra vita fa parte del portafoglio di questi fondi. Non vale solo per gli Stati Uniti, dove il private equity cresce inesorabilmente dalla fine degli anni Settanta, ma anche per il resto del mondo. Negli ultimi anni i fondi di private equity hanno speso centinaia di miliardi per rilevare attività commerciali in tutto il pianeta, dal Canada alla Cambogia, dall'Australia al Regno Unito, e adesso anche in Italia. Il private equity crea valore facendo crescere le aziende. Azzardando un paragone, è come un giardiniere che trasforma i germogli in alberi da frutto maturi.
Aspettate, perché adesso ormai sono alla fine, per cui vado avanti. Anche nei casi in cui il fondo di private equity prova a valorizzare l'azienda comprata, la logica alla base dell'intervento è sempre virale. Il private equity esiste per replicare ed espandere sé stesso, non per costruire qualcosa. L'attenzione non è diretta verso la ricchezza comune, ma solo verso gli interessi dei vertici del fondo, dei suoi partner e dei suoi sostenitori istituzionali. Ha scritto nel 2012 Hugh Johnson, cofondatore del fondo di private equity britannica Risk Capital Partners: questa è la natura del gioco, chi sostiene il contrario mente.
Negli annali del settore si trovano molte storie dell'orrore: i fondi si sono impossessati di marchi famosi, per poi svuotarli e distruggerli, cancellando i mezzi di sostentamento di centinaia di migliaia di lavoratori. È vero che quasi tutte le aziende sfruttano i dipendenti.
Ma andiamo avanti. Ecco qua, è interessante anche questo. Le acquisizioni realizzate dai fondi di private equity sono considerate la causa del declino di decine di marchi noti, con la relativa perdita di posti di lavoro. Secondo un'analisi citata spesso, un quinto delle aziende controllate dai fondi dichiara fallimento nei primi dieci anni dopo l'acquisizione. Si potrebbe pensare che i fondi prendano di mira solo aziende già deboli, ma non è così. Spesso le attività acquisite erano in ottime condizioni prima di essere prosciugate.
Concludo con l'ultima frase e poi vi prego di informarvi. "Ogni giorno in cui non vendi, stai comprando", recita una massima del settore. Significa che, fino a quando un fondo mantiene il controllo di un'azienda o di un altro bene senza fare profitti, sta scommettendo sulla sua crescita a lungo termine. Dietro questo approccio c'è un principio molto diffuso a Wall Street, secondo cui in ogni affare esistono solo vincitori e vinti. Lo stesso potrebbe valere per il rapporto tra la società civile e il private equity. Ogni giorno che passa, senza che riusciamo a regolare questi metodi, permettiamo che siano loro a regolare la nostra vita. Stiamo permettendo ai private equity di controllare le nostre cellule e replicarsi in modo aggressivo. In questo momento è abbastanza chiaro chi ci guadagna. Per cui, pensiamo bene a quello che andiamo a votare.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, in discussione generale, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ci tengo a portare alcuni concetti ulteriori rispetto a quelli che ho espresso nella correlazione, staccandomi anche un po' dal progetto di legge e cercando di attivare un dialogo con l'Assessore sul tema dell'attrazione degli investimenti. Mi domando e dico: se l'azione di questa legislatura in tema di attrazione degli investimenti è limitata a questo progetto di legge – immagino che sia così, perché il tempo rimanente non è molto e i tempi per portare a maturazione un progetto di legge sono abbastanza lunghi – se è questa la strategia per l'attrazione degli investimenti, Assessore, non è sufficiente.
Cerco di portare alcuni concetti per far capire a cosa mi riferisco e per cercare anche di dare la sensazione del perché alcune occasioni sul piano industriale sono scivolate via recentemente nel nostro territorio. L'azione economica si attua in un ecosistema e in questo ecosistema c'è l'impresa, c'è la pubblica amministrazione e c'è la formazione delle competenze. Dobbiamo coltivare tutti questi aspetti. Allora, io mi chiedo: cosa c'è in questo progetto di legge per far crescere le competenze dell'Amministrazione? L'interlocuzione deve essere fatta allo stesso livello. Un imprenditore di livello mondiale vuole un interlocutore di livello mondiale. Dobbiamo crescere da questo punto di vista. E non c'è nel progetto di legge quel cambio di passo nelle procedure di interfaccia con il mondo dell'impresa che sono indispensabili: la velocità di interazione, la capacità di incontrare l'investitore ad altissimo livello. Molta della costruzione di queste competenze non viene fatta con una legge, viene fatta con un'azione politica faticosa, faticosissima, ma presente e attiva.
Penso che ciascuno di voi abbia avuto l'occasione di interfacciarsi con investitori del mondo orientale: se non c'è il politico presente, l'imprenditore non si siede nemmeno al tavolo. E penso che l'Assessore, con gli anni che ha speso, se ne sia reso conto. Insomma, questo accompagnamento delle imprese deve essere fatto con pazienza, ma mettendosi in gioco veramente. Allora, mi sarebbe piaciuto che ci fosse qualcosa nel progetto di legge che facesse intendere questo mettersi in gioco, questo stimolo, anche per chi verrà poi, perché siamo tutti pro tempore nei ruoli che svolgiamo, e quindi dare l'occasione, l'opportunità, lo stimolo a chi verrà poi di essere presente in modo costruttivo. Questo non c'è.
Assessore, per contact point cosa intende, l'attivazione di un numero verde, 800? Lei pensa che un investitore di livello mondiale faccia l'800? Che cosa intendete? Se lei mi illumina su questo, io sono felice. Ma oggi l'interazione è su tutto un altro livello. Ce ne si rende conto quando si frequentano gli ambienti che sono realmente dinamici dal punto di vista imprenditoriale. E io non sono d'accordo con il collega Masolo sul ruolo della finanza, per esempio. Qui il CIDFinancing, che è indispensabile per l'innovazione, dov'è? E tutto il venture capital che serve? E serve. Guardate che è indispensabile quella parte per l'innovazione. Cosa facciamo per attrarre non solo l'impresa ma anche la finanza? Abbiamo bisogno di iniettare finanza nel nostro sistema per crescere. Ed è strettamente collegato. Guardate, io sono rimasto impressionato di come in California vi sia una facilità e una rapidità incredibili. Una volta alla settimana i venture capitalist ricevono i ragazzi: mi piace o non mi piace, sette minuti di tempo; se mi piace, fino a un milione di dollari te li do. E conosco ragazzi che hanno ottenuto il milione di dollari in questi incontri. Poi c'è lo step successivo e così via, fino ad arrivare a progetti dal miliardo di dollari che finanziano le grandi imprese.
Occorre facilitare questo incontro. Ma mi chiedo: cosa c'è qui per facilitare l'incontro con i ragazzi intraprendenti? Tanti dei nostri studenti vanno a partecipare a queste cose. Prendono anche delle bastonate sui denti, ma servono. A Milano c'è questo campo di gioco, forse anche a Roma ultimamente. Ma non c'è nel Veneto, non lo vedo. Poi, se c'è e non lo vedo, sarei grato di saperlo.
La semplificazione dei processi autorizzativi doveva consentire un cambio di marcia, che non c'è nel progetto di legge. Dobbiamo esserne consapevoli. E la velocità delle decisioni è cruciale. Avete visto l'intelligenza artificiale? Due anni fa gran parte di noi non sapeva nemmeno cosa fosse. Oggi chi non parla di intelligenza artificiale sembra che sia rimasto nelle caverne. Ma tra un anno si parlerà di cose diverse. Avete visto che A2A sta sperimentando la mobilità senza conducente, cioè il taxi che viene chiamato. Nella mobilità vivremo grandi innovazioni nei prossimi cinque anni. Ma solo per fare degli esempi.
Ho cercato di contestualizzare, Assessore, questo progetto di legge sul grande investimento che sta facendo l'Università di Padova nel campo delle neuroscienze. È il più grande investimento del PNRR nella nostra Regione nell'ambito della ricerca, che dovrebbe attrarre alcune delle più grosse imprese del settore farmaceutico nei prossimi anni. Parliamo di botte da 100, 200, 300, 400 milioni l'una. Che cosa c'è qui per facilitare la creazione di quell'ecosistema? Non c'è niente, mi creda, non c'è niente in queste azioni. Ebbene, rispetto al creare occasioni perché si realizzino quelle condizioni un po' magiche, un po' speciali in cui l'impresa può crescere e prosperare non stiamo facendo abbastanza. Non c'è nessun ruolo per gli incubatori. Ce ne sono di incubatori nel Veneto, ma finanziati dalle fondazioni. Lì, invece, dovremmo avere dei riferimenti importanti.
Guardate che aver fatto fallire Univeneto, aver reso debole lo SMACT sono segni di debolezza, che l'interlocutore esterno pesa. Poi, il mondo universitario è litigioso di suo, ma il ruolo del decisore pubblico è anche quello di cercare di superare, di conciliare quelle rivalità, quei limiti che ci sono nella testa di chi pensa sempre di essere primo e magari è secondo o terzo. Invece, questa parte non c'è.
Io credo che i servizi alle imprese, per rendere attrattivo il territorio, dovessero essere spinti molto più avanti. Mi creda, dell'1% di riduzione dell'IRAP, ma forse anche il 2%, come suggeriscono alcuni emendamenti, ne ho parlato con alcuni amici imprenditori, ai quali ho chiesto: ti sposteresti in Veneto per l'1% dell'IRAP? Ebbene, sapete cosa mi hanno risposto? Mi hanno detto: "Ma sei matto? Ma neanche se me la fanno gratis". Non è un elemento sufficiente. L'ecosistema che rende interessante un ambito d'investimento per l'impresa chiede ben altro.
Io sollecito questo Consiglio, al di là di portare a casa questo progetto di legge, perché crei delle condizioni, crei delle condizioni perché i ragazzi che vogliono fare impresa trovino facilitazione qui da noi – ne abbiamo veramente tanto bisogno – perché ci siano le occasioni, perché ci sia quella velocità nell'interlocuzione con gli imprenditori, che alcuni territori sanno garantire più di altri e che io mi auguro che il nostro territorio possa garantire, perché abbiamo tanti degli ingredienti che servono, ma la ricetta mi sembra che non sia sul tavolo.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Nel momento in cui, giustamente, si definisce quella che doveva essere in qualche modo una legge che volge ad aumentare l'attrattività degli investimenti nel Veneto e, quindi, mira a una maggiore competitività, mira ad aumentare l'export, ma mira anche ad aumentare l'occupazione e a specializzare l'occupazione, in modo da essere attrattivi anche rispetto all'esterno, credo sia abbastanza normale e legittimo fare un ragionamento più ampio rispetto alle misure descritte all'interno della legge stessa. Forse ci saremmo aspettati che questo ragionamento fosse condiviso fin dall'inizio, anche nella spiegazione della legge stessa. D'altronde, non basta pensare che c'è bisogno, comunque, di aumentare le capacità di sostegno al credito, che è un tema vero, e non lo è solo per queste aziende, lo è anche per il settore agricolo. Non basta parlare di IRAP o di sburocratizzazione, che possono essere temi e strumenti assolutamente utili. Credo che la questione, per esempio, delle infrastrutture, questione posta in precedenza, sia una questione centrale nel momento in cui parliamo di attrazione soprattutto di multinazionali, perché poco anche in queste legislature abbiamo discusso, anche all'interno di questi provvedimenti, di tutta la questione, ad esempio, del trasporto merci. Poco ne abbiamo discusso, come è emerso quando abbiamo parlato, ad esempio, del Piano dei trasporti. Abbiamo discusso all'interno di quest'Aula della ZLS, ma è ancora qualcosa che non riusciamo a mettere a terra come avremmo dovuto.
Questi sono alcuni aspetti che possono essere anche da spinta maggiore per chi deve venire o per chi deve restare, insieme a quelli che possono poi rimanere accordi o strumenti finanziari, perché senza la base di un'infrastruttura è anche difficile pensare che questi siano strumenti che non nel breve termine, nel breve termine probabilmente saranno anche utili, ma nel medio e lungo termine cambiano l'immagine del Veneto o stravolgono l'immagine del Veneto.
Io, per esempio, non sono d'accordo quando si dice che non va bene aver scritto "sostiene il radicamento delle imprese multinazionali". Io credo che vada anche bene aver scritto "sostiene il radicamento delle imprese multinazionali", perché è una realpolitik, è una realtà. Il rischio è che vadano via e lascino migliaia di disoccupati, come sta succedendo. Però, allora, mi sarei aspettata un qualcosa in più del "come salviamo i terzisti", di qual è la rete che vogliamo mettere in campo, anche attraverso altri strumenti, di quelli che dipendono dalle multinazionali, di come il "piccolo è bello", che può non essere bello, ma è una realtà in Veneto. Quindi, è legittima la domanda della consigliera capogruppo Ostanel su quali sono anche altri settori che magari non vediamo coinvolti all'interno di questo progetto di legge. È più che legittima, perché il piccolo non è bello, ma siccome il Veneto è fatto di piccole e medie imprese come riuscire ad accompagnarlo anche nel settore del credito e della finanza per aumentare le capacità di interlocuzione con questo mondo? Perché il rischio è che questi non riescano ad interloquire. Come aumentare le reti di impresa?
Non è una critica, non sono proposte di emendamento che vengono fatte per dire che questo progetto di legge va buttato nel cestino, sono critiche e riflessioni, perché è evidente che alcune cose si fanno anche con l'azione politica e non soltanto per legge, che mirano a rendere questo progetto di legge più attrattivo per il Veneto stesso e per chi ci guarda dall'esterno.
Credo che, quando si fa riferimento, per esempio, nell'articolo 2 ai livelli di ricerca, tecnologia e capacità d'innovazione, sia evidente che sulle proposte fatte dal correlatore Lorenzoni e anche sulle università ci aspettavamo che la riflessione fosse un po' più approfondita. Non perché siamo innamorati delle università o di potenziali poli di ricerca, ma perché sono una realtà che può far fruttare, anche in una logica di piano industriale, investimenti per le aziende fruttiferi, perché possono essere anche luoghi – certamente non possono bastare – in cui nascono nuove idee e dove aumentare, quindi, anche la capacità di mantenimento delle start-up. Prima sono stati dati numeri su come ci siano minori start-up, ma il problema è anche il mantenimento delle stesse start-up e di come queste si collegano, per esempio, con le multinazionali in termini di intelligenza artificiale.
Io mi auguro che alcune delle richieste fatte non abbiano la risposta "ci sono già altri strumenti", perché lo sappiamo anche noi che ci sono altri strumenti, l'Innovation Lab e l'FSE correlati. Non serve che ce lo ripetiate qui. Ma di come questo progetto di legge si interfaccia con gli altri strumenti e del perché alcune cose non sono contenute in questo progetto di legge.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Intanto ringrazio l'Assessore per aver portato questo provvedimento in Aula e ringrazio tutti i colleghi che sono qui.
Ho ascoltato con attenzione gli interventi dell'opposizione e vi dico subito che non mi sarei mai aspettato di sentire, anzi mi sarei stupito di sentire che l'opposizione fosse d'accordo con un provvedimento. In questi quattro anni e mezzo non mi è mai capitato di vedere una volta l'opposizione d'accordo con qualcosa che portiamo in quest'Aula. Ogni volta che si porta un argomento, ad esempio quando portiamo il bilancio, voi dite "eh, ma perché non parlate di imprese?", quando parliamo di imprese, voi dite "ma perché non parlate di piano industriale?". Ogni volta c'è sempre qualcosa che va fatto. Ma la cosa che a me veramente manda via di testa è quando sento fare filosofia sulle imprese. Noi, oggi, avremmo potuto fare un trattato di filosofia sul mondo dell'impresa veneta considerato quello che abbiamo sentito in queste ore di discussione. Mi dispiace che non ci sia il collega Marzio Favero, visto che lui è professore di filosofia. Sicuramente vi avrebbe dato un dieci.
Vedete, siamo qui a parlare se il piccolo è bello, se il sistema veneto non è più al passo coi tempi. Quante volte lo abbiamo sentito dire in questi quattro anni e mezzo? Ogni sei mesi ci viene detto dall'altra parte di quest'Aula che il modello veneto è finito, che non riesce a stare al passo coi tempi, che non riesce a raccogliere abbastanza fondi, che non riesce a stare al passo dal punto di vista tecnologico, che siamo troppo piccoli, che non siamo strutturati, che la Regione non fa niente. Quante volte l'abbiamo sentito dire? Quante volte è stato dato per morto il modello veneto? Non solo in quest'Aula, anche sulle tivù nazionali, anche nelle discussioni con le varie associazioni di categoria. Quante volte è stato dato per morto? E quante volte il modello Veneto si è rialzato e ha iniziato a correre più degli altri modelli, quelli grandi e bellissimi che volete propinarci? Quante volte? L'abbiamo visto con la crisi finanziaria e con la crisi delle banche, l'abbiamo visto con la guerra in Ucraina, l'abbiamo visto praticamente sempre. E dall'altra parte di quest'Aula abbiamo sentito dire sempre le stesse cose, vale a dire che il modello veneto non era più attuale. Io vorrei ricordarvi che il modello fatto di piccole imprese, imprese molto spesso artigiane, imprese con meno di quindici dipendenti, rappresenta la spina dorsale di questa Regione. Quello che ha costruito il benessere del Veneto sono proprio queste imprese, e continuano a farlo tuttora.
Vedete, a me fa tanto sorridere, pur se non fosse purtroppo vero, che voi oggi veniate qui a propinarci politiche per la crescita economica quando le vostre politiche che avete portato avanti a livello europeo sono quelle che il sistema economico lo hanno messo in ginocchio. Le vostre politiche che avete portato avanti, politiche che ricadono sotto il nome di "Green Deal", "Casa Green", "Stop al Diesel". Vogliamo far finta di niente o vogliamo accorgerci che il sistema si è fermato e tante di queste piccole aziende, anche artigiane, sono andate in difficoltà perché magari la Germania si è bloccata, i grandi produttori di auto si sono bloccati e buona parte dei terzisti di queste grandi industrie erano in Veneto, sono tuttora in Veneto e sono in difficoltà? Allora, invece di fare filosofia, di parlare di quanto è bello il mondo del green, di quanto è bello il mondo delle rinnovabili, di quanto è bello fare grandi aziende che, però, hanno questa sensibilità green, andiamo a vedere l'impatto economico e quanta fuga di capitali c'è stata grazie a questo tipo di attività che avete portato avanti voi in Europa, che tra l'altro, se non sbaglio, proprio la settimana scorsa ha visto una pesante retromarcia del Governo di Ursula von der Leyen. Mi sembra di capire, infatti, che dopo aver ucciso il mondo dell'automotive e tutto quello che ci girava attorno adesso si sia deciso che dal 2035 il motore endotermico non sarà più bandito del tutto, ma ci saranno i motori ibridi.
Prima abbiamo fatto andare in crisi tutta l'attività economica legata all'automotive, abbiamo fatto chiudere stabilimenti in tutta Europa, stabilimenti dell'Audi in Germania, che sembrava imbattibile, li abbiamo visti chiudere, abbiamo fatto invadere il nostro mercato dalle auto cinesi, abbiamo messo in difficoltà i terzisti che lavorano in Veneto, perché ovviamente non vanno a fornire in Cina, abbiamo lasciato che i cinesi venissero a prendersi il mercato e oggi veniamo a fare filosofia sul fatto che il piccolo non è bello, perché questo è quello che state facendo.
Voi avete una responsabilità politica non da poco, ovviamente non do una responsabilità personale a voi, sto pensando alle responsabilità come partiti di sinistra, voi avete una responsabilità politica importante su quello che è successo, ragion per cui oggi mi sarei aspettato, invece di uno scontro, come abbiamo visto prima, una collaborazione da parte vostra.
Certo, un sacco di idee, collega Lorenzoni. Un sacco di idee. Abbiamo visto che grandi ideone. Se sono quelle che avete portato in Europa, è meglio che vi teniate le vostre idee.
Mi dica, consigliera Camani. È ancora nervosa? È nervosa anche oggi?

PRESIDENTE

Per favore, non dialogate.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Non sia nervosa, collega. Stiamo discutendo in maniera amabile.

PRESIDENTE

Fate i vostri interventi al microfono.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Andando avanti su questo tipo di discussione, mi piacerebbe parlare anche degli imprenditori che ogni giorno entrano nella propria azienda e creano lavoro, creano benessere, e hanno poco tempo per fare filosofia. Anche quando parliamo di green, che è una questione che sta molto a cuore, abbiamo sentito l'intervento del consigliere Masolo, anche lì sarebbe bello andare a vedere cosa combinate quando siete al Governo, cosa combinate come sinistra. E qui mi concentro su una Presidente di Regione che ha attirato particolarmente la mia attenzione negli ultimi mesi, la Presidente Todde. Ricordo che la Presidente Todde era partita con una grande attenzione al green – giusto, consigliere Masolo? – appena ha preso la palla in mano ed è diventata Presidente ha bloccato tutte le pale eoliche che andavano messe e tutti gli investimenti green sul fotovoltaico.
Mi scusi, allora cosa facciamo? Prima facciamo che qui dobbiamo andare avanti sul green dappertutto e poi dove governate voi fate il contrario di quello che dite? Non prendiamoci in giro e non prendiamo in giro, per piacere, gli imprenditori che sono a casa e che magari stanno guardando quello che succede in quest'Aula.
Penso di interpretare l'idea di tutta la maggioranza nel dirvi queste parole: avete piacere di intervenire e dare una mano per fare in modo che arrivino investimenti nella nostra Regione che possano sostenere l'attività economica, il benessere e il lavoro di questo territorio? Benissimo, siamo aperti a qualsiasi vostra proposta. Se venite qui a fare filosofia, noi ascoltiamo volentieri, però è il campo sbagliato.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego. Parli pure, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Non ho sentito, scusi. Non si è sentito.

PRESIDENTE

Adesso guardo cosa ho detto a verbale. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Io credo che uno dei motivi per cui valga la pena intervenire – collega Villanova, dico a lei, ma solo perché ha fatto l'ultimo intervento – sia quello di mettere in evidenza come ci lasci senza parole il vostro antieuropeismo a targhe alterne. Voi siete capaci di nascondere la verità, raccontando nello stesso momento una narrazione che non è assolutamente vera e reale, perché prospettate un'idea di antieuropeismo, rinnegando l'idea di un green, che non è argomento del dibattito odierno, però non dite che grazie all'Europa ci sono i 44 milioni della legge, però non dite che grazie all'Europa potete andare a fare gli splendidi con gli agricoltori con la PAC, i fondi FEARS, i PSR, gli FSE Plus, tutti fondi che vi hanno visto in prima linea nel tagliare i nastri, nel fare campagna elettorale, per sentire oggi l'Assessore, quando si chiedeva in Commissione di fare i percorsi giusti, previsti dagli statuti e dai regolamenti della nostra Regione, quelli che voi condividete, perché in trent'anni di Governo non avete mai cambiato, che è una perdita di tempo perché bisogna dare i soldi alle imprese. Sono i soldi dell'Europa. È lo stesso antieuropeista di cinque minuti fa o è il collega Villanova di cinque minuti dopo? A me vanno bene tutti e due, l'importante è che so con quale Villanova parlo, con l'antieuropeista, con quello dello spot elettorale...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare il collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ma lei è simpatico. Anche più di uno non ci darebbe fastidio!
Collega Villanova, qua non è una questione di vedere chi vuole dare lezioni o chi vuole fare filosofia. Io credo – lo dico con grande umiltà, ma lo dico come consiglio – che probabilmente troppi anni in quest'Aula le abbiano fatto perdere di vista la differenza tra filosofia e politica, perché quella che ha fatto lei è filosofia, quella che facciamo noi, non avendo magari l'ambizione di condividere quello che diciamo, è politica. Quindi, collega Villanova, credo che lei non possa andare su un pulpito a fare campagna elettorale portando una legge, fino ad arrivare a un manifesto antieuropeista, a far filosofia e ad accusare chi fa politica di fare filosofia. Facciamo politica. Non la facciamo come volete voi, ma facciamo politica. E c'è una differenza tra politica e filosofia. La filosofia è qualcosa che alla fine non si capisce dove si vuole arrivare, la politica è fatta di proposte, è fatta di emendamenti, è fatta di emendamenti che vengono accettati dal punto di vista tecnico, perché se fossero "castronate" magari non sarebbero state neanche accettate, è fatta di manovre emendative, è fatta di visioni diverse.
Guardate che non è una questione di "piccolo è bello" o della sfida delle imprese. Noi non abbiamo dubbi sulla forza del sistema produttivo veneto, che è quello che molto spesso ha salvato anche l'inefficienza della politica di chi ha governato questa Regione. Noi abbiamo dubbi perché pensavamo che in alcune sfide epocali e storiche come queste la politica, per la prima volta, potesse smettere di adottare il ragionamento di dire "fate quello che volete, l'importante è non darci fastidio" e che la politica potesse trovare, colleghi, in questo momento storico ed epocale, anzi le imprese potessero trovare in questo momento storico ed epocale, il sistema produttivo, un alleato nella politica. Invece, noi continuiamo ad avere un rapporto con le imprese che è quello di dare soldi se ci sono o se ci arrivano dall'Europa, ma di non avere un'idea di pianificare e capire dove stiamo portando questa Regione.
Quello che è stato detto è vero: tanti capitali scappano. Ricordiamoci che sono scappati sotto la vostra guida capitali importantissimi (Silicon Box, Intel), alcuni annunciati dallo stesso Presidente all'Assemblea di Confindustria di Verona. Il motivo per cui scappano le imprese è perché chi governa molto probabilmente, finito di fare lo spot elettorale o qualche promessa o dopo aver dato un pannicello caldo, non è in grado di programmare e pianificare il futuro produttivo di questa Regione. Se gli investimenti scappano non si può ricondurre la colpa nella visione politica della minoranza, che non ha mai governato questa Regione. Chiedetevi voi perché governate questa Regione da trent'anni e gli investimenti scappano. Se io governo il Veneto da trent'anni mi chiederò perché Silicon Box, perché Intel, perché gli investimenti scappano. Volete dirci che gli investimenti scappano dal Veneto non perché chi governa da trent'anni non è in grado di trovare un alleato nel sistema produttivo, ma perché Vanessa Camani fa un intervento che non piace all'Aula? Io credo che da casa il mondo produttivo neanche ci stia guardando. Possiamo dire quello che vogliamo. Non incidiamo, a differenza di come avete inciso voi in trent'anni di Governo.
Avete ragione, gli investimenti scappano. Avete maledettamente ragione. Però dovete chiedervi perché scappano. Siete voi che governate questa Regione da trent'anni e non può essere che quando c'è qualcosa di buono è tutto merito di chi governa e quando c'è qualcosa che non va è tutto demerito dell'opposizione. O l'una o l'altra. Governare ha oneri e onori. Non potete scegliere di avere solo gli onori e declinare gli oneri.
Gli investimenti scappano. Abbiamo scoperto che questa Regione vede gli investimenti scappare perché l'opposizione non ha saputo sostituirsi alla maggioranza e fare una politica industriale in modo da non farli scappare. Chiediamo scusa al mondo produttivo veneto se dall'opposizione non siamo riusciti a convincervi che dovevate fare diversamente e siamo stati abbastanza deboli, civili e politicamente educati da non fare barricate e fermarvi, perché anche voi oggi ci venite a dire che i capitali scappano.
Vorrei capire dal Presidente Zaia cosa fa da vent'anni (cinque da Vicepresidente e quindici da Presidente) con i capitali che scappano. Non ci vorrete mica dire che scappano perché non abbiamo l'autonomia? L'ultimo che è scappato ‒ non ricordo se era Intel o Silicon Box ‒ è andato in Piemonte. Con tutto il rispetto, un paese più piccolo di dove doveva andare qui in Veneto. Non è una questione di fare filosofia. Colleghi, se vogliamo fare filosofia, siamo tutti bravi a farla. La questione è che c'è una differenza tra voi e noi: voi dovete dare la rotta, perché siete stati indicati dai cittadini per governare, e noi possiamo pungolare dalla minoranza per raddrizzare la rotta, ma non è che dopo ci schiantiamo su uno scoglio e possiamo dire che chi doveva pungolare non è riuscito a dare uno spintone a chi aveva la rotta, ed è colpa di chi doveva pungolare.
Di fronte alle sfide globali che noi abbiamo, di fronte ai problemi contingenti che noi abbiamo ogni giorno nel nostro sistema produttivo, posso essere d'accordo, gli interventi della capogruppo Camani, della collega Zottis e della collega Luisetto non servono a nulla. Avete ragione. Non servono a nulla di fronte alle sfide che ci sono, ormai globali e contingenti, delle imprese. Però dovete dirmi i vostri interventi che valore aggiunto danno a queste sfide quotidiane che noi abbiamo. Vorrei capire, di fronte a chi si erge a correttore degli interventi della minoranza, se si può usare questo termine, cosa c'entra la Todde con le pale eoliche, cosa c'entra il Green Deal europeo, cosa c'entra il manifesto antieuropeista.
Tra l'altro, è quella stessa Europa che rinnegate, ma con la quale andate a sedervi quando serve qualche seggio per farsi eleggere. Smettiamola di deviare ogni volta i discorsi e tentare di dire che quando succede qualcosa è sempre colpa di qualcun altro. Non può essere sempre colpa di qualcun altro. Anche quando governiamo noi, non può essere sempre colpa di qualcun altro. In questo caso, in cui governate da trent'anni, non può essere ancora una volta colpa di qualcun altro.
Guardate che, a differenza di chi in quest'Aula ha avuto la possibilità di seguire i grandi seminari e le grandi dottrine economiche, io una cosa l'ho capita, e non rientro tra gli esperti in materia. Ho capito che il sistema produttivo di una Regione, in questo caso del Veneto, trova profonde ragioni e radici se oggi si trova in queste condizioni. Un'impresa non scappa via in due giorni come uno che decide di andare a bere un caffè in un bar piuttosto che in un altro. Il sistema economico produttivo si pianifica. Avete letto il PRT, che l'assessore De Berti conosce bene? Avete visto le carenze infrastrutturali che abbiamo e che vengono messe in evidenza dal mondo economico, che trova in una regione come la nostra, fatta di export, difficoltà e un mercato che li mette in una situazione di concorrenza, in confronto agli altri, in salita, perché ci mancano delle infrastrutture? La mia domanda, e chiudo, è questa: perché, se ci mancano quelle infrastrutture, nel pianificare le sfide future abbiamo fatto la Pedemontana e non abbiamo fatto altro? Le imprese venete hanno bisogno di fatti concreti, non di politica o filosofia.

PRESIDENTE

Ha terminato il suo tempo.
Collega Villanova, per fatto personale.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Posso dire che l'intervento del collega Montanariello...
Devo ancora iniziare, collega Camani.

PRESIDENTE

Collega Camani, per favore. Io parlo al microfono. Ho dato prima la parola al collega Montanariello e poi per fatto personale. A me dispiace che non mi senta, ma parlo al microfono. Lasciamo parlare il collega Villanova per fatto personale.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Collega Camani, se qui c'è qualcuno di nervosetto di sicuro non siamo noi.
Stavo dicendo che l'intervento del collega Montanariello conferma in maniera postuma quello che ho detto prima. Assolutamente. Ci tengo a precisare una cosa, collega. Lei fa riferimento alla mia attività. Forse sono da troppi anni qui dentro. In questi anni non ho mai smesso di lavorare un giorno, di pagare stipendi, di mandare avanti la mia attività privata. A differenza di qualcun altro, so che cosa vuol dire fare impresa in questa Regione. Ci vuole rispetto quando si parla degli imprenditori.
Collega Camani, siete veramente...

PRESIDENTE

Collega Villanova, sta rispondendo a delle accuse fatte personalmente.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Siete di una maleducazione oggi, colleghi...

PRESIDENTE

La seduta è sospesa.
La Seduta è sospesa alle ore 17.33
La Seduta riprende alle ore 17.34

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Ha concluso, collega? Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Mi fa piacere che, partendo da quella che è stata una mia accusa politica, non certo personale nei confronti di qualche collega qui seduto, si voglia fare filosofia dicendo che siamo antieuropeisti. Spiegateci le vostre scelte, le vostre politiche. Invece di ricorrere a queste arti retoriche, che avete usato anche adesso, collega Montanariello, spiegate perché avete preso certe decisioni in Europa, che hanno messo in ginocchio le nostre imprese.

PRESIDENTE

Resti sul fatto personale, collega Villanova.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Se abbassa il volume sono più contento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, secondo me il volume del mio microfono è più alto per qualche motivo.

PRESIDENTE

Non c'è un amplificatore, glielo assicuro.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, la ringrazio. Dico sempre che dopo tanti anni a bordo del vaporetto – non facevo l'imprenditore come il collega Villanova – sono diventato un po' sordo. Questa circostanza me lo conferma.
Presidente, utilizzo il mio spazio per fatto personale. Non ho bisogno di fare rivendicazioni politiche. Ribadisco quanto ho detto, che non è un'accusa nei suoi confronti, collega Villanova. Se è da tanti anni qui io ci vedo un dato positivo: i cittadini l'hanno scelta. Non è arrivato con un colpo di Stato. Ciò non toglie che troppi anni senza avere contezza delle esigenze esterne al territorio...

PRESIDENTE

Non è fatto personale.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Collega Villanova, credo che lei, più che concentrarsi su...

PRESIDENTE

No, collega. Lei si deve riferire a qualcosa su cui si sente accusato dalle parole del collega Villanova.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

È propedeutico.

PRESIDENTE

No, non deve essere propedeutico. Lei deve andare al punto. Il collega Villanova è andato al punto, lei no.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Vado al punto.
Collega Villanova, lei mi ha accusato di averla attaccata nel personale. Noi vi abbiamo solo accusato di non essere stati in grado di interpretare il sistema produttivo veneto dopo trent'anni che governate. Assumetevi le vostre responsabilità politiche.

PRESIDENTE

Non è fatto personale. Le tolgo la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Assumetevi le vostre responsabilità, tutte politiche e non personali.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

La richiamo per la prima volta. Quando le dico che ha finito di parlare lei si deve interrompere. Le ho concesso trenta secondi prima. Lei non stava parlando su fatto personale. Le ho chiesto di fermarsi e ha continuato. La richiamo per la prima volta.
Collega Marzio Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, non volevo intervenire, ma lo faccio anch'io per motivi personali, anche se non soggettivi.
Prima mi permetto di fare una riflessione sul contenuto della nostra discussione di oggi. Stiamo parlando di un importo modesto, che fa parte di un pacchetto di fondi PR FESR, che comunque sono destinati alle imprese, che noi, per una volta, come Consiglio, siamo chiamati, con l'approvazione di questo atto, a modulare nella loro spesa, nel loro impiego.
Di sicuro non cambiamo le storie né del Veneto né del Paese con questi importi. Se il capitale ha difficoltà ad arrivare in Italia, credo basti parlare con gli imprenditori, anche stranieri, per capire quali sono le ragioni, e sono esattamente quelle che, come minoranze, non volete assolutamente sentire, cioè il peso di uno Stato, della sua burocrazia, delle sue imposizioni fiscali e delle sue lungaggini burocratiche, per la qualcosa forse sarebbe interessante tornare all'autonomia.
Sottolineo, en passant, che dal 2012 al 2024 – dodici anni – sono stati tagliati soldi a Comuni, Province e Regioni, però il debito pubblico è salito da 2.000 a 3.000 miliardi. Dove può essere la fonte dello spreco e della spesa, visto che i soldi sono stati tagliati alle autonomie territoriali? Non credo occorra essere uno scienziato.
Il nostro intervento è modesto. Voi avete prodotto, dopo le riflessioni fatte in Commissione, oltre 90 emendamenti che oscillano tra l'irrilevanza e il velleitario, non senza qualche contraddizione.
Questo non è fatto personale, ma una valutazione politica che mi permetto di fare e che dimostra...

PRESIDENTE

Io non ho sentito nominare la collega Camani. Il collega Villanova è stato nominato. Non ho sentito nominare la collega Camani.
Continui, collega. Grazie.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Dimostra che siamo scivolati dalla democrazia rappresentativa alla democrazia rappresentata, cioè che fa spettacolo. Potremmo mettere fuori la scritta "Premiato giochificio veneto".
Mi perdoni, collega Camani, io non l'ho interrotta.
Si lega alla crisi degli organi rappresentativi dovuta alla lentezza dei medesimi e alle loro liturgie, come quelle che stiamo consumando oggi. Si chiamano liturgie. Sono di fine Ottocento. Peccato che siamo nel 2025. Questo spiega perché non solo in Veneto, ma ovunque, anche a livello nazionale, gli esecutivi fanno le proposte di legge e al massimo le Assemblee legislative scrivono i corollari.
Torno al fatto personale, che oggi è il totem. Parlo non come Marzio Favero, ma come rappresentante di una categoria di filosofi. In quanto tale, mi permetto di farvi una supplica: non invocate la filosofia, non dite che non fate filosofia. Non c'è bisogno che lo affermiate, perché la filosofia nella sua essenza è pensiero critico e voi di sicuro non lo interpretate. Nessuno ha dubbi. Voi non fate filosofia.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Soltanto perché resti a verbale. Ritengo non sia decoroso per questo Consiglio, quello che lei rappresenta, Presidente Ciambetti, definire l'attività dei Consiglieri regionali (che, anche se sono di minoranza, fanno il loro lavoro), la manovra emendativa, come irrilevante. Sono circa 90 emendamenti con i quali noi, al netto dei toni della discussione, stiamo provando a rappresentare il nostro punto di vista su questo progetto di legge in maniera discutibile, ma di certo non irrilevante.
Vorrei sapere quanti emendamenti il consigliere Favero ha presentato...

PRESIDENTE

Non mi pare sia sull'ordine dei lavori, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Per la onorabilità di questo Consiglio.
Seconda questione, sempre sulle dichiarazioni del collega Favero. Il collega Favero ha dichiarato la discussione all'interno di questo Consiglio "chiacchiere". Le chiedo se a lei sembra normale. Terza questione: addirittura ha definito ciò che stiamo facendo una "liturgia".
Le chiedo, essendo lei il Presidente di questa Assemblea, di ripristinare un minimo di onorabilità e di decoro. Sennò, se lei condivide, come rappresentante di questa Assemblea, le opinioni del collega Favero, ce lo dica e andiamo tutti a casa.
Grazie.

PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta.
La Seduta è sospesa alle ore 17.42
La Seduta riprende alle ore 17.43

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente e colleghi.
Vorrei riportare la seduta all'argomento. Per la prima volta faccio un po' il democristiano, in modo da mettere in pace un po' tutti.

PRESIDENTE

Collega Pan, non faccia provocazioni inutili.
Per favore, collega Montanariello, lasciamo parlare il collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Spero veramente che nessun imprenditore stia seguendo la discussione che stiamo facendo. Tutto quello che ci siamo detti fino ad ora non mi pare porti nulla di positivo.
Spesso e volentieri ho lavorato all'interno di imprese, come tutti voi. Abbiamo conosciuto tanti imprenditori nella nostra attività politica, di Sindaci, di amministratori. Quello che ci chiedono sempre gli imprenditori, al di là dei soldi, dei contributi che possiamo mettere, tipo i 40 milioni per le 500.000 attività produttive del Veneto (ad alcune possiamo anche dare delle soluzioni, ma ad altre no) è di favorire l'attività produttiva. Per favorire l'attività produttiva delle nostre imprese, diceva bene Marzio, l'attività che abbiamo sempre voluto fare noi, come Lega, come Sindaci, come amministratori, è quella di levare le burocrazie, di favorire che un capannone, anche se Masolo non vuole che venga fatto, si faccia. Un'attività produttiva, un ampliamento, se serve, deve essere fatto. Se dobbiamo fare delle infrastrutture, delle strade che permettano di velocizzare le merci e i trasporti, come la Pedemontana, che è stata fatta dal Presidente Zaia e dalla Giunta, devono essere fatte. Questo è ciò che l'impresa ci ha sempre chiesto. Non capisco perché ci sia tutta questa polemica per quanto riguarda, come dice lei, questa sostenibilità, che deve essere garantita a ogni costo.
Noi dobbiamo favorire le imprese (che nel Veneto, ricordo, hanno questi numeri: in agricoltura 60.000, nell'industria 50.000, nelle costruzioni 60.000, nel commercio 93.000 e in altri servizi 155.000 imprese) perché creano lavoro, creano ricchezza alle nostre famiglie.
Senza il lavoro che viene creato dai nostri imprenditori, senza gli stipendi che si portano a casa i nostri dipendenti non ci sarebbe neanche l'economia della nostra Regione. Dal nostro livello regionale favoriamo bene, caro assessore Marcato, con questo disegno di legge, anche queste attività, che possono ricevere questi fondi.
Ricordo a qualcuno che i contributi che ci dà l'Europa sono sempre tasse nostre che vanno in Europa. Mi pare che addirittura come Paese diamo più soldi all'Europa di quello che ci torna indietro. Mi pare si parli di 18-19 miliardi. Ne tornano indietro molti di meno. Stiamo parlando di risorse nostre, che, per quanto a qualcuno non piaccia qui dentro, potrebbero anche rimanere nel territorio ed essere investite in tante infrastrutture e in tanti aiuti alle nostre imprese.
Bisogna avere rispetto di quelle persone, di quegli imprenditori che per generazioni hanno creato ricchezza nel nostro Veneto e avere rispetto anche di chi dall'estero vuole venire qui nella nostra regione per creare impresa, cosa che bisogna facilitare.
Giusto per non chiuderla in polemica, cari amici della sinistra, ricordo che qualcuno nel 2000 ci disse: "Entreremo in Europa, lavoreremo meno e saremo più ricchi". Quel signore, che ogni tanto ricompare nelle televisioni di sinistra, in particolare, ci viene ancora a dire che l'Europa non è stata matrigna negli ultimi venticinque anni, ma a nostro favore. Penso, invece, che da quando siamo entrati in Europa abbiamo perso molte occasioni, anche economiche.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
L'assessore Marcato ha chiesto di intervenire in replica, alla fine di questa discussione.
Prego, assessore Marcato.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente.
Ascoltando gli interventi dell'opposizione si potrebbe pensare che stiamo parlando di una Regione al collasso, per tutta una serie di problemi che ha questo Veneto: aziende che scappano, disastri. Sono tutte enunciazioni non supportate da nessun dato tecnico, statistico, economico, finanziario, ma buttate là. Aziende che vanno via. Abbiamo perso competitività, non cresciamo, le altre Regioni ci passano via. Ragazzi, stiamo parlando di una realtà che non esiste. Abbiamo chiuso il 2024 con la crescita di PIL più alta della media italiana, assolutamente in linea con l'Emilia-Romagna e Lombardia. Praticamente uguale. Emilia-Romagna e Lombardia sono due Regioni benchmark che noi dobbiamo guardare come esempi illustri e noi abbiamo fatto le stesse identiche cose. Uguali. Quindi, se sono brave loro, per proprietà transitiva, siamo bravi anche noi.
Altro elemento, e lo dico per l'ennesima volta. Il tema del "piccolo è bello". Non potete buttare nella discussione informazioni a caso. Andate a vedere il PIL prodotto negli ultimi cinque anni, o da dopo il Covid, o durante il Covid. Sia in termini di crescita che in termini occupazionali, questo PIL, per quasi il 100%, è prodotto dal 97% delle imprese venete con meno di nove dipendenti. Come le vogliamo chiamare queste? Mastodonti? Questo è il dato. Se non lo sapete, non potete buttare nella discussione stupidaggini dicendo che le piccole imprese non producono sviluppo, perché non è vero. Questo modello Veneto ‒ perché così è solo il Veneto ‒ è un modello straordinariamente vincente.
Terzo punto. Come fanno dei Consiglieri regionali a paragonare economie diverse pretendendo che ci siano risultati uguali? Non sapete che la matrice economica della Lombardia è la finanza? Non sapete che l'Emilia-Romagna ha nella Motor Valley la sua grande potenza di fuoco? Questi due elementi in Veneto non esistono. Non abbiamo la Motor Valley, che attira giovani anche da altre regioni, e non abbiamo la finanza, che attira giovani dalle altre regioni. Non abbiamo né l'una né l'altra.
Nonostante questo, abbiamo un tasso di competitività uguale, e lo certifica IlSole24Ore, che dice non solo che Lombardia, Veneto, mi dispiace per voi, ed Emilia-Romagna sono le tre Regioni locomotive d'Italia, ma sono le tre Regioni oggi locomotive d'Europa. Ci avete narrato per anni la grande potenza di fuoco della Germania, ci avete narrato per anni la grande capacità che aveva la Germania di fare energie rinnovabili. Io ho partecipato a centinaia di convegni dove arrivava il solito fenomeno tedesco e alla fine c'era la slide dove si vedeva che il Paese con il sole non produceva energia solare, mentre la Germania con la neve faceva il fotovoltaico (questi vanno avanti con le energie rinnovabili, dicevano). Dopodiché, arriva la guerra, qualcuno serra il rubinetto e improvvisamente la Germania crolla. Ma non aveva tutta l'energia solare a disposizione? Crolla. È crollata. Il PIL della Germania non c'è più. Non c'è crescita, non c'è nulla. Questo è il Paese benchmark a cui noi dovevamo sempre ispirarci. Questo è l'ambito economico su cui noi abbiamo evidentemente costruito questo progetto di legge.
Mi dispiace anche che non teniate conto di un particolare, che secondo me è vitale. Questo progetto di legge è stato condiviso con le parti sociali, categorie e sindacati. Voi dite che le categorie sono andate sui giornali a dire che non sono d'accordo. Quali giornali leggete? Noi le abbiamo costruite con loro, le abbiamo costruite con le parti sociali. Questo è il risultato di un processo fatto e condiviso con il territorio. Punto. Non è il PDL di Marcato. È buon testimone il dottor Romano. Hanno fatto una serie di incontri tecnici. Poteva essere un provvedimento migliore? Sicuramente sì. Dopodiché, c'è questa mania tipicamente italiota per cui in un provvedimento che riguarda aiuti alle imprese bisogna mettere dentro tutto (l'innovazione, la ricerca). Abbiamo le reti innovative regionali. Mi permetto di ricordare che le reti innovative regionali il Magnifico Rettore di Padova le ha definite una rivoluzione copernicana, perché è una visione industriale completamente rivoluzionaria. L'abbiamo fatta noi in Veneto, perché abbiamo messo in comunione la parte accademica della ricerca con le imprese venete. Questa è la nostra visione dell'economia e dello sviluppo di questa Regione. Bisogna metterla anche nel PDL di oggi. Bisogna mettere dentro tutto.
Non ci interessiamo al Veneto. Dopo cinque anni di duro lavoro, siamo riusciti ad ottenere la ZLS per Porto Marghera e per il Polesine. La prima. Il Ministero ha definito la nostra ZLS "benchmark", di riferimento per il nord. Dopo di noi sono partite la Lombardia (quella che secondo voi è il razzo fotonico dell'economia), Genova, la Toscana, sono partiti tutti gli altri. Dopo, però. Perché prima ci raccontavano che non si poteva fare la ZLS, non era possibile. Abbiamo interloquito con diversi Governi e alla fine siamo riusciti a ottenere questo strumento di sviluppo straordinario.
Ricordo, però, che adesso bisogna mettere gli schei. Questo provvedimento di legge ha 45 milioni di euro, ma è l'ultimo degli elementi positivi. Lo sappiamo tutti. A parte il fatto che mi è stato detto di aver messo i fondi europei. Li butto via, ora? Butto via i fondi europei? L'avete detto voi quattordici volte: "Ricordiamo a Marcato che non sono fondi europei". Dovevo fare un mutuo io? La Lombardia e l'Emilia-Romagna quali fondi pensate usino per le imprese? Una parte dei fondi di bilancio e la stragrande maggioranza di fondi europei. Non è che gli altri stampano moneta. Magari. Nessuno stampa la moneta. Non va bene neanche usare i fondi europei. Ma quello è l'ultimo degli aspetti. La cosa più importante che ha questo provvedimento è la semplificazione, che, a detta di tutte le analisi che sono state fatte presso le aziende, è la cosa che interessa di più. Le aziende ti chiedono di avere un interlocutore amministrativo, un territorio, un sistema che sia accogliente rispetto al tema dell'impresa. Questo vuole l'impresa. L'impresa vuole venire qua a investire e avere un interlocutore unico che la prenda per mano e le consenta di investire in tranquillità. Non vuole zavorre. Questo vuole l'impresa. Questo progetto di legge ha questa ambizione. Attraverso i patti territoriali, attraverso le indagini, attraverso l'accompagnamento imprenditoriale.
Poi c'è anche un tema di aiuto finanziario, sì, ma è secondario. C'è tutto il tema del lavoro, della professionalità. Il tema finanziario è l'ultimo dei temi. Potevamo metterne di più? Certo, si poteva fare qualsiasi cosa.
Francamente, le critiche non le ho capite. Nel momento in cui parlate del Veneto come se fosse l'ultima delle Regioni del Sudafrica, capisco che abbiamo visioni completamente diverse.
Per quanto riguarda gli emendamenti, li discuteremo e risponderò puntualmente, emendamento per emendamento.
Grazie.

PRESIDENTE

Sono quasi le ore 18 e ci sono 92 emendamenti. Sospendiamo qui i nostri lavori.
L'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione, relatore e correlatore iniziano a lavorare, con l'auspicio di guardare tutti gli emendamenti, però con la seduta ci rivediamo martedì mattina alle 10.30, in continuità con l'ordine del giorno.
Riprendiamo martedì mattina a votare gli emendamenti che vengono analizzati adesso dalla Terza Commissione. Realisticamente, non penso riusciremo a riprendere i lavori, quindi sospendiamo qui la seduta per riprenderla martedì mattina alle ore 10.30.
Grazie.
La Seduta termina alle ore 17.58
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI




Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 165 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 165
MARTEDì 11 FEBBRAIO 2025


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE ENOCH SORANZO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UNITà ASSEMBLEA

INDICE

Processo verbale della 165ª seduta pubblica – martedì 11 febbraio 2025
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 1896 del 6 febbraio 2025.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.10.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 164a seduta pubblica di martedì 4 febbraio 2025.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Pavanetto e Vianello; inoltre, la partecipazione da remoto è autorizzata ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n.4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 490 del 19.06.2024
presentata dai consiglieri Luisetto, Camani, Zanoni, Zottis e Bigon
"Nella galleria di Malo della Superstrada Pedemontana Veneta piove acqua dalla volta del soffitto: quali misure ha intenzione di adottare la Regione per risolvere il problema?"

e

n. 506 del 10.10.2024
presentata dai consiglieri Luisetto, Camani, Zanoni, Zottis, Bigon e Montanariello
"Ancora infiltrazioni d'acqua nella galleria di Malo. Il transito in questo tratto della Superstrada Pedemontana Veneta è sicuro?"

Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI n. 490 e l'IRI n. 506.

Interviene l'assessore De Berti che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 488 del 18.06.2024
presentata dalla consigliera Baldin
"Pedemontana veneta: di male in peggio! Cosa fa la Regione per non rendere un'opera inutile anche un'opera pericolosa?"

e

n. 505 del 10.10.2024
presentata dal consigliere Masolo
"Ancora acqua nella Superstrada Pedemontana Veneta: quali provvedimenti sono stati adottati dal concessionario per garantire la sicurezza della circolazione stradale?"

Intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che illustra l'IRI n. 488, e Masolo (Europa Verde), che illustra l'IRI n. 505.

Interviene l'assessore De Berti che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle) e Masolo (Europa Verde) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 518 del 23.04.2024
presentata dalla consigliera Venturini
"Quali azioni la Regione Veneto sta programmando per la regolare manutenzione e il ripristino della concreta navigabilità del Canale Vigenzone e dello scolo Rialto presso la conca di Battaglia Terme?"

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) in sede di replica.

n. 598 del 08.11.2024
presentata dai consiglieri Ostanel e Lorenzoni
"Dare indicazione alle Aziende Sanitarie di dichiarare gli istituti penitenziari zone disagiatissime per favorire il potenziamento dei servizi sanitari attraverso una maggiore presenza di personale medico e sanitario"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 551 del 16.07.2024
presentata dalla consigliera Ostanel
"Infrastrutture stradali e ferrovie nel bellunese: numerosi disservizi nel fine settimana, come si intende garantire un trasporto efficiente ai cittadini?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 604 del 26.11.2024
presentata dai consiglieri Ostanel, Zanoni e Masolo
"Quale piano straordinario di finanziamento delle case ATER prevede di avviare la Giunta regionale per arginare i problemi sociali che determina la speculazione immobiliare"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Mantovan che, in supplenza all'assessore Corazzari, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 594 del 6.11.2024
presentata dai consiglieri Montanariello e Camani
"Rigassificatore di Rovigo: quali iniziative sono state adottate per garantire la realizzazione delle opere compensative per il Polesine?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Marcato che risponde per conto della Giunta regionale

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni in materia di attrazione degli investimenti nel Veneto". (Progetto di legge n. 248) INIZIO  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Lorenzoni (Gruppo Misto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Cestaro assume la presidenza Il Vicepresidente Enoch Soranzo.

In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 16.23.

La seduta riprende alle ore 16.25.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Masolo (Europa Verde).

Durante l'intervento del consigliere Masolo assume la presidenza Il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) per fatto personale.

La seduta è sospesa alle ore 17.33.

La seduta riprende alle ore 17.34.

Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente) e Montanariello (Partito Democratico Veneto), per fatto personale.

Il PRESIDENTE richiama il consigliere Montanariello ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento.

Intervengono i consiglieri Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), in discussione generale, e Camani (Partito Democratico Veneto), sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 17.42.

La seduta riprende alle ore 17.43.

In discussione generale interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Dichiarata chiusa la discussione generale, interviene l'assessore Marcato in sede di replica.

Il PRESIDENTE interrompe la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Terza Commissione consiliare di riunirsi per esprimere parere sugli emendamenti presentati, disponendo il prosieguo del punto in aula alla seduta successiva.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato martedì 18 febbraio 2025 alle ore 10.30 per la prosecuzione dei lavori all'ordine del giorno.

La seduta termina alle ore 17.58.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica, in congedo o assenti:
ANDREOLI Marco
P
MAINO Silvia
P
BALDIN Erika
P
MASOLO Renzo
P
BARBISAN Fabiano
P
MICHIELETTO Gabriele
P
BET Roberto
P
MONTANARIELLO Jonatan
P
BIGON Anna Maria
P
OSTANEL Elena
P
BISAGLIA Simona
P
PAN Giuseppe
P
BORON Fabrizio
P
PAVANETTO Lucas
C
BOZZA Alberto
P
PICCININI Tomas
P
BRESCACIN Sonia
P
POSSAMAI Gianpiero
P
CAMANI Vanessa
P
PUPPATO Giovanni
P
CASALI Stefano
P
RAZZOLINI Tommaso
P
CAVINATO Elisa
P
RIGO Filippo
P
CECCHELLERO Andrea
P
RIZZOTTO Silvia
P
CECCHETTO Milena
P
SANDONÀ Luciano
P
CENTENARO Giulio
P
SCATTO Francesca
P
CESTARI Laura
P
SORANZO Enoch
P
CESTARO Silvia
P
SPONDA Alessandra
P
CIAMBETTI Roberto
P
VALDEGAMBERI Stefano
P
CORSI Enrico
P
VENTURINI Elisa
P
DOLFIN Marco
P
VIANELLO Roberta
C
FAVERO Marzio
P
VILLANOVA Alberto
P
FORMAGGIO Joe
P
ZAIA Luca
C
GEROLIMETTO Nazzareno
P
ZANONI Andrea
P
GIACOMIN Stefano
P
ZECCHINATO Marco
P
LORENZONI Arturo
P
ZOTTIS Francesca
P
LUISETTO Chiara
P



IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Alessandra SPONDA

IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
P = presente; C = in congedo; A = assente.
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian