Bigon (Pd): “Rottura collettore Arica, si effettuino analisi su acque e terreni. Necessaria soluzione per disinquinamento a monte”

21 luglio 2024

 

(Arv) Venezia 21 lug. 2024 - “Siamo nel contesto idro-geografico oggetto del più grave ed esteso fenomeno di inquinamento da Pfas al mondo, con 200 km quadrati di territorio coinvolti e 350 mila persone colpite: è chiaro che le rassicurazioni, pur doverose, fornite dai gestori del collettore Arica non possono essere sufficienti alla popolazione da anni in costante allarme. Per questo motivo chiedo al Consorzio Arica che, per conto della Regione del Veneto, gestisce il collettore, copia delle analisi delle acque a monte e a valle del punto di rottura del collettore e, nel caso in cui non siano ancora state effettuate, che si provveda immediatamente a farle”. La consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon interviene “Anche su sollecitazione dei cittadini, sulla questione del “disallineamento” del collettore Arica che costringe il Consorzio gestore a un relativamente lungo intervento di riparazione e a spostare lo scolo della condotta più a monte di circa 7 chilometri, precisamente da Sule di Colonga Veneta, nel punto in cui il Fratta incontra il canale Leb, al Rio Acquetta, affluente del Fratta, all’altezza di via Fattorelle di Lonigo, località Bagnolo. Da località Santo Stefano di Zimella il Fratta percorre circa sette chilometri prima di arrivare a Cologna e incontrare le acque del Leb per la cosiddetta diluizione. È necessario garantire ai cittadini un attento monitoraggio e la massima trasparenza su quanto sta accadendo in questo tratto di fiume al fine di accertare o smentire la possibilità di un altro danno ambientale”.

“Inoltre, chiedo che si forniscano riscontri in merito allo sversamento di reflui sui terreni circostanti il punto di rottura - continua Bigon - e che si faccia di tale incidente l'occasione per individuare una soluzione definitiva al tema dell’inquinamento di questo territorio”.

“L’opera di raccolta dei reflui del vicentino - conclude la consigliera - ha ormai una ventina d’anni e la possibilità di rotture anche in altri punti va doverosamente messa in preventivo. Per questa ragione ritengo indispensabile e improcrastinabile cominciare a ragionare sul disinquinamento a monte”.